Your Head in the Clouds ♪

di Sprotte98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di Gelati di fine estate (Prologo) ***
Capitolo 2: *** Nuovo anno, nuovi appuntamenti, Evans ***
Capitolo 3: *** A Sirius Black piacciono le more ***
Capitolo 4: *** Niente di particolare ***



Capitolo 1
*** Di Gelati di fine estate (Prologo) ***


Your Head in the Clauds ♪


 




« …Ed è così che sono riuscita a consegnare il test ad un soffio dall’essere sbattuta fuori »

Alice Prewett si passò una mano tra i corti capelli neri, poggiando il cucchiaino nella sua ormai vuota ciotola di gelato. Erano quattro le ragazze sedute al tavolo delle gelateria di Florian Fortebraccio quel giorno di fine agosto, le borse piene di libri poggiate accanto alle sedie, gli ingredienti per le pozioni riposti con cura dentro i sacchetti della farmacia.
« Sono contenta che ti abbiano ammessa, aspettavi da tanto di fare il corso di Auror »
Disse la ragazza di fronte a lei rivolgendole il più radioso dei sorrisi. Quei sorrisi che solamente Lily Evans era in grado di donare a qualcuno.
« A noi manca ancora un anno…»
Borbottò una terza, cercando di raccogliere con il cucchiaino i rimasugli di gelato in fondo alla sua ciotola. Ogni tanto si soffiava via infastidita una ciocca di capelli scuri che le era sfuggita dalla coda di cavallo. Aveva un evidente macchia color crema sulla camicetta e la cosa non sembrava minimamente disturbarla. Perché si sa, Dorcas Meadowes non era il tipo da curare quel genere di particolari.
« Fossi in te starei attenta con le parole, dovreste vivere l’ultimo anno a Hogwarts in pieno, perché rimarrà sempre con voi »
Ribatté Alice, che era un anno più grande delle altre e aveva lasciato la scuola per sempre il giugno scorso.
« Io di certo ho intenzione di divertirmi, non sono come questa vecchia mummia ammuffita qui accanto »
Chiarì Dorcas, lanciando uno sguardo molto eloquente alla rossa, che per risposta gli lanciò la peggiore delle occhiate omicide. Finalmente l’ultima delle quattro ragazze prese la parola.
« Non essere così cattiva Cousin, sono sicura che con una piccola spinta persino la nostra Evans riuscirà a scatenarsi al meglio »
Era l’unica a non avere ancora finito il suo gelato e ora stava mescolando lentamente i gusti fragola e cioccolato, guardando interessata ciò che sembrava venirne fuori. Aveva i capelli di un biondo molto chiaro e due grandi occhi blu. Era la più bella tra le quattro, ma in quel momento, mentre si godevano le ultime ore di estate, non ci faceva caso. Un fatto strano si direbbe, visto che Annabeth Freshfield adorava farsi notare, sempre e in ogni situazione. Si fecero tutte una bella risata, mentre si alzavano e rimettevano al loro posto le sedie. Alice lanciò un occhiata all’orologio, si mise la borsa in spalla e prese i nuovi volumi con la mano libera.
« Devo andare adesso ragazze, è stato bello parlare con voi »
Rivolse alle tre un gesto di saluto con la mano e ruotò su se stessa, smaterializzandosi con facilità.
« Penso che dovremmo andare anche noi adesso »
Disse Lily facendo levitare le borse con un colpo di bacchetta –agitare e colpire- e prendendo sottobraccio Annabeth.
« Giusto, devo sempre passare da Madame McClan, ho bisogno di una divisa nuova »
Gli rispose quella, iniziando a camminare. Dorcas lanciò un ultimo triste sguardo alla gelateria, desiderando ardentemente di poter prendere un ultimo cono prima dell’inizio dell’anno scolastico, e raggiunse correndo le amiche.




Angolo dell'Autrice:
Voi...non volete mangiarmi, vero? Insomma, non siete un branco di iene pronte a sbranarmi appena metto il musetto fuori dalla tana, no?
Si.
Bene...
Passiamo a noi...
Ci ho provato! Ho scritto una storia! Non ci credevo nemmeno io a dir la verità e invece...eccomi!
Bene. partiamo dall'inizio. Questa è la prima storia che pubblico su EFP, spero di non aver fatto chissà-quale-errore o altro. Insomma, come credo tutti avrete capito siamo nella Old Generation, l'epoca de Malandrini, di Lily, Piton e compagnia bella, e, se devo dirla tutta, anche la mia preferita.
Sta per iniziare il settimo anno, che poi è di questo che parlerà la Long, del settimo anno di tutta questa combriccola. Ultimo gelato con le amiche da Florian, ultimi saluti... Insomma, Lily ha degli ottimi propositi per quest'ultima avventura a Hogwarts. Ancora non ho presentato James, volevo che questo fosse solo un piccolo assaggio della storia, niente di esagerato...
L'immagine lassù. L'ha fatta una mia grandissima amica, di cui non ricordo il nome EFP e che di rimando non posso taggare. Mi sembra giusto quindi chiarire che nella mia testolina ho dato un volto a queste quattro ragazze (per ora sono solo loro, ma dal prossimo capitolo aumentano).
Alice Prewett è Carey Mulligan (Con i capelli corti, nell'immagine è una...licensa d'autore)
Lily Evans è Karen Gillan
Dorcas Meadowes è Naya Rivera
Annabeth Freshfield è Taylor Swift.

Beh, spero di avervi almeno un po' incuriosito e, chissà, magari vorrete anche lasciarmi il vostro parere, perchè no? No? Ok.

Sprotte98


 

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Capitolo 2
*** Nuovo anno, nuovi appuntamenti, Evans ***





 

Il fumo della locomotiva inondava il binario, mentre giovani studenti salutavano i genitori, bauli venivano caricati e gufi si agitavano nelle gabbie. Lily Evans, la bacchetta stretta nella mano, guardava il suo bagaglio levitare fino a raggiungere gli altri. Si voltò a dare le spalle al treno e abbracciò forte i genitori, che l’avevano accompagnata per l’ultima volta.
« Portate i miei saluti a Tunia »
Disse la ragazza mentre li stringeva forte. Sua sorella non era venuta, ovviamente, non veniva mai. Li lasciò andare con le lacrime agli occhi. Si salutarono un ultima volta, prima che i due sparissero tra il fumo per tornare nella Londra babbana. Lily si guardò intorno, alla ricerca di qualcuno che conoscesse, e, non vedendo nessuno, diede un occhiata all’orologio. Tra poco il treno sarebbe partito e lei doveva ancora trovare uno scompartimento. Maledisse le sue amiche e il loro ritardo cronico, quindi decise di entrare. Non le piaceva la folla nei corridoi di Hogwarts, figuriamoci quella in un ambiente ristretto come il treno. Passò in mezzo ad un gruppo di ragazze del quinto anno e si diresse verso il fondo della locomotiva, sperando di trovare al più presto uno scompartimento vuoto in cui infilarsi. All’improvviso un paio di mani fredde le pararono la vista.
« Indovina chi sono! »
Disse la voce. Lily trattenne uno sbuffo, non aveva voglia di lanciare uno schiantesimo anche prima di arrivare a scuola.
« Togli le mani Potter, ho da fare! »
Gli rispose dandogli uno schiaffo poco gentile sul braccio. Il ragazzo si ritrasse, ma Lily lo conosceva troppo bene ormai per poter anche solo immaginare che si sarebbe arreso. Sgusciò infatti davanti a lei e le sbarrò la strada, incrociando le braccia al petto.
« Fare cosa, esattamente? Trovare una scusa per scaricarmi qui in mezzo? »
A tutte le ragazzine piaceva James Potter. Con quei capelli sempre spettinati, il fisico scolpito da giocatore di Quidditch e gli occhiali da vista sempre un po’ storti sul naso. Se non fosse stato un pallone gonfiato della peggior specie, Lily lo avrebbe trovato molto carino, ma come abbiamo già detto, “se”.
« In effetti era proprio il mio intento, percui dimmi, cosa vuoi? »
Chiese lei battendo un piede a terra, impaziente di svignarsela da quella situazione.
« Ti ho mai detto che sei carina quando perdi la pazienza? »
« Potter! »
Era sempre il solito bambino infantile, adorava farla andare su tutte le furie. Lily aveva imparato anche a capire, con gli anni, che era anche piuttosto cauto però, e (solitamente) sapeva quando era il momento di tagliare corto.
« D’accordo Evans, calmati. Volevo semplicemente prenotarmi per la prossima uscita a Hogsmeade, tutto qui »
“Già” pensò lei, “tutto qui”. Erano tre anni che James Potter le chiedeva un appuntamento, ma lei (per la fortuna della popolazione femminile di Hogwarts), non aveva mai accettato. Di certo non aveva intenzione di farlo neppure quel giorno.
« Mi dispiace Potter, non accetto uscite su prenotazione »
Disse con voce falsamente dispiaciuta, cercando una via di fuga alle spalle del ragazzo. Quello mise su il suo ghigno malandrino, e si fece più vicino a lei.
« Nuovo anno, nuovi appuntamenti, Evans. E stavolta sarò io ad averla vinta »
Lily sostenne il suo sguardo color nocciola, cercando qualcosa di intelligente da dire. Qualcosa che potesse spiazzarlo, ma non le veniva in mente niente. Le dava terribilmente fastidio il fatto che lui avesse trovato una battuta nuova per l’anno a venire e lei no. Stava per rispondere con qualcosa di terribilmente banale ma, si sa, la fortuna arriva sempre nei momenti più impensati.
« Lily! »
Una testa mora fece capolino qualche scompartimento più avanti. Entrambi i ragazzi si voltarono per vedere chi aveva parlato e si trovarono davanti il viso pallido di Hestia Jones. La rossa approfittò del momento di distrazione generale per sgusciare alla destra di James e uscire dalla “zona pericolo”, raggiungere l’amica e tirarla all’interno dello scompartimento prima che il ragazzo potesse tornare di nuovo alla carica. Si accasciò sul sedile tirando un sospiro di sollievo e guardò lo scompartimento semivuoto: oltre a lei e Hestia c’era solo Mary, la quinta ragazza del dormitorio del settimo anno di Grifondoro. Aveva i capelli marrone chiaro tagliati a caschetto che le incorniciavano un bel visino e due occhi azzurri. Era la ragazza più timida che conoscesse, ma quando faceva amicizia diventava molto solare e allegra. In quel momento aveva in mano un romanzo dalla copertina rosa, evidentemente una storia d’amore, aveva molti libri di quel genere. Si salutarono con un bell’abbraccio.
« Cosa avete fatto durante le vacanze? »
Chiese la rossa mettendosi sulle gambe la gatta nera di Hestia, Règina, e cominciando ad accarezzarla.
« I miei mi hanno portato a Roma, è stato bellissimo. Ci ero già stata da bambina, ma a quei tempi avevo visitato solo la parte babbana della città, tornarci adesso è stata un’esperienza fantastica! »
Disse Mary riponendo il libro nella borsa.
« Io sono stata in montagna, abbiamo fatto molte camminate e ho visto le marmotte! Sono piccolissime e fanno dei fischi acuti molto particolari…»
Lily sapeva che quando Hestia iniziava a parlare era molto difficile farla smettere, così staccò la spina per un po’, concentrandosi a togliere i peli della gatta dal suo maglione.
« Invece tu sei stata al mare, vero? »
Si sentì chiedere. Alzò lo sguardo sulle due ragazze, e sorrise.
« Si, sono stata al mare con… »
Annabeth e Dorcas. Era stata al mare con loro. Con loro che adesso non c’erano. E il treno stava per partire. Scavalcò le gambe di Mary che le ostruivano la strada e aprì il finestrino dello scompartimento, affacciandosi di sotto. Ormai c’erano solo i pochi ritardatari. Dove si erano cacciate quelle due?
« E’ inutile che guardi fuori, Evans, siamo da questa parte »
La rossa si voltò di scatto, sbattendo la testa sul bordo del finestrino. Borbottò qualche parola poco gradevole e si rivolse a alla proprietaria della voce. Annabeth stava al centro della porta, le braccia incrociate al petto e un espressione corrucciata in volto. Lily diventò più rossa dei suoi capelli, non sapeva se doveva essere arrabbiata per il ritardo o se fosse il caso di scusarsi per non averle aspettate. Anna aprì la bocca per aggiungere qualcos’altro, ma Dorcas la spinse dentro.
« Smettila con la ramanzina, Cousin. In fondo, poi, è tutta colpa tua »
Disse sventolandole contro la gabbia del suo gufo (piuttosto contrariato). La bionda la fissò intensamente, alzando un sopracciglio.
« Come scusa? »
Chiese appoggiando le mani sui fianchi con aria offesa.
« Dico solo… »
Le rispose l’altra, lasciandosi cadere a fianco di Hestia.
« …Che se avessi passato meno tempo davanti allo specchio saremmo arrivate prima! »
Dorcas e Annabeth erano cugine di primo grado, nonostante non si assomigliassero per niente, e da un anno vivevano insieme a casa della mamma di Dorcas, Marie, per una storia troppo lunga da raccontare.
« Guarda che è tutta colpa tua che hai messo sottosopra il tuo baule stamattina perché non trovavi una cosa… »
« Il mio bracciale portafortuna! Lo sai che non posso partire senza! »
La mora sventolò il braccio per far vedere bene a tutti i presenti il braccialetto d’argento con il ciondolo a forma di aquila che portava al polso destro. A chiunque le chiedesse cosa aveva di speciale, lei rispondeva che senza non sarebbe riuscita a parare nemmeno una pluffa su un milione. Lily si passò una mano sul viso, sforzandosi di non commentare la scena pietosa che aveva davanti.
« Possiamo cambiare argomento? »
Chiese intercettando il segnale di tempesta nell’aria. Le altre quattro ragazze si voltarono a guardarla.
« Propositi per l’anno nuovo? »
Chiese Mary, e si immersero nella nuova conversazione mentre il treno, tra uno sbuffo e uno sferraglio, lasciava la stazione.
 
