Tell me a story.

di Charlie Hudson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo.
Los Angeles, 2012.
“Nonna, nonna non te ne andare! Raccontami un’altra storia!” esclamò la bambina dal suo lettino.
“Tesoro, è tardi. Devi riposare, domani c’è scuola” rispose la nonna che di nonna non aveva proprio niente. Insomma era abbastanza giovane per essere nonna.
“Dai, solo unaaa” la pregò la ragazzina, facendo il labruccio.
“E va bene, ma quando sei stanca chiudi gli occhi e dormi, okay?” disse la nonna, sospirando e risendendosi alla poltrona vicino al letto.
“Che storia vuoi che ti racconti?”
“Boh, non lo so. Fai tu! Sono tutte bellissime”
“Allora ti racconterò la storia di come ci siamo conosciuti io e tuo nonno. Se ti spaventi, visto che sarà una storia abbastanza cruda, dimmelo subito” l’ammonì la nonna.
Sul viso della bambina apparve un’espressione corrucciata “Nonnaaa, ho 10 anni! Sono grande!”
“Va bene, va bene. Allora, cominciamo?”
“Certo!”  esclamò la bambina, mettendosi comoda nel suo letto.
“Tutto cominciò una fredda notte d’inverno, era, se non ricordo male, il 26 novembre del 1988 e quello fu il giorno più brutto e più bello di tutta la mia vita…”
“Perché nonna?”
“Beh, perché quello è stato il giorno in cui ho dovuto lasciare mio padre a sbrigarsela da solo con le forze dell’ordine, ma ho anche conosciuto l’uomo che ha cambiato per sempre la mia vita, Axl Rose!”
(…)
Los Angeles, 26 novembre 1988.
“Papà, sono a casa!” esclamò la giovane Alexis. Non ottenendo risposta, andò in giro per casa vedere dove stava.
Lo vide seduto sul letto, con gli occhi sgranati e una mano sulla bocca. Aveva gli occhi bagnati di lacrime.
“Papà, papà che è successo?” chiese la figlia allarmata. Il padre le allungò una lettera con mani tremanti.
Caro signor Harrison,
mi dispiace informarla che, essendosi giocato tutto la scorsa notte a carte, figlia compresa, siamo costretti a venire a prelevare tutti i suoi beni e la sua prole domattina all’alba.
Cordialmente, Jack Smith.
“P..papà, tu..tu mi hai venduto?” chiese lei, con voce flebile e arrabbiata allo stesso tempo.
“Non sapevo che fare! Sai che ci servono quei soldi per andare avanti, l’azienda ha fallito, non ho nemmeno i soldi per pagarti la retta della scuola…pensavo di vincere…”
“E ora tu che cosa farai? Dove mi porteranno?” Alexis si stava spaventando sempre di più.
“A te ho già provveduto…non so se ricordi il reverendo Stephen Baylee, quando vivevamo ancora a Lafayette”
Cristal annuì.
“Ti ricordi suo figlio? William? Oggi si fa chiamare Axl Rose”
“Oddio, vuoi dire quel ragazzo odioso e pieno di sé che si credeva il meglio della scuola?”
“Ehm, si..proprio lui. Purtroppo è l’unico con cui avessi ancora dei contatti e si è trasferito qua, almeno tre anni fa, è famoso, ti può mantenere..” disse il padre, con un sospiro.
Alexis sbottò “Ma io non voglio andare da lui! Ci odiamo e io da quel giorno non voglio più avere niente a che fare con lui!”
“Ti riferisci al giorno in cui lui e i suoi amici ti fecero rimanere chiusa in quella stanza per un giorno?”
“Esattamente!”
“Dai Alex, eravate ragazzi! E poi vuoi andare con William o con questi pazzi che ti farebbero non so che cosa?!” di colpo la voce del padre di era indurita. La ragazza si rese conto che si stava comportando come una bambina viziata. In fondo c’era in ballo la sua vita e quella di suo padre.
“Va bene, lo farò. Ma solo per te! Vado a fare la valigia” appena entrò in camera, si buttò sul letto e si mise a piangere, pensando a quello che sarebbe potuto capitare o a lei o a suo padre.
Fatta la valigia, e messo a posto un piccolo beauty, ritornò in salotto dove vide suo padre con un borsone.
“Tu che farai, papà?”
“Andrò in una cittadella, qua vicino, sperando che nessuno mi scopra”
“Ma William sa che io devo andare a vivere da lui?”
“Certo, ha detto si a una condizione…”
Alexis fece la faccia scettica “E sarebbe?”
“Che non gli rompi le palle….sue testuali parole eh!”disse lui, alzando le mani.
“Ooh può stare tranquillo! Non gli rivolgerò nemmeno una volta la parola, se non per mandarlo a fanculo quando dovremo litigare per chi deve usare prima il bagno!” esclamò lei stizzita.
“Non credo ci sarà questo pericolo..vedi lui abita in una grande villa bianca nella periferia di L.A. avranno bagni a bizzeffe!”
“Perfetto, allora! Quando ci dobbiamo andare?”
“Stanotte, quando occhi indiscreti non ci vedranno..”
“Bene…”
Restarono così per alcuni minuti, minuti in cui Alexis pensò a come dovesse essere cresciuto William o meglio Axl; sorrise, aveva sempre voluto chiamarsi così.
Quella notte arrivò molto presto per i gusti di Alexis  e con suo padre presero la macchina, quella vecchia caretta che faceva più rumore di un trattore, e si diressero verso la villa di Axl.
Arrivarono di fronte a un imponente villa bianca e Alexis dovette strabuzzare gli occhi più e più volte: era veramente magnifica.
Solo per un attimo dimenticò le sue paure e pensò a come dovesse essere bello vivere lì, senza pensieri..poi ricordò il motivo per cui si trovava lì e la tristezza e il dolore tornarono a fare capolino sul suo bel viso.
Il padre suonò al campanello e un maggiordomo venne ad accoglierli: aveva un’aria piuttosto affabile e gentile.
“Buonasera signori” poi, rivolgendosi ad Alexis “lei deve essere la signorina Harrison, suppongo”
“Si, sono io, signore” il maggiordomo le sorrise gentilmente.
“La prego, mi chiami Zack”                                           
“Okay, Zack!” le stava simpatico quel tipo.
“Se vuole darmi la valigia, gliela porto io, signorina” detto questo prese la valigia nera e logora e disse “Vi lascio un po’ di tempo per salutarvi…”
Alexis si girò e salutò suo padre, abbracciandolo e piangendo come una matta “Ti voglio bene, papà, torna presto…”
“Anche io te ne voglio, farò tutto il possibile per ritornare da te e vivere in pace” disse lui, dandole delle pacche sulla schiena. Non erano molto portati per le dimostrazioni d’affetto.
“Ora vai e non piangere, per favore, vedrai che tutto si aggiusterà!” le disse sorridendo.
Ancora con le lacrime agli occhi salì gli scalini della grande villa, accompagnata dal maggiordomo che chiuse la porta alle sue spalle.
Nessuno dei due si era accorto che un paio di occhi verde smeraldo avevano seguito tutta la scena dalla finestra più alta della casa.

Alexis

Charlie’s Corner
Ebbene si sono tornata! Questa storia è da due giorni che mi frulla in testa, quindi ho detto perché no? :3 Fatemi sapere se vi piace e se la devo continuare! :D
Baci a tutti e recensite! :D :**

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
La casa, da dentro, era a dir poco spettacolare. Le scale erano in marmo beige con motivi grigi e vi era un sontuoso lampadario di cristallo al centro dell’imponente sala d’ingresso.
“Ammazza, non si è fatto mancare niente eh?!” disse Alexis in un sussurro che però venne colto dal maggiordomo.
“Eh si, il signor Axl è un uomo di buon gusto, devo dire. Questa casa  è veramente magnifica. Spero che le piaccia la sua camera, si trova al piano di sopra…dovremmo fare un po’ di scale, signorina”
“Ti prego Zack, chiamami Alex!”
“Oh va bene…Alex” disse Zack, ridendo.
La mora cominciò a pensare che, se non altro, si era riuscita a fare un amico.
“Ma William dov’è?” chiese Alex, accigliandosi. Stava in quella casa da almeno mezz’ora, ma ancora non l’aveva visto. Non riusciva a spiegarsi il perché, ma era molto curiosa di vederlo.
“William chi?! Aaaah, il signor Axl! Bah, di sicuro starà dormendo. I suoi amici capelloni se ne sono andati poco prima che tu arrivassi”
“Vuoi dire la sua band? I Guns n’ Roses?”
“Sisi, proprio loro. Hanno tanti vizi, ma sono persone buone in fondo. Soprattutto Slash, è un ragazzone burbero, ma di buon cuore” spiegò Zack.
Alexis annuì. Nel suo animo premeva chiedere com’era diventato Axl, ma non l’avrebbe mai ammesso. Era una persona orgogliosa lei, non voleva dimostrare il minimo interesse per quel ragazzo. Anche se doveva ammettere che le stava salvando la vita.
La domanda che più le era venuta spontanea era *perché lo sta facendo?*
Per aiutare suo padre? Probabile.
Per aiutare lei? Non credeva proprio. Loro due si odiavano, e odiare qua è dire poco.
Tutto era cominciato alle scuole superiori quando lei, ragazzina timida e bruttina, si era letteralmente innamorata di Axl.
Lei gli aveva scritto una lettera in cui gli faceva sapere dei propri sentimenti. Era una lettera dolcissima e lunghissima, ma lui, ragazzo tanto bello quanto stronzo, l’aveva letta davanti a tutta la scuola sbeffeggiandola e prendendola in giro.
 Si sarebbe messo con lei, solo se fosse diventato cieco.
E da quel giorno fu guerra!
Il destino volle che Alexis diventasse una ragazza bellissima e Axl cercò di sedurla tempo dopo, di farla avvicinare a sé, ma la ragazza lo mandò via, dicendogli quello che lui le aveva detto davanti a tutta la scuola, quel giorno d’inverno.
Si sarebbe messa con lui, solo se fosse diventata cieca.
Beh, da quel giorno i due si odiarono.
Quando Alexis seppe che il ragazzo stava partendo non potè esserne più felice.
Lei gli augurò tutto il male possibile e lo stesso fece lui. Senza saperlo si stavano facendo del male che poi col passare del tempo li avrebbe avvicinati. Ma in fondo come potevano saperlo?
Alexis si scosse da quei pensieri quando il maggiordomo disse che erano arrivati alla sua camera. Come lei aveva previsto, sembrava la camera di una principessa con al centro un sontuoso letto a baldacchino con le lenzuola in seta rosa.
“Ti piace?” le chiese Zack.
“Se mi piace?! Cazzo, si!” esclamò lei, sgranando gli occhi.
“Bene, sono contento. Allora se vuoi scusarmi, ti lascio il tempo per sistemarti e lavarti. Per la valigia non ti preoccupare, domani verranno le badanti per mettere a posto tutto quanto. Ah, il tuo bagno personale è là, e nello scaffale più grande ci sono i bagnoschiuma  e gli asciugamani. Beh, buon riposo” e se ne uscì.
Fuori dalla stanza Zack sospirò e disse “Non vuole neanche entrare a salutarla, signore? In fondo, penso che lei stia morendo dalla voglia di vedere com’è cambiata”
“Bah, non vedo perché dovrebbe interessarmi!” ringhiò Axl “Io veramente ero solo venuto a chiederti se ha fatto storie per la casa, perché se non le piace può anche andarsene” mentì sfacciatamente lui.
“No, devo dire che le è piaciuta moltissimo”
“Bene, allora posso anche andare al letto” detto questo, girò i tacchi e se ne andò.
Zack scosse la testa e pensò *non cambierà mai* e si avviò nella sua camera.
(…)
Il mattino seguente Alexis si svegliò verso le otto.
In quel letto si dormiva magnificamente: era morbido e caldo, come piaceva a lei.
Ma il pensiero di suo padre da solo in balia di quegli uomini la fece stare agitata per tutta la notte, si chiedeva sempre se stesse bene e se fosse arrivato a destinazione senza problemi.
E non poteva nemmeno chiamarlo: suo padre le aveva detto che avrebbe rotto il cellulare per non essere rintracciato da quegli uomini, quindi ogni forma di comunicazione era venuta meno. Doveva solo confidare nella speranza e in suo padre.
Proprio mentre si stava alzando per andare a fare una doccia, qualcuno bussò alla porta.
“Avanti!” disse la ragazza, alzandosi sui gomiti.
Fece la sua comparsa una donna cicciottella, sulla cinquantina che portava un vassoio con latte e cornetti caldi.
“Buongiorno signorina, come ha dormito stanotte?”
“Abbastanza bene, grazie” disse lei, sorridendole.
“Il signor Axl mi ha chiesto di portarle queste pietanze per fare colazione, però ha detto, con mio grande rammarico, che se non le piacciono può anche digiunare” disse lei, storcendo la bocca per quest’ultima affermazione.
“Dica ad Axl di stare tranquillo e che non ho nessuna intenzione di digiunare” affermò la mora, prendendo un cornetto e mangiandolo voracemente.
“Se posso permettermi, come si chiama signorina?”
“Alexis, ma chiamatemi Alex! E voi?” chiese Alexis, affabile.
“Io sono Juditta, ma potete chiamarmi Jude, signorina”
“Perfavore, diamoci del tu. In questa casa siete tutti così perfetti ed educati”
“Si, il signor Axl vuole che siamo sempre rigorosi ed educati”
“Aaah, quell’uomo!” sbuffò esasperata Alexis “E’ proprio un pallone gonfiato, proprio come lo ricordavo!”
La governante sorrise “Beh ora ti lascio, devo andare a sbrigare le faccende di casa, se hai bisogno chiamami” e uscì dalla stanza.
Alexis sospirò: beh, era ora di alzarsi da quel letto e cominciare quella nuova giornata che le avrebbe portato non poche sorprese.
 
