Ai no Me

di Hell96
(/viewuser.php?uid=218995)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Welcome to my life. ***
Capitolo 3: *** Team 5! ***
Capitolo 4: *** Destino. ***
Capitolo 5: *** In missione! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Si, si lo so. So che non dovrei pubblicare un'altra long perchè ne ho già una in corso, che tra l'altro ritardo sempre ad aggiornare, ma questa volta è stato più forte di me. 
Vi avverto che in questa fic non c'è nulla di programmato, ho iniziato a scriverla e non so, mi è piaciuta l'idea. Questo prologo è indispensabile per tutta la storia. Se vi piace l'idea per favore recensite, perchè non so se farla continuare dato che a differenza della altre mie fic, non ho pensato ancora ad un finale.  Ovviamente le critiche sono ben accette :) Ah, un altra cosa. Nella storia sono presente dei pairing, ma la storia non sarà incentrate su di loro, dato che non è una storia romantica. 
(Il titolo dovrebbe significare 'Gli occhi di Ai', ma credo che, dato che Ai significa amore, si possa anche tradurre anche con 'Gli occhi dell'amore'. Ovviamente non studio Giapponese quindi se ho sbagliato avvisatemi. Il nome della sorella di Ai è Sekai, che significa mondo. Non credo che la traduzione sia sbagliata, ma se lo è, sapete cosa fare. )
Mi raccomando se vi piace recensite :3 Alla fine troverete un'immagine degli occhi di Ai :)
Grazie per aver letto questa noiosissima introduzione. Buona Lettura!
SHANNARO!
HellGirl.
 
 PROLOGO Ai no Me 
 
In quel periodo i miei occhi erano comunissimi occhi marroni.
Oserei quasi chiamarli normali.
Alcuni li definirono malinconici, altri addirittura tristi. Non riuscivo davvero a capire il perché vennero definiti tali, io non mi sentivo nè malinconica nè tanto meno triste, anzi. Avevo una bellissima famiglia e molti amici. 
Rimasi a rifletterci svariate ore sul perchè affibiarono questi aggettivi ai miei occhi, i miei comunissimi occhi marroni, fino a quando la mia mamma si sedette accanto a me e sentenziò che, come al solito, la sua bambina pensava troppo invece di stare all'aria aperta a giocare con sua sorella.
Mia madre era la persona più dinamica e spensierata del mondo, forse superava persino il papà. I suoi capelli rossi, che in quel periodo le arrivavano fino alle spalle, mi ricordavano delle fiamme ardenti e i suoi occhioni marroni come i miei, le davano un'aria da bambina. 
Se parliamo di bambini, allora, non posso non citare mio padre.
I suoi capelli color nero corvino, così come i suoi occhi, lo facevano sembrare un uomo tutto d'un pezzo. Ho detto sembrare, perché lui non potrebbe esserlo neanche per sbaglio. Era un bambinone, incredibilmente gioioso e cordiale. Amava la sua famiglia sopra ogni cosa e questo lo rendeva perennemente sorridente. Il suo sorriso era terribilmente contagioso, così inevitabilmente avevamo tutti un sorriso da ebete stampato sui nostri volti.
Avendo parlato già nominato quasi tutti i componenti della mia famiglia, non posso fare a meno di descrivere anche lei, quella palla al piede di mia sorella gemella.
Inutile dire che a mio padre quasi venne un colpo quando scoprì che la mamma non aspettava solo una figlioletta, bensì due.
Decisero di darci dei nomi significativi così, come dicevano sempre, quando saremo diventate delle famose kunoichi, nessuno si dimenticherà dei nostri nomi.
Chiamarono mia sorella Sekai mentre per me optarono per Ai. Sono sempre stata gelosa del nome di mia sorella, perchè a mio dire, Ai è un nome troppo sdolcinato.
Inutile dire che per mia sorella era un nome un programma. Aveva delle incredibili manie di protagonismo e alla prima occasione mi rinfacciava di essere nata prima di me. Io le rispondevo che essere nata quattro minuti prima non la rendeva più grande e ogni volta mi rispondeva con una sonora risata.
Sembrava strano ma per lei quei quattro minuti facevano davvero la differenza. Si comportava come una sorella maggiore, maggiore di quattro minuti ma pur sempre maggiore, come diceva lei.
Per quanto riguarda l'aspetto fisico c'era poco da dire. Eravamo esattamente uguali.
l'unico particolare erano gli occhi. Se i miei venivano definiti 'malinconici' i suoi erano definiti l'esatto opposto; Vivaci, allegri e vispi.
Un piccolo particolare che sfuggiva agli occhi di mio padre ma non di certo agli occhi attenti di una madre protettiva. Così per evitare malintesi optammo per un taglio di capelli differenti. I miei restarono lunghi con la frangetta mentre Sekai decise di tagliarli della stessa lunghezza dei capelli della mamma. Ciò mi infastidì non poco, dato che volevo essere io ad avere i capelli corti come la mamma, ma siccome lei era 'maggiore', doveva decidere lei.
Dannati quattro minuti.
La nostra rivalità fra gemelle, se così si puo' definire, continuò fino a quando non ci trasferimmo dal villaggio della pioggia a Konoha. 
Mia madre decise di andarsene perchè, a suo dire, quel posto le ricordava momenti dolorosi. Ovviamente parlava della terza grande guerra ninja
Mamma e papà non ce ne parlarono mai aperamente, l'unica cosa che ci dissero fu che in quella guerra rimasero soli. Rimasero coinvolti, persero ogni cosa. Eppure riuscivano ancora a sorridere.
Il nostro arrivo a Konoha ci proiettò in un mondo completamente diverso; Niente più pioggia, fu la prima cosa che notai.
Mai e poi mai avrei potuto immaginare che quello era, come si suol dire, l'inizio della fine.
Da quel momento la violenza e il sangue entrarono a far parte della mia vita.
L'evento che scatenò l'effetto domino fu la tragica morte dei miei genitori.
In quel momenti sentii un dolore al petto, il dolore vero, reale.
Un incendio. Fiamme, fumo e niente più.
Noi sopravvivemmo, ma da quel giorno fu come se fossimo morte.
Così restammo inevitabilmente sole.
Lei durò solo tre settimane. Non era più lei. Cercava di proteggermi, cercava di farmi stare bene, perchè lei era la sorella maggiore. Sentivo il peso che portava sulle spalle farsi sempre più pesante di giorno in giorno e non potevo fare a meno di pensare che fosse tutta colpa mia. Se solo fossi nata quattro minuti prima, avrei portato io quel peso e avrei cercato di essere più forte per proteggerla. Lei non ce l'ha fatta. Venne vinta dal dolore.
Tutto durò un secondo. Sentii di nuovo quell'insopportabile dolore al petto. Lei era morta. Si era uccisa.
Con lei morì anche una parte di me.
Il dolore si spostò sugli occhi. Riusci solo ad urlare. Un urlo straziante che sembrava infinito. Poi il buio.
Solo in seguito, i medici mi spiegarono che ero entrata in uno stato catanico. Rimasi in quello stato per dodici giorni.
Mi risvegliai in ospedale. La mia vista era distorta ma man mano divenne sempre più nitida. Il mondo, così come lo conoscevo non esisteva più. Vedevo strane forme, colorate ed evanescenti, allungarsi dai corpi delle persone. Non riuscivo più a capire nulla, così iniziai a piangere. Versai tutte le lacrime che non avevo versate nell'ultimo mese, così continuai imperterrita per 2 ore e mezza. Vi erano due dottoresse in sala, tra cui spiccava una dai capelli rosa, era indubbiamente quella kunoichi, iniziai ad avere vergogna così il mio pianto pian piano si affievolì. Le dottoresse mi guardavano allibite, dopodichè uscirono di corsa e dopo all'incirca dieci interminabili minuti rientrarono in camera con addirittura l'Hokage in persona, Naruto Uzumaki.
Rimasi abbastanza sbalordita nel vederlo lì, appena mi vide mi venne vicino e iniziò ad osservarmi. Dopo pochi secondi ruppe il silenzio per chiedermi da quanto possedessi questa abilità oculare.
Lo guardai stranita, non capivo proprio di cosa stesse parlando. 
Prima di risponderlo, sentii un brusio che proveniva da fuori la porta. Piano piano iniziarono ad entrare persone che sicuramente avevo già visto, poichè avevano tutti dei visi conosciuti.
Iniziarono a sussurrarsi fra loro frasi per me incomprensibili.
'Cos'ha quella bambina? Quegli occhi...sembra abbia il Rinnegan!' 
'E' vero però... Guarda sembra possegga anche lo Sharingan!' 
'Com'è possibile che abbia sia lo Sharingan che il Rinnegan?'
Silenzio.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Welcome to my life. ***


