In mezzo alla lotta tra la Vita e la Morte

di Soul of the Crow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Dea della Morte e il suo servitore ***
Capitolo 2: *** Il Regno della Vita e la sua sovrana ***
Capitolo 3: *** Preparativi per la partenza sulla Terra (Parte 1) ***
Capitolo 4: *** Preparativi per la partenza sulla Terra (Parte 2) ***
Capitolo 5: *** Arrivo nel Mondo degli Umani e la Villa del Mistero ***
Capitolo 6: *** Avventura nella villa ***
Capitolo 7: *** Il primo incontro tra l'Angelo e il Mietitore ***
Capitolo 8: *** Tra la Terra e i Regni degli Spiriti ***
Capitolo 9: *** Scontro tra Angeli e Demoni (Parte 1) ***
Capitolo 10: *** Scontro tra Angeli e Demoni (Parte 2) ***
Capitolo 11: *** Sulle tracce dei ricordi (Parte 1) ***
Capitolo 12: *** Sulle tracce dei ricordi (Parte 2) ***
Capitolo 13: *** Il Giudizio delle Anime ***
Capitolo 14: *** Una scelta nel Regno di Mezzo e un nuovo scontro sulla Terra ***
Capitolo 15: *** La comparsa di nuovi Angeli e Diavoli ***
Capitolo 16: *** Ricordi tra la Terra e il Regno della Vita ***
Capitolo 17: *** La Terra e il Regno della Vita: problemi, ricordi e scuse ***
Capitolo 18: *** Prima dei nuovi scontri ***
Capitolo 19: *** Due nuovi scontri sulla Terra (Parte 1) ***
Capitolo 20: *** Due nuovi scontri sulla Terra (Parte 2) ***
Capitolo 21: *** Una cura e un segreto nel Regno della Vita ***
Capitolo 22: *** Il destino della Neutrale e del Demone ***
Capitolo 23: *** Ricordi perduti nel Mondo degli Umani ***
Capitolo 24: *** Il momento della verità ***
Capitolo 25: *** Lacrime di dolore e rabbia nel Mondo degli Umani ***
Capitolo 26: *** Prima dello scontro finale ***
Capitolo 27: *** Prove e cambiamenti nei due Regni ***
Capitolo 28: *** Il Livello dei Ricordi della Torre del Cielo ***
Capitolo 29: *** La Caverna dell'Oblio e le scelte del Mietitore ***
Capitolo 30: *** Una visita nei due Regni: le lapidi di Kazemaru ed Endou ***
Capitolo 31: *** La sera dell'ultimo scontro ***
Capitolo 32: *** Il segreto delle Melodie del Cielo e delle Tenebre ***
Capitolo 33: *** Nella Torre del Cielo (Parte 1) ***
Capitolo 34: *** Nella Torre del Cielo (Parte 2) ***
Capitolo 35: *** Nella Torre del Cielo (Parte 3) ***
Capitolo 36: *** L'ultimo Giudizio e l'inizio della catastrofe ***
Capitolo 37: *** Un addio e un ritrovo ***
Capitolo 38: *** Addio Divinità della Morte, benvenuti Gemelli della Creazione e della Distruzione ***
Capitolo 39: *** Una sentenza e uno scontro nel Mondo delle Anime ***
Capitolo 40: *** La scelta finale dei Gemelli ***
Capitolo 41: *** Le ultime sorprese e l'ultimo saluto della Dea della Vita ***
Capitolo 42: *** La verità viene a galla: la storia di Diana Raven e Arelia Farfalla ***
Capitolo 43: *** L'ultimo segreto di Diana ***



Capitolo 1
*** La Dea della Morte e il suo servitore ***


La Divinità della Morte e quella della Vita avevano cominciato la loro lotta dalla notte dei tempi, e dopo lunghi scontri, si trovavano in una situazione di stallo; o almeno, così la Dea della Vita credeva…
La Morte, sua nemica giurata, nonostante la tregua che era stata instaurata, aveva continuato ad agire nell’ombra e aveva preparato un piano per cui la sua antagonista non avrebbe mai trovato una soluzione: negli anni in cui si erano scontrate, molti umani avevano perso la vita; dopo averle risvegliate, le avrebbe mandate sulla Terra per continuare la strage: rendere la terra, una landa disabitata, ed espandere il suo esercito di Demoni.
 
 
A mezzanotte… in un cimitero di Tokyo…
 
Quel luogo era di certo piccolo e isolato, ma per compiere grandi imprese era necessario compiere un passo alla volta, ed era quello che la Dea della Morte stava facendo. In quel momento, la sua figura era avvolta in un mantello nero, e si era diretta di fronte ad una delle lapidi:
- Forse questa è l’anima che mi serviva per continuare la mia opera anche in quest’epoca: se quello che c’è scritto qui non mente, questo ragazzo è morto non molto tempo fa. Non penso che sarà così ancora per molto. AH AH AH!!! - dopo quella risata malvagia, la donna evocò un globo di energia rosso-violaceo con il quale colpì il terreno. Dalla tomba, si levò un fumo grigiastro che si condensò in una sfera color grigio chiaro: la Divinità lo afferrò, per poi dissolversi in una nebbia rossastra.
 
 
Nel Regno della Morte…
 
Quel posto era terribile a dir poco: era una landa interamente costituita da un terreno roccioso, e ogni tanto, vi erano presenti delle caverne dove vivevano i Demoni. Erano figure avvolte in mantelli scuri, delle maschere grigie coprivano i loro volti, ed erano dotati di una falce, costrette a vagare in quelle terre per l’eternità; era la sorte che sarebbe toccata anche all’anima che la Dea della Morte aveva raccolto.
La Signora di quel regno stava sorvolando le lande, per dirigersi al centro di esse, nel luogo da cui il suo piano sarebbe iniziato.
 
 
Nella Caverna della Morte…
 
Quella grotta non era molto diversa dalle terre, o almeno, non all’esterno: una volta entrata, la Divinità si ritrovò in una sala circondata da bracieri in cui bruciavano fiamme color sangue, e al centro vi era un cerchio di lettere in carattere runico: il luogo in cui avrebbe risvegliato l’anima che aveva prelevato quella sera.
Poco dopo essere arrivata, si tolse il cappuccio, rivelando un aspetto che a prima vista non si addiceva al titolo che portava: si trattava di una donna snella e abbastanza alta, e il volto era giovane, privo di qualsiasi tipo d’imperfezione; inoltre, aveva lunghi capelli castani lisci con qualche ciocca rossa violacea, e occhi rossi rosacei. C’era solo una cosa che stonava in quella figura: una lunga cicatrice che, a partire da poco sotto l’occhio destro, le percorreva tutta la guancia; le era stato inferto dalla Dea della Vita in seguito al loro ultimo scontro. Era il carattere a renderla la Signora della Morte per eccellenza: era malvagia, sadica e disposta a tutto pur di ottenere ciò che voleva.
In quel momento, la donna posò la sfera al centro dell’anello di rune, ed evocò una sfera d’energia rossa nella mano, con la quale colpì il cerchio runico: quest’ultimo s’illuminò, mentre la sfera grigia si sollevava da terra e assorbiva l’aura rossastra. Ad un certo punto, quel piccolo globo argentato esplose, rivelando la figura di un ragazzo sui quattordici, massimo quindici anni, dai capelli castani lunghi fino a poco sopra le spalle e gli occhi color cioccolato, ma il corpo del ragazzo fu subito avvolto da un mantello scuro, sul volto comparve una maschera grigia scura, e nella mano destra una falce.
La Divinità della Morte, intanto, si era seduta sul suo trono di pietra, posto sul lato nord della sala:
- Benvenuto nel Regno della Morte mio fedele servo. Io ti ho ridestato dal tuo sonno eterno, e da questo momento, tu mi servirai. Il tuo compito sarà quello di portarmi l’anima di un essere umano. Ora vai, e porta a termine la tua missione. - gli spiegò velocemente la Dea, per poi creare un portale rossastro sopra la testa del servo, il quale venne teletrasportato nel mondo degli umani.
- Perfetto, è ora che qualcuno degli spiriti che riporto in vita mi dia una soddisfazione: molti di quelli che ho risvegliato non mi sono serviti a niente, e alla fine sono tornati al loro eterno riposo. Qualcosa però mi dice che questa sarà la volta buona: è meglio che ti prepari Diana Raven, Arelia Farfalla avrà presto la sua vendetta! -
 
Arelia aveva fatto la sua mossa, ma non sapeva che da qualche parte, lassù nei cieli, qualcuno era pronto a fronteggiarla.
 
 
Angolo di Emy
Immagino lo avrete già capito, ma ve lo dirò ugualmente: Arelia Farfalla (eh sì, è questo il suo cognome) è la Divinità della Morte, e nel prossimo capitolo vedremo la sua avversaria e le sue contromisure.
Loro due saranno le uniche mie OC che compariranno nella fic, e ditemi: avete capito chi era il ragazzo che Arelia ha risvegliato?
Grazie a chi deciderà di recensire o anche solo leggere questa cosa.
Baci
Emy
 

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Capitolo 2
*** Il Regno della Vita e la sua sovrana ***


I Regni della Divinità della Vita e della Morte erano entrambe dimensioni dalle quali si poteva accedere a quella degli Umani, ma se il Mondo della Morte era una landa desolata, quello della sua rivale era completamente diverso, così come i suoi abitanti e colei che governava in quel luogo.
 
 
Nel Regno della Vita…
 
Il luogo in cui la Dea della Vita regnava si poteva raggiungere attraversando un portale, ma questo era situato nel cielo: era costituito da isole ricche di vegetazione, che invece di trovarsi in acqua fluttuavano nell’aria, collegate le une alle altre grazie a dei ponti di energia luminescente, e raggiungibili solo attraverso di essi. Anche se non sembrava, ognuna delle isole aveva delle caratteristiche che le rendevano uniche.
Esistevano quattro isole principali, e al centro di esse, ne esisteva una quinta: questa, a differenza delle altre, era completamente ricoperta di ghiaccio, e nel cuore di quel territorio, sorgeva una torre di un’altezza considerevole, fatta anch’essa di ghiaccio, ma questo aveva un colore blu zaffiro, invece di essere trasparente. Che cosa lo rendeva così? Era il potere della Signora della Vita.
La torre era accessibile solo attraverso una delle entrate nascoste poste alla sua base, e solo le Guardie e la Divinità della Vita sapevano dove si trovavano.
 
 
Nella sala del trono…
 
Quella stanza era situata in cima all’edificio, come le altre aveva una forma circolare e pareti blu chiare sorrette da pilastri argentati, dove erano state intagliate delle figure angeliche, ma a differenza di quelle che si attraversavano man mano che si saliva la torre, questa non aveva un soffitto. Il motivo? Per la Rinascita delle Anime era necessario che si potesse vedere il cielo.
Al centro della sala si trovava una fontana dalla quale l’acqua continuava a zampillare, e sul lato nord della stanza, seduta su un trono di ghiaccio, vi era la Dea della Vita: era una donna alta e magra, dal carattere insolitamente freddo e distaccato per un Angelo, ma anche lei possedeva un lato buono; per quel che riguarda l’aspetto fisico, aveva la carnagione lievemente abbronzata, lunghi capelli castani e lisci con qualche treccia azzurra, gli occhi color zaffiro, un'aureola dorata era presente vicino alla testa e delle grandi ali bianche da Angelo comparivano dalla lunga tunica che indossava.
L’unico particolare che stonava era una cicatrice presente sulla guancia sinistra. Inutile dire chi era stato a infliggerle quello sfregio: lei e la sua rivale avevano lasciato il segno in entrambi i Regni. Se la Signora della Vita aveva creato degli enormi crateri in ogni angolo delle lande desolate del Regno della Morte e la cicatrice sul volto della sua nemica, quest’ultima, oltre al segno sulla guancia, aveva congelato l’isola centrale del Regno della Vita, rendendola una terra sterile e inospitale.
Mentre era immersa nei ricordi, una voce nella sua testa la fece riprendere dai suoi pensieri: era una delle Guardie del Regno, un gruppo di Angeli che si era distinto per doti particolari rispetto agli altri, e scelti per sorvegliare le diverse isole; colui che aveva davanti era un ragazzo sui quattordici anni, dalla carnagione abbronzata, gli occhi neri come la pece e i capelli corvini con due treccine bianche e rosse; indossava un’armatura bianca, con delle aperture sulla schiena che rendevano visibili le ali, più piccole di quelle della Divinità e di un colore argentato, come per l'aureola vicino alla testa, e nella mano destra aveva una lancia dalla punta di zaffiro: era il Capo delle Guardie dell’Isola del Nord, Shuu.
- Mi scuso per averla disturbata, ma devo informarvi che la Signora della Morte ha deciso di rompere la tregua instaurata tempo fa. - cominciò il ragazzo.
La Dea della Vita ne era cosciente: sapeva che la rivale non avrebbe perso occasione per fare la sua mossa, ma non sapeva che sarebbe accaduto così presto.
- Spiegati meglio: come fai ad esserne così sicuro? - gli domandò.
- Hakuryuu, una delle guardie dell’Isola del Nord, mentre si occupava di portare qui un’anima designata per diventare Angelo, ha notato uno dei Demoni Mietitori che percorreva il passaggio per il Mondo degli Umani. -
- In fondo sapevamo che sarebbe andata a finire così: convoca i Comandanti delle Guardie delle altre Isole. - ordinò lei.
Il ragazzo s’inchinò leggermente, per poi lasciare la stanza.
Nel frattempo, la donna si era alzata dal trono e raggiunse la fontana; sfiorò la superficie dell’acqua con una mano, e questa si cristallizzò, per poi staccarsi e collocarsi di fronte alla Divinità.
Sullo “schermo” di cristallo, comparve l’immagine di un altro quattordicenne, ma aveva capelli rosa raccolti in due codini e occhi azzurri.
- Mia Signora, è un piacere rivederla. Un momento: se mi ha chiamato così presto, significa che non ci sono buone notizie. - disse il ragazzo comparso sullo schermo.
- Purtroppo no. Kirino Ranmaru, tempo fa ti ho scelto perché tu potessi tornare sulla Terra e ricominciare una vita normale, un privilegio riservato a pochi, ma uno Spirito Mietitore sta venendo sulla Terra. Devi impedire che compia una strage. - gli spiegò la donna.
- Ai suoi ordini. La informerò il prima possibile. - l’immagine scomparve dal pezzo di cristallo, e si ruppe cadendo nell’acqua della fontana.
La donna si diresse di nuovo verso il trono e vi si sedette:
- Arelia, anche stavolta hai spinto qualcun’altro a fare il lavoro sporco al posto tuo, ma credo che tu ti sia dimenticata una cosa: portare un’anima che non è stata ancora scelta dai Signori del Regno di Mezzo in uno dei due Regni, è pericoloso per tutti. Non ti rendi conto di cosa hai fatto, ma come sempre hai deciso di infischiartene delle regole.
Preparati: io, Diana Raven, ti farò capire l’errore che hai commesso. -
 
 
Angolo di Emy
Come promesso, ecco a voi il Regno della Vita: la sovrana è Diana Raven, la seconda delle mie OC, e nel prossimo capitolo vedremo anche chi saranno gli altri Capi delle Guardie.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 3
*** Preparativi per la partenza sulla Terra (Parte 1) ***


Nel Regno della Vita… nella Torre del Cielo…
 
Diana aveva atteso a lungo gli altri Comandanti; anche se non sembrava, le Isole erano parecchio lontane da quella centrale, ma il vero ostacolo erano i venti freddi che soffiavano intorno all’isola ghiacciata: per raggiungere quest’ultima non si poteva usufruire dei ponti di luce, bisognava arrivarci in volo. I venti che circondavano la Torre del Cielo erano una dura prova anche per i Comandanti delle Guardie, era l’unica zona del Regno in cui faceva freddo, per il resto il clima era mite.
Intanto, le Guardie erano arrivate: oltre a Shuu, erano presenti altri tre ragazzi, tutti intorno ai quattordici anni, e come lui, indossavano armature bianche e avevano le ali e aureole argentate.
Il primo era il Capo delle Guardie dell’Isola dell’Ovest, Makoto Kurosaki, un ragazzo dai capelli castani, alcuni dei quali legati in una coda che gli ricadeva sulla spalla destra, una fascia bianca gli cingeva il capo, aveva gli occhi rossi.
Anche la sua arma era una lancia, come per gli altri Comandanti delle Guardie, ma la sua aveva una punta fatta di rubino; il Capo delle Guardie dell’Isola del Sud era Taiyou Amemiya, un ragazzo dalla pelle pallida, i capelli color tramonto, e occhi azzurro cielo. La sua lancia aveva una punta di topazio; l’ultimo arrivato, era il Capo delle Guardie dell’Isola dell’Est, Tenma Matsukaze, aveva capelli castani la cui forma ricordava il vento e occhi color acqua. La sua lancia possedeva una punta di smeraldo.
Dopo che i quattro s’inchinarono leggermente, la Dea si decise a parlare:
- Immagino che vi è stato riferito il motivo per cui vi ho convocati, quindi andrò subito al punto: la Morte ha mandato nuovamente uno dei suoi servitori sulla Terra… - non fece in tempo a continuare il discorso, che Tenma e Taiyou la interruppero:
- Quindi ha deciso di rompere la tregua? Comincio a chiedermi se ci lascerà mai in pace. - ammise la Guardia dell’Est.
- Tanto c’è uno degli Angeli sulla Terra. Ci penserà lui. - disse la Guardia del Sud.
- Smettetela voi due. - li rimproverò Makoto.
- Se nessuno ha altro da aggiungere… Taiyou, ti devo contraddire: è vero che Kirino è sulla Terra, ma dopo parecchio tempo che uno di noi Angeli rimane nel Mondo degli Umani, può perdere i poteri per sempre, anche se i suoi ricordi rimangono intatti. Dovrete andare ad aiutarlo: se uno dei Demoni Mietitori si trova sulla Terra, non mancherà molto perché venga mandato laggiù qualcun’altro. Affidate il comando delle Guardie delle vostre rispettive isole al secondo in comando e poi usate i passaggi interdimensionali per raggiungere il Mondo degli Umani. Potete andare. - dopo quel discorso, i quattro s’inchinarono di nuovo e attraversarono il passaggio usato per entrare nella Torre, per poi dirigersi in volo alle rispettive isole.
- E pensare che un tempo anche le isole erano una sola, ma Arelia ha portato la devastazione anche lì. Per salvarle, ho dovuto creare i ponti di luce per collegare le dimensioni separate in cui le isole sono finite in seguito all’ultimo scontro. Mi spiace Arelia, ma hai distrutto il Regno della Vita e violato le Regole del Regno di Mezzo: questo non te lo posso perdonare. -
 
 
Nell’Isola del Nord…
 
Lì era sempre notte, ma era anche vero che la Luna era sempre presente nel cielo: quel luogo era completamente ricoperto da una fitta vegetazione, tranne il centro dell’isola perché era presente un lago. Nonostante la presenza della luce lunare, era possibile orientarsi grazie a delle sfere di luce argentata che si spostavano continuamente da una parte dell’Isola: un dono della Divinità della Vita in seguito all’ultima strage causata dalla Dea della Morte.
Shuu era seduto in riva al lago, ma non era da solo: in quel momento, venne raggiunto dal compagno, Hakuryuu.
- Mi ha chiamato Comandante? - lo chiamò l’albino. L’altro si alzò e si voltò verso l’amico:
- Davanti agli altri continui a darmi del “lei”, ma per stavolta, dammi del “tu” come ai vecchi tempi. - gli disse il corvino.
- E va bene. Comunque, perché mi hai chiamato? -
- Ho informato la nostra Sovrana riguardo a ciò che hai visto, e ha deciso di mandare me e gli altri Comandanti delle Guardie nel Mondo degli Umani. Fino a quando mi troverò laggiù, voglio che sia tu a difendere l’isola e i suoi abitanti mentre io sarò lontano. -
- Perché hai scelto me per questo incarico? - gli domandò nuovamente Hakuryuu.
- Perché so che sei la persona più adatta a svolgerlo, e che mi posso fidare di te. Ora devo andare. A presto… Hakuryuu. - dopo quelle ultime parole, un cerchio costituito da rune di luce azzurra si creò nel lago: per Shuu era il momento di andare, ma non prima di aver abbracciato un’ultima volta il vecchio amico. Il corvino si tuffò nel lago e, in seguito ad un bagliore accecante, scomparve dall’isola.
 
 
Nell’Isola dell’Ovest…
 
Anche in quell’isola la vegetazione era presente, ma in misura minore rispetto all’Isola del Nord, poiché il terreno era principalmente roccioso. Lì era presente il Sole, ma il cielo di quella dimensione era rosso, segno che un tramonto ormai eterno caratterizzava quel posto. La Morte li aveva destinati al buio infinito, ma la loro Signora era riuscita a impedire che il Sole in quella dimensione scomparisse per sempre.
L’isola era costituita per lo più da rilievi di varie dimensioni, ma una catena montuosa disposta in un’insolita struttura circolare. Era in una zona erbosa situata in mezzo a quelle montagne, che Makoto Kurosaki aspettava la Guardia che aveva scelto per sostituirlo.
- Me ne hai già parlato poco prima di farmi arrivare fin qui, ma non ho ancora capito perché hai scelto me per sostituirti nel periodo in cui andrai sulla Terra. -
Kurosaki si voltò nella direzione dalla quale proveniva la voce, e vide uno dei suoi compagni: Yamato Senguuji; Makoto non fece in tempo a rispondere che l’altro lo anticipò.
- Tempo fa sono stato un Demone Mietitore, ma dopo quell’incontro nel Mondo degli Umani mi hai portato nel Regno di Mezzo, e alla fine mi sono ritrovato in questo Regno. Pensavo di essere la persona che non avresti mai considerato per questo ruolo. Come mai questa tua decisione? -
- è vero che un tempo eri un servo della Morte, ma dopo quello che è successo tempo fa nel Mondo degli Umani al nostro incontro, mi sono convinto che non meritavi di stare laggiù. E a quanto pare anche i Signori del Regno di Mezzo l’hanno capito. A questo punto, ti posso solo augurare buona fortuna. Confido in te Yamato. - dopo quel discorso, un anello di rune illuminate di rosso si creò al centro dell’altopiano. Makoto, dopo aver rivolto un ultimo sorriso al compagno, si diresse verso il cerchio; quando si trovò al suo interno, una luce lo avvolse portandolo nel Mondo degli Umani.
 
 
Angolo di Emy
Ecco a voi il piano di Diana, ma nel prossimo capitolo rivedremo gli altri due Comandanti delle Guardie e anche Arelia… e una piccola sorpresina.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 4
*** Preparativi per la partenza sulla Terra (Parte 2) ***


 Nell’Isola del Sud…
 
Ecco le caratteristiche migliori per definire quell’isola: spiagge, Sole e mare, ma nella zona più interna, era presente un bosco in cui le piante continuavano a crescere rigogliose.
In riva al mare, Amemiya stava aspettando la guardia che aveva scelto per quell’incarico, ma l’Angelo in questione non era ancora arrivato: piuttosto strano, di solito quello in ritardo era lui.
Il ragazzo non sapeva esattamente quanto fosse passato, ma la Guardia che aspettava era finalmente arrivata: il maestro di Taiyou, Sata Tosamaru.
- Gli altri mi staranno già aspettando sulla Terra a quest’ora, ma ti spiegherò il motivo per cui ti ho chiamato: la Sovrana ha scelto noi Capi delle Guardie per una missione da svolgere nel Mondo degli Umani. Dovrò rimanere là per un po’, e poiché sei stato tu ad addestrarmi per diventare una Guardia, ho deciso che sarai tu a sostituirmi. - gli spiegò in fretta Taiyou.
- Mi chiedo ancora come ho fatto ad essere scelto come Comandante delle Guardie di quest’isola. Lui era molto più esperto di me, eppure… - ma come se Tosamaru fosse stato in grado di leggergli nel pensiero, gli rispose:
- Al tuo arrivo in quest’isola, eri di certo una persona impulsiva, ma sin dalla prima volta che ti ho visto, capì che possedevi delle qualità uniche, e col tempo, queste sono emerse. Risultato: sei stato scelto, te lo sei meritato. L’Isola del Sud è in buone mani, tu hai una missione molto più importante. Farò del mio meglio fino al tuo ritorno. -
L’altro annuì, e nella sabbia era comparso un anello runico color giallo dorato:
- Meglio che vada, ti affido l’isola e la salvaguardia del popolo. A presto. - furono le ultime parole di Taiyou, prima di sparire nel fascio di luce emanato dal cerchio di rune.
 
 
Nell’Isola dell’Est…
 
In quell’isola, l’unica luce presente era il chiarore dell’alba ormai eterna: la Signora della Morte aveva cercato di far calare l’oscurità totale anche lì; anche se la Dea della Vita era riuscita a impedirlo, il Sole in quella dimensione, era rimasto in quella posizione.
Un monte di una certa altezza spiccava al centro dell’isola, un punto perfetto per ammirare l’alba, ed era circondato dalla foresta, ogni tanto intervallata da qualche radura erbosa. Era in cima alla montagna che Tenma stava aspettando il suo sostituto, e per sua fortuna, non dovette attendere molto perché quest’ultimo arrivasse. Si voltò, e si trovò di fronte l’Angelo che lo aveva addestrato come Guardia e colui che lo aiutava a vegliare sull’isola, ma era anche qualcuno con cui si doveva scusare per un errore commesso tempo prima: Tsurugi Yuuichi.
- La Sovrana ha scelto noi Comandanti delle Guardie per una missione sulla Terra: per un po’ di tempo dovrò rimanere là, quindi… - prima che potesse finire la frase, venne interrotto dall’altro.
- Non mi hai fatto venire fin qui solo per questo motivo, te lo leggo negli occhi. C’è qualcos’altro di cui vuoi parlarmi. - inutile dirlo, ma il maggiore aveva indovinato.
- Tanto vale che te lo dica: mi voglio scusare con te… per quel che riguarda tuo fratello. Se ben ricordi, non molto tempo fa noi Comandanti delle Guardie eravamo dovuti andare sulla Terra a contrastare i Servi della Morte, uno di loro è riuscito a prendere la sua anima, ed io non sono riuscito a fare niente. -
- Tenma, non è stata colpa tua, ma nel tempo passato qui ho capito una cosa: le persone a cui vogliamo bene trovano sempre un modo per tornare da noi. - gli disse Yuuichi.
- Spero che sia così. - il vento intanto si era alzato, e aveva fatto comparire un cerchio di lettere in alfabeto runico che splendevano di una luce verde chiaro sul terreno roccioso.
Matsukaze s’incamminò verso di esso, ma poco prima di attraversare il portale che lo avrebbe condotto sulla Terra, volse di nuovo lo sguardo verso l’altro:
- Ti affido il compito di proteggere quest’isola e i suoi abitanti; io intanto cercherò di riportare tuo fratello sulla strada giusta, se mai avrò l’occasione di rivederlo. - le ultime parole di Tenma, prima che un bagliore di luce si sprigionò dal portale, segno che l’Angelo era diretto nel Mondo degli Umani.
 
 
Nel Regno della Morte… nella Caverna della Morte…
 
Se c’era una cosa che la Dea della Morte aveva imparato in tutti quegli anni, era che dei servi che sceglieva, non c’era mai da fidarsi: alla fine, entrava in scena uno di quei ragazzini tutti luce e aureola, o come preferiva definirli, i cagnolini da guardia della sua nemica, che s’intrometteva nei suoi affari; e molto probabilmente, la rivale aveva già saputo dello Spirito Mietitore che aveva mandato sulla Terra.
- Se c’è una cosa che Diana non sa, è che anch’io ho delle armi segrete. - pensò Arelia, quando l’anello runico che si trovava al centro della sala in cui viveva s’illuminò.
Faceva ancora fatica a crederci, tutto ciò che era rimasto del suo palazzo, era quella sala, il resto era stato distrutto dalla Divinità della Vita: in un certo senso se lo sarebbe dovuto aspettare, dato che lei aveva quasi distrutto il Regno della Vita, facendo finire le isole in dimensioni separate, aver congelato l’isola centrale e aver cercato di distruggere la Torre del Cielo, ma quelli erano tutti dettagli; mentre era immersa nei suoi pensieri, la luce rossastra sprigionata dalle rune era diventata più intensa e aveva rivelato la figura di un ragazzo di quattordici anni: aveva capelli blu, carnagione pallida e occhi ambrati, indossava un’armatura color pece, con delle aperture sulla schiena che lasciavano visibili le ali da Demone, e nella mano destra aveva una spada dall’elsa dorata e la lama argentata; era una delle tante anime che la Divinità della Morte aveva portato lì prima che fossero giudicate dai Signori del Regno di Mezzo, si ricordava di averla sottratta lei stessa ad un Angelo che voleva portarla in quel luogo, un certo Matsukaze Tenma, e dal giorno in cui lo aveva risvegliato, era diventato il suo servo più fedele: lui era Tsurugi Kyousuke.
- Mi avete chiamato mia Signora? - gli domandò il ragazzo.
- Tsurugi Kyousuke, il momento che aspettavi è finalmente giunto: andrai sulla Terra e potrai avere la tua vendetta contro il ragazzo che ha causato la tua morte. Ora vai. - dopo quell’annuncio, il blu s’inchinò, e un fascio di luce rossastra lo avvolse, portandolo nel Mondo degli Umani.
- Per la verità, Matsukaze Tenma ha cercato di salvarlo dalle mie grinfie, ma per fare in modo che mi aiutasse, ho dovuto modificare i suoi ricordi.
Diana, stavolta riuscirò a distruggere sia te sia i tuoi Angeli. Non sfuggirete alla mia vendetta! -
Arelia era intenta a prendersi la sua rivincita, e avrebbe usato ogni mezzo pur di ottenerla.
 
 
Angolo di Emy
Forse lo avrete già capito, ma la sorpresina a cui mi riferivo era la situazione tra Tenma e i fratelli Tsurugi. E Arelia ha solo peggiorato le cose con i suoi poteri.
Nel prossimo capitolo ci sposteremo sulla Terra, e rivedremo Shindou e Kirino.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 5
*** Arrivo nel Mondo degli Umani e la Villa del Mistero ***


Nel Mondo degli Umani… nel paese di Inazuma-cho…
 
I quattro Capi delle Guardie, dopo aver attraversato i portali delle rispettive isole, si erano ritrovati in una stradina nascosta di quel paese:
- Un viaggio che non capita di fare tutti i giorni, eh ragazzi? - disse ad un certo punto Taiyou, ma quando questi stava per uscire dal vicolo, Tenma lo tirò indietro per un braccio:
- Che fai!? Se usciamo in queste condizioni, potrebbero scoprirci! - e in quel momento, la Guardia dell’Isola del Sud si accorse che lui e i suoi compagni, indossavano ancora l’armatura.
- Se ben ricordi, noi siamo invisibili agli occhi di coloro che si trovano in questo mondo, tranne che agli altri Angeli e ai Demoni; durante l’ultima strage della Divinità della Morte però, le cose sono cambiate: se non ci trasformiamo, ci possono vedere anche gli umani. Come fai ad essertene già scordato!? - lo rimproverò Makoto.
- Ragazzi, state calmi. Non mi pare il caso di mettersi a litigare. - intervenne Shuu, ma poco dopo, i quattro furono avvolti da una luce azzurra proveniente dal cielo; dopo che questa svanì, capirono di essere passati dalla forma angelica a quella umana, perché le ali e l’aureola erano sparite e indossavano vestiti normali, invece delle armature: Shuu indossava una maglietta nera con uno scollo a V rosso, dei jeans blu, e delle scarpe bianche con delle righe verdi azzurre orizzontali; Makoto una maglietta bianca, una felpa color giallo dorato, pantaloni marroni e scarpe nere; Taiyou una maglietta blu con una scollatura circolare gialla, pantaloni bianchi, e scarpe nere e dorate; Tenma una maglietta verde smeraldo, una felpa bianca, jeans blu e scarpe nere con due righe bianche orizzontali.
Ad un certo punto, i quattro videro i loro polsi illuminarsi: si trattava di bracciali, ognuno ne aveva uno del colore della pietra che fungeva da punta delle loro lance da Guardie Angeliche; la luce si fece più intensa, e comparve l’immagine della loro sovrana.
- Vedo che avete raggiunto la Terra senza problemi, ora ascoltatemi bene: in caso di necessità, potrete tornare alla vostra forma angelica toccando i bracciali e attraversando il cerchio di rune che creeranno. Servirà anche per tenervi in contatto tra di voi.
Per il tempo che rimarrete nel Mondo degli Umani, dovrete dirigervi nei luoghi in cui abitavate prima di diventare Angeli la prima volta: troverete una sorpresa ad attendervi. Per il resto, dovrete impedire che i Demoni si avvicinino ancora alla Terra: da quel che so, ne è arrivato uno, ma sicuramente si tratta del primo di una lunga lista. Inutile dirvi cosa dovrete fare se vi troverete faccia a faccia con uno di loro. Buona fortuna. - dopo quel discorso, i bracciali smisero di brillare.
- Certo che ha pensato proprio a tutto. - ammise Amemiya.
- Cos’altro potevi pretendere? In ogni caso, Taiyou: da quel che ricordo, tu eri costretto a rimanere in ospedale prima di diventare un Angelo, per un po’ ti posso ospitare a casa mia. Basta che non la metterai a soqquadro: ormai so come ti comporti. - gli disse Kurosaki, sottolineando le ultime frasi.
L’altro annuì, per poi seguire l’altro che usciva dal vicolo.
- Shuu, se vuoi ti posso ospitare da me per un po’ di tempo. - gli propose Tenma, l’altro accettò e seguirono i loro compagni.
Non sapevano che qualcuno, poco lontano, aveva assistito a tutta la scena:
- è meglio che ti prepari Matsukaze: è colpa tua se sono diventato un Demone, ma credimi… ti farò rimpiangere il giorno in cui mi hai eliminato. -
Inutile dire che si trattava di Tsurugi Kyousuke.
 
 
In un altro quartiere della città…
 
Shindou, dopo essere giunto nel Mondo degli Umani, si era ritrovato nella sua vecchia casa: viveva in una specie di villa, ma era evidente che nessuno ci viveva più. A dare quest’impressione era il fatto che era presente un’enorme apertura su quello che prima era un lato della villa, la vernice che ricopriva i muri era scrostata in vari punti, e le mattonelle del tetto erano cadute per terra. Inoltre, nella fontana che si trovava davanti alla casa, non c'era più acqua. - Evidentemente i miei genitori se ne saranno andati poco dopo la mia morte, ma perché ci sono dei ragazzini che vogliono entrare? - lo Spirito Mietitore stava guardando dall’alto, e notò dei ragazzi che indossavano delle divise blu con il simbolo di un fulmine giallo che si stavano avvicinando alle rovine della villa: gli serviva un posto in cui stare nel periodo in cui sarebbe rimasto sulla Terra, ma allo stesso tempo non voleva che quei ragazzini si avvicinassero a quella che un tempo era stata casa sua.
Decise di dirigersi al suo interno, per dimostrare a quegli Umani che non avrebbero dovuto avvicinarsi a quelle rovine, soprattutto… se ad abitarle era uno Spirito Mietitore.
 
 
Pochi giorni dopo… in un’altra casa dello stesso quartiere…
 
Kirino si trovava a casa sua: da quando la Dea della Vita lo aveva informato dell’arrivo dello Spirito Mietitore, si era messo a cercare una soluzione per contrastarlo e fare in modo che non potesse avvicinarsi agli Umani. Era quello che stava facendo, fino a quando sulla porta di casa, non comparvero i suoi amici Hamano e Hayami.
Quando avevano rivisto il rosa poche settimane prima, la prima domanda che gli avevano posto era come facesse ad essere ancora in vita: lo avevano visto chiudere gli occhi per sempre in ospedale a causa di un incidente stradale, e poco dopo lo avevano visto ricomparire alla Raimon sano e salvo; per un certo periodo, avevano continuato a riempirlo di domande al riguardo, ma dopo qualche tempo lo lasciarono stare perché Ranmaru non aveva mai detto niente al riguardo.
- Come mai siete venuti qui? - domandò loro il rosa.
- Chiedilo ad Hamano. È stata un’idea sua. - gli rispose Hayami.
- Hai presente le rovine della villa in questo quartiere? Molti studenti della nostra scuola sono andati lì: alcuni non sono tornati, altri invece erano troppo spaventati per raccontare cosa avevano visto. Che ne dite di andare noi a dare un’occhiata? - propose Hamano.
- Per favore Kirino, convincilo che è una brutta idea. Girano delle brutte voci su quelle rovine. - gli sussurrò il ragazzo dai capelli rossi legati in due codini in modo che solo il rosa lo potesse sentire.
Ranmaru ci riflettè un attimo, ma alla fine decise di andarci, anche perché se avesse rifiutato, avrebbero continuato a chiederglielo fino a quando non avrebbe accettato.
Non sapevano ciò che li avrebbe aspettati…
 
 
Angolo di Emy
Ho cercato di far apparire Shindou e Kirino, ma ho dovuto far riapparire anche i Comandanti delle Guardie Angeliche e Tsurugi Kyousuke: dovevo pur dire che fine avevano fatto dopo l’arrivo sulla Terra.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 6
*** Avventura nella villa ***


Di fronte alla villa abbandonata…
 
Kirino, Hamano e Hayami avevano deciso di dirigersi alle rovine quello stesso pomeriggio, tanto era Sabato e il giorno dopo non sarebbero dovuti andare a scuola.
- Allora ragazzi, si parte per l’esplorazione. Andiamo! - disse Hamano, trascinando dietro di sé il suo amico dai capelli rossi.
Kirino li seguì poco dopo, ma una volta varcata la porta d’ingresso della casa, sentì una fitta alla testa e vide il suo bracciale color turchese illuminarsi: accadeva solo quando i suoi compagni Angeli erano vicini, oppure quando in un luogo era presente uno dei Demoni Mietitori. Ranmaru sapeva che alcuni dei ragazzi che frequentavano la sua scuola erano scomparsi, e non potevano essere stati gli Angeli che la Dea della Vita aveva mandato ad aiutarlo. Doveva esserci per forza uno Spirito della Morte tra quelle mura; non fece in tempo a dire o fare alcunché, che sentì un grido:
- Kirino! - si trattava di Hayami.
- Che è successo? - gli domandò il rosa, notando che Hamano non era insieme all’amico.
- Si tratta di Hamano! Stavamo camminando, quando lui ha sentito una strana musica, e dopo essersi avvicinato ad uno dei pochi muri rimasti intatti, si deve essere attivato un passaggio segreto, perché è sparito dietro la parete! Lo sapevo che non dovevamo venire in questo posto! Ogni volta che uno degli studenti ha sentito quella melodia, è sparito per sempre. - Hayami era sempre stato un inguaribile pessimista, ma quello era troppo persino per i suoi livelli.
- Adesso calmati. Sicuramente sarà ancora in giro. Dove l’hai visto l’ultima volta? - gli domandò Ranmaru, e l’amico lo portò dove aveva visto Hamano prima che sparisse.
Il ragazzo dai capelli rossi portò l’amico in quella che doveva essere la sala da pranzo: era una delle poche stanze che avevano le pareti intatte, sebbene la vernice fosse scrostata in vari punti, il tavolo e le numerose sedie erano di legno e dovevano essere dipinti di bianco, ma una delle gambe del tavolo era rotta e c’erano diversi tagli, lo stesso valeva per le sedie. I due continuavano a controllare in quella stanza, ma Kirino aveva notato un particolare grazie ai suoi poteri:
- Che strano… intorno a questi oggetti c’è una specie d’aura demoniaca, evidentemente qualcuno con dei poteri magici deve averli toccati di recente. Non può essere stato un Angelo: quest’energia è oscura e maligna. Lo sapevo, qui deve esserci uno… - un urlo riuscì a distrarlo dai suoi pensieri, e si trattava di Hayami: alcune mattonelle del pavimento cedettero, e il ragazzo con gli occhiali sprofondò nel terreno.
Ranmaru non fece in tempo ad aiutarlo, che l’amico scomparve in un varco nel pavimento sotto di lui.
- Ora sono l’unico rimasto, e sicuramente dietro tutto questo deve esserci uno dei Demoni della Morte. Meglio che mi trasformi. - pensò il rosa, per poi schioccare le dita; pochi secondi dopo, al posto della sua maglietta verde, i pantaloni bianchi e le scarpe nere, comparve un’armatura bianca, e le aperture sulla schiena permettevano a delle ali color turchese di essere visibili. Nella mano destra teneva una lancia dalla punta argentata, e sulla testa aveva un’aureola color turchese.
- Meglio che cominci ad esplorare questo posto, ma è meglio che lo faccia volando. Devo trovare Hamano e Hayami, ma non voglio correre incontro a brutte sorprese. - dopo quell’ultimo pensiero, il ragazzo si alzò in volo, ma dovette rimanere nel lato della villa in cui il muro non era crollato del tutto, o se qualcuno fosse passato da quelle parti, lo avrebbe visto e lui avrebbe dovuto dire addio al suo segreto.
 
