Blood College

di Demone
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una demone ***
Capitolo 2: *** Un incontro ***
Capitolo 3: *** Il ritorno del passato ***
Capitolo 4: *** La missione di Ciano ***
Capitolo 5: *** Nessuna soluzione ***
Capitolo 6: *** Un accordo ***
Capitolo 7: *** Roma ***



Capitolo 1
*** Una demone ***


Era notte e una ragazza camminava per le strade di Londra con la gonna corta che le solleticava i fianchi. Il ticchettio dei suoi tacchi ricopriva ogni altro rumore. Il vento muoveva appena le foglie degli alberi nel parco da cui stava uscendo la ragazza. Era abbastanza alta, con i capelli di un nero corvino e due occhi di ghiaccio. Dimostrava 18 anni, non di più. Eppure, qualcosa nel suo modo di muoversi,o forse nel suo abbigliamento, attirava l’attenzione. Le scarpe a tacco alto, la minigonna, la maglia scolata. Tutto le donava. Camminava velocemente, senza preoccuparsi di attirare attenzioni indesiderate. Non aveva paura, nonostante l’ora tarda e la via poco illuminata. Lontano, nel buio del parco, il corpo di un ragazzo era adagiato ai piedi dell’albero con uno terrore negli occhi profondissimo.
La ragazza arrivò all’ingresso di una villetta. Aprì la porta e buttò la borsa su un divano poco lontano. Erano le cinque della mattina e la città stava per risvegliarsi. La ragazza si buttò sul letto nella sua stanza e iniziò a fissare il soffitto. Il suo viso era impassibile. Sembrava una ragazzina ma non lo era. Aveva 1000 anni ormai. Si chiamava Kayline. Era una demone, un abominio. Si nutriva delle anime delle persone. Si sentiva viva quando le sentiva urlare. Il suo aspetto poteva trarre in inganno. Non era una ragazza innocua, era un mostro, un’assassina. Anche quella notte aveva ucciso.

Si era diretta alla periferia di Londra, come quasi tutte le sere. Era entrata in un locale omonimo e si era seduta a un tavolo, sorseggiando un po’ di liquore. Poco dopo un ragazzo si era avvicinato a lei. Era giovane, sui 20 anni. I capelli erano di un biondo crespo e gli occhi maliziosi. Si era seduto di fronte a lei e aveva sorriso.
“Ciao. Tutta sola?”
 Aveva una bella voce, calda e giovanile.
“Si. La mia amica mi ha dato buca”
 Kayline sapeva bene come comportarsi. Quella scena si ripeteva quasi ogni sera. I volti dei ragazzi cambiavano, le parole, ma non i loro intenti. Una finta nota di tristezza era presente nella fresca voce della demone.
“Quindi posso farti compagnia?”
Un sorriso era spuntato sulle labbra di Kayline.
“Certo. Mi fa piacere. Io sono Kayline. Tu sei?”
“Jonas.  Allora Kayline, che mi dici? E’ strano vedere una ragazza come te da sola. Sei fidanzata?”
“No, non penso che mi fidanzerò. Legarmi a una sola persona per me è impossibile. Mi piace troppo divertirmi.”
Quelle parole erano vere. Era andata avanti così per tutta la serata. Kayline aveva riso alle battute di Jonas e all’improvviso, come se fosse una cosa inaspettata, si erano baciati. Avevano deciso di fare una passeggiata nel parco. Kayline aveva finto di essere imbarazzata. Il parco era buio, isolato. Si erano baciati di nuovo sotto un albero, lontani da tutti. Il ragazzo stava contro un albero quando Kayline si era staccata dal bacio e aveva messo una mano sul petto di quel ragazzo. Sorrideva ma non di malizia. Era il sorriso della vincitrice. La mano entrò nello sterno e raggiunse il cuore. Lo strinse in una morsa e Kayline iniziò a rubare l’anima del ragazzo. Avvertiva le sue sensazioni, le sue emozioni, i suoi ricordi. Tutta la sua anima. Era morto in pochi minuti e Kayline era tornata a casa. Oramai aveva cancellato ogni sentimento dal suo cuore, ogni forma di pietà. Uccidere era la sua natura, il suo modo di sopravvivere. L’unico modo che aveva. La sua anima l’aveva persa molti anni prima. Lei doveva essere una ragazza normale, come tante. Sarebbe dovuta morire anni prima. Per una stupida vendetta invece era diventata una demone senza pietà. Aveva dovuto sopprimere ogni sentimento e con il tempo aveva imparato ad amare l’omicidio, ad amare la sua natura.
 
Dopo alcune ore che aveva passato stesa sul letto a contemplare il soffitto, perdendosi in stupidi pensieri, si alzò e andò a fare una doccia fresca. Adorava il freddo. Non amava molto il caldo soffocante. Era restata immobile sotto la doccia mentre l’acqua le inzuppava i capelli e li rendeva, se possibile, ancora più neri.

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Capitolo 2
*** Un incontro ***


Il sole brillava prepotente e illuminava uno dei tanti parchi di Londra. Il verde brillava di una bellezza incredibile e i colori dei fiori erano ancora più accesi.  Kayline era distesa su un prato e aveva un libro davanti a se.  Le piaceva leggere. Anche se era diventata una demone alcune cose di lei non erano cambiate. Amava ancora leggere e stare all’aria aperta. La faceva sentire umana. Quel giorno il sole le riscaldava le  spalle che la maglia lasciava scoperte.  Quella storia le piaceva era interessante. A lei le storie d’amore non le interessavano neanche un po’ ma quel libro era uno dei preferiti. Era un libro di Verne, uno dei suoi autori preferiti. Non c’erano stupidi fronzoli nel suo modo di scrivere e la storia riusciva a trasporla in una realtà diversa dove non esisteva quella fame di anime che la tormentava. L’aria le solleticava il viso e le alzava i capelli neri. Era così presa dalla storia da non accorgersi di un’ombra che la guardava e la seguiva. Da dietro un albero, infatti, qualcuno la osservava. Restava completamente all’ombra e di lui non si intuiva niente, neanche i lineamenti.
“Ti ho trovata. Non sarà facile portarti via però”
 
