L'erede dell'akatsuki di GexeTheNemesi (/viewuser.php?uid=18215)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La notte della luna rossa ***
Capitolo 2: *** La nuova vita di Naruto ***
Capitolo 3: *** Uno di meno ***
Capitolo 4: *** Ritorno a Konoha ***
Capitolo 5: *** Nella tana del serpente ***
Capitolo 6: *** Vicino alla fine del suono ***
Capitolo 7: *** Colui che scelse la morte per amore ***
Capitolo 8: *** Figlio mio ***
Capitolo 9: *** Sasuke le prende!!! ***
Capitolo 10: *** Qualcun altro oltre a noi? ***
Capitolo 11: *** Casa mia ***
Capitolo 12: *** I Nove Bijuu ***
Capitolo 13: *** Il villaggio della luna rossa ***
Capitolo 14: *** Genin della foglia ***
Capitolo 15: *** Lucifer ***
Capitolo 16: *** Cuore di marionetta ***
Capitolo 17: *** Spettacolo dei duemilacento congegni ***
Capitolo 18: *** Brigata Infernale ***
Capitolo 19: *** Hinata della luna rossa (parte 1) ***
Capitolo 20: *** Hinata della Luna Rossa ( parte 2 ) ***
Capitolo 21: *** Muta ***
Capitolo 22: *** Spettacolo dei quattro congegni(parte 1) ***
Capitolo 23: *** Spettacolo dei quattro congegni (parte 2) ***
Capitolo 24: *** Il debito ***
Capitolo 25: *** Zabuza e Haku del villaggio della Luna Rossa ***
Capitolo 26: *** Hinata vs Naruto ***
Capitolo 27: *** Hotel Luna Rossa ***
Capitolo 28: *** Sharingan! ***
Capitolo 29: *** Doppio Guaio ***
Capitolo 30: *** Prima prova ***
Capitolo 31: *** Sabbia contro neve(parte 1) ***
Capitolo 32: *** Sabbia contro neve (parte 2) ***
Capitolo 33: *** Fuga della Luna Rossa ***
Capitolo 34: *** La vera forza! ***
Capitolo 35: *** Rissa da bar ***
Capitolo 36: *** Il credo dei guerrieri ***
Capitolo 37: *** Foglia e Suono ***
Capitolo 38: *** Hyuuga vs Hyuuga ***
Capitolo 39: *** Una decisione da adulto ***
Capitolo 40: *** Rasengan! ***
Capitolo 41: *** Il villaggio segreto della Luna Rossa ***
Capitolo 42: *** Sogni ***
Capitolo 43: *** Demone nel Demone ***
Capitolo 44: *** La terza prova ***
Capitolo 45: *** Famiglia... ***
Capitolo 46: *** Battaglia a tre ***
Capitolo 1 *** La notte della luna rossa ***
La secondo fanfic su Naruto che scrivo, chiedo pietà per i commenti…
Cosa sarebbe successo se Naruto in fasce fosse finito fin da subito nella mani dell’Akatsuki? Per scoprirlo leggete quanto segue.
L’EREDE DELL’AKATSUKI
La foresta era stata quasi completamente rasa al suolo, scenario del più devastante di tutti i combattimenti: la Kyubi, il più forte dei demoni dotati di coda, contro il più grande ninja dell’epoca, Yondaime hokage. Lo scontro però non vide ne un vinto ne un vincitore, la volpe fini imprigionata in eterno nel ventre di un neonato e il giovane hokage presto sarebbe morto.
“Yondaime-sama!” Gridò un ragazzino correndo verso il suo maestro.
“Kakashi”disse l’ hokage debolmente.
“porta Naruto al villaggio” disse porgendogli il bambino
Il genin rimase confuso.
“Ma… sensei…”
“E’ un eroe” disse ancora l’ hokage.
“è merito suo se il villaggio è salvo”
Il giovane Kakashi fece appena in tempo a prendere in braccio il piccolo fagotto strillante, poi il suo sensei esalò l’ultimo respiro.
“Sensei…” Chiamò inutilmente.
“…sensei…” calde lacrime rigarono la maschera del genin.
“SENSEI!!!” gridò con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
Cadde in ginocchio attento a non far cadere il bambino che teneva in braccio.
“Sì… sensei” disse rialzandosi
“farò come mi avete detto”
Si voltò trattenendo le nuove lacrime e cominciò a correre verso il villaggio, ma a metà strada un ninja vestito con un kimono nero con disegnate sopra delle nuvole rosse gli sbarrò la strada.
“Il bambino” sibilò.
“consegnamelo”
In risposta, Kakashi estrasse il suo kunai.
“Dovrai prima uccidermi!”
Lo sconosciuto alzò un braccio verso il ragazzo, lanciandogli addosso tre grossi serpenti che lo immobilizzarono. Preso alla sprovvista, Kakashi perse l’equilibrio e cadde a terra di schiena, evitando che il bambino venisse schiacciato; ma per lo spavento, il piccolo fagotto si mise a strillare ancora di più.
La figura si avvicinò e prese in braccio il bambino con la stessa delicatezza che si usa per un sacco di patate.
Orochimaru mostrò una faccia parecchio infastidita.
“Smettila di piangere!” Gli gridò.
Risultato, il piccolo Naruto si mise a gridare talmente forte che al serpente cominciarono a fischiare le orecchie; stava per estrarre un kunai per far finire quel supplizio quando una mano forte, molto più della sua, gli bloccò il braccio.
“Idiota invertebrato, hai fatto la muta anche al cervello recentemente?” gli disse il nuovo arrivo, anche lui con un kimono nero con delle nuvolette rosse.
Con delicatezza che mai avrebbe creduto di avere, prese il bambino dalle braccia del compagno e lo fissò negli occhi. Incredibilmente, il pianto del piccolo diminuì di qualche ottava, ma era ancora molto spaventato.
“Piangi?” Chiese dolcemente.
“i deboli piangono”
Anche il bambino ora stava fissando negli occhi colui che lo teneva in braccio.
“Tu sei un debole, oppure un guerriero?”
Il piccolo Naruto smise di piangere, anche se non poté trattenere qualche singhiozzo.
“Come immaginavo” disse soddisfatto.
Poi si voltò verso il ragazzo immobilizzato dai serpenti.
“Lascialo andare”
Senza discutere, Orochimaru eseguì, liberando Kakashi.
Il compagno del sennin stava scrutando con attenzione gli occhi azzurri del bambino che teneva fra le braccia, ora si era calmato del tutto e si era addormentato, ma prima che chiudesse gli occhi, l’uomo che lo teneva in braccio fu sicuro che gli aveva sorriso. Quando era stata l’ultima volta che qualcuno gli aveva sorriso, in modo sincero?
Concentrato come era, non si accorse che Kakashi si era trascinato fino a lui e ora gli stava tirando la vesta.
“Lascia andare Naruto… il mio sensei… vuole che… lo porti al villaggio”
Non si degnò nemmeno di spostare lo sguardo.
“Naruto, eh?” disse, prima di dargli un poderoso calcio e far perdere i sensi al genin.
“Andiamocene” così dicendo, lui e Orochimaru cominciarono a correre a ritmo sostenuto verso il loro covo.
“In due non potremo mai farcela a estrarre la volpe da quel bambino” gli fece notare il sennin.
“Già”
Passo un silenzioso minuto, poi quello che portava in braccio Naruto alzò gli occhi alla luna: era rossa, un evento davvero raro.
“Akatsuki” disse
“Come?” Chiese Orochimaru.
“Akatsuki, radunerò tutti i ninja traditori più forti da tutti i villaggi e li farò unire nella mia organizzazione: Akatsuki”
“Lo dici come se potessi controbattere, Artemis” ribatte l’altro.
Artemis sorrise.
“Tu hai l’onore di essere il terzo membro dell’Akatsuki e osi anche lamentarti?”
Orochimaru rimase confuso.
“Terzo?”
L’altro allargò ancora di più il sorriso.
“Il primo sono io, e il secondo… beh, lo puoi immaginare” disse dopo aver accarezzato la guancia del piccolo Naruto, e ancora ebbe la netta sensazione che il bambino gli avesse mandato un dolce sorriso.
Lo so… il cap è breve, ma è un idea che mi è venuta sul momento e ho voluto buttarla giù subito, i prossimi cap li faro più lunghi.
Commenti numerosi, miraccomando!!
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Capitolo 2 *** La nuova vita di Naruto ***
Vorrei ringraziare uno per uno tutti quelli che hanno commentato, ma impiegherei almeno quattro pagine di Word (sono stato piacevolmente sorpreso nel vedere che la storia sia piaciuta a molti). Quindi un grandissimo grazie a tutti quanto ed ecco il capitolo numero due!!!
La nuova vita di Naruto
Orochimaru e Artemis raggiunsero la grotta che gli faceva da covo dopo tre ore di viaggio; il pupo aveva dormito beatamente per tutto il viaggio.
Appena varcata la soglia, il sennin posizionò le mani in modo da formare il sigillo del topo e tutta la caverna si illuminò.
“Cosa hai intenzione di fare per la forza portante?” Chiese Orochimaru.
Artemis lo fulminò con lo sguardo e capì subito che sarebbe stato meglio tenersi per se questa domanda.
“Non sono affari che ti riguardano; fai qualcosa di utile una volta tanto: vai nel magazzino e portami l’elenco di tutti i ricercati di livello A e S di tutti i villaggi”
Dopo un rispettoso inchino, il ninja sparì.
Artemis abbassò lo sguardo, Naruto si era svegliato e lo stava osservando con i suoi profondi occhi blu.
“Forza portante…” sussurrò quasi disgustato.
“che brutta parola; non piace nemmeno a te, vero?”
Il bambino fece una piccola pernacchia e si mise a ridere.
Artemis dovette trattenersi dal ridere anche lui; quella serpe di Orochimaru era in giro e non gli andava di fare figure proprio ora che era il capo di Akatsuki.
“Sei un guerriero ora” disse duro al bambino.
“comportati come tale”
Naruto smise subito di ridere, ma non tradì nessuna espressione spaventata.
“Ora va decisamente meglio” commentò soddisfatto.
Orochimaru apparve alle sue spalle.
“Ecco a lei” disse porgendogli un basso plico di fogli.
Artemis glieli strappò dalle mani con la mano libera.
“Così pochi?” Chiese stupefatto.
“Colpa dello Yondaime, finché c’era lui a vegliare sulla terra del fuoco i ninja abbastanza furbi se ne stavano nascosti, appena si spargerà la notizia della sua morte, avremo molti più candidati” disse sorridendo.
“Me lo auguro per te, altrimenti ti manderò in giro per tutta la terra del fuoco a distribuire depliant per spargere la voce. Vado a riposare, e ti suggerisco di fare lo stesso”
Voltò le spalle a Orochimaru e si diresse verso la sua stanza, mentre nel frattempo guardava di sfuggita le foto dei ricercati; alcuni non li aveva mai nemmeno sentiti nominare, altri li ritenne troppo deboli così decise che ci avrebbe dato un occhiata più attente la mattina successiva.
Dopo un vero e proprio labirinto di cunicoli sotterranei malamente illuminati, Artemis giunse nella sua stanza: abbastanza grande da poter essere definita un arena, però di tutto quello spazio, sinceramente, non sapeva di che farsene, fino a quel momento almeno.
“Appena imparerai a camminare” disse rivolto al bambino.
“tu ti allenerai qui, e vedi darmi soddisfazioni: sei un membro dell’Akatsuki, dopotutto”
Forse fu per il fatto che era stanco, forse perché la stanza era illuminata scarsamente, ma Artemis fu certo di vedere il piccolo fagotto fare un deciso cenno di sì con il capo.
Un anno dopo…
“Kakuzu, hai visto il leader per caso?” Chiese Zetsu.
Lui scosse la testa.
“Da ieri non esce dalla sua stanza e non ho la più pallida idea del perché”
Hidan stava lucidando la sua falce, e nel sentire il suo compagno fece una sottile risata.
“Uno più stupido dell’altro” disse a voce abbastanza alta perché i due interessati sentissero.
“oggi è il gran giorno: il pupo sta imparando a camminare”
Zetsu sorrise.
“Già, quindi da domani il suo apprendistato da ninja inizierà” disse.
Hidan sospirò.
“Quasi invidio quel biondino: apprendistato da ninja all’età di un anno, un sensei come il leader, e la Kyubi da cui attingere il chakra… riuscite a immaginare quale mostro potrebbe venirne fuori?”
A tutti e tre passo un brivido lungo la schiena.
“Ringrazio tutti gli dei per avermi fatto incontrare l’Akatsuki” disse Kakuzu facendo uno strano simbolo religioso.
“Decisamene, non vorrei ritrovarmelo nella lista dei miei nemici” concordò Zetsu.
Tra i muri della grotta riecheggiò un colpo di tosse deciso e inconfondibile.
Tutti e tre si voltarono verso il cunicolo che portava alle stanze di Artemis, lì il leader era appoggiato alla parete a braccia conserte, gli occhi semichiusi, il kimono nero a nuvole rosse sembrava brillare nell’oscurità del covo.
“Guardate chi sta per diventare ninja” disse
Dall’oscurità dietro di lui, emerse con passo molto lento ma deciso un piccolo bambino dai capelli biondi che, a differenza di tutti i presenti, non portava il kimono dell’Akatsuki. Nel suo passo deciso e nel suo sguardo freddo era impossibile non notare delle somiglianze con Artemis.
Di norma, i bambini di appena un anno non camminano certo con una tale sicurezza, anche se il suo passo era forzatamente lento, ma i membri della giovane Akatsuki rimasero comunque sorpresi nel guardare il piccolo Naruto fare i suoi primi passi.
Si fermò davanti ai tre e regalò loro uno dei suoi sorrisi innocenti, soddisfatto di se stesso.
Hidan alzò il pollice verso il bambino per congratularsi, Kakuzu batté addirittura le mani e Zetsu si limitò a sorridere di rimando, ma era felice per Naruto, come anche tutti i suoi compagni. Con quella parte microscopica di umanità che gli era rimasta, si erano affezionati al biondino; tutti, tranne uno di loro, l’unico che non era presente.
“Orochimaru dov’è?” Chiese leader.
“Ha detto che andava a prendere le nuove liste dei ricercati”
Artemis sbuffò.
“Ricordatevi quello che vi dico ora, perché non lo ripeterò più: odio, sottolineo, ODIO le prese di iniziativa, per quanto insignificanti possano essere. Sono stato chiaro?”
“Sì, leader” risposero in coro.
“Bene”
Naruto si voltò di scatto verso Artemis e gli lanciò uno shuriken, che bloccò prendendolo tra il pollice e l’indice
“Oh, siamo ansiosi da quanto vedo” Commentò
Prese due kunai dal suo marsupio e il biondo si lanciò contro il suo sensei.
“Sei rimasto solo?” Chiese Orochimaru a un bambino con dei capelli bianche e gli occhi bordati di rosso chinato su un fiore con una strana lama in mano, sembrava un osso affilato.
“Vieni con me, e sarai il più forte” disse accarezzando malamente la guancia del bambino, che arrossì.
“Qual è il tuo nome?” Chiese.
“Kimimaru Kaguya” rispose subito il bambino.
“Bene Kimimaru, seguimi”
Con il bambino al fianco, Orochimaru sparì nella nebbia.
Quest’ultima parte scommetto che non ve la aspettavate vero? Al prossimo cap.
Ciao! Ciao!
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Capitolo 3 *** Uno di meno ***
Oddio, quanti commenti! Vi giuro che se avessi il tempo( e la voglia) di rispondervi uno per uno lo farei. Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie. Posso solo dirvi questo per ora!
Ecco il cap. numero 3
Uno di meno
Naruto e Artemis erano spariti tra le ombre della grotta, anche se i membri dell’Akatsuky erano certi che in quel momento si stessero allenando nella stanza del leader.
“Ma non vi annoiate a non far niente tutto il giorno voi?” Chiese Orochimaru, varcando in quel momento la soglia del covo, aveva un sacco sulle spalle.
Ai tre passò subito il buon umore che avevano ricevuto dal piccolo Naruto.
“Simpatico come al solito” sussurrò Hidan al suo compagno.
Gettò malamente a terra il sacco.
“Le liste dei ricercati, ora se permettete io me ne vado”
Zetsu lo guardò male.
“Ma se sei appena tornato? Il leader poi era parecchio su di giri a causa tua, dove credi di andare?”
Orochimaru osservò i tre con aria divertita.
“Immagino che non abbiate capito. Con “me ne vado”, intendo dire che lascio l’Akatsuki”
Zetsu comparve dietro il sennin e Hidan e Kakuzu si misero davanti a lui, sbarrando ogni via di fuga a Orochimaru.
“Curioso” disse Hidan puntandogli contro pericolosamente la sua falce.
“mi è sembrato di capire che tu abbia intenzione di lasciarci”
Il serpente non sembrava preoccupato.
“E a me è sembrato che tutti voi tre siate in cerca di una tomba” li canzonò Orochimaru.
Hidan, furioso, si scagliò contro il sennin, che in realtà si rivelò essere una copia esplosiva, che coinvolse sia Hidan che Kakuzu ma Zetsu si riparò nella roccia del covo e non risentì minimamente dell’esplosione.
“Dannazione!” Gridò un Hidan furibondo e grondante di sangue.
“questo kimono era semi-nuovo e adesso è da buttare!”
Kakuzu si limitò a togliersi di dosso la polvere che gli era finita sopra dopo l’esplosione.
“D’accordo, ora è ufficiale: Orochimaru non è più un membro dell’Akatsuki” si limitò a dire Zetsu spuntando per metà dal pavimento.
Tutti e tre si scambiarono un occhiata piuttosto esitante e passò un minuto buono prima che Kakuzu chiese.
“Ok… ora chi lo dice al leader?”
Passò un altro anno…
“Provaci: DE-I-DA-RA. E’ facile!” disse Deidara.
“Da… da…da…” provò Naruto.
Lui scosse la testa.
“No, ripeti ancora: DE-I-DA-RA” disse ancora l’artista, che si beccò delle occhiatacce dal suo compagno Sasori e anche da Zetsu
“Dei… da…da…” provò ancora.
“Ah!” Gridò esultante l’artista puntando un dito contro il bambino.
“L’ ha detto! Sasori, Zetsu, l’avete sentito vero?” Chiese euforico voltandosi verso di loro.
I due lo guardarono ancora più male di prima.
“Come?” chiesero in coro.
Deidara si rivolse di nuovo a Naruto.
“Avanti, dillo ancora!” Supplicò
“Da…” cominciò il piccolo.
“Da…?” incitò l’artista.
“Da…”
Tutti e tre si avvicinarono al biondo, come per paura di non sentire.
“Dat…te…ba…yo!” gridò esultante il bambino.
Deidara si nascose dietro a Zetsu e si mise a fare i cerchietti per terra, tristissimo.
“Oh” borbottò Sasori con scarso entusiasmo.
“La sua prima parola… quasi mi commuovo” disse sarcastico il marionettista.
Zetsu fece uno stano sorriso rivolta a Sasori, poi chiese a Naruto.
“Sai Naruto, la tua bambola e’ davvero carina”
Il piccolo alzò al cielo orgoglioso il piccolo bambolotto di legno da cui non si staccava mai, specialmente la notte.
“Non avrei saputo che farmene… mi sembrava uno spreco buttarla via così…” si giustificò Sasori voltando lo sguardo altrove.
Zetsu rise.
“Non ci provare a imitare Hidan, perché non ti riesce”
“Dattebayo…” sussurrò Deidara nel pieno di una crisi depressiva
Naruto vedendo l’artista così triste gli venne da chiedersi se non fosse colpa sua, così si avvicinò a lui e, dopo aver sfoggiato uno dei sui raggianti sorrisi, gli porse il suo bambolotto, per scusarsi.
“Naruto…” sussurrò l’artista con le lacrime agli occhi e gli occhi luccicanti, ma si ripreso subito, alzandosi di scatto e ergendosi in tuta la sua altezza( mica tanto alto però…Nda)
“Ma dai, stavo solo scherzando… credi davvero che un ricercato di grado S come me possa davvero sentirsi triste per una sciocchezza del genere?” Chiese Deidara.
“Ipocrita” borbottò Zetsu.
“Che faccia tosta” si unì Sasori.
All’artista cominciò a pulsare una vena sulla fronte.
“Avete detto qualcosa?!” Chiese.
“Io ho detto ipocrita”
“Io ho detto che faccia tosta”
Prima che tra i tre scoppiasse la solita lite, tra le mura riecheggiò un colpo di tosse.
“Su, bambini, la ricreazione è finita” li riprese Artemis(Sgamati in pieno, che figura…Nda)
“Zetsu, che mi sai dire dell’assalto che ha subito il villaggio segreto della nebbia di un anno fa?” Chiese Artemis
Lui alzò le spalle.
“Un clan di pazzi psicotici che viveva di genocidi, il clan Kaguya, lo ha attaccato solo per il gusto della carneficina, ma sono stati tutti massacrati, nessuno escluso”
Artemis sembrava preoccupato, erano rare le occasioni in cui lo aveva visto con quel volto.
“Che tu sappia, Orochimaru si era diretto lì durante l’attacco di questo clan Kaguya?”
“Non saprei” disse.
“Ma sì!” ribatte la sua seconda personalità.
“Le liste dei ricercati che aveva portato portavano il marchio del mizukage, dove venire proprio da lì!”
Sasori era confuso.
“Cosa potrebbe significare?” Chiese
“Sono certo che non ci sia alcun legame tra i Kaguya e Orochimaru riguardo all’attacco, però…” disse il leader.
“Kaguya… l’abilità innata delle ossa diamante… di certo farebbe gola a un tipo come Orochimaru” riflettè a voce alta.
“Kakuzu e Hidan non sono ancora tornati?” Chiese.
Ma Zetsu non fece in tempo a rispondere che i due interpellati varcarono la soglia del covo.
“Missione compiuta” disse Hidan mostrando due rotoli di pergamena con attorno un sigillo.
Artemis si avvicinò, li prese e li aprì appoggiandoli entrambi per terra.
“Secondo questo rotolo del clan Kaguya, all’attacco della nebbia hanno partecipato sessantotto ninja” disse indicando il rotolo alla sua destra.
“Ma secondo il rapporto consegnato al mizukage, i corpi trovati erano sessantasette…”
Sasori allora capì.
“Crede che il sopravvissuto all’attacco si sia unito a Orochimaru?” Chiese.
Lui fece cenno di assenso.
“Non è un fatto da sottovalutare, il clan Kaguya possiede una delle abilità innate più forti esistenti”
Sospirò arreso.
“Ma è solo un problema secondario; Sasori, quella “traccia” riguardante il Suna… cosa ne pensi?”
“Il Kazekage è un tipo abbastanza folle e sadico da poter fare anche di peggio che trasformare il proprio figlio una forza por… cioè, a farlo possedere da un demone del deserto”
Sasori si corresse in tempo, al leader quelle due parole non piacevano per niente.
“Bisognerebbe approfondire, se mi permette un consiglio” concluse.
“Lo faremo, ma prima dobbiamo essere in numero sufficiente per non temere rivali… Deidara, che mi dici di quel tipo, come si chiama, Kisame: pensi sia all’altezza?”
Deidara fece un energico cenno di assenso.
“Ho raccolto molte informazioni a riguardo: le sue tecniche di Suiton sono micidiali, ed è perfino uno dei sette ninja katana della nebbia, sarebbe senza dubbio un ottimo elemento”
“Delle buone notizie, bene. Portalo qui il prima possibile”
Fece un inchino e si diresse verso l’uscita del covo.
“Ah, Deidara” lo chiamò.
L’interessato si voltò.
“Evita certe frivolezze con Naruto quando non sei da solo, ti rendi ridicolo altrimenti”
Tutti i presenti, Naruto compreso, trattennero a stento una risata.
Artemis guardò fuori dal covo: era di sicuro tarda notte.
