Tempesta in arrivo!

di madoka94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1-Partenza movimentata per New York ***
Capitolo 2: *** 2- Pizza time e... ***
Capitolo 3: *** In discoteca con la pioggia ***



Capitolo 1
*** 1-Partenza movimentata per New York ***


Ciao a tutti, qui con voi ci sono le più pazze delle pazzoidi scrittrici che esistono al mondo: madoka94 e fuxiotta95 !

Vi presentiamo la nostra prima fiction a 4 mani, speriamo che vi piaccia e buona lettura!!

 

 

Tempesta in arrivo!

 

 

 

 

"Ma chi me l' ha fatto fare?!"
Pensavano in quello stesso istante sei giovani: tra cui un ragazzo e una ragazza di venticinque anni e due ragazzi e due ragazze di diciotto, che tra breve si sarebbero incontrati tutti insieme. Solo che nessuno di loro se lo aspettavano.

____________________

Tutto ebbe inizio quando in un palazzo a New York tornò dal lavoro una ragazza dai capelli castani scuri, che al riflesso della luce del sole parevano ramati, e ricevette una telefonata non appena mise piede nel suo appartamento posando le chiavi sul comodino.
Non facendo in tempo a rispondere partì la segreteria telefonica :-" Ciao a tutti quanti!La vostra artista di strada non è in casa al momento, quindi lasciate pure un messaggio dopo il bip!"-
Dopo che fece quel piccolo suono meccanico iniziò a parlare attraverso la cornetta una donna che era ormai avanti con l' età ma cercava pur sempre di mantenere un tono giovanile, ovvero sua madre.
-Ciao Laura, sono mamma.Ascolta, tua sorella mi ha avvertita che tra qualche minuto partirà dall' aereoporto, quindi entro doma'ttina sarà lì a New York.Spero che le piacerà il posto e che impari presto l' inglese, tuo padre non vede l' ora di farle delle domande appena torna a casa...ti manda tanti baci e ti saluta dicendo che gli manchi tanto.Ti voglio bene, ciao!-
Dopo che chiuse la conversazione Laura restò interdetta con i sudori freddi che scendevano dalla tempia, si ricordò solo in quel momento che sua sorella sarebbe restata con lei per quattro mesi e...non sarebbe stata l' unica!
Non aveva avvertito o non si era ricordata di dire che avrebbe avuto un ospite "speciale" assieme a loro.
E poi la casa era ancora da sistemare con camere e tutto.
-Ma perchè ho sempre la testa fra le nuvole!-si disse schiaffeggiando sonoramente la fronte con il palmo della mano.
Nel frattempo, nel piano sottostante, un ragazzo coi capelli neri corti e una felpa bianca era intento a rovistare sui fornelli e nello stesso istante ricevette una telefonata anche lui. Che coincidenza, non trovate?
Lasciò stare per un attimo la padella togliendola dal fuoco e andò subito a rispondere.
-Pronto?-
-Ciao ragazzo.-rispose un uomo dal tono scuro ma pur sempre solare.
-Ciao papà!-rispose il figlio un pò sorpreso.
-Desmond, Giovanni mi ha appena avvertito che Ezio sta per partire col primo aereo.Penso che domani mattina sarà lì.-
-Ottimo!Dì pure a zio Giovanni che non si deve preoccupare, ho già la casa pronta e...-
-Ehm...figliuolo...mi domandavo se...-fece che interrompere il figlio a metà del discorso con tono un pò frivolo.
-Cosa?-
Ci fu una piccola attesa, poi William riprese a parlare dopo aver tirato un piccolo sospiro, sapendo che quello che avrebbe detto a Desmond non sarebbe tanto piaciuto.
-Se avessi un letto in più per qualcun altro.-
Desmond restò immobile fissando interrogativo un punto qualsiasi dell' appartamento.
-Beh sì, cel' ho, ma cosa c' entra con l' arrivo di Ezio?-chiese con finta innocenza.
-C' entra, perchè avrai "due" cugini al posto di uno.-
In quel momento il ragazzo ebbe l' estrema voglia di rompere il telefono che aveva tra le mani.
-Perchè non mi ha avvertito nessuno prima?-chiese con un tono piuttosto alterato.
-Perchè anche io ho ricevuto appena adesso la notizia.-ribattè il genitore stando sulla difensiva.
Il moretto sospirò rassegnato cercando già di farsi qualche piano nell' accogliere l' altra persona che sarebbe dovuta arrivare, ma quali dei tanti cugini che aveva sarebbe stato il prescelto?
-Chi c'è assieme ad Ezio? Federico, Claudia o Petruccio?-domandò massaggiandosi gli occhi, un pò per il piccolo stress del momento e un pò per la stanchezza del lavoro da barista che si accumulava.
-Nessuno dei tre.-affermò William.
-Allora chi?-
-Un parente alla lontana.Non so se ti ricordi di Altair, il figlio di Umar che conoscesti insieme ad Ezio, quando festeggiammo anni fa tutti insieme in famiglia il barbecue a casa nostra...-
Desmond alzò la testa al soffitto, cercando di ricordare quel giorno.Si ricordò di un bambino di sette anni coi capelli castani, una pelle appena scurita, due chiazze color del miele incastonate negli occhi e un piccolo broncio sul suo viso tondeggiato.
-Ah, sì, mi ricordo!Quando lo conobbi la prima volta mi ci volle un bel pò per socializzare con lui e la stessa cosa fu per Ezio.-
-Ecco, credo che ci dovrai "ri"socializzare.-

Nello stesso momento, all' aereoporto di Firenze, una fanciulla coi capelli a caschetto castani aspettava il suo volo impaziente, visto che era leggermente in ritardo.
Sara si stava annoiando, erano due ore e mezza che aspettava l' aereo che l' avrebbe portata a New York, pure la voce meccanica dell' assistente di volo che continuava a ripetere che a momenti sarebbe stato pronto a partire la infastidiva.
Così si decise di andare nell' edicola che era lì vicino a curiosare un pò per far passare il tempo.
Come si era alzata dalla sedia si sedette un altro ragazzo che aspettava anche lui il volo per New York, alto, con i capelli che si confondevano tra il marrone e il nero raccolti da una coda corta.Oltre all' aereo aspettava qualcun altro che da lì a poco sarebbe arrivato.
Suo padre gli aveva descritto ogni suo piccolo particolare per poterlo riconoscere: sarebbe arrivato con una borsa nera, una felpa bianca e il volto celato sotto ad un cappuccio.
Si ricordava più o meno di quel bambino che anni fa aveva conosciuto insieme a suo cugino e l' unica cosa che aveva impresso nella sua mente era il suo caratteraccio che si ritrovava.
Si chiedeva se col tempo era cambiato in meglio o in peggio, anche se la faccenda non gli importasse più di tanto, visto che non si vedevano da molto tempo.
Guardò l' orologio che teneva al polso, notando che la persona che doveva arrivare stava tardando.
Finalmente vide con la coda dell' occhio un ragazzo slanciato, che andava verso la sua direzione.La descrizione datogli da suo padre corrispondeva.
Si alzò aspettando che si avvicinasse, sorridendogli sornione salutandolo.
-Altair!Come stai?Ti ricordi di me?-
L' incappucciato alzò un poco il capo, inchinandolo appena di lato.
-Ezio?-chiese semplicemente.
-Esatto!è passato molto tempo!-esclamò l' altro tendendogli la mano.
Altair guardò la mano, poi Ezio e in seguito lo sorpassò andando a sedersi dove stava prima l' italiano.
-Già...-rispose l' arabo atono.
Un piccolo brivido percorse tutto il corpo del castano e non era perchè era intimorito della presenza del suddetto cugino ,più che altro era per la piccola smania omicida che stava provando in quell' istante.
"Non è migliorato in niente! è rimasto lo stesso ragazzino irritante di all' ora!"
Strinse il pugno cercando di mantere il controllo e rivolse lo sguardo ad Altair che si stava per mettere le cuffie alle orecchie.
-Allora...contento di prendere l'aereo e andare a trovare Des'?-richiese provando ad allacciare una conversazione.
L' arabo lo guardò con aria indifferente e si mise le cuffie con la musica a manetta.
-Uhn...-bofonchiò guardando poi verso la vetrata alla sua sinistra.
"Con questo non ci parli manco se gli dai un pugno nell' occhio..."
Entrambi stavano pensando, in quell' istante, che sarebbe stato un viaggio lungo e stressante, soprattutto se i suddetti ragazzi si sarebbero seduti l' uno affianco all' altro.
Sara invece stava ritornando dove era prima, quando ad un tratto si scontrò con una ragazza che la fece cadere a terra.
La castana stava per replicare quando, alzando il suo sguardo verso l' altra, notò che la stava gelando con le sue iridi castane chiare, come se la stesse odiando.Sara ingoiò per un attimo la saliva senza farsi sentire e cercò di rialzarsi per poi fare le sue scuse, quando fu troncata sul nascere.
-Si può sapere dove metti i piedi?!-la riprese l' altra che aveva dei capelli corti castani con le ciocche bionde, raccolti da un cappello nero in testa.
-Come scusa?-incalzò Sara.
-Hai sentito bene.Oppure te lo devo sillabare?-
-Penso di sentirci bene e che ci sia un errore...-
Si guardarono per un pò di tempo, scagliandosi fulmini solo con gli occhi ed entrambe pensarono: "ma che vuole questa?".
La piccola battaglia si interrotte quando Ezio si intromise fra le due e, oh, quanto aveva fatto male a farlo!
Come dice il saggio: mai intromettersi fra due fuochi, altrimenti ci si brucia a sua volta.
-Calmatevi belle signorine, non c' è bisogno di litig...-
Il castano non finì la frase che venne fulminato a sua volta dalle due litiganti che lo guardavano male.
-E tu che vuoi...?-gli chiesero entrambe con tono minaccioso.
Ezio rimase impietrito dallo sguardo da belva che avevano le ragazze, Altair li osservava divertito dal fatto di trovare Ezio nei guai.
-Avanti calmatevi...-provò a mettere di nuovo pace ma ricevette un'occhiata torva da Sara.
-Non ho tempo da perdere con voi due piccioncini!-disse la ragazza dai capelli corti superandoli.
-Che cosa? Lui non è il mio ragazzo!-urlò Sara attirando su di se l'attenzione di tutti i presenti.
Finalmete la voce meccanica avvertì dell' imbarco dei passeggieri per il volo di New York, Sara si diresse al portellone vedendo che anche il ragazzo, che aveva cercato di dividerla da quella maleducata di una ragazza, si stava dirigendo verso le scale, consegnò il biglietto aereo all' hostess e si accomodò. Cercò il numero che le era stato assegnato, finchè non lo trovò, ma non fu una bella scoperta, poichè seduta vicino al suo posto c'era la ragazza che aveva incontarato, che annoiata guardava fuori dal finestrino
-Ditemi che è uno scherzo!-pronunciò Sara attirando l'attenzione della ragazza che appena la vide mostrò l'odio più puro.
-Di nuovo tu?-chiese con voce acida.
-A quanto pare andiamo tutti a New York.-fece una voce dietro a Sara che si voltò di scatto ritrovandosi di fronte il ragazzo che poco prima ingennuamente aveva cercato di mettere pace.
-Oh, ti sei portata il fidanzatino!-esordì la ragazza seduta attirando su di se lo sguardo di Altair, i due si accomodarono nei posti vicino ai loro.
-Signorina dovrebbe sedersi.-avvertì l'hostess avvicinandosi a Sara.
-Sì...lo so.-rispose rassegnata lei, sedendosi vicino alla sua nuova nemica.
L'Hostess iniziò a mostrare le varie procedure di sicurezza, mentre la luce rossa indicava il segnale di allaciarsi le cinture, Sara notò che la sua compagna di volo strigeva i braccioli conficcando in essi le unghie affilate.
-Come hai paura di volare?-la voce squillante di Ezio attirò la sua attenzione.
-Zitto idiota!-
-Ma il tuo nome non significa "Aquila in volo"?-
-Vuoi stare zitto?-
Ezio scoppiò in una fragorosa risata che venne stroncata da un pugno in pieno stomaco da parte di Altair.
-Buon giorno signori passeggieri, qui è il capitano che vi parla. Vi do' il benvenuto sul volo diretto a New York offertovi da Air Leonard. La nostra Hostess vi ha mostrato le procedure di sicurezza: durante la fase di decollo e di atterraggio è vietato l'uso di qualsiasi dispositivo elettronico, vi preghiamo di tenere le cinture allacciate fino allo spegnimento del segnale e vi ringraziamo di aver scelto la nostra compagnia e vi auguriamo un buon volo.-
Si poteva udire appena il rumore dei motori, con abilità i piloti posizionarono l'aereo sulla pista di lancio, Sara ed Ezio notarono che sia Altair che l'altra ragazza tenevano gli occhi chiusi. L'aereo iniziò la fase di decollo alzando leggermente il muso, finchè il carrello non si staccò da terra. Dopo alcuni minuti il segnale delle cinture si spense e tutti i passeggieri le slacciarono. Tutti, a parte i due ragazzi che ancora terrorizzati stringevano con forza i braccioli.
Ezio cercò di cominciare una discussione con Sara.
-Beh, io vado a New York da un parente.-disse il moro sorridendole.
-Anche io!-rispose Sara.-Lui viene con te?-chiese la ragazza indicando Altair.
Ezio lo guardò ghignando sotto i baffi nel vedere il cugino cosi terrorizzato.
-Sì.E tu cosa vai a fare di bello nella grande mela, moretta?-chiese il giovane rivolgendosi all'atra ragazza che lo fulminò con lo sguardo.
-Non mi chiamo moretta!-rispose righiando l'altra.
-Beh, non ti sei presentata.-
-Se per questo neanche tu.-
Ezio dovette amettere che quella ragazza sapeva rigirare la frittata in un modo assurdo, anche Altair iniziò ad ascoltare la loro conversazione.
-Permettimi, mi chiamo Ezio Auditore e abito a Firenze.-
La ragazza lo squadrò.
-E lui?-chiese indicando Altair.
-Non ti hanno insegnato che non si indica?-disse stizzito l' arabo. Ad un tratto una lieve perturbazione, che non mise in agitazione i passeggieri, fece ricordare ai due il loro terrore per il volo.
-Mi chiamo Sharon Ferro!-urlò spaventata.
-Altair Ibn-La'Ahad!-ruggì l' altro preso dalla paura quanto lei.
Ezio e Sara si guardarono complici scoppiando a ridere.