 
Dopo essere stato scaricato nel bel mezzo del corridoio, James Potter si diresse al proprio scompartimento, trovando i suoi tre migliori amici affacciati alla porta che si sbellicavano dalle risate. Ramoso li guardò male e entrò nello scompartimento, sedendosi vicino al finestrino.
« Devi ammettere, amico mio, che ti ha lasciato li come un cretino anche questa volta »
Disse Sirius Black soffiandosi via un ciuffo di capelli dagli occhi.
« Smettila di prenderlo in giro, Sirius, non vedi che ci è rimasto male? »
Lo sgridò Remus Lupin, cercando di rimanere serio.
« Non fare la mamma, Lunastorta, ormai lo sa che lo tratto così, vero James? James! »
Il moro si riscosse dai propri pensieri.
« Dicevate? »
Chiese guardando prima l’uno e poi l’altro.
« Lascia perdere… »
Borbottò Felpato, incrociando le braccia dietro la testa. Peter ridacchiava senza contegno, pescando gelatine tutti i gusti + 1 dal suo pacchetto. Remus si alzò e prese la sua borsa dal portabagagli, con gli occhi di tutti addosso. La poggiò sul sedile e rufolò un po’ al suo interno, finché non trovò ciò che cercava.
« Sul serio? Amico, potresti almeno aspettare che passi la Signora del Carrello! »
Esclamò scandalizzato Sirius, vedendo che l’amico aveva appena tirato fuori una tavoletta del miglior cioccolato di Mielandia.
« Non agitarti Sirius, il nostro amico sarà molto felice di darcene un pezzettino…»
Disse James tendendo la mano. L’amico lo fulminò con il suo peggior sguardo da lupo mannaro e il ragazzo pensò bene di indietreggiare lentamente e con cautela.
« Questa…»
Disse Remus indicando il pacchetto.
« …Mi serve come incentivo per riuscire a sopportarvi per tutto il tragitto! »
Staccò un pezzo che avrebbe fatto scappare ogni dissennatore nel raggio di chilometri e lo fece entrare interamente in bocca, arrivando a somigliare ad un criceto molto magro e alto. Sirius e James si scambiarono uno sguardo d’intesa, e il ragazzo capì le loro intenzioni un secondo troppo tardi. Neanche il tempo di dire “pixie”che si trovo schiacciato da 80 chili di Black, che gli strappò senza pietà la tavoletta dalle mani e la lanciò al compare, che la prese al volo con i suoi (purtroppo) ottimi riflessi.
« Noooooo!!! »
Gridò il malcapitato mentre il ladro scappava con la refurtiva, sempre schiacciato sotto il peso fin troppo soffocante di Sirius.
« Tu! Lasciami! Non respiro! »
Gridò cercando di toglierselo di dosso.
«Pensa positivo Lunastorta, poteva essere Peter »
Remus impallidì al pensiero. Diede sfoggio di tutte le sue doti atletiche e riuscì, non senza fatica, a togliersi di dosso quel canide che aveva anche il coraggio di farsi chiamare “amico”. Finalmente libero, corse fuori dallo scompartimento, deciso a recuperare la sua cioccolata. Sirius si precipitò al suo inseguimento e a Peter, messo da parte il suo pacchetto di caramelle con un sospiro, non restò che stiracchiarsi e seguirli un'altra volta.
 
 
« Sono così felice per te! »
Disse Lily guardando la spilla da Caposcuola che Hestia portava al petto con molto orgoglio.
« Grazie, mia madre mi ha comprato una scopa nuova come regalo per la promozione »
Dorcas, che fino a quel momento sembrava molto impegnata in una partita a Sparaschiocco con Mary, lasciò improvvisamente andare le carte e perfino Annabeth alzò lo sguardo dal suo nuovo libro (un horror, lei legge solo quelli).
« Che modello è? »
Chiese la bionda abbandonando il capitolo.
« Una Comet 260 »
Rispose quella, e iniziò a illustrare tutti i vantaggi che, evidentemente, si era imparata a memoria mentre il proprietario del negozio le spiegava a lei. Anna si grattò distrattamente una guancia, come faceva sempre quando rifletteva.
« Dicono che sia una buona scopa, in effetti, anche se ho sempre preferito le Tornado, come manualità »
Sia lei che Dorcas avevano una Tornado 6, ultimo modello, e ne andavano entrambe molto fiere. Mary e Lily si guardarono per un lungo istante, scrollando le spalle, perché loro di scope non ne avevano mi avuta neanche una, e non ci tenevano ad averle. Dopo quella parentesi sul Quidditch ognuna di loro riprese le loro attività, fino a quando la porta dello scompartimento si aprì di scatto. James Potter saltò con agilità le gambe di Annabeth, che erano stese in mezzo al passaggio, e si sedette all’interno, tirando un sospiro di sollievo.
« Ma ti pare questo il modo di entrare, Potter?! »
Gli sbottò contro Lily, rossa come i suoi capelli per la rabbia. Lui gli rivolse il suo sorriso sbagliante e le porse il pacchettino che aveva in mano.
« Cioccolato? »
La ragazza lo fissò ancora qualche istante, poi tese la mano e staccò un pezzo della tavoletta.
« Cosa ti porta qui, James? »
Gli chiese Dorcas staccando a sua volta un pezzo di cioccolato.
« Sono stato nella cabina del macchinista per un po’, ma poi ho detto “se devo scappare, tanto vale farlo bene e…»
Un rumore di passi concitati per il corridoio lo fece smettere di parlare.
« Questo è Mr Hyde che si avvicina…»
Disse Annabeth senza alzare lo sguardo dalle pagine.
« James Potter so che sei da queste parti! »
« Remus, per favore…»
« Taci Sirius, LO SENTO che è da queste parti »
Tutti gli sguardi puntarono verso James, che si acquattò tra Hestia e Mary facendo finta di nulla. La porta dello scompartimento si aprì di scatto, facendo apparire sulla soglia un Remus Lupin a dir poco infuriato.
« Sapevo che eri qui! »
Disse prima di scavalcare le gambe di Annabeth con un balzo e piombare addosso al cacciatore di Grifondoro cercando di strappargli dalle mani la cioccolata e allo stesso tempo dargliele di santa ragione. Lily tossì piuttosto rumorosamente per attirare l’attenzione dell’amico che solo in quell’istante parve accorgersi del numero di persone che popolavano lo scompartimento. Si rialzò, passandosi una mano sulla camicia per togliere le pieghe e tese la mano a James, che, con uno sbuffo, gli porse la tavoletta.
« Remus hai visto? »
Disse Hestia, indicando la sua spilla nuova, per rompere il silenzio. Lui si voltò, incuriosito.
« Oh complimenti! »
Le rispose guardando la spilla da vicino. James sbuffò di nuovo, incrociando le mani dietro la testa.
« Non capisco tutta questa enfasi, anche io ho una carica, ma mica mi vanto così »
Borbottò alludendo alla spilla da Capitano della squadra di Quidditch del Grifondoro.
« E’ vero Potter, tu sei molto peggio »
« Felice che tu noti i miei comportamenti Evans, l’ho sempre detto che in fondo sei pazza di me »
Ancora qualche battuta di quella conversazione e Potter si sarebbe trovato appeso al finestrino per una caviglia. A salvare il ragazzo dalla brutta fine furono Sirius e Peter, che si affacciarono alla porta dello scompartimento alla ricerca degli amici.
« Oh, siete qui »
Disse il primo, appoggiandosi allo stipite della porta.
« Purtroppo…»
Borbottò Lily, ancora rancorosa per la battuta che le era stata rivolta. Remus continuò a sbocconcellare il suo cioccolato come se niente fosse. Per qualche secondo l’unico rumore che si sentì fu quello del treno, e il fruscio delle pagine del libro di Annabeth. Sirius si fermò a guardare prima lei e poi le sue gambe che ostruivano il passaggio.
« Potresti spostarti? »
Le chiese ironico. La ragazza non lo degnò nemmeno di uno sguardo di risposta.
« Scavalca »
Gli rispose semplicemente, girando nuovamente pagina. Lui si mise le mani sui fianchi e scosse la testa, come se avesse a che fare con una bambina capricciosa.
« Io potrei anche farlo – anche se non lo farò –, ma non pensi a Peter? Lui non è in grado di fare questo genere si salti »
La bionda lo snobbò completamente, ancora una volta.
« No, non ci ho pensato e non ho intenzione di pensarci ora »
Sirius si passò una mano sul viso con un espressione del tipo “ma guarda che mi tocca fare”, prese Annabeth per le caviglie e la spostò per far entrare lui e Peter dentro lo scompartimento.
« Dovrei sentirmi lusingata, qual gran figo di Sirius Black mi ha appena toccato le gambe uuuh… »
Borbottò lei con voce sarcastica.
« Si Freshfield, dovresti proprio, ci sono migliaia di ragazze che pagherebbero per stare al tuo posto! »
Gli rispose il ragazzo sedendosi al suo fiancò e stendendo le gambe in avanti come aveva fatto lei. Chiusero li la conversazione, per il momento, anche perché Dorcas scelse proprio quel momento per alzarsi in piedi sventolando il mazzo di carte.
« Che ne dite di un partitone a Spara Schiocco? »
Tutti annuirono contenti abbandonando le proprie attività.
Giocarono fin quando le ragazze non spinsero gli amici fuori dallo scompartimento con la forza per cambiarsi, perché erano quasi arrivati alla stazione di Hogsmeade.
 
