I don't love you like I did yesterday

di usemeholly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Past ***
Capitolo 3: *** Sorry. Can I dance with you? ***
Capitolo 4: *** Nightmare ***
Capitolo 5: *** So...I'm in love with you ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La Poway High School era un semplice liceo come tanti. I ragazzi che studiavano lì non erano diversi da tutti gli altri ragazzi che studiavano in altre scuole; c’erano giocatori di football, bulli, cheerleader,nerds,sfigati. Vincenti e perdenti. E anche Skye faceva parte di questa gerarchia.
Purtroppo ( o per fortuna, a detta di lei) la ragazza faceva parte del ultimo gruppo. Quello dei perdenti.
Ma a lei non importava, quel giorno più che mai.
Skye si avvicinò lentamente a tre ragazzi che si differenziavano da tutti gli altri, un po’ perché erano seduti in disparte da tutti, un po’ per il loro abbigliamento strano.
Il più alto indossava una maglia larga due volte lui e pantaloni tipici degli skate. I capelli erano biondi (sicuramente tinti) e aveva uno skate in mano. Parlava con altri due ragazzi, uno indossava una maglia a maniche corte blu e pantaloni larghi, simili a quelli del primo ragazzo, e un cappellino nero a coprire i capelli castani. L’ ultimo era un po’ più basso del ragazzo coi capelli biondi e sorrideva agli altri due ragazzi. Anche lui aveva i capelli tinti, ma di blu. Portava abiti molto simili a quelli dei suoi due amici, anche se sembrava più grande di loro.  Tom, Scott e Mark, i suoi migliori amici. Skye restò imbambolata a fissare i grandi occhi azzurro cielo del ragazzo più grande, finché questi non si scontrarono con i suoi altrettanto azzurri. Il ragazzo sorrise ancora di più e le fece cenno di avvicinarsi. La bionda non se lo fece ripetere due volte.
- hey ragazzi – salutò Skye con entusiasmo.
- Skye – dissero a mo di saluto gli altri tre.
- come mai così felice? – chiese il ragazzo con il cappellino alla bionda.
- oh Scott, come siamo impazienti! Ho una notizia per voi – annunciò entusiasta.
- spara! Sono impaziente – esclamò il più alto del gruppo.
Skye prese fiato e iniziò a parlare, un sorriso gioioso sul suo volto. – indovinate chi torna qui dall’ Europa –
Il più grande, che non aveva parlato per tutto il tempo e si era limitato a guardare gli altri tre, sussultò incredulo.
Incontrò gli occhi scuri del suo migliore amico, ingranditi per lo stupore e forse anche per la paura.
- Jennifer – sussurrò Tom (il biondo) tremando

































Angolo dell'autrice: Salveee!
Lo so, probabilmente nessuno leggerà quello che sto scrivendo, ma c' è bisogno di una spiegazione.
Premetto che tutto questo è colpa del sovraccarico di notizie che girano in questo periodo ( il nuovo album, il distacco dalla casa discografica, Mark e Tom che rivangano il passato ecc...) e io dovevo scrivere!
Quindi...eccoci qua.
Spero che qualcuno legga e mi farebbe piacere una recensione ( anche piccola piccola ) 
Un bacio :*
Usemeholly

PS. Il titolo della fanfiction è una frase della canzone "I don't love you" dei My Chemical Romance 


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Capitolo 2
*** Past ***


"Past"

Jennifer guardava fuori dall’ oblò con sguardo assorto. Il cielo era sereno e splendeva sul paesaggio che scorreva veloce sotto l’aereo. Una voce femminile annunciò l’arrivo a San Diego. Jennifer sospirò e si allacciò la cintura, facendo sobbalzare la figura al suo fianco. Un ragazzo dai capelli neri, con due gemme verdi incastonate ai lati del piccolo naso – molto spesso le ricordava quello dei bambini- la guardò.
- siamo già arrivati? – domandò il moro con voce assonnata.
- si, Blake – rispose la ragazza nervosa.
Blake se ne accorse e scoccò un bacio a stampo sulle labbra di Jen.
- andrà tutto bene – sussurrò ancora attaccato alle labbra della sua ragazza.
Lei si staccò e sorrise al ragazzo, mostrando una fila di denti piccoli e perfetti.
- grazie- disse, poggiandosi sul petto del moro, che la circondò con le grandi braccia.
 Restarono così per una manciata di minuti, finché l’aereo non fu atterrato. Presero le loro valigie e scesero dall’aereo. L’aeroporto era gremito di gente e Jen dovette aggrapparsi al suo ragazzo per non perdersi. Uscirono e presero un taxi.
- dove vi porto?- chiese il tassista ai due giovani.
Jennifer strinse la mano di Blake, rigido al suo fianco.
- Poway High School – disse Jen facendosi forza e puntando gli occhi, quasi verdi in quel momento, verso l’orizzonte.
Per tutto il tragitto cercò di non pensare cosa, o meglio chi, avrebbe trovato una volta arrivata.
 
 
Skye aspettò trepidante la fine della lezione. Jennifer sarebbe arrivata a momenti e lei non stava più nella pelle. Sorrise  a Scott, che, al suo fianco, aspettava nervoso la fine di quello strazio. Finalmente la campanella suonò, liberando i due ragazzi che subito corsero fuori dall’aula. Per i corridoi incontrarono Mark e lo trascinarono fuori.
- dov’è DeLonge?- chiese Scott non vedendo lo skater.
Mark scrollò le spalle dispiaciuto – è scomparso prima che io potessi trascinarlo fuori –
Skye assunse un’aria accigliata mentre Scott sospirò rassegnato.
- è un idiota – borbottò la ragazza, passando le dita tra i capelli biondi.
Il telefono distolse i tre dai  pensieri omicidi verso l’amico.
- Pronto?-
- Skye,sono Jen – gli occhi della bionda si illuminarono.
- Jennifer! Dove sei? –
- davanti al campus, ma non riesco a vederti –
La bionda fece segno ai ragazzi, che la guardavano inebetiti, di seguirla.
Intanto Jennifer cercava una testa bionda e, quando la vide, lasciò la mano del suo ragazzo per gettarsi, letteralmente, tra le braccia dell’amica.
Jen si  staccò e la osservò come prima non aveva fatto. Anche se di pochi centimetri, Skye era più alta di lei, i capelli biondi erano più lunghi dall’ ultima volta che si erano viste. Gli occhi, invece, erano sempre gli stessi. Azzurri. Profondi e splendenti.
- come mi sei mancata Skye! –
- anche tu! – rispose la bionda, riabbracciando l’amica, tenendola stretta in modo che nessuno la potesse portare via.
- Jennifer? – una voce che la mora riconobbe all’istante.
- Mark! – urlò  abbracciando l’amico.Dio, come erano cresciuti. Mark era diventato proprio un bel ragazzo,con quei capelli  tirati all’insù in stile ‘porcospino’ e gli occhi azzurri che brillavano come zaffiri.
 
