Nel mio mondo di Follia

di Duffy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Notte, pioggia, sangue e dolore ***
Capitolo 2: *** Mi dispiace amico...mi dispiace sul serio ***
Capitolo 3: *** Ti voglio ***
Capitolo 4: *** Lavi, the bookman ***
Capitolo 5: *** Lavi...see you. ***



Capitolo 1
*** Notte, pioggia, sangue e dolore ***


Stupido Komui che li aveva mandati solo in due in una missione così pericolosa

Stupido Komui che li aveva mandati solo in due in una missione così pericolosa.

Stupido castello senza senso.

Stupido Akuma di livello tre.

Stupido.

Era stato proprio uno stupido.

E ora ne doveva pagare le conseguenze.

Tese più che potè la mano. Sentiva le punta delle dita tremare per lo sforzo.

Sei davanti a me, dannazione! Devo raggiungerti, devo salvarti, devo…

 

Sei patetico, esorcista,

lo sai?

Vuoi salvarlo?

Vuoi raggiungerlo?

E a te non pensi?

Guarda che sto risucchiando anche te,

nel mio mondo di follia.

Ma non sarò certo io a dividere l’amore.

Vi riunirete,

proprio come desideri.

All’inferno c’è posto per entrambi.

 

-Dannazione, mammoletta! Allunga quella cazzo di mano!

Mammoletta, mammoletta! Anche in una situazione del genere non aveva intenzione di chiamarlo per nome. Stupido, stupido Lavi.

Tirò un calcio alle mani che lo tenevano per i piedi.

 

Mani sotto sabbie mobili.

Sabbie mobili sotto un castello.

Bello il mio mondo, vero?

 

Uno strattone più forte degli altri.

Un ferita di troppo.

E l’ultima cosa che vide fu l’espressione furiosa dell’esorcista dai capelli bianchi, mentre anche lui veniva trascinato verso il fondo.

-LAVIII!!!

 

* * *

 

Sabbia, sabbia, sabbia.

Quanta ne aveva ingoiata in quelle stupide sabbie mobili?

Tossì ripetutamente, voltando la testa di lato. Si guardò attorno con l’unico occhio buono, di uno verde smeraldo stupendo.

Ma l’unica cosa che si notava in quel momento in quell’occhio era solo preoccupazione.

-Allen?- chiamò l’amico, incerto, alzandosi in piedi.

-ALLEN?- niente, nessuna risposta.

-Maledizione!- si guardò nuovamente intorno, e quando vide la propria arma, la afferrò con decisione.

 

♫ Vuoi giocare, giovane esorcista?

La Bestia è Bella

e

La Bella è Bestia

Vuoi giocare, sciocco esorcista?

Non lasciarti ingannare dalle apparenze

O resterai deluso.

Oserei dire

mortalmente deluso.

Allora, fottuto esorcista, giochiamo?

 

-Fammi uscire! Fammi uscire da qui!!!- alzò il piccolo martello sopra la propria testa.

-Fammi andare da Allen!

 

No?

Non vuoi?

Spiacente, le prenotazioni non si possono disdire

Quindi,

tutti ai propri posti.

…3…

…2…

…1…

GO!

Che il gioco

abbia inizio

 

Colpì con forza la superficie su cui poggiava i piedi. Più e più volte. Quasi ossessivamente.

Allen, Allen.

Non riusciva a pensare ad altro.

Quello che provava non aveva niente a che fare con amore, amicizia, debiti, riconoscenza o altro.

Non sapeva spiegarselo.

O forse, si, ci riusciva.

Non voleva perdere un altro compagno.

Allen, Allen.

Non voleva provare lo stesso dolore di quella volta.

Per un attimo gli sembrò di rivedere la scena.

 

“Notte, pioggia, sangue e dolore

Lacrime rosse e promesse infrante

Sei steso per terra, urlando il tuo dolore

Ma nessuno ti può aiutare.

Non più.

Perchè tu…”

 

-NO!

Non doveva ricordare. Non voleva ricordare.

Fece un passo indietro, guardandosi freneticamente attorno.

Non era da lui avere paura.

Non era da lui comportarsi in quel modo.

