Try to listen your heart

di Sayra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** There's an angel ***
Capitolo 2: *** Party?....Not only! ***
Capitolo 3: *** Swim and ... Not start again! ***
Capitolo 4: *** X-Factor...Why not? ***
Capitolo 5: *** -I'll go to X-Factor- ***
Capitolo 6: *** -I say...yes!- ***



Capitolo 1
*** There's an angel ***


There's an angel


-Ciao Karen ci vediamo dopo!- dissi prendendo le cuffie dal tavolo.
-Ciao, non fare tardi. Mi raccomando.-

Esco di casa, chiudo il cancelletto alle spalle e, dopo essermi messa le cuffie nelle orecchie, inizio a correre verso una meta sconosciuta.

“I sit and wait…does an angel contemplate my fate
And do they know..”

Angel di Robbie Williams è la canzone che la riproduzione casuale dell’ Ipod ha scelto. Ottima scelta, è la mia canzone preferita. Canto in playback, non mi va che la gente mi ascolti, nonostante io abbia una bella voce, e intanto corro, mi piace tenermi allenata.

Corro, e nel inizia una leggera pioggia; L’Hyde Park si svuota delle persone che lo popolavano. Solo io continuo a correre, mi piace la pioggia anche se spesso mi mette a disagio.
Londra è così, prima c’è il sole e due minuti dopo piove. Ho fatto fatica ad abituarmici quando mi sono trasferita 13 anni fa.

Mi chiamo Sara Destiny Cooper ed ho 18 anni; mio padre si trasferì in Italia da giovane, precisamente a Torino, e fu lì che conobbe mia madre. Poi 4 anni dopo la mia nascita si trasferirono a Londra per via del lavoro di papà ed è all’asilo che incontrai la prima volta Karen Evans. Da allora siamo ottime amiche, ora viviamo insieme in una piccola villa da pochi soldi. Per mantenerci ogni tanto i nostri genitori ci danno dei soldi e poi sia io che le facciamo dei turni al bar “Da John”.

Continuo a correre nel parco e intanto smette di piovere. C’è l’odore della pioggia nell’aria e mi piace, poi dal terreno si alza un forte calore. Fa caldo, ma io continuo a correre non mi importa.
In lontananza vedo Louis, Louis Tomlinson il mio vecchio compagno di scuola, abbiamo frequentato le medie insieme, lui ha ripetuto un anno, ma non ci siamo mai rivolti una parola nonostante eravamo nella stessa classe.
Mi fermo un attimo, cerco di guardarlo. E’ un bel ragazzo, lo è sempre stato e Karen ha sempre avuto un debole per lui, solo che Louis non le ha mai degnato uno sguardo, lui stava con Rose, quell’oca, non l’ho mai sopportata.

Non mi andava di incontrarlo per cui faccio un altro giro.
Ora che mi tornano in mente i ricordi delle medie ricordo tutte le lezioni extrascolastiche che seguivo e che Louis frequentava insieme a me: canto, ballo, recitazione, chitarra. Abbiamo più o meno gli stessi hobbies. Non mi è mai andato a genio, a Karen si invece,  anche lei seguiva gli stessi corsi. Un sorriso da ebete mi si stampa sulla faccia quando ricordo cosa mi faceva fare per spiarlo. Io in più facevo anche il corso di nuoto, adoro stare ore nell’acqua mi fa sentire meglio, è il luogo dove affogo tutti i miei pensieri e li perdo in quell’enorme vasca blu.
Karen era proprio cotta, ma d’altronde devo ammettere che era…è un bel ragazzo. Io invece credo di non essermi mai presa una cotta, non ho mai…baciato un ragazzo. Forse Karen ha ragione quando dice che dovrei trovarmi una persona da voler bene, però  voglio aspettare quello giusto. Delle volte mi chiedo se sarò capace di innamorarmi, o se saprò riconoscere il ragazzo apposta per me e poi lui mi vorrà al suo fianco? Finora non ho mai ceduto alle avance di qualcuno, non ci ho mai …provato. Karen, invece, ha avuto un paio di esperienze e sono state tutte molto belle anche se sono finite male, ma intanto ne conserva un bel ricordo. Sono contenta che l’abbia sempre presa con questa filosofia, io non sono sicura di riuscirci.

Mentre cerco risposte alle mie domande mi accorgo di aver corso troppo e che è arrivata l’ora di tornare a casa, Karen sarà offesissima.
Questa sera le ho promesso che sarei andata alla festa con lei, non potevo tirarmi indietro dopo lo sguardo minaccioso con cui mi ha guardata, mi vengono i brividi a ripensarci.
Tze. In realtà sguardo minaccioso o no, a me piacciono le feste: le avrei detto di si ugualmente.
 
