What Not to Wear

di Chartraux
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Fandom: Glee
Autore: Chartraux
Beta: onda1965
Titolo: What Not to Wear
Capitoli: 1/18
Personaggi: Kurt Hummel, Blaine Anderson e con la partecipazione traordinaria di: Wes, David, Jeff e Nick! Sporadicamente appariranno anche tutti i membri del Glee.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale + Fluff e Slice of Life
Rating: Verde (lo potete leggere tutti XD)
Avvertimenti: AU [Blaine e Kurt non sono mai stati insieme e non si sono mai realmente conosciuti. Almeno fino a quando, una letterina, non arriva a casa Hummel-Hudson], sarà presente anche un pò di Angst, ma poco e leggero. 
Parole: 2.519 (per questo capitolo)
Desclaimers: I personaggi appartengono alla FOX e ai RIB. Fosse stato per me, non avrei mai fatto confusione con gli anni di Blaine e mai li avrei fatti dividere. Ma, per l’appunto, non sono miei, quindi posso al massimo godere della mia fantasia e dalla fangirl che c’è in me per portarli (almeno un poco) alla ribalta!
Note: Questa Long l'ho scritta questa estate,  ma la pubblico solo ora perchè mi rendo conto che la Klaine sembra essere un pò bistrattata anche nel fandom. Quindi li voglio riportare un poco alla ribalta. Fondamentalmente è una storia d'amore e di amcizia. Volendo essere anche puntigliosi, anche Blaine Centrica, ma ogni tanto anche altri personaggi vedranno "la situazione" dal loro punto di vista (Warblers per primi XD)! La storia è conclusa conta 18 capitoli (più un probabile epilogo).
Note Specifiche : a piano terra.






What Not to Wear
Capitolo 1

 

 
Blaine Anderson è una persona tranquilla, posata e fondamentalmente buona; ha sempre una parola gentile per chiunque e, per chiunque, un pensiero sempre positivo.
Adora studiare, soprattutto dilettarsi con una serie incalcolabile di numeri, adora l’elettronica –tutti quei fili colorati lo mandano in estasi!– ed, allo stesso tempo, ama follemente consolle e videogame di ogni genere: dal gioco di ruolo agli sparatutto, dai picchiaduro alle corse automobilistiche, dai videogiochi strategici a quelli sportivi; anche se apprezza particolarmente la categoria dei giochi d’azione, grazie ai quali può sfogare tranquillamente tutte le ansie della giornata.
Avere diciassette anni non è per niente facile.
Soprattutto se dopo il sopraccitato elenco di nefandezze, ti trovi pure ad indossare occhiali da vista con lenti spesse quanto il fondo di una bottiglia, camicie a quadri rigorosamente infilate dentro i pantaloni, bretelle, papillon e scarpe da ginnastica logore.
Già, Blaine Anderson è quello che, comunemente, viene etichettato come Nerd.
Geek.
Loser.
Il prototipo vivente dello sfigato, per così dire.
Ed a Blaine Anderson andrebbe bene anche così, se l’intero McKinley non fosse un covo pieno di uomini di Neanderthal che amano spingerlo contro gli armadietti, buttarlo nei cassonetti del pattume o rovesciargli sulla testa granite formato extralarge.
I giocatori di football e di hockey sono i suoi predatori naturali. Anzi, i predatori naturali di chiunque sia da loro considerato inferiore.
Se poi il soggetto in questione frequentasse il Glee club, allora sarebbe sicuramente il bersaglio giornaliero di una granita extra. E se, per sua disgrazia, fosse anche gay, allora sarebbe ufficialmente considerato “la peggior persona che sia mai nata e che si aggiri per i corridoi del McKinley”; perché la scuola pubblica superiore è come un campo minato: non sai mai dove mettere i piedi.
Ma stamattina, Blaine Anderson, non ha parole cortesi per nessuno.
Ha addirittura disertato la lezione di matematica avanzata per poter rivolgere la propria rabbia contro coloro che si professano suoi migliori amici.
- Migliori amici ‘sto cavolo! - ruggisce dentro di sé, mentre con passo pesante e rapido, quasi elefantiaco, raggiunge La Tana –unico posto al mondo che può nascondere i quattro amici che gli hanno rovinato l'esistenza–.
Un brivido si incammina su per la sua schiena al solo pensiero di quello che accadeva tre ore prima…
 

   Blaine stava prendendo dal proprio armadietto i volumi di biologia ­–materia della prima ora­– era abbastanza sereno, visto che Azimio, Karofsky, RickSticke tutto il resto del gruppo spalla, erano assenti perché dovevano recarsi alla visita annuale dal Medico Sportivo. Ciò significava niente granite, niente insulti e niente spazzatura per l’intera mattinata!
Peccato che, mentre elucubrava sul modo di poter sparire nel pomeriggio, sia prima che dopo le prove con il Glee, improvvisamente i suoi occhi videro solo buio.
Rimase perplesso, mentre un attacco di panico si stava impossessando di lui: non vedeva nulla, ma poteva distintamente sentite il vociare concitato degli studenti nel corridoio. Udì qualcuno richiudere il suo armadietto, facendo sbattere la porticina con forza, e la voce di una ragazza dall’accento ispanico farsi strada nelle sue orecchie: “Stai zitto e seguici!”
Il ragazzo mormorò un “Ma… che… cosa?” prima di essere spintonato per il corridoio mentre la stessa voce intonava “Ragazzo Nerd che cammina nel corridoio! Su, fateci passare!”
Blaine stava tentando di capire; non aveva mai dato fastidio a nessuno, perché dovevano fargli quello? Dove lo stavano portando? E, soprattutto, per quale motivo?
Pochi minuti dopo, si ritrovò senza benda nera, in una stanza quasi buia a causa delle tapparelle abbassate e seduto su una… palla? Sì, era una palla gonfiabile per esercizi di postura. Strizzò gli occhi e mise a fuoco le sagome che lo attorniavano.
Una luce si accese senza preavviso e con una mano si coprì il viso per attenuare il fastidio.
“Blaine Anderson!”
“Sì?” chiese titubante mentre abbassava le dita ed iniziava a tormentare una manica della camicia.
Quella voce l’aveva già sentita…
“Sappi che mi hai rovinato l’umore.”
- Ed a me la giornata - ma non lo rivelò, disse solo “Non è che si potrebbero alzare le tapparelle? E’ ottobre, c’è il sole… non vedo perché non utilizzare la luce naturale.”
Lo sentì brontolare un “l’uomo del risparmio energetico” e poi la luce della lampada si abbassò e vennero alzate leggermente le avvolgibili; Blaine si guardò un istante attorno prima di notare una quantità innumerevole di coppe, trofei, premi di ogni genere, minuziosamente riposti su scaffali o dentro teche di vetro antiproiettile.
“Meglio così?” domandò scocciata la voce.
“E’ la stanza della Sylvester?”
“No.”
Aggrottò le sopracciglia dalla simpatica forma triangolare “A me sembra l’ufficio di Sue Sylvester.”
“Sì, ok! E’ quello! Ma adesso veniamo a noi!”
Finalmente posò lo sguardo sulla persona di fronte a lui e per poco non gli venne un infarto: Kurt Hummel, il vocalist e capitano dei Cheerios, nel suo fulgido splendore in quei maledetti pantaloni aderenti e rossi, era seduto sulla poltrona massaggiante della sua coach.
Gli occhi di Blaine si spalancarono, tanto che alla fine sembravano due piattini da caffè, prima di boccheggiare frasi sconclusionate ed assolutamente non correlate l’una con l’altra, poi riuscì a domandare “Kurt Hummel?” come per assicurarsi di non stare immaginando tutto.
“Quello è il mio nome, non lo sciupare.” l'interpellato prese un paio di fogli da una busta giallognola e fece segno alla sua seconda, Santana Lopez, di lasciarli soli.
Quando la ragazza se ne fu andata mostrò la lettera -stampata in arial 10- al nerd: “Blaine Everett Anderson”  alzò un sopracciglio quasi divertito “Everett? Veramente?”
Il ragazzo con gli occhiali arricciò le labbra e corrugò la fronte “E’ il nome di mio nonno…”
“Oh, certo.” rispose ridacchiando il cheerio, incrociando le dita e poggiandovi il mento “Comunque, sappi che qualunque cosa farai a mio danno sarà rivolta contro di te! Come se già lo stare con te non fosse sufficiente come oltraggio per la mia immagine…” brontolò incrociando le braccia al petto e poggiandosi con espressione contrariata allo schienale della poltrona  “Spiegami come ti è venuto in mente!”
Blaine sbatté per due volte consecutive le palpebre “Di cosa stiamo parlando?”
“Di ‘What Not to Wear ovviamente!”
Il nerd lo guardò come se stesse vedendo ballare uno squalo ubriaco in una piscina gonfiabile piena di gelatina alla fragola “Continuo a non comprendere…”
Kurt Hummel inclinò leggermente la testa di lato lievemente sorpreso “Non hai chiesto tu di avere me come stylist?”
“Hummel, seriamente, ti sembro uno che potrebbe anche solo avvicinarsi ad uno stylist? E poi,” sospirò “potresti dirmi perché sembriamo in un film di 007 riuscito male?”
“Non voglio che mi vedano parlare con te. Ne va della mia immagine.”
- Oh, giusto… - pensò amaramente Blaine abbassando gli occhi alle sue All Stars nere. E tentando di non perdere l’equilibrio su quella maledetta palla.
“Comunque” riprese Kurt tossicchiando per riavere l’attenzione “mi è arrivata questa mail dalla TLC dove, quest’anno, hanno deciso di fare una variazione al programma: lo stylist che cambierà look al fortunato prescelto, sarà la persona più influente del suo circondario. In questo caso: io, Mr. Popolarità e outfit di tutta Lima, modificherò il tuo guardaroba.” sottolineò bene le ultime quattro parole.
Anderson lo guardò sbigottito “Hummel, cosa hai fumato?”
“Oh, insomma!” brontolò il cheerio sbattendo le mani sulla scrivania “Non prendermi per i fondelli!”
- Wow, c’è ancora chi utilizza il termine ‘fondelli’? - “Seriamente, non so di cosa parli. Potrò anche leggere Vogue, ma più in là di lì non vado.”
Kurt lo squadrò dall’alto al basso, partendo da quell’informe massa riccioluta e nera che erano i suoi capelli, fino alle scarpe vecchie e malconce.
“Blaine Everett Anderson”
“Devi proprio pronunciarlo il mio secondo nome?” bofonchiò aggrottando le sopracciglia.
Kurt ghignò facendo finta di non averlo sentito “Qualcuno deve aver mandato la richiesta a tuo nome per partecipare a What Not to Wear e sei stato scelto. Ora puoi decidere se accettare o meno questa ‘cosa’, ma sappi che potrebbe essere un ottimo modo per elevarti di rango. Magari un po’ di notorietà potrà sbarazzarti delle granite che puntualmente ti rovinano quel cespuglio che hai sulla testa.”
Blaine, finalmente, alzò lo sguardo ed incontrò i suoi occhi: quella sfumatura azzurrognola la si poteva cogliere anche con l’illuminazione artificiale… pensò a quanto potessero essere stupendi in pieno giorno e con il sole alto.
“Potrebbe davvero evitarmi tutto questo… disagio?” chiese titubante umettandosi le labbra.
Kurt gli sorrise “Penso proprio di sì.”
“Posso… ehm, posso pensarci?”
“Sì, certo. Hai tempo fino a fine mese.”
Anderson spalancò gli occhi “Ma è fra tre giorni!”
“Oh, beh, meglio così” ghignò Kurt alzandosi “Quando hai deciso, lasciami un messaggio nell’armadietto” e, detto questo, uscì dall’ufficio di Sue Sylvester, lasciando il ragazzo riccioluto con un vago senso di aspettativa.
Ma quell’aspettativa, un istante dopo, si tramutò in ossessione! Doveva assolutamente capire chi incolpare per quel tiro mancino! Lui che doveva sottostare alle regole di abbigliamento di Kurt Hummel aveva dell’assurdo.
Lui che avrebbe dovuto comunicare con Kurt Hummel aveva dell’assurdo!
E poi, come in un flashback di Final Fantasy, ecco apparire quattro facce note.
Si morse il labbro inferiore e, più veloce della luce, recuperò lo zaino ed uscì dall'istituto; biologia ormai era persa e, pur di far valere l'importanza della propria privacy, avrebbe saltato anche matematica avanzata!
Salì in auto –una Chevrolet Caprice dell’89 dall’improponibile color mattone ormai deturpato dal tempo–per dirigersi a gran velocità a Westerville: alla Tana.
Per mozzare qualche testa.
 

Un’ora e cinquantasette minuti dopo è di fronte ad una porta di legno tinta di verde scuro; abbassa la maniglia ed entra spalancandola.
Tre delle quattro teste presenti si voltano verso di lui con un’espressione tra lo stupito ed il preoccupato.
“Oh mio Dio! E’ Blaine!” urla un ragazzo di colore mentre lascia andare il joystick e si alza in piedi quasi terrorizzato “Come hai scoperto del nostro incontro segreto per la maratona di Resident Evil?!”
“Ho mandato un sms, David.” risponde incolore Blaine mettendo i pugni chiusi sui fianchi ed allargando leggermente le gambe come per enfatizzare la rabbia che gli scorre  dentro.
David aggrotta le sopracciglia scure e si volta verso i suoi compagni “Sei stato tu Jeff, vero?”
“Ovvio. Non potevo sicuramente tradire Blaine. Anche se RE non gli piace, è comunque un membro dei Warblers.”
David si volta verso Nick “Perché non hai fermato la tua testolina bionda?”
“Non è mia,” ribatte un ragazzo dai capelli castani scuro ed un naso un po’ pronunciato “è di Jeff la testolina bionda. E chi sono io per intercettare i suoi sms?”
“Il suo migliore amico?” risponde Wes, un ragazzo dai tratti orientali che ha, fino a quel momento, evitato di rimanere ferito nello scontro apocalittico con alcuni zombie.
“Appunto” risponde Nick alzando gli occhi verde scuro su David “e come migliore amico non mi intrometto mai nella sua privacy.”
David apre la bocca per dire qualcosa, ma la richiude immediatamente, con occhi liquidi da cucciolo indifeso si volta verso Blaine “Non farò più il cattivo e ti dirò esattamente tutto quello che combino giornalmente.”
“Anche gli incontri clandestini.” Si intromette Jeff.
“Sì, anche gli incontri clandestini, ok papà?” mugugna il ragazzo di colore mentre si avvicina a Blaine per farlo accomodare accanto a lui; ma David nota una certa resistenza “Che c’è?”
“Chi è stato?”
“A far cosa? Ad avere un rapporto con te e far nascere David? Non ne ho idea.” Ridacchiò Nick uccidendo uno zombie.
“Ma non eravamo noi i genitori di Blaine?” domandò Jeff guardando il suo migliore amico “Oddio, sono diventato nonno?” si poggia una mano sul cuore e con un’espressione di finta incredulità comincia a discorrere sul perché si è sentito più vecchio da dieci minuti a quella parte.
“Ragazzi, non sto scherzando” a quel tono di voce, seriamente alterato,  i quattro amici mettono in pausa il gioco e lo osservano con concentrazione.
“Chi è stato?” domanda nuovamente Anderson “Chi è stato a mandare una mia foto alla TLC?”
I quattro amici sbattono in sincrono le palpebre per due volte di seguito.
“La TLC?”
“Perché?”
“Ma chi?”
“Una tua foto?”
“Davvero?”
“Non era la Fox?”
“Ma questa storia da dove ti è venuta fuori?”
“Ragazzi!” sbraita Blaine interrompendo quel flusso di domande “Perché lo avete fatto?”
David guarda Wes, che guarda Nick, che guarda Jeff che risponde per tutti e quattro “Noi non abbiamo fatto nulla.”
“Questa è una bugia bella e buona!”
“No Blaine, nessuno di noi ha mandato una tua foto in giro; vero Nick?”
“Verissimo Wes! Giusto Jeff?”
“Giustissimo Nick! Vero David?”
“Verissimo Jeff.”
Blaine alza le mani al cielo “Oh, la smettete di chiamarvi per nome?! Vi conosco, e pure bene. E so che siete stati voi.”
“Non è così.”
“Ma siete gli unici che conoscano il mio secondo nome! Come posso pensare che siate puliti?!”
“Everett, Everett, Everett” inizia sospirando Nick –prima di essere interrotto dal riccio che brontola uno “Smettila di pronunciarlo”– “Guarda che noi non abbiamo inviato nessuna foto.”
Blaine li osserva un istante, li scruta nei loro occhi, come a perdersi nei loro pensieri più profondi e a leggere le loro menti, poi emette un sospiro frustrato e si siede accanto a loro, gambe incrociate e mano destra tra i capelli “Ok… se non siete stati voi, ditemi che dovrei fare, almeno.”
Jeff e Nick si scambiano uno sguardo eloquente “Senti, figliolo” inizia il biondino mentre gli mette una mano sulla spalla “Qual è il problema? Sai cantare e noi possiamo aiutarti.”
“Come?” Blaine li guarda perplesso.
“Ma certo che ti aiuteremo!”
“No, ragazzi, ma di che state parlando?”
I quattro amici si scambiano un’occhiata preoccupata “Non ti hanno chiamato ad X Factor?”
“No!”
“Cazzo!” brontolò David.
“Aspe… Cosa?! Avete mandato un mio demo a X Factor?!” Blaine Anderson è sconvolto, una doppia bugia; cosa si sarebbe dovuto aspettare ancora?
“Beh, sì” disse Wes grattandosi la punta del naso “Sai, sei pieno di dvd demo che avevamo pensato sarebbe stata un’occasione d’oro visto che i provini ci saranno a febbraio anche qui a Lima.”
Il nerd con gli occhiali li guarda uno alla volta prima di sbuffare e di sdraiarsi a pancia in su “No, niente X Factor… qui si parla What Not to Wear.”
“Cosa?!” urlano i suoi amici contemporaneamente “Scherzi?”
“Purtroppo no. Qualcuno -sicuramente di voi!- ha mandato la mia richiesta per modificare l'abbigliamento…”
Nick mugugna un “Ed è un problema?”
“No, probabilmente no. Ok, non sono affatto attratto maniacalmente dalla moda, lo sapete anche voi, ma potrebbe essere un’esperienza divertente; e magari i bulli potrebbero lasciarmi un po’ in pace” sospira di nuovo, mette le mani intrecciate dietro la testa e le usa come cuscino “Il vero problema è che ad affiancarmi ci sarà Kurt Hummel.”
Il silenzio dilaga nella stanza; nessuno sta respirando. Poi, Wes, biascica “Kurt-sono-il-migliore-di-tutta-Lima-e-posso-cantare-un-medley-di-Celion-Dion-in-francese-per-quattordici-minuti-e-mezzo-Hummel?”
“Sì, proprio lui.”
David si mette una mano sul volto, Jeff e Nick tra i capelli –visto che sono gli unici due con i capelli splendenti e vaporosi– e Wes borbotta un “Benissimo. Sei nella merda, lo sai?”
“Perché su 38.771 abitanti dovevano scegliere proprio Kurt Hummel?” si dispera Blaine prima di mordersi il labbro inferiore e concludere con un: “E perché mi sono innamorato di uno come lui?”




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Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo
Prima di lasciarvi alle note specifiche (che non vi obbligo a leggere, ma sono utili se vi siete persi un pezzo - e, lo ammetto, mi sono divertita a scriverle XD), voglio innanzitutto ringraziare la mia Millicentina, che ha betato questa storia e non si è mai lamentata. Ma prima o poi lo so che lo farà XDDD lol
Ho deciso di pubblicare questa Long appena terminata (o quasi, mi mancano gli ultimi 2 capitoli da scrivere!) per supportare la Klaine. Ultimamente la vedo messa davvero in un angolo, e mi dispiace T^T
Apro e chiudo una parentesi dicendo che, forse, sono l'unica a non avere ancora visto la 4x04; e ne sono fiera XD Anche perchè, visto il livello di ammore all'interno di questa fanfiction, i miei "sentimenti" non devono essere modificati dopo la visione della suddetta puntata, se no poi modificherei il senso di questa ficci. So quello che accade, ma vederlo è certamente peggio per il mio cuoricino di fangirl!
Questa storia ha una morale (ma arriverà con mooolta calma), vuole essere positiva e dolce come una caramella (o una tazza di cioccolata calda!). 
Mi sono divertita un sacco a scriverla, soprattutto durante le apparizioni dei Warblers, e spero che faccia sorridere anche voi!
Voglio solo specificare che il cambio repentino di tempo verbale è voluto!
Ovviamente, se volete recensire, non mi fate un dispetto XD
A martedì prossimo!
Charty :3


Campagna di Promozione Sociale- Messaggio No Profit:

Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.

(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)



Note Specifiche:

0) La mise di Blaine è questa: http://media.tumblr.com/tumblr_lxfrlw6Ur81qz85ck.jpg(i capelli ricci sono invece del suo vero io: Darren Criss che ha -anzi, aveva- un cespuglio al posto dei capelli)

1) Quel “Ragazzo Nerd che cammina!” è preso dal film Il Miglio Verde (con Tom Hanks e diretto da Frank Darabont) del 1999, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King. Sono i secondini a pronunciare: “Uomo morto! Uomo morto che cammina nel miglio verde!” Il "Miglio Verde", così chiamato dalle guardie perché i detenuti condannati a morte vi percorrono il loro ultimo miglio [Paul (Hanks nel film) spiega che di solito il braccio della morte nelle prigioni è chiamato "L'ultimo Miglio"] attraversando un corridoio dal pavimento, color cedro appassito, simile al verde, che conduce fino alla sedia elettrica, ribattezzata "la vecchia scintillante". Ho scelto di utilizzare questa frase per enfatizzare il momento di angoscia di Blaine XD

2)La Tanaè l’ovvio riferimento ad Harry Potter: la casa dei Weasley.

3) “Quello è il mio nome, non lo sciupare.” è una famosissima frase che Danny Zucco pronuncia in Grease (volevo aggiungere un po’ di teatralità XD)

4)Everett è il secondo nome di Darren Criss (l’attore che interpreta Blaine nella serie). Volevo assolutamente un secondo nome per Blaine ed ho pensato di usare quello di Criss.

5) What Not to Wearè il “Ma come ti vesti?!” made in USA.

6)TLC è un’emittente televisiva americana dove viene trasmesso, appunto, What Not to Wear.

7) “Più veloce della luce” in questo caso ha un doppio significato:
 - E’ una frase che Superman pronuncia prima di alzarsi in volo (anche se nel tempo è stato modificato in “Più veloce di un proiettile”. Forse per non fare un dispetto a Flash XD)
- Il 22 settembre del 2011 è stato annunciato, dal Cern di Ginevra, che i neutrini viaggiano “più veloci della luce” (facendo viaggiare un fascio di neutrini a 60 nanosecondi più veloci della luce).
Più nerd di così si muore XD lol

8) Un’ora e cinquantasette minuti. Non è un calcolo causale. Lima da Westerville dista circa 2 ore; il tempo può variare a seconda del tragitto e dal traffico –e dalla sfiga nel trovare tutti i semafori rossi–, ma la media di tempo a percorrere 88 miglia è di circa 1 ora e 48 minuti (1 miglio equivale a 1,60934 kilometri).
(sconsigliabile fare la US-23 N e U.S. 30 W perché di 108 ml.; più conveniente seguire la US-33 W e OH-117 W di 87,4 ml.).
 
9) La Chevrolet incriminata è qui: http://www.curbsideclassic.com/wp-content/uploads/2011/07/1982ChevyElCamino06-featurecrop.jpg/  la Chevrolet del ‘59 (quella che Blaine sistemò con suo padre, per intenderci “l’originale”) arriverà più avanti.

10) Resident Evil è un video game della Capcom uscito per la prima volta per PlayStation nel 1996. Attualmente sono stati creati 6 giochi.
10a) Anche Final Fantasy è un video game (chi è che non lo sapeva?! XD)

11) X Factor in America viene trasmesso dalla FOX (stessa rete di Glee).

12) Il censimento del 2010 contava 38,771 abitanti in tutta Lima (Westerville ne conta 35,318 nel solo censimento del 2000).
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Fandom: Glee
Autore: Chartraux
Beta: onda1965
Titolo: What Not to Wear
Capitoli: 2/18.
Parole: 4.332 (per questo capitolo)
Note Specifiche : a piano terra.



What Not to Wear
Capitolo 2


 
Il cellulare di Blaine suona per la decima volta in quattro minuti –forse anche meno–; è certo che siano di nuovo Jeff, o Nick, o David, che vogliono sapere se abbia fatto o meno la grande mossa. Dove per “grande mossa” si intende semplicemente lasciare un bigliettino ben ripiegato all’interno di un armadietto.
Ok… non in un semplice armadietto a caso, ma nell’armadietto. Quello di Kurt Hummel. E Blaine sospira, conscio di essere passato per ventisette volte, in quei quasi quattro minuti, davanti al porta-libri-e-lacca del cheerleader.
Gli sudano le mani, se le passa più volte sulla stoffa dei pantaloni per asciugarle in qualche modo; il biglietto è stropicciato e decisamente di cattivo gusto - Seriamente Blaine, dovevi per forza strapparlo dal quaderno di geometria computazionale? - ed è pieno di impronte, talmente nitide che si potrebbero rilevare anche senza l’ausilio di polveri specifiche.
Sente un rumore improvviso provenire dalla propria sinistra e si gira preoccupato; non c’è nessuno.
Probabilmente se l’è immaginato. Non vuole correre troppi rischi: se qualcuno lo beccasse in quel momento, sarebbe la sua rovina -e forse anche di Hummel- per questo ha deciso di non seguire l’ora di spagnolo e di presentarsi di fronte all’armadietto a lezioni ormai già iniziate: per non avere occhi indiscreti puntati addosso.
Ingoia a vuoto. Deve prendere una decisione veloce. Si morde il labbro inferiore, con rapidità si avventa sull’armadietto ed infila il foglietto tre le fessure per l’aria. Quando si allontana, comprende che il dado è tratto ed ormai non può più tirarsi indietro. E questo lo preoccupa. Da adesso in poi dovrà fare molta attenzione per non mangiare la foglia.
Si volta di scatto e corre lontano da lì; l’odore di Kurt Hummel si è insinuato nelle sue narici e si è spinto fin su nel cervello, mandandolo in cortocircuito.
- Perfetto! - si dice - Ora sì che sono nella merda fino al collo! -
Trascorre la prima ora a studiare in un cantuccio nell’aula del Glee club, poi segue le successive lezioni senza intoppi, granite od energumeni-dal-cervello-bacato di sorta; mangia in sala mensa, seduto al tavolo seminascosto da una colonna, pieno di compari di sfiga -tra cui anche il “gossipparo” Jacob Ben Israel- , dove gli viene rovesciato un frullato –che dall’odore gli pare di fragola– sulla testa.
Rimane alcuni istanti seduto, mentre le goccioline profumate gli colano sulla fronte e sui vestiti.
Poi decide di alzarsi e di non rovinare l’umore ai compagni di disavventure: prende lo zaino, i libri, fortunatamente rimasti indenni, e si dirige al bagno del primo piano, che a quell’ora è spesso vuoto.
Si toglie gli occhiali, si lava il viso con l’acqua fredda e sospira forte, cosciente che tra qualche mese tutto quello sarà solo un ricordo.
Solleva il capo e si osserva allo specchio, nota di sfuggita una figura dietro di lui, ma non fa in tempo a capire chi sia che il buio inonda i suoi occhi.
“Di nuovo…?!” biascica mentre una mano gli tappa la bocca.
“Zitto nano! Ora seguimi.”
Santana Lopez –ormai quella voce la riconoscerebbe ovunque– lo trascina con mala grazia lontano dai bagni, infatti il ragazzo sente l’odore di disinfettante che si dirada e viene sostituito, alcuni minuti dopo, da un profumo di bagnoschiuma e di lucido da scarpe.
La vista ritorna come per magia e, dopo aver sbattuto più volte le palpebre per abituarsi, Blaine vede la longilinea figura di Kurt Hummel –in quella mise rossa e bianca che gli fa salire la pressione– seduto su una panchina di metallo di fronte a lui, gambe accavallate e braccia incrociate al petto. Una strana espressione arrabbiata solca la sua fronte.
“Anderson, sei davvero incomprensibile!” sbotta il ragazzo dagli occhi azzurri, arricciando le labbra.
Blaine lo trova irresistibile in quel momento “Non è vero.” ribatte non comprendendo il problema.
“Il problema” dice Kurt come se gli avesse letto nella mente “è che i tuoi messaggi non sono chiari.”
Blaine solleva un sopracciglio, accentuando la sua forma triangolare –che, per un misero nanosecondo, fa sorridere Kurt– “Seriamente Hummel, potresti smetterla di rapirmi tutte le volte che hai bisogno di parlarmi?” si guarda attorno con aria perplessa e poi inorridisce “E’ lo spogliatoio delle ragazze questo?! Oddio!”
Santana gli si para davanti puntandogli un dito sul petto “Ehi, hobbit, qual è il tuo problema? Non dirmi che sei diventato etero da oggi!”
“No. Ma ci tengo all’etica ed al rispetto della privacy altrui. Oltre che della mia, ovviamente…” bofonchia Blaine cercando di capire perché una caffetteria non andasse bene.
La ragazza ride “Oh cielo Hummel, sei proprio nella merda.”
Kurt non dice niente, prende solo il foglietto stropicciato che Blaine gli ha messo nell’armadietto poche ore prima, e lo apre leggendo “Ok.”
“Sì, ok.”
Il cheerio lo guarda perplesso “Ok ‘ci sto a contribuire al mio miglioramento’, o Ok ‘lascia perdere che preferisco rimanere nell’anonimato’?”
- Oh- Blaine sorride alla domanda. In effetti non ha scritto altro che quelle due lettere e, leggendole, probabilmente anche lui sarebbe rimasto perplesso. Con un dito fa il gesto di sollevare gli occhiali dal naso, ma non li trova, forse è per quello che vede leggermente sfuocato.
Santana gli porge la montatura e lui se la infila con un gesto rapido, come se si sentisse nudo senza.
Kurt lo osserva alcuni istanti curioso, poi i loro sguardi si incontrano e gli occhi di Kurt, a Blaine, non sono mai sembrati più belli. Quel colore indefinito che va dal verde acqua all’azzurro cielo stanno facendo movimentare le sue parti basse in modo alquanto vergognoso. Accavalla le gambe per nascondere l’emozione che scorre tra le sue cosce e domanda “Quindi, come vuoi fare?”
“Fino a lunedì non ne parleremo, c’è Halloween ed io ho una festa fantasmagorica a cui devo assolutamente partecipare. Ovviamente è stata organizzata da me medesimo, quindi non posso assolutamente perdermi in altre cose. E non ho ancora deciso il mio outfit della serata…” risponde con una punta d’isteria nella voce.
Blaine fa un cenno con il capo, incapace di dire altro; lui della festa non ne ha nemmeno sentito parlare, ma lui è un Nerd, come poteva immaginare di essere invitato a questa serata mondana? E comunque ha già programmato la sua da un pezzo.
“Tu che fai?” gli domanda Kurt mentre si osserva una pellicina vicino un’unghia.
Il ragazzo dai capelli scuri lo guarda come se fosse un fantasma “Io?” chiede additandosi.
Sospira il cheerio, alzando con eleganza un sopracciglio, “Certo che lo chiedo a te Blaine Everett Anderson. Santana, unica altra persona presente in questa stanza, sarà con me questa sera.”
“Oh” è effettivamente sorpreso, dimentica di inveire per l’utilizzo improprio del suo secondo nome e si passa una mano dietro al collo “Uhm, beh, sai, vado ad una festa anch’io…”
Kurt lo guarda incuriosito, ignorando la sua pellicina “Davvero?”
“Sì.”
“Con altri nerd?”
Blaine sospira “Con amici.”
“Amici nerd?”
“Amici con passioni diverse.”
“Quindi nerd.”
“Hummel, mi spieghi perché pensi che i miei amici siano nerd?” domanda un po’ infastidito il ragazzo mentre gli scocca un’occhiata stanca.
Kurt alza le spalle “Non so, penso che sia normale. Voglio dire: io, che sono una celebrità qui al McKinley, passo il mio tempo con tutta l’altra gente che conta.” lo guarda un secondo poi torna alla pellicina “Pensavo che voi nerd steste meglio tra di voi…”
Blaine capisce che non c’è vera e propria cattiveria in quelle parole.
Parla di una scala gerarchica, e come dargli torto? Appena compi il primo passo all’interno di una scuola, sei subito etichettato, e da quel momento in poi preferisci stare con altri che hanno in fronte ben stampato il tuo stesso marchio.
Per quieto vivere civile e per conformismo obbligato.
Anderson sorride divertito e l’altro lo guarda un po’ perplesso “Ridi?”
“Sì” con una mano si gratta il naso “Pensavo alla faccia che farebbe Jeff se sapesse che gli hai dato del nerd. Non sa nemmeno distinguere un moltiplicazione da una divisione!”
“Jeff?”
“Un mio amico. Alto come una pertica e dai capelli biondi talmente chiari che sembrano quelli stinti di Marylin Monroe.”
Kurt raddrizza la schiena e guardandosi attorno nota che Santana è sparita –probabilmente è tornata da Brittany–.
“E… uhm… hai altri amici?” chiede ancora il cheerio inarcando il corpo in avanti.
Blaine fa un cenno positivo col capo “David Thompson! E’ patito di giochi di ruolo e ha una strana vena romantica quando spara contro uno zombie. Nick Duval, migliore amico di Jeff Sterling, adora l’arte di ogni tipo, penso che abbia già fatto domanda per il college a New York. Poi c’è Wesley Montgomery che ha una predilezione per il dibattito. Secondo me diventerà un giudice. Gli abbiamo anche regalato un martelletto; che purtroppo usa come arma impropria a nostro discapito .”
“E… non sono nerd quindi.”
“No Hummel, non sono nerd. O almeno, non nel senso che intendi tu.”
Il ragazzo lo guarda stranito, apre la bocca, ma la richiude all’istante. Puntella un gomito sul ginocchio e poggia il mento sul pugno chiuso; Blaine nota che si è perso in qualche congettura.
“Ok” dice riprendendosi “facciamo che ci vediamo lunedì dopo le prove dei Cheerios nel parcheggio.”
Anderson fa un cenno con il capo e poi si alza: quella conversazione è stata incredibile.
Parlare con Kurt Hummel per cinque minuti interi, senza spintoni o granite sulla testa, ha dell’incredibile!
Ma prima di uscire dagli spogliatoi sente un sussurro “E’ ancora bello stare nel Glee?”
Si gira, stupito, davvero glielo ha chiesto? Scrolla le spalle “Come?”
“Ho detto: ci vediamo lunedì, Anderson.”
“A lunedì.” e se ne va con una strana sensazione allo stomaco. Non sono farfalle, quelle le conosce bene, sembra più una compressione delle interiora: ansia, preoccupazione e terrore. Non riuscirà a reggere fino a lunedì.
 
“L’hai fatto?” domanda Nick mentre si versa il caffè nella tazza.
È al telefono con Blaine da sette minuti, ed ha trascorso i primi sei ad ascoltare frasi del tipo “Sono un idiota.”, “Un imbecille.”, “Un pirla.”, “Un nerd!” e non comprende se la grande mossa sia stata davvero compiuta.
Lo vuole sapere, perché ha paura che, prima o poi, i cocci di Blaine debbano essere incollati con l’attack super forte.
Lo sente sospirare “Sì. E me ne sto già pentendo.”
E Nick sa che è vero. Vede Jeff guardarlo curioso, scuote la testa dall'alto in basso in un cenno positivo, ma i suoi occhi tradiscono le aspettative del biondino che preferisce rimanere in silenzio.
“Quindi come siete rimasti d’accordo?”
“Che ci vediamo lunedì dopo gli allenamenti dei Cheerios.”
Nick rimane un istante in silenzio, guardando Jeff mentre intinge un biscotto al cioccolato in una tazza di caffelatte domandandosi come possa fare colazione subito dopo pranzo. “Ci vediamo stasera?”
“Certo! Ho già preparato il costume!” ridacchia Blaine e Nick tira un sospiro di sollievo - Forse non è andata così male - “Ok, a stasera.” e chiude la comunicazione.
“E’ andata così male?” gli domanda Jeff bevendo un sorso della bevanda calda e guardando di sottecchi il proprio migliore amico.
Nick si passa una mano tra i capelli e si accorge di aver perso l’appetito, sposta il piatto con il paté d’anatra, arrivato direttamente dalla Francia, verso Jeff Sterling “No, credo di no. Più che altro penso che i suoi sentimenti per Hummel non rimarranno segreti per molto.”
Il biondo ride “Oh, se finirà come con Jeremiah, credo proprio di no!”
“Jeff, non dirlo nemmeno per scherzo!” si lamenta “Non ho per niente voglia di cantare di nuovo in un negozio GAP!”
“E’ stato divertente!”
Nick alza un sopracciglio “Sì, finché non ci hanno diffidato dal ripresentarci mai più lì dentro, nemmeno per semplici acquisti! Ti rendi conto che hanno le nostre foto? Le nostre foto!”
Jeff beve un altro sorso sorridendo “Ogni foto è stata accuratamente inserita in un cerchio rosso dove sotto c’è scritto ‘Loro non possono entrare’.”, il suo amico mugugna “non siamo mica cani però” ed a quel punto non può fare a meno di dire “Lo rifarei altre cento volte se avessi la garanzia che quell’espressione afflitta-sconfitta apparisse sul tuo viso.”
“Sei un idiota.”
Sterling fa spallucce “Sì, può darsi” guarda l’orologio “Dobbiamo andare a lezione, abbiamo cianciato anche troppo, non c’è più nessuno in sala mensa.”
Duval fa un cenno col capo, recupera libri e borsa e si dirigono alla lezione di algebra.
 

Quella sera Blaine Anderson è orgogliosamente impettito, di fronte alla porta della Tana, nel suo completo nero e verde. Si è vestito da Stephen Hawking ed è certo che gli occhiali non gli siano mai stati così bene. Bussa un paio di volte prima che la porta venga aperta. E rimane vagamente sconcertato: un gigante con una scatola al posto della testa alza una mano e lo saluta.
“Jeff?” chiede con seria preoccupazione.
“Sì, sono io! Come hai fatto a riconoscermi?” domanda l’amico togliendosi lo scatolone dalla testa.
- Beh, sei l’unico tra di noi ad essere alto quanto un giocatore di basket! - Stephen ‘Blaine’ Hawking glielo rivelerebbe volentieri, se una mano non lo afferrasse con impeto e non lo trascinasse dentro a forza.
“Cos’è quel vestito?” domanda David sorpreso “Eravamo d'accordo di vestirci da qualcosa! Non da Blaine Anderson nelle serate di Natale o per una maratona di Harry Potter!”
“Ehi! Io sono mascherato da Stephen Hawking! Non vedi il gilet di maglia verde? E’ lo stesso che porta Benedict Cumberbatch nel film!” sbotta infastidito.
“Ah” dice Wesley ‘Wes’ Montgomery, sbucando dal cucinotto ed indicando la spilla della pace che è appuntata sul petto di Blaine “pensavo fossi vestito da Serpeverde anticonformista.”
“Con quei capelli non sembri affatto Stephen!” rimbrotta David prima di chiamare a gran voce Nick che, appena compare, gli lancia un’occhiata tetra “Anderson, cos’è quello?”
Il ragazzo in questione sospira “Stephen Hawking.”
“Nick, digli qualcosa!” lo incita David con preoccupazione.
“Sai, Blaine, potevi direttamente metterti la divisa della Dalton. Che senso ha partecipare ad una festa di Halloween con un abito che sembra quello del nonno ‘masochista’ Murphy, vicino scorbutico di casa Sterling? No, dico, un po’ di fantasia! E poi, con quei capelli, non sembri Hawking per niente.”
Blaine si guarda la giacca e la spilla “A me piace.”
“Sì, ok, ma non va bene!”
“Perché?” chiede con curiosità: a lui Hawking sembra un’idea geniale.
“Perché serve qualcuno che mi cammini a fianco senza che io sembri un robot scarico.” dice Jeff presentandosi con quella scatola in testa.
Ed in quel momento Blaine capisce.
Capisce che è in un mare di guai.
“Oh no. Oh no no no!”
“Oh sì! Assolutamente sì!”
“No! Non mi metterò mai quei… quelle… oddio! Sono un insulto per gli occhi!”
Wes ridacchia “Si chiamano leggings, o pantaloni decisamente stretti e colorati. Ma insulto? Addirittura?”
Blaine gli lancia un’occhiataccia “Sono orrendi! Magari non sono un fissato della moda, ma ho buon gusto!”
“Sì, certo, ma adesso mettiti questi.” conclude David lanciandogli un paio di “pantaloni”, una t-shirt ed una giacchetta decisamente troppo luccicante.
“No!”
“Blaine Everett Anderson! Adesso ti vesti che siamo in ritardo!” Nick si sta stufando, tutto quel nerdismo anche ad Halloween è troppo “Solo per qualche ora ti trasformerai in Stefan Kendal Gordy! E non accetto un ‘no’ come risposta, perché altrimenti ti scordi qualunque altra maratona di Harry Potter, Torchwood, Sherlock o altro!”
Blaine inghiotte a vuoto e pigola un semplice “Sì papà.”
 

