Like fire and ice

di Francy_92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New life ***
Capitolo 2: *** Are you kidding me? ***
Capitolo 3: *** You're mad ***
Capitolo 4: *** It's not my brother ***



Capitolo 1
*** New life ***


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Salve a tutti ^^''
Probabilmente sono una pazza a cominciare un'altra storia, quando ne ho due in corso  e altre da scrivere, ma che non ho ancora pubblicato. Comunque, non saranno molti capitoli. Solo tre o al massimo cinque, dipende da come andranno le cose xD
Sto scrivendo di nuovo una storia Robsten perchè mi manca scrivere di loro. Non so se riuscirò a togliermeli dalla mente come protagonisti in "When dance is love", ma spero di riuscirci per farvi innamorare di questa storia.
Ok, adesso vi lascio alla lettura ;)
Al prossimo capitolo, che spero di postare la prossima settimana.
Francy

 

Like fire and ice
 
Something new

 
Pov Kristen
 
Molte volte mi sono chiesta il motivo per cui mia madre non si è più risposata. Ha divorziato qualche anno fa e ha avuto diverse relazioni, ma a nessuno degli uomini che ha avuto gli mai andato a genio il matrimonio.
Doveva andare a Londra per trovare quello giusto.
Sono Kristen, 18 anni, disperata e futura ragazza spacciata.
Mia madre si chiama Jules, 44 anni e perdutamente innamorata del tipico gentleman inglese.
Pff…
Se mai qualcuno vi dicesse di concedere un po’ di fiducia ad un tipo inglese, NON FATELO!!
Si insinua nella tua vita, ti piomba in casa nel bel mezzo della notte, perché ovviamente, non ha considerato il fuso orario e si chiude nella stanza di tua madre fino al mattino successivo. Ovviamente se tua madre è single.
Questo è quello che è successo a me anzi, sarebbe più appropriato dire, “quello che è piombato nella mia vita”!!
Ricapitolando…
La scorsa estate, uscendo dall’ennesima relazione andata non male, disastrosamente, ha deciso di prendersi una pausa di tre mesi e che avesse il nome “Londra”. È partita, lasciandomi da sola, ma raccomandandomi di stare attenta otto miliardi di volte, e ha trascorso l’estate nella capitale inglese.
Quando è tornata, lo ha fatto con un solitario al dito.
Immaginate la mia faccia quando me lo ha sbattuto in faccia, con così tanta delicatezza.
«Mi sposo!!!» esclama tendendo il braccio. Per poco non mi ha colpita.
«Eh si mamma. Lo vedo» rispondo io con molto poco entusiasmo.
«Non sei contenta?» chiede ritirando l’arto ingioiellato.
«Ma si che sono contenta, è quello che voglio per te, se tu sei felice, ma da quanto lo conosci?»
«Due mesi e mezzo»
Non è assolutamente avventata mia madre. No, no…
Io, a quel punto, le ho sorriso, l’ho abbracciata e le ho detto, di nuovo, che ero felice per lei.
Sono passati quattro mesi da quando me lo ha detto. Ho conosciuto lui, Richard, durante le feste natalizie e da quando abbiamo fatto le presentazioni ufficiali lui fa Los Angeles – Londra tre volte a settimana.
Secondo me, morirà prima della sua ora. Insomma, non è proprio un ragazzo e tutto questo viaggiare potrebbe non essere la cosa giusta per lui.
Proprio per questo, mia madre, ha avuto la brillante idea di trasferire tutta la famiglia, cioè me e lei, a Londra. Il matrimonio verrà celebrato nella residenza della famiglia di lui e dopo il loro mega viaggio di nozze, abiteremo tutti felici e contenti nella reggia Pattinson. Già a pensarci mi viene la nausea. Spero solo che non sia lontano dalla città e che ci sia da divertirsi.
«Evviva!» esclamo fingendo entusiasmo. Siamo a gennaio e lui è di nuovo a Los Angeles per stare una settimana con mia madre, prima del suo viaggio di lavoro in Brasile. Non ho ancora capito che lavoro fa. Qualcosa che riguarda la fame nel mondo, o roba simile.
«Dai, tesoro. Londra è una bellissima città e poi non ci sei mai stata»
«E avrei preferito che continuasse così» rispondo acida guardando lui.
Richard mi sta bene, però, per la miseria, mia madre potrebbe anche lasciarmi qui e vivere felice la sua vita. Ho diciotto anni ormai e due delle mie migliori amiche ormai vivono da sole. Non avrei problemi.
«Kristen! Non si discute. Ci sposeremo quest’estate a Londra e tu ti trasferirai lì con me. Questo è il tuo ultimo anno al liceo e frequenterai il college, se vorrai, nella tua nuova città. Potrai tornare a trovare le tue amiche e tuo padre quando vorrai» 
Già, mio padre se ne infischia di me. Cosa vuoi che gliene importi di un viaggetto per venire a trovarlo?
Sbuffo e salgo i gradini a due a due per chiudermi in camera e per non volerne uscire mai, mai più!
 
Pov Robert
 
«Quand’è che si sposa tuo padre?»
«Quindici luglio. Non me lo ricordare ogni istate»
«Beh, scusa! Voglio essere perfetta per quel giorno»
«Scusa tu! Chi ti dice che verrai?»
«Non vuoi portarmi?»
«Staremo ancora insieme?» le chiedo sfoderando la mia arma letale: il mio sorriso sghembo.
Sorride anche lei, Julienne, e si avventa sulle mie labbra, facendo cadere entrambi sul letto.
Io e Julienne stiamo insieme da due mesi, credo, o sono due settimane? Beh, comunque sia, tra un paio di giorni cambierò di nuovo, quindi non me ne importa più di tanto.
Londra a gennaio è una vera e proprio cella frigorifera e non so per quale assurdo motivo, quella pazza della nuova fidanzata di mio padre ha deciso di trasferirsi qui. Meglio Los Angeles, dove se nevica vuol dire che qualcosa nell’assetto della Terra non va! Ovviamente, a Los Angeles non nevica!
Mancano ancora sei mesi e per questo matrimonio tutti sono impazziti.
Da quando è morta mia madre, circa sei anni fa, mio padre non ha più frequentato nessuna donna e io e le mie due sorelle abbiamo sempre cercato di farlo uscire o di combinargli qualche appuntamento. Ma lui, niente. Non ha mai trovato quella giusta, dice lui, quella che gli ha fatto esplodere un fuoco d’artificio dentro il cuore e liberato le farfalle nello stomaco.
Quando ce lo ha detto, le mie sorelle si sono sciolte, io ho sbuffato e me ne sono salito nella mia camera.
Ora che ci penso, sarebbe bello sentirsi innamorati come mio padre.
Da quando conosce questa donna è totalmente cambiato e tutti sono contenti di questo avvenimento. Ho conosciuto lei prima delle feste natalizie, prima che lui le trascorresse a Los Angeles, e devo dire che non è niente male. È un tipo alternativo, mi piace!
Non ha accennato a figli o roba varia, quindi non ci saranno scocciature in casa. Le mie sorelle vivono da sole; a me piace stare ancora in questa casa enorme. Mi chiedo perché pagare per un’altra casa quando qui ho tutto quello che serve. Colazione, pranzo e cena sempre servite, biancheria pulita, stanza in ordine e senza un granello di polvere e poi posso portare chi voglio, visto che ultimamente mio padre sta passando più ore in aereo che nel suo ufficio.
Contento lui…
Ad ogni modo tutta la famiglia si è attivata per organizzare queste benedette nozze. Non vedo l’ora che passi, così loro passeranno l’estate a girare il mondo in viaggio di nozze e io potrò godermi la casa nella tranquillità più assoluta, organizzando tutte le feste che voglio e portando tutte le ragazze che desidero.
Bel programmino, no?!


Alloooooraaaa....
Che ve ne pare?!
E' meglio che continuo oppure evito di illudermi ed elimino la storia prima di continuare?!
Aspetto i vostri pareri!
Bisous :* :*
Francy

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Capitolo 2
*** Are you kidding me? ***


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E salve a tutti. :D
Avrei dovuto pubblicare fra quattro giorni, ma questo è un regalo per un'amica speciale che ho oggi ha fatto il compleanno.
Buon 22esimo compleanno vecchietta :D e ricorda che ti voglio bene :*
Comunque, se riesco venerdì ci sarà il terzo capitolo. Pubblicherò quando avrò il capitolo pronto ;)
Spero vi piaccia <3
Francy

 

Like fire and ice


Are you kidding me?