Ciao a tutti! Ho deciso di continuare questa storia anche se ancora non so come andrà a finire^^
Ho troppo sonno quindi sarò breve dato che sto per collassare sulla tastiera xD Mi piacerebbe sapere i vostri giudizi, se vi fa schifo o meno quindi perfavore recensite! Mi fareste super felice! 
Ah, il nome del capitolo non c'entra molto, ma stavo ascoltando questa canzone e la stanchezza ha rubato tutta la mia fantasia!
Buona Lettura e mi raccomando recensite! :3
SHANNARO!

Capitolo I: Welcome to my life.

* * *


 
Quel giorno, come al solito, ero seduta su quella panchina.
Erano le 6 del mattino, e no, non sono una mattiniera, semplicemente ieri non sono andata a dormire. Ero rimasta qui, seduta a guardare il vuoto, ad aspettare. Ad aspettare cosa poi? Forse l'alba?
La verità è che non volevo ritornare a casa e rimanere sola. Pensandoci mi trovo trovo incredibilmente patetica. 
Nonostante mia sorella sia morta, anzi si sia suicidata, circa 3 mesi fa, ancora non mi sono abituata alla solitudine.  Perchè lei è presente tutt'ora nella mia mente. Io distinguo la sua voce, la sua immagine. E rimane così. Non va più via e mi costringe a vivere nel passato. Mi rendo conto che così facendo le mie cicatrici non guariranno mai, e mi rendo anche conto che devo andare avanti, guardare verso il futuro se non voglio fare la sua stessa fine. Le immagini del suo suicidio si susseguono imperterrite nella mia mente e le sue ultime parole mi risuonano nella mente ormai come un'eco lontano.
'Sopravvivi, sorellina.'
Ed io lo sto facendo. Io non sto vivendo, io sto sopravvivendo. 
Lo faccio non solo per me, ma per tutta la mia famiglia. Lo faccio per onorare il desiderio di mia madre, quello di diventare una Kunoichi potente, lo faccio per onorare quello di mio padre, che nonostante tutto mi diceva di trovare l'uomo giusto e di formare una famiglia, e lo faccio persino per il desiderio di mia sorella.
Si anche mia sorella desiderava qualcosa per me, desiderava che fossi felice, ma ormai questa realtà mi sembra distante anni luce.
Osservo l'orologio e tristemente mi rendo che sono ancora le 6 e 15. Alle otto dovrei andare in accademia. Decido di ritornare a casa per farmi una doccia e per cambiarmi i vestiti. Cammino molto lentamente e verso le 6 e 30 arrivo dinnanzi alla porta d'ingresso. Entro e, seppur quel letto fosse incredibilmente invitante, decido di non demordere e mi avvio avvio verso il bagno. Inevitabilmente mi ritrovo davanti allo specchio ad osservare i miei occhi. Personalmente dire che mi fanno vomitare è un eufenismo. Sono incredibilmenti inquietanti e li trovo oltremodo raccapriccianti.
Molti dicono che sono fortunata a possedere questi occhi, dato che, sono una strana combinazione fra Rinnegan e Sharingan, il primo posseduto dall'Eremita delle sei vie, da un certo Nagato Uzumaki e dal famigerato Uchiha Madara. Il secondo invece è un'abilità oculare posseduta dal clan Uchiha. Nessuno è riuscito a spiegare il perchè possedessi questi occhi,e sinceramente io, essendo nata in una famiglia in cui nessun componente era un ninja, non capisco un cavolo di queste cose. Non mi importa sapere perchè posseggo questi occhi e non mi importa sapere quali sono le origini della mia famiglia, dato che i genitori dei miei genitori morirono in guerra e quindi mia madre e mio padre non ricordavano nulla di loro.
Mi hanno studiato a lungo e mi hanno fatto sentire un fenomeno da baraccone, e il fatto che i miei occhi restassero così, immutabili, non aiutava di certo.
Ormai quasi tutti ci hanno rinunciato e mi hanno accolto quasi tutti abbastanza bene, dato che è stato l'Hokage, Naruto Uzumaki, ad obbligarli. Ovviamente è solo una facciata, ed io lo so bene, perchè infondo tutti mi trattano come un'appestata.
Ed è per questo che odio i miei occhi. Li odio perchè mi fanno sentire troppo diversa dagli altri, e il fatto che non scompaiono e compaiono a mio piacimento come lo Sharingan, aggrava la situazione.
Mi accorgo di essere rimasta a guardarmi allo specchio come un'idiota così mi faccio velocemente la doccia e mi vesto con altrettanta velocità.
Un completo decisamente più sportivo, composto da una maglietta a giro maniche rosso scuro ed una gonna nera con stivaletti neri e guanti a rete dello stesso colore, prende il posto del più elegante vestito bianco che indossavo prima. Solitamente lascio i miei lunghi capelli marroni scioti ma ultimante inizio a trovarli fastidiosi poichè ho un ciuffo ribelle che va a finire sempre sul volto. Devo proprio tagliarli. Ma questo non è il momento giusto per pensarci, così afferro un biscotto e esco di casa. 
Dopo pochi secondi mi rendo conto di aver fatto persino troppo presto, osservo l'orologio e noto con stupore di essere in anticipo di un'ora. Solo ora mi rendo conto del sonno che mi attanaglia e penso che forse l'idea di farsi un'oretta di sonno non fosse tanto sbagliata. Ma ormai sono fuori casa così decido di fare il giro lungo del villaggio. 
Konoha è appena sveglia e inizio a sentire l'odore di dolci e di torte. Forse aver mangiato solo un biscotto come colazione non era stata la cosa migliore. Tra l'altro ieri non avevo neanche cenato.
Improvvisamente mi sento chiamare. E' l'Hokage che mi fa cenno di avvicinarmi.
E' sposato con una bellissima ragazza, Hinata. Anche lei possiede un'abilità oculare, il Byakugan. E' dolcissima e gentilissima e in più è sempre disponibile con me. Hanno anche un figlio, Si chiama Minato in onore del padre di Naruto-San, ha la mia età ed è proprio uguale a quest'ultimo; Ha i capelli biondissimi ma gli occhi sono proprio come quelli della madre, infatti anche lui possedeva la sua stessa abilità oculare .
Naruto mi invita ad entrare ed io accetto subito. Hinata-san mi saluta con un abbraccio e mi chiede di unirmi a loro per fare la colazione. Non voglio creare disturbo così dico di averla già fatta, anche se il mio stomaco, se solo potesse, urlerebbe il contrario.
-Sei sicura Ai-Chan? -Chiese l'Hokage.
-Non si deve preoccupare, Hokage-Sama- rispondo accennando un sorriso.
-Quante volte ti ho detto che devi chiamarmi solo Naruto? Così mi fai sentire vecchio- disse Naruto sorridendo in una maniera così solare da oscurare il sole.
-Ai-Chan, ecco...Ho pensato di prepararti il pranzo...Minato dice sempre che non ti vede mai mangiare all'ora di pranzo...- Questa invece era Hinata.