“Mi vergogno da morire” biascica in un mugugno imbarazzato Blaine mentre cammina, per le strade festanti, al centro del piccolo gruppo di ragazzi, con indosso un paio di leggings zebrati, una maglietta nera, ornata da lettere colorate come arcobaleni che compongono la frase ‘sexy and i know it’, una giacca di pelle tempestata di paillette argentate e, per concludere, delle Vans bianche.
“Blaine, tesorino mio, sei fantastico!” dice Jeff vestito con una tuta aderente dorata e con la scatola sulla testa, con disegnato un volto da robot, “Siamo fantastici! David con i dread è fantasmagorico!”
“Grazie! Ci ho messo una vita a trovare una parrucca del genere. E quanto pizzica! Sono invidioso di te Anderson, i tuoi ricci sono naturali, nessun prurito immagino! Ammetto che non pensavo di stare così bene con questa giacca rossa piena di zip.” si gratta la base del collo “Anche se avrei da ridire sul colore di questi pantaloni.”
“Nah, sei un perfetto Sky Blu. Io e Wes siamo dei semplici ballerini di sfondo invece; quindi ci toccano delle magliette davvero, davvero equivoche!” Nick si tira la t-shirt guardandola “I’m in Miami bitch… ma vi pare?! Dove le hai trovate David? Sono curioso…”
Il ragazzo alza le spalle “Su internet. Ce ne sono un sacco; te le fanno anche su richiesta! Le citazioni che vi sono stampate, le ho coniate io personalmente.”
“La mia con l'omino che corre è quella meno volgare. Avevi il terrore che potessi ucciderti, David Thompson?”
David sorride semplicemente, mentre una gocciolina di sudore scende dalla sua fronte “…no…” pigola.
Blaine reprime una risata: sa quanto David tema le ritorsioni di Wesley e, vederlo così preoccupato, gli risolleva per un attimo il morale, visto che la scelta dei costumi è stata sicuramente sua.
Passando vicino ad una vetrina, si dà un’occhiata fugace e pensa a come dev’essere divertente sentire Ricky Martin buttare un ‘Uepa!’ in mezzo al ritornello di “Sexy and I Know It”!
E immagina che sia anche abbastanza eccitante, vederlo fare una coreografia con quella canzone.
Ad un certo punto, si accorge che gli amici si sono fermati di fronte ad un locale, sbatte un paio di volte le palpebre: “Breadstix?” è confuso. Che ci fanno lì? Hanno guidato per due ore, camminato per dodici minuti per ritrovarsi a Lima, al Breadstix.
“Che ci facciamo qui?” domanda, con una certa preoccupazione nella voce.
Wes alza le spalle “Abbiamo ordinato una pizza qualche sera fa alla Dalton, è arrivato il fattorino e ci ha dato il volantino che pubblicizzava la serata. Fanno anche karaoke!”
- Oh, no…- “E’ per questo che mi avete fatto vestire così? Volete che io canti con voi?!”
“Dai! Sarà come una volta! Metteremo sedie e tavoli vicino al palco e potrai saltellare finché vorrai!” ridacchia Jeff “Lo sappiamo quanto questo ti faccia sentire più alto.”
“Vi odio” borbotta la copia nana di Redfoo imbronciandosi.
“Ma ormai siamo qui, che senso ha andare da qualche altra parte?”
Blaine sbuffa “Mi spiegate perché sono dovuto venire a Westerville se poi siamo tornati qui? Non ha senso!”
Nick gli dà una pacca sulla spalla “Everett carissimo, non rompere.”
Anderson vorrebbe ucciderli tutti, sarebbe anche la sera più adatta; si pente di non essersi vestito da Thomas Hewitt e quindi di non essere armato della fedele motosega.
“Va bene” borbotta “entriamo.”
Il locale è pieno di gente. Le sedie sono state spostate in un angolo, i tavoli contro al muro sono colmi di vassoi per il buffet, mentre quelli centrali sono decorati con zucche intagliate e sommersi da dolcetti. Questa sera niente ristorante, si paga solo l’ingresso a 10 dollari e poi si beve e si mangia a volontà.
Dalla parte opposta all’ingresso c’è il palco, con microfoni e casse, ed uno schermo del pc da 16 pollici dove vengono proiettati i testi delle canzoni; la musica batte ad alto volume. La sala è piena di palloncini neri ed arancioni, finte ragnatele e qualche pessimo animaletto di plastica appeso qua e là.
Blaine si guarda intorno: è pieno di studenti del McKinley e questo lo terrorizza; ha visto Azimio e Karofsky.
“Cazzo” sussurra avvicinandosi a Nick.
Lui, confuso, gli domanda “Che c’è?”
“Ci sono i tizi che mi buttano nei cassonetti del pattume…”
Nick alza la testa e fa un cenno a Jeff che, dai due buchi sulla scatola, guarda nella direzione a lui indicata; si abbassa e solleva il cartone “Blaine, non ti riconoscerà nessuno; metti questi.” gli porge un paio di occhiali da sole con una montatura a strisce orizzontali anche sulle lenti di un bel rosa shocking  “I tuoi capelli sono ancora più terribili del solito. Non hai papillon, bretelle o camicie a scacchi: sei irriconoscibile!”
Si infila veloce gli occhiali da sole “E se mi riconoscono quando mi sentono cantare?”
“Blaine, ci siamo qui noi, ok?” lo illumina Nick tirandolo per un braccio per far sì che lo guardi negli occhi verdi “Non preoccuparti, non ti lasceremo da solo.”
Il ragazzo annuisce con un po’ di esitazione, ma si fida e decide di godersi la serata. Con passo deciso va verso il tavolo del buffet, passando vicino ad Azimio-la-Mummia e per errore altrui gli dà una leggera spinta “Scusa.” gli dice con preoccupazione nella voce.
Azimio lo guarda e poi scrolla le spalle “Figo quel costume!”
“Grazie…” dice Blaine assolutamente perplesso - Non mi ha riconosciuto? Fantastico! -
“Buon divertimento!” gli urla il giocatore di football prima di andarsene.
Nick, Jeff e David si avvicinano al falso Redfoo e lo vedono con un sorriso sornione sulle labbra “Tutto bene?”
“Assolutamente!” scruta dietro loro “Wes?”
Nick e David sorridono “E’ andato a prenotare la canzone!”
“Di già?”
“C’è la fila!”
Blaine ruota gli occhi al soffitto “Certo.”
“Abbiamo un gruppo prima di noi” dice Jeff indicando con un dito il palco “Dovrebbero iniziare adesso.”
“Ok, prendo da bere e vi raggiungo ai lati del palco.” li vede fare un cenno affermativo col capo e poi defilarsi, lui si gira e cerca un bicchiere pulito e… acqua?
Come potevano servire solo acqua? Almeno punch!
Alza le spalle e si versa da bere; si porta il bicchiere alle labbra e si gira verso il palco per cercare gli amici, ma si blocca sconcertato. Di fronte a lui, come una visione celeste, c’è Kurt Hummel. Il bellissimo Kurt Hummel che indossa una camicia bianca, con una piccola cravattina ben annodata, ed un gilet grigio dal fine taglio, un mantello nero e pantaloni del medesimo colore, talmente aderenti da lasciare poco spazio all’immaginazione e, per concludere, un paio di stivali alti, lucidi, di colore scuro.
E quella maschera bianca che ricopre metà del suo viso perfetto, lo rende decisamente affascinante. È una sua sensazione, o i pantaloni sono diventati più stretti al cavallo?
Poi si rende conto: Kurt Hummel è di fronte a lui, malgrado gli abbia chiesto espressamente di non rompergli le scatole nel weekend. Ingoia a vuoto, mentre la paura si fa spazio nel cervello ed il formicolio in mezzo alle gambe ha un crollo mostruoso, “Ciao” gli dice senza sapere nemmeno il perché.
“Ti potresti spostare? Vorrei bere.” gli risponde con garbo il cheerio inclinando leggermente a destra il capo - I suoi capelli sono impeccabili. - pensa Blaine mentre si scosta con un mezzo cenno di scuse dalla sua traiettoria.
“Grazie” gli sorride Kurt.
“Hanno solo acqua… speravo in un Punch…” gli rivela Anderson ancora boccheggiante.
“Lo so” sospira il Fantasma dell’Opera “ma visto che ogni anno c’è qualcuno che lo corregge, e gente che vomita nella strada sul retro del locale, il direttore lo ha abolito. Ho cercato di fargli cambiare idea per oggi, ma niente…”
Sembra deluso e Blaine si mette ad osservare il modo elegante con cui si versa da bere “Bel costume” gli sussurra e Kurt si gira perplesso.
Il suo sopracciglio perfetto si alza di un poco “Davvero?”
Anderson fa un cenno con sicurezza “Certo! Un favoloso fantasma dell’opera!”
Lui ridacchia e risponde con una battuta che quasi lo annienta “Non posso dire lo stesso di te! Solo Ricky Martin potrebbe vestirsi così e sembrare comunque bellissimo!” gli sorride “Ci vediamo, copia bassa di Redfoo. Mi devo esibire.”
Blaine lo osserva allontanarsi; quel mantello sembra incorniciare ogni suo movimento e ne rimane incantato. E poi, non lo ha riconosciuto, quindi può esibirsi senza alcun problema.
Mentre pensa che la sua dopotutto possa essere una buona serata, sente la musica partire e vede Kurt salire sul palco con Santana, Brittany e Quinn –la prima vestita da diavolessa, la seconda da… gatto?, la terza da cameriera da Rocky horror–; e la sua serata inizia a splendere.
La voce di Kurt è una poesia senza fine, dolce, melodiosa, potente e piena di perché per nulla scontati. Se non fosse una canzone di Lady Gaga, si metterebbe a piangere dalla commozione; e quando termina, batte le mani talmente forte che gli fanno male.
Segue con lo sguardo il ragazzo mentre esce di scena e nota Jeff fargli segno di avvicinarsi; si è perso a guardare il cheerio e si è dimenticato di raggiungerli. Lo fa di corsa e poi balza sul palco: ormai l’adrenalina è alle stelle e l’unica cosa che può fare è espellerla con un po’ di sano canto e qualche saltello.
Parte la musica –Wes ha scelto One Day degli LMFAO perché è certo che Blaine non abbia il coraggio di ballare Sexy and i know it!– e dopo una quindicina di secondi inizia a cantare, con foga e passione; seguito a ruota da David e nel ritornello anche dagli altri tre amici.
Mentre tutti i presenti battono le mani al momento opportuno, decide di saltare sul tavolo vuoto adiacente al palco e dà una scorsa alla platea: tutti ballano, cantano e si divertono, anche Kurt, che saltella, che muove la mani in gesti inconsulti e deliziosamente femminei e che si struscia su Santana e viceversa. Ma a Blaine non importa, gli piace il fatto di essere riuscito a farlo divertire, anche se solo per un istante; perché, non lo direbbe mai a nessuno, ma il Kurt Hummel che passeggia con la divisa dei Cheerios nei corridoi del McKinley, sembra sempre molto triste. E solo.
E la maschera che sfoggia ogni giorno, la vede esclusivamente come un peso eccessivo per quel corpo longilineo e magro; e se servisse, canterebbe per lui per tutta la vita.
Quando la musica finisce, torna coi piedi per terra e fa un inchino insieme al resto degli Warblers; li guarda mentre gli applausi riempiono il locale e rivela, con tutta la semplicità che lo contraddistingue, in un sussurro per nulla voluto, “Sono seriamente innamorato.”
E gli amici possono solo sorridere sinceri.
Anche se un po’ preoccupati.
 


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Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo

Ma secondo voi, è normale tutto ciò?
Dopo mesi che ho nel cassetto questa storia e dopo solo 4 giorni dalla pubblicazione del primo capitolo, Ryan Murphy che fa?
Decide di dare un secondo nome a Blaine.
Un diamine di secondo nome che (cavolo!) non è Everett!
Scusate, ma sono furibonda; e non è che Devon mi faccia impazzire... mi sa molto di "cattivo".
Quindi, perdonate questa mia scelta egoistica, ma il secondo nome non lo cambio; non verrà detto molte volte, ma cambiarlo non ha senso.
Allora, Halloween XD una festa che io non apprezzo (più che altro perchè qui da noi non la capisco lol), ma si sa, gli americani sono fissati XDE
 così, ecco il nostro cucciolo vestito come Benedict. Io AMO Benedict Cumberbatch. AMO Sherlock e lo adoro come attore; è divino (c'è qualcuno che si è perso la sua splendida interpretazione nella versione teatrale -che poi è andata anche al cinema- di Frankenstein diretta da Danny Boyle? Nel caso guardatela, fa venire i brividi *___*)
Poi, gli LMFAO...
Sappiatelo, non è il mio genere musicale preferito (io sono tipa da Indie e Rock!), ma li trovo fantastici!!!
Ok, prendetevela con il mio moroso che me li ha fatti conoscere l'anno scorso XD (a Londra sono pure riuscita a recuperare il cd che da noi manco era preso in considerazione!); e, sì, i gusti musicali di David me li ha ispirati un pò la mia dolce metà lol
E, come avrete intuito, la maschera di Kurt andrà in pezzi a causa di "qualcuno" (tanto bello e tanto fico XD)!

Un ringraziamento a chi legge, a chi recensisce, a chiha inserito questa ff nelle preferite/seguite/ricordate.
Un bacio speciale a Milly, perchè senza di lei, la mia mente sarebbe bacata  più del normale (Milly, ricorda: 10001!).
Ed un saluto a Nali, che mi fa apprezzare a dei livelli ignobili l'angst accoppiato alla Klaine XD
A martedì prossimo!
Charty :3


p.s.
Ribadisco, non mi offendo mica se recensite!

Campagna di Promozione Sociale- Messaggio No Profit:

Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.

(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)



Note Specifiche:

  1. La Geometria computazionale è la branca dell'Informatica che studia le strutture dati e gli algoritmi efficienti per la soluzione di problemi di natura geometrica e la loro implementazione al calcolatore. Dubito che la si studi alle scuole superiori, ma il mio nerd!Blaine è decisamente un passo avanti XD;
  2. Per me Kurt e Blaine hanno la stessa età; perché Murphy & co. ce lo hanno fatto credere per la bellezza di 18 episodi (fino alla 3x02) e non ho voglia di dividerli pure io per motivi di età non necessari. Ma Blaine è stato bocciato e non ce l’hanno detto!? XD;
  3. Stephen William Hawkingè un matematico, fisico e cosmologo britannico, fra i più importanti e conosciuti del mondo, noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri. Pur essendo condannato all'immobilità dall'atrofia muscolare progressiva, ha occupato la cattedra lucasiana di matematica all'Università di Cambridge per trent'anni, dal 1979 al 30 settembre 2009. È membro della Royal Society e della Royal Society of Arts, della Pontificia Accademia delle Scienze;
  4. Benedict Cumberbatch è conosciuto soprattutto per il suo ruolo nella serie televisiva britannica Sherlock della BBC. Ha interpretato, nella sua carriera televisiva, anche il personaggio di Stephen Hawking nel film tv “Hawking” che, nel 2005, è stato candidato al premio BAFTA come miglior film drammatico. Qui (http://eatsleepstrokesrepeat.tumblr.com/post/19564048017/benedict-cumberbatch-in-hawking) ci sono delle screen del film; la seconda è la mise che Blaine sfoggia alla Tana;
  5. Per nonno masochista di Murphy intendo proprio Ryan Murphy; perché già so che la quarta stagione mi farà penare!
  6. Stefan Kendal Gordy, in arte Redfoo, è uno dei due cantanti degli LMFAO (quello, ovviamente, con più ricci XD –fotina http://images.starpulse.com/pictures/2011/12/10/previews/Redfoo-CNO-005419.jpg); mentre Skyler Austen Gordy, aka Sky Blu, è l’altro. Informazione aggiuntiva inutile: i due cantanti sono cugini;
    6a)Darren “Blaine” Criss ha presentato gli LMFAO agli MMVAs 2012, canticchiando a modo suo “Sorry for Party Rocking” scatenando l’idolatria delle folle –e come dar loro torto XD (qui il video: http://www.youtube.com/watch?v=lP2Csd3MNyU&feature=my_liked_videos&list=LLPZxV3bOQS-H5cNDdjf-UKQ), ma questo l’ho scoperto dopo aver scritto questo capitolo. Che sia una veggente? XD lol;
  7. Il vestito di David è questo: http://www.musicontheweb.org/php5/alexbeat/?p=51(essì, i pantaloni sono zebrati di azzurro XD);
  8. Nella 3x12 "The Spanish TeacherRicky Martin è la guest star dove, appunto, canta la canzone incriminata. E, sì, dice proprio “Uepa!” (al minuto 2 e 41/42 secondi della versione completa);
  9. Thomas Hewittè conosciuto anche come Leatherface, ed è il protagonista del film horror Non aprite quella porta e la motosega è un po’ la sua migliore amica XD;
  10. Gli occhiali da sole che, a mio parere, servono solo per andare a sbattere contro un palo, sono questi: http://img.alibaba.com/wsphoto/v0/426433391/free-shipping-5pieces-fashional-plastic-party-sunglasses-Hip-Hop-Shutter-Shades-frames-Glasses.jpg(immaginateli con le lenti però). C’è gente che li porta eh XD – Ovviamente rosa shocking perché Darren Criss ha questa preferenza di colore (ehi, Darren, non riuscirai mai a convincermi di essere etero se il tuo colore preferito è il rosa e se ti smalti le unghie delle mani con tinte arcobaleno! E soprattutto se hai la stessa camicia di Chris “Kurt” Colfer. Io mica ci credo XD);
  11. Nell’episodio 3x18 Kurt fa la prova dell’audizione per la NYADA con quell’esatto vestito (qui -> http://www.gleeksource.com/GleekSource/files/40/40bdc619-d033-436c-a49b-9b065713745e.jpeg). L’ho adorato in questa mise, ma nella versione di Not Boy Next Door l’ho preferito di gran lunga, con quei bellissimi pantaloni dorati e, decisamente, aderenti;
  12. Il vestito di Quinn, per intenderci, è la versione cameriera del Rocky Horror Picture Show (episodio 2x5);
  13. Ovviamente la canzone cantata da Kurt, Quinn, Santana e Brittany è “Bad Romance” (episodio 1x20).


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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Fandom: Glee
Autore: Chartraux
Beta: onda1965
Titolo: What Not to Wear
Capitoli: 3/18.
Parole: 3.637 (per questo capitolo)
Note Specifiche : a piano terra.



What Not to Wear
Capitolo 3


 
 
E’ arrivato lunedì.
Il terribile, angosciante, inconcludente, inizio-settimana, inutile ed imprevisto lunedì.
Quello che Blaine Anderson dovrebbe trascorrere con Kurt “cheerio” Hummel.
E, sì, l’ansia gli fa mettere le mani nei capelli, scompigliandoli ancora di più, mentre la sensazione di puro terrore si sta impadronendo di lui; e sono solo le nove del mattino…
Ha passato un weekend infernale: ha dormito alla Tana perché, Nick e Jeff hanno deciso di distruggergli lo stomaco con una gran quantità di alcool –perché: “E’ impossibile fare un party, di Halloween, senza alcool!”–  e, il giorno dopo, si è risvegliato a pomeriggio inoltrato con un mal di testa pazzesco, durato, più o meno, fino all'indomani. Ha trascorso la domenica con una bacinella al suo fianco e litri di acqua e caffè…
Sospira sentendo ancora i postumi della festa in stile Dalton, che i suoi Warblers gli hanno, più o meno, dedicato; anche se, col senno di poi, Blaine si ritrova a pensare che i suoi amici l’abbiano fatta solo per fargli dimenticare l’outfit stile LMFAO e le prese in giro sul suo “Amore più alto di almeno dieci centimetri.”,  “Il suo amore dalle gambe lunghe e dal culo di uno che fa pilates da almeno dieci anni!” e, come ha concluso Wes ingurgitando il decimo shottino di vodka, “Sai che sembra un folletto?” –e qui Blaine era troppo ubriaco per rispondergli a tono con un “Sei matto? E’ il ragazzo più bello che esista sulla faccia della terra! Sembra una bambola di porcellana, non un folletto!”–.
A causa del “suo amore”, del terribileHangover di cui è stato vittima, della mise che ucciderebbe il sexappeal di chiunque –tranne che di Ricky Martin– , si è dimenticato di fare gli esercizi di calcolo avanzato.
- Calcolo avanzato Blaine! - ed in quel momento si rende conto che sarà obbligato ad usare gli occhi da cucciolo indifeso con la professoressa McIntosh perché non gli appioppi una nota.
Prima o poi farà rotolare un po’ di teste. Quattro, per essere precisi!
“Psst, Blaine!” un sussurro leggero si intrufola nei suoi pensieri; sospira sapendo bene che deve inventarsi una scusa plausibile. E velocemente.
“Dimmi Rachel” le bisbiglia senza degnarla di un’occhiata.
“Calcolo? Hai dimenticato calcolo! Che hai combinato? Dimmi che i tuoi cari fringuelli non c'entrano nulla!”
Blaine ruota gli occhi al cielo: adora Rachel, la trova geniale, meravigliosa nel canto, intelligente, propositiva, un po’ megalomane, ma apprezzabile e particolarmente portata per il comando, ma a volte la adorerebbe di più se solo stesse zitta.
“Rachel, ho dimenticato i compiti a casa, può accadere a chiunque.”
Lei gli si avvicina, acquattandosi sul banco “E no mio caro, tu non sei chiunque! Tu sei Blaine-i-numeri-sono-la-mia-vita-Anderson! Non puoi dimenticarti i compiti; di calcolo per giunta!”
L’amico la guarda alzando un sopracciglio scettico “Devo ricordarti che tu hai dimenticato gli spartiti a casa due settimane fa? Non è da te questa negligenza, che hai combinato?”
“Nulla” risponde la ragazza a denti stretti “O almeno nulla che non ti possa raccontare dopo scuola al Lima Bean!”
Blaine la guarda sorpreso “Al cosa?”
“Il Lima Bean: il caffè, un biscotto al cioccolato, chiacchiere a volontà, cosa non ti è chiaro?”
“Il motivo per cui tu abbia deciso di parlarmene proprio adesso.”
“Oh, uhm, vedi è che…”
“Signorina Berry, siamo a lezione, se lo ricorda?” dice con un tono burbero la professoressa, interrompendo lo strano dialogo tra i due compagni di banco.
“Mi perdoni prof.,” si scusa la ragazza con un sorriso colpevole “ma stavo chiedendo ad Anderson di spiegarmi un passaggio che non ho ben compreso.”
L’amico riderebbe, se ciò non le rovinasse la copertura; Rachel Berry è, anche, mostruosamente brava a recitare –e lo dimostra ampiamente togliendolo spesso dai guai. Non per niente ha già partecipato ad un sacco di provini di opere teatrali, anche per ruoli di scarsa importanza, ma, a causa del suo naso ebreo, è stata spesso scartata. - Non sanno che si perdono - pensa Blaine mentre guarda l’ora: le 9,49. Emette un mugugno disperato sapendo bene che l’ansia lo ucciderà molto prima del fatidico incontro.
Alle quattro del pomeriggio Blaine è seduto sui gradini che si affacciano al parcheggio della scuola, in attesa che Kurt Hummel si presenti nella sua mise rossa e bianca; sospira mentre si domanda perché abbia accettato tutto questo.
Ha mentito a Rachel, servendole la scusa di avere un incontro con i ragazzi di informatica per la progettazione di un programma multimediale per il club e, pare, se la sia bevuta. Gli dispiace averle dato buca, ma non vuole che i suoi incontri con il cheerio vengano sbandierati ai quattro venti; conosce Rachel e sa che è, anche, una gran pettegola, con la P maiuscola.
Controllando l’orario, nota che Kurt è in ritardo di quindici minuti: si domanda se Hummel non gli abbia mentito.
La porta si spalanca ed Azimio Adams si presenta in tutta la sua smisurata statura “Oh, ciao fatina!” blatera con un ghigno per nulla rassicurante.
Blaine non risponde; gli piacerebbe molto mandare quell’energumeno omofobo a quel paese, ma non sa quanto gli convenga.
Il giocatore dei Titans, intanto, lo supera e lo colpisce con lo zaino carico di libri. Gli occhiali del nerd scivolano dal suo naso e cadono a terra. Blaine trattiene il respiro, raccogliendoli, e spera che non si siano rotti.
“Oh, stai attento finocchio! Si possono rompere!” lo canzona con crudeltà Azimio ridendo, voltandogli le spalle e dirigendosi alla propria auto. Anderson non alza lo sguardo, non sospira e non dice nulla di compromettente, perché sa che non ne vale la pena; e poi i suoi occhiali fortunatamente sono perfettamente integri.
- Quindici minuti di ritardo! - si alza con stizza e afferra la borsa dando un’occhiata alla porta da dov’è uscito Adams. Non sa cosa fare. Si morde il labbro inferiore e poi decide di entrare, non può andarsene, ha promesso a Hummel che quel pomeriggio si sarebbero visti, e lui non è un tira pacchi!
Si avvicina agli spogliatoi e non sente alcun rumore, infatti li trova vuoti ed umidi. È certo che gli atleti abbiano già fatto la doccia e se ne siano andati tutti. Si passa una mano tra i ricci sospirando, ormai conscio che la promessa di Kurt Hummel del venerdì precedente non sia altro che una menzogna e, nonostante avesse già messo in conto questa possibilità, si sente male. Di un male deleterio che non solo fa sentire il suo cuore dolorante, ma soprattutto stupido.
Poi alza la testa di scatto.
La sente, è una melodia dolce e delicata. Riempie i corridoi ed il suo cervello; il cuore torna a battere speranzoso.
Corre verso la palestra e lo vede, Kurt Hummel, con indosso pantaloni rossi e maglietta bicolore, che canta guardando le scalinate, rivolto ad un pubblico immaginario: è così bello che Blaine trattiene il respiro.
Lo vede compiere un paio di passi decisi, ma al tempo stesso leggiadri, lo vede saltare facendo una spaccata in aria, atterrare sulle ginocchia e rialzarsi immediatamente.
Lo vede mettersi una mano tremante sugli occhi e boccheggiare parole insensate, la sua voce si spegne e barcolla.
Blaine non sa come ci sia riuscito, ma entra di corsa per afferrare il corpo del ragazzo prima che tocchi il parquet e sbatta la testa a terra.
“Oddio” biascica con la paura che lo invade. “Hummel?” lo chiama “Hummel stai bene?”
Nessuna risposta, si guarda attorno preoccupato - E’ solo un mancamento, sai cosa fare! - si dice per infondersi coraggio.
Lo prende in braccio e, con attenzione, lo porta verso le gradinate. Si toglie la giacca e la appallottola per mettergliela sotto la testa, poi gli solleva i piedi e li appoggia sopra al primo gradino. Con una mano gli dà piccolissimi colpetti sulla guancia destra; non vorrebbe farlo, sa che la sua pelle è così delicata che si arrosserà, ma in quel momento non gli importa.
Non gli importa se Kurt Hummel si arrabbierà con lui, se lo schiaffeggerà per rendergli “pan per focaccia”, se lo prenderà in giro per i corridoi del McKinley, se cambierà il suo guardaroba in qualcosa di ancora peggiore per vendicarsi, in quel momento l’unica cosa che gli interessa veramente è vedere di nuovo quegli occhi azzurri che lo mettono in soggezione.
“Hummel” ripete “Hummel riprenditi!” un altro colpetto alla guancia e lo vede muovere leggermente il capo, ma le palpebre rimangono chiuse.
Lo sente gemere, quasi di dolore, e si preoccupa notevolmente “Kurt. Kurt stai bene? Kurt svegliati!” si avvicina ancora di più al suo viso, tanto che sente il profumo del cheerio penetrargli nelle narici. E nel cervello. E non capisce più nulla; almeno fino a quando gli occhi non si aprono con incerta lentezza. “Kurt?” domanda piano, ancora preoccupato il nerd.
Le iridi si mostrano e si perde in quel verde acqua. Adesso è certo che potrebbe morire felice.
“Anderson?” balbetta Kurt tentando di sollevarsi, ma una mano di Blaine lo fa desistere.
“Kurt, sei svenuto, è meglio se rimani ancora un attimo sdraiato.”
Il cheerio fa un probabile cenno del capo e, sospirando, richiude gli occhi. Quando li riapre Blaine è sparito. E Kurt vorrebbe piangere.
 
Quando Blaine torna in palestra, gli si presenta una scena quasi magica: Kurt Hummel è seduto con la schiena contro le gradinate, un ginocchio sollevato a cui ha appoggiato un braccio, l’altra gamba piegata a terra ed il capo è leggermente inclinato verso destra; gli occhi sono chiusi e le labbra –quelle bellissime e magnetiche labbra– si aprono e si chiudono in parole che sembrano sussurri.
Gli si avvicina piano, terrorizzato di poter rompere quell’incantesimo, e si siede di fronte a lui; sta cantando di nuovo e gli pare una ninna nanna.
Nessuno dei due si rende conto del tempo che trascorre, uno a cantare e l’altro ad ascoltare, entrambi ad occhi chiusi, come per voler sfuggire da qualcosa di troppo luminoso per poterlo davvero osservare con serenità.
Poi la voce di Kurt si modula e pian piano si spegne.
E nello stesso momento entrambi aprono gli occhi.
Nessuno dei due parla per un interminabile minuto, ma poi il cheerio si riscuote da quello strano torpore “Credevo fossi andato via”.
Blaine scuote la testa “Ero andato a prenderti uno snack.” gli sorride apprensivo passandogli la merendina  “Credo che tu abbia avuto un calo di zuccheri.”
“Può essere” bisbiglia Hummel afferrando la barretta di cioccolato, conscio che non la mangerà mai “Non ho pranzato oggi.”
“E perché?”
“Mi sono allenato.”
Il ragazzo con gli occhiali arriccia le labbra “Ti stai allenando dalla pausa pranzo?”
“Sì.”
“Sono già passate tre ore e mezza.”
E Kurt solleva gli occhi quasi incredulo “Oh” dice solo, quasi imbarazzato, –non se ne è reso conto. Ha cantato e ballato, da solo e con le compagne, ma non ci ha davvero fatto caso– poi scrolla le spalle e glielo domanda “Che ci fai qua?”
“Ti stavo aspettando, come mi hai chiesto, ma visto che non ti vedevo arrivare ho pensato di venirti a cercare.” si solleva gli occhiali con un dito “E ti ho trovato in palestra… poi sei svenuto e…”
“Seriamente, che ci fai qua?”
Blaine sbatte le palpebre per due volte di seguito, poi comprende: “Non volevo lasciarti solo.” risponde come se fosse la cosa più normale del mondo; non distoglie lo sguardo e vede gli occhi di Kurt illuminarsi di aspettativa.
 

Blaine convince Kurt a mangiare la barretta al cioccolato dopo innumerevoli tentativi. Il cheerio è così sconvolto dal cambio di dieta che quasi urla tutto il suo disprezzo per la cioccolata in generale, facendo innervosire ed infastidire il ragazzo con gli occhiali. Battibeccano un po’, poi si ritrovano a parlare della cioccolata calda, passando a “quanto è buono il cappuccino del Lima Bean!”, per concludere con la copertina di Vogue preferita del 2010 –“Marion Cotillard! Era stupenda!”, “Sì, era bella da morire!”–
Ed in quel momento, dopo due ore e mezza, sono ancora seduti sul parquet della palestra a ridacchiare delle tute colorate della coach Sylvester, con quella punta dispregiativa sul tessuto sintetico. Dopo aver riso ad una battuta –fatta da Blaine? O da Kurt? A nessuno dei due sembra importare davvero– si guardano negli occhi, ed esplode il silenzio.
Uno strano ed importante silenzio.
Continuano ad osservarsi, come se fosse davvero la prima volta; le guance di Blaine si tingono di rosso peperoncino, uguale ai pantaloni della divisa dei Cheerios di Kurt, mentre quest’ultimo sorride imbarazzato e distoglie spesso lo sguardo, riportandolo nell’immediato sull’altro. Dà un’occhiata fugace all’orologio della palestra e per poco non sviene “Oh santo cielo!” biascica alzandosi in piedi di scatto facendo preoccupare Blaine.
“Che c’è?” Chiede infatti questi allarmato.
“E’ tardissimo!” Se potesse, Hummel si metterebbe le mani nei capelli, ma gli si rovinerebbe la messa in piega “Mio padre mi ucciderà!” raccatta rapido la borsa a tracolla e prende il cellulare scrivendo un sms  “Diamine” sospira.
Anderson lo guarda confuso e deliziato al tempo stesso: Kurt Hummel dedito alla famiglia è qualcosa di spettacolare, poi vede gli occhi azzurro/verdi del cheerio trafiggerlo e –Oh, Dio!– andrà certamente all’inferno a causa dei pensieri poco casti che gli stanno inondando il cervello.
“Blaine Anderson, ci vediamo domani! Stesso posto, stessa ora.” e detto questo si dilegua.
Blaine apre la bocca per parlare, al vento, ma la richiude e tutto ciò che fa è guardarsi attorno e scoprire che la palestra, a quel punto, è davvero vuota.
- Ma cosa diavolo è successo? - si chiede sdraiandosi nuovamente sul parquet e scrutando il soffitto per nulla interessato. Prende il telefonino e manda un messaggio comunitario ai suoi amici: E’ stato il pomeriggio più strano che abbia mai vissuto.
E questo è tutto dire, visto che un paio di mesi prima Nick –seguito da Jeff– ha deciso di portarlo ad una lezione per aspiranti Drag Queen.
Si morde il labbro inferiore sorridendo - No, è il pomeriggio più bello che mi sia capitato negli ultimi tre anni. Cos’altro può succedere? - conclude alzandosi e dirigendosi fuori dall’edificio, ma quello che vede gli fa spalancare la bocca.
Kurt Hummel, nel bel mezzo del parcheggio, sta fermo con le mani incrociate al petto e lo sguardo perplesso.
“Kurt, tutto bene?” gli domanda Blaine avvicinandosi.
“Finn si è dimenticato di me. Di nuovo!” ringhia tra i denti il cheerleader arricciando il naso; e Blaine vorrebbe ridere, ma non lo fa, gli dà solo una pacca amichevole sulla schiena e sorridendo gli dice “Dai, ti accompagno.”
Diciassette minuti dopo Blaine parcheggia la propria Chevrolet Caprice nel vialetto di casa Hummel-Hudson e, nonostante abbiano ascoltato “Rio” dei Duran Duran ed paio di canzoni del musical Rent, parlando di Wicked, ora un silenzio imbarazzante riempie l’abitacolo.
“Ehm” inizia Anderson grattandosi la punta del naso “ci vediamo domani Kurt.”
Il cheerio lo fissa per alcuni istanti, non sa cosa dire, quindi opta per un semplice “Grazie del passaggio” ma, prima di scendere dall’auto, una figura si staglia sulla porta di casa e Kurt emette un gemito di dolore.
“Stai bene?”
“Sì… ma credo che mi faranno un interrogatorio degno di qualunque poliziesco!”
“Oh, scusami, è colpa mia.”
Kurt lo guarda perplesso “Non credo sia proprio così, comunq-” ma non riesce a terminare la frase perché suo padre ha appena bussato al finestrino della Chevrolet; il ragazzo rotea gli occhi all’insù e Blaine ridacchia.
“Papà” inizia Kurt aprendo la portiera e scendendo dalla vettura “come stai?”
“Io bene, ma tu è meglio che mi dai delle… ma è un ragazzo quello!” Burt addita il nerd che lo guarda spaesato.
“Sì. Sei perspicace papà.” risponde sarcastico il figlio alzando elegantemente un sopracciglio.
“Che ci fai in auto con un ragazzo?”
“Visto che il tuo figliastro Finn si è dimenticato di aspettarmi doposcuola, lui è stato così gentile da riportarmi a casa.”
Burt abbassa la testa e guarda Blaine “Puoi scendere.”
Non è una domanda ed il moro fa come gli è stato detto, si avvicina con calma al signor Hummel e poi si presenta “Buonasera, sono Blaine Anderson” gli allunga una mano che Burt stringe con un po’ di forza.
“E saresti…?”
“Un mio compagno di scuola,” lo anticipa Kurt “lascialo in pace papà. Non ha fatto niente di cui tu ti debba preoccupare. Credo che dovresti pensare ad una punizione per Finn, che mi ha abbandonato per la terza volta in quel parcheggio…” rimbrotta il figlio incrociando le braccia al petto.
“Sì, è vero.” Hummel Senior si volta a guardare Blaine “Grazie ragazzo, sei stato davvero gentile. Ma sia chiaro che, ogni qual volta farete tardi, voglio saperlo.” torna a posare gli occhi sul figlio “Un sms Kurt, anche solo un sms.” sospira.
Kurt fa un cenno col capo e Blaine guarda interdetto i due.
“Ok, vado dentro. E Blaine, vuoi cenare con noi?”
“Papà!” urla il figlio esasperato “E’ un amico, ok?”
“Oh… beh, lo stavo invitando come amico…”
“Smettila” Kurt digrigna i denti pronunciando quella parola ed il nerd vorrebbe ridere: trova adorabili quei cambi repentini d’espressione.
“No, la ringrazio signor Hummel, ma purtroppo ho già preso impegni. La ringrazio comunque.” si schermisce per togliere dall’imbarazzo il cheerio e per evitare una sicura inquisizione; vede Burt fare un cenno con il capo e si rivolge a Kurt “Ci vediamo domani allora.”
“Sì, a domani.”
Blaine gli sorride e poi sale in macchina; mentre si allaccia la cintura sente Burt Hummel dire “E’ gentile il tuo-.”, e Kurt rispondere interrompendolo “Papà! E’ un amico, ok? Un A-MI-CO!”
Ed in quel momento, Blaine Everett Anderson, può solo ridere mentre una briciola di felicità si insinua nel suo cuore.
 

“Che ci fai qui Anderson?” domandano David e Wes contemporaneamente appena l'interpellato entra nella Tana.
“Voglio parlare con voi” si guarda attorno “Nick e Jeff?”
“Nell’altra stanza. A studiare.”
Blaine fa un cenno e si dirige nella stanza adibita a studio, bussa e finché non sente “Avanti” non entra.
“Ciao Redfoo!” lo saluta scherzando Sterling “Qual buon vento?”
“Ciao ragazzi!” si tortura le mani con aria imbarazzata “Posso… posso parlarvi?”
“Qualunque cosa, pur di evitare letteratura inglese del diciottesimo secolo!” dice Nick alzandosi e facendolo accomodare tra loro due “Allora, cosa avete fatto tu e Hummel oggi? Una prova pratica di decoupage?”
L’amico aggrotta le sopracciglia “Ah ah… molto divertente Nick, sul serio.”
“Zitto Nick” inizia Jeff “com’è andata? Ti ha fatto spogliare?”
I due amici hanno un’espressione fintamente sconvolta sul viso: “Jeff!”
“Cielo, ho creato un mostro!”
“Terribile.”
“Terribile! Era così puro!”
“Ma che state dicendo?” domanda il biondino guardandoli confuso.
Spogliare, Jeff; sul serio?”
Lui alza le spalle “Beh, se deve vestirsi non è normale spogliarsi?”
Nick e Blaine sospirano “Oh, eccolo, il nostro tenero ingenuo.”
“Smettetela...!” borbotta “Allora, cosa devi dirci Blaine?”
“Oh” sorride sornione “beh, è stata una bella giornata.”
“Sì, lo abbiamo notato dal sorriso.” dice David entrando nello studio.
“Quindi? Vogliamo sapere tutto!”
Wes alza il cellulare “Anche perché ce lo devi, visto il messaggio.”
“Uh-oh. Sì, suppongo di dovere.”
Nick brontola un: “Già, come se il mio regalo non fosse stato altrettanto strano.”
“Cosa vuoi che ci sia di strano in un Drag Queen?! Sono molto più bravi loro che i soliti cubisti per caso.”
“Zitto Thompson, o racconterò a tutti della tua tresca!”
Sterling, Anderson e Montgomery guardano David stralunati “Che tresca?” domandano curiosi in sincrono.
David guarda prima Nick –con odio– e poi gli amici, non si chiede perché abbiano gli occhi luccicanti e sorrisi ebeti appiccicati sui volti, “Nessuna tresca.”
“Bugiardo!” urla Wes additandolo “Quando menti ti gratti il collo, e lo hai appena fatto!”
“Non è vero!”
“Sì che è vero!”
“No!”
“Sì!”
“Ma non volevamo sapere se Blaine ha flirtato con Hummel?”
A quel punto l’attenzione del ragazzo asiatico si riversa tutta su Blaine, come quella degli altri tre ed il moro si sente decisamente bistrattato; sospira e poi dice un semplice “Ok” che gli rovinerà la serata.
 
“Quindi?”
Anderson alza un sopracciglio “Quindi cosa? Vi ho già detto tutto.”
“Quindi tutto qui?” continua David perplesso.
“Eh?”
“Vi siete solo guardati, avete parlato, è svenuto e tu l’hai soccorso, l’hai accompagnato a casa e basta?”
Blaine è sconvolto “Tutto qui? Ma sei scemo? Sono due anni che tento anche solo di ricevere un saluto e tu dici ‘Tutto Qui?’ Ti rendi conto che l’ho praticamente abbracciato! Che ho conosciuto suo padre, Suo padre!, e che ha parlato di me come amico?” C’è una punta d’isteria nella sua voce.
“Ma, Blaine, lo sai che David è uno che punta alla casa base, prima ancora di partire dal via; è normale dire stupidaggini.” si intromette Wes, sedando una lite che potrebbe durare all’infinito - e addio alla partita a Crash Bandicoot! -
“E’ stato un pomeriggio tenero!” dice Jeff battendo piano le mani, contento “Non è fantastico, Blaine, che tu ti sia avvicinato così tanto a lui? Io lo trovo stupendo!” sospira il ragazzo sbattendo le palpebre come un cerbiatto; Nick sorride a quella scena e gli mette una mano attorno alle spalle scompigliandogli poi i capelli.
“Sei adorabile, lo sai?!”
“Cosa gli hai dato da mangiare oggi? Zucchero filato?” domanda David ridacchiando.
“No, niente di simile!” risponde Jeff con serietà “Sai che la Dalton non ha zucchero filato come dessert!”
I quattro amici ridacchiano: adorano la genuinità e l’ingenuità di Jeff; anche se a volte pensano che possa essere pericoloso lasciarlo girare per le strade di Westerville da solo. Il mondo è pieno di persone malvagie e Jeff è il classico ragazzo che addenterebbe la mela offerta della prima nonnina che incontra… e tutti sanno che fine abbia fatto Biancaneve.
“E come siete rimasti d’accordo tu e Hummel?”
“Che ci vediamo domani.”
“Oh, bene! Questa volta, fatti almeno spogliare!”
“David!”
“Che c’è?! Ho detto quello che tutti avrebbero voluto dire veramente!”
Blaine ruota gli occhi al soffitto e spera, con tutto il cuore, che Kurt non abbia mia la disgraziata sfortuna di incontrare i suoi amici.


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Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo

In realtà non so quanto Kurt possa resistere a fare allenamento per ore, ma conoscendo la Sylvester (e quindi la sua fissa per la perfezione), immagino che possa accadere veramente.
Il fatto che non mangi, beh, quasi potrei anche crederci. No, voglio dire, ma Kurt Hummel quanto è diventato bello in questa quarta stagione?
Quasi irriconoscibile; il suo corpo si è allungato, è diventato più asciutto e mostruosamente più bello *u*
C'è un poco di introspezione e l'apparizione del mitico Burt Hummel e Rachel Berry.
Non chiedetemi perchè odia i fringuelli, non lo svelerò (non ora almeno).
Un pò di sano fluff e i soliti Warblers alle prese con i deliri di Blaine (poracci, ma come fanno a sopportarlo?).
Giornata terribile per me oggi, domani sarà anche peggio, ma sono riuscita a pubblicare il capitolo (anche se questa pagina di diario credo proprio si fermerà qui).
Ringrazio tutti quelli che hanno inserito questa ff nelle seguite/ricordate/preferite!
Coloro che leggono, che leggono e recensiscono e quelli che per errore finiscono in questa pagina XD lol
A martedì prossimo gente!
Bye Bye ^^
Charty

p.s.
Non mi offendo mica se recensite XD
p.p.s
Adoro da morire questo Jeff Sterling *u*



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Farai felice milioni di scrittori.

(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)


 
Note Specifiche:
  1. Hangover è un termine che in inglese si riferisce ai postumi dell'ubriachezza; quella bella e pesante che ti fa stare a letto per almeno due giorni XD Per render noto, il titolo originale del film “Una notte da Leoni” è appunto The Hangover. Giusto per darvi un’idea del tipo di post sbronza XD lol (e se non avete mai guardato questo film, fatelo!)
  2. McIntosh è ovviamente un cognome inventato, come il personaggio. Ho optato per questo perché, si pronuncia proprio come Macintosh, il programma della Apple; sì, l’ho fatto pensando alla materia ed alla passione di Blaine per essa. Nerdismo totale anche qui XD
  3. La copertina di Vogue 2010 con la Cotillard, nominata nell’episodio 2x7, dovrebbe essere questa: http://www.justjared.com/2010/06/15/marion-cotillard-covers-vogue-july-2010/non ne sono certa al 100% (c’è anche quella autunnale francese (http://forums.thefashionspot.com/f78/vogue-paris-september-2010-marion-cotillard-mert-alas-marcus-piggott-109845.html). In ogni caso, stupende entrambe (anche se quella di luglio mi piace di più. E mica perché è nel mese del mio compleanno XD).
  4. Crash Bandicoot è un videogame; era originariamente un platform game cardine della PlayStation. In seguito è sbarcato anche in Game Boy Advance, GameCube, PlayStation 2, e Xbox e ne sono usciti vari spin-off in differenti generi. Dal 1996, l'anno del primo gioco di Crash, ogni anno (fatta eccezione del 2011 e del 2012 ) ne esce uno – a volte anche due.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Fandom: Glee
Autore: Chartraux
Beta: onda1965
Titolo: What Not to Wear
Capitoli: 4/18.
Parole: 3.043 (per questo capitolo)
Note Specifiche : a piano terra.



