Anderson-Smythe Family.

di Keros_
(/viewuser.php?uid=220736)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Forchette contese e glassa al cioccolato. ***
Capitolo 2: *** Un pomeriggio coi Trucchi ***
Capitolo 3: *** Super Sebastian (?) ***
Capitolo 4: *** Mi scappa la pipì, papà! ***
Capitolo 5: *** Tommy, Ch'è successo? ***
Capitolo 6: *** Papà Sebascian ***



Capitolo 1
*** Forchette contese e glassa al cioccolato. ***


 

 

 

 

Fandom: Glee.

Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe, Grant, Tom, Juliette Anderson-Smythe. 

Coppie: BlaineSebastian. Slash. 

Rating: VerdeGiallo.

Genere: °-° Fluff, Comico (?) slice of life. 

Avvertimenti: Raccolta. 

Beta: non è stata betata, quindi mi scuso per gli errori. 

Da dove è uscita: Ho deciso di fare questa raccolta di cinquesei Oneshot sfogliando il quaderno dove stilo le trame delle mie storie e  ho trovato quelle di alcune Daddy Seblaine, che ho scritto durante l'estate stando in villetta con i miei cugini di cinque anni, e siccome mi mancano un casino ho deciso di scriverle e pubblicarle. Ovviamente c'è da dire che sono TUTTE mie esperienze personali, quindi Si, anche le brutte figure.

Cose da sapere: dieci, sei e quattro anni. 

 

 

 

Forchette contese e Glassa al cioccolato.

 

 

Blaine entrò in casa lasciando la giacca nell'appendiabiti accanto alla porta, dirigendosi nel salotto con passo felpato. 

 

Quella di rientrare a casa, dopo una giornata stressante di lavoro, era la sensazione più bella, subito dopo il dopocena con Sebastian, ovviamente.

 

Il moro entrò nella stanza, poggiandosi con una spalla allo stipite della porta, guardando il marito e i tre figli seduti a terra, con le schiene appoggiate al divano, intenti a leggere da un quaderno tenuto in mano dal più grande.

 

-Molto intelligente- Gli fece notare con un sorriso, lasciando la soglia della porta, accogliendo in un abbraccio i figli che correvano verso di lui arpionandosi alle sue gambe, per dargli il bentornato. 

 

-I tuoi figli hanno insistito per sedersi a terra.- si difese Sebastian avvicinandosi al marito, abbassandosi un poco per lasciargli un delicato bacio sulle labbra.

 

-Uhm-uhm- lo prese in giro il diretto interessato prima di ritornare a coccolare i bambini che non avevano ancora allentato la presa. 

 

-Vado in cucina. E' già pronto- Lo informò Sebastian dirigendosi in cucina con i tre piccoli che gli trotterellavano dietro. 

 

 

Blaine salì le scale avvolto da un senso di stanchezza, entrò nella camera da letto sua e di Sebastian, sorridendo alla vista del letto disfatto e del peluche preferito di Juliette al suo posto. Si avvicinò ad esso e non poté far a meno di odorare il cuscino impregnato, fino all'ultimo centimetro, del profumo di sua figlia. 

 

Quel pomeriggio, ci avrebbe messo la mano sul fuoco, lei e Sebastian avevano dormito abbracciati nel lettone, anche se quest'ultimo non l'avrebbe mai ammesso, preferendo farsi tagliare un braccio piuttosto  che dirlo davanti a Blaine. Il motivo? Mistero che ancora nemmeno lui era riuscito ancora a risolvere.

 

Blaine, si cambiò frettolosamente, mettendosi addosso un maglietta bianca leggera e i pantaloni del pigiama. Uno di quelli in cotone morbido che riescono comunque a risaltare il fondoschiena, chissà perché era uno dei preferiti di Sebastian. Proprio Blaine non riusciva a capacitarsene. 

 

 

 

*

 

Entrò in cucina e trovò i due "ometti" a litigare per il posto sul divano. 

 

Perché il divano della cucina poteva essere a tre piazze o a cinquanta, ma avrebbero continuato a litigare comunque per il posto al lato destro, accanto al bracciolo. Cascasse il mondo, ma nessuno dei due avrebbe rinunciato al posto d'onore.

 

Ovviamente se non fosse arrivato Blaine a riportare la calma in cucina, facendo gongolare Grant e Imbronciare Tom, sconfitto. 

 

-Divertente- borbottò quest'ultimo portando le braccia al petto. 

 

Il padre sorrise divertito prima di prendere il suo posto accanto a Sebastian davanti ai fornelli. Ma fu felicemente sorpreso nel vedere tutto già pronto, l'unica cosa da fare era portare i piatti a tavola. 

 

-Grant mi aiuti?- Chiese in direzione del divano. 

 

Il biondino si alzò dal divano, sbuffando, nel momento in cui il fratello minore s'impossessò del suo posto. 

 

 

 

Pochi minuti dopo erano tutti seduti a tavola pronti per la cena, ognuno seduto al suo pasto, quando Juliette e Tom cominciarono a litigare. 

 

-Questa è la mia forchetta!- Disse la piccola in piedi sulla sedia, cercando di sfilare l'oggetto in questione dalle mani del fratello. 

 

-No è la mia!- controbatté Tom portando la mano con la forchetta al petto, lontano dalle grinfie della sorella. 

 

-é mia!- Controbatté lei, sporgendosi dalla sedia, fecondo preoccupare Blaine.

 

-Noo! ti dico che è la mia!- 

 

-Tommy ma è la mia!- Piagnucolò la piccola rischiando di cadere.

 

-Adesso è mia- Urlò il bambino girandosi dalla parte opposta a quella della sorella. 

 

-Thomas, per favore, da la forchetta a tua sorella- Intervenne Blaine, ormai stufo di quelle urla e preoccupato che sua figlia potesse cadere a terra.

 

-Ma è la mia! è di saetta mcqueen! è da maschio.- Protestò il ricciolo mettendo su un broncio, notando che il padre più alto stava iniziando a perdere la pazienza.

 

-Juliette, non la vuoi quella dei Power Rangers?- tentò Blaine, andando incontro al figlio.

 

-No! non mi piacciono! io voglio quella- Si lamentò la bambina aprendo le braccia in modo teatrale -Voglio quella della principessa Sissi o di Saetta!- 

 

-Quella di Sissi è a lavare e io ho quella di Saetta!-  la istigò Tom facendole una linguaccia, portando Juliette quasi alle lacrime e a mettere su un broncio.

 

-Dalle la forchetta.- Intervenne Sebastian con un sussurro, che però Tom sentì benissimo. 

 

A quelle parole Juliette si ricompose e  mostrò uno dei suoi sorrisi più belli ricevendo un occhiolino dal padre che continuava a versarsi l'acqua nel bicchiere come se nulla fosse. 

 

Blaine, Grant e Tom alzarono gli occhi al cielo e quest'ultimo passò la forchetta alla sorella. 

 

Quella scenetta si ripeteva tutte le volte che Juliette si ritrovava in un battibecco o litigio. Lo schema era semplice, La bambina iniziava il litigio, continuava a discutere per un po', le si arrossavano gli occhi e in quel momento Sebastian interveniva, facendola vincere sempre. Anche contro Blaine stesso e poco importava se Juliette fosse in torto e poi era lui a rimetterci col marito e con tanto d'interessi. 

 

Dopo quella scenetta, le cose si calmarono, pertanto non ci furono litigi e ognuno mangiò la sua fetta di carne con le patatine nella serenità più assoluta, raccontando qualcosa su quella giornata. 

 

Grant raccontò che Alex, una bambina della classe accanto alla sua delle quarta elementare, quindi un anno più piccola di lui, gli aveva inviato un bigliettino colorato dove chiedeva se voleva essere il suo fidanzato. Lui ovviamente rispose che doveva pensarci e Sebastian non poté trattenersi dal ridere.

 

Tom, invece, aveva fatto amicizia con un bambino di nome Cedric ed era simpaticissimo, anche se all'inizio l'aveva preso in giro per via del papillon che indossava. Sebastian mandò uno sguardo truce al marito e quest'ultimo abbassò lo sguardo colpevole.

 

 Era lui a far indossare quei cosi orripilanti , come li descriveva Sebastian quando Blaine non indossava solo quelli, a suo figlio per la scuola. 

 

Juliette aveva disegnato all'asilo tutta la mattina insieme alla sua migliore amica Annie e di pomeriggio, aveva fatto un bel riposino.. ma spostò il discorso sul sapore dell'acqua quando, arrivata a dover dire con chi e dove, Sebastian si mise il dito davanti alle labbra e soffiando un silenzioso "Shh". 

 

Questa volta fu Blaine a girarsi verso l'altro guardandolo con un sopracciglio alzato, ricevendo come risposta un alzata di mani e una espressione da finto innocente.

 

-Chi vuole la ciambella?- Chiese Blaine alzandosi dal tavolo, dirigendosi al frigo dove uscì una ciambella al cioccolato con tanto di glassa sopra. 

 

Ne tagliò cinque fette e dopo averle disposte in un piatto le portò a tavola. Prima che i piccoli potessero metterci le loro piccole grinfie sopra, Blaine prese la fetta più grande e la portò alle labbra del marito, che si lasciò imboccare lasciandogli uno di quei sguardi che ti sciolgono all'istante da quanto sono intensi. 

 

-Questa la voglio io!- dichiarò in fretta Thomas, prendendo in mano una fatta dal piatto. 

 

C'erano ancora tre fette e indovina un po' chi voleva la stessa fetta? 

 

Grant poggiò la mano su quella di Juliette, che per tutta risposta, con quella libera la cacciò via. Ma il  giovane Anderson-Smythe, sfortunatamente più Smythe che Anderson, non si faceva intimorire così facilmente, così portò anche l'altra mano sul piatto.

 

-l'ho presa prima io.-

 

-Ma la voglio io!- miagolò la bambina mora mentre ritraeva le mani e si sistemava la frangetta, aspettando che il padre venisse in suo soccorso. 

 

-Grant, le lasceresti la fetta? e c'è un altra lì.- disse indicando il piatto.

 

-Certo- replicò il bambino uguale a lui, se non fosse per le dimensioni, e con un ghigno in volto. -Facciamo come papà?- 

 

E senza aspettare una risposta, alzò la ciambella in aria, portandola alla bocca di Jiuliette. Ma prima che potesse aprire la bocca e controbattere, perché immaginava che qualcosa non andava, il fratello gliel'aveva già sbattuta in faccia. Piegandosi in due dalle risate alla vista della sorella con tutta la faccia sporca di cioccolato. 

 

La risposta venne circa due secondi dopo, con Juliette che faceva la stessa cosa al fratello. 

 

-Grant, Juliette, smettetela! non si spreca il cibo- Tentò di salvare la situazione Blaine, ma nessuno dei due gli diede ascolto. 

 

Sebastian si voltò verso di lui dicendo -Ti preoccupi troppo- e senza tante cerimonie imitò i figli, dando il via a una vera e propria guerra tra tutti e cinque i componenti della famiglia. 

 

 

 

Quaranta minuti dopo, Blaine si trovava nel bagno accucciato davanti alla figlia mentre si specchiava in quegli occhi, uguali ai suoi, che tentava di ripulirle i boccoli scuri che le ricadevano sulle spalle di alcune briciole di ciambella e pane. 

 

Si alzò sulle punte, stendendosi per arrivare sopra il mobile bianco del bagno, dove Sebastian riponeva il pettine della bambina nonostante la sua disapprovazione. Era talmente concentrato ad arrivare al pettine che non si accorse che la maglietta, a causa della posizione scomoda, si era alzata lasciando scoperto il basso ventre.

 

-Papà, cos'hai lì?- Chiese ingenuamente la bambina, guardando il padre con curiosità. 

 

-Preso, finalmente-  disse mentre afferrava l'agognato pettine. -Dicevi, Tesoro?- proseguì voltandosi verso la figlia. 

 

-Cos'è quello?- Ripeté la bambina indicando il fianco sinistro del padre, che si era prontamente coperto con la maglietta. 

 

-Niente, ora girati che ti faccio la coda- Cercò di sviare il discorso. 

 

Ma Juliette non si arrese, così si avvicinò al padre e scostò la maglietta dove fino a poco prima aveva visto segni violacei e rossi. 

 

-Questi papà! Ma è una malattia per caso?-   Chiese la figlia tracciando con le dita tutti quei segni sulla pelle bronzea del padre. - Papà che li aveva tutti nel collo e sugli dado..asdo.. com'è che li chiama papà?-  

 

-Addominali?- chiese Blaine cercando gli occhi della figlia. 