L’amico l’abbracciò più stretta e sorrise – mi sei mancata, sorellina – disse usando il suo ‘soprannome’, infatti,anche se non erano fratello e sorella, loro si consideravano tali,visto il loro rapporto stretto.
- anche tu Hoppus –.
- c’è ne un po’ anche per me? – chiese un’altra voce che Jen non poteva dimenticare.
- Scott – abbracciò anche lui – Dio, come mi siete mancati –
 I ragazzi le sorrisero, comprendendola. Non era stata facile per nessuno la separazione, e ora che erano di nuovo tutti uniti, stentavano a crederlo.
Jennifer si voltò per fare cenno a Blake di avvicinarsi. Il ragazzo, un po’ titubante, obbedì.
- ragazzi, dov’è Tom? – domandò la ragazza preoccupata.
I tre si scambiarono un’ occhiata e fu Skye a rispondere – è in  punizione. Ma verrà alla festa di questa sera, tranquilla.-
- uhm, okay – disse Jen accennando un finto sorriso. – amici lui è Blake, il mio ragazzo – annunciò.
Blake andò subito a genio a tutti – anche a Skye che lo aveva guardato con occhio critico fin dal primo momento- e Jennifer si rilassò appena, finché…
- Jen –
Quella voce. La ragazza si paralizzò sul posto, le dita ancora intrecciate a quelle di Blake. La mora sospirò e si girò. Di fronte a lei c’era Tom. Più alto dall’ultima volta che si erano visti, i capelli erano tinti e non più castani e aveva un piercing al labbro. Nonostante tutto sembrava non essere cambiato poi così tanto. Ma Jen notò sul viso del ragazzo un’espressione che non aveva mai visto. Era un misto di freddezza, rabbia e qualcos’altro che la ragazza non riuscì ad identificare.
- ciao Tom – sorrise a disagio Jennifer.
Nessuno dei due ragazzi osò avvicinarsi anche solo per darsi la mano. C’era una lastra di ghiaccio tra loro che non si sarebbe sciolta, non subito almeno.
A rompere il silenzio imbarazzante fu Skye. – Jen,Blake, non dovete andare a posare le vostre valigie nel campus? –
- si, andiamo – disse la mora – ci vediamo questa sera –
I due fidanzati salirono sul taxi e sparirono dalla vista di tutti gli altri.
Tom rimase a guardare Jennifer che si allontanava; i lunghi capelli castani scompigliati dal vento e la figura minuta che scompariva dentro il taxi. Sospirò sentendosi ancora quegli occhi verdi su di sé.
Era stato un idiota. Un grandissimo idiota. Ma non era ancora pronto psicologicamente a riaccoglierla come avrebbe dovuto.
- Sei stato davvero molto accogliente – disse sarcastica Skye
Il biondo si limitò a borbottare a bassa voce, ma sapeva che Skye aveva ragione, solo che era troppo orgoglioso per ammetterlo.
- vado a farmi una doccia – disse e si congedò dagli altri.
- Tom! – gli urlò Mark, ma lui non si fermò.
Aveva un piano in mente, ma il suo stupido orgoglio gli impediva di dirlo anche agli altri.  Prese lo skate e si avviò verso la sua meta con un obbiettivo: doveva farsi perdonare da Jennifer.








Angolo dell'autrice: Buonasera/giorno/pomeriggio!
Eccoci qui con il primo capitolo! Che dire? Sorgono molti dubbi,vero? Sappiate che presto -si,come no- verrete a capo di tutto il mistero, ma per ora dovrete tenervi i vostri dubbi. 
Comunque vorrei chiarire delle cose: questa e la mia prima ff e non so quanto posso essere accettabile, secondo nella storia Mark ha solo un anno in più di Tom e Scott e tutti quanti vivono nel campus della scuola.
Bene, detto questo ringrazio
Layla e DeLonge per aver recensito, mi ha fatto molto piacere:)
Un bacio:*
Usemeholly



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Capitolo 3
*** Sorry. Can I dance with you? ***


"Sorry. Can I dance with you?"


