Legend

di _Nobody_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Eyes ***
Capitolo 2: *** Until It Breaks ***
Capitolo 3: *** Rabbia ***
Capitolo 4: *** Memories ***
Capitolo 5: *** Ombra Sul Giorno ***



Capitolo 1
*** Eyes ***


 

 

~Eyes

-E adesso?

Non vorrai lasciarti andare ora vero?

Non vorrai lasciare tutto come se nulla fosse?- mi grida la mia coscienza, una vocina irritante impaziente di ottenere una vittoria.

Sono passate molte settimane dall'inizio della mia avventura, non ricordo quasi nulla della vita a Duefoglie.

Adesso sono abituata all'iperattività, ogni giorno chiedo sempre di più, voglio lottare e andare avanti.

La calma è un ricordo ormai lontano, troppo lontano per essere raggiunto nuovamente.

Non riuscirei a riprendere di colpo la vita tranquilla e serena della mia città natale.

Non riuscirei, ma soprattutto non voglio riprenderla.

Quassù il freddo è terribile, una leggera nuvola di anidride carbonica esce silenziosa dalla mia bocca e velocemente sparisce mescolandosi con l'aria pura e gelida attorno a me.

Ma lui sembra avere tutt'altro che freddo.

Il suo corpo grande e imponente fluttua a pochi centimetri dal suolo, le sue candide ali bianche gli permettono di restare in volo e di varcare i cieli della regione di Sinnoh.

Le striature rosate sono rese lucide dai fiocchi di neve che scendono lentamente e si posano sulla cima della montagna.

Sembra voglioso di lotta, di vittoria.

Mi guarda con due occhi diversi: il destro è rosso e assetato di sangue.

Sembra voglia farmi a pezzi da un momento all'altro, saltarmi addosso e far dimenticare dal resto della regione di Sinnoh l'esistenza di una ragazza dai capelli blu di nome Alissa.

Il sinistro azzurro e tranquillo, tanto calmo e rilassato da non farmi percepire più il freddo. Mi sento a casa fissando quell'azzurro ghiaccio, sembra che il Pokèmon voglia accogliermi tra le sue possenti zampe e proteggermi.

L'unico particolare che accomuna i due occhi è quel puntino nero che si distingue fermamente dal resto dell'iride, quella pupilla color carbone che cerca di attirarmi solo fissandomi intensamente.

-Allora Alissa, cosa vuoi fare? Startene qui impalata ad aspettare che quello ti mangi?! Ad aspettare che il freddo ti faccia prigioniera della neve per sempre?!- insiste ancora quella vocina squillante ed odiosa.

Lui vuole lottare e io lo so, lo sento.

Sento la sua impazienza.

Quando ero bambina ami raccontavano spesso la storia di un'allenatrice legata molto ad un Pokèmon e alla fine del racconto mi dicevano questa frase: -Se ti impegnerai, anche tu potrai essere come lei-.

Ora ho capito che quell'allenatice sono io. La ragazza forte e che tanto ammiravo di quel racconto sono io.

La mia intesa con quel Pokèmon è speciale.

Chissà quale fenomeno sovrannaturale mi consenta di capire quella creatura leggendaria, ma so che quest'emozione è unica e non ho intenzione di sprecarla.

La mia mano scivola lentamente nella borsa e afferra una sfera Pokè.

Non so di preciso che Pokèmon ho scelto, non so se sarà la scelta giusta, non so se dovrò vivere le insidie del Monte Corona nuovamente, ma una cosa la so.

-Vai!-.

Dopo aver premuto quel tastino bianco sulla sfera, una luce abbagliante mi obbliga a chiudere gli occhi.

Il mio amico annuncia il suo nome, facendosi conoscere dal Pokèmon di fronte a noi.

-Mismagiuuus!-.

Entrambi sono immobili. Nessuno sa cosa fare, sono io a domare la scena.

Non voglio far male alla leggenda di fronte a noi, non voglio attaccarlo, non voglio fargli subire danni.

Ormai ho preso la mia decisione.

La mia mano è ancora infilata nella borsa, intenta a cercare quella Pokèball che ospiterà il Pokèmon per riposare e che lo proteggerà nei momenti di pericolo.

Tirata fuori, gliela mostro.

La osserva attentamente finchè io non decido di lanciarla in aria, per permettere alla creatura di entrare e di essere accolta calorosamente.

Tre ticchettii, tre movimenti quasi impercettibili, tre lunghissimi secondi e un unico bagliore mi annuncia che ora è mio, che è un mio nuovo amico, un nuovo compagno di avventura.

Non lo tengo nella sfera, gli faccio godere ancora un po' del suo habitat per poi regalargli diversi panorami: le città, i mari, i prati e i fiori della regione.

Mi guarda ancora, mi fissa per l'ennesima volta gli occhi e non sembra intenzionato a togliermi lo sguardo di dosso.

Ricambio dolcemente il gesto e noto che a differenza di prima, entrambi gli occhi sono azzurri, ora uguali in tutto.

