Mi Mujer

di Allegra_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Non Voglio Più Piangere Per Lui ***
Capitolo 3: *** Solita Vita, Solite Cose, Solite Mancanze ***
Capitolo 4: *** Pozzo Senza Fine ***
Capitolo 5: *** Ora Che Ti Rivedo ***
Capitolo 6: *** Ferire Nell'Orgoglio ***
Capitolo 7: *** Pronto ??? è Il Destino Che Parla ***
Capitolo 8: *** Il Tuo Amore Uccide E Poi Si Pente ***
Capitolo 9: *** Voglio Soltanto Stare Bene ***
Capitolo 10: *** "Cose" Importanti ***
Capitolo 11: *** Le Tue Labbra ***
Capitolo 12: *** El Gaucho Y La Paisa ***
Capitolo 13: *** Pigiama Party ***
Capitolo 14: *** Buongiorno Principesse !! ***
Capitolo 15: *** Questa Notte è Solo Nostra ***
Capitolo 16: *** Buongiorno Amore Mio ***
Capitolo 17: *** Sotto La Pelle ***
Capitolo 18: *** Abito Da Sposa Cercasi !!!! ***
Capitolo 19: *** Tutta La Verità ***
Capitolo 20: *** Non C'è Mai Limite Al Peggio ***
Capitolo 21: *** Trampolino Di Lancio ... Verso Il Vuoto ***
Capitolo 22: *** Occhi Da Lacrime ***
Capitolo 23: *** Non Ci Sei - Thiago's Pov ***
Capitolo 24: *** Scuse Stile Bedoja Aguero ***
Capitolo 25: *** La Strega Della Favola ***
Capitolo 26: *** Damigelle D'Onore ***
Capitolo 27: *** Addio Al Nubilato ***
Capitolo 28: *** Lo Spettacolo Deve Andare Avanti ***
Capitolo 29: *** Le Pagine Della Nostra Vita ***
Capitolo 30: *** Epilogo - Quando Piangere Ormai Non Serve ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


                    MI MUJER

 
PROLOGO: CAMBIATA IO, CAMBIATO TU, CAMBIATI NOI

 
Erano passati sei anni da quella magnifica notte nella quale ci eravamo amati davvero, e ci eravamo giurati amore eterno, e da allora lo sapevi: tutto era diverso.
Prima avrei giurato che mi amassi con tutto te stesso, ma da due anni a quella parte, non ero più della stessa idea.
 
Cambiata io …
Adesso non ero più la sedicenne innamorata persa di una volta: ero diventata una donna, anche se forse era accaduto tutto troppo velocemente, senza che potessi rendermene conto.
Ero più forte, più sicura delle mie scelte, più decisa e determinata: se prima anche un bambino riusciva a farmi cambiare idea, adesso ero irremovibile.
Anche per questa avevo scelto di frequentare la facoltà di Giurisprudenza: tutti mi dicevano che un buon avvocato doveva avere tutte queste caratteristiche.
 
Cambiato tu …
Forse era proprio questo il problema: tu eri cambiato, non eri più il Thiago diciottenne che mi amava nonostante avessi due anni in meno di lui .
Adesso eri un uomo, un ventiquattrenne maturo e responsabile che sapeva cosa fare della sua vita, o almeno così credevi.
Esteticamente eri ancora più bello, se possibile: i capelli che ti eri rasato due anni prima erano ricresciuti, anche se non erano lunghi come quelli di una volta, il tuo viso avevo assunto lineamenti più duri e i due occhi continuavano ad essere smeraldi incastonati nei bulbi oculari.
 
Cambiati noi …
Credevamo davvero che tutto fosse rimasto com’era, che dopo quella notte non ci saremmo mai più divisi, che il bene che ci legava era troppo forte.
Ma così non era stato.
Dopo quattro anni eri andata a New York per completare gli studi alla facoltà di Medicina, promettendomi che ogni mese saresti a farmi visita, e rassicurandomi dicendomi che due anni sarebbero passati in fretta.
E così era stato, ma con qualche variazione.
Dopo appena due mesi eri tornato a Buenos Aires e mi avevi confessato di avermi tradito, implorandomi di perdonarti e giurandomi che era stato solo un errore.
Ma non c’e l’avevo fatta: il solo immaginarti nelle braccia di un’altra ragazza era un dolore lancinante che distruggeva la mia anima a poco a poco.
E così, mentre tu eri ritornato a New York, io ero rimasta a deprimermi per quasi 6 mesi , fino a quando non avevo conosciuto lui.
Lui si chiamava Pedro Vorg ed aveva la mia età.
Anche se non aveva conseguito la laurea in nessuna facoltà e lavorava come scaricatore al porto della città, era un ragazzo serio ed intelligente, ed era per questo che tra due mesi io e lui ci saremo sposati, e non potevi aspettarti di ricevere una partecipazione, perché ormai di te in me non restava niente, se non qualche lacrima amara che cadeva di tanto in tanto e i ricordi indelebile stampati nella mia mente.
 
PICCOLO ANGOLO DI LUCE:
HOLA !! VI AVEVO PROMESSO CHE AVREI SCRITTO IL SEGUITO DI “MI NENA” ED ECCOLO QUI: SPERO VI PIACCIA.
ADESSO VOGLIO FARVI UNA PICCOLA DOMANDA: PREFERITE CHE AGGIORNI Più FREQUENTEMENTE QUESTA OPPURE UN’ALTRA STORIA (SPERCIFICATE QUALE) .
CERCHERò DI ACCONTENTARVI COME POTRò.
UN BESITO <3

 

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Capitolo 2
*** Non Voglio Più Piangere Per Lui ***


CAPITOLO 1 : NON VOGLIO Più PIANGERE PER LUI

 
Era il 19 di Giugno e faceva molto caldo, troppo per i miei gusti.
Ormai non sopportavo più niente: il caldo, il freddo, la pioggia … volevo solo che il tempo passasse e sposarmi al più presto con Pedro, appena due mesi dopo quel giorno.
Io e Tefi eravamo in città a fare il giro dei negozi per cercare un vestito adatto, ma lei sembrava molto più interessata di me: io volevo solamente prendere una pezza bianca qualunque e buttarmi sull’altare.
- Questo negozio mi sembra perfetto !! – quasi urlò prendendomi la mano e trascinandomi all’interno di una boutique.
La sala era ampia: al centro una cassa enorme, e ai lati tantissime commesse che sistemavano abiti su abiti negli ampi armadi.
- Buongiorno !! Come posso aiutarvi ?? – ci domandò una di queste ed io mi affrettai a rispondere.
- Ci serve un abito da sposa .-
La donna ci invitò a seguirla su per le scale e ci fece salire al secondo piano, dove erano tenuti i vestiti per le cerimonie importanti.
- Ah !! –
Tefi lanciò un urletto di felicità: quella ragazza era sempre la solita da quando la conoscevo, per lei moda era sinonimo di vita.
Sospirai scocciata e mi avviai verso un tavolo dove la donna aveva appoggiato diversi abiti.
Il loro comun denominatore ??? Erano tutti super decorati con lustrini, e tutti con moltissimi zeri sul cartellino che ne indicava il prezzo.
- Vi lascio scegliere con calma. Quando avete fatto scendete. – disse la commessa scendendo al piano di sotto.
Calma per scegliere …  era proprio questo che non volevo ottenere .
Ultimamente facevo tutto con fretta, senza soffermarmi troppo a pensare e a capire se era davvero quello che volevo .
Perché se di volere davvero una cosa, quando questa ti abbandona il dolore è troppo grande… lo avevo imparato a mie spese.
- Che ne dici di questo ??? – mi chiese Tefi mostrandomi un abito lungo .
- Decidi tu Tefi, poi mi fai sapere !! – le dissi scocciata sedendomi su una sedia nei pressi del camerino.
- Mi devo forse sposare io ??? –domandò lei scettica venendomi incontro.
- Se vuoi … - sospirai.
Lei puntò il suo sguardo nel mio e mi domandò decisa: - Perché lo fai ??? –
Esitai un po’ e poi risposi – Perché io voglio bene a Pedro. –
Ti voglio bene …. Ormai era questa la frase più dolce che riuscivo a dire ad un ragazzo.
Il “ti amo” per me non aveva più senso da quando la persona che effettivamente amavo, aveva bruciato tutto questo mio amore in una sola notte .
- Così facendo dimostri l’esatto contrario. –
- Facendo cosa ?? – chiesi come se non sapessi dove voleva andare a parare.
- Tu sposi Pedro per riempire il vuoto che LUI ha lasciato nel tuo cuore. – mi sussurrò decisa, e lì capii che la mia migliore amica mi conosceva meglio di quanto io conoscessi me stessa.
- Ascoltami Tefi: sono passati due anni da quando abbiamo rotto e adesso non ci penso più. Io sposo Pedro perché lui mi ama . –
Due anni … due anni passati a torturarmi internamente chiedendomi dove avessi sbagliato e a rispondermi che era lui che ci avrebbe rimesso, perché mi aveva perso.
Due anni passati a prendermi in giro, perché sapevo che quella che ci aveva rimesso ero solamente io, che avevo effettivamente perso la cosa più bella che avessi mai avuto.
Tefi si inginocchiò per terra davanti a me e mi prese le mani.
- Se non dici la verità a me a chi puoi dirla ??? –
Aveva ragione: dovevo dirle la verità, ne avevo bisogno.
- Credevo che saremo stati insieme per sempre, che non ci saremo mai lasciati e che un giorno ci saremo sposati.
Sognavo una casa enorme in Italia, con 6 gemelli, con cavalli, cani, delfini, con un marito perfetto che credevo di aver trovato e con un sorriso stampato sul volto.
E lui me lo faceva credere: diceva di amarmi, che ero il suo angelo e che senza di me la sua esistenza non avrebbe avuto senso.
E poi ecco che alla prima occasione mi tradisce, ed io come una stupida pensavo che quei due anni in America li avrebbe passati pensando a me .
Illusa.
Pedro è l’unica occasione che ho per essere felice: lui mi ama sul serio e non riuscirà a farmi soffrire e a spezzarmi il cuore … perché io ormai non c’e l’ho più .
Voglio sposarlo al più presto, voglio portare subito una fede al dito per poter urlare al mondo che c’e l’ho fatta, che l’amore con me non è riuscito a giocare e che anche se ho solo 22 anni sono pronta per smettere di pensare a chiunque altro uomo che non sia mio marito.
Chissà, magari un giorno mi innamorerò davvero di Pedro, ma per adesso vado avanti pensando al mio bene .
Potrò sembrarti un’egoista e in effetti un po’ lo sono: ma quando una persona ti distrugge a tal punto, non t‘importa di nient’altro che non sia la tua anima da ricomporre. –
Non avevo mai parlato a nessuno di come mi sentissi dopo quel tradimento: preferivo tenermelo per me e tirare pugni all’armadio, mentre le lacrime mi inondavano la stanza, piuttosto che parlarne con qualcuno e sentirmi dire che lui era stato uno stupido.
Mi sfogai con lei come quando eravamo più piccole: quando le raccontavo tutto e non avevo paura di un suo giudizio.
Perché le amiche fanno proprio questo: ti consolano quando ne hai bisogno, e ti fanno capire che hai sbagliato, senza però dartene la colpa.
Tefi mi guardò dolcemente e mi accarezzò una guancia, mentre le lacrime spingevano per uscire dai miei occhi.
- Piangi Mar, piangi. – mi sussurrò .
- No Tefi !! Io non voglio più piangere per lui . – esclamai decisa.
Lei non disse più niente: si limitò ad abbracciarmi e ad accarezzarmi i capelli, come ad addolcire tutta l’amarezza che rimaneva stanziata nella mia anima .
Alla fine le lacrime scesero inevitabilmente rigandomi le guancie .
Ma non servivano a niente: erano solo altre 100 da aggiungere alla lista di quelle che versavo per lui … dovevo smetterla oppure non avrei fatto altro che uccidere anche l’ultima cellula positiva rimasta dentro di me .
 
Piccolo Angolo Di Luce :
Hola !!! Il prologo ha avuto ben 5 recensioni: non immaginate quanto mi fa piacere.
Come vedete Mar ha paura di soffrire ancora e così finisce per fare le cose di fretta e non pensarci neanche, risultando egoista agli occhi degli altri.
Meno male che ha un’amica come Tefi, no ???
Spero recensiate in tanti, pubblicherò il prossimo a seconda dell’arrivo delle vostre recensioni.
Un besito <3

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Capitolo 3
*** Solita Vita, Solite Cose, Solite Mancanze ***


 
CAPITOLO 2 :
SOLITA VITA, SOLITE COSE, SOLITE MANCANZE
 

Io e Tefi avevamo perso circa un’oretta del nostro prezioso – a detta sua – tempo: io a piangermi addosso ripensando a LUI e lei a cercare di consolarmi .
Non ricordo bene che ora fosse, ma di sicuro era passato un bel po’di tempo da quando avevo buttato giù la prima lacrima.
Ecco perché la commessa arrivò su, pensando a chissà cosa (forse credeva ci fossimo materializzate nel nulla) , dal suo sguardo si poteva capire benissimo che fosse preoccupata.
- Tutto bene ragazze ???-
Tefi annuì sorridendo e quella lo fece di rimando, scendendo di nuovo al piano inferiore.
- Allora, adesso non credo sia il momento migliore per dirtelo, ma … dobbiamo scegliere il vestito !! – sorrise nervosa la mia migliore amica.
- Niente paura, è un mio dovere e lo rispetterò . – esclamai convinta (più o meno) avvicinandomi ad una schiera di abiti bianchi.
- Non hai ancora firmato niente …. Non hai obblighi – mi ricordò lei cercando di tranquillizzarmi, ma le sue parole fecero su di me esattamente l’effetto opposto.
- Allora sarebbe tutto normale se io andassi da Pedro così, e gli dicessi che non voglio più sposarlo perché … non ho ancora firmato niente !! – sbraitai arrabbiata.
- Calmati Mar !! – cercò di sovrastare la mia voce con la sua da isterica – nettamente superiore in quanto a decibel - .
Sospirai profondamente: dovevo smetterla di urlarle contro, dovevo smetterla di prendermela con lei.
Tefi era mia amica, non avrebbe mai detto qualcosa per offendermi o farmi stare male, lei diceva semplicemente le cose come stavano, cercando di accentuarne i lati positivi.
Non era colpa sua se LUI mi aveva tradita, non era colpa sua se io non lo avevo previsto, non era lei la responsabile del mio dolore.
- Perdonami … - mormorai, cercando di trattenere le lacrime.
Credevo che andando avanti così avrei perso anche la mia migliore amica, e non potevo subire una perdita del genere … non un’altra dopo la SUA.
Ma il suo sorriso mi rassicurò subito: era quel sorriso sincero e dolce che solo lei aveva, quel sorriso che mi aveva fatto calmare le notti in cui stavo per scoppiare, i giorni in cui credevo non ce l’avrei più fatta …
- Non ti preoccupare tesoro !! è normale che tu sia nervosa ,forse lo sei un po’ troppo, ma … -
- Ti voglio bene, Tefi !!! – la stritolai tra le mie braccia, neanche fosse stata un morbido peluche.
- Anch’io piccoletta !! – ricambiò il mio abbraccio “da orso” .
- Adesso sai cosa si fa ??? – mi domandò .
Feci cenno di no con la testa … quale idea era giunta nella scatolina che aveva sotto i suoi bei capelli ???
- Si va a prendere un caffè da Rama e poi andiamo a pranzo fuori, ti va ??? –
Annuii sorridendo.
 
Nonostante sei anni prima io avessi lasciato Rama in “quelle” condizioni, adesso era diventato il mio migliore amico, e non avevo idea migliore che passare la giornata in compagnia sua e di Tefi.
Si era trasferito da qualche anno in una casa da solo, doveva passava la maggior parte del tempo a studiare per gli esami di Medicina … si, anche lui.
Solo che , a differenza di LUI, Rama non era andato a studiare due anni a New York, -nonostante glielo avessero proposto in tanti - era rimasto a Buenos Aires, con le persone che amava, perché lui amava davvero qualcuno.
- Ciao ragazze !! Che ci fate qui ?? – ci venne ad aprire dopo che io e Tefi avemmo bussato si e no venti volte.
La sua espressione era sorpresa, mentre il suo corpo era avvolto solamente da un leggero accappatoio allacciato male.
- Siamo venute a prendere un caffè e poi a prenderti per andare a mangiare fuori …. Disturbiamo ?? – domandò Tefi maliziosa, ero certa che avesse capito la situazione, al contrario di me che ero ancora sulle nuvole.
- No per carità, ma … stavo facendo la doccia, vi dispiace aspettare di sotto ?? – rispose il ragazzo imbarazzato – cosa dimostrata dal suo rossore improvviso sulle guance.
- Nessun problema – conclusi entrando ed evitando che Tefi potesse volgere altre domande imbarazzanti.
Quando ci si metteva era davvero difficile riuscire a sopportare le sue frecciatine .
Rama risalì le scale recandosi – quasi sicuramente – di nuovo sotto la doccia, per completare il “lavoro”.
- Quel ragazzo è un comico !!! – rise Tefi, quando il suo telefono iniziò a squillare.
Gli lanciò una breve occhiata, poi sorrise e si allontanò da me scusandosi con un semplice: - è Luca !! –
Eh si, aveva gli occhi a cuoricino, era impossibile credere che mentisse.
È vero che erano passati sei anni, ma loro due continuavano ad amarsi ogni giorno, ed ogni giorno di più.
Erano la prova vivente che lo scorrere tempo non cambia l’amore che si prova verso una persona, semplicemente lo fortifica, lo rende più vero, più sincero.
Ricordavo ancora il sorriso che le Luca le aveva rivolto la prima volta che l’aveva vista, i suoi apprezzamenti “poco leciti” , il giorno in cui lei aveva lasciato Nacho … ricordavo tutto, perché ognuno dei loro momenti aveva significato qualcosa e aveva fatto da tassello per quell’enorme puzzle che era il loro amore.
Talmente intenta a pensare a loro, che non mi ero neanche accorta di aver gironzolato un bel po’ per la casa, questo fino a che non sussultai guardando una delle fotografie che Rama teneva esposte su un mobile della cucina.
Era una foto di famiglia che ritraeva lui, sua madre Ornella, suo padre Vittorio e … LUI.
Vederlo mi faceva più male che pensarlo, anche se era in una stupida fotografia, perché rivedevo le sue labbra, il suo corpo, le sue mani, il suo viso … e immaginavo tutto questo regalato così, per gioco, ad una ragazza che non fossi io.
Non potevo sopportare l’idea che lui non fosse più mio, non potevo sopportare l’idea che avesse scelto lui di non esserlo più.
Ma dovevo reagire, in un modo o nell’altro.
Tra due mesi esatti mi sarei sposata, e non potevo certo piangere per un altro ragazzo che non fosse il mio futuro marito – anche se tecnicamente era quello che facevo ogni giorno .
Quindi tirai su con il naso facendo il modo che quelle orribili lacrime non m’inondassero di nuovo il viso.
Tefi si diresse verso di me a passo lento, immaginando già la situazione in cui mi avrebbe trovata.
- T… tutto bene ??? – mi chiese cauta e un po’ preoccupata, ma non le risposi, mi limitai ad annuire poco convinta.
Di certo, se avessimo continuato a parlare sarei scoppiata in lacrime, e sarebbe successo se non avessimo sentito una voce familiare provenire dalle scale e non ci fossimo girate di colpo.
- Vale !! – esclamai sorridente avvicinandomi a lei.
- Ecco perché Rama stava facendo la doccia !!! – rise Tefi, facendo scoppiare a ridere anche me .
A dire la verità, non avevo proprio considerato quella opzione come valida.
- Beh … avevamo caldo … - rispose una Valeria sempre più imbarazzata, con le guancie che gli andavano a fuoco.
Ok, dovrei spiegarvi un po’ la situazione, dato che tra quei due erano cambiate un bel po’ di cose negli ultimi due anni.
Poco dopo che LUI era partito – e ritornato con la notizia che mi aveva letteralmente ucciso dentro, inutile precisare quale fosse stata - , i ragazzi avevano organizzato per me una specie di festa, così per tirarmi su il morale.
Dato che i risultati non erano stati dei migliori, avevo chiesto a tutti di andare a casa loro, lasciandomi da sola con Jazmin, che avrebbe dormito da me per un po’ di tempo dato che i suoi erano in viaggio e non se la sentiva di stare a casa da sola.
Vale non aveva un passaggio e così Rama si era offerto di accompagnarla e quella sera era rinata la scintilla che entrambi credevano si fosse spenta 6 anni fa, quel giorno nel parco – eh si, me lo avevano raccontato.
Questa era la versione ufficiale dei fatti: da quel giorno in poi furono letteralmente inseparabili, come attaccati, uno respirava l’aria dell’altro.
- Allora ragazze, dove si va a mangiare ?? – domandò Rama scendendo le scale ed evitando accuratamente di fare commenti su Vale, per non sorbirsi le allusioni di Tefi.
- Non so, pensavo a quel ristorantino sul mare che piace tanto a Simon … come si chiama ?? – domandò Tefi sorridendo maliziosa.
La risposta di Rama non tardò ad arrivare, anche se accompagnata da un bel carico di imbarazzo.
- Ducha en calor .-
Io e Tefi iniziammo a ridere come matte, condizione che gravò ancora di più alla nostra salute mentale, quando la gamba di Rama iniziò a vibrare.
Lui non fece caso alle nostre prese in giro, estrasse il cellulare dalla tasca e lo guardò per un po’ perplesso se rispondere o no … ma non capivo il perché di tanta esitazione.
- Certo che, solo lui può fare una scenetta simile per una stupida vibrazione !!! – rise Tefi, trascinando anche me e Vale.
- è una chiamata . – disse Rama con il tono più serio che possedeva, forse anche troppo.
- Si era capito !! – lo schernii io, ma lui mi guardò forte, deciso, triste, dolce ... non si capiva dai suoi occhi, al contrario del mare aperto dove leggevi di tutto che sfoggiava solitamente.
- Mar, è una chiamata da New York . -
 
 Piccolo Angolo Di Luce :
Hola chicas !! Grazie mille per le recensioni dello scorso capitolo, siete state fantastiche.
Spero proprio che anche questo vi piaccia, come vedete qui ho spiegato meglio la relazione di Rama e Vale ( che non so se ricordate, era stata stroncata sul nascere da Rama quel giorno al parco, dopo che lui e Mar si erano lasciati ) e di Luca e Tefi ( che non potevo non lasciare insieme , dato che li amo troppo.
Adesso, ho bisogno di un altro personaggio per narrarne il punto di vista, in alcuni eventi a cui Mar non partecipa.
Eliminando Thiago, perché i suoi POV ci saranno, anche se un po’ più avanti; chi voreste che fosse ???
Recensite, un besito 

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Capitolo 4
*** Pozzo Senza Fine ***


CAPITOLO 3 : POZZO SENZA FINE

 
Spesso quando sei triste, quando piangi, quando credi che niente possa farti stare meglio, i tuoi amici ti rincuorano dicendoti che passerà, che arriveranno giorni migliori, che dopo la pioggia splende sempre il sole.
Forse certe volte può anche andare così, ma questo non era per niente il mio caso.
C’era stata la pioggia, la tempesta ed adesso … la grandinata.
Mi chiedevo quanto avrei dovuto aspettare per vedermi sepolta sotto la neve.
- Mar, è una chiamata da New York –
Qualcuno potrebbe dire: hai sentito soltanto il nome di una città !!
Ma per me quella non era solo una città, per me quello era il nome simbolo del dolore, del tradimento … della fine.
Con tante persone che abitavano nella Grande Mela, io potevo immaginarne solo una che in quel momento poteva aver composto il numero di Rama.
- R … r … rispondi !! – dissi senza crederci neanch’io, con una speranza sovrannaturale che il mio migliore amico gli attaccasse il telefono in faccia.
Ma così non fu .
- Pronto Thiago, dimmi. –
Rama era seccato: la voce di suo fratello lo infastidiva, gli percuoteva ogni cm della pelle facendola rabbrividire  -questo era palese- , ma il motivo non mi era chiaro … non ancora.
- Che cosa ??? –
A quella domanda scettica iniziai a spaventarmi.
Prevedevo già cosa avesse detto LUI, perché facendo i calcoli, questo era proprio il mese in cui sarebbe dovuto torn…
NO !! non volevo pensarci.
Dicono che se desideri ardentemente una cosa, alla fine quella si realizza; che se speri che una cosa accada non accade e che devi pensare l’opposto.
Beh , a me non importava seguire un detto piuttosto che un altro, così li provai tutti, tentando di aumentare la mia fortuna.
Ma quando mai Marianella Tallarico Rinaldi è stata fortunata ??
- Perfetto, veniamo tutti . –
Dove ???? Dov’è che dovevamo andare ???
Oddio, già mi preparavo al peggio, che sapevo sarebbe arrivato.
- Mar ??? Non credo proprio, ora scusa devo attaccare. – concluse Rama guardandomi nel momento in cui pronunciò il mio nome .
Perché LUI chiedeva di me ??? Forse per far finta che gliene importasse qualcosa di come stavo ???
Io, Tefi e Vale guardavamo Rama con occhi imploranti, desiderose e curiose di sapere ciò di cui avevano discusso.
Io, dal canto mio ero tutt’altro che curiosa, ero speranzosa: speranzosa che i fatti non corrispondessero a quelli che io avevo immaginato.
- Il corso di studi di due anni è scaduto e ha scelto di conseguire la laurea qui a Buenos Aires.-
Sospirò pesantemente e poi continuò .
- Thiago … -
Il solo sentir pronunciare quel nome, che neanche più immaginavo nella mia mente dopo quei due pesanti anni, mi fece sussultare, mentre una parte del mio cuore, quella ricucita, iniziava a perdere sangue lentamente, lasciando posto ad una ferita esposta.
- Thiago torna a casa la settimana prossima e mi ha chiesto di andare a prenderlo in aeroporto, tutti insieme .-
L’organo perse un battito, poi un altro, e poi un altro ancora.
Ero sicura che con “tutti” intendesse dire anche me, cosa che mi fece rabbrividire al solo pensiero di rincontrare quegli occhi.
Quegli occhi dentro ai quali mi ero persa migliaia di volte, quegli occhi dolci e premurosi che mi avevano cullata di notte e sostenuta di giorno, quegli occhi che dispiaciuti e speranzosi mi avevano chiesto perdono, quegli occhi che adesso vedevo solo come due smeraldi ricchi di schegge appuntite, dai quali era meglio tenermi lontana.
- Ah, torna con la sua ragazza . –aggiunse Rama dopo qualche secondo di stupore generale e riflessioni interiori.
Sembrava quasi che quel ragazzo ormai ci avesse preso gusto ad infliggermi pugnalate al cuore, neanche fosse stato un nuovo gioco a punti .
Una ragazza… lui aveva una ragazza .
Qualche lacrima iniziò a rigarmi il viso senza che potessi impedirglielo.
Che cosa mi aspettavo del resto ???
Che lui avesse passato quei due anni a piangere per me – come avevo fatto io - ???
Certo che no, lui ne aveva trovata subito un’altra, un rimpiazzo, una sostituta, che magari era più grande, più alta, più bella, più intelligente, più tutto … rispetto a me.
Tefi fece per abbracciarmi ma mi scansai correndo più veloce che potevo al piano di sopra.
Ormai non capivo più niente, tanto era accecata dalla rabbia e dal dolore.
Entrai in camera di Rama ed iniziai a lanciare oggetti non identificati a destra e a manca, immaginando che fossero LUI, immaginando così di fargliela pagare.
Fargli capire che mi sentivo proprio così : come uno stupido oggetto buttato qua e la per una stanza.
Appena mi fui calmata –se lo stato in cui ero si poteva definire così- mi accasciai per terra accanto al muro iniziando ad asciugare quel liquido misto tra lacrime e mascara che si era andato a formare sul mio volto.
Rivolsi un breve sguardo all’uscio della porta e li vidi lì: Vale, Tefi e Rama erano di fronte a me, avevano visto tutto e mi avevano lasciato fare.
Loro mi conoscevano da molto più tempo, forse meglio di quanto io stessa mi conoscessi, e sapevano che fermandomi non avrebbero fatto altro che incrementare la mia rabbia, mentre facendomi reagire a modo mio, forse sarei riuscita a metterla da parte.
Ormai ne ero certa: stavo cadendo man mano sempre di più in un pozzo senza fine, e mio malgrado, la corda si era spezzata quasi subito non riuscendo a sopportare il peso mio e dei goccioloni che inondavano i miei occhi ormai quotidianamente.
 
Piccolo Angolo Di Luce :
Hola !!! Allora, per i ritardo mi scuso immensamente: solo che tra poco ho il saggio a scuola e a ginnastica artistica, le interrogazioni, oggi avevo il paggellino a scuola, quindi …. Potete capirmi.
Il cappy avevo pensato di scriverlo più lungo: solo che preferivo lasciarvi un po’ di suspance, e mi piaceva quella frase da usare come finale.
Per la schifezza del capitolo … non posso farci niente, mi dispiace moltissimo.
Ringrazio da morire tutte le ragazze che recensiscono, siete uniche e non so davvero come ringraziarvi !!!!
Cercherò di aggiornare tra Sabato e Domenica.
Un bacino <3 

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Capitolo 5
*** Ora Che Ti Rivedo ***


 
CAPITOLO 4 : ORA CHE TI RIVEDO

MAR'S POV:
Erano passati cinque giorni da quella mattinata, e da allora i miei amici avevano cercato di essere quanto più normali è possibile essere –cosa per cui, ancora oggi, non posso fare a meno di adorarli- .
E così, tanto per cercare di fingere che niente sarebbe accaduto tra meno di 48 ore, quel giorno Tefi mi aveva trascinata in un posto che mi era alquanto familiare, ma che dopo due anni non riuscivo più a riconoscere.
- Allora, ti ricorda qualcosa da fuori ??? – mi domandò speranzosa e alquanto ansiosa allo stesso tempo.
- Così no, proviamo da dentro .- sorrisi.
Sorriso che persi appena entrammo in quell’edificio bianchissimo, che a me però appariva nero, nero come il cielo durante la tempesta notturna del giorno precedente.
Quel ghiaccio, quella pista, quei pattini, fecero apparire davanti ai miei occhi milioni di ricordi.
Quei baci, quegli abbracci, quelle notti, fecero nascere sui margini dei miei occhi goccioloni enormi.
Goccioloni che non si fecero pregare per scendere e per inondare il mio volto.
Era strano che nonostante tutte le volte che avessi pianto per LUI, ogni volta mi sembrava la prima, ogni volta faceva male come se non ce ne fossero state di peggiori.
Tefi mi guardò compassionevole e io non potei fare a meno che voltarmi verso l’uscita di quell’edificio, che se un tempo avevo amato con tutta me stessa, ora mi appariva orribile e mi faceva schifo, proprio come LUI e tutto ciò che me lo ricordava.
- Mar prima o poi dovrai reagire !!! –
Stavo per girare la maniglia, ma la voce della mia migliore amica mi bloccò, facendomi voltare e riflettere su ciò che stava dicendomi.
- Sono due anni che non fai altro che piangere, ti trattieni a stento quando sei con Pedro, quando lo baci sembra quasi che tu voglia morire, e nonostante stiate insieme da un anno ancora non vuoi che dorma nel tuo letto.
Quel poverino di Rama non fa altro che sostenerti, nonostante tu sei anni fa lo abbia lasciato nel peggiore dei modi per suo fratello facendolo rimanere da solo a soffrire come un cane.
Ed io non ne posso più di vederti piangere: quando ti ho conosciuta, circa dieci anni fa, ho visto nei tuoi occhi una persona sincera, leale, simpatica, dolce e soprattutto combattiva.
Una che non si faceva abbattere da niente e da nessuno, che andava avanti per la sua strada e che voleva concludere questa vita con il sorriso sulle labbra.  –
La guardai stranita: Tefi non era mai stata così decisa e brutale, almeno non quando parlava con me, e non capivo davvero cosa le stesse succedendo.
- Dove vuoi arrivare ??? – le domandai a metà tra la seccata e la stupita.
- Dove voglio arrivare ?? – chiese urlando arrabbiata – Mar, capisco che quello che ti è successo ti ha distrutta ma adesso è arrivato il momento di dire basta a queste cavolo di lacrime !!
Thiago, perché non scordarti che anche se ti ostini a chiamarlo “LUI” il suo nome è quello, ti ha tradita nel peggiore dei modi, ma tu adesso hai Pedro e tra meno di due mesi tu e lui vi sposerete.
Dimmi un po’, come ti sentiresti se lui piangesse ogni secondo della sua giornata per una donna che non sei tu ??? – continuò ad urlarmi contro, ma io invece di avercela con lei, provai solo un profondo odio verso me stessa e gratitudine nei suoi confronti.
Avevo bisogno di qualcuno che mi parlasse con durezza, e malgrado la dolcezza che da sempre la caratterizzava, lei ci era riuscita.
- Perché mi hai portata qui ??? – le chiesi dopo alcuni minuti di silenzio, nei quali osservai il suo sguardo duro ricadere su di me.
- Perché pattinare è da sempre stata la tua più grande passione, e non voglio che tu ci rinunci per un ragazzo che ti ha tarpato le ali.
Sai, tra un mese ci sono le gare di classificazione per le regionali, credi di farcela ???-
Sorrisi nel sentire quanto – nonostante provasse a mascherarlo con quell’atteggiamento- mi voleva bene.
 - E lo chiedi anche ??? Prendimi un paio di pattini !!! – esclamai continuando a sorridere .
Tefi venne accanto a me e ci abbracciammo ridendo: in quel momento sentivo che nulla poteva andare storto, mi sentivo bene, mi sentivo protetta tra e braccia della mia amica, in quel posto che aveva segnato i momenti più belli della mia vita, che mio malgrado comprendevano anche LUI … Thiago.
 
TEFI’S POV:
- Nonostante tutto sono contenta che sia tornato. – dissi quando, quel lunedì pomeriggio, mi trovavo in macchina con Luca, ed eravamo diretti all’aeroporto di Buenos Aires.
- Mar ?? – mi domandò lui mentre teneva le mani strette sul volante.
- Lo sapeva, anche se io non gliel’ho ricordato: non volevo che stesse male dopo che sono riuscita a riportarla sulla pista di pattinaggio.
Insomma, molto piano, però ne sta uscendo: rivederlo peggiorerebbe solo le cose ed io non ce la faccio più a vederla stare male, ci tengo troppo alla sua felicità. –
Luca tolse una mano dal volante e la portò sulla mia stringendola dolcemente.
- Sei fantastica. – sussurrò facendomi salire, ancora una volta quando pronunciava qualche frase dolce, in Paradiso.
Dopo pochi minuti ci fermammo e scendemmo dalla macchina entrando all’interno della struttura.
Rama, Vale, Melody, Jazmin, Tacho, Nacho, Caridad e Simon erano già lì, in piedi accanto ad un ragazzo e una ragazza.
Camminammo ancora un po’ e riuscii a vederli in volto: uno era Thiago e quella accanto, dedussi, la sua ragazza.
Era ancora più bello di come lo ricordassi: i capelli erano più corti e gli occhi sempre più verdi, il fisico più muscoloso e i tratti del volto ben delineati.
Lei, al contrario, era una ragazza davvero scialba rispetto a quelle con le quali egli era abituato a stare.
- Luca !! – esclamò Thiago abbracciando il mio ragazzo che, contrariamente a ciò che mi sarei aspettata, ricambiò l’abbraccio.
Luca era il cugino di Mar, teoricamente avrebbe dovuto odiare Thiago, ma prima che egli partisse erano diventati migliori amici, quindi riuscii a comprendere, anche se non subito, il motivo della sua noncuranza.
- Ciao Tefi !! – continuò il moro avvicinandosi a me, ma subito mi scansai, liquidandolo con un semplice – Ciao !! – scocciato.
- Lei è Luna, la mia … - esitò un po’ sull’ultima parola, quasi avesse paura di pronunciarla, paura per come avremmo potuto reagire, o semplicemente perché sapeva lui stesso che fosse del tutto sbagliato.
- La sua fidanzata !! – marcò molto l’ultima parola, quella specie di mazza di scopa accanto a lui.
È vero, io che ero magrissima non potevo permettermi di soprannominare così quella ragazza, ma almeno io ero carina !!! Lei neanche quello !!
 
Ci recammo tutti a casa Bedoja Aguero, dove Ornella e Vittorio furono molto contenti di veder ritornare il loro primogenito, ma persero leggermente il loro sincero sorriso quando videro la ragazza che lo accompagnava.
- Bene ragazzi, che ne dite se per festeggiare il ritorno di Thiago organizziamo una piccola festa ??? – domandò Nacho smorzando la tensione.
Rama rise, poi rispose: - Sei sempre il solito Nach !! Dovresti chiedere ai miei genitori prima, non trovi ??? –
- Ah … - fece il ragazzo sorpreso e dispiaciuto.
- Non ti preoccupare tesoro !! Per noi va benissimo, tanto avevamo deciso di uscire. – sorrise dolcemente Ornella, schioccando un bacio sulla guancia di ognuno ed allontanandosi verso la porta con suo marito.
- Ah Tefi dolcezza, vieni un secondo qui !! – mi disse, quando aveva ormai già aperto la porta di casa.
- Dimmi Ornella – risposi avvicinandomi a lei.
- Chiama anche Mar, capisco che non sia venuta per non rivederlo, ma credo che gli farà bene. – mi sussurrò ad un orecchio ed io sorrisi.
- Chiamo anche Pedro ??? – le domandai mantenendo un tono di voce basso.
- Si, così almeno si abituano entrambi a vedersi con altre persone accanto. – concluse prima di abbracciarmi ed uscire definitivamente.
Quella donna era davvero unica: provava tanto amore per Mar quasi fosse sua figlia e in effetti un po’ lo era.
I genitori di Mar l’avevano sempre trascurata, così come con Lali, quindi loro si erano ritrovate quasi sempre accanto ad Ornella nei momenti tristi così come in quelli gioiosi della loro vita.
 

MAR’S POV:
- Capisci Mar !!! Peter mi ha detto che vuole mettersi con me !!! –
Ormai era da più di un’ora che stavo stesa sul mio letto sopportando la voce stridula di Lali, la quale saltellava per la stanza urlando.
- Si ho capito, ma vuoi dirmi cosa diamine gli hai risposto ?? –
Adesso aveva 16 anni la stessa età che avevo io quando mi ero messa con Thiago, quindi potevo capire benissimo la sua euforia ed eccitazione, al contrario di lei che non poteva comprendere la mia delusione e tristezza.
- Ovvio che si !!! Poi mi ha preso la mano e… -
- Drin Drin !!! –
Benedetto Iphone !!! Lo avevo sempre odiato, soprattutto perché squillava sempre nel momento in cui stava per succedermi qualcosa di unico e di importante, ma in quella circostanza la mia suoneria era il suono più soave che le mie orecchie potessero udire.
- Pronto Mar, sono Tefi.
Volevo dirti di venire subito a casa Bedoja Aguero, abbiamo organizzato una piccola festa e ah, porta anche Pedro.
Un bacio .-
Disse tutto così velocemente che feci un po’ di fatica a comprendere cosa stava dicendomi, ma subito dopo aver chiuso la chiamata chiamai il mio futuro marito invitandolo e ascoltando subito la sua risposta affermativa.
 
- Amore, come mai hanno organizzato una festa ??? – mi domandò Pedro stringendomi la mano poco prima di entrare nell’abitazione.
- Boh, non hanno mai un motivo preciso per fare baldoria i miei amici.- risi bussando al campanello.
- Hey siete arrivati !!! Prego entrate !! – esclamò Jazmin salutandoci entrambi.
- Tesoro, vado un attimo in bagno. – dissi a Pedro dopo aver salutato tutti, avviandomi verso le scale interne alla casa.
Arrivai al piano di sopra in pochi minuti, e mi sorpresi quando vidi la chiave inserita all’interno della serratura della stanza.
Dopo pochi minuti passati a chiedermi chi ci potesse essere all’interno, sentii il rumore della chiave che girava e vidi una figura di fronte a me, la figura più bella che avessi mai potuto vedere, e che allo stesso tempo speravo di non ritrovarmi mai più davanti.
- Ciao Mar, c.. come stai ?? – mi domandò lui sorpreso di vedermi, ma con un sorriso sulle labbra.
Lo guardai intensamente per alcuni secondi, poi lui pronunciò il mio nome varie volte, credendo forse che fossi in trans.
Non risposi a nessuna delle domande che mi porse per accertarsi che stessi bene, entrai nel bagno sbattendo la porta più forte che potevo, accasciandomi per terra dietro di essa.
Vederlo faceva più male che immaginarlo, perdermi nei suoi occhi color smeraldo era più doloroso che ricordarmi come fosse farlo, sentire la sua voce pronunciare il mio nome era tremendo rispetto a quando succedeva per mezzo di un'altra persona.
Adesso che lo rivedevo capivo che il mio dolore non era infondato, che se piangevo continuamente un motivo c’era.
Avevo perso la cosa che più amassi e che più volessi amare al mondo, e il motivo reale delle mie lacrime è che non ne avevo mai compreso il perché.
 
Piccolo Angolo Di Luce:
Hola !!!! Sono contenta per tutte le recensioni che sta avendo questa storia, e devo dire che me ne sto innamorando sempre di più.
Spero vi piaccia questo capitolo, come vedete qui sono entrati alcuni personaggi come Tacho, Nacho, Simon, Cari, Mel, Jaz e Lali e poi altri importanti per la storia come Luna, e uno dei due protagonisti, nonché mio amore: Thiago.
L’incontro dei Thiaghella non mi fa proprio impazzire, però avranno modo di parlarsi e litigare nei prossimi capitoli.
Recensite, un bacino <3

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Capitolo 6
*** Ferire Nell'Orgoglio ***


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CAPITOLO 5 : FERIRE NELL’ORGOGLIO

 
- Mar dai esci !!! – era la quinta volta che ripeteva quella frase o qualcuna di quel genere, eppure io facevo finta di non ascoltarlo.
Non sarei uscita, e anche se lo avessi fatto non gli avrei certo rivolto la parola.
Solo guardarlo mi faceva stare male, figuriamoci parlarci.
Ma del resto, cosa poteva aspettarsi ???
Che lo abbracciassi dicendogli che mi era mancato ???
Si, mi era mancato ma non per questo gli avrei dato la soddisfazione di sentirselo dire da parte mia.
- Mar !!! – continuò a chiamarmi ed allora persi davvero la pazienza.
- Ma si può sapere che diamine vuoi ??? – urlai con tutta la rabbia che avevo in corpo, mentre la mia voce era ancora rotta dal pianto.
- Voglio sapere come stai, non ci vediamo da due anni… - disse cercando di rimanere calmo, cosa che io non imposi neanche a me stessa e al mio orgoglio ferito, il quale era rimasto zitto per troppo tempo.
- Si certo, a te importa molto di come sto !!! – continuai ad urlare.
- Mar io … - voleva iniziare un discorso forse, ma non gliene diedi il tempo, spalancai la porta e mi posi di fronte a lui, squadrandolo arrabbiata, con gli occhi ancora arrossati per via della lacrime.
- Mar … - mormorò, ma subito lo schernii – Marianella. –
Mi guardò triste, evidentemente non se lo aspettava.
- Anzi … - mi bloccai un attimo asciugando una lacrima che stava per scendere dal mio occhio sinistro – Dimentica il mio nome –
Non lo guardai più, decisi che dovevo farlo per mantenere tutte le mie sanità mentali, mi voltai e camminai giù per le scale, scendendo al piano di sotto.
Come mi aspettavo del resto, lui non mi chiamò più, né accennò al venirmi dietro: rimase immobile senza più sprecare fiato.
Del resto, perché avrebbe dovuto ???
- Mar tesoro sei arrivata !! – sorrise Tefi abbracciandomi, poi lanciò uno sguardo al mio volto, e subito constatò intristita: - Lo hai incontrato. –
Annuii debolmente, quando sentii una mano sulla mia spalla.
 - Hey amore, tutto bene ??? – la voce di Pedro mi calmò leggermente, era così dolce e premuroso che era impossibile non affezionarsi a lui.
- Si, non ti preoccupare. – tentai di rassicurarlo dandogli un leggero bacio a fior di labbra.
Lui mi abbracciò e rimanemmo così per un po’, fino a quando una vocina stridula non interruppe il momento.
- Ah, voi due siete gli unici che mi mancano da conoscere !!! Io sono Luna, piacere !!! – esclamò quella ragazza che era la perfetta raffigurazione di uno zombie, almeno a mio parere.
- Io sono Pedro !! – rispose il mio ragazzo porgendogli la mano.
Stavo per presentarmi anch’io quando Thiago scese le scale, avvicinandosi a noi con aria preoccupata.
- Luna, cosa gli hai detto ??? – domandò alla zombie, quasi questa avesse commesso chissà quale reato.
- Il mio nome !!! – rise la ragazza, poi aggiunse – Ah devo presentare anche te ??? –
Lui fece cenno di no con la testa, ma ella non lo notò presa com’era nel suo discorso.
- Sicuramente già lo conoscete, comunque lui è Thiago Bedoja Aguero, il mio fidanzato !!! – sorrise passandogli un braccio dietro le spalle, gesto che lui contrastò avanzando di qualche passo verso di noi .
Ero stata talmente stupida da non capirlo, come avevo fatto ???
Sapevo che sarebbe arrivato con una ragazza e lei era l’unica che non conoscevo in quella casa.
Forse lo avevo capito e avevo finto di non farlo, forse non volevo soffrire ancora di più di quanto già facessi.
- Ah, mi fa molto piacere per voi !! – sorrise gentile Pedro abbracciandomi.
Sperai mentalmente che non dicesse ciò che stavo pensando, ma voi lo sapete, la fortuna non è mai stata un mio pregio.
- Anche io e Mar siamo fidanzati, diciamo più che fidanzati. – continuò a sorridere, questa volta nella mia direzione.
- E cioè ??? – domandò Thiago infastidito.
Non mi piaceva per niente quel suo atteggiamento: lui poteva stare con lo zombie e io non potevo avere un fidanzato ???
- Tra due mesi ci sposiamo. – sbottai cercando di mostrarmi il più felice possibile, cosa alquanto difficile avendo il suo sguardo puntato su di me.
All’improvviso sentii come se lo avessi colto di sorpresa, come se lui stesse iniziando a provare, almeno per un secondo, un quarto di tutto il dolore che io avevo patito in quei due lunghissimi anni.
- Che bello !!! – squittì la ragazza accanto a lui .
- Magari un giorno anche noi andremo all’altare !!! – si rivolse a Thiago con aria sognante, ma lui non la calcolò molto, tanto era impegnato a sostenere il mio sguardo di pietra.
In quel momento, dopo moltissimo tempo oramai, sentii di essere riuscita a recuperare un frammento, un piccolissimo frammento, di quello che era la vecchia Mar: la Mar ingenua e dolce si, ma anche la Mar isterica, orgogliosa, dal carattere pungente che non si faceva mettere i piedi in testa da niente e da nessuno, che rimaneva fedele alle sue scelte sempre e comunque, e alla quale ne ero certa, nessuno avrebbe mai saputo tenere testa … nessuno tranne lui.
- Non sapete quanto sono contenta per voi !!! Sai, Mar è sempre stata una ragazzina irruente … - disse tutt’ad un tratto, guardando Pedro dritto negli occhi, con un’espressione dura che non gli si addiceva affatto.
Davvero non capivo dove volesse andare a parare, e forse sarebbe stato meglio se non l’avessi mai capito.
- Chissà, forse tu riuscirai a trasformarla in una donna degna di tale nome. – concluse con un sorriso beffardo, mentre la zombie accanto a lui, gli avvolgeva un braccio con il suo, tramite un movimento che poteva apparire dolce e delicato, ma che a me faceva solo venire voglia di vomitare.
E gli avrei vomitato addosso se solo non fossi stata troppo educata per farlo.
Mi aveva ferito nell’orgoglio.
Non gli bastava che io piangessi in continuazione per lui, con lacrime sempre più grandi e più pesanti.
Aveva dovuto togliermi anche l’unica briciola di benessere interiore che ero riuscita a riprendermi con la forza, e questo non gliel’avrei mai perdonato.
Si poteva essere più sadici di così ???
Iniziai a dubitarne fortemente in quel momento, mentre leggevo nei suoi occhi pura soddisfazione.
Non gliel’avrei data vinta, non più.
Non potevo permettergli ancora di farmi stare male, dovevo reagire, e in quel momento come non mai, sentii di averne l’occasione.
- Beh, una donna per essere tale necessita di un uomo al suo fianco, non trovi Luna  ?? – esclamai ad un tratto, ricevendo un gesto complice da parte di questa.
Lessi nei suoi occhi lo stesso lampo di stupore che prima aveva attraversato i miei: non capiva a cosa volessi alludere ed era confuso, cosa che mi fece sentire quanto più sicura di me non ero stata in quest’ultimo periodo.
- Se non sono riuscita a diventarlo fino ad adesso è perché non ho mai avuto un uomo che riuscisse ad essere abbastanza adulto per entrambi. –
Lo guardai e vidi che per la prima volta da quando lo conoscevo, Thiago aveva perso la parola dopo qualcosa che avessi detto io, e non potevo che esserne orgogliosa.
Era sempre riuscito a stendermi con qualche frase maliziosa, sadica e cattiva, ma questa volta l’ultima parola era stata mia, lui non sapeva più come ribattere.
Sorrisi vittoriosa prendendo Pedro per un braccio e trascinandolo dall’altra parte della sala.
 
La serata trascorse piuttosto bene.
Dopo quell’ultima mia frase Thiago e Luna non si fecero più vedere, o almeno quando io ero nei paraggi, lui le prendeva il volto con una mano e la baciava passionalmente.
Probabilmente quello era il suo modo per farmi capire di non aver smontato il muro di pietra indistruttibile che era il suo orgoglio, ma in quel caso, sarebbe davvero stata una caduta di stile da parte sua.
Ogni volta che io e lui avevamo litigato, era sempre riuscito a farmi sentire in colpa, a farmi credere di essere io la stupida della situazione, ma quella volta quei suoi gesti mi fecero solo capire quanto non sapesse più cosa fare per mettermi in difficoltà.
Pensai a lui durante quasi tutto il viaggio di ritorno, mentre Pedro teneva le mani strette sul volante senza rivolgermi la parola.
Ad un certo punto un rumore interruppe il nostro silenzio.
Ma non era la sua voce, né tantomeno la mia.
Il mio Iphone stava vibrando, mentre in tutta l’auto rimbombavano le note del ritornello di Kiss The Girl di Ashley Tislade.
Tefi diceva che era vecchia e che avrei dovuto cambiarla, ma quelle erano le note che avevano accompagnato, sei anni prima, il ballo d’autunno del mio liceo, al quale ero andata con Thiago.
Ricordavo ancora come aveva scherzato con le parole di quella canzone che dicevano di baciare la ragazza, mentre il mio cuore correva la sua maratona personalizzata.
Domandandomi chi potesse chiamarmi a quell’ora, guardai il numero apparso sul display e mi sforzai per credere di stare sognando.
Avevo cancellato il suo numero dalla rubrica, così come tutti i suoi messaggi e chiamate, ma cancellarli dalla mia mente era stato impossibile.
Mi domandai il perché di quella telefonata, mentre la canzone stava quasi per terminare.
- Allora, non rispondi ?? – mi domandò Pedro alquanto spazientito: sapevo che la musica non era proprio la cosa che amasse più in assoluto, ma due secondi ad ascoltarla non gli avrebbero di certo rotto i timpani !!
- No, è solo Caridad, la richiamo da casa. – mentii spudoratamente, sentendomi uno schifo per non avergli detto la verità.
Certo, era solo una stupida chiamata, forse Thiago aveva anche sbagliato a comporre il numero mentre chiamava quella zombie della sua ragazza, però mi dispiaceva mentire a quel ragazzo che tra due mesi sarebbe diventato il mio sposo.
Perché lo sarebbe diventato, di questo ne ero certa.