All'alba del giorno dopo l'aereo raggiunse la zona di volo dell'America.

Nel frattempo Laura incominciò a scendere le scale in tutta fretta poichè era già in ritardo per via della sveglia che non aveva suonato. Lo stesso era successo al povero Desmond che in quel momento stava uscendo dall'appartamento.
Si voltò per imboccare le scale ma finì per scontrarsi con Laura che saltando gli ultimi due gradini era arrivata sul suo pianerottolo.
-Laura?-
-Desmond?-
-Ciao!-dissero all' unisono i due imbarazzatissimi.
-Scusa ma sono in ritardo.-senza accorgesene i due continuavano a dire le stesse parole nello stesso momento.
-Prego, prima tu.-disse gentile Miles alla ragazza.
-No, tu.-ribattè lei.
Dopo un pò Laura fece gesto a Desmond di cominciare a scendere già irritata dal ritardo e l'altro inizio a scendere le scale di corsa.
Arrivati fuori alzarono la mano per chiamare un Taxi, entrambi salirono sul mezzo senza badare l'uno all'altro.
-Dove vi devo portare?-chiese l' autista.
-All'aereoporto!-risposero all'unisono, si guardarono stupiti mentre l'autista metteva in moto la macchina.
-Anche tu devi andare all'aereoporto?-chiese Laura.
-Sì, arrivano dall'Italia due miei cugini.-rispose Desmond guardando fuori dal finestrino.
-E tu?-chiese rivolgendo un'occhiata a Laura che fissava il tassametro.
-Arriva mia sorella e un'altra ragazza anche loro dall' Italia.-
-Che coicidenza, magari si sono incontrati sullo stesso aereo.-
Disse Desmond e subitò cominciò a pensare alla certa figura che doveva aver fatto Ezio.Ormai lo conosceva fin troppo bene quel giovane donnaiolo, ma chi era lui a giudicarlo che era della stessa pasta dell' italiano?Infondo erano parenti!
In verità non ci provava spudoratamente con tutte quelle che capitavano, in quello si riconosceva la parte matura (?) e resposabile di lui.Adesso che ci pensava, non l' aveva mai fatto con lei, Laura Bristot, la sua vicina del secondo piano del condominio 3B.
Forse per il fatto che non era tanto apparescente come le altre donne che aveva conosciuto sul lavoro servendogli da bere, oppure che era così tanto tranquilla e riservata che non si faceva tanto vedere in giro.Chi lo sa.
In quel momento però la sua preoccupazione era un altra: come faceva con Altair ed Ezio?
Stessa cosa si domandò Laura: sarebbe riuscita a far collaborare la sorella e la ragazza che doveva ospitare?
Finalmente, dopo aver percorso le innumerevoli strade della più grande megalopoli d' America, arrivarono a destinazione scendendo subito dal mezzo.

Tutti e quattro i ragazzi erano fuori dall'aereoporto, le valige al proprio fianco.
-Quando diavolo arrivano?-disse iritata la ragazza dai capelli corti.
-A quanto pare anche il tuo passaggio è in ritardo-affermò Sara.
Altair ascoltava la musica, sentiva la stanchezza farsi più pesante, non era riuscito a dormire durante tutto il volo. Ezio invece ben riposato osservava con piacere le cosiddette "bellezze Americane".
Ad un tratto un taxi si fermò di fronte a loro, ne scesero una ragazza dai lunghi capelli castano scuri, gli occhi del mededsimo colore accompagnata da un ragazzo dai corti capelli neri. I quattro ragazzi li osservarono finchè Ezio non avvanzò verso il ragazzo sceso dal mezzo.
-Desmond!-con forza strinse in un caloroso abbraccio il ragazzo che sentendosi chiamare si era voltato verso di lui.
-Ezio!-rispose allegramente quando si sciolse dall'abbraccio, Altair si avvicinò ai due accenando a un saluto con la mano.
-Laura!-urlò la ragazza lanciandosi lettereramente addosso all'altra nuova arrivata.
-Sara!-entrambe si strinsero in un abbraccio caloroso ridendo felici, finchè Laura non spostò il suo sguardo sull'ultima ragazza che era rimasta al suo posto, il cappuccio della felpa nera calato sullo sguardo.
-Sharon, come stai?-chiese attirando l'attenzione della giovane che alzò appena lo sguardo.
-Bene...-rispose freddamente.
-Aspetta, tu la conosci?-chiese Sara guardando la sorella.
-Sì, diciamo di sì. Sarà anche lei mia ospite.-
-Cosa?!-
Sharon, compredendo che la sua permanenza a New York sarebbe stata in compagnia della sua nuova nemica, prese il troiler e fece per tornare nell'aereoporto, ma venne prontamente bloccata da Laura.
-Forza andiamo.-disse prendendo il troiler della ragazza.
-Scherzi, vero sorellona?-chiese titubante Sara pur sapendo a malincuore quale fosse la risposta.
-Non puoi obbligarmi a convivere con questa!-ribattè la Ferro.
-Sentite, non so che cosa sia successo fra voi nelle ultime ventiquattr' ore, ma dovete abituarvi altrimenti se sento un altra lagna come questa dormirete nel Queens sta notte e credetemi nella parte dei bassifondi non è proprio piacevole!-le sgridò entrambe la più grande con tono convincente.
Le diciottenni sbuffarono all' unisono, almeno in qualcosa erano d' accordo.
-Ehm..Des', per caso vale la stessa cosa anche per noi?-chiese il fiorentino al cugino americano.
-Perchè mi fai questa domanda?C' è stato qualche problema?-disse Miles guardando dall' altra parte Altair con ancora le cuffie alle orecchie che se ne stava per i conti propri.
-Sai, non è che sia cambiato tanto dall' ultima volta che ci siamo visti.Anzi, ha la stessa "simpatia" di allora.-
Desmond lo squadrò sentendo la frase stizzita dell' italiano.
-Non puoi giudicare su due piedi se non lo conosci fino in fondo.-
Detto questo lo spostò andando direttamente dall' arabo battendogli la spalla e facendo sì che questi si togliesse le cuffie e si girasse per guardarlo in faccia.
-Ehi Altair, che ne dici se per festeggiare andassimo a prendere una pizza?Poi magari facciamo un giro in città.-
-Per me è uguale.-disse Altair facendo spallucce e ritornando a sentire la musica.
A quel punto Desmond si girò a guardare Ezio che metteva in mostra uno sguardo che sembrava a dire  "che ti avevo detto?" e questi sbuffò dandogli ragione.
-Anche noi potremo andare a festeggiare mangiando qualcosa insieme.- esordì Laura alle ragazze.
-E se andassimo tutti in sieme? Noi sei intendo.- propose sfacciatamente l' Auditore.
Tutti i presenti lo squadrarono, mentre lui metteva in mostra il suo sorriso beffardo.
-Non sarebbe una brutta idea.-concordò Desmond, che temeva già che appena sarebbero stati da soli i due cugini avrebbero iniziato a litigare, guardò Laura sperando in un cenno di assenso.
-Non saprei...-
-Certo che ci veniamo!-esclamò entusiasta Sara prendendo la sorella sotto braccio.
Sharon invece restò assente sempre con il suo cappuccio fisso sul capo, prima di esclamare un seccato:-Oh, no...- ricevendo di conseguenza un  occhiataccia da parte della Bristot minore.
-Quindi è deciso, andiamo in pizzeria insieme!-esclamarono eccitati sia Sara che Ezio.
Gli altri quattro sbuffarono, soprattutto i più grandi temendo già le conseguenze di quella decisione.

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICI:

Eccoci qua!!!Piaciuto il capitolo?

