Lui: un uomo con una forchetta in un mondo fatto di zuppa..}

di MissElectric
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The way to become a rockstar ***
Capitolo 2: *** The guitarist & the frontman ***
Capitolo 3: *** Night at the RedLight ***
Capitolo 4: *** Life like a fiction ***



Capitolo 1
*** The way to become a rockstar ***


 

"I live my life in the city
There's no easy way out
The day's moving just too fast for me
I need some time in the sunshine
Gotta slow it right down
The day's moving just too fast for me.."

 


Sono le sette del mattino, questo giorno dovrebbe entrare nella storia, essere ricordato, essere stupendo e invece già due ore di fila per essere in questo fottuto aereo in seconda classe. Seduto vicino a Liam lancio uno sguardo fuori dal finestrino proprio mentre l’aereo decolla. E così gli Oasis lasciano Manchester per il loro primo fottuto concerto, un VERO concerto.
Mi volto verso Bonehead che, seduto al fianco di Guigsy si scosta continuamente dalla sua testa addormentata sulla sua spalla e mi scappa un sorriso. Forse potrebbe essere ancora meglio che con gli Inspiral, penso con un alzata di spalle.
Poi mi volto, e il viso di mio fratello mi fa capire che non è così.
-Smettila idiota- sbotto riferendomi ai suoi piedi che continuano a spingere il sedile di fronte a lui.
Our Kid mi guarda con un ghigno divertito per poi dire:
-Posso fare quello che voglio sono una fottuta rockstar!
Scuoto la testa passandomi una mano sulla bocca. Non ha ancora capito niente il bastardo, l’unica cosa che ha imparato a fare da quando abbiamo il contratto con McGee è stato farsi e bere e, devo dire, gli vengono bene entrambe le cose.
Allungo i piedi per stendermi leggermente ma sto scomodo come non mai, dobbiamo diventare la band più famosa del mondo al più presto possibile, cazzo!
-Hai intenzione di smetterla?!
Io e Liam alziamo lo sguardo sulla ragazza seduta di fronte a noi che si riferisce a mio fratello con il tono di un bulldog inferocito, mi lascio scappare una risata.
Liam non fa in tempo a risponderle che lei si è già rigirata, nascondendosi dietro al sedile.
Noto subito lo sguardo di mio fratello fisso verso il sedile, quello sguardo che ormai conosco troppo bene, scuoto di nuovo la testa mentre lui torna all’attacco.
Questa volta, con un’imprecazione tra i denti, la tipa si alza dal sedile passandoci di fianco senza degnarci di uno sguardo e si va a sedere vicino a MacCarroll che ci osserva, divertito, mostrandoci il dito medio. L’ho sempre detto che è un fottuto bastardo.
Lancio un ultimo sguardo alla ragazza che guarda fuori dal finestrino con le cuffie nell’orecchio poi torno a Liam che si è accesso una Benson riempiendo l’ambiente di fumo.
-Non si fuma, signore- dice un’hostess avvicinandosi a noi, con falsa gentilezza.
Mio fratello spegne la sigaretta contro il finestrino per poi darla in mano all’hostess che lo guarda allibita.
-Spostati- mi dice poi muovendosi sul sedile.
-Come?
-Ho detto spostati, vai davanti, ho bisogno del sedile vuoto
Lo osservo incazzato poi penso alla prospettiva di quattro ore di viaggio vicino a lui e mi alzo per sedermi sul sedile di fronte.
-Bastardo, lascia stare la bimba- gli dico, dopo.
Allacciamo le cinture quando l’hostess di poco prima torna all’attacco fulminandoci con lo sguardo, appoggio la testa al sedile e chiudo gli occhi: mi manca ancora una canzone, una fottuta canzone..
Qualcuno si siede di fianco a me, all’improvviso, guardo la ragazza di poco prima sedersi e resto ad osservarla.
-Ho scoperto che non posso cambiare posto- bofonchia contrariata, come giustificazione –ma se il tipo qui dietro torna a rompere le balle, lo butto giù da questo fottuto aggeggio!
-Quando vuoi, anche perché non sarebbe una grande perdita-le rispondo sorpreso di condividere così fortemente il suo pensiero.
Mi guarda divertita, poi torna alla sua musica mentre io resto a guardarla, curioso.
-Questa me la paghi..- bofonchia Our Kid dietro di me e anche MacCarroll sembra contrariato.
Il frontman mi pianta un calcio nel sedile insultandomi, ma ora so che le cose potrebbero realmente andare alla grande.
Ed  è così che gli Oasis stanno per diventare delle fottute rockstar.