Piccolo Angolo Di Luce:
Hola !!! Ero convinta di aver pubblicato questo capitolo, invece non è successo.
Vi informo che questo è l'ultimo per questo mese, perchè con la scuola e i vari impegni la continuerò a Giugno, in modo che potrò aggiornare di più e voi recensire di più.
Vi piace la copertina ??? Come vedete ci sono sia Mar e Thiago che tutti i personaggi, anche Lali e Peter di cui più avanti sentirete parlare.
Spero vi piaccia, recensite.
un bacino <3

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Capitolo 7
*** Pronto ??? è Il Destino Che Parla ***


CAPITOLO 6 : PRONTO ??? è IL DESTINO CHE PARLA

 
Un attimo prima ero la protagonista di un bellissimo sogno all’insegna della magia e dell’amore, e un momento dopo, a sbraitare contro quel maledetto Iphone.
Le note di “kiss the girl” suonavano come un lamento nella mia stanza, mentre io con la voce ancora impastata dal sonno, provavo a connettere una telefonata ad una risposta che avrei dovuto dargli.
Allungai il braccio sollevando il telefono dal comodino accanto al mio letto, e con un po’ di fatica a visualizzare i tasti, accettai la chiamata.
- Pronto ??? – domandai con un tono di chi non si capisce se si sia drogato o risvegliato dal coma.
- Hey, ti ho svegliato ??? – domandò il mio interlocutore con voce divertita.
Ma quella voce, quella l’avrei riconosciuta tra mille.
Con le orecchie assonnate o no, con il sole o con la tempesta, la voce di Thiago l’avrei distinta, sempre.
- Si, che vuoi ??? – domandai fredda come un iceberg, o forse di più.
- Non vai all’università il lunedì mattina ??? – continuò lui, non facendo minimo caso al mio tono.
- Ho dato l’ultimo esame il mese scorso, e poi non sono affari tuoi !! – sbraitai.
- Ok ok, calmati !! –
- Mi dici che diamine vuoi Thiago ??? – non riuscivo a parlargli con un tono normale, ormai mi era impossibile.
- Ieri sera non mi hai risposto … - quella frase mi apparve come un rimprovero, ma insomma lui mi tradisce, non si fa sentire per due anni, ed io devo rispondergli al cellulare ???
Non gli avrei risposto neanche quella mattina a dire la verità, peccato che con gli occhi semichiusi non riuscivo a distinguere bene nessun immagine, figuriamoci a mettere insieme le cifre di un numero telefonico !!
- Non ti sei chiesto che forse non avevo la minima intenzione di farlo ??!!! –
Lui sospirò, poi continuò a parlarmi, come se le mie parole non gli avessero fatto male, neanche un po’.
- Perché lo fai ??? – domandò ad un tratto, con un tono che non riuscii a decifrare.
Quella stessa domanda me l’aveva posta Tefi la settimana prima, nel negozio di abiti da sposa, ma era impossibile che lui volesse intendere lo stesso … non ne avrebbe avuto un pretesto .
- Cosa ?? –
- Ti sposi con Pedro. – disse e stavolta ne fui certa, la sua voce era triste.
Non ci pensai un attimo e schiaccia il rosso sulla schermata: non aveva il diritto di pormi quella domanda, non doveva, non poteva.
Chiusi gli occhi di nuovo, ma stavolta non volevo dormire.
Piansi per qualche minuto, o forse di più, fino a quando mi addormentai di nuovo, tra un singhiozzo e uno sbadiglio.
 
A pranzo non toccai cibo, e dovetti sorbirmi gli sguardi preoccupati dei miei genitori fissi su me e quel piatto stracolmo di pasta che avevo davanti.
Per fortuna mia sorella Lali iniziò uno dei suoi soliti discorsi lunghissimi ed alquanto stupidi, distogliendo l’attenzione di mamma e papà da me.
Ma forse quel discorso non era poi tanto stupido, visto che il volto di mio padre cambiò completamente espressione.
- Tu in una discoteca ??? – urlò egli ad un certo punto.
Ed ecco svelato il mistero: Lali voleva andare in discoteca, ma papà non gliel’avrebbe mai permesso, tanto valeva non aprire neanche quella conversazione.
Mia madre,la quale era sempre pronta ad appoggiare me e Lali, prese le difese di mia sorella, tentando di convincere mio padre.
Ma non immaginavo che sarei stata coinvolta anch’io …
- E se ci andasse con Mar ??? –
- Che ??? – domandai scioccata ad un tratto, sputando sul tavolo tutto il contenuto del bicchiere che stavo bevendo.
- Perché no !!! Insomma lei ha 22 anni, saprà badare alla sua sorellina !! – sorrise mia madre.
Mauro Tallarico Rinaldi era famoso per restare sempre fermo nelle sue opinioni, che non avrebbe mai cambiato, neanche sotto tortura.
Ma a quanto pare, colui che viveva in casa mia era una specie di sua fotocopia versione aliena, perché acconsenti subito, ed io mi ritrovai con l’obbligo di accompagnare mia sorella alla discoteca più in vista di Buenos Aires.
 
- Mi devi un favore – ricordai a Lali appena fummo scese dalla macchina.
- Dai Mar !!! Siamo a “La Luz Blanca”, dovresti essere felice !! – esclamò Caridad alla mia destra.
Perché me l’ero portata dietro se non stava neanche dalla mia parte ???
Tefi, Jaz, Mel e Vale dovevano uscire con i propri ragazzi, mentre Nacho era di turno a lavoro e lei era rimasta da sola, e poi anche se era un po’ svampita, le volevo bene.
Del resto, come si poteva non volergliene ???
- Infatti, qualche anno fa ci venivi sempre !! – si lamentò mia sorella, mentre camminavamo verso l’entrata.
- Si … e che serate bollenti !!! – rise Caridad.
I ricordi iniziarono a fluttuare nella mia mente: aveva ragione lei.
Quante volte io e Thiago ci eravamo baciati in quella discoteca, quante volte eravamo finiti da soli su quei divanetti, quanti ragazzi aveva picchiato perché mi guardavano in modo eccessivo ,quante volte mi aveva detto che ero stupenda e che mi amava,
troppe volte ci avevo creduto, pensando che sarebbe rimasto tutto com’era …. Per sempre.
- Hey Mar, andiamo ??? – mi domandò dopo un po’ Lali, risvegliandomi dai miei pensieri.
Annuii e varcammo la soglia del locale.
Era ancora più bello di come lo ricordavo: la sala enorme, il bancone per le bevande, i tavoli per il cibo, e il privè in un angolo.
Stavo contemplando la discoteca, quando Lali mi strinse un braccio così forte, che temevo volesse staccarmelo.
- Guarda !!! Quello lì è Peter !! – urlò nel mio orecchio con un’intensità pari a quella di un cannone, indicando un ragazzo che ballava nella mischia.
Era davvero molto carino: i capelli castani un po’ lunghi, gli occhi marroni, la camicia larga con sotto una t-shirt stretta, il jeans e le scarpette da ginnastica.
- Hm … e quello sarebbe tuo cognato ??? – domandò Caridad estasiata.
Lali annuì sorridendo, alzandosi spasmodicamente sulle punte per ammirare meglio il ragazzo.
- Beh, andiamolo a salutare !! – esclamai, prendendo per mano le due, e trascinandole in direzione di Peter.
Se era il fidanzato di mia sorella, meglio iniziare a fare amicizia, no ???
Ci avvicinammo a lui che subito notò Lali e si allontanò dal gruppo, smettendo di ballare.
- Hey Lali. – esclamò dandole un leggero bacio a stampo.
- Ehm .. Pitt, lei è mia sorella Mar, e lei è Caridad, una sua amica. – gli spiegò un’imbarazzatissima Lali.
- Piacere io sono … - provò a dire lui, ma Cari lo interruppe – Peter, il fidanzato di Lali !! –
Lui sorrise rosso di vergogna mentre si grattava la nuca, poi si rivolse a mia sorella ed esclamò : - S… sei molto bella stasera. –
Ed in effetti lo era: aveva un pantaloncino corto blu, molto corto, una canotta rossa, un paio di scarpe con il tacco rosse, ed i capelli sciolti e con qualche boccolo di tanto in tanto.
- Grazie. – sorrise lei rossa come un peperone – Andiamo a ballare ?? – domandò poco dopo.
Lui annuii, la prese per mano con una dolcezza infinita e, dopo averci salutato, si allontanarono ballando.
- Ah, che carini !! – sospirai guardando Cari che sembrava alquanto pensierosa.
- Sai chi mi ricordano ?? – domandò lei.
Speravo davvero che non stesse per dire ciò che pensavo, ma si sa, non puoi togliere nulla di bocca a Caridad Martina Cuesta.
- Tu e Thiago. – sorrise, ma io non ricambiai affatto.
Sospirai a lungo, pensando a qualcosa da dire per allontanarmi da lì: lei aveva ragione, quei due mi ricordavano troppo i nostri momenti insieme, e questa cosa non mi andava giù per niente.
- Vado un attimo a chiamare Pedro. – esclamai dirigendomi fuori dal locale.
L’aria era gelida e nonostante fossimo a Giugno avrei volentieri indossato un maglione di lana e una sciarpa.
Composi il numero sulla tastiera, ma non feci in tempo a sentire il primo squillo che intravidi due figure scendere da una macchina, due figure troppo a me familiari .
- Ingnacio Perez Alzamendi che ci fai qui ??? non avevi un turno a lavoro ??? – tuonai fuori di me, vedendolo camminare verso l’entrata.
- Ah, ciao Mar. Ehm si, però …. – tentò di giustificarsi lui.
- Però ??? Lo sai che hai una fidanzata e che per giunta lei è qui dentro ??? – urlai.
Lui abbassò lo sguardo, ma io non esitai ad aumentare la dose.
- Le avevi detto che avresti lavorato stasera e ti presenti ad una discoteca piena zeppa di belle ragazze …. Da solo ??? – ormai ero fuori di me.
Aveva già fatto soffrire Tefi, non poteva comportarsi allo stesso modo con Caridad, non se lo meritava.
- Grazie per la considerazione … - mormorò Thiago irritato al suo fianco.
Sospirai scocciata: - Farò finta di non aver sentito. – decretai.
- Mar io volevo solo uscire con un amico stasera, neanche Luna è venuta !!- si lamentò Nacho.
- Per quanto mi riguarda, quella sottospecie di zombie può anche tornarsene da dov’è venuta. – esclamai irritata, poi constatando che Thiago non aveva dato segni di voler parlare per difenderla, continuai – E comunque, se non avessi voluto provarci con nessuna gli avresti detto la verità !!! – urlai.
- Ma … - provò a dire, ma lo bloccai.
- Niente ma !!! Hai già tradito Tefi 6 anni fa, vuoi farlo anche adesso con Caridad ??? – la mia era più un’affermazione che una domanda, a dirla tutta.
- Ma sei anni fa era tutto diverso, sono cambiate tantissime cose !!! Prendi tu e Thiago: stavate insieme ed eravate talmente uniti che se mi avesse detto che vi sareste sposati a 16 e 18 anni vi avrei creduto … E poi ??? Poi lui ti ha tradito e si è messo con Luna,tu con Pedro e tutta la magia che c’era è svanita !!! – disse lui, meno calmo di quanto era di solito.
Le sue parole mi angosciarono terribilmente, e lacrime iniziarono ancora una volta ad accalcarsi sui bordi dei miei occhi nocciola.
- Ne riparliamo, vado un attimo in bagno. – fu l’unica cosa che riuscii a dire, prima di correre dentro.


Piccolo Angolo Di Luce:
Hola !!!! Come vi avevo promesso verso i primi di Maggio, ecco che sono tornata con la storia adesso che è Giugno, in modo da poterla aggiornare di più e che voi possiate recensire di più ... mi raccomando, ci tengo troppo a questa storia e spero che almeno un pochettino ci teniate anche voi.
Un bacino <3

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Capitolo 8
*** Il Tuo Amore Uccide E Poi Si Pente ***


Capitolo 7 : Il Tuo Amore Uccide, E Poi Si Pente

 
Ero chiusa in bagno a piangere, cosa che negli ultimi anni mi era capitata talmente spesso che oramai non ci facevo neanche più caso.
Ad un tratto sentii bussare, e mormorai un “occupato” poco convinto.
Il rumore stavolta si fece più forte, e poi ancora di più, fino a quando furiosa aprii la porta.
- Ho detto occupato !!! – urlai, ma mi bloccai subito vedendo la persona che avevo davanti.
- Nacho è tornato a casa in taxi, non voleva avere problemi, ha detto di chiamarlo appena puoi. – mi disse gentile Thiago.
- Si, lo farò. – risposi, stavo per chiudere la porta quando …
- Perché stai … piangendo ??? – mi domandò lui con voce più dolce di quanto ricordassi potesse avere.
- Non fare come se ti importasse. – dissi triste e con una punta di acidità.
- è così difficile credere che mi importi di te ??? – mi prese per un braccio e rabbrividii al suo tocco.
- Si – schietta, decisa, fredda: proprio come volevo che lui mi vedesse.
Sospirò, poi prese tutta la calma che aveva in corpo e continuò a parlarmi.
- Mar, so che può sembrarti assurdo in questo momento, ma io ci tengo a te, non ho mai smesso di volerti bene, e vederti piangere mi fa stare male, soprattutto dopo ciò che ha detto Nacho. –
Lo guardai sorridendo tristemente e facendo cenno di no con la testa: - No Thiago è qui che ti sbagli, tu non ci tieni a me, non ci hai mai tenuto e questa è una delle poche cose di cui sono certa nella mia vita.
Tu vuoi bene solo alla zombie, ai tuoi genitori, a Rama, ai tuoi amici, e al tuo cane forse ... –
- Non c’è l’ho un cane. –
- Non mi interessa, dillo alla tua Luna, sicuramente te lo regalerà. – feci per chiudere la porta, ma lui la bloccò prendendomi per i fianchi.
Non sarei riuscita a resistere più di un secondo con le sue mani sul mio corpo, gli sarei saltata addosso, oppure avrei ricominciato a piangere afflitta dai ricordi.
Con i polpastrelli di una mano asciugò le lacrime rimaste sulle mie gote, mentre con quelli dell’altra accarezzava il mio bacino coperto solo dalla stoffa di quel vestitino blu un po’ troppo corto per quella situazione.
Ero completamente persa nei suoi occhi, che non mi accorsi neppure del suo avvicinamento, fino a quando non sentii il suo respiro caldo fondersi con il mio, e la sua bocca invitare insistentemente la mia che sembrava volesse cedere da un momento all’altro.
- Non ho mai smesso di amarti Mar. – sussurrò al mio orecchio dolcemente.
Diventai rossa in maniera vergognosa, e poi con tutta la forza di volontà che possedevo, lo spinsi lontano da me facendo leva sul suo petto, che constatai fosse ancora più muscoloso di quanto ricordassi.
Gli lanciai un’ultima occhiata e mormorai: - Non è vero. – poi uscii dal bagno.
 
- Cari chiama Lali , vi aspetto in macchina. – le ordinai appena riuscii a localizzarla tra la mischia.
- Ma come ??? Sono solo le 10. – mi disse questa stranita.
- Ti racconto dopo, ora chiamala !!! – sbottai uscendo dal locale, a metà tra la rabbia ed il pianto.
Frugai nella borsa per circa 10 minuti, quando improvvisamente ricordai di aver dato le chiavi della macchina alla mia amica, quindi mi accomodai sul parabrezza ad aspettarle.
Dopo poco le vidi arrivare, Cari trascinava mia sorella che sbatteva i piedi per terra scocciata, proprio come una bambina.
- Ce l’ho fatta !! – sospirò soddisfatta Cari.
- Mi spieghi perché ce ne dobbiamo andare ?? – sbottò Lali infuriata.
- Ce ne dobbiamo andare e basta !! Sali in macchina. – le ordinai, mentre la mia amica mi porgeva le chiavi dell’auto.
- Ti odio. – mormorò mia sorella credendo forse che non la sentissi.
- Sai che c’è Lali ??? Anch’io mi odio !!
Mi odio perché sono una stupida, perché ho 22 anni e non riesco ancora a controllare le mie emozioni, perchè nonostante siano passati 2 anni e sia successo tutto ciò che è successo io non posso fare a meno di pensare a LUI !!
E ogni volta che lo vedo sento il cuore battere a mille, e prima, mentre voi due eravate in sala a ballare io e lui eravamo in bagno e stavamo per baciarci !!
Mi ha detto che non ha mai smesso di amarmi capisci ??? Capisci cosa significa ???
Ed io stavo anche per crederci !!! – urlai con tutta la voce che avevo in corpo.
- Stupida, stupida, stupida !! – continuai prendendomi la testa tra le mani e scuotendola in avanti e indietro.
- Tu non puoi neanche capire quanto io sia stata e quanto continuo a starci male… lui era tutta la mia vita Lali !! – lasciai stare la mia testa e mi accasciai per terra piangendo a dirotto, tanto se qualcuno mi avesse visto, avrebbe pensato che fossi la solita drogata da discoteca.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare come mi sentissi in quel momento, soprattutto i passanti delle vie notturne di Buenos Aires.
Mia sorella si sedette accanto a me sull’asfalto e mi abbracciò teneramente.
- Perdonami, io non … - sussurrò, ma io la interruppi – Non preoccuparti, so che volevi solo stare con Peter. –
Mi scioccò un bacio sulla guancia, poi mi aiutò a rialzarmi e Caridad mi guardò dolce e triste.
- Calmati Cari, va tutto bene, è stato solo uno sfogo.- la rassicurai.
 
Arrivammo a casa che erano le 10 e mezzo.
Mamma e papà erano partiti da poche ore per Dublino dove sarebbero rimasti una settimana, così io e Lali dopo esserci messe in pigiama, potemmo scendere in cucina a mangiare gelato, come facevamo sempre quando dovevamo raccontarci qualcosa o avevamo semplicemente voglia di chiacchierare.
- Vaniglia o fragola ?? – le domandai prendendo due vaschette di gelato.
- Perché una quando possiamo averne due !! – esclamò ed entrambe ridemmo.
- Allora, è vero ciò che hai urlato di fronte alla discoteca ??? – mi domandò dopo che ci fummo sedute attorno al tavolo.
- Si … - risposi triste, poi sorrisi – Perché non mi racconti tu cosa hai fatto con Peter ??? – la guardai maliziosa.
- Ok … beh, abbiamo ballato, poi mi ha baciato ed io sono salita sulle nuvole !!! E quando sono scesa mi ha chiesto una cosa … -
- Cioè ?? – domandai curiosa.
- Beh, Pitt vorrebbe che io e lui … insomma … hai capito !!!- esclamò imbarazzatissima.
- Ah – sospirai – E tu cosa vuoi fare ??? –
- Non lo so Mar, io lo amo ma non so se sono pronta. A te com’è stato con Thiago ??? –
Mi strinsi nelle spalle: - Chi ti ha detto che è stato con Thiago ?? –
Dai suoi occhi partì uno sguardo ammonitore, poi sospirò.
- Ok, hai ragione. Beh, è stato … magico. – rivolsi gli occhi al cielo con aria sognante.
Quella notte era stata semplice unica, indimenticabile, un tatuaggio che mi era e mi sarebbe rimasto per tutta la vita.
L’alchimia che c’era stata tra noi era divenuta in pochi secondi, la legge di equilibrio dell’universo intero.
Lei ci riflettè un po’ su, poi mi domandò incerta: - Cosa devo fare ???-
Le rivolsi una smorfia nervosa: - Se ti senti pronta …. –
Stava per ribattere quando le note di Kiss The Girl riecheggiarono per la stanza.
- Un minuto !! – esclamai, premendo il tasto per rispondere sul mio Iphone.
- Pronto amore !! –
- Ciao Pedro, come va ??? – domandai cercando di mostrarmi entusiasta all’idea di parlare con lui.
- Non ci sentiamo da ieri !! – mi rimproverò: odiavo quando si comportava in questo modo.
- Hai ragione, stavo per chiamarti, ma ho dovuto accompagnare Lali in discoteca. – strinsi i denti: forse non avrei dovuto dirglielo.
- Cosa ??? Se me lo avessi detto ti avrei accompagnato !! – urlò lui dall’altra parte.
- Calmati ci sono andata con Caridad !!  - lo rassicurai.
- Ah ok, senti volevo farti una domanda .-
- Dimmi. -
- Sai Thiago, il ragazzo dell’altra sera ??? Beh, ho notato che vi guardavate in un modo un po’ strano, quindi volevo chiederti non è che tra voi due c’è stato qualcosa ?? –
Guardai Lali a bocca aperta, sperando vivamente che potesse aiutarmi in qualche modo, ma a quanto pare lei si sentiva stranita ed esposta quanto me, dato che il suo viso aveva assunto un’espressione del tutto identica alla mia.
Se avessi detto la verità a Pedro mi sarei tolta un peso di dosso, ma non avrei più potuto assentarmi con la mente in piena libertà, avrebbe subito capito a cosa, o meglio a chi, stessi pensando.
Però, se gli avessi mentito avrei costruito il mio matrimonio su travi piene di fori, che prima o poi lo avrebbero fatto sprofondare negli abissi .
Esitai un po’ a rispondere, ma alla fine una delle due possibilità mi sembrò migliore dell’altra, quindi presi un respiro profondo e gli parlai cercando di sembrare il più convincente possibile.


                          Piccolo Angolo Di Luce:

Hola !!!! Come va ragazze ??? Lo scorso cappy ha avuto 4 recensioni e voglio ringraziare tutte le ragazze che me le hanno lasciate, e anche quelle che hanno solamente letto o pensato di farlo.
Ora veniamo al capitolo: il titolo è una frase della canzone di Alessandra Amoroso "Niente", io personalmente la adoro e credo che possa rendere bene l'idea che Mar si è fatta del sentimento di Thiago, di cui tratterò meglio nei prossimi cappy.
La scena che preferisco è quella dello sfogo di Mar fuori alla discoteca, e quella in bagno con Thiago.
Come vedete adesso Lali si ritrova ad affrontare lo stesso problema di Mar in "Mi Nena", solo che al contrario della prima che si faceva aiutare da Tefi, lei ha sua sorella.
Bene che dire ?? A presto e spero che mi lasciate molte recensioni.
Un bacino <3

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Capitolo 9
*** Voglio Soltanto Stare Bene ***


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CAPITOLO 8 : VOGLIO SOLTANTO STARE BENE

 
- Non è che tra voi c’è stato qualcosa ?? –
Di me si poteva dire di tutto.
Che rro isterica, superba, vivevo in un piccolo regime dittatoriale, volevo sempre essere al centro dell’attenzione, insomma tutto … ma non che ero una bugiarda.
Non mentivo su questioni importanti, non lo avevo mai fatto .
Le uniche bugie che riuscivo a dire riguardavano la partita di calcio, la lezione di storia…. Insomma, cose del tutto senza importanza.
Ma quella era una cosa importante, c’era di mezzo il mio matrimonio con Pedro e io non avrei certo permesso con il mio passato con Thiago lo mandasse a monte.
Quindi feci la cosa che in quel momento ritenni più giusta.
- Si, siamo stati insieme per 4 anni, ma ci siamo lasciati 2 anni fa, quando lui è partito per andare a studiare a New York. –
Lali mi guardò stupita di quella confessione, ma allo stesso tempo mi fece capire con il suo sguardo che avevo fatto la cosa giusta.
- Ah va bene, ora vado a dormire, un bacio – mi disse lui e poi, senza ascoltare la mia risposta, chiuse la chiamata.
Lali mi si avvicinò e prendendomi la mano sussurrò: - Hai fatto bene –
La abbracciai contenta di avere una sorella come lei, che mi supportasse in tutto ciò che facevo.
 
La mattina seguente mi svegliai con un solo pensiero: andare a parlare con Nacho.
Quindi indossai alla svelta un jeans corto e una canotta e mi avviai verso casa sua.
La villa Perez Alzamendi era stupenda da fuori, così come lo era da dentro: piena zeppa di mobili di legno laccato costosissimi, di specchi con incastonati dei brillanti, di pezzi da collezione del 1800.
Nonostante questo però, entrare nella camera di Nacho era come entrare nel futuro, con tutti quegli elementi moderni e tecnologie di ultima generazione.
Ed io mi trovavo proprio lì, in quel mondo del futuro, a dover affrontare un discorso che però riguardasse il presente ed il passato.
Il passato del mio amico non era stato dei migliori, e pertanto non volevo che il suo presente prendesse la stessa piega, condizionando poi il suo possibile futuro.
Perciò presi coraggio ed iniziai a parlargli.
- Nacho ascoltami, Caridad ti ama davvero e questo non ce bisogno che te lo dica io, perché sai da quanto tempo ti viene dietro e cosa farebbe solo perché tu le prestassi un minimo di tutte le attenzioni che presta lei a te.
Io adesso non so se tu la ami, fino a ieri ne ero sicura, ma adesso non più.
Perché se tu l’avessi amata davvero non saresti andato in quella discoteca mentendole con la scusa del dover andare a lavorare.
Però io non ti sto dicendo che devi amarla e comportarti bene per forza, se vuoi continuare a cambiare ragazza ogni giorno, a fare lo stupido in discoteca con chiunque ti capiti a tiro, io non posso fermarti.
Però posso impedirti di fare del male ad una persona che non se lo merita, e che tra’altro, è una persona a cui io tengo tantissimo e non voglio vederla stare male.
Ieri ho tirato in ballo anche Tefi, ma a pensarci la situazione di 6 anni fa è diversa da quella di oggi.
Perché Tefi aveva Luca che le andava dietro, aveva Luca che l’avrebbe amata dopo il tuo tradimento, forse lei non era così leale come non lo eri neanche tu.
Ma Caridad non ha nessun’altro, tu la conosci e sai benissimo che non è una di quelle che tengono il piede in più scarpe, lei è la persona più ingenua e vera che io conosca,ed è proprio per questo che ti chiedo un po’ di schiettezza: se la ami allora continua a  starci insieme, ma se non è così allora lasciala in pace per sempre. –
All’inizio mi era sembrato difficile, ma poi le parole erano uscite da sole, senza che avessi dovuto pensarci più di tanto.
Ero seduta sul letto accanto a lui, che adesso mi guardava stupito.
Mi voltai e probabilmente lo rassicurai con il mio sguardo, dato che sospirò e poi iniziò a parlare anche lui.
- Mar io non so come fai a parlare in modo così saggio, perché come me hai anche tu 22 anni, ma sembri averne già 40.
Non sono sicuro di amare Cari, perché tu mi conosci, io non sono tipo da relazioni serie, l’ho già provato a me stesso più di una volta.
Solo che a lei voglio bene sul serio e non voglio farla stare male, quindi credo sia meglio lasciarla in pace … -
Per un attimo mi sembrò di vedere i suoi occhi velarsi di lacrime, ma subito dopo si passò una mano davanti ad essi e cambiò discorso : - E tu ?? –
- Ed io cosa ?? – domandai stranita.
- Andiamo Mar ho visto ieri come guardavi Thiago … non lo hai dimenticato, vero ?? –
Se c’era una cosa che avevo sempre amato di Nacho era la sua schiettezza: non aveva paura di dire cosa pensasse davvero, e non rimaneva mai con la bocca chiusa.
Però in quella circostanza, avrei preferito volentieri che come Rama, contasse fino a venti prima di aprire bocca.
- No, ti sbagli. Thiago fa parte del mio passato, e non ho la minima intensione di farlo rientrare nella mia vita. – mormorai abbassando lo sguardo.
- Oh andiamo Mar !! Ti conosco da una vita e so per certo che tu non potrai dimenticarlo.
 Tu ami lui e non Pedro.-
Mi alzai in piedi infuriata: non poteva dare per scontato che non avrei mai dimenticato Thiago, anche se in realtà era così: doveva essere una scelta mia e non una cosa ovvia.
Ma a quanto pare non era così difficile guardare al mio cuore e alla mia anima.
- Io credo che sei tu gli parlassi … -  ma non lo feci finire perché subito tuonai.
- Basta Nacho !!-
Presi un respiro profondo, che ormai mi era indispensabile per parlare, e poi continuai:  - Thiago mi ha uccisa una volta e non posso permettere che ciò accada di nuovo.
Forse hai ragione tu, anzi sicuramente: io lo amo ancora e non smetterò mai di farlo, ma il dolore che provo che ancora troppo grande.
Perché quando tu ti fidi ciecamente di una persona, e gli regali la tua anima, se ti ritorna indietro in mille pezzi, sei consapevole che non riuscirai mai a ricomporla.
Io non permetterò che lui mi prenda in giro un’altra volta, tantomeno adesso che sta con la zombie, io mi sposerò con Pedro perché è questo che voglio ora. –
Credevo che non avrebbe più ribattuto, ma avevo sottovalutato lo spirito contraddittorio di Nacho Perez Alzamendi.
- Mar non puoi andare contro ciò che il destino ha deciso per te, se Thiago è tornato ci sarà un motivo .-
Ma non mi interessava se ci fosse o no un motivo, l’unica cosa che volevo in quel momento era chiudere quella conversazione al più presto, per evitare di scoppiare ancora una volta in lacrime.
- Ma è così sbagliato cercare di essere felice ?? io voglio soltanto qualcuno che mi faccia stare bene, sono stanca di disperarmi per un ragazzo che ormai mi ha dimenticata.
Ho bisogno di qualcuno con cui ridere e non di qualcuno per cui piangere.
Ne ho abbastanza di Thiago e della sua bellezza che mi abbaglia, dei suoi occhi nei quali perdermi, delle sue labbra che mi attraggono a calamita, del suo essere inspiegabilmente sexy in qualunque cosa fa.
Adesso io ho Pedro, che non mi attrae fisicamente neanche la metà di quanto faccia Thiago,  ma che mi ama sul serio, che non mi farebbe mai soffrire e che mi fa stare bene.
Chiedo soltanto questo. –
 

Piccolo Angolo Di Luce:
Hola !! Che ne pensate ?? Non è che mi faccia proprio impazzire, dato che non c’è neancheThiago, però la parte della chiacchierata con Nacho mi piace.
Mar ha riconosciuto che ama ancora Thiago, ma che non può lasciarsi andare con lui perché sa che la farà soffrire … cosa credete che succederà adesso ??
A presto, un bacino <3

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Capitolo 10
*** "Cose" Importanti ***


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CAPITOLO 9 : “COSE” IMPORTANTI
 

Dopo le mie ultime parole riguardo quella questione, io e Nacho cambiammo letteralmente argomento, trovandoci a conversare di partite di calcio, di pasta al sugo – che tra l’altro lui aveva cucinato benissimo quel pomeriggio – e della gara di pattinaggio per la classificazione alle regionali che si sarebbe tenuta da lì a più o meno 3 settimane.
Non menzionammo più né Caridad, né Thiago, e fui davvero sorpresa dallo scoprire che chiacchierare con Nacho non era poi così male.
Eravamo entrambi sul divano a guardare un film, quando le note di Kiss The Girl ci distrassero del tutto.
- Io me la ricordo questa canzone, ma quando ….??  – non gli feci finire il suo ragionamento mentale, che risposi facendogli cenno con la mano di stare zitto.
- Pronto ??-
- Ciao Mar, sono Elisa ricordi ?? La proprietaria della pista di pattinaggio “Angeles Blancos”. Volevo sapere se oggi venivi ad allenarti, perché sai io sto per chiudere … -
- Ah si Ely perdonami me ne era completamente dimenticata !! Arrivo subito !! – scioccai un bacio sulla guancia a Nacho, e poi mi catapultai in macchina sperando che avesse ascoltato la conversazione e che avesse dunque capito il perché me ne ero andata in quel modo.
 
Dopo due ore di allenamenti dovevo ammettere di essere piuttosto stanca, e il mio corpo ridotto ad una spugna di sudore ne era l’inconfutabile prova.
Era stato davvero molto duro rimettermi alla pari con gli esercizi che avrei dovuto presentare alla gara, dopo 2 anni di astinenza dal pattinaggio sul ghiaccio, eppure il risultato che avevo ottenuto era abbastanza … soddisfacente.
Avrei dovuto preparare 3 esercizi: 1 era praticamente una danza classica sui pattini, un altro riguardava tutte le “acrobazie” – come amava definirle Tefi- che si potevano fare in pista, e l’ultimo era un esercizio libero, che ognuno avrebbe potuto montare a suo piacimento con una musica di sottofondo.
Con i primi due sembravo già aver familiarizzato, mentre le acque del terzo erano per me ancora inesplorate.
Quindi poggiai l’Iphone sul bordo della pista, facendo partire a tutto volume le note di Kiss The Girl nella sala: anche se mi faceva male ascoltare quella canzone, ricordare lui che mi osservava mentre volteggiavo su quella pista mi dava una scarica di adrenalina enorme, l’unica cosa capace di farmi muovere in quelle circostanze.
Iniziai a farmi trasportare dalle note della prima strofa, e proprio quando arrivò il momento del ritornello, azzardai un salto che fino a qualche giorno prima avevo temuto di non riuscire più ad eseguire.
- Me la ricordo questa canzone … - sussurrò una voce fin troppo a me familiare.
E fu proprio quel sussurro a far diventare realtà il mio incubo: cadere sul ghiaccio della pista  come una stupida bambina alle prime armi.
Imprecai più volte contro me stessa, mentre il corpo – unico, bellissimo, invidiabile corpo – da cui proveniva quella voce avanzava verso di me entrando in pista, nonostante le scarpe da ginnastica ai piedi.
- Ti sei fatta male ?? – mi domandò con un tono di voce dolce, troppo per quanto sarei riuscita a sopportare da lui.
- Che ci fai qui ??? – chiesi con tono del tutto opposto al suo: ero fredda come un ghiacciolo e parecchio scocciata dalla sua presenza, o almeno così appariva.
- Io … ma stai sanguinando !! – esclamò Thiago osservando la mia gamba, ma a me non importava minimamente se mi fossi rotta un osso o altro, volevo solo che mi rispondesse e credo che il mio sguardo bastò per farglielo comprendere in modo più che chiaro.
- Passavo di qui per caso … - sostenne con un tono che sembrava voler dire non vedevo l’ora di vederti.
- Si, ed io sono alta e bionda !! – esclamai stizzita.
Probabilmente fu solo per rispetto nei miei confronti che soffocò la risata, la quale stava per fuoriuscire dalle sue labbra … stupende, morbide, magnetiche labbra.
- Vieni, ti curo la gamba e poi ne parliamo. – ammiccò leggermente prendendomi per mano e facendomi percorrere la schiena da una scarica elettrica parecchio forte … da quanto tempo la sua pelle non sfiorava la mia ??
Da quanto tempo il mio corpo aveva desiderato ardentemente anche solo quel semplice contatto ???
Mi fece distendere sugli spalti della pista obbligandomi a stare ferma, mentre andava a cercare nell’infermeria qualcosa per medicarmi.
Mi faceva ridere l’idea che lui si stesse immedesimando nel ruolo di dottore, ma la risata fece per soffocarmi quando pensai che lo sarebbe diventato presto, per quello era andato a New York, per quello si era allontanato da me partendo per quella stupida città di bugie e tradimenti.
E all’improvviso la professione di dottore mi sembrò la più scomoda che potesse toccargli.
- Eccomi !! – esultò vittorioso tornando con in mano un pezzo di ovatta, una garza e un tubetto di acqua ossigenata … davvero originale come medicazione.
Si sedette accanto a me – ufficialmente, accanto alla mia gamba sanguinante – ed io mi alzai sui gomiti per poterlo osservare meglio.
Mossa sbagliata … non mi persi nemmeno un secondo della sua “opera”: da quanto aveva aperto di tubetto incerto, quando aveva tamponato con l’ovatta bagnata la mia ferita, quando dolcemente ci aveva riposto sopra la garza per fasciarla … e tutto nella maniera più bella e sexy che potesse trovare.
- Allora, come ti sembro in qualità di dottore ?? – mi domandò una volta concluso il tutto, con un sorrisetto speranzoso sulle labbra.
Alzai gli occhi al cielo e poi li abbassai verso la pista cercando di non incrociare il suo sguardo: - Il minimo che si possa trovare dopo una caduta per colpa tua !! – lo schernii, lasciandolo alquanto sorpreso.
- Colpa mia ?? – domandò ironico dopo essersi ripreso – Non sei forse tu che sei un po’, come dire … sbadata ?? –
- Io sbadata !! Ma se è stato il tuo sussurro a portarmi in una dimensione fatta solo di te e di tutti i motivi per cui continuo ad amarti nonostante tutto ?? –urlai dentro di me, facendomi quasi sanguinare le labbra a morsi nel tentativo di non far fuoriuscire da esse quelle parole così vere, e così sbagliate.
- Hey lascia stare la tua bocca, che quella non te la curo con dell’acqua ossigenata !! – sorrise malizioso.
Solo quando compresi il vero senso della frase, sbottai scocciata: - Sei un idiota !! –
Lui mi guardò negli occhi, ma non come aveva fatto precedentemente: questa volta il suo sguardo era serio, duro … da uomo.
- Si, lo sono. E per colpa di questo ho perso la cosa più importante che mi fosse capitata nella vita. –
Non fu il mio povero cuore innamorato a dedurre che stava alludendo a me, quello ormai era già partito per la sua maratona personale; ad elaborare quel pensiero fu il mio cervello, l’unico che in quei due anni mi avesse dato la forza di provare a dimenticarlo.
Il suo sguardo era ancora puntato verso di me, che mi mordicchiavo il labbro inferiore cercando di formulare almeno un pensiero concreto.
Nel frattempo, vidi il suo volto sempre più vicino: si muoveva lentamente, quasi avesse paura di un mio possibile rifiuto … e del resto, come biasimarlo.
Volevo quel bacio più di ogni altra cosa al mondo: volevo sentire le sue labbra sulle mie, i nostri respiri fondersi, il battito accelerato del suo cuore, il suo sapore mischiarsi con il mio, volevo abbracciarlo, baciarlo e stringerlo a me fino a quando non ne avessi avuto più la forza.
Ma un minimo di dignità l’avevo ancora: non avrei permesso che si prendesse gioco di me … di nuovo.
Non ero un oggetto che poteva prendere e utilizzare fino a quando non ne trovava uno migliore, non poteva tornare da me dopo ciò che mi aveva fatto, soprattutto considerando che c’erano Pedro e Luna di mezzo.
Proprio per rispetto -forse più verso me e Pedro che verso la zombie- mi alzai di scatto, con la gamba ancora dolorante e lo guardai intensamente: - Di cose importanti ce ne sono molte, troppe. Vedrai che ne troverai un’altra che ti sembrerà essenziale e in confronto quella di prima era solo uno sfizio… o forse l’hai già trovata.-
E detto questo scesi gli scalini avviandomi verso gli spogliatoi, ancora un po’ zoppicante.
Chi va con lo zoppo, impara a zoppicare … lo diceva sempre mio nonno, e proprio così era stato.
A furia di vedere gli altri soffrire e consolarli con film romantici, fazzolettini e gelati alla vaniglia, avevo “imparato” a soffrire anch’io, e si poteva dire che avevo del tutto superato i miei maestri. 
- Aspetta –
Sentire quell’unica parola, pronunciata da lui mi fece immobilizzare del tutto sull’ultimo gradino delle scalinate che conducevano agli spogliatoi.
Mi voltai verso Thiago sperando vivamente che tutto fosse soltanto un incubo e di potermi risvegliare, un giorno, trovandomi accoccolata tra le sue braccia sul divano di casa Bedoja Aguero.
Inarcai il sopracciglio ponendogli una muta domanda a cui non rispose subito: sembrava voler prima formulare bene il pensiero.
Alla fine emise solo un sussurro, guardandomi dolce e allo stesso tempo sicuro, come non lo era mai stato fino a quel momento.
 - Non c’è niente di più importante di te. -

 
Piccolo Angolo di Luce:
Hola !!! Inizio dicendo che ho postato un capitolo che non mi convince in modo particolare, ma che non ritengo neanche uno schifo, insomma non è esattamente come lo immaginavo, ma può andare … diciamo pure che in questo periodo la mia confusione raggiunge livelli stellari.
Comunque sia, le frasi in blu sono –ovviamente- quelle a cui volevo dare maggiore importanza, e – di nuovo ovviamente- sono pronunciate da Thiago <3
Kiss The Girl … diciamo che Mar è un tantino ossessionata da quella canzone, ma non se so se ricordate, che è stata sottofondo del ballo d’autunno al quale è andata con Thiago in Mi Nena, di conseguenza la considera la loro canzone…
Che ne pensate dell’atteggiamento del Bedoja ??? E di Mar ???
Cosa succederà nel prossimo capitolo secondo voi ??
Attendo le vostre recensioni, grazie a chi le ha lasciate per lo scorso cappy, e a chi ha intenzione di lasciarne a questo.
Un bacino <3
 
PS: Ho intenzione di scrivere una storia nella sezione Romantico … voi mi seguireste anche li ???

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Capitolo 11
*** Le Tue Labbra ***


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CAPITOLO 10 : LE TUE LABBRA

 
- Non c’è niente di più importante di te. –
Non riuscii a comprendere a pieno il senso di quella frase, o almeno non ci riuscii fino a quando ritrovai il corpo di Thiago a pochi cm dal mio.
Guardarlo era una delle cose più belle che conoscessi: i suoi occhi verdi o marroni a seconda della luce, i suoi capelli scompigliati del colore del cioccolato, i muscoli messi in evidenza dalla t-shirt attillata che indossava, e le sue labbra … le sue labbra erano qualcosa di straordinario: rosee, carnose e magnetiche, che mi attraevano come una calamita.
Era così bello che stentavo ancora a credere come un tempo potesse essere stato mio, mentre mi risultava ovvio averlo perso: lui non avrebbe potuto appartenermi, era troppo per me.
- Mar … - sussurrò al mio orecchio con voce roca e tremendamente suadente.
Con le nocche di una mano mi accarezzò dolcemente il viso, mentre io lo guardavo con le labbra dischiuse, incapace di compiere alcun movimento.
Lo amavo, lo amavo da morire, ed averlo così vicino non mi aiutava per niente a far funzionare i pochi neuroni che mi erano rimasti.
- T.. Thiago io …  - boccheggiai per alcuni secondi, le labbra che mi tremavano, e il cuore che batteva all’impazzata quasi volesse uscire dal petto e fondersi con quello del ragazzo di fronte a me.
Puntò i suoi smeraldi nei miei occhi, e allora io non potei fare altro che perdermi al loro interno, cosa che ormai mi risultava fin troppo semplice e dolorosa.
Rimanemmo così per un tempo che a me sembrò lunghissimo, fino a quando lui annullò definitivamente la distanza tra i nostri corpi posando le sue labbra sulle mie in modo dolce e leggero.
A quel punto mi lasciai andare completamente, dischiusi le labbra e permisi alla sua lingua di entrare e di cercare, correre e giocare con la mia.
I nostri sapori vennero uno al contatto con l’altro, e rincontrarlo dopo tanto tempo, scoprendo che non era cambiato affatto fu una sensazione tremendamente appagante.
Thiago fece scendere le sue mani dalle mie guancie ai miei fianchi, cingendoli come solo lui sapeva fare, stringendomi e facendomi sentire protetta tra le sue braccia … un’altra volta.
Le mie di braccia invece, avvolsero il suo collo in modo possessivo, mentre le mie mani si insinuavano tra i suoi capelli stringendoli, facendo il modo che il suo corpo non potesse più allontanarsi dal mio, e soprattutto … che lui non potesse più allontanarsi da me.
Lanciai un’occhiata alla pista di pattinaggio, e in attimo mi tornarono alla mente le immagini del nostro primo bacio.
 

Con una mano mi spostò di lato il ciuffo e mi accarezzò la guancia , mentre posava le sue labbra sulle mie .

Mi sentivo così strana e così felice : lui voleva baciarmi , lo voleva sul serio e stava iniziando a farlo con una dolcezza di cui , non pensavo fosse capace .

La sua lingua si insinuò tra le mie labbra , e la mia , più timida e impacciata fece un po’ di fatica a presentarsi , ma lui rese tutto più semplice .

Ormai ero rimasta senza fiato , ma non avrei mai fatto niente per annullare quel dolce contatto che si era creato tra le nostre labbra : era la cosa più bella che mi fosse mai successa in vita mia , e non ero per nulla esagerata .

Pultroppo però , anche lui doveva aver esaurito le forze , perché si staccò delicatamente da me e mi guardò compiaciuto .

- Woo …. – riuscii solo a dire .

 

Sei anni fa, quello era stato il bacio più dolce che avessi mai ricevuto fino a quel momento, pieno di un sentimento che non credevo lui potesse provare nei miei confronti.

Quello di adesso era l’opposto: un bacio passionale, ricco di desiderio, nostalgico, che desiderava solo rinnovare il sentimento che entrambi eravamo consapevoli di provare.

Dopo un po’ le nostre labbra si lasciarono definitivamente, ma il suo corpo continuava ad essere estremamente vicino al mio e non sembrava avere intenzione di allontanarsi.

- Quanto mi sono mancate le tue labbra … - sospirò dopo aver ripreso fiato.
Sentivo il sangue affluire in direzione delle mie guancie, ma in quel momento niente mi importava, desideravo soltanto rimanere tra le sue braccia per sempre.
Con una mano mi accarezzò i capelli, mentre con l’altra stringeva il mio bacino avvicinandomi a lui in modo impressionante, quasi a fonderci in un unico corpo.
- I tuoi capelli … - sospirò ancora.
- I tuoi occhi … -
- Le tue guancie arrossate … - sorrise dolcemente, mentre io mi sentivo tremendamente in imbarazzo.
- So di averti fatto del male Mar, però io … - non lo lasciai finire, che velocemente mi appropriai delle sue labbra e insieme alle mie le resi partecipi di un bacio destinato a non trovare mai una fine.
Non mi importava delle sue motivazioni, non mi importava delle sue scuse, non mi importava se mi aveva fatto del male, se mi aveva ingannata, uccisa, afflitta .
Dopo aver ritrovato il suo sapore, dopo aver sentito il suo corpo a così stretto contatto con il mio, improvvisamente non mi importava più di niente, avevo smesso di essere la donna preoccupata, ansiosa e dalla lacrima facile che ero diventata, ed ero ornata ad essere la ragazzina innamorata, spensierata e senza paura che ero un tempo.
Solo per un attimo, solo grazie a quel bacio, a quella pista di pattinaggio così familiare, alle sue labbra così calde, invitanti, morbide ed esperte, alle sue braccia possessive e allo stesso tempo dolci, ero tornata in un mondo dove esistevamo solo io e lui, e dove in quei due anni trascorsi a piangere, avevo desiderato essere in ogni secondo.
Si staccò da me solo dopo aver perso definitivamente tutto il fiato che aveva in corpo, e mi guardò stranito, stupito e desideroso allo stesso tempo, come se amasse da morire quella situazione e volesse prolungarla in eterno, ma allo stesso tempo sentisse la necessità di un chiarimento completo prima di continuare.
Io riacquistai quel poco di lucidità di cui necessitavo per rendermi conto di quanto fosse assolutamente sbagliata quella situazione, solo quando le sue labbra invitarono ancora una volta le mie a compiere quella magnifica danza.
Feci leva sul suo petto - rabbrividendo nel sentire i suoi muscoli contrarsi al mio tocco - e mi staccai bruscamente da lui, che ancora una volta rimase stupito dal mio gesto.
Lo guardai come un ragazzo che arriva terzo ad una gara guarda la medaglia d’oro: con voglia, desiderio, rammarico e consapevolezza che quella non gli appartiene, e che se una volta aveva ha la possibilità di guadagnare, oramai l’ha sprecata.
- I… io non posso e n… neanche tu puoi. – cercai di essere convincente, ma la mia voce tremolante e le parole che mi uscivano a pezzetti non contribuivano affatto a farmi riuscire nel mio intento.
- Devo tornare da Pedro e tu dalla zombie: il nostro posto non è questo, non più. – pronunciare quella frase, in particolar modo le ultime due parole, mi provocò una dolorosa fitta nel petto: perché una cosa era sentire vere quelle parole e conservarle nella propria mente, ma condividerle con il diretto interessato significava renderle autentiche a tutti gli effetti, smontando qualunque tentativo di credere che non fosse così.
Feci per andarmene, per evitare di scoppiare in lacrime davanti a lui, ma mi bloccò per il polso guardandomi con un’espressione che non avevo mai visto comparire sul suo bellissimo volto: era dispiaciuto, consapevole, triste, angosciato.
Mi faceva male vederlo in quello stato, ma non potevo fare a meno di pensare che dopo avermi fatto stare così per due interi anni, meritasse di provare almeno la metà dei sentimenti che aveva provato io.
- Mar, io non posso perderti, non un’altra volta. –
Lo guardai seria e decisa, ritornando ad essere la donna fredda e pungente che quel bacio avevo del tutto cancellato: - Quel che è fatto è fatto, Thiago. –
E detto questo scesi definitivamente nello spogliatoio, consapevole di essermi lasciata alle spalle quello che era il mio passato, ma che allo stesso tempo volevo fosse anche il mio presente ed il mio futuro.

 

Piccolo Angolo Di Luce :

Hola !!! Se devo dire la verità sono un po’ delusa: lo scorso capitolo ha avuto soltanto 2 recensioni, e dopo essermi impegnata molto per scriverlo devo ammettere che non è stato per nulla soddisfacente.
Spero che questo ne ottenga di più, perché altrimenti non so se continuerò la storia: sono una persona tremendamente perfezionista, tendo a riscrivere i capitoli più volte, e nel momento in cui non ricevo segnale di apprezzamento o meno, non posso fare a meno di scoraggiarmi.
Comunque sia, questo capitolo mi piace molto: non tanto per la piega che ha preso la situazione, che è alquanto triste e malinconica, ma per come è scritto … ne sono davvero soddisfatta.
Inoltre, volevo avvisarvi che da questo capitolo in poi, tutte coloro che recensiranno avranno uno spoiler sul prossimo capitolo … quindi, mi auguro che recensiate in tante.
Un bacino <3

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Capitolo 12
*** El Gaucho Y La Paisa ***


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Capitolo 11 : El Gaucho Y La Paisa

 
Pov Caridad:
Due sono le cose fondamentali nell’esistenza di una donna.
Numero 1: Saper ballare la quadriglia.
Numero 2: Amare un solo cowboy che ami soltanto te.
Ed è proprio con queste due regole che sono cresciuta nella mia amata campagna, all’insegna di esse ho scoperto cosa significa davvero essere una donna, e come tale farsi rispettare, desiderare e amare.
Per quanto riguarda la quadriglia, potevo dire di esserne la regina ormai: da piccola mia madre mi faceva esercitare spesso assieme a lei, per poi esibirci nelle piazze del paese … erano momenti magici.
E per la questione del cowboy invece … devo ammettere che in mio Nachito non era proprio tutto zappa e cavallo da sellare, ma se la cavava come mio cowboy.
E poi ero certa che man mano sarebbe migliorato, chissà magari un giorno sarebbe diventato un grande fantino, oppure un coltivatore di arance nel giardino della nostra immensa villa !!
Due tintinnii e poi una voce metallica: - Un nuovo messaggio !!! –
Mi diressi verso il mio cellulare appoggiato sulla mensola della cucina, e subito lessi il messaggio inviatomi dal mio Nacho.
Beh, in realtà ci misi un po’ ad aprirlo per via di quello stupido affare metallico, ma alla fine la scritta illuminata dal display fu molto chiara :
“ Dobbiamo vederci, ora.
Vieni al parco.
               Nacho “
Due frasi sconnesse ma parecchio inquietanti almeno a mio parere: i messaggi di Nacho erano sempre lunghissimi, e terminavano con “un bacio” oppure “non vedo l’ora di vederti” … cosa c’era di diverso in quello ???
Cercai di non farmi inutili paranoie come faceva sempre Mar, e mi avviai verso il parco con un sorriso mantenuto a stento in volto.
 
