Ossessione

di Ema_puffetta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovi incontri ***
Capitolo 2: *** Un'insolita Domenica ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 22: *** 22 ***
Capitolo 23: *** 23 ***
Capitolo 24: *** 24 ***
Capitolo 25: *** 25 ***
Capitolo 26: *** 26 ***
Capitolo 27: *** 27 ***
Capitolo 28: *** 28 ***
Capitolo 29: *** 29 ***
Capitolo 30: *** 30 ***



Capitolo 1
*** Nuovi incontri ***




Caesy si guardò allo specchio, facendo fatica a riconoscersi. I suoi occhi color verde smeraldo che di solito brillavano con la luce del sole, erano spenti. La carnagione bianca, faceva risaltare ancora di più le occhiaie grigie sotto gli occhi, sembrava come se avesse sfumato un ombretto. Erano settimane che dormiva poco quando niente, e la stanchezza adesso cominciava ad essere visibile. Girò la manopola del lavandino verso l’acqua fredda, e si gettò l’acqua in pieno volto. Aveva bisogno di riprendersi, non poteva andare a lavoro in quelle condizioni. Il gettò dell’acqua fresca sulla pelle, la fece sentire subito meglio. Si asciugò il volto con la sua solita asciugamano di microfibra, e si legò i capelli al volo.  Scese le scale di corsa, ormai era abituata, era sempre di corsa, e quelle scale le conosceva fin troppo bene. Andò in cucina, e prese sua tazza di caffè da termos che aveva preparato la sera prima. Non usciva mai senza aver prima bevuto il suo caffè. Le serviva caffeina per affrontare una nuova giornata di lavoro. L’orologio sulla parte della cucina, di fronte al tavolo, segnava le sette e mezza del mattino. Sul tavolo c’erano ancora i piatti della sera prima, non aveva avuto le forze di lavarli. Il piano cottura non era molto sporco, però c’erano delle macchie di olio che avevano catturato la sua attenzione. La cucina non era molto grande,  c’era un piccolo tavolo al centro della sala, con quattro sedie, alle spalle c’era il piano cottura con quattro fornelli di un grigio acceso, esattamente come il forno a colonna, e il frigorifero ampio con due sportelli. Per una persona sola andava più che bene. Finì di bere il suo caffè e uscì di casa con un passo svelto. Aveva un vecchio Maggiolone che li aveva lascato il nonno in eredità. A volte faceva dei capricci è vero, ma non l’ha mai lasciata a piedi. Era ora di cambiare macchina, ma non riusciva a separarsene, era un regalo di suo nonno, e lei ci era affezionata. Parcheggiò la macchina al suo solito posto.
 «Buongiorno Lexie, come stai?» Chiese alla sua migliore amica, mentre si diresse verso il bancone, per mettersi il suo grembiule bordeux, con la scritta del bar nera.
«Buongiorno cara, io sto devastata come sempre. Tu come stai?» Mi guarda di sfuggita, mentre continua a pulire il tavoli e le sedie. Per fortuna che c’è lei che mi da una mano, altrimenti davvero non saprei come fare.
 «Distrutta ma in piedi. L’unica cosa positiva è che oggi è Sabato e la settimana è quasi finita. A che ora abbiamo l’evento stasera?»
«Finalmente aggiungerei. Stasera iniziamo alle nove con l’evento, per il resto resta tutto uguale» rispose con un pizzico di stanchezza nella voce. E’ stata un settimana lunga e dura per entrambe.
«Buongiorno, posso avere un caffè e un donuts al cioccolato per favore?» Una voce famigliare le arrivò alle spalle,costringendola a girarsi.
«Buongiorno a lei, certo ve lo preparo subito, nel frattempo le prendo il donuts» sorride gentilmente, mentre le porge la ciambella. Era Valery, una cliente abituale. Prendeva sempre la stessa colazione da un paio di anni. Subito dopo di lei, erano iniziati a venire i clienti abituali e alcuni nuovi. Nel giro di mezz’ora il bar era già pieno.
«Non so come arriveremo a stasera di questo passo» disse Lexie mentre chiudeva la porta del bar per andare a fare una breve pausa pranzo.
« Non ne ho la più pallida idea, ma una cosa è certa, devi chiamare qualcuno almeno per questa sera. Sono da sola dietro il bancone, e per quanto io possa essere veloce, non ce a farò mai a servire tutti»
«Hai ragione, vedrò di chiamare qualcuno, anzi ora mando un messaggio ad Eric, un ragazzo che ha lavorato in un bar non molto lontano da qui» cercò il telefono nella borsa, all’apparenza piccola, ma nonostante questo dentro c’era davvero di tutto. Casey annuì con la testa, mentre diede un morso al panino che avevano preso alla tavola calda pochi isolati dopo del bar. Erano anni che andavano li durante la pausa pranzo. Il locale non era molto grande, c’erano sei tavoli soltanto, ma la musica era rilassante, il cibo buono, e le ragazze che lavoravano li erano gentili e premurose.
«Avevi ragione, questo panino è ottimo» le disse Lexie mentre guardava il panino appena ordinato.
 «Secondo te perché lo prendo da anni?» rispose con un pizzico di ironia nella voce. Adorava quando la sa migliore amica le dava ragione, non succedeva quasi mai,ma quando lo faceva era sempre una bella sensazione
«Per caso hai sentito Alex? Mi aveva detto che sarebbe tornato questi giorni ma poi non mi ha fatto sapere più nulla come il suo solito» Alex era il fratello di Lexie, nonché il suo migliore amico. Da un paio di anni si era trasferito a Boston per lavoro, e li mancava terribilmente. «Ne so quanto te a dire il vero. Lo sai com’è fatto Alex, se gli prendono i cinque minuti è capace che scende anche domani senza dire niente a nessuno.»
«Ah questo lo so, è solo che vorrei..» Caesy venne interrotta dal suono della notifica del cellulare di Lexie.
«Mi ha risposta Eric tra dieci minuti è al bar, fortunatamente ha accettato la mia proposta» Sorride mentre si alza dal tavolo dirigendosi verso la cassa.
« Menomale altrimenti non ne sarei uscita viva stasera. Tu e le tue brillanti idee di fare gli eventi di Sabato sera, vuoi capire ch non ho più l’età?»
«Venti sette anni e non hai più l’età, e ora che arrivi a trenta che fai?» rise di gusto, le piaceva prenderla in giro ogni tanto.
 «Chi ti ha detto che ci arrivo ai trenta?» Rispose con un certo sarcasmo nella voce. Non era mai stata una ragazza che amava le feste o le serate, ha sempre preferito i pub alle discoteche, e delle serate passate a casa con amici, invece di andare in giro a fare serate. Non era proprio il lavoro che avrebbe voluto fare, ma il bar era dei suoi migliori amici e di certo non si sarebbe tirata indietro. Erano anni che ormai lavorava li, e iniziava a piacergli nonostante tutto. La sua attenzione venne catturata dal ragazzo davanti la porta del bar.
“Dovrà essere sicuramente Eric. La mia salvezza di questa sera” pensò. «E’ da molto che aspetti? Scusa il ritardo, eravamo andate a fare la pausa pranzo» disse gentilmente Lexie mentre apri la porta del bar.
«Non ti preoccupare, sono arrivato qualche minuto fa. Lei deve essere la tua dipendente vero? Piacere mi chiamo Eric» La guardò con i suoi occhi color nocciola mentre mi allungava la mano. «Io sono Caesy il piacere è tutto mio» gli strinse la mano e notò che aveva una stretta di mano molto potente. Restarono così per qualche secondo, prima che Caesey ritirasse la mano. Si misero subito a lavoro. In tutti questi anni aveva sempre lavorato da sola, quindi adesso doveva abituarsi ad avere qualcuno dietro al bancone.
 “Devo dire che si muove in maniera molto naturale, si vede che ha esperienza nel settore” pensò, mentre lo osservò preparare gli aperitivi e le bottiglie per la serata. Tra una preparazione e l’altra, il tempo volò e i primi clienti erano già entrati.
«Ciao Caesy buonasera, gentilmente puoi farmi il solito cocktail? Ho visto che stasera c’è l’evento e di certo non potevo perdermi l’occasione di venirmi a fare serata» il ragazzo le sorrise gentilmente. Almeno qualcuno ancora aveva un briciolo di educazione. Era raro trovare persone gentili e cortesi, di solito vanno tutti quanti di fretta, e il buongiorno o il buonasera lo lasciano a casa la maggior parte delle volte.
 «Certo John te lo preparo subito. Si Lexie ha deciso di mettere al 50% tutti i cocktail stasera, e sarei stata sicura che non avresti perso l’occasione» ridacchiò leggermente, e si voltò per preparare la consumazione richiesta.
«Chi è quel tipo?» Chiese Eric, mentre si avvicinava a Caesey.
«Si chiama John, viene sempre qui il sabato sera, è un cliente abituale, un bravo ragazzo, e soprattutto molto simpatico»
«Vedo che avete fatto amicizia dato che ti chiama anche per nome» il suo sguardo era diventato freddo e il suo tono di voce era improvvisamente diventato serio.
«Si è creato un bel rapporto tutto qui. Torno a ripetertelo di nuovo è un tipo apposto» gli rispose mentre gli passò davanti per andare dall’altra parte del ancone a prendere delle ordinazioni. Con la coda dell’occhio vide lo sguardo severo e freddo che Eric aveva lanciato al cliente, come se gli avesse fatto un torto. Quello sguardo era davvero inquietante, e non riusciva a capire il motivo di quel comportamento. La lancetta dell’orologio segnò mezzanotte in punto. Per fortuna anche quella serata era giunta al termine.
«Finisco di pulire il bancone e poi torno a casa sono sfinita» guardò l’amica con un’aria davvero stanca, sembra che aveva appena finito di correre la maratona di New York.
 «Penso che andremo a casa tutti quanti, sono distrutta anche io. Per fortuna che è venuto Eric a darci una mano»
«Per me è stato un piacere, mi sono trovato bene qui. Ci vediamo domani sera» rispose mentre usciva dal bar con un sorriso al quanto soddisfatto.
«Lo hai chiamato anche per domani?» Chiese Caesey all’amica alzano un sopraciglio in segno di stupore.
 «No, pensavo che lo avevi chiamato tu a dire il vero»
«Assolutamente no, io non gli ho detto proprio nulla» rispose Casey con un filo di tremore nella voce. Si era automaticamente offerto per lavorare anche domani senza che nessuno gli avesse chiesto niente. Ripensò alla conversazione che aveva avuto con Eric riguardo a John, e solo ora a mente lucida si era resa conto che non gli aveva tolto gli occhi di dosso per tutta la serata. Un brivido le percorse lungo la schiena, quel ragazzo non le piaceva affatto.      

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Capitolo 2
*** Un'insolita Domenica ***


I raggi del sole penetrarono dalla porta finestra della camera di Caesy, illuminando ogni angolo della stanza. Il calore dei raggi le scaldò il viso, costringendola ad aprire gli occhi. Aveva ancora sonno, era ancora stanca, e aveva tanto sonno arretrato. Guardò la sveglia sul comodino che segnava esattamente le undici del mattino. Si strofinò gli occhi e si mise seduta sul letto. Non aveva nessuna voglia di alzarsi dal letto, ma doveva farlo, aveva il pranzo da preparare e una serata di lavoro da affrontare. Per fortuna che il bar la Domenica mattina era chiuso, così poteva pulire casa e fare tutto con calma, e non con la solita fretta di tutti i gironi. Guardò fuori dalla porta finestra e si rese conto che la città era sveglia da un po’. Le strade erano trafficate, e c’era un po’ di fila ai semafori. I ristoranti iniziavano già a preparare i tavoli, d’altronde era quasi ora di pranzo. Le ragazzine uscivano dai negozi con una marea di buste, soddisfatte dello shopping appena fatto. Sorrise, e pensò che lei non aveva tempo di godersi la domenica, perché aveva mille cose fare. Scese dal letto, e si diresse verso il bagno con la stessa velocità di un bradipo quando deve spostarsi da un ramo all’altro.  Si guardò allo specchio con la speranza che quel grigio sotto gli occhi un po’ era andato via, ma nulla da fare, quel grigio era ancora li, pronto a ricordargli che aveva bisogno di dormire, e soprattutto di staccare un po’ la spina. Non poteva più andare avanti così. L’unica cosa di cui aveva bisogno adesso, era una bella doccia rigenerante. L’acqua calda che le scivolava addosso la fece rilassare quasi immediatamente. I suoi lunghi capelli neri gli cadevano lungo la schiena, anche se le iniziavano a pesare. Erano anni che non andava dal parrucchiere, e non aveva intenzione di andarci anche se ne aveva bisogno. Non si fidava di loro, l’ultima volta che era andata da un parrucchiere chiedendogli di toglierle solo le doppie punte, si ritrovò con dieci centimetri di capelli in meno. Ci aveva messo quasi tre anni per fargli crescere così tanto, e non avrebbe permesso a nessun parrucchiere di metterci le mani. Forse lo avrebbe chiesto a Lexie di toglierle le doppie punte. Prese il suo accappatoio rosso in microfibra e uscì dalla doccia. Ora si che si sentiva meglio. Avvolse i suoi capelli in un asciugamano, e poi fece un turbate. Apri l’armadio, posizionato di fronte al letto, e prese un jeans a vita alta e una semplice canotta grigia da metterci sopra. Anche la camera non era molto grande, aveva il letto da una piazza e mezza, un piccolo comodino affianco, dove sopra ci teneva la sveglia, una piccola bajour rossa e una bottiglietta d’acqua. Poco dopo l’armadio c’era una piccola scrivania e una sedia, dove di solito fungeva da attaccapanni. Scese di corsa le scale e andò in cucina per riordinare un po’ e preparare il pranzo. Non aveva voglia di lavare i piatti, così li mise nella lavastoviglie e l’azionò. Ma lo squillo del telefono di casa la fece sobbalzare.
“Chi sarà mai a quest’ora? Eppure non aspettavo nessuna telefonata” disse a se stessa.
«Pronto?» rispose gentilmente. Ma dall’altra parte c’era il silenzio più assoluto. Aspetto qualche secondo per vedere se qualcuno rispondeva, ma nulla non ricevette risposta.
«Pronto?» disse questa volta a voce più alta, forse non l’avevano sentita. Ma nulla, ancora nessuna risposta, solo il silenzio assoluto. Mise giù la cornetta pensando che avessero sbagliato numero. Tornò in cucina e finì di sistemare la casa. Ma il telefono squillò di nuovo. Alzo di nuovo la cornetta del telefono e rispose. Ma anche questa volta dall’altra parte non rispose nessuno. Iniziò ad essere nervosa, che senso aveva chiamare se poi non sparire nel nulla? Prese il suo Iphone e chiamò Lexie, pensando che magari era lei che l’aveva chiamata.
«Buongiorno. Era ora che ti svegliavi» percepì un lieve sorriso nella voce.
«Veramente sono sveglia già da un po’, stavo dando una sistemata in casa, sembra un campo di battaglia»
« Vuoi venire a mettere a posto anche la mia?» rise di gusto Lexie, che odiava fare le faccende di casa, forse perché le faceva già tutti i giorni al bar.
«No grazie, mi basta già la mia» rispose sorridendo.
«Ma non ti ho chiamata per questo, volevo chiederti se per caso mi hai provato tu a chiamare a casa. Mi ha squillato il telefono ben due volte ma non ha risposto nessuno» il suo tono di voce tornò serio.
«No, non ero io, e poi lo sai che se ti devo chiamare ti chiamo sempre sul cellulare. Chissà forse hanno sbagliato numero» la rassicurò la sua migliore amica.
«Beh ci ho pensato anche io, però mi sembra strano per ben due volte di seguito?» alzò leggermente il sopracciglio, c’era qualcosa che non gli tornava.
«Può succedere, sai quanto è strana la gente, lo dovresti sapere, dato che hai a che fare con tipi abbastanza strani a lavoro»
«Questo è vero hai ragione» disse più a se stessa che all’amica. Erano anni che lavorava al bar, e di gente strana ne aveva conosciuta davvero tanta. Forse aveva ragione lei, probabilmente avranno sbagliato numero. Era la solita paranoica, e forse si era allarmata per nulla.
«Vado a finire di preparare il pranzo, ci vediamo più tardi al bar»
«Stessa ora solito posto come sempre, se hai bisogno di qualcosa chiamami, sai dove trovarmi» percepì una leggera minaccia nel suo tono di voce. La conosceva fin troppo bene, e sapeva che era ostica a chiedere aiuto.
«Va bene stai tranquilla. Un bacio ci vediamo dopo.» Sorrise mentre chiuse la chiamata. Non c’era nessuno che la conosceva meglio di lei e di Alex. Con loro poteva concedersi il lusso di non parlare, perché molte volte sapevano già a cosa stava pensando. Si preparò un bel piatto di spaghetti con il pomodoro, si solito mangiava sempre panini o piadine, la domenica mattina che aveva la mattinata libera amava cucinarsi qualcosa di sano e gustoso allo stesso tempo. Dopo pranzo decise di rilassarsi un po’ sul divano e rilassarsi un po’ prima di andare di nuovo a lavoro. Prese un libro, e si mise sul divano. Amava leggere, ma da quando lavorava non aveva molto tempo per farlo. Amava l’odore che emanavano le pagine ogni volta che le girava. Il rumore della carta che faceva ogni vota che girava pagina, la rilassava parecchio. Nulla a che fare con i libri digitali di oggi. Lei preferiva di gran lunga i libri fisici. La suoneria della sveglia attirò la sua attenzione. Aveva messo la sveglia per andare a lavoro, perché altrimenti sapeva che rischiava di fare tardi.
“Forza è ora di andare a lavoro Ellis. Alza il tuo sedere dal divano e mettiti in moto” incalzò la sua parte razionale. La domenica doveva essere illegale lavorare. Le strade erano abbastanza libere, era domenica pomeriggio e le persone si godevano la serata in casa con la famiglia. Arrivò al bar in un quarto d’ora.
«Sai che dovrebbe essere illegale lavorare la domenica vero?»  disse mentre si diresse subito verso il bancone. Era il che teneva il suo grembiule, in una mensola vicino il frigo delle bevande analcoliche.
«Si lo so, ma purtroppo non siamo nate ricche, altrimenti non eravamo qui nessuno delle due» lanciò un’occhiata a Lexie che era intenta a fare il nodo al grembiule. Ellis la guardò e ridacchio sotto i baffi che non aveva. Infondo l’amica aveva ragione, se fossero nate ricche non avrebbero avuto bisogno di lavorare.
«Ma anche se fossimo ricche, so già che avresti trovato qualcosa da are, dopo un po’ ti saresti annoiata»  le scappò una leggera risata.
«Brava, tu si che mi conos..» Ellis venne interrotta da una voce maschile.
«Beh a dire il vero mi sarei annoiato anche io»  si trovò Eric davanti il bancone. Non lo aveva visto entrare, ne tanto meno lo aveva sentito. Fece un leggero cenno di approvazione, non aveva la forza per rispondere.  Sentiva lo sguardo di Eric addosso, ma cercava di non darci peso, doveva lavorare e non poteva permettersi distrazione, anche se era parecchio difficile concentrarsi in quelle condizioni.
« Per favore, è possibile avere un caffè alla vaniglia? Ho bisogno di un po’ di dolcezza» una voce maschile, ma famigliare interruppe i suoi pensieri. Si girò, e dall’altra parte del bancone vide Alex, che le sorrideva dolcemente. Senza dire nulla, uscì dal bancone e abbracciò forte Alex, quasi da saltargli addosso. Erano mesi che non lo vedeva, era stato occupato con il lavoro, e non aveva avuto modo di scendere.
«Ma quanto sei arrivato? Lexie non mi ha detto nulla. Sono felice di vederti, mi sei mancato» gli rispose mentre continuava ad abbracciarlo. Amava gli abbracci, ma quelli di Alex in particolare.
«Non ti ho detto nulla perché neanche io sapevo nulla, quando Alex imparerà ad avvisare ti farò sapere» rispose ironicamente Lexie. Anche lei era felice di vederlo, era mancato un po’ a tutti.
«Mi sono dimenticato, mi conosci, l’importante e che sono qui» disse stampando un bacio sonoro sulla guancia di Ellis. Nonostante la presenza di Alex, adesso si sentiva ancora più osservata. Con la coda dell’occhio vide lo sguardo gelido di Eric da dietro al bancone che guardava attentamente Alex.
«Lui deve essere il ragazzo nuovo, io sono Alex piacere» gli teste la mano gentilmente.
«Il piacere è mio, mi chiamo Eric, sto dando una mano alle ragazze questi giorni» rispose dandogli la mano, ma la sua espressione restò impassibile e il suo sguardo era freddo e distaccato.
«Ero passato solo per un saluto, vi lascio lavorare, ci vediamo stasera a cena ti aspetto» gli fece l’occhiolino.
«Se si può chiamare cena alle dieci di sera, va bene ci sarò tranquillo» lo abbracciò di nuovo, e gli stampò dei baci sulla guancia. Fece la stessa cosa Lexie, prima di tornare a lavoro.
«Si può sapere chi era quel tipo? E soprattutto cosa vuole da te» gli chiese Eric mentre gli strinse forte il braccio. Ellis cercò di liberarsi dalla presa, ma non ci riuscì, la stretta era davvero forte.
«E’ il mio migliore amico, e cosa vuole da me saranno anche affari miei» rispose cercando di non far trapelare la paura nella sua voce.
«Questi sono affari miei, come chiunque ti si avvicina» la guardò fissa negli occhi, con sguardo freddo e serio. Strinse ancora di più la morsa e una smorfia di dolore comparve sul viso di Ellis. Guardò Lexie per cercare aiuto. Lexie, sentendosi osservata si girò, ma non vide nulla, perché ad Alex non gli era sfuggito il dettaglio e l’aveva lasciata già lasciata andare.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Mi sveglio di colpo, non riesco a dormire ho la sua faccia stampata nella mia mente. Per fortuna sono riuscita a dormire per un po' almeno sono pronta per affrontare una nuova giornata al bar. Mi alzo vado in bagno e mi sciacquo la faccia con l'acqua fredda. Mi guardo allo specchio non mi riconosco più, sono bianca come un lenzuolo, gli occhi spenti e ho delle occhiaie nere come la pece . Quel ragazzo mi sa rendendo la vita un inverno. Vado in camera, mi metto un paio di jeans e una maglia grigia di puffetta a maniche corte. Scendo sotto mi prendo la borsa che ho lasciato d'avanti la porta ieri sera, le chiavi della macchina e poi esco di casa per andare al lavoro. Appena apro la porta d'avanti a me trovo ancora lui. Eric. Mi spinge vicino alla porta violentemente come se mi vuole baciare.
Eric: Buongiorno bellissima, dormito bene? Sono venuto a darti il buongiorno non sei contenta di vedermi?
Mi tiene ferma per i polsi, mi fa male non riesco a liberarmi la presa è troppo forte.
Io: Lasciami mi fai male cosa vuoi da me? Cosa ti ho fatto?
Ho le lacrime agli occhi, ma cerco di trattenermi non voglio farmi vedere così da lui.
Eric: Cosa sono queste domande eh? credo di avertelo già spiegato una volta, la colpa è tua.
Mi stringe ancora più forte, mi bacia sul collo cerco di fare resistenza ma è inutile non ci riesco. Cerca di baciarmi ma per fortuna mi sposto con la testa e non ci riesce. Guardo verso la strada, perché non riesco e non voglio guardarlo negli occhi. Per fortuna riconosco da lontano la macchina di Daniele che mi viene a prendere.
Eric: Non finisce qua te lo assicuro.
Mi butta per terra e poi scappa via. Resto a terra con le ginocchia piegate al petto e le mani attorno alle gambe e scoppio a piangere. Non ne posso più quel ragazzo è un'ossessione. Daniele lascia la macchina in doppia fila e corre verso di me. Mi aiuta ad alzarmi e poi mi abbraccia forte.
Daniele: Hei piccola vieni andiamo in macchina.
Non dico nulla, faccio solo un cenno con la testa e lo seguo. Salgo in macchia, mi asciugo le lacrime e cerco di calmarmi. Adesso con lui sono al sicuro.
Io: G....grazie di cuore Danny, per fortuna c... che sei arrivato tu.
Daniele: non devi ringraziarmi piccola, ora dimmi cos'è successo e cosa ti ha fatto quel bastardo
Faccio un respiro profondo e gli racconto tutto.
Daniele: Che lurido bastardo, e questi segni sul polso te li ha fatti lui vero?
Ho la mano sinistra appoggiata sul polso destro, mi fanno male non riesco a muovergli come vorrei.
Io: S... si mi fanno male
Daniele mi prende la mano e mi da un bacio sulla guancia.
Daniele: Comunque io ho parlato al mio capo di questa faccenda ci pensiamo noi adesso, abbiamo iniziato le indagini.
Gli faccio un piccolo sorriso e poi gli do un bacio sulla guancia.
Io: Grazie di cuore sei un angelo, ti adoro
Mi guarda e senza dire nulla mi sorride. Mi accompagna al bar, anche oggi mi aspetta una giornata invernale li dentro. Oggi la prima parola sbagliata che dicono giuro che gli mando a quel paese! Siamo arrivati in poco tempo purtroppo. Prima di scendere dalla macchina abbraccio Daniele e gli do un bacio sulla guancia.
Daniele: Ci vediamo dopo ti passo a prendere io tesoro
Io: Ma non ti preoccupare vado a piedi, tu sei al lavoro non ti disturbare
Mi guarda storto e poi senza dire nulla se ne va. Quando si mette in testa di fare una cosa la fa e basta è fatto così. Entro nel bar è già pieno di gente. Saluto di sfuggita Stefy e mi metto subito al lavoro. Oggi vado a rallentatore, non ho le forze di far nulla tantomeno subirmi le lamentele di quelli li. Sembro una trottola vado da un tavolo all'altro, con birre, cappuccini e chi ne ha più ne metta. Finalmente il locale si è svuotato, inizio a pulire il bancone, lavo i piatti e le macchinette del caffè. Mentre pulisco a terra sento la porta che si apre. Deve essere sicuramente Stefy che è tornata dal super mercato qui accanto a prendermi qualcosa da mangiare.
Io: Finalmente ce l'hai fatta, credevo che ti eri persa per il super mercato. Cosa mi hai portato di buono?
Eric: Mi dispiace per te ma non sono Stefany
Non ci potevo credere ancora quella voce, la sua voce. Alzo la testa e me lo trovo ancora una volta d'avanti.
Io: Cosa ci fai tu qui? Stefany ti ha licenziato
Eric: Infatti non sono qui per lavorare, ma per te
Mi toglie il mocio vileda che avevo tra le mani buttandolo a terra, e mi spinge contro il muro facendomi cadere a terra.
Eric: Non sai che grosso errore hai fatto nel provocarmi
Cerca di baciarmi ancora una volta ma mi scosto, mi tira uno schiaffo in pieno volto.
Eric: Da quanto in qua ti ho detto di poter reagire? Io non di certo sta buona
Mi blocca con una mano tutti e due i polsi, e con l'altra mi toglie la maglietta. Inizia a baciarmi per tutto il corpo. Ho i brividi per lo schifo, non posso accettare le sue schifose mani sul mio corpo. Mi sbottona anche il reggiseno. Le mie lacrime iniziano a scendere come cascate sul mio viso. Mi cala con un gesto violento i pantaloni e poi sbottona i suoi. Oddio no spero che non fa sul serio. Invece si l'ho ha fatto. Non ho la forza di fare nulla adesso, mi ha uccisa del tutto. La porta del locale si apre di nuovo, alzo la testa e questa volta per fortuna è Stefany. Lascia cadere il cibo a terra e corre verso di me.
Stefy: Lasciala stare bastardo fuori di qui
Si alza e si allontana velocemente, non mi dice nulla mi guarda solo male. Quel suo sguardo inquietante. Io resto li a terra, piangendo come una disperata, non posso credere a ciò che mi aveva appena fatto. Ho i brividi sul tutto il corpo. Fisso la mia maglietta e il mio reggiseno a terra. Stefy si toglie la sua camicia e me la mette addosso cercandomi di coprire. Mi aiuta ad alzarmi e mi abbraccia forte. Non riesco a smettere di piangere, quello è ha fatto è davvero troppo. Stefy chiama Daniele per farmi venire a prendere. Mi accompagna a bere un bicchiere d'acqua.
Stefy: Come va tesoro? Si lo so è una domanda stupida, che scema che sono. Non avrei dovuto lasciarti da sola scusa.
Mi asciugo le lacrime e faccio un piccolo sospiro.
Io: Si va meglio grazie, no stella non è colpa tua, è lui che.... mi hai capita. Comunque g...grazie di t..tutto
Stefy mi sorride e stringe forte a se. In quel momento entra Daniele.
Daniele: Cos'è successo? e cosa sono quei vestiti li a terra? Oddio no non dirmi che quel bastardo... No non ci posso credere.
Stefy fece solo un cenno di testa per confermare la cosa. Daniele mi stringe forte a se, mentre Stefy va a raccogliere i miei vestiti. Restiamo abbracciati per un bel po'.
Daniele: Stasera vengo a dormire da te.
Io: No, non ci pensare proprio non ti preoccupare sto bene adesso.
Ho detto una grandissima bugia, non sto affatto bene sto uno schifo se così posso dire. Ma non voglio che Daniele si disturba per me e poi ha un sacco da lavorare.
Daniele: Il più grande tra i due sono io, quindi deciso io stasera vengo a dormire da te non voglio sentire no tanto lo sai che lo dico e lo faccio e adesso andiamo a casa.
Gli sorrido, vado a cercare Stefy per salutarla. L'abbraccio forte.
Io: Grazie di tutto ti adoro
Stefy: Non lo dire neanche per scherzo, grazie di cosa, e per qualsiasi cosa chiamami non ti fare scrupoli mi raccomando io ci sono sempre ti adoro piccola
Le sorriso e vado in macchina con Daniele. Durante tutto il tragitto per andare a casa non diciamo neanche una parola. Arriviamo a casa dopo circa una ventina di minuti.
Io: Non far caso al disordine, lo sai che l'ordine non fa per me.
Ridacchia sotto i baffi.
Daniele: Beh sbadata e come sei che ti ci vuoi aspettare una casa perfetta e ordinata? Poi non saresti più tu.
Mi scappa un sorriso. Riesce sempre a farmi spuntare un piccolo sorriso anche in situazioni come queste. Lo prendo per mano e andiamo in camera mia. Mi sdraio sul letto e lui si mette accanto a me abbracciandomi.


Ema
Ciao ragazzi, vi voglio dare un buon inizio settimana, spero che questa settimana è iniziata bene,
e per augurarvi appunto questo inizio settimana ho scritto il capitolo successivo, scusatemi
perchè lo dovevo postare tra sabato e domenica ma non ho potuto, sabato sono stata tutto il
giorno a studiare e domenica sono dovuta andare da mia nonna al paese, e quindi non ho
potuto scrivere. Grazie a tutti quelli che seguono la storia, grazie per le vostre recensioni,
grazie davvero di cuore.
Ok vi sto rompendo, vi lascio con questo uno capitolo
un abbraccio grande grande!  

