Lost Destiny di maru89 (/viewuser.php?uid=13043)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Attacco ***
Capitolo 2: *** La Meta ***
Capitolo 3: *** La Prova degli Abissi ***
Capitolo 4: *** Incroci ***
Capitolo 5: *** Il Senso della Battaglia ***
Capitolo 6: *** L'Ordine delle Tre Spade ***
Capitolo 1 *** L'Attacco ***
Capitolo 1
L'Attacco
Il rumore delle onde,
ubicazione: Oceano dell'est
una gigantesca ombra che le oscura,
destinazione: Isola di Deewain
La nave Galy II volava a bassa quota in un cielo praticamente privo di
nuvole, in direzione della città di Miran, capitale
dell'isola di Deewain; sul ponte Sariell ammirava l'orizzonte,
desiderosa di giungere a destinazione.
“Tutto bene, figliola?” la snella ragazza dai
capelli bruni si girò verso colui che le aveva fatto la
domanda rivelando il suo giovane volto da diciassettenne.
“Tutto bene, grazie capitano.” rispose lei.
“D’accordo allora...ah, prima che me ne dimentichi:
la cuoca sta servendo uno spuntino giù, in sala mensa, so
che non mangi da ieri sera.”
“Effettivamente.., disse Sariell massaggiandosi lo stomaco
reclamante, vado subito in sala da pranzo, grazie per
l’informazione!”
Il legno della nave scricchiolava in molti punti, sotto i passi della
ragazza, in alcuni puzzava perfino di marcio; a Sariell era parso di
capire che il capitano trattasse la Galy II come una figlia
perciò era certa l'avrebbe fatta visionare una volta
sbarcati all'idroscalo di Miran.
Un tipo strano quel capitano: da quando era salita a bordo sembrava
averla presa in simpatia, neanche lei sapeva il perché, ma
con il tempo si era abituata alla sua presenza e, anzi, gli dava
sicurezza, era la prima volta infatti che faceva un viaggio
così lungo da sola e, all’inizio, era un
po’ spaventata.
La giovane si apprestava a scendere le scale che conducevano al piano
adibito alla ristorazione quando un botto assordante fece traballare la
nave volante: uomini e cose furono sbalzati con violenza da una parte
all’altra del corridoio, senza neanche potersi rendere conto
di ciò che stava accadendo.
“Ma che diamine fanno là sopra!”
sbottò lei, irritata dalla violenta caduta.
Mentre rifaceva le scale per controllare che andasse tutto bene un
altro botto la colse facendola cadere.
“Grr…Questa volta mi sentono!” si disse
massaggiandosi il didietro dolorante, mentre riprendeva la sua salita.
Quando finalmente raggiunse il ponte vide marinai che correvano da una
parte e all'altra, apparentemente molto agitati.
”Ma che diavolo succede?” provò
inutilmente a domandare, sembravano infatti tutti molto indaffarati e
spaventati; Sariell aveva per natura un carattere molto irascibile e
odiava essere ignorata.
“Insomma…!”
Una nuova esplosione colse la nave proprio mentre la ragazza notava due
colonne di fumo ergersi dalla parte posteriore del mezzo.
“Ma cosa..?” si chiese la ragazza, nuovamente
dolorante e a terra.
Poi, finalmente, lo vide: un Dragone Nero, in tutta la sua terrificante
potenza stava volando a grande velocità in direzione della
Galy II.
Sariell era senza parole, il terrore le precludeva ogni tipo di azione.
Senza smettere di volare l’enorme creatura
spalancò le sue fauci e cominciò a raccogliere le
proprie energie in una sfera dal colore viola opaco, pronta ad essere
scagliata sulla nave: quello era un colpo di grazia.
La ragazza era pietrificata,.
“Ma, come? P-perché? Cosa
sta…?” improvvisamente, fu afferrata per un
braccio; si girò di scatto, era il capitano. La
tirò su.
“Capitano!” esclamò, come rinsavita.
“Cosa sta succedendo?” lui la trascinò
fino al bordo della nave: sotto di loro, i portelloni della Galy II
erano stati spalancati e i passeggeri, così come
l’equipaggio, si stavano buttando in mare, nella speranza di
trovare salvezza; il mezzo, nel frattempo, perdeva sempre
più di quota.
“Capitano, cosa diavolo ci fa qui un Dragone Nero?!”
“Niente domande, devo cercare di metterti in salvo.”
“Ma cosa dice, e lei?” l’acqua era sempre
più vicina, così come il drago pronto, ora
più di prima, a sferrare il suo attacco definitivo contro
l’inerme nave volante. Intorno a Sariell e al capitano i
rimanenti membri dell’equipaggio cercavano la salvezza
nell’oceano.
“Sai, non so cosa sia stato….ma non appena ti ho
vista mi ha subito riportato alla mente la mia Galy.” disse
improvvisamente l’uomo.
“Cosa? Le ricordo un’aeronave?”
“Uh, uh! Sai? La mia piccolina aveva più o meno la
tua età quando…” il capitano non
terminò la frase: accortosi che il Dragone aveva ormai
scagliato la sfera di energia spinse Sariell al di fuori della nave;
come ultimo gesto la salutò con un sorriso, dicendole :
“Perdonami ma devo rimanere qui, addio!”
Sariell non ebbe neanche il tempo di parlare, urlare, piangere: pochi
secondi e una luce avvolse la nave, seguì una gigantesca
esplosione che creò una spaventosa onda d’urto;
ogni cosa nel raggio di centinaia di metri fu spazzato via. Sariell si
sentì trascinare via fino a perdere i sensi.
Anche con tutta quell’acqua si potevano distinguere sul suo
viso lacrime di tristezza.
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Capitolo 2 *** La Meta ***
Capitolo 2
La Meta
Il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli, il verso dei
gabbiani che volano alti e liberi nel cielo, la sensazione di avere la
sabbia sotto la pelle....sensazione?!?
Sariell si svegliò di colpo, agitandosi come se fosse stata
ancora in acqua. Ci mise poco a capire che non era così: il
sole era abbagliante e la sabbia sotto di lei bruciava. Si mise seduta
e si stropicciò gli occhi cercando di capire dov'era; una
cosa era certa: non era sulla nave volante.
“Uffa! Ma dove diavolo sono?” si chiese mentre
tentava di ricordare un motivo per il quale si sarebbe dovuta trovare
in quel luogo.
Poi, all'improvviso, tutto le tornò alla mente: il Dragone
Nero, il capitano che la metteva in salvo, sebbene in modo un
po’ drastico, le onde che la sbalzavano da una parte
all’altra; due file di lacrime le solcarono il volto al
ricordo di quegli eventi. Passarono alcuni, interminabili minuti colmi
di tristezza e anche di paura, residuo di quella tragica esperienza.
“No!! Devo farmi forza e cercare di capire dove sono: forse
mi trovo in prossimità di Miran ma non si riesce a vedere
nessuna città da qui!” si alzò e,
seppure a fatica, cominciò ad esplorare la zona,
mantenendosi a debita distanza dalla fitta giungla che occupava la
parte più interna di quella zona di terra. Camminando lungo
la spiaggia la ragazza si volse a guardare l’oceano, alla sua
destra: le dava una strana sensazione pensare che qualcosa di
così bello potesse essere allo stesso tempo così
pericoloso.