Ora mi sento a casa, la mia immaginazione annega nel turchese e viene trasportata a Duefoglie dove ci sono tutte le persone che mi hanno aiutata ad andare avanti nella mia avventura ad accogliermi a braccia aperte.

Lo fisso ancora una volta e poi, in preda alla stanchezza, mi lascio cadere tra le sue zampe pronte a sorreggermi e a portarmi realmente in un luogo caldo, lontano da quella cima innevata che domina la regione di Sinnoh.

-Grazie Palkia- sussurro prima di addormentarmi.

...My space...
Ciao a tutti, eccomi qua con una nuova fanfiction.
Questa volta è dedicata interamente ai Pokèmon Leggendari. 
Però non pensavo di farne una per ognuno... Beh, vedremo.
La prima è dedicata al Pokèmon di tipo
Acqua - Drago che simboleggia il gioco Pokèmon Perla, Palkia.

Cosa ne pensate? Io spero tanto che vi sia piaciuta ^_^"
Grazie mille alle persone che recensiranno <3
_Nobody_

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Capitolo 2
*** Until It Breaks ***


~Until It Breaks

 

Scosse.

Scosse violente e ripetute muovono la città di Ceneride da giorni.

Sono pochi, ma a tutti i cittadini sembra essere passata un'eternità dal primo movimento sismico.

Tutti siamo consapevoli del pericolo che stiamo correndo restando nella nostra città, sappiamo che potremmo rischiare la vita, ma siamo affezionati a tutto ciò che c'è qua e non vogliamo abbandonare nulla.

Io non potrò mai dividermi dalla mia grotta, la Grotta Dei Tempi.

È la mia seconda casa, un posto dove posso riposare tranquillamente e senza nessuno che mi disturbi, un luogo dove stare lontano dalla confusione.

La grotta, anche se molto buia e insicura, mi calma e mi fa ragionare.

Spesso mi rifugio lì, soprattutto nei momenti di rabbia.

Forse la sua anima da Pokèmon, forse il suo spirito forte e la sua capacità di controllo mi aiutano a tranquillizzarmi e a stare in pace con la mia coscienza.

Inizialmente tutti lo vedevano come una minaccia, un pericolo per la città, ma dopo averlo conosciuto ci siamo ricreduti. Il nostro gigante è ora il simbolo della città, è come un protettore: anche se non appartiene a nessuno e si gestisce da solo i cittadini di Ceneride lo venerano come se fosse un Dio.

Io non lo venero, ma tra noi due il rispetto è reciproco. Vado quasi ogni giorno a trovarlo, a sfogarmi, a parlare con lui, ma ora non capisco cosa gli stia succedendo.

Le cose sono diverse: la caverna è più fredda di prima e lo spirito del Pokèmon che la custodisce è cambiato radicalmente.

Non gli importa più dei cittadini, non gli importa nè del loro stato d'animo né della loro situazione. Vuole rompere tutto e non si accontenterà finchè non lo avrà fatto.

Questi cambiamenti sono confermati dalla mia prima visita dopo le ripetute scosse.

Il suo corpo non è più immobile e paziente come una volta, ma l'agitazione e la follia hanno preso il sopravvento sulla sua anima docile.

-Stai facendo una pazzia, ci rischi la pelle! Thunder, non lo fare! Non di nuovo!- mi ripetono in continuazione gli abitanti, ma non posso lasciar perdere, non posso ignorare l'inquietante situazione che sta sconvolgendo la città.

Lo so anche io che avventurarmi di nuovo nella Grotta Dei Tempi in questo periodo di terremoto è molto pericoloso, ma così facendo sono convinto di riuscire a calmare il Pokèmon.

L'entrata è lì, il solito arco di pietra compatta marroncina con sfondo nero. Ho varcato molte volte il confine Ceneride – Grotta Dei Tempi per poi ritrovarmi davanti al suo corpo possente.

Come ieri, continua a distruggere le pietre e le sue grida esprimono rabbia e incomprensione, forse i motivi principali del suo sfogo improvviso.

-Groudon, ascoltami! Sono io, Thunder!-.

Per un momento si ferma e mi osserva, poi continua a riempire il vuoto della grotta con versi potenti.

-Groudon, restando qua nella grotta sei in pericolo! Devi uscire, non puoi startene qua!- urlo con tutta la voce che ho nel corpo, ma lui sembra ignorarmi.

La grotta comincia a cedere: molti massi cadono a velocità supersonica dal punto più alto della caverna mettendo così, sia me che Groudon, in grave pericolo.

Con un gesto deciso e poco delicato lancio a terra il mio zaino, che si apre e lascia uscire tutte le sfere Pokè.

Sfortunatamente un sasso si fionda proprio sopra di esse, per poi frantumarle e permettere ai miei Pokèmon di scappare, di tornare liberi un'altra volta nella loro vita.