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Capitolo 2
*** The guitarist & the frontman ***


"Come frontman Liam è un genio: è nato per stare sul palco. Ma vuole essere me, l'ha sempre voluto."
Noel Gallagher


-Hai una sigaretta?- mi volto verso la ragazza di fianco a me con un sopracciglio alzato. Possibile che voglia una sigaretta? Quanti anni ha? Diciotto?
-Sei abbastanza grande per sopravvivere a una Benson piccola?- le chiedo, seriamente interessato.
Lei scoppia a ridere, non capisco bene perché.
-Me la dai questa benedetta sigaretta si o no?!
Le porgo la mia Benson, esportata direttamente da Manchester, curioso di vedere cosa ha intenzione di fare.
Si alza veloce dal sedile slacciandosi la cintura e mi fissa divertita.
-Mi fai compagnia?- dice tenendo la sigaretta tra pollice e indice.
Ci penso su un attimo. Restare seduto in quel fottuto sedile mezzo sfondato con i piedi di Liam nella schiena o fumarmi una Benson con una bella ragazza?
-Puoi contarci - rispondo alzandomi a fatica da quello che osano chiamare sedile.
Vedo Our Kid sbuffare infastidito e MacCarroll fissare la donna seduta di fianco a lui mentre Bonehead è ancora impegnato a scostarsi dalla testa di Guigsy; wow, ma allora sono davvero il più figo della band, un fottuto genio, penso con un sorriso divertito stampato sulle labbra.
E così mi ritrovo chiuso nel bagno che non è un bagno ma un fottuto ambiente con quattro pareti soffocanti, gli Oasis non viaggeranno mai più così, questo è sicuro.
-Hai da accendere?- chiedo alla mia compagna fumatrice mettendomi la sigaretta tra le labbra.
Prendo l’accendino che mi porge e comincio ad inspirare il fumo, lentamente, poi osservo lei mentre aspira la prima boccata per poi cominciare a tossire.
-Oh merda.. fanno schifo queste sigarette!- protesta buttando la sua nel gabinetto.
La osservo, dispiaciuto.
-Ed ecco come sprecare un’ottima Benson.. è Manchester baby, se fumi queste, fumi tutto
-Mmmh, allora meglio non fumare niente!
Resto in silenzio a fumare. Beato chi ha inventato le sigarette e la chitarra.. e il rock ‘n roll ovviamente!
-Come ti chiami?- le chiedo all’improvviso.
-Delylah ma è un nome da unicorno quindi, solo Lyla
Sghignazzo divertito ma non per il nome, per la fottuta sensazione di serenità che mi scorre nelle vene a stare li con lei.
-E tu chitarrista? Come ti chiami?
Alzo di nuovo lo sguardo su di lei, questa volta sorpreso.
-Come fai a sapere che sono un chitarrista?
-Mani callose, personalità ombrosa, sigarette pessime.. o eri un chitarrista o c’era da preoccuparsi
Alzo le spalle arrendendomi all’evidenza che quella ragazzina ne sa molto più di quanto sembra.
-Noel, Noel Gallagher- le dico porgendole la mano.
Lei me la stringe, decisa, continuando a fissarmi negli occhi.
E’ dunque questo ciò che mi aspetta come chitarrista degli Oasis? Aerei da poveri, bagni luridi, sigarette e belle ragazze?
La prima parte si può cambiare ma la seconda.. è fottutamente rock.  L’aereo ha un sussulto improvviso e Lyla mi vola addosso, impreparata, facendomi sbattere contro la parete. La blocco cingendola con le braccia e resto ad osservarla a pochi centimetri dal suo viso.