Dopo una o due ore passate ad esplorare una spiaggia apparentemente
priva di qualsiasi elemento di rilievo Sariell decise che forse era il
caso di avventurarsi nell'entroterra; restò qualche istante
ad osservare la gigantesca e lugubre foresta di che si
affacciava sulla spiaggia: poteva sentire inquietanti versi di animali
provenire dal sottobosco, le gambe cominciarono a tremarle,
così decise che avrebbe placato il suo spirito da
avventuriera per il momento. Si sedette su di un grosso masso nelle
vicinanze e cominciò a domandarsi se non era il caso di
preoccuparsi davvero; in fondo, per quel che ne sapeva, non
c’erano ragioni per le quali quella non potesse essere
un’isola.
“Sono stancaaaa!!! E poi, accidenti, possibile che non ci sia
niente da queste parti….neanche un nido di
tartarughe!?!”
Non ebbe neanche il tempo di terminare la frase che sentì
qualcosa muoversi tra le foglie, alle sue spalle.
“A-accidenti, non sarà mica un
cannibale!?!”
La giovane fu colta dal panico: aveva sentito parlare, infatti, di
alcune isole inesplorate nel Mare delle Sirene tuttora popolate da
misteriose tribù .
Il rumore si fece sempre più vicino ma, quando la misteriosa
creatura emerse dal folto della foresta Sariell si trovò un
davanti ad un anziano uomo molto basso e con una lunga barba bianca ma
vestito con un’elegante tunica verde smeraldo. Fu lui il
primo a parlare.
“Salute a te, figliola.”
“Aaah! Ma-ma lei non sarà mica...”
“Caspita, significa che hai gia capito?”
l’anziano uomo assunse un’aria compiaciuta.
“...uno sciamano della tribù dei cannibali, quello
che benedice il cibo prima di metterlo a rosolare!” questa
affermazione sconcertò l’uomo.
“Ma no brutta mongoloide, non hai capito un
accidente!!!!” adesso era più spaesato lui della
ragazza; tossi in una mano come per dare un segno di ricomponimento.
“Mia cara, temo che tu abbia frainteso. Certo il mio arrivo
deve averti colta di sorpresa e credo proprio di averti spaventata, ti
chiedo scusa. Io non appartengo a una tribù di cannibali,
puoi rassicurarti, non ti farò alcun male; sono qui
unicamente in veste di tua guida.”
“Una guida? E per cosa? Mi condurrà in
città? Ho capito, fa parte di una squadra di soccorso, mi
scusi per prima!” l’uomo sembrò
rattristarsi per qualche istante.
“Ho paura che le cose non stiano proprio
così. Ad ogni modo questo non è il luogo per
parlare di certe cose, le forze del male sono dovunque.”
“Come, come: le forze del male? Non è che fa uso
di quelle famose spezie orientali che provocano allucinazioni per
alleviare i dolori della vecchiaia?”
“Ma no, razza di demente!!!”
“Ma guarda che vecchietto arzillo!”
L’anziano uomo si ricompose e proseguì, sebbene
irritato da quelle affermazioni, il discorso di prima.
“Dicevo soltanto che sarebbe meglio per te venire con me: nel
mio palazzo potrai rimembrarti e schiarirti le idee a proposito di
alcune importanti faccende, pensi di poterti fidare?” la
ragazza lo scrutò un attimo e ne approfittò per
riflettere; certo era una situazione assai atipica: un vecchietto,
venuto non si sa bene da dove, la stava invitando a seguirlo in un
certo castello.
“Non so proprio cosa dire, cose del genere non te le
insegnano all’Accademia….Certo, a guardarti, non
sembri pericoloso. A proposito, non ti sei presentato.”
“Comprendo che tu faccia fatica a fidarti di me, non ti
biasimo; comunque ti ripeto che non ho alcuna intenzione di farti del
male. Rinnovo anche il mio invito a seguirmi: ti prego,è
molto importante. Ah, dimenticavo, io sono Baraln, molto
piacere!” le porse la mano in segno di saluto e la ragazza si
chinò su di lui per stringerla.
“Il mio nome è Sariell, piacere mio.”
finalmente convinta, la giovane gli rivolse un grande sorriso, prima di
seguirlo all’interno della fitta giungla.
I due passarono circa mezz'ora a camminare tra intricati grovigli di
tronchi di alberi caduti, di piante di ogni sorta; attraversarono un
ruscello e si ributtarono in quel mare verde. Sariell sperava di non
essere allergica a nessuna di quelle piante ma, al tempo stesso, era
affascinata da quella moltitudine di esemplari che aveva sempre visto
solo sui libri di scuola. Ad un tratto la fioca luce del sottobosco,
limitata dalle ampie cime degli alberi, si fece più forte
rivelando la fine del percorso; ciò che la ragazza vide fu
uno spettacolo fuori dal comune: i due avevano infatti raggiunto
un’ampia valle dalla forma circolare e con le pareti che
cadevano a strapiombo verso il fondo. Tutto il perimetro elevato, fatta
eccezione per alcuni punti, era il punto di sbocco di decine di fiumi,
che si gettavano nella vallata rendendo tutta la sua superficie
inferiore un grande lago al centro del quale si stagliava un altissimo
castello.
“E', è quella?”
“Si mia cara, quella è la nostra meta!”
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Capitolo 3 *** La Prova degli Abissi ***
Capitolo 3
La Prova degli Abissi
Il sole era ancora alto quando Sariell e Baraln giunsero alla vallata;
qualunque tipo di suono era coperto dal fragore delle numerosissime
cascate. L’anziano uomo restò poco ad ammirare lo
spettacolo e si diresse a sinistra, in direzione di una piccola
struttura che ricordava molto un gazebo: essa era in parte piantata nel
suolo, ma l'altra metà era a strapiombo sulla valle. Sariell
non poté fare a meno di guardarla con una certa
perplessità ma poi, per forza di cose, si decise a seguire
Baraln all’interno.
Il gazebo si rivelò completamente vuoto, fatta eccezione per una piattaforma fissata ad
una corda, sotto ad essa, lo strapiombo della valle.
“Argh! M-ma non vorrà mica scendere con questo
rottame fino al fondo della valle, mi auguro?!?”
“Puoi stare tranquilla mi cara, è sicurissimo,
l'ho usato così tante volte che non le ricordo neanche
più.”
“...” Sariell continuava a riporre scarsa fiducia
in quell’arnese e si chiedeva se non ci fosse un altro modo
per scendere: il luogo tuttavia, presentava una forma molto simile ad
un cilindro, con pareti ripide e impraticabili.
“Siamo sicuri che non sia troppo vecchio? Chi mi garantisce
che queste corde non si spezzeranno?” “Oh, avanti,
al massimo moriremo insieme. Ah! Ah!” la ragazza non era
divertita quanto lui.
“Gran bella consolazione!!”
