PKNA-This is Halloween

di Smeralda Elesar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atto I: lavori in corso ***
Capitolo 2: *** Atto II: Halloween Town ***
Capitolo 3: *** Atto III: Alex ***
Capitolo 4: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Atto I: lavori in corso ***


Atto I: Lavori in corso

 

Incrociatore Rangar, in orbita nella cintura degli asteroidi.

 

Il capo branca scientifica Gorthan stava studiando un libro terrestre: “storia delle festività del mondo anglo sassone”.

 

“Sono così strani i terrestri! Sono costantemente in cerca di emozioni, proprio come noi Evroniani, ma poi non sanno che farsene. Sarebbe opportuno che qualcuno desse loro una dimostrazione pratica di come utilizzare questa enorme fonte di energia, anche se dubito che potrebbero capirla dopo essere stati coolflamizzati in massa”

 

Sfogliò un altro paio di pagine.

 

“Queste feste sono un’usanza interessante. Alcune sono uguali per tutte le nazioni della terra, e questo vuol dire che per qualche giorno l’anno, con tutti i terrestri concentrati sulla festa, l’intero pianeta diventa un concentrato di emozioni. Potremmo scegliere uno di quei momenti per attaccare, così sarà anche maggiore l’effetto sorpresa”

 

Abbassò lo sguardo per studiare un calendario terrestre.

 

“Il momento migliore sarebbe Natale, ma per arrivare a quella festa mancano ancora ottantacinque rotazioni del pianeta Terra e non ho intenzione di aspettare tanto. Vediamo se c’è qualcosa di più imminente”

 

Tornò al libro e sfogliò alcune pagine all’indietro.

 

“Ah! Questo sì che è interessante! I terrestri hanno dedicato una festa alla paura. Molto appropriato… La chiamano Halloween”

 

Gorthan si spostò al grande oblò ricurvo che dava sullo spazio aperto, verso la stella chiamata Sole dai terrestri.

Da quella distanza la Terra non era niente più che una minuscola biglia.

 

“Questo Halloween è solo tra trenta rotazioni. È il caso di dare inizio ai lavori”

 

                 *

Deposito di Paperon De’Paperoni, in una città che conosciamo tutti molto bene.

 

:-Allora?! Non hai sentito? DOBBIAMO DARE INIZIO AI LAVORI!-:

 

Paperino si sistemò meglio il berretto che l’urlo dello zio gli aveva fatto finire di traverso.

 

:-Sì, sì, ho sentito! Ho sentito e protesto! Non puoi schiavizzarmi ogni volta che hai qualche lavoro pesante da sbrigare!-:

 

Zio Paperone lo zittì con un “Bah” di sufficienza.

 

:-Ma che schiavizzare! Se avessi voluto schiavizzarti ti avrei messo ad impastare con le zampe le trentamila tonnellate di cemento per il mio nuovo parco a tema! Invece come vedi sono generoso e ti sto chiedendo solo di pulirlo-:

 

:-Certo, come no? Da cima a fondo e in soli quindici giorni! È impossibile!-:

 

Protestò ancora il papero nel tentativo di far ragionare colui che deteneva la chilometrica lista dei suoi debiti.

Fatica sprecata.

 

:-Se credi che il tempo sia poco hai una ragione in più per cominciare subito. E ricorda che tutto deve essere pronto per il giorno dell’inaugurazione! Riesci ad immaginarlo,o  nipote di ristrette vedute? Halloween Town, l’unico posto dove è Halloween tutto l’anno! I bambini di tutto il mondo vorranno venire qui! Ovviamente dopo che tu avrai provveduto a sistemare tutto-:

 

:-Ma zio… per fare tutto quel lavoro in così poco tempo dovrei lavorare ventidue ore ogni giorno… hai calcolato che devo dormire?-:

 

Paperone esplose in una gran risata.

 

:-Ah ah ah! Dormire! Questa sì che è bella! Pensa che io una volta nel Klondyke non ho dormito per ben…-:

 

:-Urgh! No, no, basta, ti prego! Preferisco i lavori forzati!-:

 

Paperino acchiappò la mappa dove era indicata la posizione del cantiere e filò via prima che lo zio potesse ricominciare a parlargli della sua gioventù di cercatore d’oro.

 Per prima cosa passò dalla Ducklair Tower e in ascensore fu accolto da UNO.

 

:-Allora? Era “un altro raggiro di proporzioni epiche” come credevi tu?-:

 

Il povero papero bistrattato si lasciò andare contro la parete dell’ascensore con un sospiro sconsolato.

 

:-No, UNO, è peggio! Molto peggio!-:

 

E gli raccontò la storia del nuovo parco giochi da ripulire.

 

:-In effetti questo tuo zio ha delle pretese un po’ eccessive, considerando che tu sei un biologico-:

 

Dovette ammette infine UNO.

 

:-Già, ed ha anche una lista dei miei debiti eccessivamente lunga con cui ricattarmi!-:

 

:-Però tu hai come tuo alleato la più strepitosa intelligenza artificiale che esista sulla terra! Ecco cosa faremo-:

 

E UNO si mise a spiegargli il piano.

 

                 *

Incrociatore Rangar, in rotta di avvicinamento alla terra.

 

:-Allora, il piano è questo-:

 

Spiegò il generale Zorpad.

Di fronte a lui una squadra di dieci soldati sull’attenti aspettava ordini.

 

:-Sbarcheremo sulla terra in questo punto-: Indicò con un raggio laser un punto sulla mappa del Nord America

 

:-Poi raggiungeremo questa struttura e piazzeremo un deviatore di sequenze elettromagnetiche che permetteranno alla nostra nave spaziale di assumere il controllo delle strutture elettroniche di questo posto chiamato Luna Park.

Le entrate, le uscite, le vie di comunicazione, ed i macchinari stessi del parco saranno manovrati dai nostri scienziati e una volta che il posto sarà completamente isolato e i terrestri chiusi all’interno potremo strizzarli per bene come un branco di beepi!

I terrestri costruiscono queste cose per provare forti emozioni, e per di più questo Luna Park deve essere ancora aperto al pubblico, quindi il giorno dell’inaugurazione sarà perfetto per fare un colossale pieno di energia-:

 

Il suo discorso venne interrotto dall’addetto al controllo dei monitor.

 

:-Signore, rileviamo un’anomalia! Non doveva esserci nessuno nel parco… e neanche i robot dovevano funzionare! Invece qui c’è…-:

 

:-Fammi vedere, incapace!-:

 

L’immagine sul monitor era chiara: un papero stava stravaccato su un’amaca e mangiava un gelato, mentre tutto intorno i robot erano impegnati in vari lavori.

 

:-Questo non era previsto-:

 

Disse più che altro a se stesso.

 

:-Generale, dobbiamo partire lo stesso e coolflamizzare subito quel terrestre?-:

 

In effetti l’idea del soldato non era male, ma Zorpad doveva ragionare più in grande.

Dopotutto era un generale.

 

:-No, non lo toccate. Lo sai che i terrestri si preoccupano per i loro simili e se questo sparisse senza lasciare traccia potremmo compromettere la missione. Lasciamolo stare, tanto non potrà stare lì per sempre-:

 

                  *

Pianeta Terra, dove (non) lavora un certo papero.

 

:-Che pacchia! Sai, UNO, potrei anche stare qui per sempre!-:

 

In effetti aveva ragione: il massimo sforzo che aveva fatto era stato trasportare l’amaca ed appenderla tra due travi d’acciaio nella sala comandi del nuovo parco giochi di Zio Paperone.