-Hai un buon profumo Gallagher..- mi dice con le mani sulle mie spalle.
E’ fottutamente sexy.
-Questa mi è nuova..
-Forse perché sai di birra e sigarette?
Ma non ha appena detto..?
-Non ho mai detto che non mi piacciono..- riprende restando ad osservarmi.
Avvicino la mia bocca alla sua, cingendole la vita, e la bacio come non faccio con qualcuno da tempo. Anche lei ha un profumo fresco e dolce, cazzo che profumo.
Passa troppo poco tempo dopodiché lei si scosta da me, torna la ragazza di prima con i suoi lunghi capelli castani, i profondi occhi nocciola e lo sguardo profondo.
-Baci anche da chitarrista- mi dice sorridendo, il suo sguardo sembra improvvisamente.. malinconico.
Non so bene come prenderla, ma non ci penso più di tanto in fondo.. cosa me ne frega?
-C’è qualche problema?
Scuote la testa, con il sorriso sulle labbra.
-Tanto questo bacio rimane sospeso nel cielo Noel- mi dice lasciandomi ammutolito.
Sembra un fottuto verso di una canzone intriso di verità e consapevolezza.
-Quanti anni hai?- le chiedo, non so neanche io perché.
-Diciannove tra poco ma me ne sento addosso molti di più..
La osservo perché mi sembra di sentire parlare me stesso, le mie canzoni. Possibile? Qualche fottuto idiota bussa insistentemente alla porta del bagno, la apro incavolato ritrovandomi davanti la hostess di poco prima con quel sorriso tirato e lo sguardo da vipera.
-Tornate ai vostri posti grazie, stiamo atterrando
Lyla la oltrepassa sorridendo e io la seguo per evitare un altro litigio inutile, ci pensa già Liam a quelli. E proprio mentre penso a lui me lo ritrovo in piedi in mezzo al corridoio mentre urla contro la hostess per poi puntare il suo sguardo su Lyla mentre si siede al suo posto impedendomi di tornarle vicino, sedendosi di fianco a lei.
Torno al mio posto iniziale scuotendo la testa, diversamente da quello che pensava Our Kid le cose stanno andando in tutt’altro modo.
Riesco a sentire un pezzo di quello che si dicono proprio mentre l’aereo sta per toccare terra. Vedo Lyla scrivere qualcosa e porgerlo a Liam.
-Cos’è?- gli chiede lui, sorpreso.
-Visto che hai continuato a guardarmi per tutto il viaggio pensavo ti interessasse un autografo
Rido coprendomi la bocca con le mani, poi mi piego lentamente e tiro un calcio al sedile di Our Kid.
-Lascia stare la bimba Our Kid..- gli faccio il verso continuando a ridere.
-Lyla.. che nome insolito, indimenticabile- le risponde lui reggendole il gioco e ignorandomi.
-Mi dimenticherai subito rockstar, appena scenderai da quest’aereo- gli risponde lei alzando gli occhi al cielo e alzandosi.
La osservo scomparire lungo il corridoio dell’aereo e scendere insieme agli altri passeggeri mentre Bonehead, Guigsy e MacCarroll si alzano a loro volta, ognuno per la sua strada.
-Sei un bastardo- mi dice OurKid dandomi una spallata per poi oltrepassarmi.
Resto fermo a guardarmi intorno prima di mettere definitivamente piede in America finché non incontro di nuovo gli occhi dell’hostess.
-E’ stato un piacere..- dico stringendole la mano mentre mi guarda disgustata.
Dopodichè scendo con la consapevolezza che gli Oasis diventeranno presto una delle band più grandi del pianeta e che prima o poi rincontrerò quella ragazza, Lyla.