Li vedo fuggire dalla grotta ridenti, non li ho mai trattati con amore e forse questo è il loro momento: si sono liberati di me e delle mie cattiverie. Sento le risate malefiche dei miei Pokèmon di tipo Spettro rimbombarmi in testa e l'angelico sbattere delle ali dei miei Volanti è ormai un ricordo lontano.

Ormai non c'è più nulla da fare: i miei amici mi hanno abbandonato e Groudon non si vuole calmare. La morte è l'unica via di uscita da questa grotta e Ceneride mi ricorderà come il ragazzo che ha voluto morire.

Mi siedo e, dopo aver ammirato un'ultima volta la grandezza del Pokèmon Continente, mi rannicchio aspettando che una benedetta pietra mi cada in testa e mi schiacci.

Ma questo non succede.

Mi sento avvolto dal silenzio e dalla calma.

Non sento più le zampe di Groudon sbattere violentemente contro le rocce della grotta e i suoi boati hanno smesso di far tremare la Grotta Dei Tempi.

Sono già morto.

Alzo cautamente la testa, ma noto con sorpresa che il Pokèmon Continente è fermo al suo solito posto e che la caverna è costellata da rocce impiantate nel terreno, ma la cosa che più mi colpisce è quella gocciolina quasi invisibile che è uscita dall'occhio del Pokèmon.

Groudon sta piangendo.

-Allora Groudon, cosa vuoi fare?-.

Annuisce lentamente e poi si piazza davanti a me.

Vuole diventare mio amico, sa che di me potrà fidarsi e anche se non gli ho dato una buona dimostrazione del mio amore, questa creatura leggendaria vuole fidarsi di me.

Punto la mia Pokèball e, appena si apre, Groudon entra e si lascia imprigionare nella sfera rossa e bianca.

-Grazie mille, amico- sussurro dolcemente alla sfera.

...My space...
Ehi, ciao a tutti! 
Ecco il secondo capitolo della mia raccolta.
L'ho dedicato a Groudon, il Pokèmon Continente di tipo
Terra per il quale ho sempre provato un po' di affetto.
Ok, ammetto che farlo piangere non è una delle migliori trovate...
L'allenatore presente, questa volta, è maschio. Spero si sia capito dal nome 'Thunder'.
Ultima cosa, il titolo del chap è ispirato ad una canzone dei Linkin Park, Until It Breaks che significa 'Finchè non si rompe'.
E' solo ispirato però, non la abbino al capitolo.
Ora ho finito, grazie a chi recensirà <3

_Nobody_

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Capitolo 3
*** Rabbia ***


~RABBIA

-Ancora pochi PS e sei mio!- urlo al Pokèmon di fronte a me.

-Buizel vai con Acquagetto!-.

Prima di riuscire ad attaccarlo, lui scappa.

Succede così tutte le volte, sempre prima che io riesca ad infliggergli danni o ad usare una Pokèball.

Ora basta, non posso andare avanti così.

Non posso sprecare così tanto tempo per questo dannato Pokèmon.

La mia avventura sta andando in frantumi per colpa sua.

Mi fa correre per mari e monti e neanche una volta si degna di passare un po' di tempo con me e di aspettarmi.

Ogni volta va in un luogo diverso: da Olivinopoli a Fiorpescopoli, mai due città vicine o per lo meno poco distanti.

È da molto tempo che lo inseguo cercando di diventare suo amico, ma lui non ne vuole sapere, non si fa catturare e per dispetto scappa inducendomi così, ad abbandonare l'impresa.

Ma forse non mi conosce bene.

Forse non ha capito che il vero Speed non è una persona che si arrende alla prima difficoltà, non ha intuito che ho intenzione di andare avanti.

Se c'è qualcuno che si deve arrendere, quel qualcuno è lui.

L'erba alta ai confini della città di Amarantopoli mi solletica le ginocchia lasciate scoperte dai pantaloncini e la brezza dell'autunno mi carezza lievemente le braccia.

Adoro questo clima, fresco e senza sole, ma la rabbia che provo verso il Pokèmon mi irrita anche ora.

Anche quando raggiungo l'albero con la corteccia segnata da una -S- dal mio immancabile coltellino non mi sento a mio agio.

Quel Pokèmon mi ha rovinato la vita, mi ha usato, si è preso gioco di me scappando ripetutamente da una zona all'altra.

Non lo voglio ri-incontrare, non ancora, non di nuovo.

Non mi voglio arrendere, ma sembra che sia l'unica cosa da fare per mettere un punto a questa storia.

È finita, non mi rivedrà mai più.

Mi rannicchio ascoltando il fruscio delle foglie e dei rami del mio albero, osservando di tanto in tanto i Pokèmon che si nascondono nell'erba, aspettando un allenatore che li sfidi.

L'aria fresca soffia sempre più forte e le nuvole diventano sempre più compatte, ma questo clima mi aiuta a pensare e non mi dà fastidio.

Un improvviso calore mi imperla la fronte di piccole goccioline di sudore.

-E-entei...-. Il Pokèmon Vulcano si è sdraiato davanti ai miei occhi.

