I have to kill you, do not ask me why.

di Tripudium tantum
(/viewuser.php?uid=238970)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Shut up! You know my name, not my story. ***
Capitolo 2: *** oh shit... ***
Capitolo 3: *** the boss ***
Capitolo 4: *** why? ***
Capitolo 5: *** -You hurt me so... ***
Capitolo 6: *** But...? ***
Capitolo 7: *** I'm confused ... too much ***
Capitolo 8: *** I'm serius, i fon't wanna miss my mother ***
Capitolo 9: *** How is die my father? ***
Capitolo 10: *** Let's run away! ***
Capitolo 11: *** I miss you babe ***
Capitolo 12: *** Blood ***
Capitolo 13: *** All ***
Capitolo 14: *** Frank! ***
Capitolo 15: *** Only for ***
Capitolo 16: *** sorry... ***
Capitolo 17: *** Drunk, again. ***



Capitolo 1
*** Shut up! You know my name, not my story. ***


Image and video hosting by TinyPic


Caro diario…
Oggi ho di nuovo curiosato nel cassetto di mio padre, sai, quello morto ‘misteriosamente’ un anno fa. Dei messaggi anonimi continuano a dirmi che devo smetterla di cercare informazioni su mio padre; altrimenti mi sarebbe capitato qualcosa di brutto.
Nonostante racconti a mia madre delle lettere, lei annuisce solamente, sbattendo continuamente le palpebre; tipico di quando ha paura.
Ma non mi importa, voglio sapere come è morto mio padre, come mai è via ogni notte e ogni giorno, e perché i suoi messaggi arrivano come se fossero ‘filtrati’ benissimo, come per scoprire cosa ha scritto e non farlo uscire dal luogo in cui lui è. Sono stanca di non sapere.
Io voglio sapere.
Tua, Faith.


Richiusi ildiario facendo attenzione a non far rumore. Mia madre è alle Maldive. Mi lascia sempre sola; come se abbia paura, di qualcosa o qualcuno. Mi sembra troppo strano per essere una coincidenza. La casa è buia, non voglio accendere la luce. Mi sembra troppo rischioso. Mi alzo dal letto a passo felpato. Vedo alla finestra un’ombra. Mi giro, ma non vedo niente. Il cuore mi batte fortissimo, in 16 anni di vita, in un anno mi hanno tormentato. Metto le mani tremanti sul petto, per evitare che il cuore mi scoppi dal petto. Sentì dei passi veloci. Mi girai di scatto, ma niente.
Corro al piano di sotto e accendo la tele. Almeno non mi sarei sentita sola, o almeno, più, sola.  Mi metto comoda sul divano di pelle, portandomi le ginocchia al petto e e un cuscino da stringere.


Caro diario, credo di essermi addormentata sul divano. Non so come faccio ancora a dormire nonostante la paura che ho. Stamattina mi è arrivata un’altra lettera, macchiata di sangue. Giuro, in quel momento avevo il cuore ai 2,000 battiti cardiaci al minuto! Il punto è che l’ho trovata AFFIANCO A ME. C’era scritto:
‘ Piccola, non hai ancora capito? Questo sarà il tuo sangue se non la smetti, te lo dico ancora una volta.  LASCIA STARE E NESSUNO SI FARA’ MALE. ---‘
Mi tremavano le mani, le gambe, Tutto. Vorrei solo uscirne… ti racconterò ancora al più presto, adesso devo andare…
Faith.



Mi stropicciai gli occhi e mi stiracchiai le braccia. Le gambe mi facevano un male tremendo. Avevo dormito con le gambe piegate. Non potevo aspettarmi meglio. Mi alzo assonnata e prendo dal frigo del latte. Una tazza, del cacao e lo zucchero. Verso tutto distrattamente nella tazza, mettendolo nel microonde. Le mie mani sono gelate come sempre. È  frustrante. Vorrei scaldarmi, ma non posso. È tremendo, frustrante, terribile…
Pauroso. Non parlo mai con nessuno, non ho amici. Non mi ricordo neanche più il suono della mia voce. Non mi ricordo il mio viso. Esco solo per andare a scuola e tornare. Mia madre non mi chiama mai per sapere come sto. Una volta è stata un anno alle Hawaii e non mi ha mai mandato un messaggino. Posso dedurre che nessuno a questo mondo mi voglia bene, sono solo una palla al piede.
Solo a papà sembrava che importassi almeno un po’. Mi trattava come una bambina. A me piaceva. Pagherei per abbracciarlo ancora una volta, ma non posso.
A scuola sono la sfigata, visto che non parlo mai. Sono vittima di atti si bullismo da 3 mesi. Mi sto stufando della mia insulsa vita. A volte mi chiedo se impiccandomi, o, affogandomi semplicemente nel Tamigi possa cambiare qualcosa.


Mi vesto a caso – come ogni giorno- prendo lo zaino ed esco da quella casa. Riluttante, chiudo la porta della casa. A passo svelto mi avvio verso la scuola. Testa bassa, schiena ricurva, camminata veloce. Sono io.
Sento già pronunciare il mio nome da bocche poco raccomandabili. Appena sono entrata tutti si son messi a ridere. E non per lo scoiattolo che è appena stato investito dalla macchina di Amber; la ragazza più popolare della scuola.
Non è cattiva, ma se ne frega altamente di tutto e di tutti, e non esita a scoparsi ogni ragazzo che le chiede che ore sono. Da lei non sono mai stata calcolata di striscio, ma di questo non mi lamento.
Sento mollarmi un pugno sullo stomaco, e subito mi piegai a terra.
- oh! La piccola ha parlato?- disse ridendo Marck.
Mi tengo ancora la pancia, trattenendomi dal piangere. Non voglio sembrare debole. Mi alzo a fatica, sotto lo sguardo divertito di Marck.
- Zitto! Tu sai il mio nome, non la mia storia!- urlo.
Suona la campanella e mi dirigo sicura verso la mia classe.


Caro diario,
Sono durante la lezione di biologia. La professoressa Gridd sta spiegando… non lo so, ma non sto ascoltando. Oggi ho saputo rispondere a Marck. Ho paura di quello che farà, adesso. Mi raddoppierà la razione di botte, ne sono certa. Odio la mia vita. Solo mio padre sapeva farla gioire. Se sfoglio le pagine precedenti, vedevo che avevo delle amiche. Adesso non ho più neanche quelle. Ti saluto, è suonata la campanella.
Solamente tua,
Faith.

Image and video hosting by TinyPic
Ehyla!!!-
ciao, benvenuti nella mia terza storua. Mi è venuta in mente di notte, quindi, eccomi qui!!! Conosicamoci un po' meglio...
Io mi chiamo Gaia, e voi?
per ora iniziamo solo così xD
Spero vi piaccia, continuo a 2 recensioni. xx :3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** oh shit... ***


Image and video hosting by TinyPic



Camminai a passo moderato verso il corridoio, girai la testa a destra, e a sinistra per vedere se Marck era in giro. Non ha mai esitato a picchiarmi in pubblico, e non penso inizierà ora. Tutti mi guardano ridendo, e questo mi fa veramente male. Nessuno mi consce bene, ma sono la persona più sensibile di questo mondo. Da quando Marck ha cominciato a picchiarmi, non riesco più neanche a farmi toccare dal mio migliore amico, Niall, che, è partito per la Scozia 4 mesi fa. Torna solo in estate, ma l’estate, è comunque il mio mese preferito. Anche, se in quella stagione mi vesto sempre maniche lunghe, rischiando di morire di caldo. Non voglio che la gente, appena mi vede pensi “poverina…” odio ispirare pietà.  Arrivo fino al cancello. Mi sembra un miracolo il fatto che Marck oggi non mi abbia picchiata. Arrivo alla mia piccola via. Imbocco il piccolo vicolo cieco, che mi ha sempre fatto arrivare prima, ma vedo Marck. Abbasso la testa, lasciando le mani sui fianchi. Delle lacrime rigano le mie guancie. Sento Marck ridere di gusto. Lo hanno sempre divertito le mie lacrime. Mi molla un pugno sul fianco facendomi gemere dal dolore. Mi metto le mani sul punto colpito, ma non mi aiuta a diminuire il dolore. Prende a darmi calci nello stomaco, facendomi sbattere contro il muro. Dalla mia bocca uscivano piccole gocce di sangue, e questo fatto fece sorridere Marck, che smise di picchiarmi.
- oggi mi sento buono…- spiegò.
Mi alzai barcollando.
- FILA!- mi dice dandomi un ultimo pugno.
Io scappo verso casa mia, che era poco distante. Apro la casa tremando, lasciandomi cadere su di essa. La mia testa fa male, le mie mani sono sporche di sangue, lo stomaco è pieno di lividi e graffi. Ma questo è poco, in confronto alla prima volta in cui  mi ha picchiato. Mi ha rotto il naso, ma all’ospedale ho detto di essere caduta dalle scale.  
Mi alzo barcollante, e vado in bagno. Non mi ha conciata così male, dopotutto.  Non mi medicai, avevo bisogno di soffrire. Andai nella mia stanza. Presi il piccolo lettore Mp3 che mi aveva regalato Niall. Partì “Thought of you” di JB. Mi stesi sul letto a posizione supina. Non sono una fan di Justin, ma lo stimo, e mi piace come canta. Questa specie di fissa per le sue canzoni, me l’ha trasmessa lui. Era il mio piccolo angelo. Durante l’estate, ci divertiamo un mondo. Mia madre non c’è mai, quindi non di oppone a questa mia scelta, di invitare Niall in estate.  Il mio cellulare squilla. Stoppo la canzone e rispondo.
- pronto?- chiedo normalmente.
- Faith! Come stai? Sono Niall- chiede.
Dal suo tono di voce si capiva che era preoccupato.
- dipende, che devi dirmi?- chiedo seria.
- cosa? Pff, non devo dirti niente…- dice con voce tremante.
- dai, non puoi nascondere niente alla tua migliore amica.- dico lasciandomi scappare un sorriso.
- uff, promettimi che non ti arrabbierai- dice in supplica.
Deglutisco rumorosamente, aspettandomi il peggio. Tacqui.
- quest’estate non posso venire…- sospira.
In quell’istante, qualcosa si ruppe in me.
- c-cosa? C-come mai?- balbetto.
- ehm, non posso dirtelo… mi dispiace Faith- dice triste.
- non fa niente, non ti preoccupare. Ci sentiamo- dico cercando di mascherare la mia tristezza.
Riattaccai, mettendomi a piangere. Presi il diario e la penna.

Caro diario,
Quest’anno è l’anno più schifoso di tutti. Il mio migliore amico, Niall, non verrà e Marck… beh, non e parliamo. Sono stanca di questa situazione. La mia vita fa schifo. Ho abbandonato l’autolesionismo solo grazie a Niall, e lui crede che non ci pensi più, beh, si sbaglia veramente tanto. Ci sto pensando ancora, ma cerco di trattenermi; per lui. La mia vita fa schifo, probabilmente questa sarà l’ultima pagina che scriverò del mio diario. Voglio solo mettere fine a questa merda, anche se con un modo un po’ brusco. Prima, però, voglio sapere come è morto mio padre e perché. Io devo, saperlo.
Faith xxxx xxxx

 

Era notte, e come al solito, mi sentivo osservata. A volte mi chiedo
perché esisto?
Sono solo uno spreco di spazio sulla terra. Esisto per essere picchiata? Probabile, perché servo solo a Marck. Niall, non so. Gli farò pena. Sono stanca della mia fottutissima vita. Ad interrompere i miei pensieri, è un colpo di pistola. Mi irrigidisco come non ho mai fatto in vita mia. I miei musocli non rispondo ai comandi, vorrei scappare, nascondermi; ma non ci riesco. Il mondo intorno a me si è fermato. Tremante apro la finestra; niente, tutto normale. Tiro un sospiro di sollievo. Mi faccio una doccia veloce, anche se i graffi bruciano sotto l’acqua bollente. Mi metto il pigiama e aspetto che la giornata finisca, stando sotto le coperte, a guardare il soffitto, come ogni notte d’altronde. 

Mi svegliai di soprassalto, con il respiro accelerato e la fronte grondante di sudore. Mi sentivo in un certo senso, spodestata, spiazzata, sconvolta. Una cosa mai provata prima; mai. Andai in bagno a lavarmi la faccia. Il respiro accelerato non accennava a diminuire, non capisco. Stamattina non voglio andare a scuola, non ci tengo più di tanto. Mi cambio il pigiama mettendomi robe a casaccio. Presi un cornetto addentandolo. La cucina è così vuota... non capisco più niente. Finito il cornetto, andai ad accendere la Tv, per sentirmi meno sola. Sento il lampadario scricchiolare, ed istintivamente alzo lo sguardo. Trema impercettibilmente. Corro al piano di sopra per vedere cosa succede, ma ancora niente. 
Torno di sotto e vedo una macchia di sangue grande quanto un pomodoro maturo. Per poco non urlai. Ai piedi della porta c'era una lettera. Riluttante e tremante, la afferrai. 
" ti avevo avvertito..." appena finito di leggere, vidi un coltello sul divano. Avevo voglia di piangere, davvero. 



Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** the boss ***


Image and video hosting by TinyPic




Harry 


Stavo giocando con il mio pallone, facendolo girare sul dito come un vero professionista. Mi facevo i complimenti da solo, in silenzio. Una figura irruppe nella mia camera. Spostai lo sguardo verso di essa, salutando il mio migliore amico.
- ehy Louis!- lo salutai.
- ciao!- disse esuberante.
Stoppai la palla sul mio dito, mettendola sotto braccio. Provai a palleggiare anche nella piccolissima stanza.
- come va?- chiesi poco interessato – con lui intendo…- aggiunsi.
Divenne pallido all’improvviso, ma quando si parlava di lui c’era ben poco da stare calmi.
- per ora niente- disse poi. – a proposito!- si illuminò.
Mi voltai curioso verso di lui.
- ti vuole nel suo ufficio- disse a tono basso.
In quel momento il sangue mi si gelò nelle vene. Brividi e ricordi mi invasero ogni cellula del mio corpo. Non l’avrei sopportato ancora. Sono stanco. Sono fottutamente stanco. La vita è bella, ma per me no. Dicono che sono pessimista, che non è niente. Ma mi sento male a fare quello che faccio. Lasciai cadere la palla come ipnotizzato, guardando fisso davanti a me. Aprì la scintillante  serratura della mia camera dirigendomi verso il suo ufficio.  Mi appoggiai al muro, prendendo una sigaretta dal mio pacchetto. Presi una boccata, ispirandone la nicotina.
Mi chiamarono all'ufficio del capo. Buttai la sigaretta a terra pestandola con un piede. Benone, avrei ucciso un'altra anima innocente.
Entrai a testa bassa, sedendomi sulla scomoda sedia.
- Giorno Harry.- mi salutò. - hai una nuova missione. Devi uccidere questa ragazza.- mi consegnò una foto.
- è Faith Jhonson. La figlia di J. te lo ricordi, suppongo. Devi ucciderla.- mi disse secco.
- perchè?- chiesi.
Mi guardò truce. Non si potevano fare domande al 'boss'
- perché sta scoprendo troppe cose di suo padre. Non deve-
- Ma perchè!? Devo ucciderla solo perché sa qualcosa?! Ogni giorno noi togliamo la luce a delle vite innocenti! Non si sente in colpa ogni tanto?!- sbottai alzandomi dalla sedia.
Mi guardò nuovamente truce. Abbassai la testa.
- sarà fatto, signore- dissi annuendo.
Uscì dalla stanza con il suo permesso. Diedi un pugno al muro. Non avrei ucciso proprio nessuno. Ma, sono costretto; giusto?
Sì, perché continuano a minacciarmi insistentemente.
Dicono che hanno in ostaggio mia madre, e che se non gli ubbidisco la uccideranno. Mia madre, però è forte. So che non cederà a niente.
Andai a passo spedito verso la mia camera. Entrai, sbattendo la porta, facendo sobbalzare il mio coinquilino, nonché mio migliore amico, Louis.
- che succede?- mi chiese come se non lo sapesse.
Infiltrai le mani tra i miei ricci, mostrandogli la foto della ragazza.
- devo ucciderla- dissi con un tono rassegnato.
Squadrò la foto sgranando gli occhi.
- CHE BOMBA!- urlò ridendo.
Mi unì anche io alla sua mini-risata.
- hai visto che fisico che ha?! Devi ucciderla? Se l’avessi avuta io come ‘caso’ ci avrei fatto un pensierino…- disse guardando in modo erotico la foto.
Glie la strappai dalle mani ridendo. In effetti…
Scossi la testa ricacciando quei pensieri che mi aveva ficcato Louis. Non posso. Devo ucciderla.
Presi il giubbotto e uscì da quell’edificio omicida. Presi di nuovo il pacchetto di sigarette e ne sfilai una. Presi una grande boccata, come un sospiro.
Da quel momento, la mia  missione era purtroppo iniziata.

Feci finta di essere il “nuovo arrivato” nell’istituto. Presi gli orari in segreteria, e mi diressi nella mia classe. Sbuffai, al solo pensiero di seguire di nuovo le lezioni scolastiche. Le avevo abbandonate 3 anni fa, non vorrei ricominciare. Mi informai da tutti gli studenti da chi fosse “Faith Jhonson” e tutti mi risposero la stessa cosa “è una sfigata, picchiata ogni giorno da Jake, il bulletto della scuola”. Passarono le ore, e pensavo sempre a come avrei potuto incontrarla. Trillò la campanella dell’ultima lezione, e, come sempre, gli studenti si ammazzavano pur di arrivare primi alle loro abitazioni. Io, con tutta la calma di questo mondo, riponevo penne matite, e altro, nella mia borsa, come se un tasto mi costringesse ad essere lento come un bradipo.
La mia casa era un po’ lontana. Imboccai un vicolo, che, probabilmente era una specie di scorciatoia. Arrivai sin ad un vicolo cieco. Abbassai lo sguardo e vidi Jake, che malmenava qualcuno. Si accorse della mia presenza, e mi sorrise sghembo.
- Styles! Ben arrivato, vuoi unirti a me?- chiese.
Si spostò mostrandomi il ‘qualcuno’. Vidi una ragazza dai lunghi capelli mori e ondulati, insieme a degli occhi nocciolati scuri. Era con il naso sporco di sangue, e piena di lividi in ogni dove. Tremava, i suoi occhi erano pieni di paura e dolore. Solo dopo mi accorsi che era Faith.
Con uno scatto felino tirai in pancia un pugno a Jake, che incassò piegandosi in 2. Lo presi per il colletto e lo tirai su.
- non. Ti. Azzardare. Mai. Più. A. picchiare. Faith. Chiaro?- sputai tra i denti.
Annuì intimorito, per poi scappare velocissimo. Spostai il mio sguardo sulla bellissima ragazza: aveva le gambe al petto, e se le teneva a stento. Mi guardava tremando, e i suoi occhi non esprimevano altro che paura. La sua maglia era leggermente strappata, e il suo viso riempito di graffi. Mi avvicinai a lei, abbassandomi alla sua altezza. I suoi occhi mi seguivano in ogni movimento, quasi avesse paura che le facessi del male. Le offrì la mano, ma lei scontrò ancora di più la schiena contro il muro, facendo poi una faccia sofferente. Le sorrisi teneramente.
- non voglio farti del male- dissi sorridendole rassicurante.
Il ritmo irregolare del suo petto, tornò a poco a poco normale, guardandomi più incuriosita che spaventata.
- c-chi sei?- chiese con voce spezzata.
- mi chiamo Harry.- dissi tendendole ancora la mano.
La afferrò riluttante, e la aiutai ad alzarsi.
- sono nuovo- aggiunsi sorridendo.
Lei annuì poco interessata.
- vuoi che ti accompagno a casa?- chiesi mettendo il suo braccio intorno al mio collo.
Sgranò gli occhi; e scosse la testa.
- n-no grazie- disse tremante.
Sospirai sorridendo da un lato.
- non ti mangio mica- dissi rassicurante.
- o-ok- disse a fatica.
La scortai fino a casa sua, aiutandola a camminare verso di essa. Arrivammo fino alla soglia della porta, e mi stupì davvero tanto, vedendo quanto fosse grande. “allora è qui che abitava J…” pensai.
Si staccò da me a fatica, cercando le chiavi nelle sua tasche. Tremante, aprì la porta di casa sua, e mi regalò il sorriso più bello che potessi mai vedere.
- grazie di tutto… Harry- disse con un tono di voce normale.
- sei sicura di riuscire a muoverti bene?- chiesi incerto.
- non vorrei disturbarti ancora…- sussurrò abbassando la testa.
- nessun disturbo! Vorrei aiutarti- dissi mettendomi più vicino a lei.
La sua bocca prese la forma di una grande ‘o’.
- davvero?- chiese sorridendo.
- sì, perché?- chiesi inarcando un sopracciglio.
- oh, no niente, e solo che sei la prima persona che vuole aiutarmi…- dice abbassando lo sguardo.
Cercai di convincermi che tutta la pena che provavo per lei, era solo perché l’avrei uccisa presto.
- scusa! Vuoi entrare?- chiese riluttante.
- se non disturbo…- sussurrai sorridendo.
Si spostò, permettendomi di entrare. Richiuse la porta, ma fece una smorfia di dolore. Mi girai e la aiutai a arrivare fino al divano in pelle.
- aspetta un momento- dissi lasciandola sul divano.
Andai in cerca di garza, cotone, e disinfettante. Li trovai tutti in un colpo solo. Ritornai immediatamente da lei. Mi guardò stranita, quando le presi il braccio e le sollevai la manica della camicia. Presi il cotone e versai un po’ di disinfettante su esso. Tamponai nel modo più delicato possibile il suo braccio, che faceva diverse smorfie di dolore.
- scusa… proverò a fare più piano- dissi mortificato.
- grazie di tutto.- disse abbozzando un sorriso – davvero, non so come ringraziarti.- aggiunse.
Sorrisi. Dopo averla medicata per bene, cenai insieme a lei e andai a casa mia. Prima di andare un uomo in impermeabile marrone mi fermò per il braccio, senza guardarmi in faccia, per evitare di destare sospetti.
- perché se andato a casa sua?- mi chiese secco.
deglutì, in cerca di una scusa plausibile.
- non si fidava molto, sono dovuto entrare in casa sua- mentì.
- per ora come va?- chiese poi.
- sono quasi riuscito ad ottenere parzialmente la sua fiducia. Manca ancora un bel po’, però.- cercai di rassicurarlo.
- va bene, ma bada di far svelta-
Detto questo, mi lasciò da solo, verso la strada verso la mia abitazione.







#HUGSMEPANDA

Ehyyyy! eccomi tornata con un nuovisssssimo capitolo
tipo che stamattina ho fatto un casino xD
Ma vi piace il nuovo capitolo?! Spero di sì! Comunque mi sono superata, yo!
Ho scritto 1.200 e qualcosa parole, siate fiere di me! *si asciuga la lacrimuccia immaginaria*
adesso mi dileguo, continuo a 3 recensioni, byeee! xx

<

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** why? ***








Faith


Non riesco a capire… perché quel ragazzo ha voluto aiutarmi? Nessuno lo ha mai fatto, perché adesso uno sconosciuto?
il mio cervello stava andando in fumo, a causa di tutte le mie domande. Mi feci una camomilla calda, ripensando a quel ragazzo…
Era bellissimo, non ho mai visto degli occhi verdi così…belli.
I ricci gli ricadevano morbidi nella fronte, quasi fosse un Dio greco.
Delle bellissime fossette gli contornavano il sorriso perfetto e bianco.
Insomma, a punti di vista sembrava… perfetto, sì, perfetto.
Quando mi guariva, non ho potuto fare a meno, di notare con quanta maestria e delicatezza mi disinfettava e metteva la garza. Buttai giù un occhio sul mio braccio avvolto in essa. Se mi concentro, posso ancora ricordare il suo tocco. Sorrisi involontariamente.
Presi la tazza e la misi nel lavandino, correndo su per la mia stanza.

Caro diario,
oggi come al solito Jake mi ha picchiata, ma stavolta, è stato diverso…
Adesso ti chiederai: come diverso?
Beh, un ragazzo di nome Harry ha dato un pugno a Jake e lo ha minacciato di non toccarmi mai più. Non lo conosco, è un completo sconosciuto. Pensa, mi ha pure accompagnata a casa e medicata! Non lo capisco… perché lo ha fatto? Magari se adesso ti chiudo domani appaiono le risposte. A proposito! Ti ricordi le lettere anonime che mi minacciavano? E da vari giorni che non ne ricevo. E se fosse tutto finito? Sarei la ragazza più felice del mondo.
adesso dormo, sono stremata.
Faith x


Arrivai alla scuola, lì vidi Harry accerchiato dalle ragazze più carine della scuola tra cui anche Amber, che lo prese per la camicia avvicinandolo a lei. Girò la testa e mi vide. Sorrisi come segno di saluto, mentre lui abbandonò le ragazze venendo da me. In quel momento stavo letteralmente morendo.
- ciao Faith!- mi salutò – come vanno le ferite?- 
 Mi incantai un attimo e risposi.
- oh, bene grazie. Ma perché non ritorni da loro?- dissi guardando di sottecchi le altre.
Scosse la testa sorridendo.
- preferisco stare con te- disse sorridendo.
Avvampai a mia insaputa, neanche sapendo il perché. Suonò la campanella e Harry, con uno sguardi triste, mi salutò lasciandomi un bacio sulla guancia.
Aspettate,
lasciandomi un bacio sulla guancia?
adesso mi immagino pure le cose,
benone.


è già da 3 settimane che io ed Harry siamo migliori amici, le lettere sono solo un lontano ricordo, mi piace tantissimo ‘sta cosa. Ogni pomeriggio viene da me per aiutarmi coi compiti.
- quindi… quanto fa?- chiese infine Harry.
- x35?- chiesi.
Ci scambiammo un’occhiata e buttammo all’unisono i libri per terra, battendoci il 5.
Harry sorrise, ed in quel momento… una sensazione strana e piacevole mi invase lo stomaco. Era una cosa nuova per me.
- Harry…- dissi quasi sofferente.
- che succede?- mi chiese preoccupato.
- ho… ho come le farfalle nello stomaco, ma è una sensazione… piacevole; che significa?- chiesi curiosa.
Lui sbarrò gli occhi prima di sorridere teneramente.
- dipende… posso farti un domanda?- chiese avvicinandosi.
- l’hai già fatta- risposi facendo una smorfia.
- ok, te ne posso fare 3?- chiese ridendo.
- spara- sorrisi.
- cosa provi quando sei con me?- divenne subito serio.
Ci riflettei un attimo.
- felicità, spensieratezza, gioia… insomma, sono tutto meno che triste.- dissi strofinandomi le mani.
Mi alzò il mento con un dito, permettendomi di affogare ancora in quei smeraldi pieni di luce. Mi accarezzò anche la guancia. Il mio respiro era irregolare. Chiusi gli occhi cercando di memorizzare quella paradisiaca sensazione.
- e se…- si avvicinò al mio viso – io facessi…- soffiò sulle mie labbra – questo…?-
Quella fu l’ultima parola, prima di annullare la poca distanza che c’era tra noi e unirla in un bacio, tipo quelli che si vedono nei film. Quando la ragazza, incredula che bacia il ragazzo che le piace.
Ma a me piace Harry?
Non sono mai stata innamorata, e non posso sapere cosa si prova. Ma se l’amore è quello che provo con Harry, beh, l’amore è una cosa bellissima. Si staccò da me.
- cosa hai provato, ora?- chiese ad un centimetro dalle mie labbra.
- felicità; ho sentito di poter toccare il cielo con un dito…- conclusi.
Il sorriso che poco fa accompagnava le sue fossette sparì, lasciando spazio ad un velo di amarezza. Prese il libro che era per terra e appoggiò i suoi occhi su di esso, più serio che mai.
Studiammo ancora un po’, e Harry non mi rivolse un sorriso. Questo mi fece perdere vari battiti, perché… perché?
Perché mi ero fottutamente innamorata di lui, ma ancora non sapevo quanto questa scelta mi avrebbe cambiato radicalmente la vita










Ed eccomi, siete contente????????

ehy ragazze! Eccomi tornata con un nuovo capitolo della storia! Ve gusta? A me molto *.* anche se un po’ corto, accadono molte cose, non credete…? Non mi lanciate coltelli, vi supplico :’( ci ho messo impegno, you know?! Cambiando discorso…
Oh, ma che teneri *-* Harry e Faith si sono kissati lol ma, perché Harry ha assunto quella faccia? Io non lo so! Non puntatemi il dito contro!!! Adesso me deleguo a… a scrivere, yeah, my new story che magari posterò, il titolo è Summer Love :3 mi promettete di leggerla? Se me lo promette qualcuno cercherò di continuare il più presto possibile ^.^ vi posto una conversazione… love ya all!!!
p.s chi vuole appunto sentire Summer Love che è dei ragazzi, nel nuovo album. :D ecco il link: 
http://www.youtube.com/watch?v=skaufedOw_g&feature=related

“- scusa, ma tu non sei la ragazza di oggi?- chiese.
A quella domanda si sentì avvampare fino alla punta dei capelli. Aveva una faccia davvero buffa, e il suo interlocutore non poté fare altro che scoppiare a ridere. Questo, fece innervosire non poco la ragazza, che se ne andò sbattendo i piedi sulla sabbia. Il ragazzo, che si stava tenendo la pancia dalle risate, appena si riprese le corse dietro prendendola per un braccio.
- ok, scusa- disse trattenendosi dal ridere.
Samantha aveva i nervi alle stelle.
- io sono Zayn,  significa “bellissimo”- si vantò.
- bene, caro “bellissimo”- staccò bruscamente la presa dal suo braccio – lasciami in pace-
Diventava davvero  aggressiva quando voleva.”

