Beauty and The Dark One

di historygirl93
(/viewuser.php?uid=131202)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Curse ***
Capitolo 2: *** Belle ***
Capitolo 3: *** The Dark Castle ***
Capitolo 4: *** The deal ***
Capitolo 5: *** First evening in the Dark Castle ***
Capitolo 6: *** The flight ***
Capitolo 7: *** Falling in love, step by step (Prima parte) ***
Capitolo 8: *** Falling in love, step by step (seconda parte) ***
Capitolo 9: *** A dance of love and magic ***
Capitolo 10: *** The true monster ***
Capitolo 11: *** The True Love Kiss ***
Capitolo 12: *** Happily ever after ***



Capitolo 1
*** The Curse ***


 

Beauty and the Dark One

 

 

 

C'era una volta, in una terra lontana, un'uomo che viveva con il figlio in una casetta ai margini del bosco.

Il suo nome era Rumpelstiltskin e si guadagnava di che vivere lavorando come filatore.

In quei giorni si combattevano le Guerre degli Orchi e anche il figlio di Rumpelstiltskin ricevette l'ordine di entrare nell'esercito.

Per evitare che Baelfire, questo era il nome del ragazzo, rischiasse la vita sul campo di battaglia, Rumpelstiltskin strinse un patto con il Signore Oscuro, l'essere più potente della terra, ma il prezzo fu altissimo.

Ottenne il potere magico e la sanità per il suo ginocchio malandato, unica conseguenza di quando toccò a lui combattere nelle Guerre degli Orchi, ma il suo aspetto e il suo carattere cambiarono. La pelle gli diventò grigia, le mani si dotarono di neri artigli e gli occhi diventarono gialli e con le pupille strette come quelli dei gatti. Il potere corruppe il suo animo e dove prima c'era un uomo codardo, ma legato alla sua famiglia, ora vi era un'essere senza scrupoli e assetato di potere.

Il Signore Oscuro, con l'inganno, aveva fatto in modo che i suoi poteri passassero a Rumpelstiltskin, attraverso una maledizione.

Terrorizzato dalla trasformazione del padre, Baelfire lo abbandonò.

Distrutto dal dolore, Rumpelstiltskin cercò più e più volte di liberarsi della sua maledizione, ma senza riuscirci.

L'unico aiuto che ricevette venne da parte della Fata Turchina, un'essere magico benevole e caritatevole che lo informò che solo il Bacio del Vero Amore avrebbe rotto la maledizione.

Se fosse riuscito ad amare e a farsi amare a sua volta, l'incantesimo si sarebbe spezzato, altrimenti sarebbe rimasto per sempre un mostro.

Molti anni passarono, ma nel Castello Oscuro, dove Rumpelstiltskin si era trasferito, nulla era mutato, e l'uomo iniziò a perdere ogni speranza.

Chi mai avrebbe potuto amare una bestia?

 

 

 

 

Allora gente, che ne pensate? Mescolare in un'AU le due versioni della Bella e la bestia era una tentazione irresistibile. E se questo inizio vi ha incuriosito, aspettate di leggere cosa ho in serbo per voi, a partire dal prossimo cap.

a presto,

Hg93

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Belle ***


 

La luce del sole illuminò la stanza dove una giovane donna dai capelli castani e gli occhi chiari stava finendo di indossare un abito azzurro, che rendeva ancora più incantevoli i suoi occhi.

Dopo essersi specchiata un'ultima volta, prese il libro che aveva lasciato sul comodino e si diresse fuori dalla stanza, giù dalle scale e dritta verso la porta di casa.

-Papà, io vado al villaggio.- disse, rivolgendosi all'uomo che stava sistemando dei vasi di fiori sul vialetto davanti a casa.

-Vai pure Belle, ci vediamo dopo.- le rispose di rimando l'uomo.

Belle French indossò il mantello verde chiaro e uscì di casa, dirigendosi a passo spedito verso il villaggio vicino.

Appena entrata notò come le cose non fossero cambiate per niente dal giorno in cui erano arrivati lei e suo padre Maurice, di professione fioraio.

Anche quel giorno i mercanti si affaccendavano per richiamare la clientela ai loro banconi, mentre le donne si ritrovavano a lavare i panni nella fontana al centro del paese e i bambini giocavano allegramente.

Belle si scansò per far passare il taglialegna e i suoi due bambini, diretti al bosco, ed entrò in una bottega con esposta una targa che recava la scritta “Bookshop”.

-Buongiorno signor Glass, sono venuta a restituirle il libro.

Sidney Glass era un uomo dalla pelle color caramello e dall'aria un pò pettegola. Sapeva tutto di tutti, ma si comportava sempre in maniera gentile, come quella mattina.

-Signorina French, ha già finito il libro che le ho prestato ieri? Lei mi stupisce.- esclamò, prendendo il libro che la giovane gli porgeva.

-Mi è piaciuto moltissimo e non mi sono proprio accorta di averlo finito. Ha per caso qualcosa di nuovo?- chiese la ragazza, curiosando tra gli scaffali.

Belle amava moltissimo i libri, e ogni giorno si recava dal libraio a cercarne di nuovi. Funzionava così, lei entrava, girava per il negozio e il signor Glass le permetteva di portarsi a casa, gratuitamente, tutti quelli che voleva.

-Mi è capitato tra le mani un libro che penso possa essere di suo interesse.- l'uomo guardò sotto il bancone e prese un libro bello spesso con un titolo inciso sulla copertina che fece illuminare gli occhi di Belle, “Once upon a time”.

-Un libro di fiabe? Ha un'aria così antica...-

-Lo è. Era in cantina e io l'ho riesumato ieri pomeriggio. Credo che sia qui da prima che aprissi il negozio.- Glass porse il libro a Belle -Tenetelo, ve lo regalo. Dubito che in questo villaggio esista qualcuno più appassionato di libri e fiabe come lei.

-Davvero? Oh grazie signor Glass, grazie mille.- la ragazza lo ringraziò ancora con un inchino e uscì dal negozio, andando a sedersi sul bordo della fontana, dove si immerse nelle splendide illustrazioni di cui era dotato il libro.

Era talmente affascinata dalle storie di combattimenti con le spade, incantesimi e balli reali che non si accorse di essere osservata da un paio di occhi scuri.

-I miei complimenti Gaston. Tu e Graham avete procurato dell'ottima selvaggina, quest'oggi. Volete entrare per una tazza di ottimo sidro di mele?- si congratulò con i due uomini Regina Mills, proprietaria della locanda del villaggio.

-Sarebbe un vero piacere per noi, Regina.- disse l'uomo che rispondeva al nome di Graham, prima di accorgersi che lo sguardo del suo compare era rivolto altrove. -Hai per caso adocchiato una nuova preda, Gaston?- chiese in tono scherzoso.

-Certamente Graham, la mia prossima preda è lei!- gli rispose indicando Belle, che prendeva la via di casa, stringendosi il libro tra le mani.

-Chi, la figlia di Maurice French? Lasciala perdere, dicono che sia mezza matta.

-Per me può anche credere nelle fate e nei draghi, basta che diventi mia moglie!- così dicendo, il giovane cacciatore dai capelli neri iniziò ad inseguire Belle, senza curarsi delle tre ragazze che lo guardavano con occhi adoranti.

-Guardatelo ragazze, non è un sogno?- chiese Abigail, la biondina del trio.

-Decisamente, non c'è uomo più bello di lui.- sospirò di rimando Astrid, la castana.

-Svelta, seguiamolo!- disse Morgan, i capelli corvini sciolti sulla schiena, iniziando a correre dietro a Gaston.

Belle era ormai arrivata a casa quando al voce di Gaston la raggiunse: -Ciao Belle, ti sei divertita al villaggio?-

-Buongiorno Gaston. Sono stata al negozio del signor Glass e ho trovato un libro un libro di fiabe stupendo.

-Fiabe? Alla tua età leggi ancora quelle sciocchezze per bambini? Sarebbe ora che tu pensassi a qualcosa di più serio. A questo proposito, ho una proposta per te.

Alla parola “proposta”, le tre ragazze guardarono male Belle. Perché quella ragazza riceveva proposte da Gaston e loro no? Era un'ingiustizia bella e buona!

Belle invece alzò gli occhi al cielo. Sapeva benissimo che Gaston aveva intenzione di chiedere la sua mano, ma lei era ben decisa a rifiutare. Si tratterà anche del ragazzo più bello del villaggio, ma era anche un gran presuntuoso, che pretendeva che tutto gli fosse dovuto. Se proprio doveva sposarsi con qualcuno, certo non sarebbe stato lui suo marito.

-Grazie Gaston, ma non sono interessata. Arrivederci!- entrò in casa e si richiuse la porta alle spalle.

-Che cosa voleva da te Gaston?- le chiese Maurice, scendendo le scale con una sacca da viaggio sulle spalle.

-Insiste a chiedermi di sposarlo, ma io non voglio.- Appese il mantello all'attaccapanni e fece per dirigersi in camera sua, ma il padre le sbarrò la strada.

-E fai male. Gaston è giovane, bello, innamorato di te, perché lo rifiuti?- Ai suoi occhi quell'unione appariva vantaggiosa, Gaston godeva di una buona fama nel villaggio e un matrimonio con lui avrebbe messo fine alla chiacchiere sul fatto che sua figlia fosse un po' strana.

-Perché lui non vuole una moglie, ma un nuovo trofeo da esibire.- Belle l'aveva capito fin dall'inizio che lei per il ragazzo era solo un'altro bell'oggetto da sfoggiare e di cui vantarsi. E lei non intendeva stare allo stesso piano delle teste di cervo e lupo che tappezzavano la locanda di Regina.

-Di questo parleremo quando tornerò dal mercato, d'accordo? Sarò di ritorno tra due giorni, tu comportati bene.- Maurice si sistemò il mantello rosso sulle spalle e uscì di casa, salutando la figlia con un abbraccio frettoloso. Non era un uomo che perdeva tempo in atteggiamenti affettuosi.

Salì sul carro e il cavallo partì.

Nessuno dei due poteva immaginare quanto quel viaggio avrebbe cambiato le loro vite.

 

 

 

Ed ecco a voi il primo capitolo ufficiale. Nel prossimo presenterò l'altra metà del “cast”, con un sacco di sorprese per voi.

Per intenderci, Graham dovrebbe essere Letont, ma ne prende solo il posto, non il carattere del personaggio. Le tre ragazze sciocche sono Abigail, Astrid (è abbastanza sciocca per fare la parte, ma nel corso della storia conto di rimetterla con Leroy) e Morgan, ovvero il nome che ho dato alla Dama del Lago, in riferimento alla Morgana arturiana.

Forse Maurice l'ho reso un po' OOC, che dite? Però non si può certo comparare al suo omonimo disneyano, visto quello che è successo in “The crocodile”. A voi la decisione.

A presto,

Hg93

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** The Dark Castle ***


 

-Non capisco proprio come ho fatto a perdermi. Eppure ho seguito attentamente la mappa- Maurice guardò la mappa, poi alzò gli occhi e scrutò attentamente gli alberi che lo circondavano. Erano talmente alti che non se ne vedeva la cima, il sentiero su cui si era incamminato era coperto dall'erba e a completare il tutto una nebbiolina che metteva una paura del diavolo in corpo. Come se non bastasse il cavallo sembrava ben deciso a non proseguire di un millimetro.

-Vieni, proviamo a tornare indietro e cercare una locanda- disse, tirando le briglie. Il cavallo iniziò a svoltare, quando si sentirono in lontananza degli ululati.

Spaventato, l'animale si bloccò di nuovo e ci volle del bello e del buono per convincerlo a riprendere la marcia.

Quando gli ululati si fecero più vicini, il cavallo iniziò a correre, incurante delle proteste del padrone.

Procedendo con la sua corsa disperata, il cavallo arrivò davanti ad un albero caduto che sbarrava la strada ma, ormai in balia del suo istinto di sopravvivenza, saltò l'ostacolo.

Il carretto, su cui viaggiavano Maurice e i vasi di fiori, non riuscì a superare il tronco caduto e venne sbalzato all'indietro, facendo spezzare tutte le cinghie che lo legavano al cavallo, che proseguì la sua corsa.

Maledicendo l'animale, Maurice si alzò e guardò intorno a sé. Lupi non ce n'erano, ma doveva comunque trovare un riparo per la notte.

Dopo qualche tempo che camminava, arrivò davanti ad un muro di pietra. Seguendolo, trovò un cancello che dava su un'enorme giardino tenuto alla perfezione, e proprio davanti a lui vi era una porta.

Maurice provò ad aprire il cancello di ferro, che con sua grande sorpresa si aprì, accompagnato da un cigolio.

Oltrepassando prati ed aiuole, arrivò al portone di legno, dove bussò.

Da dentro si sentirono rumore di passi e più voci che parlottavano tra di loro, ma non riusciva a capire cosa dicessero.

Il portone si aprì e apparve un giovane uomo coi capelli castani e gli occhi chiari, vestito semplicemente.

-Desiderate?

-Perdonate il disturbo signore, ma ho perso il mio cavallo e mi serve un rifugio per questa notte. Se fosse così gentile da ospitarmi nel suo castello...- domandò Maurice.

-Oh no, questo castello non è mio, ci lavoro soltanto. Ma prego, entrate, non rifiuto mai di aiutare chi è in difficoltà- gli rispose l'uomo, aprendo di più la porta e facendo entrare Maurice.

Davanti al mercante di fiori era radunato un singolare gruppo di persone. L'uomo che gli aveva aperto era vicino ad una giovane donna con i capelli neri tenuti indietro da un nastro rosso legato in un fiocco sulla cima del capo, vestita con un vestito bianco, che reggeva una scopa.

Oltre alla giovane c'erano altre due donne, una signora con i capelli bianchi e gli occhiali, con un'aria determinata e allo stesso tempo protettiva, e una ragazza di poco più giovane dell'altra che, nonostante fosse all'interno di un'abitazione, portava un lungo mantello rosso con il cappuccio.

Chiudevano il gruppo due uomini e un bambino, che teneva la mano al più vecchio dei due, mentre l'altro era più giovane, con i capelli rossi e gli occhiali, che fissava nervosamente una scalinata.

-Perdonate, non ci siamo presentati. Io mi chiamo David e lei è Mary Margaret, mia moglie. La signore è Granny, mentre la ragazza è sua nipote Ruby. Poi ci sono Archie- indicò il ragazzo occhialuto -Marco e suo figlio August.

In quella arrivò nella stanza un cane dalmata dallo sguardo intelligente, che si sedette vicino ad Archie -Lui è Pongo, il mio cane. Fortunatamente il padrone mi ha permesso di tenerlo.

-Io mi chiamo Maurice, sono un fioraio e mi stavo recando al mercato di un villaggio qui vicino. Purtroppo il mio cavallo è stato spaventato da alcuni lupi e mi ha abbandonato.

Alla parola “lupi” Granny rivolse lo sguardo verso la sua giovane nipote, quasi pensasse che la ragazza potesse centrare qualcosa. Nello stesso istante, si sfiorò l'avambraccio destro.

-Beh, penso che il padrone non se la prenderà se vi ospitiamo per una notte.- esclamò l'anziana signora, sfuggendo dai suoi pensieri.

-Questo lasciatelo decidere a me, vedova Lucas!- la voce che risuonò nella sala proveniva dalla scala che fino a quel momento Archie aveva tenuto d'occhio.

Maurice si girò nella direzione da cui era arrivata la voce e vide un'essere che dalla forma si poteva forse definire umano, ma si capiva subito che non lo era del tutto. D'altronde, quale essere umano aveva la pelle grigia, gli artigli e uno sguardo paragonabile a quello dei folli negli occhi gialli che in quel momento lo fissavano?

Sarà stato il tono di comando con cui era stata pronunciata la frase o l'aura di potere che emanava l'ultimo arrivato, ma gli abitanti del castello ne erano certamente intimoriti, dato che piegarono la testa in segno di sottomissione.