-È finita Entei, mi hai fatto disperare e ora ho smesso di volerti come amico!- gli urlo spaventandolo.

-En...-

-È inutile che cerchi di farmi cambiare idea! Ci ho provato seriamente e sono andato lontano, ma ho imboccato la strada sbagliata e così i miei tentativi si sono trasformati in errori di cui ora mi pento!-

-En... Entei...-.

Lo osservo un'ultima volta prima di abbandonarlo per sempre. Si sta avvicinando all'albero e con le zampe sta incidendo il tronco sotto la mia -S-.

Mi avvicino per capire che cosa abbia disegnato e noto, sorpreso quanto commosso, che ha inciso una -E-, la lettera iniziale del suo nome.

Mi guarda ancora con i suoi occhi ambrati colmi di dispiacere e, evitandomi, fugge.

Mentre si allontana un rumore sommesso comincia a rimbombarmi in testa, come se fosse un orologio avvolto nel cotone, un suono fastidioso che aumenta velocità e potenza andando avanti.

-A-aspetta Entei!-

Dal disegno sull'albero ho capito che si è pentito di quello che ha fatto, di avermi fatto correre in lungo e in largo per la regione di Johto e ho sentito per la prima volta nella mia vita i sensi di colpa.

Sensi di colpa per averlo trattato male, per essere stato sgarbato proprio nel momento in cui avrei potuto diventare il suo migliore amico, proprio nel momento in cui un'altra storia di amicizia sarebbe potuta nascere.

Ma non una storia come tutte le altre, non un'amicizia comune, non la solita. Questa sarebbe stata la storia d'amicizia tra un comunissimo allenatore di Pokèmon e una leggenda, la creatura dei vulcani, del fuoco e del calore, tra Speed ed Entei.

Il Pokèmon Vulcano si piazza davanti a me mentre un raggio di sole, timido, illumina i ciuffi di pelo rossi e gialli di Entei e, lentamente, fa la sua entrata spettacolare rompendo la maestosità delle nuvole.

Il Pokèmon assume una posa strana, di sottomissione.

Quella Pokèball finalmente sarà riempita, sarà responsabile della vita di una creatura magnifica, conciliatrice del sonno e protettrice di Entei.

Gliela mostro e lui capisce che quella non sarà solo la sua Sfera Pokè, ma uno strumento sferico che non ci dividerà mai e che sarà il punto di partenza, la scritta -Start- della nostra amicizia.

La Pokèball rossa e bianca si apre lentamente e dopo un bagliore di luce gialla, posso finalmente sorridere. Dopo tanto tempo di frustrazione e rabbia, gli angoli delle mie labbra riescono ad alzarsi, facendomi sfoggiare così, il migliore dei miei sorrisi.


...My space...
Eccomi qua, perdonate il ritardo, ma questo è un periodo no.
Vi piace? :D
Questo capitolo non mi convince molto, però sta a voi lasciare una recensione.
Ammetto che questo Pokèmon mi ha fatto dannare.
Ci ho messo un'intera serata per catturare Entei, così ho deciso di far entrare la mia irritazione nei panni di Speed, il personaggio del chap.

Ringrazio infinitamente coloro che recensiranno (:
_Nobody_

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Capitolo 4
*** Memories ***


~MEMORIES

L'acqua limpida e fresca, il silenzio della grotta, la pace interiore.

L'emozione che ho provato appena entrato era molto intensa.

Questa tranquillità mi sorprende e mi affascina allo stesso tempo.

La leggera brezza della grotta mi culla dolcemente e mi scompiglia i lunghi capelli biondi.

Se solo non fossi stato sotto il controllo dello spietato capo del Team Galassia Cyrus e delle due comandanti Martes e Giovia, avrei lasciato quel Pokèmon sereno e libero di vivere.

Invece no.

Devo togliere la felicità ad una Leggenda perchè sono solo una recluta che deve svolgere il suo compito. Sono come tanti altri e, se la missione avrà buon fine, non verrò scartato.

Creare un universo parallelo.

Commettere una cattiveria attraverso altri Pokèmon.

Mettere in pericolo delle creature innocenti.

È questa la missione del Team Galassia e io, da buona recluta, devo contribuire allo sviluppo.

Ed eccolo lì, ecco una parte fondamentale per il funzionamento del piano.

Il suo innocente corpicino azzurro fluttua leggero nell'aria pura della grotta e sembra essere in pace col mondo. I suoi occhi mostrano due grandi iridi dorate che mettono in risalto la perla rossa.

Ogni tanto un bagliore di luce la rende più luminosa, dandole l'aspetto di una stella pulsante incastonata nella sua fronte.

Questo spettacolo mi fa dimenticare per qualche minuto la mia missione, mi fa tornare la voglia di essere una persona libera e dall'animo buono, senza alcuno scopo maligno o senza essere sotto il comando di persone cattive.

I minuti passano lentamente e anche se sono al Lago Valore da poco, sembra essere passata un'eternità.

