Lost Destiny

di maru89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Attacco ***
Capitolo 2: *** La Meta ***
Capitolo 3: *** La Prova degli Abissi ***
Capitolo 4: *** Incroci ***
Capitolo 5: *** Il Senso della Battaglia ***
Capitolo 6: *** L'Ordine delle Tre Spade ***



Capitolo 1
*** L'Attacco ***


Capitolo 1
L'Attacco
 

Il rumore delle onde,

ubicazione: Oceano dell'est

una gigantesca ombra che le oscura,

destinazione: Isola di Deewain

La nave Galy II volava a bassa quota in un cielo praticamente privo di nuvole, in direzione della città di Miran, capitale dell'isola di Deewain; sul ponte Sariell ammirava l'orizzonte, desiderosa di giungere a destinazione.
“Tutto bene, figliola?” la snella ragazza dai capelli bruni si girò verso colui che le aveva fatto la domanda rivelando il suo giovane volto da diciassettenne.
“Tutto bene, grazie capitano.” rispose lei.
“D’accordo allora...ah, prima che me ne dimentichi: la cuoca sta servendo uno spuntino giù, in sala mensa, so che non mangi da ieri sera.”
“Effettivamente.., disse Sariell massaggiandosi lo stomaco reclamante, vado subito in sala da pranzo, grazie per l’informazione!”
Il legno della nave scricchiolava in molti punti, sotto i passi della ragazza, in alcuni puzzava perfino di marcio; a Sariell era parso di capire che il capitano trattasse la Galy II come una figlia perciò era certa l'avrebbe fatta visionare una volta sbarcati all'idroscalo di Miran.
Un tipo strano quel capitano: da quando era salita a bordo sembrava averla presa in simpatia, neanche lei sapeva il perché, ma con il tempo si era abituata alla sua presenza e, anzi, gli dava sicurezza, era la prima volta infatti che faceva un viaggio così lungo da sola e, all’inizio, era un po’ spaventata.
La giovane si apprestava a scendere le scale che conducevano al piano adibito alla ristorazione quando un botto assordante fece traballare la nave volante: uomini e cose furono sbalzati con violenza da una parte all’altra del corridoio, senza neanche potersi rendere conto di ciò che stava accadendo.
“Ma che diamine fanno là sopra!” sbottò lei, irritata dalla violenta caduta.
Mentre rifaceva le scale per controllare che andasse tutto bene un altro botto la colse facendola cadere.
“Grr…Questa volta mi sentono!” si disse massaggiandosi il didietro dolorante, mentre riprendeva la sua salita.
Quando finalmente raggiunse il ponte vide marinai che correvano da una parte e all'altra, apparentemente molto agitati.
”Ma che diavolo succede?” provò inutilmente a domandare, sembravano infatti tutti molto indaffarati e spaventati; Sariell aveva per natura un carattere molto irascibile e odiava essere ignorata.
“Insomma…!”
Una nuova esplosione colse la nave proprio mentre la ragazza notava due colonne di fumo ergersi dalla parte posteriore del mezzo.
“Ma cosa..?” si chiese la ragazza, nuovamente dolorante e a terra.
Poi, finalmente, lo vide: un Dragone Nero, in tutta la sua terrificante potenza stava volando a grande velocità in direzione della Galy II.
Sariell era senza parole, il terrore le precludeva ogni tipo di azione.
Senza smettere di volare l’enorme creatura spalancò le sue fauci e cominciò a raccogliere le proprie energie in una sfera dal colore viola opaco, pronta ad essere scagliata sulla nave: quello era un colpo di grazia.
La ragazza era pietrificata,.
“Ma, come? P-perché? Cosa sta…?” improvvisamente, fu afferrata per un braccio; si girò di scatto, era il capitano. La tirò su.
“Capitano!” esclamò, come rinsavita.
“Cosa sta succedendo?” lui la trascinò fino al bordo della nave: sotto di loro, i portelloni della Galy II erano stati spalancati e i passeggeri, così come l’equipaggio, si stavano buttando in mare, nella speranza di trovare salvezza; il mezzo, nel frattempo, perdeva sempre più di quota.
“Capitano, cosa diavolo ci fa qui un Dragone Nero?!”
“Niente domande, devo cercare di metterti in salvo.”
“Ma cosa dice, e lei?” l’acqua era sempre più vicina, così come il drago pronto, ora più di prima, a sferrare il suo attacco definitivo contro l’inerme nave volante. Intorno a Sariell e al capitano i rimanenti membri dell’equipaggio cercavano la salvezza nell’oceano.
“Sai, non so cosa sia stato….ma non appena ti ho vista mi ha subito riportato alla mente la mia Galy.” disse improvvisamente l’uomo.
“Cosa? Le ricordo un’aeronave?”
“Uh, uh! Sai? La mia piccolina aveva più o meno la tua età quando…” il capitano non terminò la frase: accortosi che il Dragone aveva ormai scagliato la sfera di energia spinse Sariell al di fuori della nave; come ultimo gesto la salutò con un sorriso, dicendole : “Perdonami ma devo rimanere qui, addio!”
Sariell non ebbe neanche il tempo di parlare, urlare, piangere: pochi secondi e una luce avvolse la nave, seguì una gigantesca esplosione che creò una spaventosa onda d’urto; ogni cosa nel raggio di centinaia di metri fu spazzato via. Sariell si sentì trascinare via fino a perdere i sensi.
Anche con tutta quell’acqua si potevano distinguere sul suo viso lacrime di tristezza.