-Mettete che vi è piaciuto!!- (*minaccia con il fucile puntato ai lettori*)

-Ma che fai sei pazza?!Poi chi ci recensisce secondo te!-

-Ma ci siamo già descritte pazze.-

-è vero ma...-

-Mmh...a pensarci forse hai ragione.-(*butta via il fucile che inimancabilmente casca a terra facendo partire un colpo che fa cadere il lampadario restando al buio nella stanza*)

-Non cambierai mai questa abitudine vero?-

-Penso che non servirà nemmeno una visita dallo psicologo, l' ultimo con cui ci ho parlato non ha fatto una bella fin...- (*viene bloccata da madoka*)

-Ooooook, ci vediamo al prossimo capitolo con queste pazze...AUCH!- (*viene morsa da fuxi che si libera*)

-E bacioni da questa "vera" pazza fuxiotta95!!-

 

A PRESTO !!!


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Capitolo 2
*** 2- Pizza time e... ***


Verso mezzogiorno, dopo aver attraversato il ponte di Brookling e sopportato per varie ore il lunghissimo ed interminabile traffico della grande mela, i nuovi arrivati videro dai finestrini le luci dei cartelloni elettronici che popolavano i grattacieli del Times Square.
Ovviamente le strade erano piene di gente e innumerevoli taxi gialli si muovevano nel lento traffico del distretto.
A Sara e a Ezio brillavano gli occhi nel vedere quello che ritenevano un grande spettacolo, per quanto riguardava Sharon e Altair si sentivano del tutto estranei, in particolar modo la Ferro che stava giusto pensando spaesata:
-"Quanta cavolo di gente c'è?!"-
Era proprio come un gatto in mezzo alla strada, le luci che lo disorientano e i claclson assordanti che lo spaventano.
Altair osservava gli immensi cartelloni e la gente che con naturalezza affrontava l' ora di punta, poi spostò lo sguardo sulla ragazza (che aveva deciso di prendere il taxi con lui e Desmond invece che con Laura e Sara, infatti con loro c' era Ezio) accovacciata sul sedile con le gambe appoggiate al sedile di fronte che faceva di tutto per poter nascondere il viso e non affacciarsi a quel mondo troppo movimentato per lei.
In fondo la capiva, sicuramente era una di quelle persone come lui che amava la tranquillità, una vita semplice e forse c' era da dire che era anche una ragazza "difficile", con i genitori che l' avevano sbattuta dall' altra parte del mondo per farle dare una lavata di capo come si deve.
-Allora, come vi sembra New York vista da questa prospettiva?-chiese Desmond risvegliando l' arabo dai suoi pensieri.
-Affollata.-disse subito Sharon.
-Interessante.-aggiunse subito dopo l' Ibn-La'Ahad.
Lei schioccò la lingua immaginando già che fosse come tutti gli altri ragazzi superficiali dando loro il nome "montato", l' altro invece fece un piccolo ghigno continuando a guardare i cartelloni a neon delle varie pubblicità.
Il veicolo si fermò davanti a una pizzeria, la gente cercava di farsi strada tra la folla che riempiva il marciapiede, persino i sei ragazzi non riuscivano a passare.
-Okay, io torno in macchina...-chiarì subito  la Ferro facendo retro front, ma venne bloccata all' istante dalla Bristot maggiore.
-Avanti, entriamo.-
-Non puoi obbligarmi a entrare!-
-Riusciresti davvero a trattenere la fame fino alle nove di sera?-
Nel medesimo istante che Laura pronunciò la frase l' altra ragazza avvertì uno strano brontolio allo stomaco, diventando rossa all' istante.
-Dai, così potremo conoscerci meglio.-disse Ezio col suo solito sorrisetto compiaciuto.
Sharon semplicemente lo fulminò con lo sguardo.
Dopo aver attraversato la folla i sei ragazzi riuscirono ad entrare nella pizzeria, il locale era in tipico stile Italiano.
-Stupidi Americani che cercano di imitare gli azzurri!-proferì la Ferro tenendo lo sguardo basso, Sara la guardò interrogativa.
-Ma tu non sei Americana scusa? Sharon è americano come nome.-
Come risposta ricevette uno sguardo truce della nemica, che aprì bocca pronta a controbattere ma venne anticipata da Altair.
-In realtà se lo pronunci "Sheron" diventa americano, ma come lo pronunciamo noi è più ebraico.-
Sharon lo guardò, era la prima volta che qualcuno comprendeva la derivazione del suo nome. Sorrise di nascosto, quel ragazzo gli piaceva, non sapeva bene perchè.
Dopo alcuni minuti giunse al loro tavolo una cameriera, Ezio mise subito in mostra il suo sorriso malizioso, la ragazza con professionalità chiese cosa desideravano in Americano cercando di usare un accento Italiano.
-Cosa volete ragazzi?-tradusse Desmond notando lo sguardo interrogativo della Ferro.
-Pizza con wurlster e patatine.-urlarono all' unisono Sara e Ezio.
-Pizza Kebab.-rispose educatamente Altair.
-Io prendo una semplice margherita e una birra media.-rispose Sharon squadrando la cameriera con un sorriso sadico in volto.
-Tu che cosa prendi Laura?-si rivolse Desmond garbatamente.
-Peperoni e salciccia.-
-Da bere noi prendiamo tre birre medie.-disse Miles indicando se stesso è i due cugini, poi guardò Laura.
-Noi due Coca-Cole medie.-ordinò alla cameriera dando mostra del suo perfetto lessico americano.
Dopo aver preso nota delle ordinazioni, la cameriera si diresse in cucina scomparendo dietro la porta a molla, i sei ragazzi iniziarono a chiacchierare, dopo alcuni minuti la cameriera tornò con le bevande, fu all'ora che Ezio iniziò a dare mostra delle tecniche di conquista Italiane.
-Sai, sei davvero troppo carina per lavorare in un posto del genere, dovresti essere una di quelle modelle che si vedono sugli enormi cartelloni eletronici sulla strada.-
Per sua sfortuna la ragazza conosceva solo alcune parole Italiane, infatti a lei la frase suonò così:
-"Sai, sei davvero troppo carina per lavorare in un posto del genere, dovresti essere una di quelle che sono sulla strada."-
Con un veloce movimento la ragazza tirò il vassoio in faccia all'Auditore che non ebbe il tempo di schivare quell'improviso colpo. Stizzita la ragazza prese e tornò in cucina, lasciando il povero ragazzo con il naso sanguinante.
-Ma che ho detto di male?-chiese il ragazzo cercando di bloccare l'emmoraggia.
Sara gli porse immediatamente un pacchetto di fazzoletti.
-é meglio che vai a darti una rinfrescata.-lo avverti Altair.
-Lo accompagno io.-si offrì Sara accompagnando il mal capitato fino alle Toilet.
Entrarono da una porta ritrovandosi in una specie di corridoio da una parte le toilet per le donne e dall'atra quelle per gli uomini, in fondo al corridoio un lavandino in marmo bianco su cui erano stati appoggiati dei fiori, Ezio iniziò a far scorrere l'acqua e soffiando dalle narici cercò di far uscire il sangue.
-Certo che deve aver preso quella frase come un vero è proprio insulto per assalirti in quel modo.-disse Sara appoggiata al lavello intenta a passare pezzi di carta al ragazzo.
-Forse te l' ha rotto...-
-No, tranquilla, non è rotto.-rispose il giovane continuando a sciaquarsi la faccia, dopo alcuni minuti l'emmoraggia si fermò.
-Finalmente!-esordì il ragazzo asciugandosi il volto e chiudendo l'acqua.
Sara lo osservò pronta ad afferrarlo in caso il giovane fosse svenuto per la perdita del sangue.
-Chi sa che cosa ha capito?-si chiese Ezio,controllandosi allo specchio per vedere di non essere ancora sporco di sangue.
-Non lo so ma non deve essergli piaciuto.-rispose la ragazza ridendo.
-L' ho notato.-concordò lui iniziando a ridere.
Sara gli era simpatica, allegra e piena di vita e come lui sembrava amare vedere posti nuovi.
Intanto in sala Laura e Desmond chiacchieravano raccontandosi a vicenda il motivo dell'arrivo dei prorpi parenti, ridendo del fatto di trovarsi nella stessa situazione, ad un tratto Sharon si alzò seccata.
-Io vado fuori a fumare.-disse incamminandosi verso la porta senza attendere una vera risposta.
Laura la osservò, sapeva che sarebbe stato un compito duro riuscire a controllare quella ragazza, anche Altair si alzò.
-Vado a vedere un attimo la strada.-informò prima di dirigersi verso la porta, appena usci trovò la Ferro appoggiata al muro della facciata della pizzeria intenta ad accendersi una Wilston blu.
-Posso?-chiese indicando il muro.
-Fino a prova contraria il muro non è mio.-rispose stizzita la ragazza prima di espirare una nuvola di fumo bianco che si dilsose nell'aria, Altair osservò il fumo uscire dalle labbra carnose della ragazza.
-Tu fumi?-chiese porgendo la sigaretta ad Altair.
Senza rispondere afferrò la sigaretta e cominciò a tirare lasciando che il fumo gli scendesse nella trachea pizzicandolo appena. Sharon lo osservò pensando che si pavoneggiasse anche nel fumare, tornò a guardare davanti a se notando la gente che passava e le macchine imbottigliate nel traffico.
-Odio questo posto...-disse senza giri di parole.
-Perché?-
-...lo odio e basta.-rispose, non voleva di certo ammettere di avere paura di quella enorme città che nascondeva dietro una maschera di illusioni e promesse il suo vero volto, ovvero una citta che oprimeva i poveri privandoli dei beni primari persino delle cure mediche, una città dove potevi morire in mezzo a un incrocio e nessuno ti guardava.
-Beh, a me piace.è molto modernizzata.-
La ragazza stava per ribadire ma vennero bloccati da Desmond che era uscito per informarli che le pizze erano in tavola.
Altair spense la sigaretta riponendola in un vecchio pacchetto di cicles che aveva in tasca.
Rientrarono nell'edificio, le pizze già in tavola ancora fumavano, i due si accomodarono.
-BUON APETITO!-urlò Sara incominciando a tagliare la pizza in quattro parti, Ezio gustava la sua cercando di consolarsi dal fatto di essere stato respinto.
-è buona vero?-disse Laura, quando notò che la Ferro guardava la pizza come se la stesse analizzando.
-Qualcosa non va?-chiese Desmond.
-La crosta è bassa.-prese il coltello e tagliò un triangolino portandolo alla bocca.
-L'impasto non è stato fatto con la biga, perciò non è lievitato naturalmente. La salsa è per lo più concentrato di pomodoro allungato con dell'acqua, la mozzarella è una falsa imitazione della mozzarella di bufala.-
La cameriera, che aveva notato che i ragazzi non mangiavano si avvicinò chiedendo a Desmond se ci fosse qualcosa che non andava.
-Puoi dirgli che le pizze sono peggio di quelle che si comperano surgelate al super mercato e che la smetta di cercare di imitare l'accento Napoletano visto che sta solo insultando la nostra lingua?-rispose fulminando con lo sguardo la cameriera che interrogativa guardò Desmond per avere la traduzione di ciò che aveva appena detto la ragazza.
Con vergogna Desmond iniziò a tradurre vedendo il volto della cameriera sbiancare.
-Ci porti il conto.-concluse.
La cameriera si diresse alla cassa è iniziò a battere lo scontrino.
-Come fai a sapere tutte queste cose?-chiese Ezio cercando di trattenere una risata per la faccia che aveva fatto la cameriera, si poteva dire che aveva ottenuto la sua vendetta.
-Hai fatto l'alberghiero?-chiese Desmond, senza staccare lo sguardo dalla cameriera temendo di vederla entrare in cucina per uscirne accompagnata dal cuoco che di sicuro era un bestione grosso come un armandio a quattro stagioni.
-No, ho fatto un corso.-
-E tu con un semplice corso hai imparato tutte queste cose?-
-Il corso comprendeva uno stage di 4 mesi e credetemi o impari in fretta o sei fuori.-
Tutti quanti la guardarono con la bocca spalancata, persino Altair era stupito, la cameriera tornò al loro tavolo e cercò di scusarsi per l'accaduto. I sei ragazzi uscirono dalla pizzeria per tornare sui due taxi, per fortuna il traffico dell'ora di punta era diminuto, in pochi minuti le due macchine giunsero al palazzo dove si trovavano i due condomini.
Con fatica le valige furono portate sull'ascensore, che piccolo, offriva spazio solo per una sola persona, così Laura salì con le valige mentre gli altri salirono la rampa di scale.
Nel pomeriggio i quatro ragazzi si erano sistemati negli appartamenti: l' appartamento della Bristot maggiore dava un aria abbastanza semplice, appena entravi eri già in salotto con un divano a isola molto ampio messo di fronte alla TV, in un corridoio che portava a sinistra c' erano le loro camere e in fondo a esso il bagno;dopo il salotto si arrivava subito in cucina con un tavolo abbastanza lungo da poter farci stare più di cinque persone.Nonostante la giovane artista avesse cercato di mettere a posto c' erano alcuni quadri che erano ancora sparpagliati qua e là.
Sharon li osservava notando che la sua vecchia amica di famiglia non avesse perso l' abitudine di fare degli schizzi per poi non terminarli del tutto, in questo le ricordava il famoso Leonardo Da Vinci.
-Scusatemi se c' è del disordine ma in questo periodo sono presa da alcune ordinazioni e sto anche lavorando ad un progetto importante per i miei capi..-spiegò di fretta la Bristot buttando sul divano la borsa e le chiavi esausta.
-Non ti preoccupare sorellona, ormai ci sono abituata al tuo tipo di disordine.-disse con un sorrisetto sarcastico la sorella minore.
Intanto nell'appartamento di Desmond i due nuovi arrivati si stavano sistemando nelle camere degli ospiti.
L'appartamento del ragazzo si presentava in stile moderno: con i mobili in stile bar, la cucina con isola, il salotto composto da un  divano basso nero con i cuscini bianchi, al fianco di esso due sedie wow dalla struttura bianca con gli interni rossi, un televisore a schermo piatto faceva da padrone sulla parete, quattro casse poste in alto negli angoli della stanza, sulle mensole vicino alla tele si trovavano film, cd e videogiochi da utilizzare con la console X box360 posta sotto il televisore.
Ezio si fiondò in una delle due camere messe a disposizione dal cugino, buttò la valigia sul letto è si avvicinò alla finestra per vedere il panorama che la città offriva, Altair si dovette accontentare dell'altra stanza, con pazienza ripose i propri vestiti nell'armadio.
-Certo che c'è una bella vista da camera mia!-urlò l'Auditore uscendo dalla camera e buttandosi sul divano del salotto.
-Sono felice che ti piaccia- disse il cugino assottigliando gli occhi -ma ti dispiacerebbe non saltare sulla mobiglia?-
-Come sei pignolo!-rispose l'altro sedendosi compostamente.
-Non sono pignolo, è solo che vorrei che i miei mobili durassero per tutta la vostra permanenza!-
-Non ti preoccupare!-lo assicurò l'altro con un sorriso a trentadue denti, Desmond comprese di doversi preoccupare.
Altair uscì dalla stanza e si unì ai due cugini.
-Quindi...come va tra te e Laura?-chiese l'Italiano prendendo fra le mani un bicchiere da birra da collezione e iniziò a rigirarselo fra le dita.
-In che senso?-
-Mah, ho visto che sembravate molto in confidenza...-
Miles restò un attimo a fissare il cugino prendendogli infastidito il bicchiere, riponendolo al suo posto.
-Non pensare già male, siamo solo vicini.-
-Strano, eppure siete giunti all' aereoporto insieme.-soggiunse l' arabo tastando il telecomando della TV.
-Potreste mettere le mani in tasca, per favore?-proruppe il più grande perdendo la pazienza.
-Non hai risposto.-insistette l' italiano con un sorriso beffardo.
Desmond li guardò cercando di celare il suo imbarazzo mantenendo la calma.
-Coincidenza.-rispose secco.
-Come no...coincidenza.-fece eco l' Auditore guardando Altair che era affianco a lui con sguardo complice.
-Senti, non puoi sempre saltare a quel punto ogni volta che vedi due persone che si parlano.Il tuo è un chiodo fisso!-fece un gesto teatrale il venticinquenne martellandosi la fronte con l' indice.
-Forse hai ragione, ma almeno io non esco per un intero pomeriggio con il mio vicino.-setenziò ancora l' arabo.
-Pure tu ti ci metti?-
-Ma almeno siete usciti una volta insieme?-chiese ancora Ezio.
Desmond sembrava in trappola come un topo, anche Altair era contro di lui quando pensava che fosse dalla sua parte.
-No.-
-Da quanto tempo vi conoscete?-
-Mi stai psicanalizzando per caso?-
-Quanto?-ridomandò l' italiano senza ascoltarlo.
Restò muto per pochi secondi, fin quando non prese un bel respiro rispondendo: -Cinque anni.-
-COSAAAA?!Vi conoscete da cinque anni e manco avete limonato una volta?!-proruppe esagerato il cugino e per poco il più grande non perse un battito dallo spavento, Altair invece era troppo occupato a riprendere fiato dalle sue risate.
-Non gridare ste' cose alla leggera, idiota!Ti ricordo che da noi in America ci sono le pareti di cartongesso!!-urlò imbarazzato fiondandosi sull' altro per tappargli la bocca.
-Mpfghmpf!!!-
-Cosa?!-tolse la mano facendogli riprendere fiato.
-Ho detto che non respiro e che dovresti rimediare!-
-Non pensavo che avessi detto tutte quelle parole in un solo mugugno.-si riprese dopo un pò Altair asciugandosi una lacrima.
Ezio lo ignorò per quella battuta che era riuscito miracolosamente a formulare.In effetti pensava ancora un pò che fosse un vegetale.
-Rimediare a cosa?-chiese confuso Miles.
-Ma sei proprio un bìschero!Invitala ad uscire!-
-Uscire con lei?-fece eco il ragazzo più grande incredulo della proposta del cugino.
-Pronto!!! è carina, simpatica, con una terza di seno e se non erro è anche un artista. Una come lei non la trovi facilmente, anche se avrei preferito che avesse almeno una quart..!-
L' italiano fu bloccato nella frase dall' americano che prontamente gli aveva dato un pugno in testa per farlo tacere.
-Se dici ancora delle porcherie su di lei giuro che ti sbatto in Italia a calci in culo, chiaro?!-
Dopo tale minaccia si rintanò in cucina lasciando un Ezio dolorante e Altair che lo fissava con faccia compiaciuta di quel gesto.
-Perchè ogni volta che cerco di dire qualcosa di carino su una ragazza vengo menato come un sacco da boxe?-si lamentò strofinandosi la nuca.
-Forse perchè non pensi mai prima di parlare.-ipotizzò l' altro nonostante fosse tanto ovvia la risposta che gli aveva dato.
-Ah, fottiti!Io me ne torno in camera!-lo apostrofò andandosene offeso.