Era notte e Kayline stava di nuovo camminando per le vie di Londra con un ragazzo. Si tenevano mano nella mano. Gli occhi di quello sconosciuto erano pieni di malizia e di desiderio. Gli occhi della demone ricambiavano in parte quello sguardo eppure in fondo c’era un desiderio più importante. Un desiderio che nessun umano poteva capire. Il ragazzo improvvisamente tirò Kayline in un vicolo e la buttò al muro. Le tirò su la gonna.
“Ti voglio”
“Lo so. E io voglio la tua anima”
Gli occhi di Kayline si erano fatti gelidi e in un solo istante aveva ribaltato la situazione. Il ragazzo aveva le spalle al muro e guardava Kayline con paura. Gli occhi di ghiaccio di Kayline erano freddi, gelidi. C’era solo una lieve traccia di fame. Una mano entrò nel suo petto e la sua anima fu risucchiata via.
Kayline lasciò cadere il corpo e si aggiustò una gonna. Dal buio emerse una voce.
“Ecco come li attiri. Una bella idea, niente da dire.*
Una risatina sommessa.
Un brivido percorse la schiena di Kayline e si immobilizzò. Quella voce la conosceva. L’aveva sentita anni prima. Mille anni prima.
“Ciano”
Il suo era un sussurro. Aveva paura di quell’essere che era appoggiato al muro del vicolo. Era bello, indubbiamente. Aveva i capelli scuri, fra il nero e il castano. I suoi occhi erano neri, due pozze di oscurità. I lineamenti erano belli. Avevano qualcosa di irresistibile. Ciano era appoggiato al muro con noncuranza. Era molto bello. Kayline tornò in se. Odiava Ciano e lo temeva
“In persona.”
Un altro brivido percorse la schiena di Kayline.
“Non ho nulla da dirti. Addio”
Gli passò davanti per andare via. Camminava a testa alta, mostrando una sicurezza che non aveva. Una mano di Ciano le prese l’avambraccio e lo strinse, bloccandola. Kayline si immobilizzò per un secondo
“No Kayline. Io devo parlarti. Lo sai cosa voglio e sai che ti farò venire con me quindi smettila con queste storie da bambina e vieni con le buone”
Kayline si liberò dalla presa e si permise una risata.
“Tu sei ancora convinto che io sono quella ragazza sperduta che si era appena trasformata in demone che hai conosciuto 100 anni fa, vero? Bhe, sono cambiata e le tue minacce sono parole vuote”
Lo guardò negli occhi per un paio di secondi poi si girò e se ne andò. Ciano rimase fermo a osservarlo. Non si aspettava una reazione come quella. Sorrise con sarcasmo. Lei lo avrebbe seguito comunque. Non poteva fermarlo. Per quella sera la lasciava in pace. Avrebbe provato il giorno successivo.
 
Mancavano poche ore all’alba e Kayline non riusciva a dormire. Si girava inquieta nel letto. Ricordava ancora quello che era successo nel vicolo. I ricordi si sovrapponevano in continuazione senza darle tregua. Non riusciva ad arginarli. Si sentiva soffocare dal loro peso. Alla fine si arrese. Chiuse gli occhi e lasciò che i ricordi la sommergessero.
 
Era una sera tiepida di primavera di 1000 anni prima. Il vento le solleticava i capelli e portava odori fantastici. I boccioli dei fiori, l’erba fresca, la terra grassa e umida. Tutto aveva un odore di amore. Eppure Kayline era triste. No, era distrutta. Stava cavalcando un cavallo nonostante l’ora tarda e correva a rotta di collo, incurante dei pericoli. Un masso e il cavallo cadde e Kayline con lui. Rimase a terra, a piangere. Grosse lacrime le solcavano il viso. Le asciugò con rabbia ma non cambiava nulla. Si sedette a terra con le spalle su un masso e continuò a piangere. Voleva piangere fino ad annullarsi, fino a svuotarsi. Aveva ucciso, aveva massacrato. L’aveva fatto e si era saziata. Aveva estratto i cuori fumanti dal loro corpo. Era un’assassina. Pianse finché non ebbe più lacrime e gli occhi non si seccarono. I singhiozzi continuavano a uscire prepotenti ma provava a soffocarli. Avvertì un braccio attorno alle spalle. Si girò e vide un ragazzo bellissimo che l’abbracciava con dolcezza
“Ssh.. calmati. Va tutto bene. Io sono qui per aiutarti. Non piangere più”
La sua voce era calma e pacata e anche dolce, a suo modo. Le asciugò le lacrime con un gesto dolcissimo.
“Chi..chi siete?”
La voce di Kayline era leggermente allarmata.
“Sono un tuo amico, ora calmati. Va tutto bene”
“No. Io sono un’assassina io..io ammazzo e mi diverto nel farlo. Uccido le persone. Sono un mostro!”

Le lacrime erano tornate a scorrere sul viso e lo sconosciuto l’aveva abbracciata come si fa con i bambini quando hanno paura. L’aveva lasciata piangere finché non si era calmata. Poi si era alzato, aveva acceso un fuoco e aveva iniziato a cucinare. Kayline lo osservava incuriosita.
“Io non mi sono preparata. Sono Kayline Jones”

Lo sconosciuto aveva sorriso
“So chi sei. Ti cercavo. Io sono Ciano.”
 
Il ricordo finì in quel momento lasciando solo una vaga traccia di tristezza nei gelidi occhi di Kayline. Era stato molto tempo prima e lei era solo una ragazza che all’improvviso si nutriva di anime e uccideva le persone. Ciano l’aveva aiutata ma solo per conseguire il suo scopo. Le aveva spiegato molte cose. Era un essere infido, un vampiro. Kayline l’aveva scoperto poco dopo. Lo odiava con tutta se stessa. L’avrebbe voluto uccidere ma non poteva. Era troppo potente. Si girò di nuovo nel letto. Stava pensando se doveva scappare da Londra quando finalmente si addormentò. 

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Capitolo 3
*** Il ritorno del passato ***