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Capitolo 2
*** La Meta ***


Capitolo 2
La Meta

Il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli, il verso dei gabbiani che volano alti e liberi nel cielo, la sensazione di avere la sabbia sotto la pelle....sensazione?!?
Sariell si svegliò di colpo, agitandosi come se fosse stata ancora in acqua. Ci mise poco a capire che non era così: il sole era abbagliante e la sabbia sotto di lei bruciava. Si mise seduta e si stropicciò gli occhi cercando di capire dov'era; una cosa era certa: non era sulla nave volante.
“Uffa! Ma dove diavolo sono?” si chiese mentre tentava di ricordare un motivo per il quale si sarebbe dovuta trovare in quel luogo.
Poi, all'improvviso, tutto le tornò alla mente: il Dragone Nero, il capitano che la metteva in salvo, sebbene in modo un po’ drastico, le onde che la sbalzavano da una parte all’altra; due file di lacrime le solcarono il volto al ricordo di quegli eventi. Passarono alcuni, interminabili minuti colmi di tristezza e anche di paura, residuo di quella tragica esperienza.
“No!! Devo farmi forza e cercare di capire dove sono: forse mi trovo in prossimità di Miran ma non si riesce a vedere nessuna città da qui!” si alzò e, seppure a fatica, cominciò ad esplorare la zona, mantenendosi a debita distanza dalla fitta giungla che occupava la parte più interna di quella zona di terra. Camminando lungo la spiaggia la ragazza si volse a guardare l’oceano, alla sua destra: le dava una strana sensazione pensare che qualcosa di così bello potesse essere allo stesso tempo così pericoloso.
Dopo una o due ore passate ad esplorare una spiaggia apparentemente priva di qualsiasi elemento di rilievo Sariell decise che forse era il caso di avventurarsi nell'entroterra; restò qualche istante ad osservare la gigantesca e lugubre  foresta di che si affacciava sulla spiaggia: poteva sentire inquietanti versi di animali provenire dal sottobosco, le gambe cominciarono a tremarle, così decise che avrebbe placato il suo spirito da avventuriera per il momento. Si sedette su di un grosso masso nelle vicinanze e cominciò a domandarsi se non era il caso di preoccuparsi davvero; in fondo, per quel che ne sapeva, non c’erano ragioni per le quali quella non potesse essere un’isola.
“Sono stancaaaa!!! E poi, accidenti, possibile che non ci sia niente da queste parti….neanche un nido di tartarughe!?!”
Non ebbe neanche il tempo di terminare la frase che sentì qualcosa muoversi tra le foglie, alle sue spalle.
“A-accidenti, non sarà mica un cannibale!?!”
La giovane fu colta dal panico: aveva sentito parlare, infatti, di alcune isole inesplorate nel Mare delle Sirene tuttora popolate da misteriose tribù .
Il rumore si fece sempre più vicino ma, quando la misteriosa creatura emerse dal folto della foresta Sariell si trovò un davanti ad un anziano uomo molto basso e con una lunga barba bianca ma vestito con un’elegante tunica verde smeraldo. Fu lui il primo a parlare.
“Salute a te, figliola.”
“Aaah! Ma-ma lei non sarà mica...”
“Caspita, significa che hai gia capito?” l’anziano uomo assunse un’aria compiaciuta.
“...uno sciamano della tribù dei cannibali, quello che benedice il cibo prima di metterlo a rosolare!” questa affermazione sconcertò l’uomo.
“Ma no brutta mongoloide, non hai capito un accidente!!!!” adesso era più spaesato lui della ragazza; tossi in una mano come per dare un segno di ricomponimento.
“Mia cara, temo che tu abbia frainteso. Certo il mio arrivo deve averti colta di sorpresa e credo proprio di averti spaventata, ti chiedo scusa. Io non appartengo a una tribù di cannibali, puoi rassicurarti, non ti farò alcun male; sono qui unicamente in veste di tua guida.”
“Una guida? E per cosa? Mi condurrà in città? Ho capito, fa parte di una squadra di soccorso, mi scusi per prima!” l’uomo sembrò rattristarsi per qualche istante.
 “Ho paura che le cose non stiano proprio così. Ad ogni modo questo non è il luogo per parlare di certe cose, le forze del male sono dovunque.”
“Come, come: le forze del male? Non è che fa uso di quelle famose spezie orientali che provocano allucinazioni per alleviare i dolori della vecchiaia?”
“Ma no, razza di demente!!!”
“Ma guarda che vecchietto arzillo!”
L’anziano uomo si ricompose e proseguì, sebbene irritato da quelle affermazioni, il discorso di prima.
“Dicevo soltanto che sarebbe meglio per te venire con me: nel mio palazzo potrai rimembrarti e schiarirti le idee a proposito di alcune importanti faccende, pensi di poterti fidare?” la ragazza lo scrutò un attimo e ne approfittò per riflettere; certo era una situazione assai atipica: un vecchietto, venuto non si sa bene da dove, la stava invitando a seguirlo in un certo castello.
“Non so proprio cosa dire, cose del genere non te le insegnano all’Accademia….Certo, a guardarti, non sembri pericoloso. A proposito, non ti sei presentato.”
“Comprendo che tu faccia fatica a fidarti di me, non ti biasimo; comunque ti ripeto che non ho alcuna intenzione di farti del male. Rinnovo anche il mio invito a seguirmi: ti prego,è molto importante. Ah, dimenticavo, io sono Baraln, molto piacere!” le porse la mano in segno di saluto e la ragazza si chinò su di lui per stringerla.
“Il mio nome è Sariell, piacere mio.” finalmente convinta, la giovane gli rivolse un grande sorriso, prima di seguirlo all’interno della fitta giungla.

I due passarono circa mezz'ora a camminare tra intricati grovigli di tronchi di alberi caduti, di piante di ogni sorta; attraversarono un ruscello e si ributtarono in quel mare verde. Sariell sperava di non essere allergica a nessuna di quelle piante ma, al tempo stesso, era affascinata da quella moltitudine di esemplari che aveva sempre visto solo sui libri di scuola. Ad un tratto la fioca luce del sottobosco, limitata dalle ampie cime degli alberi, si fece più forte rivelando la fine del percorso; ciò che la ragazza vide fu uno spettacolo fuori dal comune: i due avevano infatti raggiunto un’ampia valle dalla forma circolare e con le pareti che cadevano a strapiombo verso il fondo. Tutto il perimetro elevato, fatta eccezione per alcuni punti, era il punto di sbocco di decine di fiumi, che si gettavano nella vallata rendendo tutta la sua superficie inferiore un grande lago al centro del quale si stagliava un altissimo castello.
“E', è quella?”
“Si mia cara, quella è la nostra meta!”

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Capitolo 3
*** La Prova degli Abissi ***


Capitolo 3
La Prova degli Abissi

Il sole era ancora alto quando Sariell e Baraln giunsero alla vallata; qualunque tipo di suono era coperto dal fragore delle numerosissime cascate. L’anziano uomo restò poco ad ammirare lo spettacolo e si diresse a sinistra, in direzione di una piccola struttura che ricordava molto un gazebo: essa era in parte piantata nel suolo, ma l'altra metà era a strapiombo sulla valle. Sariell non poté fare a meno di guardarla con una certa perplessità ma poi, per forza di cose, si decise a seguire Baraln all’interno.
Il gazebo si rivelò completamente vuoto, fatta eccezione per una piattaforma fissata ad una corda, sotto ad essa, lo strapiombo della valle.
“Argh! M-ma non vorrà mica scendere con questo rottame fino al fondo della valle, mi auguro?!?” “Puoi stare tranquilla mi cara, è sicurissimo, l'ho usato così tante volte che non le ricordo neanche più.”
“...” Sariell continuava a riporre scarsa fiducia in quell’arnese e si chiedeva se non ci fosse un altro modo per scendere: il luogo tuttavia, presentava una forma molto simile ad un cilindro, con pareti ripide e impraticabili.
“Siamo sicuri che non sia troppo vecchio? Chi mi garantisce che queste corde non si spezzeranno?” “Oh, avanti, al massimo moriremo insieme. Ah! Ah!” la ragazza non era divertita quanto lui.
“Gran bella consolazione!!”
“Su, su calmati, stavo scherzando; ti assicuro che non hai niente da temere!” e dicendo questo aprì il piccolo cancello che occupava il perimetro della piattaforma e, dopo esserci salito, invitò Sariell a fare altrettanto; lei, un po' titubante ma principalmente rassegnata, seguì Baraln e si sedette su di una sedia posta verso il centro; il vecchio uomo abbassò quindi una leva e la piattaforma cominciò lentamente a scendere.