Pov Nacho:
La chiacchierata con Mar mi era servita a molto: adesso sapevo cosa avrei dovuto fare e che avrei fatto, anche se a malincuore.
Tenevo a Caridad come non avevo mai tenuto a nessuna ragazza in vita mia, neanche a Tefi con cui ero stato per più di 6 anni, e non volevo che soffrisse, soprattutto a causa mia.
Perciò avrei fatto il modo che lei mi odiasse a tal punto, che il dolore per l’avermi perso fosse ormai nullo … era la cosa più giusta, anche se significava perderla per sempre, senza avere più la possibilità di riaverla.
Ero al parco con Pamela, una vecchia amica di Tefi e Melody , e stavo aspettando il suo arrivo.
- Allora guanciotte, cosa dovevi dirmi ??? – mi domandò questa squittendo come una gallina e portando una mano sulla mia guancia.
Odiavo che qualcuno usasse quel soprannome e che giocasse con le sue mani sul mio volto, solo LEI poteva farlo, e sempre avrebbe potuto.
- Aspetta un secondo tesoro. – accennai ad un sorriso malizioso che a me pareva più una smorfia, ma lei sembrò intenderla come volevo e sorrise di rimando.
In lontananza vidi arrivare Caridad: indossava un abitino di jeans abbastanza lungo, ed era piuttosto goffa mentre si sbracciava per farsi vedere da me che fingevo di non notarla.
Deglutii pesantemente e mi avvicinai a Pamela più di quanto dovessi: ero pronto per mettere in atto il mio piano, dovevo farlo per Caridad e per la sua felicità, ormai non potevo più tirarmi indietro.
Presi il volto di Pame tra le mie mani e la baciai.
Non provai nulla: trasporto, eccitazione, emozioni varie … nulla, solo disgusto e consapevolezza di essere la persona più codarda di questo mondo.
L’idea di parlare con LEI e di vederla piangere mi provocava tanta di quella paura, che avevo preferito farle capire il tutto da sola, evitando discorsi che avevo paura di mettere in scena … ero semplicemente patetico.
 
Pov Caridad:
Non ci potevo ancora credere.
Nacho, il mio cowboy, il ragazzo a cui avevo donato tutto il mio amore, l’uomo che sognavo di sposare un giorno … mi aveva inviato un messaggio per invitarmi a vedere il modo disgustoso in cui mi tradiva.
Ma perché ??
Io e lui stavamo così bene insieme, ci amavamo e lui mi faceva sentire una principessa tra le sue braccia.
In quei due anni che eravamo stati insieme gli avevo donato tutto: il mio cuore, la mia anima, il mio corpo … gli avevo donato me stessa, ricevendo in cambio solo quella tremenda bastonata.
Ma forse ero io l’ingenua che si faceva trattare male da tutti, ero io che avevo creduto in quel rapporto, quando lui magari non faceva altro che prendermi in giro.
Corsi via da quello spettacolo orrendo e mi rifugiai sotto un albero il più lontano possibile da lui e da quella sgualdrina.
E come se fossero state invitate, le lacrime iniziarono a rigarmi il viso e a scendere impetuose, senza che io facessi assolutamente nulla per fermarle.
Perché un’altra delle regole fondamentali per una donna di campagna era lasciare liberi i propri sentimenti: non ci si può imporre quando ridere e quando piangere, se hai voglia di ridere devi farlo fino a quando ti farà male la pancia dal dolore, e se vuoi piangere devi farlo fino a quando non sarai completamente bagnata.
Presi di getto il mio cellulare dalla tasca dello zainetto ed inviai un messaggio all’unica persona che in quel momento avrebbe potuto capirmi.
“ Ciao Mar, sono io.
Voglio chiederti scusa per non esserti stata accanto due anni fa, dopo il tradimento di Thiago.
So che è tardi, ma solo oggi mi sono resa veramente conto di cosa significa che la persona che scegli per starti accanto ed occuparsi di te, ti sbatta in faccia che di te e della tua fiducia non gliene importa niente.
Oggi lo so perché Nacho ha fatto lo stesso con me: sono stravolta e ho solo voglia di piangere all’infinito … stasera un lacrime party non ce lo toglie nessuno, tu poi devi ancora raccontarmi di come sono andate le prove per le gara.
Ti chiamo più tardi, scusami ancora.
Ti voglio bene davvero, non come i ragazzi che te lo dicono solo per farti sentire amata, quando in realtà non lo sei.
                                                             Caridad “
Appoggiai poco delicatamente l’aggeggio elettronico sul prato, sperando vivamente che Mar mi avrebbe risposto al più presto: in quel momento lei era l’unica persona a cui sentivo di potermi rivolgere, lei ne aveva in abbondanza di belle parole per confortare ragazze tradite, visto che quando si era trovata lei in quella situazione, provava sempre a tirarsi su con qualche discorso inventato a momento.
Ormai la mia voce era rotta dal pianto, così quello che volevo fosse un sussurro mi uscii come un lamento disperato.
- Gaucho !!!! –
Mi presi il viso tra le mani, e ad un tratto sentii il calore di un braccio avvolgermi da un lato.
Istintivamente mi spinsi tra le braccia di quella persona che ancora non sapevo chi fosse, e mi lasciai andare completamente al pianto, mentre quella mi accarezzava i capelli con dolcezza.
Ad un tratto alzai di poco la testa per guardare in volto il mio consolatore e in quegli occhi vidi dispiacere, consapevolezza ed una tristezza infinita.
- Lasciami in pace Nacho !!! – sbraitai, ma lui non sembrò voler allentare la presa su di me.
Iniziai a dargli pugni sul petto, che ovviamente non lo toccarono neanche, ma che servirono per farmi sfogare e buttare giù almeno un po’ di tutto la rabbia e la delusione che provavo.
- Perché mi hai fatto questo ???? – urlai, gravando in modo assurdo alle mie corde vocali già stremate.
- Perché Gaucho ??? Perché vuoi farmi stare male ??? –
Lui mi strinse sempre più forte fino a quando fummo abbastanza vicini da poter sentire il suo respiro affannato sulla mia pelle, e un paio di lacrime scendere dai suoi occhi e posarsi delicatamente sul mio braccio nudo.
- Perché piangi adesso ??? Sono io quella che deve piangere !!! – il tono della mia voce era più basso, e le mie lacrime scendevano più lentamente, mentre il mio battito cardiaco stava riprendendo il suo ritmo regolare.
Mi accoccolai sul petto di Nacho trovandovi rifugio: era palese che stessa male anche lui, ma non riuscivo a comprenderne il perché.
- I … io non posso amarti come meriti Paisa. – sussurrò staccandosi lentamente da me e mettendosi in piedi.
- Perché ??? – continuai a domandargli alzandomi ed avvicinandomi a lui.
- Io sono … - provò a dire lui, ma non lo feci finire che subito esclamai – Lo so come sei, ed è proprio per questo che sono innamorata di te. -
Scosse il capo facendo cenno di no: - Non sei innamorata di me Caridad, sei innamorata di colui che speri che io diventi, ma che non sarò mai.
Io diventerò mai un cowboy, non starò mai in piedi su un terreno a zappare, né domerò mai un cavallo imbizzarrito.
Io sono un ragazzo ricco che ama starsene a bordo della sua piscina privata a bere thè freddo, aspettando che una cameriera venga a spalmargli la crema solare.
Amo uscire tutte le sere per andare in discoteca con gli amici a ballare, bevendo e tornandomene a casa al mattino restandomene a dormire fino al pomeriggio del giorno dopo.
Siamo diversi Paisa, avremmo dovuto capirlo prima. –
Si allontanò da me e si voltò iniziando a camminare in direzione della sua auto parcheggiata di fronte.
Riflettei un po’ sulle sue parole: eravamo diversi si, ma uguali nel profondo.
Entrambi desideravamo soltanto trovare qualcuno che potesse stare bene nel nostro ideale di vita perfetta, ma allo stesso tempo eravamo noi stessi che cercavamo di evadervi.
- Nacho !! – urlai facendo in modo che mi sentisse.
Si volò di scatto e alzò il sopracciglio ponendomi una muta domanda.
- Posso essere una ragazza da discoteca. – esclamai convinta, poi aggiunsi sorridendo: - Devi solo darmi il tempo di comprarmi un paio di tacchi e un vestitino scintillante !! –
Si incamminò lentamente verso di me sorridendo anche lui.
- E io potrei provare – sottolineò molto quell’ultima parola, facendomi sorridere – ad accarezzare un cavallo di tanto in tanto, ma per montarlo … - lasciò in sospeso la frase guardandomi ironico.
- Credo proprio che dovrò aspettare un bel po’ !! – sorrisi buttandogli le braccia al collo e stringendolo a me.
Lui mi cinse i fianchi con le sue braccia e poggiò le sue labbra sulle mie.
Non importava nulla se eravamo differenti tra di noi e non ci trovavamo d’accordo su molte cose .
Eravamo il Gaucho e la Paisa, e nessuno avrebbe mai potuto separarci.
 

Piccolo Angolo Di Luce:
Hola Chicas !!! Sono molto soddisfatta dello scorso capitolo, ha avuto moltissime recensioni e vi ringrazio molto.
Come promesso dallo spoiler che vi avevo dato, questo è sui Nachidad … personalmente li adoro e dopo il discorso di Mar e Nacho credevo meritassero un capitolo tutto per loro.
Che ne pensate ??? Ho cercato di dare il meglio di me, spero ci sia riuscita.
Ah, me ne ero quasi dimenticata, ho scritto una nuova storia, si chiama Buscando Eudamon, spero ci passiate.
Mi raccomando recensite, soprattutto se volete avere qualche spoiler … ;-)
Un bacino, a presto <3

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Capitolo 13
*** Pigiama Party ***


Capitolo 12 : Pigiama Party

 

“ Ciao Mar, sono io.
Voglio chiederti scusa per non esserti stata accanto due anni fa, dopo il tradimento di Thiago.

So che è tardi, ma solo oggi mi sono resa veramente conto di cosa significa che la persona che scegli per starti accanto ed occuparsi di te, ti sbatta in faccia che di te e della tua fiducia non gliene importa niente.
Oggi lo so perché Nacho ha fatto lo stesso con me: sono stravolta e ho solo voglia di piangere all’infinito … stasera un lacrime party non ce lo toglie nessuno, tu poi devi ancora raccontarmi di come sono andate le prove per le gara.
Ti chiamo più tardi, scusami ancora.
Ti voglio bene davvero, non come i ragazzi che te lo dicono solo per farti sentire amata, quando in realtà non lo sei.
                                                             Caridad “

Guardai il cellulare stranita.

Possibile che dopo la nostra chiacchierata Nacho avesse deciso di lasciare Caridad ???
E possibile che chiunque affiancasse al concetto di un tradimento la storia tra me e Thiago ???
La verità era che non sopportavo il fatto che lui fosse in qualunque discorso che affrontavo, in ogni mio pensiero, in tutti i miei ricordi e proggetti … lui era in me ormai, ed era inutile provare a convincermi che non fosse così.
E quel bacio poi aveva davvero messo fine a tutti i buoni propositi di dimenticarlo che avevo: adesso non facevo altro che immaginare un proseguo per quel semplice gesto, che desideravo più di ogni altra cosa al mondo .
All’improvviso la mia suoneria mi distolse dai miei pensieri.
- Pronto, sono Mar, chi parla ??? – domandai alquanto scocciata.
- Ciao Mar sono io. –
La voce roca e sensuale di Thiago si espanse per tutto il mio corpo, provocandomi una scarica di brividi lungo tutta la schiena, e accelerando di molto i battiti del mio cuore.
- C-c-che vuoi ?? – non potevo crederci: adesso mi toccava anche balbettare per via di quello stupido.
- Ti senti bene ?? – mi domandò lui stranito.
- Si, e adesso dimmi che cosa vuoi. – il mio tono era alquanto autoritario, era impossibile per lui non recepire il messaggio.
- Ok, ho bisogno di parlarti. –
Automaticamente il mio corpo rabbrividii al sentire quelle parole, l’ultima volta che “aveva avuto bisogno di parlarmi” era stata due anni fa, quando mi aveva dato la notizia e mi aveva del tutto sconvolta.
- Mar, ci sei ancora ?? – mi domandò notando l’ assenza della mia voce.
Non poteva andare peggio: aveva cominciato balbettando ed ora mi mettevo a riflettere su di lui nel pieno di una conversazione con lui … mi chiedevo quale sarebbe stata la mia prossima stupidaggine.
- Si. – sussurrai appena, quasi convinta che non mi avesse sentito.
- Dicevo che devo parlarti, dove sei adesso ?? – mi domandò divertito.
Ovvio, i miei sbalzi d’umore lo divertivano.
- Sono a casa ma non è il momento, stanno venendo le ragazze per dormire tutte insieme. – mi lasciai sfuggire.
Mandato all’aria il nostro progetto della serata segreta .
“ Sei davvero un genio Mar !! “ mi presi in giro mentalmente mordendomi nervosa il labbro inferiore.
- A casa tua hai detto ??? – mi domandò retoricamente.
- Si, però … - non feci in tempo a concludere la frase che il campanello mi avvisò dell’arrivo delle mie amiche.
- Salvata dal campanello !! – scherzò Thiago: evidentemente aveva sentito anche lui il loro bussare in modo piuttosto maniacale.
- Già, adesso vado. – sospirai scocciata: di sicuro era Tefi ad attentare alla salute delle mie orecchie e al funzionamento del mio campanello.
- Un bacio. – concluse lui, aspettandosi forse una mia replica, che venne fuori in modo automatico, troppo automatico per come avrebbe dovuto essere con lui.
- Anche a te. – gettai l’Iphone sul divano e corsi ad aprire la porta.
Mia madre era ad un convegno su un nuovo tipo di crema da adottare nei centri di bellezza che possedeva; mio padre a Chicago per promuovere una nuova linea di telefoni cellulari, e Lali era di sopra a farsi la doccia mentre attendeva l’arrivo delle mie – e inevitabilmente anche sue – migliori amiche.
Spalancai la porta scocciata e come previsto, vidi la mia migliore amica intenta a pigiare con un dito in modo piuttosto scocciato il campanello.
- Si può sapere che cavolo stavi facendo ??? – sbraitò vedendomi sull’uscio della porta, e solo in quel momento capii il perché di tanta fretta.
Squadrai tutte loro da capo a piedi e poi scoppiai a ridere in modo forte e contagioso, come era mio solito fare.
Dopo poco un’altra risata di aggiunse alla mia, e voltandomi notai subito Lali che se ne stava in accappatoio per le scale.
- Che c’è da ridere !!! ?? – strillò Jazmin in preda ad una delle sue crisi di isteria.
- S-siete venute in p-pigiama ??? – domandò Lali contorcendosi e balbettando per via delle troppe risate.
Io ormai ridevo come una matta, al solo pensiero che le mie amiche – ed in particolare Tefi e Mel che erano fissate con la moda – potessero aver girato tutta la città con indosso un pigiama rosa con le mucche, la prima, e uno azzurro con i maialini, la seconda.
Per non parlare delle altre.
Cari aveva una maglietta a maniche corte con la scritta “ Yo soy una paisa” e un pantaloncino corto con disegnati cavalli e balle di fieno.
Jaz una canottiera lunga rosa e dei leggins con i cuoricini rossi coordinati; mentre Vale aveva indosso un paio di pantaloni larghi blu e una maglietta con delle stelline a decorarla.
- Ovvio, è o non è un pigiama party ??? – esclamò Tefi entrando in casa insieme alle altre e mettendo a tacere per un po’ le risate mie e di mia sorella.
- Pigiama Party ?? – Melody era alquanto scioccata – Non è una cosa un po’ … infantile ??? – provò a dire cercando di non offendere Tefi.
- Non si è mai abbastanza infantili quando si sta con le persone a cui si vuole bene !! –le rispose subito questa, per niente toccata dalle sue parole.
Ed in effetti, il modo in cui la mia migliore amica riusciva ad alleggerire qualunque situazione era davvero formidabile.
 
Erano passate quasi due ore dal loro arrivo, e nel frattempo io e le ragazze avevamo sistemato tutto per la notte da trascorrere insieme .
Anche io e Lali avevamo indossato il pigiama per far sentire le altre meno ridicole con indosso i loro cuori, piuttosto che maiali rosa.
La mia sorellina aveva messo una canotta blu con dei pantaloni della tuta azzurro cielo, mentre io indossai una t-shirt smessa di papà rossa con una coulotte blu.
- Perché noi sembriamo delle undicenni mentre tu hai un pigiama che sembra voler dire “toglimelo di dosso” ??? – si lamentò Vale, vedendomi uscire dal bagno con il mio comodo ed innocente completo da notte.
- Che stupidaggine !!! – scossi la mano scocciata, avviandomi verso la mia stanza.
Le ragazze si accomodarono sul letto mio e quello di Lali, mentre io e mia sorella ci sedemmo una sulla sedia della scrivania, ed una su quella stessa.
- Allora Cari, mi spieghi il perché di quel messaggio ??? – le domandai curiosa.
Lei alzò gli occhi al cielo sognante, per poi iniziare il suo lungo monologo sullo strano pomeriggio che aveva passato quel giorno.
- Woo !!! – strillò Tefi alla fine del racconto, battendo le mani entusiasta.
- Non credevo che guanciotte potesse essere così dolce e tenero !!! – rise Jazmin divertita e contenta allo stesso tempo.
- E a te Mar, come sono andati gli allenamenti oggi ?? – mi chiese Lali con un sorrisetto curioso.
Avrei voluto soffocarla con un cuscino, nonostante la amassi con tutto il mio cuore.
- Hm … vado ad ordinare le pizze di sotto. – sospirai sviando l’argomento e scendendo le scale.
Arrivata al piano inferiore, non feci neanche in tempo a prendere il telefono che il suono del campanello si impossessò delle mie orecchie.
Avrei dovuto dire a papà di cambiarlo con uno meno rompi timpani e uccidi pazienza.
Poi però smisi di imprecare contro quello stupido oggetto e iniziai a pensare chi potesse essere a suonarlo.
Le mie amiche erano di sopra, mia sorella idem, i miei genitori erano fuori e non sarebbero tornati prima di qualche giorno, i ragazzi avrebbero mandato un messaggino almeno per avvisarmi …
Forse era Pedro che voleva farmi una sorpresa, possibile dato che non lo sentivo da due giorni, anche se questo non era proprio il genere di cose che lui amava fare … ma allora chi ???
Aprii la porta curiosa e preoccupata allo stesso tempo e rimasi ancora più stupita nel vedere chi mi ritrovavo davanti.
- Sono a casa ma non è il momento, stanno venendo le ragazze per dormire tutte insieme. – mi lasciai sfuggire.
Mandato all’aria il nostro progetto della serata segreta .
- A casa tua hai detto ??? – mi domandò retoricamente.
Era ovvio, avrei dovuto pensare da subito a Thiago.
- Che ci fai qui ??? – gli domandai scocciata allontanandomi dall’uscio della porta.
- Ti avevo detto che dovevo parlarti – si chiuse la porta alle spalle – E sono venuto a farlo. – continuò.
- E a me sembra di averti detto che ero a casa con le mie amiche e che non era il momento. – constatai.
Lui scosse la testa sorridendo malizioso – Non eri abbastanza convincente mentre lo dicevi, la tua voce tremolante diceva tutt’altro. – sussurrò avvicinandosi sempre di più a me.
- Bene, volevi parlare … - feci leva sul suo petto per allontanarlo – … e allora parliamo !! – sorrisi vittoriosa subito dopo aver aggiunto quell’ultima frase.
Sospirò scocciato, poi prese a parlare.
- Ti voglio Mar. Ti voglio ed è inutile continuare a fingere che non sia così.
Ho provato a stare con Luna per dimenticarti ma … - scosse la testa alzando gli occhi al cielo.
Allora era come diceva Melody: stava con lei solo per non pensare a me: era una specie di ripiego, di ruota di scorta.
- Ma non è servito a nulla. – continuò.
- Io so che tu mi ami ancora, e so anche che vuoi sposarti con quella specie di scimmia solo per dimenticare tutto il dolore che ti ho causato io. – mi prese una mano tra le sue, mentre io ero completamente incantata a guardarlo.
- Ti giuro che è stata soltanto una reazione e che avrei voluto non ci fosse mai. –
Reazione ?? E a che cosa se io ero stata giorno e notte a pensare solamente a lui ??
Ma in quel momento non mi importava del perché mi aveva fatto stare male, anche solo con quel leggero contatto tra le nostre mani tutto il dolore che avevo provato veniva annullato, c’eravamo solo io e lui, ancora due ragazzini innamorati, come se il tempo non avesse cambiato nulla del nostro rapporto.
- Ti amo Mar, non faccio che pensare a te e starti lontano e la cosa più orribile che abbia mai provato in vita mia. – mi accarezzò la guancia con una mano giocando con i polpastrelli sulla mia pelle.
Ad ogni sua parola si avvicinava sempre di più a me, fino a quando mi soffiò sulle labbra: - Se mi dici di si, ti giuro che lascio Luna all’istante e combino un matrimonio tra lei e la scimmia. –
Sorrisi divertita, e poi annullai definitivamente la distanza tra le nostre labbra baciandolo.
Lui non si tirò indietro, anzi prese possesso delle mie labbra mordendole leggermente, dischiudendole per dare così accesso alla sua lingua che prese a giocare con la mia, come se non lo facessero da tempo.
Gli cinsi il collo con le mie braccia e lui fece lo stesso con i miei fianchi, stringendoli dolcemente in modo da avvicinarmi di più a lui.
E così il bacio divenne passionale, carico di tutto il desiderio che entrambi avevamo accumulato in quelle ore trascorse da quando c’eravamo visti sulla pista e non avevamo potuto approfondire il contatto nel modo che entrambi volevamo.
Senza volerlo indietreggiai fino a ritrovarmi con i polpacci accanto alla pelle del divano azzurrino del salone di casa mia.
Thiago se ne accorse e subito ne approfittò spingendomi lentamente e facendomi distendere sulla superficie il quale colore mi ricordava tanto il mare.
Continuavamo a baciarci, distaccandoci solo per qualche momento in modo da riprendere fiato di tanto in tanto.
Lentamente Thiago intrufolò le sua mani sotto la mia maglietta smessa, accarezzandomi la schiena con dolcezza.
Scese a baciarmi il collo, mentre afferrava i lembi della mia maglietta portandola verso l’alto.
- Questo pigiama sembra messo apposta per essere tolto. – sussurrò sulle mie labbra, prima di tornare a baciarle.
Sorrisi ripensando a quanto Vale aveva ragione quando pochi minuti prima aveva pronunciato quella frase.
Gli cinsi i fianchi con le mie gambe per sentirlo più vicino.
Improvvisamente le scene di tutte le volte in cui c’eravamo amati presero ad inebriarmi la mente: non mi importava più di nulla, né delle mie amiche che avrebbero potuto scendere di sotto da un momento all’altro, né di Pedro che probabilmente stava organizzando gli ultimi dettagli del nostro matrimonio, né tutto quello che c’era stato tra noi e che mi aveva fatto soffrire come un cane.
Ero entrata in una bolla di amore e passione dove solo lui riusciva a portarmi, e non avevo alcuna intenzione di uscirne.
Ero terribilmente masochista, questo si, perché sapevo che dopo quel giorno non sarei più riuscita a stare con Pedro in senso fisico, perché avrei desiderato sempre e costantemente solo lui.
Giocai con le mie mani tra i suoi capelli scompigliandoli, fino a quando sentii la voce di Tefi chiamarmi da sopra le scale.
- Mar !! Le hai ordinate ‘ste pizze ??? –
Guardai Thiago negli occhi preoccupata, staccandomi un secondo dalle sue labbra per rispondere alla mia migliore amica, nel modo più naturale possibile.
- Ehm … si, un secondo – mormorai, mentre lui non mi rendeva alquanto facile parlare: giocava con la sua lingua sul mio collo disegnando dei piccoli cerchi e mordendolo leggermente ogni tanto.
- Che succede ??? – domandò Tefi sentendo una strana vibrazione nella mia voce, dovuta al lavoretto di quell’idiota.
- Il pizzaiolo è occupato !!! – strillai spingendo Thiago verso l’alto e togliendomelo definitivamente di dosso.
Mi alzai dal divano infilandomi velocemente la maglietta e sistemandomi i capelli nella maniera migliore che potessi.
Lui si passò velocemente una mano in mezzo al ciuffo rimettendolo al suo posto, poi mi guardò sorridendo divertito.
- Il pizzaiolo è occupato ??? !! – mi prese in giro ridendo.
In risposta gli diedi un colpetto sul braccio avviandomi di la per prendere il telefono di casa e chiamare definitivamente la pizzeria.
- Pronto, sono Marianella Tallarico Rinaldi, volevo ordinare sette pizze miste in via Dos Corazones, numero 132 da portare al più presto, grazie mille. – cercai di essere il più sbrigativa possibile per tornare a concentrarmi su Thiago.
- Sai che devi andartene vero ?? – gli domandai retorica guardandolo nei suoi bellissimi occhi verdi.
- Sai che muoio dalla voglia di restare e di farti addormentare tra le mie braccia ??? – sorrise facendomi letteralmente sciogliere.
Ed in un attimo ripensai a tutte le volte che mi ero risvegliata con lui accanto, e al sorriso che mi era spuntato sulle labbra al vedere che le sue braccia mi cingevano ancora i fianchi come poco prima di addormentarmi.
- Anch’io … - sussurrai senza pensarci, facendolo sorridere malizioso.
- Ma devi andartene !! – risposi spingendolo definitivamente fuori casa mia.
 
Dopo aver mangiato la pizza tutte insieme,io e le mie amiche ci sedemmo sul divano a chiacchierare, mentre sgranocchiavamo le patatine ed i popcorn che avevano portato Jaz e Vale.
Io non riuscivo a fare altro che guardare quel divano e pensare a poche ore prima, quando ero stesa lì con Thiago …
Non sapevo se dirlo o no alle ragazze, ma alla fine scelsi la prima opzione.
- Ragazze devo raccontarvi una cosa … - cominciai, cercando di esprimere bene ogni dettaglio, in modo che potessero comprendere a pieno come mi sentissi in quel momento.
Appena smisi di parlare, le mille voci delle ragazze si accavallarono una sopra l’altra, senza che io potessi capirci più niente.
- Una alla volta !!! – strillai zittendole.
- Inizio io !!! - si prenotò Tefi – Per prima cosa c’è da dare ragione a Vale per la storia del pigiama !! – esclamò facendo ridere tutte ed esultare soddisfatta la diretta interessata di quella prima constatazione.
Ad un tratto la mia migliore amica ritornò seria e riprese a parlare: - Io so che tu lo ami ancora Mar, e da quello che mi hai raccontato, e da come ha cercato di uccidere Pedro con il pensiero la prima volta che vi ha visti insieme, per lui è lo stesso.
Ma lui è fidanzato e tu stai per sposarti, quindi dovete prendere una decisione e farla finita con questi mezzi termini. –
Per quanto potesse essere stata dura, Tefi aveva ragione, e perciò anche i pareri delle altre furono simili al suo.
Andai a dormire con le sue parole in testa e con l’idea che avrei dovuto parlare con Thiago per scegliere che cosa fare, in un modo o nell’altro dovevamo risolvere quella questione.
Stavo quasi per abbandonarmi tra le braccia di Morfeo, quando un ticchettio proveniente dal mio cellulare mi fece sobbalzare.
Era un nuovo messaggio.
“ Credo di essere impazzito: sto abbracciando il mio cuscino desiderando in maniera quasi ossessiva che sia tu … ti voglio troppo cucciola mia.
                                                             Thiago “

Sorrisi, quanto poteva essere dolce quel ragazzo che per quanto desiderassi non era il mio ???
Decisi di rispondere, provocandolo come lui aveva fatto come me quella sera.
“ Ahahah, attento che se lo stringi troppo escono tutte le piume da dentro !!
E comunque a pensarci non sarebbe per niente male averti qui, con me, sotto il piumone, al caldo … “

La sua risposta – come previsto – non tardò ad arrivare.
“ Non mi provocare piccola, guarda che ci metto un attimo a venire lì e a cacciare  le ragazze .
Pagherei oro per tornare a stare steso su quel divano … “

Sbadigliai divertita, prima di rispondere.
“ Anch’io … ma non si può, tutto questo è sbagliato, però dannatamente bello.
Io sto per sposarmi con Pedro, e dovrei volere stare con lui tutto il tempo, invece non faccio altro che desiderarti e muoio dalla voglia di dirti quanto ci tengo a te. “

Ero stata piuttosto chiara, speravo solo che Thiago capisse.
“ Io ho deciso che Luna la lascio, tanto non è nulla di serio, non mi importa.
Mentre per Pedro, io credo che tu non possa aspettare il giorno delle nozze per dirglielo, ma capisco anche che non ne hai il coraggio.
Io comunque ci sono per te e ci sarò sempre; adesso va a dormire tesoro, domani ne parliamo.
Ti amo, anche se non dovrei. “

 

Piccolo Angolo Di Luce:
Hola !!! innanzitutto grazie ad Ele e Aly per le recensioni dello scorso capitolo.
Ho impiegato due ore per scrivere questo, quindi spero vi piaccia, io lo adoro <3
La parte di Mar e Thiago sul divano ?? Che ne dite ??
E i messaggini ???
Secondo voi cosa faranno adesso ??
A presto recensite mi raccomando, un bacino <3

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Capitolo 14
*** Buongiorno Principesse !! ***


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Capitolo 13 : Buongiorno Principesse !!

 
Quella notte mi addormentai pensando a lui, a quanto mi facesse soffrire e allo stesso tempo stare benissimo, a quanto lo amassi incondizionatamente, e capii – o meglio ammisi a me stessa, che sembravo l’unica non intenzionata ad accettarlo – che ciò che provavo per Pedro non era amore, ma bensì desiderio di dimenticarmi di Thiago.
E questo non era giusto, altro che giusto, era orribile.
Io non volevo farlo stare male lasciandolo, ma neppure soffrire io continuando a starci insieme.
Thiago aveva ragione: dovevo parlarci prima del matrimonio, altrimenti sarebbe stato troppo tardi.
Ma non era semplice, io non ero abituata a lasciare qualcuno: l’unica volta che l’avevo fatto era stato 6 anni prima con Rama, ed era andata piuttosto male.
Non mi aveva parlato per i due anni successivi, ignorandomi come se non esistessi e rispondendomi male ogni volta che provavo ad avvicinarmi.
Poi si era messo con Vale e piano piano c’eravamo riavvicinati, arrivando a diventare migliori amici dopo la partenza di Thiago per NY.
Non volevo passare lo stesso con Pedro, soprattutto considerando che io e lui non saremo mai potuti essere amici, perché se fossi riuscita a lasciarlo, lo avrei fatto prima di un matrimonio, prima di unirci in un vincolo sacro per sempre … non era un semplice fidanzamento da poter rompere in pochi minuti.
Però Thiago era così dolce, bello, simpatico, intelligente … e mi amava, mi amava anche se per molto tempo avevo creduto che non fosse così, un suo semplice bacio aveva messo a tacere per sempre tutti i miei dubbi.
Ormai mi era chiaro il da farsi: dovevo parlare con Pedro e affrontare la situazione, si trattava solo di prendere un po’ di coraggio.
 
- Dlin Dlon !!! –
Sentii quel rumore proveniente dalla porta, poi un cuscino finirmi in testa in malo modo.
La alzai e notai con piacere che era stata la mia migliore amica a lanciarmi quell’oggetto.
- Cretina è da due ore che suonano quel campanello !!! Vai ad aprire !! – mi urlò lei con la sua solita isteria mattutina.
- E non potevi andare tu ?? – tuonai alzandomi, con la voce ancora impastata dal sonno.
Tefi sbuffò sonoramente prima di sbottare: - E dove le prendevo le chiavi !!! ??? –
Ah, già le chiavi !! Le avevo lasciate nel vaso accanto alla porta d’ingresso la sera prima.
Sorrisi nervosa come per scusarmi e poi finalmente mi diressi verso la porta.
- Aspettate !! – mi voltai verso le mie amiche che mi guardarono stranite.
- Beh, non posso mica aprire in questo stato !! – indicai prima il mio pigiama “fatto per essere tolto”, i miei capelli stile balla di fieno marrone e il trucco che non avevo sul volto .
Lali mi guardò scocciata, prima di mormorare: - Vado io che è meglio !! –
Come se lei fosse stata in condizioni migliori quella mattina !!
Quello che vidi appena aperta la porta però , mi sconvolse totalmente e smisi di pensare a Lali, a Tefi e a tutto il resto.
- Buongiorno principesse !!! – esclamarono in coro Tacho, Rama, Simon, Luca, Nacho, Pedro e .. Thiago, da fuori la porta.
Ognuna delle mie amiche saltò in braccio al suo fidanzato, rischiando quasi di fargli cadere il vassoio che portava tra le mani – in particolare Cari, visto che Nacho non si aspettava il suo slancio .
Io dal mio canto, non sapevo proprio come comportarmi: insomma, Thiago e Pedro erano di fronte a me ed io non sapevo chi dei due salutare per primo.
Per mia fortuna Lali mi diede una mano, o dovrei dire per sfortuna dato che saltò completamente in braccio a Thiago: eh si, aveva un fidanzato adesso, ma l’amore per lui non gli era mai passato, neanche dopo che mi aveva tradita … che sorella leale , no ??
- Ciao amore mio !! – mi disse Pedro avvicinandosi e cingendomi i fianchi avvicinandomi a lui, prima di poggiare le sue labbra sulle mie e iniziare a baciarmi dolcemente.
Posai lo sguardo su Thiago e lo vidi parecchio infastidito da quel gesto, ma dopotutto cosa poteva aspettarsi ???
Pedro ed io stavamo per sposarci, era normale che ci baciassimo e che facessimo altro !! – che per la cronaca non avevamo ancora fatto. –
Si, sapevo di essere parecchio strana, ma non me la sentivo di stare con Pedro: l’unico con cui ero stata in vita mia era Thiago, e non volevo che qualcun altro lo sostituisse.
Per fortuna il mio fidanzato aveva compreso questa mia scelta – che gli avevo esposto tralasciando la parte di Thiago – e avevamo deciso insieme di aspettare dopo il matrimonio.
- Sai che giorno è oggi ??? – mi chiese questo dopo che ci fummo staccati.
Feci cenno di no con la testa, ma subito dopo alla sua risposta mi paralizzai.
- Il 19 Luglio !! – sorrise contento.
Maledetto 19 !!! Com’era possibile che fosse già passato tutto quel tempo ???
Tra un mese esatto mi sarei sposata, e ora come ora non ne avevo alcuna voglia.
E come se non ne fossi già al corrente, Pedro non perse occasione di ricordarmelo.
- Tra meno di un mese saremo all’altare !!! – esclamò, facendo uscire gli occhi direttamente fuori dalle orbite a Thiago.
- Beh … auguri !! Mangiamo adesso ??? – mormorò lui scocciato, prima che tutti prendessimo posto a tavola.
 
La colazione passò veloce: tra qualche cornetto e tazza di latte, le battute idiote dei ragazzi, le stupidaggini di Tefi, i riferimenti alla campagna di Cari accompagnati i suoi continui abbracci e baci a Nacho, le occhiate gelose e scocciate di Thiago e le frasi dolci e tenere di Pedro.
Era circa mezza giorno, quando a Simon venne un’idea.
- Che ne dite se andiamo tutti insieme al ristorante ??? – domandò alzandosi dal divano dove era seduto accanto a Mel .
- Perché no !! – esclamò Tacho.
- Dai ragazze, andiamoci a cambiare di sopra che poi usciamo !!- sorrisi salendo le scale assieme a tutte le mie amiche e mia sorella.
Arrivate in camera mia e di Lali, questa mi si avvicinò sussurrando in modo che solo io potessi ascoltarla: - Non è che possiamo invitare anche Peter ??? –
Sorrisi notando che era arrossita: che dolce la mia piccolina !!
- Certo !! – le sorrisi e sospirò rassicurata.
- Ma ad una condizione !! – aggiunsi subito dopo facendola preoccupare palesemente.
- Calmati, è una cosa da niente !! – le sorrisi prima di spiegarle nell’orecchio il mio piano, che ero sicura avrebbe reso felice qualcuno … oltre me, ovviamente !!
Lei mi sorrise maliziosa prima di avviarsi verso il suo armadio per prendere dei vestiti ed il cellulare per telefonare al suo ragazzo.
Io decisi di indossare un semplice pantaloncino di jeans stretto con una canotta rosa abbastanza scollata, ed un paio di converse abbinate – la passione per quelle scarpette non mi era mai passata !! –
- Vado a truccarmi in bagno !! – urlai in modo che tutte potessero sentirmi, prese com’erano dalle loro cose.
Mi sistemai davanti allo specchio enorme del bagno, prendendo il mascara ed iniziando ad applicarlo lentamente sulle ciglia, quando vidi il SUO riflesso proprio dietro al mio.
- T.. Thiago che ci fai qui ??? – domandai stranita: non era di sotto con i ragazzi ad aspettarci ???
Lui poggiò le sue mani sui miei fianchi lasciati leggermente scoperti per via di quella canotta troppo corta, per poi sussurrarmi all’orecchio sensualmente: - Avevo bisogno di te. –
Poi mi fece voltare e come sempre io mi persi ad ammirare i suoi bellissimi occhi color smeraldo, mentre lui poggiava le sue labbra sulle mie ed iniziava a baciarmi come solo lui sapeva fare.
Questo non era neanche lontanamente paragonabile al bacio con Pedro di prima: in questo c’era tutto … amore, passione, dolcezza, desiderio; nell’altro solo consapevolezza e … colpa.
Si staccò lentamente da me per riprendere fiato, per poi fiondarsi nuovamente sulle mie labbra.
All’inizio mi lasciai trasportare senza pensare, ma quando poi constatai che eravamo nel bagno di casa mia, che le ragazze erano di là e i ragazzi – cioè Pedro – di sotto, feci leva sul suo petto per allontanarlo.
- Thiago, Pedro è di sotto. – mormorai triste: quanto mi sarebbe piaciuto approfondire quel bacio e continuare in eterno.
Annuì scocciato, prima di iniziare a parlare.
- Comunque sia, volevo dirti che stamattina io e Luna siamo andati a correre e … –
Stupido !! Idiota !! Cretino !! Menefreghista !!
Voleva forse farmi ingelosire ?? Beh, ci era riuscito, ma oltre che gelosa era anche furiosa: come poteva baciarmi e poi sbattermi in faccia di aver passato un bel momento con la sua ragazza ???
- E le ho parlato. – aggiunse dopo un po’ facendomi iniziare a battere il cuore a mille.
Che dolce che era !!! Io lo avevo aggredito mentalmente, quando in realtà lui aveva fatto una cosa per me !!
- E … e cosa le hai detto ??? – mi morsi il labbro inferiore nervosa e contenta, perché già immaginavo la sua risposta.
Infatti, mi prese le mani tra le sue intrecciando le sue dita con le mie, prima di sussurrarmi dolce: - Che ti amo, e che non sono mai riuscito a dimenticarti davvero. –
Senza pensarci gli buttai le braccia al collo e lo strinsi con tutta la forza che avevo, rischiando quasi di strozzarlo.
- Hey, se fai così è impossibile non saltarti addosso !! – rise lui, con la poca voce che le mie braccia attorno alla sua gola gli permettevano di far fuoriuscire.
Mi staccai lentamente dal suo corpo perfetto, e gli presi la mano iniziando a giocare con le sue dita.
- Io oggi provo a parlare con Pedro, però non so se ci riuscirò … - mormorai facendolo sorridere.
- Non ti preoccupare tesoro, prenditi tutto il tempo che ti serve. – sussurrò prima di avvicinare il suo volto al mio e lasciarmi un leggero bacio a stampo.
- Andiamo che sennò potrebbe arrivare qualcuno !! – esclamò avviandosi verso la porta, ma io mi ci parai sopra guardandolo scettica.
Alzò il sopracciglio stranito, ponendomi uno muta domanda, come spesso usava fare.
- Un bacio a stampo ??? – domandai fintamente offesa.
- Ma no !! So che non ti basto mai !! – mi prese in giro avvicinandosi a me e baciandomi, questa volta sul serio, con tutta la dolcezza di cui fosse capace e lottando contro la sua stessa mente, in modo piuttosto palese, per impedire alle sue mani di spostarsi dai miei fianchi e di accarezzare tutto il mio corpo.
 
Il ristorante che avevano scelto Simon e mio cugino Luca era bellissimo: si chiamava “La Voz Del Mar” ed era costituito da una lunga piattaforma rettangolare di legno, dove erano poggiati i tavoli e le sedie: tutto completamente sull’acqua.
- Che romantico !! – esclamò Jaz stringendo il braccio di Tacho al quale era appoggiata.
Lui le lasciò un leggero bacio sui capelli sorridendole innamorato.
Come li invidiavo !! Loro potevano scambiarsi frasi dolci e tenerezze davanti a tutti senza che nessuno li accusasse di tradimento o altro, io e Thiago invece, eravamo destinati a nasconderci per via di qualche mio fidanzato che svolgeva sempre il ruolo di terzo incomodo.
Ci accomodammo tutti ad un lungo tavolo ed iniziammo a chiacchierare.
- Allora Thiago, sei l’unico solo !! – rise Tefi.
- Dov’è la tua zombie ?? – domandò Mel, poi subito si corresse sorridendo offensiva – Volevo dire Luna !! –
Thiago sospirò annoiato mordendosi il labbro inferiore leggermente, e facendomi volontariamente impazzire … quanto avrei voluto essere stata io a farlo !!
- L’ho lasciata !! – esclamò prima di lanciarmi uno sguardo che subito ricambiai.
Pedro notò quell’intesa tra noi due e subito gli domandò schernendolo – E perché ??? –
Lui però non si perse d’animo, ed inventò una scusa su due piedi, che però per qualcuno di estraneo alla faccenda, sembrava parecchio credibile: - Era infinitamente gelosa ed io mi sono stufato !! – sospirò accompagnando il tutto con una scrollata di spalle.
All’improvviso una macchina parcheggiò proprio nella strada di fronte la spiaggia dove c’era il ristorante, e un ragazzo che riconobbi subito si avviò verso il nostro tavolo.
- Peter !! – esclamò la mia sorellina alzandosi e orrendo ad abbracciare il suo fidanzato.
Lui – anche se imbarazzatissimo e rosso come un peperone – le lasciò un dolce bacio sulle labbra, prima di prenderla per mano e prendere posto a tavola, salutando con un abbraccio me e Caridad.
- Lo conosci ?? – domandò Nacho alla sua ragazza.
Lei annuì, per poi specificare: – Qualche settimana fa siamo andate in discoteca io e Mar ad accompagnare Lali e lei ce lo ha presentato !! –
- Ah … - sospirò il mio amico, ricordandosi probabilmente della serata in cui avevo visto lui e Thiago in discoteca, anzicchè a lavoro come lui aveva detto a Caridad.
I due nuovi fidanzatini presero posto a tavola, e dopo neanche un secondo che Lali ebbe poggiato la sua mano sul tavolo, Peter la prese intrecciandola con la sua.
- Oh !!! – sospirarono Tacho e Rama all’unisono.
- Sai chi mi ricordano ??? – domandò il primo (stupido) al secondo (idiota).
- Chi ?? – chiese retoricamente l’idiota, lanciando uno sguardo complice allo stupido.
“ Vi prego non dite quello che penso che direte !! “ li implorai mentalmente.
- Mar e Thiago !!! – esclamarono quelli che dovevano essere i miei migliori amici all’unisono, battendosi il cinque.
Tutti risero, tranne me – ovviamente - , Thiago – mi sembrava giusto- e Pedro – che ne aveva tutte le ragioni del mondo. -  
Ma ritirai subito le mie ultime parole, quando quest’ultimo domandò ingenuamente: - E perché ?? –
Quel ragazzo era completamente stupido o cosa ???
Mi preoccupava il suo interesse per tutto di quel giorno, ma cosa che mi preoccupava di più era le risposte che immaginavo i miei amici avrebbero potuto dare.
- Ah già, lui non c’era ancora !! – sospirò divertito lo stupido.
- Devi sapere che prima che Thiago partisse per NY, lui e Mar erano fidanzatissimi da quattro anni. - spiegò l’idiota.
Ma dove volevano arrivare con quei racconti ???
- E ogni volta che uscivamo li trovavi sempre a baciarsi … - sospirò Tacho.
- Oppure ad abbracciarsi … - continuò Rama.
- A dirsi tanti di quei ti amo che ormai penso non riescano più neanche solo a pensarlo !! – sorrise Jazmin.
- E poi se invece stavano a casa da soli … - lo sguardo malizioso di Nacho poteva lasciare intendere solo una cosa.
E sapevo che quello a Pedro avrebbe fatto male più di qualsiasi altra insinuazione, perché avrebbe saputo che mi ero concessa a Thiago quando ero una ragazzina, e avrebbe capito il vero motivo per cui non volevo farlo con lui anche se ero ormai una donna.
- Basta !! – urlai alzandomi in piedi e sbattendo i pugni sul tavolo.
- Pedro, andiamo a fare una passeggiata sulla spiaggia !! – gli dissi afferrandolo per il braccio e trascinandolo letteralmente fuori dal ristorante.
Camminammo per un po’ con i piedi nella sabbia, fino a quando lui si fermò e guardandomi negli occhi serio mi chiese: - Tu e Thiago lo avete mai fatto ?? –
Più chiaro di così non avrebbe potuto essere, ma la schiettezza era proprio una delle cose che adoravo di lui, e che vantavo di me.
Perciò gli risposi cercando di non venire meno a quelli che erano i miei pregi: - Si, la prima volta è stata sei anni fa. –
Sorrise triste, prima di domandarmi ancora: - E perché con me non vuoi ?? –
Lo guardai seria: era il momento di dirgli la verità, dovevo prendere coraggio e parlargli sinceramente.
Ma in quel momento, per quanto volessi, l’unica risposta che uscii dalla mia bocca fu: - Non ci riesco Pedro. –
Mi guardò arrabbiato, scocciato, stranito … la sua espressione era indecifrabile .
- Non ci riesci Mar ?? Cavolo hai 22 anni e non riesci a compiere un passo che hai già fatto a 16 anni e con uno che non ti amava per giunta !!! – sbottò accompagnando con i movimenti delle mani le sue parole.
- Lui mi amava !! – strillai, per dare più intensità alle mie parole: Thiago mi aveva amata e continuava a farlo, il suo tradimento era stato solo una reazione a non so cosa, ma Pedro non poteva permettersi di giudicare qualcosa che non conosceva, soprattutto LUI.
- Ed io no ?? – domandò retorico, mentre diventava sempre più rosso in viso: si stava scaldando, quella conversazione lo innervosiva.
- A questo punto dovrei iniziare a dubitarne, non trovi ??? – poggiai le mani sui fianchi con fare teatrale guardandolo torva.
- Tu non vuoi stare con me che sono il tuo futuro marito… ed io non ti amo ??? – tuonò in modo quasi ironico.
- Evidentemente non abbastanza da aspettarmi !! – urlai, poi deglutii cercando di calmarmi ed aggiunsi: - Tu parli tanto di Thiago, ma sei il meno indicato per giudicarlo: lui non mi ha mai messo pressione per questa cosa, mi ha sempre detto di fare ciò che sentivo ed ha saputo aspettare me nonostante avesse milioni di ragazze che gli sbavavano dietro !!! –
Sospirò scocciato, prima di sbottare con arroganza: - Avevi 16 anni Mar !!! Adesso ne hai 22, penso che sia leggermente diversa la cosa !!! –
Alzai gli occhi al cielo chiedendo gentilmente che qualcuno venisse in mio aiuto: non avrei sopportato quella conversazione un minuto di più.
- Ascoltami Pedro, io non voglio litigare con te, ok ??? Adesso sono un po’ nervosa per la faccenda del matrimonio, e in più devo ancora comprare l’abito quindi non ho proprio tempo per questi discorsi, ne parliamo un altro giorno !! – feci per andarmene, quando mi bloccò per il polso costringendomi a voltarmi.
- Lo sai che io ti amo vero ?? – domandò dolce: aveva sbollito la rabbia, e adesso si era pentito di tutto: proprio come un bambino che prima butta gli spinaci nella spazzatura e poi chiede scusa alla mamma.
- Si, lo so. – risposi prima di abbracciarlo, desiderando ossessivamente che fosse Thiago a stringermi in quel modo così tenero.
 
Erano circa le cinque del pomeriggio ed io e Lali stavamo adagiate comodamente sul divano a guardare una telenovela.
Dopo il ritorno mio e di Pedro le battutine su me e Thiago erano completamente finite, e i ragazzi si erano comportati in modo piuttosto serio durante tutta la durata del pranzo … cosa alquanto strana conoscendoli.
Evidentemente Thiago aveva minacciato di ammazzarli se avessero continuato e loro avevano preferito tacere .. si, era la spiegazione più logica.
- Dove vai ?? – mi chiese la mia sorellina vedendomi alzare e dirigere verso le scale.
- Di sopra, devo chiamare una persona. – le disse prima di salire, sicura che avesse capito a chi alludevo: Lali era fin troppo sveglia.
- Pronto ?? – mi rispose Thiago dall’altra parte.
- Pronto ciao Thiago, sono io. – mormorai incerta.
- Hey Mar, tutto bene ?? – mi chiese notando la stonatura della mia voce.
- S … si – risposi poco convinta.
- Avanti, cosa è successo ?? – domandò premuroso.
- Ho parlato con Pedro, o meglio, ho litigato con lui. – sbuffai annoiata.
- E perché ?? –
- Perché quei cretini dei nostri amici gli hanno lasciato intendere che io e te abbiamo … insomma hai capito !!! – ammisi imbarazzata.
- Non capisco, che c’è di male ?? –
In effetti Thiago non poteva sapere che lui era stato il primo e l’unico al quale mi ero concessa in tutta la mia vita.
- Che … io e lui non … diciamo che io … non ho voluto … con lui !! – dissi la frase a pezzetti, ma ero sicura che lui avesse capito.
- Woo !! – esclamò subito dopo, manco avesse visto un alieno.
- Perché tu e Luna si ??? – gli chiesi curiosa e gelosa al massimo.
Sospirò non sapendo cosa dire – Beh Mar, sono cose normali … - provò, facendomi arrabbiare ancora di più.
- Normali ?? Bene allora chiama Luna invece che me !! – sbottai .
- Veramente mi hai chiamato tu !!! – rise lui, facendo involontariamente ridere anche me.
- Stupido !! E comunque questa me la segno !! – esclamai.
- Come vuoi !! La cosa importante però è un’altra adesso: perché non hai voluto andare con Pedro ?? – mi chiese stupito.
- Perché dopo essere stata con te non sono riuscita più ad immaginarmi con nessun altro, in quel senso. – ammisi rossa dalla vergogna, nonostante lui non potesse vedermi in quel momento.
Ci fu qualche minuto di silenzio che a me sembrò una vita.
- Sei dolcissima amore mio. – disse ad un tratto senza pensarci, e facendomi inevitabilmente sciogliere.
- Mi hai chiamata amore mio ?? – domandai dolce, come una ragazzina alle prese con il primo amore.
- S … si – ammise lui nervoso: quanto lo adoravo quando s’imbarazzava.
- Fai venire voglia di coccolarti quando fai così !! – esclamai contenta che non potesse vedere il mio volto rosso come la lava di un vulcano in eruzione, a dire quelle parole.
- Però sono triste anche perché non sono riuscita a dire la verità a Pedro. – ammisi sperando che Thiago potesse capirmi.
- Non ti preoccupare tesoro, te l’ho detto: quando ti sentirai gliene parlerai, e poi credo che quello di oggi sia già stato un duro colpo per lui !! – mi rassicurò Thiago, ed ero certa che stesse sorridendo dolce in quel momento.
- Scusami Mar, però adesso devo andare a continuare la tesina per la laurea, sai è a Settembre e sono a ancora all’inizio !! – mi disse dopo un po’ che avemmo chiacchierato e scherzato tra di noi.
- Si, solo una cosa devo dirti !! – esclamai eccitata, poi continuai – Sai, Lali mi deve un favore perciò … -

 
Piccolo Angolo Di Luce:
Hola !!! Ebbene si, vi lascio con un finale a metà !! Dovrete aspettare un altro po’ per sapere cosa Mar ha chiesto a Lali !!
Comunque sia, che ne pensate di questo ???
A me non piace molto com’è scritto, ma spero che voi lo apprezziate ugualmente.
La scena dei ragazzi che portano la colazione a casa di Mar mi è successa davvero: ero a fare un pigiama party da un’amica, e la mattina al risveglio c’erano i miei amici con i cornetti e il latte al cioccolato !!! Quanto gli voglio bene !! <3
Come spiegare il comportamento dello stupido e dell’idiota (Tacho e Rama aahahahah ) a tavola ??? Beh, interpretate voi, più avanti si scoprirà anche questo, così come il motivo del tradimento di Thiago.
Come vedete, sia quest’ultimo che Pedro sono rimasti straniti e stupiti dalla faccenda di Mar e del concedersi al primo e non al secondo, ovviamente ognuno per i suoi motivi !!
Quanto amo le scene dei Thiaghella, e se piacciono anche a voi, vi consiglio vivamente di leggere il prossimo capitolo !!
Recensite, mi raccomando.
Un bacino <3
 
Ps: Vorrei dirvi che ho pubblicato altre tre storie, per chi non le conoscesse: Anche Se Non Mi Vedi Guardami, nella sezione romantica, e Buscando Eudamon e Endless Love in questa … spero le leggiate e recensiate.
 