La mattina il sole illuminò la stanza di Kayline. Un luminoso raggio di sole le illuminava il volto. Era inutile girarsi nel letto e mettersi il cuscino sulla faccia, oramai il sonno era finito. Kayline aveva passato una notte insonne, tormentata dai ricordi. Anche nei suoi sogni rivedeva il volto di Ciano. Bello, splendente eppure al tempo stesso mostruoso e pericoloso. L’odio e la paura si mescolavano nel suo animo. Si alzò sbuffando dal letto e andò a farsi una doccia. L’acqua le scorreva a rivoletti sul corpo e lei rimase molto tempo sotto al getto della doccia per rilassarsi. Doveva pensare a cosa fare. Non poteva scappare per sempre. Non voleva scappare per sempre.  Uscì piano dalla doccia e andò a rivestirsi. Indossò un pantaloncino corto e una camicetta senza maniche. Tornò nella sua stanza. Aveva molte cose da fare e di sicuro non voleva fermarsi a pensare. Rimase ferma sulla porta della sua stanza. Sul suo letto c’era Ciano. Come aveva fatto ad entrare? Non era stato invitato.
“Che ci fai qui?! Come sei entrato?”
Kayline era allarmata. Lo fissava con odio.
“Bhe? Non ti fa piacere vedermi? Diciamo che visto la tua natura non ho bisogno di essere invitato. Hai sbagliato a lasciare la finestra aperta”
Un sorriso sghembo illuminava il viso di Ciano.
“No. Vai fuori da qui. ORA”
La voce di Kayline era gelida come il ghiaccio. Ciano tornò serio.
“Prepara le tue cose. Partiamo.”
“NO. Questa è casa mia e non voglio venire con te.”
Ciano si alzò dal letto e arrivò di fronte a Kayline in un battito di ciglia. Si fermò a pochi millimetri dal suo volto.
“Tu non hai capito. La mia non è una richiesta. È un ordine. Tu verrai con me. Mi sei scappata per 1000 anni. Hai finito di scappare. Ora verrai con me a ogni costo”
La rabbia di Kayline era incontenibile. Era diventata molto potente in quegli anni e di sicuro Ciano non poteva trattarla in quel modo. Lo prese per la gola e lo sbatté al muro, con violenza.  
“Tu non mi dai ordini. Non sono più una ragazza spaventata da se stessa. Ora so cosa sono e so come ucciderti. Non ho problemi a farlo. Mi posso nutrire della tua anima.”
Il volto di Ciano era trasfigurato dall’ira. Ribaltò la situazione e le strinse la presa sul collo.
“NON MINACCIARMI!”
Il suo volto cambiò. Il sangue salì agli occhi e dei canini fecero capolinea fra le labbra. Stava mostrando la sua natura. Un vampiro. Ecco cos’era. 
“Tu verrai con me. Non esiterò a costringerti. Sai che il più forte sono io. Questo è un assaggio di quello che ti farò se non verrai”
I suoi denti entrarono nel collo di Kayline perforando la pelle. Un gemito uscì dalle labbra della demone. Ciano sapeva dove colpire per fare male e il dolore era forte. Si morse le labbra in silenzio. Ciano iniziò a nutrirsi e lei sentì le forze abbandonarla. Stette immobile, ferma. Nessuno l’aveva mai morsa. Solo Ciano anni prima l’aveva fatto. E ora ecco che la scena si ripeteva. Si staccò dal suo collo e si asciugò un rivoletto di sangue.
“Domani si parte. Vengo a prenderti io. Prepara le tue cose. Il Blood college ti aspetta.”
Le gambe di Kayline le tremavano. Era debole. Si portò una mano al collo e tamponò il collo.
“Non verrò con te”
La sua voce era ancora pieno di odio.
“Prepara le tue cose. Domani partirai con me.”
La voce di Ciano era ancora inflessibile. La guardò di sbieco e uscì fuori dalla stanza. Appena Kayline sentì la porta di ingresso chiudersi cadde a terra. Non voleva piangere. Trattenne le lacrime che premevano per uscire. Doveva scappare. Non voleva andare al “Blood College”.
 
Iniziò subito a preparare le valigie. Ci mise dentro tutte le sue cose. La sua era una fuga. Provava a non pensare, ad agire come una macchina ma non ci riusciva. I ricordi la tormentavano.
 
Aveva passato la notte con Ciano. Avevano parlato per tutta la notte. Solo parlato. Lei le aveva raccontato tutto e lui l’aveva ascoltata, consolata. Poi aveva parlato di quel posto.
“Esiste un posto, il Blood college, è lì che verrai con me.”
“Perché? Io sono un’assassina non posso…”
“Lì sono tutti come te e me. Io non sono umano Kayline. Sono un vampiro”
Il suo viso era cambiato e Kayline l’aveva osservato, combattuta fra la paura e l’ammirazione. Era duranto un secondo.
“Io sono in missione per il college. Avevano saputo di te e ora vogliono che tu venga a studiare con noi”
“Loro chi? E chi sono gli altri?”
“Siamo tutti esseri sopranaturali. Loro hanno fondato il college e lo dirigono.”
“Perché devo venire con te?”
C’era qualcosa che non la convinceva. Ciano era troppo gentile e descriveva tutto come se fosse una favola. Una smorfia alterò i suoi lineamenti.
“Tu ci servi. Il Blood college non è un college normale. Ci sono solo creature sopranaturali e lì veniamo educati.”
“Educati a cosa?”
Kayline era sospettosa.
“Educati alla lotta. Fanno esperimenti su di noi. Ci testano. Hanno delle apparecchiature apposite. Vogliono renderci più forti. Vogliono solo creare una stirpe di creature sopranaturali pronte a uccidere gli umani. Noi non dobbiamo vivere nell’ombra. Noi dobbiamo essere liberi”
Kayline era inorridita a quelle parole. Lei non voleva diventare una macchina, non voleva che qualcuno facesse esperimenti su di lei. Si era alzata di scatto.
“Non voglio! Non voglio venire con te!”
Ciano si era arrabbiato. Si era avvicinato e Kayline era indietreggiata, fino a trovarsi contro un albero. Lui si era avvicinato ancora.
“Tu verrai oppure ti costringerò”
Si era avvicinato e l’aveva morsa.
 
*Tutto come allora. Non è cambiato nulla.* pensò Kayline. Scosse la testa. Non doveva pensare. Doveva agire. 

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Capitolo 4
*** La missione di Ciano ***


 
Ciano passò tutta il giorno in giro per Londra. Ripensava a quello che era successo quella mattina. Kayline era cambiata molto. L’ultima volta che l’aveva vista era ancora solo una ragazza spaventata dalla sua natura e oppressa dal peso di tutte le vite che aveva strappato. Quel giorno invece… si era difesa, l’aveva attaccato. Ricordava la voce di Kayline, quell’odio che trasudava da ogni sua parola. Era cambiata. La prima volta che l’aveva incontrata era così debole e fragile! L’aveva morsa. Non l’aveva fatto per nutrirsi ma solo per farla soffrire. Aveva mirato a una parte del collo molto reattiva. Sapeva che Kayline aveva sofferto, aveva sentito i muscoli contrarsi sotto la sua bocca eppure non le era sfuggito neanche un lamento. Era sempre stata orgogliosa. Quella caratteristica del suo carattere non era cambiata. Stava in un bar, seduto a un tavolino all’aperto. Quella città era tentacolare, troppo. Non gli piaceva affatto. Come faceva Kayline a vivere in una città così? Una smorfia si disegnò sul suo viso perfetto. Una ragazza si avvicinò a lui. Era molto carina con quei capelli biondi corti, gli occhi celesti piccoli, il naso dritto e quel sorriso amichevole sulle labbra. Un po’ anonima forse. Indossava una divisa da cameriera. Probabilmente lavorava in quel piccolo bar . Gli sorrise amabilmente.
“Ciao. Ti posso portare qualcosa?”
“Ciao. Si, un caffè per favore”
“Certo, te lo porto subito”
Ciano sorrise educatamente. Non gli importava molto di quello che gli avrebbe portato quella ragazza. Aveva altre cose a cui pensare. Kayline non sarebbe mai andata con lui di sua spontanea volontà. Non l’aveva ancora convinta. La ragazza tornò a interrompere il filo dei suoi pensieri. Gli portò il caffè che aveva ordinato. Continuava a sorridere gentilmente. Ciano guardò il caffè. Sembrava invitante ma non gli interessava. Aveva ancora sulle labbra il sapore del sangue di Kayline. Il sangue di una demone. Con il dito iniziò a seguire il contorno del bicchiere lasciando errare la mente.
 