Al lavoro ci pensavano il robot del parco, controllati da UNO che si era interfacciato con la sala comandi attraverso l’extransformer.

E a proposito di UNO la sua voce risuonò amplificata da tutti gli altoparlanti del parco per maltrattare i timpani del papero nullafacente.

 

:-Spero per te che non sia così! Sei già al terzo gelato in un ora, e se moltiplichiamo le calorie di ogni gelato per il fatto che la tua attività motoria è ridotta a zero otterremo come risultato una palla di lardo. Vuoi forse essere il primo super eroe oversize?-:

 

Paperino ridacchiò immaginando un se stesso in costume da Paperinik ma con la stazza di suo cugino Ciccio Papero.

 

:-Non ti preoccupare, UNO. Tanto Zio Paperone provvederebbe a farmi saltare in piedi tra quindici giorni! Anzi sono già certo che per il giorno della sua spettacolare inaugurazione ha qualche altro lavoro in serbo per me, quindi voglio godermi il riposo finché posso-:

 

Un’ombra passò nello sguardo del papero.

 

:-A proposito, UNO, io volevo… sì, ecco, volevo ringraziarti-:

 

:-Ringraziarmi? E perché mai?-:

 

:-Oh, andiamo, non fare il modesto perché tanto non ti riesce! Intendo dire grazie per tutto questo. Lo sia bene che senza te che fai fare le pulizie ai robot io mi sarei dovuto consumare tutte le piume! A volte mi chiedo… perché lo fai?-:

 

L’intelligenza artificiale sghignazzò un po’ prima di rispondere.

 

:-Lo faccio perché so di poterlo fare meglio! Io ho installato nell’ hard disk un programma di pulizie rapide che di solito uso per la manutenzione della Ducklair Tower, e tu chiaramente non lo hai!-:

 

Paperino avrebbe anche potuto sorridere di questa risposta, ma aveva altro per la testa.

 

:-Non era delle pulizie che parlavo. No, intendo perché mai un essere straordinario e capace come te abbia deciso di fare società con una mezza nullità come me-:

 

UNO apparve improvvisamente sotto forma di globo verde dall’extransformer e la voce si diffuse solo quanto bastava per farsi sentire dal papero.

 

:-Ascoltami bene, signor “mezza nullità” se non la smetti di fare discorsi patetici ti strizzo e ti utilizzo come mocho per lavare i pavimenti, chiaro? Te lo piego semplice semplice,  in modo che tu possa capire: una società è dove ognuno dei due guadagna qualcosa, e se io non l’ho ancora sciolta vuol dire che ci sto guadagnando-:

 

:-Ma… che cosa?-:

 

UNO sembrò riflettere prima di dargli una risposta.

 

:-Io ci guadagno variabili, imprevisti, casualità. Tu mi dai la possibilità di entrare in contatto con situazioni assolutamente non programmate. Il che, per uno che è “tutto un programma” è davvero un bel guadagno, te lo assicuro!-:

 

:-Quindi mi stai ringraziando perché ti complico l’esistenza? Complimenti! Primo perché sei più contorto di quello che pensavo e secondo perché hai appena fatto una battuta di spirito quasi biologico. Insomma, tu stai in società con me perché ti diverti?-:

 

:-Sì, in un certo senso è così. E sai cosa mi divertirebbe davvero tanto? Questo!-:

 

Uno dei robot, una mummia, lasciò il panno per i vetri e si diresse barcollando a braccia tese verso Paperino, che però non sembrò particolarmente impressionato.

 

:-Non crederai davvero di spaventarmi con questo trucco!-:

 

La mummia si avvicinò ancora.

 

:-Lo so che la stai manovrando tu!-:

 

E ancora.

 

:-Non ho paura! Non ho… aaaahhhhh!!!-:

 

Prima che la mummia lo acchiappasse Paperino saltò giù dall’amaca e scappò dall’altra parte della stanza.

La risata di UNO si diffuse in tutto il parco.

 

:-Ecco quello che intendevo! Sai, potrei farti rincorrere fino a stasera solo per monitorare e catalogare le espressioni del tuo becco! Ma fortunatamente per te c’è tanto lavoro da fare-:

 

La mummia invertì la rotta e tornò a lucidare vetri con il collega zombie.

 

:-N-n-non fa-fa-farlo mai più, chiaro?-:

 

Lo sfortunato papero aveva tutte le piume sulla testa sparate in aria e tremava come una maracas.

 

                  *

Incrociatore Ragnar, dodici rivoluzioni del pianeta dopo

 

:-Allora? È andato via quel fastidioso yestol (NdA: pidocchio del pianeta Graat. Lungo due metri e pesante centocinquanta chili)?-:

 

Sbraitò il generale Zorpad appena entrato nella sala monitor.

L’addetto gli rispose subito perché non era per niente saggio far infuriare un superiore già arrabbiato.

 

:-Sembra che stia smontando la cosa su cui ha riposato tutto questo tempo. Forse questo vuol dire che se ne sta andando-:

 

Per fortuna la risposta sembrò soddisfare il generale.

 

:-Bene, perché tra cinque ore terrestri noi scenderemo a fare il nostro lavoro e se lo troveremo ancora lì tanto peggio per lui!-:

 

                *

:-Che bello, ho anche finito con due giorni di anticipo! Spero solo che Zio Paperone non si abitui a queste performances straordinarie!-:

 

Paperino arrotolò di nuovo l’amaca, poi scollegò l’extransformer dalla consolle principale e prese l’ascensore per tornare a piano terra, dove lo aspettava la fedele 313.

 

Però… tutto questo parlare di paura mi fa venire in mente i miei amici violacei, che è da tempo che non vedo. Spero che non stiano architettando qualcosa!”

 

Si rivolse all’extransformer che per l’occasione aveva l’aspetto di una cassetta degli attrezzi.

 

:-Hei, UNO, per favore, controlla se rilevi tracce di Evroniani-:

 

:-Io controllo continuamente, e posso assicurarti che per ora non rilevo assolutamente niente-:

 

Paperino mise in moto, ma non era del tutto convinto.

 

:-Bè… in ogni caso tieni le schede video ben aperte. Sarà tutto questo parlare di Halloween, ma a me è venuta un po’ di paura-:

 

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Cantuccio dell’autore

 

Ben ritrovati amici e colleghi con mantello e mascherina!

 

Il merito di questa idea è di Tim Burton e del suo “Nightmare before Christmas” e poi il 31 Ottobre è anche il mio compleanno ed ho deciso di festeggiarlo così!

Non è magnifica? È il mio regalo a me per il mio compleanno! *citazione da un cartone Disney*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Atto II: Halloween Town ***


Atto II:Halloween Town

 

Halloween Town, Terra, sera del 31 Ottobre

 

Il nuovo Luna Park a tema di Zio Paperone era un vero successo.

Praticamente tutte le famiglie di Paperopoli si erano trasferite in massa ad Halloween Town e c’erano centinaia di ragazzini mascherati ansiosi di farsi terrorizzare dai mostri e dalle spaventose trovate del parco.

Ovviamente anche Qui, Quo e Qua erano in mezzo agli altri con il loro gruppo di Giovani Marmotte, e c’era anche Paperino… in veste di venditore di snack!

L’unico privilegio che aveva avuto in quanto nipote del proprietario era stato quello di scegliersi il travestimento, così, mentre gli altri venditori di dolciumi andavano in giro con orribili costumi pelosi e soffocanti, Paperino era un affascinante vampiro con lo smoking ed il mantello con l’interno di raso rosso.

