Atto decisivo

di Elisir86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Richiami ***
Capitolo 3: *** Enigmi ***
Capitolo 4: *** M4 ***
Capitolo 5: *** Chi sei? ***
Capitolo 6: *** Gocce di sale - part 1 ***
Capitolo 7: *** Gocce di sale - parte 2 ***
Capitolo 8: *** UNA REALTA’ INACCETTABILE! ***
Capitolo 9: *** IL REGALO DI JOE ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Prologo

 

L'aria fresca d'inizio inverno sibilò tra le fessure delle finestre.
Gli occhi scuri della ragazza si aprirono al richiamo, "Presto tornerò da te…Abbi pazienza" disse avvicinandosi al balcone, "Loro non sono ancora pronti", le morbide dita sfiorarono il vetro che la divideva con il resto del mondo, "Quando?" una voce flebile si insinuò nella mente della ragazza, "Presto".
Il vento smise di sibilare, lasciando la casa nel più completo silenzio.
Con lenti passi la ragazza ritornò nel suo letto, "Abbi pazienza e presto io tornerò…" bisbigliò guardando la finestra, "…mio Signore".
+++++
"Senti TK? Senti il richiamo di DigiWorld?" gli occhi di Yamato scrutavano la volta celeste, "Io percepisco qualcosa di strano, come se qualcuno mi chiamasse a squarciagola da un mondo lontano. Mi sembra di udire il ringhio di Gabumon, i suoi artigli graffiare una superficie dura, impossibile da rompere. Tu TK, non senti nulla?" la voce del ragazzo s'incrinò mentre lacrime scendevano lungo le sue pallide guance.
"Dimmi se li senti anche tu?" un colpo di vento sparpagliò tutti i fogli in giro per la stanza, Yamato sentiva che il suo digimon stava implorando il suo aiuto, ma che fare se lui non poteva più entrare a DigiWorld con il suo digivices?
Scrutò le stelle, "Dove sei TK?" sussurrò.

 

 

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Capitolo 2
*** Richiami ***


Nuova pagina 1

Richiami


I biondi capelli erano legati in una morbida coda, davanti a lui stava una bellissima ragazza, forse una che non sapeva nemmeno lontanamente che cos'era il sesso.
Takero sorrise mostrando una cascata di denti bianchi, "Come hai detto di chiamarti?" chiese "Anna, Anna Birkaviak. Tu?", il ragazzo prese il bicchiere di birra, bevendone almeno metà del contenuto, "Bel nome. Non sei Francese, vero?" "No, sono Russa. Anche tu sei straniero, o sbaglio?" la ragazza alzò una mano per chiamare il cameriere.
"Sei strano" "Come scusa?" gli occhi di Takero si soffermarono sul viso angelico di Anna, "Non sei come credevo che fossi. Si, insomma dall'articolo sembravi più un tipo grosso con urgenze sessuali" il ragazzo rise, "E' per questo che sei venuta?" "No. Sono qui per un lavoro, dal modo in cui scrivevi sembravi anche molto triste e sconsolato…Ecco perché sono venuta, per farti una proposta" "A si?! E qual è?" chiese finendo la bevanda tedesca.
"Mio padre gestisce un Bar e cerca lavoratori…" "Non mi sembra una proposta che ti mette di buon umore" "Io non intendevo darti questo lavoro per farti sentire meglio, ma per farti dimenticare" "Il passato non si può cancellare, esso ti raggiunge ovunque sei".
Il silenzio invase i due ragazzi, entrambi indecisi su cosa dirsi. "Non m'interessa cosa hai fatto o cosa hai dovuto subire!" la voce cristallina di Anna spezzò l'imbarazzante muro, "Non ti offro il lavoro per pietà, ma solo perché credo che tu sia quello giusto! Hai un bell'aspetto, sei simpatico, e sono sicurissima che sei anche intelligente!" il ragazzo alzò di nuovo lo sguardo verso la ragazza, "Che dovrei fare…con tutte queste doti?" "Il barista."
"Sei un tipo deciso, eh?" la ragazza annuì, mentre Takero si abbassò il capello sul viso, non aveva via di uscita…Beh, se l'aveva cercata lui, "Dimmi tutto."
+++++
Il rombo di una moto svegliò Yamato.
"Ma che ore sono?", la mano ossuta del ragazzo uscì fuori dalle coperte per prendere l'oggetto nero, che immobile lo fissava dal comodino.
Lo avvicinò agli occhi ancora annebbiati, le lancette segnavano le sette e trenta, con un sospiro di sollievo il ragazzo si rannicchiò nel letto posando la sveglia al suo posto.
Dei passi leggeri si fermarono davanti alla sua camera, la porta cigolò per qualche secondo e un "Yamato?" leggero raggiunse le orecchie del ragazzo, rispose con un mugolio ritirandosi sempre di più sotto le coperte.
L'uomo l'osservò per qualche minuto, possibile che stesse pensando ancora a Takero? Eppure la madre glielo aveva spiegato che aveva trovato lavoro in Europa.
"Yamato" disse poi con decisione, "Sei rimasto sveglio tutta la notte?", non gli piaceva il modo in cui suo figlio si distruggeva per la lontananza di suo fratello, "No, papà. Solo che oggi è domenica e vorrei dormire più del solito" "Non mentirmi. Hai pensato ancora a lui, vero?", silenzio, l'uomo poteva percepire il dolore del ragazzo, "No."
"Come vuoi, ma ricordati che se vuoi parlare…io sarò sempre disponibile", Yamato sentì la porta chiudersi e il padre allontanarsi nel corridoio.
'Parlare con te? Come posso farlo se non conosci nulla…Come posso confidarti tutto che ho dentro senza nominare DigiWorld o Gabumon?' una lacrima scese lungo la sua guancia, 'No…tu non potrai mai capirmi ' un'altra lacrima seguita da altre, "TK era l'unico rimasto ed ora…ora sono completamente solo!" le parole erano diventate un sussurro coperte dai singhiozzi.
'Perdonami papà…Non sono forte come credevi…Non sono il figlio che hai sempre desiderato ' si coprì il viso con le mani cercando di contrastare il pianto, vergognandosi di ciò che stava facendo, 'Sono solo uno stupido, un…un…Un assassino!' ora le semplici lacrime erano diventate un vero e proprio pianto…Un pianto che da anni teneva dentro.
+++++
Con molta lentezza Joe entrò nell'appartamento, era davvero stravolto. Quella notte vi era stato un incidente stradale: due morti, quattro gravemente feriti e uno con qualche ustione leggera sul braccio destro.
Aveva fatto tutto il possibile per salvarli, e per sua fortuna ce l'avevano fatta, ma ora era davvero stanco.
Si sedette sul divano, i resti della pizza del giorno prima erano sparsi sul tavolino di vetro, mentre alcune bibite analcoliche erano sparpagliate lungo la stanza. Con un mugolio di disgusto il giovane dottore si sdraiò sul morbido sofà, appoggiò il braccio destro sui gli occhi, sentì la superficie ruvida strofinarsi su quella morbida del proprio viso.
Sul suo angelico volto si disegnò una smorfia di dolore, si ricordava ancora l'ultima battaglia e quella cicatrice era per lui le manette invisibili per ciò che aveva fatto.
Un rigagnolo d'acqua scese sul viso al ricordo di Ikkakumon che aveva fatto da scudo a lui ed agli altri digiprescelti, mentre i digimon dei suoi amici recuperavano le forze, l'urlo straziante del suo migliore amico, e la sua lenta agonia…
Chiuse con forza gli occhi, era inutile ricordare, ora aveva una vita tutta sua piena di difficoltà già da sola, figurarsi se ci metteva i sensi di colpa!
Sospirò alzandosi, si diresse verso la camera, "Ho bisogno di una bella dormita!" si disse sbadigliando mentre cercava di non inciampare, raggiungendo il letto.
"Aiuto" una voce sommessa, quasi spettrale entrò nella mente del giovane, "Aiutami Joe!", i grandi occhi blu del dottore si dilatarono, riconosceva quel richiamo, "Gomamon?" sussurrò, "Aiuto. Joe aiutami!" "Gomamon…Dimmi dove sei e io verrò", un gelido vento spalancò la finestra facendo rabbrividire il giovane dottore.
Joe si diresse con pochi ma veloci passi verso il balcone, prese le due ante di vetro e le chiuse, chinò il viso, "Lì non posso più venire…Perdonami amico mio…" sussurrò prima di ritornare sul suo morbido letto.
"DigiWorld…Io non posso venirti a salvare…Non posso" altre lacrime scesero lungo il suo viso, "Perdonami" bisbigliò prima di sprofondare in un sonno profondo.
"Aiutami ti prego" l'ultima frase di Gomamon riecheggiò fra le quattro mura per qualche minuto, poi vi fu solo silenzio.
+++++
"Jun! Ti vuoi spicciare? Guarda che io devo andare a scuola!", la voce di Daisuke fece sobbalzare la ragazza, "Esco subito" rispose distrattamente.
Si alzò dalla vasca e cingendosi il corpo con un asciugamano uscì dal bagno, la testa china, gli occhi spenti, "Sentì un po' ti eri forse addormentata?" le chiese il fratello entrando a capofitto nella stanza, "Credo di si" bisbigliò la ragazza.
"Ehi! Cosa hai? Stai forse male?" Daisuke la scrutò in viso, "E' per colpa di Matt?" insistette, Jun barcollò per qualche secondo prima di appoggiarsi al muro, "Ho solo mal di testa, non ti preoc…" i suoi occhi si dilatarono e per qualche secondo perse la vista, "Jun!", sentì il fratello chiamarla mentre lei non sentiva più le gambe.
"Jun!", ormai la voce di Daisuke era lontana quasi impercettibile, si trovò avvolta nel buio "Noo!" urlò "Calmati Jun!" "Non lasciarmi Dai!" "Non ti lascio…non ti lascio!", la voce del fratello divenne un sussurro e poi silenzio.
La ragazza urlò di nuovo prima di essere completamente avvolta dalle tenebre, si sentiva quasi soffocare, mentre qualcosa di pesante la trascinava verso il basso.
Aprì la bocca per richiamare il fratello, ma qualcosa di vischioso si insinuò nella sua gola, alzò la mano destra dando pugni alla schifezza che si insinuava sempre di più nel suo corpo, lacrime uscirono dai suoi occhi spargendosi nel buio, mostrandosi luci…Ancore di salvezza.

Daisuke si sedette sulla sedia plastificata, il capo che si abbandonava tra le mani ancora tremanti; non poteva credere che quella nella sala operatoria era sua sorella.
"Vuoi un po' di caffè?" la voce di un ragazzo lo destò dai suoi pensieri, alzò leggermente il capo trovandosi davanti un bicchiere di plastica, "G-Grazie" disse prendendo l'oggetto.
Furtivo Iori si sedette vicino all'amico, "Cos'è successo?" le sue parole erano sussurrate ma piene di tristezza.
"Mi ha chiesto di non lasciarla…" il corpo del ragazzo venne percorso da singhiozzi, "Lei urlava, sperava in me…Ma io che potevo fare?" si volse singhiozzando verso l'amico, "Non potevi fare niente Daisuke…Solo quella chiamata."
+++++
La lettera di Mimi era davvero inaspettata!
Sora girò e rigirò la busta verdognola come se lei potesse darle una risposta alla sua domanda, con un profondo sospiro strappo la parte superiore della lettera.
Un foglio scese dalla fessura scritto con una calligrafia impeccabile.
<< Carissima Sora,
so che forse non dovrei mandarti questa lettera, infondo abbiamo voluto allontanarci appunto per non ricordare.
Ma sai come sono: una ragazza sensibile, e questo peso che da anni mi tengo dentro mi rode, si, lentamente mi lacera e prima o poi mi distruggerà.
Non è per questo che ti scrivo, è per avere una conferma dei miei sospetti.
L'altro ieri ho sentito Palmon che mi chiedeva aiuto e anche gli altri digimon, dimmi lo senti anche tu che DigiWorld è ancora in pericolo?>>

'Si Mimi, lo sento anch'io…ma l'ultima volta è stata una carneficina…molti digimon sono morti per salvare degli incoscienti come noi…No, non tutti siamo stati degli stupidi…Joe .'

< Torniamo dai nostri amici, torniamo su File! Sono sicura che insieme, noi ce la faremo!>>

'No! Questo non posso farlo .'

< Vuoi dirmi che non lo ami come lo amo io?>>

'Si, si che lo amo...'

<>

'Perché a me, perché me lo chiedi a me?'

< Lo so, ci sono anche gli altri Digiprescelti, ma non lì trovo…Vi siete dileguati, sottratti dal mondo sperando di dimenticare…Loro.>>

'Mimi…Dici di essere debole e insicura, incapace di difenderti e di aiutare…ma guardati! Hai più grinta di tutti noi messi assieme…Ami DigiWorld più di chiunque altro…No, Mimi tu puoi salvarlo …non noi, tu .'

< Per sempre tua amica
Mimi>>

'Così mi metti ad un bivio: DigiWorld o me…', gli occhi di Sora si riempirono di lacrime, "Biyomon…Mimi…Cosa posso fare, papà?" istintivamente si strinse le ginocchia al petto, abbassando il viso, "Anch'io amo quel mondo…anch'io amo i digimon…Ma come posso mostrarmi davanti a loro dopo ciò che hanno dovuto subire?".
Un bussare leggero alla porta la face trasalire, "Sora…C'è un'amica per te al telefono, dice di chiamarsi Mimi."
+++++
Gli occhi scuri del ragazzo fissavano un punto impreciso del mare, la mano sinistra che strofinava il mento mentre la destra era appoggiata sul manubrio della bicicletta.
'Perciò dovrei ritornare…' pensieroso si sedette sopra il suo mezzo di trasporto, 'Ma se torno chi mi dice che saranno tutti con me?' una manata sulla schiena lo destò dai suoi pensieri, "Allora Koushiro niente bacio oggi?" "Bacio?!" la ragazza rise, divertita dalla faccia paonazza dell'amico, "Dai stavo scherzando!", il ragazzo tirò un sospiro di sollievo, certe volte Yuki era davvero strana.
La ragazza iniziò a spingere la bicicletta per poi incominciare a pedalare, "Beh, ci vediamo a scuola e cerca di stare attento oggi, oppure finirai in presidenza!" gridò alzando un braccio per salutarlo, sapeva che voleva stare solo, specialmente se si metteva a meditare a quell'ora.
"Ehi! Aspetta, vengo con te!" urlò Koushiro e senza sapere perché si avviò velocemente verso l'amica, voleva starle vicino il più possibile…Aveva bisogno di lei.
'Aspetta, ti prego fermati…voglio rimanere con te…aspettami!' si bloccò di colpo vedendo Yuki ferma in mezzo alla strada guardarlo con stupore, lui che respirava a fatica, aveva fatto pochi metri ed si sentiva già con il fiatone, sorrise mentre il suo petto si alzava e abbassava cercando di calmare il cuore.
Le aveva sorriso, per la prima volta dopo tanti anni le aveva rivolto un sorriso, finalmente anche Yuki rispose abbozzando ad un tenero risolino, "Non ho sentito bene cosa mi hai gridato" 'Ti amo ' "Vengo con te", la ragazza chinò leggermente il capo verso sinistra abbassando di qualche centimetro il viso, "Cerca di starmi dietro" "Lo farò di sicuro".
Si drizzò subito, aveva sentito un brivido scorrerle lungo schiena a quella risposta, cosa intendeva dire? Con allarmante stupore si ritrovò a pedalare lungo la discesa, "Non è valido…Non hai dato il via!" "Devi stare più attento caro mio!" come un fulmine Koushiro la raggiunse, "Ci vediamo dopo scuola?" gli occhi di Yuki si illuminarono, "Forse…"
+++++
Hikari si guardò allo specchio, si sentiva una idiota con quel abito che le aveva regalato la madre, anche se risaltava di più la sua femminilità era lo stesso di un colore da bimba.
"Mamma! Io non me lo metto questo coso!" urlò per farsi sentire dalla donna, "Non dire sciocchezze! Tuo fratello sarà qui fra un po' e tu vuoi presentarti da barbona!" "Non mi sono mai vestita da barbona! Ti dico solo che voglio vestirmi normalmente ed non in rosa!!!" la madre sospirò, non poteva mica obbligarla con la forza "OK! Vestiti come vuoi!".
Un sorriso di compiacimento si dipinse sul volto della ragazza, 'Bene! Ora si che iniziamo a ragionare!', velocemente la ragazza si tolse l'abito e subito si tuffò nell'armadio cercando di trovare qualcosa di comodo.
Hikari si guardò di nuovo allo specchio, 'Si, così almeno sto comoda e contemporaneamente faccio felice mamma!' i lunghi jeans a zampa e il largo maglione azzurro che le arrivava a metà coscia risaltavano la sua fisionomia…troppo magra, ma che dava senso di tenerezza. La ragazza si portò una mano alla bocca ridacchiando, le mancava un orsacchiotto e dopo poteva dirsi davvero dolce.
"Hikari! Andresti a comprare il cioccolato? So che tuo fratello va matto per questa torta…anche se non capisco il perché, infondo non è genuina…" "OK mamy!" la ragazza uscì dalla propria stanza portando con se il portafoglio, "E tu quello lo chiami vestire?" "Ho messo la tua maglia preferita!" disse aprendo la porta.