“Naruto, vieni, è ora di andare a dormire”
Il piccolo sbadigliò e si strofinò un occhio e senza fare discussione segui Artemis nella loro stanza. Già, la loro.
Dopo il solito labirinto di cunicoli, i due arrivarono a destinazione e quasi come uno zombi, Naruto si infilò sotto le coperte del letto che fino a due anni prima apparteneva ad Artemis.
L’uomo gli accarezzò dolcemente la piccola mano, poi si sedette con la schiena contro il letto, vegliando sul sonno del piccolo bambino che, prima di addormentarsi borbotto queste parole.
“da…da…” gli occhi gli divennero pesanti e si abbandonò al sonno.
“papà…”
Il cuore di Artemis perse un battito; cosa gli stava succedendo?
Altri tre anni…
“Provaci ancora!” Incitò Kisame.
“Kage Bushin no Jutsu!” Naruto creò cinque copie. Ognuna di loro aveva una katana dietro la schiena.
Quattro Naruto accerchiarono il ninja mentre il quinto saltò in aria per prenderlo dall’alto. Una tecnica con spada che glia stava insegnando Kisame: l’assalto dei cinque squali di terra.
I quattro Kage bushin e Naruto colpirono nel medesimo istante, formando un'unica forza da cinque lati differenti.
Ma non su può certo ferire un ninja katana con la sua stessa tecnica.
“Mizu Bushin? In un luogo senza acqua?” Disse sorpreso Naruto, scoprendo che quello che aveva assalito non era il vero Kisame.
“Suiton! Mizuryu no Jutsu!”
Un drago acquatico spuntato dal nulla stava per travolgere Naruto e le sue copie, che però non si fecero trovare impreparati.
Quali erano i sigilli? Cavallo… Tigre…
“Katon! Gokaryu no Jutsu!”
I Naruto scagliarono contro il drago cinque palle di fuoco, ottenendo come risultato l’annullamento di entrambe le tecniche.
Dalla nube di vapore apparve Kisame che con un sol fendente colpì tutti e cinque i suoi bersagli, ma rimase interdetto per un secondo: tutte e cinque erano delle copie.
“Dove diavolo è finito?” Gridò.
A rispondergli fu un pizzicore sotto il mento: Naruto gli stava puntando la Katana alla gola.
Clik.
“Dodici secondi e nove. Qual è la scusa questa volta Kisame? Vecchiaia?” Chiese Deidara fermando il cronometro
“Impalati!” gli rispose Kisame
Artemis apparve sulla soglia del covo, con a fianco un ragazzo che Naruto e gli altri dell’Akatsuki non avevano mai visto prima, ma che avrebbero imparato presto a conoscere.v
“Signori” cominciò leader.
“vi presento il nuovo membro dell’Akatsuki. Uchiha Itachi”
Kimimaro l'ho scritto giusto quaesta volta! però mico sono tanto sicuro di aver scritto giusti anche la palla di fuoco e il drago acquatico...
al massimo correggerò. Allora visto che alcuni mi dicono di fare una Naru/Hina e altri di non farla assolutamente mettiamola hai voti!
Quindi che sarà così gentile da inserire una recensione potra mettere la coppia che preferisce di tutte le possibili(tranne Yaoi, vi prego!!!)
Al prossimo cap!!!
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Capitolo 4 *** Ritorno a Konoha ***
Sto per mettermi a piangere ç.ç… quanti commenti, sono così felice!
Mi fa piacere che facciate anche critiche, così so dove migliorarmi. Tutti mi fate i complimenti per come scrivo, quindi vi rivelerò il mio piccolo segreto… a fine capitolo, però!
MUAAHAHAHAHHA!!!!
Cap 4 Ritorno a Konoha
Naruto osservò il nuovo arrivato piuttosto titubante; aveva attorno a se come una strana aura che dava ai suoi giovani caratteri un aria… demoniaca. Non trovò parole più adatte per descriverlo.
“Loro sono Kisame, Deidara e il più giovane di tutti noi, Naruto” li presentò Artemis.
Fece un annoiato cenno col capo per salutare, Kisame lo stava osservando incuriosito.
“Uchiha?” Chiese, come se avesse capito male.
“Esatto” rispose Itachi e improvvisamente i suoi occhi neri come la pece divennero rosso sangue e le sue iridi ora erano contornate da tre petali neri. Artemis ne aveva parlata a Naruto qualche tempo prima: lo sharingan.
Kisame ghignò con i suoi denti da squalo che sporgevano fuori dalle labbra.
“Allora era vera la voce che avevo sentito qualche tempo fa… Itachi Uchiha, colui che ha sterminato da solo uno dei clan più forti di Konoha”
“Le voci si spargono in fretta” commentò con scarso entusiasmo, spostando lo sguardo da Kisame al biondino di cinque anni che fino a un istante prima gli stava puntando la lama della katana alla gola.
“Kisame sarà tuo compagno nelle missioni che vi assegnerò” Spiegò leader.
Diede un occhiata di sfuggita ad Artemis e poi fece una smorfia, come se avesse detto la più grande stupidaggine del mondo.
“Io lavoro da solo” disse con tono che non ammetteva repliche.
“se non vi sta bene, io me ne vado”
Il bambino fece due passi in avanti verso Itachi.
“Oh certo, come se un ninja traditore come te che si è fatta nemica una forza militare come Konoha abbia molti posti dove andare a NASCONDERSI” Gli disse sottolineando con enfasi l’ultima parola.
“a quest’ora tutti i villaggi della terra del fuoco avranno un nome in più sulla lista dei ricercati, conosci sicuramente come ragionano quelle teste calde della foglia, faranno tutto ciò che è in loro potere per trovarti”
Fece altri due passi in avanti, ora era davanti al nuovo arrivato.
“e tra le poche cose di cui Konoha non è in grado di fare, una di queste è trovare il nostro covo, visto che non è nemmeno a conoscenza dell’Akatsuki. Sei con le mani legate Itachi Uchiha: o fai come ti diciamo o ti ritroverai a dover fuggire per resto della tua vita dalla Foglia, oltre che da noi”
Le parole del bambino sembrarono non sortire alcun effetto su Itachi, ma non era necessario un intelletto superiore per capire che Naruto aveva detto in modo chiaro come stavano le cose: o Itachi si sarebbe unito a loro o sarebbe stato in fuga per il resto dei suoi giorni.
“Ora hai capito in che situazione ti trovi” disse Kisame.
“che rispondi?”
Lanciò un occhiata omicida al bambino e poi sospirò arreso.
“Non mi pare di avere molta scelta” disse semplicemente.
“Bene, Kisame: spiegagli brevemente la configurazione del covo e poi portalo all’arsenale, Naruto: vieni con me”
Il bambino ringuainò la Katana e poi si mise a fianco al suo sensei.
“Non ti allontanare da me” così dicendo entrambi varcarono l’uscita del covo e si inoltrarono nella foresta circostante.
“quanti anni ha quel biondino?” Chiese Itachi al suo nuovo compagno.
“Cinque” rispose sorridendo.
Dovette ricorre a tutto il suo sangue freddo per non mostrare un faccia sorpresa.
“Parla come un adulto” disse Itachi.
“E combatte come un Jonin speciale” lo informò Kisame.
L’Uchiha sospirò.
“Perché non fatico a crederlo?” Si chiese.
“Fantastico!” Gridò Naruto correndo da tutte le parti.
“E’ la prima volta che esco dal covo! Artemis-sensei, andiamo in luogo particolare? “
“Sì, a Konoha” disse, nel suo tono di voce Naruto percepì una tonalità diversa dal solito, come se fosse preoccupato.
“Artemi-sensei” chiese avvicinandosi.
“va tutto bene?”
Lui in risposta sorrise e gli scompigliò i capelli già arruffati di loro.
“Vediamo di sbrigarci, sono due giorni di viaggio fino a Konoha”
Molto lontano di lì intanto…
Kimimaro si stava passando da un dito all’altro un kunai con aria annoiata; la cosa non risulterebbe strana, se non fosse per il fatto che si trovava sopra un enorme pila di cadaveri.
“Complimenti Kimimaro” Orochimaru apparve dalle tenebre.
“i Jonin speciali di tutti i clan non riescono a ferirti nemmeno quando ti attaccano in gruppo, ormai nel Taijutsu sei bravo quanto me”
Kimimaro scese subito dalla macabra colonna e si prostrò davanti al suo sensei.
“Voi mi onorate, Orochimaru-sama” disse
Quasi non sentì i canini di Orochimaru insinuarsi nel suo collo per rilasciare poi una potente tossina.
Kimimaro si osservò il torace: uno strano simbolo formato da tre simboli simili alla luna a falce era apparso sul suo petto.
“Ma questo… è il sigillo della terra! Con questo un giorno potrò diventare un recipiente per voi, non è vero?” Chiese colmo di gioia il giovane.
Orochimaru spostò il suo sguardo alla spalle del suo ninja migliore e anche Kimimaro lo imitò: alle sue spalle c’erano quattro ninja del suono, erano i guardiani delle quattro porte.
“Cosa scegliete?” Chiese loro Kimimaro.
“sottomettervi o morire?”
I quattro risero.
“Ma sentitela questa carogna” disse l’unica ragazza del gruppo, prima che tutti e quattro gli si scagliarono contro.
Dopo circa trenta secondi, il ciccione e il tipo con sei braccia era a terra e svenuto, la ragazza e l’altro rimasto ancora cosciente era ridotti male.
“Allora?” incitò Kimimaro
I due si scambiarono un occhiata d’intesa, poi si inginocchiarono.
“Ci sottomettiamo” dissero in coro.
Orochimaru rise soddisfatto, poi si avvicinò a Kimimaro.
“Ho una missione da affidarti Kimimaro, è della massima importanza”
L’interessato si voltò.
“Mi dica, Orochimaru-sama”
“Se conosco bene un nemico di mia conoscenza sono certo che ora si stia dirigendo a Konoha con il suo pargoletto appreso; portami il bambino, vivo. Ma stai attento, l’uomo che lo accompagna è perfino più forte di me, per quanto tu sia potente non avresti speranze in uno scontro diretto contro di lui, ma se userai il bambino non oserà muovere un dito”
“Come lo riconoscerò?” Chiese Kimimaro.
Orochimaru esplose in una fragorosa risata.
“Fidati, lo riconoscerai da solo. Il suo livello di chakra è così alto che ne percepirai subito la presenza”
Fece un profondo inchino e poi sparì in uno sbuffo di fumo.
Per quanto la forza portante possa essere migliorata, non sarà mai in grado di resistere a Kimimaro. Pensò sicuro di sé il sennin.
Quanto si sbagliava…
Due giorni passano in fretta, ma Naruto era preoccupato. Conosceva il suo sensei abbastanza bene da capire che nonostante il suo volto fosse indifferente, dentro di se era molto preoccupato.
“Siamo arrivati” disse infine Artemis.
Davanti a loro si stagliavano le imponenti porte di Konoha: gente che andava, che veniva. Tutti, tuttavia, veniva minuziosamente ispezionati dai Jonin addetti all’entrata della città.
“Fai l’indifferente”
I due varcarono l’entrata di Konoha, ma né i passanti né i Jonin sembrarono notarli.
“Vorrei saperli usare anch’io i Genjutsu” commentò Naruto
“Te l’ ho già spiegato, non tutti sanno usare i Genjutsu, ora zitto e cammina”
Naruto osservò ancora più preoccupato il suo sensei, l’ultima volta che gli aveva risposto con quel tono era stato quando gli aveva chiesto un parere sulla sua tecnica dell’erotismo.
Girarono per le affollate via di Konoha per una decina di minuti, fino a giungere a un ampia zona pianeggiante, al centro di questo spazio verde c’era una roccia azzurra di forma particolare.
“Cinque anni fa, Konoha fu attacca da un enorme demone volpe, la Kyubi, che distrusse quasi tutta la città e se non fosse stato per lo Yondaime tutta la Foglia sarebbe stata rasa al suolo, ma morì a causa della tecnica che utilizzò per sconfiggere la volpe. Sai come la sconfissi? La sigillò all’interno del ventre di un bambino”
Osservò il suo allievo con sguardo serio.
“Quel bambino, Naruto, eri tu”
Il bambino sbarrò gli occhi, portandosi istintivamente le mani alla pancia, quasi temesse la volpe sbucasse fuori da un momento all’altro.
“Quella che vedi Naruto” disse Artemis indicando la roccia.
“è la lapide di tutti coloro che sono morti per proteggere questa città”
Naruto fece cenno di assenso semi-sconvolto.
Il suo sensei rimase in silenzio, come se si fosse perso nei ricordi.
“Sensei, non mi avete portato qui solo per dirmi questo, vero?”
Naruto vide sul viso del suo maestro l’espressione più triste che avesse mai visto.
“Sono passati cinque anni esatti da quando ti ho incontrato Naruto, e ritengo che tu sia abbastanza grande per sapere anche un’altra cosa”
Artemis cominciò ad avvicinarsi alla lapide e anche il suo allievo lo seguì.
“Su quella lapide…” cominciò fermandosi davanti alla roccia azzurra.
“sono incisi anche i nomi… dei tuoi genitori”
Il bambino accusò il colpo come una coltellata. Quante volte aveva fantasticato nei suoi sogni riguardo i suoi genitori? Quante volte ne aveva chiesto informazioni ad Artemis, e lui ripetutamente cambiava discorso?
“Erano… erano entrambi di Konoha allora?”
Lui fece cenno di assenso.
“Tua madre era un ninja medico, una delle migliori, tuo padre…” sospirò tristemente, stava per togliersi un peso dal cuore che lo affliggeva da quando aveva deciso di prendersi cura di Naruto.
“Come…” chiese
“come sono morti?”
Migliaia di aghi bollenti colpirono il cuore di Artemis: era giunto il momento.
“Sono… sono stati assassinati” rispose.
Non chiedermelo supplicò a bocca chiusa il leader dell’Akatsuki
Ti prego Naruto, non chiedermelo
“Da chi?”
Questa volta, Artemis fu certo che il suo cuore si sarebbe spaccato in due dal dolore. Era questa la punizione per tutto il male che aveva fatto? Troppo. Era troppo, non poteva sopportarlo.
Il sensei non rispose, ma rimase in silenzio.
Un dubbio atroce si fece strada nel cuore innocente del bambino.
“Sensei… chi è stato… chi è stato a ucciderli?” Chiese con le lacrime agli occhio.
Ancora rimase in silenzio.
“Naruto…” sussurrò Artemis.
L’ultima cosa che Naruto ricordò di quel giorno fu una grossa esplosione e un grande dolore alla testa, che gli fece perdere i sensi.
Ma prima di svenire fu certo di vedere un ragazzo dai capelli bianchi con uno strano disegno sul torace prenderlo tra le braccia.
Uh, ragazzi. Non so cosa ne pensiate voi, ma con questo capitolo penso di essermi superato! Anche se non ci sono scene comiche, però rimedierò presto!
Il mio segreto è questo: faccio lo scrittore!
Adesso però non figuratevi l’immagine di un matusa… faccio ancora le superiori!
Per il pairing vi lascerò col fiato sospeso ancora per qualche capitolo.
Alla prossima!!!
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Capitolo 5 *** Nella tana del serpente ***
Ri-eccomi! Ragazzi, ma mettevi d’accordo!!! C’è gente che dice che ci sono poche naruhina, altri dicono che sono le narusaku a essere poche, ma dove siamo? Al parlamento???(Che ridere…:NDTutti) vabbè, allora deciderò io. HIHIHIHHIHIHHIHI(risata da Kyubi)(Brrrrrrrr:NDYondaime)
Cap 4 Nella tana del serpente
Naruto si svegliò alcune ore dopo, un posto umido e scarsamente illuminato. Era in una cella sotterranea, vedeva fuori dalla sbarre della sua prigione il ninja che lo aveva rapito.
“Ci si fa l’abitudine, dopo due o tre anni. Parla l’esperienza” disse con volto impenetrabile.
Naruto si alzò di scatto per spaccare la faccia al ninja, ma se ne pentì subito: una fortissima nausea lo avvolse e un terribile giramento di testa gli fece perdere l’equilibrio facendolo cadere con il sedere per terra.
“Veleno di aspide del Suna, sarebbe capace di stendere un elefante tanto è potente” gli spiegò
Il bambino si portò una mano alla tempia: sembrava che stesse per scoppiare.
“Il mio sensei mi troverà!” Gridò Naruto.
Solo in quel momento si ricordò quello che era successo prima che svenisse: aveva chiesto ad Artemis chi aveva ucciso i suoi genitori e lui non gli aveva risposto, se non con quello sguardo tristissimo.
Nel sotterranei riecheggiò una risata terrificante, non poteva appartenere a un essere umano. Dietro al ninja dai capelli bianchi ne comparve un altro: aveva lunghi capelli neri che gli cadevano sulle spalle e il suo sguardo sembrava quello di un serpente più che quello di un uomo.
“Oh, ma quanto siamo fiduciosi nel nostro sensei” ghignò il nuovo arrivato.
Fece il sigillo del topo, e la porta della cella si aprì.
“Sai chi sono io?” Chiese
Naruto sorrise di scherno.
“L’idiota invertebrato che ha fatto la muta al cervello?” lo stuzzicò il biondo.
Kimimaro stava per attaccarlo, ma Orochimaru lo bloccò.
“A quanto pare la considerazione che aveva Artemis di me non è cambiata negli anni” rispose, non risentendo per niente della provocazione lanciatagli da Naruto.
“Ora torna a dormire” disse, colpendo violentemente il bambino allo stomaco.
“Aumentate il passo!” Gridò Artemis.
Era riuscito a tempo di record a recuperare tutti i membri dell’Akatsuki, anche se con Itachi fu costretto a usare un Genjutsu piuttosto violento, ma dopo quell’esperienze, era certo che non avrebbe più messo in discussione nessuno dei suoi ordini.
Stavano saltando tutti e otto da un albero all’altro da quasi mezza giornata, nessuno osava fiatare: si fidavano del leader e più di ogni altra cosa tutti quanti, Itachi compreso stranamente, volevano recuperare il loro compagno.
Artemis alzò un braccio per far segno al gruppo di fermarsi.
“Zetsu, Kakuzu” chiamò.
I due interessati apparvero immediatamente al suo fianco.
“Ho bisogno di un diversivo; usate la Henge no Jutsu per prendere il mio aspetto, mettete fra di voi cinque chilometri di distanza e poi usate le tecniche più appariscenti e dirompenti che conoscete”
“Tutte quante?” Chiese Zetsu con gli occhi che gli brillavano.
“Le più dirompenti?” Chiese Kakuzu sfregandosi le mani.
“Andate!” Ordinò, e i due sparirono.
Cinque minuti dopo cominciarono a sentire delle forti esplosioni, colonne di fumo multi colore si innalzarono verso il cielo, prendendo la forme di un qualche simbolo religioso.
“Seguitemi!”
Scese dall’albero e i membri rimanenti lo imitarono, davanti a loro si mostrava imponente una enorme statua raffigurante un serpente con le fauci spalancata.
“Faceva prima a metterci un insegna con scritto “Covo di Orochimaru: benvenuti, domenica e festivi tariffa doppia per i ninja stranieri”“
Leader non ci badò: era il modo di Kisame per esprimere la sua agitazione, lo sapeva bene.
Poi successe l’ultima cosa che Artemis si potesse aspettare: senza preavviso, il serpente si animò, colpendolo violentemente con un colpo di coda. Kisame e gli altri stavano per intervenire, ma leader li fermo.
“No! E’ mio!” disse con tono che non ammetteva repliche.
Dietro al serpente si poteva vedere l’entrata di un passaggio sotterraneo, il covo che Artemis e Orochimaru avevano usato in precedenza quando ancora non esisteva l’Akatsuki.
Il mostro comandato da Orochimaru si scagliò nuovamente contro di lui.
Sto arrivando, Naruto Pensò Leader, puntando il palmo della mano verso il mostro di pietra
Orochimaru ha commesso il suo ultimo errore
Artemis si lanciò contro il serpente, mentre nel suo palmo cominciò a roteare vorticosamente una sfera di chakra.
“Rasengan!” gridò, colpendo con tutte le sue forze il serpente di pietra.
“Sono arrivati?” Chiese Orochimaru a Sakon, sicuro della risposta.
“Hanno appena sconfitto il guardiano di pietra, mio signore” rispose.
“Dì a Kimimaro e agl’altri di mettersi in posizione, dovete trattenerli il più possibile”
Sakon si congedò, lasciando solo Orochimaru.
“Allora, dove eravamo rimasti?” Chiese il sennin voltandosi.
Al centro di quella che sembrava un arena c’era Naruto disteso per terra, la sua fida katana al fianco, era stremato.
“Suvvia, vuoi farmi credere che è tutto qui quello che quell’incapace del tuo sensei ti ha insegnato?”
Queste parole bastarono per far rialzare Naruto di scatto che si scaglio di nuovo contro il ninja.
“Kage Bushin Shuriken!” il biondo lanciò sei shuriken che divennero trenta, moltiplicati dalla sua tecnica.
“Kiochiyose no Jutsu” disse con calma portando una mano sul pavimento, evocando un enorme serpente che lo protesse dall’attacco di Naruto.
Ormai le aveva provate tutte: i cinque squali di terra, la moltiplicazione, l’arte del fuoco e della terra. Niente sembrava scalfire il ninja leggendario che aveva davanti.
Lo voglio battere! Pensò
Devo inventarmi qualcosa, lo devo battere!
Improvvisamente sentì una sensazione che non aveva mai provato prima: gli sembrava di sprofondare nel pavimento… sì, stavo proprio sprofondando. Cos’era? Genjutsu?
No, qualcosa gli diceva che non si trattava di Genjutsu.
Si ritrovò in quelle che sembravano delle fogne, l’odore di acqua putrefatta e l’aria pesante, almeno, lo indussero a pensare questo; Ma poi sentì chiaramente un forte ruggito, provenire dal profondo di quelle fogne.
Incuriosito, percorse il labirinto di cunicoli seguendo il ruggito, fino a trovarsi davanti a un imponente cancello di sbarre; rinchiuso dietro di esso, c’erano due enormi occhi rosso sangue che lo stavano osservando famelici.
“Avvicinati, Naruto” disse una voce da dietro quel cancello.
Naruto obbedì senza esitare, ma appena fu abbastanza vicino al cancello degli artigli spuntati da dietro le sbarre per poco non lo tranciarono in due.
“Avrai una gran voglia di sbranarti, ma questo cancello mi blocca… che sigillo fastidioso”
Ma allora Pensò Naruto
Quella è la Kyubi. Il biondo deglutì a vuoto
“Non avrei mai pensato che ti saresti avvicinato a me, cosa sei venuto a fare qui!?”
Allora un idea venne in mente a Naruto: per quanto Orochimaru possa essere forte, non lo sarebbe potuto essere come la volpe.
Naruto imitò alla meglio il volto di Artemis quando stava minacciando qualcuno.
“Cretina di una volpe, visto che vivi nel mio corpo dammi un po’ del tuo chakra come affitto!” disse
All’inizio la volpe rimase sorpresa poi esplose in una risata che non aveva niente da invidiare con quella di Orochimaru.
“HAHAHHAHAH! Che coraggio! Tu che mi minacci ?! Ma in effetti, se muori tu, muoio anch’io”
Si sentì invadere da un enorme potere, diverso dal suo solito chakra: questo era rosso, e molto più potente di quello che usava normalmente.
Naruto si ritrovò di nuovo davanti al ninja leggendario circondato dal chakra rosso della volpa.
“Allora?” lo istigò Naruto.
“questa non te la aspettavi, vero?”
Il sorriso tronfio di Orochimaru gli fece credere di aver commesso un enorme errore di valutazione
“Tu credi?”
Senza che Naruto ebbe il tempo di accorgersene, il ninja leggendario lo colpi di nuovo.
“Sigillo Pentastico!”
“Che si fa?” Chiese Sasori.
