La speranza vince sempre? Non so, però esiste

di delilahs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** specialità in arrivo ***
Capitolo 2: *** new, little surprice ***
Capitolo 3: *** not if the comparison is with you ***
Capitolo 4: *** he will always be there ***
Capitolo 5: *** are you okay? ***
Capitolo 6: *** prayed ***
Capitolo 7: *** AVVISO PER I LETTORI ***



Capitolo 1
*** specialità in arrivo ***


POV KRISTEN

 
 
Era passata quasi una settimana da quando l'avevo visto l'ultima volta.  Adesso lui era a Londra a festeggiare con quelle pazze delle suo sorelle. Eh, già, festeggiare.
Festeggiare il mio stato interessante. Era stato uno shock, quando l'avevamo scoperto, appena una settimana prima, quel bastoncino, quel test, e se si fosse sbagliato? Subito avevamo prenotato in gran segreto una visita dalla ginecologa, e avevamo avuto la bellissima conferma. Sono incinta. Sorrisi tra me e me. Non dimenticherò mai la faccia di Rob quando glielo dissi per la prima volta. 
La sua faccia aveva cambiato colore così spesso in quei due, lunghissimi, minuti, che avevano seguito l'annuncio, che stavo iniziando seriamente a preoccuparmi; poi il suo viso si sintonizzò su un unica espressione. La gioia. Una gioia così profonda, così intensa, così pura e felice che sembrava brillare di luce propria. Una lacrima scese piano sulla mia guancia, maledetti ormoni! Da quel momento era stato ancora più dolce, e se possibile, più premuroso. Si preoccupava di tutto! Le mie nausee mattutine, i miei ormoni in subbuglio, i miei capogiri. E ogni volta con più dolcezza della volta precedente. Sorrisi; ero davvero fortunata. No, mi corrego, eravamo veramente fortunati! O, fortunate, non lo so, l'avremmo scoperto tra qualche mese.
Scesi nella cucina silenziosa. Era sempre così quando lui non c'era. Apri il frigorifero e mi ritrovai a fissare quel biglietto. Quel biglietto che aveva cambiato la mia vita e la sua. Quelle quattro semplici parole "Kristen, io ti amo" . Sorrisi. Avevamo ormai più di 20 anni, e ci comportavamo come bambini di cinque. I bigliettini. Eppure, quando avevo ricevuto quel biglietto, all'epoca dei primi giorni sul set di Twilight, mi era crollato il mondo sotto i piedi. Ero stranamente felice, anziché sentirmi curiosa per quello strano biglietto anonimo. Poi era sembrato tutto così naturale. Avevo lasciato Mike, non stavamo più bene insieme, e, in qualche modo, mi ero fidanzata con Rob.
Fidanzata. Uffa, odiavo quella parola, ma semplicemente perché non riuscivo a far entrare tutto quello che provavo per Rob in quella parola, così banale, eppure così speciale.
Lancia uno sguardo all'anellino d'oro, molto semplice, che portavo al dito medio. Lo sollevai alla luce del sole e potei cogliere quel piccolo scintillio: la "R" di Rob.
In quel momento mi scosse improvviso un brivido, e mi accorsi di aver lasciato il frigorifero aperto. Che sciocca.  Non avevamo certo problemi con il denaro, ma era veramente uno schiaffo alla miseria. Mi preparavo ad affrontare la mia semplice colazione, uno yogurt bianco, l'unica cosa che non mi desse la nausea a quell'ora.
Quando Rob l'aveva scoperto, era uscito di corsa ed era ritornato con uno scatolo enorme di yogurt. Che dolce! Quello yogurt non significava soltanto un pasto, ma anche tutto l'amore che lui metteva in tutto quello che faceva, per me, per noi.
 
Mi mancava tantissimo. Stare lontano da lui era quasi diventato un male fisico, e ogni giorno senza averlo accanto era un agonia; meno male che sarebbe tornato tra poco. Lancia uno sguardo all'orologio; eh, già, mancava proprio poco, giusto mezz'ora e il suo aereo sarebbe atterrato. E tra un ora, finalmente sarebbe stato tra le mie braccia. O, più probabilmente, sarei stata tra le sue, mentre la sua mano mi avrebbe carezzato il ventre ancora piatto.
Mi sedetti sul divano e inizia lentamente a mangiare. Probabilmente non l'avevo neanche finito, perché ad un certo punto mi girò fortissimo la testa e, giusto il tempo di posare lo yogurt a terra, mi addormentai.
 
 

POV ROB

 
 
 
Bussai alla porta di casa, già pregustando il momento in cui avrei potuto stringerla tra le mie braccia, accarezzarla, baciarla e.... rabbrividii di piacere al solo pensiero. 
Perso nei miei pensieri, mi accorsi solo in ritardo che nessuno veniva ad aprirmi. "Stew, sei lì dietro?" Nessuna risposta. Iniziai a farmi prendere dall'ansia. E se si fosse sentita male? E se fosse svenuta proprio dietro quella porta? Lo sapevo, lo sapevo, che sarebbe dovuta venire con me, a Londra. Ma una settimana fa, avevo troppa paura che l'aereo e il jet leg potessero farle male, nelle suo condizioni. Mi era sembrata una buona idea. Ok, Rob, calmo, calmo. Probabilmente o è sotto la doccia oppure si è addormentata. Con un po' di difficoltà inserii le chiavi nella toppa ed entrai in casa.
Stava proprio dormendo. Più che altro era collassata. Sul divano, con una mano sulla pancia e una a penzoloni. Sembrava ancora più piccola, e fragile. Mi piaceva quel suo lato. Lei cercava di non darlo a vedere, ma si vedeva che il suo corpo stava cambiando e lei aveva qualche difficoltà ad adattarsi. 
Posai le valige a terra e, attento a non svegliarla, mi appoggia allo schienale, portando la sua testa sulle mie gambe. Non so quanto tempo rimasi così, a guardarla dormire, e al contempo, ascoltando la musica dei Paramore, mi rilassava così tanto. Carezzavo il suo ventre nudo, chissà quando si sarebbe iniziato a vedere. A quel punto sarei stato l'uomo più felice di questo mondo. Se mai è possibile esserlo più di così. 
Perso nei miei pensieri non mi accorsi che Kris si stava muovendo, e temetti di averla svegliata. Purtroppo. "Mmmh" adoravo quando mugugnava.
"Rob? Rob, sei tu?"
"Si, amore, sono io, sono qui"
"Oddio Rob spostati!"
Mi spostai di colpo, già presagendo quello che stava per accadere. Kris corse verso il bagno e si inginocchiò sul WC scossa dai conati di vomito e io la seguii. Come avevo già fatto molte volte e come avrei continuato a fare fin quando fosse stato necessario.
E come sempre, lei tentò di cacciarmi, ma, debole com'era... quando ebbe finito e si fu lavata i denti ci dirigemmo in camera da letto e lei si stese sul lettone. Era intatto, segno che neanche quella notte aveva dormito. Normale che si fosse addormentata la mattina, allora. La presi e la strinsi contro il mio petto, cullandola dolcemente.
"Hai fame?"
"Si, un pochino" ammise imbarazzata.
"Perfetto, ti preparo qualcosa da mangiare"
"Oh, Rob, non è necessario, anzi... " mi tirò a se, come a voler chiarire il concetto "Vorrei qualcos'altro.."
"Ah, no! Faremo sesso solo dopo che avrai mangiato qualcosina!", dissi convinto. Con un suo risolino mi chinai e la presi in braccio, portandola di corsa giù per le scale.
 