 

-Si esatto! quelli!-  Annuì la bambina alzando la testa verso di lui. -Siete malati, papà?- 

 

Blaine si morse il labbro inferiore, non sapeva cosa fare; gli aveva detto la sera prima a Sebastian di non lasciarli segni e di smetterla di mordergli il fianco, anche se lo mandava su di giri e suo marito trovava quel punto maledettamente sexy. 

 

Ma non poteva nemmeno vedere sua figlia che lo guardava preoccupata, doveva inventarsi qualcosa. 

 

-Sono.. sono dei.. pizzicotti. Ecco si, pizzicotti..- Disse poco convinto mentre Juliette iniziava a prendere un aspersione di chi sta ricordando qualcosa. 

 

-No papà, non sono pizzicotti! lo so che non lo sono!- Lo interruppe quest'ultima portando le braccia ai fianchi e facendo allarmare Blaine, come faceva a saperlo? si accucciò di nuovo, e la guardò dritto negli occhi. Si, sapeva sicuramente qualcosa. 

 

- e come lo sapresti?- chiese innocente. La bambina lo guardò divertita per qualche istante poi portò le mani al petto e lo guadò di sottecchi. 

 

-Ho le mie fonti.- disse in fine con un sorriso che ricordava tanto Sebastian. 

 

-Facciamo così, ti dico cosa sono se mi dai un bacio e mi dici con chi hai dormito oggi pomeriggio.- Propose il padre.  Juliette sembrò pensarci poi prese dalle mani il pettine del padre e si allontanò di qualche passo da lui. 

 

-Grant ha detto che sono i baciocchi e i miei baci a te non li do-  Concluse con una linguaccia il discorso prima di correre via dal bagno, dirigersi verso la sua camera. 

 

-Juliette, come ti ha corrotto?- Urlò Blaine dal bagno per farsi sentire dalla figlia. 

 

-é lui che da baci a me- sentì in risposta con a seguito una risatina. 

 

 

Blaine rise tra se e se entrando nella camera da letto. Doveva immaginarselo, era tipico di Sebastian corrompere i figli in qualsiasi modo pur ti ottenere o mantenere qualcosa. Poi con Juliette le cose erano molto più che semplici, bastava un sorriso del padre per farla sciogliere e cadere al suo volere, questo ovviamente quando non si invertivano i ruoli ed era la bambina ad avere il controllo su di lui. 

 

Bello, grande e grosso ma appena sorrideva sua figlia diventava un agnellino carino e docile a cui potevi estorcere la qualsiasi cosa. Quant'era stupido quel Sebastian Smythe. 

 

Si coricò nel letto e affondò la testa sul cuscino, si quello era proprio il profumo di Juliette, poteva negare fino alla morte ma le prove parlavano chiare. 

 

Sebastian entrò nella stanza senza far rumore, salendo a carponi sul letto e sorprendendo il marito alle spalle leccando via dalla guancia un residuo della glassa al cioccolato della ciambella. 

 

-devi imparare a mangiare, Anderson- disse con tono di rimprovero. 

 

-E tu dovresti dirmi qualcosa- ribatté Blaine sorridendo e mettendosi supino per guardare meglio Sebastian accanto a lui. 

 

-Sono stato diseducativo, lo so, ma ho proposto di pulirti, se ricordi bene- rispose sermone sdraiandosi su un fianco. 

 

-Baciocchi, Sebastian?e poi mi spieghi perché..- Blaine odorò la maglietta del marito prima di continuare -La maglietta del tuo pigiama e il mio cuscino profumano di nostra figlia?- Cambiò direttamente discorso.

 

Sebastian rise cristallino, passandosi una mano tra i capelli folti, tirandolo a se. Non avrebbe ammesso d'aver dormito con sua figlia...

 

-Ho detto Succhiotti ma Grant ha capito male- poi abbassò il tono di voce fino a farlo diventare un sussurro - e con tua figlia dormo sempre senza maglietta- ..O forse si. 

 

Questa volta a ridere fu Blaine, accoccolandosi al petto di Sebastian, intrecciando le gambe alle sue in un nodo perfetto. 

 

-Doveva essere qualcosa per farmi ingelosire o preoccupare?- 

 

-Qualcosa del genere, si- rispose Sebastian poggiando il mento tra i riccioli dell'altro, stringendolo ancora di più a se, prima di chiudere gli occhi e addormentarsi. 

 

Ma proprio in quel momento Blaine disse -Perché parli di Succhiotti con Grant?- 

 

-Buonanotte- Fu l'unica risposta di Sebastian. Non poteva certo dirgli che stava già iniziando a dargli qualche lezione d'abbordaggio. 

 

 

 

 

Il mio angolino: 

 


angolino:

eccomi ritornata con un altra delle mie "Daddy Seblaine" Come vi è sembrata? rileggendola ho visto che non è niente di che, però non è da buttar via dai *fa gli occhi da cucciolo in stile Darren Criss*.

E poi c'è quella Juliette *^* mi viene una voglia di spupazzarla tutta, che non si può capire.

passiamo ad altro.. I bambini li avete riconosciuti? Siii Juliette è la bambina di "Come ogni domenica estiva" insieme a Grant (che ritrovate anche in "Non sono uno dei nostri figli" e "come e quando vi siete messi insieme") Tom invece doveva essere quello delle mie altre OS insieme a Grant ma ho cambiato idea quando ho aperto il mio libro d' inglese e BAAAAMM ecco che mi ritrovo un bambino con le lentiggini, capelli neri e mossi con due occhi azzurro cielo e basta l'ho visto e ho sussurrato "TOM!" facendomi prendere per pazza dalla mia Banana.

Adesso passiamo alle presentazioni:

Juliette, Bambolina anche s'è in bianco e nero :3

Thomas , topino mio <3

E Grant invece è proprio Grant da piccolo Lol Solo molto più biondo

Aggiornerò ogni domenica, tranne imprevisti, feste e quant'altro.

mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate tramite una recensione, è troppo chiedervelo? :3


Mi trovate sempre nella mia pagina Facebook

Baci,

Keros_

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Un pomeriggio coi Trucchi ***


Fandom: Glee.

Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe, Grant, Tom, Juliette Anderson-Smythe, Max, Lauren.

Coppie: Blaine\Sebastian. Slash. 

Rating: Giallo

Genere: °-° Fluff, Comico, slice of life, demential (?) 

Beta: non è stata betata, quindi mi scuso per gli errori, prometto di rileggerla il prima possibile ma capitemi, lo studio mi ha mandato in pappa il cervello.

Da dove è uscita: Ho fatto da baby Sitter a mia cugina di 4 anni e ci siamo truccate.. Mio zio quando ci ha trovate mi ha preso per idiota e poi si è messo a giocare con noi. Quindi ho pensato "Assolutamente Seblaine!"

 

 

 

 

Un pomeriggio coi Trucchi

 

 

 

Juliette era a casa di Annie, la migliore amica dell'asilo, Thomas era a una festa di compleanno e Grant a fare i compiti e a passare il pomeriggio da Alex, una bambina innamorata di lui da qualche mese ormai. 

 

Sarà un bel pomeriggio.

 

Pensava Sebastian uscendo in anticipo dal lavoro e entrando in macchina pronto per avviarsi verso casa dove ad aspettarlo c'era suo marito. 

 

Perché Finalmente, Blaine aveva messo in scena lo spettacolo a cui lavorava da parecchi mesi, così passava tutte le giornate a casa, sbrigando ogni tanto qualche faccenda, assentandosi la sera solo per vedere le repliche dello spettacolo e per risolvere qualche problema improvviso 

 

Così tra il lavoro in ufficio di Sebastian, i compiti nel pomeriggio dei bambini e le sere che Blaine passava fuori, non avevano molto tempo da passare da soli. 

 

Per questo Sebastian uscì prima da lavoro, con l'intenzione di continuare il lavoro a casa, sempre se ne avesse avuto il tempo. 

 

 

Passò dalla farmacia, comprando qualcosa che sicuramente gli sarebbe servito da venti minuti a quella parte e continuò a guidare per altri cinque minuti canticchiando tra sé e sé, pregustando un bel pomeriggio. 

 

Scese dalla macchina e si diresse alla porta di casa fremendo per ritrovarsi suo marito tra le sue braccia e le sue labbra sulle sue. 

 

Stava per mettere la chiave nella toppa quando un'idea brillante gli balenò in mente. Così suonò più volte il campanello nell'attesa che qualcuno aprisse. 

 

Non dovette aspettare a lungo, visto che pochi secondi dopo fece capolino dalla porta appena aperta  Blaine. 

 

Non gli diede neanche il tempo di dire una parola, che Sebastian si era già tuffato su quelle labbra rosee e morbide che aveva bramato per tutta la mattinata. 

 

Ma non appena le loro labbra si sfiorarono l'uomo notò qualcosa di strano, ma non ci fece caso più di tanto, così prese Blaine dai fianchi e lo tirò completamente a se, prima di farlo indietreggiare per entrare in casa e per tutta risposta sentì una risata soffocata tra le loro labbra.

 

Non appena ebbe chiuso la porta d'ingresso con il piede, Sebastian diede un colpo di bacino ribaltando le posizioni, spingendo Blaine contro il muro. Questa volta, in risposta ricevette un mugolio e due mani che cercavano di allontanarlo.

 

Ma lui non ci fece caso, non era la prima volta che Blaine cercava d'allontanarlo perché "Non voglio rovinare i mobili e che i bambini ci vedano" , ma questa volta non c'erano bambini e i mobili li avrebbe ricomprati tutti, in quel momento voleva solo suo marito. 

 

Però quando, nemmeno una frazione di dopo secondo, per farlo avvicinare di più a se, posò una mano sul viso dell'altro e sentì qualcosa di crema ai polpastrelli, non ce la fece più. 

 

aprì gli occhi, sfregando tra loro l'indice e il pollice, poi si staccò da Blaine, guardandolo dritto in faccia.  Se ne pentì in quello stesso istante. 

 

-Perché sei truccato?- Quelle parole uscirono più forti di quanto volesse, quasi urlate. 

 

Blaine aprì più volte le labbra sporche di rossetto sbavato, ma prima di dire qualcosa qualcun'altro parlò per lui. 

 

-Papà sei tornato?- 

 

-Juliette?- domandò di rimando verso il salone, da dove veniva la voce della figlia, guardando il marito sbigottito e continuando -Non era con Annie?- 

 

Lui rise portandosi una mano alle labbra per ripulirsi, almeno un po', del disastro che Sebastian aveva fatto nel suo viso. 

 

In quel momento fece capolino dalla porta della stanza la bambina guardandoli un po' perplessa  e tornando subito dopo da dove era venuta. 

 

Blaine fece cenno a l'altro di seguirlo mentre andava verso il salotto superandolo di qualche metro e fu in quel momento che Sebastian vide com'era vestito. 

 

Sopra la maglietta del pigiama e i pantaloni della tuta, indossava un lenzuolo rosa della figlia a mo' di vestito, legato ai fianchi con una cintura e il resto che gli cadeva lungo le gambe, visto che prima di aprire la porta, le due punte erano annodate dietro il collo. 

 

Sebastian non sapeva se mettersi a ridere o a piangere nel vedere suo marito conciato in quel modo camminare come se nulla fosse, infine optò per la prima.

 

Arrivato allo stipite della porta si appoggiò li con una spalla mentre suo marito entrava nella stanza chiamando qualcuno da dietro il divano, mettendosi davanti alla televisione. 

 

Dopo pochi secondi sbucarono fuori  Grant, Tom e Juliette. Facendo sgranare gli occhi a Sebastian, chiedendosi se avesse bisogno degli occhiali. Non solo perché Grant era vestito da principe, Tom da pirata e Juliette da principessina, ma perché erano a casa. 

 

-Che ci fanno qui?- Chiese facendo saettare gli occhi dai figli al viso di Blaine con le palpebre ricoperte di ombretto azzurro e le ciglia piene di mascara, del quale una parte si trovava sulla sua guancia. 

 

-Vedi..- Iniziò lui poggiando una mano sulla spalla della figlia, adesso accanto a lui, insieme ai fratelli -Annie si è sentita male, così sua madre è andata a prenderla prima e ha riportato a casa Juliette per non farle venire la febbre.-

 

Poi si avvicinò a Thomas e dopo averlo guardato negli occhi si rivolse a Sebastian - Tommy oggi aveva mal di pancia, mi ha chiamato la scuola e sono andato a prenderlo prima- Disse facendo capire che era tutta una scusa e che il bambino voleva solamente restare a casa col papà. 