E con i denti finti che lo facevano parlare sputacchiando.

 

“Meno male che questo lavoro è solo per la sera dell’inaugurazione, perché io prima o poi tornerò qui da visitatore! Raccoglierò i soldi per due biglietti e poi farò una sorpresa a  Paperina! Sono sicuro che ne sarà entusiasta… ulp! Cosa vedono le mie pupille?”

 

Le sopracitate pupille schizzarono via dalla sorpresa quando vide la papera in questione, vestita da strega in stile gotico, entrare nel parco accompagnata da… Gastone Paperone! (anche lui mascherato da vampiro) Paperino dovette girarsi per addentare di nascosto un pezzo di torrone, giusto per sfogare la rabbia su qualcosa che non fosse il cranio di suo cugino.

 

Uack! Baracquack! Quell’infame avrà vinto qualche biglietto omaggio! E Paperina… Paperina…

 

Non riusciva neanche a pensare qualche cosa di coerente.

 

:-Ma tu guarda chi si vede? Caro cugino, come mai sei qui al parco anche tu? Eppure Paperina mi aveva detto che non ci saresti potuto venire perché dovevi sbrigare un lavoro per Zio Paperone-:

 

Paperino si voltò e si trovò becco a becco con l’orribile ghigno di superiorità di Gastone.

E dietro di lui c’era Paperina che lo guardava con la sua migliore aria da “dammi una spiegazione convincente o non farti più vedere”

Questo fu veramente troppo.

 

:-Ascoltami bene, razza di inutile parassita del pianeta-: Sbraitò sul becco del cuginastro :- Io qui ci lavoro, ed il lavoro che dovevo fare per Zio Paperone è proprio questo: vendere cose da mangiare e non stare fermo un momento mentre tutti intorno a me si divertono da matti! E a Paperina non l’ho detto perché volevo farle una sorpresa e portarla qui il prossimo sabato! E ora, a meno che tu non voglia cedermi uno dei tanti portafogli pieni di dollari che trovi continuamente, fammi fare il mio lavoro per guadagnarmi la paga!-:

 

Con grande sollievo di Paperino alla parole “fare sorpresa” lo sguardo bistrato di nero e viola della papera si era notevolmente addolcito, quello di Gastone invece era carico di commiserazione.

 

:-Certo, lavora pure, non ti trattengo… noi intanto cominceremo il giro del parco, così ti potremo consigliare su quale attrazione visitare prima quando finalmente potrai entrare-:

 

Gastone si voltò e fece per andarsene, e per Paperino la cosa avrebbe potuto anche finire lì perché ormai sapeva che Paperina lo avrebbe pienamente perdonato, ma, mentre andava via, Gastone fece l’errore di voltarsi con l’ennesimo ghigno di scherno e di mormorare qualcosa come “Piccolo, stupido papero” (NdA: ricordate PKNA #10“Tauma”)

Quello per Paperino fu come una muleta rossa per il toro.

Riempì velocemente un bicchiere con Paper Cola ben fredda e tanto ghiaccio.

 

:-Hei, Gastone, aspetta un po’! Sicuro di non volere niente?-:

 

:-Come?-:

 

Paperino tirò indietro il braccio e lanciò il bicchiere pieno di liquido gelido dritto in faccia a Gastone.

 

:-Questo lo offre la casa! Prendi!-:

 

Poi acchiappò il carretto e se la svignò prima che poteva.

Si nascose quasi al margine del parco ed entrò in una toilet per parlare in pace con UNO dallo scudo ex transformer, che quella volta era diventato uno zainetto.

 

:-Che succede, vampiro? Ti serve una trasfusione?-:

 

:-No, devo fare un download di arrabbiatura, mi puoi dedicare due minuti?-:

 

Ovviamente UNO poteva, come sempre, e Paperino gli spiegò tutto in dettaglio.

 

:-Mi capisci, non è vero, UNO? Quella frase… quella proprio non avrebbe dovuto dirla! Tu ti ricordi quello che ho passato con Trauma, no? Gastone una cosa del genere se la può solo sognare, e forse neanche!-:

 

Sbottò alla fine.

 

:-Hai ragione, Gastone si è comportato da vigliacco. Ma tu gli hai dato una bella lezione!-:

 

:-Già!-:

 

Convenne Paperino, sorridendo ancora del suo lancio.

 

:-Bene, ora sarà meglio che torni a lavoro se non voglio che Zio Paperone mi riduca ad un bonsai! Ci vediamo dopo socio. E grazie per avermi ascoltato-:

 

:-Non c’è di che! Sono sempre felice di studiare da vicino le strane reazioni di voi biologici!-:

 

Dopo che UNO fu sparito Paperino si rimise in spalla l’extransformer e uscì a riprendere il carretto degli snack.

Vendette caramelle e cioccolato ad un sacco di ragazzini e si lasciò andare con una certa nostalgia ai ricordi degli Halloween che lui aveva passato a fare “dolcetto o scherzetto”.

 

“Eh, erano veramente altri tempi! Una volta il costume di Halloween era un lenzuolo con due buchi per gli occhi, ora invece si vestono come se fosse Carnevale! Cosa c’entra Spider Man con Halloween vorrei sapere? Con tutto il rispetto per il mio collega ovviamente… hei! Guarda un po’ quello lì!-:

 

Infatti tra i tanti costumi più o meno in tema con Halloween Paperino ne aveva notato uno che gli aveva dato una scossa.

Tuta nera con riflessi blu, mantello blu e rosso, stivali, cintura e spalline gialle ed un inconfondibile berretto da marinaio.

Paperino si trovava davanti una piccola copia di Paperinik, che gli stava chiedendo dei dolci.

 

:-Signore, vorrei cinquanta centesimi di caramelle gommose-:

 

Invece Paperino gli disse

 

:-Hei! Bel costume! Come ti chiami, giovanotto?-:

 

Sapeva che non avrebbe dovuto parlare con i clienti, ma non aveva proprio potuto trattenersi.

Gli occhi del paperotto si illuminarono.

 

:-Mi chiamo Alex. Grazie! Mi sono vestito così perché Paperinik è il più mitico che c’è! A te piace? Io l’ho visto quando combatteva contro quel gigantesco alieno viola ed è stato fantastico! Tutti avevano paura ma Paperinik no e alla fine lo ha battuto! Quell’Angus Fangus non capisce proprio niente, ecco perché parla sempre male di lui!-:

 

Dopo questa Paperino trovava che quel paperotto fosse decisamente adorabile oltre che in gamba.

 

:-Eh, sì, trovo anche io che Paperinik sia un grande!-:

 

Convenne Paperino, e riempì il sacchetto con una razione di caramelle più che generosa.

 

:-Hei! Ma queste sono più che cinquanta centesimi di caramelle!-:

 

Protestò il ragazzino.

Paperino sorrise.

 

:-Bè, tra noi fan di Paperinik ci dobbiamo aiutare, no?-:

 

Gli rispose con una strizzata d’occhi.

 

                 *

Incrociatore Rangar, in orbita stabile intorno alla Terra.

 

La squadra di dieci soldati Evroniani era pronta per la missione: grazie al congegno che avevano piazzato due giorni prima presto gli scienziati avrebbero rinchiuso ed isolato i terrestri nel Luna Park, e quando questo fosse successo loro avrebbero dovuto solo scendere a terra con i dischi individuali e lavorare di Evrongun.

