Once upon a doctor
Sleeping Beauty (Callie/ Arizona), Part Two
“Insomma, datti una mossa, leccapiedi!”
grida Malefica nel suo ampio e tetro antro stregato al suo servo fedele
e ossequioso, il reietto Alex, un trovatello che lei aveva istruito a
dovere da tempo.
“Corro, Milady Addison, corro subito da voi, scusate
le mie imperdonabili mancanze, perdonatemi, non era assolutamente mia
intenzione mancarvi di rispetto!” risponde lui, inchinandosi
umilmente di fronte alla sua potente padrona.
Addison scuote il capo e gli urla contro:
“Quante volte ti ho detto che non mi devi chiamare con il mio
nome di battesimo, Alexander, non devi farlo mai, per nessun motivo!
Ora sono Malefica, il mio nome incute terrore e rispetto, Addison non
c' é più, la fatina decaduta é un'
altra persona ormai, ora c' é posto solo per la grande e
magnificentissima Malefica, la strega più potente di tutti i
reami fiabeschi!”.
Alex rabbrividisce di fronte al rimprovero della
donna e, con un filo di voce, grondante di curiosità le
domanda: “Persino più potente della strega di
Biancaneve?”.
Malefica lo osserva con disprezzo e gli risponde:
“Ovviamente, cosa credi? Io sono più potente di
lei sotto ogni punto divista, sono più bella ed
affascinante, ho dei poteri più sviluppati e temibili ed
inoltre ho qualcosa che lei non ha”.
Alex alza la testa e azzarda:
“Me?”.
Addison lo polverizza con lo sguardo:
“Credi forse che tu possa fare la differenza? Sei solo un
illuso, Alexander, ringrazia che io ti abbia cresciuto amorevolmente
per tutto questo tempo e che non tu abbia rispedito al mittente, come
certamente avrei dovuto fare, visti i risultati. Tuttavia, a quanto
pare, devo avere un gran cuore, leccapiedi dei miei stivali! No, la
differenza sarà l' incantesimo del sonno”.
Alex bofonchia qualcosa di incomprensibile tra
sé e sé, poi timidamente le chiede: “L'
incantesimo del sonno é già piuttosto
inflazionato, Milady e poi non funziona mai a dovere, c' é
sempre il piccolo inconveniente del bacio del vero amore, una vera
seccatura, madame”.
Malefica lo osserva e scoppia a ridere
immediatamente, con forza, le pareti tremano e dal soffitto cadono
mucchi di polvere e frammenti di pietruzze staccatisi a causa del
frastuono.
“L' incantesimo del sonno della strega di Biancaneve
é una robetta da principianti, mio caro, che senso ha
addormentare una sola persona, quando puoi sterminare un intero
reame?”.
Alex rabbrividisce e poi trova il coraggio per
parlare: “Volete dire, voi volete dire che userete
… per giove fa' paura solo a pronunciarlo. Voi userete il
Somnium Incantatum? Ne siete proprio sicura, Milady? Molte streghe sono
perite nel tentativo di lanciare questo sortilegio”.
Addison inarca il sopracciglio sinistro e risponde:
“Molte streghe, forse, non di certo io. Andiamo, Alexander,
sai bene quanto io odi arrivare tardi alle feste e farmi rubare la
scena dai comuni mortali”.
Alex annuisce e la segue sulla strada verso il
Castello Incantato di Re Daniel.
Il ciambellano di corte introduce agli invitati la
coppia regale: “Udite, udite, principi e principesse, Re e
Regine di ogni landa fatata, stanno per arrivare Re Daniel con la sua
amata consorte, la Regina Barbara e la loro figlia neonata, Arizona
Robbins”.
Nella sala, le persone sono in trepida attesa e,
non appena, i Robbins fanno la loro entrata in scena, tutti gli
invitati si inchinano di fronte a loro e applaudiscono a Sua
Maestà.
Il Re e la Regina, commossi, presentano la loro
figlioletta alle persone, venute da ogni dove, per dare il benvenuto ad
Arizona e attendono trepidanti il momento in cui, le tre fate madrine
della piccola, Meredith, Cristina e Miranda, le avrebbero reso omaggio,
donandole preziose virtù.
Intanto, la piccola Arizona viene ammirata dai
presenti, Torres compresi.
“Su, Callie, non vorrai farmi fare brutta figura con
gli alleati di tuo padre, smettila di trascinare i piedi e di tenere la
testa bassa! Questo é un momento solenne, é un'
occasione unica per rinsaldare l' amicizia tra i nostri due regni,
perciò, vedi di non rovinare tutto come al
solito!” le dice Lucia.