What Not to Wear
Capitolo 4 


 
È stata una giornata noiosa per Blaine: ha frequentato biologia, spagnolo, letteratura inglese e ha pranzato con i ragazzi del Glee, perché Rachel voleva mettere in chiaro che “Visto che siamo vicini alle provinciali, ho deciso la scaletta e volevo mostrarvela.”
Non proporla. Lei non propone, agisce e basta.
Quindi lascia sfogare Mercedes e Tina, che vorrebbero inserire: la prima una canzone di Aretha Franklin, la seconda una canzone di Lykke Li. Mentre Blaine vorrebbe solo che il tempo passasse molto più velocemente: vuole vedere Kurt.
È incredibile come sole tre ore gli abbiano cambiato la vita.
Di essere da sempre innamorato di Kurt Hummel lo sa bene, e già da un po’, ma che il primo desiderio, da quando è entrato al McKinley, si stia avverando sul serio, ha dell’incredibile.
Lo ha sempre guardato da lontano; non ha perso una partita pur di ammirarlo nella divisa bicromatica coi colori della squadra, lo ha ascoltato rapito ogni volta che ha cantato qualche medley, lo ha pensato talmente tanto da fargli quasi male.
E poi c’è stata quella volta in cui l’ha aiutato a raccogliere alcuni fogli del quaderno che Azimio, di proposito, gli aveva fatto cadere; gli si era avvicinato ed aveva brontolato “E’ un coglione, non farci caso.” poi gli aveva allungato il plico di fogli e gli aveva sorriso. Ma Kurt l’aveva guardato spaesato e quasi allibito, e, senza ringraziarlo, aveva girato i tacchi e se n’era andato.
C’era rimasto male quella volta, Blaine, ma sapeva che non poteva sperare in qualcosa di più; lui era alla base della scala sociale scolastica del McKinley, mentre Kurt era mostruosamente più in alto, sulla sommità. Non aveva alcuna possibilità, e lo sapeva bene. Ma adesso, chissà perché, il cheerio gli pare una meta molto meno irraggiungibile.
“Blaine?”
Il ragazzo alza la testa e vede il professor Shuester guardarlo perplesso.
“Si?”
“Stai bene?”
“Sì. Perché?”
“Perché toccherebbe a te e non ti sei ancora preparato.”
“Per fare cosa?”
Shue e tutti i compagni lo guardano sorpresi e decisamente preoccupati.
“Blaine” riprende il professore “sai, il compito della settimana…”
Il ragazzo si guarda attorno e comprende di essere nell’aula del Glee… non se n’è nemmeno accorto di aver finito di pranzare, di aver seguito le lezioni pomeridiane e di essere al club.
Si morde il labbro inferiore: Kurt Hummel gli sta inquinando la mente.
“Mi scusi prof., ma non ho preparato nulla…” dice con una voce carica di scuse.
L’insegnante lo guarda sorpreso, Mercedes e Rachel si scambiano un’occhiata preoccupata, mentre gli altri del gruppo non riescono a dire nulla.
“Uh” riprende l’adulto “ok Blaine, facciamo giovedì, può andare bene?”
Anderson alza gli occhi verso l’uomo e fa un cenno deciso con il capo “Sì prof. Shuester; assolutamente.”
“Bene” l'insegnante batte le mani per attirare l’attenzione dei propri studenti “direi che sia tutto; potete andare.”
Un vociare concitato si alza nell’aula e, mentre tutti i compagni del Glee escono rapidi dalla stanza, Rachel aspetta Blaine che, lentamente, raccatta zaino e giacca.
“Blaine?”
“Uhm?”
“Sei sicuro di stare bene? Mi sembri un po’ perso in questi giorni” lo guarda preoccupata “Non è che tu abbia litigato di nuovo con…” - I tuoi genitori - pensa, ma non lo dice, sa che è un tasto da non toccare.
“Tutto bene; probabilmente giocare fino all’alba con Halo ha danneggiato il mio cervello.” ridacchia.
“E’ così? Giochi davvero? O c’è altro che ti preoccupa?”
“No, gioco davvero.”
- Sei un bugiardo Blaine Anderson! Lo sai tu e lo sa lei. - Scuote la testa, i ricci si muovono morbidi sul suo capo “Cosa dovevi dirmi ieri?” chiede tentando di cambiare argomento; per una megalomane come Rachel Berry, è una palla da prendere al balzo. Eppure tentenna, più di un misero istante.
“Rachel, che c’è?”
“Mi prometti che non darai in escandescenza se te lo dico?”
Lui la guarda perplesso, alzando un sopracciglio triangolare verso l’alto “Sì, promesso.”
“Sto uscendo con Finn!” dice talmente veloce che Blaine ha il dubbio di non aver compreso davvero le sue parole. Poi fa quello che gli riesce meglio: ragionare, e si rende conto che nelle ultime tre settimane la sua migliore amica ha tenuto strani comportamenti –come dimenticare spartiti, indossare una giubba che non le appartiene, cantare sempre e solo canzoni d’amore melense, sorridere ogni qual volta vede una giacca dei giocatori di football…–
Si schiaffa una mano sul volto mugugnando un “Lo sapevo”.
Rachel gli prende le mani tra le sue “Non andare in escandescenza!” gli ricorda “Lo hai promesso”.
E Blaine ingoia l’amaro e poi sospira, ritornando a posare gli occhi su di lei “E lo tenete nascosto a tutti perché…?”
“Perché si è appena lasciato con Quinn, lo sai, ed è successo a causa mia… quindi, ecco… è un po’ presto…” balbetta la ragazza portandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio.
Sospira di nuovo, lui, mentre con una mano le accarezza la testa “Bene. Ma fai attenzione. È pericolosa Quinn Fabray, quando vuole.”
“Oh, lo so bene…” mugugna l’amica prendendolo sotto braccio “E tu? Chi è il fortunato?”
“Cosa?”
“Blaine, seriamente, pensi di fregarmi? Quegli occhi luccicosi li ho visti solo un’altra volta, ossia quando eri perso per quel Jere-“
“Non pronunciare quel nome, ti prego!”
Rachel ride “Ok ok, brucia ancora la sconfitta eh?!”
“È vergogna, non sconfitta. Terribile.”
Lei alza le spalle “Oh, beh, prima o poi doveva capitarti una cosa del genere.”
“Sei di conforto, davvero…”
“Oh! Devo andare, Finn mi accompagna a casa.” annuncia lei dondolandosi emozionata sulle punte; Blaine le sorride e le fa gli auguri di un buon pomeriggio. La ragazza ricambia con un occhiolino e poi scompare dietro la porta d’ingresso che dà sul parcheggio.
- Perfetto… Finn Hudson… doveva pur esserci la fregatura! -
Nonostante conosca Finn da due anni, e sappia con certezza che non è uguale a tutti gli altri giocatori di football, Blaine non riesce comunque a farselo piacere. Soprattutto visto che continua a promuovere la voce degli altri membri del Glee piuttosto che la sua… ed a Blaine dispiace perché, anche se un paio di anni prima era il leader degli Warblers e cantava un sacco di assoli, non è venuto al McKinley con l’intenzione di fregare il posto di co-capitano a Finn; eppure quest’ultimo sembra pensarla proprio così e gli lascia poco spazio per mostrarsi.
Ormai Blaine considera le New Direction solo come un punto d’appoggio post lezioni.
E prova dolore per quello, perché adora cantare, ed in quel periodo si sente come un merlo a cui hanno tarpato le ali... e chiuso il becco.
Sospira cercando di scacciare i brutti pensieri, deve vedere Kurt e vuole farlo con il sorriso sulle labbra.
“Ehi” Blaine entra in palestra, saluta il cheerio che sta seduto su una delle gradinate.
Questi alza lo sguardo da un libro e fa un gesto con la mano “Ehi.” accenna di rimando.
“Tutto ok?”
Hummel fa sì con il capo, tornando al volume che tiene aperto sulle gambe.
“Cosa leggi?”
“Cime tempestose.”
“Oh”
Il cheerio alza la testa e gli scocca un’occhiata confusa “Che c’è?”
“Non pensavo ti piacesse Emily Brontë.”
L’altro alza le spalle senza staccare lo sguardo dalle pagine stampate “Non mi conosci, è normale.”
Blaine si morde il labbro inferiore, mentre storce il naso con fare offeso; un istante dopo sospira scuotendo la testa - Ha ragione - si dice - Io sono solo uno sconosciuto per lui… -
“E qual è il tuo libro preferito?” gli domanda, curioso e per tentare un approccio sensato di conversazione.
“Orgoglio e pregiudizio.” risponde rapido Kurt alzando la testa ed osservandolo.
“Sul serio?”
“Sì. Il tuo?”
Anderson ridacchia imbarazzato “Harry Potter.”
Kurt non dice nulla, scruta per intero la sua figura e poi sorride “Non so perché, ma lo immaginavo. Saranno gli occhiali probabilmente.”
E Blaine può solo ridere di gusto alla battuta.
“Che c’è?”
“No, niente… probabilmente hai ragione!” risponde il nerd coprendosi con una mano le labbra “Questa montatura l’ho scelta apposta; sono un fan di Harry Potter fin nel midollo!”
Kurt chiude il libro dopo aver piegato l’angolo di una pagina per conservare il segno “Allora Anderson, sai perché siamo qui, vero?”
L’altro fa un cenno d’assenso, anche se la situazione e la domanda sembrano ambigui “What Not to Wear” dice semplicemente.
“Esatto, quindi, passiamo alla fase uno, quella principale: i vestiti.”
Blaine si dà un’occhiata dall’alto verso il basso, tirandosi appena la camicia “Che hanno di male?”
Kurt è incredulo, spalanca gli occhi e la bocca “Sei serio? Non lo capisci davvero?”
“A quanto pare no” mugugna il ragazzo riccio con un broncio sulle labbra.
Hummel sospira forte “Siamo davvero messi male…”
“Ehi!”
“Senti Anderson, quegli abiti sono un vero insulto alla moda.” si allunga e prende un polso del nerd che trattiene il respiro a quel contatto; i suoi occhi si spalancano per lo sgomento, ma il cheerio continua come se nulla fosse “Questa camicia a scacchi è tremenda. Fa molto boscaiolo o, a scelta, Howard Wolowitz e, ti assicuro, non è un bel paragone.”
“Uhm…”
“E, anche se il telefilm ti piace, ti sconsiglio di propormi un’alternativa stile Sheldon Cooper.”
Blaine alza gli occhi su di lui “…immagino di no…”
Kurt ridacchia, portandosi una mano sulle labbra per non mostrare troppo “Seriamente, cercherò di non fare caso alla tua espressione sconsolata. Però bisogna che ragioniamo un attimo sul tuo genere.”
L’altro ragazzo lo guarda perplesso “Genere?”
“Sì, la modalità secchione viene cancellata, quindi possiamo provare con, che so, afro?” e gli sorride, divertito. E Blaine si sente quasi morire. Kurt non sorride mai, propone solo ghignetti fastidiosi o tirate di labbra, ma di sorrisi veri e propri non ne ha mai visti. Si rende conto di adorare il fatto che non mostri i denti: allarga gli angoli della bocca il più in alto possibile, facendo arricciare per un piccolissimo istante il naso perfetto. Ed i suoi occhi sembrano illuminarsi di felicità vera.
Ingoia a vuoto, il nerd, cercando di trovare le parole per non far calare un silenzio mostruosamente imbarazzante “E’ una presa in giro verso i miei capelli?”
“Già. Perdonami, ma sono davvero ricci!” si allunga un altro po’ e infila una mano tra le ciocche nere di Blaine.
- Oddio! - pensa questi sconvolto, terrorizzato di poter svenire in quel preciso istante, per le troppe emozioni verificatesi tutte in una volta. Il suo cuore potrebbe smettere di battere e lo sa.
Vede Kurt sbattere le lunghe ciglia confuso e poi sorridere di nuovo “Sono davvero morbidi.” E, stop. Il cuore di Blaine si ferma.
Quello è peggio di una qualunque granita in faccia; cos’altro accadrà ancora? Ragiona Blaine.
Non l’ha degnato di uno sguardo per due anni ed adesso gli parla, gli sorride, lo tocca! Lui, uno dei peggiori del McKinley, a stretto contatto con il più importante studente della scuola.
Ha bisogno di un aiuto, immediato, se non vuole imbarazzare se stesso ed il ragazzo dagli occhi verde acqua. Il loro incontro sta nei giochi divini? La fortuna? O, forse, il karma, per una volta non gli è avverso?
Sta di fatto che il telefono squilla e, leggendo il nome, Blaine prende la palla al balzo “Scusa solo un attimo.” gli dice alzandosi ed allontanandosi dal cheerleader, pigiando il tasto verde.
- Pront -
“Nick!”
- Che c’è Blaine? Tutto ok? Perché stai bisbigliando? -
“Riunione straordinaria stasera!”
Il nerd sente il suono di un’altra voce, che associa a Jeff, che domanda cosa stia succedendo e Nick ripropone il quesito - Che succede? -
“Succede che siamo troppo vicini!”
- Eh? -
“Dopo Nick, dopo! Ricorda, riunione straordinaria!” e chiude la comunicazione sospirando.
“Che succede?” gli domanda Kurt che, dopo aver riaperto il libro, sottolinea una riga con una matita.
“Nulla, mi hanno chiamato alcuni amici… stasera ci vediamo…”
“Quelli di cui mi hai parlato la volta scorsa?” il cheerio si alza sulle ginocchia e lo guarda con una luce di…  - Speranza? -
Blaine sbatte le palpebre alcune volte, è certo di aver frainteso.
“Ehm… sì, loro.”
“Quei… Jeff, David, Nick e Jess?”
Ridacchia, il nerd, correggendolo “Wes, non Jess.” poi lo osserva e, davvero, quegli occhi gli paiono strani “Hai ricordato tutti i loro nomi?!”
“Era… era una storia interessante.” risponde l'altro con un lieve imbarazzo nella voce, poi si riscuote e chiede ancora “Cosa farete questa sera?”
“Ehm…” - Che gli dico? - “Non ne ho idea. Dipende se ci siamo tutti, se vogliamo giocare o fare altro… insomma, dipende.”
“Non programmate le serate?”
“…uhm… no?”
Kurt ridacchia “Non lo so, lo sto chiedendo a te.”
“Oh, beh, no. Non le programmiamo quasi mai…”
“E fate molto male: l’organizzazione è fondamentale nella vita!” dice il cheerio alzando un indice e socchiudendo gli occhi come un professore. Però Blaine a quel punto non ride: quel tono lo conosce bene e non gli piace.
Non sentendo né una risata, né tanto meno una risposta, Kurt lo guarda di nuovo e lo vede... preoccupato? No, ferito forse.
“Anderson?”
“Uhm?”
“Stai… stai bene?”
“Sì.” Risponde piatto.
Il cheerleader comprende che qualcosa non va, decide di cambiare argomento “Insomma, parlavamo dei vestiti. Ti stavo dicendo che ho un’idea generale su come basare i tuoi outfit, ma ho comunque intenzione d-”
“Kurt.”
Il ragazzo chiamato in causa si blocca e lo fissa in silenzio.
“Io… vorrei andare a casa.”
“Non stai bene?” prova a chiedere Hummel.
Blaine scuote la testa in segno negativo, i ricci mori si muovono sinuosi.
“Ok… ci… ci vediamo domani?”
“No” è perentorio e Kurt si morde il labbro inferiore.
Blaine comprende di aver esagerato e cerca di sistemare la propria mancanza di tatto “Domani devo preparare una canzone per il Glee Club, quindi penso mi ci vorrà tutto il pomeriggio.”
“Sì, certamente” il cheerio si tira le dita “Ehm, giovedì dopo il club?”
“Penso di sì.” sospira, stanco.
“Se… se fosse un problema, allora non importa.”
“No, non è un problema Kurt, sono solo… mi fa male la testa, vorrei andare a casa.”
Kurt annuisce e con la mano lo saluta mentre lo vede voltargli le spalle ed andarsene.
Blaine entra nella sua Chevrolet marrone, buttando lo zaino sul sedile del passeggero e sbattendo la portiera.
Avvia l’accensione e parte diretto a casa.
Gli ha fatto male, quel tono così dittatoriale gli ha fatto venire in mente ricordi che vorrebbe sepolti sotto la crosta terrestre; sa che non è colpa di Kurt, lo comprende, stava solo scherzando… Ma lo ha colpito dove pensava che nessuno potesse più arrivare. E questo solo dopo due giorni.
E continua a chiamarlo Anderson.
Si ferma, attento al rosso del semaforo. Sospira e, guardandosi attorno, nota il Lima Bean; quel posto è la sua seconda casa dopo la Tana.
Accosta ed entra nella caffetteria e, dopo aver pagato la propria ordinazione, sente una voce a lui familiare riempire con soliloqui il locale; si gira e vede Rachel. Con Finn Hudson. Ed una strana sensazione gli riempie lo stomaco.
Afferra il caffè e poi schizza fuori dal locale diretto al McKinley.
Pochi minuti dopo, è di nuovo nel parcheggio della scuola, dove seduto sui gradini c’è Kurt Hummel che legge Cime Tempestose; ha gli occhi rivolti alle pagine, ma sembra non leggere veramente le parole stampate.
Ingoia a vuoto, Blaine, sapendo che la colpa di quella impasse è semplicemente sua.
Spegne l’auto e scende con passo insicuro, gli si avvicina “Kurt?”
Il ragazzo alza la testa di scatto ed il suo volto è pieno di stupore “Anderson?”
“Uhm, sì, proprio io.”
“Che… cosa ci fai qui? Non stavi male?” domanda il cheerleader con voce quasi tremante.
“Sì, ma sono tornato.”
“Perché?”
“Perché non ti lascio solo.” vede l’altro trattenere il sospiro e spalancare gli occhi che si illuminano di qualcosa di indefinito “Ti riaccompagno a casa” conclude sorridendo allungandogli una mano.
Kurt tentenna un istante, chiude il romanzo sulle sue ginocchia e solleva una mano; le dita hanno un piccolo tremolio, che Blaine non nota, e poi si poggiano sul palmo aperto offertogli dal compagno.
Il nerd gli stringe la mano affusolata, la trova morbida e delicata, tanto che vorrebbe portarsela al volto per farla scorrere sulla pelle; ma non lo fa, tira piano verso l’alto e Kurt gli è di fronte, in tutta la sua altezza ed in tutto il suo splendore. Un piccolo sorriso decora il volto di porcellana del compagno di scuola.
È così bello che Blaine lo proporrebbe come ottava meraviglia del mondo; ricambia il sorriso lasciando la sua mano, mentre gli cammina accanto. Il suo profumo si espande nel vento e la voglia di abbracciarlo è quasi ingestibile.
Apre la portiera e sposta lo zaino sul sedile posteriore, poi fa cenno al cheerio di accomodarsi. A quel punto parte, per raggiungere la maison del suo adorato; cerca di non sorridere, sapendo che lui gli è accanto, guarda dritto avanti a sé e, per riempire il vuoto sonoro nell’abitacolo, accende la radio.
Arriva una canzone qualunque, che lui non conosce, allora cambia stazione, mentre sente lo sguardo di Kurt su di sé “Volevi ascoltarla?” gli domanda pensando di avergli involontariamente fatto un torto.
“No.”
Blaine cerca un canale decente, una canzone decente… orecchia il riff di Teenage Dream e riporta la mano sul volante.
“Anderson?”
L'interpellato lo guarda perplesso “Sì?”
“Stai bene?”
“Sì.”
“Sei sicuro? Perché posso anche tornare a piedi.”
“Ormai siamo arrivati.”
“Ho… ho detto qualcosa di sbagliato?” domanda in un bisbiglio.
Blaine scuote la testa “No Kurt, te l’ho detto, ho solo mal di testa.” mente.
“Sì, ma…”
“Non preoccuparti” gli risponde allora con leggera stizza; non è il momento di cedere. Non lo può fare! Deve far finta di nulla ed, al massimo, si sfogherà con i ragazzi, quella sera stessa alla Tana.
Kurt lo scruta un’istante, poi torna a fissare la strada.
Poco dopo Anderson parcheggia la Chevrolet nel vialetto di casa Hummel-Hudson e poggia la fronte sul volante sospirando.
“Vuoi un’aspirina?” gli chiede il cheerio avvicinandosi preoccupato; ma Blaine si raddrizza rapido e lo guarda stranito.
“Vai a casa Kurt, ci vediamo giovedì.”
Hummel lo scruta senza una vera espressione sul viso, poi fa un cenno con il capo e scende rapido dalla vettura; Blaine attende finché non entra in casa e si chiude la porta alle spalle; poi parte verso Westerville.
Ora ha solo bisogno di tranquillità.




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Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo

Questo capitolo è veramente fluff.
No, sul serio, tutto quel puccipucci nascosto fa quasi ridere! XD
Ma a me piacciono così tenerelli *u*
C'è un poco del passato di B. che torna a fare capolino nella sua vita, ma ovviamente lo spiegherò con calma e con comodo più avanti ^^
Volevo chiedere scusa se non ho ancora risposto hai commenti: perdonatemi, ma è stata una settimana d'inferno; sono ancora indietro a leggere ff e recensire vari capitoli... Ma, promesso, domani vi rispondo! Fortuna vuole che sia l'università che il lavoro sono out (era già pronta ad appendere un cappio al lampadario di casa!) XD
Un ringraziamento specialissimo (con tanto di abbracci) a quelle sante donne che recensiscono!
Un granzie anche a chi legge solo e chi ha inserito questa storia nei ricordati/preferiti/seguiti.
A martedì prossimo!
See you Next!
Charty ^^







Note Specifiche:
1) Lykke Li (nome d’arte di Li Lykke Timotej Zachrisson – grazie al cielo perché non sarei mai riuscita a pronunciarlo! XD) è una cantautrice e musicista svedese. La sua musica spazia attraverso diversi generi -pop, elettronica e indie rock- con l'utilizzo di vari strumenti, come violino, tamburello, tromba, sassofono e violoncello. Ha pubblicato il suo primo album, Youth Novels, nel 2008.
Viene nominata da Tina nell’episodio 2x17 “La notte dei negletti”.
 
2) Merlo, non usignolo. Ho scelto il merlo perché riprende l’idea di libertà, che solo la morte può dare, dalla canzone dei Beatles Blackbird. O, almeno, è quello che Kurt ci ha fatto intendere al funerale di Pavarotti. E poi, perché, anche se lo chiudi in una gabbia, l’usignolo può cantare comunque (il merlo è meglio che stia zitto… non può essere paragonato ad un Warblers XD).
 
3) Howard Wolowitz è uno dei personaggi di Big Bang Theory che, per il 90% delle volte, indossa una camicia anni ‘70/’80 (qui a voi la foto: http://static.screenweek.it/2011/1/21/the-big-bang-theory-04x13-howard-wolowitz-cap-14.png) ovviamente, i suoi outfit sono tremendi XD

4) Sheldon Cooper è sempre un personaggio della sopracitata serie tv.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Fandom: Glee
Autore: Chartraux
Beta: onda1965
Titolo: What Not to Wear
Capitoli: 5/18.
Parole: 3.052 (per questo capitolo)
Note Specifiche : a piano terra.



What Not to Wear
Capitolo 5



 
È stata una pessima giornata per Blaine Anderson quel mercoledì: ha ricevuto due granite in faccia al gusto di uva, che gli hanno macchiato di viola una delle sue camicie preferite; ha il computer impallato da un virus che non riesce ad eliminare; ha perso la “battaglia” online di Warcraft -contesa per mezzo di un secondo pc– e, per rabbia, ha azzerato il punteggio; non ha pensato nemmeno alla canzone da presentare al club ed è stato sbattuto contro gli armadietti per ben tre volte.
Ma più di tutto, gli ha fatto male lo sguardo assente di Kurt, che durante il cambio della terza ora, è passato vicino all’armadietto -lo stesso armadietto contro cui lo stavano scagliando- senza neppure accorgersi di cosa stesse succedendo.
Blaine Anderson ha sentito un dolore al petto, talmente forte, che ha pensato di implodere; Kurt Hummel, quello che il giorno prima gli ha messo le mani tra i capelli e ha detto che erano così morbidi, quello che gli ha sfiorato il polso, quello che gli ha sorriso gentile, quello che ha indovinato il suo libro preferito, quello di cui è mortalmente innamorato … lui, non lo ha degnato di uno sguardo.
Non ha tentennato un momento, e non ha provato a rivolgergli un’occhiata nemmeno di sfuggita, non che si aspettasse che lo salutasse gioiosamente, ma ricevere solo un’inconcludente e visionaria sensazione di accettazione, lo ha solo reso ancora più arrabbiato e deluso.
Ha mandato un sms comunitario ai suoi quattro amici, dicendo che quella sera sarebbe andato alla Tana e di farsi trovare tutti lì; vuole sfogarsi in qualche modo –probabilmente con il nuovo Tekken– e non avrebbe potuto spaccarsi le mani con un sacco da boxe, non prima di un’esibizione!
E come se non bastasse, la sera precedente, ha dato buca ai Warblers perché non se la sentiva di guidare fino a Westerville.
Ed ora è lì, a fine giornata, a sospirare pesantemente di fronte al suo armadietto -di quel colore indefinito-, ingoiando a vuoto, mentre attende un altro spintone, od un insulto; perché lo sa: niente può andare per il verso giusto, in un giorno come quello.
Poi, come un fulmine a ciel sereno, nota qualcosa incastrato tra le fessure per l’aria, sembra bianco, piccolo… Spalanca gli occhi e l’armadietto prima di vedere il fogliettino, piegato in quattro parti, scivolare delicatamente nell’aria; lo afferra prima che tocchi il pavimento sudicio e lo apre, con un groppo in gola grande quanto un mostro tolkeniano.
Trattiene il respiro.
E perde un battito.
Due.
Tre.
È un messaggio. Un breve e semplice messaggio.
Sa che è di Kurt; riconoscerebbe la sua grafia ovunque: delicata, tondeggiante e sicura.
“È solo un coglione, lascialo perdere.”
E Blaine sorride. Sente il cuore battere di nuovo e sa che per lui c’è un piccolo spazio nel mondo del cheerio. Piccolo, ma abbastanza importante da fargli scrivere due righe pericolose: ha intuito quanto Kurt tema che la gente scopra del loro accordo, del fatto che si incontrino dopo la scuola, che parlino e che si sorridano a vicenda.
Lo sa davvero, anche se non apprezza l’idea come dovrebbe; ma quel messaggino è uno dei regali più belli che abbia mai ricevuto –e, sì, non lo avrebbe mai detto ai suoi Warblers, che per il suo sedicesimo compleanno gli avevano acquistato la nuova X-Box-.
Ripiega il bigliettino e lo infila con cura in una tasca dello zaino. Sfiora appena la zip con due dita, mentre un sorriso tenero gli appare sul volto.
Sentendosi pervaso da una strana tranquillità, si avvia, quasi saltellando, verso la palestra -sa che Kurt è lì, è l’unico posto che frequenta con assiduità-; apre la porta con titubanza: non sa se i giocatori di football siano già andati negli spogliatoi o meno.
Dà una sbirciata e vede Hummel con “l’ispanica stronza” Santana; la sopporta a stento nel Glee Club e, ancora meno, quando si presta a bendarlo e scortarlo chissà dove in quella scuola.
Osserva il ragazzo in pantaloni rossi fare una ruota, accennare alcuni passi di una coreografia e intanto muovere la bocca senza emettere suoni, come se fosse in playback.
La musica di sottofondo è tratta dall’ultimo cd di Katy Perry; si morde le labbra perché vorrebbe cantare con lui, ma preferisce non interromperlo.
Si sta allenando, ha le regionali anche lui, tra poco, e sa quanto ci tenga.
Poi c’è Santana Lopez, che potrebbe saltargli alla gola se si avvicinasse anche solo per far finta di salutarla.
Poi c’è quel bigliettino, che si potrebbe solo considerare un caso fortunato; magari quel giorno Kurt ha provato solo un moto di compassione per il povero nerd, e quella frase non ha davvero il senso che lui vorrebbe dargli; sono parole comuni: “coglione” lo usa chiunque, in qualunque momento ed in qualunque situazione, non è che il cheerio si sia ricordato davvero di quell’aiuto ricevuto da Blaine in mezzo al corridoio, l’anno precedente.
Quindi è meglio per lui non crearsi castelli in aria, e lo sa; ma non può non provare felicità per quella piccola “coincidenza”. Una coincidenza adorabile, se proprio deve sottolinearlo.
Scuote la testa e torna a porgere occhi e attenzione al cheerleader che ha appena fatto un saltello ed una mezza spaccata, sorridendo ad un pubblico invisibile.
La musica si ferma, i due cheerio si asciugano il sudore dalla fronte e si dirigono verso le panchine al lato opposto della palestra, bevono un sorso di quello che, a detta di Santana, è una schifezza proteica ordinata loro dalla coach Sylvester; e, sì, Blaine ci crede che sia davvero una schifezza, lo sguardo di Kurt è abbastanza eloquente in merito.
Ha arricciato il naso e aggrottato le sopracciglia, le palpebre si sono socchiuse sulle iridi azzurre: il nerd reprime una risata. Quell’espressione è molto divertente e adorabile.
Rimane ancora nascosto dietro la porta, sperando che Santana si allontani senza il suo capitano, ma non accade: Kurt segue l’ispanica muovendo le gambe dritte in modo un po’ troppo sensuale, secondo i gusti di Blaine, che sente uno strano formicolio alla gola ed un po’ più in basso.
Sospira, sapendo che più di tanto non può aspettarsi da quella giornata, scrolla le spalle e decide di tornare a casa: ha un pezzo da preparare per il compito del club di canto e non può rimanere a gongolarsi pensando al cheerio e alle sue gambe.
 
Decide di ordinare una pizza, non ha voglia di cucinare, e mentre attende che il fattorino porti la sua ordinazione, spulcia tra la pila dei cd che ha in camera per trovare qualcosa che possa piacergli e che sia inerente al tema della settimana.
Per fortuna, nonostante il suo proverbiale disordine, ha la strana mania di mettere in ordine alfabetico cd, dvd e video game. Questo gli rende il lavoro di ricerca molto più semplice; si morde il labbro e prende uno dei primi album di Christina Aguilera.
Si avvicina alla scrivania -il computer è già acceso- e trova il file contenente la sola base della canzone, le parole le conosce a memoria: l’ha cantata così tante volte che sa che non potrebbe sbagliarle nemmeno volendo.
Sente suonare il campanello e si avvia veloce, con qualche banconota in mano, ad aprire la porta.
Paga la pizza e poi torna, con il cartone, in camera mentre un’idea gli si affaccia alla mente. Controlla il cellulare, nessun messaggio o chiamata, lo mette silenzioso, poi lo osserva un istante e decide di spegnerlo, sicuro così che nessuno potrà disturbarlo.
Prende la chitarra e la accorda e, sì, decide di farne una versione unplugged.
 
Il giovedì mattina, al contrario di ogni previsione nefasta, è trascorso decentemente.
Ha frequentato tutte le lezioni senza interruzioni di sorta -brividi gelati dovuti a qualche granita volante, frasi distorte e compiti dimenticati- Blaine ha fatto tutto la sera precedente: ha preparato matematica, biologia e spagnolo, poi ha scribacchiato qualche idea per il club di informatica –non è certo che il solo collegare fili e creare programmi ad alto livello di conoscenza multimediale sia utile al mondo– e si è buttato sulle corde della sua amata chitarra.
Ha cantato per ore finché non ha sentito una richiesta di pausa arrivare dalle sue corde vocali.
Ed ora sta contando con fibrillazione gli ultimi dieci minuti prima della fine delle lezioni, il Glee Club lo sta aspettando! E, subito dopo, Kurt.
Pensare a lui gli fa quasi male, perché vorrebbe poter interferire a suo piacimento con gli strani scherzi del destino, che sembrano sempre rovinargli la giornata. O l’umore. O entrambi.
Vorrebbe poterlo amare, accarezzare e compiacere, magari vezzeggiare con un mazzo di fiori o con una canzone, gli piacerebbe offrirgli un caffè al Lima Bean, per poi prendergli le mani tra le sue e sfiorarle come in un film romantico, e potergli rivelare qualcosa del suo passato, per capire se anche lui ha avuto i suoi stessi problemi; vorrebbe chiedergli di suo padre, Burt, dirgli che gli è sembrato simpatico anche se, all’aspetto, appare decisamente burbero.
Vorrebbe fare tutte queste piccole cose, ma per ora immaginarle è l’unica che gli sia permessa.
Sospira mentre prende dalla tasca del portafogli il bigliettino scritto con elegante grafia, lo legge, lo rilegge, se lo porta alle labbra e lo sfiora.
Vorrebbe baciare Kurt.
Più di qualunque altra cosa al mondo, vorrebbe stare con lui.
Ripiega il foglietto e lo rimette a posto; si sistema il papillon e poi chiude l’armadietto.
E rimane scioccato.
Nel corridoio, ormai quasi deserto, Kurt Hummel sta camminando nella sua direzione: la testa alta, la schiena dritta, i capelli ben composti in una piega meravigliosa e gli occhi azzurri puntati nei suoi.
Si avvicina ancora, lo vede guardarsi attorno un po’ preoccupato, per poi ritornare a fissarlo; quegli occhi lo faranno impazzire!
È ad un solo passo di distanza e non ha fatto ancora nulla per distogliere lo sguardo: - Sta davvero accadendo? - si chiede il nerd con una certa dose di speranza nel cuore.
Trattiene il respiro, fino a quando Kurt non gli si para davanti e gli sorride velocemente.
Adora il suo sorriso, i suoi capelli, i suoi occhi ed i suoi otto centimetri di statura in più.
“Ciao” gli dice e Blaine è certo di stare sognando.
“Ciao?”
Aggrotta le sopracciglia perfette, Kurt.
“Scusa, volevo dire: Ciao!”
“Bene, così va meglio.” ridacchia, si guarda attorno di nuovo –calma piatta– e riprende “Tutto ok?”
Anderson sa a cosa si riferisce e gli sorride, grato “Tutto bene.”
Il cheerleader fa un cenno con il capo, comprensivo, e fa una cosa che Blaine non si sarebbe mai aspettato facesse: prende, tra l’indice ed il pollice della mano destra, un suo ricciolo ribelle, strofinandolo con delicatezza e sorridere al contatto.
Il nerd sente le gote andargli a fuoco; tutto quello non è normale.
Non dopo due anni persi ad osservarlo di soppiatto, non dopo due anni sprecati a notare particolari sciocchi –come i suoi calzini colorati–, non dopo soli quattro giorni di conoscenza e frequentazione regolare –che, in realtà, sarebbero tre–.
Ma non dice nulla, si bea solo di quel contatto delicato e quasi familiare.
Socchiude gli occhi caramello, per un breve istante, e quando li riapre nota che l’espressione di Kurt è mutata: ha aggrottato seriosamente le sopracciglia e lasciato la presa sui suoi capelli con una lentezza estenuante, spostando il collo leggermente, per vedere meglio dietro di lui.
Il moro si volta piano e rimane impietrito.
Wes, David, Nick e Jeff, nelle divise della Dalton, si stanno avvicinando con un’espressione oltraggiata ed imbufalita –sì, ok, solo i primi tre: Jeff si guarda intorno decantando le deliziose tinte dei muri della scuola, quasi infantili–.
Wesley, davanti a tutti, avanza con un passo deciso, le braccia danno la spinta adatta a velocizzare l’andatura, ed ha il volto cupo, Blaine già sa cosa stia per dire.
“Blaine Everett Anderson!” urla Wes piazzandosi di fronte a lui con i pugni chiusi poggiati sui fianchi “Cosa diamine stai facendo?”
Il ragazzo chiamato in causa sbatte un paio di volte le sopracciglia “Cosa?”
“Che diamine ti è saltato in mente?” aggiunge Nick.
“Siamo morti di paura!” continua David.
“Oh, ma quello è un cartellone con le foto della vostra squadra di football?” conclude con un sorriso Jeff che, ancora, non ha smesso di osservare le pareti del McKinley.
I tre Warblers si voltano verso il biondino ossigenato, sospirando inteneriti dal suo comportamento, mentre Blaine si posiziona davanti a Kurt, come per difenderlo; non sa il motivo, ma è certo che ci siano guai in vista.
“Comunque” riprende Wes puntandogli un dito al petto “che è successo? Non ti sei fatto vivo ieri sera. Pensavamo ti fosse capitato qualcosa di brutto!”
Thompson allunga le mani verso di lui e lo scuote per le spalle “Sei vivo! Sei vivo, mentre noi siamo morti di paura per te!”
“Ti uccideremo Anderson, sappilo. E sarà doloroso.”
“Nick, dopo finirai in galera!” ribatte prontamente Jeff scandalizzato.
L’amico rotea gli occhi al soffitto “È solo un modo di dire, Jeff. Stavo scherzando.”
“Oh, ok, continua pure allora.” e detto ciò, inizia a girovagare per il corridoio, osservando pareti, armadietti, poster.
“Ma perché non mi avete cercato?” domanda Anderson sollevando un sopracciglio.
“Perché avevi il telefono spento, razza di imbecille!” tuona Wes dandogli una leggera spinta e facendolo finire contro a 'qualcosa'.
“Ohuf”
Blaine trattiene il respiro, mentre si volta preoccupato e colpevole “Oddio! Mi spiace! Scusa Kurt!” gli dice prendendolo delicatamente per un braccio e carezzandoglielo.
“Uhm… non fa nulla…” risponde l'altro grattandosi la punta del naso.
“No, davvero, io non-”
“Kurt Hummel?”
- Una voce dall’oltretomba? - si domanda il ragazzo con gli occhiali, e lo sa, che non c’è nessun fantasma a parlargli, ma solo quattro ragazzi a lui ben noti. E questo lo spaventa molto di più.
“Sì.” risponde risoluto il cheerio.
“Oh. Mio. Dio!” David si mette una mano sulla fronte “Non ci credo. Sei quello vero?”
“Si…?”
“Lo state spaventando!”
“Zitto Anderson, con te facciamo i conti dopo!” rimbrotta Wes spostandolo con poca gentilezza, mentre lui ed il resto della banda attorniano il cheerleader che ha assunto un’espressione preoccupata.
“Ehm…” prova a dire, mentre vede Blaine sbiancare.
“Kurt Hummel! Sono così felice di conoscerti! Anzi, siamo così felici di conoscerti!”
“Siamo i migliori amici di Blaine!”
“Quelli che chiama ogni trenta secondi dicendo cosa fa, cosa fai, cosa fate.”
“EHI!” urla il suddetto Everett.
“Oh, quindi tu” ragiona il cheerio, additando il ragazzo biondo, che si è unito al cerchio per poter osservare meglio il famoso Kurt “sei Jeff?”
Il ragazzo sorride “Sì! Wow! Leggi il futuro?”
“E… David.”
Il ragazzo di colore fa un cenno col capo “Già.”
“Nick?”
“Ma allora Blaine ti ha parlato di noi?”
Poi gli occhi cerulei di Hummel si spostano sull’asiatico “Jess…?” dice titubante.
“Wes, Kurt, si chiama Wes. È la terza volta che te lo dico.”
“Oh, sì, è vero.” sorride “Scusa… Wes.”
I quattro Warblers si guardano straniti, tanto che dicono in sincrono “scusaci un attimo Kurt” e prendono di peso Blaine, conducendolo verso un anfratto silenzioso e un poco lontano.
“Che diamine…?”
“Cosa sta accadendo tra di voi?”
“Eh?”
“Blaine, non siamo stupidi! Siete così teneri, e pucci-pucci!”
“Ho quasi la carie, sai?”
“Abusi di bevande gassate, Nick”
“Silenzio Jeff, qui la cosa è grave! Com’è che di punto in bianco siete amici? Lui ti stava parlando da prima che vi interrompessimo! Non avevo capito che fosse lui a causa del tuo cespuglio -ma, diavolo!- è Kurt Hummel quello che è ad un mezzo metro da te e ti parla come se fossi suo amico!”
“Fino all’altro ieri sembrava ti avesse avvelenato con la sua antipatia.”
“Non ho mai detto che è antipatico!”
“Ma che non ti rivolgeva parola sì! Ed ora parlate. E lo chiami per nome!”
“Per nome!” ripete Nick.
“Lui mi chiama ancora Anderson invece.”
David sospira forte, Nick incrocia le braccia, seguito a ruota da Jeff, mentre Wes fissa con la coda dell’occhio Kurt che, a sua volta, li sta osservando da lontano, la schiena poggiata all’armadietto di Blaine.
“Vogliamo una spiegazione B.”
“Non ce l’ho nemmeno io la spiegazione.” ingoia con frustrazione il groppo in gola “Stavo mettendo i libri nell’armadietto e lui si è avvicinato. Mi ha chiesto come sto. E poi siete arrivati voi. Punto.”
“Qualcosa non torna.”
“Sì, è vero. Jeff, pensi di circuirlo?”
“Come?”
“NO! Ragazzi fate i bravi!” li sgrida il riccio, prendendo per un polso Sterling “Non ha fatto nulla.”
“Prima di tutto” inizia Wesley guardandolo storto “ci devi spiegare perché ieri sera non sei venuto. E non ci hai avvisato.”
“Oh, uhm… mi sono messo a suonare ed ho perso il controllo del tempo. E, ehm… non vi ho avvisati perché avevo spento il cellulare. Sapete, distrazione…”
Nick alza un sopracciglio “Ok, spiegazione accettata. Adesso però vieni con noi.”
“Cosa? Io ho il Glee Club!” è sconvolto: quello è un altro rapimento!
“Anche noi Blaine, lo sai! Ma ci premeva vederti. Quindi, visto che per colpa tua abbiamo perso le prove di canto, tu perderai le tue.”
“Ma… e Kurt? Dopo dovevo vedermi con lui…” pigola, lanciando un’occhiata con una richiesta d’aiuto ad Hummel, che sta ammirando la sua perfetta manicure.
“Può venire anche lui.”
“Eh?”
“Dai, andiamo!” dice esultante Jeff.
“No! EHI!”
David e Wes si dirigono rapidi verso il cheerleader, mentre Jeff e Nick trattengono Blaine.
“Ehi, Kurt!” inizia David con un sorriso da gatto del Cheshire sul volto.
“Sì?”
“Hai impegni?”
“Beh, con Anderson per…”
“Benissimo!” lo interrompe Wes battendo una volta le mani “Seguici.”
“Cosa?”
“Andiamo a Westerville. Guiderà Blaine, tanto poi deve tornare a Lima.”
“Ma… non ho i vestiti di ricambio. Non so dove dobbiamo andare e la tuta non va bene!”
L’asiatico gli sorride “Calmo Kurt, vedrai che ti troveremo qualcosa. Ma comunque, alla Tana, non c’è bisogno di essere eleganti.”
Li guarda perplesso “Tana?”
“Sì. E ti offriremo dell’ottima Burrobirra.”
“Burr-?”
David lo prende sotto braccio e lo conduce verso Blaine che li guarda basito - Non sta accadendo davvero, vero? -
“Dai, sarà divertente!” conferma Sterling saltellando sul posto e slacciandosi la cravatta.
Blaine nota che Kurt ha ingoiato il nodo in gola che prova anche lui.
Si guardano un istante, i due compagni di scuola, preoccupati e coscienti di essere in procinto di vivere uno dei pomeriggi più strani, imbarazzanti, curiosi e sconvolgenti della loro vita.



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Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo

Ciao! Eccomi qui con il quinto capitoletto!
Ahahahah! Come avrete notato, questi due, finalmente, si avvicinano ancora di più.
E Kurt ha incontrato i Warblers! Cosa di cui Blaine non ne è felice XD
Più che altro perchè sa che regnerà l'imbarazzo e anche tanto altro!
Io adoro scrivere dei Warblers, e il mio preferito e Jeff, perchè è adorabile: così coccolo e ingenuo, semplice e dolce. XD
Ora vado, divento sempre più rapida in questo diario eh?! XD
Ma con tutta l'acqua che ho preso oggi, il minimo è una bella doccia calda *_*
Un ringraziamento speciale a tutti coloro che leggono, che passano di qua per caso o per errore, a quelli che hanno inserito questa ff nelle seguite/preferite/ricordate e/o me negli autori preferiti (vi adoro!)!!! Poi, un abbraccio a tutte quelle splendide persone che hanno iniziato a recensire o che recensiscono dall'inizio: io vi AMO a livelli incredibili!
Bye Bye
A martedì prossimo!
Charty :)


Note Specifiche:

1)Warcraft è una saga fantasy creata dall'azienda statunitense Blizzard Entertainment, iniziata nel 1993 con la pubblicazione del videogioco strategico in tempo reale Warcraft: Orcs and Humans. In seguito oltre a videogiochi sono stati prodotti romanzi, fumetti nonché giochi da tavolo e di carte collezionabili. L'ambientazione della serie che è stata via via sviluppata è nota come universo di Warcraft.

2)Tekken è un picchiaduro 3D sviluppato e prodotto dalla Namco. Tekken è il nome del torneo di arti marziali in cui si cimentano i protagonisti, che ambiscono al titolo di "The King of Iron Fist Tournament".

3)Il gatto del Cheshireè un personaggio inventato da Lewis Carroll, apparso per la prima volta nel 1865 in Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie. È noto anche come Stregatto, nella versione italiana della trasposizione cinematografica disneyana, e Ghignagatto, nella traduzione italiana del libro del 1913 a cura di Silvio Spaventa Filippi. Compare anche in tutte le opere (cinema, fumetti, videogiochi, ecc.) derivate dal romanzo di Carrol.


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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Fandom: Glee
Autore: Chartraux
Beta: onda1965
Titolo: What Not to Wear
Capitoli:  6/18.
Parole: 3.978 (per questo capitolo)
Note Specifiche : a piano terra.



What Not to Wear
Capitolo 6




Blaine osserva Kurt con la coda dell’occhio: ha lo sguardo ceruleo rivolto al panorama che li accompagna fino a Westerville, le labbra di un rosa invidiabile sono rilassate in un sorriso ed i suoi capelli castani sono ancora meravigliosamente acconciati.
Sospira e poi decide di parlare notando il cartello d’uscita da Lima: “Kurt, dovresti avvisare tuo padre.”
“Uhm?”
“Beh” inizia il nerd con un lieve imbarazzo nella voce “Westerville dista un paio di ore da Lima e dubito che riusciremo a tornare in tempo per cena.” cambia marcia scalando e fermandosi ad un semaforo “E poi, l’ultima volta, tua padre ha detto che gli piacerebbe che lo avvertissi se fai tardi.”
Ha pronunciato l’ultima frase con un po’ di timore; non lo sa cosa Kurt possa pensare di tutta quell’attenzione nei suoi confronti.
Sospira e lo guarda: Kurt Hummel gli sta sorridendo “Grazie per avermelo ricordato.”
Le gote di Blaine immediatamente si imporporano ed i suoi occhi ritornano alla strada “Uhm… di niente…” balbetta schiacciando l’acceleratore e partendo con un borbottio della marmitta.
Rapidamente il cheerleader sfila l’iPhone dalla tasca dei jeans e batte le dita sulla tastiera; un istante dopo si ode il suono d’invio; si guarda attorno “ È una bella macchina” dice accarezzando gentile la portiera.
“Nah. La tua Navigator è molto meglio!” ridacchia l’altro.
Kurt alza le spalle “ È un regalo: papà me lo ha fatto al secondo anno. Quando avevo appena preso la patente.”
Blaine non gli racconta che ha sentito dire da Mercedes che, in realtà, Burt gli ha comperato quell’auto per vederlo finalmente vestito normale –anche se Blaine non ha ancora capito bene cosa intenda l’amica per ‘normale’, visto che lei ha mantenuto il riserbo assoluto riguardo ai dettagli–.
“Beh, è una bella macchina!” ribadisce svoltando sulla strada statale che porta alla US-33 W.
“Sì, mi piace molto” sospira “peccato che devo dividerla con Finn… è un baro! La usa più lui di me solo perché ha la ragazza!” brontola incrociando le braccia al petto arricciando le labbra; e Blaine trattiene una risata. Lo trova adorabile qualunque espressione mostri.
“Ma non potreste fare i turni?” chiede continuando a seguire il Range Rover bianco di Wes –sì, alla fine li hanno convinti a seguirli alla Tana per “un pomeriggio in compagnia”–
“Li facciamo, i turni, peccato solo che lui se li dimentichi sempre. Non so se hai notato quante volte si scorda di portarmi a casa dopo l'allenamento in una sola settimana.”
“Due volte?”
“Tre!” ringhia Kurt sprofondando di più nel sedile.
Anderson ridacchia “Allora sei stato fortunato due volte su tre questa settimana.”
“Già” sospira “ti ringrazio per i due passaggi.” poi volge gli occhi azzurri e lucenti alla figura dell'autista. Rimane in silenzio quasi contemplandolo, quindi si decide a parlare, ed il suo tono di voce fa fare un salto all’indietro allo stomaco di Blaine: “Perché sei così gentile con me?” chiede grave e speranzoso al tempo stesso.
Il ragazzo con gli occhiali ingoia a vuoto, cosa deve dirgli? La verità?
“Beh, perché non dovrei esserlo?”
“Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda, Blaine Anderson.” sospira “Hai paura di dare la risposta sbagliata?”
- Touché - Blaine si morde il labbro inferiore e poi opta per la mezza verità “Io sono una persona gentile di natura, Kurt. E solo perché io e te siamo diversi, questo non vuol dire che non devo essere gentile con te.” - Anche se sarebbe il caso di aggiungere che lo faccio con un incentivo particolare -.
“Avresti svariati motivi per non esserlo…” sussurra l’altro muovendosi a disagio sul sedile un po’ sfondato.
“Kurt, questi svariati motivi io non li ho trovati, quindi, mi dispiace per te, ma continuerò ad essere gentile.” borbotta con un po’ di stizza Blaine, che non comprende dove il cheerio voglia andare a parare.
Kurt sospira e poi volge l’attenzione al panorama e Anderson decide di non interrompere i suoi pensieri; è certo che il resto del viaggio per la Tana si svolgerà in silenzio.
 