 

-Mal di pancia ?- chiese sarcastico Sebastian rivolto al figlio e quest'ultimo divenne rosso come un pomodoro, facendo cadere definitivamente la copertura, poi proseguì -Invece Grant?- 

 

Quest'ultimo ghignò divertito ma si ricompose vedendo Blaine alzare un sopracciglio, dicendo con un po' di rabbia nella voce -La madre di Alex, mi ha chiamato dicendo che qualcuno le ha lasciato dei lividi rossi addosso ieri- Poi Blaine guardò Sebastian a modo di rimprovero -e siccome so che è stato tuo figlio a procurarglieli, non c'è andato- concluse sottolineando la parola "Tuo"

 

Sebastian non capiva perché ogni volta che uno dei figli faceva qualcosa di male immediatamente diventava suo e il discorso "nostri" andava felicemente a farsi un giretto. 

 

-Bene.- Confermò lui avvicinandosi al divano per poi buttarcisi sopra a peso morto e chiudendo gli occhi. 

 

Juliette, nel frattempo si era già avvicinata al padre, salendo sul divano, mettendosi a cavalcioni sulle sue ginocchia facendo segno ai fratelli di avvicinarsi. 

 

Sebastian si mise a sedere, facendo spazio ai figli che in quel momento lo abbracciarono e baciarono, facendolo insospettire. Baci, carezze e abbracci ne aveva in abbondanza con Juliette ma di certo non da Grant o Thomas, troppo "ometti" per certe cose, ciò non ostante li abbraccio e baciò di rimando. 

 

Blaine in quel momento si avvicinò al divano, accoccolandosi davanti ad esso per scambiarsi uno sguardo d'intesa con la figlia e guardare dal basso Sebastian. 

 

-Papà?- Domandò Juliette prendendo il viso di Sebastian tra la mani e avvicinandolo al suo, così che non potesse scappare. Specchiandosi negli occhi del padre aggiunse -Ti possiamo truccare?- 

 

Blaine cercò di soffocare una risata ma non ci riuscì più di tanto, mentre Grant, con un ghigno in volto, insieme a Tom ci aggrappavano ancora di più al padre, nel tentativo di convincerlo. 

 

Sebastian invece, aveva sbarrato gli occhi e aperto la bocca. Sbatté le palpebre un paio di volte e dopo essersi ricomposto disse serio -Assolutamente no!- 

 

-Dai papà-

 

-Si, papà daii!!- 

 

-Sisi!! dai papà!-

 

-Papà di prego!-

 

-Papà per favore!- 

 

-Facciamo quello che vuoi tu, ma dì di si!-

 

-Dai, dai, dai, dai!- 

 

Sebastian non sapeva chi guardare, visto che contemporaneamente i suoi figli avevano  attaccato i loro visi al suo e a supplicarlo. 

 

-No!- Disse infine scuotendo la testa -Non se ne parla!- 

 

-Papà di preeeeeego!- Cerco' di convincerlo Tommy facendo gli occhi da cucciolo , che però, dato il colore azzurro elettrico, non riuscivano teneri come quelli del padre o della sorella. 

 

-non esiste!- Ribadì Sebastian alzando gli occhi al cielo. Se era no, era no. 

 

-Dai papà! Per favore! sarà divertente! poi te lo leviamo!- Tentò questa volta Grant, congiungendo le mani in atto di preghiera e sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori. 

 

-Ho detto di no! Via, tutti e tre!- Continuò facendo cenno di andarsene con la mano. Ma che ovviamente i bambini non ascoltarono.  -Ho detto via! Tutti e tre, anzi tutti e quattro- Aggiunse puntando gli occhi su quelli del marito. 

 

-Ma papà dai! Se lo fai sarai il miglior papà del mondo oltre che il più bello- S'intromise Juliette nel cercare di salvare la situazione, portando la testa leggermente di lato e aggiungendo -Dai papà- A quel punto scagliò la sua arma letale, Uno dei suoi sorrisi più dolci. 

 

Inevitabilmente Sebastian sorrise di rimando. Quegli occhi cangianti, quel sorriso e la frangetta che la copriva la fronte, rendevano Juliette ancora più bella e tenera. Per questo Sebastian, adesso, aveva già ceduto. 

 

Tuttavia non poteva di certo confermare la teoria di Blaine così facilmente. Perché no, non era vero che appena sua figlia gli rivolgeva un sorriso diventava dolce e cadeva subito ai suoi piedi. 

 

Così si limitò a sbuffare distogliendo lo sguardo da quello della bambina portandolo sulla parete attrezzata. 

 

Blaine per tutta risposta fece cenno a Thomas di fargli spazio, e dopo che quest'ultimo fece quanto chiesto, si sedette accanto al marito e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. 

 

Sebastian sentendo quanto fossero belle quelle parole, sfoggiò uno dei suoi sorrisi intrisi di malizia. 

 

-Sicuro Blaine? Non è che poi ti tiri indietro?- Chiese sperando che la risposta fosse positiva. 

 

-Sicuro.- Rispose a sua volta.

 

-Allora papà?- chiesero in coro i figli, interrompendo quel discorso. 

 

-Vai a prendere i trucchi.- Rispose lui guardando la figlia, che il quel momento scese dalle sue gambe per correre verso la sua camera a prendere la trust piena di trucchi che le aveva regalato lo zio Cooper per natale. 

 

 

Blaine e Thomas si alzarono all'unisono per andare a prendere uno la spada da pirata, finita sotto la televisione, e uno per controllare la figlia, Lasciando Grant e Sebastian ancora sul divano.

 

-Che ti avevo detto?- Bisbigliò il più alto guardando severamente il figlio  -Li devi fare dove sua mamma non li vede!-  Grant per tutta risposta scrollò le spalle.

 

 

 

 

 

 

 

*

-Coglione- Disse Sebastian allo specchio. 

 

Coglione perché non solo cedette dopo il sorriso di sua figlia ma anche perché si era fatto conciare in quel modo.

 

Adesso ciò che lo specchio rifletteva era un uomo con un cuscino attaccato al viso con un elastico, il lenzuolo dei Pawer Rangers annodato al collo che gli ricadeva sulla schiena e truccato come la peggir Drag Queen di tutti i tempi.

 

Inizialmente doveva mettergli solo un po' di cipria e fondotinta sul viso, però poi, Juliette si era fatta prendere dalla sua vena artistica ed ecco qua il risultato. 

 

Ombretto rosa che partiva dalla palpebre e finiva all'attaccatura dei capelli, matita nera più o meno su tutto il viso, lucida labbra in minima parte su dove dovesse stare e tutto sul mento, fondotinta a chiazze che si espandevano fino al collo e non solo, ciglia per metà ricoperte di mascara e per metà no. In poche parole il viso di Sebastian Smythe, in quel momento era uno scempio. La cosa più orripilante che si potesse mai immaginare. 

 

-Fai il principe azzurro.- Mugugnò imitando la figlia -Allora perché sono diventato Cenerentola dopo essere stata scopata dal principe!?- 

 

Senza fare ulteriori commenti scese le scale per ritrovarsi in salotto. 

 

Grant stava inscenando un combattimento con Thomas nella speranza di riuscire a batterlo, così da poter portare in salvo la sua amata sorella. 

 

Senza pensarci per più di un nano secondo, prese una della spade lasciate sul pavimento e iniziò a duellare con i due , facendo ridere di gusto sia la figlia che il marito.

 

-Dai Papà battili!- Urlò la piccola per incitare il padre che in quel momento affondò la spada nella spalla di Grant e quest'ultimo inscenò la sua morte. 

 

-Ti vendicherò, fratello.- Sussurrò Tom guardando gli occhi chiusi di Grant, portandosi la mano destra all'altezza del cuore. 

 

Si girò di scatto, brandendo la spada in aria e poi colpì Sebastian, che però non si fece trovare impreparato all'attacco. Infatti Bloccò la lama del figlio e cominciò ad avanzare, facendolo indietreggiare, fino a farlo arrivare alla parete. 

 

Dopo due secondi in cui Tom aveva la punta della spada del padre sul petto, prese coraggio, colpendo il braccio di quest'ultimo con la sciabola. Adesso a condurre era lui.

 

Destra, sinistra, avanti, avanti, indietro, indietro, colpisci, schiva. 

 

-Tooom- Lo chiamò la sorella facendogli una linguaccia. 

 

Nel momento in cui si girò leggermente verso di lei, perdendo per un attimo la concentrazione, Sebastian gli diede un colpo alle gambe, facendolo cadere a terra per poi colpirlo e lasciarlo morire. 

 

Sventolò il pugno in aria per festeggiare la vittoria. Adesso doveva salvare la sua principessa. 

 

Si avvicino al divano, dove dall'altra parte, senza via d'uscita, sostavano Juliette e Blaine. Spostò leggermente il divano dal muro, così da creare un passaggio. 

 

Blaine si avvicinò a lui, portandogli le braccia al collo, sorridendo raggiante. 

 

-Grazie, principe- Disse alzandosi sulle punte per Baciare Sebastian. Ma evidentemente quest'ultimo aveva altre intenzioni, tant'è che portò la testa indietro e portò le mani alle braccia dell'altro. 

 

-Ci conosciamo?- Chiese Sebastian alzando un sopracciglio con fare sorpreso -Sono qui per salvare la mia principessa.- Continuò slacciando le braccia che aveva intorno al collo -Mi scusi- Disse allontanando il suo corpo caldo da quello di Blaine per avvicinarsi a Juliette e prenderla in braccio. 

 

-Oh mio eroe!- Cantilenò quest'ultima schiacciando il suo viso contro quello di Sebastian e guardando Blaine per sfidarlo, quest'ultimo però scoppio a ridere coinvolgendo tutta la famiglia. 

 

 

 

 

 

Tra un colpo di spada, uno strattone e delle risate, le cinque del pomeriggio arrivarono molto velocemente, così velocemente che se non fosse stato per il campanello suonato in quel momento, nessuno se ne sarebbe accorto, anzi in realtà se ne accorse solo Blaine. 

 

Si allontanò dal salotto senza che nessuno se ne accorgesse, troppo impegnati a ridere e a giocare. 

 

Aprì la porta ridendo tra se e se per la battuta detta poco prima da Sebastian. 

 

Si ritrovò Max e Lauren, i figli dei vicini, a guardarlo tra il confuso, spaventato e anche divertito. Inizialmente non capendone il motivo, ma poi ricordò che era ancora truccato e indossava un lenzuolo\vestito da principessa. 

 

-Ciao Ragazzi- Esordì spogliandosi del lenzuolo della figlia. 

 

-Salve Signor Anderson, i suoi figli sono in casa?- Chiese il bambino biondo tenendo per mano la sorella, combattendo con tutto se stesso la timidezza. 

 

-Certo, vuoi che li chiami?- Chiese a sua volta sorridendo teneramente, nel tentativo di rassicurarlo. 

 

-No.. cioè si.. Ma prima vogliamo sapere se possono venire a casa nostra per giocare.- Guardando quel bambino che spostava il peso da un piede all'altro a Blaine si scaldò il cuore. 

 

-Certo! aspe..- Ma non riuscì a terminare la frase che Grant arrivò correndo verso di loro con Sebastian e il suo lenzuolo svolazzante alle calcagna, Iniziando a correre intorno a lui, usandolo come scudo quando uno dei due tentava di colpire l'altro. 

 

Lauren iniziò a ridere, seguita dal fratello, nel vedere il signor Smythe, uomo sempre composto, conciato in quel modo e a giocare con il figlio. 

 

-Grant, volete andare a giocare a casa di Max e Lauren?- Chiese Blaine bloccando il figlio che sennò avrebbe continuato ad andare avanti in quel modo per ore. 

 

-Eh?- chiese quest'ultimo, come se si fosse accorto in quel momento della presenza dei due bambini.

 

-Grant- lo rimproverò.

 

-Ah, si, si! Aspetta che vado a cambiarmi- Disse lui guardando gli amici.

 

-No, potete venire anche così- commentò la bambina  ridendo. 

 

-Ok- rispose lui alzando le spalle e uscendo già fuori dalla porta. 

 

Blaine alzò gli occhi al cielo, pensava sempre solo a se. Andò nell'altra stanza a chiamare i due figli che corsero all'ingresso con ancora lenzuola  e collane troppo lunghe attaccate al collo. 

 

-Ciao papà- Dissero in coro i figli uscendo di casa per dirigersi verso quella dei vicini. 

 

-Arrivederci signori Anderson-Smythe- 

 

 

Appena ebbe chiuso la porta, Blaine si ritrovò stretto nella morsa di Sebastian, che lo stringeva al suo petto da dietro e gli lasciava baci lungo il collo. 

 

-Mantieni la promessa?- Chiese sarcasticamente Sebastian tra un bacio e l'altro.

 

Blaine rise e fece cenno di si con la testa, facendosi schiacciare contro la parete dal marito, girandosi per far unire le loro labbra in un bacio caotico e passionale. 