“Non sto trascinando i piedi, mamma, sono le mie
scarpe che si trascinano da sole!” risponde Callie.
Sua madre le lancia un occhiataccia e la zittisce.
Dopo aver atteso qualche minuto, finalmente
é il turno dei Torres, regnanti del reame attiguo a quello
dei Robbins, venuti appositamente per omaggiare la Principessina
Arizona.
“E' davvero una bambina molto bella”
inizia Re Carlos.
“Veramente, una bambina splendida, con queste guance
così rosee e chiare” continua la Regina Lucia.
“E questi occhi così azzurri e
limpidi” riprende Aria.
“Già – conclude Callie
– e questa testa così pelata!”.
L' intera famiglia Torres lancia un' occhiataccia a
Calliope, la quale abbassa lo sguardo imbarazzata e ancora non del
tutto conscia del motivo della loro arrabbiatura.
Tuttavia Re Daniel, dopo la costernazione iniziale,
scoppia a ridere e accarezza la testa di Callie con fare paterno.
“Hai proprio ragione, Calliope, la mia piccola
Arizona ha ancora pochi capelli, per il momento, ma vedrai, presto li
avrà lunghi e lucenti come i tuoi, mia cara”.
Callie sorride e fissa in modo riconoscente il
padre della principessina.
Il ciambellano di corte, terminate le
presentazioni, introduce l' arrivo delle fate madrine.
“Che siano lasciate entrare Meredith, Cristina e
Miranda, le fate madrine di Sua Altezza Reale, la Principessa
Arizona!”.
Le porte della sala si aprono ed entrano le tre
fatine, le quali si avvicinano alla piccola ed iniziano a porgerle i
loro regali.
Meredith, vestita di rosa, inizia con il primo
dono: “Mia cara Arizona, ti faccio il dono della bellezza e
della grazia, dono che ti rispecchierà nel corpo e nell'
anima, crescerai e diverrai bella e intelligente, doti fondamentali per
una giovane principessina” e, detto questo, agita la
bacchetta e le dona quanto promesso.
E' poi il turno di Cristina, la fatina dalle verdi
vesti, la quale reca alla piccola una voce angelica ed un temperamento
mite.
Viene ben presto il momento dell' ultimo dono e
Miranda si avvicina alla culla della piccola.
Nemmeno il tempo di pronunciare qualche parola e si
ode un terribile frastuono, le porte della sala vengono spalancate da
una forza oscura, come da una folata di vento e si vedono fiamme verdi
e blu, aprirsi nel bel mezzo del salone dei ricevimenti.
“E' un piacere rivedervi, mio caro Daniel,
é da un bel po' che non ci incontriamo, più o
meno dall' inizio della guerra” inizia Malefica.
“Che ci fate qui, Malefica, non siete la benvenuta
nel mio castello, non lo siete più da molto, molto tempo, a
dire la verità” risponde Daniel, cercando di fare
da scudo alla piccola Arizona.
Malefica sorride all' uomo e gli risponde:
“Quanto rancore, mio caro Daniel, tutta questa rabbia ti
corroderà il fegato, mio caro. Per fortuna, essere
vendicativa non é nella mia indole! Pensa che sono venuta
per rendere omaggio a tua figlia, le ho portato un dono anche se tu non
mi hai invitata, Daniel, come vedi, nessun rancore. Ebbene, ora sono
pronta a renderle omaggio. Le lascerò tutti quei doni
insulsi della fatine, la bellezza, la grazia, la voce melodiosa e tutto
il resto, non voglio di certo fare la guastafeste, non mi sembra il
caso. Le voglio regalare, anzi, donare, visto che non pretendo nulla in
cambio, una profezia, la piccola crescerà bella e ammirata
da tutti, in grazia e intelligenza sino al suo sedicesimo anno di
età, al compimento di questa, ella si pungerà con
un fuso incantato e poi morirà e il suo regno con
lei”.
Re Daniel e le guardie fanno di tutto per cercare
di arrestarla, ma ogni tentativo risulta vano e del tutto
inutile, perché Malefica si dissolve in una polvere densa e
violacea e fa' perdere le sue tracce.
“Fai qualcosa, Miranda, tu devi pur fare qualcosa
per la mia bambina” la implora Daniel disperato alla piccola
fata, sperando che quest' ultima potesse in qualche modo rompere il
sortilegio.