Il passaggio sotterraneo si divideva in sei cunicoli, che non c’erano quando Artemis usava quel covo.
“Non è ovvio? Ci dividiamo” rispose prendendo il passaggio davanti a lui, vedendo con la coda dell’occhio che gli altri prendevano ognuno una strada diversa.
Stava percorrendo il cunicolo da meno di un minuto quando i suoi sensi lo misero all’erta, e anche tutti gli altri membri dell’Akatsuki se ne accorsero.
Questo… è il chakra di Kyubi! Non va bene per niente!
Kisame si ritrovò in una grotta ricca di stalattiti e stalagmiti, al suo fianco una cascata sotterranea zampillava allegra.
Non era quella la sua destinazione.
“Hei, merluzzo! Sul menù di oggi c’è pesce arrosto, non lo sai?”
Con una vena pulsante sulla fronte, Kisame alzò lo sguardo: sul tetto c’era un ninja del suono davvero grasso, quasi completamente pelato se non per qualche ciuffetto arancione qua e là.
Hidan percorse la strada, ma finì per sbucare fuori dal covo.
“Ciao carino, hai perso la strada?” lo canzonò una ragazza dai lunghi capelli rossi con un flauto in mano
Sasori sbucò fuori dal covo in mezzo alla foresta, lontano da Kakuzu e Zetsu per suo fortuna
“Mostriciattolo, perché non giochiamo un po’?”
Un tipo con sei braccia dalla pelle scura si piazzo davanti al marionettista, ghignando come un ebete.
“Soffro di claustrofobia, maledizione! Dov’è l’uscita?!” Grido Deidara correndo come un pazzo per il corridoio di pietra, ma invece dell’uscita davanti a lui si piazzo un tipo dalla pelle bianche che gli spuntava quella che sembrava un altra testa da dietro la schiena.
“Non gridare, altrimenti mi fai arrabbiare”
Itachi arrivò nella stanza del arsenale, dove ad attenderlo c’era un ragazzo dai capelli bianche con gli occhi bordati di rosso.
Nel guardarlo, a Itachi sembrò di trovarsi davanti a uno specchio: la stessa espressione impassibile e fredda.
“Cominciamo?” disse semplicemente.
Artemis vide Orochimaru che gli dava le spalle.
“Dov’è Naruto?” Chiese
Il sennin si voltò lentamente, negli occhi la gioia selvaggia di chi a coronato un suo sogno.
“Sai perché ti rispettavo?” Chiese Orochimaru invece di rispondergli.
“perché non avevi punti deboli, ma dopo quel giorno a Konoha…” continuò, scuotendo la testa.
“sei diventato vulnerabile”
“Dov’è?” Chiese con gli occhi ridotti a due fessure.
Lui estrasse da dietro la schiena un lunga spada e si portò in posizione.
Artemis “A quanto pare”
Kisame “Sarà”
Hidan “qualcosa”
Sasori “di”
Deidara “molto”
Itachi “noioso”
Mmh… forse qui avrei potuto fare di meglio…
Avverto che domani sarò via tutto il giorno quindi, dato che di domenica, se permettete, ho da fare, il prossimo aggiornamento ci sarà lunedì.
Nel prossimo capitolo ci sarà il mitico TOBI!!!(Yeahhhhhhh!:NDTobiFanClub)
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Capitolo 6 *** Vicino alla fine del suono ***
Allora ragazzi, visto che qui da me sembra sia scoppiato il diluvio universale, per la vostra gioia, penso che oggi posterò il nuovo cap.
Una piccola nota: io con il manga mi sono fermato al numero 31, la personalità dei personaggi come Kakuzu, Hidan e Tobi è data per sentito dire, se non combacia fatemelo sapere subito che provvederò!
Cap 6 Vivino alla distruzione del suono
Kisame e Jirobou si scambiarono un occhiata acida e poi partirono all’attacco.
“Mizu Bushin no Jutsu!”
Dal fiume sotterraneo accanto al ninja traditore, comparvero altre quattro copie, voleva concludere il combattimento in fretta con i cinque squali di terra.
Il ninja del suono con un balzo si portò davanti all’originale e tentò di colpirlo all’addome con un Kunai, ma Kisame si fece scudo con la sua fidata Samehada.
Mai avvicinarsi troppo a un ninja della nebbia! pensò diabolico Kisame.
“Suiton! Suirou no Jutsu!”
Portò una mano sull’addome del suo avversario e un enorme bolla d’acqua lo imprigionò, mentre le quattro copia avevano già circondato la prigione acquatica
“Cinque squali di terra!”
L’attacco andò a segno, ma all’interno della prigione acquatica, invece dell’avversario, c’era un pezzo di stalattite.
“Sostituzione, eh?”
E’ per questo che voglio rimanere scapolo per tutta la vita, dannazione!
Tayuya si era messa a suonare il flauto e Hidan cadde nel suo Genjutsu colto alla sprovvista.
“Cosa c’è carino? Non riesci più a muoverti?”
Hidan era ricoperto da fili di acciaio che diventavano sempre più stretti col passare dei secondi.
“Ora stammi a sentire stupida oca! Sai chi sono io!? Sono Hidan! Un ninja ricercato di grado S che non teme rivali! Appena mi sarò liberato, quel flauto te lo faro ingoiare, capito!?”
Liberazione!
Hidan fermò il flusso di chakra del suo cervello per qualche istante, per poter scogliere l’illusione in cui era caduto.
“Ora sono veramente arrabbiato!” Gridò scagliandosi contro la ninja del suono.
“Sai che cos’è la Kugutsu no Jutsu?” Chiese annoiato Sasori al tipo con sei braccia.
“Dovrei?”
In risposta, Sasori lo colpì in pieno con la lunga coda d’acciaio di Hiruko, il ninja del suono venne colpito così violentemente che quando venne scaraventato contro l’albero alle sue spalle lo sfondò da parte a parte.
“Troppo facile” disse Sasori.
Dai resti dell’albero riemerse una figura raccapricciante ricoperta con una specie di corazza d’orata.
“Non ti stai sopravvalutando un po’ troppo?” Lo canzonò l’avversario.
Brutta situazione Pensò Deidara
Non posso usare le mie tecniche qui sotto, o il soffitto mi cadrà addosso
“Qualcosa non va, biondino?”
Deidara arretrò di un passo.
Devo portarlo all’aperto, se fingo di fuggire e lo porto fuori lo sistemo come si deve!
L’artista girò i tacchi e cominciò a correre nel verso apposto, ma si ritrovò davanti di nuovo lo stesso ninja del suono.
“Kage Bushin?”
“No” rispose quello che credeva fosse l’originale.
“siamo gemelli siamesi e questa è la nostra abilità innata”
Sul viso dell’artista comparve un sorriso amaro, era in trappola, oltre alla sua abilità innata non conosceva molte altre tecniche utili nel corpo a corpo: sarebbe finita lì.
Ma si accorse che non gli dispiaceva più di tanto se moriva per salvare una certa persona.
Naruto
Mise la sua mano destra nel marsupio che conteneva l’argilla.
Mi sarebbe piaciuto vederti diventare grande, ma pare che questo piacere non mi sarà concesso
“Deidara-sempai, la prego, si fermi!” gridò una voce in lontananza.
Da sopra la spalla del ninja che gli stava davanti vide chi aveva gridato… ecco: ora aveva una ragione in più per voler farla finita
Itachi e Kimimaro non si erano spostati di un solo millimetro, continuavano ad osservarsi con aria di chi si sente superiore.
“Senti” disse ad un certo punto Itachi.
“L’unica persona per cui io provi rispetto ora è nei guai, se non ti togli subito di mezzo, farò in modo che di te non resti neppure un capello”
Kimimaro si scrocchiò il collo con un rumore tanto forte da far sembrare che se lo fosse rotto di netto.
“Stavo per dirti la stessa cosa, vediamo se sarai in grado di resistere alla mia danza” rispose.
“Tsubaki no Mai!”
“E’ l’ultima volta che lo ripeto” disse Artemis, mentre i suoi occhi si iniettavano di sangue.
“Dov’è Naruto?”
Orochimaru passò la sua lunga lingua sulla lama della spada.
“Ti consiglio di concentrarti di più, non mi sei così superiore da potermi battere anche con la testa altrove”
Orochimaru fece un sigillo che Artemis no aveva mai visto prima.
“Kiochiyose-Edotensei”
Dal pavimento cominciarono a spuntare fuori una bara di legno.
Che razza di tecnica è questa?
Fu questo l’errore di Artemis, la sua ignoranza. Se avesse saputo, non avrebbe certo lasciato fare al sannin (l’ ho scritto giusto stavolta!!!)
Il coperchio della bara cadde a terra con un tonfo e Artemis, vedendo chi ne stava uscendo, si ricordò di una sensazione sgradevole e terribile che sperava non avrebbe più provato: la paura.
“Salve… fratello”
Un ragazzo giovane, che Artemis sapeva avere ventitre anni, con dei capelli biondi dritti, occhi azzurrissimi e con quel suo insopportabile sorriso radioso.
“Salve… Yondaime”
Suo fratello sorrise.
“Oh, ma come siamo formali, non chiami per nome tuo caro fratello?” Chiese il biondo.
Artemis mostrò la sua faccia più furibonda.
“Se devo essere sincero, non ti ho mai considerato mio fratello” gli rispose acido.
Yondaime fece l’aria di uno caduto dalle nuvole.
“Ah già, me lo ero dimenticato… non ero tuo fratello legittimo, giusto?”
Yondaime scosse la testa.
“posso capire che tu mi odiassi a morte, ma cosa centrava Sasha?” Chiese, in uno di quei rarissimi casi in cui sul volto dello Yondaime compariva un volto furibondo.
Artemis sorrise, godendo della rabbia che ribolliva sul volto del fratello.
“Te l’avevo detto, no? Io odio a morte tutto ciò che hai amato e distruggerò tutto ciò a cui ti sei sentito vicino e appena sarò pronto toccherà a Konoha!”
Orochimaru sospirò nostalgico.
“Questa era una delle poche cose su cui io e Artemis andavamo d’accordo” ma le sue parole furono ignorate da entrambi.
“Non dire puttanate!” Gridò Yondaime facendo un passo vero il fratello, che rimise le distanza facendone uno indietro.
“tu amavi Sasha almeno quanto me!”
Gli occhi di Artemis divennero completamente rosso sangue.
“NO!” Gridò, più per convincere se stesso che il fratello.
“la persona che allora amavo di più l’ hai uccisa tu!”
“Aveva tentato di uccidere Sandaime! Avevo il dovere di punirla!”
“Stronzate!”
Solo allora Artemis sembrò risvegliarsi da una specie di sonno.
“Che tecnica è questa, Orochimaru?”
Lui rise.
“Oh, finalmente me lo hai chiesto: è una tecnica di resurrezione che ho sviluppato io stesso”
Artemis sbarrò gli occhi.
“Resurrezione?”
“Sì, sacrificando una vita umana mi è possibile far resuscitare un anima e il suo aspetto terreno. E’ una tecnica che ho sviluppato io stesso”
Possibile che esista una tecnica del genere? Pensò
Fatico a crederlo, eppure Yondaime è davanti a me! Forse potrebbe anche…
“So quello che stai pensando” disse Orochimaru.
“se me lo chiedi in ginocchio giurandomi fedeltà, sono disposto a riportare in vita la tua amata sorella”
Pur di rivedere sua sorella, Artemis forse avrebbe accettato; ma prima che prendesse una decisione, fu come se qualcuno gli diede un colpo allo stomaco.
“Chi hai usato per far risorgere Yondaime?”
Il sorriso serpentesco del sannin si allargò.
“Sei proprio sicuro di volerlo sapere?”
“Ora mi sono stufato! Suiton: Suiryudan no Jutsu!”
Il ruscello si animò, trasformandosi in un enorme drago acquatico che si schiantò sul ninja ciccione.
“Non è finita! Suiton: Daibakufu no Jutsu!”
Il drago si trasformò in un vortice che fece sbattere Jirobou sulle stalattiti delle grotta, trafiggendolo.
Kisame voltò le spalle e si mise a correre.
Resisti marmocchio, sto arrivando!
“Insomma, muoviti!” Gridò Hidan alla striscia di incenso, aveva appena sconfitto la ninja, ma non si poteva concludere una battaglia senza il rito…
Nel medesimo istante in cui l’incenso si spense, Hidan si diresse nuovamente verso il covo.
Sei l’ultima persona a cui vorrei fare un rito funebre. Naruto, non morire per favore!
Con Sasori era tutta un altra storia: il tipo con sei braccia aveva evocato un ragno enorme che a sua volta aveva portato in gioco almeno un migliaio di ragni grossi come cocomeri.
“E’ ora di chiudere bottega, odio far aspettare la gente: Tecnica segreta della sabbia rossa: spettacolo dei cento congegni!”
Ancora due secondi e sono da te, piccolo.
“Deiadara-sempai! Non siete ferito vero?” Chiese il salvatore dell’artista, un ninja che portava una curiosa maschera arancione.
“Me la sarei cavata anche da solo Tobi”
“Non ne dubito sempai, ma non ho resistito quando ho visto che eravate in svantaggio numerico!”
Se non ci fosse stato Tobi…
“Dove sono tutti gli altri e il piccolo Naruto-chan?”
“Poche domande e seguimi!”
“Hessendan no Mai!”
Ma prima che l’attacco raggiunse il suo obbiettivo, Itachi usò la sua arma segreta: il Mankeyoru Sharingan( di sicuro l’ ho scritto sbagliato, qualcuno sa come si scrive correttamente?:Nda) così facendo, il corpo di Kimimaro sparì.
Noioso… proprio come pensavo
All’insaputa di tutti quanti, nei sotterranei del covo di Orochimaru, due Rasengan si scontrarono, mentre un serpente si sbellicava dalle risate.
Quanto a lunghezza questo cap batte tutti quelli che ho fatto…
Forse vi aspettavate di meglio da Tobi, vero? Non linciatemi adesso però.
Che fine avrà fatto il piccolo Naruto-chan? HIHIHIHHIHIHIHIHIHIHIH (risata da kyubi)(Brrrrr… Ehi, ma non c’eravamo già passati?)
Bye Bye!
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Capitolo 7 *** Colui che scelse la morte per amore ***
Cavolaccio! E’ da Ieri che non smette di piovere e appena tornato a casa era zuppo come un biscotto! E’ cosa pensate si possa fare in una giornata come questa?( Beh… qualcosa io in mente ce l’avrei…:NdSakura guardando Sasuke)(…:NdSasuke)(E io?!?!?NdNaruto)(BAKA!:NdSakura) A parte quello… Va beh, ecco a voi il settimo capitolo.
Ah, facciamo un piccolo concorso: il primo che mi sa dire che tipi di tecniche usano Tobi, Zetsu, Kakuzu e Hidan deciderà il pairing della fic. ( o deciderà anche di non metterlo), Ok?
Cap 7 Colui che per amore scelse la morte.
“Rasengan!” Artemis.
“Rasengan!” Yondaime.
Artemis venne scaraventato contro il muro, il Rasengan del suo avversario era di gran lunga superiore al suo.
“Artemis, ti sei dimenticato chi è stato ad insegnarti quella tecnica?” Gli chiese Yondaime.
Il leader si rialzò subito con un colpo di reni.
“Un verme schifoso che ho intenzione di ammazzare per la seconda volta”
Cominciò a eseguire velocissimo una serie di sigilli.
“solo che questo volta mi occuperò di te personalmente! Katon: Karyuu Endan!”
Un enorme drago di fuoco si sprigionò dalla bocca di Artemis, colpendo in pieno Yondaime che finì sul fondo di quella strana arena.
Allora Artemis scattò verso Orochimaru e con velocità incredibile lo prese per il collo.
“Lurido bastardo! Hai usato Naruto per richiamare mio fratello, non è così!?” Gridò, stringendo la presa attorno al collo del sannin.
“Il processo non è ancora completo” sussurrò cercando di respirare, ma la presa del leader era ferrea, con un colpo secco avrebbe potuto spezzare il collo di Orochimaru.
“ho usato apposta il sigillo pentastico sul ragazzo in modo che la sua anima restasse legata al copro anche dopo la Furou Fushi no Jutsu”
Quasi involontariamente, la prese sul collo del sannin si allentò e subito Orochimaru ritrovò il suo sorriso maligno.
“Però… non posso far tornare il tuo caro Naruto se mi spezzi l’osso del collo”
La presa si allentò ancora di più e Orochimaru ne approfittò subito per liberarsi.
“Fai tanto il bravo sensei, ma se non mi sbaglio è stata tua l’idea di cercare tutti i demoni dotati di coda per offrili alla statua del re dell’inferno… non sei proprio stato tu a dire che non ti saresti fermato di fronte a niente pur di raggiungere il tuo scopo?”
“E’ lo farò!” disse deciso.
“Anche se questo significasse uccidere il tuo caro allievo?” Chiese il sannin.
I due si guardarono negli occhi per un lungo istante, Yondaime nel frattempo era ricomparso al fianco del suo evocatore, forse in attesa di ordini.
“Non sprecherò il mio fiato con te” si limitò a dire.
“fai tornare subito Naruto, e potrei optare per una morte quasi indolore”
Il sannin scosse la testa divertito.
“Io non posso farlo, ma tu sì”
La figura di Orochimaru diventò improvvisamente semi trasparente e pian piano stava scomparendo del tutto.
“Scommetto che sei abbastanza furbo da capire da solo come fare a riavere il tuo caro allievo”
Il sannin scomparve e Artemis gridò al vento con tutto il fiato che aveva in gola:
“Puntavi a questo fin dall’inizio, non è vero!? Volevi farci combattere tra di noi per farci uccidere a vicenda, non è vero?!”
Il leader portò lo sguardo su suo fratello.
“Naruto, stringi i denti, farò in modo di fare il prima possibile; Yondaime, vedi di non andare a piangere da mamma se ti faccio troppo male”
Appena fuori dal covo del sannin, Zetsu e Kakuzu era uno contro le spalle dell’altro nel tentativo di riprendere fiato.
“A quanto… sei arrivato… Kakuzu?” Chiese con fiato corto.
“126 se ho… contato bene… e tu?” rispose debolmente.
Lui alzò le spalle non curante.
“Dopo che… sono arrivato a 80… ho smesso di contarli”
Tutta la foresta era stata completamente rasa al suolo, e gli incauti ninja del suono che avevano il compito di attaccare eventuali intrusi erano finiti… beh, un po’ dappertutto, oltre che nello stomaco di Zetsu.
Zetsu osservò infastidito la sua ferita alla mano destra, scocciato. Essere ferito era una cosa che non sopportava.
“Voglio un aumento, Kakuzu” disse.
L’interessato rise.
“Mettilo per iscritto in triplice copia e poi ti farò sapere”
“Kage Bushin no Jutsu!” Artemis creò sei copie, ognuna di loro armata con un’enorme spadone, l’originale però rimase disarmato: doveva avere le mani libere per poter usare i sigilli.
“Kage Bushin no Jutsu!” Lo imitò il fratello, creando il medesimo numero di copie, armate però di semplici kunai.
“Questo voglio che tu lo sappia Artemis, anche se probabilmente non te ne importerà niente” disse Yondaime.
“io ti ho davvero considerato come mio fratello”
Artemis ringhiò in risposta.
“Non me ne importa, se un tempo fra noi due c’è stato un legame ora non ce n'è più nessuna traccia”
Yondaime abbassò lo sguardo triste, il leader sorrise felice vedendolo in quello stato.
“Allora, temo che sarà all’ultimo sangue”
“L’ hai capito alla fine!” gridò Artemis.
Lanciò le sue copie contro lo Yondaime che subito si difese con le sue.
Artemis si gettò nella mischia puntando direttamente all’originale.
“Katon: Goukakyuu no Jutsu!”
La palla di fuoco stava per colpire il suo obbiettivo, ma una copia si mise di mezzo.
“Katon: Housenka no Jutsu!”
Artemis scoprì di essere circondato: tutte le sue copie erano state distrutte e le quattro rimaste del suo avversario stavano per bersagliarlo con una tecnica di fuoco.
Con tutte le forze che possedeva, il leader colpi il pavimento sotto di lui sperando che la sua intuizione fosse giusta… sì, lo era. Dal buco creato dal suo pugno cominciò subito a sgorgare una modesta quantità d’acqua.
“Suiton! Suijinheki no Jutsu!” Un muro d’acqua protesse il ninja dall’attacco dello Yondaime, pronto a contrattaccare.
“Suiton! Suiryuudan no Jutsu!” Artemis usò un drago acquatico per eliminare la copie rimanenti
“Di nuovo! Suiryuudan no Jutsu!” Questa volta il bersaglio del drago era lo Yondaime originale.
“Mizu Bushin no Jutsu!” Yondaime creò una decine di copie d’acqua e si protesse con quelle.
“Questo è per Sasha! Suiton: Daibakufu no Jutsu!”
Un enorme vortice d’acqua cominciò a gorgogliare davanti ad Artemis, pronto a travolgerlo.
“Doton: Doryuuheki no Jutsu” Il leader si salvò all’ultimo istante, creando una cupola di fango dove si nascose per proteggersi dal vortice.
Il rumore delle due tecniche che si scontrarono fu terribile, tanto che Artemis ne rimase stordito per qualche secondo: grave errore.
La barriera di fango si crepò proprio davanti a lui e prima che potesse ricreare un'altra barriera di fango, lo Yondaime la sfondo con un poderoso calcio.
“Rasengan!”
Artemis venne colpito in pieno petto con una potenza tale da fargli sfondare l’altro lato della barriera, facendolo cadere a terra rivolto su un fianco.
Yondaime con calma si portò a fianco del suo fratello
“Non ti ricordavo così coriaceo, sai?” Disse col fiato corto.
Artemis si mise a ghignare maligno.
“E io…” cominciò.
“non ti ricordavo… così superficiale”
Quello che il biondo credeva fosse Artemis era in realtà una copia esplosiva e quando esplose, lo Yondaime subì in pieno tutta l’esplosione, finendo a parecchi metri di distanza.
Il ninja della foglia tentò di rialzarsi subito, ma l’Artemis originale era già davanti a lui.
“Fine dei giochi: Rasengan!”
Colpì il biondo in pieno petto, ma subito esplose in uno sbuffo di fumo.
“Kage Bushin!?”
Si voltò di scatto, Yondaime era alle sue spalle con le mani congiunte: sapeva cosa stava facendo e per sopravvivere sarebbe stato meglio imitarlo.
Quando mi sveglierò domani, mi farà male ogni singolo muscolo Pensò seccato il leader.
“Apertura della seconda porta: quella del riposo!” disse Yondaime.
“Terza porta: vita!” lo seguì Artemis.
“Quarta porta: ferita!”
“Quinta porta: chiusura!”
“Sesta porta: visone!”
I due fratelli si guardarono negli occhi per un solo istante prima di gridare in coro.
“Settima porta: Stupore! Ura Renge!”
Il chakra che scaturiva dai corpi di entrambi i contendenti era enorme, tanto che pareti della grotta cominciarono a sbriciolarsi .
Entrambi concentrarono tutta quell’energia distruttiva nel proprio Rasengan.
“Ti odio, Atharu!” Gridò Artemis
“Ti odio anch’io, Artemis” Gridò di rimando l’altro
Cominciarono a correre l’uno verso l’altro: con quel colpo si sarebbe deciso il vincitore, se ci fosse stato.
“Rasengan!”
(Qui avevo intenzione di far finire il capitolo, ma visto che mia sorella mi ha quasi strozzato per la mia idea da sadico, così l’ ha definita lei, per la gioia di tutti non è ancora finita!)
“Rasengan!”
Il colpo dei contendenti stava per scontarsi, ma all’ultima istante Artemis dissolse il suo Rasengan, così facendo sarebbe stato colpito in pieno!
Ora sono abbastanza vicino Pensò
Naruto… diventa il più grande ninja mai esistito!
