Il vento e le tenebre

di Soul of the Crow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: la ricomparsa di Kenzaki ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 Ricordi e segreti: la notizia della partita ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 Tra passato e presente: la vigilia della partita ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 Raimon vs Dark Emperors: primo tempo ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 Raimon vs Dark Emperors: secondo tempo ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 Un addio all'Aliea e un benvenuto un nuovo problema ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 Tra l'incubo e la realtà (Parte 1) ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 Tra l'incubo e la realtà (Parte 2) ***
Capitolo 9: *** Epilogo: una settimana dopo ***



Capitolo 1
*** Prologo: la ricomparsa di Kenzaki ***


Non aveva potuto fare niente: era una delle prime volte in cui Tsurugi Kyousuke si sentiva impotente e non sapeva che cosa fare. Si ricordava dei tempi in cui era un SEED del Quinto Settore, col compito di distruggere il club di calcio della Raimon, ma il suo incontro con quel ragazzino appena iscrittosi alla stessa scuola, e il fatto che continuasse a rimanergli vicino, lo aveva lentamente trasformato.
La persona in questione era una specie di “Vento della Speranza”, o, della Rivoluzione come tutti lo chiamavano: lo era stato per tutti quelli che volevano giocare un calcio pulito, ma anche per il numero dieci della Raimon che prima viveva nelle tenebre; tuttavia, se credeva di essere riuscito ad uscire da quell’elemento che lo aveva accompagnato da sempre, in quel momento era come fosse caduto di nuovo in un dirupo, che portava alla solitudine e all’oscurità più profonda. E pensare che fossero bastati pochi attimi perché tutto accadesse, pochi minuti che continuavano a rimanergli impressi nella mente…
 
 
Flashback (Un paio di giorni prima)
 
Era ormai sera inoltrata: Tsurugi e Tenma stavano passeggiando per le strade di Tokyo. Non sapevano cosa li aspettava, o almeno, chi li stava aspettando…
Erano ormai giunti nelle vicinanze della casa del numero otto della Raimon, quando ad un incrocio quattro uomini in nero li circondarono, e sebbene ci fossero dei lampioni che illuminavano la strada, i quattro indossavano lunghi impermeabili, occhiali scuri e fazzoletti sul volto che li rendevano irriconoscibili. Quello di fronte ai due ragazzi si fece avanti e si levò il cappuccio: il volto apparteneva ad un uomo di 40-50 anni, carnagione pallida, capelli corti di un colore blu petrolio e occhi neri contornati da occhiaie viola. Inizialmente i due ragazzi non capirono chi fosse, ma ad entrambi venne in mente la battaglia tra la Raimon e l’Aliea Gakuen che, pur essendosi svolta diversi anni prima, se ne era parlato in ogni angolo del Giappone: quell’uomo era l’ex allenatore dei Dark Emperors, Kenzaki Ryuuichi.
- Che cosa vuole da noi? - gli domandò l’ex SEED.
- Quanta fretta. Se ancora non mi conoscete, cosa che dubito, permettete che mi presenti: sono Kenzaki Ryuuichi. 10 anni fa avrei guidato la squadra dei Dark Emperors alla conquista del potere, fino a quando la Raimon non s’intromise e riuscì a rovinare i miei piani. - spiegò l’uomo.
- Non ha ancora risposto alla domanda di prima. - gli fece notare Tenma.
- Visto che ci tenete, ve lo dirò: ho intenzione di formare di nuovo quella squadra, ma sto cercando dei giocatori adatti a quest’impresa. -
- E spera che noi la aiuteremo!? Non lo faremo mai. - disse Tsurugi.
- Volenti o nolenti, dovrete seguirci. - ribatté Kenzaki, per poi schioccare le dita: doveva essere un segnale, perché gli altri tre uomini si prepararono ad assalire i ragazzi.
- Spiral Draw! - disse il centrocampista della Raimon saltando, per poi generare un vortice che imprigionò uno dei sicari dell’ex allenatore dei Dark Emperors, spazzandolo via.
- Se è tutto qui quello che sapete fare, non ci prenderete nemmeno con la forza. Vieni a me, Kensei Lancelot! - disse l’ace striker della Raimon, e alle sue spalle comparve il keshin cavaliere con cui aveva segnato molti goal durante l’Holy Road, il quale, con un colpo di spada, travolse il secondo uomo che li aveva attaccati.
- Non capisco. Erano tre, dove è finito l’al… AHHH! - si stava chiedendo Tenma, ma le parole gli morirono in gola quando sentì qualcuno che lo aveva preso per il braccio destro: era il terzo sicario, ma il calciatore non fece in tempo a dire o fare altro perché venne colpito alla testa, ma prima di svenire, riuscì a dire all’attaccante:
- Tsurugi… devi andartene. Mettiti in salvo, e avverti gli altri… -
Intanto Kenzaki, che fino a quel momento aveva osservato la scena, disse:
- Mmm… ne abbiamo preso solo uno. Non importa, vedremo di farcelo bastare. Tra poco formerò di nuovo i Dark Emperors e allora sfiderò di nuovo la Raimon. -
Mentre parlava, gli altri scagnozzi raggiunsero il loro capo e, grazie ad un misterioso bagliore violaceo, sparirono nel nulla.
 
Fine flashback
 
 
Erano passati due giorni da quando Tsurugi aveva cominciato a cercare il capitano della Raimon, ma non era riuscito a trovarlo e tantomeno ottenere informazioni che lo potessero aiutare. Anche se il suo orgoglio continuava a dirgli di non farlo, non aveva altra scelta: doveva dare ascolto alle ultime parole di Tenma e chiedere aiuto agli altri membri della squadra di calcio, anche perché Kenzaki aveva detto che il prossimo bersaglio sarebbero stati loro della Raimon.
 
 
Angolo di Emy
Non so come mi sia venuta quest’idea, probabilmente ripensando al fatto che Kenzaki sarebbe potuto evadere e che l’Aliea Meteorite non fosse andata completamente perduta.
Spero che deciderete di leggere e magari anche recensire.
Lù, Angy Nyan, questa è per voi che adorate la KyouTen e ovviamente anche per gli altri fan della coppia.
Baci
Emy
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 Ricordi e segreti: la notizia della partita ***


Quella stessa mattina, Tsurugi si era recato alla Raimon per gli allenamenti, anche se negli ultimi tempi li aveva saltati per cercare Tenma. Sapeva che quel segreto non sarebbe rimasto tale ancora a lungo, e poiché con le ricerche era arrivato ad un punto morto, era meglio avvisare gli altri; tuttavia, dopo l’inizio degli allenamenti, l’attaccante continuò a non proferire parola, e il fatto che i suoi compagni continuavano a tempestarlo di domande su quello che aveva fatto negli ultimi giorni non lo aiutava per niente.
Il suo orgoglio continuava a dirgli che doveva farcela da solo, ma sapeva che alla fine avrebbe dovuto parlare.
Quello che il numero dieci non sapeva, era che una persona incontrata poche sere prima ad anticipare gli eventi:
- Così ci rincontriamo Endou Mamoru. Tu e la tua squadra mi avete già ostacolato una volta, ma non riuscirai ad umiliarmi di nuovo. - quella voce apparteneva all’uomo che dieci anni prima aveva allenato i Dark Emperors, e che soltanto un paio di sere prima aveva rapito il capitano della Raimon.
- Vorrei dire che è un piacere rincontrarti Endou, ma non è così, dato che per colpa tua e degli altri della Raimon sono finito in prigione. In ogni caso, sono venuto ad informarti che tra una settimana esatta, vi sfiderò con i nuovi Dark Emperors. - annunciò Kenzaki.
- Come? Non dirmi che… - l’allenatore della squadra gialla blu stava per parlare, ma l’altro lo anticipò:
- Davvero non sai niente? Strano che Tsurugi Kyousuke non abbia informato te o gli altri. -
- Tsurugi, è vero quello che sta dicendo? - gli domandò Shindou, ormai ex capitano della squadra.
L’ace striker della Raimon ci mise un po’ per rispondere:
- è la verità, qualche giorno fa l’ho incontrato e voleva costringere me e Tenma ad unirci alla sua squadra. Ecco perché adesso lui non è qui con noi. -
- Mi ci è voluta la forza, ma alla fine sono riuscito a convincerlo ad entrare a far parte dei nuovi Dark Emperors; e le sorprese non sono finite qui. - aggiunse Kenzaki; dietro di lui comparvero i suoi sicari e una persona che Endou conosceva bene: Kazemaru Ichirouta, ex difensore centrocampista dell’Inazuma Japan, nonché il primo capitano dei Dark Emperors, ma in quel momento aveva mani e piedi legati, e sul corpo erano evidenti dei segni di lotta. Il sicario che teneva imprigionato il vecchio amico di Endou lasciò andare l’ex difensore, e non essendoci molta distanza tra i due gruppi, quest’ultimo finì tra le braccia dell’ex portiere.
- Kazemaru! - lo chiamò l’allenatore della Raimon cercando di svegliarlo, ma fu inutile.
- Questo ragazzo era e rimarrà sempre un incosciente: qualche giorno fa ha cercato di impedirci di portare con noi alcuni ragazzi, ma quando abbiamo usato i pochi pezzi che ci sono rimasti dell’Aliea Meteorite, i nuovi membri della mia squadra l’hanno ridotto come potete vedere. Non è stato condizionato da quel potere, a quanto pare se lo superi una volta ne diventi immune, ma non importa: vi aspetto tra una settimana alle rovine del laboratorio dell’Aliea sul Monte Fuji. Se volete riavere indietro il vostro amico, fareste meglio a partecipare. - disse alla fine l’ex allenatore dei Dark Emperors dopo quella lunga spiegazione, e con lo stesso bagliore violaceo che aveva usato per sparire portando con sé Tenma poche sere prima, sparì insieme ai suoi sicari.
 