 
Intanto… in una stanza al piano superiore…
 
Shindou era tornato nella sua stanza dopo aver intrappolato altri due ragazzini entrati in casa sua: quella sala era una delle meno malandate della villa, e siccome avrebbe dovuto aspettare che qualche altro ignaro passante entrasse in quelle rovine, decise di aspettare e godersi quel momento di tranquillità.
Si tolse la maschera e osservò per un attimo la sua falce: il metallo della sua arma era diventato più scuro. Aveva già prelevato alcune delle anime dei ragazzi che si erano avventurati in casa sua, ma il suo lavoro non poteva dirsi concluso: doveva ancora prendere quelle degli ultimi arrivati.
- Lo farò più tardi: mi sento stranamente stanco, non credevo che raccogliere le anime fosse così faticoso… -
Il ragazzo assunse la forma umana: il mantello e la maschera erano spariti, rendendo visibili il viso, gli occhi e i capelli color cioccolato. Indossava una camicia bianca, dei pantaloni neri e delle scarpe marroni; si sedette su uno sgabello vicino al pianoforte, chiuse gli occhi e si mise a suonare.
Nonostante fosse passato a miglior vita e poi risvegliato dalla Signora della Morte, non aveva perso il suo tocco, ma a dirla tutta non si ricordava molto della sua vita precedente: era come se, quando era stato resuscitato, gran parte della sua memoria fosse stata cancellata.
Dopo un’ora che gli sembrò volata via, smise di suonare e riaprì gli occhi; tornò alla sua forma demoniaca e prese la sua falce, che aveva abbandonato vicino al pianoforte. Si diresse in volo nel luogo, dove i ragazzi erano finiti grazie ai passaggi segreti che aveva creato in ogni angolo della casa: doveva portare a termine il suo lavoro.
 
 
In quell’ora… al piano terra…
 
Ranmaru aveva girato l’intera villa per ritrovare i suoi amici, ma era come se qualcosa in quel posto ci fosse qualcosa che gli impedisse di usare i suoi poteri.
Una cosa era evidente: dopo quello che era successo ad Hamano e Hayami, doveva impedire che altri si avvicinassero a quel luogo.
- Visto che in questa casa i miei poteri non funzionano molto bene, forse riuscirò a fare qualcosa uscendo da qui. - pensò, per poi dirigersi fuori dalla villa. Senza toccare terra, si posizionò davanti alla fontana, le ali si spalancarono e puntò la lancia al cielo:
- The Mist! - disse e una nebbia si creò dalla punta della sua arma, per poi avvolgere l’edificio. Quando si assicurò che nessuno poteva più vedere lui o la casa, si fermò e tornò a terra, ma quando toccò le mattonelle che si trovavano vicino alla fontana, quest’ultima scomparve nel terreno, e si creò un altro passaggio segreto.
- E questo dove condurrà? L’unica cosa che so è che devo ritrovare gli altri: lo Spirito Mietitore si troverà ancora in giro. - disse ad alta voce il rosa, per poi incamminarsi per il sentiero che si era creato.
Non sapeva che non sarebbe stato solo in quel posto…
 
 
Angolo di Emy
Immagino che qualcuno di voi lo avrà capito, ma nel prossimo capitolo ci sarà l’incontro tra Shindou e Kirino.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 7
*** Il primo incontro tra l'Angelo e il Mietitore ***


Un paio d’ore dopo… lungo il passaggio sotterraneo…
 
Kirino, dopo aver cominciato ad incamminarsi lungo il passaggio che si era creato vicino alla fontana, ma dopo aver percorso pochi metri, il percorso si divideva in due cunicoli. E quella non era stata l’unica volta: in due ore, credeva di trovarsi sempre al punto di partenza ogni volta che svoltava a destra o sinistra; era abbastanza strano, aveva sempre avuto un buon senso dell’orientamento.
- Evidentemente c’è una prima volta per tutto, ma devo riuscire a trovare gli altri; senza contare che il mio bracciale continua ad illuminarsi: il Demone deve essere… Un momento! Che ci sta a fare una porta qua sotto? - e in effetti era vero: dopo aver girato inutilmente per un paio d’ore, si era ritrovato davanti ad una porta di legno d’ebano, e il bracciale brillava di una luce accecante.
- Meglio che mi prepari al peggio, ma se quello Spirito Mietitore si può trasformare in umano è meglio assicurarmi che non mi riconosca. - dopo quel pensiero schioccò le dita: i suoi capelli erano diventati color biondo chiaro, e gli occhi verde prato. Girò il pomello della porta, e si ritrovò davanti una scena che non si sarebbe aspettato di vedere: davanti a lui, c’erano i corpi degli studenti della sua scuola che si erano avventurati nella villa, ma erano strani: Ranmaru s’avvicinò ad uno di loro, e si accorse che era freddo come il ghiaccio, ed era come invecchiato.
- Devono essere stati privati dell’anima… - constatò l’Angelo, ma quando qualcosa lo spinse a voltarsi alla sua destra, scoprì di non trovarsi da solo in quella stanza.
 
 
Un’ora prima… nella villa…
 
Shindou, dopo essersi ritrasformato in Demone Mietitore, aveva azionato una leva che si trovava vicino ad un armadio: aveva aperto un passaggio segreto che lo aveva condotto nei sotterranei della villa, e nella stanza dove aveva portato i ragazzi ipnotizzati dalla Melodia delle Tenebre, la musica che continuava a suonare al pianoforte ogni volta che un visitatore inatteso entrava in casa sua, e di cui la sua Signora le aveva fornito lo spartito poco dopo il suo arrivo sulla Terra; nonostante fosse arrivato nel Mondo degli Umani da pochi giorni, aveva già catturato parecchie anime, e tutto grazie a quegli ignari visitatori.
Solo che non aveva calcolato una cosa: non era più solo in quella stanza.
- Fermati subito! - il Mietitore si voltò verso la sua sinistra, e vide un ragazzo dai capelli biondi raccolti in due codini, e gli occhi color verde prato; indossava un’armatura bianca e aveva un’aureola e delle ali piumate tipiche degli Angeli. Si trovava davanti uno dei suoi nemici, non si aspettava che sarebbe accaduto così presto.
- E tu vorresti fermarmi? Ma fammi il piacere. Sparisci Angioletto. - gli rispose Shindou, per poi usare la falce e scagliare un raggio di luce nero contro l’avversario.
- E tu pensi davvero che ti starò ad ascoltare? Sono qui per fermarti, e non ho intenzione di tirarmi indietro. - disse Kirino, per poi creare uno scudo di energia color turchese che gli permise di bloccare il colpo. All’Angelo però, quando usò lo scudo, sentì una strana melodia che sembrava insinuarsi nella sua mente, e che stesse cercando di costringerlo a chiudere gli occhi.
- Ho usato la Melodia delle Tenebre anche sulla mia falce: ogni volta che sferro un colpo, l’avversario viene ipnotizzato, ma gli effetti sono imprevedibili persino per me. - Shindou non fece in tempo a pensare ad altro, che un raggio d’energia colore nero e rossastro colpì la villa, producendo un’enorme esplosione e una voce a lui conosciuta gli giunse in testa:
- Il tuo modo di fare le cose è troppo lento. Non è necessario ricordarti che, come ti ho riportato in vita, posso farti ritornare ad essere un’anima e rispedirti nel cimitero in cui ti ho prelevato. Ora ascoltami bene: quello stupido Angelo non sarà riuscito a vedere niente, ritrasformati in umano e aspetta che ti aiuti ad uscire dalla rovine; poi aspetta il momento giusto per colpirlo. - gli ordinò la voce della Divinità della Morte, per poi sparire dalla sua testa.
Shindou si ritrasformò nella sua forma umana, e quando i muri smisero di crollare, uscì dalla villa, ma trovò anche un ragazzo dai capelli rosa e gli occhi color cielo; non era da solo, si trovava vicino all’entrata insieme a due ragazzi: uno aveva la carnagione chiara, i capelli rossi in due codini alti, degli occhiali con le lenti tonde e la montatura bianca, l’altro aveva capelli neri e la carnagione abbronzata. Erano due dei ragazzi a cui cercava di prendere l’anima, prima che quell’Angelo lo interrompesse; l’unico problema, era che il ragazzo dalle ali color turchese sembrava sparito nel nulla.
- Vorrà dire che userò quel ragazzino per il piano: ogni volta che un Angelo o uno Spirito Mietitore viene mandato sulla Terra, deve rimanere in un luogo scelto dalla rispettiva Divinità.
Aspetterò: si farà vivo molto presto. - pensò Shindou, per poi avvicinarsi al rosa.
- Che ci fai tu qui? - gli domandò Ranmaru appena sentì qualcuno che si stava avvicinando.
- Abitavo in questa villa, ma sono uscito appena ho sentito un’esplosione. Guarda che è successo… Piuttosto, che cosa hanno i tuoi amici? - gli chiese a sua volta il Demone per sviare il discorso.
- Li ho trovati svenuti qui, mi aiuteresti a portarli a casa loro? È sera, e forse i loro genitori si staranno preoccupando. -
Il Mietitore, anche se alquanto stanco di dover aspettare, decise di aiutare il ragazzo; dopo aver riportato i due ragazzi addormentati alle rispettive case, Kirino doveva chiedere una cosa all’altro:
- Senti… oh, scusa, non ti ho chiesto come ti chiami. -
- Mi chiamo Shindou Takuto. - gli rispose il Demone porgendogli la mano.
- Piacere, il mio nome è Kirino Ranmaru. Stavo per chiederti, ora che casa tua è distrutta, dove hai intenzione di stare? -
- Mmm… per la verità non ci ho pensato; tra l’altro, i miei sono in viaggio per lavoro. -
Tra i due calò il silenzio, ma il rosa si decise a rispondere:
- Se per te non è un problema… ti posso ospitare da me per un po’ si tempo… finchè non troviamo un’altra soluzione. -
Il castano annuì; Ranmaru non si era reso conto di ciò che aveva detto, ma l’altro non sapeva che il ragazzo che aveva di fronte, era colui che cercava.
 
 
Angolo di Emy
Vi lascio immaginare come andrà la convivenza tra i due: lo vedrete…
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 8
*** Tra la Terra e i Regni degli Spiriti ***


A casa di Kirino…
 
I due, dopo aver riportato Hamano e Hayami a casa loro, e dopo che il rosa aveva cancellato la loro memoria riguardante le ultime ore senza farsi notare da Takuto, si diressero verso la casa del rosa.
Non ci misero molto, del resto Kirino abitava nello stesso quartiere dei due amici, e ironia della sorte, viveva in una casa vicina a quella che prima era la villa di Shindou. La casa dell’Angelo non era chissà cosa: aveva due piani e un piccolo giardino, ma poiché dal ritorno sulla Terra aveva vissuto da solo, andava più che bene.
- Siamo arrivati. - disse Ranmaru, una volta varcata la porta di casa: i due percorsero un breve tratto di corridoio, e si ritrovarono in quello che doveva essere il salotto perché vi erano un divano verde scuro e diversi mobili, ma il Demone notò che in una stanza a sinistra del salotto, c’erano delle sedie e un tavolo, sicuramente era la sala da pranzo. Shindou, però, si accorse anche di un altro particolare: accanto alla parete, c’era un pianoforte verticale nero.
Il rosa si rese conto che l’altro si era come incantato, e poiché gli doveva spiegare alcune cose e non aveva voglia di parlare a vuoto, decise di svegliarlo:
- Mi stai ascoltando o no? - la voce di Kirino ridestò Takuto dai suoi pensieri.
- Eh? Sì, scusami, mi sono distratto un attimo. - gli rispose l’altro, ma il rosa si accorse subito a cosa stava pensando.
- Il pianoforte è lì da qualche anno, i miei volevano farmi imparare a suonare, ma alla fine si è scoperto che non era qualcosa che faceva per me. - gli spiegò l’Angelo, per poi continuare:
- Quando sono venuto alla villa per cercare i miei amici però, mi pare di aver sentito una melodia eseguita al pianoforte; se ti fa piacere, puoi usare quello per continuare a suonare. Oh, prima che me ne dimentichi, qui abbiamo una camera per gli ospiti, vuoi che ti porti a vederla? -
Il Demone annuì, per poi seguire l’altro al secondo piano; una volta salite le scale, Ranmaru aprì la prima porta a sinistra del corridoio: era una stanza piuttosto piccola, se si considerava la camera di Shindou quando abitava nella sua villa. C’erano un armadio, un letto e una scrivania, ma anche la stanza di Kirino non era molto diversa.
- Lo so che non è molto grande, ma per il momento è l’unica soluzione che mi è venuta in mente. - si scusò il rosa, ma l’altro gli sorrise.
Per un po’, le cose sarebbero rimaste così, ma nessuno sapeva che in quella casa erano presenti due entità che sarebbero dovute essere nemiche.
 
 
Di sera… nel cimitero di Tokyo…
 
I quattro Comandanti delle Guardie si erano dati appuntamento lì. Per quale motivo? Quando un’anima viene prelevata, lascia sempre delle tracce nel luogo in cui si trovava prima; inoltre erano tornati sulla Terra già da qualche giorno, e fino a quel momento avevano girato a vuoto.
I quattro si divisero per perlustrare a fondo quel luogo, e se qualcuno era interessato solo a compiere il suo dovere, come Shuu e Makoto, altri credevano che quella missione fosse come una gita scolastica, come Taiyou, e ad altri ancora come Tenma, quel luogo ricordava solo una promessa che non era riuscito a mantenere, e il peso di un fallimento.
- Ragazzi venite. - strano a dirsi, fu Amemiya a trovare ciò che cercavano: la lapide di una tomba era circondata da un alone grigiastro, ma vi era anche una specie di fumo rosso.
- Non va bene, l’alone grigio è una cosa normale, ma… - stava per dire Shuu, ma Kurosaki lo precedette:
- Il fumo rosso significa che la Divinità della Morte ha deciso di andare a fondo con il suo lavoro. -
- Ehi Tenma, tu che ne pensi? - lo chiamò Taiyou, ma l’altro non rispose; i suoi compagni si allontanarono dall’oggetto del loro interesse per cercarlo, e lo trovarono davanti ad una delle tombe vicine al cancello del cimitero.
La Guardia dell’Isola dell’Est era seduta per terra, e fissava il nome scritto su quella lapide: Tsurugi Kyousuke.
Quando i suoi compagni lo videro, si ricordarono della storia di Tenma e di un ragazzo che non aveva potuto salvare a causa della Dea della Morte.
 
 
Nel Regno della Morte… nella Caverna dell’Incubo…
 
Arelia aveva visto Tenma vicino alla tomba di uno dei suoi Demoni, grazie ad uno schermo di cristallo creato con i suoi poteri. In quel momento, stava osservando due globi; uno diviso in due parti, e aveva un colore rossastro: era la Sfera dell’Anima di Kyousuke Tsurugi, mentre l’altro globo era quello di Shindou, ma era diviso in quattro parti, e aveva ancora un colore argentato.
- Matsukaze, le tue sofferenze sono solo all’inizio. Voglio vedere quando tu e il tuo vecchio amico vi rincontrerete.
Adesso però devo pensare all’anima di Shindou: è stato più facile cambiare quella di Tsurugi, ma con lui è più difficile di quel che pensassi. Non importa: ci vorrà del tempo, ma quando ci riuscirò, gli Angeli me la pagheranno. -
 
 
Nel Regno di Mezzo…
 
“Pacato e sereno” erano gli aggettivi migliori per descrivere quel luogo: era una radura erbosa sconfinata, circondata in diversi tratti dalla nebbia, ma la Dea della Vita, era venuta in quel posto per trovare i Signori di quel Regno, finito lì a causa dell’ultima guerra contro la Morte.
Quando si trovò di fronte ad un lago, capì di essere arrivata a destinazione:
- Accorrete Signori del Regno di Mezzo, la Divinità della Vita v’invoca. - bastò pensare a quella frase, che il lago s’illuminò: davanti a Diana, comparve un ragazzo dai capelli castani e gli occhi blu cielo, indossava una tunica argentata, ma le ali bianche presentavano dei grossi buchi irregolari, e l’aureola era rotta in diversi punti. Era il braccio destro di Diana, ma era finito lì quando si era scontrato con Arelia: il suo nome era Fideo Ardena.
- è da tempo che non ci vediamo Fideo. -
- è un piacere rivederti, ma se sei qui, vuol dire che non ci sono buone notizie, vero? - le domandò l’altro.
- Infatti: la Dea della Morte ha portato tra le sue schiere delle anime che non erano state giudicate da te e da… un momento. Dov’è finito Demonio? - aggiunse Diana, accorgendosi dell’assenza dell’altro.
- Non lo so, immagino a farsi i fatti propri. Ancora non si capacita del fatto che siamo entrambi bloccati qui. Cambiando discorso, vorrei poter fare qualcosa, ma se vuoi che le cose si sistemino, mi servono i Frammenti dei Globi dell’Anima delle persone che Arelia ha portato nel Regno della Morte. -
- Va bene. Grazie comunque Fideo. -
Diana se ne andò, per poi teletrasportarsi alla sua torre. L’unico modo per recuperare quei frammenti… era affidarsi ai suoi Angeli.
 
 
Angolo di Emy
Credo che ormai si sia capito chi sono i Signori del Regno di Mezzo, ma nel prossimo capitolo vedremo come procederanno le cose tra Shindou e Kirino e l’incontro tra Tenma e Tsurugi.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 9
*** Scontro tra Angeli e Demoni (Parte 1) ***


A mezzanotte… per le strade di Inazuma-cho…
 
Gli altri Comandanti delle Guardie Angeliche erano tornati a casa loro, ma uno di loro aveva deciso di farsi un giro per le strade del paese di notte: quel qualcuno era Matsukaze Tenma.
La Guardiano dell’Isola dell’Est aveva deciso di tornare in un luogo particolare, quello in cui aveva fallito nel suo compito di Guardia, quello in cui era stato battuto dalla stessa Signora della Morte e da alcuni dei suoi Demoni: il campo da calcio vicino al fiume di Inazuma-cho.
Si ricordava benissimo quel giorno: stava lottando contro alcuni Spiriti Mietitori, e purtroppo, Kyousuke era lì e lo aveva visto lottare contro i Demoni; voleva portalo via da quel posto, ma quando stava per farlo, la Divinità della Morte si era intromessa e aveva colpito lui e Tsurugi con un raggio nero: l’anima del blu fu portata via, e lui era rimasto gravemente ferito. Se non fosse stato per l’intervento della sua Sovrana, non si sarebbe salvato, e sarebbe scomparso per sempre.
Immerso nei suoi pensieri, raggiunse una delle panchine e si sedette, per poi poggiare la sua lancia per terra.
- Chissà come sta ora? Sicuramente la Signora della Morte gli avrà fatto qualcosa, e sicuramente adesso mi odierà come non mai. -
- Come hai fatto ad indovinare? - Tenma non si aspettava una risposta, ma quando si voltò per vedere da quale direzione proveniva la voce, vide qualcuno che non si sarebbe aspettato di rincontrare così presto: Tsurugi Kyousuke, ma indossava un’armatura nera, aveva le classiche ali dei Demoni, e impugnava una spada.
Matsukaze si accorse in quel momento di essere ancora nella forma Angelica: quando era dovuto andare al cimitero con gli altri, era dovuto tornare un Angelo per trovare i Residui delle Anime portate via dalla Morte, ma si era scordato di tornare normale. Per non farsi cogliere impreparato, brandì la sua lancia:
- Come mai sei qui? - gli domandò Tenma.
- La mia Sovrana mi ha mandato qui per raccogliere delle anime ed espandere il suo esercito, ma quando ho saputo che tu eri tornato nel Mondo degli Umani, ho deciso di venire qui per fartela pagare. - gli rispose l’altro.
- Farmela pagare? Per cosa, non capisco. -
- Di te, mi pare abbastanza ovvio: è colpa tua se sono diventato un Demone, e sono stato relegato nel sottosuolo. -
- Non è vero! Io ho cercato di… - l’Angelo non fece in tempo a finire, che l’altro cercò di colpirlo con la spada; la Guardia si scostò dalla traiettoria del colpo, e capì che era il momento di combattere, anche se non avrebbe mai voluto farlo contro di lui.
- Il primo l’hai evitato, ma come te la caverai con il secondo? Death Sword. - la spada del Demone si caricò d’energia oscura, e partì un fendente in direzione dell’Angelo.
- Spiral Draw! - dalla lancia di Tenma si sprigionò una corrente d’aria che avvolse il fendente e assorbì l’energia oscura, ma non era finita lì: la corrente creò un tifone che imprigionò Tsurugi e lo spazzò via.
La battaglia era solo all’inizio…
 
 
Intanto… a casa di Kirino…
 
Ranmaru continuava a rigirarsi nel letto, era in preda ad un incubo, ma all’improvviso, sentì una musica suonata al pianoforte. Scese le scale e raggiunse il salotto, e trovò chi stava suonando quella melodia: il suo nuovo co-inquilino, Shindou Takuto.
- Sei già sveglio a quest’ora? - gli disse Kirino, per poi prendere una sedia e sedersi accanto al castano. L’altro si voltò verso la sua sinistra, e vide il suo co-inquilino: indossa una maglietta color verde acqua, e pantaloncini dello stesso colore, aveva i capelli sciolti, e un’espressione assonnata, ma continuava a sorridere; inoltre, la luce della Luna che penetrava dalla finestra del salotto, incorniciava il profilo di Ranmaru in modo divino.
- Non riuscivo a dormire, così sono venuto qui a suonare. Tu piuttosto, come mai sei ancora sveglio? - gli chiese a sua volta Shindou.
- Problemi a dormire, ma mi sono svegliato quando ti ho sentito suonare. Sei davvero bravo, lo ammetto. - gli rispose il rosa, continuando a sorridere.
- Evidentemente gli incubi sono stati provocati dalla Melodia delle Tenebre: sugli Umani ha diversi effetti, anche se non posso prevedere quali sono. - pensò Takuto, per poi riprendere a suonare, ma prima di ricominciare aveva capovolto lo spartito, e si capiva che la musica era diversa da quella di prima.
- Gli incubi causati dalla Melodia delle Tenebre hanno una cosa in comune, ma se voglio fare in modo che il mio piano non fallisca, devo impedire che mi scopra. Per fortuna, capovolgendo lo spartito, la musica ha un effetto contrario di quello che avrebbe normalmente, ma non posso permettere che un Angelo la ascolti: se accadesse, diventerebbe più forte di quanto non lo sia normalmente. - quel pensiero venne interrotto da qualcosa che si poggiò all’improvviso sulle gambe del pianista: quest’ultimo abbassò lo sguardo, e scoprì che si trattava di Kirino.
Il castano si scostò, per poi prendere in braccio il rosa, e portarlo in camera sua. Lo posò sul letto, e quando gli scostò alcune ciocche dei capelli dal viso, notò un’espressione beata sul volto dell’altro.
- Quando dorme sembra davvero un Angelo, spero solo che non lo sia davvero. - dopo quell’ultimo pensiero, Shindou uscì dalla stanza di Ranmaru per tornare nella sua, ma un dolore alla testa lo fermò: ebbe una visione, i protagonisti erano un Demone dall’armatura nera e un Angelo, ma Takuto notò che non era lo stesso con cui si era scontrato qualche giorno prima; i due stavano combattendo vicino al campo da calcio che si trovava vicino ad un fiume.
- Quel Diavolo potrebbe aver bisogno del mio aiuto; Kirino si è rimesso a dormire, non si accorgerà di niente. - con uno schiocco di dita, Shindou si ritrasformò in Spirito Mietitore, per poi teletrasportarsi nel luogo che aveva visto nella visione.
 
 
Pochi minuti dopo… al campo vicino al fiume…
 
Tenma e Tsurugi stavano continuando a combattere, e sebbene l’Angelo si fosse prefissato di chiarire le cose con il Demone, quest’ultimo non ne voleva sapere, e continuava a sferrare attacchi.
- Mi spiace Tsurugi, ma non mi lasci altra scelta. Mach Wind! - Matsukaze puntò la lancia verso l’alto, e cominciò ad alzarsi il vento. Questo si concentrò nell’arma dell’Angelo, e quando la punta s’illuminò, Tenma puntò la lancia verso il Demone. Poco dopo, due vortici si sprigionarono dall’arma, ma quando stavano per colpire il Diavolo, uno scudo di energia rossastra lo bloccò.
- Sembra che ti serva il mio aiuto Tsurugi… -
 
 
Angolo di Emy
Avete capito chi è stato a dire l’ultima frase del capitolo?
Come sempre, spero che vi sia piaciuto.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 10
*** Scontro tra Angeli e Demoni (Parte 2) ***


- Sembra che ti serva il mio aiuto Tsurugi… -
Pochi istanti dopo quella frase, uno Spirito Mietitore comparve vicino al blu; Tenma non sapeva chi era, ma ovviamente il Diavolo lo aveva riconosciuto nonostante portasse la maschera:
- Non t’intromettere! Lui è il mio avversario, e l’unico che lo sconfiggerà sarò io! Prova ad interromperci di nuovo… -
- E cosa? Dimentichi che non mi puoi fare niente, e ti ricordo che la Morte mi ha mandato qui per raccogliere le anime, ma sai bene cosa dobbiamo fare se incontriamo un Angelo. - Shindou disse quella frase con tutta tranquillità, nonostante le minacce dell’altro Demone non si era scomposto.
Poco dopo, il Mietitore usò la sua falce e colpì Matsukaze, facendolo finire contro gli scalini di pietra che permettevano di raggiungere il campo da calcio. Non era ancora finita: sempre con la sua arma, creò delle lame oscure; alcune colpirono l’Angelo, già ferito a causa dei colpi di Kyousuke da cui non era riuscito a difendersi, altre recisero gli alberi che si trovavano vicino a Tenma, e quest’ultimo venne schiacciato.
- Ti avevo detto di non intrometterti! Va a cercarti un Angelo da sconfiggere, ma qui ci penso io! -
Nessuno dei due lo sapeva, ma Matsukaze stava bene: era riuscito a creare un campo di forza con la lancia, ma i colpi di Tsurugi lo avevano indebolito.
- Non volevo ricorrere a questo, ma vista la situazione non ho altra scelta. Dato che gli altri Comandanti delle Guardie se ne sono andati dal paese per esplorare la God Eden, un’isola in cui le anime vaganti, dimenticate sia dagli Angeli sia dai Diavoli, si rifugiano, dovrò chiamare l’unico degli Angeli che è rimasto ad Inazuma-cho. - dopo quel pensiero, si concentrò, cercando di mandare un messaggio mentale al collega.
 
 
A casa di Kirino…
 
Ranmaru si era riaddormentato, ma proprio quando pensava che gli incubi fossero terminati, una fitta gli attraversò la testa: Tenma si trovava al campo vicino al fiume, ed era da solo contro due Demoni. Non era finita lì: uno dei due, era quello che aveva affrontato pochi giorni prima nella casa di Shindou.
Quando il dolore causato dalla fitta cessò, il rosa si ritrasformò nella forma Angelica, i suoi capelli tornarono biondi e gli occhi color verde prato; dopodiché, schioccò le dita e si teletrasportò nel luogo che gli era apparso nella visione.
 
 
Al campo da calcio vicino al fiume…
 
Kirino era riuscito ad arrivare lì, ma trovò anche Tenma che era riuscito a liberarsi a fatica dagli alberi:
- Tenma! - disse Ranmaru; il diretto interessato si voltò, e nonostante il travestimento, riconobbe l’amico.
- Dobbiamo continuare a combattere… devo riuscire a farlo ragionare… - Kirino capì che si riferiva al ragazzo che si trovava insieme al Mietitore.
- Sarà anche così, ma non puoi pensare di farlo nelle condizioni in cui ti trovi. Per il momento, è meglio ritirarci; tu mi devi qualche spiegazione. - Ranmaru creò una nebbia che avvolse lui e la Guardia dell’Isola dell’Est, e i due sparirono.
Shindou aveva visto tutto, ma si era reso conto di una cosa:
- è meglio che vada, se Kirino non mi trova potrebbe insospettirsi. -
Il Mietitore si teletrasportò a casa del rosa, lasciando lì il collega, più infuriato che mai a causa della sconfitta.
 
 
Pochi minuti dopo… a casa di Kirino…
 
Il rosa era riuscito a teletrasportare lui e l’amico, e poi aveva usato i suoi poteri per curare il Comandante delle Guardie dell’Est.
- Come mai cercavi di far ragionare un Demone? Sai bene che non ti ascolterà. - sarà che Tenma era un suo superiore, in quanto al grado di Guardia Angelica, ma Ranmaru voleva delle risposte.
- Il Diavolo dall’armatura nera che hai visto… non sarebbe mai diventato tale se non fosse stato per un mio errore: ti basti sapere che ho una promessa da rispettare. Ora è meglio che vada, non vorrei che l’umano che ospiti mi trovi qui. - detto questo, Matsukaze si teletrasportò a casa sua, mentre Kirino tornò umano, per poi infilarsi di nuovo sotto le coperte.
 
 
Circa dieci minuti dopo…
 
Shindou era tornato a casa del suo co-inquilino, e dopo aver assunto di nuovo la sua forma umana, raggiunse la camera di Kirino per assicurarsi che non si fosse accorto di niente.
Per sua fortuna, lo trovò dove sperava: era ancora disteso nel letto, i capelli sciolti erano sparsi elegantemente sul cuscino, e sul volto aveva un’espressione serena. Takuto si avvicinò all’amico, e gli accarezzò piano i capelli; un attimo dopo, sentì una fitta di dolore all’altezza del petto.
- Che mi sta succedendo? -
Avrebbe mai trovato una risposta a quella domanda? Di questo non ne era certo.
 
 
Nel Regno di Mezzo…
 
Arelia era andata in quel luogo per un motivo: uno dei Frammenti del Globo dell’Anima di Shindou era sparito dal Regno della Morte; la Divinità della Morte era certa che si fosse diretto lì, anche perché aveva cercato nelle lande dei suoi domini da cima a fondo e non aveva trovato niente.
Quel luogo la disgustava: era come se Diana avesse lasciato più tracce di lei in quel Regno, e lo avesse trasformato in un altro Regno della Vita, ma non dovette pensarci molto perché giunse sulle sponde del Lago degli Spiriti, il centro del Regno. Notò che, a circa un metro dalla riva, fluttuava il Frammento del Globo dell’Anima che era sfuggito dalla sua Caverna.
La Divinità della Morte cercò di riprenderselo, ma quando lo toccò, la sua mano venne bruciata.
- Credevi che fosse così facile Arelia? Dovresti conoscerle le Regole… oh, dimenticavo: tu non le hai mai rispettate. - disse una voce dal nulla.
- Questa voce… Demonio? -
Poco dopo, davanti alla Dea comparve un ragazzo dai capelli rasta verdi, gli occhi color cenere, la carnagione abbronzata e le ali nero-violacee da Diavolo, anche se presentavano diversi buchi irregolari. Era avvolto in un mantello nero come quello di Arelia: quel ragazzo era il suo braccio destro, ma dopo l’ultima guerra contro Diana, era finito lì; lui era Demonio Strada.
- Le Regole? Mai seguite dal giorno in cui sono diventata la Divinità della Morte. Non è che restare qui con quell’Ardena ti ha rammollito? -
- Lo ammetto, a volte non gradisco la sua presenza, ma non sopportavo più l’idea di vederti portare alla rovina il Regno della Morte. Ero il tuo socio, non il tuo schiavo. E ora sparisci! - la cacciò Demonio, ma Arelia gli lasciò un avvertimento:
- Voglio vedere se dirai ancora così quando porterò alla gloria il mio Regno. Addio. -
 
 
Angolo di Emy
Per un po’, ci sposteremo sulla KyouTen. Tenma e Tsurugi si affronteranno di nuovo, ma i dettagli li scoprirete nel prossimo capitolo.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 11
*** Sulle tracce dei ricordi (Parte 1) ***


Circa una settimana dopo… a Tokyo…
 
Erano passati giorni da quello scontro, e la situazione sembrava tornata normale, ma l’arrivo di una lettera, cambiò ogni cosa:
“Matsukaze, a causa dell’intervento dei nostri colleghi non siamo riusciti a terminare il nostro duello. Ti aspetto oggi stesso alla God Eden.
Lo scontro si terrà a mezzanotte nel centro dell’isola.
Tsurugi Kyousuke.”
Ecco le parole della lettera che il Diavolo aveva mandato a Tenma, ma la Guardia dell’Est la vedeva come l’ennesima occasione per cercare di parlare con lui, e provare a farlo ragionare; tuttavia non aveva intenzione di seguire le indicazioni della lettera: gli altri Comandanti delle Guardie Angeliche si trovavano già su quell’isola, e non li voleva coinvolgere in una battaglia che non era la loro; inoltre, Kirino doveva rimanere a Tokyo… nell’eventualità in cui a loro succedesse qualcosa.
Senza avvertire Ranmaru, sapendo che avrebbe potuto avere dei problemi con l’umano che ospitava, Tenma si era teletrasportato all’isola per raggiungere i compagni.
 
 
Quello stesso pomeriggio… alla God Eden… nella casa di Shuu…
 
Tenma aveva raggiunto l’isola in poco tempo, e si diresse dove si aspettava di trovarli: la vecchia casa di Shuu. Era strano per lui tornare lì: c’era stato diversi anni prima, quando era già diventato un Angelo, e aveva incontrato il Demone che in quel momento lo odiava come non mai…
Il luogo in cui viveva il Comandante delle Guardie del Nord era uno dei pochi posti che non erano cambiati nel corso del tempo, e anche se era rimasto alquanto malandato, ci si poteva comunque vivere. Era proprio lì che i suoi compagni si trovavano.
- Tenma! - esclamò Taiyou quando vide Matsukaze: era da giorni che non si vedevano, e quando avevano saputo dell’attacco dei due Demoni, credeva che per l’amico fosse finita male.
- Stai bene allora. Credevamo che… beh, hai capito. - gli disse Makoto: anche se non sembrava, anche lui voleva bene a Tenma.
- Sì, sto bene, ma non credo che sarà così ancora per molto. Tsurugi mi ha informato, dicendomi che a mezzanotte mi vuole affrontare nel centro dell’isola. - li informò la Guardia dell’Est.
- Quello è il luogo dove si radunano tutte le anime… vorrà usarle per aumentare ancora di più il suo potere. In quest’isola ci sarà un’altra strage: non avrei mai pensato che accadesse così presto. - disse Shuu con una punta di tristezza nella voce. Per quale motivo? La Dea della Morte era giunta anche in quell’isola, e la aveva devastata: lui era stato ucciso, ma la sua anima era finita nel Regno di Mezzo, e in seguito in quello della Vita, purtroppo sua sorella non ebbe la stessa fortuna. La Divinità della Vita era riuscita ad impedire che le anime delle vittime andassero perse, ma erano rimaste relegate su quell’isola.
Matsukaze mise una mano sulla spalla del corvino e sorrise: il corvino gli sorrise di rimando.
Quello non era il tempo di rimpiangere ciò che era successo, anche perché le cose non sarebbero cambiate: era necessario guardare avanti, per quante difficoltà si sarebbero potute presentare durante il loro cammino.
Mancavano poche ore allo scontro con il Diavolo, ma le quattro Guardie Angeliche non sapevano che qualcuno li aveva osservati per tutto quel tempo.
 
 
Pochi minuti dopo… dall’altra parte dell’isola…
 
Tsurugi Kyousuke aveva spiato per tutto il tempo le quattro Guardie da quando Tenma era giunto su quell’isola; aveva una domanda che continuava a girargli in testa da quando aveva affrontato Matsukaze: ogni volta che c’era l’occasiona adatta, quell’angioletto continuava a dirgli che non era stata colpa sua se era diventato un Demone, e che era stato ingannato. Non capiva a cosa si riferiva.
Cercando di riflettere, si diresse nei pressi della cascata, ma una volta arrivato lì, la sua testa venne attraversata da una fitta: comparvero delle sue immagini, all’epoca di quando era ancora vivo e aveva sei anni, insieme ad un altro bambino dai capelli castani e gli occhi color acqua.
Il dolore, così come quelle immagini, svanirono poco dopo:
- L’altro bambino… chissà perché, ma somigliava a… no, non è possibile che sia lui. -
Se ne andò, per poi dirigersi nel luogo dove lui e Tenma si sarebbero affrontati: il centro dell’isola. Era una radura erbosa, niente di più, se non fosse stato per le fiammelle argentate che fluttuavano qua e là: erano le anime dimenticate da Angeli e Diavoli, e per questo, relegate in quell’isola. Sarebbero stati quegli spiriti vaganti ad assicurargli la vittoria, ma in quel momento, ebbe un’altra fitta alla testa: i protagonisti erano ancora i due bambini della precedente visione, ma stavano giocando a calcio in quel prato.
- Prima sconfiggo quel maledetto Angelo, e prima me ne andrò da questa maledetta isola. - disse tra sé e sé il Demone.
La notte aveva ormai preso il sopravvento sul giorno.
 
 
A mezzanotte…
 
Tenma si presentò nel luogo dell’appuntamento, determinato come non lo era mai stato, ma quando si presentò, una sfera d’energia blu e rossastra si stava dirigendo verso di lui.
- Che bella accoglienza. - commentò l’Angelo, subito dopo aver evitato il colpo. Anche se era notte fonda, aveva notato una figura dietro uno degli alberi che circondavano la radura; poco prima di agire, trasformò la sua lancia in una spada:
- è lì che si nasconde. Vediamo come reagirà adesso. Soyokaze Step! - disse l’Angelo, e si avvicinò ad una velocità incredibile al punto in cui aveva visto l’ombra, per poi sferrare un colpo con la spada. Aveva visto giusto: si trattava di Tsurugi.
- Pensi che una spada basti a fermarmi? Sei più ingenuo di quel che credevo. Ora vedrai cosa sono capace di fare. - dopo quella frase, il Demone si spostò nel centro del prato e puntò la spada verso l’alto, mentre questa si circondava di un’aura oscura: alcune delle fiamme d’argento che si trovavano nella radura finirono nella lama della spada, attirate da quell’energia oscura. Quando il metallo della spada assunse una tonalità di colore nera, il Diavolo sferrò un altro fendente:
- Preparati! Stavolta non ti sarà così facile sfuggire al Lost Angel! - era un colpo come quello della Death Sword, ma era molto più potente.
- Spiral Draw! - disse Tenma, per poi circondarsi di correnti d’aria per formare una barriera. Se quella tecnica aveva funzionato contro gli altri colpi di Tsurugi, con quello non servì a niente: era bastato quel colpo… perché l’Angelo rimanesse orribilmente ferito: l’armatura era stata disintegrata in vari punti, e da braccia e gambe fuoriuscivano già dei fiumi di liquido rosso.
- Ragazzi adesso! - disse l’Angelo, e dagli alberi spuntarono tre raggi di luce, uno blu, uno rosso e l’ultimo giallo dorato, che colpirono il terreno sotto il Demone.
Tenma, anche se con grande fatica, ritrasformò la spada in lancia, e la usò per creare un raggio di luce verde che, combinandosi con gli altri, rivelò un anello di rune nel terreno.
- Che sta succedendo? - disse il Diavolo.
Non lo sapeva, ma presto, ogni cosa gli sarebbe stata chiara.
 
 
Angolo di Emy
Che ci crediate o meno, è stato un capitolo difficile da scrivere, anche perché non avevo un’idea chiara su come far andare avanti la storia…
Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto.
Baci
Emy
 

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Capitolo 12
*** Sulle tracce dei ricordi (Parte 2) ***


Tsurugi, anche se con fatica, era riuscito a liberarsi dalla barriera creata dall’anello di rune sul terreno.
- Come ha fatto!? - chiese Tenma sorpreso: quelle rune avrebbero dovuto tenerlo imprigionato quel che bastava per permettergli di agire, ma era evidente che serviva più energia per attivarlo.
- E questo sarebbe il tuo grande piano? Che ne dici di far divertire un po’ anche i tuoi amici Tenma? - gli disse Tsurugi, mentre la lama della spada tornava color nero pece.
- Lost Angel! - dalla spada del Diavolo partirono tre colpi in direzione degli altri raggi di luce: l’energia oscura spazzò via la vegetazione, ma rivelò anche gli altri Comandanti delle Guardie, i quali si trovavano nelle stesse condizioni di Matsukaze.
- E ora come facciamo? - si domandò Tenma: serviva più energia per attivare il cerchio runico, ma se prima avevano una possibilità di farcela, ora non ne avevano nemmeno una. Ci sarebbe voluto un miracolo…
- A quanto pare, ti sei dimenticato di un Angelo. - disse una voce: Tsurugi e gli Angeli alzarono le teste, e videro in cielo una Guardia dai capelli biondi e gli occhi color verde prato. Nonostante il travestimento, i quattro Comandanti capirono che si trattava di Kirino.
- Tenma, tempo fa mi avevi detto che avevi una promessa da rispettare: ora è il momento di mantenerla. - disse Ranmaru alla Guardia dell’Est.
- è vero: ho accettato il compito per fare in modo che Tsurugi sapesse della verità. Non posso rinunciare proprio adesso. - pensò Tenma, per poi alzarsi. Anche gli altri Comandanti si rialzarono, anche se con un po’ di fatica.
Gli Angeli colpirono di nuovo il terreno con i raggi di luce, ma a quelli dei Comandanti si aggiunse quello color turchese di Kirino; Kyousuke cercò di liberarsi dalla barriera creata dal potere degli Angeli e dalle rune, ma stavolta era davvero bloccato.
- Tenma, devi andare. - gli disse Shuu, ma la Guardia dell’Est non aveva capito bene che intendeva.
- Hai accettato la missione per arrivare fino a questo punto, no? - aggiunse Taiyou.
- Noi qui ce la caveremo. Non ti preoccupare, vai! - disse alla fine Makoto.
Matsukaze, dopo le parole dei compagni, entrò nella barriera creata dall’anello di rune. L’unica cosa che gli altri Angeli videro, fu una luce accecante.
 