-Vogliate perdonarmi, signore, per la mia intrusione nella vostra dimora...-

-È copa mia, signore, sono stato io ad aprirgli- lo interruppe David, facendo un passo avanti, prendendosi tutta la responsabilità dell'azione.

-Naturale che fossi stato tu, David, non avevo dubbi.- esclamò il padrone del castello, con tono scherzoso. Si rivolse poi a Maurice: -Non me la sono certo presa per il vostro arrivo, anzi farò di più. Vi offrirò una stanza per tutta la durata della vostra permanenza.

-Davvero, signore?- domandò il fioraio,a anche se un po' diffidente.

Davvero? Fu il pensiero comune dei servitori. Mai il padrone si era comportato così cortesemente con loro. Era già tanto se aveva permesso ad Archie di tenersi il cane.

-Ma naturalmente. Se volete seguirmi...- e afferrato il braccio di Maurice, lo condusse giù per una scalinata laterale, lontano dagli sguardi della servitù.

Arrivato davanti ad una porta la aprì, rivelando una cella, dove vi era solo un pagliericcio, illuminato da una fila di finestrelle.

-Ma questa...questa è una...- Maurice non fece in tempo a finire la frase che venne spinto dentro, per poi sentire la serratura che veniva chiusa.

-Ops, ho forse dimenticato di dirvi che sareste stato in un sotterraneo?- i passi dell'essere iniziarono ad allontanarsi -E buona permanenza nel Castello Oscuro. Ve lo augura di tutto cuore il Signore Oscuro in persona, Rumpelstiltskin!

Sedendosi in un angolo, Maurice pensò con malincuore a quando aveva visto per l'ultima volta sua figlia.

Che cosa sarebbe stato di lei, se lui fosse rimasto in quella cella fino alla morte?

 

-Allora, sei più che sicuro di volerlo fare, Gaston?- domandò per la cinquantesima volta Graham.

-Più che certo. Maurice French tornerà domani, e molte volte mi ha fatto intendere che approva l'idea che Belle diventi mia moglie.

Gaston osservò la folla che aveva radunato quel giorno. Era ben deciso a sposare Belle davanti a tutto il villaggio.

Ogni cosa era al suo posto, il buffet di selvaggina fresca e sidro di mele offerto da Regina, l'orchestra pronta a intonare la marcia nuziale e il parroco pronto a celebrare la funzione. Senza dimenticarsi di lui, vestito come un damerino nell'abito di velluto blu che aveva fatto confezionare per l'occasione.

-Vi ringrazio tutti in anticipo per la vostra partecipazione al mio matrimonio. Ora sarà il caso che vada a chiedere la mano alla ragazza- e scoppiò in una risata, seguito da tutta la folla. Le uniche che non ridevano erano Abigail, Astrid e Morgan, intristite perché lo scapolo più ambito del villaggio stava per ammogliarsi.

Preparati Belle French, Gaston sta per farti sua!

 

 

E vi lascio con questa “minaccia” da parte di Gaston. Povera Belle, riuscirà a rifiutare la sua proposta?

Che sorpresa il “cast” del castello, vero? Lumiere è David, Tockins Archie, Granny interpreta la mitica Mrs Bricks e Pinocchio Chicco.

A presto col prossimo capitolo,

hg93

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** The deal ***


 

Da quando lo aveva portato a casa, Belle non faceva altro che leggere il suo libro di fiabe.

Si tuffava come un fiume in quei fiumi di parole, sognava davanti alle splendide illustrazioni e di tutto questo si sentiva pienamente appagata.

Appena apriva il libro le sembrava di volare via, lontano dalla sua casa e dal villaggio.

Con quelle storie le sembrava di vivere le vite di mille ragazze diverse, tutte quelle che desiderava essere: principesse, sirene, avventuriere, eroine.

Era talmente impegnata a sognare che non si accorse che qualcuno stava bussando alla porta di casa.

Abbandonando a malincuore il suo mondo fantastico, Belle aprì la porta, trovandosi davanti un Gaston parato a festa, e con un'espressione decisa sul volto.

-Gaston, a cosa devo l'onore di questa visita?- chiese con ironia che il ragazzo non comprese.

-Hai detto bene, Belle, onore. Sai, non c'è ragazza in tutto il villaggio che non vorrebbe essere al tuo posto, oggi- mentre parlava, il giovane entrò nella stanza, sedendosi sulla sedia precedentemente occupata dalla ragazza -Perché sai, oggi tutti i tuoi sogni diventeranno realtà.

-E tu cosa ne sai dei miei sogni?- domandò Belle. Perché di certo uno come Gaston non poteva saperne niente del suo desiderio di avventure e luoghi lontani, come quelli che leggeva nei suoi libri.

-Beh, non sono difficili da indovinare. Una casetta di campagna, un marito che procura la selvaggina fresca, sette o otto bambini cresciuti sani e robusti...e sai chi sarà il marito?- si alzò e con aria da grande seduttore le si avvicinò, costringendola a retrocedere fino a toccare la porta con la schiena -Io!-

Accidenti, certo che ha proprio la testa dura. -Gaston, ancora una volta, ti ringrazio per la tua offerta ma...- procedendo a tentoni, raggiunse il pomello, tenendolo stretto nella mano come se fosse la sua ancora di salvezza -Ma ancora una volta rifiuto!

Girò il pomello e si spostò, facendo cadere Gaston dritto per terra. L'incauto cacciatore aveva infatti appoggiato le mani sulla porta pensando di aver intrappolato la ragazza e aveva cercato di baciarla. Invece aveva finito per baciare la polvere!

-E sempre ti rifiuterò! Solo io posso decidere della mia vita, e mai e poi mai mi sposerò con te!- dopo avergli urlato contro apertamente il suo rifiuto, Belle chiuse la porta di casa.

-Non è andata molto bene, vero amico?- domandò Graham, aiutando il compagno di caccia a rialzarsi. Per tutto ringraziamento, venne spinto lontano.

-Non finisce qui, mi hai sentito Belle? In un modo o nell'altro, tu sarai mia!

 

Belle aspettò per sicurezza mezz'ora, prima di mettere di nuovo il naso fuori di casa.

Dopo essersi assicurata che non ci fosse nessuno, uscì di casa e si mise a correre verso i campi, per sfogare il suo disagio.

Come poteva unirsi per tutta la vita ad un essere spregievole come Gaston, non sarebbe mai stata felice.

Era vero, lei sognava avventure, mondi lontani, ma voleva anche l'amore. Nelle fiabe leggeva sempre di un principe che si innamorava di una bella popolana e vivevano per sempre felici. Belle non era una ragazza ambiziosa che pretendeva di sposarsi con un principe, anche un semplice filatore le sarebbe andato bene, ma voleva che fosse lei a decidere a chi donare il suo cuore.

Si sedette tra i fili d'erba e fece volare via i semi di un soffione. Almeno loro sono liberi.

Mentre cercava di trovare un po' di pace venne disturbata dal nitrito di un cavallo.

Strano, che papà sia già di ritorno? Si domandò. Ma quando si girò e vide che l'animale era solo, capì che era successo qualcosa.

-Philippe, cos'è successo? Dov'è papà?- chiese, pur sapendo che il cavallo non poteva risponderle.

Ben decisa a scoprire cosa fosse successo, tornò a casa a prendere il mantello, salì in groppa a Philippe e partì, senza sapere di essere diretta alla volta del Castello Oscuro.

 

-Sai Archie, continuo a pensare a quel poveretto. Mi dispiace che il padrone l'abbia imprigionato, ma non potevo certo lasciarlo fuori- David era sinceramente dispiaciuto per quello che era successo a Maurice, ma in fondo sapeva di aver agito con le migliori intenzioni.

-Hai ascoltato la tua coscienza, David, quello che è successo non poteva essere previsto da nessuno di noi- Anche ad Archie non era piaciuta la reazione di Rumpelstiltskin, ma nessuno di loro poteva contestare quello che era stato deciso. Sapevano che il loro padrone era dotato di poteri magici potentissimi, e avrebbe potuto trasformarli tutti quanti in lumache, se avesse voluto.

I due amici stavano pattugliando un corridoio, ma non si accorsero che la porta del castello era stata aperta, tanto erano presi dai loro tristi pensieri.

-È permesso? Scusate il disturbo, ma sto cercando mio padre.

David si girò: -Hai sentito? Sembrava la voce di una ragazza.

-Non è possibile, non arriva mai nessuno in questo castello, figuriamoci una ragazza. Ti sarai sbagliato.

-Papà, sei qui? Papà!

-Aspetta, adesso la sento anch'io.

David si mosse in direzione della voce -dobbiamo trovarla e mandarla fuori. Se il padrone la scopre, sicuramente la rinchiuderà nei sotterranei.

 

-Papà. Papà, c'è una ragazza nel castello!

Marco alzò gli occhi dall'orologio che stava riparando, guardando il figlioletto. -August, ti prego, non scherzare. Ti ho già detto che non sta bene dire le bugie.

Il bambino si sistemò il cappello che gli era caduto nella corsa -Ma non è una bugia, è vero. Diglielo anche tu, Pongo.

Il cane invece, andò a dormire davanti al caminetto della cucina, dove Granny stava preparando qualcosa per la cena.

-Il bambino ha detto la verità, David e Archie le sono andando dietro poco fa. Era diretta nei sotterranei.- disse Mary Margaret, entrando nella stanza.

-Povera ragazza, speriamo che la trovino prima del padrone- fece, Ruby, sistemandosi il cappuccio sui riccioli castani.

 

Ma dove sono finita? Philippe si dev'essere sbagliato, papà non è qui. Belle camminava nel corridoio illuminato dalla debole luce delle fiaccole appese ai muri. E poi da dove è saltato fuori questo castello, non sapevo ce ne fossero in questa regione.

Alcuni colpi di tosse attirarono la sua attenzione.

-Papà, sei qui?- domandò di nuovo.

-Belle, da questa parte.

Arrivata davanti alla porta, la ragazza vide il volto paterno dietro ad una grata di ferro, posta sulla parte inferiore.

-Che ti è successo papà, chi ti tiene prigioniero?- gli chiese, inginocchiandosi davanti a lui.

-Non pensare a me, scappa prima che arrivi lui!

-Scordatelo, io non ti lascio!

-Che cosa succede qui?- domandò una terza voce, proveniente da dietro la ragazza.

David e Archie arrivarono in quel momento, ma riconoscendo la voce del padrone, iniziarono a retrocedere nell'ombra.

-Chi siete?- domandò Belle, cercando da dove venisse la voce.

-Sono il padrone di questo castello- le rispose Rumpelstiltskin, mantenendosi nell'ombra. Si era spostato con la magia appena aveva intuito che nel suo castello era arrivato un nuovo intruso.

-Sono venuta per mio padre. Vi prego signore liberatelo, sono sicura che non ha fatto nulla di male.

-È entrato nel mio castello senza il mio permesso, merita di essere rinchiuso.

-Vi prego, farò qualsiasi cosa per vederlo libero, anche...anche prendere il suo posto!- esclamò Belle, ignorando le proteste del padre.

Rumpelstiltskin rimase di sasso: quella ragazza...era disposta a restare nel Castello Oscuro come sua prigioniera?

Per un attimo, un solo, piccolissimo attimo, pensò che forse...forse si trattava della ragazza giusta, quella che avrebbe spezzato la maledizione.

Ma quella lieve speranza, come era arrivata improvvisamente, sparì. Avrebbe cambiato idea appena l'avrebbe visto in faccia.

-No Belle, non puoi restare con quella...bestia!- disse Maurice -Tu non l'hai visto, quello non è un uomo, è un mostro.

Era vero, non l'aveva visto in volto, no poteva dare la sua parola a...un codardo che si nascondeva nelle tenebre.

-Venga sotto la luce, così che possa vederla. Altrimenti l'accordo salta.

Accordo. Tutta la vita di Rumpelstiltskin, da quando era diventato il Signore Oscuro, ruotava attorno agli accordi. Si presentava dalle persone in difficoltà e se questi non lo ripagavano, li portava nel suo castello a lavorare come domestici. Ecco come David e gli altri erano arrivati al Castello Oscuro.

Se lui adesso non rispettava le condizioni della ragazza, poteva dire addio all'ultima possibilità di diventare umano.

Facendo un passo avanti si posizionò sotto la luce proiettata da una finestra.

Belle sgranò gli occhi dalla sorpresa quando vide chi aveva imprigionato suo padre. Per anni aveva pensato che si trattasse solo di una leggenda (una di quelle cose in cui suo padre non credeva, e per questo non l'aveva riconosciuto), ma alla luce dei fatti non era così.

Davanti a lei c'era il Signore Oscuro. Di lui si dicevano molte cose, che fosse immortale, che beveva il sangue di bambini e giovani donne, che avrebbe potuto distruggere il mondo se avesse voluto.

Nonostante ne fosse molto spaventata, non abbassò lo sguardo. Era la sua occasione di essere un'eroina, e l'avrebbe sfruttata fino in fondo.

-Resterò qui, ho deciso!- esclamò, alzandosi da terra.

-Sarà per sempre, dearie.- le rispose lui.

-Avete la mia parola, ora rispettate la vostra.

Rumpelstiltskin ridacchiò, mentre si rivolgeva a Maurice -Congratulazioni, avete riottenuto la libertà!

Appena aperta la porta, l'uomo afferrò la figlia per le braccia e iniziò a scuoterla -Ma sei impazzita? Cosa dirò a Gaston, che sei prigioniera di un mostro?

-Non mi interessa, ormai ho deciso papà.

Ma prima di dirgli addio, Belle venne spianta nella cella da Rumpelstiltskin che, con uno schiocco di dita, rispedì Maurice a casa sua con un incantesimo.

Ridacchiando, l'Oscuro Signore fece per allontanarsi, quando vide David e Archie nel corridoio.

-Vi siete goduti lo spettacolo? Forza, tornate a lavorare.

-Signore, stavo pensando- disse David -visto che la ragazza rimarrà con noi per un po', forse sarebbe il caso di darle una stanza un po' più comoda.

Rumpelstiltskin ci pensò un po' su. In fondo David aveva ragione, e se voleva far innamorare di sé la ragazza, doveva trattarla con gentilezza.

-Hai ragione. Archie, vai ad avvisare la vedova Lucas di preparare la cena. David, prendi una torcia e illumina la strada a me e alla nostra ospite.

Tornato indietro, aprì la porta e vi trovò la ragazza in lacrime, il mantello stretto al corpo per proteggersi dal freddo.

-Non mi avete neanche permesso di dirgli addio. Aveva ragione mio padre, in voi non c'è umanità, siete un mostro!

Rumpelstiltskin sentì una fitta al cuore. Belle aveva ragione a urlargli quelle accuse, se le meritava tutte dalla prima all'ultima. Eppure vederla lì piangente, che cercava di difendersi dal freddo, la trovò bellissima, con il viso arrossato e le lacrime che le facevamo brillare gli occhi.

-Vieni, ti porterò nella tua stanza- disse, e questa volta per davvero.

-La mia stanza?- chiese lei, asciugandosi gli occhi -ma io credevo...-

-Preferisci forse restare qui, dearie?-

-No, io...- rispose Belle, alzandosi dal pagliericcio.

-Allora seguimi- concluse Rumpelstiltskin.

Iniziarono a incamminarsi in una singolare processione, David che reggeva la torcia, il signore Oscuro, e Belle, che osservava da dietro il suo ospite.

I capelli ricci erano castani e lunghi fino alle spalle, magre come lui. Indossava una camicia color nocciola sotto un gilet rosso, con pantaloni neri e stivali, anch'essi neri, alti fino al ginocchio. Colori scuri, rispetto al suo abito bianco e azzurro.

-Spero che tu ti troverai bene, dearie. Da questo momento il castello è casa tua. Potrai andare ovunque, tranne nella Torre Ovest, altrimenti...tornerai nel sotterraneo- disse Rumpelstiltskin.