“Su, su calmati, stavo scherzando; ti assicuro che non hai
niente da temere!” e dicendo questo aprì il
piccolo cancello che occupava il perimetro della piattaforma e, dopo
esserci salito, invitò Sariell a fare altrettanto; lei, un
po' titubante ma principalmente rassegnata, seguì Baraln e
si sedette su di una sedia posta verso il centro; il vecchio uomo
abbassò quindi una leva e la piattaforma cominciò
lentamente a scendere.
La discesa non durò molto, qualche minuto al massimo,
ma Sariell continuava a pregare nella speranza di non dover
morire così giovane. Una volta che l’elevatore fu
giunto a destinazione la leva, con uno scatto, tornò
automaticamente alla posizione iniziale, pronta per essere
riutilizzata; lo strano duo si avviò quindi in direzione di
un ponte che collegava l’isolotto sul quale si trovavano a
quello che ospitava il palazzo: ora che aveva modo di osservarlo meglio
Sariell notò che, più che un castello, la
struttura era una gigantesca torre. Appena arrivati, Sariell
notò subito delle iscrizioni intorno al colossale portone
d’entrata.
“Devo averli già visti quei simboli...di sicuro su
qualche libro di magia, ma quale?” pensò prima di
essere distratta da Baraln: l’uomo infatti procedeva a passo
spedito in direzione della porta, una volta giunto in
prossimità di quest’ultima posò la mano
destra sulla sua superficie. Sariell pensò che,
probabilmente, avrebbe recitato qualche incantesimo per farla aprire
ma, contrariamente a qualsiasi aspettativa, bastò una
semplice pressione della mano da parte di Baraln per aprire il portone .
“Ma, ma, ma, ma come hai fatto ?!?!”
“Semplice esercizio.” rispose vago.
Sorpassato il gigantesco portone si ritrovarono in un'altrettanto
enorme atrio con il tetto a cupola, anch’esso decorato con
disegni di diverso tipo.
Al centro della sala saltava subito all'occhio un'enorme statua
raffigurante una strana creatura marina che però Sariell
riconobbe.
“Ma, ma quello è..”
“Kraken, uno Spirito Guardiano, e dovrai ottenere il suo
aiuto se vuoi andartene da questo posto e raggiungere Miran.”
“Spiegami perché uno Spirito Guardiano dovrebbe
traghettarmi fino a Miran, ha già avuto abbastanza da fare
durante la guerra, mi sembra.”
“Dunque conosci la Guerra dei Draghi.”
“Nonno, guarda che queste cose si studiano a scuola ormai, e
comunque non si può non conoscere un simile evento
storico… Un momento, ora che ci penso, se qui
c’è una statua di Kraken allora questo deve essere
senz’altro…”
“Il tempio dove riposa, è chiaro; in attesa che
qualcuno lo svegli.”
“E perché mai qualcuno lo dovrebbe..”
all'improvviso le tornò in mente il Dragone Nero che aveva
attaccato la nave volante.
“Quel drago doveva essere..”
“Uno dei draghi che sono stati sconfitti.”
continuò Baraln per lei.
“Ma questo è assurdo, quelle creature dovrebbero
essere state ridotte all’estinzione durante la
guerra.”
“Dovrebbero. Comunque il motivo per il quale hanno attaccato
la nave è semplice: a bordo c'era un cacciatore di
draghi.”
“E tu come fai a sapere della nave? Bah, non importa. Se
davvero a bordo della Galy II c’era un cacciatore di draghi,
perché non ha fatto niente?”
“Vedi piccola, non è così
semplice….”
“E comunque è un mestiere che non viene praticato
più da molti anni, io non credo che ci fosse un individuo
del genere sulla nave.”
“Vedi Sariell, non è facile per me dirtelo: ma il
punto è che il cacciatore sei tu!”
“La Guerra dei Draghi, una guerra portata avanti per
moltissimi anni tra L'Alleanza delle Tre Forze contro i
pericolosi Dragoni Neri, una particolare razza di drago. Fu colpa loro
se si estinsero quasi tutte le altre specie di drago presenti nel
nostro mondo. Di draghi in generale non ne rimanevano molti e la guerra
non fece altro che spingere ancora di più nel baratro quella
razza e….”
“...Si, si, questa storia la so a memoria, all'accademia di
Mercuria devo aver preso anche un bel voto quando ho tenuto
l’esame su questo argomento…”
l'affermazione della ragazza fu seguita da un lungo silenzio, Baraln
l'aveva portata in un piccolo studio dove si erano seduti davanti ad un
focolare. Ormai, la luce del giorno si faceva sempre più
fievole e il sole cominciava a scomparire dietro alla linea
dell’orizzonte.
“…comunque questo non giustifica
l’assurdità che hai detto. Insomma, dai:
è la cosa più prevedibile che mi potevi
dire.”
“Ora quei Dragoni Neri minacciano nuovamente la razza umana,
anche se il motivo mi è ignoto. Dimmi, tu sai cosa sono in
realtà gli Spiriti Guardiani?” continuò
lui senza far caso a ciò che aveva detto prima la ragazza.
“Mi dispiace, ma ho paura di non averlo ancora
studiato.” malgrado ciò cominciò a
scavare nella sua memoria, nella speranza di reperire qualche
informazione.
“Sono materializzazioni divine.”
“Sono, cosa?”
“E' ora!” affermò l'uomo,
all'improvviso.
“L’ora di cosa?!” Baraln uscì
di corsa dalla stanza e Sariell fu costretta a seguirlo.
“Ti vuoi fermare, avevi detto che, una volta arrivati,
avremmo chiarito tutto...” mentre la ragazza tentava, a
fatica, di stargli dietro, i due raggiunsero un elevatore, questa volta
dall’aspetto molto più solido e rassicurante, e lo
utilizzarono per scendere, superando il piano terra.
“Ma si può sapere dove stiamo andando?”
chiese lei mentre il macchinario li portava a chissà quanti
metri di profondità.
“Tutto verrà chiarito alla fine della
prova.”
“Prova? Ehi, non abbiamo mai parlato di prove!”
“Ti assicuro che la Prova degli Abissi non
è niente che non sia alla tua portata.”
“La Prova degli Abissi? Non suona molto
bene…”
“E’ la prova che dovrai superare se vuoi ottenere
l’aiuto di Kraken.”
“Ma, dato che io non lo voglio, adesso tu mi procuri una
barca e ..”
“Non ce ne sono. Kraken è l'unico modo che hai per
lasciare l'isola.”
“Fantastico: allora questa è davvero
un’isola…”
Terminata anche questa discesa Sariell e Baraln si ritrovarono in
quella che sembrava una grotta naturale; i due si incamminarono lungo
il corridoio che essa formava e, infine, arrivarono ad un enorme
portone.
“Avvicinati.” disse lui alla giovane.
“Ma certo, perché adesso mi vuoi dire che se mi
avvicino la porta si apre come per magia...” un boato quasi
assordante annunciò l'apertura del portone che
rivelò al, suo interno, un altro lungo corridoio; in
lontananza si poteva notare che esso sfociava in un salone.
“Non dovrò mica affrontare qualche strana bestia,
vero?!”
“Nulla del genere, stai tranquilla. Dovrai solo presentarti
al cospetto di un Dio, chiedergli aiuto.”