 

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Capitolo 3
*** Night at the RedLight ***


"Liam è l'idolo delle ragazze, io no. Io sono l'idolo degli idoli"
Noel Gallagher


 


( mesi dopo..)


Appoggiato al muro dello studio di registrazione osservo i ragazzi prepararsi ad incidere. Il concerto di ieri sera è stato un fottuto successo qualcosa di indescrivibile, energia alla massima potenza, è stato come farsi tre wiscky e due Benson in una volta sola. Una bomba.
Portèo ancora sulla pelle i segni post-sbronza della sera precedente e il mal di testa e l’umore nero sono solo alcuni dei segni tangibili dell’alcol nel mio corpo.
Oltre ogni previsione gli Oasis stanno andando alla grande; MacCarroll è carico quanto bastava, Guigsy e Bonehead si tengono testa l’un l’altro dovendo sistemare la faccenda del viaggio in aereo e Our Kid è abbastanza bastardo e maledetto da far impazzire tutte le pollastrelle urlanti e vogliose di sesso che si ammassano contro al palco mentre a me restano le quarantenni arrapate. Ed ecco gli Oasis, con le mie canzoni, la mia chitarra e l’atteggiamento giusto.
Lancio uno sguardo all’orologio: le 17.30. Fuori la pioggia cade fitta su Los Angeles, uno di quei temporali improvvisi e potenti sta allagando la città; forse sono gli Oasis a portare pioggia. Di Liam, nemmeno l’ombra.
Afferro la chitarra, irritato, cominciando a strimpellare qualche accordo, mi manca ancora quella fottuta canzone come singolo per il nuovo disco e la casa discografica mi stava con il fiato sul collo. Dopo l’incontro con Lyla in aereo sono riuscito a buttare giù qualche strofa ma mancava ancora la melodia giusta, manca ancora LA canzone.
La porta dello studio si apre all’improvviso e Our Kid entra ciondolando sulle gambe con i capelli bagnati e una birra tra le mani.
“Alla buon’ora!” gli dice Bonehead afferrando la sua chitarra “The Chief stava per dare di matto!”
Fulmino con lo sguardo Bonehead, il quale sorride divertito tornando alla sua chitarra.
Liam beve un ultimo sorso dalla sua birra per poi infilarsi le cuffie e cominciare a cantare non appena io attacco con la chitarra mentre gli altri mi seguono. Ecco le nostre incisioni: molta musica, poche parole: forse è questo l’equilibrio giusto, l’unico modo che mi impedisce di fare a botte con mio fratello.
Le ore passano veloci finchè, alle nove, non spegniamo le luci uscendo dallo studio. Los Angeles è l’opposto di Manchester, di giorno c’è troppo caldo e di notte troppe luci artificiali, ci sono casinò e sexy shop ogni cinque metri e ho il sospetto che Our Kid li abbia già provati tutti..
“Andiamo a farci un giro?” propone MacCarroll alla band una volta che siamo sulla strada.
Alzo le spalle annuendo mentre mi infilo tra le labbra l’ennesima Benson per poi fermare un fottuto tassista americano e spiegargli con un “inglese comprensibile” (come già troppi americani hanno richiesto) dove portarci.
“Digli di andare al RedLight” s’intromette Liam mentre sto per dare informazioni all’americano.
“Che cazzo è?” gli chiedo espirando il fumo della Benson nella macchina.
“E’ una specie di night.. mi hanno detto che nei dintorni è il migliore, e poi ci sono delle tipe..” mi risponde Our Kid.
“Ha sentito?” chiedo semplicemente al tassista stravaccandomi sul sedile posteriore di fianco a mio fratello.
L’uomo annuisce lanciandomi un’occhiata astiosa per poi cominciare a zigzagare tra il traffico di L.A.
 