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Capitolo 4
*** 4 ***


Mi sveglio con le lacrime agli occhi, non riesco a chiudere occhio, ogni volta che ci provo mi trovo d'avanti quell'orribile scena. Quel ragazzo mi ha reso la vita un vero inverno. Mi alzo senza far troppo rumore, non voglio svegliare Daniele. Vado in bagno per sciacquarmi la faccia, ma suona il telefono di Daniele. Sicuramente deve essere Stefy e rispondo io.
Io: si pronto chi è?
Strano, non è la voce di Stefany
Lucia: Sono il capitano dei Ris Lucia, cercavo Daniele è li?
Io: Si ve lo passo subito, arrivederci
Sveglio dolcemente Daniele e gli passo il telefono. Risponde tutto assonnato, come sempre del resto. Io nel frattempo vado in bagno. Mi alzo la maglietta e ho ancora i segni per quanto è accaduto. Non riesco a trattenere le lacrime ala vista di quei segni, alla fine non sono loro a farmi male, ma chi gli ha provocati e sopratutto come me li ha fatti. Bussano alla porta. Velocemente mi abbasso la maglietta, mi asciugo le lacrime ed esco dal bagno.
Daniele: Piccola, io purtroppo devo andare al Ris, è avvenuto un omicidio, ci vediamo stasera va bene?
Mi sorride dolcemente.
Io: Si certo che va bene, vai che senno fai tardi, a dopo ti adoro
Con una mano gli scompiglio i capelli. Adoro i suoi ricci, gli danno un'aria buffa ma allo stesso tempo folle.
Mi preparo anche io per andare al lavoro. Devo trovare il coraggio per rientrare li dentro, anche se non è per niente facile. Scendo giù, per prendere la borsa e le chiavi della macchina. Guardo il telefono di casa ci sono 100 chiamate,un incubo. Esco di casa cercando di non farci caso. Arrivo al bar distrutta.
Stefany: Stella, come stai oggi?
Io: Uno schifo parlando sinceramente. Ora è meglio che mi metto a lavorare senno questi chi se li sente.
Gli do un bacio al volo sulla guancia e poi vado a mettermi quel dannato grembiule. Sembro un robot, giro per i tavoli giusto perché devo farlo, ma ho la testa da un altra parte. Sento squillare quel dannato telefono. Non ne posso più di sentire il telefono squillare, ma non ho altra scelta devo andare a rispondere.
Io: Si pronto
No, non ci posso credere ancora lui. Ma che vuole ancora da me? Basta
Eric: Si può sapere perché diavolo non mi rispondi al telefono?
Io: Ti ho detto di lasciarmi stare
Attacco il telefono. Non ce la faccio a sentire quella sua squallida voce. Torno a lavoro è meglio. Sento che mi mancano le forze, non ce la faccio più ma quando diavolo finisce questo turno? Voglio andare a casa non ce la faccio più. Dopo una mezz'ora di pura tortura finalmente il locale si svuota. Stefy mi è andata a prendere una bottiglia d'acqua mentre io ne approfitto di sedermi un po'. Mi fanno male le braccia, ho la testa che mi scoppia e non riesco a togliermi dalla testa quella scena. Mi alzo per andare a prendere il cellulare nella borsa, voglio mandare un messaggio a Daniele per dirgli che torno a casa da sola, non voglio disturbarlo ha un sacco di cose da fare al lavoro.
"Tesoro, non preoccuparti torno a casa da sola, non voglio disturbarti, ci vediamo staser..."
Non riesco a finire di scrivere il messaggio che qualcuno mi toglie il telefono dalle mani. Ancora lui non è possibile. Lui si avvicina sempre di più, mentre io cammino all'indietro per non farmi toccare. Finiamo dietro al bancone, e sbatto contro il muro. Maledetti muri,stanno sempre dove non devono stare.
Eric: Fine della corsa bellezza, dove credevi di andare, allora si può sapere di cazzo è quel ragazzo che ti gira sempre in torno?
Mi blocca vicino al muro prendendomi i polsi.
Io: Non ti interessa, sono affari miei e adesso sparisci dalla mia vista
Cerco di liberarmi ma più faccio forza e lui più mi stringe i polsi. Mi fanno un male pazzesco.
Eric: Se vedo che si avvicina un altra volta a te, uccido prima lui e poi te è chiaro? Vuoi metterti in testa che tu sei soltanto mia?
Mi guarda con il suo solito sguardo inquietante, mi tira uno schiaffo in pieno volto, mi lancia il telefono per terra e poi scappa via. Mi lascio cadere a terra, sfinita senza forze, mi fa male tutto, i polsi sono pieni di lividi e il mio viso si è gonfiato. Esco di corsa dal locale, e corro diritto verso casa. Non ce la facevo a restare un minuto di più li dentro. Mi siedo sul divano, porto le ginocchia contro il petto e inizio a piangere disperatamente. Il telefono non finisce più di squillare così decido di staccarlo. Mi alzo e vado verso le finestre per chiudere le tende, ma mi squilla in cellulare. Per fortuna è Stefy.
Io: Stella scusa che non ti ho aspettato al bar, ma è tornato di nuovo e no... non ce l'ho fatta a restare li scu... scusa
Stefy: Porca miseria, non è possibile ancora lui ti giuro che lo uccido. Tra poco passiamo io e Daniele a casa, non ci va di lasciarti sola, e ti portiamo anche qualcosa da mangiare.
Io: Va bene tesoro a dopo, grazie di tutto.
Per fortuna che ho loro due, perché senno davvero non so come avrei fatto. Salgo su in camera, e mi metto a pulire la stanza, almeno cerco di non pensarci, e aspetto che vengono Daniele e Stefy. Tra le cose buttate sulla sedia e sul letto, mi trovo tra le mani quella dannata maglietta strappata. Mi blocco, mi viene in mente quella scena. Quella scena che non potrò dimenticare MAI neanche se lo volessi. Ormai mi ha aperto una cicatrice profonda nel mio cuore, che neanche il tempo riuscirà più a chiuderla. Butto la maglietta a terra, e mi precipito per le scale per scendere giù. Vado in cucina a prendere un bicchiere d'acqua. Il bicchiere mi cade a terra rompendosi in mille pezzi, i polsi non mi reggono più. Lascio i vetri li a terra, e apro il frigorifero per cercare di prendere l'acqua. La bottiglia è di plastica, almeno è sicuro che non faccio danni. Inizio a bere a fatica. Lascio la bottiglia aperta sul tavolo, perché hanno suonato alla porta. Sono Stefy e Daniele che bello vedergli.
Stefy: Tieni ti abbiamo portato la pizza, l'abbiamo presa alla margherita come piace a te
Io: Grazie dolcezza, che fate li d'avanti alla porta entrate
Saluto Stefy con un forte abbraccio.
Daniele: Io intanto poso la pizza sul tavolo, ho una fame da lupi
Lo guardo e faccio un  mezzo sorriso. Stefy mi prende la mano e andiamo a sederci al tavolo della sala.
Daniele: Ragazze buon appetito a tutte, pancia mia fatti capanna!
è sempre il solito non si smentisce mai. Prendo un pezzo anche io, mi ha fatto venire fame.
Stefy: Io vado a prendere l'acqua, sto morendo di sete.
Mi ricordo che ho lasciato i vetri del bicchiere li a terra, non voglio che li vede. Poso d'istinto la pizza.
Io: No tranquilla vado io, oggi siete ospiti quindi non muovete un dito
Mentre io e Stefy "discutiamo" per chi deve andare a prendere l'acqua Daniele ci anticipa. Mi alzo di scatto e lo raggiungo. Vede i vetri a terra, mi guarda e poi mi prende i polsi. Cerco di fare resistenza ma è inutile non ci riesco.
Daniele: Come avevo immaginato, quel bastardo ti sta uccidendo in tutti i sensi ma io non ce l'ho permetterò te lo prometto
Io: Tranquillo non è nulla, sto bene infondo sono solo dei lividi
Mi guarda un po' male.
Daniele: Dei lividi che ti fanno male, e che non riesci neanche a prendere un bicchiere in mano che ti cade.
Non so cosa dire, ha scoperto tutto. Abbasso lo sguardo e lui mi abbraccia forte. Prende l'acqua e poi torniamo di la.
Stefy: Ah finalmente, credevo che eravate andati in Brasile a prendere l'acqua, mi stavo morendo di sete
Se la ride sotto i baffi.
Daniele: Quante storie, bevi e non rompere
Scoppiamo a ridere tutti e tre. Menomale che c'è lui almeno mi distraggo un po'. Finiamo di mangiare e ci fiondiamo sul divano a vedere un film.
Daniele: Piccola, ho deciso che vieni a vivere con me, tanto sono da solo, ho casa grande lo sai, e ho bisogno di compagnia.
Lo guardo incredula.
Io: Co... come? Non ci pensare proprio, io resto qui già ti sto dando troppo fastidio
Daniele: Allora senti si fa come dico io, altrimenti ti prendo di peso ti metto in macchina e ti porto con me, quindi vedi come vuoi fare
Stefy mi fa l'occhiolino come per dirmi si vai.
Daniele: Sorella cara, apposto di stare li impalata che ne dici di andare a dare una mano a Casey a fare le valige?
Stefy: Agli ordini fratello caro.
Abbraccio forte Daniele e poi salgo assieme a Stefy a fare le valige.


Ema
Ciao bellezze! Come state? Spero bene. Come potete vedere ho scritto un nuovo capitolo, 
lo dovevo postare ieri,
ma dovevo uscire e come al solito ero in un ritardo pazzesco
e non ho fatto in tempo.  
Spero che vi piace il capitolo, è un po' corto,ma l'ho fatto apposta,
poi capirete il perchè nel prossimo capitolo. Ah grazie a tutti voi che seguite la storia,
ne sono davvero tanto felice, beh io vi lascio alla lettura del capitolo,
perché senno non la smetto più di parlare, e poi devo scappare che devo uscire
e come al mio solito sono in un ritardo pazzesco.

Buona lettura e un bacio grande :*

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Capitolo 5
*** 5 ***


Stefy mi da una mano con le valigie. Forse ha ragione Daniele è meglio che vado un po' da lui almeno starò al sicuro o almeno spero.
Stefy: Tu devi staccare la presa non puoi continuare a stare così
La guardo sconvolta
Io: In che senso?
Stefy: Che da domani ci sarò io al bar tu ti riposerai per un po'
Io: Sto bene tranquilla, posso farcela e poi intendo pagare l'affitto a Daniele, non posso stare così a casa sua.
Daniele: Tu provaci solo e poi te le spezzo io le ossa
Dice passando d'avanti la mia camera per andare in bagno.
Io: Va bene fai pure, io non cambio idea
Stefy mi guarda storto, e chiude il trolley.
Stefy: Tieni ci deve essere tutto. Ah mi fai un favore?
Non faccio in tempo a rispondere che mi interviene Daniele
Daniele: Non dire stronzate che è meglio.
Scoppiamo a ridere tutti e tre. Non cambia mai è sempre il solito. Sono felice di andare a stare per un po' di tempo con lui. Scendiamo giù, prendo le chiavi della macchina e usciamo.
Stefy: Ti  lascio in buone mani piccola, ci vediamo dopo vengo a farti un salutino
Io: certo tesoro tanto io da li non mi muovo.
Abbraccio forte Stefy e poi salgo in macchina con Daniele.
Daniele: Piccola io dopo devo andare al Ris, torno presto stasera promesso
Io: Certo vai non ti preoccupare, tanto io di casa non mi muovo
Daniele: Vedi quando ti applichi sei intelligente
Io: Che vorresti dire?
Daniele: Nulla tranquilla
Scoppiamo a ridere come scemi. Arriviamo a casa è enorme, ed è sul mare. Io adoro il mare. Il salone è enorme, c'è una televisione a schermo piatto, un tavolo rettangolare di legno marrone scuro e le sedie antiche anche loro di legno marroni. Il divano è di pelle bordeaux e una libreria con i sacco di libri e dvd. La cucina invece è rossa e bianca. Il tavolo è rotondo e di marmo. Ha una televisione normale, è bellissima come cucina, poi il rosso il mio colore preferito. Ci sono due bagni di colore rosa antico,uno con una vasca enorme e uno con la doccia. Io amo la vasca e quella è bellissima. Andando al piano di sopra ci sono le camere da letto e un terrazzo. Ci sono due camere da letto una con un letto matrimoniale bellissimo, la sbarra è rossa e a forma di cuore. Le lenzuola sono blu,sembra di stare in un oceano è bellissimo. L'altra camera invece, è arancione e argentata, con un letto singolo anche lui molto bello. Ha le lenzuola verde acceso, già verde speranza. Il terrazzo invece ha una vista favolosa, si vede il mare è uno spettacolo.
Daniele: Allora ti piace la casa?
Io: è una meraviglia sembra di stare in paradiso.
Daniele: Sono contento, però adesso devo scappare senno sono cavoli miei, ti lascio le chiavi di casa sul tavolo, non le perdere e sopratutto aprimi quando torno
Io: Hum si vedremo, dai scherzo, certo che ti apro non sono così impedita
Scoppia a ridere, mi abbraccia forte e poi si precipita di corsa per le scale. Scendo di sotto anche io, ho bisogno un po' di rilassarmi. Cerco qualcosa da leggere nella libreria . Trovo il mio libro preferito, si non sarà un libro moderno ma a me piace un sacco.
"Il cacciatore d'aquiloni"
Amo questo libro, è ricco di significati ed è anche una lezione di vita. Già l'ho letto una volta ma non mi stancherò mai di leggerlo. Mi fiondo sul divano con il libro tra le mani. Mi lascio completamente prendere dal libro. Ma vengo interrotta dal campanello della porta. Vado ad aprire, è il postino con una busta in mano. Mi consegna una busta gialla. Poso il libro sul tavolo, e apro la busta. Dentro ci sono delle foto, le miei foto. Dentro c'è un biglietto con scritto

" Spero che queste foto ti piacciono, sei bellissima, ma mi stai facendo arrabbiare, sai a cosa vai incontro vero? Se non lo sai guarda l'ultima foto e capirai tutto. Davvero credi che adesso che ti sei trasferita dal quel sbirro di merda di liberi di me? Eh no bellezza non hai capito proprio nulla, ci rivediamo molto presto"

Inizio a tremare come una foglia, non posso crederci ancora lui. Con ansia prendo l'ultima foto. Ci sono io con la faccia piena di sangue, e Daniele a terra affianco a me con il sangue che scorre sotto di noi. Lascio cadere la foto a terra. Inizio a tremare da testa a piedi. Non è possibile ancora lui. Non ce la faccio più sono distrutta. Mi ha reso la vita un inverno basta. Inizio a piangere a singhiozzi fino a sentirmi male. Quel velo di matita nera che avevo si è tutta sciolta sul mio viso. Non riesco neanche a asciugarmi le lacrime. I polsi mi fanno male e sento la testa che mi scoppia. Suona il campanello. Non riesco ad alzarmi, cado0 a terra da l divano e trascinandomi le foto dietro vado ad aprire strisciando a terra.
Stefy: Splendore che hai fatto? Vieni tirati su
Mi aiuta ad alzarmi da terra, ma non riesco a teneri in piedi le gambe mi tremano.
Io: E...c...che....
Non riesco a parlare, singhiozzo solamente e indico per terra dove sono sparse quelle maledette foto. Stefy le raccoglie inorridita e poi mi aiuta a sedermi sul. divano. Inizia a sfogliare le foto una ad una, e poi legge il bigliettino. Senza dire nulla mi abbraccia forte. Restiamo abbracciate per un po' di tempo.
Stefy: Vado a prenderti un bicchiere d'acqua.
Gli faccio solo un cenno di si con la testa. Inizio a bere a piccoli sorsi.
Stefy: Ma si può sapere dove diavolo è quel citrullo di mio fratello quando serve?
Io: è an...andato al Ris, dai povero lui non c'entra nu...nulla
Mi asciugo le lacrime.
Stefy: è sempre il solito, non cambia mai, ma dico io apposto del cervello che ha i procioni?
Un piccolo sorriso spunta sul mio viso.
Io: povero Daniele, non ha fatto nulla di male, anzi non so come ringraziarlo.
Stefy: Non dire cavolate per cortesia, bene non risponde neanche al telefono.
Io: Ma lo lasci stare? Poverino
Mi guarda e poi scuote la testa.
Io:Comunque come va al bar? Se ti serve aiuto vengo io non ci sono problemi
Stefy: Va tutto bene tranquilla, tu prova a mettere piede al bar e io ti spezzo tutte e due i piedini
Io: Ah grazie molto gentile che sei, e io che volevo solo aiutarti.
Stefy: Di nulla figurati.
Adoro Stefy è decisamente la migliore.
Stefy: Ah finalmente sei vivo, ma dove sei finito? Abbiamo bisogno di te.
Daniele: Sto arrivando, ho avuto da fare al Ris, ma è successo qualcosa?
Stefy: Se non era successo nulla non ti chiamavo, muoviti ti aspettiamo a casa.
Attacca il telefono in faccia a Daniele. Povero ragazzo ma come fa a sopportala.
Stefy: Uh guarda, il  mio libro preferito, non dirmi che l'hai trovato nella libreria di mio fratello?
Mi domanda mentre si alza a prendere il libro che ho postato sul tavolo.
Io: Si perché? Cosa c'è di strano?
Stefy: No e che non me lo sarei mai aspettata da mio fratello.
Rido sotto i baffi. La porta si spalanca, Daniele è tornato finalmente.
Stefy: Allora ce l'hai fatta? Alleluia tra un po' chiamavo chi l'ha visto
Daniele: Come sei simpatica, più tosto dimmi cos'è successo.
Stefy gli racconta tutto. Daniele prende il mano le foto e inizia a guardarle. Io sto sul divano con le ginocchia contro il petto e le mani sulla testa.
Daniele: Cazzo, questo è uno psicopatico, queste le porto al Ris.
Stefy: Si è meglio, comunque io vado che devo aprire il bar, ci vediamo dopo.
Stefy mi abbraccia, bacia al volo Daniele e poi esce d corsa da casa.
Daniele: Adesso basta pensarci, vieni con me
Mi prende la mano e mi strascina giù dal divano. Andiamo in camera sua. Io mi butto sul letto con le lacrime agli occhi. Sembro di essermi buttata un oceano, è una sensazione bellissima.
Daniele: Hai fatto un grave errore
Lo guardo sconvolta. Prende in mano un cuscino e me lo tira in faccia.
Io: Eh no, questo non lo dovevi fare,adesso è guerra.
Prendo anche io un cuscino e inizio a tirarcelo in faccia.
Daniele: Inizia a correre.
Inizio a correre per casa e finisco in bagno. Vedo la doccietta che sta dentro la vasca e la prendo. Appena entra Daniele apro l'acqua.
Daniele: Sei pazza è gelata.
Io: Io te l'ho detto che non mi dovevi sfidare
Viene verso di me, mi prende di peso e mi butta in acqua assieme a lui. Scoppiamo a ridere.
Daniele: Ok adesso chi pulisce questo lago? Io vado a farmi la doccia.
Io: Va bene, vai qui pulisco io.
Daniele mi abbraccia e poi va a farsi la doccia. Inizio a pulire tutto il bagno, è allagato. Mi sono faccia la doccia e poi mi vado a mettere il pigiama in camera. Mi butto sul letto stremata.
Daniele: Resta tu qui, io vado nell'altra camera
Io: No, resta se per te va bene dormiamo in due
Daniele: Certo dov'è il problema.
Si sdraia vicino a me, mi abbraccia e ci addormentiamo subito. Siamo stanchi morti.  

 
Ema
Ciao splendori, come state? Spero bene. Scusate se vi ho fatto aspettare  un po' per il nuovo capitolo,
ma quei prof maledetti ci stanno massacrando di compiti in classe e interrogazioni, quindi non sono riuscita
 a pubblicare il capitolo prima scusatemi ç_ç 
Non vi rubo più tempo, voglio solo ringraziare di cuore chi segue la storia,
buona lettura gente. un bacio grande!

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Capitolo 6
*** 6 ***


Mi sveglio che sono circa le 10.0. Cavolo non mi sono mai svegliata così tardi, si vede proprio che avevo bisogno di una bella dormita. Mi giro, Daniele già è andato al lavoro,sul suo lato del letto c'è un biglietto.
"Piccola, io sono andato al Ris, non ti muovere da casa mi raccomando, per qualunque cosa chiamami non ti fare problemi, in cucina ti ho lasciato la colazione preparata e mi raccomando mangia sennò ti picchio un bacio grande ti adoro. Dolce giorno"
Che carino che è. Mi alzo dal letto tutta assonnata, mi guardo allo specchio.
Toh un mostro con i capelli sparati. Vabbè chi se ne importa.
Scendo le scale peggio di una lumaca e vado in cucina. Sul tavolo trovo delle fette biscottate con la nutella e una tazza di latte freddo. Mi siedo e inizio a mangiare. Si sono golosa non posso farci nulla. Appena finisco di mangiare pulisco tutto e poi vado a vestirmi. Non ce la faccio più di str chiusa dentro casa, ho bisogno di uscire. Mi metto al volo dei jeans e una maglietta rossa. Prendo le chiavi di casa che mi ha lasciato Daniele sulla mensola vicino la porta ed esco. Vado al bar da Stefy ho voglia di vederla. Entro lentamente, senza fare rumore voglio prenderla di sorpresa.
Io: Buongiorno, vorrei una cioccolata calda per favore.
Stefy sta girata di spalle a sistemare alcune cose.
Stefy: Si arrivo subito scusi.
Appena mi vede resta sorpresa.
Stefy: E tu che ci fai qui si può sapere? Non dovresti stare a casa? Daniele sa che sei uscita? Scommetto di no.
Rido di gusto, è rimasta sconvolta.
Io: Non ce la facevo più di stare a casa, e poi volevo vederti, no Daniele non sa nulla senno chi se lo sente.
Mi guarda e scuote la testa come per dire sei sempre la stessa combina guai.
Stefy: Mannaggia a te, ma io come devo fare con te?
Io: Boh non lo so vorrei saperlo anche io
L'abbraccio forte mentre ridiamo come sceme. Si è la migliore amica che si possa avere.
Stefy: Ora mi hai vista, adesso torna a casa sennò a Daniele me lo devo subire io mica tu
Io: E va bene vado, ci vediamo dopo ti aspetto a casa
Gli do un bacio sulla guancia e poi torno a casa. Sono venuta a piedi non mi andava di prendere la macchina, e poi ancora mi fanno male i polsi. Mi metto le cuffie dell'mp3 nelle orecchie e mentre torno a casa mi ascolto la mia canzone preferita
"I was made for loving you kiss"
Ho sempre adorato questa canzone, si lo so, non sono come tutte le altra ragazze a cui piace la musica classica o quella soft, a me piace un sacco il rock. Canto tranquillamente per strada con gli occhi chiusi lasciandomi trasportare completamente dalla musica. Appena apro gli occhi, mi vedo Eric. Inizio ad allungare in passo senza darci troppa importanza. Ho il cuore che mi batte a mille per la paura ma devo farmi forza. Ma è tutto inutile mi raggiunge velocemente. Mi sbatte violentemente contro il muro.
Eric: Si può sapere dove volevi scappare eh? Ancora non lo capisci che sei mia? è troppo tempo  che non ce vediamo ti ho voluto fare una sorpresa, che c'è non sei contenta di vedermi?
Io: No, sei un incubo per favore lasciami stare sparisci dalla mia vita.
Mi tira uno schiaffo in pieno volto. Cado a terra senza forze.
Eric: Alzati non ti ho fatto nulla è solo un innocuo schiaffo. Muoviti mettiti in piedi.
Dai miei occhi escono solo lacrime, non riesco a pronunciare neanche una parola. Lui mi guarda e poi mi inizia a picchiare. Mi tira dei calci sul fianco e nello stomaco. Va avanti così per circa cinque minuti. Alla fine mi toglie la maglietta e la lancia a terra.
Eric: Vedi di imparare a ubbidirmi, altrimenti questa è la fine che farai, io ti amo e devi essere solo mia capito? ci vediamo presto bellezza
Mi accarezza il viso e poi se ne va. Ho il sangue che mi esce dalla bocca, gli occhi neri e gonfi, ematomi e lividi ovunque. Resto a terra a piangere a singhiozzi, mi fa male tutto. Dopo dieci minuti che resto a terra a piangere disperatamente mi rimetto la maglietta e cerco di alzarmi. Le gambe mi cedono ma stringo i denti e cerco di arrivare al Ris da Daniele. Dopo un paio di metri cado a terra. Mi fanno male i fianchi, e la bocca non smette di sanguinarmi. Inizio a strisciare, la gente mi guarda come se fossi matta. Un po' alla volta, riesco a raggiungere il Ris. Mi auto ad alzarmi grazie ad un palo e poi entro. Vedo solo tanti ragazzi e ragazze con il camice bianco che fanno avanti e dietro per i vari reparti. è un luogo immenso. Non riesco a trovare Daniele in mezzo a tutta quella confusione. Cerco di urlare ma le parole mi si fermano in gola. Finalmente una ragazza con i capelli lunghi e castani si accorge di me. Mi viene vicino con un passo svelto.
X: Ciao, io sono Paola cercavi qualcuno? A te serve aiuto vieni
Mi appoggia una mano sul polso ma istintivamente la tiro in dietro.
Io: V... veramente c... cercavo D... Daniele
 Le lacrime cadono dai miei occhi come fiume.
Paola: Te lo chiamo subito vieni
La seguo. Mi fa sedere su delle sedie nere. Mi siedo piano e mi tampono la bocca con la mano ancora spora di sangue. Sento Paola che parla con Daniele.
Paola: Daniele, c'è una ragazza che chiede di te
Daniele: Ho da fare pensaci tu, sto analizzando delle foto
Paola: Veramente sembra al quanto grave e poi da me non si fa toccare
Daniele: Va bene dimmi dove sta
Paola: Sta qui fuori
Daniele: Falla entrare
Paola esce dalla porta e mi fa cenno con la mano di entrare. Con le ultime forze che mi sono rimaste ed entro in quella stanza tutta buia. Non riesco a dire nulla. Daniele è girato di spalle ad analizzare quelle dannate foto.
Daniele: Prego mi dica, cos'è successo? Mi hanno detto che mi cercava
Non pronuncio parola, non ce la faccio mi fa male il labbro.
Daniele: Allora signora cos'è successo? Io avrei da la...
Non finisce di parlare appena mi vede.
Daniele: Oddio piccola, chi ti ha ridotto in questo modo?
Non riesco a parlare, piango solo. Daniele mi abbraccia delicatamente stando attento a non farmi troppo male. Mi prende la mano e mi porta in un altra stanza. Probabilmente deve essere il suo studio. Mi fa sedere sul una sedia di pelle comodissima.
Daniele: Aspettami qua non ti muovere
Gli faccio di si con la testa. Daniele esce da quella porta correndo. Pochi minuti dopo è di nuovo da me. Ha in mano un po' di ovatta e dell'acqua ossigenata. Mi inizia a tamponare il labro che perde ancora sangue. Mi brucia un sacco, ma non dico nulla.
Daniele: Lurido bastardo ti giuro che lo ammazzo.
Non dico nulla, faccio solo una smorfia di dolore mentre mi tengo una mano sul fianco.
Daniele: Alzati un attimo la maglietta?
Me la alzo delicatamente. Ho ematomi ovunque che mi fanno un male cane.
Daniele: Cazzo, perdi sangue ovunque, io lo ammazzo ti giuro. Vieni andiamo all'ospedale.
Io: No, per f...favore n...niente ospedale, ti p..prego curami tu
Daniele: e va bene, non ti sforzo, adesso andiamo a casa.
Faccio un cenno di si con la testa mentre mi tenevo un po' di ghiaccio sugli occhi. Daniele prende le chiavi della macchina, e mi prende in braccio.
Io: Tranquillo ce l'ha faccio a ca..camminare
Daniele: Zitta, non parlare che ti fa male il labro.
Prima di andare fuori passa in un altra stanza.
Daniele: Lucia, io devo andare a casa è un'emergenza come vedi, finisci di analizzare le foto che ho lasciato sulla mia scrivania? Se ci sono qualche impronte oltre quelle mie, sue e di mia sorella chiamami
Lucia: Certo, appena so qualcosa ti chiamo, mi raccomando a voi Capitano
Daniele gli fa l'occhiolino e poi usciamo dalla stanza e ci avviamo verso l'uscita. Apre la macchina e mi posa delicatamente sui sedili posteriori. Si mette alla guida e andiamo a casa.
Daniele: Sicura che non vuoi andare all'ospedale piccola?
Io: Si lo sai i medici non mi piacciono
Daniele: Va bene come preferisci tu
Gli faccio un dolce sorriso, o almeno per quello che posso fare. Arriviamo a casa dopo poco tempo per fortuna. Daniele mi prende in braccio delicatamente e chiude la macchia. Cerca di aprire la porta di casa ma non ci riesce.
Io: Se mi dai le chiavi apro io, con una come me addosso è chiaro che non riesci
Daniele: Mi hai preso per un impedito per caso? Hum ma senti questa
Scoppio a ridere stando attenta sempre al labro. Dopo qualche minuto finalmente riesce ad aprire la porta. Con un colpo di anca la chiude. Mi posa delicatamente sul divano in salone.
Daniele: Non ti muovere da qui torno subito
Io: Chi si muove, anche perché non posso
Corre verso il bagno. Torna da me con delle garze. Mi toglie delicatamente la maglietta e mi inizia a mettere le garze intorno ai fianci e alla pancia. Faccio una smorfia di dolore mi fa male ma non è colpa sua.
Daniele: Dai ho quasi fatto un altro po' di pazienza piccola
Io: Si fai, non è colpa tua
Dopo avermi fasciato per bene, mi da un po' di ovatta con dell'acqua ossigenata da mettere sul labro mentre sugli occhi ho la borsa del ghiaccio. Mi sdraio sul divano. Daniele mi copre con una coperta blu cenano è bellissima. Accende la tv e si mette accanto a me. Ci vediamo un film, ma mi addormento dopo pochi minuti per il dolore.


Ema
Ciao Splendori, com'è iniziata la settimana?
Spero bene,e ho voluto iniziarla con un nuovo capitolo della storia,

questa volta per fortuna sono riuscita a postarlo un po' prima.
Ok basta perché se mi metto a parlare non la smetto più

e vi annoio soltanto, io vi lascio alla lettura di questo nuovo capitolo,
mentre io vado a studiare quella brutta materia chiamata storia.

Buona lettura a tutti e grazie di cuore che continuate a leggere
la storia. un abbraccio Ema

 

 
 
 
 

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Capitolo 7
*** 7 ***


Mi sveglio nel letto. Daniele non c'è, ma come sempre ha lasciato un biglietto dalla sua parte.
"Piccola, purtroppo sono dovuto andare al Ris,mi hanno detto che ci sono novità e non ho potuto fare a meno, torno presto promesso, ti ho lasciato la colazione sul comodino, cerca di mangiare qualcosa, un bacio ti adoro stella"
Mi giro e sul comodino torvo il vassoio con la colazione. Cerco di prenderlo ma non ce la faccio e mi cade a terra. Cavolo questa non ci voleva, guarda che disastro ho combinato. Cerco di alzarmi dal letto appoggiandomi al comodino. Mi metto in piedi ma le gambe mi cedono e cado a terra. Ho il labbro ancora tutto gonfio, gli occhi neri e i fianchi e la pancia piena di lividi. Non riesco ad alzarmi, voglio pulire ma non ci riesco. Resto a terra a piangere. Non ce la faccio più la mia vita è diventata un vero e proprio incubo. Sfogo in lacrime tutta la rabbia che ho dentro. Piango fino a sentirmi male. Dopo venti minuti che resto a terra a piangere, stringo i denti e mi rimetto in piedi. Faccio un passo alla volta per andare verso le scale per andare in cucina a prendere la scopa per ripulire il macello che ho combinato. Mentre avanzavo a passi piccoli mi squilla il cellulare. Non posso tornare indietro adesso, senno non scendo più. Arrivo alle scale e le scendo un gradino alla volta appoggiandomi alla ringhiera. All'ultimo scalino però le gambe mi cedono ancora una volta e finisco a terra. Sbatto con il fianco sullo scalino. Ecco ci voleva solo questo adesso. Mi alzo la maglia del pigiama e vedo che la ferita inizia a sanguinare. Strisciando cerco di raggiungere il telefono della sala per chiamare Daniele. Metto il telefono a terra, non ci arrivo è troppo alto, e faccio il numero.
Daniele: Si pronto?
Io: Te..tesoro scusa che ti di...disturbo al lavoro, ma è successo un piccolo incidente ti prego vieni a casa
Daniele: Va bene piccola arrivo subito non ti muovere da li
Io: Grazie mille tesoro, eh anche volendo non posso muovermi ti aspetto.
Attacco il telefono con Daniele e resto a terra. Il fianco perde una marea di sangue, accanto a me c'è una pozza di sangue assurda, mi fa un dolore cane, spero che Daniele viene subito perché non so fino a quanto posso resistere in queste condizioni. Metto una mano sul fianco e premo per cercare di fermare il sangue. Dopo pochi minuti arriva Daniele per fortuna.
Daniele: Oddio piccola, ma che è successo? Cos'è tutto questo sangue?
Mi prende in braccio delicatamente.
Io: Ecco stamattina sono andata a prendere la colazione sul comodino, ma mi è caduta dalle mani e ho fatto un macello, e mentre scendevo le scale per andare a prendere la scopa sono caduta con il fianco e mi è iniziato a sanguinare
Daniele: Ma dico io non lo potevi lasciare li a terra e poi quando venivo io pulivo?
Intanto andiamo di sopra e mi posa delicatamente sul letto.
Io: Non volevo farti fare doppia fatica quando tornavi a casa, già devi lavorare di tuo poi
Daniele: Non so se picchiarti o farti male, tu per una cazzata del genere ti stavi uccidendo? Ma sei un guaio eh come devo fare io con te? Sei Pollon combina guai
Scoppio a ridere mentre Daniele mi medicava con delle garze il fianco.
Daniele: Se ti muovi dal divano questa volta non so che ti faccio, statti ferma non ti muovere
Io: Ma uffa, eh va bene sto buona qui
Daniele: Ecco brava hai capito tutto
Mi abbraccia delicatamente e restiamo cos' per un po' di tempo.  
Daniele: Vado a prepararti qualcosa, non ti muovere da qui
Io: No tranquillo non faccio nulla mi sto buona buona qui.
Daniele va in cucina a prepararmi qualcosa mentre io resto sul divano senza combinare guai. Suona a porta. Daniele non sente ha il frullatore acceso. Mi alzo appoggiandomi al divano e strisciando i piedi vado ad aprire la porta. Credo che è Stefy invece mi trovo un ragazzo alto, con i capelli corti color biondo scuro e degli occhi  color mandorla. Non l'ho mai visto prima d'ora.
X: Ciao io sono Cecchi un collega di Daniele, è in casa?
Io: Si prego entri comunque piacere Casey
Lui si va a sedere sul divano mentre io cerco di arrivare alla cucina ma non ci riesco le ferite si fanno sentire.
Mi siedo accanto al ragazzo e chiamo Daniele con la speranza che mi sente.
Io: Tesoroooo, tesò vieni un attimo veloce
Daniele: Eccomi arrivo, basta che non urli come una dannata, io prima o poi divento sordo a furia di stare assieme a te.
Daniele esce dalla cucina con un vassoio in mano e tutto spettinato. Com'è carino con quei suoi bellissimi ricci neri spettinati.
Daniele: Checchi che ci fai qui? Non mi aspettavo di vederti, comunque piccola fammi un favore la prossima volta urla di meno perché altrimenti fai resuscitare anche i morti
Io: Va bene la prossima volta urlo piano
Cecchi: Poi mi spighi come si urla piano, comunque sono qui per dirti che devi venire con me c'è stato un omicidio
Daniele: Va bene arrivo subito, piccola il dovere mi chiama ci vediamo stasera e mi raccomando non ti muovere dal divano.
Mi abbraccia stando attento a non farmi troppo male e poi esce di casa. Cosa farei senza di lui,anche se mi ha "inchiodato" sul divano, io non ci sto stare ferma mi annoio. Infatti molto delicatamente mi alzo e vado ad accendermi la tv almeno faccio qualcosa. Girando per i canali trovo il mio programma preferito
"Ale contro tutti" io amo Alessandro Borghese, è bellissimo è bravissimo e poi è rockettaro proprio come me. Per me è un mito quel ragazzo. Si forse non è conosciuto da tutti, ma non mi interessa io ci vado pazza,per me quello chef è il mio idolo . Inizio ad urlare come una matta come se ci sono i mondiali. Ma purtroppo vengo disturbata dal cellulare che squilla.
Io: Si pronto
Eric: Ciao bellezza, come stai? Scusa per l'altro giorno non volevo è solo che mi è venuto un attacco di gelosia vedendoti con quello li
Io: Ancora tu? Ma si può sapere cosa diavolo vuoi? Scusa un corno sparisci dalla mia vita
Eric: Non è finita qui ti giuro questa me la pagherete tu e quel coso la
Butto il telefono a terra non ne posso più di sentire quella voce maledetta lo spengo direttamente basta non voglio sentire più nessuno. Mi alzo e salgo a fatica le scale. Mi metto sul letto ma non riesco a dormire la sua faccia è sempre presente nella mia testa è un incubo. Mi fanno male anche le ferite. Vado in bagno per cercare qualche antidolorifico. Inizio a cercare nella mensola dove stanno tutte le medicine. Trovo dei sonniferi in mezzo a tutta quella confusione di medicine. Decido di prendermi una pillola, così giusto per dormire. Ma poi una tira l'altra ne ingerisco ben cinque pillole. Dopo qualche secondo cado a terra priva di sensi. 