“Fiuu! Potevi dirlo subito, ora si che sono più
tranquilla…...UN DIO!?!?”
“Per la precisione una delle quattro divinità
creatrici di questo mondo, il Dio delle Acque.” mentre
parlava spingeva dentro la ragazza, che non faceva certo poca
resistenza.
“Ma, ma, ma io non posso scusa…insomma, cosa gli
devo dire? Come mi devo comportare? Mi devo
inchinare?” Sariell aveva le lacrime agli occhi.
“Si, si, fai così. Forza, conto su di
te.” e, così dicendo, si affrettò a
richiudere il portone, prima che la giovane potesse tentare la fuga.
Deglutito e radunato tutto il coraggio di cui disponeva, Sariell si
inoltro nel corridoio fino a giungere alla grande stanza. Essa era,
più che altro, un’enorme caverna, più
precisamente, la ragazza si trovava su di una piattaforma retta da
gigantesche corde agganciate a loro volta al soffitto; sotto di lei, il
vuoto o, più precisamente, un’abbagliante luce
verde-acqua che illuminava tutta la caverna e di cui non capiva la
provenienza.
Improvvisamente,quello stesso bagliore, si intensificò in
maniera tale da accecare Sariell per qualche istante; non appena ebbe
riacquistato la vista, guardò di fronte a lei, solo per
vedere una figura altissima, che emanava lo stesso tipo di luce che
proveniva dal fondo della grotta; questa era lì, di fronte a
lei, vestita con una lunga tunica azzurra e blu e con un simbolo
all'altezza del petto, il viso era quello di un giovane.
“Benvenuta, Sariell.”
“C-come fa a sapere il mio nome? Non per essere
scortesi!” si affrettò a precisare dopo quella
domanda, la cui risposta era ovvia.
“Sono felice di poterti finalmente conoscere di
persona.” continuò lui.
“A-allora lei è proprio…il Dio delle
Acque.”
“Naturalmente, Baraln dovrebbe già averti spiegato
tutto, se non sbaglio.”
“D-diciamo di si….ma la questione non mi
è molto chiara,a dire la verità. Lui dice che
sono un cacciatore di draghi, ma non è possibile: lo saprei
se fosse così, no?”
“Mi addolora che tu sia costretta a portare questo fardello,
ma le cose stanno effettivamente così.” Sariell
voleva che qualcuno le spiegasse cosa stava succedendo,
perché il capitano della nave volante era morto,
perché il Drago Nero, perché stava succedendo
tutto questo? Perché a lei?
Il Dio continuò.
“Di tutti i draghi che popolavano il nostro mondo pochi
sopravvivono ancora oggi, ma qualche soprattutto conta è che
tra questi vi sono i tre Draghi sovrani che riuscirono a sopravvivere e
che tu dovrai trovare per dargli la forza di combattere nuovamente i
Draghi Neri.”
“Quindi è tutto qui quello che dovrei
fare?” chiese lei.
“Ti prego, Sariell, trovali, per ora è tutto
ciò che posso dirti.” una luce abbagliante avvolse
il Dio e la ragazza.
“A-aspetta!! Come faccio a…?!”
“Fidati di me Sariell e troverai la tua strada.”
Ancora luce e poi il nulla...
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Capitolo 4 *** Incroci ***
Capitolo 4
Incroci
Un palazzo avvolto dalle tenebre. Un’altissima sala in
mattoni grigi, illuminata solo dai raggi della Luna che filtravano da
un’immensa vetrata. Una voce.
“L’hai vista?” un individuo davanti alla
vetrata. Egli, pur illuminato dai raggi della Luna, sembrava come
coperto da un’ombra.
“Si.” alle spalle del primo sopraggiunse un altro
essere, avvolto in un soprabito nero, il volto coperto da un cappuccio,
lineamenti eleganti.
“E come ti è sembrata?”
“Che domande: sai che ho un particolare interesse per
lei.” l’uomo appena giunto si sedette su di una
scrivania in legno intagliato nel centro dell’immensa stanza,
sicuramente in contrasto con il resto dell’arredamento,
praticamente inesistente.
“Mph.” pur celando il suo volto dietro ad
un’ombra, l’uomo posizionato di fronte alla
maestosa vetrata sembrò divertito da questa affermazione.
“Spero tu non abbia esagerato.”
“No, stai tranquillo.” disse leggermente seccato,
mentre si sistemava un guanto, poi continuò.
“Piuttosto, come agiremo adesso?”
“Dobbiamo occuparci di Lui.”
“E vuoi che sia io a farlo, giusto?” si
alzò e si avviò verso l’uscita,
“No.” questa parola fermò di colpo
l’individuo che si accingeva a lasciare la sala, egli si
girò leggermente verso colui che l’aveva
pronunciata.
“Sarà Julian ad occuparsene.”
Esitò nel rispondere.
“Come desideri.” la sua espressione tradiva la sua
obbedienza.
Ancora luce e poi niente: Sariell si sentiva tutta indolenzita, voleva
muoversi ma non ci riusciva, in testa aveva soltanto quella luce
abbagliante che l'aveva avvolta.
Un rumore, ad un certo punto, richiamò la sua attenzione, un
rumore che le riportava alla mente dei momenti passati ....il rumore
delle onde!!!
Si alzò di colpo, neanche lei sapeva come aveva fatto,
difatti ricadde subito all’indietro, appoggiandosi sui
gomiti; a fatica si mise a sedere, cercò di mettere a fuoco
il paesaggio circostante ma vedeva ancora tutto sbiadito.
Ad un tratto sentì delle voci in lontananza, voci che
diventavano sempre più forti, come se si avvicinassero a lei
:
“Ehi!! Tutto bene?!” Sariell si strofinò
gli occhi per cercare di vedere meglio e, finalmente, intravide due
figure che le si avvicinavano.
“Ragazzina, hei, stai bene?”
“S-si, credo di... ma tu chi sei, dove, dove mi
trovo?”
“Sarà una naufraga dell'aeronave che è
esplosa due giorni fa; presto, portiamola all'ambulatorio.”
disse uno degli uomini all'altro.
“Ce la fai ad alzarti ragazza? Come ti chiami?”
“Sa-Sariell.” la giovane non era sicura di quello
che diceva ma, nel frattempo, provò ad alzarsi, anche grazie
all’aiuto dei due uomini e, seppur a fatica, si
avviò verso un carro pieno di secchi stracolmi di pesce e
lì fu fatta sedere.
“Ma allora, d-dove siamo?”
“Siamo a Miran, piccola!”
Sariell si trovava in un luogo strano, deforme, con luci che apparivano
e scomparivano, davanti a lei si trovava un uomo, un uomo anziano,
Baraln!!
“Finalmente sei arrivata Sariell.” disse l'uomo
alla ragazza.
“Ma, ma cosa è successo, è stato il Dio
delle Acque?”
“Si, esatto; ricorda la tua missione, da cui dipende il
destino del nostro mondo; trova i draghi, affrettati, non hai molto
tempo!”
“Aspetta un attimo!!” Sariell si svegliò
di colpo, ma questa volta si trovava in un letto, la testa non le
girava più e la vista le era tornata; ad un certo punto si
ricordò degli uomini che le avevano prestato soccorso sulla
spiaggia.