Non aveva fatto in tempo a suonare il campanello di casa che già si ritrovava Hikari tra le braccia.
"Ma porca…" "Bel modo per salutarmi!" la ragazza alzò leggermente il capo, "Tai…? Ma tu cosa ci fai qui?" "Io avevo avvisato che sarei tornato…Mamma non te lo ha detto?" si guardarono leggermente imbarazzati, "Ma si che me lo ha detto, solo che sei in anticipo, ecco! Beh io devo andare!" Taichi guardò la sorella correre per le scale dell'appartamento.
Il ragazzo sospirò, non sembravano fratelli…solo conoscenti che raramente si guardavano, e la colpa di tutto ciò era stato lui, 'Se solo ti avessi ascoltata…Se solo avessi messo da parte l'orgoglio e avessi ascoltato Takero e te…Ora sarebbe tutto come una volta!' sospirando chiuse la porta.
"Mamma…" ora doveva dimenticare Agumon, DigiWorld, i digiprescelti e…deglutì, perfino Hikari, e mentre pensava a ciò le sue labbra e le sue mani si muovevano con naturalezza spruzzando gioia da tutti i pori.
+++++

Miyako respirò profondamente l'aria fresca della montagna, era andata a far visita sua zia qualche anno fa, ma dopo non era più riuscita a distaccarsi da quei monti.
Prese gli auricolari posandoseli sulle orecchie, 'E' ora di fare una lunga corsa!' si disse avviandosi con velocità verso uno dei molti sentieri.
Qualche giorno prima aveva ricevuto una e-mail da Ken, il contenuto ancora le scivolava davanti agli occhi: < ho bisogno di aiuto…ti prego torna.
Ken>>
Subito si ritrovò a pensare su ciò che lei gli aveva risposto: <>
Si era pentita subito dopo averla inviata, amava Ichijouji più della sua vita…Aveva tentato di scusarsi mandandogli altri messaggi, ma lui non rispondeva più.
Stanca Miyako si fermò davanti a una quercia, respirando a fatica, strinse gli occhi mentre delle lacrime cercavano di bagnarle lo splendido viso…Lo aveva perso, si rannicchiò di più sul tronco dell'albero, 'Ti ho perso, come ho perso Hawkmon…ti dovrò dimenticare come DigiWorld! Solo che è tremendamente difficile e doloroso!'.
Pianse trascinandosi lentamente a terra, Aiuto…Miyako…Da giorni continuava a sentire solo quelle parole, da sua zia, da Ken…da DigiWorld…

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Capitolo 3
*** Enigmi ***


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Enigmi


Sora nascose il viso tra le gambe, "Non voglio parlarle" bisbigliò, "Sora!" "Ti ho detto di no! Dille che sono fuori!" strillò.
Sentì la madre andare in sala e riprendere le cornetta "Mimi? Mi dispiace ma non è in casa, puoi lasciarmi il numero…Ah! Capisco…quando torna glielo dirò…Arrivederci!", la madre tornò sui suoi passi, "Sora…" rimase in ascolto, "Sora…Mimi mi ha detto che un vostro amico sta molto male…Sora" 'Non è vero mamma! Mimi ti ha mentito!' "Ha detto che si chiama Tai…"
Il silenzio invase la casa, Sora riusciva a malapena a respirare, cosa centrava Tai in tutta quella storia? Non aveva scritto che non aveva ritrovato nessuno tranne lei? Era dunque una bugiarda?
Gli occhi pieni di lacrime fissavano il cassetto della scrivania perennemente chiuso, con lenti passi si avvicinò a quel posto ove vi era nascosto il suo passato.
Scrutò la chiave che penzolava, erano anni che non la toccava, con un rapido movimento del polso girò il piccolo oggetto facendo scattare così la serratura.
Prese con entrambe le mani la scatola che occupava da anni quel nascondiglio, sopra di essa vi era una fotografia di se stessa intenta a leggere un libro di Stephen King e poco sopra una scritta in rosso che indicava di non aprire.
Non badando all'avvertimento che lei stessa aveva scritto, sollevò il coperchio di cartone. La prima cosa che trovò furono delle fotografie, alcune con lei e Miyako o Hikari, molte con Tai e Matt, altre con Mimi…Un tempo erano davvero unite, innamorate della vita e votate allo shopping, sorrise ai ricordi delle giornate passate con l'amica.
Notò invece che erano rare le foto in cui comparivano Koushiro e Joe, 'Erano sempre indaffarati nello studio!'
Prese dei piccoli quaderni, su ognuno di essi vi era la parola Diario scritta in oro e argento, con una mano prese il primo della fila e lo fissò incantata: lì, tra quelle pagine bianche aveva scritto ogni avventura, ogni dialogo fra lei e Biyomon e gli altri Digiprescelti.
Ecco che leggeva quelle proibite parole, che osservava altre fotografie nascoste…Poi quella…una piuma di Birdramon…Rabbia, si, dentro di se sentiva nascere una rabbia famelica, distruttrice…con violenza chiuse l'ultimo quaderno, quasi lo strappò tale era la forza con quale lo ha lanciato contro il muro.
'Perché il tempo non può fermarsi quando hai raggiunto la massima felicità? Perché tutto ciò che hai costruito si frantuma sotto i tuoi piedi? Perché devi scomparire…da loro?'
"Mentivi vero Mimi? Taichi non ha nulla…tu l'hai detto solo per farti richiamare, vero?" deglutisce, non capisce, infondo non sta parlando al telefono e non avrà mai una risposta a quella domanda, ma l'angoscia di un "no" le fa emettere un squittio.
"Per questo dunque mi chiami? Per distruggermi?" un lacrima scende dai gli occhi lucidi di Sora all'immaginario "si" dell'amica.

I corti capelli ambrati nascondevano il viso della ragazza, lo sguardo preoccupato di sua madre non si staccava dalla fragile figura, "Mamma, papà tornerà per natale?" "Credo di si, nell'ultima lettera diceva che era arrivato ad una svolta sui Digimon…chissà poi cosa sono!" sul viso della donna si stampò una meraviglioso sorriso, cercando di ritrovare la sua vecchia figlia.
"Non ti piace forse?" chiese premurosamente "Eppure lo hai sempre mangiato…" "Di che svolta si tratta?" la madre la fissò per qualche secondo per poi abbassare gli occhi desolata, era ovvio che non sapeva fare il proprio lavoro da genitore, "È piuttosto strano. Dice che ha trovato il punto d'incrocio tra DigiWorld e un'altra cosa che ha chiamato M4…non ha voluto spiegarmi che fosse" "Nient'altro?" la ragazza sembrava confusa, felice e preoccupata allo stesso tempo, "Beh, mi ha spiegato parecchie cose, ma devo ammettere che non ci ho capito molto…poi non so nemmeno cosa siano quest'Esseri Digitali! Ma perché vuoi saperlo?"
"Posso leggere la lettera?" "Certo, ma prima rispondi alla mia domanda", Sora la guardò mostrando un mega sorriso, "Lo sai che sono interessata sulle ricerche di papà! Adesso posso leggere la lettera?", la donna annuì osservando la figlia uscire dalla stanza.
Con passi veloci, la ragazza, entrò in camera sua chiudendosi la porta a chiave, in mano teneva un busta color panna, si sedette alla scrivania e iniziò a leggere.

<<[…] Ho scoperto una cosa straordinaria! Il punto d'incrocio tra DigiWorld e M4 è proprio qui ha Tokio.
Certo è una cosa molto strana, ma ho scoperto che non solo i digimon o i digiprescelti possono entrare nel sistema di questo mondo, ma anche uomini normali come me, ovviamente dovremmo diventare Esseri Digitali>>

'Ma com'è possibile? Nessuno senza digivices può entrare a DigiWorld '

<>

Sora si bloccò di colpo, dov'era l'altro foglio? Che sua madre l'avesse perso? 'Proprio adesso che stavo iniziando a capire!' con desolazione lasciò cadere il foglio dalle sue mani, 'Diventare un Essere Digitale…Tokio, il Mare Oscuro…DigiWorld e quel misterioso M4…Tutto collegato, ma in che modo? Possibile che ci siano solo segreti e aneddoti da risolvere?' con un sospiro di rassegnazione Sora si lasciò cadere mollemente sullo schienale della sedia, 'Quindi il Giappone è il punto d'incrocio tra DigiWorld e la Terra…ma allora gli altri digiprescelti come hanno fatto? Anche loro degli Esseri Digitali? Se è così…come?' si mise una mano sulla fronte 'Mi gira la testa!'
Scrutò l'apparecchio azzurro che le stava di fronte, 'Ma si, infondo cosa perdo?' prese la cornetta e compose il numero che sua madre le aveva dato appena uscita dalla stanza.

"Pronto?" la voce squillante di una ragazza giunse all'orecchio di Sora, "Pronto, sono Sor" "Sorella Anna! Mi dispiace di aver mentito su Tai, ma era l'unico modo per farmi chiamare…Sei arrabbiata?" Sora batté un paio di volte le palpebre "Mimi? Stai bene?" "Certo, ci vediamo stasera alle 20.00?" "Ma Mimi…" "Certo verrò io nel tuo convento…Porterò anche quei dolcetti alla frutta che ti piacciono un casino" "Sicura…?" "Ma certo, anche se costano un Marea di soldi te li porto lo stesso, spero solo di trovare una pasticceria giapponese qui a New York! Beh, ora devo andare! A stasera!"
Sora rimase ad ascoltare il rumore del telefono che segnava libero, non capiva cosa stesse dicendo Mimi, che fosse impazzita?
+++++
Con un sospiro di sollievo Mimi spense il cellulare, 'Speriamo che Sora abbia capito…Non potevo di certo metterla nei guai, almeno non prima del tempo dovuto…' si guardò intorno furtivamente, sospirò felice che nessuno la stesse cercando, ora poteva tranquillamente imbarcarsi sull'aereo e partire alla volta dell'Italia.
'Non vedo l'ora di arrivare! Chissà com'è cambiata in questi anni…e chissà che cosa fa di bello ', "Biglietto, grazie!" la ragazza porse l'oggetto desiderato alla donna di mezza età, "Grazie e faccia buon viaggio!" "Lo sarà di sicuro!"
'Finalmente seduta!' i sedile morbido dell'aereo accolse la ragazza, ' Bene controlliamo un po' i dati che ho trovato ieri sera…' prese a scorrere i nomi degli amici quando si trovò davanti la scritta:
KEN ICHIJOUJI NON REPERIBILE
'Cos'è uno scherzo?! Di sicuro ho sbagliato nella ricerca…' prese subito una penna blu, 'Meglio cancellare…Farò le nuove ricerche a casa di Sora, sperando sempre che ne abbia uno!' Osservò il foglio dei nomi e indirizzi, vi erano rimasti solo tre: quello di TK, Matt e Sora, gli altri li aveva cancellati come quello di Ken 'Avrò bisogno di molto tempo per cercare il resto dei digiprescelti…Al solo pensiero…'
Girò il foglio, leggendo le vecchie e-mail spedite dall'Inghilterra:

< io e Filmon stiamo bene, anche se dei tipi ci inseguono da un paio di giorni […] Credo che sappiano di DigiWorld e del Mare Oscuro […] Potrebbero sapere anche la prassi per diventare un Essere Digitale. Te la spedisco per Fax. […] Ah! Se non ti arrivasse il WYRD, ricordati che vi sono altri mondi; soprattutto di uno ti devi ricordare, viene volgarmente chiamato M4, ma il suo nome per intero…>>

Non aveva finito di scrivere, probabilmente qualcosa o meglio qualcuno l'aveva spaventata, inutile dire che aveva aspettato per giorni davanti al fax ricevendo in cambio solo il nulla.
Ma in qualche modo la sua amica era riuscita a mandarglieli per posta insieme ad un avvertimento, che presto le avrebbe cambiato la vita.
Inspirò trattenendo l'aria per qualche secondo per poi espirare. I suoi occhi marroni inquisitori osservano ogni persona che si trova sul veicolo volante. No, i due tipi non c'erano, sbiancò e furtiva nascose i fogli, 'Speriamo che non mi abbiano mandato qualcun altro…Non saprei come riconoscerli…'
Diede ancora qualche occhiata per poi nascondere il viso dietro il capello da baseball che incrinò spaventosamente, e affondando il mento nella larghissima maglia nera.
'Sora…Queste informazioni sono utilissime a noi…vedrai!' un sorriso accennato si disegnò sul viso della ragazza.
+++++
"Mamma…" Sora facendo capolino con la testa nella stanza dei suoi genitori, "Mamma, hai perso un foglio della lettera!" disse entrando completamente nella camera, "Davvero? Non me ne ero accorta…Cercherò domani, ora sono troppo stanca" la donna chiuse gli occhi respirando profondamente, "Va bene. Comunque oggi esco con un'amica…Non so quando torno" "Sei maggiorenne, no? Allora vai in pace."
Un sorriso compiaciuto si dipinse sul viso della ragazza, 'Menomale che è assonnata…Ora mi tocca solo trovare Mimi '
Prese al volo il suo gruppo di chiavi circondata da ciondoli che rappresentavano fenici perlopiù rosse, il marsupio dove vi mise il cellulare e qualche spicciolo, non si poteva sapere dove l'avrebbe portata quella scapestrata di Tachikawa!
Uscì di corsa dall'appartamento doveva assolutamente parlare dell'incredibile scoperta di suo padre, forse avrebbe dato una svolta a quella vita monotona che viveva da anni, e soprattutto avrebbe risolto ogni puzzle, ovviamente decifrando i grandi enigmi che anch'esso portava.
Scrutò la via che la conduceva in piazza, 'Aveva parlato di pasticceria…Dove si sprecano una marea di soldi…Sora ragiona, metti insieme anche questi stupidi indizi…', si fermò in mezzo alla strada incurante delle macchine che le sfrecciavano accanto.
'Pasticceria, soldi e Giappone…Giappone, pasticceria e soldi…Soldi, Giappone e pasticceria…' ad un tratto i suoi occhi si illuminarono, come poteva non averlo capito prima? Con una velocità inaudita Sora corse oltre la piazza svincolando in qualche viuzza scura, trattenendo la lunga sciarpa e il berretto entrambi di un azzurro acceso.
'Mamma mia! Poteva anche darmi qualche altro indizio, anzi, dato che c'era poteva darmi anche il nome della pasticceria…che tanto per cambiare è un caffè!' si fermò giusto il tempo per chiudere di più il pesante capotto grigio, cercando così rifugio dalle ondate d'aria fredda che le penetravano fino alle ossa.