Quarantacinque minuti dopo Kurt è seduto al centro di un cerchio composto dai cinque Warblers; hanno un sorriso complice e maledettamente curioso stampato in volto –tranne Blaine, che guarda tutti con un cipiglio preoccupato–.
“Ehm…” inizia il cheerio ispezionando la Tana “bella questa taverna.”
“È la Tana, Kurt Hummel. Si chiama Tana, non taverna.” ridacchia Jeff allungandosi un poco in avanti come per osservarlo meglio.
“Uhm, ok… bella la Tana…” il tono che Kurt usa è preoccupato ed imbarazzato; Blaine si accorge delle miriadi di domande che gli infestano il cervello –quasi le avesse stampate in fonte– come ad esempio: “Cosa ci faccio qui?”, “Perché ho accettato questa ‘cosa’?”, “Questi sono tutti pazzi? O se ne salva almeno uno?”, “Mi annoierò da morire?”, “Ma sono tutti e quanti nerd?”.
Wes raddrizza la schiena, mentre il sorriso si trasforma in una smorfia seria –Blaine sa che vorrebbe avere il suo martelletto vicino, ma probabilmente l’ha lasciato in un cassetto nell’altra stanza– “Sai Kurt” inizia l’asiatico con un tono da menestrello “questa posto, chiamato la Tana, è il nostro fortino. È stato creato anni or sono per riuscire a sfuggire dalle pressioni persistenti della vita che ci circonda, ed è pieno di quegli oggetti che ci possono aiutare ad espellere quei sentimenti di odio, disperazione, dolore, sofferenza e rabbia senza recare danno ad alcuno.” allarga le braccia come per enfatizzare le parole e, contemporaneamente, mostrargli l’ambiente “In realtà è il posto destinato ai soli Warblres, e tu dovresti sentirti ono-oufgh“ non riesce a concludere la frase perché Nick, stufo di quelle manfrine, decide di tappargli la bocca con una mano.
“Kurt, non starlo a sentire.” borbotta, mentre Jeff si avvicina ridacchiando.
“Già, Wes esagera sempre! Cerca di prendere tutto quello che dice con le pinze, perché a volte inizia a divagare. Credo che Dangerous & Dragon e Terry Brooks gli abbiano danneggiato il cervello in modo permanente.”
E grazie a quelle parole, Blaine nota il corpo di Kurt rilassarsi.
“Oh, davvero? Allora Jeff” domanda con un sorriso sincero il cheerleader al biondino, intuendo che sia quello con la verità sempre sulle labbra “come mai esiste questa Tana?”
Sterling sorride sornione “Perché possiamo riempirla di caramelle!”
Ed il ragazzo con gli occhiali vorrebbe ridere dell’espressione sconvolta sul volto di Hummel, perché in quel momento è impareggiabile: ha la bocca spalancata, le mani sono crollate miseramente dalle ginocchia verso il pavimento e gli occhi sono quasi usciti dalle orbite.
“Caramelle?” mormora incredulo.
Jeff fa un cenno col capo “Certo! In più l’abbiamo attrezzata con videogame, maxischermo e dvd di ogni tipo! C’è anche la Stanza delle Necessità di là.” con il pollice indica una porta dietro di lui.
“Necessità?” continua a non comprendere Kurt, ancora con la stessa espressione sbigottita di prima.
“Esatto! Viene usata quando…”
“Basta così, ragazzi, lo state spaventando.” Ridacchia Blaine alzandosi e posizionandosi tra Hummel ed i Warblers “Oppure starà pensando che siamo solo un gruppo di pazzi psicopatici.”
“Cosa per altro vera” borbotta David dopo un sonoro sbadiglio “Non so voi, ma io farei il caffè. Wes, dammi una mano. Niff, voi due andate a prendere i cuscini nella Stanza delle Necessità, visto che il divano è solo per quattro persone.” e detto questo si alza, fa alzare Wesley e si avvia verso l’angolo cucina; poco dopo scompaiono anche Jeff e Nick.
Blaine guarda Kurt: è perplesso, un sopracciglio svetta verso l’alto e la bocca è storta “Fammi capire bene” inizia il cheerleader guardandolo “questa è una struttura per ricoveri mentali?”
E Anderson, davvero, non può fare a meno di ridere come un matto. “Kurt!” dice tra una risata e l’altra –ormai deve tenere una mano sulla pancia– “Sei formidabile!” e nota con piacere che le guance del compagno di scuola si colorano di rosa.
“Non siamo pazzi.” poi ci ripensa “Ok, non nel senso clinico del temine, ma davvero, questo è il nostro fortino.” gli sorride e cerca di perdersi per un istante nelle pozze azzurre del cheerio “Questa taverna, che chiamiamo Tana, è il posto che ci rifocilla e ristora dopo aver trascorso una brutta giornata, dove possiamo svagarci e parlare senza essere interrotti e senza render conto a nessuno.” si avvicina un poco a Kurt, ora sono uno di fronte all’altro, le ginocchia quasi si sfiorano “Nick ha portato un cavalletto, tele e colori ad olio e pennelli; Wes i video giochi e tutti i romanzi polizieschi e giudiziari che ha trovato nelle librerie; David altri videogame, box di telefilm ed anche fumetti; Jeff, invece, tutte le cibarie che puoi trovare in cucina; e ti assicuro, ne trovi tante!”
“E tu?” domanda Kurt “Tu cosa hai portato?”
“La Stanza delle Necessità.” sorride Blaine notando la curiosità passare sul viso candido dell’altro “La Stanza delle Necessità è il luogo dove ognuno di noi può raccontare quello che vuole senza essere giudicato. Magari attraverso una canzone. È una camera insonorizzata che viene usata per lo studio o per qualche esibizione privata.” ammicca “Ho portato i microfoni, le casse, un paio di chitarre, un tamburello, un mandolino, un violoncello ed una tastiera -il pianoforte era troppo grande-. Poi abbiamo aggiunto una libreria, un paio di scrivanie e alcune sedie per poter studiare in santa pace.”
“È il tuo modo di sfogarti quello?” chiede in un sussurro Hummel, avvicinandosi un poco e facendo così scontrare le loro ginocchia. Blaine trattiene il respiro, ma decide di non spostarsi e, visto che nemmeno Kurt sembra intenzionato a staccarsi da quel piccolo contatto, riprende a ossigenarsi.
“Sì. Cantare è una delle poche cose che riesce a liberarmi dalle pressioni della giornata.” ridacchia “Ma anche uccidere Zombie ha il suo effetto calmante.”
Kurt gli sorride tenero “Sei davvero una persona da scoprire, Blaine Anderson.”
Ed il cuore del nerd perde un battito.
E vorrebbe che quel momento si protraesse all’infinito.
“Ragazzi! È pronto il caffè! Alzatevi da quel pavimento e venite a bere qualcosa; dopo potrete pominciare quanto volete!” urla David dal fondo della stanza.
Ed in quel momento, Blaine, pensa che farà una strage prima di sera.
 
“Oh mio Dio!” urla Kurt coprendosi gli occhi “È orribile. Orribile!”
I Warblers ridono mentre sullo schermo della TV 50 pollici, appesa al muro, appare uno zombie decisamente brutto, sanguinolento e putrefatto.
Hanno deciso di ordinare alcune pizze ed iniziare Kurt alla meravigliosa vita di Rick Grimes; senza avvisarlo, ovviamente.
E così, dopo aver terminato di mangiare, riordinare e sistemarsi a sedere –Kurt e Blaine, indubbiamente più lenti, hanno “vinto” la posizione a terra– hanno fatto partire il primo dvd; il cheerio ha trattenuto un urlo quando una bambina bionda di sei anni si è voltata verso lo schermo con il volto mezzo tumefatto.
Anderson, con la coda dell’occhio, ha notato che è sbiancato improvvisamente; avrebbe voluto prendergli una mano nella sua, ma non ha potuto permetterselo, non con quattro spettatori pronti a deriderlo.
Poi, alla scena dell’ospedale, Hummel si è avvicinato a Blaine tanto che i loro fianchi fossero talmente vicini da sembrare incollati –Blaine, ovviamente, ha smesso di respirare; prima di emettere un grugnito quando la risatina dei suoi “amici” si è insinuata nelle sue orecchie!– e una mano ha coperto la sua bocca.
E quando poi, il mezzo corpo di una donna zombie si è mosso, voglioso di carne, verso l’appena risvegliato dal coma Rick, Kurt non ce l’ha più fatta ed ha emesso un mugugno disperato e schifato –commentato dalla suddetta frase sconvolta–.
Il cuore del nerd, sedutogli accanto, si ferma, perché le mani di Kurt stringono il suo braccio e stropicciano la camicia a scacchi, mentre  il suo volto –seriamente terrorizzato– si nasconde tra la spalla ed il collo ambrato di Blaine.
Il ragazzo con gli occhiali si volta lentamente verso di lui, i capelli castani e ben ordinati gli solleticano il naso e può sentire un leggero profumo di menta insinuarsi nelle narici; chiude gli occhi un istante per bearsi di quel contatto sempre sognato e poi si scosta, obbligandolo a guardarlo “Kurt” gli dice piano “vuoi che spegniamo la TV?”
Hummel non gli rispose immediatamente, sembra più attratto dal suo sguardo serio; poi scuote la testa “No, i tuoi amici mi ucciderebbero…” ridacchia udendo gli improperi che i Warbler lanciano a Anderson per “la malsana idea” e staccandosi dal compagno di scuola.
I loro fianchi sono ancora uniti e, per tutto il proseguire dell’episodio, le loro mani rimangono intrecciate.
Blaine non sa quando Kurt abbia deciso di afferrargliela e di unire le loro dita, forse quando Rick ha incontrato Morgan Jones che gli racconta cosa è accaduto, o forse quando l’antifurto di un’auto ha iniziato a suonare, o magari quando il sangue è spruzzato fuori dalle cervella ormai impazzite degli Zombie; Blaine non lo sa, ma non gli importa: quel contatto è qualcosa che non può spiegare né a se stesso, né ai propri amici. E gli va bene così, perché scoprire che Kurt Hummel abbia bisogno di “qualcuno” vicino per sopportare certi momenti, non ha prezzo.
Appena l’episodio finisce, Blaine si volta verso Kurt –le loro mani sono ancora unite– e rimane perplesso da quello che vede: lui sta piangendo silenziosamente.
“Oddio, Kurt, stai bene?” gli chiede con preoccupazione, prendendolo per le spalle e voltandolo verso di sé; i Warblers si avvicinano ansiosi.
“…sì…” biascica il cheerleader in un singhiozzo.
“Mi dispiace! Avrei dovuto obbligarli a spegnere la TV! O quantomeno a cambiare serie…” si morde un labbro, il nerd, mentre lancia un’occhiataccia agli amici –che decidono di svignarsela–.
“Non è quello…” tira su col naso “è che… Cielo! Ti rendi conto? Morgan non riesce ad uccidere sua moglie! Non può farlo! La ama troppo! Ma come farà? Come farà quando dovranno andarsene da lì?” piagnucola sfregandosi gli occhi con la manica della giacca della divisa.
Wes, David, Jeff e Nick si voltano di scatto e lo guardano basiti, non capendo come sia possibile notare queste cose in un telefilm horror, mentre Blaine gli sorride e gli afferra i polsi con delicatezza, passando i pollici sulle vene principali; lo fa per un paio di minuti finché non lo sente rilassarsi.
“Stai meglio?” gli domanda.
Kurt annuisce “Sì… posso andare in bagno a lavarmi il viso? Devo avere un aspetto orribile.”
Anderson vorrebbe dirgli che no, non ha un aspetto orribile, anzi, in quella versione così naturale, gli appare ancora più bello; e la divisa sembra scomparire miseramente dietro quelle lacrime sottili.
Ma Wesley è più veloce e gli indica la porta vicina a quella della Stanza delle Necessità e Hummel, rapido, vi entra, scomparendo per dieci minuti buoni.
“Bene. Cos’è accaduto?” domanda David incrociando le braccia al petto.
“Uh?”
“Non fare il finto tonto Anderson, a cosa abbiamo assistito?” rimbrotta Wes copiando la posa di Thompson.
Blaine aggrotta le sopracciglia triangolari accentuandole “Di che state parlando?”
“Eddai B.! Parliamo di questa scena lovely-lovely!” conferma Nick allargando le braccia.
“Già, eravate così teneri da fare invidia a Miss Althaea!” sorride gioioso Jeff battendo rapido le mani un paio di volte.
Duval ruota gli occhi al cielo “Jeff, seriamente, hai ancora quella caramella?”
“Non è una semplice caramella! È la caramella!” ribatte stizzito l’amico.
“È un marshmallow Jeff! Un semplice marshmallow; che da anni tieni chiuso in un barattolo?
Com’è che non è ancora ammuffito?”
Sterling apre la bocca e la richiude un po’ desolato e Nick comprende “Oddio, è ammuffito e tu lo lasci nel barattolo? Ma sei matto? Ormai sarà nato un qualche virus incurabile lì dentro.”
“Ma è Miss Althaea… come posso buttarla?” ed il suo tono è talmente dispiaciuto che Nick sospira e gli dà una pacca sulla schiena –a metà schiena vista la differenza d’altezza– per incoraggiarlo.
“Chi è Miss Althaea?” domanda piano, a Blaine, la voce di Kurt che sì è avvicinato al gruppo.
“Ehm… è una caramella.”
Hummel alza un sopracciglio scettico “Una caramella?”
“Per essere precisi un marshmallow.”
“E Jeff ha chiamato Miss Althaea una caramella?”
“Uhm… sì… è una storia lunga…” risponde imbarazzato Anderson, conscio di non conoscerla bene nemmeno lui, la storia –vede i suoi amici riportare tutta l’attenzione su loro due, ed ingoia rumorosamente-.
“Ho tem-”
“Ti devo portare a casa Kurt! È tardi!” lo interrompe prendendolo per un polso ed accompagnandolo all’ingresso, per recuperare borse e giacche: la fuga prima dell’inquisizione.
“Ragazzi, vi salutiamo!”
“Oh, andate già via?” domanda David con una nota di disappunto –niente pettegolezzi con B. quella sera–.
“Beh, lo sapete che ci mettiamo due ore prima di arrivare a Lima; e sono le nove e mezza e…”
“Suo padre ti ucciderà, giusto?” ridacchia Nick notando l’espressione spaurita sul volto dell’ex compagno di classe.
“Mio padre non uccide nessuno. È un brontolone buonissimo!” ribatte Kurt con un sorriso sagace “Comunque, mi ha fatto piacere conoscervi… anche se non apprezzo moltissimo i vostri gusti cinematografici…” e storce il naso.
I Warblers sospirano e, dopo un saluto per nulla fugace, li lasciano andare.
Salgono sull’automobile color marrone stinto e allacciano le cinture di sicurezza.
I primi dieci minuti trascorrono in assoluto silenzio, poi Kurt parla “Sto ancora aspettando di sapere perché Jeff abbia dato un nome ad una caramella.”
Blaine sospira e poi racconta “È il primo marshmallow che abbia mai mangiato.”
Hummel è sconvolto “Aspetta, ha dato un morso alla caramella morbidosa e gli è piaciuta talmente tanto da farne una reliquia?”
“Uhm, beh, possiamo vederla anche in questo modo.”
“O Cielo!” Kurt sprofonda con una risata nel sedile “Quel ragazzo è strano forte!”
“E… ehm… e ti dà fastidio?” gli domanda Blaine, non vuole scoprire troppo tardi che Kurt pensi male dei suoi amici, potrebbe odiarlo per quello.
“No. Brittany è cento volte più strana; ma l’adoro per quello. Ognuno di noi è fatto a modo suo, ed è bello accettarli -e accettarsi- per quel che sono.” si gira verso l’autista e gli sorride sornione.
E Blaine pensa che sia meraviglioso.
- Perfetto! - in quella divisa, in quel ruolo ed in quel suo essere sempre onesto e gentile.
 
Parlano del più e del meno, come amici di vecchia data; Blaine lo apprezza. Pensava di dover fare il viaggio totalmente in silenzio a causa dello shock che i suoi Warblers hanno causato al suo futuro stylist, invece ha scoperto che Hummel li ha quasi osannati per tutto il viaggio.
Partendo da Wes ed “il suo modo di parlare arzigogolato”, David con “le sue fisse mostruose. E, ricordamelo, la prossima volta gli faccio vedere Wicked!”, Nick “quel ragazzo ha seriamente bisogno di una rinoplastica” e di Jeff “Il tenero e simpatico, e sconclusionato, Jeff” e poi gli ha chiesto con una certa curiosità “Ma Jeff e Nick che problema hanno?”
“Come?” Blaine ha appena parcheggiato nel vialetto di casa Hummel-Hudson e lo guarda senza comprendere.
“Beh, voglio dire, sembrano la mamma chioccia e il pulcino.”
Anderson sorride “Dici?”
“Ma dai! Li hai visti? Qualunque cosa Nick facesse, Jeff gli era dietro. Lo segue ovunque come un cagnolino fedele! Dai, dimmi, che c’è tra loro?” si sporge un poco verso il nerd che ridacchia “Kurt, vengono chiamati Niff per un motivo, non pensi?”
“Stanno insieme?!” esclama eccitato battendo le mani –ricordando all’autista il modo di fare di Sterling quando scopre novità interessanti–.
Scuote la testa, ed i ricci si muovono scombinati “Sono amici.”
Kurt arriccia le labbra ed aggrotta le sopracciglia “Non è vero!”
“Ma sì che lo è!”
“No!”
“Sì.”
“No Blaine! Non hai notato l’alchimia che c’è tra quei due?”
No, Blaine non l’ha notata l’alchimia, o almeno l’ha notata, ma in quel momento non può pensarci, perché l’unica cosa che davvero colpisce la sua attenzione è il proprio nome pronunciato dalle labbra di Kurt Hummel.
Quello stesso Kurt Hummel che per giorni l’ha sempre chiamato per cognome, o che lo ha preso in giro per il suo secondo nome, o per l’utilizzo improprio di tutti e tre; ma mai, mai!, lo ha chiamato semplicemente Blaine.
Kurt lo guarda, perché se ne è reso conto, allora si umetta le labbra e gli rivolge occhi colmi di colpa ed imbarazzo, come per chiarire che con quel “Blaine” è finalmente crollata l’ultima barriera che li divide: che separa i loro mondi. Poi gli sorride, sincero.
E Blaine sente il proprio cuore sciogliersi, come un gelato in pieno agosto, sente le farfalle svolazzare forsennate nel proprio stomaco, ed i fuochi d’artificio iniziare ad esplodergli nel cervello.
Si osservano per alcuni istanti, senza respirare e senza parlare; entrambi si sono resi conto che quello che sta accadendo è qualcosa a cui mai avrebbero dato conto nei corridoi della loro scuola, ma in quell’automobile, in quella Chevrolet vecchia e dal colore terribile, sembra splendere come un lampo abbagliante durante un temporale estivo.
Blaine allunga una mano lentamente, per non perdere il contatto con quelle pozze di un azzurro indefinito; vorrebbe rimanere lì e specchiarvisi per il resto della vita. E vorrebbe sporgersi verso di lui e posare le sue labbra su quelle del compagno di scuola, per comprendere se quella sia la realtà o un magnifico sogno.
La perfetta bocca del cheerleader si allarga ancora di più e gli occhi si stringono un pochino, come per dare ancora più valore a quel momento; Blaine si allunga ancora un poco e sente i loro respiri confondersi per un interminabile istante.
Poi una luce li abbaglia ed entrambi si girano verso l’abitazione.
Burt Hummel è appena uscito sulla veranda, con addosso un paio di boxer larghi e azzurri, una canotta e una vestaglia grigio topo; non porta il cappello con la visiera, stavolta.
“Kurt… è un fucile quello che ha in mano?” domanda il nerd con una lieve isteria nella voce ed una preoccupazione crescente.
“No, penso sia la mazza da baseball…”
“Ah.”
“Blaine…”
“Uhm?” porge di nuovo l’attenzione a Kurt e lo vede ridere.
“Scherzavo.”
“Oh!” vorrebbe dire altro, ma si rende conto che il signor Hummel sta impazientemente battendo il piede destro sul legno della veranda, in attesa.
“Ok, ci vediamo domani, Kurt.”
“Sì, buona notte Blaine, e grazie del passaggio.” apre la portiera e scende, ma prima di chiuderla ed andarsene aggiunge: “È un Legno numero 3 quello che ha in mano.”
E Blaine ingoia a vuoto, chiedendosi se tutto quello, in realtà, non sia un terribile incubo.


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Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo

Ehilà, Klaine incalliti! Come state? Spero bene ^^
Si avvicinano gli esami ed io sono sempre più con un piede nella fossa...
Comunque, spero che questo capitolo vi sia piaciuto perchè io mi sono divertita un sacco a scriverlo!
"Giocare" con il carattere dei Warblers è, tipo, la cosa migliore di tutte XD
Notate pure che Jeff è un pò "sopra le righe" e Wes invece è quello più "coi piedi per terra" (nonostante il discorso inutile di presentazione: ma lo ha fatto per spaventare Kurt! XD).
The Walking Dead è uno dei miei telefilm preferiti! Ok, la terza stagione sta andando davvero a rilento, ma incrociamo le dita per gli ultimi episodi! *__*
Le lacrime che Kurt versa alla fine della prima puntata di TWD, sono le mie. Sì, davvero! Gliele ho appiccicate senza troppe pretese XD lol
Penso che, il romanticismo che è insito in Kurt, si adatti a quel pensiero. Mentre io, beh, sono una persona decisamente emotiva ^v^ quindi le lacrime sono servite!
Uhm... direi di aver dato tutte le spiegazioni del caso, se così non fosse, a voi la libertà di pormi domande :3
Voledo dire che ho scritto una OS Klaine dal titolo Déjà Vù; se vi va di leggerla e commentarla e/o fare entrambe potete trovarla nella mia paginetta ^^
Se non volete fare nessuna delle due cose, beh, grazie per essere arrivati alla fine di questo sesto capitolo! :)
Un ringraziamento speciale a tutti coloro che leggono, che passano di qua per caso o per errore, a quelli che hanno inserito questa ff nelle seguite/preferite/ricordate e/o me negli autori preferiti (vi adoro!)!!! Poi, un abbraccio a tutte quelle splendide persone che hanno iniziato a recensire o che recensiscono dall'inizio: io vi AMO a livelli incredibili!
Bye Bye
A martedì prossimo!
Charty :)



Note Specifiche:
  1. Il Range Rover Evoque di Wes è questo: http://put.edidomus.it/auto/mondoauto/attualita/foto/272293_7484_big_land-rover-evoque-013.jpg
    Non so il perché, ma penso sia adatto a lui. E credo che Jeff vada in giro con una vespa (ultimo grido) color azzurro cielo XD
  2. Gli Strumenti nominati da Blaine sono gli stessi che Darren Criss suona normalmente (Eclettico e geniale, il ragazzo) escluso il tamburello, ma è ovvio che non potevo inserire la batteria (per quanto sia grande la Tana, è una taverna! Diamine XD) e poi mi sarà utile più avanti quel tamburello V.V
  3. Terry Brooks è uno scrittore di romanzi fantasy. Conosciuto soprattutto per la saga di Shannara (di cui io adoro soprattutto la seconda serie: Gli Eredi di Shannara).
  4. Rick Grimes è il protagonista della serie TV The Walking Dead (che io amo follemente).
  5. Morgan Jones è un personaggio di TWD che appare nel primo episodio.
  6. L’Althaea Officinalis è il nome scientifico della pianta dalla cui radice si estraeva il succo che era l'ingrediente principale dei marshmallow: successivamente è stata sostituita dalla gelatina di grano.
  7. Il Legno è una mazza da golf; sono bastoni adatti a coprire lunghe distanze, con lo scopo di far volare la palla verso la buca. Normalmente hanno una testa massiccia e un lungo shaft per imprimere velocità maggiore alla palla. Anche se la maggior parte dei legni sono fatti di metallo, sono chiamati ancora così perché mantengono la forma classica. Essi infatti hanno uno shaft in grafite una testa in titanio o acciaio. Ci sono in genere tre o quattro legni in una sacca, usati per giocare il primo colpo dal tee e poi, nelle buche più lunghe, il secondo e a volte il terzo dal fairway.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Fandom: Glee
Autore: Chartraux
Beta: onda1965
Titolo: What Not to Wear
Capitoli:  7/18.
Parole: 3.109 (per questo capitolo)
Note Specifiche : a piano terra.



What Not to Wear
Capitolo 7




 
Stamattina, Blaine Anderson, è incredibilmente felice.
Nella scala, il suo felitrometro, supera gli ottanta punti su cento. E non gli accadeva da un bel pezzo!
Saltella, nonostante i suoi ricci siano cosparsi di acqua fredda e la sua camicia abbia una strana macchia azzurrognola sul davanti, canticchia sottovoce e guarda il mondo da una strana prospettiva, visto che i suoi occhiali sono storti; la gente lo evita come la peste e lo osserva come se fosse un trapezista del circo: incuriositi, ma comunque inquietati dalla sua figura.
“Blaine?”
“Una voce conosciuta!” sorride, lui, facendo una mezza piroetta e dirigendosi verso Rachel che lo ha appena chiamato.
Lei alza un sopracciglio preoccupata “Stai bene?” gli domanda.
“Benissimo!” ribatte lui, con una cadenza musicale sulle vocali.
Rachel sbatte le palpebre un paio di volte “Cos’hai bevuto?”
“Bevuto?”
“Sì, bevuto? Sono certa la tua bottiglia sia piena di vodka e non di acqua!”
“Perché dici questo?” domanda lui arricciando le labbra.
“Blaine, quando sei ubriaco fai qualunque cosa! Ti devo rammentare che hai anche creduto di essere etero, dopo avermi baciato?”
L’amico si copre il viso con una mano “Oh, Dio! Peggio di Jeremiah!”
“Ehi!”
“Scusa” ridacchia “Ma dimmi, hai bisogno di me?”
Rachel si porta una ciocca castana dietro l’orecchio destro “Ehm, no, è che ti ho visto così allegro che mi sono chiesta cosa ti sia accaduto di bello…”
“Oh, sapessi! Ieri sera ero alla Tana e-”
“Ancora?”
“Come?”
“Sei sempre a Westerville ultimamente…” si umetta le labbra “Uhm, Finn mi ha detto che hai riaccompagnato a casa K-.”
Blaine le tappa la bocca con una mano “Silenzio, amica mia.”
Lei fa un cenno col capo e lui sposta le dita, liberandola “Sono sorpresa” ribatte lei in un sussurro “È Kurt che ti fa essere così su di giri?”
Scuote la testa, Blaine, sapendo di dover mentire: conosce Rachel e sa che spiattellerebbe tutto, e nel giro di due minuti, lo saprebbe l’intero McKinley.
“L’ho visto nel parcheggio della scuola, non c’erano più auto ed ho pensato che gliel’avessero rubata. Quindi gli ho domandato se avesse bisogno di aiuto. Ha sproloquiato su quanto suo fratello sia un maledetto accattone e poi ha accettato. Fine della storia.”
L’amica lo guarda scettica “Perché non sei venuto al Glee ieri? Dovevi cantare!”
Blaine fa spallucce “Beh, i Warblers mi hanno rapito…”
“Quei maledetti fringuelli!” digrigna i denti Rachel “Ma non si rendono conto che Westerville è una condanna per te?”
Anderson le posa una mano sulla spalla e le sorride “Grazie Rachel, ma a discapito di quello che pensi, mi piace stare in loro compagnia, alla Tana. A Westerville.”
Lei mette le mani sui fianchi “Sappi” dice collerica, assottigliando gli occhi “che se stai male, non dovrai per nessun motivo venir a piangere da me!” e, detto questo, gira i tacchi e compie qualche passo, prima di urlargli “Ed asciugati i capelli, se no ti ammali!”
Blaine ruota gli occhi al soffitto sorridendo, l’adora quando si comporta in quel modo.
Si rimette a posto gli occhiali –ora il suo mondo non è più così storto– e prosegue il cammino verso l’aula di biologia; il suo felitrometro è sceso di qualche tacca.
 
“Amico!” urla Puck avvicinandoglisi pericolosamente.
Sorride rispondendo al saluto, certo, ma Blaine non è ancora convinto della sua buona condotta; quella cresta gli rovina ogni pensiero puro e la sua sfacciataggine qualunque frase cordiale.
“Puck, dimmi.”
Il ragazzo, che lo supera di almeno quindici centimetri, ha un’espressione un po’ incomprensibile sul volto, Anderson inghiotte a vuoto.
“Senti amico…”
“Sì…” pigola preoccupato.
“Hai fatto i compiti di geografia?”
Il nerd sospira, liberato da un grande senso di inquietudine “Sì, certo.”
“Io non li ho fatti, vorrei copiarli. Sai com’è, il professor Cloud è un uomo, con lui i trucchetti da Super Puckzilla non funzionano. E sinceramente non vorrei trovarmi dall’altra parte del varco per nemmeno dieci secondi. Senza offesa eh!”
Blaine sospira e fruga nello zaino, tira fuori un quaderno nero con un drago stampato sopra e lo passa a Noah “Tieni, li rivoglio dopo pranzo!” non può non dirglielo; già un’altra volta ha dimenticato di restituirglieli ed Anderson ha ricevuto una sonora ramanzina!
“Certo amico!”
Il nerd sta per andarsene, ma Puck lo ferma “Oh, senti” riprende con un tono incolore, dando un’occhiata alla prima pagina del quaderno, “Finn ha detto che, se inizi a saltare le prove del Glee, è inutile che ti presenti alle provinciali.”
Blaine sente un dolore al petto, come una pugnalata; quel ragazzo lo fa innervosire e lo odia perché sputa sentenze senza sapere nulla della sua vita. Digrigna i denti “Non si ripeterà.”
E detto questo se ne va senza degnarlo di un saluto.
Altre tacche si ritirano dal suo dispositivo per misurare la felicità.
 
“Blaine, puoi venire un momento?”
Blaine si morde il labbro inferiore; sa di dover ricevere una ramanzina anche dal professor Shuester, ma non è certo di riuscire a sopportarla.
Dopo Rachel e Puck, anche Mercedes con Sam e Brittany gli hanno riferito di essere preoccupati per il suo apatico –tendente all’altalenante assente– stato nel club: nessuno comprende quali motivazioni possano spingerlo a saltare anche un solo incontro, non cantando per due volte di fila, che lui abbia o meno buone ragioni. Il Glee gli sta venendo a noia: inizia a non sopportarlo più.
Balla e canta nei ritornelli, ma lui è lo sfondo.
In confronto a quasi tutti gli altri membri del club, compresi Joe e Rory, lui è quello che canta di meno, che viene meno ascoltato e che riceve meno incentivi a proporsi.
Lo sa lui e lo sanno anche loro.
Al suo stesso livello può esserci solo Sugar, ma lei è un caso limite; e non è felice di essere considerato allo stesso livello di Sugar Motta!
Sono due anni che è alla stregua del nulla, eppure cantare gli piaceva così tanto… E passare da una scuola d’élite ad un liceo pubblico, lo ha mandato in panne definitivamente; cantare sembrava l’unico movente per andare avanti al McKinley, ma un paio di assoli durante le prove, non sono bastati a fargli recuperare la fiducia in sé.
Cambiare città, scuola e amici lo ha destabilizzato; poi è arrivato Kurt Hummel, con il suo bel faccino e la sua voce melodiosa… e si è sentito rinascere.
Poi ci sono stati i bulli e le malelingue, ed il suo umore è colato a picco, di nuovo.
Ed allora Wes, Nick, Jeff e David hanno creato la Tana. Ognuno aveva i propri motivi per volerla, la Tana, e organizzarla è stata una decisione presa di comune accordo, che li ha riportati tutti sulla “retta via”, che li ha resi più sicuri, migliori, come  speravano di diventare da tempo, e come non riuscivano ad essere separatamente.
E Blaine ha ricominciato a cantare, come se non avesse mai smesso.
Ma ora, in piedi di fronte al professor Shuester, si sente di nuovo in bilico.
“Mi dica” borbotta sedendosi sulla sedia nera, fintamente imbottita.
“Stai bene Blaine?” gli domanda cauto l’insegnante.
“Certo.”
“Bene. Sai, è tutta la settimana che sei strano… ti sei anche dimenticato il compito.”
“Professor Shuester, i compiti del Glee Club non sono obbligatori, non ho ragione?” chiede con una certa stizza.
L’uomo lo guarda perplesso “Sì, è vero” dice intrecciando le mani e poggiandole sulla scrivania “però vorrei saperlo prima, se un mio studente decide di disertare una lezione.”
“Non è una lezione. E non ho disertato!” cerca di rimanere calmo, Blaine.
“Beh, non ti sei presentato ieri; potevi avvisare. Ci siamo tutti preoccupati.”
Con un colpo di tosse, lo studente maschera una risata amara “Prof. seriamente, dubito che vi preoccupiate così tanto. Siamo in tredici e, se io non mi presentassi per le regionali, non sarebbe un problema, raggiungereste comunque il numero minimo di componenti necessari per poter partecipare.”
Il signor Shuester sta per ribattere, ma Blaine fa un gesto secco con la mano e prosegue “Non so se se ne sia accorto, ma Rachel, Finn e Sam hanno tutti gli assoli possibili. Adesso ha deciso di inserire anche Mercedes e Santana con qualche strofa, ma si rende conto che io non ho mai spazio? Né al Glee, né a scuola? Non si accorge che i bulli mi spintonano contro gli armadietti e mi rovesciano sulla testa litri di granita colorata?” il tono che il ragazzo usa è stranamente calmo. Non urla, non è arrabbiato, è quasi neutro.
Il professore lo guarda stranito, ma non sa cosa dire: si rende conto di essere incappato nello stesso errore, per la seconda volta.
“Quindi, posso andare?” chiede Blaine alzandosi e mettendosi sulle spalle lo zaino.
“Sì, ma Blaine, nessuno di noi non ti vuole nel Glee.”
“Certo.” e detto questo, esce dallo studio, senza dire altro.
Sospira e con il cellulare manda un sms a Jeff chiedendogli se può organizzare qualcosa per la serata.
Si rinfila il telefono nella tasca dei pantaloni e abbassa lo sguardo al pavimento, trovandolo misteriosamente attraente.
Il livello del suo felitrometro ha raggiunto livelli minimi.
 
Puck gli restituisce il quaderno dei compiti con una sentita pacca sulle spalle, Rachel si siede accanto a lui durante la lezione di matematica e gli racconta come ha trascorso la pausa per il pranzo con Finn, da soli, a mangiare: lui un doppio hamburger con formaggio, bacon e patatine fritte, lei con un’insalata, una macedonia e dello yogurt.
“Sai, sono vegana!” gli ha ripetuto per la centesima volta l’amica.
Blaine sospira facendo finta di niente: quanto Rachel comincia a parlare di se stessa, è così presa che andrebbe avanti per ore.
Poi, finalmente, la campanella suona e lui esce con uno sprint olimpionico dall’istituto, raggiungendo rapido la propria “carrozza”; appena seduto, si chiude dentro e sospira forte.
“È stata una brutta giornata?” domanda una voce dietro di lui facendolo sussultare e spaventandolo a morte!
“Gesù!”
“No, sono Kurt Hummel!” ridacchia ‘la voce’ facendo spuntare la testa tra i due sedili.
“Che ci fai qui? Mi hai spaventato! E poi, come cavolo sei entrato?”
Kurt sorride “Oh, Blaine Everett Anderson, ti devo ricordare che mio padre ha un autofficina? Qualche trucchetto l’ho imparato anch’io!”
Blaine aggrotta le sopracciglia “Mi sembrano trucchetti di un ladro più che di un meccanico…”
“Dettagli.”
“Ma che ci fai sdraiato?”
“Puoi partire? Ho detto alla coach Sylvester che non stavo bene e sono sparito già da dopo pranzo. Per quanto sia comoda come macchina, non mi piace stare sdraiato in questa posizione per ore.” borbotta Kurt dando un’occhiata ai propri capelli nello specchietto retrovisore e facendo una smorfia disgustata.
“Sei qui da tre ore?”
“Blaine Everett Anderson, vuoi partire? Se mi trovano qui, mi linciano! Go!”
Il nerd scuote la testa e poi accende il motore, trenta secondi dopo, sono fuori dal parcheggio “Mi vuoi dire dove devo accompagnarti?”
“A casa tua?”
Per poco Blaine non frena di colpo –innescando un incidente a catena– “Cosa?”
“Hai mai visto il programma a cui devi partecipare?”
“Sì… qualche volta…”
“Allora sai perfettamente che devo vedere il tuo guardaroba e catalogare i tuoi vestiti!”
“…ma… Kurt…”
“Niente ma! Andiamo signor Anderson, il tuo armadio ci aspetta!”
Ridacchiano e Blaine si sente leggermente meno teso. Anche se non vorrebbe far entrare il cheerio nella propria casa.
 
“Permesso?” dice Kurt appena entra nell’appartamento di Blaine.
La prima cosa che nota è una sala con angolo cottura, un tv a 36 pollici, uno stereo e un sacco di dvd e cd, la seconda è la solitudine che vi alberga.
“Dove sono i tuoi?” chiede curioso di comprendere quella strana sensazione alla bocca dello stomaco.
Blaine alza le spalle “Al lavoro, come sempre. Appoggia la borsa sul divano, ti porto in camera mia.”
Di nuovo, a Kurt sembra strano che quella casa abbia solo tre stanze più il bagno. “O per la miseria!” esplode il cheerleader entrando nella stanza di Blaine “È fantastica!”. Ha gli occhi luccicanti notando le tre chitarre -una elettrica e due acustiche- appese alla parete di destra, e c'è anche una pianola e poster di cantanti famosi che non si aspetta davvero.
C'è un comodino sommerso di romanzi, due scrivanie -di cui una invasa da miniature da colorare e l’altra da spartiti-; il letto è sfatto mentre l’armadio ha solo due ante.
“Grazie” risponde imbarazzato il nerd “scusa il disordine, ma quando compongo è un delirio.”
“Aspetta, componi?”
“Beh… sì.”
“Oddio!” sorride “Una scoperta dopo l’altra.”
Blaine inghiotte l’imbarazzo e si gratta il collo “Non sono così bravo” mugugna raccogliendo i fogli dal pavimento e raggruppandoli sulla scrivania.
“E chi lo dice?”
“Uhm” si morde il labbro inferiore; non vuole dirglielo. Aprirebbe una porta rimasta chiusa per anni.
“Ok, non importa. Posso vedere dentro l’armadio?”
“Prego” con un cenno della mano gli mostra le ante del mobile tinte di bianco avorio.
Kurt le spalanca e dà un’occhiata generale al suo interno “Sono tutte camicie a scacchi!” dice allibito “Nessuna polo. Nessuna tenuta neutra e monocromatica. Niente jeans!” fa finta di svenire sul letto, una mano portata alla fonte “Oddio! Che visione terribile!”
Blaine ride “Eddai Kurt! Che c’è di male? E non preoccuparti, non troverai altro dietro le giacche!”
“Eh?”
“Nulla, nulla. Su, dimmi che devo fare.”
“Oh, certo! Hai una parete bianca e ben illuminata?”
“Direi quella della sala; il sole non c’è, ma le lampadine a basso consumo energetico andranno benissimo.”
Kurt sospira in un sorriso “Sei un fissato dell’ecologia.”
“Beh, il mondo sta andando a rotoli” risponde controllando i fogli che ha tra le dita e dividendoli in due gruppi “bisognerà pur dargli una mano, ti pare?.”
Gli sorride e prosegue mostrandogli un angolino della scrivania “Vedi, questi sono fogli che ho utilizzato per comporre, ma visto che quello che ho scritto era una schifezza, ho deciso di tenerli per la brutta.”
“Che brutta?”
“Di qualunque cosa! Per la scuola, idee, frasi… evito di sprecarli. Anche perché la carta costa.”
Ridacchia, Kurt “Un grande risparmiatore.”
Blaine fa spallucce “Ho un sogno e devo mettere da parte abbastanza soldi per far sì che si avveri”
Gli occhi chiari del cheerio si spalancarono un poco per la sorpresa, poi gli sorride di nuovo “Davvero un ragazzo da scoprire.”
Le guance del padrone di casa si tingono di un lieve rossore, poi biascica un “Vieni di là” e lo precede in sala. Poggia una mano sulla parete bianca, senza decori, di cui hanno parlato “È questa. Cosa devi fare?” chiede notando che Kurt traffica nella propria borsa Gucci.
Il cheerleader si volta di scatto e gli mostra una macchina fotografica digitale “Ovviamente, devo catalogare i tuoi outfit! Da giorno, da tempo libero, da serata con gli amici e serata mondana.” li elenca alzando un dito ogni volta “Quindi, facciamo alcune foto!”
Blaine ingoia a vuoto, sente uno strano formicolio alla gola, ma anche più in basso, perché il sorriso di Kurt lo manda in cortocircuito, proprio come i cavi elettronici che lui adora.
“I pantaloni vanno bene, ma la camicia devi cambiarla, quella è macchia-” si blocca un istante “È granita quella?”
“Eh, sì” sorride cercando di stemperare l’imbarazzo; si chiede, Blaine, come sia possibile che Kurt non l’abbia notata prima, e come non si sia accorto che il bullismo al McKinley sia decisamente osservato da tutti gli uomini di Neanderthal, componenti le squadre di football e di hockey, quasi fosse il ramadan ebraico.
Il cheerio lo osserva un momento dall’alto al basso e poi biascica “Non l’hai ancora detto a nessuno?”
“Detto cosa?”
“Che parteciperai a What Not to Wear.”
- Oh! - “Beh, no…” gli confida grattandosi la zazzera scura.
Kurt boccheggia “Perché?”
Blaine  volge lo sguardo alle mani che sta martoriando “Non… non vorrei mettermi ancora più in mostra… per quanto sia un’ottima cosa: finché non sarò certo, al cento per cento, della diretta tv, non ho intenzione di parlarne in giro…”
L’altro lo osserva con i suoi occhi azzurri, si umetta le labbra rigirandosi la macchina fotografica tra le mani e poi sospira “Bene” dice “passando oltre, le vogliamo fare queste foto?”
Il compagno di scuola assentisce e corre in camera a cambiare camicia.
 
“Oh cielo! Non ci credo! Ma ti rendi conto che i tuoi outfit sono tutti uguali?” è sconvolto Kurt, mentre guarda al pc di Anderson le foto appena scattate.
“Non è vero! Questa camicia è azzurra a quadretti bianchi, questa invece è verde!”
“Blaine! Sono identiche! Hanno lo stesso taglio!”
“Sì, scusami se le ho prese in saldo!” brontola il nerd incrociando le braccia al petto e mostrando un’ espressione corrucciata che fa sorridere il cheerio.
“No, seriamente Blaine, non hai una t-shirt? Una polo? Una felpa?”
“Uhm… no?”
“Lo sto chiedendo io a te!” rimbrotta Hummel, alzando le braccia al cielo, in cerca di una qualche visione celeste, ma il soffitto rimane del solito colore bianco e la luce della lampadina a basso consumo energetico rimane della stessa luminosità; nessun miracolo improvviso.
“Dio dev’essere andato a cercare parcheggio…” brontola Kurt arricciando le labbra.
“Eh?”
“Niente, niente.” si guarda attorno “Ehi, ma sono già le sei e mezza, i tuoi non sono ancora tornati?”
Blaine sussulta e sposta gli occhi all’orologio “Uhm, no. Arriveranno più tardi.”
Kurt inclina leggermente la testa di lato “Vieni a cena da me? Stasera Finn è via. Ti scontrerai con mio padre al massimo” ridacchia, ed il nerd si sente avvampare.
“Eh…? Uhm… io… davvero tu…? Oddio!” si mette la mani tra i capelli, scompigliandoli ancora di più.
“Anderson, respira” lo prende in giro il cheerleader ridendo “Non ti mangia mica mio papà. E prometto che appena saremo a casa, nasconderò il suo set di mazze.”
Gli occhi di Blaine lo guardano perplessi “Davvero gioca a golf tuo padre?”
“Oh no! Non sa nemmeno come sia fatta una pallina da golf! Ma sai, per lui è un buon modo per minacciare i miei… amici.” e sottolinea bene l’ultima parola.
Blaine sorride “E questo dovrebbe convincermi a venire a casa tua?!”
“Oh, suvvia! Cosa vuoi che sia un po’ di terrorismo psicologico.”
“Sai Kurt” inizia Anderson grattandosi la punta del naso “sei quasi folle come i miei amici, e non te ne sei ancora accorto!”
“Lo prendo come un complimento, se no ti scordi la mia meravigliosa cucina!”
“Certo che è un complimento! Io adoro i miei amici!” e subito vede le guance del cheerio colorirsi appena, “Comunque, accetto! Sicuramente avrei cenato con la pizza anche stasera, quindi opto per la tua cucina.”
“Ehi, Anderson, non ti pare scortese dire così apertamente che sono una seconda scelta?!”
“Kurt, tu non sarai mai una seconda scelta.” e detto questo, spinge per le spalle, con delicatezza, il compagno di scuola fuori dall’appartamento.
Sospira, sperando di non dover ingaggiare uno scontro all’ultimo sangue con Burt-ferro 3-Hummel; perché sa che ne uscirebbe sconfitto.

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Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo
Ciao a tutti! Come state?
Io sono demolita, ho appena finito uno degli esami più pesanti della storia dell'umanità (se se) e quindi, perdonatemi se ho poche parole da lasciarvi (e ne ho un altro bello grosso la prossima settimana...); e scusatemi se non ho ancora risposto alle vostre recensioni (sempre per il motivo sopracitato), lo faccio subito ^^
La vita di Blaine Anderson non è tutta rose e fiori, ma a quanto pare, quella splendida creatura che è Kurt Hummel sembra sempre risollvargli l'umore *u*
Non so voi, ma io non vedo l'ora di vedere l'episodio di Natale; chissene se rimangono semplici amici! Mi manca vederli insieme nello stesso posto e nello stesso momento *_*
A proposito, qualcuno di voi si ricorda quando faranno l'ultimo episodio della pausa invernale e quando riprendono? Io me lo sono scordata.
Tra le altre cose... Scusatemi, ma ultimamente la HuntBastian mi sta facendo battere il cuore. A voi no?! XD lol
Ok, vado. Spero che il capitolo vi sia piaciuto; nel prossimo: Cena a casa Hummel-Hudson + ricordi + verità + eeeeeh! XD lol *è andata*
Un ringraziamento speciale a tutti coloro che leggono, che passano di qua per caso o per errore, a quelli che hanno inserito questa ff nelle seguite/preferite/ricordate e/o me negli autori preferiti (vi adoro!)!!! Poi, un abbraccio a tutte quelle splendide persone che hanno iniziato a recensire o che recensiscono dall'inizio: io vi AMO a livelli incredibili!
Bye Bye
A martedì prossimo!
Charty :)



Note Specifiche:
  1. L’errore di Shuester è, ovviamente, un riferimento a Kurt nella seconda stagione.
  2. Dentro l’armadio, dietro le giacche (e non cappotti) c’è Narnia! Altro riferimento velato nerdese XD lol
  3. Outfit, in inglese, vuol proprio dire “abito”, ma viene utilizzato anche nella nostra lingua comune, come per specificare ciò che si indossa per una determinata occasione e non solo come “abito da sera”.
  4. Dio, la frase incriminata in realtà è: “Dio non è morto. Sta solo cercando parcheggio.” è una battuta di Woody Allen. So che ha poco senso visto che Kurt è un non credente, ma sono certa che gli potrebbero interessare i film di Woody.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Fandom: Glee
Autore: Chartraux
Beta: onda1965
Titolo: What Not to Wear
Capitoli:  8/18.
Parole: 2.401 (per questo capitolo)
Note Specifiche : a piano terra.