Ema
Ciao splendoriiii :) Come state? Io sinceramente un bel po' stressata,
ma tutto sommato sto bene, e spero che anche voi state bene :)
Ho voluto iniziare la settimana con un nuovo capitolo, è un po' corto lo so,
ma mi farò perdonare nel prossimo capitolo promesso,
ma apprate questo piccolo inconveniente spero che vi piace lo stesso.
Grazie a tutti coloro che continuano a seguire la storia,
ne sono davvero felice grazie. Io ora però vi lascio, che devo andare a fare
quella brutta materia chiamata MATEMATICA IL MIO INCUBO! (e credo che lo sia un po' per tutti)
Beh che dire buona lettura e un abbraccia a tutti **

Ciaooooooo :) 

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Capitolo 8
*** 8 ***


Apro gli occhi, non so dove mi torvo, ho la vista annebbiata. Vedo solo una sagoma d'avanti a me ma non riesco a vedere di preciso chi è, ma mi sembra Daniele. D'istinto chiudo gli occhi, non riesco a vedere nulla diamine. Sento solo qualcuno che parla ma non riesco a capire cosa dice. Mi fanno male le ferite, ho la testa che mi gira non capisco più nulla. Provo di nuovo ad aprire gli occhi. Gli inizio a sbattere velocemente e più o meno riesco a vedere qualcosa.
Daniele: Piccola, come ti senti?
Io: Do... dove sono? Co...cosa succede?
Daniele: Ti ho trovata priva di sensi in bagno, avevi ingerito dei sonniferi potenti in quantità eccessive mannaggia a te sei terribile
Io: Ah si, a...adesso ri..ricordo un po' oddio ho un mal di testa assurdo aiuto
Daniele: Adesso riposati piccola cerca di dormire un po' io mi metto qui vicino a te se ti serve qualcosa chiamami.
Non ho le forze neanche di parlare, sto malissimo. Provo a dormire un po' ma non ci riesco mi fa male tutto. Daniele sta vicino a me e mi tiene la mano. Questa volta l'ho combinata davvero grossa, ma almeno per un po' sono stata bene. Le lacrime mi scorrono veloci sul mio viso. Sfogo il dolore, la rabbia e chi ne ha più ne metta nelle lacrime. Dopo un po' finalmente mi addormento. Ma il mio sonno non dura molto, perché mi ricompare la figura di lui. Mi sveglio urlando e sudata al massimo.
Daniele: Piccola tranquilla è stato solo un brutto sogno
Nel frattempo mi accarezza dolcemente i capelli. Il suono del campanello mi rimbomba nella testa.
Daniele: Torno subito piccola vado ad aprire
Chiudo e apro gli occhi come per dire si va bene. Sono stanca, mi mancano le forze, ormai la mia vita è diventata uno schifo, non so se ne uscirò viva da questa storia. Adesso vorrei solo scappare via, su un'isola deserta senza cellulare senza nulla, solo con Daniele e Stefany. In quel momento neanche a farlo apposta entra in camera Stefy.
Stefy: Stella, come stai? Daniele mi ha raccontato tutto... ma sei n guaio oh
Non ho le forze per risponderla, gli faccio solo un cenno con la testa.
Stefy: Ho capito qui ci vuole qualcosa per farti riprendere.. chiudi gli occhi
Io: Ma de...devo proprio?
Stefy: Si muoviti
Chiudo gli occhi a fatica ma di lei mi fido.
Stefy: Prima di aprire gli occhi prova a capire di che si tratta
Mi mette tra le mani qualcosa. Inizio a toccare con le mani ma non riesco a capire bene cos'è.
Io: è un libro? Oddio non lo so
Stefy: Si brava.. va bene adesso puoi aprire gli occhi
Appena apro gli occhi non credo a ciò che vedo. Stefy mi porge il libro di Alessandro Borghese d'avanti.
"L'abito non fa il cuoco, la cucina italiana di un cuoco gentiluomo"
Resto incantata a quella vista. Sul mio viso spunta un sorriso di trecentosessantacinque denti. Abbraccio forte Stefy.
Daniele: A te questo ti mancava eh? Adesso ti dimentichi anche di me
Io: Macché MAI tu sei il mio tesoro
Mi abbracciano forte tutti e due. Che cose tenere che sono li adoro. Se ho le forze ancora di andare avanti è proprio grazie a loro. Inizio a leggere con una gioia immensa quel libro. Cavolo quant'è bello. Mente io e Stefy commentiamo quel meraviglioso libro Daniele apre il suo portatile prende il su kit portatile e si mette a lavorare. Ad un certo punto spegne la luce.
Io: Ma si può sapere che stai facendo? Noi stavamo leggendo uffa
Daniele: Faccio subito promesso
Si mette degli occhiali gialli e con una luce blu inizia ad esaminare la stanza. Non so cosa sta facendo sinceramente, ma so com'è fatto Daniele non smette mai di lavorare, è più forte di lui. Mentre l'osservo i miei pensieri vengono interrotti dal suono della porta.
Stefany: Vado io
Daniele non fa una piega continua solo ad esaminare la stanza.
Stefy: Uh guarda un po' chi c'è
Vedo una bambina mano nella mano con Stefy chissà chi è. Guarda Daniele con una faccia impaurita, infatti si nasconde dietro a Stefy.
Daniele: Non ti preoccupare stiamo girano un film
Mi trattengo dal ridere,è sempre il solito non cambia mai, ma come gli è venuto in mente di dire una cosa simile? Solo lui poteva dirla, ecco perché lo adoro.
Daniele: Ecco fatto, per il momento va bene così ragazze, continuiamo domani
Io: Agli ordini signor registra
Stefy: Come vuole lei registra
Gli reggiamo il gioco forse è meglio così.
Daniele posa tutto sulla scrivania e poi va verso la bambina. La prende in braccio e la stringe forte a se. Come sono dolci.
Daniele: Piccola, ti presento Gioia mia cugina.
Io: Piacere Casey
Mi guarda e mi sorride dolcemente.
Daniele: Dai non fare la timidona non ti mangia mica sai, è la mia migliore amica, anzi mia sorella minore
Gioia mi si avvicina e mi prende la mano.
Gioia: Che bei occhi che hai
Io: Mai quanto i tuoi sei bellissima
Stefy: Bene adesso mi inizia a piacere anche a me questo tizio, comunque bellezze io vado al bar ci vediamo dopo
Stefy poso il libro sul comodino,mi abbraccia paino stando attenta a non farmi male e scende di corsa le scale come il suo solito sempre in ritardo.
Daniele: Splendori sentite io vado a preparare qualcosa da mangiare ho una fame che vi mangerei anche a vuoi due messe assieme, mi raccomando vuoi due non vi muovete da qui eh
Io: Non tranquillo non ci muoviamo da qui vero Gioy?
Gioia: Si ti aspettiamo qui
Daniele ci fa l'occhiolino e poi scende giù di corsa.
Io: Allora ancora non mi hai detto quanti anni hai
Gioia:Ne ho compiuti due l'altro giorno
Io: Allora sei diventata una signorina
Gioia. Daniele dice che sono diventata un piccolo diavoletto
Io: Ma lascialo stare, non lo sentire proprio e poi lui è più diavoletto di te
Daniele: Ah si? Zitta tu Pollon combina guai
Gioia: Mi sa che ti ha sentita
Scoppiamo tutte e tre in una grande risata. Che tenera che è quella bambina. Daniele mi passa una fetta di pane e nutella. Inizio a mangiarlo ed è buonissimo. Lo divoro in pochi minuti. Daniele mi guarda fisso e poi scoppia a ridere.
Io: Perchè ridi?
Daniele: Perché sei tutta sporca di nutella anche sul naso
Io: Doh, ma non sono io che mi sporco è lei che voleva venire sul mio naso le ho solo dato una mano
Daniele e Gioia scoppiamo a ridere di gusto. Mentre allungo la mano per prende il bicchiere d'acqua appoggiato sul comodino,inizio a sentirmi strana. Appena mi piego rimetto tutto quello che ho appena mangiato. Inizio a sudare,e tremo come una foglia. Daniele mi mette una pezza bagnata sulla fronte,poi riesco solo a vedere d'avanti a me il buio più totale.


Ema 
Bellezze buon inizio settimana come state? Spero bene :) faccio una premesso questo capitolo è un po' corto,
ma diciamo che è stato fatto apposta, spero che però vi piaccia lo stesso,
mi farò perdonare  nel prossimo capitolo promesso.

Beh bellezze io adesso devo scappare ho una marea di libri che mi aspettano sul tavolo D:

vi lascio alla lettura di questo nuovo capitolo un bacio a tutti :*
Ah un grazie speciale a chi continua a seguire la storia, ciaoooooooo :)

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Capitolo 9
*** 9 ***


Dopo qualche ora credo apro di nuovo gli occhi. Daniele mi sta vicino e mi preme una pezza bagnata sulla fronte. Ho un mal di testa atroce, non capisco più nulla.
Io: Gioia?
Daniele: L'ho portata a casa, è rimasta sconvolta quando sei svenuta
Io: Oddio mi dispiace un sacco io non volevo spaventarla, ma non so neanche io cosa mi è successo
Daniele: Piccola non è colpa tua, non potevi saperlo tranquilla ci parlo io
Senza dire nulla lo abbraccio forte, sussurrandogli all'orecchio con un filo di voce ti adoro tesoro.
Daniele: Oggi andiamo da un medico non puoi continuare a stare in queste condizioni stai malissimo
Io: Sai che con i medici non ci sono mai andata d'accordo, curami tu ti prego,mi fido di te
Daniele: Ma io... e va bene mi hai convinto, vieni qui che ti fascio le ferie.
Gli sorrido dolcemente, e senza dire nulla mi lascio medicare le ferite. Facciamo qualche smorfia di dolore ma alla fine Daniele non centra nulla.
Daniele: Fatto, adesso non ti muovere per nessun motivo al mondo
Io: Neanche per venire da te e abbracciarti forte?
Daniele: No perché vengo io piccola
Gli sorrido dolcemente. Quel suo sorriso, i suoi boccoli ricci e neri, quell'aria sbarazzina, e la sua dolcezza unica, si sono fortunata ad avere un amico come lui. I miei pensieri vengono interrotti proprio dalla sua voce.
Daniele: Piccola, io vado a farmi una doccia, torno subito tu aspettami qui
Io: Si vai tesoro ne hai bisogno
Poverino è distrutto e ha anche ragione, tra me il lavoro non sa dove sbattere prima la testa. Prendo il libro di Ale che Stefy ha posato prima sul comodino. Inizio a leggerlo anche se non ci sto con la testa, ma questo è l'unico modo per distrarmi un po'.
"Cavolo quant'è bello. Non so cosa mi ha fatto ma questo cuoco mi ha definitivamente stregata. è simpatico, bello,moro, uno sguardo indescrivibile, e poi quei suoi occhi neri come la pece mi fanno impazzire"
I miei pensieri sul bellissimo Ale vengono interrotti da Daniele.
 Daniele: Piccola, io devo scappare al ris è successo un macello, faccio il prima possibile, per qualunque cosa chiamami mi raccomando
Io: Va bene vai tranquillo non ti preoccupare, io sto buona qui e non mi muovo a dopo tesoro ti adoro
Mi sorride dolcemente e poi corre verso la porta di casa. Non si smentisce mai quel ragazzo. Ma per me è perfetto così com'è.  Non ne posso più di stare nel letto voglio alzarmi. Mi appoggio al comodino vicino al letto e piano piano cerco di alzarmi. Mi metto in piedi non so neanche io come ho fatto.  Mi avvicino alle scale e appoggiandomi alla ringhiera cerco di scendere le scale. Cerco qualcosa da fare, non riesco a stare con le mani in mano è più forte di me. Vengo interrotta dallo squillo del telefono.
"Casey calmati, non può essere lui, non ha il numero di telefono di Daniele, fatti coraggio alza quella cornetta e rispondi al telefono"
Alzo timorosamente la cornetta del telefono.
Io: Si pronto
X: Ciao, sono Barbara, Daniele è in casa?
Io: No veramente adesso non c'è, ma se vuole può riferire a me
Barbara: Non so lei chi è ma comunque gli dica che l'ho chiamato, e ricordagli che mi deve una cena
Io: Va bene appena torna riferisco arrivederci
Metto giù la cornetta del telefono un po' perplessa. Adesso chi è questa Barbara? e che vuole da Daniele? Di quale cena parla?
" Oddio e adesso tutta questa agitazione da dove viene? No, non posso essere gelosa di Daniele è il mio migliore amico oddio cosa mi sta succedendo? Non può piacermi, sarà solo la stanchezza che gioca questi brutti scherzi".
Scaccio tutti questi pensieri che mi gironzolano per la testa. Torno sopra cercando di stare attenta a non cadere per le scale. Prima di mettermi di nuovo nel letto vado in bagno. Mi guardo alle specchio e non mi riconosco più, non sono la ragazza che conoscono tutti. Il mio sorriso e i miei occhi si sono spenti del tutto, i miei capelli lunghi legati e poco curati, e il mio corpo, beh quello ormai pieno di lividi e di ferite, ferite che resteranno per sempre, ferite che diventeranno cicatrici incise sul mio corpo, cicatrici che non andranno mai più via neanche se lo voglio.  Guardo fisso nello specchio e mi appare la sua immagine, quell'immagine che non vorrei più vedere in vita mia, quell'immagine che mi ha resa la vita un inverno. Chiedo gli occhi e scuoto forte la testa come per cacciar via quell'immagine dalla mia mente. Gli riapro lentamente e per fortuna è sparita. Guardo di nuovo l'immagine riflessa nello specchio, di quella ragazza che non so chi sia, e poi torno in camera. Mi sudario sul letto, chiudo gli occhi e porto le mani sulla testa. Non capisco più nulla, vorrei che questo fosse solo un brutto sogno e che quando mi sveglio torna tutto come prima. Apro gli occhi lentamente, e affianco a me c'è di nuovo lui Eric. No non ci credo come ha fatto ad entrare? Come mi ha trovata? La paura sale sempre di più dentro di me.
Cerco di alzarmi ma le gambe mi cedono.
Eric: Contenta di vedermi tesoro? Beh mica potevo lasciarti sola in mani di quell'animale
Io: C...Come hai fatto a trovarmi? C...cosa vuoi ancora da me?
Eric: Semplice che diventi mia, anche se già lo sei e lo sei sempre stata
Io: Sparisci v...vattene via
Mi alzo di scatto dal letto sperando con tutte le mie forze che non cado. Lui mi prende per il braccio e mi butta di nuovo sul letto. Mi blocca tutti e due i polsi e poi inizia a spogliarmi. Odio quelle sue luride mani sul mio corpo inizia a baciarmi per tutto il corpo, e poi via anche i pantaloni. Ti prego non lo fare, non farlo di nuovo e invece si l'ho ha fatto. Vedevo il suo viso con un espressione di godimento, mentre mi fa male, mentre io piango a singhiozzi e le grida mi si fermano in gola. Lui continua senza pietà, si diverte, ormai si è impossessato del mio corpo ed io non posso farci nulla.  Dopo un quarto d'ora circa di tortura, sento degli spari provenire da fuori. Sarà sicuramente Daniele. Mi butta violentemente dall'altra parte del letto, si rialza i pantaloni e poi prende anche lui la pistola che aveva nel giubbotto. Esce saltando dal balcone, e dopo sento solo spari a destra e a manca. Resto sul letto a piangere a singhiozzi, non riesco ad alzare un dito. Ho solo paura, dolore da tutte le parti. Dopo qualche minuto Daniele torna in casa. Mi viene vicino e mi abbraccia forte a se.
Daniele: Adesso è tutto finito piccola ci sono io qui con te
Non riesco a pronunciare parola, ma dai miei occhi escono solo lacrime e singhiozzi. Resto tra le braccia di Daniele per un po' a sfogare tutta la rabbia e il dolore che ho dentro. Dopo qualche minuto, mi asciugo le lacrime con le mani che ancora mi tremano, prendo fiato e cerco di rispondere a Daniele.
Io: G... Grazie d..di C...cuore
Daniele: Non sprecare energie per ringraziarmi perché non ce ne bisogno
Mi stendo sul letto ma non ci riesco. Sento ancora quel suo odore schifoso. Non ce la faccio a restare qui. Mi alzo dal letto e cerco di alzarmi.
Daniele: Piccola, dove stai andando?
Io: Lontano da qui Dany perché non posso più restare qui dentro scusa
Daniele mi guarda con gli occhi lucidi senza dire neanche una parola.


Ema
Ciao ragazzi, come state? Spero bene :) Finalmente sono riuscita a scrivere un nuovo capitolo,
questo periodo non so dove sbattere prima la testa, ecco perché ci ho messo tutto questo tempo,
scusatemi il ritard vi pregoo, mi farò perdonare promesso cercherò di aggiornare il prima possibile la prossima volta.
Adesso io vado perchè sono le 22.45 e sono stanchissima sinceramente, e anche perché domani mattina
per alzarmi ci vorranno le cannonate :) Io vi lascio con la lettura di questo nuovo capitolo con la speranza che vi piace,
buona lettura e siccome è un po' tardi vi do anche la buonanotte.
Ciao splendori a presto :* 

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Capitolo 10
*** 10 ***



Inizio a preparare le valige e a mettere la mia roba dentro alla rinfusa.
Daniele: Piccola sei vuoi troviamo un altra casa dove andare
Io: No tesoro grazie, adesso ho bisogno di tempo devo andare lontano via di qui, comunque ha chiamato Barbara ha detto che gli devi una cena
Daniele: Ha si Barbara, me ne ero proprio dimenticato, ma adesso non è lei il problema non mi interessa, non puoi andare via in queste condizioni
Io: Non ho altra scelta
La conversazione viene interrotta dal telefono di Daniele che squilla insistentemente.
Daniele: Si pronto
Paola: Dany è successo un casino al ris vieni subito
Daniele: Arrivo dammi due minuti
Ho gli occhi lucidi, sarà dura lasciare tutto e tutti ma devo farlo devo farmi forza.
Daniele: Piccola devo scappare al ris ci vediamo stasera?
Io: Credo di si
Daniele: Ti adoro piccola a stasera e ti chiamo dopo
Gli faccio un sorriso spento, e poi come il solito lui scende di corsa le scale. Finisco di preparare la valigia. Ma non ce la faccio scoppio in un mare di lacrime. Cado a terra appoggiata con la schiena alla valigia. Ricordo il primo giorno che sono venuta a vivere con Daniele, era tutto così bello, sembravo che avevo trovato la pace in me stessa, e invece poi ancora una volta ha dovuto distruggere tutto, lasciandomi un marchio indelebile dentro di me, che non potrò mai più cancellare, la sua voce il suo maledetto odore lo sento ancora sul mio corpo e mi vengono i brividi lungo tutta la schiena. Si è impossessato del mio corpo ormai. Resto più di mezz'ora a piangere, a sfogare per quanto è possibile tutto quello che ho dentro. Mi rimetto in piedi, prendo la valigia e lascio la casa a malincuore. Decido di andare a salutare Stefy al locale. Quanto mi mancheranno le serate passate assieme a lei. Entro e la vedo che sta correndo di qua e di la per servire i clienti, il clima del bar non è cambiato affatto.
Io: Splendore posso rubarti solo un secondo?
Stefy: Ma certo aspettami nel magazzino giù tanto qui ho finito
Con un sorriso se cosi lo posso chiamare, prendo la valigia e mi dirigo vero giù nelmagazzino.
Appena entro trovo ancora tutto il disordine che avevamo lasciato la prima volta che ho conosciuto Stefy e Dany incredibile! Non dimenticherò mai quel giorno, quante ne abbiamo combinate qui dentro, sarà dura lasciare tutto, infondo qui ho la mia vita. I miei pensieri vengono interrotti da Stefy.
Stefy: Cosa sono quelle valige?
Io: Stella, tra un'ora ho il treno parto per Barcellona
Stefy: Cosa? Non dirai mica sul serio? Non puoi lasciare tutto cosi
Io: Devo farlo, quel bastardo.. insomma hai capito e io non posso più stare a casa di Daniele
Stefy: Ti giuro che lo ammazzo con le mie stesse mani, ma Daniele lo sa?
Io: Si, ma non gli ho detto che parto tra circa 40 minuti lui mi aspetta stasera, ok basta senno da qui non me ne vado più, me lo saluti tanto tu e gli dici che mi mancherà e mi mancherai anche tu amica mia
Ci abbracciamo forte, e poi senza troppo ripensamenti prendo la valige ed esco da locale. Vado verso la stazione e anche di corsa altrimenti perdo il treno. Arrivo alla stazione che sono a pezzi, mi fanno male le ferite e per giunta le gambe mi cedono, ma per fortuna riesco a prendere al volo il treno per Barcellona.  Mi siedo nella cabina n 3. Mi siedo e incomincio a guardare fuori dal finestrino pensando mille cose. Il mio pensiero fisso adesso? Si lui Daniele. Non sono neanche 5 minuti che sono partita e già mi manca terribilmente, non lo neanche avvisato che andavo via ma forse  è meglio così. Non mi piacciono gli addii e sopratutto un giorno sono sicura che ci rivedremo devo rivederlo. Una lacrima scende dal mio viso. Mi manca, e forse non solo come amico. Ma è meglio così, lontana da tutto e da tutti ma sopratutto da Lui il mio incubo peggiore.  Mi squilla il telefono, è lui Daniele. Non so cosa fare. ma alla fine decido di rispondere
Daniele: Grazie per non avermi salutato sei partita e io non so nulla
Io: Si lo so scusa ma forse è stato meglio così
Daniele: No, non è meglio nulla, volevo salutarti, oddio scusami e che ancora non riesco a farmene una ragione
Io: Tranquillo è normale ma ci rivedremo un giorno promesso. Non so quando e ne dove ma sono sicura che ci rivediamo
Questa è l'ultima frase che dico prima di attaccare il telefono e scoppiare a piangere. Non so credo che inizia a piacermi ma a lui non interesso. A furia di piangere a singhiozzi mi si riapre la ferita sul fianco. Inizia a sanguinare. Ecco ci mancava solo questa adesso. Una mano la tengo sulla ferita e con l'altra cerco di prendere la valigia dove ci sono dei cerotti. Con molta fatica gli riesco a prendere. Gli metto delicatamente sulla ferita e poi mi pulisco le mani di sangue con un fazzoletto. Ecco è in questi momenti che vorrei avere vicino Daniele. Cerco di chiudere un po' gli occhi e dormire un po' sono a pezzi. Per fortuna ci riesco saranno settimane che non chiudo occhio. Mi sveglio di colpo quando mi accorgo che il treno si è fermato. Guardo l'orologio e sono le 17.35 del pomeriggio. Devo aver dormito un sacco. Guardo fuori dal finestrino e vedo che sono arrivata alla mia fermata. Prendo le valige e scendo dal treno. Mi guardo in torno e sono completamente spaesata. Non so dove mi trovo vedo solo tanta gente muoversi da una parte all'altra. Vado verso il centro della città. Mentre cammino mi giro da tutte le parti e vado a sbattere contro un ragazzo, facendogli cadere tutti i libri che ha in mano. Bene neanche sono arrivata e già faccio danni. 
Io: Oddio scusa non volevo, raccolgo tutto io non preoccuparti
Con molta fatica raccolgo tutti i libri che ho fatto cadere.
Io: Ecco ten...
Quando alzo la testa non posso credere ai miei occhi, e sopratutto non posso credere a chi mi trovo d'avanti. 


Ema
Ciao ragazzi, so che in questo momento vorreste uccidermi per il ritardo,
ma in questo momento non so dove mettere prima le mani, tra scuola che a giorni ci danno la pagella HELP ME!
i regali di natale che ancora non finisco di fare, è tutto un macello, ma vi prometto che nelle vacanze di natale
scriverò di più e aggiornerò presto ve lo prometto.
Per quanto riguarda vuoi come siete messi con i regali di natale?
io spero bene, adesso scappo che devo uscire per le ultime compere altrimenti non mi sbrigo più,
vi lascio alla lettura di un nuovo capitolo, scusate ancora il ritardo e un abbraccio grande grande a tutti
Buone feste :*

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Capitolo 11
*** 11 ***


Il mio ex Andrea. Oddio ma con tanta gente che c'è a Barcellona dovevo incontrare proprio lui? Ma che diamine non me ne va una giusta. Gli ridò tutti i libri che gli ho fatto cadere  e mi giro d'istinto per andarmene quando lui mi prende per un braccio e mi ferma.
Andrea: Tu cosa ci fai qui? Da quanto tempo è che non ci si vede
Io: Nulla ho solo voluto cambiare aria,ora scusa ma ho da fare
Andrea: Non hai un posto dove andare vero? Se vuoi puoi venire a stare da me ti lascio il mio indirizzo
Lui mi porge un foglietto con in suo indirizzo. L'ho prendo con aria indifferente.
Io: Grazie ma non credo di averne bisogno, ora vado ciao
Guardo e riguardo quell'indirizzo, adesso ci mancava solo lui. Dopo tre anni che mi ha lasciata per un altra che mi ha fatta diventare bulimica che sono arrivata al tal punto di farla finita per lui adesso mi chiede di andare da lui? No Casey non ci ricascare per l'ennesima volta. però dentro di me gli voglio ancora un gran bene, è bellissimo.  Casey basta pensare certe cose, è un poco di buono ti ha  fatto star solo male per tutto questo tempo mentre lui diceva le stesse cose a tutte. Che nervi adesso ci mancava solo lui. Continuo a camminare dispersa per la città, non so dove mi trovo e per giunta mi fanno male le ferite non ce la faccio più. Mi siedo sulla prima panchina che trovo. Il dolore è insopportabile,forse mi si sono riaperte anche le ferite, perché ho la maglietta sporca di sangue.  Cavolo adesso ci mancava solo questa, grande Casey sei un genio. Dai miei occhi iniziano a scendere una lacrima dopo l'altra. Come mi manca la mia città, la mia migliore amica ma sopratutto mi manca terribilmente Daniele. Con lui non mi sentivo mai sola, e adesso sono sola in una città a me sconosciuta con quella maledette ferite aperte che mi fanno male da morire e non ho neanche un posto dove andare. Daniele è tutto ciò di cui ho bisogno, ma devo dimenticarlo come credo lui abbia già fatto. I miei pensieri vengono interrotti dal mio cellulare che non smette di suonare. Guardo il display è lui Daniele. Non gli rispondo, mi farebbe solamente male sentirlo adesso. Anche se la voglia è tanta.  Metto il telefono in tasca ma continua a suonare. Mi metto in piedi non so come ma ci riesco e vado verso casa di Andrea. Lo so sto facendo una cavolata ma se non vado da lui rischio che mi faccio male sul serio. Busso alla porta che ormai sono a terra per il dolore alle ferite.
Andrea: e tu eri quella che non ne aveva bisogno eh? Dai su entra forza
Io: Magari se mi dai una mano non vedi che perdo sangue?
Lui mi guarda con aria dispiaciuta, mi prende in braccio e mi sdraia sul divano. Alzo la mano che ho sopra la ferita e vedo che sta piena di sangue. Inizio a vedere la mano sfogata, la testa che mi gira e poi di colpo non vedo più nulla perdo completamente i sensi. Appena mi risveglio vedo Andrea che mi sta accanto.
Io: Che.. che cosa è successo?
Andrea: Hai perso i sensi sei svenuta, perdevi molto sangue e te le ho medicate adesso sembra tutto apposto
mi fa un dolce sorriso
Io: Va bene grazie, adesso vado è tardi
Andrea: Tu non vai da nessuna parte fino a quando stai in queste condizioni non ti muovi da qui
Io: No devo andare
Mi alzo a fatica, le ferite mi fanno male ma non mi fa nulla devo andare via da qui e anche subito. Prendo la mia valigia posata accanto al divano e cerco di andare verso la porta di casa. Andrea mi strappa la valigia con la mano e poi mi prende la mano.
Andrea: Non puoi andare via in queste condizioni, per giunta non hai un posto dove andare e sei in una città completamente nuova a te
Io: Lo so, ma io qui non posso restare
Mi avvio per andare alla porta ma Andrea mi blocca il passaggio.
Io: Va bene per questa notte resto qui ma domani mattina tolgo il disturbo
Mi fa un dolce sorriso
Andrea: Sono contenta che hai deciso di restare vado a prepararti camera
Prende la mia valigia e sale su mentre io decido di tornare sul divano perché le ferite mi fanno sempre più male. Sento il telefono squillare. Di istinto lo prendo pensando che è Stefany, è da questa mattina non mi ha chiamata per nulla.
Io: Si pronto? Finalmente ti sei degnata a chiamarmi
Ma purtroppo mi sbagliavo non era Stefany ma lui il mio incubo peggiore.
Eric: Per tua sfortuna non sono Stefany, a quanto pare te ne sei andata senza neanche salutarmi, vorrà dire che verrò io a salutarti
Attacco di colpo il telefono buttandolo a terra. Scoppio in un mare di lacrime. Non ci posso credere ancora lui, credevo che finalmente tutto questo incubo fosse finito ma invece mi sbagliavo. Non ho le forze di fare nulla,sento solo la voce di Andrea provenire dal piano di sopra ma non riesco a capire cosa dice, perchè la sua voce è coperta dai miei singhiozzi. Sento la testa scoppiare la sua immagine è impressa nella mia testa,non ce la faccio più adesso vorrei Daniele qui con me. Il dolore è così forte che non riesco a non urlare. Andrea scende di corsa le scale appena sente le mie urla. Mi guarda e senza dire nulla mi abbraccia forte. Non so perché ma mi lascio abbracciare da lui.
Andrea: Va tutto bene tranquilla ci sono io qui con te
Non so perchè ma la sua voce i suoi occhi riescono a farmi calmare un po'.
Andrea: Dai non ti posso vedere così, lo sai
Io: Lascia stare ti prego
Andrea: Come faccio a lasciare stare? Si è vero non ci vediamo da un sacco di tempo ma.. ti voglio bene ancora
A quelle parole mi scappa un piccolo sorriso. Era da tanto tempo che dalla sua bocca non uscivano queste parole. Non gli rispondo mi limito solo a sorridergli. Casey non cascarci di nuovo ti prego sento una voce provenire dentro di me mentre io e lui ci guardiamo intensamente negli occhi.  Ci avviciniamo sempre di più quando gli squilla il telefono. Mi allontano di scatto imbarazzata al massimo.
Andrea: Torno subito
Non gli rispondo gli faccio solo cenno con la testa. Non so cosa mi sia preso, ma quello squillo è stato una salvezza. Sarà la mia debolezza o quel mio difetto che anche se mi ha fatto male non riesco a odiarlo o per il semplice motivo che mi manca un ragazzo che mi ama davvero e allora mi rifugio sempre in lui. Sento la mancanza di Daniele ma se lo chiamo mi fa solo male sentirlo. No devo essere forte. I miei pensieri vengono interrotti da Andrea.
Andrea: Scusa bellezza era un mio compagno di università. Allora dove eravamo rimasti?
Io: Non ti preoccupare, adesso voglio riposare un po' scusa sono stanca
Andrea: Certo che di tempo n'è passato, ma tu non sei cambiata di una virgola sei rimasta sempre la stessa
Io: Si sono sempre quella bambina che hai conosciuta e che è cresciuta assieme a te
Di istinto mi metto una mano sulla bocca. Cavolo Casey ma cosa stai dicendo? No, questo non dovevo dirlo
Andrea: Tranquilla non è successo nulla vieni qui
Mi abbraccia forte a se. Ricordo il suo profumo, non è cambiato affatto è rimasto sempre lo stesso, è buonissimo. Inizia ad accarezzarmi lentamente i capelli. Ricorda ancora i miei punti deboli che tenero. Gli occhi mi si iniziano a chiudere, ma prima che questo succedesse mi allontano da lui.
Io: Scusa, adesso vado a riposarmi un po' sono stanca
Andrea: Certo camera tua è di sopra, la seconda a destra
Io: Grazie
Mi alzo delicatamente dal divano, ho le ferite che mi fanno male e vado verso le scale. Mi aiuto con la ringhiera per salire perchè da sola non ce la faccio. Entro in camera e mi metto subito nel letto. Appena chiudo gli occhi mi squilla il cellulare. Lo prendo e vedo che sul desktop esce scritto Daniele. Non rispondo, poso il cellulare sul comodino accanto al letto e chiudo gli occhi. Ma il mio pensiero è sempre lui Daniele. Mi manca terribilmente. In quel preciso momento mi escono delle lacrime che rigano il mio viso.