 
In quello stesso momento… all’interno della barriera…
 
- Che posto è questo? - si chiese il Diavolo.
- Il luogo dove conoscerai la verità. - gli rispose una voce, ma il Demone la riconobbe subito. E infatti, dalla luce che lo circondava, comparve Tenma.
- Ancora tu? Non è possibile. Quando la smetterai con questa storia? -
- Fino a quando non capirai che sei stato ingannato. - dopo quella frase, l’Angelo si avvicinò ancora di più.
- Stammi lontano. Non riuscirai mai a convincermi. So bene che sei stato tu a… - non fece in tempo a finire il discorso, che l’altro lo aveva abbracciato e lo aveva circondato con le sue ali. In condizioni normali, entrambi avrebbero dovuto sentire dolore a causa del contatto fisico, ma le cose erano cambiate: dopo l’ultimo scontro tra le due Divinità, era come se Angeli e Diavoli si fossero avvicinati, e certe Regole non erano più valide.
In ogni caso, la mente di Tsurugi venne attraversata di nuovo da delle immagini: per prime erano riapparse le stesse che aveva visto prima dello scontro con gli Angeli, ma ne comparvero di nuove: in una erano presenti lui e Tenma, ormai tredicenni, alla scuola media Raimon; in un’altra ancora, stavano giocando a calcio nel campo di calcio della scuola, ma le ultime erano le più importanti: Matsukaze stava combattendo contro due Demoni al campo in riva al fiume di Inazuma-cho, ma lui, quando era ancora umano, stava passando da quelle parti. L’Angelo, appena se ne era accorto, aveva cercato di portarlo via da quel luogo, ma entrambi vennero colpiti da un raggio d’energia color nero-rossastro e, se Tenma era riuscito a salvarsi con i suoi poteri, non era riuscito a fare lo stesso col blu; non molto dopo, apparve anche la Signora della Morte che, prese l’anima di quello che sarebbe diventato uno dei Diavoli; non era ancora finita: La Dea della Morte si trovava nel suo Regno, e aveva trasformato il Globo dell’Anima in una sfera rossastra.
- Perfetto, ora devo ritrasformare questo globo in una persona, ma sarà un Demone che obbedirà ad ogni mio ordine. Anche in seguito, non dovrebbe intralciarmi in alcun modo, visto che ho modificato i suoi ricordi. - ecco cosa aveva detto Arelia in quell’ultimo ricordo. In quello stesso momento, Matsukaze si staccò, lasciando libero il Diavolo:
- Ti ho restituito i tuoi veri ricordi. Che cosa vuoi fare ora? - gli domandò l’Angelo.
- Chi mi assicura che sia la realtà? -
- Mi aspettavo che lo avresti detto, ma dopo quello che hai visto nell’ultimo ricordo, la tua Signora ti ha ingannato. Spero solo che tu capisca la differenza tra ciò che lei ti ha detto, e ciò che hai potuto vedere. - dopo quell’ultima frase da parte dell’Angelo, la luce divenne ancora più abbagliante di quanto non lo fosse prima.
 
 
Alla God Eden…
 
I quattro Comandanti e Kirino avevano visto la luce dissolversi, ma quando il bagliore scomparve, ricomparve Tenma che stringeva tra le mani un Globo dell’Anima argentato.
I Capi delle Guardie però, caddero a terra privi di sensi: la stanchezza era stata troppa.
- Kirino, chiama alcune Guardie perché li riportino nel Regno della Vita. Hanno bisogno di cure. Io devo portare questa sfera nel Regno di Mezzo: a questo punto posso solo sperare che i Signori di quel Regno facciano la scelta giusta per Tsurugi. - gli spiegò Matsukaze, per poi sparire in un fascio di luce verde chiaro.
Proprio quando la Guardia dell’Est sparì, comparve anche Shindou, ovviamente in forma demoniaca:
- Sono arrivato tardi, ma almeno senza Tsurugi e i suoi propositi di vendetta riuscirò a svolgere il mio compito senza problemi.
È strano però: quell’Angelo dai capelli biondi somiglia a… no, non può essere. Meglio che torni a Tokyo. - disse il Mietitore, ma poco prima di sparire, nella sua testa l’immagine di Kirino e quella dell’Angelo che aveva davanti si sovrapposero. A parte alcuni dettagli, erano praticamente identici.
Che l’Angelo e l’umano che lo ospitava fossero la stessa persona? Quello non lo poteva sapere.
 
 
Angolo di Emy
Credo che si sia capito, ma nel prossimo capitolo assisteremo al giudizio dei Signori del Regno di Mezzo.
E poi Shindou e Kirino sono ricomparsi!
A parte questo, spero di non aver fatto troppi errori, anche perché l’ho ricontrollato poche volte.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 13
*** Il Giudizio delle Anime ***


Nel Regno di Mezzo…
 
Tenma non ricordava quanto tempo era passato da quando era stato per l’ultima volta in quel posto, ma doveva fare in modo che i due Signori del Regno di Mezzo rimediassero a un errore che era costata a Tsurugi una vita nell’oltretomba passata nella menzogna; oltretutto i suoi amici Angeli potevano essere finiti male.
Mentre era immerso nei suoi pensieri, aveva raggiunto il Lago degli Spiriti, ma non fece in tempo ad avvicinarsi di più, che due figure comparvero davanti a lui: un Angelo dai capelli castani e dagli occhi blu, e un Diavolo dai capelli rasta verdi e occhi color cenere.
Il primo, Tenma lo riconobbe subito: prima dell’ultima guerra contro la Dea della Morte, lo vedeva ogni volta che la sua Signora lo convocava per una missione. Si trattava di Fideo Ardena, ma il Diavolo che era con lui non lo aveva mai visto prima, ma doveva essere qualcuno che un tempo era stato molto vicino alla Divinità della Morte.
A risvegliare Matsukaze dai suoi pensieri, ci pensò Fideo:
- Se sei qui, immagino che sia per quell’anima. - disse indicando il globo argentato.
Passarono alcuni minuti, prima che la Guardia dell’Est si decise a rispondere:
- Potrebbe accadere che ritorni ad essere un Diavolo, ma almeno adesso conosce la verità. - quella frase la disse tra sé e sé, ma poi si rivolse ai due uomini che erano davanti a lui:
- Spero che facciate la scelta giusta. - poi diede il globo a Fideo.
- Tanto perché tu lo sappia, la sorte che toccherà a chi appartiene quest’anima non dipende da noi. Osserva il centro del lago. - lo informò Demonio, e dall’acqua emerse una piattaforma circolare di marmo bianco. Vi erano incisi anelli di lettere in alfabeto runico, e al loro centro, vi era un’immagine di cui la metà destra era costituita dal Sole con qualche raggio, mentre la parte sinistra era una Luna; non era finita lì: al centro di quella figura, vi era una bilancia, ma era composta da tre piatti d’argento, anziché uno o due; inoltre, su di essa vi erano incise delle rune.
Solo chi portava le anime in quel luogo, e ovviamente anche le Dee della Vita e della Morte, sapevano come si svolgeva la Cerimonia del Giudizio. La Sfera dell’Anima veniva posta sul piatto centrale della bilancia, mentre sugli altri erano posti i simboli dei due Regni: una piuma bianca per il Regno della Vita, sul piatto che si trovava sopra la metà dell’immagine del Sole, e una pietra d’ossidiana nera per il Regno della Morte, sul piatto posto sopra la parte della figura della Luna; i due Signori del Regno di Mezzo facevano scorrere i loro poteri attraverso le rune, mentre il piatto su cui si trovava il Globo dell’Anima veniva lentamente calato verso la piattaforma di marmo. Quando la sfera s’illuminava, cadeva dal piatto, per poi toccare il centro dell’immagine del Sole e della Luna, la metà dell’immagine che cominciava a brillare, corrispondeva allo schieramento cui l’anima era destinata: il Sole per il Regno degli Angeli, e la Luna per quello dei Diavoli.
Tenma assistette a tutto il processo, ma non sapeva una cosa: era proprio dentro la sfera che si stava svolgendo una parte importante.
 
 
Dentro il Globo dell’Anima…
 
Tsurugi era confuso a dir poco: prima si trovava alla God Eden e stava combattendo contro le Guardie Angeliche, poi era stato avvolto da una luce abbagliante in cui Matsukaze diceva di avergli restituito i suoi ricordi, e dopo ancora, era finito in una dimensione avvolta da una specie di nebbia. Non era completamente solo, perché davanti a lui erano comparse due figure avvolte in mantelli grigi: una era una donna mediamente alta e magra, dalla carnagione lievemente abbronzata, gli occhi color cenere, e capelli color biondo dorato raccolti in una coda che le ricadeva sulla spalla destra; l’altro era un uomo alto e snello, dalla carnagione abbronzata, gli occhi dorati e corti capelli argentati raccolti in un codino.
- Chi siete voi due? - domandò loro il blu.
- Siamo coloro che guidano le anime per la strada che hanno deciso di seguire dopo la morte. Ti basti sapere questo. - gli rispose l’argenteo.
- Credevo che questo compito spettasse ai Signori del Regno di Mezzo. - ammise Tsurugi.
- Loro hanno solo il compito di assicurarsi che le anime raggiungano il loro Regno, e di fare in modo che il rituale si svolga senza intoppi. Il compito di aiutare a scegliere spetta a noi, ma a parte le Divinità dei due Regni, nessuno sa della nostra esistenza. - gli spiegò la bionda.
- Ora basta con le chiacchiere. Tsurugi Kyousuke, prima sei stato costretto ad entrare nelle schiere diaboliche, ma ora ti viene data una possibilità per redimerti. Hai combattuto contro qualcuno che ha rischiato la sua incolumità e quella dei suoi compagni pur di farti riavere i tuoi ricordi. - aveva cominciato a dire l’uomo, ma ci pensò la compagna a continuare:
- Ora spetta a te decidere: hai intenzione di tornare da colei che ti ha sfruttato pur di raggiungere i suoi scopi, oppure ricongiungerti con chi ti ha voluto aiutare sia quando eri un Umano sia quando vi siete rincontrati come Spiriti? La scelta spetta a te. -
Passarono diversi minuti di silenzio, ma ai presenti sembrarono ore, prima che il blu si decidesse a rispondere:
- La Dea della Morte mi ha usato e ingannato per troppo tempo, ma sono convinto che Tenma non ne vorrà più sapere di me dopo quello che gli ho fatto, e soprattutto, dopo che gli ho fatto del male mentre lui cercava di aiutarmi a tornare in me. Non si può dire che io abbia più un posto dove andare... - spiegò Tsurugi, ma una fitta alla testa decise d’interromperlo: erano ancora delle immagini di lui e Tenma, dal giorno del loro primo incontro a quello della lotta alla God Eden, ma una voce sconosciuta gli giunse in testa:
- Ognuno sceglie il proprio destino, ma la strada da percorrere è più semplice se hai al tuo fianco chi ti ha sempre sostenuto e che non ti ha mai lasciato nonostante le difficoltà. -
Dopo quella frase, comparve un portale di luce dietro il blu:
- A quanto pare hai deciso: attraversa quel portale, e quando ti risveglierai, ti sarà tutto chiaro. - lo informò l’argenteo.
Kyousuke si stava incamminando, ma voleva chiedere un’ultima cosa ai due:
- Vi ringrazio, spero solo che la mia strada sia migliore di quella che ho dovuto intraprendere tempo fa. Ma prima non mi avete risposto: chi siete voi? -
I due adulti si guardarono, e a rispondere ci pensò la bionda:
- Tanto vale dirtelo, anche perché poi non ti ricorderai di noi: siamo Amelia Le Blanc e Alan Wing, i Giudici delle Anime. -
Fu l’ultima frase che Tsurugi sentì, prima che un bagliore avvolgesse ogni cosa.
 
 
Angolo di Emy
Lo so che mi ero ripromessa di far apparire solo Diana e Arelia come OC, ma anche i Giudici delle Anime sono miei OC. Che impressione vi hanno fatto, e secondo voi, che scelta ha fatto Tsurugi?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 14
*** Una scelta nel Regno di Mezzo e un nuovo scontro sulla Terra ***


Sulla riva del Lago degli Spiriti…
 
Tenma e i due Signori del Regno di Mezzo stavano continuando ad osservare il Globo dell’Anima: si era illuminato, ma al posto di toccare la piattaforma, aveva continuato a girare intorno all’asta della bilancia.
Era da chissà quanto tempo che non accadeva nient’altro:
- Che sta succedendo? Che io sappia non è qualcosa che capita molto spesso, ma spero solo che la scelta che faranno i due Signori del Regno di Mezzo sia quella giusta per Tsurugi e per tutti. - ecco cosa stava pensando Tenma, ma Demonio aveva sussurrato una cosa a Fideo:
- Non è una cosa molto comune, ma si vede che i due Giudici delle Anime hanno creato un dubbio nella mente di colui cui appartiene quella Sfera dell’Anima. -
- Forse, ma credo che anche Tenma abbia avuto il suo gran da fare. - gli rispose Ardena.
- Ora mi spieghi che c’entra quell’Angelo con questa storia? -
- Forse perché tu non l’hai mai visto all’opera, ma ho capito qual è il suo modo di fare nel tempo in cui sono stato il braccio destro della Dea della Vita. - all’altro quelle parole non erano chiare, ma quando si voltò nuovamente verso la bilancia, notò che qualcosa era cambiato:
- Finalmente! Era ora. - disse Demonio. Il Globo dell’Anima stava per toccare la piattaforma, ma se ai due Signori del Regno di Mezzo quel processo si ripeteva molto spesso, Tenma era più teso di una corda di violino: da quella scelta, dipendeva il futuro di Tsurugi.
La sfera argentata si era posata su… la parte d’immagine del Sole! Dopo un bagliore che accecò i presenti, la piattaforma scomparve: l’unica cosa che era rimasta, era la Sfera dell’Anima, ma aveva delle striature nere. Che cosa significava?
Fideo, che fino a quel momento era rimasto sulla sponda opposta del lago rispetto a dove si trovava Tenma, si diresse in volo al centro dello specchio d’acqua, per poi consegnarlo alla Guardia Angelica; l’Angelo però aveva notato quelle venature nere:
- Come mai ci sono queste striature? Che cosa significa? - domandò Matsukaze, ma i due Signori del Regno di Mezzo erano spariti nel nulla.
Tenma capì che l’unico modo per avere delle risposte, era chiedere direttamente alla Divinità della Vita.
 
 
Intanto… nel Mondo degli Umani… per le strade di Inazuma-cho…
 
Era ancora sera sulla Terra, e Kirino, in forma angelica, stava controllando che ad Inazuma-cho tutto fosse tranquillo, ma quando stava per tornare a casa sua, sentì una strana melodia:
- Che strano… è la stessa che ho sentito quel giorno alla villa di Shindou. - non fece in tempo a pensare ad altro, che un raggio d’energia nero si stava dirigendo verso di lui. Lo evitò appena in tempo, ma era chiaro che quel colpo significava solo una cosa:
- Ancora tu. Non è possibile! - esclamò l’Angelo, appena vide comparire nel cielo notturno lo Spirito Mietitore che continuava ad incontrare da quando era tornato nel Mondo degli Umani.
- Sì, sono proprio io. E giusto perché tu lo sappia, non me ne andrò da questo posto fino a quando di te non sarà rimasto nemmeno il ricordo. - gli spiegò il Demone, per poi mostrargli la falce: il metallo della lama aveva acquisito delle sfumature nere, ma queste continuavano a muoversi.
- Ho raccolto parecchie anime, e appena ne avrò abbastanza le porterò dalla mia padrona. Per voi Angeli sarà la fine. - aggiunse, per poi spostare lo sguardo verso la strada: due ragazzi, uno dai capelli turchesi e gli occhi color verde acido e uno dai capelli viola e gli occhi chiari stavano attraversando la strada, e sebbene il semaforo fosse verde per i pedoni, un’auto non accennava a rallentare.
- Questa deve essere la mia sera fortunata. Due anime al prezzo di una. Scusami tanto angioletto, ma ho da fare. - lo informò il Mietitore, per poi dirigersi in volo verso i due ragazzi.
Kirino si stava per lanciare al suo inseguimento, ma un dolore al petto lo fermò: da quando era nel Mondo degli Umani, stava perdendo i suoi poteri, ma non pensava di dover tornare umano così presto… e soprattutto non nel momento meno adatto.
- Ci mancava pure questa, ma doveva accadere proprio adesso? Devo fare in fretta, oppure… - in quel momento, l’Angelo udì un urlo e a chi poteva appartenere se non ai due ragazzi che aveva visto prima? Con le forze che ancora possedeva, cominciò a volare nella stessa direzione dello Spirito Mietitore: i due umani erano distesi a terra, ma dell’auto non c’era la minima traccia. L’unica cosa che Kirino vedeva, era il Demone che stava assorbendo con la falce una specie di fumo argentato dai corpi dei due ragazzi.
- Oh no, quelle sono le loro anime! Devo fare in fretta. The Mist! - disse Ranmaru, per poi creare una nebbia fitta con la sua falce. Al contrario del Demone, lui riusciva ad orientarsi anche in quelle condizioni, e riuscì a togliergli di mano la falce. Quando la toccò, però, sentì ancora quella melodia, ma era certo che fosse uguale a quella che Shindou suonava sempre al pianoforte a casa sua. Che fosse una coincidenza?
Non era quello il momento per pensarci: doveva portar via da quel luogo i ragazzi. Kirino prese per la mano i due, e si teletrasportò: decise di lasciarli direttamente all’ospedale, tanto si trovava lì vicino, anche perché non accennavano a riprendersi e lui non poteva aiutarli se quei dolori non lo lasciavano in pace.
 
 
Qualche minuto dopo…
 
La nebbia era svanita, il Mietitore si trovava ancora lì e la sua falce era posata a terra, ma l’Angelo e le sue vittime erano spariti.
- Quell’Angelo… giuro che un giorno o l’altro lo farò sparire per sempre. Non m’importa quanto ci vorrà: mi ha già ostacolato troppe volte, non gli permetterò di mettermi ancora i bastoni fra le ruote. - ecco cosa stava pensando il Demone, ma non sapeva che qualcuno li aveva osservati tutto il tempo.
 
 
Nel Regno della Vita… alla Torre del Cielo…
 
Diana aveva assistito a tutta la scena grazie ad uno degli schermi di cristallo magico che aveva creato: lei sapeva cosa stava succedendo a Ranmaru.
- Sembra che la fortuna non sia dalla tua parte Kirino: stai ritornando un essere umano in tutto e per tutto, ma non nel momento migliore a quanto pare. Se ti ho fatto tornare sulla Terra, però, è perché so che supererai questa situazione. Ora è meglio che apra un portale per permettere a Tenma di tornare qui: se non sbaglio, ha un’anima da portare in questa torre. -
Gli eventi non stavano prendendo una bella piega: cos’altro doveva accadere?
 
 
Angolo di Emy
Se non sapevate che cosa aveva scelto Tsurugi, spero abbiate ottenuto la risposta, ma nel prossimo capitolo lo vedremo nel Regno della Vita per la prima volta.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 15
*** La comparsa di nuovi Angeli e Diavoli ***


Nel Regno della Vita… in cima alla Torre del Cielo…
 
Tenma era riuscito a tornare nel Regno della Vita, e ad arrivare alla Torre del Cielo, ma con grande fatica: le ferite che gli erano state inflitte dal Lost Angel di Tsurugi erano più gravi di quanto pensasse, ma doveva portare quella sfera alla torre al più presto. Per fortuna, il portale di luce azzurra che aveva usato per tornare non era molto lontano dalla sua meta, ma ci impiegò una mezz’ora per oltrepassare la barriera di forti correnti d’aria che circondavano la sua destinazione.
Dopo aver trovato uno dei passaggi segreti, entrò e si diresse in cima alla torre:
- Bentornato Tenma. Vedo che sei riuscito a portare a termine l’obiettivo che ti eri prefissato. - constatò la Dea della Vita, vedendo che Matsukaze stringeva tra le mani un Globo dell’Anima.
- Un momento! Lei come fa a sapere che… - come faceva quella donna a sapere sempre tutto di tutti? Evidentemente la Guardia dell’Est non lo avrebbe mai capito.
- Ora non è importante. Dobbiamo ritrasformare quella sfera, e poi dovresti tornare alla tua isola per farti curare quelle ferite. - gli disse Diana, alzandosi dal suo trono di ghiaccio, per poi avvicinarsi all’Angelo, il quale le consegnò il Globo dell’Anima.
La Divinità fece cadere la sfera nell’acqua della fontana, mentre sopra di loro le nuvole avevano creato uno spazio in cui si vedeva il cielo; intanto, il globo si era sollevato in aria, ma era avvolto da una luce dorata, mentre nel cielo un fascio luminoso che colpì la sfera sprigionando un bagliore accecante. Quando Matsukaze riaprì gli occhi, vide per terra i pezzi della sfera, ma anche Tsurugi disteso a terra, che indossava un’armatura come quella delle altre Guardie Angeliche, ma le ali erano dello stesso colore del Globo dell’Anima: argentate con delle striature nere. Fu allora che alla Guardia dell’Est tornò in mente un particolare:
- Anche la sua Sfera dell’Anima aveva quel colore… che cosa significa? - domandò Tenma alla Dea.
- Se ben ricordi, lui era un Diavolo prima di venire qui, anche se non ha dovuto subire il Giudizio del Regno di Mezzo; quei segni neri sulle ali, da quel che ho potuto vedere, servono per fare in modo che tengano bene a mente ciò che hanno fatto in passato, per capire ciò che faranno in futuro. Ora è meglio che torni alla tua isola, tra non molto questo ragazzo si dovrebbe svegliare; chiamerò qualcuno perché lo porti in una delle isole. - lo informò lei, e l’Angelo, anche se a malincuore, si allontanò in volo.
Diana, dopo essersi assicurata che la Guardia non la potesse vedere, spalancò le grandi ali bianche, per poi alzarsi in volo e dirigersi alla base della Torre del Cielo; una volta lì, toccò un punto preciso nel muro: azionò un passaggio segreto che conduceva nei sotterranei dell’edificio.
 
 
Nei sotterranei della torre…
 
Quel luogo era una sala in cui crescevano delle rose bianche, ma ciò era possibile grazie a degli spazi della roccia in cui entrava la luce, e anche una fonte d’acqua, ma soprattutto, grazie ad un Angelo speciale: era una donna sui vent’anni, dai capelli e gli occhi color verde muschio. Indossava una tunica simile a quella di Diana, ma era strappata in alcuni punti, e le ali erano bianche, ma presentavano sfumature nere. Lei era Aki Kino.
- è da tempo che non ci vediamo Aki. - la salutò la Dea della Vita.
- è bello rivederti Diana, ma se sei tornata qui per quello che penso io, sai bene che la risposta sarà sempre la stessa: no. - le rispose Aki.
- Tenma ha il diritto di sapere: da quando è diventato un Angelo non gli hai mai voluto dire la verità su quello che ti è successo, e credo che ben presto sarai costretta a farlo. - concluse Diana, per poi allontanarsi, ma l’altra la fermò:
- Che intendi dire? -
- è riuscito ad aiutare un suo vecchio amico ingannato da Arelia, ma so di cosa è capace quella donna: sicuramente avrà deciso di sfoderare le sue armi migliori, e tu sai a cosa mi riferisco. -
Aki le rispose dopo diversi minuti di silenzio:
- Sì, è per il fatto che ci siamo incontrati di nuovo che ho deciso di allearmi con te… - disse con molta tristezza.
- Per quanto cerchi di fuggire da questo problema, alla fine vi dovrete rincontrare e chiarire le cose. Sicuramente Arelia gli avrà fatto qualcosa in questi anni; rifletti su ciò che ti ho detto. - le disse la Divinità della Vita, per poi dirigersi verso la scalinata di roccia con la quale era giunta in quella stanza sotterranea.
 
 
Intanto… nel Regno della Morte… nella Caverna della Morte…
 
Dire che Arelia era furibonda, significava minimizzare la situazione: stava continuando a lanciare sfere d’energia rossastre, e avrebbe di sicuro distrutto la caverna, se non fosse che qualcuno la aveva fermata:
- Dovresti calmarti Arelia. Arrabbiarti non ti servirà a niente, ma dovresti essere più selettiva con i tuoi servi: molti si sono rivelati degli inetti. - la voce apparteneva al braccio destro della Dea della Morte: era un demone dai capelli corti castani e gli occhi color cenere; aveva le ali nere tipiche dei Diavoli, indossava un’armatura color pece come quella che aveva Tsurugi, e portava con sé una falce dalla lama di un metallo scuro.
La Divinità della Morte aveva modificato anche i suoi ricordi, e doveva ammettere che, al contrario di molti Diavoli e Spiriti Mietitori che erano stati suoi servitori, si era rivelato molto più valido: era Ichinose Kazuya.
- Ichinose, ancora tu… mi chiedevo dove fossi finito, ho una missione per te: devi andare sulla Terra e rimediare agli errori dell’ex Comandante delle schiere Demoniache e dello Spirito Mietitore che ho mandato tra gli Umani; senza contare che potresti rivedere quella donna-angelo che ti ha rovinato l’esistenza. -
- Non c’è bisogno che aggiunga altro. Vado. - la informò lui, per poi attraversare il portale di luce rossa creato dalla sua padrona.
- Diana, tu e i tuoi Angeli mi avete creato fin troppi problemi, ma ti assicuro che sarò io a prevalere stavolta. Al diavolo la tregua che abbiamo instaurato! -
Inutile dirlo: i guai erano appena all’inizio.
 
 
Angolo di Emy
Le cose sarebbero dovute andare diversamente, ma grazie ad un’idea di Pikachu9876, ho deciso di inserire anche Ichinose Kazuya e Aki Kino. Col tempo, si scoprirà anche la loro storia.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 16
*** Ricordi tra la Terra e il Regno della Vita ***


Nel Regno della Vita… alla Torre del Cielo…
 
Kyousuke, dopo essere rimasto chissà quanto tempo disteso a terra, aprì gli occhi: davanti a lui vide una donna dagli occhi color cielo, capelli castani che indossava una lunga tunica, ma la cosa più evidente erano le grandi ali bianche e l’aureola. Chi era quella donna? E dove era finito?
- Dove sono? - domandò lui, cercando di alzarsi. A rispondere però non fu la donna, ma qualcun altro:
- Non credevo che ci saremmo rivisti tanto presto fratellino, ma considerando le intenzioni di Tenma, me lo sarei dovuto aspettare. - Tsurugi conosceva bene quella voce: si girò, e vide un ragazzo sui diciotto anni dai corti capelli blu e gli occhi marroni che, a differenza della castana, indossava un’armatura bianca e aveva delle ali argentate. Non era possibile… come faceva suo fratello Yuuichi ad essere lì?
- Anche tu qui? Non è possibile… -
Diana dovette interrompere il discorso dei due:
- Poco fa hai chiesto dove siamo, ma prima permettimi di presentarmi: sono la sovrana di questo mondo, e questo, è il Regno della Vita. -
Kyousuke si guardò un attimo intorno, e fin da subito era chiara una cosa: quel posto era ben diverso dal Regno della Morte, e la Divinità della Vita gli era parsa subito una persona che, almeno in quanto al carattere, non rispecchiava molto il suo ruolo.
Prima che potesse rispondere, la Dea continuò il discorso:
- Sono consapevole che questo è un gran cambiamento rispetto al Regno della Morte, ma a suo tempo, ti sarà data ogni spiegazione. - dopo quella frase, Diana si mise in contatto mentale con Yuuichi:
- Yuuichi, dovresti condurlo all’Isola dell’Est? Ha bisogno di qualche spiegazione, e da quel che ho potuto vedere, lui e Tenma devono chiarire alcune cose. Puoi andare. - in seguito, il maggiore dei fratelli Tsurugi fece segno all’altro di seguirlo, ma c’era un motivo in particolare per cui Diana voleva che se ne andassero: doveva parlare con delle persone che di cui nessuno si ricordava nei due Regni, a parte lei, Arelia e Aki.
Creò uno schermo di cristallo, ma al posto di essere color cielo, aveva un colore più sul grigio-argentato; su di esso, apparve l’immagine dei Giudici delle Anime:
- Amelia, Alan, è un piacere rivedervi. - li salutò la Dea della Vita.
- Anche per noi è un piacere sentirti di nuovo Diana, e scusa se te lo dico adesso vista la situazione, ma Arelia non ha proprio intenzione di arrendersi. - la informò la bionda.
- Che vuoi dire? Non dirmi che… -
- Purtroppo sì: ha mandato sulla Terra Ichinose Kazuya, un’altra Anima che la Dea della Morte ha portato nel suo Regno senza che noi la giudicassimo. E ho idea che anche per Aki sarà il momento di darsi da fare, anche se sappiamo che non è il Regno della Vita, il posto in cui dovrebbe stare. - le rispose l’argenteo.
- Sì lo so: me la ricordo la storia di quei due. - e non era solo Diana a ricordarsela: anche i Giudici delle Anime se la ricordavano, forse perché il caso di quei due era stato più unico che raro.
Ichinose Kazuya era tornato in Giappone, ma in seguito ad un intervento chirurgico fallito, perse la vita e la sua anima venne prelevata da Arelia senza che passasse per il Regno di Mezzo. Quando Aki aveva saputo la notizia, si era suicidata, ma il suo Globo dell’Anima venne portato nel Regno di Mezzo. Lì però, Amelia e Alan dovettero fare una cosa che non avevano mai fatto: classificare l’anima della donna come “neutrale”, poiché quella donna era divisa fra l’amore che continuava a provare per Ichinose, e il dolore per averlo perso per sempre. Ecco spiegato il perché delle striature nere sulle ali, ma di quei tempi, molti Angeli del Regno della Vita avevano quelle caratteristiche…
Sta di fatto che la Kino non aveva mai voluto schierarsi, fino a quando non è scappata dal Regno di Mezzo, e lì ha rincontrato Kazuya; lui però non si era fatto scrupoli ad aggredirla: era riuscita a salvarsi per un soffio, ma da quel giorno era rimasta nei sotterranei della Torre del Cielo.
- Mi spiace anche di aver coinvolto voi due in tutta questa storia degli Angeli e dei Diavoli. Io e Arelia vi abbiamo come “strappato” alla vostra vita tranquilla, e costretti ad andare nel Regno di Mezzo per classificare le anime. - si scusò Diana.
- Non ti devi preoccupare, e se c’è una cosa che abbiamo capito da quando siamo qui, è che in un modo o nell’altro, le cose possono cambiare in meglio. - le rispose Amelia.
Come avrebbe voluto crederci, ma la Divinità della Vita sapeva bene che quella era solo un’illusione…
 
 
Intanto… sulla Terra…
 
Era passato un giorno da quel combattimento alla God Eden, e Shindou aveva deciso di farsi un giro per la città in forma umana, approfittando del fatto che Kirino era andato da Hayami e Hamano.
Non si spiegò come, era finito al limitare del paese, in una zona che sembrava dimenticata da tutto e da tutti: doveva essere per forza un vecchio quartiere abbandonato, ma Takuto era certo di esserci già stato prima di quell’occasione. Continuò a camminare per un altro paio d’ore, e notò la costruzione di quello che doveva essere stato un teatro, e aveva ancora quella strana sensazione…
Vi entrò, e dopo aver vagato per una mezz’oretta circa, arrivò in quella che doveva essere la sala concerti principale: la vernice era quasi completamente scrostata, ma anche le poltroncine ricoperte di velluto rosso erano rovinate; inutile dire che il luogo messo peggio di tutti era il palcoscenico: le tende erano state strappate, e il legno aveva ceduto in vari punti, ma in quelle poche parti ancora intatte, vi erano dei pezzi di cristallo, sembravano quelli del lampadario che c’era nella sua camera.
La testa di Shindou però venne attraversata da un’altra fitta: era un’immagine della sala concerti gremita di persone, e qualcuno stava suonando al pianoforte. Quel qualcuno… era lui! Com’era possibile? Non passò molto tempo da quando aveva formulato quella domanda nella sua mente, che un enorme lampadario sopra la sua testa, cedette e lui non fece in tempo a spostarsi.
Quando quelle immagini sparirono, le lacrime cominciarono a rigare il volto del Mietitore.
- è così che sono morto allora… ma perché prima di venire qui non mi ricordavo niente? A questo punto, mi chiedo se ci sono altre cose che mi sono state nascoste finora. Non lo avrei mai detto, ma vorrei tanto che lui fosse qui con me, ora più che mai, anche se apparteniamo a due mondi diversi… -
 
 
Angolo di Emy
Eccome se i due appartengono a due mondi diversi, ma passerà ancora un po’ di tempo prima che Shindou e Kirino scoprano uno la vera identità dell’altro.
E Amelia e Alan? Come avrete potuto capire, prima erano dei semplici Umani, ma sono stati trascinati in questa storia da Diana e Arelia. Anche loro hanno una storia abbastanza incasinata, ma non so se la racconterò.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 17
*** La Terra e il Regno della Vita: problemi, ricordi e scuse ***


Nell’Isola dell’Est…
 
I fratelli Tsurugi erano arrivati lì in poco tempo, ma Yuuichi si assentò non molto dopo il loro arrivo perché Diana lo aveva informato di una cosa: Aki era sparita dalla Torre, e poiché i Comandanti non si trovavano in buone condizioni, i sostituti dovevano concentrarsi sulle sue ricerche; il maggiore se ne andò nuovamente, ma non prima di aver dato al fratello le indicazioni per arrivare a casa di Tenma.
Kyousuke si era ritrovato a vagare nella boscaglia, ma dopo circa una mezz’oretta, trovò la casa della Guardia Angelica. Di aspetto era come quelle che aveva visto fino a quel momento: era piuttosto piccola, ma per una persona sola doveva bastare, i muri erano di mattoni bianchi, mentre il tetto era fatto di assi di legno. C’era anche una piccola finestra, accanto alla quale vi era una porta d’ebano, mentre il pomello della maniglia era d’argento.
Il blu bussò, e quando sentì un flebile “avanti”, entrò in casa della Guardia: in quella stanza vi erano una scrivania su cui erano posate diverse pergamene, un armadio e un tavolo d’ebano come la scrivania, e per finire il letto dove in quel momento era seduto Matsukaze: in quel momento, l’Angelo non indossava l’armatura, ma una maglietta a mezze maniche verde e un paio di pantaloncini blu che gli arrivavano al ginocchio, ed era intento a fasciarsi la gamba destra. Si voltò appena vide un’ombra proiettata sul terreno proveniente dalla porta:
- Come mai sei qui? - gli domandò Tenma: non che gli dispiacesse, ma già non si aspettava che gli sarebbe stato permesso di entrare a far parte degli Angeli, tantomeno che avrebbe potuto credere a quello che gli aveva detto alla God Eden. Insomma, troppe sorprese in poco tempo, ma considerando che sulla Terra il tempo scorre in modo diverso rispetto ai due Regni, non sapeva dire quanto ne fosse trascorso di preciso.
Kyousuke prese la sedia che si trovava vicino alla scrivania, e si sedette davanti all’Angelo:
- Sono qui per dirti che ho capito ciò che mi hai detto alla God Eden: sarà che la Dea della Morte aveva modificato i miei ricordi, ma anche quando mi hai restituito quelli veri, ho continuato ad avere dei dubbi su come fossero andate veramente le cose. Alla fine, quello che è sempre stato nel torto ero io: non mi era mai interessato conoscere la verità quando ero un Diavolo, e tutte le volte in cui hai cercato di spiegarmi com’erano andate le cose, io pensavo solo a vendicarmi per qualcosa di cui non avevi colpa.
Insomma… sono venuto qui perché volevo scusarmi con te, ma ora come ora, so bene che non bastano dopo quello che ho fatto. - dopo quel discorso, il blu si alzò dalla sedia per andarsene, ma una stretta non troppo forte al braccio lo costrinse a fermarsi. Inutile dire che era stato Tenma a fermarlo, ma Tsurugi notò che l’altro si reggeva a malapena in piedi a causa delle ferite, così lo aiutò a sedersi di nuovo sul letto.
- Ero venuto sulla Terra a causa di una missione, ma volevo chiarire le cose con te nel caso in cui ti avessi rivisto. Ti basti sapere che sono felice che tu lo abbia capito. - Matsukaze sorrise, forse il primo sorriso sincero che faceva da quando Kyousuke aveva subito quella triste sorte senza che avesse potuto fare niente.
Quel momento di serenità avrebbe voluto che durasse di più, ma non era destino che accadesse: il suo bracciale si era illuminato. Una nuova missione lo attendeva.
 
 
Intanto… sulla Terra… a casa di Kirino…
 
Shindou era tornato lì per cercare un po’ di tranquillità, ma da quando aveva recuperato i ricordi riguardanti la sua morte, era come se si fosse rinchiuso in un mondo tutto suo: una volta tornato a casa del suo coinquilino e aver raggiunto la sua stanza, le lacrime, che da quando era uscito dal teatro lo avevano lasciato in pace, avevano ricominciato a solcare il suo viso. In quel momento, nemmeno la musica lo avrebbe potuto aiutare a calmarsi: non si era mai sentito in quello stato da quando era uno Spirito Mietitore, e come mai i suoi ricordi erano ritornati proprio in quel momento e non prima?
- Shindou, sono tornato. - quella voce poteva appartenere solo al rosa, ma il castano non rispose ugualmente: forse perché non lo aveva sentito, forse perché era ancora assorto nei suoi pensieri.
- Ehi Shindou, ci sei? - di nuovo nessuna risposta da parte del pianista, ma il Mietitore era convinto di sentire dei passi che salivano le scale.
- Allora, mi rispondi oppure… - Ranmaru entrò nella stanza di Takuto, ma non terminò il discorso quando si rese conto delle condizioni dell’altro: Shindou era seduto sul letto e stava cercando di coprirsi il viso con le mani, ma il rosa era sicuro di aver visto ugualmente delle minuscole gocce solcare il volto del castano.
Kirino si sedette vicino all’amico:
- Che cosa ti è successo? - gli domandò Ranmaru, ma l’altro continuò a non rispondere.
Passarono diversi minuti di silenzio, e il rosa aveva ormai capito che non avrebbe ottenuto niente.
- Se non vuoi dirmi niente, stai tranquillo, ma se ti va di parlarne… io ci sarò. - gli disse Kirino, ma quando fece per alzarsi, Shindou lo trattenne per un braccio attirandolo a sé, per poi poggiare la testa sulla spalla del rosa. Ranmaru, inizialmente sorpreso da quel gesto, cinse la vita dell’amico con un braccio, mentre con la mano di quello libero cominciò ad accarezzargli i capelli, cercando di calmarlo.
Rimasero abbracciati ancora per un po’, ma quando il rosa si staccò, notò che l’altro si era addormentato; quando notò l’espressione tranquilla sul volto dell’amico, sorrise tristemente.
- Anche se il momento in cui tornerò umano si sta avvicinando, in qualche modo rimarrò sempre legato al mondo degli Angeli. Mi dispiace Shindou… -
Kirino notò che il suo bracciale si stava illuminando, così distese Takuto sul letto e gli mise addosso una coperta; doveva andare: il dovere lo chiamava.
 