Stava al “Blood college” in una stanza nei sotterranei. Faceva un po’ freddo. Un ragazzo era disteso su un tavolo da autopsia e un medico lo stava analizzando. Il  tavolo di legno sotto il corpo era già completamente macchiato di sangue. C’era un odore forte nella stanza. Alcuni di loro facevano quella fine. All’inizio, quando i suoi compagni erano morti, lui si era infuriato ma ora era insensibile. Non gli importava. Chi non riusciva a sopravvivere a quegli esperimenti era un debole.
“Lo vedi quel ragazzo, Ciano? L’ha ucciso una demone non molto lontano da qui.”
Era sorpreso. Aveva pensato che era un ragazzo dei loro, un essere sopranaturale. Un semplice umano.
“Come fate a sapere che è stata una demone? Può essere successo qualsiasi cosa”
La voce era incolore. Non gli importava.
“No. Non ci sono lesioni tranne quella al centro del petto e il cuore gli è stato strappato dal petto subito dopo la morte. È stata una demone”
“Siete sicuro che è una demone e non un demone. Come mai?”
“Una ragazza, Kayline, si è trasformata in demone da poco. È molto potente ma dubito che lo sa. Devi portarla qui.”
“Come fate a saperlo?”
Il viso del direttore si era alterato ma la sua voce era gelida come sempre.
“Non ti importa. Fai quello che ti ho detto oppure il tuo corpo sarà il prossimo su quel tavolo”
Ciano aveva stretto i pugni.
“Certo. Non sarà difficile”
 
Erano passati 1000 anni. Mille. Kayline era ancora libera. Come aveva fatto a sfuggirgli? Strinsi i pugni e si alzò con uno scatto d’ira. Dovevano andarsene. Non voleva aspettare neanche un secondo in più. Andò a casa di Kayline. Sperava di trovarla lì ma la casa era vuota. C’erano pochissime cose. Se n’era andata. L’aveva battuto sul tempo. L’ira era troppo per trattenerla. Buttò all’aria quel po’ di mobilia che c’era. Doveva trovarla. L’aveva sottovalutata. Di nuovo. Era più decisa di quanto immaginava.
 
Kayline si muoveva sicura per le vie di Londra. Era uscita di casa pochi secondi prima dell’arrivo di Ciano. Aveva ordinato un biglietto per un volo diretto a Madrid. Avrebbe raggiunto la città e avrebbe fatto perdere le sue tracce. C’era già riuscita una volta. L’avrebbe fatto di nuovo. Raggiunse l’aeroporto e si confuse con la calca. Aveva un solo bagaglio e uno zaino. C’era tutta la sua vita lì dentro. Aveva lasciato quasi tutti i suo libri a casa. Con se aveva solo dei vestiti e i soldi. Tutto il resto l’aveva dovuto abbandonare. * Lo odio! Lo odio!* continuava a ripetere fra se e se. Non l’avrebbe portata in quel college di matti. Camminava velocemente.
 
Ciano uscì subito da casa di Kayline. Non poteva vanificare tutti i suoi sforzi! Iniziò a ragionare. Kayline stava scappando, doveva muoversi in fretta. Aveva lasciato molte cose a casa sua. Di sicuro stava andando all’aeroporto. Corse per le vie di quella città che odiava. L’aeroporto era gremito di gente. Kayline si era confusa nella calca. Da lontano vide i suoi capelli neri. La raggiunse in pochi secondi. Le afferrò il polso. Lei si girò subito. Nei suoi occhi intravide un lampo di confusione. Fu un secondo poi la confusione divenne collera.
 
Kayline camminava veloce. A un certo punto una presa ferrea sul polso la fece voltare. Ciano. Era lì e la fissava con rabbia.
“Lasciami subito”
“No. Ora tu mi seguirai. Lo sai che ti posso portare con me in ogni caso quindi evitiamo di fare scenate e vieni con me.”
Kayline strinse le labbra per la rabbia e ubbidì. Non poteva affrontarlo davanti a tutti. Uscirono dall’aeroporto e la trascinò in un vicolo. La sua presa sul polso aveva iniziato a farle male ma non gliel’avrebbe mai detto. Ciano la lasciò e la fece cadere a terra.
“COSA VOLEVI FARE? SCAPPARE DI NUOVO?”
Kayline si rialzò e lo buttò al muro.
“SI.”
Uno strano sorriso dissipò tutta l’ira nello sguardo di Ciano. L’aveva provocata. Quella era la reazione che aspettava. La guardò negli occhi e parlò lentamente.
“Tu verrai con me. Mi seguirai e verrai al college. Ora lasciami. Non hai scelta. Il mio è un ordine.”
La sua voce era suadente e calma. La stava soggiogando. Non l’aveva fatto prima perché c’era bisogno di avere in circolo il suo sangue. Kayline era confusa. Strinse di più la presa ma la sua mano tremava. Si allontanò. La sua voce era strozzata.
“Che succede?”
“Ti ho soggiogata. Non opporti e andrà tutto bene.”
Ciano era calmo, tranquillo. Le sue parole andarono al vento. Kayline si opponeva a quell’istinto che la spingeva ad ubbidire. Tremava tutta.
“Io…faccio..quello…che voglio!”
“Non invece. Ora no.”
La guardò con serietà e all’improvviso la vide cadere indietro. Corse da lei e la prese al volo. Era svenuta. Il volto era pallido. Si era opposta al soggiogamento. Ciano trattenne lo sbigottimento. Non era mai successo. Kayline era svenuta ma viva. Sarebbe dovuta morire. Chi si opponeva a un soggiogamento così potente moriva. Era veramente così potente da opporsi e rimanere viva? Le parole del direttore gli rimbombavano nella mente.
È molto potente ma dubito che lo sa. Devi portarla qui.”
Diceva la verità. Era potente. La prese in braccio e la portò a casa sua.

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Capitolo 5
*** Nessuna soluzione ***