Ma…

Quel posto era strano. Quel posto…

 

“Questo posto è uguale all’altro.

E, come l’altra volta, sei solo.”

 

Il pavimento sotto di lui perse consistenza in un attimo, e lui…cadde.

 

* * *

 

Scostò con una mano i rami degli alberi, avanzando a fatica. Stava usando addirittura l’innocente, ma quelli sembravano animati di vita propria.

E forse era così.

-Lavi!!!- lo chiamò ancora una volta, nonostante fosse consapevole che l’altro non potesse sentirlo.

Avanzò ancora, finche l’ennesimo ramo spostato non gli tornò contro, facendolo cadere per terra a faccia in avanti.

-Cavolooo!!!- si rialzò con uno scatto, pulendosi il viso. –Ma che razza di posto è questo?!?

 

 

 

 

Saaaaaaaaaalve!!! Come va? Per chi ha letto le altre fanfic di D.Gray-Man, e quindi anche quelle di Fuuma, avrà notato che come stile è quasi identico al suo…mi dispiace ç__ç è solo che a furia di leggere le sue storie mi ha contagiata XD

Comunque le ho chiesto il “permesso” per pubblicare

Va beh, vado, che sono a casa di un’amica, e visto che ha finito di farsi la doccia mi reclama XD

 

See you

 

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Capitolo 2
*** Mi dispiace amico...mi dispiace sul serio ***


“Cominci ad odiare questo posto

“Cominci ad odiare questo posto.

Ti fa sentire inquieto.

Ti fa sentire solo.

Non sopporti la vista di questi alberi,

che sono morti, deformi, privi di ogni logica. 

Una parte di te ormai l’ha capito.

Tutto questo non è nient’altro che un gioco.

Un gioco pericoloso di cui non conosci le regole.

Senza rendertene conto, stai gia impazzendo.

Vuoi solo ritrovare il tuo amico,

che nell’ultimo periodo è diventato qualcosa di più.

Molto di più.

Il tuo occhio maledetto non ti può salvare ora

Allen.

Dovrai cavartela da solo.

Il tuo destino ti sta aspettando.

Ed è proprio oltre quella porta di legno.

 

Si guardò intorno, confuso. Da dove arrivava quella porta? Prima di cadere era sicuro non ci fosse. E allora come mai era li? Che stava succedendo?

Avvicinandosi cauto, la spinse leggermente, i muscoli tesi.

Ma vide solo un lungo tavolo imbandito, dove in fondo sedeva qualcuno. Aveva le gambe accavallate e le braccia conserte, il volto chino verso il terreno, semi nascosto da un cappello a cilindro, nero.

 

“E il demone che ti ha rinchiuso qua dentro sorride,

felice come non mai.”

 

Che bello, che bello,

è arrivato il padrone!

Che strano,

Eppure non ne avevo nessun sentore.

Ladys and Gentlemen,

abbiamo un nuovo giocatore. ♫

 

L’individuo alzò leggermente il capo, incrociando lo sguardo dell’esorcista. Sorrise.

-Ciao piccolo Baro. Ci sei anche tu?

Allen guardò stupito il ragazzo seduto davanti a se. L’aveva gia incontrato, una volta, e non ne aveva un buon ricordo. Rimase immobile. Il Noah notò lo sguardo diffidente del ragazzino.

-Tranquillo piccolo. Oggi ti è andata bene, sono qui come Bianco.- poggiò i gomiti sulla tavola, incrociando le mani sotto il mento. – Non ti farò niente…o quasi…-lasciò in sospeso la frase, sorridendo con malizia.

-Che ci fai qui? Tutto questo…- l’esorcista fece un gesto vago con la mano destra –…è opera tua?

-No, sono solo di passaggio. Ma dimmi…cercavi qualcuno?

-Dov’è Lavi?- Allen alzò il braccio, l’innocente nuovamente invocata, puntandolo contro il moro. – Rispondi!

 

* * *

 

“Quand’è stata la prima volta

che lo hai guardato con occhi diversi?

Quand’è stata la prima volta

che lo hai desiderato con tutto te stesso?

Da quanto tempo vi vedete di nascosto,

ridendo complici tutte le volte che rischiavate

di farvi scoprire?