Ema
Ciao ragazzi come state? da un sacco di tempo che non ci si sente D:
Per prima cosa mi scuso davvero tanto con voi per il ritardo, 
ma tra le vacanze di natale, poi c'è stato capodanno e non sono stata a casa poi è iniziata
la scuola con tutti i compiti in classe 
e le interrogazioni e non ho avuto un attimo di tempo di continuare la storia,
scusate davvero tanto.Spero che a parte il ritardo il nuovo capitolo vi piace,
io adesso scappo che devo tornare sui libri oggi ancora non ne ho aperto uno :D
 prometto di aggiornare il prima possibile un bacio a tutti :*

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Capitolo 12
*** 12 ***


Dopo qualche minuto cado in un sonno profondo. Sono stanchissima. Quando mi sveglio mi ritrovo Andrea seduto vicino a me. Mi tiro su di istinto, non voglio che mi vede tutta assonnata, già non so cosa ci fa lui qui,troppe attenzioni da lui non me le aspettavo proprio.
Andrea: Buongiorno splendore, ti ho portato la colazione, mi dispiaceva farti alzare in queste condizioni
Dentro di me provo una tenerezza unica verso di lui, che carino che è stato a fare un gesto del genere, ma resto sulle mie.
Io: Grazie mille, ma non dovevi potevo scendere tranquillamente io me la so cavare ancora da sola
Andrea: Sei ancora troppo debole, comunque io adesso vado all'università, c'è Andrea che mi aspetta,A proposito di Andrea, credo che tu ti ricordi di lui
Oddio si Andrea è da una vita che non lo vedo più,chi sa che fine ha fatto, come sta se finalmente si è riuscito a fidanzare...quante cavolate fatte insieme a lui. Ma tutte queste cose le tengo per me, meglio non peggiorare le cose
Io: Si certo che mi ricordo
Non dico altro anche se di cose da dirne ce ne sono un sacco
Andrea: Come vorrei tornare indietro di qualche anno quando uscivamo tutti quanti insieme, le risate nella macchinuccia, le ore passate a guardare il cielo stellato di notte, le patite viste assieme e le sigarette che ci spezzavi e le corse che dopo ti facevi perché avevi fatto una cosa che non dovevi fare... sai mi mancano quei tempi
A quelle parole resto di sasso,da lui non me lo sarei mai aspettato, visto che non me l'ha detto neanche allora... già anche a me mancano quei tempi, dove ero felice, ridevo scherzavo quante cavolate fatte assieme, per quanto possa avermi fatto male resta sempre quel ragazzo che ho amato alla follia, con il quale ho fatto mille cavolate e affrontato un sacco di problemi. No neanche lui è cambiato, si è vero siamo cresciuti ma la testa è rimasta sempre la stessa. Ma tutto questo lo tengo per me.
Io: Già, ma purtroppo non possiamo tornare indietro quel che è fatto è fatto
Andrea: Guarda che lo so che anche a te manca tutto questo, è solo che non lo vuoi ammettere, ti conosco troppo bene
Lo guardo e gli sorrido un po' divertita e allo stesso tempo imbarazzata
Io: Certo che a te non posso nasconderti proprio nulla eh? Adesso vai sennò Andrea sclera
Mi guarda e con dolcezza mi lascia un bacio sulla guancia. Resto a guardarlo mentre scende le scale con le chiavi della macchina in mano e la sua enorme borsa nera dove tiene i libri e il suo pc. Come passa il tempo, quando l'ho conosciuto era un ragazzino, doveva fare 18 anni, e invece guardalo ora, con le chiavi della macchina in mano pronto ad andare all'università chi l'avrebbe mai detto che un giorno ci saremo rincontrati. Casey, torna in te non puoi pensare al passato adesso, quel che è stato è stato, ora alzati vai in bagno lavati il viso e scendi giù. Così scendo dal letto delicatamente e vado verso il bagno. Mi guardo allo specchio, vedo solo una ragazza con il viso pallido, i capelli scompigliati e con due occhi verdi spenti ormai non mi riconosco più. Meglio che mi tolgo da qui altrimenti è peggio. Decido di andare in cucina a mettere qualcosa sotto i denti. Scendo delicatamente le scale, ma le ferite mi fanno un male cane. Riesco ad arrivare in cucina dopo un  bel po'. Appena apro il frigorifero per prendere un po' di latte ma in quel momento mi squilla il cellulare. Piano cerco di andare in sala per andarlo a prendere.
Io Si pronto?
Stefy: Chi non muore si risente! Stella non sai quanto ci manchi qui, sentiamo tutti la tua mancanza sopratutto io! Ma adesso dove sei? cosa fai dimmi un po'
Io: Terso mio! Non puoi capire come mi manchi, mi manca il bar mi mancano le nostre serate mi manca tutto di noi! Mah io nulla sono finita a casa di Andrea l'ho trovato a Barcellona e mi sta dando una mano
Stefy: Che cosa?!? Ancora dietro a quell'essere? No per favore tesoro non cascarci di nuovo te ne prego sai chi è ANDREA!
Io:Si lo so tranquilla Stella non ci ricasco stai tranquilla
Stefy: Me lo auguro guarda.. A proposito perchè non rispondi a Daniele? è preoccupato un sacco per te sta male
Io: Splendore ti dico la verità, credo di essermene innamorata, ma lui a quanto pare ha in mente un'altra ragazza  sinceramente adesso sentirlo mi farebbe solo male..
Stefy: Questo lo avevo capito da tempo, ma chi Beatrice? Quella brutta fatta? No stai tranquilla non stanno insieme, lui non se ne frega proprio fidati di me. Anzi è affianco a me tra un po' mi salta addosso se non gli passo il telefono, ci vuoi parlare?
Io: Non me la sent..
Neanche che finisco la frase che mi sento la voce di Daniele dall'altra parte del telefono.
Daniele: Si può sapere che fine hai fatto? Te ne sei andata senza salutarmi e per di più non rispondi neanche al telefono, Piccola a me manchi un sacco ti prego torna a Roma
Resto spiazzata dalle sue parole, non so cosa dirgli non so cosa rispondergli riesco solo a farfugliare qualcosa
Io: S... Sto bene qui d..davvero forse è meglio che resto qui a B...Barcellona e comunque anche tu mi m... manchi adesso vado ci sentiamo.
Attacco il telefono immediatamente, l'imbarazzo è troppo e il dolore  ancora più forte. Lancio il telefono sul divano e torno di sopra per vestirmi, mi è passata anche la fame adesso. Salgo sopra e cerco qualcosa da mettermi, come sempre mi vesto semplice una maglietta rossa con una scritta bianca e un paio di jeans stretti neri e delle semplici scarpette. Voglio andare a fare un giro, non mi va di stare qui chiusa in una casa che neanche conosco a peggiorare la situazione. Prendo le chiavi di casa e il telefono e chiudo la porta alle mie spalle.  Giro per la città senza metà, non conosco nessuno è una sensazione bruttissima, non so dove andare, non ho un posto ben preciso ma nonostante questo continuo a camminare. Dopo circa mezz'ora mi trovo d'avanti un bar così decido di entrarci almeno mi prendo un tè.
Io: scusi buongiorno, vorrei per favore se è possibile una tazza di tè
Appena il ragazzo che stava dietro al bancone si gira non posso credere ai mie occhi, no non può essere vero.


Ema
Ragazzi da quanto tempo che non ci si sente!
Beh si la colpa è la mia che sono sparita così nel nulla e non ho più aggiornato 
perdonatemi :'( ma tra gli impegni di scuola (tra un mese escono le pagelleAIUTO)
poi ho avuto un po' di problemi di salute con l'influenza sono stata male e poi altri problemi vari
quindi non ho avuto tempo i aggiornare :( Ma nonostante il ritardo spero che continuate a seguire la storia
 perché adesso più si va avanti e più la storia si fa interessante! 
Ragazzi adesso scappo devo andare a cena il mio stomaco reclama :D
Mi raccomando vi voglio in tanti a leggere i nuovo capitolo! Un abbraccio grande a tuttiiiii e buona cena :) 

p.s Prometto che aggiornerò mooolto presto :* 

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Capitolo 13
*** 13 ***


Per favore ditemi che un brutto sogno e che adesso mi sveglio. Ma purtroppo appena sento quella lurida voce mi rendo conto che non sto sognando.
Eric: Io ti avevo avvisata che sarei venuto a salutarti siccome tu non lo hai fatto quando sei partita
Non gli rispondo e provo ad uscire di corsa da bar, ma quell'essere schifoso ha chiuso la porta.
Eric: Credevi davvero che ti facevo andare via così facilmente? Eh no mia cara, allora non hai capito proprio nulla.
Resto bloccata alla porta d'entrata mentre lui si avvicina sempre di più a me. Mi sembra di tornare indietro nel tempo, di rivivere la stessa scena, lui che mi mette le sue luride mani addosso e io che non riesco a reagire non ce la faccio contro di lui non ho speranze, e per di più sono completamente sola. è un passo da me, cerco di scappare ma è tutto inutile vado a sbattere contro il muro. Senza dire nulla mi guarda con quel suo sguardo terrificante, poi mi prende per i capelli e mi butta per terra. Inizia a togliermi la maglietta, io provo a reagire ma lui appena lo faccio mi tira uno schiaffo in pieno volto e dei calci nello stomaco e sul fianco. Ormai la maglietta è andata, le ferite si sono riaperte e sono anche peggiorate e adesso sicuramente finirà la sua opera, a me non mi resta altro che piangere dal nervoso e dal dolore. Come immaginavo dopo la magliette mi toglie anche il reggiseno e mentre mi tiene bloccata i polsi inizia a baciarmi ovunque. Non riesco a liberarmi, la stretta è troppo forte. Dopo qualche minuto mi toglie anche i jeans violentemente e questa volta mi sbatte contro il muro con tutta la forza che ha, mentre anche lui si togli e suoi orrendi jeans.
Eric: Credevi davvero che potevi sfuggirmi? Eh no cara quante volte ti ho detto che sei mia? Ormai non hai più scampo, questo è il risultato di chi prova a provocarmi
Non riesco neanche a pronunciare una parola, riesco solo a piangere per il dolore e per lo schifo che sta facendo. Vorrei reagire ma è presa è troppo forte e io sono troppo debole per reagire. Finalmente dopo circa mezz'ora di una scena orrenda mi lascia, si tira su i pantaloni e mi sbatte in faccia la maglietta.
Eric: Ci rivediamo presto mia cara.
Dopo quelle ultime parole mi guarda soddisfatto del suo "lavoro" e poi esce al quanto soddisfatto. Io resto a terra ancora nuda, con il sangue che mi esce da tutte le parti per via delle ferite aperte, ma non mi importa, riesco solo a piangere disperatamente. Resto a terra per un po' di tempo, poi cerco di rivestirmi con il sangue che ancora esce a fiumi. Voglio uscire da questo lurido posto il prima possibile.   Faccio il prima possibile e dopo qualche minuto mi trovo fuori da li. Continuo a camminare per le strade di Barcellona senza sapere dove sto andando, non capisco più nulla, so solo che in questo momento vorrei trovarmi tra le braccia di Daniele e il sorriso di Stefany. Vorrei tornare a casa, ma le gambe purtroppo non mi reggono, il sangue continua a uscire dalle ferite e io sono troppo debole per camminare. Per fortuna qui ci sono panchine sparse un po' ovunque così mi siedo sulla prima panchina che trovo. Mi guardo intorno in continuazione, e vedo solo tanta gente passeggiare tranquillamente, ragazze che ridono e scherzano con i propri ragazzi e chi corre a destra e a manca perchè magari è in ritardo al lavoro.  Come vorrei tornare anche io alla mia vita di prima, e magari chissà poter ridere e scherzare con un ragazzo che mi ama davvero. Per un attimo torno indietro nel tempo, e ripenso a quando io e Andrea ci siamo messi insieme, io avevo appena 13 anni e lui doveva fare 18 anni, era tutto così bello, le giornate le passavo con lui, tornavo a casa mangiavo e subito dopo mi andavo a preparare perchè sapevo che sarebbe passato a prendermi con il suo bianco e bellissimo motorino. Quante uscite fatte su quel motorino assieme, lui correva e io abbracciata stretta a lui urlando Vai paino cavolo e lui rideva, si gira mi guarda e mi diceva "Zitta polla mia" le serate passate nei pub abbracciati e a riempirci di baci, la sua dolcezza il suo sorriso bello come il sole. Si lo ammetto mi manca tutto questo. Invece adesso mi ritrovo sola in una città che non conosco, piena di sangue per tutto il corpo e un dolore assurdo provocato da un pazzo maniaco e per di più non ho nessuno. I miei occhi si ricoprono di nuovo di lacrime che scendono rigando il mio viso. Il dolore è lacerante, aveva ragione Daniele quando da piccola mi sbucciavo le ginocchia e piangevo mi diceva sempre "Meglio le ginocchia sbucciate che non un cuore infranto" Prima non capivo quelle parole ma adesso si e aveva ragione. Con quelle poche forze che mi rimangono mi alzo disperatamente da quella panchina, forse per il nervoso o semplicemente perchè ricordare tutto questo fa veramente male. Torno indietro con la speranza di trovare la strada di casa di Andrea. Speriamo che torna il più tardi possibile dall'università, non ho per niente voglia di vederlo, non adesso, e sopratutto in queste condizioni. Per fortuna il rosso della maglietta si confonde con il sangue che non smette di uscire dalle ferite, ma almeno non si nota eccessivamente. Questa volta per fortuna sono ancora viva per miracolo, la prossima volta non credo di riuscire a sopportare un altro dolore come questo. Non so neanche io chi mi da la forza di stare in piedi in questo momento. Spero solo di avere le forze per arrivare a casa. Mentre sto tornando a casa mi squilla il telefonino. Con quel briciolo di forza che mi è rimasto nelle braccia lo prendo e vedo chi è che mi cera. Sul display esce la solita scritta Daniele. Adesso non è il momento Dani, non ce la farei a parlare, e sopratutto a sentirti già sto troppo male di mio. Così senza pensarci due volte rifiuto la chiamata. Non poso il telefono perchè sapevo che mi avrebbe richiamata più volte, ma stranamente non l'ha fatto. Presa da tutti questi pensieri, senza rendermene conto sono tornata a casa. Prendo le chiavi e apro finalmente quella benedetta porta. Quando entro per fortuna Andrea ancora non è tornato a casa. Sfinita mi sdraio sul divano e dopo un po' vedo tutto nero. Quando riapro gli occhi, sono nel letto e accanto a me c'è Andrea. Non riesco a capire cosa ci faccio nel letto e sopratutto lui quando è tornato.
Io: Cos'è successo? e tu quando sei tornato?
Andrea: Ti ho trovato sul divano svenuta, perdevi sangue ovunque avevi le ferite aperte. Tranquilla te l'ho già medicate. Si può sapere cos'è successo? Tu mi preoccupi
Io: Oddio non ricordo nulla, nulla tranquillo va tutto bene non preoccuparti
Andrea: Se va tutto bene tu hai dieci in matematica
Sorrido divertita. Già, io non sono mai stata una cima in matematica, infatti quando andavo alle medie e eravamo insieme mi aiutava lui con i compiti
Io: Cosa vorresti dire? Chi te lo dice a te che nel tempo non sono migliorata? Ah comunque grazie
Andrea: Si va bene l'importante è crederci, e di cosa splendore tu lo sai io ci sono sempre adesso riposati per qualsiasi cosa chiamami io sono di sotto.
Gli faccio cenno di si con la testa, come per dire va bene e poi mi scocca un dolce bacio sulla guancia. Lo guardo mentre scende le scale, che carino che è, forse un pochino è cambiato. Provo a chiudere gli occhi per poco tempo ma appena lo faccio mi trovo il suo volto d'avanti. è diventato un vero e proprio incubo! Non riesco a stare nel letto così decido di alzarmi, ma appena ci provo cado per terra le gambe non mi reggono. Sento Andrea salire le scale e urlare il mio nome.
Andrea: Sei sempre la solita combina guai, ma mi spieghi che ti salta in mente di alzarti da sola? Vieni ti aiuto io
Io: No ce la f...faccio da s..sola
Andrea mi guarda come per dirmi non credo proprio che sia così,mi prende in braccio e mi porta giù appoggiandomi delicatamente sul divano. Ci guardiamo intensamente negli occhi  e ci troviamo a un centimetro di distanza, sfiorandoci le labbra.


Ema
Ciao bellezze, come state? Spero bene :)
Come vi avevo promesso ho aggiornato il prima possibile, ogni promessa è debito d'altronde :D
Questo capitolo è un bel po' duro, se urto la sensibilità di qualcuno chiedo scusa,
ma come sapete la storia si basa su questo argomento.

Adesso scappo che devo ancora finire di studiare Storia!
Continuerò ad aggiornare il più presto possibile un bacio grande!
E grazie a tutti quelli che continuano a seguire la storia,
buona domenica a tutti alla prossima bellezze! :) 

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Capitolo 14
*** 14 ***


La voglia di baciarlo è tanta, forse per il semplice motivo che mi mancano ancora i bei tempi trascorsi con lui, come si dice il primo amore non si scorda mai. Ma mi trattengo e mi sposto un po' più in dietro imbarazzata al massimo. Ci continuiamo a guardare negli occhi per qualche secondo finché quel momento non viene interrotto dal suono del suo cellulare che continua a squillare.
Andrea: Scusa vengo subito, sicuramente sarà quel rompi scatole di Andrea sai com'è fatto per qualunque cosa mi chiama, non è cambiato poi così tanto.
Io: Tranquillo rispondi non preoccuparti
Si alza dal divano e si allontana un po' da me per parlare al telefono. Mentre aspetto Andrea che finisce di parlare al telefono cerco di alzarmi e prendere il telecomando della televisione appoggiato sul tavolo di vetro di fronte al divano.  Cerco di alzarmi ma non ci riesco mi fanno troppo male quelle dannate ferite. Non ce la faccio più, ho perso completamente la mia autonomia, la mia libertà. Voglio tornare a lavorare al bar, si è vero è peggio di un manicomio li dentro ma mi manca, mi manca Stefany le nostre serate, mi manca Daniele quel ragazzo dolcissimo quell'amico, un fratello o forse qualcosa di più, mi manca la mia casa disordinata al massimo, i libri sparsi per casa, le chiavi della macchina che non so mai dove le metto, rivoglio la mia vita rivoglio la Casey che sono sempre stata perché questa che vedo non sono io. I miei occhi si riempiono di lacrime che lentamente  scivolano sul mio viso. Adesso grazie a quell'essere schifoso sono costretta a stare su un divano senza potermi muovere per il dolore alle ferite, con la testa che mi scoppia perché non ci capisco più nulla, da una parte c'è Daniele il ragazzo dolcissimo che amo dall'altra parte c'è Andrea il mio primo ragazzo che ho amato tanto per cui ho sofferto troppo, ma che mi sta aiutando ad uscire da questa situazione pietosa, cosa fare? Tornare a Roma da Daniele e Stefy o restare qui con Andrea in una città totalmente sconosciuta? Non so cosa fare ho la testa in una totale confusione, ma per il momento credo che resterò qui forse è meglio. Stringo forte a me il cuscino che stava sul bracciolo del divano e lo mordo per nascondere i singhiozzi che non riesco a trattenere. Non riesco più a reagire, eppure sono stata sempre quella ragazza che anche se prendeva delle batoste si alzava si dava forza e ricominciava da zero ma adesso no, non ho le forze di far nulla, mi sento malissimo. Sono disperata non so più cosa fare, quel ragazzo mi ha reso la vita un inverno. Basta io non ce la faccio più non so dove sbattere prima la testa. I miei pensieri e la mia confusione vengono interrotti da Andrea che si siede vicino a me. Mi asciugo velocemente le lacrime senza farmi vedere e con le ultime energie che mi sono rimaste faccio un sorriso, giusto per cercare di nascondere quelle lacrime.
Andrea: Perché stavi piangendo?
Io: Non stavo piangendo e che ho sbadigliato e mi sono grattata gli occhi tutto qui tranquillo
Andrea: Non mi dire cavolate ti conosco troppo bene e so che non è così dai dimmi cos'è successo
Io: Nulla davvero, sto bene è solo un po' di stanchezza.
Mi guarda come per dirmi è inutile che fingi tanto ti conosco troppo bene. Decido di non rispondere e gli faccio un sorriso se così si può chiamare, giusto per rassicurarlo un po'. Non voglio sentire suoi commenti, sopratutto se riguardano il passato, ho già la testa incasinata abbastanza. Lui continua a guardarmi sperando che io gli dica qualcosa ma faccio finta di nulla. Quel momento imbarazzante viene interrotto dal mio cellulare che suona in continuazione.
Io: Scusa che ti comando ma siccome non posso muovermi mi passi il mio cellulare? è sul tavolo
Andrea: Non preoccuparti te lo prendo subito.
Mi passa il cellulare e poi mi guarda in un modo abbastanza strano. Guardo il desktop del cellulare e c'è scritto Daniele. Vorrei rispondere ma non so se faccio la cosa giusta.
Andrea: Dai rispondi
Io: No, forse è meglio di no
Andrea: So che vuoi farlo e che hai solo un po' paura.
Non so perché ma le parole di Andrea mi convincono e rispondo.
Daniele:Piccola, finalmente ti sei decisa a rispondermi, non ce la facevo più a non sentirti, come stai? Dove sei adesso? Sono preoccupato ti prego torna a Roma mi manchi un sacco davvero
Io:Sono da Andrea, lo so non dirmi nulla ma mi sta dando una mano con quel bastardo
Daniele: Andrea? E adesso che centra quell'essere schifoso? Ho deciso se Maumetto non va dalla montagna è la montagna che va da Maumetto
Io: Non capisco cosa intendi dire
Daniele: Che vengo io a Barcellona non posso lasciarti li con Andrea
Io: Sto bene qui davvero non preoccuparti
Daniele: Stai bene, certo questa è stata bella come battuta, anche se stiamo lontani so che stai malissimo e che fino a poco tempo fa hai pianto
Io: Non ti posso nascondere nulla vero? Si è vero lo ammetto ho pianto non ce la faccio più tesoro quel lurido Bastardo l'ha fatto di nuovo e sto uno schifo, adesso tesoro scusami ma vado a dormire sono stanca ci sentiamo ciao ti adoro
Daniele: Va bene stella ci sentiamo ti adoro dolce notte e sogni d'oro
Attacco il telefono con Daniele, sto per scoppiare di nuovo a piangere ma mi trattengo Andrea mi guarda dalla cucina e non voglio farmi vedere piangere.
Andrea: La cena è quasi pronta
Io: Non ho fame grazie ho lo stomaco chiuso
Andrea: Non vedo dove sia il problema, te lo faccio aprire io
Mi scappa un leggero sorriso, è sempre stato testardo, è inutile non li faccio cambiare idea neanche se casca il mondo. Dopo qualche minuto mi porta un vassoio con sopra una cotoletta e un paio di patatine fritte.
Andrea: Ecco fatto poi dimmi se è buono mi raccomando ci tengo!
Io: Ma veramente io non ho fame
Andrea: Cosa? credo di non aver capito bene
Intanto prende una patatina fritta e me l'ha infila dritta in bocca.
Io: La prossima volta avvisa, mi stai affocando
Andrea: Beh ma almeno mangi qualcosa
Sorrido e poi con le ultime forze che mi restano prendo la forchetta e porto alla bocca un pezzetto di cotoletta anche se non vuole andare proprio giù.
Andrea: Ma è possibile che a te per farti mangiare bisogna usare le maniere forti? Ma sei un guaio
Io: Ma ti avevo avvisato che non ho fame, la colpa non è mia
Andrea: No è la mia guarda
Io: Senti non sono io che non ho fame è il cibo che si rifiuta di entrare nella mia bocca
Scoppia in una risata di gusto. Io lo guardo non capendo cos'ha tanto da ridere.
Andrea: Certo che non sei cambiata di una virgola
Io: Senti chi parla, adesso vado a dormire se non ti dispiace sono davvero stanca mi fa male tutto davvero
Andrea: Tranquilla non preoccuparti, ti accompagno io che da sola non ce la fai
Io: Si che ce la faccio stai tranquillo
Cerco di alzarmi dal letto ma non ci riesco e cado a terra.
Andrea:Non ho mai capito perché vuoi fare sempre tutto da sola anche quando non puoi
Io: Non voglio disturbare nessuno, non voglio che ti preoccupi per me tutto qui
Mi guarda con uno sguardo che fa tenerezza, e poi mi prende in braccio portandomi in camera mia. Mi appoggia delicatamente sul letto, mi lascia un bacio sulla guancia e senza dire nulla si chiede la porta alle sue spalle. Resto sola in camera, sdraiata su quel letto con la testa che mi scoppia e con i miei mille pensieri. La confusione è la cosa che non sopporto proprio fa star solo male, forse sono solo io che non sono in grado di prendere una decisione. Mi appoggio delicatamente sul fianco e chiudo gli occhi con le lacrime che scorrono sul mio viso, e mi addormento per la stanchezza. La mattina dopo mi risveglio che ho tutte le ferite che mi fanno male, sto a pezzi. Cerco dia alzarmi dal letto e fortunatamente ce la faccio anche se a fatica. Vado in bagno mi lavo in fretta e furia e poi torno in camera per vestirmi. Scendo giù e trovo Andrea che prepara la colazione. 
Andrea: Adesso stavo salendo io a portarti la colazione in camera
Io: Tranquillo sono scesa io, non mi chiedere come perché non lo so
Mi sorride e poi mi porta un bicchiere con la spremuta d'arancia.
Andrea: Bevi, io scappo all'università, ci vediamo dopo e non ti muovere di casa
Io: Va bene a dopo
Mi scocca un bacio sulla guancia al volo e poi esce di fretta e furia. Bevo a sorsi la spremuta, anche perché se non mangio e bevo qualcosa rischio davvero di finire male. Ma l'unica cosa che non riesco a fare e stare chiusa in casa. Basta voglio prendere aria anche se già so che è molto pericoloso. Poso i bicchiere nel lavandino e con un po' di timore esco da quella casa. Inizio a camminare per la città, non so dove sto andando ma almeno mi svago un po'. Ad un certo punto mi sento tirare per un braccio. Mi giro e vedo ancora lui, basta non ce la faccio più.
Io: Si può sapere che vuoi ancora da me? Basta io non ce la faccio più sparisci dalla mia vita
Eric: Sai cosa voglio da te, che stiamo insieme
Mi blocca le mani dietro la schiena, e poi inizia a baciarmi come sempre. Non riesco a reagire le ferite mi fanno un male assurdo, e non riesco a sopportare quella sua squallida bocca sul mio corpo. Mi inizia a togliere la maglietta ma in quel momento sento un rumore di una moto che viene verso di noi. Eric mi lascia facendomi cadere a terra violentemente e poi mi tira un calcio nel fianco. Resto a terra a piangere quando la moto si ferma, il ragazzo che sta sopra scende e mi aiuta ad alzarmi. Appena alzo gli occhi per vedere chi è quel ragazzo che mi ha salvata da quell'essere schifoso e non credo a ciò che vedo. Non posso crederci.


Ema
Ragazziiiii buongiorno, come va? Spero tutto bene,
dai che oggi è Sabato e si esce divertimento amici e tante risate :D
io nel frattempo vi lascio con un nuovo capitolo appena scritto :)
spero tanto che vi piaccia un grandissimo bacio e abbraccio a tutti e buon Sabato sera :D :*