What Not to Wear
Capitolo 8



 
Burt Hummel e Blaine Anderson sono uno di fronte all’altro.
Quest’ultimo cerca di mostrare il suo più bel sorriso di circostanza –quello vero è nascosto sotto le sue budella– ed allunga una mano al padrone di casa, che lo guarda con un cipiglio corrucciato.
“Ehm, buona sera” dice il nerd ancora in attesa che la sua mano venga stretta; è quasi certo di essersi fatto un antagonista epocale.
“Tu sei il ragazzo che ha fatto fare tardi a Kurt, vero?” gli chiede serioso l'uomo.
Blaine ingoia il pesante groppo che gli si è bloccato in gola “Sì.”
“E sei quello che gli ha ricordato di avvisarmi se aveste fatto tardi.”
“…sì…”
Gli occhi azzurri del signor Hummel –che Blaine trova stupendi, ma mai quanto quelli del figlio– lo squadrano un istante e poi la sua mano afferra quella del giovane “Benvenuto” dice “ripetimi il tuo nome per cortesia.”
“Blaine Anderson.”
“Ok Blaine, fai come se fosse casa tua. Kurt…” si rivolge poi al figlio, che per tutto il tempo ha tenuto uno sguardo fintamente disinteressato alla scena “Sì?”
“Se andate in camera tua, porta aperta!”
Rotea gli occhi facendo sorridere Blaine “Certo papà.” poi fa gli onori di casa e conduce il compagno di scuola in cucina.
“Spero ti piacciano il pollo con aromi, il purè di patate e le carote lesse.”
“Uhm, sì.”
“Bene, non avrei cucinato qualcosa di diverso solo per te, sappilo.” affetta le carote già pulite dal padre e le mette in una pentola piena di acqua bollente e con un pizzico di sale, dopodiché pela le patate, lessate la sera prima, e continua “Sai, mio padre ha avuto un infarto, l’anno scorso...”
Blaine non risponde, ascolta soltanto; è quasi certo che, se lo interrompesse, Kurt non gli racconterebbe altro.
“Anche bello grosso. È rimasto in coma per alcuni giorni e ti assicuro, che non ho mai avuto tanta paura come in quei giorni.” con una forchetta, inizia a schiacciare i tuberi che ha prontamente infilato in una terrina “Non ho mai immaginato ad una vita senza mio padre, e se l’ho fatto, l'ho sempre pensata simile all’inferno. Lui è la mia guida, come potrei vivere senza?”
Il ragazzo con gli occhiali si accomoda meglio sullo sgabello e continua a rimanere in silenzio: quello sprazzo di vita di casa Hummel-Hudson lo conosceva, ma solo perché Finn era decisamente giù in quel periodo.
- Chissà tu, Kurt, cosa hai provato mentre vegliavi tuo padre da solo. - pensa mentre uno strano magone gli riempie la gola; perché ha compreso quanto il cheerio tenga a suo padre. Lo ha notato dai piccoli gesti, come il poco sale messo nell’acqua calda, o il poco burro aggiunto alle patate; anche dagli sguardi che si scambiano e dagli abbracci importanti.
“Adesso sta bene, ma è un golosone pazzesco! Se non lo controllassi io, chissà cosa metterebbe sotto ai denti!” ride Kurt, per stemperare un po’ quel silenzio negativo che è sceso nella cucina.
“E tua madre?” domanda Blaine; vede il cheerleader sussultare un attimo mentre mescola il composto nella terrina e poi lo sente dire, con un tono normale, neutro: “È morta.”
- Oh! - l’ospite si morde il labbro inferiore, per la brutta gaffe in cui è incappato; ma non opta per uno “Scusa” o un “Mi dispiace”, gli domanda solo “Senti molto la sua mancanza?”
E Kurt gli risponde in un flebile sussurro “Moltissimo.”
Fino all’ora di cena, rimangono in assoluto silenzio; gli unici rumori che si odono sono quelli delle posate nelle pentole e del cibo che ribolle.
 
La cena trascorre tranquilla. Più o meno…
Blaine si accorge delle strane occhiate che il signor Hummel gli lancia ogni tanto -magari quando osserva Kurt mangiare con grazia il suo pasto, o mentre osserva Kurt che sorride a qualche battuta di Carole, o mentre osserva Kurt raccontare delle sue avventure nei Cheerios, oppure quando Kurt gli chiede aggiornamenti scolastici-.
Sì, beh, sempre e solo quando guarda Kurt.
Decide di far finta di niente; come si suol dire “Non svegliare il can che dorme” e quindi si mette a conversare con Carole cercando di non fare caso al ragazzo sedutogli di fronte.
Quando Burt gli chiede dei suoi genitori, risponde che suo padre fa il pubblico ministero e sua madre è una dirigente e ringrazia Kurt che convince l’uomo a non tartassarlo con altre domande.
Finiscono di mangiare con qualche aneddoto lavorativo di Carole e con un Burt quasi sconvolto di sentire che il nerd che gli siede accanto, è un accanito fan di football.
Dopo aver aiutato il cheerio a sparecchiare perché “Eddai Kurt, fammi fare qualcosa! Mi sento in debito!”, lo segue fino alla sua camera -che si trova al secondo piano-, vicino a quella di Finn.
Quando Blaine entra si sorprende nel vedere tutto quel bianco.
Anche il suo stereo è bianco, come ogni mobile, ogni parete, la porta e ogni barattolino di crema!
“Wow” biascica “è luminosissimo!”
Kurt gongola un po' sorridendo “Beh, sai, volevo qualcosa che mi rappresentasse…”
“Perché hai la pelle bianca come il latte o perché sei un angelo?” e detto quello, Blaine vorrebbe tagliarsi la lingua “Scusa… sono stato indelicato.”
“Blaine ehi! È stato gentile in realtà darmi dell’angelo.” ridacchia il cheerio aprendo le ante dell’armadio.
“Per il potere di Grayskull!” dice il nerd sconvolto “Ma quanti capi hai?” gli domanda spalancando ancor di più occhi e bocca.
“Oh, qualcuno…”
“Qualcuno?” boccheggia “Kurt! Sembra che tu abbia svaligiato almeno tre GAP di Westerville!”
“Oh, no!” sembra allibito “GAP non fa per me. Apprezzo moltissimo Gucci, ma ancor di più McQueen!”
Blaine aggrotta le sopracciglia “Gucci? McQueen? Ma è alta moda!”
“E pensi che io vada in giro con gli straccetti di H&M?” domanda con scetticismo Hummel.
Anderson ride “Oh, non intendevo questo, ma più che altro non ho mai visto un tuo… outfit diverso dalla divisa, pensavo non ti interessasse.”
“Oh, mio caro Anderson come sbagli.” chiude un’anta dell’armadio “Sappi che a me la moda piace moltissimo! Non per niente sono il tuo stylist.”
“Quindi mi hai portato qui per farmi vedere la tua collezione McQueen-Gucci-Dolce e Gabbana e… Oh mio Dio! Ma quello è un maglioncino di Abercrombie!” Blaine si lancia verso l’altra anta e lo sfila con una fretta morbosa, ma al tempo stesso con cura, lasciando un Kurt esterrefatto; sembra un leone digiuno da giorni.
È un golfino con scollo a V, con righe spesse bianche e grigie alternate, e simbolino della casa di produzione ricamato proprio sopra al cuore.
“Non sai quanto l’ho cercato! Mi hanno detto che era esaurito da tempo questo modello, ne avevano prodotto un quantitativo limitato perché la distribuzione aveva ricevuto ordini di scarsa entità… l’ho cercato ovunque! Su ebay, in casa da amici, alle bancarelle e nei negozi con le occasione, allo spaccio, Kurt! Sono andato anche allo spaccio di Abercrombie pur di trovarlo!”
“Se vuoi te lo dò.”
“Cosa?” Blaine sbianca quasi “Oddio, scusa, che figura!” lo poggia sul letto per ripiegarlo con cura “Mi spiace; non intendevo quello, solo…”
“Blaine! Non preoccuparti, a me non piace. Me l’ha regalato Finn l’anno scorso a Natale, ma non è il mio genere. Se ti piace te lo regalo volentieri; sono certo che i cardigan ti stiano divinamente.” gli sorride.
“Uhm… io… Grazie…” borbotta il nerd arrossendo un poco.
“Sai cosa stavo pensando?” inizia Kurt “Domani hai da fare?”
“No.”
“Perfetto! Alle dieci al Lima Bean e poi dritti al centro commerciale; dobbiamo cercare un qualche outfit nuovo”
Anderson lo guarda perplesso “Io e te?”
“E chi altri?”
“È che… no, sai… non hai paura che ci vedano insieme?” domanda con un filo di voce, si gratta il collo con la mano destra e con l’altra stropiccia il bordo della camicia.
Kurt rimane in silenzio alcuni istanti “Facciamo così, porta lo zaino, se trovassimo qualche membro del Glee club alla caffetteria, potremmo sempre raccontargli che mi stai aiutando in matematica perché la professoressa McIntosh vuole che io migliori i miei voti. Mentre, se ci beccassero al centro commerciale, potremmo dire che ci siamo appena incontrati.” si avvicina al compagno di scuola e gli prende tra due dita uno dei tanti riccioli ribelli, fa un piccolo sospiro “Sai Blaine, penso che dovresti dirlo.”
“Cosa?” chiede trattenendo il respiro, non è ancora abituato a quel contatto.
“Che ‘lavoriamo’ insieme per la tua immagine.”
“Quando sarà il momento.”
“Blaine, sul serio, potrebbe aiutarti molto.” cerca di convincerlo Kurt con uno sguardo quasi supplichevole “E poi…” ma si all'improvviso si blocca.
L’altro lo guarda “E poi?”
Scuote il capo “No, nulla.”
Blaine è certo che ci siano alcune parole che vorrebbe udire dall’atleta, ma preferisce non rischiare; così com’è certo che la lacca di Kurt sia ecologica; - Lo sapevo che anche tu tieni all’ambiente! -  pensa mentre l’odore inequivocabile di lacca gli entra nelle narici ed un sorriso gli allarga le labbra.
“Sai, mi piacciono i tuoi ricci…” gli dice flebile Hummel, mentre tutte e cinque le dita si infilano nella zazzera scura fino a toccargli la cute “Sono così morbidi.” si avvicina un poco e prende un bel respiro, lasciando il compagno di scuola impietrito da quel comportamento: il cuore inizia a battergli furiosamente nel petto ed il rosso, che gli imporpora le guance, si espande fino a raggiungere le orecchie.
“Che balsamo usi?”
“Non… non lo so…” biascica; sente la gola riarsa ed il respiro sembra non voler uscire. È un contatto talmente ravvicinato da mandarlo in cortocircuito.
Poi tenta un’azione estrema, ma ne ha così voglia; le sue dita si muovono piano e, tremanti, raggiungono il polso di Kurt; adora la sua pelle, è morbida e profumata. Con il pollice massaggia delicatamente la vena. Sente Kurt fremere un poco e sospirare di nuovo tra i suoi ricci. “Cos’è successo a scuola?” gli domanda piano, come per paura di rovinare quel momento.
Blaine sospira uno sbuffo “Nulla di speciale.”
“Dimmelo, Blaine” glielo chiede con serietà e delicatezza assieme; il nerd si domanda come ci riesca.
“Kurt, davvero, non è niente.” insiste.
“Bugiardo” sussurra “ho visto lo sguardo che avevi a pranzo: sembravi arrabbiato. Deluso forse.”
“Ce l’hanno con me perché questa settimana sono stato un po’ assente al Glee…” sputa fuori con una certa tristezza.
“È colpa mia?”
Anderson scuote piano la testa, in senso negativo, sente ridere Kurt che con un “Mi hai solleticato il naso” si stacca da lui, si siede sul letto e gli fa cenno di accomodarglisi accanto.
“Non è colpa tua” dice con un sorriso sincero sul viso, perdendosi un istante nei suoi occhi blu “Sono io che mi sto stancando del club…”
“Perché?”
“Per tanti motivi.” si umetta le labbra e sposta lo sguardo al parquet, alle sue scarpe logore.
“Posso sapere quali?”
Blaine capisce che Kurt vuole comprenderlo un po’ di più e che, con molta probabilità, non c'entra con il suo “lavoro di stylist”. Gli piace questo Kurt che non esiste in nessun altro posto se non al di fuori delle mura scolastiche; se non al riparo da sguardi indiscreti e parole taglienti.
“Non…” biascica piano, senza spostare lo sguardo dalle sue scarpe “non mi sento apprezzato…”
Il cheerleader si avvicina un poco e con una mano gli accarezza la schiena, come ad incitarlo a continuare; Anderson aspetta qualche istante e prende un respiro profondo “Sai, alla mia vecchia scuola, cantavo. E tanto. Ero il leader degli Warblers, quindi tutti i giorni potevo sbizzarrirmi con mille toni, canzoni e gruppi diversi. Qui al McKinley, mi sembra di essere solo uno sfondo. Muovo la bocca e ballo quel tanto che basta  a farli felici.”
“Ma tu non sei contento di questo.”
“No…” si morde le labbra “Non chiedo un assolo intero; mi basta una strofa.” sospira, Blaine, e torna a fissare gli occhi azzurri dell’altro “Chiedo troppo? È egoista da parte mia?”
Kurt nega scuotendo la testa, si avvicina ancora e gli mette una mano sulla spalla, stringendola piano “No. È giusto che tu pretenda almeno una strofa da solista. Il problema di Will Shuester è che si appoggia troppo alle pietre miliari del Glee: Rachel, Finn e Sam da quel che so.”
“Te l’ha detto Santana?” domanda con un sospiro.
“Già.” ha ancora quel sorriso delicato che lo sta facendo stare bene “Prova Blaine, non arrenderti.”
“Non mi ascoltano.”
“Lo faranno.”
“…non ne sarei così sicuro…” borbotta.
“Blaine, ce la farai! Se non alle provinciali, alle regionali sicuramente!” e gli dà un buffetto sulla guancia.
Il nerd ridacchia, stranamente più leggero; non può credere che raccontare quelle cose a qualcuno lo abbia realmente fatto stare meglio. Pensava che solo i Niff o Wes e David riuscissero a tirarlo su di morale –con videogame o maratone di sorta-. Invece, Kurt Hummel, è ancora meglio di quello che si aspettava: è dolce, gentile, disponibile, sa quale tono, parole e gesti usare, in determinati momenti.
Lo adora, come nessun altro.
“Sono già le dieci Blaine, i tuoi si preoccuperanno…” biascica con uno sbadiglio Kurt e Blaine ride.
“Se questo è il tuo modo per buttarmi fuori casa, lo trovo educato.”
“No! Ma che pensi! Se vuoi ti preparo il divano; ma davvero, penso sia tardi.”
“Già, allora vado.” si avvia al piano di sotto seguito da Kurt; vorrebbe salutare Burt e Carole ma non li vede, pensa siano già andati a letto.
“Ok, allora a domani.”
“Sì, fra dodici ore al Lima Bean.”
“Ricorderò la cartella.”
“Bravo!”
Ridono piano, per paura di disturbare gli altri abitanti della casa.
Si osservano alcuni istanti; Blaine lo guarda negli occhi, gli piace perdersi in quel mare blu, distraendosi solamente per passare alle labbra ed alle sue bellissime mani.
Kurt invece, con un lieve imbarazzo, sposta lo sguardo altrove per alcuni secondi, poi torna di nuovo a specchiarsi nelle lenti spesse dei suoi Potter-occhiali.
Si sorridono, un’ultima volta e poi Blaine esce definitivamente dall’abitazione Humme-Hudson e, quando si siede nella propria auto, lancia un ultimo sguardo alla casa ed il suo cuore manca un battito.
Kurt è ancora lì, con la mano alzata, in un gesto di saluto, ed un sorriso ad illuminargli il viso candido.
Ècosì bello che Blaine si sente morire.
Ècosì speciale che Blaine si vergogna quasi di averlo sfiorato.
Ècosì importante che Blaine teme di perderlo.
Infila la chiave nel cruscotto, avvia il motore, fa un ultimo saluto in direzione di Kurt e poi parte, con il cuore gonfio di emozioni indescrivibili.
E non vede l’ora che sia l'indomani.


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Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo
Eccomi qui, in un altro martedì.
Oggi sono afona. Giuro, mi sono alzata e ho biascicato un "Buon Giorno" senza audio... sembravo in playback (se avessi avuto un audio di sottofondo) XD lol
Credo che ci siano parecchie persone felici oggi (eh, sono una di quelle che parla in continuazione XD)!
Stasera torno a vedere "Le 5 Leggende". Oh, è troppo bello! Mi sono innamorata del Coniglio. E di Jack Frost. E beh, di loro due insime *slassha da morire*
Ok, parliamo, Jack ce lo vedo bene anche con Pitch e Jamie (quando però sarà maggiorenne ovviamente) XD lol
Come siete messi con i regali di Natale? Io finiti, già da tempo; sono una di quelle che parte a metà novembre (ma ne deve recuperare almeno uno il 24, giusto per fare un pò di rissa in qualche negozio).
Allora, giusto per tornare sulla ff... Vi è piaciuto? Io mi sono divertita.
Ho sempre cercato di immaginare come sia andata davvero la prima cena a casa Hummel e, visto il contesto di questa storia, direi che potrebbe essere azzeccato. Non ho voluto inserire Finn perchè penso che sia un personaggio un pò inutile in questo momento.
Non so nemmeno se potrebbe essere utile più avanti, ma vabbè, prima o poi arriverà! 
Il prossimo capitolo avrà: Kurt che porterà Blaine in un negozio, dove guarda caso succederà un bel casino; con un personaggio del passato di Blaine che inizia con la J. Ci sarà della comedy, del romance e un pizzico di angst (perchè non guasta mai).
Oh, guarda caso sarà il 25. Uhm... dite che devo saltare e passare a giovedì?
Oh Mio Dio! Ho fatto zapping e (in un telefilm della Disney che non so manco come si chiama) c'è un tizio carino che porta i mocassini neri con calzette bianche.
Blaine si starà rivoltando da qualche parte!!!
A martedì prossimo (?)
Bye Bye
Charty ^^

p.s.
Nel caso salto il 25; Tantissimi Auguri di Buon Natale!

 


Note Specifiche:
  1. La stretta di mano è un altro ovvio riferimento a Harry Potter: quando Draco Malfoy allunga la mano, presentandosi, ed Harry non l’afferra (primo libro, capitolo 6, pp. 105-107 – prima edizione maggio 1998). Da quel momento i due sono diventati antagonisti fino alla fine (ma la slasher che c’è in me ha visto tutt’altro XD).
  2. Cena: Non ho la più pallida idea di cosa mangino in America per cena. In molti film/telefilm ho visto questa … sottospecie di portata, così ho deciso di farla fare a Kurt. Anche se penso potrebbe strabiliarci prossimamente con una cenetta da vero chef!
  3. Burt Hummel ha avuto l’infarto nella puntata 2x4 dove Kurt era al terzo anno; ho tenuto conto di questo mentre scrivevo dell’avvenimento. Quindi sì, il papà di Kurt ha avuto l’infarto l’anno precedente al diploma del figlio. Tutto torna, vero?
  4. Non ho la più pallida idea di cosa facciano e come si chiamino i genitori di Blaine. Per ora rimarranno nell’anonimato, ma se la fortuna gira dalla mia e li incontriamo nella fantomatica 4° stagione, allora li nominerò. XD
  5. Per il potere di Grayskullè una citazione tratta da He-man e i dominatori dell’universo.
    He-man è un personaggio immaginario ispirato al protagonista tipo del genere fantasy eroico, creato nel 1981 da Mattel per la linea di giocattoli dei Masters of the universe. Il personaggio, introdotto con fumetti di poche pagine allegate ai giocattoli, ha acquisito grande popolarità con la serie tv d'animazione che lo vedeva protagonista, He-Man e i dominatori dell'universo (1983). In seguito alla grande risposta di pubblico, ha fatto comparsa anche in molti altri prodotti correlati (fumetti, cancelleria scolastica, costumi di carnevale, ecc.). Successivamente si è cercato di rilanciarlo con diverse serie animate (un sequel nel 1990 e un remake nel 2002) e anche con un film dal vivo (nel 1987, He-Man era interpretato da Dolph Lundgren), ma senza mai riuscire ad eguagliare il successo iniziale.  -Wikipedia-
    [Io da bambina lo guardavo! XD E avevo pure l’action figure della tigre *U*]
    Questa frase viene anche “utilizzata” in un bellissimo film d’azione/commedia/poliziesco del 2007 HOT FUZZ con Simon Pegg e Nick Frost (“L’alba dei morti dementi” e “Paul”). Se non l’avete mai guardato, fatelo! È sublime!!! Ci sono così tanti riferimenti che mi mandano in fibrillazione! XD
  6. GAP a Westerville. Ho controllato, ce ne sono la bellezza di 6 negozi GAP a Columbus! Le distanze da Westerville variano dalle 4 alle 53 miglia. 
  7. Il Cardigan che Blaine adora esiste veramente, ed è veramente di Abercrombie. Solo che è nel reparto maglioni femminili XD Quando l’ho visto su internet mi è subito venuto in mente la mise di Blaine della 3x5 (quando incontra Sebastian per la prima volta http://www.foxtv.it/glee/cast/34508-blaine-anderson) (il cardigan di Abercrombie è questo: http://www.abercrombielondra.net/images/Image/mens-Abercrombie-Fur-Jackets-Coats-Gray-203.jpg ); è molto simile!!! Visto che non sapevo di che marca fosse quello indossa da Darren nella serie, ho deciso di affibbiarlo a A&F. Magari qualcuno si sta rivoltando nella tomba, perdonatemi XD lol Se avete notizie sul cardigan incriminato nella foto-link, ditemi qualcosa ^^ thanks.
  8. Ah, tra le altre cose, H&M non mi dispiace; ho delle gonne meravigliose prese al negozio! Non voglio denigrare la marca, è solo per sottolineare quanto Kurt punti in alto con l’abbigliamento.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Fandom: Glee
Autore: Chartraux
Beta: onda1965
Titolo: What Not to Wear
Capitoli:  9/18.
Parole: 3.363 (per questo capitolo)
Note Specifiche : a piano terra.



What Not to Wear
Capitolo 9




Blaine Anderson è preoccupato. Estremamente preoccupato.
È in coda alla cassa del Lima Bean, per ordinare il solito cappuccino medio, e un mare di pensieri sta inondando il suo cervello.
Kurt non è ancora arrivato.
E si maledice, perché sa che è tutto vero. Quando si è alzato quella mattina, ha avuto una strana sensazione alla bocca dello stomaco e una botta di negatività l’ha investito in pieno; tutto ciò che è accaduto in quella settimana, il quasi bacio con Kurt –o, almeno, lui lo ha vissuto come tale– la cena con i suoi genitori, tutto quello sfiorarsi di mani… doveva essere per forza solo un sogno. Un meraviglioso sogno che lo ha fatto emozionare a livelli che nemmeno poteva pensare possibili, ma adesso che è in fila nel locale, con nove persone davanti, pensa che riceverà una brutta batosta da lì a pochi minuti: perché Kurt non si presenterà.
Sospira osservando la vetrina dei dolci e decide cosa ordinare.
Con due dita afferra un ricciolo ribelle che gli scivola davanti agli occhi e se lo rigira tra i polpastrelli, si domanda cosa Kurt ci trovi di così bello. Scuote la testa - Non ci trova nulla! È solo una tua fantasia e lo sai. - si dice arricciando le labbra e notando che ha solo una persona davanti.
Aspetta il suo turno nel silenzio della sua mente; preferisce così, o altri brutti ricordi si affacceranno, anche senza essere stati invitati.
“Ciao, dimmi pure!” dice la ragazza carina alla cassa; ha i capelli arancioni e gli occhi neri come la pece, la divisa del Lima Bean è giallognola e bianca: il nerd rimane un po’ perplesso dal connubio di colori.
“Ciao” inizia regalandole un sorriso “un cappuccino medio e un muffin al cioccolato.”
“E un latte macchiato scremato per me!”
Blaine si volta di scatto –tanto che sente le ossa del collo scricchiolare infastidite dal movimento– e rimane stupito: Kurt Hummel è lì, di fronte a lui, con i suoi capelli acconciati in modo impeccabile, i suoi occhi brillanti, la sua pelle meravigliosa ed il suo sorriso luminoso.
Ingoia a vuoto “Ciao” gli dice piano.
“Ciao Blaine” risponde l'altro avvicinandosi di più e facendo un cenno di saluto alla ragazza al bancone “Vedo che le calorie riempiono le tue giornate.” ridacchia.
“Oh, beh, a me piacciono i dolci.” allunga una banconota da 20 alla cassiera.
“Lo avevo intuito. Oh, ehi! Il mio latte!”
“Sì, lo hai ordinato” dice Blaine inclinando leggermente la testa di lato.
“Ma no Blaine, volevo dire: devo pagare il mio latte!”
Il compagno di scuola sorride “Oh, non preoccuparti, offro io.”
“Ma…”
“Dai Kurt, non c'è problema.”
Hummel mugugna qualcosa, incrociando le braccia al petto e poi sospira “Sei troppo gentile Anderson.”
Alza le spalle “È una mia qualità.”
Il cheerio non risponde, afferra il proprio latte macchiato e si guarda attorno, appena trova un tavolo libero che lo aggrada, fa cenno all’altro di seguirlo.
Si accomodano, uno di fronte all’altro, in un tavolino quadrato di legno scuro, posizionato tra due colonne bianche con il logo del bar che danno sul corridoio.
Blaine versa una bustina di zucchero nel cappuccino ed inizia a berlo, guardando di sottecchi Kurt fare lo stesso –ma lui usa il dolcificante ipocalorico–.
Si rende conto, Anderson, che il ragazzo che ha di fronte non è mai stato così bello. Non indossa la divisa bicromatica della squadra, ma un delizioso maglione lungo color grigio fumo, pantaloni bianchi, che gli sembrano cuciti addosso, ed un paio di stivali alti fin sotto le ginocchia, neri e lucidi.
Blaine lo trova stupendo.
Rimangono in silenzio alcuni minuti prima che il cheerleader decida di azzerare quello strano imbarazzo “Uhm, stavo pensando, vorresti qualcosa di preciso?”
“Eh?”
“Parlo di abiti Anderson, hai una marca che preferisci?”
“Oh, io… beh, credo di no.” sorride un po’ mesto “Non sono certo di quello che mi stia bene.”
“Come colori ci siamo” Kurt lo addita e lui abbassa gli occhi nocciola sul proprio outfit della giornata “Eh?”
“Quel maglioncino rosso ti sta divinamente. E per una volta non ho nulla da ridire sulla tua camicia”
Blaine ride “Almeno lei è salva; le altre si sono tutte nascoste nell’armadio a piangere.”
“Che devo dirti, sarò magnanimo oggi. Comunque, al centro commerciale, hanno aperto un nuovo Abercrombie; che dici?”
“Oh! Fantastico! Ho visto una camicia bianca e blu con la manica arrotolata e… che c’è?” domanda incuriosito dallo strano sguardo assassino che si è formato sul volto dello stylist.
“Seriamente Blaine, non osare nemmeno concludere la frase.”
“Cosa?”
“Niente camicie.”
“Oh, ma…
“Niente ma e niente camicie! Abbiamo parlato di rinnovo! Non possiamo riprendere le stesse cose!”
Il nerd arriccia le labbra e fa una smorfia fintamente triste “Ma insomma Kurt.”
“No, e non discuto su questo. Non mi importa se mi fai gli occhi da cucciolo indifeso e disperato.”
Kurt, guarda altrove cercando di rimanere serio.
“Oh, ok!” beve un altro sorso e poi dà un morso al muffin “Ma a me le camicie piacciono.”
Il cheerio sbuffa “Non ho detto che non devono piacerti, dico solo che ne hai abbastanza di colorate a casa. Potremmo prenderne una classica.”
“Una classica?”
“Sì, tipo azzurrina o bianca. E basta eh; niente quadretti.”
Blaine sembra soppesare un po’ le parole e poi fa un cenno del capo con un gran sorriso “Potrebbe essere un’idea!” mangia un altro pezzo di dolce e poi continua “E i papillon? Posso prendere anche un papillon in coordinato?”
Kurt ride “Oddio, certo, basta che sia in tono!”
“Non ti deluderò Kurt!” conclude sorridendo Blaine, prima di finire il suo muffin di cioccolata e, troppo preso dalla gola, non nota il colore purpureo che si sparge sul viso del suo compagno-amico-stylist.
 
Hanno passato tutta la mattina al Lima Bean, tra chiacchiere e curiosità –“Blaine, sul serio pensi che Tony Orlando sia uno stilista?” gli ha chiesto un Hummel sconvolto– pranzando con tramezzini integrali e solo verdure, Kurt, ed un panino più che ripieno, Blaine, raccontandosi quali siano le materie preferite, i professori più odiati, i film più amati e la rivista più letta –sì, beh, Vogue ha vinto!–.
Hanno chiacchierato per ore, fino a quando il cheerleader ha rivolto uno sguardo all’orologio del proprio cellulare.
“Blaine! Andiamo! È tardissimo!” ha esordito Kurt alzandosi frettolosamente, afferrando la borsa e schizzando fuori dal locale come se avesse il fuoco sotto i piedi; Blaine, dal canto suo, non ha potuto fare altro che seguirlo.
Ed ora sono lì, al centro commerciale di Lima, di fronte al negozio di Abercrombie.
Entrano con nonchalance, sapendo perfettamente cosa aspettarsi –Dio! Tutti quei ragazzi dai toraci scultorei!– ma vergognandosene ugualmente; nessuno dei due è il tipo da rimanere indifferente a qualche bel “bocconcino di carne fresca”; a maggior ragione, se a torso nudo.
“Santa Gaga!” sussurra Kurt sconvolto “Adesso mi ricordo perché non entravo più in questo negozio…” si mette una mano sugli occhi e sospira.
“Che c’è?”
“Beh, mi imbarazza, ok? L’unico corpo mezzo nudo che ho visto, oltre al mio, è quello di mio padre. E quello delle cheerleader –che per ovvie ragioni non mi scombussolano più di tanto-.” borbotta il giovane Hummel con le gote arrossate e gli occhi fissi al terreno.
Blaine trattiene una risata; lo adora. Adora questo suo essere così puro, da risultare quasi un piccolo angelo in terra “Vedila dal lato positivo” gli dice dandogli una piccola pacca sulle spalle “il reparto maschile è gestito solo da ragazze.”
“Eh, già…” uno sospiro “unica nota positiva.” poi afferra Blaine per un polso e lo trascina al piano superiore; dove scaffali e tavoli, grucce e manichini, sono carichi di vestiti. A Kurt iniziano a brillare gli occhi e si muove rapido verso il reparto polo. Comincia a cercare con enfasi, sfila le magliette, le guarda bene, le ripiega con giudizio e le ripone; quando trova quello che gli interessa, lo mette dentro al cestino, recuperato entrando, vicino alle scale, all’ingresso del reparto.
Blaine lo guarda muoversi veloce e concentrato fra i vestiti piegati; gli piace vederlo in questa veste di stylist, ha molto più gusto di quanto avrebbe mai creduto –ma non è che potesse pensare chissà cosa, considerando che lo ha sempre visto con la tuta dei Cheerio!
“Blaine!” urla Kurt per farlo avvicinare “Vieni qui!” lo chiama con un gesto della mano; quando il nerd lo raggiunge, gli dà il cestino pieno di abiti “Ok, ora vai nel camerino e provi a mettere insieme i pezzi giusti” dice sorridendo, spingendolo verso la cabina e chiudendolo dentro.
Il ragazzo ridacchia mentre cerca di vedere ciò che è stato scelto per lui.
Si stupisce quando nota una camicia bianca; sorride e la infila subito. Stranamente il suo buon gusto sembra seppellire il nerd che c’è in lui e indossa un paio di skinny jeans color porpora scuro e, cavolo!, gli stanno bene.
- Ma come diavolo ha fatto Kurt ad indovinare la mia taglia? - si domanda afferrando un gilet, bianco davanti e grigio sul dietro e nei bordi, e decide di tentare la fortuna; si gratta il collo: sente che gli manca qualcosa. Prende il papillon, accuratamente infilato nella tasca della sua camicia a scacchi bianchi e rossi, e lo indossa; sa che sicuramente non è adatto, ma non vuole presentarsi senza il cravattino. Per lui è come sentirsi nudo.
Fa scattare la manopola e sbircia, un paio di occhi si puntano su di lui sorridendo “Allora?” dice Kurt “Fammi vedere” e Blaine non può fare altro che uscire a testa china, perché sa di aver fatto un danno.
“Oh!”
- Lo sapevo! - il nerd ingoia l’amaro e sussurra “…vado subito a cambiarmi…”
“No! No Blaine!” Kurt lo afferra per una mano e lo induce a voltarsi “Fatti vedere bene.”
Blaine si gira ed alza la testa, le braccia sono poggiate lungo i fianchi e si sta mordendo il labbro inferiore; vede Kurt sospirare.
“Scusa, penso di aver fatto un casino…”
“No Blaine, davvero. Sei… stai davvero bene così.”
Gli occhi del nerd si illuminano “Davvero?”
“Sì.”
“Non… non devo cambiare qualcosa?”
“Beh, sicuramente dovremmo trovare altre scarpe, ma è il meno.” gli sorride avvicinandosi, le dita affusolate si muovono verso il collo dell’altro che trattiene di nuovo il respiro -pensa che sia ora di comprare delle bombolette d’aria portatili, perché non sa quanto possa durare senza ossigeno-.
Gli slaccia il cravattino e Blaine porta subito la mano sulla sua, fermandola e prendendo il papillon “Non lo buttare” lo prega in un sussurro pieno di timore.
“Non lo avrei mai fatto, ma non sta bene con questi colori. Aspettami un attimo” e detto questo scompare per alcuni minuti.
Quando torna, gliene porge uno dello stesso colore dei pantaloni che sta indossando rigato di nero e bianco: lo trova delizioso “Wow!” dice prendendolo tra le mani “E’ davvero carino!”
“L’avevo adocchiato prima, mentre ero vicino alle camicie.” lo sfila dalle mani del compagno di scuola e glielo allaccia al collo con delicatezza, regalandogli un sorriso sincero “Stai davvero bene vestito così, Blaine.”
E Blaine avvampa “…grazie…” biascica, perdendosi nelle pozze blu che sono i suoi occhi, prima di impallidire e far preoccupare il cheerio “Blaine?”
“Oh mio Dio!” gli afferra una mano e si rinchiudono nel camerino.
“Ehi, Blai-”
Il ragazzo gli tappa la bocca con una mano “Shhh” gli fa posandosi un dito sulle labbra; vede Kurt aggrottare le sopracciglia infastidito e sa cosa stia pensando “Tu a me ‘Shhh’ non me lo fai!”; ma non può lasciarlo parlare. Non può permettergli pronunciare il suo nome.
“Che diamine succede?” domanda piano il cheerleader facendogli togliere la mano “Mi arrabbio Bla-”
“Non pronunciare il mio nome.” gli ordina preoccupato “C’è una persona che non deve vedermi!”
Kurt sembra comprendere e tace “E se esco solo io e ti dico se c’è ancora?”
Anderson sembra pensarci su, si mordicchia l’unghia del pollice e guarda nervoso la porta; poi un senso di calore sembra percorrergli la zona del polso, del dorso e delle dita della mano destra, abbassa lo sguardo e vede che Kurt gli sta accarezzando l’arto. Sposta lo sguardo negli occhi del ragazzo che ha di fronte e il respiro torna regolare.
“Calmati Blaine. Usciamo e andiamo via, ok? Cambiamo negozio.”, il ragazzo risponde con un semplice cenno del capo; Kurt esce per lasciare il tempo a Anderson di cambiarsi.
Pochi minuti dopo ripercorrono le scale all’incontrario, tornando al pian terreno, per dileguarsi il più velocemente possibile; Blaine si guarda attorno preoccupato, si nasconde dietro ai manichini e si abbassa quasi strisciando dietro i tavoloni centrali, non vuole essere trovato e certamente sta facendo il possibile perché non succeda –con un Kurt, lievemente perplesso e divertito da quella versione scrausa di Ethan Hunt, alle spalle-. È quasi fuori, tira un sospiro di sollievo e, mentre compie gli ultimi passi prima di trovarsi all’esterno dell’Abercrombie, sbatte il naso contro qualcosa.
O meglio qualcuno.
“Oddio, scusami non stavo guardando e-”
“Blaine?”
Il nerd spalanca gli occhi: quella voce la riconoscerebbe ovunque - Cazzo! - “Ciao Jeremiah…” biascica imbarazzato, ma il ragazzo dai folti capelli lo guarda con una smorfia infastidita.
“O no! Non ancora tu!” ringhia quasi tra i denti “Cos’è, sei venuto a farmi licenziare anche qui?”
Blaine sente una piccola fitta al cuore, gli duole davvero molto, eppure riesce a rispondere rapido “No, certo che no. Io-”, ma Jeremiah non lo fa finire “No, ascoltami Blaine” gli dice serio puntandogli un dito allo sterno “Sono fidanzato, ok? Ho un lavoro, ok? E poi non mi interessavi prima, e non vedo come potresti interessarmi ora e…” lo guarda bene con occhi un po’ perplessi “Cosa sono quei vestiti? Non sei alla Dalton? E cosa sono quei capelli? Me li ricordavo immersi nel gel una volta…”
Le orecchie di Blaine fischiano e gli fanno male, poi la saliva si secca in gola, ed il groppo che si forma non riesce ad essere nemmeno ingoiato.
“Scusami?!”
Jeremiah si volta verso la voce con un sorriso -perché sa di essere ancora al lavoro- e con fare accondiscendente domanda “Sì, mi dica.”; gli occhi azzurri con cui si scontra lo guardano freddi ed infastiditi “Senti,” Kurt legge il cartellino “Jeremiah, il qui presente Blaine è con me, quindi niente scenate di gelosia. Sei al lavoro e noi siamo clienti,” dice con enfasi sottolineando le due parole chiave “mai vorrei che qualcuno informasse il tuo capo di quanto sei stato poco cortese nei confronti di un paio di acquirenti. Mai vorrei farti licenziare.”
Il commesso, con la camicia semiaperta, lo guarda sorpreso “Oh” dice, poi sposta lo sguardo su un Anderson, silenzioso e con gli occhi rivolti al pavimento, “Mi dispiace, ma devi sapere che mi ha rovinato la vita, questo ragazzino qui, quindi è normale che io covi risentimento nei suoi confronti.”
Blaine si morde l’interno delle guance e stringe le mani a pugno, mentre una stretta sgradevole allo stomaco si fa sentire; non si ricorda quando sia stata l’ultima volta in cui lo abbiano trattato in quel modo... e pensare che si era innamorato di uno come lui.
“Jeremiah, ascoltami bene, credo che tutti i colpi di sole che ti sei fatto, ti abbiano rovinato il cervello. Non siamo qui per te. Blaine non è qui per te. Stavamo solo facendo acquisti; nessuno di noi due voleva davvero averti come commesso. Quindi, se non ti dispiace, io e Blaine ora ce ne andiamo.” Kurt afferra la mano del compagno di scuola e lo trascina fuori dal locale “Ah, e per mettere i puntini sulle ‘i’, lasciamo qui la bellezza di 300 dollari di abiti che avremmo davvero voluto acquistare.” e detto questo, si eclissano alla velocità della luce.
Dopo aver camminato a passo spedito fino all’uscita del centro commerciale, posizionata dalla parte opposta del negozio di Abercrombie, finalmente Kurt decide di fermarsi e di porre a Blaine la domanda che, da un paio di minuti, sta martellando il suo cervello “Chi è quello?”
“Uhm…”
“Blaine, è stato davvero molto scortese con te.” brontola il cheerio stringendogli la mano “Perché si è comportato così?”
Il nerd si passa la mano libera tra i capelli, ravviandoli, sente la testa pesante e, il groppo che ha in gola non è ancora scemato “Ecco… è una cosa vecchia. Niente di importante.” sorride con un velo di tristezza.
“No Blaine, è importante.”
“Non è vero.”
“Sì che lo è; se fai quella faccia è importante!” sbotta Kurt con gentilezza e Blaine sente anche l’altra mano stretta in quella del ragazzo che ha di fronte a sé.
“Kurt, è una stupidaggine.”
“No. Ora andiamo a prendere un caffè e ne parliamo, seduti ad un tavolo.”
“Ma-”
“Nessun ‘ma’ Anderson. E offro io.”
 
Blaine sorseggia il suo secondo cappuccino della giornata, di tanto in tanto scruta il cheerleader che gli siede di fronte e nota i suoi occhi illuminarsi a quella confessione.
“Oh mio Dio! Gli hai cantato una serenata al GAP dove lavorava?!”
“Sì…”
“E lui è arrabbiato per quello?”
“Ehm… già… sai, lo hanno licenziato per quello.” risponde con un sopracciglio sollevato.
“Certo, capisco la ragione, ma” sospira “gli hai dedicato una canzone! Come ha potuto non prenderti nemmeno in considerazione?”
“Ero io che mi sono fatto troppi castelli per aria” asserisce con ovvietà Blaine, finendo di bere il cappuccino; in quel momento, se solo glielo chiedesse, canterebbe per lui.
“Cosa gli hai cantato?”
When I Get You Alone di Thicke.”
Kurt spalanca gli occhi e la bocca scioccato “Non ci credo”
“Oh sì, e pure a cappella” ridacchia il moro all’espressione del cheerio.
“Tutto questo è incredibile…”
“Oh, e pensa” racconta ridendo, per stemperare l’imbarazzo che Hummel gli fa provare a causa di quegli occhi che lo scrutano luminosi, “che il GAP di Westerville ha bandito me e tutto il resto degli Warblers dal negozio!” con le dita fa un cerchio sulla superficie del tavolo e lo barra mentalmente “Hanno, tipo, la nostra foto dentro un bel cerchio rosso barrato.”
“Non ci credo!”
“Credici. È la verità!”
Kurt inizia a ridere forte “Oh, avrei voluto esserci!”
“Magari la prossima volta” ridacchia Blaine, ormai con il cuore più leggero. Si rende conto che Kurt lo fa stare bene, in modi che nemmeno avrebbe mai pensato: con una semplice risata, o con un suo tocco fugace, con uno sguardo comprensivo… con cose assolutamente piccole e per nulla eclatanti. Ma quella luce, quegli occhi, lo mettono sempre in una posizione di pura calma e tranquillità. E gli piace, forse troppo.  E dopo una sola settimana, pensa che potrebbe fare un errore madornale, come invitarlo ad un appuntamento.
Il cheerio ride ancora, sorseggiando il suo latte caldo e sì, Blaine decide di farlo.
“Ehm, Kurt”
“Sì?”
“Sai, stavo pensando, cioè, niente di particolare, lo giuro, ma insomma… sai a me piacerebbe che… beh, hai capito, no?”
Kurt sbatte le palpebre un  paio di volte di fila “Veramente no: non ho capito.”
“Oh, beh, sicuro, hai ragione; sono stato criptico, ma-”
…Ma la fortuna non è per Blaine Anderson perché il suo telefonino inizia a suonare forsennato; sbuffa e lo estrae con stizza dalla tasca dei pantaloni “Nick, dimmi!” ringhia tra i denti all’amico. “Sono al centro commerciale di Lima. No, non è così. Sì, ho capito. Ok, glielo chiedo…” alza gli occhi sull’altro e domanda “Stasera hai impegni?” il cheerleader fa un cenno negativo col capo “Ok, ti va di venire con me alla Tana?”
“Solo se non guardiamo un horror!” risponde prontamente Hummel, incrociando le braccia.
“Ok, Nick, ma elimina la maratona horror. No, non esiste proprio! Cosa? Sì sì, ora glielo chiedo.”
“Cosa c’è adesso?”
“Domanda se ti piace cantare.”
Kurt ride forte “Certo che sì!”
Blaine sorride “Sentito Nick? Bene, sì, molto meglio. Oh… certo certo. Salutami Jeff!” e chiude la comunicazione.
“Allora, che facciamo di bello?” domanda Kurt con occhi speranzosi.
Un sorrisetto compiaciuto appare sul volto del nerd che afferma con una punta di eccitazione nella voce: “Una battaglia a Band Hero!”
La prima cosa a cui Kurt riesce a pensare è: - Canteremo insieme. -
La seconda è: - Se osa cantare anche solo una canzone dei cartoni animati, ammazzo qualcuno. E  per qualcuno, intendo tutti! -
Perché si sa: nerd una volta, nerd in qualunque momento.



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Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo
Ciao! Come state? Avete passato un buon Natale?
Io sì, anche se a lavorare.
Perdonate lo slittamento ad oggi, ma il 25 sono stata abbastanza impossibilitata a postare qualunque cosa.
Allora, in questo capitolo è apparso Jeremiah; un Jeremiah abbastanza cattivo, se devo dirla tutta, ma insomma, alla fine probabilmente anch'io avrei detto qualche malignità al tizio che mi aveva fatto licenziare già una volta; voi no?
E, beh, non penso affatto che Jeremiah possa lavorare da Abercrombie (io non l'ho mai reputato carino!), ma, insomma, dovevo pur infilarlo da qualche parte XD E poi ho sempre pensato che la canzone che Blaine gli ha cantato da GAP fosse davvero inutile... Ma, vabbè!
Per non parlare del fatto che, grazie a questo, sono riuscita a rinchiudere in un camerino i Klaine lol
Di nuovo, anche se in ritardo, Auguri Tantissimi Natalizzissimi!!!
Un abbraccio a tutti
Charty

p.s.
Un smakko a Milli :*


Note Specifiche:
  1. Per avere una buona visiona del tavolo scelto da Kurt, episodio 2x22 lol;
  2. Il maglione rosso e la camicia sono sempre presi dall’episodio 2x22;
  3. Tony Orlando è nominato da Burt Hummel nell’episodio 2x20 e Blaine davvero gli chiede se è uno stilista XD lol:
  4. Sì, i commessi di Abercrombie lasciano spesso un po’ di carne in bella mostra *u*;
  5. La mise di Blaine è quella dell’episodio 3x15 (guardatevi il mash-up dei DuranDuran dove Darren canta con quel figaccio di Matt Bomer *ç*);
  6. Ethan Hunt è il personaggio principale (interpretato da Tom Cruise) di Mission Impossible;
  7. Band Hero è un'espansione della serie videoludica Guitar Hero; il titolo è sviluppato per i principali formati da Neversoft e la sua uscita sul suolo europeo è avvenuta il 6 novembre 2009.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Fandom: Glee
Autore: Chartraux
Beta: onda1965
Titolo: What Not to Wear
Capitoli:  10/18
Parole: 2.597 (per questo capitolo)
Note Specifiche : a piano terra.