Era pomeriggio inoltrato quando Kayline si risvegliò. Era distesa su un letto in una casa che non era sua. La testa le doleva e si sentiva debole. Si mise seduta sul letto e per un istante le sembrò che tutto il mondo le vorticava attorno. Chiuse gli occhi e respirò profondamente, provando a ricordare. Cos’era successo? Camminava veloce, stava andando all’aeroporto quando Ciano l’aveva trovata. L’aveva portata in quel vicolo e l’aveva..soggiogata?! Sapeva che i vampiri potevano farlo ma non le era mai successo qualcosa di simile. Era stato orribile. Non riusciva a controllare le sue azioni, poteva fare solo quello che le diceva Ciano. Eppure si era ribellata ed era svenuta. Probabilmente Ciano l’aveva presa e l’aveva accompagnata in quella stanza. Si guardò intorno. Era una stanza abbastanza grande e lussuosa. Il letto era a due piazze e molto comodo. C’era un piccolo balcone, un armadio e un lampadario abbastanza grande. Affianco a quella stanza ce n’era un’altra, il bagno probabilmente. Tutto era così anonimo e impersonale da farle pensare a una stanza di albergo.
“Ben svegliata.”
Ciano era seduto poco lontano, su una comoda poltrona. In mano aveva un bicchiere che riempiva tutta la stanza con un odore strano, molto prenotante. Sangue. Kayline lo guardò leggermente confusa.
“Cos’è successo?”
La voce era bassa, incolore.
“Sei svenuta perché ti sei opposta al soggiogamento. Sei rimasta in quello stato per buona parte del pomeriggio. Penso che tu ti senta debole.”
La sua voce era calma, forse un po’ curiosa. Kayline annuì in silenzio. Si alzò piano e si avvicinò alla porta. Voleva andare via. Ciano le si avvicinò e le si mise di fronte.
“Tu da qui non vai via. Sei debole, stanca e non puoi dirmi di no. Ora rimani qui, domani partiamo”
Kayline scosse la testa. Sapeva che lui aveva ragione, che era troppo debole ma non voleva rimare lì. Voleva tornare a casa sua, stendersi sul suo letto e provare a dimenticare tutto. Ogni volta che le accadeva qualcosa di brutto faceva sempre così.
“No. Non voglio restare con te. Non dopo quello che è successo. Ti odio ancora di più.”
La risata di Ciano risuonò nella stanza.
“Lo immagino. In ogni caso non hai scelta.”
Il suo sguardo si soffermò sul suo viso. L’aveva osservata mentre era svenuta. I capelli neri tutti scomposti sul cuscino, quel dolore che si vedeva sul suo viso anche quando era svenuta. Quella vista gli era rimasta impressa nella mente. La poteva lasciare in quella stanza e andare via ma non l’aveva fatto. Era rimasto con lei. Voleva esserci quando si sarebbe risvegliata. Aveva detto a se stesso che era solo per vedere come avrebbe reagito eppure sapeva che era qualcos’altro. Kayline abbassò lo sguardo. Non poteva negare l’evidenza. Si sentiva debole e non solo fisicamente. Le dita di Ciano le costrinsero ad alzare il viso.
“Ci sono andato giù pesante. Non avrei mai immaginato che tu potevi reagire in quel modo al soggiogamento”
Kayline si scostò con forza da lui. Non voleva essere toccata da lui. Non voleva il suo aiuto, la sua pietà.
“Non mi toccare”
La voce era un sussurro pieno di odio e rabbia. Il viso di Ciano si indurì.
“Smettila con questo odio! Ti ho aiutata e sei ancora viva. Potevo legarti al letto, potevo fare qualunque cosa. Potevo nutrirmi di te. Non l’ho fatto.”
Si allontanò da lei, lasciandola in piedi al centro della stanza. Kayline non capiva. Perché quello scatto? Cosa aveva detto di diverso dal solito?
“Io…si, hai ragione. Potevi farlo ma non l’hai fatto. Questo però non cambia le cose e lo sai. È colpa tua se sono svenuta.”
Lo guardò con odio per l’ultima volta. Voleva andare via, allontanarsi da lui ma non lo faceva. Si sentiva troppo debole, troppo confusa.
“Dovevo giocare tutte le mie carte. Ti devo portare al Blood College e quello era l’unico modo.”
Kayline lo guardò allibita. L’avrebbe portata al Blood College. C’era riuscito. Aveva vinto. Si sedette di nuovo sul letto e si prese la testa fra le mani. Avrebbe voluto piangere. Ciano l’avrebbe portata al Blood College e lei non poteva fare nulla in quelle condizioni. Gli ultimi anni li aveva passati a scappare. Per cosa poi? Per niente. Sarebbe andata in quel posto e non poteva fare nulla.
“Perché? Perché mi vuoi portare lì? Non voglio diventare una cavia”
La voce tremava mentre tratteneva le lacrime. All’improvviso avvertì un braccio attorno alle spalle. Ciano.  Alzò la testa di scatto.
“Kayline devi venire con me. Mi hanno detto di portarti lì e lo farò.”
All’improvviso Ciano aveva l’impressione di essere tornato indietro nel tempo. Kayline era così simile a quella ragazza spaventata che aveva incontrato eppure era così diversa!  Non stava piangendo, si tratteneva ma la tutto in lei gli ricordava quella ragazza spaventata. Guardò quegli occhi di un celeste così simile al ghiaccio. Erano gli occhi di una persona che si odiava ma che nascondeva tutto. La strinse a se. Kayline era sorpresa. Per una volta rimase immobile. Si era lasciata andare e Ciano non ne aveva approfittato. 
“Stasera rimani qui. Domani se starai meglio andremo al college.”
“Non portarmi lì”
La sua era quasi una preghiera. La voce era rotta dal pianto.
“Non posso. Lo sai. Domani andremo.”
Una sola lacrima scese sul viso di Kayline. Oramai non poteva fare nulla. Rimasero così per ore.
 
 
 

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Capitolo 6
*** Un accordo ***