-D'accordo- rispose lei.

David si fermò davanti ad una porta rossa, che venne aperta dal padrone di casa.

La stanza era arredata in maniera elegante, con un letto dalla testata elaborata, come il legno dell'armadio accanto alla porta, illuminato da una grande finestra.

-Se ti chiede qualcosa, chiedi pure ai domestici- disse il signore Oscuro, dopo che Belle fu entrata -Ah, questa sera cenerai con me, dearie. E non è un invito.

Appena sentì che la porta veniva richiusa, Belle si girò e si appoggiò al legno, per evitare di cadere al suolo, tesa com'era per le troppe emozioni.

Disperata, si gettò sul letto, riprendendo a piangere.

E mentre le lacrime bagnavano il suo volto, altre gocce d'acqua iniziarono a cadere, ma all'esterno del Castello Oscuro, come se il cielo volesse partecipare al suo dolore.

 

 

 

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, perché per un bel po', causa università e patente, non potrò aggiornare molto presto.

Allora, niente male l'arrivo di Belle al Castello Oscuro, vero? E che tosta a rifiutare Gaston davanti a tutti.

A presto,

hg93

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** First evening in the Dark Castle ***


 

Mentre fuori la pioggia minacciava di trasformarsi da un momento all'altro in temporale, l'atmosfera nella locanda di Regina Mills non era meno carica di tensione, dopo il rifiuto pubblico di Belle, Gaston si era rinchiuso in un muto nervosismo, aprendo bocca solo per bere la birra che gli portava Graham.

-Ma chi si crede di essere quella ragazzina? A furia di leggere scemenze pensa di poter fare e dire quello che le pare? Ah, ma vedrai appena la sposo. Relegata in casa come tutte le donne a cucinare, ecco dove dovrebbe stare!

-Beh, proprio relegata in casa no, dai. Andiamo amico, tu sei Gaston, il più forte cacciatore del mondo. - gli disse Graham, cercando di risollevargli il morale -Se davvero la vuoi, non stare qui a piangerti addosso ed escogita un modo per conquistarla seriamente.

-Perché, stai forse insinuando che non facevo sul serio? E magari che non sono più capace di far cadere ai miei piedi tutte le ragazze del paese?- domandò il moro, nervosamente.

-No, dico solo che con lei il tuo metodo non funziona, bisogna studiare una nuova strategia. -rispose Graham, guardando altrove. Anche, in fondo, ci aveva visto giusto sul fatto che il compagno di caccia stava perdendo punti in fatto di conquiste femminili. Altrimenti come si sarebbe spiegato il fatto che Astrid, une delle sue ammiratrici da tanto tempo, si fosse messa di punto in bianco a parlare con uno dei minatori, Leroy, un tizio intrattabile.

La ragazza gli aveva fatto cadere addosso della polvere per errore, ma invece di arrabbiarsi Leroy, appena visto il bel visetto della ragazza, aveva mutato completamente comportamento, sorridendole. Gaston, dal canto suo, neanche ci aveva fatto caso, tanto era immusonito.

-E comunque resta che suo padre è d'accordo a vederla sposata con me, quindi volente o nolente Belle sarà mia! -continuava a ripetere il cacciatore.

In quel momento la porta si aprì e entrò nella stanza un Maurice zuppo di pioggia, che si diresse di corsa verso Gaston, appena lo vide -Gaston, Belle è stata imprigionata!

-Cosa, ma che dici? Imprigionata, e da chi?- domandò il ragazzo, alzandosi di scatto dalla poltrona su cui era seduto.

-Dal Signore Oscuro. Quella piccola pazza si è fatta imprigionare per salvare me!- detto questo, Maurice si lasciò cadere su una sedia, mentre Regina gli portava un boccale di birra.

Il Signore Oscuro. Bastava sentirne il nome che subito le donne correvano a rinchiudere in casa i bambini e anche l'uomo più coraggioso diventava un pavido.

-Ho bisogno del tuo aiuto per salvarla, Gaston. In cambio potrai sposarla.- disse il fioraio, dopo aver bevuto mezzo boccale.

-Le ho chiesto anche oggi di sposarmi, e sua figlia mi ha rifiutato di nuovo, signor French. Quella è davvero matta.

-Se è matta, minacciate di rinchiuderla- suggerì in quel momento Regina, che non si era persa neanche una parola.

-Rinchiuderla? Ma che cosa stai dicendo Regina, e poi prima bisognerebbe liberarla- protestò Graham.

-A salvarla ci penserò io, non temo i suoi malefici. Continua Regina, cosa intendevi per minacciarla? -domandò Gaston.

-Dopo che l'avrete liberata, dovrete metterla davanti a due opzioni: o si sposa con Gaston, oppure suo padre la farà rinchiudere in un manicomio.

-È un piano scellerato, quando mai si è sentito di un padre che fa rinchiudere le figlia? -A Graham proprio quei discorsi non piacevano, lui era un tipo che preferiva risolvere le cose in maniera civile.

-Neanche a me piace quest'idea, ma se è l'unico modo per farla rinsavire...allora facciamolo!- concluse Maurice.

-E dimmi Regina- chiese Gaston alla diabolica locandiera -conosci per caso un medico che possa aiutarci?

-Lasciate fare a me- rispose la donna, sorridendo malignamente.

 

Sfinita per il tanto piangere, Belle stava per addormentarsi quando sentì qualcuno che bussava alla porta.

-Sì, chi è?- domandò, mettendosi a sedere.

-Sono la vedova Lucas, sono venuta a portarti il thè-

Belle aprì la porta e si trovò davanti una donna dai capelli bianchi che reggeva un vassoio con tazze e teiera, una ragazza vestita con un mantello rosso e un bambino che la guardava incuriosito.

-Anche voi siete prigionieri di...- prima di concludere la domanda, il trio entrò nella stanza.

-Non esattamente. Non abbiamo rispettato degli accordi con lui e adesso siamo costretti a lavorare come schiavi nel suo castello- le rispose la ragazza -A proposito, io sono Ruby, lei è mia nonna Granny e il bambino è August. Se te lo stai domandando no, non siamo imparentati, anche se in fondo noi della servitù ci sentiamo una grande famiglia.

-Io sono Belle, molto piacere. E per restare in tema, oggi ho perso l'unico parente che mi era rimasto e tutti i miei sogni!- disse Belle, rattristandosi subito, al pensiero di suo padre da solo nella loro casa.

-Ti sei sacrificata per salvare tuo padre, anch'io lo avrei fatto per aiutare il mio papà.- disse August, in un tentativo di consolarla.

Granny le porse una tazza di thè: -Non preoccuparti per Rumpelstiltskin, cara, non è poi così cattivo come vuole sembrare.

-Rumpelstiltskin, è questo il suo nome? È strano.-Belle iniziò a sorseggiare l'infuso, che diffuse una sensazione di calore in tutto il corpo.

-Un nome strano per un tipo strano. Tu ti chiami Belle e in effetti sei bella- Ruby si diresse verso un armadio, aprendone le ante -Ma una volta che ti sarai cambiata d'abito sarai bellissima. Nonna, tu e August uscite, potrete rivedere Belle dopo a cena.- e si tuffò alla ricerca di un vestito adatto per una cena con il signore Oscuro.

-Come vuoi, ma cerca di non esagerare- Granny riprese il vassoio e le tazze e si diresse verso la porta -Vieni August.

-Ciao, ci vediamo dopo- il bambino le salutò e si richiuse la porta alle spalle, lasciando sole le due ragazze.

-Allora, vediamo cosa abbiamo qui...- mormorò fra sé e sé Ruby. Tirò fuori un paio di abiti e li esaminò attentamente, usando lo stesso sguardo che aveva Marco quando finiva di intagliare qualcosa e verificava che non ci fossero imperfezioni.

Alla fine il vestito scelto fu un abito lungo, color rosa pesca e con le maniche a tre quarti.

-Ecco, questo va bene. Sarai incantevole a cena- disse, sorridendo.

-È bellissimo, ma ho deciso che non andrò alla cena.- Belle guardò oltre il vetro della finestra, lo sguardo perso nelle nuvole scure.

-Ma tu devi andarci, il padrone si arrabbierà moltissimo se non ci sarai.

In quella la porta si aprì e un ragazzo che Belle non aveva ancora visto, con i capelli rossi e gli occhiali, fece capolino.

-La cena è servita- annunciò.

 

Rumpelstiltskin guardò la porta della sala da pranzo, per poi fissare l'orologio e ritornare alla porta: niente, la ragazza proprio non ne voleva sapere di arrivare.

David e Granny, gli unici presenti nella sala, si scambiarono uno sguardo nervoso, temendo che il padrone potesse innervosirsi per la troppa attesa e magari prendersela con loro.

-Perché ci mette tanto? Eppure l'ho mandata a chiamare dieci minuti fa- disse Rumpelstiltskin, iniziando a spazientirsi.

-Perché non è già qui?- chiese, rivolgendosi ai due servitori.

-Padrone, cercate di capirla. La ragazza ha perso il padre e la libertà tutto in un solo giorno, le ci vorrà un po' di tempo per metabolizzare la cosa- disse Granny.

-Certo, potrebbe metabolizzarla venendo a cena con me!- esclamò in tono ironico il Signore Oscuro. Le cose iniziavano già a partire con il piede sbagliato. La ragazza si dimostrava fin da subito ribelle e testarda, in che modo poteva farla innamorare di lui?

Forse, se le versassi qualche goccia di pozione d'amore nel thè... pensò, ma l'idea venne subito scartata. Belle doveva amarlo di sua spontanea volontà, la magia in questi casi non serviva a nulla. Per quanto gli costasse fatica ammetterlo. Aveva bisogno di aiuto, e gli unici che potevano dargli un consiglio erano i suoi servitori, a cui non aveva mai parlato della maledizione. Se l'avesse fatto, l'incantesimo sarebbe diventato irreversibile.

-Come pensate che dovrei comportarmi con lei?- domandò, lasciando di stucco David e Granny. Non era mai capitato prima che il padrone chiedesse il loro parere su qualcosa.

-Beh, tanto per cominciare potrebbe iniziare a comportarsi come un gentiluomo, senza battute o gesticolazioni strane- rispose Granny, rompendo il silenzio che stava andando creandosi.

-Farle dei complimenti onesti e sinceri. È una cosa che alle donne piace.- suggerì David.

-Evitare di chiederle di suo padre, potrebbe farla intristire.

-Rivolgersi a lei con un tono gentile e amichevole.

-Ma soprattutto- disse Granny- cercate di controllare il vostro umore- concluse insieme a David. Quando era preda di alcuni scatti d'ira, Rumpelstiltskin poteva diventare anche crudele, ma fortunatamente succedeva raramente.

Il rumore della porta che si apriva interruppe il fiume di raccomandazioni e fece alzare Rumpelstiltskin dalla sedia. Ma invece di Belle, entrò nella stanza Archie, palesemente nervoso.

-Buonasera- balbettò.

-Dov'è lei?- chiese senza mezzi termini il Signore Oscuro.

-Chi? Ah, la ragazza. Beh, sa come sono fatte le donne, ci mettono sempre molto tempo per cambiarsi d'abito. Probabilmente è anche un po' timida e..- No, decisamente lui non le sapeva raccontare le bugie. Archie riusciva a dire solo la verità -Ha deciso di non venire a cena.

-Cosa?- scansando via il malcapitato, Rumpelstiltskin si precipitò fuori dalla stanza, su per le scale e dritto verso la stanza della ragazza, incurante delle proteste della servitù, che lo pregavano di calmarsi.

-Ti avevo detto di scendere per cena!- urlò, dando dei colpi alla porta.

-Non ho fame- rispose Belle dall'interno.

-Apri subito, oppure ti riporterò nel sotterraneo!

-Non può! Aveva detto che mi ci avreste riportato solo se fossi andata nella Torre Ovest, e visto che non l'ho fatto, resto qui.

Maledizione, l'accordo mi si è ritorto contro! Pensò Rumpelstiltskin. Ricordandosi che doveva farla innamorare di lui, e certo non ci sarebbe riuscito se continuava a litigarci, provò a seguire il consiglio di Granny e David e si preparò a riproporle l'invito in maniera gentile.

-Mi permetto di insistere, dearie, ma mi farebbe molto piacere averti come mia ospite a cena, stasera.

Non è possibile! Ma perché incontro solo uomini che insistono quando rifiuto qualcosa? Pensò Belle, prima di urlare: -No, grazie!

A quel punto Rumplestiltskin montò su tutte le furie -Bene, resta pure lì dentro!- si rivolse ad Archie, David e Granny, che avevano assistito alla scena in religioso silenzio -Ma sia chiaro, se non cena con me, allora non mangerò affatto!- detto questo, si diresse verso la Torre Ovest.

-Io resto qui a controllare che non esca, stanotte.- si propose David. Il padrone era già molto nervoso, meglio non dargli altri motivi per arrabbiarsi.

-D'accordo, io e Archie andiamo a ritirare la cena- disse Granny, tornando indietro nella sala da pranzo, lasciando David a controllare la porta.

 

-Perché non ha accettato, quella ragazza? Gliel'ho anche chiesto gentilmente, cosa pretendeva, un inchino e un mazzo di fiori?

Una volta arrivato alla Torre Ovest, Rumplestiltskin cominciò a camminare su e giù per la stanza piena di libri di magia, pozioni magiche e un arcolaio. Da quando era diventato il signore Oscuro aveva sviluppato un talento prodigioso, filare la paglia e trasformarla in oro. Passava intere ore a filare, guardare la ruote che girava lo aiutava a dimenticare chi era, cosa gli era successo e che aveva fatto.

Lo sguardo gli cadde su uno specchio che aveva incantato con la magia, dandogli la facoltà di vedere qualunque cosa desiderasse, nel tentativo di scoprire cos'era successo a Baelfire. Ma per quanti tentativi avesse fatto, l'unica cosa che il vetro gli mostrava era il suo volto.

-Mostrami la ragazza!- ordinò, e subito la superficie si increspò per rivelargli cosa accadeva nella stanza in cui Belle si era barricata.

Eccola lì, bella come un angelo e seduta con la stessa grazia di una regina sul bordo del letto, mentre Ruby cercava di convincerla a ripensarci.

-Almeno dagli una possibilità per dimostrarti che non è poi così male come può sembrare- diceva alla ragazza dal cappuccio rosso.

-No! Sarò anche sua prigioniera, ma non sono la sua schiava. Non ha nessun diritto a trattarmi così!- rispose la ragazza, ben decisa a non cambiare idea.

Distogliendo lo sguardo, Rumpelstiltskin posò lo specchio.

-È inutile, non potrà mai amarmi. Lei non vedrà mai niente di buono in me...tranne il mostro che sono.

 

 

 

Povero Rumpel, mi fa una gran pena vederlo lì che si strugge ma, ehy, io seguo la storia.

Come avete letto, Leroy e Astrid si sono incontrati, per gioia mia e vostra.

Chi sarà il misterioso dottore che può aiutare Gaston a realizzare il suo (terrificante) lieto fine?

A presto,

hg93

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** The flight ***


Era scesa la notte sul villaggio e tutti erano nelle loro case a consumare il pasto serale. Mentre le madri raccontavano fiabe ai figli, i padri di famiglia si domandavano perchè Regina Mills avesse chiuso la locanda prima del tempo,quella sera.

Nessuno poteva immaginare quale strano incontro si stava tenendo tra la locandiera, i due cacciatori, il mercante di fiori e un uomo misterioso arrivato su un cavallo nero come la notte.

L'enorme sala era illuminata solo dal camino, che proiettava ombre spaventose sui muri a causa delle teste impagliate appese dalla padrona di casa, che proprio in quel momento stava servendo ai suoi ospiti dei boccali colmi di birra.

Maurice guardò di sottecchi l'uomo accanto a lui: fronte ampia, capelli color sabbia corti, occhi grigi con le occhiaie, vestito di un lungo soprabito nero a doppiopetto. Sosteneva di essere un dottore.