 

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Capitolo 15
*** Questa Notte è Solo Nostra ***


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Questo capitolo è dedicato a tutte voi,
che mi seguite sempre e che mi state vicine,
e in modo particolare e speciale a Titta, che
è ritornata sul sito dopo un periodo di assenza.
Ti adoro <3

 
Capitolo 14 : Questa Notte è Solo Nostra

- Dlin Dlon !!! – e al sentire quel suono inevitabilmente il mio corpo iniziò a tremare.
Poteva il semplice bussare di un campanello impaurire ed eccitare una persona a tal punto ??
Beh, se la persona in questione ero io, se quello che suonava era il campanello di casa mia, e a compiere quel gesto era qualcuno che io aspettavo … allora la risposta sarebbe stata sempre affermativa.
Ero in cima alla rampa di scale con il cuore che batteva a mille, indecisa se scendere, aprire la porta e puntare i miei occhi in quelli così profondi e dolci che mi aspettavano, oppure risalire in camera mia e nascondermi sotto le coperte .
Decisi infine di scendere ed affrontare il mio destino, ma le scarpe e il vestito che avevo scelto di indossare non contribuivano affatto a farmi acquistare velocità, anzi …
Cercai di concentrarmi mettendo un piede davanti all’altro proprio come le modelle alle sfilate dei grandi stilisti, quando il mio ospite tanto aspettato bussò di nuovo al campanello.
- E che cavolo !!! – borbottai accorgendomi solo in quel momento di essere inciampata e di trovarmi seduta in malo modo su di uno scalino.
“ Maledetti tacchi di Jazmin !! “ imprecai mentalmente rialzandomi e camminando in direzione della porta d’ingresso.
Ce la potevo fare, ero pronta, tutto era in ordine in casa e avevo organizzato la serata nei minimi dettagli … mancava solamente l’elemento più perfetto che metteva in secondo piano tutto il resto .

… Tres Horas Antes …
-Sai, Lali mi deve un favore perciò …  - cominciai imbarazzata al massimo: dopotutto era una cosa importante quella che stavo per annunciargli, era normale essere nervosa … oppure no ??
- Perciò ?? – mi incitò a continuare Thiago dall’altra parte del telefono.
- Perciò visto che i miei genitori tornano tra due giorni, le ho chiesto se stanotte poteva andare a dormire da Vale o da Cari … - lasciai in sospeso la frase perché volevo che capisse a cosa mi riferivo, ma allo stesso tempo avevo paura e vergogna che lo sapesse.
- E perché hai voluto dirmelo ??? – mi chiese Thiago malizioso.
Uffa !!! Ero consapevole del fatto che sapesse già di cosa stessi parlando, ma voleva sentirlo dire da me, forse per mettermi in imbarazzo – ancora di più di quanto non ci stessi già – o forse per constatare quanto fossero veritiere le sue supposizioni … mi irritava da morire quando faceva così .
-Perché … - provai imbarazzata, quando ad un tratto sbottai – Lo sai perché Thiago !!! –
- No, non lo so … - mormorò stupido, obbligandomi a fargli quella richiesta, quasi come una supplica.
Risposi, venerando l’invenzione del cellulare per potergli parlare senza che lui vedesse quanto fossi rossa in volto in quel momento.
-Bene volevo sapere, signor Thiago- deficiente- Bedoja- irritante- Aguero, se le farebbe piacere venirmi a fare compagnia questa sera nella mia umile e modesta casa !! – lo sentii ridere al mio tono ironico e derisorio, prima che mi rispondesse.
-Ovvio che si piccola, a dopo. – e attaccò la chiamata mentre io saltavo di gioia e tremavo di paura allo stesso tempo.
 
Ero di fronte alla porta, mentre lanciavo uno sguardo alla casa controllando che tutto fosse esattamente come lo avevo preparato.
Dopo essermi risposta mentalmente che ero una stupida paranoica, e che effettivamente mi stavo torturando la testa con le mie strane idee invece che trascorrere minuti indimenticabili con lui, che se ne stava fuori la porta, abbassai la maniglia e la aprii lentamente.
-Credevo non ci fossi. – mi sorrise Thiago che – se possibile – quella sera era ancora più bello, sexy ed … invitante del solito.
-No, ero solo caduta per le scale … - ammisi sorridendo nervosa e scostandomi per farlo entrare.
Indossava un semplice jeans chiaro, un paio di scarpe da ginnastica nere, una camicia dello stesso colore con un paio di bottoni aperti a far intravedere una parte dei suoi muscoli, e i capelli lasciati scompigliati come piacevano a me.
Solo in quel momento mi accorsi del fatto che lo stessi letteralmente squadrando con gli occhi, e che lui stesse facendo lo stesso con me.
-Sei meravigliosa – mi sussurrò avvicinandosi e cingendomi i fianchi con le sue braccia, cosa che aspettavo fremendo da quasi 2 ore.
Automaticamente poggiai le mie labbra sulle sue, iniziando a baciarlo e ricevendo subito la sua risposta.
Dopo che mi ebbe definito “meravigliosa”, decisi di dare un’occhiata al mio aspetto.
Indossavo un abitino bianco latte che metteva in evidenza la mia pelle abbronzata: iniziava con una fascia stretta sul seno, e terminava poco sotto il sedere con un bordo di colore fucsia, richiamando le scarpe con il tacco a spillo – altissime e scomode al massimo – del medesimo colore.
I capelli li avevo lasciati sciolti dopo avergli dato più passate con la piastra, e il trucco era piuttosto leggero ma evidente.
Mi staccai lentamente da lui per riprendere fiato, quando vidi qualcosa nella sua mano che fino ad allora non avevo notato … una rosa rossa.
-E quella ??- domandai impaziente come una bambina che vedeva una nuova edizione del suo giocattolo preferito, indicando il fiore che teneva stretto.
Thiago sorrise prima di rispondermi serio: - L’ho trovata per strada e ho pensato … vado a buttarla a casa di Mar !! –
-Stupido !! – gli diedi un colpetto sul braccio facendolo ridere al broncio che avevo messo su.
-Vieni qui !! – disse dolce prendendomi per la vita, e sussurrandomi all’orecchio con un tono misto tra il dolce e il sensuale.
 -Il fioraio ha detto che un mazzo sarebbe stato troppo scontato e inutile, perché …  l’amore per una sola ed unica donna, si dimostra con una sola ed unica rosa . –
Mi voltai guardandolo fisso negli occhi, fermando qualche lacrima di gioia che stava per scendermi: - Io … - feci per dirgli ma mi bloccò ponendo un dito sulle mie labbra.
-Sh … - sussurrò così sensualmente, che gli sarei saltata addosso in un attimo - … ti amo. – concluse dopo mantenendo quel tono e ricevendo da parte mia un’infinita di baci veloci sulle labbra, mentre lo stringevo forte.
 
La cena fu bellissima: ridevamo e scherzavamo proprio come due bambini, mentre mangiavamo ciò che io aveva cucinato per un intero pomeriggio: gnocchi con provola, patate al forno, spiedini di carne, insalata di pomodori e fragole con la panna.
Ok, in effetti qualche difettuccio c’era, come ad esempio la provola troppo dura, le patate bruciacchiate, e gli spiedini crudi … tanto che per più di una volta Thiago aveva scherzato dicendo di voler ordinare la pizza … o forse non stava scherzando !!
-Davvero una cena con i fiocchi !! – mi prese in giro, dopo che ci fummo alzati da tavola lasciando tutti i piatti sporchi nel lavello … ci avrei pensato l’indomani, ora non avevo tempo per queste stupidaggini, dovevo e volevo dedicarmi esclusivamente a lui.
-Cretino !!! Guarda che ho impiegato ore per cucinarti !!! – marcai molto l’ultima sillaba in modo da fargli capire che tutto quello che facevo era solo per rendermi alla sua altezza e per farmi amare.
- Dai amore !! Sei una cuoca fantastica !!- mi prese in giro avvicinandosi e lasciandomi un bacio a fior di labbra.
Amore … non riuscivo a resistere quando usava quel nome per chiamarmi, era davvero più forte di me.
Quella parola mi affascinava, mi attraeva, mi rendeva sua più di quanto non fossi già, mi faceva dimenticare di tutto e di tutti, portandomi in una dimensione dove esistevamo solo io, lui, e quel sentimento che ci legava.
Mi strinse forte accarezzandomi i fianchi, mentre io gli cingevo il collo con le mie braccia avvicinandolo di più mentre il nostro bacio prendeva una piega sempre più passionale.
E se una parte di me era consapevole del fatto che tutto quello fosse sbagliato, e che ci dovesse essere Pedro al posto suo, che avrei dovuto stare con lui visto che stava per diventare mio marito; da un’altra parte sentivo che non c’era niente di più giusto, che non era un errore amare a tal punto da fondersi con una persona, da concedersi completamente a questa, e da non pensare a nulla, se non alla maniera di renderla felice, perché la sua felicità è inevitabilmente anche la tua.
Thiago mi prese in braccio proprio come se fossi una sposa, portandomi al piano di sopra velocemente salendo le scale.
E meno male che c’era lui a sorreggermi, il mio povero copro non avrebbe sopportato un’altra caduta per via di quei tacchi odiosi.
Arrivammo in camera da letto, dove avevo disposto tante candele ai lati in modo da creare un gioco di luci soffuse alquanto romantico, e avevo sistemato i cuscini tutt’intorno al letto, proprio come in quei film all’antica che vedevo con mio nonno.
Thiago mi guardò negli occhi sussurrandomi con un tono di voce che mi fece rabbrividire per quanto fosse sincero, profondo, sensuale e dolce allo stesso tempo.
In quel momento, mentre mi sussurrava quelle parole, non avrei mai potuto dubitare del loro essere veritiere, e del suo pensarle davvero nel profondo.
-Potrò anche essere stato con Luna e con tante altre, Mar.     
Ma la voglia di sentirti mia adesso, mi fa capire che questo, e soltanto questo è fare l’amore con una persona.
Solo con te è reale. –
E quella notte, il senso di quelle frasi si fece sentire.
Era in ogni nostro sguardo, in ogni nostro gesto, in ogni sospiro e in ogni bacio veloce che ci scambiavamo, prima di ricominciare ad amarci per un numero infinito di volte.
Non ricordavo ci fosse stata notte insieme a lui, dove la dolcezza e la passione si fossero equiparate a tal punto, da fondersi in una cosa sola che prendeva il semplice e significativo nome di … amore.
Quella notte era solo nostra, mia e di Thiago, di un uomo e di una donna che sentivano sulla loro pelle il significato di quella parola tanto breve, eppure più importante di qualsiasi altra.
 
Piccolo Angolo Di Luce:
Hola Chicas !!! Innanzitutto volevo dirvi che scrivere questo capitolo è stata una vera fatica, visto che il mio computer è in coma non si sa perché, e ho dovuto usare quello fisso che si trova in una stanza senza aria condizionata, e che ha i tasti arrugginiti che nessuno preme più da tanto.
Però, spero che vi piaccia lo stesso, mi sono impegnata tanto, anche se credo che avrei potuto descrivere meglio la serata e le emozioni dei protagonisti.
Vabbè dai, aspetto le vostre recensioni per sapere cosa ne pensate.
Un bacino sciolto <3
PS: Per quelle che aspettano l’aggiornamento di Buscando Eudamon, avevo il capitolo già pronto, ma sull’altro computer, quindi se si risveglierà presto lo posterò da lì, altrimenti proverò a scriverlo da capo.

 

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Capitolo 16
*** Buongiorno Amore Mio ***


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Capitolo 15: Buongiorno amore mio

Thiago’s Pov:
Il mattino dopo aprii gli occhi lentamente ritrovandomi in una stanza che non era la mia, su un letto che nemmeno era mio, e con accoccolata sul mio petto una ragazza bellissima che finalmente quella notte era stata di nuovo mia.
Ricordavo ogni singolo minuto, ogni carezza, ogni bacio, ogni parola sussurrata … era tutto impresso nella mia mente e non sarebbe andato via così facilmente, anzi probabilmente non sarebbe andato via e basta.
La amavo, e come se l’amavo, e proprio per questo ero disposto a tutto pur di stare con lei, anche al fatto di doverla “condividere” con Pedro.
Questa cosa se da una parte mi stufava e mi faceva arrabbiare, dall’altra mi sembrava piuttosto comprensibile: non avrebbe certo potuto lasciarlo di punto in bianco quando stavano per sposarsi, sarebbe stata una carognata, e Mar non era il tipo di persona che viveva di esse.
E poi, concludere una storia con qualcuno, anche senza un altare di mezzo , era brutto e difficile.
A quell’ultimo pensiero subito la mia mente tornò al giorno prima, quando ero andato a casa di Luna di mattina presto per portarla a fare jogging, come tutti i giorni da quando eravamo arrivati a Buenos Aires.
-Amore, per oggi ho un programmino fantastico !! – aveva strillato eccitata, nel mezzo della corsa.
Con la testa le avevo fatto segno di continuare, anche se della giornata che stava programmando mi importava ben poco: in quel momento avrei voluto solo essere abbastanza coraggioso da poterle dire tutto in faccia e spiegarle bene come stavano le cose, ma non ci riuscivo: la guardavo negli occhi, mentre sorrideva accanto a me e sentivo che non potevo farle quello, che non se lo meritava.
Ma tantomeno si meritava di essere tradita in quel modo …
-Lù ti devo parlare. – mi fermai un attimo e prendendola per mano la trascinai nel prato, lontani dalla pista dove un bel po’ di gente che correva avrebbe potuto lamentarsi della nostra sosta.
- Dimmi tutto – mi sorrise, ignara che quella frase le avrebbe fatto scomparire del tutto quell’espressione contenta dal suo volto.
- Non voglio più stare con te, mi dispiace. –
Veloce, conciso, triste al punto giusto e deciso … in fin dei conti potevo dire di essere stato abbastanza bravo.
Lei sospirò passandosi una mano tra i capelli come per metabolizzare la notizia prima di sbottare: - Lo so !! è per quella nanetta sgualdrina !! Ma non si doveva sposare !! ??? –
Si portò le mani sul viso iniziando a frenare le lacrime che iniziavano a scenderle impetuose, ma io in quel momento non la vedevo, i miei occhi erano concentrati sulla sua bocca che aveva appena pronunciato quell’aggettivo per indicare Mar, la mia Mar.
-Non ti permettere mai più di chiamarla sgualdrina !! – urlai con tono molto più arrabbiato e burbero di quello che avrei voluto utilizzare, con l’unico risultato di farla piangere ancora di più pesantemente.
- E comunque non è per lei, deve sposarsi ancora !! – cercai di tranquillizzarla, prima di avvicinarmi a lei e di abbracciarla: era il minimo dopo due anni trascorsi insieme, in fin dei conti io le volevo bene, anche se non nel modo in cui lei avrebbe voluto.
 
Scossi la testa per scacciare quei ricordi e concentrarmi solo sull’angelo che era sdraiato accanto a me.
Era davvero bellissima nonostante stesse dormendo e non facesse nulla per apparirlo: il volto sorridente, i capelli color cioccolato stesi alla rinfusa metà sul mio fianco, e l’altra metà sul cuscino, le braccia una sul mio petto e l’altra sulla coperta, il corpo nudo e perfetto che davvero la faceva sembrare una creatura celestiale.
Le accarezzai la schiena nuda con una mano prima di lasciarle un leggero e casto bacio a fior di labbra.
-Hm … - mugugnò lei ancora con gli occhi chiusi e nel mondo dei sogni.
- Buongiorno amore mio – le sussurrai all’orecchio facendola sorridere: sapevo che effetto avesse su di lei quel modo di chiamarla, la incantava, la rendeva mia più di quanto non fosse già.
- Sto sognando o sei davvero qui ?? – domandò evitando di aprire gli occhi rendendo ancora più veritiera quella domanda.
Quindi mi sognava ... e involontariamente sorrisi contento.
-Vediamo, in un sogno farei questo ?? – inizia malizioso stringendola forte tra le mie braccia e avvicinandola a me – E questo ?? – le lasciai una scia di baci a partire dal collo fino ad arrivare alla sua bocca – E questo ?? – conclusi baciandola e cercando di dimostrargli con quel gesto tutto l’amore e l’eccitazione che provavo in quel momento.
- Hm … deduco di essere sveglia dopo questo !! – sorrise mostrandomi finalmente i suoi occhi aperti: due palline di cioccolato incastonate nei bulbi oculari, ma molto più di questo: i suoi occhi erano profondi, ti trasmettevano le sue emozioni, rendevano il suo sguardo sempre accesso, vivo, mai spento e vuoto come quello di molta altra gente.
- Andiamo a preparare la colazione ?? – mi domandò sorridendo e in tutta risposta io annuì alzandomi ed infilandomi i boxer neri che giacevano insieme a molta altra roba ai piedi del letto.
- Sono le 10 – mi avvertì Mar guardando l’orologio a muro appeso di fronte all’armadio verso il quale si era avviata.
- Lali tornerà a momenti – aggiunse poco dopo posando lo sguardo sul mio corpo – Ti conviene non farti vedere così sennò al diavolo Peter e ti salta addosso subito !! – rise facendo ridere anche me.
- Non mi dispiacerebbe tanto !! – la provocai malizioso ricevendo in malo modo un cuscino in faccia.
- Stupido !! – strillò la proprietaria di esso prima di scendere le scale con un pantaloncino di jeans e la mia camicia nera da sopra, che gli calzava piuttosto grande ma che le stava d’incanto.
Adoravo quando indossava i miei vestiti e sapevo che per lei era lo stesso: ci faceva sentire più legati, più uniti, più … noi.
Infilai il paio di jeans che avevo indosso la sera prima, scendendo poi anch’io le scale e avviandomi verso la cucina dove lei stava preparando il caffè davanti ai fornelli.
Le cinsi i fianchi da dietro con le mie braccia facendola sussultare e subito dopo esclamare irritata: - Và ad abbracciare mia sorella !!! –
Era offesa !!! Ahah, Mar non sarebbe mai cambiata: l’essere paranoica, insicura, isterica e soprattutto permalosa, erano i suoi difetti più irritanti, ma allo stesso tempo divertenti, come in quel momento.
-Dai stavo scherzando !! – sbuffai cercando di sembrare scocciato, ma non ottenendo il risultato desiderato: continuava a preparare il caffè come se non fossi stato lì dietro ad abbracciarla.
- Mi perdoni ?? – domandai dolce prima di lasciarle un bacio sul collo, poi un altro e un altro ancora mentre infilavo lentamente le mani all’interno della mia camicia.
Mar si voltò velocemente allacciandomi le braccia al collo senza però avvicinarsi né al mio corpo, né alle mie labbra.
-Forse … - mormorò maliziosa accarezzandomi i muscoli del petto con le sue piccole ed esperte mani, che ormai conoscevano il mio corpo meglio di qualunque altra cosa.
Eliminai definitivamente la distanza tra le nostre labbra dandole un leggero bacio, e solleticandole i fianchi per fare in modo che come me, anche lei schiudesse le sue labbra ad approfondirlo.
Il rumore di un paio di chiavi che giravano nella serratura e della porta di casa che si apriva ci fece separare immediatamente.
-Ma buongiorno !! – esclamò una sorridente Lali avvicinandosi a noi e abbracciandosi con molto slancio.
- Che ti succede ?? – domandò curiosa Mar, in effetti sua sorella non era mai stata così affettuosa a prima mattina, ricordavo quando un giorno andai a svegliarla e mi ritrovai steso a terra con una valanga di cuscini a coprirmi.
- Eh, te lo racconto dopo … - mormorò rivolta a sua sorella.
Mi finsi offeso e allora lei mi schioccò un lungo bacio sulla guancia: - Dai Thiago non puoi sempre sapere tutto !! – esclamò divertita, facendomi sorride.
-Avete finito di scambiarvi effusioni davanti a me ??-
Ci voltammo entrambi a guardare Mar e scoppiammo a ridere: aveva un’espressione indisponente, arrabbiata e acida sul volto talmente ironica che avrei voluto immortalarla.
-Dai amore non essere gelosa !! – mormorai dolce e divertito avvicinandomi a lei e baciandola sotto lo sguardo indagatore di Lali.
- Amore … che dolce !! – strillò emozionata, prima di domandare stranita – Ma allora state di nuovo insieme ??? –
Spostai lo sguardo su Mar incapace di rispondere a quella domanda che da un po’ di giorni mi si presentava in testa, ma alla quale non sapevo dare spiegazioni neanche a me stesso.
Anche lei mi guardò dolce accarezzandomi un braccio prima di esclamare sicura: - Si, ma non ancora ufficialmente. –
Lali sorrise e lo feci anch’io: era bello sapere di essere parte della sua vita, nonostante altri non potessero esserne al corrente.
-Bene ragazze io adesso devo andare al bar per incontrarmi con un mio vecchio professore dell’Università che mi aiuterà con la tesina di laurea – spiegai mollando lentamente la presa su Mar – E poi se non mi sbaglio deve venire Pedro a pranzo –
Ok, il mio tono non era stato dei migliori, ma non potevo fingermi felice al sapere che il futuro marito della donna che amavo sarebbe stato lì tra poche ore !!
Salii le scale sentendo i sussurri delle due che a quanto pareva avevano molte cose da raccontarsi: chissà perché io e Rama non eravamo mai stati così impazienti di raccontarci qualcosa … mah !! Forse perché eravamo maschi !!

 
Mar’s Pov:
-Allora com’è andata la notte con  quel fisico da urlo ?? – domandò eccitata mia sorella non appena vedemmo Thiago salire le scale per prendere il resto della sua roba.
Arrossii di botto, ricevendo sguardi piuttosto maliziosi da parte sua: - Magnifica … - riuscii a mormorare infine abbassando la testa.
Era strano come dopo tutti questi anni riuscissi ancora ad imbarazzarmi quando si parlava di lui e di me insieme.
-E tu cosa dovevi raccontarmi ??? – le chiesi curiosa alludendo alla sua spaventosa felicità di poco prima.
- Ieri notte sono andata a dormire da Jaz e Peter mi ha inviato un messaggio dicendomi di scendere in giardino: aveva montato una tenda da campeggio e siamo stati lì fino a tarda notte, quando lui è tornato a casa e io di sopra a dormire. – mi spiegò alzando gli occhi al cielo sognante.
- Ed è successo ciò che doveva succedere ?? – le chiesi nonostante la sua espressione fossa prova inconfutabile che avessi ragione.
- Secondo te ??? – sbottò subito irritata, sorridendo imbarazzata subito dopo.
- Tesoro !! Vieni qui !!! – strillai eccitata e commossa stringendola forte tra le mie braccia, sentendola tremare di gioia ed eccitazione a momenti alterni.
Che dolce che era la mia sorellina !! Quegli stupidi dei miei amici avevano ragione, sembrava proprio me quando avevo la sua età, aveva anche avuto la mia stessa reazione dopo la notte che con Thiago avevo dormito a casa di suo zio Vico in campagna, sei anni prima.
Era mattina presto e a casa mia stavano dormendo tutti, ma non m’importava, avevo solo voglia di urlare in quel momento, e così feci.
-Che succede Mar ?? Ti senti male ??? – gridò mia madre, che non ricordavo per quale grazia divina, era a casa quella settimana.
- No mamma !! Sono felice !!! – esclamai alzando sempre di più la voce prima di saltare in braccio a mio padre, fermo in fondo alle scale con il suo pigiama a righe, che mi squadrava stranito.
- E perché ?? – chiese Lali dal piano di sopra, affacciandosi per vedere la scena.
Perfetto, avevo svegliato tutta la mia famiglia, ci mancava solo …
-Ma che diavolo ti viene a quest’ora cuginetta !! ?? – ed ecco che anche Luca era spuntato accanto a mia sorella dandomi segno palese della sua presenza.
- Aaaa !!! – strillai ancora staccandomi veloce da mio padre e correndo al piano superiore ad abbracciare i due.
Mi guardarono tutti con gli occhi fuori dalle orbite: è vero, non ero mai stata una ragazza molto affettuosa ed espansiva, ma ero felice diamine !!
Ero felice e nessuno avrebbe potuto rovinare quel momento, giurai che sarebbe rimasto per sempre impresso nella mia mente, e così fu.

 
-Hey sorelline !! Vi volete bene tutt’in una volta ??? – chiese ironico Thiago tornando di sotto con il suo bellissimo sorriso.
Era ancora a petto nudo: ovvio, dato che la sua camicia l’avevo io indosso.
-Si !! – rispose eccitata Lali al posto mio, guardando ad occhi sbarrati il fisico di Thiago.
- Lascialo stare !! Tu hai il tuo ragazzo, e poi lui è mio !! – sbottai senza pensarci abbracciando di slancio il ragazzo di fronte a noi che stranito mi avvolse tra le sue braccia stringendomi.
- Si, sono tuo. – mi sussurrò dolce all’orecchio facendomi arrossire di botto e comprendere solo in quel momento delle parole uscite dalla mia bocca.
Nascosi il volto nell’incavo del suo corpo, mentre lui mi accarezzava la schiena da sotto la sua larga camicia che indossavo.
-Ehm, ehm !! – tossì fintamente Lali riportandoci alla realtà .
- Io sono ancora qui nel caso non fosse evidente !! – sorrise ironica facendomi allontanare definitivamente da Thiago e ridere imbarazzata contagiando anche loro due.
Ero certa: quel risveglio era stato il più bello degli ultimi 22 anni !!
Speravo solo che durante la giornata da passare in compagnia di Pedro, non avrei perso il buonumore e avessi preso coraggio per dirgli finalmente, la verità.

 

Piccolo Angolo Di Luce:
Hola chicas !! Scusate il ritardo e il capitolo obbrobrioso, ma proprio non avevo ispirazione per questa storia.
Come vedete non ho seguito alla lettera gli spoiler che vi avevo dato, in effetti solo il primo punto: quello del risveglio, però ho svelato qualcosa sul dialogo tra Thiago e Luna, e i ricordi di Mar dopo l’ultimo capitolo di Mi Nena.
L’estate mi prende completamente e la voglia di scrivere ogni tanto è sovrastata da quella di dormire e mangiare gelato, se poi ci aggiungete che mi sento persa senza il mio pc … ma farò del mio meglio, prometto ;-)
Grazie alle 5 ragazze fantastiche che hanno recensito lo scorso capitolo, è solo per voi che continuo ad andare avanti scrivendo, mi date la forza.
A presto, un bacino <3

 

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Capitolo 17
*** Sotto La Pelle ***


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Capitolo 16 : Sotto La Pelle                     

Dedico questo a lalitatralenuvole,
a lei che con le sue bellissime parole
mi ha fatto sentire in dovere di continuare
a scrivere questa storia,
mi ha dato la forza per credere in me
e in quello che scrivo.
Per lei e per tutte voi che leggete <3


- Allora amore, dove vuoi andare ??? – domandò un eccitato Pedro alla porta di casa mia.

Io, lui e Lali avremmo dovuto pranzare insieme quel venerdì pomeriggio, anche se con i pensieri io e la mia sorellina eravamo totalmente altrove.

A dire la verità, se quella mattina dopo il mio risveglio da favola, Thiago non me l’avesse ricordato con tono scocciato, non credo c’avrei mai neppure pensato a quell’uscita programmata qualche giorno prima.

- Dove vuoi tesoro !! – sorrisi più finta che mai prendendo mia sorella sotto braccio e trascinandola in macchina non potendo fare a meno di scoppiare a ridere al vedere il sorriso da ebete che aveva stampato in volto.

Ok, un po’ la capivo, aveva passato un momento importantissimo con il suo fidanzato appena poche ore prima, ma la sua espressione era qualcosa di davvero troppo divertente.

Pedro sembrò notarla, dato che accennò ad un leggero sorriso, prima di salire all’interno dell’auto e mettere in moto.

- Ripetimi perché siamo qui – mi incitò Lali sussurrandomi all’orecchio mentre sedevamo comodamente sui sedili posteriori della Ford Fiesta del mio futuro marito … chiamarlo in quel modo mi provocava una strana sensazione nella pancia.

- Perché tra meno di un mese ci sposiamo e voleva passare un giorno con tutta la famiglia. – le spiegai forse per la ventesima volta con aria scocciata.

I miei genitori, Mauro e Sandra, ci aspettavano al ristorante – liberatosi non so come dai loro preziosi impegni di lavoro - così come i suoi, Cielo e Nicolas.

Adoravo quei coniugi, mi avevano da subito accolta nella loro famiglia come se ne facessi a tutti gli effetti parte, e poi erano simpatici, disponibili e soprattutto si amavano .

Non che i miei non lo facessero – a modo loro e con effusioni quasi inesistenti – ma il signore e la signora Vorg emanavano amore da tutti i pori, un po’ come me quando ero in compagnia di Thiago … se solo avessero saputo di ciò che stavo facendo alle spalle del figlio ... credo che probabilmente mi avrebbero tolto il saluto, se non ucciso all’istante con due dei loro perfetti sorrisi sbiancati.

Era difficile per me convivere con quell’odio che avevo iniziato a provare verso me stessa, ma dovevo farcela: dovevo prendere coraggio e parlare con Pedro.

Giurai a me stessa che l’avrei fatto subito dopo quel pranzo in “famiglia”, sospirai profondamente e lasciai perdere i miei pensieri concentrandomi solo sulle parole della canzone che suonava in quel momento.

Ho te sotto la mia pelle 
Ho te nel profondo del mio cuore 
così dentro al mio cuore, 
che sei davvero parte di me 
ho te sotto la mia pelle 

Ci mancava solo quella canzone in quel momento !!!
Frank Sinatra era uno dei miei idoli, niente contro di lui, ma Under My Skin mentre ero in macchina con Pedro intenta a pensare a Thiago era davvero troppo !!!

- I’ve got you … under my skin !!! – il ragazzo al posto del guidatore intanto canticchiava con il suo inglese parlato a stento, ignaro delle mie imprecazioni mentali.

Ho provato così tanto a non cedere 
ho detto a me stesso che questa relazione 
non avrebbe avuto un buon ritmo 
Ma perché dovrei provare a resistere 
quando, tesoro, lo so dannatamente bene
che io ho te sotto la mia pelle ??

Non ci sarebbero state parole più giuste da dire a Thiago in quel momento, le sentivo mie, le sentivo vere … semplicemente le sentivo.

Così me ne fregai del fatto che ero in macchina con Pedro ed estrassi bruscamente l’Iphone dalla tasca della mia borsa nera, intenzionata ad inviargli un messaggio.

Ma appena illuminai il display del cellulare, vidi che il ragazzo mi aveva effettivamente preceduto, e che il testo che mi aveva appena inviato, era esattamente lo stesso che avrei voluto scrivere io sulla tastiera virtuale.

“ Te llevo bajo mi piel <3 “

Sorrisi involontariamente, constatando che effettivamente anche lui era sintonizzato su Radio B.A. in quel momento.

Lali allungò il collo quel tanto che bastava per leggere il messaggio e sorridermi dolcemente emozionata, prima di inviarne uno identico a Peter.

                          ******************

- Ragazzi, finalmente siete arrivati !!! – strillò entusiasta la signora Vorg appena ci vide scendere dalla macchina e incamminarci verso il tavolo che avevano scelto in quel lussuosissimo ristorante.

- Cielo, Nico, mamma, papà !! – scioccai un bacio sulla guancia ad ognuno fingendomi eccitata, cosa che in quel momento proprio non ero.

Prendemmo posto a tavola ed iniziammo a chiacchierare tra di noi … inutile dire che in quell’occasione l’unico argomento da trattare sembravano le mie imminenti nozze.

- Ormai mancano solo due settimane … - iniziò Cielo introducendo il discorso – Mar tesoro, dove hai comprato l’abito ??? –

Ed ecco la domanda che più di tutte speravo di evitare.

In effetti, avrei dovuto comprarlo proprio 2 mesi prima con Tefi, quando insieme eravamo andate a fare compre per il centro di Buenos Aires, ma a causa di forze maggiori – se le lacrime versate per Thiago potevano considerarsi tali – avevamo rimandato in eterno fino ad arrivare a quel giorno: era il 4 Agosto, ed io non avevo ancora l’abito da sposa.

- Ehm … veramente dovrei andarci oggi pomeriggio con la mia migliore amica. – mentii spudoratamente, sapendo che Tefi era andata con Luca al mare quel giorno e non sarebbero tornati prima di quella sera – Abbiamo girato tanto, ma nessuno mi ha ancora convinto del tutto. – sorrisi falsamente sentendomi uno schifo per non riuscire a dire la verità, ad esporre i fatti così com’erano.

- Uh !! – mia madre si lasciò scappare un gridolino isterico, prima di domandarmi tentando un tono di voce dolce ed amorevole – Se vuoi amore, ti accompagno io !! –

- No mamma grazie, ora vado a chiamare Tefi per confermare l’appuntamento. – mi alzai da tavola irritata: ok, io avevo un matrimonio ancora in piedi per cui dovevo recitare, ma mia madre non aveva motivo per fare la parte di una donna sempre a disposizione per i propri figli … mi sembrava di stare in una di quella soap opera americane.

Mi allontanai dal tavolo estraendo il cellulare dalla borsa, e camminai verso la terrazza per fare il modo che nessuno potesse ascoltare la mia conversazione.

Deglutii pesantemente pensando già alla risposta negativa che mi avrebbe dato il mio interlocutore, prima di comporre il suo numero sulla tastiera e di sentirlo accettare la chiamata.

- Pronto amore, non eri al pranzo in famiglia ??? – mi domandò un sarcastico ed irritato Thiago dall’altra parte.

- Non è il momento, devo chiederti un favore. – risposi seria prendendo coraggio.

Ero consapevole del secco “No” che sarebbe uscito di lì a poco dalle sue perfette labbra, ma decisi di provarci ugualmente, forse per dimostrare a me stessa quanto stessi sbagliando in quel momento e quanto,anche le persone che più mi amavano al mondo, non potessero fare altro che darmi torto.

- M … m … mi accompagni a comprare il vestito da sposa oggi pomeriggio ??? – mi vergognai io stessa di quella domanda appena posta, ma ormai era troppo tardi per ritirarla con una risata ironica e fargli capire che era uno scherzo.

- Mar io … - il tono della sua voce era dispiaciuto, ferito, come se io avessi voluto fargli del male con quella frase, che sapevo l’avrebbe ucciso, quasi come quando Pedro aveva scoperto che ero stata con Thiago e con lui non volevo.

- Ti prego Thiago, fallo per me. – e a quella supplica non riuscì a fare altro che dirmi di si, anche se ero certa che il cuore non avesse smesso di fargli male.

E ancora una volta capì quanto fossero veri i suoi sentimenti nei miei confronti, e non potei fare altro che amarlo ancora di più, se era possibile aumentare quel sentimento a livelli superiori del mio, che ormai ero certa fosse eterno ed … assoluto.

                         ******************

Il pranzo trascorse in maniera tranquilla, se tralasciamo la recita che tutta la famiglia Tallarico Rinaldi si ostinava a mettere in scena, e tutte le domande riguardanti il matrimonio di Cielo e Salvador.

Lali non aprì quasi bocca, impegnata com’era a mandare messaggi a Peter e a sorridere quando riceveva le sue risposte, e poi ad essere sinceri, sapevo da sempre che non sopportava né Pedro, né tantomeno la famiglia Vorg al completo.

Erano circa le 5 quando Pedro riaccompagnò a casa me e mia sorella, mentre i nostri genitori andavano a fare una passeggiata nel parco tutti e 4 insieme, bevendo caffè e chiacchierando in modo da conoscersi meglio, in vista della futura unione mia e del mio fidanzato.

Scendemmo dalla macchina e subito Lali sfrecciò dentro casa, lasciando me e Pedro fuori dalla porta.

Decisi che se dovevo parlargli quello sarebbe stato il momento giusto, così sospirai lentamente e provai ad aprire bocca.

- Sono stato magnificamente oggi – la sua voce mi interruppe prima ancora che potessi pronunciare una sillaba del mio discorso – La tua famiglia è fantastica e i miei genitori vi adorano, non vedono l’ora che arrivi il 19 e francamente neanche io riesco più ad aspettare. –

Sorrisi contenta, mentre dentro di me piangevo a dirotto: lui mi amava, lo faceva sul serio ed io per ricambiarlo donavo tutta me stessa ad un ragazzo che non era lui … ero una persona orribile.

- Ti amo Mar. – mi disse dolce prima di avvicinarsi a me e di baciarmi, lasciandomi giusto il tempo di sussurrare un leggero: - Anch’io -

Colpa: ecco cosa sentivo dentro di me, nel mio cuore, nella mia anima … sotto la mia pelle.

Piccolo Angolo Di Luce:

Hola !!!! Perdonatemi l’immenso ritardo, ma sono partita e non ho avuto proprio tempo, né ispirazione per questa storia.

Ok, so che il capitolo fa letteralmente schifo, ma prometto che con il prossimo mi rifarò, spero di non deludervi.

Mar non è in pace con sé stessa, come detto anche in Mi Nena, il rapporto con i suoi genitori sempre assenti non è dei migliori, deve sposarsi con Pedro, ma l’amore che nutre per Thiago è troppo forte per essere messo da parte e in più ha chiesto a quest'ultimo gli ha anche chiesto di comprare con lei l’abito da sposa ... 

Come andranno le cose secondo voi ???

Fatemi sapere, voglio ricevere tante recensioni, e adesso non posso fare altro che dire grazie a tutte le ragazze che le hanno lasciate allo scorso cappy e che spero lasceranno anche a questo.

Un bacino <3

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Capitolo 18
*** Abito Da Sposa Cercasi !!!! ***


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Capitolo 17 : Abito Da Sposa Cercasi !!!

 

La dedica di questo cappitolo
va a Kevin,
l'unico ragazzo che io conosca
che ama i Teen Angels
e che scrive di loro,
 per questo è unico
e speciale.
Per lui e per tutte voi che
seguite questa storia e
mi sostenete sempre <3


Al contrario di tutti i normali pomeriggi d’estate, quel giorno le vie del centro di Buenos Aires erano affollatissime, tra turisti, artisti di strada in cerca di fortuna, e persone che come me, passeggiavano con la propria dolce metà guardando le vetrine dei negozi.

Ma volendo dirla tutta, quelle dolci coppiette e i loro acquisti giornalieri non avevano niente a che vedere con me e Thiago che camminavamo con espressioni tristi e malinconiche in volto, cercando disperatamente un abito bianco meno costoso possibile, per potercene tornare a casa e mettere fine a quell’incubo.

In effetti, la mia scelta poteva sembrare egoistica nei suoi confronti, ma quando avevo realizzato che avrei dovuto comprare quell’abito si o si, la prima persona a cui avevo pensato per starmi vicina era proprio lui.

Thiago mi stava dimostrando giorno per giorno sempre di più il suo amore per me, sopportando perfino di vedermi indaffarata ad organizzare le mie nozze con un altro uomo, ma standosene in silenzio perché consapevole che ero arrivata a tutto ciò solo per colpa sua.

Io però non ce l’avevo più con lui: tutta la rabbia che mi ribolliva dentro quando avevo scoperto il suo tradimento e l’odio che avevo provato per due anni nei suoi confronti erano svaniti appena l’avevo rivisto, cancellati in un attimo da un leggero contatto con il suo corpo, quel giorno di fine Giugno all’interno del bagno della discoteca La Luz Blanca.

Adesso l’unica cosa che mi rimaneva di quel tempo a me sembrato infinito passato senza lui al mio fianco, era il dubbio di sapere il motivo di quella notte passata con un’altra donna, il perché di quella che lui più volte aveva chiamato “reazione”.

Decisi che gliel’avrei chiesto, ma prima dovevo comprare quel maledetto abito per mettere fine alla tortura di vederlo con quel muso lungo kilometri mentre camminava al mio fianco.

Ancora immersa nei miei pensieri lanciai uno sguardo alla vetrina alla nostra destra e lo vidi.

Era lì, in bella vista, esposto nella vetrina con affianco il fatidico cartellino che ne indicava il prezzo, al quale però non feci caso, presa com’ero ad ammirarlo in tutta la sua bellezza.

- Ti piace ?? – mi domandò Thiago cercando di essere dolce, ma in quel momento era palese quanto non ci riuscisse.

- M’incanta – sorrisi prendendolo per mano e trascinandolo all’interno della boutique.

Una donna sull’ottantina se ne stava comodamente seduta davanti ad una scrivania sfogliando un album di vecchie foto in bianco e nero: era talmente presa dai suoi ricordi che non si accorse neppure della nostra presenza.

Thiago tossì fintamente per richiamare l’attenzione della proprietaria del negozio.

- Oh perdonatemi ragazzi,ma quando guardo le foto della mia gioventù tutto il resto lo dimentico !! – sorrise quella gentilmente, mandandomi alla mente le immagini di mia nonna.

L’ultima volta che l’avevo vista sorridere, o meglio che l’avevo vista in generale, era stato all’età di 11 anni, il giorno del mio compleanno, quando mi regalò il mio primo cellulare, un samsung vecchio modello che per me però era sacrosanto.

Adoravo nonna Felicitas, e dopo la sua morte per via di un brutto tumore, l’unica persona che mi era stata accanto era la madre di mio padre, l’altra nonna alla quale volevo ugualmente bene, ma che fino a quel momento non avevo mai considerato per quello che era realmente: dolce, premurosa, amorevole … nonna Justina.

Ora che ci pensavo meglio, avrei dovuto chiamarla per vedere se aveva ricevuto la partecipazione al matrimonio … l’avrei fatto appena tornata a casa, possibilmente con quell’abito bianco tra le mani.

- Allora ragazzi, quale abito volete vedere ??? – domandò cordialmente la signora facendomi sorridere: le persone anziane erano dolcissime, e quella donna ne era l’inconfutabile prova.

- Quello !! – indicai l’abito in vetrina che pochi minuti prima mi aveva abbagliato la vista.

La donna sorrise, poi mi lanciò uno sguardo compiaciuta prima di esclamare: - Hai buon gusto ragazza, quello è il mio preferito e di certo ti starà un incanto !! –

Si avviò verso il manichino al quale era appoggiato il vestito, lasciando me e Thiago da soli per qualche minuto.

- Resisti, lo provo e poi andiamo via. – gli dissi stringendogli la mano e tentando di tranquillizzarlo.

Le mie parole sembrarono addolcire i tratti del suo volto marcati, e far smettere per un attimo la sua mascella di essere così rigida.

- Fai con calma Mar, non voglio metterti fretta – mi accarezzò con le nocche della mano il viso facendo palesemente ricorso a tutta la sua calma interiore per non scoppiare in quel momento.

Mi faceva male vedere Thiago in quello stato, ma ormai non potevo farci niente: eravamo arrivati fin lì e dovevamo continuare, in un modo o nell’altro.

- Eccolo qui tesoro !!! – tornò sempre sorridente la donna con l’abito che avevo scelto in mano – Puoi provarlo lì !!! – mi indicò la cabina di prova con una mano, mentre con l’altra mi porgeva il vestito.

Lanciai uno sguardo a Thiago per rassicurarlo, o forse per rassicurare me stessa che ciò che stavo facendo non l’avrebbe ferito così tanto come pensavo.

- Non preoccuparti bellissima, ci penso io al tuo fidanzato !! – mi sorrise complice la donna, ed io allora mi allontanai all’interno della cabina senza ribattere.

                           ****************

Lungo poco sopra il ginocchio, stretto con una fascia sul seno, senza spalline, avvitato con del merletto bianco sulla vita, che scendeva con vari strati bianco latte … amavo quel vestito e per lo più mi calzava fantasticamente.

Il velo era corto e partiva da un diadema d’oro bianco che portavo in testa, tra i capelli liscissimi mori che scendevano dolci fino ai miei fianchi.

Mi contemplai allo specchio per un po’ contenta, prima di uscire fuori dal camerino.

Thiago e la proprietaria del negozio discutevano animatamente su non so cosa, tanto presi che non si accorsero della mia presenza, fino a quando non sbattei teatralmente un piede scalzo sul pavimento di parquet.

- Ah tesoro sei pronta !!! Mio Dio, sei una dea !!!! – esordì la donna entusiasta, battendo le mani contenta.

Thiago sorrise triste abbassando lo sguardo, mentre il sorriso che io avevo sul volto andava man mano scomparendo.

- Suvvia ragazzo !!! Non le dici neanche come sta !! ???- lo incitò la vecchietta dandogli un colpetto sul braccio.

Lui la guardò divertito prima di esclamare sforzando un sorriso: - Non ci sono parole, è semplicemente bellissima –

Il suo sguardo rivolto su di me era talmente intenso che non dubitai neanche per un secondo delle sue parole: conoscevo Thiago troppo bene, e non l’avevo mai sentito parlare con quell’intonazione così forte, vera … da uomo il quale era diventato.

Gli sorrisi sincera facendo sorridere a 32 denti – o almeno quelli che gli erano rimasti – la donna che ci guardava in estasi: chissà, forse le ricordavamo la sua storia con suo marito, o semplicemente l’incantava il modo in cui ci amavamo.

E succedeva anche a me: adoravo la maniera in cui io e Thiago, anche con un semplice sguardo, riuscivamo a trasmetterci tutti i sentimenti che provavamo.

- Tesoro, perché non provi anche queste ??? – la voce della vecchietta interruppe i miei pensieri – Sai, ti farebbe comodo qualche centimetro in più !! – sorrise porgendomi un paio di scarpe bianche con un altissimo tacco a spillo.

Thiago rise e per un momento, mentre rientravo in quella cabina enorme, pensai che le cose stessero andando finalmente per il verso giusto.

                            *************

Ma quando uscii dallo spogliatoio non trovai nuovamente i due ad aspettarmi sorridenti: Thiago era sparito, e la donna era ritornata a perdersi nel suo album dei ricordi.

- Mi scusi signora, dov’è finito il ragazzo che era qui ??? – le domandai gentilmente avvicinandomi alla scrivania dietro la quale era seduta.

La donna mi guardò sospirando, prima di indicare un punto al di fuori della boutique: - Appena sei rientrata nel camerino mi ha salutato velocemente e poi è uscito fuori di corsa. Era molto triste, credo dovresti andare a vedere. – mi sorrise complice, ma io ormai non la guardavo più: corsi al di fuori del negozio con la velocità che le mie scarpe scomodissime mi permettevano di avere, notando con dispiacere che il tempo meteorologico non era proprio dei migliori … aveva iniziato a piovere.

Cercai Thiago con lo sguardo per 10 minuti buoni, fino a quando scorsi in lontananza una figura maschile con le mani in volto, come a coprirsi gli occhi.

E allora capii: Thiago stava piangendo, piangeva per colpa mia, e solo in quel momento capii quanto dovesse lottare ogni giorno per stare con me, quanto potesse fargli male vedermi con addosso un vestito da sposa per andare all’altare con qualcuno che non fosse lui, e mi sentii come molte volte mi era capitato, uno schifo.

Mi avvicinai a lui e gli scostai le mani dal volto intrecciando le sue dita con le mie, facendo il modo che mi guardasse negli occhi.

- Perdonami amore mio – sussurrai sentendo le lacrime pungermi gli occhi – Perdonami per favore … - la prima lacrima iniziò a rigarmi il viso, mentre io facevo di tutto pur di rimandarla indietro.

Avevo pianto due anni per lui, ma mai, mai, avevo immaginato che anche lui potesse aver pianto per me.

- Perché Mar ?? – mi domandò con la voce totalmente rotta dalle lacrime – Perché mi dici che parlerai con lui e poi mi porti a comprare il tuo vestito da sposa ??? –

Vederlo stare male mi provocava un vuoto dentro: non ricordavo di essermi mai sentita così male e arrabbiata con me stessa.

- So di averti fatto del male Mar, ma adesso io mi sento morire, e vederti con un abito da sposa addosso che per giunta ti sta fantasticamente bene, mi fa stare ancora peggio – sospirò dolcemente guardandomi in modo così intenso che avrebbe potuto uccidermi.

- Io ti amo da morire, e se ti ho tradito due anni fa è stato solo per una reazione … - fece per continuare a parlare ma lo interruppi ormai stanca di sentirmi dire sempre la stessa cosa senza capire.

- Ma reazione a che cosa ???? – strillai completamente bagnata, in parte dalle lacrime, e per l’altra dalla pioggia che scendeva sempre più forte.

- Non fare finta di non saperlo !! – continuò alzando sempre di più la voce.

Non sapevo davvero dove volesse arrivare con quel discorso che ormai portava avanti da settimane, ma che non avevamo mai approfondito, troppo presi dalla foga dei vari momenti in cui era stato messo in mezzo.

- Non lo so Thiago, ti giuro che non so di cosa tu stia parlando !!!! – urlai sentendo un dolore lancinante alla gola, ma in quel momento poco mi importava se stavo per perdere la voce o altro, volevo solo capire.

- Come fai a non saperlo ??? Rama … - fece per parlare ma lo interruppi nuovamente.

- Che cavolo c’entra Rama ???? – le mie mani accompagnavano come sempre la mia voce in ogni sua emissione, anche se ormai era rotta dalle lacrime, dal mal di gola fortissimo appena scoperto e dal rumore delle gocce di pioggia che scendevano prepotenti sull’asfalto formando piccole pozzanghere.

- Davvero non lo sai ??? – stavolta il suo tono era più calmo, come se mi credesse, come se capisse che davvero non sapevo a che cosa stesse alludendo.

Feci segno di no con la testa e lui sembrò risvegliarsi da un sonno profondo, come se solo in quel momento avesse preso in considerazione un dettaglio che fino a poco prima aveva tralasciato.

- Vieni con me. – mi prese per il braccio provando a trascinarmi via da quel bagnato marciapiedi.

- Ma dove ??? E poi dimentichi che ho ancora questo – indicai il mio bellissimo abito ormai zuppo con un braccio – addosso.-

Thiago rise sonoramente facendomi sorridere: - Hai ragione, va a toglierlo, ti aspetto in macchina !! – mi sorrise andando verso la sua scintillante Mercedes SLK nera.

                         ***************

Una volta nel negozio mi scusai tante di quelle volte con la signora che ormai non ne ricordo più neanche il numero, e alla fine decisi di comprare il vestito nonostante fosse fradicio: una lavata, una stirata e sarebbe tornato come nuovo, la donna me l’aveva assicurato.

Salii in macchina con Thiago non sapendo dove avesse intenzione di andare, ma con un unico indizio … il mio migliore amico c’entrava qualcosa.

 

Piccolo Angolo Di Luce:

Hola !!! Ormai la dedica in cima a qualcuno è diventata ricorrente !!
Che ne pensate di questo cappy ??? 

A me personalmente piace molto, soprattutto la donna nel negozio mi sta simpaticissima, e la scena di Mar e Thiago sotto la pioggia con l’abito da sposa la trovo dolcissima !!

Come vedete il nostro caro Rama c’entra qualcosa con il tradimento di Thiago … ma in che modo ??

Tra poco arriverà la famosa spiegazione sul tradimento di Thiago che molte di voi aspettavano !!

Spero di ricevere molte recensioni.

Un bacino <3

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Capitolo 19
*** Tutta La Verità ***


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Capitolo 18: Tutta La Verità

Questo capitolo è per tutte coloro

che dal primo capitolo si domandano

il perché del tradimento di Thiago,

oggi svelerò tutto,

niente escluso.

Per loro e per tutte voi <3

Due anni prima …

Buenos Aires, 21 Ottobre 2010, ore 21:30

- Non t’immagini nemmeno quanto mi manchi amore mio … -

Marianella era sdraiata sul letto di casa sua: pigiama con le mucche non proprio adatto per una fresca ventenne, ma caldo per proteggerla dall’imminente freddo, computer bollente poggiato sulle gambe, sorriso triste dipinto sul volto.

Da una parte era contenta di poter vedere ogni giorno Thiago utilizzando Skipe, ma dall’altra il non poter avere con lui un contatto fisico, anche solo un semplice tocco, la irritava e deprimeva allo stesso tempo.