 
Pov Kristen
 
«Kristen!! Scendi!»
«Devo proprio?!» urlo dalla mia camera. La voce attutita dal cuscino.
«Kristen Jaymes Stewart! Alza il tuo culo da questo letto e porta la tua valigia di sotto! Il taxi sarà qui a momenti» dice mia madre tutta agitata entrando come una furia dentro la mia camera.
Come è potuto passare così velocemente il tempo?! C’erano ben sei mesi per poter convincere mia madre a lasciarmi vivere qui dopo il suo matrimonio, ma niente. Primo, non sono riuscita a smuoverla dalla sua decisione; secondo, adesso mi tocca pure alzarmi dal letto per andare a prendere un aereo che mi porta a Londra.
Ma stiamo scherzando?! A Londra?! Dove l’umidità ti penetra nelle ossa e cominci ad avere gli acciacchi a venti anni?!
«Voglio restare qui, mamma!!» mi lamento muovendo gambe e braccia sul letto come se fossi una pazza.
«Non pensarci nemmeno. Non puoi saltare il mio matrimonio»
«Non voglio saltarlo!!» esclamo alzandomi e affrontandola. «Voglio non dovermi trasferire nel paese dove il tasso di mortalità è altissimo a causa dell’umidità e del freddo»
«Spiritosa! Muovi il culo!» esclama di nuovo indicando la valigia e poi me.
Sbuffo e mi butto di nuovo sul letto.
«MUOVITI!!» mi urla di nuovo e io, esasperata, mi alzo e prendo la valigia e la borsa, scendendo giù.
Mi sono ufficialmente arresa. Non posso non fare così.
«Ciao figlia ingrata»
«Per cosa dovrei esserti grata?! Mi stai espiantando dalla mia città, dalla mia vita. L’unico motivo per cui ti sono grata è per aver scelto luglio per sposarti. Non credo farà così tanto freddo»
«Stai esagerando Kris»
«Me ne infischio, mamma! Io non voglio vivere in Inghilterra»
«Ma perché?!» mi chiede mentre saliamo in taxi.
«Perché fa sempre freddo, c’è la nebbia, l’umidità che ti entra nelle ossa, non conosco nessuno…»
«Ti farai degli amici. Richard ha due figlie e un figlio, non devi preoccuparti. Ti aiuteranno loro ad ambientarti»
«Si, certo! Come no!» mormoro appoggiandomi al finestrino e sperando che il viaggio finisca il prima possibile.
Ieri è stato triste salutare le mie due migliori amiche Ashley e Nikki. Anche loro parteciperanno al matrimonio, ma verranno qualche giorno prima. Avrei voluto vivere con loro e invece adesso mi tocca lasciarle per Londra.
Che avrà mai di bello Londra?! Guidano pure al contrario! Si può essere più idioti di così?! No, già guidare al contrario è idiotissimo!
Non c’è molta strada da casa mia all’aeroporto di Los Angeles, ma oggi sembra che il tempo trascorra più lentamente di quanto dovrebbe. Oggi è la giornata “tutti contro Kristen”?!
Sono già così stanca di stare in macchina che non so come farò per le prossime nove ore di aereo.
 
«Kristen…»
Ho fatto un sogno bellissimo. Dove sono?
«Kristen, tesoro?»
È mia madre. No mamma, non svegliarmi! Voglio continuare a sognare.
«Kristen, vuoi rimanere sull’aereo?! Dobbiamo scendere»
Accidenti!
Sono sveglia.
Apro gli occhi e quello che vedo è decisamente diverso da quello che ho visto, immaginato, sognato, cinque secondi fa. «Sedili…» mormoro e scuoto la testa subito dopo.
«Hai detto qualcosa?» chiede mamma.
«No» borbotto e mi alzo. Non mi conviene più lamentarmi, tanto ormai sono qui a Londra, a differenza del mio sogno, dove mia madre si stava sposando su un isola caraibica.
“Si certo… ti piacerebbe Kristen” mi sussurra la coscienza, come a voler muovere ancora il coltello nella piaga.
“Eh dai! Quanto può essere terribile?!”
Se comincio a parlare da sola è terribile pure se sto a Los Angeles. Sbuffo di nuovo e seguo mamma fuori dall’aeroporto. Sicuramente ci sarà Richard ad aspettarci e un po’ mi preoccupa conoscere i suoi figli. Mia madre dice che ha due figlie femmine e un figlio maschio e la coalizione che ne può derivare da questa unione è un po’ terrificante, visto che io sono da sola.
«Kris! Quella è la tua valigia. Sbrigati»
Riesco ad afferrare la valigia e mi rimetto a seguire mia madre che, se potesse, si metterebbe a saltellare come una bambina.
Mi fa bene e piacere vederla così felice, perché era da tanto che non lo era, ma devo ammettere che un po’ è stata egoista, perché io non ho chiesto di vivere qui. Beh, alla fine passare l’estate a Londra non credo sarà così tremendo. Al mare a Los Angeles non ci vado quasi mai; qui, potrebbe essere più o meno la stessa cosa.
«C’è Richard!» esclama appena le porte a vetri si aprono.
Evviva… è con due ragazze. Probabilmente sono le sue figlie. Le mie future sorellastre
«Ciao amore» esclama mia madre buttandosi sul povero Richard.
«Amore mio, come stai?!» le chiede lui e un po’ mi sembra di star assistendo ad un vecchio e scarso film romantico.
«Tu devi essere Kristen, giusto?» mi chiede una delle due bambole bionde.
Tutt’e due bionde, oh!
«Si, sono io» rispondo un po’ intimidita.
«Io sono Victoria» dice una e l’altra mi porge la mano strillando «Mentre io sono Elizabeth, ma puoi chiamarmi Liz»
Victoria, senza il mio permesso, prende la mia sacca da viaggio e se la mette in spalla. «Lascia che ti aiuti» dice e s’incammina verso l’uscita, dove già mia madre e Richard ci aspettano.
«Certo» mormoro. Anche se sono perfettamente in grado di portare una valigia e un borsone, penso mentre Bionda numero 2, ovvero Elizabeth, afferra la mia valigia.
«Non vedo l’ora di farti conoscere mio fratello, Kristen!» esclama Elizabeth mentre entriamo in macchina.
«Ah davvero?!»
«Si! Spero sia in casa. Ultimamente non ci sta molto»
Annuisco e sorrido debolmente. Non me ne può fregar di meno di loro fratello.
Tuo fratellastro”.
Grr… che nervi! Non voglio un fratellastro e due sorellastre. Mi sta bene essere figlia unica.
«Kristen, andato bene il viaggio?» chiede Richard mentre guida.
«Si, abbastanza, grazie» rispondo sorridendo.
«Immagino sarai stanca» dice ancora.
«Si, molto» rispondo. Beh, lui può capirlo.
«A casa ti riposerai tutto il tempo che vorrai»
Se Bionda numero 1 e Bionda numero 2 continuano a ronzarmi intorno e tu non la smetti di chiedermi com’è andato il viaggio, non credo che riuscirò a riposarmi per più di qualche minuto.
Oddio!! Ma che ore sono qui?!?!
«Che ore sono?» chiedo.
«Le dieci del mattino»
Sbuffo. Eppure avevo detto a mia madre di prenotare un volo che mi facesse arrivare a destinazione di sera. Almeno avrei dormito.
Adesso che faccio?!
Mi appoggio al poggiatesta del sedile e chiudo gli occhi sperando di svegliarmi in un comodo letto.
«Kristen?!»
Hm… di nuovo. Ogni volta che provo a dormire c’è sempre qualcuno che mi chiama.
«Lasciala dormire. Chiamo mio figlio o qualcuno per farla portare in camera»
«Robert è in casa?»
«Si, probabilmente sta giocando ai videogiochi in camera sua, ma è in casa»
«E’ solo un ragazzo. Per fortuna non ha problemi con l’università»
«No, su questo mi da grandi soddisfazioni»
Di chi diavolo stanno parlando?
«Kristen, tesoro… svegliati»
«Hm… no» borbotto, ricadendo in un sonno profondo.
Sono così stanca…
Il mio sonno viene nuovamente disturbato; ma stavolta non è qualcuno che mi chiama. È un profumo. Avranno acceso il deodorante per auto. È bello, però.
Accendo il cervello e mi rendo conto di non essere in auto. Sono sospesa. Sono in braccio a qualcuno. Mi pare sia un ragazzo.
«Oh dio!!» esclamo aprendo di scatto gli occhi.
«Oh! Stai ferma…»
«Chi sei tu?! Mettimi giù» dico muovendo le gambe per scendere.
«Quanto sei scorbutica. Ti stavo solo portando nella tua camera, visto che non ti svegliavi»
«Non potevano lasciarmi lì?!» chiedo sistemandomi la maglia.
Alzo lo sguardo per guardare chi ho davanti e…
Ah!
«Tu…» schiarisco la voce «Tu saresti?»
«Il tuo fratellastro» risponde lui esasperato.
«E questo fratellastro maleducato ha un nome?» chiedo alzando un sopracciglio.
«Modera i termini americana» dice imitando il mio accento.
Riduco gli occhi a due fessure e lo guardo storto. Adesso mi prende in giro per il mio accento?! Ma ha mai sentito il suo?!
«Mostrami la mia camera, per favore» dico continuando a guardarlo storto.
«Ma certo Mademoiselle» risponde lui ridendo beffardo.
Si sta divertendo a prendermi in giro!
Riprende a camminare e, dopo qualche metro, arriva davanti ad una porta bianca.
«Ecco, questa è la tua camera. Qui di fronte c’è la mia. Non venire a rompere le palle, ok?»
«Scusa, ma per quale motivo dovrei venire a rompere le palle a te?!»
«Sei un’americana a Londra. Avrai bisogno di una guida, no? Anche per trovare la tua università»
«Non ho bisogno del tuo aiuto. So leggere una cartina, idiota!»
«Oh, la ragazzina mi ha chiamato idiota! Che tragedia!» dice e si volta entrando nella sua camera.
Che nervi! Che nervi! Che nervi! Che nervi!
Lo odio! Lo odio! Lo odio! Lo odio!
Dov’è mia madre?!
Questa me la pagherà!! Devo vivere con quest’imbecille?!
Ma neanche morta.
«E invece resterai qui, signorina! Anche dopo il matrimonio!» esclama mia madre, seduta sul letto della mia nuova camera.
Preferivo di gran lunga quella che avevo prima.
Abbiamo avuto modo di parlare di quello che è successo con quel cretino di prima. Si chiama Robert, mi ha detto mamma e ha 22 anni. Frequenta l’università, a quanto pare quella a cui mia madre mi ha iscritto, e canta.
«Io lo sai che ti odio, vero?» urlo a mia madre mentre lei ride ed esce dalla mia camera.
Si, si… ridi.
Sbuffo di nuovo e mi sdraio sul mio letto. Porto il cuscino sul viso e grido, super nervosa.
 