Davvero sarebbe stato in grado di salvare Belle?

-Dunque- disse il dottore, posando il boccale -mi é stato riferito che avete bisogno del mio aiuto per far cambiare idea ad una ragazza, pena venir rinchiusa nel mio manicomio.

-Sì signore, si tratta di mia figlia e...

-Quella ragazza é fidanzata con me, ma non intende sposarmi, é matta!- esclamò Gaston, interrompendo Maurice.

-Che sia matta o meno, lasciatelo giudicare a me. Portatemi dalla ragazza e cercherò di capirlo.

-É questo il problema. Belle si é fatta imprigionare dal Signore Oscuro per salvare suo padre, adesso dovrò andare fino al suo castello per liberarla.- disse Gaston, tutto d'un fiato.

-Se ha rifiutato la vostra proposta di matrimonio, dubito che vorrà farsi salvare da voi, mio buon amico. Ritengo più opportuno che sia il padre ad andarla a salvare, ricorderà senz'altro dove é stata rinchiusa la ragazza.

Maurice rabbrividì al pensiero di sua figlia rinchiusa in quella lurida cella -Come potrei dimenticarmene? Partirò subito e...

-Partirete nella vostra operazione di soccorso tra un paio di mesi, lasciarla per un po' di tempo lì dov'é la porterà a desiderare fortemente di tornare a casa, quando la libererete.

-Ma vi rendete conto di quello che state dicendo? Voi lascereste prigioniera una povera ragazza innocente e poi le fareste scegliere tra un matrimonio nonn desiderato e l'essere rinchiuso in manicomio? É quasi meglio che se ne stia nel Castello Oscuro, se é questo che volete farle.

Graham proprio non riusciva a digerire l'idea che Gaston, ma soprattutto Maurice, intendessero davvero attuare un paino del genere ai danni della povera Belle. Ai suoi occhi sembrava una barbarie. -E se pensate che vi aiuti, sapppiate che mi tiro fuori da questa storia fin da subito!- Detto questo, prese il mantello e uscì dalla locanda, dirigendosi verso il bosco.

-Questo non cambia le cose. Ma lei, dottore? Lei é dentro o fuori?- domandò Regina.

Il dottore rimase per un po' a meditare. Poi, con un sorriso luciferino sulle labbra, disse: -Accetto!

 

Erano ormai passate un paio d'ore d quando aveva rifiutato l'invito a cena di Rumpelstiltskin e Ruby l'aveva lasciata da sola, ma anche Belle iniziò a sentire i morsi.

Aprì la porta e, una volta visto che non c'era nessuno, agattaiolò fuori nel corridoio.

Cominciò a cercare la cucina, ma i primi tempi trovò solo dei corridoi illuminati da torce e l'unico rumore che sentiva era il risuono dei suoi passi.

Dopo un po' di tempo che camminava sentì un profumino di zuppa che si diffondeva nell'aria, accompagnata da voci che parlavano.

Si fermò dietro alla porta e restò in ascolto.

-Però, in fondo, la ragazza poteva accettare l'invito del padrone. Glielo ha anche chiesto gentilmente.

-Io l'ho conosciuta, Archie. Quella ragazza è testarda, ma coraggiosa, e l'ammiro. Ha avuto fegato a contestare il padrone.

-A me basta solo che non t'influenzi, Ruby. E tieni su il cappuccio, lo sai che questi sono i Giorni del Lupo.

-É permesso? Si può?- domandò Belle, aprendo la porta.

Tutti i componenti della servitù si girarono a guardarla, alcuni tenendo ancora in mano il cucchiaio della zuppa.

-Perdonate, non volevo disturbarvi, ma mi é venuta fame e..

-Ma certo Belle, entra pure, così ti presento gli altri.- la interruppe Ruby, trascinandola nella stanza.

-Lui é Archie, il “responsabile del comportamento della servitù”. In realtà non ha un incarico preciso, ma tiene molto al fatto che ci comportiamo tutti bene. Lui invece è Marco, il papà di August, ed é bravissimo a riparare ogni cosa.- fece sedere la ragazza tra lei e August, porgendole una scodella colma di zuppa calda.-E ci siete solo voi cinque a lavorare nel castello?- domandò.

-Non proprio, mancano Mary Margaret e suo marito David. A proposito, ma non doveva essere davanti alla tua stanza a controllare che non uscissi?- chiese Archie.

Porprio in quel momento la porta si aprì ed entrarono di corsa David e sua moglie, trafelati. Lei reggeva in mano un vassoio con scodella, cucchiaio e un bicchiere.

-C'é un emergenza! La ragazza é uscita e...oh, é qui.

-É colpa mia se David nonn si é accorto di nulla, gli avevo portato la cena.- si scusò la ragazza.

-L'importante é che non se ne sia accorto il padrone, altrimenti sarebbero stati dolori per tutti.- disse Ruby.

-Posso farvi una domanda?- chiese Belle -Come mai lavorate in questo castello?-

-Tempo fa abbiamo fatto dei patti con Rumpelstiltskin, ma non siamo riusciti a rispettarli fino in fondo. I primi ad arrivare siamo stati io e mia moglie- disse David, prendendo la mano della compagna -poi sono arrivate Granny e Ruby, e alla fine Marco, suo figlio e Archie.

-E adesso ci sei tu Belle, ma non credo che il padrone ti costringerà a lavargli i vestiti. Tu sei un ospite- disse Archie.

-Ospite? Solo perché invece di tenermi in cella mi ha dato una stanza e mi ha invitata a cena?- Se quello era il modo di trattare un ospite, Gaston era la modestia fatta persona!

-Il padroen é fatto così, e noi non possiamo farci niente. Benne, ora che la nostra nuonva arrivata ha finito la cena, chi mi acccompagna a farle fare un giro?- propose David.

-Vengo io- disse Archie, richiamando a sé Pongo, che aveva appena finito di ricevere una buona dose di coccole da August.

-Buon giro.- le augurarono gli altri, quando il quartetto uscì dalla stanza.

 

Percorrere i corridoi del Castello Oscuro in compagnia era decisamente meglio che farlo in solitaria. Non che Belle avesse paura del buio, ma da sola avrebbe potuto finire in qualche stanza in cui non le era permesso entrare.

-E questa é la sala da ballo, ma per quanto ne sappiamo il padrone non l'ha mai usata.- le disse Archie, mostrandole una stanza grandissima, con una parete composta unicamente da vetrate e un vecchio lampadario appeso al soffitto.

Per un attimo, davanti agli occhi della ragazza, sembrarono materializzarsi delle figure danzanti, con le dame in lunghi e bellissimi abiti, e un'orchestra che suonava una dolce melodia. Le sembrò anche di vedere sé stessa, vestita con un abito dorato, ballare tra le braccia di un uomo di cui non riusciva a scorgere il volto.

Che bella sala. É davvero un peccato non usarla pensò Belle, allontanandosi.

Arrivati davanti ad una scala a chiocciola, Belle chiese ai dua uomini dove portasse, ma i due cercarono di cambiare discorso.

-Niente, non c'é assolutamente neinte- disse Archie.

-Sì, la Torre Ovest é un posto assolutamente noioso- gli fece eco David, prima di accorgersi dell'errore commesso.

La Torre Ovest, il posto dove Rumpelstiltskin le aveva vietato l'accesso. Dentro Belle si stava facendo sempre più forte la curiosità. Che male poteva fare dare un'occhiatina innocente, giusto per togliersi lo sfizio?

Fece per iniziare a salire la scala, quando Archie la fermò -E se invece ti portassimo a vedere la biblioteca? Quella del castello é fornita di ogni tipo di libri: enciclopedie, dizionari, atlanti, manuali, romanzi...

-E su qualunque argomenti: natura, storia, scienza, romanzi d'avventura, d'amore...

E citando i vari argomenti, i due iniziarono ad allontanarsi con il cane alla volta della biblioteca, senza accorgersi che Belle non li stava seguendo.

Rimasta sola, la ragazza chiamò a sé tutto il suo coraggio e salì la scala, fino ad arrivare ad una grande stanza circolare, con enormi finestre verticali e scaffali colmi di libri.

In un angolo vide un arcolaio con un mucchio di paglia, mentre al centro c'era un tavolo con ampolle e strani strumenti a cui non sapeva dare un nome.

Ma ad attirare la sua attenzione furono due oggetti, uno specchio quadrato e un ritratto, realizzato a mano su un foglio di pergamena.

Lo prese in mano per esaminarlo meglio alla luce della luna piena che entrava nella stanza (il temporale era ormai finito).

Era il ritratto di un ragazzo intorno ai quattordici-quindici anni, dai capelli e dagli occhi scuri. Se non le fosse sembrato impossibile, poteva affermare che il raagzzo assomigliava a...

-Che ci fai qui?-

Spaventata dalla voce, Belle si girò per trovarsi davanti Rumpelstiltskin, arrabbiato come non l'aveva mai visto fino a quel momento e che sembrava volesse ucciderla con le sua stesse mani.

Rimettendo il foglio sul tavolo, cercò di scusarsi: -Mi dispiace, non volevo, io...

-Tu? Tu cosa? Sei venuta qui per cercare di soprire i punti deboli della bestia per eliminarla, vero?- la accusò lui -Non ti volgio più nel mio castello, vattene! Le urlò, spaventandola ancora di più e facendola fuggire giù per le scale.

Rimasto solo, si rese lentamente conto di quello che aveva fatto.

-Che cos'ho fatto, Bae?- chiese, prendendo in mano il ritratto del figlio.

 

-Belle, abbiano sentito il padrone urlare, che è successo?- le chiese David, andandole incontro.

-Non intendo restare qui un minuto di più, addio!- disse la ragazza, prendendo la mantella e uscendo fuori dal castello.

Arrivata davanti al cancello lo aprì, montò su Philippe, che era stato fino a qualche minuto prima nelle scuderie, dopo essere stato accudito da David, e lo spronò a correre, non reggeva più l'idea di restare in quel castello.

Se lo spavento era passato, era arrivata la rabbia verso Rumpelstiltskin per il modo con cui aveva continuato a trattarla da quando era arrivata nel maniero, come se fosse un oggetto di cui fare quello che più gli piaceva.

Come era accaduto con suo padre, iniziarono a sentirsi degli ululati, ma sempre più forti e vicini.

Con la coda dell'occhio, Belle vide che un branco di lupi la stava inseguendo e la paura si impadronì di lei.

Philippe, fermato da un lupo sbucato davanti a lui, si imbizzarrì, facendola cadere a terra.

Non trovando niente con cui difendersi, iniziò a correre, sperando di seminare gli animali, ma quelli sembravano avere le ali alle zampe, essendo sempre ad un passo dal raggiungerla.

Si fermò davanti ad un albero, venendo subito circondata dal lupi.

Preparandosi a subire il loro attacco, Belle chiuse gli occhi, ma proprio in quel momento un altro lupo sbucò fuori dal nulla, attraccando quelli che l'avevano inseguita.

L'animale, dal pelo nero e folto, ringhiando e mordendo, riuscì a scacciarne un paio, ma altri lupi si avventarono su di lui. Delle frecce iniziarono a colpire il branco, e quando Belle si girò, nella direzione da cui erano arrivate, vide Granny, con una balestra in mano e un mantello rosso sulle spalle.

Riconoscendo il mantello di Ruby, uno stranissimo pensiero si insinuò nella sua mente: e se il lupo che l'aveva soccorsa, e nel frattempo stava avendo la meglio, fosse la sua amica?

Ma prima che avesse modo di completare il suo pensiero, sentì il ringhio di un altro lupo.

L'animale, più grande di quelli che l'avevano inseguita, chiaramente il capobranco, si preparava ad attaccare quando venne trattenuto da un campo di forza bluastro.

-Svelta, scappa!- le gridò Rumpelstiltskin, tenendo il lupo sotto il controllo della sua magia.

È venuto a salvarmi? Riuscì a pensare Belle, mentre iniziava a correre, continuando a guardarlo.

Distratto dallo sguardo della ragazza su di sé, Rumpelstiltskin non si accorse che l'incantesimo di bloccaggio si era infranto e il lupo gli saltò addosso, ferendolo al braccio destro.

Quando il lupo cercò di morderlo, il Signore Oscuro svelto gli attraversò il petto con la mano e ne estrasse il cuore dell'animale, facendolo cadere per terra.

Stringendolo forte nella mano, lo ridusse in polvere, uccidendo il lupo.

Belle sgranò gli occhi nel vedere quella scena. Il Signore Oscuro era venuto per salvarla, ancora stentava a crederlo. E aveva anche ucciso per proteggerla.

-Belle, stai bene, sei ferita?- le chiese Ruby, tornata a essere una ragazza dopo che sua nonna le ebbe gettato addosso il mantello.

-Sto bene, ma..ma tu..-

-È una lunga storia, ti spiegherò meglio al Castello. Perché adesso tu torni con noi, vero?- le domandò, con un sorriso.

Sentendo un gemito di dolore alle loro spalle, le ragazze si girarono e videro Rumpelstiltskin che si teneva il braccio ferito, mentre il sangue si espandeva sulla stoffa della camicia.

Belle gli andò incontro, superando la carcassa del lupo e aiutandolo a sorreggersi. Non se la sentiva proprio di lasciarlo in difficoltà dopo che lui aveva rischiato la sua vita per salvarla. -Venite, vi riporto al Castello.- gli disse gentilmente.

E presero la via del maniero, seguiti da Ruby e Granny, per teneva per le redini Philippe, sfuggito dall'attacco dei lupi.

 

Dopo aver recuperato dei panni puliti, delle bende e aver scaldato dell'acqua, Belle si preparò a medicare le ferite di Rumpelstiltskin. Per fortuna non erano poi tanto profonde come potevano sembrare.

Radunati nella sala del caminetto, tutti i servitori osservavano la raagzza che si prendeva cura del padrone di casa, seduto su una poltrona.

Quando il Signore Oscuro emise un gemito di dolore per il contatto della stoffa sulle ferite, tutti indietreggiarono, anche il cane, temendo che potesse lanciare un incantesimo per sfogarsi.

-Le farebbe meno male se mi lasciasse lavorare – disse Belle.

-tutto questo non sarebbe successo se tu non fossi andata nella Torre Ovest- bisbigliò l'uomo, abbastanza forte perché si riuscisse a sentire.

-Ho sbagliato, e lo ammetto, ma lei non avrebbe dovuto arrabbiarsi tanto.

-Mi sono arrabbiato il giusto, visto che avevi trasgredito ad un mio preciso ordine.

-Bene, allora quando avrò finito di medicarla mi rinchiuderà nel sotterraneo.

-Certo che lo farò, dearie. A differenza tua, io mantengo sempre la parola data.

E si chiusero entrambi in un silenzio ostinato.

Belle riprese la parola quando iniziò ad applicare le bende: -Mi avevano detto che il Signore Oscuro non poteva essere ferito.

-Beh, avevano torto, non ti pare?- disse ironico Rumplestiltskin strappandole un sorriso.

Quel sorriso fece sentire meglio lo stregone, voleva dire che Belle non lo odiava come temeva. E non aveva neanche paura di lui, se aveva trovato il coraggio di rispondergli a tono e se non si era ritratta disgustata nel toccarlo. Ne era sempre più certo, era lei quella giusta.

-Comunque volevo ringraziarla...per avermi salvato la vita- Belle quasi si sentì arrossire nel dire quelle parole.

Non ne capiva il perché. Certo, Rumpelstiltskin era stato molto coraggioso nel venire a salvarla, e lei voleva dimostrargli la sua riconoscenza. Non aveva motivo di arrossire, giusto?

-É stato un piacere, dearie.-

 

 

 

Buon Natale, gente!

Quante cose in questo cap: il misterioso dottore, Graham che si ribella, il litigio, la fuga e la riappacificazione tra i nostri adorati.