-Era ora! Ti sei persa per caso?-
-Scusami tanto! Non ho visto l’ora.-
-Sei sempre la solita ritardataria, vedi di non far tardare anche me.- mi disse sorridente.
-Ahahah! Certo contaci.- dissi con ironia, dovevo mantenere alto il mio primato.
Vado a farmi una doccia e, prima di entrare nella vasca con l’acqua calda e tanta, troppa schiuma metto la musica dalla radio.

La conduttrice radio annuncia il titolo della prossima canzone: Always di Bon Jovi.
Bon Jovi, è uno dei miei cantanti preferiti era un po’ che non si sentivano le sue canzoni per radio, quasi ne sono stupita, inizio a cantarla e nel mente mi prometto che finita la canzone devo aver finito di lavarmi, così Kary sarà contenta!
Esco dalla vasca e mi copro il corpo con un lungo asciugamano bianco e raccolgo i capelli in un altro; poi vado in camera per scegliere cosa indossare.
Siamo alle solite… Non so cosa mettere, l’armadio è colmo di maglie e pantaloncini, ma non si trova nemmeno un vestito da sera.

-Kary! Ti frego uno dei tuoi vestiti!- urlo.
-Fa pure, ma non chiamarmi Kary, sai che lo odio-
-Si scusa
- dico con un ghigno stampato sulle labbra. Tanto lo so che le piace quel nomignolo anche se non lo ammeterà mai, perché Karen è fatta così: orgogliosa fino alla fine.

Cerco tra i suoi vestiti, ce ne sono così tanti; poi ne trovo uno: è azzurro mare con una sfumatura blu verso il fondo, non ha spalline e non lascia intravedere il seno, sopra è più stretto fino alla vita poi una gonna corta copre le gambe fino alle ginocchia, anzi un po’ più in su.
Vado a specchiarmi, mi stava bene, per lo meno non faceva vedere quei coscioni che mi ritrovo!
Poi vado in bagno e mi trucco molto velocemente: un po’ di mascara e una matita azzurro glitter sotto l’occhio.

I capelli.
Bel problema. Li asciugo e decido di raccogliere quell’ammasso di ricci in una treccia laterale.
Come scarpe scelgo i tacchi color argento.
Scendo le scale e trovo Kary ad aspettarmi con le braccia conserte.

-Allora principessa, ci diamo una mossa?-
-Si arrivo. Ah emh…-
-Cosa?-
-Sei uno schianto!-
-Beh, grazie. Andiamo o perdiamo l’autobus-

La osservo mentre esce dalla porta di casa e la chiude a chiave, indossa un abito nero con un fiocco rosa pallido in vita e dei voulant sulla gonna, i capelli lisci le cadono perfettamente sulle spalle contornandole il volto. E’ sempre stata un esempio per me, la mia sorella maggiore nonostante io sia più grande di lei di due mesi.

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Capitolo 2
*** Party?....Not only! ***



Party?....Not only!


Quando arriviamo alla festa si sente già subito la musica dei LMFAO a tutto volume. Io inizio a canticchiare la canzone e Kary mi da uno strattone come per intendere ‘Non facciamoci riconoscere’. Nel cortile si sente un odore pazzesco di sigarette di varie marche, quando entriamo l’odore del fumo viene sostituito a quello dell’alcool. Ci avviciniamo sin da subito al bancone del bar io ordino un Sex on the Beach e Karen il suo amatissimo the alla pesca.

-Ah sai chi ho intravisto oggi?-
-Cosa? Non ti sento la musica è troppo alta!-
-SAI CHI HO INTRAVISTO OGGI?-
dissi avvicinandomi a lei.
-CHI?-

Proprio in quel momento si siede al bancone un ragazzo dagli occhi azzurro cielo, i capelli castani e scompigliati, con un viso innocuo e dolce come quello di un bambino.

-PARLI DEL DIAVOLO E SPUNTANO LE CORNA!! VISTO CHI HO INCONTRATO OGGI?-
-MA CHI, QUEL RAGAZZO? TI PIACE?-
-MA COME? NON LO RICONOSCI? LUI E’…-
mi accorgo che se urlo il nome rischio che mi senta, quindi mi avvicino al suo orecchio e le sussurro il nome.
-CHE COSA?? LUI E’L…-
-LEONARD, SI LUI!-
la interrompo in tempo per non farci “scoprire”.

Decidiamo di ballare ed ad un tratto qualcuno mi viene addosso e come se non bastasse mi pesta un piede, mi volto e guardo di chi si tratta. Quando alzo lo sguardo su di lui incontro due occhi azzurri e un sorriso meraviglioso.

-Scusami io non…Sara?...L’italiana?-
-Io non sono itali…-
-Karen? Hey…Usciamo un attimo?-
-Si!-
rispose prontamente Kary.