Dopo un ora e mezza, nell' appartamento di Laura, qualcuno suonò il campanello.
-Apro io Laura!-proferì la Bristot minore mentre lei e la Ferro si gustavano il the ai frutti di bosco e vaniglia.
Aprendo la porta vide il volto del fiorentino con un sorriso a trentadue denti stampato sulle labbra.Era sorpresa a vederlo però anche contenta non sapendo il perchè.
-Ciao!Qual buon vento ti porta qui?C' è stato un altro tentato omicidio da parte di una ragazza che non apprezza i complimenti?-disse scherzosa lei.
Ezio rimase un attimo sorridente mentre pensava che la ragazza sapeva avere una dose di stronzaggine senza accorgesene, ma volle restare muto su questo.
-Nulla di tutto questo, Desmond invita voi ragazze nella discoteca dove lui lavora.Ci saremo anche io e Altair.-
-Ah sì? E come mai non è venuto lui stesso a chiedercelo?-
Ecco la domanda che non si aspettava che facesse.
-Beh...è impegnato a prepararsi per la serata.Sai, essendo un barman si deve allenare a fare tutte quelle acrobazie con le bottiglie...-cercò di inventarsi una scusa il ragazzo.
-Comprendo..-disse lei squadrandolo, certa di sentire odore di menzogna.
-Oppure è un modo come un altro di rimorchiare senza chiedere il permesso al diretto interessato.-
Ezio ne rimase folgorato, era la prima volta che incontrava una ragazza con un intuito simile.Di solito appena lui chiedeva alle donne di uscire accettavano senza fare ripensamenti o riflettere sul perchè, dato che la maggiorparte non era intelligente.
-E chi dice che debba essere proprio io a rimorchiare?-fece altezzoso.
-Allora stai aiutando o l' incappucciato o il barman.-fece anche lei altrettanto altezzosa.
-Può darsi di sì e può darsi di no.Chi lo sa..-
-Se è il barman con chi so io allora hai tutto il mio appoggio, se invece è l' incappucciato con l' altra ti dico buona fortuna.-
-Davvero?-chiese sorpreso.
-Credimi, in tutti questi anni da quando sono nata mia sorella non ha mai avuto un fidanzato.Quindi penso che sia giunto il momento, tanto si conoscono da molto tempo.-
-E tu invece?Già occupata?-chiese il fiorentino appoggiandosi allo stipite della porta fissando Sara con sguardo malizioso.
-Forse sì e forse no.-ribattè lei stando al suo gioco.
-Ti potrei offrire da bere e sei vuoi anche invitarti a ballare.-
L' Auditore stava avvicinando il suo viso guardando negli occhi della castana.Gli ricordava il colore del cioccolato, così profondi da poterci immergere dentro.
-Mmh...si potrebbe fare.-disse Sara con voce profonda guardandolo nei suoi occhi neri.
All' improvviso lei fece la lingua con faccia furbesca lasciando il ragazzo interdetto.
-Pensavi davvero di accalappiarmi così facilmente?Guarda che ci vuole ben altro che queste strategie da donnaiolo!-
-No, ma non è come pensi...-farfugliò colpevole lui.
-Sì, certo...comunque è probabile che ci saremo.Ci si vede!-salutò mantenendo un tono dolce, chiudedendogli la porta in faccia.
-"No, c' è qualcosa che non va.Non è possibile che mi va male per ben due volte di seguito!"-pensò Ezio incredulo scendendo le scale.Che stesse perdendo colpi?
Nel frattempo Sara raggiunse le altre in cucina sedendosi insieme a loro.
-Chi era?-chiese la proprietaria dell' appartamento.
-Qualcuno che mi ha riferito che ci hanno invitato in discoteca.-
-In discoteca?-dissero all' unisono le ragazze incredule.
-Già.-disse semplicemente la sorella minore prendendo la sua tazza di the alla pesca.
-E chi sarebbe questa persona?-chiese ancora la maggiore guardandola sospettosa.
-Uno che sta al piano di sotto e fa il barman.-
-Desmond?!-eruppe ancora più sorpresa mandando giù a fatica il sorso della bevanda.
-Come mai non ci avevi detto una cosa simile?Se la sapevo andavo a prendermi una bella vodka alla fragola da quel tizio noioso.-disse la Ferro immaginandosi già di gustare quella dolce bevanda alcolica.
Laura la fissò un attimo per poi riportare lo sguardo verso la tazza che aveva in mano.
Ricevere un invito da Miles...davvero, non se lo aspettava proprio.Sapeva dove lavorava, eppure non ci aveva mai messo piede, parte perchè presa dal lavoro e parte perchè era una persona abbastanza diffidente e imbranata.
A pensarci loro due si conoscevano da molto tempo, sin da quando si era trasferita in quell' appartamento.
L' americano l' aveva aiutata a mettere a posto i mobili, molte volte l' aveva invitato a prendere una tazza di caffè e più passava del tempo insieme a lui, più si accorgeva di sentirsi bene.
Infine si accorse anche di provare qualcosa nei suoi confronti, glielo voleva dire, ma quando vide  una donna dai capelli biondi raccolti in un pucho che teneva per mano il ragazzo si racchiuse in se stessa.
Da all' ora se ne stava rinchiusa in casa a lavorare o usciva con le sue colleghe di lavoro con cui aveva fatto amicizia.
Lo vedeva poche volte, ma gli bastavano anche per salutarlo o scambiare due chiacchiere nonostante sapesse che stava con quella ragazza.
-Allora?-chiese all' improvviso Sara riportando l' attenzione della sorella.
-Che cosa?-
-Andiamo sì o no?-
Laura riflettè, sarebbe stato un modo per staccare la spina anche se avrebbe dovuto trascorre dell' altro tempo con Desmond.
I suoi occhi simili alla sorella si spostarono verso di lei che la guardava con occhi dolci, poi verso Sharon che aveva un aria indifferente.
-A te andrebbe bene?-le chiese appunto.
-Sempre meglio che stare tutto il giorno qui dentro, senza offesa.Mi basta soltanto che non ci sia una marea di gente per le strade e un traffico esagerato.-disse franca mettendosi in chiaro.
La venticinquenne sospirò portando gli occhi al cielo accettando la proposta.
-E va bene, ci andremo verso le nove.-
La castana dai capelli a caschetto gridò un "urrà" che si sentì per tutto il condominio fiondandosi verso la sua stanza e l' altra fece lo stesso con più calma a prepararsi.
Quando fu sola guardò verso la finestra, mentre il sole faceva già la sua scomparsa dietro i palazzi del quartiere.
-Forse non è poi una cattiva idea dopo tutto.-