-Allora, mi spieghi che diavolo fai?- tuona Cyrus dopo avermi visto sorridere nostalgico davanti al Pokèmon.

-Ehm... Io... Sì... Stavo per...- cerco di giustificarmi tentando di sfuggire dallo sguardo maligno del blu.

-Muoviti, non abbiamo tempo da perdere!- grida uscendo a passo svelto dalla grotta.

Non c'è più.

Se n'è andato.

Azelf non è più davanti a me immerso nel profondo oceano dei suoi pensieri, ma vola frenetico da una parte all'altra della caverna ed emette gemiti di paura.

È terrorizzato, le urla cattive di Cyrus gli hanno fatto intuire la malvagità impossessatasi della sua anima, un tempo docile e amorevole.

Il capogalassia ha lasciato qualcosa all'ingresso della grotta.

Una rete di filo di ferro è appoggiata a terra. -Usala per prendere il Pokèmon- mi informa un bigliettino.

La afferro e, a causa del movimento brusco, mi ferisco una mano provocandomi un taglio profondo che perde molto sangue.

-Dovevo pur completare l'opera... Mancava solo il sangue!- esclamo rabbioso mentre tento di srotolare la rete.

Ecco, la missione è quasi giunta a termine. Manca solo lui, il Pokèmon Volontà indispensabile per la riuscita del piano.

Mentre posiziono la trappola un brivido mi corre lungo la spina dorsale: un tocco freddo e leggero mi ha sfiorato la mano.

-A-Azelf...- gli sussurro tremante.

Ho paura.

Non lo avrei mai ammesso, ma ho paura di quella creaturina docile che giace davanti a me. Mi ha sfiorato la mano e, come se fosse stato un incantesimo, il sangue ha smesso di colare e la ferita si è chiusa.

-Azeeeelf- sussurra a sua volta in tono dolce e malinconico allo stesso tempo.

-Io... Io non voglio imprigionarti. Voglio che tu sia libero di vivere e non intrappolato nel deposito del Team Galassia. Vogliono usarti per creare la Rossocatena, l'elemento chiave per far nascere l'universo parallelo tanto desiderato da Cyrus!-.

Il Pokèmon mi guarda spaventato, ha capito anche lui che il Capogalassia dai capelli blu non è un tipo buono.

-Cass, tu non sei qua per svolgere il tuo compito e io l'ho capito fin dall'inizio- ascolto attentamente le parole del Pokèmon Volontà.

-Quindi non devi lasciarti comandare come farebbe una marionetta del circo-.

Noto, stupita, che Azelf non muove la bocca mentre parla.

-Come fai a parlarmi?- chiedo seria.

-Il pensiero-.

Due parole, dieci lettere che mi aiutano a capire il perchè.

Sorrido.

-Non... Non l'hai... Non l'hai ancora preso Cass?!- mi grida sfacciatamente Cyrus, cercando invanamente di trattenere la rabbia.

Azelf mi lancia uno sguardo di incoraggiamento e mi spinge ad andare contro le regole dettate da quel tiranno del capogalassia.

-No Cyrus, non l'ho preso. E non lo intrappolerò, che a te vada bene o no. Non puoi utilizzare un Pokèmon per i tuoi scopi malvagi, non puoi servir...-

-Cass, maledizione! Se vuoi continuare ad essere una recluta del Team Galassia ti conviene catturare Azelf e non farti inutili paranoie!- mi interrompe bruscamente Cyrus.

Anche la mia rabbia e il mio odio sono diventati a poco a poco incontenibili e la mia voglia di lottare mi martella come se fosse la prima volta.

-Benissimo, allora lascio tutto nelle tue mani e in quelle di Martes e Giovia! Noi reclute veniamo considerate spazzatura, non perdo molto ad andarmene dal Team Galassia!- rinfaccio al capo decisa mentre lascio cadere a terra la rete, che si accascia velocemente.

Lui mi guarda lanciandomi dardi infuocati di odio e irritazione e prima che possa ribattere, due voci lo interrompono.

-Noi siamo d'accordo con lei, Cyrus-.

Due testoline castane spuntano dalle spalle di Cyrus e due Pokèmon volano nell'aria a pochi metri dalle loro spalle.

-C-cosa avete detto...?!- chiede il capogalassia uccidendo con lo sguardo le altre due reclute.

-Che anche noi ce ne andiamo dal Team e questi due Pokèmon, Uxie e Mesprit, non hanno intenzione di aiutarvi nel piano- risponde Ayla, mantenendo alla perfezione la calma.

-Non ve lo permetterò! Non prima del termine della missione!- cerca di convincerci il blu.

-Az-azelf...-

-Mespr...-

-Uxie...-.

I tre guardiani dei laghi fluttuano nell'aria tenendo gli occhi chiusi ed infondendo tranquillità.

Tutto è silenzioso.

Il silenzio è più forte delle urla malvagie di Cyrus che, per tranquillizzarsi, è uscito dalla grotta.