 
Nell’infermeria della Raimon… un paio d’ore dopo…
 
Da quello che aveva detto Kenzaki, Kazemaru se la sarebbe potuta vedere brutta, ma era riuscito a cavarsela, e dopo poche ore da quando era stato portato nell’infermeria della sua ex scuola, stava riprendendo i sensi: poco dopo aver riaperto i suoi occhi color nocciola, si alzò dal lettino su cui era disteso poco prima, per poi guardarsi intorno, accorgendosi che una mano stava stringendo la sua. Si voltò e vide che si trattava del suo vecchio amico Endou.
- Che cosa mi è successo? E dove mi trovo? - gli domandò l’ex velocista.
- Stai tranquillo, adesso è tutto a posto. Perché sei andato di nuovo da quell’uomo? - gli chiese a sua volta l’ex portiere.
- Dopo la fine dell’Holy Road, Gouenji ha chiamato noi dell’ex Inazuma Japan perché dovevamo aiutarlo ad insegnare a giocare a calcio nel resto del Paese; mi trovavo con alcuni ragazzi poco lontano dal Monte Fuji, quando quell’uomo e i suoi sicari ci hanno attaccati. Hanno usato dei pezzi dell’Aliea Meteorite per controllare la mente di quei ragazzi, e hanno cercato di fare lo stesso con me, ma non ce l’hanno fatta, così hanno cercato di eliminarmi. Sono riuscito a difendermi usato le mie hissatsu, ma continuavano ad arrivare altri sicari e alla fine mi hanno sconfitto. Sta tornando tutto come dieci anni fa: se si continua così, l’Aliea mieterà delle nuove vittime. - spiegò il turchese, rendendosi conto che l’altro lo aveva stretto a sé.
- Mi dispiace, non sono riuscito a fare niente. Proprio come qualche anno fa… - aggiunse l’ex difensore, mentre Endou aveva stretto la presa.
- Non dire così: non sarai riuscito a salvare quei ragazzi, ma come qualche anno fa, insieme riusciremo a far tornare le cose come erano. Te lo prometto. - gli disse l’allenatore della Raimon.
Kazemaru non aggiunse nient’altro, si lasciò semplicemente stringere dal portiere, inconscio che qualcun’altro aveva assistito a tutta la scena. Chi? Il numero dieci della Nuova Raimon Eleven li aveva guardati con una punta di gelosia per un semplice motivo: anche lui e Tenma avevano una storia, ma nessuno ne era a conoscenza. Temevano, o più che altro era il numero otto della Raimon a pensarla così, che gli altri della squadra non avrebbero accettato la loro relazione, e così quella storia era rimasta nell’ombra.
Che un giorno le cose sarebbero cambiate? Questo nessuno poteva saperlo.
 
 
Angolo di Emy
Avete notato l’accenno alla EndoKaze? Spero di sì e anche che questo capitolo vi sia piaciuto.
Grazie a chi deciderà di recensire o anche solo leggere.
Baci
Emy
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 Tra passato e presente: la vigilia della partita ***


Quattro giorni dopo… al campo da calcio della Raimon…

Dopo quella notizia, tutti si allenavano molto più di quanto facevano ai tempi della lotta contro il Fifth Sector, ma si sentiva che qualcosa, o meglio, qualcuno mancava: inutile dire che si trattava del capitano Matsukaze Tenma. Quel ragazzino era in grado di trasmettere una specie d’influsso positivo a tutti quelli che gli stavano intorno, e riusciva a tirare fuori il lato migliore delle persone.
Un esempio di questa sua qualità? Aveva fatto emergere il lato buono di Tsurugi; l’attaccante si ricordava ancora di quell’episodio: la semifinale dell’Holy Road era in corso e il numero dieci si era finalmente reso conto dell’errore che aveva commesso seguendo il Fifth Sector, e aveva capito che era la Raimon, la squadra con cui doveva giocare, ma gli altri membri della squadra non ne volevano sapere di lui. Più che normale, visto ciò che aveva fatto tempo prima sarebbe stato strano il contrario, ma qualcuno non era della stessa opinione dei suoi compagni di squadra. Chi? Strano a dirsi, ma si trattava proprio di Tenma. Lui aveva deciso di dare al blu un’altra possibilità nonostante ciò che gli aveva fatto in passato, e anche dopo quella storia gli era sempre rimasto accanto.
Cambiando discorso, in quei giorni, nonostante gli allenamenti si erano fatti più lunghi e intensi, nessuno riusciva a concentrarsi: un esempio era lo stesso Tsurugi, che continuava a pensare a ciò che quell’uomo avrebbe potuto fare al suo compagno per diversi motivi. Il primo era che continuava a pensare che alle persone che gli erano vicine, ad un certo punto accadeva qualcosa di terribile. Un esempio erano suo fratello, che per salvarlo si era fratturato le gambe, e lo stesso numero otto della Raimon che era stato catturato; il secondo motivo era che si ricordava di ciò che era accaduto a tutti quelli che avevano subito gli effetti dell’Aliea Meteorite: erano diventate delle specie di automi che eseguivano gli ordini di chi aveva dato loro il potere. Gli faceva male anche il solo pensiero che a Tenma fosse accaduto lo stesso, anzi no: dire che gli facesse male era dire poco.
Continuando a pensare alla sorte del compagno però, sbagliò un tiro e il pallone andò a sbattere contro la traversa della porta difesa da Sangoku:
- Basta. Gli allenamenti per oggi sono finiti. - annunciò Endou.
Inutile dire che tutti cominciarono a ribattere:
- Allenatore, se non continuiamo, non otterremo niente. - stava per spiegargli Takuto, ma il numero dieci lo anticipò:
- Forse sarà la prima volta che lo dico da quando sono entrato in squadra, ma Shindou ha ragione: se non miglioriamo, non batteremo mai la squadra di Kenzaki e non riusciremo mai a salvare Tenma. -
- E tu mi spieghi da quando t’importa di lui? Da quel che gli altri mi hanno detto, tu e lui eravate come cane e gatto sin dalla vostra entrata in squadra. - gli rinfacciò Masaki.
- Non t’intromettere Kariya. Non è niente che ti riguarda! - lo liquidò l’attaccante.
L’ex portiere, intanto, si era deciso a spiegare il motivo di questa sua scelta:
- Una cosa è vera: è grazie all’allenamento che si ottengono i risultati migliori, ma nelle condizioni in cui siete, non riuscireste a combinare niente. - la spiegazione sarebbe andata avanti ancora un po’ di tempo, ma arrivò Kazemaru, dicendo all’ex portiere che aveva appena saputo di un nuovo colpo di Kenzaki da parte di Fubuki e Gouenji.
Endou allora congedò la squadra.
 