La discesa non durò molto, qualche minuto al massimo, ma  Sariell continuava a pregare nella speranza di non dover morire così giovane. Una volta che l’elevatore fu giunto a destinazione la leva, con uno scatto, tornò automaticamente alla posizione iniziale, pronta per essere riutilizzata; lo strano duo si avviò quindi in direzione di un ponte che collegava l’isolotto sul quale si trovavano a quello che ospitava il palazzo: ora che aveva modo di osservarlo meglio Sariell notò che, più che un castello, la struttura era una gigantesca torre. Appena arrivati, Sariell notò subito delle iscrizioni intorno al colossale portone d’entrata.
“Devo averli già visti quei simboli...di sicuro su qualche libro di magia, ma quale?” pensò prima di essere distratta da Baraln: l’uomo infatti procedeva a passo spedito in direzione della porta, una volta giunto in prossimità di quest’ultima posò la mano destra sulla sua superficie. Sariell pensò che, probabilmente, avrebbe recitato qualche incantesimo per farla aprire ma, contrariamente a qualsiasi aspettativa, bastò una semplice pressione della mano da parte di Baraln per aprire il portone .
“Ma, ma, ma, ma come hai fatto ?!?!”
“Semplice esercizio.” rispose vago.
Sorpassato il gigantesco portone si ritrovarono in un'altrettanto enorme atrio con il tetto a cupola, anch’esso decorato con disegni di diverso tipo.
Al centro della sala saltava subito all'occhio un'enorme statua raffigurante una strana creatura marina che però Sariell riconobbe.
“Ma, ma quello è..”
“Kraken, uno Spirito Guardiano, e dovrai ottenere il suo aiuto se vuoi andartene da questo posto e raggiungere Miran.”
“Spiegami perché uno Spirito Guardiano dovrebbe traghettarmi fino a Miran, ha già avuto abbastanza da fare durante la guerra, mi sembra.”
“Dunque conosci la Guerra dei Draghi.”
“Nonno, guarda che queste cose si studiano a scuola ormai, e comunque non si può non conoscere un simile evento storico… Un momento, ora che ci penso, se qui c’è una statua di Kraken allora questo deve essere senz’altro…”
“Il tempio dove riposa, è chiaro; in attesa che qualcuno lo svegli.”
“E perché mai qualcuno lo dovrebbe..” all'improvviso le tornò in mente il Dragone Nero che aveva attaccato la nave volante.
“Quel drago doveva essere..”
“Uno dei draghi che sono stati sconfitti.” continuò Baraln per lei.
“Ma questo è assurdo, quelle creature dovrebbero essere state ridotte all’estinzione durante la guerra.”
“Dovrebbero. Comunque il motivo per il quale hanno attaccato la nave è semplice: a bordo c'era un cacciatore di draghi.”
“E tu come fai a sapere della nave? Bah, non importa. Se davvero a bordo della Galy II c’era un cacciatore di draghi, perché non ha fatto niente?”
“Vedi piccola, non è così semplice….”
“E comunque è un mestiere che non viene praticato più da molti anni, io non credo che ci fosse un individuo del genere sulla nave.”
“Vedi Sariell, non è facile per me dirtelo: ma il punto è che il cacciatore sei tu!”

“La Guerra dei Draghi, una guerra portata avanti per moltissimi anni tra  L'Alleanza delle Tre Forze contro i pericolosi Dragoni Neri, una particolare razza di drago. Fu colpa loro se si estinsero quasi tutte le altre specie di drago presenti nel nostro mondo. Di draghi in generale non ne rimanevano molti e la guerra non fece altro che spingere ancora di più nel baratro quella razza e….”
“...Si, si, questa storia la so a memoria, all'accademia di Mercuria devo aver preso anche un bel voto quando ho tenuto l’esame su questo argomento…” l'affermazione della ragazza fu seguita da un lungo silenzio, Baraln l'aveva portata in un piccolo studio dove si erano seduti davanti ad un focolare. Ormai, la luce del giorno si faceva sempre più fievole e il sole cominciava a scomparire dietro alla linea dell’orizzonte.
“…comunque questo non giustifica l’assurdità che hai detto. Insomma, dai: è la cosa più prevedibile che mi potevi dire.”
“Ora quei Dragoni Neri minacciano nuovamente la razza umana, anche se il motivo mi è ignoto. Dimmi, tu sai cosa sono in realtà gli Spiriti Guardiani?” continuò lui senza far caso a ciò che aveva detto prima la ragazza.
“Mi dispiace, ma ho paura di non averlo ancora studiato.” malgrado ciò cominciò a scavare nella sua memoria, nella speranza di reperire qualche informazione.
“Sono materializzazioni divine.”
“Sono, cosa?”
“E' ora!” affermò l'uomo, all'improvviso.
“L’ora di cosa?!” Baraln uscì di corsa dalla stanza e Sariell fu costretta a seguirlo.
“Ti vuoi fermare, avevi detto che, una volta arrivati, avremmo chiarito tutto...” mentre la ragazza tentava, a fatica, di stargli dietro, i due raggiunsero un elevatore, questa volta dall’aspetto molto più solido e rassicurante, e lo utilizzarono per scendere, superando il piano terra.
“Ma si può sapere dove stiamo andando?” chiese lei mentre il macchinario li portava a chissà quanti metri di profondità.
“Tutto verrà chiarito alla fine della prova.”
“Prova? Ehi, non abbiamo mai parlato di prove!”
“Ti assicuro che la Prova degli Abissi non è  niente che non sia alla tua portata.”
“La Prova degli Abissi? Non suona molto bene…”
“E’ la prova che dovrai superare se vuoi ottenere l’aiuto di Kraken.”
“Ma, dato che io non lo voglio, adesso tu mi procuri una barca e ..”
“Non ce ne sono. Kraken è l'unico modo che hai per lasciare l'isola.”
“Fantastico: allora questa è davvero un’isola…”