 

 

 

 


SPAZIO AUTRICI:


-Gentili lettori e lettrici, è bello rivederci in questo ennesimo capitolo!-
 
*silenzio tra il pubblico* 
-Ehm...Fuxi?-
-Sì?-
-Come mai mi sembra di sentire i grilli in studio?-
-Come possono applaudire a una conduttrice tappata come Amleto?-
*madoka si guarda addosso con un teschio in mano*
-Pensavo fosse carino ed evocativo.-
-E poi dici a me!Vai a cambiarti e mettiti qualcosa di decente!-
-Sì signora...-
*abbassa la testolina e se ne va dietro le quinte*
-Bene, nel mentre che aspettiamo quella svitata di una mia collega...-
*non termina la frase che spunta qualcuno sul palco vestito di bianco e rosso con un cappuccio a becco*
-Ehi, che stai facendo di bello?-
-Ezio!Che fai qui? Non dovresti essere nei tuoi camerini?-
-Mi piacerebbe, ma c'è un piccolo problemuccio...-
*da dietro le quinte si avvertono dei rumori molesti e spuntano correndo Altair e Desmond*
-Ezio scappa!Arriva la comitiva!!!-
-Comitiva?!-
*un branco di fangirl corre dietro ai tre assassini e spiaccicano sul palco fuxi che ne esce mezza viva e mezza morta*
-Eccomi di ritorno!Oh che bello, il pubblico si sta divertendo!Cosa hai fatto per farli ridere co...-
*madoka si blocca dopo essere ritornata in scena *
-Fuxi?Tutto a posto?-
-Termina tu...per favore...devo andare a compiere un omicidio più tardi...-
-Ok...ringraziamo i nostri cari  Natalie95 e Volpotto per aver recensito e messo tra i preferiti/seguiti la storia.Ovviamente vi aspettiamo in tanti a seguirci.-

A PRESTO!!!!


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Capitolo 3
*** In discoteca con la pioggia ***


 
Mentre attendeva che Sara si preparasse, Sharon si accinse a mettere a posto la sua "colezzione".
Dopo pochi minuti Sara la raggiunse in stanza per chiedergli un consiglio su che scarpe mettere e non credette ai suoi occhi: vide sul letto una valigia aperta che straripava di pupazzi e la Ferro intenta a posizionarne già un gran numero sul divanetto della stanza.
-Wow! Non pensavo che avevi un lato tenero.-esclamò Sara avvicinandosi alla valigia e tirandone fuori un pupazzo a forma di pantera che portava al collo un collare con le borchie.
-Ok, forse non così tenero...-
-Mettilo giù!-ringhiò l'altra ragazza fulminandola con lo sguardo.
-Capito...sei gelosa dei tuoi pupazzi.-disse la ragazza riponendo il peluche e sedendosi sul letto.
-Che ne pensi di Ezio ed Altair?-chiese ad un tratto Sara per cercare di iniziare una discussione.
-Che cosa dovrei pensare?-rispose con un'altra domanda la Ferro intenta a posizionare tutti i pupazzi.
-Beh, come ti sembrano?-
-Un playboy e un montato!-
-Te pareva che non rispondevi così!-
-Perchè, a te come sembrano?-chiese ad un tratto l'altra ragazza voltandosi a guardare la Bristot.
-Ezio è simpatico anche se concordo che è uno gigolò e Altair mi sembra intelligente.-
-Se lo dici tu.-
Calò di nuovo il silenzio, Sara si era sempre sentita a disagio a stare con una persona e non proferire parola, le sembrava di passare dalla parte della persona timida e non voleva più sentirsi così.Se l' era ripromesso che sarebbe cambiata e voleva cercare di diventare amica con quella lunatica che si ritrovava davanti, era inverosimile che si dichiarassero guerra senza nemmeno cercare di avere una conversazione coerente.
-Desmond è stato gentile ad invitarci in discoteca!-esclamò ad un tratto con la sua voce squillante.
-Tu ci credi davvero che sia stato Desmond?-chiese con voce ironica Sharon, non poteva credere che Sara fosse così ingenua da non capire che era stato Ezio a pianificare tutto.
-Ehm...beh.... perchè non avrebbe dovuto farlo?-balbettò l' altra sapendo come stavano veramente le cose, che anche Sharon avesse intuito cosa volesse fare il Fiorentino?
-Perchè in tema di ragazze mi sembra allo stesso livello di tua sorella in tema di ragazzi.-
-Conosci bene mia sorella.-affermò la Bristot con un leggero tono di gelosia.
-Era un esempio.-
-In effetti non hai tutti i torti, Desmond non sembra una cima in tema di ragazze. è il contrario di Ezio!-
-Lui è un cafone invece.-
-E Altair?-
-Inizio a pensare che se parla con una ragazza più di dieci minuti va in iper ventilazione.-
Nello stesso istante i due ragazzi tranquillamente seduti in sala si preparavano per l' uscita, quando entrambi sentirono un suono fastidioso ai timpani.
-Mi fischiano le orecchie!-disse Altair strofinandosi l'orecchio per fermare quel suono insopportabile.
-Anche a me! In Italia si dice che quando ti fischiano le orecchie significa che qualcuno sta parlando male di te.-
Come per istinto i due ragazzi alzarono lo sguardo per poi riabassarlo e fare spallucce.
-Allora, che ne pensi delle ragazze?-chiese Ezio alacciandosi la cintura che portava una fibia in argento a forma di A.
-Perchè me lo chiedi?-
-Ho notato che oggi hai parlato molto con la lupacchiotta.-
-Intendi Sharon?-
-Vedi, basta che ti dico un nomignolo che la riconosci subito.-
-Coincidenza.-rispose Altair tornando a mettersi i braccialetti in argento.
-Non fare il vago come Desmond!-
-E tu con Sara?Ho visto che siete stati molto tempo in bagno...-ammiccò l'arabo.
Ezio dovette amettere che il cugino sapeva ribattere, ma lui non era tipo da nascondersi, anzi, adorava avere una possibilità di vantarsi delle sue doti di conquistatore.
-Che ti devo dire, mi è caduta tra le braccia.-disse disinvolto facendo spallucce.
-Ti ricordo che ero sul pianerotto quando ti ha sbattuto la porta in faccia.-
Ezio fu spiazzato, ma l' Ibn-La'Ahad non sapeva che aveva a che fare con un toscano e pochi sapevano come erano di mentalità; certo, sapevano essere simpatici ma se si trattava di ribattere lo facevano con classe e senza pietà!
-Quando sei tornato in pizzeria puzzavi di fumo, ma ho notato che non avevi le sigarette mentre lei sì.-
-Che c'è di strano? Mi ha offerto una sigaretta.-
-Spenta o accesa?-
-Accesa.-
-L'aveva accesa lei?-
-Sì.-
-Aveva già fatto uno o due tiri?-
-Sì, ne aveva già fatto uno.-
L'Auditore ridacchiò e l'arabo alzò un sopraciglio non comprendendo cosa stesse pensando l' italiano.
-Quindi vi siete dati un bacio indiretto!-dichiarò il ragazzo saltando in piedi sul divano è puntando il dito contro "l'accusato".
-Che cavolo dici?-
-Di solito è una tattica di noi ragazzi: la usiamo con i bicchieri, le bottiglie, le lattine e in fine con le sigarette. è un modo per far sentire alla nostra preda il gusto delle nostre labbra.-disse in modo poetico l' italiano, l'arabo da sotto il cappuccio era rosso come un pomodoro.
-Che cavolata!-disse voltandosi per evitare di essere visto.
-Cavolata, eh?-
Un ghigno si disegnò sulle labbra dell' italiano che scese dal divano e posò una mano sulla spalla del cugino.
-Stai attento, che dal bacio indiretto si passa a quello diretto e in men che non si dica ti ritroverai a fumare nel suo letto il giorno dopo.-
L' arabo si voltò appena fulminandolo con lo sguardo.A suo parere la stronzaggine non gli mancava ed era certo che prima o poi avrebbe preso il dottorato per psicologia.
Se lo immaginava già: sulla porta del suo studio la scritta "Dott.r Auditore Ezio specializzato in psicologia sui problemi amorosi e sessuali" , tale visione lo disgustava.E si stupiva ancora che fosse suo parente!Era davvero sicuro che non fosse adottato?
Anche le due ragazze, nel frattempo, senza motivo, erano finite sul discorso del fumo.
-Quindi non hai mai fumato?-
-Mai in vita mia!-rispose fiera la Bristot alla domanda della Ferro-In pizzeria ho sentito che anche Altair puzzava di fumo, quindi ne deduco che fuma anche lui.-
-Sì, gli ho offerto una sigaretta.-
Sul viso della Bristot apparve un sorisetto, ma Sharon non fece domande. Non voleva sapere cosa si aggirava per la mente perversa di quella ragazza. (mai quanto la mia visto che la parte di Ezio l' ho pensata io fin dal primo giorno muhahahaha n.d.F.)
Quando ormai il sole era calato Desmond si apprestò a uscire seguito da Altair ed Ezio, raggiunsero la portineria dove Bard, il portiere, era intento a leggere il giornale sportivo.
-Bard, puoi avvertire Laura Bristot che ci trovimo alla discoteca?-
-Certo Signor Miles.-
I tre uscirono dal condominio e sul viso di Ezio apparve un sorriso di compiacimento quando vide il suo piano prendere vita.
Il citofono dell'appartamento emise il suo suono irritante, Laura si apprestò a rispondere.
-Sì, chi è?-
-Signorina Bristot, il signor Miles mi ha chiesto di dirvi che lui e i suoi due ospiti vi aspettano alla discoteca.-
-D-davvero?-
-Sì signorina.-
-Grazie.-disse la ragazza prima di riattaccare la cornetta, intanto le due più piccole la osservavano di nascosto da dietro la porta.
 