Eppure promise a sé stessa che avrebbe lottato per stare con il ragazzo che amava: due anni sarebbero passati in fretta, poi lui sarebbe tornato per conseguire l’esame di laurea, sarebbe diventato un medico, lei un avvocato dopo qualche anno, e finalmente avrebbero potuto sposarsi e andare a vivere in una di quelle villette in costruzione sulla spiaggia, con i loro 13 bambini e tutti gli animali che aveva in mente di comprare.

La distanza non sarebbe stata un problema, loro due si amavano, lo avevano fatto da sempre anche se inconsapevolmente, e non sarebbe bastata una cosa così semplice come milioni di km a separarli.

- Adesso devo andare piccola, abbiamo un incontro nella sala comune del college. – le sorrise Thiago dall’altra parte dello schermo, illuminandole l’anima con quelle due file di perfetti denti bianchissimi.

- Va bene amore mio, aspetto il messaggio della buonanotte. – sorrise dolcemente Mar, rivelando da sotto il suo corpo che iniziava a diventare quello di un’effettiva donna, lo spirito da sedicenne che nonostante tutto continuava a conservare nel cuore.

Il suo ragazzo sorrise ancora, prima di sussurrare dolcemente, ma facendo il modo che lei sentisse: - Ti amo Mar –

- Anch’io. – concluse lei sincera, prima di chiudere lo schermo del computer e riporlo sulla scrivania rosa sua e di Lali.

 - Allora sorellona, a che ora viene Rama ??? – le chiese quest’ultima dal letto situato proprio sopra quello da cui Mar si era appena alzata.

- Ah già, me n’ero completamente dimenticata !!! – si diede un colpetto sulla testa mentre sua sorella le dava mentalmente della svampita, prima di esclamare incerta: - Dovrebbe essere qui tra … -

Ma non fece in tempo a concludere la frase che il campanello l’avvisò dell’arrivo del suo ospite.

Mar sorrise prima di scendere le scale e andare ad aprire colui che da poco ormai, era diventato il suo migliore amico.

Dopotutto era felice che alla fine le cose con lui fossero andate in quel modo, non avrebbe potuto, né voluto, convivere tutta la vita con il suo tenero broncio messo su 4 anni prima, dal giorno in cui l’aveva lasciato per suo fratello.

Mar decise che il suo pigiama andava più che bene per la serata che dovevano passare, d'altronde era solamente Rama, non doveva farsi bella per stare in casa con lui !!

Al contrario, ogni volta che Thiago andava a farle visita, si chiudeva per ore in bagno cercando di apparire al meglio, per ricordargli che aveva fatto bene, che lei era la scelta giusta e che non avrebbe dovuto ricredersi, mai.

Spalancò la porta e si trovò davanti il biondo con in mano un paio di buste piene di prodotti, che la ragazza avrebbe giurato avesse comprato nel supermercato all’angolo.

- Buonasera principessa !! – sorrise dolce Rama, mandando alla mente di Mar il ricordo di quando era l’amore della sua vita a chiamarla in quel modo, e facendola sorridere di rimando.

- Abbiamo: birra, popcorn, gelato e film deprimente da far finta di vedere mentre dormiamo o ridiamo sul divano – spiegò il ragazzo ormai dentro l’appartamento a due piani, poggiando sul tavolo della cucina uno alla volta tutti gli oggetti da lui elencati.

- Che ne pensi ?? – le chiese una volta che ebbe terminato.

Mar rise divertita, prima di esclamare: - Sei peggio di un sergente quando organizzi queste serate tra amici !! –

Rama la imitò prima di stringerla in un possessivo abbraccio, che a pensarci bene, era decisamente un po’ troppo per una semplice amica.

                                ********************

Lali ormai 14enne, se ne stava di sopra collegata al suo pc, a chattare con i suoi nuovi compagni di classe su quel nuovo social network e ad ascoltare musica; i signori Tallarcio-Rinaldi erano, ovviamente, fuori per lavoro – ormai erano così tanto tempo assenti nelle vite delle loro figlie, che le due non ci facevano nemmeno più caso anzi, la stranezza per le ragazze era averli a casa, come se fossero stati una qualsiasi famiglia normale.

Luca - che dopo un anno passato a Buenos Aires aveva deciso di rimanere lì e non tornare più a Londra – era andato al cinema e poi in pizzeria con Tefi, perciò non sarebbe tornato prima che si fosse fatta notte inoltrata.

Rama e Mar stavano comodamente seduti sul divano azzurro del salotto, davanti al televisore dove il film che avevano deciso di mettere mostrava i titoli di coda, senza che però loro ne avessero letto neanche il titolo, troppo impegnati com’erano a dire stupidaggini, a mangiare e a bere bottiglie di birra.

Rama aveva bevuto solo 2 bottiglie mentre per Mar, che nonostante non amasse ubriacarsi, non poteva proprio resistere alla tentazione di quel liquido giallo, era già la quinta volta che lanciava una bottiglia vuota sui cuscini sparpagliati sul pavimento.

Di sicuro il giorno dopo si sarebbe alzata con un fortissimo mal di testa, ma in quel momento non era abbastanza lucida per comprenderlo.

C’era puzza di birra ma non solo: uno strano odore di angoscia, depressione e frustrazione, invadeva l’atmosfera all’interno di casa Tallarico-Rinaldi.

Mar lo percepiva ma non riusciva a darsi una spiegazione concreta, non ancora almeno …

New York, 22 Ottobre 2010, ore 00:00

Thiago aprì la porta della sua camera, quella che condivideva con due nuovi amici incontrati da poco al college che frequentava da appena due mesi: Gaston e Agustin.

I due però non erano con lui in quel momento, insieme agli altri studenti di scambio dai vari paesi erano andati alla discoteca più importanti di tutta Manhattan.

Lui però aveva preferito rimanere in stanza seguendo il suo brillante schema mentale :

Discoteca = ragazze

Ragazze = perdere Mar

 Perdere Mar = dire addio alla propria anima.

Dopotutto era semplice, si disse il ragazzo per rassicurarsi: avrebbe dovuto stare lontano da qualsiasi essere femminile reputato guardabile per due anni.

Ma ne sarebbe valsa la pena … Mar, la sua Mar, valeva molto più di una stupida newyorkese tutta tacchi alti e seno rifatto.

Decise che per impiegare il tempo avrebbe fatto una telefonata a suo fratello, era da qualche giorno che non lo sentiva, e voleva essere aggiornato sulle ultime novità.

Compose alla svelta il numero di Rama, e sorrise nel sentire la voce del ragazzo rispondergli subito dall’altra parte.

- Hey fratellino !! – esclamò Thiago ricordando quando quest’ultimo odiasse sentirsi affibbiare quel nomignolo.

- Hola casi doctor  !! – entrambi risero al sentire il soprannome con cui Tefi, la sua migliore amica, aveva deciso di chiamarlo da quando aveva iniziato a studiare medicina.

Thiago era convinto ed eccitato all’idea che quando si sarebbe laureato, la ragazza avrebbe finalmente tolto quel casi, rendendolo così un medico a tutti gli effetti, sia di parole, che di fatti.

- Che fai ??? Studi per il prossimo esame ??? – provò ad indovinare il moro, stendendosi sul suo letto stanco dopo una giornata strapiena di libri, nomi impronunciabili, e parole in inglese che a quell’ora non riusciva più neanche a mettere insieme per formare una semplice frase.

- In realtà avrei dovuto, ma Mar mi ha chiesto di andarle a fare compagnia a casa e non ho potuto dire di no. – gli spiegò suo fratello, con tono piuttosto strano.

Thiago aveva il presentimento che ci fosse sotto qualcosa, ma preferì non fare domande: dopotutto erano la sua fidanzata e suo fratello ... cosa sarebbe potuto mai succedere ???

- Fratello devo confessarti una cosa … - il tono di voce del biondo era malinconico, quasi come se stesse per costituirsi dopo un grave delitto e il ragazzo non riuscì a fare a meno di incitarlo a continuare, nonostante sentisse che quelle parole gli avrebbero fatto male.

Dicono che spesso bisogna fidarsi del proprio istinto, ma in quel momento Thiago desiderava soltanto credere che si stesse facendo strane idee.

- In realtà non sono proprio a casa di Mar, sono … - Rama sussurrava come se non volesse farsi sentire da nessuno, ma il moro ormai aveva l’udito super affinato, per riuscire a captare ogni suo minimo sussurro.

- Sono nel suo letto Thiago. Ti giuro che non volevo, ma lei mi è praticamente saltata addosso ed io sono solo un ragazzo in preda agli ormoni e non ho saputo resistere … - le parole di suo fratello gli perforarono l’anima, sparandogli dritte al cuore.

Thiago non ci poteva credere, non ci voleva credere, non ci doveva credere, per il bene delle sue sanità mentali, sarebbe stato meglio se avesse pensato che fosse tutto uno scherzo, ma il tono di voce a confessione di Rama, non aveva nulla da interpretare: era fin troppo chiaro come fossero andate le cose.

- N.. non preoccuparti, ti capisco, non è t … tua la colpa. Non dire nulla a M .. Mar, per … favore. – la voce gli usciva a spezzoni, rotta dalle lacrime che stavano iniziando a scendergli prepotenti lungo le gote.

Era sempre stato un ragazzo forte, non gli piaceva mostrare il suo lato fragile, eppure in quel momento, tra quelle quattro mura che lo conoscevano appena, che non sapevano la sua storia, che non avevano idea di chi fosse LEI, si lasciò andare ad un pianto liberatorio, prima di lanciare il telefono sul letto e di uscire sbattendo la porta.

                                 **********************

La discoteca era affollatissima e Thiago non riuscì a fare a meno di pensare che avrebbe voluto volentieri trovarsi sul suo letto a versare lacrime e a domandarsi il perché … una semplice bevuta non aveva potuto rovinare tutto, magari Mar non aveva mai smesso di amare Rama, e la sua partenza non aveva fatto altro che avvicinarli di nuovo.

Ma lui non era una femminuccia, non sarebbe stato per giorni a deprimersi e a mangiare gelato, non era debole fino a quel punto.

Lui era un ragazzo forte, sicuro di sé e soprattutto … vendicativo.

Si guardò intorno e finalmente trovò ciò che stava cercando: una ragazza carina, londinese, e sicuramente molto facile.

Le si avvicinò e cercando di essere il più sensuale possibile la abbracciò da dietro sussurrandole all’orecchio: - What’s your name, baby ?? –

La ragazza si voltò allacciandogli le braccia dietro al collo, e rispondendogli suadente prima di baciarlo con foga: - I’m Luna. –

Buenos Aires, 22 Ottobre 2010, ore 00:00

Mar dormiva con la testa poggiata sulla spalla di Rama il quale, seduto al suo fianco, faceva zapping tra i canali tv, mangiando i popcorn avanzati dai 3 pacchetti che aveva acquistato per la serata.

Lali di sopra doveva essersi addormentata, visto che era da più o meno un quarto d’ora che non sentiva la musica a tutto volume proveniente dal piano di sopra.

Rama decise che avrebbe aspettato il ritorno di Luca per poi tornare alla casa che aveva comprato da solo al centro di BA: non voleva lasciare le due ragazze da sole, nonostante fossero abituate a starci da quando avevano più o meno 10 e 4 anni.

Ad un tratto il suo cellulare lo avvisò di una chiamata in arrivo, e guardando il nome di suo fratello scritto a caratteri cubitali sul display sorrise accettandola subito.

Dopo i loro saluti sottoforma di prese in giro, Thiago gli domandò curioso:- Che fai ??? Studi per il prossimo esame ??? –

- In realtà avrei dovuto, ma Mar mi ha chiesto di andarle a fare compagnia a casa e non ho potuto dire di no. – spiegò Rama sincero, non aveva voglia di mentire a suo fratello, dopotutto quella che dormiva con la testa sulla sua spalla era la sua ragazza.

Si, adesso lo era e lui avrebbe rispettato il loro amore.

Ma a pensarci bene, perché avrebbe dovuto farlo quando Thiago era stato il primo a rompere i codici tra fratelli ??

D’accordo, erano passati quattro anni ormai, ma questo non voleva dire che il ricordo non facesse male e non lo tormentasse ogni notte, facendolo sentire sempre di più uno stupido.

- Fratello devo confessarti una cosa … - Rama non sapeva quale dio malvagio lo stesse guidando verso quel gesto in quel momento: sapeva che sarebbe bastata quella sua frase e avrebbe rovinato un amore, una storia di 4 anni, che terminava per una sua necessità di vendetta.

Ma il biondo in quel momento non aveva voglia di pensare se quello che stava per fare fosse giusto oppure no, l’unica cosa di cui gli importava era il suo orgoglio più che ferito.

- In realtà non sono proprio a casa di Mar, sono … - sussurrava per non svegliare la mora accanto a lui, mentre le accarezzava i capelli con una mano come a chiederle scusa: dopotutto era una cosa tra lui e Thiago, lei non c’entrava niente.

- Sono nel suo letto Thiago. – deglutii pesantemente prima di portare a termine la messa in scena di quel’enorme bugia.

-Ti giuro che non volevo, ma lei mi è praticamente saltata addosso ed io sono solo un ragazzo in preda agli ormoni e non ho saputo resistere … -

Sapeva che quella era la cosa che più avrebbe ferito suo fratello, perché dopo essere stato con lei, Thiago non era più riuscito a guardare nessuna ragazza in quel modo, e sapere che lei l’aveva fatto l’avrebbe ucciso dentro.

E poi lui l’amava davvero, nonostante per molto tempo il ragazzo si fosse sforzato per credere il contrario, alla fine aveva capito che suo fratello s’era davvero innamorato di quella che un tempo era la sua ragazza.

- N.. non preoccuparti, ti capisco, non è tua la colpa. Non dire nulla a M .. Mar, per … favore. – la voce del ragazzo era rotta dal pianto, ormai il danno era fatto, non si poteva più tornare indietro.

Rama si sentiva un mostro.

 

Piccolo Angolo Di Luce:

Hola !!! Che ne pensate di questo capitolo lungo lungo ???

Spero vi piaccia, io lo adoro !!

Come vedete il titolo è preciso, qui c’è tutta la verità sul motivo del tradimento di Thiago.

Il comportamento di Rama ???

Semplicemente orribile, ma spero di essere riuscita a spiegarne bene il motivo: la sete di vendetta purtroppo è qualcosa di forte e brutto che il tempo non riesce a cancellare.

Come vedete questo è un episodio successo dopo la fine di Mi Nena, ma prima di Mi Mujer, se vi è piaciuto magari potrei pubblicare dei missing moments ambientati in quei 6 anni … fatemi sapere.

Aspetto le recensioni.

Un bacino <3

Ps: Per gli orari ho fatto come se il fuso orario fosse lo stesso tra BA e NY, anche se ovviamente non è così, era solo per aiutarvi a capire meglio i tempi. 

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Capitolo 20
*** Non C'è Mai Limite Al Peggio ***


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Capitolo 19 : Non Cè Mai Limite Al Peggio

 

Dedico questo capitolo a Kevin,

un ragazzo al quale mi sono affezionata molto,

l’unico che conosco che ama scrivere

e soprattutto che ama i teen,

quanto vorrei che tutti fossero

come te !!!

Per lui e per tutte voi <3



Non ci potevo credere.

Scossi la testa confusa, mi diedi più pizzicotti sul braccio credendo di stare sognando.

Ma ciò che avevo di fronte, Rama e Thiago, e le parole appena uscite dalle loro bocche che continuavano a risuonarmi nella mente non erano affatto frutto della mia fantasia.

Era tutto vero.

Thiago mi aveva tradita con Luna, perché Rama gli aveva fatto credere che io l’avessi fatto con lui.

Non riuscivo a comprendere se fosse peggio che il mio migliore amico m’avesse fatto perdere l’amore della mia vita per una stupida vendetta da ragazzini stupidi, oppure che il ragazzo che amavo più di qualsiasi altra cosa al mondo avesse davvero creduto che l’avessi preso in giro.

Guardai entrambi con lo sguardo ormai spento.

Thiago teneva la mascella serrata duramente, fissava il fratello scuotendo la testa, troppo deluso e amareggiato per dire qualcosa.

Ma lo conoscevo bene, sapevo che se non ci fossi stata io davanti, l’avrebbe già picchiato a sangue, come solo un giocatore di rugby sapeva fare.

Rama invece se ne stava appoggiato al muro con la testa bassa, trovando ad un tratto interessanti le sue Jaguar nere.

Si sentiva colpevole di tutto e per quanto mi sforzassi, non riuscivo proprio a dargli torto.

<< Mi … mi dispiace …. >> mormorò con la voce già impastata da quello che sicuramente sarebbe stato tra poco un irrefrenabile pianto << Io volevo solo … >>

<< Taci !! >> strillò Thiago facendomi sussultare.

Non voleva ascoltarlo, e a dirla tutta non lo volevo nemmeno io, ma l’espressione triste e masochista che Rama aveva in volto, mi fece provare per lui una certa compassione che non riuscivo a spiegarmi.

Il biondo asciugò velocemente una lacrima che gli aveva rigato la guancia, prima di riprendere a parlare, con la consapevolezza di poter essere di nuovo interrotto, ma allo stesso tempo con la voglia di mettere in chiaro ciò che provava in quel momento e che aveva provato al tempo dei fatti.

<< Io so che è solo colpa mia se vi siete lasciati, so che sono stato io e la mia stupida vendetta a far piangere Mar per due interi anni senza sosta >> mi guardò dolce implorandomi di perdonarlo solo con l’espressione affranta proveniente dai suoi occhi azzurro cielo.

<< Ed è solo per me se tra due settimane Pedro andrà all’altare con la ragazza che tu ami da tutta la vita >> si rivolse al fratello cercando nei suoi occhi almeno un po’ di comprensione, ma che ovviamente non trovò.

Thiago era un tipo molto rancoroso.

Ci metteva tempo a dare fiducia ad una persona realmente, ma quando ciò accadeva, tradirlo era come portargli via un pezzo di anima: lui amava fino a star male, dava tutto per le persone a cui teneva davvero, ma bastava un semplice errore per perderlo per sempre.

<< Vi chiedo scusa ragazzi, anche se so che probabilmente non riuscirete mai a perdonarmi >> lo sforzo che stava facendo per non piangere era palese, eppure suo fratello non si scompose neanche per un attimo al vederlo in quello stato.

Rama smise di guardarlo e spostò lo sguardo su di me che, ancora pietrificata, non riuscivo a mormorare una sola sillaba, né a dare cenni di essere ancora viva.

<< Sarà meglio che vi lasci da soli, quando mi volete sono di sopra >> concluse capendo finalmente che nessuno dei due gli avrebbe rivolto la parola, almeno non quel giorno, non in quella casa, non dopo essere venuti a conoscenza del grandissimo sbaglio che aveva commesso.

Rimasi impassibile anche dopo aver sentito l’ultimo scricchiolio dei suoi passi rimbombare dalle scale, chiaro segno che era arrivato di sopra, mi limitai a fissare il mobiletto posto sul lato opposto della stanza rispetto a quello dove stavo io.

Lassù erano appoggiate diverse fotografie incorniciate, tra cui quella che ritraeva l’intera famiglia Bedoja Aguero.

E senza neanche volerlo davvero andai con la mente a due mesi prima, quando con Tefi eravamo andate a casa di Rama per chiedergli di pranzare insieme.

Non mi ero neanche accorta di aver gironzolato un bel po’ per la casa, questo fino a che non sussultai guardando una delle fotografie che Rama teneva esposte su un mobile della cucina.
Era una foto di famiglia che ritraeva lui, sua madre Ornella, suo padre Vittorio e … LUI.
Vederlo mi faceva più male che pensarlo, anche se era in una stupida fotografia, perché rivedevo le sue labbra, il suo corpo, le sue mani, il suo viso … e immaginavo tutto questo regalato così, per gioco, ad una ragazza che non fossi io.

C’ero stata malissimo in quel momento, così come per tutti gli interi due anni che avevo passato lontana da lui.

E piangevo dentro a pensare che avevo fatto la fine della depressa che non fa altro che piangersi addosso e lamentarsi pensando al passato per colpa di quello che dopo essere stato il mio ragazzo, mio cognato e mio migliore amico, con una semplice verità era subito diventato il nulla.

<< Non è possibile … >> biascicai a fatica facendo subito voltare Thiago verso di me.

Sorrise triste prima di tornare ad essere serio << Mi dispiace Mar, non posso credere di essere stato così stupido d’averci creduto >>

Si avvicinò a me puntando i suoi smeraldi nei miei pozzi color cioccolato, prendendomi la mano e portandosela all’altezza del cuore.

<< Fidati di me se ti dico che darei la mia vita pur di cancellare tutta la sofferenza che hai provato a causa mia >>

Senza pensarci più di tanto gli buttai le braccia al collo stringendolo più forte che potessi, mentre sentivo le sua braccia cingermi i fianchi possessivamente, a non lasciarmi andare via.

<< Come ho potuto pensare che mi avessi tradito perché non mi amavi più ?? !!! >> mi rimproverai strillandomi contro, mentre stringevo con forza la sua maglietta.

<< Era l’unica spiegazione che potessi trovare amore mio, non sapevi niente di ciò che io credevo fosse successo >> mi rassicurò lui accarezzandomi la schiena con le mani, e lasciandomi piccoli baci sulla nuca.

Sospirai profondamente prima di porgergli una domanda che mi stava tormentando dentro da quando avevano iniziato a raccontare la vicenda.

<< E perché tu hai preferito vendicarti piuttosto che parlarne con me ??? >> le lacrime stavano iniziando a scendere e non avevo più la forza di trattenerle, così lasciai che m’inondassero il viso, rigandomi le guancie e disegnando piccoli cerchi sulla t-shirt di Thiago.

<< Mi fidavo cecamente di mio fratello >> esclamò lui iniziando a respirare sempre in modo più pesante, mentre sentivo la sua presa stringersi ancora di più

Era stanco di quella situazione almeno quanto me, eppure faceva come se niente fosse limitandosi a consolarmi e dicendomi che andava tutto bene, quando era palese che dentro si sentisse morire … lo ammiravo per questo, tutti lo facevano.

<< E poi non volevo che sapessi quanto stavo male >> la voce stava iniziando a rompersi, mentre sentivo delle piccole gocce salate farsi spazio tra i miei capelli: stava piangendo, dopo che aveva cercato di farsi forte per troppo tempo, finalmente stava iniziando a mostrare un po’ di debolezza << eri l’unico senso della mia vita, e capire che per te non era lo stesso mi faceva sentire inutile, vuoto … il nulla >>

Mi scostai lentamente da lui quel poco che bastava per notare che aveva la testa rivolta verso il basso.

Gli sollevai il mento con due dita, puntando i miei occhi nei suoi e vedendo che aveva gli occhi pieni di lacrime, la maggior parte delle quali erano scese lungo le sue bellissime guance, mentre alcune si erano già fatte spazio tra le sue labbra dischiuse.

<< Non piangere amore >> sussurrai accarezzandogli il volto con una mano << Tu sei la cosa più bella che la vita mi ha donato >> feci combaciare le sue labbra con le mie.

Approfondì il bacio quasi subito, eppure riuscivo a percepire la tristezza che provava in quel momento, nonostante le mie parole l’avessero fatto sorridere dolcemente.

<< Andiamo a casa mia, ci farà bene dormire un po’ >> gli dissi allontanandomi di poco da lui e prendendolo per mano.

Thiago annuì cingendomi la vita con un braccio e uscimmo da casa di Rama, insieme,  nonostante fosse stato proprio lui a dividerci.

                                         ********************

<< Dlin Dlon >>

Scossi la testa scocciata, voltandomi verso Thiago steso al mio fianco.

Perfetto: dormiva ancora, non avrei voluto che si svegliasse per uno stupido campanello, soprattutto dopo tutto il tempo che aveva impiegato per addormentarsi.

Era distrutto quasi quanto me all’idea che suo fratello l’avesse tradito, e questa volta era il mio turno di consolarlo, dopo che lui l’aveva fatto per chissà quante volte.

Scesi di sotto avviandomi verso la porta, sperando vivamente che non ci fosse stato Rama dall’altra parte: non avrei davvero saputo cosa dirgli, se non che ero delusa da morire e che non avrei mai più voluto vederlo.

Ma forse avrei preferito trovarmi davanti il biondo …

<< Ciao Mar >> il sorriso di Luna era falso quasi quanto la borsa di Armani che teneva stretta sotto il braccio.

L’avevo vista solo una volta, il giorno in cui mi era stata presentata, e mi era bastato quel poco ad odiarla con tutta me stessa.

<< Che vuoi ?? >> le domandai brusca, senza muovermi di un centimetro dall’uscio della porta, in modo che non potesse entrare in casa mia: la sola idea che Thiago potesse vederla mi faceva arrabbiare.

<< Sono venuta a dirti una cosina … mi fai entrare ??? >> mia nonna mi aveva sempre detto: mai fidarsi di quelle persone con le labbra sottili, e adesso che avevo conosciuto quella zombie, stavo iniziando a credere davvero a quel vecchio detto.

<< No, dimmi quello che devi dirmi e sparisci >> sputai con tutta l’acidità che avevo in corpo.

La ragazza ghignò malignamente prima di esclamare << Poverino il tuo futuro marito !!! Chissà come deve sentirsi ad essere tradito con Thiago a due settimane dal matrimonio !! Questa cosa non va contro i tuoi principi, tesoro ??? >>

Scossi la testa: quella vipera sapeva tutto, non sapevo in che modo, ma lo sapeva, e questa cosa mi dava nervoso e preoccupazione allo stesso tempo … era capace di tutto, lo leggevo nel suo sguardo.

<< Che cosa vuoi ??? >> sbottai stanca di lei e della sua vocina stridula.

<< Voglio che lasci in pace Thiago, per sempre >> mi guardò vittoriosa, prima di aggiungere maligna << Se non lo farai, allora il tuo caro Pedro verrà a sapere tutta la verità … da me, ovviamente >>

Avevo gli occhi fuori dalle orbite e il cuore che batteva a velocità incontrollabile.

Adesso che finalmente io e Thiago avevamo scoperto la verità e avremo potuto stare insieme, quella zombie stava per rovinare tutto, di nuovo.

Non potevo permettere che Pedro venisse a sapere di me e Thiago da parte sua, ma allo stesso tempo non potevo lasciare andare via ancora una volta l’amore della mia vita … dovevo decidere, e al più presto, altrimenti avrei perso entrambi.

Piccolo Angolo Di Luce:

Hola Chicas !!! Scusatemi per il ritardo, ma sono stata in vacanza per 10 giorni, e appena tornata ho iniziato a scrivere questo cappy … spero vi piaccia, a me personalmente ha fatto un po’ piangere, soprattutto la parte di Thiago che inizia a mostrare la sua debolezza, dopo essersi visto forte da sempre.

Ed ecco che è tornata all’attacco Luna … vi avevo detto che non si era arresa del tutto, non ancora almeno.

Che cosa farà Mar ???

Adesso voglio farvi qualche domanda.

1) Vorrei cambiare nickname … consigli ???

2) Per l’idea di pubblicare qualche missing moments … che ne pensate ???

3) Vi piacerebbe se ci fosse un terzo capitolo della saga, o preferireste che finisse tutto in questo secondo ??

A presto, aspetto le vostre recensioni.

Un bacino <3

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Capitolo 21
*** Trampolino Di Lancio ... Verso Il Vuoto ***


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Capitolo 20 : Trampolino Di Lancio … Verso Il Vuoto

Ecco la parte che più amo
nei miei capitoli:
la dedica.
Questa va a Poe,
una mia nuova recensitrice,
nonchè amica thailandese,
simpatica ed estroversa,
in poche parole fantastica.
Per lei e per tutte voi <3

  


  Voglio che lasci in pace Thiago, per sempre.

Se non lo farai, allora il tuo caro Pedro verrà a sapere tuttala verità … da me, ovviamente.  

  

Un ricatto.

Ecco cosa voleva intendere la mazza di scopa di fronte a me con quelle frasi.

Ma come si poteva essere così meschini da costringere un’altra persona a privarsi della sua felicità per avere un ragazzo ??

Come si poteva rendere se stessi così ridicoli, e vantarsene anche con quello stupido sorrisetto stampato in volto ??

Come si poteva essere così falsi da pensare che tutto ciò fosse giusto ???

Non lo sapevo, e di certo neanche Luna.

Ma cosa più importante … non sapevo cos’avrei fatto io.

Sarei diventata parte del suo gioco lasciando che Thiago finisse tra le sue braccia, oppure avrei ucciso Pedro lasciando che venisse a sapere la verità da una bocca talmente larga, che di certo l’avrebbe resa ancora più dolorosa di quello che già era ??

Ero di fronte ad un bivio, e cosa peggiore, non avevo idea di quale strada prendere.

Ma spesso è proprio l’indecisione a prendersi gioco di noi stessi.

                                       *******************

<< Hey amore, mi sono svegliato e non c’eri più … >> esclamò Thiago scendendo le scale e dirigendosi nel salone di casa mia.

Era passata circa un’ora dalla piacevolissima visita di quella vipera, ed io per tutto il tempo ero rimasta in salone a guardare la tv scocciata, facendo zapping tra i canali senza trovare nulla che m’interessasse di più della stupida decisione che ero stata costretta a prendere.

<< Avevo bisogno di prendere un po’ d’aria >>

Niente di più falso.

Da quando riuscivo a mentire alla persona che più amavo nella vita, senza scompormi minimamente, anzi rimanendo con la solita espressione dura di sempre ??

<< Ah, sarebbe stato bello stare di sopra un altro po’ di tempo … >> si avvicinò a me appoggiandosi sulla spalliera del divano, lasciandomi piccoli baci dietro al collo << … insieme >> aggiunse con voce roca che per poco non gemetti al solo sentirla.

Ma dovevo essere decisa, dovevo compiere quel gesto nonostante mi facesse più male di un pugnale conficcato nel cuore, dovevo dirgli quelle parole per non far soffrire una persona che proprio non se lo meritava … era giusto così.

Se perdere l’amore della mia vita avrebbe significato essere corretta e non tradire i miei codici morali, allora l’avrei fatto.

<< Dobbiamo parlare >> mormorai alzandomi e facendo il modo di stare più lontano possibile dal suo corpo per non sentirne il calore.

Thiago si grattò la nuca sorpreso, prima di scuotere la testa ed arricciare le labbra accennando ad un si inudibile.

<< Non possiamo più stare insieme, non è giusto né per me, né per te … e tantomeno per Pedro >> dire che quelle parole m’infuocarono la gola e poi la lingua e le labbra al loro passaggio sarebbe stato usare un eufemismo.

Ma a farmi male fu più che altro che lui non si sconvolse nemmeno un po’ al sentirmi pronunciare quella frase, era come se lo sapesse già, se in qualche modo se l’aspettasse.

<< Ho preso questa decisione perché … >> provai a dire ma fui interrotta subito dalla sua voce sicura.

<< è per la storia di Rama e del tradimento, vero ??? >>

Gli occhi mi uscirono fuori dalle orbite e spalancai la bocca stranita più che mai, e scocciata dal fatto che pensasse davvero ciò che aveva detto.

Come gli passava anche solo per l’anticamera del cervello c io potessi decidere di lasciarlo per una stupida verità di 2 anni prima ???

Ok, ammettevo che mi aveva piuttosto lasciata senza parole lo scoprire ciò che davvero era successo, ma gli ero stata accanto, gli avevo baciato gli occhi ancora pieni di lacrime dicendogli che l’amavo … non sarei mai potuta essere così ipocrita da rompere con la nostra storia clandestina dopo tutto quello.

<< Non fare quella faccia, Mar >> mi schernì guardandomi negli occhi << So che non avrei mai dovuto credergli, ma tu non puoi mettere fine alla storia d’amore più bella di sempre per uno stupido e vecchio errore >>

La storia d’amore più bella di sempre …. Non potevo credere che davvero pensasse quelle parole, che per quanto mi sforzassi continuavano a risuonarmi nella testa, e che sentivo più vere e mie che mai.

<< Non è per questo Thiago >> sbottai brusca, forse troppo rispetto a come avrei voluto.

<< Io non ti amo più: mi sono innamorata di Pedro >> non avevo mai detto niente di meno reale in vita mia, eppure il mio tono era talmente serio e duro, che lui mi prese sul serio.

Non mi rivolse più la parola, anzi camminò frettolosamente verso la porta d’ingresso, sbattendola forte come non gli avevo mai visto fare.

Ecco fatto, l’avevo perso … un’altra volta.

Ma questa era diversa, stavolta sarebbe stato per sempre.

                                         ********************

Lali mi accarezzò la guancia ancora rigata dalle lacrime sorridendomi dolce.

<< Adesso calmati sorellona, hai fatto la cosa giusta >> mi rassicurò cercando di convincermi di qualcosa a cui non credeva nemmeno lei.

Guardai l’orologio appeso al muro appena sopra il camino del salone: segnava le 10 e mezzo di sera, quindi erano passate circa 3 o 4 ore da quando avevo compiuto l’errore più imperdonabile di sempre.

Lali era arrivata poco dopo l’uscita di scena di Thiago, e vedendomi piangere distesa sul divano s’era subito seduta a consolarmi e a farmi compagnia.

Era strano come una ragazzina appena 16enne riuscisse a far sentire protetta una donna di 22 anni, eppure era così.

Con Lali accanto sapevo che niente e nessuno avrebbero potuto farmi del male, tranne … lui.

Avevo chiamato Tefi più volte per spiegarle la situazione e pregarla di venire, ma purtroppo era in vacanza con Luca a Barcellona (cosa della quale mi ero totalmente dimenticata) e non sarebbe tornata prima del giorno seguente durante il quale, mi aveva stragiurato, sarebbe stata tutto il tempo con me.

<< Sono stata una stupida Là, chissà dov’è adesso … >> e un senso di profonda angoscia si prese gioco di me quando realizzai che avrebbe potuto essere in qualunque posto e con chiunque in quel momento, Luna e casa sua incluse.

<< Thiago ti ama >> mi disse mia sorella chiamando in causa l’unica cosa di cui nessuno al mondo ormai poteva dubitare << E non farebbe mai niente volontariamente >> ci tenne a sottolineare l’ultima parola, dopo aver sentito il racconto di Rama e della verità che per molto tempo m’era stata nascosta << per farti stare male >> aggiunse subito dopo guardandomi seria.

E per un momento pensai che si, aveva ragione lei, Thiago mi amava e non si sarebbe rimesso con Luna semplicemente perché gli avevo mentito dicendogli di amare Pedro, non era debole fino a quel punto.

<< Un nuevo mensaje !!! >> la voce metallica ed odiosa del mio Iphone mi risvegliò dai miei pensieri.

Allungai la mano fino al tavolino posto davanti al divano, aprendo il nuovo messaggio che mi era stato inviato.

Hai fatto la scelta giusta, complimenti davvero.

Adesso siamo felici entrambe.

                                        Luna

 

 C’era un allegato. 

 

Guardai Lali incerta che mi sorrise annuendo ed incitandomi ad aprirlo.

Pigiai l’icona illuminata e subito mi si presentò davanti un’immagine.

C’era un letto sfatto, con le lenzuola rosa confetto aggrovigliate sopra di esso, e un ragazzo dormiva a torso nudo sdraiato su un fianco, con indosso solo un leggero paio di boxer grigio slavato.

Residuo di una serata alquanto passionale.

I capelli castano scuro gli cadevano appena sulla fronte imperlata di sudore, la mascella dura  e squadrata restava immobile, così come le labbra carnose e rosee.

Thiago.

Leggermente più in alto rispetto al letto si intravedeva una cornice d’argento, con la foto di una ragazza magrissima e mora all’interno, che sorrideva mostrando due file di denti bianchissimi.

Luna.

Guardai Lali che scuoteva la testa nervosa e delusa mimando con le labbra dei veloci e consecutivi << Non può essere >>.

Una lacrima solitaria mi rigò la guancia, ma ormai non era più tempo di piangere.

Era il momento di reagire, di cominciare finalmente a dimostrare di essere una donna con il proprio carattere, e non più una ragazzina che riusciva soltanto a piangere e a lamentarsi di ciò che gli succedeva attorno.

Mi alzai di scatto dal divano avviandomi a passo spedito verso la porta.

<< Dove vai ?? >> mi domandò mia sorella cercando di rimanere calma.

I miei non c’erano, come sempre del resto, quindi avrei potuto benissimo uscire e ritornare l’indomani mattina.

<< Esco e non torno a dormire >> esclamai decisa abbassando la maniglia.

<< Ma dove vai !!!! ??? >> Lali era in preda ad una crisi di panico, aveva paura potessi fare qualche sciocchezza, e non aveva del tutto torto.

Le risposi per rassicurarla, prima di chiudermi alle spalle la porta blindata, lasciandomi dietro casa mia, e il mio passato.

<< A casa di Pedro >>

 

Piccolo Angolo Di Luce:
Hola !!! Grazie mille a tutte per le recensioni dello scorso capitolo, siete fantastiche, mi sostenete sempre e mi date la forza di continuare a scrivere.
Il capitolo non mi convince molto sinceramente, avrei voluto scriverlo meglio, però non so, è uscito così e quindi ho deciso di pubblicarlo per vedere se a voi piaceva
Cosa che invece adoro è la nuova copertina … che ne dite ???
Preferite che lasci questa per i prossimi capitoli, oppure che rimetta la vecchia ??
Ovviamente se qualcuna di voi ha voglia di crearne una me lo faccia sapere e sarò più che contenta di pubblicarla.
Ora passiamo al capitolo però …
Mar ha ceduto al ricatto di Luna, ma se n’è subito pentita quando ha scoperto che Thiago è subito finito con la mazza di scopa un’altra volta, e adesso vuole andare a casa di Pedro … a fare cosa ??
Lo scoprirete nel prossimo capitolo che mi auguro di pubblicare al più presto.
Un bacino <3                   

PS: Domani mattina farò la richiesta per cambiare nome su Efp, il prossimo sarà Allegra_, ci tenevo a dirvelo in modo che non vi scordiate di me.

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Capitolo 22
*** Occhi Da Lacrime ***


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Capitolo 21 : Occhi Da Lacrime

Voglio dedicare questo cappy

Alle 6 fantastiche persone che,

in meno di un giorno,

hanno recensito il capitolo 20.

Siete fantastici, mi sento onorata

Ad avere dei lettori così presi dalla storia,

e così dolci e gentili con me …

Grazie di tutto J

Per loro e per tutti voi che leggete in silenzio <3


Corsi più velocemente che potevo, mentre milioni di goccioloni fin troppo pesanti scendevano dai miei occhi color cioccolato rigandomi le guancie.

Ma non m’importava, non più.

Dopo aver pianto per due anni interi non mi sconvolgevo più al vederle scendere, ormai le lacrime erano per me quotidiane.

La gente per le affollate vie di Buenos Aires mi guardava stranita, affidandomi mentalmente l’aggettivo pazza probabilmente, ma non ci facevo caso, continuavo a correre nonostante fossero quasi le 23 e la strada fosse scarsamente illuminata se non dalla luce della luna e di qualche lampione fermo qua e la.

Correvo per sentirmi libera, correvo per lasciar andare via, così come le gocce di sudore che m’imperlavano la fronte, un po’ della mia tristezza e del mio dolore.

Mi dispiaceva aver lasciato Lali a casa da sola e preoccupata per me, ma dovevo farlo.

Avevo bisogno di far sentire anche a lui quell’immancabile groppo alla gola che mi si formava dopo aver saputo che era stato con lei.

La vendetta non era mai stata nel nostro stile, eppure da due anni a quella parte non facevamo altro che attuarla continuamente … era quasi come uno scudo protettivo che utilizzavamo per mascherare il dolore che provavamo.

Lui. Luna. Letto.

Le tre parole continuavano a vagare nella mia mente, riportandomi fissa l’immagine che mi era stata recapitata per messaggio.

Avevo provato a convincermi che lui non avrebbe creduto alla storia che amassi Pedro e che avrebbe aspettato che lo lasciassi per poter stare finalmente insieme davvero … ma così non era stato.

Non mi aveva tradita, ma era come se l’avesse fatto.

Ed era ancora peggio della volta precedente, perché in quel momento sapevo, sentivo, che era solo per colpa mia.

Continuai a correre fin quando non ne potei più, allora mi avvicinai ad un muretto accanto al marciapiedi, scivolandogli al lato e finendo seduta per terra.

E al diavolo il mio pantaloncino bianco, non c’era niente che m’importasse di meno in quel momento.

Altre lacrime iniziarono a scendermi lungo le gote fino a quando inondarono completamente la mia canotta firmata, il mio pantaloncino, il marciapiede.

Non avevo mai pianto così tanto in vita mia, se non quando i miei genitori mi avevano fatto capire per la prima volta quanto poco gli importasse di me.

Continuavo a pensare che se loro fossero stati più presenti nella mia vita, forse non sarei mai arrivata ad essere così dura all’esterno, eppure dentro così debole.

Ero stata costretta a crescere da sola e troppo in fretta, a fare da mamma a Lali, ad eccellere a scuola, tra gli amici, nello sport per renderli orgogliosi, per onorare il nome della famiglia Tallarico Rinaldi e non avevo mai avuto il tempo di dedicarmi esclusivamente a me stessa e al mio carattere che avrei dovuto formare anni prima.

Ero un completo disastro … una donna che agiva e ragionava come una ragazzina, che si faceva manipolare dalla prima zombie che incontrava per strada, che non faceva altro per soffrire per qualcuno che aveva sempre considerato l’amore della sua vita, ma che da un po’ di tempo a quella parte ne era diventato l’incubo.

Amavo Thiago e vivevo di lui da sempre, non avevo mai pensato che magari, invece di donargli anche l’anima, avrei dovuto pensare a tenermela stretta e a farla maturare come sarebbe stato giusto, non avevo mai pensato a me, e questo non faceva altro che farmi sentire ancora più inutile.

Avevo fatto il modo che Rama tradisse suo fratello e che lui non volesse più vederlo; per colpa mia Pedro non sarebbe mai stato felice e avrebbe sposato una donna che non lo amava come avrebbe meritato; Luna non avrebbe mai potuto essere davvero amata da Thiago; Tefi, Lali, Caridad, Vale, Mel, Nacho, Tacho, Simon e Luca avevano trascorso due anni e forse anche di più a consolare una ragazzina tradita dal suo fidanzato, sentendola blaterare senza sosta … tutto per colpa mia.

Mi odiavo, mi odiavo per non riuscire a reagire davvero ma solo sorridendo un minuto per poi scoppiare a piangere, mi odiavo per aver reso un Inferno la vita delle persone che più amavo, mi odiavo per aver reso anche la mia di vita, un incubo totale.

Mi odiavo perché in quel momento mi rialzai dallo sporco marciapiede, mi sistemai i vestiti, asciugai le lacrime, svoltai l’angolo, entrai nel vecchio e malconcio palazzo della periferia di B.A., salii le scale a passo spedito, e bussai al campanello dell’appartamento della famiglia Vorg.

                                                       **********************

<< Hey amore !! >> mi venne ad aprire un sorridente Pedro in jeans e t-shirt bianca.

<< I tuoi sono in casa ??? >> gli domandai schietta, mentre la mia mente vagava dietro di lui, a voler rispondere prima possibile a quella domanda.

<< No, sono ad una cena di lavoro >> rispose un po’ stranito, in effetti non ero mai andata a casa sua, se non con un preavviso di giorni.

<< Che ci fai qui ?? A quest’ora ?? >> domandò ma non ebbe il tempo di sentire la mia risposta che subito gli buttai le braccia al collo iniziando a baciarlo con voracità e passione.

Ovviamente rispose subito al bacio anche piuttosto coinvolto, ma nonostante questo riuscivo a percepire la confusione che provava in quel momento.

La mia lingua e la sua entrarono in contatto quasi prima delle nostre labbra, e non potei fare a meno di pensare che non avevo mai apprezzato di meno un contatto prima di allora.

Si staccò per prendere fiato ed io deglutii pesantemente, prima di fiondarmi nuovamente sulle sue sottili e rosee labbra che però, non avevano il sapore che tanto desideravo sentire in quel momento.

Decisi che se proprio dovevo farlo, quello era il momento giusto.

Portai le mani fino alla sua presa sui miei fianchi, spostandola leggermente più giù sul sedere, poi lo costrinsi a fare leva su di esso in modo da potergli cingere la vita con le gambe.

<< M … Mar >> riuscì a dire tra un bacio e l’altro.

Non volevo sentirlo parlare, non volevo ascoltare le sue parole, non volevo ascoltare nulla, perché farlo avrebbe significato ragionare, e in quel momento era l’ultima cosa che avrei dovuto e voluto fare.

<< Mar !! >> riuscì a liberarsi finalmente dalla mia presa, mettendomi giù e facendomi di nuovo tornare con i piedi sul pavimento un po’ sporco dell’entrata di casa sua.

<< Si può sapere che ti prende ?? >> domandò scioccato: in effetti, dopo avergli detto che volevo aspettare il matrimonio per stare con lui, il mio gesto di poco prima poteva apparire alquanto strano ai suoi occhi.

Ma non ai miei.

Dovevo farlo per far caprie a Thiago che non era l’unico che potevo e volevo amare, ma bensì l’unico per il quale non potevo né volevo più soffrire.

Volevo che capisse finalmente cosa significava che la persona più importante della tua vita stia fisicamente con un’altra persona.

Volevo che provasse ciò che avevo provato io capendo che ormai la sua pelle non odorava più di me, che il mio sapore dalla sua bocca era  ormai stato cancellato, che il mio corpo ed il suo uniti in una dolce e magnifica danza ormai erano solo un ricordo obsoleto.

<< Sono tua Pedro >> affermai a testa alta arricciando leggermente le labbra per rendere più convincente il tono della mia voce.

<< Hai sempre voluto questo e finalmente mi sono decisa … voglio essere tua, qui, adesso >>  gli spiegai mettendo a tacere l’irrefrenabile impulso di uscire da li e correre a casa di Luna per strappare Thiago dal suo letto, e amarlo come solo io volevo fare.

Pedro non se lo fece ripetere due volte.

Mi prese in braccio portandomi fino a camera sua e facendomi sdraiare lentamente sul letto ad una piazza, ricoperto con un lenzuolo color azzurro cielo … e non potei che pensare a Rama, e ai suoi magnifici occhi oscurati da un velo di tristezza e angoscia quel pomeriggio a casa sua.

Si tolse la maglietta ed i jeans in modo talmente veloce che quasi non lo vidi, per poi stendersi su di me ed iniziare a baciarmi.

Anche la mia canotta lilla finì sul pavimento e mi sentii finalmente più leggera: era ancora zuppa dalla mie lacrime, meno male che lui non se n’era affatto accorto, troppo preso a sfilarla.

Era la cosa giusta da fare, dovevo renderlo felice, dovevo ferire Thiago come lui aveva fatto con me, dovevo … completare quello stupido puzzle di vendette con l’ultimo tassello mancante.

La verità è che c’è, dentro di me,

solo un senso di essere incompleto …

Le parole di quella canzone mi tornarono alla mente quasi come una preghiera.

L’avevo sentita per la prima volta in macchina con Thiago, quel giorno di 6 anni prima in cui decidemmo di andare a casa di suo zio Vittorio in campagna, per poi passare quella magica notte che giurai a me stessa di ricordare per sempre.

Eravamo in macchina da circa un’ora e stavo quasi per addormentarmi,  quando il mio ragazzo – ancora non ci potevo credere, mi faceva strano chiamarlo così !! – alzò al massimo il volume della radio.

Lo guardai stranita e in risposta lui mi strinse la mano iniziando ad intonare le note della seconda parte del ritornello.

- Vivo al limite, ma consapevole, che tanto la mia vita va a pezzi dentro – mi guardò dolce, prima di continuare – Dove sei ?? Occhi da lacrime … -

E in quel momento non potei fare altro che pensare che quella canzone era proprio adatto a noi.

Lui che rischiava di perdere suo fratello pur di stare con me, lasciando da parte il resto nonostante fosse cosciente che sarebbe potuto rimanere senza nulla.

E poi io … occhi da lacrime.

Piangevo per qualunque cosa e quello probabilmente non sarebbe mai cambiato, eppure ogni volta, avevo sempre lui pronto a baciarmi gli occhi lucidi e a stringermi volte.

Mi avrebbe cercata. Mi avrebbe trovata.

Sempre ….

Pedro fece scivolare lentamente i miei pantaloncini bianchi verso il basso, prima di lanciare anche loro per terra.

C’eravamo solo io e lui e la nostra biancheria intima a dividerci.

Controtempo, ma consapevole

Porto avanti la mia guerra

Fuori e dentro me

No, non potevo fare questo.

Non potevo usare Pedro solo per far soffrire Thiago.

Non potevo far soffrire Thiago per placare almeno d’un po’ il mio dolore.

Non potevo continuare a reagire usando la vendetta, come una ragazzina stupida.

Era il momento di dire basta a quello stupido gioco … era arrivata l’ora di ritirarsi.

Scostai lentamente il corpo di Pedro dal mio riprendendo i miei vestiti dal pavimento ed indossandoli velocemente.

<< Scusami … >> mormorai sentendo le lacrime affollarsi nei miei occhi, ma mi ripromisi di non piangere davanti a lui, non ero così debole, non volevo esserlo << .. Ma io non ce la faccio >>

E così uscì da quella casa e da quell’edificio correndo più veloce che potevo in direzione di casa mia.

Sapevo di aver iniziato a piangere, eppure non era quella la cosa peggiore in quel momento.

Ero in mezzo ad una buia strada di Buenos Aires, mezza notte era passata da un bel pezzo, avevo freddo nonostante fossimo in estate, ma cosa più ovvia e più dolorosa di tutte … ero sola, un’altra volta.

Allora che cos’è ?? Cosa muove

Questo senso di essere in sospeso,

se non ci sei ….

… occhi da lacrime …


Piccolo Angolo Di Luce:

Hola !!! Visto che lo scorso cappy è andato alla grande con le recensioni, e che ho sentito tutte voi un po’ preoccupate per quello che poteva accadere, ho subito scritto il capitolo successivo … dai, ogni tanto sono brava anch’io !!

Spero proprio che vi piaccia come a me è piaciuto scriverlo, anche se devo confessarvelo, ho pianto sia nella prima scena che nell’ultima, quando Mar corre verso e via da casa di Pedro … spero che la storia non stia diventando deprimente !!

Mar si sente colpevole di tutto e finisce con l’odiare sé stessa, non riesce a fare l’amore con Pedro e si ritrova di nuovo a piangere.

La canzone è Occhi Da Lacrime degli Studio 3, non so se è azzeccata per il cappy, a me sembrava di si, e poi la adoro !!

Bene, alla prossima.

Un bacino< 3

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Capitolo 23
*** Non Ci Sei - Thiago's Pov ***


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Capitolo 22 : Non Ci Sei - Thiagos Pov

Questo capitolo è dedicato

A Tonia 1305,

la ragazza che ha lasciato

la 100esima recensione a questa storia.

E naturalmente, a tutte le 99

Recensitrici e recensitori (Kevin XD)

Che lo hanno fatto prima di lei.

Per loro e per tutti voi che leggete  :D

Aprii gli occhi lentamente, con la testa che mi faceva un male cane.

Ubriacarsi fino a non essere più cosciente la sera precedente era stata una stupidaggine colossale.

Ma ancora più stupido era stato andarmene via da casa di Mar quel pomeriggio, senza aver anche solo provato a capire.

Mi aveva detto di amare Pedro e fin qui avrei anche potuto accettarlo, dopotutto sarebbe stato normale dato che era il suo futuro marito, ma sentirla dire che non amava più me, con quel tono tremendamente duro e chiaro, mi aveva fatto perdere completamente i freni.

Ok, ammettevo che scolarsi più bottiglie di birra di un alcolizzato cronico per poi andare a casa di … aspetta, ma a casa di chi ero ??

Talmente preso dai miei pensieri che mi ero totalmente scordato di essere in un letto non mio, avvolto da un paio di lenzuola color rosa che per poco non mi facevano venire i conati di vomito.

Spalancai totalmente gli occhi guardandomi attorno per cercare qualche dettaglio che potesse aiutarmi, quando finalmente lo trovai.

Una cornice d’argento poco sopra il letto che raffigurava una ragazza dal corpo esile, i capelli castani, gli occhi nocciola e le labbra sottili arricciate in un sorriso.

Luna.