Terminata anche questa discesa Sariell e Baraln si ritrovarono in quella che sembrava una grotta naturale; i due si incamminarono lungo il corridoio che essa formava e, infine, arrivarono ad un enorme portone.
“Avvicinati.” disse lui alla giovane.
“Ma certo, perché adesso mi vuoi dire che se mi avvicino la porta si apre come per magia...” un boato quasi assordante annunciò l'apertura del portone che rivelò al, suo interno, un altro lungo corridoio; in lontananza si poteva notare che esso sfociava in un salone.
“Non dovrò mica affrontare qualche strana bestia, vero?!”
“Nulla del genere, stai tranquilla. Dovrai solo presentarti al cospetto di un Dio, chiedergli aiuto.”
“Fiuu! Potevi dirlo subito, ora si che sono più tranquilla…...UN DIO!?!?”
“Per la precisione una delle quattro divinità creatrici di questo mondo, il Dio delle Acque.” mentre parlava spingeva dentro la ragazza, che non faceva certo poca resistenza.
“Ma, ma, ma io non posso scusa…insomma, cosa gli devo dire? Come mi devo comportare? Mi devo inchinare?”  Sariell aveva le lacrime agli occhi.
“Si, si, fai così. Forza, conto su di te.” e, così dicendo, si affrettò a richiudere il portone, prima che la giovane potesse tentare la fuga.
Deglutito e radunato tutto il coraggio di cui disponeva, Sariell si inoltro nel corridoio fino a giungere alla grande stanza. Essa era, più che altro, un’enorme caverna, più precisamente, la ragazza si trovava su di una piattaforma retta da gigantesche corde agganciate a loro volta al soffitto; sotto di lei, il vuoto o, più precisamente, un’abbagliante luce verde-acqua che illuminava tutta la caverna e di cui non capiva la provenienza.
Improvvisamente,quello stesso bagliore, si intensificò in maniera tale da accecare Sariell per qualche istante; non appena ebbe riacquistato la vista, guardò di fronte a lei, solo per vedere una figura altissima, che emanava lo stesso tipo di luce che proveniva dal fondo della grotta; questa era lì, di fronte a lei, vestita con una lunga tunica azzurra e blu e con un simbolo all'altezza del petto, il viso era quello di un giovane.
“Benvenuta, Sariell.”
“C-come fa a sapere il mio nome? Non per essere scortesi!” si affrettò a precisare dopo quella domanda, la cui risposta era ovvia.
“Sono felice di poterti finalmente conoscere di persona.” continuò lui.
“A-allora lei è proprio…il Dio delle Acque.”
“Naturalmente, Baraln dovrebbe già averti spiegato tutto, se non sbaglio.”
“D-diciamo di si….ma la questione non mi è molto chiara,a dire la verità. Lui dice che sono un cacciatore di draghi, ma non è possibile: lo saprei se fosse così, no?”
“Mi addolora che tu sia costretta a portare questo fardello, ma le cose stanno effettivamente così.” Sariell voleva che qualcuno le spiegasse cosa stava succedendo, perché il capitano della nave volante era morto, perché il Drago Nero, perché stava succedendo tutto questo? Perché a lei?
Il Dio continuò.
“Di tutti i draghi che popolavano il nostro mondo pochi sopravvivono ancora oggi, ma qualche soprattutto conta è che tra questi vi sono i tre Draghi sovrani che riuscirono a sopravvivere e che tu dovrai trovare per dargli la forza di combattere nuovamente i Draghi Neri.”
“Quindi è tutto qui quello che dovrei fare?” chiese lei.
“Ti prego, Sariell, trovali, per ora è tutto ciò che posso dirti.” una luce abbagliante avvolse il Dio e la ragazza.
“A-aspetta!! Come faccio a…?!”
“Fidati di me Sariell e troverai la tua strada.”
Ancora luce e poi il nulla...

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Capitolo 4
*** Incroci ***


Capitolo 4
Incroci

Un palazzo avvolto dalle tenebre. Un’altissima sala in mattoni grigi, illuminata solo dai raggi della Luna che filtravano da un’immensa vetrata. Una voce.
“L’hai vista?” un individuo davanti alla vetrata. Egli, pur illuminato dai raggi della Luna, sembrava come coperto da un’ombra.
“Si.” alle spalle del primo sopraggiunse un altro essere, avvolto in un soprabito nero, il volto coperto da un cappuccio, lineamenti eleganti.
“E come ti è sembrata?”
“Che domande: sai che ho un particolare interesse per lei.” l’uomo appena giunto si sedette su di una scrivania in legno intagliato nel centro dell’immensa stanza, sicuramente in contrasto con il resto dell’arredamento, praticamente inesistente.
“Mph.” pur celando il suo volto dietro ad un’ombra, l’uomo posizionato di fronte alla maestosa vetrata sembrò divertito da questa affermazione.
“Spero tu non abbia esagerato.”
“No, stai tranquillo.” disse leggermente seccato, mentre si sistemava un guanto, poi continuò.
“Piuttosto, come agiremo adesso?”
“Dobbiamo occuparci di Lui.”
“E vuoi che sia io a farlo, giusto?” si alzò e si avviò verso l’uscita,
“No.” questa parola fermò di colpo l’individuo che si accingeva a lasciare la sala, egli si girò leggermente verso colui che l’aveva pronunciata.
“Sarà Julian ad occuparsene.”
Esitò nel rispondere.
“Come desideri.” la sua espressione tradiva la sua obbedienza.

Ancora luce e poi niente: Sariell si sentiva tutta indolenzita, voleva muoversi ma non ci riusciva, in testa aveva soltanto quella luce abbagliante che l'aveva avvolta.
Un rumore, ad un certo punto, richiamò la sua attenzione, un rumore che le riportava alla mente dei momenti passati ....il rumore delle onde!!!
Si alzò di colpo, neanche lei sapeva come aveva fatto, difatti ricadde subito all’indietro, appoggiandosi sui gomiti; a fatica si mise a sedere, cercò di mettere a fuoco il paesaggio circostante ma vedeva ancora tutto sbiadito.
Ad un tratto sentì delle voci in lontananza, voci che diventavano sempre più forti, come se si avvicinassero a lei :
“Ehi!! Tutto bene?!” Sariell si strofinò gli occhi per cercare di vedere meglio e, finalmente, intravide due figure che le si avvicinavano.
“Ragazzina, hei, stai bene?”
“S-si, credo di... ma tu chi sei, dove, dove mi trovo?”
“Sarà una naufraga dell'aeronave che è esplosa due giorni fa; presto, portiamola all'ambulatorio.” disse uno degli uomini all'altro.
“Ce la fai ad alzarti ragazza? Come ti chiami?”
“Sa-Sariell.” la giovane non era sicura di quello che diceva ma, nel frattempo, provò ad alzarsi, anche grazie all’aiuto dei due uomini e, seppur a fatica, si avviò verso un carro pieno di secchi stracolmi di pesce e lì fu fatta sedere.
“Ma allora, d-dove siamo?”
“Siamo a Miran, piccola!”