Charlie’s Corner
Beeeh, in questo capitolo non succede granchè, ma vi prometto che dal prossimo le cose si faranno MOLTO più movimentate, ne vedrete delle belle. :3
Grazie a chi ha recensito, letto e messo la mia storia fra le seguite. Grazie di cuore, continuate a farlo! :****

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
Appena si fu vestita e lavata, uscì fuori dalla sua camera e decise di andare a fare un giro per la casa. Non ne aveva visto molto la sera prima.
Percorse un lungo corridoio e poi girò a destra, si ritrovò molto probabilmente nella cucina. Era ben arredata, più piccola delle altre stanze e sul fuoco c’era già a cuocere un brodino che emanava un odore niente male.
Passò oltre, stava per entrare in un’altra stanza quando sentì una melodia provenire dalla camera di fianco. Senza fare rumore si affacciò alla porta socchiusa e vide niente di meno che Axl, con una camicia sbottonata e in boxer, che suonava una musica dolcissima al piano.
Del ragazzino scazzato e sempre con il broncio di Lafayette  non c’era più traccia: i suoi lineamenti, sempre duri e spigolosi, erano da uomo, un uomo, dovette ammettere suo malgrado, bellissimo. I capelli rossicci gli erano cresciuti e aveva molti più tatuaggi.
Poi gli occhi le caddero sui muscoli delle gambe e arrossì di botto. Le gambe, senza un apparente motivo, le divennero molli e diede un colpetto alla porta che però bastò a far scricchiolare il pavimento e l’anta di legno in parquè.
Axl smise di suonare e si girò di scatto e avrebbe giurato di vedere un soffio castano vicino alla porta perciò si alzò e si diresse a passo svelto verso di quella. Fece appena in tempo a vedere la ragazza girare l’angolo.
Ghignò.
Chiudendo la porta per far sembrare di essere rientrato in camera, si tolse le scarpe e si mise a camminare a passo felpato verso l’angolo.
Intanto Alexis si era poggiata proprio là per riprendere fiato. La stava per scoprire e lei non voleva farsi vedere. Non lo ammetteva, ma si vergognava molto. In fondo non si vedevano da un sacco di anni.
Proprio quando stava per tirare un sospiro di sollievo, sentì alle sue spalle “Buh!”
“Ma che caz..?!” urlò, girandosi. Si ritrovò di fronte Axl che la guardava con un ghigno malefico del quale, notò, non era riuscito a liberarsi.
“Ma guarda, guarda. Alexis Harrison! Da quanto tempo!”
“Ciao William”
Il rosso la guardò con sguardo feroce “William è morto, non lo sai? Non sono più lui, io sono Axl!”
“Sarà, ma per me rimarrai sempre William”
“Sempre testarda come un mulo tu, eh? Non sei cambiata per niente”
“Come fai a dirlo? Ci stiamo parlando da soli cinque secondi!” esclamò lei, risentita.
“Intanto ho testato che sei ancora più testarda di prima e questo è un punto a tuo sfavore..” disse lui, facendo un sorrisetto ironico.
“Comunque hai ragione, vedremo se sei cambiata davvero!”
“Bene!”
“Ah, ti pregherei di non andare a ficcanasare nelle stanze che non ti riguardano, okay?”
“Non avevo nessuna voglia di farlo, stavo solo prendendo confidenza con la casa”
Entrambi sospirarono: così la convivenza non andava bene.
“Beh, se vuoi dopo ti porterò a fare un giro io” propose lui quasi borbottando, ma poi sorridendole affabile per la prima volta nella sua vita.
“O..okay”
“Molto bene, ci vediamo allora” detto questo, ritornò nella sua stanza e chiuse la porta.
Alexis, ancora un po’ scombussolata tornò in cucina per sedersi al tavolo e farsi fare una tazza di tè bollente, ma ad attenderla c’erano quattro ragazzoni che scherzavano tra loro. La ragazza si fermò sullo stipite della porta.
I primi che si accorsero di lei furono due ragazzi alti e bellissimi, l’uno l’opposto dell’altro.
Il primo aveva lunghi capelli biondi, sicuramente tinti vista l’abbondante ricrescita e uno sguardo felino che avrebbe ammaliato qualsiasi ragazza nel giro di qualche kilometro.
Il secondo era completamente ricoperto di ricci neri e aveva un aspetto selvaggio che scatenava pensieri non proprio puri. E poi era mulatto!
In fondo alla sala c’era un ragazzo dalla carnagione pallida con dolci occhi verdi-castani che strimpellava la sua chitarra bianca, accompagnato da un ragazzo basso, con il petto peloso, con capelli biondissimi e grandi occhi azzurri. Aveva un sorriso contagioso.
“E tu chi sei?” le domandò quello riccio.
“Alexis, sono una vecchia “amica” di Axl. Voi dovete essere i Guns n’ Roses, immagino” rispose lei.
“Oddio, Alexis. Sei davvero tu?”
A parlare era stato il ragazzo pallido dagli occhi castano-verdi. A guardarlo meglio aveva un’aria vagamente familiare.
“Ci conosciamo?” chiese la ragazza sorridendo a mo’ di scuse.
“Come no! Sono Jeff, l’amico di William… Izzy!”
“Aaaah, oddio Jeff, l’amico taciturno e daltonico di William! Sisi, mi ricordo ora. Ehi, ce l’hai ancora quella coppola nera?”
“Certo che ce l’ho e la uso anche” disse lui, fiero.
A quel punto si avvicinarono gli altri e fecero le presentazioni.
“Ciao, io sono Slash. Piacere dolcezza!”
“Sono Duff, piccola”
“Steven e sono il più figo qua dentro!” affermò il biondino.
“Certo, come noo!” esclamarono i tre.
Alexis ridacchiò.
“Ehm, state cercando Axl per caso?” chiese la mora, intuendo le intenzioni dei ragazzi.
“Si, dovremmo provare” disse Duff.
“Sta in camera sua, là lo troverete!”
“Bene, grazie! Se vuoi, puoi venire ad assistere, dolcezza” disse Slash, tutto un sorriso.
“Volentieri, grazie!” esclamò Alexis, contenta.
Erano simpatici quei quattro tipi.
Arrivati alla camera di Axl, i ragazzi entrarono senza troppe cerimonie salutando il rosso con epiteti non molto educati.
“Lei che ci fa qui?” chiese Axl quando Alexis entrare nella stanza.
“Le abbiamo chiesto se voleva assistere alle prove e lei ha detto si. Che problema c’è?” disse Slash, corrucciato.
Axl non cercò nemmeno di nascondere quella smorfia di disappunto che gli si disegnò in volto e allora Alexis sbottò, stanca dei continui cambiamenti di umore del rosso.
“Il problema sono io Slash! Con permesso, me ne vado!” e se ne andò, sbattendo la porta.
“Ma insomma Axl, che problemi hai con questa ragazza?!” ruggì Duff.
“Non sono cazzi vostri, cominciamo?”
Tutti sospirarono e andarono ad attaccare i loro strumenti agli amplificatori.
Solamente Izzy, come al solito aveva capito qualcosa più degli altri.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
Quando i ragazzi ebbero finito di provare chiamarono le rispettive ragazze e le aspettarono, cominciando a bere generose sorsate di Jack Daniel’s e Vodka.
A dire la verità, là dentro gli unici fidanzati erano Duff e Steven.
Duff era fidanzato con Joanne Charis, una ragazzina dolce e vivace con grandi occhi neri e capelli castani. Si erano conosciuti dopo un loro concerto, al Wiskey a Go Go e là sbocciò l’amore. Passarono una notte assieme, ma Duff potè tranquillamente affermare che quella fu la notte più bella della sua vita…fino ad ora.
Stavano insieme da circa tre mesi. Un record, insomma, viste le malsane abitudini di quei cinque.
Steven invece aveva una sottospecie di relazione con Adrianna Smith, spogliarellista e cameriera al Rainbow, locale molto famoso per tutte le celebrità che ci avevano suonato.
Era una relazione aperta, la loro, senza vincoli, gelosie e tira e molla. Si vedevano e facevano sesso, basta. Niente di più. Però non potevano negare di essere attratti l’uno verso l’altra.
Slash era… Slash. A lui bastava prendersene una per una notte e basta. Botta e via. Anche perché  non aveva ancora trovato l’anima gemella. Così anche Izzy e Axl.
Izzy non era molto d’accordo sull’andare a puttane, ma anche lui aveva i suoi bisogni da…uomo e doveva pur sfogarli, in un modo o nell’altro. E poi non poteva ricorrere sempre al fai da te.
Joanne e Adrianna arrivarono praticamente nello stesso momento e Duff ebbe la brillante idea di presentarle ad Alexis per farle fare nuove amicizie.
“Axl non puoi segregarla in questa enorme casa e non farla parlare con nessuno! Insomma, poverina! E’ pur sempre una ragazza di ventun’anni sola e… spaventata, anche se non lo da a vedere…” disse Duff.
“Duff, ma non mi senti quando parlo? Suo padre mi ha chiesto espressamente di proteggerla e io..” il rosso sospirò “ho accettato e promesso di vegliare su di lei, fino a quando le cose non si saranno aggiustate. Non posso rischiare di farla scoprire e se quelle due si facessero scappare qualcosa?”
“Axl, ma per chi ci hai preso?!” esclamò Joanne, contrariata.
“E’ ovvio che ci impegneremo per non farci scappare niente su questa storia, ma quella ragazza ha bisogno del supporto di due amiche in questo momento e noi caschiamo a fagiolo!” disse Adrianna convinta.
“Ooh va bene. Fate quello che volete, ma guai, guai a voi se vi fate scappare qualcosa a riguardo. Intesi?”
“Intesi!” esclamarono insieme le due ragazze.
Detto questo vennero accompagnate alla camera della ragazza.
Axl bussò, brontolando “Alexis!”
Alexis prontamente si asciugò gli occhi con la manica del maglione, tirò su col naso e gridò “Cosa cazzo vuoi ancora?” si maledì da sola, la voce le uscì tremante e sperò con tutto il cuore che Axl non se ne accorgesse, ma non fu così.
“Stai piangendo?” le chiese il rosso.
“Niente affatto!”
“Se, certo” borbottò, sospirando “Ci sono visite per te, posso aprire?”
“No, vengo io” si sentì un rumore di passi e poi la porta si aprì. Alexis aveva il trucco un po’ colato agli angoli degli occhi e le labbra secche. Teneva la testa bassa.
A quella visione ad Axl si strinse il cuore, ma perché poi? Cos’era questo sentimento che stava provando, nuovo e sconosciuto? Non gli diede molto peso anche perché gli faceva venire dei crampi alla pancia mai avuti prima.
Le famose farfalle nello stomaco? Non credeva proprio. Lui era Axl Rose e non provava sentimenti per nessuno, forse solo per Jeff e gli altri. Amicizia. Ma non conosceva altri sentimenti se non rabbia, dolore e angoscia.
“Ti ho portato due mie amiche se volevi fare due chiacchiere con qualcuno”
Alexis alzò la testa e vide due ragazze che le sorridevano dolci e affabili.
“Oh, grazie”
Axl si sentì meglio quando vide il volto della giovane rischiararsi.
“Possiamo entrare?” chiese Joanne.
“Certo”
Le due ragazze entrarono e Alexis sussurrò un “grazie” ad Axl, ma prima che il ragazzo potesse aprire bocca lei aveva già chiuso la porta.
Dentro la camera di Alexis le due ragazze si presentarono.
“Io sono Joanne Charis, fidanzata di Duff, lo spilungone biondo”
“Io sono Adrianna Smith, pseudo-fidanzata di Steven, il nanetto peloso”
“Io sono Alexis Harrison, molto piacere”
“Che ci fai qua?” chiese Joanne “Axl ci ha detto che sei in una situazione delicata”
“Beh, si. In effetti, è così” e iniziò a raccontare la sua storia.
Quando finì le due avevano le lacrime agli occhi, anche perché Alexis non si era limitata a raccontare la storia di suo padre, ma anche quella sua e di Axl.
“Che stronzo che è stato. Ti ha fatto davvero molto male” disse Joanne, corrucciata.
“Si, lo so. Beh, anche io ho fatto la mia parte. Insomma anche io sono stata una stronza…”
“Ma se lo meritava, Alex!” esclamò Adrianna.
“Lo so, lo so”
“E ora come vanno le cose?”
“Male, lui un minuto è gentile e l’altro diventa irascibile e acido come una vecchia zitella. Davvero, non lo capisco. A dire la verità non l’ho mai capito veramente, sin da quando andavamo a scuola insieme” spiegò la mora.
“Si, Axl è così. Me ne parla Duff quando torna dalle prove, certe volte mi dice che se ne va, sbattendo il microfono, quando non è d’accordo su una questione, le cose devono per forza essere fatte come dice lui. Se no non è contento, ma è anche vero che se non fosse per lui la band non avrebbe avuto il contratto” disse Joanne.
“Axl bisogna comprenderlo perché ha avuto un passato davvero traumatico, tu dovresti saperlo. Sai che suo padre adottivo lo picchiava, quelli sono traumi che rimangono per tutta la vita. E’ un uomo molto tormentato anche se non lo da a vedere, secondo me il suo comportamento è anche una barriera per non soffrire più”
“Si, ho capito. Ma è probabile anche che ce l’abbia ancora con me per quella storia alle scuole superiori” ipotizzò Alexis, scostandosi una ciocca di capelli dagli occhi.
“Beh, è probabile, sì. Axl è molto rancoroso.”
“E se devo dirla tutta io sono ancora arrabbiata con lui per quello che mi ha fatto passare”
Dopo un minuto di silenzio Adrianna disse “Perché non cercate di fare pace?”
“Impossibile” sentenziò subito Alexis.
“Perché?” esclamarono in coro le due ragazze.
“Perché…perché… non lo so! Ma non penso che lui voglia fare pace. E’ così odioso e pieno di sé in un modo…” la mora sbuffò, ma Joanne non si fece sfuggire un particolare: le si erano imporporate le guancie. Era arrossita!
“Perché stai arrossendo?” chiese Joanne, maliziosa.
“Eh? Cosa? Non sto arrossendo! Cosa dici? Non sto arrossendo!” disse la mora, toccandosi le guancie in modo isterico.
Le due ridacchiarono.
“Ti piace ancora?” chiese Adrianna.
“NO!” quasi gridò lei. Divenne ancora più rossa.
“Sicura, sicura?” chiese Joanne.
“Si..” quasi sussurrò lei.
“Mh, va bene. Se lo dici tu!”
Alexis annuì.
Non le piaceva, non poteva piacerle ancora, che diavolo!
 