“Goguoukaiin!” nel medesimo istante in cui venne colpito del Rasengan dello Yondaime, Artemis liberò Naruto dal sigillo pentastico di Orochimaru.
Leader venne scaraventato a parecchi metri di distanza mentre il corpo dello Yondaime si stava letteralmente polverizzando, facendo riemergere da quella polvere la piccola figura di Naruto.
Fu in quell’istante che l’Akatsuki al completo, compreso Tobi, arrivò nell’arena.
“ Naruto!Leader!”
Deidara si precipitò prima verso il piccolo Naruto, lo prese in braccio e cominciò a dargli leggeri schiaffi sulla guancia.
“Hei piccolo, non farmi certi scherzi! Apri gli occhi, ti prego!”
Con un leggero gemito, Naruto aprì lentamente gli occhi.
“Deidara?”
L’artista ricominciò a respirare, era vivo.
“Ci hai fatto preoccupare, marmocchio” disse Sasori.
“Sasori? Kisame?… ci siete tutti?” Chiese Naruto, cose se credesse di sognare.
“Quando il leader ordina, non è che ci si possa opporre” disse Itachi, aveva pur sempre la sua reputazione di ghiacciolo da difendere.
“Artemis!” Gridò scendendo con un balzo dalle braccia di Deidara.
“Dov’è?!”
Fu come se un pugnale di ghiaccio trafisse tutti i presenti nella schiena. Lentamente, Tobi si voltò verso il corpo a terra del leader dell’Akatsuky
“No…” sussurrò il bambino.
Si avvicinò verso il suo sensei: il suo torace sembra essere stato sfondato da qualche tecnica molto avanzata, che stava facendo scorrere fiumi di sangue dal corpo di Artemis. Ma nonostante la ferita, il suo volto era sereno e, cosa più strana, stava sorridendo.
“Sensei…”
Cadde in ginocchio a fianco alla persona a cui voleva più bene al mondo.
“Sensei…”
Si sdraiò sul suo corpo: poteva sentire il suo calore, l’odore malsano del sangue, ma non sentiva alcun battito cardiaco.
“Sensei!!!”
Esplose in pianto incontrollato, singhiozzando e riempiendo di lacrime il volto del suo maestro.
Kisame si abbassò il coprifronte in modo da nasconde gli occhi lucidi, Kakuzu e Hidan lo imitarono, mentre gli altri si sforzarono a non mostrare alcuna emozione.
“Papà!!!” Gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, come se lo potesse sentire.
Era un incubo, era un bruttissimo incubo.
“Piangi?”
Naruto sbarrò gli occhi, portando lo sguardo sul volto del suo maestro: il suo occhio destro era aperto debolmente.
“I deboli piangono”
Adesso mi metto a piangere anch’io(ç_ç)
Grazie a tutti quelli che commentano e danno consigli.
Alla prossima!!!
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Capitolo 8 *** Figlio mio ***
No dai, vi prego, non fate così(ç________ç), mi avete fatto sentire troppo in colpa, ma so io come rimediare!!!
Cap 8 Figlio
“Piangi?” Chiese debolmente Artemis
Naruto sbarrò gli occhi per lo stupore.
“I deboli piangono”
Il cuore del bambino perse un battito, come anche a tutti i membri dell’Akatsuki presenti.
“Papà?” Chiese incredulo.
L’occhio destro di Artemis era debolmente aperto e, come a dare prova al bambino che il suo amato padre era vivo, il leader fece un leggera risata.
“Non è così facile… liberarsi di me sai?”
“Papà!” Gridò felice il bambino abbracciando il collo di Artemis.
Lui ricambiò l’abbraccio, ma solo con il braccio destro; il sinistro era fuori uso.
“Come è possibile?” Chiese incredulo Tobi.
“E’ un abilità innata, non è vero?” Chiese Itachi sicuro.
A malincuore, Artemis scostò leggermente il piccolo Naruto.
“Già” rispose il leader, il suo tono faceva capire chiaramente che era stremato.
“posso spostare gli organi interni del mio corpo a mio piacimento, in modo da non poter subire ferite letali in battaglia, ma l’urto che ho ricevuto era davvero forte e ne sono rimasto stordito”
Deve essere per questo… che non ho sentito il suo battito… perché aveva spostato il suo cuore… meno male. Pensò Naruto
Portò il suo occhio destro sul volto in lacrime del biondino che gli stava a fianco, lacrime di gioia queste.
“Perdonami se ti ho fatto spaventare, Naruto” disse accarezzando la guancia del bambino.
Naruto prese la mano del suo sensei e la strinse con affetto.
“No…non fa niente… state bene ora?” Chiese.
Fece un grossa risata, ma se ne pentì subito: un forte dolore al petto gli fece strappare via una smorfia di dolore.
“Per uno con il torace sfondato che ha appena combattuto con lo Yondaime Hokage, direi che sto bene”
Naruto sorrise: se stava parlando in quel modo significava che stava bene per davvero.
“Yondaime?” Chiese curioso Deidara.
“Torniamo al covo” disse, come se non avesse sentito l’artista.
“Non voglio rimanere qui un minuto di più. Ah, Deidara: ci pensi tu a ridurre in briciole questo buco di fogna?”
Gli occhi dell’artista brillarono.
“Sarà la mia opera più maestosa!” disse deciso.
Artemis diede un ultimo sguardo al suo allievo, poi si abbandonò alla stanchezza.
Erano passati tre giorni dall’attacco al covo di Orochimaru, Artemis risultò gravemente debilitato dopo lo scontro con suo fratello, tanto che avrebbe dovuto usare una stampella per reggersi almeno per qualche settimana, ma a parte quello si poteva dire che stava abbastanza bene, se non fosse per il fatto che ora doveva alcune spiegazioni a Naruto, che probabilmente avrebbero fatto soffrire entrambi.
Decise di parlare con il suo allievo quella sera stessa, mentre si trovava sul tetto del covo ad ammirare il cielo stellato.
“Oggi come state, sensei?” Chiese il piccolo.
“Meglio, per fortuna tra i cuori di Kakuzu c’è anche quello di un ninja medico, mi ha risparmiato parecchie seccature” rispose, sedendosi accanto al biondo.
“Hai visto tutto grazie agli occhi dello Yondaime, non è vero Naruto?”
Lui fece debolmente cenno di assenso, tenendo lo sguardo basso.
“Era lui mio padre, giusto?”
Artemis sospirò, indeciso su dove cominciare.
“Sì”
Naruto alzò lo sguardo sul suo sensei.
“Ma… non era morto combattendo contro la Kyubi?” Chiese confuso.
Lui scoppiò a ridere.
“La tecnica di confinamento che ha usato... sono stato io a insegnargliela. Era uno scambio: lui mi insegnava il Rasengan e io il sigillo del diavolo, ma sbadatamente, mi dimenticai di dirgli il come fare in modo di non perdere la vita dopo l’utilizzo del sigillo”
Scosse la testa divertito.
“Volevo ucciderlo, non ti immagini quanto, ma non ero del tutto sicuro di poterlo sconfiggere in uno scontro diretto, così pensai che il modo più semplice per liberarmi di lui era indurlo a usare il sigillo del diavolo. Però sapevo bene che Atharu avrebbe usato quella tecnica solo come ultima risorsa, perciò dovevo trovare qualcuno abbastanza forte da metterlo in difficoltà a tal punto da indurlo a usare il sigillo del diavolo”
Naruto cominciò a capire.
“E così hai pensato a Orochimaru, uno dei sannin” disse il biondo.
“Già, ma fu una delusione enorme: era molto più debole di quello che mi aspettassi, anche se non fu così inutile visto che trovò qualcuno, o meglio, qualcosa in grado di poter mettere in difficoltà Atharu”
L’allievo di Artemis alzò o sguardo alla luna… oh, questo non se lo era proprio aspettato: era diventata completamente rossa.
“La Kyubi” completò Naruto.
“Non ho idea di come fece, ma riuscì ad aizzare quel demone contro il villaggio della foglia. Il resto te l’ ho già detto”
“E Sasha?”
Leader si sistemò con fare annoiato un ciuffo ribelle, quella parte della storia per qualche motivo lo stava rendendo nervoso.
“L’ ho uccisa io stesso durante il combattimento tra la volpe e lo Yondaime” si limitò a dire.
Tra i due cadde il silenzio, Artemis durante quel silenzio non fece altro che stringere la mano libera così forte da sentire le unghie conficcarsi nella carne.
“I demoni dotati di coda…” sussurrò Naruto
“I buuju, è a loro che miro fin dall’inizio. Ne esistono nove su questa mondo, a seconda del numero di code che possiedono si può capire il loro livello complessivo di chakra, puoi quindi capire che la volpe è il buuju con il chakra maggiore”
“A cosa ti servono?”
Un pipistrello solitario si posò su una roccia li vicino, in cerca di una preda, ma era come se in quel luogo non ci fosse niente di commestibile per lui. Prima che potesse rendersene conto, due enormi mascelle verdi si serrarono attorno a lui.
“La leggendaria fenice dalle dieci code” disse tutto d’un fiato.
“La leggendaria fenice dalle dieci code?” gli fece eco il bambino.
“Un bujuu di un altro mondo che posso attirare qui solo riunendo in un unico luogo i nove demoni, i loro chakra congiunti per lei sarà un richiamo irresistibile. Chi riesce a evocarla, vedrà tutti i suoi desideri realizzati e tutte le sue sofferenze svanite”
Naruto ascoltò attento ogni singola parola che il suo sensei aveva pronunciato.
“Chi è stato a parlarvi della fenice?”
Artemis rise di nuovo.
“Che tu ci creda o no, è stata la fenice stessa parlarmene, più di dieci anni fa”
Sospirò, giurandosi una volta di più che presto o tardi avrebbe raggiunto il suo scopo.
“Io…” cominciò.
“voglio far tornare in vita mia sorella usando il potere della fenice dalle dieci code e ripagherò coloro che mi hanno aiutato con il potere dei buuju, è per questo che è nata l’Akatsuki”
Naruto scatto in piedi con un lampo che gli passa negli occhi.
“Ti aiuterò!” Gridò balzando in piedi.
“Troverò tutti i demoni e riporterò in vita tua sorella, è una promessa!”
Artemis sbarrò gli occhi stupito.
“Naruto…” chiese incredulo.
“ma non mi odi… per quello che ho fatto?”
In risposta, il biondo si gettò verso il leader e lo abbracciò.
“No… non potrei mai odiarti, papà”
Le due enormi mascelle verdi si ritirarono, scomparendo tra e rocce.
“Allora? Che succede?” Chiese ansioso Deidara.
“Sembra proprio che si siano chiariti” rispose Zetsu.
“Evvai!” Esultò Kakuzu.
“Qui bisogna fare un festino” propose Hidan.
“Scialacquatore!” lo riprese il suo compagno.
“Vado ad avvertire gli altri” disse Deidara partendo a razzo verso la sala principale.
Il giorno dopo…
Artemis aveva chiamato davanti a se tutti i membri dell’Akatsuki, Naruto compreso: doveva dare un ordine molto importante a tutti quanti.
“Visto che il nostro caro Zetsu è stato così gentile da origliare una conversazione privata, mi ha risparmiato la fatica di dovervi spiegare tutto da capo. Voglio che con il vostro compagno vi mettiate in viaggio per raccogliere più informazioni possibile sui bujuu e su una loro possibile presenza, “discrezione” è la parola d’ordine, se qualcuno prova a fare il ficcanaso, fatelo fuori senza dare nell’occhio”
Si voltò verso la mezza pianta.
“Zetsu, visto che ti piace così tanto raccogliere informazioni, voglio che tu faccia un elenco dettagliato dei ninja di grado A e S che potrebbero darci noie, chiaro?”
Fece uno scocciato cenno di assenso.
“Ci ritroveremo qui non appena avremo raccolto abbastanza informazioni, se qualcuno vi scopre, cavatevela da soli, andate!”
Tutta l’Akatsuki sparì in uno sbuffo di fumo.
“Andiamo Naruto” disse Artemis.
Il piccolo si mise al suo fianco e varcarono l’uscita del covo, non sapendo che sarebbero passati sette anni prima di rimettere di nuovo piede in quella grotta.
Stavolta sono stato meno crudele del solito e ho lasciato finire il cap normalmente, senza mozzare scene culminanti ( sarà perché mia sorella mi sta tenendo sotto tiro con un lanciafiamme forse:Nda)
Nel prossimo cap Naruto incontrerà Sasuke e lo legnerà a dovere!(NOOOOOOOOOOO!:NdSasukeFunClub)
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Capitolo 9 *** Sasuke le prende!!! ***
ringraziamenti a chi commenta e critica, grazie ragazzi!!!
Cap 9 Uchiha figur ’immerd!!!
“Ah, me ne ero completamente dimenticato”
Erano in viaggio da appena qualche ora, quando leader si fermò e si tolse lo zaino dalle spalle.
“Questo è da parte di Sasori” disse Artemis tirando fuori dallo zaino un rotolo di pergamena e gettandolo a Naruto, che lo prese al volo.
“Che cos’è?” Chiese curioso il biondo, esaminando minuziosamente il piccolo rotolo.
“Mi pare che Sasori lo abbia chiamato Takumi”
Naruto sbarrò gli occhi.
“E’ una marionetta?” Chiese Naruto osservando ammaliato il rotolo.
“E’ la stessa cosa che gli ho chiesto io, e lui mi ha risposto: “E’ ben più di una marionetta!”, da quanto ha detto pare che non sia fatta solo di legno e acciaio, ma è presente anche una parte organica ed è quindi capace di impastare il chakra, quindi è possibile chiamarla dal rotolo anche con la Kiochiyose no Jutsu”
“Quindi una marionetta che può eseguire tecniche ninja?! Ma da dove la avrà tirata fuori un idea del genere?” Chiese il biondo stupito.
Artemis fece una leggera risata.
“Io una mezza idea ce l’avrei…” borbottò guardandosi alle spalle, in direzione del covo ormai non più visibile.
Quando si voltò di nuovo verso il suo allievo, notò che era diventato triste.
“Qualcosa non va?”
Naruto sospirò.
“E’ che… non penso di essere degno di un dono del genere” si spiegò.
Artemis alzò e spalle.
“Se Sasori te lo ha dato significa che per lui ne sei degno, non credi?”
“Sì, ma…”
“Niente “ma”, ricominciamo a muoverci e domani mattina di darò le basi per la Kugutsu no Jutsu”
Sette anni dopo…
“Perché dobbiamo tornare a Konoha?” Chiese stufo un dodicenne dai capelli biondi al suo sensei.
“Un vecchio conto da regolare” rispose semplicemente Artemis.
Naruto fece una faccia imbronciata incrociando le braccio.
“Odio quel villaggio” borbottò.
“Siamo in due, ma ho intenzione di chiudere un vecchio conto in sospeso con un sannin di mia conoscenza e ho bisogno di avere un infiltrato a Konoha per questo”
Le orecchia di Naruto si drizzarono.
“Orochimaru?” Chiese.
“Sta progettando di distruggere la foglia e Zetsu ha raccolto abbastanza informazioni da farmi capire che ha costruito un nuovo villaggio del suono”
“Ancora non vedo come tutto questo ci possa interessare”
Artemis osservò il suo allievo con uno strano sorriso sul volto.
“Ha stretto un patto con quelli del Suna e indovina chi hanno quest’ultimi tra le loro fila?”
“Uno dei bijuu?”
“Lo Shukaku, è il più debole di tutti ma non è da prenderlo tanto sotto gamba”
“Allora perché non andiamo direttamente nel Suna a prendere a calci questo Shukaku?”
Artemis sospirò al limite della sua pazienza; Naruto sarà anche diventato un ninja tra i più pericolosi in circolazione, ma quanto a ragionare era il peggiore in assoluto.
“Ragiona, se catturiamo il tipo posseduto dallo Shukaku durante la battaglia a Konoha, nessuno indagherebbe più del dovuto su quanto è successo e avremo agguantato un bijuu senza destare sospetti”
A Naruto spuntò un grosso punto di domanda sopra la testa.
“Non ho mica capito che problema c’è ad andare nel Suna”
Artemis diede un pugno in testa al biondo, abbastanza forte da fargli spuntare un grosso bernoccolo sulla nuca.
“Ri-ragiona, testa quadra di un allievo! Se assaltiamo una forza militare come il Suna non pensi che daremo un pochino nell’occhio? Non possiamo permetterci che qualcuno scopra l’Akatsuki, se invece approfittiamo del disordine che ci sarà a Konoha nessuno potrà risalire a noi”
Naruto si massaggiò la testa dolorante.
“E io cosa c’entro in tutto questo?”
“Orochimaru approfitterà dell’esame dei Chunin per agire, voglio che tu partecipi a quell’esame, ma per farlo devi prima diventare Genin”
“Ma tu stesso hai detto che combatto come un Jonin speciale!”
“A livello di tecniche non lo metto in dubbio, ma a livello burocratico è un'altra storia”
Naruto guardò in traluce il suo sensei.
“Vuoi farmi credere che non puoi falsificare un pezzo di carta in modo da farmi passare per un Genin?”
“Troppo noioso e troppe variabili incalcolabili, non mi piace basarmi sulla fortuna e poi…”
Fece una leggera risata.
“scommetto che ci saranno un sacco di belle ragazze a Konoha”
Per Naruto fu sufficiente.
“D’accordo! Se è per il bene dell’Akatsuki allora mi sacrificherò!”
Ad Artemis spuntò un grosso gocciolone dietro la testa.
Scommetto che ha capito solo la parte riguardo alle ragazze…
“Ricorda bene Naruto, quello che ti sto dando è un ordine: non… attirare…l’attenzione… per… nessun… motivo, chiaro?”
“Sì sensei!” rispose, scattando sull’attenti.
“Da dove ha detto che venite?” Chiese il Jonin che faceva la guardia al portone principale.
“Dal villaggio dell’erba” rispose il sensei.
Il Jonin portò lo sguardo sulla fronte di Artemis.
“Non sono un ninja” disse intuendo la domanda, con un tono come a sfidarlo a provare il contrario.
Il Jonin non sembrava affatto convinto, probabilmente sospettava che ogni faccia nuova fosse un potenziale pericolo ed effettivamente non aveva tutti i torti.
“Cosa vi porta al villaggio della foglia?” Chiese, le solite domande di routine.
“Dalle mie parti i clan ninja hanno cominciato a sparire uno dopo l’altro, me ne sono andato con mio figlio prima che facessimo la stessa fine”
Il ninja storse leggermente il naso.
“Sì, ho sentito anch’io di queste sparizioni. Quindi avete intenzione di stabilirvi qui a Konoha?”
“Sì, è così”
Il ninja portò lo sguardo sugli occhi diventati freddi e implacabili di Naruto, ma distolse subito lo sguardo quasi ne fosse rimasto spaventato.
“Avete con voi dei documenti?”
“No, siamo partiti di tutta fretta e abbiamo portato con noi solo il necessario”
Il Jonin grugnì sonoramente.
“Questo è un problema, ha qualche parente o semplicemente qualche conoscente qui a Konoha?”
“Mia sorella era di questo villaggio, ma è deceduta in missione sedici anni fa”
“Mi dispiace” disse con tono poco convincente.
“però questo semplifica le cose, avendo una parentela con un ninja di questo villaggio la cittadinanza è immediata, come si chiamava?”
“Tsukiyomi Uchiha”
Il ninja non fece commenti, schiocchiò le dita e gli comparve un foglio di carta in mano e, dopo avergli dato una rapida occhiata, lo porse ad Artemis.
“Artemis Uchiha, bentornato al villaggio della foglia”
Artemis prese il foglio dalla mano del ninja.
“Mio figlio doveva finire la sua istruzione ninja all’accademia dell’erba, continuerà qui i suoi studi?”
“Naturalmente, potrà cominciare da domani”
I due varcarono il portone e si inoltrarono nel villaggio di Konoha.
Un altro Jonin apparve alle spalle di quello che aveva fatto entrare i due.
“Vengo a darti il cambio, novità?” Chiese il nuovo arrivo.
Tuttavia, non ricevette risposta: il suo compagno stavo osservando Artemis e Naruto, e solo quando voltarono un angolo e non furono più visibili si degnò di voltarsi verso l’altro Jonin, che lo osservò preoccupato.
“Stai bene? Hai la faccia di uno che ha visto un fantasma”
“Chiama Sandaime” disse schietto.
“abbiamo un problema”
L’elemento incalcolabile che Artemis non avrebbe potuto prevedere: il ragazzo che dodici anni prima stava per portare Naruto in fasce al villaggio, come ultima volontà del suo sensei.
“Non mi avevi detto che tua sorella era un Uchiha, sensei” disse il biondo.
“Tu non mi hai mai chiesto niente a riguardo, e non chiamarmi così mentre siamo in pubblico”
Naruto si portò le mani dietro la testa.
“Non mi piace l’idea di diventare un Genin della foglia” disse diretto .
“Non andrebbe bene nemmeno a me, ma conta che tra qualche mese potremo mettere le mani sul “tasso”; fidati, ne varrà la pena”
Naruto osservò confuso il suo sensei, con un grosso punto di domanda che gli ronzava intorno.
“Tasso?”
Artemis si coprì il volto con una mano, mentre un altro gocciolone gli spuntava da dietro la testa: quel ragazzino era irrecuperabile.
Il giorno dopo Naruto sarebbe dovuto andare all’accademia ninja della foglia. Sarebbe perché indovinate un po’ cosa successe?
“SONO IN RITARDO!!!”
Naruto stava correndo a razzo per le vie di Konoha diretto all’accademia, quando andò a sbattere contro un ragazzo dai capelli neri vestito di blu, e finirono tutti e due a terra.
“Ehi! Guarda dove vai, nanerottolo!”Disse il moro.
Naruto si rialzò di scatto con una vena che gli pulsava sulla fronte.
“Pezzente, pulisciti la bocca quando parli con me!” gli gridò contro Naruto.
Dagli insulti alle risse, il passo è breve…
Il moro tentò di colpire Naruto con un pugno, ma parò il colpo facilmente; poi quello vestito di blu ci provò anche con l’altro pugno, però il biondo lo bloccò con il gomito.
Misero le distanze fra di loro con un balzo, ognuno voleva pestare sonoramente l’altro.
“Testa quadra, chiedimi subito scusa!>
“Preferirei ingoiare un kunai!”
Naruto con velocità incredibile si portò alle spalle del moro.
“Bhu!”
Sobbalzò per lo spavento e rimise le distanza con il biondo.
“Veloce” sussurrò quello vestito di blu.
Di nuovo, Naruto si portò dietro di lui.
“Lento” sussurrò il biondo
Appena il moro si voltò, Naruto gli assestò un pugno allo stomaco abbastanza forte da farlo finire a gambe all’aria.
Stava per usare la Kage Bushin e legnarlo a dovere, quando una campanella risuonò nell’aria.
“Oh, diavolo! Con te sistemerò i conti poi!” così dicendo si voltò verso l’accademia e si rimise a correre.
Lasciando a terra un povero(Povero!?!?!Nda) Sasuke ferito nell’orgoglio e con qualche costola rotta.
Nel prossimo non ho idea di cosa mettere…
Suggerimenti, please!!!
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Capitolo 10 *** Qualcun altro oltre a noi? ***
Accontentiamo tutti i miei lettori con questo prefazione di ringraziamenti, perciò grazie a:
Elyo-chan, beckill, kagochan,queen-of-sharinga-91, giselle, darthsteo, killkenny(un grazie particolare perché ha commentato anche la mia prima fanfic), Naruto 89, kiuby, ino-chan96,ka-chan91, naomi, nina, rey, derister, fin fish, liri chan, ayumi fujiwara, kuroihikaru, elie191, riashi hasegawa, giselle, derty lamp, sesso, miocha, cesar85, nibi, arwyn, anonimus, beas, badboy87,drago-destino, neko-tensai, CHIHIRO, vivy,ginevra12, amortless, claire-93 e ultima ma non certo meno importate winny-lally.