What Not to Wear
Capitolo 10





Blaine ride di gusto all’espressione che si è dipinta sul volto di Kurt; sì, gli aveva detto “battaglia a Band Hero”, ma non aveva specificato che non si trattasse di un videogioco.
Hanno una stanza insonorizzata e piena di strumenti musicali nella Tana, è ovvio che usino quelli al posto di una consolle fittizia! Ma, a giudicare dall’espressione di Hummel, probabilmente non è poi così ovvio.
“Questa è la Stanza delle Necessità?” domanda piano il cheerio guardandosi attorno sconvolto.
“Oh, sì! Blaine è stato bravissimo ad insonorizzarla!” dice David prendendo il basso “Mia madre non rompe più le scatole quando ci mettiamo a suonare. Ovviamente non teniamo il volume alto, ma comunque…” non finisce la frase perché dà per scontato che il seguito sia “va bene lo stesso.”
Kurt si volta verso Anderson, gli occhi ancora spalancati –ed il nerd è sicuro che gli verrà una crisi epilettica, se continua a fissare quelle pietre luminose– “Blaine! Mio Dio, è meravigliosa!”
“Oh, grazie”
“Ma sono tutti tuoi questi strumenti?”
“Sì, nella casa nuova non ci stanno tutti.” sorride a mo’ di scusa.
Il cheerleader si avvicina al mandolino “Sai suonare anche questo?”
“Sì, certo.”
Gli occhi azzurri di Kurt lo guardano sbigottiti, ma poi lui sorride divertito “Davvero una persona da scoprire” ribadisce.
“Hai chiamato tuo papà, Kurt?” domanda Jeff, memore della serata precedente.
“Certo che sì.”
“Gli hai anche detto che rimarrai qui a dormire?” chiede ancora Wes prendendo una delle chitarre poggiate di fianco alla tastiera.
“Cosa?”
“Guarda che non finiremo così presto  Kurt,” dice Nick posizionandosi il tamburo tra le gambe “e sarai talmente stanco da non poter nemmeno pensare di guidare.”
Il ragazzo si gira di nuovo verso Blaine, che gli sorride “Penso abbia ragione, ma vedi tu. Non voglio certo obbligarti a rimanere. Puoi andare via quando vuoi, Kurt.”
Il cheerio si umetta le labbra e poi si avvicina al ragazzo con gli occhiali “Ti dispiacerebbe?”
“Di cosa?”
“Se me ne andassi presto?”
Anderson gli sorride sincero “Certo, ma capiamo che tu possa avere degli altri impegni più importanti.”
Kurt lo fissa negli occhi per alcuni istanti, prima di fare un cenno col capo e di sfilarsi il cellulare dalla tasca dei pantaloni “Sento se posso rimanere.” e detto questo esce dalla taverna per avere privacy.
Blaine sospira emozionato. Adora quei contatti fugaci, quegli sguardi diretti e quella voce così gentile.
Odia, invece, le occhiate che gli stanno rivolgendo gli amici.
“Ragazzi…” dice con un velo di fastidio nel tono.
“Blaine caro” inizia David ghignando “sei terribilmente adorabile quando sei così premuroso.”
“E bugiardo. Non vorrei dire, ma credo che ti darebbe un’infinita tristezza se dovesse andarsene prima di domani.” ribatte Nick dando un paio di colpi al tamburo.
“Oh, no, non-”
“Blaine, non mentire proprio a noi.” interviene Jeff seduto di fianco a Nick “Lo sappiamo che ti dispiacerebbe molto. E come darti torto, è così carino Kurt!”
“Hai deciso di rubare Kurt a Blaine? Attento, potrebbe morderti!”
“Ma ovviamente no! È un dato di fatto.”
Duval alza gli occhi al cielo  “Era una battuta, Jeff.”
“Oh.”
La porta si apre e Kurt rientra con un sorriso a trentatré denti; i Warblers gli sorridono di rimando.
“Ha detto di sì?” chiede Wes accordando la chitarra.
“Già!”
“Fantastico!” Jeff batte le mani veloce “Finalmente posso cantare con qualcuno carino come te!”
Blaine nota le guance di Hummel colorarsi di rosa “Uhm, grazie…” biascica sedendosi ad una delle due scrivanie, spostate contro la parete “Chi inizia?”
“Solitamente i Niff; ma se vuoi partire tu…?” lo aggiorna David, facendo scorrere il plettro sulle quattro corde.
“Oh no no, aspetto il mio turno!”
“Ok, allora…”
E quella serata, Kurt Hummel, è certo che se la ricorderà per tutta la vita.
 
Blaine si è svegliato a causa del dolore alla schiena; dormire per terra, per cedere a Kurt il divano, non è stata una grande idea, anche se il sacco a pelo ha ammorbidito un poco il suo riposo.
Ha sete e decide di muoversi furtivo fino al frigorifero: non ha idea se ci sia davvero qualcosa, spera che Jeff abbia rifornito la cucina in quei giorni.
Si stupisce quando vede Wes seduto al tavolo con una tazza di latte e cereali. “Ciao” gli sussurra, l’amico fa un cenno con il capo mentre sposta lo sgabello vicino.
“Ciao, non riesci a dormire?”
“Non è comodo il pavimento.” ridacchia.
“Non lo è mai stato, com’è che te ne accorgi solo ora?”
Anderson alza le spalle “Mah, forse sono queste maledette farfalle…”
“Certo, capisco.”
“E tu, invece, com’è che non sei a dormire?”
“Ho chiamato Alison, per sapere come va; sai, il fuso orario…”
“E come va?”
“Bene. Dice che l’Italia è stupenda.”
“Oh, lo immagino. E tu quando andrai a trovarla?”
Gli occhietti scuri di Wes si spostano verso quelli dell’amico “A Natale. Starò via praticamente un mese.”
Il nerd vorrebbe battergli un cinque, ma farebbe troppo rumore “Grande! Sono così contento per te!”
“È davvero fastidioso quando la tua ragazza ha un anno in più di te e decide di studiare lontano anni luce da qui, in un paese della cui lingua non conosce nemmeno una parola.” ci ripensa “Ah, no, aspetta, ‘pasta’ lo sa dire molto bene!”
“Non fare il melodrammatico, Wesley.”
“Hai ragione” affonda il cucchiaio nella tazza e lo tira fuori pieno di cornflakes “E tu, invece?”
“Io cosa?”
“Tu e Kurt. Com’è andata oggi?”
Blaine arrossisce. Ripensare a tutto quello che hanno fatto il giorno prima lo manda in confusione.
Sono quasi ventiquattro ore che stanno insieme e nessuno dei due si è lamentato di qualcosa.
“Beh, sai, ieri mattina ho visto Jeremiah e-”
“Oddio!” sbrodola Wes, perché è sconvolto “Quando? Dove? Come? Perché?”
L’amico alza le spalle “Per una serie di sfighe, suppongo.” e, con dovizia di particolari, gli racconta la mattinata: del caffè e delle chiacchiere al Lima Bean; dell’incontro poco cortese con il commesso di Abercrombie e di come Kurt lo abbia difeso rimettendo il bell'imbusto al suo posto; del giro al centro commerciale e di una serie indefinita di momenti in cui avrebbe baciato Kurt, solo perché era bello e dolce; della decisione di venire insieme alla Tana, quindi di riportare a casa Hummel-Hudson l’auto di Kurt, e di come abbia pregato Burt per lasciarlo venire con lui; di come si sia emozionato ad ascoltare Kurt cantare Don’t Cry for Me Argentina e di come sia rimasto stupito e sconvolto nel cantare con lui Animal. E di come gli mandi il cervello in pappa tutte le volte che le dita del cheerios giocano con le sue ciocche ribelli, di come i suoi occhi siano di un colore favolosamente indefinito, di come la sua pelle profumi sempre di buono e di come la sua voce sia così meravigliosa.
“Sei vomitevolmente innamorato.” gli dice Wes trattenendo un sorriso ammirato; e Blaine, nonostante abbia storto il naso a quella parola - Vomitevolmente? Wes, tu sei anche peggio quando parli di Alison! -, si ritrova a confermare senza indugio.
Stiracchia le braccia verso l’alto e torna a posare gli occhi sul divano dove Kurt sta ancora dormendo; è come se volesse assicurarsi che non sia sparito.
“Ok” dice con nonchalance “io provo a tornare a dormire. Punto la sveglia per le dieci, che dici?”
“Dico che ti uccideremo a cuscinate, ma se dovete tornare a casa per pranzo, penso che si il caso.”
“Buona notte Wes”
“’notte B.”
Blaine torna, stando attento a non fare rumore e utilizzando il cellulare come torcia, verso il proprio giaciglio improvvisato, proprio vicino al divano occupato dalla sua ‘meraviglia’ preferita: Hummel.
La poca luce propagata dal telefonino è abbastanza per far risaltare i tratti delicati del compagno di scuola. Sospira piano, Blaine, cercando di trattenere il più possibile le emozioni che si stanno facendo strada nel suo corpo; vorrebbe baciarlo, ma non lo fa, non lo trova giusto, quindi si limita a scostargli con delicatezza un piccolo ciuffo che si è posato sulla sua fronte. Trattiene il respiro perché quel tocco rappresenta qualcosa che non può rivelare e nemmeno far emergere; quello è il suo tesoro più grande, quello per cui farebbe affondare la nave, con la quale solca gli oceani, pur di non farlo finire in mano nemica.
Lo osserva respirare, le labbra rilassate in un sorriso sembrano ancora più rosa del solito ed il suo naso sembra ancora più perfetto, come i suoi capelli –e qui Blaine si domanda come riesca a farli rimanere in posa anche senza lacca–.
Si morde il labbro inferiore, poi decide di coricarsi. Sospirando, pensa che quella sia stata la più bella giornata dell'ultima settimana ed è certo che, nonostante il cheerleader non lo rivelerebbe mai, lo sia stata anche per Kurt. Per quel Kurt con cui canterebbe volentieri un medley di Celin Dion per tutta la vita.
 
“…ne.”
Blaine sente una voce melodiosa chiamarlo - Un angelo! - Ma, decide di girarsi e di dormire un altro po’.
“…ine.”
Si gira a pancia in giù e si copre le orecchie col cuscino “…due minuti…” biascica.
“Blaine Anderson!” urla David.
E, a quel punto, non può fare altro che alzarsi di scatto con un timpano perforato “Che… cosa? Dove siamo? Siamo sotto attacco?”
Con gli occhi spalancati nota quattro visi a lui fin troppo conosciuti e uno fin troppo bello per essere tra di loro “Ehm…” farfuglia “Che c’è?”
“Oh, Blaine!” inizia Jeff con uno sguardo apprensivo “Pensavamo di averti perso. Perso!”
“Sei così piccolo e carino! Credevamo ti avessero rapito gli alieni!” continua David.
“O che avessi deciso di tornare alla Contea senza dirci nulla!”
“O che fossi scappato dalla foga esagerata di Kurt per i bei vestiti!”
“Ehi!” rimbrotta il cheerio guardando male Wes.
Blaine sbadiglia e si passa una mano tra le ciocche scure “Insomma, perché mi avete svegliato?”
“Perché è domenica e sono già le dodici e trenta.”
“Cosa?” scatta in piedi il nerd e guarda fuori dalla finestra: piove come Dio la manda!
“Oh cavolo… Kurt!” si gira verso di lui e gli prende le mani tra le sue “Mi dispiace. Non avrei mai voluto che succedesse! Tuo padre mi spaccherà la testa con il ferro 3!” si morde il labbro e continua con un tono pieno di preoccupazione “Scusami, forse avevi da fare ed io mi sono perso nel mondo dei sogni… come posso essere scusato?” si nasconde la faccia tra le mani “Sono una pessima persona, un pessimo amico!” e poi tartaglia ancora “…tuo padre mi ucciderà…”
“Blaine”
Il ragazzo alza gli occhi piano, quasi con timore, ma quando scorge un sorriso sincero sul viso latteo di Kurt, ed i suoi amici che ridacchiano alle sue spalle, allora inizia a respirare con regolarità; non se n’era accorto, ma stava rischiando di andare in iperventilazione “Sì?”
“Ho chiamato mio padre, ha convenuto con me che con questa pioggia non è il caso di mettersi per strada. Ha detto di attendere fin dopo pranzo perché i meteorologici hanno detto che smetterà.”
“Oh.”
“Essì B., è proprio un giorno fortunato!” sussurra Nick.
“Meraviglioso!” aggiunge David.
“Splendente!” conclude Jeff battendo le mani.
E Blaine li guarda truce, desiderando che spariscano tutti –tutti tranne Kurt– ad Asgard tramite una “porta”, spalancata dal Tesseract di plastica poggiato su una mensola della cucina.
“Comunque” si intromette Wes notando la furia passare negli occhi dell’amico “Kurt ha preparato il pranzo.”
“Come?”
“Oh, sì, volevo rendermi utile…” sorride imbarazzato, prima di alzarsi e di offrire una mano al nerd che l’afferra senza indugio.
“E qual è il menù del giorno?”
“Omelette.”
Blaine lo guarda divertito “Tuo padre se la caverà senza di te?”
Kurt incrocia le braccia al petto “Blaine” inizia con fare fintamente offeso “pensi che lasci mio padre senza cibo? Per le necessità c’è sempre qualcosa in freezer, pronto ed adatto a lui!”
Anderson ridacchia “Tuo padre non verrà risparmiato.”
“Assolutamente. Gli voglio troppo bene per perderlo di nuovo e magari per sempre questa volta!”
Blaine si avvicina e gli posa una mano su un braccio “Sei adorabile” e detto quello se ne va, fischiettando, in bagno per cambiarsi, lasciando un Kurt e tutti i Warblers sorpresi da quel sorriso carico d’affetto.
 
Hanno pranzato tutti assieme con le omelette di Kurt, seduti al tavolo della cucina, hanno bevuto acqua, latte e cola dietetica, mentre raccontavano del loro periodo alla Dalton –scuola frequentata dai Warblers–.
Jeff, finito il pranzo, ha sparso caramelle di ogni tipo sulla tavola e Blaine ha notato Kurt mangiarne un paio senza lamentarsi e sorridere all'amico biondo platinato; come l’ha visto prendere lezioni di “tiro il martelletto in testa a David” da Wesley e David gli ha insegnato tante citazioni di film horror; da Nick, invece, ha imparato le differenze tra un gioco d’azione ed uno sparatutto.
Hanno riso e scherzato, si sono tirati le caramelle facendo quasi piangere Jeff quando i marshmallow sono finiti nel pattume, hanno fatto un paio di foto ed hanno obbligato Blaine a vestirsi da Harry Potter –perché i cinque amici tengono lì alla Tana i vestiti di Halloween– e Kurt da Serpeverde; hanno cantato di nuovo, sia singolarmente, che in coppia, che in gruppo.
Si sono divertiti tutti, nessuno escluso. E, stranamente, Blaine si è sentito davvero felice, più di quando ha vinto le regionali alla Dalton, il secondo anno, più di quando è stato selezionato come solista dei Warblers; ma molto meno di quando ha scoperto di amare Kurt.
- Se ci ripenso, - dice tra sé e sé - quella volta è stato come un fulmine a ciel sereno. E Nick ha sopportato la mia follia per tre ore intere al telefono -.
Posa gli occhi su Kurt, perché vuole specchiarsi in quelli luminosi di lui e, quando questo accade, rimane sorpreso quando sente il proprio cuore sussultare; si porta una mano al petto dolorante e si rende conto che, quel fulmine, lo ha colpito di nuovo.
Il suo cuore inizia a battere veloce e, quando Kurt gli afferra le mani per portarlo al centro della Stanza delle Necessità, si sente morire.
Sa di amarlo troppo e, stranamente, un po’ di paura inizia ad insinuarsi in lui. Decide che ne parlerà un altro giorno con i suoi Warblers, ma per ora, vuole godersi quei momenti preziosi perché, ne è certo, non potranno durare a lungo o ripetersi troppo facilmente.
 
Quattro ore e sedici minuti dopo, la sua Chevrolet è parcheggiata nel vialetto di casa Hummel-Hudson; ha smesso di piovere e sembrano scomparse anche le nuvole perché, nel cielo serale, si può vedere la stella del nord.
“Uh, Blaine” inizia Kurt poggiando le dita sulla portiera “mi sono divertito moltissimo.”
È sorpreso, Blaine, a quella confessione “Davvero?”
“Già. Pensi…” si morde il labbro “pensi che possa uscire con voi un’altra volta?”
Gli occhi nocciola dell’altro si illuminano “Certo!”
“Anche se non voglio vedere film horror?”
“Anche se non vuoi vedere film horror.”
“Anche se non indosso la divisa dei Cheerios?”
“Soprattutto se non indossi la divisa dei Cheerios.”
“Anderson…” cantilena divertito.
“Oh, no!” urla accorgendosi della gaffe “Intendevo che sei più carino con un McQueen addosso!”
Kurt ridacchia “Bene, molto meglio; ti ha fatto riguadagnare punti quest’ultima frase.” guarda la porta d’ingresso e sospira “Devo andare.”
“Sì.”
“Ci vediamo domani?”
“Sì.”
Kurt gli afferra delicatamente una ciocca di capelli e se la rigira tra le dita “A domani” e, detto ciò, esce rapido dalla vettura, lasciando un Blaine Anderson sconvolto da quelle trentasei ore insieme.
Mentre torna a casa, spera che il Karma, la Fortuna, il Fato, il Destino, o chi per loro, non lo tradisca l’indomani, facendogli dimenticare quell’eterna felicità raccolta in un solo giorno e mezzo.

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Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo
Ciao a tutti; passato un buon capodanno?
Spero di sì (quantomeno meglio del mio XD)!
Allora, ultimo (spero) capitolo di passaggio. Quando l'ho scritto, ho pensato: "Ma Blaine non ha una vita sociale all'infuori del McKinley?"
Perchè, sì, non ha mai parlato di nessuno all'infuori di Kurt (nella seconda stagione) e non è mai uscito con nessuno che non fosse Kurt & Co. (e, sì, Sebastian XD) dalla terza stagione in poi. Davvero Blaine, sei intelligente, simpatico e carino; ma perchè non hai nessun amico?!
Quindi ho deciso di dare un pò di spazio alla sua scarsa vita sociale XD lol
E poi, diciamocelo, il mondo che circonda questo Blaine ha un valore molto importante in confronto a quello che Murphy ci ha propinato per due stagioni e mezzo; per questo ho voluto sottolineare l'importanza che l'amicizia (dei Warblers) ha per Anderson.
...mi sa che ho scritto un paciugo; spero abbiate più o meno intuito quello che volevo dire XD
Un ringraziamento specialissimo a tutti quelli che leggono, recensiscono, a quelli che "entrano" per caso, ha quelli che hanno inserito questa ff tra preferiti/seguiti/ricordati! Grazie mille a tutti!!!
Scusate, ma oggi vado proprio di fretta; domani risponderò a tutte le recensioni in sospeso!
Un abbraccio a tutti
Charty



Note Specifiche:
  1. Non ho la più pallida idea di come si chiami la fidanzata di Wes; ma Alison mi piace come nome e poi adoro l’idea della differenza di età (sì, misera in questo caso, ma la distanza si sente comunque). Perché, ve lo ricordate che Wes e David sono etero, vero? XD
  2. Don’t cry for me Argentina” è una delle canzoni più famose al mondo, ed è tratta dal musical Evita. Kurt Hummel canta questa canzone nell’episodio 2x9 quando deve fare il provino per entrare nei Warblers.
  3. Animal” è un singolo dei Neon Trees e viene cantata da Kurt e Blaine nell’episodio 2x15 (insieme a tutti gli altri Warblers). Non potevo mettere canzoni più romantiche (come Perfect o Candles) perché questi due maledetti qui sono ancora indietro; aggiungiamo “poco coraggio” e con un senso del gusto canoro influenzato da David (quello che ha deciso di vestire tutti da LMFAO ad halloween, quindi a voi i 2+2). E comunque sono teneri abbastanza XD
  4. La Contea è l’ovvio riferimento a “Il signore degli anelli”; è il paese di origine di Frodo Baggins; visto che Blaine, a causa della sua altezza, viene chiamato, nella serie TV, Hobbit da Santana. XD
  5. Asgard è il mondo da dove Loki e Thor provengono (ho amato Chris Hemsworthnella parte del Martellaio matto e Tom Hiddlestonin quella della cavalletta psicopatica! XD). Il Tesseract (chiamato amorevolmente Cubo Cosmico) è il “cubo” con cui si può aprire una “porta” tra Asgard e la Terra (vedetevi The Avengers se volete più spiegazioni).

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Fandom: Glee
Autore: Chartraux
Beta: onda1965
Titolo: What Not to Wear
Capitoli: 11/18
Parole: 3.106 (per questo capitolo)
Note Specifiche : a piano terra.

Questo capitolo è per Angel.
Perchè per ogni momento buio, c'è sempre una "lampadina" che ti illuminerà la strada.




What Not to Wear
Capitolo 11

 



Blaine Anderson si è svegliato dopo un sonno un po’ inquieto.
Si è lavato la faccia, i denti, ha provato a darsi una rassettata ai capelli -invano- e poi ha aperto l’armadio per decidere come vestirsi.
Con un sospiro emozionato prende il golfino a righe che gli ha regalato Kurt un mese prima.
- È incredibile -  si dice - che sia già passato un mese… -
Sì, è passato un mese da quando ha portato Kurt allaTana per la serataaBand Hero fino alla morte!
Un mese intero in cui si sono incontrati ogni giorno: per quattro chiacchiere, per un caffè al Lima Bean dietro le alte colonne, per convincere Blaine a togliere le bretelle o per mettere in candeggina tutte le camicie a quadretti, per passare tutti i sabato sera insieme con i suoi Warblers e per fare anche shopping, insieme, a Westerville –ma lontani da GAP–.
Hanno cantato, hanno riso, hanno pranzato/cenato/colazionato insieme, hanno guardato film –di tutti i generi. E sì, ci ha rimesso Kurt, come ci ha rimesso David– e Kurt ha sempre, sempre, preso una ciocca dei capelli di Blaine tra le dita, rigirandosela piano e sospirando.
Blaine adora quel contatto: semplice e genuino.
A scuola invece, per Blaine, è cambiato ben poco: continua a essere sbattuto contro gli armadietti, buttato per terra o nei pattumi, a ricevere in pieno viso granite gelate e colorate e a sopportare parole poco cortesi urlate ovunque sia. Ma alla fine di ogni giornata, che racchiude sempre lati negativi, il solo fatto di riuscire a vedere Kurt gli risolleva sempre lo spirito.
E se per caso si sente più depresso del normale sfila, da un quaderno custodito dentro l’armadietto, il foglietto che Kurt gli ha lasciato tanti giorni prima, dopo uno scontro con Azimio: aspira il suo profumo e si sente molto meglio.
Ripone il cardigan a righe nell’armadio e prende un gilet, una camicia bianca, pantaloni color porpora scuro e il papillon in coordinato; sorride sperando di colpire Kurt con quel  “outfit”. E ridacchia ricordando il cheerio presentarsi alla Tana con una shopper di Abercrombie di Westerville: gli ha comprato le stesse identiche cose che Jeremiah ha fatto dimenticare loro durante la fuga quasi in sordina dal negozio. Per una volta avrebbe evitato le bretelle.
 
È l’ora della pausa pranzo e Blaine ha deciso di arrivare con qualche minuto di ritardo. Non ne conosce la causa scatenante, ma quella mattina Karofsky è molto più cattivo del solito; le sue parole non sono mai state più crudeli di così e la spinta contro l’armadietto molto più forte del previsto; gli duole una spalla ed è sicuro che gli verrà un bel livido. Quindi ha deciso di aspettare che la quiete torni nei corridoi, prima di fare il cambio dei libri per l’ora successiva, sicuramente il Titans sarebbe stato troppo occupato a riempire la bocca di patatine ed hamburger per notare la sua assenza.
Compie i soliti gesti: compone i numeri della combinazione del lucchetto, apre lo sportellino del proprio armadietto, poggia i libri di spagnolo e prende quelli di geometria, dà un’occhiata alla foto dei Warblers, che risale a due anni prima, appiccicata all'interno del box e poi ne richiude la porticina.
Sussulta quando vede una figura vestita di bianco e rosso di fianco a lui che lo scruta.
“Kurt…?”
“Uhm”
Gli occhi nocciola di Blaine lo squadrarono, ha una strana espressione, “Stai bene?”
Il cheerio prende tra il pollice e l’indice una ciocca ribelle del compagno di scuola e se la rigira con calma tra le dita, socchiudendo gli occhi e sospirando.
“Adesso sì.” gli rivela in un sussurro.
Anderson sbatte le palpebre per due volte di fila e poi, dopo essersi guardato attorno e non avendo notato nessuno, lo afferra per un polso e lo porta nello spogliatoio delle ragazze –perché è l’unico luogo dove nessun uomo di Neanderthal entrerebbe mai–.
“Kurt?”
“Sì?”
“Che c’è?”
Il cheerleader scioglie la stretta e si siede su una delle panchine addossate alla parete e sospira forte “Non ce la farò mai.”
Blaine si morde il labbro inferiore cercando di comprendere, poi ricorda che giorno è; si accomoda alla sua destra e con una mano gli accarezza piano la parte alta della schiena “E’ domani, vero?”
La sua voce trema per un lungo istante “Già.”
“Sei nervoso?”
“Non mi giudicare…” guarda il vuoto davanti a sé “Continuo a sognare di dimenticare le parole e poi di cantare senza che venga fuori alcun suono.”
Si umetta le labbra e, dopo alcuni istanti di silenzio, volge lo sguardo al nerd e sorridendo imbarazzato conclude “Ora puoi giudicarmi.”
Blaine lo guarda, con un sorriso dolce sulle labbra, puntella i gomiti sulle ginocchia e poggia la guancia destra sulle dita intrecciate così da non distogliere lo sguardo dai suoi occhi.  “È una cosa adorabile.” e vede Kurt arrossire e poi sorridergli quasi grato, mentre infila con delicatezza una mano trai capelli ricci e scuri.
Il nerd adora quel contatto, lo fa stare dannatamente bene “Rilassati: tu ed i tuoi Cheerios sarete esplosivi! Siete sempre stati magnifici in quelle competizioni.” continua per infondergli coraggio.
Kurt gli regala uno di quei sorrisi che ama –con occhi luminosi e labbra ancora più tirate verso le orecchie– e vorrebbe rivelargli quanto davvero lui sia adorabile. Ma come al solito preferisce tacere. “Blaine” il tono che il cheerio usa lo colpisce dritto al cuore: è un misto tra imbarazzo, supplica, emozione e fastidio “Sì?”
“Stai un sacco bene vestito così.”
- Oh - e, sì, in quel momento potrebbe morire felice a causa dell'imbarazzo!
“Grazie… ma sei stato tu a sceglierli.”
“Lo so, ma tu li hai abbinati benissimo!” si umetta di nuovo le labbra e inizia ad osservare le sue unghie perfette “Blaine, senti…”
“Sì?”
“…ti andrebbe, sai, … di vederci?”
Blaine aggrotta le sopracciglia “Non lo stiamo facendo? Vuoi che ti presti i miei occhiali?”
“No, intendo … un sabato sera…”
“Ma noi usciamo il sabato sera. Siamo sempre alla Tana.”
“Ehm, ecco intendevo… io … e … te…” e le sue guance si tingono di un rosso acceso.
- Oh… OH! - il nerd spalanca gli occhi “Io e te?”
Kurt annuisce a capo chino e non osa sollevare lo sguardo dal pavimento.
“Davvero?”
“…sì…” sussurra talmente piano che non riesce quasi ad udirsi lui stesso.
Anderson si alza in piedi prendendogli le mani e alzandolo dalla panchina “Davvero?” gli richiede.
“Sì” questa volta, Kurt, non tentenna.
“Perché?” è una domanda lecita, in effetti.
“Perché tu… beh, diciamo che non mi dispiaci” borbotta impacciato.
Ed il cervello sta ballando un tango nella sua gola in un doppio passo col suo cuore, - Se è un sogno, non svegliatemi! – pensa mentre sente la felicità invaderlo.
Kurt prosegue in un mugugno pieno d'ansia “Pensavo, tipo, ad una cena… magari da Breadstix… e poi, magari, se ti va, possiamo andare al cinema.”
Blaine ci pensa un istante “Certo, ho appena letto la recensione di un horror molto carino”
Hummel spalanca la bocca, ma prima di riuscire ad emettere un suono di puro fastidio, il compagno ridacchia “Kurt, scherzavo. Sarò felice di venire a cena con te e di vedere un film. Magari una commedia romantica.”
“Oh” inizia l’altro scuotendo la testa e sorridendo divertito “Sei davvero uno sciocco, Blaine Anderson.” Gli prende le mani tra le sue e con i pollici gli accarezza il dorso; abbassa lo sguardo, Blaine, trovando delizioso il contrasto di colore delle loro pelli “Ehi Kurt, posso mandarti un messaggio domani, prima della competizione?”
Il volto del cheerleader si illumina ed i suoi occhi brillano come pietre preziose “Certo!” dice con enfasi, facendolo ridere.
“Kurt” inizia un po’ titubante “posso considerare quello di sabato un appuntamento?” nota gli occhi turchesi roteare, accompagnati da uno sbuffo, la voce di Kurt risulta leggermente infastidita “Speravo fosse chiaro.”
Una mano di Blaine lascia le dita del cheerio e si posa sulla sua guancia; la trova morbida e non può fare a meno di commuoversi a quel piccolo contatto, non è mai andato così vicino al suo viso come in quel momento. Decide di tentare la fortuna, di riprendersi un po’ di quel “fegato” che si è sciolto in tutti quei giorni di strana intimità e compie un gesto che gli sembra straordinario: fa combaciare le loro fronti.
Sente Kurt sussultare e poi rilassarsi immediatamente, lo sente ridacchiare e si perde in quegli occhi chiari e pieni di imbarazzo. “Scusami,” dice piano, come per non interferire in quel momento così delicato “se sono così tardo.”
Ride col naso, Kurt, preso in contropiede da quelle quattro parole, e lo arriccia divertito facendo sospirare emozionato Anderson che adora quel gesto.
“Èun appuntamento.” sussurra Blaine chiudendo gli occhi e respirando il profumo del ragazzo di fronte a sé.
“Sì, è un appuntamento.” conferma Kurt posando lo sguardo sulle loro mani di nuovo intrecciate.
Dopo minuti, che a loro paiono ore, i due sciolgono la stretta infastiditi dal suono della campanella che annuncia la fine del pranzo.
Sbuffa, Blaine, che vorrebbe ancora godere di quel calore “Devo andare a geometria…” borbotta arricciando le labbra.
“Sì, e io a francese…” lo scruta un istante “… e stasera non ci vediamo. Ho le prove con i Cheerios; se non vado, la Sylvester mi appende per i capelli al canestro. E addio alla mia bellissima chioma!” brontola seccato Kurt.
“Lo so, non preoccuparti.”
La mano longilinea di Hummel afferra il polso del nerd con delicatezza e in un sussurro gli rivela “È che mi sono abituato a te. Vederti tutti i giorni è diventata una routine importante…”
“Anche per me” ed è l’unica cosa che Blaine sa di potergli dire; basta solo quel piccolo scambio di battute per farli avvicinare ancora di più “Sarai stupendo domani. Ti guarderò in tv.”
“Uhm”
“Sarà meglio andare…”
“…sì…”
“In bocca al lupo.”
“Crepi.”
 
“Quindi” inizia David, lievemente imbronciato “questo sabato niente gara a Mario Kart!” e Nick decide di tirargli uno scappellotto in testa “David Thompson, questo è il primo appuntamento di Blaine! Chi se ne frega se non potrà partecipare alla gara!”
“Quindi è ufficiale?” domanda con enfasi Jeff saltellando ed abbracciando Blaine che arrossisce appena.
“Mi spiace deluderti J., ma nessuno di noi due ha parlato dell’altro in termini di ‘ragazzo’…”
Il biondino fa un’espressione delusa, lamentando un “Owhn...” biasciato con il labbro inferiore sporto verso l’esterno; Nick gli prende una mano e lo fa risedere sul tappeto “Dai Jeff, non prendertela.”
“Ma io spero che si mettano insieme da quel giorno in cui Kurt è venuto alla Tana e ha pianto guardando The Walking Dead!”
“Lo so, lo speravamo tutti… ma a quanto pare ci vorrà altro tempo.”
David arriccia il naso “Il che è una cosa strana. Voglio dire, uscite assieme tutti i giorni da un mese; com’è che non è ancora accaduto nulla tra di voi?”
Blaine si morde il labbro inferiore, inclinando leggermente la testa di lato “Probabilmente, abbiamo bisogno dei nostri tempi. Io sono timido e lo sapete, ma Kurt lo è anche di più! Dovevate vederlo oggi, quando mi ha chiesto di uscire; aveva le guance arrossate, gli occhi liquidi. Gli tremavano un poco le mani ed il suo sorriso sembrava quasi imbranato!”
“Un sorriso può essere imbranato, Nick?” chiede sussurrando all’amico Jeff, che gli risponde col medesimo tono “Direi di no, ma lascialo parlare, non vedi che è partito in quarta? E se lo interrompiamo ricomincia da capo, lo sai!”
“Ed i suoi occhi! O cielo! Erano così belli, luminosi! Era così tenero circondato da tutto quell’imbarazzo! Non oso nemmeno pensare a quanto tempo può averci messo per decidere di chiedermi un appuntamento!” gongola Blaine, mentre gli torna alla mente il modo in cui Kurt lo ha guardato per quell’interminabile ora.
Si sdraia a pancia in su sul tappeto, le braccia incrociate dietro la testa “È stato meraviglioso! Avrei voluto che non finisse mai.”
“Oh Everett Everett Everett. Sei cotto come un uovo al tegamino.” ridacchia David dandogli una pacca sulla gamba.
Anderson ghigna “Lo so.”
“E sei sicuro che sia un bene?”
Tutti i presenti si voltano verso Wes che era rimasto in silenzio fino a quel momento.
“Che intendi dire?” domanda Nick che è forse più sconvolto di Blaine.
“Beh, non voglio fare il guasta feste, ma Hummel non lo sbandiererà ai quattro venti.”
“Come?”
Wesley sospira “Blaine, lui non vuole che si sappia che state insieme. Ti ricordi il ‘contratto’ stipulato -benché solo a voce- per il programma? Non vuole che gli altri sappiano che voi vi frequentate, figurarsi questo poi!”
David aggrotta le sopracciglia confuso, Jeff prende per mano Nick perché sa quello che sta per accadere, mentre Blaine lo guarda perplesso: “Wes, questo lo so…”
“Se lo sai, perché non ti fai passare questa maledetta cotta?” alza le mani al cielo e le riabbassa rapido, per enfatizzare quel momento “Non ti mostrerà al mondo Blaine! Sarai il suo fidanzato nascosto, se mai doveste mettervi insieme.”
Blaine apre la bocca per parlare, la richiude mordendosi forte le labbra ed inspira a fondo; non vuole litigare quella sera “Wes, non è nemmeno detto che tra noi succeda qualcosa…”
“E allora perché non lasci perdere tutta questa storia?”
“Mi vuoi dire che diamine ti prende?” sbotta finalmente, facendo sussultare gli altri tre Warblers.
“C’è” dice Wesley con tono rabbioso “che Kurt ti farà soffrire. E tu starai talmente male che non riuscirai a riprenderti di nuovo, Blaine. Io lo so quello che hai sopportato in questi anni e non voglio raccogliere cocci un'altra volta, maledizione!”
Anderson si alza di scatto e Wes lo segue, come per fronteggiarlo, “Ho capito! Ma sai una cosa, Wesley, non ti ho mai chiesto di raccogliere i miei cocci! Finalmente sto vivendo quella piccola parte di vita che ho in programma da anni, e tu sei subito pronto a rovinarmi l’umore! E non è giusto! Perché non puoi supportarmi?”
“Lo sto facendo, ma come amico sto pensando anche alla sanità mentale di tutti!”
“Wes!” urla David, avvicinandosi ai due ed afferrando l’asiatico per le spalle, ma questi lo scosta con mala grazia e prosegue “Tu sarai anche stato male, ma non hai idea di quanto siamo stati male noi in questi anni! Noi! Che abbiamo sempre cercato di non farti sentire solo! E ora cosa fai? Abbandoni la tua sanità mentale per quel… cheerleader con le gambe da fata!”
E Blaine non ce la fa più, vorrebbe caricare il braccio e fargli male, con un bel pugno tirato sul suo bel viso orientale, ma sa che non può farlo, perché lui è Wes. Lo stesso Wes che ha raccolto i suoi dolori e li ha nascosti sotto il tappeto.
Quindi afferra con rabbia lo zainetto ed esce dalla taverna, sbattendo la porta con talmente tanta forza che il vetro della finestrella trema pericolosamente.
A passi veloci raggiunge la Chevrolet, apre lo sportello e butta lo zainetto con stizza all’interno, quindi si siede al posto di guida; non infila la chiave nel cruscotto, appoggia solo le mani sul volante, guardando fisso la strada avanti a sé.
Non lo sa da quanto sia lì, perso nei propri pensieri, ma la voce di Nick lo risveglia; sospira ed abbassa il finestrino “Che c’è?”
“Ti accompagniamo a casa B.” gli dice con gentilezza. Solo in quel momento si accorge che Jeff è al suo fianco e pensa che Kurt avesse ragione quando ha detto che “Nick sembra la mamma chioccia e Jeff il pulcino”.
Sbuffa e scende dalla macchina, porgendo le chiavi a Nick, che le lancia a Jeff che lo saluta con un cenno; entrambi sanno che quella discussione non verrà dimenticata molto presto.
Sterling si siede al posto di guida della Chevrolet ed avvia il motore, una volta che Blaine si mette la cintura, mentre Nick prende la sua BMW per seguirli e riportare Jeff indietro a Westerville.
Un’ora e mezza dopo parcheggiano davanti al palazzo dove c’è l’appartamento di Blaine.
Lo vedono depresso e arrabbiato.
“Blaine” inizia Nick nervosamente “Wes non voleva…” si morde le labbra “Wes non l’ha detto con cattiveria!”
“…lo so. Però mi ha dato fastidio, ok? Non potete essere solo felici per me? Anche per finta mi andrebbe bene! Fatemi godere questo momento, finché dura…” prega con il groppo alla gola, la paura che gli ripetano quanto Wesley abbia ragione lo fa soffrire.
“Sì B., non preoccuparti. A me va bene. Io sono contento se tu e Kurt uscite assieme e, lo so con certezza, anche se dovesse chiederti di essere il ‘fidanzato nascosto’, non lo saresti per molto. Kurt Hummel ti vuole bene, Blaine. Dagli solo la possibilità di capirlo ed accettare l’idea che la fama non porta molto lontano se si è soli.”
Nick e Blaine guardano Jeff stupiti, sono quasi sconvolti.
“Da dov’è ti è venuta fuori questa perla di saggezza?” domanda Duval guardandolo negli occhi chiari; il biondino gli sorride “Beh, ho solo detto quello che penso.”
E Nick non può fare a meno di sospirare emozionato “Sei adorabile, sappilo.”
“Lo so, me lo dici sempre” ridacchia l’altro scompigliandogli i capelli castani; si osservano per alcuni istanti, fino a che un colpetto di tosse non li risveglia.
“Scusate” bisbiglia Blaine con un lieve imbarazzo “Io vado in casa. Fate attenzione al ritorno.”
“Nick è un ottimo autista.” dice Jeff come se quello bastasse per farlo stare tranquillo; Blaine ridacchia tornando immediatamente serio “E, Jeff.”
“Sì?”
“Non dire nulla a Kurt!”
“Ma…”
“Nessun ‘ma’ Jeff, prometti!”
“Perché?”
“Lo so che tu e Kurt vi sentite ogni giorno perché decida per te il colore della caramella che devi mangiare! Ma domani Kurt ha una competizione importante; se si preoccupa, non sarà al 100% della forma, capisci?”
Sterling fa un cenno col capo “Promesso.”
“Bene.” e si gira per entrare nel palazzo, ma prima preferisce aggiungere “E grazie ragazzi. Per tutto.”
“Siamo qui per questo Blaine. Siamo amici.” risponde Nick mentre apre lo sportello della sua BMW “Ci sentiamo domani B., ok?”
“Ok.”
“Buona notte!”
Appena entra in casa, si spoglia, buttando i vestiti dove capita dopodiché si dirige in bagno e apre l’acqua della doccia.
Ha bisogno di pensare.
Di sperare che tutto quello che Wes ha detto sia solo una menzogna.
Ma lo sa, Blaine, che quel mondo che sogna, pieno di unicorni ed arcobaleni, non esiste nella realtà e forse, inizia a pentirsi di aver accettato, quella volta.
Kurt Hummel non dovrebbe fare parte della sua vita.
Ne è conscio, ma non vuole ammetterlo, perché gli piace perdersi nei suoi occhi, nello sfiorare le sue mani, nell’accarezzare le sue guance e vivere del suo respiro.
Ne è innamorato e non può farci niente.
Nonostante sappia che soffrirà.


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Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo
Buon martedì a tutti.
Come state?
Spero bene, nonostante il freddo ed il buio che innonda le giornate (quantomeno da me c'è un sacco di nebbia anche a mezzogiorno. Roba da fil Horror, giuro XD).
Innanzitutto: "Che nessuno se la prenda con Wes!"
Davvero! Voglio dire, lui pensa al bene di Blaine (con poca gentilezza) solo perchè il passato di B. è qualcosa che tutti ricordano (voi lo scoprirete più avanti).
Non bistrattatelo!
Poi c'è un pò di Niff (se così la vogliamo chiamare).
E la solita e flufflosissima Klaine *W* (Murphy, io mi rifaccio il "cuore" con i fluff di varie ff! *Tiè!*)
Per quanto riguarda il mese trascorso, lo so, non ve lo aspettavate; ma dovevo accellerare i tempi, se no andavamo avanti per altri 1000 capitoli (e non mi sembrava il caso XD).
Oh, ieri l'altro, ho creato una pagina autore (?) su FB; se volete fare un salto per vedere i miei scleri, gli spoiler delle mie storie o del telefilm o solo per fare due chiacchiere, lo troavte QUI.
Il prossimo capitolo, è il mio preferito *W*
A martedì.
See You Next!
p.s.
Grazie a tutti, per le bellissime recensioni, per il supporto e per aver inserito questa ff tra seguite/ricordate/preferite.
Grazie anche a quelli che leggono soltanto o passano per caso ^^

Mi faccio anche un pò di pubblicità:

 

 
"Déjà Vu" [oneshot AU Klaine]

 
"Ancora Sette Giorni" [Spinoff della bellissima Paradise di Alanna]

 


Note Specifiche:
  1. Dal Nervoso all’Adorabile è lo scambio di battute, ovviamente tratto dalla stupenderrima puntata 2x16, tra Kurt e Blaine dove, alle provinciali, canteranno Candles insieme.
  2. Mario Kart è il nome di una serie di videogiochi di corse con go-kart prodotta dalla Nintendo. Tutti i giochi, spensierati e divertenti, non possiedono caratteristiche realistiche e non simulano nessuna legge fisica come altri giochi di corse. La serie è caratterizzata dalla presenza di molti personaggi di altri videogiochi di casa Nintendo (soprattutto provenienti dai giochi di Mario), dalla possibilità di ottenere ed utilizzare armi bizzarre per ostacolare gli avversari e vincere le gare e dalle piste colorate e varie, passando da spiagge tranquille a caotiche autostrade colme di ostacoli. [wiki]

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Fandom: Glee
Autore: Chartraux
Beta: onda1965
Titolo: What Not to Wear
Capitoli: 12/18
Parole: 3.337 (per questo capitolo)
Note Specifiche : a piano terra.