Charlie’s Corner
Capitoletto nuovoooo! :D Bene, vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno recensito e cioè: Ormhaxan, Angie Cobain, Alex Rose McKagan, Meadows Cobain, LA_Gibson_ e PJ_! Grazie di cuore, davvero! Le vostre recensioni mi rendono davvero felice!
Ringrazio ancora coloro che hanno messo la mia storia fra le seguite e wowowoh fra le PREFERITE! Grazie, grazie mille, davvero! :D
Beh, ora devo andare bacioni e vi faccio anche un regalo, mi raccomando recensite! :D


Joanne.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
Erano passate due settimane da quando Alexis si era trasferita a casa di Axl ed erano state molto dure per tutti.
Se c’era Axl non c’era Alexis, se c’era Alexis non c’era Axl, matematico.
Axl e Alexis stavano bene in quella situazione, non si calcolavano per niente e di conseguenza non si litigava, ma i ragazzi , Joanne e Adrianna stavano passando le pene dell’inferno.
Loro volevano che i due almeno riuscissero a parlarsi civilmente perché Duff e Steven non riuscivano più a stare con le rispettive ragazze che, per non lasciare sola Alexis, non passavano più molto tempo con loro.
E poi Axl era distratto alle prove, proprio lui che era sempre stato impeccabile e perfetto in tutto stava sempre con la testa fra le nuvole. E questo lo mandava in bestia anche perché sapeva anche il motivo della sua distrazione.
 