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Capitolo 15
*** 15 ***


Resto di sasso alla vista di Daniele. Non ci potevo credere è venuto fin qui con la moto. Lo abbraccio forte con quelle poche forze che mi sono rimaste.
Daniele: Piccola tranquilla adesso ci sono io con te
Non rispondo, non ne ho le forze riesco solo a piangere a singhiozzi sul suo petto, il suo profumo si mi mancava.
Daniele: Adesso basta piangere ti prego, non sono venuto fin qua per vederti piangere, ridi che sei molto ma molto più bella
Alzo la testa e mi asciugo le lacrime con quelle ultime forze che mi rimangono. Faccio un piccolo sorriso.
Io: C..Come hai fatto ad a...arrivare fin qui? E poi con la mo..moto?
Daniele: Certo, sai che non mi separo mai dalla mia bellissima e adorata moto, e poi ti ricordi quante ne abbiamo passate su questa moto?
Mi guarda dolcemente e poi mi fa un sorriso bellissimo.
Io: Già troppe direi,mi sei mancato tesoro
Mi abbraccia forte a se e mi accarezza i capelli dolcemente. Restiamo abbracciati per un po' di tempo. Sono felicissima che sia qui, adesso mi sento protetta.
Daniele: Dai non credi che sia ora di tornare a Roma? Mi sono trasferito proprio per permetterti di stare più tranquilla, così quel bastardo non potrà più avvicinarti a te..non ce l'ho permetto di nuovo questa volta
Io: Si, hai ragione, mi manca la mia amata città, mi manca Stefy e mi mancavi un sacco tu, si ma io ho una casa ricordi?
Daniele: Quale casa? Ah si giusto casa nostra vorrai dire, ancora non ti ho detto che ho portato tutte le tue cose lì i tuoi vestiti che avevi lasciato a casa tutto
Io: N... no non ci posso credere già hai pensato a tutto?
Daniele: Si certo è il minimo che possa fare, adesso che ne dici se andiamo a riprendere le valige e torniamo a Roma?
Io: Si andiamo
Daniele mi aiuta a salire sulla moto, siccome io non ce la faccio a causa delle ferite. Mentre andiamo verso casa di Andrea sento il vento della moto sulla pelle, i capelli che mi volano da tutte le parti e quella leggerezza che non provavo da tempo. Salire di nuovo sulla moto insieme a Daniele è come tornare indietro  nel tempo. Ricordo la prima volta che sono salita sulla sua moto, avevo 13 anni, non sapevo come salirci era troppo alta per me, e non sapevo neanche come si allacciava il casco infatti me lo allacciava sempre lui. All'inizio avevo paura, lui andava veloce e io urlavo con tutta me stessa per farmi sentire  "Tesoro rallenta per favore vai pianoo" lui rideva di gusto e mi rispondeva " Tranquilla piccola, tu abbraccia forte i miei fianchi, appoggia la testa sulla mia schiena e chiudi gli occhi" Mi rispondeva sempre così, e mi ricordo che funzionava sempre, perchè una volta che lo stringevo forte a me e chiudevo gli occhi mi sentivo protetta.  La sera dopo che finiva di lavorare, mi passava a prendere a casa, e poi andavamo a prendere Stefy al bar che di solito andava a piedi perchè era sempre in ritardo e non aveva tempo per trovare le chiavi della macchina sparse per casa. Un ragazzo che lavora ai Ris che va in moto con tre persone dietro. Di solito io essendo la più piccola mi mettevo sempre in mezzo tra Daniele e Stefany. Una sera mentre stavamo andando a casa, troviamo la polizia che ci ferma. " Scusa ma lei lo sa che a tre è vietato andare in moto? Mi faccia vedere il libretto e la patente per cortesia" io stavo morendo di paura, perchè credevo che gli ritiravano la patente e anche la moto. Ma Daniele non si fece prendere dal panico, rispose " Si lo so scusate, io sono un vostro collega lavoro nei Ris, può controllare se vuole, ma questa è un emergenza, sa mia nonna sta poco bene è in fin di vita e stiamo andando in ospedale, sa la ragazza ci teneva a vedere la nonna prima che arriva la sua ora" il poliziotto non disse nulla, guardò Daniele e con una mano fece il segno di andare. Io e Stefany ridevamo di gusto, perchè solo a Daniele poteva venire in mente di dire una cosa simile. Mentre io sorrido nel ricordare tutto questo, vedo Daniele che mi passa una mano d'avanti il viso.
Daniele: Vuoi restare sulla moto? guarda che siamo arrivati
Io: Scusa, stavo pensando e non ho fatto caso che siamo arrivati
Daniele: Scommetto che stavi pensando a nonna in ospedale in fin di vita?
Io: Si
Ci guardiamo negli occhi e dopo un po' scoppiamo a ridere,mentre cerco di scendere dalla moto. Mi avvio verso la porta di casa di Andrea, mentre faccio cenno con la mano a Daniele di aspettarmi li, tra lui e Andrea non è mai corso buon sangue. Appena entro a casa non vedo nessuno, così penso che Andrea non è ancora tornato dall'università, forse meglio così gli invierò un messaggio dopo per ringraziarlo e digli che mene sono andata. Appena salgo in camera mia vedo Andrea che sta nel letto insieme a una ragazza,molto probabilmente la sua ragazza. Per fortuna non mi ha vista e corro subito fuori da Daniele. Non ci posso credere, è fidanzato e non mi ha mai detto nulla, è stato così gentile in questi giorni non posso crederci. Cavolo Casey ti sei fatta prendere di nuovo in giro da lui. Non è cambiato affatto è sempre rimasto lo stesso che ho conosciuto quattro anni fa,scema io che mi sono fidata di nuovo di lui non dovevo farlo.
Io: Andiamo via per favore
Daniele: Ma la tua valigia?
Io: Non fa nulla andiamo per favore
Daniele senza dirmi nulla mi guarda con uno sguardo dispiaciuto, mi aiuta a salire in moto e poi finalmente ci allontaniamo da quella maledetta casa.  Per tutto il viaggio non ho fatto altro che pensare ad Andrea, non potevo crederci altro che Andrea, il suo migliore amico lui stava al telefono con la ragazza poteva anche dirmelo toglievo il disturbo. Sono delusa,arrabbiata,dispiaciuta e chi ne ha più ne metta. Per fortuna che adesso me ne ritorno a Roma mi riprendo la mia vita. Dopo qualche ora di viaggio, finalmente arriviamo a Roma.
Io: Tesoro sai dove portarmi
Daniele: Certo  anche di corsa, tieniti forte piccola
Dopo quella frase Daniele preme sull'acceleratore, mentre io mi stringevo forte a lui con la testa appoggiata sulla sua schiena come facevo quando ero piccola. La velocità mi è sempre piaciuta lo ammetto, poi di lui mi fido a occhi chiusi ma è anche vero che non mi capita tutti i giorni di andare su una moto a 250km/h e quindi ho anche un po' paura,per Daniele invece sta andando anche piano perchè ci sono io dietro, ha sempre amato le macchine e i motori e ha la testa un po' pazzerella ma è proprio questo che mi piace di più di lui. Dopo neanche un quarto d'ora arriviamo al bar. Appena entro provo un'emozione enorme, è bellissimo dopo tanto tempo tornare nel bar dove ho sempre lavorato, e a quanto pare non è cambiato di una virgola, perchè è sempre piano di gente. Stefany è impazzita, corre da un tavolo ad un altro senza neanche rendersi conto che sono tornata e che con me c'è Daniele,così ne approfittiamo della situazione e ci sediamo come tutti gli altri ad un tavolo a chiedere un'ordinazione. Daniele si camuffa la voce, gli riesce benissimo, e chiama Stefany che da dietro al bancone urla che arriva subito. Appena Stefany arriva al nostro tavolo con il suo blocchetto e la sua penna dove scrive le ordinazioni  resta di pietra e non riesce a dire neanche una parola.
Io: Stella, guarda che non hai visto un fantasma sono tornata, e questa volta per restare
Stefy mi sorride e senza dire nulla mi abbraccia forte con le lacrime che gli scorrevano sul viso per la gioia.
Daniele: Mi raccomando a tuo fratello non lo salutare
Stefy: Ma se ti vedo ventiquattro ore su ventiquattro a te, adesso permetti che mi strapazzo di coccole la mia sorella?
Daniele: Ma tu guarda che sorella ingrata che ho.
Io e Stefy scoppiamo a ridere di gusto. Certo che è sempre più bello, con quei suoi ricci neri tutti spettinati quegli occhi neri come la mezzanotte che se li guardi ti ci perdi e quel suo fisico bellissimo, si è vero non ha la tartaruga ma non mi importa, è sempre bello, e poi è più tenero del solito, devo ammetterlo mi mancava troppo.
Stefy: Terra chiama Casey, ehi sei viva?
Io: Eh si scusa stavo pensando
Daniele: Non pensare troppo che a te fa male, e sopratutto non pensare troppo ad Andrea.
Appena pronuncia il nome Andrea cambia tono di voce e anche espressione diventa triste, come se è geloso, e devo ammettere che mi fa molto piacere.
Io: Ah guarda non parlarmi di quell'essere schifoso per favore non voglio sentirlo nominare
Stefy: Ah tu mi devi ancora raccontare un paio di cose
Io: Certo, adesso splendore vado a casa sono stanchissima ci vediamo dopo
Stefy: Va bene piccola a dopo e mi raccomando riposati
Ci salutiamo con un forte abbraccio, e poi esco con Daniele dal locale pronti per tonare a casa. Appena arrivati Daniele apre la porta e mi fa strada.
Daniele: Questa è la tua nuova casa, anzi la nostra casa
Io: Ma è bellissima.
Senza aggiungere altro seguo lui che mi fa vedere le varie stanze della casa. Appena mi fa vedere camera mia, resto senza parole. C'è un letto matrimoniale con un piumone di colore rosso e un copri letto tutto di pizzo ricamato dello stesso colore delle lenzuola. Affianco al letto c'è un piccolo comodino con il telefono poggiato sopra, e un armadio grandissimo di colore Bordò dove dentro ci sono mille vestiti. Poi c'è un balcone e di fronte c'è un panorama bellissimo,si vede il Colosseo.
Io: Tesoro mio è favolosa, non so cosa dire
Daniele: Non devi dire nulla l'importante e che ti piace
Senza dire nulla lo abbraccio forte,è di una dolcezza unica. Ma il nostro bellissimo momento viene interrotto dal cellulare di Daniele che squilla.
Daniele: Piccola torno subito
Io: Si tranquillo vai rispondi
Intanto io guardo quel bellissimo panorama, ma dopo qualche minuto mi raggiunge Daniele.
Daniele: Piccola scusa io devo scappare al Ris come sempre ti prometto che stasera torno in tempo per la cena e tu non ti muovere da qui, ci vediamo stasera un bacio.
Non faccio in tempo di rispondere, che mi scocca un bacio sulla guancia e poi giù di corsa per le scale, non cambia mai è sempre il solito. Io invece mi sdraio sul letto, sono stanchissima il viaggio mi ha uccisa. Appena mi sdraio, sento che mi vibra il cellulare, è un messaggio da parte di Stefy.
"Sorè, io tra qualche minuto sono a casa tu aspettami li mi raccomando un bacio"
Decido di non rispondere perchè  tanto già so che sta per strada. Ma dopo qualche minuto mi squilla di nuovo il cellulare, lo prendo convinta che è Stefany che si è dimenticata di dirmi qualcosa così rispondo. Ma purtroppo per mia sfortuna non è Stefany. Ancora una volta sento la sua schifosa voce dall'altra parte del telefono.
Eric: Ma che bella sorpresa sei tornata a Roma, e non mi hai detto nulla, no non si fa proprio così, la scorsa volta ti sei salvata ma la prossima non verrà nessuno a salvarti, ci vediamo presto
Non faccio in tempo a risponderlo che chiude il telefono. Non è possibile non ho neanche messo piedi a casa che già sa dove sono? Non ci posso credere, è un incubo basta non lo sopporto più. Il mio viso ancora una volta è ricoperto di lacrime. Ho paura di alzarmi da letto, me lo potrei trovare d'avanti da un momento all'altro. Inizio a tremare come una foglia. Non vedo l'ora che arrivi Stefy. Nel frattempo che ho il cellulare in mano decido di mandare un messaggio ad Andrea per dirgli almeno grazie anche se non se lo merita.
"Grazie di tutto ciao"
Dopo qualche secondo mi arriva un messaggio da parte sua.
"chi sei?"
Cavolo è vero non ha più il mio numero, ma non voglio dirgli chi sono, non mi sembra il caso così decido di fare un po' la misteriosa.
"mi conosci ti dico solo questo"
Il telefono dopo un po' mi squilla,guardo il display e vedo un numero che non conosco ma non rispondo perchè so che è lui e non deve sapere chi sono. Dopo un po' mi arriva un altro messaggio sempre da questo numero
"Scusa ma si può sapere chi diamine sei? La smetti di inviare i messaggi al mio ragazzo? Io sono la ragazza di Andrea si può sapere con chi ho il piacere..."
Non ci posso credere, fa rispondere alla ragazza, ma che razza di uomo sei? Certo che non è cambiato di una virgola, è rimasto un pauroso incredibile, per non parlare del suo carattere che si diverte a prendere in giro le persone. Decido di non dargli soddisfazioni e rispondo
" Scusa devo aver sbagliato numero io  cercavo Massimo un mio amico... non conosco nessuno che sia chiama Andrea scusa ciao"
Non ci posso credere, questi giorni è stato così carino, tutta apparenza come al solito, perchè il vero Andrea è questo, che si prende gioco delle persone, e poi a quella cosa brutta della ragazza gli conviene stare calma, perchè se sa che ci ha provato con me non penso che sia così tanto contenta, ma per sua fortuna non sono una ragazza vendicativa o che porta rancore quindi lascio le cose come stanno anche se tutto questo lo ammetto fa male. Le lacrime non smettevano di scendere dai miei occhi, in quelle lacrime non c'è solo acqua ma c'è anche tanto dolore. I miei pensieri vengono interrotti dal rumore della porta che sbatte. Ho paura di andare a vedere chi è, quindi non mi muovo dal letto. Mi porto le ginocchia al petto e abbasso la testa, non voglio sapere chi è appena entrato da quella porta, ho paura che è lui. Una mano mi accarezza delicatamente le braccia e con molta paura alzo la testa.
Stefy: Io mi sa tanto che mi sono persa qualcosa
IO: Oddio sorè sei tu grazie al cielo
Stefany: Scusa perchè chi doveva essere?
Io: Mi ha chiamato di nuovo e sa dove sono
Stefy: Davvero? O santo cielo avverto subito Daniele
Io: No aspetta tanto tra un po' torna, più tosto leggi qua
Gli passo il cellulare con i messaggi di quella specie di ragazza di Andrea. Non so se sono più schifata delusa o piena di dolore.
Stefy: Per prima cosa di a questa che deve abbassare il tono della voce, perchè se la prendo io il suo caro ragazzo fa una brutta fine perchè lei non sa nulla di chi è Andrea e poi se mi dice qualcosa la sbatto vicino al muro a due a due finchè non trovo un numero dispari.
Guardo Stefy e gli faccio un piccolo sorriso con quelle poche forze che mi sono rimaste. Senza dire nulla mi abbraccia forte a se per tranquillizzarmi un po'. Menomale che c'è lei, non ne posso, adesso ci mancava Andrea per completare l'opera.
Stefy: Bellezza asciugati le lacrime, che se viene Daniele e ti vede così poi rompe le scatole a me, ah a proposito di Daniele come vanno le cose? Ce l'ho hai detto?
Io: No stella, non ce la faccio, non posso dirgli che lo amo almeno non adesso
In quel preciso momento apre la porta di camera Daniele.
Io: Stavate parlando di me?
Stefy: Si guarda, non sapevamo di chi parlare... ma per favore
Guardo Stefy che mi ha coperta e gli faccio l'occhiolino come per dire grazie. Daniele di avvicina a me e senza dirmi nulla mi abbraccia e mi da un bacio sulla guancia al volo,poi poi tutto sulla scrivania.
Daniele: Allora che ci mangiamo questa sera di buono?
Stefy: Ecco appunto è quello che dico anche io a te
Daniele: Perchè non hai preparato nulla? E che hai fatto fino ad adesso?
Stefy: Sono stata con mia sorella
Prima che Daniele risponde lo blocco, perchè sennò non la smettevano più, quando iniziano quei due sono peggio di Tom e Jerry.
Io: Ok basta ho capito, adesso scendiamo tutti e tre e andiamo a preparare la cena vi do una mano anche io e questa volta non si discute
Daniele e Stefy scoppiano a ridere e poi scendiamo tutte e tre giù pronti per preparare la cena. Anche se non ho forze mi fanno male le ferite ma è giusto che ci do una mano anche io, così con quelle poche forze che ho mi metto il grembiule e mi metto ai fornelli.
Daniele" Io giro le cotolette
A quelle parole io e Stefy scoppiamo a ridere.
Io: Troppo lavoro tesoro
Daniele: Si hai visto come sono bravo a cucinare?
Stefy: Si assai guarda, muovi il sedere, mentre gli appoggia la mano piena di farina sulla spalla
Io guardo Stefy e poi ci battiamo il cinque.
Daniele: Voi due non vi convincete, cosa avete combinato?
Si guarda la maglietta e poi vede la manata di Stefy sulla spalla,così prende il barattolo di cacao e lo lancia addosso a me e a Stefy. Iniziamo a fare la lotta in cucina, farina che vola a destra cacao che vola a sinistra e per fino lo zucchero a velo. Siamo tornati bambini in quel momento, ci divertiamo come pazzi quando poi tutti sporchi crolliamo sul divano distrutti.
Io: Altro che cena guarda cosa abbiamo combinato
Stefy: Dai io resto qui a pulire mentre voi andate di sopra a farvi una bella doccia guarda come siete zozzi
Io e Daniele scoppiamo a ridere. Lo guardo e lo vedo più bello del solito. Con quei suoi ricci neri come sempre scombinati pieni di farina, con le guance sporche di cacao e la maglietta bianca e marrone è bellissimo, sembra un bimbo che ha appena finito di giocare con i suoi amici.  Improvvisamente mi accorgo che Daniele mi passa la mano d'avanti al viso.
Daniele: Bellezza allora andiamo?
Io: Si scusami stavo pensando
Daniele: Eh so io a chi
Io: Non ti fare strane fantasie perchè non è così, adesso andiamo a lavarci che è meglio
Saliamo sopra, Daniele va in un bagno e io in un altro mentre Stefy poverina è alle imprese con la cucina. Mi metto sotto la doccia dove ci resto per un bel po'. Ho mille pensieri per la testa, voglio dire quello che provo a Daniele ma non mi sembra il caso adesso, Andrea quello stronzo che ancora una volte mi ha presa in giro, per non parlare della ragazza i nervi mi saltano proprio, e poi c'è lui il mio più grande incubo Eric. Spero che tutta questa storia finisca presto, non ne posso più, guardo il mio corpo esile e vedo solo ferite, alcune che sanguinano ancora altre che stanno per richiudersi. Quelle sul corpo si richiudono senz'altro ma il problema non sono quella, ma le cicatrici che ho dentro non si richiuderanno mai. Esco da sotto la doccia circa un'ora dopo. Vado in camera e mi metto il pigiama sono stanca morta, e mi metto al letto. Vorrei che Daniele venisse a darmi la buona notte, ma non credo che verrà, ha altro a cui pensare. Così chiudo gli occhi e spero di dormire un po'. 
 
Ema
Ciao ragazzi, come state? Io spero bene :) Si, lo so come sempre sono in ritardo ma non è colpa mia,
sono gli ultimi mesi di scuola e stiamo pieni di interrogazioni compiti in classe ecc...
ieri già mi sono saltata il compito di inglese perché non stavo bene, e adesso mi tocca recuperarlo :/ aiutatemi per favore!
Comunque non voglio annoiarvi il fine settimana con i problemi della scuola, vi lascio a leggere il nuovo capitolo,
che anche se scritto con riardo è ricco di colpi di scena e è un bel po lungo :D
Spero tanto che lo leggerete in tanti, e un ringraziamento a tutti quelli che continuano a seguire la storia,
un bacio a tutti e buon sabato sera splendori :D :* 

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Capitolo 16
*** 16 ***


Quando mi sveglio trovo la colazione appoggiata sul comodino. Faccio un piccolo sorriso sicuramente me l'ha portata Daniele quando si è alzato. Con molta fatica prendo il bicchiere di aranciata e con piccoli sorsi inizio a bere. Con molta delicatezza scendo dal letto e vado verso la cucina a riportare il vassoio. Sul tavolo trovo due biglietti con scritto:
"Sorè, io sono dovuta scappare al bar, oggi c'è un veglione e ci sarà un sacco di gente che rottura non mi va proprio, appena finisco il turno torno a casa e mi raccomando tu non muoverti di li, se succede qualcosa chiama un bacio e un abbraccio grande. P.s  di a quella testa calda di mio fratello che se torna prima di me preparasse il pranzo, sempre se non ci avvelena"
Dopo aver letto quel biglietto scoppio a ridere, certo che non si smentisce mai, gli anni passano ma infondo restiamo sempre gli stessi, quei ragazzi pazzi che come si muovevano facevano danni. Accanto al biglietto di Stefy c'è quello di Daniele.
" Stella, io sono dovuto andare al Ris, sembra che hanno novità, per qualunque cosa chiamami senza problemi, e mi raccomando non uscire da sola. Un bacio piccola ti adoro. P.s di a quella degenerata di mia sorella che se devo cucinare io avveleno solo lei che sorella che ho guarda te"
Certo che devono litigare anche per biglietto è una cosa incredibile,non si smentiscono mai nessuno dei due, ma è proprio per questo che gli adoro. Poso il vassoio sul tavolo e decido di salire sopra a vestirmi. Non mi va di stare chiusa in casa per tutta la giornata. Apro l'armadio e al volo prendo una maglietta bianca di Pollon, e un jeans nero stretto e le mie solite scarpette. Mi vesto al volo e poi esco di casa. Finalmente un po' d'aria mi ci voleva proprio non ce la facevo proprio a restare chiusa in casa. Sinceramente non so dove andare, cosi decido di raggiungere Daniele al Ris. Appena arrivo vedo un bel po' di persone che fanno avanti e dietro per i computer ma non riesco a vedere Daniele. Non vedendolo decido di andarmene, magari è fuori e lo disturberei solo. Mentre mi avvio vicino alla porta mi passa vicino un ragazzo di corsa.
Daniele: Per caso cercavi me splendore?
Io: Si, ero venuta a salutarti sai passavo da queste parti
Daniele: Si voglio proprio crederci
Io: La prossima volta allora non passo più
Daniele: Dai sto scherzando, e menomale che io ti avevo detto di non uscire di casa
Io: Si, ma se ti fermi un attimo? Mi stai facendo girare la testa fermati!
Daniele: Si un attimo solo che metto apposto queste carte
Io: Va bene ho capito io è meglio che vado, ci vediamo a casa
Daniele: Mi raccomando vai a casa
Mi stampa un bacio sulla guancia al volo e poi torna a lavoro come sempre. Certo che non si sta un minuto fermo, ma come devo fare con lui è una cosa assurda. Esco dal Ris e decido di raggiungere Stefy al bar, che come suppongo starà pieno di gente. Mi manca lavorare al bar, si è vero è peggio di un manicomio li dentro, ma ho un brutto difetto non riesco a stare chiusa dentro casa,per giunta senza far nulla. Quando arrivo al bar, vedo una marea di gente come supponevo, non so dove passare per arrivare da Stefy,tra permessi, scusa, lavoro qui, mi scusi riesco a raggiungere Stefy, che corre a destra e a sinistra.
Stefy: Tu cosa ci fai qui?
Io: Non avevo per nulla voglia di restare a casa, sono venuta a darti una mano
Stefy: Ma non ci pensare proprio me la cavo benissimo da sola, uh neanche a farlo apposta oggi ti sei messa la tua maglia
Io: Cioè?
Stefy: Quella di Pollon combina guai
Io: Ah ah spiritosa
Stefy: Sorè per favore vai a casa tanto qui me la cavo benissimo da sola, ci vediamo più tardi
Non mi da neanche il tempo di rispondere che mi da un bacio al volo e con il vassoio in mano torna a servire i clienti che come sempre sono più impazienti che mai. Non mi lascia altra scelta nemmeno lei, così decido di tornare a casa anche se non mi va proprio. Mentre cammino per tornare a casa, mi viene in mente quando quel bastardo per la prima volta ha abusato del mio corpo. Dei brividi mi percorrono lungo la schiena,ho paura che me l'ho ritrovo dietro in qualsiasi momento, che torni all'attacco di nuovo,non posso non uscire di casa per lui, no Casey fatti forza e torna alla tua libertà, prima o poi tutto questo deve finire. I miei pensieri vengono interrotti dal mio telefono che squilla, è Daniele.
Io: Tesoro dimmi
Daniele: Dove sei?
Io: Sto tornando a casa perchè?
Daniele: Dove sei di preciso?
Io: Un metro dopo il bar, mi spieghi cosa succede? e cos'è quella voce così agitata?
Daniele: Cazzo torna al bar veloce io sto arrivando
Io: Ma...
 Non riesco a finire la frase che mi chiude il telefono in faccia. Sono confusa non riesco a capire cosa succede ma decido di fare come mi aveva appena detto Daniele. Inizio a correre verso il bar ma mi sa che è troppo tardi perché vengo bloccata da un braccio. Mi giro e purtroppo è di nuovo lui. Mi butta per terra, con un braccio mi blocca le mani e con l'altra inizia a strusciare il suo corpo contro il mio. Cerco di tirargli dei calci e di liberarmi da quella presa ma non ci riesco, lui continua a spogliarmi e a baciarmi ovunque. Dopo qualche minuto resto completamente nuda, mentre lui continua a penetrarmi con violenza. Cerco di urlare, ma lui mi ferma baciandomi. Spero solo che questo supplizio finisca molto presto, non ce la faccio più, mi fa schifo tutto questo e per giunta fa anche male. Odio le sue labbra sulle mie, odio le sue mani sul mio esile corpo ormai. Cavolo Daniele ma quando ci metti ad arrivare. Improvvisamente si ferma, si alza e poi mi butta i vestiti in faccia senza dire una parola e poi scappa. Non riesco a capire perché è scappato così all'improvviso ma so solo che sono contenta che tutto questo sia finito almeno per adesso. Cerco di rialzarmi ma la ferita sul fianco inizia a sanguinare brucia, e non ho le forza per rialzarmi. Dopo qualche secondo vedo un'ombra avanti a me. Ho paura di alzare lo sguardo e vedere chi è, ho paura che sia ancora lui. Mi porge la mano, terrorizzata e ancora nuda,alzo lo sguardo. Non posso credere a ciò che vedo,è proprio lui  quella persona che adesso non avrei mai voluto vedere. Andrea. Di fretta e furia mi rivesto e cerco di rialzarmi, ma per mia sfortuna non ci riesco, mi fa male la ferita. Andrea senza dirmi nulla mi prende la mano e mi alza tenendomi appoggiata a lui.
Io: Puoi anche lasciarmi ce la faccio anche da sola
Andrea: Io non credo, forza ti do una mano a tornare a casa
Io: No grazie faccio da sola
Cerco di togliere il braccio dalla sua spalla, ma è tutto inutile non ci riesco. Senza dire nulla mi prende e mi porta in braccio fino a casa. Io cerco di scendere, ma ogni tentativo è del tutto inutile. Arriviamo d'avanti casa e mi mette delicatamente giù abbracciandomi. Quell'abbraccio è talmente forte che non riesco a liberarmi. Ma che cavolo ci fa lui a Roma? Adesso l'unica persona che non volevo vedere è proprio lui, eppure mi ci ritrovo abbracciata. In quel momento arriva Daniele. Cavolo questa non ci voleva proprio mi ha vista abbracciata con lui.
Io: Grazie ma adesso è meglio che vai
Andrea: Si forse è meglio
Mi da un bacio sulla guancia e poi incrocia il suo sguardo con quello di Daniele, come se gli ha appena lanciato una sfida. Daniele resta immobile a guardarmi senza dire una parola. Apre la porta di casa con aria al quanto arrabbiata.
Io: Grazie di essere venuto
Daniele: Lavoro
Nella sua voce c'è tanta rabbia, e anche un pizzico di amarezza.
Io: Guarda che non è come pensi, io mentre stavo andando al bar ho incontrato quel bastardo e.. non credo che devo andare avanti a dire cos'è successo, credo che è evidente. Poi ho trovato Andrea e mi ha portata a casa siccome ho la ferita che sanguina e non ce l'ho fatta a rialzarmi da sola.
Daniele: Non devi darmi spiegazioni, sei adulta puoi fare quello che vuoi,io vado a farmi una doccia per qualunque cosa sono di sopra, ma non credo che ne avrai bisogno.
Resto a terra, con le ginocchia sul petto e la testa tra le braccia con le lacrime che mi rigano il viso, i singhiozzi che rompono il silenzio, il sangue della mia ferita a terra e il reggiseno sporco di sangue. Non posso credere ce ho perso il ragazzo che amo, e poi per colpa di uno stronzo come Andrea. No, non posso permettermi di perderlo.


Ema 
Ragazzi buon inizio settimana a tutti :) Allora come state? Com'è iniziata la settimana? :D
A me uno schifo più totale, scuola, interrogazioni, compiti, gruppo sportivo, partite di pallavolo, non so dove mettere le mani prima :/
non vedo l'ora che inizia l'estate mare mare e ancora mare :D Ok mi sto dilungando troppo non voglio annoiarmi con i miei problemi,
vi lascio con in mio nuovo capitolo e spero che vi piaccia, grazie a tutti quelli che seguono la storie
e a chi mi fa sapere sempre quello che pensa, grazie davvero di cuore, buona lettura splendori, un bacio a tutti :* 

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Capitolo 17
*** 17 ***


Resto a terra per un bel po' di tempo non posso credere a tutto quello che è successo. Cerco di alzarmi, anche se ormai il mio corpo è totalmente coperto di sangue, guardo a terra e vedo solo una grande pozza di sangue con il reggiseno bianco sopra e le mie lacrime che non riesco a fermare. Voglio abbassarmi per raccogliere almeno gli slip e il reggiseno ma non ci riesco la ferita fa troppo male. Dopo qualche secondo vedo Daniele che scende dalle scale e viene verso di me.
Daniele: Forse è meglio se ti metti questo
Mi lancia a pochi centimetri da me un accappatoio pulito
Io: Grazie mille, adesso vado di sopra a farmi una doccia, appena  ho finito pulisco io a terra non preoccuparti anzi scusa non volevo sporcare
Cerco di trattenere le lacrime ma purtroppo non ci riesco.
Daniele: Va pure tranquilla qui pulisco io
Mentre salgo sopra ci guardiamo per un secondo negli occhi, e vedo che i suoi occhi sono spenti, non c'è più quella luce che di solito aveva, c'è tanta tristezza ma rabbia allo stesso tempo, anzi meglio dire amarezza e delusione. Ho appena fatto una grandissima cavolata. Salgo sopra e mi metto sotto la doccia. Apro l'acqua e mi perdo nei mille pensieri mentre confondo le lacrime con l'acqua che cade sul mio viso facendomi bruciare quelle maledette ferite. Non posso credere che per colpa di uno stronzo sto perdendo il ragazzo che amo, non posso perderlo ho solo lui , se sono ancora in grado di andare avanti lo devo a lui, non posso mandare all'aria tutto questo devo trovare assolutamente una soluzione e anche il prima possibile. Abbasso lo sguardo sul mio corpo e vedo che quel bastardo mi ha lasciato un ematoma vicino il fianco. Non sopporto più tutto questo, non sopporto lui, non sopporto che il suo corpo incontra il suo, non sopporto le sue luride mani su di me e quella sua schifosa bocca sulle mie labbra, tutto questo mi fa schifo ma allo stesso tempo fa anche tanto male, non solo fisicamente ma anche dentro l'anima. Non vedo l'ora che tutto questo finisca. Dopo un bel po' esco dalla doccia e mi vado in camera cercando di medicarmi le ferite da sola. Ma non ci riuscivo, non riuscivo a muovermi mi faceva male tutto. Prendo un paio di slip puliti e decido di chiamare Daniele. In quel momento credevo che non sarebbe venuto, ma per fortuna dopo un paio di minuti salì sopra.
Io: Scusa che ti disturbo ma ho provato a fasciarmi le ferite da sola ma non ce l'ho fatta puoi darmi una mano?
Daniele: Va bene dammi qui la garza e l'acqua ossigenata che ti disinfetto
Io: Grazie  mille davvero tesoro
Senza rispondermi mette un po' di acqua ossigenata sull'ovatta e mi inizia a disinfettare le ferite. Il bruciore è troppo forte, vorrei urlare ma mi trattengo così decido di mordere il cuscino che sta vicino a me. Dopo aver disinfettato le ferite, con molta delicatezza mi mette le garze cercando di bloccare il sangue. Dopo neanche cinque minuti tutte le ferite sono medicate.
Io: Grazie davvero menomale che ci sei tu
Daniele: Prego
In quella parola c'è tanta delusione e amarezza. Si dirige verso la porta come se ha fretta di uscire dalla camera.
Io: Daniele
Daniele: Si cosa c'è?
Io: Devo parlarti siediti un attimo
Daniele: E di cosa? Ti ripeto non devi darmi spiegazioni sei adulta puoi fare tutto ciò che vuoi
Io: Ma non è come pensi, i fatti sono andati in questo modo te l'ho detto
Daniele: E allora cos'era quell'abbraccio?
Io: Mi ha abbracciata lui, non volevo il suo abbraccio e tanto meno il suo aiuto dopo quello che mi ha fatto
Daniele: Eppure ti ha abbracciata e ti ha anche accompagnata fino casa
Io: Si ma non volevo, ma non avevo altra alternativa se non volevo restare li per strada, mi faceva male la ferita e ho dovuto accettare per forza il suo aiuto
Daniele: Ti avevo detto che stavo arrivando io
Io: Si, ma non potevo restare li, sarebbe potuto tornare da un momento all'altro
Daniele: Va bene, ora devo andare ci sentiamo dopo
Detto questo lascia la stanza. Io mi stendo sul letto e le mie lacrime iniziano a scendere peggio di prima. Non posso credere che per uno stronzo del genere io sto perdendo il ragazzo che amo, il ragazzo che mi ha cresciuta lui è tutto per me. Più vedo Andrea e più mi rendo conto che razza di persona sia,non posso credere dopo tutto quello che mi ha fatto ha anche il coraggio di aiutarmi? E come sempre è riuscito a rovinarmi la vita più di quanto non me l'ha già rovinata quel bastardo. I miei pensieri vengono interrotti dal suono del mio cellulare. Allungo il braccio e vedo che mi è arrivato un messaggio.
" Polla ti voglio bene"
A quella frase resto totalmente di pietra. La rabbia mi saliva dentro, il desiderio di lanciare il cellulare contro il muro è tanta, ma se ancora non l'ho faccio è per il semplice motivo che dopo devo chiamare Daniele. Quella frase, quelle parole, mi rimbombano nella testa come un'eco. Anche se non mi ha scritto chi era so che è Andrea. Quando ci siamo messi insieme, mi chiamava polla perché ero pazza, e a volte capivo una cosa per un'altra. Solo lui mi chiama in quel modo. Non riesco a capire come abbia fatto ad avere il mio numero. Non gli rispondo e decido di chiamare Stefy.
Stefy: Si pronto
Io: Splendore ho bisogno di te
Stefy: Cos'è successo?
Io: Ti dico tutto ora che vieni a casa
Stefy: Arrivo subito dammi cinque minuti e sono li da te
Mentre aspetto Stefy decido di chiamare Daniele ma è tutto inutile perché non risponde. Quando si rabbia purtroppo non risponde a nessuno, è capace di non rispondermi per mesi interi. Questo è sempre stato il difetto di Daniele per il quale ci sto molto male, ma non posso farci nulla e il suo carattere inoltre.  In quel momento mentre le mie lacrime scendo bagnando le mie guance suonano alla porta. Delicatamente scendo le scale facendo attenzione che la ferita non si apra di nuovo e vado ad aprire la porta. Non posso credere ai miei occhi d'avanti quella porta c'era proprio lui. 


Ema
Ciao ragazzi come state? :) Ok lo so adesso mi vorreste odiare per il ritardo e vi autorizzo a farlo, ma non ce la faccio più questo mese è una cosa devastante,
sono le ultime interrogazioni e compiti in classe ci stanno uccidendo, ma dico io è giugno cavolo adesso vi ricordate ad interrogare? O.o
e poi hanno detto che quest'anno la scuola di apre il 3 Settembre ma ci rendiamo conto?!? questi ci vogliono uccidere a noi!
Ok scusate il mio sfogo personale, adesso vi lascio alla lettura del nuovo capitolo,
un ringraziamento speciale a tutti quelli che continuano a seguire la storia.
Un bacio bellezzeee :) :*

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Capitolo 18
*** 18 ***


D'avanti i miei occhi c'è proprio lui Andrea.
Io: Cosa cavolo ci fai qui? Sparisci dai miei occhi
Andrea: Volevo solo sapere come stai, scusa se mi preoccupo per te
Io: Bene grazie ora per favore vattene aspetto un altra persona
Andrea: Se hai bisogno di me sai dove trovarmi
Io: Non voglio vederti forse non hai capito , grazie del tuo aiuto su questo te ne sono grata per sempre, ma ora vattene ho da fare
Andrea: Sappi che io ci sono sempre e che ti voglio bene
A quelle parole gli chiudo la porta in faccia. Appoggio la testa vicino alla porta e le lacrime iniziano a rigare il mio viso. Cosa è venuto a fare? Non basta quello che mi ha fatto deve inferire ancora di più stronzo, non lo sopporto più, maledetto quel giorno che sono andata a Barcellona. Tra lacrime e singhiozzi prendo il telefono e provo a chiamare Daniele. Nulla come immaginavo non risponde. Lancio il cellulare sul divano con rabbia e inizio ad urlare. Quel dolore mi lacera dentro, ma si può sapere parchè non mi va mai nulla bene? La testa mi inizia a girare, non riesco a respirare e i battiti del cuore iniziano ad aumentare. Sono debole non ce la faccio a fare nulla. Per fortuna in quel momento arriva Stefy.
Stefy: Oddio sorè cos'è successo?
Io: Non sto bene, mi gira la testa non riesco a respirare
Senza dire nulla Stefy mi prende e mi fa sdraiare sul divano, e mi mette una pezza bagnata sulla fronte. Per fortuna che è venuta lei sennò avrei fatto davvero una brutta fine. Con la mano mi asciuga le lacrime e con l'altra mi tiene la mano. Dopo qualche minuto inizio a calmarmi.
Stefy: Allora mi spieghi cos'è successo?
Io: Ecco vedi... Dopo che sono stata da te stavo per tornare a casa ma mi chiama Daniele per dirmi che dovevo tornare subito indietro. Io ho fatto come mi ha detto lui, ma purtroppo è stato troppo tardi perchè quel bastardo mi ha presa di nuovo. Per giunta ci mancava Andrea che mi ha aiutata e mi ha portata a casa ma mi ha vista Daniele e si è arrabbiato, adesso a stento mi saluta
Stefy: Maledetto figlio di puttana, giuro che se lo trovo lo uccido con le miei stesse mani. Per quanto riguarda Andrea dammi il cellulare ci faccio io due chiacchiere con quello stronzo. Ma dico io come gli salta in mente di farsi ancora vivo dopo tutto quello che ti ha fatto? Non lo sopporto, ma se ne stesse con quella brutta cosa fatta della ragazza. Poi che cavolo pure mio fratello ma che si è bruciato il cervello con il phon questa mattina? Cosa gli è saltato per la testa? L'hai provato a chiamare?
Io: S..si ma no..non ri..risponde, sai com'è fato, quando si arrabbia non risponde a ne..nessuno, e credimi questo fa ma..male e non poco
Stefy: Ho capito con lui ci parlo io, è una testa di cavolfiore!
In quel momento mi spunta un sorriso tra le lacrime, certo che Stefy non è cambiata di una virgola, è rimasta sempre la stessa quella che parte in quinta per una minima cosa, che quando si arrabbia addio delicatezza, con il suo modo di fare sembra aggressivo ma alla fine è dolcissima, e sopratutto è sempre stata gelosa di me. Menomale che ho lei, altrimenti sarei persa, è la mia unica forza adesso, sopratutto con la situazione che ho con Daniele non è dalla migliore. Spero solo che riuscirà a capire che a me di Andrea non mi importa nulla, che è solo uno stronzo io voglio lui. Mentre io mi perdo nei miei pensieri Stefy va in cucina a preparare la cena. Spero solo che questa sera con ci sarà anche lui anche se poco ci credo. La cosa che mi fa più male e che non risponde al cellulare, non vuole sentirmi e io non so cosa sta facendo, con chi sta e dove sta. Non riesco a credere a tutta questa situazione non ne posso davvero più. I miei mille pensieri vengono interrotti da Stefy.
Stefy: Splendore la cena è pronta, muovi quel bel fondo schiena che ti ritrovi e vieni a cenare
Senza dire nulla mi alzo, sarebbe pericoloso adesso contraddirla, si parte in quinta anche con me delle volte. Mi siedo a tavola e guardo con aria di disgusto il piatto con la carne sopra. Non ho fame, ho lo stomaco chiuso e per lo più non so dove sia Daniele.
Stefy: Allora mangi o vuoi che chiami Alessandro Borghese per farti mangiare qualcosa?
Io: Guarda se me lo chiami mi mangio tutto quello che vuoi chiaramente cucinato da lui
Stefy: Perchè cosa vorresti dire che io non so cucinare?
Io: Non ho detto questo, ma sai Ale è Ale non puoi rifiutare un suo piatto
Stefy: O non puoi rifiutare lui?
Io: Ma infatti lui non lo rifiuterò ne mo ne mai, non posso rifiutare lui sarebbe come bestemmiare
Stefy: Ok tu appena si parla di Alessandro Borghese vai in tilt
Io: Ma come fai a non andare in ti...
Il nostro discorso viene interrotto dal campanello della porta. Stefy mi guarda con una faccia sconvolta come per dire "Chi sarà a quest'ora" ricambio lo sguardo come per dire "non dirlo a me non ho la minima idea". Appena apre la porta vedo Daniele. Resto pietrificata, abbasso lo sguardo e mi metto le mani intorno alla pancia. Stefy non gli dice una parola, e lui entra in sala senza spiccicare una parola. Si siede tra me e Stefany ma io faccio finta di nulla, anche se l'imbarazzo è evidente.
Stefy: Allora com'è andata al lavoro?
Daniele: Tutto bene grazie
Stefy: Allora senti bellezza io e te dobbiamo parlare!
Daniele: Di cosa?
Stefy: Ma ci sei o ci fai? Ma come di cosa?
Daniele: Non capisco parla chiaro
Io sono li seduta, con lo sguardo basso e ascoltando tutta la conversazione che spero tanto che finisce presto perchè non ne posso più di sentire Daniele dire certe cose, e far finta di nulla. Non voglio più sentire quella conversazione, non voglio che aprano il discorso con me davanti così decido di andare su in camera.
Io: Scusate che interrompo la conversazione ma io salgo su..
Stefy: Va bene stella buonanotte ci vediamo dopo se sei sveglia
Faccio un mezzo sorriso a Stefy e poi salgo su. Mi sdraio sul letto  e prendo il mio inseparabile mp3. Basta premere il tasto play e tutto il mondo attorno a te sparisce completamente. Tra le tante canzoni che ho metto una delle mie preferite
" Non mollare mai di Gigi D'alessio"
Lo so come cantante non piace quasi a nessuno, ma io lo ascolto e mi piace molto, sopratutto questa canzone che mi fa avere qualche speranza per andare avanti o almeno non farmi sentire cosa dicono li giù. Le ferite mi bruciano sempre di più, la testa che mi scoppia e mille pensieri che mi frullano per la testa. Chiudo gli occhi e mi lascio prendere totalmente dalla musica. Dopo una decina di minuti gli riapro per cambiare canzone. Seduto sul mio letto c'è Daniele. Faccio un piccolo scatto, mi ha fato prendere un spavento atroce.
Daniele: Non volevo spaventarti scusa
Io: Tranquillo non preoccuparti e solo che stavo con le cuffie nelle orecchie e non ti ho sentito arrivare
Daniele: Ecco io...
Io: Guarda lascia stare non ho voglia di litigare, non è il momento
Daniele: Veramente sono venuto a chiederti scusa, sono stato una testa di cavolfiore, non dovevo reagire così è solo che ero già nervoso di mio e poi quando ho visto quell'essere il mio sistema nervoso è andato a farsi friggere.. Scusa
Appena finisce la frase si alza e va verso la porta.
Io: Fiore
Daniele: Dimmi
Io: Torna qui.. non farmi alzare a me che queste maledette ferite mi fanno male
Daniele mi guarda un po' incredulo ma poi chiude la porta e viene verso di me. Si siede acanto a me e mi guarda. Oddio che occhi, mi fa impazzire. Non ci penso su volte ad abbracciarlo.
Io: Ti adoro fiore non dimenticarlo
Mi sorride dolcemente e poi esce dalla camera facendomi l'occhiolino.  Resto a guardare la porta, con il sorriso sulle labbra, cosa che non avevo da tempo. Almeno con Daniele le cose si sono chiarite almeno con lui. Chiudo gli occhi e mi addormento subito felice per quello che è appena successo.