Cap 10 Qualcun altro oltre a noi?
Nell’ufficio del terzo hokage la tensione era alta, si poteva fendere con un coltello.
“Kakashi… ne sei sicuro?” Chiese Sandaime.
“Ho sognato quel volto per dodici anni, non posso sbagliarmi hokage-sama” rispose sicuro il Jonin.
L’ hokage appoggiò i gomiti sulla scrivania, congiunse la mani nascondendo la bocca, contorta in una smorfia di rabbia.
“E’ un accusa grave quella che hai intenzione di lanciare, non è che non mi fidi di te, ma ho bisogno di qualcosa di più concreto per emettere una cattura” disse grave.
“Tsukiyomi Uchiha” disse all’improvviso Kakashi.
“chi era?”
Sandaime quasi saltò sulla poltrona tanto quel nome lo colse alla sprovvista.
“Chi ti ha detto questo nome?”
“Prima mi risponda lei” disse duro il Jonin, Sarutobi aveva visto rare volte Kakashi così arrabbiato.
“Yondaime perse i genitori quando era ancora un Genin, così venne dato in affidamento a una famiglia del clan Uchiha, Tsukiyomi Uchiha era la sua sorellastra, ora rispondimi tu: chi ti ha parlato di lei?”
“Suo fratello Artemis Uchiha” rispose.
Sandaime sospirò.
“Kakashi… devi sapere che Tsukiyomi era una ninja molto dotata, che però la pensava diversamente rispetto a tutti gli altri del clan Uchiha, per darti un idea vaga di come era quella ragazza pensa a Orochimaru, però dagli qualche rotella fuori posto in più. Sedici anni fa con un gruppo di suoi seguaci tentò di uccidermi, ma con l’aiuto di Yondaime riuscii a salvarmi, Tsukiyomi rimase uccisa dal fratellastro. Da quel giorno nessuno seppe più niente di Artemis Uchiha, sparì letteralmente dalla circolazione, fino ad oggi” concluse Sandaime.
“Se colleghiamo questo” disse Kakashi.
“al fatto che l’ ho visto a fianco a Orochimaru quel giorno, direi che è sufficiente almeno per far partire un indagine”
“Discreta però” precisò il terzo alzando l’indice come segno di ammonimento.
“è pur sempre un Uchiha”
“E per il ragazzino che si è portato dietro? Ci sono alte possibilità che si tratti di Naruto”
Sarutobi alzò le braccia esasperato.
“Una accusa di ergastolo per volta Kakashi, penseremo a lui a tempo debito”
“Ma hokage-sama…”
“Arrivederci Kakashi, ora scusa ma devo avvertire gli AMBU” disse, ponendo fine alla conversazione.
In ritardo già dal primo giorno… che figura.
Naruto stava prendendo appunti con fare annoiato, quelle cose aveva imparato a farle a tre anni: lancio di shuriken e kunai, sostituzione e trasformazione, tattiche ninja in generale.
“Che pizza…” borbottò.
La porta scorrevole della classe si aprì e lo stesso moro che qualche minuto prima Naruto aveva fatto cadere col sedere per terra entrò.
“Sasuke, sei in ritardo” lo riprese il sensei Iruka.
Naruto gli lanciò un sorriso maligno.
“Un rospo mi aveva bloccato la strada” rispose guardando in cagnesco il biondo.
Il sorriso di Naruto si spense e per un minuto buono i due si scambiarono saette dagli occhi, durante il quale il sensei non osò chiedere cosa fosse successo tra i due.
Poi Sasuke sembrò calmarsi e si incamminò verso il suo posto.
“Cortile. Dopo scuola” sussurrò passando a fianco a Naruto.
L’interessato solo allora si accorse che quel tipo somigliava tantissimo a una sua conoscenza: Itachi Uchiha.
Vuoi vedere che è suo fratello?(Complimenti Naruto, intelligenza zero assoluto, eh? :Nda)
Il suo sorriso si riallargò.
La cosa si fa parecchio interessante
Pel le tre ore successive Naruto ignorò Sasuke e si concentrò invece su qualcosa più... come dire?…
Quella si è carina! Pensò il biondo osservando con occhi a forma di cuore una ragazza dai capelli rosa che parlava con una sua amica. Dai sussurri che gli arrivavano sembrava si chiamasse Sakura.
Il sensei aveva ragione come sempre!
La campanella della fine delle lezioni suonò e Naruto poté tirare un sospiro di sollievo.
“Questa è la mia canzone preferita” commentò.(Sono d’accordo (^-^) :Nda)
Non fece in tempo ad alzarsi che ricevette una spallata: Sasuke gli era appena passato a fianco.
Me ne ero quasi dimenticato
Uscì di corsa dalla classe e cominciò a correre per il corridoio della scuola dirigendosi verso il cortile, ma per sbaglio andò a sbattere contro una ragazza che finì a terra, ma Naruto riuscì a rimanere in piedi.
“Oh, scusami” disse subito quella contro cui Naruto era andata a sbattere, una ragazza dai capelli di un nero quasi sul blu a caschetto e con degli occhi bianchi.
“Scusami tu” disse fermandosi e porgendogli una mano per aiutarla ad alzarsi.
“andavo di fretta e non ti ho vista”
La ragazza afferrò la mano di Naruto e si rialzò in piedi.
“Ehi, aspetta… tu sei in classe con me! Ti chiami Hinata, vero?” disse
Appena alzò lo sguardo verso il biondo il cuore della ragazza perse un battito e divenne rossa come un pomodoro.
“S-sì” riuscì a dire.
“Devo andare adesso, ci vediamo domani” disse Naruto salutando con la mano.
Anche questa non è così male pensò, mentre usciva nel cortile dell’accademia.
“Io e Naruto siamo sufficienti, voi continuate con le vostre missioni” disse Artemis alle immagini dei suoi sottoposti.
“Non è questo il punto” disse l’immagine di Sasori.
“Già, vogliamo essere lì se c’è la possibilità di prendere a calci quel traditore doppiogiochista di Orochimaru” convenne Deidara.
“Oh certo, come se l’arrivo di sette ricercati di grado S potesse passare inosservato” Artemis capiva i sentimenti(oddio, sentimenti!?!?!?) dei propri compagni, ma era già abbastanza rischioso per loro due restare a Konoha e l’arrivo di altri membri avrebbe potuto rendere le cosa instabili, cosa che il leader voleva evitare assolutamente.
“Quando Orochimaru si ritirerà dalla foglia potrete dargliele quante ne vorrete, ma prima non fate un solo passo verso Konoha, chiaro?”
Nessuno osò ribattere.
“Bene, passando ad altro, avete trovato altri bijuu?”
“Avevamo localizzato il gatto della due code, ma siamo stati anticipati” disse Itachi.
Artemis si voltò di scatto verso l’Uchiha.
“Come sarebbe anticipati?”
“Il demone era già stato estratto dal suo contenitore umano quando lo abbiamo trovato” spiegò Kakuzu.
Il leader strinse i pugni, questo significava una cosa sola: qualcun altro oltre a lui stava cercando i bijuu.
“Ho dato per scontato dalla tua faccia da pesce lesso che tu non potessi essere una minaccia, non commetterò lo stesso errore” disse tranquillo Sasuke.
“Senti da che pulpito viene la predica” rispose Naruto.
Sasuke in risposta estrasse velocemente dal suo marsupio sei shuriken che scagliò contro il biondo centrandolo in pieno.
Sasuke era confuso, perché si era lasciato colpire?
“Era un Bushin?” si chiese, ma il corpo non era sparito, era ancora lì.
Naruto cominciò a ridere, prima piano, poi esplose in una grossa risata quasi inquietante.
“Dovrai fare di meglio se hai intenzione di ferirmi” disse estraendosi uno shuriken conficcato nella fronte, poi ne estrasse un altro all’altezza del cuore sotto gli occhi scandalizzati dell’Uchiha.
“Che cosa sei tu!?” Chiese spaventato.
Fu una voce alle sue spalle a rispondergli.
“Qualcuno molto più forte di te”
Sasuke si voltò di scatto: dietro di lui c’era un altro Naruto!
“ti presento Takumi, è un regalo da parte di un mio caro amico” disse il biondo vicino a Sasuke indicando quello colpito dagli shuriken.
“Che cos’è?”
“Una marionetta molto speciale, sai di solito la uso per le grande occasioni quindi vedi di dare il massimo fin da subito”
Sasuke fece un enorme balzo, portandosi sopra i due.
“Katon: Gokaryu no Jutsu”
Naruto rimase interdetto per un secondo, non si aspettava la palla di fuoco da un allievo dell’accademia, ma riuscì a difendersi coprendosi con Takumi che per fortuna era a prova di fuoco.
Quando la tecnica cessò, Sasuke vide a fianco al biondo qualcosa che fece paura perfino a lui: una marionetta con sei braccia e tre teste grossa quanto un armadio, vestita con uno strano kimono nero a nuvole rosse (solo per il kimono dovrebbe essere terrorizzato!!! :Nda)
“Forza Takumi! Fagli vedere cos’è una vera palla fuoco!”
Le braccia al centro eseguirono il sigillo del cavallo e della tigre, poi la testa che si trovava in mezzo spalancò la bocca.
Bene, direi che qui possiamo interrompere…
Commenti e insulti please!!!
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Capitolo 11 *** Casa mia ***
Chiedo umilmente scusa in ginocchio a Cagchan! Scusa e grazie per tutti i commenti, e un grazie particolare a Naruto89, ti prego non paragonare quello che scrivo con i volumi che preferisco più di tutti che se no rischia di venirmi un complesso di onnipotenza!!!
A proposito, oggi mia sorella non c’è quindi posso essere carognoso quanto voglio!
Cap 11 Casa mia
“Forza Takumi! Fagli vedere cos’è una vera palla fuoco!”
Le braccia al centro eseguirono il sigillo del cavallo e della tigre, poi la testa che si trovava in mezzo spalancò la bocca.
“Uchiha flambé al tavolo nove, grazie!”
Dalla bocca di Takumi uscì una palla di fuoco dirette contro Sasuke, molto più grande rispetto a quella che aveva ricevuto prima la marionetta.
Naruto cantò vittoria troppo presto, visto che quello che ora stava bruciando era un ceppo di legno e non il ragazzo che aveva bersagliato.
Si ora non ho dubbi, deve essere per forza il fratello di Itachi.
Sasuke ricomparve davanti a Takumi e la colpì un calcio, ma che non la fece smuovere di un solo centimetro. Una della braccia della marionetta si mosse per afferrare il collo del moro, che però riuscì a scansarsi e attaccò al petto della marionetta una carta esplosiva.
“Ka-boom” sussurrò Sasuke.
“Itachi, Kisame, Kakuzu, Hidan: trovate chi ha preso il gatto con le due code e poi portatemi la sua testa; Sasori, Deidara, cercate quella maledetta tartaruga e portatemela il più velocemente possibile; Zetsu, vai al villaggio del Suna e tieni d’occhio lo Shukaku, usa il tuo mimetismo per non farti notare, andate!”
Le immagini dei membri dell’Akatsuki sparirono, e Artemis si ritrovò di nuovo nel suo appartamento a Konoha
Chi diavolo può volere i Bijuu oltre a me? Si chiese
Chiunque sia, ora è ancora più importare che io Naruto restiamo nascosti senza farci notare.
Involontariamente portò lo sguardo tavolo della cucina, li sopra c’era il rotolo che conteneva Takumi: era diventato completamente bianco, segno che la marionetta non era più al suo interno.
“Oh no” fu solo capace di dire
“Merda” imprecò il biondo dopo essersi nascosto dietro un albero, il fumo dell’esplosione non si era ancora diradato.
E chi se lo aspettava? E’ la prima volta che qualcuno prova ad attaccare Takumi frontalmente, poi mi ha colto completamente di sorpresa con quella carta esplosiva.
“Dicevi di essere più forte a chi tu?”
Naruto non fece in tempo a voltarsi che ritrovò a rotolare per terra, non aveva percepito affatto l’avvicinarsi del ninja.
Si rialzò con un colpo di reni giusto in tempo per schivare una pioggia di kunai che per poco non lo ridusse in un puntaspilli.
Quando portò lo sguardo sul moro vide che era ridotto piuttosto male, non era rimasto incolume dall’esplosione.
“Vuoi farmi credere…” cominciò stupito il biondo.
“che ti sei lasciato coinvolgere volontariamente dall’esplosione per poter vedere dove sarei andato a ripararmi!?”
L’Uchiha sorrise.
“Sei stato tu a dirmi… di fare sul serio fin dall’inizio” disse, mentre un rivoletto di sangue gli usciva dalla bocca.
Fece un passo in avanti e Naruto di istinto ne fece un indietro.
Che…che mi succede?
Sasuke fece un altro passo e il biondo rimise di nuovo le distanze.
A livello di tecniche e di Taijutsu gli sono cento volte superiore, ma allora cos’è questa sensazione? Come di angoscia, mi sento addirittura tremare le mani. No, non può essere…
“Che c’è biondino?” Lo istigo il moro
“hai forse paura?”
Naruto cominciò a muovere coordinatamente le dita della mano destra, ma non per comporre un sigillo
Se penso che non stà nemmeno usando lo sharingan, mi sento quasi…
“Takumi!” Gridò
Dal polverone causato dall’esplosione emerse l’enorme marionetta, senza il benché minimo graffio, che intrappolò Sasuke con le sue braccia.
“Che!? Ma di cosa è fatta questa marionetta!?” Gridò il moro tentando di divincolarsi dalle sei mani che lo tenevano fermo.
“Bella domanda, non lo so nemmeno io” estraendo un kunai dal marsupio.
Poi ci fu come un patto tacito fra i due ninja: Sasuke smise di divincolarsi con uno strano sorriso sulle labbra, Naruto rimise a posto il kunai e si abbandonò sull’erba bruciacchiata del cortile, portando lo sguardo al cielo.
“Sei forte” ammise il biondo.
“Anche tu” disse Sasuke col fiato corto.
Takumi scomparve in uno sbuffo di fumo, lasciando libero dalla sua morsa il moro, che imitò il biondo sedendosi sull’erba del cortile.
Passò un silenzioso minuto, i due onorarono quel silenzio fino a quando il loro respiro non tornò regolare.
“Sasuke” si presentò
“Sasuke Uchiha”
Naruto alzò una mano come per salutare.
“Naruto” si presentò anche lui.
“Solo Naruto”
“Chi è?” Chiese brusco Artemis, qualcuno aveva bussato alla porta
“Siamo la squadra ANBU, aprite”
Artemis nascose un kunai nella manica della sua giacca (andare in giro con il kimono dell’Akatsuki non è esattamente il massimo per passare inosservati).
Naruto… appena ti agguanto…!
Pensò mentre apriva la porta.
“A cosa devo la visita della squadra ANBU di Konoha?” Chiese.
“Dobbiamo farle alcune domande signor Uchiha, possiamo entrare?”
Artemis fece cenno di assenso, facendo accomodare sul divano tre ANBU, uno con la maschere di un gatto, l’altro con quella di un cane, un altro ancora con quella di un aquila.
“Il nome Orochimaru le dice niente?” Chiese quello con la maschera da gatto.
“E’ uno dei tre leggendari sannin, perché me lo chiedete?” rispose subito.
“Quando è stata l’ultima volta che è stato al villaggio della foglia?” Chiese invece quello con la maschera da aquila.
Artemis alzò le spalle.
“Quindici… forse sedici anni fa, chi lo sa? E’ passato tanto di quel tempo che non lo so nemmeno io con precisione” rispose sul vago, cominciando a chiedersi se fosse davvero Naruto la causa di quella squadra ANBU nel soggiorno.
“Il nome Naruto Uzumaki invece?” Chiese ancora.
Artemis chiese mentalmente scusa al suo allievo, non poteva essere lui la causa dell’arrivo di quella squadra.
“Beh… Naruto è il nome di mio figlio, ma è solo una caso di omonimia. Secondo il mio parere, naturalmente”
“Naturalmente” gli fece eco.
L’ANBU con la maschera da gatto gli fece ancora una domanda.
“Suo figlio, Naruto, è il suo figlio naturale o altro?”
Ah, adesso capisco… divertiamoci un pò con questi sbarbatelli.
“Due disgraziati lo avevano abbandonato in mezzo al bosco fuori da Konoha, se fossi stato un ninja li avrei pestati a dovere. Io l’ ho raccolto e l’ ho cresciuto come mio”
“Si ricorda con precisione che giorno era? E’ molto importate”
“Miseriaccia, certo che me lo ricordo con precisione questo! E’ stato quando quel bestione ha attaccato la foglia” rispose con enfasi.
Gli ANBU si scambiarono una strana occhiata da dietro le maschere.
“E’ successo dodici anni fa, lei ha detto che dall’ultima volta che è stato a Konoha sono passati sedici anni”
Artemis fece un sospiro non curante.
“Dodici… sedici… ve l’ ho detto che non lo ricordo con precisione, è comunque un sacco di tempo, hai voglia a tenere a mente tutti quegli anni”
Dio! Avrei dovuto fare l’attore!
“Queste due persone le ha viste in volto?”
“No, ero parecchio lontano, vidi solo due sagome”
La porta di ingresso si apri all’improvviso.
“Sono tornato!” Gridò pimpante Naruto.
“non ti immagini cosa mi è succ…” il biondo si bloccò vedendo tre ANBU seduti davanti al suo sensei.
Stava per assalirli, ma lo sguardo duro e freddo di Artemis lo congelò letteralmente.
“Naruto, ti dispiace andare in camera tua? Devo finire di parlare con questi signori”
“Sì…papà” buttò giù per dare man forte alla sceneggiata del suo sensei, per poi fingere di andare in camere sua, nascondendosi invece dietro un muro per ascoltare la conversazione.
Gli ANBU lo notarono ma non gli dettero peso.
“Un ultima domanda: Perché ha scelto di venire proprio nel villaggio della foglia?” Chiese quello con la maschera da cane, che fino ad allora era stato zitto.
Artemis inarcò un sopracciglio.
“Prego?” dove ho già sentito questa voce?
“Per venire qui, partendo dal villaggio dell’erba, ha ignorato il villaggio della roccia, della sabbia e della cascata. Mi viene spontaneo chiedermi: perché ha deciso di percorrere un viaggio così lungo e pericoloso, con a fianco un ragazzino, per arrivare a Konoha? Se cercava protezione dalle sparizioni, vi sarebbe bastato allontanarvi fino al villaggio della roccia, o al massimo a quello della sabbia. Perché proprio qui?”
Artemis capì al volo che quello che aveva davanti era uno che sapeva fare il suo mestiere.
“La foglia” cominciò
“è il luogo dove sono nato e dove è nata tutta la mia famiglia, qui ho conosciuto amici sinceri a cui sono stato a fianco in ogni momento, amici per cui avrei dato la mia vita, in questo luogo ho amato tantissime persone”
Naruto non poté vederlo, ma il volto di Artemis mostrò una grande nostalgia.
“Konoha è casa mia”
Artemis e l’ANBU con la maschera di cane si osservarono per un momento, poi si alzò.
“Bene, grazie per averci dedicato il suo tempo signor Uchiha; arrivederci”
Artemis li accompagnò alla porta e gli ANBU uscirono.
“Konoha è casa mia” ripeté l’ANBU con la maschera di cane.
“non so cosa mi abbia trattenuto dal prenderlo a pugni in faccia!” disse con tono carico di rabbia.
“Calmati Kakashi, ha risposto a tutte le nostre domande e non si è sbilanciato in nessuna di queste. Non abbiano niente su cui continuare la indagini”
“Troverò io qualcosa, stanne certo Hayate!”
Un piccolo anticipo il prossimo cap si intitolerà: il tasso, il gatto, la tartaruga, lo zibellino, il cervo, il toro, il delfino, il drago, la volpe e la fenice.
Grazie a tutti!!!
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Capitolo 12 *** I Nove Bijuu ***
Un Giga-grazie no Jutsu per Killkenny che mi ha consigliato un utilissimo sito su Naruto dove erano presenti i veri nomi(si spera) dei miei carissimi bijuu, Grazzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzie.
Cap 12 I NOVE BIJUU
“Ci avevano preceduto?!” Chiese incredulo Naruto.
“ma chi può essere stato?”
Artemis scosse la testa.
“Non ne ho la più pallida idea. So a chi stai pensando, ma non ho mai parlato a Orochimaru della fenice, gli ho detto dei bijuu, però non a cosa servivano”
Il biondino si sedette sul pavimento, sul volto un espressione furibonda.
“Era troppo bello per filare tutto così liscio” borbottò.
Il leader era dello stesso umore, se non peggio.
“Se ci scappa anche un solo bijuu non avrà alcun senso rintracciare gli altri, ci servono tutti e nove”
Naruto assunse un aria pensierosa, quando il suo umore era nero il Q.I. del biondo sembrava decuplicarsi inspiegabilmente.
“Chi hai mandato a ritrovare il bijuu dalle due code?” Chiese.
Artemis aveva riconosciuto quel tono: il Naruto stratega stava cominciando a riemergere.
“Kisame, Itachi, Kakuzu e Hidan”
“In che zona si trovava il bijuu?”
Il leader sorrise compiaciuto: ora riconosceva il suo allievo.
“Vicino al villaggio della roccia”
Il biondo schiocchiò la lingua, segno che qualcosa non andava bene.
“Per Kakuzu e Hidan sono d’accordo, ma Kisame è un ninja della nebbia, metà delle sue tecniche si basano sull’incognita di una grande presenza d’acqua nella zona e il villaggio della roccia non è esattamente famoso per la sua abbondanza, anche se è capace di creare acqua con il suo chakra, sprecherebbe gran parte del suo potere solo per raggiungere la sua normale performance, e riguardo a Itachi: se le cose dovessero complicarsi, non potrebbe nemmeno usare il suo sharingan ipnotico, perché se lo usasse sul bijuu tutti i nostri sforzi andrebbero vanificati, mentre se lo usasse sul nostro fantomatico rapitore, non sapremo mai a che scopo ha preso il gatto o se ci sono altri come lui in cerca dei demoni.”
Portò lo sguardo sul suo sensei, uno sguardo molto preoccupato.
“Nel peggiore dei casi potrebbe addirittura essere a conoscenza della fenice”
Artemis osservò stupito il suo allievo.
“Cosa te lo fa pensare?”
“Ne parlavo qualche tempo fa con la Kyuubi, secondo lei hai fatto male a dare per scontato che la fenice sia apparsa solo a te. Molto probabilmente la fenice si trova prigioniera in un luogo fuori dalla spazio e deve essere riuscita in qualche modo a mandare in questo mondo una specie di SOS; se io fossi la fenice, farei in modo che più di una persona venisse a conoscenza del modo per liberarmi. Forse questo tizio è una di quelle persone a cui è apparsa”
Artemis strinse i pugni, non ci aveva mai pensato.
“Non abbiamo niente su cui basare questa tua teoria” disse.
“Proprio perché noi non abbiano niente, significa che anche gli altri non hanno niente e che quindi nemmeno loro sanno, o quanto meno sospettano, che ci siano altri a dare la caccia ai bijuu”
Naruto si alzò in piedi massaggiandosi la fronte imperlata di sudore.
“Sai che casino viene fuori se una di queste persone è un qualsiasi Kage di un qualunque villaggio? Saremo noi nove contro un intero esercito di ninja, e se fosse apparsa a più Kage? Non oso nemmeno pensarci…” disse, mentre un brivido gli percorse la schiene.
Artemis si lasciò abbandonare su una sedia, completamente svuotato di ogni energia. Le parole del suo allievo suonavano come una profezia più che verosimile.
“Che situazione impensabile…” sussurrò.
“Sensei, io…” cominciò Naruto con tono insicuro, completamente diverso da quello che aveva usato prima.
“io… un idea ce l’avrei, ma è…come dire… folle”
Artemis fece una leggera risata.
“Perché? Andare in giro a catturare demoni è una cosa da sani di mente?”