Kayline si svegliò la mattina. Stava ancora nel letto di Ciano. Si erano addormentati abbracciati. Avvertì una sensazione strana. Fastidio forse? Dopotutto Ciano la voleva portare in quel college odiato e lei che faceva? Invece di affrontarlo passa la notte abbracciata con lui! Si alzò dal letto in silenzio. Non voleva svegliarlo. Voleva andare via da lì. Quella stanza la odiava, le sembrava di stare in gabbia. Aveva fame, non si nutriva di anime da un bel po’. Si avvicinò alla porta e provò ad aprirla. Era chiusa a chiave. Ciano aveva previsto la sua reazione? Riprovò ad aprirla. Inutile. Si guardò intorno cercando la chiave. Non la vedeva da nessuna parte. Si mise una mano fra i capelli. Non voleva andare in quel dannato college. La sera prima era stata solo una debolezza. Lei non era così. Lei era la demone assettata di anime che ammazzava un ragazzo ogni sera. Era la demone che lottava, non quella che si arrendeva. Si avvicinò al piccolo balcone. Poteva provare a uscire da lì. Si affacciò. Il paesaggio era bellissimo. Si vedeva tutto il centro di Londra. Le persone sembravano tante formichine. Un leggero vento le scompigliò i capelli neri. Guardò sotto di se. Erano almeno 100 piani. Non poteva saltare da lì.
“Dannato te! Hai pensato a tutto stronzo…”
L’ira era contenuta nella sua voce ma questo non le impediva di farla tremare. Ritornò nella stanza come una furia e si mise a cercare dappertutto la chiave. Guardò sul tavolino, sulla poltrona, nei cassetti dell’armadio. Nulla. Avvertì una risatina dietro di lei.
“Cerchi questa per caso?”
Ciano fra le mani aveva una piccola tessera di quelle elettriche. Ci giocherellava. Sembrava così rilassato! Kayline lo bloccò al muro.
“Dammela.”
Ciano era ancora rilassato e sorrideva. Lo sguardo infuriato di Kayline non lo toccava minimamente. In quel momento era più demoniaca che mai con i capelli scompigliati e gli occhi accesi da una fame mal controllata. Si sforzava di non attaccarlo, di non nutrirsi della sua anima, ma non ci riusciva. Ciano iniziò a pensare velocemente. Non si nutriva da circa due giorni. Doveva essere a dir poco affamata. Affamata e debole.
“Cosa vorresti farmi? Sei affamata, te lo leggo negli occhi. Non ti conviene provocarmi. Ti ricordo che io mi sono nutrito in questi due giorni tu invece, a quanto pare, non l’hai fatto.”
“Lo farò ora, non ti preoccupare.”
Ciano la guardò senza capire. Lui era un vampiro e lei una demone. Non poteva nutrirsi di lui. Doveva essere immensamente potente per farlo. Stava pensando a quelle cose quando avvertì un incredibile dolore al petto. Kayline lo guardava negli occhi senza muoversi eppure lui sapeva che lei stava facendo qualcosa. Stava perdendo qualcosa di se stesso. La sua anima.
“Cosa stai facendo? Cosa cazzo stai facendo?”
Un sorriso sadico illuminò il viso di Kayline.
“Te l’ho detto. Mi nutro di te. Non è la prima volta che uccido un vampiro in questo modo. *
La rivelazione lasciò Ciano ancora più sorpreso. Ecco perché volevano Kayline a tutti i costi al Blood college. La volevano per quei suoi poteri così sviluppati. Ma perché proprio lei? Come faceva il direttore a sapere che lei era così potente? Non aveva tempo di pensarci. Sapeva che in quel momento Kayline era più vulnerabile. Doveva approfittarne se non voleva morire. Si avvicinò a lei e le morse il collo con forza. Sentì un sussulto e il dolore che fino a pochi secondi prima gli attanagliava il petto sparì. Lasciò subito Kayline. Lei lo guardava con un odio ancora più forte.  Quell’odio lo spaventava e lo faceva infuriare contemporaneamente. Chi era quella lì per fare così? Non era altro che una demone. Una demone potentissima ma pur sempre una demone. Andò dietro di lei e le tirò indietro la testa. Avvicinò le sue labbra al suo orecchio.
“Tu sei prigioniera in questa stanza. Tu non puoi uscire e non ti puoi nutrire. Non io. Sai una cosa? Rimandiamo il viaggio di un giorno. Oggi tu rimani qui e io esco. Io vado a saziare la mia fame e tu la fai crescere, che dici? Ti piace l’idea?”
Non le lasciò il tempo di rispondere e si dileguò via, lasciandola sola nella stanza.
 
Kayline camminava irrequieta nella stanza chiusa. Non riusciva a fermarsi. Erano già passate ore da quando Ciano era andato via. Si mordicchiava il labbro con impazienza. Quello stronzo sapeva quel che faceva. Lei non poteva uscire, nessuno tranne lui poteva entrare. Era sola, completamente sola. Mai la solitudine le era pesata così tanto. Stava male. Avvertiva una fame senza fine. Esasperata andò a farsi una doccia, l’ennesima. Mentre l’acqua le scivolava in lunghe gocce sul viso i ricordi la colpirono all’improvviso.
 
Kayline stava con Ciano. Lo odiava ma non poteva fare nulla. Il suo morso l’aveva fatta urlare con tutto il fiato che aveva in gola. Aveva visto l’eccitazione della caccia nei suoi occhi quando aveva iniziato a scappare. Correva e il vestito le si impigliava nei bassi arbusti. Era più veloce di un qualunque umano. Veloce come una demone. All’improvviso aveva avvertito una mano sul suo polso ed era caduta a terra. Si era rialzata e l’aveva visto. Non era un ragazzo, era un vampiro. L’aveva presa per il polso e l’aveva trascinata via, nonostante le sue urla. Le aveva spezzato il polso. Ora stavano di nuovo nella radura. Lei piangeva in silenzio e lui sorrideva rilassato. Stava godendo del suo pianto. Era stato in quel momento che aveva deciso che sarebbe diventata più forte e non avrebbe più pianto. Aveva aspettato che Ciano andasse a dormire. Non voleva andare da nessuna parte. Non si sarebbe fatta portare via. Probabilmente Ciano non si aspettava una reazione simile da parte sua perché non aveva preso precauzioni. Si alzò in silenzio e si avvicinò al cavallo. Quello nitrì e Ciano si svegliò. La raggiunse in pochi secondi. La buttò a terra e la bloccò lì.
“TU NON VAI DA NESSUNA PARTE. RIPROVACI E MUORI!”
Quell’ira era spaventosa. Kayline rabbrividì. Ciano la lasciò andare. Voleva essere temuto. Le accarezzò il collo, lì dove l’aveva morsa.
“Quello era solo un assaggio di quello che potrei farti. Non costringermi. Dopotutto, perché rovinare un visino così bello?”
Rise e si allontanò. Lei era troppo spaventata per reagire ma in qualche modo la sua rabbia fu più forte. La sua rabbia e la sua natura di demone. Andò alle sue spalle e gli spezzò il collo. Non pensava di essere in grado di farlo e invece l’aveva fatto. Rimase immobile mentre, in silenzio,  piangeva. Non voleva uccidere nessuno eppure da quando era diventata una demone aveva ucciso così tante volte! Aveva perso il conto. Si sedette a terra. All’improvviso Ciano mosse un dito e Kayline capì. Non poteva ucciderlo in quel modo. L’aveva solo fatto svenire. Si rialzò in fretta, salì sul cavallo e scappò via da lui. Non l’avrebbe mai trovata.
 
L’aveva trovata invece. Si lasciò cadere a terra, nella vasca e rimase così per ore, scossa dai brividi di freddo e di fame.
 