Ema
Ciao ragazzi, come state? Finalmente è iniziate l'estateeee non vedevo l'ora ci voleva proprio un po' di riposo,
ho una voglia pazzesca di andare al mare ma purtroppo non posso,
sono stata rimandata a matematica e adesso mi tocca farmi 2 settimane di recupero :(
ma dopo una bella giornata al mare non me la toglie nessuno :D
Ah in bocca al lupo a tutti i quelli che devono fare gli esami di stato. io sono con voi forza ragazzi tenete duro!
Come avete visto ho aggiornato molto prima questa volta come promesso, anche se con un pò di ritardo scusate :(
Ok io vi non voglio lascio non voglio rompervi più di quanto non ho fatto già *--* aggiornerò presto promesso
! Un bacio splendori e buon'estate a tutti voiii (:

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Capitolo 19
*** 19 ***


Mi sveglio tutta sudata, questa notte ho fatto un incubo, il suo maledetto volto impresso ancora nella mia mete.  Mi fa male il fianco, delicatamente sposto le coperte e vedo che la ferita si  è aperta di nuovo. Dannazione sarà come mi sono agitata questa notte. Cerco di alzarmi dal letto ma non riesco a muovermi, il fianco che mi brucia, il sangue che continua a scorrere sulle lenzuola e i lividi sui polsi che mi continuano a far male e a dare delle fitte. Cerco di chiamare Daniele, ma non ci riesco, qualcosa mi si bloccano in gola. Voglio reagire ma non ci riesco, forse più che il male fisico è un male psicologico, ormai la mia mente è completamente andata. Resto con la testa appoggiata alla sbarra del letto, e chiudo gli occhi visto che non riesco a reagire e questo mi fa rabbia. In quel momento sento la porta di camera che si apre. Apro leggermente gli occhi e vedo una sagoma nera. Strizzo gli occhi per la paura, non voglio vedere chi è, e sopratutto non voglio vedere Lui.
Daniele: Buongiorno splendore
Quando sento la voce di Daniele, apro gli occhi e lo abbraccio senza dire una parola. Dopo qualche secondo che restiamo abbracciai, faccio una piccola smorfia di dolore involontaria. Daniele si sposta e vede che la mia ferita sul fianco perde sangue.
Daniele: Cavolo tu sanguini? Da quanto tempo sei in queste condizioni? Perchè non mi hai chiamato prima?
Di scatto si alza dal letto e corre in bagno a prendere l'acqua ossigenata e le garze per medicarmi la ferita. Dopo neanche due secondi si siede sul letto e mi disinfetta la ferita. Stringo tra le mani la coperta ormai piena di sangue per il dolore, mi brucia da morire. Dopo dieci minuti quella tortura è finita.
Daniele: Adesso non dovrebbe più sanguinare
Senza dire nulla lo abbraccio. Dopo appoggiandomi a lui scendo dal letto e vado in bagno a lavarmi le mani piene di sangue. Alzo la testa e sopra al lavandino c'è uno specchio. Mi guardo e mi appare la sua maledetta immagine che mi dice non è finita qua te lo assicuro. Scuoto velocemente la testa, come per mandar via quella maledetta immagine. Cado a terra con la schiena appoggiata al  muro, e le lacrime che mi rigano il viso. Sono esausta non ce la faccio più, voglio scappare, andare via e sopratutto cancellare per sempre questo maledetto incubo. Urlo, con quel poco di fiato che mi  rimasto. Daniele sentendo quell'urlo corre subito in bagno.
Daniele: Piccola cos'è successo?
Io: Scusa, ma non ce la facevo più doveva liberarmi un attimo
Daniele: Tranquilla piccola adesso ci sono io, va tutto bene
Mi abbraccia e mi prende in braccio portandomi in salotto.
Daniele: Piccola io vado al ris sembra che c'è stato un altro omicidio ci vediamo dopo ti adoro piccola
Non faccio in tempo a rispondere che è già fuori dalla porta. Certo che quel ragazzo non si smentisce mai, sempre di fretta a correre di qua e di la mi ricorda me quando stavo al bar beh che bei tempi. Accendo la televisione e mi appare una schermata con delle cartelle, sicuramente quella testa calda di Daniele si è dimenticato di togliere la pennetta dalla televisione. Cerco di alzarmi per andarla a togliere ma non ce la faccio, le ferite me lo impediscono, cosi decido di aprire una cartella dove c'è scritto "I migliori anni della nostra vita".  Ci sono tutte le nostre foto di quando eravamo ragazzini,la prima volta che Daniele si era preso la patente io avevo 10 anni e dietro la macchina c'era scritto sorella a bordo, quando alle 6 del mattino andavamo in moto per tutto il quartiere, la lotta con i cuscini tra me lui e Stefany, Ma tra quelle bellissime foto ce n'è anche una orrenda io e un ragazzo di nome Francesco. Quella foto, quel maledetto ragazzo con cui ho perso la verginità a 17 anni, solo perchè lui voleva divertirsi, le lacrime scendevano su di me ininterrottamente, faceva male tutto questo, e per giunta l'ho persa senza aver fatto sesso, solo perchè le sue mani sono viaggiate un po' troppo. Fa male rivedere questa foto, ma purtroppo in amore non sono stata mai fortunata, come adesso inoltre, ho bisogno di un uomo che mi ama davvero, e invece sono qui senza potermi muovere per colpa di queste dannate ferite fatte da quel lurido bastardo che mi ha violentata. Andando avanti con le foto ne trovo un'altra che fa ancora pù male della prima io e il mio caro amico Salvatore, avevo 16 anni e lui anche, andavamo nello stesso liceo, quando quella maledetta estate in macchina con i suoi amici lo portò via per sempre. Ancora oggi se vedo le nostre foto le mie lacrime rigano mio viso, mi manca era il ragazzo più bello di tutti e lo resterà sempre, perchè adesso è l'angelo più bello di tutti,la verginità prima o poi la dovevo perdere,questo maledetto incubo finirà, ma lui purtroppo non me lo ridà nessuno. Stringo forte a me il cuscino e con uno sforzo vado avanti con le foto.
Stefy: Ma te la ricordi questa foto? Era la prima volta che Daniele ci portava con lui al ballo dei Carabinieri
I miei pensieri vengono interrotti da Stefy, che è appena tornata a casa.
Io: E chi se lo dimentica più, avevamo 18 anni e quella sera eravamo bellissime infatti ci avevano scambiato per ragazze di strada
Stefy: Hahahah ma ti ricordi? "Scusi signorina quanto vi prendete" tu eri diventata rosso fuoco menomale che ci stavo io che gli ho risposto come si deve " 1000 euro a toccata"
Io: Oddio la mi hai fatto morire di risate ma come ti è venuta"
Stefy"Se non ci stavo io non so cosa avresti fatto tu, io preparo il pranzo"
Senza dire nulla la guardo e gli faccio l'occhiolino già so cosa vuole dire con quella frase o mangi o ti faccio mangiare io a forza è sempre la stessa non è cambiata di una virgola, ma grazie a dio che ho lei. Mi alzo molto delicatamente, anche se do qualche piccolo urlo di dolore, e tolgo la pennetta. Stefy mi lancia uno sguardo dalla cucina come per dirmi cosa ti sei alzata a fare ci pensavo io, ricambio lo sguardo facendo a fatica un sorriso,e decido di andare in cucina a darle una mano con il pranzo.
Stefy: Si può sapere tu che cosa ci fai qui? Smamma su divano
Io: Voglio aiutarti sai che non ce la faccio senza fare nulla
Stefy: Pussa via di qui, eh ti impari a stare con le mani in mano per adesso, anzi sai che fai apri il libro di Ale e dammi qualche idea
Io: Agli ordini chef
Meglio che non gli dico nulla,altrimenti mi manda a quel paese,così mi metto in cerca del mio libro preferito. La mia ricerca viene interrotta dal suono del campanello.  Sorrido pensando che è Daniele che torna da lavoro. Vado ad aprire e il mio sorriso sparisce improvvisamente alla vista della persona d'avanti a me.


Ema
Ciao ragazzi come state? Spero che vada tutto bene :) Lo so dovete scusarmi per il ritardo ma questo periodo non ho avuto tempo di fare nulla,
tra i corsi di recupero a scuola per i debiti, il matrimonio di mia cugina (la famosa tunzella che per 10 anni è stata sui misteri) è stato un caos totale :/
Anche se in ritardo spero che questo capitolo vi piace lo stesso :) Ok per oggi ho parlato troppo, vi lascio con il nuovo capitolo buona lettura :)
aggiornerò presto promesso e un grazie a tutti quelli che continuano a seguire la storia
un bacio a tuttiiii :*

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Capitolo 20
*** 20 ***


Mi trovo d'avanti un signore alto con i capelli bianchi brizzolati  sulla cinquantina d'anni mai visto fino d'ora.
X: Sei tu Casey
Io: Si ma lei chi è?
X: Se mi fa entrare le spiego tutto
Con una faccia strana e con gli occhi interrogativi lo lascio entrare. Guardo negli occhi Stefy perplessa e subito capisce che qualcosa non va, ma non dice nulla. Ci sediamo sul divano in salotto,mentre Stefy chiude la porta scorrevole e resta in cucina.
Io: Allora? Si può sapere lei chi è?
X: Mi chiamo James, e sono il padre di Eric
A quelle parole resto di sasso, non riesco neanche a dire una parola, i brividi percorrono tutto il mio corpo e la rabbia inizia a salire sempre di più dentro di me
Io: Si può sapere che diamine vuole da me? Non vede come mi ha ridotta suo figlio? Adesso cosa vuole ancora da me?
Alzo la voce, per un attimo perdo il controllo di me stessa.
James: So perfettamente quello che le ha fatto mio figlio e le chiedo scusa, ma vede lui è malato soffre di schizofrenia e non vuole prendere le sue medicine
Io: A me che suo figlio è malato non me ne frega nulla, lo può portare da un psichiatra o da uno psicologo, invece che mandarlo in giro a rovinare la vita di ragazze come ha fatto con la mia
James: Le sto chiedendo scusa per questo
Io: Cosa diamine me ne faccio delle sue scuse eh?! Ormai suo figlio mi ha rovinato la vita, è diventato un incubo per me, e adesso fuori da questa casa ORA!
Continuo a tenere il tono di voce alto, mi alzo di scatto dal divano e con il dito indico la porta. Lui si alza, mi guarda dritto negli occhi e poi senza dire una parola esce di casa chiudendo la porta dietro le sue spalle. Mi siedo buttandomi a peso morto sul divano.
Io: Adesso puoi anche uscire fuori
Dico con lo sguardo rivolto verso la porta della cucina.
Stefy: Allora chi era?
Io: Non c'è bisogno che te lo dico io, siccome sei stato tutto il tempo dietro la porta ad origliare
Stefy: Io?! Ma quando mai
Ci guardiamo dritte negli occhi e poi scoppiamo in una risata pazzesca. Conosco troppo bene Stefy e figuriamoci se non aveva sentito tutta la conversazione, non si smentisce mai
Stefy: Chiamo Daniele
Io: No aspetta, lo raggiungo io al Ris
Stefy: Ma sei sicura?
Io: Si voglio parlarci a voce e magari ha scoperto qualcosa
Stefy: Va bene ma stai attenta mi raccomando e per qualsiasi cosa chiama mi raccomando
Prendo di corsa la borsa sul pavimento, scocco al volo un bacio sulla guancia a Stefy e poi di corsa esco di casa. Non posso credere a quello che è appena successo. Cammino per strada immersa da mille pensieri, ho lo sguardo perso nel vuoto e anche un po' preoccupato. Sbadatamente vado a sbattere contro qualcuno, giusto a qualche metro prima del Ris. Per lo scontro io cado a terra, mentre lui resta in piedi d'avanti a me. Mi rialzo e appena alzo la testa vedo una figura famigliare coperta però dalla luce del sole.
Io: Mi scusi io non volevo...
Appena anche lui alza la testa riconosco il suo volto. Provo a scappare ma al mio tentativo mi blocca per un braccio.
Eric: Ho saputo che mio padre è venuto da te, ma che brava che sei allora non avete capito nulla nessuno dei due cosa voglio io
Io: Lasciami stare
Alzo la voce ma mi blocca la bocca con una mano
Eric: Sta zitta puttana, ancora non hai capito che sei mia io voglio te
Cerco di liberarmi da quella presa ma nulla, non ci riesco è troppo forte. Mi gira con violenza verso di lui e mi strappa la camicia con rabbia. Mi toglie il reggiseno e incomincia a leccarmi ovunque. Non riesco a muovermi sono bloccata e non posso neanche urlare. Inizia a leccarmi il seno poi mi slaccia il pantalone con violenza e me lo infila dentro. Sul suo volto vedo un'espressione di goduria, mentre sul mio scendono solo lacrime. Continua senza pietà, godendo al massimo mentre io non vedo l'ora che quella tortura finisce il prima possibile. Con la mano libera mi tocca le guance scendendo sempre più giù fino ad arrivare al seno. Di scatto toglie la mano con cui mi teneva tappata la bocca e mi bacia violentemente. Odio le sue schifose labbra sulle mie hanno un sapore disgustoso come lui del resto. Inizia a mordermi ovunque, partendo dalle labbra arrivando alla pancia, per poi scendere ancora più giù e leccarmi completamente la parte più intima del mio corpo. Ormai la sua lingua è su tutto il mio corpo. Non riesco a sopportare tutto quello schifo su di me, la sua lingua  le sue labbra le sue mani, mi fa schifo tutto di lui. Appena finisce di leccare per bene sale su mentre me lo rinfila di nuovo con violenza. Mentre lui continua a godermi sento dei passi che si avvicinano verso di noi. Anche lui lo nota così molto rapidamente mi tira un calcio alle ovaie e corre via verso la strada.  Vedo Daniele che gli corre dietro con la pistola puntata contro.
Daniele: Fermati altrimenti sparo
Vedo Daniele passarmi d'avanti e correndo dietro di lui senza curarsi di me. Non so con quale forza ma mi alzo, mi tiro su i pantaloni e entro al Ris. Non riesco a coprimi del tutto a causa della mia camicia strappata. Vado diritta nello studio di Daniele senza dire nulla. Mi siedo sulla grande sedia nera di pelle e mi butto a peso morto. Noto che dai miei polsi esce sangue. Ma non ci bado perché mi piego su me stessa con le braccia incrociate sulla panca per il dolore. Dopo qualche minuto sento qualcuno entrare nella stanza.
Daniele: Piccola è tutto finito adesso ci sono io
Mi viene vicino e mi stringe in un caldo abbraccio. Non riesco a dire nulla mi fa male tutto. A rompere il silenzio ci pensano i miei singhiozzi.
Daniele: Vieni andiamo a casa
Senza dire nulla mi alzo dalla sedia e mi appoggio sulla sua spalla.
Io: L'hai preso?
Daniele: Purtroppo no ma l'ho ferito ad una gamba
La conversazione finisce li, fino a quando arriviamo a casa. Daniele  mi prende in braccio e mi porta dentro casa. Stefy appena ci vede non dice una parola, si scambia solo qualche sguardo con Daniele che sicuramente si sono capiti. Delicatamente Daniele mi fa sdraiare sul letto e poi si siede vicino a me.
Daniele: Torno subito
Lo guardo con aria perplessa non capendo cosa ha intenzione di fare. Dopo qualche minuti vedo che torna con la bottiglia del disinfettante in mano e delle garze.
Io: No, di nuovo loro sono tornate
Daniele: Si sennò come faccio a medicarti con la forza del pensiero?
Io: Già hai ragione
Daniele: Ma io ho sempre ragione
Io: Eh mo non ti allargare troppo ogni tanto
Daniele: Come sarebbe a dire ogni tanto?
Ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere. Tra una risata e l'altra ha già finito di disinfettare le ferite e di fasciarmi le ferite. Posa tutto il materiale sul comodino e si butta a peso morto sul letto. Si avvicina a me e mi abbraccia in un dolce e caldo abbraccio. Mi giro verso di lui e gli sorrido dolcemente. Dopo qualche minuto ci addormentiamo abbracciati uno all'altro con la mia mano nei suoi bellissimi e morbidi ricci neri tutti spettinati. Quando mi sveglio, Daniele è ancora li vicino a me che mi guardava. Lo guardo negli occhi intensamente, e le sue labbra sono davvero vicinissime alle mie.


Ema
Ciao bellezze, come state? Spero bene :)
Come promesso ho aggiornato il prima possibile :)
spero che anche questo capitolo vi piace, spero che le vacanze estive proseguono bene :)
adesso scappo che dovrei uscire e ancora sto in alto mare :/
buona lettura e grazie a tutti voi che continuate a seguire la storia a presto ragazzi un bacioneee :* 

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Capitolo 21
*** 21 ***


Lo bacio istintivamente sulla guancia.
Daniele: Buongiorno come stai?
Io: B...bene grazie
Daniele: Piccola io devo correre al Ris porca miseria è tardissimo ci vediamo dopo e mi raccomando a te
Mi scocca al volo un bacio sulla guancia e poi esce di corsa dalla camera. Cavolo mi piace sempre di più, ma come faccio a dircelo? No adesso non posso non è il momento almeno non adesso. Ho lo sguardo perso nel vuoto e mille domande in testa, ma purtroppo non riesco ancora a trovare una soluzione.
Stefy: Non pensare a quella testa di cavolfiore di Daniele, preparati che ti porto in un posto
Sobbalzo alla voce di Stefy.
Io: Mi hai fatto prendere un colpo ma sei matta? Comunque dov'è che vuoi portarmi?
Stefy: Se lo dico a te mi dimentico io forza andiamo, vestiti io ti aspetto giù
Io: Ma...
Non mi da neanche il tempo di replicare che scatta dal letto ed esce dalla camera. Certo che non si smentisce mai è sempre la solita matta. Cerco di alzarmi dal letto con molta cautela, anche perchè le ferite ancora mi fanno molto male. Prendo una maglietta a manche corte a caso, il solito jeans e via pronta per uscire. Faccio fatica a scendere le scale, mi tirano le ferite e mi bruciano come non mai.
Stefany: Finalmente ce l'hai fatta andiamo
Io: Dove?
Stefy: Ti fidi di me?
Io: In questo caso? No
Ci guardiamo in faccia e scoppiamo a ridere mentre ci chiudiamo la porta di casa alle spalle. Appena Stefy accende la macchina parte la musica a tutto volume. Il cd del mio cantante preferito Fabri Fibra. Inizio a cantare a squarcia gola. Questa è la miglior medicina per farmi passare tutto.
Stefy: Ecco che ci vuole a te per farti riprendere
Io: Ehm si hai capito bene
Continuo a cantare a più non posso mentre aspetto di arrivare a destinazione a me sconosciuta. Tra una canzone e l'altra, arriviamo in poco tempo a destinazione. Guardo fissa avanti a me, non riesco a parlare per l'emozione.
Stefy: Allora? te lo ricordi?
Io: Chi se lo dimentica più questo posto
Sorrido alla vista di quell'enorme prato dove da piccola mi ci portava sempre Stefy e Daniele. Inizio a correre verso il prato, dimenticandomi per un attimo quelle maledette ferite e quell'incubo che ormai mi tormenta ogni giorno di più. Torno indietro nel tempo a quando ero bambina, quando correvo verso Daniele e lui mi prendeva in braccio alzandomi verso il cielo. Correndo vado verso Stefy e la prendo per mano. Iniziamo a correre insieme e per la prima volta mi sento spensierata come non mai. Dopo qualche minuto cadiamo a terra ridendo.
Io: Non mi sentivo così erano anni
Stefy: A chi lo dici, ci voleva proprio questa belle corsetta almeno butto giù un po' di chili
Io: Ma zitta che sei un chiodo
Sorrido mentre il dolore alle ferite persiste ma cerco di non farci caso. Adesso voglio stare un po' in pace e ricominciare a vivere.
Stefy: Allora hai parlato con Daniele?
Il mio sorriso di colpo svanisce, e abbasso lo sguardo.
Io: No, Non posso dircelo adesso... peggiorerei solo le cose
Stefy: Prima o poi devi parlarci
Io: Meglio poi che prima...
Alzo lo sguardo e inizio a fissare il cielo. "Cavolo quanto mi manchi"
Stefy: Tu sei innamorata persa di lui sorè ti si legge negli occhi, e poi c'è un po' di malinconia dietro quel mi manchi o sbaglio?
Io: Cavolo ma si è sentito? Ops ho pensato ad alta voce
Ci guardiamo in faccio e scoppiamo a ridere. Chiudo gli occhi e mi godo il calore del sole. Quel momento di tranquillità, viene interrotto dalla suoneria del telefono di Stefy. Apro gli occhi di scatto e la guardo, come per dire chi è che rompe le scatole adesso? Stefy cerca il telefono nella borsa facendo una piccola smorfia di fastidio.
Stefy: Pronto?
Risponde con una voce abbastanza scocciata.
Daniele: Il lupo cattivo, ma si può sapere che fine avete fatto? Io ho fame
Stefy: Ah giusto, ehm veramente siamo venute a rilassarci un po' tra un po' torniamo e così mangiamo anche noi
Stefy guarda il telefono con una faccia sconvolta.
Io: Cos'è successo?
Stefy: Era Daniele, ha detto che ha fame, ma non mi ha risposto mi ha attaccato il telefono in faccia
Abbasso lo sguardo mordendomi il labbro inferiore e inizio a giocherellare con le mani. Ogni volta che sento il suo nome vado in tilt, non capisco più nulla e sento una sensazione strana allo stomaco.
Io: Avrà avuto da fare lo sai è fatto così ed è proprio per questo che mi piace
Stefy: Si perchè avete la stessa testa pazza, andiamo va sennò va a finire che ci mangia a noi
Guardo Stefy le sorrido come per direi si andiamo è meglio. Mentre andiamo alla macchina sento qualcuno che mi prende da dietro e mi butta delicatamente a terra. Riconosco quell'abbraccio, istintivamente sorrido e i miei occhi brillano. Mi giro e vedo Daniele.  Non riesco a dire neanche una parola, riesco solo a sorridere come non mai.
Daniele: Voi venite qui senza di me? Vi sembra giusto eh?
Dice ridendo
Io: Ma tu eri al ris
Daniele: E questo cosa centra? Avreste potuto avvisarmi
Io: Ma
Non riesco a finire la frase che mi inizia a fare in solletico, inizio a ridere a più non posso mentre in battito del mio cuore aumenta sempre di più. Non provavo quella sensazione erano anni, mi sento bene per la prima volta dopo tutto questo tempo. Per fortuna in mio soccorso viene Stefy, che si butta su Daniele cadendo a terra.
Stefy: Non ti dimenticare di me, sai che sono pericolosa
Daniele: Tranquilla che questa me la paghi non la passi liscia
Io: Grazie dell'aiuto sorè
Gli dico mentre incrocio le mani sugli addominali che mi fanno male per quanto ho riso. Resto a fissare Daniele mentre butta a terra Stefy e gli inizia a fare il solletico. Quant'è bello, i suoi ricci neri tutti scompigliati sembra un bimbo, e il suo fisico bellissimo, e i suoi occhi che con la luce del sole brillano come non mai. Mi piace ogni giorno di più ma come dirglielo, come farcelo capire, lui non sospetta assolutamente di nulla e ha anche ragione, come si può immaginare che la sua migliore amica che per lui è come una sorella si è innamorata di lui? No è una cosa assurda eppure a me piace da impazzire. Distolgo lo sguardo da Daniele e guardo Stefy che cerca di chiedermi aiuto. Così senza pensarci su due volte mi butto su Daniele facendolo cadere.
Stefy: Cavolo ragazzi, ridendo e scherzando si è fatto tardi e noi ancora non mangiamo
Daniele: Ecco appunto, che ne dite di tornare a casa a mangiare? Sai la mia pancia brontola
Io: Non avevamo dubbi
Dico sorridendo mentre mi alzo per andare verso la macchina. Saliamo in macchina e come sempre la prima cosa che faccio è accendere lo stereo con in nostro cd. In quel momento mi isolo dal mondo e mi immergo nel testo e nella melodia delle canzoni. Vedo le labbra di Daniele muoversi ma non riesco a capire cosa mi dice tanto che sono immersa nella musica. "Ritorno con loro"non appena Stefy spegne lo stereo. Appena arriviamo d'avanti la porta di casa, Daniele ci blocca con un braccio e va avanti avvicinandosi al buco della serratura.
Daniele: State indietro
Io e Stefy ci guardiamo in faccia stranite, mentre Daniele prende la pistola. Con un piccolo colpo spinge la porta di casa e vediamo che si apre da sola. Entriamo e c'è un disordine assurdo,qualcuno è entrato in casa.


 Ema 
Ciao ragazzi, come state? Spero bene. Lo so vorreste uccidermi, e fareste anche bene,
ma credetemi non ho avuto tempo per nulla di aggiornare è stato un periodo devastante,
sopratutto adesso che è iniziata di nuovo la scuola, tra interrogazioni pensate che mi hanno interrogato il primo giorno,
quindi immaginatevi lo stress le cose da studiare non o avuto per nulla tempo. Spero che mi perdonate per il ritardo,
ma vi prometto una cosa che da adesso in poi aggiorno più spesso, promesso.
Spero che non ostante il ritardo continuate a seguire la storia e a farmi sapere cosa ne pensate.
Voglio ringraziare tutti voi che seguite la storia e che mi fate sapere i vostri pensieri che per me è molto importante.
Ok io ho parlato già troppo non voglio annoiarvi, quindi vi lascio alla lettura del nuovo capitolo.

 Un bacione a tutti ragazziiiiiiii :* :*

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Capitolo 22
*** 22 ***


Io e Stefy ci guariamo in faccia sconvolte, restando immobili sulla sull'uscio della porta mentre Daniele entra con la pistola in mano. Le mie ferite iniziano a sanguinare forse per il troppo sforzo che ho fatto correndo, ma non è un segno che mi piace. Dopo qualche minuto Daniele ci fa segno di entrare in casa. La casa è totalmente sotto sopra, il divano ribaltato, i cassetti aperti, le carte a terra, non sappiamo neanche dove passare. Guardo in faccia Daniele che con aria preoccupata e con un'espressione seria non smette di guardarsi in torno e cercare di capire cos'è successo.
Stefy: Sorè ti accompagno in bagno, almeno ti medichi le ferite
La guardo e faccio cenno di si con la testa. Andiamo in bagno e mentre Stefy cerca il disinfettante e la garza io mi siedo sul bordo della vasca tenendo gli occhi bassi sulle ferite che perdono sangue.
Stefy: Si può sapere dove stanno queste benedette garze? Quando ci mette le mani mio fratello qui dentro non si capisce più nulla
dice con aria abbastanza irritata.
Io: Aspetta vengo a darti una mano
Gli rispondo facendo un piccolo sorriso. Mi alzo lentamente e vado ad aiutare Stefy. Quando alzo gli occhi vedo sullo secchio del bagno sopra il lavandino una scritta fatta con un rossetto rosso.
" Non finisce qua, sei mia!"
Resto immobile a guardare quella scritta non riesco a spostare gli occhi da li.
Stefy: Non avevi detto che mi davi una mano?
Mi risponde mentre viene verso di me. Appena sposta gli occhi su vede anche lei quello che c'è scritto sulla specchio. Si ferma di colpo, mentre gli cade tutto dalle mani facendo rumore. In quel momento viene correndo verso di noi Daniele spaventato dal rumore che ha appena sentito. Si ferma d'avanti allo specchio e legge la scritta. Mi abbraccia forte senza badare alle ferite che ancora perdevano sangue.
Daniele: Vieni ti accompagno in camera
Non rispondo, non ho la forza faccio solo un cenno con la testa, mentre Stefy raccoglie tutto. Mi appoggia lentamente sul letto mentre le lacrime rigano il mio viso. Daniele si side vicino a me.
Daniele: Ci sono io con te piccola. Basta che adesso non piangi, altrimenti vado da qualche altra ragazza che almeno sorride.
Non so cosa mi prende, ma al quelle parole il mio sistema nervoso va in tilt. Mi alzo di scatto non badando neanche alle ferite.
Io: Dove vai tu? Non ho capito bene
Lo abbraccio da dietro mentre i miei occhi brillano.
Daniele: Senza di te non vado da nessun parte
Mi sorride dolcemente e poi mi abbraccia forte, ma perdiamo l'equilibrio e cadiamo all'indietro sopra il letto.
In quel momento apre la porta Stefy con in mano tutto l'occorrente.
Stefy: Non vorrei disturbarvi, ma qui c'è qualcuno che ha bisogno di medicarsi
Ci stacchiamo di colpo, mentre mi aiuta ad alzarmi deliacamente. Quando si alza vedo la sua maglietta sporca di sangue.
Io: Oddio tesoro scusa non volevo sporcarti la maglia
Gli dico con un tono di voce dispiaciuto e la testa bassa
Daniele: Piccola tranquilla, tanto mi dovevo andare a fare una doccia e poi c'è Stefy che lava
Lo guardo e poi scoppiamo a ridere di gusto.
Stefy: Eh certo tanto la fessa qui sono io, senti tu vai a lavarti che puzzi, e tu vieni qua che ti medico
Io: Si Signore subito
Daniele mi fa l'occhiolino, e poi guarda Stefy mettendosi una mano sulla fronte come per dire agli ordini capitano.
Stefy: Brucerà un po' scusa
Io: Tranquilla vai ci sono abituata
Stefy inizia a disinfettarmi le ferite. Bruciano da morire ma non dico nulla stingo i denti e faccio finta di niente.
Stefy: Cosa stavate facendo prima tu e quella testolina di mio fratello eh?
Mi dice con un tono di sfottò
Io: Assolutamente nulla, ci stavamo solo abbracciando
Stefy: Si vabbè come se ci credo
Io: Davvero.. Non è successo nulla...purtroppo...
Stefy: Ancora non ce lo dici vero?
Io: No, non ce la faccio... Aja
Mi scappa un piccolo urlo causato dal bruciore delle ferite.
Stefy: Ecco fatto ho finito
Io: Grazie sorè
Gli sorrido dolcemente, e poi mi da un bacio sulla guancia chiudendosi la porta alle sue spalle. Mi sdraio sul letto dolorante, con in testa quella dannata scritta. Di colpo la porta della camera si apre,e vedo entrare Daniele che portava sulla spalla Stefy che urlava di farla scendere. La butta su letto mentre mi sposto per non finire spiaccicata da Stefy.
Daniele: Così impari
Stefy: Ma ammettilo
Io: Si può sapere cos'è successo?
Daniele: Mi ha appena detto che non ostante mi sono lavato puzzo
Stefy: Di che non è vero?
Scoppio a ridere di gusto d'avanti a quella scena.
Daniele: E tu cosa ridi?
Io: Beh non ha tutti i torti
Daniele: Che vuoi dire?
Io: Che ti puzza il nasino
Stefy scoppia a ridere di gusto, mentre Daniele si avvicina verso di me e mi inizia a fare il solletico. Cerco di ribellarmi ma non ci riesco, non riesco a smettere di ridere, mi manca il respiro. Per fortuna in mio soccorso viene Stefy che si butta sopra Daniele che cade dall'altro lato. Resto seduta a guardare Daniele, i suoi capelli ancora bagnati, l'asciugamano intorno alla vita, il suo petto, i suoi occhi che brillano e il suo sorriso bello come il sole. Voglio dirgli tutto, ma non ci riesco, ho paura ce per lui non è così, cavolo siamo cresciuti insieme come può ricambiare anche lui il mio sentimento? Non credo sia possibile, mi sto solo illudendo, ma non posso farci nulla mi sono innamorata. I miei pensieri vengono interrotti dallo sguardo di Daniele che mi accorgo che mi sta fissando.
Io: Allora voi due avete finito?
Mi accorgo di aver detto una cavolata, ma non sapevo che dire ero imbarazzata al massimo
Daniele: Noi si, sei tu che sei su un altro pianeta a vedere a chi stavi pensando eh
Divento rossa e abbasso la testa imbarazzata al massimo
Io: A nessuno, a chi vuoi che pensi?
Stefy: Eh io lo so
Mi risponde con un tono di sfottò e lanciandomi una frecciatina
Daniele: Eh no cos'è questa storia voglio saperlo anche io, allora chi è?
Lancio uno sguardo assassino a Stefy che ha già capito cosa voglio dirle.
Io: A nessuno credi a lei?
Daniele: Tu non me la racconti giusta
Mi risponde con un tono un po' dispiaciuto come se ha paura di sapere la risposta.
Stefy: Bando alle ciance ragazzi, tu vatti a vestire sennò ti prendi una bronchite e non puoi permetterti il lusso di ammalarti anche perchè a casa tutto il giorno non ti reggo, io vado al bar e tu riposati un po che sei stanca morta
Daniele: Si infatti devo correre al Ris, ci vediamo stasera. Ciao piccola ti adoro
Prende una maglia al volo, mi scocca un bacio sulla guancia e poi esce di corsa dalla camera.
Io: Cosa ti dice quella piccola testa pacata? Mi stavi facendo scoprire
Stefy: Era quella l'intenzione, comunque io vado al bar ci vediamo stasera ciao sorè
Mi manda un bacio da lontano e poi esce dalla stanza di fretta e furia. Sono distrutta, mi giro sul fianco e cerco di dormire. Dopo qualche minuto sento suonare alla porta. Mi alzo dal letto, e cerco di scendere il più velocemente possibile le scale anche se le ferite mi fanno ancora molto male.
"Adesso che si è dimenticata? Menomale che la testa è attaccata al collo sennò qualche giorno dimentica pure quella, mannaggia a mia sorella"
Penso. Quando vado ad aprire la porta,vedo che non è Stefy.