 
Angolo autore

Yoooooooooooooo
Pippoleeeeeee
Okay basta (?)
yeeeeep final
mente ho scritto questa grandissima opera d'arte (si certo u.u)
la divina commedia mi fa un baffo tzè (?)
beccati questa dante! (?)
basta lol
restiamo serie *OuO*
questa fanfic m'è venuta di colpo, nel pieno della notte
e ringraziate il cielo che ho il sonno leggero (uwu)
o quest'opera non avrebbe mai visto la luce (OwO)
quiiiiiindi.
visto che....
quest'opera è così carinaaaa (se vabbè sogna sogna martina OuO)
gradirei mooooltissimo sapere cosa ne pensate OuO (mi sono innamorata di questa OuO faccina OuO)
se foste cosìììììììì gentili da lasciarmi una recensione piccola piccola 
ve ne sarei davvero mooooooolto grata 
m'è venuta la sindrome di liam payne lol
adesso basta sennò mi sputtano solamente OuO
ci vediamo al prossimo capitolo
e ricordate

pace e fottuto amore 

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Capitolo 2
*** new, little surprice ***


 
POV KRISTEN
 
"Hey, Kris, ci sei? Terra chiama Kris?!" urlò quel deficiente del mio ragazzo.
"Si, si ci sono!" risposi come un idiota, urlando per farmi sentire.
"finalmente! ti davo per morta!"
"deficiente" mugugnai.  mi alzai dal tavolo della cucina dove avevamo appena finito di mangiare la colazione. Rob era stato dolcissimo, e lo dico con un po' di cattiveria, anche un po' buffo. Non sapeva proprio come destreggiarsi in cucina, ma era testardo e
aveva deciso di imparare per non far cucinare me. che adorabile cucciolo che era il mio rob. era stato uno spettacolo impagabile vederlo guardarsi intorno come se si trovasse in una giungla; aveva preso un pacca di farina per fare le crepes, visto che non
so per quale strano motivo ne avevo una voglia matta, e se ne era versato metà addosso!che ridere! e ovviamente, da bambino che era, appena mi aveva visto sgignazzare, aveva preso un pugno di farina e me lo aveva lanciato in faccia. a volte era proprio
un bambino, uffa. ovviamente poi mi ero andata a fare lo doccia proibendogli CATEGORICAMENTE DI ENTRARE CON ME. Ma, ovviamente non mi aveva dato retta ed era entrato lo stesso. anche se, devo ammetterlo, era stato proprio.... dolce. sembrava
imbarazzato, ma ero riuscita a tranquillizzarlo e così... be, il resto credo sia chiaro.
Fare l'amore ora che sapevamo che dentro di me cresceva il nostro piccolo fagiolino era stato così... così dolce, eppure così intenso; mi chiedevo se si potesse amare più di così.
"KRIIIIIIS!!!" urlò di nuovo
"STO ARRIVANDO!" urlai di rimando.
Credo che tra i 'rumori' di stanotte e stamattina e i continui strilli che emettevamo di continuo per scherzare presto ci avrebbero denunciato per disturbo alla quiete pubblica; scesi di corsa le scale, ansiosa di vedere cosa quel deficiente avesse da urlare
tanto.

 

POV ROBERT

 
era tutto pronto, finalmente. "KRIIIIIS!!" ma quando scende?! "STO ARRIVANDO!" sbottò lei, secca, scendendo le scale, sotto le quali mi nascosi. può sembrare infantile, ma so che la divertiva parecchio; quindi, quando lei arrivò alla fine delle scale mi gettai (è proprio il caso di dirlo, quasi mi catapultai) alle sue spalle e svelto le legai una benda dietro gli occhi e le bloccai le mani prima che potesse sfilarsela. in fondo sapevo benissimo quanto Kris odiasse le sorprese, ma il divertimento era proprio quello.

"Rob,
Rob, liberami subito o ti giuro....!" 
"Ti giuro che?" risposi ridendo sotto i baffi
".....ti giuro che stasera te la fai in bianco!" urlò Kris di rimando.
"Si, certo, come no. Guarda che sai benissimo che resisteresti meno di me, amore e tanto non ti libero, quindi smettila di dimenarti e dammi la mano."
"Okay, Rob, ma sappi che stasera ti scordi tutto!"
"Si, certo" risposi, sussurrando, ma facendo in modo che lei mi sentisse, infatti mi lanciò una gomitata che schivai facilmente; le sussurrai all'orecchio "niente da fare, mammina"
"Flippy, non ti conviene provocarmi e leviamoci questo dente!"
"Hey, mi ritengo offeso! ho lavorato duro mentre tu dormivi e tra poco è anche ora di pranzo, e tutto quelle che tu hai da dirmi è 'leviamoci questo dente'?" finsi di offendermi mettendo su un broncio a cui sapevo lei non sapeva resistere.
Lei ci cascò e si girò completamente bendata e cercò di baciarmi. Mi tirai indietro e in un primo momento la feci vagare a vuoto per vendicarmi un po’, ma alla fine non resistetti a quell'adorabile broncio che mise su e la baciai. un bacio molto leggero, a fior di labbra.
Lei provò ad approfondire il contatto e cercò di sfilarsi lentamente la benda, ma non mi feci imbrogliare così facilmente
"eh, no, mammina, così non va, non mi imbrogli!" esclamai con un grande sorriso sulle labbra e la bocca a pochi centimetri dal suo orecchio
"uffa" borbottò, e finalmente si lasciò guidare
"ecco, vai avanti, attenta allo scalino, ecco brava bambina" mi stavo divertendo da morire!
"bambina?! guarda che questa 'bambina' è primo: la madre di tuo figlio. secondo: ...." non la lasciai finire. ero arrivato a "mio figlio". che bella parola "mio figlio" suonava proprio bene.
"un piccolo pattinson" le sussurrai all'orecchio mordendole delicatamente il lobo.
"Ah, no, pattinson, non ci provare! non ci casco e poi secondo me sarà una femmina, una bella femminuccia" sussurrò maliziosa.
"oh, be, allora speriamo che assomigli a te, sei così bella..." arrossii. sapevo quante fosse timida e riservata e mi meravigliava che ancora si imbarazzasse.
"Okay, siamo arrivati, puoi togliere la benda!" esclamai soddisfatto.
"Finalmente! Allora, dov'è questo.... oh, wow" sussurrò
Mi spostai per farla passare già pregustando le sue reazioni
 

POV KRISTEN
 

Oh. OH, wow. Rob... Rob aveva fatto tutto questo?
"Sei... sei stato tu? voglio dire, hai fatto tutto da solo?" sussurai, incapace di muovermi
"Mhh... si, tutto da solo, mentre la mia mammina preferita dormiva" 
Mi girai e mi ritrovai faccia a faccia con lui; com'era possibile, che dopo ben cinque anni di fidanzamento, mi sapesse ancora stupire così. Quello che provavo in sua presenza era unico, qualcosa di magico e indescrivibile. Sempre guardandolo negli occhi,
lo presi per mano e dopo un dolcissimo bacio mi incamminai con lui nel mio piccolo, nuovo angolo di paradiso.
 





Yoooooooooooooooo
pippoleeeee (?) 
è qui la vostra autriceeee
*rumore di grilli*
*palla di fieno che rotola*
va bbbene OuO
prima di tuttoooo
vorrei ringraziare i 582 silenziosi lettori che hanno letto la mia storia
quasi non ci credo lol
in effetto mi chiedo spesso se siete reali 
o solo frutto della mia fervida immaginazione
sono tipo quei siti web che ti chiedono
'sei un essere umano o un robot?'
NO, SONO UN ASPIRAPOLVERE OuO
quindiiii
traendo le conclusioni di questo
appassionatamente appassionante (?) discorso
vuoi dimostrarmi che sei vero?
vuoi dimostrarmi che non sei un aspirapolvere?
hai letto tutto questo con voce da venditore?
BBBBENE
ALLORA
LASCIAMI UNA RECENSIONE
*musichetta*
lol
-Martina

 

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Capitolo 3
*** not if the comparison is with you ***