«State scherzando, vero?!» esclamo guardando Bionda numero 1, Bionda numero 2 e quella pazza di mia madre.
«Perché dovremmo scherzare, Kris. Stai bene con questo vestito»
«Non indosserò mai un vestito rosa»
«Ma ti sta bene!!» esclama Victoria.
«No, non indosserò questo vestito»
Sono tre giorni che sono a Londra e ancora non mi sono ripresa del tutto. Sono ancora molto stordita dal fuso orario.
Oggi siamo qui a scegliere un cavolo di abito di per il matrimonio di mia madre.
Quando finisce?!?!?
Mi hanno fatto provare un vestito rosa, ma sono più che sicura che non lo indosserò!
Non voglio assomigliare ad un confetto e continuare a farmi prendere in giro da quell’idiota.
«Mi piace questo» dico prendendone un altro.
«E’ nero…» si lamenta Bionda numero 2.
«Sempre meglio che quel confetto»
«Va bene, se ti piace questo, lasciamoglielo prendere»
Oh! Pericolo scampato.
«Grazie mamma» dico e mi volto per andare a provarlo.
«Kristen, tesoro, dovrai tornare a casa da sola. Victoria ed Elizabeth devono tornare a lavoro e io devo vedermi con il responsabile del catering»
«Ma come mamma?!» esclamo uscendo dal camerino con il vestito.
«Si, stai decisamente meglio con quest’altro» dice sorridendo Bionda numero 2.
Stai zitta!! Che mi state tutti abbandonando in una città che non conosco.
«Tesoro, prenderai la metropolitana. Ritornerai a casa»
«Si certo» mormoro.
«Bene!» strilla mia madre tutta contenta.
Da quando frequenta queste persone è cambiata. Sembra più una donna viziata che quella che era prima. Mi piaceva di più prima.
Mentre io rientro nel camerino per togliermi il vestito, le sento spiegare al commesso che avremmo preso il mio abito e che dovevano mandarlo a casa.
Incredibile!
Non si è fatta mai portare nulla a casa…

Ok, Kristen non pensarci. Non pensarci… non pensarci.
Togliamo questo vestito e usciamo da questo posto infernale!!

Voglio andarmene a casa.
A LOS ANGELES!!!!
 
Pov Robert
 
«Ho sentito che la tua nuova sorellina non è niente male»
«Lascia stare. È un’americana viziata»
«Me la presenti?»
Guardo storto il mio amico. Come gli vengono in mente certe idee?!
«Non ti presento proprio nessuno. Adesso sbrigati con questo passaggio» lo esorto dandogli un calcio sulla spalla.
Da mezz’ora siamo seduti qui a giocare ai videogames. Con l’università per quest’anno abbiamo finito, quindi possiamo giocare tranquillamente o uscire fuori a divertirci.
Il problema che non avevo considerato è la piccola americana. Mio padre mi ha chiesto di aiutarla ad ambientarsi, ma devo proprio?!
Ci sono le mie sorelle. Perché non se ne occupano loro?
«Perché hanno i loro lavori e non possono stare tanto tempo con Kristen»
Fanculo i loro lavori. Io con la nana americana non ci sto!
«Non è che…»
«Gioca!!» gli urlo interrompendolo.
Tom ride e riprende a giocare.
So a cosa si stava riferendo e mi faccio tagliare i miei gioielli se dovessi mai pensare ad una cosa del genere.
«Perché non vuoi ammettere che ti piace?»
«Ma chi?! Ma stai zitto. Non sai di cosa parli»
«Puoi ammettere che è carina»
«Si lo è, ma niente di che»
«Dai, ti va davvero così tanta antipatia?»
«Si! Adesso gioca»
«Perché scusa?»
«Senti, Tom! Vuoi chiudere il becco e pensare a giocare?! Mi stai veramente urtando i nervi»
«Senti tu, Robert!!! Dovresti piantarla di comportarti così con lei. Perché la insulti e la odi?!»
«Perché non dovrebbe stare qui»
«Beh, rassegnati, perché dopo il matrimonio lei vivrà qui, per sempre»
«Non mi ci fare pensare, per favore»
«Eh dai, non può essere così terribile»
«Lo, è fidati. L’altra sera non ho chiuso occhio solo perché lei doveva parlare con la sua amica»
«E quindi?»
«E quindi mi urta! Ero abituato a non avere più le mie sorelle tra i piedi. Adesso lei sta invadendo tutti quegli spazi che mi ero creato dopo che le mie sorelle si sono trasferite. Mi piace stare da solo a casa mia e praticamente dovrò vivere da solo con lei per un’intera estate. Ti rendi conto?!»
«Io non mi lamenterei»
«Perché non vive con te, ovvio»
«Piantala Rob. Dovresti veramente aiutarla ad ambientarsi. Perché non le chiedi di uscire stasera?! Puoi presentarle qualcuno dei nostri»
«No»