 
Angolo di Emy
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e che abbiate notato la presenza di RanTaku.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 18
*** Prima dei nuovi scontri ***


Nel Regno della Vita…
 
Il bracciale di Tenma si era illuminato certo, ma anche Tsurugi si rese conto che il suo polso si stava illuminando: era un bracciale identico a quello del Comandante delle Guardie, tranne il colore che, invece di essere verde, era color blu notte. La luce proiettò sul terreno l’immagine della Dea della Vita:
- Era ora che rispondeste! Tenma, qualcuno avrebbe dovuto dirtelo al posto mio diverso tempo fa, ma vista la situazione dovrò spiegartelo io: tu credevi che Aki fosse sparita per sempre, ma al Giudizio delle Anime del Regno di Mezzo c’è stata una piccola complicazione ed è rimasta bloccata sulla Terra. Si trovava là anche la prima volta che ti ho mandato nel Mondo degli Umani, ma poiché lei è diventata una Neutra, non sei mai riuscito a trovarla. Diciamo che è venuta nel Regno della Vita tempo fa, a causa di uno scontro con una persona cui teneva, ha deciso di schierarsi dalla parte degli Angeli. Evidentemente è scesa sulla Terra per sistemare la questione: devi andare ad aiutarla, anche perché gli altri Comandanti non si sono ancora ripresi.
Tsurugi, già che ci sei, questa sarà la tua prima missione come Guardia Angelica. A questo punto, mi auguro che portiate a termine la missione. - dopo quel lungo discorso, l’immagine sparì e Tenma si alzò nuovamente dal letto, per poi uscire da casa sua.
Kyousuke si limitò a seguirlo, ma appena uscì dall’abitazione, l’altro era già sparito.
- Perfetto. E ora dov’è andato? - Matsukaze era praticamente sparito nel nulla, e anche se poteva volare, ci volle comunque del tempo per ritrovare il Comandante delle Guardie dell’Est: lo trovò dopo un’oretta buona, in cima al monte che si trovava al centro dell’isola. Tenma aveva aperto un portale di luce verde, ma prima che potesse attraversarlo, Tsurugi lo fermò:
- Prima di andare, sarebbe il caso che tu mi spiegassi alcune cose. - gli disse, e a Matsukaze sembrò di rivedere quello sguardo duro che aveva visto quando l’altro era ancora un Diavolo. Decise di raccontargli tutto, anche perché non voleva avere ancora problemi con lui dopo quello scontro sulla Terra:
- Tanto vale che ti dica quello che so: Aki era una dei miei parenti, ma io rimasi con lei nel breve tempo in cui andai a vivere a Tokyo. Fu proprio quando avevo otto anni, che rimasi coinvolto nella lotta tra gli Angeli e i Demoni: fu uno dei Mietitori ad uccidermi, ma qualcuno mi salvò e, dopo il Giudizio delle Anime, finì nel Regno della Vita. Tornando ad Aki, quando sono tornato sulla Terra come Angelo, non l’ho più rivista e ho pensato che fosse sparita per sempre… almeno fino a quando la Divinità della Vita non ce ne ha parlato poco fa. Riguardo alla persona cui era legata… penso di sapere a chi si tratta, ma è meglio che vada per sapere se ho ragione. Allora, andiamo? - propose Tenma all’altro, porgendogli la mano. Tsurugi la strinse, ma non fece in tempo a fare altro che la luce sprigionata dal portale li avvolse.
 
 
Intanto… sulla Terra… alla torre di ferro di Inazuma-cho…
 
Aki non sapeva perché era tornata sulla Terra: forse perché le parole di Diana avevano avuto un certo effetto, o forse perché aveva avvertito l’aura di Ichinose anche dal Regno della Vita: doveva chiarire le cose una volta per tutte, anche se sapeva che avrebbe dovuto ricorrere ai suoi poteri.
- è da qualche tempo che non ci vediamo Aki. Peccato che questo incontro sarà l’ultimo per te. - gli disse una voce alle sue spalle: si trattava di Ichinose, ma nello sguardo aveva una luce malvagia che la Kino non si sarebbe mai aspettata di vedere. Diana aveva ragione: Arelia gli aveva fatto qualcosa.
- Mi spiace incontrarti di nuovo in queste condizioni, ma se devo farti tornare in te, non ho altra scelta. -
A breve anche lì sarebbe cominciato uno scontro, ma i due non si erano accorti che un portale di luce verde si era aperto, e che due figure provenienti dal Regno della Vita li stavano per raggiungere…
 
 
In un’altra zona del quartiere…
 
Kirino aveva girato l’intera città, ma non aveva capito perché il suo bracciale si era illuminato: di solito accadeva solo quando c’era un’emergenza, ma in città era tutto a posto.
- Il mio bracciale si è illuminato per niente! Quanto vorrei che questi incidenti si evitassero! - non si era accorto che qualcuno lo aveva ascoltato.
- Per la verità… non ha cominciato a splendere per niente. - inutile dire che Ranmaru conosceva fin troppo bene quella voce: apparteneva allo Spirito Mietitore che continuava ad incontrare.
- Ancora lui… mi chiedo se il fatto che continuiamo ad incontrarci sia un caso oppure no. - si domandò l’Angelo.
- Hai intenzione di stare lì, oppure cominciamo lo scontro? E spero che stavolta non ci saranno interruzioni: da quando mi hai sottratto una buona parte delle anime che avevo raccolto, ho deciso di usare su di te una nuova arma di cui dispongo. Questo t’insegnerà a non intrometterti nel mio compito. -
Anche lì stava per cominciare uno scontro, ma qualcuno, da un’altra dimensione aveva visto e sentito tutto.
 
 
Nel Regno della Morte…
 
Arelia stava osservando tutta la scena dal suo Regno, grazie ad uno schermo di cristallo creato con i suoi poteri.
- Bene, sembra che Ichinose abbia intenzione di chiudere i conti con quella Neutra per sempre, ma evidentemente anche Shindou avrà il suo gran da fare. - dopo quel pensiero, rivolse uno sguardo all’ultimo pezzo del Globo dell’Anima di Takuto: sì, l’ultimo, perché gli altri erano tornati nel Regno di Mezzo a causa di alcuni avvenimenti accaduti negli ultimi tempi.
- Da quando hai recuperato i ricordi della tua morte, e da quando ti sei affezionato a quell’umano, altri due dei Frammenti dell’Anima se ne sono andati. E se anche l’ultimo finirà là, per me sarà finita e stavolta per sempre: dall’ultimo scontro con Diana, è come se fosse successo qualcosa ai miei servi. Quando uno di loro riuscirà a spezzare il mio sortilegio, io sparirò per sempre; con Tsurugi non mi è accaduto niente perché è stato un Angelo a rompere il mio incantesimo, ma se Shindou o Ichinose si riprenderanno con le loro sole forze, per me si metterà male. L’unico problema è che, da quando una parte dei Frammenti dell’Anima di quel Mietitore se ne sono andati, per me è sempre più difficile agire nel Mondo degli Umani. A questo punto, non mi resta che aspettare. -
 
 
Angolo di Emy
Non è stato molto facile scriverlo, anche perché non volevo mettere subito il capitolo degli scontri.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 19
*** Due nuovi scontri sulla Terra (Parte 1) ***


- La Dea della Morte ti deve avere fatto qualcosa, non sei più tu. - gli disse Aki, ma l’altro non la stava neanche ascoltando ed era da mezz’ora che cercava di farlo ragionare.
- Se sei venuta qui solo per parlare, puoi tornartene nel Regno della Vita e lasciarmi svolgere il mio lavoro. Poiché ci troviamo qui… Lama Infuocata! - disse Ichinose, per poi usare la sua falce per colpire la Kino con un raggio infuocato.
- E ora come faccio? Le mie tecniche di difesa funzionano solo con chi è già ferito… - ecco cosa stava pensando Aki, quando due scudi d’energia, uno verde chiaro e uno blu notte, respinsero il colpo. Si trattava di Tenma e Tsurugi: erano giunti proprio al momento giusto.
- Tenma! Tsurugi! Che cosa ci fate qui? - esclamò la Kino appena li riconobbe.
- Aki, tu mi devi spiegare alcune cose quando tutto questo sarà finito. - le disse Matsukaze, per poi aggiungere:
- Tanto per sapere, come fai a conoscere Kyousuke? Non ci avrai per caso… -
- Purtroppo sì: è successo quando ti trovavi alla God Eden. Non molto tempo prima, io mi ero dovuta schierare con la Divinità della Vita e… diciamo che ho continuato ad osservarti, anche se da lontano. - fece appena in tempo a terminare la spiegazione, che lo scudo s’infranse e i tre caddero a terra.
- Tsurugi Kyousuke… a quanto pare la Signora della Morte non sceglie i suoi servi con cura: ti sei schierato con gli Angeli, ma possiamo rimediare. - disse Kazuya, per poi caricare la sua falce d’energia oscura. Intanto, i suoi capelli si stavano scurendo fino a diventare color pece, e gli occhi da neri stavano diventando azzurri.
Gli altri tre non riuscivano a muoversi: era come se l’attacco di prima li avesse paralizzati; nel frattempo, Ichinose aveva creato una sfera oscura con la sua falce, e la mandò in direzione del blu.
- Quella gli farà capire che stare con quegli Angioletti non ha senso: almeno ne avrò sistemato uno e potrò riprendere il mio lavoro. -
La sfera stava per colpire Tsurugi, ancora indebolito dal colpo di prima, ma qualcuno aveva deciso di mettersi in mezzo…
- Tenma, cosa vuoi… - Kyousuke non fece in tempo a terminare la frase, che venne spinto via dal Comandante delle Guardie dell’Est. Quest’ultimo però, venne colpito dalla sfera e cadde a terra, ma non era finita: aveva assunto un colorito pallido, e le sue ali stavano acquistando una colorazione spenta.
- Non era l’effetto che mi aspettavo, ma per quell’Angelo sarà la fine in ogni caso. - disse Kazuya fra sé e sé, ma i due Angeli lo sentirono ugualmente.
- Che vuoi dire? - gli domandò il blu.
- Semplice: quella sfera avrebbe dovuto farti tornare un Demone, ma ha colpito il tuo amico. Ti dico solo che in pochi giorni dovrebbe sparire per sempre. - gli spiegò il Diavolo.
Tsurugi non ci poteva credere: l’unico che aveva cercato di aiutarlo e di fargli capire i suoi errori doveva scomparire…
- Non te lo permetterò. - aveva appena sussurrato quelle parole, e i presenti credevano di essersele immaginate.
- Che hai detto? - gli chiese Ichinose.
- Mi hai sentito bene. Non ti permetterò di continuare! - questa volta, Kyousuke si fece sentire, ma dalle striature nere delle sue ali erano partiti dei raggi d’energia color blu notte che colpirono Kazuya: i raggi si trasformarono in corde che avvolsero il Demone, e bastò poco tempo, che i capelli e gli occhi di Ichinose tornarono normali.
Dopo qualche minuto, le corde svanirono, ma il blu non aveva ancora finito:
- Aki, io adesso devo riportare Tenma nel Regno della Vita. Quel Diavolo ha subito la stessa sorte che ho dovuto patire io: spero tu riesca a farlo tornare quello che era. - le disse, per poi prendere in braccio Matsukaze e teletrasportarsi via grazie allo stesso portale che aveva usato per raggiungere il Mondo degli Umani.
Per la Kino era chiara una cosa: Ichinose era stato davvero manipolato, ma poiché Tsurugi sembrava averlo indebolito, era il momento di agire.
I capelli di Aki stavano diventando argentati, e gli occhi color cenere: era il momento di passare all’attacco; nella sua mano si materializzò una lancia che risplendeva di una luce dorata.
- Non vorrei farlo, ma vista la situazione non mi resta altra scelta. - l’Angelo puntò la lancia verso il cielo, e quest’ultimo venne ricoperto dalle nuvole: ad un certo punto, comparirono anche i fulmini e uno di questi colpì la punta della lancia di Aki.
- E ora… Fulmine Oscuro! - dall’arma dell’Angelo partì un fulmine nero che colpì Ichinose, ancora debole a causa del potere che Tsurugi aveva usato su di lui.
Passarono diversi minuti, che il Demone era sparito e al suo posto era comparso un Globo dell’Anima.
- Aki, per te e lui è il momento di tornare. - disse una voce femminile, ma non si trattava di Diana: era Amelia, una dei Giudici delle Anime; la Kino prese la sfera argentata e i due vennero teletrasportati nel Regno di Mezzo.
 
 
Nel Regno della Vita…
 
Diana aveva assistito a tutta la scena, ma non dalla cima della Torre del Cielo, ma da una piccola fonte d’acqua nei sotterranei della torre.
- Ichinose avrà anche voluto riportare Tsurugi tra i Demoni, ma lo avrebbe solo ritrasformato in un Globo dell’Anima: non lo avrebbe fatto tornare un Diavolo. Ora però è meglio pensare a un modo per guarire Tenma. -
La Divinità della Vita si mise in contatto mentale con gli altri Comandanti delle Guardie per fare in modo che si recassero all’Isola dell’Est; quando ebbe finito, toccò un simbolo a forma di ali d’Angelo nel muro, e dalla fonte d’acqua comparve un pilastro di roccia di altezza media sul quale vi erano cinque rose bianche, ma erano diverse dalle altre: quattro erano circondante da un’aura argentata, e l’ultima da una dorata.
La Dea prese una di quelle circondate dall’energia color argento:
- In queste rose è racchiusa l’energia benefica del Regno della Vita prima che l’isola principale andasse distrutta.
Tsurugi non corre pericolo: il fatto di essere stato un Diavolo tempo fa gli ha permesso di sopravvivere senza conseguenze, ma per quel che riguarda Tenma… è meglio usare una di queste rose. Ora è meglio che vada a controllare come se la cava Kirino. -
Mentre Tsurugi stava tornando nel Regno della Vita, e Aki si trovava nel Regno di Mezzo, sulla Terra stava per cominciare una nuova lotta.
 
 
Angolo di Emy
Dopo qualche giorno di assenza sono tornata!
Questo capitolo non mi piace molto, anche perché non avevo molte idee su come continuarlo…
Spero ugualmente che vi piaccia.
Baci
Emy 

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Capitolo 20
*** Due nuovi scontri sulla Terra (Parte 2) ***


Nel frattempo… in un quartiere lontano dalla torre…
 
L’Angelo e il Mietitore si stavano per affrontare, ma una strana luce proveniente da chissà dove li aveva fermati: grazie al quel bagliore, avevano visto la battaglia che si era svolta alla torre della città.
- Un altro dei servi della mia padrona perso per sempre, ma da quel che ho potuto capire, è riuscito a ferire gravemente uno degli Angeli. Uno almeno è fuori, e sicuramente gli altri Comandanti delle Guardie Angeliche saranno ancora fuorigioco. Ora non mi resta che occuparmi di questo che ho davanti, e poi potrò dedicarmi al mio lavoro senza altri problemi. - pensò Shindou, per poi rivolgersi a Kirino:
- è meglio che ti prepari: presto farai la stessa fine dei tuoi amici! - appena finì di pronunciare quella frase, si circondò di energia oscura.
- Vediamo di farla finita in fretta. Presto Turn! - il Mietitore usò l’aura oscura per avvicinarsi con una velocità fulminea: passarono pochi secondi che si ritrovò a pochi centimetri di distanza dalla Guardia Angelica. Stava per colpirlo con la falce, ma si era alzata una nebbia molto più fitta delle volte in cui si erano affrontati in precedenza:
- Che sta succedendo? Dove è finito? - anche se aveva la maschera riusciva a vedere ciò che lo circondava perfettamente, ma in quel caso gli era impossibile. Stava continuando a guardarsi intorno, fino a quando non sentì qualcosa che lo colpiva al viso e che gli aveva tolto la falce dalle mani; intanto, la nebbia si era diradata.
Dopo qualche istante, ricomparve Ranmaru e tra le mani teneva sia la lancia sia la falce del Mietitore:
- Se riuscito a prendermi la falce, ma non hai ancora vinto. - stava dicendo il Demone, quando si accorse di un particolare: la sua maschera era stata rotta in due parti, e ora si trovavano per terra.
- Per fortuna che il cappuccio del mantello mi nasconde ancora il volto. - pensò Shindou, per poi rivolgersi nuovamente al nemico:
- Credi che sia così facile sottrarmi la mia arma? Sei solo un illuso. - dopo quella frase, Takuto schioccò le dita, e la mano con cui l’Angelo teneva la falce si ustionò: l’arma tornò tra le mani del Mietitore, e la maschera si ricompose e tornò a coprire il viso del Demone.
- Molto bene. E ora… - grazie alla falce, Shindou creò una sfera d’energia, ma stranamente risplendeva di una luce argentata. Quando toccò terra, cominciò a splendere ancora di più, e quando ritornò dove si trovava il Demone, quest’ultimo la colpì con la falce.
- Questo colpo l’ho creato proprio per eliminarti. Harmonics! - disse Takuto, e siccome l’Angelo poteva difendersi solo creando la nebbia, venne travolto dal colpo che lo scaraventò lontano dal luogo in cui si trovavano.
 
 
Nel cimitero di Inazuma-cho…
 
Kirino, anche se ancora stordito a causa del colpo, si rialzò aiutandosi con la lancia. Dopo pochi secondi, capì di trovarsi in un cimitero, ma non in uno qualsiasi: in quello in cui il suo corpo era stato sepolto quando era morto.
Prima di perdersi in quel triste ricordo, si ricordò di un particolare.
- Quando uno Spirito Mietitore e un Angelo vengono mandati nuovamente sulla Terra, il posto in cui si ritrovano è un luogo che ha avuto un qualche significato per loro, e se quel Mietitore è finito in questa città, vuol dire che ha un qualche legame con questa città. Prima che quello mi raggiunga, è meglio che cominci le ricerche. - dopo quel pensiero, Ranmaru cominciò a cercare la Scia argentata dell’Anima tra le tombe: quella gli avrebbe indicato la strada giusta.
 
 
Circa mezz’ora dopo…
 
L’Angelo non aveva ancora trovato nessuna scia argentata, e aveva controllato tutto il cimitero, fino a quando non ne trovò una rossastra:
- E questa? È meglio vedere da dove proviene. - pensò Kirino, per poi cominciare a seguire la Scia dell’Anima, e dopo non molto tempo, giunse davanti alla tomba dalla quale proveniva il fumo rossastro.
- Non ci voleva: con questo fumo rosso non si vede niente… AH! - una fitta attraversò la testa di Ranmaru: il Demone che aveva affrontato stava per raggiungerlo.
- è meglio che mi nasconda. - disse tra sé e sé la Guardia Angelica, per poi dissolversi nella nebbia creata dai suoi poteri.
 
 
Pochi minuti dopo…
 
Shindou era arrivato nel cimitero, ma al posto di cercare l’Angelo con cui aveva combattuto, notò la scia rossastra e cominciò a seguirla; com’era accaduto per Kirino, anche Takuto si ritrovò davanti alla stessa tomba.
- Che strano… cos’è questo fumo rosso? - si domandò il Mietitore, e quando assorbì la nebbia rossa con la sua falce, notò il nome scritto sulla lapide.
Il risultato? Cadde a terra, e si trovava in ginocchio davanti alla tomba con la testa fra le mani; per fortuna la maschera impediva che le lacrime si vedessero: non osava immaginare che avrebbe detto quell’Angelo se lo avesse visto piangere. Sicuramente gli avrebbe detto che era un debole o chissà cos’altro.
- Che cos’hai? Perché stai piangendo? - quella voce fece sobbalzare il Mietitore, e quando si girò nella direzione dalla quale proveniva la voce, vide la Guardia Angelica a cui dava la caccia. Come faceva a sapere che stava piangendo? La maschera non doveva essere ben stretta al volto, e per questo lasciava che le lacrime si vedessero, oppure lo aveva sentito singhiozzare.
- Perché… Perché ti comporti in questo modo!? - Shindou si rialzò, riprese la falce che gli era caduta a terra e si allontanò dall’altro.
- Sicuramente penserai che ti trovo un debole, ma quelle lacrime significano una cosa: finora pensavo che i Demoni e gli Spiriti Mietitori fossero spietati, visto quello che hanno fatto ai miei amici, ma ritengo che ci sia qualcosa che unisce Angeli, Diavoli e Umani. - stava spiegando Ranmaru, ma l’altro si era soltanto arrabbiato ancora di più:
- Ti sbagli! Io sono uno Spirito Mietitore, non c’è niente che mi lega agli Umani, e tantomeno a voi Angeli. Per stavolta ti lascerò andare; me ne vado. - dichiarò Takuto, per poi allontanarsi in volo.
In un certo senso, il Mietitore stava mentendo a sé stesso: c’era qualcosa, o meglio, qualcuno che lo legava al Mondo degli Umani, e i ricordi che aveva recuperato quella sera davanti alla lapide, glielo avevano fatto capire.  
 
Angolo di Emy
Non so se la RanTaku è molto presente in questo capitolo, ma spero ugualmente che vi sia piaciuto.
Avete capito quale nome ha visto Shindou sulla lapide per finire in quello stato?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 21
*** Una cura e un segreto nel Regno della Vita ***


Nel Regno della Vita… nell’Isola dell’Est… a casa di Tenma…
 
Tsurugi era riuscito a teletrasportarsi nel Regno della Vita, ma non avendo l’aiuto della Dea ed essendo da solo, arrivò all’Isola dell’Est sfinito: non sembrava, ma viaggiare tra un mondo e l’altro richiedeva un grande impiego d’energie.
Tuttavia, il blu riuscì a raggiungere la casa del Comandante delle Guardie dell’Est, ma non aveva la minima idea su cosa fare: era arrivato da pochi minuti, e sembrava che il castano stesse peggio di prima. Il motivo? Era diventato ancora più pallido di prima, le ali erano diventate di un colore grigio spento e si notava qualche piuma che stava diventando nera.
- Non ci voleva: quando le altre piume saranno diventate nere, sarà perso per sempre. - pensò il blu, per poi tirare un pugno contro la parete. Era la rabbia a farlo agire, ma anche la paura di perdere l’altro nello stesso modo in cui aveva perso la sua vita quando era ancora umano: era successo tutto in un attimo, e lui non aveva potuto fare niente.
- Strano, quando eri ancora un Demone non avrei mai giurato di vederti in queste condizioni. - a parlare era stata una voce femminile; passarono pochi secondi, che l’immagine della Dea della Vita comparve sul terreno proiettata dal bracciale color notte di Kyousuke.
- è proprio vero che è riuscito a farti cambiare. - aggiunse Diana.
- Le pare il momento di fare questi discorsi? Tenma sta rischiando di sparire per sempre! Se è venuta solo per fare quattro chiacchiere, può anche andarsene. - inutile dire che la Signora della Vita ne rimase stupita: nessuno le aveva mai parlato con quel tono, nemmeno Hakuryuu, Yamato e Tosamaru che erano stati anche loro dei Diavoli; quello però non era il momento più adatto per prestarci attenzione.
- Ti volevo informare che conosco un modo per far guarire il tuo amico. Per ora ti posso solo dire di fare attenzione ai venti che provengono dalla torre del Cielo: presto capirai che intendo. - quelle furono le ultime frasi pronunciate dalla Divinità, prima che la sua immagine sparisse.
 
 
Intanto… sulla cima della Torre del Cielo…
 
Diana aveva portato con sé due delle rose bianche dall’aura argentata: era il momento di agire.
- Venite a me Venti che difendete la Torre del Cielo, la Dea della Vita v’invoca. - bastò quel pensiero per fare in modo che le correnti d’aria che circondavano la torre, cominciarono a soffiare anche all’interno dell’edificio grazie ai passaggi segreti, e passarono pochi secondi che raggiunsero anche la cima della torre, per poi circondare Diana.
La Divinità fuse una piccola parte della sua aura azzurro ghiaccio con quella argentata della rosa, e i petali del fiore cominciarono a staccarsi, per poi essere trasportati via dal vento come l’aura della rosa.
In seguito, le correnti d’aria tornarono a circondare la torre.
- Quel potere permetterà ai Comandanti di guarire, ma ci vorrà del tempo. E ora, occupiamoci di Aki e Ichinose. - pensò, per poi usare i suoi poteri per teletrasportare l’altra rosa nel Regno di Mezzo.
 
 
Poco dopo… nell’Isola dell’Est…
 
Kyousuke stava ancora vegliando su Matsukaze, quando una fitta gli attraversò la testa:
- Tsurugi, devi portare Tenma sulla cima del Monte dell’Alba che si trova al centro dell’isola. - neanche il tempo di ribattere, che il dolore alla testa terminò.
- Quella un giorno o l’altro finirà per stancarmi, ma del resto che scelta ho? - il blu prese in braccio la Guardia Angelica, per poi uscire dalla casa dell’amico.
 
 
Al centro dell’isola… in cima al Monte dell’Alba…
 
Tsurugi, anche se poteva volare, ci impiegò un po’ a raggiungere la cima della montagna, ma una volta arrivato, si rese conto di non essere l’unico che era stato mandato lì: c’erano anche Hakuryuu, Yamato Senguuji e Sata Tosamaru che stavano tenendo in braccio, rispettivamente, Shuu, Makoto Kurosaki e Taiyou Amemiya; questi ultimi si trovavano nelle stesse condizioni di Tenma, ma Kyousuke sapeva che era stato il suo Lost Angel a ridurli in quelle condizioni.
Come faceva il blu a conoscere quelle Guardie pur non avendole viste prima? Suo fratello gli aveva spiegato alcune cose, e poi Hakuryuu, Yamato e Sata erano stati dei Diavoli: si può dire che erano sue vecchie conoscenze.
- Non mi sarei mai aspettato di vederti in questo Regno, Tsurugi. - ammise Senguuji.
- Vale lo stesso per te Yamato. Non aspettarti chissà cosa. - ribatté l’albino.
- La volete smettere? Se la nostra Signora ci ha fatti venire qui, un motivo ci sarà. - li riprese Tosamaru.
- Scommetto che anche a voi ha detto che conosceva un modo per farli guarire? - disse loro il blu, indicando con lo sguardo le Guardie che i suoi vecchi amici avevano portato con loro.
Gli altri annuirono, per poi sentire nell’aria un vento freddo: piuttosto insolito per quell’isola, poiché il clima era sempre mite, ma non era ancora finita. Quelle folate di vento circondarono le quattro Guardie, ma le correnti d’aria portavano con loro una strana aura argentata, delle scie color azzurro ghiaccio e dei petali di rosa bianca; dopo qualche minuto, l’aura che quel vento aveva portato fin lì si riversò nei corpi dei quattro Comandanti: questi ultimi cominciarono a riprendere il loro solito colorito, e le ali erano tornate al loro solito colore argentato.
Intanto sul terreno, era ricomparsa l’immagine della Divinità della Vita:
- Vedo che avete deciso di seguire le mie istruzioni; in ogni caso, ciò cui avete assistito, è un incantesimo che li farà tornare normali, ma ci vorranno alcuni giorni. Per il momento, state loro vicino; credo che abbiano bisogno del vostro sostegno più di quello di chiunque altro.
A presto, mie Guardie Angeliche. - dopo quel discorso, l’immagine sparì e le quattro guardie volarono via dalla montagna.
 
 
Intanto… nei sotterranei della Torre del Cielo…
 
Diana era tornata nei sotterranei, e stava osservando le tre rose bianche rimanenti:
- Ogni volta che uso una di queste rose, devo usare una parte del mio potere; quando userò la rosa circondata dall’aura dorata, il Regno della Vita tornerà quello che è sempre stato dall’inizio dei tempi. Per ora, continuerò a proteggere questo mondo fino a quando sarà necessario, in altre parole fino a quando Arelia non sparirà… -
 
 
Angolo di Emy
Forse è inutile che ve lo dica, ma è vero: se mai una delle due Divinità dovesse scomparire, anche l’altra farà la stessa fine.
Cambiando discorso, secondo voi che cosa intendeva Diana quando ha detto che il suo Regno sarebbe tornato quello che è sempre stato?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 22
*** Il destino della Neutrale e del Demone ***


Nel Regno di Mezzo…
 
Aki aveva portato fin lì il Globo dell’Anima di Ichinose, ed era il momento decisivo:
- Vedo che hai deciso di ritornare. Se non sbaglio, avevi detto che non ti saresti mai schierata. - le rammentò Demonio: inutile dire che si ricordava benissimo il giorno in cui lui e Fideo avevano avuto il compito di sottoporre al Giudizio la Kino.
- Demonio, non è il momento di ricominciare con quella storia. - lo riprese l’altro, per poi rivolgersi ad Aki:
- In ogni caso, sei venuta qui per quello che crediamo? -
Lei annuì, e gli consegnò la Sfera dell’Anima di Kazuya; com’era successo poco tempo prima per Tsurugi Kyousuke, comparve nuovamente la piattaforma di marmo su cui si trovava la bilancia d’argento con tre piatti. Fideo mise il globo argentato sul piatto centrale, ma diversamente dalle altre volte, questo cadde subito dal piatto e si posizionò al centro dell’immagine del Sole e della Luna incisa sulla piattaforma, ma non era ancora finita; una rosa bianca, circondata da un’aura argentata, era emersa dalle acque del Lago degli Spiriti, ma appena uscì completamente dall’acqua, di essa rimasero soltanto l’aura e i petali che la circondavano.
Solo i due Signori del Regno di Mezzo sapevano il perché della presenza di quel fiore:
- L’ora sta per giungere. - sussurrò l’Ardena, ma era evidente che non sembrava felice di quella situazione.
- In fondo sapevamo che sarebbe successo, ma non avrei mai creduto che sarebbe accaduto così presto. - commentò il rasta.
I due non ebbero il tempo di dire o fare alcunché, che i petali della rosa sfiorarono la Sfera dell’Anima di Ichinose; in seguito, si sprigionò una luce abbagliante. Il bagliore durò pochi secondi, ma qualcosa era cambiato: Aki era sparita, e al posto del Globo dell’Anima, era comparso un portale.
 
 
All’interno del portale…
 
Kazuya si era ritrovato in una dimensione in cui l’unico elemento presente era la nebbia, ma non era solo: c’erano anche i due Giudici delle Anime.
- Amelia, Alan. Vorrei dire che è un piacere vedervi, ma mentirei. - ammise Ichinose, per poi aggiungere:
- Ora scusatemi, ma devo andare: la mia padrona mi attende. - ma quando cercò di muoversi, i due Giudici lo bloccarono con delle corde fatte d’energia argentata.
- Mi spiace, ma tu da qui non te ne andrai prima di aver capito qual è la realtà dei fatti. - gli disse Alan.
- La realtà dei fatti? Alan, mi stupisci: prima di diventare Giudice delle Anime eri un umano, e poi eri diventato il braccio destro della Signora della Morte. Evidentemente incontrare la tua amica ti ha fatto cambiare. - constatò il castano.
- Stavo per diventare il suo burattino, ma Amelia e la Dea della Vita mi hanno fatto capire che non dovevo continuare a servire la Signora della Morte. - gli spiegò l’argenteo, ma la bionda lo interruppe:
- Ora veniamo a noi, Ichinose Kazuya. Per te, abbiamo deciso di adottare una procedura speciale. - i Giudici lo liberarono dalle corde, e poco dopo comparve una figura dalla nebbia: si trattava di Aki.
- Tu! Che cosa ci fai… - il castano stava per avventarsi sulla Kino, ma Amelia e Alan lo bloccarono nuovamente.
- Come stavo dicendo, di solito è nostro compito fare in modo che qualcuno scelga la sua strada, stavolta sarà Aki a farti delle domande. - gli spiegò Amelia, per poi lasciare la parola alla Neutrale.
- Ichinose, volevo sapere perché sei venuto a Tokyo? Da quelle poche volte che siamo riusciti a sentirci per telefono, mi avevi detto che dovevi essere sottoposto ad un altro intervento a causa degli effetti dell’incidente. Perché sei tornato? - gli domandò la Kino.
Passarono diversi minuti, che però sembrarono un’eternità ai presenti, prima che Kazuya si decidesse a rispondere:
- Lo sapevo che se non fossi stato sottoposto all’intervento avrei potuto rimetterci la vita, ma mi ero finalmente reso conto di una cosa dopo diversi anni, e la persona che lo doveva sapere eri tu. -
- A cosa ti riferisci? - gli chiese nuovamente.
Passò ancora qualche minuto, ma ad un certo punto, il Diavolo sentì una voce nella sua testa che lo spronò a continuare il discorso: erano i Giudici delle Anime.
- A noi non devi dire nulla: quando abbiamo giudicato l’anima di Aki, abbiamo scoperto ogni cosa, ma chi merita di saperlo è lei. - era la voce di Amelia, ma alla sua si aggiunse quella di Alan:
- Tempo fa sei stato corrotto da Arelia, e da allora, hai commesso degli errori; hai la possibilità di rimediare, e come Tsurugi, di dimostrare che ognuno può scegliere la propria strada, basta che sia una decisione giusta per sé stessi e per gli altri. -
Dopo quelle frasi, Ichinose si decise a parlare:
- Mi ero reso conto di provare qualcosa per te Aki, e non era una cotta come credevo anni fa: era qualcosa di più vero e profondo. Decisi di tornare in Giappone per dirtelo, ma prima che potessi informarti del mio arrivo, gli effetti dell’incidente si fecero di nuovo sentire: mi ritrovai nuovamente in ospedale, e quando mi sottoposero all’operazione, quella si concluse nel modo peggiore possibile.
Immagino che tu sappia già il resto, e capirò se deciderai di allontanarmi dopo quello che ti ho fatto, ma qualunque sarà la mia sorte, andrò avanti sapendo di averti detto tutto questo. -
La Kino stava per rispondere, ma qualcosa li fermò: in quella dimensione, erano comparsi dei petali di rosa bianca, accompagnati da un’aura argentata, che circondarono Aki e Kazuya.
- Che cosa sta succedendo? - domandò la Kino ai due Giudici, ma i due erano già spariti; a rispondere, ci pensò la stessa Divinità della Vita, comparsa all’improvviso in quel mondo:
- Aki, tu ti sei schierata dalla parte degli Angeli per salvarlo, e il tuo compito è concluso; tuttavia, non posso mandare nessuno di voi due nei rispettivi mondi. Era come se entrambi avevate il cuore diviso tra l’amore che provavate l’uno per l’altra, e il dolore della perdita, e questo non vi permette di restare nei due Regni, ma non preoccupatevi: in tutto questo tempo, mi è venuta in mente un’alternativa. - dopo quella spiegazione, Diana spalancò le ali, e da esse si sprigionò una luce abbagliante.
 
 
Nel Regno di Mezzo… sulle sponde del Lago degli Spiriti…
 
Il portale era scomparso, e l’unica ad esserne uscita era Diana: Aki e Ichinose erano come spariti.
- Diana, dove sono finiti? - le domandò Fideo, e la Dea mostrò loro due sfere, ma risplendevano di una luce argentata screziata da sfumature nere.
- Eccoli qui. Sapevo che non potevano tornare nei Regni, e mi è venuta in mente un’altra soluzione. - la Divinità usò i suoi poteri sui due globi, e questi si unirono, per poi dissolversi in una scia di luce che venne trasportata via dal vento.
- In uno dei due Mondi si sarebbero sentiti come in una prigione, così ho deciso di rimandarli sulla Terra. Possiamo solo sperare che abbiano una vita migliore di quella che hanno avuto. - i due Signori del Regno di Mezzo non potevano essere più d’accordo, ma sapevano che i Regni della Vita e della Morte sarebbero potuti scomparire da un momento all’altro.
 
 
Angolo di Emy
Lo so che questo capitolo è un po’ più lungo, ma spero di aver fatto un buon lavoro con la IchiAki, e probabilmente è l’ultima volta che vedremo Aki e Kazuya in questa fic, ma non ho ancora deciso.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 23
*** Ricordi perduti nel Mondo degli Umani ***


Qualche giorno dopo… nel Mondo degli Umani… a casa di Kirino…
 
Shindou era ancora scosso a causa dei ricordi che aveva recuperato al cimitero poco tempo prima: come sempre, erano stati preceduti da una dolorosa fitta alla testa, ma quella volta, erano riferiti alla sua infanzia; come in quelli riferiti alla sera della sua morte, c’era stata una parte più scioccante delle altre: il Mietitore aveva sei o sette anni in quella visione. Un giorno, mentre stava suonando al pianoforte, aveva visto fuori dalla finestra altri bambini che stavano giocando in un parco vicino a casa sua; uno di loro aveva capelli rosa raccolti in due codini e occhi azzurri. Inutile dire che Takuto cominciò a credere che quel bambino fosse proprio Kirino, ma il rosa aveva detto che non si erano mai conosciuti prima di incontrarsi di fronte alla villa del pianista ormai in rovina… o almeno, non che lui se lo ricordasse…
- è proprio come la volta scorsa: non capisco il perché della ricomparsa di questi ricordi, ma stavolta nemmeno il senso! Perché in quella visione era presente un bambino identico a Ranmaru, se nessuno di noi due se lo ricorda? Insomma, abitavamo nella stessa città e nello stesso quartiere!
Ci mancava pure questa! E se si considera anche la presenza di quell’Angelo che non fa altro che intralciarmi, non riuscirò mai a portare a termine il mio compito. - ecco cosa continuava a ripetersi Shindou da quella mattina e ormai era tardo pomeriggio.
Poiché il rosa era uscito, decise di fare l’unica cosa che gli permetteva di calmarsi, e di dimenticare per un po’ i suoi problemi: suonare il pianoforte; così si diresse nel salotto, e cominciò a suonare la Melodia delle Tenebre.
- è strano… ogni volta che suono questa musica, è come se i miei ricordi svaniscano poco a poco. Perché? - al Mietitore era ormai chiara una cosa: se voleva capire il senso di quelle visioni, fare in modo che scomparissero, non gli era di alcun aiuto.  
- Di questo passo non otterrò niente. Tanto vale che esca a farmi una passeggiata. - pensò il castano, per poi smettere di suonare e uscire di casa. Decise di dirigersi nel parco che aveva visto nell’ultima visione, sperando che lo avrebbe aiutato a recuperare in parte la sua memoria.
 
 
In un parco poco lontano dalla casa di Kirino… in una zona nascosta…
 
Ranmaru era tornato in quel parco dopo diverso tempo. Per lui aveva un significato particolare: quel luogo aveva segnato il giorno in cui aveva saputo dell’esistenza degli Angeli e dei Demoni. Si ricordava benissimo com’erano avvenuti i fatti: aveva appena cominciato la seconda media, e una sera, quando stava facendo una passeggiata ed era finito in quel parco, aveva visto un ragazzo sui vent’anni che indossava un’armatura bianca e aveva grandi ali argentate e un’aureola dello stesso colore: aveva lunghi capelli turchesi e gli occhi marroni, di cui il sinistro era coperto da un ciuffo dei capelli, ma la cosa strana, era che solo lui era in grado di vederlo. Quel ragazzo gli aveva detto che doveva andarsene da lì, oppure avrebbe fatto una brutta fine, e infatti, poco dopo era comparso un ragazzo che sembrava avere la stessa età del primo, ma aveva occhi castani e capelli tenuti da una fascia arancione, indossava un’armatura nera e aveva delle ali nere da Demone. Mentre i due si affrontavano, il rosa si era allontanato, ma un raggio nero lo aveva colpito e aveva riportato diverse ferite; dopo essersi risvegliato, si trovava già nel Regno della Vita.
Lì aveva rivisto l’Angelo dai capelli turchesi, e il rosa venne addestrato come Guardia proprio da lui; all’improvviso, l’altro si era dovuto dirigere nuovamente sulla Terra, e da allora non lo aveva più rivisto. Già sì immaginava la fine che aveva fatto…
E in quel momento, dopo quasi un anno dal suo ritorno sulla Terra, era tornato lì lo stesso giorno in cui era morto la prima volta.
- è incredibile: il tempo sarà volato, ma questo posto non è cambiato molto. - dopo quel pensiero, si guardò intorno come perso nei ricordi: gli unici elementi che facevano parte di quel luogo erano un prato circondato da dei ciliegi, ormai in fioritura, e un piccolo laghetto in cui continuavano a cadere dei petali bianchi, probabilmente mossi dal vento.
Intanto, la Luna era appena comparsa nel Cielo e illuminava quello specchio d’acqua di un alone argentato.
Kirino non se ne era accorto, ma non era da solo in quel luogo…
 
 
In quello stesso parco…
 
Shindou era arrivato lì, ma non aveva ancora avuto nessuna visione. Proprio quando stava per andarsene, notò due alberi piuttosto vecchi uno vicino all’altro, e un piccolo spazio tra i loro tronchi formava una specie di passaggio segreto tra gli alberi. Decise di percorrerlo, e una volta arrivato alla fine, si ritrovò davanti un prato circondato da ciliegi in fioritura e un laghetto dove risplendeva il riflesso argentato della Luna, ma non era finita lì: seduto vicino alla riva del lago, c’era Kirino, ma quando il castano si avvicinò, notò qualcosa che stava rigando il volto dell’altro. Che fossero lacrime? Piuttosto strano, poiché il Mietitore non lo aveva mai visto piangere da quando lo aveva incontrato.
Intanto, Takuto si era avvicinato ancora di più al rosa, per poi sedersi vicino a lui:
- Kirino. - lo chiamò il castano, ma quando l’altro si girò, al Mietitore era chiara una cosa: quelle gocce sul volto di Ranmaru erano proprio lacrime.
- Shindou? Perché sei qui, e come hai fatto a trovare questo posto? - gli chiese il rosa.
Il castano non rispose, si limitò ad alzarsi e a porgere la mano all’altro:
- Torniamo a casa. - gli disse semplicemente, e Kirino, dopo qualche attimo, si asciugò le lacrime, e afferrò la mano di Takuto.
Kirino non avrebbe mai ammesso che erano quelle parole ad averlo colpito: come si era detto tempo prima, in qualche modo lui sarebbe sempre rimasto legato al Regno della Vita, e l’unico legame che gli rimaneva nel Mondo degli Umani… era proprio Shindou.
- Scommetto che un giorno, un Mietitore verrà a prendere la sua anima. Se mai dovesse succedere, non permetterò che accada. -
 
 
Angolo di Emy
Immagino avrete capito chi erano l’Angelo e il Diavolo che si erano affrontati il giorno della morte di Kirino, ma voglio sentire ugualmente le vostre opinioni.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 24
*** Il momento della verità ***


Nel Regno della Morte…

Arelia era furibonda e stavolta per due motivi:
- Ichinose è tornato umano, e sicuramente Diana gli avrà fatto qualcosa per impedire di riportarlo dalla mia parte! E come se non bastasse… - prima di pronunciare quell’ultima frase, rivolse uno sguardo carico di tutto l’odio che provava verso gli Angeli e il Regno della Vita all’ultimo pezzo della Sfera dell’Anima di Takuto.
- Il colore di questo pezzo del Globo dell’Anima sta diventando sempre più chiaro! Durante l’ultima strage ho usato Endou e quell’altro Angelo dai capelli turchesi per evitare di sparire, ma stavolta non so come cavarmela… avevo programmato di usare Tsurugi oppure quell’inetto di Kazuya nel caso in cui si fosse verificata quest’eventualità, ma ora mi sento come in un vicolo cieco… Che cosa posso fare!? - ecco cosa stava continuando a ripetersi da diverso tempo, ma poi le venne un lampo di genio: tornò sul suo trono di pietra, ed evocò uno schermo di cristallo rosso. L’immagine che comparve su di esso ritraeva il suo servo e Kirino che si stavano affrontando per l’ennesima volta.
- Se non voglio sparire, devo fare in modo che Shindou scopra la reale identità del suo partner: dopo aver saputo che l’altro gli aveva mentito per tutto quel tempo, mentre lui aveva cercato di dimostrarsi suo amico, vorrà senz’altro affrontarlo e lo eliminerà una volta per sempre! AH AH AH!!! - dopo quella risata, si ricompose e prese tra le mani l’ultimo Frammento dell’Anima di Takuto e usò i suoi poteri per fare in modo che assunse una colorazione rossa rosacea.
 