-Hinata-San, non si doveva scomodare...-
-Per me non è niente e poi non mi devi dare del lei! Ecco tieni- Mi disse allungando un contenitore e sorridendo in maniera timida.
-Ecco...Allora grazie mille...Ora devo andare, grazie ancora!- Dissi sorridendo e scappando verso la porta. Misi il contenitore nel mio zaino e continuai a camminare.
Camminando mi ritrovo vicino casa Uchiha. Ovviamente li ci vive, Sasuke Uchiha, un ninja molto famoso che un tempo tradì il villaggio, uccise suo fratello, tentò di distruggere il suo ormai ex villaggio e fece altre cose senza senso. Insomma fece un casino della Madonna, e inoltre mi metteva una grande ansia. Con lui vive sua moglie Sakura, un'altra ninja famosa che faceva parte del team 7 con suo marito e con Naruto-San, e poi i suoi due figli, Itachi, un ragazzo della mia stessa età, che neanche a dirlo è uguale a suo padre, e poi Misaki, una bambina di 2 o 3 anni, anch'essa molto simile al padre.
Continuo a camminare senza fermarmi e finalmente arrivo all'accedemia con però mezz'ora di anticipo. Così mi siedo sull'erba e per evitare di addormentarmi, inizio a leggere un libro.
Dopo un poco iniziano ad arrivare gli altri, Akira Nara, figlio di Shikamaru Nara e quella ragazza strana proveniente da Suna, seguita dalla figlia di un certo Sai e di Ino Yamanaka, di cui non ricordo mai il nome, dovrebbe essere qualcosa tipo Ami...Dopodiche arrivarono anche Minato e Itachi. Entrammo tutti e assistemmo alle lezioni. Inutile dire che stavo per cadere nelle braccia di Morfeo e che la noia mi stava assalendo. Nessuno si era seduto vicino a me -come al solito- e così iniziai a scarabocchiare su un foglio.
Ritornai a casa stanchissima, pensando che finalmente mi sarei potuta addormentare sperando di non fare quei noiosissimi incubi.
Ma il destino ovviamente non era dalla mia parte. Come al solto.
Appena misi piede in casa mi accorsi di non essere sola. C'era qualcuno. Sicuramente un malintenzionato. No, aspetta. Non era solo, ce n'era un altro.
Cosa fare?
Ovviamente il mio lato da codarda prese il sopravvento e mi nascosi. Un nascondiglio schifoso, ma pur sempre un nascondiglio.
Le voci si avvicinavano e riuscivo distinamente a vedere il loro chakra con i miei vomitevoli occhi.
-Dov'è quella bambina dagli occhi strani?-
Il suo compare non disse nulla e indicò la mia ombra.
Che razza di stupida incapace.
Ormai erano di fronte a me. Come pensavo di nascondermi semplicemente dietro una colonna?
-Ammazziamola e prendiamoci i suoi occhi. Muoviti!-
Mi volevano uccidere? Avrei fatto la fine della mia famiglia?
Nessuno avrebbe sentito la mia mancanza e l'idea di morire mi sembrava stranamente allettante. Non soffrirò più, mi dissi.
Ma non potevo, io dovevo sopravvivere, come aveva detto mia sorella.
Sopravvivere per lei, per mia mamma e per mio padre.
Sopravvivere per esaudire i loro desideri, diventare una grande kunoichi, avere una famiglia ed essere felice. Tutto ciò doveva restare un'utopia?
No, io dovevo sopravvivere ancora una volta. 
Urlai.
Poi mi bloccai. 
I loro corpi giacevano per terra, pieni di tagli e ricoperti di sangue.
Il loro sangue mi era schizzato persino in faccia, sul viso.
l'odore era talmente acre e forte che iniziavo ad avere i conati di vomito.
Li ho uccisi davvero?
Sono stati loro. I miei dannatissimi occhi. 
L'avevo sentita, quella scarica di energia, eppure non mi ero mossa. Come ho fatto ad uccidere due uomini senza muovere un muscolo?
Realizzai tutto solo due secondi dopo. Le lacrime scendevano copiosamente, non per il senso di colpa ma per la paura. Cosa mi faranno? Mi sbatteranno in prigione? No, non lo faranno, Naruto-San non lo permetterebbe mai, o no? 
E' possibile che deve esserci sempre qualcuno a pararmi il culo?
Non ne potevo più di questi occhi
Urlai di nuovo, questa volta volta fu più un urlo di liberazione. 
Avevo preso la mia decisione. Presi uno di kunai di quei malviventi e lo alzai all'altezza del mio occhio sinistro. 
Se mi trafiggo gli occhi finirà tutto.
Sono pronta. Lo allontano prima e poi lo avvicino velocemente all'occhio tentando di trafiggerlo. Ma qualcosa mi blocca. Una mano. 
-Sei impazzita? Ti vuoi ammazzare?- Era il padre di Itachi, Sasuke Uchiha, in breve il tizio che mi metteva ansia.
-Mi spieghi che diavolo è successo?- continuava con le domande.
Ma non rispondevo.
-Rispondimi.- sembrava minaccioso.
-Non lo so. Giuro io non ho fatto nulla. Questi...Questi due...Volevano prendersi i miei occhi lo giuro! Non sto mentendo!-
Sembrava un po' sconcertato dall'ultima frase ma poi aggiunse -Li hai uccisi tu?-
-Forse.-
-Come forse?- ora sembrava irritato
-Io ho solo voluto che morissero, volevo sopravvivere come mi aveva detto mia sorella! Lo giuro! Giuro non ho mosso un muscolo! Sono stati loro! -
Sasuke mi guardava confuso. Come fa Itachi ad avere un padre così?
-Loro...- continuai -I miei occhi...Per questo volevo...-
-Per questo volevi trafiggerli con quei kunai? Sei impazzita? Potevi morire. -
Non risposi e neanche lui parlò. 
-Rimani qui. Vado a chiamare Naruto. Torno subito. - 
Ero sola. Di nuovo.
Iniziai a contare senza motivo, solo per smorzare la tensione, aspettando che ritornasse con Naruto.
Ci mise davvero poco, infatti arrivai appena a 78 quando arrivarono.
-Ai-Chan stai bene?- Ovviamente era Naruto.
Mi limitai ad annuire.
Mi disse semplicemente di prendere le mie cose poichè questa notte avrei dormito da lui e Hinata. Aggiunse anche di stare tranquilla, perchè si sarebbe occupato lui di tutto.
Ecco come al solito qualcuno mi stava parando il culo.
-Non dovresti pararmi il culo....Non lo merito.- 
Vidi il padre di Itachi accennare un sorriso.
-Voglio solo aiutarti. Ora vai a prendere le tue cose e sciaquati il viso...E' sporco di sangue.- Notai un velo di delusione nelle sue parole.
Feci come mi disse e andai a casa sua. 
Mi disse di stendermi mentre lui e Sasuke parlavano con Hinata e Sakura, che stranamente si trovava a casa sua. Probabilmente le raccontarono tutto perchè senti un urletto di spavento uscire dalle loro bocche.
Ecco. Mi sentivo di nuovo un fenomeno da baraccone.
Dopo poco il sonno si ricordò di me, così mi addormentai di colpo.
Riuscivo ancora a sentire l'odore di sangue. Di nuovo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Team 5! ***


Capitolo 2: Team 5!
 