Jennifer guardò con occhi vacui la sua camera. Era identica a come l’aveva lasciata quattro anni fa. Certo, ora i mobili non straboccavano più di libri, non c’erano poster sulle pareti e soprattutto non c’erano foto sul comodino della ragazza.  Le aveva prese tutte, tutte tranne una. Non era una foto particolare. Era stata scattata in una giornata di sole, quando lei e i suoi amici avevano deciso di fare una gita a San Diego. Nella foto c’era Skye, Scott, Mark, lei e Tom che sorridevano. L’immagine di quel Tom sorridente si sovrappose all’immagine del Tom di quella mattina e Jen sentì un groppo in gola.
Mi odi ancora Tom? pensò tra se la ragazza.
Una lacrima  scese lenta sulla guancia della mora, che subito l’asciugò.  Il cellulare suonò riempiendo il vuoto lasciato dal silenzio.
- pronto?-
- ehy Jen, sono Skye. Ricordi che questa sera c’è la festa? –
-ehm… si, certo! – mentì. Okay, se n’era completamente dimenticata.
Skye, conoscendola, non ne restò sorpresa.
Sospirò esasperata – bene, tra dieci minuti sono lì e ti porto a fare shopping –
Jennifer, seppur a malincuore, decise di accontentare l’amica – perfetto, a dopo –
Jen rimase col telefono sospeso a mezz’aria, sentendo il suono del campanello. Skye non poteva già essere arrivata. Non le aveva neanche dato il tempo di posare il telefono. Scese di sotto e aprì la porta pensando di trovarsi davanti alla bionda. Sbagliato. Sull’ uscio della porta c’era Tom.
Jennifer spalancò gli occhi e iniziò a balbettare.
- t-tu c-che ci fai qui? – domandò incredula e imbarazzata.
- Io… prendi la borsa, si esce – disse il ragazzo cercando di non far trasparire il suo nervosismo e sperando che l’amica accettasse.
- scordatelo – disse Jennifer impuntandosi ostinatamente.
Quel ragazzo era assurdo; prima decideva di trattarla come una pezza e poi pretendeva che lei lo seguisse come un cagnolino. E Jennifer non era di certo una ragazza arrendevole.
- come? – chiese Tom incredulo con un tono lamentoso.
- hai capito bene. S.c.o.r.d.a.t.e.l.o. –  
Stava perdendo la pazienza, decisamente.
- ma perché? – domandò il ragazzo sempre più confuso.
Perché?  
Quella semplice parola rimbombò nella mente della mora, facendola irritare ancora di più.
- hai anche il coraggio di chiedermelo? PRIMA MI TRATTI COME UNA SCONOSCIUTA E POI PRETENDI CHE IO TI VENGA APPRESSO COME UN FOTTUTISSIMO CAGNOLINO?! – urlò.
Si, aveva decisamente perso la pazienza.
Tom, spaventato dalla reazione non molto pacifica della ragazza, decise di dirle tutto ciò che non aveva detto fino ad allora.
- Jen… mi dispiace,okay? Hai ragione, sono stato un idiota. E lo sono ancora. Solo, non volevo trattarti così questa mattina. Sono passati quattro anni – forse anche di più – ed ormai è tutta acqua passata. Entrambi abbiamo fatto i nostri sbagli e siamo equamente colpevoli. Non voglio litigare con te, Jen. Sei pur sempre la mia migliore amica. Non voglio perderti di nuovo, mi sei mancata. – A Tom costò molto ammettere tutto e questo Jennifer lo sapeva. Non era facile per un tipo come lui fare questo tipo di confessioni. Lui era uno scemo, era il ragazzo che non riusciva mai ad essere serio e che farneticava su tutto ciò che gli passasse per la testa; ma in quel momento no. In quel momento era serio, era dispiaciuto, pentito. E la mora aveva le lacrime che premevano per uscire. Anche lei, come il ragazzo, era una tipa decisamente emotiva. Gli corse incontro e lo abbracciò, facendo quasi perdere l’equilibrio al ragazzo per la foga.
- ti voglio bene, Tom – disse affettuosamente.
Il ragazzo ricambiò la stretta e affondò la testa nei capelli di lei. Profumava di buono,di pulito, di qualcosa di familiare.
- allora? Andiamo a fare questo shopping?! – disse Tom sarcastico, sapendo quanto l’amica odiasse fare shopping.
Jennifer annuì di malavoglia  e, insieme al ragazzo, uscì.
 Vagarono tutto il pomeriggio per negozi, si, ma non quelli di vestiti o scarpe. Girarono tutti i negozi di musica, negozi per skater e fecero un sacco di acquisti.
Jennifer e Tom erano intenti a parlare, quando il cellulare della ragazza squillò.
- pronto? –
- JENNIFER, DOVE DIAVOLO SEI?! –
La mora deglutì. Cazzo, si era completamente dimenticata di Skye.
- ehm… sono in giro con Tom –
Sentendo queste parole, la bionda sembrò tranquillizzarsi
- dimmi che, almeno, avete comprato qualcosa che tu possa metterti questa sera – pregò l’amica.
Jen lanciò un’occhiata alle buste che aveva in mano, contenenti cd, pantaloni e felpe.
- certo – mentì, sperando che Skye se la bevesse.
- se questa sera tu e quell’altro decerebrato del tuo amico non vi presentate con un vestito decente, stai sicura che…-
- Tranquilla Skye! – la interruppe – io e Tom siamo prontissimi per questa sera. –
Lanciò uno sguardo all’amico che, terrorizzato, la guardava cercando una soluzione.
- bene, a dopo.- salutò.
Jennifer posò il telefono.
- e ora? – chiese a Tom.
Il ragazzo si guardò intorno, finché una strana espressione comparve sul suo volto. Jennifer era terrorizzata
 - ho la soluzione – annunciò trionfante.
- non mi fido – disse subito la mora.
Il ragazzo sembrò offeso e Jennifer roteò gli occhi – okay, vediamo la tua soluzione,genio. –
Tom e Jennifer camminarono per una mezz’ora, finché la ragazza non scorse un negozio in lontananza. Tom la condusse dentro e Jen si chiese come il ragazzo facesse a conoscere un posto così. La risposta non tardò ad arrivare.
- posso esservi utile?- domandò la commessa, senza nemmeno alzare lo sguardo dalla rivista che stava leggendo.
-  ciao April –