Il RedLight èsicuramente uno di quei luoghi da frequentare da mezzanotte in poi (ed è infatti intorno a quell’ora che ci arriviamo): luci soffuse, belle ragazze, cameriere super sexy e alcolici a volontà. Ci sediamo ad un tavolo circolare, abbastanza appartato, mentre una musica assurda (un misto tra dance e techno) pompa nelle casse con luci intermittenti che illuminavano un piccolo palco.
“Questo è il paradiso!” dice Guigsy fissando una ragazza prorompente avvicinarsi al bancone.
Sorrido nel vederlo avvicinarsi a lei affermando, come fa da quando gli Oasis ahanno fatto il loro primo concerto all’estero, che lui è IL bassista.
“Vi porto qualcosa ragazzi?”
Alzo lo sguardo sulla cameriera alta e bionda dalle labbra carnose e il decolleté in bella mostra che si è avvicinata al nostro tavolo, sul petto ha appuntato il nome “Stacey”, tipicamente pacchiano e americano.
“A me basti tu baby” le dice Our Kid facendole l’occhiolino.
La tipa scoppia a ridere per poi piegarsi con troppa enfasi scoprendo ulteriormente le sue gambe, verso il frontman, per poi sussurrargli delle parole all’orecchio che assomigliano molto a “ci vediamo più tardi nel privè”.
“Per me un Gin, grazie” le dico facendola tornare alla realtà.
La ragazza si scosta da Liam tornando improvvisamente seria e, fulminandomi con lo sguardo più cordiale che riesce a sfoggiare, sibila:
“Arriva subito”
Rido di nuovo nel vederla allontanarsi contrariata per poi rivolgere il mio sguardo sul frontman:
“Hai davvero intenzione..?”
“.. hey, non deve essere anche intelligente, i requisiti importanti ce li ha” mi risponde Liam alzandosi e fissando il didietro della bionda come un bambino guarda un lecca lecca.
Lo osservo sparire tra la folla, inseguendo la sua preda.
“E’ deprimente essere in un luogo del genere soli come cani!” sbotta all’improvviso Bonehead guardandomi.
Lo fisso accigliato. Mi sta forse dando del poveraccio?? Lancio uno sguardo al tavolo, ancora vuoto, mentre la mia gola secca mi ricorda l’ordinazione.
“Fanculo. Andrò a recuperare il mio Gin” annuncio alzandomi a mia volta e abbandonando Bonehead al tavolo da solo.
Questo luogo è decisamente frastornante, tanta gente, troppe luci, musica da sballo (nel vero senso della parola..). Raggiungo il bancone spintonando un po’ di persone, quasi tutte ubriache, finchè non arrivo a destinazione. Della bionda di poco prima nemmeno l’ombra, probabilmente ha anticipato il suo incontro con Our Kid penso passandomi una mano tra i capelli.
“Vorrei un Gin..” dico ad una cameriera voltata di spalle che si allontana velocemente senza guardarmi.
Ma che cazzo..? Subito un’altra cameriera si avvicina sorridente.
“Scusa la mia collega.. ti porto subito quello che hai chiesto”
Non le rispondo, irritato. Che razza di servizio.. non faccio in tempo a finire il pensiero che la musica cessa e tutte le luci sono rivolte a illuminare il palco. Mi volto, come tutti quelli nel locale, a vedere cosa sta accadendo mentre la tipa di poco prima appoggia il mio Gin sul bancone per poi allontanarsi velocemente, le lancio un’occhiata portandomi il bicchiere alle labbra per poi tornare al palco.
Qualcuno si muove nell’oscurità, dei ragazzi, subito illuminati dalle luci colorate,  pronti a suonare, alti e palestrati, con le facce da stronzi.
“Dedico questa canzone alla mia sexy cameriera  personale.. preparati per dopo piccola Sammy” dice, scoppiando subito a ridere, il cantante quello con la faccia più da stronzo.
E’ ubriaco marcio, si vede, ma non appena pronuncia quel nome indicando un punto in mezzo al locale, mi volto impercettibilmente a vedere la ragazza che ha appena nominato. Vestita come tutte le altre cameriere, a prendere le ordinazioni vicino a un tavolo, di fronte alle avances di altri ubriaconi, vedo.. Lyla.
La osservo attentamente sorseggiando il mio Gin mentre sul palco qualcuno urla, qualcuno accorda gli strumenti.. Lei si volta all’improvviso, mi investe con quegli occhi così scuri e profondi, arrossisce, fa finta di non avermi visto, e torna al suo lavoro.
“Hey piccola non ti preoccupare troppo di loro. Tu sei mia!” riprende lo stronzo al microfono iniziando poi a strimpellare penosi accordi con la sua chitarra elettrica.
Perché lo stronzo l’ha chiamata Sammy? E perché lei è li?!
Resto qualche istante a valutare la situazione confuso su tutto ciò che è appena accaduto poi torno a Lyla; il tizio vicino a lei allunga una mano mettendogliela sul sedere e tirandola a se mentre lei cerca di allontanarlo.
“Non la toccare” gli dico avvicinandomi velocemente.
“Noel smettila, fa niente..” mi sussurra Lyla avvampando.
“Hai sentito la signorina? Smettila, stiamo bene così”
Un fremito mi percorre la schiena. Come può permettere che la trattino così? Dov’è la ragazza decisa e aggressiva che ho conosciuto due mesi prima su quel fottuto aereo?
“Lei non sa cosa vuole: e tu sei un bastardo” dico a quell’americano barbuto, sulla trentina.
“Come scusa?! Brutto bastardo inglese..”
Non ci penso due volte e, mentre si avventa su di me, mi avvicino a lui come una furia piantandogli un pugno sul muso e facendogli sanguinare il volto.
Non so quanto dura la rissa, so solo che è tutto molto veloce e poco dopo Guigsy arriva al mio fianco mentre Bonehead e MacCarroll aiutavano Liam che, non so come, ne quando, si è avventato sul cantante facendo stridere i microfoni e urlando:
“Brutto bastardo, maleducato, chiedile scusa!”
Sento anche Lyla che mi grida di smetterla ma non riesco a fermarmi.
Con la coda dell’occhio la osservo allontanarsi verso il bancone, insieme a un uomo in divisa, e parlare con lui, poi qualcuno o qualcosa mi colpisce violentemente la faccia e all’improvviso è tutto, completamente, nero.

 
 



 
Mi prendo questo piccolo spazio come autrice per:

1) devo ammettere di aver fatto un capitolo abbastanza lungo (rispetto ai precedenti), ma è per i tempi con cui l'ho postato e le idee che mi hanno affollato la testa
2) le frasi che ho cominciato a mettere all'inizio (dal secondo capitolo) sono citazioni vere di Noel fatte a giornalisti, o artisti, che mi sembrano centrare molto con la fan fic
3) è la prima volta che scrivo dal punto di vista di un Gallagher (spero di risultare credibile!) e, lo ammetto, è abbastanza complesso e difficile
4) ringrazio tutti quelli che seguono e apprezzano la storia, mi fanno molto piacere le vostre recensioni!