Già non lo sopportavo, ecco che ora mi tornano in mente altri ricordi di quegli stupidi tre anni delle medie: per Louis Tomlinson io ero “L’italiana” e io non l’ho mai sopportato. Ci allontaniamo quanto basta per poter parlare tranquillamente senza dover sgolarci per sovrastare la musica.

-Ma quanto tempo…Come state?-
-Bene, finchè qualcuno non mi pestasse un piede!-
-Scusa non era mia intenzione. Ti ho vista nel parco oggi, sbaglio o hai cambiato strada di proposito?-
-No, ero in ritardo e dovevo tornare a casa.-
-Comunque da lontano non ti avevo riconosciuta, siete proprio cambiate e…Karen sei uno schianto!-
-Trovi? Beh grazie, è un bel complimento detto da uno… come te!-


Ecco ci risiamo. Karen è stata forse un po’ troppo sincera, ma nei loro sguardi c’è qualcosa di diverso.
Una luce nuova, uguale per entrambi. Una luce che brilla nello stesso modo.
Forse era il caso che li lasciassi un po’ da soli.

Mi allontano e torno al bancone del bar, da sola questa volta. Mi siedo su uno di quegli sgabelli alti e intanto ripenso allo sguardo di Louis mentre guardava Kary, non era lo stesso con il quale guardava Rose per quello che ricordo. Invece quello di Karen è sempre lo stesso di quando lo spiava dietro la porta dello spogliatoio maschile.
MI ricordo che una volta si girò ridendo a crepapelle e quando le chiesi cosa avesse visto mi rispose che quel giorno Louis indossava dei boxer con raffigurate delle carote.
Rido al pensiero di un Tomlinson in boxer e come fantasia delle…carote.

Karen era un po’che non la vedevo così, ero felice per lei. Anch’io vorrei poter guardare un ragazzo in quel modo, chissà …un giorno forse.
Tomlinson, non l’ho mai conosciuto bene, forse era il momento di iniziare a farlo. Forse un po’ mi spaventa, d’altronde alle medie era così…così…diverso, voglio dire non aveva i requisiti adatti per essere un mio amico e poi stava sempre dietro a Rose. Forse, senza quell’oca al fianco è diverso, forse è davvero il ragazzo che Kary ha sempre descritto.
La voce del barista mi distoglie dai pensieri.

-COSA HA DETTO?-
-LE HO CHIESTO SE VUOLE QUALCOSA-
-UN ANGELO AZZURRO, GRAZIE
-

Un altro cocktail, questo sarebbe stato l’ultimo.
Rimango ancora un po’ al bar da sola e intanto penso che devo trovarmi un ragazzo, eh dai… Se tra Tomlinson e Kary dovesse andare a buon fine io non posso fare da terzo incomodo!

-Sara! Andiamo?-
-Sicura?-
-Si!-


Woow, certo che ha proprio un bel sorriso sulle labbra, qualcosa è successo, me lo sento. Decido di rimandare al mattino dopo, nonostante la mia curiosità, ora voglio solo farle realizzare quello che è successo qualsiasi cosa sia.



Angolo di Sayra:

E' la mia prima FF sui One Direction e in tutta onestà sono stata spinta da un'amica,
una grande amica, a scriverla ed è stata lei la prima lettrice di questa storia che
continua senza un filo da "seguire", per questo la ringrazio :)
E ringrazio anche chi legge la storia o almeno quei pochi che lo hanno fatto :))
Spero che vi piaccia e che recensiate per sapere una vostra opinione :D
In attesa di un vostro commento....
Baci -Sayra

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Capitolo 3
*** Swim and ... Not start again! ***


Note dell' autrice: Salve :D Vi lascio con un nuovo capitolo e spero in una qualche recensione ...
Baci :))


Swim and....Not start again!


Sento un urlo di gioia e la mia porta spalancarsi, so che sta per arrivare la notiziona che aspetto, ma non poteva tardare un po’? Giusto il tempo per svegliarmi.

-Sai cosa mi ha detto?-
-No cosa?- dico assonnata. Diciamo che l’ultima cosa che esprimo è proprio l’interessamento, ma sono davvero curiosa anche se non sembra.
-Ok respira…-
-Io non ne ho bisogno!! Tu piuttosto respira!-
-Oooh! Hai ragione. Ok…Mi ha detto che …in pratica non l’ha detto, me lo ha fatto capire perché, insomma, se me lo avesse detto esplicitamente…Dovevi vederlo era così imbarazzato per questo non me lo ha detto, però me lo ha fatto capire che è più o meno la stessa cosa e quindi….-
-Oooh insomma…Cosa ti ha detto??-
-Che vorrebbe frequentarmi, ovviamente se io fossi stata d’accordo, ma non vedo motivo per non esserlo-
-Si appunto, certo sai …Tomlinson.-
-Porti ancora rancore per lui?-
-Mmm, no diciamo che non ho mai sopportato che mi chiamasse “L’italiana” e poi beh sai, lo rincontro dopo anni e la prima cosa che mi dice è: “Hey tu sei Sara, l’italiana”. Eddai non darebbe fastidio anche a te?-
-Mmm se a dirlo è Louis … No!-
-Si…Ok! Quando uscite?-
-Oggi pomeriggio.- dice con un sorriso radioso.
-Ah, woow. Allora saprai già cosa metterti giusto?-
-Non proprio. Emh mi impresti la t-shirt quella…-
-Si prendila!-
la interrompo ancora prima che finisca la frase.