«Perché no?!» chiede esasperato.
Adesso basta! Non ne posso più. Lo ignoro, magari smette di parlarmi.
«Va bene, visto che non mi rispondi le chiederò io di uscire»
«Fai pure» gli dico guardandolo di sfuggita, tanto per levarmelo di mezzo.
«Bene, allora passo più tardi per invitarla»
«Ciao» gli dico continuando a giocare.
«Cerca di farlo tu, eh!» mi dice ed esce dalla mia stanza,
Sbuffo e, svogliatamente, spengo anche il computer. Sono stufo di tutto. L’arrivo di quest’americana mi sta distruggendo.
Non ho più un momento di pace. Il bagno è sempre occupato e la notte la sento parlare con la sua cavolo di amica, tenendomi sveglio per gran parte della notte e poi la mattina lei dorme, mentre io o devo studiare qualcosa per non avere molto da fare quest’inverno o devo uscire per vedermi con gli amici. In entrambi i casi sono sempre stanco morto ed è tanto se non dormo davanti agli altri.
Le cose dovranno cambiare.
Intanto, visto che lei è fuori con la madre, ne approfitto per dormire. Almeno mi riposo.
Oh letto, dolce letto. Che dolce conforto mi dai!
Il conforto finisce quando il mio cellulare comincia a suonare.
Dovevo spegnerlo, lo sapevo! Sicuramente sarà Tom per ricordarmi, per l’ennesima volta, di invitare Kristen. Ma io non ci penso proprio.
«Tom! Ti ho già detto che glielo dico, adesso piantala!!»
«Guarda chi ti chiama prima di urlare alla gente, idiota!!»
Chiudo gli occhi e respiro profondamente e lentamente. «Che cosa vuoi?»
«Purtroppo il tuo aiuto»
Mi trattengo dal ridere.
La nana americana che ha bisogno del mio aiuto?! Questa è bella.
«E cosa posso fare?»
«Dovresti venirmi a prendere»
Stavolta, però, scoppio a ridere. Meno male che lei era quella che sapeva leggere le cartine. Evito di ricordarglielo.
«Dove sei?» le chiedo. Idiota, penso.
«Non è lo più pallida idea. Credo da qualche parte vicino Trafalgar Square o una cosa del genere. Odio questa città»
«Americana, vacci piano»
«Si, vabbè. Vieni a prendermi o no?»
Sarei tentato a dirgli di no, ma se mio padre lo venisse a sapere me ne direbbe di tutte i colori, quindi sbuffo e rispondo «Si. Guardati intorno e dimmi se vedi il nome della via»
«Non dovresti sapere dove mi trovo più o meno?! Abiti qui da quanto trent’anni?!»
«Ventidue»
«Beh, quelli che sono»
«Guardati intorno»
«Uhm… Suffolk street ti dice niente?»
«Non sei proprio così lontana…»
«Va bene, ho capito» dice seccata «Me la cavo da sola»
«Stai ferma lì. Arrivo subito»
La sento sbuffare, mentre chiudo la comunicazione. Indosso le scarpe ed esco di casa.
Dopo venti minuti di metropolitana, tra una fermata e l’altra, riesco ad arrivare a destinazione.
Trovo Kristen appoggiata al muro di un edificio, con le braccia conserte e le gambe intrecciate davanti a lei.
Devo ammetterlo, non è davvero niente male.
Se non fosse la mia futura sorellastra un pensierino potrei anche farcelo. Per il momento mi diverto a prenderla in giro. In fondo è questo che fanno i fratelli maggiori, no?! Che siano acquisiti o di sangue.
«Hai lasciato la cartina a casa?» chiedo avvicinandomi a lei.
Si volta e mi fulmina con lo sguardo.
Alla faccia degli occhi verdi!
Wow…
«Stavo controllando di essere sulla strada giusta, quando un idiota è passato con la macchina e mi ha inzuppato la cartina» dice indicando un cestino dell’immondizia lì vicino. «E i jeans» aggiunge indicando i suoi pantaloni. La guardo e i suoi jeans sono un po’ scuri; mi volto verso il cestino e in effetti i resti di una mappa giacciono sopra i residui del pranzo di qualche passante. «Solo a Londra può piovere a luglio»
«No, ci sono tanti posti dove piove a luglio, tipo in Australia. Là luglio e agosto sono mesi invernali»
«Si, ok. Andiamocene, per favore. Comincio ad averne abbastanza di questo posto» dice incamminandosi dal lato sbagliato della strada.
«Ehm… Kristen?!»
«Che vuoi!?»
«Da questa parte» dico indicando la strada che ho fatto poco prima.
Lei mi guarda, avvampando; si guarda intorno, e mi raggiunge, sorpassandomi.
«E meno male che sapevi cavartela da sola» le dico, stuzzicandola un po’.
«Stai zitto. Sarebbe stato così se quel pirla inglese non si fosse avvicinato troppo alla pozzanghera»
«Vacci piano con le parole nana americana»
«La pianti di chiamarmi così?! Vedi che ce l’ho un nome!»
«Ok, Kristen nana»
«Non tutti veniamo spilungoni come te»
«Ah vabbè, tu non rientri nemmeno nella media, quindi…»
Si ferma di scatto e mi tira un ceffone sulla spalla. «Gli americani sono tutti così maneschi?!»
«Si può sapere che hai contro gli americani?»
«E tu si può sapere che hai contro gli inglesi?!»
«Niente, ma uno in particolare mi fa innervosire»
«Perché ti faccio innervosire, eh?!» le chiedo malizioso avvicinandomi a lei.
«Non provarci nemmeno» risponde lei schifata. «Non pensare che io mi innervosisca perché mi piaci»
«Non è così?» le chiedo ancora sorridendo malizioso.
«Sei un pervertito»
Scoppio a ridere e smetto di fare il malizioso. «Non preoccuparti. Non sono interessato a te. Diventerai la mia sorellastra e su questo non posso farci niente, ma altro vorrei proprio evitarlo»
«Bene, siamo d’accordo allora» rispondo incamminandosi di nuovo.
«Più che d’accordo» dico e la raggiungo.
Svolto a sinistra, ma lei va a destra, così correggo la rotta e l’afferro per il cappuccio.
«Eh mollami» esclama lei.
«Tu non te ne andare per i fatti tuoi e seguimi» rispondo io indicando la strada giusta.
Mi guarda di nuovo storto e prosegue per la via giusta.
«Ti ambienterai presto, non preoccuparti» le dico guardando davanti a me.
«Non mi importa»
«Si invece»
«No. Non ho intenzione di vivere qua anche dopo il matrimonio»
«Non potrei essere più d’accordo» le dico. Sarei al settimo cielo se lei se ne ritornasse a Los Angeles, ma so che Jules non glielo lascerebbe fare.
Per il resto della camminata non diciamo nulla; mi limito solo a spiegarle quale linea della metropolitana prendere se vuole tornare a casa.
Borbotta un grazie, controvoglia, e si siede sulla panchina, in attesa della metro.
Questo sarebbe anche il momento adatto per dirle della festa di stasera, che non so nemmeno dove sia, ma sicuramente Tom, sta organizzando qualcosa.
Chiederlo o non chiederlo?
Alla fine devo solo chiedere se le va di venire per conoscere un po’ di gente, mica deve stare con me, no? Non è un appuntamento.
Ok, vai. Glielo chiedo.
«Senti, ehm…» mi siedo accanto a lei, che si volta a guardarmi con i suoi occhi tremendamente, magneticamente verdi. Rimango a fissarli. Non riesco a dire nulla.
A cosa stavo pensando?! Che dovevo dirle?
«Beh? Che vuoi?!» chiede lei, sempre antipatica.
«Ti andrebbe di andare ad una festa stasera?»
«Con te?! Stai scherzando?»
«Conosci qualcun altro oltre me?» le chiedo.
«No»
«Appunto»
«No era la risposta alla tua prima domanda»
«Non vuoi venire?»
«Hai già la risposta»
Mio dio, quant’è antipatica e insopportabile. La lascio qui, giuro!!
«Senti Kristen. La cosa non va bene a te, quanto non va bene a me, ma cerchiamo di collaborare, ok? Sto cercando di aiutarti a socializzare con qualcuno visto che sono l’unico che può aiutarti»
«Il fatto è che io, il tuo aiuto, non lo voglio» dice alzandosi.
La metro è arrivata. 
«Bene! Mi risparmio una scocciatura per stasera» esclamo io incazzato.

Oh, però! Ho fatto lo sforzo di invitarla, le sto offrendo il mio aiuto per ambientarsi e lei si comporta così.
Ma vaffanculo, nana americana dei miei stivali!!!


Bene.
Capitolo concluso. Che ne pensate?!
Avete pareri negativi? Positivi?! :-S
Al prossimo,
Francy

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Capitolo 3
*** You're mad ***


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Ebbene si! Ce l'ho fatta!! :D
Avevo detto che non riuscivo a scrivere, ma invece, mettendomici d'impegno, sono riuscita a finire il capitolo. Non è proprio come me lo aspettavo, ma sono soddisfatta del mio lavoro. Spero che piaccia anche a voi :)


