Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Si chiamava EmilyJonson, viveva in una grande villa
isolata con la madre. Aveva appena dodici anni quando cominciò il fatto.
***
Mio padre quando ero piccola mi spingeva sempre sull’altalena in giardino.
Diceva di chiudere gli occhi e di immaginare di essere sospesa in aria, ed è
così che facevo, finchèscoprii
che era meglio guardare in alto, e ad ogni spinta cercare di toccare una nuvola
con un dito.
***
Emily non aveva
amici, era isolata dal mondo. Era vissuta in quella casa, cresciuta come
una bambina sola.. solo con la madre che ogni tanto le
cantava una canzone melodiosa
***
-Rimarremo qui per sempre?
-Ora dormi tesoro..
Me lo ripeteva tutte le notti, quando prima di addormentarmi
venivo assalita da questo dubbio atroce.
***
Emily era abituata alle tenebre di
quell’immensa villa, eppure sentiva dentro di se un
malore interno, quando non dormiva, consapevole che la madre era dall’altra
parte della casa e per raggiungerla avrebbe dovuto
attraversare 4 corridoi e 3 stanze al buio. Se le
fosse successo qualcosa? Non l’avrebbe sentita.. ma
cosa le doveva succedere? Nessuno aveva mai varcato la porta di quella casa.
Quella sera la madre le rimboccò le coperte
***
-Mamma comincia a piovere..
potresti dormire vicino a me questa notte?
-No amore, ho da fare.
-Da fare cosa? non credo ci sia
molto da fare..
-Ora dormi, e non preoccuparti del temporale..
***
La madre di Emily
aveva sempre avuto quell’aria strana, misteriosa..
che ad Emily faceva paura a volte… ma era sempre la
stessa, da dodici anni, ormai era abituata. Ella era
una ragazza silenziosa, non parlava mai con nessuno. D’altronde con chi doveva
parlare? Forse con il suo orsacchiotto, l’amico fedele che mai l’aveva
abbandonata.
***
Piove tantissimo stasera Herby, mi
fa paura.. tuona e tutto fuori si muove.
***
Si mise sotto le coperte con la testa sperando di
addormentarsi il prima possibile. Questo avvenne, ma per poco.
Nel bel mezzo della notte un tuono si abbattè sulla
stanza ed Emily si svegliò di colpo
spaventata.
***
E’ stato solo un tuono vero?
***
Emily si alzò e cominciò a
camminare a piedi nudi sul pavimento, passo dopo passo attraversava le stanze e
i corridoi, si avvicinava alla stanza della mamma. Quella sera non aveva intenzione di restare sola, continuò ad incedere con l’orsacchiotto
in braccio. Ad un tratto giunse davanti alla porta della stanza. Si avvicinò un
poco con la testa e guardò dentro la serratura. La luce era spenta, non si
vedeva nulla, a malincuore spinse la maniglia ed entrò lentamente. Nessun
sospiro, nulla. Non c’era l’ombra di nessuno.
***
-Mamma?
***
Si avvicinò alla finestra che dava sul giardino, fuori la
pioggia più violenta si abbatteva sul terreno, poggiò una mano sul vetro ed
ecco che la vide. La mamma, la dolce donna che tutte le sere le rimboccava le coperte
e inventava scuse senza fondamenti era lì fuori, seduta sull’altalena.
Completamente fradicia e con lo sguardo nel vuoto che dondolava lentamente.
***
-Le manca papà? Avrebbe potuto consolarsi meglio accanto a
me.. ma è questo che fa tutte le notti? Non si
preoccupa che potrebbe succedermi qualcosa? O succederle
qualcosa?
***
Scese velocemente le scale ed arrivò in giardino. Aveva
sempre avuto paura di uscire al buio, continuò a
camminare e raggiunse l’altalena.
***
-Mamma?..
-era qui ne sono sicura
***
Sparita.. non vi era traccia della
madre.. ma ad un tratto ella uscì dal portone.
***
-Emily cosa fai qui fuori? Torna subito
dentro
-Mamma?
***
Era asciutta, cosa poteva essere
accaduto? Che orrendo incubo era questo? Ma non era un
incubo.. seppure cercò di convincersene non lo era..
Restò ad accarezzarle i capelli sin quando non si
addormentò, poi riprese a camminare verso la sua stanza.
La mattina dopo Emily si alzò ed
andò in cucina e si preparò del latte tiepido. Poi mosse qualche passo verso il
balcone che dava sul giardino, dando qualche sguardo a quell’altalena
***
-No, non è stato un sogno
***
Uscì in giardino, ma dall’altra parte della casa e vide la
mamma che raccoglieva delle rose rosse dal prato, tutto era normale. Ad un
tratto uno starnuto,la mamma di Emily starnutì per tre volte.