“Sono a Miran, dunque.” si alzò, anche
se ancora con un po’di fatica, si diresse alla finestra, la
spalancò e si affacciò per guardare le strade: la
gente si muoveva freneticamente nella strada sulla quale si affacciava
l’ambulatorio, tutti vivevano la loro vita, ignari di
ciò che le era capitato; finalmente era arrivata, dopo tutti
quegli strani avvenimenti, i guai però non erano affatto
finiti, anzi, erano solo agli inizi.
Richiuse la finestra e si sedette sul letto; notò che sul
comodino c'era un giornale che parlava di un carro ritrovato in fiamme
e di un'aeronave scampata alla distruzione.
“Umm, per quanto riguarda l'aeronave potrebbe essere stato il
Drago Nero….menomale che, almeno questa, ce l’ha
fatta a salvarsi. Ma questo carro è stato ritrovato nei
pressi della città e potrebbe essere l'indizio che sto
cercando ...”
“Oh! Allora ti sei svegliata!” era entrata
un'infermiera, una donna robusta e abbastanza alta, vestita con una
tunica bianca sopra agli abiti tradizionali.
“Ti senti meglio cara?”
“Oh, si, si, molto meglio, grazie. Anzi, adesso dovrei
proprio andare..”
“Tu non vai proprio da nessuna parte!”
l’infermiera bloccò la tentata fuga della ragazza
e la fece sdraiare, richiuse la porta andandosene. La ragazza si rimise
a pensare a tutto ciò che le era accaduto, continuava ad
essere titubante circa questa fin troppo decantata missione, cosa
poteva saper fare lei che un altro non sapeva fare? Quel Baraln
l’aveva messa proprio in un bel pasticcio; forse, per il
momento, era meglio dormirci sopra.
Sariell fu dimessa il giorno seguente.
“Mi raccomando piccola, riguardati!” le disse
l’infermiera salutandola.
“Non si preoccupi, grazie di tutto.”
Le strade di una grande città come Miran erano affollate per
molti giorni alla settimana, quello non faceva eccezioni. La giovane si
faceva largo tra la folla per raggiungere il viale principale che,
dall’entrata della città, conduceva dritto al
palazzo reale; questo era inoltre caratterizzato dal fatto di avere
edifici identici da un lato e dall’altro della strada. Mentre
camminava Sariell pensò che, forse, la sua cosiddetta
missione non doveva essere necessariamente difficile, forse
l’aveva sopravvalutata.
Improvvisamente le venne in mente che uno dei tre draghi che stava
cercando si trovava proprio nei dintorni di Miran, in un’area
sorvegliata giorno e notte dai soldati del castello, un luogo dove egli
poteva riposare e trascorrere in pace il resto della sua vita.
“Credo che non sarebbe facile spiegare la questione al
Re…forse faccio prima ad andare a dare un’occhiata
di persona, prima di decidere il da farsi.” si disse mentre
continuava a camminare in direzione del portone principale.
Il sole splendeva alto sulla pianura che costeggiava la
città e Sariell stava camminando su un sentiero in terra
battuta mentre si sventolava con una grossa foglia.
“Uffa! Ma chi me lo ha fatto fare, mi ero già
preparata il piano di studi all’Accademia locale e adesso
dovrò saltare un anno…”
Lungo il percorso la ragazza si trovò a costeggiare un
laghetto,; il paesaggio intorno alla città ricordava una
savana in quel periodo dell’anno, sebbene il caldo non
risultasse particolarmente elevato.
“Draghi, ma siamo impazziti? Come pensano che possa gestire
una situazione del genere? Speriamo che questa specie di missione non
sia così complicata…”
“Ma la smetti di lamentarti?”
“Io non smetto proprio per… ma chi è,
chi è stato?” Sariell cominciò a
guardarsi in giro senza scorgere tuttavia nessuno.
“Sono qui sciocca. Sono io, Baraln!”
“Baraln, dove sei, vecchio impostore?”
“Impostore? Ah, per quella storia dei Draghi, mi dispiace,
piccola, ma non avevo altra scelta.”
“Altra scelta un cavolo!!”Sariell non capiva ancora
bene dove doveva parlare visto che, pur sentendone la voce,
dell’uomo non vedeva neanche un capello, ma era troppo
arrabbiata per pensarci.
“Tanto per iniziare, comunque, mi potresti dire dove
sei.”
“Guarda nell’acqua.”
La giovane chinò la testa verso la tavola d’acqua
del piccolo lago e vide il volto dell’uomo come fosse
riflesso. Lo osservò per qualche istante, poi, con sguardo
assassino, cominciò a calciare l’acqua nel punto
in cui si poteva vedere il volto di Baraln. L’immagine,
tuttavia, ricomparve dopo pochi secondi.
“Temo che tu non possa farmi del male….al
momento.”
“In tal caso aspetterò con ansia il momento in cui
ci rincontreremo.”
“Passando a cose serie, come forse già saprai,
vicino a Miran esiste una zona protetta adibita a dimora di uno dei tre
Draghi, il Drago del Crepuscolo.”
“Si, ne avevo sentito parlare.”
“Bene, come è ovvio, quella è la tua
meta….una volta giunta lì capirai da sola cosa
fare….scusa Sariell, ma le forze mi abbandonano, conto su di
te…” e scomparve, così come era
arrivato.
“Cosa? No, aspetta! Uffa, e ti pareva.”
E si incamminò, piuttosto incerta sul suo futuro.
Dopo un po’ raggiunse una gruppo di persone vicino ad un
carro, lì vide un ragazzo in armatura rossa che stava
probabilmente chiedendo delle informazioni a uno dei conducenti e,
mentre si avvicinava ebbe modo di origliare.
“Non sa proprio se ci sia un modo per entrare? E’
una cosa molto importante, capisce?”
“No, figliolo, mi spiace, a patto che tu non voglia
affrontare i soldati. Ah! Ah!”
“No…certo.” rispose lui un po’
sconsolato.
Sariell lo guardò con sguardo sospettoso.
Il ragazzo ringraziò e si avviò per il sentiero
ma Sariell riuscì ad udire un’ultima frase.
“Dannata lucertola”
“Che si stia riferendo…” se parlava del
Drago forse era il caso di seguirlo, casomai avesse brutte intenzioni.
Passò così un po’ di tempo a seguirlo,
apparentemente senza risultato, fino a quando non intravide, in
lontananza, una piccola collina, circondata da un cospicuo numero di
rocce di varie dimensioni e forme e che formavano, in quella zona, un
vero e proprio labirinto. E fu proprio lì che, dopo qualche
svolta mancata e qualche scorciatoia mal calcolata, Sariell perse di
vista il giovane, ritrovandosi da sola.
“Ma come accidenti ho fatto a perderlo di vista
……” si disse seccata.
Si mise così a esplorare quella zona, sperando che
quell’individuo si riferisse effettivamente ad una banale
lucertola.
“Che sciocca sono….è probabile che
abbia fatto tutta questa strada per niente, quando so benissimo di
avere un importante compito da svolgere.”