 
Ema

Bellezze buonasera, si lo so scusate il ritardo terribile, ma non ho avuto un attimo libero in questo periodo,
con la scuola che ci stanno massacrando di compiti in classe e interrogazioni, non ne posso più credetemi :/
Sabato sono andata a Roma a vedere il concerto del mio idolo Fabri Fibra (so che non vi interessa molto ma volevo dirvelo)
e adesso sto anche senza voce, per giunta sono impegnata con il teatro che a breve ho uno spettacolo,
e solo oggi ho trovato un minuto per scrivere il nuovo capitolo.
Ok vi ho annoiato abbastanza, quindi vi lascio alla lettura del nuovo capitolo che spero che vi piace.
Voglio ringraziare tutti quelli che continuano a seguire la mia storia, grazie di cuore davvero ragazzi.
Prometto che aggiornerò presto un bacione a tutti e buona serata :* :*

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Capitolo 23
*** 23 ***


Non potevo credere ai miei occhi ancora lui. Cerco di chiudere la porta ma lui mi blocca facendo passare il suo braccio in mezzo alla porta. Cerco di toglierlo per chiudere la porta, ma il braccio mi cede così riesce ad entrare.
Io: Si può sapere cosa vuole ancora?
Gli dico con un tono di voce abbastanza alterato.
James: Sono venuta a mostrarti queste
Dalla tasca estrae una bottiglietta piccola di vetro con dentro delle medicine. Non capisco cosa sono.
Io: Queste cosa sono?
James: Le medicine che deve prendere mio figlio e che non ha mai preso ecco perchè adesso si comporta così
Io: Senta se lui non prende le medicine sono fatti suoi, non ha il diritto di fare quello che ha fatto
James: Mi dispiace, ma spero che capisci la situazione
Io: Senta non ho voglia di parlare di suo figlio, non creda che mi ha rovinato abbastanza la vita?
James: Si lo so.. e per questo sono venuto a chiederti scusa
Io: Scusa un corno! Ma se ne rende conto di come cavolo mi ha ridotto?
Dico alzando il tono di voce mi sto innervosendo sul serio
James: Si ma non è colpa sua
Io: Non è colpa sua? No sa è la mia mi sono fatta tutto questo da sola
Sto perdendo il controllo. In quel momento suonano alla porta.
Io: Scusi vado ad aprire
Vado verso la porta preoccupata di chi poteva essere, sperando che non sia il figlio. Apro la porta con un po' di terrore. Alla vista di Daniele lo abbraccio di istinto.
Daniele: Piccola è successo qualcosa?
Mi dice sotto voce, come se ha già capito che c'è qualcosa che non va
Io: Si, c'è il padre di quel bastardo in salotto, già è la seconda volta che viene
Daniele: Che cosa? Perchè non me lo hai detto prima? Cosa diamine vuole?
Dice iniziando ad alzare la voce e staccandosi da me. Lo guardo e gli faccio cenno con la testa come per dire entra. Daniele entra e subito si fionda nel salotto dove si trova l'uomo.  Lo seguo in silenzio.
Daniele: Lei chi è mi scusi?
James: Sono il padre di Eric  lei chi è? Cosa vuole?
A quelle parole il viso di Daniele cambia completamente espressione. Si sta iniziando ad alterare.
Daniele: Io sono  Daniele, cosa ci fa lei qua?
James: Questi non sono affari suoi
Prima che Daniele parte mi metto di fianco a lui e poso la mia mano sulla sua spalla cercando di non fargli perdere il controllo come stava per fare.
Daniele: Senta è lei che è venuta a dare fastidio a mia sorella, che ci fa qui devo chiederlo io
James: Fatti miei e adesso mi scusi ho da fare
Daniele: Lei non va da nessuna parte
Gli risponde mostrandogli il distintivo. L'uomo resta di pietra, e poi di scatto si siede sul divano. La situazione si mette male, non so cosa potrebbe fare Daniele. Si siede sul divano affianco all'uomo inizia a fargli mille domande.  Finalmente l'uomo gli racconta tutto.
Daniele: Ho capito ma se ci da una mano a cercare suo figlio?
James: Non so dov'è altrimenti già lo avrei detto a lei... purtroppo non mi parla e non so neanche dove sta non so più nulla
Daniele: Va bene ho capito,ma lei resti comunque a disposizione
L'uomo non dice nulla, si alza e esce di casa chiudendosi delicatamente la porta alla spalle.
Io: Dovevo dirtelo prima lo so, ma poi è successo quello che è successo e quindi mi è passato di mente scusa
Dico con un tono di voce abbastanza dispiaciuto.
Daniele: Tranquilla piccola adesso ci sono io
Mi sorride dolcemente e poi mi abbraccia forte a lui. Mi lascio trasportare dal quel suo abbraccio.
Daniele: Che ne dici se andiamo a farci un giro io e te?
Io: Ma non devi andare al Ris?
Daniele: Si ma... mi prendo un giorno di permesso, ti ricordo che sono sempre il capo
Ci guardiamo in faccia e scoppiamo a ridere. Gli faccio l'occhiolino e poi salgo di corsa su a mettermi qualcosa di decente. Apro l'armadio e tra le solite magliette a manche corte e i jeans, trovo un vestito che mi ha regalato Daniele un po' di tempo fa, ma che non ho mai messo. Resto fissa a guardare quel vestito, e finalmente decido di indossarlo. E una vita che non mi metto un vestito, e forse è quasi ora di rincominciare. Mi metto delle scarpe aperte e scendo giù. Daniele appena mi vedere mi fissa per un paio di minuti.
Io: Cosa c'è? Ho qualcosa che non va?
Gli dico guardandomi il vestito per vedere se ho qualcosa o se ho sporco da qualche parte
Daniele: No anzi, sei bellissima, non ti ho mai vista così bella, finalmente ti sei decisa a metterlo sei davvero un fiore
Gli sorrido timidamente, poi gli prendo la mano e usciamo di casa. Per tutto il tragitto restiamo in silenzio o meglio cantiamo a squarcia gola.  Dopo un quarto d'ora circa, scendiamo, e d'avanti a me vedo un parco giochi,  lo stesso dove Daniele mi portava da piccola. Mi prende la mano ed entriamo. Mi sorride dolcemente, e poi mi porta  sull'altalena. Mi siedo e lui inizia a spingermi. In quel momento ritorno bambina, chiudo gli occhi e mi sembra di volare. Ricordo quando ero bambina e dicevo a Daniele di spingermi forte forte in modo d poter toccare il cielo. Di scatto l'altalena di ferma. Apro gli occhi e mi trovo davanti Daniele, che mi prende il braccio e mi fa girare veloce. Ad un tratto ci troviamo fermi davanti le altalene, ci guardiamo negli occhi sorridendo. Le sue labbra sfiorano le mie. Mentre le mie labbra toccano le sue inizio a sentire delle fitte al fianco, istintivamente mi piego avanti per il dolore.
Daniele: Piccola tutto bene?
Io: S..si piccola fitta al fianco..
Daniele: Dai ti porto a casa così vedo un po' cos'è
Io: Puoi lasciarmi, ce la faccio ad arrivare alla macchina
Gli dico con una tono di voce basso e un po' affaticato.
Daniele: Non pensarci proprio, voglio portarti in braccio problemi?
Mi risponde sorridendo dolcemente
Io: No no fai pure
Gli dico sorridendo. Arriviamo in macchina e mi poggia delicatamente sul sedile posteriore, in modo che posso sdraiarmi. Durante il viaggio mi sento come osservata da qualcuno ma forse è solo la mia impressione. Dopo un quarto d'ora circa arriviamo a casa. Daniele mi apre la portiera della macchina e mi prende in braccio. 
Daniele: Stella nella mia tasca del pantalone a destra ci sono le chiavi di casa me le prendi per favore?
Io: Certo
Cerco di mettere la mano nella tasca di Daniele senza perdere l'equilibrio. Dopo un po' di fatica, le trovo e apro la porta di casa. Con il sedere Daniele si chiude la porta alle spalle. Lo guardo negli occhi, quant'è bello diventa ogni giorno sempre più bello, credo di essermi innamorata seriamente questa volta. Mi posa delicatamente sul divano e mi sorride dolcemente.
Daniele: Non ti muovere da qui vado a prendere tutto il necessario per la medicazione
Io: Io non mi muovo
Gli rispondo dolcemente. Dopo qualche minuto torna con le bende e l'acqua ossigenata. Ormai ho gli incubi di quelle cose non ne posso più. Mi inizia a medicare, mentre le ferite bruciano come che è un dolore insopportabile.
Daniele: Ecco fatto
Mi dice appoggiando tutto sul tavolino di fronte al divano.
Daniele: Ti porto su in camera, almeno ti riposi un po'
Gli sorrido e gli faccio cenno di si con la testa. Mi prende in braccio e mi porta su in camera. Mentre sta per appoggiarmi sul letto, inciampa sulle mie pantofole che questa mattina ho lasciato vicino il letto e cadiamo tutti e due sul letto. Ci ritroviamo uno sopra l'altro. Ci guardiamo negli occhi in silenzio mentre sorridiamo dolcemente entrambi.  

Ema
Ciao ragazzi e buona Domenica :D Finalemnte ci voleva proprio un giorno di riposo, peccato solo che domani è Lunedi :(
Comunque scusate il ritardo vi avevo promesso che avrei aggiorato presto ma non ci sono riuscita,
ho avuto una marea di cose da fare tra teatro e scuola è stato un casino, ma sono tornata con un nuovo capitolo,
spero che nonostatnte il ritardo vi paice lo stesso :) Adesso vado susatemi ma devo ande a studiare inglese
(Non so chi è stato quel genio che ha messo nelle scuole italiane la lingua inglese come la odio -.-)
scusatmi il piccolo sfogo, beh vi lascio alla lettura del capitolo, grazie a tutti ragazzi buona serata un bacio a tutti :* 

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Capitolo 24
*** 24 ***


Le mie labbra finalmente toccano le sue. Iniziamo a baciarci senza pensarci su due volte. Ad un tratto Daniele di stacca da me.
Daniele: Oddio scusa io non...
Non gli lascio finire di dire la frase che lo ribacio di nuovo. Era da troppo tempo che aspettavo questo momento non posso farmelo sfuggire. Ci baciamo appassionatamente, lui mi accarezza la schiena mentre io gli passo la mano tra i capelli. In quel momento non penso più a nulla, solo a godermi il momento. Gli inizio a togliere la maglietta e lui toglie la mia. Sarà perché lo amo alla follia, ma non mi importa ne di lui, ne di queste maledette ferite io voglio solo stare con lui. Tra un bacio e l'altro finiamo nudi sotto le coperte. Cerco di non urlare, ma il piacere è troppo forte per non farlo. Dopo circa un'ora lui scende e si mette affianco a me mentre mi bacia.
Io: Beh aspettavo da tanto questo momento sai?
Daniele: Davvero? Io credevo che non sarebbe mai successo insomma..
Io: è da tanto tempo che cerco di dirti che mi piaci, che sono innamorata di te ma non ce l'ho mai fatta perchè credevo di rovinare tutto tra noi perchè credevo che non sarebbe stata la stessa cosa da parte tua ecco io...io l'ho detto
Daniele: Beh credevi male, perchè questo periodo che abbiamo passato insieme mi ha fatto capire molte cose... e una di queste e che mi sono innamorato anche io di te
Io: Non posso crederci mi sembra tutto così...strano ecco noi siamo cresciuti insieme e adesso...
Daniele: E adesso ci troviamo qui ed è una sensazione bellissima
Mi sorride dolcemente e poi ma bacia a stampo. Restiamo a guardarci negli occhi, ma quel bellissimo momento viene interrotto dal mio telefono che squilla.
Adesso chi sarà a quest'ora che rompe?
Faccio una piccola smorfia e poi rispondo.
Io: Pronto
Dico con un tono abbastanza scocciato
Stefy: Mmmm qui ho interrotto qualcosa mi sa.. scusate volevo sapere solo come stai... qui al bar è un devasto non ce la faccio più
Io:  Sorè... ehm no non hai interrotto nulla... sto bene tranquilla non preoccuparti eh lo so chi meglio di me puo capirti... dai un altro po' e torni a casa
Gli rispondo con un tono di voce come per dirgli dopo ti spiego tutto.
Stefy: Ho capito dopo devi dirmi un paio di cose ora vado c'è un rompi palle che sta aspettando il suo cappuccino scappo sorè ci sentiamo dopo salutami Daniele
Scoppio a ridere, certo che non gli posso nascondere proprio nulla, ha già capito tutto.
Io: Tranquilla sorè vai vai ci sentiamo dopo un bacio
Metto giù la chiamata con Stefy e poso il telefono sul comodino
Daniele: Chi era?
Io: Secondo te chi vuole essere?
Daniele: Quella spostata di mio sorella?
Io: Esatto
Ci guardiamo in faccio e scoppiamo a ridere di gusto. Ancora una volta quel momento viene interrotto dal telefono che squilla ma questa volta è di Daniele.
Io: Ma ce l'hanno con noi fammi capire?
Mi sorride e dandomi un bacio a stampo sulle labbra risponde al telefono. Dopo qualche minuto mette giù si alza dal letto e si veste velocemente.
Io: Fiore cosa succede?
Daniele: Piccola scusa devo scappare al Ris non so cosa è successo
Io: Uff va bene vai tranquillo ci vediamo stasera
Mi sorride dolcemente, mi da un bacio al volo e poi come sempre corre giù per le scale. Resto a guardare verso la porta, ancora non posso credere a quello che è successo. Per la prima volta dopo tutto riesco veramente a sorridere e ad essere felice. Era da molto tempo che non provavo questa sensazione, mi mordo il labbro inferiore con i denti e sorrido dolcemente. Le ferite mi danno qualche fitta. Mi alzo e prendo i panni che stanno a terra. Mi vesto delicatamente e poi vado in cucina. Mi faccio al volo una spremuta d'arancia e poi mi fiondo sul divano a guardare la tv, almeno così non penso a queste maledette ferite che mi fanno un male cane. Dopo neanche due minuti inizia a squillare il telefono di casa.
Certo che oggi non vogliono lasciarmi in pace e che cavolo
Rispondo con una voce infastidita. Dall'altra parte però non risponde nessuno. Metto giù pensando che hanno sbagliato numero. Dopo neanche due minuti mi arriva un messaggio  sul cellulare con un numero privato.
" Ti sei divertita con il tuo amichetto? Tranquilla me la paghi questo è poco ma sicuro. Eric"
Leggo quel nome e resto impietrita. Non è possibile, come diamine fa a sapere di quello che è successo? Inizio ad avere paura, mi alzo di scatto e chiudo la porta di casa a chiave.
Nel frattempo al Ris...
Daniele: Eccomi cos'è successo?
Paola: Capitano, abbiamo trovato le informazioni che mi avete chiesto, e poi è passato un certo Andrea voleva parlarvi
Daniele: Santa ragazza quante volte ti ho detto di non darmi del voi? Comunque le informazioni che ti ho chiesto lasciale sulla mia scrivania e per quanto riguarda Andrea cosa voleva?
Paola: Va bene non so vi cercava ha detto che ripassava più tardi
Gli fa l'occhiolino come per dire va bene e poi si avvia verso il suo ufficio. Prende le carte in mano e inizia a leggere attentamente .
Daniele: Lo sapevo che c'era qualcosa che mi puzzava
Continua a leggere e a sfogliare quelle carte. Ma l'ombra di qualcuno distoglie la sua attenzione
Andrea: Uh ciao guarda un po' chi si vede
Daniele: Tu cosa ci fai qui?
Andrea: Volevo sapere come stava Casey a me non risponde al telefono e non so perché
Daniele: Tranquillo sta bene, menomale che non ti risponde
Andrea: Dov'è adesso
Daniele: Questi non sono cose che ti riguardano e ora scusa ho da fare
Andrea: Tranquillo tolgo il disturbo basta che lei sta bene arrivederci capitano
Lo guarda attentamente mentre esce dal suo ufficio e poi torna ai suoi fogli. Dopo neanche dieci minuti entra la sua collega Paola.
Paola: Capitano abbiamo un problema abbiamo provato a chiamare James ma non risponde e adesso c'è stata una segnalazione che l'hanno visto vicino ad un bar
Daniele: Quanto tempo fa è avvenuta la segnalazione?
Paola: Adesso ci hanno appena chiamato
Si alza in piedi di scatto e esce di corsa dal Ris. Si mette in macchina e parte a tutta velocità.


Ema
Caio ragazzi buona Domenica a tutti :D Vi avevo promesso che avrei aggiornato al più presto ed eccomi qui di nuovo con un nuovo capitolo :D
ho voluto cambiare un po' la tipologia di scrittura spero che vi piace lo stesso, mi raccomando se qualcosa non vi piace mi raccomando ditemelo ci conto lo sapete :D
Rga dai  mancano solo 13 giorni e poi finalmente arrivano le vacanze di Natale :D
Ok basta vi ho rotto le scatole abbastanza, io scappo vi lascio alla lettura del nuovo capitolo spero che vi piaccia
un bacio a tutti ragazzi e grazie di cuore a chi continua a leggere la storia buona serata a tutti :* 

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Capitolo 25
*** 25 ***


Sono le 14.00 e a quell'ora qui a Roma non si capisce nulla per quanto traffico c'è. Cosi decide di mettere la sirena per arrivare prima al bar di Stefy per vedere se quello è il bar della segnalazione. Prova a chiamarla su cellulare ma c'è la segreteria. Si inizia ad agitare perchè il traffico aumenta e non riesce a passare nonostante va il più veloce possibile. Inizia a picchiare il clacson ma niente da fare, preso dalla rabbia e dalla e dalla fretta decide di passare sui marciapiedi. Ma arrivato ad un certo punto davanti si trova un autoambulanza e una pattuglia di polizia. Scende dalla macchina di scatto e va a vedere cos'è successo.
Daniele:Cos'è successo qui?
X: Spiacente non possiamo dare informazioni agli sconosciuti
Daniele: Sono il capitano del Ris
Risponde mentre gli mostra il distintivo.
X: Mi scusi capitano, io sono l'agente Guerra
Daniele: Allora Guerra mi dice per favore cos'è accaduto?
Guerra: è stata investita una ragazza da un pirata della strada e purtroppo è morta immediatamente
Corre verso il corpo molto preoccupato e con un po' di paura di scoprire chi c'è sotto quel lenzuolo bianco. Appena lo scopre resta impietrito. Non poteva credere ai suoi occhi, era proprio lei.
Intanto a casa di Casey...
Mi lascio cadere a terra con le spalle contro la porta e le braccia intorno alle ginocchia. Ho una paura assurda, come fa quel bastardo a sapere quello che è successo tra me e Daniele? No, non posso credere che mi sta spiando di nuovo, non posso credere che ha capito dove abito non è possibile. Ho la testa che mi scoppia questi stramaledetti pensieri non vogliono andare via dalla mia testa e per giunta le ferite al fianco sono aumentate iniziano a bruciare come non mai. I miei pensieri vengono interrotti dal suono del campanello. Alzo la testa di scatto, ho il cuore che mi batte a mille, inizio a tremare come una foglia per la paura e inizio a sudare freddo.
Non può essere lui no non posso credere che mi abbia trovata di nuovo
Il campanello continua a suonare con una certa insistenza. Non sopporto quel rumore odioso, così mi faccio forza e coraggio e molto delicatamente apro la porta di casa.
Stefy: No sorè fammi  capire avevi voglia di lasciarmi fuori?
Dice con un tono abbastanza scherzoso
Non le dico nulla, apro solo la porta per farla entra e poi la chiudo rapidamente. Dalla mia faccia ha capito che c'è qualcosa che non va e mi guarda stranita.
Io: Non ti ha seguita nessuno vero?
Stefy: No chi mi doveva seguire sono da sola tranquilla... cosa succede?
Io: Vieni è meglio che ci sediamo
La prendo per mano e la trascino sul divano.
Stefy: Allora?
Io: Beh in poche parole è successo che io e Daniele finalmente ci siamo baciati e siamo finiti anche a letto insieme scoprendo che siamo innamorati uno dell'altro e per questo sono felicissi...
Stefy: Si questo lo avevo capito e sono felicissima per voi finalmente era ora vai al punto
Io: Il brutto viene dopo.. Daniele scappa al Ris perchè non so cosa diavolo è successo e scendo sotto in cucina e trovo questo messaggio
Gli porgo il telefono per fargli leggere il messaggio che mi aveva inviato quel bastardo.
Stefy: Cazzo, adesso capisco
Io: Cosa?
Stefy: Poco prima che uscivo dal bar da lontano mi è sembrato di vedere James ma non l'ho visto mentre scazzavo tra un cliente e l'altro non sono sicura..
Io: No, non ti sei sbagliata era lui, non possono essere coincidenze
Stefy: Chiamo subito Daniele
Dopo qualche minuto mi guarda preoccupata con il telefono in mano Daniele non risponde.
Stefy: Non risponde cazzo
Io: Starà facendo dai non preoccuparti
Gli dico con un tono di voce pacato convincendomi di quelle parole dette...Mai dire mai anche se dentro di me la verità la so... Stefy continua a chiamare Daniele ma nulla quel tu...tu... del telefono rimbomba nella stanza senza alcuna risposta.
Sulla scena del delitto...
Guerra : Capitano tutto bene?
Non risponde, gli lancia solo uno sguardo fulminante e poi riabbassa subito gli occhi sul corpo della ragazza mentre le lacrime gli scendono dal viso. Si alza incazzato nero e poi va vicino all'agente cercando di mantenere la calma.
Daniele: Quando è successo? A che ora? Avete la targa della macchina?
Guerra: Qualche ora fa capitano ci hanno fatto una segnalazione anonima
Daniele: Cercate di capire chi è stato se ci sono novità chiamatemi al Ris
Guerra: Veramente capitano, il caso lo hanno affidato a noi
Daniele: Adesso passa a noi, ti do detto di farmi spere le novità è chiaro?
Gli dico con un tono di voce molto alzo e incazzato. L'agente si limita a fare solo un cenno con la testa. Detto questo si mette in macchina e riparte a tutta velocità verso casa. Il suo viso è rigido, dai suoi occhi scendono le lacrime ma allo stesso tempo c'è tanta rabbia. Giuda il più veloce possibile ignorando il telefono che squilla. Ad un tratto batte il pungo sul manubrio per il nervoso, non può ancor credere a ciò che ha appena visto, non gli sembra possibile tutto ciò è accaduto davvero proprio a lei poi, cazzo ma com'è potuto succedere? No non ci credo merda se trovo quello stronzo che l'ha investita giuro lo uccido con le miei stesse mani. I suoi pensieri vengono interrotti dal fatto che si accorge che è arrivato a casa. Scende dalla macchina mentre sbatte violentemente la portiera dell'auto. Picchia alla porta.
A casa...
Sentiamo bussare alla porta io e Stefy ci guardiamo preoccupate. Abbiamo paura di aprire quella porta. Stefy fa lo scatto per alzarsi ma con un braccio la blocco facendola sedere di nuovo sul divano. Mi guarda come per dire mi raccomando a te gli faccio l'occhiolino e vado verso la porta. Con una paura assurda apro quella maledetta porta. Davanti a me trovo Daniele che mi abbraccia forte appena mi vede. Lo abbraccio e con tutte le mie forze so che è successo qualcosa l'ho capito appena l'ho visto. Con il piede chiudo violentemente la porta alle nostre spalle. Senza dire nulla lo prendo per mano e lo faccio sedere sul divano. Vedo Stefy che è pronta per fargli la predica perchè non ha risposto al telefono, ma prima che parla gli faccio cenno di no con la testa come per dirgli no è il momento. Ci sediamo entrambi sul divano.
Io: Allora cos'è successo?
Daniele: Ecco vedi poco fa stavo venendo al bar da Stefy quando per la strada ho visto l'autoambulanza e una pattuglia di polizia così mi sono fermato a vedere che era successo e l'agente mi ha detto che ci è stato un incidente ed era morta una ragazza e quando sono andato a vedere chi era quella ragazza non potevo credere che era proprio lei mia... anzi nostra...
Non riesce a finire la frase che scoppia in lacrime.


Ema
Ciao ragazzi come state?
Si lo so scusatemi sono in un ritardo assurdo ma questo periodo non ho avuto proprio tempo
di aggiornare, tra gli ultimi regali di natale come sempre fatti all'ultimo minuto, le cose da studiare,
il teatro e i vari spettacoli uno stress assurdo .-.
Cosi ieri mi sono decisa di scrivere il nuovo capitolo e ieri sera alle 02.00 di notte mi sono messa e l'ho scritto
perché è giusto che prima della fine dell'anno vi lasciavo con un nuovo capitolo da leggere
e poi mi dovevo far perdonare per il ritardo assurdo. Ok sto parlando un pò troppo non voglio annoiarvi :)
Io scappo a prepararmi che come sempre sono in un ritardo assurdo :/
Vi auguro a tutti buon proseguimento di vacanze e buon anno a tutti.
Voglio ringraziarvi tutti perchè continuate a seguire la mia storia sono felicissima davvero.
Grazie a tutti ragazzi di cuore un bacione :* 
P.s promesso aggiornerò il prima possibile :33

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Capitolo 26
*** 26 ***


Alza lo sguardo verso Stefy che lo guarda preoccupato.
Stefy: Nostra?
Daniele: Zia...Michela cazzo l'hanno investita

Vedo la rabbia sul viso di Daniele, lo abbraccio senza dire neanche una parola mentre Stefy crolla a peso morto sul divano sconvolta dalla notizia. Io non ho mai conosciuto questa donna, ma so solo che non ho mai visto Daniele in queste condizioni. 
Stefy: Ad...adesso cosa facciamo? 
Daniele delicatamente si distacca da me per rispondere a Stefy.
Daniele: Non lo so, non ne ho la più pallida idea non so cosa cazzo fare adesso...
Stefy: Non dirmi che hai intenzione di chiamare...

Ma a quella domanda se così si può chiamare non c'è risposta, c'è solo un silenzio imbarazzante.
Io: Scusate cosa sta succedendo? Se posso aiutarvi io sono qui 
Daniele: Si è giusto che sai quello che è successo, ti ricordi Gioia mia cugina che qualche tempo fa è venuta a trovarmi?
Io: Si certo che me la ricordo cos'è successo?
Daniele: Ecco sua madre cioè mia zia l'hanno investita oggi un pirata della strada...

Resto senza parole a quella notizia. Il silenzio piomba nella stanza. Adesso ci mancava questa notizia. Appoggio la mia  testa sulla spalla di Daniele mentre lui resta immobile, mentre le lacrime gli rigano il viso. Quel silenzio viene interrotto dalla suoneria del mio cellulare che indica che mi è arrivato un messaggio. Non gli do retta e faccio finta di nulla. Maledetto cellulare, proprio adesso dovevi squillare nei momenti meno opportuni. 
Daniele: Vedi chi è, rispondi
Io: Tranquillo adesso non mi importa può aspettare chiunque esso sia
Stefy: Sorè vedi chi è... 
Io: No non adesso...

So a cosa voleva dire con quella frase, ma adesso questo era l'ultimo dei miei pensieri volevo capire cosa sta succedendo. 
Io: Sorè c'è altro che devi dirmi oltre che devo rispondere a quello stupido affare? 
Stefy: Ecco si c'è dell'altro che dovrei dirti....
Daniele: è giusto che sia io a dirlo... 

Io: Ti ascolto...
Daniele: Ecco vedi... Gioia  non ha mai avuto un padre, mio zio appena ha saputo che mia zia era incinta se n'è andato di casa e lei non ha mai conosciuto suo padre...adesso che zia è morta dovrà essere affidata per legge o in un orfanotrofio o in qualche casa famiglia sicuramente chiameranno gli assistenti sociali se non l'hanno gia fatto e.... 
Io: Cavolo... ma perchè non mi hai mai parlato di loro?
Daniele: Era una storia che mi faceva troppo male...non voglio che finisca in qualche istituto no... 

Ho i brividi lungo la schiena a sentire quella storia, so solo che non può finire così! Abbraccio di istinto Daniele e li do un bacio sulla guancia.  Mi guarda e mi sorride dolcemente. 
Io: Dai almeno sono riuscita a strapparti un sorriso ce l'ho fatta
Daniele: Come sempre menomale che ci sei tu 

Mi stringe forte a se e poi mi bacia dolcemente. 
Stefy: Hei Hei voi due ci sono anche io 
Dice con un tono più o meno scherzoso o almeno ci prova. 
Io: Si scusa sorè hai ragione 
gli rispondo sorridendole dolcemente. 
Daniele: Ahhh ma è possibile che stai sempre in mezzo? 