POV KRISTEN

Wow. Non pensavo di poterlo descrivere in modo diverso. Leggermente alla mia destra  c’era la piscina, quella piccola piscina che avevamo comprato insieme alla casa e che non avevamo mai avuto modo di provare. Adesso brillava. Letteralmente. Sulla superficie dell’acqua cristallina galleggiavano mille e anche più petali di rosa, che stranamente brillavano al sole come tantissimi cristalli. L’acqua che ne traspariva era limpida e aveva una strana sfumatura di rosa.
A sinistra della piscina, proprio di fronte a me, c’è il nostro giardino; no, anzi, mi correggo, C’ERA il nostro giardino. Perché adesso era ricoperto di una spiaggia bianca e finissima e anche molto calda a giudicare dai vapori che esalava. Un tipo di sabbia che in genere si trova alle Hawaii, o che so io; quasi come riuscisse a leggermi nel pensiero Rob si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio qualcosa che somigliava a:
“A volte la fama aiuta…”
La spiaggia era costellata di conchiglie e stelle marine rose e lucenti; alle spalle c’erano un paio di ombrelloni, sotto i quali c’erano due sedie a sdraio ricoperte con dei morbidi cuscini azzurro cielo. Lo stesso colore della massa sterminata di blu che si spandeva sopra di noi, così pura e senza una nuvola.
Tutto a circondare quell’ angolo di paradiso c’era un’altissima siepe, verde e rigogliosa, da dove spuntavano qua e là mazzolini di candidi fiori bianchi. In fondo a sinistra si intravedeva la punta del piccolo cancelletto del recinto, luccicante al sole.
Fuori dal giardino c’era una piccola spiaggia, stranamente vuota. Oltre i suo confini erano conficcate nella sabbia centinaia di torce di legno di balsa, ognuna con sopra incisa una data.
“15/10/07”
“Il primo giorno che ti ho vista, al provino, ricordi?” mi sussurrò
“Eccome se mi ricordo! E mi ricordo anche la pillola di Valium”
“Uff! Mi torturerai a vita con questa storia! Era mezza, pillola, mezza; e poi non è stata colpa mia se eri così dannatamente irresistibile”
“Si, certo … vediamo un po’. 12/11/08 la prima premiere di Twilight!”
“E dovresti vedere le foto … mi stavi letteralmente mangiando con gli occhi”
“Non è vero!”
“Si, si, certo”
“E questa..”
“Kris, guardami. Guardami negli occhi”
“Che c’è, Rob, che ho combinato stavolta...”
“Che mi nascondi, Kristen?”
Ahia. Mi si leggeva proprio in faccia allora.
“Io, beh, ecco, insomma... Non l’ho detto ai miei genitori” ammisi a testa bassa
“Cosa?! Non hai detto a tua madre e a tuo padre, per non contare i tuoi fratelli, che ti hanno sempre amato e sostenuto durante questi lunghi e tortuosi anni che hai passato senza di me, che sei incinta?! Non sapevo che la gravidanza portasse anche a vuoti di memoria…”
“Smettila! Non l’ho dimenticato, è solo che…”
“E’ solo che… che cosa?”
“Ho paura! Ho paura, okay?! Ho paura delle loro reazioni, insomma, ho solo vent’ anni…”
“Kris, guardami.. ci stai ripensando?”
“Cosa? No! Non ci provare nemmeno a pensare una cosa del genere, io voglio te e voglio questo bambino! Cazzo, certe volte non so proprio cosa ti frulla per la testa”
“Okay, okay, solo che non vedo il problema. Mi hai sempre raccontato che i tuoi sono molto aperti e comprensivi, quindi perché non farlo subito? Tanto lo sai che tra qualche mese non lo potrai più nascondere..”
“Lo so, Rob, lo so!” urlai con le lacrime agli occhi “Ma ho paura..”
“Ancora dei tuoi genitori?!”
“No,no, ma tra qualche mese io ingrasserò, e tu non mi vorrai più perché sarò orribile, io, io ….”
“Amore, ma che dici? Scricciola, sei incinta. E’  normale e sarai ancora più bella con il pancione, e io ti amerò sempre, e questo lo sai!”
“Okay, scusa per lo sfogo. Maledetti ormoni..”
“Non fa niente, honey. Hey, ho una grande idea! Facciamolo stasera!”
“Facciamo stasera COSA?!”
“L’annuncio, Kris, ma a cosa pensavi?”
“Ah, niente..” sorrisi tra me e me. “Si, staserà sarà perfetto!” dissi per sviare il discorso dalla mia gaffe.
“Perfetto, allora stasera, una bella festa in piscina! Tanto poi avremo tutto il tempo di FARLO domani, eh, Kris..”
Arrossii di botto. Se ne era accorto. Lo rincorsi in cucina mentre sentivo l’eco della sua risata diffondersi per tutta casa.

La sera stessa

“Rob, dove sei? Ho bisogno di una mano!”
“…”
“Bene, perfetto, farò tutto da sola” mugugnai. Presi un estremità della fila di piccole lucine intermittenti che bisognava sistemare sulla siepe e salii sulla scala.
“Okay, vediamo un po’ dove va messo questo coso..”
“Oh, oh, AAAAH!”
Baam. No, anzi, niente baam. Perché non ho sentito niente? Dovrei essere caduta, perché sono a mezz’aria? Ah, ma certo. Robert. Che proprio in quel momento mi stava scuotendo violentemente. Probabilmente pensava avessi avuto una specie di commozione celebrale.
“Rooobert, Robert! Smettila, mi fai venire la nausea!”
“Amore, oddio stai bene? Che è successo, come sei caduta, ti fa male la pancia, la testa, hai la nausea..?!”
“Primo. Smettila di agitarmi come una bambola di pezza o di mollo uno schiaffo. Secondo. Robert Thomas Pattinson, io sto bene, noi stiamo bene, quindi calmati, okay?”
“Ma come calmati! Sei incinta e sei appena caduta da una scala! Basta, adesso ti porto dalla ginecologa, al diavolo la festa!”
Ecco, era entrato nella fase padre-iperprotettivo.
“No! Sto bene, Rob, davvero, e poi abbiamo già invitato tutti, sarebbe inutile disdire tutto!”
Mi sembrava quasi vedere la sua testa fumare e i suoi ingranaggi girare e rigirare nel tentativo di trovare una soluzione accomodante, perché sapeva bene quanto posso essere cocciuta.
“Ok, okay. Allora restiamo qui e NON ti porto in ospedale, ma tu chiama la dottoressa Johnson e chiedile se ci saranno ripercussioni. E se ci saranno, giuro che prima ti stordisco e poi ti porto in ospedale”
“Va b-bene. Tu portami solo un bicchiere d’acqua”
Mi bacia velocemente “Subito, mammina”
Sorrido e nel frattempo compongo il numero della ginecologa. Per fortuna risponde al primo squillo
“Pronto?”
“Salve, dottoressa, sono Kristen. Kristen Stewart” mi morsi subito il labbro. Non era una cosa che dicevo spesso agli estranei, per evitare frotte di fan urlanti fuori dai posti in cui mi recavo. Per carità, amavo i miei fan, ma alcune erano totalmente ossessionate da me, da Rob, dalla nostra storia d’amore. Totalmente, incondizionatamente ossessionate.
“Kristen…?”
“Oh, si, mi scusi. Mi dispiace di averla disturbata a quest’ora, ma sono appena caduta e sono al secondo mese di gravidanza, lei crede che… che potrebbe avere ripercussioni ..?”
“Sei caduta da molto in altro? Senti dolori, intorpidimenti, nausee?”
“No, no, Robert mi ha presa subito, non ho toccato terra, ma siamo molto preoccupati..”
“Se non senti niente, allora va tutto bene. Ma domani vieni da me per fare un controllo e visto che ci siamo, anche la tua prima ecografia. E sta più attenta la prossima volta”
“Si, grazie dottoressa ci sarò.”
Attaccai il telefono nel momento in cui Rob arrivava dalla cucina con un bicchiere d’acqua.
“Tutto okay. La dottoressa ha detto che non è niente e domani ci sarà la prima ecologia!”
“Meno male. Mi dispiace per essere stato così… così, prima. Ma adesso siete tutta la mia vita e vi proteggerò finché avrò vita, fosse anche da te stessa”  mi disse all’orecchio.
Ma come faceva a trovare sempre la cosa giusta da dire, anche nelle situazioni più strane? 
“Grazie.. e noi siamo immensamente fortunate ad avere te”
DLIN-DLON
“Ecco, sono arrivati. Va’ ad aprire, va’”
Certo, l’accoppiata sue sorelle e miei fratelli si poteva anche evitare, ma avevamo deciso di dare l’annuncio anche ai genitori di Rob e ai miei tutti insieme, e come non si poteva invitare quei cinque pazzi scatenati? Sentii la porta aprirsi e un paio di gridolini eccitati, senza dubbio di Victoria e Lizzie, diffondersi per la casa.
Poi altre voci, più profonde e tranquille, che dovevano essere dei miei genitori o di quelli di Rob, ma non feci in tempo a capire a chi appartenessero, che due proiettili mi si lanciarono addosso.
“Cosa, ma chi cavolo..?!”
“Sorellina!!”
Ma certo. Dana e Taylor, i miei fratelli adottivi; in realtà erano miei cugini, ma avevano vissuto con noi ed erano praticamente di famiglia. Comunque continuavano a saltare, sembravano due femminucce!
“Dana, Tay, ma che cavolo vi succede?! Da quando in qua siete così melodrammatici? E dov’è Cameron?”
“Sono qui, sorellina.”
“Cameron!”
Mi gettai addosso a lui con uno slancio non indifferente, ma non si mosse di un centimetro. Sfido, era un gigante! Alto un metro e novantaquattro e con un fisico enorme per la tanta palestra che faceva.
“Cavolo, Cameron, sei sempre stato così enorme?”
“No, scricciola, sei tu che sei sempre stata una nanetta”
Ecco, appunto, sempre a stuzzicare.
“Beh, almeno io non sembro un bisonte con tanto di corna”
“Cosa? Che cosa hai detto? Vuoi forse morire di solletico, forse?!”
“No, Cam, no, per favore, no! HAHAHAHAHAHAHAHAHAHA”
Nel frattempo erano arrivati anche Rob con i miei genitori e i suoi. Mi staccai a fatica da Cam e camminai verso di loro, ma non feci in tempo a raggiungerli che altri due proiettili mi si fiondarono addosso, ma stavolta ero preparata. Mi spostai di lato per evitarle e poi mi gettai da sola nel mezzo dell’abbraccio stritolatore di Lizzie e Vic.
Loro già sapevano tutto, erano state le prime a saperlo dopo Rob, naturalmente, ed erano eccitate, naturalmente; invitammo tutti in giardino e ci accomodammo alla grande tavola in mezzo al giardino.
Fin dall’inizio della cena avevo capito che qualcosa non andava, quiasi come si fossero messi d’accordo.
“Mi passi il pane Sten?”
“Mi passi il sale Sten?”
Alla fine sbottai
“Basta, io mi chiamo Kris!”
“No, non è vero, tu sei Sten e lui è Rob, e insieme formate Robsten, la coppia più innamorata del decennio!” fece Tay con fare teatrale
“Del decennio? Vorrai dire del secolo!” dissero ridendo Lizzie e Victoria.
“Ok, adesso basta,  io e Kris vogliamo fare un annuncio importante!”
Lo guardai con fare interrogativo, come per chiedergli “Già?” e lui mi rispose con un alzata di spalle.
“Si, beh, insomma..” mormorai alzandomi a mia volta “E’ una cosa molto importante e so che è presto e che forse può sembrare strano, ma…”
“Quello che Kris, qui, sta cercando di dirvi, è che è incinta. Aspettiamo un bambino.” disse Rob con una punta d’orgoglio nella voce.
 