Dopo pranzo Kary si prepara per uscire, mi da un bacio schioccante sulla guancia e infine mi lascia sola in casa. Almeno lei ha incontrato qualcuno che le fa brillare gli occhi.
Io invece mi preparo per andare a nuoto. Nonostante lo studio sia impegnativo frequento dei corsi: nuoto e ballo. La chitarra però non l’ho abbandonata ogni tanto la suono ancora, le ho dato un nome quando ero più piccola e ancora oggi Karen mi prende in giro: “Stai suonando Giselle??” poi scoppia in una fragorosa risata con la quale trascina anche me.

Ho finito di preparare il borsone ora mi metto il costume intero, quello azzurro giusto perché è il mio colore preferito. Dicono che mi rappresenta molto, per me è il colore del mare e del cielo quindi dell’infinito.
Poi mi metto la maglietta bianca e i pantaloncini in jeans, prendo i rollers e le infradito che metto nello zaino. Cellulare, Ipod e cuffie e infine mi indosso i rollers e pattino verso la piscina.
Quando arrivo entro e mi metto subito le mie infradito, entro nello spogliatoio, mi tolgo maglia e pantaloncini per rimanere, così, in costume.

Fremo dalla voglia di entrare in acqua, non vedo l’ora di non pensare più a nulla. Voglio solo concentrarmi sul movimento del mio corpo.
Posiziono la punta delle dita dei piedi lungo il bordo del blocco di partenza, piego leggermente le gambe e stendo le braccia in avanti unendole appena, poi alzo la testa in avanti e la riabbasso mentre stacco i piedi dal blocco.
E’ stato una questione di pochi secondi e adesso mi trovo in acqua.

Una, due, tre bracciate. Aria. Una, due, tre bracciate. Aria.

Vado avanti così, mentre il tempo passa e io non me ne sono accorta nemmeno.

-SARA! Hey come stai?-
-Lucas, bene tu?-
-Si va avanti. Nuoto libero?-
-Si mi rilassa.-
-Fai bene, io invece mi ritrovo a fare da insegnate ai più piccoli-
-Woow, proprio una bella esperienza-
-Non prendermi in giro!-
-Non ne avevo l’intenzione!-


Lucas Stone. Frequenta il quinto anno dello sportivo. Ottimo nuotatore da sempre per quello che mi ricordo. È un bravo amico con cui scherzare e con il quale confidarsi, ora è fidanzato con Mya, una mia compagna di classe, sono un bella coppia e nei loro occhi c’è la stessa luce che c’è tra Louis e Kary.

-Dai gareggiamo!-
-Vinceresti tu sbruffone.-
-Non vorrai tirarti indietro looser. Ti prenderei in giro a vita e poi tu nono eri quella che diceva: “ Io non mi tiro mai indietro”?-
-Hai ragione, io non mi tiro mai indietro. Ai posti di partenza,idiot.-


Ai propri posti.

Pronti.

Partenza.

“ Questa volta lo batto” penso.

VIA.

E i piedi si staccano di nuovo dal blocco con il numero 3.

Uno, due, tre. Aria. Uno, due, tre. Aria.

Lucas è davanti a me di un paio di bracciate, riesco a tenergli testa nonostante sia più avanti.

Uno, due, tre. Aria. Uno, due, tre. Aria.

La prima vasca è finita, ora inizia la seconda, l’ultima.
Devo recuperare il distacco tra me e lui.
Batto più forte i piedi.

Uno, due, tre. Aria. Uno, due, tre. Aria.

Ora sembra che siamo di pari passo, manca poco, vedo il muretto.
Muovo ancora più velocemente i piedi.

Uno, due, tre. Aria. Uno, due, tre. Aria.

Allungo la mano, tocco le piastrelle lisce e risalgo in superficie.

-Ho vinto Lucas.-
-Non è vero, ti ho lasciata vincere.-
-Vabbeh, raccontala a un’altra, sei stato battuto ammettilo.-
-Mmmm, sei stata brava.-
-Proprio non ti va giù eh?-


Ridiamo, poi mi accorgo che sono ore che sono in acqua: le dita delle mie mani si sono ringrinzite.
Mi volto verso le tribune e vedo Kary mano nella mano con Tomlinson.
Penso di avere un’espressione indecifrabile: provo contentezza e stupore, forse anche paura che Kary potesse rimanere delusa, ma poi ricordo della luce che riflette nei loro occhi.