Era una mattina come le altre e Duff e Joanne si stavano recando a casa di Axl per le prove, quando uscì fuori un discorso molto interessante…
“Tesoro, io non ce la faccio più di questa situazione” disse Joanne.
“Già, nemmeno io. Vorrei passare un po’ più di tempo con te, come prima” disse Duff, guardandola dolcemente.
“Ma come possiamo fare?”
I due rimasero in silenzio per un po’, pensando. Poi Joanne s’illuminò.
“Potremmo organizzare una cenetta per loro due a loro insaputa così magari si chiariscono e finalmente fanno pace” disse, sorridendo.
“Beh, si dai. Credo che si potrebbe fare! Anche se all’inizio so che Axl ci vorrà uccidere, però credo che farà bene a tutti e due” rispose Duff, gurdandola.
“Dovremo farci aiutare dagli altri, però. Da soli non ce la possiamo fare.”
“Eh, no. Allora ad Axl ci pensiamo io e i ragazzi, tu e Adrianna occupatevi di Alexis, d’accordo?”
“Certo!” esclamò Joanne.
Era un piano malefico, ma la mora era certa che avrebbe funzionato.
(…)
Alexis non capiva perché in quei due giorni ci fu tanta agitazione. I ragazzi parlavano di qualcosa che le sarebbe piaciuto e che sarebbe successa quella sera, perciò si sarebbe dovuta vestire elegante. Menomale che si era portata un vestitino carino per le occasioni speciali, se no si sarebbe trovata nei casini.
Joanne e Adrianna le avevano parlato di una cena con il gruppo e il loro manager che si sarebbe svolta a casa di Axl.
Beh, sarebbe stata fantastica, ma cosa c’entrava lei ancora non l’aveva capito.
Fatto sta che Adrianna e Joanne la segregarono nel bagno a partire dalle sei, visto che la cena era alle otto e mezzo.
“Un’ora e mezzo per il trucco e un’ora per il vestito” dicevano insieme.
Alexis le guardava scettica, mentre una le faceva i capelli e l’altra la truccava.
“Scusate, ma voi non vi cambiate?”
“Non ti preoccupare per noi”
E la mora s’insospettiva sempre di più.
Alla fine il risultato fu impeccabile: il trucco non era pesante, anzi le donava un’aria molto elegante e raffinata e il vestito era un amore. Era stile vintage, blu e la gonna a balze arrivava a metà coscia. Ai piedi calzava uno splendido paio di decolté azzurre con il tacco non molto alto.
Era pronta.
(…)
Axl, mentre si metteva la camicia, pensava *mah, che strano che Brixx non mi abbia chiamato di persona per questa cena. Secondo me c’è qualcosa che non va, qualcosa che puzza in questa faccenda…e non sono le ascelle di Slash*
“Sei pronto?” chiese Izzy, entrando dalla porta.
“Si” rispose il rosso.
“Ammazza sei una bomba, stasera!” esclamò Izzy, ridendo.
“Ehiii, stai lontano da me. Cos’è? Hai cambiato sponda improvvisamente?”
“E privare le ragazze di questo mio bel fascino e fisico, no no” disse il moro, spavaldo.
“Ah, menomale” il rosso sospirò, rallegrato. Izzy rise.
“E tu perché non ti sei infagottato tutto come me?” chiese Axl.
“Aaah ma smettila, tu non ti sei infagottato. Hai solamente una camicia bianca sbottonata e dei jeans, niente di più”
“E questo non è infagottarsi?!” esclamò Axl, esterrefatto.
“Mmmh, no! Dai scendi in salotto, ci sarà una bella sorpresa”
Axl lo seguì, sospettoso. Non lo aveva mai visto così contento e realizzato.
Appena arrivato gli si parò di fronte agli occhi uno spettacolo sia bellissimo che terrificante.
Bellissimo: Alexis si trovava di fronte a lui con un espressione esterrefatta e stupita in volto. I boccoli le contornavano il viso roseo, e le labbra carnose erano dipinte di rosso. Gli occhi erano accentuati da un mascara che le allungava le ciglia.
Il tutto vestito di un abito blu che le fasciava il fisico snello e piccolo.
Terrificante: come avevano potuto farlo? Quella cena era un errore. Loro si odiavano e non avrebbero concluso nulla, il rosso ne era certo. C’era troppo imbarazzo e rancore fra loro e dubitava seriamente che una cena avrebbe cambiato qualcosa, soprattutto se si conoscevano i loro caratteri.
“Cosa ci fai tu qui?” chiese Alexis, guardando di traverso Joanne e Adrianna.
“No, cosa ci fai tu qui?!” chiese di rimando Axl, guardando allo stesso modo Izzy e gli altri che erano arrivati in quel momento.
“Beh, è ovvio che i nostri AMICI sono stati così gentili da farci una cenetta, non credi?”
“Si, credo anche io” rispose Axl, guardando la tavola imbandita di tutto punto.
“Allora non credete che sia un peccato lasciare tutto questo ben di dio a raffreddarsi sulla tavola?” s’intromise Adrianna.
“Già, dai sedetevi” fece Slash, portando Axl alla sedia.
“Dai, vai” sussurrò Joanne ad Alexis, dandole una leggera spinta. Lei la guardò con un’espressione supplicante in volto, ma la mora le indicò la sedia e fece un gesto tipo a dire che non ammetteva repliche da parte sua.
I due si sedettero a tavola, guardandosi in cagnesco e con un movimento sincrono girarono la testa da un lato, alzando il naso con aria di superiorità.
Joanne e Duff sospirarono, così non andava bene.
“Allora noi vi lasciamo soli” disse Steven, poco convinto.
Izzy e Slash si avvicinarono rispettivamente ad Axl e Alexis e sussurrarono nell’orecchio di entrambi “Lo abbiamo fatto per voi….e anche un po’ per noi, non deludeteci”
Detto questo se ne andarono.
I due rimasero soli e in silenzio per parecchi minuti senza sapere cosa dire o fare. A un certo punto Alexis prese la parola, stufa di quel silenzio che sapeva non li avrebbe portati a niente.
“Axl, allora? Vuoi stare così tutto il tempo?”
“Si, se è necessario”
“Sei impossibile!”
“Anche tu!”
“Ma è possibile che tu debba essere sempre così egoista?”
Axl la guardò: aveva un espressione frustrata in volto che la faceva apparire ancora più bella di quello che era. Si maledisse da solo.
Alexis continuò “So che ci sono stati dissapori in passato e ti chiedo scusa, anche se non sono stata io a incominciare..” il rosso stava per ribattere, ma lei lo zittì ancora..” perdoniamoci a vicenda” disse.
Axl incominciò “Non so se..”
“Se non vuoi farlo per me, fallo per i tuoi amici. Loro non ce la fanno più di questa situazione, io lo vedo e scommetto che l’hai notato anche tu”
“Si, su questo devo darti ragione” sospirò “ e va bene, ma sia chiaro lo faccio per loro, non per te” disse con espressione dura.
“Allora Axl, io ti chiedo scusa” disse Alexis.
“Anche io ti chiedo…scusa” disse il rosso sbuffando.
“Woo, che parolone, detto da te”
“Si, vero?” Axl sorrise strafottente.
“Beh, allora mangiamo?” chiese la mora, sorridendo, contenta che la tensione si fosse piacevolmente dissipata.
“Mangiamo!” esclamò lui, sorridendo a sua volta e mettendo in bocca una forchettata di spaghetti.
Alexis non potè fare a meno di notare che quando sorrideva era ancora più bello del solito. Scacciando questi pensieri dalla mente, si mise a mangiare anche lei.
 
Charlie’s Corner
Scusate se sono stata assente per così tanto tempo, ma non ho passato un periodo facile. Spero che mi possiate perdonare e vi prometto di aggiornare molto più spesso. Spero che lasciate lo stesso le vostre bellissime recensioni e che vi piaccia lo stesso questo nuovo capitolo.
 Alla prossima. Bacioni! :***

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
Erano passati dei giorni da quella fatidica cenetta e fra i due le cose andavano molto bene: non litigavano, non si prendevano in giro e si poteva anche dire che erano diventati molto amici.
Ma Alexis purtroppo si annoiava in quella grande e bianca casa, non si era neanche portata un libro per leggere quando le ragazze non c’erano a farle compagnia. E non è che poteva stare tutto il tempo con i Guns, anche loro avevano i loro impegni e le loro necessità e, oltretutto, non voleva dare fastidio ad Axl.
Axl era cambiato molto da quella sera: era diventato gentile e pacato, come non lo era stato mai prima d’ora con lei e la ragazza aveva ricambiato allo stesso modo. Era capitato anche che una sera verso le 11 e mezzo, quando Axl stava ancora finendo di aggiustare una canzone, lei gli aveva portato una tazza di cioccolata calda e lui l’aveva “premiata” facendole ascoltare la canzone al piano.
S’intitolava November Rain. Si vedeva che era una canzone triste, ma lei non osò chiedere a quale episodio si riferiva.
Fatto sta che lei non aveva niente da fare. Era una mattina soleggiata, ma lei non poteva uscire. Joanne e Adrianna non erano venute ancora, i Guns non c’erano e Axl non si sapeva dov’era. Che si trovava in casa era certo perché la sera prima era rimasto a suonare fino a tardi.
Magari stava ancora dormendo, in fondo erano solo le dieci.
Decise di andare in cucina, magari trovava Jude che gli poteva fare una cioccolata calda, faceva molto freddo in quella casa.
Si mise una tuta comoda e si buttò un plaid a motivi scozzesi sulle spalle e scese le scale. Come aveva previsto in cucina c’era la governante intenta a preparare il pranzo.
Alexis le si era molto affezionata, si comportava come una mamma con lei e molte volte la ragazza l’aiutava a pulire o a preparare da mangiare.
“Ciao bambina” la salutò Jude, bonariamente.
“Ciao Jude, mi potresti preparare una cioccolata calda per favore?”
“Ma certo, ma certo. Ma tu dimmi un po’, come va con il signor Axl?”
Alexis rise, sentendo dire “signor Axl”, non ne poteva fare a meno.
“Bene, bene. Non litighiamo più, è già qualcosa”
“Sai, mi è capitato d’incrociarlo qualche volta e da quando sei arrivata, mi sembra molto più rilassato del solito” osservò la donna.
“Mah, sarà stata solo un impressione” concluse Alex.
“Dici? A me non sembra”
La mora assunse un’espressione corrucciata “Che vuoi dire?”
“Voglio dire che Axl non è MAI rilassato e non sorride o ride mai. Da quando sei arrivata tu, lui ride di gusto, saluta ME  e quando vuole qualcosa chiede perfavore. Non è normale, sai?”
“Forse si è solo fatto un esame di coscienza e sta cercando di cambiare” ipotizzò Alexis.
“Ma non capisci che sei tu a fargli questo effetto? Io credo che quella cotta non gli sia ancora del tutto passata sai?!” disse Jude, facendole l’occhiolino.
“Jude!” esclamò Alexis, arrossendo “Non dire sciocchezze, eravamo dei ragazzini allora e sono passati tanti anni da allora, non c’è più niente da parte mia né tantomeno da parte sua!” disse convinta.
“Mh, se lo dici tu. Ora bevi questa cioccolata che se no si raffredda”
Detto questo Alexis bevve la cioccolata e se ne andò.
Mentre stava salendo le scale, ripensando alla conversazione con Juditta, sbattè contro Axl.
“Oddio, oddio. Scusami Axl, non so proprio dove ho la testa oggi” cercò di rimediare lei, imbarazzata.
“Ehi, non ti preoccupare. Non è successo niente, tranquilla. Ma dimmi cosa stai facendo?”
“Niente, non so proprio che fare oggi!” sbuffò lei.
Axl non voleva vederla così, giù di morale e scazzata. Mentre pensava a cosa fare per risollevarla di morale lei disse “Vorrei proprio avere un buon libro” e allora gli venne l’illuminazione.
“Vieni con me!” esclamò il rosso, prendendola per mano.
“Axl, dove stiamo andando?” chiese Alexis, confusa.
“E’ una sorpresa, niente domande” e insieme, cominciarono a correre per la casa.
Passarono per corridoi che la ragazza non aveva mai neanche immaginato che esistessero, quella casa era davvero enorme.
Si fermarono solo davanti a una grande porta lavorata in legno intagliato a mano con un pomello in ottone molto grande.
Axl si girò verso di lei e disse “Chiudi gli occhi!”
“Cosa?! No! Non se ne parla!” la ragazza aveva paura che fosse uno dei suoi scherzi, in fondo lui era sempre William.
“Dai, non ti faccio niente. Ti fidi di me?” le chiese, prendendole le mani nelle sue.
Alexis abbassò lo sguardo sulle loro mani intrecciate e sospirò “Si”
“Allora chiudi gli occhi e lasciati portare da me”
Axl aprì la porta che cigolò e la trascinò dentro la stanza: Alex avvertì subito un odore di carta e di mobili antichi e forse anche di fuoco.
“Aspetta Alex, non aprire gli occhi per nessun motivo” l’ammonì Axl.
Axl si affrettò ad aprire tutte le tende della sala, poi andò da lei e disse “Ecco, adesso puoi”
Alexis aprì gli occhi e si ritrovò uno spettacolo magnifico davanti a sé: grandi scaffali che arrivavano fino al soffitto pieni, stracolmi di libri di ogni dimensione, mappe stellari appese ai muri e un grande camino c’era nella parte più raccolta della stanza dove vi era anche una comoda poltrona rossa e una coperta appoggiata su di essa.
Si girò verso il rosso che sorrideva soddisfatto “Axl, ma è bellissimo tutto questo! Grazie!” e gli saltò al collo abbracciandolo. Axl la strinse a sé contento di averla fatta felice.
Ancora abbracciati Axl chiese, guardandola negli occhi “Ti piace?”
“Se mi piace?! Scherzi?! E’ il mio pianeta questo!”
Entrambi si sorrisero. Axl si rese conto solo adesso di averla fra le braccia e la sensazione che gli provocava non lo dispiaceva affatto; piano avvicinò il viso al suo, ma quando le loro labbra si sfiorarono Alexis si girò, sorridendo imbarazzata.
“Okay..” disse il rosso, lasciandola. Forse si stavano spingendo troppo oltre.
“Allora ti lascio al tuo pianeta” disse ridendo, cercando di smorzare la tensione che si era creata.
“Si..” disse Alex, con le guancie ancora imporporate “Ah, Axl grazie ancora, sei stato davvero gentile” concluse lei, sorridendogli.
Axl sospirò e accennò un sorriso. Poi salutandola, uscì.
Quando si ritrovarono da soli entrambi fecero davvero una cosa davvero strana: Alexis annusò la coperta sulla poltrona che sapeva proprio di lui e sorrise, mentre Axl si annusò la maglietta che si era impregnata dell’odore di lei e sorrise.
Entrambi sospirarono d’amore.