 
Di sera… al campo sulla riva del fiume…
 
L’ace striker della Raimon era andato lì per continuare ad allenarsi, ma ugualmente non riusciva a concentrarsi, anche perché quel posto aveva un ricordo legato al suo capitano: quello delle sere che avevano passato lì per perfezionare il Fire Tornado DD.
- Così sei ancora qui Tsurugi? - una voce familiare giunse alle spalle dell’attaccante: si trattava di Shindou, ma insieme a lui c’era Kirino.
- Cerco di darmi da fare, a differenza di voi. - rispose il numero dieci.
- Calmati, abbiamo visto tutti che durante l’allenamento continuavi ad alternare momenti di distrazione a quelli di rabbia. Dovresti calmarti: vogliamo tutti che Tenma ritorni. - gli disse Ranmaru.
- Tanto vale che me ne vada: con voi qui non riuscirei a combinare niente. E vedo che, come sempre, non riuscite a capire la situazione in cui mi trovo. -
- Che cosa vuoi dire? - gli chiese Takuto.
- Prova a capirlo da solo; io ho altro a cui pensare. - dopo quella risposta, Tsurugi se ne andò, lasciando i due con una domanda alla quale dovevano trovare una soluzione.
 
 
Alle rovine del laboratorio dell’Aliea…
 
Dopo essere uscito dalla prigione, Kenzaki si era dato da fare, ed era riuscito a far ricostruire il laboratorio e il campo da calcio. In quel momento si trovava nel suo ufficio, ad ammirare il luogo dove avrebbe visto la disfatta della Raimon, e dove in quel momento, la sua nuova squadra si stava allenando.
- Mi avete fatto chiamare comandante? - alle sue spalle gli giunse una voce: apparteneva ad un ragazzo dai capelli scuri come la pece, la cui forma ricordava ancora il vento, e gli occhi rosso sangue, ma quello era il suo aspetto dopo il trattamento col Meteorite.
- Sì, ti stavo aspettando per informarti di un particolare. Ho deciso di affidare a te il comando dei nuovi Dark Emperors: tra tutti ho notato che possiedi delle qualità uniche e confido che le metterai al mio servizio. -
- Come vuole lei. - gli rispose il ragazzo inchinandosi.
- Ora torna dai tuoi compagni. - gli ordinò Kenzaki.
Il ragazzo fece per andarsene, ma fu fermato:
- Oh, un’ultima cosa: voglio che fra tre giorni la Raimon venga distrutta. Di loro non deve restare nemmeno il ricordo. -
- Su questo non si deve preoccupare comandante. Li colpirò così forte che mi pregheranno di smettere; le garantisco che sarà il trionfo dell’Aliea. - gli rispose il capitano dei Nuovi Dark Emperors, per poi lasciare l’ufficio.
Kenzaki si lasciò andare ad una risata terrificante: tra pochi giorni, avrebbe ottenuto la sua vendetta.
 
 
Angolo di Emy
Molti avranno pensato che ci sarebbe stata subito la partita, ma non è così.
Piuttosto, avete capito chi era il ragazzo con cui Kenzaki stava parlando?
Se pensate di saperlo, mandatemi la risposta nelle recensioni.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 Raimon vs Dark Emperors: primo tempo ***


Il giorno della partita… sulla strada per il Monte Fuji…
 
La Raimon era tornata al luogo dove un tempo si trovava il laboratorio dell’Aliea, ma con loro sarebbe venuto anche Kazemaru: del resto si sentiva responsabile della sparizione di alcuni ragazzi. Ci volle un po’ a raggiungere il Monte Fuji, ma arrivati dove un tempo sorgeva la sede degli “alieni”, tutti, soprattutto gli ex giocatori dell’Inazuma e la Otonashi rimasero sorpresi da ciò che avevano davanti: lo stadio dove avevano giocato contro la Genesis e parte dell’edificio era stato ricostruito. Ora dovevano trovare i ragazzi rapiti.
 
 
Nel campo da calcio dell’Aliea…
 
Era da un pezzo che si trovavano in quel posto, ma non avevano trovato né Kenzaki, né i ragazzi scomparsi, o almeno… finchè un pallone nero con parti color rosso scarlatto venne tirato in direzione di Tsurugi.
L’ace striker, accortosi del colpo che era stato scagliato contro di lui, riuscì a deviarlo, mandandolo nella direzione dalla quale proveniva.
- Chi sei? Fatti vedere! -
Dopo quella frase da parte del numero dieci della Raimon, un ragazzo dai capelli color pece, la cui forma ricordava il vento, e gli occhi color sangue, comparve da una delle entrate dello stadio con la palla che aveva tirato poco prima tra le mani, e si fermò poco lontano dai suoi ex compagni di squadra. Indossava una divisa simile a quella della Raimon, ma le parti gialle erano di un nero-verde, quelle blu erano rosse e i pantaloncini erano color bordeaux.
- Tenma! - dissero all’unisono i membri della squadra gialla blu, ma quando stavano per avvicinarsi al centrocampista, quest’ultimo scagliò contro di loro, più che altro contro Kyousuke, un’altra pallonata, ma questa volta il blu dovette schivarla, poiché era troppo vicino per bloccarla.
- Cosa ti prende? - gli domandò l’attaccante: da quando erano arrivati, non aveva fatto altro che cercare di colpirli.
- Quello che faccio non sono affari che ti riguardano. E in ogni caso era ora che arrivaste, noi e il comandante vi stavamo aspettando. - disse Matsukaze, ma poco dopo aver parlato, dietro di lui comparvero alcune vecchie conoscenze della Raimon: Yamato Senguuji della Dragonlink, Makoto Kurosaki e Hyuuga Rion della Seidouzan, Kishibe Taiga, Kanaaki Izumi e Tobisawa Mana della Kidokawa Seishuu, Yukimura Hyouga, Kitaki Tsuneo e Koori Itsuki dell’Hakuren, e per finire Taiyou Amemiya dell’Arakumo Gakuen; non sembravano gli stessi di sempre: avevano un’espressione crudele sul volto e, come l’ex centrocampista della Raimon, avevano capelli corvini e occhi rossi.
- Vi presento… i Nuovi Dark Emperors! - annunciò Tenma; solo allora gli altri membri della Raimon notarono che il loro amico aveva la fascia del capitano alla manica sinistra.
- Non è possibile Tenma… non tu… - Tsurugi sussurrò appena quelle parole. L’attaccante aveva trovato una conferma a ciò che pensava: a tutte le persone che gli erano vicine, alla fine accadeva qualcosa di terribile.
Endou, che fino a quel momento era rimasto ad osservare tutta la scena, prese parola:
- Kenzaki, so bene che ci stai guardando. Anche stavolta hai deciso di servirti di persone innocenti, ma riusciremo a fermarti. Stanne certo! -
Il chiamato in causa rispose, ma lo fece tramite un altoparlante:
- Ti ricordo che stavolta non sarai tu ad affrontarmi, ma nel periodo fuori dal carcere, ho ripreso le mie ricerche sul Meteorite, e il risultato sono i ragazzi che avete davanti. Preparatevi Raimon Eleven, i Nuovi Dark Emperors vi distruggeranno! -
 
Dopo quell’ultimo annuncio, le squadre si schierarono sul campo; la Raimon avrebbe adottato, in assenza di Tenma, la seguente formazione:
- Portiere: Sangoku (maglia n°1).
- Difensori: Kurumada (maglia n°2), Kirino (maglia n°3), Nishizono (maglia n°5), Kariya (maglia n°15).
- Centrocampisti: Hamano (maglia n°6), Hayami (maglia n°7), Shindou (capitano; maglia n°9), Ichino (maglia n°13).
- Attaccanti: Tsurugi (maglia n°10), Kurama (maglia n°11).
 
I Nuovi Dark Emperors, invece, adottarono l’unica formazione possibile non avendo riserve:
- Portiere: Senguuji (maglia n°1).
- Difensori: Kitaki (maglia n°2), Koori (maglia n°3), Hyuuga (maglia n°4), Tobisawa (maglia n°5).
- Centrocampisti: Kanaaki (maglia n°6), Kishibe (maglia n°7), Kurosaki (maglia n°9).
- Attaccanti: Matsukaze (capitano; maglia n°8), Yukimura (maglia n°10), Amemiya (maglia n°11).
 