Naruto prese il coraggio a due mani e espose la sua idea al sensei.
“Il bambino si chiama Naruto!” insistette Kakashi.
“è senza dubbio lui!”
“Lo ha salvato no?” disse Sandaime sbirciando il rapporto di Hayate.
“e mi pare sia in perfetta salute, su cosa dovrei basare un ulteriore indagine?”
“Ha mentito! E’ ovvio. La prego hokage-sama, mi lasci continuare!”
“No!” rispose.
Kakashi era furibondo, non avrebbe mai pensato che Sandaime potesse essere così chiuso di testa.
Si voltò e si diresse verso la porta.
“Kakashi fermati!…per favore”
Il Jonin si fermò, dando le spalle al kage della foglia.
“Quel giorno… quando mi dicesti che Naruto era stato rapito da due ninja, dicendomi anche che uno di questi era Orochimaru, ho dato per scontato che fosse lui al comando. Ma hai detto anche che non solo si lasciò insultare dal suo compagno, ma inoltre eseguì apertamente un ordine… quello di lasciarti andare. Questo mi ha spaventato molto, significava che quel ninja era superiore a Orochimaru, uno dei leggendari sannin”
La maschera di Kakashi asciugò all’istante una goccia di sudore che stava scivolando sul suo viso. Accecato come era dalla rabbia, non aveva ragionato.
“Un animale si difende solo se si sente minacciato, se era davvero Artemis quel giorno a fianco a Orochimaru, motivo in più per non dargli più sentore che sospettiamo di lui. Se cominciasse a sentirsi minacciato, ne andrebbe dell’incolumità di tutto il villaggio”
L’allievo dello Yondaime che le parole del hokage erano vere, e lui come uno stupido non aveva fatto altre che stuzzicare quell’animale che molto probabilmente, se avesse voluto, avrebbe potuto distruggere la foglia.
“Ti prego Kakashi, lascia perdere la rabbia e ragiona lucidamente; tu cosa faresti al mio posto?”
“Non farei niente per far arrabbiare l’animale, cosa che invece io mi sono impegnato a fare con quella squadra ANBU” disse colmo di rammarico coprendosi l’occhio sano con una mano.
“mi sono comportato da stupido”
“Ti sei comportato da umano Kakashi, è differente la cosa. Ma penso di avere una mezza idea per tirarti su il morale”
Il Jonin si voltò finalmente verso Sandaime.
“Se Naruto riuscirà a diventare Genin, potrei fare un pensierino riguardo ad affidarlo a te insieme ad altri due diplomati. Sempre che tu sia d’accordo”
Molto lontano dalla foglia, intanto…
“E’ tornato?” Chiese con voce imperiosa un ombra seduta su un trono composta da ossa e teschi umani.
“E’ ancora presto mio signore” rispose con voce appena percettibile un’altra ombra, una voce di donna.
“il villaggio della roccia è molto lontano e Nekomata non è certo un avversario debole”
L’ombra seduta sul trono grugnì di rabbia, odiava aspettare.
“E per Isonade?” Chiese quasi con tono di minaccia.
La donna dovette ricorre a tutto il suo sangue freddo per non far tremare la sua voce.
“Non lo abbiamo ancora trovato”
L’ombra grugnì con più forza.
“Li voglio tutti” ruggì.
“Shukaku, Nekomata, Isonade, Sokou, Houkou, Raijuu, Kaku, Hachimata e Yoko.”
L’ombra si alzò lentamente dal suo trono, e la seconda ombra si allontanò prontamente.
“Chi ti ha salvata dall’oblio?” chiese rivolto alla prima ombra.
“Voi, mio signore”
“Chi ti ha concesso il più grande potere che un umano può possedere?”
“Voi, mio signore”
Si avvicinò pericolosamente alla donna, che questa volta non indietreggiò.
“Ed è così mi ringrazi? Con la tua incompetenza!?”
“Mi dispiace…”
Prima che se ne potesse accorgere, qualcosa di viscido la prese per il collo e la alzò da terra.
“Tutto qui!? Riesci a dire solo questo!?”
Dalla prima ombra erano spuntata una coda simile a quella di un serpente o ora minacciava di rompere il collo dell’incauta donna.
“Ti do tre giorni. Se non saprai renderti utile trovando un altro dei bijuu, tornerai nell’oblio”
Così dicendo l’ombra sparì, liberando la donna da quella morsa letale.
Tre giorni disse una voce che riecheggiò per tutta la grande sale.
hai tre giorni a disposizione, usali saggiamente Tsukiyomi.
Naruto era uscito di casa per andare prendere delle provviste per il suo sensei, presto si sarebbe rimesso in viaggio per ritornare al suo vecchio covo.
Spero che i ragazzi non abbiano problemi a rintracciare il Nekomata si augurò Naruto.
“Ma sì, quegli avanzi di galera sapranno badare a un gattino spelacchiato”
Naruto si voltò di scatto: davanti a lui c’era una bellissima ragazza dai capelli rosso fuoco, con dei strani segni sulle guance identici ai suoi, simili a degli strani baffi, gli occhi del color del sangue. Naruto conosceva la conosceva bene.
Prese per mano la ragazza e la trascinò in un vicolo non in vista pieno di rifiuti.
“Yoko ma sei pazza a uscire alla luce del giorno!? I Jonin di questo villaggio potrebbero riconoscere il tuo chakra!” la aggredì il biondo.
Lei si stiracchiò, quasi si fosse appena svegliata da un lungo sonno.
“Non è un problema mio” disse sbadigliando.
“e poi erano i patti, ricordi? Una volta la settimana” gli ricordò.
Naruto grugnì di rabbia.
“Me li ricordo i patti, ma in questo periodo dobbiamo fare ancora più attenzione a non destare sospetti”
Yoko fece spallucce.
“Quanti problemi che ti fai, che mai potrà succedere?”
Il biondo strinse i pugni di rabbia: odiava Yoko quando faceva così.
“Devi fare quello che dico io! Anche questo era nei patti!”
Yoko si avvicinò a Naruto e senza preavviso gli mise le braccia attorno al collo, portando le sue labbra a pochi millimetri da quelle del ragazzo.
“Sai che non mi piace quando usi quel tono di voce” disse con tono suadente, accarezzando la guancia di Naruto.
Naruto si ritrasse con uno strattone dalla braccia della ragazza.
“Uhu, ma come siamo arrabbiati oggi” disse maliziosa
“Ti avevo detto di non comportarti più in quel modo” borbottò Naruto rosso come un pomodoro.
“Oh, gia” rispose con il tono di qualcuno caduto dalle nuvole.
Poi sul suo viso si dipinse di nuovo quel sorriso malizioso.
“E’ stano però” cominciò.
“il mese scorso i tuoi occhi sembravano supplicarmi di “comportarmi in quel modo”, ma forse è stato solo una mia impressione”
Era inutile. Si trattava del suo divertimento preferito: giocare con quel ragazzino era qualcosa a cui non sapeva resistere.
Avverto che domani andrò a vedermi “pirati dei carabi ai confini del mondo”, quindi non potrò aggiornare.
Il prossimo cap si intitolerà: “Il villaggio della luna rossa”
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Capitolo 13 *** Il villaggio della luna rossa ***
Il villaggio della luna rossa
“Ma ti diverti così tanto?” Chiese furibondo Naruto.
Yoko sorrise.
“No. Molto di più” rispose.
Il biondo sbuffò arreso, con lei non c’era partita.
“Dai, andiamo” disse.
“Ora si che il tuo tono mi piace” commentò.
Uscirono dal vicolo e si misero a passeggiare per le strade di Konoha.
“Ho fame” annunciò la ragazza.
Naruto si tastò il portamonete, stracolmo.
“Vedi solo di non farti spuntare le code come l’altra volta” la avvertì solamente il biondo.
Kyuubi si limitò a fare un annoiato cenno di assenso con la testa, così entrambi si diressero verso un chiosco di ramen sul lato apposto della strada.
“Merda! Kisame, dietro di te!” gridò Hidan.
Il ninja spadaccino si riparò con Samehada un secondo prima di finire incenerito da una gigantesca palla di fuoco.
“Ora mi hai stufato!” Kisame si lanciò contro il bijuu dalle due code brandendo il suo spadone.
“Suiton: Suiryuudan no Jutsu!”
Il drago acquatico di Kisame evaporò ancora prima di raggiungere il bersaglio.
Nekomata lanciò un’altra palla di fuoco contro il ninja, ma questa volta fu centrato in pieno.
“Kisame!”
Lo spadaccino venne scaraventato lontano dalla potenza dell’attacco del bijuu.
“Ok, ora sono ufficialmente arrabbiato! Kakuzu, quanto ti ci vuole per quella tecnica?”
“Ancora un minuto!” gridò il lontano Kakuzu.
“Quello ci fa arrosto in un minuto! Sbrigati, dannazione!”
Da un cumulo di detriti riemerse un Kisame bruciacchiato e furibondo con il mondo intero.
“Io quello me lo mangio!!!” gridò mentre stava per scagliarsi di nuovo contro il demone, ma Itachi lo fermò.
“Le nostre tecniche sono inutili contro di lui, lascia che se ne occupino Hidan e Kakuzu”
Quando i due alzarono di nuovo lo sguardo verso lo scontro tra i due ninja rimasti e il gatto dalle due code videro, con una stretta allo stomaco, che Hidan stava combattendo con le fauci dell’enorme demone per evitare di venire divorato.
“Kakuzu! Porca puttana, qui la situazione è un tantino pesante! Ti dispiace darmi una mano!?”
“Ho quasi fatto!” gridò, mentre le sue mani cominciarono a brillare di un verde acceso.
“Oh, che schifo!” commentò Hidan, un gocciolone di bava gli era caduto in testa.
“fai pure con comodo, con calma, non c’è fretta… C’E’ MOLTA FRETTA INVECE, MUOVITI! QUI DENTRO C’E’ UNA PUZZA INSOPPORTABILE!”
Kakuzu comparve dal nulla proprio davanti al bijuu.
“Fatto! Tecnica del sonno infernale!”
Il gatto dalle due code venne investito da una fortissima luce verde e quando la tecnica cessò, il bijuu cadde su un fianco, addormentato in sonno profondo senza sogni.
“Che altro aspettavi? un invito scritto, forse?” Lo aggredì Hidan, ricoperto dalla viscida bava del demone.
“Questa tecnica richiede un enorme controllo del chakra, e poi scusa tu non sei mica immortale?”
“Certo, ma essere masticato da un bijuu non è esattamente una cosa piacevole e preferirei evitare”
“Vogliamo passare a cose più importanti?” Chiese scocciato Kisame.
Tutti e quattro si voltarono verso il loro prigioniero, legato come un salame contro una roccia che sembrava essere fatta apposta per lo scopo.
Un uomo di mezza età che non appena li aveva visti gli aveva scagliato contro il bijuu, ma le tecniche non erano proprio il suo forte, visto che il Nekomata era andato fuori controllo, attaccando prima lui, mettendolo KO, poi i quattro membri dell’Akatsuki
“Allora” incitò Kisame crocchiandosi le dita.
“comincio io se non vi dispiace” disse avvicinandosi minaccioso verso l’uomo, il suo viso tuttavia non tradì nessuna emozione.
“Aspetta” Itachi si mise sul passo del compagno.
“con il dolore fisico sono sicuro che non otterremo niente da questo tizio” disse chiudendo gli occhi, pronto a usare il suo sharingan ipnotico.
“Dopo 72 ore del mio trattamento, chiunque ritrova la parola”
“uff, sono sazia!” annunciò Yoko da dietro quattro colonne di ciotole di ramen.
“Era ora” borbottò Naruto, lui dietro appena due colonne.
Dopo aver pagato il proprietario( il quale subito dopo andò a comprarsi una Ferrari con i guadagni di quei dieci minuti di lavoro, ma questa è un’altra storia…) i due comprarono le provviste per Artemis al mercato, dove Yoko ricattò il biondino di non donargli più il suo chakra se non gli avesse comprato un -costoso- abito da sera rosso fuoco; cosa se ne potesse fare un bijuu con un abito da sera, Naruto non lo sapeva proprio.
Dopo che il borsellino di Naruto si fu completamente svuotato, i due si diressero verso all’appartamento di Artemis.
“Senti biondino, settimana prossima che ne dici di portarmi al cinema? Ho visto alcune locandine strada facendo…”
“Scordatelo” disse schietto.
Yoko rise, mettendo un braccio dietro il collo di Naruto.
“Su, su… non costringermi a fare la seduttrice” il tono di Yoko era tornato carico di malizia.
“La risposta è NO!” sottolineò Naruto, voltando lo sguardo da un’altra parte, per nascondere il rossore sulla gote.
“Mi ci hai costretto tu, piccolino…”
Stava per avvicinarsi al biondo, che prontamente rimise le distanze, quando la ragazza si fermò, con uno strano sorriso sulle labbra.
“Aspetta un attimo” cominciò, sfoggiando dei canini simili a quelli di un vampiro.
“piccolo pervertito, non è che hai fatto apposta dirmi di no per prenderti le mie coccole?” Chiese divertita.
“Certo che no! Sono un gentiluomo io!” disse fiero Naruto.
“Oh, un gentiluomo che si rifiuta di portare al cinema una ragazza che glielo ha chiesto così gentilmente?”
Naruto cadde in depressione: era riuscito a tener testa ai peggiori ricercati di livello A e S più pericolosi, ma contro Yoko non c’era partita. Non c’era mai stata.
“Va bene, esigenze dell’associazione permettendo” disse arreso
“Esigenze dall’associazione permettendo” fece eco la ragazza.
Naruto abbassò la guardia un attimo, giusto il tempo di sbuffare e Yoko ne approfittò subito, gettando le braccia attorno al collo del biondo e portando ancora le sue labbra a pochi millimetri da quelle del ragazzo.
“Ci conto” sussurrò, baciandolo poi sulla punta del naso.
Prima che Naruto potesse fare qualunque cosa, Yoko sparì in una marea di scintille rosse.
Quando fa così non la sopporto.
“Allora?” incitò Itachi.
“Perché hai preso di mira il bijuu”
“Fo… fot… fottiti!” balbettò l’uomo.
L’Uchiha gli tirò un pugno nello stomaco, era la terza volta che usava lo sharingan ipnotico, e ancora non c’erano risultati.
“E’ inutile Itachi” disse infine Hidan.
“questo probabilmente è stato addestrato fin da bambino a sopportare Genjutsu e torture, non gli caverai niente con quel metodo”
“Cosa suggerisci di fare allora?”
Hidan rimase impassibile all’inizio, ma poi sul suo volto cominciò lentamente a dipinsi un sorriso diabolico.
Kakuzu deglutì a vuoto.
“L’ultima volta che hai sorriso il quel modo hai strappato via gambe e braccia a un tizio che ti aveva urtato, che hai in mente di fare?” Chiese intimorito.
Naruto tornò all’appartamento di Artemis che era quasi sera.
“Ti sei fermato ad ammirare il panorama” Chiese il suo sensei appena entrato.
“Kyuubi ha deciso di venire fuori e ho dovuto portarmela appresso a mia spese, e non in senso figurato” rispose il biondo esibendo il portamonete vuoto e l’abito rosso nel sacchetto che teneva in mano.
Artemis rise.
“Sei sopravvissuto però” constatò lui.
“Oggi, ma non se se sopravvivrò anche settimana prossima: gli ho promesso di andare al cinema, e quasi certamente mi costringerà a vedere o una di quelle robacce francesi da far venire il latte alle ginocchia oppure un film dell’orrore a dieci stelle che non mi farà dormire per una settimana, poco ma sicuro” borbottò lui.
Il leader scosse la testa.
“E ti lamenti anche? Io aveva 18 anni la prima volta che una ragazza mi chiese di andare al cinema, ritieniti fortunato”
“Non è affatto la stessa cosa, io sono stato minacciato di accompagnarla” protestò lui.
Poi gli uscì dalla bocca questa domanda, prima che potesse rifletterci.
“Chi è che ti aveva invitato al cinema?”
Artemis abbassò lo sguardo e fece un sorriso senza gioia.
“Sasha, quando era ancora una ragazza” rispose.
Naruto chinò il capo.
“Scusami sensei”
Lui fece un gesto di non curanza con la mano.
“Non scusarti, dopo la terapia d’urto al covo di Orochimaru questi discorsi non mi fanno né caldo né freddo”
Erano capitati sull’argomento, e difficilmente l’occasione si sarebbe ripetuta in futuro.
“Sensei… com’è stato vivere al villaggio della foglia?”
Lui alzò le spalle.
“Ho passato dei bei momenti, non posso negarlo. Ho conosciuto tante persone, avuto molti amici e mi sono innamorato un centinaio di volte; la vita di un normale adolescente, di questo non posso lamentarmi”
Sospirò.
“almeno fino a quando mia sorella Tsukiyomi non venne uccisa dallo Yondaime, da quel giorno decisi che non avrei guardato più in faccia a nessuno: se si trattava di qualcuno che lo Yondaime amava, lo avrei ucciso senza pensarci due volte”
“Perché non hai ucciso anche me allora?” Chiese Naruto, senza guardare negli occhi il suo sensei.
“se sapevi che ero il figlio dello Yondaime, perché non mi hai ucciso?”
Passò un lungo minuto, prima che Artemis rispose.
“Era il mio strumento di vendetta” disse.
“se la foglia fosse stata distrutta da qualcuno che lo Yondaime stesso amava, la mia vendetta sarebbe stata ancora più gratificante. Almeno, era questo che avevo programmato all’inizio”
Naruto apprezzò moltissimo la sincerità di Artemis, e si scoprì piacevolmente sorpreso di non sentirsi affatto arrabbiato o tradito per la risposta che aveva ricevuto.
“E sarà così” disse alzando lo sguardo.
“dopo che avrò costruito il villaggio della luna rossa, schiaccerò la foglia insieme a te. E’ una promessa!”
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Capitolo 14 *** Genin della foglia ***
Ho preso 4½ nel tema… che rabbia!!! Per sfogarmi adesso dovrò aggiornare come minimo di due capitoli la fic (Seeee, vi piacerebbe!).
Cap 13 Genin della foglia
Quando il giorno dopo Naruto si svegliò, non si stupì di non trovare più Artemis nell’appartamento.
Deve essere partito mentre dormivo.
Andò in cucina per fare colazione, tra un ora doveva trovarsi in accademia per l’esame dei Genin. Sul tavolo della cucina trovò un foglietto scritto dal suo sensei.
Ben svegliato.
In bocca al lupo per l’esame, anche se so perfettamente che non avrai problemi, solo evita di usare tecniche da Jonin per far colpo sull’esaminatore.
Dalle voci che mi sono arrivate pare che abbiamo già destato qualche sospetto in un Jonin, Kakashi Hatake, il ninja copia. E’ un fatto sconveniente, evita assolutamente il contatto con lui e se proprio non puoi farne a meno evita di rispondere alle sue domande, o rispondi sul vago.
Se la situazione ti dovesse sfuggire di mano, non esitare a ucciderlo, ma fai attenzione: parecchi ninja di grado S sono finiti male combattendo contro di lui, usa subito il massimo delle tue forze se disgraziatamente ti dovessi ritrovare a combattere con lui. Ovviamente, si tratta solo un eventualità che difficilmente si potrebbe verificare, ma ho preferito avvisarti.
Questa è una buona notizia e sono sicuro che ti farà piacere: gli altri hanno recuperato il Nekomata e Hidan sta per far parlare il tizio che lo aveva preso, sto andando al covo per godermi la diretta dell’interrogatorio.
A presto.
Azzardati ancora a usare Takumi per delle stupidaggini e giuro che avverto Sasori.
Naruto sorrise, la giornata era iniziata bene.
Dopo aver consumato la colazione, uscì di casa e si diresse verso l’accademia per sostenere l’esame per diventare Genin – a livello burocratico, si disse il biondo -.
Fuori dalla porta della sua classe trovò Sasuke appoggiato al muro, quasi lo stesse aspettando.
“Stasera al campo di addestramento numero 4, voglio la rivincita”
“Una non te ne è bastata, eh?” lo stuzzicò il biondo.
Sasuke portò lo sguardo da un’altra parte, fingendo indifferenza.
“Quella marionetta, Takumi” disse poi il moro.
“e davvero un arma straordinaria, curioso che un semplice studente possegga un arma del genere”
Naruto andò in panico, ma poi trovò una possibile scappatoia.
“Curioso anche che un semplice studente conosca la Gokaryu no jutsu” rispose.
“Sono un Uchiha, testa quadra. La Gokaryu era la prima tecnica che ci insegnavano, non è affatto la stessa cosa”
A salvare Naruto da quella situazione spinosa fu una ragazza bionda con una lunga coda che gettò le braccia attorno al collo del moro.
“Sasuke-kun, oggi sei più carino del solito, sai?”
Dal nulla apparve una palla di cannone rosa che diede una testa alla bionda.
“Ino, brutta racchia! Metti giù le mani dal mio Sasuke!” Gridò Sakura furibonda.
“Hei, fronte spaziosa, chi prima arriva, si cucca Sasuke!”
La campanella suonò e Naruto e Sasuke entrarono nell’aula per sostenere l’esame.
“Non sono affatto piacevoli le piovre, vero?” Chiese Naruto, che aveva la massima compassione per il moro.
“Parliamo d’altro, per favore”
“Adesso mi giro e non c’è più…” borbottò fra se e se Deidara.
“adesso mi giro e non c’è più… adesso mi giro e non c’è più… adesso mi giro e non c’è più….”
L’artista voltò lentamente la testa al suo fianco: il suo compagno con la maschera arancione era ancora lì.
“Doh!”
“Deidara, piantala” grugnì scocciato Sasori.
“Ma perché ce lo dobbiamo portare appresso?” protestò lui.
“Perché avete bisogno di me, Deidara-sempai” spiegò Tobi.
“Ma lo senti? E tu non protesti nemmeno!?” Esplose il biondo rivolto al marionettista.
Sasori sbuffò seccato.
“Finché continua darti fastidio, per me può restare quanto vuole”
“Grazie, Sasori-san!”
“Vi odio tutti e due!”
Deidara affrettò il passo, o meglio la lunghezza del salto visto che stavano saltando da un albero all’altro per raggiungere il loro prossimo obbiettivo: Isonade, la tartaruga dalle tre code.
“Ma che diavolo…” iniziò Tobi.
Si fermò di colpo, e anche gli altri lo imitarono.
“Che ti prende, Tobi?” Chiese Sasori.
“Sssh” lo zittì lui.
Rimase immobile per un attimo.
“Tutti giù!” gridò, scendendo dall’albero, imitato immediatamente dai suoi due compagni.
Appena toccarono il suolo, un enorme drago acquatico si schiantò nel punto dove i tre si trovavano un momento prima.
“Chi è là?” Gridò Deidara mettendo una mano nel suo marsupio di argilla.
In risposta videro un altro drago acquatico avvicinarsi inesorabilmente verso di loro.
“Prendi questi!” L’artista scaglio contro al drago delle libellule d’argilla, che appena lo toccarono esplosero, annullando la tecnica.
“Qualcosa mi dice che siamo vicini” disse il biondo.
“Deidara-sempai, siete un genio a sottolineare le cose… ne arriva un altro, attenti!!!”
Naruto, seduto su una panchina fuori dall’accademia, pulì con scarso impegno il coprifronte della foglia che teneva in mano; in realtà, non vedeva l’ora di passare sopra al disegno di Konoha la punta di un Kunai, come avevano fatto tutti gli altri membri dell’Akatsuki.
“Non sembri soddisfatto” disse una voce.
Naruto si voltò, un Jonin coperto dal naso in giù con una maschera nera e con il coprifronte della foglia su un occhio si avvicinò a lui.
“Mi aspettavo qualcosa di un pochino più complicato” rispose sincero il biondo.
Il Jonin rise.