3. You’re mad!

 
Pov Kristen
 
Sono passate due settimane da quando sono qui, e già il mio colorito è più cadaverico del solito e il freddo si è già impossessato delle mie ossa.
Mi manca la cara vecchia soleggiata Los Angeles. Darei qualsiasi cosa per vedere un po’ di sole, eppure nemmeno oggi, 15 luglio, è spuntato.
Oggi si sposa mia madre.
Direi che finalmente ci siamo. L’unica cosa che mi preoccupa è che resterò qui da sola. Mia madre passerà l’estate in giro per il mondo con Richard e io resterò a Londra con Robert. Immaginate la mia gioia quando mia madre me lo ha detto, perché ovviamente, io sono sempre l’ultima a sapere le cose.
«Kristen, sei pronta? Dobbiamo uscire»
Liz, Bionda numero 2, mi chiama dal piano di sotto, mentre io mi guardo allo specchio.
Mi guardo la faccia, i capelli, l’abito.
Sono tutta tirata a lucido e un po’ mi sento scema, vedendomi così.
«Dai che stai bene. Sbrigati» urla mia madre entrando in camera.
Mi stampo un sorriso in faccia e do un’ultima occhiata al tutto.
Sono felice per mia madre, ma vorrei che questa giornata finisse il prima possibile. È la presenza di Robert che mi rende nervosa. In queste settimane mi ha reso la vita impossibile. Ha continuato a prendermi in giro per il mio accento, però mi invitava a passare del tempo con le sue amiche per farmi conoscere qualcuno. Io ho sempre rifiutato e lui, dopo un paio di giorni, non me lo ha chiesto più.
Ashley e Nikki, le mie due migliori amiche, sono arrivate qualche giorno fa e quando le ho viste scendere dal taxi mi sono messa ad urlare, provocando un’alzata di occhi da parte di Robert, l’unico presente in casa in quel momento.
Ovviamente, hanno voluto sapere tutto riguardo “quel figo pazzesco che ti ritrovi come fratellastro” ha esclamato Nikki, quindi, abbiamo passato la maggior parte del tempo ad aggiornarci su Robert e sulle loro vite private.
Ieri sera, prima di andare a dormire, siamo entrati nelle nostre rispettive camere insieme, e lui mi ha salutato con un “Buonanotte nana americana. Ci si vede domani al matrimonio” Mi fa l’occhiolino, mi guarda con superiorità ed entra in camera sua sbattendo la porta.
Adesso mi toccherà sedermi con lui allo stesso tavolo e sopportarlo per tutta la giornata. Quando avrò la possibilità di respirare un po’?
«Non farti rovinare la giornata da lui, Kris» mi dice Nikki entrando in camera con un meraviglioso abito rosa.
«Proverò a non farlo solo per mia madre, ma lo uccido appena mia madre partirà»
«Secondo me tu gli piaci»
«Nemmeno per idea. Siamo fratellastri, ricordi?»
«E quindi?! Non avete nessun legame di sangue. Può anche succedere che due fratellastri si innamorino»
«Perfetto, non è il nostro caso»
«Ragazze, vogliamo andare?» interviene Ashley entrando. «Tua madre vorrebbe uscire per andare da Richard, ma non ti vede ancora seduta» aggiunge prendendomi per mano.
«Si, ok. Andiamo» dico.
«Secondo te Robert è cotto di lei?» le chiede Nikki.
«Nikki! Ma che dici?»
«Perché Kris?» chiede Ashley scendendo le scale.
«Perché è assurdo quello che state dicendo voi»
«Secondo me no. Ti ha lanciato certe occhiate in questi giorni»
«Ce le lanciamo di continuo, ma soltanto perché non ci sopportiamo»
«Magari per te hanno questo significato, ma per lui, invece, è un modo per farti capire che gli piaci»
«Vi siete fumate qualcosa, ammettetelo»
«Non ci siamo fumate niente. Adesso siediti. Tua madre sta per entrare» mi dice sottovoce Nikki mentre ci sediamo in prima fila.
Mentre mi volto per guardare mia madre uscire da casa, sulle note della classica marcia nuziale, il mio sguardo cade su Robert che mi sta guardando.
Subito, drizza le spalle e indirizza lo sguardo a mia madre.
Non voglio credere che quello che dicono Nikki e Ashley sia vero.
Non può essere vero.
Io lo odio anche come semplice fratellastro, figuriamoci se dovesse essere altro; che poi non credo sia giusto.
Mia madre arriva quasi da Richard; guarda me e vedo che ha le lacrime agli occhi, ma sorride.
Le faccio l’occhiolino e prendo il suo bouquet. Sono contenta per lei. Richard è il migliore. Non l’ho capito subito, ma so che, nonostante si siano conosciuti da un anno soltanto, lui è perfetto per lei.
Per tutta la cerimonia sono stata rigida, seduta al mio posto. Ashley mi ha chiesto se fosse tutto ok.
«Mi avete messo la pulce nell’orecchio»
«Stai pensando al tuo fratellastro?»
«Smettila di chiamarlo così!» esclamo sottovoce.
Probabilmente io gli piaccio e la cosa devo dire che mi lusinga parecchio, però, per dindirindina, io lo odio!!!
«Ah, allora stai cominciando a pensare a lui come qualcosa che vada oltre il saluto amichevole» sussurra Nikki facendomi l’occhiolino, mentre Ashley mi spinge con il gomito.
«Oh dio, piantatela!!»
«Sai che le coppie che si conoscono ai matrimoni durano più delle altre?!»
«Infatti io e lui non ci siamo conosciuti ad un matrimonio»
«Dai Kristen, lasciati andare»
«Non ci penso proprio» rispondo guardando verso mia madre e Richard.
«Ammetti che piace anche a te allora»
«Non ho mai detto una cosa del genere»
«Dillo ora» insiste Ashley.
«Piantatela entrambe. Non c’è niente tra di noi e non ci sarà mai. Saremo solo fratellastri che, purtroppo dovranno condividere tutto»
«Mi sa che tra un paio di mesi ci chiama per dirci il contrario» mormora Nikki all’orecchio di Ashley.
Io sbuffo, scuoto la testa e mi alzo, poiché mia madre e Richard sono ufficialmente sposati!
Evviva. Adesso voglio starmene un po’ in santa pace. Alzo il piccolo strascico del vestito e tolgo le scarpe per correre più velocemente verso l’interno della casa.
È strano che io reagisca così perché non mi è mai venuto in mente una cosa del genere riguardo Robert, invece adesso è come se tutto quello che io penso fosse messo in discussione. Come se improvvisamente piacesse anche a me, il che è assolutamente ridicolo! Non nego che sia un bel ragazzo, ma tutto qui. Non c’è altro. Non c’è niente!
Eppure, adesso mi sento come se non fosse tutto qui e questo mi preoccupa perché io lo odio. Preferirei vivere da sola che con lui in tre due mesi che passeremo insieme e da soli. Forse è meglio se vado con Nikki e Ashley. Poi, se proprio devo, torno a Londra.
«Un bicchiere di gin lemon, per favore» dico al barista mentre mi rimetto le scarpe.
«Non credi di essere un po’ troppo piccola per bere gin lemon?»
Alzo gli occhi al cielo e mi volto «Non credi di essere un po’ troppo grande per venire dietro a me? Mi vuoi lasciare in pace?» dico sfidandolo con lo sguardo.
«Non preoccuparti. Non ti disturberò più»
E questo che vorrebbe dire?
«Bene» rispondo assottigliando gli occhi.
«Ecco a lei» dice il ragazzo dietro al bar, porgendomi il mio bicchiere.
«Grazie» rispondo, bevendone una lunga sorsata.
Stasera voglio esagerare. Uscirò con Nikki e Ashley!
«Vacci piano» dice Robert allontanando il bicchiere dalle mie labbra.
Perché tutto quello a cui penso da un po’, per colpa delle mie amiche, mi sta facendo vedere Robert sotto una luce diversa.
Entrambi ci guardiamo negli occhi, fin quando il suo amico, Tom, non interrompe questa… non so neanche come definirlo.
«Sei qui!» esclama.
«Già» mormora lui continuando a guardarmi.
«Kristen, ti sta cercando tua madre» mi informa lui sorridendomi.
Lui è gentile, e mi fa molta più simpatia di quel suo amico che continua a fissarmi.
Distolgo lo sguardo e annuisco.
«Ci vediamo dopo» dice Robert mentre io poso il bicchiere vuoto.
Lo guardo e lui mi sorride.
Ok, che mi sono persa?! Perché mi sta sorridendo così?!
Mi volto per andarmene, passandomi una mano sul collo.
Sono spacciata!!
 