La partita cominciò col calcio d’inizio dei Dark Emperors: Yukimura passò subito la palla a Taiyou, il quale cominciò a correre in direzione della porta con una velocità incredibile:
- Come fanno ad essere così veloci? - si domandò Shindou dopo essere stato dribblato da tutti e tre gli attaccanti.
- Illusi! Non riuscirete mai a fermarci! - li canzonò Matsukaze, per poi ricevere la palla da Amemiya.
Tsurugi intanto si era parato davanti all’attaccante dei Dark Emperors:
- Spostati! - gli ordinò Matsukaze.
- Puoi sognartelo! - ribattè Kyousuke.
Tenma intanto schioccò le dita e gli altri membri della sua squadra, corsero nella metà campo della Raimon e cominciarono a colpire gli altri membri della squadra gialla blu con le loro hissatsu.
In pochi minuti, tutti i giocatori della Raimon, escluso l’attaccante numero dieci, erano stati feriti e qualcuno si trovava a terra dolorante.
All’allenatore dei gialli blu sembrò di rivivere la partita contro i suoi stessi compagni anni prima, quando erano sotto il controllo dell’Aliea Meteorite, e all’ex velocista i tempi in cui era costretto a combattere contro il suo migliore amico.
- Se non vuoi finire come gli altri, ti consiglio di levarti di mezzo. - lo avvertì Tenma.
- Vedremo se avrai ancora voglia di fare il gradasso dopo che ti avrò preso la palla! - replicò l’ace striker della Raimon, per poi cercare di togliere il pallone al capitano dei Dark Emperors.
Tra i due era cominciata una lotta per il possesso della palla, e nonostante le capacità dell’ex centrocampista erano state amplificate dal Meteorite, Tsurugi riusciva a tenergli testa.
Matsukaze allora, decise di utilizzare un trucco per riprendersi il pallone:
- Se tutti si ritrovano in questa situazione, è colpa tua. -
- Di che parli? - gli chiese il blu.
- Certo che sei duro di comprendonio. Vorrà dire che te lo spiegherò io, tu e i tuoi compagni, e ovviamente anche Tenma, non sarebbero in questa situazione se non fosse per il fatto che hai lasciato che il comandante lo rapisse. - gli spiegò.
- Come mai parli di te stesso in terza persona? -
- Uffa, quante domande. Nel caso non lo avessi capito, io sono un essere creato dal potere dell’Aliea Meteorite. Gli altri membri della mia squadra sono semplicemente controllati dalla Pietra; poichè il tuo amico continuava ad opporsi a quel potere, è stato sottoposto a delle radiazioni più potenti del semplice contatto col Meteorite, e grazie a quell’esperimento è comparso il sottoscritto. Per quel che riguarda Tenma, è sparito dalla faccia della Terra, e la colpa è solo tua! -
Quelle parole riuscirono a spiazzare Tsurugi e l’attaccante avversario riuscì a superarlo.
Yukimura e Taiyou intanto avevano spazzato via i difensori con i loro keshin, liberando la strada al loro capitano.
- E ora… Dark Mach Wind! - disse il numero otto, e mentre correva verso la porta, due vortici oscuri travolsero Sangoku, e il pallone finì in porta: 1 - 0 per i Nuovi Dark Emperors.
- Preparatevi Raimon Eleven, questo è solo l’inizio… della vostra fine! - disse il capitano dei Dark Emperors.
 
Era proprio vero… quello era solo l’inizio.
 
 
Angolo di Emy
Questo è solo il primo tempo… vedrete cosa accadrà nel secondo.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 Raimon vs Dark Emperors: secondo tempo ***


Nella panchina della Raimon…
 
Tsurugi, anche se con i suoi compagni cercava di non darlo a vedere, continuava a pensare a quello che Tenma, o per meglio dire l’alter ego dell’ex centrocampista, gli aveva detto poco prima.
“Per quel che riguarda Tenma, è sparito dalla faccia della Terra, e la colpa è solo tua!”: era questa la parte che più gli faceva male, e anche il fatto che quello che gli aveva detto il doppione potevano essere i pensieri dello stesso ragazzo che tempo prima gli era sempre rimasto accanto.
Il filo dei suoi pensieri fu interrotto da Shindou e Kirino:
- Tsurugi, abbiamo sentito cosa ti ha detto Tenma prima della fine del primo tempo. - disse il numero nove della Raimon.
- Quale parte avete ascoltato di preciso? - gli domandò l’ace striker.
- Quella sul fatto che Tenma è stato sottoposto a delle radiazioni, mentre gli altri al semplice contatto col Meteorite. Inutile dirti che dovremo fare molto più di questo. - gli spiegò Takuto.
- Ha parlato quello che è stato travolto da una comunissima tecnica. - ribattè Kyousuke.
- Tu ti sei fatto superare in un comunissimo dribbling. Non si può dire che ti sia andata meglio. - intervenne Ranmaru.
La discussione fu interrotta da un grido proveniente dalla panchina avversaria.
 
 
Nella panchina dei Dark Emperors…
 
Tenma, anche se solo per un attimo, era riuscito a tornare sé stesso e purtroppo, si era ricordato di ciò che il suo doppio aveva detto a Tsurugi:
- Devo riuscire a fare qualcosa. Non posso permettere che il mio doppio prenda di nuovo il sopravvento e continui questa strage. - disse quella frase fra sé e sé, ma qualcun’altro lo aveva sentito perché il capitano dei Nuovi Dark Emperors venne colpito da un raggio violaceo proveniente dal posto da cui Kenzaki stava assistendo la partita, un ufficio situato sulle tribune dello stadio; Tenma, anche se era stato colpito tempo prima da quelle stesse radiazioni, non potè fare a meno di urlare.
Non ci volle molto tempo, perché il doppio di Matsukaze prendesse nuovamente il sopravvento:
- E ora… quel ragazzino farà meglio a non interferire ancora, ma non credo che accadrà: non sarà riuscito a sopravvivere ancora una volta al potere dell’Aliea Meteorite. - pensò il Tenma Oscuro, ma l’urlo e ciò che era successo dopo, lo avevano visto anche i membri della Raimon.
 