 
« Siamo quasi arrivate »
Disse Mary, guardando il profilo di Hogwarts sempre più vicino mentre la carrozza rallentava. Dorcas saltò giù con un balzo, rischiando di inciampare nella tunica nera.
« Odio quest’affare »
Borbottò tirandosi su la divisa onde evitare di inciampare nuovamente.
« Muoviti Donna, che ho fame »
Le disse Annabeth dandole una poderosa spinta dietro la schiena.
« Molto femminile devo dire, complimenti »
La rimproverò l’altra andando avanti impettita. La bionda si spostò i capelli prima a destra e poi a sinistra, da vera vamp, e si affrettò a seguirla insieme alle altre.
« Senza parole »
Fu il commento sulla scena di Lily mentre, con uno sbuffo, entrava a Hogwarts nella marea di ragazzi.
Quella scuola lasciava sempre senza fiato, anche quando erano anni che si ripeteva la stessa entrata. La ragazza sfiorò distrattamente il muro alla sua destra con la mano, al pensiero che solo un anno mancava dal lasciarla per sempre. Sentì una morsa allo stomaco. Nostalgia? Probabile. Ritrasse di scatto la mano e si affianco a Annabeth mentre entrava nella sala grande. I primini non erano ancora arrivati. Probabilmente stavano ancora facendo la traversata in barca. Lei era salita insieme a Severus. Al pensiero ecco che la tristezza e la nostalgia rimontavano. Qualcuno le diede uno scappellotto sulla nuca.
« La versione seria della Evans non posso sopportarla subito il primo giorno di scuola! »
Lily portò una mano al punto colpito e si voltò di scatto verso il suo aggressore.
« Fatti gli affari tuoi, Potter! Io penso a quello che mi pare »
Gli disse sedendosi sulla panca a fianco di Dorcas. Il ragazzo rimase in piedi mentre gli studenti si sedevano.
« Potresti…pensare di venire a Hogsmeade con me, che dici Evans? Ti va? »
« Meglio se continui a sognare Potter. E siediti, che entrano i primini »
Lo scocciatore le rivolse un saluto militare e si sedette accanto a Black. “Vicino” pensò lei, “Troppo vicino”. Una fila di bambini dall’aria spaesata entrò nella sala passando tra il tavolo di Tassorosso e quello di Corvonero. Sia Dorcas e Lily si voltarono per guardarli passare, assumendo una posizione piuttosto scomoda.
« La McGrannit dovrebbe cambiare cappello, una volta tanto »
Borbottò Annabeth annoiata, con tutta la comodità di chi non ha bisogno di voltare la testa, essendo seduta dal lato opposto del tavolo. Le due ragazze furono sul punto di lanciarle una posata, preferibilmente un coltello.
« Dei poveri, piccoli e indifesi cuccioli stanno per affrontare lo smistamento e tu pensi al cappello della McGrannit? »
Sussurrò tra i denti la prima, per evitare che, nel silenzio generale, tutti la sentissero. La bionda fece spallucce e tornò a osservare la scena con il viso appoggiato sul palmo delle mani, soffiandosi via i riccioli biondi che le cadevano sugli occhi. La professoressa mise al centro lo sgabello e portò il cappello parlante. Si sistemò gli occhiali sul naso e lesse sulla pergamena il primo nome.
« Robert Abbott »
Lily spense il cervello. Non le interessava molto sapere in quale casa quel bambino sarebbe finito. Si limitò ad applaudire insieme a tutti gli altri mentre Emily Ellebon, Micheal Griffith e altri sette o otto bambini raggiungevano contenti il tavolo dei grifondoro. Per tutti gli anni che erano passati dal suo arrivo a Hogwarts, aveva sempre trovato dolci quei piccoli maghi alle prime armi, ma adesso, che stava per affrontare l’ultimo anno in quella grande scuola, provava tanta invidia montarle nel petto. Per distrarsi iniziò a giocherellare con la forchetta, disegnando forme immaginarie sulla tovaglia.
« Ragazze e ragazzi, bentornati ad Hogwarts! »
La voce del preside le risuonò nelle orecchie, distogliendola dai suoi pensieri. Albus Silente stava in piedi dietro al tavolo degli insegnanti, gli occhi che brillavano dietro le lenti a mezzaluna, le mani incrociate dietro la schiena, guardando gli studenti con il suo sguardo giocoso che pare sapere tutto.
« Sento il bisogno di dire due parole, insieme alle solite raccomandazioni, in questo anno che si fa difficile »
Qualcuno si agitò a disagio sulle sedie, la guerra non era un argomento facile di cui parlare.
« Miei cari studenti, c’è una guerra la fuori, come ben sapete. Bene, io non voglio dirvi da che parte schierarvi, ne in che modo lottare, niente affatto.
« Ho un'unica raccomandazione da fare a tutti voi: Lottate per ciò che credete. Andate avanti e fate quello che il cuore vi dice di fare. Non lasciatevi influenzare dai pensieri altrui, perché, quando arriveremo alla fine, se avrete combattuto per voi e per gli altri, indipendentemente da come vadano le cose, avete vinto.
« Ma adesso vedo che siamo tutti affamati, percui…diamo inizio al banchetto! »
Batté le mani e le pietanze apparvero sul tavolo. Lily apprezzava il modo di parlare del preside, ma spesso, il suo passare dai discorsi seri a quelli giocosi, la stordiva incredibilmente. Si mise un pezzo di carne nel piatto, mentre Dorcas e Annabeth facevano il giro completo dei vassoi.
« Mangiando così ingrasserete fino a diventare Bolidi a grandezza umana »
Commentò inorridita.
« Guarda che noi siamo giocatrici di Quidditch! Dobbiamo mantenerci in forma! »
Commentò la prima mettendosi le patate nel piatto.
« Pienamente d’accordo »
Le fece eco l’altra, allungando la forchetta e tirando verso di se la più grande tra le costolette. In quell’istante qualcun altro mise le mani sul medesimo pezzetto di carne e lo tirò dalla sua parte. La bionda alzò lo sguardo, furiosa.
« Molla la mia costoletta, Black! »
Gli intimò guardandolo in cagnesco.
« Molla TU la MIA costoletta, Freshfield! »
Gli rispose quello, non accennando a muoversi. Lily cercò con lo sguardo un occhio amico a cui chiedere aiuto, quei due sarebbero rimasti in quella posizione per sempre, se non fossero intervenuti immediatamente. Remus sospirò e si stese lungo la panca, andando a tagliare di netto in due la costoletta. I due litiganti guardarono rassegnati il misero pezzetto che gli rimaneva e, con un alzata di spalle, si voltarono verso vassoi più prosperosi.
« Senza parole, ancora »
Borbottò la rossa mettendosi in bocca l’ultima patatina rimasta nel piatto.
« Solo perché sei a dieta perenne – cosa inutile, a parer mio – non sei autorizzata a fare commenti su come mangio »
Gli rispose l’amica, passano alla frutta e rovesciando una buona dose di cioccolato fuso su una ciotola di fragole.
« Io lotto per tenerti in forma! »
Annabeth la guardò per un lungo istante, tufando la fragola nel cioccolato per renderla più “gustosa”, o calorica, dipende da che parte la si voglia vedere. Rimasero in silenzio per un po’, ascoltando le chiacchiere degli altri, finchè Hestia non diede un occhiata all’orologio, alzandosi di scatto.
« Remus! Alzati, dobbiamo accompagnare i bambini nei dormitori! »
Il biondo lasciò perdere la sua torta Sacher, bevve un sorso di succo di zucca e si diresse insieme a lei verso l’inizio del tavolo, spolverando con la mano il suo distintivo da prefetto.
« Che ne dite ragazze, la aspettiamo su? »
Chiese Mary alzandosi.
« Direi di si »
Le rispose Lily, prendendo la borsa. Qualcuno di poco attento le venne addosso.
« Oh scusa Evans, giuro che non l’ho fatto apposta »
James Potter alzò le mani in segno di resa. La rossa lo guardò annoiata.
« Certo, come no »
Borbottò allontanandosi insieme alle amiche, facendo ondeggiare i capelli a destra e sinistra senza rendersene conto.
« Donna di poca fede! »
Le urlò dietro lui.
« Approfittatore! »
Fu l’eco di lei. Sirius Black si mise di fianco all’amico, appoggiandogli un braccio sulle spalle.
« E’ inutile amico, non cede »
Disse scuotendo la testa con fare eloquente. James si spostò con un movimento fluido, rischiano di far finire a terra l’amico, e lo guardò da dietro le lenti, con gli occhi che brillavano.
« Oh ma cederà, credimi, prima o poi cederà »
 
 
« Care compagne di stanza, io, la qui presente Dorcas Meadowes, neo patentata al corso per la smaterializzazione, portiere ufficiale della squadra di Grifondoro… »
Le ragazze, sedute in cerchio attorno a lei, gli lanciarono un cuscino. La more sbuffò, sputacchiando qualche piuma d’oca.
« Siete perfide, io cercavo solo di fare un bel discorso! »
Annabeth le lanciò un occhiata eloquente.
« Taglia corto, Cousin »
« D’accordo, d’accordo, dicevo… » Disse grattandosi il mento cercando di riprendere il filo « La qui presente Dorcas Meadowes, intelligente e talentuosa ragazza, è orgogliosa i annunciare…»
 
 
« …L’inizio della Malandrinfesta dei ragazzi del dormitorio del settimo anno di Grifondoro! E adesso, su le bottiglie, per favore »
I ragazzi, seguendo l’ordine dato da Sirius, alzarono in alto le bottiglie di Burrobirra.
« Dobbiamo assolutamente passare a prendere qualcosa di più forte, Felpato »
Disse James, scuotendo la bottiglia già quasi finita che aveva in mano.
« Voi non comprerete un bel niente! »
Gli rispose Remus incenerendolo con lo sguardo.
« Siamo tre contro uno, Lunastorta, non puoi farci niente »
« E’ qui che ti sbagli, Sirius, perché Peter sta con me, vero Coda? »
Remus ripose tutte le sue speranze nel ragazzo seduto alla sua destra, che passò velocemente lo sguardo da lui agli altri due, sentendosi sottopressione.
« Io…io sto con James »
Mormorò facendosi piccolo piccolo. Il diretto interessato si aprì in un sorriso smagliante.
« Bene, e dopo questa vittoria, a chi va un altro brindisi? »



Angolo dell'autrice:

Cari ed adorati lettori. Eccomi qua, finalmente, oserei dire, con il primo, vero capitolo di questa Long. Direi che fa pandan con in genere, no? E' molto, mooolto Long a parere mio. sette pagine di word e mezzo.
Una cosuccia.