Arrivata davanti alla porta a vetri del bar Sora si fermò di colpo, non era più tanto sicura di voler rivedere Mimi, infondo lei era stata molto incosciente nell'ultima battaglia…era stata colpa sua se Biyomon aveva rischiato di morire, 'Come ho potuto dimenticarmene?' "Sei una stupida…" si disse dandosi una sberla sul capo.
Si girò con l'intenzione di andarsene, ma un abbraccio improvviso la bloccò. Si sentì avvolgere da calore…si, sentiva affetto e protezione in quel gesto.
"Sora!" la ragazza sgranò gli occhi, "So di essere in ritardo ma ho dovuto fare una piccola sosta…Non vorrai mica andartene per ciò, vero?" gli occhi dell'amica la guardavano spaventata, "No. Certo che no…"
Entrarono nel caffè ordinando due tazze di the bollente, "Cosa hai fatto ai capelli, Mimi?" "Ho dovuti tagliarli…Dovevo cambiare" gli occhi della ragazza guardavano furtivamente in giro, "Speravo che mi chiamassi, ho scoperto qualcosa che riguarda DigiWorld…Hai ricevuto la mia lettera?" Sora annuì prendendo in mano la tazza, "Non ti ho scritto nulla di importante…solo realtà distorte per confonderli…Loro sanno dei digimon e del Mare Oscuro…Hanno inseguito Jenny e Filmon il suo digimon, forse la inseguono tuttora…ed ora vogliono me" altre occhiate furtive la tazza ancora piena che fumava tra le sue mani arrossate.
"Non capisco…intendi dire che c'è qualcuno che ti pedina?" Sora era visibilmente scossa e lanciò qualche sguardo preoccupato per il negozio sperando che nessuno l'abbia sentita, "Si. Devi capire che però sono costretta a dividere il mio fardello con te e gli altri digiprescelti" sorso di te, "Riguarda ad M4" un altro sorso.
"M4? Tu sai cos'è?" Sora aveva appoggiato la tazza sul tavolino e fissava l'amica, rendendosi solo ora conto del travestimento maschile che risaltava tutto il suo fascino, arrossì scostando lo sguardo.
"Né hai già sentito parlare?" l'amica annuì "Da mio padre, ha scritto una lettera dicendo che ha trovato il punto d'incrocio tra DigiWorld e M4, in teoria è il Mare Oscuro…ma non so altro, vi era un altro foglio, ma mia madre l'ha perso" "Vuoi dire che anche tua madre è ha conoscenza di questo mondo?"
Sora la guardò cercando di capire cosa nascondesse, "Perché? Che cos'è in realtà M4?" "Non qui, se Loro scoprono che io sono in possesso del WYRD allora uccideranno mio padre…e tu sai che è l'unico genitore che mi è rimasto", alzò gli occhi imploranti incrociando quelli spaventati di Sora.
"WYRD?" "Ascoltami molto attentamente, se tuo padre ti ha mandato questa lettera è ovvio che non sapeva niente di tutto ciò che sta dietro al M4, la Terra e tutti gli altri mondi…" "Come sapeva?" Mimi abbassò lo sguardo per poi alzarlo con determinazione, "Andiamo! Tua madre potrebbe essere in pericolo!"

Sora corse il più veloce possibile, gli occhi pieni di lacrime e nella sua mente solo l'immagine della madre addormentata.
Sentì un rombo e un'ondata di intenso calore, "Fermati Sora!" l'urlo di Mimi che le bloccava il braccio, "Lasciami, mia madre è in pericolo!" "No! È finita…l'hanno già trovata" lo sguardo della ragazza si spostò dalle fiamme che s'alzavano verso il cielo, al volto angelico dell'amica, "Cosa intendi dire…? Che mamma…" lo sguardo imbarazzato e colpevole di Mimi le fece capire.
Cadde tra le braccia dell'amica affondando il viso nell'incavo della spalla, calde e aspre lacrime rigavano il volto di Sora decise a non smettere. Delle gelide, ma delicate mani accarezzavano i morbidi capelli ambrati della ragazza, mentre un "Mi dispiace" carico di dolore giungeva alle sue orecchie.

Sora osservò i pompieri entrare ed uscire dall'edificio in fiamme, "Allora?" "Nessuno!" i vigili del fuoco si davano le informazioni come una specie di catena, urlando per sopraffare il rumore degli idranti e del fuoco.
"Hai sentito Mimi?" chiese la ragazza che sembrava aver recuperato dallo choc, "Hai sentito? Non c'è nessuno nel condominio! Questo vuol dire che mia madre è viva…" "Ma anche, che l'hanno presa. Forse hanno anche preso il fratello di Joe e tuo padre…ma nessuno di noi può saperlo."
Un uomo di mezza età si avvicinò con passo deciso alle fanciulle, "Andiamo!" "Cosa?Dove?" "Non fare storie e copriti il viso con la sciarpa. Lui è di sicuro uno di Loro" mosse leggermente il capo in direzione del vigile del fuoco, "Come fai a saperlo?" "Non so, è una sensazione. Ma meno ci conoscono meglio è! Ora dobbiamo cambiarci e partire per la Francia."
Furtivamente le ragazze entrarono in un vicolo, "Qui c'è un pub…crederà che siamo entrate lì" leggeva benissimo negli occhi di Sora terrore e sapeva che la seguiva solo perché non capiva più nulla.
"Noi andremo da Andrea. È un tossico, gli ho dato un po' di soldi per comprarsi la droga…lui in cambio ci darà dei vestiti e documenti nuovi. Ovviamente un alloggio dove potremo coricarci stanotte."
"Mimi…" Takenouchi si era fermata sotto un lampione, "Che fai? Spostati oppure il ciccione ci scova!" con un forte strattone spostò la ragazza in un altro vicolo, "Mimi, hai organizzato tutto?" l'amica annuì, "Ero sicura che saresti venuta…beh, avevo pianificato un po' diversamente, ma tutto procede come previsto" Sora si fermò di nuovo, "Ma come facevi se eri a New York…come fai conoscere questo paese?"
Tachikawa si fermò osservando qualche secondo l'edificio che aveva davanti, "Non ora…Tutto ha il suo tempo. Vieni siamo arrivate."
Con passo deciso le ragazze entrarono in quello che un tempo era un ospedale, bruciato varie volte da ragazzini ora misteriosamente scomparsi.
"Perché non mi dai nessuna spiegazione?" la voce della ragazza era stridula, "Ti darò ogni informazioni quando saremo in Francia" "Cosa andiamo a fare?" Mimi si voltò di colpo verso l'amica fissandola con gli occhi marroni, leggeva chiaramente il disagio nel viso di Sora, ma prima dovevano trovare TK e poi tornare a Tokio.
Diede di nuovo le spalle all'amica e continuò ad attraversare il corridoio, fermandosi ogni tanto, giusto il tempo per far vedere a Sora dove doveva girarsi.
Giunsero in una stanza spoglia, vi era solo un caminetto e un quadro abbastanza grande, Sora osservò il ritratto di una splendida donna della quale i capelli erano decorati da una miriade di diamanti.
Senza aspettare che l'amica distogliesse lo sguardo dal dipinto, Mimi spostò l'oggetto facendo comparire davanti a loro un buco che perforava la parete, salì sotto gli occhi stupiti della ragazza, "Su, dammi la mano…Non abbiamo molto tempo" Sora alzò ambedue le braccia e si fece trasportare verso l'alto.
Scivolarono lungo il muro della stanza segreta, per passare in un rude caminetto, "Bene siamo arrivate!" disse trionfante "Non sei felice? Ora potremo riposare!" la felicità di Mimi fece strapare un risolino divertito a Sora che indagatrice osservava ogni centimetro della stanza.
"Dormiremo qui?" "No, lassù!" la magra mano della ragazza indicò il campanile della chiesa vicina, "Ma…Ma avevi detto che eravamo arrivate" Sora non sembrava per niente convinta della lealtà dell'amica, "Infatti! Qui ci ristoreremo. Molti giovani vengono in questa stanza per mangiare e lasciano degli avanzi…chissà forse troveremo anche dell'acqua, ho una sete!"
'Avanzi?' Sora non ci poteva credere, Mimi era davvero finita così in basso?

Sora scrutò la mezza barretta che aveva in mano, mentre Mimi succhiava l'osso di un pollo strappando la poca carne che gli era rimasta attaccata.
"Tachikawa…? La mia testa è piena di domande e congetture, sto ancora tremando dalla paura e non so più di chi fidarmi…Mi hai detto poco e niente di M4, di chi stia cercando di ucciderci e chi ha rapito i miei genitori. Credermi, non voglio anticipare i tempi, ma…Sono così confusa e voglio solo rimettere in ordine i miei pensieri."
"Abbiamo bisogno di qualcun altro…Ti prometto che appena avrò trovato chi cerco ti…Vi racconterò tutto, ma ora non nominare più M4 e il mio nome…Ormai cambieremo identità, mia cara amica…Saremo altre persone."
Sora abbasso lo sguardo per incrociare ancora il cioccolato, "Dovremmo mangiare sempre così?" "Solo quando aspetteremo i nuovi documenti e ti assicuro che cambieremo molto spesso la nostra identità!" sorrise porgendo all'amica una bottiglia di birra, "Non fare quella faccia, devi prendere ciò che passa il convento!"

"È mezzanotte, andiamo da ora in poi le campane non suoneranno più. Così avremo tutto il tempo per prepararci le nostre parti."
Mimi si alzò e si diresse verso un angolo della sala, ritornando con un bastone in mano sul quale un estremità vi era un gancio di metallo arrugginito.
Con abilità la ragazza afferrò quello che doveva essere un lucchetto e tirò verso di sé, subito scese una robusta corda. Salì velocemente lasciando il bastone nelle mani dell'amica che lo nascose sotto a una vecchia trave.
Con forza si trascinò verso il soffitto, "Tutto bene?" "Si. Mi bruciano solo un po' le mani…" "Tieni è una crema, l'ho usata per i primi tempi…" disse abbassandosi per chiudere di nuovo la vecchia botola.
Si rialzò dirigendosi verso uno scafale pieno di libri impolverati, "Sono sicura che è qui…" "Cosa?" "IIZ…il sistema di Ipno…Deve essere qui, Jenny me l'ha descritto chiaramente dove dovevo cercare…" Mimi prese a frugare tra ogni libro e oggetto dello scafale, "È una struttura chimica e informatica che ci impedisce di vedere la realtà, per questo le è stato dato il nome Ipno: il dio del sonno."
"Non capisco…" "Nemmeno io capivo le spiegazioni di Jenny, ma mi disse che se avessi trovato questo sistema insieme avrei trovato la risposta alla mia domanda. L'unica cosa è che non so…" Mimi si azzittì all'improvviso prendendo un grosso libro dalla copertina blu.
Scrutò il titolo semi cancellato "Progetto di Annullamento…Credo di averlo trovato…IIZ deve essere tra queste pagine" "Ma come riconoscerlo? Sono tutte piene di formule…" "Almeno che non sia tutto questo…" "Questo vorrebbe dire che…" l'amica annuì, "..Ci sono altri libri o parti sparse per il resto del mondo! Sarà un impresa questa volta salvare DigiWorld!"


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Allora, che ve ne pare???

Aspetto commenti, se volete... ^__-

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Capitolo 4
*** M4 ***


Nuova pagina 1

M4


Aprì piano, piano gli occhi trovandosi davanti il viso di Mimi, per un attimo fu tentata di coprirlo di baci ma subito si riprese.
"Che ore sono?" chiese girandosi dall'altra parte ancora confusa dal suo desiderio, "Le quattro, su alzati! Il treno parte fra pochi minuti" "Il treno? Ma non dovevamo andare in Francia?" l'amica annuì "Così ci metteremo un secolo!" si lamentò alzandosi dal materasso posto lì per la notte da Andrea.
"Ci metteremo meno del previsto vedrai!" Sora guardò sospettosa l'amica, "Perché mi guardi così?" "Tu mi nascondi qualcosa…" "Ma no, che dici? Ma tu guarda che ore sono, dai muoviti a vestirti che dobbiamo partire!" così dicendo la ragazza si precipitò giù da una botola atterrando su una grossa trave.

Mimi diede un'occhiata all'amica rimasta qualche metro più indietro. Il volto coperto da una sciarpa rossa, il corto capotto blu, la gonna di velluto verde, i capelli tinti di biondo, le lenti a contatto azzurre…sembrava proprio un'altra ragazza. Sorrise compiaciuta della sua opera d'arte, mentre diede un occhiata al suo aspetto riflesso ad una vetrina: I corti capelli neri tenuti sotto ad un capello di una stupida squadra di calcio, gli occhi coperti da occhiali da sole le mani affondate in un enorme spolverino grigio, i pantaloni maschili a quadri…Si, doveva ammettere che sembrava davvero un ragazzo.
"Non vuoi sapere di M4?" chiese alla ragazza che la stava inseguendo, "Eh?" "Ci basta andare a Parigi e saremo in tre…in tre capisci? Dopo potremo richiamare tutti gli altri digiprescelti…" sussurrò "Non è questo che vuoi anche tu? La salvezza di tutto ciò a cui vogliamo bene?" Sora annuì avvicinandosi all'amica.
"Promettimi che però dopo non ci saranno segreti…" "Te lo giuro…Saremo di nuovo unite come un tempo!"

Il treno era affollato e le due ragazze riuscivano a malapena a restare in piedi, "La prossima è la nostra fermata!" Mimi si girò verso l'amica che finalmente aveva di nuovo quel sguardo combattivo che tanto invidiava.
Appena le porte si aprirono scesero, erano davvero esauste per il tragitto, entrarono in un ristorante bar.
"Siamo arrivate giusto in tempo…guarda là!" disse indicando con il capo il balcone ove stava un giovane biondo, 'Quel viso l'ho già visto da qualche parte, ma certo è…' subito guardò Mimi che un dolce sorriso assicurò la sua risposta, "Tu lo sapevi, vero?" "Certo…Barista! Una birra per favore…" "Subito."
Takero versò la bevanda tedesca in un boccale e lo porse al ragazzo che gli stava davanti, "Allora cosa stavi dicendo di DigiWorld?" chiese quest'ultimo alla ragazza, che imbarazzata mandava occhiate sia al fidanzato che a lui.
"Beh…gli Angemon…i digimon della luce, saranno uccisi dal…" "Scusate" Takaishi aveva abboccato all'esca ed ora stava entrando nella discussione, "Voi sapete di…DigiWorld?" Sora sorrise mentre Mimi sorseggiava la sua ordinazione, "Non qui digiprescelto…Vieni con noi…" "Ora?" "Si…Oppure non riuscirai a salvare il tuo digimon."
Takero si diresse con i nuovi arrivati verso l'uscita dando occhiate furtive in giro, sperando di non essere visto.
"Uff…Ci è mancato poco…" si bloccò vedendo la ragazza ridere a crepapelle, "Cosa ho detto di tanto divertente?" "Dai Sora smettila…TK è la nostra ancora di salvezza…" il ragazzo osservò sbalordito la scena, come aveva chiamato la ragazza…Sora?
"Ehi! Che cavolo sta succedendo? Che ci fate voi due qui?" chiese irritato dalla figuraccia fatta davanti alle due più grandi amiche di suo fratello.
"Allora? Vuoi spiegarmelo tu Mi…" la ragazza gli chiuse la bocca con la fredda mano, "Zitto! Io ora mi chiamo Makoto Kazawa, e lei Yukari Sawada…Vieni parleremo in un luogo sicuro…" il ragazzo annuì 'Ste ragazze sempre così complicate!'