Abbastanza semplice, no? Sempre che in qualche modo quel papero mascherato non di fosse presentato a rovinare tutto.

Il generale Zorpad aspettava solo un segnale dal capo branca Gorthan per dare inizio alla missione, ma al momento lo scienziato sembrava immerso in chissà quale elucubrazione mentale.

Degnò appena di un cenno il capo branca Yestor che gli comunicava che il deviatore di frequenze elettromagnetiche era in funzione.

 

:-È nella natura dell’esercito giungere per vie inaspettate dal nemico e attaccare quando l’avversario non è vigile*-:

 

Lo sentì mormorare a mezza voce.

 

“Lui e le sue citazioni! Vorrei tanto che una volta si decidesse a dire qualcosa di sensato”

 

Pensò Zorpad irritato.

Rimase rigidamente sull’attenti in attesa di un vero ordine.

 

:-Prepara i tuoi soldati, generale. È ora di dare inizio all’operazione-:

 

“Ah, meno male! Questo era comprensibile”

 

Zorpad si congedò, raggiunse la sua squadra e, preso un disco individuale, fu il primo a lanciarsi nello spazio verso il pianeta Terra.

 

                  *

Paperino non ne poteva più!

Aveva le zampe tutte indolenzite dopo due ore che spingeva quel carretto in lungo e in largo per il parco, così provò a trovare un cantuccio in cui riposarsi un po’.

 

:-Ah! È così dunque che lavori? Ti insegnerò io a mandarmi in rovina, sciagurato nipote!-:

 

Non ebbe neanche il tempo di girarsi che sentì un botto purtroppo familiare e subito dopo una dolorosa sventagliata di sale grosso si abbatté impietosa sul suo porta piume.

 

:-Uack! Ma zio… che ti è saltato in mente di portare lo spingardino a sale? E per di più carico!-:

 

:-Che domande! Fa parte del mio costume originale da cercatore d’oro. Con questo spingardino ho difeso i miei guadagni allora e con questo continuo a difenderli oggi da te che cerchi di sabotarmeli battendo la fiacca!-:

 

Paperino non poté fare a meno di rimettersi in marcia borbottando.

Intanto il cellulare prese a squillare.

 

“Chiamata con numero privato? Ma allora è UNO! Groan… solo a me può succedere di parlare al telefono con qualcuno che sta appeso alla mia schiena!”

 

:-Pronto? Che succede?-:

 

:-Ci sono brutte notizie, socio! Attraverso l’extransformer ho rilevato una forte sorgente di onde elettromagnetiche anomale all’interno del parco. Queste onde si sovrappongono con i comandi della sala controllo ed in pratica tra poco saranno loro a controllare il parco-:

 

:-Aspetta… che vuol dire esattamente che controlleranno il parco? Che sta succedendo?-:

 

Si rese conto troppo tardi che stava urlando e che non era il caso di scatenare il panico ancora prima di aver capito esattamente con cosa aveva a che fare.

 

:-Vuol dire, in linguaggio semplificato, che ogni singolo congegno elettronico del parco è controllato da quella cosa! Ti conviene tirare fuori mantello e mascherina perché tra poco ci sarà lavoro per l’altro te… oh, no!-:

 

:-Non dirmelo: c’è un guaio grosso come una calotta polare che sta per abbattersi su di me!-:

 

:-Entra subito in modalità super eroe più super che puoi! Tutte le uscite del parco sono bloccate e tutti i sistemi di comunicazione sono isolati… in pratica siete in trappola!-:

 

Infatti poco dopo le luci del parco cominciarono a spegnersi come per sbalzi di corrente, ed i suoni terrificanti di sottofondo divennero un po’ troppo terrificanti.

Le due gigantesche porte metalliche si chiusero con un botto.

A qual punto a Paperino venne un dubbio atroce.

 

:-UNO, ci sei ancora? Hai detto che tutti i sistemi elettronici del parco sono controllati da questa strana cosa… ma allora anche i robot…?-:

 

Non gli servì aspettare la risposta di UNO perché alle sue spalle avvertì una strana presenza e si tuffò di lato appena in tempo per non essere agguantato da un robot zombie.

Intanto tutto intorno si moltiplicavano le grida di puro terrore.

 

:-E va bene, ho capito, devo cambiarmi!-:

 

Esclamò esasperato il papero.

Se la diede a gambe e si infilò nel bagno di prima per potersi cambiare in pace, cosa che gli richiese non più di dieci secondi.

Imbracciò lo scudo extransformer ed uscì pronto alla battaglia.

 

:-Spero che tu sia pronto, eroe, perché credo che là fuori ci sia parecchio movimento!-:

 

Gli disse UNO dall’extransformer.

 

:-Non me lo dire… rischi di rovinarmi la sorpresa! Ma io dico, essere aggrediti dalle attrazioni di un parco divertimenti… l’ultima volta che ho visto una cosa del genere è stato in Jurassick Quack!

 

 

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Cantuccio dell’autore

 

Prima cosa: mi perdonino i fan di Paperina ma io proprio non la sopporto perché è un’opportunista a passare da Paperino a Gastone a seconda di chi accontenta meglio i suoi capricci!

Stessa cosa per Gastone, che secondo me è fatto apposta per essere odiato!

Inoltre ci tengo a precisare che il costume da vampiro di Paperino non ha assolutamente niente a che fare con Twilight. Per carità, liberaci dal male ed amen!

Poi non ho potuto resistere a fare un giochino alla fine: come probabilmente avete capito Jurassick Quack fa assonanza con Jurassick Park e sarebbe appunto la versione di questo film nel mondo di Paperinik.

*Si trova ne “l’arte della guerra e della strategia” un testo che credo Gorthan apprezzerebbe molto.

 

Grazie a tutti

                            

                           Makoto

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Atto III: Alex ***


 

Atto III: Alex

 

 

Una volta fuori Paperinik dovette lavorare parecchio di Crasher per salvare nell’ordine le Giovani Marmotte, una famigliola e tre adolescenti.

Cominciava a pensare che sarebbe riuscito a mettere la situazione sotto controllo senza particolari problemi quando il suo timore più grande si materializzò proprio sopra la sua testa: uno, due, tre… undici dischi individuali con sopra undici Evroniani armati di evrongun.

Il primo che toccò terra trovò un pugno ad accoglierlo.

 

:-Non vi hanno insegnato l’educazione sul vostro pianeta? Se volete entrare al Luna Park dovete pagare il biglietto!-:

 

Gli gridò dietro il papero mascherato ostentando una sicurezza che in realtà non aveva per niente.

I terrestri erano un bersaglio troppo facile dato che erano tutti così ammassati e quei robot rischiavano di fare seriamente male a qualcuno.

Cercava di affrontarli tutti ma era assolutamente impossibile.

 

:-Allora, UNO, hai qualcosa di interessante da comunicarmi?-:

 

Chiese sperando ardentemente in una buona notizia.

 

:-Ho un’ idea per risolvere questo casino galattico, ma sarà parecchio difficile attuarla perché io non posso interfacciarmi dall’esterno con il parco. Se lo vuoi detto in linguaggio tecnico hai novantanove possibilità di finire calpestato, disintegrato, coolflamizzato, catturato dagli evroniani o qualche altra cosa a tua scelta e una sola possibilità di cavartela senza troppi danni-:

 

Paperinik si abbassò per schivare una scarica di evrongun e sparare a sua volta un colpo di paralizzatore bradionico.