 
Intanto nel Mondo degli Umani…
 
L’Angelo e il Mietitore si stavano affrontando, ma non era minimamente paragonabile allo scontro che aveva preceduto il ritrovamento di alcun dei ricordi di Shindou: entrambi erano migliorati e avevano acquisito dei nuovi poteri.
Takuto aveva creato una sfera d’energia oscura con i suoi poteri, e questa venne circondata da cerchi concentrici blu e da note viola:
- Fortissimo! - disse il Demone, per poi colpire la sfera con la falce e mandarla in direzione dell’Angelo.
Quest’ultimo però creò ancora la nebbia, ma al posto di disorientare il Mietitore, la usò per rinchiudersi in una barriera d’energia color verde acqua.
- Come puoi vedere, non sei l’unico ad aver acquisito dei nuovi poteri. E non è finita qui! - lo ammonì Kirino, mentre i suoi capelli stavano acquisendo una colorazione violacea e gli occhi stavano diventando color verde acqua.
Dopo quella trasformazione, Ranmaru puntò la sua lancia contro il Demone, e dalla punta metallica partirono diversi globi d’energia color verde acqua che però non colpirono Shindou.
- A che serve scagliarmi quelle sfere se non puoi nemmeno colpirmi? - gli domandò Takuto.
L’Angelo non rispose, si limitò a schioccare le dita: dopo quel gesto, le sfere che aveva creato con la sua lancia e che si erano disposte intorno al Mietitore, si avventarono su quest’ultimo; in seguito, si era creato un bagliore che accecò per qualche secondo i due, ma non appena si attenuò, Kirino notò che il Demone, anche se in parte, era riuscito a difendersi dai suoi colpi creando una barriera oscura con la sua falce.
- Tanto perché tu lo sappia angioletto, non ho ancora finito. Quel potere non era la mia arma segreta. - Shindou schioccò le dita, e la mano con cui Ranmaru teneva la sua lancia si bruciò, e l’arma andò al Demone.
- Anche se puoi trasformarti per raggiungere il massimo potenziale, credimi: non ti basterà contro di me. - gli fece notare il Mietitore.
L’Angelo stava per ribattere, ma una fitta al petto lo fermò:
- Anche se la Dea della Vita mi ha avvertito più di una volta, perché è accaduto nel momento meno adatto? Sto ritornando umano, e non posso permettere che succeda proprio adesso: devo tornare a casa e usare quell’oggetto che la mia Signora mi ha dato prima di tornare nel Mondo degli Umani. - pensò Kirino, per poi rivolgersi al Mietitore:
- Per stavolta hai vinto: ringrazia che ho un piccolo contrattempo. -
L’Angelo volò via, ma l’altro non sembrava credere a quelle parole:
- Mi spiace angioletto, ma tu non te ne vai in questo modo. - pensò il Demone, per poi mettersi ad inseguire l’altro.
 
 
Nel Regno della Vita…
 
Come la Dea della Morte, anche Diana aveva assistito a tutta la scena, ma una cosa era cambiata dalle altre volte: ogni giorno che passava, si sentiva sempre più debole.
- Il momento si sta avvicinando, ma stavolta non permetterò che altri ci rimettano com’è successo a Kazemaru e a Endou: questo guaio lo abbiamo creato io e Arelia, e noi due dobbiamo pagarne il prezzo.
In ogni caso, Kirino sta per cacciarsi in un problema: se uno viene a sapere della vera identità dell’altro… la situazione peggiorerà per entrambi. - dopo quel pensiero, la Divinità della Vita si alzò a fatica dal trono di ghiaccio per dirigersi alla fontana, ma un’improvvisa scossa di terremoto la fece cadere a terra: anche quelle scosse erano il segno del cambiamento che stava per avvenire.
Dopo essersi rialzata, si avvicinò alla fontana e, grazie ad un raggio congelante scagliato nell’acqua, la Dea creò una spada: era costituita da una lama metallica su cui erano incise delle rune e l’elsa era dorata e vi erano incastonate quattro piccole gemme, lo smeraldo, lo zaffiro, il topazio e il rubino.
- Non avrei mai voluto ricorrere a questa spada, ma Ranmaru non potrà difendersi dal Mietitore senza la sua lancia. - dopo quel pensiero, un corvo che indossava un’armatura argentata sulle ali e dagli occhi di un insolito color zaffiro comparve nel cielo, e si posò sul braccio di Diana; lei gli consegnò l’arma e gli sussurrò:
- Consegnala a Kirino, mio fedele messaggero. - gli disse, e il corvo chinò la testa in segno di assenso, per poi prendere tra gli artigli la spada e volare via attraverso un portale.
- Quell’uccello è stato uno dei tanti segni che Arelia ha lasciato in questo mondo, ma non mi ha mai tradito finora. - Diana si diresse nuovamente al suo trono di ghiaccio.
- Kirino… il tuo futuro e quello del Mietitore dipendono da te. Quando entrambi saprete la verità, qualunque scelta farai, spero sarà quella giusta. -
 
 
Angolo di Emy
Eh sì: nel prossimo capitolo ci sarà la grande rivelazione, ma scrivere questo capitolo non è stato molto facile, forse per il cambio continuo d’ambiente.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 25
*** Lacrime di dolore e rabbia nel Mondo degli Umani ***


A casa di Kirino…
 
L’Angelo, anche se con fatica, era riuscito a raggiungere casa sua, inconsapevole del fatto che il Mietitore lo aveva seguito.
- Sarà che quando sono in forma angelica posso anche attraversare i muri, ma se vado avanti così, non riuscirò nemmeno a far questo. Devo fare in fretta. - il rosa era riuscito a raggiungere la sua camera, ma si vide costretto al suo aspetto normale perché troppo debole, sia per usare la forma potenziata sia il travestimento: l’oggetto che la Dea della Vita le aveva affidato si trovava lì, ma quando stava per avvicinarsi al punto in cui lo aveva nascosto, si ritrovò davanti al Mietitore.
- Era ora! Finalmente ti ho… - il Demone si bloccò a metà appena capì chi aveva di fronte: era Ranmaru, ma perché indossava l’armatura delle Guardie Angeliche? Glielo aveva nascosto per tutto quel tempo?
Mentre continuava a farsi domande, Shindou non si era accorto che la falce e la lancia gli erano cadute di mano, e che le lacrime avevano ripreso a scorrere; tuttavia, il rosa non fece niente per riprendersi la sua arma: era rimasto come ipnotizzato. Per un attimo, gli era sembrato di rivedere il Mietitore nello stato in cui si trovava in quel cimitero, e come quella volta, aveva visto le lacrime fuoriuscire dalla maschera.
Senza accorgersene, l’Angelo si avvicinò:
- Che cos’hai? Un attimo fa volevi togliermi di mezzo, e ora ti comporti in questo modo? - gli domandò Kirino, per poi prendere tra le dita la maschera del Demone.
- Tu mi hai visto senza travestimento, e mi sembra giusto che io sappia con chi mi trovo a che fare. Posso? - gli chiese riferendosi alla maschera, ma l’altro non gli rispose, si limitò a fargli un cenno con la testa.
Il rosa lo interpretò come un “sì”, e lentamente tolse la maschera dal viso del nemico, ma si rese conto che sarebbe stato meglio non sapere chi si nascondeva dietro di essa: dopo aver visto il volto dell’altro, indietreggiò, tenendo sempre la maschera fra le mani.
- Non è possibile… sei tu Shindou? - inutile dire che Ranmaru non credeva che quello davanti a lui fosse davvero Takuto, ma fu costretto a dare ascolto alla parte che gli diceva che quello era tutto vero: il castano gli aveva preso una mano, e la aveva premuta contro la sua guancia.
- Sì, sono io. - rispose semplicemente il Mietitore, per poi aggiungere:
- è proprio vero quello che si dice di voi Angeli. Pur di mantenere il vostro segreto, non vi fate scrupoli ad ingannare chi vi sta intorno. - dopo quella frase, Shindou gli lasciò la mano.
- Ti ricordo che anche tu mi hai tenuto nascosto la tua vera identità per tutto questo tempo! - ribatté il rosa, ma il castano non lo stava più ascoltando:
- Ora che hai scoperto chi sono veramente, ti dirò perché mi sono avvicinato a te: dopo il nostro incontro nella mia villa, mi serviva una copertura o non sarei riuscito a svolgere il mio lavoro, e averti trovato è stato il pretesto perfetto; sappi una cosa: anche se avevo cominciato ad avere dei sospetti su di te dopo aver visto le nostre tombe in quel cimitero, non ti perdonerò mai per quello che hai fatto.
Ti aspetto fra tre giorni nella zona nascosta di quel parco: lì potremo risolvere la questione definitivamente. Vedi di esserci. - dopo quel discorso, il Demone sparì nel nulla, portando con sé la falce e la lancia, ma non era il particolare importante… o almeno, non per Kirino.
L’Angelo, intanto, si era lasciato cadere sul letto, e stava fissando la maschera che aveva ancora tra le mani.
- Tutti quelli che avevo accanto se ne sono andati: prima i miei genitori, dopo Kazemaru e adesso anche Takuto… perché? - ormai Ranmaru aveva dimenticato l’oggetto che era tornato a prendere, e anche il destino che lo attendeva: aveva in mente solo il Mietitore e… le parole che gli aveva detto prima di andarsene.
Sapeva che delle lacrime avevano cominciato a solcare il suo volto, ma non era cosciente del fatto che una finestra era stata aperta, e che sul pavimento giaceva una spada proveniente dal Regno della Vita.
 
 
Intanto… alla villa di Shindou…
 
Dopo essersene andato, il Demone era tornato a casa sua, ma al contrario di ciò che pensava, non era stata completamente rasa al suolo: una parte era ancora intatta, e lui si diresse in quella che era la sua camera. Una volta arrivato, ritornò umano e si stese sul letto: aveva ancora in mente il viso di Kirino quando gli aveva detto la verità.
- In un certo senso, anch’io ho sempre portato una maschera anche quando ero umano… un momento! Ma cosa vado a pensare? Lui mi ha mentito per tutto questo tempo! Non mi farò ingannare un’altra volta! - delle lacrime solcarono anche il suo volto, ma a differenza di quelle di Ranmaru, erano un misto di tristezza per la sua scoperta, e di rabbia per essere stato ingannato.
- Allora perché mi sento così male? - fu l’ultima domanda che si pose, prima di addormentarsi.
 
 
Nel frattempo… nel Regno della Vita…
 
Inutile dire che Diana aveva assistito a tutta la scena, ma in quello stesso momento, il suo corvo aveva fatto ritorno:
- Hai fatto ciò che ti avevo chiesto? - domandò al rapace che si era posato sul suo braccio.
Il corvo annuì, ma quando stava per andarsene, la Divinità lo fermò:
- Aspetta, dovresti fare ancora una cosa per me. - dopo quella frase, la Dea fece apparire dal nulla due fogli su cui erano scritti dei messaggi in alfabeto runico. Li arrotolò, per poi legarli: uno con un laccio nero, e l’altro con uno argentato; dopodiché, li diede al rapace.
- Quello col laccio nero consegnalo ai due Signori del Regno di Mezzo, e l’altro ai Giudici delle Anime. - gli disse, e l’uccello spiccò nuovamente il volo.
- In fondo avresti dovuto prevedere che sarebbe andata così… Kirino, la verità a volte fa male, ma su una cosa ti devo contraddire: Shindou stava tornando ad essere colui che era quando si trovava con te, e ora devi fargli capire i suoi errori. Confido in te. -
 
 
Angolo di Emy
Mi sento uno schifo… forse perché ho rovinato una delle mie pairing preferite. Debby, Chia, Erica, vi autorizzo a linciarmi se lo riterrete necessario…
E ora un piccolo avviso: domani riprenderò ad aggiornare la mia raccolta sui personaggi di IE GO, ma non penso che la farò durare molto.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 26
*** Prima dello scontro finale ***


Nel Regno della Morte… nella Caverna dell’Incubo…
 
Se prima Arelia era più infuriata che mai, in quel momento scoppiava di felicità:
- AH AH AH! Adesso che il mio servo ha scoperto la vera identità di quel ragazzo che aveva accanto, lo toglierà di mezzo definitivamente! AH AH AH! E finalmente, potrà continuare a portarmi le anime senza quegli insulsi ragazzini dalle ali bianche tra i piedi! AH AH AH! - mentre continuava a ridere, il cerchio di rune rosse che si trovava al centro della sala si era illuminato e, com’era stato portato nel Mondo degli Umani, il Mietitore era tornato dalla sua padrona.
- Mia Signora, sono tornato e vi ho portato ciò che volevate all’inizio della missione. - la informò Shindou.
- Molto bene, ma i piani sono cambiati: ora che hai scoperto l’identità di quell’Angelo, dovrai toglierlo di mezzo per sempre. - Takuto stava già tornando verso il portale, ma la Divinità della Morte non aveva ancora finito:
- Aspetta. Prima che tu te ne vada, mostrami le anime che hai catturato. - a quelle parole, la falce venne avvolta dell’aura oscura del Mietitore, e dal metallo cominciarono ad uscire diversi Globi dell’Anima, alcuni neri, altri argentati; la Dea scartò le sfere color argento e prese le altre, avvolgendole della sua aura rossastra: ci fu un bagliore accecante di colore rosso, ma quando la luce si attenuò, i Globi dell’Anima neri non c’erano più, al loro posto vi era una rosa di un insolito colore nero violaceo, avvolta da un’aura rossa rosacea.
- Come avrai capito, ho creato questa rosa con le anime corrotte che mi hai portato: ti permetterà di raggiungere il massimo potenziale.
Se devi distruggere quell’Angelo, tanto vale farlo bene. - gli spiegò Arelia, per poi concentrare una piccola parte del suo potere nel fiore. Di esso rimasero solo i petali e l’aura che lo circondava; questi avvolsero il Mietitore, e dopo un nuovo bagliore rossastro, qualcosa era cambiato: al posto del mantello, Shindou indossava un’armatura nera, i suoi capelli erano diventati color pece e gli occhi color sangue, e la sua falce aveva acquisito una seconda lama.
- Per un po’ di tempo, rimarrai in questo Regno: vai ad allenarti con i nuovi poteri, e quando dovrai affrontare quel ragazzo, mi aspetto che lo avrai distrutto. - dopo quell’ultimo ordine, Takuto si congedò.
 
 
Intanto… nel Mondo degli Umani… a casa di Kirino…
 
Era già arrivata la sera del primo giorno prima dello scontro col Mietitore, ma Ranmaru aveva ancora in testa il discorso che gli aveva fatto Shindou. Poi si ricordò di un particolare che si doveva essere scordato la sera prima, ovvero il motivo per cui non aveva terminato l’ultimo scontro col Demone:
- Oddio! E pensare che ero tornato qui per prendere quel cristallo! Come ho fatto a scordarmene? - il rosa si diresse verso la scrivania, la spostò di poco e un simbolo a forma di ali d’Angelo, anche se poco visibile, divenne evidente sul pavimento. Kirino lo toccò, e la libreria si spostò, rivelando una nicchia in cui si trovava una sfera simile ai Globi dell’Anima, ma era color blu zaffiro.
L’Angelo lo toccò, e l’aura color zaffiro della sfera si riversò dentro di lui; in seguito, il globo si frantumò.
- Non avrei mai voluto usarlo, ma le circostanze lo richiedevano. Quella sfera mi era stata affidata dalla mia Signora, conteneva una piccola parte dei suoi poteri, ma usarla può diventare rischioso perché non tutti riescono a sopportare una quantità d’energia così elevata. Spero di esserne all’altezza. - pensò il rosa, e all’improvviso, sentì qualcosa un rumore provenire dalla finestra: quando si voltò per controllare, vide un corvo dagli insoliti occhi color zaffiro e con un’armatura argentata che continuava a colpire il vetro col becco.
- Un corvo con un’armatura e gli occhi zaffiri… che cosa ci fa qui? Un momento! I corvi normali non hanno né l’armatura né gli occhi di quel colore! Certo, a meno che… si tratti di un messaggero della Dea della Vita! - Ranmaru si diresse verso la finestra e la aprì, permettendo al rapace di entrare. Quest’ultimo si posò sul braccio dell’Angelo, ma appena lo fece, Kirino si rese conto che l’uccello portava anche un medaglione d’argento su cui era incastonato uno zaffiro; dopo qualche secondo, la pietra s’illuminò, e il volto della Divinità della Vita comparve riflesso sul pavimento:
- Il mio fedele corvo non mi tradisce mai. Kirino, volevo sapere se hai ricevuto l’oggetto che il mio messaggero ti ha portato. -
- Quale oggetto? Questo corvo non mi ha portato proprio… - prima che potesse terminare la frase, il rosa sentì qualcosa che lo tirava per i capelli: era il corvo che continuava a tirargli un ciuffo di capelli vicino all’orecchio per avere la sua attenzione, e quando Ranmaru si voltò, il rapace gli indicò col becco la spada dall’elsa dorata che giaceva sul pavimento.
Diana prese nuovamente parola:
- Visto che l’hai ricevuta, dovrai tornare nel Regno della Vita per qualche giorno e rimanerci fino al giorno dello scontro col Mietitore. Il mio messaggero ti riporterà all’Isola dell’Est. - dopo quella spiegazione, l’immagine scomparve.
- Certo, come può un corvo riportarmi nel Regno della Vita? Non credo proprio che ci riuscirà. - Kirino ritornò in forma angelica, ma quando uscì di casa, il corvo ricominciò a volare, e si trasformò in un rapace gigante.
- Come non detto: eccome se può riportarmi a casa. - pensò il rosa, prima che il corvo lo fece salire su di lui prendendolo con il becco, per poi spalancare le ali ed entrare nel portale.
 
 
Nel Regno della Vita… sopra l’Isola dell’Est…
 
Kirino aveva raggiunto in fretta l’isola, ma il corvo aveva ancora da fare:
- Che vuoi fare? - gli domandò Ranmaru, quando il rapace lo prese nuovamente col becco e lo lanciò nella boscaglia sopra l’isola.
 
 
Nella foresta dell’isola…
 
Tenma si era ripreso, e dopo una giornata passata ad allenarsi con i due fratelli Tsurugi stava tornando a casa, ma ad un certo punto, vide Kirino su un albero:
- Kirino, che cosa ci fai lassù? - gli domandò il Comandante delle Guardie dell’Est.
- è stato il messaggero della Dea della Vita. Mi ha portato sopra l’isola, e poi mi ha lanciato nella boscaglia. - gli rispose il rosa mentre cercava di scendere dal ramo sul quale era caduto.
- Quel minuscolo corvo? Come ha fatto a portarti qui? - gli chiese Kyousuke: aveva visto il corvo dagli occhi zaffiri, e gli pareva impossibile che riuscisse a portare lì una persona e a lanciarla usando il becco.
- Credimi Kyousuke: non sai ancora di cosa è capace la Divinità della Vita. Diciamo che anche il suo messaggero ha qualche potere speciale. - gli spiegò il maggiore dei fratelli Tsurugi.
- Ad ogni modo, perché sei tornato? - gli domandò nuovamente Matsukaze.
- Avrò uno scontro con un Mietitore, e la Signora della Vita mi ha riportato qui perché potessi allenarmi. Ho solo due giorni di tempo. - li informò Ranmaru.
- Puoi andare in una delle grotte del Monte dell’Alba. Lì nessuno ti disturberà. - gli propose il Comandante delle Guardie.
Il rosa accettò: anche se sarebbe stato difficile trovarselo di nuovo davanti, doveva prepararsi come meglio poteva.
 
 
Angolo di Emy
Questo capitolo è leggermente più lungo degli altri, ma più che altro è la parte finale che non mi soddisfa molto.
Spero che vi sia piaciuto.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 27
*** Prove e cambiamenti nei due Regni ***


Nel Regno della Vita… nell’Isola dell’Est… in cima al Monte dell’Alba…
 
Kirino stava continuando ad allenarsi da diverse ore a combattere contro Kyousuke, ma all’ex Diavolo e a Tenma, che li stava guardando, era chiara una cosa: il rosa era troppo distratto per allenarsi come si deve.
- Per oggi può bastare così. - disse ad un certo punto Matsukaze, ma ovviamente Ranmaru aveva qualcosa da ridire al riguardo:
- Non ci siamo allenati abbastanza, e poi devo imparare ad usare questa spada prima dello scontro con Shin… cioè con quel Mietitore. -
- Sarà, ma per il momento è meglio smettere. Sei troppo distratto e andando avanti così non otterrai niente. - gli spiegò Tsurugi, ma venne interrotto dall’altro:
- Un altro modo per la verità esiste, anche se avrei preferito non dover arrivare a tanto… - Kirino sembrò pensarci un attimo, ma doveva aver capito a cosa si riferiva il Comandante delle Guardie perché calò una specie di atmosfera cupa. L’unico che non sapeva a cosa si riferiva era il blu.
- Potreste spiegare anche a me? - chiese ad un certo punto.
- è meglio che ci segui: dobbiamo andare alla Torre del Cielo. - spiegò Tenma, per poi dirigersi verso la torre seguito dagli altri.
Non si erano accorti che parte della vegetazione sotto di loro stava cominciando ad inaridirsi…
 
 
Alla base della Torre del Cielo…
 
Una volta oltrepassata la barriera di correnti d’aria, Tenma toccò un punto preciso in uno dei blocchi di ghiaccio che si trovavano vicino alle mura della torre e si aprì uno dei passaggi segreti; Kirino ci entrò, e il passaggio si richiuse subito dopo, ma Tsurugi aveva ancora delle domande da fare al Comandante delle Guardie dell’Est:
- Potresti spiegarmi dove sta andando e a cosa ti riferivi prima che venissimo qui? Sono stanco di tutto questo mistero. - sbottò ad un certo punto il blu.
- Sì… è giusto che lo sappia anche tu… - gli rispose Matsukaze, per poi riprendere a parlare qualche minuto dopo:
- Questa torre come tuo fratello ti avrà spiegato è composta da diversi piani, accessibili attraverso dei passaggi segreti, ma quello che Kirino ha attraversato poco fa, porta al Livello Proibito della Torre.
Le Divinità della Vita che avevano preceduto la nostra attuale sovrana usavano per scegliere i membri delle Guardie Angeliche: per loro, sia il corpo sia l’anima devono essere preparati quando si deve affrontare un nemico e proteggere ciò che ci è caro, e se come penso il problema di Kirino è qualcosa che gli offusca la mente, ciò che vedrà la dentro dovrebbe aiutarlo. Altrimenti… - Tenma si fermò un attimo.
- Che cosa gli accadrà? - chiese il blu con una nota di curiosità nella voce.
- Per lui le cose potrebbero solo peggiorare: certi Angeli sono usciti distrutti da quelle esperienze, ma ognuno rivive quelle peggiori che ha dovuto passare e di conseguenza gli altri non possono prepararsi in anticipo a quella prova. Proprio per evitare che si continuasse con quella strage, la nostra Signora ha deciso di chiudere quel livello, ma noi Comandanti possiamo mandare qualcuno là se lo riteniamo necessario. -
Inutile dirlo, ma quei due non sapevano cosa avrebbe atteso il loro amico, e intanto, i ghiacci che ricoprivano l’isola stavano risalendo anche la torre…
 
 
Sulla cima della Torre del Cielo…
 
- Così hai deciso di mandarlo là Tenma: anche se mi fido del giudizio di te e degli altri Comandanti, questa può essere stata una scelta piuttosto avventata. Io purtroppo non posso fare niente, anche perché io non ho molto potere in quel livello della torre. - Diana aveva osservato ciò che era accaduto alla base della torre, del resto, niente di quello che accadeva sulla Terra le sfuggiva, figurarsi nel suo Regno.
Tuttavia, quella non sarebbe stata l’unica notizia della giornata, perché ad un certo punto comparvero gli altri Comandanti delle Guardie:
- Perché siete accorsi qui? - chiese loro la Dea, prima di notare le facce trafelate delle Guardie.
- Sta accadendo qualcosa alle isole: mi stavo allenando, quando mi sono accorto che nelle spiagge della mia isola, la sabbia si era trasformata in roccia e le palme erano state incenerite. - spiegò Taiyou.
- L’Isola del Sud non è stata l’unica ad avere dei problemi: in quella del Nord parte della vegetazione è stata congelata, le luci che fluttuano per la boscaglia si stavano spegnendo e il lago si è ghiacciato. - aggiunse Shuu.
- Anche nell’Isola dell’Ovest le cose non sono messe bene: prima di venire qui mi trovavo sulla catena montuosa, e ho sentito delle scosse di terremoto. Quando sono tornato alla base delle montagne, ho notato che alcune case erano state demolite da dei massi, anche se in una zona diversa da quella in cui mi trovavo; mi consola che non ci sono state vittime. - la informò Makoto.
- Sapevo che alla fine sarebbe accaduto, ma non credevo così presto. - pensò Diana, per poi rivolgersi alle Guardie:
- Per il momento, potete solo vigilare sulle isole e sui loro abitanti. Non ho altro da dirvi. - prima che qualcuno dei tre potesse ribattere, la Divinità li teletrasportò via.
Quello era solo l’inizio…
 
 
Intanto… nel Regno della Morte… non lontano dalla Caverna dell’Incubo…
 
Arelia stava osservando personalmente l’operato del suo servo, ma era evidente che affrontare altri Spiriti Mietitori non serviva a molto, anzi, le avrebbe fatto solo perdere degli schiavi, quindi decise di adottare un altro metodo:
- Il tuo compito è allenarti per eliminare quell’Angelo, non fare a pezzi gli altri Mietitori. Seguimi. - gli ordinò alla fine, per poi condurre Shindou in una zona al confine del Regno.
 
 
Nella Caverna dell’Oblio…
 
Dall’esterno era una grotta come tutte le altre, ma all’entrata erano ben visibili due bracieri in cui ardevano due fiamme, una rossastra e una nera, i colori della Divinità della Morte:
- Che posto è questo mia Signora? - le domandò Takuto.
- La Caverna dell’Oblio: il luogo dove acquisirai un potere più grande di quanto tu possa immaginare. Una volta entrato, troverai una strada che ti condurrà ad un bivio; accadrà per altre tre volte, e poi nella sala finale troverai ciò che ti spetta. Io non posso fare niente là dentro, e non vedo cosa riesca a fare tu, ma se vuoi sbarazzarti di quel ragazzino che ti ha ingannato… - Arelia lasciò incompleta la frase, pensando che il Demone ci sarebbe arrivato, poi spalancò le ali e volò via.
Quando fu abbastanza lontana, Shindou si decise:
- Non m’importa di quello che dice: entrerò ugualmente. - quando ebbe oltrepassato l’entrata, la vera Signora della Morte ricomparve: quella che il Mietitore aveva visto sparire era solo un’illusione.
- è meglio che ti prepari, perché se prima continuavi ad avere dei dubbi… lì dentro perderai quei pochi sentimenti umani che avevi acquisito a causa di quell’angioletto. AH AH AH!!! - la Dea lo aveva ingannato, ma non si era accorta che nuovi crateri erano apparsi nel suo Regno…
Anche lì, le cose stavano per cambiare.
 
 
Angolo di Emy
Nel prossimo capitolo vedremo gli allenamenti dei due, ma avrete notato che è accaduto qualcosa nei Regni. Così per curiosità mia, secondo voi che cosa significano?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 28
*** Il Livello dei Ricordi della Torre del Cielo ***


Nel Regno della Vita… nel Livello Proibito della Torre del Cielo…
 
Kirino si era ritrovato in un lungo corridoio dalle pareti azzurro chiaro percorso da fiamme color zaffiro che fluttuavano qua e là, ma ancora non capiva perché quel posto fosse definito “Proibito”.
- Questo posto non mi sembra spaventoso; Tenma avrà sicuramente esagerato. - pensò, ma dopo diverse ore a vagare senza una meta precisa, si ritrovò in uno spazio in cui l’unica cosa presente era una nebbia dall’insolito colore verde acqua, e delle fiamme che fluttuavano qua e là, ma avevano un comune colore rosso-aranciato e non color zaffiro.
Ad un certo punto, la sua testa venne attraversata da una fitta come quelle che aveva quando veniva assalito dalle visioni, ma era più dolorosa, tanto da costringerlo a piegarsi in due con la testa fra le mani:
- Ci mancava pure questa: comincio a non sopportare più queste fitte. Spero solo che non sia la Dea della Vita, tempo fa ha vietato a chiunque di avventurarsi qui. - il suo timore però non divenne realtà: non si trattava della Divinità della Vita, ma dei ricordi del rosa.
E sfortunatamente, si trattava di alcuni dei più dolorosi:
  • Il suo incidente dopo aver visto per la prima volta un Angelo e un Diavolo.
  • Uno dei pochissimi momenti in cui era tornato cosciente in ospedale, poco prima di diventare un Angelo.
  • Il suo risveglio nel Regno della Vita, e il fatto di aver scoperto della sua morte.
  • L’ultimo saluto a Kazemaru, prima della strage che aveva causato la creazione delle varie isole.
  • La scoperta della partenza dei suoi genitori dopo il suo ritorno sulla Terra.
  • Il ritrovamento di Hamano e Hayami nei sotterranei della villa del Mietitore.
- Devo andare avanti: è vero che ne ho dovute passare di tutti i colori prima di arrivare qui, ma non ho intenzione di fermarmi proprio adesso. - dopo quel pensiero, la nebbia svanì, rivelando una stanza dalle pareti blu sorretta da quattro pilastri bianchi.
Ranmaru decise di proseguire, utilizzando le scale che fino a quel momento erano rimaste nascoste dalla foschia, e che sembravano condurre al piano superiore.
Non si era accorto che due figure evanescenti, una maschile e una femminile, lo avevano osservato per tutto il tempo:
- Non ha ancora capito. - affermò la figura maschile.
- Vedrai: se non gli è chiaro adesso, capirà ogni cosa al piano superiore. - lo rassicurò l’altra, e i due seguirono l’Angelo al prossimo livello della torre.
 
 
Dopo un’ora circa…
 
Lungo la scalinata non c’erano stati grandi problemi, ma la nebbia e le fiamme fluttuanti continuavano ad esserci:
- Continuo a pensare che la nebbia e il fuoco abbiano un qualche significato, ma non capisco quale. - pensò il rosa, quando si rese conto di essere arrivato in un’altra stanza della torre.
- E fortuna che è possibile accedere all’ultimo piano della torre senza fare sempre queste scale… - si ritrovò in una sala uguale alla precedente, ma al centro c’era uno specchio dalla cornice d’argento.
Quando l’Angelo lo raggiunse, però, al posto della sua immagine comparvero ancora dei ricordi del rosa, ma stranamente non erano spiacevoli: il primo incontro tra Ranmaru e il Mietitore quando erano umani, la prima sera in cui Kirino aveva sentito Shindou suonare, l’abbraccio che si erano dati quando Takuto stava piangendo per un motivo che non sapeva e la serata in cui si erano ritrovati in quella zona nascosta del parco vicino alla casa del rosa; poi ad un tratto, quelle immagini sparirono, perché potesse comparire quella della notte che aveva portato alla fine di tutto: la scoperta delle rispettive identità dell’Angelo e del Mietitore.
- Sono bastati quei pochi minuti perché tutto andasse in fumo: ancora non mi sembra vero. Perché è dovuto accadere? - insieme a quella domanda, erano arrivate anche le lacrime per Ranmaru, e com’era successo pochi giorni prima nel Mondo degli Umani, quelle gocce salate racchiudevano la tristezza dell’Angelo a causa di quella scoperta.
Dopo qualche minuto, Kirino si ricordò di un particolare: da una borsa che aveva portato con sé prima del suo ritorno nel Regno della Vita, prese la maschera di Shindou che era rimasta a lui dalla sera in cui aveva saputo la verità.
- In fondo, è come se entrambi ne avessimo portata una per tutto questo tempo… - quelle parole le disse guardando la maschera del Mietitore, per poi rivolgere nuovamente uno sguardo allo specchio:
- Vorrei sapere se il suo comportamento, quando non sapeva che io ero un Angelo, era una finzione o no. Se voglio scoprirlo e dimostrargli che non ho intenzione di tirarmi indietro, devo accettare quella sfida. - a quelle parole, il vetro dello specchio si ruppe e da esso ne scaturì una luce color zaffiro che avvolse il rosa.
Quando Ranmaru riaprì gli occhi, si ritrovò alla base della torre:
- Kirino! - quando l'Angelo si voltò, scoprì che si trattava di Tenma e Tsurugi.
- Come hai fatto ad uscire? - gli domandò Matsukaze.
- Vorrei saperlo anch’io. Quello che so è che adesso credo di potermi allenare come si deve. - affermò il rosa.
- Sarà, ma non penso che riuscirai a battermi con la spada. - replicò Kyousuke.
- Non ricominciate voi due. Dobbiamo tornare alla nostra isola. - li richiamò il Comandante delle Guardie dell’Est.
Gli altri annuirono, e se ne andarono dall’isola centrale.
 
 
Sulla cima della Torre del Cielo…
 
Anche se con molta fatica a causa del progressivo indebolimento, Diana era riuscita ad usare i suoi poteri per vedere cosa stesse accadendo nel Livello Proibito della Torre: aveva notato quelle due figure diafane, ma le aveva riconosciute benissimo.
- Aki, Ichinose, che cosa ci fate in quel posto, e come avete fatto a ritornare nel Regno della Vita? - domandò loro la Dea della Vita attraverso lo schermo di cristallo blu zaffiro.
- Diana, non ci hai mai rimandati sulla Terra. Non so cosa sia successo, ma ci siamo ritrovati qui. - le spiegò la Kino.
- E quando siano finiti in questa torre, abbiamo scoperto che era proprio la presenza dei Neutrali, il motivo per cui i sovrani di questo Regno non potevano vedere cosa accadesse in questo livello. - aggiunse Kazuya.
- Comincio a pensare che sto perdendo colpi, ma vedo che grazie ai vostri poteri siete riusciti a far capire a Kirino qual è il suo obiettivo. Scusatemi, ma adesso ho altro da fare. - dopo quelle parole, lo schermo di cristallo color zaffiro sparì e la Divinità della Vita si sedette di nuovo sul trono di ghiaccio.
- Non ci voleva… quei due dovevano essere ritornati nel Mondo degli Umani già da un bel pezzo; probabilmente anche i messaggi che ho spedito a coloro che si trovano nel Regno di Mezzo, e che dovevano avere la funzione di rispedirli sulla Terra come Umani non avranno funzionato.
Inoltre, ciò che mi hanno detto i Comandanti delle Guardie è la prova evidente dei miei timori: questo Regno potrebbe… no! Non ci voglio nemmeno pensare!
A questo punto, posso solo aspettare e sperare che le cose si risolvano per il meglio. - quello che Diana non sapeva, era che anche il Regno della Morte rischiava di subire lo stesso destino.
 
 
Angolo di Emy
Spero che questo capitolo vi piaccia, ma se quello di Kirino ha avuto il compito di fare in modo che capisse ciò che doveva fare, quello di Shindou sarà piuttosto diverso.
E per la felicità di Mary (Pikachu9876), sono riapparsi Aki e Ichinose.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 29
*** La Caverna dell'Oblio e le scelte del Mietitore ***


Nel Regno della Morte… all’interno della Caverna dell’Oblio…
 
Shindou si trovava in quella grotta ormai da diverse ore, ma sarebbe già arrivato alla fine se non fosse stato per un piccolo particolare: lì la gravità era molto più alta rispetto a quella della Terra, in pratica stava avanzando sorreggendosi con la falce per evitare di cadere e rimanere schiacciato al suolo. A parte quel dettaglio, la caverna era identica alle altre del Regno: era costituita da rocce magmatiche, e all’interno vi erano dei bracieri in cui ardevano fiamme violacee alternate ad altre di un comune colore rosso-aranciato.
- Capisco perché nessuno entra mai qui: non si riesce a fare un passo che si rimane incollati al suolo! A parte questo, non capisco che ci sia tanto di terribile. È un posto come un altro in questo Regno. - stava pensando il castano, quando ad un tratto si ritrovò davanti ad un bivio: l’entrata al percorso a destra era segnata da due bracieri in cui ardevano delle fiamme color blu zaffiro, mentre l’altra da delle fiamme rosse rosacee:
- Ci mancava pure questa. E ora qual è la strada giusta? - ci mise qualche minuto a pensare quale fosse il percorso giusto per andare avanti, ma nel percorso di sinistra gli parve di udire la melodia che la sua Signora gli aveva dato per la sua missione nel Mondo degli Umani: la Melodia delle Tenebre.
- Andrò di qui, ma la mia padrona mi ha informato che ci sarebbero state altre due biforcazioni: devo fare in fretta. - si disse il Mietitore, prendendo la strada a sinistra.
 
Circa un quarto d’ora dopo… lungo la strada a sinistra…
 
Al secondo bivio, trovò ancora due percorsi, ma quello l’entrata a quello di destra era preceduto da due pozze dalle quali usciva un vapore color verde acqua, mentre per quello di sinistra vi erano due pozzanghere dalle quali s’innalzava un fumo violaceo, ma la gravità era sempre più alta man mano che proseguiva.
- Devo fare in fretta: più vado avanti, più la situazione… - stava per completare la frase quando una folata di vento proveniente dal percorso a destra lo investì, portando con sé dei petali di fiori di ciliegio bianchi.
- Mi ricordano l’ultima sera che ho passato con Kirino, prima di quella maledetta scoperta… Non so se è la scelta giusta, ma prenderò il percorso a destra. - pensò Takuto, per poi incamminarsi verso la strada scelta.
 
 
Una mezz’oretta dopo… lungo il percorso a destra…
 
Shindou stava cominciando a chiedersi se la strada che aveva preso fosse quella giusta, ma i suoi dubbi sparirono quando si ritrovò alla fine del cunicolo:
- Com’è possibile? La mia Signora mi aveva detto che ci sarebbe stato un bivio, ma non una strada che si divideva in tre percorsi! - in effetti, era vero: davanti a lui c’erano tre strade e l’entrata di ognuna di esse era preceduta da dei bracieri. Per il percorso a destra, le fiamme che ardevano nei bracieri erano nere, per la strada a sinistra il fuoco aveva invece un colore bianco, ma per il percorso al centro i bracieri erano spenti.
- AH! La gravità continua ad alzarsi, di questo passo rimarrò schiacciato al suolo, ma stavolta credo di sapere quale prendere. - dopo quella frase, il Mietitore s’incamminò per la strada al centro.
 