Entrarono in una chiesa, scesero i sotterranei per trovarsi in una stanza isolata dal resto del mondo.
"Qui è perfetto!" l'improvvisa esclamazione di Mimi fece sobbalzare gli altri ragazzi, "Che avete? Siamo un casino fuori dal mondo e voi vi spaventate così?" sembrava divertita dalla reazione dei ragazzi.
Ci furono secondi di silenzio che vennero infranti dalla voce di Sora, "Ora Mimi ci puoi spiegare tutto…M4, il Mare Oscuro…i rapimenti…" "Ti avevo promesso spiegazioni ed ora le avrai, così come l'avrà Takero."
La ragazza tirò fuori da uno zaino una busta di plastica piena di fogli che estrasse con velocità, "Innanzitutto DigiWorld, la Terra e il Mare Oscuro non sono gli unici mondi esistenti, uno di questi è M4. Esso non è un mondo Digitale o come il nostro, ma ben si una sorta di unione che crea uno stato di armonia e perfezione.
M4 è composto da esseri mostruosi Sadua e dai Giga, una razza superiore a noi, essa ci guida e ci esamina in quello che noi chiamiamo Terra, in realtà una prigione digitale creata apposta per noi, anche i digimon essendo i primi dominatori di Mega-Y furono catturati e rinchiusi a DigiWorld… Il problema non è mai esistito finché un gruppo di bambini fu trasportato nella seconda prigione chiamata Ladron…Quei fanciulli eravamo noi. Capite? Noi abbiamo messo in allerta i Giga."
"L'oscurità che avvolgeva DigiWorld? Era solo un'invenzione?" "No Takero. I digimon avevano sempre avuto bisogno d'aiuto e noi siamo corsi, solo che ciò non era previsto su Mega-Y.
Credevano che con il lungo andare il portale si sarebbe chiuso, ma le loro speranze finirono il giorno in cui fummo chiamati per la quarta volta…Lì i Giga avevano capito del nostro aumentare di sapienza e presto ci saremmo accorti della gabbia in cui ci avevano messo…
Alcuni uomini tenuti su Omega-8 si ribellarono e scapparono con i progetti di Ipno e la pietra di HAAL, atterrando sulla Terra grazie a un portale.
Ora Noi abbiamo trovato una parte del progetto che ci ruba lentamente i nostri ricordi e stravolge le nostre visioni: IIZ.
Da qualche anno hanno riaperto il varco che ci consente di ritrovare la nostra mente, ma ora i Sadua ci cercano sotto sembianze umane.
Jenny, una digiprescelta come noi è riuscita a mandarmi queste, c'è ogni minimo particolare su Mega-Y e i suoi abitanti…suo padre era uno degli uomini scappati."
Il silenzio calò nella stanza mentre i ragazzi sfogliavano avidamente le pagine ricevute…Mimi aveva ragione su quei fogli vi erano tutte le informazioni che lei in grandi linee aveva spiegato.
"Hai parlato anche di WYRD, cos'è?" Sora osservò curiosa l'amica che frugava nel fondo dello zaino, "Questo!" esclamò trionfante facendo comparire davanti gli occhi curiosi di Sora un dischetto.
"Cosa contiene?" "Informazioni utili sul Destino di tutti noi…Capite? Loro sanno tutto perfino come moriremo…" "Questo però non l'hanno previsto!" schernì Takero "Ci potrebbe essere utile, ma per entrarci dovremmo avere la password…"

 

 

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Capitolo 5
*** Chi sei? ***


Chi sei

Chi sei?


Tai scrutava l'uomo affianco al lui, aveva almeno cinque anni in più di lui, perciò la differenza d'età tra lui e sua sorella era otto anni, proprio non vedeva cosa ci fosse in quell'essere superficiale che potesse attirare Hikari.
Mandò un'occhiata furtiva alla sorella che rideva ad una battuta di quel citrullo ammuffito, incrociò le braccia, forse era giunto il momento di parlare con Hikari.
"Taichi? Taichi Kamiya, come osi non ascoltare una persona mentre ti parla?" il rimprovero di sua madre lo fece tornare alla realtà, "Scusate…Stavo pensando" Yuzo alzò la mano in segno che non importava inghiottendo le poche patate che aveva sulla forchetta.
"Domani io e Hikari andremo all'opera, e mi chiedevo se volessi venire anche tu con una tua amica" 'Ma quell'imbecille lo sa che ho studiato per tutti questi anni in Brasile? Come faccio avere amiche qui a Kioto?'
A sua malgrado rispose che avrebbe fatto il possibile per andare con loro, infondo voleva tenerlo sott'occhio.
"Hikari…" per la prima volta dopo il suo arrivo aveva rivolto la parola alla sorella, "…O-Oggi dobbiamo parlare."

Taichi sospirò profondamente, finalmente se ne era andato! 'Non lo sopportavo più quel Baka! È così…uff…Non c'è un modo esatto per definirlo, viscido, schifoso…No, sono solo diminutivi per quel tizio!' furioso lanciò la vecchia palla da calcio contro il muro che rimbalzò ed andò a sbattere contro la porta che si stava aprendo.
"Non si bussa più, mamma?" "Sc-Scusami, non volevo disturbarti…Ma tu prima hai detto…" la voce timida della ragazza si bloccò osservandolo "Tu sai vero di cosa dobbiamo parlare?" Hikari annui.
Il ragazzo si sedette sulla scrivania, si guardò in torno e prese la piccola palla da baseball roteandola delicatamente nelle mani.
"Quando…War Greymon si era ferito ho perso la testa. Non capivo come un digimon se pur malvagio e potente, potesse uccidere altri suoi simili, allora ho preso quello che tutti dicevano il mio ruolo e diedi l'ordine a Joe di usare Ikkakumon come barriera…Lui non voleva e io invece insistetti, gli dissi che il suo digimon non valeva niente e che se voleva rendersi utile doveva fare da muro protettivo…"
"Tai, non serve che mi dici…" "Invece si! È stata tutta colpa mia se il gruppo si è diviso…Dovevo ascoltarti Hikari…Il tuo digimon e quello si Takero avevano raggiunto una digivoluzione superiore a quelle solite…Potevate evitare tutto, invece io…Io ho voluto fare di testa mia!"
Copiose lacrime rigarono il volto del giovane, che lasciò cadere la palla, "Non è stata colpa tua Taichi. Tutti avevano il loro orgoglio e credevano di fare come volevano…Perfino io e TK. Ricordi? Siamo andati con i nostri digimon sopra una montagna, da lì potevamo attaccarlo alle spalle, ma non avevamo fatto i conti con Setomon…Se avessimo saputo attaccarlo…Forse tu non ti saresti ferito..."
"Non piangere Hikari…Tutti abbiamo fatto degli errori, ma il più grande è stato quello di non ascoltare voi due…Ed ora guardarci!" l'ultima frase era uscita sottoforma di uno strillo che fece rabbrividire la ragazza, "Non sappiamo nemmeno consolarci come un tempo! Abbiamo perso tutti i nostri amici, tu hai perso TK!"
"Forse…Forse era il destino, Tai." Hikari tirò su con il naso, a stento tratteneva i singhiozzi, "Probabilmente lui ora è sposato con due bambini…Non ha mai ricambiato il mio amore…" le mani forti del fratello le strinsero le spalle con violenza, "Non esiste il destino! Siamo noi che ci costruiamo il futuro!"
"Non è vero! Secondo te io avrei deciso di incontrare Gatomon? Oppure Takero? Se non esistesse, tu e Joe non vi sareste mai conosciuti, non avresti mai degnato di uno sguardo Koushiro e probabilmente nemmeno Mimi!
Il destino esiste, solo che non siamo riusciti a gestirlo…Se fosse stato così…Io non mi sposerei con Yuzo…"
Hikari scrollò le mani del fratello dalle sue magre spalle, non sopportava quel contatto, lo aveva rinnegato come fratello da parecchio tempo, da quando aveva mandato a morire Ikkakumon.
Lasciò la presa, portandosi le mani davanti agli occhi si mise ad urlare tutta la sua agonia.
"Taichi!" la madre era entrata spaventata nella stanza del figlio, le gelò il sangue per la scena che aveva davanti: Il figlio rannicchiato in un angolo della scrivania che urlava e piangeva come un pazzo; la figlia seduta sul letto di Tai che osservava il vuoto davanti a se come se ci fosse stato qualcosa.
"Mamoru…" bisbigliò stringendosi al petto del marito, "Dove sono finiti i miei bambini?" nascose il capo nell'incavo della spalla piangendo silenziosamente.

Taichi entrò nella stanza della madre che disperata stava discutendo con suo padre della sua questione, "…Non sai nemmeno tu cosa sia successo a DigiWorld quel giorno, come osi dirmi che io non posso capire…"
Si sedette silenziosamente sulla prima sedia che trovò e osservò il padre sbiancare e fare cenno alla madre di girarsi.
"Io…io vi devo delle scuse. Non avrei dovuto fare quella scenata, ma ho capito subito a cosa pensava Hikari e mi sono spaventato…Vi giuro che non succederà più…"
"Tai, non ci dici tutto vero?" il ragazzo abbassò lo sguardo mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore, "Cos'è successo cinque anni fa a Digi…?" "Non posso dirti nulla…Ho già tradito abbastanza i miei amici, lasciami almeno questo giuramento" si era alzato di colpo e si stava avviando verso la porta "Prima non volevo dare tutta la colpa a Hikari…Mi sono spiegato male, la colpa è mia ed lei me lo ha solo ricordato."
Aveva chiuso la porta e se ne era andato in camera senza degnarla di uno sguardo.
'Scusami Tai…Non volevo farti percepire il mio ribrezzo, la mia paura verso di te…Scusami '

Il ragazzo osservava l'edificio marrone che gli stava davanti, aveva giurato di non ritornare più ad Odaiba, eppure ora era lì ad osservare la scuola dove aveva conosciuto Daisuke e gli altri.
Sospirò, 'Perché sono venuto qui? Volevo farmi un giro, ma non così lontano e soprattutto non in questo quartiere…Qui è iniziato tutto…'
Camminò lungo il marciapiede stringendosi nel capotto, faceva davvero molto freddo e lui detestava in climi rigidi, aumentò la velocità del passo sperando di trovare un bar aperto.
Un Babbo Natale di cartone attirò la sua attenzione, sopra di esso vi era una scritta, "Giglio Notturno" come dimenticarselo? Ci aveva passato un casino di pomeriggi in quel bar, forse poteva farci un salto.
Sollevato dall'idea di una tazza di cioccolato bollente entrò nel locale, era piuttosto vuoto ma non vi erano tavoli liberi.
"Taichi?" una voce monotona lo chiamò da un tavolino posto in un angolo semi nascosto, lì tra miriadi di fogli vi era Yamato, il suo più caro amico di un tempo, fu tentato di andargli incontro, ma poi si ricordò il giuramento e ritornò sui suoi passi.
"Taichi!" Matt gli afferrò il braccio e lo obbligò a girarsi, "Perché non mi guardi Tai?" il ragazzo teneva con forza gli occhi chiusi, non voleva assolutamente guardarlo, sapeva che se lo avrebbe fatto tutte le sue difese si sarebbero distrutte.
"Mi sei mancato" e si sentì avvolto da due magrissime braccia per qualche secondo, aprì prima un occhio poi l'altro, aprì la bocca ma da essa usci solo un filo d'aria calda.
Si scostò dall'abbraccio per accarezzare il viso dell'amico, "Cosa ti è successo, Yamato?" "N-Nulla, sono solo dimagrito…Tu invece sei bellissimo…" tossì per poi incominciare a camminare, "Vieni, fa freddo qui fuori, ti porto a casa mia…" Taichi lo segui per qualche secondo, "Abiti ancora qui? Credevo che fossi partito…" "TK se ne andato in Europa tre anni fa e io non ce lo fatta ad allontanarmi da qui…Dimmi piuttosto dove sei stato per abbronzarti cosi!"

Entrarono nell'appartamento, "Puoi mettere il giaccone sull'attaccapanni…Sai dov'è, no?" l'amico annuì.
Si ricordava benissimo ogni centimetro di quella casa, ci aveva passato estati intere quando il padre del proprietario non c'era.
"Ti sei fidanzato?" subito dopo si tappò la bocca, così sembrava che lo avesse invitato apposta solo per quello, "Scusa! È un vizio che non ho perso…" "No" la risposta di Taichi giunse inattesa alle orecchie di Matt, che distrattamente versò il the sul tavolo, "Tu? Ti sei trovato…qualcuno?" Yamato scosse la testa mentre cercava di rimediare al pasticcio.
"Ecco" disse porgendogli la tazza fumante, sedendosi accanto, "Tu…Non bevi?" il biondino scosse la testa mettendosi ad osservare davanti a se, non doveva fargli credere che lo desiderasse ancora oppure sarebbe fuggito come l'ultima volta.
L'imbarazzo invase la casa calandoli in un mantello di silenzio, nessuno dei due sapeva cosa dirsi, entrambi con una miriade di storie divertenti da raccontarsi.

Taichi posò la tazza sul tavolo e si avvicinò pericolosamente all'amico, "Mi sei mancato anche tu" sussurrò facendolo voltare sorpreso.
Ora i loro visi erano a pochi centimetri di distanza, quanto desiderava baciarlo…Si alzò e si diresse verso la cucina, "Mi dispiace, non avrei dovuto fermarti…Insomma siamo qui da bel po' e non ci siamo detti nul…" si bloccò sentendo le braccia dell'amico circondargli la vita e aderirlo sul suo torace.
"Avvolte i gesti valgono di più…" Yamato appoggiò le mani su quelle di Tai, "Avvolte invece è il tempo che vale" si lasciò sfuggire dalla stretta per girarsi, e trovarsi lo sguardo trafitto e sanguinante dell'amico, che gli domandava perché.
"Se mi hai rifiutato anni fa…perché ora dovresti amarmi?" "Perché dici questo? Io…Io ti ho sempre amato…" Yamato scosse con forza la testa stringendo gli occhi per non piangere, "Quel giorno sei scappato, Tai! Te ne sei andato, spaventato della mia dichiarazione!"
"No! Ero spaventato si, ma da ciò che io provavo, da tutte quelle sensazioni…Non volevo offenderti…Io ti amavo…" si avvicinò di nuovo all'amico, "Perdonami"
"Sono passati anni…perché solo adesso?" "Avevo giurato…giurato che non vi avrei fatto più soffrire…che sarei scomparso dalla faccia della terra per voi, per non vedervi piangere e per non piangere come quel giorno…"
La mano ossuta di Ishida accarezzo la guancia ambrata dell'amico scacciando una lacrima, aveva aspettato così tanto quel momento, se lo aveva immaginato, sognato, ed ora era diventato realtà.
"Sei uno stupido! L'unico modo che potevi farmi soffrire era andartene facendomi capire che mi disprezzavi…Stupido!"
Taichi prese la mano di Matt e la baciò sul palmo, "Non posso…Chi mi assicura che tu non ti fai beffe di me e che dopo te ne andrai?" "Nessuno" 'Ma io ti amo…Yamato non sai nemmeno quanto ti ho pensato…quanti amplessi ho sognato con te…Ti prego non cacciarmi via…'
Leggeva chiaramente nei suoi occhi la voglia di lui, solo e nient'altro che lui, "Non posso…Credo che sia ora che tu vada…Salutami Hikari."