 

:-Una? Così tante? Va bene, me le farò bastare, tu dimmi solo che devo fare-:

 

:-Mi piace il tuo spirito pratico! Per prima cosa devi raggiungere l’apparecchio che sta mandando in tilt il parco. Secondo i miei rilevamenti si trova sul tetto dell’edificio centrale, alla base dell’antenna che diffonde gli impulsi della sala comandi. Una volta che lo avrai trovato lo dovrai distruggere, poi dovrai scendere nella sala comandi vera e propria e collegare l’extransformer come abbiamo fatto quando dovevi fare le pulizie qui, ricordi?-:

 

Intorno a lui le urla di terrore si erano moltiplicate all’infinito e tutti gli ospiti del parco erano nel panico.

 

:-Ma UNO, come faccio a lasciare queste persone? Hanno bisogno qualcuno che le difenda!-:

 

:-Fossi in te non mi preoccuperei: secondo me gli evroniani vogliono solo spaventarli il più possibile prima di coolflamizzarli per ottenere più energia, quindi la cosa migliore che puoi fare è sbrigarti a disinnescare quella diavoleria!-:

 

:-E va bene, mi hai convinto, vado!-:

 

Si girò e cominciò a correre verso l’edificio centrale, facendo lo slalom tra mummie, zombie e licantropi.

Le luci si accendevano e spegnevano a intermittenza lasciando tutti prima abbagliati e poi nell’oscurità più completa in balìa dei mostri.

Passando accanto alla casa delle streghe Paperinik sentì delle urla di bambini.

Subito UNO lo riprese.

 

:-No! So che stai pensando! È inutile entrare lì dentro, tanto per ora non corrono nessun reale pericolo. Piuttosto sbrigati!-:

 

Sì, era vero, per quanto potesse sembrare strano i bambini non erano in pericolo, però…

Un altro urlo lo fece decidere contro ogni logica.

Spaccò il muro con un paio di colpi di crasher ed entrò.

Per fortuna aveva calcolato bene la sua posizione e quando riuscì ad entrare si trovò davanti cinque bambini terrorizzati da un drago ed una strega.

Con altri due pugni mise K.O. i due pupazzi.

 

:-Allora, ragazzi, state bene?-:

 

:-Certo che stanno bene! Fino ad ora li ho difesi io!-:

 

Paperinik abbassò lo sguardo a cercare quel presunto piccolo eroe e non fu particolarmente sorpreso quando vide che era Alex, il paperotto mascherato da… lui!

 

:-Hei! Ma guarda chi si rivede! Hai fatto proprio un ottimo lavoro, ma da ora in poi ci penso io, voi restate qui al sicuro-:

 

Sapeva di doversi spicciare per il bene di tutti gli altri, così scavalcò di nuovo il mucchio di macerie e riprese la sua corsa.

Ad un certo punto sentì una voce abbastanza familiare.

 

:-Prendete questo!-:

 

PAN!

Era Zio Paperone che, invece di tremare davanti ad un evroniano armato, aveva dato il la allo spingardino a sale e l’alieno viola aveva dovuto battere in ritirata tutto punzecchiato.

 

“Bene! Almeno non devo preoccuparmi del vecchio cilindro! Lo zione sa difendersi benissimo da se!”

 

Pensò con un sorriso. In fondo il fatto che suo zio fosse così combattivo nonostante l’età lo rendeva orgoglioso.

Ed il fatto che Zio Paperone fosse mascherato gli fece anche capire una cosa: gli evroniani non gli stavano ancora dando la caccia perché la sua tuta si mimetizzava in mezzo a tutti quei costumi, il che gli dava un piccolo vantaggio.

 

:-Sbrigati, socio! Hanno cominciato con le evrongun!-:

 

Ma Paperinik non aveva bisogno dell’informazione perché dietro un angolo si era trovato davanti il suo peggiore incubo fatto realtà: Paperina con un arma evroniana puntata addosso!

 

:-LASCIALA!-:

 

Urlò con tutto il fiato che aveva in petto.

Sganciò il crasher ma fu un secondo troppo tardi: la scarica era partita e Paperina era stata colpita, anche se solo di striscio.

 

:-NOOO!!!-:

 

In un secondo dimenticò tutto, il parco, gli evroniani, la sala comandi e tutto il resto e si precipitò da lei.

Per Paperino esisteva solo Paperina svenuta tra le sue braccia.

 

:-No, non è possibile! Paperina… Paperina, ti prego, rispondi!-:

 

Fortunatamente la papera si mosse un po’ e dopo pochi secondi aprì gli occhi.

 

:-Cosa…? Paperinik! Mi hai salvata! Ma questo non ti da il diritto di prenderti certe libertà, sia chiaro-:

 

In quel momento realizzò che la stava stringendo a se in un modo che per Paperino sarebbe stato più che giustificato, ma che per Paperinik non lo era.

La lasciò andare imbarazzato.

 

:-Sì, certo, scusa… stavo solo controllando che… oof!-:

 

Non potè finire la frase perché fu afferrato da dietro da un robot licantropo che sembrava programmato per strangolarlo.

 

:-Lascia andare Paperinik!-:

 

CLANG!

La presa si allentò di colpo e Paperinik cadde a terra mezzo stordito.

 

“Qualcuno mi ha aiutato… e probabilmente si è cacciato in un guaio!”

 

Si rialzò e sparò un colpo di paralizzatore bradionico al licantropo, che rimase bloccato nell’atto di afferrare qualcosa.

 

:-Va tutto bene adesso, quel robot non ti  può più fare niente… coraggio, vieni qui-:

 

Gridò a chiunque fosse stato a distrarre il robot da lui.

Lentamente da dietro la massiccia figura del lupo mannaro emerse quella minuscola e tremante di Alex.

 

:-Ancora tu?! Dovrei rimproverarti ma visto che mi hai aiutato per questa volta ti risparmio la lavata di capo-:

 

Il paperotto annuì.

Paperinik sapeva che avrebbe dovuto metterlo al sicuro, dirgli di stare fuori dalla battaglia, ma sapeva che quel ragazzino così fragile eppure così coraggioso non gli avrebbe ubbidito, quindi la cosa migliore da fare era controllarlo personalmente.

 

:-Senti, giovanotto, mi pare che tu abbia la stoffa dell’eroe. Che ne dici di aiutarmi a salvare la Terra?-:

 

Gli chiese con fare complice.

 

:-Io? Aiutarti a salvare la terra? Ma certo!-:

 

Paperinik sorrise con la sua migliore espressione da duro.

 

:-Benissimo! Allora aggrappati a me!-:

 

Lo prese in braccio e, dopo aver lanciato un ultimo sguardo a Paperina, inserì il turbo nell’extransformer e spiccò il volo verso la cima della sala comandi.

Dovette evitare un paio di evroniani, ma tra crasher e raggi paralizzanti non fu particolarmente difficile, in più Alex si divertiva tantissimo ed in quel momento Paperinik era più che felice di avere qualcuno che facesse il tifo per lui.

Sulla terrazza della torre contattò di nuovo UNO.

 

:-UNO, ti presento il mio collega super eroe-:

 

Disse indicandogli Alex, ed UNO reagì come una mamma preoccupata.

 

:-Un ragazzino?! Ma ti ha dato di volta il cervello a coinvolgerlo in una cosa così pericolosa?!-:

 

:-Hei, bada a come parli, palla verde! Io sono forte come Paperinik!-:

 

Sicuramente Alex aveva del carattere, ma non era il momento per dimostrarlo.