E' sincero il dolore di chi piange in segreto.

 
* * *

 
Di nuovo quell'incubo. Di nuovo quella voce. 
La sua immagina continuava ad infestare il suo mondo dei sogni.
Inizialmente Ai non riusciva a capire dove si trovasse, ma poi riusci a ricordare tutto.
Era a casa dell'Hokage, si era addormentata sul loro comodissimo divano. Erano le 6 del mattino e non riposava così bene da un'eternità ormai. Da quado loro erano ancora in vita.
Stava dormendo dalle 7 della sera passata, segno evidente della sua stanchezza arretrata da ormai troppo tempo.
Si alzo di scatto. Era indecisa su cosa fare, avrebbe voluto preparare la colazione per tutti, ma poi si rese conto che non sapeva cucinare neanche un uovo al tegamino. Non voleva andarsene così, come una ladra, così optò per lasciare un bigliettino, cercando di essere il più gentile possibile:
'Grazie per la vostra ospitalità, ve ne sono immensamente grata. Avrei voluto prepararvi la colazione ma non ne sono capace. Non preoccupatevi, sono ritornata a casa mia, mi devo preparare per l'accademia. Grazie ancora e buongiorno!' finì la sua opera con una faccina sorridente e si avvio velocemente verso la porta,cercando di uscire senza fare rumore.
Circa un'ora dopo, tutta la famiglia Uzumaki si svegliò. Leggendo il biglietto Hinata sorrise, cercando di nascondere la sua apprensione, cosa che non le riuscì molto bene.
Naruto, dal canto suo non potè fare a meno di commentare qualcosa riguardo la cocciutaggine di quella ragazzina.
-Naruto, sai com'è fatta la piccola Ai-Chan...è molto testarda.-
-Da piccolo non so cosa avrei dato per avere una famiglia che mi accudisse e che mi volesse bene...Non la capisco...-
Naruto si ricordò le parole proferite da Ai quando le propose di essere adottata da lui e da Hinata. La ragazzina ne fu davvero onorata, però dovette rifiutare perchè lei una famiglia l'aveva già, e anche se erano ormai quattro metri sotto terra, per lei erano sempre al suo fianco.
-Naruto, non ti preoccupare. Ai-Chan sa già che al momento del bisogno, noi saremo sempre disponibili per lei. -
-E' vero, Hinata. Tu hai sempre ragione!- disse Naruto sfoggiando uno dei suoi sorrisoni.
Intanto Minato si apprestava ad entrare in cucina affamato come non mai.
-Buongiorno!- urlò Minato, come facesse ad avere tutta questa energia a prima mattina era ancora un mistero per tutti.
-Buongiorno tesoro!- Rispose Hinata cordialmente dando un bacio sulla fronte del figlio.
-Buongiorno Minato! Oggi è il giorno dell'esame per diventare finalmente genin, ti senti pronto?- Chiese
-Papà ma è ovvio che sono pronto! Infondo in me scorre il sangue Uzumaki e quello Hyuga! Sarò il più bravo di tutti e sorpasserò persino Itachi!- Disse Minato sorridendo
-Ne sono sicura, tesoro mio.- Disse Hinata con uno dei suoi dolcissimi sorrisi sulle labbra.
 
* * *
 
Ai era arrivata fuori casa sua da almeno mezz'ora. 
E proprio da mezz'ora era rimasta lì, ad osservare quella dannatissima porta. Non voleva entrare. Non voleva vedere di nuovo tutto quel sangue, non voleva vedere i brandelli di carne e non voleva sentire quell'odore acre. Il sangue. Quell'odore se lo ricordava fin troppo bene.
Senza pensarci entrò, dopotutto era inevitabile.
Ma l'immagine che le si presentò era completamente diversa dalle sue aspettative;
Tutto era pulito, niente cadaveri, niente odore di sangue.
La giovane si chiese cose fosse successo, ma poi capì subito che era stata opera di Naruto.
Come al solito l'aveva aiutata e come al solito lei si era mostrata poco riconoscente. Si odiava tremendamente per il suo caratteraccio fin troppo freddo per una ragazzina e così decise di rimediare. Anche se internamente rimaneva sempre la stessa sciocca ragazzina fredda e traumatizzata dalla morte della sua famiglia, almeno all'esterno doveva sembrare più simpatica e cordiale. Probabilmente doveva iniziare a farsi degli amici, così  magari anche quei fastidiosissimi incubi sarebbero scomparsi, prima o poi.
Ecco, ecco la soluzione a tutto. Fingere. Fingere di stare bene era la soluzione, non sarebbe più sembrata una sociopatica, avrebbe fatto amicizia e chissà magari avrebbe dimenticato, di sicuro non tutto, solo un po'.
Mangiò, si fece una doccia ed indossò la sua uniforme. Questa volta, per far notare il suo cambiamento, optò per una divisa composta da un top bianco con le bretelline rosse, un pantaloncino rosso, stivaletti neri e i suoi immancabili guanti neri a rete. Si fece una coda con un fiocco rosso e inizio a specchiarsi. Non si piaceva per niente, quel look non le si addiceva proprio. Ma ormai era troppo tardi per cambiarsi così si avviò velocemente alla porta di casa.
Dopo circa dieci minuti arrivò dinnanzi all'accademia. Tutti gli studenti sembravano in fibrillazione e lei non riusciva a capire perchè. Cosa diamine stava succendendo a tutti? 
Decise di avvicinarsi a Minato per chiedergli il perchè di tutta questa confusione.
-Ehi Minato-Kun!- Disse Ai. Il ragazzo la guardava sbalordito, sapeva che era sempre silenziosa e si sorprese non poco vedendo Ai avvicinarsi e iniziare una discussione.
-Ciao Ai-Chan!- rispose titubante
-Ma perchè sono tutti così agitati?- Chiese la ragazza assumendo un espressione interrogativa
-Ma come non lo sai? Oggi c'è l'esame per diventare genin!- 
Ai restò in silenzio con un espressione da ebete stampata in faccia.
-Mi prendi in giro?- 
-No...Non dirmi che non lo sapevi...-
Itachi, che si trovava accanto Minato inizio a sorridere.
Ai iniziò a diventare incredibilmente nervosa. Non si era mai allenata e non aveva mai seguito le lezione. Andare all'accademia era come un obbligo, non voleva neanche diventare un ninja, ma si sentiva in dovere di diventarlo dato che era il sogno di sua madre.
Cosa doveva fare adesso? Era davvero nel panico, ma quella era davvero una situazione paradossale. Così iniziò a ridere, non sapeva neanche lei il perchè, sarà stata una specie di risata nervosa. Tutti la guardavano ridere, perchè, dato che solitamente è sempre silenziosa e riservata, non abituati a vederla esternare emozoni. Lei continuava a ridere imperterrita, era una risata cristallina e persino abbastanza rumorosa.
-Ma...Perchè stai ridendo? Mi sembra una situazione abbastanza critica..- Chiese dubbioso Minato. Evidentemente se giudicava quella situazione critica, non aveva mai vissuto una vera situazione critica, come per esempio la morte di tutta la sua famiglia davanti i propri occhi...Situazione che purtroppo ai conosceva troppo bene.
-Rido perchè...Perchè...Perchè- Perchè sono fottuta, pensò Ai -Non lo so il perchè!- Si limitò a dire.
-Cosa farai ora?- Questo era Itachi, sempre inespressivo, forse anche peggio di lei, Ai pensava che la causa della sua mancanta espressivita fosse dovuta al fatto che cercava di imitare il padre.
-Mmh, mi presenterò ugualmente all'esame, ma sapete in cosa consiste?-
-Consiste nell'eseguire la kage bushin no jutsu...E' un jutsu molto facile, ed io sarò sicuramente il migliore!- Disse a voce un po' troppo alta Minato.
Deliri di onnipotenza a parte, Ai iniziava davvero a sentirsi nervosa.
-Kage no...- ripeteva la ragazza più a se stessa che a Itachi e Minato.
-Non posso crederci, non dirmi che non conosci questo jutsu!- Disse Minato sbalordito e come al solito a voce troppo alta. E non ero l'unica ad accorgermene.
-E abbassa la voce!- Rispose Itachi un po' innervosito.
Per rispondere alla domanda del ragazzo si limitò a scuotere la testa.
-Come pretendi si passare l'esame senza conoscere questa tecnica?- Chiese Itachi con aria superiore.
-Un modo troverò...Mi ripetete il nome del jutsu perfavore?- rispose Ai sorvolando sul tono da superiore che aveva assunto Itachi. Detto questo afferrò una penna che aveva portato nel suo zainetto pensando fosse di accademia come tutti gli altri.
-Kage bushin no justu.- Disse svogliato Itachi.
-Ai-Chan, vuoi davvero scrivertelo sulla mano?- Chiese Minato.
-Vedi un altro modo?-
 