 




What Not to Wear
Capitolo 12




 

È sabato sera e Blaine ha appena parcheggiato l’auto nel vialetto di casa Hummel-Hudson.
Gli tremano le mani, ma non a causa del freddo -il termometro segna quattro gradi scarsi sopra lo zero-, ma perché è emozionato. Talmente emozionato da aver perso anche il respiro -che crede sia da qualche parte nascosto in camera sua-.
È in anticipo di sette minuti, ed è incredibile visto che ne ha persi ben trentasei di fronte ad un negozio di fiori, indeciso se acquistarne o meno un mazzo per Kurt.
Alla fine ha preferito evitare, ha pensato che i fiori abbiano troppi significati e non sa bene cosa voglia dirgli –in realtà lo sa benissimo, ma non è sicuro che sia il momento adatto per dichiararsi– o almeno non vuole sbagliare nel farlo, quindi preferisce pagargli cena e cinema, com’è normale ad un primo appuntamento.
Prende un respiro profondo e scende dalla macchina, si avvia lentamente verso l’abitazione e bussa per tre volte alla porta, spera che venga Kurt ad aprire, ma sa con certezza che colui che gli spalancherà la porta sarà Bur-
“Blaine?”
Il nerd spalanca gli occhi “…Finn …?”
“Sì, hai bisogno di qualcosa?” domanda incuriosito dalla sua visita.
“Ehm, ecco, veramente…” che cosa deve dirgli? Teme che Kurt si arrabbi se rivelasse il motivo per cui è lì a casa loro; quindi ingoia a vuoto e spera in un aiuto dal cielo. Che, fortunatamente, non tarda ad arrivare.
“Blaine Anderson! Entra pure!” dice una voce a lui ben nota alle spalle del giocatore di football, che si volta con il viso corrucciato e chiede “È qui per te Burt?”
“Oh, sì. Mi aveva chiesto di dare un’occhiata alla sua Chevrolet” inventa Burt facendo un sorriso al ragazzo moro ancora sulla porta “Ma entra Blaine, vieni pure!”; allontana Finn e lo accompagna in salotto, facendogli togliere il piumino.
Il quarterback scrolla le spalle e si ritira nella propria stanza.
Blaine guarda il signor Hummel con la coda dell’occhio, la mano ancora poggiata sulla sua spalla.
“Ragazzo” inizia il meccanico un po’ perplesso “non ho ben capito cosa ci sia da nascondere, ma Kurt mi ha chiesto questo favore… Gli hai fatto qualcosa di male?”
“A Kurt?!” è allibito “Assolutamente no! Non potrei mai fargli del male, è la persona più…” si morde le labbra e non continua con “…importante per me.”, Burt userebbe certamente il famoso ferro 3.
“E con Finn?”
Blaine si umetta le labbra e inizia a martoriarsi le dita “Niente di grave, solo non andiamo molto d’accordo…”
L’uomo lo guarda dall’alto verso il basso e poi stringe leggermente la presa sulla sua spalla “Capisco. Finn è un ragazzo adorabile, bisogna solo imparare a conoscerlo. Da quel che mi dicono, sei molto bravo a cantare.”
Anderson alza gli occhi su di lui  con un piccolo sorriso carico di speranza “Grazie. Ehm, per tutto…”
“Non c’è di che. Ma preferire non dover mentire ai miei figli, capisci?”
“Certo… ma…”
“Blaine!” Kurt scende le scale ed entrambi rimangono senza parole.
Blaine guarda “l’outfit” che indossa Kurt per il loro primo vero appuntamento: una maglietta bianca a maniche lunghe con tre bottoni rigorosamente chiusi, un bellissimo gilet grigio-fumo che gli evidenzia la vita sottile, con un fazzolettino rosso con disegni in bianco e nero nel taschino, ed una simpatica spilla a forma di forbice legata tramite una catenina al primo bottone del gilet e, per concludere, un meraviglioso e strettissimo paio di jeans che in alcuni punti strategici è lievemente stinto. È bellissimo. E lo sa.
E sa anche che potrebbe fare o dire qualcosa che, probabilmente, a Kurt non piacerebbe.
Ingoia e rimane stupito dalla salivazione aumentata esponenzialmente negli ultimi dieci secondi.
D’altra parte, nota il cheerio indugiare esageratamente su tutta la sua figura, come se lo stesse studiando; si morde il labbro e pensa che nulla andrà bene quella sera, partendo da Finn che gli ha aperto la porta, fino ad arrivare ad una cena disgustosa ed un film pessimo; il tutto contornato da qualche figuraccia magari.
“Ciao Kurt…” balbetta con lieve imbarazzo nella voce.
Il ragazzo scende gli ultimi scalini e lo raggiunge, continuando a guardarlo, in silenzio.
Burt si schiarisce la gola con un colpetto di tosse, poi li saluta e decide di sparire in cucina.
Kurt alza una mano e la posa sulla tempia sinistra di Anderson che trattiene il respiro.
“Ciao Blaine.” Ingoia di nuovo, Blaine. “Sei davvero… stai benissimo così.” lo elogia il cheerio.
Il nerd arrossisce visibilmente e biascica un “Grazie” impacciato. È contento, in realtà, che il suo outfit non sia poi così pessimo: indossa un paio di pantaloni classici scuri, una camicia rossa coordinata da un grazioso papillon nero, con dei piccolissimi pois cinerei che da lontano non si noterebbero nemmeno, e per finire un graziosissimo cardigan di lana grossa color grigio chiaro, con due piccole linee, una rossa ed una nera, sul colletto e nelle rifiniture.
E poi, vabbè, calza le sue solite All Stars, ma sembrano nuove, perché le ha lavate per ben due volte consecutive.
Kurt sospira “Non indossi gli occhiali…”
“Oh, mi si è rotta una stanghetta, li ho portati a far aggiustare. Dovrebbero riconsegnarmeli lunedì.”
In realtà non vuole rivelargli che Karofsky glieli ha sfilati con cattiveria, dopo averlo buttato a terra, e glieli ha spezzati a metà.
“Oh, non farlo.” geme quasi disperato Kurt “Stai bene con le lenti a contatto!”
E Blaine, dopo quella richiesta, può solo fare un cenno affermativo ed arrossire fino alle orecchie.
Kurt ridacchia, imbarazzato e sereno allo stesso tempo, poi lo prende per mano ed insieme salutano il signor Hummel, che sta mangiando un gambo di sedano –almeno fino a che Kurt non se ne sarà andato– poi escono e si rinchiudono nella Chevrolet color mattone scolorito.
Entrambi emettono un respiro di sollievo, si guardano e poi scoppiano a ridere.
“Cavolo, quando Finn è venuto ad aprirmi la porta mi sono sentito morire! Non sapevo cosa dirgli!”
“Mi ero dimenticato di lui” ammette il cheerleader sorridendo “appena hai suonato ho mandato giù papà a salvarti!”
“Grazie, un gesto degno di nota!”
“Mi stai prendendo per i fondelli, Anderson?” chiede Hummel ironico.
“Oh, non lo farei mai!” ghigna Blaine, trovandosi stranamente a proprio agio in quella scatoletta metallica.
Kurt porta una mano sulle sue labbra e soffoca una risata “Ok signor Anderson, possiamo andare?”
“Ai suoi ordini.”
E detto questo mette in moto: direzione Breadstix.
Sono seduti uno di fronte all’altro; stanno attendendo i piatti ordinati in un silenzio imbarazzato e quasi divertente. Blaine tiene lo sguardo dritto verso Kurt che, invece, lo ha rivolto al piano del tavolo, improvvisamente diventato interessante. È incredibile come siano passati dalle risate al completo silenzio in meno di cinque minuti.
Forse, disturbato dalle altre voci, forse perché infastidito dalle loro strambe emozioni, Kurt decide di prendere parola “A proposito, non l’ho ancora fatto, ma volevo ringraziarti per il messaggio di ieri.”
Il nerd si umetta le labbra impacciato “Scusa se sono stato così conciso…” gli spiega conscio che l'sms fosse breve e scialbo.
“Non ti preoccupare. Quel ‘Courage’ mi è stato di grande aiuto.” gli sorride sincero.
“Davvero?”
“Assolutamente.” si concentra sul porta grissini alla sua destra “Sei stato l’unico.”
“E Finn?” domanda in un sussulto.
Kurt alza le spalle ridendo “Non si ricorda nemmeno che cosa mangia la mattina, pensi che possa ricordarsi di augurarmi buona fortuna?!” afferra un grissino e lo spezza a metà, una la infila tra i denti, l’altra la passa ad Anderson, che l’accetta con dita tremanti.
“Oh, stanno arrivando i nostri piatti!” fa schioccare le dita velocemente tre volte con entusiasmo e, con un “grazie” congeda la cameriera.
“E Santana? Non ti ha detto nulla?”
“Beh, sai, tra ragazze è normale sostenersi.” dice infilzando l’insalata ed un gamberetto, poi si sofferma un attimo sul bottino raccolto “No, con Santana è diverso. Lei non ha parole gentili per nessuno; o almeno non consapevoli”.
Blaine sbuffa giocando con uno spaghetto “Oh, lo so benissimo. Quando è gentile mi chiama hobbit…”
Kurt soffoca una risata “Non voglio immaginare cosa ti dica a proposito dei tuoi capelli!”
“Non riusciresti nemmeno ad avvicinarti all’idea!” ride mangiando poi un boccone di pasta al sugo, rimane piacevolmente sorpreso dal sapore “Wow! È delizioso!”
Hummel lo guarda perplesso “Non sei mai venuto qui?”
“No…”
“Come mai?”
“Beh” inizia pulendosi la bocca col tovagliolo porpora scuro “fino a due anni fa abitavo a Westerville. E qui non ho proprio… amici.”
Il cheerleader inclina un poco la testa di lato “Vuol dire che sei sempre e solo con i tuoi Warblers?” e ricevendo come risposta un mogio “Uh-uh”, Kurt si morde le labbra, decidendo di mangiare in silenzio, almeno finché non cambiano argomento.
Poi a Blaine sfugge una domanda “Perché sei entrato nei Cheerios?” e nota l’immediato cambio di espressione sul volto di Kurt: spalanca gli occhi dove quell’azzurro, che tanto ama, è stranamente cupo e preoccupato, “Ho… ho detto qualcosa di male?”
“Non… non lo sai?”
Blaine scuote la testa in senso negativo.
“Allora è vero che non parli di me con gli altri.”
“In realtà” lo corregge il nerd “Non parlo con gli altri. O almeno ci parlo poco e, stranamente, preferisco essere informato circa i risultati di qualche esercizio piuttosto che farmi raccontare la loro vita.” si gratta il naso “Beh, escluso quando tuo padre è stato in ospedale l’anno scorso. Finn era talmente depresso che abbiamo cantato con lui per una settimana…” alza gli occhi e nota che quelli dell’altro hanno un'espressione ferita, si morde il labbro inferiore e, con un po’ di timore, fa scivolare la sua mano sulla tavola ed afferra quella di Kurt “Lo sai,” dice “che avrei cantato per te, se ne avessi avuto la possibilità.”
“Perché non sei mai venuto in ospedale?” gli domanda in un sussurro serio il cheerio.
Blaine non può che sospirare “Non me l’hanno permesso.”
“Chi?”
“I ragazzi del Glee.”
“Perché?”
“Perché ero uno sconosciuto per te, Kurt; per quanto abbia odiato il loro consiglio, devo ammettere che avevano ragione: chi ero io per stare al capezzale di tuo padre?” risponde piano, con calma, senza sembrare infastidito.
“Non ti avrei buttato fuori…” biascica sconvolto Hummel, stringendo le dita del suo accompagnatore.
“Questo non puoi saperlo, Kurt. Ognuno di noi reagisce in modo diverso in determinate situazioni. E, comunque, mi sarei sentito un pesce fuor d’acqua…”
Kurt guarda le loro mani intrecciate; guarda i suoi occhi -finalmente liberi da quelle lenti spesse che ha maledetto per giorni- di quel colore così particolare e bellissimo che lo emoziona sempre come fosse la prima volta. Osserva il suo sorriso genuino e meraviglioso, ed una sensazione alla bocca dello stomaco si presenta senza preavviso “Blaine” dice con  un tono quasi compassionevole “la prossima volta, ci sarai?”
Il ragazzo lo guarda spiazzato, non comprende subito di cosa stia parlando, sembra più una frase nata per caso, poi pensa e l’unica cosa che può fare è stringere le sue dita e guardarlo con tenerezza “Per qualsiasi cosa, ci sarò sempre, Kurt.”
Un senso improvviso di tranquillità, si fa strada in Kurt, che apprezza quelle parole e quella presenza ormai consona.
Separano le loro mani e tornano a mangiare, scambiandosi battute, curiosità e scene di vita passata nella quiete dei loro cuori, e sì, per la prima volta per entrambi, sembra che quella sia la prima di tante altre serate emozionanti.
O almeno lo sperano.
 
Dopo la cena al Breadstix, i due ragazzi si sono recati al cinema del centro a vedere una vecchia commedia in bianco e nero con protagonisti Marilyn Monroe, Tony Curtis e Jack Lemmon.
Ogni tanto, durante la programmazione, Blaine ha guardato Kurt con la coda dell’occhio; il cheerio ha fatto lo stesso e, dopo la decima volta che i loro sguardi si sono incontrati, gli ha preso la mano.
Blaine ha sussultato e poi, voltandosi verso Kurt, ha scorto un sorriso sincero e si è rilassato, infondendogli coraggio si è avvicinato un poco alla sua destra per far sfiorare le loro spalle; nascosti dal buio della sala, non hanno avuto paura di quei contatti semplici.
Sciolgono la stretta appena le luci si accendono e le persone escono dal cinema; si dirigono con calma alla Chevrolet e con altrettanta calma si avviano verso casa Hummel-Hudson, parlando del film, della serata in generale. Quando si fermano, Kurt non apre la portiera.
“Devo aiutarti a scendere?” gli domanda scherzosamente Blaine spegnendo il motore dell’auto.
“La divisa mi protegge.”
Il moro lo guarda perplesso, poi ricorda la domanda che gli ha posto alcune ore prima:  Perché sei entrato nei Cheerios?
“Da cosa?” chiede cauto.
Kurt alza gli occhi turchesi e cerca di specchiarsi in quelli di lui “Da quello che adesso è il tuo problema.”
Blaine sbatte le palpebre alcune volte “Venivi preso di mira anche tu dai bulli?”
“Sì, sempre, per gli stessi motivi per cui tormentano te.” poi sorride, cercando di stemperare quell’ansia che ha riempito l’abitacolo “Ma non per l’abbigliamento. Io sono sempre stato estremamente attento alla moda!”
“Lo immagino” non dice altro, aspetta che sia Kurt a rivelargli qualcosa, e lo fa, dopo un sospiro profondo “Alla fine del secondo anno, ho avuto davvero paura. C’è stato un momento in cui, ogni piccolo rumore, ogni persona che mi si avvicinava, anche solo per chiedermi un’informazione, mi spaventava a morte...” sorride a Blaine mestamente “Sai, ho addirittura sfogliato la brochure della Dalton Accademy.”
“Davvero?”
“Sì. Su internet avevo letto che è una scuola a tolleranza zero contro le discriminazioni, quindi mi sembrava quasi un sogno, poter frequentare quell’istituto.”
Blaine sospira “Ma hai visto la retta…”
“Esatto. Decisamente troppo cara! Non avrei mai chiesto a mio padre e Carole di spendere così tanti soldi per me; così ho fatto le prove per entrare nei Cheerios e sono stato preso subito. Dal secondo giorno del terzo anno, fino ad oggi, non ho più ricevuto una granita addosso, o uno spintone contro gli armadietti. Il solo nome di Sue Sylvester inquieta tutti quanti, e tiene lontani anche i peggiori.”
Anderson gli accarezza con delicatezza una guancia “Hai fatto bene, Kurt. In qualche modo ti sei battuto contro i tuoi incubi e sei riuscito ad uscirne velocemente e senza troppi danni.”
“E perché tu non fai lo stesso?” gli chiede sfiorando con le labbra il palmo che lo sta toccando dolcemente.
“Forse perché non ho tutto questo coraggio.”
“Non è vero. Non è così, Blaine; tu sei uno dei ragazzi più coraggiosi ed intelligenti che io conosca.”
“Per forza sono intelligente, sono un geek!” sghignazza.
Kurt gli tira uno scappellotto ridendo “Non è vero, scemo! Tu sei davvero un ragazzo intelligente; tuttavia non capisco perché ti ostini a non dire nulla del programma. Ti aiuterebbe sul serio, Blaine.”
Il nerd si umetta le labbra, ci pensa un istante e poi risponde “Non voglio esporti.”
“A cosa?”
“A qualcosa che non vuoi riscoprire.”
Kurt si ammutolisce ed il nerd prosegue “Starmi vicino ti causerà una colata a picco nella tabella della fama del McKinley; e lo sai bene! Tu stesso hai detto che non devono vederci insieme…Quello che i Neanderthal possono farti, ti spaventa ancora.”
“Blaine…”
“Davvero Kurt, aspettiamo ancora. Io ho le provinciali la settimana prossima e tu ti sei appena goduto la vittoria della tua squadra; non voglio rovinarti questo momento. È il tuo ultimo anno.”
“Ma lo è anche per te!” ribatte con foga “Dovrebbe importarti.”
Blaine sospira “Certo che mi importa, ma io non ho nulla da perdere.”
Hummel si morde il labbro inferiore ed ingoia le lacrime che stanno per uscire dai suoi occhi “Tu sei davvero un ragazzo meraviglioso Blaine Everett Anderson.”
E Blaine, semplicemente, gli sorride.
E Kurt, semplicemente, si sporge verso di lui.
Le loro mani si intrecciano, i loro sospiri si mescolano e le loro labbra si toccano in un bacio semplice e carico d’affetto.
Si staccano quasi subito, con le gote rosse d’imbarazzo e gli occhi liquidi d’emozione.
“Mi hai baciato.”
“Oh no, sei tu che hai baciato me.”
“Dovremmo riprovare, per vedere chi ha ragione.”
“Assolutamente.”
Blaine prende tra le mani il viso candido di Kurt e si lancia sulle sue labbra, con foga; è una vita che desidera compiere quel gesto, una vita che sogna di averlo tra le mani, una vita che immagina questo momento; ed, incredibilmente, è arrivato. Come una tempesta estiva, senza preavviso e senza l'interruzione di tuoni, di uomini di Neanderthal a caso, di un padre apprensivo né di un ferro numero 3.
Ed è assolutamente incredibile.
Le farfalle nello stomaco hanno iniziato a volare veloci, stordite da quel contatto improvviso, e le lacrime, oh, le sue lacrime, quanto avrebbero voluto uscire per farlo affogare nella mera felicità bramata!
Dopo minuti che paiono ore, i due si scostano piano, senza interrompere veramente quel contatto tanto atteso; i loro respiri sono veloci, i loro cuori battono rapidi e impazziti, le loro mani tremano, i loro occhi sono sereni ed i loro sentimenti esposti.
“Sarebbe stato bello, se ti avessi incontrato alla Dalton. Sicuramente mi avresti colpito sin dalla prima volta che ci saremmo incrociati.” sorride Blaine accarezzandogli la guancia.
“Io sarei sceso da quella bellissima scalinata di marmo bianco che ho visto in foto, magari ti avrei fermato per chiederti un'informazione…”
“Ed io ti avrei preso per mano e ti avrei condotto alla sala del Glee Club, perché sicuramente ci sarebbe stata un’esibizione da lì a pochi minuti, magari pavoneggiandomi un poco su quanto i Warblers siano considerati delle rockstar in quella scuola. Avremmo cantato Teenage Dream; in quel periodo ero in fissa con Katy Perry!” ride.
“Ed io sarei rimasto estasiato dalla tua voce ed, a fine esibizione, avrei battuto le mani talmente forte da farmele dolere per due giorni.”
“E poi, magari, ti avrei offerto un caffè…”
“Che io avrei accettato”
“…e avremmo parlato. Del più e del meno magari, oppure di quello che ti ha angosciato per fare una visita alla Dalton.”
“Ed io ti avrei raccontato tutto.”
“Ed io ti sarei rimasto accanto in ogni momento. Consigliandoti e proteggendoti, come meglio avrei  potuto.”
Kurt prende un respiro profondo “Non sai quanto mi sarebbe piaciuto tutto questo.”
Con il pollice, Blaine, accarezza le labbra del ragazzo che ha di fronte “Sarebbe piaciuto anche a me.” facendo così sorridere teneramente il cheerio.
“Mi piaci, Blaine Everett Anderson.”
“E tu piaci a me, Kurt Elizabeth Hummel.”
Il cheerleader aggrotta le sopracciglia “Come hai scoperto il mio secondo nome?”
Anderson ridacchia “Hai un papà parecchio chiacchierone.”
“Questa me la paga. Gli farò mangiare solo insalata e pomodori per un’intera settimana!” dice incrociando le braccia al petto e arricciando il naso.
Quell’espressione fa sorride il moro “Sei adorabile.” gli rivela dolcemente.
Kurt allunga le braccia dietro il collo dell’altro e lo abbraccia, respirando il suo profumo “Vorrei rimanere così ancora per molto tempo.”
Anderson affonda il visto nella sua clavicola sospirando “Lo so, ma tuo padre ci ucciderà. Anzi no, ucciderà me, mentre chiuderà te in un monastero in Tibet!”
“Probabile.” sorride il cheerio giocando con i capelli ricci che ha tra le mani.
“Ci vediamo domani?”
“Sì. Ci sentiamo dopo? Non mi addormento, te lo prometto. Ho il mio rituale di idratazione da compiere!”
Il nerd ridacchia “Certo. Ti chiamerò appena arrivo a casa.”
“Perfetto” dice l’atleta aprendo la portiera a malincuore “A dopo Blaine.”
“A dopo Kurt.”
E Blaine attende fino a che Kurt non sia al sicuro in casa, poi mette in moto la sua carretta e si dirige verso il proprio appartamento.
Ha il cuore che sta facendo i salti mortali pur di non esplodere!
Cerca di mantenere i limiti di velocità, un po’ con stizza e un po’ con rabbia, perché non vede l’ora di telefonare a Kurt.
Quando finalmente arriva a casa, dopo aver chiuso la porta a chiave, aver lanciato il piumino e le scarpe a caso per la stanza, si butta sul divano e compone il numero di Kurt Hummel; attende fino al terzo squillo, poi sente una voce dall’altro capo del telefono rispondere “Pronto” e sorridendo inizia a parlare “Stai ancora compiendo il tuo rituale d’idratazione?”


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Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo
Buon martedì a tutti.
Come state?
Questo è uno dei miei capitoli preferiti.
Così pieno di Fluff da fare invidia alle caramelle di Jeff XD 
Attualemnte gongolo. Stasera mi riguardo per la centesima volta Moulin Rouge,
Grazie a tutti, per le recensioni, per il supporto e per aver inserito questa ff tra seguite/ricordate/preferite.
Grazie anche a quelli che leggono soltanto o passano per caso ^^
Forse martedì prossimo non portò aggiornare, ma non prendetelo per certo!
See You Next!

Spoiler Capitolo 13 - Random:
Blaine si scosta dal Niff-abbraccio e vede Wes venirgli incontro con lo sguardo serio; i due amici lasciano il moro e lo spingono verso il vecchio compagno di scuola.
Si avvicina piano, senza distogliere lo sguardo dagli occhi sottili dell’altro.



 p.s.
Ho creato un account fb, se volete fare un salto per vedere i miei scleri, gli spoiler delle mie storie o del telefilm o solo per fare due chiacchiere, lo troavte QUI.


 

Note Specifiche:


 

 

  
  1.   I vestiti di Kurt e Blaine sono presi entrambi dall’episodio 3x05. Quello di Kurt al minuto 34:33 e quello di Blaine al minuto 12:36 o meglio al 14:28 (io gli ho fatto indossare dei pantaloni neri solo perché se no c’è troppo grigio XD)!
  2. Courage. CÔURAGÉ! Quel bellissimo sms della 2x06 *sogna sospira e si ribalta dal letto* uno dei miei episodi preferiti!!!
  3. Lo schioccare delle dita… Blaine si lamenta di questo gesto nella 3x17.
  4. Il Film è, ovviamente, A Qualcuno Piace Caldo. Se non l’avete mai visto, fatelo! È bellissimo e divertente! E la Monroe è divina! *_*  



  

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Fandom: Glee
Autore: Chartraux
Beta: onda1965
Titolo: What Not to Wear
Capitoli: 13/18
Parole: 2.524 (per questo capitolo)
Note Specifiche : a piano terra.

 




What Not to Wear
Capitolo 13



 

Quel venerdì, le New Direction hanno le provinciali; e il mercoledì successivo sarà Natale.
È passata una settimana e Blaine non è più tornato alla Tana nemmeno una volta. Sì, si è sentito con Nick e Jeff, qualche volta anche con David, ma con Wesley no: non vuole né vederlo né sentirlo, è ancora troppo scosso dalla litigata del venerdì precedente.
Ce l’ha ancora con lui e pensa che anche l’amico sia arrabbiato; eppure quel messaggio ricevuto, con su scritto un semplice “Buona Fortuna”, ha fatto barcollare le sue certezze.
- Di che mi stupisco? È stata una litigata stupida ed inutile! - si dice sistemandosi il cravattino nero; sospirando gli risponde con un “Grazie” e, prima di inviarlo, aggiunge subito “Stasera festeggiamo!”
Poi torna alla cronologia degli sms ricevuti; apre quello con il mittente ‘K!’ e legge l’ultimo: “Courage” si dice sorridendo.
Gongola un paio di minuti prima di posare il cellulare nello zaino.
“Ehi Blaine, sei pronto?” domanda Artie raggiungendolo rapido con un sorriso teso sulle labbra “Ormai tocca a noi!”
“Già. E ho il cuore in gola!”
Il compagno di canto ridacchia “Vorrei darti una pacca sulle spalle, ma risulta un po’ complicato; sappi solo che andrà tutto bene.”
“Grazie” sorride Blaine, posizionandosi dietro la sedia a rotelle ed impugnandone le manopole, “Andiamo a racimolare gli altri!” dice iniziando a spingere la carrozzella velocemente e facendo fare un fischio ad Artie, che alzato le braccia in un gesto di sfida.
Trovano Mike, Tina, Mercede, Sugar e Rory, intenti a fare gorgheggi in un angolo; Sam a parlare con Quinn, mentre lei si mette l’ultima spennellata di cipria; Puck davanti ad uno specchio, a mettere  in piega la sua cresta; Rachel e Finn che si scambiano baci dietro ad un contrabbasso e Brittany che acconcia la coda a Santana.
In quell’istante entra anche il professor Shuester, che li incita con foga e li accompagna dietro le quinte; dà una pacca sulle spalle ad ognuno e poi sospira, prima di dar l’ok per l’avvio della musica.
Blaine prende un respiro profondo, si morde le labbra e la base parte.
 
Escono dall’istituto dove si è svolta la competizione per passare alle regionali. Hanno vinto.
Si salutano calorosamente e si complimentano tutti reciprocamente.
“Andiamo a festeggiare!” propone Rachel saltellando sul posto.
“Sì, Breadstix oggi ha anche il menù fisso a buffet e chiude più tardi!” ghigna Puck circondando le spalle di Blaine con un braccio –scena che risulta quasi ridicola vista la differenza d’altezza–.
“Fantastico!” urlano Tina e Brittany, ma Sugar le interrompe “Ho appena sentito papino: dice che offre lui per tutti, quindi niente menù fisso. Andiamo alla carta!”
“Oddio sì! Questa è grandiosa!” gridano eccitati tutti i membri maschili delle New Direction insieme a Mercedes.
“Ed io porto il sidro frizzante ragazzi, perché ce lo ricordiamo tutti che non dobbiamo bere fino alle nazionali, vero?”
“Certo prof. Shue; certo!”
“Ok, ci troviamo là, va bene?” domanda Rachel, mentre si avvicina a Blaine e gli sorride “Vuoi venire con noi in auto?”
Per ‘noi’, Blaine sa che si riferisce a lei e Finn.
In quella settimana Hudson e Anderson hanno discusso pesantemente, hanno litigato e Blaine avrebbe voluto dimostrargli quanto il Fight Club della Dalton avesse inciso sui suoi muscoli, ma purtroppo il suo essere così dannatamente moralista e buono lo ha fregato per l’ennesima volta.
Si sono scontarti, hanno parlato e si sono riappacificati.
“La verità è che ero invidioso di te” gli ha risposto Finn quando lui gli ha domandato con rabbia perché lo avesse sempre trattato male in quei due anni, “Mi sentivo minacciato: il tuo talento mi ha spaventato e mi ha fatto dubitare della mia bravura. Senti Blaine, mi dispiace. Ho fatto veramente il bastardo con te.”
Sentendo quelle scuse, Blaine ha deciso di guardarlo negli occhi –sollevando lo sguardo a causa della differenza d’altezza– e l’ha notata, la richiesta di perdono.
Non ci ha pensato troppo perché, dopo qualche altra bella frase quasi fraterna, ha deciso di deporre le armi e di accettare le sue scuse.
Ed effettivamente è stato premiato: il professor Shuester ha deciso di fargli cantare buona parte di Man in the Mirror insieme agli altri ragazzi del Glee.
Ok, non era un assolo, ma è stato comunque in prima linea. E si è sentito trattato come tutti gli altri. Mentre sta per rispondere a Rachel che non vuole essere il terzo incomodo, un paio di voci a lui conosciute lo fanno voltare.
“Blaine!”
“Nick! Jeff! Che ci fate qua?” domanda andando loro incontro ed abbracciandoli.
“Siamo venuti a vederti!” risponde Duval, dandogli delle pacche sulla schiena, mentre Sterling gli scompigliava ancora di più i capelli.
“Che bello! Sono felice di vedervi!” sorride deliziato della loro presenza.
“Anche me?”
Blaine si scosta dal Niff-abbraccio e vede Wes venirgli incontro con lo sguardo serio; i due amici lasciano il moro e lo spingono verso il vecchio compagno di scuola.
Si avvicina piano, senza distogliere lo sguardo dagli occhi sottili dell’altro.
“Ciao Wes.”
“Ciao Blaine.”
Di nuovo silenzio.
“Siete stati magnifici” gli dice il Warblers mettendogli una mano sulla spalla.
Anderson si morde il labbro inferiore e poi scuote la testa ridendo “Vieni qui, scemo!” e lo abbraccia stretto; il classico abbraccio da amici maschi.
E si rilassa, Blaine, quando sente l’altro sospirare e ricambiare la stretta; in un attimo è stato tutto cancellato.
Un “Evvai!”, urlato dagli altri membri dei Warblers presenti, li fa scostare e ridere delle loro espressioni finalmente serene; eppure Blaine sente un pizzichio alla base del collo e comprende: i suoi compagni del McKinley li stanno osservando. Si volta e sorride ai ragazzi “Scusate, io passo.”
Rachel Berry gli si avvicina con passo pesante e con il volto arrabbiato “Voi, maledetti fringuelli! Cosa ci fate qui?”
“Siamo venuti a trovare Blaine” risponde Jeff senza comprendere realmente il fastidio nella voce della ragazza.
“Perché?”
“Perché siamo amici.” continua a rispondere il biondino con perplessità.
Ma lei non demorde “Lui deve festeggiare con noi!”
Wes sospira “Lui può fare quello che vuole, nessuno lo obbliga. Se vuole uscire con voi, uscirà con voi; se no uscirà con noi. Oppure andrà dritto a casa.”
La ragazza gli lancia un’occhiataccia, poi si gira verso il moro e gli domanda “Cosa fai allora?”
“Esco con i ragazzi” e con il pollice segna i Warblers dietro di lui “Io e Wes dobbiamo parlare.”
“Ma Blaine! Non capisci? Non è solo per festeggiare la vittoria, ma anche per decidere la scaletta delle regionali dove io canterò certamente la blallad iniziale e-”
Ma non riesce a finire la frase perché Finn le tappa la bocca con una mano e la solleva di peso per la vita con l’altra “Ehm, non l’ascoltare Blaine, è solo eccitata all’idea delle regionali” gli sorride il quarterback con un’espressione annoiata “Ci vediamo lunedì; c’è la festa di Natale al Glee Club.”
“Certo!” dice mentre li guarda andare via. Nota Santana prolungare l’occhiata curiosa su di lui e questo lo fa tremare; ha quasi paura di quella ragazza che proviene da Lima Heights.
“Forza Blaine; sali in auto che andiamo alla Tana!” propone Wes spingendolo per le spalle verso la sua Range Rover bianca con i vetri oscurati.
Blaine non si lamenta, ride solo mentre vede David scendere dalla macchina e alzare il sedile, poi lo saluta e si intrufola dentro, sedendosi vicino al finestrino.
Sospira e sente delle mani su di sé che gli oscurano gli occhi; sussulta preso in contropiede e poi respira un odore che conosce bene, sente la pelle morbida sul suo viso ed un sorriso si apre sul suo volto.
Si gira di scatto afferrando le mani che lo rendevano cieco e poi si sporge in avanti tirando verso di sé il ragazzo; Kurt rimane un po’ perplesso da quel gesto, ma poi inizia a ridere di gusto e si abbarbica sulla testiera dei sedili posteriori e si siede sulle gambe del nerd.
“Blaine!” ride Kurt abbracciandolo “Sei stato meraviglioso!”
“Grazie. Ma che ci fai qui?” gli chiede curioso carezzandogli la schiena.
“Beh, sai, i tuoi amici…”
“Noi” si intromette David ridendo “lo abbiamo rapito!”
“Cosa?” domanda sbigottito Blaine guardandoli storto.
“Ma sì! Jeff ha scoperto -dopo avergli chiesto se fosse il caso di mangiare una gommosa gialla a forma di orsetto o una scura a forma di bottiglietta di cola- che non sarebbe venuto a vederti. Così, quando ha finito di fare allenamento con quella squilibrata della sua coach, lo abbiamo preso di peso e portato qui!” racconta David sorridendo e pavoneggiandosi come se fosse tutta opera sua.
Blaine rotea gli occhi “Ed a nessuno è venuta l'idea di arrestarvi?”
“Nah!” si intromette Nick facendo un gesto stizzito con la mano “C’era una ragazza gentilissima che ci ha pure aiutato!”
“Parla per te” borbotta Wes “A me stava quasi per strappare i capelli.”
“Santana?” domanda a Kurt, che ridacchia una risposta positiva “Già, ha cominciato ad urlargli dietro che io sono il capitano dei Cheerios, che se provano solo a farmi del male lei entrerà nelle loro case e li sevizierà durante la notte e cose così.”
Blaine sorride e gli accarezza una guancia “Ti vuole un sacco di bene Santana.”
“Ah-ah” biascica mentre cerca ancora più contatto.
Un sospiro pesante li fa svegliare e vedono Wes a braccia incrociate che li guarda con le sopracciglia aggrottate “Scusatemi, Romeo e Giulietto, ma c’è freddino e vorrei poter andare al caldo alla Tana.”
I due ragazzi ridono e Kurt si accomoda meglio vicino all’altro; gli prende una mano e la stringe “Sei stato bravissimo” gli ripete con tenerezza appoggiando la testa sulla sua spalla “E ho già chiamato papà dicendogli che rimango a dormire alla Tana.”
“Sono contento.”
“Anch’io.”
 
Hanno mangiato cinese, bevuto alcolici e acqua –e una diet coke per il cheerio–, assaggiato i biscotti alle gocce di cioccolato di Hummel e giocato a Crash Bandicot.
Poi hanno guardato il primo film di Harry Potter, che il cheerleader non aveva mai visto, e poi, quest’ultimo, ha spiegato loro, ad uno ad uno, l’importanza del rituale d’idratazione -visto i diversi tipi di pelle- e poi ha convinto i ragazzi a cantare insieme, in versione a cappella, Misery.
Poi, forse per l’alcol, forse per la stanchezza o per l’ora tarda, si sono quasi tutti addormentati; Blaine e Kurt hanno cercato di resistere perché “È tutta la settimana che ci vediamo appena.”
“Già… adoro le tue telefonate lunghissime su come sia divertente spiegare a tuo padre il procedimento di preparazione del sufflè, ma adoro di più poterti avere accanto.”
Kurt arrossisce un poco e poi gli stringe la mano “Già. È verissimo.”
Rimangono in silenzio, cullati dal suono del respiro l’uno dell’altro e poi Blaine gli pone una domanda che lo assilla da una settimana intera “Cosa siamo?”
Kurt alza la testa dalla sua spalla e lo guarda “Cosa vuoi che siamo?”
“Beh” inizia il nerd umettandosi le labbra “a me piacerebbe essere qualcosa.”
“Non siamo qualcosa?”
“È che non lo so, Kurt. A scuola non ci guardiamo nemmeno e tu non mi hai detto nulla a riguardo.
Ma ci accarezziamo e ci baciamo e, sinceramente, questo vorrei farlo solo con il mio ragazzo.”
“Allora sono il tuo ragazzo.”
“Ed io sarò il tuo” un pausa “di nascosto da tutti.”
“Vuoi questo?”
“Certo che no!” ribatte secco “Ma so che la paura può crescerti dentro quando ci si espone…” e, non sopportando l'idea di sentirsi rispondere affermativamente da Hummel, decide di distogliere lo sguardo.
“Blaine”
“Kurt, per favore, non rendere il tutto ancora più difficile. Va bene. Accetto questa cosa; questo noi sepolto dietro una maschera di falsità.” gli prende le mani “Mi va bene, perché mi basta averti accanto.”
Kurt si morde le labbra e vorrebbe piangere; tutto quell’affetto nei suoi confronti è davvero troppo.
Gli fa male, perché non se lo ricorda più.
“Blaine, ti prometto che non mi nasconderò per sempre. Magari non sarà domani, o fra un mese, ma ti prometto che mi toglierò questa divisa –che è un colpo al cuore– e non mi nasconderò più.” un sospiro “Ma devi aspettarmi. So che ci riuscirò, ma devo avere la possibilità di farcela con te… non abbandonarmi.”
Blaine gli sorride pieno d’affetto “Kurt, lo sai che non ti lascerò mai da solo” gli dà un bacio sulla fronte, poi sul naso ed infine sulle labbra “Mai.”
Kurt sbuffa una risata “Non promettere. Non mi piacciono le promesse; fanno ancora più male quando vengono infrante.”
“Lo sai che non lo farò. A meno che non sia tu a farmela infrangere.”
Hummel arriccia il naso e le labbra “Non ci penso proprio!”
“Mi sento lusingato. Penso…”
Kurt lo spinge lontano per gioco e poi lo riabbraccia, lasciandogli un leggero bacio sul collo “Sentiti lusingato, Blaine Everett Anderson, perché io non ti dirò mai addio, qualunque cosa succeda.”
Blaine sospira sereno, poggiando il viso tra il collo e la spalla di Kurt, ed in quel momento sente che la sua vita è perfetta e che nulla potrà mai scalfire la loro relazione. O almeno non nell’immediato.
“Senti” riprende il nerd accarezzandogli il dorso “Ti va di vederci la vigilia?”
“Mi piacerebbe molto.”
Blaine sorride strusciando la sua guancia su quella dell’altro “Bene, vorrei darti una cosa…”
“Uh?” gli occhi azzurri di Hummel lo guardano perplesso “Cos’è?”
“Non te lo dico.”
“Uhm… e un indizio?”
“Assolutamente no. Non spoilero, io!”
“Ok, mi arrendo” sbuffa il cheerleader alzando le mani in segno di resa “Però volevo chiederti se verresti con me il 23 a cercare gli ultimi regali. Sai: Carole, mio padre, Finn e poi credo che dovrò pensare anche a Santana.”
“Oh, che ne dici di un cerchietto con le corna? Le donerebbe!” ride Blaine, poi lo avvicina a sé e lo fa sdraiare sul pavimento: hanno unito i sacchi a pelo e Kurt si accoccola al corpo dell’altro poggiando la testa sul suo torace.
Blaine lo sente sospirare, “Che c’è?” gli domanda.
“Nulla… ma sai, il tuo cuore fa un suono delizioso.”
Anderson fa uno strano verso, un misto tra l’emozionato e l’imbarazzato, poi con un braccio cinge la vita di Kurt e lo attira a sé ridacchiando “Sei adorabile. Giuro: non so proprio come ti vengano fuori queste frasi. Le studi la notte?”
“No, dormo. Se no la mia pelle è un disastro, il giorno dopo. A proposito, mio padre ci vuole a pranzo domani.”
“Anch’io.”
“Mi sa che, da adesso e per un po’, casa Hummel-Hudson sarà un po’ la tua meta settimanale” sospira “Sai, mio padre ha detto che vuole vedere qualche partita con te e Finn. Crede che possa aiutarti a prendere confidenza con la nostra famiglia.”
“Kurt, ma tuo padre si è reso conto che per più di un mese sono stato sempre a casa tua? Che ho almeno partecipato a tre cene del venerdì e che siamo andati a vedere una partita di football al McKinley?”
Kurt ride “Io lo so, ma credo che lui voglia qualche scusa in più per tenerti d’occhio!”
Ed in quel momento, Blaine Everett Anderson, pensa che la sua vita subirà un brusco cambio di rotta.
Con la speranza che il punto di arrivo non sia l’obitorio.


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Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo
Buon martedì a tutti.
Come state?
Sono in ritardo di una settimana, lo so; ma purtroppo il tempo è stato più tiranno del solito e non sono riuscita a postare nulla!
Chiedo perdono!
Ora, qualcuno sta già dicendo "Eccheccavolo! Un altro capitolo di transizione?"
Si ragazzi, c'erano un paio di cose che dovevano essere assolutamente sistemate: Wes in primi e poi Finn vs Blaine.
Non avrebbe avuto senso non spiegarlo...
E visto che penso che le amicizie che ha Blaine siano fondamentali per il suo livello psicologico (e vista anche la brutta discussione di un paio di capitoli fa), non potevo non sistemare le cose tra la Waine (?) (si dice?! Mah! lol)
Ok, cos'altro aggiungere? Oh, si, Rachel la sopporto poco, non si nota?! XD 
 
E secondo me Santana ha una strana e morbosa fissa per Wes (visto che è lui che ci prende sotto lol).
Grazie a tutti quelli che leggono, leggono per sbaglio, che commentano che hanno inserito questa storia tra seguite/ricordate/preferite!
Grazie a tutti, davvero! A martedì prossimo ^^
Charty

 


Note Specifiche:
 

  1. Sidro frizzante. Vi ricordate l’episodio 2x14, dove i ragazzi del Glee hanno fatto una terribile vomitata in pompa magna durante l’assemblea d’istituto? Benissimo, il prof. Shue ha proposto loro che non avrebbero più bevuto se non alle nazionali. Sempre col suddetto sidro XD
  2. Fight Club: è un romanzo di Chuck Palahniuk. Il libro è divino, ma se non avete voglia di cimentarvi con questo superbo scrittore, è stato fatto il film, con Edward Norton e Brad Pitt nel 1999, diretto da David Fincher; ma, sinceramente? La versione cartacea è molto meglio *_*
  3. Il discorso di Finn a Blaine è stato preso dalla 3x08. Io avrei preferito che Anderson decidesse di usare la faccia di Hudson come pungiball, ma accontentiamoci di questo…
  4.  Man in the Mirror di Michel Jackson è stata cantata dalle ND nell’episodio 3x08.
  5. Misery dei Maroon5 è cantata da Blaine ed i Warblers nell’episodio 2x16 *picchia i pugni sui tavoli rotondi* XD lol
  6. Blaine e Burt sono andati insieme a Kurt e Carol a vedere una partita dei Titans al McKinley, quando giocarono anche le ragazze (episodio 2x11).


 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Fandom: Glee
Autore: Chartraux
Beta: onda1965
Titolo: What Not to Wear
Capitoli: 14/18
Parole: 3.121 (per questo capitolo)
Note Specifiche : a piano terra.

 




What Not to Wear
Capitolo 14


 

Si sono alzati presto quella mattina: devono accompagnare Wesley all’aeroporto perché, finalmente, potrà raggiungere Allison in Italia. Ma, come al solito, un po’ a causa di Kurt e la sua idratazione mattutina, un po’ a causa di Jeff smarrito nel suo mondo sognante, un po’ per David che si è chiuso in bagno per dormire altri cinque minuti –che si sono trasformati in trentacinque–, sono partiti con dodici minuti di ritardo sulla tabella di marcia.
Wes, conoscendo bene i suoi amici, ha preparato tutto il giorno precedente e le valige sono già caricate sull’auto di David –un pick-up a sei posti col vano coperto– che li trasporterà fino all’aeroscalo di Lima.
Dopo averli raccattati tutti, chi più o meno sveglio e ben vestito, Thompson si mette alla guida, con a fianco un asiatico ansioso che gli continua ad urlare “Datti una mossa! Se perdo il volo giuro che mi ci porti tu a nuoto!” e, conoscendolo bene, David fa quanto richiesto, certo che entro una settimana si troverà recapitata a casa una multa per eccesso di velocità; ma per Wes –e per la propria incolumità– questo ed altro.
Un paio di ore dopo, Wesley Montgomery riesce a salire sul volo AE036 che atterrerà a Fiumicino quattordici ore più tardi. Oltre il finestrino, sopra al terrazzo usato dai conoscenti per il saluto, vede i suoi Warblers e il cheerio salutarlo; ridacchia notando Jeff con le lacrime agli occhi ed un fazzoletto bianco nella mano destra che viene sventolato quasi con passione, sospirando manda un messaggio al suo amico biondo: Non sto partendo per la guerra. Ci rivediamo fra ventisei giorni.
Un secondo più tardi, nota l’espressione di Sterling farsi imbronciata e sbraitare che gli sarebbe mancato comunque, anche se i giorni fossero stati solo tre! –perché sì, Wesley Montgomery, sa leggere il labiale!–
Ride, notando gli altri quattro amici distanziarsi da Jeff e far finta di non conoscerlo, visto che tutti i bambini presenti lo stanno additando ed i probabili genitori sono già pronti a chiamare la polizia!
- Eh sì,- pensa Wes - con i Warblers non ci si annoia mai! - e sospirando si allaccia la cintura e spegne il cellulare. Ma non prima di aver mandato un ultimo sms con su scritto “Giusto per ricordarvi: Martelletto è venuto con me.”, li vede ridere ed è certo di andare via con il cuore un po’ più leggero.