 
Un paio d’ore dopo… lungo la via al centro…
 
Takuto era sempre più stanco, ma gli rimaneva soltanto da raggiungere la stanza che doveva trovarsi alla fine del percorso e se ne sarebbe potuto andare; lungo la strada non aveva avuto grossi problemi: del resto, si trattava di un percorso di terra battuta, con alcune fiamme di colore rosso-arancione e blu zaffiro che fluttuavano qua e là, e la gravità era tornata normale.
Il Mietitore, alla fine della via, si era ritrovato in una sala grande quanto il luogo in cui era stato risvegliato dalla Dea della Morte, l’unica differenza era che quel posto era molto più grande, e non c’era quell’anello di rune al centro della stanza.
- A questo punto potrei anche andarmene, ma non ho ottenuto proprio niente. Pazienza: mi sbarazzerò di quell’Angelo con i poteri che mi ha dato la Divinità della Morte. - pensò Shindou, per poi uscire dalla sala, ma l’uscita venne sbarrata da una barriera magica d’energia rossastra.
- E ora che succede? - si domandò il Mietitore, ma dietro di lui comparve una figura dall’aspetto umano, ma fatta d’energia violacea: sembrava avere un’armatura simile a quella degli Angeli, e anche quelle specie di ali che aveva sulla schiena erano molto simili.
- Sarebbe stato troppo facile se mi avessero lasciato uscire da qui, ma non importa: lo sconfiggo e me ne vado. - Takuto cambiò forma, raggiungendo il massimo potenziale, e prese la falce scagliandosi contro la figura fatta d’energia, ma appena riuscì ad avvicinarsi, il suo avversario creò una nebbia color verde acqua. Rimase disorientato, per poi essere colpito dall’essere d’energia; inutile dire che era ancora debole a causa della forza di gravità: quando avevano cominciato a lottare, era tornata ad essere più alta del normale.
Continuò ad attaccarlo, o almeno, ci provò perché ogni volta il suo avversario creava la nebbia per disorientarlo e colpirlo, oppure una barriera d’energia per contrastare i suoi colpi: al Mietitore ormai era chiara una cosa.
- Quell’essere ha gli stessi poteri di Kirino… un motivo in più per sbarazzarmene. - Shindou creò un’altra sfera d’energia come quella che usava nell’Harmonics, ma era rossa e circondata da una specie di fumo viola: quando questa toccò terra, per poi tornare all’altezza del Demone, quest’ultimo la colpì con la falce, ma al posto di rilasciare un raggio d’energia luminosa, ne generò uno rossastro che colpì in pieno il suo nemico e creò un gran polverone.
Quando questo scomparve del tutto, della figura d’energia violacea non era rimasto niente e anche la barriera che bloccava l’uscita era sparita:
- Perfetto. Ora posso andarmene. - disse il Mietitore con un ghigno sul volto, per poi uscire dalla grotta.
 
 
Intanto… nella Caverna della Morte…
 
Arelia aveva osservato tutto ciò che era accaduto in quella grotta: aveva mentito dicendo che non poteva fare niente là dentro o anche solo vedere ciò che succedeva all’interno, ma dalla Dea della Morte cos’altro c’era da aspettarsi?
- Quel posto alla fine si è rivelato utile a qualcosa: è uno dei segni più grandi che Diana ha lasciato in questo Regno. Se il mio servo avesse preso i percorsi contrassegnati dalle fiamme dei colori del Regno della Vita, l’ultimo dei suoi Frammenti dell’Anima che possedevo sarebbe tornato nel Regno di Mezzo e si sarebbe svolto il Giudizio delle Anime. Per fortuna è andato tutto come previsto; ora devo solo aspettare che arrivi il grande giorno: se non sbaglio, ne manca solo uno prima della sfida.
Ora però è meglio che cerchi di capire perché si stanno formando nuovi crateri in questo Regno… - Arelia non lo aveva ancora capito, ma anche per il suo Regno le cose si stavano mettendo male.
 
 
Angolo di Emy
Spero che l’allenamento sia sembrato diverso da quello di Kirino, e se non si fosse capito, ve lo dico io: nel prossimo capitolo vedremo il combattimento tra l’Angelo e il Mietitore.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 30
*** Una visita nei due Regni: le lapidi di Kazemaru ed Endou ***


Poche ore prima dello scontro… nel Regno della Vita… sull’Isola dell’Est…
 
Kirino era tornato nel posto in cui aveva detto addio all’Angelo che lo aveva addestrato come Guardia Angelica: una collina in cui il vento si sentiva più di qualsiasi altro posto dell’Isola, ma era strano perché non avrebbe dovuto esserci quella foschia.
Nonostante quel minuscolo problema, il rosa riuscì ad orientarsi e a trovare l’oggetto del suo interesse: una tomba simile a quelle che c’erano sulla Terra, ma al posto del nome del defunto, vi erano delle frasi incise dallo stesso Ranmaru diverso tempo prima, e vicino ad essa si trovava una camelia bianca, ma con qualche striatura rosata sui petali.
Per me le cose erano cambiate per sempre, ma non lo volevo accettare, soprattutto perché il nostro incontro era stato la causa di tutto; tuttavia, tu mi eri sempre stato accanto, anche se io continuavo a detestarti perché tu e quel Diavolo mi avevate trascinato qui. Col tempo, capì che odiarti non avrebbe risolto le cose, e senza accorgermene, mi avevi fatto capire che per me quello sarebbe stato un nuovo inizio, anche se piuttosto diverso dalla vita che conducevo sulla Terra. Purtroppo, come sei arrivato, così te ne sei dovuto andare: il nostro incontro nel Mondo degli Umani era stato preceduto da una folata di vento, e quello stesso elemento ti ha portato via da quest’isola in seguito all’ultimo combattimento con la Signora della Morte.
Non so dove ti trovi adesso, ma sappi che ti voglio ringraziare: grazie a te sono diventato una Guardia Angelica, ma soprattutto mi sento davvero parte di questo Regno. Grazie di tutto Kazemaru Ichirouta.”
Ecco le frasi che il rosa aveva inciso sulla lapide; la camelia invece la aveva messa lì perché, in un certo senso, era il fiore che rappresentava meglio ciò che il turchese gli aveva fatto capire: Kirino aveva perso la fiducia in tutti quelli che incontrava in quel Regno, e anche la fiducia che le cose sarebbero potute migliorare, ma Kazemaru gliele aveva fatte recuperare, anche se ci era voluto parecchio tempo.
- Era da qualche tempo che non venivi qui, vero Kirino? - il rosa tornò alla realtà, ma vicino alla tomba vi era una specie di spettro: aveva capelli turchesi lunghi fino a metà schiena, di cui un ciuffo gli copriva l’occhio sinistro, l’altro era di colore marrone e la carnagione era leggermente abbronzata. Inoltre, aveva l’armatura e le ali d’Angelo.
- Kazemaru? Come hai fatto a tornare? - gli domandò Ranmaru dopo aver capito con chi si trovava a che fare.
- Infatti non sono tornato: mi trovo in un altro posto in questo momento, ma sono riuscito a mettermi in contatto con te. Ho visto quello che è successo con quel Mietitore, e… mi sembra di tornare indietro nel tempo. - ammise lo spirito, per poi aggiungere:
- è successa la stessa cosa a me con quel Diavolo con cui mi stavo scontrando poco prima che ci incontrassimo per la prima volta, ma ho superato la cosa. -
- Potrei sapere come? A questo punto, si sbarazzerà di me appena ci rincontreremo. - gli disse il rosa.
- Io ed Endou purtroppo ci siamo dovuti sacrificare per fare in modo che i due Regni continuassero ad esistere, ma nel tuo caso, non deve succedere: dovresti provare a farlo ragionare e in qualche modo, a fargli ricordare ciò che vi ha uniti quando ancora ognuno non sapeva dell’identità dell’altro. - gli spiegò lo spettro, per poi svanire nel nulla.
Kirino era più insicuro che mai, ma si diresse verso il Monte dell’Alba, e da lì avrebbe raggiunto la Terra; Kazemaru aveva ragione: avrebbe dovuto provare a parlargli, anche se sarebbe stato difficile.
 
 
Intanto… nel Regno della Morte…
 
Shindou era arrivato in una zona del Regno piuttosto isolata dalle grotte in cui abitavano gli altri Demoni Mietitori e dalla Caverna della Morte, ma in seguito ad una scoperta avvenuta quando era ancora sulla Terra, e voleva sapere qualcosa di più sulla storia dei due Regni: una landa desolata al cui centro si trovava una lapide simile a quelle delle tombe del Mondo degli Umani, ma era fatta di rocce magmatiche, presentava spaccature lasciate dalle lame delle falci degli Spiriti Mietitori e su di essa, non vi era inciso nessun nome.
- Questo è l’ultimo posto in cui Endou Mamoru è venuto prima di sacrificarsi per la salvezza dei due Regni… Ora gli mostro che cosa faccio io ai traditori. - pensò Takuto, per poi colpire il terreno con la falce: quel colpo causò un’enorme apertura tra le rocce dalla quale scaturì una luce violacea. Dopo quel bagliore, l’unica cosa che rimaneva in quella landa era un’enorme spaccatura, ma la lapide era stata ridotta in mille pezzi.
- Kirino Ranmaru, mi hai mentito per tutto questo tempo, ed io che credevo che saremmo potuti diventare amici… Sono stato un vero ingenuo, ma ti consiglio di prepararti, perché diventerai come questo monolito: nient’altro che un mucchio di polvere, anzi no, di te non resteranno nemmeno le ceneri. - dopo quel pensiero, il Mietitore si diresse verso la Caverna della Morte.
Il suo unico pensiero per la testa? Quello di liberarsi dell’Angelo che lo aveva tradito.
 
 
Di sera… nel Mondo degli Umani… nella zona nascosta del parco…
 
Kirino era riuscito ad arrivare lì senza problemi, ma del suo avversario non vi era traccia:
- Tanto vale che mi goda quest’ultimo momento di tranquillità prima dello scontro. - pensò, per poi sedersi vicino al lago e chiudere gli occhi, beandosi di quel momento di quiete. Era tutto come la sera in cui Shindou lo aveva trovato in lacrime davanti allo specchio d’acqua: l’acqua del lago era calma, una leggera brezza soffiava e i petali di ciliegio bianchi continuavano a cadere mossi dal vento.
Tuttavia, quella calma non era destinata a durare, poiché avvertì una presenza oscura non molto lontana da lui; quando riaprì gli occhi, un raggio d’energia di colore nero violaceo era stato scagliato contro di lui.
Ranmaru lo evitò appena in tempo, ma il raggio colpì alcuni alberi di ciliegio facendoli cadere. Non passò molto tempo che dalla boscaglia comparve il Mietitore, ma l’Angelo si rese conto che indossava la stessa armatura che aveva Tsurugi quando era ancora un Demone e che il suo aspetto era cambiato.
- Vedo che non hai perso tempo. - gli disse il rosa.
- Infatti: voglio toglierti di mezzo il prima possibile, così potrò riprendere il mio lavoro senza che ci sia tu ad ostacolarmi. - gli rispose Takuto, per poi scagliare contro di lui un altro raggio nero con la falce; come la volta precedente, Kirino riuscì a difendersi, usando la spada per deviare il colpo.
- Di questo passo non mi presterà mai attenzione a quello che gli voglio dire. A quanto pare dovrò sconfiggerlo, poi magari si convincerà ad ascoltarmi. -
Quello era soltanto l’inizio…
 
 
Angolo di Emy
Scusate se ho messo soltanto un piccolissimo accenno allo scontro, ma grazie ad un piccolo suggerimento di Debby-chan, ho deciso di descrivere come si potevano sentire Kirino e Shindou prima della sfida.
Spero di essere riuscita a fare un buon lavoro.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 31
*** La sera dell'ultimo scontro ***


Ranmaru stava cercando di parlare a Shindou, ma quest’ultimo non aveva la minima intenzione di stare lì ad ascoltare quello che un traditore gli voleva dire.
- Presto Turn. -
Il Mietitore aveva caricato la falce d’energia oscura, per poi usarla per avvicinarsi con una velocità fulminea all’Angelo.
Stava per colpirlo con la falce, ma nella spada del rosa si era accumulata dell’aura color verde acqua che permise a Ranmaru di allontanarsi con la stessa velocità.
- Che potere speciale hai usato stavolta? - gli domandò Shindou, ma l’altro era stupito quanto lui; capì solo un momento dopo che cosa era successo: quello era il Shippu Dash di Kazemaru. Evidentemente, prima di sparire, il suo maestro aveva deciso di lasciargli alcuni dei suoi poteri.
- Se ho alcuni dei suoi poteri, tanto vale usarli bene. - si disse Kirino, mentre la sua arma si caricava nuovamente d’energia color verde acqua, ma stavolta la usò per creare un turbine che avvolse il suo avversario. Dopo qualche minuto, quando il vortice sparì, Takuto venne sbattuto contro il tronco di un albero: riuscì a rialzarsi, anche se era ancora intontito a causa della botta in testa.
- Avrai anche i poteri di uno dei traditori dei due Regni, ma non ti servirà a niente. - lo ammonì il Mietitore.
- Non era un traditore, a quanto pare la tua Signora non ti ha detto come stanno realmente le cose: lui e il Diavolo che consideri un traditore si sono dovuti sacrificare per salvare i due Regni. - gli spiegò Ranmaru.
- Ti sbagli! Erano dei traditori, come lo sei stato tu nei miei confronti! - ripeté Shindou, per poi creare con la falce una sfera d’energia di luce nera, circondata da cerchi concentrici blu e note musicali viola.
- Vediamo se da questo riuscirai a difenderti ora che sono diventato più potente. Fortissimo! - disse il Mietitore, colpendo la sfera con la falce.
- The Mist! - disse il rosa, e dalla sua spada si generò la nebbia, ma questa si limitò a diffondersi nella zona in cui stavano combattendo, senza riuscire a fermare il colpo.
- Che crede di fare con questa nebbia? - si chiese Takuto, ma si riscosse dai suoi pensieri quando vide che dalla foschia era emersa una barriera color verde acqua, al cui interno si trovava il suo avversario nella sua ultima forma, cioè con i capelli viola e gli occhi color acqua.
Ad un tratto, l’Angelo scomparve nella nebbia, mentre il Mietitore non riusciva ad orientarsi in quel posto: ecco a cosa era servito creare la nebbia. Ritrovandosi in quello stato, non poteva difendersi dai fendenti d’energia lanciati con la spada da Ranmaru, ma dopo un po’ di tempo, capì cosa doveva fare:
- Vediamo se ci riesco: non ne posso più di questa situazione bloccata. - pensò Shindou, per poi alzare la sua falce: quando questa venne avvolta da un’aura oscura, l’arma del Mietitore assorbì la nebbia creata dall’Angelo; quest’ultimo, intanto, si trovava a pochi metri da lui.
- E ora che posso vederti, a noi due. - invece di usare i poteri, si affrontarono usando solo le loro armi, ma nessuno dei due sembrava voler cedere il passo. Dopo diversi minuti, Kirino sentì un dolore al petto, mentre vedeva che la sua armatura e le ali stavano scomparendo; la spada giaceva abbandonata sul terreno:
- Non ci voleva, perché doveva accadere proprio adesso? - un altro dolore lancinante precedette ciò che temeva: l’armatura da Guardia Angelica e le ali erano scomparse, indossava la classica maglietta verde, i pantaloni beige e le scarpe nere, e specchiandosi nelle acque del lago, notò che anche il suo aspetto era tornato quello di prima.
- Bene, bene, bene… - Takuto, vedendo che l’altro non sembrava essersi ripreso, si era avvicinato e, approfittando della distrazione dell’altro era riuscito a prendere la spada.
- Sembra che tu abbia deciso di rinunciare, ma se credi che passando alla tua forma umana riuscirai a farmi ricredere sulle mie azioni, ti sbagli di grosso. - gli disse il Mietitore, per poi colpirlo con la spada in un punto molto vicino al cuore.
L’ormai ex Angelo si accasciò a terra, mentre sotto di lui si stava creando una pozza di sangue: che fosse la fine?
 
 
Intanto… nel Regno della Vita… sulla cima della Torre del Cielo…
 
Diana, come sempre, aveva osservato tutto ciò che era accaduto sulla Terra, ma dopo aver visto le condizioni in cui si trovava il rosa, capì che era il momento di agire: attraverso uno dei suoi schermi di cristallo blu zaffiro, si mise in contatto con i due Neutrali.
- Aki, Ichinose, dovete andare sulla Terra e riportare qui Kirino. Dovete fare in fretta, nelle condizioni in cui si trova, temo che tra poco dovrà esalare il suo ultimo respiro, ma stavolta scomparirà per sempre. - bastarono quelle spiegazioni, perché i due chiamati in causa si teletrasportarono sulla Terra.
 
 
Nel frattempo… nel Mondo degli Umani…
 
Shindou, dopo aver colpito Ranmaru, era rimasto immobile davanti al corpo del rosa.
- Rialzati: voglio terminare il prima possibile questo scontro. - gli ordinò il Mietitore, ma Kirino era ancora a terra dolorante e non accennava a rialzarsi.
- Allora, ti vuoi… - non fece in tempo a terminare la frase, che una luce scaturita dal nulla si diffuse in quella zona: quando questa si dissolse, vide Ichinose caricarsi il braccio destro del rosa sulle spalle, mentre la donna stava facendo la stessa cosa col braccio sinistro.
- Ichinose Kazuya, che ci fai con quell’Angelo, e come mai siete qui? Ho una battaglia da terminare. - li informò Takuto.
- E tu non vedi che non è nelle condizioni di continuare? - lo avvisò Aki.
- Poco prima che tu lo colpissi era tornato umano, ma stavolta, potrebbe essere accaduto definitivamente. Per questo si trovava nel Mondo degli Umani: gli era stata data una possibilità per tornare ad esserlo e riavere una vita tranquilla, ma il vostro inaspettato incontro ha cambiato le cose. - spiegò Kazuya, per poi aggiungere:
- O almeno, così la Divinità della Vita pensava prima di vedervi quando eravate umani e nessuno sapeva dell’identità dell’altro. Le cose, anche se soltanto in parte, sembravano tornate alla normalità. -
- Kazuya, dobbiamo andare: temo che per Kirino le cose possano mettersi male. - gli sussurrò Aki.
L’altro annuì, mentre i due scomparivano attraverso un portale creato dalla Dea della Vita.
Shindou, intanto, si era avvicinato alla pozza di sangue su cui prima si trovava il rosa, e vicino ad essa, prese uno dei rametti di fiori di ciliegio: i fiori, prima bianchi, avevano acquisito una colorazione rosata; inoltre, si accorse che il portale era ancora aperto.
- Se quello che mi hanno detto è vero, significa che finora la mia Signora non ha fatto altro che mentirmi: mi ripeteva che quell’Angelo era stato mandato per togliermi di mezzo, ma a questo punto non so più che pensare. -
Quello fu l’ultimo pensiero da parte del Mietitore, mentre si allontanava da quel parco: per tutto quel tempo, era stato portato a compiere scelte sbagliate, sia per lui sia per gli altri. Avrebbe mai trovato un modo per rimediare?
 
 
Angolo di Emy
Stavolta, ho due domande per voi: secondo voi, che scelta farà Shindou? Se ne starà sulla Terra a rimpiangere ciò che ha fatto, o cercherò di trovare un modo per raggiungere Kirino?
A voi l’ardua sentenza, e già che ci sono, vi posso dire che mancano tre, massimo quattro capitoli perché la storia finisca.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 32
*** Il segreto delle Melodie del Cielo e delle Tenebre ***


Nel Regno della Vita… sulla cima della Torre del Cielo…
 
Ichinose e Aki erano riusciti a ritornare nel loro Regno, e in quel momento si trovavano al cospetto della Dea della Vita:
- Quel Mietitore l’ha ridotto piuttosto male; oltretutto, l’ha colpito con la Spada della Vita, una delle due armi in grado di ferire una Guardia Angelica o un Mietitore. A questo punto non saprei dire nemmeno se potrà riprendersi o no… - spiegò triste Kazuya, mentre la Divinità spostava lo sguardo da loro al corpo di Kirino: sebbene il rosa respirasse ancora, aveva lesioni più o meno profonde in diverse zone del corpo e non accennava a risvegliarsi.
Dopo alcuni minuti, Diana si decise a parlare:
- A quanto pare dovrò occuparmene personalmente. - constatò, per poi rivolgersi ai due:
- Portatelo nella stanza situata nei sotterranei, e rimanete con lui fino a quando non arriverò. - i due Neutrali annuirono, mentre Ichinose si caricava Ranmaru sulle spalle e cominciò a dirigersi insieme alla Kino al Giardino delle Rose.
Dopo che furono spariti, la Dea si avvicinò alla fontana, e di conseguenza ad uno degli schermi di cristallo color zaffiro:
- E ora vediamo quale effetto hanno avuto le parole di Aki e Ichinose su quel Mietitore. - disse tra sé e sé Diana, per poi usare i suoi poteri per vedere cosa stesse succedendo nel Mondo degli Umani.
 
 
Nel Mondo degli Umani… ad Inazuma-cho… nella villa di Shindou…
 
Sulla Terra, il Sole stava sorgendo, ma per il Mietitore non era stata una notte tranquilla, a causa di alcuni pensieri che continuavano a tormentarlo da quando Kirino era stato riportato nel Regno della Vita: una parte di lui gli ripeteva che aveva semplicemente eliminato un nemico, ma l’altra parte continuava a dirgli che era riuscito a rovinare in pochi minuti un’amicizia durata alcuni mesi a causa di una semplice bugia, e che aveva fatto del male a un suo amico; non sapendo a quale delle due voci doveva dare ascolto, e consapevole che non sarebbe più riuscito a chiudere occhio, decise di mettersi a suonare: si alzò dal letto, e alcuni raggi di Sole gli illuminarono il volto, poi prese lo spartito della Melodia delle Tenebre che aveva lasciato sul tavolino vicino alla poltrona, e si diresse al suo pianoforte.
Poco dopo essersi seduto, cominciò a suonare, e come sua abitudine, chiuse gli occhi per concentrarsi: per alcuni minuti, gli parve che quei pensieri che non lo avevano lasciato dormire per tutta la notte stessero sparendo, ma quel momento di tranquillità, come i precedenti, non era destinata a durare. Il motivo? Ad un certo punto, gli tornò in mente l’immagine della prima notte in cui Ranmaru lo aveva visto suonare, e poco dopo, il rosa era caduto addormentato sulle sue gambe. Apparvero nella sua mente anche i loro ricordi non legati a quella musica, ma soprattutto quello in cui Shindou lo aveva colpito con la spada vicino al cuore; dopo quelle visioni, riaprì gli occhi, e si accorse che lo spartito era stato capovolto, di conseguenza quella che aveva suonato era la Melodia del Cielo.
- Ecco perché mi sono tornati in mente quei ricordi… un momento! Io sono uno Spirito Mietitore! Non devo avere dei sensi di colpa a causa di uno stupido Angelo! - mentre si rimproverava mentalmente, non si accorse di aver preso la falce, appoggiata vicino al pianoforte, e aver colpito lo spartito con l’aura oscura.
- Perfetto. È proprio vero che ho la testa da un’altra parte… - non riuscì a terminare la frase, perché lo spartito s’illuminò di una luce azzurra, e in mezzo alla stanza comparve un portale color zaffiro:
- Che sta succedendo? - si chiese, ma pochi secondi dopo, dal portale si generò un vortice che circondò Takuto, per poi trascinarlo all’interno di un’altra dimensione.
 
 
Intanto… nel Regno della Vita… in cima alla Torre del Cielo…
 
- Shindou, a quanto pare hai scoperto il segreto delle due Melodie: possono teletrasportare in uno dei due Regni una presenza umana o non umana che suona la rispettiva musica.
Ho visto che continui ad avere dubbi su quello che ti ha detto Arelia, ma non posso lasciarti girovagare nel mio Regno come se niente fosse. - pensò Diana, per poi mettersi in contatto con alcune delle sue Guardie Angeliche.
- Guardie, abbiamo un intruso nel Regno. Impeditegli di avvicinarsi alla torre o alle isole. -
 
 
Nel frattempo… alla base della torre…
 
Il Mietitore si era ritrovato su un’isola che fluttuava nell’aria, ma dove spiccava una torre di un’altezza considerevole, le cui mura erano ricoperte in gran parte dal ghiaccio.
- Dove sono finito? - non fece in tempo a trovare una risposta, che vide quattro vortici che erano stati scagliati nella sua direzione: il primo era un ciclone d’acqua, il secondo era costituito da rocce, il terzo dal fuoco e l’ultimo da una forte corrente d’aria. Proprio quando stava per brandire la sua falce per difendersi, una barriera fatta di un’aura di un colore misto tra verde acqua e un rosso rosato riuscì a respingere i vortici.
- Com’è possibile? Non siamo riusciti a colpirlo. - disse una voce, e dalle correnti d’aria che circondavano la torre, comparvero altri quattro Angeli; sebbene li avesse visti poche volte, Shindou si ricordava di quei quattro:
- Voi siete gli Angeli che ho visto alla God Eden! - esclamò.
- Allora ti ricordi ancora di noi. - disse uno di loro, dai capelli castani legati in una coda che ricadeva sulla spalla sinistra e gli occhi rosso sangue.
- è un peccato che non potrai andare dalla tua padrona a raccontarlo. - disse il secondo, dai capelli corvini e gli occhi color cenere.
- Cambiando discorso, come hai fatto a venire qui? Se non sbaglio, i Demoni non possono venire qui nel Regno della Vita. - gli domandò il terzo Angelo, dai capelli color tramonto e gli occhi color cielo, per poi aggiungere:
- Mi spiace, ma la nostra Signora ci ha ordinato di non farti avvicinare ed è quello che faremo. - dopo quella frase, dalle lance delle Guardie Angeliche partirono ancora quei vortici, ma poco prima che lo colpissero, Takuto toccò la parete dell’edificio, facendo scattare un passaggio segreto che lo portò all’interno della torre.
- Non ci voleva. Una volta che un passaggio segreto viene attivato, rimane inutilizzabile fino al giorno dopo: dobbiamo sbrigarci a trovarne un altro e ad entrare. - disse il quarto Angelo, dai capelli castani e gli occhi color acqua, per poi alzarsi in volo insieme ai compagni.
 
 
Intanto… sulla cima della Torre…
 
Come sempre, Diana aveva osservato ogni cosa, ma doveva fare in fretta e dirigersi al Giardino delle Rose:
- E ora che quel Mietitore è entrato, voglio proprio vedere come si comporterà, se mai riuscisse a trovare Kirino. Se riuscirà ad arrivare incolume nei sotterranei… - dopo quella frase, la Divinità della Vita spalancò le ali, per poi cominciare a volare, in direzione dei sotterranei della torre.
 
 
Angolo di Emy
Non so se questo capitolo mi è venuto molto bene: l’ho scritto ieri sera tardi, e qualche errore può essermi capitato.
Comunque, spero abbiate prestato attenzione alle ultime parole che ha detto Diana in questo capitolo, perché Shindou potrà avere dei problemi all’interno della torre.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 

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Capitolo 33
*** Nella Torre del Cielo (Parte 1) ***


 All’interno della Torre del Cielo…
 
Shindou si era ritrovato in un’enorme sala circolare dalle pareti azzurre e sorretta da quattro pilastri bianchi; tuttavia, faceva molto freddo e in alcuni punti la stanza era congelata, ma non era quello l’importante: doveva trovare Kirino, ma non sapeva nemmeno dove si trovava.
- Ora come faccio a trovarlo? - come se qualcuno avesse ascoltato la sua domanda, un corvo dagli occhi di un insolito color zaffiro che indossava un’armatura argentata sulle ali gli volò incontro e gli tirò una ciocca di capelli come per invitarlo a seguirlo. Il Mietitore si ritrovò davanti ad un punto del muro ricoperto dal ghiaccio e scheggiato in vari punti, ma si accorse che quelle schegge costituivano un percorso per raggiungere i diversi livelli dell’edificio; Takuto gli diede un’occhiata veloce, ma non sapendo dove si trovava Ranmaru, decise di raggiungere la cima della torre.
- Non so perché tu lo abbia fatto, ma ti ringrazio. - disse il Mietitore al corvo, per poi prendere le scale che portavano al prossimo livello dell’edificio. Stava per incamminarsi, quando premette una piastrella nel terreno che rivelò dei fori nei pilastri; non appena mosse un altro passo, da quei buchi fuoriuscirono frecce dalle punte intrise di una strana sostanza di colore blu. Per Shindou non rappresentarono un grande problema, perché con un salto riuscì ad evitarle, ma nei muri colpiti da quelle frecce, si formò del ghiaccio.
- Da quando sono arrivato, non posso più volare: è meglio che faccia attenzione. - si disse Takuto, per poi ricominciare a dirigersi verso il piano superiore. Il corvo lo seguì, ma nessuno dei due si accorse che altri quattro piccoli corvi li avevano osservati per tutto il tempo.
 
 
Intanto… nella Sala dei Nove Corvi…
 
I Quattro Comandanti erano riusciti ad entrare grazie ad un passaggio segreto trovato sotto uno dei blocchi di ghiaccio, ma il Mietitore non si trovava lì. Loro erano finiti nella sala che precedeva i sotterranei: era una stanza circolare come le altre, ma a differenza delle altre, vi erano nove arcate ognuna delle quali delimitata da due pilastri bianchi sui quali si trovavano dei corvi incisi nella pietra: ognuna delle arcate, conduceva ad una scalinata di marmo bianco, ma c’era un motivo se quella stanza si chiamava così. Ognuna di quelle scalinate conduceva ad un determinato livello della Torre, tuttavia, se non si conosceva il luogo dove conducevano, si rischiava di rimanere a vagare in un labirinto senza possibilità di uscire.
I quattro stavano per dirigersi nei sotterranei, ma un altro degli ingressi segreti si aprì e qualcuno entrò: per fortuna, si trattava di Hakuryuu, Yamato, Sata e Kyousuke.
- La Divinità della Vita ha incaricato anche voi di trovarlo, vero? - domandò Taiyou agli altri.
Tosamaru annuì, ma l’albino li interruppe:
- Potrei sapere che ci facciamo ancora qui? Dobbiamo raggiungere i sotterranei. -
- Non ancora: dobbiamo aspettare che arrivi qualcuno. - lo riprese il corvino.
- E chi dovremmo aspettare? - gli chiese Senguuji. Kurosaki lo fissò per qualche secondo, e il compagno capì.
Dopo qualche minuto, da una delle rampe di scale spuntarono quattro piccoli corvi: uno aveva gli occhi color cenere e si posò sul braccio di Shuu, il secondo li aveva color cielo andò da Taiyou, il terzo li aveva rossi e si posò sulla spalla di Makoto, e l’ultimo dagli occhi color grigio perla si diresse vicino a Tenma.
- E questi da dove spuntano? - domandò Tsurugi; le altre Guardie lo guardarono in modo strano, ma ci pensò Matsukaze a rompere quel silenzio:
- Quando Makoto ha detto che aspettavamo qualcuno, si riferiva a questi corvi. Hai presente il corvo che ha riportato qui Kirino per l’addestramento in vista dello scontro con il Mietitore? -
Kyousuke annuì, e Tenma riprese a parlare:
- Quell’uccello, oltre ad essere il messaggero della Signora della Vita, è anche la madre dei nostri corvi, anche se da non molto tempo dopo la loro nascita, la Dea della Vita li ha affidati a noi. - gli spiegò, ma Kurosaki lo interruppe:
- Scusate se v’interrompo, ma dovremo raggiungere i sotterranei: se il Mietitore vuole sbarazzarsi della nostra sovrana e anche di Kirino, si dirigerà sicuramente là. Se riuscissimo a precederlo, potremmo impedire che si avvicini a loro. - gli altri annuirono, per poi seguire Makoto lungo la scalinata posta a nord della stanza. Destinazione: i sotterranei.
 
 
Nel Giardino delle Rose…
 
Diana aveva raggiunto i sotterranei, e i due Neutrali se ne andarono per tornare nel Livello Proibito della Torre.
All’improvviso, poco tempo dopo essere rimasta sola con il rosa, la Dea sentì un dolore lancinante che le attraversò tutto il corpo, e quando si riprese, notò che non indossava più la tunica, ma un’armatura come quelle delle Guardie Angeliche e le sue ali erano diventate un po’ più piccole.
- Non ci voleva: la regressione è cominciata. Se continua così… no! Non è questo il momento di pensarci! - dopo essersi rimproverata mentalmente, premette il punto nel muro che fece comparire il pilastro su cui si trovavano le rose che le avrebbero permesso di guarire Kirino.
Ne prese una, e concentrando una parte dei suoi poteri in quel fiore, l’aura e i petali che avvolgevano la rosa si diressero verso la Guardia ferita, ma non appena lo sfiorarono, Ranmaru cominciò a delirare.
- Non capisco! Che cosa sta succedendo? - si domandò la Divinità, ma l’altra rosa avvolta dall’aura argentata s’illuminò, e sui petali comparve una scritta in caratteri runici color zaffiro: “La Guardia che da un’arma dei due Regni è stata anche solo sfiorata, non potrà più essere curata.
Per la verità, un modo esiste: per guarire, il sangue di un Angelo e le lacrime di un Diavolo bisogna riunire.”
- Non ci voleva… avremo bisogno dell’aiuto dell’intruso per salvarlo, ma sicuramente non ne vorrà sapere di darci una mano, e questo io lo so bene…
Guardie Angeliche, fate presto: ho bisogno del vostro aiuto. -
 
 
Intanto… nel Regno della Morte… nella Caverna della Morte…
 
- Perfetto, ora che non ci sono più Angeli sulla Terra, potrò mandare i miei Spiriti Mietitori per raccogliere le anime di quegli sciocchi umani. - disse, mentre ripensava alla scena che aveva visto la sera prima in quel parco di Inazuma-cho: inutile dire che vedere quell’Angelo ferito, la aveva riempita di gioia.
Dopo qualche secondo, creò uno schermo di cristallo coloro rosso rosaceo, e vide la Signora della Vita che stava cercando di curare Kirino, ma senza buoni risultati:
- Diana, non mi sarei aspettata che avresti deciso di unirti alla plebe del tuo Regno. Non credevo che saresti caduta così in basso… Un momento! Se riesco a vedere ciò che succede nel suo Regno, vuol dire che… AH! - non fece in tempo a terminare la frase che sentì un dolore insopportabile che la costrinse a piegarsi in due e a tenersi la testa fra le mani: quando si riprese, indossava un’armatura nera e le ali da Diavolo erano diventate più piccole.
- No! Non è possibile! La regressione sta per cominciare. Ecco perché il numero di crateri sta aumentando, ma non importa. - la Divinità della Morte cercò di creare un portale per inviare i Mietitori nel Mondo degli Umani, ma quando stava per aprirsi, si richiuse poco dopo, e la Dea non riuscì a riaprirlo.
- Non si può andare avanti così! Anche i miei poteri stanno scomparendo! NO! -
 
Le sorprese non erano finite, per nessuno degli abitanti dei due Regni…
 
 
Angolo di Emy
Forse la long potrebbe durare un po’ di più di quello che avevo previsto, ma non importa: scusate se Shindou non è molto presente, ma ho deciso di dare un po’ di spazio a tutti.
Forse qualcuno di voi avrà le idee un po’ più chiare su ciò che accadrà alle due Divinità, ma non è finita qui.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 34
*** Nella Torre del Cielo (Parte 2) ***


 In un livello della torre… non lontano dalla cima…
 
Sebbene avesse rischiato di essere colpito da qualche freccia come quelle da cui era stato attaccato al suo arrivo, oppure da qualche altro trabocchetto, Shindou era riuscito a percorrere senza troppi problemi i diversi piani della Torre, ma le sorprese non erano ancora finite: era arrivato a quello che, secondo la mappa che aveva visto, doveva essere l’ottavo piano, ma al centro della stanza comparvero altri esseri fatti d’energia come quello che aveva incontrato nella Caverna dell’Oblio, ma l’aura magica di cui era circondato era color zaffiro.
- Sembra che dovrò affrontarlo per arrivare in cima. Se ha le stesse capacità di quello che ho incontrato nel Regno della Morte, sarà una passeggiata. - dopo quella frase, Takuto brandì la falce e si preparò a colpire la figura color zaffiro, ma questa si dissolse in alcune piume dello stesso colore, per poi ricomparire poco lontano da lui.
Per un bel po’, la battaglia continuò così, ma il Mietitore si era stancato:
- E io che credevo che fosse stato facile, ma voglio vedere cosa riuscirà a fare se uso i miei poteri. - pensò Shindou, per poi creare una sfera argentata che toccò terra, per poi tornare all’altezza del Mietitore che la colpì con la falce mandandola contro l’essere fatto d’energia.
- Questa per te è la fine. - disse Takuto, ma l’avversario aveva congiunto le mani e si era circondato di un’aura azzurrina. Quando separò le mani, l’aura si trasformò in piume che si disposero sulla traiettoria del colpo, creando una barriera che bloccò il colpo.
- Che cosa!? Quello era il mio colpo più potente! Come ha fatto a fermarlo? - ecco cosa si stava domandando il Demone, ma non era ancora finita: la figura aveva creato con i residui di quell’aura delle ali d’Angelo dai quali venne avvolta, per poi sfrecciare contro Shindou ad una velocità inaudita colpendolo diverse volte e togliendogli la falce.
Al Mietitore sembrò di vedere un ghigno sul volto di quell’essere, ma poteva benissimo esserselo immaginato, ma la figura materializzò ancora le ali con le quali creò una sfera d’energia argentata che emanò una luce abbagliante. La figura color zaffiro si alzò in volo insieme alla sfera, e quando ebbe raggiunto una certa altezza, le ali si dissolsero in energia azzurrina che colpì la sfera mandandola contro Takuto.
- è finita. Senza la falce non mi posso difendere… - pensò il Mietitore, ma poco prima che la sfera lo colpisse, dal nulla si sprigionò un bagliore verde acqua e rosso rosato che costrinse Shindou a coprirsi gli occhi con un braccio: quando tolse il braccio dalla sua visuale, notò che era comparsa nuovamente la barriera che lo aveva difeso dagli attacchi degli Angeli che aveva incontrato fuori dalla torre, ma anche una luce dello stesso colore provenire da una delle pieghe del suo mantello: si trattava del rametto di fiori di ciliegio intrisi del sangue di Kirino.
- Incredibile: è come se lo sentissi al mio fianco, ma è a causa mia se si trova qui. - pensò Takuto, per poi accorgersi che l’essere color zaffiro aveva smesso di attaccarlo. Gli sembrò di vederlo fare un cenno con la testa, per poi dissolversi; Shindou poteva proseguire verso l’ultimo piano della torre.
 
 
In cima alla torre…
 
A differenza delle altre stanze della torre in cui era presente un soffitto, sopra il Demone si stagliava soltanto un cielo azzurro. Azzurro… come gli occhi di Ranmaru.
Non sapendo cosa fare, il Mietitore si diresse vicino alla fontana:
- Mi sembra strano: fino alla notte scorsa non m’importava di lui, e ora mi ritrovo qui. Che ci sia ancora qualcosa di umano in me? - si ritrovò a domandarsi, quando sentì delle voci provenire da dietro di lui:
- Te lo avevo detto che questa era la strada sbagliata Makoto! - la voce apparteneva a quel ragazzino dai capelli arancioni che lo aveva attaccato, e non molto dopo comparvero dietro di lui anche altre Guardie tra le quali quelle che lo avevano attaccato al suo arrivo, e anche il suo ex collega Tsurugi.
- è colpa tua! Continuavi a ripetermi che stavo sbagliando da quando abbiamo cominciato a percorrere la strada che abbiamo scelto all’inizio! - ribatté il castano.
- Andiamo, smettetela. - cercò di calmarli il ragazzo dai capelli corvini.
- Stai zitto Shuu! - gli dissero all’unisono gli altri due.
- Ragazzi, non dovremmo metterci a litigare proprio adesso. E poi guardate: alla fine il Mietitore lo abbiamo trovato ugualmente. - la Guardia dai capelli castani e gli occhi grigio perla, infatti, aveva ragione: anche se ad un certo punto aveva preso la strada sbagliata, erano riusciti a trovarlo.
Prima che le Guardie riuscirono a fare qualcosa, qualcuno comparve dietro Shindou e lo colpì alla testa facendolo cadere a terra privo di sensi: si trattava di Ichinose, in quel momento accompagnato da Aki.
- Chi siete e perché lo avete fatto? - chiese loro Hakuryuu; si voltò verso Yamato e Tosamaru, ma loro gli fecero un cenno come per dire che non ne sapevano niente. Stesso discorso per i Comandanti delle Guardie, eccetto Tenma, e Tsurugi che li aveva già incontrati.
- è una storia lunga. Comunque è vero: che ci fate qui? - disse Kyousuke.
- I piani sono cambiati: la Signora della Vita ci ha informato che è necessaria la collaborazione di questo Demone per guarire il vostro amico. - li informò Aki.
Ichinose si caricò Shindou sulle spalle, e insieme alla Kino, teletrasportò sé stesso e le Guardie Angeliche nei sotterranei.
 