 
In campo… all’inizio del secondo tempo…
 
Il calcio d’inizio stavolta spettava alla Raimon, ma subito Tsurugi si mise in testa di fare da solo:
- Tsurugi aspetta! Non puoi fare da solo! - gli disse Shindou, ma l’ace striker era troppo lontano per sentirlo. Infatti, evocò subito il suo keshin Kensei Lancelot e tirò:
- Lost Angel! - disse, e mentre l’avatar fendeva l’aria con la spada, il numero dieci della Raimon colpì il pallone avvolto di energia oscura.
- Non fermatelo, tanto lo parerà ugualmente. - ordinò il capitano dei Dark Emperors ai suoi compagni, e questi si spostarono dalla traiettoria del tiro.
- All’Holy Road sei riuscito a cogliermi di sorpresa, ma qui non accadrà! Vieni a me Dark Ken’ou Kingburn! - disse Yamato Senguuji, e alle sue spalle comparve un avatar viola-nero dagli occhi rossi e quattro braccia: a quanto pare la Pietra aveva influenzato anche i keshin, poiché l’avatar del portiere della Dragonlink era rosso e bianco e non viola-nero.
- Dark King Fire! - aggiunse il portiere dei Nuovi Dark Emperors e le mani del suo keshin si circondarono di fiamme nere e spararono sul colpo di Tsurugi un raggio nero che riuscì a bloccarlo.
- Se è tutto qui quello che sapete fare. - disse, per poi lanciare la palla a Kishibe, ma Kurama era già davanti a lui per fermarlo:
- Come se potessi fermarmi… - disse l’ex centrocampista della Kidokawa Seishuu, ma tirò in direzione dell’attaccante numero undici della Raimon, colpendolo. La palla finì ai piedi di Kurosaki, il quale riservò lo stesso trattamento a Hayami e Hamano con l’aiuto del suo avatar Dark Enma Gazard. Il centrocampista passò il pallone a Yukimura, il quale cominciò a correre verso la porta seguito da Taiyou:
- Appari Dark Gousetsu no Saia! - disse l’ex attaccante dell’Hakuren, mentre alle sue spalle compariva una maga dei ghiacci di colore nero e gli occhi viola con un bastone di ghiaccio di un insolito colore viola scuro.
- Vieni a me, Dark Taiyou Shin Apollo! - anche l’ex capocannoniere dell’Arakumo evocò il suo keshin, ma era completamente nero e gli occhi erano diventati color sangue.
I due attaccanti dei Dark Emperors tirarono entrambi il pallone, e anche se non avevano usato le loro hissatsu, bastò a spazzare via la difesa.
Il pallone finì ai piedi dell’alter ego di Tenma che, sfruttando lo squarcio nella difesa, si era ritrovato davanti a Sangoku. C’era solo una cosa che non aveva calcolato: l’intervento di Tsurugi che si era messo fra il capitano dei Dark Emperors e la porta della Raimon.
- Spostati! - gli ordinò, per poi evocare Dark Majin Pegasus Arc: anche lui aveva subito l’influsso del Meteorite, infatti, era diventato di un colore viola nero e le ali, da bianche e piumate, sembravano quelle di un diavolo. Dopo l’apparizione dell’avatar, si preparò a tirare, ma l’ace striker della Raimon si era avvicinato a lui.
- Se t’importasse solo di vincere non me lo diresti. Tuttavia, se l’unico modo per riavere Tenma e i nostri amici è battervi, non esiterò a farlo. - gli disse, e alle spalle del numero dieci della Raimon era comparso Kensei Lancelot.
La forza dei due pareva uguale, ma per un attimo a Tsurugi sembrò di rivedere il suo vecchio amico, e riuscì a riprendersi il pallone, mandandolo in direzione della porta avversaria. Senguuji credeva di riuscire a fermarlo senza il potere del suo keshin, ma si sbagliò perché il pallone aveva assorbito la potenza di entrambi gli avatar ed era diventato più potente: le squadre erano tornate pari, ma ovviamente qualcuno non la aveva presa bene.
- Come hanno fatto a segnarci così… Non lo permetterò! - l’alter ego di Tenma era chiaramente infuriato, ma i suoi occhi erano diventati di un rosso più acceso e un’aura violacea lo stava circondando. Non era ancora finita: da quel fascio d’energia che lo circondava, si generarono dei cicloni che cominciarono a colpire diversi punti dello stadio.
- Dobbiamo andarcene! Qui sta crollando tutto! - disse Kazemaru, dopo aver evitato una trave che gli stava per cadere in testa.
I Dark Emperors e i giocatori della Raimon, compreso lo staff della squadra, stavano per lasciare il campo, ma Tenma e Tsurugi si trovavano ancora lì: l’ace striker era riuscito ad avvicinarsi al capitano dei Dark Emperors, ma era stato difficile anche perché dall’aura che lo avvolgeva, continuavano a nascere dei turbini di vento sempre più forti dei precedenti.
- Tenma, non credo che tu te ne sia andato come ha detto il tuo doppio. Anche se lui continuava a sostenere il contrario, sono convinto che non ci hai mai lasciati. Non devi permettere che lui prenda il tuo posto. - quelle parole sembrarono funzionare perché i cicloni erano diminuiti sia di numero sia d’intensità; inoltre, anche Tenma sembrava che stava tornando normale: i suoi capelli erano tornati castani e gli occhi avevano acquisito di nuovo il loro colore grigio-blu.
Dopo qualche altro minuto, l’aura scomparve e l’ex centrocampista della Raimon cadde a terra.
- Tsurugi… mi dispiace… non sapevo quello che stavo facendo. - cercò di giustificarsi il castano, ma riuscì soltanto a vedere per pochi istanti il viso dell’altro prima di svenire.
- Non è stata colpa tua. Ora però è meglio uscire da qui. - dopo quella frase, il blu prese in braccio il compagno e si diresse fuori dallo stadio.
 
 
Nell’ufficio di Kenzaki…
 
- Non è possibile! Quei ragazzini mi hanno battuto di nuovo, ma non finirà qui! Non so dove e quando, ma un giorno riuscirò a prevalere su di loro, e dopo la Raimon… tutto il mondo cadrà ai miei piedi! AH AH AH AH!!!! - quella risata non durò molto, poiché l’allenatore dei Nuovi Dark Emperors fu colpito in testa da una trave di metallo e cadde a terra.
 
 
Fuori dallo stadio…
 
Tutti erano riusciti ad uscire e ora stavano tornando a Tokyo grazie all’Inazuma Caravan, e anche se gli altri giocatori dei Dark Emperors si erano ripresi quando Tenma era tornato normale, era proprio quest’ultimo a non essersi ancora ripreso.
 
Sarebbe mai tornato tutto alla normalità?
 
 
Angolo di Emy
Questo capitolo a dir la verità non mi soddisfa molto, è stato difficile scriverlo, ma spero ugualmente che vi piaccia.
Grazie a chi deciderà di recensire o anche solo leggere.
Baci
Emy
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 Un addio all'Aliea e un benvenuto un nuovo problema ***


All’ospedale di Tokyo… diverse ore dopo la partenza dal Monte Fuji…
 
Entrambe le squadre sono dovute andare lì: i membri della Raimon erano rimasti feriti durante la partita, mentre i Dark Emperors dovevano essere sottoposti a degli esami per controllare che il potere dell’Aliea Meteorite non avesse un effetto duraturo, e potesse presentare delle conseguenze sul piano fisico.
Sta di fatto che quello che si trovava nelle condizioni peggiori era Tenma: da quando avevano lasciato il laboratorio dell’Aliea, a quell’ora sicuramente ridotto in macerie come la prima volta in cui i gialli blu ci avevano messo piede diversi anni prima, non si era risvegliato né quando erano in viaggio per tornare a casa sull’Inazuma Caravan, né quando avevano messo piede in quell’ospedale.
I membri della Raimon si trovavano fuori dalla sala operatoria insieme a Endou, Kazemaru e Haruna.
Erano ore che si trovavano lì, nessuno si ricordava più da quanto di preciso: erano tutti in ansia per la sorte di Tenma. Inutile dire che quello preoccupato più di tutti gli altri era l’ace striker: da quando il compagno aveva pronunciato quelle ultime parole prima di svenire, non si era più risvegliato, inoltre continuava a credere che il suo doppio oscuro esistesse ancora, e stesse in qualche modo impedendo all’amico di riaprire gli occhi.
Dopo un tempo che parve un’eternità ai presenti, la luce che indicava che l’operazione era in corso si spense, e dalla sala operatoria uscirono due infermieri e il numero otto della Raimon, che però era disteso su un lettino e non aveva riaperto gli occhi; il numero dieci notò però che continuava a respirare, quindi era ancora vivo.
Nessuno fece in tempo a dire o fare alcunché, che i due infermieri se ne andarono portando con loro il centrocampista; i due ex giocatori dell’Inazuma Japan intanto avevano parlato col medico che aveva seguito l’operazione, e si occuparono di farlo sapere anche agli altri:
- Ci ha detto che le radiazioni che ha subito erano pericolose sul piano fisico, e a quanto pare le cose si sono aggravate quando vi è stato sottoposto la seconda volta. Alla fine è crollato. - spiegò l’allenatore della Raimon. Il turchese aggiunse una cosa che l’amico si era dimenticato di dire, forse per non far preoccupare ulteriormente gli altri ragazzi, ma nascondere loro come stavano le cose sarebbe stato peggio del rimanere in silenzio:
- Per la verità… ha detto anche qualcos’altro: quando l’operazione si è terminata, hanno detto che si trovava in uno stato di coma e non ci sono molte possibilità che si risvegli. -
A quelle parole, i giocatori della Raimon si sentivano come quando Shindou era crollato in mezzo al campo di calcio del Desert Stadium alle semifinali dell’Holy Road; c’era un’unica differenza: a quei tempi, Tsurugi aveva mantenuto la compostezza, ma dopo aver visto le condizioni dell’amico, se ne andò.
 