“Aspetta l’esame dei Chunin che ci sarà tra un mese, lì puoi stare certo che le emozioni non ti mancheranno”
Non mancheranno nemmeno a te pensò Naruto ricordandosi di Orochimaru, nemmeno al sannin le emozioni sarebbero mancate quel giorno.
“Speriamo” sospirò il biondo.
Il ninja davanti a Naruto, sappiamo bene chi è, aveva tutte le intenzioni di spillare dal ragazzo più informazioni possibile. Discretamente, come aveva detto Sandaime.
“Hai per caso deciso di fare il ninja per andare a caccia di emozioni?” Chiese con tono curioso Kakashi.
Naruto non tolse lo sguardo dal coprifronte che teneva in mano.
“Ho scelto di diventare Genin per poter far felice mio padre”
Il Jonin fece una strana smorfia sotto la maschera.
“Allora non è corretto dire che hai scelto, ti è stato imposto” gli fece notare.
“Non in quel senso” borbottò Naruto, buttando indietro la testa.
“voglio esaudire il desiderio di mio padre: diventare il più grande ninja mai esistito”
Kakashi sorrise.
“Penso sia il sogno di qualunque padre”
Stupidamente, Kakashi si ritrovò a chiedersi se quello fosse il sogno anche del suo di padre, non gli era mai venuto in mente di chiederglielo.
Anche il biondo si concesse di sorridere.
“Mica è tanto facile però, ci sono un sacco di ninja più forti di me in giro. Però non mi scoraggio”
Finalmente, Naruto portò il suo sguardo sul Jonin.
“e un giorno mio padre sarà orgoglioso di me, di questo sono certo!”
“Beh, anche se non mi hai chiesto un mio parere, penso che a prima vista tu abbia tutte le carte in regola per farcela”
Kakashi si avvicinò al biondo e gli allacciò il coprifronte della foglia, poi gli mise una mano sulla spalla e gli sorrise.
“Non rinunciare mai ai tuoi sogni, sono sicuro che a tuo padre questo basterà per essere orgoglioso di te”
Le parole del Jonin era sincere, questo Naruto lo capì.
“Naruto” si presentò.
“Kakashi Hatake”> si presento l’altro.
Kakashi… pensò Naruto.
Dove l’ ho già sentito?
Nel prossimo cap, visto il successo dello scontro Naruto VS Sasuke, ci sarà la rivincita del moro. Come andrà a fine? (Ad essere sinceri non ho ancora deciso…).
Oddio, non so come ho fatto a butta giù una schifezza del genere come capitolo. Non mi piace proprio!
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Capitolo 15 *** Lucifer ***
Bella gente! Abbiamo raggiunto quota 200 recensioni!!! Grande!!! Darò il meglio di me in questo capitolo, promesso!!!
Cap 15 Lucifer
Ormai è sera si disse Naruto.
Direi che è proprio ora di andare
Si caricò il marsupio di tutto quello che poteva servire per uno scontro fra ninja (comprese anche un paio di carte esplosive per rifarsi dello scherzetto di Sasuke del giorno prima) e uscì di casa, respirando a pieni polmoni l’aria fresca della sera.
“Bene e ora al campo numero 4!” gridò battagliero.
Nel cielo un corvo stile manga gracchio un paio di volte, portandosi dietro i classici puntini.
Però… da che parte è!?
“Ma si può sapere da dove arrivano!?” Gridò esasperato Deidara appena vide l’ennesimo drago acquatico che si avvicinava minaccioso.
“Questo lo sistemo io!” Dichiarò Sasori, tagliando in due il drago con la lungo coda di Hiruko.
“Tobi! Cerca di capire da dove arrivano!” Gridò il marionettista.
“E’ una parola! Ogni volta vengono da una direzione diversa… Deidara-sempai! Dietro di voi!”
Prima che l’artista potesse voltarsi il drago acquatico lo centrò in pieno, ma subito dopo ci fu un enorme esplosione: si trattava di una copia d’argilla.
“Ho capito finalmente” dichiarò il biondo, apparso dal nulla a fianco a Sasori.
“a parte Kisame, dubito che qualunque altro ninja al mondo possa avere a disposizione una quantità di chakra tale da poter sfruttare così tanti Suiryuudan, deve trattarsi del Bijuu”
I due si scansarono per evitare un altro Suiryudan e si portarono a fianco a Tobi.
“Sicuro?” Chiese Sasori.
“da quanto mi aveva riferito Zetsu, Isonade non è un Bijuu aggressivo. Mostra la sua forza solo se istigato”
Tutti e tre si coprirono la testa con le braccia per proteggersi dai detriti che venivano dalla cima dell’albero a fianco a loro: un altro drago acquatico che si librava a mezz’aria era in cerca di un obbiettivo. Appena si fossero mossi, sarebbero stato localizzati.
“Dunque significa che qualcuno lo ha istigato” sussurrò Tobi
Deidara imprecò a denti stretti.
“Ci hanno preceduti anche qui allora” grugnì furioso.
Un biondino di nostra conoscenza stava saltando di tetto in tetto per tutte le strade di Konoha, cercando il campo di addestramento numero 4 che, a insaputa di Naruto, era proprio dietro casa sua!
“Ma dov’è!?”
Naruto vide sotto di lui la sua salvezza: Sakura stava tornando a casa, di sicuro lei avrebbe saputo dove si potesse trovare il campo numero 4.
Con un balzò scese dal tetto dove si trovava e atterrò davanti alla rosa.
“Ciao Sakura-chan!” La salutò allegro.
Prima di rendersene conto, Naruto si ritrovò schiantato contro una recinzione li vicino.
Oh, cavolo… non mi ero accorto di essere sopra ai binari.
“Non farmi mai più uno scherzo simile! Mi hai spaventata a morte!” Gridò la rosa mostrando minacciosa il pugno che lo aveva colpito.
Naruto si rialzò, massaggiandosi la nuca.
“Scusami, comunque: sai dov’è il campo di addestramento numero 4?” Chiese.
Sakura si calmò e osservò per un attimo il ragazzo che gli stava davanti.
“Tu sei quello nuovo… Naruto, giusto? Il campo si trova proprio a fianco alla torre a est delle mura, ma cosa ci vai fare a quest’ora?”
Il biondo sorrise orgoglioso.
“Devo prendere a calci nel sedere un Uchiha di mia conoscenza, niente che…”
Gli occhi di Sakura si trasformarono in due biglie bianche, i capelli cominciarono a vorticare come mossi dal vento e una lingua biforcagli usci dalla bocca.
“Sssssssssssssssasssssssssssukkkkkkkkkkkkkeeeeeeeeeeee…” Sibilò come un serpente.
“Ahm… ciao!!!” buttò giù Naruto per sfuggire dalla rosa.
Quella è tutta matta pensò, dirigendosi verso il luogo indicato dalla ragazza.
“Salve leader, piacere di vederla di nuovo di persona” salutò Hidan.
“Allora?” Chiese Artemis saltando i convenevoli.
Hidan sospirò abbattuto.
“E’ come le ha detto Naruto: stanno cercando la fenice”
“Merda!” Imprecò.
Era un contrattempo molto seccante, da trattare con la massima cura.
“Ce ne sono altri che la cercano? Altri come lui?”
“Sì, non ho capito molto bene quello che farfugliava, ma pare proprio che un certo Lucifer abbia in mente di appropriarsi dei Bijuu prima di noi.”
“Lucifer?” Chiese Artemis, come se avesse capito male.
“il re dell’inferno?”
“Beh, se mi è concesso leader, se esistono demoni e fenici non vedo perché non dovrebbe esistere anche l’inferno e il suo re” disse Hidan.
Artemis scosse la testa.
“Non è che fatico a crederlo, anzi, all’inferno ci sono stato parecchio tempo fa. Solo credevo di essermi tolto dai piedi quella carogna di Lucifer”
Hidan rimase parecchio scosso dalle parole del suo capo.
“Scusi, ma credo di non aver afferrato…”
“Beh, il pezzo più grosso che era rimasto di lui era un pollice della mano e avevo dato per scontato di essermene liberato” spiegò lui.
Il religioso, se possibile, rimase ancora più scosso di prima.
“Ma… come ci eravate finito all’inferno?” Chiese.
Artemis lo guardò con la stesse espressione con cui si guarda qualcuno che ha appena fatto la domanda più stupida del mondo.
“Ero morto” disse come per sottolineare qualcosa di ovvio
Hidan non seppe più cosa pensare.
“E… come mai ora non lo siete più?” Chiese.
“Segreto professionale. Chi spalleggia Lucifer?”
Costringendosi a non fare altre domande riguardo al tour all’inferno del leader, Hidan rispose.
“Per questa risposta ho dovuto strappargli via entrambe le scapole; richiama ninja defunti usando una tecnica di resurrezione simile a quella di Orochimaru, ma pare che possa richiamare solo…”
“Fammi indovinare… solo ninja che in vita non si sono comportante un granché bene, immagino. Dove si nascondono?”
Hidan cominciò a temporeggiare.
“Beh… ecco… stava per dirmelo… però… gli ho spezzato in due la spina dorsale prima che potesse rispondere” rispose.
Artemis grugnì di rabbia.
“E ti costava tanto non spezzargliela?”
“Ma leader… era già fuori per metà! praticamente mi stava dicendo “spezzami, spezzami” è stato più forte di me!”
“Anch’io in questo momento ho una gran voglia di spezzarti in due, sai?” disse minaccioso.
“Ha detto un'altra cosa: hanno localizzato anche Isonade”
“E me lo dici solo adesso!? Chiama gli altri e andate di supporto a Deidara e Sasori!”
Hidan rimase interdetto.
“Ma leader, con loro c’è anche Tobi, non pensa che da soli bastino?”
Artemis afferrò il suo sottoposto per il bavero del kimono e lo alzò da terra.
“Tu non hai… la benché minima idea di che razza di guerrieri ci siano all’inferno: alcuni di loro sono addirittura più forti di me. Io ho sconfitto Lucifer approfittando di una rivoluzione, era lui da solo contro un intero esercito infernale e se i suoi subordinati non l’avessero abbandonato, avrebbe anche potuto vincere”
Il leader lasciò andare Hidan.
“Ti è chiaro il concetto? Ora vai ad avvisare gli altri”
La situazione rischia di sfuggirmi di mano Pensò Artemis.
Sarà meglio chiamare la vecchia Brigata Infernale, scommetto che non vedono l’ora di riprendere in mano le armi.
“Sei in ritardo” Lo riprese il moro.
“ti eri perso, per caso”
Naruto grugnì in risposta.
“Sei pronto, piuttosto?” Incitò il biondo, pronto a dar battaglia.
“E’ da quando sono qui che sono pronto”
Da sopra un ramo, due konoichi stavo osservando i due ninja che si apprestavano a scontrarsi.
“Forza Sasuke” sussurrò la prima, Ino per farla breve.
“Forza Sasuke” sussurrò la secondo, Sakura.
La bionda si voltò furiosa verso la compagna.
“Ehi, fronte spaziosa, l’ ho già detto io!”
“Taci brutta racchia, se no ci scopre!”
Sotto di loro, la scontro era prossimo.
(Stavo per finire così, ma indovinate chi è arrivata a convincermi a continuare?: Nda)
Oggi niente Takumi, o il sensei me la sequestrerà come minimo per un mese.
“Oggi mi sento magnanimo e combatterò solo con le mie forze, contento?”
“Quanta grazia!” commentò il moro
I scattarono uno verso l’altro, pronti a dare il via a uno scontro di Taijutsu. Sasuke era un degno Uchiha, ma non si era certo allenato nelle arti ninja da quando aveva un anno come il suo avversario.
Naruto provò ancora a comparire improvvisamente alle spalle del moro, sicuro di coglierlo di sorpresa.
“Non ci casco per due volte di seguito!” Senza voltarsi, Sasuke diede una gomitata allo stomaco del biondo, che arretrò per la botta subita: quello che l’Uchiha aspettava.
Velocissimo, Sasuke eseguì i sigilli del cavallo e della tigre.
“Katon: Gokaryu no Jutsu”
La palla di fuoco colpì il ninja in pieno, finendo scaraventato lontano dalla potenza del Jutsu.
“Evvai!” Esultò Ino.
“Sì! Così impari a sfidare i grandi” sussurrò Sakura.
Il ninja steso a terra esplose in uno sbuffo di fumo, rivelando un tronco carbonizzato dalla palla di fuoco. Le due konoichi non fecero commenti, erano rimaste senza parole.
“Doton: Shinjuu Zanshu no Jutsu!” Da sotto i piedi del moro comparvero due mani che gli afferrarono le caviglie, trascinandolo sottoterra e lasciando esposta soltanto la testa.
Naruto sfondò il terreno con un braccio e uscì dal suo nascondiglio sotterraneo.
“Allora, che mi dici?” Chiese.
Le mani del moro erano sottoterra, quindi Naruto non poté vedere che il suo avversario stava componendo dei sigilli
“Dico questo. Katon: Housenka no Jutsu!”
Colto alla sprovvista, il biondo venne centrato in pieno dalla tecnica di fuoco; non proprio un esperienza piacevole.
Sasuke riuscì a liberarsi dalla sua prigione di terra e caricò di nuovo verso il moro.
Ma quando tentò di colpirlo con un pugno, si accorsa troppo tardi che il biondo si era sostituito con Kage Bushin con una carta esplosiva attaccata al petto.
“Ka-boom, Sasuke”
La carta esplose e l’Uchiha venne sbalzato via a diversi metri.
Solo allora il vero Naruto si mostrò, sedendosi a fianco del moro completamente paralizzato dalla violenza dell’esplosione.
“Due a zero per me, direi” commentò.
Il moro rise.
“Io direi uno pari”
Naruto non capì.
“Scusa, che intendi?”
“Ti sei appena seduto sulla mia carta esplosiva”
Sì, questo capitolo mi è piaciuto, bello lungo.
Non se se nel prossimo o in quello dopo ancora, ma tra poco incontreremo Haku e Zabusa!(si scrive così?)
Tra un po’ arrivano le vacanze, il periodo dove sono più carico… giusto per darvi un idea, la prima settimana sarei capace di aggiornare due capitoli al giorno.
Ziao!Ziao!
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Capitolo 16 *** Cuore di marionetta ***
Tra poco uscirà il numero 32 di Naruto… non vedo l’ora.
Cap 16 Cuore di marionetta
“Oh no! Ne arrivano tre questa volta!” Gridò Sasori.
Deidara creò uno stormo di libellule che scagliò contro i Suiryudan facendoli esplodere.
“Questa volta l’ ho visto!” Dichiarò Tobi.
Uscì dal suo nascondiglio e scattò verso un albero proprio a fianco a lui.
“Esci fuori!” Sferrò un calcio al tronco dell’albero, che subito si sbriciolò dalla potenza del colpo.
Dalle schegge di legno emerse un figura che i tre non fecero in tempo a riconoscere, perché subito cominciò a correre nel mezzo della boscaglia.
“Non mi scappi”
Sasori Deidara e Tobi si lanciarono all’inseguimento, fino a ritrovarsi in una radura priva di alberi. In mezzo a questa radura la figura, che sembrava femminile, cominciò a battere le mani, come per congratularsi con i tre.
“Ma che bravi” disse.
Ora ne erano sicuri: si trattava di una donna.
“non credevo esistessero ninja così coriacei”
Tobi si avvicinò di più all’artista.
“Deidara-sempai, guardi il braccio destro di quella donna”
Deidara lo fece e vide chiaramente che il braccio della loro avversaria era contornato da uno stano tatuaggio che lo ricopriva completamente.
“deve essere lì che ha sigillato Isonade”
“Quindi basterà strappargli via il braccio per impossessarci del Bijuu” concluse Sasori.
“Lasciate fare me, voi godetevi lo spettacolo” disse il marionettista.
“Bella mossa con quella carta esplosiva, ma ho dei riflessi felini quando mi impegno” si vantò Naruto.
Stava sorreggendo l’Uchiha, reduce dalla seconda sconfitta con il biondo.
“Come no” sussurrò Sasuke, era senza forze, lo si capiva dal tono di voce stremato.
“però scommetto che nemmeno uno come te po’ essere uscito illeso da una carta esplosiva così vicina.”
Naruto fece una faccia indifferente, come se non lo avesse sentito.
In effetti ho una brutta scottatura al braccio destro pensò il biondo.
ma d’altronde mi sono limitato a un quarto delle mie capacità, c’era da aspettarsi che con un avversario del genere finissi ferito.
Lo portò al centro del villaggio, ma lì il moro chiese di essere lasciato andare: avrebbe raggiunto casa sua da solo. Naruto acconsentì.
“Yoko” sussurrò, dopo essersi assicurato che non ci fosse nessuno nei paraggi.
“cosa ne pensi?”
La ragazza dai capelli rossi apparve a fianco a Naruto, solo che questa volta era semitrasparente. Infondo, voleva solo parlare con lei, non era necessario che uscisse completamente.
“E’ pericoloso quell’Uchiha” disse lei.
“appena inizierà a usare lo Sharingan dovrai usare ben più del 25% del tuo potenziale per metterlo al tappeto, in futuro potrebbe diventare più di un semplice passatempo”
Naruto sbuffò non curante.
“E’ forte e ha delle grandi potenzialità, non lo nego, ma dubito che potrebbe mai un giorno rappresentare una minaccia”
Il biondo svoltò un angolo, ignaro che un occhi vigile lo stesse osservando.
“Itachi la pensa diversamente” gli ricordò Yoko.
Il ragazzo fece una smorfia.
“Io sono quasi al livello di Itachi, se ha davvero intenzione di vendicare la sua famiglia Sasuke dovrà raggiungere un livello di potere enorme, che non penso potrebbe raggiungere”
Yoko sembra pensarla diversamente a giudicare dalla sua espressione, ma poi fu come se fosse stata colpita in pieno da qualcosa.
“Tutto bene?” Chiese il biondo.
Lei guardò Naruto con un sorriso agghiacciante.
“Quando sorridi in quel modo fai paura…” commentò.
“Ehi piccolino, e se sfidassimo Itachi?”
Sasori agitò pericolosamente la sua lunga coda d’acciaio e sferrò il primo colpi, mirando al braccio destro della donna.
“Hei, sei troppo lento nanerottolo!” Lo schernì la donna dopo aver schivato l’attacco.
E’ veloce Pensò il marionettista.
Per quanto Sasori si concentrasse, non riuscì a colpire il suo bersaglio: quella donna sembra essere un anguilla tanto si muoveva velocemente.
Dannazione! Mi basterebbe colpirla di striscio e il mio veleno farebbe il resto, ma quella tipa è troppo veloce non sembra neanche umana!
La donna fece una capriola all’indietro, giusto in tempo per evitare l’aquila esplosiva che Deidara gli aveva lanciato contro.
“Lascia divertire anche noi” Disse Tobi.
“In tre sarà più semplice” si unì l’artista.
Sasori grugnì.
“Fate come vi pare”
La donna sorrise, come se non stesse aspettando altro.
“Bene miei cari ninja, vediamo se siete forti come sembrate. Suiton: Nissen Suiryudan no Jutsu!”
Tobi e Deidara rimasero paralizzati dallo stupore, Sasori, se avesse avuto ancora delle pelle organica, sicuramente avrebbe cominciato a sudare freddo.
“Vi piace?” Chiese lei.
“è la mia tecnica finale, ritenetevi onorati, la uso solo per le grandi occasioni”
La donna fece due passi in avanti, poi si voltò, ammirando i duemila draghi acquatici che aveva appena creato.
“L’ ho chiamata la danza dei duemila dragoni, spero vi piaccia”
Sasori si avvicinò al suo compagno con la maschera arancione.
“Tobi” sussurrò.
“prendi Deidara e allontanatevi da qui”
L’artista era abbastanza vicino da sentire.
“Cosa vuoi fare?” Chiese preoccupato.
“Combatti una tecnica finale con un'altra tecnica finale, questo voglio fare” Dichiarò.
“Poi scordartelo, io rimango qui con…” Sasori colpì di striscio la gamba di Deidara con la sua coda.
“S-Sasori… perché?” poi crollò a terra, vittima della potentissima tossina che gli invase il corpo.
“Quella parte della mia coda non ha un veleno letale, ma almeno non si potrà muovere”
Tobi raccolse il suo sempai e se lo caricò in spalla.
“Perché lo fate, Sasori-san?”
Il marionettista si tolse lentamente il kimono dell’Akatsuki.
“Lui soffrirà di meno” disse.
“se a morire sarà uno solo”
Quel che rimaneva dell’autentico Sasori emerse, mostrando un ragazzo dai capelli rossi a spazzola, il corpo completamente meccanico e con delle inquietanti lame che gli spuntavano da dietro la schiena.
“Ora vai” disse con tono che non ammetteva repliche.
“Avete finito di chiacchierare voi due?” Chiese la donna, che stava aspettando i comodi degli avversari, come a sottolineare la sua superiorità.
Tobi si voltò verso la foresta e si mise a correre.
“La tua collezione di draghi è portentosa” dichiarò Sasori.
Sganciò un rotolo da dietro la schiena e si aprì una specie di vano all’altezza del cuore.
“Già, ne vado molto orgogliosa: con questa tecnica ho piegato una delle più grandi città del paese degli uccelli” disse orgogliosa.
“Un vero peccato, perché con la mia non ho piegato una città, ma un intera nazione! Aka Higi: Hyakki no Soen!”
Le cento marionette di Sasori si mostrarono imperiose e inquietanti.
“Tutto qui? Mi aspettavo qualcosa di più”
Sasori digrignò i denti.
Quella troia ha ragione. E’ una mia marionetta contro venti dei suo draghi, il rapporto è senza confronto, mi ridurrà in pezzi!
Poi la mente del marionettista fu attraversata dall’immagine di un biondino sorridente.
Naruto… tu cosa faresti al mio posto?
A Sasori poi venne un idea tanto brillante quanto pazza.
Sì, è l’unico modo… ma per estendere la tecnica anche alle mie marionette consumerò una quantità assurda di chakra, almeno 80% non ho mai impastato così tanto chakra in una volta sola, il mio corpo potrebbe esplodere.
Sorrise senza gioia.
Beh, vale la pena rischiare.
Sasori compose un singolo sigillo. Un sigillo che Naruto conosceva bene: fu con quel sigillo che il biondo realizzò per la prima volta una tecnica a livello di Jonin.
“Kage Bushin no Jutsu!”
Mi dispiace per voi, ma oggi la vostra benefattrice non c’è.
Nel prossimo Cap: Naruto vs Itachi, prenderò una pausa di un paio di giorni per fare il capitolo bello sostanzioso.
Come al solito, grazie a tutti quelli che commentano e criticano. Al prossimo cap!
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Capitolo 17 *** Spettacolo dei duemilacento congegni ***
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Dopo una lunga(lunga, ma non così lunga) attesa, ecco il cap numero 17(Ferro!)(Superstizioso, eh? :NdSorellaAutore)(Assolutamente!)(oh, guarda un gatto nero! :NdSorellaAutore)(AAAAAAAAAAAAH!!!!)
Cap 17 Spettacolo dei duemilacento congegni
“Sfidare Itachi!? Ma che sei matta per caso?”
L’osservatore che stava spiando i due ignari ragazzi sgranò l’occhio visibile, aveva sentito bene? Stava parlando di sfidare Itachi?
“Beh, dovrai imparare prima o poi a difenderti dallo sharingan, cocco mio. Visto che abbiamo Itachi dalla nostra, perché non approfittarne e allenarsi un po’ con lui?” Chiese Yoko.
Il biondo sembrò rifletterci sopra, ma poi fece una faccia piuttosto scoraggiata.
“Mi mangerà vivo…” borbottò scoraggiato.
La ragazza mise il braccio sotto il collo di Naruto e fece finta di stozzarlo.
“Avanti piccolino, non dirmi che hai paura di lui?”
“Coff… non è quello, contro Itachi non c’è storia, dopo una batosta del genere il mio orgoglio potrebbe non sopravvivere”
Yoko mise più forza nella presa.