A quel saluto la ragazza alzò di scatto la testa.
- ehi Tom – ricambiò, accompagnando il saluto con un sorrisetto malizioso.
- la mia amica sta cercando un vestito per una festa –
La ragazza sconosciuta spostò lo sguardo su Jennifer  con una smorfia scocciata che la mora non tardò a ricambiare.
- aspettate un attimo, cerco qualcosa – disse e sparì nel retro del negozio.
- DeLonge? -
-mmh?-
- siamo qui per comprare un vestito, non perché tu faccia colpo sulla commessa – disse acida, scatenando le risa del ragazzo.
- non è colpa mia se sono irresistibile –
Jennifer aveva già la risposta pronta, ma non poté controbattere perché venne interrotta dalla commessa.
- questo dovrebbe andarti bene – disse porgendole un vestito nero.
Jennifer si girò ed entrò nel camerino incerta. Si infilò il vestito e si guardò nello specchio. Era nero,  tranne per un pezzo viola che  dalle spalline le arrivava subito sotto il seno. Anche la fine del vestito era dello stesso colore. Aveva degli inserti di pizzo sul petto e l’area del petto e delle maniche era arricciata. Non era molto corto, ma in compenso era molto attillato e faceva risaltare la figura minuta della ragazza. Jennifer si infilò le converse nere e uscì dal camerino.
La commessa fece una smorfia schifata nel vederla, ma Jen cercò di non farci caso e si concentrò sull’ espressione dell’amico.
Tom la guardava in un modo che la fece arrossire e che infastidì non poco April.
- stai bene – disse infine.
Jen sorrise soddisfatta e andò nel camerino a rivestirsi. Uscirono dal negozio  e si avviarono verso casa della mora.
Arrivati, presero le scatole con le cose della ragazza da portare al campus e si diressero lì. Skye fu sorpresa quando vide i due amici insieme e lo fu ancora di più quando vide il vestito dell’amica.
Tom si congedò e le ragazze  passarono il resto del pomeriggio a prepararsi.
- dimmi una cosa – disse Jen, infilandosi le scarpe – cos’è successo da quando sono partita ad oggi? –
La bionda sospirò prima di raccontare - beh i primi giorni eravamo tutti tristi, nessuno aveva voglia di parlare della tua partenza, ma quello che è stato più male era Tom. Sembrava l’ ombra di se stesso  e solo dopo un anno o giù di lì è ritornato il solito o almeno ci ha provato. In questi anni lo abbiamo visto ogni giorno con una ragazza diversa. Invece Scott ha iniziato a bere, ma penso che la tua sia stata solo una delle cause. Abbiamo  provato ad aiutarlo e sembra che la situazione sia migliorata. Mark è stato l’ anima di tutti, riusciva a farci tornare il sorriso in qualsiasi giorno, anche in quelli più tristi. È  stato semplicemente fantastico –
- ne parli come se ne fossi innamorata – osservò Jennifer.
- forse perché è così – ammise Skye, distogliendo lo sguardo.
- beh, dopo quattro anni sei riuscita ad ammetterlo. –
- già…-
Calò il silenzio prima che Skye parlasse di nuovo – e tu con Blake? Siete una bella coppia. –
- beh, si. Io lo amo – disse la ragazza arrossendo, gli occhi le brillavano parlando del suo ragazzo.
- come lo hai conosciuto? –
- a scuola. È stato l’unico ad avvicinarsi a me i primi giorni. Odiavo essere in Inghilterra, essere lontana da voi. Lui non mi ha mai chiesto niente, nemmeno cosa fosse successo qui. Non vuole farmi soffrire –
- sono contenta per te – disse Skye,sorridendo e abbracciando l’amica.
Le due amiche sciolsero l’abbraccio solo quando sentirono qualcuno bussare alla porta della loro stanza.
Mark e Blake erano davanti alla porta, imbarazzati e desiderosi di trovarsi entrambi in un altro posto.
- pronti per andare? – chiese Mark abbracciando entrambe.
Le due amiche annuirono e Jennifer si sporse per baciare il suo ragazzo.
- tutto bene? – chiese Blake.
La ragazza sorrise e annuì, prendendolo per mano. Presero la macchina di Blake per andare a casa di Scott.  Quando arrivarono c’erano già un sacco di persone, molte delle quali ubriache. I quattro amici riuscirono a farsi spazio tra la folla e trovarono Scott e Tom.
- ben tornata – urlò a Jen uno Scott un po’ brillo.
Jennifer rise e lo prese per mano – dai Scott, andiamo a ballare –
Vennero trascinati dalla folla e Jen, dopo aver ballato con quasi tutti i suoi amici, riuscì a liberarsi e raggiunse Blake.
Lui, senza nemmeno parlare, la invitò a ballare il lento che era appena partito.  Ballarono insieme gran parte della sera, finché la ragazza non chiese al fidanzato di andarle a prendere qualcosa da bere.
Mentre si riposava, Jen sentì qualcuno abbracciarla da dietro.
- dove vai? Devi ballare con me – disse Tom.
- Tom…- sussurrò la mora,arrossendo.
- niente ma. Tu balli e basta. – disse prendendola per la vita e attirandola a sé.
La ragazza cedette e appoggiò la testa sul petto dell’amico, sentendo le pulsazioni del cuore confondersi con la musica e le sue braccia cingerla.
Nessuno dei due si accorse che la canzone finì e ci pensò Mark a riscuoterli, con la scusa di voler fare un ballo con la ragazza.
La serata finì così, tra un ballo e un altro con gli amici.
Presto Jennifer e Blake scomparvero e Mark e Tom si ritrovarono a parlare, brilli ma non del tutto sbronzi.
- ehi Mark, non penso di tornare al campus ‘sta sera. Quella ragazza mi ha puntato dall’ inizio della festa e la sua amichetta e carina – disse il biondo, sfoderando un sorrisino poco rassicurante.
Mark ci pensò su, poi – a causa delle continue preghiere dell’amico – acconsentì ad accompagnarlo.
Skye guardò tutta la scena e, triste e arrabbiata,  decise che quella sera nemmeno lei sarebbe ritornata a casa. 