 
Nei sotterranei della torre… nel Giardino delle Rose…
 
I Neutrali e le Guardie si erano ritrovati lì, ma queste ultime erano stupite: che cosa era accaduto alla Divinità della Vita? Prima che potessero fare delle domande, Diana li anticipò:
- Ho avuto un piccolo incidente con i miei poteri. Niente di grave. - mentì la Dea, per poi rivolgersi a Kazuya:
- Vedo che l’hai portato. - disse Diana, notando Takuto ancora sopito a causa del colpo alla testa sulle spalle del Neutrale.
- Come hai intenzione di fare in modo che ci aiuti? - le chiese Aki.
- Per la prima volta non so che dirti: lasciamolo qui e usciamo da questa caverna. Possiamo solo vedere quale sarà la sua reazione quando si risveglierà. - rispose la Signora della Vita, per poi incamminarsi fuori dalla grotta che portava fuori dal Giardino delle Rose, seguita dalle Guardie e dai due Neutrali.
- Shindou… quella che hai combattuto era una piccola parte di ciò che restava dei miei poteri. Anche se quel gesto può aver accelerato la regressione, dovevo capire con chi avevo a che fare; i fiori intrisi del sangue di Kirino ti hanno protetto dai miei colpi, e c’è un motivo se è accaduto. Tuttavia, per avere la conferma di ciò che penso, dovrò aspettare il tuo risveglio: cerca di compiere la scelta migliore per te stesso e gli altri. -
Diana aveva ragione, perché in quel momento le sue ali erano tornate color argento.
 
 
Angolo di Emy
Giusto perché lo sappiate, la figura che ha combattuto con Shindou possedeva i poteri di Diana, e di conseguenza quelle che dovevano essere le sue hissatsu: nell’ordine in cui sono comparse, sono lo Scudo di Piume, l’Avvitamento Alato e il Volo del Corvo.
A parte questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto, e come immagino molti avranno capito, nel prossimo capitolo ci sarà il momento della verità.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 35
*** Nella Torre del Cielo (Parte 3) ***


 Circa un’ora dopo… nel Giardino delle Rose…
 
A poco a poco, Shindou si era risvegliato, e nonostante il dolore alla testa, si era reso conto di non essere più in cima alla torre: quel posto era pieno di rose bianche, ad eccezione di un sentiero di terra battuta che conduceva ad una zona di terreno rialzata.
- Dove sono e come ho fatto a venire qui? - disse il Mietitore cercando di mettersi seduto, ma poi si ricordò di un particolare:
- Ho dovuto fare tutta quella strada, e alla fine non sono nemmeno riuscito a… - non fece in tempo a terminare la frase che sentì dei lamenti, e dopo essersi rialzato, capì anche da dove provenivano le lamentele: si trattava di Kirino, in quel momento sdraiato sulla zona di terreno rialzata.
Il Mietitore corse in direzione del rosa e si rese conto di ciò che aveva causato con quel colpo che gli aveva inflitto: Ranmaru era ancora un umano, e aveva il petto completamente fasciato, ma le bende erano già sporche di sangue; non era finita lì: la sua carnagione era diventata molto più pallida, e anche i capelli avevano acquisito una colorazione spenta. Takuto gli prese per un attimo una mano e notò che era diventata fredda come il ghiaccio.
Vicino all’ormai ex Angelo, si trovava una rosa bianca, ma aveva perso quasi tutti i petali.
- In fondo, l’ho ridotto in condizioni simili a quelle di questa rosa. Ho rovinato tutto a causa di una bugia, e come questa rosa tra poco perderà tutti i petali, anche lui morirà… ma nel suo caso, scomparirà per sempre. - pensò Shindou, mentre stringeva ancora di più il fiore tra le dita di una mano, incurante delle spine che avevano cominciato a pungerlo. Il Mietitore credeva di sentire delle lacrime che cercavano di uscire, ma dovette reprimerle: lui non voleva mostrarsi un debole, e soprattutto non davanti ad un nemico.
Passarono diversi minuti, in cui le due voci che avevano tormentato Takuto poco tempo prima sembravano essere ritornate, ma non continuò ancora per molto perché il Mietitore sentì una presa non molto forte alla mano che non teneva il fiore; quando Shindou riaprì gli occhi, si accorse che si trattava di Kirino: l’umano continuava a tenergli la mano e aveva aperto di poco gli occhi che però erano diventati di un azzurro quasi grigio.  Stava cercando di mettersi seduto, ma si vedeva che era ancora molto debole a causa del colpo.
Pochi secondi dopo, il rosa si accasciò nuovamente a terra e chiuse gli occhi, e il Mietitore era consapevole che non sapeva come aiutarlo.
Stava per andarsene, quando dietro di lui comparve un’altra Guardia Angelica: era una donna alta e magra dai lunghi capelli castani con qualche treccia azzurra e occhi color zaffiro. Aveva grandi ali argentate e indossava un’armatura simile a quella che aveva Ranmaru quando era ancora un Angelo: era la Dea della Vita, ma ovviamente il Demone non lo sapeva.
- Chi sei? Che cosa vuoi da me? - le domandò Takuto.
Diana dovette sorvolare sul fatto che le avesse dato del “tu”, e rispose a Shindou:
- Non ti dovrebbe importare chi sono, ma se la cosa t’interessa, conosco un modo per guarire il tuo amico. - era una parola “grossa” per il Mietitore: per quel che gli riguardava, lui e Kirino avevano smesso di essere amici la sera in cui uno aveva scoperto la vera identità dell’altro.
- E quale sarebbe? -
- Prima che te lo dica, devi capire che cosa vuoi realmente: hai scoperto il segreto delle due Melodie, sei riuscito a superare i trabocchetti disseminati tra i vari piani della torre, e infine hai affrontato una creatura creata dai poteri della Divinità della Vita. Se ho ben capito, però, sei confuso su quello che vuoi fare; quindi è il caso che tu ti chieda perché sei arrivato fin qui. Che cosa ti ha spinto? -
Takuto era rimasto in silenzio per tutto quel tempo, ma una cosa ormai gli era chiara:
- Chiunque sia, quest’Angelo ha ragione: da quando quelle voci hanno cominciato a tormentarmi, non so più cosa fare. A quale delle due devo dare ascolto? - ecco cosa continuava a pensare il Demone, ma per un attimo il suo sguardo si posò nuovamente sulla rosa bianca che stringeva fra le dita, e poi a Ranmaru: in quel momento, si decise a dare ascolto alla voce che aveva continuato a ripetergli che aveva rovinato la sua amicizia con il rosa e che gli aveva fatto del male.
- Forse dentro di me c’è ancora un lato umano, e quella parte di me vuole aiutare Kirino. - ammise Shindou dopo un tempo che era parso un’eternità, e senza accorgersene, una lacrima si era fatta strada sul suo volto ed era caduta sui petali della rosa bianca, facendola risplendere di un bagliore argentato e facendo ricrescere i petali che erano caduti.
- Quella rosa ti aiuterà a curarlo, ma ti avverto: se la userai, t’indebolirai molto, probabilmente ti regredirai fino a tornare un Globo dell’Anima e dovrai essere sottoposto al Giudizio delle Anime. Sei ancora convinto di ciò che vuoi fare? - gli domandò la Signora della Vita.
Il Demone annuì, per poi concentrare i suoi poteri nel fiore: dopo pochi secondi, i petali e l’aura argentata della rosa si diressero in direzione del rosa avvolgendolo.
Ci fu un bagliore accecante, ma quando la luce si affievolì, Ranmaru era tornato ad essere un Angelo:
- Che mi è successo? - a quella frase, seguì un gemito: il petto doveva fargli ancora male.
- Vedo che sei guarito. - disse la Divinità della Vita, ma il rosa era concentrato su qualcun altro: inutile dire che si trattava di Takuto, ma non fece in tempo a dire o fare alcunché, che il Demone sparì e tornò ad essere una Sfera dell’Anima.
- Qualcuno potrebbe spiegarmi che è successo finora? - domandò ancora Kirino.
- è una storia lunga, ma ora è meglio che ti riposi: io porterò quel Globo nel Regno di Mezzo perché venga sottoposto al Giudizio delle Anime. - gli rispose Diana.
- No, voglio pensarci io. - la voce della Guardia sembrò quasi un sussurro alla Dea della Vita, ma la aveva sentita ugualmente.
- Mi spiace, ma stavolta rimarrai qui: Ichinose e Aki ti aiuteranno. - ripeté la Divinità con un tono che non ammetteva repliche, per poi aggiungere tra sé e sé:
- Anche se le mie Guardie mi hanno dimostrato più volte che anche i Diavoli possono cambiare, rimango della convinzione che certe cose non cambiano mai. E questo io lo so meglio di tutti… - fu l’ultimo pensiero da parte della Signora della Vita, prima di teletrasportarsi nel Regno di Mezzo.
 
 
Angolo di Emy
Spero che vi sia piaciuto come sono andate a finire le cose, ma non è ancora finita: Shindou deve essere sottoposto al Giudizio delle Anime, mentre Diana e Arelia si stanno regredendo.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 36
*** L'ultimo Giudizio e l'inizio della catastrofe ***


 Nel Regno di Mezzo… sulla riva del Lago degli Spiriti…
 
Diana era tornata dai Signori di Mezzo, ma sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta che li avrebbe visti:
- Fideo, Demonio. Sembra che in questi tempi vedersi sia una specie d’obbligo. - disse la Divinità della Vita, mentre porgeva all’Ardena il Globo dell’Anima di Shindou.
- Abbiamo ricevuto il tuo messaggio. - s’intromise il rasta, per poi aggiungere:
- Dubito seriamente che riuscirai a rimandarci sulla Terra: sai bene che, nel caso in cui qualcuno finisca in questo luogo, è impossibile che riesca a tornare nel Mondo degli Umani. -
Non ricevette una risposta dalla Dea, così fece comparire la bilancia per il Giudizio delle Anime al centro del lago; tuttavia, quando questa apparve e Fideo ebbe posato la Sfera dell’Anima sul piatto centrale, qualcosa cominciò a splendere tra le pieghe del mantello di Demonio:
- Che cos’è questa luce? - chiese l’Ardena.
L’altro Signore del Regno di Mezzo cercò tra le pieghe del mantello, e trovò il biglietto che Diana aveva mandato loro qualche tempo prima:
- Che significa tutto questo? - domandò il rasta alla Signora della Vita.
- Quello che credevi fosse impossibile Demonio: state per tornare sulla Terra. Non permetterò che qualcun altro venga coinvolto in questa follia, ma non preoccupatevi: tra poco vi raggiungeranno anche Amelia e Alan. Avevo mandato lo stesso messaggio anche a loro. - rispose Diana, mentre i due Signori del Regno di Mezzo venivano avvolti dal bagliore, per poi sparire pochi secondi dopo.
Dopo qualche minuto dalla sparizione dei due, comparve un’altra figura sulla sponda opposta del lago rispetto a quella in cui si trovava la Dea della Vita: si trattava di Arelia, la sua eterna rivale, ma Diana notò che anche per lei era cominciato il processo di regressione perché indossava l’armatura delle Guardie Demoniache, cioè quello che erano stati Tsurugi e Ichinose.
- Vorrei dire che è un piacere rivederti Diana, ma non è così. Perché non ti togli dai piedi per una volta nella tua inutile vita? - le chiese la Dea della Morte.
- Ce l’hai ancora con me per quel motivo, non è vero? Sono passati secoli, e poi sai bene che nessuna di noi due ha scelto il proprio destino, ma è stato qualcun altro a pensarci. - le rispose la Divinità della Vita.
- Non voglio sentire ragioni da te, e cambiando discorso, ho notato quello che sta succedendo ai nostri Regni: rimandare sulla Terra i Signori del Regno di Mezzo e i due Giudici delle Anime non ti servirà a niente! Sai bene che i tuoi Angeli faranno una brutta fine! -
- Questo lo vedremo, ma per ora è meglio che ci occupiamo del Giudizio dell’Anima di Shindou. Per una volta, saremo noi stesse ad aiutarlo a decidere. -
- Per una volta, sono d’accordo con te. Andiamo. - disse la Signora della Morte, per poi varcare insieme alla nemica l’ingresso per il Mondo delle Anime: il portale creato dalla bilancia.
 
 
Intanto… nel Regno della Vita… nel Giardino della Rose…
 
Ichinose e Aki erano rimasti a prendersi cura di Kirino, mentre le altre Guardie Angeliche erano tornate sulle isole per controllare che fosse tutto a posto, ma i cambiamenti che si erano verificati tempo prima erano solo l’inizio: anche sull’isola centrale erano ricominciate le scosse di terremoto.
- Che sta succedendo? - chiese Kazuya alla compagna.
- Si sta verificando una regressione, e com’è successo per Diana, accadrà anche a questo Regno. C’è soltanto un problema: i ponti di luce che collegano tra loro le varie isole scompariranno, e ognuna di esse rimarrà isolata per sempre nelle dimensioni alternative in cui si trovano. - spiegò la Kino, per poi aggiungere:
- Prima che accada, dobbiamo fare in modo che anche gli abitanti delle isole lo sappiano. Dobbiamo raggiungere la cima della torre, poi ti spiegherò tutto. - dopo quella frase si rivolse a Ranmaru, ancora sdraiato sulla zona di terra rialzata:
- Kirino, non muoverti da qui: sei ancora debole. - i due Neutrali uscirono dal Giardino delle Rose, ma l’Angelo non aveva intenzione di ascoltarli. Appena si assicurò che i due se ne fossero andati, si alzò e si diresse fuori dalla grotta:
- Mi spiace, ma non ho intenzione di ascoltarvi. Ho altro da fare. - pensò il rosa, per poi teletrasportarsi con le poche forze che gli restavano nel Regno di Mezzo.
 
 
In quel momento… nel Mondo dell’Anima di Shindou…
 
Takuto si era ritrovato in un mondo completamente immerso nella nebbia, da solo, fino a quando non comparvero due figure dalla foschia: una era la Dea della Morte, l’altra era la Guardia Angelica che gli aveva detto come curare Kirino.
- Dove mi trovo e che cosa ci fate voi qui? - chiese il Mietitore alle due.
- è questo il modo di parlarmi Shindou? Dimentichi che sei ancora il mio servo. - lo rimproverò la Divinità della Morte.
- Dimentichi un particolare: finché si trova qui, non è sottoposto all’autorità di nessuna di noi due. Potrebbe tornare ad essere uno dei tuoi servitori, ma si vedrà. - disse la Signora della Vita.
Shindou fissò la Guardia Angelica per qualche secondo, poi capì a cosa si riferiva:
- Quindi tu in realtà sei… - a completare la frase del Mietitore ci pensò la stessa Diana:
- Esatto: sono la Dea della Vita, ma ora veniamo al motivo per cui ti trovi qui. Shindou Takuto, sta per cominciare il Giudizio delle Anime. - annunciò lei.
 
 
Nel frattempo… nel Regno della Vita… in cima alla Torre del Cielo…
 
I Neutrali avevano raggiunto la cima della torre, ma Ichinose non aveva ancora capito cosa voleva fare la compagna: del resto era stato per diverso tempo un Demone e c’erano ancora diverse cose che non conosceva di quel Regno.
- Aki, che hai in mente di fare? - la compagna non lo ascoltava più, si era diretta alla fontana e aveva premuto un punto preciso sulle mattonelle del pavimento vicino ad essa: la fontana scomparve nel pavimento e al suo posto comparve una campana d’argento con dei caratteri runici dorati.
Kazuya era stanco di non avere delle risposte, così prese la Kino per un braccio fermandola:
- Che hai in mente di fare? Da quando sono cominciate le scosse, non hai fatto altro che andare di fretta senza darmi spiegazioni. - era arrabbiato, e Aki lo capì dal tono della voce; dopo qualche minuto, vedendo che Ichinose sembrava essersi calmato, decise di parlare:
- Come ti ho detto prima, le isole e i loro abitanti rischiano di rimanere imprigionati nelle dimensioni alternative in cui si trovano se i ponti di luce svaniscono. La Dea della Vita ha creato la Campana del Cielo, per fare in modo che chiunque si trovi sulle isole, capisca che deve raggiungere questa torre per salvarsi da un pericolo: il suo suono è in grado di raggiungere le dimensioni in cui si trovano le isole, in questo modo le Guardie Angeliche potranno cominciare il trasferimento degli abitanti delle varie isole alla torre. - dopo quella spiegazione, un raggio di luce partì dalla mano della Kino per raggiungere la Campana del Cielo.
- Serve una grande quantità d’energia perché il suono possa essere udito da chi si trova sulle isole. - aggiunse la Neutrale, e grazie ad un aiuto da parte di Kazuya, le rune dorate sulla campana s’illuminarono e questa cominciò ad emettere il suo suono.
L’allarme era stato lanciato: le Guardie Angeliche dovevano fare presto.
 
 
Angolo di Emy
Questo capitolo non mi convince molto, più che altro perché ero indecisa se mettere il Giudizio delle Anime e la catastrofe che si sta per abbattere nel Regno della Vita in due capitoli separati, ma ho deciso di fare così.
Spero di aver fatto la scelta giusta.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 37
*** Un addio e un ritrovo ***


 Nel Regno della Vita… nell’Isola dell’Est… ai piedi del Monte dell’Alba…
 
I segni della scomparsa del Regno erano sempre più evidenti, anche se variavano a seconda delle isole: quella del Nord rischiava di rimanere immersa nell’oscurità e di essere ricoperta dai ghiacci, in quella dell’Ovest le montagne si sarebbero sgretolate, in quella del Sud le spiagge sarebbero diventate roccia e le palme bruciate, e per finire, su quella dell’Est, la vegetazione avrebbe continuato ad inaridirsi e del Monte dell’Alba non sarebbe rimasto niente.
Gli abitanti correvano il rischio di non sopravvivere in quelle condizioni, ma ad un tratto, le Guardie udirono in lontananza il suono di una campana:
- Che cos’è questo suono? - domandò Kyousuke a Tenma, mentre stavano aiutando alcuni Angeli sopravvissuti ad un terremoto: le scosse si erano verificate anche lì, e di conseguenza anche delle frane. Alcune abitazioni erano state demolite dai massi, ma fino a quel momento non c’erano state vittime.
- è il segnale d’allarme: dobbiamo radunare gli Angeli e andarcene dall’isola. - gli rispose il castano.
- Spiegati meglio. Perché dobbiamo andarcene? - gli chiese ancora.
- Quel suono era quello della Campana del Cielo: quando la senti, vuol dire che una catastrofe sta per abbattersi sul Regno, e l’unica soluzione per fare in modo che gli abitanti si salvino, è fare in modo che raggiungano la Torre del Cielo. - gli spiegò.
- Dimentichi un particolare: gli abitanti delle isole non riuscirebbero a superare la barriera di correnti d’aria che circondano quel luogo. Come intendi fare? -
- Per il momento dobbiamo radunare gli abitanti qui, poi lo saprai. - i due si addentrarono nella boscaglia dell’isola per informare gli abitanti: ci vollero poche ore per radunarli dove si trovavano, ma rimaneva ancora il problema di portarli in salvo.
- E ora che si fa? - domandò ancora il blu a Tenma.
- E poi dicono a me che sono impaziente. Comunque ci servirà il suo aiuto. - rispose Matsukaze indicando il corvo dagli occhi grigio perla che stava volando verso di loro.
- Perfetto, come farà quel corvo a trasportarli tutti fino alla torre? Non riuscirebbe a sollevare nemmeno un rametto. -
A quell’affermazione del blu, gli occhi del corvo cominciarono a splendere di una luce grigio perla che avvolse il rapace; pochi secondi dopo, il corvo era diventato abbastanza grande da riuscire a trasportare gli abitanti dell’isola.
- Allora Tsurugi? Pensi ancora che sia troppo piccolo? - disse il castano, mentre l’altro stava ancora osservando l’uccello nero.
Passò ancora qualche minuto, che le Guardie dell’Est videro il corvo allontanarsi in volo con gli abitanti.
- Dobbiamo andarcene anche noi! - a quell’ordine da parte del Comandante, le Guardie Angeliche cominciarono a volare per raggiungere la torre, ma fecero appena in tempo a vedere la loro isola che stava per rimanere in quella dimensione dove avevano vissuto per tutti quegli anni.
 
 
Poco tempo dopo… in cima alla torre del Cielo…
 
Aki era preoccupatissima perché le Guardie e gli abitanti potevano aver fatto una brutta fine, ma Ichinose non era messo meglio di lei, soprattutto dopo che la compagna si era decisa a spiegargli quello che stava accadendo nelle diverse isole e delle conseguenze che si sarebbero verificate se le procedure di salvataggio non fossero andate a buon fine.
Fortunatamente, i loro timori non si avverarono perché videro quattro corvi giganteschi penetrare la barriera di correnti d’aria che difendeva la torre e volare nella loro direzione: trasportavano gli abitanti delle isole, e al loro seguito, vi erano le Guardie.
- Kazuya, potresti aspettarli tu? Io dovrei andare a controllare come sta Kirino. - Ichinose annuì, e la Kino spalancò le ali, per poi dirigersi verso i sotterranei.
Intanto, gli abitanti erano riusciti a raggiungere la torre, e con le istruzioni date da Kazuya, vennero portati nei diversi piani della torre, evitando il Livello Proibito e la Sala dei Nove Corvi, e rimanendo divisi a seconda dell’isola di provenienza: in questo modo, per le Guardie sarebbe stato più semplice controllare che fossero tutti presenti e verificare che non ci fossero stati feriti in seguito a degli inconvenienti durante il viaggio.
I Comandanti però erano rimasti insieme ad Ichinose perché c’era un problema riguardante i loro corvi: dopo essere tornati alle loro dimensioni prima della trasformazione, erano stati avvolti da un bagliore color zaffiro. Quando la luce si affievolì, dei quattro corvi erano rimaste soltanto quattro piume del colore, ognuna del colore degli occhi dei rapaci: grigio cenere, color cielo, rosso fuoco e grigio perla.
- Che cos’è successo? - domandò Taiyou, prendendo tra le mani la piuma color cielo.
- Evidentemente la regressione ha colpito anche loro. -constatò Makoto, raccogliendo da terra la piuma color rosso fuoco.
- Una cosa è chiara: gli abitanti sono salvi, ma ciò che sta accadendo sta solo causando dolore e problemi a tutti noi. Mi chiedo che cos’altro dovrà accadere… - aggiunse Shuu, prendendo la piuma color cenere e dando quella color grigio perla a Tenma.
- A questo punto, tutto ciò che possiamo fare è proteggere gli abitanti, e sperare che la sovrana ritorni presto. - ammise il castano.
Poco tempo dopo, la Kino li raggiunse, ma aveva un’aria trafelata:
- Aki, che cos’è successo? - le chiese Kazuya.
- Si tratta di Kirino! È sparito! - rispose la Neutrale.
Ecco un’altra delle tante pessime notizie capitate in quella giornata, ma quello che gli Angeli e i due Neutrali non sapevano, era che quello era solo l’inizio.
 
 
Intanto… nel Regno di Mezzo…
 
Ranmaru, anche se con fatica a causa delle ferite, era riuscito a raggiungere il Regno di Mezzo e il Lago degli Spiriti: voleva assistere al processo di Shindou, ma non si aspettava di trovare anche quel portale.
- Chissà dove conduce… beh, c’è solo un modo per scoprirlo. - stava per attraversare il portale, quando qualcuno lo fermò:
- Fermo. Se lo farai, sarai perso per sempre. - Kirino si voltò per vedere di chi si trattasse: era lo spettro del suo maestro, Kazemaru Ichirouta, ma cosa voleva adesso?
- In che senso sarò perso per sempre? Dopo quello che ho rischiato quando quella spada mi ha colpito, non penso di avere molto da perdere. -
- Il motivo è semplice: soltanto i Giudici delle Anime, i Signori del Regno di Mezzo e le Divinità dei due Regni possono entrare in quel portale e sopravvivere in quella dimensione. Le Guardie Angeliche e gli Spiriti Mietitori rischiano di scomparire per sempre là dentro, e di vagare eternamente come spiriti. - gli spiegò lo spettro del turchese.
Il rosa pensò sia al motivo per cui si era diretto in quel Regno e alle parole del suo maestro, ma dopo diversi minuti che sembrarono un’eternità, si decise a parlare:
- Anche se probabilmente non se lo merita dopo ciò che mi ha fatto, lui mi ha aiutato quando ho rischiato di sparire la prima volta… non lo lascerò solo proprio adesso.
Ti devo molto, è vero, ma stavolta non ho intenzione di ascoltarti. - dopo quelle frasi, Kirino attraversò il portale, ma lo spettro era già sparito.
 
 
Intanto… sulla Terra… in una zona isolata di Inazuma-cho…
 
Era una casa come tutte le altre, ma nessuno, nemmeno gli Angeli e i Diavoli, sapeva che lì abitavano coloro che avevano salvato i Regni della Vita e della Morte:
- è inutile: non mi ha dato retta. - un giovane ventenne dai lunghi capelli turchesi e dagli occhi marroni si trovava nel salotto della casa ed era riuscito ad usare quel poco che gli rimaneva dei suoi poteri per creare uno schermo di cristallo argentato e mettersi in contatto con il suo allievo, ma non era riuscito a dissuaderlo dalla sua impresa.
- Allora Ichi-chan, sei riuscito a parlargli? - il turchese si girò per vedere da dove proveniva la voce: si trattava di colui che lo aveva aiutato a salvare i due Regni, ma che aveva fatto in modo che Kirino morisse. Inutile dire che si trattava di Endou Mamoru.
- Non sei troppo cordiale per essere stato un Diavolo? - gli domandò sarcastico Kazemaru.
- E tu non sei un po’ troppo diffidente per essere stato un Angelo? - ribatté Endou, per poi aggiungere:
- Non mi hai risposto. Hai parlato con il tuo allievo? -
- Nonostante ci sia riuscito, non sono riuscito a convincerlo. Deve tenere molto a quel Mietitore. - ammise Ichirouta.
- Chissà perché, ma mi ricordano qualcuno… - disse l’altro.
- Forse, ma spero che non finiscano nella nostra stessa situazione: abbiamo rischiato per salvare i due Regni, ma fortunatamente, i Gemelli della Creazione e della Distruzione hanno deciso di darci un’altra possibilità come umani. L’unico problema è che adesso nessuno dei nostri cari si ricorda di noi, o almeno quelli che sono ancora vivi. -
- Sarà anche vero, ma non ho intenzione di rivedere Natsumi, anche perché avrei troppe cose da raccontargli e dopo quello che Arelia mi ha fatto, non ho più intenzione di mentire agli altri.
Parlando di Diana e Arelia, pensi che risolveranno mai quel loro problema? - domandò Mamoru al turchese.
- Non saprei, ma avendo avuto a che fare con loro, dubito che accadrà presto. Diana mi ha detto solamente che in seguito ad una decisione dei Gemelli sono diventate nemiche. -
- Non pensare che Arelia mi abbia detto chissà cosa: mi ha rivelato solo che la causa di ciò che ha passato è proprio Diana. - aggiunse il castano.
- A questo punto possiamo solo aspettare, e chissà che non accada qualcosa che sistemi le cose. -
 
 
Angolo di Emy
Scusatemi per il capitolo più lungo, ma volevo mettere tutto qui e non avevo voglia di dividerlo in due parti.
Spero che abbiate gradito la ricomparsa di Kazemaru ed Endou, ma vi chiederete chi sono i Gemelli. Vi dico solo che sono due miei OC, ma li vedremo nel prossimo capitolo.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 38
*** Addio Divinità della Morte, benvenuti Gemelli della Creazione e della Distruzione ***


 Nel Mondo dell’Anima di Shindou…
 
- Shindou Takuto, non so bene cosa direbbero i due Giudici delle Anime se fossero qui, ma da quel che ho potuto vedere, il tuo caso non è tra quelli più semplici… - stava dicendo la Dea della Vita, ma la nemica la interruppe quasi subito:
- Abbiamo visto che hai svolto il tuo lavoro come meglio potevi: hai raccolto diverse anime mentre ti trovavi sulla Terra; inoltre, hai combattuto in modo esemplare contro gli Angeli che hai incontrato. - prima che Arelia potesse continuare il suo discorso, Diana prese nuovamente parola:
- E sebbene stavi per uccidere una Guardia Angelica, hai trovato il modo per accedere al Regno della Vita, hai superato i vari ostacoli della Torre del Cielo e affrontato una creatura d’energia che possedeva i miei stessi poteri. Inoltre, hai curato l’Angelo che tu stesso avevi ferito, pur sapendo che saresti potuto essere sottoposto al Giudizio delle Anime. Non possiamo ignorare nessuno di questi punti. - anche se avevano cominciato da poco, alla Signora della Morte era chiaro che la rivale voleva convincerlo a passare dalla sua parte:
- Adesso basta! - dopo quella frase, lanciò una sfera d’energia rossastra contro Diana; la distanza tra le due non era molta, e Arelia pensava di colpirla, ma l’altra aveva creato uno scudo d’energia color zaffiro per difendersi.
- Stai cercando di portarlo dalla tua parte! E poi sono io quella che continua ad infrangere le Regole! -
- Dovresti calmarti. Sto solo facendo in modo che il Giudizio si svolga senza problemi: hai frainteso come sempre. E riguardo alle Regole, non offenderti, ma su una cosa hai ragione: tu le infrangi sempre com’è successo con il caso di Shindou. -
- Non mi provocare! - ecco un altro aspetto negativo della Divinità della Morte: era facilmente irritabile.
- Ora preparati: affronterai il Veleno della Farfalla della Morte. - intorno alla Dea, comparve uno sciame di farfalle rosse violacee avvolte da un’aura rossastra; quando Arelia schioccò le dita, queste cominciarono a volare in direzione della Signora della Vita circondandola.
- Quelle farfalle sono velenose, e nel corso di tutti questi anni trascorsi a potenziare le mie schiere, ho rafforzato anche i miei poteri. I patetici incantesimi di quella ragazzina spiumata non riusciranno a fermarle. - e mentre la Signora della Morte pregustava la sua vittoria, le farfalle caddero a terra ai piedi della Dea della Vita, la quale si era circondata di una barriera d’energia e piume color zaffiro.
- Come hai fatto a sbarazzartene così facilmente? - le chiese la Divinità della Morte.
- Mia cara, non sei l’unica ad essere migliorata in tutto questo tempo. - le rispose semplicemente l’altra, con l’unico risultato di farla arrabbiare ancora di più.
- Tu… come osi… Come osi prenderti gioco di me! - la Signora della Morte stava per lanciare un altro attacco, ma ci pensò qualcuno a fermarla prima che accadesse:
- Ora basta voi due! Vi avevamo scelto per governare sui Regni, ma in questo modo, ci dimostrate che abbiamo compiuto una scelta affrettata. - disse una voce femminile piuttosto adirata, ma a continuare il discorso fu una voce maschile che parlò in tutta tranquillità:
- Non riuscite nemmeno a gestire un Giudizio delle Anime in tutta tranquillità… a quanto pare dovremo pensarci noi stessi. -
- A chi appartenevano quelle voci? - domandò Takuto alle due Dee: entrambe si erano quasi scordate che si trovava lì, ma era rimasto in silenzio da quando era cominciato il Giudizio quindi non c’era molto da stupirsi.
- Sono coloro che hanno creato i tre Regni, e deciso quale ruolo fosse assegnato a noi Divinità. - rispose Arelia, ma Diana la interruppe:
- E ben presto, diventeranno anche il motivo della nostra condanna. Abbiamo commesso entrambi degli errori… i Gemelli della Creazione e della Distruzione stanno arrivando. -
 
 
Intanto… non molto lontano da dove si trovavano le Divinità e Shindou…
 
Kirino si trovava in un mondo avvolto dalla foschia, ma fino a quel momento non gli era successo ancora niente di così terribile:
- Kazemaru avrà esagerato quando ha detto che avrei rischiato grosso, ma ora devo trovare Shindou e la Sovrana del Regno della Vita. Userò i miei poteri per spazzare via questa nebbia, almeno non avrò molti problemi. - pensò Ranmaru, per poi usare le sue ali per assorbire la nebbia, ma ben presto si accorse di non poter far molto: la foschia c’era ancora, anche se era riuscito a farne sparire un po’.
- Possibile che solo ora mi è tornato in mente: questa nebbia rappresenta il Regno di Mezzo, nessuno può farla sparire completamente, ma almeno qualcosa sono riuscito a fare. Meglio che mi sbrighi. - disse tra sé e sé il rosa, ma prima che potesse muovere un altro passo, vide una luce abbagliante poco lontano da dove si trovava.
- Qualcosa mi dice che sono molto più vicino di quel che credevo. - fu l’ultimo pensiero di Kirino, prima di incamminarsi verso l’origine di quel bagliore.
 
 
Nel frattempo… poco lontano da Kirino…
 
Quel bagliore era solo l’inizio, ma le uniche a sapere di cosa si trattava erano le due Divinità. Non molto dopo, dalla luce comparve anche un ragazzo: sembrava un normale diciottenne, aveva la carnagione abbronzata ed era mediamente alto e snello, i capelli corti castani con due ciuffi dorati ai lati del viso, gli occhi erano anch’essi dorati, sulla parte destra del collo aveva una voglia a forma di Sole; inoltre, indossava una tunica bianca con pezzi di stoffa dorata che svolazzavano qua e là, e aveva aureola e ali d’oro. Per finire, al collo portava una metà di un medaglione, il quale aveva la forma di un Sole dorato. Lui era uno dei Gemelli, più precisamente colui che rappresentava la Creazione: lui era Nile Le Loire.
- Uff… dovevi proprio arrivare adesso! Piuttosto, dove è finita tua sorella? Di solito sta sempre con te. - si lamentò Arelia, ma il ragazzo la ignorò:
- è un piacere rivederti Diana, ma lasciatelo dire: mi sarei aspettato un po’ più di razionalità da te. Arelia, di te meglio che non faccia commenti su ciò che hai fatto… oh, parlando di mia sorella, dovrebbe arrivare tra poco. -
Infatti, dal nulla si materializzò un portale d’energia oscura dal quale uscì una figura femminile: come Nile, era di altezza media e magra, aveva anche la stessa carnagione abbronzata e i capelli castani, ma le differenze erano comunque evidenti. I capelli erano lunghi e i ciuffi ai lati del viso erano argentati come gli occhi, sulla parte sinistra del collo aveva una voglia a forma di mezzaluna, aveva due ali da Diavolo, ma erano color argento come alcune pezze di stoffa che ricadevano dalla tunica nera che indossava. Al collo portava l’altra metà del medaglione che portava il fratello, ma aveva la forma di una mezzaluna d’argento. Era la sorella di Nile, e colei che rappresentava la Distruzione: lei era Annalisa Le Loire.
- Sarà strano che lo dica io che ho governato per diverso tempo nel Regno della Morte, ma hai davvero esagerato Arelia. Come ha detto mio fratello, non vi abbiamo scelto saggiamente. - poco dopo, i due gemelli usarono i loro poteri per scagliare dei raggi, rispettivamente dorato per Nile e argentato per Annalisa, che colpirono le due Dee e le fecero cadere a terra; passarono altri secondi, che la Divinità della Morte scomparve sotto gli occhi di tutti.
- E una è sistemata: non doveva causare altri problemi. Anche se rappresento la Distruzione, le Regole che abbiamo stabilito non devono essere violate per nessuna ragione. - disse Annalisa, per poi rivolgere uno sguardo al fratello.
- Fosse per noi faremmo sparire anche te Diana, ma sebbene tu abbia coinvolto degli umani innocenti in questa lotta tra te e Arelia, sappiamo che hai ancora qualcosa da fare nel Regno della Vita. Ti rispedirò là, ma appena avrai fatto ciò che devi, sai cosa ti aspetterà. - la informò Nile, per poi teletrasportarla nel Regno della Vita.
Solo in quel momento, i due rivolsero la loro attenzione a Shindou:
- Ti sottoporremo noi al Giudizio delle Anime. È meglio che ti prepari. - gli disse il rappresentante della Creazione, per poi sussurrare alla gemella qualcosa e vederla sparire tra la nebbia.
Anche per qualcun altro stava per cominciare una difficile prova…
 
 
Angolo di Emy
A tutti voi che state leggendo, vi voglio augurare Buon Natale. Spero abbiate passato una bella giornata. Scommetto che dopo la fine che hanno fatto fare ad Arelia e ciò che accadrà a Diana, i gemelli Le Loire non vi staranno simpatici, ma a voi la scelta. Che cosa credete che abbia chiesto Nile ad Annalisa e chi è l’altra persona che deve superare una prova?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 39
*** Una sentenza e uno scontro nel Mondo delle Anime ***


 Nel Mondo dell’Anima… da Kirino…
 
- Credevo di essere vicino al punto in cui si era creata quella luce, ma mi sbagliavo: con questa nebbia è impossibile orientarsi. - si lamentò il rosa, mentre stava vagando in quella dimensione. L’unica cosa che non sapeva, è che qualcuno lo stava seguendo…
- E ora mettiamo alla prova quest’Angelo. Io e mio fratello avevamo imposto la Prova del Livello Proibito della Torre del Cielo sin da quando abbiamo creato i due Regni, ma Diana ha pensato di abolire quell’usanza perché era troppo pericolosa. Vediamo se la sua è stata una decisione intelligente.  - disse tra sé e sé Annalisa, nascosta tra la nebbia, mentre evocava una sfera di fuoco argentata, per poi scagliarla contro Ranmaru.
La Guardia si era accorta solo all’ultimo momento delle fiamme, ma riuscì ad evitarle:
- Chi è stato? - a quella domanda, Annalisa si fece avanti uscendo dalla nebbia.
- Ringrazia che ci sono andata piano con quel colpo, altrimenti non te la saresti cavata facilmente. - rispose la Rappresentante della Distruzione.
- Non è possibile… voi siete una dei Gemelli della Creazione e della Distruzione. - Kirino era rimasto come pietrificato a vederla:
- Vedo che mi conosci. - disse incurante la donna, ma era piuttosto stupita che qualcuno sapesse di lei e del fratello: da quando i Gemelli avevano creato i due Regni, le Divinità che sceglievano facevano il possibile per nascondere la loro esistenza agli Angeli e ai Diavoli, ma a quanto pare Diana e Arelia non avevano fatto la stessa cosa.
- Dal momento che potresti già sapere qualcosa sul mio conto, non mi dilungherò, ma lascia che te lo dica: sei stato imprudente a ignorare il consiglio del tuo maestro. -
- Ormai avevo deciso: nemmeno voi riuscirete a farmi cambiare idea. E ora, se non vi è di troppo disturbo, dovrei andare: vorrei assistere al Giudizio delle Anime. - proprio quando l’Angelo stava per proseguire, Annalisa evocò nuovamente le fiamme e Ranmaru si vide costretto a rimanere fermo:
- Caro il mio Angelo, dovresti sapere che, a parte casi eccezionali, a nessuno è permesso assistere alla sentenza. Ti consiglio di andartene. - lo avvisò la donna.
- Mi spiace, ma come ho detto al mio maestro, non ascolterò questo consiglio. - stava per rimettersi in cammino, quando Annalisa creò altre sfere infuocate e le lanciò contro di lui; la Guardia Angelica provò a difendersi con una barriera d’energia color verde acqua, ma le fiamme la penetrarono subito colpendolo:
- Vedi di capire che non ti permetterò d’interferire. - la donna si circondò di un’aura argentata, e ciò le permise di creare dietro di lei una figura femminile che indossava un’armatura d’argento e portava con sé un arco di legno d’ebano e una faretra piena di frecce. Aveva capelli corti color castano molto chiaro, gli occhi lilla e la carnagione chiara.
- E questo cos’è? - le chiese il rosa.
- Si chiamano Keshin o Avatar: sono emanazioni dell’energia spirituale di un individuo, e quando qualcuno è in grado di padroneggiarla, queste assumono una forma specifica. Tuttavia, è un potere troppo grande per gli Angeli e i Diavoli, e gli unici in grado di controllarlo siamo io, mio fratello e le Divinità, ma loro non l’hanno mai utilizzato perché nell’eventualità in cui perdessero il controllo, potrebbero distruggere i due Regni. Ti presento il mio keshin: Arciere Guardiano della Luna. - dopo quella spiegazione, il keshin scoccò subito una delle frecce contro l’Angelo.
- Non mi farò cogliere impreparato un’altra volta. - affermò Kirino, mentre il colore dei capelli e degli occhi cambiava: aveva raggiunto il massimo potenziale, e creò un’altra barriera d’energia per difendersi dalle frecce dell’avatar, ma quelle la sfondarono subito:
- Non sei riuscito a difenderti dalle fiamme, e pretendi di farlo dal mio keshin. Non ti credevo così ingenuo. - ammise Annalisa.
- è troppo potente: se la attaccassi, non otterrei niente, e se provassi a difendermi, lei riuscirà a colpirmi comunque. Che posso fare? - a quella domanda, seguì un grido di dolore: la donna era a terra, e si teneva la spalla, e Ranmaru notò che Arciere Protettore della Luna era stato colpito da una freccia dorata nello stesso punto.
- è la mia occasione. - la Guardia Angelica passò oltre, ma Annalisa sentiva ancora dolore nel punto in cui il suo avatar era stato colpito; pochi minuti dopo, dalla nebbia, comparve un keshin simile al suo, ma si trattava di un uomo dai capelli corti color castano scuro, occhi viola scuri e la carnagione né troppo chiara né troppo scura. Inoltre, l’armatura era dorata: era l’avatar di suo fratello, Arciere Guardiano del Sole, ma perché la aveva colpita?
La donna si mise in contatto mentale con il fratello:
- Nile, che cos’hai fatto!? Sai bene che un keshin e chi li controlla sono collegati: quando uno sente dolore, lo sente anche l’altro. Perché hai colpito il mio avatar!? -
- Stai calma sorellina: ho visto come stava andando, e conoscendoti lo avresti eliminato seduta stante. Inoltre, ho un piano per fare in modo di concludere questo Giudizio delle Anime. -
La donna richiamò a sé il suo keshin, e tornò da suo fratello. Era arrabbiata con lui, ma era anche curiosa di vedere che cosa aveva in mente.
 