Sariell si trovava in un luogo strano, deforme, con luci che apparivano e scomparivano, davanti a lei si trovava un uomo, un uomo anziano, Baraln!!
“Finalmente sei arrivata Sariell.” disse l'uomo alla ragazza.
“Ma, ma cosa è successo, è stato il Dio delle Acque?”
“Si, esatto; ricorda la tua missione, da cui dipende il destino del nostro mondo; trova i draghi, affrettati, non hai molto tempo!”
“Aspetta un attimo!!” Sariell si svegliò di colpo, ma questa volta si trovava in un letto, la testa non le girava più e la vista le era tornata; ad un certo punto si ricordò degli uomini che le avevano prestato soccorso sulla spiaggia.
“Sono a Miran, dunque.” si alzò, anche se ancora con un po’di fatica, si diresse alla finestra, la spalancò e si affacciò per guardare le strade: la gente si muoveva freneticamente nella strada sulla quale si affacciava l’ambulatorio, tutti vivevano la loro vita, ignari di ciò che le era capitato; finalmente era arrivata, dopo tutti quegli strani avvenimenti, i guai però non erano affatto finiti, anzi, erano solo agli inizi.
Richiuse la finestra e si sedette sul letto; notò che sul comodino c'era un giornale che parlava di un carro ritrovato in fiamme e di un'aeronave scampata alla distruzione.
“Umm, per quanto riguarda l'aeronave potrebbe essere stato il Drago Nero….menomale che, almeno questa, ce l’ha fatta a salvarsi. Ma questo carro è stato ritrovato nei pressi della città e potrebbe essere l'indizio che sto cercando ...”
“Oh! Allora ti sei svegliata!” era entrata un'infermiera, una donna robusta e abbastanza alta, vestita con una tunica bianca sopra agli abiti tradizionali.
“Ti senti meglio cara?”
“Oh, si, si, molto meglio, grazie. Anzi, adesso dovrei proprio andare..”
“Tu non vai proprio da nessuna parte!” l’infermiera bloccò la tentata fuga della ragazza e la fece sdraiare, richiuse la porta andandosene. La ragazza si rimise a pensare a tutto ciò che le era accaduto, continuava ad essere titubante circa questa fin troppo decantata missione, cosa poteva saper fare lei che un altro non sapeva fare? Quel Baraln l’aveva messa proprio in un bel pasticcio; forse, per il momento, era meglio dormirci sopra.

Sariell fu dimessa il giorno seguente.
“Mi raccomando piccola, riguardati!” le disse l’infermiera salutandola.
“Non si preoccupi, grazie di tutto.”
Le strade di una grande città come Miran erano affollate per molti giorni alla settimana, quello non faceva eccezioni. La giovane si faceva largo tra la folla per raggiungere il viale principale che, dall’entrata della città, conduceva dritto al palazzo reale; questo era inoltre caratterizzato dal fatto di avere edifici identici da un lato e dall’altro della strada. Mentre camminava Sariell pensò che, forse, la sua cosiddetta missione non doveva essere necessariamente difficile, forse l’aveva sopravvalutata.
Improvvisamente le venne in mente che uno dei tre draghi che stava cercando si trovava proprio nei dintorni di Miran, in un’area sorvegliata giorno e notte dai soldati del castello, un luogo dove egli poteva riposare e trascorrere in pace il resto della sua vita.
“Credo che non sarebbe facile spiegare la questione al Re…forse faccio prima ad andare a dare un’occhiata di persona, prima di decidere il da farsi.” si disse mentre continuava a camminare in direzione del portone principale.

Il sole splendeva alto sulla pianura che costeggiava la città e Sariell stava camminando su un sentiero in terra battuta mentre si sventolava con una grossa foglia.
“Uffa! Ma chi me lo ha fatto fare, mi ero già preparata il piano di studi all’Accademia locale e adesso dovrò saltare un anno…”
Lungo il percorso la ragazza si trovò a costeggiare un laghetto,; il paesaggio intorno alla città ricordava una savana in quel periodo dell’anno, sebbene il caldo non risultasse particolarmente elevato.
“Draghi, ma siamo impazziti? Come pensano che possa gestire una situazione del genere? Speriamo che questa specie di missione non sia così complicata…”
“Ma la smetti di lamentarti?”
“Io non smetto proprio per… ma chi è, chi è stato?” Sariell cominciò a guardarsi in giro senza scorgere tuttavia nessuno.
“Sono qui sciocca. Sono io, Baraln!”
“Baraln, dove sei, vecchio impostore?”
“Impostore? Ah, per quella storia dei Draghi, mi dispiace, piccola, ma non avevo altra scelta.”
“Altra scelta un cavolo!!”Sariell non capiva ancora bene dove doveva parlare visto che, pur sentendone la voce, dell’uomo non vedeva neanche un capello, ma era troppo arrabbiata per pensarci.
“Tanto per iniziare, comunque, mi potresti dire dove sei.”
“Guarda nell’acqua.”
La giovane chinò la testa verso la tavola d’acqua del piccolo lago e vide il volto dell’uomo come fosse riflesso. Lo osservò per qualche istante, poi, con sguardo assassino, cominciò a calciare l’acqua nel punto in cui si poteva vedere il volto di Baraln. L’immagine, tuttavia, ricomparve dopo pochi secondi.
“Temo che tu non possa farmi del male….al momento.”
“In tal caso aspetterò con ansia il momento in cui ci rincontreremo.”
“Passando a cose serie, come forse già saprai, vicino a Miran esiste una zona protetta adibita a dimora di uno dei tre Draghi, il Drago del Crepuscolo.”
“Si, ne avevo sentito parlare.”
“Bene, come è ovvio, quella è la tua meta….una volta giunta lì capirai da sola cosa fare….scusa Sariell, ma le forze mi abbandonano, conto su di te…” e scomparve, così come era arrivato.
“Cosa? No, aspetta! Uffa, e ti pareva.”
E si incamminò, piuttosto incerta sul suo futuro.

Dopo un po’ raggiunse una gruppo di persone vicino ad un carro, lì vide un ragazzo in armatura rossa che stava probabilmente chiedendo delle informazioni a uno dei conducenti e, mentre si avvicinava ebbe modo di origliare.
“Non sa proprio se ci sia un modo per entrare? E’ una cosa molto importante, capisce?”
“No, figliolo, mi spiace, a patto che tu non voglia affrontare i soldati. Ah! Ah!”
“No…certo.” rispose lui un po’ sconsolato.
Sariell lo guardò con sguardo sospettoso.
Il ragazzo ringraziò e si avviò per il sentiero ma Sariell riuscì ad udire un’ultima frase.
“Dannata lucertola”
“Che si stia riferendo…” se parlava del Drago forse era il caso di seguirlo, casomai avesse brutte intenzioni.

Passò così un po’ di tempo a seguirlo, apparentemente senza risultato, fino a quando non intravide, in lontananza, una piccola collina, circondata da un cospicuo numero di rocce di varie dimensioni e forme e che formavano, in quella zona, un vero e proprio labirinto. E fu proprio lì che, dopo qualche svolta mancata e qualche scorciatoia mal calcolata, Sariell perse di vista il giovane, ritrovandosi da sola.
“Ma come accidenti ho fatto a perderlo di vista ……” si disse seccata.
Si mise così a esplorare quella zona, sperando che quell’individuo si riferisse effettivamente ad una banale lucertola.
“Che sciocca sono….è probabile che abbia fatto tutta questa strada per niente, quando so benissimo di avere un importante compito da svolgere.”
Si stava ammonendo da sola quando, giunta in prossimità della collina, notò, a pochi metri di altezza, un’apertura; incuriosita e leggermente intimorita al tempo stesso, si inerpicò in direzione dell’oggetto della sua curiosità, scivolando occasionalmente tra alcuni sassi che trovava lungo il percorso.
“Sono davvero un’ingenua, chissà poi cosa spero di…”
Sariell pensò per qualche istante che si trattasse di uno scherzo, solo per pochi attimi tuttavia: il terrore scaturito alla vista del Drago era maggiore.