Comunque. Finalmente siamo arrivati a Hogwarts. E' stato un bel viaggio (passato a giocare a carte, ma vabbè), ci siamo fatti un po' gli uni gli affari degli altri e abbiamo iniziato il banchetto. Bene. Non è che c'è poi molto da dire, ma questo spazio lo devo pur riempire in quelche modo, no?
Potrei dire, ecco, che ho deciso di non presentare Piton, in questo capitolo. Volevo che fosse un lavoretto spensierato, un capitolo fresco, senza metterci dentro subito gli asti e i problemi della guerra. Anche un po' demenziale, forse...
Ma passiamo ai personaggi e ai loro prestavolto! Siccome sono una persona organizzata (ma taaaaanto tantissimo guardate!) mi sono fatta un bel collage con i volti dei nostri protagonisti (non ci ho messo Alice, visto che nel capitolo non c'è. per un po' la vedremo solo tramite posta gufo, la ragazza).
CLICCAMI!
Dico la verità, l'idea di questo collagino mi è venuta perchè una bravissima scrittrice di FF che seguo sempre ha fatto una cosa del genere nel suo primo capitolo. Mi sono detta "risparmiamo tempo e link".
Ma i prestavolto, ecco, facciamo una carrellata. James Potter è Andrew Garfield, Lily Evans è Karen Gillan, Sirius Black è Ben Barnes ( Moody nel quinto libro dice che Sirius da giovane ha i capelli corti, quindi le opsioni sono due: A, li aveva lunghi e li ha tagliati, B, li ha sempre avuti corti. Visto che Ben li porta in entrambi i modi, per adesso scelta libera per voi che leggete), Annabeth Freshfield è Taylor Swift, Mary McDonald è Alexis Bledel, Dorcas Meadowes è Naya Rivera, Remus Lupin è Bradley James (non sono sicurissima su di lui, accetto volentieri consigli), Peter Minus è Iwan Rehon (qualcuno mi consiglia un Peter più brutto? Lui è trooooppo carino) e Hestia Jones è Felicity Jones (ma come sono coerente!).
Bene, mi rimane altro da dire? Ah si, l'immagine l'assù l'ho fatta io (infatti è molto più "bleah" rispetto a quella dell'altra volta) e l'immagine di base da cui sono partita (quella del treno) l'ho trovata su Tumbrl.
Ci sentiamo al prossimo capitolo!!

Sprotte98

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Capitolo 3
*** A Sirius Black piacciono le more ***





« Buongiorno mie piccole Puffole Pigmee! »
Lily si rigirò nel letto. Non poteva averlo detto davvero, non poteva proprio, una persona normale non lo avrebbe fatto. Girò la testa verso la sveglia e soffocò un mugolio infilando il viso nel cuscino. Era davvero l’ora di alzarsi, purtroppo. Si tirò su ancora stordita, mente Dorcas continuava la sua ode mattutina. Un grugnito di protesta passò le tende del baldacchino di Hestia, suonando come “Se ci riprova le pianto un boccino in gola”. Mary era già in piedi, e si stava appropriando del bagno, cosa piuttosto allarmante di per se. Dal letto di Annabeth non volava una mosca, perché, come la ragazza amava dire, “quando vivi fissa con Dorcas, o ti abitui, o sei fottuto”.
« Siamo sveglie, non importa che continui ancora… »
Borbottò stiracchiandosi e lanciando un cuscino alla mora, che se lo prese dritto sulla nuca.
« Bene, perché adesso dobbiamo svegliare lei »
Le rispose l’altra indicando Anna con un dito. Lily si tirò su le maniche del pigiama – era una ragazza freddolosa – e, con uno scatto seccò, aprì le tende, facendo entrare la luce nel letto della dormiente.
« Avanti Freshfield, fuori dal letto! »
Esclamò con particolare enfasi, impersonando il ruolo di generale. L’unica, misera, risposta che ottenne fu un gorgoglio, prima che la diretta interessata infilasse la testa sotto il cuscino, alla ricerca di buio e privacy.
« Annabeth svegliati! »
Riprovò la rossa scuotendola prima leggermente, e poi abbandonando a Merlino la finezza.
« …fgle… »
Fragole. L’unica risposta che ci si poteva aspettare, ovviamente. La ragazza si batté una mano sulla fronte, senza commentare.
« D’accordo, proviamo con le maniere forti »
Disse Dorcas, di fianco a lei, girandosi le braccia al collo per riscaldarsi, pronta per la lotta. Lily afferrò la propria bacchetta, che stava appoggiata sul comodino, e la puntò contro la bionda, lanciando il suo ultimatum.
« Ti diamo tre secondi… » Nessuna risposta. « …Tre… » Dorcas si mise in posizione di attacco. « …Due… » da sotto il cuscino uscii un altro gorgoglio somigliante a “cioccolato”. « …Uno… »
Le due ragazze si lanciarono uno sguardo di intesa, poi la mora si buttò di peso sul letto, strappando il cuscino dalla faccia di Annabeth e iniziando a farle il solletico.
« Aguamenti! »
Esclamò Lily non appena ebbe il viso dell’amica a portata di incantesimo. Quella lanciò un urlo, prima di ribaltarsi su Dorcas e prenderla a cuscinate per vendetta.
« Tu…non azzardarti mai più…a fare una cosa del genere… » Sibilò tra i denti in affanno, prendendo al cugina – che intanto se la rideva – a pugni nel petto. « E tu! Sporca traditrice! Io ti consideravo la mia migliore amica! »
Esclamò poi, lasciando perdere la mora e lanciandosi verso Lily, cominciando un inseguimento alla “Tom e Jerry”.
Mary, intanto, era uscita dal bagno per lasciare il posto ad Hestia, e stava rufolando nel proprio baule.
« Lils mi presteresti un paio di calzini, per favore? »
Chiese lanciando la cravatta della divisa sul letto. L’altra, intanto, stava distesa sul pavimento, riprendendo fiato dopo la corsa.
« Ma come, è il primo giorno e non ne hai già più? »
Mary scosse la testa.
« Ho dimenticato la pila di calze sul letto, quando ho preparato il baule, mamma ha detto che me le spedisce ma… »
« Non sono ancora arrivate, chiaro »
Le rispose la rossa, lanciandole un gomitolino appallottolato rosso-oro.
« Io sposerò Lily Evans »
Mormorò alzando le braccia al cielo, come a sigillare un patto con Merlino, Morgana e tutti gli altri che abitavano lassù.
« Se ci riesci prima di Potter »
Disse Annabeth, superando Dorcas nella corsa al bagno, e chiudendosi dentro, facendo finire contro il muro il cuscino che la rossa le aveva appena lanciato.
« Quando IO sposerò Potter Silente sarà gay »
Gli urlò dietro quella, incrociando le mani al petto e intimandola a fare presto, perché non voleva arrivare tardi il primo giorno.
Hestia e Mary, che erano dei fulmini a prepararsi, presero la borsa dei libri e si diressero alla porta.
« Ci troviamo giù a colazione »
Informò la prima, mentre la seconda si chiudeva la porta alle spalle. Lily stese la camicetta e la gonna sul letto, in ordine, poi frugò nella borsa per controllare di avere tutto l’occorrente e, infine, si diresse verso il bagno giusto in tempo mentre Anna usciva, lasciando Dorcas di nuovo seduta sul letto a girarsi i pollici.
« Non è possibile che sia la prima ad alzarmi e l’ultima ad essere pronta… »
Borbottò soffiandosi via una ciocca di capelli dagli occhi. La bionda tirò fuori la testa dal baule, visto che ci si era tuffata a capofitto per trovare la divisa in mezzo a pantaloni e gonne varie.
« Se tu, invece di recitare la divina commedia, ti infilassi sotto la doccia, quando ti svegli, non avresti tutti questi problemi »
« Parli bene tu, se non ci fossi io, qui dormiresti ancora… »
Chiusero li la conversazione, aspettando che Lily fosse uscita dal bagno per finire di prepararsi e andare, finalmente, a colazione.
 
 
 
Quando notò che gli unici posti liberi del tavolo erano quelli davanti a Potter ed i suoi amici, a Lily scappò uno sbuffo esasperato, ma si limitò ad alzare gli occhi al cielo. Si avvicinò a quel posto molto silenziosamente, quasi sperando che, se non faceva molto rumore, il fastidioso ragazzo non avrebbe notato la sua presenza. “Speranza vana”, pensò, scavalcando la panca e poggiando accanto a se la borsa dei libri. Era a causa questa convinzione, piuttosto fondata, che rimase abbastanza sorpresa vedendo che il ragazzo non aveva alzato neppure lo sguardo quando si era seduta, rimanendo nel suo stato di dormiveglia e continuando a mescolare distrattamente il suo porridge.
Questa cosa non andava affatto bene, per niente. Non che alla rossa importasse molto che James Potter la notasse o meno, ma era una questione di educazione. Pura e casta educazione.
« Hai dormito poco, stanotte, Potter? »
Chiese dunque, cercando di mostrare la minor quantità di interesse possibile. Il ragazzo sobbalzò lasciando cadere il cucchiaio nella tazza, si raddrizzò gli occhiali sul naso e le rivolse il suo solito sorriso smagliante.
« Buongiorno anche a te, Evans »
Le disse stiracchiandosi. “Si”, pensò lei, “Stava realmente dormendo”.
« Non ti ho detto “buongiorno”, Potter, ti ho fatto una domanda »
Gli rispose con voce atona, prendendo qualche fetta biscottata e disponendole tutte in ordine nel piatto.
« Lo so, Evans, dammi il tempo di arrivarci… » Le rispose lui tornando ad impugnare il cucchiaino. « Dicevo…ah si. Prima notte dell’ultimo anno ad Hogwarts e TU vorresti dirmi che hai dormito? »
Lily distolse lo sguardo dai barattoli di marmellata per rivolgerlo a lui un lungo istante, come volesse cercare il trucco nella domanda.
« Certo che no, Potter, sono solo più brava di te a nasconderlo »
Dopo un’ultima attenta osservazione scelse quella di more, prendendola con il cucchiaino e mescolandola bene. I grumi nelle confetture le davano sempre fastidio. A lei piacevano quando erano belle cremose, quasi non fossero cotte abbastanza.
« Tu non hai Sirius che russa… »
Mormorò lui facendo per dirigere il cucchiaio alla bocca, ma prendendosi un calcio sotto il tavolo dal diretto interessato, che lo fulminò con lo sguardo.
« Io non russo! »
« Tu non ti senti… »
Si intromise Remus tirando fuori la testa dal libro di pozioni. Ripassava sempre di mattina prima delle lezioni, soprattutto nelle materie in cui aveva difficoltà. Annabeth rovesciò metà barattolo di marmellata nel suo piatto.
« Non farne un dramma Black, dicono che anche Dorcas russi, ma io non l’ho mai sentita… »
Questa volta fu lei a prendersi una botta: la mora le gomitata tra le costole che le mozzò il fiato.
« Ah si? Beh tu parli nel sonno! »
Le disse minacciandola con la forchetta.
« Stai improvvisando, non è affatto vero »
Le rispose l’altra spalmando la confettura di fragole sul pane già ben imburrato. Mary si infilò nella conversazione, aveva finito di mangiare da un po’ e si era messa a chiacchierare con una simpatica ragazzina del quinto anno.
« Mollate le armi » Disse bloccando Anna prima che tirasse un pugno un po’ troppo forte sulla spalla della cugina. « Tu russi » Affermò indicando Dorcas « E tu parli mentre dormi » Puntò il dito contro Annabeth. « Solo che avete il sonno troppo pesante per sentirvi »
Concluse con un alzata di spalle, salutando tutti e avviandosi verso l’aula di Divinazione insieme ad Hestia (gli altri non seguivano più quel corso).
« Sarei proprio curioso di sapere quali sono gli intelligentissimi discorsi che la Freshfield fa mentre è nel mondo dei sogni… »
Annabeth gli sventolò la fetta biscottata davanti al naso.
« Non provarci Black, anche se non ne sono certa, ci sono probabilità che siano cose molto riservate, quindi… »
Il ragazzo si sporse sul tavolo e, con un morso, staccò una parte della colazione della ragazza, mentre lei stava ancora parlando.
« Mmm… c’è poco burro »
Commentò facendo una smorfia vagamente somigliante a quella di un critico culinario di fronte ad un piatto molto elaborato di cui deve scoprire gli ingredienti.
« Ma…ma…ma…saranno affari miei quanto burro ci metto! »
Gli rispose lei, le guance vagamente arrossate, mentre rimetteva la fetta biscottata nel piatto. Fu solo Lily a notarla mentre, imprecando sottovoce, prendeva un altro po’ di burro e lo spalmava abbondantemente sullo strato di marmellata. Chiunque la conoscesse bene sapeva benissimo che non lo faceva per Sirius in particolare, semplicemente non era concepibile che una qualunque cosa che avesse a che fare con Annabeth Freshfield si potesse considerare semplicemente “accettabile”, in fattore culinario poi, ci teneva particolarmente.
« Dobbiamo sbrigarci, abbiamo Pozioni alla prima ora »
Dorcas teneva in mano l’orario che Hestia aveva preso per lei quando la McGrannit li aveva distribuiti, visto che loro erano in ritardo.
« Pozioni? »
Mormorò Anna da dietro il tovagliolo con il quale si stava pulendo la bocca. L’altra annuì sbuffando e passandole la pergamena. Lily si sbatté la mano sulla fronte, come se si fosse ricordata improvvisamente una cosa molto importante (ed era così, in fondo).
« Avevo promesso al prof. Lumacorno che sarei arrivata in anticipo alla lezione per aggiornarmi sugli incontri del club! »
Prese un ultimo cucchiaio di porridge e si caricò la borsa dei libri in spalla, scavalcando la panza e afferrando Annabeth (che era la più vicina) per un braccio per costringerla a seguirla. Vedendosi tirata in causa, la bionda afferrò a sua volta Dorcas che, con un gemito particolarmente scenico, si affrettò a seguire le altre.
L’ultima immagine che rimase impressa nella mente dei malandrini fu la sua silenziosa richiesta di aiuto mimata con le labbra prima di uscire dalla sala grande.
 