* * *
 
Dopo un'oretta d'attesa arrivò il turno di Ai. Le prove di tutti, Minato e Itachi comprese, erano andate egreggiamente e lei non voleva essere l'unica a non superare l'esame. Infondo doveva solamente mettere le mani in quella posizione strana che a malapena ricordava e ripetere quella frase -Kage no...Kage bushin no jutsu- Un gioco da ragazzi pensò, ovviamente ironicamente. Se solo ci fosse qui mia sorella, mia madre, mio padre... Ecco. Ci mancavano solo i tristi pensieri.
-Ai, coraggio vieni è il tuo turno!- Disse gentilmente l'esaminatore, Iruka-Sensei.
La ragazza si avvicinò col cuore in gola. Non voleva fallire.
Si sentiva gli occhi di tutti puntati addosso, soprattutto quelli di Minato e Itachi, che la facevano sentire un incompetente.
Chiuse gli occhi per un istante, cercò di concentrarsi. Avrebbe fatto affidamento su tutto, persino su i suoi dannatissimi occhi. Infondo se hanno ucciso due persone, eseguire un jutsu, a loro dire facilissimo, dovrebbe essere una passeggiata.
Mise le mani in quella stranissima posizione e pregando che fossero messe correttamente, disse ad alta voce 'Kage bushin no jutsu!' Ed in un nanosecondo dieci sue copie apparvero dal nulla. Le guardò stupita, ci era riuscita sul serio! Dopo poco sparirono e si avvicino ad Iruka-Sensei per ricevere il suo coprifronte. 
-Bastavano solo tre copie, Ai-Chan- disse il maestro con un sorriso sulle labbra.
La ragazza rispose con un sorrisone, era davvero orgogliosa di se stessa. Ma il suo sorriso si spense, quando incamminandosi verso l'uscita la vide
Sekai era lì. Sua sorella defunta era lì davanti a lei. E le sorrideva. 
Non puo' essere possibile. Stava impazzendo sicuramente.
-Non posso credere che tu ce l'abbia fatta!- urlò Minato 
Io invece non posso credere che abbia appena visto mia sorella morta. Buffa la vita, eh?
-Già...- rispose Ai accennando un sorriso e tralasciando i suoi pensieri. -Ora devo scappare. Ci vediamo domani, Ciao!- continuò la ragazza iniziando a correre velocemente.
-E' molto strana...- disse Minato rivolgendosi ad Itachi, che rispose con un semplice 'Mh'

 
 
Il giorno dopo Ai si svegliò di buon ora. Non era riuscita a chiudere occhio per tutta la notte; Credeva ormai che il suo cervellino fosse partito per pazzolandia, ma sentenziò che forse sarebbe stato meglio non pensarci. Era stata sicuramente un'allucinazione. Oppure era colpa dei suoi occhi. Si era sicuramente colpa loro. 
Dopo iniziò a prepararsi per andare in accademia. Aveva deciso che la tattica di sembrare simpatica e vivace non faceva per lei, lei non era così ed era molto difficile riuscirci. 
Dio, quanto avrebbe voluto cambiare, ma cambiare seriamente, non solo all'esterno ma era troppo difficile. Non voleva abbandonare tutto quel dolore , perchè in fondo era proprio quella sofferenza a farla sentire viva. Si aggrappava al dolore del passato perchè le rimaneva solo quello, perchè senza quello non sarebbe nulla. Era così. Lei viveva nella sofferenza perchè era l'unica emozione che ormai riusciva a provare, e anche se momentaneamente aveva altri pensieri per la testa, ricadeva sempre in quel baratro di oscurità. Quando riuscì finalmente a capire questo, a capire che il dolore continuava ad aggrapparsi a lei che lo voglia o no, copiose lacrime inziarono a scendere dai suoi occhi.
Non potrà cambiare, la sua vita è destinata a rimanere nell'oblio. Per sempre.
Anche mentre si vestiva, questa volta indossava un completo composto da un top viola con una felpa e una gonna nera ed i suoi immancabili stivaletti, le lacrime continuavano imperterrite a scendere giù bagnando le guance ormai arrossate. Si risciacquò più volte il viso e finalmente il rossore si attenuò, però l'impulso di piangere e di sfogarsi  erano sempre presenti. Arrivò all'accademia in orario e come al solito si sedette al posto di sempre.
All'accademia c'era molto fermento, poichè oggi sarebbero stati divisi in team. Ai era molto nervosa all'idea, come tutti daltronde.
Arrivò Iruka-Sensei e, dopo aver fatto un noiosissimo discorso riguardante il tempo che passa, Iniziò ad elencare i vari Sensei che sarebbero stati a capo dei team. Fra questi spiccavano Hinata-San e il padre di Itachi, Sasuke Uchiha.
Sperava con tutto il cuore andare nel team capitanato da Hinata-San, perchè sapeva che lei oltre ad essere dolce e gentile, era anche un'ottima kunoichi. E poi diciamolo, faceva dei bento che erano la fine del mondo. Ma purtroppo il destino le era avverso, poichè Hinata su assegnata al team 4, con Ami, la figlia della bionda e del tizio che disegna sempre, con Akira Nara e con quel ragazzo figlio di suo cugino che però non ha ereditato il Byakugan. Per loro avere il cognome Hyuga e non possedere la loro preziosissima abilità oculare era un disonore. Ovviamente Ai trovava tutto ciò estremamente ridicolo, ma i suoi pensieri furono interrotti dalla voce del maestro. 
-Il team 5 sarà un team particolare, composto dagli allievi con abilita oculari, quindi da Minato, Itachi e Ai. Da oggi in poi il vostro sensei, sarà Sasuke Uchiha-
Dopo aver elencato tutti gli altri team, tutti i ragazzi si apprestavano ad uscire, tutti particolarmente gioiosi.
Ad un certo punto Ai sentì un braccio intorno alle sue spalle, si girò e vide che era Minato che con l'altro braccio aveva abbracciato anche Itachi, cosa che lo innervosì molto.
-Ora siamo compagni di team! Non è grandioso?!- si apprestò a dire Minato.
'Eh, non sai quanto'
-Si...- fece Ai accennando un sorriso
-E tu cosa dici baka?- disse Minato rivolgendosi ad Itachi
-Dico che dobbiamo muoversi perchè il sensei ci sta aspettando al campo d'allenamento.-
-Eh!? Ma io ho fame! Avanti in fondo è tuo padre, non potrebbe farci mangiare prima?- rispose Minato lamentandosi
-Non credo proprio- Disse Itachi liberandosi dal suo braccio.
-Già mi sembra abbastanza severo come sensei...- Rispose Ai facendo lo stesso.
-Credimi è più che severo.- si limito a dire Itachi aumentando il passo.
 