 

Sebastian portò la mano destra tra i ricci del moro mentre l'altra sul fianco cercava di avvicinarlo ancora di più a se, come se fosse possibile. 

 

Purtroppo, però, il sapore amaro e l'appiccicaticcio del lucida labbra e il rossetto che avevano, ritornò a farsi sentire, portandoli a fare smorfie di disappunto. 

 

-Blaine?- 

 

-Si?- Rispose l'altro mentre si spostava sul quel collo candido e pieno di nei, che lo faceva impazzire, per marchiarlo. E chi se ne frega se i figli se ne fossero accorti. 

 

-Puliamoci- 

 

A quelle parole il moro impallidì. Non aveva pensato a portare lo stuccante dal teatro. Di solito non ne aveva bisogno a casa, visto che Juliette i trucchi non li utilizzava se non in via eccezionale. 

 

Sebastian si allontanò di poco da lui ma quando lo vide con un espressione allibita stampata in volto ricominciò a baciarlo, riprendendo da dove avevano lasciato. Perché era maledettamente sexy anche in quel modo. 

 

 

 

Non ostante i chili di trucco ingeriti, i lividi a causa dei colpi di spada, i "Lividi rossi" sul collo, a fine giornata Sebastian pensò che quello era stato un bel pomeriggio. 

 

 

 

 



Ciao :3

 

Si lo so.  Sono in ritardo e questa settimana Non ho aggiornato la mia Long "Terrò lontano i tuoi incubi"

yuppi! viva la puntualità ç_ç

 

La dovevo postare ieri ma poi visto che oggi è la Seblaine Sunday ho deciso d'aspettare ed eccola qua.

 

Comunque vi è piaciuta? io ridevo come una cogliona scrivendo Perché, parliamoci chiaro, erano orribili ! 

 

Colgo l'occasione per ringraziare chi recensisce le mie storie e le aggiunge tra le preferite\ricordate ecc.. Grazie *^*  Lo farete anche stavolta?! *Spera con tutta se stessa e fa gli occhi da cucciolo* 

 

 

 

Facebook:http://www.facebook.com/pages/Keros_/264280927025504

 

Baci,

 

Keros_ 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Super Sebastian (?) ***


Anderon-Smythe Family. Titolo: Super Sebastian. (?)
Personaggi: Blaine, Sebubububu, Grant, Jiuliette e Tommy (accennati)
Rating: Verde :3
Genere: Fluff, Demenziale, commedia.
Avvertimenti: Slash.
Beta: NON è stata betata quindi vi ragalo tutti gli errori: Verbali, di battitura e di ortografia <3
Da dove è uscita: Mia mamma ha visto a mia cugina "Chi è il tuo eroe?", mia cugina l'ha guardata, ha guardato mio zio che giocava con suo fratello e ha detto "Papà". 













Erano giorni che doveva scrivere quel tema, ma purtroppo non aveva nessun'ispirazione. E di certo non poteva rischiare di prenderci un brutto voto o farlo male, così da dare a Joshua  un motivo per schernirlo.

Che poi a lui i Supereroi nemmeno piacevano, tant'è che non capiva lo strano luccichio negli occhi di suo padre, quando si parlava di questi.

Cosa c'è di bello e virile nell'andare in giro con tutina e calzamaglia? Poprio Grant non lo sapeva.

Così si ritrovò ancora una volta a fissare lo stesso foglio bionco che lo fissava di rimando da più di un ora, mentre con la penna ticchettava ritmicamente sul tappeto del salone, su cui era sdraiato.

Supereroi. Lui conosceva Capitan America, Spiderman, Batman, Robin, l'aiutante di quest'ultimo, Ironman, Hulk, i fantastici quattro, le super chicche, anche se non si potevano di certo definire eroine, e poi nessun'altro.

Ripendandoci, qualcuno buono tra quelli che conosceva c'era, ma il problema era un altro. Nessuno gli ispirava un tema e fondamentalmente non era fan o seguiva le storie di uno di loro.

Poggiò la testa sul  foglio, nell'attesa di un colpo di genio.

-Sei un cretino!- urtlò Blaine nella cucina.

-Io sarei un cretino?- urlò di rimando Sebastian -Non tu che ieri sei restato a casa e non sei andato nemmeno a fare la spesa?-

-E cosa vorresti dire con questo?- lo canzonò il moro.

Sebastian si spostò davanti alla porta, allineata con quella del salone, dando la possibilità a Grant di vedere tutta la scena.

-Che se avressi fatto la spesa, Hobbit, tutto questo non sarebbe accaduto- fece notare quest'ultimo.

-Ti renti conto che hai  fatto mangiare a nostra figlia di quattro anni, del tabasco e bere birra?- Si avvicinò  a lui Blaine, rosso in volto per lo sforzo che gli provocava urtlare quelle parole.

-Non è la fine del mondo, Blaine!- Continuò Sebastian cercando di non intrecciare lo sguardo con quello del marito -e ripeto, se avressi fatto la spesa non..- Ma non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che stava parlando a nessuno.

Blaine era già diretto verso lo studio, sbattendo forte la porta una volta entratovi.







Grant Anderson-Smythe.
Classe 5 D.

Mio papà ha ragione quando dice che nelle scuole pubbliche danno soltanto temi scadenti, per questo non vedo l'ora di fare le superiori per andare alla Dalton dove papà e papà anno studiato in anni separati. Così non vedrò più la brutta faccia di Joshua che si sente tanto figo non sapendo che non c'è nessuno più figo di mio papà Sebastian. Anche papà Blaine è figo, però papà è più bello perché.. Perchè mi somiglia ecco. Siamo belli ugguali.

Allora il mio Supereroe preferito è Papà Sebastian. Perché come ho già detto prima è Figo, bello e simpatico, e bello e divetente e simpatico ed egocentrico e cattivo e stupido e a volte pure buggiardo.

Il suoi super poteri sono: le battute di cattivo gusto e non adatte ai bambini, il suo essere freddo, le sue cattiverie e persino il fatto che non gli interessi di niente e di nessuno.

Uno dei tanti super  poteri è la sua bellezza. Grazie ad essa ogni volta tutti ci fanno sempre gli sconti, le commesse al supermercato mi regalano sempre dei lecca lecca, quando vuole qualcosa sorride o fa una posa come quelle che gli ha insegnato lo Zio Cooper e magicamente tutti gli danno ciò che vuole, compreso papà che ogni volta lo perdona o lo fa vincere.

Papà Sebastian è il mio Supereroe preferito perché non ha paura di Niente e di nessuno. Figuratevi maetra, che ogni volta risponde male al capo quando lo rimprovera. Perché nessuno deve mai offendere uno Smythe, un Anderson-Smythe o un Anderson e basta, ovviamente tranne lui. Visto che si diverte sempre a prendere in giro papà e a fargli scherzi.

Papà risponde sempre male a tutti, tranne a me, a Juliette ( a lei la venera e non la rimprovera mai, anche quando mi scarabocchia tutto il braccio. Papà la difende dicendo a papà che mi sono colorato da solo), a Papà.. No a lui si, lo tratta male, però a volte, prima lo tratta male e poi lo bacia o lo abbraccia o gli sussurra cose  all'orecchio.. a me fa schifo quando fanno queste cose. I baci, Bleah. Poi tratta bene anche Tommy.. No forse lui non tanto, ogni volta lo rimprovera, vabbè ma lui è stupido quindi non ha tutti i torti.

Papà Sebastian è stupido, divertente e buggiardo.
é stupido perché ogni volta si caccia sempre nei guai o, appunto, fa cosa stupide.
Come:
Truccarsi per giocare,
Cedere al sorriso di mia sorella  ( che non è nemmeno bella quanto me e il suo sorriso non tutta questa grande cosa.)
Ogni tanto lo convinco a fare la corse con i carrelli al supermercato,
gioca con noi con le spade,
Mangia cioccolattini e poi gli fa male la pancia.

E' divertente perché è divetente. Ci fa sempre ridere, anche se tante volte le battute non le capiamo e ridono soltanto lui e papà. Ah stavo dimenticando, un altro suo super potere è far arrossire papà !  o farlo arrabbiare.. come dice lo Zio Cooper, ha un grande potere su di lui. Ed è divertente quando lo fa arrabbiare...
Come cinque minuti fa!
Ma la cosa più bella è che riesce a far si  che abbia sempre ragione! (e questo è un altro super potere) riesce a vincere lui e a non ammettere mai le colpe.. essendo un buggiardo di prima categoria!

Infatti ieri sera ha fatto mangiare a Juliette un panino con carne, Ketcup, maionese, Tabasco (quello che brucia), patatine fritte e le ha fatto bere pure la birra! Però lo sputata perché non era buona.. alla fine ha vinto lui! papà Blaine è uscito dalla cucina arrabbiato.. ma ha lasciato lui la stanza! di conseguenza ha perso e papà ha vinto. Forse papà è uscito arrabbiato perché gli ha scaricato la colpa a lui.. come dicevo, riesce a vincere sempre.

Poi papà è buggiardo perché dice a papà che va in palestra e invece rimane a casa a dormire con Juliette, dice di non dormire con lei e invece ci dorme, compra le patatine anche se non dovrebbe e quando papà se ne accorge, dice che è Pavarotti, in nostro gatto, a portare le cartecce in casa. Oppure ancora, quando si mangia tutti gli omogeneizzati sdraiato sul divano e dice che siamo stati noi e che a lui non piacciono.

Io ammiro tutto di questo Supereroe e da grande voglio essere come lui, anche se papà dice che già ci sono.





Erano le quattro passate, quando Blaine alzò gli occhi dalle scartoffie che aveva davanti.
Si tolse gli occhiali da vista che usava per leggere e li appese alla maglietta. Dopo essersi stropicciato gli occhi, decise di scendere a controllare i bambini. C'era fin troppo silenzio per essere tutti e cinque a casa.

Così uscì dalla stanza, e scese la prima rampa di scale. Percorse il corridoio e per qualche strano motivo si fermò davanti la porta della camera sua e di Sebastian.

Aprì la porta cercando di fare più piano possibile. Nella penombra poteva benissimo distinguere le figure sul letto. Sebastian era sdraiato al suo posto, con Juliette addormentata sopra di lui, Grant addormentato accanto al bordo del letto a pancia in giù, con le braccia sotto il cuscino. Thomas  in mezzo al padre e al fratello.

Blaine si beò per un attimo dei respiri lenti e regolari che si sollevavano da quella stanza, poi chiuse la porta alle sue spalle, ignaro che due occhi verdi si erano aperti per guardarlo andar via.

Scese in cucina e prese un succo di frutta dal figo. Non sapendo cosa fare e non avendo sonno, entrò nel salotto, sdraiandosi sul divano.

Scrutò per un attimo la stanza piena di giocattoli, doveva sistemarli, ma in quel momento non ne aveva proprio voglia e sicuramente avrebbe fatto rumore, svegliando i bambini.

I suoi occhi ricaddero su un quaderno blu, con una penna poggiata sopra e una targhetta con scritto:
 "Grant Anderson-Smythe.
            Inglese".

Senza pensarci, lo raccolse da terra, e iniziò a sfogliarlo. Arrivò a una pagina con scritto:
"Tema per casa: Chi è il tuo supereroe preferito? Perché? Quali sono i suoi super poteri? Parla un pò di lui e da grande vorresti essere come lui?"

Blaine ricordò che qualche giorno prima Grant gli chiese una mano per quel tema, ma lui rispose di no, perché doveva farlo da solo.

Incapace di trattenere la sua curiosità, inforcò gli occhiali e iniziò a leggere il tema scritto dal figlio.

-E' divertente?- Chiese ad un tratto Sebastian sentento il marito ridere.

Quest'ultimo alzò gli occhi dal quaderno, stupito di trovare sua marito appoggiato allo stipide della porta, con le braccia incrociate, intento a fissarlo.

-Da quanto sei qui?-

-da quando hai iniziato a leggere- Rispose Sebastian, avvicinandosi al divano per sedersi accanto a Blaine, che gli passò il quaderno.

Inziò a leggere a mente, sotto lo sguardo di quest'ultimo, sorridendo per come lo descriveva il figlio e felice di essere visto in quel modo, ma anche dispiaciuto per alcuni aggettivi utilizzati.

-Qui dice che non hai paura di niente- Gli fece notate Blaine una volta alzati gli occhi dal quaderno.

-Invece ne ho- Rispose girandosi completamente verso di lui e prendendogli la mano -Ho paura che possa succedere qualcosa ai nostri figli e..- Fece una pausa sorridendogli -Ho paura di perdere te, Blaine-.