«Beh?»
Guardo le mie amiche sedute ai miei lati. «Che volete?» chiedo.
«Abbiamo visto che parlavi con Robert prima di andare a fare le foto con tua madre e Richard.
«Si, stavamo parlando delle foto che avremmo dovuto fare» rispondo cercando di non arrossire.
Fare quelle maledette foto non pensavo potesse essere così imbarazzante. Mia madre e Richard al centro, Victoria e Liz alla loro sinistra e io e Robert alla loro destra.
Avrei voluto sprofondare quando ho sentito il suo braccio circondarmi la vita e la sua mano posarsi sul mio fianco.
Ho fatto uno sforzo immane per non pensare che, ahimè, mi piace e che quella mano ha fatto il suo bello e strano effetto strano.
«Ti abbiamo messo la pulce nell’orecchio, vero?» chiede Nikki.
«Direi di si, ma il problema non è questo» rispondo guardandomi in giro.
Siamo seduti al tavolo, in attesa che tutti gli ospiti si accomodino. Victoria ed Elizabeth stanno controllando che tutto sia apposto, mentre Robert… beh, lui sta parlando con Tom e una ragazza e spesso, molto spesso, mi sento il suo sguardo addosso, ma non so effettivamente se mi sta guardando. Non ho nemmeno il coraggio di voltarmi.
«Kris?»
«Che c’è?»
«Qual è il problema?»
Faccio un respiro profondo e guardo prima Robert, sperando che non mi stia veramente guardando, e poi guardo le mie amiche. «Ho appena realizzato che, in effetti, Robert, mi interessa, ecco!»
«Lo sapevo!!» urla Ashley catturando l’attenzione degli altri.
«Sh! Stai zitta!» le dico tappandole la bocca. 
Mi guardo intorno e Robert sta guardando verso di noi, con un sorriso bastardo sulle labbra.
«Dovremo sloggiare prima di dopo domani, Nikki» dice Ashley guardando un po’ Robert, un po’ me.
«Piantatela. Non succederà niente. Probabilmente è una cosa momentanea»
«Non credo proprio» dice Nikki guardando verso Robert. «Ti sta guardando» aggiunge.
«Piantala» biascico bevendo un sorso d’acqua.
«Vai a parlarci» mi incoraggia Ashley.
«No, piantatela! È assurdo tutto questo. Siamo fratelli e non potrà mai funzionare tra di noi» mormoro con un po’ di delusione nella voce.
«Questo lo dici tu. Comunque se hai paura o ti vergogni puoi ammetterlo, eh! Nessuno ti giudica»
«Non è questo! Non ho paura e nemmeno mi vergogno. Semplicemente non ho niente da dirgli»
«Va bene» dicono entrambe voltandosi a guardare gli invitati. So che lo stanno dicendo solo per spronarmi, ma io non andrò mai da Robert per parlare di questo.
Bevo anche io e mi guardo intorno, evitando di posare lo sguardo su di lui.
«Ohi, Kris!» esclama sottovoce Ashley.
«Che vuoi?!» chiedo guardandola.
«Sta venendo qui»
«Chi?» chiedo guardando dove guarda lei.
«Oh cazzo!»
«Puoi dirlo forte» mormora lei leccandosi le labbra.
«E adesso che faccio?»
«Che fai? E lo chiedi pure? Sii simpatica con lui e se ti chiede di andare a parlare alzati e vai con lui» sussurra cercando di non farsi da sentire da Robert che si avvicina sempre di più.
Mi lamento, muovendomi nervosa sulla sedia.
«Ehi Kris» mi saluta lui.
Alzo lo sguardo e mi sta sorridendo.
«Ehi» rispondo ricambiando il sorriso.
«Vieni a fare un giro fuori?» chiede indicando l’uscita.
I nostri genitori non sono ancora arrivati, quindi credo abbiamo ancora un po’ di tempo prima che inizi la cena.
«Uhm…» mormoro, ma Ashley mi da una gomitata e sono costretta ad annuire e alzarmi. «Andiamo» dico alzandomi.
Lo affianco, restando in silenzio, e comincio a torturarmi le mani.
«Ti… ti stai divertendo?» chiede, ma se devo essere sincera non capisco il senso della sua domanda.
«Abbastanza, si. Tu?» Non oso guardarlo. So che diventerei ancora più rossa per l’imbarazzo.
«Si. Senti…»
Oh dio!
«Che c’è?» chiedo cercando di sembrare disinteressata.
«Volevo parlarti di una cosa» dice e si ferma. Siamo davanti l’entrata di casa. Abbiamo fatto il giro del giardino.
«Dimmi» rispondo. Adesso provo a fare l’insensibile e ancora la disinteressata.
«Ehm… non so come sia potuto succedere, ma…» si blocca, si passa una mano tra i capelli e sposta il peso da una gamba all’altra.
Non posso credere che mi sta per dire quello che Ashley e Nikki hanno ipotizzato.
«Ma?»
Scoppia a ridere e mi guarda. Oh dio, e adesso che ha?
«Perché stai ridendo?» chiedo. Adesso sono curiosa.
«Mi rendo conto che la situazione è veramente assurda» dice sedendosi sul gradino.
«Perché? Spiegati»
«Perché è impossibile per me pensare che provo attrazione per la mia sorellastra»
Oh un momento! Che sta dicendo?
Lo guardo con gli occhi spalancati.
«Stai scherzando vero?»
«Ti sembra che io stia scherzando?» chiede passandosi una mano tra i capelli. È nervoso.
Io comincio, invece, a fare avanti e indietro. Non riesco a stare ferma e i tacchi mi stanno uccidendo.
«E’ assurdo» mormoro, ma lui mi sente.
«Lo so che è assurdo, però i tuoi occhi sono ammaliatori e ogni volta che li guardo sento qualcosa dentro che non ho mai sentito e non mi è mai capitato con nessuno. Poi il tuo carattere… gesù Kristen!! Ti rendi conto di quanto mi fai impazzire?!» si alza e mi ferma, afferrandomi per le braccia. Mi guarda negli occhi e si avvicina.
Oddio, vuole baciarmi?!
«No» dico voltandomi per evitare che lui si avvicini di più a me.
«Perché no?! Credevo provassi anche tu la stessa cosa»
«Ti sbagli. Io non provo nessuna attrazione per te»
Riesco a mentire, e non so nemmeno come. «Tu. Sei. Pazzo» dico scandendo bene ogni parola. È una pazzia questo che mi sta dicendo.
Sono un mito, lo so! Sicuramente il resto della giornata metterà le cose al suo posto e lui capirà che io adesso gli sto mentendo.
«Lo so che stai mentendo Kris. Sento come sei tesa a contatto con il mio corpo»
«Smettila Rob. Voglio tornare di là»
«No. Dimmi la verità. Sei attratta da me?»
Lo guardo negli occhi. Il celeste del cielo terso.
Si, maledizione. Sono attratta da lui. Mi piace. Non voglio che sia il mio fratellastro.
«E’ si la risposta, vero?» chiede serio.
«Nemmeno ti conosco. Fino a cinque minuti fa ti disprezzavo e adesso mi ritrovo ad ammettere che anche io sono attratta da te»
«Direi che il primo a restarne fregato sono stato io. Mi sei piaciuta sin dall’inizio, ma non volevo ammetterlo a me e agli altri»
«Quali altri?»
«Tom, il mio amico»
«Capisco…» mormoro distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.
«Posso baciarti?»
«NO! Sei impazzito?»
«Non avrei dovuto chiedertelo. Dovevo farlo e basta»
«Non puoi Rob. I nostri genitori si sono sposati e da oggi noi siamo ufficialmente la stessa famiglia. Dobbiamo farci passare questa cosa»
«Pensi che io non ci abbia pensato?!» chiede alterandosi.
«Ehi! Siete qui! Su, dai… mamma e papà vi aspettano»
«Liz, sempre nei momenti meno opportuni, eh?!» la rimprovera lui guardandola storta.
«Non fate i piccioncini e venite di là» dice sorridendo.
Oh dio, l’ha capito pure lei.
Sono fregata!
«Liz!!» esclama Robert.
«Tranquillo fratellino. Non lo dirò a nessuno»
«Non c’è niente da dire» intervengo io.
«Kristen, è dal giorno che vi siete incontrati la prima volta che voi due vi mangiate con gli occhi»
Ma che stai dicendo, pazza!?!?!
«Non è vero!!» esclamo guardando nervosamente lei e suo fratello.
«Non c’è nulla di male»
«Questo lo dici tu. Io torno dentro» dico e lascio entrambi fuori.
Sono. Nei. Guai.
 
Pov Robert
 
«Ma ti sei bevuta il cervello?!»
«Perché, che ho detto?»
«Ero riuscito a farglielo ammettere e tu l’hai spaventata»
«Non l’ho spaventata Rob! Stai tranquillo, che a fine serata vi ritroverete qui sotto il portico a baciarvi»
«Lei non vuole stare con me. Dice che non possiamo» le confesso.
Capisco la preoccupazione di Kristen. Immagino anche quello che direbbe mio padre.
«Robert, devi capire che se le cose andassero male, sarebbe un po’ difficile stare dalla parte di entrambi. Siamo una famiglia, senza eccezione. Cosa provi per lei?»
Cosa provo per lei? Me lo chiedo da due settimane ormai.
Da quando sono andato a recuperarla quel giorno, non ho fatto altro che pensare ai suoi occhi e a quello che mi provocano.
Ho cercato di non pensare a lei; di non pensarla soprattutto sotto quell’aspetto, ma è più forte di me. Sono arrivato al punto di non volerla solo come sorellastra.
Voglio di più.
«Non lo so di preciso, ma quando la guardo negli occhi mi ipnotizza e dentro sento come se il cuore si gonfiasse e poi ritornasse al suo posto come un palloncino sgonfio»
«Ti piace così tanto?»
«Dal giorno in cui l’ho vista, si!»
«Avrete tutta la notte per parlare. Papà e Jules partono subito dopo la cena»
Già… chissà se Kristen si staccherà dalle sue amiche per parlare con me.