Karen mi saluta sbracciandosi con un braccio, Louis le tiene fermo l’altro. Forse sono anche un po’ gelosa.

-Devo andare. Ci vediamo eh!-
-A presto, Sara.-


Torno negli spogliatoi, mi faccio una doccia molto velocemente e mi rivesto. Esco con fretta, sono curiosa di sapere, accipicchia, metto i rollers e mi accorgo di averli chiusi male, quindi li lego meglio. Saluto la signora dietro la scrivania e raggiungo Karen e Tomlinson sotto l’albero di fronte all’uscita.

-Ciao tesoro! Che ci fate qui?-
-Niente, passavamo e ho chiesto a Louis se era d’accordo di passare.-


Sorrido, non so cosa dire per la prima volta, poi alzo lo sguardo su Louis e lo saluto.

-Ciao…ehm Louis-
-Ciao Sara, senti io credo che non abbiamo iniziato nei migliori dei modi.-
-Ottima intuizione-
 dico mentre annuisco con la testa.
-E lo so, sono stato un idiota-
-Non potrei essere più d’accordo-


Con la coda dell’occhio vedo lo sguardo di disapprovazione di Kary, ok ha ragione sto esagerando.

-Ehm scusa, comunque si: possiamo ricominciare! D’altronde non ci siamo mai conosciuti bene.-
-Ok. Piacere, mi chiamo Louis Tomlinson ho 19 anni, mi piace suonare, cantare e studio...-


Rido e lo interrompo. Poi vedendo la sua faccia prendo la parola.

-Si ok Louis, so cosa ti piace e non ti piace, sai frequentavamo gli stessi corsi! Comunque piacere io sono Sara Destiny Cooper e sono…-
-Italiana!-
-Non iniziare!-
-Si scusa.-


Ora ridiamo ed è bello che finalmente ci scambiamo una risata insieme, con noi si unisce Kary e anche lei ora ha uno sguardo diverso. È felice che io ho messo da parte il risentimento contro il suo…Aspetta non ho ancora capito se stanno insieme o no, ma se glielo chiedo rischio di farmi una figuraccia. Per cui decido di chiedere poi a Kary a casa cosa si sono detti.


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Capitolo 4
*** X-Factor...Why not? ***


X-Factor ...Why not?



Questa sera, Louis, viene a mangiare da noi. Kary non sta più nella pelle, non sa nemmeno cosa preparare per cena. Io ho provato a consigliarle di ordinare delle pizze, secondo me è l’idea migliore, ma lei non vuole saperne. Poi vorrebbe mettersi un bel vestito come se dovesse uscire di casa.

-Sei un’esagerata!- le dico.

Io nel dubbio mi metto una T-shirt e una salopette in jeans e tanto per non rimanere in ciabatte mi metto le converse bianche.

-Sara, mi dai il numero della pizzeria d’asporto?-
-Visto che la pizza è la soluzione migliore? Io ho sempre ragione.-
-Si, ok. Senti ‘Iohosempreragione’ mi impresti qualcosa da mettermi?-


Cosa posso imprestarle? Lei vorrebbe sicuramente qualcosa di elegante.
Mi torna in mente quel vestitino con il corpetto bianco senza spalline e la gonna a righe blu. Vado a cercarlo e dopo un paio di minuti lo trovo al fondo dell’armadio.

-Questo va bene?-
-Si certo. Grazie Destiny!-
-Kary non chiamarmi così, sai che preferisco il mio primo nome.-
-Ahahah, scusa ma non sono riuscita a trattenermi!-
-Si certo. Comunque manca qualcosa in quel vestito.-
-Eh?-


Torno nella mia stanza e cerco nel cassetto delle cinture il cinturino rosso. Lo trovo e lo porto a Karen.

-Ecco.-
-Ah ecco cosa mancava! Grazie ancora. Ehm…Tacchi o ballerine?-
-Tacchi, assolutamente. Metti quelli rossi, così riprendono la cintura.-
-Grazie per l’aiuto!-
-Non mi hai detto come è andata con …Louis.-
-Bene! Dice che vuole conoscermi.-
-Beh…Buona iniziativa.-
-Già.-


Mentre Kary si cambia io chiamo la pizza: ordino tre margherite.
Poi prendo Giselle dalla mia camera e inizio a suonare.

“Hey there Delilah
What's it like in New York City?
I'm a thousand miles away, but girls”

-Mi piace questa canzone.-

Urla Karen dalla sua stanza. Io non ci faccio caso e continuo a cantare. Suonano il campanello.

-Vado io.- dice Kary.