 
Alla Raimon… poco tempo dopo essere uscito dall’ospedale…
 
L’ace striker non sapeva perché si era diretto lì, forse perché era stato quello il primo posto in cui aveva incontrato Tenma. Era ancora un SEED allora, ma quel ragazzino era riuscito a fermarlo grazie al suo keshin in forma ombra, ma anche grazie al fatto che non si doveva arrendere o a pagarne le conseguenze sarebbe stata la squadra di riserva della Raimon.
Allora il numero dieci aveva deciso di attaccare il team titolare della scuola, ma anche lì il numero otto era intervenuto per rimediare. Da quando Tsurugi era entrato in squadra, l’altro gli era rimasto accanto, e anche se a volte s’intrometteva in ciò che non gli riguardava, come aver scoperto del fratello del blu, aveva fatto in modo che le tenebre lo lasciassero libero.
- Lui adesso è in pericolo, ed io, invece di essergli accanto come ha fatto lui con me, mi trovo qui a pensare al passato! Sono solo un codardo, e il fatto che l’ho lasciato solo quando Kenzaki lo aveva rapito, e che adesso sto lontano dall’ospedale per non vederlo sofferente ne è la prova evidente! -
A distoglierlo dai suoi pensieri ci pensarono altri due giocatori della Raimon, gli stessi che lo avevano sempre interrotto in quegli ultimi tempi prima di quella partita: Shindou Takuto e Kirino Ranmaru.
- Ancora voi, non è possibile… Che altro volete da me? - chiese seccato il blu appena si accorse della presenza dei due.
- Solo dirti che siamo andati insieme agli altri ragazzi a trovare Tenma: ha bisogno del nostro appoggio. - gli spiegò il numero nove.
- Lo so bene, vai a fare la predica a qualcun’altro! - ribatté l’attaccante.
- Perché lui è nostro amico e un giocatore della Raimon. Ora come ora, dobbiamo stargli vicino e sperare che riesca a superare questa storia. - aggiunse il difensore dai capelli rosa.
Il numero dieci non volle sentire altro e se ne andò, ma non prima di dire qualcosa ai due:
- Vi sbagliate: non è mio amico, per me è più di questo. - quella frase era poco più di un sussurro, ma ai due senpai sembrò ugualmente di aver sentito qualcosa.
 
 
In una stanza d’ospedale… in quello stesso momento…
 
Tenma era bloccato su quel letto d’ospedale, e l’unica cosa che lo teneva ancora in vita era una mascherina dell’ossigeno, ma non era quello l’importante: lo era di più il fatto che nella mente del centrocampista si stava per svolgere un dialogo tra due personalità.
 
 
Nella mente di Tenma…
 
Il castano si trovava in uno spazio vuoto, l’unica cosa presente oltre a lui era una nebbia violacea; o almeno… questo era quello che credeva.
- Che posto è questo? Dove mi trovo? E come mai fa così freddo? Non dovrei essere qui, devo trovare un modo per tornare dai miei amici. - ecco cosa continuava a chiedersi la personalità buona, quella vera, ma ovviamente c’era qualcuno lì che aveva le risposte che cercava il numero otto.
- Quanto sei noioso! Basta con queste domande! - la voce proveniva da un altro ragazzo simile a Tenma, ma i capelli erano color nero pece e gli occhi color sangue.
- Di nuovo tu! Credevo che… - ci pensò il doppio a completare la frase:
- Sì, sono io, il tuo doppio. Credevi fossi sparito, ammettilo! -
Il centrocampista della Raimon si limitò ad annuire.
- Bè, quando il laboratorio è stato distrutto, e sei tornato in te dopo la partita, credevo di essere perduto; contro ogni mia aspettativa, sono riuscito a sopravvivere e ti dirò di più: il tuo risveglio dal potere del Meteorite ha quasi provocato la mia scomparsa, e non ti permetterò di tornare dai tuoi amici. Preparati Matsukaze Tenma, quello che ti aspetta sarà il tuo incubo peggiore! - annunciò il doppio oscuro dopo quella lunga spiegazione, per poi sparire nel nulla com’era venuto.
Il centrocampista della Raimon non riuscì a reggersi sulle gambe e cadde.
Poteva sperare solo nell’aiuto di qualcuno per uscire da quell’incubo.
 
 
Angolo di Emy
Forse qualcuno lo aveva già intuito dallo scorso capitolo, ma qui ne avete la conferma: la personalità malvagia non è sparita e darà il tormento al nostro Tenma.
Grazie a chi deciderà di leggere e recensire.
Baci
Emy
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 Tra l'incubo e la realtà (Parte 1) ***


Sulla strada dell’ospedale di Tokyo…
 
Dopo quel discorsetto che si era dovuto sorbire da parte di Kirino e Shindou, Tsurugi stava tornando all’ospedale, ma non erano state solo le lamentele da parte dei due senpai a convincerlo: non doveva e non voleva lasciare l’amico in quelle condizioni, anche perché se il suo doppio era ancora presente, chissà che cosa gli avrebbe potuto dire o fare.
Tenma aveva bisogno del suo aiuto, ora come non mai.
 
 
Nella mente di Tenma…
 
Il centrocampista non aveva ancora capito il significato delle ultime parole del suo doppio: in che senso avrebbe vissuto il suo incubo peggiore?
Ad un certo punto la nebbia violacea, causata dai residui del potere dell’Aliea Meteorite, divenne più fitta e sentì uno strano suono, che all’inizio era appena percettibile, ma che in seguito si trasformò in un rumore assordante.
- Questo rumore… mi sta perforando i timpani! Che cosa deve succedere? La nebbia sta diventando sempre più fitta di quanto lo fosse già prima. -
In effetti, era vero: ora la nebbia lo aveva circondato completamente, era già qualcosa se riusciva ancora a distinguere le dita della sua mano, ma non era quello l’importante: ad un certo punto, la nebbia, chissà come, si consolidò in quella che sembrava una lastra di vetro viola; su quest’ultima comparvero delle immagini, o come qualcuno avrebbe preferito definire, i peggiori momenti che Tenma aveva passato da quando era entrato alla Raimon:
  • Il momento in cui Tsurugi lo aveva attaccato il giorno della sua entrata in quella scuola, durante la partita tra Raimon e Black Knights, e durante il torneo regionale contro la Mannouzaka.
  • Il fatto che fosse solo contro tutti nella partita contro l’Eito Gakuen e anche quando era stato accusato di aver tolto agli altri membri della Raimon la possibilità di giocare a calcio.
  • I giorni in cui pensava che Shinsuke se ne sarebbe andato per sempre dalla squadra a causa degli allenamenti di Kidou Yuuto.
  • La semifinale contro l’Arakumo Gakuen, quando doveva affrontare Taiyou, sapendo del suo problema di salute.
  • Il senso d’impotenza prima e durante la finale dell’Holy Road contro la Dragonlink, sapendo che non avrebbe mai potuto fare niente al contrario di Shindou.
Il centrocampista stava per alzarsi e andarsene, visto che il frastuono di poco prima lo aveva come “inchiodato a terra”, ma qualcuno aveva deciso che non era ancora il momento di lasciarlo andare via:
- Eh no. Tu rimani qui, il bello deve ancora venire. - il doppio oscuro era ricomparso, e aveva fatto in modo che l’altro si sedette nuovamente a terra per poi tenerlo in quella posizione, bloccandolo per le spalle.
E infatti, aveva ragione: poco dopo apparve l’immagine del numero otto da bambino quando stata per salvare il suo cane ad Okinawa, ma stavolta nessuno era intervenuto e le travi lo schiacciarono.
- Adesso arriva la parte che preferisco. - si disse la personalità malvagia, ma Tenma era sicuro di averlo sentito, e si vide costretto a dargli ragione. Per quale motivo? Poco dopo quella frase, comparvero delle immagini riguardanti gli ultimi eventi accaduti: quelle sul fatto che Tsurugi non era riuscito a salvarlo prima che Kenzaki lo rapisse, quando si erano dovuti affrontare al laboratorio dell’Aliea e per finire, una scena cui il castano non poteva assistere perché era ancora svenuto: lui era disteso su un lettino di quell’ospedale, tutti i suoi compagni erano rattristati, e l’attaccante se ne era andato. Proprio quest’ultima fu come una pugnalata al cuore per il centrocampista, per un motivo in particolare. Quale? Tsurugi lo aveva abbandonato nel momento più difficile: Tenma gli era rimasto accanto sin dalla prima volta in cui era entrato in squadra, e dal giorno della partita contro la Teikoku si erano ripromessi di affrontare insieme le difficoltà, ma a quanto pare quella promessa valeva solo per il centrocampista.
- Ero in coma, e lui mi ha abbandonato… - la voce di Tenma era poco più di un sussurro, ma il doppio lo aveva sentito bene perché la nebbia si diradò e lo lasciò andare, togliendo le mani dalle spalle dell’altro. Non c’era più bisogno di trattenerlo, tanto aveva ottenuto quello che voleva.
- Immagino tu abbia capito il significato di quell’ultima immagine. Quel ragazzo ti ha abbandonato ed è meglio per te che accetti la realtà; rimarrai per sempre imprigionato in questo luogo. Ora devo andare: ho delle faccende di cui occuparmi. - dopo quel discorso, la personalità malvagia sparì, ma in realtà si trasformò in un fumo violaceo ed entrò di nuovo nel corpo del centrocampista.
- Sono di nuovo solo, come quando arrivai per la prima volta a Tokyo… inizio a pensare che sia il mio destino… -
 