-Guardate le perle...- sussurra Kylie, l'altra recluta ammaliata dallo splendore davanti a noi.

Tutte le tre perle brillano e un fascio di luce rosea invade la grotta.

Quel bagliore improvviso ci ammalia e ci assopisce allo stesso tempo fino a quando i pensieri di Uxie, Azelf e Mesprit ci riempiono la mente.

-Grazie del vostro aiuto. Saremmo intrappolati in un macchinario e costretti a contribuire al piano malefico di Cyrus, ma grazie al vostro cuore d'oro siamo liberi- sussurra in noi il Pokèmon Emozione.

-Vi ricorderò come dei salvatori e coglierò all'istante l'occasione di aiutarvi, ricambiando di volta in volta il gesto da voi compiuto. Grazie mille- dice il Pokèmon Sapienza.

-Reclute, sappiate che la vostra missione è stata portata a termine. Avete dimostrato amore e amicizia, protezione e fiducia e queste sono le cose più importanti. Ricordate che la missione di ogni bravo allenatore è quella di compiere un bene invece di una cattiveria. Voi ci siete riusciti. Ci avete salvati- conclude il Pokèmon Volontà.

Lo fisso ancora.

Sono ancora stregata da quel corpicino azzurro e fragile.

Fluttua nell'aria, come all'inizio del nostro incontro, ma ora è affiancato dai suoi due inseparabili fratelli.

-Mes-Mesprit...-.

Il Pokèmon rosato sparisce come per magia. Il suo verso dolce e melodioso mi risuona più e più volte nella mente, da forte e deciso a sommesso e lieve, fino a svanire lentamente.

Uxie non ha mai aperto gli occhi, nessuno di noi reclute ha mai potuto capire quale fosse il colore che tinge le sue iridi. Svanisce anche lui.

Il suo nome riecheggia nella grotta fredda e calma per pochi secondi ricordandoci della sua presenza poi il silenzio torna a impossessarsi del luogo.

Azelf è ancora qua davanti a noi.

Ci guarda compiaciuto, ma i suoi occhi sono appannati da un velo di tristezza. Lentamente si chiudono e il suo corpo, a differenza di quelli di Uxie e Mesprit, non scompare.

Rimane lì, come all'inizio, come l'ho visto appena entrata nella grotta. La calma e la tranquillità tornano a coccolarmi nel silenzio.

E Cyrus?

Beh, lui è solo un lontano ricordo. 


...My space...
Eccomi qua con la quarta OS :D
Perdonate il ritardo, ma non ho potuto pubblicare prima d'ora.
In questa One Shot ho cercato di sottolineare l'animo buono delle reclute non facendogli catturare i 3 guardiani dei laghi,
Azelf, Uxie e Mesprit.
Mi sono sempre piaciuti questi tre tipetti, soprattutto Azelf *-*
Cyrus dall'animo docile e amorevole? Altra trovata pessima, lo so.
Beh, ora vi lascio. Ringrazio in anticipo i recensori <3

_Nobody_

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Capitolo 5
*** Ombra Sul Giorno ***


~Ombra Sul Giorno

-Me la pagherai, specie di esserino senza valore!- si lamenta una voce roca e maligna rompendo l'armonia e la tranquillità di questo sperduto sentiero della regione di Sinnoh.

-Tanto non mi addolcisci con quei due occhi verdi!- grida sempre più rabbioso mentre i gemiti di paura del Pokèmon diventano sempre più acuti e imploranti aiuto.

Ancora qualche altro lamento e qualche spregevole insulto, poi il silenzio torna a regnare in quello che chiamiamo comunemente Paradiso Fiore. Niente più suoni.

Anche il fruscio del mare si è magicamente interrotto, il profumo di fiori non circola più nell'aria e non si sentono più i Pokèmon selvatici scorrazzare qua e là nell'erba alta. Mi sento circondato dal nulla, come se tutto si fosse bloccato misteriosamente e di colpo.

-Aaaaaaargh!-. Un urlo squarcia nuovamente il silenzio, creando la confusione più totale tra le creaturine selvatiche.

Non riesco a capire quello che è successo, non so quale strana situazione stia coinvolgendo la regione di Sinnoh. Mancano circa un centinaio di metri e mi ritroverò davanti al Pokèmon che cerco da tempo.

La mia felicità è alle stelle, l'adrenalina è a mille, ma sento che qualcosa andrà storto.

Ho il presentimento che qualcosa deve succedere. A me. Qualcosa mi accadrà, ma non so distinguere se sarà un avvenimento positivo o negativo.

Dopo aver percorso qualche metro mi rendo conto che non sono io a muovere le gambe, ma sono loro che procedono da sole aumentando automaticamente la velocità come se stessero fremendo dalla voglia di correre.

Non è così, però. Io non voglio correre, io voglio godermi al massimo l'incontro con il mio primo leggendario, voglio fermarmi, voglio smettere, ma non riesco e quella sensazione inspiegabile mi tormenta ancora.