 
Charlie’s Corner
Eccomi, sono tornata! Questo capitolo è molto dolce devo dire e non so se avete colto l’analogia con la “Bella e la Bestia” mia favola Disney preferita, ho preso spunto da quella storia. In questo capitolo ho voluto sottolineare il cambiamento di Axl con Alexis, lui è molto dolce e gentile con lei e non vuole farle mancare niente e poi…. Ma vabbè, aspettate il prossimo capitolo gente, ne vedrete delle belle.
Come sempre recensite, mi raccomando! Baci, Charlie!:***

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6
Il tempo passava e fra Axl e Alexis non c’erano più stati contatti di quel genere, diciamo che non ce n’era stata più occasione visto che i ragazzi, Joanne e Adrianna passavano molto tempo con Alex per tenerle compagnia.
E poi quando la mora si sentiva sola o annoiata, andava nella grande biblioteca della casa e stava là ore e ore a leggere. Molte sere si era anche addormentata sulla poltrona vicino al fuoco avvolta nella coperta che odorava ancora di Axl.
La ragazza non aveva idea del perché le piacesse tanto la coperta o meglio lo sapeva, ma cercava di pensare ad altro.
Non voleva che le piacesse ancora il rosso, primo per il loro passato che in qualche modo ancora bruciava e poi sarebbe stata come una contraddizione visto che appena arrivata i due avevano fatto così tante storie, secondo perché lui era un uomo impegnato ormai con la band, le interviste, la stampa e i doveri che gli gravavano sopra e lei non voleva essere un altro peso per lui.
Ma nessuno le avrebbe impedito di usufruire del suo profumo, questo era certo. Nessuno doveva toccare quella coperta, tranne lei. Questo ormai era assodato.
Era una sera come le altre quando Alexis ricevette una lettera: all’inizio si spaventò moltissimo perché pensava che quelli che cercavano suo padre l’avessero trovata, ma poi vide che quella lettera era indirizzata ad Axl, ma in realtà era per lei.
“Alex, oggi è arrivata questa lettera a nome mio, ma leggendola credo proprio che sia indirizzata a te. Non so proprio chi sia questa Desi…” disse Axl.
“Desi?!” esclamò Alex.
“Si, è lei che te la manda”
“Oddio!” in 5 millisecondi la ragazza strappò dalle mani di Axl la lettera e la lesse.
Diceva:
“Cara Alexis,
so tutto quello che è successo, tuo padre prima di andarsene, mi disse dov’eri in modo che io ti venissi a trovare delle volte. Mi ha dato lui l’indirizzo di Axl e spero che non se la sia presa, ma dovevo scriverti, dovevo sapere come stavi.
Se vuoi che io venga a trovarti, manda qualcuno a prendermi a casa mia, tanto tu sai dove abito, e ci vedremo okay?
Spero vivamente che tu stia bene, baci.
La tua migliore amica, Desi.”
“Axl, Desi è la mia migliore amica, ci conosciamo da un sacco di tempo. Per favore un giorno di questi potresti mandare qualcuno a prenderla da casa e portarla qua? Mi farebbe un enorme piacere vedere qualcuno a me caro. Ti preeeeego!” disse la mora, sbattendo le lunghe ciglia.
Il rosso roteò gli occhi, tanto sapeva già come sarebbe andata a finire. A lei non sapeva dire no “Va bene, domani stesso manderò Zack a prenderla da casa sua, okay?”
“Aaaaah, grazie Will!” Alexis lo abbracciò forte e gli schioccò un bel bacio sulla guancia e uscendo dalla cucina, si mise a ballare per tutta la casa, facendo fare una giravolta a Jude che stava entrando in cucina.
“Mi scusi signor Axl, se posso chiederle, ma che le è successo?” chiese Juditta educatamente.
“Oh niente” ridacchiò fra sé e sé “è solo felice perché domani andrò a prendere una sua amica che non vede da tanto”
“Ah, ma non è rischioso signore?”
“Non credo, suo padre le ha dato queste indicazioni e credo proprio che dovremmo fidarci. Piuttosto preparami una tazza di caffè” detto questo se ne andò con fare altezzoso.
“Non cambierà mai” sussurrò Jude sorridendo, mettendo sul fuoco la moka per il caffè.
(…)
Il giorno dopo Zack fu mandato a prendere Desi e Alex non stava più nella pelle.
“Alex calmati, però” le diceva Joanne che non aveva mai visto la sua amica così euforica.
“Non posso, ma ci credi? La mia migliore amica…” guardò Joanne “anzi, una DELLE mie migliori amiche!”
Il viso di Joanne s’illuminò “Vuoi dire che anche noi siamo migliori amiche?”
“Ma certo!” esclamò Alex lanciandole contro un cuscino.
“Ehi!” Joanne glielo ritirò direttamente in faccia.
A un certo punto si sentì bussare alla porta “Scusate, la signorina Desi è qui” era Juditta.
“Arriviamo!”
“Andiamo, andiamo!” Alexis trascinò quasi di peso Joanne che forse faceva prima a farsi trascinare sul pavimento da lei che cercare di starle al passo.
Appena si videro lanciarono un urlo e si abbracciarono.
“Aaah, come sono felice che tu sia qui!” disse la mora.
“Anche io! E Axl devo dire che è proprio carino” sussurrò a mezza voce lei.
“Ehi, giù le mani”
Le due risero.
Dopo aver fatto tutte le dovute presentazioni, qualcuno suonò alla porta.
“Chi è?” chiese Juditta.
“Siamo noi Jude!” rispose la voce di Duff.
“Vi apro!”
“Sono loro?” chiese Axl.
“Si!”
“Loro chi?” chiese Desi.
“I Guns, Desi!”
“O…dio…. Ora svengo..lo so..” a Desi stava per venire un attacco di panico.
“Ehi, calmati dai” le disse Alex, vedendo il panico negli occhi dell’amica.
“Buongiorno bella gente!” esordì Slash già mezzo ubriaco.
Desi li guardò tutti, non poteva credere di trovarsi davanti ai Guns n’ Roses: li conosceva solo di fama, non sapeva com’erano né di aspetto né di carattere.
Li guardò tutti attentamente: c’era il riccio che si faceva chiamare Slash che aveva stampato in fronte la parola “SESSO” a caratteri cubitali, poi c’era uno spilungone che lei identificò come Duff dallo sguardo magnetico, Steven dal sorriso contagioso e poi un ragazzo che se ne stava un po’ in disparte a rollarsi una sigaretta, aveva occhi verdi-castani e i capelli corvini che gli arrivavano poco sopra le spalle, era bellissimo.
Quando quest’ultimo si accorse che la ragazza lo stava guardando, lei distolse subito lo sguardo.
Izzy la guardò meglio: aveva un corpo minuto e affusolato, occhi neri da cerbiatta e lunghi capelli biondi. Era bellissima. E poi si vedeva lontano un miglio che era hippie.
“Ragazzi, lei è Desi. E’ la mia migliore amica, comportatevi bene” e Alex guardò tutti con sguardo truce, facendo il gesto “vi tengo d’occhio”.
“Sicuro!” esclamò Steven.
Desi si presentò e strinse la mano a tutti.
Quando arrivò a stringere quella di Izzy ebbe un tuffo al cuore: la sua mano era forte e muscolosa, e si sentivano i polpastrelli più duri alla sommità, segno che suonava molto. Ma era fredda, più fredda che mai.
Dal canto suo Izzy sentì la mano della ragazza morbida e calda, la sua stretta gli infondeva un senso di dolcezza mai provata prima e il suo calore si diffuse nella mano fredda del chitarrista.
Finito quel piccolo e innocuo contatto, i due provarono un senso di vuoto mai sentito prima, ma non gli diedero peso.
In fondo neanche si conoscevano e Desi sapeva com’erano fatti: non voleva essere la loro puttanella da una botta e via, quindi era meglio lasciar perdere, anche se quel ragazzo l’aveva incantata al primo sguardo.
Non sapeva se sarebbe davvero riuscita a resistere.
Distogliendo dalla mente questi pensieri, andarono tutti nella sala prove per provare le canzoni e Desi, grazie alle battute di Slash e Steven, si dimenticò dei pensieri che aveva appena fatto.
Desi.
Charlie’s Corner
Salve rockerss, vi piace questo capitolo? A me non molto, ma vabbè dai. Vi ho fatto un piccolo regalino con l’immagine di Desi, io me la sono immaginata così!
Ci sentiamo gente, mi raccomando come sempre recensite! Bacioni!
Vostra Charlie.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
Desi si era ormai stabilita per un po’ a casa di Axl che ormai faceva di tutto per far contenta Alexis: lui non sapeva nemmeno il perché, ma voleva starle vicino, aiutarla in questa situazione delicata. Lui sapeva che, anche se non lo dava a vedere la ragazza stava male. Molte notti passando davanti alla sua stanza la sentiva piangere, ed era sempre tentato di entrare e consolarla e dirle che c’era lui e che tutto andava bene.
Con il tempo Axl si rese conto che Alexis non era affatto una testarda: per lei sarebbe rimasto sempre William, il ragazzo tormentato delle superiori. Con lei non riusciva ad essere Axl, quell’ “Axl” di cui tutti ora andavano fieri non era altro che una copertura che con lei veniva meno.
Una sera passeggiando per la casa, Axl passò davanti alla camera della ragazza e come due o tre sere a questa parte la sentì piangere.
Singhiozzava e tirava su con il naso come una bambina a cui hanno portato via i genitori e che se ne rende conto proprio ora.
Socchiuse un po’ la porta e la vide con le coperte avvolte al corpo minuto e i fazzoletti sparsi sul letto: non aveva trucco sbavato anche perché non lo usava mai ( ed era un’altra delle cose che Axl adorava di lei ) e si sfregava gli occhi con il dorso della mano.
Axl entrò piano. La ragazza alzò la testa: non voleva farsi vedere così da nessuno men che meno da Axl.
“Vai via Axl” sussurrò lei, singhiozzando.
“Perché?” chiese lui, con espressione corrucciata. Non pensava che l’avrebbe mandato via.
“Non voglio che qualcuno mi veda così. Sono bruttissima e non valgo niente. Mio padre è da solo là fuori e io non so nemmeno se è vivo e se sta bene” e si nascose il viso tra le mani, piangendo ancora più forte.
Il rosso si avvicinò piano “Ehi, guardami. Tu non sei brutta, se bellissima e non lo dico solo per farti piacere. Fidati di me. Tuo padre starà bene, ne sono sicuro. Ma ora smettila di piangere..” e con le dita le asciugò le guancie rigate di lacrime “.. e ora me lo fai un sorriso?”
Alexis provò a farlo, ma le venne una specie di smorfia che fece sorridere teneramente Axl.
“Non ridere di me…”
“Come potrei farlo?”
“A scuola lo facevi sempre”
“A scuola è stato tutto uno sbaglio. La scuola stessa lo è. Tutto quello che ho imparato l’ho imparato a mie spese, Alex, ma ora non voglio più parlarne. E’ tardi, dormi”
Detto questo, la fece stendere sotto le coperte e le fece una carezza in viso. Alexis chiuse gli occhi a quel contatto fresco e disinteressato.
Quando Axl stava per uscire dalla stanza Alexis lo fermò “Axl!”
“Si?”
“Vuoi..vuoi restare qui stanotte?”
“Cosa?”
“Si.. con me…ho paura di fare gli incubi, ma se non vuoi non fa niente davvero..” disse lei con voce flebile.
“No, resto.. se ti fa piacere resto”
Si tolse i pantaloni e le scarpe, rimanendo in maglietta e boxer e si stese di fianco ad Alexis che gli fece spazio.
Alexis si accoccolò sul suo petto e gli chiese “Axl?”
“Mmh?”
“Sei felice?”
“In questo momento si” disse, sorridendo.
“Bene..” detto questo Alexis si strinse più forte a lui e si addormentò.
(…)
La mattina dopo Alexis si svegliò, ma Axl non c’era più. Di sicuro era sceso di sotto a fare colazione.
Con una coperta addosso scese anche lei e trovò Juditta e Axl che parlavano: Jude era intenta a preparare la colazione, mentre Axl era seduto a tavola e leggeva alcuni testi di canzoni.
“Buongiorno!” esclamò Alex, sorridendo.
“Giorno” disse Jude.
“Ben svegliata dormigliona. Hai dormito come un ghiro sta notte, chissà perché!?” ironizzò Axl, ghignando.
La ragazza gli fece una linguaccia.
Quando fecero colazione, videro scendere di corsa una affannata Desi con i capelli tutti scompigliati e con il pigiama con gli orsacchiotti indosso. Axl trattenne una risata.
“Che hai da ridere tu?” chiese lei, guardandolo indispettita.
“Oh, niente” rispose lui, mentre se ne andava.
“Alex, sai se oggi vengono gli altri?”
“Si, dovrebbero arriv…” ed ecco entrare tutti i Guns insieme in cucina “ora!” disse Alex.
Desi alla vista di Izzy divenne una specie di pomodoro vivente e si rese conto solo adesso di non avere un aspetto molto avvenente. Insomma, aveva il pigiama con gli orsacchiotti che ridevano!
Come un razzo si nascose sotto al tavolo.
“Desi, ma che fai?” chiese Alex all’amica.
“Niente, niente. Sto solo ammirando quanto sia pulito il pavimento questa mattina”
Slash disse “ Dolcezza, hai fumato qualcosa?”
“Chi?! Io?! Nooo”
“No, perché mi stavo preoccupando”
“Se è per il fatto che magari sei nuda, noi non ci scandalizziamo!” esclamò Steven, ricevendo man forte da Slash.
“Siete cretini…” biasicò lei a mezza voce.
Alexis, che aveva capito la situazione, andò a prendere un grande plaid blu.
“Mettiti questo sopra ed esci, su!”
 Da sotto al tavolo uscì una figura tutta blu che avanzava a tentoni.
A tradimento Duff le tolse la coperta di dosso.
Desi sbarrò gli occhi “Merda!” imprecò.
“Bellezza, guarda che sei bellissima anche così eh!” disse Slash.
Izzy la pensava esattamente allo stesso modo, era davvero bellissima.
“Questa me la pagate!” e, dicendo questo salì in camera, carica di vergogna. Izzy l’aveva vista così e non l’avrebbe trovata più attraente, ma si sbagliava di grosso.