Ridevate come sciocchi,

uno addosso all’altro,

perché lo spazio dello stanzino

non era sufficiente per entrambi.

Che sofferenza vederlo partire, vero?

Che tortura stare lontano da lui

tutto quel tempo.

Però devi ricordare una cosa,

giovane Bookman.

L’amore…

…è fragile.

A volte troppo.”

 

Distrusse con l’innocente l’ennesimo mostro che gli si era parato d’avanti. Non erano Akuma, solo…mostri. Creature di quel mondo folle.

Si sistemò la fascia con una mano, mentre con l’altra si poggiava ad un tronco.

 

Dimmi esorcista,

un cuore si può ancora spezzare

dopo essere morto?

Non lo sai?

Oh…

Allora vogliamo provare?

 

Chiuse un attimo gli occhi, riprendendo fiato.

-No, sono solo di passaggio. Ma dimmi…cercavi qualcuno?-

Sbattè più volte le palpebre, perplesso. Era sicuro di aver sentito una voce.

-Dov’è Lavi?

Ora ne era sicuro. C’era qualcuno.

-Alle…! – l’urlo gli morì in gola, sentendo il proprio corpo schiacciato contro un albero.

Proprio in quel momento vive dove si trovava Allen. Aprì nuovamente la bocca per chiamarlo.

-No, esorcista, non puoi chiamarlo.- una voce gelida gli soffio all’orecchio, mentre una mano prepotente premeva sul suo viso, impedendogli di parlare.- Devi solo guardare. Guarda e soffri, esorcista.

E lui non potè fare altro.

Guardò.

Guardò e soffrì, mentre ancora una volta il suo cuore si spezzava.

 

Mi dispiace, amico.

Sul serio.

Non te lo meriti,

tutto questo dolore.

Mi dispiace…

 

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Capitolo 3
*** Ti voglio ***


-Dov’è Lavi

-Dov’è Lavi?- Allen alzò il braccio, l’innocente nuovamente invocata, puntandolo contro il moro. – Rispondi!

Tyki sorrise ancora una volta, alzandosi in piedi.

-Te lo dirò solo che riesci a colpirmi. Ci stai?

L’esorcista non rispose nemmeno, ma gli si gettò addosso in un attimo, calando il braccio sinistro sul suo volto.

-Ma dai, hai ancora l’innocente? – il moro aveva bloccato il colpi con una mano, a pochi centimetri dal viso. Allen si liberò con uno scossone, allontanandosi di poco.

-Allora piccolo, ci muoviamo? Sai, non ho molto tempo…

-Vai al diavolo!- l’innocente del ragazzo cambiò forma, trasformandosi in un’arma a distanza. Sparò un colpo al Noah, che lo evitò per un pelo, abbassandosi all’ultimo momento.

Tyki si guardò indietro sorpreso, poi lo sguardo gli cadde sulla tuba per terra.

-Accidenti, certo che sei pericoloso…- si passò una mano fra i capelli, e tornò a guardarlo.- Allora è meglio chiuderla qui.

Mosse qualche passo verso l’esorcista, tranquillo. Quando gli fu di fronte non rallentò, e il ragazzino lo colpì con l’innocente, indietreggiando. Ma anche quel colpo fu fermato.

Sbattè violentemente la schiena contro il tronco di un albero, mozzandogli il fiato.

Il Noah gli poggiò una mano sul petto.

Allen abbassò lo sguardo sulla mano, poi tornò a guardare il moro.

-Te lo ricordi il mio potere, esorcista?

 

Oh, eccome se te lo ricordi.

Hai provato un tale terrore,

la prima volta che ti ha sfiorato il cuore,

che non dimenticherai mai quella sensazione.

Eppure avevi alzato lo sguardo,

e avevi fatto vedere a quel ragazzo

la tua determinazione,

il tuo coraggio.

Allora perché adesso hai così paura?

Perché?

Lavi

Perché adesso hai qualcosa,

qualcosa che non vuoi perdere.

Non voglio morire,

non voglio morire!

Tu…

…non morirai.

Non ancora.

Non oggi.

Forse.