Una forza sconosciuta ha preso il possesso dei miei muscoli e li comanda come se fossi una marionetta di legno, come una di quelle che si vedono nei circhi.

Corro, corro sempre più veloce e non riesco a fermarmi nonostante sappia benissimo che sono giunto ormai all'entrata e che manca poco e avrò un nuovo amico.

-Oh mio Dio...- sibilo dopo aver osservato il paesaggio esteso dopo i due altissimi alberi che segnano l'entrata del Paradiso Fiore.

Il profumo dolce dei fiori che mi avevano descritto i viaggiatori è macchiato da un odore metallico e nauseante e i colori vivaci e allegri che lo caratterizzano sono stati come risucchiati da un vortice di tristezza.

Un corpo umano è steso a terra. I suoi vestiti, strappati e malconci, sono diventati scarlatti e il petto è segnato da un taglio profondo che ancora perde sangue.

I suoi occhi sono aperti e... Le pupille e le iridi sono sparite e tutto quello che è rimasto è una piscinetta minuscola di bianco candido e freddo.

Le guance pallide sono percorse da una scia di sangue ancora fresco e le sue mani graffiate e livide stringono fortissimo un coltello la cui lama fredda e sporca di rosso risalta in mezzo a quello spettacolo terrificante.

Accanto a lui giace morto un Pokèmon.

IL Pokèmon.

Le parti del corpo della creaturina sono sparse ovunque.

L'assassino lo ha mutilato senza un minimo di pietà.

Alla vista terribile dello stato dei due, le gambe cominciano a tremare e mi accascio a terra cercando però di concentrarmi e di mantenere il controllo.

Il cuore batte fortissimo, l'agitazione e il panico prendono il sopravvento su di me senza sosta.

Piccole goccioline di sudore freddo mi imperlano la fronte facendomi rabbrividire.

Alla creaturina docile e tenera, molto famosa nella regione di Sinnoh, sono stati strappati gli occhi e ora le sue orbite vuote mi fanno accapponare la pelle.

Due pozzi neri e profondi hanno sostituito le iridi color smeraldo che ammaliavano tutti. Sono rimasti solo quei due buchi neri che contengono il dolore provato dal Pokèmon al momento della sua morte e si distinguono malvagiamente dal resto del corpicino bianco sporco.

Le quattro zampette sono state mutilate e il sangue rosso zampilla ancora assorbendosi velocemente nelle terra del prato. Ma non è questo che mi spaventa.

Sulle sue labbra è rimasto un sorriso malefico, un sorriso diabolico, un sorriso che ti segna dentro per la malvagità che infonde.

È il diavolo. È il diavolo che ha preso il possesso dell'anima del Pokèmon e si è impadronito di lui. Dovresti averlo capito.”

-C... Chi sei?!- grido terrorizzato dopo aver sentito quella voce misteriosa insinuarsi nella mia mente.

Chi sono?... Dovresti capirlo da te. Hai visto quello che è successo al Pokèmon che tanto desideravi come amico?”.

Queste parole mi proiettano nella mente l'immagine del Pokèmon mutilato e, istintivamente, giro la testa di scatto per guardarlo con i miei occhi.

-Sh... Shay... Shaymin... Che t-ti è succ-successo?- sibilo in preda ai brividi di paura e cercando di ignorare la voce che mi tormenta.

I dubbi sono molti, le domande mi assalgono la mente e sono impazienti di ricevere risposta.

Cosa lo ha spinto ad uccidere il Pokèmon? Cosa ha condotto l'assassino a suicidarsi? Perchè l'ha fatto? Di chi è la voce misteriosa?

Sembra non ti dispiaccia neanche un po'...” mi provoca costantemente quella voce dal ritmo pigro e provocatorio.

-Basta! È ovvio che mi fa innervosire il fatto che sia morto, ma smettila di torturarmi!- urlo rompendo il silenzio che culla questo paesaggio macabro e sinistro.

Comincia a piovere. Le nuvole nere hanno deciso di sfogarsi, pulendo i corpi sporchi e insanguinati delle vittime dell'omicidio e mascherando le lacrime salate che corrono impetuose sulle mie guance.

Ormai il Paradiso Fiore non è più da chiamare così. Sembra l'entrata principale dell'inferno: odore di sangue, colori freddi e corpi a terra senza vita.

-Tutto questo è così...- non finisco la frase perchè qualcosa mi ha toccato la spalla e mi ha bloccato le parole in gola.

Adesso mi vedi...” dice la voce che sembra provenire dalle mie spalle.

Comincio a tremare più forte di prima, mi sento morire. Non voglio girarmi, non voglio scoprire l'identità della voce misteriosa.

Cerco di nascondere i singhiozzi, ma la cosa mi risulta impossibile e gli scrosci violenti della pioggia sono accompagnati dai miei lamenti di paura.

Dai girati, non devi avere paura...” continua a dire la voce con tono persuasivo.

-Forse non hai c-capito bene... M-ma io no-non ho intenzione di guardarti...- cerco di spiegare mantenendo la calma, ma non riuscendoci.