***
-Va tutto bene?
-Si, devo aver preso freddo
***
Caldo, un caldo terribile avvolgeva la villa, solo quella
notte aveva piovuto. Non c’era altra spiegazione. Corse in casa e arrivò dall’orsacchiotto
***
-Cosa sta succedendo?
***
La notte dopo, la madre le rimboccò le coperte come tutte le
sere e le diede un dolce bacio sulla fronte per poi uscire dalla stanza, Emily fu avvolta dalla paura quella volta, rimase due ore nel letto sveglia per poi cominciare a
sentire sonno. Fece per chiudere gli occhi e..
…
Un sospiro…
-Chi è?
Qualcuno stava respirando, si avvicinava i sospiri erano
sempre più forti…Emily era ormai nel panico più totale, si nascose sotto le coperte e le teneva strette
sopra di lei ma i sospiri non si placavano, qualcuno era lì, sempre più vicino.
Cacciò un urlo, si alzò dal letto e corse per tutta la casa attraversando le
stanze e i corridoi, ma quell’ansimante respiro non si fermava, era dietro di lei.. seppure non avesse il coraggio
di voltarsi e guardare, sapeva di non essere sola. Arrivò alla stanza della
mamma ed entrò. Nessuno.
***
Mamma? Mio dio mamma dove sei?
***
La finestra, l’altalena, era sull’altalena..
ormai era in trappola, la porta scricchiolò e lentamente si aprì, Emily Chiuse gli occhi e si strinse nelle ginocchia, non voleva guardare, aveva troppa paura
***
-Emily?
-Mamma?
-Cosa fai
qui?
***
Velocemente le corse in contro e la abbracciò, ancora tremante ma felice e nello stesso tempo incredula di vederla
***
-Dobbiamo andare via
-Per quale motivo?
-C’è
qualcuno qui
-Emily,
ti prego torna a letto
-No non tornerò mai più in
quella stanza
***
Presto venne
smentita, sua madre la riportò a letto e passò anche quella notte. La mattina dopo rimase a letto più del solito a riflettere
***
-Questa notte la aspetterò sull’altalena.
***
Infatti
la sera seguente appena la madre uscì dalla sua stanza dopo averle rimboccato le coperte e superò il secondo corridoio, Emily uscì e raggiunse la porta d'uscita, scese, corse per tutto
il giardino ed arrivò all’altalena. Era ancora abbastanza lontana, avanzò
qualche passo e vide qualcosa di spaventoso, sull’altalena giaceva la madre,
seduta, il solito sguardo nel vuoto e con l'abito ricolmo di sangue. Il collo le sanguinava e
nella mano sinistra teneva un coltello. Emily
cominciò a tremare, ora non sapeva cosa fare, cosa avrebbe dovuto fare? un brivido le percosse la schiena, svenne..
***
-Emily?
-Mamma…
-Cosa ci facevi
là fuori, per terra?
-mamma…
-Emily
svegliati
-Mamma…
-Emily finiscila, così mi spaventi
-sei tu che mi spaventi
-Cosa dici bambina mia?
***
Velocemente portò una mano alla
veste della mamma all’altezza del collo e la tirò giù, eccola… la prova, un
grosso taglio
***
-E
questo come lo spieghi?
-Emily
rimettiti a letto
-Lasciami stare
***
Si alzò e corse via, fuori dalla villa, arrivò al cancello e diede uno sguardo
all’altalena. Poi alla villa, la madre era sulla porta che urlava, le faceva
segno di tornare indietro, ma non l’ascoltò. Un passo, la mano si posò sulla
maniglia del cancello per uscire dalla casa e di nuovo quei
sospiri, forti, implacabili. Emily portò le
mani alle orecchie
***
-Basta! Basta!
***
La madre la prese e la riportò
dentro
***
-E’ per
questo che non possiamo andare via? Per questo che non
viene mai nessuno ed è sempre per questo che tu non esci mai?
-Emily
sei esausta in questi giorni, prendi un po
di tè
-Qualcuno ci sta guardando
[sussurrò] qualcuno sa che in questo instante stiamo
parlando di lui
-… Emily
ti prego basta
-E tu
sai più di ciò che dici. Non mi fido più di te
***
Così si alzò ed andò nella sua
stanza per poi cominciare a piangere disperata, cosa stava succedendo?
Ciao a tutti! Vi ringrazio davvero per
i commenti! Ci vediamo al prossimo chappy!