Non ebbi neanche il tempo di imprecare mentalmente contro la mia stupidità che la sua voce mi arrivò alle orecchie, acuta e leggermente stridula, come sempre.

<< Thiago tesoro, sei sveglio !! >> esclamò sorridendo sorniona.

Si avvicinò a me e mi accarezzò il viso per poi lasciarmi un leggero bacio a fior di labbra.

<< Vado a prepararti la colazione, tu fatti una doccia se ti va >> continuò senza smettere di sorridere neanche per un secondo, prima di uscire dalla stanza lasciandomi lì ancora immobile.

Ma che cavolo avevo combinato !!!

Mi sarebbe andata bene l’idea di finire con una sconosciuta, ma non con lei che era la mia ex ragazza, e che per giunta Mar odiava a morte !!

Mar … chissà cosa avrebbe pensato se l’avesse saputo.

Deglutii in modo piuttosto pesante dandomi mentalmente dell’idiota: non potevo continuare a pensare a lei e ad una sua possibile reazione per tutto ciò che facevo, ormai dovevo lasciarla uscire dalla mia vita proprio come voleva, senza ripensamenti.

Dopotutto, era questo ciò che mi aveva lasciato intendere con quella sua frase, ed era proprio ciò che le avrei dato: una vita con Pedro, senza di me.

Mi alzai facendo per andare verso il bagno, quando il cellulare di Luna, appoggiato sul comodino accanto al letto, l’avvisò che le era arrivato un nuovo messaggio.

Controllai che non fosse nei paragi, per poi afferrarlo ed aprire il nuovo Sms ricevuto.

Non ero il tipo di ragazzo possessivo che controllava il telefono della sua ragazza, e soprattutto lei NON era la mia fidanzata, né mia amica, né niente, però ero come dire … curioso.

E meno male che non avevo tenuto a freno il mio istinto.

Desde: Mar

Al solo leggere il suo nome su quello stupido apparecchio elettronico sentii qualche brivido risalirmi lungo la schiena.

Ma cosa poteva volere Mar da Luna ???

Scesi in fondo continuando a leggere sempre più curioso e ansioso dello scoprirlo.

Mensaje: Spero tu sia contenta adesso, hai ottenuto ciò che volevi.

Ma sbagli a dire che è così per entrambe, sbagli perché io sono distrutta per colpa tua e del tuo stupido ricatto, e nonostante tutto faccio come se nulla fosse, continuo a sorridere davanti i miei amici perché ho deciso che basta, non ne posso più di essere sempre quella che sta male, che soffre, povera e indifesa con la quale tutti giocano sporco.

Mi sono stancata di te, di Thiago, di Pedro, del matrimonio, e del fatto che tutti si aspettano che io faccia la cosa giusta.

Non sono più una bambina, è vero,  ma ho 22 anni diamine !!

Non potete aspettarvi tutti quanti che io sia sempre forte, pronta a superare ogni difficoltà, capace di saper gestire qualunque situazione e di affrontare in faccia la vita.

Sono forte, questo si, ma fino ad un certo punto.

E per lo più adesso sono sola.

Credo che adesso sarai felice perché Thiago è spalmato sul tuo letto dopo una serata alquanto intensa, sarai felice perché credi di averlo di nuovo tutto per te, perché credi che ti ami.

Ma fidati se ti dico che non è così.

Thiago non ti ha mai amato, e non lo farà mai.

E non perché ama me … perché se devo sincera questo ormai non posso più affermarlo, ma non ti amerà mai semplicemente perché nonostante sia cieco, sordo e muto, ha capito anche lui che tipo di persona sei.

E se non l’ha ancora fatto lo farà.

Io credo che ci vuole davvero una grande faccia tosta, oltre che un grande coraggio, per ricattare una ragazza perché lasci l’amore della sua vita.

Penso che si debba essere davvero disperate per tentare di avere un ragazzo in questo modo, ingannando, tenendo sempre la guardia alta, e sorridendo malefica al vedere l’infelicità di un’altra persona.

Credo che bisogna essere caduti proprio in basso per fare una cosa del genere, penso che tu sia fin troppo giù adesso anche solo per capirlo.

Non dirò niente a Thiago del ricatto, non lo farò semplicemente perché sono una persona corretta, a differenza tua, perché voglio che  se stare con lui anche un minuto può farti contenta, che tu lo sia.

Ma poi non venire a raccontarmi che ti ho rovinato la vita, non venire a dirmi che è colpa mia se lui non vuole stare con te, perché non è così.

Io amo Thiago, questo è vero e ormai chiaro a tutti, ma io non odio te Luna, io non vorrei vederti morta sotto un camion, non vorrei poter andare al cimitero a calpestare i fiori che i tuoi cari ti portano, non vorrei vederti piangere per ore e non vorrei che tu soffrissi.

Ma a quanto pare non è reciproco tutto questo.

Volevi farmi stare male, ebbene si, ci sei riuscita.

Ma sappi che prima o poi il dolore passerà, ed allora io mi rialzerò in piedi pronta a continuare, a ricominciare da capo, un giorno ci riuscirò e sarà solo allora, che ti guarderò capendo che tu al contrario mio, sei rimasta a terra, anzi, sei scesa ancora a livelli più bassi, questo fino a quando la tua cattiveria non ti divorerà del tutto.

E in quel momento mi accorgerò di quanto abbia fatto bene a catalogarti subito come persona da tenere a distanza, quanto il mio intuito sia giusto, quanto sia vero il detto “le prime impressioni sono quelle che contano”.

Tu invece continuerai ad ideare piani per farmi stare male, perché per un motivo a me sconosciuto, la tua felicità vale la mia distruzione, psicologica e non solo.

Forse un giorno questo mi sarà chiaro, o magari continuerò a pensare che sei solamente troppo povera dentro per accorgerti quanto sia brutto ciò che fai, ciò che pensi.

Ti auguro il meglio, nonostante tutto.

A mai più risentirci, spero.

Boccheggiai in cerca di aria ancora con il cellulare stretto tra le mani.

Un … ricatto ??? Non ci potevo credere.

<< Luna !!! >> urlai con tutta la voce che avevo in corpo, tanto che sentivo le tonsille bruciarmi, ma non contava in quel momento.

E non contava neppure la ragazza che arrivò correndo preoccupata dopo pochi secondi.

L’unica cosa che poteva avere un senso in quell’istante era la verità, quella che mi era stata nascosta e che forse avrei potuto trovare parlando con lei.

<< Che succede ??? >> mi domandò ancora con il fiatone dovuto alla corsa.

Non le risposi, mi limitai a sbattergli in faccia le parole scritte da Mar, portandogli il cellulare davanti agli occhi con un gesto brusco.

Passarono pochi minuti in cui continuai a guardarla incredulo mentre scuoteva la testa davanti lo schermo illuminato del suo Samsung vecchio modello.

<< Thiago io ti giuro che … >> provò a dire ma non le diedi il tempo di continuare.

<< Voglio la verità. >> sbottai arrabbiato, per poi domandarle << Di che ricatto parlava Mar nel messaggio ??? >>

Mi guardò deglutendo palesemente in modo pesante, prima di sospirare prendendo coraggio.

<< è tutto vero. Le ho detto che se non t’avesse lasciato avrei raccontato a Pedro di voi due. >> il suo sguardo era carico di rimorso, angoscia, quasi spento … ma io non riuscivo a vedere tutto questo, io davanti a me vedevo solo una persona che appariva estranea al mio corpo e alla mia anima, una persona vuota, malvagia.

<< Come hai fatto a sapere di me e di Mar ??? >> le domandai cercando di nascondere tutta la rabbia e l’odio che provavo in quel momento.

<< Si vede da lontano un miglio Thiago, non c’è bisogno di un genio … il modo in cui ogni tanto il tuo sguardo si perde nel vuoto … credi che io non mi accorga che pensi a lei quasi con la stessa frequenza di come respiri ????  >> sbottò a metà tra la rabbia e … l’invidia.

Ma non poteva essere invidiosa del rapporto che c’era tra me e Mar.

Non poteva perché io non avrei mai potuto provare per lei, o per qualunque altra ragazza, neanche la metà di ciò che provavo per la moretta, non poteva pretendere lo stesso, perché non lo sarebbe mai stato.

E poi, la Luna che c’era di fronte a me in quel momento mi faceva solo una gran pena.

Non era la ragazza che avevo rimorchiato in discoteca due anni prima, e nemmeno quella che era stata con me fino al nostro arrivo a Buenos Aires, non somiglia nemmeno un po’ alla studentessa che aveva girato con me per le vie di New York, e neppure quella con cui ero stato per più di una notte … quella davanti a me era solamente una sporca ricattatrice.

M’infilai più velocemente possibile i jeans e la t-shirt distesi con cura sopra la scrivania, per poi allacciarmi velocemente le Adidas blu notte che avevo indosso dal mattino prima.

Passai una mano tra i capelli per metterli a posto, per poi avviarmi di sotto, verso la porta d’ingresso.

<< Thiago io … >> fece per dire ma subito la bloccai.

<< Non. Parlarmi. Mai. Più >> scandì bene ogni parola, a dare più senso a quella frase.

Uscii di corsa entrando nella mia auto, e mettendo subito in moto, lasciandomi alle spalle Calle Blanca, e con essa, anche Luna e tutto ciò che avevamo condiviso fino a quel momento.

                                                                      ************************

Sfrecciavo per le vie della periferia di Buenos Aires, sentendo ogni tanto le lamentele di alcune donne anziane che attraversavano la strada.

Ma non ci badavo.

Camminavo in controsenso su una strada a senso unico, rischiando un incidente ogni momento che passava.

Ma non me ne importava niente.

L’unica cosa che avrei voluto vedere in quel momento, l’unica persona della quale avrei volentieri sentito qualunque richiamo e polemica era lei.

Ma lei non era lì.

Non era su quella pericolosa strada, non era in quei quartieri a passeggiare, non era accanto a me seduta al posto del passeggero.

Mar non era nella mia vita, non era mia.

Se si potesse giuro, venderei l’anima

Per riavere te, così splendida

 Ma io so, so che non ci sei.


Avrei fatto qualunque cosa perché capisse, perché si rendesse conto che era stato tutto uno stupido ed enorme equivoco.

Avrei fatto di tutto per smettere di immaginarmela tra le braccia di Pedro in quel momento, per cancellare quella maledetta notte passata a casa di Luna, e per ricordare invece di essermene stato con lei ad abbracciarla, a baciarla, a farla mia ancora una volta, e a sentirla dirmi quanto mi amava.

Mar mi mancava come l’aria, era stato inutile negarlo fino a quel momento.


Se si potesse ruberei un nostro attimo,

Per riaverti qui e riviverlo

Ma io so, so che non ci sei.


E la mia mente man mano si riempiva di pensieri, di ricordi.

Non vedevo la strada che avevo davanti, né il manubrio che stringevo tra le mani … l’unica cosa a cui pensavo in quel momento erano tutti i nostri momenti passati insieme.

Il nostro primo bacio sulla pista di pattinaggio.

 << Hai creduto davvero che io volessi baciarti ?? >> le domandai sorridendole derisorio: adoravo metterla in imbarazzo.
<< Ascoltami bene , dongiovanni da strapazzo , sono pur sempre una ragazza , quindi mi viene naturale credere che tu voglia baciarmi se ti avvicini così tanto ! >> esclamò lei acida e arrabbiata , riprendendo a fare giravolte sulla pista.
Sembrava quasi che volasse tanto era brava.
<< Non ho detto che hai pensato male  >> ammisi guardandola negli occhi.
Si bloccò di scatto parandosi di fronte a me .
<< Tu volevi … >> ma non finì la frase perché mi avvicinai a lei e le sussurrai all’orecchio sensualmente.
<< Lo voglio tutt’ora . >>
Sorrisi vedendola in imbarazzo, per poi spostarle una ciocca di capelli dietro l’orecchio e accarezzarle una guancia, mentre posavo le sue labbra sulle mie.
Non potevo crederci, stavo davvero baciando Mar, la ragazza odiosa di mio fratello Rama, quella con cui non perdevo occasione per litigare ogni minuto, e cosa ancora più strana, lo stavo facendo con una dolcezza di cui non credevo fossi capace..
Insinuai la lingua tra le sue labbra carnose e morbide, sentendo la sua presentarsi un po’ più timida.

Ero felice in quel momento, non riuscivo a capire il perché, ma proavo quel senso di leggerezza che ti prende quando sai che non c’è niente di meglio di ciò che hai.

La nostra prima a volta a casa di mio zio Vittorio.

Fu tutto talmente dolce che sembrava di essere in una di quelle commedie romantiche vecchio stile.
La guardai negli occhi un’ultima volta prima che i nostri corpi s’unissero finalmente, e le domandai sussurrando: << Ne sei davvero sicura Mar ??? >>
Non volevo che si sentisse obbligata, certo l’avevo portata io in quella casa di campagna, lontana da tutto e da tutti, ma non desideravo che per questo si sentisse in dovere di farlo.
Volevo che fosse una sua scelta, che lo facesse perché lo sentiva, perché lo voleva davvero, e non solo per rendere felice me.
<< Si >> mormorò prima di baciarmi, e allora entrai in lei asciugandole qualche lacrima che le rigò il viso per il dolore .
Esausti ci addormentammo abbracciati , ma prima di chiudere gli occhi , la guardai e le sussurrai dolcemente all’orecchio.
<< Ti amo … mi nena. >>

Il nostro primo incontro dopo il mio ritorno da NY.

La vidi uscire dal bagno di casa mia e dei miei genitori, ancora più bella di come la ricordassi.
Portava i capelli sciolti lungo i fianchi, leggermente più corti e più lisci rispetto a 2 anni prima, gli occhi truccati appena, gli shorts di jeans che lasciavano in mostra le sue bellissime gambe, una camicetta con i primi tre bottoni aperti, a lasciar intravedere il reggiseno bianco di pizzo che portava sotto.
Sempre bassina e dallo sguardo carico di sentimenti … Mar era magnifica ed unica.
<< Ciao Mar, c.. come stai ?? >> le domandai sorpreso di vederla, ma con un sorriso sulle labbra.
Mi guardò intensamente per alcuni secondi, poi vedendo il suo sguardo perso nel vuoto, e sentendola assente la chiamai più volte, ma invece di una risposta la vidi voltarmi le spalle e chiudersi nuovamente in bagno.

Vederla era ancora più emozionante che ricordare com’era farlo, rincontrare i suoi pozzi color cioccolata mi eccitava molto di più rispetto a quando rimanevo per ore a fissare le vecchie foto di noi due.

Ma mi aveva tradito … era stata con Rama, ed io dopo, sicuramente più per vendetta che per altro, con Luna.

Non aveva senso continuare ad amarla, eppure era proprio ciò che nella maniera più semplice e naturale stavo facendo.

Il nostro litigio nel bagno della discoteca “La Luz Blanca”.

Il secondo primo bacio ancora una volta sulla pista di pattinaggio.

La notte che avevamo trascorso insieme a casa sua.

La verità che Rama ci aveva rivelato.

Le mie lacrime che aveva baciato dicendomi che mi sarebbe stata accanto.

Le sue parole che mi avevano ferito peggio di un pugnale confitto nel petto.

E poi vendetta, vendetta e ancora vendetta, la cui sete aveva offuscato le nostre menti e aveva fatto il modo che ci lasciassimo, che ancora una volta ci separassimo.

Ma questa volta c’era in ballo una notte di troppo passata con un’altra, una notte che lei aveva passato chissà come, e poi Pedro, il matrimonio e tutto il resto.

Ma non avrei lasciato che finisse tutto lì: avrei lottato per lei, per il suo amore e ancora una volta avrei vinto.

Mar e io ci appartenevamo, avrebbero potuto spedirci in due distinti luoghi nel mondo, eppure avremo continuato ad amarci, sempre.

Non rifarò più errori con te,

ti prego, torna da me,

ho bisogno di te.

                                                                    ***********************

Continuai a correre con la mia BMW nera laccata fino ad un quartiere nel centro di Buenos Aires.

La villetta Tallarico Rinaldi si estendeva di fronte ai miei occhi, ed io non potei fare a meno che ringraziare il cielo per avermi permesso di arrivare fino a lì sano e salvo, senza nemmeno un incidente, nonostante non stessi minimamente guardando la strada durante tutto il tragitto.

Una Ford Fiesta veniva dal lato opposto della strada, e a quanto pare era intenzionata a parcheggiare proprio accanto al marciapiede dove avevo deciso di lasciare la mia macchina.

Ma non me ne curai minimamente.

Dovevo arrivare da Mar e scusarmi prima che fosse stato troppo tardi, quel povero disperato avrebbe trovato un altro posto per la sua auto da quattro soldi.

Feci manovra e stavo per accostarmi quando un rumore mi fece sussultare.

Eh si, ero stato talmente bravo da centrare in pieno l’auto di fronte a me.

Prendendo sotto braccio tutta la mia buona volontà uscii dalla macchina, andando verso il guidatore di quella di fronte a me.

“ Sii gentile Thiago, prima liquidi questo pover’uomo e prima arrivi di sopra ad inginocchiarti davanti a Mar “ mi ripetevo più volte in mente, mentre scorgevo dei rasta neri fuoriuscire dal posto del guidatore di quell’orribile auto.

<< Thiago ??? >> domandò questo voltandosi e guardandomi a bocca spalancata.

<< Si, io >> sorrisi antipatico appoggiandomi con le mani al cofano della mia bellissima auto a volermene vantare.

Io, Thiago Bedoja Aguero, avevo ammaccato una Ford Fiesta, ma non una qualunque.

Avevo ammaccato la Ford Fiesta di Pedro Vorg.

 

Piccolo Angolo Di Luce:

Hola amigos !!! Que onda ??? Todo bien ???

Io sono molto contenta visto che la storia

È arrivato a 100 recensioni,

come dicevo nella dedica in alto.

Spero che anche questo cappy vi sia piaciuto,

è da tanto che volevo mettere un Thiago’s Pov,

e come vedete anche i ricordi in corsivo sono tutti

dal suo punto di vista, mentre nella storia originale

li troviamo narrati da Mar.

Grazie a Titta perché è sempre molto disponibile,

e infatti mi ha consigliato la canzone che fa da titolo

al capitolo, e che descrive i pensieri di Thiago,

“Non Ci Sei” Studio 3.

La scena finale dove lui ammacca l’auto a Pedro

 non c’era nella trama originale che avevo creato,

poi però ho pensato che sarebbe stato carino

un incontro tra i due “amanti” di Mar.

Fatemi sapere cosa ne pensate J

In più, sono orgogliosa di presentarvi

la mia nuova one-shot

“Amore Contro Ogni Calcolo – Nachidad”

Con la quale inauguro la serie che ho creato

Con alcune one-shot che avevo già pubblicato,

“Scorci Di Vita – Le Coppie Più Belle”

Spero passerete a dare un’occhiata.

Aspetto le vostre recensioni per … tutto !!

Un bacino, vi adoro <3

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Capitolo 24
*** Scuse Stile Bedoja Aguero ***


È STATO PUBBLICATO IL PRIMO MISSING MOMENTS DELLA STORIA.


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Capitolo 23: Scuse Stile Bedoja Aguero

La dedica di questo capitolo

Non va ad una persona,

bensì ad un ricordo, una data,

08/09/11

Esattamente un anno fa,

quando una ragazza che amava scrivere

decise di iscriversi su questo sito.

Un anno di me su EFP, ecco cosa voglio ricordare oggi.

Per me, per il sito, e per tutte voi che leggete 

Thiago’s Pov

Quante volte nella vita avete pensate che un semplice errore, possa aver rovinato la vostra intera esistenza ???

Chi di voi non si è mai fermato un attimo a pensare a quell’evento, quel gesto, quella maledetta frase che ha messo fine alla vostra felicità ??

Ogni persona ha sempre in mente quella dannata immagine che ormai l’ha condannato ad essere infelice.

Ma se non fosse un evento, un gesto, una parola … ???

Se fosse una persona quella su cui possiamo proiettare tutto il nostro odio, scaricargli addosso la colpa dei nostri errori ???

E se l’unica cosa che desiderassimo in quel momento fosse cancellare per sempre la sua esistenza, convincendoci che sarebbe il modo per ritrovare finalmente il nostro equilibrio ???

Ecco, erano più o meno quelli i miei pensieri mentre quella mattina guardavo con astio il moro con i rasta di fronte a me, il quale cercava in tutti i modi di prendere accordi con il suo meccanico di fiducia in modo che potesse fargli uno sconto per riparare quella sua orrenda auto.

Pedro Vorg era la cosa più irritante che avessi mai visto in vita mia.

Quell’atteggiamento da pescivendolo, il modo di fare di un camionista, e quella dannata faccia da scimmia che gli avrei volentieri spaccato contro il parabrezza della sua Ford Fiesta, la quale – per puro caso – avevo ammaccato proprio dieci minuti prima.

Sbuffai ancora una volta reggendomi con le braccia contro lo sportello della mia bellissima auto, mentre mi pareva di sentire il ticchettio di un orologio che m’informava di quanto tempo stessi effettivamente perdendo con quell’idiota, quando avrei potuto benissimo lasciarlo lì al cellulare, salendo da Mar e chiedendogli perdono in tutte le lingue che conoscessi - davvero poche, a dirla tutta.

Mar .... solo Dio sa quanto mi mancava in quel momento, e pensare che non erano passate nemmeno 24 ore da quando c’eravamo visti l’ultima volta.

Ma ciò che davvero mi faceva stare male non era il non vederla, ma il provare ad immaginare tutte le brutte cose che stava pensando su di me in quel momento.

Volevo morire.

E di certo avrei trascinato anche Pedro con me lassù in cielo se non si fosse dato una mossa a concludere quella cavolo di telefonata.

<< Perfetto, grazie mille >> lo sentii esclamare, per poi vederlo camminare allegro verso di me.

Oddio, gli mancava solo il naso rosso, e sarebbe potuto essere comunemente scambiato per un pagliaccio.

Povero Simon, gli stavano rubando il posto.

<< Il mio meccanico me la ripara per 100 pesos, buon prezzo no ?? >> mi sorrise complice, neanche fossimo amici di vecchia data.

Annuii scocciato: quell’incontro con lui mi sarebbe bastato per il resto della mia vita.

<< Ci ho messo un po’ a convincerlo, ma alla fine ha ceduto >> continuò mentre io mi capacitavo del fatto che non aveva per niente inteso quanto effettivamente non avessi voglia di starlo a sentire.

<< Che poi … >> aveva intenzione di continuare ancora per molto ?? Evidentemente si, mi risposi mentalmente << Con il matrimonio imminente ho già un sacco di spese, ci manca solo la macchina !! >>

E li mi fece davvero andare sui nervi.

Non solo stavo li ad ascoltarlo invece che andare a chiedere scusa in ginocchio all’amore della mia vita, ma lui doveva anche ricordarmi quanto effettivamente l’avessi persa !!

<< Posso confidarti una cosa ??? >> mi sussurrò come se stesse parlando con il suo migliore amico.

Se proprio devi … Annuii scocciato sperando che dopo quella rivelazione decidesse finalmente di andarsene e lasciarmi in pace.

<< Ero venuto qui a chiarire le cose con Mar >> come scusa ?? Ero ioa dover chiarire le cose con la mia Mar, non certo quella scimmia-pagliaccio-pescivendolo-camionista !!

<< Perché ?? Cosa è successo ?? >> improvvisamente avevo una voglia matta di parlare con il ragazzo accanto a me, perciò forse porsi quella domanda dimostrandomi fin troppo interessato.

<< Beh, ieri sera è venuta a casa mia, non stava per niente bene, glielo si leggeva in faccia. >> iniziò a raccontare facendomi venire subito un pensiero alla mente: la sera precedente io ero stato da Luna, lei le aveva inviato quel messaggio con quella stramaledetta foto e Mar era stata male … ancora una volta, per colpa mia.

Davvero bravo, avrebbero dovuto consegnarmi il premio Idiota che fa soltanto piangere e dannare la donna della sua vita anno 2012.

Gli feci cenno con la mano di continuare, mentre sentivo un leggero groppo alla gola che si stava man mano formando.

<< Mi è saltata addosso letteralmente, ha detto che voleva che la facessi mia, subito >> le sue parole mi stavano letteralmente mandando in bestia, insieme alla fitta che iniziavo a provare all’altezza del cuore, ma lo feci andare avanti senza dire niente.

<< Io allora ho colto al volo l’occasione, però poi è successa una cosa strana … >>

<< Cosa ??? >> strillai forse - decisamente - con troppa enfasi, ma ormai non ne potevo più, dovevo, necessitavo, sapere tutto ciò che era successo quella notte.

<< Aveva lo sguardo perso nel vuoto, chissà magari stava pensando a qualcosa, e poi è scoppiata a piangere, si è rivestita ed è corsa via scusandosi, ma ripetendomi che non poteva. >> la smorfia confusa che seguì quell’ultima parte del racconto mi fece rabbuiare ancora di più.

Perché io sapevo il motivo per cui Mar non voleva lasciarsi toccare da Pedro, io ero quel motivo.

E sapere che pur volendo non riusciva a non rimanermi fedele mi faceva sentire un completo idiota.

Io ero andato da Luna quella notte. Io ero stato con lei ancora una volta.

Io l’avevo tradita, anche se teoricamente mi aveva lasciato quel pomeriggio.

Ma anche se l’avevo fatto inconsapevole di ciò che fosse successo realmente, non riuscivo a non sentire la colpa divorarmi dentro.

Perché diamine dovevo essere così istintivo e vendicativo ???

Per quale ragione non avrei potuto solamente starmene a casa a piangere, o magari sotto la sua finestra ad aspettarla come avrei voluto fare ???

Stavo iniziando seriamente a dubitare di me stesso.

Amavo Mar, eppure non facevo che farla stare male.

Avevo sempre odiato le persone che si riducevano a odiare sé stessi, eppure era proprio quello che stavo facendo.

Ero una persona orribile, che non riusciva nemmeno a lottare contro il suo essere così maledettamente infantile per le persone che amava.

Mar non si meritava di avere accanto una persona come me, lei era la persona migliore che conoscessi, e meritava il meglio.

Io non ero nessuno per rovinarle la vita.

<< Hey Thiago, ci sei ?? >> mi domandò il ragazzo di fronte a me scuotendomi una mano davanti agli occhi.

Forse Pedro non era così male.

Magari chissà, lui avrebbe saputo trovare il modo per renderla felice, anche se Mar non l’amava, prima o poi ci sarebbe riuscita, e avrebbero potuto stare bene.

Lei non aveva mai pianto per Pedro, anzi lui le era stato accanto pur senza saperlo, mentre lei stava male a causa mia, l’aveva aiutata a superare il dolore, non come me gliel’aveva causato.

<< Thiago …. >> continuò lui a chiamarmi sempre più preoccupato.

<< Sto bene >> mormorai per poi aggiungere allontanandomi << Devo soltanto fare una chiamata >>

E camminai a passo veloce fino a quando svoltai l’angolo e mi appoggiai con le spalle al muro digitando sul cellulare il numero dell’unica persona che in quel momento potesse capirmi.

Perché lei sapeva tutto della storia tra me e Mar, lei c’era sempre stata a confortarla, lei era come la sua ombra, sapeva sempre ciò che pensava, ciò che sentiva.

<< Hey migliore amico !! >> mi rispose quasi subito una pimpante Tefi.

<< Sto male Flaqui …. >> mormorai accasciandomi al suolo finendo seduto su di esso, con le spalle al muro.

<< Che cosa è successo tesoro ?? Sto andando da Mar, anche lei non sta per niente bene …. >> mi chiese preoccupandosi subito: tipico di lei.

<< La amo da impazzire Tefi, ti giuro che la amo più della mia stessa vita, eppure non faccio altro che farla stare male. >> sentivo qualche lacrima che stava iniziando a rigarmi le guance, eppure non me ne curai più di tanto: in quel momento avevo solo bisogno di sfogarmi.

<< Lei merita soltanto il meglio, e io sto iniziando seriamente a pensare di non poterglielo dare.

Non sono nessuno per farla stare male, non merito le sue lacrime.

E so per certo che l’amore non è questo.

La persona che ami e che ti ama a sua volta dovrebbe essere quella che ti rende felice, che ti fa sorridere, e non quella che ti fa piangere ogni santissimo giorno.

Io sento di non poterla amare come lei vorrebbe, come meriterebbe, e questa sensazione è  la più brutta che io abbia mai provato … >> conclusi il discorso perché ormai avevo la voce rotta dal pianto, e il viso non era per niente in condizioni migliori, pieno di enormi e salate lacrime.

Ma la risposta della mia migliore amica mi sconvolse del tutto: non mi consolò dicendomi che andava tutto bene come qualsiasi persona normale, no, lei mi sgridò con un tono talmente alto da perforarmi i timpani.

<< Ma sei cretino o cosa ??? Non voglio sentire discorsi deprimenti Thiago, non ti si addicono affatto !! >> queste furono più o meno le sue prime parole, o meglio i suoi primi strilli, poi aggiunse calmandosi leggermente << L’amore che lega te e Mar è la cosa più bella che sia mai esistita e di questo non devi dubitare neanche per un millesimo di secondo !!! Sono stata chiara ??? >>

Annuii mormorando un flebile ed inudibile si.

<< Perfetto, adesso che abbiamo chiarito la teoria passiamo ai fatti !! >> Tefi sembrava proprio una maestra elementare alle prese con i suoi alunni.

E in effetti me la immaginavo dietro ad una cattedra a strillare come un’ossessa per qualunque mossa sbagliata di quei poveri ed innocenti bambini i quali avevano come unica colpa il fatto che le loro madri l’avessero mandati proprio in quella scuola.

<< Devi farti perdonare >> esclamò decisa per poi aggiungere << Ma non delle scuse qualunque, c’è bisogno di qualcosa di unico per colpirla … qualcosa >> ma non la feci finire perché aggiungemmo insieme con tanto di risata complice.

<< Stile Bedoja Aguero >>

*****

Mar’s Pov

<< Tra qualche ora vengo a prenderti, non fare domande e vestiti carina >>

La chiamata di Tefi quella mattina era stata piuttosto inquietante, soprattutto il tono di voce con cui aveva espresso quella frase: così sistematica e veloce, non sembrava nemmeno un po’ la mia migliore amica logorroica ed isterica che tanto adoravo.

Eppure per evitare di sorbirmi una delle sue ramanzine su quanto la mia tristezza potesse essere trasformata in allegria, su quanto la vita fosse bella e io non me la godessi o cose del genere, avevo deciso di eseguire i suoi ordini.

Un pantaloncino di jeans forse troppo corto a vita alta, una camicetta a quadri bianca e blu con qualche bottone aperto, e le mie amate Converse abbinate.

Più di quello davvero non avrei potuto fare ….

Dopo la scenetta a casa di Pedro la sera prima avevo rigorosamente spento il cellulare ed ero sprofondata sotto alle coperte in camera fino alla chiamata della mia migliore amica la quale – strategicamente – avevo telefonato a Lali obbligandola a farsi passare la sottoscritta.

E così ero finita alle quattro del pomeriggio, ad aspettarla fuori al vialetto di casa mia.

Guardai l’Iphone che avevo stretto in mano e decisi che si, era arrivato il momento di accenderlo.

12 chiamate perse.

Cliccai sull’icona per controllare chi mi avesse cercata durate tutta la giornata.

La maggior parte delle chiamate era dei miei amici, poi c’e n’erano 2 di Pedro, 1 di Rama e 4 … di Thiago.

Anche solo leggere il suo nome sul display illuminato mi faceva percorrere la schiena da brividi freddi.

Possibile che fossi così dannatamente innamorata di lui ??

Si, lo era eccome.

Per fortuna proprio in quel momento una decappottabile rosa frenò davanti ai miei occhi, e scorsi una bellissima ragazza mora alla giuda, al lato della quale ovviamente sedeva il mio adorato cuginetto.

<< Luca, Tefi !! Che bello rivedervi !! >> sorrisi sporgendomi ad abbracciarli.

Quella settimana che avevano passato a Barcellona era stata la più lunga della mia vita, psicologicamente parlando.

<< Sali subito in macchina tesoro, andiamo di fretta !! >> il saluto della mia migliore amica mi fece piuttosto impressionare, così come la sua telefonata, ma cercai di non badarci più di tanto.

Dopotutto era risaputo che Tefi non era quello che si dice una ragazza normale …. in senso buono ovviamente !!

Luca mi lanciò uno sguardo divertito dalla mia espressione stranita, per poi lasciarmi salire all’interno dell’auto.

*****

Il viaggio durò quasi un’ora ed io per tutto il tempo non feci altro che chiedermi dove potessimo essere diretti.

Ma ovviamente i due ragazzi davanti non mi aiutavano affatto.

Tefi era stata categorica quando aveva pronunciato il suo Non fare domande, ed infatti non mi aveva risposto nemmeno una volta se non con un seccato ed ironico sbuffo.

Mio cugino poi era del tutto inutile: rideva come un cretino lasciando che io mi disperassi torturandomi il cervello.

Bello spirito di famiglia, non c’era che dire.

Quando finalmente ci fermammo guardai fuori dal finestrino, accorgendomi che effettivamente non eravamo più a Buenos Aires, ma nella campagna che circondava la città, più o meno nei pressi Bariloche.

<< Che ci facciamo qui ??? >> domandai sperando di ricevere finalmente una risposta.

Insomma, avevo immaginato che Tefi mi portasse a vedere un film o a mangiare una pizza, ma cosa diamine potevamo fare in una campagna in mezzo al nulla ??

<< Chiudi gli occhi e lasciati guidare >> mi disse la mia migliore amica guardandomi più seria che mai.

<< Ma … >> non riuscii più a ribattere perché lo sguardo che mi lanciò non ammetteva repliche.

Così mi limitai a fare ciò che mi aveva detto, sperando vivamente portasse a qualcosa di bello.

Stavo troppo male quel giorno, e mettermi a giocare con Tefi e Luca in un prato come se fossimo bambini innocenti e senza problemi, non mi sarebbe servito assolutamente a nulla.

Ad un tratto sentii un calore attorno alla mano che tenevo scesa lungo il fianco, poi delle dita che dolcemente s’intrecciavano alle mie.

Ancora non ne ho capito il motivo, ma mi sentivo così al sicuro grazie a quella stretta, che mi lasciai guidare senza provare nemmeno per un attimo ad aprire gli occhi.

Non m’importava dov’ero, né dove stavo andando, non volevo sapere se era stato Luca o Tefi a prendermi la mano, l’unica cosa che sapevo e che volevo sapere in quel momento, era quanto stessi bene solo con quel semplice contatto.

Improvvisamente smettemmo di camminare.

Riuscivo a sentire i fili d’erba alta pizzicarmi le caviglie, evidentemente avevamo lasciato la stradina ciottolosa per inoltrarci nel prato.

Sentii la presa sulla mia mano farsi sempre più debole, fino a quando smisi del tutto di percepire il contatto.

Se n’era andato.

Chiunque fosse stato, mi aveva lasciata da sola.

Aprii gli occhi guardandomi intorno.

Il paesaggio era a dire poco stupendo: milioni di fiori colorati crescevano i mezzo all’erba verdissima, in lontananza si potevano avvistare le montagne alte e ricche di vegetazione, il sole batteva forte e ti riscaldava perfino l’anima.

Non c’era traccia del caos, né dei rumori che invadevano la città, era tutto magicamente calmo, tranquillo … magico.

Girai più volte su me stessa, ma niente: non riuscivo a vedere più né Tefi, né tantomeno Luca, e stavo iniziando seriamente a preoccuparmi.

Questo fino a quando abbassai lo sguardo e vidi una coperta distesa in mezzo all’erba.

Mi chinai appena per leggere il bigliettino che c’era attaccato sopra.

Siediti qui e mi raccomando non muoverti.

Non sapevo se fosse diretto a me il messaggio, eppure mi accomodai trovandola decisamente comoda.

Controllai il cellulare: perfetto, ero in mezzo al nulla, e non c’era nemmeno un linea di campo.

Sarebbe potuto sembrare un film horror, sarebbe perché l’atmosfera era così dannatamente tranquilla che non riuscivo nemmeno a pensare potesse accadermi qualcosa di brutto.

Ad un certo punto alzai lo sguardo verso il cielo e finalmente lo vidi.

Un aeroplano sospeso in volo sotto al quale era appeso uno striscione, sembrava quasi uno di quelli che le aziende usavano per farsi pubblicità, eppure quella non era affatto pubblicità, tutt’altro.

Sono un completo disastro, non riesco neppure a controllare il mio stupido istinto.

Ma ti prego di non smettere mai di credere in me,  prima o poi riuscirò a diventare una persona migliore, perché tu Mar, mi rendi migliore ogni giorno di più.

Ti amo incondizionatamente

Sentii qualche lacrima pizzicarmi l’interno degli occhi per scendere, ma prima che potessi anche solo farmi capace di ciò che stava succedendo, due braccia che conoscevo fin troppo bene mi cinsero i fianchi da dietro.

<< Thiago io … >> mormorai voltandomi in modo da trovarmi di fronte a lui, per poi allacciargli le braccia dietro al collo.

<< Sh ... >> mi poggiò l’indice sulle labbra dolcemente, per poi sussurrarmi all’orecchio.

<< Ti prego amore mio perdonami, non avevo idea del ricatto, né della foto, non immaginavo che Luna potesse essere una persona così cattiva. >> il tono della sua voce era quasi disperato, eppure io non potei non trovarlo tremendamente sexy.

<< Hey non è colpa tua >> gli dissi guardandolo seria.

Quella ragazza lo aveva ingannato, lui non avrebbe mai potuto pensare che fosse stata lei la ragione per la quale lo avevo lasciato.

<< Certo, potevi evitare la nottata di ieri … >> mormorai poi abbassando lo sguardo.

<< Mar >> poggiò due dita sotto al mio mento alzandomelo, e io gli feci fare per poi distogliere lo sguardo dai suoi occhi verdi smeraldo << Mar guardami >> mi ordinò mantenendo però la dolcezza nel suo tono.

Feci come mi aveva chiesto mostrandomi proprio come mi sentivo: triste, fragile … esposta, troppo.

<< è stato un tremendo errore, l’ennesimo lo so,  ma ti giuro che ero a pezzi dopo le tue parole e non sono riuscito a controllarmi. Perdonami … >> e in effetti sembrava davvero distrutto: era strano vedere Thiago così debole, lui che era sempre stato il mio punto d’appoggio, dopo gli ultimi eventi mi stava mostrando un suo lato a me sconosciuto, ma che amavo ugualmente pur senza averlo mai saputo.

<< Sempre >> sussurrai decisa lasciandogli un leggero bacio a fior di labbra.

<< Cosa ??? >> un altro veloce bacio, prima di ascoltare la mia risposta.

<< Ti perdonerò, ti curerò, ti staro accanto, ti bacerò, ti guarderò sbagliare, ti aiuterò a superare le difficoltà, ti vedrò piangere, ti scoprirò a fondo, ti consolerò, ti accarezzerò, ti coccolerò … ti amerò, sempre >> non ero mai stata così sicura in via mia, eppure in quel momento sentivo quelle parole più vere, più mie, che mai.

<< Sei tutta la mia vita, Mar >> mi sussurrò prima di fiondarsi sulle mie labbra e baciarmi come non aveva mai fatto.

Era un bacio pieno di tutto, un bacio completo.

C’era passione, amore, dolcezza, nostalgia, tenerezza, rimpianti, scuse, perdono, delusione.

Ma soprattutto c’eravamo noi.

Due persone che nonostante tutto continuavano a vivere uno dell’altro senza bastarsi mai.

Sembravamo due ragazzini mentre mi prendeva in braccio e mi faceva fare giravolte in aria senza smettere nemmeno per un secondo di baciarmi.

Ed eravamo felici.

Due adulti immaturi, infantili, vendicativi, stupidi e irragionevoli … ma nonostante tutto, felici.

Piccolo Angolo Di Luce:

Hola !!! Come vedete ho cambiato il nickname, che ne pensate del nuovo ????

Spero che il capitolo vi piaccia, scriverlo è stato peggio di un parto e correggerlo ancora più faticoso !!

Grazie mille a tutte per le recensioni dello scorso cappy, mi rendete felice ogni volta con le vostre parole.

Grazie alle lettrici/recensitrici di sempre, e a quelle nuove che spero rimarranno a tenermi compagnia.

Come ho detto nella dedica, oggi è un anno che sto su Efp, quindi ci tenevo a pubblicare questo capitolo,  e il primo missing moments della storia che trovate cliccando sul titolo della serie “Para Siempre Mia”.

Aspetto le vostre recensioni, vi adoro.

Un bacino <3

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Capitolo 25
*** La Strega Della Favola ***


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Capitolo 24 : La Strega Della Favola

Capitolo dedicato a Kevin,

il mio compagno di risate,

che mi tiene compagnia e mi fa sorridere.

Per lui e per tutte voi che leggete <3

 

Vi lascio la sua recensione al cappy 23

Lessi questo capitolo dolcemente,
ma con in gola il cuore ardente.
Alla vista del messaggio,
non potevo credere che finalmente Thiago, avesse capito che esisteva qualcuno di tanto malvagio.
Una lacrima scese sul mio viso,
quando corse alla ricerca dell'amata e del suo sorriso.
I vecchi ricordi che non andranno più via,
questo raccontato, è l'amor vero della profezia.

Luna’s Pov

Quand’ero piccola amavo giocare a fare la principessa.

Indossavo gli abiti di mia madre, e camminavo per casa sfoggiando i suoi tacchi alti, inciampando un passo si e l’altro pure.

I miei fratelli mi prendevano in giro, ma a me non importava: una volta messo il diadema sulla testa smettevo di essere la bambina capricciosa e isterica, e diventavo a tutti gli effetti una persona matura e responsabile.

E come ogni principessa che si rispetti, avevo il mio principe.

Milioni di fotografie del mio idolo del momento sparse sulla scrivania, che ogni tanto facevo parlare camuffando leggermente la voce a mo di maschio.

Gli facevo dire le frasi più dolci che mi venissero in mente, lo facevo sentire innamorato, con gli occhi fissi soltanto su di me.

E scioccamente sognavo che da grande sarei stata davvero una bellissima principessa, con accanto un principe meraviglioso, dolce, simpatico, bello e perfetto per me.

Sinceramente parlando, non avevo mai fatto molto per trovare questo fantomatico principe che tanto immaginavo.

Mi ero sempre accontentato di ragazzi normali, confidando nel fatto che lui sarebbe arrivato da solo, come il caldo estivo, o le foglie secche sul suolo autunnale.

E alla fine mi ero dimostrata dalla parte della ragione.

Il mio principe era arrivato inaspettatamente una sera di due anni prima in una discoteca di New York, eravamo entrambi lì come studenti e c’eravamo messi insieme subito, accecati dalla passione.

Poi mi aveva chiesto di accompagnarlo a Buenos Aires, la sua città natale, visto che aveva deciso di conseguire la laurea nella sua originaria Università.

E io l’avevo seguito senza pensarci più di tanto, senza avere la minima idea di ciò che sarebbe successo dopo.

Marianella, la sua ex ragazza della quale non mi aveva mai parlato prima che arrivassimo in Argentina, stava per sposarsi con il suo nuovo fidanzato, Pedro.

E Thiago appena scoperto del matrimonio aveva ritrovato improvvisamente l’amore che provava per lei, piantandomi in asso per tentare una relazione clandestina con la moretta.

Inutile dire quanto c’ero stata male, talmente tanto che ero arrivata al punto di ricattarla pur di riaverlo con me, anche solo per una notte.

E quel pomeriggio, dopo che lui se n’era andato da molte ore ormai, mi sentivo vuota, persa, sola … cattiva.

Mar mi aveva inviato un messaggio chiedendomi se fossi felice di vederla stare male, Thiago mi aveva detto che ero una persona orribile, nessuno in tutta la città aveva nemmeno mai provato a parlarmi.

Ed io ci stavo così dannatamente male.

Non era quello che avevo programmato, non era ciò in cui avevo tenuto fede.

Speravo che dopo la laurea io e Thiago saremo partiti di nuovo per NY, ci saremo sposati, avremo avuto dei figli, e finalmente sarei diventata una vera e propria principessa, accanto al mio principe più che magnifico.

E invece mi ritrovavo stesa su un divano a piangere come un’idiota, sentendo tutto il mascara colarmi sul volto, mentre pensavo come i miei sogni avessero potuto remarmi contro.

Volevo essere la principessa della favola, non la strega cattiva.

*****

Mar’s Pov

<< Sono così felice che ancora stento a crederci !!! >> esclamai sorridendo, mentre entravo in casa tenendo la mano stretta con quella di Thiago.

<< Credici amore mio, è tutto perfetto >> mi sussurrò prima di chiudere la porta d’ingresso con un movimento della gamba, e spingersi a baciarmi.

Avevo così tanta voglia di lui che non esitai un minuto ad allacciargli le braccia al collo, mentre sentivo le sue cingermi i fianchi.

Quello che era iniziato come qualcosa di dolce, divenne in un attimo un bacio passionale, carico di desiderio.

Le sue mani scesero più in basso, fino a fermarsi sul mio sedere, mentre le mie giocavano con i suoi capelli.

<< Hm … scusate ragazzi >> mormorò un’imbarazzatissima Lali.

Mi staccai da Thiago per voltarmi a guardarla e appena individuata non riuscii a fare altro che scoppiare a ridere.

La mia dolce ed innocente sorellina, se ne stava comodamente sdraiata sul divano avvinghiata al suo fidanzato Peter, il quale sorrideva nervoso.

<< Dai Mar lasciamoli in pace >> esclamò Thiago prendendomi per mano e trascinandomi al piano di sopra.

Si, come no, voleva portarmi in camera mia solo per lasciare campo libero ai due piccioncini, e non per fare altro.

<< Mi sei mancata >> mi baciò il collo leggermente per poi guardarmi negli occhi.

<< Tanto avevi con chi consolarti >> biascicai intristendomi di colpo.

<< Stare con lei non è nemmeno paragonabile allo stare con te, ricordi cosa ti dissi l’altra volta ?? >> mi domandò accarezzandomi il viso.

La nostra seconda prima volta, era ovvio che la ricordassi.

Thiago mi guardò negli occhi sussurrandomi con un tono di voce che mi fece rabbrividire per quanto fosse sincero, profondo, sensuale e dolce allo stesso tempo.
In quel momento, mentre mi sussurrava quelle parole, non avrei mai potuto dubitare del loro essere veritiere, e del suo pensarle davvero nel profondo.
<< Potrò anche essere stato con Luna e con tante altre, Mar.     
Ma la voglia di sentirti mia adesso, mi fa capire che questo, e soltanto questo è fare l’amore con una persona.
Solo con te è reale.  >>


Sorrisi al ricordare quel magico momento, e mi parve di sentire nuovamente sulla mia pelle la gioia che avevo provato.
Per due anni avevo sperato invano tornasse da me, e quando finalmente l’aveva fatto – in tutti i sensi – non avevo potuto fare a meno di sentirmi appagata, piena, completa.
E al diavolo Pedro, Luna, il matrimonio e tutto il resto, in quel momento desideravo soltanto unirmi un’altra volta fisicamente con l’uomo che amavo, che avevo sempre amato.
Ci stendemmo sul letto di Lali – dato che salire sul mio con la scaletta sarebbe stato leggermente complicato in due – e neanche il tempo di fare mente locale che mi ritrovai già mezza nuda, con Thiago sopra di me che mi baciava avidamente.
Ed in quell’attimo, mentre sentivo la passione e l’eccitazione crescere dentro di me, non potei fare almeno di rivolgere un pensiero alla notte precedente.
Si, era dannatamente stupido mettersi a ricordare in una situazione del genere, eppure io non potei davvero evitarlo.
Pensare di aver rifiutato così Pedro senza una palese ragione se non quella di amare Thiago con tutta me stessa, mi faceva stare male, soprattutto immaginando quello che sicuramente il ragazzo aveva potuto intuire.
<< Che succede amore, non ne sei convinta ?? >> mi domandò il mio fidanzato clandestino smettendo di colpo di baciarmi il collo.
Ne ero ormai certa: Thiago riusciva a leggermi dentro, in una maniera a me sconosciuta, percepiva sempre ciò che avevo nell’anima, ciò che mi doleva o che mi faceva gioire.
<< No, ho voglia di te come della panna con il cioccolato !! >> esclamai quella frase talmente stupida senza nemmeno accorgermene, almeno fino a quando non lo sentii ridere di gusto.
<< E allora qual è il problema ?? >> mi accarezzò dolcemente una guancia con le nocche della mano.
Deglutii pesantemente.
Mi avrebbe capita, ne ero certa, mi amava e non mi avrebbe giudicato, né si sarebbe arrabbiato, soprattutto sapendo il perché l’avevo fatto, o almeno avevo tentato di farlo.
<< Ieri notte sono andata da Pedro … >> cominciai preparandomi psicologicamente ad ogni sua possibile reazione, ma non a quella che seguì la mia frase.
<< Lo so … >> mormorò irrigidendosi di colpo, per poi spiegarmi << Me l’ha detto lui stamattina, ci siamo incontrati per caso. >>
Cosa ?? Thiago e Pedro ??? Insieme ???
Oh mio Dio !! Non osavo pensare a quella povera gente che aveva assistito al loro incontro, probabilmente erano tutti morti fulminati da qualche sguardo omicida che i due si erano lanciati.
<< Io ti giuro che non ho mai voluto andare con lui, ma stavo talmente male … non volevo farti arrabbiare >> buttai giù tutto con la sincerità che ormai mi apparteneva, mentre vedevo una piccola e solitaria lacrima rigargli una guancia.
<< Tu non hai la colpa di niente, sono io che avrei dovuto essere più ragionevole ed evitare di credere alle tue parole >> mi disse prendendomi il viso tra le mani e guardandomi dritto negli occhi.
<< Io ti amo con tutta l’anima, tu sei la mia anima, Mar >> un lieve bacio a fior di labbra, e poi si mise a sedere lasciandomi senza tutto il calore che il suo corpo emanava.
Lo imitai rimanendo in silenzio.
Indossavo solo l’intimo, ma poco m’importava in quel momento, pendevo letteralmente dalle sue labbra, desiderosa di ascoltare cosa davvero stesse cercando di dirmi.
<< Però ti faccio stare male, ti faccio piangere, soffrire e … non te lo meriti, perché tu sei la cosa più bella che la vita mi abbia donato, e voglio soltanto che tu sia felice >> sorrise triste mentre io mi allungavo verso di lui e gli accarezzavo il braccio.
<< Tu mi rendi felice >> sussurrai al suo orecchio baciandogli lievemente un lobo << E tutta la mia tristezza viene ripagata dal tuo amore >> gli presi il mento con due dita costringendolo a guardarmi negli occhi.
<< Ti amo, Thiago >> esclamai decisa per poi aggiungere con un po’ più di imbarazzo << E ti voglio: ora, qui, senza problemi, ripensamenti, né tantomeno sensi di colpa. >>
Mi sorrise dolce per poi distendersi nuovamente su di me.
<< Ti ho mai detto che sei meravigliosa ??? >> mi domandò ironico mentre una smorfia divertita si disegnava sul mio volto.
<< Non me lo ricordo …. >> mormorai sporgendomi a baciarlo con tutta la passione che avevo in corpo.
Stare fisicamente con Thiago era sempre un’esperienza nuova per me, nonostante la prima volta fosse stata ormai 6 anni prima.
Sentirlo accarezzare la mia pelle, per poi percorrere lo stesso percorso con le labbra mi emozionava ogni volta.
Guardare il suo torace nudo e muscoloso mi manda letteralmente in estasi, nonostante ne conoscessi a memoria tutti i lineamenti, quasi come se fosse stato il mio.
Vedere il modo in cui mi abbracciava, mi baciava e mi stringeva a sé, mi facevano sentire amata, desiderata.
E infine percepirlo dentro di me non aveva prezzo.
Avrei potuto stare per ore a pensarci, scrivere pagine su pagine con tutti i sentimenti che mi faceva provare, anche se in quel momento non riuscivo a fare altro che sorridere come un’ebete, felice e finalmente completa.
Come una malattia rara per cui si trova una cura: Thiago era la mia cura per il dolore, la tristezza, la debolezza e la fragilità.
Era la mia arma di difesa e di attacco al contempo.
La giusta carica di adrenalina, diluita in una dose di realismo.
Un vestito che ti calza a pennello, avrebbe detto Tefi, il compagno per il giro sulla ruota della vita, avrebbe invece detto Jazmin.
Dal mio canto preferivo semplicemente definirlo: la mia ragione per essere felice.