 

Deglutì, mentre l’altro sorrideva.

-Dimmi una cosa, piccolo. Quello che stai cercando…Lavi…è forse il giovane Bookman?

Glielo chiese a un soffio dal viso, sfiorandogli con le labbra la guancia. Istintivamente, il ragazzo scostò il viso, alzando il braccio sinistro sulla sua testa, pronto a colpirlo.

 

Sangue ossa carne e spirito.

Cuore polmoni cervello e pancreas.

Braccia mani gambe e piedi.

 

-Te lo ricordi il mio potere, Allen Walker? Ti ricordi cosa posso fare?- gli sfiorò con le dita il cuore, carezzandolo quasi affettuosamente.

 

Paura

 

Stupore

 

Abbassò l’arma, inconsapevolmente, chiudendo gli occhi e mordendosi un labbro.

 

Questo contatto…ti fa paura.

Vorresti allontanarti,

scappare,

sparire.

Ma…

…di cosa hai paura?

Io lo so, Allen.

E tu?

 

Tyki sorrise ancora una volta, maliziosamente, continuando a sfiorargli il collo con le labbra, senza mai guardarlo. L’esorcista rabbrividì, lasciando che la schiena poggiasse completamente sul tronco.

 

Ma non di paura.

C’è qualcos’altro.

Ma cosa?

Cos’è?

 

Futile resistenza

 

Incredulità

 

Il moro si sporse verso di lui quando il contatto fittizio fu interrotto, cingendogli con un braccio la vita, costringendolo a tornare da lui.

Finalmente, lo guardò negli occhi, sostando davanti al suo viso, avvicinandosi pericolosamente.

Poi, si fermò.

No, no!

Dannazione, perché ti fermi?

Continua, ti prego,

oppure uccidimi.

Ma non lasciarmi così.

Ti prego…

…ti voglio…

Oh…

…ecco di cosa avevi paura.

Ma ormai è tardi.

Lo vuoi, lo desideri.

E Lavi?

Chi?

Ti voglio

Ti voglio

Ti voglio

Ti voglio

Ti voglio

…Tyki…

 

Il Noah lo strinse ancora di più, i bacini a contatto, il respiro che diventa tutt’uno.

-Ehi piccolo…io da qui non mi muovo, te lo dico…

 

Sorridi

Che bastardo…

Però questo gioco ti piace

 

L’esorcista abbassò lo sguardo sulle labbra dell’altro, così vicine alle sue, increspate in un sorriso provocante.

 

No, esorcista, non farlo.

Ricordati di Lavi.

Tyki…

Lavi

Tyki…

Lavi

TYKI!

 

Aprì bocca per parlare ancora, per stuzzicarlo, ma improvvisamente il fiato gli mancò. Il piccolo gli era andato incontro, incurante della mano che gli ghermiva il cuore, incurante del testo del mondo.

 

Desiderio

 

Dolore

 

Questa volta fu lui che lo costrinse ad indietreggiare, mentre si lasciavano travolgere dalla passione. Andarono quasi a sbattere contro il tavolo, e Tyki vi salì sopra con i fianchi, tirando a se l’esorcista, chinandosi nuovamente su di lui per baciarlo, non smettendo un attimo di sorridere. Gli prese il viso tra le mani, alzandogli il mento e spostando le labbra sul collo.

Baciando, leccando, succhiando.

 

 

 

Vi prego, vi prego, questo capitolo me lo dovete commentare. Vi scongiuro. Perché a me piace troppo, e voglio sapere com’è venuto.

Vi preeeeeeeeeeeeego ç_ç

 

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Capitolo 4
*** Lavi, the bookman ***


Faceva…male

Faceva…male.

Gli occhi gli bruciavano da morire, mentre la mano che lo bloccava si allontanava, lentamente, quasi non volesse disturbare il suo dolore.

 

E mentre versi lacrime aride,

il cuore si spezza con un rumore sordo.

Non c’è più nulla a sostenerti,

e cadi sulle ginocchia,

lo sguardo ti finisce per terra,

vuoto,

privo di qualsiasi cosa.

Spalanchi la bocca,

portandoti le mani alla gola,

ma non riesci nemmeno ad urlare.