Si stava ammonendo da sola quando, giunta in prossimità
della collina, notò, a pochi metri di altezza,
un’apertura; incuriosita e leggermente intimorita al tempo
stesso, si inerpicò in direzione dell’oggetto
della sua curiosità, scivolando occasionalmente tra alcuni
sassi che trovava lungo il percorso.
“Sono davvero un’ingenua, chissà poi
cosa spero di…”
Sariell pensò per qualche istante che si trattasse di uno
scherzo, solo per pochi attimi tuttavia: il terrore scaturito alla
vista del Drago era maggiore.
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Capitolo 5 *** Il Senso della Battaglia ***
Capitolo 5
Il Senso della Battaglia
Alcune gocce d'acqua cadevano dal soffitto a intervalli regolari,
cadendo per metri e metri prima di schiantarsi il suolo con un rumore
sordo; fatta eccezione per questi suoni tuttavia l'enorme caverna era
avvolta da uno spettrale silenzio, illuminata solo da pochi fasci di
luce che si facevano largo attraverso spaccature occasionali nella
parete rocciosa; sul soffitto della grotta era scolpito il simbolo del
Drago che vi risiedeva . Sariell stava lì, rigida come i
sassi che la circondavano, completamente muta, in attesa di qualcosa
che nemmeno lei sapeva cos'era. Il Drago del Crepuscolo si trovava di
fronte a lei, apparentemente immerso in un profondo sonno; la creatura
era seminascosta, nella penombra, ma la ragazza distingueva chiaramente
la sua forma: essa ricordava vagamente quella di una tartaruga, seppur
priva di guscio, con un lungo collo e una coda di altrettante
dimensioni; di colore era un misto fra rosso e arancione, i colori del
tramonto. L’intero corpo del Drago, infine, era ricoperto da
un tatuaggio di colore giallo, costituito da strisce che formavano dei
motivi geometrici.
Deglutì: non era molto sicura di quello che doveva fare
anzi, a dire la verità, non aveva proprio idea di come
comportarsi in una situazione atipica come quella.
“Forza, meglio levarsi il pensiero….” la
ragazza tentò di farsi coraggio, con scarsi risultati.
Cominciò facendo qualche passo in avanti, questo poco prima
di avvertire qualcosa alle sue spalle, si buttò
istintivamente da un lato dopo aver visto un’intensa luce
dirigersi verso di lei, appena in tempo per evitare una palla di fuoco
che si schiantò, esplodendo, ad appena un metro da lei.
Sariell si rimise velocemente in piedi, scrutando l’ambiente
circostante alla ricerca di colui che l’aveva attaccata. Era
spaventata.
“Chi-chi sei? Vieni fuori!” urlò, prima
di ricordarsi che, alle sue spalle stava dormendo una
“lucertola” che pesava chissà quante
tonnellate e che disponeva di una potere incalcolabile. Un'altra
esplosione la colse da dietro, questa volta Sariell non
riuscì ad evitarla e fu sbalzata via; cadde a terra,
apparentemente priva di sensi. Dei passi. Un figura ammantata
superò la ragazza, senza apparentemente badare alla sua
presenza.
“Drago del Crepuscolo. Uh! Uh! Sei così patetico,
nello stato in cui ti trovi…” Sariell rinvenne e,
a fatica, si guardò in giro, colui che l’aveva
attaccata si era infine mostrato e, addirittura, le dava le spalle
senza neanche accertarsi se fosse morta o meno. L’uomo era
estremamente elegante, si trovavano in una sporca e polverosa caverna
ma lui non sembrava avere addosso nemmeno un granello di sabbia;
indossava stivali di pelle e dei raffinati pantaloni blu chiaro in
tinta con la giacca, il tutto avvolto in un mantello dello stesso
colore ma più scuro. I capelli bianchi, che arrivavano alle
spalle, tradivano la sua apparentemente giovane età,
carnagione abbronzata e, ai lati del viso, due orecchie insolitamente
lunghe. A un occhio poco esperto quello sarebbe potuto sembrare un
elfo, ma Sariell era dubbiosa: quella razza era famosa per la sua pelle
bianca e levigata, incapace di abbronzarsi persino nelle isole Oniriun
e poi le orecchie, per quanto dotate di una forma singolare, non
rispettavano esattamente i canoni di quelle di un qualunque elfo. La
ragazza, dolorante, cominciò a muoversi, nella speranza di
riuscire almeno a sedersi; fu solo allora che l’uomo
sembrò ricordarsi della sua presenza.
“Mh? Oh, già. Tu dovresti essere la
nuova tirapiedi del Dio delle Acque, giusto? Non mi sembra che ti stia
impegnando molto però.” Sariell lo
guardò, sempre un po’ spaventata; gli occhi di
quello strano elfo erano argentati, altra strana caratteristica. Dopo
averla guardata per qualche istante, sospirò, con aria
delusa.
“E’ davvero una cosa seccante farsi superare dal
nemico…”
“Ne...nemico?” disse lei un po’
confusa. “Ma chi sei tu?”
“Sarà meglio darsi una mossa.”
continuò lui, senza rispondere e, così dicendo,
afferrò la ragazza per un braccio e cominciò a
trascinarla verso il Drago. “Sai? Personalmente non avevo
alcuna voglia di venire qui….ma quando ti danno un ordine
non è consigliabile trasgredire e…” non
riuscì a finire la frase: si girò di scatto
permettendo a Sariell di vedere un masso enorme che stava per colpirli.
“Mph!” l’individuo non si mosse di un
millimetro, la corsa del masso fu arrestata da una strana barriera,
posta a protezione del bersaglio. Essa era simile a
dell’acqua: trasparente e fluida; il masso non
provocò alcun rumore, semplicemente scivolò fino
a terra, arrestando del tutto la propria corsa. Sariell aveva
un’espressione ancora più terrorizzata di prima.
“Se volevi unirti alla festa, bastava chiedere.”
l’assalitore si stava rivolgendo ad una figura un
po’ distante da loro, vicino ad un’altra entrata.
La ragazza lo riconobbe subito, era il ragazzo che aveva pedinato fino
a lì, non aveva dubbi.
“Scusa, ma non sono in vena di festeggiamenti.”
disse il nuovo venuto.
“Ma davvero? Che peccato.” l’assalitore
di Sariell spalancò quindi la mano libera in direzione
dell’intruso. “Quand’è
così, permettimi di donarti un premio di
consolazione.”
Davanti alla sua mano si formò una sfera di energia
trasparente che cominciò ad attirare a sé oggetti
come piccoli sassi o polvere; successivamente però
iniziò ad ingrandirsi e, conseguentemente, ad attrarre cose
sempre più grandi, compreso il misterioso guerriero, che fu
in grado di opporre ben poca resistenza. Quando questi si
trovò nelle vicinanze della sfera di energia essa esplose,
scaraventandolo contro una parete.
“Odio proprio le persone troppo fastidiose.” disse
colui che lo aveva attaccato, abbassando la mano e tornando a
concentrarsi sul Drago.
“Ngh!” l’ultimo venuto aveva subito un
brutto colpo e a stento si muoveva.
“Non agitarti troppo, tanto tra poco sarà tutto
finito.”