 
 
« Bentornati ragazzi! »
Il pancione rotondo di Lumacorno girò un po’ tra i tavoli insieme al resto del suo proprietario, fermandosi di tanto in tanto per controllare che un calderone fosse della misura giusta o un erba abbastanza fresca per essere lavorata.
« Passate delle buone vacanze? »
Chiese mentre si appoggiava alla cattedra e cercando, tra gli studenti, lo sguardo dei suoi pupilli. Lily Evans sorrise al professore mentre cercava la sua copia di Pozioni Avanzate nella borsa.
« Tieni, lo avevo preso io »
Le sussurrò Annabeth porgendole il tomo.
« Quando lo hai preso? »
« Ieri sera »
La rossa lo sfogliò distrattamente prima di appoggiarlo a fianco al calderone e rivolgersi di nuovo all’amica.
« A cosa ti serviva, scusa? »
L’altra le fece vedere il suo volume, dove erano appuntati a margine della pagina, ad inchiostro fresco, note e appunti vari.
« A copiare le correzioni » Disse facendole l’occhiolino « Agile »
Lily alzò gli occhi al cielo, sentendo Anna pronunciare l’ultima parola. L’ aggettivo “agile” era il suo motto: qualunque cosa fosse furba, comoda o intelligente per lei era denominata “agile”. Il banco a tre in fondo all’aula di Trasfigurazione lo era, così come il fondotinta a lunga tenuta, l’entrata nascosta per le cucine e, appunto, i libri corretti. Chiunque la conoscesse bene era perfettamente capace di intuire quando l’avrebbe pronunciata, riguardo a cosa e perché. Non che Annabeth fosse proprio un libro aperto, anzi era molto sospettosa e non lasciava andare la vera parte di se con le persone di cui non si fidava, ma per Lily e Dorcas era facile capire con un sono sguardo qualunque cosa le passasse per la testa.
Il professor Lumacorno riportò l’attenzione della classe su di se.
« Bene ragazzi, come sapete alla fine di quest’anno dovrete affrontare un esame difficile » Li squadrò uno ad uno attentamente, come chiedendosi quanto di loro avrebbero superato i MAGO con un voto superiore o uguale ad A « Ritengo necessario quindi ripassare gli argomenti dello scorso anno, che potrebbero venirvi chiesti dagli esaminatori esterni »
James Potter alzò lo sguardo al cielo.
« Se sono come quelli dei GUFO sarà una passeggiata » Disse tirando una gomitata a Black, seduto vicino a lui « Signor Potter, mi spiega gli effetti del Veritaserum? »
Sirius trattenne la sua sguaiata risata mentre l’amico faceva una perfetta imitazione della signora di mezza età che si era occupata di valutarli all’esame.
« Come dicevo prima che qualcuno mi interrompesse » Lumacorno lanciò un’occhiataccia a Potter e Black « Sarà utile a tutti voi un accurato ripasso del manuale dello scorso anno. Intanto, sempre per il suddetto motivo, preparatemi un’Amortentia »
Dorcas, seduta davanti alle amiche, rimase a bocca aperta.
« Ma quello è matto! Un Amortentia, nemmeno tra cento anni la saprò preparare… »
Si concentrò quindi sul calderone, riepilogando a bassa voce cosa le sarebbe servito per completare l’infuso.
« L’anno scorso non l’abbiamo studiata solo dal punto di vista teorico, quella pozione? »
Lily annuì distrattamente sfogliando il libro alla ricerca delle istruzioni.
« Sono sicura ci fosse, però… »
Mormorò leggendo l’indice.
« Trovata! Pagina 394 »
« Bene, diamoci da fare, voglio prendere almeno una O. »
E, parlando del più e del meno, andarono a prendere gli ingredienti.
 
 
 
« Amortentia… »
Mormorò Dorcas annusando il calderone di Lily con un espressione ebete sul viso.
« A te fa male questa roba, Cousin! »
Le rispose Anna spingendola indietro. Iniziarono a battibeccare amichevolmente mentre il professore controllava i calderoni dei ragazzi ai primi banchi.
« Voi cosa sentite? »
Chiese la rossa dando un’annusata alla pozione. Dorcas, evidentemente contenta di poter rimettere il naso a breve distanza dal calderone dell’amica, spinse da parte la mano di Annabeth e tese il viso verso la nuvola di fumi rosa.
« Lavanda, inchiostro e lucido per manici di scopa »
Disse spostandosi riluttante per lasciare spazio alla cugina.
« Poi ci dirai chi è che ti fa provare tutto questo amore per la lavanda, comunque… » Si tirò indietro i capelli con le mani per non rischiare che si sporcassero. « Anche io il lucido per manici di scopa – deve essere per via del Quidditch - , menta, fragola e… » Inarcò un sopracciglio scettica « Profumo da uomo »
Le altre sgranarono gli occhi.
« Che volete? Certi uomini hanno un buon profumo! »
Si difese assumendo un’aria altezzosa.
« Tu invece Little Evans cosa senti? »
Chiese Dorcas cambiando argomento. Lily sorride timidamente mentre ripeteva l’operazione delle altre, per poi tornare indietro grattandosi il naso (troppi profumi insieme le davano sempre fastidio).
« Libri »
Rispose semplicemente.
« Solo? »
Le chiesero in coro le altre due. Lei alzò le spalle con aria innocente.
« Soprattutto. Gli altri odori non riesco ad identificarli. »
Annabeth le fece l’occhiolino tirando fuori una fialetta dalla borsa.
« Vuol dire che riproveremo tra un po’ di tempo »
Le sussurrò all’orecchio versando un po’ di pozione dentro la fiala e richiudendola per farla scivolare velocemente in mezzo ai libri.
« Bene ragazze, mostratemi i vostri lavori! »
Disse il prof. Lumacorno avvicinandosi al loro tavolo.
Lily avrebbe preso una E, come sempre.
 
 
 
Avevano un’ora buco nel primo pomeriggio anche quell’anno. Lily solitamente andava in biblioteca, sosteneva che non ci fosse mai nessuno a disturbare, a quell’ora. Dorcas si accoccolava sulla poltrona più vicina al camino in sala comune e si appisolava (probabilmente per preparare il prossimo attacco spacca-orecchie mattutino). Annabeth aveva saputo come impiegare quel tempo nel momento esatto in cui le avevano consegnato l’orario. In quel momento, infatti, mentre i ritardatari uscivano di corsa dal buco del ritratto per raggiungere le loro classi, se ne stava seduta comodamente sul divano, i piedi appoggiati sul tavolino che si trovava davanti, e leggeva. No, non era “Lo strano caso del dottor Jekyll e mr Hyde”, quello stava sempre appoggiato sul suo comodino, perché, a parole di lei, era ottimo prima di andare a dormire. Stava sfogliando vivamente interessata una rivista babbana, un mensile di moda, Vogue. Se li faceva spedire da sua zia Jo (la madre di Dorcas) tutti i mesi, e si poteva definire una fanatica. Molti maghi non conoscevano il genio babbano in ambito di vestiario e musica, ma lei, da quando Lily le aveva portate a fare shopping nella Londra babbana, si era fatta una vera cultura nel primo di questi due campi.
« Questa qua è più carina di te »
Anna distolse gli occhi dalla rivista per incrociare il ghigno di Sirius Black che la fissava dall’alto. Inarcò un sopracciglio, poi diede uno sguardo alla ragazza in copertina: una modella con un cappotto a quadri che sorrideva immobile sulla carta stampata.
« Lei sarà anche più carina, ma io sono più bella »
Lui alzò gli occhi al cielo.
« Certo, come no »
Le tolse con poca gentilezza il giornalino di mano e lo sfogliò distrattamente, alla ricerca di qualche modella particolarmente attraente. Quando parve aver trovato una pagina interessante la strappò dal resto della rivista e la sventolò davanti al naso di Annabeth. Lei indietreggiò istintivamente, poi mise bene a fuoco la pagina e rivolse uno sguardo eloquente al ragazzo.
« Stai scherzando, vero? »
Sirius guardò di nuovo la foto. Una ragazza con un cappotto bianco e un cappello marrone svettava in primo piano mentre sullo sfondo un grosso cavallo camminava in mezzo ad un prato verde.
« Quello che dirò potrà essere devastante per metà della popolazione femminile di Hogwarts, Freshfield, ma lo ammetto, mi piacciono le more »
Scrollò le spalle come dispiaciuto, ma dalla faccia non si toglieva quel fastidioso ghigno da spaccone che lo caratterizzava. Anna sarebbe scoppiata volentieri a ridere, ma si contenne. Mise su un espressione disperata tipicamente teatrale, si portò una mano alla fronte e esclamò a voce abbastanza alta per farsi sentire da tutta la sala comune.
« Qualcuno mi porti della tintura per capelli, a Sirius Black piacciono le more! »
Dorcas mugolò qualcosa di incomprensibile dal suo posticino davanti al camino e tornò a dormire. Una ragazza del sesto anno con i capelli rossi si portò immediatamente una mano alla testa con fare preoccupato.
« Scherzava »
La rassicurò Sirius. Quella tirò un sospiro di sollievo e proseguì per la sua strada, arrossendo vistosamente.
« Non devi dirlo a voce così alta, porti alla disperazione il mio fan club! »
Sussurrò rivolto alla bionda, che era scoppiata a ridere alla vista della scena.
« Vuol dire che non stavi scherzando? »
Gli chiese facendosi seria. Lui scosse la testa.
« Non è possibile, gli uomini amano le bionde »
« A me non fanno impazzire »
Annabeth si alzò il piedi e lo fissò da vicino, cercando una traccia di scherno nei suoi occhi che, a quanto pare, non c’era. Incrociò le braccia al petto, rovinando il suo bel visino con un broncio capriccioso.
« Lo vedremo Black, ti farò cambiare idea »
Il ghigno del ragazzo si ampiò ancora sul suo viso mentre fissava l’altra con aria di superiorità.
« Certo, e come? »
“quando non hai idea di cosa dire, dì qualcosa di stupido” ripeteva sempre Dorcas. Anna in quell’istante stava seriamente pensando di seguire quel consiglio, perché in quel momento il suo cervello, non trovando niente di intelligente con cui controbattere alla mossa del ragazzo, era andato a ballare la conga con le modelle di Vogue. Rassegnatasi a fare la figura della cretina, cercò qualche frase ad effetto adatta all’occasione, ma prima che dalla sua bocca potesse uscire qualunque suono un urlo femminile invase la sala comune.
« POTTER! Smettila di fare il cretino e rendimi la mia borsa! »
James Potter entrò dal buco del ritratto, la borsa dei libri di Lily a tracolla sulla spalla. Si guardò velocemente intorno, fece un segno di saluto a Sirius, un occhiolino alle ragazze presenti, e imboccò le scale per i dormitori maschili. Dorcas, che si era appena svegliata, si alzò per affacciarsi dal buco del ritratto e si ritrasse di scatto subito dopo, per fare spazio ad un’infuriata Evans. Questa si voltò verso i presenti, si sistemò i capelli con le mani, passò i libri che aveva in mano in tra le braccia della mora e rivolse lo sguardo da Annabeth a Sirius, prima di fissarli impazientemente entrambi.
« Allora, dove è andato? »
Gli altri due indicarono contemporaneamente le scale e lei, dopo un attimo di esitazione, si affrettò a seguire i passi del ragazzo.
« Non vorrei essere James in questo momento »
Tutti si voltarono verso Dorcas, che aveva parlato, e annuirono silenziosamente. Per il giovane Potter la giornata non si metteva bene.