Miranda scuote la testa ed abbassa il capo con
mestizia: “Mi dispiace, Sua Maestà, io non posso
nulla di fronte a Malefica, lei é troppo potente per me,
posso solo far sì che la profezie non la uccida, ma che
faccia cadere lei e tutto il regno in un sonno incantato, un sonno
lungo cento anni. E' questo tutto quello che posso fare per
lei” dice, guardando la piccola che dorme beatamente nella
sua culla e non si cura di certo dello sconforto in cui il regno di suo
padre é appena stato gettato.
Re Daniel, spaventato per la triste profezia,
ordina che tutti i fusi del regno vengano bruciati, per cercare di
impedire il compiersi di quanto predetto da Malefica e in parte
aggiustato da Miranda.
Sedici anni dopo.
Callie lancia una serie di lenzuola legate l' una
con l' altra dalla finestra, dopo averne testata la robustezza e poi
scavalca il cornicione, scendendo lungo le mura del castello.
Lei é divenuta ormai una giovane e bella
ventunenne, molto corteggiata dal fior fiore dei Principi dei reami
vicini, che però non sembra avere la benché
minima intenzione di “mettere la testa a posto, sistemarsi ed
avere figli, dei principini di sangue reale” come le ripeteva
fino allo sfinimento sua madre.
Ad aspettarla a terra c' é Mark, fedele
compagno di scorribande e non solo, con cui lei riusciva a parlare e a
fuggire nei momenti meno opportuni.
“Dove andiamo, ora, Callie?” le chiede,
sorridendole.
“Potremmo andare a pescare, oppure vedere chi dei
due riesce ad arrivare prima alle cascate oscure a cavallo, giusto per
vedere se non ti sei rammollito” risponde la giovane.
“Rammollito, io? Ma stai scherzando? Io non mi sono
di certo rammollito!” risponde lui, baciandola con passione.
“Vedo che questo ti riesce sempre bene,
Mark”.
Lui le sorride: “Ovviamente, dopotutto,
sono o non sono il tuo futuro marito? Te l' ho promesso un mucchio di
tempo fa e non ho ancora cambiato idea” le dice ridendo.
“Smettila di prendermi in giro, Mark, lo sai che
é solo una stupida promessa da bambini, tuttavia questo non
vuol dire che non mi piaccia baciarti, solo che non dobbiamo farci
scoprire” afferma Callie.
“Scoprire da chi?” chiede Mark.
“I miei, i miei genitori non lo devono sapere, mia
madre ti farebbe uccidere se ci scoprisse”.
“Ma c' é sempre tuo padre no? Lui non mi
farebbe mai e poi mai uccidere” dice Mark.
“No, hai ragione, lui non ti farebbe mai uccidere,
ti ucciderebbe personalmente” taglia corto Callie con un
sorrisetto.
Il giovane inghiotte un boccone amaro.
“Dai, Mark, non pensarci, lo sai anche tu che noi
due possiamo essere solo amici, al massimo qualche bacio di tanto in
tanto, nulla di più. Saremmo un vero e proprio disastro come
coppia, perché noi due ci vogliamo bene ma non ci amiamo,
non potrebbe mai funzionare” dice Calliope con
sincerità.
“In effetti, a pensarci bene, non sei proprio il mio
tipo, Callie” afferma Mark, salendo a cavallo.
“Nemmeno tu sei il mio” risponde lei,
incitando il suo cavallo alla corsa.
Intanto, nel folto della foresta, Arizona, la
principessina colpita da quell' orribile maledizione se ne sta seduta,
vicino al davanzale della finestra della cucina, a fissare fuori, nel
vuoto.
Riflette riguardo al fatto di sentirsi in trappola,
una trappola dorata, certo, con le sue tre simpatiche zie, Meredith,
Cristina e Miranda, ma pur sempre in gabbia.
Può a malapena uscire nelle vicinanze a
cogliere qualche fiore di campo e non ha altra compagnia, se non quella
delle zie e una visita mensile dei suoi genitori, che lei aspetta con
trepidazione e una punta di timore.
Decide di alzarsi dalla sedia, prende una mentella
dall' appendiabiti ed esce, allontanandosi dalla via di casa.
Cammina per qualche minuto, attraversa prati e si
inoltra nel bosco, con la speranza di incontrare qualcuno con cui
parlare.
Tuttavia, il suo essere inesperta e sprovveduta, le
costa caro, perché appoggia il suo piede sinistro sopra una
trappola per animali e si ritrova a testa in giù, appesa ad
un albero, sola e sperduta nella foresta.
NdA:
Spero che la seconda parte vi sia piaciuta, con la
terza concluderò “La Bella Addormentata”
ed inizierò con qualche altra fiaba.
Se avete suggerimenti, fiabe da proporre,
impressioni da scrivere, siete benvenuti.
A presto
lulubellula