Sebastian si abbassò su di lui, baciandolo delicatamente. una volta staccati continuò -Mi dispiace per prima. Avevi ragione, non dovevo far mangiare quelle cose a Jiuliette e tu non avevi nessuna colpa-.

a quel punto fu Blaine a baciarlo, attirandolo sempre di più a se, fino a farlo sdraiare immenzzo alle sue gambe.

Una volta staccati per prendere fiato, quest'ultimo assottigliò gli occhi chiedendo -Devi dirmi qualcosa riguado a degli omogenizzati?-

Sebastian lo guardò pensieroso per un attimo e poi rispose -Si.. è Pavarotti a mangiarli!-








Ok.
Strano! è la prima volta che non so che dire.
Allora il gatto, hanno un gatto? Si ne hanno uno, più o meno. Come ho già detto nel primo capitolo, Queste OS riportano degli avvenimenti di alcune mie OS daddy, che trovate nel mio account, in una di queste (non sono uno dei nostri figli) adottano un gatto.
Altro da aggiungere? No così lasciate più recensioni *Fa una risata malefica* visto che tanti hanno messo la raccolta tra preferite,ricordate ecc ecc ma non capisco perché solo pochi mi lasciano recenzioni. quindi ecco se volete chiarirvi eventuali dubbi o non so cosa dovete chiedere *fa una pernacchia a tutti*

No, a parte gli scherzi, Il tema di Grant mi piace un casino, anche se mi sembra più un tema di Jiuliette che suo.. Ad ogni modo, se fa schifo, tanquilli! mi rifarò con la prossima OS.
Fortuna che non avevo niente da dire..

Baci,
Keros_

Come al solito vi lascio la mia pagina FB, dove mi trovate 24 su 24:
http://www.facebook.com/pages/Keros_/264280927025504?fref=ts

*sparge coriandoli*

C'è  da dire che sono le 2,06 di notte e ho appena finito di scriverla.
Tanto amore a tutti.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Mi scappa la pipì, papà! ***


Mi scappa la pipi, papà.
Personaggi: Blaine, Sebububu, Thomas, Juliette e Grant Anderson-Smythe, il poliziotto LOL
Rating: Verde
Genere: Assolutamente Comico, Demenziale e nosense.
Cose da sapere: otto, quattro e due anni :3 di conseguenza parlano come tali.





ringrazio la mia Giuggiulena Mensile per aver cantato in bagno "Mi scappa la pipì, papà",

Le mie compagne che l'hanno già letta, corretta e convinta a postarla,
e un Grazie a tutte le persone che silenziosamente leggono,
e a quelle che recensiscono.







Mi scappa la pipì, papà.

Sebastian combatteva contro tutto se stesso per non sbattere la testa contro il volante o girarsi e far zittire i figli con le cattive, visto che da quando erano entrati in macchia continuava a rimproverarli e ripetergli di far silenzio.Ovviamente con nessun risultato.

Guardò dallo specchietto retrovisore e in quel momento rimase paralizzato. Se Blaine li avesse visti, sicuramente starebbe già per firmare le carte per il divorzio.

Tommy era in piedi sul sedile posteriore, che cantava a squarcia gola "Le tagliatelle di nonna Pina", con la scarpa della sorellina come microfono. Grant era con i piedi sullo schienale e la testa in giù a penzoloni. Juliette attaccata al seggiolino che rideva e con la voce stridula accompagnava il fratello.

"Grant siediti bene" Lo rimproverò Sebastian, una volta ripreso dallo shock, guardando i piedi del figlio non potendo vedere il viso. "Tom seduto" aggiuse poi, spostando gli occhi su Thomas che continuava a saltellare senza ritegno.

"No, papà, è divertente!" rispose il bambino e continuando a squarcia gola "Un pieno d'energia.."


Sebastian odiò con tutto se stesso Blaine per aver comprato quel stamaledettissimo CD. Non solo le canzoncine per bambini gli facevano rivoltare lo stomaco, no, era pure costretto ad ascoltarle tutte le volte che i suoi figli andavano in macchina con lui, visto che le amavano con la stessa intensità con cui lui amava il corpo del suo compagno.

"Thomas siediti" abbaiò a tenti stretti. Ma questo lo ignorò, continuando a ballare, rinschiando più volte di finire contro il parabrezza della macchina.

Sebastian odiava dover stare tutti quei giorni senza Blaine. Era fiero del lavoro del marito e amava il suo sorriso dopo un entrata in scena o quando finiva un progetto particolarmente stressante e faticoso. Ma odiava con tutto se stesso dover passare una settimana senza di lui, e dover rimanere con i figli che facevano i capricci e non lo ascoltavano perché sentivano la mancanza del padre.

in quel momento voleva solamente arrivare il prima possibile all'aeroporto, stringere, baciare, mordere suo marito e riuscire a far stare buoni i figli e la radio, soprattutto.

"Papà, devo fare la pipì"

"Juliette resisti cinque minuti, siamo quasi arrivati"  rispose alla bambina che continuava a canticchiare, mangiando la maggior parte delle parole.

"Papà, compri le caramelle?"


Sebastian si maledisse per non essersi riferito a Blaine circa venti minuti prima, quando erano saliti in macchina.

Thomas smise immediatamente di saltellare e si accasciò sul sedile, Grant finalmente si sedette composto e Juliette, non essendo più accompagnata dalla voce del fratello, smise di cantare.

Sebastian sorrise per la reazione dei figli, avvenuta non per timore ma perché semplicemente sentivano la mancanza di Blaine.

"Papà sbrigati! Così lo vediamo prima!" Lo incitò Tommy con un fremito d'eccitazione nella voce.  

"Siii! Voglio papà!" Continuò Grant.

"Papà!"

"Papà"

"Papà"

"Papà, devo fare la pipì" Esordì Juliette, interrompendo i fratelli che chiamavano con tono sognante Blaine.

"Adesso arriviamo" Ripetè Sebastian.

"Io voglio papà, poi la pipì la fai dopo!" Disse Thomas guardando la sorella come se volesse rimproverarla.

"Si, prima papà!" lo appoggiò Grant risoluto.

"Ma mi scappa la pipì, devo fare la pipì!" controbatté la bambina, ma nessuno le diede ascolto.

"Guarda, si vede l'aeroporto. tra due minuti siamo in bagno" la rassicurò Sebastian, imboccando l'uscita per la sua destinazione.

Continuò a guidare tamburellando le dita sul volante, assaporando il silenzio interrotto soltanto dalla sigla di Dragon-Ball. Finalmente i bambini si erano tranquillizzati e una volta bloccato nella fila, uscì dalla tasca il cellulare.

"Sei già arrivato?"  dopo aver diggitato tre semplici parole, le iniviò. Poi poggiò il cellulare sul cruscotto continuando ad avanzare lentamente.

Dopo meno di due minuti il cellulare vibrò.

"Si, sto scendendo adesso dall'aereo. Prendo le valigie ed esco"

Con un sorriso sulle labbra, Sebastian, parcheggiò a pochi metri dell'entrata della struttura.

Scese dell'auto e aprì lo sportello di Grant, poi si diresse verso l'altro lato della vettura, dando una mano a Thomas per scendere. Slacciò in fretta e furia la cintura di sicurezza del seggiolino, prendendo Juliette in braccio e rimettendogli la scarpa, finita sotto il sedile.

Chiuse la macchina e dopo aver dato la mano a Tom, che a sua volta stringeva quella di Grant, attreversò la strada, entrando dentro l'aeroporto.

Arrivarono davanti la porta automatica che divideva la zona passeggeri da quella pedonale.

"Mi scappa la pipì, papà" esordì Juliette che non riusciva più a trattenersi.


"C'è papà!" urlarono Grant e Tom all'unisono, indicando la porta dalla quale stava uscendo Blaine, con tanto di valigia dietro.

Alla vista dell'uomo, Sebastian lasciò perdere qualsiasi discorso con Juliette e gli andò incontro.

Sfortunatamente per lui, i due maschietti erano arrivati prima, così mentre Blaine li stringeva a se, Sebastian fece scendere Juliette dalle braccia poggiandola a terra.

Appena Grant e Tommy si scostarono e Blaine fu di nuovo in piedi, Sebastian si avventò su di lui. Stringendolo a sé e baciandolo come nell'ultima settimana non era stato possibile fare, non curandosi dei passanti un pò allibiti e shoccati.

Quando si staccarono, e il mondo intorno a loro ricominciò a girare, il fruscio dell'acqua che batteva sul pavimento arrivò alle loro orecchie.

Si voltarono entrambi verso destra, guardando a terra da dove proveniva il rumore.

Juliette li guardava di rimando, mentre teneva le gambe leggermente aperte, intenta a fare la pipì. Li guardava con aria innocente, mentre i pantaoloni bianchi si sporcavan sempre di più all'altezza dell'inguine e a terra la pozza giallognola si faceva sempre più grande.

"Ma che diav-"

"Juliette! no, Ferma!" urlò Blaine interrompendo Sebastian.

"Avevo detto a papà che mi scappava la pipì" si difese lei, guardando i genitori, non capendo il motivo delle loro facce sconvolte.

"Perché non le hai messo il pannolino?" Domandò Blaine guardando Sebastian, tagliuzzandolo a cubetti con gli occhi.

"Hai detto che non ne ha più bisogno" rispose quest'ultimo sgranando gli occhi.

"Si, ma quando deve andare in bagno ci andiamo subito" Sibilò il moro cercando di non stringere le mani intorno al collo del marito.

"Papà guarda" Urlò Tom in lontananza.

Si voltarono contemporaneamente.

Thomas era avvolto, dalla punta dei piedi fino alle spalle, nella pellicola bianca usata per avvolgere le valigie per non farle aprire durante il viaggio,  ancora in piedi sopra la struttura girevole.

Blaine alzò gli occhi al cielo, imprecando a mezza voce, ma non potè impedire a un sorriso divertito d'impossessarsi delle sue labbra.

Senza pensarci, si avvicinò al bambino, prendendo i figli per mano.



Dopo aver ripulito e cambiato Juliette e liberato Tommy dalla pellicola in cui era avvolto, Sebastian decise che era il momento d'andarsene, in quell'aeroporto erano rimasti e fatto abbastanza.

Erano già davanti l'uscita, diretti alla macchina, quando un'uomo, agente di polizia, gli ticchettò sulla spalla, facendolo girare verso di lui completamente.

"Mi scusi, ma ecco.. Dovrebbe ripulire quello che ha lasciato.." esordì l'uomo lasciando la frase a metà, non sapendo come continuarla.

Sebastian sgranò gli occhi, non sapendo bene cosa rispondergli. Di certo, non aveva nessun'intenzione di ripulire il pavimento.

"non ci sono gli addetti per questo?" domandò canzonandolo, cercando una scappatoia.

Ma prima che l'agente potesse dire qualcosa, Blaine intervenì.

"No, Sebastian, non devono pulire perché tu non hai portanto in bagno nostra figlia"

Sebastian non riusciva a credere alle sue orecchie. Ma prima di poter controbattere, il moro era già sparito fuori dall'aeroporto, con Juliette in braccio e con la mano stringeva quelle di Thomas e Grant, diretto alla macchina.

Maledizione, non aveva via d'uscita.


Da quel giorno, Quando Jiuliette chiedeva d'andare in bagno, Sebastian lasciava qualsiasi attività stesse svolgendo per accompagnarla.

Perché Sebastian Smythe non si sarebbe mai più rimesso a pulire il pavimento di un aeroporto affollato.







Angolino di Mirma:

Come ho già detto questa OS mi è venuta in mente nel bagno della scuola, stavamo cantando e Mensile Giuggiulena si è messa a cantare la canzoncina per bambini "mi scappa la pipì". Basta non ho altro da dire se non lunghissime risate.

Fatemi sapere cosa ne pensate :3 mi farebbe molto piacere saperlo visto che inizialmente non volevo postarla.

Vi lascio la mia pagina FB:http://www.facebook.com/pages/Keros_/264280927025504?ref=ts&fref=ts

Tanto amore per voi,
Baci,

Keros_

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Tommy, Ch'è successo? ***


Tommy, ch'è successo?

Personaggi: Famiglia Anderson-Smythe al completo, Famiglia omofoba.
Rating: Verde.
Genere: Oddio non so o.o
Cose da sapere: 10, 6 e quattro. 7 il nano malefico.


.



Ella faccia tua prof di Religione, che ogni volta non mi fai parlare e mi linci con lo sguardo. Tu non mi fai dire la mia opinione? e io creo una FF su quest'argomento.
 Tie!





Tommy, ch'è successo?





Blaine si trovava davanti allo scaffale, indeciso su quale merendine comperare. I cornetti al cioccolato a Thomas non piacevano, i Panecioc Grant li sputava, alle Delice Jiuliette storceva il naso, le Fieste se la mangiava quel pozzo senza fondo di suo marito.