E cinque-quattro-tre-due-uno…
“Oddio, davvero?” disse la madre di Rob
“Nooo che non è vero, Robert, ci sta prendendo in giro come al solito” disse Dana dando una gomitata al mio ragazzo.
“Ragazzi, ma state bene?” disse Liz “Certo che è tutto vero!” aggiunse Victoria
“E’ tutto vero” disse Rob, a metà tra il divertito e l’irritato, forse perché mio fratello lo considerava capace di scherzare praticamente su tutto “Kris è incinta da due mesi. E domani si farà la prima ecologia”
“Oh mio dio…” sussurrò mia madre.
“Congratulazioni!  E complimenti, Rob!” urlarono i miei fratelli, facendomi arrossire.
Mia madre e Claire, la madre di Robert, mi vennero incontro abbracciandomi e parlando con i loro mariti
“Diventeremo nonni! Ci credete?! Diventeremo nonni!” tutti eccitati.
Che famiglie di pazzi. Ma erano le nostre; e presto ne avremmo fatto pienamente parte, magari con un dolce fagottino tra le braccia. Al solo pensiero mi ritrovai a sorridere e non mi accorsi di Rob che lentamente mi stava guidando fuori dal giardino. Sapevo che era inutile chiedere dove stessimo andando, ma ci fermammo subito, proprio di fronte al mare che luccicava alla luce della luna alta nel cielo.
“Certo, la luna è davvero bellissima”
“Non se il suo confronto è con te” mi sussurrò Rob all’orecchio
“Che fai, citi anche Edward Cullen adesso?” risposi ridendo
“Si, mi risento molto in lui. Anche se secondo me parlava troppo. Io sono più… diretto”
Risi ancora mentre le sue labbra percorrevano il profilo del mio collo, lasciando tracce incandescenti dove mi baciava. E proprio mentre sussurravo: “E Bella si fa troppi scrupoli…” le sue labbra trovarono le mie.


Ho pochissimo tempo per scrivere l'angolo (?)
quindiiiii
scriveròcomeliampayne
no aspetta OuO
qui mi linciano 
*si guarda intorno*
voglio raccontarvi una cosucciaaa
praticamente (?)
oggi ero in classe 
e sul libro c'era una gigantografia dei robsten (
ʘ‿ʘ)
io ero tipo *OuO*
la mia prof era tipo ◔_◔
e i miei compagni erano tipo *ʘ●ʘ*
insomma eravamo un sacco di tipi (?)
okay, questa era un idiozia lol
basta lol
sempre le solite cose
che volete fare sono noiosa OuO
GRAZIE 
ʘ‿ʘ ❤ 
di esserci 
I just wanna say a massive thank you (?)
e se volete, lasciatemi una RECENSIONE
ʘ‿ʘ RECENSIONE ʘ‿ʘ 
E ricordate
IO VI OSSERVO SEMPRE
ASPIRAPOLVERI (?)
OuO

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Capitolo 4
*** he will always be there ***


pov kristen

“Arrivo, sto arrivando..”

E stavo davvero per arrivare. Lo vedevo, nella penombra, con qualcosa in mano. Rob avanza va verso di me con qualcosa di molto piccolo, dal colore indistinto, forse verde chiaro, tra le braccia. E io volevo raggiungerlo e vedere cosa o chi, portasse in braccio.
“Kristen? Kristen, amore, svegliati..”
No, lasciatemi dormire, pensavo. Fatemi arrivare alla fine. Voglio vederlo. Ma niente da fare.
“Kris?” Rob iniziò a scuotermi più forte “Kris? Dai, che è tardi, abbiamo l’ecografia”
Solo sentire quella parola, non so neanche il perché, mi fece sorridere e aprire gli occhi. Spalancai la bocca in un sorriso e mi ritrovai a fissare i suo occhi, di un azzurro così chiaro eppure così acceso da essere quasi indescrivibile.
“Buongiorno! Finalmente, credevo quasi che sarei stato costretto ad andarci da solo. Ci sarebbe stato solo un piccolissimo ma indispensabile dettaglio..” continuò baciandomi
“E cioè che sono io a portare tuo figlio!” esclamai ridendo, spostandomi da sotto di lui e andando in bagno.
“Giusto! Vogliamo fare quattro mesi e mezzo ciascuno? Vorrei tanto provare…” disse ridendo
“Si, certo, ma tu ti prendi quelli che comprendono il parto!” gridai attraverso la porta chiusa del bagno. Lo sentii ridere.