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Capitolo 5
*** Il Senso della Battaglia ***


Capitolo 5
Il Senso della Battaglia

Alcune gocce d'acqua cadevano dal soffitto a intervalli regolari, cadendo per metri e metri prima di schiantarsi il suolo con un rumore sordo; fatta eccezione per questi suoni tuttavia l'enorme caverna era avvolta da uno spettrale silenzio, illuminata solo da pochi fasci di luce che si facevano largo attraverso spaccature occasionali nella parete rocciosa; sul soffitto della grotta era scolpito il simbolo del Drago che vi risiedeva . Sariell stava lì, rigida come i sassi che la circondavano, completamente muta, in attesa di qualcosa che nemmeno lei sapeva cos'era. Il Drago del Crepuscolo si trovava di fronte a lei, apparentemente immerso in un profondo sonno; la creatura era seminascosta, nella penombra, ma la ragazza distingueva chiaramente la sua forma: essa ricordava vagamente quella di una tartaruga, seppur priva di guscio, con un lungo collo e una coda di altrettante dimensioni; di colore era un misto fra rosso e arancione, i colori del tramonto. L’intero corpo del Drago, infine, era ricoperto da un tatuaggio di colore giallo, costituito da strisce che formavano dei motivi geometrici.
Deglutì: non era molto sicura di quello che doveva fare anzi, a dire la verità, non aveva proprio idea di come comportarsi in una situazione atipica come quella.
“Forza, meglio levarsi il pensiero….” la ragazza tentò di farsi coraggio, con scarsi risultati. Cominciò facendo qualche passo in avanti, questo poco prima di avvertire  qualcosa alle sue spalle, si buttò istintivamente da un lato dopo aver visto un’intensa luce dirigersi verso di lei, appena in tempo per evitare una palla di fuoco che si schiantò, esplodendo, ad appena un metro da lei. Sariell si rimise velocemente in piedi, scrutando l’ambiente circostante alla ricerca di colui che l’aveva attaccata. Era spaventata.
“Chi-chi sei? Vieni fuori!” urlò, prima di ricordarsi che, alle sue spalle stava dormendo una “lucertola” che pesava chissà quante tonnellate e che disponeva di una potere incalcolabile. Un'altra esplosione la colse da dietro, questa volta Sariell non riuscì ad evitarla e fu sbalzata via; cadde a terra, apparentemente priva di sensi. Dei passi. Un figura ammantata superò la ragazza, senza apparentemente badare alla sua presenza.
“Drago del Crepuscolo. Uh! Uh! Sei così patetico, nello stato in cui ti trovi…” Sariell rinvenne e, a fatica, si guardò in giro, colui che l’aveva attaccata si era infine mostrato e, addirittura, le dava le spalle senza neanche accertarsi se fosse morta o meno. L’uomo era estremamente elegante, si trovavano in una sporca e polverosa caverna ma lui non sembrava avere addosso nemmeno un granello di sabbia; indossava stivali di pelle e dei raffinati pantaloni blu chiaro in tinta con la giacca, il tutto avvolto in un mantello dello stesso colore ma più scuro. I capelli bianchi, che arrivavano alle spalle, tradivano la sua apparentemente giovane età, carnagione abbronzata e, ai lati del viso, due orecchie insolitamente lunghe. A un occhio poco esperto quello sarebbe potuto sembrare un elfo, ma Sariell era dubbiosa: quella razza era famosa per la sua pelle bianca e levigata, incapace di abbronzarsi persino nelle isole Oniriun e poi le orecchie, per quanto dotate di una forma singolare, non rispettavano esattamente i canoni di quelle di un qualunque elfo. La ragazza, dolorante, cominciò a muoversi, nella speranza di riuscire almeno a sedersi; fu solo allora che l’uomo sembrò ricordarsi della sua presenza.
“Mh? Oh, già. Tu dovresti essere  la nuova tirapiedi del Dio delle Acque, giusto? Non mi sembra che ti stia impegnando molto però.” Sariell lo guardò, sempre un po’ spaventata; gli occhi di quello strano elfo erano argentati, altra strana caratteristica. Dopo averla guardata per qualche istante, sospirò, con aria delusa.
“E’ davvero una cosa seccante farsi superare dal nemico…”
“Ne...nemico?”  disse lei un po’ confusa. “Ma chi sei tu?”
“Sarà meglio darsi una mossa.” continuò lui, senza rispondere e, così dicendo, afferrò la ragazza per un braccio e cominciò a trascinarla verso il Drago. “Sai? Personalmente non avevo alcuna voglia di venire qui….ma quando ti danno un ordine non è consigliabile trasgredire e…” non riuscì a finire la frase: si girò di scatto permettendo a Sariell di vedere un masso enorme che stava per colpirli.
“Mph!” l’individuo non si mosse di un millimetro, la corsa del masso fu arrestata da una strana barriera, posta a protezione del bersaglio. Essa era simile a dell’acqua: trasparente e fluida; il masso non provocò alcun rumore, semplicemente scivolò fino a terra, arrestando del tutto la propria corsa. Sariell aveva un’espressione ancora più terrorizzata di prima.
“Se volevi unirti alla festa, bastava chiedere.” l’assalitore si stava rivolgendo ad una figura un po’ distante da loro, vicino ad un’altra entrata. La ragazza lo riconobbe subito, era il ragazzo che aveva pedinato fino a lì, non aveva dubbi.