 
Charlie’s Corner
Questo capitolo non mi convince per niente, ma è tutto quello che sono riuscita a fare, spero vi piaccia comunque. Bacioni a tutti, alla prossima. Recensite, mi raccomando!:**

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
Erano passati due giorni da quando a Desi era successo quello spiacevole incidente. Purtroppo la ragazza appena vedeva Izzy se ne correva in camera sua e non usciva fino a quando i ragazzi non se ne andavano in qualche pub, a quel punto lei usciva e andava a parlare e a lamentarsi con Alex.
“Alex, non riesco neanche a guardarlo in faccia!”
“Desi stai facendo storie per niente! Ti ha solo vista in pigiama..”
“Appunto! Con i capelli a capra e il trucco scolato!”
“E allora? Desi non è una tragedia, davvero..”
“Oggi, quando arriva mi chiudo in camera di nuovo!”
“E no, cara mia! Tu vieni con me alle prove e cerchi di attaccare bottone con lui, a meno che non lo faccia già lui..” aggiunse Alex, maliziosa.
“Che vuoi dire?” chiese Desi, accigliata.
“Che secondo me non gli sei così indifferente e sai perché? Perché non ha riso della tua figuraccia, alle prove l’altra volta ti guardava spesso e perché quando ci sei tu penso si senta imbarazzato. Fidati, io lo conosco bene”
“Dici? A me non sembra”
“Vedremo!”
Intanto Izzy girava solo nella città senza una meta. Era da un po’ di giorni, ovvero da quando Desi era arrivata, che stava un po’ con la testa fra le nuvole, nemmeno la droga lo attirava e lui temeva di sapere il perché.
Ogni volta nei suoi pensieri c’era quel bel visetto vispo di Desi: quella ragazza era una forza della natura, bella, simpatica e quando l’aveva vista in pigiama le era piaciuta ancora di più solo che lei pensava di aver fatto una figuraccia. Rise fra sé.
Doveva essere sua. Si. Ma come?
Lei era veramente interessata a lui? Credeva di si.
Doveva cercare di fare conversazione. Se si fosse presentata alle prove quel pomeriggio le avrebbe rivolto la parola, si! Che cosa strana. Lui, Izzy Stradlin, che si fa problemi per parlare a una ragazza, doveva essersi proprio fuso il cervello.
Si accese una sigaretta pensando a tutti i modi per cominciare a parlare con lei senza sembrare stupido. Dopo un po’ si disse che ci avrebbe pensato arrivato là, insomma qualcosa gli sarebbe venuto in mente.
Con questi pensieri tornò nell’appartamento che divideva con Duff, Steven (che stava più a casa di Adrianna, però ) e Slash.
(…)
Nella grande villa bianca Alexis guardava fuori dalla finestra, seduta su una poltrona, la giornata soleggiata con aria malinconica: era un mese che non usciva di casa e di suo padre neanche l’ombra, era preoccupata e triste, anche se non lo dava a vedere.
“Sei triste?” il flusso di pensieri fu interrotto dalla voce di Axl che era appena arrivato da chissà dove.
“No” cercò di mentire lei.
“Non sei brava a dire le bugie”
“Un po’. Ma non è per te, qua io sto veramente bene, è solo che sono un po’ preoccupata per papà”
“Mi dispiace, spero che stia bene”
Alexis gli sorrise: era incredibile come il suo carattere cambiasse da quando stava con i suoi amici a quando stava con lei.
“Posso sedermi?” chiese Axl, indicando la sedia su cui era seduta la ragazza.
“Ma come facciamo? Non ci entriamo in due”
“Tu starai su di me, okay?”
“Oh…okay”
Alexis si alzò e, quando Axl si sedette, lei si poggiò su di lui.
Axl la strinse più forte e lei piano si lasciò andare e lo abbracciò, aveva tanto bisogno di un abbraccio,e mise la testa nell’incavo del collo di Axl.
Piano la ragazza gli lasciò un leggero bacio sul collo e il rosso chiuse gli occhi a quel contatto: avrebbe voluto accarezzarla, baciarla, ma non voleva rovinare tutto.
Dopo un po’ si accorse che Alex si era addormentata: la sollevò e la portò in camera sua, mettendole una coperta sopra. Le accarezzò il viso e se ne andò, chiudendo piano la porta.