Anche se è successa una cosa orribile riesce sempre a sdrammatizzare nel migliore dei modi, ecco perché lo amo alla follia dio quant'è bello 
I miei pensieri vengono interrotti dalla mano di Stefy che mi passa davanti gli occhi. 
Io: Scusa sorè stavo pensando 
Stefy: Ah garda non lo avevo notanto ma per niente proprio credevo stessi contando le pecoorelle 
Daniele: Ma stai sempre in mezzo? e poi anche se fosse?
Stefy: Allora senti eh nessuno ti ha interpellato a te 

Scoppiamo tutti in una risata,che più di una risata vera e propria mi sa di una risata isterica. Dopo qualche secondo torna a regnare il silenzio,quel silenzio agghiacciante. Resto con lo sguardo fisso sull ferite che mi bruciano come non mai mentre cerco di tranquillizzare Daniele prendendogli la mano, ma senza riuscirci perchè la prima a stare male sono io. Dopo qualche minuto squilla il telefono. Alzo di colpo lo sguardo e vedo il displey del mio telefono che si illumina, Stefy alza lo sguardo di colpo mentre Daniele mi stringe la mano ancora di più. Non riusciamo a spiccicare qualcosa, dentro di me so già chi è infatti non voglio vederre quel messaggio adesso pegiorerebbe solo le cose. Daniele si alza di scatto per prendere il telefono che sta sul tavolino difronte il divano. Cerco di bloccarlo ma nulla non ci resco la sua forza è molto più forte della mia. 
Io: Ti prego non farlo non adesso almeno 
Daniele: Non mi importa voglio vedere chi è, voglio la verità

Mi risponde con un tono di voce abbastanza alterato, purtroppo quando Daniele si mette in testa una cosa è inutile provare a fargli cambiare idea, è testardo e ha un carattere che si altra facilmente, quindi decido di farmi da parte e fargli leggere il mesaggio. Mi lascio cadere sul divano a peso morto sul divano sfininita Stefy mi guarda come per dire speriamo che non è lui. Daniele inizia a leggere il messaggio e dalla sua faccia non premette nulla di buono. 
Daniele: Bastardo
Afferma mentre lancia il telefono sul tavolo.
Prendo il telefono e leggo il messaggio con un po' di paura.
"Ops, scusa non volevo è capitato non voolevo piccolo incidente, te lo avevo detto che avrebbe pagato anche lui per te, se non lo hai capito con le buone lo capirai con le cattive questo è soltanto l'inizio mia cara ci si rivede presto questa è una promessa" 


Ema
Ciao ragazzi, come state? Spero che vada tutto bene, Si lo so volete uccidermi e fate bene ho fatto davvero pietà me ne rendo conto e vi chiedo umilmente perdono per questo ma ho avuto problemi in famiglia la scuola vi dico solo che giovedì ho 4 ore di compito in classe da suicidio proprio non so dove mettere le mani prima sennò nei capelli, poi ci si mettono anche problemi in generale non ne parliamo proprio non ho davvero avuto un minuto, infatti adesso sono di fretta devo andare alle cinque a casa di una mia amica e sono ancora in alto mare aiuto D: infatti adesso scappo sennç non faccio in tempo spero che mi sono fatta perdonare con questo capitolo e che vi piaccia, prometto che aggiornerò presto, voglio ringraziare tutti quelli che mi seguono e che mi lasciano il loro pensiero che per me è molto importante, a presto ragazzi e buon sabato sera un bacioooooo :-* 

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Capitolo 27
*** 27 ***


Daniele iniza a girare per casa nervoso al massimo metre io per il nervoso tiro un pugno sullo schienale del divano mentre  Stefy si mette le mani nei capelli sfinita. 
Daniele: Ok io vado al Ris a vedere se ci sono novità, tu non muoverti di qui se succede qualcosa chiamami 
Io: è meglio che resti a casa sei troppo coinvolto non riusciresti a lavorare adesso 
Daniele: Non mi importa di nulla se ci sono problemi chiama 

Non faccio in tempo a rispondergli perché è già uscito di casa come una furia. 
Stefy: è iutile sai com'è fatto non gli fai cambiare idea 
Io: Purtroppo lo so com'è fatto...vorrei solo farlo ragionare, a volte non ci puoi parlare con lui...spero solo che non fa qualche stronzata 
Stefy: No stai tranquilla che stronzata vuole farti...

Io: Altre ragazze?
Stefy: Si certo e io sono Monica Bellucci 
Io: Ti ricordo che è succes-so che ha tradito qualche sua ex...
Stefy: Si ma aveva anche 18-20 anni..e poi adesso con tutti i pensieri che ha per la testa pensa alle altre ragazze? Sorèè ma per favore...

Io: Si hai ragione....
Stefy: Dai al massimo si ubriaca da non ricordare neanche come si chiama ma non oltre 
Io: Beh non mi dispiacerebbe neancehe a me ubriacarmi almeno non capisco pià nulla e pace e bene
Stefy: A te manca solo l'alcol poi stiamo apposto 

Ci guardiamo in faccia e scoppiamo a ridere, ma si vede che non è una risata di gusto, ma una risata per smorzare un po'  la tensione. Infatti dopo qualche secondo tronare a regnare il silenzio di tomba,quel silenzio che odio con tutta me stessa. Mi butto a penso morto sul divano maledicendo il giorno in cui ho chiesto a Stefy un aiuto al bar. Guardo Stefy che si tocca i capelli nervosamente cercando di trovare una soluzione al problema.

Al ris
Daniele finalmente è arrivato al ris più infuriato del solito. Entra dentro con un passo abbastanza veloce e va subito nel labroatorio analisi.
Daniele: Noivtà?
Paola: No capitano, non siamo riusciti a trovare nulla 
Daniele: Non perdere tempo qui e vieni nel mio ufficio perchè devo parlarti....so chi è stato 
Paola: Arrivo 

Esce di scatto e con passo veloce si dirige verso il suo studio. Si siede nella sua poltrana nera di pelle e inizia a cercare nei vari schedari, ma viene interrotto da Paola che entara nel suo studio.
Paola: Capo dimmi 
Daniele: Senti è una questione abbastanza delicata, mi devi fare le ricehrche su questo tizio è stato lui ad uccidere mia zia, ma non farne parola con nessuno 
Paola: Ne sei sicuro capo? 
Daniele: Si sdesso vai 

Gli porgre la foto di Eric mentre torona a cercare nei vari schrdari mentre Paola esce dall'ufficio un po' stranita. Non sa neache lui dove cercare, non riesce a togliersi dalla mente la scena del corpo della zia e della piccola goia.  Sbatte sulla scrivania quei  maledetti schedari e appoggia la testa vicino alla sedia di pelle nera. Fissa il vuoto mentre il suo nervoso prevale sempre di più. Quel momento viene interrotto dal telefono che squilla. lo prende nervosamente e sul display appare il nome di Casey ma non risponde e butta il telefono sulla scivania in quel momento non vuole sentire nessuno vuole restare solo. Ma quel momento di pace duerò poco quando si trovò Paola davanti che gli porge sulla scrivania una busta gialla. 
Daniele: Cos'è?
Paola: Non so capitano l'ho trovata davanti la porta del ris
Daniele: Grazie...non sai cosa c'è dentro?
Paola: No capitano è per lei e non mi sono permessa di aprirla
Daniele: Va bene, torvato nulla sulla ricerca che ti ho chiesto? 
Paola: Sto incominciando a lavorarci
Daniele: Bene puoi andare graazie mille Paola 
Paola: Dovere capitano e anche un piacere aiutarla 

Detto ciò esce a passo svelto dalla stanza mentre Daniele restsa solo a guardare quella busa con aria stranita e anche con un po' di paura. Il silensio viene interrotto dal suono del telefono che non smette di squillare,ma è troppo preso da quella busta per rispondere a quell'affare.

A casa...
Io:  Nulla non risponde...
Stefy: Starà facendo dai non preoccuparti 
Io: No non sta facendo, non vuole respondermi è diverso ci metterei le mani sul fuoco...
Stefy: Ma dai stai tranquilla sai comìè fatto poi dopo sicuramente risponderà
Io: Non credo che mi risponderà prima di domani...lo sai che spesso lo fa
Stefy: Purtroppo lo so ha questo brutto vizio 

La mia testa inizia a pensare di tutto...e se lo perdo? e se è successo qualcosa? Non posso  permettermi che gli sia successo qualcossa,sarà arrabbiato con me? Oddio non so più cosa pensre sto enterando nel panico 
Stefy: Sorè non ci pensare starà facendo non lo perdi tranquilla sennò gli perdo io la testa 
Squoto la testa brucamente come se mi devo scacciare dalla testa i brutti pensieri e rispondo a Stefy.
Io: Si sorè scusa ci sono 
Stefy: Che ci sei fissicamente lo vedo è con laa mente che non ci sei 
Io: è vero...ma non è colpa mia se a tuo fratello ogni tanto gli parte qualche rotella 
Stefy: Io lo piccchio managgia a quella testolin...

Stefy non riesce a finire la frase che vieni pietrificata dal suono del campanello. Ci guardiamo negli occhi preoccupate e poi decido io di andare a vedere chi è.
Stefy: Di sicuro non è Daniele....stai attanta
Non rispondo, faccio solo un cenno con la testa come per dire va bene tranquilla. Con la paura che sale decido di aprere la porta. Davanti a me non c'è nessuno, mi guardo introno ma nulla non c'è nessuno. Resto a guardare la stranda ma vedo solo macchine passare a tutta velocità. Con ls coda dell'occhio però per vedo che a terra c'è una busta gialla. La prendo con una paura assurda e vedo che sopra c'è scritto il mio nome. Chiudo rapidamente la porta e corro con la busta in mano in salotto da Stefy. 
Stefy: Chi era?
Io: Non lo so guarda qui 

Poso la busta gialla sul tavolino difronte al divano e restiamo a fissarla per qualche sencodo. Poi con un sospiro profondo apro la busta. Tiro fuori rapidamente quelle foto girate al contrario e con forza e coraggio decido di guardarle. A quella vista resto pietrificata. Sono le foto del cadavere della zia di Daniele e Stefy. Ma iniseme a quelle foto c'è anche un bigliettino.
"Questo è solo un piccolo avvertimento, finchè non decidrai di essere mia non mi fermerò, con te ancora non ho finito puoi starne certa adesso goditi questo spettacolo ci rivediamo presto Eric"


Ema 
Ciao ragazzi eccomi di nuovo, come promesso ho aggiornato il più presto possibile,
per fortuna ho trovato una mezz'ora di tempo per scrivere,
dovete credermi questi ultimi giorni di scuola sono davvero orrendi la settimana è piena di compiti e di interrogazioni
non abbiamo un attimo i respiro,infatti sto uscendo pazza davvero, poi ho anche gli spettacoli di teatro
e non ve ne dico come sono stressata in questo periodo,
Ecco perchè non trovo mai tempo di scrivere, ok ma credo che a vuoi tutto questo non interessa e avete ragione,
vi lascio al nuovo capitolo mentre io scappo alle prove di teatro spero che vi piaccia,
ringrazio tutte le perone che mi fanno sapere come la pensano e anche quelle che leggono senza commentare,
grazie di cuore ragazzi cercherò di aggiornare al più presto un bacio a tutti e grazie ancora :*

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Capitolo 28
*** 28 ***


Getto le foto a terra di istinto mentre Stefy nervosa si alza e tira un calcio al divano. Prendo il telfono e chiamo Daniele ma nulla non mi risponde. Dai cazzo rispondimi che fine hai fatto adesso che ho bisogno di te perchè sparisci dai cazzo
Stefy: Che cazzo di fine ha fatto fratello e buono lo picchio ti giuro
Io: Non lo so e mi sto iniziando a preoccupare seriamente
Stefy: Se lo vado a cercare io?
Io: Mi faresti una grazia guarda
Stefy: Aspetta provo a chiamarlo io
Io: Non credo che risponde..Ho paura di perderlo di nuovo...
Stefy: No dai stai tranquilla Daniele è così lo sai sparisce va viene....lo conosci no?
Io: Si ma ho paura cavolo...non riesco a pensare postivo adesso scusami...
Non sapevo più che pensare ne cosa fare...Stefy si alza di scatto e va in cucina a prendersi un bicchiere d'acqua mentre io resto li sul divano con le lacrime agi occhi mentre fisso quelle maledette foto. Adesso non bastava Daniele che sparisce ma anche quel bastardo che mette il dito nella piaga non posso farcela,mi sento completamente sola e per giunta ho paura di perdere Daniele e non ce la farei di nuovo.
I miei pensieri vengono interrotti dalla voce di Stefy che mi chiama dalla cucina. Mi alzo e vado a vedere cosa vuole.
Stefy: Vado a cercarlo al Ris, neanche a me risponde deve essere sicuramente li tu non ti muovere di qui mi raccomando e non aprire a nessuno
Io: Speriamo che lo trovi li...va bene tranquilla fammi sapere se lo trovi mi raccomando
Mi scocca un bacio veloce sulla guancia, mi fa l'occhilono ed esce di corsa di casa. Resto li impalata a pensare dove fosse finito Daniele nel fratempo le mei ferite iniziano a sanguinare di nuovo ci mancava solo questo adesso. Le lacrime mi scorrono sul viso in preda alla disperazione alla rabbia e al dolore non fiscico quanto quello psicologico e morale. I miei pensierei vengono interrotti dal suono della porta del cmpanello. Resto un attimo impalata a guardare la porta, con la paura che mi scorre per tutto il corpo. No, non può essere lui diamine. Ormai non ho più nulla da perdere tanto Daniele non so se ci sarà ancora, io sto così tanto vale aprire e se è lui pace e bene vorrà dire che completerà l'opera. A piccoli passi mi dirigo verso la porta lasciando scie di sangue sul pavimento. Quando apro la porta non posso credere ai miei occhi.
Al ris
Daniele resta a fissare quella busta gialla, che non ha il coraggio di aprire. Si alza di scatto dalla sedia più nervoso del solito prende la busta gialla ed esce come un fuline dal suo ufficio. Non dice nulla esce e si mette in macchina e parte a tutta velocità. In quel momento al ris arriva Stefy che purtroppo non trova nessuno oltre a computer macchine di laboratorio in azione e un via vai di persone che entrano ed escono ma di Daniele nessuna traccia. Esce delusa al massimo e decide di fare un salto al bar è da tempo che non ci passa. Intanto Daniele è arrivato al parco dove andava sempre da piccolo con Caesy con la busta gialla in mano che alla fine decide di aprirla. Apre la busta e vede le stesse foto che ha inviato a Caesy ma con una piccola variante. Ci sono le foto di quando Casey è stata violentata. A quella vista Daniele resta pietrificato, non riesce a fare nulla, resta come pietrificato mentre la rabbia, la disperazione, il dolore si impossessano di lui. Non può essere vero che sta succedendo tutto questo. Quel momento viene interrotto dalla suoneria del suo cellulare. Lo prende dalla tasca dei pantaloni e legge sul display Stefy. Decide di non rispondere adesso vuole restare da solo con quelle maledette foto. Non può essere vero, perchè sta succedendo proprio a lui perchè sta succedendo tutto questo perchè proprio a lui. Queste domande lo torturano non riesce a darsi una risposta è tutto cosi' complicato così incasinato così difficile. Prende le foto e con rabbia si avvia verso la macchina oer tornare a casa ha bisogno di  una doccia. Si mette in macchina, lancia la busta gialla sul sedile posteriore e parte a tutta velocità.
Nel frattempo a casa...
Io: Cosa cavolo ci fai qui si può sapere? Dio come hai fatto a trovarmi ti prego sparisci
Andrea: Ciao anche a te, non so perchè tu sei tanto arabbiata con me ma dovresti essermi grata
Lo guardo con aria interrogativa non so a cosa si riferisce
Io:Scusa? Dopo tutto quello che mi hai fatto dovrei esserti anche grata? Ma per favore ora scusa ho da fare
Andra: Non parlo del passato ma di adesso
Io: Non ti capisco a cosa ti riferisci?
Fa un gesto verso la macchina e dalla porta posteriore della macchina scende Gioia la cugina di Crisitian che raggiunge Andrea e gli da la mano. Resto paralizzata alla vista di quella scena, che diavolo ci fa Gioia con Andrea? Come e dove sopratutto l'ha trovata? Oddio non le avrà fatto del male?
Andrea: Allora possiamo entrare o ci fai restare qui sulla porta?
Io: Prego
Mi soposto per fargli entrare e poso la mano sulla testa di Gioia in segno di saluto , non riesco a fare altro sono accora turbata da quello che sta succedendo. Si siedono sul divano e io li seguo
Io: Ciao piccola, ti ricordi di me? Sono Casey la sorella di Daniele
Le sorrido dolcemente o almeno ci provo. Lei non mi risponde e mi corre incontro abbracciandomi forte.
Io: Vuoi qualcosa da bere?
Andrea: Il solito grazie
Lo guardo trova e mi dirigo verso la cucina tenendo Gioia in braccio. Apro il frigo e cerco una bottiglia di vino rosso da poter dare ad Andrea. Apro la credenza e prendo due bicchieri per il vino e ne verso due bicchieri. Dolcemente lascio scendere Gioia e mi aiuta a portare i bicchieri soddisfatta. Torno in salotto e gli porgo la coppa di vino. Lui la prende facendomi un sorriso come per ringraziarmi. Faccio sedere Gioa accanto a me e ci guardiamo negli occhi per pochi secondi mentre restiamo in silenzio qualche minuto.
Io: Cosa ci fai insieme a Gioia? Come l'hai trovata?
Andra: Stavo andando a comprare un libro per l'università quando mi è sbucata davanti a a tutta velocità e per fortuna ho fatto in tempo a fermarmi
Lui sorseggia un pò del suo vino.
Io: Ma non stavi a Bologna? E poi dov'è l'hai trovata di preciso? Da dove scappava?
Lui apre la bocca per rispondere alle miei domande ma la richiude rapidamente quando il suono del campanello ci interrompe. Mi alzo delicatamente dal divano per andare ad aprie mentre lancio un'occhiata a Andrea come per dirgli non muoverti da qui torno subito. Lui ricambia lo sguardo in modo severo e poi annuisce. Vado ad aprire e per fortuna è Stefy. Appena la vedo l'abbraccio forte avevo bisogno di lei arriva sempre al omento giusto.
Stefy: Sorè tutto ok? Ti vedo pallida cos'è successo?
Non ho il tempo di raccontararle ciò che è successe che Gioio la salta addosso felice di vederla.
Stefy: Ciao amore, che ci fai tu qui
Gioia: Sono venuta con un bellittimo ragatto vieni che te lo faccio conoscere
Mentre Gioia la trascina nel salone gli dico senza voce il nome di Andrea. Lei sgrana gli occhi come per dire cosa diavolo ci fa quell essere con mia cuginia? Stefy corre nel salotta trascinata da Gioia mentre io la seguo in silenzio e imbarazzata al massimo.
Goia: Lui è Andrea mi ha portata fin qui. Guadda che bel ragatto
Andrea sorride dolcemente a Gioia mentre fa un sorriso freddo e distaccato a Stefy per salutarla. Lei fa finta di non conoscerlo e si presenta mentre io mi siedo sul divano e bevo un sorso di vino.
Stefy: Piacere
Dice con una voce fredda e discattata quasi professionale mentre cerca di sorridergli gentilmente per non far capire nulla a Gioia
Andra: Piacere mio io sono Andrea
Risponde lui con aria divertita e come per prenderla in giro.
Io: Sorè perchè non vai su a giocare con Gioia? Qui ci penso   io
Stefy: Sicura?
Annuisco e poi mi metto in ginocchio e do un bacio sulla guancia a Gioia.
Stefy: Dai saluta Andrea cosi andiamo a giocare di sopra
Gioia: Grattie Andrea ci vediamo presto ti voglio bene
Andrea: Di nulla piccola, adesso vai e diverrtiti per qualsiasi cosas sai ove trovarmi ti voglio bene anche io
Gli fa l'occhiolino mentre Stefy porta di sopra la piccola e io rimango strodita dalle parole di Andrea. Accidenti Gioia già si è affezzionata a lui molto rapidamente. Scuoto la testa come per scacciare via quei pensieri e torno in me.
Io: Allora cosa stavamo dicedno?
Andra: Si, ero a Bologna però sono dovuto scendere urgentemente qui a Roma per prendere un libro che mi ha ordinato un mio prof e ho trovato Gioia che correva dal commissariato della polizzia mi è passata davanti e ho fatto in tempo a frenare ringraziando il cielo. 
Io: Come sarebbe a dire da un commissario di polizia? Ne sei proprio sicuro?
Sorseggia un altro po' di vino
Andrea: Si, almeno sai che su questo non avrei mai il coraggio di mentrirti è una bambina e per di più è cosi dolcissima e tenera si è subito affezionata a me tanto che per protarla qui mi ci è voluto un bel po' di tempo
Cazzo! Hanno chiamato sicuramente i servzi sociali no cazzo! Daniele dove sei? perché non mi rispondi adesso che ho bisogno di te. Sapevi di tutto questo? Perchè non mi hai avverita? Perchè non hai fatto nulla per impedirlo?
Scuoto la testa per scacciare momentaneamente via quei pensieri e ritorno a in me.
Io: Beh grazie di averla portata qui sana e salva
Andrea: Si è vero sono uno stronzo ma ho un cuore anche io e tu dovresti saperlo meglio di chiunque altra
Io: Non dopo l'ultima volta
Andrea: Che vuoi dire?
Io: Lo sai benissimo, mi hai mentita eri fianzato e non mi hai detto nulla altro che Andrea
Andrea: Come fai a sapere di lei?
Io: Ti ho mandato un messaggio per rignraziarti e mi ha risposto lei potevi dirmelo prima
Andrea: Scusa non volevo ferirti
Io: Lo hai fatto per l'ennesima volta
Le lacrime mi pungono gli occhi mentre il suono del campanello mi fa solbazzare. Mi alzo e vado verso la porta delicatamente mentre Nadrea beve un altro sosrso di vino. Apro la porta lentamente. Daniele cavoloo non ora. Gli getto istintivamente le braccia al collo e lui entra chiudendosi la porta alle spalle. Mi stacco da lui dolcemente.
Io: Si può sapere che diavolo di fine hai fatto? Stavo morendo di paura
Daniele: Ti spiego tutto dopo adesso ho bisogno di una doccia

Mi prende per mano e mi trascina con lui nel salone senza nenache darmi il tempo di dirgli cos'è successo. Appena vede Andrea sul divano mi lascia la mano e mi guarda trovo pieno di rabbia.

Ciao ragazzi come va? Si lo so perdonatemi non mi sono fatta viva per nulla perdonatemi
ma non ho avuto un minuto di tempo, quest'state sono andata a fare una commedia teatrale a Chianciano (Siena)
poi adesso che è iniziata la scuola non ve ne dico da lunedi fino al 21 sto piena di compiti in classe
poi sto studiando per la patente che devo fare l'esame teorico e non trovo mai tempo scusate :(
Beh vi ho detto tutto credo hahahaha :) mi scuso ancora una volta davvero cercherò di aggiornare al più presto
vi lascio alla nuova lettura del capitolo che nonostante il ritardo spero che vi piaccia ringrazio tutti chi continua a seguirmi
grazie di cuore davvero.... un bacio a tutti e buon sabato sera :*

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Capitolo 29
*** 29 ***


Daniele: Si può sapere cosa cazzo ci fai qui?
Andrea: Capitano

Chiudo gli occhi a fessura come per dire " non è il caso di scherzare cavolo"
Metto il braccio introno al fianco di Daniele per cercarlo di  calmare ma è inutile fa un passo di lato distaccandosi da me. è incazzato nero.
Daniele: Ti ho fatto una domanda precisa, cosa cazzo ci fai a casa mia?
Andrea: A riportarti quella che è tua cugina se non ricordo male
Daniele: Cosa?! Gioia? Cosa cazzo ci fcevi tu con gioia? 
Andrea: Era scappate volevi che finiva in mani poco sicure?
Daniele: Chiudi quella fogna ti prego..non aspettarti che ti ringrazio perchè poi scordartelo 
Andrea lo guarda trovo ma decide di non rispondere. Purtroppo conosco quello sguardo e non premette niente di buono. 
Daniele: Dove cazzo sta Gioia? 

Mi urla contro. Non ho mai urlato contro in questo modo. 
Io: In...in camera con Stefy
Dico in modo molto pacato è meglio non farlo agitare ancora di più. 
Daniele: Vado di sopra, vedi di fare quello che devi fare
Non ho il tempo di replicare che Daniele si gira le spalle e se ne va. 
Andrea: Nervoso il ragazzo 
Io: Sparisci ti prego 

Andrea: Lo so che in fondo mi vuoi ancora bene
Io: Si, ma amo lui per favore te lo chiedo non finire di peggiorare la situazione 

Senza dirmi nulla Andrea si alza, mi guarda e poi si avvia verso la porta. Di istinto lo seguo e restiamo a guardarci negli occhi per un paio di secondi davanti la porta di ingresso.
Io: Grazie per aver riportata Gioia sana e salva a casa 
Andrea: Figurati,è pure sempre una bambina non potevo lasciarla da sola.
Io: Già è una piccola peste
Andrea: è dolcissima come bambina, beh buona fortuna Caesy per tutto se ti serve qualcosa sai dove trovarmi 
Io: Non credo di aver bisogno del tuo aiuto ma grazie lo stesso, buon viaggio
 
Andrea: Non credo di tornare a Bologna presto per adesso mi fermo qui,ciao polla 
Mi sorride teneramente e poi si chiude la porta di casa alle spalle. Resto per quale minuti a fissare la porta, Squoto la testa per  far andare via i cattivi pensieri e decido di andare di sopra a vedere cosa sta succedendo. Entro in camera e vedo che Gioia dorme tranquillamente, mentre Daniele e Stefy stanno parlando di qualcosa. Entro in punta di piedi per non svegliare Gioia. Stefy appena mi vede mi sorride teneramente.
Stefy: Vi lascio soli 
Io: Puoi stare tranquilla

Si avvicina mi da un bacio sulla guancia e poi scende giù lasciando me e Daniele in un silenzio agghiacciante. Ci guardiamo negli occhi per un po' poi sposta lo guardo verso la bambina. Prendo coraggio e decido di rompere quel silenzio imbarazzante. 
Io: Posso parlarti? 
Daniele: Non c'è molto da dire ho visto abbastanza 
Io: Hai visto quello che volevi vedere
Daniele: Addirittura in casa mia e per giunta con mia cugina questo è troppo mi dispiace.
Io: Meglio con lui e non con altri 
Daniele: Continualo a difendere io mi vado a fare una doccia 
Io: Prova a rispondere a quel maledetto telefono la prosima volta mi hai fatto preoccupare 
Daniele: Volevo stare da solo, non volevo setire nessuno, ora scusami 

Mi passa davanti con un passo deciso e lo sguardo pieno di rabbia. Provo a fermarlo mettendogli un brccio sulla spalla, ma non faccio in tempo a posarlo che me lo prende di scatto e mi  allontana da lui, e poi senza dire nulla esce dalla camera. Resto li in moblile con le lacrime agli occhi. Esco dalla stanza senza far rumore e lascio riposare in pace Gioia. Decido in andare ad allungarmi sul divano,passo davanti la porta del bagno,sento l'acqua scorre,le lacrime iniziano a scendere da sole,non riesco a fermarle,resto li a fissare quella maledetta porta che non decide di aprirsi. Mi lascio cadere con la schiena appoggiata vicino la porta del bagno,mentre le ferite si iniziano a fare sentire maledizione. Mi piego in due dal dolore,al diavolo anche le ferite. "Sto perdendo parte di me stessa e per cosa per chi? No,non è possibile anche Daniele no, non ce la faccio. Poi c'è Gioia se noi due ci lasciamo che fine farà? No,non ci voglio neanche pensare" Sento la testa che mi sta per scoppiare,istintivamente mi metto le mani tra i capelli, come per scacciare via tutti qui pensieri. I miei pensieri vengono interrotti da Stefany che si posiziona davanti a me. Alzo la testa e vedo la sua espressione preoccupata. 
Io: Cos'è successo?
Stefy: Leggi questa 

Allunga la mano e mi consegna un foglio. La guardo in modo allarmato e poi prendo la lettera. 
"La mia vendetta è appena cominciata e io non mi arrendo fin quando non sarai mia Eric"  


Ema
Ciao ragazzi,non mi ammazzate lo so come sempre sono in un ritardo pazzesco,ormai io e il ritardo siamo un'unica cosa hahahahah :)
Solo che questo periodo non ho un minuto di tempo, come sempre mi direte e avete ragione hahahahaha :)
Ma staiamo preparando gli spettacoli da fare con il teatro, poi sono gli ultimi due mesi di scuola e potete immaginare,
i prof si ricordano tutti insieme a mettere compiti e integgogazioni tutti assieme quindi non so cosa studiare prima :)
Adesso scappo a studiare storia venerrdi ho interrogazione help meeeee :) Anchee se in ritardo spero che il capitolo vi piaccia,
grazie a tutti quelli che continuano a seguire la mia storia un bacio ragazzi e buona serata *-*


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Capitolo 30
*** 30 ***


Lascio cadere la lettera a terra esausta. Vorrei urlare, sfogare tutta la rabbia che ho dentro, ma non posso farlo, devo resistere. Stefy mi aiuta a rialzarmi, ho le ferite che mi fanno male non mi reggo quasi in piedi. 
- Appoggiati a me
- Grazie 

le rispondo con un filo di voce, non riesco neanche a parlare. Mi siedo sul divano,sono stanchissima non riesco a fare nulla, ho la testa che mi scoppia e per giiunta non riesco a parlare con Daniele.
- Almeno con lui hai chiarito?
Fanno cenno di no con la testa, e poi butto indietro la testa appogiandola allo schienale del divano. 
- Lo so è testardo,devi aspettare che sbollisca lo sai com'è fatto, fa tanto il duro ma a te ci tiene da morire 
- Lo spero

mi limito a dire con un soffio di voce. Mi rendo conto che in realtà avrei bisogno di una doccia, sono in condizioni pietose, ma non ci riesco le ferite continuano a farmi male e a bruciarmi. D'istinto porto tutte e due le mani sul fianco destro e mi piego in avanti il dolore mi sta lacerando. Stefy si alza di scatto dal piccolo puffo che sta difronte la divano e viene verso di me. Mi fa rialzare con il busto e piano piano mi fa appoggiare con la schiena al divano. 
- Se stai piegata su te stessa è peggio, ti fa ancora più male, cerca di non agitarti e stare tranquilla vado a prendere un po' di disinfettante almeno cambiamo questa garza
Mi sorride teneramente e poi si dirige vero il bagno. Chiudo chi occhi e piego la testa all'indietro cercando di resistere al dolore che putroppo in questo momento non è solo fisico. "Devo resistere non posso mollare proprio adesso, per prima cosa devo chiarire quello stupido malinteso con Daniele non posso perderlo è tutta la mia vita, certo non è perfetto ma a me non serve un ragazzo perfetto,io voglio lui! E poi non posso arrendermi alle volontà di quell'essere schifoso no MAI"
- Se magari ti metti seduta in maniera corretta riesco a medicarti
La voce di Stefy mi distoglie dai miei pensieri. Mi siedo correttamente sul divano e mi alzo la maglietta in modo tale da potermi riuscire a camibare la fasciatura. Stefy mi toglie la vecchia fasciatura, prende un dischetto di cotone imbevuto di acqua ossigenata e mi inizia a tamponare la ferita. Appena inizia a tamponare la ferita urlo in un modo incredibile. Stefy si ferma immediatamente.
- Scusa non volevo farti male
- No tranquilla non è colpa tua e che brucia da morire

- Lo credo bene, si è riaperta la ferita e stai perdendo un sacco di sangue 
Stefy continua piano a tamponare il sangue che fuori esce dalla ferita mentre io continuo ad urlare senza controllarmi. Tra le mie urla e il dolore allucinante riesco a sentire qualcuno che scende le scale in modo rapido, ma non riesco a girarmi per vedere bene. 
- Si può sapere cosa sta succedendo qui?
Sento la voce di Daniele mentre continuo ad urlare per il bruciore. Stefy si ferma di colpo e io smetto di urlare buttandomi all'indietro sul divano sfinita per il dolore.  
- Sta perdendo un sacco di sangue dalla ferita, sto cercando di disinfettarla ma le brucia da morire non posso fare altrimenti devo farlo altrimenti rischia di infettarsi 
 In sala si sente unsilenzo acchiacciante, non so cosa sta succedendo non riesco alrarmi. Sento qualcuno che si siede accanto a me sul divano, provo ad alzare il busto ma non ce la faccio, e cado di nuovo all'indietro sul divano. 
- Stai perdendo troppo sangue devi assolutamente fermarlo e disinfettare la ferita rischi un'emorragia se continui cosi. Lo so che fa male e che brucia ma devi stringere i denti e resistere. Stringi la mia mano non preoccuparti 
Mi prende la mano e io provo a stringerla con quella poca forza che mi resta. Stefy continua a disinfettare la ferita mentre io strigo il più possibile la mano di Daniele cercando di urlare tra i denti. Dopo un'ora di sofferenza Stefy mi posa la garza sulla ferita e mi abbassa la maglietta 
- Ho finito finalmente 
Faccio cenno con la testa, non riesco a parlare ne a muovrmi il dolore è atroce. Daniele mi lascia la mano e mi sposta una ciocca di capelli davanti al viso sudato 
- Sei stata brava, adesso riposati tranquilla
Gli faccio un debole sorriso e poi crollo in un sonno profondo sfinita dal dolore. Dopo non so quando tempo mi risveglio, apro leggermente gli occchi e vedo che Daniele è indaffarato vicino al comupter. 
- Ben svegliata 
Non si gira a guardarmi ma resta concentrato a lavorare
- Grazie, quanto ho dormito?
- Un bel po' ne avevi bisogno,eri sfinita

Lentamente mi alzo dal divano e mi dirigo verso di lui. 
- A cosa stai lavorando?
- Alla lettere che quel bastardo ti ha inviato
 
"Diamine la lettera! Mi ero dimenticata di raccoglierla l'ho lasciata vicino la porta del bagno quando l'ho gettata a terra"
- Quando avevi intenzione di dirmelo?
La sua voce mi fa solbalrare riportandomi al nostro discorso
- Tu eri arrabiato e quindi ho pensato che non volevi ascoltarmi e ne vedermi quindi adesso dovevo vedermela da sola
- Sai che non ti lascio sola anche se mi fai incazzare

Si alza e mi abbraccia forte. Mentre restiamo abbracciati sentiamo suonare al campanello. 
- Vai di sopra ci penso io 
Obbidisco e senza dire nulla mi nascondo dietro la parete della sala e vedo Daniele che va ad apriire la porta. Non poso credere ai miei occhi quando apre la porta. 


Ema
Ciao ragazzi finalmente sono tornata :) lo so sono in un ritardo assurdo vi chiedo scusa, ma ho avuto parecchi problemi con il pc,
poi sono stra impegnata con il teatro a novembre abbiamo uno spettacolo e la nostra prof ci sta tartassando tra dizione e memoria è davvero uno stress :/
Spero che il capitolo vi sia piaciuto nonostante il clamoroso ritardo, mi raccomando fatemi sapere se vale la pena ancora continuare a scrivere la storia :)
vi prometto che aggiornerò molto più spesso :)
ringrazio tutti i ragazzi e le ragazze che continuano a seguire la storia con molta pazienza e che mi fanno sapere cosa ne pensano della storia,
ma ringrazio anche chi non scrive il proprio pensiero ma continua a leggere la storia in "silenzio" grazie davvero di cuore a tutti :*
tornerò presto ve lo prometto, intanto vi auguro un buon fine settimana un bacio a tutti :*
Ah vi lascio un social sul quale potete trovarmi se avete intenzione di scrivermi in privato :)
@EmaPuffetta ecco questo è il mio ask se mi scrivete mi fa piacere :)

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