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** -You hurt me so... ***


 

Image and video hosting by TinyPic



You hurt me so...


Solita routine: mi sveglio. Mi riaddormento. Guardo l’ora sulla sveglia. Sono in ritardo. Mi trascino in bagno. Corro a scuola. Arrivo tardi e salto la prima ora.
Non cambierà mai; vero?
Mi appoggio al muretto in cemento, in attesa della seconda ora, quando un ammasso di ricci castani si fa strada veloce verso il bidello, senza neanche rivolgermi uno sguardo. Sospiro triste.
- ma non può farmi entrare?!- supplica Harry.
- no, ragazzo! Devi aspettare la seconda ora, come quella ragazza- mi indica, e Harry mi rivolge un solo sguardo neutro.
Il mio sguardo e sul cellulare, con le cuffie alle orecchie, facendo finta di ascoltare la musica.
Sospira, e si appoggia all’albero davanti a me, il più lontano possibile. Sento i suoi occhi pesantemente addosso su di me, quasi volesse leggermi dentro. Alzo lo sguardo e lui non accenna a spostare i suoi occhi dai miei. Gli mostro un flebile sorriso, che lui ignora completamente abbassando lo sguardo al suo I-phone. Quello era come una pugnalata al petto, come essere picchiata per 10 ore di fila da Jake, quando è arrabbiato, se non peggio.
Una lacrima silenziosa cavalca il mio viso. Harry sembra l’abbia vista e fa un passo riluttante verso la mia direzione. Ne fa un altro sempre lentamente, ma ritorna indietro velocissimo.
Non può continuare a farmi del male così…
Mi sposto dalla mia posizione, asciugandomi con la manica della felpa le mie lacrime, sbavandomi leggermente il mascara. Faccio il giro della scuola, pur di evitare il suo sguardo penetrante. Vorrei capire cosa sta succedendo, perché mi tratta così, ma non ne ho il coraggio.  Sento un fruscio di foglie spezzate, ed istintivamente mi giro, non vedendo niente dietro di me.
Mi appoggio al muretto sedendomi sulle foglie raggrinzite, mettendomi le mani sugli occhi.
- perché mi fa questo? Cos’ho di sbagliato?- sussurro piangendo.
Mi passo di nuovo una manica sugli occhi, girando la testa a destra e a sinistra per vedere chi c’era, a parte Harry. Scruto velocemente la recinzione che separa il mondo dalla scuola, e sono molto tentata di sorpassarla e buttarmi sotto un tram. Butto lo zaino per terra e facendo piano, per evitare che le foglie sotto di me mi tradiscano, arrivo fino alla recinzione, che scavalco sedendomi.
Sento 2 bracci possenti circondarmi completamente i fianchi, e riportarmi purtroppo dentro il carcere. Mi dimenai il più possibile agognando un aiuto in silenzio, quando – chi altro poteva essere?- il riccio mi mette davanti a sé.
- che volevi fare?- chiede in tono severo.
Abbasso la testa strofinandomi le mani, incapace di dare una risposta sensata proprio a lui. Si allontana senza aggiungere altro.
Alzo lo sguardo con gli occhi lucidi, deglutendo molto spesso. Quando era già abbastanza lontano urlai.
- perché mi fai questo?- urlai con tono isterico.
Lui si girò.
Il suo viso era solcato da una piccola lacrima e i suoi occhi erano lucidi. Il mio viso invece, era semplicemente alluvionato. Abbassai la testa, pentendomi amaramente delle parole appena pronunciate. Diedi un calcio alle foglie, come se potessero sentire il mio dolore e diffonderlo. La campanella suona, annunciando alla seconda ora. Harry, si gira, tirando su col naso, dirigendosi verso l’entrata dell’edificio. Entrò prima lui, poco dopo io, per evitare in convenevoli.
Mi arrivò una pallina in faccia, che ignorai completamente. Me ne arrivarono altre, e mi girai, notando un ragazzo di 3° con la cerbottana. Mi sorrise sghembo, continuano a preparare palline. Abbassai la testa e strinsi i libri. Ricevetti una spallata che mi fece sbattere sugli armadietti, facendomi gemere dal dolore.
- da quant’è che non ti picchio, Jhonson?- chiede una voce a me familiare.
Io mi sistemo i libri stando zitta.
- ma lascia stare questa sfigata!- gli suggerisce uno di fianco a lui.
Mi prende per il collo, sbattendo la testa contro gli armadietti. Mi dimeno toccando e cercando di togliere le sue mani gelide dal mio collo caldo.
- lasciala!- sento urlare.
Gira semplicemente la testa nella direzione della voce. Tutti i ragazzi si mettono appiccicati al muro, quasi avessero paura che Jake potesse fargli del male.
Apro gli occhi, scrutando con mio immenso piacere una chioma riccia e castana, con degli smeraldi al posto degli occhi.
Jake, sorride nervosamente, cercando di mascherare una poco intensa paura per il ragazzo a lui difronte.
- perché. La. Stai. Toccando?- sputa scandendo le parole.
Dalla vena che pulsa sul suo collo deduco che sia parecchio arrabbiato.  La mano si stacca dal mio collo, lasciandomi cadere per terra, sbattendo il fondoschiena contro il pavimento in marmo. Harry sussulta, abbassandosi al mio livello e guardandomi negli occhi.
Mi mise una mano sulla guancia.
- stai bene?- sussurrò a 2 centimetri dalle mie labbra.
Balbettai un ‘sì’ prima che mi soffiasse un bacio a stampo e, fiondarsi contro Jake. Gli diede pugni, calci, gomitate; finche Jake non gli sferrò un pugno sul naso, che fece finire Harry per terra. Mi avvicinai a lui, mettendo la sua testa sulle sue ginocchia, e scostando i ricci dalla sua fronte.
- tutto ok?- chiesi ad un tono di voce basso.
Il corridoio si svuotò e Jake rise sguaiatamente, visto che la campanella era suonata da un pezzo. Io ed Harry, rimanemmo in mezzo al corridoio nella stessa posizione di prima. Aveva un’espressione di beatitudine imposta in volta, mentre mi fissava negli occhi. Una lacrima clandestina scivolò sulle mie guancie rosse, fino ad arrivare su quella di Harry. Se ne accorse e, mi guardò tristissimo. Allungò una sua grandissima mano, asciugandomi le lacrime che stavano per sgorgarmi fuori.
- piccola, non piangere, è tutto ok…- sussurrò con la sua voce roca.
Si alzò a mezzo busto, sedendosi a gambe incrociate davanti a me, squadrandomi in ogni minimo particolare. Allungò di nuovo la sua mano, accarezzando la guancia con il pollice. 
- perché ti sei comportato così con me?- chiesi a mezza voce.
Si avvicinò a me, mordendosi il labbro inferiore e abbracciandomi, infiltrando la testa tra i miei capelli mori. Si staccò lentamente da me, rimanendo poco distante dal mio viso.
- per favore, non chiedermelo…- sussurra abbassando la testa.
- perché?- chiesi esasperata.
Tutti che mi nascondono le cose, Niall che non mi dice perché non viene a trovarmi, Harry che non mi dice perché si comporta in un certo modo. Le poche persone di cui mi fido non si fidano di me, perché?
- per favore, Harry. Mi fai stare male così…- dissi tirando su con il naso.
Mi abbracciò di nuovo, lasciandomi un dolce bacio al lato della bocca.
- dammi tempo, Faith. Te lo spiegherò, te lo giuro. Ma non ora.- mi tirò indietro una ciocca fuggitiva – amore, devi fidarti di me-
- è difficile se tu non lo fai- conclusi.
Lo portai in segreteria. L’infermiera disse che potevamo entrambi andare a casa, io per prendermi cura di lui, e Harry perché era messo piuttosto male.
- dov’è casa tua?- chiese mettendomi il suo braccio dietro al mio collo, per sorreggerlo.
A quella domanda strabuzzò gli occhi.
- ehm, casa mia oggi… no c’è nessuno, non è che potrei venire a casa tua?- chiese riluttante.
Inarcai un sopracciglio sospettosa, ma stesi un velo pietoso, come si fa… aspetta, torniamo indietro un attimo. Di qualche ora, forse…

Mi abbracciò di nuovo, lasciandomi un dolce bacio al lato della bocca.
- dammi tempo, Faith. Te lo spiegherò, te lo giuro. Ma non ora.- mi tirò indietro una ciocca fuggitiva – amore, devi fidarti di me-


Oh, cavolo. Mi ha chiamato amore. Ok, calmiamoci. Inspira, espira, inspira, espira. Ok, forse un po’ calmata. Entrai a casa e vidi…






CALMA, CALMINA, CALMETTA, LE SEDIE NON ME LE LANCIATE.

Ehy bellissime! Come state? Mi scuso innanzitutto per lo STRATOSFERICO ritardo! Ma a scuola mi stanno tartassando di compiti, domani ho l’interrogazione di geografia, e non ho studiato un cazzo, yeeeh – per lo più ho già la media del 4 D:- anyway, com’è il capitolo? A me piace ^.^ MA POI AVETE VISTO IL BANNER? IO ME LO RIGUARDO OGNI VOLTA PERCHÉ MI FA LETTERALMENTE IMPAZZIRE! Grazie ‘Cutie XOXO’ :3 se avete delle storie è volete un banner gyhbujgbyuhjnmbn contattatela! A lei piace ;D

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** But...? ***


Hai trovato un baco su EFP, per questa non vedi il testo della storia.

Segnala il problema cliccando qui.
Si tratta di un form per violazioni del regolamento, ma copiate pure quanto scritto in grassetto nella casella.
La storia con indirizzo 'stories/Tr/Tripudium tantum/1412108.txt' non e' visibile.

L'amministrazione provvedera' a fare il possibile per sistemare.
Grazie in anticipo per la preziosa collaborazione.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** I'm confused ... too much ***


Image and video hosting by TinyPic







Harry.


Mi alzai di scatto dal divano, e,  corsi più veloce che potevo verso il muretto in cui, io e lui ci incontriamo ogni fottuta volta. Avanzai cautamente verso di esso, e, quando fui certo che non ci fosse nessuno mi avvicinai. Appena avanzai, 2 mani gelide si depositarono sul mio collo, stringendolo e facendomi mancare il respiro.
- ti avevo detto di ucciderla!- sputò tra i denti.
- la…la ucciderò!- dissi affannando.
Allentò parzialmente la presa, ma il respiro ancora non tornava e stavo passando dal rosa al viola.
- ragazzo, se non la uccidi entro 3 giorni, tua madre farà una bruttissima fine…- rise sguaiatamente, sapendo di aver colpito il mio punto debole.
- manderò anche Liam, Louis e Niall. So che è la sua migliore amica, e, si è avvicinata a lei per tutti questi anni, solo per attendere quel momento. Adesso se tu non mi obbedisci – tirò fuori un coltellino – ucciderò prima tua madre, sotto i tuoi occhi, e dopo…tu-
Mi lasciò respirare di nuovo, e scomparse nel vuoto da cui era apparso. Mi massaggia il  collo, mentre alcune lacrime fuggitive  mi accarezzavano le guancie. Ero combattuto, triste, arrbbiato, disperato, confuso, indeciso.
No, non potevo uccidere Faith, ma non potevo neanche lasciare mia madre morire. Mi scoppia la testa, non so che fare!
Appena dal mio viso scomparvero tutte le tracce di un presunto pianto, provai a ritornare sulla stradina della casetta di Faith. Appena arrivai, stavo per bussare, quando sentì un urlo lacerare a insultarlo.l’aria. Temetti subito il peggio, così bussai più volte, ma nessuno mi aprì. Diedi un paio di calci, ma nessuno mi rispose, anzi, regnava il silenzio più assoluto, ed era questo, che mi faceva innervosire.
Presi la rincorsa, e, con una spallata sfondai la porta.
Strabuzzai gli occhi allibito, quando vidi Liam, Louis e Niall. Niall, aveva un coltello vicino a sé, ed era ricoperto di sangue. Le parole mi morirono in gola, la mia vista si faceva affannata, colpa della rabbia che in quel momento mi controllava. Mi avviai a grandi passi verso i 3 e presi Niall per i capelli, voltandolo verso la mia direzione. Quel muso d’angelo era solo una farsa. Mi guardò impassibile, e questo mi fece salire in nervi alle stelle. Gli diedi un pugno scaraventandolo a terra, catapultandomi su di Niall. Mi misi sopra di lui, prendendolo a pugni in faccia. Louis e Liam mi tolsero da lui, tenendomi per gli avambracci, mentre continuavo a riempirlo di insulti cacciando una parolaccia ad ogni frase.
Si alzò con il naso sanguinante  guardandomi truce. Mi girai di poco, quando vedi il corpo di Faith, con una chiazza di sangue sul fianco. Non credevo di poter provare così tanta rabbia in un solo momento.
- Harry! Harry calmati!- mi urlò Louis.
I miei occhi erano pieni di lacrime, che minacciavano pesantemente di uscire. Ma non erano lacrime di tristezza, no, tutt’altro, ma di rabbia, rabbia pura che sgorgava attraverso i miei occhi.
-Calmati?! Mi pigli per il culo Louis?!- urlai.
Mi buttarono sul divano, tenendomi ancora fermo, mentre io mi dimenavo, ma invano.
- Harry, Harry, Harry…- cantilenò Niall mentre giocava con il suo coltello – quante volte, ti avevo detto di non affezionarti alle persone…- continuò. – soprattutto innamorarti, ma dettagli… anche io, volevo tantissimo bene a Faith. Era la mia migliore amica, e lo è ancora! Ma ho capito… che per arrivare ai tuoi scopi… devi sempre sacrificare qualcuno, e adesso è toccato a lei.-
In quel momento stavo ragionando …sì, in effetti aveva ragione. Ma io la amo e… amo anche mia madre.
- non l’ho uccisa, ora. L’ho solo addormentata, quindi hai poco tempo per pensarci. Se hai deciso di fare la scelta giusta, ti aspettiamo fuori. Dobbiamo portarla al quartier- generale. Beh, se invece vuoi rovinarti… ti verremo a fare le condoglianze, visto che tua madre sarà… morta- disse infine alzando le spalle.  
Quello era un ricatto bello e buono. O semmai, cattivo e disonesto. Liam si alzò, controllando che fossi del tutto calmo, e , prese Faith a mo’ sposa, portandola fuori dalla porta.
- 5 minuti, Styles.- disse infine Niall, uscendo dalla casa.
Rimasi svariati secondi a fissare il vuoto assoluto. Mi alzai di scatto scalciando una sedia e facendola cadere a terra. Mi infilai le mani tra i ricci, non sapendo più  cosa pensare.