Ora però ci sono delle domande: dove é finito Graham? Perché Ruby può diventare un lupo? Lo so che lo sapete, ma io ho cambiato un po' la storia. Infatti Rumpel può essere ferito, senza il pugnale.

Se siete state attente, ho inserito due citazioni non Disneyane: le avete indovinate?

A presto,

hg93

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Falling in love, step by step (Prima parte) ***


Era ormai passato un mese da quando Belle era arrivata al Castello Oscuro, e poco per volta si era abituata a quella nuova vita.

Ogni mattina si svegliava nella sua stanza (Rumpelstiltskin aveva deciso di non farla tornare nel sotterraneo dopo che si era presa cura di lui) e per tutta la giornata dava una mano a Ruby e gli altri, ma i pasti doveva consumarli insieme al padrone di casa.

Proprio durante uno dei loro incontri, Belle aveva avuto un'ulteriore prova che, in fondo, Rumpelstiltskin minacciava tanto, ma non sembrava realemente intenzionato a farle del male.

 

 

-Rumplestiltskin, avrei una richiesta da farle- disse Belle, quel pomeriggio, mentre Granny portava un vassoio con il thè.

Erano nella sala del camino, quella dove aveva curato le ferite del Signore Oscuro, e che usavano sempre per prendere il thè.

-Chiedi pure, dearie, e io valuterò la tua offerta- le rispose il padrone del castello, mentre dava un occhiata alla fasciatura sul braccio. Sarebbe stato più semplice curarsi con la magia, ma in fondo ricevere soccorso da Belle era stata la cosa migliore, un occasione in più per osservare da vicino il volto della fanciulla.

-Vorrei dare una mano a Ruby e gli altri a tenere pulito il castello. Non sono abituata a farmi servire tutto il giorno, e rischio di annoiarmi- spiegò lei.

-Come preferisci. Qui sei tu la padrona, e puoi gestirti le giornate come più ti aggrada- disse Rumpelstiltskin, dopo averci pensato un po' su -Detto questo, ti dispiacerebbe portarmi uan tazza di thè, dearie?

Belle annuì e prese la tazzina, bianca con i bordi azzurri, come il suo vestito. Se la rigirò tra le mani, quando le venne in mente che, per prendergliela, la mano di Rumpelstiltskin e la sua si sarebbero sfiorate. A quel pensiero si sentì qualcosa che le stringeva la bocca dello stomaco. Non era la prima volta che passava un oggetto ad un'altra persona, allora perchè solo l'idea di un contatto fisico con lui le faceva quell'effetto?

-Ti sei incantata, dearie?

Il suono di quella voce la scosse dai suoi pensieri, facendole scivolare la tazzina dalle dita, che cadde sul pavimento.

-Mi..mi dispiace, non volevo farla cadere.- si scusò, inginocchiandosi a raccoglierla. Così facendo, notò che si era rotto un pezzo del bordo. -Si é scheggiata, ma si nota appena.

-È solo una tazza- disse lui. Come faceva quella ragazza a preoccuparsi tanto per un pezzo di ceramica?- Adesso la mia voce ti spaventa, dearie?

-No, stavo pensando a...a niente di importante- rispose Belle, porgendogli la tazza piena di thè. Non poteva certo dirgli che stava pensando a lui.

Notando l'aria triste comparsa sul volto della ragazza, Rumpelstiltskin pensò che avesse ricordato la vita di prima, con suo padre, lontana dal mostro che l'aveva imprigionata. E si vergognò di averla portata via da una vita che, per quello che ne poteva sapere, era felice.

 

 

Ogni volta che ripensava a quella scena, Belle si sentiva sempre più goffa e stupida. Non capiva proprio cosa le fosse preso, era come se non avesse più il controllo delle sue azioni.

-Belle?

E come se non bastasse, ci pensava in continauazione a quel piccolo incidente, anche se erano passate già due settimane.

-Belle?

E il comportamento di Rumpelstiltskin, poi. Sembrava che non gli importasse di quello che faceva, come se al posto suo ci fosse l'aria. Eppure un pochino doveva importargli di lei, altrimenti non sarebbe andato di corsa a salvarla.

-Belle, sei ancora con noi o stai inseguendo le fate?

La ragazza sbattè le palpebre. Era talmente presa dai suoi pensieri che non si era accorta che Mary Margaret la stava chiamando.

-Scusa Mary, mi ero distratta.

-Non preoccuparti, me n'ero accorta. Volevo avvisarti che io vado in camera mia a dormire un po', sono più stanca del solito in questi ultimi tempi. Potresti togliere tu le ultime tende, per favore?- le chiese la brunetta.

-Certo, vai pure, tanto mancano solo quelle della sala e dopo le porto in lavanderia. Ci vediamo più parti.

E mentre Mary Margaret andava negli “appartementi” della servitù, Belle prese la scala e si diresse verso al sala da pranzo.

Aprendola, mancò poco che le venisse un colpo quando Rumpelstiltskin, che le dava le spalle, mentre filava.

Se quando era salita nella Torre Ovest si era stupita di vedere della paglia, restò senza parole quando vide che questa veniva filata e trasformata in fili di oro zecchino.

Recuperando un po' del suo coraggio, bussò alla porta:- Posso entrare, Rumpelstiltskin?

Sentendosi chiamare, il padrone del castello si girò e vide la ragazza sulla soglia della porta, che reggeva una scala. Sembrava parecchio imbarazzata -Ma certo, dearie, entra pure.

Belle entrò e si diresse verso una delle due finestre. -Devo togliere le tende- disse, come spiegazione.

-Fa pure, non sarò certo io a negarti il piacere dei lavori domestici.- disse, tornando a guardare l'arcolaio.

Dopo aver appoggiato la scala al muro, la ragazza vi salì e iniziò a cercare di sfilare le tende, ma l'operazione risultava più difficile del previsto.

Infastidita, iniziò a tirare più forte, finché si girò verso Rumpelstiltskin, per chiedergli: -Ma per caso queste tende sono state inchiodate?

-Non saprei, tendo a dimenticare le cose quando guardo girare la ruota- si girò verso di lei -Di che cosa parlavamo, dearie?- le domandò, strappandole un sorriso.

Notando che era in evidente difficoltà, si alzò e le si avvicinò. Almeno se fosse successo qualcosa, lui sarebbe stato lì ad aiutarla.

Dando un'occhiata distratta dietro alle sue spalle, Belle si accorse che Rumpelstiltskin era alle sue spalle e, presa da una strana agitazione, diede uno strattone più forte alla tenda, facendola staccare ma, così facendo, perse l'equilibrio.

Si preparò all'urto con il pavimento e sentiva già un lamento di dolore nascerle in gola, ma l'unica cosa che riuscì a percepire era che qualcosa la teneva sollevata. E rendendosi conto che quel qualcosa erano le braccia di Rumpelstiltskin, arrossì di colpo, soprattutto nell'accorgersi che lo stava guardando negli occhi.

Quegli occhi dorati, come la paglia filato dal suo arcolaio, come il Sole che li stava illuminando, non le sembravano più folli o inquietanti, ma sorpresi e allo stesso tempo preoccupati.

Dal canto suo Rumpelstiltskin era completamente stregato dalle iridi azzurre di Belle, chiare come l'acqua e prive della puù piccola traccia di paura.

Quello che sentirono in quegli istanti era indescrivibile, erano talemnte vicini che, se avessero voluto, avrebbero potuto baciarsi.

-Grazie- balbettò Belle, riprendendosi per prima, seppure a malincuore, da quel momento di magia.

-Non c'è problema- rispose lui, posandola a terra.

Fece per tornare all'arcolaio, ma si fermò: -Aspetta, meglio che ti dia una mano.

Schioccò le dita e le tende si staccarono da sole, posandosi delicatamente sul pavimento.

-Non posso certo permettere che tu rischi di nuovo la vita, non ti pare, dearie?- le domandò.

A quelle parole, Belle arrossì: -N-no, certo che no.

Prese le tende e, ringraziandolo di nuovo, uscì dalla stanza, con una grande inquietudine nel cuore.

Cos'era quella sensazione che aveva provato prima, stando tra le sue braccia?

 

 

Ma quanto era estesa quella maledetta foresta?

Doveva raggiungere il Castello Oscuro il più velocemente possibile e avvisarla del piano che si stava complottando alle sue spalle.

Perchè quella era la cosa giusta da fare, non certo quello che pensavano gli altri.

 

 

-Hai rischiato di cadere e il padrone ti ha salvata?- le domandò Ruby, dopo che Belle ebbe raccontato a lei e Mary Margaret quello che era successo nel pomeriggio.

-È colpa mia, avrei dovuto essere lì ad aiutarti e invece sono andata a dormire- si scusò la brunetta.

-Non preoccuparti, l'importante é che non mi sia fatta niente.

-Piuttosto, perché avevi sonno, Mary Meg? Forse tu e David siete impegnati a fare altro, la sera?- chiese Ruby, maliziosamente.

La ragazza arrossì, donando un po' di colore al volto solitamente bianco come la neve: -No, anche se in un certo senso David c'entra. Sono incinta.

-Ma é fantastico!- esclamò Belle. Anche se era arrivata per ultima, si era affezionata subito a tutti.

-David come l'ha presa, é contento? Preferisci che sia un maschietto o una femminuccia?- Ruby iniziò a fare domande una dietro l'altra, non riusciva a tenere a freno la curiosità.

-Lo sa, ed é contentissimo. Pensate che sta già progettando la culla con Marco. Lui vorrebbe un maschietto, ma io sono sicura che sia femmina e...

Contagiata dall'aria felice che aveva assunto Mary Margaret, parlando della sua gravidanza, Belle si chiese come si sarebbe sentita lei, quando sarebbe diventata madre? Sarebbe stata una brava mamma? Ma domanda più urgente, chi sarebbe stato il padre?

Gaston no di certo, già non sopportava l'idea di averlo come marito, figuriamoci come padre dei suoi figli.

E a proposito di padri, come stava il suo? Non aveva modo di avere notizie dal mondo al di fuori del castello.

Forse Rumpelstiltskin possedeva qualche oggetto capace di vedere fuori dalle mura del Castello Oscuro. Forse lo specchio che aveva visto quand'era stata alla Torre Ovest, quello che era vicino al ritratto del ragazzino. Quando lo aveva preso tra le mani, le era sembrato che avesse una certa somiglianza con il Signore Oscuro, che fosse suo figlio?

Se fosse stato così, voleva dire che era un uomo, prima.

Ma prima di cosa?

 

 

 

Salve gente. Spero che questa prima parte vi sia piaciuta, e vi siate commosse almeno un po'. Quei maledetti degli autori, perché li fanno soffrire così?

E poi cosa succederà, chi parla nel quarto paragrafo? E come parlerò del passato della “servitù”? Lo scoprirete nel prossimo cap.

Adesso devo lasciarvi, la scena del ballo mi aspetto (sono avavti coi tempi).

A presto,

hg93

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Falling in love, step by step (seconda parte) ***


-Congratulazioni per la tua bambina, Mary Margaret.-

La ragazza bruna si sentì arrossire. Come faceva il padrona a sapere che era incinta? E poi in questi casi non si diceva “bambino”?

-Grazie signore- disse lei, uscendo dalla stanza, dopo aver portato il the a Belle e al padrone.

-Come fate a sapere che aspetta un bambino?- gli domandò la ragazza.

-Ho doti di preveggenza, uno dei tanti poteri del Signore Oscuro, dearie.- rispose lui, riempendosi la tazza di the. Belle notò che si trattava della stessa tazza che lei aveva scheggiato per sbaglio. Pensandoci meglio, usava solo quella.

-Mi fa piacere che ci sia un bambino in più al castello, August rischiava di sentirsi solo.-

-Ha il padre. Finché c'é anche uno solo dei genitori, non si é soli.- disse Rumpelstiltskin, tristemente. Non passava giorno senza che pensasse a Bae, gli mancava terribilmente.

-Dipende, io avevo mio padre, eppure mi sentivo sola. Lui non é mai stato molto affettuoso. Mia madre é morta di un brutto male quand'ero piccola, non ho nessun ricordo di lei.-

Si mosse il labbro nervosamente, stava per fargli la domanda che l'aveva tormentata dal pomeriggio precedente.

-Lei per caso aveva un figlio? La prima sera che sono arrivata qui ho visto il ritratto di un bambino, era lui?- domandò timidamente.

Vedendo che Rumpel non rispondeva, arrossì:- Scusi, non volevo essere indiscreta.

-Avevo un figlio. Ma l'ho perso, come ho fatto sua madre-

Ripensò a Milah, sua moglie. Era la donna più bella del villaggio in cui viveva prima di diventare l'Oscuro, coi capelli neri come la notte e gli occhi castani.

Molte volte si era chiesto perché aveva sposato proprio lui, ma si era sempre risposto che l'amore era cieco e cose del genere, ela vita era perfetta.

Tutto era cambiato dopo la nascita di Bae e il ritorno di Rumpel delle Guerre degli Orchi. Quando aveva scoperto che suo marito si era azzoppato di proposito per tornare da lei e dal bambino, Milah aveva smesso di amarlo e non faceva altro che rinfacciargli la sua codardia.

Alla fine se n'era andata di casa, senza nemmeno lasciare una lettera di spiegazioni.

Dopo che era diventato l'oscuro, Rumpelstiltskin era andato a cercarla, sperando che Bealfire potesse essere con sua madre. Invece aveva scoperto che era morta in un naufragio, su una nave pirata, dopo che si era unita alla ciurma come amante del capitano. Da quello che era riuscito a capire, non c'erano ragazzini a bordo, in quella notte di tempesta.

-Quindi, prima di tutto questo avevate una famiglia...eravate umano- la voce di Belle lo strappò dai suoi pensieri.

-Sì, ma...é stato molto tempo fa, e da allora sono successo tante cose.- indicò sé stesso -Perché, pensavi che ci fossi nato con questo aspetto? Che fossi sempre stato un mostro?

-No, non intendevo questo. Voi non siete un mostro, Rumpelstiltskin, nascodete la vostra umanità al mondo. Gli offrite un immagine così diversa da quello che siete in realtà, che la gente finisce per farsi un idea sbagliata.

Belle bevve un sorso di the, prima di riprendere a parlare: -Io non so quello che vi é successo, ma sappiate che quando vorrete parlarmene, io sarò qui per voi.

Come faceva a essere così gentile e comprensiva con lui, Rumpel proprio non riusciva a spiegarselo. Era sempre più affascinato da lei, non solo dal suo aspetto fisico (perché che fosse una bella ragazza era innegabile). Era gentile, rispettosa, volenterosa, dimostrava un coraggio ed una capacità di compernsione mai visti in nessun altro essere umano.

-Ci penserò, dearie.

Lo sapevo, lo sapevo che non é come appare! pensò Belle.

Il Signore Oscuro non era incapace di provare sentimenti umani. Il tono triste che aveva usato per parlare di suo figlio e l'ombra di malinconia che era apparsa nei suoi occhi volevano dire che soffriva ancora, che il suo amore per il figlio era ancora vivo nel suo cuore.

Belle la trovò una cosa molto dolce.

 

 

-Secondo me dovreste chiamarla Vanessa.

-Lilian é molto meglio.

-Magari Ruth, come mia madre.

Archie, Marco e David stavano facendo a gara per suggerire il nome per la futura bambina di Mary Margaret.

Belle non si unì alla chiacchierata, preferì andare a sedersi vicino a Ruby su una panca. La ragazza si stringeva il mantello rosso, addosso, era passata da poco la luna piena.

-Tutto bene?- chiese Belle.

-Sì, stavo...stavo solo pensando ad Anita, mia madre.- disse Ruby.

-Ti manca?

-Io...non ho molti ricordi di lei. É stata uccisa da alcuni cacciatori quando ero piccolissima, anche lei poteva..diventare un lupo, con la luna piena.

-É stata colpa mia, solo colpa mia- disse Granny, avvicinandosi alle ragazze.