Aveva ritirato la mano, gli aveva tolto il nettare dalla bocca e cacciato discretamente da casa, ma prima di farlo andare via lo aveva raggiunto e dato un leggero bacio sulle labbra.
Era ciò che gli rimaneva, solo quella sensazione di beatitudine, la voglia di stringerlo e averlo… Osservò una coppia di fidanzati uscire da un pub e baciarsi avidamente.
'Se solo io non fossi stato così stupido…Se solo tu mi avessi accettato ora…Se solo potessimo vivere una intensa storia d'amore…Io sarei al settimo cielo…'
Si alzò dalla panchina e si diresse verso un vicolo buio, almeno da li poteva osservare la finestra della cucina e probabilmente Yamato non lo avrebbe visto 'Resterò qui amore mio…Resterò finché il mio cuore non smetterà di battere!'
Sentì dei passi fermarsi a pochi metri da lui, "Sei tu Taichi Kamiya?" chiese una voce alquanto stridula, "Chi lo cerca?" "Io…" il ragazzo non ebbe nemmeno il tempo di aprire la bocca che si ritrovò a terra con una pallottola conficcata nel braccio destro.
Non si mosse, non riusciva nemmeno a respirare, i suoi occhi ruotarono per qualche secondo e poi fu buio.

 

 

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Capitolo 6
*** Gocce di sale - part 1 ***


Nuova pagina 1

Atto decisivo

Gocce di sale - part 1


Yamato accarezzò il volto arrossato dell'amico, aveva sentito lo sparo e quando aveva scoperto che lo sfortunato era lui si era spaventato da morire.
'Stupido! Anche questo mi fai? Vuoi vedermi morire?' si strofino una mano sotto il naso toccando così anche qualcosa di bagnato…lacrime… 'Non piangere Matt! Fatti forza…Fatti forza!'

[Kamiya]

Buio. Intorno a lui vi era solo buio, rimase fermo ad pensare…ad escogitare una via di fuga…
"Allora Izzy? Perché ci hai chiamato?" una voce femminile attirò la sua attenzione, dietro di lui una luce rifletteva l'immagine di una ragazza dai lunghi capelli Rosa e dal completo aderente, 'Quella è Mimi…Ma dove sono finito?' Taichi si avvicinò velocemente alla rosea ragazza.
"Gennai mi ha contattato, c'è un nuovo pericolo a DigiWorld…" "Non problem! Ci disferemo anche di lui in un batter d'occhio!" un ragazzino dai capelli color prugna si alzò facendo segno di vittoria, "No, Daisuke. Questo non è un digimon qualunque…è mille volte più potente degli altri che abbiamo sconfitto…Mille volte più distruttivo..." Mimi emise uno squittio portandosi una mano alla bocca, gli occhi marroni si riempirono di terrore, mentre il viso impallidì ancora di più di quanto lo era, "Non può essere vero…" borbottò "Un digimon del genere non dovrebbe esistere…"
Sora si avvicinò lentamente all'amica, anche lei spaventata da ciò che poteva accadere, l'abbracciò mostrandole tutto l'affetto che provava, mentre foglie rigide di svariati colori autunnali danzavano intorno a loro, "Hai ragione. Certe creature non dovrebbe nascere, ma è così da per tutto e noi possiamo solo accettare le leggi della natura…una natura crudele e spietata che potrebbe essere la nostra rovina, ma anche…anche la nostra gioia più profonda."
Erano state solo parole sussurrate al vento cadute su tutti i ragazzi, troppo pesanti per esso.
'Povera ragazza, è troppo dolce per poter combattere contro certe creature…I sensi di colpa e il dolore, la stanno divorando lentamente e presto lei non sarà più la stessa '
Gli occhi neri del ragazzo si spostarono da Mimi a Sora, due splendide ragazze costrette a diventare una macchina da guerra come loro del resto.
"Potremo organizzarci…" "Gli attacchi non vengono quando noi vogliamo, Tai! Questa volta è una battaglia vera e propria!" Yamato aveva alzato la voce evidentemente preoccupato per la sorte di DigiWorld, si girò verso il fratello "Forse è meglio che tu e Hikari restiate a casa…" "Non se ne parla proprio! Dimentichi forse che abbiamo noi le digipietre più forti? Che noi siamo digiprescelti proprio come te e gli altri? Non credere di poter decidere la mia vita solo perché sei mio fratello, io vengo a salvare il mondo di Patamon!" "Calmati TK…" senti una delicata carezza sulla nuca scivolare sul collo per poi fermarsi sulla spalla sinistra, "Ascoltami, anch'io verrò con te a DigiWorld, ma non è con la rabbia che potremo sconfiggere il nostro nemico. Cerca di calmarti e non permettere all'odio che provi verso l'oscurità di invadere il tuo animo di luce."
Si girò con il capo, lì alla sua sinistra Hikari lo guardava teneramente e gli sorrideva, i lunghi capelli erano legati da un nastro rosso, lo stesso colore del vestito che indossava che leggero si faceva trasportare dal vento, mentre il capello di paglia si allontanava. Le guance leggermente rosee, le labbra luccicavano grazie al lucidalabbra all'arancia, il collo coperto da un foulard rosso trasparente che scioltosi dal nodo se ne stava andando anche lui, le maniche del vestito erano fatte ad uncinetto e risaltavano la candida pelle della ragazza.
Abbassò lo sguardo percorrendo le linee del bacino e delle gambe nude, fino ad arrivare ai piedi decorati da scarpette che osservavano lo stesso colore degli indumenti.
Mai l'aveva vista così bella. Sorrise, "Va bene Hikari."
"È inutile Matt, anch'io non vorrei che mia sorella venisse, ma è una digiprescelta e non sarebbe giusto escluderla dalla battaglia…" "OK! Non aggiungere altro, ho capito…" 'Spero solo che TK usi il cervello…' scostò gli occhi azzurri sul ragazzo in questione, '…Sono sicuro che Hikari sia nata per stargli accanto…È la sua ancora di salvezza, ma nello stesso tempo anche per lei TK è messo sopra un piedistallo…' ritornò con lo sguardo sull'amico, "…Lascerò a lui decidere la sua vita."
[Fine]

Yamato accarezzò la mano di Taichi, gli sembrava ancora di sentire quella fraterna pacca sulla spalla che gli diede cinque anni fa.

[Ishida]

Takero si era finalmente staccato da Hikari e si dirigeva verso la ragazza che correva verso di loro, "Ehi, Miyako! Hai perso l'inizio!" urlò alzando un braccio in segno di saluto, "Lo so, ma ho delle grandissime novità…" si fermò riprendendo fiato, "Gennai mi ha annunciato che c'è un nuovo pericolo…"
"Lo sapevamo già!" come sempre Daisuke aveva un tatto da elefante, "…Ah si? Bene allora sapete anche che può creare altri digimon leggermente meno forti di lui?" da sotto l'enormi occhiali la ragazza scrutò quello che prima l'aveva fermata.
Hikari subito si strinse alla persona più vicina che teneramente gli accarezzò i capelli, ora anche il foulard era sparito dalla sua gola e si librava davanti ai suoi occhi coprendo al resto della compagnia i suoi grandi occhi scuri che lentamente si riempivano di lacrime.
Da canto suo Joe non sapeva proprio come fare per dare un po' di pace agli amici, aveva praticamente passato la vita a studiare diventando così una vera macchina e sui libri non aveva trovato scritto come si poteva calmare l'animo travagliato di un amico e tanto meno di splendide e innocenti creature come Hikari e le altre ragazze.
Smise di accarezzare i morbidi capelli della ragazzina, per prendere il pezzo di stoffa che s'alzava verso il cielo, afferrato lo diede alla proprietaria, "Mai nessuno potrà consolarci dal dolore che ci incombe già nel cuore, ma una cosa è certa…Noi siamo uomini e possiamo anche dimostrarci deboli e lasciare che le lacrime solchino le nostre guance."
Il silenzio si era formato tra i giovani digiprescelti, quelle strane parole erano riuscite e colpirli ancora più forte di quelle pronunciate da Sora. Ora non erano macigni che schiacciavano il loro gracile corpo, ma bensì montagne.
Il sorriso radioso di Hikari fece splendere ancora una volta nella nera giornata dei digiprescelti, quel gesto era per Joe che inconsapevole le aveva dato una via di scampo...le aveva detto che poteva piangere e odiare senza vergognarsi, aveva affermato che nessuno poteva consolarla se lei per prima non si umiliava…si liberava…Ora sapeva che qualcosa poteva fare, non si sarebbe nascosta dietro una maschera di silenzio, bensì si sarebbe lasciata affogare dalle lacrime…lacrime che l'avrebbero salvata!
D'istinto abbracciò il giovane che l'avvolse tra le grandi braccia ricominciando a tormentarle i capelli un gesto che le dava fiducia.
[fine]

Matt chiuse gli occhi, era stato all'ora che aveva capito quanto l'amava e che avrebbe voluto passare ogni istante con lui…Il suo Taichi.

[Ishida]
"Ehi! Non prenderti tanta confidenza con mia sorella!" Tai si era voltato verso l'amico che subito abbandonò le braccia lungo i fianchi allo sguardo fulminante del ragazzo, "Cosa stai dicendo? Non vedi che la stava solo consolando?" "Consolando un corno! Lui è solo un pianta grane, non hai sentito ciò che ci ha detto? Dice di mostrarci vigliacchi e stupidi davanti a tutti!" la grossa chioma del ragazzo si muoveva su e in giù ad ogni parola, la mano chiusa in un pugno mentre la giacca scolastica gli cadeva dal braccio spargendosi sull'umida terra.
"Tai! Cosa stai dicendo…?" Joe non ebbe nemmeno il tempo di finire la frese che si ritrovò per terra con la guancia dolorante, non aveva mai ricevuto un pugno prima e non aveva mai creduto che facesse così male, ma infondo l'aveva ricevuto da uno che faceva a botte ogni giorno era normale che avesse usato più forza di qualsiasi altro.
"SMETTILA!" Hikari si era messa fra i due ragazzi, le braccia spalancate gli occhi ricolmi di lacrime, "Spostati!" scrollò con forza il capo "No! Se vuoi colpirlo ancora devi prima colpire me!", ora stava piangendo ed osservava la figura annebbiata del fratello dietro a quelle gocce salate.
Gli occhi di Taichi si dilatarono, insieme a sua sorella si era unito anche Takero seguito da Daisuke e Iori, i loro corpi facevano da scudo a quello che doveva essere un universitario, 'Stupido…Si fa proteggere da dei ragazzini!'
"Non fate così ragazzi" la voce calma di Joe sovrastò il muro dei digiprescelti, alzandosi finalmente da terra ergendo la sua maestosa figura perfetta, i lunghi capelli che si muovevano alla sua destra e un piccolo ciuffo di frangetta blu gli svolazzava davanti agli occhi. In mano teneva gli occhiali da vista dalla leggera montatura -completamente diversi da quelli che teneva quando l'avevano conosciuto-, la camicetta bianca era leggermente sporca di sangue sulla spalla destra e lo stesso liquido gli scendeva sul mento colorando le meravigliose labbra di rosso.
"Se vuoi colpirmi Taichi fallo, ma ricordati che ora non è il tempo, un'altra dura battaglia stiamo per compiere e forse sarà l'ultima" allargò le braccia avanzando tra i ragazzini arrivando davanti a Tai, "Ricordati che dopo che mi avrai attaccato le regole saranno diverse…per tutti."
Kamiya abbassò la mano chiusa in pugno, 'Ha ragione, dannatamente ragione! Non lo sopporto quando è così, infondo sono sempre stato io il capo del gruppo non lui…Non un essere matematico come lui!' sbuffò voltandosi, "Vieni Hikari!" ordinò avviandosi giù dalla collina.
"S-Si" si voltò imbarazzata verso l'amico, "Scusalo è solo uno sciocco…" Joe le sorrise teneramente spettinandole i capelli, "Ora vado…Ciao!"
Si mise con calma gli occhiali sul sottile naso, la lente sinistra era ammaccata e non vedeva molto bene, calmo raccolse la giacca leggera che gli era caduta per la sorpresa del pugno, mai avrebbe creduto che Taichi si potesse accanire così contro di lui, la domanda però era: Perché?
[Fine]

S'alzò per andare a prendersi una tazza di caffè, non voleva lasciarlo da solo per quella notte, prima di abbandonare la stanza si girò e lo vide pallido, nudo nelle calde coperte del suo letto.

[Kamiya]

Hikari camminava dietro di lui, gli occhi bassi le mani che stringevano il foulard, "Non stai pensando a lui, vero?" "Non sono affari tuoi! Cercare una volta nella tua vita di non mettermi in imbarazzo è troppo per te?" si era fermata e lo guardava con determinazione mista a rabbia.
'No Hikari, io non ho mai voluto metterti in imbarazzo, solo che…' "…Lui è troppo grande per te" "Non dire scemenze! Io non centro nulla, di piuttosto che ti senti minacciato da lui! Non cercare di darmi di nuovo la colpa, lo so benissimo che tu vuoi rimanere il capo del gruppo, ma Joe è più maturo e sveglio…Sora ha più attenzioni per lui come Mimi del resto! Non riesci ad accettare che noi seguiamo i suoi discorsi invece delle tue battute, solo Matt e Dai ti ascoltano!"
"Non è vero…" "Perché non capisci Tai? Noi vediamo Joe come un amico a cui riporre la nostra fragile personalità, la nostra vita…Non come un leder…Non abbiamo bisogno di un capo, ma di organizzazione, comprensione…Lui riesce a capirci e insieme al tuo carattere fuori dal comune saremo guidati dal vero leder…Qualcosa che in una sola persona non si trova."
Cos'erano quelle? Lacrime? Aveva il coraggio di piange adesso che gli aveva perfino rivelato che preferivano Joe al suo posto?
"Bene volete Kido? Che sia, ma dopo non venite a chiedere a me se lui non sa come combattere…" "Sei uno stupido Tai!" Hikari si era messa correre nella direzione del parco piangendo tutte le lacrime che aveva.