Emily prese una foto sua e del
padre dal comodino e cominciò a guardarla, restando nella medesima posizione,
sdraiata sul proprio letto, con l’indice accarezzò il suo viso, quasi consumato
in quella foto.
***
-Dovevi essere bello e dolce, un padre perfetto. Non ricordo
nulla, otto anni sono trascorsi, mi sento sola qui.
***
Arrivò sera, la madre la chiamò a
cena. Emily la raggiunse e mangiarono senza
rivolgersi la parola, poi Emilyproferì
***
Com’era papà?
-
La madre rimase per un attimo in silenzio, sbiancò, era come
se aver sentito quel nome le avesse fatto paura. Si
ricompose e cercò di sorridere
-Gentile.
-Gentile?
-Si, era molto…gentile
-Vuoi farmi credere che l’unico ricordo che hai di lui è..
gentile?
-Mi passi il sale?
-Ma perché non possiamo mai parlare
di nulla?
-Non credi di aver parlato a sufficienza?
-Ora basta
***
si alzò e tornò in camera sua, si
mise a dormire.
Nel bel mezzo della notte la foto del padre con lei in
braccio cadde dal comodino facendo un leggero rumore che la svegliò
***
Oh, Vieni qui
***
La rimise sul comodino e ricominciò a dormire, solo che essa
cadde ancora
***
Ancora?
***
Ripose la foto sul comodino e sentì una voce dolce ma nello stesso
tempo tenebrosa, la madre, stava cantando. Emily si alzò, questa volta la voce proveniva dalla cucina. La
raggiunse e vide la mamma che sembrava addormentata, ma con le palpebre aperte
e il solito sguardo nel vuoto che puliva un coltello. Il coltello? Dove lo
aveva visto?
***
-devo resistere..
***
pensò fra se mentre osservava la
madre, e tremava. La madre di Emily
posò il coltello sul tavolo, lei rimase nascosta, e ad un tratto spuntò un uomo
dal nulla, un uomo mai visto che si avvicinò alla madre e la abbracciò dal
dietro.
***
chi mai sarà?
***
Egli le accarezzava le braccia, e la madre sempre di spalle
davanti a lui non sembrava compiaciuta, il contrario…Si avvicinò al tavolo e
con lei questo misterioso individuo. Ad un tratto ella
afferrò il coltello…
***
-Emily hai avuto un altro incubo
-Cosa?
-Eri stesa dietro la cucina, eri a terra e stavi tremando
***
Forse erano davvero dei sogni. No. Visioni, erano visioni…rappresentavano qualcosa
***
-Mamma?
-si?
-Qui oltre a te e papà ha mai vissuto nessun altro?
-No tesoro
***
La sera dopo si
verificò un altro fatto: Emily sentì delle
urla, ancora.. il giardino. Ormai era consapevole che ciò che sentiva o vedeva
l’avrebbe riportata ad un dialogo con la madre, poiché
non era realtà. Scese in giardino e le urla la portarono all’altalena. Pioveva,
quella notte milioni di gocce toccavano il terreno, e l’uomo misterioso era
accanto a sua madre. Ella con il coltello era fuggita
sino lì e a quanto pare l’uomo si era accorto di ciò che voleva fargli.
…Una luce tremenda offuscò la
scena
Emily
cominciò a vedere immagini veloci, solo quelle, il coltello, l’uomo la madre urlante, poi ancora il coltello e l’uomo steso
sull’altalena con il coltello nel cuore…
***
La mattina dopo si risvegliò a
terra in giardino e corse in casa,
-Emily..
-Mamma dev…devodevo..
-cosa succede?
-vattene
-Emily
cosa dici?
-VAI VIA
***
così
dicendo corse nella sua stanza, prese il proprio orsacchiotto e mise tutto in
una borsa di cuoio.
-Voglio andare via…
***
Non fu così facile…
Ciao
ancora! Mi scuso per il penultimo scritto, davvero era
messo giù male! Ma cercherò di correggermi. In ogni
caso voglio ringraziarvi ancora tutti, e informarvi che il prossimo sarà
l’ultimo capitolo perché rischio di dimenticare quello che mi è venuto in mente
(hehe) comunque.. vi
anticipo che il finale non sarà nulla di buono! Tenterò di farlo soft ma la vedo difficile! A presto un bacio
-Perché? Cosa
succede se lo faccio? Qualcosa o qualcuno mi impedira di varcare il cancello?
-… Emily cerca di ragionare
-Che fine ha fatto papà?
-Emily..
-Cosa è successo? Perché non me lo dici?
-Emily tuo padre è morto
-E come è morto?
-Si è tagliato il collo
-No mamma, tu gli hai tagliato il collo
***
La madre portò una mano alla fronte, una
lacrima le attraversò il viso. Cosa ne sapeva Emily?
