CAPITOLO 1
Primo taglio: per la mia stupida vita.
Secondo taglio: perché non ho amici.
Terzo taglio: per l’essere orfana.
Quarto taglio: per Conor.
Non sono mai stata così male per una persona e non avrei mai immaginato che quel giorno sarebbe potuto arrivare. E come mi sfogavo? Tagliandomi. Già, ero un’autolesionista. Perché? Perché ero sola senza nessuno che mi sorreggesse prima di farmi cadere in un baratro. E mi sfogavo in questo modo. Un modo del tutto sbagliato che puo’ darti soddisfazioni solo all’inizio, quando quel dolore è imminente e tu dimentichi tutto perché sei troppo occupata a soffrire; ma poi ci soffri di più guardando quei tagli e ricordandoti il motivo per cui li hai fatti.
Prendo del disinfettante e delle garze con cui curo le ferite.
Mi guardo allo specchio. Quella non sono più io. Non sono più quella ragazza spensierata. Non sono più quella ragazza che curava il proprio aspetto. Sono un’altra persona. I lunghi capelli corvini sono spenti, gli occhi color ghiaccio hanno perso quel luccichio e la pelle, più cadaverica del solito, era macchiata da due occhiaie. Provo a fare un sorriso, ma quello che ne esce è solo una smorfia. Guardo il mio corpo. È scheletrico! Mi copro subito con una maglia e scendo in salotto.
Mi soffermo a guardare la casa di fronte alla mia. Casa Maynard e una Range Rover parcheggiata proprio lì davanti…avranno ospiti, la madre di Conor è una donna così socievole e altruista!
Non a caso quando mi ha trovata svenuta a casa mia (si ha le chiavi di casa mia…erano di Conor) mi ha curata lei. Peccato che sia sempre in giro per il mondo a causa del lavoro!
Continuo a guardare fuori. Una figura attira la mia attenzione. Dalla porta di casa esce un ragazzo di spalle, poi si gira e…cavolo è lui!
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