Dopo neanche due minuti arrivarono al campo dove Sasuke, il loro sensei, li stava aspettando.
-Iniziamo subito, non mi piace aspettare. Voglio sapere cosa sapete fare. Conosco le capacità di Itachi ma non le vostre, quindi voglio che me le mostriate.-
Capacità? Quali capacità? Ai stava diventando sempre più visibilmente nervosa poichè Sasuke aggiunse -Tu invece cerca di calmarti, possiedi quegli occhi, devi per forza essere brava. Anzi, inizia proprio tu.-
Ottimo.


Ciao a tutti! Scusate se non sono riuscita ad aggiornare prima ma sono stata impegnata! Spero che vi sia piaciuto il capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate nelle recensioni! Grazie a tutti!! <3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Destino. ***


Ai no me.
'Destino'


 
È inutile lottare contro il destino, lui vince sempre. 
 

-Tu invece cerca di calmarti, possiedi quegli occhi, devi per forza essere brava. Anzi, inizia proprio tu.-
 
Come potrei iniziare, così, di punto in bianco fare qualcosa qualcosa che non ho mai e con gli occhi del mio nuovo team puntati addosso?
Il mio cuore inziò a battere così forte che temevo lo riuscissero a sentire anche loro.
Sentivo le goccioline di sudore, ovviamente freddo, scendere giù dalla fronte.
Molto probabilmente impallidii anche, dato che mi chiesero se stessi bene.
No, no sto bene. Sto per fare la figuraccia più grande della mia vita, davanti ai miei neo compagni di squadra, per giunta.
-Si sto bene- mi limitai a rispondere -Sono solo un po' nervosa...-
Presi cinque shuriken e, cercando di ignorare i lamenti di Minato, mi apprestai a lanciarli.
-Sasuke Sensei- Interruppe Itachi -Forse è meglio se inizi io, Ai non si è mai allenata e...-
-Davvero non ti sei mai allenata?- Lo interruppe il Sensei.
-Ecco...N-No...- risposi intimorita
-Come hai fatto a diventare genin?-
Me lo chiedo anche io.
-Me lo chiedo anche io.- No, non l'avevo detto sul serio.
Purtroppo quelle parole furono pronunciate sul serio, poichè Minato scoppiò in una fragorosa risata e anche Itachi accennò un mezzo sorriso.
-Non puoi fare sul serio.- Esclamò il Sasuke.
io sospirai rumorosamente e spostai lo sguardo per terra.
Mi sentivo terribilmente stupida.
-Ho capito. Ai, combatti con Itachi.-
Strabuzzai gli occhi e anche Itachi era sbalordito.
-Che? Quello mi uccide!- dissi indicando il mio compagno di squadra.
-Sono sicuro che non lo farà. Al massimo lo uccidi tu, proprio come hai fatto con quei nukenin...-
Forse era pazzo. Sicuramente gli mancava qualche rotella. Quello era suo figlio, come poteva parlare in questo modo?
-Ma sono certo che non succederà nulla. Itachi è un Uchiha, non vi succederà nulla.-
Sasuke e Minato si spostarono, lasciandoci il campo libero.
Solo quando Itachi attivò lo sharingan, mi resi conto della stupidaggine che stessi per fare.
Forse gli altri non se ne rendevano conto, ma io non conosco neanche le basi del combattimento.
Fu un secondo.
Itachi, con una velocità inaudita, mi colpì con un pugno.
Faceva terribilmente male, dovevo avere un labbro spaccato perchè sentivo il sapore pungente del sangue in bocca.
-Vaffanculo!-gli urlai. Mi aveva fatto malissimo, sicuramente l'aveva fatto per mettersi in mostra davanti a quello stronzo del Sensei.
Non ribatte neanche, che si scagliò nuovamente su di me.
Questa volta però, non so come, riuscii a scansarmi.
Non ebbi neanche il tempo di rendermene conto che subito si accanì nuovamente contro di me.
Presi molti pugni, ma alcuni riuscii persino a scansarli.
Cercavo di colpirlo, alcuni pugni andavano a vuoto, mentre altri andavano addirittura a segno.
Ad un certo punto vidi Itachi allontanarsi e fare strane posizioni con le mani.
-Katon goukakyuu no jutsu! - 
Improvvisamente una fiamma enorme divampò e riuscì a schivarla per poco.
-Ma sei impazzito! Avresti potuto uccidermi!- urlai.
Cazzo, ero davvero incazzata. Diamine avrei potuto morire! Non volevo fare la stessa fine della mia famiglia! 
Devo essere arrabbiata parecchio perchè gli corsi incontro e senza neanche toccarlo lo scaraventai contro un albero.
Itachi si rimise subito in piedi per contrattaccare, quando finalmente Sasuke ci ordinò di fermarci.
Tirai un sospiro di sollievo.
Tutt'ad un tratto, tutti i dolori causate dalle botte di Itachi iniziarono a farsi sentire: Avevo un labbro spaccato, un braccio dolente, e un taglio sulla fronte. In più avevo un gran mal di testa.
-Siete stati bravi a provare ad ammazzarvi a vicenda. Ora vi concedo di mangiare, siate veloci, perchè subito dopo pranzo continueremo l'allenamento.-
Mentre mi allontanavo per prendere il mio pranzo, il Sensei mi ferma.
-Che tecnica hai usato?-
-Quando?- risposi
-Quando hai scaraventato Itachi contro l'albero senza toccarlo. Dimmelo. Che jutsu era?-
-Non lo so, io non ho fatto niente... Proprio come quando quei nukenin sono entrati in casa mia e...-
-Ho capito.- mi interruppe Sasuke -Ora vai a mangiare.-
Non risposi e mi avviai verso Itachi e Minato.
-Bravissima Ai-chan! gliel'hai fatta vedere a questo qui!- Disse Minato indicando l'amico.
-Guarda che è stato lui a riempirmi di botte...- Risposi sedendomi accanto a loro.
-Ai-Chan- disse Itachi -Quando mi hai scaraventato contro quell'albero...Che jutsu hai usato?-
Feci le spalluccie
-Come non lo sai?- disse Minato.
-No.- Risposi freddamente.
Probabilmente i due ragazzi capirono di aver toccato un tasto dolente, dato che cambiarono subito discorso.
-Va bene, ora però mangiamo...Itadakimasu!-Disse il biondo.
Dopo aver pranzato, ricominciarono subito gli allenamenti.
Una volta finiti, mi sentivo sfinita, mentre Itachi e Minato sembravano stare da Dio.
Si stavano avviando verso le proprie case ed anche io stavo facendo lo stesso.
Anche io vorrei diventare come loro: forti, sicuri di sè e pieni d'energia.
-Itachi, Minato...Vorreste aiutarmi a fare una cosa?- Chiesi titubante.
Entrambi annuirono.
Presi un kunai dalla tasca destra della mia gonna e lo avvicinai alle mani dei miei compagni.
-Tagliatemi i capelli!- Esclamai.
-Eeeh? E perchè?- esclamò Minato sbalordito
-Perchè voglio cambiare, voglio diventare forte, dinamica e sicura di me.-
-Va bene, ti aiuteremo. Però non ti taglieremo i capelli troppo corti.- disse Itachi.
-Perchè?- Chiesi.
-Non mi piacciono le ragazze con i capelli con i capelli corti...- 
-Che motivazione stupida! Coraggio, tagliate!- dissi loro porgendogli il kunai.
Minato prese il kunai e tagliò la mia chioma all'altezza delle spalle.
Fu come essermi tolta un peso. Ora assomigliavo proprio a mia sorella, sia nell'aspetto, sia nel carattere. Mi sentivo più forte e sicura di me. Finalmente ero cambiata.
-Stavi meglio con i capelli lunghi.- Mi disse Itachi.
Io sbuffai e gli dissi di farsi i cavoli suoi.
Dopo esserci salutati ci avviammo verso le rispettive case.
Prima di addormentarmi, mille pensieri mi passarono per la mente.
Stranamente non erano solo pensieri negativi. Ovviamente i brutti ricordi non potevano sparire, quelli erano indelebili. Ma decisi di interpretarli come opportunità per diventare più forte. Mi addormentai dolcemente pensando ai momenti felici, ormai parte del passato, ma con la speranza di riviverli anche nel futuro.
La mattina mi svegliai presto, feci colazione, mi vestii e uscì di casa senza neanche sapere dove andare.
Incontrai Minato e Itachi che mi dissero che l'Hokage ci aveva convocati nel suo ufficio.
Velocemente ci recammo da Naruto-Sama e notammo che accanto a lui vi era anche il padre di Itachi, il nostro Sensei.
-Ho deciso di assegnarvi la vostra prima missione!- Proferì Naruto.
-Partirete oggi pomeriggio, dovrete racarvi al villaggio della nebbia per portare questo messaggio alla Mizukage.-
Minato esultò mentre Itachi sorrise.
Io ero incredibilmente felice perchè sentivo che il volere di mia madre si stava avverando.
Diventerò una temutissima kunoichi, proteggerò il villaggio e le persone che amo! 
Questo è il mio destino!