Angolo dell'autrice:


Ed eccoci a questo nuovo capitolo fresco fresco di tastiera (si dice?). Fa sempre parte di quei primi capitoli un po' introduttivi, non c'è molto movimento, ma spero vi sia piaciuto leggerlo come a me è piaciuto scriverlo.
Il nuovo anno è iniziato ufficialmente, ritornano le care amicizie, i vecchi professori, e le (un po' troppo) rumorose sveglie di Dorcas la mattina. Partiamo proprio da li. Anche se non sembra il tipo, la nostra Dorcyucciuccia (soprannome by Anna e Lily) è una tipa mattiniera, come avrete capito, a differenza di sua cugina, che non la svegli nemmeno con le cannonate. Lily è un po' una via di mezzo tra le due, in questo come in tanti altri casi, è pacifista (quando non si entra nella "questione Potter") e le sa prendere nei punti giusti per calmare le acque.
Piccole note d'autrice sul capitolo....
Punto primo: La parola agile di Annabeth. E' un tributo, ad essere sinceri. Una mia amica (che è bellissima, per questo mi ricorda Anna) ha fatto di questa parola il suo cavallo di battaglia (insieme a "barbatrucco", ma non credo che i maghi conoscano i cari barbapapà). Insomma, dedicata a lei (anche se è una di quelle amiche che non leggerannomai i miei capitoli perchè EFP non sanno nemmeno cos'è). Gaia I love you <3
Punto secondo: Mi sono informata: Vogue c'era, eccome se c'era. Secondo la carissima e comodissima Wikipedia è nato nel 1892 (o qualcosa di simile), insomma è una rivista centenaria. Ho cercato la suddetta copia del settembre 1977 ed ecco a voi la COPERTINA e la PAGINA con la ragazza mora che Sirius ha strappato.
Ringrazio la mia Piika che ha fatto la stupenderrima immagine lassù (tanto lo sa che lovvo anche lei).
Un ultimo ringraziamento va alle quattro bellissime persone che hanno recensito, ai nove delle seguite, quella altrettanto fantastica persona che mi ha messo tra le preferite e l'ultima ma non meno importante delle ricordate.
IO LOVVO TUTTI VOI!

Sprotte98

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Capitolo 4
*** Niente di particolare ***





Lily Evans non stava facendo niente di particolare, quel primo pomeriggio di quel primo giorno di quell’ultimo anno di scuola, niente affatto, stava solo studiando. Non capiva dunque perché tutto dovesse sempre capitare a lei. Non si capacitava ancora del motivo per cui stesse salendo le scale del dormitorio dei ragazzi del Grifondoro alquanto infuriata. Non riusciva a capire cosa avesse fatto di male perché Merlino, che sta lassù e ci controlla tutti, le avesse affibbiato una zecca così irritante e fastidiosa. Una zecca di nome James Potter.
Aveva fatto qualcosa di male per meritarselo? Per quanto si sforzasse di ricordare le sue (poche) malefatte nel corso degli anni, non le veniva in mente nessuna ragione.
Quel primo pomeriggio di quel primo giorno di quell’ultimo anno di scuola, ad esempio, non stava facendo niente di particolare, niente affatto, stava solo studiando.
 
 
La sezione di Incantesimi e quella di Trasfigurazione erano vicine. Stavano alla larga dal reparto Divinazioni, ad una certa distanza da Erbologia e solo qualche metro li separava da Pozioni. Fin da quando era arrivata ad Hogwarts, a Lily pareva che fossero quasi amici, come se, di notte, quando la Prince chiudeva a chiave la porta della biblioteca, si mettessero a spettegolare di nascosto sui ragazzi che erano passati di li durante il giorno.
Scrutava quindi con discrezione ogni fila di libri, stando ad una certa distanza dalle due rassicuranti pareti ricoperte di libri, come se potessero saltarle addosso se non fosse stata molto attenta.
Lily Evans non era una secchiona, ma passava molto tempo in biblioteca. Cercare tra gli scaffali il volume giusto, portarlo al tavolo e mettersi a leggerlo in silenzio, senza doversi tappare le orecchie per via del rumore che, invece, imbottiva sempre la sala comune.
Eccolo, il libro giusto! Tese la mano per afferrarlo e, nel momento esatto in cui tirò via “Studio Approfondito della Trasfigurazione” dallo scaffale, qualcuno fece la stessa cosa dall’altra parte, nel reparto Incantesimi, e Lily si trovò a fronteggiare un paio di occhi nocciola che brillavano furbi dietro un paio di lenti da vista.
« Buongiorno Evans »
La voce roca di James Potter le arrivò alle orecchie della ragazza nello stesso istante in cui il suo cervello lanciava il “segnale pericolo”, meglio conosciuto come “scappa-prima-che-James-Potter-ti-prenda”.
« Lo era, Potter »
Sbirciò distrattamente dal buco della libreria per farsi un’idea di quanto fosse popolata l’altra parte. In fondo, poteva sempre sperare che qualche volenteroso studente facesse allontanare lo scocciatore. Ma chi voleva prendere in giro, lei era l’unica persona capace di rinchiudersi in un posto ostile come la biblioteca il primo giorno di scuola.
Appunto. Lei. I suoi neuroni arrivarono brevemente alla soluzione: James Potter la stava seguendo.
Esaminò corrucciata la figura del ragazzo dal prima citato buco. In una mano teneva “999 indispensabili incantesimi” e nell’altra un foglio di pergamena. Strizzò gli occhi per vedere cosa c’era scritto (le era quasi sembrato che le parole si muovessero) ma lui lo infilò velocemente nella borsa stampandosi in faccia il suo classico ghigno idiota. Lily fece un passo indietro quando lo vide avvicinarsi nuovamente alla parete.
« Tu mi stavi seguendo »
Disse con voce ferma, fulminandolo con lo sguardo. Lui alzò gli occhi al cielo, poi tese la mano, sfilò un altro libro alla destra del primo e tirò un pugno al volume dalla sua parte per farlo cadere. La ragazza fece uno scatto avanti e lo prese al volo, per poi indietreggiare nuovamente.
« Cosa te lo fa pensare? »
Chiese a quel punto il ragazzo. Eccolo, aveva messo su di nuovo il ghigno irritante, il tono di voce irritante, la curva delle sopracciglia irritante e tutti gli altri particolari irritanti che potesse trovare sul suo viso. Lily emise un gemito frustrato e, velocemente, rimise i due volumi che aveva in mano al loro posto, cercando di mettere una barriera tra se stessa e Lui.
Doveva andarsene di li. Si allontanò dallo scaffale velocemente e prese a camminare velocemente.
“Al diavolo la Trasfigurazione, non mi è mai nemmeno piaciuta” pensò dirigendosi verso destra.
Ci aveva riflettuto. Se voleva uscire doveva andare a sinistra. James Potter si aspettava che lei andasse a sinistra. Se le si dirigeva a destra, verso il reparto Pozioni, non se lo sarebbe trovata addosso. “Destra, sinistra, secondo scaffale…” iniziò ad elencare la strada, cercando di rimuovere il ricordo degli occhi nocciola di James Potter dalla mente.
Andò a sbattere contro qualcosa di duro. Anzi, non era duro, aveva allo stesso tempo qualcosa di morbido. Morbido come…il corpo di una persona!
« Ci rivediamo, Evans? »
Non era possibile, accettabile, minimamente concepibile. Come aveva fatto a capire dove andava?
« Tu mi segui, Potter, non so ancora come fai, ma è sicuro! »
Il ragazzo infilò velocemente il foglio di prima nella borsa.
« Sicura Evans? A me pare che sia tu, che finisci sempre sulla mia strada…»
« Io cosa?! Ridicolo »
Stava cominciando ad irritarsi, se continuava con quella farsa avrebbe finito per affatturarlo, e non voleva prendersi una punizione il primo giorno di scuola. “Avanti Lily, sposta la tua attenzione su qualcos’altro” si disse. Cercò con lo sguardo qualcosa di più interessante degli irritanti (e magnetici) occhi nocciola di Potter. Non era molto difficile, visto che si trovava in una biblioteca. Improvvisamente notò che il ragazzo teneva sempre in mano quel libro di incantesimi di prima, 999 qualcosa. Le sarebbe interessato leggerlo. Lasciò cadere la borsa con i libri a terra e tese la mano, togliendo il volume al ragazzo, che indietreggiò sorpreso. La guardò strano, appoggiandosi le mani sui fianchi, come si fa con i bambini piccoli quando ti prendono le caramelle.
« Lo voglio leggere, ok? »
Mormorò rivolgendo tutta la sua attenzione alle pagine, facendo ben capire a Potter che non lo avrebbe degnato più nemmeno di uno sguardo.
Mai provare ad ignorare James Potter. Con un gesto fulmineo, le passò davanti. In un primo momento Lily pensò che avesse davvero mollato la spugna, e si rilassò, appoggiandosi alla libreria per permettergli di passare meglio, ma si accorse un secondo troppo tardi dell’errore.
« Potter! La mia borsa! Rendimi subito la mia borsa! »
Lo seguì fino al bancone della biblioteca, dove venne fermata da un’infuriata Pince che le intimò di fare silenzio, porgendole due enormi volumi che prima (purtroppo) le aveva chiesto di cercare. La ragazza li strinse al petto mentre correva su per le scale della torre di Grifondoro inseguendo Potter.
Era sempre colpa sua, sempre.
 