- gli amori passano, una mamma è per sempre- disse il generale, guardandomi insistentemente.
Eravamo tutti in riga, con un’uniforme nera ed un passamontagna. Il boss ci aveva avvertito, dicendo che questo sarebbe stato l’ addestramento più difficile della nostra vita.
I generali continuavano a perseguitarmi, tenendomi sempre d’occhio, dato che ero… famoso, per essere un po’ ribelle.
Ma chi non lo sarebbe, se le persone che ti circondano potrebbero uccidere tua madre da un momento all’altro? Io, di certo.
Le reclute a me vicine mi temevano, solo perché avevo… sputato nell’occhio del capo. Io non li capisco. Avevo solo 16 anni, e, soffrivo già troppo, per la mia età.
- ricordatevi, ragazzi, di non commettere mai, ma dico MAI l’errore di affezionarvi a qualcuno, perché rimarrete delusi, o, potrebbero ricattarvi. Ad esempio: Styles! Le si è affezionato a sua madre, giusto?- mi si gelò il sangue nelle vene.
Deglutì rumorosamente, mentre gli sguardi di tutti erano pesantemente addosso a me. Annuì incerto, sulla continuazione del discorso.
- visto, ragazzi? Lui non vorrebbe essere qui, e solo che sua madre si è consegnata, e, pur di riaverla, Styles è entrato nella nostra comitiva. – disse sorridendo sghembo.
Avrei pigliato a pugni quella lurida faccia che si ritrovava.
Già, dimenticavo. Tutti i ragazzi – e le ragazze- vicino a me erano li per scelta. Non so quale essere umano voglia davvero essere in quel lurido posto…per scelta.
Non sceglierei mai di uccidere, io.
Non sceglierei mai di infrangere il cuore di qualcuno, io.
Non sceglierei di togliere la luce a vite innocenti… per un capriccio, io.
Io non lo farei mai.
Ma… adesso sono qui, e lo sto facendo per colpa di un ricatto meschino, disonesto e capriccioso.

Magari… quel lurido verme aveva ragione. Gli amori passano, ma nessuno può rimpiazzare l’more di una madre che ti ha messo al mondo. Ormai ho deciso:
Io ucciderò Faith Jhonson.



TAN TAAN TAAAAAAAAAAAAAN!
Ed eccomi, ho aggiornato in fretta! Dovrete farmi degli applausi che si sentono pure in Canada! *cespugli volanti* *grilli* No, okay, adesso mi starete uccidendo mentalmente, visto che Herreh, è passato al lato oscuro, ma è tutto… diciamo… COLLEGATO! Penso… adesso non mi lanciate sedie perché non me lo merito çwç ok, magari un pochino me lo merito. Maaaaaaaaaaa!
Niente! LoL. Oggi mi sento happy! Adesso mi dileguoooooo aaaaa…. ORGANIZZARE IL PARTY HARD CON ZAYN NIALL HARRY LOUIS E LIAAAAAAM AL PROSSIMO CAPITOLO VI POSTO LE FOTO xD x p,s vi lascio con questa foto verissima <3


Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** I'm serius, i fon't wanna miss my mother ***


Image and video hosting by TinyPic






Scrissi una piccola lettere a “me stesso” prendendo carta e penna. Mi appoggiai sul piccolo tavolo che c’era davanti al divano.
Caro Harry,
mi fa veramente schifo come sei diventato, non avrei mai immaginato che diventassi così, neanche per un secondo, ma l’hai fatto, a quanto pare. Uccidere l’amore della tua vita, ti farà più contento? Io non penso proprio. Ma, se vuoi farlo… non sarò certo io a costringerti…

La strappai in mille piccoli pezzettini, che caddero rovinosamente a terra. M girai di poco per andare verso la porta, quando notai un libro ricucito e con una scritta sopra. Mi avvicinai di più per vederlo meglio, e scoprì che era il diario di Faith. La scrittura era quella di una bambina di 10 o 11 anni, perché quella attuale sua era diversa, più pura e raffinata. Sopra c’era scritto:

Diario di Faith
come trascoro le mie gornate


Risi. Aveva sbagliato a scrivere ‘trascorro’ e ‘giornate’. Lo sfiorai con le dita. Aprì il piccolo lucchetto formato da un bottone e uno spago, controllandone l’interno. Lessi la prima pagina.

Caro diario, mi chiamo Faith, Faith Hope Ginny Jhonson. Ho 9 anni, e vivo a Holmes Chapel. Sono figlia unica, a parte un mio fratello che e morto in grembo a mia madre. Oggi è il 12 dicembre. Fra poco sarà natale, e io, mamma e papà (spero con papà) addobberemo l’albero di natale e faremo il presepe. In questi anni, papà non è stato molto presente, ma non glie ne ho fatto una colpa. Ne io, ne mamma. La mia mamma, si chiama Denise, e mio padre Jon. Li amo entrambi. A scuola, non ho molte amiche, anzi, tutte mi deridono e disprezzano. I ragazzi?
Anche. Poi, c’è uno di nome Jake, che continua a picchiarmi dopo scuola. Mio padre continuava a chiedermi cosa avevo sulla palle, visto che ero piena di lividi e graffi. Beh, io continuavo a dire che inciampavo che ero maldestra ecc…


Chiusi di scatto il diario, e me lo infilai nella sacca che avevo in spalla. Niall e compari erano ancora lì. Appena richiusi la porta, un tremito scosse la casa, e Niall rialzò lo sguardo. Mi sorrise sghembo, facendomi cenno di avvicinarmi. Presi un respiro, e serrai i pugni. Davanti a loro c’erano 2 macchine nere con i vetri oscurati. Salimmo nelle macchine. Io e Liam nella prima, dove dovevamo trasportare anche il corpo di Faith. Invece, Niall e Louis nella seconda, per telefonare a lui. Il quartier generale era un po’ lontano. Durante il viaggio, non feci che guardare il corpo di Faith, così inerme davanti a me. Liam cercava di attaccar bottone, ma aveva capito che non tirava aria. Dopo tanto tempo, mi addormentai. Mi svegliò Liam, che mi avvisò che eravamo arrivati. Niall, suggerì a Liam di dirmi di farmi prendere il corpo di lei, come prova per vedere se ero in grado… di ucciderla. Accettai senza fiatare, ma questo mi costava una fatica enorme. Davvero, grandissima. Era gelata, e l’espressione che aveva sul volto, era di beatitudine. Come quando fai un sogno da cui non vorresti mai risvegliarti, ma, non si sa ne quando, ne perché,  succede. Invece, la mia situazione era completamente l’opposto. Ero stato risucchiato in un incubo, tremendo e angosciante, dove le scelte sono talmente difficili da essere insormontabili. Adesso, vorrei solo svegliarmi, con Louis che mi grida all’orecchio di fare colazione con le carote, ed avere la coscienza di essermi sognato la ragazza che ho sempre cercato: Faith.
Sì, perché lei è sempre stata la ragazza dei miei sogni.
Portai Faith in una specie di cella, il resto lo lascia fare a loro. Non potevo ancora vederla così, e Niall lo sapeva benissimo.  Ne approfittai per guardarmi un po’ in giro…

Faith


Aprì gli occhi piano. Avevo un lancinante dolore al fianco, e la testa mi stava per scoppiare. Ero imbavagliata e le mie mani erano ammanettate all’insù al muro. Ero seduta in ginocchio, mentre mi guardavo in torno. Le pareti erano rosse, e apparentemente sporche. Il pavimento era in legno non levigato, visto che mi stavo prendendo tutte le schegge. Abbassai lo sguardo al mio fianco, e per poco non svenni.
Il sangue scendeva copioso da esso, mentre la mia gamba era completamente cosparsa di sangue. Provai a non vomitare, rialzando lo sguardo. Mi concentrai sul mio ultimo ricordo…

Stavo preparano le camomille per Louis e Harry, quando sentì uno battito di porta. Mi allontanai un attimo dalle tazze, e mi affacciai al salotto. La voce mi morì in gola; il mondo diventò oscuro; la paura si impossessò del mio respiro. Un ragazzo dai capelli quasi rasati biondo cenere venne verso di me, prendendomi e tappandomi la bocca. Provai a dimenarmi, ma era tutto inutile. Venne verso di me anche una figura a me troppo, troppo familiare, che mi guardava con dispiacere.
- Davvero Faith, scusami per quello che sto per fare, davvero. Perdonami- disse tristemente.
Non capivo a cosa volesse arrivare, quando mi mise un fazzoletto sulla mia bocca, e perso rovinosamente i sensi.

Mentre insultavo mentalmente il mio ex migliore amico, mi si porse una domanda in testa.
Harry?
Che fine aveva fatto?
Era stato catturato anche lui?
Era stato ucciso?
Tutte domande di cui forse non volevo sapere la risposta. Dalla porta d’ingresso, parve Louis, che mi guardava neutro. Perché non mi aiutava?
Emisi suoni senza senso, dimenandomi il più possibile. Entrarono anche il ragazzo dai capelli biondo cenere, Louis, Niall, uno dai capelli color corvino, e… o mio dio,
Harry.










Salute adorabili lady <3
Come state? Bene o male? Io mi sento una merda, perché la scuola mi impegna troppo e tante volte non riesco ad aggiornare quando vorrei. Ve gusta the chapter??? Scommetto che ad alcune di voi no xD la povera Faith è stata portata al quartier generale, e, forse nel prossimo capitolo sarà crepata. Non lo so neanche io sinceramente!!! Beh, che posso dire? Grazie a tutte le fantastiche ragazze che recensiscono, a quelle che mi lovvano in segreto e alle personcine adorabili che hanno messo questa merda dei muli tra le Seguite| Ricordte| Preferite. Hope you like it! P.s sto lavorando ad un’altra storia, passateci se vi va!
---> 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1423622&i=1 -scusate se non è 'luccicante' xD xxx

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** How is die my father? ***


Image and video hosting by TinyPic





- Harry?- mugolai.
Ovviamente uscirono solo suoni senza senso. Non riuscivo a crederci, non volevo crederci!
Lui, l’unico ragazzo di cui mi ero veramente e, ciecamente fidata, era lì, che non faceva altro che fissarmi, senza muovere un dito.
- Faith- mi richiamò una voce.
Mi voltai verso il suono, che ricadde verso un ragazzo dalla cresta corvina, proprio di fianco a Harry.
- Adesso… ti chiederai perché sei qui, giusto?-
Me lo chiese con una calma assurda. Come se mi chiedesse “ti chiedi perché ho la cresta così alta, giusto?” Lo guardai con un sopracciglio inarcato.
Che razza di domanda era?!
Mi si avvicinò e si sedette di fianco a me. A parte tutto, era davvero un bel ragazzo. Occhi nocciola melliflui, con uno sguardo davvero ammaliante.
- Mi chiamo Zayn- cominciò – e adesso…-  sospirò provando a cercare la forza per dire quello che doveva.
- Dobbiamo ucciderti- concluse una voce aldilà della porta.
Mi girai verso di essa e per poco non svenni. Un uomo dall’aria stranamente familiare, mi guardava malizioso, appoggiato allo stipite della porta.
Zayn si alzò mettendosi in ginocchio, lasciandomi un bacio sulla guancia.
E dove la trova tutta questa confidenza?
- Faith Faith Faith…- cantilenò l’uomo. – sai perché dobbiamo ucciderti?- mi chiese.
Abbassai lo sguardo al io fianco sanguinante, ma lo rialzai di scatto per lo schifo e il disgusto.
- già, fra pochi minuti verrai scorrere tanto sangue, quindi abituati- disse ridendo sguaiatamente.
- ma, qual’era la domanda?- fece l’ironico – ah, sì! Perché dobbiamo ucciderti!- sorrise.
Mi stava veramente dando sui nervi, ma la paura bloccava ogni mossa che desideravo fare.
- Ti ricordi  tuo padre, vero? Beh, hai già scoperto troppe, troppe cose.  E dobbiamo ucciderti. Anche se quello che sai tu lo sapesse un topo, lo dovremmo uccidere- concluse.
Solo per questo?
Dovevano uccidermi per questo insulso motivo?
- Harry- disse ancora l’uomo.
Lui fece un passo avanti, con gli occhi lucidi, a pieni di odio. Non riusciva a guardarmi negli occhi, non voleva.  Si scambiarono uno sguardo d’intesa. Lui venne verso di me, ma io tirai il busto indietro.
Per paura.
Sì, perché tutta la fiducia che avevo per lui si era tramutata in paura.
Avevo sempre avuto paura si tutto e di tutti, ma di Harry non avrei mai pensato di averne.
Si avvicinò al mio viso, appoggiando la sua guancia sulla mia, slegando la benda che avevo sulla bocca.
- ti amo- sussurrò lasciandomi un bacio sulla guancia praticamente impercettibile.
Sentì una scossa di brividi che passava per la schiena alla testa. Guardai tutti e 6 le persone davanti a me con la bocca socchiusa.
Il ragazzo dai capelli biondo cenere andò verso quell’uomo, sussurrandogli qualcosa all’orecchio. Lui annuì e il ragazzo venne verso di me.
- ciao, sono Liam- cominciò – penso… penso che tu abbia bisogno di un’ultima cosa prima di… beh.. hai capito. Un ultimo desidero insomma-
- v-va be-ne- dissi tremante – voglio sapere come è morto mio padre, Taylor Jhonson-














DAN DAN DANNNNNNNNNN
 

Allora, sono in ritardo vero? Ç.ç scusate, ma la mia ispirazione era andata a farsi benedire dal papa u.u Anyway, è valsa la pena di aspettare?
No, vero? çwç  
Ditemi che ne pensate, anche se è venuto una merda :( Ascoltate!
Potete farmi un favore?
Andate su questo profilo ->
http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=154376 e cliccate sulla storia “You are my perfect combination” In alto, dove ci sono le opzioni
Inserisci questa storia tra le
 preferite,
Ricordate,
e seguite,
 cliccate “inserisci tra le scelte” Ragazze, quella storia merita tantissimo.
Se lo fate, faccio una specie di concorso, in cui la vincitrice si aggiungerà a questa storia. Per messaggio privato, parlatemi di voi e io sceglierò se aggiungervi ^-^ xx