 
In una zona non molto lontana…
 
Dopo diversi problemi, il Giudizio stava per cominciare:
- E ora spero che non ci saranno altri problemi in questa sentenza. - disse Nile, per poi rivolgersi a Shindou:
- Da quel che ho potuto vedere e sentire quando le Dee erano ancora qui, il tuo non è uno dei casi più semplici: anche se per diverso tempo la Dea della Morte ha continuato a mentirti su ogni cosa, sei ancora diviso a metà. Io ti chiedo: eri davvero convinto delle tue azioni? Quando hai saputo della sua vera identità, e di conseguenza avete combattuto, non mi è sembrato che ti sia fatto molti scrupoli, ma dopo averlo colpito con quella spada, mi è sembrato di capire che per una notte intera sei rimasto divorato dai sensi di colpa. Come se non bastasse, hai convinto il corvo dagli occhi zaffiri, cioè il messaggero della Dea della Vita a indicarti la strada per attraversare i vari piani della Torre del Cielo. - Takuto lo interruppe:
- Io non l’ho proprio convinto: è stato quell’uccello a indicarmi dove si trovava la mappa della torre. -
Dopo quella frase, seguirono diversi minuti di silenzio:
- Quel corvo non era di certo stupido: aiuta soltanto chi è nel giusto. - pensò Nile, per poi rivolgere nuovamente la parola al ragazzo di fronte a lui:
- Hai superato gli innumerevoli trabocchetti disseminati qua e là da me e mia sorella quando costruimmo quella torre, hai affrontato un essere con i poteri della Signora della Vita, e hai guarito l’Angelo che tu stesso avevi ferito pur sapendo che saresti stato sottoposto a questa sentenza. Che cosa ti ha spinto a farlo? - gli domandò alla fine il Rappresentante della Creazione.
Shindou non sapeva che rispondere: poteva davvero dire che erano davvero sensi di colpa quelli che lo avevano tormentato? Oppure che voleva vedere se quello che era stato il suo amico stava bene? In mezzo a quei pensieri, prese tra le pieghe del mantello da Mietitore che continuava ad indossare il rametto di fiori di ciliegio che aveva dal giorno dello scontro con Kirino:
- Anche se l’ha fatto attraverso questi fiori, mi ha aiutato anche quando mi trovavo nel Regno della Vita. Non me lo meritavo dopo quello che gli ho fatto. - pensò Takuto, quando provò una sensazione di calore e dolcezza che aveva percepito solo dopo che aveva recuperato i ricordi riguardanti la sua morte e quando Ranmaru lo aveva abbracciato, e poco dopo scoprì il perché: due braccia esili gli stavano cingendo la vita, e Shindou sentiva ancora quella sensazione.
Si girò di poco per vedere chi lo stesse abbracciando, ma rimase stupito di chi si trattava…
 
 
Angolo di Emy
Potrebbe essere piuttosto ovvio chi sta abbracciando Shindou, ma che ne pensate dei due Gemelli e della comparsa dei due keshin?
A parte questo, spero di non aver fatto troppi errori.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 40
*** La scelta finale dei Gemelli ***


 Shindou si era voltato per capire chi lo stesse abbracciando, ma rimase stupito quando scoprì di chi si trattava: non poteva vederlo in volto perché l’altro aveva il viso premuto contro la sua spalla, e dai singhiozzi che sentiva seguiti dalla sensazione di qualcosa di caldo e bagnato sul mantello, stava sicuramente piangendo, ma i capelli rosa e le ali color turchese non gli lasciavano dubbi sulla sua identità.
- Ki- Kirino? Sei tu? - l’individuo misterioso sollevò il capo, e occhi azzurri bagnati di lacrime e occhi castani pieni di stupore s’incontrarono nuovamente: quell’Angelo era proprio Ranmaru.
- Sì Takuto, sono proprio io. - rispose il rosa, ma il castano notò le lacrime che solcavano il volto dell’altro: per tutto il tempo in cui erano rimasti sulla Terra, non era sicuro di averlo mai visto piangere.
- Come hai fatto a raggiungermi? - gli chiese subito Shindou.
- Sono riuscito ad uscire dalla Torre del Cielo e a teletrasportarmi nel Regno di Mezzo, ma il mio maestro e la Rappresentante della Distruzione continuavano a ripetermi che avrei subito delle… - non fece in tempo a terminare la frase, che sentì un dolore lancinante dove era stato colpito tempo prima: si sentiva come se qualcosa stesse cercando di squarciargli il petto, e anche che le poche energie che aveva recuperato lo stessero abbandonando. In seguito a quella fitta, si lasciò cadere a terra, ma Takuto riuscì a sorreggerlo:
- Che ti sta succedendo? - a rispondere però ci pensò Annalisa, tornata in quel momento:
- è l’effetto della freccia che gli ho scagliato, o meglio, che il mio Keshin ha scoccato contro di lui pochi secondi fa. - lo informò, per poi indicare con lo sguardo un punto nell’armatura dell’Angelo: vi era una freccia avvolta da un’aura argentata conficcata al centro della schiena di Kirino, ma emetteva a intervalli regolari una luce verde acqua.
- Sta risucchiando le sue energie. Perché l’ha fatto? - chiese il castano alla donna, ma nel suo tono era evidente una nota di disprezzo.
- Per la verità, un modo ci sarebbe. - s’intromise Nile, che fino a quel momento era rimasto ad osservare la scena, per poi aggiungere:
- Dovrai accettare di tornare un Mietitore, e sparire insieme al Regno della Morte. Ora che la Divinità di quel Regno è scomparsa, quel posto ha le ore contate. - prima che finisse, la sorella lo interruppe:
- Inoltre, dovrai farti cancellare la memoria riguardo agli avvenimenti che sono successi da quando Arelia ti ha risvegliato. A questo punto, ti lasciamo decidere. -
Dopo quelle ultime frasi, seguirono diversi minuti di silenzio:
- Ed io che pensavo che le cose non potessero andare peggio: prima scopro che Kirino mi aveva mentito, ma non potevo permettere che rischiasse tanto solo per un malinteso, poi vengo a sapere che la Dea della Morte mi ha mentito per tutto questo tempo, e ora questo. Ranmaru ha già sofferto abbastanza a causa mia: accetterò la proposta dei due Gemelli. È l’unico modo per salvarlo. - pensò Shindou, per poi rivolgersi ai Le Loire:
- Va bene: io accetto di tornare un Mietitore, ma vorrei vedere se manterrete la parola. -
Nile si avvicinò al rosa, sempre sotto lo sguardo attento di Takuto che continuava a tenerlo fra le braccia, ed estrasse la freccia scagliata dall’avatar della sorella; poi si allontanò, e grazie ad un’energia dorata emanata dalle mani, restituì le forze a Kirino.
- Io ho finito: il tuo amico è salvo. - lo informò il Rappresentante della Creazione, per poi rivolgere uno sguardo complice ad Annalisa, la quale creò un portale d’energia argentata.
- Noi abbiamo mantenuto la nostra parte dell’accordo, e ora vedi di rispettarla anche tu. - lo avvisò la Rappresentante della Distruzione.
Il castano annuì, e diede un ultimo sguardo a Ranmaru, per poi vedersi costretto ad affidarlo a Nile e attraversare il portale; quello che non sapeva, era che i Gemelli avevano sentito i suoi pensieri durante i minuti di silenzio.
- Che ne pensi fratellino? - gli domandò la donna.
- Penso che non mi sarei mai aspettato questa scelta da parte sua: mi hai stupito. - le rispose il fratello.
- Sembra che il nostro piano sia riuscito. - disse Annalisa con un sorriso sul volto, per poi aggiungere:
- Ora, è meglio che vada a prenderlo prima che vada tutto a monte e un altro cuore spezzato venga aggiunto alla lista. - dopo quella frase, la Rappresentante della Distruzione seguì Shindou nel portale.
 
 
Sulle soglie del Regno della Morte…
 
Shindou aveva compiuto la sua scelta, ma si sentiva strano: era come se la sua mente si stesse svuotando.
Era già cominciato il processo di cui gli avevano portato i Gemelli Le Loire, e sarebbe continuato se una luce abbagliante non li avesse interrotti: quando riaprì gli occhi, si trovava ancora nel Mondo dell’Anima.
- Come ho fatto a tornare qui? - si domandò Takuto, mentre cercava di rimettersi in piedi.
- Semplice: ti ho dovuto aiutare io. - rispose una voce femminile, ma al castano non ci volle molto per capire che apparteneva alla Rappresentante della Distruzione.
- Perché mi ha riportato qui? - le chiese, ma a rispondere ci pensò Nile, apparso dalla nebbia vicino alla sorella:
- Perché hai superato la prova, ecco perché. -
- Quale prova? Potreste spiegarmi, non ci capisco più niente. -
- Noi siamo coloro che hanno creato i Regni, i nostri poteri sono illimitati, quindi siamo riusciti a sentire cosa pensavi prima che ci rispondessi. - rispose Annalisa, ma il gemello aggiunse:
- A noi interessavano le tue intenzioni, del resto, è questo il compito di chi giudica le anime.
Certo, dopo quello che le due Divinità avevano combinato, non volevamo altre interruzioni, ma poi abbiamo capito che se volevamo farci un parere su di te, dovevamo fare in modo che quell’Angelo ci raggiungesse e ferirlo per capire quale sarebbe stata la tua reazione, e abbiamo preso una decisione unanime riguardo al tuo caso. - gli spiegò il Rappresentante della Creazione.
- E quindi? Che ne sarà di me? - domandò Shindou.
- Abbiamo deciso che entrerai a far parte degli Angeli. - lo informò Annalisa, per poi schioccare le dita e l’armatura delle Guardie Angeliche prese il posto del mantello da Mietitore che portava Takuto, e due ali argentate con delle sfumature nere comparvero sulla schiena.
- Ora prendi il tuo amico, e andatevene. Credo che nel Regno della Vita ci sia bisogno del vostro aiuto. - aggiunse la Rappresentante della Distruzione.
Intanto, Nile che si era precedentemente dileguato, era tornato portando con sé Ranmaru che sembrava essersi ripreso:
- Kirino… ma allora, stai bene… - il castano aveva ancora il sospetto che, nonostante tutto, i Gemelli non avevano davvero aiutato l’amico, ma quando il rosa lo abbracciò, si dovette ricredere.
- Sì, sto bene. - gli disse, per poi sussurrargli:
- Nel Regno della Vita non ho potuto dirtelo perché sei sparito all’improvviso, ma te lo dico adesso: grazie per non avermi abbandonato. - dopo quella frase, il Rappresentante della Creazione schioccò le dita, e i due Angeli vennero teletrasportati nel Regno della Vita.
- Che dici? Riusciranno a salvare quel Regno? - domandò Annalisa al fratello.
- La verità? Non lo so, ma se vogliono farlo, l’unico modo è usare l’ultima rosa bianca. Tuttavia, se qualcuno la usa c’è un problema e noi due sappiamo bene qual è. - le rispose il fratello.
Era la verità: c’era un prezzo da pagare per usare la rosa bianca intrisa d’aura dorata. Un prezzo molto alto…
 
 
Angolo di Emy
Non è stato molto facile perché non ero partita da un’idea precisa, ma mi sembra di aver fatto un buon lavoro.
Spero vi sia piaciuto, ma immagino avrete capito di quale prezzo parlano i due Gemelli Le Loire…
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 41
*** Le ultime sorprese e l'ultimo saluto della Dea della Vita ***


 Nel Regno della Vita… poco lontano dalla barriera di vento che protegge la Torre del Cielo…
 
Gli abitanti delle isole e anche le Guardie erano radunate nella torre, ma era evidente che qualcuno mancava all’appello:
- Così non va bene: la sovrana non è ancora tornata. - Makoto stava continuando a volare oltre la barriera di correnti d’aria che circondava la torre per controllare che la Divinità della Vita arrivasse, ma quello non era l’unico problema.
- Ehi Makoto! La regina non sarà ancora arrivata, ma ti ricordo che anche Kirino manca. Non ti sarai mica scordato di lui? - gli fece notare Taiyou raggiungendolo.
- Di lui non mi preoccupo: lo conosciamo bene tutti, e sappiamo che non farebbe mai nulla di sconsiderato.
È la Dea che in questi ultimi tempi mi è sembrata strana: era in ansia per qualcosa, e le cose sono peggiorate quando la avevamo informata dei problemi che si stavano verificando nelle singole isole. - lo informò Kurosaki, ma entrambi avevano scordato un altro particolare:
- Credo che entrambi vi stiate scordando qualcosa. - Shuu in quel momento aveva raggiunto gli altri due Comandanti:
- I portali che conducono alle isole rischiano di chiudersi definitivamente, ed è inutile dire che gli abitanti non potranno rimanere in quella torre per sempre, soprattutto se finiscono nella Sala dei Nove Corvi o nel Livello Proibito. Se raggiungono per sbaglio quei luoghi, sappiamo bene che potremmo perderli per sempre. -
Inutile dire che i problemi erano troppi ed erano capitati tutti in una volta sola, ma sembrava che uno stava per essere risolto:
- Hey ragazzi! - i tre Comandanti si voltarono nella direzione dalla quale proveniva la voce, e videro Tenma che stava volando verso di loro.
- Tenma, che ti prende? - si affrettò a domandargli Amemiya.
- Kirino sta arrivando, ma non è da solo: con lui c’è anche un altro Angelo. Dobbiamo raggiungerli. - rispose Matsukaze, per poi ricominciare a volare seguito dai compagni.
Quando raggiunsero il punto in cui Tenma aveva visto Ranmaru, i quattro videro la barriera di vento che difendeva la torre sparire, ma notarono Kirino che stava volando verso di loro seguito da un altro Angelo dai capelli e gli occhi castani.
- Ciao Kirino! - lo salutò Matsukaze, ma Taiyou lo interruppe subito:
- Che cosa ci fa lui qui? - inutile dire che si riferiva a Shindou.
- Beh, vi dico solo che è stato sottoposto al Giudizio delle Anime ed è finito qui… - il rosa non ebbe il tempo di finire che arrivarono anche Makoto e Shuu:
- Sarà che è tornato qui come Angelo, ma questo non è il momento più adatto. - disse Kurosaki, ma Kirino non capiva bene a cosa si riferisse il Comandante dell’Ovest.
A dargli qualche spiegazione, ci pensò il Comandante del Nord:
- Quando è successo, eri sparito, quindi è normale che tu non lo sappia, ma tanto vale dirtelo: abbiamo dovuto eseguire le procedure di evacuazione delle isole. Gli abitanti sono salvi, ma questo Regno sta scomparendo: i disastri naturali verificatisi sulle isole e la scomparsa della barriera di correnti d’aria intorno alla torre ne sono la prova evidente. -
- Senza contare che la sovrana non è ancora tornata dal Regno di Mezzo. - aggiunse Tenma, ma pochi secondi dopo, i sei Angeli vennero raggiunti da Kyousuke:
- Potrei sapere che ci fate ancora qui? La Divinità è tornata poco fa alla torre, ma… - non fece in tempo a terminare la frase che si accorse del nuovo Angelo:
- Tu sei il Demone che è riuscito ad infiltrarsi nella torre poco tempo fa. -
Kirino e Shindou si guardarono per un attimo, e il castano prese finalmente parola da quando era arrivato in quel Regno:
- Per la verità, ero anche il Mietitore che ti aveva interrotto tempo fa, quando stavi combattendo contro quell’Angelo. - disse, mentre indicava con lo sguardo Tenma.
Tsurugi e il Comandante dell’Est ci impiegarono un attimo, ma poi si ricordarono di quell’incontro avvenuto diverso tempo prima:
- Fammi capire: quel Mietitore eri tu? Lo stesso che mi ha interrotto la prima volta che ho rivisto Tenma da quando le due Dee ci hanno spediti sulla Terra? Da come ti comportavi, mi sarei aspettato che ci fosse chissà chi sotto quella maschera. - le altre Guardie Angeliche presenti, tranne Shindou, erano rimaste stupite da ciò che aveva detto il blu:
- Era un tuo collega e non sapevi chi fosse? - gli chiese Matsukaze, ma su una cosa doveva dare ragione al compagno: le poche volte che lo aveva visto quando era uno Spirito Mietitore, si sarebbe aspettato che sotto la maschera ci fosse qualcuno peggiore della Divinità della Morte.
- Mi spieghi come facevo a saperlo? La Signora della Morte ha sempre voluto che ci credessimo soli in battaglia, senza nessun compagno e voleva che l’identità di ogni Mietitore rimanesse segreta a tutti. - dopo quella breve spiegazione, ci fu un attimo di silenzio, ma a Kyousuke era tornato in mente il particolare per cui era andato ad avvertire i Comandanti:
- Dobbiamo tornare da Aki e Ichinose: si staranno occupando della regina a quest’ora. Ne ha un gran bisogno. - prima che il blu cominciasse a dirigersi verso la torre, Tenma lo fermò:
- Che intendi dire? Che cosa ha? -
- è meglio che la vediate voi stessi. - rispose semplicemente Tsurugi.
Le altre Guardie Angeliche non avevano ancora capito che cosa poteva essere successo, ma per saperlo dovevano arrivare alla Torre del Cielo.
 
 
Poco dopo… in cima alla Torre del Cielo…
 
Le Guardie erano tornate alla torre, e lì trovarono anche la risposta a ciò che poteva essere accaduto alla Dea. Davanti a loro non c’era più la donna che per lungo tempo avevano visto governare quel Regno, ma una Guardia Angelica: aveva circa quindici anni, ali e aureola color zaffiro, capelli lunghi e lisci castani, ma quelli raccolti nella coda bassa erano azzurri, la carnagione lievemente abbronzata, gli occhi dello stesso colore delle ali e dell’aureola e la cicatrice sulla guancia era sparita; inoltre, portava con sé la spada che aveva affidato a Kirino poco tempo prima.
Prima che potessero formulare una qualsiasi domanda, quella che era la Divinità della Vita li anticipò:
- Posso capire che siate stupiti, del resto soltanto Aki e Ichinose sapevano quali sarebbero stati gli effetti della regressione sulla sottoscritta, ma prima c’è qualcosa di più importante da fare. - disse alle Guardie, per poi rivolgersi ai due Neutrali:
- Aki, Ichinose, portatemi l’ultima rosa bianca. - a quella richiesta, i due sbiancarono:
- Sei sicura? Non sappiamo quali effetti potrebbe avere. - disse Kazuya.
- Vista la situazione dei Regni, non c’è scelta. Andate. - dopo quella frase, i due Neutrali si alzarono in volo per dirigersi al Giardino delle Rose.
- Loro conoscono già la mia storia e quella della Dea della Morte, ma quando tutto questo sarà finito, la svelerò anche a voi. - promise alle Guardie Angeliche, ma pochi secondi dopo, Aki e Ichinose erano già tornati con la rosa bianca avvolta dell’aura dorata.
- è il momento. Mie Guardie Angeliche, e anche tu mio Regno della Vita, questo sarà il mio ultimo saluto. -
 
 
Angolo di Emy
Eh sì, ho intenzione di lasciarvi col fiato sospeso riguardo a ciò che accadrà, ma vi lascio fare delle ipotesi nelle vostre teste fino a quando non scriverò il prossimo capitolo.
Mi scuso per eventuali errori, ma oggi ho avuto parecchi impegni e ho dovuto scriverlo piuttosto di fretta.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 42
*** La verità viene a galla: la storia di Diana Raven e Arelia Farfalla ***


 Diana concentrò i suoi poteri nella rosa bianca, e come per quelle avvolte dall’energia argentata, ad un certo punto i petali si staccarono e anche l’aura dorata venne liberata, ma a differenza degli altri casi, l’energia circondò le Guardie Angeliche che erano presenti in cima alla torre e anche quelle che si trovavano nel resto dell’edificio, per poi dirigersi verso i varchi che conducevano alle varie isole.
Erano passati alcuni minuti, quando l’aura si dissolse, ed effettivamente qualcosa era cambiato, a cominciare dalle Guardie: le loro ali e le aureole, da argentate, erano diventate bianche.
- Era tutto qui quello che doveva fare? - domandò Taiyou alla Dea della Vita.
- Sei davvero impaziente. Provate a guardare cosa è successo fuori dalla torre. - consigliò loro la Signora della Vita.
I quattro Comandanti si diressero in volo fuori da quella sala, e dovettero dare ragione alla Divinità della Vita:
- è vero! Guardate i varchi! - esclamò Tenma, attirando l’attenzione dei compagni: i portali si stavano riaprendo e le stesse isole si stavano dirigendo verso quella centrale. Erano come trascinate da una forza misteriosa verso di loro, e ci volle diverso tempo, prima che queste si saldassero perfettamente all’isola centrale. Quando accadde, ci fu un grande terremoto, e anche se in quel periodo c’erano state parecchie scosse sismiche, la torre non aveva mai subito danni.
- Il Regno è tornato com’era prima della lotta contro la Dea della Morte qualche anno fa. - constatò Shuu guardando le isole di nuovo unite.
- Non mi sarei mai aspettato di rivedere tutto questo. - ammise Makoto, ma un urlo di dolore proveniente dalla torre riscosse le Guardie dai loro pensieri. Tornarono nella sala in cima all’edificio, e vi trovarono Aki e Ichinose che stavano aiutando la Signora della Vita a rialzarsi da terra, ma in lei era cambiato qualcos’altro: le ali e l’aureola erano sparite, e non indossava più l’armatura, ma una maglietta a mezze maniche color cielo su cui vi era l’immagine di un corvo nero, dei jeans aderenti neri, e delle converse blu. Inoltre, portava un medaglione e diversi bracciali d’argento su cui erano incastonati alcuni zaffiri.
Non ci volle molto per capire che cosa le era successo: era diventata un’umana.
- Non pensavo che sarei più tornata umana dopo questa storia. - ammise Diana, ma le Guardie erano stupite: loro avevano sempre creduto che la Dea della Vita era sempre stata un Angelo, non che fosse un’umana. Alla Divinità però non sfuggirono i loro sguardi stupiti, e si ricordò di ciò che aveva promesso loro poco prima di usare i suoi poteri per far tornare il Regno com’era sin da quando era stato creato; avrebbe preferito evitare tutto ciò, ma qualcosa negli sguardi di Aki ed Ichinose e delle parole che continuava a ripetersi sempre la convinsero: alla fine, la verità sarebbe venuta a galla.
- Vi devo parecchie spiegazioni, ma è meglio che cominci da quando sono diventata un Angelo, e prima che la Dea della Morte diventasse quello che era. Il mio vero nome è Diana Raven, e quello dell’ultima Signora della Morte era Arelia Farfalla; eravamo entrambe umane, ma soprattutto, eravamo amiche… prima che il destino decidesse di farmi un brutto scherzo: io e Arelia avevamo da poco compiuto quindici anni, quando rimanemmo coinvolte in un incidente, ma al nostro risveglio, ci ritrovammo nel Mondo delle Anime insieme ai due Gemelli della Creazione e della Distruzione. Non passò molto tempo, prima che scoprissimo cosa volevano da noi: volevano addestrarci come Guardie del Regno di Mezzo, ma la cosa non era destinata a durare. C’era stato un problema con le Divinità della Vita e della Morte che governavano i due Regni a quei tempi, ma noi due continuammo ad allenarci come se niente fosse; non sapevamo cosa avevano in mente quei due per noi…
Si trovarono costretti a destituire dal comando i due sovrani dei Regni, e noi dovemmo sostituirli, ma i problemi iniziarono allora: all’inizio, io dovevo essere nominata Dea della Morte, ma Arelia combinò qualcosa che stravolse i piani dei due Gemelli: aveva cercato di prendere i loro poteri, e in particolare i loro keshin Arciere Protettore del Sole e della Luna, ma i due riuscirono a batterla, e la costrinsero a parlare: lei ammise che voleva prendersi i loro poteri e governare tutti e tre i Regni, ma i due capirono che era meglio relegarla per sempre nel Regno della Morte per evitare che potesse causare altri problemi, così io venni designata sovrana del Regno della Vita. Lei però, ritenendo che non fosse giusto che io prendessi il posto che era suo, se la prese con me e da allora cominciò ad odiarmi.
Poco tempo dopo essere diventata la Dea della Vita, proposi ad Arelia di incontrarci nel Regno di Mezzo per chiarire la situazione, ma lei rispose che non mi avrebbe mai perdonata per quello che era accaduto e che avrebbe fatto di tutto, pur di vedere me e il Regno della Vita scomparire per sempre: a causa di quella discussione, scoppiò la guerra che causò la disgregazione dell’isola del Regno della Vita nelle quattro che conoscete.
Dopo quello che era successo, io mi convinsi che ormai la mia amicizia con Arelia era finita, ma anche che era diventata un Diavolo e non sarebbe mai potuta cambiare; per evitare che causasse problemi per quel che riguarda il prelievo delle anime, mi sono ritrovata costretta a coinvolgere i Signori del Regno di Mezzo che conoscete, e anche i due Giudici delle Anime nella lotta tra me e quella che ormai era diventata la mia nemica.
Li ho strappati alle loro vite normali prima del tempo, e ora come ora non merito di rimanere a governare questo Regno. - dopo quella spiegazione, Diana si rese conto che il suo corpo stava cominciando a dissolversi in una luce azzurra: non le rimaneva molto tempo.
- Su una cosa però mi sono sbagliata: anche i Demoni possono cambiare, e me lo avete dimostrato voi mie Guardie Angeliche. Mi avete fatto capire il mio errore, ma non posso rimanere qui e i due Gemelli lo sanno bene. -
Prima di scomparire per sempre, aveva ancora qualcosa da dire agli Angeli:
- Grazie di tutto miei Angeli. Addio. - con quelle parole, e con un ultimo sorriso, forse il primo sincero da quando era cominciata la sua vita come sovrana, sparì per sempre in una luce azzurra che venne trasportata via dal vento; l’unica cosa rimasta di Diana era il medaglione che portava. Kirino si avvicinò e lo raccolse, ma questo si aprì all’improvviso, rivelando una foto della Signora della Vita e quella che doveva essere la Dea della Morte: si trovavano nella zona nascosta dello stesso parco in cui lui e Shindou si erano scontrati, erano abbracciate e stavano sorridendo. Probabilmente, quello era tutto ciò che era rimasto all’ormai ex sovrana del Regno della Vita della sua vecchia amica.
Ranmaru sentì una mano posarsi sulla sua spalla: si trattava di Takuto.
- Lei sapeva di aver perso la sua amica, a quanto pare non voleva che accadesse lo stesso anche a noi. - constatò il rosa.
- Anche noi rischiavamo di fare la stessa fine, ma abbiamo superato questa storia. Mi spiace solo che se ne sia dovuta andare. - ammise il castano.
- No, non se ne è andata. - disse all’improvviso Ichinose.
- è vero che è sparita, ma se c’è una cosa che ho capito, è che le persone cui vogliamo bene trovano sempre il modo di tornare da noi, anche se la cosa può richiedere tempo. - aggiunse Aki prendendo per mano Kazuya.
In quello stesso momento, Tenma aveva spostato lo sguardo su Tsurugi: Yuuichi gli aveva detto la stessa cosa tempo prima, e quelle parole rappresentavano la pura verità.
Pochi minuti dopo, mentre le Guardie e gli abitanti stavano tornando alle loro case, un corvo dagli occhi zaffiri stava osservando tutto. Non era ancora finita: per quel Regno, c’era ancora un futuro.
 
 
Angolo di Emy
Già dallo scorso capito si poteva immaginare cosa sarebbe successo a Diana, ma credo che la storia sua e di Arelia sarà stata una sorpresa.
Non è ancora finita: il prossimo capitolo sarà l’epilogo.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

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Capitolo 43
*** L'ultimo segreto di Diana ***


 Diana era sparita, e la conseguente scomparsa del suo potere, provocò altre scosse di terremoto, ma erano molto più forti di quelle che avevano colpito le isole durante il processo di regressione:
- Che sta succedendo? - domandò Shindou ai due Neutrali.
- A sostenere questa torre era il potere della Dea della Vita, e ora che lei non c’è più, questo posto sta per crollare. Dovete far evacuare gli abitanti, tra poco qui non rimarranno altro che macerie. - rispose semplicemente Ichinose, anche se il suo tono sembrava più quello di un ordine.
A quelle parole, le Guardie Angeliche si diressero nei livelli della torre dove sapevano si trovavano i popoli delle isole, ma Aki fermò Kirino e Shindou prima che seguissero gli altri:
- Voi dovete venire con noi. - la Kino prese il rosa per la mano, e Kazuya fece lo stesso con Takuto: i quattro si teletrasportarono nella Sala dei Nove Corvi.
- Mi spiegate che cosa ci facciamo qui? - chiese Ranmaru ai due Neutrali, ma prima di rispondere, i due indicarono con lo sguardo una piccola incavatura al centro della stanza e Kirino notò che aveva la stessa forma ovale del medaglione.
- Tempo fa, Diana ci aveva rivelato che aveva nascosto una tavoletta di zaffiro in questa torre; su di essa, vi era scritto il modo per trovare il suo successore al potere di questo Regno, e sapendo che si trovava qui, abbiamo passato parecchio tempo a cercarla, ma non eravamo mai riusciti a trovarla. Quando abbiamo visto quel ciondolo, ci siamo ricordati dell’incavo nel pavimento di questa sala, e abbiamo pensato che poteva esserci un collegamento con la tavoletta. - spiegò Aki, dopodiché il rosa inserì il medaglione nell’incavatura, e una luce blu si sprigionò da esso, per poi diffondersi tutta la stanza; quando si affievolì, i quattro si trovavano all’esterno della torre, ormai ridotta ad un cumulo di rovine, ma i ghiacci che ricoprivano l’isola erano ancora presenti. Erano una traccia ormai indelebile, perché nessuno si scordasse ciò che era successo.
Gli abitanti e le altre Guardie non c’erano, probabilmente erano tornate alle isole ora che la situazione era tornata alla normalità.
I Neutrali e le due Guardie Angeliche si erano avvicinati alle macerie, e notarono che soltanto la Stanza dei Nove Corvi non aveva subito molti danni, forse perché il poco potere della Raven che era contenuto nel pendente la aveva protetta, ma al posto della zona del pavimento in cui si trovava l’incavo per il ciondolo, era comparsa una scalinata che portava sottoterra; i quattro decisero di percorrere quelle scale, e arrivarono nel Giardino delle Rose sperando di trovare qualche traccia della tavoletta, ma era tutto quanto come l’ultima volta in cui erano stati lì, tranne il medaglione di Diana che si trovava per terra.
Shindou lo raccolse, mentre Ranmaru continuava a guardare quel giardino sotterraneo perso in ricordi sconosciuti al castano.
- Mi riesce difficile credere che sia crollata, soprattutto dopo tutti quegli anni in cui l’ho vista ergersi imponente al centro del Regno e dell’isola ghiacciata, ma soprattutto gli anni che ho passato qui durante l’addestramento e il periodo in cui ho imparato ad accettare il fatto di essere diventato un Angelo. - il rosa disse quelle frasi tra sé e sé, ma gli altri tre le udirono comunque, soprattutto Takuto che, avvicinatosi all’amico, si era reso conto che le lacrime avevano cominciato a solcare il viso dell’altro:
- Ormai è successo, ma la Signora della Vita voleva farci capire una cosa: dobbiamo tenerci stretti coloro che ci sono cari, impedire che ci sfuggano dalle mani, e non permettere che dei malintesi possano portare alla fine di tutto. Questo noi lo sappiamo bene, ma possiamo sempre fare in modo che gli altri vengano a sapere del messaggio che la Dea voleva trasmettere. Mi vuoi aiutare? - propose alla fine l’ex Mietitore a Kirino.
- Mi riesce difficile credere che fossi lo stesso Demone che voleva togliermi di mezzo, ma su una cosa hai ragione: l’amicizia tra lei e la Divinità della Morte è sparita a causa di un malinteso, ma ci ha aiutato a capire che non è per motivi come questi che un’amicizia deve svanire. -
- Non mi hai ancora risposto Ranmaru. Hai intenzione di aiutarmi? - gli chiese di nuovo il castano porgendogli la mano, ma il rosa, invece di stringerla, attirò l’amico in un abbraccio:
- Va bene. Ti aiuterò. - rispose tra le lacrime l’Angelo dagli occhi color cielo, ma pochi secondi dopo, il medaglione che Shindou teneva ancora nella mano sinistra cominciò a splendere di una luce color zaffiro.
Poco dopo, il ciondolo cadde dalla mano dell’ex Mietitore, e cominciò a fluttuare sopra le teste dei quattro presenti: dopo aver emesso un ultimo bagliore blu, il medaglione si era trasformato in una tavoletta di zaffiro levigata, su cui vi erano diverse incisioni, che cadde tra le mani di Ichinose.
Intanto, erano arrivati anche i quattro Comandanti delle Guardie seguiti dai loro secondi in comando:
- Che ci siamo persi? - domandò Taiyou ai due Neutrali.
I due non risposero, indicarono con lo sguardo Kirino e Shindou e la tavoletta di zaffiro, ma sembrava che Ranmaru e Takuto si erano resi conto di essere osservati, e si erano separati dall’abbraccio:
- Ehi voi due! Abbiamo trovato la tavoletta di cui Diana ci aveva parlato. - li chiamò Kazuya, e i due si avvicinarono come le altre Guardie Angeliche per leggere cosa c’era scritto sulla tavoletta.
“A causa di questa guerra, ho perso la mia più cara amica, ma una cosa la so bene: c’è solo una persona che ritengo in grado di prendere il mio posto, e si tratta di mia sorella. Lei si trova ancora sulla Terra, ma a causa di una disgrazia che ha colpito la mia famiglia parecchi anni fa, non ho più avuto sue notizie.
Chiunque stia leggendo tutto questo, è bene che sappia una cosa: anche se qui il corvo era un simbolo di protezione per gli abitanti del Regno, nel Mondo degli Umani è considerato un cattivo presagio. Da quel che si sarà capito, può avere un lato buono, ma anche uno oscuro; non so quale di queste due parti sia quella sia possegga mia sorella, ma che sia chiara una cosa: quando il corvo dagli occhi zaffiri tornerà nei sogni e nella realtà, accompagnato dalle note delle due Melodie suonate con un flauto, sarà svelata la via per trovare l’erede al trono di questo Regno.”
- Quindi Diana aveva una sorella… - constatò la Kino.
- Voi due non ne sapevate niente? - chiese loro Tenma.
- No, ma forse anche Diana se ne era scordata: da quel che ci ha detto, diventare Divinità è come una specie di rinascita per chiunque venga destinato a quel ruolo. Come avrete capito, non è come diventare Angeli o Diavoli, perché si rimane sempre collegati al Mondo degli Umani e alla vita che una persona conduceva sulla Terra; gli Dei invece rimangono legati ai due Regni per sempre, e molte memorie sulla loro vita precedente spariscono senza qualcosa che inneschi nella mente i ricordi riguardanti ad essa. Un esempio è quella che era l’amicizia tra Diana e Arelia: Diana aveva sempre con sé il medaglione, e per questo non si è mai scordata di questo particolare. Questa tavoletta deve averla incisa lei prima di perdere i ricordi riguardo alla sorella. - spiegò Ichinose, per poi rivolgersi nuovamente alle Guardie:
- Per il momento possiamo solo aspettare. Ora andate: gli abitanti devono tornare a convivere senza che ci siano più divisioni a causa della lunga separazione delle isole. - gli Angeli si congedarono, ma poco dopo essere usciti dal giardino sotterraneo grazie alle scale, Tenma fermò Tsurugi per chiedergli una cosa:
- Tempo fa mi avevi detto che non sentivi di appartenere a nessuno dei Regni dopo ciò che hai fatto. Ora che tutto si è sistemato, che farai? -
Il blu ci impiegò diversi minuti prima di rispondere:
- Ho pensato diverse volte di andarmene da questo Regno dopo la storia di Kirino e Shindou, ma poi mi sono reso conto di una cosa: bisogna tenersi stretti i propri cari, perché a volte basta poco per perderli. E ora che ho ritrovato te e mio fratello, ho capito che è qui che devo stare. -
Matsukaze era sorpreso: il freddo e impassibile Tsurugi Kyousuke gli aveva detto davvero quelle parole? In quel momento non era importante, Diana aveva ragione: se qualcuno ti è caro, non puoi permettere che ti sfugga tra le mani, né per un malinteso, né per motivi come quello.
I due si diressero in volo nella zona ad est dell’Isola della Vita, inconsapevoli del fatto che un corvo dagli occhi zaffiri aveva osservato tutta la scena dalla sparizione di Diana al ritrovamento della tavoletta.
 
 
In un punto imprecisato nel Mondo degli Umani…
 
Il corvo dagli occhi zaffiri stava tornando dalla sua padrona: aveva compiuto il suo dovere.
Si stava dirigendo in una foresta, all’interno di una caverna: il luogo in cui la sua padrona era fuggita. Non passò molto tempo che la vide: una ragazza sui quindici anni, dai capelli corvini legati in una coda bassa che le ricadeva sulla spalla sinistra, e gli stessi occhi color zaffiro della Divinità della Vita. Erano state entrambe sue padrone, ma al rapace ormai era rimasto fedele alla ragazza che aveva davanti:
- Che cosa hai visto? - gli chiese la ragazza. La voce era la stessa: fredda, ma con una nota di malinconia. Il rapace si posò sul braccio della ragazza e cominciò a gracchiare, ma la quindicenne sembrava comunque in grado di capire ciò che diceva:
- E così mia sorella è sparita, ma non ho intenzione di diventare la nuova Dea della Vita. - detto questo, schioccò le dita e sei persone, tre ragazzi e tre ragazze si fecero avanti, ma alla corvina era impossibile vederli a causa del buio; in quello stesso momento, uno schermo di cristallo verde acqua si creò davanti a lei, e le mostrò l’immagine dei due Gemelli della Creazione e della Distruzione.
- Mi avete portato via i miei genitori e mia sorella, e guarda com’è finita: sono rimasta sola.
È meglio che vi prepariate gemelli Le Loire: ve la farò pagare in nome di tutta la mia famiglia. - disse, lasciando trasparire nella sua voce, tutto l’odio che provava per quei due. In seguito, si rivolse agli altri presenti:
- Miei Angeli della Notte, dovete colpire i gemelli, ma non permettete che ci scoprano. Già che ci siete, pensate anche a quelle Guardie e ai due Neutrali: trovateli e sistemateli come si meritano. -
 
 
Un’altra lotta stava per cominciare, ma la nemica sarebbe stata una persona che i Gemelli stessi credevano scomparsa da qualche tempo…
 
 
Angolo di Emy
Ok, questo capitolo è davvero lungo, ma volevo terminare come si deve questa fic. Ringrazio Debby e Mary per i consigli che mi hanno dato, e spero di aver fatto un buon lavoro.
L’ultima parte si collegherà al sequel di questa long, ma non so bene quando la scriverò.
Grazie a chi ha recensito e seguito finora.
Baci e abbracci
Emy

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