-Emily ti prego aspetta..
-Cosa vuoi fare? Sgozzare anche me?
-Emily lui voleva rinchiudermi qui
per sempre, e ci è riuscito nonostante tutto
-E ora tu lo stai facendo con me,
mi dispiace ma non credo che qui ci sia una maledizione, credo solo che tu mi
stia facendo impazzire, tagliuzzandoti il collo perché ti senti in colpa.
-Emily ti prego, è proprio questo
che vuole, non sono io a fare questo è lui, è qui nella casa…è ancora qui
-Lo hai sempre negato, e adesso..
credi che mi fidi ancora di te? Ho vissuto anni di menzogne. Non mi hai mai detto nulla, ti odio
***
Prese la propria borsa e corse via, la madre cominciò a
rincorrerla urlando, pregandola di fermarsi ma Emily
ignorò quel gesto e arrivò nella stanza della mamma. Cominciò a cercare, buttò
all’aria tutto, intanto ella bussava alla porta e
piangeva disperata. Emily non ascoltò
continuò a cercare finchè sotto il materasso
lo trovò, eccolo, quel coltello maledetto. Uscì sfiorando la madre e raggiunse
il giardino, quindi si nascose. La madre a sua volta andò sul in giardino e si
cominciò a cercarla ***
-Emily dove sei? Vieni qui ti prego, dove sei?
-Sei una bugiarda
***
Ormai delirava, non era più in se, dopo quegli attimi
orribili e quei timori era convinta fosse la madre la
causa di tutto questo. Alle spalle, il coltello, conficcato nella schiena,una violenta spinta e la donna cadde a terra. Sanguinante.
***
Perché lo tenevi lì… perché non mi hai mai detto nulla?.. ti odio TI ODIO
**
Emily
cadde in fiumi di lacrime, gli occhi agghiacciati e la pelle bianca, pallida e
tremante, cominciò a scavare, sotto l’altalena.
***
-So che sei qui
***
La teoria era fondata, lì sotto giacevano i resti del
cadavere dell’uomo misterioso, che non era altri che
il padre. Emily gettò a terra il coltello, iniziò a
piovere, a tuonare, i fulmini si abbattevano sulla villa, di
nuovo quei sospiri, l’altalena cominciò a muoversi, visioni su visioni. Emily nonostante il suo stato pallido e tremante, si
arrampicò sul tetto della villa e cominciò a urlare,
esternando il suo dolore, i fulmini e tutto ciò che vi era non la spaventavano
più, ciò che la intimoriva era il pensiero di dover restare ancora imprigionata
in quel luogo orribile.
***
-Sei felice? Mi hai usata per avere
la tua vendetta! E ora? Che
vuoi ancora?
***
Non le riusciva di sentire dolore o
dispiacere per la madre, lei l’aveva privata di un padre, non le era mai stata
accanto, non aveva fatto altro che mentirle e fingere di ascoltarla.
Dal tetto della casa sentì un cigolio molto forte, si voltò di colpo, e incredula vide il cancello della villa che
lentamente si apriva mostrando un lungo e fitto sentiero oltre a lui. Emily non poteva credere ai propri occhi, scese dal tetto e
cominciò a correre. Prima di uscire diede un ultimo sguardo all’altalena. Causa
di guai e sofferenze, di dolori e di pazzie. Quindi
uscì, finalmente cominciò a camminare, sotto la pioggia, al freddo, finchè scomparve per sempre dalla villa avvolta dalle
tenebre della notte.
***
Era davvero tutto finito?, giorni
di paura, di orrore, di sangue. Finiti? Un dito della madre ancora si mosse…
-
THE END
OkOk la mia idea era quella di concludere la storia con la frase “Ora sono libera di
andarmene, ma non ne ho alcuna voglia” e farla buttare. Anzi! Sinceramente l’avevo
anche scritta! Solo che poi sarebbe stato troppo
tragico XD oppure quella di vedere il padre a pochi centimetri da lei che le
porge la mano, e lei per prenderla cade! Hehehe… non
mi piacciono molto i lieti fine però poi qualcuno mi avrebbeamazzata! Poi per la Debbi
ho tentato di fare un qualcosa che lontanamente assomigliasse ad un finale
misterioso, ma sono negata! Cmq questa è la prima
storia che inizio e termino, solitamente al secondo
capitolo le cancello perché non mi piacciono! Comunque
ancora grazie mille a coloro che hanno commentato! Davvero..
avrei cancellato anche questa! Un bacioneeeeeee alla
prossima!! (e complimenti anche a voi per le vostre storie)