Angolo dell'autrice: Salve!
Chiedo perdono per il ritardo. Avevo programmato di aggiornare almeno due giorni fa, ma ci sono stati alcuni contrattempi xD
Non ho molto da dire su questo capitolo, mi scuso per la lunghezza,ma mi era impossibile dividerlo in due parti. Beh Jennifer e Tom hanno fatto pace  e si iniziano a capire un pò di cose...
Ringrazio
Layla e A_DeLonge182 per aver recensito
Magari fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione ^-^
Usemeholly
Ps. Chiedo scusa per eventuali errori di battitura, di ortografia,  di grammatica ecc... ma non ho avuto il tempo di corregere.

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Capitolo 4
*** Nightmare ***


"C'è una ragione per cui io e Tom ci siamo incontrati, sai? Siamo più o meno lo stesso ragazzo in due corpi differenti. Io e Tom abbiamo attraversato tutto insieme. Dormivamo nello stesso furgoncino, abbiamo dormito sui pavimenti di altra gente insieme. Ci siamo stati sempre, sin dal primo giorno, ne abbiamo passate di tutte. Lui è il mio migliore amico, e sono sicuro che lo sarà per sempre, sai? E' la prima persona a cui penso.. quando succede qualcosa è la prima persona che voglio chiamare per raccontargli tutto.. vorremmo solo ridere forte. Abbiamo fatto le cose più stupide e, quando sarò vecchio, penserò a tutte le cose che ho passato e ricorderò quanto forte abbiamo riso."  
Mark Hoppus




" Nightmare"

Jennifer si guardò intorno. Non era più nel suo letto insieme a Blake, ma in un lungo e  buio corridoio. Capì dov’era già prima che una figura comparisse nel suo campo visivo.
Era un ragazzino, non aveva più di sedici anni. Aveva corti capelli castani ed  era decisamente alto per la sua età.

 - Tom - sussurrò Jennifer smarrita.
Il ragazzo fece alcuni passi avanti e si fermò davanti alla mora. 
- Jen, mi stai evitando? – chiese con una nota di fastidio nella voce.

La ragazza boccheggiò, non sapendo cosa dire.
-io…-
- cos’è successo? Perché mi eviti? Perché non mi parli più? Dio,Jen. Io non ce la faccio più. Che cosa ti sta succedendo? – domandò Tom, alzando il tono di voce.
Jennifer notò un luccichio negli occhi del ragazzo e parlare le risultò ancora più difficile.
- Tom, io non ti amo più- disse, trattenendo a stento le lacrime.
Ogni parola pronunciata le  graffiava la gola ed era come una pugnalata in pieno petto.
Tom sentì chiaramente il suo cuore perdere un battito, ascoltando  quelle parole. Non poteva crederci…
Perché la sua Jen gli stava facendo questo? Cosa aveva fatto di male? Dove aveva sbagliato?
Jennifer vide gli occhi del ragazzo riempirsi di lacrime e lesse tutta la frustrazione, l’odio e la rabbia nei suoi confronti.
Il ragazzo si girò e Jen ebbe l’impulso di chiamarlo, di dirgli di non andare, di non lasciarla; ma sapeva che, ormai, non poteva fare più niente.



Jennifer si svegliò in lacrime e cominciò a singhiozzare.
- Jen, va tutto bene.Era solo un incubo – la rassicurò il ragazzo, abbracciandola per fermare i sussulti .
- Blake – sussurrò, singhiozzando – promettimi che non mi lascerai –
- te lo prometto – disse stringendola a sé.
 
 
 
- Tom. Tom,cazzo svegliati –
Il biondo aprì gli occhi lentamente e fece fatica a mettere a fuoco ciò che lo circondava. La testa gli scoppiava e la voce di Mark rimbombava nella sua testa dolorante.
Aprì di scatto gli occhi e la prima cosa che vide fu l’amico che ricambiava lo sguardo preoccupato.
- Hoppus sono sveglio. Che cazzo c’è? – chiese scontroso. No, non era uno dei suoi risvegli migliori.
L’amico  gli indicò l’orologio.
- cazzo, siamo in ritardo – imprecò e  notò che sia lui che l’amico indossavano solamente i boxer.
Si vestirono in fretta e furia e, senza nemmeno sapere dov’erano, corsero in direzione del campus.
Dieci minuti e molte parolacce dopo erano davanti alla scuola e cercavano con lo sguardo il gruppo di amici.
- eccoli là – disse Tom, indicando col braccio Scott.
- bene, guarda chi si rivede – disse Skye, acida, appena vide arrivare i ragazzi – DeLonge. Oh, c’è anche Hoppus –
Entrambi i ragazzi guardarono straniti l’amica.
- ha avuto un brutto risveglio – spiegò Scott, dando una gomitata alla bionda.
La ragazzo fulminò tutti con lo sguardo e si allontanò a grandi passi. Mark guardò basito l’amica andarsene. Guardò di sfuggita anche Jennifer che non sembrava avesse una bella cera.
Cosa diavolo prende a tutti,oggi?  Si domandò il ragazzo.
Senza nemmeno pensarci corse in direzione dell’amica e le agguantò un braccio per farla girare.
- si può sapere cosa ti prende oggi? – domandò Mark, specchiandosi negli occhi azzurri della ragazza.
 Si allontanò di poco, lasciandole il braccio, e la osservò meglio. Non aveva nulla di strano dal solito. Aveva gli stessi capelli biondi che, il ragazzo sapeva per esperienza, profumavano di vaniglia. Aveva gli stessi tratti dolci da bambina troppo cresciuta, la stessa carnagione pallida, come se fosse fatta di ghiaccio. Era sempre la solita Skye, la solita ragazza che faceva girare la testa ai ragazzi senza nemmeno accorgersene. La stessa ragazza  nerd che passava pomeriggi interi con lui a vedere ‘Star wars’. Era sempre la stessa. Solo una cosa non andava. I suoi occhi. Non erano di quel azzurro limpido come il cielo; erano più scuri, come il mare in tempesta.
- vuoi davvero sapere cosa mi prende Mark?! È che sono stanca! Stanca di vedere Scott ubriacarsi ogni sera. Stanca di vedere te e Tom passare da un letto all’altro. Stanca di dover sentire in classe i commenti delle oche su quanto tu sia fottutamente bravo a letto. Sono stanca di tutti – sibilò rabbiosa.
Mark fissò la ragazza, non sapendo cosa dire. Non si era mai accorto di tutto il peso che gravava sulle spalle della ragazzina. Non si era mai accorta di quanto stesse male, senza darlo a vedere. Il cuore gli si strinse in una morsa. Sentì una fitta allo stomaco nel vedere Skye. Vederla davvero. Non vedere solo la ragazza determinata e combattiva, ma anche la ragazza fragile,bisognosa d’aiuto, che, da sola, cerca di salvare tutti.
Lentamente si avvicinò a Skye e l’avvolse delicatamente in un abbraccio, quasi avesse paura di romperla. E forse era proprio così, visto che sembrava pronta a rompersi da un momento all’altro sotto lo sguardo del ragazzo. Ma lui non l’avrebbe permesso. Avrebbe cercato di salvarla, di aiutarla a non cadere. E ce l’avrebbero fatta, Mark ne era sicuro.
 