Angolo dell'autrice:
Finalmente ho aggiornato anche questa storia! Scusate ma mi sono completamente dedicata a 'Dear You' e a 'Death Note Another Story' in questo capitolo è facile notare il cambiamento di Ai. Infatti in questo capitolo capisce che deve affrontare la vita e andare avanti. 
Spero vi sia piaciuto il capitolo, mi raccomando recensite per farmi sapere cosa ne pensate C:
Un bacione, Hell girl.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** In missione! ***


Ai no me.
capitolo cinque: In missione!
 

 
Fuori fa freddo.
Un freddo pungente, aspro. Quel freddo che, non appena metti il naso fuori dalla finestra, ti colpisce come una frustata e causa quella odiosa nuvoletta d'aria calda dalla bocca.
Osservo l'orologio. E' appena mezzanotte. Continuo a rigirarmi nella speranza di prendere sonno, ma il forte vento che crea turbinii di foglie, mi tiene sveglia.
E' incredibile come una tempesta abbia addirittura fatto si che l'Hokage rimandasse la nostra missione al giorno seguente. Ne ero sollevata. Inizialmente l'idea della missione mi ha intusiasmata, ma ora, un po' colpa dell'ansia, non mi sento pronta. Abbandono questi pensieri per concentrarmi nuovamente sull'esterno.
Eh si, fuori fa proprio freddo.
Da quando sono a Konoha, da che ho memoria,  non ha mai fatto così tanto freddo.
Credevo che il gelo fosse una prerogativa del villaggio della pioggia, ma mi sbagliavo.
Ormai non c'è più pioggia, c'è solamente quell'aria gelida che ti penetra nelle ossa. Provo a chiudere gli occhi, ma nonostante ci provi con tutta me stessa, li riapro.
Ho sempre odiato questo tipo di nottate; Il rumore del vento mi inquieta, ho voglia di essere abbracciata e di sentermi al sicuro. Sento lievi rumori, e, anche se so bene che sono solo nella mia testa, continuano a spaventarmi. Provo a convincermi con tutta me stessa, ma i miei timori non si affievoliscono.
Paura di cosa, poi? Del buio?Dei rumori? O forse proprio della solitudine? 
Fuori fa freddo, ma non è nulla rispetto al ghiaccio presente nel mio cuore.
Cerco di coprirmi ancora di più, nonostante la calda coperta di lana mi arrivi già alla bocca.
Ricontrollo l'orologio. E' mezzanotte e dieci.
Riprovo a serrare gli occhi, infondo domani ci sarà la mia prima missione e non voglio essere un peso alla mia squadra.
Ho la gola in fiamme, ho bisogno di un bicchier d'acqua.
Apro di nuovo gli occhi, questa volta però sembrano più pesanti, faccio quasi fatica a tenerli aperti. Osservo il lungo corridoio buio. 
Forse posso fare a meno dell'acqua.
Questo è il mio ultimo pensiero prima di abbandonarmi al dolce mondo dei sogni.
 

 
 