-Da bambina sono stata attaccata da un lupo che aveva ucciso la mia famiglia. Questo – si sollevò la manicarivelando alcuni cicatrici sull'avambraccio, simili a quelle che aveva riportato Rumpelstiltskin, quando aveva salvato Belle – é quello che mi fece, quella notte. Oltre a maledire la nostra famiglia!

-Nonna!

-É così, Ruby! Se quella notte me ne fossi stata in casa, adesso non saremmo qui e tu saresti libera di fare quello che ti pare. Ho vissuto per anni isolata, cercando di reprimere il lupo, e sono tornata alla civiltà solo dopo averlo vinto con l'autocontrollo. Anita, mia figlia, lei amava diventare un lupo, le piaceva essere controllata dalla bestia. Quando la uccisero, avevi solo tre anni, sentì il bisogno di proteggerti, volevo che tu avessi una vita diversa. Sono andata da Rumpelstiltskin per procurarmi qualcosa per aiutarti.- indicò il mantello -Quello, in cambio del lavoro nel suo castello.

La nipote la abbracciò:- Tu non mi hai maledetta nonna, hai fatto tanto per aiutarmi, mi hai cresciuta. E io ti voglio tanto bene.

-Anch'io ti voglio bene. Ma tieni su il cappuccio!

-Helen? É elegante.

-Rose, é delicato.

-Joan, é forte.

-Che ne dite di Emma?- proprose August.

Tutti si girarono nella direzione del bambino, che stava lavorando su una balena intagliata.

-Emma. Mi piace- disse la futura mamma.

-Anche a me. Sento che é il nome giusto per la nostra bambina- aggiunse David, accarezzando il ventre di sua moglie.

 

 

Si era perso.

Nonostante fosse un cacciatore esperto, si era perso nel bosco.

Chissà, forse Regina per punirlo di non stare dalla loro parte, gli aveva fatto un incantesimo per fargli perdere l'orientamento. Aveva sempre avuto il sospetto che quella donna fosse un po' una strega.

Imprecando, Graham riprese a camminare, mangiando dei frutti di bosco che aveva trovato per strada.

Doveva arrivare a quel castello!

 

 

-Dearie, potresti venire con me, per favore?

La ragazza si girò di scatto quando sentì la voce di Rumpelstiltskin, andando quasi a sbattere contro il camino, da cui stava togliendo la cenere.

Rialzandosi e togliendosi la polvere dal vestito e dai capelli, seguì il padrone di casa lungo il corridoio, prima di arrivare davanti ad una porta dove Belle non era mai entrata prima.

Aprendola, l'uomo le rivelò qualcosa che fece accendere il sorriso sul volto della ragazza: una grandissima e ricca biblioteca, con librerie di legno intagliato che arrivavano a toccare il soffitto, grandi vetrate e un camino enorme in un angolo.

-É meravigliosa.- bisbigliò.

-Ho bisogno di una persona che se ne occupi. Mi avevi detto una volta che ami i libri, e ti voglio offrire la possibilità di lavorare in questa biblioteca. Accetti?- le chiese Rumpel.

Senza rendersene conto, Belle lo abbracciò: -Sì, lo voglio!

Due secondi dopo, si accorse di aver risposto come se avesse accettato una proposta di matrimonio.

Si staccò da lui, arrossendo: -Voglio dire...accetto di lavorare nella sua biblioteca.

-Bene. Naturalemente, se vorrai leggerli, non te lo impedirò. Sono già due mesi che vivi qui, e penso che i libri ti manchino.- le rispose lui, nascondendo l'emozione che aveva provato, quando le braccia di Belle avevano circondato il suo collo.

Il cuore gli batteva così forte nel petto che temeva che potesse essere sentito dalla ragazza.

A saperlo che avresti reagito così, Belle, ti avrei portato in biblioteca molto tempo fa.

Era da un bel po' che voleva darle qualcosa in cambio per essersi occupata di lui. E per restituirle il sorriso. Quel sorriso che gli faceva dimenticare tutte le sue preoccupazioni.

Poco per volta si era scoperto sempre più innamorato di Belle, e avrebbe fatto di tutto per renderla felice.

Quanta bellezza c'era anche solo nel nome della ragazza? Non riusciva neanche a pronunicarlo, doveva sempre chiamarla dearie. Non era un nome, era un incantesimo.

E lui era completamente affascinato, conquistato, stregato da lei!

Ma per lei sarebbe stato lo stesso? Il solo pensiero che Belle non lo ricambiasse lo faceva soffrire, sentiva che sarebbe morto se lei non lo avesse amato.

No, Belle doveva amarlo!

 

 

Ma che cosa mi é preso oggi pomeriggio? continuava a chiedersi Belle, rigirandosi nel letto.

Era stata così felice quando Rumpel le aveva mostrato la biblioteca, ma stranamente il picco di felicità lo aveva raggiunto in quell'abbraccio durato pochissimo.

Il cuore aveva iniziato a batterle fortissimo, ma in un modo che non le era mai capitato prima.

Un pensiero le attraversò la mente: e se si trattasse del famoso batticuore che veniva alle ragazze innamorate che leggeva nei romanzi?

Questo era davvero paradossale, aveva passato anni a rifiutare le proposte di Gaston, eppure quel pomeriggio non aveva esitato a dire di sì a Rumpelstiltskin, anche se si trattava di lavorare nella sua biblioteca.

Però continuava ad arrossire, e ogni volta che aveva qualcosa in mano rischiava di farla cadere se lui era nelle vicinanze.

E quel impulso di baciarlo, quando l'aveva presa tra le sue braccia per non farla cadere, che aveva represso a fatica.

Non poteva negare che si era spaventata non poco quando lo aveva visto la prima volta, però poco per volta si era abituata al suo aspetto.

E quegli occhi, così dorati. Sembravano folli, ma nascondevano una tristezza infinita.

Belle non voleva più vederlo triste, voleva che Rumpelstliltskin ricominciasse ad essere felice, ad amare.

Perché lei ne era innamorata, e tanto. Solo ora se ne rendeva conto.

Ma lui l'avrebbe ricambiata.

 

 

 

 

Allora gente, la stra dose di fluff di questo capitolo é solo una assaggio di tutta quella che ci sarà nel prossimo cap, quello con la scena del ballo. E direi che serve il fluff, con quello che sta succedendo nel telefilm.

Buone notizie, siamo a due terzi della storia, ho deciso di farla di dodici capitoli perché la loro puntata era la dodicesima della prima serie.

Faccio i miei complimenti a Dora93 per aver indovinato l'enigma dello scorso capitolo, il paragrafo parlava di Graham.

Grazie a chi leggerà e/o recensirà.

A presto,

hg93

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** A dance of love and magic ***


-Disturbo, dearie?-

La voce di Rumpel e il lieve bussare sulla porta della biblioteca distorsero gli occhi azzurri di Belle dal libro che stava leggendo. Aveva appena finito di spolverare gli scaffali e stava riposandosi leggendo un po', seduta sul tavolo.

-No, stavo solo facendo una piccola pausa- gli rispose, sorridendo.

-Deve essere un libro interessante, eri curva come se volessi entarci dentro.- disse lui, avvicinandosi.

-Hai mai letto la storia di Re Artù? É davvero emozionante, uno dei libri più coinvolgenti che abbia mai letto.

-A dire il vero, no. Molti di questi libri erano già qui quando sono arrivato e non ho mai avuto il tempo per leggerli.- si sedette vicino a Belle, facendole venire il batticuore. -Ma se tu mi dicessi quali sono i libri più belli, potrei riscoprire il piacere della lettura.

Vincendo l'emozione e il battito del suo cuore, Belle gli porse il libro:- Ti va di leggerlo insieme? Anche il Signore Oscuro può prendersi un pomeriggio di pausa.

Rumpelstiltskin rimase per due secondi a pensarci su. Non poteva certo sprecare un'occasione simile, starle accanto fianco a fianco, sentire più da vicino il delicato profumo di fiori che emanava ed ammirare le mille sfumature castane dei suoi morbidi boccoli.

-Mi piacerebbe molto.

Aprendo il libro, Belle non poté fare a meno di pensare a quanto l'idea di avere accanto Rumpel la riempisse di gioia, avvertire il brivido delle loro mani che si sfioravano, percepire il suo sguardo dorato su di sé. Tutto questo la rendeva immensamente felice, più di quanto non lo fosse mai stata in vita sua.

-Bene. C'era una volta...

 

 

-Gente, se vi dico quello che ho visto, non ci credete!- esordì Ruby, entrando in cucina, dove c'era tutta la servitù.

-Sono passata dalla biblioteca per vedre come se la cavava Belle, e l'ho vista...

-Che le piace leggere non é un segreto per nessuno- la interruppe David.

-Insieme a Rumpelstiltskin? Seduti sul tavolo fianco a fianco? Venite a vedere se non mi credete.

E tutti insieme si precipitarono verso la biblioteca, guardando dalla porta socchiusa.

-E pensare che non ci volevo credere- disse David.

-Però sono carini insieme- bisbigliò Mary Margareth.

-Papà, se il padrone si innamora di Belle, poi diventerà buono, vero?- chiese August.

-Non lo so, figliolo. Forse sì.

-Dite che lei é innamorata?- domandò Ruby.

-Esistono casi di persone che si innamorano del loro carceriere, sidrome di Stoc...qualcosa- disse Archie. Era affascinato dalle malattie più strane, e sperava di diventare un medico, ma aveva rinunciato per stare vicino a Marco, con cui era cugino alla lontana. Le autorità del villaggio in cui vivevano prima ritenevano che l'attività di falegname di Marco non era sufficiente per sfamare lui, August e Archie, e si erano visti costretti a chiedere l'aiuto dell'Oscuro, pur di restare tutti insieme. Far perdere le loro traccie, in cambio del lavoro nel Castello Oscuro.

-Non le sondromi e l'amore il pranzo non si preparerà. Torniamo in cucina, o il padrone si arrabbierà.- la voce di Granny scosse il gruppetto dall'ammirare al coppietta. Anche se non l'avrebbe mai ammesso, persino la vecchia signora si era intenerita.

 

 

Nei giorni successivi, Rumpelstiltskin e Belle si trovarono tutti i pomeriggi a leggere insieme.

Arrivarono in breve alla fine del libro, ma il finale li lasciò con l'amaro in bocca.

-Povero Artù, senza più un regno, il suo maestro, e sua moglie.- disse Belle, chiudendo il libro.

-Non riesco a crederci. Tra tutto quello che poteva succedere, il suo miglior cavaliere gli porta via sua moglie. É...é ingiusto- Rumpel aveva preso molto sul personale il tradimento coniugale del leggendario re. Lui aveva perso sua moglie, sapeva come ci sentiva quando la donna con cui si era sposati ti abbandonava per un altro. Certo, lui aveva perso Milah per la sua codardia e l'insofferenza della donna, ma non gli era sembrato che Artù avesse sbagliato in battaglia o come marito. O almeno, questa era la sua sensazione, -Perché si é comportata così, lei?

-Chi lo sa. Forse Lancillotto poteva offrire qualcosa di diverso a Ginevra.

-Ma se era sposata con Artù, un poco doveva amarlo.

-Sicuramente. Anche se, secondo me...- Belle si interruppe. Stava per dire qualcosa sull'amore, e aveva paura di apparirgli banale e sdolcinata.

-Sì?- chiese Rumpel, invogliandola a continuare.

-Secondo me, l'amore ha molte faccie e tanti modi per esprimersi. E un mistero da scoprire ogni giorni, con la persona giusta. - con te, pensò -Nel mio villaggio c'era un ragazzo, Gaston. Voleva che accettassi la sua proposta di matrimonio, ma era troppo superficiale e pieno di sé, non avrei mai potuto amarlo.

Il Signore Oscuro sospirò. La ragazza gli aveva confidato molte cose sul suo passato, adesso toccava a lui.

-Sei ancora disposta ad ascoltare la mia storia? Di scoprire come sono diventato...quello che sono?

La ragazza annuì e Rumpelstiltskin iniziò a parlare.

 

 

-E dal giorno in cui tuo figlio é sparito, sei sempre rimasto da solo?- domandò Belle, intristita dalla storia.

-A parte i sette, quasi otto, laggiù in cucina? Esattamente, poi é arrivato tuo padre e, beh, il resto lo sai.

Belle osservò meglio il volto di Rumpelstiltskin, pervaso dalla tristezza e dal dolore per aver rievocato il passato. Voleva con tutta sé stessa riportagli il sorriso, fargli capire che, nonostante tutto quello che aveva passato, era ancora amato.

-Ora che ci penso, non abbiamo ancora fatto di quando sono arrivata. Ti andrebbe di...di farla stasera?- domandò, sperando con tutto il cuore che le rispondesse di sì.

La proposta della raagzza aveva lasciato di stucco Rumpel, non pensava che si ricordasse ancora di quella cena. A prima vista poteva sembrare che non le importasse di lui, ma osservando le guance rosse e notando il tono esitante della sua voce, si capiva che glielo aveva chiesto per tirargli su il morale.

-Penso che questa sia un'ottima idea, dearie.

 

 

-No. no. No!

Con uno sbuffo per niente signorile che le usciva dalle labbra, Belle si gettò sul letto, sopra ai vestiti che aveva scartato. Anche se l'armadio della sua stanza era pieno di bellissimi vestiti, le sembrava che nessuno andasse bene per l'occasione. D'accordo, era una cena. Ma una cena con Rumpelstiltskin!

L'abito rosa? Infantile. Quello blu? Troppo scuro. Quello verde? Non era il suo colore.

Le sareppe piaiuto che esistesse davvero il vestito dorato, quello che le era sembrato di “vedere”, la sua prima sera al Castello.

-Quel vestito sarebbe perfetto.- sospirò. E pensare che fino a due mesi prima non si faceva problemi sui vestiti o ad apparire bella, ma per Rumpel ci teneva ad apparire al meglio.

Il suo sguardo, precedente fisso a studiare il soffitto, scese verso l'armadio, semivuoto tranne per uno sciame per uno sciame di luci azzurre.

Uno sciame di luci azzurre?! E stavano scomparendo, lasciando spazio al vestito dorato a cui i pensieri della ragazza erano indirizzati fino a pochi secondi prima.

-Ma...ma come?- chiese, a mezza voce, frastornata dalla sorpresa.

Lentamente, iniziò a mettersi il vestito, senza accorgersi della fata che stava volando fuori dalla finestra, lasciando una scia di luci dietro di sé.

 

 

Per tutta la durata della cena, Rumpelstiltskin non aveva mai tolto gli occhi di dosso a Belle. L'aveva folgorato, comparendo davanti a lui con quell'abito dorato, come se incarnasse un fascio di sole, come se vestisse di luce.

-Sei...bellissima!- le aveva detto, facendola arrossire. E non era più riuscito a dire altro, il cuore doveva essergli salito in gola per l'emozione.

Si sentiva quasi fuori posto, rispetto alla ragazza, così perfetta con quel fare regale, mentre lui si vedeva come uno straccione, anche se david gli aveva assicurato che era molto elegante, con il completo nero che indossava in quel momento.

Dopo che Marco e Ruby ebbero portato via l'ultimo piatto, belle fece per seguirli, ma Rumpel la fermò. -Aspetta...devo farti vedere una cosa- la prese per mano e la condusse in una stanza in cui la ragazza non metteva piede dal suo arrivo.

La sala da ballo era splendente, con le finestre che davano sul cielo stellato, e centinaia di candele che irradiavano luce dal lampadario.

Era come l'aveva vista nella sua visione.

-Posso avere l'onore di questo ballo, dearie?- le chiese, porgendole la mano, sperando che la ragazza non avvertisse il cuore che gli batteva come un tamburo nel petto.

-Certamente- rispose Belle, con un sorriso dolcissimo.

Mentre posava la mano sinistra sulla spalla di Rumpel e intrecciava le dita dell'altra mano con quella dell'uomo, Belle percepì l'ormai abituale morsa alla bocca dello stomaco, accompagnato da un brivido quando la mano destra del suo partner si posò leggera sul suo fianco.