 

:-Lascia che ti spieghi il mio piano, UNO: sarà Alex a portare l’extransformer dentro la sala comandi e ad interfacciarlo con la consolle mentre io andrò a disattivare la cosa che sta creando questo disastro. Tu lo dovrai guidare… e magari difendere manovrando il crasher, capito?-:

 

UNO lo guardò perplesso ma alla fine acconsentì.

 

:-Allora sarà meglio dividere l’extransformer. Tu, Paperinik, avrai bisogno del commutatore gravitazionale per salire più in fretta e di un fascio di raggi positronici come arma e per distruggere quella cosa. Alex prenderà il resto… compreso il crasher che pare gli piaccia-:

 

Ci vollero pochi secondi per separare le componenti dello scudo che servivano a Paperinik da quelle che servivano ad Alex.

L’extransformer era grande quasi quanto lui ed il paperotto faceva fatica a reggerlo, ma lo stesso gli occhi gli brillavano di eccitazione.

 

:-Uao! Posso davvero usare questo coso?-:

 

Paperinik sapeva che probabilmente non stava facendo una cosa ortodossa, ma tutto quell’entusiasmo gli ricordava tanto se stesso da piccolo, ed in ogni caso ci avrebbe pensato UNO a controllare che Alex non si facesse male.

Insomma, non gli sembrava male incoraggiarlo.

 

:-Ma certo che puoi usarlo! Ricorda che da ora in poi in questa sala sei tu Paperinik! E adesso perché non provi ad entrare?-:

 

:-Ma… dov’è la porta?-:

 

:-Quale porta? Nelle situazioni di emergenza i super eroi fanno così!-:

 

Si mise alla sua altezza con un ginocchio a terra, spostò la mira contro la vetrata e gridò “Crasher!”

Il vetro si spaccò in una pioggia di cristalli.

 

:-Troppo forte!-:

 

Strillò Alex.

 

:-Adesso vai dentro e fai tutto quello che ti dice UNO, mi raccomando. Ricorda che la salvezza di tutte quelle persone dipende da te. E tu, UNO… controllalo-:

 

Non poteva perdere altro tempo: visto che non aveva più il modulo dell’extransformer che gli consentiva di volare ma aveva solo il commutatore gravitazionale dovette affidarsi alle suole in gomma super aderente per scalare la parete di vetro ed arrivare in cima alla piattaforma dell’antenna.

 

“Gulp! E adesso dove sarà ficcato il distorsore di cose magneticose?”

 

Aveva creduto che sarebbe stato facile individuarlo, il problema era che l’antenna, che da lontano sembrava quasi un giocattolo, in realtà ricordava molto la Tour Eiffelle per forma e soprattutto per dimensioni.

UNO gli aveva detto che si trovava alla base dell’antenna, ma anche restringendo così il campo di ricerca gli restavano in sacco di travi di acciaio da controllare.

 

“Bene, meglio non perdere tempo!”

 

Ci girò intorno, perlustrò ogni centimetro sia di terreno che di metallo ma non trovò niente di anomalo.

 

“Oh, andiamo! Deve essere qui! Perché non lo trovo?”

 

A proposito di cercare cose gli venne in mente una cosa che gli diceva spesso Nonna Papera quando era solo un paperotto: se non trovi una cosa né intorno a te né sotto i tuoi piedi c’è un solo posto dove può essere!

 

“Sopra la mia testa!”

 

Concluse esultante, ed infatti eccolo lì: proprio dove si incrociavano le quattro arcate di metallo c’era un ovale di metallo violaceo che emetteva lampi rossi ad intervalli regolari.

Paperinik prese la mira e stava per far partire un colpo per friggere a dovere quel coso crea cataclismi, quando…

 

:-Non ti azzardare, papero!-:

 

Fu scagliato a terra da una specie di onda d’urto, che altro non era se non lo spostamento d’aria provocato da un disco individuale con sopra un evroniano.

 

:-Io sono il generale Zorpad, e non ti permetterò di mandare a monte la mia missione!-:

 

Paperinik si rialzò ancora frastornato, e l’evroniano era troppo vicino per i suoi gusti.

Gli serviva qualcosa che lo distraesse anche solo per pochi secondi.

 

:-Zorpad?! Senti un po’, ma voi evroniani un nome normale che sia uno non ce lo avete?-:

 

:-Taci! Non ho attraversato i quadranti dell’universo per stare ad ascoltare le sciocchezze di un essere inferiore! -:

 

Gridò l’alieno viola.

ZOT!

Un fascio di raggi positronici aveva colpito in pieno il generale, che crollò a terra.

 

:-A quanto pare questo essere inferiore sa come distrarre il nemico ed ha un’ottima mira. Ricordatelo per il futuro-:

 

Ignorò l’evroniano K.O. e sempre con l’aiuto delle gomme super aderenti raggiunse l’apparecchio.

 

“Bene, e adesso liberiamoci di questa cosa!”

 

Puntò il fascio ad alta energia e lo azionò alla massima potenza.

All’inizio sembrò non succedere niente, salvo che il raggio positronico creò un alone fluorescente intorno al marchingegno evroniano, poi però pian piano, l’ovale prese ad emettere dei lievi “bzz” e la luce non lampeggiò più regolarmente.

 

“Manca poco ormai… uh-oh! Spero di finire prima che quel bestione si riprenda!”

 

Infatti Zorpad qualche metro più in basso stava cominciando a muoversi.

Nel frattempo il raggio aveva cambiato colore ed i “bzz” erano sempre più frequenti.

 

:-NO!-:

 

Sentì urlare più in basso.

Zorpad si era ripreso e stava cercando a tentoni qualcosa per terra.

 

“Oh, no! Se trova l’evrongun e mi colpisce ora è la fine! ”

 

:-Andiamo, dannata cosa! Rompiti, disintegrati, polverizzati, fai quello che vuoi ma fallo in fretta!-:

 

Sbraitò contro l’uovo viola causa di tutti i suoi problemi.

CRACK!

Finalmente l’involucro metallico si spaccò come una noce di cocco liberando un filo di fumo e la spia rossa si spense del tutto, segno che la cosa aveva smesso di funzionare.

 

:-SÌ!-:

 

Esultò Paperinik.

Zot!

Una scarica dall’arma evroniana gli era passata proprio sulla coda bruciacchiandogli un paio di piume!

 

:-Hei! Fai attenzione con quella cosa!-:

 

L’evroniano non gli rispose, invece mirò meglio e questa volta una scarica lo prese in pieno.

Era come una scossa elettrica ad altissimo voltaggio che gli fece male come niente in vita sua.

 

:-AAAHHHHHH!!!-:

 

Realizzò che il terreno gli veniva incontro a gran velocità prima di batterci pesantemente il becco.

Evidentemente la scarica aveva danneggiato i componenti dell’extransformer ed il commutatore gravitazionale non funzionava più.

 

“Ahi ahi! Stavolta sono ridotto male! Per di più sembra che l’amico ce l’abbia con me”

 

Infatti l’evroniano lo sovrastava e lo teneva di nuovo sotto tiro.

 

:-E adesso, razza di infimo essere, me la pagherai per aver sabotato la mia missione!-:

 

:-Umpf! Tutti che mi parlano di pagare! Non sapevo di avere creditori anche su Evron!-:

 

:-Risparmiami il tuo patetico umorismo terrestre! Non vedi che non sei neanche in grado di alzare un dito per difenderti?-:

 

:-No, ti sbagli! Io non mi arrendo così-:

 

Strinse i denti e lentamente si alzò in piedi.