****

<< Hey tesorini miei !!! Quanto siete belli insieme, non ci sono parole !!! >> esclamò un’eccitata Tefi entrando in casa mia con il braccio ancorato a quello di mio cugino Luca.
Erano circa le nove di sera, e man mano il salone dei Tallarico Rinaldi andava riempendosi di tutti i miei migliori amici.
<< Nonostante tutto sono felice che sia venuto anche Rama >> mormorò Thiago al mio orecchio cingendomi i fianchi da dietro.
Annuii per poi sorridere al ricordare la maniera in cui entrambi eravamo stati svegliati qualche ora prima.

Dopo un pomeriggio alquanto impegnativo, c’eravamo entrambi addormentati sul letto di Lali: lui disteso a pancia all’aria, ed io accoccolata sul suo petto.
Avrei potuto rimanerci per anni, e mandai ancora una volta tutto il resto al diavolo: stavo troppo bene con lui, in quel momento non mi importava del resto.
Non ricordo bene cosa stessi sognando, ma sicuramente qualcosa che lo riguardasse, quando un rumore assordante mi fece rinvenire.
Lali all’in piedi di fronte a noi urlava sconvolta.
<< Oh mio Dio, ragazzi siete incontenibili !! >> si portò le mani sui fianchi con gesto teatrale << E sul mio letto per giunta !! >>
Stavo per ribattere, ma Thiago lo fece al posto mio.
<< Sai com’è, il diavolo era occupato !! >> sorrise divertito facendo arrossire la mia povera sorellina.
Io, nel frattempo, tirai il lenzuolo fin sopra il seno, cercando di coprire il più possibile del mio corpo: non che mia sorella non m’avesse mai vista nuda, anzi fino a qualche anno prima avevamo sempre fatto il bagno insieme nella vasca per divertirci, però in quel momento mi sentivo fin troppo … esposta.
Thiago notò quella mia mossa e subito mi abbracciò lasciandomi dei dolci baci sulla nuca.
Stavo iniziando davvero a spaventarmi: le sue capacità di leggermi nella mente erano impressionanti.
<< E che cavolo !! Non potete essere così pervertiti e così dolci allo stesso tempo !!! >> sbottò mia sorella scocciata, nascondendo una risata divertita a stento << Non è giusto !! >> concluse poi mettendo il broncio e uscendo dalla camera.
Thiago rise di gusto per poi baciarmi leggermente le labbra e stringermi a lui.
<< Ah Mar, certo che Lali ha proprio ragione … >> sospirò con vago fare da filosofo.
<< Riguardo … ?? >> lasciai in sospeso la frase aspettando una sua risposta.
<< Non abbiamo nemmeno finito e già ho voglia di ricominciare …. >> sorrise innocente ricevendo una cuscinata dietro la testa.
<< Maniaco !! >> sbottai divertita scoppiando a ridere, mentre iniziavamo una vera e propria lotta con i cuscini molto stile pigiama party.
Ne ero certa: noi due non saremo mai stati davvero adulti, ci sarebbe sempre stata quella punta di immaturità infantile a caratterizzarci e ad unirci.

<< Hey piccioncini !!! Smettetela di mostrarci il vostro amore, è già fin troppo evidente !! >> la voce roca e divertita di Tacho mi distrasse dai miei pensieri e solo in quel momento notai che Thiago mi stesse dolcemente baciando il collo, mentre tutti gli altri ci guardavano sorridendo.
<< Pardon !! >> esclamai imitando un francese a stento, per poi dirigermi verso le mie amiche.
Jaz mi si avvicinò con in mano una scatola di forma circolare, seguita da Tefi che maneggiava con non poca difficoltà un pensante pacco.
<< Io ho portato il gelato >> sorrise la gitana porgendomelo.
<< Ed io il rustico di 5 kg per tutti !! >> esclamò subito dopo la mora poggiando il pacco sul tavolo e liberandosi finalmente del suo peso.
Ridemmo tutti a vedere la smorfia di sollievo sul suo volto, quando il suono del campanello ci fece sussultare.
<< Manca qualcuno ?? >> domandò Nacho ad alta voce mentre io contavo mentalmente chi non fosse presente: nessuno, c’eravamo praticamente tutti, Lali e Peter compresi.
Mi avvicinai alla porta con fare dubbioso, e rimasi del tutto scioccata al vedere chi in effetti ci fosse dietro di essa.
<< Che ci fai qui ??? >> domandai con il tono più brusco che avevo nel repertorio.

Luna’s Pov
<< Sono venuta a parlarti Mar, ti prego di ascoltarmi >> mi facevo pena da sola mentre aspettavo speranzosa un suo segno di assenso.
In realtà ancora non mi era chiaro il perché avevo deciso di recarmi a casa Tallarico Rinaldi, avevo semplicemente pensato che se davvero volevo sentirmi in pace con me stessa, l’unica persona che avrebbe potuto attutire se non addirittura cancellare il mio senso di colpa era proprio lei.
Sembrò pensarci per un po’, poi finalmente mi rispose, ma senza abbandonare quel tono freddo e duro << Vieni con me >>
Mi prese per un braccio e mi trascinò decisamente in malo modo all’interno, sbattendo il piede contro la porta per chiuderla.
Sentivo gli sguardi di tutti i ragazzi con i quali evidentemente stava facendo una piccola festa prima del mio arrivo, mentre salivamo le scale di legno con una certa fretta.
Ci fermammo solo una volta arrivate in una camera abbastanza grande color azzurro cielo.
C’era un letto a castello su un lato della parete, una scrivania e un armadio su quello opposto, e infine un’enorme finestra dalla quale si poteva ammirare il cielo stellato di quella notte di Agosto.
<< Due minuti: non uno di più >> fu la sua decisione categorica che esclamò sedendosi sulla punta del letto di sotto, ed io non potei fare altro che esserle grata anche solo per avermi concesso quel breve lasso di tempo.
Deglutii pesantemente per poi iniziare a parlare, cercando di essere il più sincera possibile.
<< Ti sei mai sentita una persona inutile, falsa, cattiva ???
Hai mai avuto la sensazione di essere diventata ciò che avevi sempre disprezzato, ciò che quando te ne parlavano gli facevi il verso giurando che non lo saresti mai stata ???
Non essere in pace con tè stessa, odiare la persona che sei e non riuscire a capire dov’è stato l’errore, il perché ti senti il quel modo ??
Non credo francamente che tu abbia mai provato qualcosa del genere, perché tu sei perfetta Mar: bella, intelligente, dolce, simpatica, socievole, solare … perché tu vieni presa come punto di riferimento dagli altri, tutti vorrebbero somigliarti >> vidi il suo sguardo lusingato, mentre il mio ormai era totalmente rivolto verso l’esterno, alla luna e al mio volto riflesso in essa.
<< Io ti ammiro moltissimo, perché sei ciò che io ho sempre sognato, hai ciò che io ho sempre voluto … tu sei una principessa, l’unica di questa favola >> sfoggiai un sorriso triste: non poteva capire cosa intendevo con quella frase, eppure il concetto per me era fin troppo chiaro.
<< Ed io invece mi ritrovo ad essere la strega cattiva, quella che tutti odiano, disprezzano, e ti giuro che non ne posso più >> alcune lacrime iniziarono a rigarmi il viso, ma decisi di non fermarle: lasciarle correre non avrebbe significato essere debole, ormai avevo capito che sarebbero state solo segno dell’angoscia e della frustrazione le quali provavo.
<< Non volevo ricattarti, non volevo farti soffrire, non volevo allontanarti dall’amore della tua vita, eppure l’ho fatto.
Sono una persona orribile, lo so, ma adesso voglio cercare di rimediare, e sono sicura che tu sarai l’unica persona che, se disposta, potrà aiutarmi. >>
 

Piccolo Angolo Di Luce
Hola !!!! Ecco il nuovo capitolo pubblicato nel mio primo giorno di terza media J
Spero vi piaccia, era da un po’ che avevo pensato al pov di Luna e mi auguro di essere riuscita a renderlo al meglio.
Ringrazio con tutta l’anima le 11 persone che hanno recensito lo scorso capitolo … ma vi rendete conto ??? 11 recensioni !!!!
Per alcune saranno poche, ma vi assicuro che per me è un traguardo gigantesco !!!!
Adesso vi lascio alle vostre cose, ma prima un po’ di pubblicità XD
- Valiente = One Shot sui Teen.
- Il piacere della vendetta = Long-fic sempre sui Teen
- A mia sorella è successo lo stesso – la notte di Lali e Peter = primo missing moments di questa storia.
- Anche se non mi vedi, guardami = long-fic romantica.
Vi adoro, un bacino <3

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Capitolo 26
*** Damigelle D'Onore ***


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Capitolo 25 : Damigelle D’Onore

Capitolo dedicato a Floristy,
che dopo aver letto questa storia ha cambiato
l’opinione iniziale che aveva di essa,
e l’ha segnalata per le scelte del sito.
Sei un tesoro <3
Per lei e per tutte voi che leggete.

 
<< Sono sicura che tu sarai l’unica persona che, se disposta, potrà aiutarmi. >>
Troppo facile così.
Chiedere scusa e pensare che questo possa aggiustare le cose, che il perdono sia facile da dare come un saluto al mattino, che le ferite smettano di dolere se ci si dispiace per averle provocate.
Ma non è così, io sapevo che non era così.
Il dolore rimane, anche se un po’ attutito, ma non va via.
E non va via nemmeno il rancore provato nei confronti di quella persona che, nonostante se ne sia pentita, ha davvero deluso le tue aspettative.
Io non ero una persona molto rancorosa, cercavo di lasciarlo scivolare via come si fa con la pioggia su un impermeabile di plastica, ma talvolta non era nemmeno così facile.
Perché quando il dolore causato è troppo grande, allora anche il rancore aumenta … si dice direttamente proporzionale, non è così ??
Però allo stesso tempo, mentre rimanevo ferma nelle mie convinzioni, continuavo a riempirmi la testa di domande.
Fino a quando si può portare rancore verso qualcuno ???
Puoi decidere di sbattergli la porta in faccia fino a quando non si rompe, soltanto per un errore che, anche se ti ha fatto tanto male, rimane pur sempre soltanto quello ???
È giusto negare il tuo perdono ad una persona perché accecata dal rancore ???
È giusto condannarlo a vivere infelice, quando sai che un tuo si potrebbe rallegrarlo ???
Vivere di rancore è appagante ?? Ti fa sentire bene, in pace con te stesso ???
No.
La risposta a tutte quelle domande era un semplice, secco e sincero no.
Perché portando rancore non risolverai mai i tuoi problemi, è meglio parlarne con la persona in questione ed affrontare la cosa di petto, piuttosto che starsene seduta in un angolo a maledirla in ogni lingua.
Perché il rancore è per i deboli.
Le persone forti non hanno bisogno di rimanere tutta la vita a rimurginare per una situazione andata male, non sentono il bisogno di organizzare congiure contro una persona che li ha delusi, che gli ha fatto del male.
Perché una persona forte non è quella che non soffre, ma bensì quella che lo fa e riesce ad andare avanti, a sistemare la questione, a perdonare.
Ed io, Marinella Tallarico Rinaldi, ero una persona forte, o almeno mi imponevo di esserlo.
Non avrei portato rancore verso Luna, anzi avrei provato a perdonarla, a starle accanto, ad aiutarla a diventare una persona diversa, migliore, proprio come mi avevo chiesto.
<< Va bene, ti aiuterò >> le risposi annuendo per poi aggiungere vedendo la sua espressione di pura sorpresa << Non sarà una passeggiata per me e né tantomeno per te, ma voglio provarci >>
Mi abbracciò con una forza che non credevo possedesse in quel corpo così minuto, e giurai di aver visto una lacrima di felicità solcarle il viso.
<< Grazie Mar, grazie, grazie !! >> esclamò contenta continuando a stritolarmi.
<< Di nulla, e adesso andiamo >> la scansai lentamente per poi prenderla per mano << C’è una festa di sotto che ci aspetta !! >>
Sorrise eccitata << Anche a me ?? >>
<< Ovvio !! Il modo migliore per farti perdonare da me è diventare amica mia e dei miei amici >> stentai un sorriso tirato facendola annuire contenta .

****

<< Bene ragazzi, adesso voglio annunciarvi i nomi delle damigelle d’onore che ho scelto per il matrimonio >> mi posizionai al centro del salone, mentre tutti gli altri rimanevano seduti sulle poltrone.
Vidi lo sguardo di Thiago spegnersi di colpo e mi maledii mentalmente per aver usato quel tono così euforico.
<< E i damigelli ?? >> chiese Nacho seduto tra Caridad e Luna su un divanetto color porpora.
Dopo un po’ di storie iniziali, i miei amici avevano accettato di far rimanere la zombie Luna, senza però evitare occhiatacce e battutine – inutile dire che Tefi ne era stata perlopiù l’artefice. -
<< Si dice paggetti, idiota !! >> lo richiamò Jazmin, la quale se ne stava accoccolata sul petto di Tacho, che le sorrideva innamorato.
 << Perfetto, dopo questa piccola precisazione, vorrei cominciare >> mi schiarii la voce con dei finti colpi di tosse in modo teatrale, per poi annunciare il primo nome.
<< Lali >>

Era l’inverno del 2002, Dicembre per la precisione, e in città faceva un freddo da perforare l’anima.
Io avevo da poco compiuto 12 anni, e ricevuto in regalo un bellissimo Dvd che amavo guardare: un film dell’orrore con tanto di mostri, fantasmi, vampiri, zombie e tutto il resto.
E quel pomeriggio me ne stavo seduto sul divano, sotto un’enorme coperta a guardare proprio quel film, con la piccola Lali di sei anni al mio fianco, che si nascondeva la testa con i cuscini.
Ridevo guardandola spaventata, e solo quando il film fu finito e stavo per andare in cucina a preparare qualcosa per cena, lei mi prese la mano e mi parlò guardandomi dritta negli occhi.
<< Chi mi proteggerà se stanotte verranno a prendermi i mostri ?? >> mi domandò sporgendo il labbro inferiore  impaurita.
<< Che domande Lali !!! Ci sono mamma e papà per questo !! >> risposi ovvia, per poi capire subito dopo quanto fossi stata stupida.
Fatto era che per me, la normalità era sempre stata ritrovarmi i miei genitori accanto in ogni momento, pronti a sostenermi e a starmi accanto, almeno fino all’età di 10 anni, quando le paure erano passate e con esse la loro presenza costante.
Mia sorella invece era stata abituata dall’età di 4 anni a rimanere da sola con me a casa, alle prese con tutti i suoi problemi da infante, nostra madre e nostro padre li aveva visti fino ad allora davvero molto poco.
<< Loro non ci sono. Io ho paura, Mar >> mi abbracciò forte lasciandomi in un primo momento immobile.
Ma poi l’abbracciai anch’io accarezzandole i capelli e le sussurrai dolcemente all’orecchio.
<< Ci sono io qui con te, e ci sarò sempre, ucciderò qualunque mostro voglia farti del male. >>
E promisi a me stessa che l’avrei protetta davvero, in ogni momento.

Mia sorella mi si buttò addosso stritolandomi con tutta la forza che aveva in corpo e sorridendo sorniona.
<< Scusa Lali, ma vorrei avere il fiato per continuare >> riuscii a dire con voce strozzata.
Lei allora si allontanò sorridendo imbarazzato, tornando ad abbracciare il suo Peter come poco prima.
<< Bene, adesso andiamo avanti >> recuperai il mio entusiasmo e la mia voce squillante in poco tempo.
<< Tefi >>

16 Settembre 2004, una data che non scorderò mai.
Avevo 14 anni, ed era il mio primo anno alla Rockland.
Frizzante, esuberante, chiacchierona e sempre allegra, con tanto di capelli appena tagliati e nuova divisa adorabile … ecco com’ero.
E in più ero fidanzata, con Rama che a quel tempo era il ragazzino più dolce che conoscessi, ed anche se il più bello dopo suo fratello Thiago.
Quel giorno avevo scoperto da Simon, suo migliore amico, che aveva intenzione di darmi un vero bacio, il mio primo bacio e credevo anche il suo.
Nemmeno a parlare dell’euforia e dall’altra parte agitazione che provavo: era un momento importante della mia vita, una delle prime tappe e avevo paura che qualcosa potesse andare male.
<< Non ti devi fare tutte queste paranoie !! >> mi sgridò Tefi la quale avevo incontrato per caso accanto alla macchinetta delle merendine, e con cui avevo cominciato ad affrontare l’argomento.
Una sedicenne bellissima, alta, magra come sempre, i capelli castani tagliati a caschetto, gli occhi truccati leggermente e i vestiti firmati … da quando la conoscevo era sempre stata stupenda.
<< Ma, insomma … è il mio primo bacio !!! E se non è il momento giusto ??? E se Rama non è quello giusto ?? >> stava per venirmi una crisi isterica a furia di tormentarmi il cervello con quelle domande assurde.
<< Dont’ worry baby !!! >> mi prese per le spalle tentando di rassicurarmi << Se è il momento giusto e soprattutto il ragazzo giusto lo sentirai qui >> si portò un dito all’altezza del cuore.
<< E se non lo è allora non devi farlo per forza: è un momento importante per la vita di una ragazza e merita di essere vissuto nel migliore dei modi. Rama lo capirà e fidati se ti dico che secondo me è arrivata l’ora >> mi sorrise ed io finalmente riuscii a sentirmi sicura.
Perché mi avevano reso tale le parole della mia amica, della mia migliore amica.

<< Aaaaaaa !!! >> un urlo isterico da parte della mora e poi un altro abbraccio stritolatore: certo che erano prevedibili !!!
Per fortuna mio cugino Luca venne a salvarmi e a preservare il mio collo, riportando la sua amata fidanzata alla realtà semplicemente con un bacio.
<< Sarò perfetta con il vestito da damigella !!!! >> esclamò dopo nemmeno un secondo Tefi, per poi guardare Lali sorridendo e correggendosi << Saremo perfette !! >>
<< In realtà non sarete da sole >> annunciai per poi prendere fiato e pronunciare il prossimo nome.
<< Caridad >>

Due mesi prima di quel giorno, ero seduta comodamente sul mio letto a leggere un libro, quando un ticchettio proveniente dal mio cellulare mi informò dell’arrivo di un nuovo messaggio.

L’aprii subito leggendo in basso che fosse stata inviato da Caridad, chissà cosa le era successo … di solito chiamava o veniva a trovarmi quando voleva dirmi qualcosa, inviare messaggi non era proprio da lei.

“ Ciao Mar, sono io.
Voglio chiederti scusa per non esserti stata accanto due anni fa, dopo il tradimento di Thiago.

So che è tardi, ma solo oggi mi sono resa veramente conto di cosa significa che la persona che scegli per starti accanto ed occuparsi di te, ti sbatta in faccia che di te e della tua fiducia non gliene importa niente.
Oggi lo so perché Nacho ha fatto lo stesso con me: sono stravolta e ho solo voglia di piangere all’infinito … stasera un lacrime party non ce lo toglie nessuno, tu poi devi ancora raccontarmi di come sono andate le prove per le gara.
Ti chiamo più tardi, scusami ancora.
Ti voglio bene davvero, non come i ragazzi che te lo dicono solo per farti sentire amata, quando in realtà non lo sei. “

La persona più buona che conoscessi: Caridad era un angelo, l’unica che non meritasse di soffrire, e giurai a me stessa che avrei fatto a Nacho un bel discorsetto.


<< Oh santa gallina impanata !!! Che bello Mar !!! >> l’euforia di Caridad fece ridere un po’ tutti, mentre ella saltava gioiosa senza importarsene minimamente.

<< Beh Cari tesoro, dovresti fare un po’ di dieta per entrare nel vestito sai … >> mormorò Tefi guardandola con aria di sufficienza.

A me il suo tono fece sorridere ovvia: la mia migliore amica non sarebbe mai cambiata, gelosa com’era che perfino la Paisa avrebbe dovuto indossare il suo stesso abito alla cerimonia.

<< E non sarete soltanto in tre … >> risi allo sguardo omicida di Tefi, per poi continuare con il seguente nome.

<< Valeria >>


Agosto 2011, esattamente un anno prima di quel giorno in cui lo stavo ricordando, esattamente un anno dopo il tradimento di Thiago e tutto il dolore che aveva comportato.

Passeggiavo per le vie di Buenos Aires sembrando agli occhi della gente una morta con le gambe funzionanti, mentre la ragazza bionda accanto a me sorrideva sorniona.

Del resto come biasimarla, si era appena fidanzata con Rama, era normale fosse al settimo cielo con accanto un ragazzo così fantastico.

Quanto cavolo ero stata stupida a lasciarlo ?? E per lo più con una persona che a quanto mi aveva fatto capire, a me non ci teneva minimamente.

<< Hey Mar, ci pensi ancora ??? >> mi domandò Vale distogliendo per un attimo la sua attenzione mentale dal secondo genito Bedoja Aguero.

<< Non posso farci nulla >> scossi la testa guardandola con gli occhi già pronti a buttare giù lacrime << Mi manca come l’aria >>

Mi guardò per un secondo con quello sguardo che tanto odiavo: quello carico di compassione che si ha per un malato o per una persona che ti fa soltanto pena.

Perché per quanto mi sfogassi e piangessi con le mie amiche, se c’era qualcosa che proprio non volevo ricevere erano la pena e la compassione.

Ma dopo un attimo la sua espressione mutò, e sorrise nuovamente.

<< Sai che c’è un modo per eliminare la tristezza ?? >> domandò allusiva.

<< E cioè ?? >> il mio umore non era per niente migliorato, però mi ero notevolmente incuriosita.

<< Bungee Jumping !! >> strillò euforica quasi fosse stato un inno di liberazione, poi mi prese per mano ed iniziò a correre trascinandomi verso quella pazzia assurda.

Eppure, per quanto lo considerassi un attentato alla mia salute fisica e anche psicologica a dirla tutta, mi feci legare a quell’elastico e saltai nel vuoto con una paura immensa, la quale però subito venne sovrastata dall’adrenalina che iniziò a scorrermi per le vene.

E Valeria accanto a me sorrideva sorniona mentre sembrava un’esperta di quella follia: perché lei era totalmente folle, eppure al suo lato non potevo fare altro che sentirmi sicura, contenta per un momento e si, folle anch’io.


<< è il regalo più bello che potessi farmi, amica mia !!! >> incredibile, ma vero: Vale aveva le lacrime agli occhi in procinto di scendere.

Non l’avevo mai vista così emozionata, né tantomeno così commossa, e quella parte di lei mi piaceva tantissimo.

Andai ad abbracciarla forte mentre la sentivo sussurrarmi ripetutamente grazie, per poi tornare alla mia postazione e continuare.

<< E poi …. >> mormorai vedendo gli sguardi curiosi di tutti i presenti puntati su di me a volermi leggere il nome nella mente.

<< Jaz >>


Novembre 2000, una bambina di 10 anni stava da sola seduta ad un banco nell’aula di musica.

Avrebbe compiuto 11 anni dopo pochi mesi, eppure il fatto di essere la più piccola nella sua nuova scuola media non le andava proprio a genio, non mi andava proprio a genio.

In qualche modo mi sentivo inferiore ed infantile rispetto agli altri, quando era più che palese che così non fosse.

L’unico modo che usavo per scaricarmi era cantare: lasciare che le mie emozioni venissero trasmesse a chi ascoltava, liberandomene per la breve durata della canzone scelta.

Così presi una chitarra in mano ed iniziai a strimpellare qualche accordo, accompagnandomi con la voce.

<< Amica non è quella che ti giudica per l’apparenza, è colei che intende la tua essenza.

L’amica non è quella che si chiude e non racconta niente, ti mostra tutto con un suo sguardo >>

Ad un tratto una voce intonò la parte successiva della canzone, proveniente dall’entrata dell’aula.

<< Colei che ad ogni chiamata c’è sempre, e che mai ti abbandona.

Colei che quando piangi ti calma, e ascolta tutti i tuoi lamenti. >>

Era Jazmin Romero, 11 anni, bionda, alta, già formosa per la sua età, simpatica, intelligente, un ballerina eccezionale e amata da tutti.

E a quanto avevo sentito, adesso sapeva anche cantare.

La invidiavo da morire, e non perché io non fossi bella, o non sapessi cantare, né ballare, ma perché lei aveva un carattere stupendo, e nessuno poteva evitare di adorarla e di volerle stare accanto, mentre con me che ero isterica, pazza, esuberante e un po’ maschiaccio nessuno voleva avere a che fare.

<< Amica, amichetta, amica mia … >> sussurrò la parte del coro ed io attaccai come solista.

<< Colei che chiamo 30 volte al giorno >>

<< Amica, amichetta, amica mia …. >> sorrise dolce prendendomi la mano.

<< A chi confesso tutte le mie fantasie >>

<< Amica, amichetta, amica mia … >>

No, io e Jazmin non eravamo amiche, eppure in quel momento lo sembravamo più di chiunque altre si definissero tali.

<< Che bello che è averti nella mia vita >> sorrisi anch’io mostrando due file di denti bianchissimi, con qualche buco di tanto in tanto che il tempo avrebbe riempito con nuovi denti.

<< Amica, amichetta, amica mia … >> feci scivolare la chitarra di lato e l’abbracciai di slancio, sentendola subito ricambiare la presa.

<< Sai Marianella, non sei antipatica come mi hanno detto >> mi disse scuotendo la testa.

<< Lo dicono in tanti, eh ?? >> le domandai triste abbassando lo sguardo mentre scioglievamo lentamente l’abbraccio.

<< Si, ma io non lo penso più !! >> mi rassicurò alzandomi la testa con la mano, per poi domandarmi << Vuoi essere mia amica ?? >>

Annuii energica abbracciandola nuovamente.

Perché da quel momento non ero più sola, avevo un’amica.

La mia prima amica che sarebbe rimasta al mio fianco ancora per molto molto tempo.


<< Amicha, amigota, amiga mia … !!! >> canticchiò la gitana mentre saltellava verso di me.

A quanto pareva non ero l’unica a ricordare quel giorno in cui eravamo diventate amiche proprio grazie alle parole di quella canzone.

<< Sarà bellissimo, Mar !! >> mi abbracciò tornando poi nuovamente vicino a Tacho.

Io tirai un bel respiro profondo e di nuovo presi la parola.

<< E accanto a Jazmin e Valeria servirà un'altra bionda, no ??? >> sorrisi guardando le mie amiche le quali già avevano intuito il nome che avrei annunciato.

<< Mel >>


<< Sono stanca di litigare nanetta, ormai Thiago sta con te e io devo accettarlo >> mormorò sconfitta la ragazza di fronte a me, quel giorno di Settembre del 2007.

<< E poi c’è anche Simon che mi viene dietro >> aveva poi aggiunto sorridendo sorniona e accavallando le gambe, seduta accanto a me sui sedili posteriori dell’auto di Tefi.

<< Tregua giraffa ??? >> domandai sperando vivamente che annuisse: non riuscivo più a reggere i suoi sguardi di fuoco a me e al mio ragazzo, e neppure le continue discussioni.

<< Direi di si >> sorrise stringendomi la mano con aria professionale.

Ridemmo di gusto entrambe facendo fondere le nostre voci.

Quello era l’inizio di qualcosa di nuovo, di bello, di vero.

Era l’inizio di una nuova storia d’amicizia intitolata “La nanetta e la giraffa”.


Anche la mia ultima amica corse ad abbracciarmi forte e a ringraziarmi, mentre io pensavo al modo in cui avrebbero reagito tutti all’apprendere quell’ultima notizia che stavo per dargli.

<< Bene, siamo 6 damigelle d’onore !!! >> strillò Tefi euforica battendo le mani, ma subito la corressi.

<< Siete 7, in realtà >> esclamai finalmente convinta di ciò che avevo pensato poco prima.

<< Come ??? >> domandò stranita Vale mentre sulle mani contava i nomi delle ragazze che avevo chiamato.

<< Lali, Tefi, Cari, Vale, Jaz, Mel e … >> guardai le mie amiche con sguardo serio per poi aggiungere sicura << Luna.>>
 

Piccolo Angolo Di Luce

Hola !!! Scusate l’immenso ritardo ma questa settimana sono andata a 3 compleanni e un matrimonio, quindi se sommate la scuola e i compiti il tempo di scrivere era davvero poco.

Spero che questo lungo capitolo vi piaccia, come vedete non ci sono scene romantiche tra le coppie, perché è incentrato sull’amicizia tra Mar e le sue damigelle d’onore.

A proposito di queste, vedete scontato il fatto che abbia scelto tutte ??

Vi è piaciuta la parte dei ricordi su ogni ragazza o è stata noiosa ??

Parlate liberamente, oggi sono troppo felice per offendermi, e tutto grazie a Floristy, la quale ha segnalato questa storia per le scelte del sito, come ho detto nella dedica … speriamo riesca ad entrare nella lista !!!

Adoro tutte voi che leggete & recensite, continuate così !!
Un bacino <3

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Capitolo 27
*** Addio Al Nubilato ***


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Capitolo 26 : Addio Al Nubilato

Questo capitolo è dedicato a Kevin <3,

che ha segnalato la storia per le scelte,

e a EleDoc, che l’ha consigliata per la lettura.

Vi consiglio di leggerlo con la canzone Iris

Dei Goo Goo Dolls, che mi ha ispirato.

Per loro due e per tutti voi <3

 

Tutti noi viviamo con il costante desiderio di voler essere migliori.

Un amico, un fidanzato, uno studente, un lavoratore migliore.

Poter dare di più e poter essere considerati meglio dalla gente, cercare in ogni secondo di fare la scelta giusta, dire la cosa giusta, comportarsi nel modo giusto.

Tutto può essere migliore,

perché il mondo è per te.

Ci ossessiona così tanto quest’ambizione che spesso non ci rendiamo nemmeno conto che così facendo stiamo perdendo quello che siamo realmente.

Essere noi stessi è quello che ci rende diversi dagli altri, speciali a modo nostro.

Una persona che mostra il suo carattere, che lascia che gli altri lo vedano per quello che è e non con una maschera di perfezione, colui che si accontenta di ciò che è, senza voler modificare sé stesso.

È tutto ciò a renderlo migliore.

Perché chi sceglie con la propria testa, fa la scelta giusta, chi mostra ciò che ha nel cuore, viene considerato meglio, chi manifesta le proprie emozioni per quello che sono, fa la cosa giusta.

E non ha bisogno di essere migliore, perché lo è già nel profondo del suo animo.

Grazie per essere come sei.

L’unico peccato è questo io l’ho capito troppo tardi.

Adesso so tutto ciò perché la vita me l’ha fatto capire con il passare degli anni, ma a quel tempo non avevo idea di cosa volesse davvero significare essere migliore.

A 22 anni compiuti il mio unico desiderio era quello di fare la cosa giusta, più che altro di apparire una persona matura, ragionevole, sicura di me stessa, quando a quell’età ancora non ero pronta ad esserlo.

Ero stata delusa più volte dai miei comportamenti sbagliati, e desideravo soltanto migliorare il mio animo, per rimediare agli errori passati.

Ma non è correggendo il presente che puoi modificare il passato.

Non è andando a piangere sulla sua tomba che la persona a cui hai sparato resuscita.

Ma io non sapevo nemmeno questo, o forse ne ero già consapevole ma troppo presa dal raggiungimento dei miei ideali per capirlo.

Così cercavo continuamente di ragionare prima di qualunque azione, rimanevo ore anche solo a pensare a quale parola usare in una frase affinchè non potesse essere fraintesa, momenti persi a cercare una perfezione che non avrei mai raggiunto.

Volevo essere migliore, ma allo stesso tempo desideravo non esserlo.

Perché la persona matura che era in me avrebbe sposato Pedro e avrebbe imparato ad amarlo come si era ripromessa due mesi prima, ma la persona vera dentro di me sapeva che la mia anima sarebbe appartenuta a Thiago per l’eternità.

Ed ero talmente presa da quel desiderio di essere migliore, che stavo per rinunciare alla persona più importante della mia vita, colui che mi aveva sempre amata nonostante tutto, che mi era rimasto accanto anche se non fisicamente, colui che abitava nel mio cuore e che non avrebbe mai avuto modo di uscirne.

E ci sarà un posto dove stare in questo mondo,

anche se già gli avrò detto addio.

Ma volevo essere una persona matura e corretta, anche se quello avrebbe inevitabilmente significato essere infelice.

Dovevo essere migliore.

L’avrei fatto.

Avrei sofferto, ma un giorno il dolore si sarebbe alleviato e avrei sorriso pensando al mio gesto di maturità.

Pedro meritava di avermi come moglie, io avevo il dovere di renderlo felice, almeno come ringraziamento dopo i due anni passati insieme.

Sarei stata una brava persona e prima o poi la vita mi avrebbe ricambiato quel gesto di altruismo e bontà, e se così non fosse stato, avrei lottato affinchè un giorno finalmente sarei stata ricompensata.

Fidati di me, il meglio arriverà

O ce lo andremo a prendere .

****

<< Allora Mar, cosa ne pensi di andare a Mar De La Plata per il tuo addio al nubilato ?? >> mi domandò Tefi sporgendo leggermente la testa da dietro il suo portatile.

Avete presente un centro di collocamento ?? Beh, molto peggio.

Luna, Tefi e Vale erano nascoste dietro i loro enormi computer, Jaz e Lali sfogliavano riviste, Mel eseguiva calcoli assurdi con la calcolatrice ed io … io semplicemente le stavo a guardare con la testa totalmente altrove.

<< Potremmo affittare una casa oppure andare in albergo >> continuò Luna muovendo agilmente le mani sulla tastiera.

<< Io invece credo converrebbe un monolocale a basso prezzo … dopotutto è solo una giornata, no ?? >> spiegò brillantemente Jazmin cercando un mio segno di approvazione.

<< Ma che dici gitana !! Dobbiamo stare comode !!! >> strillò Melody sconcertata per poi aggiungere categorica << Assolutamente suite in un albergo di lusso !! >>

<< Certo … e poi paghi tu, vero ?? >> la schernì ironica Lali.

<< Ma quante storie ragazze !!! Facciamo decidere a Mar !! >> concluse Vale voltandosi verso di me.

Sentivo il suo sguardo puntato nei miei occhi nocciola, così come quelli delle altre, anche se non capivo minimamente cosa volessero da me.

<< Che c’è ?? >> chiesi sciocca guardando le ragazze.

<< Diamine Mar, stiamo organizzando il tuo addio al nubilato !!! Sii un po’ più presente !!! >> sbottò la mia migliore amica con tono scocciato.

<< In realtà io ho già fatto tutto >> esclamai con un velo di tristezza.

Mia sorella scattò immediatamente all’in piedi << E dove andiamo ?? >>

<< In realtà è un po’ diverso … >> mormorai puntando lo sguardo altrove << Ho prenotato un lido qui vicino per tutta questa notte e … >> cercai sostegno almeno nella persona che mi aveva fatto capire di ammirare le mie scelte: Luna << … Ci vado con Thiago >>

<< Cioè, fammi capire bene … >> Vale mosse la mano in avanti in gesto teatrale << Tu passi l’addio al nubilato con Thiago e poi sposi Pedro come se lo amassi quando non è così ?? >>

Annuii abbassando il capo e guardando il pavimento.

<< Sai che è sbagliato, vero ?? >> mi domandò Tefi avvicinandosi a me e prendendomi la mano.

No, non era sbagliato.

Fare la cosa giusta per me non era sbagliato, voler essere considerata migliore e fare di tutto per esserlo a quel tempo mi sembrava una buona cosa.

<< No ragazze, è giusto così. >> esclamai sicura guardandole negli occhi una ad una << Amo Thiago ma non posso stare con lui, devo sposare Pedro perché questa è la cosa migliore, quella giusta >>

Lali fece per intromettersi, ma la bloccai con un cenno del capo.

<< Non c’è bisogno di discuterne: farò così e basta, sono una persona matura e so cosa voglio >>

***

Infinito.

Ecco l’unica cosa che riuscivo a scorgere di fronte a me.

Il mare sembrava quasi nero alla luce della luna, e man mano che allungavo lo sguardo riuscivo a percepire quanto ancora ci fosse dietro di esso.

Thiago mi abbracciò da dietro lasciandomi un dolce bacio sul collo.

Era dolcissimo e assolutamente perfetto per me, ma sarebbe scivolato via dalle mie mani, proprio come la sabbia sottile sulla quale eravamo seduti.

Tanto amore e poi Puff !! , un semplice scoppio che avrebbe messo fine ad esso, a tutte le promesse, i progetti, i gesti … avrebbe messo fine a noi.

Una lacrima scese lunga la mia gota e si andò a posare sulla sua mano, poggiata sul mio ventre.

<< Che hai amore mio ??? >> mi domandò all’orecchio sfiorandolo con le labbra e dandomi calore.

Ma sarebbe stata l’ultima volta che l’avrei percepito.

<< Devo parlarti >> gli annunciai sciogliendo il suo abbraccio e voltandomi per guardarlo negli occhi.

Mi sorrise ignaro di tutto ciò che stavo per dirgli, e mi prese le mani.

<< Questa sera, ho deciso di passare con te il mio addio al nubilato. >> gli strinsi le dite così forte per non lasciarlo andare, e parlai lentamente sperando che sarebbe servito a non piangere.

<< Perché dopo tutto quello che abbiamo passato: i litigi, le incomprensioni, New York, il tradimento, Rama, Luna; dopo tutto questo credevo che sarebbe stata la cosa migliore isolarci per un po’ da tutto e da tutti. >> gli accarezzai il volto con una mano per poi poggiarla sul suo torace.

<< In un posto magico come questo, da soli, senza pensieri né preoccupazioni, addormentarci con la brezza marina e risvegliarci con il rumore del battito delle ali dei gabbiani, baciarci per tutta la notte consapevoli che non c’è niente di meglio. >>

Sorrise dolcemente sussurrandomi << Oltre a baciarci possiamo anche approfondire un po’ … >>

Gli sorrisi anch’io stavolta divertita, ritornando poi subito seria.

<< Ma non è solo per questo >>

Si può scegliere di fare la cosa giusta pur sapendo quanto fa male ??

Essere felici a discapito degli altri è meno giusto rispetto ad essere tristi per accontentare qualcun altro ??

Per essere una persona migliore c’è bisogno di rimetterci i sentimenti propri e della persona che amiamo ??

<< Ti ho portato qui, a 4 giorni dal mio matrimonio, in un luogo completamente fuori da tutto, perché stanotte contiamo soltanto io e te >> cercavo le parole giuste, ma qualunque cosa dicessi in quel momento mi sembrava sbagliata.

<< Contiamo sempre solo io e te >> mormorò Thiago avvicinandosi per baciarmi, ma lo scansai.

<< Contiamo solo io e te perché, al contrario di tutta l’altra gente che domani mattina si risveglierà proprio come si è addormentata stanotte, al nascere del sole io e te non esisteremo più >> e senza che potessi farci nulla una lacrima scese lungo il mio volto.

<< Da domani saremo soltanto Mar/Thiago >> un’altra lacrima, stavolta sua che subito si affrettò ad asciugare << Nessun noi, nessun legame, storia, favola, né sentimento che leghi >>

Non me n’ero nemmeno accorta ma stavo piangendo a dirotto, le lacrime che non la smettevano di scendere e che mi avevano sciolto tutto il trucco, ma ero certa che lui non ci avesse fatto minimamente caso, preso com’era a cercare di capire qualcosa.

<< Perciò divertiamoci stanotte, perché è l’ultima >> gli dissi con l’unico filo di voce ancora non spezzato dalle lacrime.

<< Perché ci fai questo ??? >> nemmeno lui aveva una voce normale: soffriva e non lo nascondeva affatto.

<< Non … >> mi interruppe nuovamente così che non riuscii a parlare.

<< Sai che ti amo e mi avevi detto che l’avresti lasciato, che saresti stata con me, e adesso che abbiamo scoperto della bugia di Rama e del ricatto di Luna, perché complichi ancora di più le cose invece che alleggerirle ??

Perché vuoi mettere fine a qualcosa in cui crediamo entrambi più della nostra stessa vita ??

Perché invece di pensare che questa stupidaggine sia la cosa migliore non prendi coraggio e provi a essere matura per una volta ?? >> stava strillando come un ossesso mentre piangeva disperato, ed io non potevo fare a meno di sentirmi ferita.

<< Sono una persona matura, e so che questa è la cosa giusta >> ammisi sicura asciugandomi le lacrime con il dorso della mano.

<< E cioè ?? Scappare da una situazione invece che affrontarla, e fare ciò che gli altri vogliano che tu faccia ?? >> mi schernii arrabbiato.

Abbassai lo sguardo delusa dal fatto che l’avesse presa in quel modo, ma del resto cosa avrei potuto aspettarmi ??

<< Ma dov’è finita la Mar che io conoscevo e che amavo ??

Quella che guardava in faccia la vita e che non aveva paura di sbagliare ??

La persona alla quale non importava nulla del giudizio altrui, ma soltanto del suo, quella che rideva invece di piangere e lottava contro tutti e tutto ?? >> si alzò di scatto dalla sabbia e si sistemò i vestiti che indossava.

<< Sai che ti dico ?? Preferivo una 16enne agguerrita piuttosto che una 22enne immatura >> e quelle furono le sue ultime parole.

Camminò a passo svelto fino all’uscita del lido che avevamo affittato, salendo in macchina e lasciandomi li da sola, seduta a piangere sulla sabbia, mentre perdevo lo sguardo nell’infinito.

Lui non era più con me, e pregai il cielo che quella distanza fosse solo fisica.

Ma sapevo che non era così: lui non c’era più con il cuore, con l’anima.

E continuai a piangere portando lo sguardo sulla scritta che aveva realizzato pochi minuti prima che la bomba scoppiasse.

La mia donna, aveva scritto.

Ma forse aveva ragione, ed effettivamente ero rimasta una ragazzina stupida, niente a che vedere con una donna matura e sicura di sé la quale volevo fingere di essere.

Lacrime su lacrime che si perdevano nella sabbia, mentre con le mani cercavo di asciugarle inutilmente.

Sola, ancora.

E voglio soltanto che il mondo non mi veda,

perché so che non riuscirebbero a capirmi,

quando tutto è fatto per rompersi,

ho solo bisogno di capire chi sono.

 

Piccolo Angolo Di Luce

Hola !!! Vi chiedo umilmente perdono per questo ritardo enorme, però vi giuro che per quanto non possa sembrare, la terza media è fin troppo impegnativa, ed io di conseguenza distrutta.

Spero che il capitolo vi piaccia, all’inizio doveva finire molto diversamente, ma poi la canzone con la quale vi ho consigliato di leggere il capitolo mi ha ispirato e ho scelto di terminarlo in questo modo.

Che ne pensate ?? Spero che vi piaccia, come vedete la prima parte sono riflessioni di una Mar più adulta, mentre dal dialogo con le ragazze in poi ci sono i pensieri della Mar 22enne.

Spero abbiate capito che l’immagine di copertina non è altro che la scritta di Thiago sulla sabbia … l’ho fatta io XD

Leggete & Recensite, grazie per esserci sempre.

Un bacino< 3

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Capitolo 28
*** Lo Spettacolo Deve Andare Avanti ***


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Capitolo 27 : Lo Spettacolo Deve Andare Avanti

Capitolo dedicato ad una mia carissima amica,

Un angel de nena_ che oggi festeggia il suo onomastico.

Grazie per esserci sempre tesoro,

ti voglio tanto bene <3

Per lei e per tutti voi che leggete

 

Mar’s Pov

Spazi vuoti. Per cosa stiamo vivendo ??

Luoghi abbandonati, suppongo che noi conosciamo il risultato

Senza sosta. Qualcuno sa cosa stiamo cercando ??

 

Sbuffai.

Quell’ultima prova del vestito si stava rivelando più lunga di quanto avevo sperato, e non potevo fare a meno di constatare quanto fosse una perdita di tempo.

Insomma, l’avevo già provato quel giorno nel negozio, non c’era bisogno di indossarlo nuovamente con l’unico risultato di deprimermi ancora di più.

Basta Mar, non devi pensarci: hai fatto la cosa giusta, mi dissi tentando di convincermi, anche se ormai non ci credevo nemmeno più io.

Il suo sguardo di quella notte mi aveva lasciata così colposa e triste che ormai mi era impossibile pensare ad altro.

Ma dovevo continuare per la mia strada, così come Thiago avrebbe fatto per la sua.

La maturità che avevo dimostrato di avere ci aveva separato per sempre, ed era il momento di accettarlo.

Non avrei più potuto averlo accanto, ma stavolta non c’era sotto una vendetta da parte di Rama o roba simile, stavolta era una mia scelta, una mia motivazione che però con il passare delle ore mi sembrava sempre più sbagliata.

<< Sei perfetta Mar, puoi andare a spogliarti >> mi sorrise Natasha, la mia sarta, con aria contenta.

A quanto pareva, ero l’unica a non essere in fibrillazione per l’imminente matrimonio.

Quei due mesi erano volati via come le foglie d’autunno, ormai mancava un solo giorno e sarei andata all’altare.

Solo 60 giorni prima ero così contenta all’idea: volevo dimostrare di essere riuscita a trovare un uomo che mi amava, e che finalmente avevo dimenticato Thiago, il mio ex ragazzo.

Ma poi il passato era tornato prepotente e mi aveva sovrastato con i ricordi e le vecchie emozioni, trasformandosi in presente con un semplice schiocco di dita.

Il mio futuro però non avrebbe avuto niente a che vedere con i due tempi precedenti.

Sarei stata una donna maritata con un uomo fantastico, innamorato di me e che purtroppo non sarebbe mai stato ricambiato, ma sarei riuscita con il tempo a volergli bene come meritava.

Perché lui era una persona fantastica e meritava più di chiunque altro di essere amato.

Ma forse non ero io colei che poteva dargli l’amore di cui aveva bisogno.

Pazienza, ormai il dado era tratto, e non ci sarebbe stato modo di tornare indietro.

Scegliere tra lui e Thiago era stata la cosa più dura della mia vita, anche se forse non c’era mai stato realmente da scegliere.

A Thiago non apparteneva il mio cuore, ma qualcosa di più grande: la mia anima era sua, e sarebbe stato così per sempre, nonostante non avremmo più avuto modo di stare insieme.

Ma come sapevo di amarlo con tutta me stessa, sapevo anche che sarebbe stato ingiusto lasciare Pedro a pochi giorni dal matrimonio, dopo che l’aveva sognato per tanto tempo, mentre io fingevo di sperare lo stesso.

Quindi avevo scelto, in maniera sbagliata, ma avevo scelto.

E adesso l’unica cosa che importava era continuare, resistere.

Lo spettacolo doveva andare avanti.

Un altro eroe, un altro stupido reato

Dietro la tenda, nella farsa

Restare in linea. Qualcuno lo vuole ancora ???

Tefi’s Pov

Versai ancora un’altra lacrima.

Era da più di un’ora che non facevo altro, ma mi era impossibile smettere.

Il foglio che avevo tra le mani era quasi completamente zuppo, ma non m’importava: ciò che c’era scritto era troppo duro per essere accettato da una persona così debole come me.

Accoccolata sul divano con fazzolettini di carta arrotolati sparsi qua e la, stavo male e non potevo negarlo.

Rilessi ancora una volta quella comunicazione.

Carissima signorina Estefania Elordi Rinaldi,

lei è stata scelta per rappresentare il suo Paese, l’Argentina, al Concorso Internazionale Della Moda (CIDM), che avrà luogo a partire dal 1 Settembre fino alla prima metà di Luglio, in sede della scuola di Moda e Costumi di Tokio, in Giappone.

Le preghiamo di rispondere a questa mail il prima possibile, e di preparare tutta la sua forza e le sue capacità: sarà una gara molto difficile, ma sappiamo che può farcela.

Romina Yan, amministratrice del CIDM

Ciò che sognavo da tutta la vita stava per diventare la mia realtà, eppure non potevo fare a meno di piangere.

Non volevo più andare a Tokio per quasi un anno, non dopo che la mia migliore amica si sarebbe sposata con un uomo che non amava e avrebbe avuto bisogno di qualcuno che le stesse accanto in quei primi mesi, non dopo che il mio fidanzato aveva comprato una casa in centro accanto a quella di Mar per andare a vivere noi due insieme, non dopo che avevo un lavoro stupendo e che mi dava molte soddisfazioni, non dopo che il mio migliore amico era finalmente tornato da New York e ancora non avevamo avuto modo di passare una bella serata insieme.

Buenos Aires era il mio mondo, li c’erano quelli che amavo e che mi amavano, c’era la mia vita e lasciare tutto per un concorso che avrei sicuramente perso sarebbe stata la scelta più sbagliata di questo mondo.

Ma non potevo rinunciarci.

Perché se una parte di me mi diceva che al mio ritorno da perdente tutto sarebbe cambiato e anche i miei affetti sarebbero sfumati via, l’altra parte invece sorrideva perché finalmente avrebbe avuto la possibilità di realizzare il suo sogno, e perché era consapevole che i miei amici e il mio ragazzo mi avrebbero appoggiata ed aspettata.

Ma potevo davvero chiedergli di bloccare tutto per quasi un anno ??

Potevo dire a Mar che l’avrei aiutata con la sua depressione post-matrimonio dopo 11 mesi da quest’ultimo ??

Potevo pregare Luca di disdire il mutuo per poi riaprirlo al mio ritorno ??

Potevo chiedere a Thiago di laurearsi in ritardo in modo che avrei potuto assistere alla seduta ??

Era il mio sogno, ma non volevo che diventasse un incubo.

Sospirai profondamente.

Come fare quando sei in bilico tra il mondo in cui vivi e il mondo che hai sempre voluto, ma che quando ti ha aperto le porte ti ha fatto piangere ??

Continuare, andare avanti in un modo o nell’altro: era l’unica cosa che ero in grado di fare.

Lo spettacolo deve andare avanti,

lo spettacolo deve andare avanti,

dentro il mio cuore è rotto,

il mio trucco potrebbe scrostarsi,

ma il mio sorriso regge ancora.

Rama’s Pov

<< Ancora dieci grammi di burro, amore >> mi spiegò Valeria.

Eravamo nella cucina del mio appartamento e stavamo tentando di cucinare una torta per pranzo, ma inutile dire quanto i risultati stentassero a mostrarsi.

La verità è che avevo la testa totalmente altrove, ed ero certo che per lei fosse lo stesso.

Domani mattina alle 11 si sarebbe celebrato il matrimonio di Mar e Pedro, ed io non potevo fare a meno che sentirmi una vera schifezza.

Era colpa mia se lei si sposava con un uomo che non amava, ero stato io a rendere infelice la mia ex ragazza ed ex migliore amica, io che avevo rovinato la vita a mio fratello, il cui unico errore era stato baciare la mia fidanzata quando eravamo ancora due ragazzini.

Avevo sofferto, ovvio, ma il mio dolore non era nemmeno lontanamente paragonabile a quello che stava provando lui, o almeno a quello che immaginavo stesse provando.

Perché anche se la tentazione di chiamarlo e consolarlo era stata tanta, sapevo che in quel momento ero l’unico con il quale non avrebbe voluto parlare, l’avrei fatto sentire solamente peggio.

Ma com’era possibile passare dal povero ragazzo che soffre, al vigliacco uomo che distrugge la storia d’amore più forte che abbia mai visto ???

<< Non essere triste, tesoro mio >> mi sussurrò Valeria accarezzandomi un braccio.

Era strano come riuscisse a captare sempre i miei pensieri, ma mi faceva bene sapere che quando avevo un problema per lei era sempre immediato capirlo.

<< Invece si. Se non fosse stato per me oggi non staremmo tutti così depressi, ma contenti perché domani si sarebbero celebrate le nozze di Mar e Thiago: il matrimonio del secolo, no ?? >> avevo un tono risentito nella voce che non mi si addiceva affatto, ma sapevo che con Vale avrei potuto aprirmi liberamente.

<< Che cosa stai dicendo Rama ?? >> ovvio che fosse sorpresa, lei non sapeva nulla della storia dell’inganno di 2 anni prima che aveva messo fine alla storia tra i due.

E decisi che nonostante sicuramente si sarebbe arrabbiata, era il momento di dirle la verità.

Sospirai profondamente e cominciai a raccontare.