Fa male, fa male!

Dannazione, fa male!

 

L’Akuma lo guardò, ghignando, mentre cadeva a terra, sprofondando nella sua disperazione.

Gli si avvicinò, chinandosi su di lui, affiancandolo con il viso.

-Tornerò, esorcista. Tornerò a prenderti.

Poi scivolò silenziosamente lontano da lui, lasciandolo da solo.

Diede un’occhiata di sfuggita al padrone, proprio quando quest’ultimo cominciò a torturare il collo del giovane esorcista che teneva fra le braccia.

Bah.

Non lo capiva.

Dopotutto anche lui era un umano.

 

Cosa?

Come dite?

E’ lui il mio padrone?

E quindi? Che vuol dire?

Che non posso ucciderlo?

Che non posso torturarlo?

Ah…

…dite di si

Beh, peccato.

Perché è il mio nuovo giocatore,

il mio nuovo passatempo.

Moriranno, moriranno tutti.

 Esorcisti

 Akuma

 Noah.

Perché?

Perché son pazzo,

non si vede?

 

Si strinse al petto, alzando lo sguardo verso l’oggetto del suo dolore. Si alzò, barcollando.

Fece un passo indietro, e un altro ancora. Indietreggiò, finchè non inciampò nella propria disperazione.

 

E’ così che fu piantato il seme della follia.

 

Si alzò, ancora una volta, cominciando a correre, senza sapere nemmeno verso dove.

Tutte le strade sembravano uguali, le risate di scherno gli rimbombavano con ferocia nella testa, confondendolo, ferendolo, distruggendolo nell’animo.

No no no!

 

Se capisci un pazzo sei un matto,

se non capisci un matto sei un pazzo.

Chi è l’amico?

Chi il nemico?

Ti ha tradito,

usato,

ingannato.

Piangi

Corri

Scappa.

Destra o sinistra?

Meglio di qua che di là.

Ti ha tradito,

usato,

ingannato!

Piangi

Corri

Scappa.

E alla fine, inciampa.

 

Ah…e così sta succedendo di nuovo.

Che crudele, il Destino,

non sei d’accordo?

Vorrei tanto aiutarti,

in questo momento,

ma proprio non posso.

Non con questo corpo.

Non così.

Non ora.

Se solo ne avessi voglia.

 

* * *

 

Il ragazzino fece per baciarlo ancora, quando il moro si scostò. Stava guardando da un’altra parte.

Sorrideva.

Ma Allen lo costrinse a tornare da lui, come un bambino capriccioso che vuole attenzione.

Gli carezzò distrattamente la testa, scendendo dal tavolo con un salto.

-Dove stai…no, non andare…- l’esorcista fece finta di piagnucolare, ma lo guardò di sottecchi, serio. Gli prese il viso tra le mani, mordicchiandogli il mento, e il Noah, sorrise, compiaciuto.

-Ho un impegno, mi spiace, piccolo.

-Aspetta. Io…devo ucciderti.

La frase lasciò spiazzati entrambi, forse più Allen che Tyki. Quest’ultimo sorrise, beffardo.

-Dici sul serio?

-S…si…

-Sicuro sicuro?

-Io… - il Noah si allontanò di qualche passo, allargando le braccia.

-Facciamo un gioco, piccolo. – il ragazzino lo raggiunse, incerto, e il moro lo baciò dolcemente sulle labbra.

-Che tipo di gioco? – sembrava che il ragazzo non aspettasse che quella domanda.

-Oh…vedrai, ti piacerà. Ti ricordi del giovane Bookman?

Bookman, Bookman…

Lo guardò sorpreso per un attimo, senza capire.

 

Su, ragazzo,

una mossa.

Ce l’hai sulla punta

della lingua.

Non è mica così difficile

ricordare il nome della persona

che ami, no?

 

Bookman, Bookman…

…Bookman…

…Lavi…

L’esorcista spalancò gli occhi.

Tyki sorrise, ora in parte Nero.

-Bye bye.

Non fece nemmeno in tempo ad evocare l’Innocente, che l’altro gli diede una piccola spintarella, facendogli perdere l’equilibrio.