“Grande spirito della magia afferra le redini del tempo e
comandalo secondo il mio volere: Fermati!” Sariell si rivolse
improvvisamente verso colui che la tratteneva e pronunciò la
formula magica per comandare il tempo. Lo spazio intorno a lui
cominciò a rallentare fino a che tutto non fu immobile, dai
granelli di sabbia fino alle semplici gocce d’acqua.
“Ma guarda, allora qualcosa lo sai fare, dopo tutto. Temo
tuttavia che tu non ti sia rivelata un degno rivale.”
l’incantesimo non sortì tuttavia
l’effetto sperato.
“Bell’incantesimo; peccato solo che tu non l'abbia
sfruttato a dovere.”
“O mamma!” la giovane rimase letteralmente
spiazzata.
“Vedi mia cara, temo che Baraln non ti abbia spiegato bene
cosa devi fare, giusto?”
“M-ma cosa vuoi da me?”
“Semplice: tu restituirai al Drago i suoi poteri e, in quel
momento, io lo ucciderò.”
“Cosa?! Ma perché scusa. Cosa ti ha
fatto?”
“Via, sii seria. Credi davvero che in guerra si abbia il
tempo di stare a guardare simili sciocchezze? Evita di assumere simili
comportamenti sdolcinati di fronte a me, per favore.” Sariell
riuscì a divincolarsi dalla presa del suo aggressore proprio
quando furono in prossimità del Drago del Crepuscolo.
“Puoi scordartelo, non farò quello che
vuoi.”
“A no? Allora vediamo se riesco a…mh?”
“Yaaah!!” il giovane guerriero si era ripreso e si
era lanciato all’attacco, armato della sua spada. Ancora una
volta, al misterioso elfo, bastò sollevare la mano, ed
un’onda d’urto respinse il giovane, scaraventandolo
nuovamente a terra. Poi tornò a rivolgersi a Sariell.
“Dunque, dove eravamo rimasti? Ah, già: poco fa
non mi sembravi molto sicura di voler combattere, giusto? Vuoi un senso
per questa battaglia? Ebbene, io te ne darò uno.”
e così dicendo fece sollevare da terra alcuni massi che si
trovavano nelle vicinanze e cominciò a scagliarli verso la
ragazza. Proprio mentre uno di essi la stava per colpire, Sariell
trovò il tempo di proteggersi con una barriera;
l’impatto la scaraventò comunque a terra.
“Fai davvero tenerezza, sai?” disse lui, ironico.
“E ora cosa faccio?” si diceva invece Sariell
più impaurita che mai. Improvvisamente si accorse di essere
di fronte al Drago; cominciò a smuoverlo, nella vana
speranza che servisse a qualcosa.
“Svegliati, svegliati ti prego. Ti prego!!”
“Temo sia inutile, tesoro.” diceva lui mentre la
raggiungeva con tutta tranquillità. “Puoi tentare
quanto vuoi ma non si muoverà; ora, cerchiamo di sbrigarci,
ho un Drago da uccidere.”
“Ti prego!” la ragazza continuava a rivolgersi alla
creatura.
“Povera sciocca.” e sulla sua mano si
formò una sfera di fuoco.
“Coraggio.”
“Ma-ma io non so cosa devo fare?”
“Allora vediamo se riesco a darti qualche
suggerimento.” e lanciò la sfera contro di lei. In
quel momento però una colonna di energia si
levò davanti a lei proteggendola; successivamente un alone
di luce dorata avvolse Sariell e poi anche il drago, un’aura
blu-astro trasparente, gigantesca, proveniente dalla ragazza assunse
presto la forma della statua nel castello di Barale: Kraken. Esso pose
i suoi tentacoli sul Drago e gli trasmise una misteriosa energia, poi
scomparve in un lampo di luce. Sariell era senza parole.
“Ma cosa…?” sussurrò
l’assalitore.
Il Drago del Crepuscolo spalancò gli occhi e, lentamente, si
alzò in piedi distendendo la coda e il collo,
così come le enormi ali. A questo punto una nuova esplosione
di luce investì l’interno della grotta.
“Aaah! Ma cosa succede!” urlò la ragazza.
“Dannazione, non doveva andare così!” fu
tutto ciò che riuscì ad esclamare il misterioso
elfo, accecato dalla luce e apparentemente incapace di attaccare. La
ragazza non riuscì a reggere e cadde a terra; prima di
perdere i sensi tuttavia riuscì a scorgere
un’ultima volta il Drago e si sentì pervasa come
da un senso di sicurezza e tranquillità.
Sariell dovette rinvenire per qualche istante, ma l’unica
cosa che riuscì a scorgere fu la sagoma di qualcuno ed una
voce che le parlava.
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Capitolo 6 *** L'Ordine delle Tre Spade ***
Capitolo 6
L’Ordine delle Tre Spade
Sariell riprese conoscenza. Oramai ci aveva fatto l’abitudine
a queste cose. Quello che realmente la stupì fu la presenza,
all’interno della stanza del guerriero in armatura rossa che
lei aveva pedinato nella periferia delle città e che aveva
rincontrato all’interno della grotta del Drago del
Crepuscolo, dove aveva tentato di aiutarla. Stava appoggiato al muro:
braccia conserte e occhi chiusi. Improvvisamente le tornò
alla mente anche il misterioso individuo che l’aveva
aggredita e che aveva tentato di uccidere il Drago. Si alzò
a sedere di colpo.
“D-dove siamo? In una…in una cella? Lui
dov’è?”
“In una cella?” poco prima il ragazzo non si era
accorto del risveglio della giovane e rimase un po’ sorpreso
da queste strane domande, così all’improvviso.
“Non ci troviamo in nessuna cella, stai tranquilla.”
“Ah, d-davvero?”
“E, per quanto riguarda il tipo che abbiamo incontrato nella
caverna, beh, non è qui.”
“Capisco.” questi ragguagli sembrarono rassicurarla
molto, visto che si distese nuovamente. Poi continuò, un
po’ seccata. “Potrei sapere cosa ci fai nella
stanza di una signorina? Se vuoi vegliare su di me puoi anche farlo da
fuori.” disse lei, un po’ vanitosa.
“Mi hanno detto di aspettare una persona.”
“Ti hanno detto?Vuol dire che hai già informatole
autorità? Cos’hanno detto? E comunque potrei
sapere perché la devi aspettare proprio qui?”
Prima di poter ricevere una risposta Sariell udì la porta
della stanza aprirsi. Entrò quindi un giovane, non
più di diciotto anni, alto, snello e bardato con
un’elegante armatura risplendente di bagliori argentei; sul
petto, un simbolo dalla forma di triangolo, sicuramente già
visto dalla ragazza che tuttavia, in quel momento, non lo sapeva
riconoscere.
“Oh, vedo che ti sei svegliata finalmente.” il tono
era leggermente infastidito.
“E-ehm…” Sariell, ancora un
po’ intontita, cercò lo sguardo del guerriero che
aveva tentato di aiutarla, nella grotta, nella speranza che le
suggerisse qualcosa da dire.
“E’ stato lui a soccorrerti.” disse
infine, intuendo il disagio della ragazza.