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Let's run away! ***


Image and video hosting by TinyPic







L’uomo passeggiò avanti e indietro per la stanza, con un sorriso sghembo dipinto in faccia.
-e questo il tuo ultimo desiderio? Faith Hope Ginny Jhonson?-mi chiese sicuro.
Io annuì sicura, con uno sguardo determinato che mascherava perfettamente il fatto che stavo morendo di paura.
- bene. Cominciò tutto circa… 2 anni fa. Tuo padre lavorava per la mia agenzia. Viaggiava per tutto il mondo obbedendomi come un cagnolino.- rise tra sé e sé. – poi, abbiamo scoperto che stava complottando per ucciderci tutti, tranne il suo figlioccio Harry. Era ancora una recluta e, imparava tutto da lui. Ma Harry…  perché non lo racconti tu a questa bella signorina?- gli chiese sornione.
Mi si gelò il sangue nelle vene. E Harry, impallidì.
- forza Harry, avanti- lo spronò.
- Beh,- balbettò – sì, era come un secondo padre per me. Mi aveva parlato più volte si quanto gli uomini di questa agenzia siano cattivi, e, io non gli ho mai dato torto. – lanciò uno sguardo truce all’uomo- avevamo organizzato un piano, per far chiudere tutta questa merda, ma prima che riuscissimo a…- fece un respiro profondo – a metterlo in atto fu ucciso. Però, prima di morire, mi ha fatto promettere una cosa-
- cosa Harry?- chiese lui facendo finta di non saperlo.
- Mi ha specificamente detto “prenditi sempre cura di mia figlia, so che la troverai, proteggila da questo mondo in cui siamo capitati” e, esalando l’ultimo respiro… mi ha stretto la mano.-
Neanche me ne accorsi che le lacrime avevano completamente occupato lo spazio sulle mie guancie. Abbassai la testa lasciando che le lacrime sgorgassero più velocemente e, di conseguenza finissero prima.
L’uomo applaudì adagio, mentre gli occhi di Harry si velavano di tristezza e rabbia.
- è un peccato che tu, Harry, non abbia potuto mantenere la promessa.- disse lui recitando.
- Adesso, è arrivata l’ora.- confermò serio.
Per un attimo vibrò la terra e, dalla porta principale arrivarono alcuni uomini in giacca e cravatta, con degli occhiali da sole e un velo sulla bocca.
- boss. Siamo pronti- disse uno con una voce molto roca.
Non fece in tempo a rispondere che il l’uomo-montagna diede un pugno al “boss” facendolo cadere a terra. Entrambi fecero lo stesso con Louis, Niall, Harry e Zayn.
Vennero verso di me, e, per un momento ho pensato volessero buttarmi a terra come loro, ma non lo fecero. Mi slegarono le mani e mi aiutarono ad alzarmi. Uno di loro  prese il mio braccio e se lo mise al collo, come per sorreggermi. Mi portarono fuori da quel posto orribile.
Davanti a me si presentava una distesa arida. Delle mura, contornavano tutto l’edificio e sopra di essi, filo spinato. Era un posto orribile, inquietante. Sembrava ci siano stati anni di guerra incontrollabile.
- non ti preoccupare- disse ad un certo punto uno di loro – eravamo vecchi amici di tuo padre, tutto bene?- disse premuroso uno di loro, togliendosi gli occhiali e il velo.
- aspetta… sei tu, Zio Joe?-

-Louis.
Dopo quell’aggressione mi ritrovai in un lettino d’ospedale. Potrei giurare che non fosse de quartier generale. Chi ci mi aveva portato?
 Però, non sembrava un comunissimo ospedale. Delle ampie finestre, mostravano il bellissimo spettacolo di Londra soleggiata. Entrò una sagoma e, io feci finta di essere ancora svenuto. Socchiusi gli occhi abbastanza fa farli sembrare chiusi. Riuscì ad intravedere una ragazza, con dei jeans e una camicia viola, con dei lunghi capelli marroni che gli arrivavano ai gomiti. 
- perché non si sveglia questo tipo?- chiese tra sé e sé.
Si avvicinò a me sedendosi sul mio letto senza saltarci sopra. Mi guardò quasi con un’aria ammaliata, quasi rapita, diciamo.
Feci finta di svegliarmi a poco a poco, mentre lei si allontanò in fretta e furia dal mio letto spostandosi davanti alla finestra.
- chi sei?- chiesi imitando la voce di una persona appena sveglia.
- Mi chiamo Alyssa. Ti ha portato qui un tuo amico.- disse quasi leggendomi nel pensiero. – sono anche io una spia-
- Sei… sei una ragazza…- balbettai confuso.
Quello che aveva in mano si ruppe. Penso fosse un bicchiere perché notai tanti piccoli pezzettini di vetro sparsi per il pavimento.
- e allora?- chiese tenendo la calma.
- niente è che… fare le spie è un lavoro da ragazzi… sei la prima spia donna, che vedo- ammisi.
In pochi secondi me la ritrovai ad un palmo di naso che mi guardava in cagnesco, come se avesse la speranza di uccidermi solo con lo sguardo.
- ascoltami bene, ho sputato sangue per arrivare fino a qui, e non tollero che un ragazzo che si crede “miss mondo” venga a dirmi che solo perché sono una ragazza non posso fare la spia; hai capito?- sibilò a denti stretti.
Per un attimo mi incatenai a quei bellissimi occhi, am poco dopo mi ripresi, dato che se n’era andata.
- calmati eh- dissi alzandomi.
Prese un respiro profondo. Sembrò calmarsi un po’. No, aspetta. Ha appena rotto il mobiletto con una mano. Non credo sia calmissima.
Si girò verso di me con un falsissimo sorriso, ma comunque bello.
- ok, Louis. Visto che dovrò sopportarti per una settima, meglio provare ad andar d’accordo, no?- chiese.
- certo.- dissi sbuffando.
Serrò il pugno sinistro, mantenendo ancora quel falso sorriso. Era ovvio che sta sopprimendo la rabbia.
























HUG ME PANDA LARDOSI


Secondo voi, gentili signorine è troppo corto il Capitolo? Non so cwc allora, ho scritto tipo 2 OS che vorrei leggeste tutte voi c:
Kiss me <- ispirata d una storia vera :)
-Mistletoe-  <- mi piace molto a me come idea :’)
Adesso non smetterò mai di dirvi di andare sul profilo di questa ragazza ->
 
hunger niall 
e spollicio-recensire (?) una delle sue storie perché il modo in cui scrive lei è assolutamente paradisiaco.

Infine, andate sul profilo di questa mia amica: Aly_Tomlinson  ha appena iniziato a scrivere, ve ne sarei grata se la recensite :D infine,
ringrazio di CUORE
le persone che seguono questa storia, che l’hanno tra le ricordate e le seguite.

CONTINUO ALLE 5 RECENSIONI

 

 xHaroldsHero xx p.s ecco Alyssa!


Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** I miss you babe ***


Image and video hosting by TinyPic






-Faith.

-Zio!- lo abbracciai.
Ricambiò vigorosamente la stretta.
- Faith! Da quanto tempo!- disse squadrandomi.
I suoi occhi diventarono leggermente lucidi.
- sei cresciuta tantissimo, bambina mia- disse trattenendo le lacrime.
Risi, anche se non era esattamente la situazione perfetta per farlo. Mi trascinarono in una capanna provvisoria, offrendomi cibo e acqua. Stavo morendo di sete! Mi raccontarono che anche loro erano stati costretti a far parte di quell’agenzia, sempre a causa di minacce. Mi spiegarono anche che lavoravano con papà, fin quando non accadde l’assassinio. Anche loro conoscevano Harry, ma lui era più legato a mio padre.
- tu come hai conosciuto Harry?- mi chiese ad un certo punto l’uomo insieme a mio zio.
Giocai con la coperta che avevo sulle spalle, abbassando la testa.
Faceva male parlarne.
- era… era stato incaricato per uccidermi.- dissi a fatica.
- e perché?- chiese curioso.
- perché… stavo scoprendo troppe cose su mio padre.- alzai il viso.
Lui abbassò la testa; aveva capito che mi faceva male parlarne a quanto pare. Si alzò dalla sedia in legno. Si abbassò alla mia altezza mettendomi una mano sulla spalla.
- andrà tutto bene.- mi disse.
Annuì abbozzando un sorriso.

- Harry.

Ero appoggiato al muro da un lato. Era da un’ora che Alyssa non si faceva sentire sulla condizione di Louis. Io mi ero ripreso quasi subito, lui no.
Ma adesso la cosa che mi preoccupava più di tutte era Faith. Lo sguardo e la delusione nei suoi occhi non me la dimenticherò mai. Non pensavo di poter provare sentimenti così forti per una persona.
Sentì un urlo femminile e, subito dopo uno schiocco. Come uno schiaffo sulla pelle. Decisi di sbirciare un po’ dalla porta semi chiusa e vidi che Alyssa stava per ammazzare il mio migliore amico. Mi precipitai da lei, prendendola per la vita e portandola via da lui. Lei strepitava e continuava a urlarmi di lasciarla andare, perché doveva ucciderlo. La misi giù ansimante con i capelli spettinati. Louis aveva lo stampo di cinque dita sulla guancia e, aveva uno sguardo terrorizzato.
- CAZZO HARRY PORTALA LONTANO DA ME!- mi supplicò.
Risi flebilmente.
- che ti ha fatto?- le chiesi sorridente.
Lei non si calmò, anzi, si arrabbiò più di prima.
- Mi ha detto che non merito di essere una spia perché sono una donna!- disse infuriata.
Si incamminò di nuovo verso il letto di Lou, ma la fermai ancora.
- LASCIAMI!- mi ordinò.
- se ti calmi!- la informai.
Prese un respiro profondo e chiuse gli occhi, io la mollai per terra lentamente.
- mi sono calmata, ma se rivedo quella faccia da culo no, quindi vado. Ciao Harry- disse uscendo dalla stanza.
 Risi dalla scena comica che mi si presentava davanti. La sua faccia era molto inquietata, mentre stringeva le coperte come se non ci fosse un domani.
- tutto ok boo-bear?- chiesi avvicinandomi.
- tutto ok?! Quella pazza mi ha aggredito senza un motivo!- strepitò.
Incrociai le braccia le braccia al petto, inarcando un sopracciglio e sorridendo malizioso. Quando Louis stuzzica le ragazze vuol dire che gli piacciono.
- ok, ok! è carina me veramente insopportabile!- disse convinto.
Lo guardai ancora. Sbuffò ruotando gli occhi al cielo.
- è una bomba sexy ma. È. Ancora. Antipatica. Ok?-
Annuì sorridendo. Ripensai a Faith. Sorrisi amaramente sospirando. Mi mancava,  diavolo se mi mancava.
Louis intuì il mio sguardo perso nel vuoto. Mi diede una pacca sulla spalla.
- non ti preoccupare, ok?- chiese sorridendo.
Sforzai un sorriso. Mi alzai dal lettino e andai a farmi un giro in ‘ospedale’. Avevo le mani nelle tasche e la testa bassa ai miei piedi. Pensavo ancora agli occhi di Faith.
Mi scontrai con qualcuno, scusandomi subito.
- Faith?!- dissi incredulo.
- cosa? Mi chiamo Anne- disse lei stranita.
Ci assomigliava tantissimo. Stessa corporatura, stessi capelli, stessi occhi. Ma quelli di Faith sono decisamente più belli e luminosi. In più, quelli di lei avevano delle pagliuzze dorate e verdi.
Mi grattai la nuca imbarazzato.
- oh… ehm… scusa. Pensavo fossi… una persona che conoscevo- sospirai.
Lei mi sorrise premurosa.
- la tua ragazza?- chiese quasi in un sussurro, con la testa bassa.
- ehm…sì- sospirai – ci vediamo-
Feci per incamminarmi ma lei mi bloccò per un braccio, facendomi voltare verso di lei.
- tu come ti chiami?- mi chiese cordiale.
- Harry… scusa, ma adesso devo proprio andare- dissi sorridendo imbarazzato.
Lei annuì, lasciandomi andare. Ripensai a quella ragazza. Si chiamava perfino come mia madre; ma la sfortuna ha proprio una cotta pazzesca per me, allora!
Girovagai ancora l’ospedale, dato che non avevo niente da fare. Ogni ragazza che incontravo o, semplicemente guardavo assomigliava a Faith. Tutto mi ricordava la mia Faith.
Ritornai nella stanza di Louis, il quale stava mangiando una minestrina con la faccia disgustata.
Sospirai.
Anche Faith odiava le minestrine. Mi toccai le labbra e, immancabilmente sentì che le sue non toccavano le mie.
E faceva male, tanto male.
Sorrisi amaramente, al nostro primo bacio.
- Harry…- disse quasi sofferente.
- che succede?- le chiesi preoccupato.
- ho… ho come le farfalle nello stomaco, ma è una sensazione… piacevole; che significa?- chiese curiosa.
Sbarrai gli occhi. Erano le stesse sensazioni che provavo io; quindi ero… innamorato di lei?
- dipende… posso farti un domanda?- chiesi avvicinandomi a lei.
- l’hai già fatta- rispose facendo una smorfia.
- ok, te ne posso fare 3?- chiesi ridendo.
- spara- sorrise.
- cosa provi quando sei con me?- divenni subito serio.
Ci rifletté un attimo.
- felicità, spensieratezza, gioia… insomma, sono tutto meno che triste.- disse strofinandomi le mani.
Le alzai il mento con un dito, permettendomi di affogare ancora in quegli occhi pieni di luce. Le accarezzai anche la guancia. Era morbidissima. Avrei voluto stare in questa posizione tutta la vita.
 Il mio e, il suo respiro erano irregolari. Chiuse gli occhi quasi sembrasse cercare di memorizzare quella  sensazione.
- e se…- mi avvicinai al suo viso – io facessi…- soffiai sulle sue labbra – questo…?-
Quella fu l’ultima parola, prima di annullare la poca distanza che c’era tra noi e unirla in un bacio. Avrei potuto comodamente morire in pace. Le sue labbra erano morbidissime…

Scossi la testa. Era incredibile che non si fosse mai innamorata. Risi in modo isterico, pur di spezzare quel muso lungo.
- capito?- chiese Louis poi.
- sì…certo- feci finta di aver capito.
Mi guardò storto.
- Harry, ti ho appena detto che le banane sono blu e, che una tartaruga ieri mi ha augurato buon natale- disse scherzando.
Risi flebilmente, scusandomi, dato che avevo la testa fra le nuvole. Poco dopo tornò anche Alyssa.
- Ciao Harry.- mi salutò.
Ricambiai il saluto con un cenno della mano. Prese un panno bagnato e lo mise in fronte a Louis con nonchalance. Louis avvampò impercettibilmente, mentre Alyssa gli sorrise. Sghignazzai tra me e me, mentre i due mi guardavano interrogativo. Risi ancora di più dopo che vidi cosa Louis stava fissando mentre se né stava andando. Non riuscivo a fermarmi dal ridere, nonostante le supplice, barra minacce di Louis che dicevano che se non mi sarei fermato mi avrebbe tirato un calcio nelle parti basse.