Jen guardò annoiata la professoressa di biologia che spiegava un qualche argomento, che a lei non interessava minimamente.
- ehi-
Una gomitata le arrivò dal ragazzo affianco a lei.
- cosa c’è Mark? – chiese passando una mano sul viso stanco.
- stai bene? – domandò preoccupato l’amico
Jennifer annuì debolmente. Mark sospirò sapendo bene che la ragazza mentiva. Lei lo notò e cercò di non troncare il discorso.
- Heezy, dove siete stati tu e Tom ieri sera? – chiese fingendosi disinteressata.
Il ragazzo sembrò pensarci su – in realtà non ne ho idea. Io mi sono svegliando in mutande sul pavimento di una casa e vicino a me c’era Tom. –
Si fermò un attimo e poi con un sorriso malizioso chiese – e tu? Ieri tu e Blake siete spariti…-
Jennifer per poco non si strozzò con la sua stessa saliva, ma non rispose. Non sapeva se mentire a Mark oppure no. Gli occhi ghiacciati del ragazzo erano puntati su di lei e la mettevano a disagio. Sapeva per esperienza che quegli occhi erano capaci di capire al volo quando mentiva.
- si – sussurrò.
- perché volevi tenermelo nascosto? – domandò a bruciapelo.
Jen distolse lo  sguardo e non rispose.
Il ragazzo sospirò.
- non volevi tenerlo nascosto a me, vero? –
Ancora silenzio.
- senti Jen, puoi stare tranquilla. Puoi vivere la tua vita con chi vuoi, lui sta bene –
La ragazza pensò di negare, ma alla fine annuì.
- brava. Tu lo sai che ci sarò sempre! –
Jennifer annuì e lo strinse forte. – grazie Hoppus. –
Dopo quella breve conversazione non ci furono più discussioni su  quell’argomento. Mark sperava di aver fatto la cosa giusta.
 
 
Skye si trovava nella mensa insieme a tutti gli altri. Guardava disgustata il suo vassoio e lo punzecchiava pensando a cosa ci fosse nel purè al posto delle patate.
- ehi Skye, sei ancora con noi? Oppure gli alieni di Tom ti hanno rapito il cervello?- chiese Scott, ridacchiando.
- EHI – esclamò Tom, risentito perché l’amico aveva offeso i suoi preziosi alieni.
 - si, ci sono. Niente alieni. Stavo solo pensando a cosa fare oggi pomeriggio…-
- vieni alle prove! – propose Mark sorridendole.
 Skye cercò di controllarsi, ma era parecchio difficile mantenere la calma quando Mark Hoppus ti sorrideva in quel modo.
- o-ok- disse cercando di non far tremare la voce.
Dio, era un’idiota.
- vieni anche tu Jen? – domandò Scott, attirando l’attenzione di Jennifer che stava lanciando del cibo addosso a Tom, che ricambiava divertito e ancora un po’ arrabbiato per la storia degli alieni. Mai toccare Tom e i suoi alieni pensò divertita Skye.
- avete ancora la band? – chiese meravigliata Jen, guardando i ragazzi.
- ovvio – disse Tom. Oltre agli alieni, la cosa per cui era più orgoglioso era la band formata con i sue due migliori amici.
- certo che  vengo a vedervi provare! Posso chiamare anche Blake? Avevamo un appuntamento e…-
- ma certo! – approvò Scott  con disappunto di Tom e preoccupazione di Mark.
Alla fine della mensa Skye era riuscita a ingurgitare il suo purè senza vomitare e Tom non era di buon umore. Decisamente.
I ragazzi si avviarono nell’aula musica, dove avevano il permesso di provare, e a loro si aggiunse anche Blake. Jennifer si avvicinò al ragazzo e gli circondò il collo con le braccia. Sentì il suo stomaco contorcersi anche prima che le labbra del ragazzo sfiorassero le sue. Ma c’era qualcosa che non andava. Sentiva che c’era qualcosa di sbagliato. Staccò le labbra da quelle del ragazzo e lo guardò confuso.
La sensazione era sparita. Si staccò totalmente dal fidanzato e si guardò intorno. Mark e Tom erano scomparsi.
- dove sono andati? – chiese agli altri due.
-  ad accordare gli strumenti – spiegò Scott.
La ragazza annuì e seguì gli altri nell’aula musica.
 Scott si posizionò alla batteria, Mark alla sua destra e Tom alla sinistra.
- dai, fateci sentire come suonate – li esortò Blake, cercando di essere amichevole.
I ragazzi annuirono quasi all’unisono e iniziarono.
Sono forti pensò Jennifer, mentre Skye non riusciva a togliere lo sguardo da Mark.
Il ragazzo aveva gli occhi socchiusi e le mani che volavano sul basso. Era perfetto, secondo Skye.
- siete fantastici – disse Jen una volta che i ragazzi ebbero terminato.
- beh, grazie. Siamo stati ingaggiati anche per la festa di Natale – disse Scott.
- non me l’avevi detto! – protestò Skye, dando un pugno scherzoso sul braccio di Mark.
Tutti risero. Erano felici insieme e, questa volta, Jennifer sperò che lo sarebbero stati davvero.