Ora ho finito, grazie a chiunque abbia letto, cheers!!! xD

MissElectric
 

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Capitolo 4
*** Life like a fiction ***


"Dicono che siamo dei tipi sboccati, e questo è vero, ma provate un po' a mettervi nei nostri panni, costretti a rispondere a centinaia di interviste, basate su raffiche di domande tutte uguali, si finisce per rompersi i coglioni, a quel punto come si fa a resistere alla voglia di mandare tutti a fare in culo?"
Noel Gallagher



Los Angeles


“Dai Joe.. non, non succederà più te lo giuro ma dammi un’altra possibilità..”
“Non posso Lyla, troppa gente si è lamentata, ho perso troppi soldi per colpa di tutta la scenata dei tuoi amici.. questa è stata la tua ultima serata”
“Non sono miei amici!”
 
Un dolore lancinante mi colpisce la testa annebbiandomi la vista, per un secondo ricordo il destro di quello stronzo che mi colpisce in pieno viso e una rabbia improvvisa mi scatta dentro. Torno a fissare Lyla che sta ancora parlando con quel tizio e prende la borsa e la felpa da dietro il bancone, il locale è quasi completamente vuoto eccetto qualche ubriaco sdraiato qua e la e le cameriere che sistemano il disastro che si è creato dopo la rissa.
“Grazie mille Joe, gran bell’amico!”
La voce di Lyla mi fa aumentare il mal di testa ma resto ad osservarla e nel frattempo cerco di alzarmi da quel divano su cui sono crollato mentre lei si allontana verso la porta.
“Hey! Portalo con te, non ho intenzione di tenerlo qui un secondo di più!” le dice il proprietario obbligandola a fermarsi e voltarsi verso di me.
“Ma io..”
“E’ un tuo amico, portalo fuori di qui”
Bastardo. Cosa cazzo c’è che non va negli americani? Guardo Lyla dirigersi verso di me a grandi passi, lanciando occhiate cariche d’odio verso l’americano.
“In questo momento vedo due Lyla.. è inquietante” le dico sorridendo mentre mi mette un braccio intorno alla vita e appoggia il mio sulla sua spalla.
Lei alza gli occhi al cielo, infastidita, poi si rivolge a Joe:
“Sei un bastardo” gli dice semplicemente trascinandomi fuori dalla porta.
Il sole di Los Angeles mi acceca non appena metto piede fuori dal night, la gente affolla la strada, le macchine scorrono velocemente, il sole è alto nel cielo e io mi sento su una fottuta giostra che non si ferma mai, forse ho davvero esagerato con l’alcol.
“Perché cazzo lavori qui?” le chiedo voltandomi verso di lei all’improvviso.
“Lavoravo, fino a quando cinque invasati non hanno distrutto il locale!”
“Rispondimi”
“Dove devi andare chitarrista?” mi chiede lei guardandosi in giro.
Alla luce del sole, che le rischiara i lunghi capelli castani, è ancora più bella e il suo profumo, quel fottuto e perfetto profumo, mi colpisce ancora, per la seconda volta, dopo due mesi.
“Al Fitzrovia, quindicesima strada” le rispondo coprendomi gli occhi dal sole battente.
“Ti chiamo un taxi”
Ancora prima che possa alzare una mano per fermare la macchina gialla lungo la strada le blocco il braccio allontanandola dalla strada, avvicinandola a me.
“Non se ne parla, niente taxi”
“Perché?”
“Sono il chitarrista della band più figa del mondo ci sono più possibilità che io sopravviva ad un incidente invece che arrivare sano e salvo in hotel prendendo un taxi!”
Lyla mi guarda incrociando le braccia, scocciata, scostandosi da me, pensa qualche istante poi mi fa segno di seguirla.
“Ti porto io” dice salendo sulla sua macchina.
La guardo salire e la seguo sul sedile del passeggero.
“Che fine hanno fatto gli altri?” le chiedo osservandola mentre fa retromarcia.
“Hanno sbattuto fuori tuo fratello e i suoi amici non appena si è svuotato il locale.. tuo fratello è fuori controllo”
Sorrido tenendo lo sguardo su di lei.
“Non più del solito” le rispondo continuando a ridere.
Presto arriviamo davanti all’hotel, diversamente dalle mie previsioni non troviamo fotografi e giornalisti pronti ad assalirmi di domande idiote e considerazioni inutili. Qualcosa non va.
“Vieni con me” dico a Lyla senza aprire la portiera.