Lei lo sa che se inizio a suonare potrei andare avanti ore.
È Louis. Con la coda dell’occhio vedo che bacia sulla guancia Karen.

-Ciao Sara!-

Accenno un saluto con la testa. Non voglio fare la maleducata, ma voglio continuare a cantare, era tanto che non lo facevo e non mi importa che Louis mi senta.

“Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
What you do to me”

Canta anche lui, mi fa piacere, Kary ha ragione è un bravo ragazzo. Penso proprio che andremo d’accordissimo.

-Te l’hanno mai detto che canti bene?- Gli dico.
-Anche tu.- mi sorride, - e suoni anche bene, io penso di non saperla nemmeno accordare.-
-Grazie.-
-Perché non ti iscrivi alla nuova edizione di X-Factor?-
interviene Kary, poi aggiunge:- L’ho detto anche a Sara, ma lei si vergogna.-
-Kary!!-
-Davvero ti vergogni?-
-Si, non cercate di farmi cambiare idea. Non farò mai quel provino, fine della discussione.-
-Comunque non so se partecipare, voglio dire potrebbe andare male.-
-Oppure potrebbe andare bene, non guardare sempre tutto in negativo Lou. Tentar non nuoce no?-
-E poi i provini sono tra più di un mese, hai tutto il tempo per pensarci!-
aggiungo.

Suona il campanello, sta volta sono le pizze.
Ci sediamo a tavola e tra una risata e l’altra la serata passa piacevolmente. Ovviamente so che a un certo punto della serata mi sarei dovuta fare da parte, questa è la scomodità di fare “il terzo incomodo”, per cui prendo una giacchetta e esco.

Non so dove andare, non ho una destinazione precisa. La gente passeggia con in mano un gelato, una bimba tiene la mano di suo padre e quella della madre, due fratellini si rincorrono, sulla panchina ci sono due amiche invece davanti a me ci sono due fidanzati. Chissà se nei loro occhi c’è la scintilla, non riesco a vederli da qui, mi sento tanto depressa in questi momenti. Passeggio con le mani dentro la tasca della salopette e intanto provo a immaginare la vita privata delle persone che incontro.
Una signora cammina al fianco del marito e sfugge ai suoi baci: lo tradisce, sicuro.
Una bambina piange a dirotto: voleva il gelato e i genitori le hanno detto di no.
Chissà se indovino, sarebbe carino.
Un bambino e suo fratello più grande stanno litigando, non riesco a sentire il perché… Sarà perché il più grande gli ha rotto il giocattolo.
Un ragazzo si mette le mani tra i capelli cercando di dire qualcosa alla sua ragazza, secondo me vuole chiederle di sposarlo e magari le metterà al dito un anello da un mucchio di soldi, sembra un riccone.
Una altra coppia passeggia con un gelato in mano…
Oh ma che palle! Mi è venuta voglia di gelato!
Cerco nelle tasche dei soldini, trovo qualche sterlina e dei penny, magari una coppetta piccolina riesco a comprarla. Entro nella gelateria, la commessa  mi guarda sorridente e mi chiede cosa desidero. Woow sono stupita con gli spiccioli che ho riesco a prendere persino due gusti, non ho nessun dubbio: cioccolato e caramello. La ragazza canticchia una canzone che stanno trasmettendo su MTV. Sembra così allegra, provo a immaginare la sua vita privata e secondo me il ragazzo che le piace si è appena dichiarato.
Prendo il gelato e esco dalla gelateria.
Mi è arrivato un messaggio.

Kary: Puoi tornare! Lou è andato a casa, ti saluta :)
Rispondo: Si, tornerò più tardi si sta bene qui :D

E intanto torno a camminare e il gelato finisce in fretta accidenti. Kary vorrebbe che partecipassi a X-Factor, ma sinceramente non fa per me. Io mi vergogno a cantare davanti agli altri, è vero che prima l’ho fatto davanti a Louis, ma ormai lui è un …amico.
Non se ne parla non canterò davanti all’intera Inghilterra.
Però Louis potrebbe, voterei per lui e sicuramente Kary mi trascinerà a vederlo dal vivo e mi farà sollevare un cartello con scritto: “ Forza Lou!! Siamo con te!! ^^



Angolo dell'autrice:

Ciaooo :) Ecco un nuovo capitolo.
Mi picerebbe ricevere una vostra opinione :)
Baci -Sayra

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Capitolo 5
*** -I'll go to X-Factor- ***


I'll go to X-Factor

I giorni sono passati in fretta, i provini per X-Factor si avvicinano sempre più. Louis e Kary stanno insieme, sono bellissimi, una vera coppia.