Iniziarono a muoversi al ritmo di una melodia dolcissima che si diffondeva da chissà dove nell'aria.

Sebbene nessuno dei due avesse mai studiato danza, il ballo era perfetto, i passi eseguiti alla perfezione.

L'oro dell'abito di Belle si avvicinava senza esitazione al nero del completo di Rumpelstiltskin.

Non era una semplice danza tra un uomo e una donna, era il ballo tra due anime affini, tra la luce della giovinezza di lei e le tenebre della magia di lui.

Era una danza di amore e magia, vecchia come il tempo, ma irresistibile.

 

 

Grimm, Perrault e Andersen, ho distrutto la scena più bella di sempre! Vi prego, ditemi che qualche parte di questo cap si salvava, l'attesa per Lacey mi rende insicura di quello che scrivo.

Rumpel, come avete letto, non ha il completo elegante della Bestia perché proprio non ce la facevo a immaginarmelo con quel vestito, basta pensare al rosso accesso che indossava in “In the name of the brother”. Ho preferito un look alla Gold.

Ho fatto leggere loro la leggenda di Re Artù perchè è una delle mie storie preferite e per riferimento ad una scena del musical della Bella e la bestia.

Grazie e chi leggerà e/o recensirà.

Hg93 (e perdonate ancora lo scempio. Mi sembra di averli resi terribilmente OOC).

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** The true monster ***


Dopo un paio di balli, Rumpelstiltskin e Belle iniziarono a sentirsi un po' stanchi, con la testa che girava.

Silenziosamente, come quando l'aveva portata nella sala da ballo, il Signore Oscuro la condusse in giardino, mettendosi a passeggiare.

Le stelle che brillavano in cielo, un vento fresco che soffiava, le rose che erano sbocciate nelle aiuole, era l'atmosfera perfetta per una dichiarazione d'amore.

Però Rumpel non poteva far comparire una rosa dal nulla, inginocchiarsi e dirle “Mi rendo conto di aver sbagliato tante cose nella mia vita, ma sento che con te accanto posso cambiare, vuoi sposarmi?”, era meglio prendere il discorso alla lontana.

-Sei felice di vivere qui, dearie?- le chiese, un po' esitante.

-Sì, mi trovo molto bene qui, con te e gli altri. Solo...- rispose la ragazza, fermandosi. Avrebbe tanto voluto sapere cosa ne era stato di Maurice, se si era messo il cuore in pace, se fosse malato oppure no.

-Solo?

-È per mio padre. Vorrei sapere come sta. Anche se il nostro rapporto non era dei migliori, è l'unico parente che mi rimane.

Rumpel rimase sorpreso. Quando aveva fatto uscire Maurice dalla cella e l'aveva visto assalire Belle non gli aveva dato per niente l'impressione di un padre che si preoccupava di sua figlia. Gli era sembrato che all'uomo importasse di più di Gaston, il ragazzo nominato dal fioraio e che, come Belle gli aveva detto quel pomeriggio, aspirava alla mano della giovane.

Ma non poteva sopportare l'idea che Belle soffrisse per il padre. Pazienza per la dichiarazione, ci sarebbero state altre serate.

-Nella Torre Ovest c'è uno specchio che permette di vedere quello che una persona desidera. L'avevo creato per cercare mio figlio, ma non ho mai ottenuto risultati. Sicuramente ti permetterà di vedere tuo padre.

Prendendola per mano per la terza volta quella sera, si recò insieme a Belle nella Torre Ovest, dove le porse lo specchio.

Quello che vide la ragazza le riempì il cuore di angoscia: suo padre era nella foresta, stretto nel mantello, che tossiva. Non riuscivaa vederlo così sofferente, doveva andare da lui.

-Ti prego Rumpel, fammi andare a prenderlo. Lo porterò al Castello e lo curerò. Non...non posso lasciarlo da solo, potrebbe morire.

-Tuo padre non accetterebbe mai di farsi curare qui, piuttosto si lascerebbe morire.- il Signore Oscuro le dava le spalle. Stava per prendere una decisione troppo difficile, non ce la faceva a guardarla negli occhi. -Riportalo a casa e restaci. Non sei più mia prigioniera.- Non lo sei mai stata.

Belle non riusciva a capire perchè Rumpelstiltskin fosse diventato di punto in bianco così freddo nei suoi confronti, se fino a pochi minuti prima era gentile e sereno.

-Sono libera?-

L'unica risposta che ottenne fu un cenno della testa.

Rumpel si sentì il cuore battere fortissimo quando avvertì le braccia della ragazza chiudersi intorno a lui, la testa sul suo petto:- Grazie per aver capito quanto mio padre sia importante per me.

Veloce com'era arrivato, l'abbraccio si sciolse e Belle si allontanò, per andare in camera a cambiarsi d'abito.

Dopo pochi minuti la vide dalla finestra che prendeva Philippe dalle stalle e correva fuori.

In preda ad una rabbia furiosa contro sé stesso e Maurice, prese lo specchio e lo lanciò contro la parete opposta, facendo a pezzi quel portatore di brutte notizie.

Iniziò a fare a pezzi qualsiasi oggetto che gli capitasse sotto le mani, arrivando al servizio da thè, rimasto nella stanza.

Prese in mano la tazza scheggiata e caricò il braccio per il lancio, ma si fermò. No, non poteva separarsi da quella tazza.

Se la strinse al petto e iniziò a piangere, dandosi del codardo per aver allontanato da sé la donna di cui era perdutamente innamorato, senza svelarle il suo amore.

L'unica cosa che gli rimaneva era un cuore vuoto e una tazza col bordo spezzato.

 

 

-Belle se n'è andata!

Tutta la servitù si girò di scatto quando Archie diede la notizia.

-Com'è possibile? Il padrone non ha fatto niente per fermarla?- chiese David.

-Non é possibile, avrebbe almeno fatto un salto qui a dirci addio!- Ruby non riusciva a crederci. Lei e Belle erano diventate amiche, la ragazza non l'aveva evitata dopo aver scoperto del lupo, ed era sempre stata gentile con lei. No, doveva esserci sotto qulacos'altro.

-Forse é successo qualcosa a suo padre e il padrone l'ha lasciata andare.- suggerì Marco.

-Allora questo significa che Belle tornerà, vero?- chiese August.

In quel momento si sentirono dei colpi sulla porta di servizio, che dava all'esterno del castello.

Granny recuperò la balestra, Mary Margaret afferrò la scopa e suo marito si armò della padella, mentre Marco metteva in salvo August.

Archie si posizionò dietro la porta afferrando la maniglia e ruby si slacciò il fiocco del mantello. Erano i Giorni del Lupo, e se lo sconosciuto avesse provato ad attaccarli, sarebbe andato incontro ad una brutta fine.

Aperta la porta si trovarono davanti un giovane uomo dai capelli e dalla barba castana, vestito alla maniera dei cacciatori.

Sembrava che non mangiasse da giorni, ed accennò appena un paio di passi, prima di rischiare di cadere sul pavimento.

 

 

-Ecco qui, una tazza di zuppa calda é quello che ci vuole per rimettersi in forze- disse Granny, porgendo al giovane una ciotola fumante.

-grazie signora- rispose , gettandosi sulla zuppa e su un poco di pane che gli avevano portato

-Questo é il Castello Oscuro, giusto?- chiese, tra un boccone e l'altro.

-Sì, é questo signor...- rispose Archie.

-Graham. Devo vedere Belle, é una cosa urgente.

-Belle se n'è andata via pochi minuti fa, non sappiamo dove sia.- disse Ruby.

-Cosa?- urlò il cacciatore -Dobbiamo farla tornare qui subito! Portatemi un cavallo, Belle non deve andare al villaggio- si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta.

-Cosa? Perchè?- chiese David, senza capirci niente -E poi lei è troppo debole, ha rischiato di svenire pochi minuti fa

-Ma non posso lasciarla andare, è in pericolo! Suo padre vuole rinvhiuderla in manicomio per aver deciso di stare qui al castello.

-Vengo con te- disse Ruby, togliendosi il mantello.

-Ruby, è pericolo. Non puoi..-

-No, nonna. Belle è amica mia, non lascerò che le facciano del male.

Porse il mantello a Graham:- Preparati a vedere qualcosa di incredibile.

 

 

L'ululato lontano scosse Belle dai suoi pensieri, e la fece avvicinare alla finestra, da cui si vedeva la finestra e la luna piena che svettava in cielo.

Sperando che i suoi amici non se la fossero presa troppo per la sua partenza improvvisa, si girò e guardò il padre che riposava. Era riuscita a trovarlo e a caricarlo su Philippe, per poi dirigirsi alla volta della loro casa.

Per fortuna l'uomo aveva preso solo molto freddo, ma si era premuraat di coprirlo con più coperte.

Si chiese come stesse Rumpelstiltskin. Prima, quando erano nel giardino, le aveva dato l'impressione che volesse dirle qualcosa di molto importante, ma ci aveva ripensato dopo che lei aveva espresso la sua intenzione di andare dal padre.

-Belle?- domandò il fioraio, aprendo gli occhi.

-Papà, grazie al cielo stai bene!- la ragazza gli gettò le braccia al collo, venendo ricambiata. -Mi sei mancato tanto, sai?

-Come hai fatto a scappare dal castello di quella bestia?- le chiese Maurice, sciogliendo l'abbraccio.

-Non sono scappata papà, è stato Rumpelstlitskin a lasciarmi andare.

-Perchè chiami quel mostro per nome? É una bestia, hai dimenticato quello che ci ha fatto?

-Ma adesso è cambiato, è diverso.

Maurice non riusciva a crederci, sua figlia difendeva a spada tratta il Signore Oscuro. Un terribile dubbio iniziò a formarsi nella sua mente, ma sperava di sbagliarsi.

-Come fai ad esserne così sicura?- le domandò, con voce tremante.

-Perchè io...io...

-Tu ti sei innamorata di lui.- concluse l'uomo, inorridito.

Belle non potè fare a meno di annuire.

Maurice si alzò dal letto: -Non preoccuparti, risolveremo questo problema.

Problema? Perchè suo padre parlava del suo amore come di un problema da risolvere?

-Che cosa intendi, papà?- chiese Belle.

Dalla porta di casa arrivarono dei colpi.

Aprendo la porta Belle vide un uomo vestito di nero, che nonn aveva mai visto prima al villaggio, seguito da Gaston e da Regina, che stava dando un sacchetto di monete ad un uomo.

-Ben fatto Jefferson, questo è il tuo compenso.- disse la donna. L'idea di mettere qualcuno di guardia alla casa dei Frenche era stata geniale.

-Buana sera signorina French, sono il dottor Julian Whale.

-Salve. Non...non era necessario che veniste, mio padre non ha niente.

-Lo sappiamo, stiamo qui per te.- disse Gaston.

-Cosa? Ma io...Papà, che sta succedendo?-chiese Belle, rivolgendosi all'uomo che era arrivato dietro di lei.

-Belle, questo dottore è qui per te, ti aiuterà con il tuo problema.

-Quale problema? Io sto benissimo, sei tu ad avere un problema, papà.

Sono grande e libera di fare le mie scelte, e di innamorarmi di chi mi pare!- esclamò Belle.

-Che cosa sta dicendo, Maurice?- chiese Gaston.

-Dice di essersi innamorata del Signore Oscuro. Quel mostro deve averla stregata- rispose l'uomo.

A quelle parole, Gaston tentò a crederci. Non era possibile, Belle doveva essere sua! -Motivo di più per rinchiuderla!

-Cosa?- urlò Belle.

-Vedi Belle, io e tuo padre avevamo fatto un patto. Lui andava a liberarti, e io ti sposavo, altrimenti saresti stata rinchiusa nel manicomio del dottor Whale.

A quelle parole, la ragazza si accorse del carrozzone con la scritta Asylum. E per la prima volta, vide che il vero mostro di tutta quella storia erano quelli che aveva davanti.

-Gaston, vai al castello e uccidi quel mostro- disse Maurice -Forse con la sua morte salveremo mia figlia dal suo maleficio.

-Non è Rumpelstiltskin ad essere il mostro. Tu lo sei!- urlò Belle.

Il ceffone dell'uomo atterrò violento sulla guancia della giovane. Nessuna figlia parlava così al proprio padre.

Il dottore e Regina afferrarono Belle per gli avambracci e la trascinarono nel carrozzone, fermando la porta con una sbarra, mentre Gaston montò su un cavallo e si diresse di corsa verso il Castello Oscuro.

-Ci troverai alla taverna di Regina. E porta la sua testa!- gli gridò Maurice.

-No! Ti prego papà, non farlo!- lo pregò Belle.

-Lo faccio per il tuo bene. Solo per il tuo bene- e si allontanò.

Belle iniziò a piangere. Non per il padre che aveva perso, ma per Rumpelstiltskin, che temeva di non vedere mai più.

Se Rumpel fosse morto si sarebbe portata dietro il rimorso di non avergli detto che lo amava per il resto della sua vita.

Se solo qualcuno fosse venuto a salvarla. Ma chi?

 

 

Ed ecco qui il terzultimo capitolo. Come avete potuto leggere, è nel classico stile della Rumbelle, ci saranno sempre dei casini che li tengono lontani. Ma dico io, gli autori sono sadici? Beh, io no.

Allora, in questo cap due citazione. Il piano per la dichiarazione d'amore è presa (anche se abbastanza alla buona) da Robin Hood, così omaggio anche la versione comparsa in “Lacey”. E il nome del nostro dottore malefico dal personaggio precedentemente interpretato dallo stesso attore in Alias.

E adesso cosa succederà? La nostra protagonista verrà salvata? E Gaston riceverà il giusto trattamento?

Lo sapremo presto (spero).

Grazie a chi leggerà e/o recensirà

hg93

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** The True Love Kiss ***


 

Jefferson non ce la faceva a vedere una giovane donna rinchiusa dal suo stesso padre. Se fosse successa una cosa del genere alla sua Grace non avrebbe potuto sopravvivere al dolore.

Certo, aveva bisogno di soldi per provvedere a sé stesso e alla sua sua figlioletta, ma non a discapito della vita di un altra persona.

Controllando alle sue spalle, nel caso in cui Regina o il signor French tornassero, Jefferson tornò al carro e iniziò a trafficare con la sbarra che fermava la porta, attirando l'attenzione della rinchiusa.

-Cosa...cosa state facendo?

-Perdonatemi per quello che è successo signorina French. La signora Mills mi aveva promesso dei soldi se l'avessi avvisata del vostro ritorno, ma non avrei mai pensato che vi facessero questo.- si scusò Jefferson, aiutandola a scendere a terra. -L'ho fatto per mia figlia, non posso perderla.

-Non preoccupatevi, vi perdono. Adesso devo andare al Castello Oscuro, è questione di vita o di morte.- disse Belle, avvicinandosi a Philippe.

Proprio in quel momento comparve dal bosco un lupo nero che portava sulla schiena Graham, visibilmente stanco, stretto in un mantello rosso. Dopo essere sceso a terra, il cacciatore lo gettò sul lupo, che si ritrasformò in Ruby.

-Belle, grazie al cielo stai bene.- la ragazza-lupo corse ad abbracciare l'amica, che guardava stranita Graham.

-Graham, tu che ci fai qui?

-È venuto al Castello per avvisarti di non tornare a casa, tuo padre...

-...vuole rinchiudermi, lo so, lo ha fatto. È stato lui- e indicò Jefferson – a liberarmi. Devi ritrasformarti in lupo e portarmi al Castello, Rumpelstiltskin è in pericolo.

-Perchè, cos'è successo?- chiese Graham.

-Gaston sta andando a ucciderlo, devo fermarlo.

Ruby riprese le sembianze di lupo, mentre Belle ringraziava di nuovo Jefferson e gli suggeriva di fuggire con la figlia.

Dietro alle due ragazze, il cacciatore le seguiva su Philippe.