Ciano camminò per tutto il giorno per Londra. Dissanguò molte ragazze, entrò in tutti i bar possibili. Sapeva che aveva fatto una cosa infame. Aveva lasciato una demone affamata in una stanza chiusa. Una demone che odiava gli spazi chiusi. Probabilmente l’avrebbe ucciso appena l’avrebbe rivisto per fargliela pagare. Ridacchiò fra se e se. Si, l’aveva fatta grossa. Doveva farsi perdonare in qualche modo. Non gli interessava dell’odio di Kayline ma voleva andare via da Londra. Per farlo però doveva aspettare che lei fosse in grado di viaggiare. Era sera ormai e il celo diventava di un viola cupo. Camminava veloce per le vie quando si scontrò con un ragazzo. Era bello, capelli biondi e occhi verdi. Ciano lo guardò negli occhi e lo soggiogò.
“Vieni con me. Andiamo da una nostra amica che ha tanto bisogno di te.”
Il ragazzo lo seguì senza parlare. Il soggiogamento sugli umani era sempre così affascinate. Loro non potevano fare nulla, non se ne rendevano neanche conto. Lo condusse all’hotel. Appena arrivò davanti alla porta della stanza la aprì e ci buttò il ragazzo dentro. Kayline era seduta sul letto, scossa dai brividi. Un sorriso di trionfo illuminò quel viso perfetto di Ciano. Il viso di uno stronzo. Amava vedere le persone così indifese, così vulnerabili. Probabilmente Kayline era ossessionata dalla fame. I suoi capelli era bagnati come se fosse uscita dalla doccia da poco. Gli prese il viso fra le mani e la costrinse a guardarlo negli occhi. Lei sostenne il suo sguardo.
“Uhm..fammi immaginare..sei affamata e faresti qualunque cose per un’anima. Allora ti propongo un patto. Sei disposta ad ascoltarmi?”
“Parla”
Kayline faticava a parlare, la sua voce era bassa.
“Io ti permetto di nutrirti e tu mi seguirai al Blood college senza fare storie.”
“NO! Io non verrò mai in quel dannato college con te!”
“Bene. Passerai molto tempo qui dentro. Da sola. Com’è stata la giornata di oggi? Ricorda ogni dettaglio di questo giorno perché finché non accetterai questa sarà la tua vita.”
“No… no..non puoi  farmi questo… Ciano non puoi.. sai anche tu cosa mi stai facendo…non puoi farlo”
La paura di Kayline gli piaceva, la adorava. Anche lui forse si sarebbe comportato in quel modo ma non gli importava. Ora si godeva la sua paura.
“Non posso? Non posso? Sei sicura? E se ti sbagli? Rischi di soffrire tanto per tanto tempo per cosa poi? Per testardaggine.”
“NON VOGLIO VENIRE CON TE IN QUEL COLLEGE!”
Kayline si liberò dalla sua presa e abbassò il viso. Doveva accettare quel compromesso. Strinse i pugni con rabbia.
“Ti odio. Ti vorrei vedere morto eppure sono costretta ad accettare”
Il suo sussurro riempì la stanza. L’aveva fatto alla fine…era scesa a compromessi. Aveva venduto la sua libertà. Si odiò una volta in più. Ciano rise. La fece alzare e le diede il ragazzo.  Kayline si nutrì di lui in pochi secondi. L’anima dissipava la sua fame, la fermava. I tremiti piano finirono. Quando il ragazzo cesso di respirare Kayline si allontanò dal corpo e si avvicinò a Ciano. I suoi occhi incontrarono i suoi. Gli sorrisi con cattiveria.
“Ora che sei riuscito a piegarmi cosa vuoi fare? Vuoi restare qui? Ora che hai vinto ti senti forte e potente?”
“No. Io ho fatto quello che dovevo. Prendi le tue cose. Andiamo via da qui.”
Il cuore di Kayline accelerò il battito. Sperava di poter rimandare la partenza. Ciano se ne accorse e fu lui a sorridere.
“Non ti concederò neanche un altro secondo a Londra. Andiamo via ora. Hai già cambiato idea, Kayline?”
“No..no..andiamo.”
Si girò e iniziò a prendere le sue cose. Un’ora dopo stavano all’aeroporto per prendere un aereo. Prima di salire a bordo Kayline guardò Londra per l’ultima volta. Bella, antica, misteriosa. Sua. Per la prima volta capiva che quella città era stata la SUA città per tanto tempo. La guardò in silenzio.
“Kayline Sali sull’aereo”
La voce annoiata di Ciano. Lei semplicemente ubbidì. Aveva fatto un accordo. Lo doveva mantenere. 

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Capitolo 7
*** Roma ***


Una ragazza camminava fra le migliaia persone che uscivano da quell’affollato aeroporto di Roma. Persone che venivano da tutte le nazionalità si accalcavano in quel piccolo aeroporto per uscire e andare a visitare la città eterna. Kayline non era fra quelle. Voleva uscire di lì, andare da qualunque parte ma non lì. All’inizio aveva pensato che era uno scherzo. Era salita sull’aereo con Ciano per andare al Blood College. Aveva detestato ogni secondo di quel ridicolo volo. Lei, seduta al suo posto, in prima classe, con le gambe accavallate, era stata in silenzio per tutto il tempo. Non aveva detto neanche una parola. Guardava fuori dal finestrino mentre la sua mente lavorava veloce. Era stata costretta ad accettare quello stupido compromesso con Ciano ma non per questo l’avrebbe rispettato. Non voleva andare in quel college. Eppure era scappata per tutto quel tempo. Come una codarda. Era pronta a rimangiarsi la parola? Non l’aveva mai fatto. Farlo in quel momento era un atto di vigliaccheria. Non avrebbe mai tradito Ciano. Certo, lo detestava e lo voleva morto ma non per questo l’avrebbe tradito senza mantenere la parola. Non lo faceva per lui. Lo faceva per se stessa. Eppure, per un attimo, quando era scesa dall’aereo aveva desiderato fuggire. Era stata la stretta di Ciano sul suo avambraccio a riportarla alla realtà. Era sempre lì, pronto a bloccarla, a fermarla. Anche lui era stato in silenzio per tutto il viaggio. Aveva finto di leggere un libro ma in realtà aveva osservato Kayline per tutto il tempo. Aveva provato a concentrarsi sul testo ma non ci riusciva. Non aveva letto neanche un rigo. Perché era così calma? Perché non lo guardava con odio? Kayline non si faceva sottomettere in quel modo. Non l’aveva mai fatto, neanche quando era una giovane demone spaventata da tutto. Non l’avrebbe seguito al Blood College in quel modo. L’avrebbe ostacolato. Gli aveva dato la sua parola ma non si fidava di lei. Quando l’aereo era atterrato si era affrettato a scendere. Aveva bloccato Kayline prima di farle fare qualunque cosa. Lei si era semplicemente liberata dalla sua presa ed era andata a recuperare il suo bagaglio. Ora camminava velocemente fra le persone, con i capelli di quel nero corvino che le volavano attorno al viso. Non aveva una meta. Sembrava solo che voleva scappare. Non voleva scappare da lui, voleva scappare da tutto quello che le stava succedendo attorno. Non poteva fermarsi. Se lo faceva le sarebbe crollato tutto addosso. Aveva avuto fin troppo tempo per pensare sull’aereo. Ora voleva solo arrivare a quel dannato college e chiudere quella storia per sempre. Non sarebbe rimasta. Avrebbe fatto di tutto per scappare da lì. Non la potevano trattenere con la forza.  Stava per uscire quando una mano le bloccò il polso. Ciano. Di nuovo. Si girò infuriata.
“Non sto scappando. Lasciami”
Lui la guardò e rise. Si appoggiò con insolenza a un muro. Continuando a tenerle il polso.
“Hai almeno idea di dove andare? Cammini senza una meta Kayline. Devi smetterla. Non è da te fare così.”
La guardò negli occhi per un lungo istante. Kayline sosteneva il suo sguardo. I suoi occhi erano impenetrabili. Non voleva far capire a nessuno come stava. Ciano le lasciò il polso e uscì. Lei lo seguì subito.
 