-Faith.
F
- Zio, dove stiamo andando?- chiesi dato che eravamo in viaggio da circa 2 ore.
Quel treno era di prima classe e mi stavo chiedendo come mio zio se lo fosse permesso. Mentre l’avevo chiesto, guardavo fuori dalla finestra. Stavamo andando al porto.
- In Italia. Lì nessuno verrà a cercarti- mi disse sorridendo.
Italia? Non era tanto lontana, perché portarmi lì?
Il mio sguardo scorreva sulla città. Era davvero bella. Pensavo ad Harry, inevitabilmente in ogni secondo che passava. Mi mancava, diavolo se mi mancava. Le sue fossette così dolci, i suoi occhi verdi smeraldo, le sue premure nei miei confronti… Tutto, insomma. Ogni fottutissima volta in cui le sue labbra toccavano le mie. Ma ciò non toglie che mi aveva trascinata in un tranello. Ha giocato con i miei sentimenti, mentre il suo unico obbiettivo era togliermi il fiato. Non riuscivo a pensarci…

Mi ero innamorata dell’idea che avevo di lui.














Ehyla bella gente :3 come state? Io bene! Come avete passato capodanno?
Io a casa AHAHAHAHHAHAHAHAHAAH #ForeverAlone :c
ho parlato tutta la sera con una mia amica di twitter.
Dai e voi?
Ah, ma aspettate. Siamo su EFP, non su un canale di gossip lol c:
Il capitolo è abbastanza lungo?
 DAI CHE MI CI SONO VOLUTI 3 FOTTUTI GIORNI A SCRIVERLO E HO AGGIORNATO ABBASTANZA PRESTO, NO?
Dai cazzo voglio un po’ di soddisfazione ç.ç ma voi siete il mio più grande orgoglio :’)
e poi, è carino?
Il nostro Harre sente la mancanza di Faith,
ma la furba-Faith non vuole più neanche nominarlo dato che pensava che lui non provasse il più piccolo sentimento per lei,
e, che il suo unico obbiettivo fosse farla uccidere.
CHI HA RAGIONE?
*loscopriretenellaprossimapuntata* * vocedanarratore* xx

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Blood ***


Image and video hosting by TinyPic






-Faith.

Arrivammo al porto. Solo poco dopo mi accorsi che non avevo ne una valigia ne vestiti puliti addosso. Abbassai lo sguardo alla mia maglia; era ancora macchiata del sangue della ferita sul fianco, e, solo in quel momento mi accorsi di quanto bruciava.
- Tieni- disse mio zio porgendomi dei vestiti.
- E dove mi cambio?- chiesi quasi schifata.
Lui mi indicò un bagno. Mi vennero i brividi. Che schifo! Ma in casi estremi, estremi rimedi, no? Corsi  in quel buco non ancora degno di chiamarsi ‘bagno’. Mi infilai in fretta e furia quei vestiti che non erano affatto male, in effetti. Tornai da loro.
- Sono della taglia giusta?- mi chiese premuroso.
Annuì. La nave stava per partire cos’ ci affrettammo a raggiungerla. Odiavo le navi o, in generale i viaggi per via mare. Mi veniva sempre da vomitare. I miei pensieri ricorsero subito al viso di Harry, ai suoi lineamenti così perfetti. Mi sfuggì una lacrima, che prontamente asciugai. Il viaggio durò moltissime ore, delle quali la maggior parte avevo passato con la bocca chiusa, per evitare che fuoriuscisse vomito. Appena scesi il vento freddo si scontrò con la mia pelle. Era una sensazione bella e brutta allo stesso tempo. Mi sentivo… libera, in un certo senso; ma il freddo contrastava con le mie mani calde che fino ad ora erano state nelle mie tasche.
Mi guardai intorno. Era così diverso dall’ambiente a cui ero abituata. Non c’erano grattacieli altissimi, sono comunissime case popolari. C’erano alberi quasi ovunque ma mi chiedo:
Dove siamo?
Toccai la spalla a mio zio per ricevere attenzione.
- Zio… ma dove siamo?- chiesi curiosa.
- Non lo conosci questo posto, ci sei venuta da bambina… comunque , siamo in Italia. In Piemonte.-
Quel posto mi sapeva tanto di “Questo posto si trova in culo ai lupi, stai tranquilla”.
Camminammo per circa un’ora, quando vidi una faccia molto familiare che si avvicinò a noi. Lei e mio zio parlavano in una lingua strana. La donna si avvicinò a me cautamente. Mi squadro per poco tempo prima di abbracciarmi.
Quell’abbraccio.
Quel sorriso malinconico.
Quel profumo.
Quel calore.
-Mamma…- sussurrai scossa dai singhiozzi.
La abbracciai con tutta la forza che avevo in corpo.
- M-ma n-non eri…- deglutì.
- No, amore mio.- disse con gli occhi lucidi. – È una storia che ti racconterò più avanti, adesso dobbiamo andare; ti stanno cercando.- disse accarezzandomi i capelli.
- Mi stanno cercando?- domandai incredula.
Non mi rispose, ma mi prese per mano trascinandomi in un’auto con i vetri oscurati. Ero stanchissima e, senza volerlo mi addormentai.
Mi svegliai in un cottage rustico tutto fatto in legno. Sapeva di… calore. Diciamo; So che era notte, perché le finestre non mandavano nessuna luce ai miei occhi. Presi delle ciabatte che erano davanti al divano su cui avevo dormito e mi alzai.
- Siete qui?- chiesi a vuoto.
Vagai per tutta la casetta ma non c’era anima viva. Non mi era mai piaciuto il silenzio. Mai. Succedono sempre cose improvvise nel silenzio. Cose brutte, ovvio.
Sentì bussare alla porta e, questo mi fece sobbalzare.  

- non voglio farti del male- disse sorridendomi rassicurante.

La mia mente si stava affollando di ricordi troppo vividi…

- c-chi sei?- chiesi con voce spezzata.
- mi chiamo Harry.- disse tendendomi ancora la mano.
La afferrai riluttante, e mi aiutò ad alzarmi.
- sono nuovo- aggiunse sorridendo.


Basta!
Le nocche sulla porta mi riportarono alla realtà. Presi un coltello dal cassetto della cucina e mi avvicinai cauta. Aprì di scatto tendendo il coltello verso il viso del presunto assassino. Chiusi gli occhi per evitare di vedere altro sangue.
Ne avevo visto troppo in questi giorni.
Il coltello non colpì niente e continuai ad agitarlo a vuoto senza successo. Aprì gli occhi e sulla soglia della porta non vidi nessuno.

- quindi… quanto fa?- chiese infine Harry.
- x35?- chiesi.
Ci scambiammo un’occhiata e buttammo all’unisono i libri per terra, battendoci il 5.
Harry sorrise, ed in quel momento… una sensazione strana e piacevole mi invase lo stomaco. Era una cosa nuova per me.

Mi massaggiai le tempie con la mano libera che avevo. Poggiai essa sul cuore.
Batteva forte, molto forte.

- e se…- si avvicinò al mio viso – io facessi…- soffiò sulle mie labbra – questo…?-

Il cuore mi stava letteralmente scoppiando nel petto. Non riuscivo a controllarmi.
Ma un tornado passava sempre nel mio stomaco quando pensavo a lui, sempre. Ma, pensare al nostro primo bacio mi procurava dolore, perché sono cosciente che non potrò toccare mai più… le sue labbra.
Ebbi l’impulso di usare il coltello che avevo in mano contro di me, dopo quello che avevo visto. Il mio respiro si fece irregolare, la mia mente si stava sciogliendo.
- HARRY!-


 
 







 

BLBLBLBLBLBLBLBLBLBLBL OuO
Ed eccomi pronta per essere uccisa a padellateeeeee! YEEEEH! MA HO UN RAGIONE, CALM PIPOL! Ho solo un’ora al giorno e non riesco a scrivere e stare su internet con SOLO un’ora, capite?! CAPITE?!?!?!?! E adesso ho scritto questa merda che non è ancora degna di chiamarsi capitolo in tipo 2 giorni, dove ho 2 ore çwç
Chi è così: bravo, intelligente, dolce, fantastico e, molto molto memorioso(?) da dirmi da quali capitoli ho preso i ricordi della nostre Faith? Un più a chi lo dice AHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA joke c: lol.
Se non passate dalla MIA idolaaa *mastica una gomma* io amazare familia e zpacare botiliaaah *fa la posa da modella*
Lei eh ->
hunger Niall

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** All ***


*sigh* Scommetto che tutte vi siete dimenticate di me! Beh, spero di farvi un po’ emozionare *sigh* Adesso comunque vi PROMETTO che aggiornerò più spesso! Ehm… vi lascio col capitolo c:



Mi misi le mani sulla bocca, ancora inerme davanti alla scena che mi si presentava davanti. Avrei voluto urlare, strillare, gridare; ma la mia voce si era incastrata tra  le corde vocali. Davvero, mi sentivo malissimo.
Il corpo di Harry era disteso per terra, con il corpo impregnato di sangue. Ogni secondo era una pugnalata al cuore. Non sapevo cosa fare! Da una parte, mi dicevo che Harry aveva tentato di uccidermi, e perciò meritava questo;
ma, posso davvero lasciar morire il ragazzo che amo?
Sì, perché io lo amo ancora, nonostante tutto. E mi odio per questo. 
Con riluttanza, lo trascinai dentro il cottage in legno, prendendolo per il braccio. Lo appoggiai sul divanetto rustico e, presi della garza e del cotone. Inconsapevolmente cominciai a scivolare in un pianto scatenato. Singhiozzavo, e le mie lacrime erano interrotte da diversi spasmi che, diventavano sempre più frequenti.
Harry era svenuto o, almeno così sembrava perché mi pareva respirasse ancora. Appoggiai tremando l’orecchio sul suo petto e, il mio corpo fu scosso da brividi. Ogni mia cellula, ogni mio atomo, urlava che lo amavo.
Il cuore batteva ancora, ma era forse lento. Cominciai a medicargli tutte le ferite, garzandole con il massimo della delicatezza. Si girò da un lato volontariamente. Sussultai.
Andai in fretta e furia a prendere una coperta. In quel posto faceva molto freddo. Gliela posai su tutto il suo corpo, coprendogli anche le sue guancie, prive di fossette. Appena la mia mano toccò la sua guancia, qualcosa scattò in me. Avevo l’istinto quasi irrefrenabile di accarezzargliela.
Corsi in camera mia, sbattendo la porta alle mie spalle e, lasciandomi scivolare su di essa. Scoppia la seconda volta in un pianto pieno di spasmi. Non me ne accorsi, ma mi addormentai appena mi calmai un po’.

-Harry

Mi svegliai in una rustica casetta, fatta tutta in legno. Il  mio primo pensiero fu “come ci ero arrivato?”.
 Sentì dei passi che venivano dal corridoio, così feci finta di dormire. Erano inconfondibilmente  di una ragazza, dato il passo delicato e dolce. Sentì che sussultò, ma non ne sapevo il motivo. Feci finta di svegliarmi, un po’ la sceneggiata.
Sentì sussultare di nuovo.
Subito dopo sentì il rumore di una tazza che si schiantava sul pavimento. Spaventato, mi alzai di scatto, e vidi quello che non avrei mai potuto immaginare.
- Faith…- sussurrai.
Mi avvicinai a passo lento, mentre lei mi guardava sbigottita e spaventata allo stesso tempo. Indossava il suo solito pigiama in pile, con una coperta messa malamente sulle spalle. I capelli erano a dir poco spettinati. Ma niente di tutto questo avrebbe potuto togliere splendore ai suoi occhi. La tazza era ridotta in frantumi, ma in quel momento, tutto era sparito. C’eravamo solo io, e lei.
C’era un silenzio imbarazzante, ma esigevo delle risposte.
- Come ho fatto ad arrivare qui?- chiesi a bruciapelo.
Faith aprì la bocca per rispondere ma boccheggiò per alcuni attimi. Mi avvicinai ancora di più ed in quel momento sembrò svegliarsi.
- N-non lo so!- disse alzando un po’ il tono di voce. – T-ti ho trovato davanti a questa casa e…- deglutì.
Mi aveva davvero accolto? Dopo tutto quello che le avevo…fatto?
- Non ho potuto non aiutarti.- disse a bassa voce.
Io lo sentì lo stesso. Guardai le mie braccia ed erano piene di garze. Di sicuro non aveva potuto medicarmi uno spettro, quindi era stata lei?
Arrivai ad una distanza tale da sentire il suo respiro affannato. Adoravo quando era così.. vulnerabile, perché mi piace essere la sua corazza, il suo cavaliere… il suo protettore.
Lentamente e, senza farmi notare posizionai le mie grandi mani dietro la sua schiena, senza però appoggiarle; non ancora.
Strinse le mani sul petto, mentre abbassava la testa timidamente. Appoggiai le mani sui suoi fianchi. Sussultò.
- Faith…- sussurrai avvicinandomi a lei.
Non sembrò opporsi al contatto che stava per avvenire. Feci scontrare i nostri bacini, accarezzandole poi la schiena con una mano.
- H-Harry.- balbettò . – Non- non posso…-
Si allontanò. Ma io la strinsi più forte a me, facendo aderire il suo corpo al mio. Appoggiai la testa vicino al suo collo, inebriandomi del suo profumo. Poggiai delicatamente le labbra su esso. Salì vicino alla sua bocca, dandomi piccoli baci. Sembrava pietrificata. Poggiai le mia mani sulle sue guance, incastonando i miei occhi verdi nei suoi. Mi persi nei suoi occhi, due pozze di smeraldi infiniti. Mi avvicinai molto lentamente al suo viso, scrutandone ogni minimo particolare.

- Faith.