“Scusa, ma non sono in vena di festeggiamenti.” disse  il nuovo venuto.
“Ma davvero? Che peccato.” l’assalitore di Sariell spalancò quindi la mano libera in direzione dell’intruso. “Quand’è così, permettimi di donarti un premio di consolazione.”
Davanti alla sua mano si formò una sfera di energia trasparente che cominciò ad attirare a sé oggetti come piccoli sassi o polvere; successivamente però iniziò ad ingrandirsi e, conseguentemente, ad attrarre cose sempre più grandi, compreso il misterioso guerriero, che fu in grado di opporre ben poca resistenza. Quando questi si trovò nelle vicinanze della sfera di energia essa esplose, scaraventandolo contro una parete.
“Odio proprio le persone troppo fastidiose.” disse colui che lo aveva attaccato, abbassando la mano e tornando a concentrarsi sul Drago.
“Ngh!” l’ultimo venuto aveva subito un brutto colpo e a stento si muoveva.
“Non agitarti troppo, tanto tra poco sarà tutto finito.”
“Grande spirito della magia afferra le redini del tempo e comandalo secondo il mio volere: Fermati!” Sariell si rivolse improvvisamente verso colui che la tratteneva e pronunciò la formula magica per comandare il tempo. Lo spazio intorno a lui cominciò a rallentare fino a che tutto non fu immobile, dai granelli di sabbia fino alle semplici gocce d’acqua.
“Ma guarda, allora qualcosa lo sai fare, dopo tutto. Temo tuttavia che tu non ti sia rivelata un degno rivale.” l’incantesimo non sortì tuttavia l’effetto sperato.
“Bell’incantesimo; peccato solo che tu non l'abbia sfruttato a dovere.”
“O mamma!” la giovane rimase letteralmente spiazzata.
“Vedi mia cara, temo che Baraln non ti abbia spiegato bene cosa devi fare, giusto?”
“M-ma cosa vuoi da me?”
“Semplice: tu restituirai al Drago i suoi poteri e, in quel momento, io lo ucciderò.”
“Cosa?! Ma perché scusa. Cosa ti ha fatto?”
“Via, sii seria. Credi davvero che in guerra si abbia il tempo di stare a guardare simili sciocchezze? Evita di assumere simili comportamenti sdolcinati di fronte a me, per favore.” Sariell riuscì a divincolarsi dalla presa del suo aggressore proprio quando furono in prossimità del Drago del Crepuscolo.
“Puoi scordartelo, non farò quello che vuoi.”
“A no? Allora vediamo se riesco a…mh?”
“Yaaah!!” il giovane guerriero si era ripreso e si era lanciato all’attacco, armato della sua spada. Ancora una volta, al misterioso elfo, bastò sollevare la mano, ed un’onda d’urto respinse il giovane, scaraventandolo nuovamente a terra. Poi tornò a rivolgersi a Sariell.
“Dunque, dove eravamo rimasti? Ah, già: poco fa non mi sembravi molto sicura di voler combattere, giusto? Vuoi un senso per questa battaglia? Ebbene, io te ne darò uno.” e così dicendo fece sollevare da terra alcuni massi che si trovavano nelle vicinanze e cominciò a scagliarli verso la ragazza. Proprio mentre uno di essi la stava per colpire, Sariell trovò il tempo di proteggersi con una barriera; l’impatto la scaraventò comunque a terra.
“Fai davvero tenerezza, sai?” disse lui, ironico.
“E ora cosa faccio?” si diceva invece Sariell più impaurita che mai. Improvvisamente si accorse di essere di fronte al Drago; cominciò a smuoverlo, nella vana speranza che servisse a qualcosa.
“Svegliati, svegliati ti prego. Ti prego!!”
“Temo sia inutile, tesoro.” diceva lui mentre la raggiungeva con tutta tranquillità. “Puoi tentare quanto vuoi ma non si muoverà; ora, cerchiamo di sbrigarci, ho un Drago da uccidere.”
“Ti prego!” la ragazza continuava a rivolgersi alla creatura.
“Povera sciocca.” e sulla sua mano si formò una sfera di fuoco.
“Coraggio.”
“Ma-ma io non so cosa devo fare?”
“Allora vediamo se riesco a darti qualche suggerimento.” e lanciò la sfera contro di lei. In quel momento però una colonna di energia  si levò davanti a lei proteggendola; successivamente un alone di luce dorata avvolse Sariell e poi anche il drago, un’aura blu-astro trasparente, gigantesca, proveniente dalla ragazza assunse presto la forma della statua nel castello di Barale: Kraken. Esso pose i suoi tentacoli sul Drago e gli trasmise una misteriosa energia, poi scomparve in un lampo di luce. Sariell era senza parole.
“Ma cosa…?” sussurrò l’assalitore.
Il Drago del Crepuscolo spalancò gli occhi e, lentamente, si alzò in piedi distendendo la coda e il collo, così come le enormi ali. A questo punto una nuova esplosione di luce investì l’interno della grotta.
“Aaah! Ma cosa succede!” urlò la ragazza.
“Dannazione, non doveva andare così!” fu tutto ciò che riuscì ad esclamare il misterioso elfo, accecato dalla luce e apparentemente incapace di attaccare. La ragazza non riuscì a reggere e cadde a terra; prima di perdere i sensi tuttavia riuscì a scorgere un’ultima volta il Drago e si sentì pervasa come da un senso di sicurezza e tranquillità.
Sariell dovette rinvenire per qualche istante, ma l’unica cosa che riuscì a scorgere fu la sagoma di qualcuno ed una voce che le parlava.