Forse le Kinder colazione più potevano andare, ma quella a latte o al cioccolato?
 Prese in mano entrambi  i pacchetti di merendine cercando di ricordare quella che piacesse mano a Sebastian, perché si sa, con lui le cose in casa non duravano niente. Poi si accorse che suo figlio si stava avvicinando a lui.

"Tommy quale vuoi?" Gli chiese, mostrandogli i due pacchi che teneva in mano ma con lo sguardo sugli scaffali più in alto.

"Quelle al cioccolato" rispose il bambino con la voce tremolante.

Blaine si voltò verso di lui e il suo cuore si strinse nel vederlo con gli occhi arrossati, la testa leggermente bassa e le mani che gli coprivano la bocca. Lasciò perdere il suo dilemma sulle merendine e poggiò gli scatoli sullo scaffale, poi lentamente, molto lentamente, si avvicinò al figlio, cercando di guardarlo bene in volto.

Questi però girò la testa da un lato, rendendo così impossibile la sua intenzione. Blaine si accovacciò a terra, arrivando così  all'altezza del figlio.

"Hey" Gli sussurrò allacciando le braccia all'altezza del fondoschiena di quest'ultimo cercando d'avvicinarlo il più possibile a se.

Tommy soffocò un singhiozzo cercando di trattenere le lacrime, facendo un passo in avanti per trovarsi in mezzo alle gambe del padre.

"Tommy, ch'è successo?" Surrurrò dolcemente Blaine, cercando il contatto visivo con il figlio. Quest'ultimo si decise ad eccontentare il padre, girando la testa e facendo incatenare i loro sguardi.

"Pa..papà" Piagnicolò quest'ultimo, lanciandogli le braccia al collo e aggrappandosi a lui.

Blaine capì subito che quella era una cosa seria. Thomas era un bambino timido, dolce e sensibile, ma per farlo piangere con la tristezza negli occhi doveva essere qualcosa di serio.

Doveva assolutamente capire chi fosse stato. Jiuliette? No, troppo dolce per farlo piangere. Grant? troppo poco Sebastian per ridurlo in quello stato. Sebastian! Maledetto lui e i suoi rimproveri. No aspetta, non poteva essere stato lui;  li avevano lasciati al Baby Park del centro commerciale. Qualcosa non quadrava.

"Tommy?" Lo chiamò dolcemente, sentendo il suo corpo smettere di tremare a causa dei singhiozzi, segno che il bambino si stava calmando. "Vuoi parlare?" Aggiunse allontanandosi di poco da lui.

Tom, lo guardò negli occhi e abbassò lo sguardo. Restò un attimo in silenzio e poi disse "Sono stati cattivi"

Blaine gli passò una mano in mezzo ai capelli corvini, ancora perplesso per la risposta poco chiara del figlio.

"Chi è stato cattivo?"

"un bambino" Specificò il piccolo con gli occhi appannati da nuove lacrime "Andiamo  a casa?" Chiese poi, lasciandosi sfugire un singhiozzo con lacrime che gli rigavano di nuovo le guance.

"Ce-certo" Balbettò Blaine prendendolo in braccio e alzandosi impiedi drittetto verso l'uscita  e dimenticandosi del tutto il motivo per cui era entrato al supermercato, la spesa poteva anche aspettare.

Camminava velocemente, zizzagando tra i passanti e accarezzando delicatamente la schiena di suo figlio, diretto al Baby Park per recuperare anche Juliette e Grant. portò la mano in tasca e ne uscì il cellulare per chiamare Sebastian. Compose il numero e iniziò a squillare.

 Ovviamente quando serviva, di Sebastian non se ne sapeva più nulla. Chiuse la telefonata e rimise il cellulare in tasca. Se non fosse sbucato fuori prima di raggiungere i figli, l'avrebbe lasciato li.  Poco, ma sicuro.

Prese la scala mobile e scese al piano terra, attraversò quasi correndo il centro commerciale fino ad arrivare davanti l'aria per bambini.

"Siete anormali"

"..Papà dice che le persone come te sono maleducate" Blaine riconobbe subito quella voce, l'avrebbe riconosciuta tra mille. Si girò lentamente e vide sua figlia accompagnata dal fratello, impegnata in un litigio a una decina di metri di distanza.

"I vostri papà sono malati, e voi pure!" controbatté un bambino di fronte ai suoi figli.

Sentendosi chiamato in causa, Blaine iniziò a camminare verso la scenetta, alquanto strana, un cui erano protagonisti i suoi bambini.

"I miei papà non sono malati. I tuoi genitori sono dei bigotti e tu un coglione!" Intervenne Grant, avvicinandosi di qualche passò al bambino e stringendo la mano a pugno, pronto a colpire da li a poco.

"E tu sei un figlio di frocio" quasi urlò l'altro bambino. Grant a quel punto perse completamente la testa e insieme a  Juliette si buttarono su di lui.

Blaine fece gli ultimi metri di distanza di corsa, afferrando per il colletto della maglietta il figlio maggiore che per poco non colpì lo zigomo del bambino.

"Hey! Tutti e due smettetela" Li rimproverò immediatamente, bloccando con un braccio entrambi i figli, visto che l'altro era occupato a tenere sù Thomas.

"Papà.. lasciami!.. gli devo spaccare la faccia!.. Lasciami.. ho detto.." Urlava Grant cercando di liberarsi per colpire l'altro bambino che aveva spostato la sua attenzione su Thomas.

"Sei andato a piagnucolare da papino?" lo prese in giro, guardandolo a mo' sfida.  In risposta il piccolo Anderson-Smythe, girò la testa affondando il viso nell'incavo del collo di Blaine.

"Dove sono i tuoi genitori?" Chiese Blaine, deciso a chiudere quella storia.

"Mia mamma e mio papà, genitori normali, sono a fare la spesa" Spiegò il bambino che per la prima volta guardò Blaine negli occhi. Era un bambino davvero bello, alto, guance paffute, magrolino, lineamenti delicati ma non femminili, capelli castani e occhi castano dorato. Tuttavia in quegli occhi, di un colore così intenso ed eccezionale, mancava qualcosa, che però Blaine non capì.

Si sarebbe volentieri messo a discutere su quanto fosse un bravo genitore, a difendere i suoi diritti e quant'altro, ma non gli sembrò il caso. Il suo intelocutore era un bambino di appena sette anni massimo e di certo, molte cose non poteva capirle.

"Benissimo, Grant, Juliette. Andiamo" comunicò. I figli anche se ancora molto agitati, fecero come gli venne detto.

Si allontanarono da quel bambino maleducato, per andare a prendere i propri effetti personali e Blaine ne approfittò per tentare di richiamare Sebastian. Come volevasi dimostrare, ancora una volta il cellulare squillò a vuoto. Sbuffò sonoramente prima di rimettere il cellulare nella tasca dei pantaloni, aspettando i figli.

Sentì due mani sfiorargli il sedere prima di cingergli i fianchi e  due labbra morbide baciargli il collo.

"Dov'eri finito?" Sbottò girandosi verso di lui, guadagnandosi una smorfia confusa.

"Sono andato a comprare.."

"Non importa. prendi Tommy in braccio che il mio mi fa male." Lo interruppe, porgendogli la spalla su cui era aggrappato il bambino.

Sebastian lo prese in braccio, ancora confuso dal comportamento del marito. Appena però guardò il viso del figlio, arrossato e con gli occhi gonfi, non capì più nulla e sentì la rabbia crescere dentro di lui. Era successo qualcosa.

"Tommy, ch'è successo?"

"Papà.. un bambino.." Iniziò Thomas che però venne subito interrotto dalla voce del fratello maggiore arrivato in quel momento.

UIn coglione ci ha preso in giro.."

"Perché voi siete i nostri papà" aggiunse Jiuliette aggiungendosi pure lei alla conversazione.

Sebastian fece scivolare lo sguardo da Blaine a Juliette; Da Juliette a Thomas; Da Thomas a Grant, per poi farlo ricadere su Blaine. Era completamente allibito. Molte persone erano davvero bigotte, ma pure i bambini? e poi nessuno poteva far piangere uno dei suoi figli, a pante lui, ovvio.

"Hanno pure la faccia tosta d'avere dei figli"

"Poveri bambini"  

Tutti e cinque si voltarono in sincrono, puntando gli occhi su una famiglia poco distante da loro. Ovviamente era la famiglia del bambino di poco prima.

Sebastian, alzò un sopracciglio sorpreso, ridendo tra sé e sé.  Avevano pure la faccia tosta di criticare. Due genitori che di quel figlio ne avevano fin sopra i capelli, loro due che erano una coppia scoppia riconoscibile da chilometri di distanza.

"Come scusi?" Fece il finto tonto avvicinandosi a loro, portandosi dietro automaticamente tutta la famiglia.

"Avete pure la faccia tosta d'avere dei figli. Non solo siete due finocchi  ma mettete in mezzo anche i bambini" Rispose l'uomo avvicinandosi a sua volta, mentre sua moglie restava li dov'era.

"Finocchio  ci sarà lei e suo figlio tra qualche anno" Rispose Sebastian sentendo la rabbia divampare dentro di sé. La faccia tosta d'avere dei bambini? ma cosa stava dicendo? "Chieda scusa a mio marito e ai miei figli"

"perché mio figlio ha detto che siete due malati, i vostri figli anormali e che siete due finocchi? Non posso scusarmi perché  ha detto qualcosa d'infinitamente giusto" rispose l'uomo con fare divertito.

Sebastian istintivamente si avvicinò ancora di più a lui, cercando di non perdere il controllo e non spiaccicarlo a terra e fraccarlo di legnate. In fin dei conti aveva Thomas in braccio.

"Che c'è? ti stai eccitando?" cercò di canzonarlo.

"fidati, nessuno ti toccherebbe mai e, dalla faccia di vostra moglie, deduco che a letto non sei nemmeno granché!" Rispose Sebastian con un Ghigno divertito in volto, dato che anche la donna sembrava dargli ragione "qui l'unico malato è lei. Dovrebbe farsi visitare, l'omofobia è una malattia molto seria" Aggiunse Sebastian.

"Sebastian, potremmo andare?" Lo interruppe Blaine, vedendo la preoccupazione negli occhi dei figli e la rabbia crescere dentro suo marito e dentro di lui.

"Andiamo" Concordò Sebastian, girando i tacchi e prendendolo per mano. Avrebbe continuato ad insultare quell'uomo per ore e l'avrebbe pure picchiato, ma quello non era il luogo adatto e di certo non poteva farlo davanti ai suoi figli. C'era un motivo per cui lui era un padre migliore di quello la.

"Sono pure egoisti, rovinare la vita di tre bambini per dei capricci" Sputò l'uomo dietro di loro.

Sebastian ebbe l'istinto di girarsi e aggredirlo ma Blaine non glielo permise,  stringendogli ancora di più la mano e strattonadolo.

Arrivarono alla macchina nel completo silenzio. Sebastian perché arrabbiato, Grant perché avrebbe  voluto dire qualcosa ma senza idee in testa, Juliette perché nessuno doveva parlare in quel modo ai suoi papà,  Tommy perché ancora non si era ripreso e Blaine perché sentiva un peso all'altezza del cuore.

Salirono tutti in macchina, Sebastian accese il motore e lasciò il parcheggio di quel centro commerciale che per quel giorno aveva, decisamente, fatto troppo.

"Papà"

"Uhh?" Risposero i due uomini all'unisono alla voce di Tommy.

"Compriamo il gelato?" 

"Si" Risposero entrambi ancora una volta.




*



I bambini stavano giocando al parco sotto i loro occhi. Blaine e Sebastian  erano seduti al tavolino intenti a mangiare il gelato.

Blaine era stranamente silenzioso e non stava nemmeno rimproverando Grant per essersi sporcato tutti i pantaloni di terra.

"Blaine?" Lo chiamò infine Sebastian, non potendone più di suo marito che continuava a guardare un punto fisso sul tavolo senza neanche vederlo.

"Uhhm?"

"A cosa stai pensando?"

"A niente"

"Blaine" Lo rimproverò, stufo di quel comportamento degno di un bambino di cinque anni. Anzi di sei, come Tommy.

"Siamo egoisti secondo te? Voglio dire, abbiamo davvero rovinato la vita ai nostri figli?" Blaine spostò la gamba così da essere a cavalcioni sulla panca e di fronte a Sebastian, per poi continuare "Voglio dire, siamo due uomini e abbiamo tre figli, i bambini hanno bisogno di confrontarsi anche con una madre. Ci siamo passati solo un capriccio.."

Sebastian gli poggiò una mano sulle labbra, costringendolo così a fermarsi. Lo guardò per un paio di secondi prima di cominciare a parlare.