 
Charlie’s Corner
Si, lo so che vi aspettavate un super mega bacio da Oscar, ma aspettate solo il prossimo capitolo e ne vedrete ben DUE baci da Oscar! Okay, basta spoiler u.u  Spero che sia comunque di vostro gradimento il capitolo. Beh, ci sentiamo rockers, alla prossima!:))
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9
I mesi passavano e la fama dei Guns n’ Roses aumentava sempre di più. I concerti non mancavano di certo e capitava che la band stesse fuori anche per parecchie settimane e Alexis stesse sola a casa con la compagnia di Juditta.
Axl mancava da casa da ben cinque settimane, ma sarebbe tornato per Natale, l’aveva promesso ad Alexis che per quel giorno aveva fatto imbandire una tavolata per lei, la band, Desi, Joanne, Adrianna, Juditta e Zack i quali dissero che non avevano mai partecipato al banchetto di Natale perché Axl non l’aveva mai festeggiato.
*Beh, quest’anno si festeggerà* si disse. Lei adorava il Natale ed era l’unico momento dell’anno in cui era veramente felice.
In secondo luogo, voleva fare una sorpresa ad Axl.
La settimana passò in fretta visto che le ragazze addobbarono un immenso albero di Natale di oro e fiori bianchi e l’intera casa fu addobbata con ghirlande dorate.
Il pomeriggio prima della sera in cui la cena si sarebbe svolta, con l’aiuto di Jude, le quattro ragazze apparecchiarono la tavola e aggiustarono la sala da pranzo: nello stereo misero un CD con una playlist piena di canzoni di Natale e i loro regali furono nascosti dietro l’albero.
Le ragazze poi si andarono a cambiare in camera di Alexis e aspettarono le otto e mezzo, ora in cui i ragazzi sarebbero arrivati.
Alle nove meno un quarto, qualcuno suonò al campanello. Alexis si fiondò a vedere chi era ed erano proprio i ragazzi belli e sorridenti poiché avevano promesso che per quella sera non avrebbero bevuto, né si sarebbero fatti di qualcosa.
La mora li salutò tutti e poi, non scorgendo il rosso, chiese a Izzy dov’era.
“Izzy dov’è Axl?”
“Piccola, non è potuto venire, ha avuto un contrattempo. Mi dispiace, ma è stato costretto, davvero. Mi ha detto di darti questo, comunque” e cacciò dalla tasca una scatolina di cuoio lavorato.
Alexis dispiaciuta come non mai, e anche un po’ arrabbiata per quella notizia, prese il pacchetto e lo strinse nella mani.
“Grazie Izzy” sussurrò, mentre cercava di ricacciare indietro le lacrime. Aveva organizzato tutto quello per niente. La ragione per cui si era così tanto impegnata non c’era.
Si avviò svilita verso la tavola dove gli altri si erano già seduti. Desi le lanciò uno sguardo come a dire * ti capisco* e *stai tranquilla e goditi comunque la serata*. Alexis annuì, non aveva senso rovinarsi il resto della serata quindi si stampò un bel sorriso falso e cercò di scacciare il pensiero dell’assenza di Axl.
Intano Desi era seduta proprio di fronte a Izzy che avrebbe giurato di non aver mai visto creatura così bella e dolce allo stesso tempo. La ragazza cercava di non guardarlo, anche se con quell’aria da ragazzo bellissimo, ma dannato la stuzzicava ogni volta a guardarlo e a fare anche qualcos’altro.
La scarica elettrica che scorreva fra quei due si poteva quasi toccare, perfino. A Desi mancò l’aria, sentendosi guardata così intensamente, e non si accorse nemmeno che stava stringendo i pugni così forte da far sprofondare le unghie nella carne.
“Scusate, ho bisogno di un po’ d’aria” disse e uscì sul terrazzo.
L’aria fredda della sera le fece bene, ma era pur vero che quella sera era congelato fuori e lei, nella foga di uscire dalla stanza, non si era neanche portata una giacca.
“Hai freddo?” una voce roca e dolce le giunse all’orecchio. Si girò: Izzy era di fronte a lei e con un sorriso puro e senza secondi fini le passò la giacca che lei prese senza dire una parola.
“Cosa fai qui Izzy?”
“Non avevi un bel colorito dentro, ero venuto a vedere se stavi bene”
“Sto bene grazie”
“Sei sicura?” si avvicinò a lei e le prese la mano.
“S..si” un brivido questa volta non di freddo le arrivò dalla nuca alla spina dorsale. E il moro se ne accorse.
“Hai ancora freddo, vieni qui” l’abbracciò delicatamente e inspirò il suo profumo.
Desi alzò gli occhi al cielo nero della sera e scorse una piccola pianticella che pendeva dal muro e finiva proprio sulle loro teste. Izzy seguì gli occhi della ragazza e osservò anche lui la pianticella.
“Vischio” disse lui.
“Già” fu la sua unica risposta.
“Secondo la tradizione due ragazzi sotto al vischio dovrebbero baciarsi, o no?”
“Beh…si”
“Non vorremmo interrompere la tradizione?”
“Oh questo mai. Porta male!” esclamò lei.
Le labbra di Izzy si piegarono in un sorriso “ Allora non ci resta nient’altro da fare” .
Piegò la testa di lato e accorciò le distanze fino a quando le sue labbra non toccarono quelle della ragazza che non poteva credere a quello che le stava succedendo.
Fece sprofondare le sue mani nei morbidi capelli del ragazzo e lo attirò a sé.
Izzy le fece schiudere le labbra e insinuò la sua lingua nella sua bocca, lasciando che sole s’intrecciassero e danzassero insieme.
Quel bacio durò un’eternità, una dolce eternità che Desi avrebbe volentieri fatto a meno d’interrompere.
Si staccarono e si guardarono negli occhi.
“Ora stai meglio?”
“Ora si, grazie”
“Ne sono felice”
“Ma.. allora non pensi che io sia una ragazzina brutta con il pigiama di una dodicenne?”
“No, non l’ho mai pensato Desi. E, detto tra noi, quel pigiama è sexy. Me ne devo prendere uno anche io” disse lui, sfregandosi con le dita il mento.
Ridendo insieme, rientrarono nella sala e finirono la cena con gli altri.
La cena finì senza problemi e tutte le coppiette si andarono a chiudere nelle loro stanze tranne Slash che disse che sarebbe uscito per passare da Ola sua nonna per farle gli auguri, una volta tanto che era sobrio.
Alexis rimase sul divano a pensare ad Axl con il suo pacchetto di cuoio in mano, senza sapere se aprirlo o no.
La rabbia e la tristezza stavano prendendo il sopravvento su di lei che non riusciva più a reprimere le lacrime.  Proprio in quel momento il campanello suonò.
*che tempismo! Chi cavolo è a quest’ora?!* si chiese lei stizzita. Velocemente, si asciugò le lacrime sgorgate senza volere, e andò ad aprire la porta.
Lo spettacolo che si trovò di fronte la lasciò senza fiato: un Axl con il fiatone stretto in una giacca di jeans con un grosso mazzo di rose bianche e rosa in mano che pregava di farlo entrare se no sarebbe morto assiderato.
“Axl, ma che ci fai qui? Pensavo tornassi fra una settimana”
“Non potevo perdermi il Natale, non questa volta, non con te” disse lui, serio ma dolce, in volto.
La felicità esplose in Alexis.
“Oh Axl! Pensavo non saresti venuto!” lacrime di gioia le spuntarono dagli occhi, mentre si buttava fra le sue braccia e lo stringeva forte come per provare a se stessa che lui era veramente lì con lei.
“Sono qui, non me ne vado” sussurrò lui, baciandole l’angolo della bocca. Piano la mora scostò il viso fino a far incontrare le loro bocche, vogliose di quel contatto già da tempo.
Fu un bacio dolce, passionale, pieno di desiderio, quel desiderio che entrambi non potevano più trattenere.
“Axl, sono felice di essere con te ora”
“Anche io, da quando sei entrata nella mia vita tutto ha un colore diverso. Ho appena assaporato la vera felicità. Tutto grazie a te”
Entrambi si guardarono rossi in viso. Alla fine l’amore aveva prevalso sull’odio che li aveva tenuti lontani per tutto questo tempo.

 
Charlie’s Corner
Scusate ragaaazzi per il ritardo! Sono stata occupata fra interrogazioni, studio, canto! Davvero, è stato un miracolo riuscire ad aggiornare! Comunque i due baci da Oscar ve li ho fatti come promesso e spero che la descrizione vi aggradi. Beh, ora vado! Bacioni e recensite belli!
See yaa!

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10
Erano da poco passate le festività natalizie e tutto era tornato alla normalità. Niente addobbi, niente fiocchetti e lustrini che spuntavano anche dalle mutande, niente.
La casa, però, aveva assorbito quel clima sereno e tiepido che, grazie alla presenza di Alexis, ma anche di Desi, si era instaurato: tutto sembrava meno freddo e gelido, ma più allegro e spensierato.
Tutto procedeva per il meglio.
Quella mattina Alexis scese le scale con il suo solito pigiamone e con il plaid sulle spalle e andò in cucina dove l’aspettavano Axl, Desi e Juditta. Il maggiordomo era già uscito per svolgere alcune commissioni.
“Axl, e tu che ci fai qui? Non dovevi partire per un incontro con il vostro manager?” chiese Alex stupita di vederlo là, a fare colazione con loro.
“Si, ma non mi andava di andarci. Ho scoperto che è più bello restare a casa con te, piuttosto che con quelle vecchie tartarughe raggrinzite tutte per bene”
Alexis sgranò gli occhi a sentire quella risposta “spiritosa” da Axl che quanto a umorismo diciamo che ce l’aveva sotto i piedi, ecco. Poi arrossì di botto, ricordandosi che aveva detto che era rimasto lì per stare con lei. Abbozzò un sorriso e si sedette a tavola.
Consumarono la colazione, che più che altro sembrava un pasto, e dopo Desi e Alexis salirono a lavarsi.
“Beh allora, con Izzy come va?” chiese Alex alla mora che appena sentì quel nome, arrossì.
“Va… bene” disse lei.
“Ehi, c’è qualcosa che non va?” chiese Alexis, preoccupata per la reazione dell’amica.
“Si, è solo che ho paura, capisci? Lui è così bello ed è un’icona del rock mondiale. Non ci metterebbe nemmeno due secondi per trovare una migliore  e più bella di me”
“E’ vero!” affermò Alexis, ricevendo dall’amica uno sguardo sbigottito.
“Non fraintendermi, non sto dicendo che succederà, è che ti capisco e ci troviamo più o meno nella stessa situazione. E’ solo che io penso che se Izzy ti vuole veramente bene, resisterà alla tentazione pensando a te, pensando a quello che tu puoi dargli. Se ti tradisce con un’altra è solo un coglione, ma non credo che succederà, ho visto come ti guarda”
“Dici?” chiese Desi, timidamente.
“Dico, dico!”
E si andarono a vestire.
(…)
Nel pomeriggio i Guns si ritrovarono nel garage di Slash e Steven per provare.
“Axl, ma è possibile che sei sempre in ritardo?” chiese esasperato Slash al rosso che aveva tardato all’appuntamento di mezz’ora.
“Ehi, che ci posso fare? Devo farmi bello prima di uscire” e si sventolò i capelli, entrando con fare solenne. Steven e Duff finsero un conato di vomito.
“Ho fame!” gridò Steven, sollevando le bacchette.
“Steven tu hai sempre fame”
“Non è colpa mia se credo che, mangiando, mi potrò sollevare un po’ d’altezza!” disse lui, stizzito.
Gli altri scoppiarono a ridere.
“Che cazzo ridete?”
“Oh, dai Steve, scherziamo. Noi ti amiamo per quello che sei, un bel nano peloso da giardino!” esclamò Slash.
“EHI! ORA TI FACCIO VEDERE IO CHI E’ IL NANO DA GIARDINO!” e Steven si scagliò contro Slash e iniziarono a rotolare per terra come dei bambini.
“Ehi alzatevi, avete rotto! Dobbiamo provare!” disse Izzy, scocciato.
I due ritornarono alle loro postazioni, guardandosi in cagnesco.
“Allora Appetite For Distruction è andato bene, benissimo! Il nostro primo disco è stato una bomba, ha svettato sopra le classifiche per un sacco di tempo, ma ora è troppo che ce ne stiamo fuori dalla scena, abbiamo bisogno di concerti, di nuove canzoni, di un tour! Dobbiamo far alzare il culo a quel cazzone di Tom Zutaut e farci fare un bel tour! Chi sta con me?!” gridò Axl.
Si sentì un bel “IO!” da stadio.
“Axl, da quanto non ci facevi questo discorso, mi mancava” disse Duff.
“Quando ci vuole, ci vuole” rispose Axl.
“Allora cominciamo!”
E la musica dei Guns n’ Roses invase quella sala.
(…)
Quella sera erano stati tutti invitati a casa di Axl per pizza e birra. Si mangiava, si beveva e si scherzava. Sembravano una grande famiglia.
A un certo punto qualcuno bussò alla porta e Alexis andò ad aprire.
“Si?”
Si ritrovò di fronte una ragazza dai lunghi capelli castani e grandi occhi verdi. Sembrava spaventata.
Axl si alzò da tavola.
“Chi è Alex?”
Ma alla vista della ragazza si fermò “Erin…”
“Axl, oh Axl…” e la giovane si buttò nelle sue braccia. Axl s’irrigidì a quel contatto e Alexis si ritrasse. Allora i ragazzi riuscirono a vedere chi era: Slash e Duff si misero una mano alla bocca e Izzy e Steven sgranarono gli occhi.
Vista la reazione di tutti le ragazze chiesero “Ma chi è?”
Fu Izzy a parlare “E’ Erin, l’ex moglie di Axl”
Le ragazze ebbero a loro volta la stessa reazione dei ragazzi e Desi commentò “Già non mi sta simpatica” e guardò in cagnesco la figura che non si staccava da Axl, manco fosse stata attaccata con delle ventose.