 
Aprì la porta della camera dei ragazzi con uno scatto veloce, tanto che sbatté con violenza sul muro. Aveva sperato, probabilmente, che Potter si fosse nascosto dietro ad essa, così da potergliela sbattere furiosamente contro quel lungo naso che si ritrovava (e magari rompergli gli occhiali). Sfortunatamente per lei, il rumore sordo che aveva sentito confermava che no, non era stata la faccia del ragazzo a fare quel rumore.
Il dormitorio era vuoto. I quattro letti a baldacchino rifatti, i bauli sigillati, la porta del bagno accostata e le finestre chiuse. Nessun indizio lasciava trapelare il passaggio del ragazzo per quella stanza, se non fosse per…
« La mia borsa! »
Lily corse verso il secondo letto da sinistra. Era la, sopra il baule, e non sembrava aver subito danni dal recente rapimento. Il mobile su cui era appoggiata era di legno scuro, e Lily, avvicinandosi, notò l’odore familiare che emanava. Sentiva quell’odore addosso a Potter tutti i giorni, quando le si avvicinava per chiederle di uscire, copiare gli appunti di qualche lezione o, semplicemente, per darle fastidio. Si sentiva osservata in quella stanza. Anche se il colore dei muri, del pavimento, delle lenzuola e il paesaggio dalla finestra erano gli stessi, alla ragazza quel luogo era completamente estraneo. Si rese improvvisamente conto che quella fosse la prima volta, in sette anni, che entrava nei dormitori maschili, e si sentiva completamente estranea.
Mise la borsa a tracolla e si voltò per uscire, trovandosi così a pochi centimetri dal viso di James Potter. Fece un balzo indietro dalla paura.
« Eccoti finalmente! »
Disse guardandolo diffidente. Lui scrollò le spalle.
« Sono sempre stato qui »
« Certo, ed io sono l’erede di Merlino »
Era sicura che il ragazzo non fosse nella stanza al momento in cui era entrata. Non poteva essere venuto dal bagno, doveva fare troppa strada in troppo poco tempo, lo avrebbe sicuramente notato. In corridoio non lo aveva visto, ma ci poteva stare che, arrabbiata com’era, non lo avesse notato.
Fece un passo verso desta per superarlo, ma si trovò la strada sbarrata. Provò a scavalcarlo da sinistra, ma ancora una volta lui le si parò davanti, intralciandole la via per la porta.
« Oh andiamo, fammi passare! »
Lo fulminò con lo sguardo, mentre di nuovo le saliva la rabbia. L’aveva fatta correre per tutto il castello, una persona normale si sarebbe accontentata, ma lui…no, figuriamoci, non aveva ancora finito.
« La parolina magica, Evans… »
Lily incrociò le braccia al petto.
« Adesso! »
Il ragazzo scosse la testa. Lei sbuffò sonoramente.
« E va bene Potter. Per favore »
Disse incrociando le braccia al petto.
« Mi dispiace, Evans. Hai sbagliato di nuovo »
« Che cosa?! E’ SEMPRE per favore! »
Fu veramente, ma veramente tentata di lanciargli un incantesimo, ma prendere una punizione il primo giorno di scuola era una prospettiva anche peggiore di un bisticcio con un ragazzo idiota.
« Sono sicuro che puoi arrivarci, Evans, non è poi tanto difficile… » Lei alzò un sopracciglio scettica « …lo dici sempre che penso solo a me stesso »
Lily scosse la testa, non riuscendo a credere alle parole di lui. Aveva capito cosa intendeva, e le sembrava il solito capriccio da bambini. Chiamò a raccolta il suo autocontrollo e ingoiò un boccone amaro di insulti che minacciavano di uscire fuori.
« James, per favore, fammi passare »
Il ragazzo parve soddisfatto della risposta.
« Suona così bene quando lo pronunci tu »
Si scostò quindi per farla passare. Lily lo guardò spostarsi, mentre i complimenti entravano da un orecchio ed uscivano dall’altro. Non aveva mai creduto alle sue moine, non si sposavano affatto bene con il suo comportamento. Scavalcò un mantello accasciato a terra in mezzo alla stanza e aprì la porta per uscire.
« Scusami, sono un po’ disordinato »
Lei si voltò a guardarlo negli occhi, non comprendendo quello che intendeva dire, poi capì che il ragazzo parlava del mantello lasciato sul pavimento, e il suo sguardo si addolcì leggermente, prima di tornare impassibile come sempre.
« Tutti lo siamo, in fondo »
Disse uscendo e chiudendosi la porta alle spalle.
C’era una tona stonata però, un particolare che non quadrava. Forse perché, oltre quel capo d’abbigliamento (che lei era sicura prima non ci fosse), quel disordine di cui parlava lui, era completamente inesistente. Evidentemente perché i ragazzi non erano rientrati in camera, dopo pranzo…
 
 
 
Era dal primo anno ad Hogwarts, ormai, che Sirius Black sedeva accanto a James Potter durante le ore di Difesa Contro le Arti Oscure (e non solo quelle). Era sempre da quel primo anno, poi, che Remus Lupin e Peter Minus occupavano i due posti avanti a loro, perdendosi così in amichevoli chiacchiere a quattro.
L’unica cosa che, però, annualmente cambiava, era l’insegnante della suddetta materia, che non sembrava resistere nella scuola per più di un anno scarso prima di scappare via per qualche strana e sempre più improbabile ragione.
« Oh, andiamo, piantala! »
Sbottò James alludendo al dondolio ritmico del compagno di banco sulle gambe posteriori della sedia.
« Ti vedo ecologico, oggi, James, che succede, ti manca Erbologia? »
L’altro soffocò una risata, sprofondando la testa tra le mani fingendosi scandalizzato e borbottando parole sconnesse.
« Piantala…Erbologia…la battuta più vecchia d’Inghilterra… »
Sirius, poi, non ci vedeva niente di male nel dondolarsi sulle sedie, c’erano persone che avevano difetti molto più evidenti. Guardandosi intorno, ad esempio, notava come Johnny Corner, di Corvonero, sprofondasse letteralmente dietro il banco, appoggiando la testa allo schienale della sedia. Jenna Mallory, della stessa casa, sedeva a gambe incrociate sul sedile troppo piccolo. Annabeth Freshfield, più di tutti, sfruttava il fatto di sedersi in fondo alla classe per andare il più possibile indietro con la sedia e incrociare i piedi sul banco finché il professore di turno non entrava in classe o le diceva di sedersi compostamente.
Sirius si soffermò un attimo a guardarle le gambe (cosa che tutti, almeno una volta nella vita, avevano fatto) prima di rivolgere nuovamente l’attenzione al compagno.
« Piuttosto, caro mio, raccontami della tua avventura con la Evans nei meandri del nostro dormitorio »
Gli disse mettendo su la sua espressione da “sono una cane perspicace, dammi un biscotto”. L’altro scrollò le spalle con un ghigno.
« Niente di particolare »
Rispose semplicemente. Sirius alzò un sopracciglio scettico e aprì la bocca per ribattere, ma prima che potesse dire una parola un Remus piuttosto infastidito si girò verso di loro sventolando la piuma verso il naso di James con fare minaccioso.
« Non. Osare. Ripeterlo. Ancora. »
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo preoccupato.

« Ti senti bene Lunastorta? »
Lui appoggio entrambi i gomiti sul banco di Sirius e si passò una mano sul volto, scendendo lentamente dalla fronte fino al mento.
« E’ la quarta volta che me lo ripetono oggi » anche Peter si girò verso di loro per ascoltare la conversazione « “Mi scusi prof. Lumacorno, cosa devo fare per migliorare i miei voti in pozioni?” “Niente di particolare signor Lupin, non credo lei possa andare meglio di così” »
I ragazzi scoppiarono a ridere.
« La scenata solo per questo? »
Chiese James tenendosi la pancia con una mano. Remus scosse la testa sconsolato.
« Magari » rispose « Stamattina a colazione ho incontrato una ragazza di Tassorosso adorabile, le ho chiesto cosa faceva nel pomeriggio e lei mi ha risposto “niente di particolare, ma ho un sacco di cose da fare” »
Sirius scosse la testa sconsolato.
« La coerenza delle donne… »
I tre ragazzi lo guardarono scandalizzati.
« Come puoi affermare una cosa del genere TU »
Disse Ramoso dandogli un pugno sulla spalla.
« Posso tranquillamente »
Remus inarcò un sopracciglio.
« Davvero? Bene. Dimmi come dovrebbe essere la tua ragazza ideale »
Il ragazzo prese fiato per parlare, ma James lo interruppe prima che potesse farlo, mentre Peter ridacchiava divertito.
« E non dirmi che dovrebbe avere i capelli verdi e gli occhi arancioni perché non attacca »
Sirius lo fulminò con lo sguardo.
« Di certo non devono essere rossi, i capelli »
Con un tonfo Remus sbatté le mani sul banco, esasperato.
« Ogni riferimento a Lily Evans è puramente casuale, immagino »
James tirò una librata sulla nuca del compagno di banco prima di rivolgersi al ragazzo che aveva appena parlato.
« Che vuoi farci Lunastorta, a lui piacciono le conigliette con gli occhi azzurri »
L’altro, grattandosi distrattamente una cicatrice dell’ultima luna piena, aggiunse sovrappensiero
« Magari più piccole, così sono giovani prede che non possono difendersi »
« Piuttosto stupide è meglio, perché non capiscono di finire in trappola »
Squittì Peter tra una risata e l’altra. Il diretto interessato di massaggiò il punto colpito dietro la testa, si stiracchiò all’indietro e finse di riflettere attentamente, per poi concludere il discorso a modo tutto suo.
« Se sono anche sexy poi, è una meraviglia! »
Remus si sbatté una mano sulla fronte, esasperato.
« Non può averlo detto davvero…»
James e Peter, intanto, si stavano completamente spanciando dalle risate.
In quel momento, mentre i Malandrini ridevano, qualche Corvonero molto diligente ripassava e Dorcas Meadowes mischiava le carte per un’epocale partita a brisca tra ragazze, la porta dell’aula si aprì di scatto.
« Buon pomeriggio, ragazzi »
L’uomo che aveva appena varcato la porta fece entrare nella classe un’aura di gelo. Aveva l’aspetto del classico professore severo che l’intera classe avrebbe ricordato per tutta la vita, e odiato, magari. Era piuttosto alto, con un fisico imponente che coronava perfettamente il viso squadrato su cui spiccava un cipiglio severo. Portava un paio di baffetti, il pizzetto, e aveva un paio di sopracciglio molto curate (a Sirius venne il dubbio che se le sistemasse la mattina). Nonostante l’aspetto severo e la voce gelida, però, sembrava un tipo a posto, uno che il suo lavoro lo sa fare.
Rimaneva da scoprire di cosa si trattasse.
« Visto? E’ cambiato anche quest’anno »
Sussurrò James all’orecchio del compagno e ricevendo un’occhiataccia dal professore, che si stava dirigendo a grandi falcate verso la cattedra.
« Tu in fondo, togli i piedi dal banco »
Disse lanciando uno sguardo alla classe prima di iniziare a frugare nella borsa. Due tonfi identici dissero a Sirius che, con tutta la grazia di un elefante, la Freshfield era tornata a sedersi composta.
« Bene » Disse l’insegnante prendendo la bacchetta e facendo sparire, con un solo movimento, fogli, carte da gioco e altri oggetti inutili dai banchi dei ragazzi. « Prendete i libri e le bacchette, non siete qui per gingillarvi, ma per studiare e ottenere dei risultati, muovetevi! »
I Malandrini si guardarono per un istante, prima di prendere l’occorrente. “Fantastico”, pensò Sirius, “un dittatore in piena regola”.
 