Più tardi, all’ecografia

“I SIGNORI PATTINSON SONO PREGATI DI PRESENTARSI IN SALA”
“Ecco, Kris è il nostro turno. Non sei contenta?”
“No.. cioè, si! Stavo pensando sul perché già mi considerano la signora Pattinson..”
“Forse perché voi americani avete una logica ristretta che vi dice che uno deve per forza essere sposato per avere figli” mi disse Rob a bassa voce.
“Ah, ah, molto divertente Pattinson. Ma io e te non siamo sposati, non ancora, quindi..”
“Ci stai facendo un pensierino?”
“Tu?”
“Oh, io avevo intenzione di sposarti dalla prima volta che ti ho vista, sappilo. E non mi arrenderò finché tu non mi dirai di si, sappi anche questo, come testimoniato dalle innumerevoli proposte di matrimonio che ti ho fatto sul set del primo Twilight”
“Rob, metà di quelle proposte le hai fatte quando uscivamo la sera, quindi molto probabilmente eri ubriaco; e quelle che invece me le hai fatte da sobrio, beh, io ero ancora fidanzata all’epoca ricordi?”
“Eccome se me lo ricordo! Il macaco.” disse con falsa voce da offeso “Ma dimmi un po’ la verità, sono meglio io.”
“Non farmi iniziare questo discorso, Pattinson, o ti spedisco dritto dritto a dormire sul divano” dissi ridendo.
“Si, certo, come se fossi capace di restare senza di me anche solo per un secondo.”
Risi. Su questo aveva assolutamente ragione; stare lontano da lui era diventato quasi un male fisico. E pensare che da lì a due settimane sarebbe dovuto andare a Budapest per le riprese di Bel Ami non migliorava affatto la situazione. Ma scaccia quei pensieri e mi concentrai sul presente, ovvero sullo studio della dottoressa dove eravamo appena entrati.
La ginecologa era molto di fiducia e amica di mia madre, che ce l’aveva consigliata.
“Prego, Kristen, sdraiati su quel lettino e alzati la maglietta, così possiamo vedere questo bel bambino..”
Quando mi sparse il gel gelido sulla pancia ebbi quasi un riflesso improvviso di toccarla, nella stupida convinzione che il bambino potesse sentire freddo. Ovviamente non era così, e mi trattenni.
La dottoressa iniziò a passare un apparecchio sulla pancia ancora piatta resa scivolosa dal gel.
“Allora, vediamo un po’ dove si nasconde… oh! Questo è davvero singolare.”
“Cosa? Che è successo?!” disse Rob, ansioso mentre stringeva forte la mia mano.
“No, ma.. avrete una bella sorpresa. Anzi, due belle sorprese. I bambini sono due”
Cosa?
Dovevo ancora registrare le parole della dottoressa e Rob con me quando lei parlò di nuovo
“Eh, si, sono due. Due gemelli a quanto pare. Volete sapere il sesso?”
Una parola. Gemelli. Strinsi più forte la mano di Rob che mi accorsi stava fissando incantato lo schermo e la mia pancia, a ritmi alternati.
“Si, direi di si.” risposi cordialmente alla ginecologa “Amore? Il sesso dei bambini”
Due bambini. Wow, quasi non ci credevo.
“Cosa? Oh, si, il sesso.” disse Rob, con l’emozione malamente nascosta che trapelava dalla voce.
“Vedete qui?”  disse poggiando una mano sullo schermo “Esattamente qui”
“Io non vedo niente” sussurrai e vidi che Rob era perplesso quanto me
“Appunto! Questa è una femminuccia. E invece questo leggermente più grande è un bel maschietto. Congratulazioni!”
“Una femmina e un maschio” dissi. Senti qualcosa di salato toccarmi le labbra e mi accorsi che stavo piangendo e che un lacrima si stava accumulando anche sotto l’occhio di Rob.
“Amore..” Rob mi baciò, un bacio salato “Amore, sono due bambini bellissimi, e sono nostri. Nostri, solo nostri.”
“Signor Pattinson, le spiace, qui ci sono le foto dell’ ecografia e alcune carte che dovrebbe firmare”
“Si, arrivo subito..” disse Rob, ancora con gli occhi incatenati ai miei “Tu rivestiti, o prendi freddo” sussurrò, accarezzandomi la pancia.
Feci giusto in tempo ad abbassarmi la maglietta che sentii qualcuno abbracciarmi da dietro.
“Ehy, adesso che si fa? Sono appena le undici e mezza, e non fraintendermi, a me piacerebbe moltissimo rimanere a casa, ma..” disse mentre uscivamo dallo studio e ci incamminavamo per il corridoio “.. non penso che le nostre famiglie siano dello stesso parere. Vorranno sicuramente vedere le foto, ficcanaso come sono.”
“Mmmh, giusto, hai ragione” dissi contro le sue labbra mentre mi giravo per baciarlo “Facciamo così” riprese lui “Andiamo a casa dei tuoi, invitiamo i miei genitori e le miei sorelle a pranzo e così facciamo felici tutti quanti! Sono un genio”
“Si, certo, speriamo che i tuoi geniali geni inglesi vengano trasmessi ad almeno uno di questi fagiolini” dissi dolcemente carezzandomi la pancia.
“Zitta, essere spregevole, e baciami” dicendo questo mi abbracciò da dietro e mi baciò sul collo lasciando una scia incandescente. Mi piaceva quando mi abbracciava così; non so, mi faceva sentire protetta.
“Sali in macchina, cretino” dissi ridendo “Guido io”
“Si, certo, e con quali chiavi?” disse cercando di trattenere le risate e avvicinandomi. Non capii cosa voleva fare fino a quando non si chinò e mi prese in braccio.
“ROBERT THOMAS PATTINSON, METTIMI SUBITO GIU’!” urlai tra le risate
“Ah, mi dispiace cucciola, ma non posso permettere che vi stanchiate” rispose caricandomi di peso sul sedile anteriore della macchina.
Misi su il mio broncio migliore, ma mi sciolsi quando si sporse dal sedile e mi baciò “E comunque, guido io” disse trionfante con le chiavi della macchina in mano. Ma quando me le aveva prese?
“ROB!” dissi ridendo.
 