 
In ospedale…
 
Tsurugi era ritornato lì, dove erano rinchiusi suo fratello e il compagno di squadra, ma sapeva che Yuuichi aveva la possibilità di guarire, mentre Tenma, in quello stesso momento, poteva stare esalando il suo ultimo respiro.
Giunto nella camera in cui l’amico riposava, capì che i suoi timori, anche se in parte, erano giustificati: il numero otto continuava ad agitarsi nel sonno, e quando l’attaccante si avvicinò, dal macchinario che stava accanto al letto, scoprì che il ritmo respiratorio e il battito cardiaco erano più alti del normale, ma guardando Tenma, vide che stava il suo aspetto stava tornando a quando era sotto il controllo dell’Aliea Meteorite.
D’istinto, il blu prese la mano dell’amico, diventata all’improvviso molto pallida e fredda, e la strinse:
- Tenma, ti devi svegliare. Hai già dimostrato di essere una persona forte, non permettere che sia questo a fermarti. Io e gli altri ti stiamo aspettando. - dopo quelle frasi non si aspettava una risposta, ma il centrocampista disse comunque qualcosa:
- Non è possibile… sono nuovamente solo… e stavolta per davvero; e la parte peggiore è che non posso fare più niente. - a quelle parole, ci fu uno strano bagliore violaceo proveniente da Tenma e Tsurugi venne circondato.
Quando riaprì gli occhi, capì che non si trovava più nella stanza d’ospedale per due particolari: il primo è che il compagno non era più al suo fianco, e il secondo era che si trovava in uno spazio circondato da una nebbia viola.
Dove era finito?
 
 
Angolo di Emy
Forse qualcuno lo avrà già capito dalla descrizione, ma Tsurugi è finito nella mente dell’altro. Come? Lo saprete nel prossimo capitolo.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 Tra l'incubo e la realtà (Parte 2) ***


Nella mente di Tenma…
 
Tsurugi non riusciva bene ad orientarsi in quel posto. Insomma, l’unica cosa che era presente in quel posto era una nebbia violacea! Non sapeva nemmeno quanto tempo era passato da quando era finito lì, almeno fino a quando riuscì ad individuare una figura rannicchiata per terra.
L’attaccante si avvicinò, e scoprì che si trattava di qualcuno che conosceva bene:
- Tenma! - disse il blu, ma quando si avvicinò, si chiese se quello era davvero il suo compagno o un’altra persona, poiché il numero otto della Raimon era l’immagine della sofferenza: era rannicchiato su sé stesso, sul volto aveva un'espressione vuota e il numero dieci era sicuro di vedere delle lacrime.
Come aveva fatto a ridursi così? La risposta non si fece attendere:
- Ti stai chiedendo come ha fatto a finire in quello stato? La risposta è ovvia: ci ho pensato io. - a rispondere era stato il doppio di Tenma, apparso dalla nebbia violacea.
- Che cosa gli hai fatto!? -
- Gli ho semplicemente aperto gli occhi: gli ho solo mostrato che cosa hai fatto tu quando lui era in coma e ne è rimasto molto deluso. Ora lui rimarrà qui, e presto o tardi, lo farò scomparire definitivamente dalla faccia delle Terra così saprà cosa significa scomparire per sempre, ma con te tra i piedi il mio piano sarebbe fallito. Così ho dovuto farti venire qui grazie a quei residui dei poteri dell’Aliea Meteorite che erano rimasti nel corpo di Tenma. Rimarrà in quelle condizioni finché lo deciderò io; se vuoi salvarlo, l’unico metodo è battermi in una sfida. - dopo quella lunga spiegazione, il doppio oscuro schioccò le dita e sotto di loro si creò un campo da calcio completo di due porte.
- La tua porta è quella dietro di te. Se segnerai, lascerò liberi sia te sia il tuo amico, ma in caso contrario, rimarrete qui entrambi ed io, una volta che quel fastidioso ragazzino che ospita il mio spirito sarà sparito, potrò prendere il controllo del suo corpo e cercare di nuovo l’Aliea Meteorite. Grazie a quel potere diventerò l’Essere Supremo! Ora basta con le chiacchiere, si comincia! - dichiarò la personalità malvagia, cominciando a calciare un pallone apparso dal nulla in direzione della porta difesa dal blu.
- Non preoccuparti Tenma. Riuscirò a batterlo e a liberarti, è una promessa. - pensò l’ace striker della Raimon, per poi correre in direzione dell’avversario.
C’era solo una cosa che non sapeva: come se fosse riuscito a leggergli il pensiero, il vero Tenma aveva alzato la testa e guardato i due che stavano per cominciare la sfida.
 
 
Circa un’ora dopo l’inizio dell’incontro…
 
Era il caso di dirlo: i due avversari si trovavano in una situazione di stallo, continuavano a contendersi il pallone, perché ogni errore poteva costare caro ad entrambi. Tsurugi metteva in pericolo la libertà sua e di Tenma, e lo stesso valeva per il doppio oscuro che, in caso di sconfitta, sarebbe potuto scomparire nuovamente.
Qualcuno però, aveva deciso che non si poteva continuare con quella pazzia:
- Basta! Fermatevi! - il centrocampista della Raimon era riuscito a risvegliarsi dalla trance, e i due, quasi stupiti di vedere che stava bene, si fermarono.
Intanto, il numero otto era corso dal compagno di squadra e lo aveva abbracciato, incurante del fatto che era presente anche la personalità malvagia.
- Grazie per non avermi abbandonato. - sussurrò Tenma al blu, con le lacrime che continuavano a rigargli il volto. L’altro, dopo essersi accorto del fatto che il suo compagno stava bene, ricambiò la stretta.
Il doppio oscuro continuava ad osservare la scena, ma qualcosa era cambiato:
- Che cosa mi prende? Sento uno strano dolore al petto… che sia… no, non può essere. Io sono nato dalle ombre, non ho motivo di provare emozioni. - pensò la personalità malvagia, per poi dire ai due:
- Avete finito o no!? Nel caso ve lo foste scordati, era in corso una… - non fece in tempo a finire la frase che, strano a dirsi visto il luogo dove si trovavano, cominciò a scatenarsi un terremoto.
- Che cosa sta succedendo? - disse ad alta voce Tsurugi, accortosi delle scosse.
- Il tuo amico si è svegliato dalla trance, questo posto subirà dei cambiamenti, e se rimaniamo qui, finiremo per sparire. - spiegò il doppio oscuro, per poi schioccare le dita e si sprigionò un bagliore accecante che avvolse i due giocatori della Raimon.
Un attimo dopo, i due erano spariti, ma il doppio oscuro si trovava ancora lì:
- Perché li ho salvati? Cosa mi ha spinto a farlo? Forse… è perché anch’io sono in grado di provare dei sentimenti umani. Tanto vale che sparisca dalle vite di quei due… -
Il tempo di quell’ultimo pensiero da parte della personalità malvagia, prima che sparisse per sempre.
 
 
Nella stanza d’ospedale…
 
Tsurugi aveva riaperto gli occhi e si guardò intorno: si trovava di nuovo in quel posto, e le sue mani stringevano ancora quella del centrocampista.
- Sarà stato un sogno… - si disse.
- Lo pensi davvero? - una voce ridestò l’attaccante e lo fece girare nella direzione dalla quale proveniva. Apparteneva a Tenma, risvegliatosi dall’incubo e di nuovo sorridente come non mai; il sorriso però venne rimpiazzato da un’espressione preoccupata.
- Tsurugi, perché piangi? - gli domandò il castano.
Il blu si era toccato le guance e constatò che era vero: stava piangendo; e poiché l’altro lo aveva notato, fece l’unica cosa che gli passò per la testa in quel momento: prese il compagno per un braccio e lo strinse a sé.
- è tutto a posto. Sto bene adesso. - cercò di rassicurarlo Tenma, ma non era ancora finita: il blu si era staccato per un attimo, ma solo per prendere il viso dell’altro fra le mani e baciarlo, ma il numero otto notò ugualmente qualcosa di strano.
- Sembra quasi disperato, e come dargli torto? Prima sono stato rapito da Kenzaki, poi l’ho dovuto affrontare al laboratorio dell’Aliea, e da quello che sono riuscito a capire quando ero prigioniero del mio doppio, entrambi saremmo potuti sparire per sempre. - pensò il centrocampista, poco prima di separarsi dall’altro.
- Kyousuke… ora sono tornato, non sparirò come le altre volte. Te lo prometto. - gli disse, per poi posare le labbra su quelle dell’altro. Stavolta il bacio fu migliore, perché entrambi stavano partecipando, ma non si erano accorti che, un ragazzo dai capelli turchesi e gli occhi verde acido aveva osservato la scena.
 