“Oh, grazie mille, allora!” accennò un
inchino.
“Se non vi dispiace preferirei evitare inutili convenevoli e
arrivare al dunque.”
“C-certo!”
“Molto bene allora.” si sedette ad un tavolo in
legno nel centro della stanza e lì vi poggiò dei
fogli scritti.
“Da quanto mi ha raccontato il tuo amico qui, nella grotta
eravate addirittura in tre…potrei sapere voi come avete
fatto ad evitare la sorveglianza?”
“Sorveglianza?”
“Esattamente: più di quaranta soldati si alternano
ogni giorno lungo il perimetro esterno della residenza del Drago del
Crepuscolo; mi riesce molto difficile pensare che voi due, da soli,
siate riusciti a superare un tale schieramento difensivo.”
“E il terzo individuo che ha menzionato? Non ci chiede
informazioni riguardo a lui?” chiese il guerriero.
“Non è necessario, so già di chi si
tratta…beh, non sappiamo ancora il suo nome per la
verità, ma è proprio seguendo lui che siamo
arrivati alla grotta...e a voi.”
“E cosa vi fa pensare che non siamo suoi complici?”
“M-ma cosa dici!? Io non ho niente a che fare con quel
tipo!” la povera ragazza fu presa alla sprovvista da questa
affermazione. L’ultimo arrivato si rivolse al guerriero in
armatura rossa.
“Diciamo il mio sesto senso.” disse lui con aria
ironica e nemmeno troppo convinta; era chiaro che non si fidava
completamente di loro ma non sembrava intenzionato a trattenerli.
“E perché sospettavate di lui?”
Esitò prima di rispondere. “Heydar
Bradillon.”
“Mh?” esclamarono all’unisono Sariell e
colui che aveva rivolto la domanda.
“Si tratta di un potente signore residente
sull’isola di Sherver, facente parte del nostro regno.
E’ da un po’ che sospettiamo che Lord Heydar stia
cospirando contro il Re di Deewain, e quel misterioso individuo lo sta
aiutando a portare avanti i suoi complotti. Sappiate che queste sono
informazioni strettamente riservate e ve le sto rivelando unicamente
perché, bene o male, siete rimasti coinvolti in vicende che
lo riguardano. Credo non sia necessario spiegarvi cosa vi aspetta se
doveste iniziare a raccontarle in giro.” i due ragazzi si
guardarono un po’ intimoriti.
“Molto bene. Può bastare, per adesso.”
l’interrogatore si alzò e si diresse verso la
porta, in prossimità di questa si fermò a
guardare il guerriero rosso; aveva un’espressione
indecifrabile sul volto: inizialmente sorpresa, come si gli fosse
tornato in mente qualcosa, ma poi era come se sapesse, o intuisse
qualcosa che non era il caso di dire. Il salvatore di Sariell invece lo
osservò con sguardo impassibile.
“Vi saluto; un’unica raccomandazione prima di
lasciarci: evitate di ficcarvi in altri guai…se
potete.” e così dicendo aprì e richiuse
la porta alle sua spalle. I due ragazzi, rimasti soli, poterono sentire
per qualche secondo il rumore dei passi del giovane che si allontanava.
Poi Sariell parlò.
“Ma chi era quello lì?”
“E’ un membro dell’Ordine delle Tre
Spade. Per la precisione uno dei tre Comandanti a capo dello
stesso.”
“Che cosa? Q-quel ragazzo? Ecco dove avevo visto quel
simbolo!”
“Si, effettivamente è decisamente giovane,
considerato il ruolo che ricopre. Mi auguro solo che sia
meritato…I tre Comandanti di questo gruppo tramandano il
loro titolo a persone che godono della loro massima fiducia:
l’equilibrio dell’Ordine si basa proprio su questo
triumvirato quindi si deve trattare di uomini altamente qualificati.
Una volta in carica, sono i Comandanti stessi a ricercare e ad
addestrare i componenti delle loro squadre in modo da creare un
esercito efficiente in tutto.” sembrò adombrarsi
per un attimo, più di quanto non fosse già di suo.
“Qualcosa non va?” il ragazzo fu riportato alla
realtà.
“No, no, niente.” e si avviò verso
l’uscita. “Il Drago più vicino si trova
nelle Isole Oniriun. Se non ti spiace io ti precedo, in quelle
condizioni non sei certo in grado di viaggiare. Cerca solo di
rimetterti il più presto possibile.”
“Va-va bene….ah, ehi!!”
“Si, che c’è?”
“Ti sembra il modo di fare? Prima parli con una persona e il
secondo dopo te ne vai?!”
“Se hai qualcosa di importante da dire ti pregherei di farlo
in fretta.”
“Beh, tanto per iniziare, potresti dirmi il tuo
nome.”
“Puoi chiamarmi, vediamo…Red. Si, penso che vada
bene.” Sariell non era molto convinta.
“Red hai detto. Ok, allora grazie Red.” la porta si
richiuse per la seconda volta ma, questa volta, era sola.
Restò per un po’ ad osservare le coperte del
letto; visto quanto era successo non era molto sicura di voler
continuare…
“Uff! Sarà meglio che mi sbrighi anche
io.” pochi secondi dopo essersi distesa però,
riaprì gli occhi e fissò il soffitto.
Ripensò al motivo che l’aveva portata a Deewain, a
Miran, per la precisione e richiedeva se, alla fine,ce
l’avrebbe fatta.
L’aggressore di Sariell barcollava, in prossimità
di alcuni massi, vicino alla caverna del Drago. Era riuscito a scampare
alla morte ma l’attacco del Drago era stato comunque molto
efficace. Il sole stava tramontando e l’aria della pianura
che costeggiava Miran iniziava a farsi più fredda.
“Ngh! Questa…n-non ci voleva proprio! Ngh!
Ora…non potrò
più…”
“Guarda, guarda chi si vede!”
“Chi c’è?...Tu?!”
“Ciao, Julian, come te la passi?” su di una roccia,
poco distante dalla malconcia creatura, era seduto un altro essere,
avvolto da un soprabito nero, volto coperto.
“Potrei sapere...cosa fai qui, Alexander?”
“E’tutto qui quello che sai dire? Potresti almeno
salutare!”
“Ngh! Questo incarico…è stato affidato
a me…non intrometterti!”
“E chi si intromette, calmati. Ero solo venuto a vedere come
te la passavi e, a dire il vero, non mi sembra che tu abbia una bella
cera. Uh! Uh!” l’essere noto come Julian era
visibilmente arrabbiato. “In ogni caso, questa tua
tanto decantata missione, non mi sembra che tu l’abbia
portata a termine, o sbaglio?” si fece più serio
esclamando queste ultime parole.
“E’, è solo questione di
tempo…la prossima volta io…”
“La prossima volta, dici? Il Drago del Crepuscolo si
è risvegliato, non so se te ne sei accorto!? Oramai non
siamo più in grado di sopraffarlo, e tutto questo grazie
alla tua incompetenza!!” respirò
lentamente, per riprendere la calma. “Agli altri
due Draghi ci penseremo noi, tu termina il lavoro che abbiamo iniziato
a Sherver.”
“D-d’accordo…”
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