“Come scusa?”
“Voglio parlare con te”
“Non siamo amici Noel. Non siamo niente”
La osservo qualche istante e, nei suoi occhi, rivedo quel velo di malinconia che la tormenta.
“Se non scendi con me vado a cercare il tuo presunto fidanzato, il cantante, e facciamo il secondo round”
Lyla mi guarda a bocca aperta, arrabbiata.
“Sei uno stronzo” dice sbattendo la portiera e scendendo dall’auto sempre più irritata.
Scendo anche io, sghignazzando della mia piccola vittoria.
La hall dell’hotel è quasi deserta eccezion fatta per la segretaria super sexy dietro al bancone che s’intrattiene con Liam circa tre volte al giorno da quando siamo arrivati a L.A.
“Buongiorno signor Gallagher..” mi dice una volta entrato, lanciando uno sguardo alla mia camicia stropicciata, i jeans, e l’occhio nero per poi passare a Lyla che, con le braccia incrociate, la fissa minacciosa.
“Gli altri sono di sopra?” le chiedo accennando al piano superiore.
“Il signor McGee li ha convocati tutti.. cercava anche lei”
Mi passo una mano tra i capelli, già spettinati,  e mi volto verso Lyla.
“Posso andare?” mi chiede, sorridente, vedendo il mio disappunto.
“Non se ne parla” le rispondo prendendo il pass della suite che mi porge la segretaria “seguimi”
Lyla scuote la testa affranta poi cammina dietro di me fino verso l’ascensore.
“Cosa facciamo?” mi chiede, ancora arrabbiata.
“Stai per incontrare gli Oasis” le dico sogghignando.
“Li ho già incontrati su quel fottuto aereo e mi è bastato” dice alzando gli occhi al cielo, sbuffando.
E’ davvero uno spasso vederla così irritata e a disagio li con me; ma deve ancora spiegarmi cosa cazzo ci faceva in un posto del genere.
Quando apro la porta della suite quello che vedo è esattamente molto peggio di quello che immaginavo.
“Una sera, vi do una sera di libertà e voi cosa fate?! Distruggete un night e vi fate quasi arrestare?”
Sbatto la porta, dopo aver fatto entrare Lyla, e punto lo sguardo su McGee.
“Non ci rovineranno per una cazzata del genere.. aspetta il concerto di questo weekend in Inghilterra e il mondo intero si dimenticherà di tutto” gli risponde Liam alzandosi dal divano e avvicinandosi a me, a Lyla.
“Ciao piccola, speravo ci fossi anche tu” le dice Our Kid con un sorriso e quello sguardo da pesce lesso che gli viene così bene.
“Io speravo di no” gli risponde Lyla scostandosi dal suo abbraccio e fissando McGee.
“Per lei avete fatto tutto questo casino?” chiede McGee rivolto a me e Liam.
Lo guardo senza rispondere mente Liam si sdraia sul divano accendendosi una Benson.
“Perché disfare un locale e massacrare un tipo se non per una donna?”
“Siamo delle fottute rockstar, una settimana e questo giorno sarà già storia” dico ad Alan che mi guarda sempre più alterato.
“Cosa ci fai lei qui?” sbraita indicando Lyla.
“Devo parlare con lei..” gli rispondo svuotandomi le tasche “e questa è la mia fottuta suite!” aggiungo togliendo il cuscino da sotto la testa di Liam.
“Ok, allora, ti conviene che la ragazza se ne vada al più presto possibile prima che qui sotto si riempi di fotografi che si aspettano una nuova scenata. Lei non può capire”
“No McGee tu..”
“Ha ragione.” mi volto verso Lyla e così fanno tutti gli altri, Liam dal divano, Bonehead alla finestra e Guigsy e MacCarroll sulle sedie.
La guardo, interrogativo.
“Io non centro niente qui, voi siete gli Oasis, io non sono nessuno, lasciatemi in pace: avete già fatto abbastanza”
La guardo sbattersi la porta alle spalle lasciandoci tutti in silenzio. La seguo, veloce, ma il braccio di McGee mi blocca:
“Lasciala andare The Chief, ascolta quello che ti ha detto” lo fulmino con lo sguardo per poi liberarmi dalla sua presa.
Cammino a lunghi passi per il corridoio fino all’ascensore finchè non ritorno nella hall, fuori, diversi giornalisti stanno occupando la strada.
“Tutta L.A. parla di lei” mi dice la segretaria sorridente porgendomi il giornale locale “pensano che siete fuori controllo, e aggredite la gente senza motivo”.