Annuisco, accantonando l’argomento per un po’, almeno fino alla fine della giornata, e prendo mia sorella sottobraccio, accompagnandola all’interno.
Noto subito Kristen che parla con le sue amiche. Sicuramente avrà raccontato loro quello che è successo. Mi sembrano molto felici dell’idea. Magari posso farmi aiutare da loro.
«Lasciale il suo spazio» mormora mia sorella sedendosi al tavolo. Ovviamente, poco più lontano da Kristen.
Io sono seduto di fronte a lei. Ho una visuale perfetta. Mi siedo e la guardo, ma lei evita il mio sguardo. In compenso, Ashley e Nikki mi stanno fissando con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia. Le guardo di sfuggita e recupero il cellulare dalla tasca dei pantaloni.
Non evitarmi” scrivo e lo invio a lei.
Qualche secondo dopo la vedo abbassare gli occhi e fare un respiro profondo. Prende il cellulare e guarda. Un movimento veloce delle sue dita sullo schermo e arriva anche il suo messaggio.
Non riesco a guardarti nemmeno di sfuggita. Mi sento troppo in colpa
Sono esterrefatto. “In colpa per cosa?” le scrivo.
Non dovrebbe succedere questo tra di noi. Siamo fratelli!!!”
“Fratellastri Kris! Fratellastri! Non c’è nessun legame di sangue; possiamo essere quello che vogliamo noi. Poi, se non vuoi provarci, è un’altra cosa”
Attendo la sua risposta, ma non arriva subito.
Sento, però, il suo sguardo su di me. Alzo gli occhi e lei mi sta guardando. Annuisce e sorride. Mi concentro sul cellulare e le scrivo un nuovo messaggio.
A fine serata ne parliamo ;)
Mi arriva la sua conferma e mi tranquillizzo un po’. Non c’è ancora niente di certo, ma non ha nemmeno rifiutato del tutto.
Mi lascio andare ad un sospiro di sollievo e mi abbandono sulla sedia, mentre scorgo Kristen sorridere.
Direi che la serata può iniziare.
Mio padre e Jules vengono applauditi mentre si siedono al tavolo degli sposi e io non posso fare a meno che guardare lei, la sposa.
Grazie a questa donna, ho conosciuto quella di cui mi sono innamorato!

Bene, che ne dite?
Avreste voluto di più? Di meno?!
Ve lo immaginavate diverso?!
Ditemi tutto! ;)
Alla prossima,
Francy

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Capitolo 4
*** It's not my brother ***


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Salve a tutti ^^''
So che vi ho fatto attendere un bel pò, però adesso sono qui, no? :)
Non so se questo capitolo vada esattamente bene, ma spero vi piaccia.
Purtroppo è l'ultimo capitolo. Avrei voluto continuare, ma non erano questi i piani, quindi, spero che questi capitoli vi siano piaciuti e che continuerete a seguire le mie prossime Robsten :)
Adesso vi lascio alla lettura.
Un bacio,
Francy

 


It’s not my brother

 
Pov Kristen
 
Qualche giorno fa ho detto a Robert che vorrei provare a stare insieme a lui. Devo essere impazzita, perché non mi sarei mai immaginata che potesse succedere una cosa del genere. Io che mi invaghisco del mio fratellastro.  È assolutamente inammissibile, eppure è successo!
Il matrimonio di mia madre è stato l’occasione che ha dato inizio a tutto. Lei, insieme a Richard, non sa niente; sono partiti per la loro luna di miele ignari di tutto.
Chissà se approverebbero.
Nikki e Ashley mi hanno detto di non farmi mille problemi e di godermi i giorni che passeremo da soli, al massimo.
È passata una settimana e mi sento sempre più a disagio perché, magicamente, Robert passa più tempo a casa che fuori con Tom.
Io non so che dirgli.
Ha provato a baciarmi una marea di volte, ma mi sono tirata sempre indietro perché sento che non è la cosa giusta da fare.
Vorrei che cominciasse l’università, così avrebbe qualcosa da fare; e lo stesso anche io.
Se penso che frequenteremo lo stesso college mi viene da piangere.
Non solo ce lo avrò in casa, anche a scuola!
«Vuol dire che è segno del destino che voi due stiate insieme!!» aveva esclamato Ashley quando, per caso, si era toccato l’argomento.
Io credo che sia un complotto contro Kristen, non un segno del destino!
«Ehi Kris!» eccolo il mio complotto.
Mi volto e il ragazzo di cui mi sono invaghita mi sta sorridendo. Ricambio il sorriso e lo saluto con la mano.
Robert si avvicina a me, che sono sdraiata sul divano, e si siede, portandosi le mie gambe sulle sue.
«Che guardi?» chiede.
Lo guardo un po’ confusa. «Ehm… a dire il vero non lo so. Non ho seguito molto» rispondo.
Restiamo per qualche minuto in silenzio. Sento che vorrebbe dire qualcosa, ma si sta trattenendo e non so perché. Non si è mai tenuto niente dentro.
Si vede e si sente che entrambi siamo agitati… c’è elettricità!
Tra poco mi si rizzano i capelli, lo so!
Su Kristen chiedi a Robert cos’ha che non va!! Dai, dai!!
Faccio un respiro profondo, prendendo coraggio e parlo.
«Rob»
Hm, niente male!
«Dimmi» dice lui voltandosi.
«Stai bene?» chiedo.
«Si, tutto ok. Tu?»
Io? Robert, sei tu quello strano.
«Sto bene» rispondo con un filo di voce. Mi volto di nuovo verso la televisione e decido che sarebbe meglio non parlare.
Era meglio che non chiedevo nulla. Avrà i suoi problemi, oppure si è semplicemente stancato di venirmi dietro. Ha pensato che sarebbe meglio lasciarmi andare e, ha capito che faremo uno sbaglio se approfondissimo questa ipotetica relazione.
Faccio un respiro profondo; il mio cervello respira, prendendo aria pulita e, immediatamente, mi rendo conto che Robert che mi ignora e si arrende non è quello che voglio.
Da quando sono qui non abbiamo fatto altro che litigare, è vero, ma c’era qualcosa tra di noi che, solo adesso che so cosa prova lui e so cosa provo io, dava un pizzico di eccitazione a quelle litigate. Non me ne sono mai resa conto, ma adesso che me ne sto qui, seduta a dieci centimetri da lui, capisco che tutto quello che ci siamo detti quando litigavamo era frutto dell’attrazione reciproca.
Adesso, però, devo dirglielo.
«Robert» lo chiamo di nuovo, sperando che stavolta non mi risponda in quel modo.
«Che c’è?» chiede un po’ scocciato.
Bene, andiamo di male in peggio.
Lo guardo e lui guarda me.
Prima non era così arrabbiato.
Perché?
Magari perché anche lui pensa a te, a voi due” suggerisce la coscienza.
Ho capito che ci pensa anche lui, però dovrebbe anche considerare il mio punto di vista. So perché è arrabbiato, ma sa come mi sento se penso a noi due in atteggiamenti parecchio intimi.
«Lascia perdere» rispondo brusca. Mi alzo e mi dirigo in camera mia; ma la sua mano mi raggiunge e mi blocca contro il muro dell’ingresso.
«Che volevi dirmi?» chiede guardandomi negli occhi, anche se, il suo sguardo si è posato spesso sulle mie labbra.
«Niente» rispondo deglutendo. Credo che stavolta succederà! Me lo sento.
«Kristen…» mormora chiudendo gli occhi e appoggiando la fronte alla mia.
«Rob… non, non voglio che ti arrendi» riesco a dire e lui mi guarda di scatto.
«Che vuoi dire?» chiede.
Merda!
Dovrei spiegargli che anche io mi sono innamorata di lui? Che non voglio che mi ignori?
Mi sa che faccio prima a mostrarglielo quello che voglio dire.
Guardo le sue labbra e mi avvicino. Lui capisce e fa lo stesso.
Devo solo non tirarmi indietro adesso.
Non è mio fratello.
Non è mio fratello.
Non è mio fratello.
Non è mio fratello.
«Non posso» mormoro a cinque millimetri dalle sue labbra.
«Perché lo stavi facendo allora?»
«Perché voglio! Perché mi…»
«Ti?» chiede impaziente.
Lo guardo negli occhi sicura che capisca.
Robert mi sorride e mi ferma il viso con le sue mani. Si avvicina e il mio cuore comincia a battere all’impazzata.
Le sue labbra si poggiano delicatamente sulle mie. Sono morbide, con un lieve sentore di fumo.
Le dischiudo leggermente, continuando a ripetermi nella mia mente che Robert non è mio fratello, e la passione esplode.
La sua lingua riempie avidamente la mi bocca, io lo stringo a me, continuando a baciarlo. Che sensazione magnifica.
Mi piace baciarlo e lo fa anche piuttosto bene.
«Kris…» mormora interrompendo il momento.
Faccio di no con la testa, perché non voglio che parli, e gli circondo il collo con le braccia, riprendendo a baciarlo.
Non sento più il muro alle mie spalle, quindi, presumo che mi stia portando da qualche parte.
Quando sento il soffice materasso sotto di me apro gli occhi.
«Robert…» mormoro allontanandolo.
«Ehi, tranquilla» dice accarezzandomi i capelli. Mi sorride e riprende a baciarmi.
Il suo sguardo mi tranquillizza, così come la sua voce.
«Ti sei lasciata andare» mormora.
Apro gli occhi e vedo che mi sorride. Alzo le spalle e ricambio il sorriso, leggermente imbarazzata. «Non sei mio fratello, no?»
«No, infatti. Sono il tuo fratellastro barra fidanzato»
Mi copro il viso con le mani, lamentandomi, ma Robert, ridacchiando, le toglie e mi bacia di nuovo.
«Non farti tante paranoie» dice stendendosi al mio fianco.
Ci guardiamo per qualche secondo e, prendendo in parola quello che mi ha appena detto, salgo a cavalcioni su di lui e riprendo a baciarlo.
Perché non voglio più smettere di farlo?
Perché adesso tutto quello che mi ha bloccato in questi giorni sembra non contare più nulla?
Perché non ho colto l’opportunità prima, invece che farmi mille seghe mentali e perdermi questi attimi con lui?!
Continuiamo a baciarci, fin quando non mi ritrovo nuovamente sotto il suo corpo e con le sue mani dentro la maglietta.
«Rob…» lo chiamo ma lui non ne vuole sapere e continua a toccarmi. «Rob, aspetta. Non mi va» dico allontanandolo.
«Per favore» mormora lui con voce roca.
MI guarda negli occhi e mi lascia piccoli baci sulle labbra. «Ti ho desiderato così tanto che fa quasi male»
«Robert, noi non possiamo…»
«Perché Kris?! Ci siamo baciati, cosa dovrebbe esserci di strano se stiamo insieme anche in quel senso?»
«Non lo so, ma…» provo a dire, ma lui mi interrompe poggiando l’indice sulle mie labbra.
«No, niente ma! Io voglio fare l’amore con te e so che per te è la stessa cosa. Vedo come il tuo corpo reagisce al mio» dice guardando in basso. Seguo il suo sguardo e vedo la mia schiena che è magicamente inarcata per farmi stare più vicina a lui. «Non abbiamo nessun legame di sangue. Non stiamo facendo nulla di male» dice cominciando a baciarmi il collo.
«Ho paura Rob» dico accarezzandogli i capelli.
«Di cosa?»
«Che i nostri genitori lo scoprano»
«Non vuoi dirglielo? Se ne accorgerebbero comunque»
«E se a tuo padre non andasse bene? Se anche mia madre la prendesse male e mi rispedisse per direttissima a Los Angeles?»
Lui alza un sopracciglio e sorride «Ma non era quello che volevi?»
Faccio di no con la testa e sorrido «Non più ormai. So che qui potrei vivere meglio, soprattutto se…» mi fermo guardandolo e sorridendo appena.
«Se?» chiede impaziente.
«Se sto con te» confesso guardandolo negli occhi.
«Starai bene. Sempre»
Annuisco e ricominciamo a baciarci.
I nostri corpi sono sempre più vicini; si toccano sempre di più; l’eccitazione non so a che punto sta arrivando e io ho una voglia matta di continuare a fare quello che stiamo facendo, ma soprattutto di continuare a farmi toccare da lui.
«Rob…» ansimo sulla sua bocca.
«Scusa. Non ti tocco» dice togliendo la sua mano da sopra il mio seno.
Pensavo sarebbe stato imbarazzante; invece basta soltanto non pensare che io e lui adesso facciamo parte della stessa parte.
«No, puoi farlo» dico guardandolo.
Lui apre gli occhi e mi guarda «Ne sei sicura?» chiede.
«Si»
«Non hai più paura?» mi chiede baciandomi la fronte.
«Ce l’ho, ma so che anche quando lo diremo ai nostri genitori, tu sarai lì con me, no?»
Il suo volto si illumina e il mio sguardo è la gioia nel vedere che lui è felice, perché so che entrambi ci siamo innamorati, probabilmente della persona sbagliata perché, per uno strano scherzo del destino, le nostre strade si sono incrociate in maniera così strana, però se si sono incrociate e noi proviamo questo, non è giusto tirarsi indietro, no?
 