“Wow!” dice David mettendo le mani in tasca e capitanando la fila dei ragazzi verso l’uscita “Non avrei mai creduto che abbracciasse anche te, Kurt”.
“E perché?” domanda il cheerleader curioso; sa che Wes non lo considera ancora membro della Tana, ma è quasi certo di essergli perlomeno simpatico.
Nick tira uno scappellotto all’amico di colore e risponde al suo posto, per non menzionare la famosa litigata della settimana precedente “Beh, sai, non sei effettivamente un Warblers; lui è molto attaccato alle origini del suo Glee.”
Hummel alza un sopracciglio “Ma io non faccio parte del Glee Club.”
“Lo sappiamo!” risponde Jeff, con un sorriso a trentatré denti, saltellando e continuando a sventolare il suo fazzolettino bianco “Ma fai parte della scuola rivale delle provinciali; potrai ben capire la sua prudenza. Sai com’è, è fissato con gli intrighi internazionali!”
Il cheerio ridacchia: adora Jeff, lo trova esilarante e decisamente simpatico, e, nonostante la sua follia, lo trova quasi privo di difetti. Sì, magari un po’ pesante, visto che ogni giorno lo chiama per sapere quale caramella mangiare, ma lo trova adorabile. Ed è certo che tra lui e Nick ci sia qualcosa, nonostante Blaine continui a negare. Ma lui è Kurt Hummel, il ragazzo che ha fatto innamorare –e sposare– suo padre con Carole Hudson, quindi…
“No!”
Kurt si volta verso Blaine, che ha appena parlato “Eh?”
“Ho detto no.”
“Di cosa stai parlando?”
Gli occhi miele di Anderson lo scrutano e Kurt trattiene il respiro: ama quelle iridi.
“Non ci pensare nemmeno.”
“Ma a cosa?”
“Kurt, non sono stupido,” rimbrotta il nerd fermandolo e mettendo qualche passo di distanza tra gli altri amici “e non puoi intrometterti.”
Il cheerio solleva un sopracciglio “Seriamente, stai parlando come Ciubecca. Non capisco un'acca di quello che dici.”
Blaine sopprime una risata e poi scrolla le spalle “Per quanto adori il tuo riferimento starwarsiano, non casco nel tuo giochetto. Ho detto di no!”
“Ed io non capisco a cosa ti riferisci, Blaine!”
“Ai Niff. Non devi intrometterti in qualunque cosa ci si tra loro; che sia amicizia o amore, devi lasciarli fare da soli.”
Kurt mette il broncio e volge lo sguardo a terra, il pavimento dell’aeroporto ha un colore che lo deprime.
Blaine sospira “Non sono arrabbiato Kurt, ma, seriamente, non intrometterti. So che li vorresti aiutare, ma lascia che sistemino le cose tra loro.”
“Ma ci metteranno una vita” borbotta.
Anderson lo ferma un istante, prendendolo per un braccio “So che lo vuoi fare per il loro bene, ma credo sia meglio che se la sbrighino da soli. Jeff non ha ben chiaro cosa sia l’amore, ha un feedback negativo alle spalle, e Nick sta solo aspettando, pazientemente.”
Kurt lo guarda e poi sorride teneramente “Ma allora c’è qualcosa tra loro.”
Blaine risponde col medesimo sguardo “Probabilmente.” e trattiene una risata notando l’altro saltellare da un piede all’altro eccitato, “Kurt…”
“Uh?”
“Non dire o fare nulla!” e come risposta vede il ragazzo serrare le labbra e passare il pollice e l’indice uniti, come se fosse una cerniera; rotea gli occhi al cielo “Beh, meglio così” e detto questo raggiungono i tre Warblers con una rapida corsa.
 
Circa quattro ore dopo Blaine è seduto alla tavola Hummel-Hudson per il “famoso” pranzo con la famiglia al completo.
Il suo posto è di fianco a quello di Burt e di fronte a quello di Finn; non che non gli piaccia, ma si sente eccessivamente osservato e sa il perché.
“Allora” comincia il quarterback guardandolo perplesso “Blaine è qui.”
“Wow, dovrò cambiare il mio regalo di Natale; sai, ti avevo preso un paio di occhiali da vista” lo prende in giro bonariamente Kurt assaggiando il brodo di verdure di Carole.
“Ma io ci vedo!” ribatte l’altro “Non ho mai avuto problemi di vista.”
La famiglia al completo rotea gli occhi e Blaine vorrebbe ridere, ma sa che non è il caso; reprime la propria ilarità affondando il cucchiaio nella bocca.
“Finn, ti stavo prendendo in giro. Non ti ho comprato un paio di occhiali.”
“Oh.” lo guarda un istante “E allora cosa mi hai preso?”
“Cinque giorni e lo scoprirai!” ghigna Kurt gioendo della frustrazione del fratello.
Borbotta un “va bene” mentre mangia un po’ di zuppa, ma poi, dopo due cucchiaiate di silenzio, riprende “Sì, ma Blaine che ci fa qui?”
“L’ho invitato io” risponde con nonchalance il cheerleader continuando ad osservare la propria cena “C’è qualche problema?”
“Beh, no” risponde Finn scrutando Anderson –che preferirebbe essere ovunque fuor che in quella casa–“mi stavo solo chiedendo perché.”
“Mi ha aiutato con matematica” mente e nota, con la coda dell’occhio, Blaine fermare a mezz’aria il cucchiaio, si morde il labbro inferiore sapendo di averlo ferito e, dopo un sospiro, aggiunge “E poi è mio amico.”
Il giocatore di football passa lo sguardo da Blaine a Kurt un paio di volte, poi sorride “Oh, bene! Non si sa mai che ti convinca ad entrare nel Glee!” dice iniziando a mangiare con foga la minestra, inzuppandovi il pane e bevendo il succo d’arancia –cosa che Kurt non concepisce: non comprende come si possa bere succo di agrumi durante un pasto, al posto dell’acqua.
Il fratello acquisito gli lancia un’occhiataccia “Finn, te l’ho già detto, non voglio entrare nel Glee.”
“E perché?”
Silenzio.
Kurt si volta verso Blaine che lo sta guardando perplesso; se non fossero presenti ben tre testimoni lo avrebbe ucciso, tagliandogli la gola con il cucchiaio del dolce! Sospira a quel pensiero, rendendosi conto che i film di David lo stanno coinvolgendo troppo.
“Perché” risponde con una certa pacatezza “rovinerebbe la mia immagine. E ci ho messo anni a costruirla.” e, spera, che con questa frase, l’altro abbia compreso di non proseguire; ma a quanto pare, Blaine non è così sveglio come ha sempre dimostrato di essere in realtà.
“Ma Kurt, dai, è divertente!”
“Blaine…”
“No, sul serio! E poi tu sei bravissimo a cantare; hai una voce splendida!” continua con enfasi e nota le guance di Kurt colorarsi di porpora. Sorride: adora quando il volto color porcellana del suo ragazzo cambia colore in modo così appariscente. Quando capisce che non otterrà una nuova ribattuta gli dice “E se venissi solo per provare? O anche guardare e basta. Voglio dire, nessuno ti obbligherà a cantare se tu non vuoi. Giusto Finn?”
“Huoffo!” risponde il quarterback masticando una coscia di pollo arrosto.
Kurt li guarda, prima uno e poi l’altro; notando gli occhi speranzosi di Blaine non può fare a meno di sospirare e dire “Potrei anche provare una volta.”
“Grande! Che ne dici di subito dopo le vacanze?” dice Finn che ha finalmente ingoiato la carne.
Blaine fa schioccare le dita “Giusto! È un’idea fantastica! Non c’è niente di meglio che iniziare l’anno nuovo con un nuovo membro!”
Kurt fa cadere la forchetta, fermando quel fiume di parole “Ehi, fermi tutti. Io non ho mai detto né quandoche mi sarei iscritto al Glee.”
Finn Hudson e Blaine Anderson si guardano un istante e poi tornano ai loro piatti in un silenzio quasi tombale fino alla fine del pranzo, interrotto solo da qualche domanda di Carole o Burt e dalle posate che stridono nei piatti; il cheerio si rende conto che è colpa sua.
“Blaine” dice Burt “mi aiuti a prendere il dolce?”
Il ragazzo lo guarda perplesso e poi fa un cenno affermativo col capo, seguendolo con un po’ di timore in cucina.
“Prendi i piattini” il signor Hummel non specifica dove, sa già che il ragazzo conosce ormai ogni posto per ogni oggetto della cucina; Blaine fa quello che gli è stato chiesto, prendendo anche le forchettine e, quando si volta per poggiarle sull’isola vede l’uomo guardarlo con uno strano cipiglio.
“Che c’è signor Hummel?” domanda cauto, non sa cosa potrebbe dirgli.
L’uomo prende un respiro profondo e poi parla “Blaine, voglio essere sincero. Tutti questi sotterfugi non mi piacciono e non vi fanno bene.”
“Lo so” sussurra con un groppo in gola.
“Capisco che Kurt ha paura, ma se davvero tieni a lui, cerca di renderlo un po’ più…”
“Libero?”
“Avrei detto tranquillo.” risponde Burt con un sorriso “Ma forse anche libero va bene.”
Blaine arrossisce; ha pensato alla parola “libero” perché sa quanto Kurt possa sentirsi legato con quella divisa. Lo capisce, ma comprende anche che non sarà mai felice se continuerà a mentire a se stesso fino alla fine dell’anno. E Blaine vorrebbe davvero riuscire a camminargli accanto per i corridoi del McKinley senza timore.
Sospira sentendo Burt proseguire con un “Oh, e se per caso lo farai piangere, giuro che verrò a prenderti per le orecchie e ti seppellirò vivo nel giardino di casa.”
“Papà!” urla il figlio entrando in cucina facendo sussultare sia il suo ragazzo che il padre.
“Oh, Kurt, dimmi…”
“Cosa stavi dicendo a Blaine?!” domanda incrociando le braccia e guardandolo serio.
Il signor Hummel ingoia a vuoto, una gocciolina di sudore scende dalla sua fronte “Uhm… io… niente.”
“Bene. Sarà meglio, perché se no ti assicuro che ti farò andare avanti a carote e acqua per un mese!” minaccia serio notando Blaine trattenere una risata.
Burt prende la torta dal forno, spento, e poi biascica “Stavamo solo parlando” e senza ascoltare la risposta del figlio, torna in sala.
Kurt sospira e Blaine gli si avvicina con un sorriso “Sei venuto in mio soccorso.”
“Certo. Conosco mio padre; so quanto può diventare protettivo.”
“Beh” dice l’altro avvicinandosi e lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra “è stato un gesto adorabile.”, recupera piattini e forchettine e segue il signor Hummel; il cheerio rimane fermo sul posto alcuni istanti, poi si passa due dita sulle labbra e con un sorriso sereno raggiunge la famiglia.


 

***
 

È la sera di Natale e Blaine è sdraiato sul letto ad osservare il soffitto mentre continua a pensare alla vigilia con Kurt. È arrivato nel primo pomeriggio, con addosso un paio di skinny jeans che gli hanno mozzato il fiato ed un cardigan bianco con dei disegni decisamente natalizi –renne e stelle di natale– neri.
Il primo pensiero di Blaine, dopo avergli preso il cappotto ed averlo fatto accomodare, sarebbe stato quello di baciarlo con foga e spogliarlo per arrivare ad un “dopo”, ma essendo lui così eticamente puro, ha evitato, salutandolo con un abbraccio ed un bacio a stampo sulle labbra. Kurt ha sorriso e ricambiato la stretta mostrandogli poi il dvd infilato nella sua tracolla: Moulin Rouge. Insieme ad una scatola con i biscotti con gocce di cioccolato che lui adora.
Preso in contropiede, Blaine, non ha potuto che ringraziarlo ed accontentare le sue richieste.
Si sono seduti sul divano e, tra un popcorn e l’altro, hanno guardato il film cantando le canzoni e consumando fazzoletti come se fossero stati ad un vero funerale.
Hanno parlato del più e del meno ed il padrone di casa ha cercato ancora una volta di convincere il fidanzato ad unirsi al Glee, ricevendo un’altra risposta negativa.
Poi è arrivata la domanda, quella che Blaine sperava rimanesse nascosta in un angolo del cervello di Kurt, “Ma i tuoi non ci sono nemmeno oggi?”; e si è trovato in difficoltà.
Avrebbe voluto dirgli la verità, ma odia la compassione.
“Oh, è l’ultimo giorno di lavoro prima delle ferie invernali; da domani saranno qui.”
“Bene!” gli ha detto Kurt con eccitazione “Il Natale si passa in famiglia.”
E lui gli ha risposto con un sorriso amaro, mascherandolo meglio che ha potuto; la verità dovrà rimanere nascosta ancora per molto, sei mesi ancora, poi se ne andrà da Lima: il MIT lo sta aspettando con trepidazione.
Si morde un labbro tornando al presente. Il MIT, MassachusettsInstitute of Technology, dista ben 324,8 chilometri da New York…
- Come posso abbandonare Kurt da solo a New York? Sempre che stiamo ancora insieme si intende… - pensa sospirando e cercando di trovare una soluzione – So per certo che lui non abbandonerà i suoi sogni per me; ed io nemmeno. Una relazione a distanza? Funzionerà? -
Quando il giorno precedente ne hanno parlato, si è reso conto che il cheerleader non vorrebbe fare altro che andarsene da quel paese bigotto che è l’Ohio e trovare una vita nuova e fortunata nella Grande Mela; ma lui, Blaine Anderson, non è più sicuro di niente.
Quello che prova per Kurt è qualcosa che va oltre all’immaginabile: il suo amore, la sua compagnia, la sua voce, i suoi gesti teneri e dolci, i suoi consigli sulla moda, le sue battute, il suo cercar di capire il nerdese che infesta le serate alla Tana ed i suoi outfit stravaganti, lo fanno innamorare ogni giorno di più, rendendolo più sicuro e al tempo stesso più debole.
Ha dei sogni, Blaine, ed ha paura di perderli senza rendersene davvero conto, intossicato da un amore che ha il timore non reggerà fino alla fine dell’anno scolastico.
Si rigira sul letto e volta la schiena alla porta, il cellulare accanto è illuminato, sorride sapendo che sarà un messaggio dei Warblers, o di Kurt magari.
Ma aggrotta le sopracciglia vedendo la foto di un uccellino un po’ sbilenco e ridacchia: è Wes che, oltre agli auguri, gli fa sapere che Roma è fantastica e che Alison gli ha regalato una scultura di un usignolo fatta da lei.
Gli manca Wesley; nonostante la maledetta discussione, e dopo soli cinque giorni d’assenza, gli mancano da morire i suoi consigli sagaci –e ovviamente anche Martelletto– perché sa, che in quel momento, ha bisogno di lui. Sospira sentendosi di nuovo solo. I suoi amici Warblers –David, Nick e Jeff– sono dalle rispettive famiglie e non vuole certo disturbarli, e la famiglia Hummel-Hudson è a Columbus fino a capodanno per passare le feste con i nonni.
Nonostante sia il terzo anno consecutivo che passa le feste da solo, si rende conto che l’isolamento lo sta annientando. Non è più abituato al silenzio: vuole le chiacchiere concitate, le caramelle lanciate, i baci rubati e gli abbracci desiderati… Ma decide di non dare troppo peso a queste necessità.
Rilegge il messaggio di Buon Natale di Kurt, prima di dirigersi nella sala buia e giocare con il nuovo FIFA13 regalatogli da David, ascoltando l’ultimo cd di Mika donato da Jeff e mangiando i popcorn regalati da Nick –cioè, Duval gli ha regalato un chilo di semi di mais e la macchina per i popcorn della Disney– perché sì, è contento anche se non può stare con Kurt a Natale.
Sospira pieno di delusione e butta sul cuscino il joystick, non è in vena di giocare; recupera il telefono, abbassa la radio e compone il suo numero.
Blaine?” , risponde dopo tre squilli.
“Kurt! Ciao! Buon Natale!” dice eccitato l’ex Warblers.
Blaine, di nuovo Buon Natale anche a te. Ma ci siamo sentiti un’ora fa.”, ridacchia l’altro.
“Lo so, ma… mi manchi.” Sussurra quasi preoccupato che gli venga sbattuto il telefono in faccia.
Per alcuni secondi regna il silenzio, poi un piccolo sospiro si fa largo nelle sue orecchie, “Oh Blaine, non sai che darei per essere lì.”
“Ti stai annoiando?”
Non puoi nemmeno immaginarlo!”, risponde con un borbottio, “Nonna Mary ha fatto le frittelle di mele.”
“Beh, sono buone.”
Sì, ma non se le impani nella farina di granturco! Copre completamente il sapore della mela! E poi stiamo giocando da un’ora a bingo. A bingo capisci?! Il gioco più inutile del mondo…”, continua con un tono disperato.
Blaine ridacchia “Dai, non è poi così male.”
Dall’altra parte del telefono arriva uno “Sgrunt” e poi, come ripresosi dalla rabbia chiede: “Tu che hai fatto? Hai giocato a monopoli con i tuoi?”
Un brivido percorre la schiena del nerd, che vorrebbe chiudere la chiamata, raggiungerlo e piangere sulle sue spalle, ma risponde con il tono più annoiato del suo repertorio d’attore “Nah, mamma preferisce le carte, mentre mio padre ha guardato una partita registrata” - Beh - pensa - non è poi tutta questa bugia. -
Uhm…”, il tono di Kurt è pensieroso, “sarebbe stato meglio andare alla Tanae trascorrere il Natale solo noi due.”
- Non sai quanto mi sarebbe piaciuto! - pensa Anderson con rammarico, ma dice solo: “Sarebbe stata un’ottima idea!”
Oh, Carole chiama! Ci vediamo quando torno Blaine.”, e dopo aver sentito i saluti del suo fidanzato chiude la comunicazione.
Blaine osserva il cellulare, una strana sensazione di ansia e solitudine riempie il suo cuore, e la paura inizia a penetrargli nelle ossa.


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Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo
Buon martedì mercoledì a tutti.

Perdonate questo cambio di giorno, ma sto facendo davvero tante cose tutte assieme e ciò mi crea non pochi problemi di tempo...
Allora, come potete vedere, in questo capitolo, abbiamo qualche piccolo segreto che sta venendo alla luce.
E la partecipazione straodinaria di Finn Hudson che non rompe l'anima come al suo solito XD
Poi, ecco la cena a casa Hummel-Hudson, niente di che, visto che lo scoglio Burt Hummel Blaine lo aveva superato tempo addietro lol
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo ^^
Un saluto a quelle ragazze che oggi avevano (o avranno domani?) verifiche/esami! In bocca al lupo!
Un ringrazziamento speciale a Milly, perchè sei sempre presente anche quando io "mi nascondo", e ad Angel perchè ancora 12 giorni! XD
Grazie a tutti quelli che leggono, leggono per sbaglio, che commentano che hanno inserito questa storia tra seguite/ricordate/preferite!
Grazie a tutti, davvero! A martedì prossimo :3
Charty 

 




Note Specifiche:
  1. Il pick-up di David è questo: http://newcarspec.com/2011/05/11/2011-dodge-dakota-new-edition-for-years/ e sì, lo ha rosso XD
  2. Il volo AE036 è inventato, sono andata su un sito di controllo voli e mi piaceva il numero (insomma, è il 36! lol)
  3. Ciubecca è il personaggio pelosissimo di Star Wars (fotina:http://quattrovecchiinamerica.wordpress.com/2010/09/22/la-forza-e-potente-nei-giovani-jedi/star-wars/)
  4. Il cardigan bianco con renne e stelle di natale in nero lo potete ammirare nella 3x09.
  5. 324,8 sono i chilometri che dividono Boston (Massachusset) da New York.
  6. FIFA13. Sì, non avrei messo proprio questo videogame tra i regali di Blaine (infatti ha smesso di giocarci dopo due minuti XD), ma mi ha obbligato il mio moroso. Fissato!
  7. La macchina per i popcorn della Disney! Non è un’idea geniale?!
  8. I nonni di Kurt… esistono? Non li ha mai avuti? Sono vivi o morti? Mah. Comunque a me servivano XD
     

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Fandom: Glee
Autore: Chartraux
Beta: onda1965
Titolo: What Not to Wear
Capitoli: 15/18
Parole: 3.754 (per questo capitolo)
Note Specifiche : a piano terra.

 




What Not to Wear
Capitolo 15

 

Quella mattina Kurt è perplesso.
Aveva appuntamento con Blaine nell’aula di scienze per l’ora di pranzo, ma lui non si è presentato; eppure la sera precedente ha risposto positivamente al suo sms di buona notte. La sua assenza è strana soprattutto perché Hummel quel pomeriggio avrebbe dovuto partecipare, anche se solo come spettatore, al Glee Club -convinto dopo ben diciassette giorni di preghiere costanti e alternate da parte del fratello e del fidanzato-.
Ha ripercorso con la mente i quindici giorni trascorsi con lui dopo il capodanno, e gli sono sembrati tranquilli: non ricorda episodi che avrebbero potuto rovinargli l’umore ed indurlo a trascorrere una giornata in solitaria.
All’inizio ha pensato che Anderson sia stato meschino e poco gentile a non avvisarlo, non potendo rispettare l'appuntamento, ma quando si è reso conto che ha continuato a non rispondere al telefono –si attiva sempre la segreteria– ed agli sms, Kurt ha iniziato seriamente a preoccuparsi.
Pur conoscendo Blaine solo da un paio di mesi, è sicuro che non sarebbe sparito senza dire nulla; decide quindi di chiedere informazioni ai professori con cui avrebbe dovuto avere lezione quella mattina –perché, anche se Kurt non lo ammetterebbe mai, ormai conosce a memoria gli orari scolastici del suo ragazzo– che gli hanno riferito che è stato assente tutta la mattina. Ha chiesto anche a Finn, con cui Anderson frequenta spagnolo, ma ha ricevuto un esito negativo anche da lui.
Quando ha domandato a Brittany, per la quale Anderson fa il tutor per il recupero di materie insufficienti –più o meno tutte–, lei gli ha risposto “Sarà stato rapito dagli alieni.” poi lo ha guardato inclinando il capo da un lato “Aspetta, ma di chi stai parlando? C’è davvero un ragazzo che si chiama Blaine che non ho baciato?”
Kurt ha sospirato e si è allontanato senza degnarla di una risposta.
Ha mandato un messaggio anche a Jeff, che gli ha risposto di non sentire Blaine da tre giorni, confermato anche da David e Nick –Wes è ancora a Roma; tornerà la settimana successiva–.
Si morde il labbro inferiore, tutto questo silenzio non gli piace; ha iniziato a conoscere Blaine e sa che, quando promette di fare una cosa, la fa sicuramente! Si guarda attorno, i corridoi sono quasi deserti, gli studenti sono andati alle lezioni supplementari o ai vari club scolastici, e allora gli viene un’idea. Ok, forse un po’ azzardata, ma almeno, dovendo scassinare una serratura, non si rovinerà la manicure del giorno precedente: chiedere aiuto all’unica persona a cui affiderebbe la propria vita alla fine di un esercizio di cheerleading in un basket toss: Noah Puckerman detto Puck.
Gioca nella squadra di football della scuola, in un ruolo ancora non ben definito, ex bullo ed ex omofobo –ora vorrebbe solo vedere Kurt duettare con l’uomo della sua vita– che lo buttava nei cassonetti dell’immondizia dietro la scuola, padre di Beth, maniaco delle creste e fan dei Van Halen.
“Fammi capire bene” dice il Titans con scetticismo “devo forzare una serratura?”
“No; se non sarà strettamente necessario.”
“No, a me va bene. Sono solo un po’ fuori allenamento” ridacchia “La casa di chi è? Una nonnina che ha rubato il tuo cestino di biscotti?”
Hummel alza un sopracciglio “Non mangio biscotti, a meno che non sia io stesso a cucinarli. Ma comunque, parlo della casa di Blaine.”
“Anderson?” domanda sorpreso.
“Sì.”
“Che ha combinato?”
Il cheerleader alza le spalle “Non lo so…”
“E allora perché vuoi sfondargli la porta?”
“Io non voglio che tu sfondi una porta; voglio solo entrare in casa sua.”
Puck lo guarda senza comprendere “E che cambia?”
Kurt non gli risponde, gli dice solo che, se lo seguirà e farà quello che gli chiederà, gli regalerà due buoni per cenare al Breadstix; ovviamente Noah accetta.
Prendono la Navigator del cheerio e, dopo dieci minuti, parcheggiano l’auto di fronte alla palazzina; Kurt sospira, notando la Chevrolet color mattone stinto parcheggiata tre posti più in là.
Entrano nello stabile, prendono l’ascensore fino al quarto piano e si dirigono all’appartamento 4b in fondo al corridoio; la targhetta sul campanello cita il cognome “Anderson”.
Kurt bussa un paio di volte, ma non ottiene risposta, allora Puck decide di prendere la limetta per le unghie di Quinn –ottenuta in prestito apposta per l’occasione– e comincia a trafficare con la serratura “Senti un po’, Kurt.”
“Uhm?”
“Perché tanta curiosità?”
“Blaine è un ragazzo decisamente puntuale e serio; avevamo un appuntamento e non mi ha avvisato per disdire.”
Puck si ferma e volta lo sguardo verso di lui “Un appuntamento?”
Come resosi conto della parola utilizzata, Kurt sussulta e spalanca gli occhi rivolti al giocatore di football “Oh… io… noi non… sai, studiare…”
“Calmati porcellana.
“Ehi! Non osare anche tu; mi basta già la Sylvester che mi tormenta con quel nomignolo!” abbaia l’altro incrociando le braccia al petto.
“Non mi interessa con chi esci. Lo sai!”
“Certo, come non mi chiamavi checca e non mi buttavi nei cassonetti.”
“Hummel…” sospira Puckerman “non vado certo fiero di quel momento della mia vita, ma se ricordi bene, dal secondo anno ho smesso di essere così con te e con tutti gli altri del Glee.”
Il cheerio non risponde, distoglie solo lo sguardo.
“E non me ne fregherebbe nulla se anche Il Nano da Giardino fosse gay. E stesse con te. Posso essere solo felice per entrambi!” ribatte tornando poi al proprio lavoro.
Kurt lo guarda con la coda dell’occhio, sa che dice la verità, si ricorda di come lo abbia aiutato con Karofsky il secondo anno e come abbia sempre evitato di rovinargli totalmente gli outfit quando lo buttava nel pattume… ma non è ancora sicuro di potergli rivelare la propria storia con Blaine.
Pur essendo certo che non lo spiattellerebbe in giro, come invece farebbe Rachel, lo stesso non si sente pronto.
“Oh, e per la cronaca” riprende Puck facendo scattare finalmente la serratura “Finn ha nasato qualcosa.”
“Eh?”
“Kurt, andiamo! Scemo sì, ma fino ad un certo punto; gli pare strano che Anderson sia sempre a casa vostra senza motivo.”
“Studiamo!”
“See… certo.”
“No, davvero!”
“Kurt!” il tono è perentorio “Non siamo migliori amici, ma davvero, non potrei mai tradire la tua fiducia, quindi: dimmi la verità.” si passa una mano sui capelli –o quello che ne rimane dopo la rasatura– “Giuro sulla mia cresta che non rivelerò nulla; nemmeno al mio migliore amico!”
“Che, tra parentesi, è mio fratello…”
“Esatto.”
Kurt lo guarda negli occhi e poi sospira “Ok,” inizia in un sussurro “io e Blaine stiamo insieme.”
Noah ridacchia “E ci voleva tanto?” fischiettando rimette la limetta nella tasca del chiodo ed entrano nell’appartamento: è buio e si sente uno strano odore di chiuso; si volta a guardare Kurt “Che ne dici di Klaine?”
Lo sguardo perplesso del compagno di scuola lo fa proseguire “Sai, c’era Puckerberry, Finchel, Furt, Artittany… è per rimanere nell’idea dei soprannomi.”
“No.”
“Ma è carino!” ribatte aggrottando le sopracciglia.
“Ho detto no!”
“Hummel…”
“Puckerman…!”
Un colpo di tosse li fa zittire, si girano verso la zona da cui proviene il rumore e si dirigono verso il divano. Qui notano un ammasso di trapunte arrotolate ed un paio di cuscini; sul tavolino adiacente, un paio di tazze vuote, una confezione di pastiglie e una scatola di fazzoletti.
I due atleti si scambiano un’occhiata dubbiosa, poi un altro colpo di tosse fa smuovere un poco le coperte e Kurt le solleva piano –come se temesse di trovarci i resti di un outfit McQueen martoriato– e nota spuntare un groviglio di riccioli scuri.
I due atleti si guardano negli occhi: Puck allegro, certo che se dovesse prendersi un'influenza nessuno avrebbe da ridire se rimanesse a casa, Kurt preoccupato della salute del suo ragazzo-non-più-nascosto-a-tutti.
Si china e dolcemente gli scosta un paio di ciocche ribelli. “Blaine” dice in un sussurro “Blaine, sono Kurt.”; il mugugno di dolore e fastidio lo colpisce come un pugno in pieno petto: poggia le ginocchia sul pavimento incurante che la divisa si possa sporcare, e avvicina la fronte a quella dell’altro. Scotta.
“Blaine” il tono è pieno di preoccupazione “Dio, ha la febbre altissima!” informa Puck afferrando una mano del malato e passando contemporaneamente il cellulare al compagno di avventura. “Chiama la guardia medica e falla venire qui.” ordina quindi perentorio a quest'ultimo.
Il Titans fa un cenno affermativo e poi si sposta nel corridoio per telefonare, Kurt invece si dirige in cucina a prendere la bacinella sotto al lavello, la riempie di acqua fredda, corre in bagno, dove si procura un asciugamano azzurro, e porta il tutto al capezzale di Blaine.
Con calma e delicatezza lo obbliga a voltarsi sulla schiena, nonostante il lamento infastidito e dolente dell’ex Warbler, ancora più preoccupante di quello precedente.
Noah lo informa che il medico arriverà entro un’ora e che ha raccomandato nel frattempo di tenere il paziente al caldo.
“Bene. Puck, puoi andare in camera di Blaine e prendergli un pigiama pulito e della biancheria intima? Cerca nei cassetti, sono sicuro che troverai tutto lì. È troppo sudato: non gli fa bene…”
“Ok. E tu?”
“Io continuo a rinfrescarlo… e poi cerco un paio di coperte. Se tanto mi dà tanto, ha la febbre alta da almeno due giorni” gli dice prima di lasciarlo andare nella zona notte dell'appartamento.
“E da cosa lo deduci Sherlock?”
Kurt non ha voglia di scherzare, gli lancia un’occhiataccia che fa arrossire Puckerman, “Dal fatto che ha preso ben sei pastiglie di paracetamolo e che ha consumato almeno quattro pacchetti di fazzoletti. Che tra l’altro è strano visto che mi pare che si tratti di un'infezione alla gola più che di un raffreddore…”
“Oh.”
Dopo un paio di minuti Puck torna con un pigiama grigio fumo con disegnati dei papillon; Kurt lo guarda allibito “C’era solo quello?”
Il giocatore di football fa spallucce e glielo porge insieme al resto.
“Senti Puck, tienigli il fazzoletto sulla fronte mentre io vado a recuperare la biancheria pulita per il letto.”
Si danno il cambio e Kurt si intrufola nella camera del nerd, fa attenzione a non calpestare niente di quello che c’è per terra –memore di una discussione avvenuta una decina di giorni prima, a causa della sua impronta che aveva rovinato “la mia composizione!”–, apre l’armadio e con poca grazia cerca tra i ripiani; non trova nulla di utile. Guardandosi attorno decide di entrare nell’altra stanza, quella dei genitori… Lo sa che non dovrebbe, ma non gli importa di subire una sgridata colossale, gli interessa solo che Blaine si riprenda.
Con dita insicure afferra la maniglia e la abbassa, entrando così nella camera. Accende la luce e, dopo aver abituato gli occhi, un’espressione di incomprensione si fa largo sul suo viso.
In quella stanza c’è un solo letto, e singolo per giunta, un armadio, un attaccapanni e qualche scatolone qua e là; non può assolutamente essere utilizzata da una coppia.
Si pone al centro della camera e si guarda attorno, uno strano presentimento si fa largo nella sua mente. E non è sicuro di voler rivelare a Blaine quello che ha appena capito.
“Blaine…” sussurra così piano da far fatica a sentire lui stesso quel nome; scuote la testa e si dirige verso l’armadio, apre le ante e vi trova qualche abito maschile, molto giovanile, ma non certamente del suo ragazzo; i pantaloni sono molto più lunghi di quelli che utilizza lui di solito e decisamente troppo alla moda. Non c’è altro. Apre il cassetto sul fondo e trova dei panni, li porta al viso per annusarli, non hanno odore di naftalina né di chiuso: decide di prenderli.
Uscendo dalla camera si richiude la porta alle spalle e raggiunge i due ragazzi in sala; le sue sopracciglia saettano verso l’alto quando vede Puck abbarbicato al petto nudo di Blaine “Che diavolo stai facendo Packerman?!”
L’altro digrigna i denti “Nulla di che” ributta il corpo quasi privo di sensi sul divano e recupera una canotta pulita, appoggiata col pigiama lì vicino, per poi infilargliela senza troppe difficoltà “Ho pensato che tu, cucciolo di pinguino spelacchiato,” e qui si sorbisce passivamente un’occhiataccia da Oscar “ti saresti imbarazzato a morte a cambiarlo.”
“Ehi, guarda che non avrei avuto problemi; in fondo è solo una maglia.”
“Oh, certo” un ghigno si forma sulle labbra di Puck che inizia a sventolare altri indumenti “Ce l’avresti fatta anche cambiargli i pantaloni?”
Kurt avvampa e si immobilizza “…i …pantaloni… ?”
“Essì mio caro, che pensavi, che portasse la camicia da notte della nonna?” Il cheerio lo guarda come in una sorta di trance e Puck prosegue “Insomma, sai, senza pantaloni, senza mutande… nudo se preferisci. Oh, Anderson ha un bel corpo, confermo. Non sono gay, ma gli addominali li noto anch'io.”
Hummel si perde un istante nei propri sogni –non proprio casti– ma con una scrollata di spalle ritorna in sé “Ok, infilagli la maglia. Non peggioriamo la situazione facendogli prendere freddo.”
Un paio di insulti e decine di incredibili descrizioni dei muscoli di Anderson dopo, il medico bussa alla porta, e Kurt va ad accoglierlo sperando che non sia niente di grave.
 

Sente le palpebre pesanti e la testa fargli male, un mugugno debole di dolore esce dalle labbra di Blaine; intontito si guarda attorno: il soffitto gli pare famigliare, come il sottofondo leggero della radio.
Sbatte piano le palpebre un paio di volte e nota di essere nella propria stanza, sotto le coperte… forse è per quello che ha un po’ caldo.
Dopo un sonoro sbadiglio si alza e si dirige verso la cucina; ha la gola riarsa e non è certo di poter spiccicare nemmeno una parola. La voce che sente provenire dalla radio è melodiosa e gli dona un po’ di conforto.
Appena è sulla soglia della cucina si blocca, impalato di fronte a quella che è la scena più bella a cui abbia mai assistito: Kurt Hummel indossa un suo paio di pantaloni della tuta –un po’ corti alle caviglie– ed una maglia a maniche lunghe dei The Avengers; sta asciugando alcuni bicchieri voltato di tre quarti. Sta cantando. Non è la radio quella che produce quei suoni melodiosi, ma sono le corde vocali di Kurt.
“Sei bellissimo” gli dice Anderson in un sussurro estasiato mentre gli si avvicina piano; il cheerleader sussulta, spaventato da quella presenza non intuita e poi gli sorride “Blaine.”
“La tua voce è bellissima, Kurt” e con le braccia gli cinge la vita, infilando il proprio viso tra la clavicola ed il collo del fidanzato e lasciandogli piccoli baci sulla pelle che lo fanno tremare.
Kurt si riprende subito ricordando chi davvero gli stia di fronte “Blaine Everett Anderson! Che diamine ci fai in piedi?!” chiede sconvolto, allontanandolo da sé e lanciandogli un’occhiataccia disapprovante “Devi stare a letto. Letto! Sei ammalato!” e lo spinge con poca grazia verso la camera, facendolo ridacchiare.
Dopo averlo obbligato a sdraiarsi e coprirsi per bene, Kurt sospira e lo guarda, poi un sorriso dolce gli nasce sulle labbra “Ehi Blaine, come stai?”
“Credo meglio. Mi fanno male le ossa, ma non mi pare di avere più la… come sei entrato?” gli chiede improvvisamente aggrottando le simpatiche sopracciglia triangolari.
“Oh, ehm, con Puck.”
“C’è anche Puck?”
“No, c’era. È tornato a casa lunedì.”
Blaine sbatte le palpebre due volte consecutivamente, si mette a sedere “Cosa… che giorno è?”
Kurt si umetta le labbra “Mercoledì. Sera.”
“Oddio.” si mette le mani tra i capelli sconvolti “Dimmi almeno che parliamo della stessa settimana e non del lunedì del mese scorso.”
Kurt ride divertito, facendo sospirare l’altro “Sì Blaine, parliamo di due giorni fa”
“Oh, meno male. Ma la domanda è: come sei entrato?”
“Te l’ho detto, con Puck.”
“In che modo Kurt.”
“Oh.”
“Già, ‘Oh’.”
Hummel abbassa gli occhi e inizia a giocare con le proprie dita, di solito non lo fa, non vuole rovinarsi la manicure, ma è talmente imbarazzato da non pensarci “Ehm” inizia titubante “potremmo essere arrestati per effrazione… se si venisse a sapere, ovvio.”
Un silenzio pesante inonda la stanza, poi una risata un po’ roca si fa strada nelle sue orecchie: Blaine ride di quella che non voleva essere propriamente una battuta, ma che per ovvi motivi non può non essere considerata tale “Oh, Kurt, sei fantastico!” dice Anderson tossendo un paio di volte “E com’è che sei qui?”
Gli occhi azzurri di Kurt si incatenano in quelli di Blaine e l’unica frase che riesce davvero a dire è “Non ti lascio solo.”
E Blaine capisce.
Capisce che ogni piccola bugia, ogni discorso evitato, ogni momento di rabbia o tristezza affondato nel suo cuore, ogni lacrima, ogni spiegazione mancata, sono miseramente venuti in superficie: non può più mentirgli.
Sospira affranto e decide di guardare le proprie mani strette sulla coperta pesante, le dita affusolate di Kurt coprono le sue.
“Io vivo qui, da solo, da due anni.” dice in un sussurro tremolante “In realtà è casa di mio fratello, ma lui lavora a Los Angeles e quindi viene qui solo qualche volta...” afferra la mano di Kurt e la stringe “Sai, i miei non hanno accettato la mia omosessualità, come invece ha fatto tuo padre con te; alla fine del secondo anno, mi hanno detto che se volevo continuare a frequentare la Dalton Academy, avrei dovuto assoggettarmi alle visite di uno di quei maledetti ciarlatani che dicono di curare l’omosessualità!”
Kurt sussulta un poco, incredulo; salda la stretta e continua a stare in silenzio.
“Così ho chiamato Coop per il permesso, ho fatto le valigie e sono venuto qui. Le bollette le paga mio fratello, il cibo, l’auto, i vestiti e tutto il resto, li pago io con i soldi che guadagno con le lezioni private, gli spettacoli dei luna park estivi, e che ricevo dai nonni un paio di volte all’anno…” si morde il labbro inferiore e volge a Kurt un sorriso triste “Sono patetico, eh?!”
“No Blaine, non lo sei affatto.”
Lui fa spallucce, per nulla convinto.
“Blaine, sei un ragazzo fantastico e penso che tu sappia davvero ciò che vuoi e che sei. Non devi tener conto di quelle parole che feriscono e che vogliono cambiarti in ogni modo, anche se tu non sei d’accordo. La vita è tua, Blaine: puoi viverla come preferisci.”
Si morde entrambe le labbra, Blaine, perché sa di non poter resistere;  le sente tremare e un piccolo singhiozzo sfugge alla sua bocca “Sai” sospira “è difficile. Ho tentato di tutto pur di far capire ai miei che non sono malato. Ho provato qualunque cosa per fargli comprendere che sono la stessa persona che hanno amato fino al giorno prima del mio coming out… ma non è servito. Sono sbagliato e non riuscirò mai a compiacerli, come invece ho sempre desiderato fare! Io voglio solo andarmene, mettere più chilometri possibili tra questo posto e me; allontanarmi da questa città… bigotta e maledettamente cattiva! Ma so che non ce la farò, Kurt.” il ragazzo lo abbraccia d'istinto, stringendolo forte, ma dolcemente.
“Sì che ce la farai.”
“No!” Blaine singhiozza e piange, sulla sua spalla, “No, perché sono stanco di affrontare tutte le mie battaglie da solo.” le lacrime gli escono dagli occhi color del miele, mette le braccia al collo del proprio ragazzo e stringe “Sono stanco di essere solo…”
Ed il cuore di Kurt ha un sussulto.
In un attimo, udendo quei singhiozzi e quella quasi muta richiesta d’aiuto, si sente stupido.
Sciocco.
Ingenuo.
Semplice.
Inutile.
Inadeguato.
La paura si fa strada nel suo cuore e la preoccupazione nel suo intero corpo; stringe Blaine e affonda il viso tra i suoi capelli ricci e corvini, gli bacia una tempia, il naso e si sofferma a lungo sui suoi occhi, e quando lo sente sospirare, capisce che il suo mondo dovrà cambiare.
Per lui, per Blaine Everett Anderson.
 
Quando finalmente Blaine si calma, Kurt decide di preparargli qualcosa da mangiare.
Gli regala un sorriso, gli dà un bacio veloce sulle labbra e gli sistema le coperte “Dieci minuti e torno col brodo di pollo.”
“Uhm” borbotta l’altro storcendo il naso “Ma io ho voglia di pasta al sugo di pomodoro!”
“Oh, no. Non se ne parla! Il dottore ha detto che devi mangiare in bianco per almeno cinque giorni!”
Blaine lo guarda “Adesso me lo dici come sei entrato?”
Kurt sospira allargando le braccia “E va bene! Puck ha forzato la serratura. Con una limetta da unghie di Quinn.”
“Wow! È molto fico!”
Hummel rotea gli occhi al soffitto “See… Ho avuto paura che il tuo vicino chiamasse la polizia.”
“Vi ha visti?”
“No, ma che ne so che tu non abbia come dirimpettaio uno psicopatico con un occhio perennemente attaccato allo spioncino della porta?”
Blaine ridacchia “Già, chi lo sa.” si gratta la testa poi torna a fissare il cheerio “Kurt, ma se Puck è andato via lunedì dopo che è venuto il dottore, tu hai preso il mio mazzo di chiavi e sei tornato tutti i giorni?”
Silenzio. Per un interminabile minuto il silenzio riempie la stanza. Poi Blaine nota le guance di Kurt tingersi di rosa e reprime un sorriso; adora quando quel bianco porcellana si sporca di un tenue rossore.
“Ehm… in realtà” biascica il cheerleader “sono sempre rimasto qui.”
Anderson sbatte per più volte di fila le palpebre “Come?”
“Sì. Voglio dire, non avrei mai potuto lasciarti solo. Avevi la febbre molto alta e il dottore ti ha fatto un'iniezione di antibiotico, raccomandandomi di controllarti. Ed io l’ho fatto!” sospira “Sono andato a casa ed ho parlato con mio padre, ho fatto la spesa e sono tornato qui di corsa e, prima che tu me lo chieda, sì ho usato le tue chiavi; mi sono finto malato e non sono andato a scuola. Comunque nessuno ha avuto da ridire.” Distoglie lo sguardo imbarazzato dal viso di Blaine, certo di non riuscire a sopportarlo “Mi dispiace, ho usato una tua tuta e qualche tua maglia… ho dimenticato di prendere una borsa con i miei vestiti.”
“Ma il tuo beauty-case lo hai ricordato, mi pare”
Kurt alza lo sguardo su di lui e lo vede sorridere affettuosamente; inspira forte riuscendo finalmente a rilassarsi “Beh, sai, non posso non fare il mio rituale di idratazione ogni giorno!”
“Oh Kurt, sei adorabile!” sorride l’ammalato prendendogli una mano e baciandogliela “Grazie, per non avermi abbandonato.”
Kurt gli accarezza i capelli –Dio, quanto gli mancavano!– e un sorriso tenero spunta sul suo viso “Non potrei mai farlo. Sono qui Blaine e non ti lascerò.” detto questo gli fa lasciare la presa gentilmente e poi, dopo un ultimo bacio sulla fronte, si dilegua in cucina.
Il cuore di Blaine è stranamente più leggero.



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Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo
Buon Salve.
...no, ok, mettete via quei pomodori marci *apre l'ombrello*
Questo capitolo è stato una tragedia greca! Non so il perchè mi sia venuta fuori questa "cosa", ma, eccola qui e non credo potrei cambiarla.Però, ecco qui spiegate un pò di cose sulla vita di Blaine Anderson.
E sì, c'è un pò di angst. Non avrei potuto far fare ai nostri Klaine una sana chiacchierata sul passato di Blaine perchè questo B. ha un carattere un pò diverso da quello della serie tv e quindi non sarebbe riuscito a rivelarglielo senza l'aiuto divino del Karma (ma che avrà mai fatto di male questo piccolo cucciolo dagli occhioni lucidi?). Lo so, forse nemmeno voi ve lo aspettavate così.
Però ho rimediato con un sacco di Fluff e con la consapevolezza di Kurt di voler cambiare.
Si insinuato anche Puck ad un certo punto e spero che non sia risultato OOC... XD

Notizia di rilievo (se a qualcuno importa): Per due settimane non troverete nessun nuovo capitolo, perchè martedì prossimo mi incontrerò con Angel e discuteremo sul perchè Darren è così figo e cercheremo motivazioni plausibili a non confrontare i nostri morosi con la "perfezione" che è Criss (XD lol), quello successivo sarò oberata dalla preparazione della tesi e probabilmente sarò così demolita che avrò bisogno di decenni di giorni di ferie XD lol
Ma non preoccupatevi, il 18 Marzo ritrovere il solito agiornamento del martedì ^^ Perdonate il disguido!
Ora, visto che non mi scuserò mai abbastanza per non aver ancora risposto ai vostri commenti (ma lo farò certamente in questi giorni!), quantomeno vi voglio ringraziare tutti quanti per il bellissimo sostegno che mi date (probabilmente inconsapevolmente). Grazie a tutti quelli che leggono, che leggono e commentano, che leggono per errore; grazie a quelli che hanno messo questa storia tra i seguiti/ricordati/preferiti e coloro che hanno inserito me negli autori preferiti.
Vi adoro! *abbraccio di gruppo*
Ok, per ora vi saluto!
Ci rivediamo il 18/3!
See You Next!
Charty ^^


 




Note Specifiche:
 

  1. Basket toss è quando tre o più base lanciano in aria una flyer unendo le braccia in modo da creare un “cestino“ (basket) per il recupero.
  2. Ruolo non ben definito. Lo ammetto, non ho ancora capito che ruolo ha come giocatore Puck nei Titans. Da qualche parte ho letto Kicker per una frase che ha detto in un episodio; potrebbe essere, ma a me sfugge. Teniamola buona come battuta va’ XD
  3. Beth. Non credo sia necessario spiegare da dove viene fuori. Potrei farlo, ma visto che i rapporti degli altri membri all’interno del Glee sono rimasti invariati (escluso i Klaine per ovvie ragioni di trama), lo trovo futile.
  4. I Van Halen [in origine Mammoths], sono un noto gruppo hard & heavy statunitense originario di Pasadena (California), che prende il nome dal chitarrista Eddie van Halen e da suo fratello, il batterista Alex van Halen. [wiki]
  5. La limetta per le unghie: Quinn la usa per scassinare l’armadietto di Sam nella 2x08 per prendere l’anello.

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