Era arrivato sulla collina, c'erano ancora tutti perfino Joe, ansimava "Avete…Visto…Hikari…?" si appoggiò con una mano sull'albero più vicino, i capelli appiccicati alle tempie la maglia completamente bagnata, fecero capire agli altri che era da molto che la cercava.
"Tieni" il giovane dai lunghi capelli blu gli porse la propria giacca, "Non puoi rimanere così, ti potresti ammalar…" "Mia sorella è scomparsa e tu mi dai uno straccio?" l'aveva afferrato per il colletto abbassandolo fino al suo viso, "Non credere solo perché sei più vecchio di me…" "Adesso basta!"
Taichi si voltò verso l'interlocutrice, indossava una corta gonna blu come la giacca superiore che aperta faceva intravedere una splendida camicia bianca con un drappeggio all'altezza dello scollo che scendeva a V chiudendosi all'inizio del seno.
Portava dei corti calzini bianchi e delle scarpe che ad ogni passo facevano uno strano rumore come di tacco, e fu proprio quel suono che destò Tai dalla rabbia, "Sora."
"Devi smetterla! Non siamo qui per litigare bensì per studiare un piano! Vuoi cercare tua sorella? Bene ti daremo una mano, ma non ti azzardare più a trattare Joe in quel modo!" "Già! Lui voleva solo esserti d'aiuto e tu invece lo insulti!"
Anche Mimi si era unita a Sora e anche se indossava un cortissima gonna e una mogliettina che le arrivava fin sotto il seno bianche, un pullover rosa tenuto su un braccio mentre con entrambe le mani stringeva una mini borsetta, e delle scarpe decisamente troppo alte per correre; sembrava davvero una tipa determinata con il preciso intento di bastonarti se non l'ubbidivi.
'Stupide ragazze…Sempre a rompere…' "Va bene, avente vinto voi…Ora andiamo a cercare Hikari."
[Fine]

Matt rientrò nella sua camera con in mano una caraffa di caffè e una tazza piena della stessa bevanda, ricordava ancora quando Taichi aveva rischiato di prendere a pugni per la terza volta nello stesso giorno, Joe.

[Ishida]

Yamato aveva alzato lo sguardo verso il cielo al contatto gelido di una goccia sul naso, 'Dannazione! Sta per piovere…Accidenti Hikari! Ti credevo una ragazza intelligente invece…' smise di pensare vedendo una figura snella avanzare con sulle spalle qualcuno.
Sgranò gli occhi alla vista di Joe con Hikari addormentata sulla sua schiena, "Si è addormentata. Dimmi dove abita che la riporto a casa…" "Non credo che sia una buona idea, se Tai ti vede così… Beh nulla gli impedirà di spaccarti la facciaaaaah!" l'urlo di Matt svegliò l'amica che sbadigliò senza scendere da Joe, che osservava la figura di Taichi correre verso di lui sbraitando parolacce a non finire.
"Ti posso spiegare…" balbettò il giovane dai capelli blu, "Non c'è nulla da spiegare, pedofilo!" Hikari intanto era scesa ed osservava la scena, "Guarda che io le voglio bene come ne voglio a una sorella…" "Taci! So io cosa vuoi farle…"
Taichi atterrò sul duro asfalto, massaggiandosi la guancia sinistra, Joe era davanti a lui con un braccio ancora teso e il pugno saldo, l'aveva colpito.
"Non dirlo più! Non so cos'hai contro di me, ma non ti permetto di darmi dell'approfittatore e del pedofilo, perché io non sono così…" diede le spalle a tutto il gruppo di digiprescelti, per avviarsi verso casa "…Non so proprio chi hai conosciuto in questi anni."
[Fine]

Bevette un sorso che inghiottì a forza, non perché era amara la bevanda ma al ricordo di cinque anni fa…Osservò le stelle che già brillavano nel cielo…La notte era lunga e c'era ancora molto da ricordare…



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Capitolo 7
*** Gocce di sale - parte 2 ***


Nuova pagina 1

Gocce di sale - parte 2


[Ishida]
"Apriti Digivarco! Pronti digiprescelti? Attivarsi!" come sempre Miyako aveva tirato fuori il suo digivices urlando la sua frase che dava carica a chiunque le stava attorno.
I ragazzi si trovarono catapultati in una dimensione parallela su un'isola di ghiaccio, là, tra mille spuntoni vi era Gomamon che gli attendeva.
"Come mai ti fai vedere, eh? Sono mesi e mesi che ti aspetto e tu vieni solo per combattere…" la voce infantile del digimon aveva formato la solita frase di saluto per il suo digiprescelto che si abbassò e prendendolo in braccio lo salutò con un splendido sorriso.
Erano anni che non si vedevano ma già ogni dissapore era sparito, tutti i digimon si chiedevano come Joe fosse riuscito a domare l'animo ribelle e aspro di Gomamon, l'unico digimon che riusciva ad allontanarsi anche dal proprio branco.
Coperto da una copertina di lana e tenuto saldamente nelle braccia di Kido, il digimon guidava i digiprescelti verso la meta più sicura per quella notte, sperando solo di non trovare nemici.
"Stop!" urlò sbucando con la testa fuori dal caldo riparo, "Siamo arrivati" disse orgoglioso di aver portato in salvo il suo amico Joe.
Gli sguardi curiosi e storditi dei ragazzi osservavano la vasta valle desolata, solo qualche albero spoglio qua e là fungeva da recinzione insieme a massi congelati e coperti da un sottile strato di neve.
"Ben fatto Gomamon!" Joe sorrise mostrandosi davvero entusiasta del luogo messo a loro disposizione.
"Ma dico siamo impazziti? Qui si gela!" Mimi si massaggiava furiosamente le nude braccia cercando di darsi una sensazione di caldo, ma ad ogni suo movimento si sentiva gelare ancora di più, alzò lo sguardo verso l'amico che teneva stretto il digimon, "Non potremmo trovare qualcos'altro?"
"Cercatelo pure, ma questo è l'unico posto sicuro per questo vi ho portasti qui…Dico bene Joe?" il ragazzo scrutò prima il digimon e poi il gruppo dei digiprescelti, "Beh, io credo in Gomamon."
Ci furono attimi di silenzio che furono infranti dalla voce infantile dell'unico digimon presente, "Alzate i vostri digimedaglioni e unite tutte le vostre energie ai vostri simboli!" 'Questo è scemo…Va beh, facciamo come vuole lui ' con una coordinazione impeccabile i ragazzi alzarono le piccole collanine che tenevano da sempre al collo mentre gli altri digiprescelti restavano in disparte ad osservare le otto luci che si spargevano nel cielo.
Una luminosa scritta apparve sotto i loro piedi coprendo la grande vallata di numerosi segni arcani, gli sguardi stupiti dei ragazzi si posavano su ogni centimetro che potevano vedere.
Una luce più accecante del solito accompagnata dalla splendida voce di mille violini li trascinò nelle viscere della terra, facendoli atterrare su enormi e morbidi cuscini di velluto rosso.
"Benvenuti, oh, digiprescelti. Vi prego accomodatevi nella mia umile dimora" una voce nasale fece cessare la musica, "Qui dormirete per stanotte e se avrete bisogno di riparo la mia casa, per voi, sarà sempre aperta."
[Fine]

Ancora non capiva come potesse Gomamon conoscere un digimon tanto dolce, si, aveva raccontato che dopo l'incontro con Joe volle farsi degli amici e che l'unico che aveva accettato la sua richiesta d'amicizia era stato lui…Monmon un digimon repellente, ma dall'animo gentile e disponibile.

[Hikari]
"È…è meraviglioso!" Miyako osservava stupita la stanza che le era stata affidata insieme alla sua migliore amica.
Si sdraiò senza tante cerimonie su un letto, i lunghi capelli si sparsero sulla rossa coperta, "Caspita! Anche i letti sono un paradiso!" continuò chiudendo gli occhi, "Tu che ne dici?"
Hikari si sedette davanti a uno specchio, riflettendo una ragazzina triste e desolata, "Non so…" "Non ci pensare" la ragazza sgranò gli occhi girandosi verso l'amica "Tuo fratello non ha ancora digerito che ami TK, figurati se si tratta della sua posizione!" sorrise riprendendo poi il discorso "Insomma è come Daisuke, quando gli abbiamo spiegato che non volevamo che lui decidesse per noi ha tenuto il muso per più di un anno, perfino con te."
"Credi che gli passerà?" "Sicuramente, ma ci metterà un bel po'" Hikari si era spostata sul letto che affiancava quello dell'amica, "Odia anche Takero" "Probabilmente per via di Matt" "Credi…" l'amica le aveva messo un dito sulle labbra per azzittirla, "No…Ma presto dovrà fare i conti con se stesso."
Il silenzio calò nella stanza, finché un'allegra risata invase l'aria che le circondavano, "Ti rendi conto, Hikari? Fino a qualche anno fa parlavamo dei giocatoli ed ora invece…" "Già" rise anche lei mostrando entusiasmo per la prima volta dopo la sfuriata di Tai su Joe.
[Fine]

'Sei uno stupido Taichi!' Hikari osservava la via che portava al teatro dell'opera, mancavano solo pochi minuti e suo fratello non si faceva vedere.
"Entriamo, probabilmente ha deciso di restare a casa. Infondo non è neanche tipo da opera." L'uomo prese sottobraccio la ragazza e la trasportò all'interno dell'edificio.

[Kamiya]
Birdramon si era alzata in volo insieme ad Aquillamon, i digiprescelti avevano sentito una potenza oscura dirigersi verso di loro e i due digimon si erano incaricati di osservare la situazione dall'alto.
"È meglio andare al riparo…La battaglia sta per iniziare!" Joe si era alzato sulla testa di Ikkakumon e esortava i suoi amici a far digievolvere i loro digimon.
Lui stesso fece diventare Ikkakumon Marineagemon, un digimon piccolino e dolcissimo che però aveva una grande forza interiore.
Birdramon lanciò un urlo agognante mentre cadeva al suolo alzando uno strato di neve e spargendo piume.
"Oddio! Si è fatta male!" Sora corse verso l'animale digitale che cercava d'alzarsi riuscendo solo ad impantanarsi di più nella morsa gelata.
Un ombra si mosse dietro al digimon volante prendendo la giovane ragazza, "Sora!" Birdramon riuscì solo a bisbigliare il nome della sua digiprescelta prima di circondarsi di luce; diventando così Phoenixmon il digimon dalle ali infuocate.
Con un urlo animalesco si mise all'inseguimento del misterioso digimon, "È pazzesco! Raramente siamo giunti a questo livello!" Koushiro guardava sbalordito l'uccello metallico che si schiantava contro la schiena corazzata del rapitore.
"Non è ora di pensare a certe cose Izzy!" Taichi l'afferrò per un braccio trascinandolo verso una nicchia in tempo per non essere schiacciati da un'ondata di fuoco.
"Che aspetti Agumon? Digievolvi in War Greymon!" il ragazzo alzò il digivices inondando la piccola cavità di luce, trovandosi poco tempo dopo davanti il suo digimon, "Vai! E salva Sora!"
In meno che non si dica sia Phoenixmon che War Greymon si ritrovarono a terra con pochissima forza per alzarsi in piedi.
[Fine]

Taichi iniziò ad agitarsi nel sonno, incurvando la schiena e schiacciando il capo verso il cuscino cercava di respirare normalmente, trovando invece sempre più difficoltà e travolgendo Yamato in un vortice di paura.
"Calmati Tai! Sei al sicuro qui…Tai!"

[Kido]
Si era ritrovato davanti il digimon di Kamiya ansimante, quasi morente, diventare a livello baby.
Guardò oltre il ruscello che lo separava da Koushiro e Taichi, là sulla sponda vi era Phoenixmon che non dava cenni di vita, anzi lentamente anche lei stava diventando Nyokimon.
Improvvisamente sentì una morsa stringergli il cuore, aveva paura per il suo digimon anche se era Mega-digievoluto.
"Joe…" sussurrò quasi per non disturbarlo, "Perché non mi mandi a combattere?" il ragazzo osservò il digimon che svolazzava davanti a lui, "Perché è impossibile…Quel digimon è…Distruttivo!"
Silenzio.
"Vuoi davvero rinunciare?"
Silenzio.
"Si"
Silenzio.
"Vigliacco!" una voce maschile lo destò dai suoi pensieri, Taichi era giunto per salvare il suo digimon, "Non vuoi combattere?! Bene! Tanto il tuo digimon non può fare nulla! È un imbranato proprio come te!" Koushiro lo trattenne con tutte le sue forze, "Calmati! Non ragioni più!" "Lascialo Izzy…" bisbigliò il giovane universitario.
Gli occhi blu che disegnavano cerchi invisibili sulla ghiacciata terra, le mani che fremevano chiudendosi in pugni e una lacrima scese lungo la sua guancia, "Ha ragione lui: sono un vigliacco! Non posso mandare Marineagemon a morire…Io…" "Ma che stai dicendo? A morire? Se uniamo le forze potremmo vincere!" Taichi era sicuro, non potevano perdere con un digimon malvagio.
"Usa il cervello! Ha ragione…Joe…" "Mi dai del bugiardo Izzy? Credi forse che un uomo senza spina come lui abbia ragione? Lui lo fa solo per paura!" Kamiya aveva alzato la voce sempre più deciso a continuare la battaglia, "Ed ora fai ritornare il tuo digimon Ikkakumon, almeno farà da barriera protettiva finché il mio digimon non si riprenderà!"
"No!"
Silenzio.
"Se non lo fai ti uccido..." "No!" "Sora è in pericolo…possibile che non lo capisci?"
Silenzio.
[Fine]

Joe s'alzò dalla scrivania, aveva concluso la lettera di "buon natale" per i suoi genitori, non aveva intenzione di tornare in Giappone.
Sorrise prendendo il piccolo pacco inviatogli dal fratello, 'Chissà cosa mi manda? Mah, eppure non da idea di un regalo…'

[Takenouchi]
Un'improvvisa ventata d'aria fredda la fece rabbrividire, tutti i suoi vestiti erano imbevuti d'acqua mentre le mani e i piedi erano gelidi.
Tentò di alzarsi in piedi riuscendo solo per metà, lì inginocchiata su una rupe vedeva la battaglia che era in corso nella pianura sottostante.
Ikkakumon si era parato davanti a tutti lanciando arpioni esplosivi al nemico 'Cosa sta facendo? Così morirà di sicuro?' osservò il digimon lì accanto a lui vi era Joe che allo scoperto incoraggiava il suo amico a resistere ancora qualche minuto…una supplica alla quale nemmeno lui credeva, le lacrime agli occhi che si congelavano creando cristalli sul suo volto né erano la prova.
'Joe che fai? Ti prego toglilo da lì…Morirà…Lo sai, no?' fu un attimo di smarrimento, Ikkakumon urlò di dolore barcollando su se stesso rischiando di schiacciare il digiprescelti.
"JOE!!!" l'urlo di Sora giunse a fondo valle, ma non alle orecchie del digiprescelto che si precipitava dall'amico sanguinante.
"Eccola! Rosemon vai a prenderla!" Mimi aveva alzato l'indice verso una montagna abbastanza alta dalla quale aveva visto scorgere una figura famigliare, sapeva che se Sora era ancora lassù le era successo qualcosa "Forse è ferita!" ma la ragazza si costrinse a non pensare al peggio.
'Perché l'hai fatto Joe? Sapevi…' i suoi occhi si spostarono su un ragazzo, l'unico che non gliene importava nulla, '…Non tu…Taichi…'
Poi si ritrovò un splendido digimon davanti agli occhi, la prese tra le braccia affusolate saltando da un masso all'altro per raggiungere il suolo.
Si trovò appoggiata sulla neve, mentre Rosemon si ergeva davanti a lei per proteggerla, la vide piegarsi con una mano stringersi l'addome e poi cadere a terra, "NO!" Mimi ormai era giunta dall'amica e vedendo il suo digimon cadere nella nube bianca deviò il percorso della sua corsa.
"Biyomon!" chiamò Sora vedendo l'amica in difficoltà.
[Fine]

Mimi stava camminando davanti a loro, erano riusciti ad arrivare in Giappone sani salvi ed ora dovevano solo arrivare a casa di Matt.
"Yukari…Qualcosa non va?" chiese voltandosi verso l'amica che scosse la testa in segno di negazione, "Bene!" e sul suo volto si disegnò un splendido sorriso.