Harry si avvicinò in maniera impressionante al mio viso. Volevo gridare, oppormi, dirgli che non poteva funzionare… che aveva tentato di uccidermi.
Non me ne accorsi, che mi ritrovai le sue labbra sulle mie.
Harry,
Labbra di Harry,
Labbra di Harry, sulle mie.
Solo in quel momento capì quanto mi era mancato. Quel bacio dolce e casto diventò sempre più velocemente un bacio desideroso e vorace. Mi spinse ad indietreggiare, fino a farmi arrivare al tavolo, su cui mi stava schiacciando. Appoggiai le mie mani sulla sua nuca, arrendendomi alle sensazioni che quel ragazzo così speciale mi provocava. Non so con quale forza d’animo mi staccai.
- Harry…- dissi affannando.
-Mmh?-
- Hai tentato di uccidermi-
Il suo viso si rabbuiò e mi guardò triste. Mi prese le mani e sforzò un sorriso.
- Voglio spiegarti tutto,tutto-

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Frank! ***


Image and video hosting by TinyPic



-Harry

Le raccontai per filo e per segno ogni dettaglio. Lei non sbatteva occhio. Solo a volte mi faceva qualche domanda, ma solo quando lo riteneva necessario. L’interesse che provava mi commuoveva, sinceramente.
- Quindi… loro, non sanno che sei qui- affermò.
Annuì.
-Loro pensano che io ti stia cercando per ucciderti.- ammisi. – Ma non lo farei mai, davvero.-
Faith sorrise compassionevole, accarezzandomi la guancia con la mano. Sorrise, ma credo volesse più piangere.
- Sei una brava persona, Harry.- mi disse – io, al posto tuo; penso mi avrei uccisa. L’amore di una madre non si può perdere così.- aggiunse abbassando la testa.
Mi alzai di scatto e le presi il viso tra le mani. Solo in quel momento vidi quanto davvero era più bassa di me.
- Non ti ucciderei mai, tanto meno fossi costretto. Io ti amo- dissi marcando le ultime due parole.
La sentì rabbrividire. Amavo quando riuscivo a provocarle emozioni che solo io sapevo farle provare. Lei sorrise d’istinto, e poggiò le sue labbra sulle mie. Era una sensazione magnifica. Sempre. Non so come avrei fatto senza di lei.
- Faith.- dissi poi. – voglio portarti al sicuro, non voglio più nascondermi dagli altri per stare con te, voglio solo urlare al mondo che sei la mia ragazza e…- mi interruppe poggiandomi un dito sulla bocca.
- Harry- mi richiamò. – Sai bene che non possiamo. Per te l’importante è stare insieme? Oppure farlo sapere a tutti? Facendo rischiare entrambi…- abbassò la testa.
La abbracciai ancora: in quel momento aveva solo bisogno di quello, lo sapevo.  Aveva bisogno di amore, nient’altro.
- Harry, qui io non sono sola.- ammise.
- Ah, no?- feci sorpreso abbozzando un sorriso.
Lei scosse la testa sorridente. Mi raccontò tutto: di suo zio, di dove eravamo eccetera…
- Cosa? Tuo zio? Intendi dire Frank?- chiesi sorridendo sinceramente.
Lei annuì confusa, ridendo probabilmente per quell’espressione che stavo facendo.
La abbracciai più forte possibile, tentando di trattenere la gioia.
- Ma, tu lo conosci?- mi chiese.
- Sì! Ricordi? È il fratello di tuo padre e, una volta me lo ha presentato! È per merito suo se non ho mai mollato- ammisi invaso dai ricordi.
Mi sorrise tenera, abbracciandomi una seconda volta. Mi lasciò un bacio a fior di labbra poco prima di sfoggiare un sorriso sincero.
Era incredibile come riacquistassi il sorriso dopo neanche un’ora che ho passato con lei.
- Harry, sei un ragazzo davvero speciale- disse ad un certo punto.
- Perché?- chiesi corrucciando le sopracciglia.
- Dopo poco tempo che sono stata con te, mi sento bene. Come se tutto quello intorno a noi fosse sparito; e ci fossimo solo noi due. Nient’altro. Né assassini, né persone che mi cercano; solo noi due, ed è bellissimo- sospirò.
Sorrisi e affondai il mio viso nei suoi capelli, mentre lei giocò con qualche riccio dietro.
- Sai, è buffo- dissi – è lo stesso effetto che fai a me- aggiunsi.
Le si illuminarono gli occhi.
- Davvero?- chiese raggiante.
Annuì e le diedi un tenero bacio. Bussarono alla porta e Faith mi guardò un secondo, prima di andare ad aprire. Poco dopo la vidi stretta ad un paio di braccia forti e possenti, molto familiari.
Entrò la sagoma del mio ex-secondo maestro. Appena mi vice mi guardò truce, ma poco dopo mi venne incontro e abbracciò anche me, sollevandomi dal pavimento. Facendomi quasi… volare.
Faith intanto guardava la scena divertita.
- Harry! Ragazzo mio! Ma quanto tempo è passato?- chiese ridendo.
Risi a mia volta e gli diedi il cinque.
- Saranno tre anni!- dissi sorridendo come un’ebete.
- Ragazzo!- ripeté – non sei cambiato per niente!-

-Louis.

 

Arrivai all’armadio e mi infilai i jeans e la felpa.
Mi fermai davanti al distributore automatico, prendendomi una cioccolata calda. Con quel freddo non potevi fare niente!
Vidi Alyssa che stava tremando, così andai verso di lei. Alzò lo sguardo verso di me e mi guardò tra il truce e il dispiaciuto.
- Che vuoi?- chiese acida.
Scrollai le spalle.
- Vuoi una cioccolata calda? Stai gelando anche dentro l’ospedale.- dissi cercando di sembrare indifferente.
Si strofinò le spalle con le mani un paio di volte. Prima di annuire impercettibilmente. Mi mise tre monetine sulla mano e continuò a cercare di scaldarsi. Mi avviai verso il distributore e misi i soldi. Ritornai verso di lei con il liquido dolce e bollente in mano. Glielo porsi e le sorrisi.
- Ah,- dissi – ecco il resto.-
Le misi in mano tre monete in modo indifferente.

- Ma, io te li avevo dati giusti!- disse quasi con un tono di gratitudine.
Scrollai nuovamente le spalle.
- Sarà la macchinetta che non funziona- ipotizzai.
Inarcò un sopracciglio e sorrise.
- Grazie- sussurrò impercettibilmente.
Sorrisi.
- Cosa hai detto?- chiesi facendo finta di non aver sentito.
- Grazie!- disse a tono un po’ più alto.
Mi sedetti vicino a lei, con ancora la cioccolata calda in mano e avvicinai il mio orecchio alla sua bocca.
-Non ho capito!- dissi ridendo sotto i baffi.
Sbuffò e morse il mio orecchio il più forte possibile. Lanciai un urlo stridulo e mi allontani subito. La vidi ridere, e una sensazione piacevole allo stomaco prese il posto della fame.
- Non esagerare- disse poi come avvertimento.
Sorrisi anche io senza farmi notare.
- Senti…- disse poi in tono pacato – forse mi sono sbagliata su di te e…- sospirò – ti chiedo scusa-
Risi appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
- Forse- marcai – anche io mi sono sbagliato- ammisi.
Lei mi guardò confusa.
- Le ragazze possono fare le spie, e, forse sono anche più brave dei ragazzi.-
Sorrise e mi mise la sua mano tesa davanti alla faccia. La guardai confusa, mentre lei scoppiò a ridere.
- Dai, ricominciamo da capo. Io sono Alyssa, nuova recluta- si presentò.
Afferrai la sua mano felice.
- Io sono Louis. Se avrai bisogno di qualcosa, ci sono. – la informai raggiante. 
Sorrise e si appoggiò allo schienale di quella scomoda sedia di plastica.
- Quindi, ti hanno dimesso… giusto?- chiese incerta.
Il tono che usava in quel momento contrastava con le urla che, qualche giorno fa la accompagnavano. Era bello il contrasto tra le due personalità: da una parte mi attirava quella ragazza ribelle e irascibile, dall’altra parte quella ragazza dolce e insicura mi piaceva.





 

I’M HERE!
BITCHES PLEASE, FATEMI UN APPLAUSO!
Vi rendete conto? Ce l’ho fatta! Lol. Sto anche scrivendo una nuova storia :’) mi sento fiera, bho. Ma, voi ci siete, vero? Non so ma io vi amo. Non so quanto manca alla fine forse della storia, ma non durerà ancora molto :’( scommetto che piangerò come una fontana quel giorno, ma spero voi mi sarete ancora vicine anche dopo la fine di questa storia..!
Allur, devo ringraziare la mia ispirazione alla prossima storia alla mia idoletta :’) ‘ hunger niall’ perché è una storia sui vampiri AHAHHAHAHAHAHAHAHAH, dopo anni ho messo in pratica i tuoi insegnamenti, visto? Loool.  Il titolo è:
“The only secret that you don’t know”
Vi metto la “trama” che ho creato. Vi dico solo che non l’ho ancora pubblicata :o
Trama:


- Ti prego…- disse ad un certo punto.
Mi voltai verso la sua direzione, interrompendo quello che stavo facendo.
- Non mentirmi mai, mai.- sillabò con gli occhi lucidi.
Mi avvicinai scrutandolo da capo a piedi e, poco dopo buttandomi fra le sue braccia, nelle quali egli mi accolse riscaldandomi. Mi accarezzò la testa lasciandomi vari baci tra i capelli e massaggiandomi la schiena; tenendomi sempre più forte.
- Te lo prometto- sospirai.
Nel mio mondo, mentire è proibito… ma qui; non sono nel mio mondo. E posso farlo, giusto?
[…]
- Perché lo hai fatto?!- urlò. – Perché?! Io credevo di…- si mise la testa tra le mani. – Lasciamo stare, me lo aspettavo…-
Non lo diede a vedere, ma una lacrima sfuggì al suo controllo. Presi il suo braccio, appoggiando la fronte in esso, tentando di fermarlo; almeno per un po’.  Ero conscia del non saper piangere, ma quel bruciore agli occhi era insopportabile. Noi, non possiamo piangere.  Non si voltò neanche.
- Ti prego- sussurrai con voce rotta dal pianto – non riesci a capire…-
 Per quanto ci provasse, non riusciva a smettere di lacrimare. I suoi occhi color nocciola erano davvero bellissimi. Era solo un’amicizia per lui, che contava più di qualsiasi cosa, ma per me no.
Sì, lo ammetto per la prima volta:
Mi sono innamorata.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Only for ***


Image and video hosting by TinyPic







Pov Harry.
Frank non era affatto cambiato. Parlammo di tutto e di più, raccontandoci cosa abbiamo fatto in questi anni.
- Quindi lavori ancora per…- chiese pacato.

- Secondo me,- dissi – mi crederanno morto. -
Frank inarcò un sopracciglio e, Faith di fianco a me, mi stringeva quasi in cerca di protezione il braccio. Mi piaceva sentirla così vicino a me. Sapevo che non avevo la sua completa fiducia, ma non me ne preoccupavo. Non avrei fatto più niente per allontanarla da me.
- Harry!- cantilenò Frank sbattendomi le mani davanti agli occhi.
Ritrassi la testa spaventato. Sorrisi.
- Ero sovrappensiero.- lo avvertì.
- Ebbeh, l’avevo notato!- ridacchiò.
Sorrisi afferrando la mano di Faith sul mio braccio.
- Come mai ti credono morto?- chiese curiosa Faith.
- È una storia lunga… - dissi passandomi una mano tra i capelli.
-Vogliamo sentirla!- mi incitò Frank.
Sbuffai e, alzandomi dalla poltrona di fronte al divano mi appoggiai al muro, tenendo Faith sempre per mano.
- Tutto è iniziato da quando sei entrato in quel modo nel posto in cui era imprigionata Faith e io…- serrai i denti – non potevo aiutarla.-
Faith mi strinse ancora più la mano, guardandomi dolcemente.
- insomma, ci hai messi tutti K.O. Sono finito in un ospedale dove c’era il mio migliore amico Louis e un’altra ragazza di cui adesso non ricordo il nome. Appena dimesso, mi hanno detto di cercare Faith, e così ho fatto credere di farlo. Mi avevano mandato qui, ma io non cercavo veramente. Poi, non ho fatto attenzione alla strada e degli agenti mi hanno investito. Avrò perso i sensi per un paio di ore, poi mi sono svegliato dolorante. Ho vagato fino a trovare una casetta nel bel mezzo dei boschi, poi ho bussato e, sono di nuovo svenuto.-
Baciai la mano di Faith e guardai Franck con uno sguardo d’intesa. – Ecco la mia storia- aggiunsi.
Faith stava tremando, ma non penso per il freddo. Una cosa che ho scoperto su di lei è che quando è agitata o preoccupata trema sempre.

SI fece sera e, giocando a giochi di società tutti insieme il tempo passò in fretta. Frank con un altro uomo doveva uscire, così si raccomandò di fare la guardia alla mia ragazza. Se n’è andò con un sorrisetto perverso sul viso.
- Senti Harry – cominciò guardandomi fisso. – lo sai che ancora io non ho piena fiducia in te; ma non ho mai amato nessun altro come te, mai. Quindi…-
Non la lascia finire che poggiai con voracità le mie labbra sulle sue. Ne avevo bisogno, avevo bisogno di mostrargli tutto l’amore che provavo per lei. Non appena mi staccai per prendere fiato le accarezzai la vellutata guancia.
- Cosa dicevi?- chiesi con voce roca.
- Niente- sospirò sorridente.
Lei propose di andare a guardarci un film in camera sua, ed io acconsentì. Girammo un paio di canali, prima di trovare Love Actually.
- Lascia questo!- dissi come un bambino.
- L’hai già visto?- mi chiese sorridendo.
- Sì, è il mio film preferito!- dissi battendo le mani.
Rise, prima di abbracciarmi.
Ci appollaiammo entrambi sul divano: lei con la testa sul mio petto, ed io con la mano sul suo fianco. Era una bella posizione, dato che potevo abbracciarla come e quando volevo. Io non staccavo gli occhi dalla televisione, e lei neanche. Finì il film ed entrambi avevamo gli occhi lucidi.
- Era bello?- le chiesi.
Lei annuì vigorosamente. Spensi la TV, mentre lei si girò a guardarmi negli occhi. Ebbi di nuvoo l’istinto di baciarla, e così feci.

Pov Faith.

Era incredibile quanto un suo minimo movimento mi provocasse tanti brividi. Il bacio era passionale, e aveva ben poco di casto. Infilò una mano sotto la mia maglietta. Rabbrividì. Continua ad accarezzargli i ricci che aveva sulla nuca, scendendo poi ad accarezzare essa.
- Faith…- fiatò staccandosi un attimo.
- Sì…?- chiesi affannando.
- Solo se vuoi farlo.- disse serio. – vuoi?- aggiunse.
Non ci pensai un attimo pronunciando “sì”.
- Davvero, Faith.- pronunciò. – sei sicura? Sicurissima?-
Sapeva che era un passo importante per me, ma n’ero più che certa. Volevo far parte di lui, come nessuno ha mai fatto.
- Più che sicurissima-

Ci svegliammo la mattina dopo l’uno abbracciato all’altra nudi. Insomma, io e lui nudi, si può capire cosa è successo. Appena sveglia alzai lo sguardo verso di lui, che mi guarda con aria beata.
- Sei così bella mentre dormi-, disse sorridendo lietamente – non volevo svegliarti.-
Sentivo il sangue pulsarmi sulle guancie. Nascosi la testa nel suo petto nudo, evitando di farmi vedere in quello stato.  Mi accarezzò la schiena scoperta. Brividi dappertutto.
- Lo sai che sei sempre perfetta, vero? Quando arrossisci, appena sveglia, con i capelli da pazza… lo sei sempre e comunque.- disse serio alzando con un dito il mio mento.
Mi lasciò un piccolo bacio sulla fronte, carico comunque di affetto. Mi alzai dal letto e corsi in bagno a farmi una bella doccia. Era un momento rilassante, per me. Dopo tutto quello che era successo con Harry alla fine non mi resi neanche conto che degli accaniti serial killer mi stavano ancora cercando e provando ad uccidermi.
Mi vestì con i vestiti più “vecchi” e “consumati” che avevo, per stare comoda in casa.
Tornai nella mia stanza e vidi Harry che si era di nuovo appisolato. Era così bello. Mi misi di nuovo a fianco a lui e, prendendo con delicatezza un suo braccio lo legai al mio collo, tornando nel mondo dei sogni insieme a lui, il mio principe azzurro.