“Voi maschi e il vostro stupido orgoglio! Tu invece lo sfiderai, o ti posso assicurare che per le prossime settimane non ti farò chiudere occhio” lo minacciò lei.
“E va bene, coff… adesso per favore lasciami respirare!”
La ragazza lasciò andare il biondo.
“Allora, promesso che sfiderai Itachi?” Chiese conferma.
“Sì, sì, promesso” disse il biondo massaggiandosi il collo.
Naruto stava per dire a Yoko di andarsene, quando vide che quest’ultima era come paralizzata: gli occhi rosso sangue sbarrati, le mani tremanti, era tornata completamente materiale come quel pomeriggio e sembrava essere sull’orlo delle lacrime.
“Yoko?” La chiamò spaventato il biondo, era la prima volta che faceva così.
Lei sembrò non sentire, non ebbe nessuna reazione al richiamo di Naruto. Il ragazzo riuscì a mantenere il sangue freddo, la prese per le spalle e la agitò leggermente. Lei sobbalzò come se fosse stata strappata da un sonno profondo.
“Isonade…” disse agitata.
“l’ hanno presa, ma non noi, gli altri. Sasori stà combattendo per riprendersela ma è nei guai”
Naruto rimase interdetto.
“Come… come sarebbe?”
“L’ ho visto! Dobbiamo uscire dal villaggio, muoviti!”
Prese per mano il biondo e lo trascinò per le strade di Konoha, dirigendosi all’uscita del villaggio.
“Kage Bushin no Jutsu!” impastando una quantità assurda di chakra, Sasori riuscì e creare venti copie di sé, ma non solo di se stesso: anche le cento marionette vennero comprese nella Kage Bushin, moltiplicando per venti il loro numero: ora era Sasori a essere in vantaggio. Di ben cento marionette.
Direi che, più di una Kage Bushin, questa si potrebbe chiamare Kugutsu Bushin pensò soddisfatto di sé stesso il marionettista.
“Aka Higi” sussurrò.
“Spettacolo dei duemilacento congegni!”
La donna contrattaccò all’istante.
“Nissen Suiryudan no Mai!”
Le due tecniche si scontrarono con una potenza mostruosa: le marionette di Sasori si scatenarono come mai fecero in una battaglia, ma i draghi acquatici non erano certo avversari semplici. Più di una volta Sasori dovette arretrare per mettersi sulla difensiva e più di una volta rischiò di finire spazzato via dagli attacchi combinati della sua avversaria.
“Ora basta!”
La donna richiamò a sé tutti i draghi acquatici che gli erano rimasti e li fece convergere in un unico corpo, in modo da poter formare un drago acquatico di dimensioni enormi.
“Che mi dici adesso!?” Lo stuzzicò la donna.
Merda!
Il drago acquatico gigantesco si lanciò contro il Sasori originale.
E adesso? Non posso fare altro che difendermi con tutto quello che ho per formare un muro.
Sasori richiamò attorno a sé tutte le sue marionette e le sue copie per difendersi dall’attacco, ma il marionettista capì troppo tardi che provare a ripararsi dietro le sue creazioni per difendersi da quel drago acquatico, sarebbe stato come ripararsi dentro a un sacco a pelo per sfuggire a uno tsunami.
“CREPA!”
Le copie esplosero al solo contatto con il drago, le marionette originali venne sbalzate in aria e Sasori venne centrato in pieno dal colpo.
Il drago non si fermò e trascinò Sasori nella sua corsa furiosa fino nel folto della foresta, facendolo schiantare contro una roccia.
La donna sorrise soddisfatta per la sua vittoria, però poi lanciò un atroce grido di dolore: il suo braccio destro era stato tagliato via di netto.
“Lurido… bastardo…”
La aveva fregata e se non avesse recuperato Isonade, Lucifer come minimo l’avrebbe divorata viva.
Stava per andare a recuperare il suo braccio, quando un ninja vestito con un kimono nero a nuvole rosse gli si parò davanti.
“Rasengan!”
Fu questa l’ultima memoria della donna prima di morire.
“Yoko, si può sapere dove mi stai portando?”
La ragazza aveva trascinato il biondo fin fuori Konoha: era spaventata, come mai il ragazzo la aveva vista.
“Cosa vuoi fare?”
Yoko aveva rilasciato tutte nove le sue code e sembrava stesse impastando moltissimo chakra per una qualche tecnica.
“Che…”
Prima che potesse dire qualcosa, Naruto venne circondato dall’abbraccio della ragazza, poi le nove code avvolsero i due creando una specie di cupola vibrante di chakra.
L’osservatore era a dir poco scandalizzato: chi era quella ragazza? Perché nasuto aveva parlato di sfidare Itachi? Cosa diavolo stava succedendo?
Quando poi la cupola rossa si innalzò nel cielo e schizzò verso ovest a velocità pazzesca lasciandosi alle spalle una marea di scintille cremisi, Kakashi comprese finalmente di essere ubriaco fradicio.
“Sasori!” Gridò Itachi.
“Sasori!” Gridò Hidan.
Nessuna risposta.
“Akasuna no Sasori!” Gridò Kakuzu.
Zetsu si voltò verso il tesoriere, guardandolo nello stesso modo con cui si guarda un perfetto idiota.
“Quanti Sasori pensi ci siano in questo foresta? Sasori!”
Kisame si mise in equilibrio sulla punta di Samehada, avendo così una visuale maggiore.
“E’ stato un Suiryudan a combinare questo casino” disse rivolto ai suoi compagni, indicando la parte di foresta completamente spazzata via.
“un Suiryudan con una quantità abnorme di chakra al suo interno; siamo fortunati che il leader abbia colto di sprovvista quella puttana, altrimenti ci avrebbe fatto sudare non poco con una tecnica del genere”
Zetsu poi si voltò di scatto verso la sua destra.
“L’ ho visto, è laggiù!” Gridò
Tutti si precipitarono verso la direzione indicata da Zetsu, quando poi superarono un cespuglio si accorsero di essere stati preceduti da Artemis.
“Sasori…” disse il leader.
Il marionettista era seduto con la schiena contro una roccia, ma purtroppo il suo centro organico era stato centrato in pieno da un grosso ramo, probabilmente si doveva essere ferito durante l’attacco di quel drago acquatico.
Sasori porse il braccio amputato della donna al leader.
“Missione compiuta, Isonade è qui dentro” disse, la sua voce non sembrava modificata nonostante la mortale ferita che aveva.
Artemis prese l’arto amputato e lo nascose all’interno della sua veste.
“Sei stato grande Sasori” si congratulò con lui il leader.
“Deidara e Tobi?” Chiese il rosso.
“Stanno bene, anche se per merito tu Deidara avrà qualche difficoltà a controllare il chakra per qualche giorno”
Sasori ghignò soddisfatto.
“Ben gli sta a quella testa calda”
Poi sospirò: non sembrava affatto terrorizzato o preoccupato all’idea di morire, proprio lui che aveva sparato la sua filosofia dell’eternità fino ad allora, sembrava che fosse assolutamente tranquillo.
“Dite a Naruto che mi mancherà” sussurrò.
Artemis portò di scatto lo sguardo verso il cielo, sbarrando gli occhi per lo stupore.
“Beh, puoi dirglielo tu direttamente se vuoi: sta arrivando”
Con la grazia di un meteorite, Naruto e Yoko si schiantarono a pochi metri di distanza dal gruppo.
Pochi secondi per riprendersi dalla forza dell’impatto e Naruto mise a fuoco gli occhi, vedendo le condizioni del marionettista.
“Sasori!” Gridò, correndo verso di lui e inginocchiandosi al suo fianco.
Tutta l’Akatsuki, leader compreso, era sbalordita, ma mantennero il contegno.
“Andate via, voglio parlare da solo con Naruto” disse Sasori.
I ninja fecero come gli era stato chiesto e lasciarono soli i due, Yoko però rimase a fianco al biondo.
“Sasori, cosa… cosa è successo?” Chiese quasi in lacrime il biondo, ma non voleva piangere: voleva dimostrarsi forte di fronte al suo compagno.
“Rischi del mestiere” borbottò, mentre un rivoletto di sangue nero gli usciva dalla bocca.
“Ascolta Naruto… tra poco non mi muoverò più, voglio che tu mi faccia alcuni favori.” cominciò.
Il biondo drizzo le orecchie.
“La prima cosa che ti chiedo… è di non farmi tornare in vita con la fenice”
“COSA?” Esplose il biondo
“ma… perché?”
Il rosso sorrise.
“Se proprio devi esprimere per me un desiderio alla fenice, chiedigli di mandarmi nello stesso luogo dove sono i miei genitori. A me basta questo” rispose.
“poi… vorrei che il mio corpo di marionetta non venga sprecato, per me finire inutilizzato sarebbe di gran lunga peggio di morire. Riparami e usami insieme a Takumi, saremo delle ottime armi”
Naruto si conficcò le unghie della mano nel braccio, non era vero, non poteva essere vero… Sasori…
“La mia parte ancora umana” disse, sfiorandosi l’ideogramma con scritto “Sasori” sul petto.
“seppelliscila nel villaggio del Suna e già che sei lì…”
Cominciò a ridere, incurante del sangue che gli usciva dalla bocca.
“C’è una vecchia nel villaggio del Suna, si porta sempre appreso due marionette… speciali. Si chiama Chiyo, prendigli quelle due marionette e usale assieme a me quando combatterai.”
La sua risata cominciò lentamente a spegnersi, la debolezza cominciava a farsi sentire.
“Quando la vedrai… digli che Sasori rivuole indietro le sue prime due creazione, lei capirà… anche se probabilmente quella vecchia befana potrebbe non cedertele subito, uccidila pure se lo riterrai necessario”
Cominciava a non sentire più le braccia, era vicino alla fine.
“Infine… beh, questo più che altro è il mio regalo di addio. Dovrei averlo ancora stretto in mano, non riesco a sentirlo”
Naruto guardò la mano del marionettista: stava stringendo un rotolo nero, forse conteneva un’altra marionetta. Il biondo lo prese e se lo mise nel marsupio.
“Era la mia tecnica finale, se riuscirai ad usarla… significherà che sei diventato un marionettista eccezionale”
Pochi secondi ancora, gli rimanevano pochi secondi.
“Io sono fermamente convito… che sacrificare la propria vita per qualcun’altro sia qualcosa di veramente stupido, ma se si trattasse di uno qualunque dei miei compagni… non mi dispiacerebbe… diventare… un idiota. Grazie per avermelo fatto capire… Naruto. Addio”
Il corpo di Sasori scivolò a terra, con stampato sul volto quel sorriso amaro.
“Sasori…”
Naruto non poté trattenere due lacrime che gli scivolarono giù dagl’occhi. Si ricordava ancora di quando il marionettista gli regalò quella bambola di legno quando era piccolo, era il ricordo più vecchio che aveva ma se lo era stampato bene in mente. Non aveva fatto in tempo neppure a fargli vedere quanto era migliorato con Takumi, gli sarebbe piaciuto fare un breve scontro con il rosso per fargli vedere la sua abilità di marionettista. Ma non aveva fatto in tempo.
Naruto sentì essere circondato da un caldo abbraccio e una mano gentilmente gli stava asciugando le lacrime.
“Scusami piccolo” disse Yoko.
“se lo avessi visto prima, forse avremo fatto in tempo”
Il biondo fece no con la testa.
“No, almeno ho potuto vederlo un’ultima volta” Con due dita, il ninja chiuse le palpebre al marionettista.
Yoko diede un piccolo bacio sulla guancia di Naruto, diverso da quelli che riceveva regolarmente dalla ragazza, carichi di malizia o di ironia, questo era sincero: voleva consolare un poco quel ragazzino, sapeva quanta tristezza ci fosse ora dentro di lui.
“Devo parlare con Artemis” disse il biondo.
La rossa lasciò andare il ragazzo e sparì in una marea di scintille rosse.
“Questo è quanto” concluse il suo racconto Tobi.
Naruto colpì con tutte le suo forze uno dei pochi alberi rimasti in piedi, che subito si spezzò in due dalla forza del colpo.
“Anche qui dannazione!” Esplose il biondo.
“E’ l’ultima volta però” assicurò Artemis.
“ho chiamato alcuni miei vecchi amici che hanno un paio di conti in sospeso con Lucifer, non tarderanno ad arrivare e a mettersi all’opera, ve lo assicuro io”
Naruto fece quanto possibile per calmarsi.
“E lo Shukaku? Mentre siamo qui potrebbero prenderlo”
“No, ho lasciato una copia di Zetsu a Suna usando la Shoten no Jutsu, è più debole dell’originale, ma almeno abbiamo una minima copertura”
Il leader sospirò.
“Sbrigatevi a trovare Sokou, ma prima di catturarlo aspettate che arrivino tutti gli altri in supporto; non ho intenzione di perdere un altro membro dell’Akatsuki, ora andate”
I ninja sparirono, lasciando soli Artemis e Naruto.
“Sensei, vorrei andare nel Suna”
“Vai pure, basta che ti copri bene il volto: non voglio che qualcuno ti veda in faccia” Così dicendo, anche il leader sparì.
Il biodo si diresse verso il corpo di Sasori e usando un Kunai gli estrasse con cura la parte organica dal corpo.
La parte di marionetta la sigillò in un rotolo, quella organica la avvolse in un velo che si caricò in spalla.
“Yoko, portami nel villaggio del Suna prima che puoi” sussurrò.
Vide di essere avvolto a nove rosse code, poi tutt’attorno a lui divenne buio.
“Impiegheremo qualche minuto, resta più fermo che puoi nel frattempo” disse Yoko.
Naruto fece come gli era stato detto: sentì la superficie delle code vibrare e a tratti c’erano alcuni sobbalzi, ma fu un viaggio veloce e quasi piacevole.
Quando le code si dissolsero, il biondo vide di essere atterrato piuttosto lontano dal villaggio.
Meglio pensò
Sai che scintille se mi avessero visto arrivare in quel modo.
Si tolse il coprifronte della fogli e se ne mise un altro, che aveva creato lui stesso: il coprifronte del villaggio della luna rossa, raffigurante una luna a falce. Ricordandosi poi dell’avvertimento del suo sensei, si coprì il volto con delle bende; non sarebbe proprio stato al fresco, ma almeno non lo avrebbero riconosciuto.
Attraversò un breve tratto di deserto per poi arrivare alle porte del villaggio della sabbia.
“Hei tu” lo chiamò un Jonin della sabbia, probabilmente quello che doveva fare la guardia al portone.
Prima che potesse avvicinarsi troppo, Naruto lo colpì con tutte le sue forze allo stomaco: sarebbe rimasto svenuto per un po’.
Varcò l’entrata del villaggio della sabbia, la prima cosa che doveva fare era allontanarsi dall’entrata, poi avrebbe chiesto al primo passante che gli fosse capitato a tiro dove si trovava il cimitero del villaggio.
Dopo aver raggiunto quello che sembra essere il palazzo del kazekage, Naruto vide una ragazza bionda che portava alle spalle un grosso ventaglio; era la persona più vicina, tanto valeva chiedere a lei.
“Scusa, sai dov’è il cimitero del villaggio?” Chiese schietto il biondo.
La ragazza osservò prima il ragazzo bendato che aveva davanti, poi il suo strano coprifronte che di sicuro non aveva mai visto prima.
“Dietro il palazzo del kazekage, è la prima volta che vieni qui vero?”
“Già, grazie” disse voltando le spalle alla ragazza.
“Da che villaggio vieni, ragazzo?” Chiese lei.
Naruto non si voltò, ma continuò la sua marcia verso il retro del palazzo.
“Dal villaggio della luna rossa”
Aggirò il grosso edificio e finalmente cominciò a intravedere una lunga serie di lapidi delimitate da una staccionata: era arrivato.
Trovò uno spiazzo libero e scavò a mani nude una fossa abbastanza grande da poter depositare il fagotto che si teneva in spalla; per fortuna, nessuno lo notò.
Dopo aver sotterrato la parte rimasta umana di Sasori, la ricoprì di sabbia e dal piccolo magazzino che trovò lì, prese una piccola lastra di marmo con disegnato il simbolo del Suna e la poggiò sopra la fossa richiusa del suo compagno.
Passò la punta del suo kunai sul simbolo del villaggio e ci scrisse sotto “Akasuna no Sasori”
Uscì dal cimitero e si diresse verso la parte alta del villaggio, entrò in una grossa piazza, probabilmente quella del mercato, ma che era stranamente deserta.
Che succede qui?
Come a rispondergli, da ogni angolo spuntarono Jonin della sabbia, alcuni sui tetti, altri alle finestre degli edifici, altri ancora sulla strada davanti a lui.
“Non muoverti!” ordinò il Jonin al centro della piazza, aveva il volto visibile solo per metà, l’altra metà era coperta dal velo del suo turbante.
“Sto cercando una vecchia di nome Chiyo” Disse con voce glaciale il biondo.
“ditemi dove si trova e vi lascerò vivere, forse”
Baki rimase interdetto per un momento: quel tono lo aveva sentito usare solo dal suo allievo dai capelli rossi, capì subito che non era un avversario da sottovalutare.
Alle spalle di quel Jonin apparvero altri tre ninja molto giovani, dei Genin a giudicare dall’aspetto. Tra quei tre, Naruto riconobbe la ragazza a cui aveva chiesto informazioni qualche minuto prima, un altro di loro era sicuramente un marionettista: vide chiaramente una marionetta sulle sue spalle, avvolta completamente da dei nastri.
Il terzo membro fu Yoko ad presentarglielo.
“E’ lui quello con dentro lo Shukaku, fai attenzione” sussurrò senza rendersi visibile.
“Prendetelo senza ucciderlo” ordinò ai tre.
La ragazza e il marionettista partirono all’attacco, ma il ragazzo dai capelli rossi rimase immobile a fissare Naruto con le braccia conserte.
“Kiochiyose no Jutsu!”
Takumi apparve imponente a fianco al biondo.
“Temari lascialo a me, mi voglio divertire con questo qua” disse il ragazzo a fianco alla bionda.
“Come vuoi Kankuro” acconsenti lei.
Stupidi, finirete a terra prima ancora di accorgervene.
“Vai Karasu!”
Il ragazzo chiamato Kankuro attaccò con la sua marionetta, cosa intendeva fare con quel pezzo di legno?
“Takumi!”
La marionetta del biondo assesto sei pugni in una volta sola all’incauto Karasu che finì in pezzi dalla forza della marionetta avversaria
“Co… cosa!?”
“Non pensavi davvero che quel giocattolo potesse competere con Takumi?” Lo schernì il biondo.
“Lo chiedo un ultima volta: ditemi dove si trova la vecchia di nome Chiyo e nessuno di voi si farà male”
Da un gruppo di Jonin alle spalle di Baki uscì una vecchia piuttosto minuta, Naruto non ebbe dubbi: era lei.
“Voi siete Chiyo, dico bene?” Chiese Naruto.
“Ho la sventura di chiamarmi così, sì” disse lei avvicinandosi al biondo, sembrava essere tranquilla, come se stesse facendo una normale passeggiata.
“che cosa vuoi da me?” Chiese.
Naruto richiamò a se Takumi, portandola al suo fianco.
“Sasori della sabbia rossa reclama le sue prima due creazioni”
Il volto della vecchia se possibile sembro diventare ancora più pallido di quanto non fosse già per l’età.
“Chi sei tu?” gracchiò la vecchia.
“Una persona che ottiene sempre ciò che vuole: le prime creazioni di Sasori, consegnamele”
Chiyo estrasse dalla veste due rotoli, ma sembrava non avere intenzione di consegnarli a Naruto.
“Allora? Ti vuoi muovere?”
“Dov’è Sasori?” Chiese.
Il biondo combatte per non venire di nuovo avvolto dalla tristezza.
“E’ morto; prima di morire mi ha chiesto di recuperare le sue prime due creazioni, ora consegnatemele”
La mano della vecchia che teneva i rotoli cominciò a tremare.
“Come faccio a sapere che dici il vero?”
“Vai al cimitero del villaggio e vedrai con i tuoi occhi vecchia”
Chiyo lanciò al biondo i due rotoli, che prese al volo.
“Sono di pessimo umore” disse Naruto.
“e penso che vi ucciderò tutti comunque”
Tutti i ninja presenti si lanciarono contro il biondo, tranne la vecchia e il rosso, che non si era mai mosso di un solo millimetro da quando era apparso.
“Yoko…” sussurrò.
“Non chiederlo nemmeno; sarà un vero piacere!”
Due ore dopo, Naruto era già nella foresta attorno Konoha.
“Mi sono divertita” commentò Yoko.
“molto meglio del cinema”
Naruto si era finalmente sfogato, anche se a pagarne le conseguenze erano stati i ninja della sabbia, e ora stava decisamente meglio di prima.
“Allora è deciso: appena incontrerò Itachi lo sfiderò!” Disse deciso il biondo.
“Scusa, che vorresti fare tu?”
Naruto fece un salto per lo spavento.
“Itachi… ma che diavolo ci fai qui?”
L’Uchiha era in piedi sul ramo di un albero proprio sopra la testa di Naruto.
“Zetsu mi ha detto quello che hai combinato nel Suna” disse.
Il biondo sentì un brivido lungo la schiena: se lo sapeva Itachi, lo doveva sapere anche il leader.
“Sei stato fortunato, nonostante il macello che hai combinato nessuno potrà risalire a noi “
Naruto tirò un sospiro di sollievo, forse l’aveva scampata.
“Non avrai intenzione di entrare a Konoha con quel coprifronte?” Gli fece notare Itachi, indicando il coprifronte con raffigurata la luna a falce.
“Oh, me ne stavo dimenticando” rispose sbrigativo, cambiandosi subito il coprifronte della luna rossa con quella della foglia.
“Non sei venuto qui solo per dirmi questo, vero?” Chiese Naruto.
“No, infatti” rispose.
“volevo anche darti un consiglio: smettila di amare le persone”
Il biondo corrugò la fronte, confuso.
“Limitati a provare rispetto per coloro che ritieni al tuo livello, solo questo. Altrimenti farai la fine di quello stupido di Sasori”
Naruto scattò contro Itachi pronto a spaccargli la faccia, ma a lui bastò dare un semplice buffetto sulla fronte del biondo per farlo finire a gambe all’aria.
“Vedi?” Chiese retorico Itachi.
“il tuo affetto per Sasori ti ha spinto a proteggerne la memoria, attaccandomi senza alzare minimamente le difese; in questo modo non diventerai mai forte, se vuoi diventare veramente forte, devi odiare con tutto il cuore i tuoi nemici. Se ti mancherà l’odio, sarai soltanto di intralcio a tutta l’organizzazione”
Si voltò e cominciò a inoltrarsi nella foresta.
“E se ti mancherà l’odio non sarai nemmeno in grado di sfiorarmi, se davvero mi vuoi sfidare”
“Era necessario colpirlo così forte?” Chiese Kisame.
“Lo colpisce molto più forte il leader quando si allena con lui” si discolpò Itachi.
Il mezzo-squalo fece un leggero ghigno.
“Guarda che l’ ho capito, sai?”
“Di cosa stai parlando?”
“Anche se hai avuto un modo tutto tuo per farlo, hai provato a consolare Naruto-kun con quelle parolone sul non provare più amore e cagate varie, non è vero?”
“E’ la più grossa stupidaggine che tu abbia mai detto da quando ti conosco” rispose allontanandosi dal suo compagno.
“Sì, sì, come no! Tanto sappiamo tutti e due che daresti anche tu la tua vita per Naruto-kun, prova a negarlo”
Uff, dopo due giorni di battiture, finalmente è concluso. Un po’ sbrigativo lo “scontro” per così dire fra Itachi e Naruto, ma ero troppo stanco alla fine e ho voluto sbrigarmela in fretta.
Ho avuto anche l’ispirazione per una One-Shot nel frattempo, però l’idea non sembra essere piaciuta a molti, peccato.
Domenica è il giorno libero, ci sentiamo lunedì.
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