Mi tocca ancora, mi perseguita. Quel tocco fermo e deciso si è trasformato a poco a poco in un massaggio conciliante e che infonde calore, ma nonostante tutto ciò, io continuo a tremare e ad avere paura.

Ora mi guardi...?”.

-No! Ti ho detto che non voglio sapere chi sei! Sei un perfetto sconosciuto e per sempre lo sarai!- urlo spazientito, ma compiendo il fatale errore di girarmi.

Il caldo del mio corpo si è dissolto di colpo, lasciando il posto a un freddo glaciale, come se nel mio corpo ci fosse un iceberg.

Te lo avevo detto che mi dovevi guardare...” sussurra mentre gli angoli della sua bocca spingono verso l'alto, fino a mostrare un sorriso malvagio, come quello di Shaymin.

-Io non ci posso credere... Io non ci voglio credere...- dico tra un tremolio e l'altro.

Una piccola creaturina verde e pallida fluttua nell'aria mantenendo ferma la zampetta sul mio braccio.

-Celebi tu sei...-

Ma che bravo, ci sei arrivato!” esclama prima di scoppiare in una fragorosa risata maligna.

 

Crack.

Sento qualcosa rompersi dentro di me.

 

Il suo tocco flebile e delicato si è trasformato in un colpo tagliente e distruttore. Vedo che il mio braccio si gonfia a poco a poco, diventando livido e dolorante.

-Tu sei un mostro!- urlo in preda al panico e al male.

No, non lo sono...” sussurra sbattendo le ali sporche di terra e rovinate per avvicinarsi il più possibile a me.

-Non lo negare, lo sai anche tu!- urlo facendo forza sull'altro braccio per allontanarmi.

Io... Non... Sono un mostro...” sfoggia un altro sorriso malefico e poi riprende a svolazzare.

 

Click. Click. Click.

Sento qualcosa sgocciolare dal mio interno.

 

Qualcosa di gelido scorre sulle mie gote, mentre un brivido mi percorre lentamente la spina dorsale.

-Cel... Celebi...- dico terrorizzato e confuso.

Appoggio una mano sulla guance e tre strisce scarlatte ne restano impresse. Sangue. Le sue zampette hanno provocato tagli profondi che perdono molto sangue. Dopo essermi alzato faticosamente, comincio a correre tentando di sfuggire alla piccola creatura malefica.

 

Crack.

Qualcos'altro si rompe.

 

Sento la terra fredda e bagnata di pioggia aderire contro le mie guance sanguinanti. Il prato grigio e secco mi punzecchia le gambe, ormai immobilizzate dal tocco distruttore del Pokèmon Tempovia. Anch'esse si gonfiano e diventano violacee, distinguendosi perfettamente dai pantaloncini ormai marroni di terra.

Sento la sua risata malefica rimbombarmi nelle orecchie e il prato che punzecchia ancora.

Ecco... Ora potrai diventare suo amico... Sì, ma lassù” mi sussurra in tono malvagio nelle orecchie prima di cominciare a picchiettarmi la schiena.

I pugnetti si fanno sempre più forti, sempre più violenti, come se al posto delle zampette avesse due martelli. Continua senza pietà, andando a ritmo della sua risata lugubre, fino a che non percepisce il suo arrivo. I battiti del cuore rallentano di colpo, la vista si appanna e i suoni diventano sempre più deboli. Ad esclusione della sua risata, che aumenta sempre di più la sua potenza. Lei è arrivata, la morte è arrivata.

Guardo per l'ultima volta Celebi. Il suo sorriso malefico e soddisfatto mi rimane impresso nella mente e la sua risata mi accompagna anche prima di essere trasportato nell'adilà.

Chiudo piano gli occhi, osservando per l'ultima volta quei fili grigi e spenti. E la sua risata mi culla nella mia morte lenta.

Io sono morto. 

• ...My space... •
Ok, mi sa che devo cambiare il genere e alzare il rating, almeno giallo. Cosa dite? ^_^"
Comunque sia, eccomi con la... Quinta? Sì, sì, è la quinta OS. Ho cercato di fare qualcosa di Horror, ma non credo di esserci riuscita benissimo anche perchè sono alle prime armi.
L'inizio mi fa schifo, la fine un po' meno. Ho fatto morire il piccolo
Shaymin e ho creato un Celebi malvagio e diabolico.
Per quanto riguarda l'allenatore, si sa che è un maschio, però non l'ho descritto minimamente D: . Sappiate che è tutto fatto apposta, vi lascio vagare con la fantasia :')
Il titolo "Ombra Sul Giorno" è preso da una canzone dei Linkin Park -sì, ancora- che si chiama "Shadow Of The Day". Mi sembrava adeguato per la storia, in quanto si parla di un paesaggio grigio, scuro e triste. Beh, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Un bacio e un abbraccio a tutti i miei recensori e, se ci dovessere essere eventuali lettori, grazie anche a voi.
Alla prossima One Shot <3

_Nobody_

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