 

:-Ma bravo, eroe… quasi quasi mi dispiace farti… questo!-:

 

Lo colpì con un pugno allo stomaco e Paperinik stramazzò di nuovo a terra.

Zorpad gli si avvicinò e lo sollevò dal mantello, mettendosi becco a becco con lui.

 

:-Visto che ho fallito la missione di coolflamizzare questo campione di popolazione terrestre rischio di essere degradato, lo sai? Ma se catturerò l’eroe terrestre che ostacola da troppo tempo la conquista di questo pianeta magari il consiglio imperiale chiuderà un occhio-:

 

L’evroniano sorrise con pura crudeltà.

 

:-Credo proprio che il capo branca Gorthan sarà molto soddisfatto di usare proprio te per i suoi esperimenti-:

 

“Esperimenti?! Io non sono un topo da laboratorio!”

 

Però non aveva la forza per dirlo, e se non aveva la forza per fare le sue solite battute era davvero un brutto segno.

 

:-Lascia subito Paperinik, brutto mostro!-:

 

“Alex? Che ci fa qui?”

 

 

:-CRASHER!-:

 

Il pugno colpì in pieno Zorpad e gli fece mollare la presa, poi il paralizzatore bradionico fece il resto immobilizzandolo.

 

:-Paperinik! Paperinik, rispondimi!-:

 

Alex lo stava scuotendo per la spalla probabilmente per accertarsi che fosse ancora vivo.

 

:-Outch! Piano, ragazzo, piano… sono già abbastanza ammaccato!-:

 

Non riusciva a crederci: quel paperotto alla fine gli aveva addirittura salvato la vita.

Forse un giorno lo avrebbe preso come aiutante come Batman con Robin!

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Cantuccio dell’autore

 

Quando dicevo che avrei aggiornato velocemente non avevo ancora fatto i conti con il mio modem che ha deciso bene di fare un po’ di sciopero =( pazienza, ora sono di nuovo qui!

Confessione: credo di aver fatto un po’ di casino in questo capitolo quindi se per caso non si capisce niente (come sospetto io) ditemelo sinceramente.

A proposito di nomi: Zorpad esiste davvero! Era il cattivo di un libro che ho letto qualche tempo fa e siccome questo nome mi aveva fatto troppo scompisciare dalle risate (chissà poi perché) ho pensato di riutilizzarlo.

Invece per quanto riguarda la scena tra Paperina e Paperino/Paperinik so che sembra in contraddizione con quello che ho detto nel capitolo prima ma in realtà non lo è perché è vero che io personalmente detesto Paperina, ma Paperino ne è innamorato, e come tutti gli innamorati non vede i difetti della sua dolce metà XD

Bene, l’azione vera e propria è finita, adesso manca solo l’epilogo.

 

Come al solito grazie a tutti =)

 

                                       Makoto

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Capitolo 4
*** Epilogo ***


Epilogo

 

Paperinik ci mise ancora un po’ a riprendersi e lui ed Alex rimasero sul tetto a godersi lo spettacolo degli evroniani ramazzati a dovere dai robot del parco che ormai erano controllati da UNO direttamente dalla Ducklair Tower.

Zorpad aveva smaltito gli effetti del paralizzatore bradionico, ed Alex sarebbe stato prontissimo ad usare su di lui un altro degli accessori dello scudo se Paperinik non fosse intervenuto.

 

:-Allora, Zorpad, pare che la tua missione sia stata un fiasco totale! Adesso ti conviene riprendere il tuo disco volante e tornartene da dove sei venuto, è chiaro? E riferisci ai tuoi capi che nessun alieno conquisterà la Terra finché ci sarò io in circolazione!-:

 

Il generale evroniano fece un ringhio assolutamente adatto alla notte di Halloween, ma sapeva che ormai aveva perso.

 

:-Non credere che finisca qui! Prima o poi tornerò e ti garantisco che ti farò pentire amaramente di avermi umiliato!-:

 

Recuperò il disco individuale e ci saltò su.

 

:-Quanto a te, minuscolo mostriciattolo-:

 

Disse rivolgendosi direttamente ad Alex.

 

:-La prossima volta che ci incontreremo sarà un piacere coolflamizzarti personalmente!-:

 

Il disco schizzò verso il cielo nero e Zorpad non poté vedere la boccaccia di risposta di Alex.

Quando l’alieno fu sparito Paperinik decise che era il momento di scendere a vedere come stavano le cose a terra.

Riprese in braccio Alex e l’extransformer li riportò giù, dove c’era uno spettacolo decisamente apocalittico: tra i danni prodotti dagli evroniani prima e quelli prodotti dai robot che combattevano contro gli evroniani poi, più di metà del nuovissimo parco a tema di Zio Paperone era ridotto in macerie.

 

Oh-oh! Questo non piacerà allo zione!”

 

Alex lo distolse dai suoi pensieri.

 

:-Sai, credo che dovremo cercare i miei genitori, se no si preoccupano. Loro sono fatti così: si preoccupano sempre troppo perché non hanno capito che io sono forte! Hei, eccoli là!-:

 

Poco lontano una coppia dall’aria preoccupata stava parlando con i ragazzini che stavano insieme ad Alex nella casa delle streghe.

Il paperotto si mise a correre e si trascinò dietro anche Paperinik.

 

:-Mamma! Papà! Sono qui!-:

 

I due si girarono sorpresi.

 

:-Alexandra! Stai bene? Ma dove eri finita!-:

 

Paperinik rimase a becco aperto.

 

“Alexandra?! Ma che significa?”

 

:-Ero con Paperinik, mamma! Abbiamo combattuto contro i mostri del parco e contro un alieno grosso e cattivo, e poi… ops!-:

 

:-Ah, è così, eh?-:

 

La papera si rivolse a Paperinik con un’espressione arrabbiatissima, più o meno come Paperina quando lui dimenticava qualche anniversario.

 

:-E tu, razza di incosciente mascherato! Ti sembra corretto esporre la mia bambina a tutti questi pericoli?-:

 

Paperinik sentì subito odore di legnate in arrivo.

 

:-No, signora… guardi che c’è stato un piccolo equivoco…Aiut…!-:

 

Dovette darsela a gambe prima che la signora lo raggiungesse con un colpo di borsa.

Al primo posto tranquillo si cambiò e riprese l’aspetto di Paperino il vampiro venditore di caramelle, mentre UNO sghignazzava dall’extransformer per la sua ritirata indecorosa.

 

:-Andiamo, eroe, riesci a combattere da solo un’intera squadra evroniana e poi te la dai a gambe davanti ad una papera armata di borsetta?-:

 

:-Taci, UNO… tu non sai di cosa sono capaci le papere armate di borsetta! Anzi, a proposito di papere devo trovare Paperina-:

 

Rimise l’extransformer a forma di zaino sotto il mantello viola ed uscì a cercare il resto dei suoi parenti.

Per primi trovò i nipotini che si stavano sbellicando dalle risate indicando qualcosa.

 

:-Hei, ragazzi! State bene?-:

 

:-Ciao, zio! Sì, noi stiamo bene… qualcun altro un po’ meno! Guarda là!-:

 

Quo gli indicò una scenetta molto divertente: Paperina infuriata che urlava addosso a Gastone che cercava di farsi piccolo piccolo.

 

:-Oh oh! Il cuginastro è nei guai! È il momento giusto per riprendermi Paperina! Con permesso ragazzi-:

 

Si avvicinò ai due con finta preoccupazione.