 
 
 
 
“Bad Weather” era il nome della discoteca riportato sull’enorme insegna luminosa, all’ingresso diverse persone aspettavano di poter entrare mentre i butta fuori controllavano le liste e chiedevano i documenti, giunse il loro turno, Laura mostró la propria carta d’identitá, Desmond doveva giá aver avvertito i due buttafuori dell’arrivo di lei e di altre 4 persone poiché i due bestioni non controllarono neanche la liste e li lasciarono passare. La discoteca era piena di gente che ballava a ritmo di musica Hous, la pista era illuminata da riflettori posizionati nei quatro angoli della sala da ballo, la postazione del dj, rialzata, grossa quatro volte in piú di quella del Celebritá, la zona bar dove Desmond piú altri due Barman davano mostra della propria abilitá era illuminata con dei neon che disegnavano la superficie del bancone, alle loro spalle le mensole illuminate da alcuni lampioncini brillavano bottiglie colorate che spiccavano per via dello specchio dietro di loro.
Altair si appoggió a una parete a osservare la gente che riempiva la sala da ballo, mentre Sara ed Ezio si scambiavano sguardi complici, Sharon si appoggió alla parete vicino a Altair.
Desmond, dopo aver finito di preparare un cocktail per due ragazze, alzó lo sguardo e li di fronte a se vide Laura, la ragazza indossava un vestitino nero aderente che metteva in mostra le formose curve, ai piedi dei tacchi neri con legatura alla serva, i capelli sciolti, il taglio degli occhi messo in risalto dalla matita nera, le labbra rosse come il fuoco. Il Barman rimase a bocca aperta, non aveva mai visto la Bristot vestita in tale modo.
Laura gli sorrise dolcemente con un lieve rossore in viso, il giovane, ripresosi dallo stupore, la invitó a sedersi sullo sgabello di fronte a lui e inizió a preparargli un cocktail mostrando la propria abilita nel far volteggiare le bottiglie, lo seguiva con gli occhi in ogni presa e in ogni lancio notando come il corpo del giovane seguisse la musica, lo osservó incantata dai gesti scuri che il ragazzo effettuava, Ezio scambió un segno di assenso con Sara che sorrise soddisfatta della riuscita del proprio lavoro. La serata procedeva con le musiche che si susseguivano, lentamente Sharon si mosse verso la pista, dopo aver lasciato la borsa a Desmond che l’aveva nascosta sotto il bancone, inizió a muoversi lentamente seguendo il ritmo della musica, ancora appoggiato alla parete Altair l’osservava, i capelli della ragazza scompigliati con il gell, la maglietta blu notte con la scollatura a V, i jeans scuri aderenti a vita bassa, i tacchi blu, il viso dal trucco elaborato, le palpebre passate con diverse sfumature di verde, le labbra carnose colorate di blu. Si muoveva a tempo di musica, gli sembrava strano, solo durante il pomeriggio odiava il caos e la gente e ora invece si era buttata nella mischia e con i suoi movimenti era riuscita a farsi spazio e ora si muoveva sinuosa, ad un tratto notó un ragazzo seduto su uno dei divanetti indicare nella direzione della ragazza e sorridere ai propri compagni, lo vide alzarsi e con passo deciso gli giunse alle spalle afferrandole la vita la tiró verso di se, vide Sharon voltarsi e con un movimento veloce del braccio tirare uno schiaffo al suo aggressore, quest’ultimo sorrise afferandole il polso, Altair si stacó dal muro e con passo deciso raggiunse i due, afferró a sua volta il polso del ragazzo stringendolo con forza, lo guardó da sotto il cappuccio con le iridi iniettate di odio
-Lasciala andare!-
Ordinó con tono secco stringendo maggiormente la propria presa sul polso del ragazzo, che inizió a stringere i denti per il dolore provocatogli dalla mano del nuovo arrivato
-O la lasci andare o ti romperó il polso-
Lo informó senza cambiare il proprio tono, stringendo i denti il ragazzo lasció la giovane e si voltó, non prima di guardare minaccioso Altair
-Stai bene?-
Chiese l’Arabo, la ragazza lo guardó con uno sguardo glaciale
-Non ho bisogno del tuo aiuto!-
-Va bene vuol dire che la prossima volta che un uomo ti…-
La strinse per la vita facendo combaciare il proprio bacino con il suo
-…stringerá in questo modo lo lasceró fare-
Avvertí lasciandola andare per iniziare a ballare seguendo il ritmo della musica, Sharon lo guardó stupita, non immaginava che il ragazzo ballasse cosí bene, inizió a muoversi seguendo i suoi passi, puntó il proprio sguardo sul viso celato dal cappuccio del ragazzo, lo vide sorridere e senti le proprie guance andare a fuoco, era cosi bello quando sorrideva.
Era seduta su uno dei divanetti intorno alla pista e con un sorriso beffardo in volto osservava quello della propria “nemica” diventare lievemente rosso, osservava gli altri ballare mentre sorseggiava un cocarum fresco, ad un tratto un ragazzo di bell’aspetto gli si sedette accanto, i capelli biodi, gli occhi verdi, rimase a fissarlo un’attimo
-Hi pretty!-
-Hi-
Rispose semplicemente lei, come al solito teneva le gambe accavallate, i fusó neri ne disegnavano le cosce sode
-What's a nice girl like you all alone?-
Ezio comodamente seduto al bancone del bar, intento a flirtare con alcune ragazze, si voltó verso la pista da ballo e vide Sara parlare con l’Americano, lo vide far scivolare la mano sul divanetto in direzione della coscia messa in mostra dal vestitino turchese, sorrise sotto i baffi, conosceva bene quella mossa
-Distrare e toccare…-
Disse prima di alzarsi dallo sgabello lasciando sole le due ragazze con cui aveva iniziato la conversazione, con ampie falcate si avvicinó ai due e si appoggió allo schienale del divanetto
-I'm back love!-
Avvertí con un sorriso beffardo in volto, Sara alzó lo sguardo incontrando le iridi castano dorato dell’Italiano, che cercando di non farsi vedere dall’Americano, gli indicó la mano morta che si stava avvicinando alla sua coscia, la ragazza sentí i brividi percorergli la schiena, ma Ezio gli fece l’occhiolino
-you may remove your hand from my dead girlfriend before you might break?-
Sara spalancó la bocca
-“girlfriend?”-
Ma comprese che il segno di poco fa di Ezio era per chiederle di stare al gioco
-love this guy was trying with me!-
Ezio sorrise ed inizió a scrocchiarsi le dita, entrambi videro il terrore impadronirsi dell’Americano che inizió a sudar freddo, si alzó sorridendo e lentamente si allontanó dai due
-Girlfriend?-
Chiese la ragazza ridendo, mentre il giovane Auditore si accomodava al suo fianco ridendo a sua volta
-Ei ti ho salvata dalle mani di un vile-
Dichiaró sorridendo e facendo finta di allungare le mani a verso la ragazza che le schiaffegió delicatamente ridendo
-Mi scusi mio eroe come ha fatto a capire che quel ragazzo stava per allungare le mani? Mi faccia indovinare una tecnica che usa anche lei?-
Ezio spalancó la bocca prima di incominciare a ridere per il fatto di essere stato scoperto, ad un tratto due ragazze si avvicinarono al divanetto Ezio si impietrí vedendo sui loro volti l’odio piú puro conosceva fin troppo bene quello sguardo e in genere non significava niente di buono
-disgusting pig!-
Dichiaró una delle due dando voce al pensiero di entrambe prima di lasciare un evidente segno a cinque dita sulla guancia dell’Italiano prima di girare i tacchi e andarsene con aria stizzita
-Credo che non abbiano gradito il fatto che le ho lasciate sole-
Dichiaró massaggiandosi la guancia lesa, Sara scoppió a ridere, l’Italiano non si smentiva mai. Lentamente si portó la cannuccia alle labbra, mentre puntó lo sguardo alla pista, Ezio osservó quella cannuccia venir avvolta dalle labbra carnose della ragazza, le osservo lucide e leggermente rosee, il vestitino turchese senza maniche gli metteva in risalto le curve, i pantacollant mostravano le gambe lunghe e affusolate, i tacchi bianchi a infradito mostravano la caviglia che portava una cavigliera con una gemma azzurra. Rimase incantato ad osservare il suo profilo venir illuminato dai vari colori dei faretti, rendevano quell’espressione bambinesca ancora piú allegra, la fissó finché la ragazza non si voltó puntando le proprie iridi color nocciola nelle sue
-Che c’è-
Chiese innocentemente la ragazza sorridendo, Ezio arrossí lievemente e si alzó
-Em io vado a prendermi da bere, cerca di non attirare altri maniaci-
L’avvertí facendogli l’occhiolino e con le mani in tasca si diresse al bancone.
-É ottimo!-
Affermó la ragazza assaggiando il Brooklyn che Desmond gli aveva preparato
-Sono felice che ti piaccia!-
Rispose lui sorridendo mentre con abilitá preparava alcuni cocktail per gli altri clienti, mentre faceva volare le bottiglie non staccava lo sguardo da Laura che osservava il ghiaccio venir illuminato dal neon del bancone, brillava facendo risaltare il rosa pallido del drink
-Che cosa contiene?-
Chiese non appena Desmond si riposizionó di fronte a lei appoggiando le mani al bancone
-Non ti fidi di me?-
Chiese il ragazzo sorridendo sornione, la ragazza sorrise a sua volta
-No, solo che voglio sapere in caso mi arrestano quanti alcolici ho preso in un solo cocktail –
Rispose sorridendo sorseggiando un altro goccio di quel liquido
-Ghiaccio, Whisky rye, Vermut rosso, Maraschino e Amer Picon servito in un bicchiere da cocktail classico-
La ragazza mandó giú un altro sorso lasciando l’impronta delle labbra sul vetro lucido del bicchiere, la osservó spostarsi una ciocca della frangia dietro l’orecchio destro, era cosí bella, gli sembrava incredibile che quella ragazza era la stessa artista che viveva al piano sopra il suo, spostó lo sguardo alla pista da ballo e non credette ai suoi occhi
-Desmond mi prepari un Cocktail che mi faccia dimenticare lo schiaffo appena ricevuto?-
La voce di Ezio attiró la sua attenzione, il cugino si era appena seduto vicino a Laura