"Blaine, non voglio sentirti più dire cose del genere, ok? Noi pensiamo al bene nei nostri figli ventiquattro ore su ventiquattro. Facciamo di tutto per loro e ogni singolo uomo ha diritto ad essere padre, così come una donna ad essere madre.
Questo non è un capriccio, eravamo consapevoli di cosa comportasse evere dei figli e abbiamo ponderato bene la decisione. E adesso siamo una famiglia anormale, ma non perché siamo due uomini con tre figli, ma perché facciamo cose stupide con loro,  amandoci l''un l'altro.
I nostri figli sono più felici di molti altri bambini con una madre, perché i bambini hanno bisogno d'amore e di nient'altro.
 Prendi il bambino di oggi al centro commerciale: Ha una madre, un padre che gli vogliono bene, ma non ha una famiglia, non ha il giusto amore. Non è felice. Lo potevi vedere nei suoi occhi.
Pensa ai nostri figli Blaine, pensaci. Loro non hanno una madre ma hanno due padri e soprattutto hanno amore che gli spetta, hanno la felicità che li spetta."

"Lo credi davvero?"

"Guarda i nostri figli, Blaine." Gli rispose Sebastian.


Juliette era sdraiata su Grant cercando di sporcargli il naso di gelato, mentre lui e Tommy erano seduti sul prato intenti a ridere, scherzare e far impazzire la sorella.


La felicità, Blaine, la poteva vedere negli occhi Vedere smeraldo di Grant, In quelli verde prato-caramello di Jiuliette e in quelli Azzurro cielo di Tommy, che non ostante fossero ancora provati dal pianto di qualche ora prima, erano splendendi, pieni di vita e amore. Proprio come quelli che ogni bambino dovrebbe avere.












Taaaaaaaaadannn!!
E' venuta più corta del previsto, ma è molto toccante a parer mio. Mi si è stretto il cuore a descrivere Thomas piangente e o fangirlato (?) alle parole di Sebubububu. Amatelo!

Vorrei dire che Tommy non è un piolo o cose del genere, è solo sensibile ed è piccolo, a sei anni i è molto più fragili. Chi ha sofferto\soffre di bullismo come me, capirà molto di più il mio piccolo topolino.

Ad ogni modo, vi piace il Banner?  spero si veda, è la prima volta che cerco di metterne uno e spero di non dover sclerare nel tentativo di farlo vedere. Ad ogni modo lo potete vedere meglio qui  http://www.facebook.com/photo.php?fbid=289077267879203&set=pb.264280927025504.-2207520000.1354479941&type=3&theater

Spero in una vostra receszione ma rigrazzio ugualmente tutte le persone che leggono silenziosamente.

Baci,

Keros_


P.s. so che non doveva essere demenziale, ma non ho resistito. Il dilemma sulle merendine di Blaine dovevo metterlo.
















Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Papà Sebascian ***


Non si vede LOL







Papà Sebascian


"Blaine ti prego", provò Sebastian seguendo il marito per tutta la casa mentre questi raccattava indumenti qua e là da indossare prima d'uscire. "Farò di tutto, ma non puoi chiedermi questo"

Il moro si voltò verso di lui, un po' divertito e un po' incredulo, "Mi prendi in giro?"

"Non ti sto prendo in giro, sono serissimo. Ti prego"

"Sebastian mi spieghi perché non vuoi rimanere un paio d'ore in casa con nostra figlia?" Sebastian alzò le spalle, non sapendo bene cosa rispondere. Come faceva a dirgli che era terrorizzato all'idea di dover stare solo con una bambina di appena undici mesi?

"Non voglio starci e basta. Vado io a comprare i regali per i bambini," ma niente; Blaine era fermo sulla sua decisione. Scosse la testa e si diresse verso la porta con Sebastian alle calcagna. Aprì la porta e uscì indossando i guanti.

"Per favore"

"No."

"E se piange?"

 Blaine fece qualche passo in avanti, pendendo il viso di suo marito tra le mani, "Hai già due figli. Se ha fame le dai il latte, se ha sonno la metti nel letto, se ha freddo la copri, se vuole le coccole la stringi al petto e, se proprio non sai che fare, le accendi la televisione. Semplice no?"

"Allora perché non rimani tu con lei?" Chiese Sebastian contraendo la mascella in una smorfia.

"te l'ho già detto: devo comprare i regali. Dai, sarò qui tra qualche ora al massimo", Si alzò sulle punte per lasciargli un bacio a fior di labbra, che Sebastian ricambiò svogliatamente, poi si allontanò da lui diretto verso la macchina.

Restò un attimo davanti alla porta di casa a fissare il sedere del marito girare l'angolo, "La fa facile lui con quel bel culetto" mormorò tra sé e sé prima di richiudere la porta.

Si passò una mano sul viso stanco mentre si dirigeva in salotto dove Juliette urlava e si dimenava come una pazza. Correva barcollante per tutto il vano, urlando a squarcia gola sillabe e vocali, prendendo tra le mani fogli e colori come fossero lame, la coda di cavallo che sventolava a destra e a sinistra a seconda  dei suoi spostamenti.

Aveva sempre voluto una bambina, possibilmente di Blaine, con i capelli scuri, gli occhi color nocciola o caramello o verde prato, piccolina e adorabile. Invece aveva avuto Juliette che, anche se esteticamente esaudiva i suoi desideri, caratterialmente era del tutto l'opposto.

Lui si aspettava una bambina calma, dolce, che non piangeva mai che la lasciavi in un posto e li rimaneva; Invece Juliette era tutto il contrario: Piangeva la notte, urlava senza motivo, correva e salterellava per tutta la casa, rompeva ogni  tipo di giocattolo, se la lasciavi sola in un angolo dovevi avere il terrore di poterla non ritrovare più e riusciva persino a dare filo da torcere a Grant -Questo in realtà a Sebastian non dispiaceva.

L'unico capace di stargli vicino per più di dieci minuti senza avere una crisi di nervi quello era suo marito, anche se molto spesso era tentato dal prenderla e rinchiuderla dentro una gabbia*

"Apàà!!" Sebastian ebbe un colpo al cuore sentendo quella parola pronunciata male. Si sentiva chiamare papà tutti i giorni da Thomas e Grant, ma ancora non era abituato a sentirsi chiamare così da Juliette che parlava da quasi un mese.

"Si Juliette?" La bambina puntò con il ditino verso lo stereo posto sulla parete attrezzata dietro di lei e Sebastian capì; sbiancò in un attimo. No, lo stereo no. "E' rotto, non si può usare" Mentì spudoratamente  compiaciuto tra sé e sé per quell'impeccabile bugia. Se era rotto non si poteva mica usare.

Ma forse, quella bugia non fu poi così impeccabile, visto che pochi secondi dopo Juliette piangeva disparata, urlando e contorcendosi. Sebastian si avvicinò subito a lei, allungando le braccia per consolarla ma lei lo cacciò via, dimenandosi ancora di più.

"Juliette, non si può usare-"

Pianto disperato.

Sebastian sentì le i timpani sul punto di scoppiare, così fece l'unica cosa che un genitore autoritario avrebbe fatto: accese lo stereo.

La bambina si leccò le labbra bagnate di lacrime, si asciugò gli occhi e rivolse un ghigno al padre. Era anche manipolatrice, era un pianto finto. Sebastian restò con gli occhi sbarrati per un attimo, dove aveva imparato a recitare così bene?

Non trovando le parole adatte per esprimere il suo stupore restò zitto, immobile, mentre Juliette camminava barcollando per la stanza, muovendosi a ritmo di musica usando i colori come microfoni. La modestia durante le "esibizioni" di certo provenivano da Blaine.

"Papààà!"

"
Si?"

"acca" Rispose Juliette portandosi una manina alla bacca facendo finta che fosse un bicchiere. Sebastian annuì e uscì dalla stanza.

Si diresse in cucina e aprì il frigorifero; Estrasse una bottiglia d'acqua, poi i suoi occhi caddero su una confezione di succo di frutta. Li prese entrambi non sapendo bene cosa preferisse la figlia e ritornò in salone.

Per poco non gli venne un infarto: Juliette era in piedi sul divano intenta a cantare, avvicinandosi pericolosamente al limite dei cuscini. Poggiò le bevande sul tavolino in legno, la prese in tempo da sotto le ascelle prima che potesse cadere a terra.

La sistemò in piedi sul pavimento, sorrideva divertita. "Come hai fatto a salire la sopra se sei più bassa di un nano da giardino? Mi farai diventare matto."

La bambina scoppiò a ridere. Sebastian le scoccò uno sguardo di rimprovero, poi si accovacciò accanto a lei, afferrando dal tavolino il succo di frutta e l'acqua. Juliette si avventò subito verso il cartoncino del succo e Sebastian glielo porse.

"Piano" le raccomandò, vedendola bere senza prendere fiato. staccò la cannuccia dalle labbra e lo guardò con astio, poi si girò il succo tra le mani e lo premette forte.

Un attimo dopo il viso di Sebastian era ricoperto di liquido aranciato, si leccò le labbra con la lingua -almeno era buono- poi ignorò la voglia di mollarle uno bello schiaffo e si alzò in piedi, diretto verso il bagno.

Si sciacquò il viso con l'acqua e si asciugò con un panno bianco, ma l'odore di pesca era ancora lì; così decise di ridarsi un'altra sciacquata, 'stavolta usando pure il sapone.

Ritornando nel salone inciampò su uno scatolone pieno di roba natalizia ancora da sistemare in giro per casa. Senza nemmeno pensarci iniziò a disporre gli oggetti per tutta la cosa, dimenticandosi della piccola peste in salotto.


Quindici minuti dopo aveva già deposto tutti gli oggetti al loro posto, fatta eccezione per delle luci che, evidentemente, erano in più. Prese lo scatolo tra le mani e di diresse all'ingresso, pronto per lasciarlo lì, quando passando davanti al salone vide Juliette sdraiata a terra intenta a colorare sia il muro che il pavimento.

Abbandonò lo scatolo a terra e si diresse verso di lei, togliendole i colori dalle mani. Il labbro inferiore iniziò a tremolare ma lui la ammonì immediatamente con un: "Non attacca stavolta"; Ed era vero, preferiva un suo pianto isterico a una furente litigata con Blaine che l'avrebbero tenuto lontano da lui per giorni.

A quel punto Juliette riconquistò la sua aria divertita alzandosi in piedi. Sebastian non ci fece caso e afferrò l'involucro del succo di frutta magicamente rimasto a terra e la bottiglietta d'acqua e si diresse in cucina.

Ripose l'acqua in frigo e gettò l'involucro di cartone nella spazzatura, poi si sedette stremato. Allungò il collo in direzione del solone nell'attesa di sentire qualche rumore strano o qualche urla. Sentì Juliette cantare a squarcia gola; di conseguenza non stava combinando qualche danno.

Sebastian si rilassò, stiracchiandosi sul tavolo della cucina, forse poteva concedersi un pò di riposo; chiuse gli occhi restando sveglio. Sveglio, Svegli..,Sve.., Sv.., Sebastian si lasciò vincere dal sonno.

O almeno ci provò, visto che cinque minuti dopo un forte tonfo arrivò alle sue orecchie direttamente dal salone. Si alzò in piedi senza rendersene davvero conto e arrivò correndo al vano in questione.

L'albero di natale giaceva a terra insieme a palline in vetro, ormai frantumate, che lo rivestivano. La base dell'albero di natale legata con delle lucine di natale. Sebastian seguì con gli occhi quelle luci spente che percorrevano tutta la stanza e finivano.. arrotolate al corpo di Juliette. Ebbe l'impulso di ridere a ma si trattenne al pensiero di dover rimettere a posto tutto quel casino.

"Papààà! i ecchi?" domando la bambina tirando i fili che stingevano il corpo, con nessun risultato. Sebastian la guardò con un misto di rabbia, divertimento, noia  e affetto; Per un attimo il pensiero di lasciarla in quello stato gli attraversò la mente ma poi il suo buon senso ebbe la meglio.

Si accovacciò accanto a lei e la prese per le spalle, esaminando bene i fili e cercando il modo di liberarla senza tagliere nulla. Poi afferrò un pezzo di filo verde tra le mani e iniziò a comandare la figlia "Gira, Gira, Gira, aspetta che tolgo questo.. Alza il braccio, bene.. ora gira.."

Cinque minuti dopo sfortunatamente Juliette era di nuovo libera di muoversi liberamente e senza far nulla per ringraziare il padre o far altro di diresse davanti al divano e alzò le braccia al cielo. Sebastian alzò un sopracciglio, "Adesso non riesci più a salire?" ma la bambina non gli diede retta e restò ferma in quella posizione aspettando che il padre la prendesse in braccio.