 
Angolo di Emy
Tanto perché lo sappiate, ci stiamo avvicinando alla fine della fic, ma se credevate che i problemi sarebbero finiti quando il doppio malvagio di Tenma è sparito, vi sbagliavate.
C’è ancora una questioncina in sospeso, a voi capire qual è. E avete indovinato chi era il ragazzo che aveva assistito alla scena finale?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 9
*** Epilogo: una settimana dopo ***


Una settimana dopo… al campo in riva al fiume…
 
Sebbene Tenma si fosse risvegliato, i medici dovettero trattenerlo ancora qualche giorno in ospedale per effettuare degli esami, ma alla fine il centrocampista era tornato alla sua vita normale.
Tuttavia, c’era ancora un pensiero che sia lui che Tsurugi continuavano ad avere in testa da qualche tempo. I due si erano ritrovati lì per parlarne, ma dopo diversi minuti seduti su una panchina vicino al campo da calcio, nessuno dei due si decideva a prendere parola.
- Comincio a pensare che dovremo dirlo agli altri della squadra. Con quello che è successo, non penso che rimarrà un segreto ancora a lungo. - disse il numero otto rompendo il silenzio.
- Forse, ma ti devo ricordare il motivo per cui abbiamo deciso di tenerlo nascosto finora: prima di tutto, io ero un SEED e di me continueranno a diffidare; per quel che riguarda te, all’inizio non eri una presenza gradita, ma poi ti hanno accettato.
Per farla breve, ci ritenevano diversi da loro e anche se per motivi differenti, per un certo periodo di tempo ci hanno tenuti lontani dal resto della squadra. Considerato cosa è successo in seguito, per gli altri sarebbe uno scandalo se sapessero che stiamo insieme, e potrebbero isolarci nuovamente e più a lungo delle altre volte. - dopo quel discorso ci fu un attimo di silenzio, ma a romperlo ci pensò l’attaccante:
- Io però continuo a pensare che tu mi stia nascondendo qualcosa. -
Il centrocampista sgranò gli occhi a quell’affermazione. Il fidanzato aveva ragione: c’era qualcosa che non gli aveva detto, ma sapendo che non glielo avrebbe potuto tenere nascosto, decise di dirgli la verità.
- è vero. C’è un altro per questo motivo ho accettato di nascondere la nostra relazione agli altri: quando me ne sono andato da Okinawa per venire qua a Tokyo, anche se non lo davo mai a vedere, mi sentivo come isolato dagli altri; e tutti i momenti brutti che ho passato da quando sono in questa città e che la mia personalità malvagia mi aveva costretto a rivivere, me l’hanno fatto ricordare. Mi sono sentito inutile e impotente. Non voglio provare di nuovo quella sensazione, e non voglio che anche tu sia costretto a provarla. - gli rivelò il numero otto.
Il blu pensò che, tra i brutti momenti, ci fosse anche quello di lui che abbandonava Tenma quando lo aveva visto uscire dalla sala operatoria. Anche se il centrocampista non era cosciente in quel momento, sapeva che il doppio oscuro era capace di tutto.
- Mi sono sentito nello stesso modo quando mio fratello ha avuto quell’incidente a causa mia, e pensando di aiutarlo, ho fatto la scelta sbagliata. Tu sei stato l’unico a darmi una possibilità quando siamo entrati alla Raimon, e quando sei finito in quell’ospedale, in un primo momento ti sono stato lontano. Non permetterò che tu ti senta nuovamente in quel modo. - a quelle parole, il numero otto si avvicinò all’altro e lo abbracciò.
- Grazie Tsurugi. -
Quello che non sapevano, era che due dei loro compagni avevano assistito a tutta la scena.
 
 
Poco lontano da dove si trovavano Tenma e Tsurugi…
 
- Allora era questo, quello a cui Tsurugi si riferiva quando ci ha detto che Tenma per lui non era solo un amico. - constatò Kirino. Lui e Shindou si stavano dirigendo al campo da calcio della Raimon, ma passando da quelle parti, videro i due e finirono con l’ascoltare quello che stavano dicendo.
- Si spiega anche il comportamento di quei due, ma hanno preferito nascondere la loro storia per paura della reazione di noi altri membri della squadra. Fino a qualche tempo fa non ci avrei creduto nemmeno io. - aggiunse il numero nove.
- E adesso? - gli domandò il rosa.
- Se vogliono stare insieme, che facciano come vogliano. Per quel che m’importa, da quando sto con te non chiedo altro. - rispose il castano.
Ranmaru sorrise e, mano nella mano, i due ricominciarono a dirigersi verso la loro scuola.
 
 
Più tardi… alla Raimon…
 
Kariya stentava a trattenersi: aveva visto Tsurugi e Tenma, che fino a poco tempo prima avrebbe definito una coppia improbabile, che si stavano baciando e abbracciando. Aveva cercato di non dire niente fino a quel momento, ma l’immagine di quei due nella testa e il fatto di aver visto anche Yukimura e Kishibe che passeggiavano nel centro di Tokyo, e poco dopo aveva visto Kurosaki Makoto e Senguuji Yamato insieme, in un bar della città, lo mettevano a dura prova.
- Kariya, qualcosa non va? - si trattava di Hikaru e Shinsuke, che a quanto pare avevano notato che non s’impegnava come doveva.
- Niente è tutto a posto. - rispose Masaki, ma non era convinto di ciò che diceva.
Lo avevano capito anche i due, e infatti, continuarono ad insistere con le domande. Andò avanti così ancora per qualche giorno, e il difensore si trovò costretto a dire tutto:
- E va bene! Ho visto Tsurugi e Tenma che si baciavano! - quando disse quella frase però non aveva calcolato due cose: la prima era che la aveva urlata; la seconda era che avevano sentito tutti i membri della squadra di calcio, compresi i diretti interessati. Il blu era stato pervaso dalla voglia di uccidere il difensore per quello che aveva detto, ma ci pensò il fidanzato a fermarlo. Non voleva di certo vedere uno dei suoi amici finire male.
- Come mai non ci avete mai detto niente? - chiese ad un certo punto Kurama.
I due interessati all’inizio non risposero, ma dopo qualche minuto di silenzio, il centrocampista numero otto si decise a parlare:
- Avevano paura… di come avreste potuto prendere la notizia. - ammise.
- Riflettete: all’inizio, nessuno di noi due era una presenza gradita per la squadra. E poiché io ero un SEED, cosa avreste detto se lo aveste saputo tempo fa? Di certo non la aveste presa nel migliore dei modi. - disse l’ace striker anticipando le eventuali risposte dei compagni di squadra, e prendendo la mano del fidanzato come per dargli coraggio.
Seguirono altri minuti di silenzio, e ad interromperli ci pensò Shindou:
- Su una cosa avete ragione: se ce lo aveste detto tempo fa, forse non la avremmo presa bene, ma se volete stare insieme… per quel che mi riguarda, non ci sono problemi. -
Dire che Tenma e Tsurugi erano rimasti sorpresi era dir poco, ma quello che li stupì, era che anche gli altri dissero che non c’erano problemi.
Che fosse stato per le parole dell’ex capitano, o perché avevano capito tutto? In quel momento non era importante: ora i due potevano vivere la loro storia alla luce del Sole, e l’oscurità dell’Aliea Meteorite e delle loro paure non li avrebbero potuti intralciare.
 
 
Angolo di Emy
Vi dico già da subito che ho avuto una giornata pessima nel vero senso della parola, quindi se troverete errori di qualsiasi genere scusatemi.
Mi ci è voluto un po’ per aggiornare, ma non avevo molte idee su come finire questa storia.
Spero che questa mia KyouTen vi sia piaciuta, ringrazio chi ha inserito la fic tra le preferite, le ricordate e le seguite, e ovviamente chi ha recensito e letto la storia.
Baci e abbracci
Emy
 

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