 
 
La cena dopo il primo giorno di scuola era allegra quasi quanto il primo banchetto. Non c’era un motivo valido, a dir la verità, ma l’euforia per le lezioni appena iniziate vibrava nell’aria, insieme alla stanchezza dei compiti, spingendo i ragazzi a confrontarsi insieme sull’anno che iniziava.
Non vale la pena, probabilmente, riportare tutte le conversazioni che Lily e le altre ragazze tennero durante questo pasto, basti dire che l’argomento centrale della serata era stato, come accadeva quasi tutti gli anni, il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, e che Annabeth e Sirius avevano quasi fatto a botte per decidere a chi spettasse l’ultima porzione di dolce al cioccolato.
« Guarda Black! »
Disse la bionda indicando una Corvonero del quinto anno con una chioma nera fluente che passava per il corridoio, mentre seguivano il gruppo di Grifondoro che si dirigeva verso al torre.
« La vedo, cosa ha di particolare? »
Rispose lui ammirando il sedere niente male della giovane ragazza.
« Niente, ma mi aspettavo che le corressi incontro chiedendole di sposarti, non avevi detto che ti piacciono le more? »
Sirius alzò gli occhi al cielo.
« Vedo che non ti è andata giù la nostra chiacchierata di questo pomeriggio, Freshfield »
« Al contrario, caro mio compagno di casa, l’ho completamente digerita. Sono qui solamente per consigliarti, nella vasta e piuttosto scadente categoria di ragazze che hai scelto di apprezzare, gli esemplari migliori a cui richiedere un appuntamento »
La ragazza si passò una mano tra i boccoli biondi e lo guardò innocentemente. Troppo innocentemente.
« Non ti darà fastidio sapere, quindi, che se dovessi scegliere di uscire con te o con tua cugina, probabilmente sceglierei Dorcas »
Annabeth lo guardò scandalizzata.
« Che cosa? Nessun ragazzo sano di mente uscirebbe con Dorcas! »
La diretta interessata, che camminava qualche passo avanti a loro con Lily, si voltò di scatto e la guardò male.
« Ti ho sentito, parente dei miei stivali, e te la farò pagare! dammi solo il tempo…»
Sirius inarcò un sopracciglio, perplesso.
« Hai ragione, meglio evitare il pericolo, però la Jones la preferirei » alzò un braccio in segno di saluto « Hey Hestia! »
La bionda gli rifilò un calcio negli stinchi costringendolo ad imprecare sottovoce.
« Tranquilla Hestia, torna pure ai tuoi affari, non badare a lui »
Disse poggiando le mani sulle spalle del ragazzo sorridendo amorevolmente e facendolo rallentare finché la testa mora della caposcuola non fu sparita nel corridoio.
« Ma dico, vuoi farmi passare per cretino? »
Chiese lui appoggiandosi al muro per massaggiarsi la gamba con una smorfia.
« Perché, non lo sei? »
Gli rispose lei ricevendo un’occhiataccia.
« Sai una cosa, Freshfield? Si direbbe che tu sia gelosa…»
L’espressione della ragazza perse ogni traccia di sorriso, trasformandosi in un ghigno acido.
« E di che cosa, Black, sono curiosa di saperlo »
In un attimo sul viso del ragazzo apparve un sorriso sghembo, molto simile a quello di lei.
« Di me, ovviamente. Evidentemente il fatto che ogni ragazza di Hogwarts cada ai miei piedi ti da fastidio, visto che non si può dire lo stesso per te »
Annabeth fece un passo in avanti, tuffando così i suoi occhi blu in quelli azzurro ghiaccio di lui.
« Ti sbagli, ogni ragazzo darebbe un occhio della testa per uscire con me »
Sirius infilò le mani nelle tasche dei pantaloni, guardandola con superiorità
 « Te l’ho detto, Freshfield, a me piacciono le more »
« E a me gli uomini con le palle, direi che siamo pari »
Il ragazzo la guardò male.
« Cosa intendi insinuare, scusa? »
« Credo tu sia abbastanza intelligente per arrivarci da solo »
Si guardarono con odio per un istante, decisamente troppo vicini l’uno all’altra, prima di indietreggiare entrambi contemporaneamente con due ghigni identici stampati sul volto.
« D’accordo Freshfield, la competizione è aperta. Qual è la prima prova? »
« Due mesi. Abbiamo due mesi di tempo prima dell’uscita ad Hogsmeade. Vince chi riceve più inviti»
Disse lei tendendo la mano. Sirius la strinse, suggellando il patto.
« Ci vediamo Freshfield, sarà un piacere stracciarti »
Disse riprendendo la strada fino alla torre di Grifondoro.
« E’ ancora da vedere »
Mormorò lei guardandolo allontanarsi.
« E’ ancora tutto da vedere »
 
 
 
« Dorcas, non vieni? »
Chiese Lily seguendo Annabeth verso la porta del dormitorio.
« Si adesso vi raggiungo »
Rispose l’altra chiudendosi alle spalle la porta del bagno. Appoggiò l’orecchio alla serratura, sentendo i passi delle amiche che scendevano le scale fino alla sala comune.
Era abitudine degli studenti trovarsi insieme dopo cena, per fare due chiacchiere e mangiare qualche cioccorana. Aprì un po’ la porta e squadrò la stanza, per controllare di essere sola, poi si diresse sicura verso il letto di Anna. Se c’era una cosa che sapeva fin dal primo anno è che la ragazza odiava portarsi dietro la borsa dei libri, almeno che non dovesse presentarsi a lezione. Infatti si trovava lì, lasciata cadere sul letto a baldacchino con poca cura, con i fogli di pergamena che rischiavano di scivolare fuori. La tirò su e iniziò a frugare al suo interno, alla ricerca di qualcosa di preciso. Dopo aver controllato lo scomparto grande passò alle tasche. Non poteva averla buttata via, era troppo allettante l’idea di avere con se…Trovata! Con le mani tremanti la ragazza tirò fuori la fiala di Amortentia e rimase per un attimo a guardarla, sovrappensiero. Non stava facendo una cattiva azione, non voleva nemmeno usarla, si disse. Con un movimento lento la stappò, controllando che nemmeno una goccia scendesse a macchiare le coperte del letto. In un attimo quel forte odore di lavanda la investì, facendole quasi perdere il senso dell’olfatto, tanto era forte.
Non aveva mai incontrato un ragazzo che avesse un odore del genere, prima di quella volta. Assomigliava vagamente ai sacchettini profumati che si mettono negli armadi per profumare gli abiti. In effetti, adesso che ci pensava, quando gli era caduta addosso aveva praticamente affondato la testa nella sua maglietta quindi…era normale che si ricordasse quell’odore. Che poi non era nemmeno tutta colpa sua. Lei stava solo camminando per Diagon Alley (niente di particolare, insomma), quando quel vecchio mago l’aveva spinta da dietro facendole perdere l’equilibrio facendola finire addosso a…lui. Non si erano detti quasi niente, a dirla tutta, soltanto “scusa”, “non è niente, tranquilla”, “devo andare, scusa ancora”, ma la sua voce gli era rimasta impressa nella mente come non mai. Non aveva mai creduto nei colpi di fulmine, era Mary la romanticona del gruppo, ma adesso doveva ricredersi.
Sentì dei passi su per le scale, così si affrettò a rimettere la fiala nella borsa e a dirigersi verso la porta, rischiando di prendersela in faccia. La testa di Annabeth spuntò fuori.
« Oh sei sempre qui, non ne potevamo più di aspettarti. Cosa stavi facendo? »
Chiese guardandola perplessa. Lei spalancò la porta e iniziò a scendere le scale, seguita dalla cugina.
« Niente di particolare »
 


Angolo dell'autrice:


Sono in ritardo? No dai in fondo quanto è passato dall'ultim...UN MESE??? Ok, potete picchiarmi.
Però non è stata tutta colpa mia, erano i professori ad avere la sindrome "E'-la-fine-del-trimestre-e-non-ho-ancora-messo-i-voti", potete immaginare di che cosa si tratti.
Allora, come avete passato il Natale? Io abbastanza bene, anche se vi giuro che questo capitolo l'ho finito la vigilia e il tempo per ricontrollarlo equivaleva a zero, perchè si gente...
Oggi parto!
Verso le quattro del pomeriggio quindi ho i miei genitori alle spalle che sbraitano perchè devo finire la valigia. Vado al Wizarding World of Harry Potter, in America ad Orlando. E' il mio sogno da una vita.
Ma veniamo al capitolo, ok? Ci tenevo a postarlo prima di andare via, quindi mi scuso in anticipo se ci sarà qualche frase che...non torna...molto...
Finalmente questo prima giorno di scuola è finito! E' durato una vita, ma sono successe alcune cosette molto interessanti, non trovate? Lily e James ad esempio, sempre i soliti, con i loro continui battibecchi e le frecciatine. Sirius e Annabeth invece? Ecco dove ha portato il "mi piacciono le more" della scorsa volta.
Ci tengo a precisare, ragazzi, che è solo una questione di orgoglio, non c'è niente al livello di sentimento. Certo, entrambi ammettono la bellezza fisica dell'avversario, ma non c'è niente più di questo. Sono entrambi troppo orgogliosi e sicuri di se per ammettere che a qualcuno nel mondo potrebbero non piacere, e finiscono per scontrarsi continuamente.
E infine Dorcas. Chi sarà questo ragazzo dal profumo di lavanda? Deve essere una cosa grossa, se non ha detto niente nemmeno a Anna e Lily.
Avete trovato il filo "niente di particolare" che segue tutto il capitolo? Prima Lily, poi James, Remus, Dorcas. Ho tenuto fuori Sirius e Annabeth da questa cosa, non so perché, ma non ce li vedevo molto.
Ultimi ringraziamenti. Questa volta l'immagine l'ho fatta io (si nota, non è bella come quelle di Marty), quindi dal punto di vista "grafico" non ho niente da dire, ma il meglio sono le...
Sei recensioni!!
Vi amo, davvero! Per me, che sono solo alla mia prima storia du Efp, sono davvero tante. E poi i sedici delle seguite, i tre delle preferite e quella persona altrettanto importante che mi ha messo tra le ricordate.
Grazie a tutti voi!
E anche ai lettori silenziosi, ovviamente, buone feste e buon anno nuovo!
VI dico infine che potrei essere un po' lenta a rispondere alle recensioni questa volta, perchè fino al sei di gennaio sarà un po' difficile avere un computer.
Ma sappiate che vi penso, e che riuscirò, in qualche modo, almeno a leggere!
Ancora buon Natale (in ritardo) e buon anno nuovo.

Sprotte98

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