 
“Aaaah, finalmente! Siete arrivati! Ormai non ci speravamo più” dissero insieme Liz e Victoria nel momento esatto in cui varcammo la soglia.
“Ciao ragazze!” corsi ad abbracciarle, ormai erano come delle sorelle per me “Anche noi vi vogliamo bene, comunque”
“Noi vi amiamo con tutto l’amore di questo mondo” disse Victoria “Ma sono le due e mezza e noi abbiamo tanta fame, quindi se desiderate onorarci della vostra presenza.. ne saremmo davvero molto liete” aggiunse ironica Lizzie.
“Si, si stiamo arrivando” aggiunse Rob.
Appena entrammo in sala da pranzo mi accorsi che qualcosa non andava. Vedevo i miei genitori e il padre di Rob, ma dei miei fratelli e di Claire nessuna traccia. Mia madre e mio padre mi vennero incontro e riuscii a vedere con la coda nell’occhio Rob che parlava con Taylor, appena arrivato dal giardino. Che strano.
“Kristen!” esclamò mio padre “Allora..” disse mia madre mettendomi un braccio sulle spalle “.. com’è andata l’ecografia? Com’è, maschio, femmina, com’è?”
“Hey, hey, aspettate un momento” intervenne Rob, probabilmente spaventato da tutte le persone che mi stavano addosso. Il mio papino super ansioso “Vi diciamo tutto durante il pranzo, ok?”
“Perfetto! Allora andiamo a mangiare, che è già tutto pronto” disse Claire.
“Vieni Kris, vieni a sederti vicino a noi” urlarono Lizzie e Victoria.
Stavo per dirigermi verso di loro, quando sentii qualcuno, Rob, dire
“Ah,no, mi dispiace, ma lei è tutta mia e non ne divido con nessuno” facendo la linguaccia alle sue sorelle.
“Hey, lo devo considerare dispotismo?” sussurrai al suo orecchio.
“Consideralo come ti pare, ma tu sei mia, e conoscendoti la cosa non ti dispiace” sussurrò malizioso.
“E comunque..” disse Dana “Lo sapevamo che sarebbe finita così. Vi ricordate quando Kris stava girando New Moon e Rob veniva a trovarla qui durante le riprese?”
“E’ vero!” continuò Cameron “Stavano tutto il tempo a sbaciucchiarsi sul divano e quando mamma e papà uscivano andavano dritti in camera a fare…”
Sputai il vino che stavo bevendo nel bicchiere e arrossii di colpo
“Cavolo Cam, non dire cazzate!”
“Hey, io non mento mai!” concluse Cameron ridendo “E poi, la prova di quello che sto dicendo è proprio nella cartella dell’ecografia che tieni tra le mani”
Mi girai e trovai Rob che rideva sotto i baffi con le sorelle e gli diedi uno scappellotto dietro la testa; senza aspettare la sua reazione mi alzai e mi preparai alla tempesta che sarebbe venuta.
“Ehhm, ok, è arrivato il momento di.. darvi la grande notizia” dissi incerta
“Si, dai, siamo curiosi!” dissero insieme i miei fratelli e le sorelle di Rob.
“Si, tesoro, dicci tutto” aggiunsero mia madre e Claire.
“Okay” dissi più sicura “A quanto pare… avremo una doppia sorpresa. Sono due gemelli, un maschio e una femmina”
Mi sembrava quasi di sentire quella voce meccanizzata che ripete ogni volta: “Attendere, prego”
“E noi non potremmo essere più felici” aggiunse Robert, abbracciandomi da dietro e stringendo dolcemente la mia pancia.
“Eh, già, hai proprio ragione” mi girai per baciarlo e lui ricambiò il bacio, approfondendolo.
In quel momento mi accorsi che eravamo rimasti mentalmente da soli; gli altri, tutti, non accennavano a muoversi e la cosa era abbastanza preoccupante. In effetti sembrava strano che proprio le due pazze fossero rimaste senza parole, proprio loro che non si fermavano mai. Ero indecisa se andare a prendere un secchio d’acqua ghiacciata per farli rinvenire, quando Rob prese la parola.
“Si…” esordì guardandosi intorno “Allora, sarò franco. Io amo Kristen, l’ho amata dalla prima volta che l’ho vista. Dal momento in cui i miei occhi si sono posati su di lei la prima volta, al provino di Twilight, ho capito che avrei sempre cercato di starle vicino, e di farla felice. E’ tutta la mia vita adesso, e con lei questi due bambini. Voglio lei adesso e le vorrò per sempre. So che è presto e che stiamo insieme da solo un anno, ma io la amo. E’ la parola più banale che possa dire, ma la amo più di me stesso. E adesso sento che la mia vita è completa.”
Questo sembrò scuotere almeno mia madre e Claire, che si avvicinarono piangendo e ci abbracciarono, singhiozzando parole scomposte come “Amore” “Gemelli” e “Nonne”.
A poco a poco mi si avvicinarono anche i miei fratelli e le sorelle di Rob, anche loro non sapevano cosa dire. Wow, questa rivelazione era stata talmente potente da zittire perfino Taylor e Lizzie. E non era una cosa che accadeva facilmente.
Cameron mi abbracciò senza dire niente, mi sentivo davvero piccola e ancora più giovane in confronto a lui. E all’improvviso mi sorse una nuova paura. Ce la farò? In fondo avevo solo vent’anni, e non sapevo niente di bambini, essendo la più piccola in famiglia; Rob sarebbe stato un padre perfetto, e su questo non avevo dubbi, ma io ero davvero pronta?
Questi due bambini erano stati del tutto inaspettati, bellissimi, è vero, ma inaspettati. Come avrei fatto a sistemare tutto? La carriera, l’età, il probabile matrimonio, aiuto! Poi mi calmai dando una botta ai miei ormoni impazziti. Rob sarebbe stato lì con me. Ci sarebbe sempre stato, su questo non avevo dubbi. E insieme saremmo stati felici, per sempre.


BUUUUUUUUUUUUUUUUUU!
non ve l'aspettavate vero? OuO
che cattiva che sono *si sfrega le mani*
no okay basta lol
fatevi dire una cosa (?)
oggi stavo parlando con una tipa su twittah
*sindrome swag mastah from doncastah*
e quella mi scrive
'ma tu sai chi è feat? sta in tutte le canzoni, è così famoso?'
e io ero tipo
'dov'è la mia spranga?
*cerca la spranga*'
 
OuO

eh vabbè
stasera sono stanca
pft
quindi
ricapitoliamo
GRAZIE OuO
e una recensione sarebbe MOLTO gradita
byeeeeee (?)
-Martina

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Capitolo 5
*** are you okay? ***


“Kristen!!”

Rilassarsi, lasciarsi andare. Questa è la prima regola.

“Amore, dove sei?!”

Ci sono quattro fasi. Rilassamento, concentrazione, liberazione e idillio. La quarta fase è la più importante; è qui che si entra in contatto con l’universo..

“Kristen, cazzo!”

Rilassati, rilassati..

“Kris, vieni, dai”

No, eh? Niente da fare. Rinunciai a tutta la concentrazione e la calma che ero riuscita ad accumulare grazie al corso di yoga che Rob mi aveva regalato per Natale.
“Che vuoi, Robert…?”
Mi zittii quando vidi le valigie mezze piene posate sul cassettone; era già arrivato il giorno. Rob doveva partire; doveva lasciarmi e andare a Bucarest per tre lunghissime settimane, per girare le ultime scene di Bel Ami. Mi sentii male al solo pensiero. Avevamo passato le ultime due settimane alternandoci tra passeggiate sulle candide spiagge di Malibu e serate davanti alla televisione, con la musica a cullarci. E ogni notte mi ero addormentata nella stessa posizione, con Rob che mi accarezzava i capelli con una mano e con l’altra stringeva la mia pancia. Mi ritrovai a sorridere al ricordo del martedì scorso

“Kris, allora, ti decidi a uscire da quel bagno? Ci sei affogata?”
“Si.. si, ora esco, aspetta solo un minuto. Eppure.. che strano.”
“Che strano cosa? Scricciola, tutto bene?!” disse Rob dall’altro lato della porta, entrando nella modalità padre/futuro marito super-ansioso.
“ODDIO..” quasi lo urlai dalla sorpresa.
“K-KRIS?! KRISTEN, CAZZO, RISPONDI E APRI QUESTA CAZZO DI PORTA, CRISTO!”
Spalancai la porta e lì mi cadde addosso; si era praticamente lanciato contro la porta nel momento esatto in cui io l’avevo aperta, ma si rimise subito in piedi urlando come un forsennato “CHE CAZZO E’ SUCCESSO?! RISPONDIMI!” avvicinandosi all’orlo dell’isteria.
“R-Rob, si vede. Si vede la pancia!” urlai in preda ad un attacco ormonale.
“Cristo, davvero?! Amore è una notizia bellissima!”
Mi prese in braccio tra risate e lacrime e mi fece girare in tondo fino a che la stanza non divenne un insieme indistinto di forme e colori. E per quel giorno rimanemmo così; abbracciati stretti, con la sua pancia che strisciava sul mio ventre, dove si intravedeva una piccola collinetta.

“Kristen? E’ ora. Dai che dobbiamo andare”
Mi sforzai di non scoppiare a piangere, cosa piuttosto difficile visto il mio scombussolamento ormonale arrivato a livelli cosmici. Praticamente piangevo per ogni cosa e Rob era l’unico che sopportava le mie lagne ventiquattro ore su ventiquattro. Sarebbe stato meschino iniziare a piangere con la consapevolezza che non sarei riuscita più a fermarmi, ma sapevo che Robert soffriva su questo allontanamento e non volevo farlo sentire in colpa. Quindi, da brava attrice, ricacciai le lacrime e sfoderai un falsissimo sorriso, sperando che se la bevesse. Fu così, fortunatamente.
“Allora vado a caricare la valigia in macchina, eh? Vieni quando sei pronta”
Altro problema. Non ero pronta. Non ero assolutamente pronta, proprio per niente. Non volevo lasciarlo andare, mi sentivo indifesa quando lui non c’era, soprattutto adesso che ero incinta. Lui era sempre stato il mio principe azzurro, sempre presente quando ne avevo più bisogno. E adesso non ci sarebbe stato.
“Gesù, Kristen, da quand’è che sei così melodrammatica?” sussurrai tra me e me. Ah, già, da ora.
Non potevo chiedergli di rinunciare al suo lavoro, proprio non potevo. Sarebbe stato terribilmente egoista da parte mia e anche se lui l’avesse nascosto bene, sapevo bene che ci avrebbe sofferto.
“Quindi, forza e coraggio, sono solo tre settimane” mi dissi mentalmente.
E dato un ultimo sguardo alla casa mi girai e uscii dalla porta, non guardandomi indietro.
 