Venne inghiottito dall’oscurità, mentre la risata cristallina del Noah riecheggiava tutto intorno.

 

_______________________________________________________________________________________________________________________________ salve a tutti gente, chiedo umilmente scusa per il ritardo. sia per la storia del ban, sia perchè ho troppe storie da continuare >.< che poi alla fine non ne ho continuata nessuna. coooooomunque, spero di riuscire ad aggiornare presto. see ya ^______^

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Capitolo 5
*** Lavi...see you. ***


Cadde a terra, ma questa volta non si rialzò

Cadde a terra, ma questa volta non si rialzò. Non ce la faceva più.

Era troppo, era troppo…

Il dolore che provava era troppo. E quel posto…quel posto maledetto sembrava amplificare quella disperazione.

Basta basta basta

Si ritrovò a guardare due pozze d’oro.

-Yo!

-AH! – fece uno scatto all’indietro, brandendo l’innocente. Il Noah sorrise, mettendosi ritto sulla schiena.

-Buonasera, little Bookman.

-…tu chi…- sentiva il cuore battere all’impazzata, la mente formulare pensieri assurdi. Poi lo guardò meglio: capelli neri, occhi sottili e dorati, sorriso provocante e vestito impeccabile.- Tu sei quello che ha tentato di uccidere Allen! – il moro lo guardo sorpreso.

-Ma guarda…e così mi conosci. – sospirò, scuotendo piano la testa e avvicinandosi.

-Cosa stai…

-Shhh…- gli si fece ancora più vicino, e l’esorcista fece un passo indietro. –Sta calmo, piccolo Rabi…- il rosso tentò di colpirlo con il martelletto, che in un attimo era diventato gigantesco, ma il Noah parò l’attacco senza il minimo sforzo. Sollevò gli occhi dorati sull’arma, squadrandola sorpreso.

-Bello il tuo giocattolino. Un po’ ingombrante, ma bello. – con un gesto veloce afferrò il polso dell’esorcista.

-Ma che..- improvvisamente il giovane Bookman apri la mano, lasciando cadere a terra l’innocente. Si allontanò con uno scatto, o almeno ci provò. Perché il moro continuò a tenerlo per il braccio, sorridendo tranquillamente.

-Dai, non ti agitare…non ti ho fatto male, no?

-Non è questo il pun-

Le parole gli morirono in bocca, mangiate dalle labbra sottili e maliziose del Noah. Si era avvicinato in un attimo, prendendogli il viso fra le mani e lo aveva…baciato. Gli prese anche l’altro braccio, bloccandoli entrambi dietro la schiena, mentre la lingua piano piano si insinuava nel contatto.

-Nh…asp…- non lo faceva parlare, non lo faceva muovere. Lo costrinse a poggiarsi contro un albero, continuando a succhiargli le labbra. L’esorcista gemette, non riuscendo a spostarsi.

 

Soffri

Soffri

Soffri

Disperati

Urla

Ridi di gusto tra le labbra del nemico.

Giocaci

Succhiale

Mordile a sangue

Soffri come non mai,

mio piccolo esorcista

 

Aria! Aria!

I polmoni reclamavano aria!

Quello che sembrava un bacio si trasformò in qualcosa di diverso, di peggiore.

Il Noah si staccò e gli premette una mano sul viso, senza dargli il tempo di respirare.

Lavi strattonò, tirò, tentò di divincolarsi, sentendo i secondi scorrere uno dietro all’altro, sentendosi sfiorare il lobo dalla bocca divertita e sorridente di Tyki.

-Quello…era il bacio della buonanotte.

ARIA!

Rosso verde giallo e blu. Un vortice di colori sembrò esplodergli nella testa, trasformando tutto in un dannato color nero.

 

 

Freddo.

Morte.

La morte…è fredda.

Anche quella volta lo era.

Ora sono io ad essere freddo.

 

 

Morte.

 

 

La lacrima scende,

rigando il volto sofferente.

L’aria non c’è,

il vento  soffia.

Leviamo i cappelli,

per l’esorcista che fu.

Uno a zero per il Noah.

 

Adesso ne mancano due

 

Buonanotte, esorcista.

Addio, Lavi.

 

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