Angolo dell'autrice: Hola (?)
Io dovrei spiegare questa schifezza di capitolo in qualche modo, ma in realtà non c'è una spiegazione.
Il capitolo è stato un vero e proprio parto e non è uscito nemmeno come lo volevo. 
Ho provato a cambiarlo diverse volte, ma questa è decisamente la versione migliore. Sono dispiaciuta per voi.LOL.
Spero di aggiornare presto, anche se non ne sono molto sicura, ahahahha. No, okay.
Ringrazio le tre recensioni per lo scorso capitolo *-*  e mi dispiace, ma non ho proprio il tempo per rispondere. Sappiate solo che mi sono commossa quando le ho lette; sputtanamento mode: on.
Bene, ci vediamo al prossimo capitolo!
Usemeholly

 

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Capitolo 5
*** So...I'm in love with you ***



"So...I'm in love with you"


Skye sedeva su una panchina che affacciava su quel grande specchio d’acqua, chiamato comunemente pacifico.
Gli occhi azzurri della ragazza si riflettevano nel blu del cielo, che, all’orizzonte, si congiungeva con l’acqua. Sorrise amaramente nel pensare che il suo inconscio giocava contro di lei.
Era andata a San Diego con l’ intento di svagarsi un po’, ma, appena aveva scorto l’oceano Pacifico, il suo pensiero era andato a Mark.
Aveva sempre pensato che gli occhi del ragazzo fossero tanto profondi e belli, che era impossibile non associarli a quello splendido spettacolo che inondava le coste della California.
Sospirò. Non era giusto. Non era  fottutamente giusto. Da quanto era amica di Mark? Praticamente da sempre, e da sempre sapeva di amarlo, anche se aveva cercato ostinatamente di nasconderlo anche a se stessa. Ma ora era arrivata al limite. Sentiva il cuore scoppiate ogni qual volta l’amico la sfiorava,sia per una carezza o per altro. Le farfalle ormai ci avevano fatto il nido nel suo stomaco e proliferavano indisturbate. Detestava questa situazione. L’amore era un sentimento troppo forte per non essere confessato, ma sapeva che, se avesse espresso i suoi sentimenti, Mark non l’avrebbe presa bene, e lei non era pronta a lasciarlo andare. Forse non lo sarebbe stata mai.
Sospirò frustrata.
- ehi Skye, a cosa pensi? –
La bionda sobbalzò nel sentire la voce dell’amica. Gli occhi si specchiarono in quelli quasi verdi giada della mora.
Cercò qualcosa da dire.
-mmh, niente – mentì, ostentando naturalezza.
Jennifer alzò un sopracciglio,scettica.
- per caso quel niente ha due occhioni blu, è un drogati di canzoni dei “The Cure” e ama alla follia “Star Wars”?-
La bionda sbuffò
- mi dispiace,okay?ma non ci riesco! Davvero,ci provo. Ma ogni volta che chiudo gli occhi l’unica cosa che vedo è Mark*. E mi detesto per questo. Mi odio, ma non posso farci nulla. Sento che da un giorno all’altro potrei esplodere, ma nessuno se ne accorgerebbe. Lui non se ne accorgerebbe. Non ce la faccio più ad essere un cadavere che sopravvive tra i vivi –
Jen fu sorpresa della reazione di Skye e,in mancanza di parole, l’abbracciò. Chiuse gli occhi e sperò che, tramite quell’abbraccio, l’amica potesse capre quanto le era vicina, quanto la capiva e quanto desiderava aiutarla.
-andrà tutto bene – mormorò, e, per un momento, anche Skye fu tentata di crederci.
 
 
 
Jennifer sorrideva, non un sorriso finto, non un sorriso di circostanza. Era un sorriso vero.  Uno di quelli che ti infondono allegria, uno di quelli di cui le persone si innamorano. Uno di quelli che Jen credeva di non possedere più. Si sentiva bene. Non sapeva perché,forse era la vicinanza dei suoi amici. Le sembrava di essere tornata ai vecchi tempi, quando non c’era nulla a turbare la loro felicità. Erano solo un gruppo di amici un po’ fuori dal comune.
Con lo zaino in sballa bussò alla porta. Ad aprirla fu un Tom con dei capelli che assomigliavano al nido di una rondine e che indossava solo i boxer, segno che si era appena svegliato. Jennifer maledisse mentalmente l’amico, non poteva vestirsi come ogni essere umano, evitando di far venire un infarto a  chiunque nel giro di un kilometro,no.  Ovviamente sarebbe stato troppo normale per lui…
- beh, noto che muori dalla voglia di studiare – disse sarcastica
Tom grugnì e fece entrare la ragazza nella camera. Jen posò malamente lo zaino sulla scrivania e si guardò intorno. Fogli,spartiti e libri sparsi ovunque, senza un minimo d’ordine. E forse era proprio per questo che Jen adorava quella camera, si sentiva a casa.
- Jen –
La ragazza si girò in modo circospetto. Quando Tom DeLonge usava quel tono tra il lamentoso e il supplichevole non c’era da aspettarsi nulla di buono.
Lo squadrò da capo a piedi.
Il  (finto) biondo la guardò malizioso e si gettò sul letto.
- cosa vuoi Tom? – chiese Jen, aggrottando la fronte e rompendo il silenzio che alleggiava nella camera.
- non mi va di studiare –
Jennifer sbuffò, ma ci pensò su. Infondo avevano tutte le vacanze di Natale per studiare, potevano concedersi una pausa.
Sospirò e si buttò sul letto,affianco a Tom. Il ragazzo si avvicinò a lei e le cinse la vita con un braccio, appoggiando il mento sui capelli profumati dell’amica. Socchiuse gli occhi, nascondendo un sorriso. Avevano vissuto troppe scene come  quella.
- cosa stai facendo? – chiese Jen paralizzandosi.
- torno a dormire – rispose il ragazzo,chiudendo gli occhi .
Jennifer maledissi do nuovo l’amico e sperò che Tom non sentisse il suo cuore, schizzare fuori dalla gabbia toracica. Si accoccolò al ragazzo e gli abbracciò anche lei la vita.
Sbadigliò. Erano giorni che non dormiva bene. I ricordi la tormentavano la notte sotto forma di sogni e, detestava ammetterlo, ma uno dei soggetti più frequenti dei suoi sogni era Tom.
Si abbandonò al sonno, per la prima volta d quando era arrivata in California, senza avere paura di addormentarsi.
 