 
“Kristen, sicura di stare bene?”  mi chiese Robert forse per la settima volta da quando avevamo lasciato casa, attraversato Los Angeles e mentre entravamo nel L.A.X.
“Si, si Rob, sto bene, davvero” risposi flebilmente mentre attraversavamo l’ingresso dei VIP, avvinghiata al suo braccio.
La realtà era che stavo una merda. Una merda. La facciata che mi ero imposta di costruire a casa si stava sgretolando e vedevo il dubbio farsi strada nei lineamenti del mio ragazzo, preoccupato di non riuscire ad indovinare quello che stava succedendo nella mia testa come al solito.
“No, Kris, non me la dai a bere. Cosa c’è?” mi incatenò al suo sguardo spingendomi a dire la verità.
Inaspettatamente, complice la tensione, il suo sguardo azzurro cielo e i miei ormoni impazziti, una lacrima mi scese lentamente sulla guancia. Rob la asciugò con un bacio, sussurrando
“C-Come faccio? Come posso lasciarti..? Aspetta, ora disdico tutto, fanculo Bel Ami..”
“NO!” urlai, forse un po’ troppo forte. Le poche persone presenti nell’area ci guardarono stranite. “No!” dissi più convinta e con un tono più controllato. “Vai, sono soltanto gli ormoni..” mentendogli con tutte me stessa e sperando che ci credesse. Evidentemente no.
“Non è vero, Kris, lo sai che non è vero. Non posso lasciarti..” disse poggiando la sua testa sulle mie spalle e abbracciandomi. Ecco, lo stavo facendo soffrire.
“No.” mi affrettai a rimediare “Vai, in fondo sono solo tre settimane. Vai, o perderai l’aereo, su” lo spinsi verso il gate.
Lo vedevo ancora preoccupato. “Vai.” Ripetei, trattenendo le lacrime.
Si lasciò convincere e dopo un bacio appassionato, mi strinse un ultima volta la mano e scomparve dietro i controlli del gate.
All’improvviso, tutto mi crollò addosso. Tutte le ansie e le preoccupazioni che avevo trattenuto fino a quel momento uscirono fuori incontrollate, con un fiume di lacrime. L’aeroporto iniziò a girare e credetti quasi di essere svenuta quando sentii due braccia forti sorreggermi e rimettermi in piedi.
Era Robert e gli si leggeva in faccia una sofferenza atroce.
“N-Non posso, non posso, non posso, che schifo di padre sono, lasciarti quando sei nel pieno del terzo mese di gravidanza… non puoi chiedermelo, Kristen, non puoi” sussurrò.
“Non è un motivo. Su, sai che i miei fratelli sapranno farmi ridere, sono dei gran buffoni” dissi con la voce spezzata dal pianto.
“Non posso, n-non poss-so..” era ancora parecchio timoroso
“Vai, davvero. Ci sentiremo tutti i giorni, te lo prometto. Ora vai, oppure perderai l’aereo” lo spinsi debolmente cercando di trattenere le lacrime che, lo sentivo, stavano per sgorgare di nuovo.
“Va b-bene, ma promettimelo. Promettimi che starai attenta. Siete tutta la mia vita adesso e sapere che non sarò lì a proteggervi se succedesse qualcosa..”
“Andrà tutto bene” dissi, interrompendo il flusso di pensieri che sicuramente si stava srotolando nella sua testa alla prospettiva di lasciarci da soli “Andrà tutto bene” ripetei, più che altro per autoconvincermi.
Lasciai la sua mano e lo spinsi verso le partenze. Mi rivolse uno sguardo triste da cucciolo ferito, prima di girarsi e andarsene. Lo seguii con lo sguardo fino a che fu possibile, poi mi girai e mi diressi verso l’uscita secondaria. Chiamai un taxi e diedi al tassista l’indirizzo di casa dei miei genitori. Casa mia. Ma potevo davvero chiamarla così? Lo era stata per tanti anni, ma ora non lo era più. Perché la mia vera casa era su un volo diretta dall’altra parte dell’oceano.

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Capitolo 6
*** prayed ***


 
“Ehilà, barbone!”
“Ciao zingara!”
“Allora, cosa facevi?” dissi soffiando nella cornetta del telefono
“Pensavo a voi”
“Mhh, molto interessante. E prima ancora?”
“Pensavo a voi”
“Ma tu non lavori mai?” dissi ridendo.
“Certo che lavoro! Insieme a tante donne sexy e affascinanti”
Risi di nuovo, cercando di ignorare la sensazione di gelosia che si faceva strada nel mio stomaco. Stupido.
“Ah, davvero?” sussurrai con finta voce dispiaciuta.
“Kristen? Ma ti sei offesa?” disse preoccupato dal telefono, alzando la voce.
Risi e lui capì tutto, come sempre.
“Haha, Stewart, molto divertente. Ora, per favore, fammi salutare i miei fagiolini, grazie, molto gentile.”
“Ok, aspetta che sposto il gatto.”
“Perché, dove dorme il gatto?” disse divertito Robert.
“Con le zampe sulla mia pancia, aspetta un attimo…” mi bloccai, inorridita da quello che avevo detto.
“Okay, adesso non tirerai fuori la storia che sta…” sussultai.
“…li sta schiacciando! Sono piccoli, Kris, ho letto su internet che sono lunghi solo quattro centimetri e…”
Sorrisi tentando di spostare Jella dalla mia pancia. Aveva cercato anche su internet. Non mi sarei stupita più di tanto se avesse iniziato a leggere libri sulla gravidanza prima di me.
“Ecco fatto, papino, l’ho spostata, contento?”
“Grazie al cielo. Ripeto, avvicina il telefono al tuo dolce ventre”
Ridendo come una scema avvicinai il telefono alla mia pancia e lo infilai sotto la maglietta leggera che usavo come pigiama. Dopo qualche minuto lo ripresi.
“Conversazione interessante, Robert?”
“Si, sai, cose padre-figli” sentii una porta che sbatteva dall’altro lato della cornetta e Rob che sospirava.
“Ora devo andare. Queste pause durano sempre troppo poco. Tu adesso dormi. A Los Angeles sono la tre di notte. Sarai stanca.” Sussurrò apprensivo.
“Va bene. A domani papino” risi e attaccai la conversazione.
Guardai l’orologio e mi resi conto che era davvero tardi. Mi infilai sotto le coperte con Jella e Minou al mio fianco e mi addormentai serena, con la consapevolezza di non essere sola e di avere una piccola parte di Rob dentro di me.
 