-Penso di avere qualcosa che ti fará dimenticare meglio ancora lo schiaffo, guarda la!-
Disse indicando la pista da ballo, sia il cugino che la ragazza si voltarono, ad entrambi cascó la mascella e non credettero ai propri occhi. Appena sul bordo della pista da ballo Altair e Sharon ballavano uno a pochi centimetri dall’altro
-Ha avevo ragione!-
Affermó euforico l’Italiano indicando l’Arabo, che per sua fortuna era troppo intento a danzare per accorgersi delle occhiate dei due cugini e dell’artista. Sara vide la sorella sul divanetto che a sua volta guardava nella sue direzione, entrambe sorrisero come se si fossero lette nella mente, ad un tratto Altair afferró la vita della ragazza avvicinandola maggiormente a se, seguendo il tono aggressivo della musica la ragazza lo spinse lontano da se prima di voltarsi per poi guardare di nuovo il ragazzo e fargli segno di avvicinarsi
-Sono al quanto teatrali-
Affermó Sara avvicinandosi ai altri “spettatori”
-Giá sembra che stiano mimando la canzone-
Concordó Ezio osservando il cugino muoversi con la ragazza, gli sembrava incredibile che quello che ora era su quella pista da ballo a interagire con la ragazza era lo stesso Arabo che aveva r’incontrato all’aereoporto
-Credo ci stiano osservando…-
Gli sussurró nell’orecchio non appena il ragazzo si ri avvicinó a lei, con la coda dell’occhio vide i 4 ragazzi osservarli, ma spostando lo sguardo notó lo stesso ragazzo che poco prima l’aveva importunata che guardava con odio nella loro direzione
-Usciamo da qui…-
Sussurró prima di afferargli la mano e portarla via dalla pista da ballo, lanció un’occhiata alle proprie spalle, da prima incontro lo sguardo sornione di Ezio e subito dopo gli sguardi dei compagni di colui che poco prima aveva minacciato
-Devo prendere la borsa!-
Lo avvertí cercando di lasciare quella mano che stringeva la sua, con passo deciso andó verso il bancone, ne avrebbe approfittato per fumare, Ezio fece finta di guardare le cubiste mentre Sara e Laura finsero di aver incominciato una discussione sui cocktail che Desmond gli aveva preparato, afferró la borsa notando il sorriso del barman, ma non ci diede molto peso. Uscirono dalla discoteca e lentamente camminarono allontanandosi da essa, la notte a New York era calma, le strade venivano percorse solo da alcuni taxi e limusing che portavano i ragazzi a festeggiare, Sharon alzó lo sguardo sperando di vedere qualche stella, ma le luci della cittá impedivano al cielo notturno di mostrarsi nella sua bellezza, abbassó lo sguardo e tiró fuori dalla borsa il pacchetto di Wiston blu, lentamente portó la sigaretta alle labbra l’accese aspirando a fondo il fumo del tabacco, Altair si guardó alcune volte alle spalle sentendo dei passi rimbombare sul marciapiede dietro di loro
-Come mai sei voluto uscire?-
Chiese la ragazza sbuffando lasciando libera la nuvola di fumo che si dissolse nell’aria
-Mi stava esplodendo la testa-
Rispose semplicemente il ragazzo guardandola da sotto il cappuccio, l’osservó interrogativa
-Perché non ti togli mai il cappuccio?-
Chiese cercando di intravedere gli occhi del ragazzo sotto di esso, di risposta Altair afferró la punta di esso tirandoseló ancora di piú sul viso
-Non c’è-
Ad un tratto qualcuno lo afferró sbattendolo contro il muro, la ragazza lasció cadere la sigaretta e fece un salto indietro per lo spavento
-Ti diverti a fare il tosto è?-
Altair riconobbe il viso dello stesso ragazzo della discoteca, dietro di lui altri tre ragazzi
-Che vuoi?-
Chiese Altair senza cambiare il proprio tono freddo
-Semplice, ció che mi hai impedito di ottenere in discoteca-
Due dei compagni del ragazzo afferrarono l’Arabo per le braccia per impedirgli di muoversi, l’agressore si avvicinó alla ragazza
-Non mi è piaciuto il tuo rifiuto sai?-
L’avvertí stringendole la mascella
-Ma puoi rimediare-
Detto questo si indicó il cavallo dei pantaloni
-Te lo sogni porco!-
Ringhió lei tirandogli una ginocchiata al linguine facendolo piegare in due dal dolore
-Puttana!-
Allungó la mano per afferrarla, ma la ragazza tiró fuori dalla borsa un coltello a serramanico lungo 5 dita
-Vuoi giocare con me porco?-
Chiese guardandolo con odio, la lama scintillava alla luce dei lampioni e i cartelloni sui palazzi, l’agressore rimase interdetto di fronte a quella lama che lo minacciava, guardó il volto della ragazza sperando di trovarci la paura è invece ad attenderlo c’era la sicurezza dei propri gesti
-Dai non farai sul serio-
Si avvicinó sperando che la ragazza abbassase il coltello e invece con un gesto veloce del braccio lo feri sulla guancia lasciandoli un lieve graffio da cui scese una goccia scarlatta
-Di ai tuoi amichetti di lasciarlo andare!-
Ordinó indicando con la lama i due che tenevano stretto il ragazzo
-Lasciatelo ragazzi!-
I due, continuando a osservare la ragazza che continuava a puntare la lama verso di loro, si allontanarono da Altair. Ad un tratto in lontananza si udíi il suono di sirene, solo allora Sharon notó sull’altro lato della strada la gente che aveva assistito all’accaduto. Ad un tratto sentí qualcuno prendergli il polso, si voltó e vide che Altair l’aveva afferrata. Inizió a correre trascinandosi dietro la ragazza
Alla discoteca la notizia della rissa avvenuta poco lontano dal locare era appena giunta
-Dici che centra Altair?-
Chiese Ezio senza lasciare la cannuccia con cui si stava gustando il Mohito che Desmond gli aveva preparato
-Non è uno che attacca briga facilmente, pensi che si sia abbassato al livello di certi idioti?-
Chiese Desmond appoggiandosi al bancone, Sara e Laura si guardarono in volto comprendendo che entrambe stavano temendo la stessa cosa
-Sharon-
Constatarono all’unisono abbassando la testa.
-Aspetta Altair ho i tacchi!-
Urló Sharon rischiando di cadere diverse volte, il ragazzo si fermó e la prese in braccio con estrema facilitá
-Perché scappiamo?-
Chiese la ragazza tenendosi al collo dell’Arabo
-Pensi che crederebbero a una lunatica che se ne vá in discoteca con un coltello a serramanico nella borsa?-
La ragazza lo squadró con lo sguardo
-Chi sarebbe la Lunatica??-
Urló la ragazza fulminando con lo sguardo l’Arabo che sorrise da sotto il cappuccio continuando a correre per le strade deserte di New York. L’aria fredda li aveva avvolti, la lasció solo quando giunsero a Central Park, con passo lento entrarono nell’enorme parco.
-Sai...non pensavo che sapessi difenderti così bene...-asserì ad un tratto il ragazzo mentre riprendeva fiato.
Sharon non rispose subito nonostante l' altro avesse cercato di fare una battuta provando a ironizzare quella situazione.
-é una storia molto lunga.-disse solamente cercando di scaldarsi.
-Abbiamo tutta la notte.Mi piacciono le storie lunghe.-
La ragazza lo guardò, cercando di capire quella strana sensazione che provava dentro lo stomaco che la tormentava. Pensò che fosse la pizza che aveva assaggiato quel pomeriggio a pranzo, avrebbe tanto voluto che fosse così, ma era tanto testarda da non voler ammettere che sentiva che con quel ragazzo avrebbe detto di tutto e lui l' avrebbe ascoltata da buon oratore.
Spostò lo sguardo a terra espirando profondamente, facendo uscire una nuvoletta dalla bocca che aveva provocato il suo fiato.
-Sono stata al carcere minorile. Non che avessi fatto chissà cosa come squartare qualcuno o vendere droga, imbrattavo gli edifici con gli spray e mi mettevo nei casini con il parkour.Ero solo una piccola ribelle come lo può essere qualsiasi sedicenne, finchè...-e qui la Ferro si fermò prendendo fiato e Altair non seppe se l' avesse fatto per quello o perchè ciò che stava per dirgli era molto più pesante di quel che pensava.
-...quando uscì dal carcere, dopo qualche giorno, un uomo tentò di...fare quel che stava per fare quello stronzo di prima. Ma, sai com'è, dopo che sei stato al carcere ti munisci almeno di un coltellino per difenderti.-
L' arabo si fermò con le mani affondate nelle tasche, tremavano e non era per il freddo.
-L' hai...ucciso?-
Sharon gli sorrise rassicurandolo, quel montato sembrava avere paura dal suo punto di vista dato come tremava cercando di non darlo a vedere.
-No, l' ho solo ferito alla vita e sono scappata. Io non sono un assassina.Comunque credimi quando ti dico che avrei tanto voluto tagliargli via il suo amichetto e strappargli le budella vedendolo soffrire, la tentazione era davvero tanta.-
L' incappucciato poteva vedere benissimo l' odio e il rancore che avvolgeva quelle iridi castane, le stesse che aveva visto rispecchiarsi nelle sue tempo addietro in una situazione simile alla sua.
Sotto sotto erano simili più di quanto potessero immaginare.
-Per questo ti hanno mandato dall' altra parte del mondo?-
-I miei genitori adottivi hanno deciso che la mia ribellione dovesse essere rimpiazzata con la disciplina, così hanno pensato che Laura potesse aiutarmi.-
-Capisco, un modo come un altro per non affrontare il problema faccia a faccia. Scusa se lo dico, ma che ipocriti!-
-Già, lo penso anche io. Però fanno di tutto pur di rendermi una vita normale. In questo accetto il loro sforzo.-
Il ragazzo non disse niente, sapeva bene come si sentisse la ragazza che le stava affianco.Come aveva immaginato aveva dei precedenti e dei problemi con la sua famiglia, scommetteva anche che come lui aveva una maschera che nascondeva il suo vero volto mettendo sempre le dita nella piaga per difendersi.Alla fine riusciva a capirla.
Però sapeva di non doverla sottovalutare perchè come aveva già constatato era una lunatica della peggior specie, poteva cambiare umore da un momento all' altro e questa la rendeva pericolosa.
Questa sensazione di pericolo lo incuriosiva parecchio, sarebbe andato fino in fondo e, chissà, magari la situazione gli sarebbe piaciuta molto.Trovarle dei punti deboli era divertente e stimolante.