 

:-Paperina! Stai bene? Ero così in pensiero per te!-:

 

:-Oh, Paperino, sei tu! Sei stato tu a chiamare Paperinik per difenderci, non è vero? Mio eroe!-:

 

La papera si gettò tra le sue braccia e lo ricoprì di baci stampandogli segni di rossetto su tutta la faccia.

 

Uao! Mi è andata meglio di quanto pensavo!”

 

:-Sì… sì, certo, appena mi sono reso conto che qualcosa non andava ho subito chiamato Paperinik!-:

 

Mentiva sapendo di mentire… ma in amore e in guerra tutto è concesso!

E che Gastone si rodesse pure il fegato!

La sua vittoria fu guastata da un piccolo particolare: poco lontano c’era un paperotto vestito da Paperinik con un’aria tristissima.

 

:-Scusa un momento, cara-:

 

Si staccò da Paperina e raggiunse Alex.

 

:-Hei, giovanotto, perché quella faccia triste? Ho sentito dire che sei stato tu ad aiutare Paperinik contro quegli alieni!-:

 

Alex gli rivolse uno sguardo mogio mogio.

 

:-Sì, è vero… però adesso Paperinik sarà arrabbiatissimo con me!-:

 

:-Ma no! Perché dovrebbe?-:

 

Alex tirò su col naso come se stesse per mettersi a piangere.

 

:-Perché la mia mamma lo voleva picchiare con la borsa… e poi perché gli ho fatto credere che ero un maschio! Ma io non volevo prenderlo in giro, è solo che lo ammiro così tanto! E volevo partecipare ad una delle sue avventure…-:

 

:-Ed hai pensato che se avesse saputo che eri una ragazza ti avrebbe impedito di lottare?-:

 

Concluse Paperino.

Alex annuì.

 

:-Proprio così. Adesso chissà cosa penserà di me… Vorrei almeno incontrarlo un’altra volta per spiegargli tutto-:

 

:-Su, non fare così. Vedrai che se Paperinik è ancora qui ti troverà lui. Sono sicuro che non è arrabbiato con te-:

 

Alex si soffiò il naso nel mantello.

 

“Oh, no, il piagnisteo no! Qui urge una manovra di emergenza”

 

Pensò Paperino.

 

:-Aspettami qui, vedo cosa posso fare-:

 

Si allontanò e raggiunse il solito bagno per cambiarsi di nuovo.

 

:-Tu stai per fare quello che io penso che tu stia per fare?-:

 

Gli chiese UNO dallo scudo.

 

:-Non saprei… tu cosa pensi che io stia per fare?-:

 

Ribatté mentre si riallacciava la mascherina.

 

:-Una cosa decisamente sentimentale!-:

 

:-Allora hai ragione: sto per fare quello che tu pensi che io stia per fare-:

 

Concluse con un sorriso.

Tornò da Alex, stavolta con l’atteggiamento di Paperinik.

 

:-Qualcosa non va?-:

 

Chiese come se niente fosse.

 

:-Paperinik! Io… ecco… non… -:

 

Lui alzò una mano per interrompere tutte quelle scuse, solo che Alex pensò che fosse arrabbiato a cominciò a tirare su col naso.

 

:-Oh, cielo, non fare così! Sono venuto a cercarti per ringraziarti di avermi aiutato-:

 

L’umore dalla ragazzina cambiò di colpo.

 

:-Davvero? Allora non sei arrabbiato perché la mia mamma ti voleva picchiare?-:

 

:-Bè, un po’ aveva ragione… dopotutto ti ho messo in pericolo-:

 

Riconobbe Paperinik.

 

:-E… e non sei arrabbiato neanche perché mi sono fatta passare per un maschio?-:

 

:-No, non sono arrabbiato. Adesso invece di pensare che sei un giovanotto coraggioso penso che tu sia una ragazza molto coraggiosa, tutto qui. E adesso che hai dimostrato di poter fare il super eroe credo che tu ti meriti questo-:

 

Tolse ad Alex il berretto alla marinara e lo sostituì con il suo.

L’originale berretto di Paperinik un po’ più largo e un po’ rovinato da veri combattimenti.

Gli occhi di Alexandra brillarono di felicità.

 

:-GRAZIEEE!!!-:

 

Paperinik si trovò placcato in un abbraccio.

 

:-Sì, sì… prego… ma non mi stritolare troppo, ok? Ora devo andare… non si sa mai che altri alieni vogliano combattere con me-:

 

Azionò lo scudo per volare via mentre si sollevava Alex rimase a salutarlo con la mano.

 

“E anche questa è sistemata! Ora ridivento Paperino e poi basta, voglio solo andare a casa a riposare!”

 

Dopo l’ennesimo cambio d’abito ritrovò i nipotini e Paperina, ed anche Zio Paperone che si lamentava.

 

:-BOOO!!! Me misero! Me tapino! Me tapinerrimo!-:

 

“Hai! Lo sapevo che non avrebbe preso bene tutto questo sconquasso! E pensare che un po’ è anche colpa mia!”

 

Si avvicinò allo zio e gli mise una mano sulla spalla cercando di consolarlo.

 

:-Andiamo, zio, non abbatterti! Lo sai benissimo che tra poco riuscirai a recuperare i miliardi che avevi investito in questo parco con qualche altra operazione finanziaria-:

 

Zio Paperone non gradì affatto il tentativo e lo prese di mira come punching ball psicologico.

 

:-Lasciami sfogare in pace il mio dolore, nipote insensibile! Tu non sai quello che dici! Miliardi avevo speso per tutto questo! Ed ora è tutto a pezzi! Proprio nel giorno dell’innaugurazione! Lasciatemi andare a ritirarmi in un deserto…-:

 

Paperino sapeva bene che quando lo zione era in quelle condizioni quasi niente poteva tirargli su il morale, tranne forse…

 

:-Hei, zio! Ascolta un po’ la mia idea! Tu sai che conosco Paperinik, no? Potrei chiedergli se per caso ha delle registrazioni di quello che è accaduto qui dentro… pensaci un po’: immagini uniche che poi tu potresti rivendere a peso d’oro diciamo per esempio a… “00 Channel”-:

 

L’atteggiamento dello zione cambiò di colpo.

 

:-Oh, nipote sublime! Oh, più eccelso tra tutti i nipoti! Davvero puoi fare questo? La mia gratitudine per te sarà eterna!-:

 

Paperino ridacchiò.

 

:-Ah, sì? E come si manifesterebbe?-:

 

:-Bè… trovato! Con un biglietto omaggio per quando avrò ricostruito Halloween Town! Ricostruirò tutto questo più grande e più bello di prima con i soldi della vendita delle riprese!-:

 

Paperino rimase pensieroso.

 

:-No, zio, lascia perdere la ricostruzione di Halloween Town… dopo quello che è successo stasera credo che per la paura una notte all’anno sia più che sufficiente!-:

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Cantuccio dell’autore

 

Ebbene, ecco la fine di questa avventura!

Ho un’ultima cosa da dire: la scena del berretto vi sembra in qualche modo familiare? Andate a riguardare Robin Hood e poi mi dite XD

A parte questo vorrei ringraziare chi ha seguito la storia dall’inizio e anche chi magari la leggerà dopo.

Un grazie particolare a Hinata92 MildeAmasoj e Nightrun per le recensioni.

 

Potere e potenza!

 

                                                          Makoto

 

 

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