ED ECCOMI CAZZO.
Ok, è da un paio di settimane che non aggiorno, giusto? GIUSTO?  HAHAHHAHAHAHAHAHHAAH!
Povera me :c
mi dispiace davvero tanto, ma la mia ispirazione è letteralmente alle stelle ma non ho mai tempo di scrivere!
Tra i compiti, lo sport e la scuola non riesco proprio ad aggiornare ogni settimana!
Se volete, ho pubblicato una One-shot… C:
Andate a sbirciare il mio profilo :’|
anyway, non vi sento più tanto vicine :/
forse perché non aggiorno spesso…
l’altra volta ha recensito solo una persona…
facciamo così, se questo capitolo arriva alle

3 RECENSIONI
provo a continuare entro la settimana prossima, ok?
Vi voglio beneeeee! C:

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** sorry... ***


Ragazze, scusate.
In questa settimana ci sono tante verifiche, e ho troppe insufficenze
mi dispiace, credo che non riuscirò ad aggiornare entro questa settimana.
Scusate, davvero.
Gaia.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Drunk, again. ***


Image and video hosting by TinyPic





Al mio risveglio non vidi Harry, ma ebbi una sensazione davvero brutta al petto. Mi scostai subito le coperte di dosso e corsi al piano di sotto. Non c’era nessuno, niente di niente. Ero seriamente preoccupata.
Ciondolando per la stanza notai un bigliettino sotto ad un bouquet lasciato nel tavolo della cucina. Non lessi ancora il biglietto, ma calligrafia era quella di Harry, n’ero certa.
Presi prima il bouquet con la mano tremante. Erano orchidee, lui sapeva che le adoravo. Con riluttanza, cominciai a leggere il biglietto.
“ Faith…
Probabilmente non mi avrai trovato al tuo risveglio e, scusa se non ti ho salutata come si deve. Ma non volevo svegliarti, sembravi un angelo senza ali. Non ti preoccupare per me, sono andato a mettere fine a tutto. Comunque vada… sappi che ti ho amato, ti amo e ti amerò per sempre amore mio. Harry x”
Scoppiai in lacrime. Mi sentivo afflitta, distrutta, amareggiata, preoccupata. Era come se qualcuno avesse infilato su uno spiedo il mio cuore e lo stesse arrostendo su una brace. Metafora che poco coincide in quella situazione, ma era davvero così. Stavo malissimo e niente mi avrebbe tirato su, se non vedere Harry sorridente che mi gridava che era uno scherzo. Calò un silenzio pesante nella stanza. Volevo trovarlo, prenderlo a schiaffi fino a farlo sanguinare e abbracciarlo.
Tutto il mio mondo si stava sgretolando, sgretolando lentamente. Non avevo più la forza di andare avanti.
Suonarono alla porta e, come un fulmine andai a vedere chi era.
Vidi mio zio che, con aria sconsolata entrava nella casetta.
- Zio…- bisbigliai con voce rotta.
- Mi dispiace, Faith- disse lui senza voltarsi.
Di male in peggio. In quel momento, volevo sparire dal mondo, dall’universo.
- Intendi dire che…- pronunciai sperando di aver capito male.
- È morto Faith. Le sue ultime parole verso di me sono state “di’ a Faith che la amo, anche troppo. Perché ho fatto questo per lei.”
- Dimmi dov’è – ordinai decisa.
L’uomo mi guardò con un’aria afflitta.
- All’ospedale qui di fronte. Fai due isolati e sei lì. Ma non credo che ce la farai a piedi.-
Appena pronunciò l’ultima frase ero già fuori. Stavo correndo come non avevo mai fatto. Non mi ero mai spinta così oltre, neanche quando il mio professore di ginnastica mi aveva fatto fare cinquanta minuti di corsa. 
Il cuore mi stava scoppiando nel petto, e la milza chiedeva pietà.
M in quel momento, niente era importante.

I only miss you when I’m breathing,
I only need you when my heart, is beating,
You’re the color that I0m bleeding,
I only miss you when I’m breathing!
This isn’t an ordinary feeling,
You’re the only thing that I believing…

In circa venti minuti ero lì. Il mio petto si alzava e abbassava ad un ritmo spaventoso, così ripresi lentamente fiato. Il grosso edificio bianco era davanti a me. Mi veniva da piangere, ma volevo essere forte. Varcai la soglia con riluttanza. Quando entrai, un uomo in camice bianco mi venne subito incontro.
- Vieni con me- mi ordinò quasi.
Lo guardai con un sopracciglio alzato. L’uomo mi sorrise cordiale.
- So chi stai cercando, vieni con me- disse porgendomi la sua mano.
Mi incuteva un po’ di timore, ma avevo l’impressione che fosse una persona buona. Era un uomo paffuto, con la pelle smorta. Aveva lunghi capelli che gli arrivavano alle spalle e, spessi occhialoni che tirava giù quando mi guardava. Aveva delle bellissime iridi azzurre, più del cielo.
Lo seguì. Mi portò fino ad una camera con su scritto “Stanza 452, paziente Styles”
Le lacrime minacciavano ardentemente di uscire. Non so con quale forza d’animo non uscirono. Mi piombai immediatamente nella stanza. Appena vidi Harry in quel letto, con un braccio ingessato e le gambe garzate, completamente rosse, avrei voluto spararmi un colpo.
L’espressione sul suo viso era sofferente. Era attaccato a un aerosol, con molteplici fili attaccati al suo braccio. Era troppo per me.
Presi la sedia disposta in un angolo della stanza e mi misi vicino a lui. Cominciai a fissarlo, quasi che se l’avessi fatto si sarebbe svegliato. Cominciai a ridere. Un aggeggio metallico continuava a suonare. C’era una linea dritta e verde, nello schermo. Sapevo benissimo cosa significava.
La mia risata non era di gioia, ma neanche legata al pianto.
Era demoniaca, spaventosa, inquietante.
- Sai Harry,- dissi cercando di non ridere – è buffo. Stamattina ho visto per l’ultima volta i tuoi occhi-

Da quel giorno passarono due settimane, due settimane infernali. I medici continuavano a dirmi che era in coma e, che da un giorno all’altro si sarebbe svegliato, ma io non ci credevo. Da qual giorno mi ubriacavo ogni sera e, tornavo a casa con una dose di eroina nel sangue ogni giorno maggiore. Però, quando mi riprendevo ed ero ‘stabile’ andavo a trovare Harry. Gli raccontavo tutto quello che avrei voluto dirgli. Gli raccontavo anche che mi ubriacavo aggiungendo un “lo so che non dovrei, ma soffro troppo. Ti prometto che non ci andrò più”.
Ma alla fine ci andavo sempre. Prendevo pillole a caso nel cassetto dei medicinali tanto per sentirmi un po’ stordita, e attutire il dolore che provavo sempre più ardentemente nel petto. La mia vita stava andando a rotoli.  Un giorno in cui ero più stabile, però, andai a trovare Harry. Presi la sua mano tra le miei e cominciai a parlare.
- Harry, è da tanto tempo che sei qui, e mi manchi davvero tanto. A volte mi chiedo se riesci a sentirmi… i medici dicono che sei in coma, a volte in stato vegetativo… sinceramente non so più a cosa credere.-
Vidi il suo viso spento, e senza fossette. Mi venne istintivamente da piangere. Mi misi di fianco a lui nel letto, appoggiando la testa sul suo petto. Non sentivo battito, e questo mi distruggeva. Mi strinsi a lui, addormentandomi poco dopo.

Mi svegliai la notte. Un’infermiera mi disse che l’orario delle visite era finito. Sospirando, tornai a casa. Stranamente non mi andai a ubriacare, ma guardai solo l’album di foto che avevamo io e Harry. Mi lasciai affogare in quei ricordi, senza malinconia o tristezza. Non so neanche io che provavo. “Devo rivederlo” sussurrai tra me e me. Buttai l’album per terra e corsi verso l’ospedale. Provai ad entrare dalla porta d’ingresso, ma era chiusa. Cercai di tirarla un paio di volte, ma niente. Notai una finestra aperta sul corridoio. Era un po’ alta, ma ce la potevo fare. Mi aggrappai con le mani e appoggiai i piedi sul muro; con una spinta sovraumana cascai a faccia a terra. Mi rialzai immediatamente. La mia bocca sanguinava, così asciugai il sangue con la manica della maglia. Scorsi tutte le porte, fin quando non vidi il numero “452”. Spinsi la porta ed entrai. Era rimasto uguale. Presi un’altra volta la sedia che ormai aveva la mia faccia, e, senza smettere di fissarlo assunsi la mia solita posizione: la sua mano tra le mie.
- Harry…- cominciai – non ce la faccio più. Ho bisogno di te! Ho bisogno del tuo sorriso, ho bisogno dei tuoi occhi, ho bisogno del tuo patetico senso dell’umorismo, della tua voce così roca, delle tue carezze, dei tuoi abbracci, ma soprattutto del tuo sorriso.- conclusi scoppiando a piangere.  
Fu un attimo.
Fu un secondo.
Sentì la mia stretta ricambiata.
Alzai immediatamente gli occhi. Vidi Harry con un flebile sorriso sul volto. Mi sentivo rinata. Per la prima volta sorrisi, e quel sorriso non era dovuto all’alcool.
I suoi occhi si aprirono a fatica, ma erano semi-chiusi. Mi buttai fra le sue braccia urlando. Lui ricambiò il mio abbraccio.
- Harry…- sussurrai con voce rotta dall’emozione.
Mi staccai dal suo abbraccio, e corsi fuori dalla stanza. Inciampai un paio di volte e avevo lividi su tutte e due le gambe, ma niente importava. Vidi il dottore che mi aveva portato da lui la prima volta, e lo presi con forza per un braccio.
-Forza!Forza!- urlai – Harry si è svegliato! Harry si è svegliato!-
- Tu non dovresti essere qua a quest’ora!- disse severo.
Non smisi di sorridere.
- Possiamo parlarne più tardi?! Venga subito!- urlai entusiasta.
Lo trascinai nella sua stanza. Harry sorrideva ancora.
- Bene, bene!- esclamò il dottore – si sta rimettendo, signor Styles!-
- Dottore…- disse flebile. – potrebbe lasciarci un attimo soli?- chiese guadandomi.
Avvampai. Era così bello risentire la sua voce!
Il dottore ci lasciò con un sorriso stampato in volto. Mi avvicinai ad Harry. Lui mi sorrise, allargando le braccia con un po’ di fatica.Mi ci buttai dentro, cominciando di nuovo a piangere.
- Ti ho sentita, sai?- mi sussurrò all’orecchio. – sentivo tutto, quando mi parlavi. Grazie per non avermi abbandonato…- 
Mi staccai immediatamente sorridendo.
- Perché mi ringrazi? Dovrei ringraziarti io.- risposi.
Lui rise, ed il mio cuore fece un balzo nel petto.
- Per cosa?- chiese continuando a ridere.
Sbarrai gli occhi. Scossi la testa e mi ributtai tra le sue braccia. Cercai di staccarmi nuovamente, ma Harry mi afferrò il viso. Mi guardò per una manciata di secondi negli occhi, prima di appoggiare le sue labbra sulle mie.
In quel momento capì che quelle labbra mi erano mancate, mancate come  a un bambino mancherebbe giocare.

Lo lasciarono ancora una settimana in osservazione, poi tornammo a casa. In quella settimana, lo andavo a trovare la mattina presto e me ne andavo a fonda notte. Ogni giorno portavo cibo cinese da mangiare per pranzo. Mi divertivo a guardarlo armeggiare con quelle due bacchette! Una volta se l’era infilate nel naso, e io non ho fatto altro che scoppiare a ridere. Invece la sera prendevamo un pezzo di pizza. Una volta il dottore ci aveva beccato, e per farlo tacere ho dovuto donargli un pezzo della mia pizza. Harry mentre rideva come un cretino!

- È cambiato qualcosa?- chiese lui preoccupato.
Scossi la testa felice. Lo presi per mano e lo trascinai nella nostra solita casetta in legno. Zio Frank sapeva già che Harry si era risvegliato dal coma, ma non ci credeva fino in fondo, perché pensava fossi impazzita dal dolore. Appena Harry varcò la soglia i suoi occhi si illuminarono. Lo corse ad abbracciare, mentre Harry stava letteralmente soffocando. Mi unì anche io a quell’abbraccio.
- Harry, ho una sorpresa per te.- gli disse mio zio.
Harry inarcò un sopracciglio. Mio zio sparì dietro il muro, quando vicino a lui comparve una donna dai lunghi capelli castani, ed un sorriso splendido.
Harry si precipitò verso di lei, dicendo cose tipo “mamma! Oddio mi sei mancata così tanto!”. Mi accarezzai l’avambraccio destro un po’ imbarazzata. Harry corse verso di me, mi mise un braccio intorno al collo e mi presentò.
- Mamma, lei è Faith, Faith Jhonson.- sorrise. – è la mia ragazza.-
La donna si avvicinò verso di me, con gli occhi spalancati.
- Tuo padre era un grande uomo. Io sono Anne, tuo padre è sempre stato il mio migliore amico.-

Parlammo ancora molto. In un momento di silenzio, pronunciai: “Vi rendete conto? Tutto adesso è finito. Tutto”






INIZIO COL DIRE CHE QUESTO CAPITOLO E’ PARI ALLA DIVINA COMMEDIA AHAHAHAHAHAH
Ehyla, ledies c:
Coooome vass? Ho recuperato un po’ I voti, yeeeeh! So, per festeggiare la mia ispirazione ha fatto il giro della mia testa, e non riuscivo più a smettere di scrivere! Stranamente, mi piace molto questo capitolo. Questo sarà l’ultimo, il prossimo sarà l’epilogo :c questa storia è la mia preferita, tra quelle che ho scritto. Penso che quando pubblicherò l’epilogo scoppierò a piangere.
Ma non vi libererete di me tanto facilmente c: ho cominciato a scrivere una storia, passateci, se vi va! A me farebbe davvero tanto, tanto piacere! E se volete lasciarmi una recensione, oggi, perché è la penultima volta che ci vediamo… non mi offendo :c se questo capitolo arriva alle 6 recensioni pubblico l’epilogo la prossima settimana c:
Ecco il link della mia nuova FF:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1695450&i=1
Uhm… passate anche nel mio profilo magari ^.^ ciau <3 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1341824