Ad un certo punto Altair alzò il capo annusando l' aria.
-Temo che sta per piovere.-
-Ma come?Se oggi era se...-la castana non finì di parlare che una pioggia scrosciante si abbattè su tutta Manhattan tempestando i due come una cascata.
Ovviamente la Ferro non perse l' occasione di guardare storto l' Ibn-La'Ahad.
-Ci azzecchi sempre con le previsioni del tempo, vero?-disse con una punta di stizza.
L' arabo la guardò senza battere ciglio con una smorfia contrariata sulle labbra.
-La devi piantare di criticare gli altri, altrimenti dai un motivo in più per odiarti. Avanti!Andiamo!-le disse afferrandola nuovamente per il polso senza lasciarla replicare.
Continuando così avrebbe finito per farci l' abitudine.
Sharon era spiazzata, nessuno le aveva detto una cosa del genere con tanta naturalezza e il bello era che glielo lasciava fare!
Nei suoi pensieri c' era solo una parola:vendetta.
Al Bad Weather, dopo che si era calmato il caos che si era crreato dalla rissa, i quattro ragazzi unici ad aver intuito chi poteva essere coinvolto (dato che non era presente in quell' istante) uscirono dal locale allla ricerca degli altri due mancanti.
-Dove saranno adesso?-si chiese Sara che era sotto l' ombrello a dover ospitare Ezio.
-Sicuramente nelle vicinanze, non saranno andati tanto lontano con questo acquazzone.- ipotizzò Miles sotto l' ombrello di Laura-Facciamo così, voi due tornate al condominio e aspettateci lì, tenete i cellulari accesi nel caso dovessimo chiamare. Ezio, posso contare su di te affidandoti Sara?-si riferì la Bristot maggiore al fiorentino ben contento della proposta.
-Sorellona non sono più una bambina!-si rifiutò la sorella minore, più per tenersi lontano il ragazzo che per altro.
-Certo1Sarò il suo cavaliere personale per tutta la serata.-rispose sogghignando l' altro guardando in modo stuzzicante la ragazza al suo fianco.
-Non ci contare.-fece Sara assottigliando gli occhi.
Desmond scosse leggermente la testa con un sorriso complice, pur conoscendo poco la sorella della sua vicina aveva intuito che sapevatenere testa al cugino e di questo ne era grato.Forse l' italiano aveva finalmente trovato pane per i suoi denti.
-Bene, ci vediamo più tardi.-
Dopo essersi separati i due più grandi si avviarono dall' altra parte del quartiere, Laura partì con passo più deciso mentre
l' americano faceva fatica a starle dietro.
-Laura rallenta!-
-No Des', dobbiamo trovarli!Potrebbero essere in un vicolo cieco dove girano altri malvivanti, potrebbero essere minacciati con delle armi, potrebbe...-
-Adesso stai esagerando.-la fermò l' altro per il braccio cercando di farla voltare dalla sua parte.
-Come è capitato una volta può succedere di nuovo e non voglio che accada ancora!-
La voce dell' amica tremava e tanto, sapeva come si sentiva ma in quel momento il panico non poteva di certo aiutarla. Così Desmond la prese per le spalle fecendo sì che si guardassero negli occhi, l' ombrello cadde ai loro piedi, la pioggia prese a bagnare i loro corpi, la poca gente che camminava per il marciapiede assisteva alla scena curiosa, altri continuavano a camminare indifferenti.
In quel silenzio momentaneo la voce del barman divenne il suono dominante oltre lo scrosciare dell' acqua.
-Comportandoti in questo modo non aiuterai nè te stessa nè loro!Quindi cerca di calmarti, ok?-
Appena terminò di urlare addosso per cercare di farla ragionare venne rapito da quelle iridi castane scure rese lucide dalle lacrime che mischiate con la pioggia avevano sbavato il trucco. Nonostante quello sguardo spaventato, con i capelli appiccicati alla fronte, le fece così tanta tenerezza da volerla stringerla tra le sue braccia.
E così fece però fu Laura a far sì che avvenisse affondando il viso nel torace del ragazzo lasciando che i singhiozzi si impadronissero di lei.
In parte per l' americano era imbarazzante, non ra bravo a consolare le donne, era più abituato a a servire dei drink scherzando e flirtando con loro.
-"Che faccio adesso?"-si chiese rendendosi conto che in quel momento quello che era nel pieno panico era proprio lui.
-Ho paura...-bisbigliò all' improvviso la castana riportandolo per un attimo alla realtà.
-Non ne devi avere-cercò di dirle il moro-c' è Altair con Sharon, prima avevo visto come l' aveva portata via da un tizio che aveva delle cattive intenzioni.Devi avere fiducia in entrambi.-
Per un attimo la Bristot si sorprese dalle parole che il barman pronunciava per cercare di rassicurarla, le mancava quella di gentilezza che gli aveva visto la prima volta che si erano conosciuti.
E aveva anche ragione sul fatto che stava esagerando e che dovesse dare un pò di fiducia a quei due, ma sapendo che si trattava della Ferro ne avrebbe avuta?
intanto Altair e Sharon riuscirono finalmente a trovare un riparo sotto ad un pino con i rami belli ampi.
-Cazzo!Proprio adesso doveva mettersi a piovere?!-inveì la ragazza cercando di asciugarsi inutilmente.
L' arabo scosse la testa di nascosto pensando come a volte lei potesse essere pari pari a un muratore bergamasco.
-Siamo via da un bel pezzo, scommetto che ci staranno cercando.-
la ferro borbottò qualcosa tra sè immaginandosi la sfuriata che le avrebbe rifilato Laura appena avrebbe saputo della sua reazione.
Il ragazzo non ci volle fare caso e approffittando del fatto che era fuori dalla visuale dell' altra si tolse il cappuccio che gli dava fastidio a causa dell' acqua che aveva reso il tessuto assai pesante.
In altre occasioni non avrebbe mai messo il viso allo scoperto, aveva sempre mantenuto bene il suo segreto e vrebbe continuato a farlo, lo voleva tenere abbassato solo per un poco.
Purtroppo Sharon se ne era accorta subito e cercando di non fare alcun rumore gli si avvicinò di soppiatto, ma lei non sapeva che lui aveva un udito soppraffino e subito se lo tirò su coprendosi bene il volto.
-Eddai, fammi dare un occhiata!-
-No.-
-Solo una sbirciatina!!-
-Ho detto no!-
La castana dai capelli corti fece il broncio incrociando le braccia al petto.
-Come se avessi qualcosa di prezioso lì sotto.Non ti mangio mica!-
Altair non era propenso a darle retta e si voltò dandole le spalle. A quel gesto Sharon s' inviperì molto ma lui non sapeva che la ragazza sapeva essere molto testarda di quanto già lo dasse a vedere.
Così per vendicarsi gli tirò giù di botto il cappuccio facendolo irritare e quando si voltò rimase incredula a quello che stava vedendo.
-La vuoi smettere!?Ho detto di...-
Appena si voltò per riprenderla si fermò di colpo, ormai conscio di aver infranto il suo segreto in tantissimi pezzi.
La Ferro non poteva fare a meno di guardare oltre le corte ciocche castane scuro che ricadevano sulla fronte e le labbra segnate da una cicatrice verticale come i suoi cugini gli occhi color del miele che la fissavano con timore.
Erano davvero intensi e chiari che le sembrò di caderci dentro, a lei piaceva quel colore particolare così raro nelle persone, le sembrava di guardare gli occhi di una figura mitologica.
Sapendo già come sicuramente sarebbe andata a finire la situazione l' Ibn-La'Ahad si riprese tra le mani il tessuto del cappuccio, prontamente la sua azione venne bloccata da delle mani gentili, mani che scoprì essere di quella stessa ragazza che poco fa avrebbe fatto qualsiasi cosa per ridicolizzarlo o criticarlo.
-Non lo fare.-gli sussurrò dolcemente.
Anche la sua voce l' aveva rapito.Che lo stesse ingannando?
-Perchè lo fai?-
-Perchè sono un abominio.-rispose l' altro semplicemente, immaginandosi che gli avrebbe riso in faccia e se ne sarebbe scappata via.
-Non è vero, sono bellissimi!-disse lei sincera e ancora una volta Altair ne rimase folgorato.
-"Non può essere vero..."-pensò mentre si perdeva in quel tocco gentile e in quelle iridi chiare che rispecchiavano solo la verità.
Gli sembrò tutto un sogno, possibile che fosse tutto così reale?
-Hey!Finito di amoreggiare voi due?-
Ad interrompere quel momento fu la voce di Desmond, i due ragazzi, dopo essersi separati con un leggero rossore sul volto per l' imbarazzo e l' arabo si rimise il cappuccio, raggiunsero i più grandi sotto l' ombrello, almeno erano all' asciutto.
Sharon guardò in viso la Bristot, aveva pianto, era la prima volta che la vedeva provata in quel modo.
Quando era così sapeva di aver deluso anche lei e raramente succedeva nei suoi confronti, ma ci era abituata e anche quella volta avrebbe dimenticato.O forse non così presto. 
Invece Desmond non sembrò che cel' avesse con Altair, però si vedeva che non approvava quel pasticcio che si era creato.
-Torniamo a casa adesso.-proferì Laura prendendo la Ferro sotto la sua ala.
Mentre tornavano in dietro nessuno proferì parola, ad accompagnarli per tutto il tragitto c' era il continuo picchiettare delle foglie e del telo dell' ombrello.

SPAZIO AUTRICI
-eccoci tornate con un nuovo capitoloooooo- *tutti che scappano*
-tu spaventi tutti ogni volta che salti fuori dalle quinte -.- -
-non é vero, non ci sono prove!- *grilli di sottofondo* stronzi -.-
-credo che questa sia abbastanza come prova- U.U
*si accuccia nell'angolino* uffi!
-coooomeunqueee, speriamo che il capitolo sia stato di vostro gradimento, ci scusiamo per il ritardo. Un grazie speciale a tutti coloro che hanno messo tra i preferiti o nelle seguite la nostra storia, tutti coloro che recensiscono dandoci consigli per poter creare capitoli sempre piú belli!-
-SPERIAMO CHE SHARON SIA SEMBRATA PIÚ SIMPATICA!!!!-
*si allontana appena* vi invitiamo a recensire in tanti!
-Ringraziamo tutti coloro che hanno letto e sopportato il nostro nuovo capitolo *ripresasi dalla crisi*-
-Saluti dalla vostra Madoka94!-
-E bacioni dalla vostra pazza Fuxiotta95-


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