[Izumi]
"Joe…" Koushiro era rimasto ad osservare l'amico distruggersi davanti al corpo ansimante di Ikkakumon, "Sta morendo…È troppo grave…" le lacrime copiose scesero sul suo viso, aveva diciannove anni eppure piangeva come un bambino, "Mi dispiace…" si sedette accanto a lui, incurante della guerra che si stava procreando dietro di loro.
"Izzy…" "Si?" "Mi sbaglio, o, hai anche tu un digimon?" il ragazzo sorrise leggermente "Non sbagli…" "Allora va da lui, ha bisogno di te…del tuo incoraggiamento…"
Silenzio, forse aveva ragione lui, doveva andare ad aiutare Herculeskabuterimon.
Senza aggiungere una sola parola si diresse verso il campo di battaglia, dall'alto di una montagna Hikari e Takero stavano combattendo una guerra contro un altro digimon potente quasi come quello che lui, Taichi e Yamato stavano affrontando, ma con qualcosa di diverso… 'I loro digimon! Sono di un livello in più!!!'
Il ragazzo alzò lo sguardo verso le due piccole palle di pelo, erano davvero piccoli,ma stavano mettendo in difficoltà il nemico.
Spostò lo sguardo sulle ragazze concentrate a combattere a mani nude visto che i loro digimon erano a terra ferite, d'istinto richiamò l'attenzione di Herculeskabuterimon "Aiutale!", l'amico come sempre gli aveva ubbidito lasciando Daymon nelle mani di Metalgarurumon e War Greymon.
"Cosa fai Izzy?" l'urlo di Matt gli giunse come un bisbiglio tra quel fracasso.
[Fine]
[Hikari]
Ancora non riusciva a spiegarsi come il suo digimon e quello di TK fossero digievoluti più del livello Mega ed avessero le stesse sembianze, solo i colori erano diversi e stranamente seguivano i loro simboli.
Scrutò la pallina verde correre contro lo stomaco di Setomon perforandolo, mentre quella gialla provocava un profondo taglio sul lungo collo verdognolo che la creatura aveva.
"Abbiamo vinto TK!" urlò vedendo l'animale crollare a terra, l'amico però non esultò "Guarda Hikari! Rinasce dalle sue viscere" urlò indicando la testa di un drago uscire dal buco che Remon gli aveva provocato.
"Non possiamo ucciderlo…" bisbigliò prima di piangere, "NON POSSIAMO UCCIDERLO!" urlò cadendo a terra singhiozzante, stringendosi le mani al petto.
"Hikari! Aspetta sto arrivando!" la ragazzina guardò il fratello salire la montagna, essere colpito dalla lingua serpentina, cadere…
[Fine]
[Kamiya]
Tutti quei digimon davanti a lui…feriti…mutilati…Tutti gli amici che si era fatto durante quegli anni…Morivano davanti a lui…Per lui…
Si guardò in giro, poco più in là Mimi reggeva Sora che non riusciva ad muovere i piedi, mentre lei si piegava a metà sotto il peso dell'amica e il dolore della ferita al petto; alla sua destra Joe fasciava il braccio a Koushiro, incurante della propria gamba bruciata dall'esplosione e il sangue che scorreva da tre profondi grafi ricevuti probabilmente da un agonizzante Gomamon; Yamato tratteneva con un solo braccio il corpo svenuto di Daisuke, mentre l'altro gli ricadeva lungo il fianco come morto; Hikari che cercava di tamponare la ferita di Miyako ed urlava il nome di Joe; Takero che aiutava sia Ken sia Iori anche loro feriti.
Tutto in torno a lui parve rallentare e perdere tono, le urla e i pianti dei suoi compagni erano come voci di sottofondo, mentre corpi di digimon di varie specie Virus o Dati erano sparsi per tutto il campo.
Taichi osservò Joe lasciare Izzy che tratteneva a stento le lacrime per correre dai Miyako, trasportare il suo corpo d'urgenza verso il Digivarco affidare la vita della ragazza a Hikari, per correre da Mimi.
"Joe…Non sento i piedi…" il ragazzo tolse le scarpe a Sora, ma già sapeva la diagnosi, si tolse i suoi calzini e li mise sopra ai nudi piedi della ragazza chiedendo anche quelli di Mimi, dopo di ché fasciò il petto a quest'ultima.
Poi fu tutto buio.
[Fine]

Quel giorno Taichi aveva visto un dio al posto di Joe…Non sapeva che fine avesse fato, ma sperava d'incontrarlo un giorno e di farsi perdonare...


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Capitolo 8
*** UNA REALTA’ INACCETTABILE! ***


Nuova pagina 1

UNA REALTA’ INACCETTABILE!
- Capitolo 7° -



Yamato si stiracchiò le braccia mentre si dirigeva verso la porta che insistente continuava a suonare.
“Arrivo, arrivo!” urlò sperando di far cessare quel fracasso, con malavoglia aprì la porta, “Se sei tu Mirko ti conviene scappa…”
Davanti a lui tre volti sorridenti aspettavano che li invitasse ad entrare, “Ciao Matt!” Sora allungò lo sguardo dietro al ragazzo e alzandosi in punta di piedi scrutò il corridoio semi oscuro, “Disturbiamo?” chiese infine al ragazzo che ancora li fissava sbalordito, “N…No,certo che no…” mandò un occhiata al fratello che allargò ancora di più il proprio sorriso, “..Entrate pure…”
I ragazzi si sedettero sul tavolo dove solo qualche anno prima avevano festeggiato la quarta vittoria.
“Hai notizie degli altri?” chiese improvvisamente Mimi, “Solo di Tai e Hikari…”
Silenzio. “Lui è qui…è…è…ferito.”
Silenzio. “Hai chiamato l’ambulanza?”
Silenzio. “No…Ho paura…” “Di cosa?” “Di perderlo.” Silenzio.
Sora osservò il viso irritato di Takero, Matt se ne era andato con Mimi nella stanza accanto, mentre lei aveva preferito starsene in cucina per quanto riguardava il ragazzo si era alzato e aveva rivolto le spalle al fratello.
Sembrava contrario della scelta di Yamato, la stessa che aveva fatto lei…Si perché ora sapeva che era attratta da Mimi fisicamente…
“TK…” il ragazzo rimase fermo a scrutare la via trafficata “…Perché non…” “Odio quel nomignolo!” sbuffò “Quando lo capirete…?”
“OK! Ma non ti scaldare così!” la ragazza si era alzata dal tavolo per prendersi un’altra tazza di caffè, “Non capisco cosa ti sia successo in questi cinque anni, ma non credi di esagerare con questi scatti d’ira?” gli lanciò una occhiata sperando di vedere un movimento almeno del capo, ma nulla lui rimaneva fermo senza scomporsi.
“Non sono fatti tuoi Sora! Ciò che faccio non lo devo né a te né a nessun altro!” “Certo ma…” “Nessun ma! Nessun Certo! Non immischiarti negli affari miei!” Takero aveva urlato sempre senza comporsi, rimase fermo ad osservare l’alone che piano, piano sbiadiva dalla portafinestra.

“Perché non capisci Matt?” Mimi osservava il ragazzo che seduto accarezzava il viso di Taichi, “Se non chiami l’ambulanza lui morirà!” “Te lo detto non voglio perderlo…” “Non vuoi perderlo?! Così l’uccidi! Vuoi questo? Vuoi vederlo morire?” “NO!”
Silenzio.
“Allora chiama l’ospedale…” “Se ne andrà…Non ritornerà più da me…”
Silenzio.
“Ti ama” “Lo so…Ma so anche Tai non verrà a dirmelo di nuovo se lo lascio andare…”
Silenzio.
“Se cerco di salvarlo tu…Tu chiamerai l’ambulanza?” Yamato annuì non togliendo lo sguardo dall’amato.
“Allora vai a prendere una bacinella d’acqua calda, una forbice disinfettata di quelle piccole mi raccomando! Bende, asciugamani…Tutto ciò che hai che può sembrare utile!” la ragazza intanto si era alzata le maniche della maglietta e tolto il cappello.
‘OK gente! Inizia lo spettacolo! Speriamo solo di non combinare pasticci!’
Yamato entrò poco dopo con munito di tutto ciò che l’amica gli aveva detto insieme anche alla valigetta di pronto soccorso.
‘Calma Mimi, infondo hai studiato medicina fina a qualche mese fa…Non sarà difficile…’ prese la forbice conficcandola nella spalla destra, cercando di estrarre il corpo estraneo, “Io esco…”
Uscì con un senso di nausea sperando solo in Mimi.
Davanti a lui Sora e Takero lo guardavano imploranti, “Non ce lo fatta a restare lì dentro…” mando un’occhiata alla ragazza “Te la senti di…” “Si!” rispose superando l’amico per entrare nella stanza.
“Bene sei rientrato! Credi che sia una passeggiata?! Chiudi la porta e passami l’ago e il filo!”

La porta si era chiusa dietro di loro, Matt era rimasto davanti ad essa con lo sguardo assente e le lacrime che gli solcavano il viso.
Takero invece era ritornato in cucina per prepararsi alcune caraffe da caffè: sarebbe stata una lunga notte.
Osservò con gli occhi il coltello che gli stava di fronte un tempo l’avrebbe preso e si sarebbe tagliato le vene, si accarezzo le cicatrici sui polsi e quasi gli venne da ridere al ricordo della madre spaventata.
“TK! Cos’hai fatto!”
Ancora gli rimbombava nella mente quella frase, insieme allo sguardo della madre che lo sollevava verso il suo corpo piangendo. I ricordi erano confusi, probabilmente perché era già mezzo morto, “Poteva lasciarmi morire! Infondo a lei non gliene mani fregato un cazzo di me!”
“Di cosa stai parlando?” il fratello maggiore stava davanti alla porta della stanza e lo guardava con occhi preoccupati, “Di niente.”
“Ancora per quella faccenda di cinque anni fa?” TK sbarrò gli occhi che sapesse? No, non era possibile…Sua madre non l’avrebbe mai detto a lui, non voleva che soffrisse…
“Fatti gli affari tuoi!” “Lì sto facendo! Tu sei mio fratello! Mi preoccupo anche per te!” “Non credo proprio!” aveva sbattuto la caraffa di caffè con violenza sul muro, mandandola in frantumi, odiava quando qualcuno gli diceva quella frase!
Yamato fece un balzo indietro spaventato dalla reazione di suo fratello, “TK…” “Smettila! Odio quel nomignolo! Odio le persone che si preoccupano per me! ODIO TE!”
Rimasero in silenzio, solo il rumore del respiro di Takero occupava l’aria che gli circondava, i loro sguardi che s’incrociavano, una carico d’ira l’altro pieno d’angoscia.
“Perché..?” deglutì, aspettando la risposta.
“Non credevo che facessi ancora domande così stupide” sembrava essersi calmato, la voce si era abbassata al solito tono di prima facendolo comparire più inquietante di prima.
“Tu c’eri mai quando avevo bisogno di te…Mamma non te la detto?” chiese mostrando i polsi con sorrisino beffardo quasi verso la donna che per il fratello che incredulo aveva spalancato del tutti gli occhi.
“Tu..Tu…” “Ho tentato d’uccidermi? Si…esattamente cinque anni fa, invece quattro anni fa ho cercato di spararmi, ma mamma è arrivata prima che potessi premere il grilletto” sorrise quasi divertito “Dovevi vedere il suo sguardo…proprio come il tuo in questo momento”
“Basta! Basta! Cosa stai dicendo? Sei forse impazzito?!” il sorriso scomparve dal dolce viso di Takero “ERO impazzito! Sono passati tre anni…Ma avvolte vorrei tanto prendere un coltello e zack!” con un dito segno una linea verticale sul polso.
Rise divertito per la faccia terrorizzata di suo fratello che a stento tratteneva il vomito che gli saliva lungo la trachea.
“Parliamo invece un po’ di te. Ho saputo della tua malattia…” gli lanciò uno sguardo indagatore, “Non credi di essere egoista? Pensi solo a te, e a Taichi chi ci pensa?! Sarai tu a lasciarlo solo…” osservò il fratello correre fuori dalla stanza tenendosi entrambe la mani sulla bocca.
‘Stupido…Crede sempre di poter tenere testa e invece…’
Sorrise, adorava vedere le persone soffrire, soprattutto se quelle persone erano dei suoi parenti o vecchi amici.

Sputò tutta l’anima piangendo tutte le lacrime che aveva in corpo.
‘Perché? Perché? Perché?!’ “Ti odio TK!” diede un debole pugno al pavimento piastrellato, “Ti odio perché ti sei dimenticato l’amore che ci legava! Ti odio per avermi trattato come uno straccio! Ti odio perché non hai rispetto per Taichi! Ti odio…”
“Mi odi per varie ragioni! Caspita credo che dovrebbero dami il premio di quello più odiato del mondo!” rise impercettibilmente, “Su esci da quel cesso!” “No!”
“Se non esci da solo vengo a prenderti io!” Yamato sorrise per qualche secondo, sarebbe stato divertente se Takero fosse entrato e lo avrebbe sollevato di peso portandolo in sala.
“Conto fino a tre…TRE” ‘di già? L’uno e il due che fine hanno fatto?’ a malavoglia si alzò dal pavimento e si diresse verso la porta, davanti a essa TK aspettava con le braccia incrociate e un piede che batteva come forsennato contro il muro.
“Finalmente era ora!” sbuffò “Dobbiamo finire la conversazione!” Yamato abbassò lo sguardo sperando solo di non finire ancora in bagno ad pensare di uccidere il suo fratellino, “Cosa vuoi da me?”
“Voglio che tu mi accetti così! Come io accetto te…” “Si…” “Bene!” ed ora scusami vado a comprare del caffè a portar via al bar di sotto!”
Prese il capotto e lo infilò con velocità, “Torno subito…non fare quella faccia o non mi vedrai più…” disse chiudendo la porta.

“Matt!” Sora era uscita dalla stanza, e urlava il nome del ragazzo a squarciagola, “Chiama all’ospedale!” “È successo qualcosa?”
Il ragazzo la raggiunse davanti alla porta della sua camera, “No…Mimi dice che è andato tutto bene, ma che è meglio farlo vedere al pronto soccorso!”