Sebastian la mise sul divano poi si girò a guardare il resto della stanza, un disastro. Decise di mettere a posto prima dell'arrivo di Blaine o delle altre due pesti che avrebbero di sicuro peggiorato la situazione.

Stava raccogliendo i cocci delle palline di vetro quando Juliette ricominciò a piangere. In un primo momento Sebastian pensò volesse qualcosa ma poi si accorse che quel pianto non aveva niente a che vedere con quelli precedenti. Juliette aveva la "mala del sonno", Sebastian si alzò senza pensarci troppo e si avvicinò a lei, cercando di prenderla in braccio ma lei lo cacciò via accoccolandosi su se stessa.

"Vieni qui", le sussurrò dolcemente sedendosi sul davano accanto a lei, passandole una mano sulla schiena. Ma lei non si mosse. Quando aveva sonno e non riusciva ad addormentarsi, Juliette diventava ancora più intrattabile e irrequieta, non facendo avvicinare nessuno a lei se non Blaine.

 Ma in quel momento Sebastian si trovava da solo con lei e non poteva lasciarla a suo marito come faceva sempre. Così non la massima delicatezza la prese in braccio, lei, un po' riluttante, gli allacciò le braccia al collo sedendosi sulle sue gambe; dopo poco, però, ricominciò a piangere.

"Facciamo che mi sdraio?" Propose allora Sebastian sedendosi sul divano, sistemandosi meglio Juliette sull'addome.  Lei si accoccolò meglio, poggiando la testa sugli addominali del padre, disegnandogli delle piccole aspirali sul braccio destro e il petto.

Sebastian sorrise; Blaine aveva il vizio di unire i suoi nei con la punta delle dita mentre dormiva a petto nudo e di tracciargli spirali invisibili o disegni senza senso dopo aver fatto l'amore. Le sciolse la piccola coda accarezzandole i capelli scuri con qualche boccolo.

"Papà?", Juliette alzò di poco la testa, "uschio". Sebastian sbatté la palpebre cercando di capire cosa volesse dire quella parola senza senso, poi Juliette si portò un pollice alle labbra iniziando a succhiarlo; Sebastian fece mente locale, cercando di ricordare dove avesse messo il ciuccio.

Iniziò a tastare il divano,  lo trovò infondo in mezzo ai cuscini. Lo estrasse dall'involucro giallo a forma di orsacchiotto e lo avvicinò alla bocca della bambina; questa istintivamente aprì la bocca avvicinandosi al ciuccio ma Sebastian ritrasse la mano in dietro, guadagnandosi uno sguardo confuso.

"Di Sebastian e te lo do", Disse lui brandendo in aria il ciuccio. Lei lo guardò accigliata, poi scosse la testa. "Allora niente", fece per rimettere in ciuccio nella custodia quando il suo braccio venne fermato dalla manina della figlia. "Dai, di Papà Se-ba-sti- an"

"Apà" lei scosse la testa, "Papà Sce-aian" Il diretto interessato scoppiò a ridere, non poteva avere anche lei difficoltà con il suo nome. "Papà Sean" Sebastian scosse la testa per farle capire che aveva sbagliato e quel punto lei sembrò perderci le speranze. Scosse la testa con vigore e allungò le manina per prendere il ciuccio, ma Sebastian non ancora soddisfatto lo allontanò da lei; si aspettava già qualche pianto disperato, lacrime teatrali e altro, invece lei lo guardò impassibile.


Si mise a sedere sporgendosi di poco verso di lui, allungò le labbra in un sorriso senza denti fatta eccezione per l'incisivo destro, fece gli occhi da cucciolo sbattendo le palpebre; Sebastian rimase paralizzato a quella vista, era Blaine in miniatura versione femminile. Ancora incapace di dire o fare qualcosa guardò sua figlia chinarsi verso di lui per poggiargli le labbra sulla guancia sinistra per quello che doveva essere un bacio.

Poi con molta calma allungò le mani paffutelle al ciuccio, afferrandolo con decisione prima di portarlo alla bocca e accoccolarsi al suo petto. Sebastian gli passò una mano tra i capelli fissandola con ammirazione e stupore allo stesso tempo. Aveva usato lo stesso metodo di Blaine per metterlo nel sacco ma con fare più astuto.

Restò ad accarezzarle i capelli in silenzio, fin quando gli occhietti color verde prato di Juliette non si chiusero.




*



Blaine girò la chiave nella serratura entrando in casa con un sorriso e due buste piene di regali tra le mani, si chiuse la porta alle spalle con il tallone pronto a ritrovarsi le mani di Sebastian sui fianchi e la sua bocca sulla sua.

Niente, di Sebastian nessuna traccia in giro solo silenzio e buio assoluto. Guardò l'orologio e decise di andare a nascondere i pacchi visto che da li a pochi minuti Grant e Tom sarebbero ritornati da casa di Max, il loro vicino di casa.

Accese la luce e si diresse dritto su per le scale, non facendo per niente caso alle luci del salone. Una volta arrivato nello studio aprì l'anta scorrevole dell'armadio, sistemandoli nel punto più alto a cui arrivava. Poi costatò che, purtroppo, se fossero rimasti li sicuramente i suoi figli li avrebbero visti; li doveva mettere più in alto.. Ci voleva Sebastian, ma dov'era finito?

Chiuse l'armadio e scese le scale perlustrando i corridoi e le camere da letto, ora che ci pensava mancava pure Juliette all'appello. Dopo aver perlustrato il piano superiore decise di scendere a quello inferiore, entrò nella cucina ma lì, di loro due,  non c'era neanche l'ombra.

Si diresse verso il solone e.. Oh. Per poco la mascella non tocco terra: l'albero era sdraiato a terra, acceso; la stanza era nella penombra, cocci di vetro erano sparsi per tutto il vano e le luci di natale ricoprivano tutto il pavimento.

Si stava quasi per addentrare in quello che doveva essere il salone quando suonò il campanello. Lanciò un l'ultima occhiata al vano prima di dirigersi verso la porta di casa, non ebbe nemmeno il tempo d'aprirla del tutto che Grant e Thomas erano già entrati a casa e quest'ultimo gli stringeva le gambe.

"Ciao papà", Blaine gli lasciò un bacio tra i riccioli prima di miagolargli un "ciao" a sua volta, poi si alzò in piedi guardando l'altro figlio che si era già liberato dei  giubbotto e si stava dirigendo verso il salone. "Non si saluta?" Gli chiese retorico.

Questi alzò le spalle e girandosi per guardarlo disse "Ti ho già visto prima, che senso ha?"

"Affetto?" borbotto Blaine in risposta prendendo dalle mani di Thomas il giubbotto suo e di Grant per appenderli.

Thomas iniziò a correre seguendo Grant che ormai era entrato nel vano. "Sshh! Se la svegliate vi ammazzo," Blaine sentì la voce del marito provenire dalla stanza in cui erano entrati i figli, portandolo a fare una smorfia confusa. Lui nel salone non c'era già entrato?

"Perché, papà? che fa se la svegliamo?"

"possiamo salire anche noi nel divano?"

Blaine entrò a sua volta nel vano, stando fermo davanti alla soglia; sembrava non ci fosse nessuno, fatta eccezione per i due bambini. Si entrò ancora di più nella stanza e trovò Sebastian disteso sul divano con Juliette dormiente accoccolata al suo petto.

Non ci aveva fatto caso, ma dall'angolazione dell'entrata non si riusciva a vedere il divano. Si avvicinò ai suoi figli, scavalcando l'albero abbandonato a terra.

"Sei qui, non mi hai sentito entrare?", Sebastian fulminò con gli occhi Thomas che stava schiacciando le lampadine natalizie facendo rumore; Blaine intervenne prendendolo da una spalla e questi si buttò a capofitto davanti al divano.

"Ti ho sentito ma vedi", Sebastian indicò Juliette, "Non posso muovermi"

"Papà posso salire sul divano? Posso? Posso?" iniziò a chiedere Thomas con un tono un po' troppo alto.

"Si papà! Anch'io! Anch'io! Voglio mettermi come Juliette!" Si unì Grant saltellando davanti a Sebastian.

"Sshh! Non svegliatela, fate silenzio!" Cercò di calmarli Sebastian, ma era troppo tardi Juliette aveva già aperto gli occhi e, ora, se li stava strofinando con la manina. "Siete in punizione, entrambi"

"Sei anche tu in punizione, Sebastian, se non mi dici chi ha fatto questo casino", intervenne Blaine, guardando i bronci affiorare sul volto dei figli, e sapendo che poteva essere stata benissimo Juliette a comminare tutto quel casino.

"E' stata-"

"Apà Se-aian" Sebastian spalancò gli occhi, Blaine si avvicinò al divano accovacciandosi davanti a Juliette, in mezzo a Grant e Thomas anche loro incuriositi. Juliette, che sembrava incitata da tutte quelle attenzioni continuò: "Papà Seba-can"

Grant scoppiò a ridere al nome distorto del padre e Juliette sembrò offendersi e perdere l'entusiasmo accoccolandosi di nuovo al petto del padre. Thomas spinse il fratello a 'mo di rimproverarlo, Blaine lasciò un occhiataccia ad entrambi e poi si avvicinò alla figlia, sedendosi accanto al marito.

Le poggiò le braccia sulle spalle cercando di farla mettere seduta, lei lo accontentò, facendo mettere a sedere anche Sebastian.

"Juliette", esordì Blaine con un sorriso complice, "Mi dici chi ha combinato tutto questo disastro?"

Lei si sistemò meglio sulle gambe del padre, poi guardò uno per uno tutti i presenti prima di ripuntarlo sul viso di Blaine. "Papà Sebas-" scosse la testa e poi guardò Blaine per avere la sua approvazione. Dopo un sorriso incoraggiante e un cenno d'assenso Juliette continuò: "Papà Sebastisci-" Scosse la testa vigorosamente.

"Papà Sebascian" Disse in fine Juliette battendo le mani.

"Brava Tesoro" la elogiò Blaine battendogli le mani insieme a Sebastian.

Thomas e Grant guardavano la scena con disappunto, non capendo cosa ci fosse da applaudire tanto. L'aveva detto male, non si chiamava  papà Sebascian. Ma entrambi gli adulti sembravano non averlo notato; così entrambi rimasero con le braccia  lungo i fianchi.

Sebastian strinse in un abbraccio Juliette, baciandole le guance, con gli occhi lucidi dall'emozione; mentre Blaine li guardava pieni d'amore.

"Papà?" chiamarono in coro i due maschietti verso Blaine, in modo tale che solo lui li sentisse.

"Si?", chiese lui di rimando facendoli sedere sulle sue gambe.

"Perché siete così felici? Juliette l'ha detto male il nome di papà", gli fece notare Grant guardando incredulo l'altro padre e la sorella, ancora intenti a coccolarsi. "Si, perché papà è così felice? io lo dico  meglio il suo nome", continuò Thomas impappinandosi lui stesso con le parole.

Blaine non sapeva bene come rispondere alle domande dei figli, erano troppo piccoli per capire che non importava se il nome o la parola era pronunciata male, ma importava il fatto che ci aveva provato. E di certo non potevano capire la sensazione che si prova quando sei tu la prima parola o nome di tuo figlio.
Lui aveva provato quella sensazione con Thomas e non sapeva ancora bene come definirla; ma negli occhi di Sebastian, Blaine, leggeva qualcos'altro. Non era solo per il suo nome che era così felice.

"Papà Sebascian!", ripeté Juliette e  Blaine capì.

La luce in più che vedeva negli occhi di suo marito non c'era perché sua figlia avesse detto per primo il suo nome, ma perché l'aveva sbagliato e biascicato; ma proprio perché lo pronunciava proprio come lo diceva lui, Blaine, proprio perché lo chiamavano allo stesso modo: Sebascian.

Noticine della Mirma:

Anche se ci avevate sperato, purtroppo per voi (e la sanità mentale di Seb e Bla) Sono tornata\ricomparsa. In realtà non me ne sono mai andata visto che ho lavorato come un mulo da soma, sto lavorando a una Mini-long, quindi non ho avuto tempo da dedicare a questa raccolta. Sorry.

Questa Short non era in programma ma ieri pomeriggio ero ispirata e l'ho scritta, spero vi piaccia :3
In realtà doveva essere qualcosa di natalizio ma invece niente; il Natale proprio non mi cala quest'anno.

Beh, adesso avete scoperto come è nato il vero affiatamento tra Sebu e July e il motivo per cui lui la ama tanto. Se la chiamavo Blainina facevo prima ahahah

Buon Natale a tutti, da parte mia e di questa stramba famiglia

Love, 
 
Firma EFP  Keros_

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1350403