La sveglia suona rumorosamente -e fastidiosamente - come ogni mattina.
La palpebre sono pesanti e stanche. Sommessamente mi alzo e mi affaccio alla finestra.
Per fortuna la bufera se n'è andata ed il cielo è tornato limpido come sempre.
Mi dirigo in cucina dove faccio colazione, dopodichè mi muovo verso il bagno dove mi preparo per uscire. Questa volta opto per un completo rosso e bianco. Era di mia sorella, e probabilmente mi porterà fortuna.
Sono le otto e mi rendo conto di essere in leggero ritardo, siccome il punto di incontro era alle otto alle porte del villaggio.
Aumento il passo finchè non si trasforma in una vera e propria corsa. Sfreccio per le grandi strade di Konoha, schivo i passanti e in meno di dieci minuti arrivo al punto d'incontro.
Al cancello nord sono presenti, oltre al team cinque, anche i genitori di quest'ultimi; Hinata e Naruto accanto a Minato, mentre Sasuke e Sakura accanto ad Itachi.
Guardandoli a pochi metri di distanza, rappresentano proprio l'emblema della dolcezza. Persino Sasuke e Itachi, a cui è possibile affibire qualsiasi aggettivo fuorchè 'dolce' sembrano esser sereni. Non posso fare a meno di provare un pizzico di gelosia. Non mi riferisco alla solitudine, a cui -più o meno- ho fatto l'abitudine. E' qualcosa di diverso, quel qualcosa di essenziale, quel qualcosa che ti fa sentire completo, tranquillo. Quella parte della tua vita che ti assicura la monotonia, quella parte a cui sai di poter fare affidamento. Quella cosa a cui mancheresti se partissi per sempre, quella cosa che risiede un po' dentro di noi e un po' fuori. Quella sicurezza che ci sia qualcuno su cui contare. Quel sentimento ormai lontano, lontanissimo da me.
 L'affetto. Il calore umano. Il rassicurante abbraccio di una madre, la vigorosa pacca sulla spalla di un padre, i capricci di una sorella. E mi sento vuota, come se stessi continuando ad aspettare quel microscopico cambiamento che non avverrà mai. 
Li raggiungo e, mentre Minato mi saluta allegramente, Itachi mi fa notare il mio ritardo.
Superati i convenevoli e le lunghe raccomandazioni, ci mettiamo in viaggio.
Sasuke sensei ci ribadisce l'obbiettivo della missione. Portare dei documenti all'ufficio della Mizukage, nel paese della nebbia. Sembra facile, penso, ma la presenza di quei documenti importanti potrebbe comportare l'attacco di pericolosi nukenin. Deglutisco rumorosamente, tanto che temo che i miei compagni e il mio sensei mi abbiano sentito, ma quando noto la loro indifferenza, ringrazio i Kami per non avergli fatto notare la mia preoccupazione e la mia insicurezza derivata dalla mia mancanza di allenamento.
E li osservo ossessivamente, così sicuri, così forti. Vanno avanti, sono propensi al futuro, alle novità, alla conoscenza di nuovi jutsu. Mentre io sono bloccata nella paura, nell'insicurezza, nel passato.
E' come se tutti stessero correndo ed io non riuscissi neppure a stare in piedi.
Dov'è andata a finire la bambina saputella e continuamente in conflitto con sua sorella? Quella bambina che fa parte della famiglia da passato sconosciuto, quella bambina la cui infanzia è finita troppo presto. 
Quella bambina è sparita per lasciar spazio alla giovane ragazzina un po' troppo minuta dagli occhi strani e spaventosi. La dolce e piccola orfanella forse per metà Senju e per metà Uchiha. La ragazzina troppo riservata e silenziosa che forse pensa troppo, come diceva la mia mamma.
I pensieri continuano la loro strada, cullati dalla noia e dal vento. Fluidi come l'acqua ma dolorosi come spine conficcate nella carne.
Tutti proseguivano nonostante il sole stesse per calare; Non sembravano percepire la stanchezza e la spossatezza, cose che io sentivo particolarmente.
Come se mi avesse letto nel pensiero Sasuke sensei ci ordinò di fermarci.
-Siccome ci manca ancora po' prima di arrivare a destinazione, sarebbe meglio fermarci qui.- 
La serata prosegue abbastanza traquilla fra battibecchi e scherzi. Nonostante la stanchezza accumulata e la spossatezza dovuta al lungo viaggio non ancora terminato, non riesco ad addormentarmi. Inizio a camminare senza una meta precisa, solo dopo mi accorgo di non essere sola. A quanto pare anche il sensei non riesce a prendere sonno, poichè se ne stava appoggiato al tronco di un albero a guardare un punto imprecisato del cielo. Alzo i tacchi e faccio per andarmene, non voglio disturbarlo, ma il mio intento fallisce. Sasuke sensei mi dice di avvicinarmi e così faccio.
-Quando si è immersi nel dolore si fanno cose stupide.- Mi dice improvvisamente. Lì per lì non capisco ma poi realizzo a cosa si riferisce. Egli tradì il villaggio e si alleo con dei nukenin. Non sapendo che dire, mi limito ad annuire.
-Non voglio che tu faccia i miei stessi errori, nonostante ti senta sola, arrabbiata, pensa sempre prima di agire. Questo vale sempre non solo nella vita, ma anche nei combattimenti.-
-Grazie sensei. Non farò i suoi stessi errori, glielo prometto.-
-Sarà meglio. Adesso va a dormire, è tardi.-
-Buonanotte sensei!-
-Buonanotte.-
 
 

 
Svegliarsi bruscamente non è mai piacevole.
Soprattutto se per 'svegliarsi bruscamente' s'intende svegliarsi grazie ad un simpaticissimo urlo di Minato nel timpano destro.
Minato Uzumaki è un tipetto forte, divertente e spesso fastidioso,  come spesso proferiva Sasuke sensei, credendo che nessuno lo sentisse.
Subito ci rimettemmo in marcia e raggiungemmo il villaggio della nebbia in poco tempo, relativamente parlando.
Durante il cammino verso casa, percepiamo il chakra di qualcuno. 
Il cuore inizia  a battare all'impazzata, sempre più forte, battito dopo battito capisco che il pericolo è vicino, è reale. Una scarica di adrenalina mi percorre la spina dorsale. 
 E' il pericolo, l'avventura, l'azione. Improvvisamente mi sento reale, viva.
Cinque spaventosi nukenin si parano davanti a noi. Subito Sasuke sensei gli comunica che i documenti sono stati già consegnati alla Mizukage, e dunque stanno perdendo solo tempo.
-Non ci intessano i rotolli.- proferì uno dei criminali dagli occhi color vermiglio -Noi vogliamo gli occhi della ragazzina.- concluse indicandomi.
Senti un tonfo al cuore. Ebbi paura. Come quando morirono i miei genitori, come quando morì mia sorella, come quando quel malfattori entrarono i casa mia. 
Le gambe tremano e non riesco a fermarle.
-Non ti lascerò ammazzare la mia allieva.- Disse apatico il mio sensei.
Itachi e Minato si spostano e si mettono davanti a me dandomi le spalle; Vogliono proteggermi. Itachi è impulsivo: Rapidamente prende un kunai e cerca di colpire i nukenin, ed uno di questi rimane ferito alla guancia. Al tizio dagli occhi color vermiglio sembra non aver gradito tale gesto. Prende uno dei suoi coltelli e lo lancia in direzione di Itachi.
E' così veloce il coltello, tanto veloce quanto le mie gambe.
Non ho paura. Nonostante la chiazza di sangue si allarghi sopra la mia maglia, non ho paura.
Una sensazione strana, una leggerezza infinita, quasi indescrivibile. Riesco a guardarmi intorno, mi osservano, i ninja traditori sogghignano in una maniera agghiacciante. Itachi dietro di me sembra esserse irrigidito, mentre Minato piange già. Sasuke sensei sembra fuori di sé mentre si scaglia contro i nemici.
Il dolore lancinante mi prende alla sprovvista, mi accascio e sembra che qualche lacrima sia scesa dai miei maledetti occhi. Stesa per terra, riesco a sentire l'odore fresco dell'erba mischiato all'odore pungente del sangue.
Buio.
 
 
Angolo dell'autrice!
Okay scusatemi per il mostruosissimo ritardo, sono davvero imperdonabile! D:
Capitolo incredivilmente introspettivo (E quando mai?! LOL) spero non sia risultato troppo... noioso?
L'ho riletto più volte e... bho! Ditemi voi! xD Fatemi sapere quanto fa schifo da uno a dieci!
Per il prossimo capitolo non vi prometto nulla, spero di aggiornare presto, ma questa storia è davvero complicata da scrivere! Per ora mi concentrerò soprattutto su Dear You e Death Note: Another Story (che non aggiorno da secoli! Pardon! )
P.S Salvo eccezioni userò l'Ai POV e il tempo sarà al presente. Detto questo, grazie per aver letto questa pazzia!
Un bacione e mi raccomando recensite!
HellGirl.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1218899