 
Charlie’s Corner
Ed ecco i casini! Non ve l’aspettavate eh? E ora, che succederà? Non lo so nemmeno io, veramente. Aspettate il prossimo capitolo e lo scopriremo insieme. Nel frattempo leggete e recensite questo. Bacioni!

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11
“Erin” disse Axl, scostandola da sé “cosa ci fai qui? Pensavo ti fossi trasferita a San Francisco con il tuo fidanzato”
La ragazza lo guardò con occhi pieni di lacrime “Si, Axl! Ma ieri, quando sono tornata a casa, l’ho trovato a letto con un’altra. Non capisco, ma perché sempre io!?” esclamò, rimettendosi a piangere.
“E perché sei venuta qui? Cosa vuoi?” chiese Desi che si era avvicinata nel frattempo e non provava nemmeno un briciolo di pietà per quella ragazza che era riuscita a mettere tutta la band nei casini per un periodo. Si, Izzy le aveva raccontato la loro storia, il rapporto di amore e odio tra Axl e Erin e i casini che erano successi a quella malsana relazione.
“Desi…” l’ammonì Izzy.
“Tu che vuoi?! Chi sei?” urlò Erin. Non conosceva quella ragazza, ma il tono con cui le si rivolgeva non le piaceva e poi quella era casa di Axl. Lei non aveva alcun diritto di trattarla così, manco si conoscessero da un sacco di tempo.
Eppure Erin captò tutto quel risentimento nello sguardo di quella ragazza che non riuscì a dire altro.
“Si da il caso che io sia la migliore amica della ragazza di Axl, cara!” ecco l’aveva detto. Alexis, che fino a quel momento era stata zitta, guardò con occhi sgranati l’amica.
“Ah, allora sei tu il nuovo passatempo di Axl..” disse Erin con cattiveria.
Alexis stava per cominciare a ribattere infuriata, ma Axl la bloccò, guardando Erin con occhi severi “Cosa sei venuta a cercare Erin? Tra noi è finito tutto un anno e mezzo fa, non vedo come posso esserti di aiuto”
“Oh Axl, ti prego, almeno per un po’, permettimi di restare qui. Non ho soldi, nessuno che mi può aiutare, né un posto dove andare. Ti prego..” lo supplicò Erin.
La testa di Alex stava per scoppiare. Sperava che Axl dicesse no, che la mandasse via, che cacciasse quel tarlo che nuoceva alla loro felicità, alla felicità di tutti. Ma Axl non lo fece.
“E va bene..” disse lui, sospirando e attirando su di lui gli sguardi allibiti degli altri presenti “…ma solo per poco, dopodiché dovrai andartene”
“Oh grazie Axl, giuro che aiuterò e non farò casini, lo prometto” e lo abbracciò.
Ad Alexis si ghiacciò il sangue nelle vene e correndo se ne andò su in camera sua, mentre Erin la guardava di sottecchi con aria maligna da sopra la spalla di Axl che stava cercando di divincolarsi per correrle dietro.
Alex lo sapeva, lo aveva già perso; come poteva competere con la sua ex moglie? Appunto, non poteva. Sarebbero tornati insieme nel giro di poche settimane.
Calde lacrime le solcarono il viso, facendole colare il mascara. Lacrime di rabbia e dolore si mescolarono dando origine a un pianto che durò per un’ora buona.
Poi alla porta bussò qualcuno.
“Chi è?” chiese lei, con voce incrinata.
“Io” la voce di Axl le giunse alle orecchie, provocandole un’altra crisi di pianto che cercò di reprimere “posso entrare?” chiese lui, ancora.
“No, vattene!”
Ma, come la mora aveva previsto, Axl entrò lo stesso.
“Voglio solo parlarti”
“E di che? Della tua ex moglie? Del fatto che l’hai fatta entrare in casa tua come se niente fosse successo fra voi due?!” chiese lei, quasi urlando.
“Alex, fra me e lei non c’è più niente, te lo giuro. E’ finito tutto molto tempo fa”
“E io come faccio a sapere che non tornerà tutto come prima? Che non ti innamorerai di nuovo di lei?” la ragazza era disperata.
“Perché finalmente ho trovato una persona che devo proteggere, sei tu” disse Axl con dolcezza, accarezzandole la guancia “non è Axl che ti parla, è William ricordalo”
Alexis gli buttò le braccia al collo e Axl la stese sul letto. Consumarono il loro amore per quasi tutta la sera, scambiandosi effusioni e dolcezze e Alex cercò di pensare più a quella scomoda visita che l’aveva fatta dannare per due ore buone.
“Ti amo Alexis, non ascoltare quello che ha detto Erin, tu non sei un passatempo e te lo dimostrerò”
“Anche io ti amo, Axl, sono contenta di quello che dici”
Adesso c’erano solo Alexis e Axl in quella stanza ed era questo quello che contava.
Da dietro la porta però, Erin aveva sentito tutto.
*Ah si? Quella stupida pensa che io mi fermerò qui? Si sbaglia, devo riavere Axl… a tutti i costi e farò di tutto per allontanarli sempre di più!* e se ne andò in camera sua senza aver prima soffocato una risata malvagia nella sua gola.

 
Charlie's Corner
Buongiorno a tutti, si, lo so che non aggiorno da un casino, ma non ho avuto proprio tempo. Questo è un capitolo un po' di passaggio diciamo, spero che vi piaccia comunque. Beh, ora i casini cominceranno ad arrivare quindi tenetevi forteee!
Anyway, ora devo andare. Intanto recensite eh! Bacionii! See yaa!

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
Era passata più di una settimana da quando Erin viveva nella villa di Axl e la convivenza non andava proprio bene. Insomma, Alex cercava di essere il più gentile possibile, ma Erin approfittava di ogni attimo di distrazione della ragazza per avvinghiarsi ad Axl.
Con sommo piacere di Alex, Axl il più delle volte la spostava e se ne andava o le intimava di togliersi dai piedi, ma questo non scacciava la preoccupazione della ragazza: la mora sapeva che Erin rivoleva Axl, non sapeva per cosa perché era sicuro che non era amore quello che l’ex di Axl provava per lui, aveva un secondo fine! E lei aveva tutte le intenzioni di scoprire cosa tramava.
Per non parlare di Desi e Erin che quando s’incrociavano la maggior parte delle volte finivano a bisticciare o nel peggiore dei casi a prendersi a pugni. Desi non la sopportava proprio e non perdeva occasione per metterla in imbarazzo.
“Ehi Erin!” le faceva Desi.
“Dimmi!” le ringhiava contro Erin.
“Riesci ad aprire e  quel pacco di pasta e cucinarla o sei così stupida da non riuscire a farlo per conto tuo?! Se devi aiutare, aiuta!!”
Juditta era uscita a fare la spesa e aveva chiesto cortesemente se potevano cucinare almeno la pasta per poi mettere il condimento appena fosse tornata.
Le critiche di Desi non erano infondate: Erin era con quel pacco di pasta in mano da cinque minuti buoni.
“Senti, sapientona, non sono abituata a fare questo genere di cose. A casa mia le faceva tutte una domestica decente!”
“Non ti permetto di insultare Juditta così, non ne hai il diritto!” s’infiammò Desi.
“Ah no?! Vietamelo!” gridava Erin.
“Con molto piacere!” e Desi le si fiondava addosso e si riempivano di pugni fino a quando o Axl o Izzy non le separavano. Ma questo era uno degli esempi più sciocchi.
Intanto la povera Alexis sospirava. In quei momenti si chiedeva dov’era suo padre e se stava bene, era passato troppo tempo da quando lo aveva visto l’ultima volta e le mancava ogni giorno di più.
(…)
Successe un giorno o meglio una notte, ma vi racconterò tutto da principio. I Guns n’ Roses avevano un concerto al Ritz: ci erano già stati una volta all’inizio della loro carriera e ora dovevano tornarci.
Erin sbraitava da giorni, chiedendo ad Axl di accompagnarla a vederli in concerto. Il rosso ne parlò con Alexis e lei, buona come sempre, disse di si. Purtroppo la mora non poteva accompagnare Axl a nessun concerto fino a quando la storia di suo padre non fosse finita.
“Potrei mettermi una parrucca e un trucco pesante!” ipotizzò Alex mentre parlava con un indaffarato Axl: stava perfezionando l’ultima canzone.
Lui alzò gli occhi dal piano e le disse “No, non se ne parla! Fai che ti beccano o che in qualche modo sono venuti a sapere che vivi a casa mia e mi seguono di nascosto? No no, tu rimani a casa, non posso permettermi di perderti” e ritornò a lavorare alla canzone.
Alexis sorrise.
Quella notte i Guns rientrarono tardi e Alex non aveva sonno, aveva un brutto presentimento. Desi rimase a farle compagnia.
A un certo punto verso le quattro di mattina qualcuno aprì la porta di casa: le due ragazze che si erano addormentate sul divano del salotto, si svegliarono di soprassalto e quello che videro le fece inorridire.
Axl rideva, con occhi spiritati, abbracciato a una Erin piuttosto compiaciuta e alticcia, ma ancora padrona di se stessa.
“Ma che cosa gli hai fatto?!” gridò Alex, quasi in lacrime. A un certo punto Axl svenne e Alex gli corse incontro prendendolo prima che sbattesse con la faccia a terra.
Erin aveva un sorriso in faccia che non piaceva per niente ad Alexis.
“Cosa hai da ridere? Non vedi com’è ridotto!”
“Rido perché è bastato che si ubriacasse tanto così per convincerlo a baciarmi!”
Ad Alex si ghiacciò il sangue nelle vene. Era vero?
“Non ci credo! Tu l’hai fatto ubriacare e non era in sé se ha veramente fatto quel che ha fatto, è stata colpa tua!”
“Non era così ubriaco quando mi ha baciata” e cominciò a salire le scale “buonanotte” e se ne andò.
La mora aveva gli occhi sbarrati, non sapeva che pensare. Si fidava di Axl, ma non si era dimenticata del suo comportamento da prima donna che usava avere a scuola e anche fino a poco tempo fa. Ma Axl era cambiato! Lei lo sentiva e ora era arrivata lei che lo stava facendo ricadere nel tunnel da cui stava uscendo. Doveva fare qualcosa!
“Desi! Aiutami!” gridò la ragazza.
Subito l’amica accorse e insieme riuscirono più o meno a lavare Axl e a metterlo a letto. Alexis rimase un po’ con lui, ad accarezzargli i lunghi capelli rossi. Pensò anche agli altri Guns, chissà come stavano?
Aveva una bella amicizia con Slash ora che ci pensava. Sorrise pensando agli scherzi che lui e Steven facevano a Duff o viceversa. In fondo aveva conosciuto tante persone carine e amichevoli e non avrebbe lasciato che Erin rovinasse tutto quello.
Quel piccolo angolo di pace che si era ricavata in quel periodo oscuro della sua vita.
 
Charlie’s Corner
Lo so che non aggiorno da un sacco, perdonooo! Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento e se volete scrivermi qualcosa per dirmi quello che ne pensate, recensite! Aspetto con ansia. Erin sta riuscendo nel suo piano, ma cosa vorrà veramente da Axl? Seguite la mia storia e lo scoprirete! Beh, mi dileguo, bacioni! 
 

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