<< Due anni fa, quando Thiago era da poco partito per NY andai a casa di Mar per passare una serata tra amici.

Lei bevve un po’ troppa birra e così si addormentò subito, io invece ero piuttosto sveglio, talmente tanto da rispondere a Thiago quando mi telefonò dopo poco che lei era caduta tra le braccia di Morfeo, e dirgli che eravamo stati insieme quella notte, mentre lui studiava chissà quale materia scientifica >>

Il suo volto era sconvolto, così come la sua voce era rotta, tanto che riuscì appena a chiedermi << P… perché ?? >>

<< Ero invidioso e vendicativo. Loro si amavano come non avevo mai visto fare neppure nei film e io non riuscivo a rendermi capace del perché Mar non avesse mai provato tutto questo amore nei miei confronti.

Non capivo perché avesse scelto Thiago, perché avesse preferito mio fratello a me. >> mi scese una lacrima al ricordare tutti i pensieri omicidi che avevo avuto durante quegli anni contro mio fratello.

<< Ma poi l’ho capito >> ammisi mentre altre lacrime scendevano man mano.

<< Lui è sempre stato migliore di me: più bravo, più bello, più intelligente. Da quando eravamo piccoli tutte le bambine gli andavano dietro e tutti i bambini volevano giocare con lui, mentre io avevo a mala pena qualche amico.

Soffrivo perché venivo messo sempre in secondo piano, Thiago brillava di luce propria, ed era tutto quello che io avevo sempre voluto essere.

Ma io avevo qualcosa che lui non aveva.

Mentre attorno a mio fratello giravano milioni di poche di buono infatti, io avevo trovato una ragazza bellissima, seria, intelligente, dolce, semplice … Mar era perfetta ed era mia, l’unica cosa che fosse riuscita a far sentire importante anche me, l’unico trofeo che Thiago non aveva conquistato.

E scoprire che si era innamorata di lui fu un colpo al cuore che ricorderò per tutta la vita.

L’unico punto a mio favore però, era che con il tempo anche lui s’innamorò di lei come non avevo mai pensato potesse fare, cominciò a considerarla parte di sé, fino ad arrivare a dire che lei fosse la cosa più importante della sua vita, così come lo era stata nella mia.

Mar era il pilastro portante della sua esistenza, per questo decisi di fare il modo di allontanarli: volevo che Thiago crollasse e che per una sola volta io riuscissi ad essere migliore di lui. >> stavamo piangendo entrambi, ma nel suo sguardo leggevo delusione, mentre nel mio c’era solo pura colpa.

<< Non penso che riuscirai a capirmi Vale, ma se vuoi amarmi davvero è giusto che tu sappia chi sono e cosa ho fatto. Ebbene, questo sono io>>

La vidi alzarsi dalla sedia dove era seduta, prendere la sua borsa e guardami un’ultima volta mentre aveva già aperto la porta di casa mia.

<< Non è questo il Rama di cui io mi sono innamorata e mi dispiace ma non posso accettare questa nuova versione che non mi piace neanche un po’ >> e detto questo uscì lasciandomi solo, come del resto ero sempre stato.

Perfetto, adesso non avevo più mio fratello, la mia migliore amica, i miei amici né la mia ragazza.

Ma lo spettacolo doveva andare avanti, in una maniera o nell’altra.

 La mia anima è colorata come le ali delle farfalle,

le fiabe di ieri invecchieranno,

ma non moriranno mai.

 Luca’s Pov

In piedi fuori all’aeroporto aspettavo mio fratello.

Stava per venire da Londra per il matrimonio della nostra cuginetta preferita, mentre i miei genitori sarebbero arrivati domattina da Strasburgo, dove erano per impegni di lavoro.

Nessuno dei tre sapeva quanto invece di essere al settimo cielo, Mar stesse male per quella cerimonia, ma avevo intenzione di prepararli, in modo che evitassero inutili commenti al vederla.

Ad un tratto una figura maschile si fece spazio tra la folla ed io corsi ad abbracciarlo.

Mio fratello Jaime era più basso di me, fisico asciutto, carnagione olivastra e occhi color cioccolato simili a quelli di nostra cugina.

Aveva 23 anni e frequentava la facoltà di Architettura a Cambridge, mentre io ero riuscito a malapena a prendere un posto come impiegato in un ufficio del centro di Buenos Aires.

<< Allora fratellino, come sta Mar ?? In fibrillazione come la immagino ?? >> mi domandò quando ci fummo accomodati nella mia auto blu e grigio perla: regalo di Tefi per il mio 24esimo compleanno.

<< In realtà ci sono un paio di cose che non sai Jaimito … >> mormorai attirando la sua curiosità.

<< Problemi ?? >> mi domandò immediatamente.

<< In realtà si. Mar si sposa con questo ragazzo di nome Pedro, ma in realtà è innamorata del mio migliore amico: si chiama Thiago. >> spiegai tentando di non confonderlo troppo.

<< E perché non si sposa con questo Thiago ?? >> mi chiese ovvio.

<< è più complicato di quanto può sembrare: lei ti spiegherà meglio ogni cosa >> conclusi parcheggiando di fronte casa Tallarico Rinaldi, che ormai da 6 anni era anche la mia casa.

<< Woo … certo che gli zii ne hanno di soldi, eh !! >> esclamò divertito mio fratello facendomi ridere.

Quando d’un tratto entrambi ci voltammo a vedere una macchina rosa confetto parcheggiata proprio di fronte la villa, dalla quale scese una ragazza alta e mora, occhiali da sole fucsia tra i capelli, vestiti bianchi e tacchi vertiginosi.

<< E quella chi è ?? >> Jaime aveva quasi la bava alla bocca.

<< Luna >> risposi coinciso vedendolo sorridere soddisfatto.

Almeno quella ragazza avrebbe finalmente avuto qualcuno ad andarle dietro, anche se conoscendo mio fratello, in pochi giorni si sarebbero già messi insieme, veloce com’era.

Lo spettacolo deve andare avanti

Lo spettacolo deve andare avanti

Lo affronterò con un sorriso,

non starò mai per cedere,

su con lo spettacolo.

 Lali’s Pov

Abbracciata a Peter sotto le coperte della sua camera, fissavo il soffitto con occhi socchiusi.

Avevo un tremendo groppo alla gola che saliva pian piano e non aveva intenzione di lasciarmi andare, e nonostante fosse estate e il mio ragazzo mi stesse stringendo a sé, avevo i brividi di freddo.

Qualcosa non andava, in una situazione normale sarei arrossita di colpo stando insieme a lui dopo aver fatto l’amore, ma quel giorno non m’importava di nulla che non fosse quella strana sensazione di conclusione.

Qualcosa stava per finire, concludersi, terminare.

Ed io non riuscivo a capire cosa.

<< Amore, che succede ?? >> mi domandò dolce Peter lasciandomi un bacio sul collo scoperto.

<< C’è qualcosa nell’aria, Pitt. >> mormorai voltandomi a guardarlo << Qualcosa di brutto che non mi piace neanche un po’ >>

Ed in effetti nemmeno la natura sembrava essere d’accordo: da poco aveva cominciato a piovere fortemente, e il cielo era grigio come durante un temporale.

<< Può darsi che sia soltanto una sensazione >> provò a rassicurarmi lui ma io sapevo che non era così: quel groppo alla gola era troppo pesante per essere frutto della immaginazione, e quell’angoscia mi stava distruggendo pian piano in modo troppo dannatamente realistico.

<< No, non è una sensazione. Sta per accadere qualcosa di brutto >>

Salderò il conto, esagererò

Devo trovare la forza di andare avanti,

lo spettacolo deve andare avanti.

 Thiago’s Pov

<< Al diavolo !! >> strillai forse per la centesima volta, lanciando per terra ancora un’altra fotografia.

Era incredibile come nella mia stanza ce ne fossero talmente tante, ma dopo quell’ultima ripulita sarebbero state gettate via per sempre, così come lei aveva fatto con il nostro amore.

Possibile che fosse così immatura da pensare che scappare da una situazione fosse il modo giusto per risolverla ??

Evidentemente si, mi ero innamorato di un bambina, ma ormai non potevo farci più nulla, soltanto passarci su e continuare la mia vita nel migliore dei modi.

Mi buttai per terra esausto di lanciare immagini a destra e a manca, e ne raccolsi una portandomela sul cuore.

Eravamo io e Mar il giorno del suo 18 compleanno, il 15 Settembre del 2008.

Era così bella.

Vestita con un abito azzurro cielo a fascia che le scendeva stretto fino a sopra il ginocchio, i tacchi altissimi e il sorriso più vero che le avessi mai visto in volto.

Ed io l’abbracciavo da dietro stretta con le mani sul suo ventre e la testa appoggiata sulla sua spalla, sorridendo contento di aver finalmente trovato l’amore vero e non solo una semplice storia di una notte.

Era incredibile come in pochi anni tutto quell’amore si fosse trasformato in rabbia, vendetta, dolore, tristezza, lacrime.

Era tutto più facile quando eravamo due ragazzini innamorati, piuttosto adesso che eravamo due adulti pieni di assurdi doveri e privi della cosa più importante che avessimo mai avuto.

Lasciarla andare era stata la cosa più dura che avessi mai fatto, ma la sua decisione da bambina stupida mi aveva deluso troppo per avere anche solo la forza di lottare.

Lo so, l’avevo fatta stare male in passato, ma tutto per colpa di quell’idiota di Rama, non avevo mai voluto farla soffrire, perché Mar era quanto di più importante avessi.

Ma lei l’aveva fatto di proposito, perché la felicità di Pedro a quanto pareva le importava più della mia.

Bene, non mi sarei lasciato abbattere, non potevo continuare a soffrire come il debole che non ero: andare avanti, continuare, resistere, ecco di cosa avevo bisogno, ecco cosa avrei fatto.

Lo spettacolo doveva andare avanti.

Piccolo Angolo Di Luce

Hola !!! Non ghigliottinatemi please, fare un aggiornamento a settimana non piace neppure a me, però è l’unico modo per tenere in piedi la storia.

Ormai mancano due capitoli e anche Mi Mujer sarà finita … mi dispiace così tanto, ma dall’altra parte sono contenta di essere arrivata a questo punto.

150 recensioni e due segnalazioni per le scelte … woo, è praticamente un sogno !!

E questo grazie a tutti voi, vi amo così tanto !!!

A presto, un bacino< 3

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Capitolo 29
*** Le Pagine Della Nostra Vita ***


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Capitolo 28 : Le Pagine Della Nostra Vita

Capitolo dedicato a Alice e Tiziana,

loro che da sempre seguono questa storia

e sono sempre state pronte a sostenermi,

nel bene e nel male.

Vi voglio davvero bene, ragazze <3

Per loro due e per tutti voi che leggete.

 

<< Thiago Bedoja Aguero, vuoi tu sposare la qui presente Marianella Tallarico Rinaldi, per stare insieme a lei ogni giorno della tua vita, per baciarla, coccolarla, amarla, proteggerla fin quando la morte non vi allontanerà ?? >>

La voce di una bimba di 10 anni che stringeva forte il suo bambolotto preferito, Ken vestito in abito elegante.

<< Certo che lo voglio !! >> rise camuffando una dura voce maschile.

Poi afferrò la sua mora barbie sposa appoggiata sul pavimento e la portò di fronte al suo futuro marito.

<< E allora adesso io vi dichiaro … >>

<< Mal !!! A che tai gocando ?? >> la interruppe la voce di una piccola bimba di appena 4 anni che, barcollando, era entrata nella sua stanza.

<< Vattene Lali !!! >> strillò scocciata la bambina verso sua sorella minore << Non vedi che sto celebrando un matrimonio ?? >>

<< Sciusa !!! >> mormorò imbarazzata quella capendo la gravità della situazione, per poi chiederle con i suoi bellissimi occhioni dolci spalancati << Potto guaddare ??? >>

<< E va bene !!! >> sbottò la maggiore cedendo dopo qualche storia iniziale << Basta che stai zitta !! >>

La piccola annuì e si accomodò in un angolo nella stanza, in un silenzio che avrebbe fatto invidia a quello di una chiesa vera e propria.

<< E allora adesso vi dichiaro marito e moglie !! >> annunciò solenne la mora ricevendo un battito di mani da parte della sua sorellina.

<< Puoi baciare la sposa >> esclamò infine avvicinando le sue bambole in modo che potessero finalmente coronare il loro amore.

Un amore che prima o poi sarebbe nato, per non avere mai fine.

 

Una lacrima cadde velocemente sulla mia guancia, ma mi affrettai ad asciugarla per fare il modo che la mia amica non la vedesse.

Ero in camera mia seduta di fronte all’enorme specchio, mentre Jazmin mi sistemava per l’ultima volta i capelli prima della cerimonia.

Era bellissima con addosso l’abito da damigella d’onore che aveva scelto Tefi: rosa pallido lungo fino al ginocchio, con le bretelle sottilissime, stretto sul seno e morbido sul resto del corpo.

Aveva i capelli raccolti in un ordinato chignon e il trucco leggero che la faceva sembrare ancora più semplice di ciò che era realmente.

Io al contrario, non potevo fare a meno di guardarmi e constatare quanto fossi orribile.

Il trucco sul mio volto era perfetto, il vestito magnifico e i capelli sistemati a mo di principessa con tanto di piccolo diadema di brillanti … ma non ero bella, non mi piacevo per niente.

Avrei preferito indossare una felpa larga e un jeans seduta su una poltrona del cinema accanto a Tacho piuttosto che stare lì pronta ad andare in chiesa seguita dal mio esercito di damigelle.

E poi c’era lui, che sarebbe venuto alla cerimonia come se niente fosse insieme ai suoi genitori e a Rama.

Guardarlo mentre lanciava riso fuori dalla chiesa sarebbe stata la cosa più dura della mia vita, soprattutto considerando che eravamo arrivati a quel punto per una mia decisione.

Se fosse stato per Thiago adesso saremmo stati insieme accoccolati sul divano di casa mia a guardare un film e a mangiare pacchi su pacchi di pop corn super salati, aspettando che l’estate passasse e che portasse un Settembre nuovo e pieno di sorrisi.

Ma così non era stato e ci ritrovavamo in due posti diversi a riflettere su ciò che sarebbe stato.

Solo poche ore e la mia vita sarebbe cambiata per sempre, ancora una volta, ma questa sarebbe stata l’ultima, la definitiva.

Deglutii a fondo cercando di non scoppiare a piangere in quel preciso istante, e cercai di evitare lo sguardo della mia amica che però mi catturò in un attimo.

<< Hey tesoro, che ti succede ?? >> chiese Jaz prendendomi la mano e stringendola con la sua.

<< Niente, sto bene >> annuii parlando più a me stessa che alla bionda in persona.

<< Questo raccontalo ad un idiota come Nacho o Tacho, con me non attacca >> esclamò sicura facendomi sorridere.

Sospirò calma per poi alzarmi il mento con due dita.

<< Vuoi raccontarmi che ti prende ?? Stai per sposarti, dovresti per lo meno sorridere >>

<< Come posso essere felice Jaz ??? La mia vita si sta rovesciando senza controllo ed io dovrei sorridere ?? >> sbottai alzandomi in piedi e fronteggiandola.

<< Mar io capisco che … >> fece per dire ma la interruppi brusca.

<< No gitana, tu non puoi capire, nessuno può capire. >> scossi la testa triste sentendo un senso d’angoscia stringermi l’anima.

<< Sposare un uomo che non ami di fronte all’amore della tua vita, sapere che lo stai facendo per una tua decisione, convincerti ogni secondo che sia quella giusta quando sei più che sicura che non è così e sentire continuamente le persone che ti stanno accanto dirti di non preoccuparti perché va tutto bene >> buttai fuori ciò che era diventata la mia vita in quegli ultimi tempi.

<< Non puoi sapere cosa voglia dire per me indossare questo maledetto abito, non sai quanto mi sia costato arrivare fin qui e quanto mi costi credere che in un modo o nell’altro dovrò andare avanti.

Vivere senza Thiago è come vivere senza ossigeno, senza forze, energia … è vivere senza una ragione.

Eppure dovrò farlo.

Perché se voglio essere una persona matura e soprattutto una brava persona, dovrò fare ciò che è giusto e non ciò che voglio.

E sposare Pedro è la cosa più giusta da fare.

Però per quanto lo sia non posso imporre a me stessa di sorridere, perché sarebbe davvero buttare l’ultima goccia d’acqua nel vaso e farlo traboccare definitivamente. >>

Jazmin mi guardò con gli occhi lucidi, forse lei più di tutti in quel momento riusciva a capirmi.

Perché nonostante avessi accanto mia sorella e la mia migliore amica in ogni momento, ultimamente mi sentivo più sola di chiunque altro.

E Jaz mi stava ascoltando ancora una volta senza commentare, stringendomi la mano sempre con più decisione per darmi forza.

<< Mar non è ancora tutto perduto … >> sussurrò accarezzandomi una guancia, ma nuovamente la bloccai.

<< Si Jaz, lo è >> mormorai abbassando lo sguardo.

Lei in risposta afferrò il mio volto con una mano e puntò il suo sguardo nel mio.

<< No, non è così >> esclamò convinta << Tu sei Marianella Tallarico Rinaldi e non una semplice ragazza qualunque. >>

Sorrise facendomi voltare verso le nostre immagini riflesse nello specchio.

<< Tu sei la stessa ragazza che ha vinto una gara di pattinaggio il mese dopo essersi rotta un piede, la stessa che ha fatto da madre a sua sorella minore dall’età di 10 anni, la stessa che non ha mai pensato neppure per un minuto di mollare.

Tu sei la Mar che ho conosciuto da piccola e che mi ha rubato il cuore, sei la stessa che è riuscita a superare un tradimento così doloroso, sei la ragazza che ha perdonato l’amore della sua vita di qualcosa che lui stesso non avevo fatto e ancora la stessa che ha deciso di lasciarlo andare. >>

Le sue parole mi arrivavano come scariche elettriche al cervello, colpendomi più nel profondo di quanto lei potesse immaginare.

<< Guardati >> indicò la mia immagine riflessa.

Ero all’in piedi con il vestito perfettamente al suo posto, i capelli per nulla scompigliati, il trucco che non si era sciolto nonostante qualche lacrima avesse solcato il mio viso e al contrario di ciò che avevo pensato poco prima, ero davvero bella.

<< Sei stupenda e sei qui. Nonostante tutti pensino che tu stia per commettere l’errore più grande della tua vita, tu sei qui pronta a farlo.

Perché non sei una che piange dietro ad un ricordo, tu affronti le situazioni e adesso stai per andare in quella chiesa e urlare finalmente si a Pedro, nonostante Thiago sarà in prima fila a guardarti. >> urlò con fin troppa enfasi, sottolineando quanto fosse giusto tutto quello che mi stava dicendo per farmi in realtà capire il mio errore.

Non mi stava esortando ad annullare il matrimonio, o almeno non direttamente, perché in realtà era proprio ciò che voleva farmi capire.

Era strano quel suo metodo di approccio verso una questione così dannatamente delicata, eppure stava assurdamente funzionando.

<< Quindi adesso tu esci di qui, vai in macchina con tuo padre e sali sull’altare facendo capire a tutti che quella è la tua decisione !! >> esclamò quell’invito a fare il contrario con un tono di voce talmente sicuro da fare quasi paura.

La guardai sorridendo ed annuì.

<< Grazie Jaz >> mormorai poi schioccandole un bacio sulla guancia e abbracciandola forte.

<< E di che cosa ?? >> domandò retorica lei sorridendo a sua volta.

<< Di non avermi mentito dicendomi che sto facendo la cosa giusta >> risposi ugualmente guardandola dritta negli occhi.

<< Dovere >> sorrise intuendo che si, avevo capito perfettamente il senso delle sue parole.

***

Quella dannata macchina ci aveva messo pochissimo tempo ad arrivare, così che io e mio padre eravamo in anticipo e quindi costretti ad aspettare almeno un quarto d’ora abbondante fuori dalla chiesa.

Il sole batteva forte e illuminava tutti i fasci di fiori disposti a semicerchio di fronte l’entrata principale.

Rigorosamente rose rosse, scelta di Tefi ovviamente.

Man mano gli invitati iniziavano ad affollare l’area fuori la chiesa ed io mi divertivo ad osservarli tutti in fremito dal finestrino scuro.

Mia madre, Lali e Peter stavano appoggiati ad un muretto parlando tra di loro, con la prima che ansiosa sbatteva spasmodicamente il piede a terra interrompendo qualunque effusione da parte dei due innamorati.

Strano come si fosse ricordata di avere una figlia proprio quando quella stava per sposarsi.

L’evento mondano, ecco cosa le importava, dopotutto lei non c’era mai stata se non ai compleanni o alle recite scolastiche.

Le mie gare di pattinaggio erano ovviamente escluse dato che venivano da lei reputate una perdita di tempo che ti fa trascurare inutilmente lo studio.

Più in la invece, uscendo dal parcheggio camminavano Luca, mio cugino Jaime e i miei zii che erano arrivati da Londra per l’occasione.

Non li vedevo da anni ed ero contenta che finalmente avremmo potuto stare insieme per un po’ di tempo.

Jaime era diventato più alto e molto più carino: portava un paio di occhiali da sole con i vetri scuri ed indossava uno smoking grigio perla che metteva in evidenza il suo fisico magro e asciutto.

Poi c’erano le mie bellissime damigelle: tutte vestite con il medesimo abito, in mano un piccolo bouquet di margherite, che chiacchieravano muovendosi ritmicamente per nascondere l’agitazione.

Pedro e la sua famiglia dovevano essere già dentro visto che nel mio campo visivo, di loro non c’era traccia.

Con la coda dell’occhio vidi Tacho, Nacho e Simon uscire da una Mercedes nera perfettamente abbinati tra loro con i vestiti eleganti e le scarpe lucide.

Gelatina tra i capelli e sorrisi smaglianti: quelli erano i miei amici !!

Mancava solo una famiglia all’appello e neppure il tempo di pensarci che li vidi arrivare camminando a mo di militari.

I Bedoja Aguero li avevo sempre invidiati per il loro spirito familiare e l’amore che si dimostravano ogni giorno, ma quella mattina non avevano nulla di tutto ciò.

Sara e Vittorio camminavano l’uno al fianco dell’altro con espressioni a dir poco apatiche.

E nonostante tutto li capivo, perché mi avevano sempre considerato come una figlia, soprattutto dopo che io e Thiago avevamo ufficializzato la nostra relazione e speravano da sempre di partecipare al matrimonio dei due in questione.

Ma purtroppo non sarebbe mai accaduto tutto ciò e farsene una ragione per loro come per me, era davvero brutto.

Rama invece avevo lo sguardo basso e il morale a terra.

Sapevo che aveva rotto con Vale, i ragazzi non gli rivolgevano più la parola dopo aver scoperto della storia del finto tradimento, io non ero certo l’eccezione a quell’odio nei suoi confronti e nemmeno a parlare di Thiago che non sarebbe mai riuscito a perdonarlo.

Quindi camminava adagio in uno smoking azzurro cielo che risaltava i suoi occhi, così triste che pareva quasi si stesse trascinando avanti.

E dietro di lui bello come sempre, Thiago scandiva il passo con un paio di Jaguar nere lucide.

Un completo nero e bianco perfettamente su misura per il suo scultoreo corpo, i capelli ben pettinati, l’andatura da principe e il sorriso coperto da quel velo di tristezza che io stessa avevo creato.

Mi faceva stare male pensare ciò che stava provando in quel momento, ma allo stesso tempo, immaginavo si sentisse sicuramente meglio rispetto a me.

Deglutii a fondo vagando con lo sguardo altrove.

E incontrai gli occhi profondi di mio padre, che mi scrutavano cercando di capirci qualcosa in quel casino vivente che portava il mio nome.

<< Io non sono stato molto presente negli ultimi anni .. >> esordì guardandomi serio << Ma da come guardi Thiago vedo che l’amore che provavi per lui anni fa non è affatto passato >>

Sbuffai.

Ci mancava soltanto ascoltare la filosofia di mio padre e avevo davvero provato tutto nella mia vita fino a quel momento.

<< Pa’ non cominciare … >> gli intimai di zittirsi, ma come previsto non lo fece.

<< Si che comincio Mar: sei mia figlia e ho il dovere di capire cosa provi !! >> sbottò improvvisamente preso da un istinto paterno.

<< Ah certo !! Adesso hai una figlia !! E dimmi, perché non ce l’avevi quando piangeva perché si era innamorata del fratello del suo primo fidanzato ??

E quando aveva paura prima di dare il suo primo bacio ?? Di avere la sua prima volta ??

Perché non ce l’avevi quando il suo ragazzo l’ha tradita con la prima che capitava per le vie di New York ??

Quando non voleva vedere nessuno, non mangiava, non dormiva e pensava solo a piangere ... perché tu non eri li con lei ??

Era forse orfana in quei momenti, mentre adesso ha magicamente trovato un genitore che si preoccupa per lei ?? >> sbottai con tutta la rabbia che avevo in corpo e tutta la malinconia che avevo provato durante quei momenti.

<< Hai ragione … >> mormorò lui sconfitto mentre una lacrima gli rigava il viso << Sono un padre pessimo >>

Annuii: ero schietta, non avrei mai potuto affermare il contrario solo per fargli piacere.

<< Si, sei sempre stato assente e quei pochi momenti che c’eri li passavi davanti alla tv, ma … >> gli presi una mano e me la portai all’altezza del cuore << sono parte di te e ti vorrò bene comunque, qualunque cosa sia successa e succederà >>

Mi avvicinò a lui e mi strinse forte contro il suo petto.

<< Non sei una parte di me tesoro, tu sei la parte migliore di me >> mi sussurrò all’orecchio per poi baciarmi tra i capelli.

<< Ti voglio bene papà, nonostante tutto >> gli sorrisi asciugandogli le lacrime con il dorso della mano.

<< Anch’io piccola mia >> mormorò stringendomi la mano.

<< E adesso vai la dentro e fai ciò che senti, non preoccuparti del giudizio della gente, sei abbastanza forte per cadere e poi rialzarti subito con il sorriso sulle labbra >> esclamò dandomi per un attimo la sicurezza di cui avevo bisogno.

<< Te lo prometto: farò ciò che sento >> sorrisi aprendo la portiera.

Potevo farcela.

***

In piedi sull’altare guardavo i miei invitati sforzando un tiratissimo sorriso appena accennato.

Pedro al mio fianco era completamente al settimo cielo, e mostrava le sue labbra arricciate verso l’alto a chiunque incontrasse il suo sguardo.

Il parroco recitava le sue preghiere scandendo bene ogni parola, le damigelle mi lanciavano sguardi carichi di forza e di comprensione, mentre i testimoni – mio cugino Luca e una zia di Pedro – se ne stavano ai loro posti tranquilli.

Sedute sulle panche, le famiglie squadravano prima me e poi il mio sposo, domandandosi probabilmente come facessimo a stare insieme nonostante, anche solo fisicamente, fossimo così opposti.

Ma io tra tutti quelli, desideravo incontrare solo uno sguardo.

E come un regalo aspettato da tanto, o una pioggia dopo una stagione di siccità, come se fosse già stato scritto da qualcuno di superiore, avvenne.

I suoi occhi verdi scrutarono a fondo i miei cioccolato lasciandomi senza parole, come sempre del resto.

Ma non potevo perdermi in essi come ogni volta, sarebbe stata una mossa troppo azzardata ed io non potevo permettermela.

Pedro afferrò la mia mano facendomi risvegliare da quello strano stato di trans in cui ero caduta e tornai ad ascoltare le parole del sacerdote.

<< Se c’è qualcuno che è contrario a quest’unione, parli adesso o taccia per sempre >> esclamò convinto che nessuno avrebbe osato parlare, così come lo ero anch’io.

Ma una testa si sollevò e una persona intervenne con sorpresa di tutti.

<< Io !! >> esclamò sicura la voce.

<< Come prego ?? >> il sacerdote era a dir poco sconvolto da quell’improvviso intervento.

<< Io sono quel qualcuno che ha qualcosa in contrario >>

***

A volte pensavo che la mia vita fosse solo frutto della fantasia di qualche pazzo scrittore.

Insomma: la storia di Rama, l’amore infinito per Thiago, il matrimonio con Pedro … tutto troppo complesso per essere vero, eppure nonostante non lo volessi era la mia realtà.

Perché uno crede di poter scegliere la sua vita, ma io penso piuttosto che sia il destino a decidere per noi, così come lo scrittore decide per i suoi personaggi.

E poi arriva un giorno.

Un solo piccolo giorno che ha il poter di cambiare ogni cosa, di rivoluzionare la tua esistenza, di portarti in un’altra storia terminando quella in cui vivevi precedentemente.

19 Agosto 2012

Anche per me il giorno era arrivato.

Piccolo Angolo Di Luce

Hola a todos !! Scusatemi tantissimo per il ritardo, ma adesso alla scuola si è aggiunta anche la ginnastica artistica e il tempo è davvero poco.

Scusatemi anche per l’obbrobbriosità del capitolo, prometto che il prossimo essendo l’ultimo lo scriverò molto meglio … scusatemi ancora.

Come vedete però ho messo il dialogo con Jaz che molti aspettavano ( e il suo dirle che sta facendo la cosa giusta è ovviamente riferito al fatto che voglia dire il contrario, come infatti Mar capisce subito ) e poi c’è una specie di riappacificazione tra Mar e suo padre.

Spero recensirete … ricordatevi sempre che vi adoro.

Un bacino <3

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Capitolo 30
*** Epilogo - Quando Piangere Ormai Non Serve ***


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Epilogo

 Quando Piangere Ormai Non Serve

Ok, forse questo può sembrare egoistico,

ma dedico questo capitolo a me.

Un ragazzina che il 18 Dicembre dell’anno scorso

Decise di scrivere un prologo così, per gioco,

il suo nome era marthiagojaznacho,

 e nessuno, neppure lei, credeva che ce l’avrebbe fatta

ad avere nemmeno una sola recensione.

E adesso guardatela, qui che piange

Per la fine della sua storia,

davanti a lettrici che la sostengono

e che credono in lei.

Orgogliosa di aver scritto Mi Nena,

per me e per tutti voi <3

 

 

<< Io sono quel qualcuno che ha qualcosa in contrario >>

Rama era balzato in piedi in mezzo alla chiesa, alzando la voce per farsi sentire.

Scossi una mano davanti i miei occhi come a convincermi che ciò che stesse succedendo fosse vero: non ci potevo credere, era troppo simile ai mille sogni che avevo fatto su quel dannato matrimonio, con l’unica differenza che in quelli era Thiago a parlare e non lui.

<< Prego ?? >> il parroco si schiarì la voce pensando forse anche lui di stare sognando.

<< Ho qualcosa da ridire su questa unione >> annunciò Rama serio facendosi avanti verso l’altare.

<< Rama che cavolo stai facendo ?? >> domandò Tacho a voce alta, tanto che riuscii a sentirlo perfino io.

<< Ciò che è giusto e che mi spetta >>  rispose semplicemente il biondo prendendo il microfono dalle mani del parroco.

Questo lo guardò a metà tra l’omicida e lo sconvolto, ma il mio ex migliore amico non si fermò minimamente a quelle occhiate, continuò anzi la sua recita fin troppo teatrale.

<<  Mar e Pedro non possono sposarsi, non sarebbe giusto né per loro, né tantomeno per lei, padre. >> lo guardò negli occhi sicuro, mentre io sentivo di dover fermare quella pazzia, ma senza fare nulla per riuscirci.

<< Perché due sposi devono amarsi reciprocamente e non è questo il caso. >> Pedro sembrava stranito almeno quanto tutti gli altri invitati, eppure nemmeno lui fece nulla per bloccare il flusso di quelle parole.

Avrebbe potuto urlare, sbraitare, perfino mettersi a ballare pur di attirare l’attenzione, ma non lo fece.

<< Mar >> Rama mi guardò dritta negli occhi e io abbassai lo sguardo incapace di fare altro << Mar guardami >>

Incrociai i suoi occhi azzurri per la prima volta dopo quando l’avevo sentito raccontarmi la verità sul tradimento di Thiago ed era veramente strano vedere come fossero sicuri e convinti quel giorno, invece della delusione e del dolore che ci avevo visto poco tempo prima.

<< Tu lo sai fin troppo bene di essere qui, oggi, soltanto per accontentarlo, per non farlo soffrire, per non farti giudicare una cattiva persona dalla gente >> stava parlando con me, ma grazie a quel tono esageratamente alzato tutta la chiesa stava avendo modo di ascoltare.

Scossi la testa come a negare ciò che stava dicendo, ma lui non si scompose minimamente, anzi sorrise per poi dire una frase, quella frase che fu la goccia capace di far traboccare il vaso.

<< Tu sei innamorata di Thiago >>

Una specie di < Ooooo >> si levò su per tutta la schiera di invitati, mentre Pedro al mio fianco s’irrigidì di botto.

Io, dal mio canto non potevo continuare a negare, così mi limitai a restare immobile, pregando che quell’incubo finisse.

<< Lo sei da sempre, da quando l’hai visto per la prima volta e lo sarai fino a quando lo vedrai per l’ultima. >> esclamò sicuro Rama guardando prima me e poi Thiago seduto su una panca al centro della chiesa.

<< E tu Pedro, devi fartene una ragione, proprio come ho dovuto anch’io >> si voltò verso il riccio lasciandomi spiazzata.

<< Tu credi che io non amassi Mar ?? Lei era tutto per me, ma ho capito quanto per lei il tutto fosse mio fratello.

E forse, anzi sicuramente, l’ho capito troppo tardi, perché se solo avessi fatto bene le cose, oggi non saremo qui a parlarne. >> non c’era bisogno di leggere tra le righe per percepire il senso di colpa provato dal biondo.

<< E poi dovresti vederli quando sono insieme >> Rama non aveva affatto intenzione di demordere, nonostante l’angoscia che sentisse voleva a tutti i costi convincere anche noi delle sue parole << Sprizzano amore da tutti i pori, sono così felici e sorridenti che emanano energia al solo guardarli. >>

Cercai lo sguardo di Thiago tra gli invitati e quando finalmente riuscii ad incrociare i suoi occhi smeraldo, la voce di Rama mi fece sobbalzare tanto da perdere il contatto.

<< Mar e Thiago sono fatti l’uno per l’atra, come due anime destinate ad unirsi, due corpi che si attraggono come calamite, due cuori che battono all’unisono … non si può separarli, non è giusto >> era talmente sicuro di ciò che diceva, che perfino gli invitati annuivano come d’accordo con le sue parole.

Rama guardò ancora Pedro mentre io continuavo a sperare di stare sognando, ma ormai tutti i pizzicotti che mi ero data sul braccio mi avevano più volte dimostrato il contrario.

<< E anche se oggi queste mie parole non serviranno a nulla e stasera porterete entrambi un’enorme fede al dito, lei non ti amerà mai, nel suo cuore non prenderai mai il posto di Thiago.

Bacerà te sognando di baciare lui, avrete un figlio mentre lei sognerà di vederlo fare il padre, lo incontrerete per la strada e Mar girerà lo sguardo diventando improvvisamente rossa ed agitata.

Non puoi dividerli Pedro, te lo dico da amico >> le mi amiche-damigelle se ne stavano impalate a stringersi le mani, forse speranzose che tutto andasse a finire bene.

C’erano solo due di loro che sembravano estranee a quella speranza: Luna e Vale.

La prima aveva lo sguardo basso consapevole dello sbaglio di Pedro che era stato anche il suo poco tempo prima, mentre l’altra guardava Rama triste, pensando forse scioccamente che stesse facendo tutto quello perché era ancora innamorato di me.

Ma io sapevo che non era così.

Rama era lì in piedi quel giorno per rimediare all’errore che aveva fatto due anni prima, non certo per rinnovare l’amore che provava nei miei confronti quand’eravamo due ragazzi: adesso di tutto quell’amore era rimasta solo un’amicizia, una bella amicizia durata fino a quando la verità era venuta a galla e l’aveva sommersa.

<< Signore lei deve tornare a sedersi e lasciarmi continuare la mia messa >> lo bloccò ad un tratto il parroco ritornando tra noi.

<< Sto soltanto dicendo la verità padre, pura e semplice verità che conoscono tutti, ma che tutti si rifiutano d’ammettere >> rispose semplicemente il biondo guardandomi poi serio.

<< è la verità signorina Tallarico-Rinaldi, lei è innamorata di un certo Thiago e non del signor Vorg ?? >> mi spiazzò totalmente la domanda del parroco, così come fece anche con Pedro e il resto degli invitati: si girarono tutti a guardarmi in attesa, facendomi di colpo immobilizzare.

Scena degna dei migliori film americani, eppure assurdamente la mia realtà.

La paura che la situazione potesse rovesciarsi a mio sfavore mi tormentava, almeno fino a quando non realizzai che a mio sfavore c’era sempre stata.

Quando amavo Thiago e dovevo lasciare Rama pur non volendolo far soffrire, quando Thiago mi aveva pseudo-tradita a New York, quando l’avevo rivisto nel bagno di casa sua e infine quel momento in chiesa … tutto e tutti mi remavano contro: rimanere stabile era davvero un’impresa.

E purtroppo, nella ma scialuppa ero sola, contro le onde fin troppo irruenti.

Sentivo gli occhi di tutti puntati su di me e non avevo la minima idea su cosa fare.

Sapevo che non rispondere avrebbe solo complicato le cose, eppure nonostante volessi, non riuscivo a spiaccicare parola, abbassai soltanto lo sguardo incapace di fare altro.

<< Evidentemente si >> mormorò sconfitto e arrabbiato Pedro, correndo verso l’interno della chiesa con le lacrime agli occhi.

E l’unica cosa che in quel momento riuscii a fare fu corrergli dietro e inseguirlo fino alla sacrestia dove si era diretto.

Lo trovai immerso nei suoi pensieri mentre fissava un crocifisso.

Mi avvicinai lentamente e gli poggiai una mano sulla spalla sussurrando piano << Perdonami … >>

Si scostò come scottato dal mio tocco e si voltò guardandomi dritto negli occhi << Perché Mar ??? Perché dovevi umiliarmi in questo modo ?? >>

<< N … non era mia intenzione >> singhiozzai sentendo le lacrime spingere per scivolare lungo le mie guancie.

<< E qual’era la tua intenzione ?? Prendermi in giro e sposarmi nonostante amassi Thiago ?? >> sbottò piangente e deluso << Meno male che Rama ha parlato, altrimenti sarei rimasto uno stupido che si fida di te per tutta la vita >>

<< Cerca di capirmi, io … >> ma nessuna parola avrebbe potuto reggere da scusa in quel momento: aveva ragione lui, in tutto e per tutto, ero stata orribile e non potevo non meritarmi qualunque parola offensiva gli venisse in mente di rivolgermi.

<< Mi hai fatto più male di quanto avresti fatto dicendomi la verità dall’inizio >> pronunciò quelle parole con rancore colpendomi dritta nel petto << Perché mi hai deluso e mi hai umiliato, e mentre il dolore per l’averti perso sarebbe passato, questo rimarrà per sempre, così come i commenti che tutti i presenti faranno su di me.

Grazie a te diventerò lo zimbello del villaggio >>

Qualche lacrima scese impetuosa lungo il mio viso ed io non potei non sentirmi un mostro.

Ero peggio di Rama, perché lui aveva avuto il fine di far lasciare me e Thiago due anni prima, io quello di uccidere la felicità di Pedro non l’avevo mai avuto.

E inevitabilmente era proprio quello che era capitato.

Come poteva la cosa più chiara possibile sfuggirmi dalle mani ??

Com’era possibile che pur avendo fatto ciò che mi faceva più male al mondo per far felice un’altra persona, anche quella adesso soffriva e mi veniva a sbattere in faccia la mia colpevolezza ???

Ma la cosa peggiore non era neppure che Pedro mi stesse dicendo tutte quelle cose, quanto il fatto che le sentivo più vere che mai, un marchio indelebile sulla mia pelle che non m’avrebbe mai lasciato andare.

Lui aveva ragione.

Nessuno dei presenti avrebbe scordato l’accaduto e nessun si sarebbe risparmiato una battutina riguardo quel pazzo ed assurdo matrimonio: eravamo sulla bocca di tutti e, anche se in maniera minore, ci saremo rimasti per sempre.

<< Pedro …. >> singhiozzai tentando invano di dire qualcosa, ma lui mi bloccò.

<< Non dire più niente Mar, non serve. >> sbottò conclusivo voltandosi da un’altra parte.

<< Anzi, sai cosa ti dico ?? >> mi domandò retorico << Non cercarmi più, non parlarmi più, non guardarmi nemmeno più …. È finito tutto, perfino il rispetto tra noi due, a quanto mi  hai dimostrato tu oggi >>

Camminò verso l’uscita della chiesa, stando attento a guardare che quel corridoio non portasse di nuovo nella parte centrale di essa, poi mi guardò un’ultima volta e aggiunse schifato e pieno d’odio << Il saluto non si toglie a nessuno, ma a te manco quello >>

E uscì lasciandomi da sola in preda al senso di colpa.

Non ero riuscita ad essere una persona migliore, avevo fallito di brutto e la cosa peggiore è che ne ero puramente consapevole.

Niente avrebbe potuto farmi stare peggio in quel momento, o almeno così pensavo.

<< Mar >> la voce di Pedro riecheggiò nuovamente dal corridoio dove si era allontanato, sorprendendomi.

<< Dimmi >> mormorai cercando di non lasciare che la mia voce apparisse più spezzata di come già era.

<< Lo spieghi tu a tutti i 200 invitati ciò che è successo davvero >> brontolò come un vecchio senza guardarmi negli occhi.

<< S…si >> singhiozzai asciugandomi le lacrime con un braccio.

<< E adesso meglio che ti lasci con l’amore della tua vita >> scimmiottò quelle ultime parole prendendomi in giro mentre si allontanava verso l’uscita e questa volta davvero non sarebbe più ritornato.

Non mi voltai per controllare se Thiago fosse realmente dietro di me, mi bastava ascoltare il suo respiro alle mie spalle per percepire la sua presenza.

E più mi rendevo conto che c’era, più la voglia di rimanere voltata senza avere i suoi smeraldi puntati su di me aumentava.

Deglutivo in continuazione e pesantemente, mentre lo sentivo avvicinarsi  sempre di più a me.

<< Mar >> sussurrò al mio orecchio facendomi irrigidire di colpo.

Troppo simile era l’inclinazione della sua voce rispetto a quando mi ripeteva Ti amo dopo avermi baciato per ore e pur volendo non riuscivo a sopportarlo.

<< Mi dispiace per com’è andata a finire >> continuò parlandomi come ad una bambina, con voce calma e pacata, forse per cercare di non aumentare ancora di più la mia agitazione.

<< Pure a me … >> singhiozzai finalmente voltandomi a fronteggiarlo.

Incontrai il suo sguardo per pochi secondi, ma mi bastarono per comprendere che da sempre non desideravo altro.

Così, senza parlare, mi buttai tra le sue braccia stringendolo forte a me, bisognosa soltanto del suo calore e della sua protezione.

E il pensiero che se solo non avessi chiuso con lui adesso non mi sarei trovata in quella situazione mi faceva stare male, eternamente male.

<< Perdonami Thiago, perdonami per non aver pensato alla tua felicità, perdonami per aver messo la mia bella figura davanti ai miei sentimenti, perdonami per non esserti stata accanto come avrei dovuto, per non essere riuscita ad amarti come meritavi. >> singhiozzai arpionata al suo collo come una piovra con la sua preda.

<< Scusami, ti giuro che m’inginocchierei se avessi la forza di farlo, e ti chiederò scusa altre mille volte se solo servirà a farmi perdonare da te, ti prego io … >> mi allontanai da lui quel poco che bastava per potergli prendere il volto tra le mani e guardarlo dritto negli occhi << Io non posso vivere senza di te Thiago, e purtroppo per me l’ho capito troppo tardi >>

Con i polpastrelli di una mano mi asciugò le lacrime con una dolcezza infinita che mi fece soltanto venir voglia di piangere all’infinito.

<< Ti amo così tanto … >> mormorai avvicinando le mie labbra alle sue e facendo per baciarlo.

Ma contro ogni previsione lui girò il volto allontanandomi con lentezza dal suo corpo e prendendomi le mani tra le sue.

<< No Mar, così non va >> disse serio lasciandomi interdetta e stranita al massimo.

<< N…non mi ami più ?? >> il solo pronunciare quella frase mi trafisse il cuore.

Non era possibile, Thiago non poteva non amarmi più, era contro ciò che speravo, contro ciò che volevo, era … impossibile, semplicemente impossibile.

<< Certo che ti amo Mar >> esclamò sicuro lasciando scivolare via la mia paura << Cavolo se ti amo !! >> si grattò la nuca nervoso, proprio come un ragazzino con la sua prima fidanzata.

<< E allora quel’è il problema ?? >> domandai stupida.

<< Il problema è che io non sono il tuo giocattolo che puoi mettere nella scatola e poi riprendere quando vuoi.

Il fatto che io ti ami più della mia stessa vita e che viva in funzione di te non ti da il diritto di trattarmi come vuoi, e quello che hai fatto mi ha ferito troppo per cancellare il dolore in un secondo come se niente fosse successo. >> si sforzava di rimanere impassibile ma era palese la sua voglia di lasciarsi andare e piangere come poche volte in vita sua aveva fatto.

<< Non puoi farmi questo amore mio, non adesso … >> singhiozzai ancora incapace di fare altro.

<< Mar io continuerò a starti accanto, solo non come prima >> mi accarezzò un braccio dolcemente provando a rassicurarmi.

<< Ma perché non possiamo tornare insieme semplicemente ?? >> mi sbagliavo, la bambina a cui prima mi ero paragonata era molto più intelligente di me, ma purtroppo non riuscivo a non dire tutte quelle stupidaggini, troppa era la tristezza.

<< Abbiamo bisogno di tempo amore mio, tempo per ricucire le ferite, per rinforzare il nostro amore e per essere davvero sicuri di ciò che vogliamo >> intrecciò le sue dita con le mie facendomi soltanto desiderare di non interrompere mai quel contatto.

<< Io sono sicura di ciò che voglio, io voglio te Thiago e non ho bisogno di tempo per capirlo >> mi lamentai gettandomi di nuovo tra le sue braccia e lasciando che mia accarezzasse la schiena con le mani dolcemente.

<< Nemmeno io ho bisogno di tempo per capire ciò che provo per te piccola, voglio soltanto aspettare che questa situazione finisca, e poter stare con te senza problemi né dubbi >> mi strinse forte contro il suo petto, mentre con le lacrime inondavo la sua camicia e gliela sporcavo con il mascara colato.

Portò le mani sulle mie spalle e mi allontanò con lentezza dal suo corpo, facendomi capire palesemente che quella stretta faceva male anche a lui come a me.

Troppa in me la voglia di saltargli addosso e di rimanere con lui fino a quando non mi sarei addormentata per lo stress che mi stava uccidendo.

<< Ti chiamo più tardi per sapere come stai >> mi disse facendo per allontanarsi.

Ma si voltò al suono della mia voce e alla disperata richiesta che gli feci.

<< Non lasciarmi sola … per favore >> singhiozzai guardandolo in preda all’angoscia.

<< Non lo farò mai amore mio, io ci sarò sempre per te >> e così dicendo mi lasciò all’in piedi nella sacrestia, camminando a passo spedito ma voltandosi ogni tanto a guardarmi e a tentare di sorridere per rassicurarmi.

E come nei migliori film in cui le spose depresse vedono il loro uomo uscire dalla chiesa, mi buttai per terra accerchiata dalle balze dell’abito, mentre sentivo la testa scoppiarmi.

Quasi sicuramente tutti gli invitati se n’erano già andati, ma a me di loro non importava minimamente.

Afferrai il cellulare che avevo lasciato su un mobile della sala e fui piuttosto sorpresa nel notare che mi era arrivato un nuovo messaggio.

Era da parte di Tefi.

Sono una codarda, lo so.

Ma non tutti hanno la tua forza tesoro, non tutti riescono a dire le cose in faccia e a prendere di petto le conseguenze, ed io non faccio eccezione.

So che adesso stai talmente male che questa cosa non ti sfiorerà neppure, ma c’è bisogno che tu lo sappia, almeno per renderti conto di ciò che succederà tra poco tempo.

Parto amica mia.

Sono stata scelta per rappresentare il nostro Paese al CIDM, il Concorso Internazionale Della Moda, a Tokio.

Starò via per quasi un anno, e la partenza è fissata per il primo di Settembre.

Ricordi quando da piccola ti dicevo che un giorno avrei vinto quel concorso e che insieme avremo comprato una villa in centro ???

Beh, se questo era da sempre il mio sogno, ti giuro che adesso è diventato il mio più grande incubo.

Non voglio lasciarti qui a Buenos Aires da sola, non voglio lasciare Luca che mi ha proposto di andare finalmente a vivere insieme, non voglio lasciare Thiago che sta per laurearsi in Medicina come progetta da tutta la vita.

Però è il mio desiderio più grande e io non posso rinunciarci.

Il CIDM è la cosa che più voglio da sempre, e per quanto io ami tutti voi davvero non posso rinunciarci.

Quindi parto, lasciandomi dietro un’angoscia grande come tutto il Giappone, ma non posso fare altrimenti.

Perdonami per non avertelo detto prima, e per non averlo fatto guardandoti negli occhi.

Perdonami per essere la peggior migliore amica del mondo.

Rilessi più volte come a cercare di convincermi che non fosse la realtà, anche se purtroppo lo era e avrei dovuto imparare ad accettarlo.

Non avevo più Pedro, non avevo più Thiago e neppure Tefi.

Tutti i presenti a quell’assurda cerimonia mi avrebbero per sempre adocchiato come la bastarda che aveva lasciato il suo futuro marito sull’altare, la persona che amavo più nella mia vita aveva bisogno di tempo per convincersi che il mio amore fosse reale, e la mia migliore amica partiva per quasi un anno dall’altra parte del mondo.

Pizzichi ovunque inutili: non stavo sognando.

E non piansi perché ormai non serviva.

E non mi disperai perché l’avevo fatto per fin troppo tempo.

E non me la presi con nessuno, perché la colpa era soltanto mia.

E non dissi nulla, e preferii stare in silenzio, perché qualunque parola mi avrebbe fatto male.

E aspettai soltanto che il tempo passasse e che le cose si aggiustassero, perché quello era soltanto un gigantesco incubo.

Ecco come più si cerca di fare bene una cosa, più questa ti riesce male.

Come una principessa può cadere dalla carrozza senza che nessuno le porga una mano per aiutarla a risalire.

 

E per quanto fa male, adesso devo scriverlo, quindi un bel respiro e …

Fine

 

Piccolo Angolo Di Luce:

Hola !!! Innanzitutto scusatemi per il mega ritardo con cui ho postato questo capitolo, ma la febbre e i compiti mi hanno del tutto catturata e non ho avuto nemmeno un minuto libero.

Spero che vi sia piaciuto il capitolo, e colgo l’occasione per ringraziare tutte voi.

Prima di tutto le mie fantastiche recensitrici, che hanno lasciato 174 recensioni e che mi hanno fatto salire al primo posto nella classifica delle storie con più recensioni.

Poi le 5 persone che hanno segnalato la storia per le scelte, e che continuano insieme a me a tenere le dita incrociate aspettando che venga presa.

Le 14 persone che hanno messo la storia tra le preferite, facendomi salire al terzo posto nella classifica.

Le 15 persone che seguono la storia, e la persona che la ricorda.

E poi tutte quelle che hanno soltanto letto in silenzio e apprezzato, quelle che hanno recensito e mi hanno supportato dall’inizio, quelle che sono arrivate ad un tratto e non mi hanno più lasciato.

E si, anche chi c’era all’inizio e che poi se n’è andata, chi ha avuto voglia di lasciare una critica, a chi la storia ha fatto talmente schifo da non volerla neppure leggere.

Grazie a tutte perché avete fatto parte di Mi Mujer, e avete fatto parte di me.

C’è solo un modo in cui posso ringraziarvi di tutto, ovvero quello di non lasciare questa storia, ma di continuarla tra qualche mese.

Mi Esposa, questo è il titolo del terzo capitolo della saga che spero seguirete, così come i Missing Moments della serie che inizierò a pubblicare.

Non vi abbandonerò mai, vi adoro troppo per farlo.

Un bacino< 3

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