Quando lui le ha fatto la proposta erano al parco e avevano appena finito di mangiare il gelato. Louis a un certo punto si alza e le porge la mano per far alzare anche lei. Poi si schiarì la voce e iniziò a guardarla dritto negli occhi.
Kary mi ha raccontato che prima di chiederlo ha usato un giro di parole che non finiva più, era nervoso e non faceva che mettersi la mano dietro i capelli.
Poi mette una mano in tasca e prende due collane con come ciondolo un cuore diviso in due, gliela mette al collo e le bacia la fronte poi le ha fatto la fatidica domanda tutto imbarazzato: “Ehm … Karen Evans vorresti essere la mia …ragaz…
e Karen prontamente rispose: “SI!! Cioè…sì, lo voglio. È tanto che lo voglio!
e poi è successo quello che Kary aspettava da tanto, il bacio che ha sempre sognato dalla persona che ha sempre sognato.

-Allora Lou, parteciperai?- chiede Kary.

Lei vorrebbe davvero che Louis partecipasse, perché sa che lui ci tiene. Solo che ha paura, lo capisco, secondo me dovrebbe provarci.
Ok forse non dovrei essere io a pensare queste cose, però è così. Quando uno ha talento deve buttarsi e vedere che succede e poi secondo me quel ragazzo farà strada, lo penso davvero.

-Veramente non ancora.- dice lui timidamente.

Kary gli schiocca un dolce bacio sulle labbra e poi gli accarezza la guancia.

-Di cosa hai paura?- gli sussurra all’orecchio.

Ecco ora iniziano i momenti sdolcinati tra i due, così senza sentire altro me ne vado, anzi voglio dargli un consiglio.

-Louis, secondo me dovevi provare, alla fine non ci perdi nulla, però puoi dire: “Io ho provato!”-
-E tu? Non segui quello che hai appena detto?-
-Colpita e affondata! Io sono un caso disperato, non fare il mio sbaglio. -


Sorride e nel mentre da un altro bacio a Kary.

-Comunque io …ehm… Vado in bagno!-

E invece vado in camera e accendo il computer. Sul desktop appare una foto mia e di Karen mentre ci sorridiamo,  l’aveva scattata Louis l’altro giorno. È molto bella.
Cerco tra i documenti degli spartiti e intanto prendo la chitarra. Tra tutte le canzoni scelgo “Hey Jude” dei Beatles.
Finita la canzone Kary bussa.

-Vieni di là con noi.-
-Avete finito con i sentimentalismi?-
-Scema.-
-Stupida.-


Ci scambiamo un sorriso grande, adoro questi momenti tra me e lei.

-Sara?-
-Dimmi Louis.-
-Parteciperò!-

-Davvero?-
-Si. So che dirti che vorrei che partecipassi anche tu, non ti farebbe cambiare idea, ma qualcuno mi ha detto che nella vita bisogna buttarsi. Quindi: partecipi con me?-


Gli sorrido, ma non mi farà cambiare idea, io ho una paura enorme del…palcoscenico.

-Hai colto l’insegnamento vedo. Mi spiace deluderti, ma mi sa che dovrai fare da solo.-

Lui annuisce con la testa, spero che capisca.

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Capitolo 6
*** -I say...yes!- ***


I say...Yes!!


E’ il giorno dei provini.
Mi alzo, faccio il letto come ogni mattino e….

-AAAAAAAAH, SARAAAAAA!!-

Corro da Karen.

-Kary che hai?-
-Cosa mi metto? Insomma devo mettermi una cosa normale o una cosa elegante o…-
-Kary non sei tu a dover fare il provino, non volevo darti questa brutta notizia.-
-Si lo so, ma devo rendermi presentabile.-


Sbuffo e torno in camera mia.

-SEI SENZA CUORE!- urla Karen affacciandosi dalla stanza, ma non le do retta e torno a lavarmi.

Scelgo cosa mettermi, a dire la verità non ho idea di cosa mettere. Prendo dei pantaloncini e una maglietta senza spalline bianca con un cuore stampato con i colori della bandiera inglese.
Afferro anche i roller, penso che andrò pattinando.
In bagno trovo Kary in fase make-up, alla fine si è messa anche lei dei pantaloncini e una t-shirt.
Quasi quasi mi metto il mascara e magari un filino di matita argentata sotto l’occhio.

-Verrai mica con i pattini?-
-Non vedo dov’è il problema.-
-Tu sei strana.-
dice sorridendomi.

Usciamo di corsa da casa. Louis è già fuori che ci aspetta con l’auto, sembra calmo, meglio così.

-Louis, posso salire con i pattini a rotelle?-
-Si certo!-


Kary saluta il suo ragazzo con un bacio appassionato.