«VOI COSA?!?!»
«Ci siamo messi insieme»
«Ma siete impazziti? Kristen, dicevi che avresti voluto tornare a Los Angeles dopo il matrimonio e adesso mi dici che ti sei messa con lui? Tuo fratello?»
«Non è mio fratello mamma!»
«Kristen, quello che tua madre cerca di dirti è che siamo un’unica famiglia adesso e se questa vostra relazione dovesse andare male saremmo costretti a dover prendere le parti di qualcuno e non vogliamo farlo. Siete entrambi nostri figli»
«Papà, noi vogliamo stare insieme. Quello che succederà in futuro riguarderà soltanto noi. Voi non sarete coinvolti»
«Ma succederà perché vi vogliamo bene»
«Allora non succederà!!» esclamo io zittendo tutti.
«Kristen…»
«Mamma, tu mi hai portato lontano dalla mia città e dai miei amici; adesso sono felice perché ho incontrato lui e andiamo d’accordo. Non rovinare tutto anche stavolta. Tu sei felice con lui; lascia anche a me la possibilità di essere felice. Non vi stiamo chiedendo nulla, soltanto di non metterci il bastone tra le ruote e di non intromettervi se capita di litigare»
Mia madre e Richard ci guardano; sono preoccupati, ma credo che io e Robert siamo liberi di vivere la nostra storia anche dentro le mura di casa.
Le vacanze estive sono passate, gli sposini sono tornati e io e Robert abbiamo cominciato l’università. Ma la cosa più importante è stata dire loro della nostra relazione.
Io e Robert andiamo d’accordo e vogliamo provare seriamente a stare insieme.
Oggi lo abbiamo detto ai nostri genitori e sembra che, nonostante tutto, anche loro se ne sono fatti una ragione.
Non voglio pensare a quello che succederebbe se dovessimo litigare. Probabilmente saranno momenti delicati, visto che tutti viviamo sotto lo stesso tetto, ma non voglio pensarci al momento. Non voglio essere pessimista.
«Ce l’abbiamo fatta» mormora Robert.
«Si!!» esclamo contenta saltandogli addosso.
«Accidenti, che entusiasmo. Pensavo che volessi tornartene sul serio a Los Angeles»
«Ma neanche per sogno. Voglio stare con il mio stupido fratellastro»
Alza un sopracciglio e sorride «Adesso non ti da fastidio dirlo?»
«Un po’» ammetto alzando le spalle, «Ma devo solo abituarmi al fatto che quando litigheremo non ci sarà abbastanza distanza tra di noi»
«Non voglio esserti distante» dice mettendo il broncio.
«No, nemmeno io, non ora almeno» dico abbracciandolo e baciandolo a stampo.
«Sei veramente felice»  
«Si, adesso si. Mi serviva solo una spinta per ammettere i miei sentimenti per te»
«E quali sono i tuoi sentimenti per me?» chiede sorridendo.
Sorrido anche io e gli accarezzo la nuca «Non ti è ancora chiaro?»
«Direi di no»
«Bugiardo»
Butta la testa all’indietro scoppiando a ridere e ritorna a guardarmi, continuando a sorridermi.

«No, sul serio… cosa provi per me?» chiede tornando serio.
Lo guardo negli occhi; quegli occhi che mi trasmettono calma, sicurezza; fiducia anche.
Sospiro e lo bacio delicatamente.
«Mi sono innamorata di te» mormoro continuando a guardarlo negli occhi.
Lui sorride e si avvicina baciandomi di nuovo.
«Ripetilo» mormora appoggiando la fronte sulla mia, tenendo gli occhi chiusi.
«Ti amo» mormoro accarezzandogli i capelli.
Mi guarda anche lui, aprendo gli occhi. «Non avrei mai immaginato che una piccola californiana, antipatica, impudente e dagli occhi magnificamente verdi mi avrebbe fatto innamorare di lei. Non avrei mai immaginato che oltre a mio padre, a trovare l’amore sarei stato anche io»
«Le Stewart hanno conquistato i signori Pattinson»
«Direi proprio di si» mormora sorridendo.
«Ti amo!» esclamo abbracciandolo.
«Ti amo anche io» dice stringendomi.
Se c’è una cosa che non mi sarei aspettata da tutta questa situazione non è l’essermi innamorata del mio fratellastro, ma l’intensità del mio amore per lui.
È veramente assurdo.
Eravamo come il fuoco e il ghiaccio, ma con il tempo il ghiaccio si è sciolto, e il fuoco ha praticamente lambito entrambi.
Sono felice di averlo conosciuto e di aver dato quest’opportunità ad entrambi di essere felici. È vero, ancora dobbiamo conoscerci a fondo, ma sono sicura che la nostra relazione, seppur strana, diventerà sempre più forte!



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