Do un’occhiata alla fotografia di me con l’occhio nero e Liam che salta addosso al cantante: patetico. Scaglio il giornale sul tavolino della hall, incazzato, e raggiungo la porta d’entrata. Lyla è già in strada diretta verso la sua macchina, accerchiata da quei fotografi e giornalisti da strapazzo, prendo il telefono dalla tasca dei jeans e faccio il numero di mio fratello forse per la prima volta nella mia vita.
“Che cazzo vuoi?” mi risponde dalla mia suite ridendo probabilmente ad una battuta appena fatta da Guigsy.
“La stanno massacrando, vieni ad aiutarmi”
“Cinque minuti” detto questo Our Kid mi sbatte il telefono in faccia e quello che sento è solo il fottuto bip bip della chiamata terminata.
La sera prima le cose andavano alla grande, tutto era fottutamente e stranamente perfetto e ora.. il caos. L’ascensore alle mie spalle si apre con un clangore e Liam mi raggiunge di fronte alla porta a vetri con la sua camminata stramba.
“Per lei è finita” dice osservando ciò che sta succedendo in strada, i giornalisti che bloccano la strada a Lyla impedendole di salire in macchina.
 “Già, qual è il piano?” gli chiedo, sentendomi strano a fare una simile domanda proprio a Liam.
“Diamogli la fottuta storia da prima pagina che cercano e chiudiamola qui: è la mia fidanzata e io ho perso le staffe quando l’ho vista con uno, tu sei innamorato di lei”
Lo guardo, allibito.
“Oh cazzo, non dirmi che quella fottuta fiction di L.A. com’è che si chiama.. Beautiful ha contagiato anche te!”
Our Kid alza le spalle.
“La guarda Allison” dice facendo l’occhiolino alla segretaria super sexy che non gli toglie gli occhi di dosso da quando è sceso.
“Ok, ma lo faccio io il fidanzato se non fosse chiaro”
Liam scoppia a ridere spettinandosi i capelli. I suoi fottuti capelli con quell’assurdo taglio alla Lennon.
“No fratello, vogliono me, vogliono il frontman dannato e spaccone non il chitarrista disperato, io sono il Ridge della situazione tu sei Thorne.. chiedi a Allison, tutto torna”
“Che cazzo dici?”
OurKid scuote la testa arrendendosi, poi torna a fissare Lyla che, ai lati della strada cerca di districarsi da quella marea di persone che si aspettano qualcosa da lei.
“Cosa cazzo ci faceva in quel posto?” mi chiede all’improvviso Liam.
Alzo le spalle. E’ la fottuta domanda che deve ancora avere una risposta.
“E.. azione”
Detto questo il frontman varca la porta a vetri spettinandosi un’ultima volta i capelli biondi e mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni mentre le circa cinquanta persone tra fotografi e giornalisti che assediano Lyla si voltano verso di lui, interessati.
Quel fottuto bastardo ha fatto quello che gli torna più comodo, lui il fidanzato di Lyla; se ce la farai fratello..
Allison continua a guardarmi sorridente e sorniona, il night era più un posto per lei che per Lyla. Mi accendo una Benson soffiando il fumo per tutta la hall sotto lo sguardo infastidito di diversi clienti, osservo Liam avvicinarsi a Lyla e circondarla con le braccia mentre lei si dimena infastidita, sorrido tra me mentre Allison si mette al mio fianco uscendo da dietro il bancone e mostrando la sua mini gonna blu che lascia molto poco all’immaginazione.
Anche lei sta osservando la scena, infastidita e.. offesa.
“Stanno insieme?” mi chiede con quel fottuto accento americano ferita e arrabbiata senza togliere lo sguardo da Liam.
Le lancio un’occhiata, divertito, poi allontanandomi verso l’ascensore le dico:
“Smettila di deviare mio fratello, ci pensa già lui”
Lei mi osserva, confusa, poi l’ascensore si chiude e io ritorno nella mia suite per aggiornare McGee e i ragazzi su tutta la messinscena. Per uno strano e fottuto motivo, sento che Lyla è tra le cose migliori che mi sono capitate nell’ultimo periodo.





Ciaoo popolo! Hahahah allora, ecco un nuovo capitolo decisamente in ritardo (mi scuso!)
non so come possa essere venuto, sinceramente, propro per questo vorrei sapere cosa ne pensate,
adesso vi lascio alla lettura. A presto, cheers!! *-*
MissElectric

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