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Capitolo 6
*** L'Ordine delle Tre Spade ***


Capitolo 6
L’Ordine delle Tre Spade

Sariell riprese conoscenza. Oramai ci aveva fatto l’abitudine a queste cose. Quello che realmente la stupì fu la presenza, all’interno della stanza del guerriero in armatura rossa che lei aveva pedinato nella periferia delle città e che aveva rincontrato all’interno della grotta del Drago del Crepuscolo, dove aveva tentato di aiutarla. Stava appoggiato al muro: braccia conserte e occhi chiusi. Improvvisamente le tornò alla mente anche il misterioso individuo che l’aveva aggredita e che aveva tentato di uccidere il Drago. Si alzò a sedere di colpo.
“D-dove siamo? In una…in una cella? Lui dov’è?”
“In una cella?” poco prima il ragazzo non si era accorto del risveglio della giovane e rimase un po’ sorpreso da queste strane domande, così all’improvviso. “Non ci troviamo in nessuna cella, stai tranquilla.”
“Ah, d-davvero?”
“E, per quanto riguarda il tipo che abbiamo incontrato nella caverna, beh, non è qui.”
“Capisco.” questi ragguagli sembrarono rassicurarla molto, visto che si distese nuovamente. Poi continuò, un po’ seccata. “Potrei sapere cosa ci fai nella stanza di una signorina? Se vuoi vegliare su di me puoi anche farlo da fuori.” disse lei, un po’ vanitosa.
“Mi hanno detto di aspettare una persona.”
“Ti hanno detto?Vuol dire che hai già informatole autorità? Cos’hanno detto? E comunque potrei sapere perché la devi aspettare proprio qui?”
Prima di poter ricevere una risposta Sariell udì la porta della stanza aprirsi. Entrò quindi un giovane, non più di diciotto anni, alto, snello e bardato con un’elegante armatura risplendente di bagliori argentei; sul petto, un simbolo dalla forma di triangolo, sicuramente già visto dalla ragazza che tuttavia, in quel momento, non lo sapeva riconoscere.
“Oh, vedo che ti sei svegliata finalmente.” il tono era leggermente infastidito.
“E-ehm…” Sariell, ancora un po’ intontita, cercò lo sguardo del guerriero che aveva tentato di aiutarla, nella grotta, nella speranza che le suggerisse qualcosa da dire.
“E’ stato lui a soccorrerti.” disse infine, intuendo il disagio della ragazza.
“Oh, grazie mille, allora!” accennò un inchino.
“Se non vi dispiace preferirei evitare inutili convenevoli e arrivare al dunque.”
“C-certo!”
“Molto bene allora.” si sedette ad un tavolo in legno nel centro della stanza e lì vi poggiò dei fogli scritti.
“Da quanto mi ha raccontato il tuo amico qui, nella grotta eravate addirittura in tre…potrei sapere voi come avete fatto ad evitare la sorveglianza?”
“Sorveglianza?”
“Esattamente: più di quaranta soldati si alternano ogni giorno lungo il perimetro esterno della residenza del Drago del Crepuscolo; mi riesce molto difficile pensare che voi due, da soli, siate riusciti a superare un tale schieramento difensivo.”
“E il terzo individuo che ha menzionato? Non ci chiede informazioni riguardo a lui?” chiese il guerriero.
“Non è necessario, so già di chi si tratta…beh, non sappiamo ancora il suo nome per la verità, ma è proprio seguendo lui che siamo arrivati alla grotta...e a voi.”
“E cosa vi fa pensare che non siamo suoi complici?”
“M-ma cosa dici!? Io non ho niente a che fare con quel tipo!” la povera ragazza fu presa alla sprovvista da questa affermazione. L’ultimo arrivato si rivolse al guerriero in armatura rossa.
“Diciamo il mio sesto senso.” disse lui con aria ironica e nemmeno troppo convinta; era chiaro che non si fidava completamente di loro ma non sembrava intenzionato a trattenerli.
“E perché sospettavate di lui?”
Esitò prima di rispondere. “Heydar Bradillon.”
“Mh?” esclamarono all’unisono Sariell e colui che aveva rivolto la domanda.
“Si tratta di un potente signore residente sull’isola di Sherver, facente parte del nostro regno. E’ da un po’ che sospettiamo che Lord Heydar stia cospirando contro il Re di Deewain, e quel misterioso individuo lo sta aiutando a portare avanti i suoi complotti. Sappiate che queste sono informazioni strettamente riservate e ve le sto rivelando unicamente perché, bene o male, siete rimasti coinvolti in vicende che lo riguardano. Credo non sia necessario spiegarvi cosa vi aspetta se doveste iniziare a raccontarle in giro.” i due ragazzi si guardarono un po’ intimoriti.
“Molto bene. Può bastare, per adesso.” l’interrogatore si alzò e si diresse verso la porta, in prossimità di questa si fermò a guardare il guerriero rosso; aveva un’espressione indecifrabile sul volto: inizialmente sorpresa, come si gli fosse tornato in mente qualcosa, ma poi era come se sapesse, o intuisse qualcosa che non era il caso di dire. Il salvatore di Sariell invece lo osservò con sguardo impassibile.
“Vi saluto; un’unica raccomandazione prima di lasciarci: evitate di ficcarvi in altri guai…se potete.” e così dicendo aprì e richiuse la porta alle sua spalle. I due ragazzi, rimasti soli, poterono sentire per qualche secondo il rumore dei passi del giovane che si allontanava. Poi Sariell parlò.
“Ma chi era quello lì?”
“E’ un membro dell’Ordine delle Tre Spade. Per la precisione uno dei tre Comandanti a capo dello stesso.”
“Che cosa? Q-quel ragazzo? Ecco dove avevo visto quel simbolo!”
“Si, effettivamente è decisamente giovane, considerato il ruolo che ricopre. Mi auguro solo che sia meritato…I tre Comandanti di questo gruppo tramandano il loro titolo a persone che godono della loro massima fiducia: l’equilibrio dell’Ordine si basa proprio su questo triumvirato quindi si deve trattare di uomini altamente qualificati. Una volta in carica, sono i Comandanti stessi a ricercare e ad addestrare i componenti delle loro squadre in modo da creare un esercito efficiente in tutto.” sembrò adombrarsi per un attimo, più di quanto non fosse già di suo.
“Qualcosa non va?” il ragazzo fu riportato alla realtà.
“No, no, niente.” e si avviò verso l’uscita. “Il Drago più vicino si trova nelle Isole Oniriun. Se non ti spiace io ti precedo, in quelle condizioni non sei certo in grado di viaggiare. Cerca solo di rimetterti il più presto possibile.”
“Va-va bene….ah, ehi!!”
“Si, che c’è?”
“Ti sembra il modo di fare? Prima parli con una persona e il secondo dopo te ne vai?!”
“Se hai qualcosa di importante da dire ti pregherei di farlo in fretta.”
“Beh, tanto per iniziare, potresti dirmi il tuo nome.”
“Puoi chiamarmi, vediamo…Red. Si, penso che vada bene.” Sariell non era molto convinta.
“Red hai detto. Ok, allora grazie Red.” la porta si richiuse per la seconda volta ma, questa volta, era sola. Restò per un po’ ad osservare le coperte del letto; visto quanto era successo non era molto sicura di voler continuare…
“Uff! Sarà meglio che mi sbrighi anche io.” pochi secondi dopo essersi distesa però, riaprì gli occhi e fissò il soffitto. Ripensò al motivo che l’aveva portata a Deewain, a Miran, per la precisione e richiedeva se, alla fine,ce l’avrebbe fatta.

L’aggressore di Sariell barcollava, in prossimità di alcuni massi, vicino alla caverna del Drago. Era riuscito a scampare alla morte ma l’attacco del Drago era stato comunque molto efficace. Il sole stava tramontando e l’aria della pianura che costeggiava Miran iniziava a farsi più fredda.
“Ngh! Questa…n-non ci voleva proprio! Ngh! Ora…non potrò più…”
“Guarda, guarda chi si vede!”
“Chi c’è?...Tu?!”
“Ciao, Julian, come te la passi?” su di una roccia, poco distante dalla malconcia creatura, era seduto un altro essere, avvolto da un soprabito nero, volto coperto.
“Potrei sapere...cosa fai qui, Alexander?”
“E’tutto qui quello che sai dire? Potresti almeno salutare!”
“Ngh! Questo incarico…è stato affidato a me…non intrometterti!”
“E chi si intromette, calmati. Ero solo venuto a vedere come te la passavi e, a dire il vero, non mi sembra che tu abbia una bella cera. Uh! Uh!” l’essere noto come Julian era visibilmente arrabbiato.  “In ogni caso, questa tua tanto decantata missione, non mi sembra che tu l’abbia portata a termine, o sbaglio?” si fece più serio esclamando queste ultime parole.
“E’, è solo questione di tempo…la prossima volta io…”
“La prossima volta, dici? Il Drago del Crepuscolo si è risvegliato, non so se te ne sei accorto!? Oramai non siamo più in grado di sopraffarlo, e tutto questo grazie alla tua incompetenza!!”  respirò lentamente, per riprendere la calma.  “Agli altri due Draghi ci penseremo noi, tu termina il lavoro che abbiamo iniziato a Sherver.”
“D-d’accordo…”

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