 
- cazzo, Tom!-
Tutti i presenti nella sala scoppiarono a ridere,mentre Mark si massaggiava la parte lesa. Tom l’aveva colpito accidentalmente con la chitarra. Accidentalmente, ma aveva fatto comunque molto  male.
- Dio, Hoppus. Sei un idiota. – lo schernì Tom, mantenendosi la pancia per il troppo ridere.
Il ragazzo lo guardò con finto odio e poi si voltò verso gli altri.
-vi odio tutti! Non siete degni della mia compagnia! – disse con finto tono isterico. Adorava fare l’idiota per far ridere i suoi amici. Era appagante vedere tutti quei sorrisi.
Squadrò i volti dei suoi amici uno per uno e fulminò Skye che,divertita, sventolava la mano a mo di saluto. Poi, con finto passo altezzoso, si avviò verso la porta. Stava per fare la sua uscita da prima donna quando la porta si aprì, mostrando una figura. Mark, confuso, guardò il nuovo arrivato e il suo sguardo divenne gelido non appena incontrò quello della figura sull’uscio.
- che ci fai tu qui? – sputò velenoso.
Mark non poteva crederci. Non poteva essere lui. Cosa ci faceva qui?
La figura sorrise nel buio e fece un passo avanti.
Era un ragazzo. Alto e magro, a occhio aveva la loro stessa età. Una cascata di capelli lisci gli ricadeva sulla fronte piccola. Le braccia muscolose erano percorse da tatuaggi, non colorati come quelli di Tom, ma completamente neri. La bocca a cuore era distesa in un ghigno canzonatorio, mentre  gli occhi castani si soffermarono divertiti sulla figura del bassista,per poi posarsi  su quella minuta di Skye.
La tensione nella stanza salì tutta d’un colpo.
Skye guardò quasi terrorizzata quegli occhi castani,così bui e profondi. Le domande che prima avevano affollato la mente del bassista si fecero strada anche nella sua.
- Skye , cercavo proprio te- la voce del ragazzo era bassa e profonda.
La bionda sentì un brivido lungo la schiena, e non era per il freddo.
- Che cazzo ci fai qui Lucas?!- ringhiò Mark, pronunciando il nome del ragazzo con disgusto.
Con che coraggio si era presentato lì dopo tutto quello che aveva fatto a Skye?!
- non posso nemmeno venire a fare un saluto ad una vecchia amica? – chiese, sempre con quel ghigno stampato sul volto.
- hai perso questa facoltà da tempo -
- evidentemente Skye non la pensa così,visto che sabato è venuta da me – questa volta il ghigno sul suo volto era di vittoria.
Skye a quelle parole si gelò. Vide Mark girarsi con gli occhi sgranati verso di lei.
- dimmi che non è vero -  la pregò.
La ragazza boccheggiò non sapendo cosa dire e abbassò gli occhi per non incontrare quelli delusi dell’amico. Rimase in silenzio mordendosi un labbro per il nervosismo. Non doveva andare così. Lei non voleva che andasse a finire cos’. Era stata una stupida ad andare da lui, ma era arrabbiata. E gelosa, molto gelosa. Aveva agito d’istinto e ora doveva pagarne le conseguenze.
- tu esci fuori. Ora – ringhiò Mark.
- questo lo deciderà Skye –  ribatté Lucas tranquillo. – vuoi che me ne vada? –
La ragazza annuì con un cenno del capo.
Il ghigno scomparve dal volto di Lucas che non si aspettava di essere cacciato. Nonostante questo, annuì e mormorò un saluto- sempre con quel tono ironico -, scomparendo dietro la porta.
Finalmente la ragazza alzò gli occhi, ma quello che vide le strinse il cuore in una morsa dolorosa.
Il bassista la guardava con una rabbia e una delusione che lei non aveva mai visto in quegli occhi sempre limpidi. Non fece in tempo a dire o fare nulla che anche Mark sparì. Skye non perse tempo e lo rincorse per il corridoio.
- Mark – urlò,prendendolo per un braccio.
Doveva spiegargli tutto.
Il ragazzo si girò con gli occhi che lampeggiavano.
- Mark…mi dispiace –
Il ragazzo la guardò, cercando di ostentare calma; ma ogni volta che immaginava le mani di quel verme sui capelli o sul corpo di Skye – della sua piccola Skye, maledizione! – una rabbia cieca lo invadeva. Lei era sua. Aveva nascosto i suoi sentimenti per così tanto tempo che si era davvero convinto che quello che provava per la bionda fosse semplice affetto. Ma aveva capito, finalmente. Quello che provava per Skye era totalmente diverso da quello che provava per Jen. Era amore, quella consapevolezza arrivò inaspettata, scuotendolo nel profondo. Riportò lo sguardo su Skye che parlava senza guardarlo. Per questo non si accorse dell’espressione lontana  e sofferente dell’amico. Lui non l’avrebbe mai avuta.
- quella sera…non so cosa mi era preso. Ero troppo arrabbiata e…gelosa –
Mark riportò l’attenzione sulla ragazza. Gelosa? E di chi?
- gelosa di chi? –
Finalmente la ragazza alzò gli occhi e a Mark sembrò di essere stato catapultato su un altro pianeta.
- geloso di te –
E il ragazzo non ci vide più. Sentì chiaramente il suo cuore fermarsi per poi pompare dieci volte più veloce del normale. Guardò ancora una volta quei grandi occhioni limpidi e lucidi e chiuse gli occhi. Piano avvicinò le labbra a quelle della ragazza e li fece congiungere dolcemente, ma non prima di aver pronunciato una frase.
-sai Skye, credo di essere innamorato di te -










* frase presa e adattata dalla canzone " I'd do anything" dei Simple Plan 

Angolo dell'autrice: Salve!
Vi prego non uccidetemi! Chiedo perdono! ç_ç
So di essere leggermente in ritardo probabilmente nessuno se ne sarà fregato(?) ma ho avuto un sacco di impegni ed è stato un periodo difficile. Ma sono di nuovo qui e ho intenzione di finire questa storia, quindi non preoccupatevi se non pubblicherò ogni settimana, non sono morta, semplicemente sono in ritardo.
Spero che mi perdoniate grazie a questo capitolo- anche se è abbastanza corto- Ma- ehi!- Mark finalmente ha capito i suoi sentimenti verso Skye ed è stato svelato il mistero di dove ha passato la notte lei dopo la festa
Sul personaggio di Lucas svelerò tutto nel prossimo capitolo, penso; anche se non è un personaggio importante e probabilmente non lo vedrete mai più. 
Ringrazio le quattro anime che anno recensito. Sono contentissima, grazie!
Spero di aggiornare presto ^-^
Usemeholly

 

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