Si sistemarono in un piccolo hotel anonimo, come tanti. Alla reception aveva parlato Ciano.
“Una stanza per due. No, non un letto matrimoniale, due letti separati per favore. Non vogliamo la cena in camera, provvediamo da noi.”
Kayline aveva ascoltato tutto in silenzio, appoggiata al muro. Sapeva che Ciano non le avrebbe mai permesso di stare in una stanza separata dalla sua ma detestava l’idea di rimanere chiusa di nuovo in una stanza con lui. Le avrebbe ricordato troppo quell’albergo di Londra. Lo seguì in silenzio fino a quella stanza ed entrò.  Lasciò le valigie sparse in giro e si butto sul letto, fissando il soffitto.
“Chiedere due stanze non era possibile, vero?”
“Per permetterti di scappare? No, grazie.”
Ciano ridacchiò appena. Era di buon umore e non badava al tono acido di Kayline. Quella città gli piaceva molto e poi stava per tornare al Blood College, vittorioso. Guardò Kayline stesa sul letto. Perché rendeva tutto così difficile? Non gli parlava, non lo calcolava. Passava il tempo a ignorarlo. Avrebbe preferito sentirla supplicare di lasciarla andare. Quel silenzio non si addiceva a lei.
“Smettila.”
Una sola parola ma sufficiente per farla alzare dal letto e per inchiodarlo con uno sguardo glaciale.
“Non sto facendo nulla. Lasciami stare. Non ti sto attaccando, non ti sto creando difficoltà quindi
Lasciami in pace, va bene?”
“Ti sei arresa. Non è da te.”
Ciano la guardava con calma. Non sapeva neanche lui perché stava facendo così. Dopotutto, cosa gli importava se Kayline si era arresa o meno?  Dopotutto per lui era meglio così. Qualcosa nel viso perfetto della ragazza e nel suo sguardo duro e impenetrabile gli faceva pensare di aver fallito. Il suo compito era quello di riportarla al college, non importava com’era il suo atteggiamento. Eppure c’era qualcosa che lo preoccupava. Le prese il braccio e la costrinse ad alzarsi, costringendola a guardarla negli occhi, in silenzio. Sembrava arrabbiata, senza sentimenti. Era così. Era troppo arrabbiata, troppo infuriata. Un sorriso si allargò sul viso di Ciano.
“La povera demone libera come il vento è finita in gabbia e per questo si è arresa? E io che pensavo che tu avevi un carattere forte. “
Si avvicinò di più al suo viso.
“Nulla. Tutte frottole. Bugie. Ho cercato per 1000 anni una codarda come te.”
La spinse, facendola cadere a terra. Kayline si alzò piano, guardandolo con un odio a mala pena contenuto. Non ne poteva più, non ne poteva più di stare in quella stanza con Ciano, non ne poteva sapere più che l’avrebbe condotta in quel college. Si alzò e lo buttò al muro, stringendogli il collo.
“IO NON SONO UNA CODARDA! NON MI SONO ARRESA. NON SAI NULLA. NON SAI NULLA. “
Ciano la guardò sorridendo. Allora non si era arresa…non completamente. Le strinse il polso e la costrinse a lasciarlo. Gli portò subito il braccio dietro la schiena e si allontanò dal muro, continuando a tenerla in quella posizione dolorosa.  Sapeva che a Kayline in quel momento la spalla lanciava dolori incredibili ma non gli importava. Aveva capito che la ragazza non si era arresa e questo lo rallegrava, in parte. Doveva riuscire a capirla, a capire le sue emozioni. Si avvicinò al suo orecchio e le spostò i capelli neri.
“So che ora ti stai facendo male la spalla ma so anche che questo non è nulla. Posso farti ancora più male ma non voglio. So che mi odi ma il tuo odio non ti permetterà di scappare. Ora io ti lascio, tu ti siedi e parliamo tranquillamente. Non voglio viaggiare con una mummia. Posso anche soggiogarti di nuovo e farti venire con me ma ti sto lasciando una scelta. Non farmene pentire.”
La lasciò andare e si sedette, guardandola con un sorriso sarcastico. Kayline era infuriata, la spalla le faceva male e quel sorriso di Ciano la faceva infuriare ancora di più. Strinse i pugni e si sedette di fronte a lui, accavallando le gambe.
“Non ho nulla da dire. Non voglio venire con te.”
“Bhe, mi dispiace ma non puoi scegliere. Ti trascinerò con me. Perché detesti così tanto il college?”
“Io non voglio venire. Io non verrò.”
Quelle parole pronunciate in tono glaciale non colpirono Ciano. Sapeva che non avrebbe ottenuto nulla da Kayline, non gli avrebbe mai detto perché detestava il college. Si limitò a sospirare e ad alzarsi.
“Non fare la bambina. Tu verrai Kayline. Ora io vado a caccia, tu rimani qui. Kayline si alzò e lo guardò negli occhi. Cosa voleva fare? Lasciarla lì, senza nutrimento, come aveva fatto a Londra?
“I patti….erano..diversi…”
Ciano la guardava in modo impenetrabile. Rise. Aveva paura. Kayline aveva paura di soffrire di nuovo per fame.
“Tornerò con qualcosa per te. Non avrai fame, io mantengo le promesse. Domani arriveremo al college e da lì in poi toccherà ad altri dirti cosa fare. “
Ciano uscì e la lasciò da sola con i suoi pensieri, di nuovo.
 
Era giorno, di nuovo, Ciano e Kayline avevano appena lasciato l’hotel da poco e ora Ciano guidava verso una meta sconosciuta. Stavano in silenzio, un silenzio che lasciava troppo spazio ai pensieri.
“Dove si trova il college?”
Era la voce di Kayline, fredda, disinteressata.
“Ora vedrai”
Quella nota di divertimento presente in quella di Ciano era a dir poco odiosa ma Kayline non contestò, si limitò a fissare davanti a se. Arrivarono in un aeroporto privato dopo poco e salirono su un aereo privato guidato da un vampiro. Ciano lo salutò amichevolmente mentre quello lanciava semplicemente un’occhiata curiosa a Kayline.  Iniziarono a volare sul celo limpido di Londra, velocemente. Le case scorrevano sotto l’aereo lasciando intravedere una vista mozzafiato a cui nessuno pensava.
“Non potevano mettere il college in un luogo accessibile a tutti perciò è edificato su un’isola. La conoscono in pochi, molti credono che è la dimora di qualche riccone invece su quell’isola sorge il Blood College. Ben presto lo vedrai. Da ora in poi è il tuo college Kayline.”
Ciano non stava mentendo, era davvero così. Da quel momento in poi era anche il suo college ma bastava quel pensiero per farla stare male. Perché aveva accettato? Perché non era scappata? Pochi minuti dopo atterrarono davanti a una struttura fantastica,un castello decorato con lune e fiori. Un sorriso brillò sul viso di Ciano. Finalmente c’era riuscito, era tornato a casa sua con Kayline. Le afferrò il polso e la spinse avanti, mettendola affianco a lui, continuando a sorridere.
“Benvenuta al college, Kayline. Finalmente”
 
 

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