Sto arrivando Rumpel!

 

 

Gaston pensò che fosse troppo facile. Era arrivato al Castello Oscuro e non aveva trovato nessuno che provasse a fermarlo.

Si rigirò il pugnale tra le mani. Era una lunga lama storta che in genere usava per scuoiare gli animali, ma sarebbe andata più che bene per uccidere l'Oscuro.

Sentendo dei passi, si nascose in una nicchia occupata da un armatura, preparandosi a colpire alle spalle la bestia che aveva osato stregare Belle.

Invece, da una scala a chiocciola, vide scendere un ragazzo dai capelli rossi, dall'aria decisamente spaventata, a cui andò incontro un tipo castano.

-Allora, sei riuscito ad avvertire il padrone?- chiese il secondo.

-No, appena ho provato ad avvicinarmi ha minacciato di trasformarmi in un grillo. È di umore nero, come prima che arrivasse Belle.

-Speriamo che Ruby e quel Graham la trovino.

Graham? Cosa c'entrava lui? Sta a vedere che li aveva traditi ed era andato ad avvertirla.

Gaston si ripromise di occuparsi anche di lui, ma prima l'Oscuro.

Aspettò che i due si allontanassero, e iniziò a salire la scala verso la Torre Ovest.

 

 

-Sei sordo, Archie? Ti ho detto di andartene!- disse Rumpelstiltskin, sentendo dei passi dietro di sé. Era troppo chiedere di restare da solo con il suo dolore?

Girandosi però non vide il rosso domestico, ma un ragazzo con i capelli neri, che teneva in mano un pugnale, puntato contro di lui.

-Io sono Gaston LeGume. E voi, bestie, avete stregato la mia Belle.

-Gaston? Ah sì, Belle mi aveva parlato di te. H adetto che eri superficiale, pieno di te...e che non ti avrebbe mai amato.- nonostante avesse il cuore a pezzi, Rumpel non perdeva il suo sarcasmo. E poi, come si permetteva quel tizio con la faccia da pesce lesso a entrare nel suo castello, dov'erano i domestici? E perchè aveva definito Belle come sua?

-Oh, mi amerà una volta che vi avrò ucciso e l'incantesimo che le avete scagliato contro scomparirà.

-Io non le ho lanciato addosso nessun incantesimo...ma forse potrei cominciare con te- disse Rumpel, lanciandogli una sfera di fuoco.

Schivandola, Gaston si lanciò contro l'Oscuro, che scomparve in una nuvola di fumo viola, ricomparendo dall'altro capo della stanza.

-Battetevi lealmente, bestia. Se vi riesce, morite da uomo e non da codardo che si nasconde dietro la magia!- urlò il cacciatore.

Sei un codardo! La voce di Milah rieccheggiò nella mente di Rumpel, ma fu solo un attimo. Quello era il suo passato, adesso doveva combattere per il suo presente e per un futuro con Belle.

-Come volete. Sapete tirare di scherma?- domandò, trasformando il pugnale in una spada e facendone comparire una tra le sue mani. -Perchè io sì.

Se Belle fosse stata nella stanza, si sarebbe trovata in mezzo ad una scena che sembrava uscita dai suoi libri: due uomini che si sfidavano a singolar tenzone per il cuore di una donna.

Il cacciatore si trovò ben presto in difficoltà. Con gli anni Rumpel aveva viaggiato tanto e imparato anche a usare la spada, con cui saltuarmente si allenava con David, un principe che era stato bandito dal padre per essersi innamorato di una popolana. La loro fuga vrebbe potuto finire con la morte dei due innamorati se il Signore Oscuro non ne avesse simulato la dipartita, con un incantasimo, in cambio dei loro servigi nel castello.

Il clangore delle lame che si scontravano risuonava per tutto il castello, e fu proprio quello ad indicare la strada a Belle, che era appena arrivata.

Con un ultima stoccata, Rumpelstiltskin bloccò Gaston contro il muro, vicino ad una delle finestre, facednogli cadere di mano la spada, che ritornò un pugnale.

Premendogli una mano sul collo, con l'altra gli entrò nel petto, stringendogli il cuore.

Alle grida di dolore del ragazzo se ne aggiunse un altra: -Rumplestiltskin, fermati!

-Belle- bisbigliò l'Oscuro, prima di mollare la presa e girarsi, trovando la ragazza sull'ultimo gradino, che riprendeva fiato.

Corse da lei, facendo scivolare Gaston sulla parete.

-Sei tornata da me- disse, stringendola tra le sue braccia, sentando rinascere la magia di quando, poche ore prima, avevano ballato insieme.

La ragazza gli sorrise dolcemente, prima di avvicinare il suo viso a quello dello stregone.

 

 

Gaston era mezzo intontito dal dolore, ma non gli sfuggiva quello che accadeva a pochi metri da lui.

Belle, la sua Belle, tra le braccia di quel mostro che l'aveva quasi ucciso, tanto vicino da sembrare che stava per...anzi, non sembrava, stava per baciarlo!

Pieno di gelosi, prese il pugnale, si gettò e colpì Rumplestiltskin alle spalle.

Spingendolo lontano da sé, l'Oscuro lo lanciò contro la finestra, facednolo precipitare fuori dalla stanza, dritto tra le braccia della morte.

Tenendolo stretto a sé, Belle fece sedere Rumpel per terra, sfilando il pugnale dalla ferita e gettandolo lontano.

-È tutta colpa mia. Se non me ne fossi andata...

-Non preoccuparti Belle, è meglio così. Me lo merito, ho fatto troppe cose cattive in vita mia.

-No, non dire così. Hai avuto Baelfire, hai me, non puoi lasciarci. Tuo figlio tornerà, ne sono sicuro. E io sarò con te per sempre.

-Belle...- la mano dell'uomo si posò delicatamente sulla guancia della giovane -Tu sei stata il mio raggio di sole in un esistenza pervasa dall'oscurità. Sei riuscita a tirare fuori il bene in me, quando credevo di non essere più capace di amare. Perchè io ti amo...e ti amerò per sempre.

E chiuse gli occhi, i battiti del cuore che rallentavano sempre di più.

-Rumpel, ti prego, resta con me. Ti amo anch'io!- prendendogli il viso tra le mani, Belle lo baciò.

Una luce azzurra iniziò a brillare sul corpo dell'ex Signore Oscuro, costringendo Belle a chiudere gli occhi.

Quando li riaprì davanti a lei c'era un uomo magro, con i capelli castani un po' grigi sulle tempie, lisci e lunghi fino alle spalle, il viso roseo con qualche ruga. Gli occhi invece erano castani.

-Rumeplstiltskin?- chiese, con un filo di voce, sorpresa e un po' spaventata.

-Belle- l'uomo la guardò con uno sguardo colmo d'amore, prima di abbracciarla.

-Ce l'hai fatta, Rumplestiltskin, hai spezzato la maledizione- questa nuova voce, femminile, li fece girare entrambi.

A parlare era stata una donna vestita d'azzurro, con un paio di ali da libellura sulla schiena e una bacchetta tra le mani.

-La Fata Turchina.- disse Rumpel.

-Come ti dissi, solo il Bacio del Vero Amore avrebbe potuto spezzare la maledizione del Signore Oscuro. È tutto merito di questa giovane. Siate felici, ve lo meritate.- e sparì.

I due innamorati rimasero per un po' abbracciati a guardare il cielo che, da blu pieno di stelle, si tingeva di rosa.

-Inizia un nuovo giorno- disse Rumplestiltskin.

-Una nuova vita- rispose Belle.

-La nostra nuova vita.

E con il Sole che riempiva la stanza di luce, si baciarono, scambiandosi promesse di amore e speranza per il loro futuro insieme.

 

 

 

Mica avrete creduto che Jefferson fosse passato al lato oscuro?

LeGume è il cognome del Gaston disneyano, ho pensato che ci stesse bene citarlo.

Ehy, non crediate che sia finita qui.

Il prossimo e ultimo capitolo è già scritto, devo solo riportarlo sul pc.

Come avete letto, la scena del combattimento e della trasformazione è un vero e proprio mix tra il telefilm (varie scene, Rumbelle e non) e il film (la sequenza temporale) ma, per i Grimm, non posso scrivere tutto papale papale.

Grazie a chi leggerà e/o recensirà.

Hg93

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Happily ever after ***


-Sei pronta Belle? Gli ospiti stanno arrivando.- la informò Rumpel, mentre la ragazza finiva di spazzolarsi i capelli.

-Arrivo- rispose lei, sorridendo al marito.

Erano sposati da quasi sei mesi, e da allora la loro vita era stata perfetta, nonostante non ci fossero ancora notizie su Bae e Maurice si fosse rifiutato di parlare con la figlia.

Dopo che la maledizione era stata spezzata, Rumpelstiltskin era stato informato di cosa Maurice aveva cercato di fare a Belle e, dato che non aveva più magia, si era deciso di denunciare il fioraio e la locandiera al principe Filippo, futuro regnante di quelle terre.

Per la sua correttezza morale, Graham era stato nominato sceriffo, col compito di vigilare sul villaggio, mentre i due erano stati processati per atti contrari alla altrui volontà e imprigionamento illecito, e condannati alla prigionia a tempo indeterminato. Whale era scomparso.

Belle aveva chiesto alla principessa Aurora, moglie del principe, di concedere al padre un giorno di libertà per partecipare al suo matrimonio, ma l'uomo si era rifiutato, sostenendo che la figlia per lui era come morta.

E adesso che era arrivato il Natale la ragazza un po' si intristiva pensando al genitore, ma sentire i canti di gioia che rieccheggiavano nel castello le restituiva il sorriso.

Quando aveva chiesto a Rumpel di invitare gli abitanti del villaggio a festeggiare il Natale al castello si era quasi aspettata che dicesse di no, e invece all'ex-stregone era sembrata un buona idea.

Arrivata col marito nella sala del ballo, Belle rimase senza parole vedendo l'enorme abete addobbato. E capì perché negli ultimi giorni Ruby e gli altri (Rumpel aveva offerto agli ex servitori la libertà, ma ormai il Castello Oscuro era la loro casa, non avevano un altro posto dove stare) non le permettevano di entrare in quella stanza.

-Piaciuta la sorpresa?- domandò Ruby, venendole incontro.

-È meravigliosa. Ma come...

-Ci siamo fatti dare una mano dal falegname. E anche da un certo Peter- la ragazza-lupo arrossì nominando il giovane fabbro, impegnato a parlare con Marco dall'altro capo della stanza.

Mary Margaret parlava con una biondina, Ashley, mentre i loro mariti, David e Sean, erano in adorazione delle rispettive figliolette, Emma e Alexandra, nate a pochi giorni di distanza, quasi due mesi prima.

Accanto alla culla August giocava con Nicholas, Ava e Grace, nell'ordine figli del taglialegna e di Jefferson, che stavano aiutando Archie e Granny a portare dolci e bevande calde a tavola.

Erano presenti anche le tre ex pretendenti di Gaston, Astrid con Leroy, Abigail con Frederick, una giovane guardia, e Morgan con Keith, un collega sceriffo di Graham, l'unico assente della serata, per il momento.

-Posso portarle via mia moglie per un attimo, signorina Lucas?- chiese Rumpelstiltskin, procedendo sostenuto da un bastone. Purtroppo aveva ripreso a zoppicare, senza il sostegno della magia.

-Certo signore.

-Oh Rumpel, tutto questo è...è meraviglioso!

-Solo il meglio per te, amore mio. Ti devo così tanto, è per merito tuo se questo è possibile.- disse l'uomo, porgendole un pacchetto.

-Una rosa rossa? È bellissima.

-Avevo pensato ad una collana di diamanti, ma dopo mi sono ricordato che anche il diamante più brillante diventa opaco, paragonato a te. E poi le rose sono il fiore adatto a te, bella e capace di lottare per sé stessa. È stato proprio questo che mi ha fatto innamorare di te.

Belle stava per abbracciarlo, quando sentì a voce di August che la chiamava: -Belle? Grazie per il libro, è bellissimo.

Il bambino teneva tra le mani il libro di fiabe che la ragazza aveva ricevuto dal signor Glass, che stava dando ad Archie dei libri per riprendere i suoi studi di medicina.

-Tienilo con cura, August, è un libro molto speciale. Sai- si rivolse a Rumpel- leggendo quel libro sognavo di vivere straordinarie avventure. E subito dopo ho incontrato te.

-Un castello misterioso, un uomo vittima di un sortilegio oscuro...sì, sono tutti elementi di una fiaba.

-La nostra- disse lei, baciandolo.

TOC, TOC, TOC!

-Chi può essere? Ormai sono arrivati tutti.- disse Rumpel, avvistando Graham, al fianco di una ragazza dagli occhi a mandorla, che parlava con David a proposito di prenderlo come aiutante.

-Aspetta, vengo con te- Belle lo seguì, sollevandosi la gonna dell'abito per non inciampare.

Aprendo il portone, Rumpelstiltskin si trovò davanti un ragazzino sui quattordici anni, capelli e occhi scuri, che si stringeva in un mantello.

-Papà?

-Bae!

Con le lacrime agli occhi, Rumpel abbracciò il figlio, sotto lo sguardo stupito e commosso di Belle.

-Non ho fatto altro che cercarti. Dov'eri finito, figlio mio?-

-Quando sono scappato sono incappato per caso in un portale che portava un un altro mondo, un'isola dove non si invecchia mai. Ecco perché dimostro ancora quattordici anni. Era un posto bellissimo, dove i ragazzi giocavano sempre, ma tu mi mancavi moltissimo. Sei mesi fa la Fata Turchina è venuta da me, avvisandomi che eri tornato normale.

-E come hai fatto a tornare qui?

-Non è stato facile, lì non viene accettata molto facilmente l'idea che qualcuno se ne voglia andare. Poi ho incontrato un gigante che coltiva fagioli magici capaci di viaggiare tra i mondi e sono riuscito a tornare qui.

Si strinse forte al petto del padre:- Mi dispiace, è colpa mia se sei diventato l'Oscuro.

-Non pensarci più, Baelfire, adesso è tutto finito.- fece un cenno a Belle, facendola avvicinare. -Grazie a Belle possiamo tornare a essere una famiglia.

Il ragazzino ringraziò Belle, riconoscente -Grazie.

Stringendo a sé il figlio ritrovato e il suo Vero Amore, Rumpelstiltskin richiuse la porta.

Ora potevano dire di aver raggiunto il loro lieto fine.

E vissero per sempre felici e contenti.

 

 

 

Ho finito la mia storia. Ho...finito...la mia... storia. E ora che faccio?

Scherzi a parte, ho un paio di storie già in cantiere.

Allora, che ne ne pare del ritorno di Bae? Lo so non sembra un granché, ma è il massimo che la mia testolina ha escogitato in un periodo di esami universitari. Ma sono sempre disposta a riscriverlo, se non vi convince.

Ringrazio per avermi messa nelle ricordate: Lady Andromeda.

Per avermi messo nelle preferite: annachiara27, Beauty (la mia fonte di ispirazione), Capinera, criccra, Ersilia, jarmione, Jessica21, JessyNine, licet, Nimel17, parveth89, Rachel_Star, Romantic_Dreamer, violanassi.

Per avermi messo nelle seguite: 1252154, 7sun_hi13, Anya83, areon, Asdrubala, Austen95, Belleaiken, callas d snape, Clitemnestra_Artemisia, DarkAngelMax452, Emily Gold, emily silente, Frasca94, Gwendolyn Fabray, Katharine, La bambina fantasma, Lelahel, Lety Shine 92, Lilypuf, LullabyJane, Marina94, Moonlove, Nimel17, PiccolaRumple, Sachi93, She is alone, Silvie de la nuit, Thomasina Tuckertone, tykisgel, _Wingless_ .

E le vostre recensioni, per quelle non vi ringrazierò mai abbastanza.

A chi ha letto, chi legge e chi leggerà questa storia, grazie di cuore.

historygirl93

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1336628