-Sei pronto?-
-Sono nato pronto!-
-Si certo e poi ha bisogno della ragazza e dell’amica che lo incoraggino a fare uno stupido provino-
dico cercando di fargli pensare ad altro. Si diverte quando ci battibecchiamo.
-Stupido provino o no, io ci provo e tu?-
-Oh ma andiamo, io almeno ho detto di no, non ho passato due mesi a pensarci sopra.-

-Ma intanto io ci provo.-
-Dai andiamo o faremo tardi e non ci proverai nemmeno, Mister Tomlinson-
-Si ok, Miss Cooper.-


Kary mi guarda dallo specchietto e mi manda un bacio. Io ricambio sotto le occhiate di Louis.

-Tranquillo non te la rubo.-
-Ci mancherebbe altro.-


E nell’auto rimbombano le nostre risate.

Quando arriviamo si sente già in lontananza il chiasso davanti all’entrata.
Louis intanto gira tutto il parcheggio e in questo momento pagherebbe per un posto .

-Questo è occupato, questo anche, la macchina di questo ha occupato dieci posti neanche avesse un tir, occupato…Oh libero…Uff …Non ci entro.-

Io e Karen scoppiamo a ridere dopo aver visto la sua faccia e sentito il tono della voce. Il mio sguardo viene attratto da una macchina che sta uscendo, poi ne vedo un’altra che vuole
aggiudicarsi il posto.
Oh andiamo è tanto che cerchiamo un posto, non posso farmelo scappare.
Quindi scendo dall’auto senza rispondere a Louis che chiede dove sto andando e pattino verso il posto vuoto.

Preso. È nostro. Ciao, ciao bello, cercati un altro posto vuoto.

Ci mettiamo davanti l’entrata, c’è una lunga fila, spero che non siano tutti i candidati.
La gente mi guarda male, più che altro guardano male i miei roller. Hanno poco da dire: sono bellissimi!
La coda per le iscrizioni sembra interminabile. Noi tre passiamo il tempo con barzellette, giochi, cruciverba. Le altre persone ci guardano storto ogni tanto, forse siamo gli unici a divertirci sotto questo sole.
Vado a prendere dei gelati e dell’acqua dato che l’abbiamo finita, così do la possibilità a Louis e Kary di stare da soli per un po’.
Entro nel  bar e mi faccio dare tre ghiaccioli e tre bottigliette d’acqua e poi torno indietro.
Quando arrivo la fila è andata avanti di molto, e tra qualche decina di ragazzi tocca a noi.
Giusto il tempo di finire i ghiaccioli che tocca a Louis.

-Puoi dirmi il tuo nome?-
-Si, Louis Tomlinson.-


Louis fa l’iscrizione alle prove e poi il tizio dice che dobbiamo andare sul retro con lui.

Qui sono tutti così nervosi, chi si tortura i capelli, chi le mani. Altri invece sembrano così sicuri di se, sembrano tutti figli di papà.
Guardano tra il pubblico mentre cantano,  i loro sguardi staranno sicuramente cercando chi li ha accompagnati.

È il turno di Tomlinson.
Che è teso si vede lontano un miglio, prende il microfono tra le mani e nel mentre sorride. Noi lo vediamo grazie al televisore, altrimenti Karen non starebbe un minuto ferma.

-Come ti chiami?-
-Louis Tomlinson.-

-Dovresti esserci anche tu la sopra!-
-Hai detto bene…Dovrei…Ma sta cantando Hey there Delilah.-
-Già, ha una voce fantastica.-
dice mentre gli occhi le brillano.

Anche lui guarda tra il pubblico. Mi sento strana, come se fossi al posto di Louis, come se avessi gli occhi degli altri puntati su di me, non mi sento a mio agio ecco perché non salirò mai su un palco!

Fine dell’esibizione. Kary mi sta stritolando un braccio. Ora glielo dico.

-Kary mi stai facendo male.-

Niente lei continua.

-Kary mi fai male!.-
-Io dico …Sì.- dice Louis Walsh.

Ha detto sì.

-Kary mi fai male.-
-Sì- Nicole Scherzinger.
-KARY! IL BRA…..-
-Per me è…sì!- Simon Cowell.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH- Urliamo.
-Grazie tante.-

Stiamo per piangere, abbiamo gli occhi lucidissimi. Karen mi abbraccia mentre io cerco di mantenere le lacrime.

Ecco Louis, anche lui ha le lacrime agli occhi.

-È un sogno vero? Svegliatemi!-

Kary lo abbraccia forte.

-Non è un sogno, sei il migliore, il numero uno. Ti amo.-
-Ti amo anche io.-


Si scambiano un bacio intenso. Io intanto mi asciugo le lacrime, sono davvero contenta per lui.

-Sara…Tu piangi…per me. Sei contenta per me!-
-No, io…Complimenti Louis!-


Lo abbraccio forte, è stato un grande, li ha stesi tutti.

-Bravo Louis davvero!-
-Devo registrare queste parole perché mi sa che non le sentirò spesso.-
-Scemo.-


È decisamente bello quando io, Kary e Louis ridiamo insieme.

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