“Svegliala!”
“No, svegliala tu!”
“Lei non ama essere svegliata. E se poi mi picchia?”
“Tay, ma sei scemo? Sei il doppio di lei e hai paura?”
“Mhhhg” mugugnai infastidita “Che volete, rompiscatole?”
“Kristen, mamma ci ha detto di svegliarti. È quasi mezzogiorno” urla Taylor da dietro la porta.
“Mezzogiorno?”
Questa gravidanza stava decisamente scombussolando il mio bioritmo.
“Va bene, arrivo subito.”
Scesi di malavoglia dal letto e mi diressi in bagno. Doccia, denti e uscii. Cosa mi metto? Il dilemma di ogni donna. Una donna incinta, poi…
Optai per una maglietta elasticizzata in vita con dei lupi sopra, la mia preferita e dei jeans, sempre elasticizzati. Mi sentivo gonfia.
Cioè, circa ogni donna su questo pianeta si sente gonfia, ma il pensiero che quei jeans nel giro di un paio di mesi non mi sarebbero più entrati mi fece scendere una lacrima calda sulla guancia.
Me l’asciugai quasi con rabbia, asciugandola col palmo della mano. La guardai scivolare lenta sul mio polpastrello, arrivando fino al polso e poi fino al gomito, per poi cadere sulla moquette rossa.  Mi guardai intorno. La mia stanza non mi era mai sembrata più estranea di quel giorno. Il letto sotto la finestra, la mensola con i pupazzi, la cassapanca di vernice scrostata che conteneva ancora i miei vecchi giocattoli di quando ero piccola.
Sorrisi al pensiero dei miei bambini in quella stanza. Avrebbero potuto giocare con quei peluche quando fossero venuti a dormire dai nonni. E si sarebbero addormentati nello stesso punto in cui mi addormentavo io. E sarebbero stati dei bimbi felici. E amati. Rincuorata da quel pensiero confortante, uscii dalla camera e scesi in cucina.
In quel momento sentii qualcosa vibrarmi in tasca e subito dopo una suoneria partire ‘Firework’ di Katy Perry. Presi il telefono con un sorriso e risposi, non guardando neanche il numero, non ne avevo bisogno.
“Hey..”
“Ciao bella, come va? Stai bene?”
“Si, tutto bene Rob, mi sono svegliata adesso”
“Adesso? Ci credo, sarai andata a dormire tardi come al solito!”
“Non è vero! Prenditela con la gravidanza, babe.”
Sento squillare il campanello e mi dirigo verso la porta, incerta, perché non so se qualcuno andrà ad aprire facendomi un favore. Mh, molto divertente questa.
“….mbè? Vai ad aprire la porta si o no?”
“E tu che ne sai che hanno bussato alla porta?”
“Ho sentito il campanello. Va’ ad aprire, vai” dice soffocando una risata.
“Perché ridi, cretino? Ti stai facendo qualcuna?” dissi ridendo aprendo la porta. Mi ghiacciai quando vidi chi c’era fuori. Robert mi sorrideva, con il telefono ancora attaccato all’orecchio.
“Pervertita” disse ridendo ed entrò di slancio in casa, abbracciandomi e facendomi girare in tondo.
“Smettila, Rob, basta! Mi viene la nausea!” urlai ridendo.
Lui smise di farmi girare ma continuò a ridere. Mi beai di quel suono fino a quando non mi accorsi di stare intrattenendo una conversazione nell’ingresso. Lo presi per mano e mi incamminai nel salone, sotto gli sguardi sbalorditi dei miei fratelli e quello rassegnato e contento di mia madre, il che mi fece pensare che lei sapesse già tutto.
Ci sedemmo tutti a tavola e aggiunsi una sedia accanto a me per Rob. Però lui non si siedette e si avvicinò a mia madre, dicendole qualcosa all’orecchio. Lei sorrise e annuì tranquilla. Allora Rob si avvicinò a me e mi prese per mano, portandomi fuori dalla stanza, fuori dalla casa.
“Dove stiamo andando?”
“Lo vedrai” mi rispose sorridendo.
Camminiamo per dieci minuti fino ad arrivare in un piccolo ristorante tranquillo sul ciglio di una strada semideserta e contornata di aiuole fiorite. Da vero gentleman inglese, Robert mi prende sottobraccio e mi accompagna dentro. Stranamente, il ristorante è deserto.
Faccemo un ottimo pranzo, e Rob uscì prima per andare a chiamare un taxi. Pagai il conto e uscii. Ma mi aspettava una pessima sorpresa.
Paparazzi.
“Stronzi di merda..” mugugnai infastidita. Alzai la testa cercando di vedere oltre la luce accecante dei flash, ma Robert non si vedeva. Allora iniziai a scendere piano le scale, incazzata ma anche contenta di aver messo una maglia larga. Non ero ancora pronta ad arrivare a quel punto. Stavo per scendere sul terzultimo gradino quando vidi qualcosa arrivarmi addosso. Non feci in tempo a spostarmi che quel qualcosa mi colpì. O forse quel qualcuno. Non so. Sapevo solo che ero caduta per gli ultimi tre alti scalini che mi rimanevano e che sentivo un dolore provenire da qualche parte del mio corpo non meglio identificata. Mi sembrò tutto sfocato. Vidi una marea di flash e non riuscii ad alzarmi. Mi faceva male la caviglia. Sentii qualcuno urlare e vidi Robert farsi largo dai paparazzi, il volto bloccato su una maschera inorridita, probabilmente derivante dall’urlo che quasi sicuramente avevo cacciato, forse per il dolore o forse per lo spavento.
“Rob…” sussurrai, non sapendo dove mi trovavo o perchè.
“Sono qui Kristen, sono qui.” rispose lui di rimando, aiutandomi ad alzarmi e camminando, anzi, trascinandomi verso la macchina. Poco prima di aprire la portiera, però, sentii qualcuno afferrarmi la maglietta e qualcun altro urlare lontano
“Scatta, scatta, che questi due stronzetti si baciano!” entusiasta.
Robert si girò infuriato e prese in pieno la faccia di un paparazzo con un cazzotto. Poi mi depositò sul sedile posteriore dell’auto e si girò facendo cadere di mano molte macchine fotografiche di paparazzi accalcati su di lui. Entrò con me e si chiuse la porta alle spalle furioso,per poi  rivolgersi subito a me.
“Kristen? Tutto bene? Come ti senti? Oddio, la tua caviglia…”
Osai lanciare uno sguardo alla suddetta parte e quasi svenni. Era diventata enorme, e di colore bluastro. Che velocità.
“Autista, ci porti subito all’ospedale più vicino” sussurrò inviperito all’autista del taxi che ci guardava sconcertati.
Lui ingranò la marcia e partì, spedito, quasi investendo un paio di paparazzi accampati sul cofano. Emisi un gemito di dolore quando mi toccò la caviglia.
“Non… non toccarla, ti prego” lo implorai con sguardo sofferente. Sapevo che vedermi così lo faceva soffrire, ma non ero nelle condizioni di poter fingere. Mi faceva troppo male.
“Dio ti prego, fai che non sia successo niente. Dio ti prego…” sussurrò impaurito.
E per quel viaggio all’ospedale pregai con lui. Pregai che i miei bambini stessero bene e che non fosse successo niente. Non ero mai stata credente, ma in quel  momento mi sembrava l’unica soluzione. Pregai.















 

angolo autore


ehhehehe positivo o negativo? negativo o positivo? i bambini stanno bene? chissà u.u *si sfrega le mani con aria demoniaca* e forse un solo bambino sarebbe più facile da gestire.... u.u ma con due non ci sarebbe il problema che poi il bambino cresce viziato. ma poi si sa, la gelosia è una brutta bestia da bambini, e allora perchè non tagliare subito la testa al toro? *si sfrega le mani* e.e mi spiace, ci vediamo alla prossima babe! che potrebbe non essere tanto presto, quindi..... *si sfrega le mani*

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Capitolo 7
*** AVVISO PER I LETTORI ***


SALVE RAGAZZE
volevo dire una cosa a tutte voi OuO
'sta faccina sta diventando famosa OuO
basta loool
volevo solo enunciare un avviso (?)
che riguarda la pubblicazione dei capitoli
dovete sapere che in questo periodo sono stata impegnatissima
ho moltissimi compiti
e ho iniziato i corsi pomeridiani
e sono quasi due mesi che non pubblico capitoli
e sono dispiaciutissima per questo
come se avessi della gente che li legge pft
sto parlando a dieci di voi che la leggono
comunque
credo che passerà ancora un po' di tempo 
prima del prossimo capitolo
vi giuro che tra greco, latino e inglese
non so più dove ficcare la testa
spero che capirete
se volete dirmi qualcosa 
scrivetemelo nelle recensioni 
e vedrò di risolvere OuO
-Martina












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