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Capitolo 9
*** IL REGALO DI JOE ***


Nuova pagina 1

IL REGALO DI JOE
- Capitolo 8° -



Gli occhi blu scrutavano il piccolo pacco incartato di rosso e con fiocchetto d’orato. Vicino a lui vi era un bicchiere di vino rosso, la bottiglia mezza piena era posata invece sul tavolo della cucina che intravedeva da li. Aveva iniziato a bere dopo la perdita dell’uso della gamba destra, affogando il dolore nell’alcool, poi aveva smesso limitandosi a bere un bicchiere ogni tanto.
Mandò un’occhiata alla donna, che tenevamo in braccio un bambino, seduta vicino a lui; era la sua vicina d’appartamento, una trentenne sola abbandonata a se stessa, lo dichiarava il suo eroe eppure lui aveva solo fatto nascere il suo bambino e le aveva dato un lavoro come inserviente all’ospedale, niente di più.
“Su aprilo!” il sorriso della donna si allargò mostrando i meravigliosi denti bianchi, “Non è una bomba non ti preoccupare!” insistette già eccitata per la sorpresa.
Con un rapido gesto Joe sfilò il nastro dall’involucro aprendo senza tanti complimenti il regalo. Osservò la strana pietra che faceva da ciondolo su una collanina d’orata, “Ti piace? È un’antica pietra indiana, l’incisioni su di essa è di una lingua sconosciuta!” la donna osservò il giovane dottore che ammirava il piccolo oggetto, “È bellissima…Ti sarà costata un patrimonio…Linda io volevo portartelo dalla Cina dopo natale…” imbarazzato si attorcigliò la collanina al polso evitando lo sguardo dell’amica, “Dalla Cina! Fantastico e quando parti?” “Domani…Ti prometto che porterò un regalo sia per te che per il piccolo Joe!” disse allungando un dito verso il viso paffuto del bimbo che subito prese tra le sue piccole mani.
“ Anch’io parto, sai? Vado in Italia da mia madre…era entusiasta di essere nonna che ha voluto invitarci per questa vacanza da lei! Beh è stata meno felice del nome…Vorrebbe conoscerti un giorno, forse per pasqua…?” Kido alzò gli occhi verso il calendario dove di solito metteva ogni appuntamento e viaggio “Si…Sono libero per un paio di giorni…potrei farli diventare tre al massimo quattro…si può fare, e poi voglio assaggiare i piatti italiani!”
“Bene e meglio che vada, ho l’aereo fra un’ora ed è sempre meglio andare in anticipo…sai com’è!” “Si…è un inferno New York…a volte mi domando se ci siamo davvero…” disse dando un’occhiata a tutti i bagagli della donna “Non credo proprio, io devo ancora vedere un omino tutto rosso con le corna e la coda, ma credo che ci siamo vicini!” rise mentre usciva dall’appartamento bloccandosi d’improvviso, “Ah! Stamattina è arrivata una lettere per lei da parte di un certo Iori…con tutte queste chiacchiere me ne sono dimenticata” tirò fuori dalla tasca dei larghissimi pantaloni sportivi, “Ecco. È un po’ stropicciata ma…” “Grazie Linda! Sei davvero gentile! Sarei andato io a prenderla oggi pomeriggio…” “Scherzi?! Va beh, ora scappo, ma non ti azzardare più a dire certe cose! È il mio lavoro…” “All’ospedale non per le case!” “Si, si…Faccia buon viaggio domani…” urlò ormai già al secondo piano, “Anche a lei!” fu la risposta del giovane dottore.
Chiuse la porta sospirando, “È il natale delle ricomparse…Allora Iori cosa vuoi ?” aprì velocemente la busta stando attento a non strappare il contenuto, sedendosi sul divano prese il candido foglio.

< so che detesti andare per le lunghe perciò andrò subito al sodo. Abbiamo bisogno di un medico fidato che conosca DigiWorld! Jun la sorella di Daisuke è ricoverata nell’ospedale dove lavoro come centralinista…Sono sicuro che centra qualche digimon! La sua malattia è sconosciuta e la paziente a parlato di un digimon…Zudomon…Jun però non è cosciente e crediamo che sia in qualche modo giunta a DigiWorld…
Ecco perché chiedo il tuo intervento, sei un ottimo medico e un grandissimo amico, so che non mi deluderai.
Iori Hida>>


Gli occhi blu seguirono per varie volte le poche righe prima di capacitarsi del problema che aveva di fronte.
‘No! Perché tutte a me?’ sbuffò portandosi una mano sulla fronte, non aveva la minima intenzione di rimettere piede in Giappone e poi il giorno seguente sarebbe dovuto partire per la Cina con Will Cooper detto Lardo in ricordo del suo corpo prima di una ferrea dieta. Senza contare che quest’ultima era il suo migliore amico e aveva organizzato quella gita turistica solo per passare un po’ di tempo con lui, essendo entrambi molto occupati per vedersi di frequente.
Lanciò un’occhiata alla collanina malamente attorcigliata sul polso, intravedendo l’ora, presto sarebbe arrivato Lardo per andare a comprare qualcosa da mettere sotto i denti durante il viaggio. Non poteva dirgli che tutto era annullato per colpa di Iori Hida probabilmente si sarebbe messo a ridere come un pazzo ricordandosi che quel ragazzo era un giocatore di scacchi!
Joe si maledì un paio di volte, come aveva potuto inventarsi una scusa tanto banale? Giocatori di scacchi pronti ad massacrarlo di botte se tornava in Giappone…Si come no, poteva inventarsi che in realtà erano dei Serial Killer!
“Al diavolo Daisuke e Jun! Io ho qualcos’altro di meglio da fare, non ho tempo per certe sciocchezze!” strinse le mani intorno al foglio facendolo diventare una pallina che buttò sul pavimento dietro di lui.
Prese il bicchiere di vino bevendolo tutt’un fiato, “Si ora va meglio…” si disse stiracchiandosi sul divano.

“Muoviti Joe! Non ho tutto il tempo!” Will colpì con violenza la porta, lo stava chiamando da cinque minuti buoni e nonostante l’amico avesse una gamba fuori uso sapeva essere molto veloce.
Il giovane dottore mugolò per qualche secondo, “Arrivò, arrivo!” sbottò alzandosi sull’unica gamba sana mentre con una mano stringeva un bastone decorato da semplici figure femminili che tendevano le mani verso l’alto.
Aprì la porta vedendo il viso arrossato dell’amico, “Ma dico! Sarò al coperto ma questi corridoi sono peggio di una cella frigorifera!” “Se lo dici tu mi fido!” Will infatti lavorava in una ditta di macelleria…lavorava per modo di dire, lui era il figlio del proprietario e per notare l’efficienza dei lavoratori si travestiva e si presentava come nuovo addetto.
“Va beh, ora prendi qualche spicciolo che andiamo al supermercato!” “Aspettami giù che prendo il capotto!” Will alzò una mano come in segno di diniego, “Io aspetto qui, voglio scendere in ascensore!” “OK! Come vuoi tu! Cerca però di non lamentarti della sporcizia!” disse superandolo “E quando mai mi sono lamentato?” “Sempre…” “Non è vero…una volta al massimo due…” “Lardo sei entrato in questo lurido ascensore solo tre volte se contiamo anche questa” scrutò l’amico mentre cercava di non sfiorare le pareti di acciaio, “Allora? Ciò non significa che non posso usarlo anch’io questo trabiccolo” rispose sistemando il cappello sui corti capelli neri per poi lisciarsi l’impermeabile grigio, “Hai ragione…Sai che Linda è partita?” buttò per cercare di deviare il discorso, “Partita? Dove di grazia?” “Italia! La sua patria…potremo andarci a pasqua…” “Italia eh? Però a Firenze ci dobbiamo andare!” uscì dall’ascensore mandando un’occhiata al giovane dottore che annuiva, probabilmente già progettando l’itinerario.
“Senti…Dov’è questo supermercato?” “Vuoi scherzare? È qui dietro l’angolo!” Joe sbuffò per l’ennesima volta, sapeva benissimo che lì non c’era un supermercato, ma bensì un tabaccaio, ma decise comunque di non disturbare l’amico che stava fissando attentamente una donna che passeggiava dall’altra parte della strada.
“Uhm…” mugolò assottigliando gli occhi “Io quella la conosco…” si incurvò leggermente come se quel gesto gli desse più visuale, “Capelli biondi, slanciata, seno prosperoso…” da canto suo Kido osservava un’altra figura decisamente più vicina a lui solo che restava immobile, appiccicata su un foglio di carta.
“Oddio! È Klara!” il dottore si girò verso la donna conosciuta come L’incantatrice, Klara Weenter, colei che rubava i cuori a tutti e dopo gli restituiva a pezzi. Will aveva avuto una sorta di storia con lei, ma entrambi erano dei cacciatori e per nessuno dei due quella relazione era una vittoria, ma lui sapeva che entrambi si amavano ancora, anche se avevano deciso di non vedersi più e di non pensarsi più.
Ritornò con gli occhi sulla fotografia attaccata al palo, ‘Così sei scappata di casa…Chissà perché, con tutti quei soldi e un futuro certo ’ tirò su con il naso, massaggiandosi rumorosamente le mani, “Non era in Canada?” chiese all’amico immobile come un manichino che annuì.
“È inutile che stai qui ad osservarla, non ti eri giurato che non l’avresti degnata di uno sguardo? Allora cosa stai facendo lì impalato?!” Kido si avviò lungo il marciapiede che portava a uno dei più piccoli supermercati del mondo.
“A-Aspettami Joe!” urlò correndo verso l’amico, che camminava con fatica sul ghiacciato marciapiede.
In silenzio camminarono per alcuni metri trovandosi davanti alla porta semicoperta dai cartelloni, “Dobbiamo entrare qui dentro?” Will osservò la piccola stanza da un spiraglio di vetro, “Non possiamo…” “Su! Non essere così superficiale, qui ci sono un casino di cose buone!”
L’interno del locale era caldo e accogliente, mentre un profumo dolciastro ma non sgradevole si insinuava nelle sue narici si precipitò al banco della carne.
“Quattro fettine di tacchino, ti va il tacchino oggi…?” Joe si voltò per vedere l’amico in faccia, ma per suo gran stupore non era vicino a lui, ma a rimediare qualche tisana rilassante, un porta fortuna per i loro viaggi ‘Credevo che odiasse questi posti…’
“Poi?” il macellaio lo stava fissando, aspettando altre ordinazioni, “Del macinato…Ecco, così va bene.”

“Non lo trovo giusto! Insomma io devo portare tutte queste borse e tu invece solo quella!” Cooper come sempre faceva la sua lagna, un rito che, secondo lui, avrebbe portato molta più fortuna delle tisane e che a malavoglia Joe doveva subire, anche se le più delle volta rideva divertito alle piccole gaff commesse dall’amico.
Entrarono a fatica nell’appartamento, ognuno con l’idea di sedersi e rilassarsi mentre l’altro cucinava, “Non ci penso nemmeno! Questa è casa tua e ai fornelli ci stai tu!” “Scherzi? Tu mi hai fatto sprecare un patrimonio perciò ora…” prese il grembiule a fiorellini gialli e lo porse all’amico, “…ci pensi tu!” concluse.
La discussione durò per un paio di minuti, dopo la quale entrambi si erano messi a preparare il pranzo all’italiana, almeno così lo definiva Cooper.
“A tavola! Che è pronto!” urlò un entusiasta Will superando il balcone con un fazzoletto in testa, il grembiulino floreale e, ovviamente, una pentola piena di pasta alla matricina.
Dietro di lui, Joe, che a fatica teneva in mano il vassoio ricolmo di patatine fritte e carne, i capelli legati in un grazioso codino, che non gli stava nemmeno male, e indosso una maglia larghissima grigia come i pantaloni ormai sporchi di vernice da anni.
“Buon appetito!” urlarono all’usignolo, fondandosi nell’abbondante piatto pasta.
“Mi passi la maionese…Uhm…Non è che hai una ragazza?” chiese Will avvicinandosi all’amico, “Lardo che dici? Sono solo come un cane…Tu credi che con questa gamba qualcuna mi noti?” allungò la mano porgendo un barattolino “OK! Capito l’antifona…Solo che hai una collanina sul polso…” “Ah! Linda mi ha fatto un regalo…Siamo a natale…Non fare quella faccia e mangia!” ordinò inghiottendo un paio di patatine.
“Anche tuo fratello ti ha mandato un regalo, vero?” Joe guardò stupito l’amico, avvolte si chiedeva se era un veggente da quante cose sapesse in anticipo, “Credo che non sia per la futura festa…” si bloccò per mangiare un boccone di cotoletta.
“Sai” continuò con la bocca ancora piena, “È arrivato un tizio ieri…mi ha detto di chiamarsi Shin e che dovevo assicurarmi che tu aprissi il più presto possibile…” un altro boccone “…il regalo di tuo fratello…” un sorso d’acqua “…ha detto che è importantissimo!” allargò le braccia per far inglobare tutto ciò che lo circondava.

Il pacco era sul tavolino di vetro davanti a loro, Joe lo osservava dubbioso con un misto di paura mentre Will cercava di stare serio.
‘Oddio e se è in pericolo? Se invece ha scoperto qualcosa sui digimon che io non so…se per caso…No! È impossibile, mio fratello non si metterebbe in un mare di guai…oppure si..?’
“Allora? Lo apri quel coso?” chiese impaziente dando una gomitata nel fianco dell’amico che risvegliato rispose con un “Ahia!”
“Aprilo!” aveva insistito Cooper saltellandogli accanto, “Si, si, ma smettila di fare l’idiota!” si piego con il busto e con l’aiuto di un paio di forbici taglio lo scotch che sigillava il pacco.
Aperto ne strase fuori una busta ripiena di fotografie sui digimon e una lettera, “Fuori! Non mi avevi detto che tuo fratello lavorava nei cinema, che sono per un film sui mostri?” Will entusiasta si mise ad ammirare le foto dei animali digitali.

< tutto è cambiato da quando te ne sei andato dal Giappone, mamma piange tutto il giorno e papà non sa più cosa fare…
Io non posso stare con loro, le mie ricerche me lo impediscono!
Soprattutto ora devo distaccarmi, ora che ho scoperto…M4 e Ld/B60…Sono due mondi legati con DigiWorld e la Terra.
Non so come spiegartelo ma M4 è la vera Terra, il nostro mondo e lo spazio fuori da esso sono solo prigioni, ma non solo per il nostro corpo ma anche per il nostro intelletto e la fantasia!
Ci hanno imprigionati, ma ora voi avete creato un collegamento con l’altra prigione Ladron che corrisponde con DigiWorld e tu, con tutti i digiprescelti del mondo rischiate la morte…Come me del resto…
Si, Joe io probabilmente verrò ucciso, ma tu devi giurarmi che cercherai di salvare il nostro mondo, anzi, metti la parola FINE a questa prigionia!
Devi trovare HAAL una pietra particolare suddivisa in due parti, su una di esse vi è una scritta sconosciuta mentre sull’altra è inciso un disegno circolare con all’interno una goccia, trovata questa usa il WYRD un dischetto che contiene ogni informazioni sul passato, presente e futuro di ognuno di noi!
Ora viene la parte più difficile perciò stai bene attento oppure porta sempre con te questo pezzo di foglio .:
Per poter leggere il WYRD devi prendere prima la pietra, più precisamente la metà con il disegno e inserirla sull’apposito disegno che ti comparirà davanti, scrivi poi: odnom ied irotanrevog i omais oin
Cambiata poi la schermata ti comparirà un altro disegno su di esso dovrai appoggiare l’unica metà della pietra che ti è rimasta, lo schermo cambierà di nuovo e dovrai digitare un’altra frase, purtroppo io ne ho solo la metà, il foglio in cui vi era scritta era bruciato per metà:
Bruciano le streghe e i folletti...
Attento però ai numeri in alto a sinistra essi sono il tempo, possono farti invecchiare in giro di pochi secondi se aumentano di velocità…
Ah! C’è un’altra cosa che devi sapere su WYRD esso non è come un nostro file, è una specie di labirinto dove il protagonista sei tu e in gioco è la tua vita, anche lì dovrai avere i progetti di Ipno… Ti sarà utile!
Credo di averti detto tutto…Devi riunirti con i digiprescelti è far crepare quei bastardi!!!
Con affetto
Tuo fratello
Shin>>


(Continua)

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