L'erede dell'akatsuki

di GexeTheNemesi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La notte della luna rossa ***
Capitolo 2: *** La nuova vita di Naruto ***
Capitolo 3: *** Uno di meno ***
Capitolo 4: *** Ritorno a Konoha ***
Capitolo 5: *** Nella tana del serpente ***
Capitolo 6: *** Vicino alla fine del suono ***
Capitolo 7: *** Colui che scelse la morte per amore ***
Capitolo 8: *** Figlio mio ***
Capitolo 9: *** Sasuke le prende!!! ***
Capitolo 10: *** Qualcun altro oltre a noi? ***
Capitolo 11: *** Casa mia ***
Capitolo 12: *** I Nove Bijuu ***
Capitolo 13: *** Il villaggio della luna rossa ***
Capitolo 14: *** Genin della foglia ***
Capitolo 15: *** Lucifer ***
Capitolo 16: *** Cuore di marionetta ***
Capitolo 17: *** Spettacolo dei duemilacento congegni ***
Capitolo 18: *** Brigata Infernale ***
Capitolo 19: *** Hinata della luna rossa (parte 1) ***
Capitolo 20: *** Hinata della Luna Rossa ( parte 2 ) ***
Capitolo 21: *** Muta ***
Capitolo 22: *** Spettacolo dei quattro congegni(parte 1) ***
Capitolo 23: *** Spettacolo dei quattro congegni (parte 2) ***
Capitolo 24: *** Il debito ***
Capitolo 25: *** Zabuza e Haku del villaggio della Luna Rossa ***
Capitolo 26: *** Hinata vs Naruto ***
Capitolo 27: *** Hotel Luna Rossa ***
Capitolo 28: *** Sharingan! ***
Capitolo 29: *** Doppio Guaio ***
Capitolo 30: *** Prima prova ***
Capitolo 31: *** Sabbia contro neve(parte 1) ***
Capitolo 32: *** Sabbia contro neve (parte 2) ***
Capitolo 33: *** Fuga della Luna Rossa ***
Capitolo 34: *** La vera forza! ***
Capitolo 35: *** Rissa da bar ***
Capitolo 36: *** Il credo dei guerrieri ***
Capitolo 37: *** Foglia e Suono ***
Capitolo 38: *** Hyuuga vs Hyuuga ***
Capitolo 39: *** Una decisione da adulto ***
Capitolo 40: *** Rasengan! ***
Capitolo 41: *** Il villaggio segreto della Luna Rossa ***
Capitolo 42: *** Sogni ***
Capitolo 43: *** Demone nel Demone ***
Capitolo 44: *** La terza prova ***
Capitolo 45: *** Famiglia... ***
Capitolo 46: *** Battaglia a tre ***



Capitolo 1
*** La notte della luna rossa ***



La secondo fanfic su Naruto che scrivo, chiedo pietà per i commenti…
Cosa sarebbe successo se Naruto in fasce fosse finito fin da subito nella mani dell’Akatsuki? Per scoprirlo leggete quanto segue.


L’EREDE DELL’AKATSUKI



La foresta era stata quasi completamente rasa al suolo, scenario del più devastante di tutti i combattimenti: la Kyubi, il più forte dei demoni dotati di coda, contro il più grande ninja dell’epoca, Yondaime hokage. Lo scontro però non vide ne un vinto ne un vincitore, la volpe fini imprigionata in eterno nel ventre di un neonato e il giovane hokage presto sarebbe morto.
“Yondaime-sama!” Gridò un ragazzino correndo verso il suo maestro.
“Kakashi”disse l’ hokage debolmente.
“porta Naruto al villaggio” disse porgendogli il bambino
Il genin rimase confuso.
“Ma… sensei…”
“E’ un eroe” disse ancora l’ hokage.
“è merito suo se il villaggio è salvo”
Il giovane Kakashi fece appena in tempo a prendere in braccio il piccolo fagotto strillante, poi il suo sensei esalò l’ultimo respiro.
“Sensei…” Chiamò inutilmente.
“…sensei…” calde lacrime rigarono la maschera del genin.
“SENSEI!!!” gridò con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
Cadde in ginocchio attento a non far cadere il bambino che teneva in braccio.
“Sì… sensei” disse rialzandosi
“farò come mi avete detto”
Si voltò trattenendo le nuove lacrime e cominciò a correre verso il villaggio, ma a metà strada un ninja vestito con un kimono nero con disegnate sopra delle nuvole rosse gli sbarrò la strada.
“Il bambino” sibilò.
“consegnamelo”
In risposta, Kakashi estrasse il suo kunai.
“Dovrai prima uccidermi!”
Lo sconosciuto alzò un braccio verso il ragazzo, lanciandogli addosso tre grossi serpenti che lo immobilizzarono. Preso alla sprovvista, Kakashi perse l’equilibrio e cadde a terra di schiena, evitando che il bambino venisse schiacciato; ma per lo spavento, il piccolo fagotto si mise a strillare ancora di più.
La figura si avvicinò e prese in braccio il bambino con la stessa delicatezza che si usa per un sacco di patate.
Orochimaru mostrò una faccia parecchio infastidita. “Smettila di piangere!” Gli gridò.
Risultato, il piccolo Naruto si mise a gridare talmente forte che al serpente cominciarono a fischiare le orecchie; stava per estrarre un kunai per far finire quel supplizio quando una mano forte, molto più della sua, gli bloccò il braccio.
“Idiota invertebrato, hai fatto la muta anche al cervello recentemente?” gli disse il nuovo arrivo, anche lui con un kimono nero con delle nuvolette rosse.
Con delicatezza che mai avrebbe creduto di avere, prese il bambino dalle braccia del compagno e lo fissò negli occhi. Incredibilmente, il pianto del piccolo diminuì di qualche ottava, ma era ancora molto spaventato.
“Piangi?” Chiese dolcemente.
“i deboli piangono”
Anche il bambino ora stava fissando negli occhi colui che lo teneva in braccio. “Tu sei un debole, oppure un guerriero?”
Il piccolo Naruto smise di piangere, anche se non poté trattenere qualche singhiozzo.
“Come immaginavo” disse soddisfatto.
Poi si voltò verso il ragazzo immobilizzato dai serpenti.
“Lascialo andare”
Senza discutere, Orochimaru eseguì, liberando Kakashi.
Il compagno del sennin stava scrutando con attenzione gli occhi azzurri del bambino che teneva fra le braccia, ora si era calmato del tutto e si era addormentato, ma prima che chiudesse gli occhi, l’uomo che lo teneva in braccio fu sicuro che gli aveva sorriso. Quando era stata l’ultima volta che qualcuno gli aveva sorriso, in modo sincero?
Concentrato come era, non si accorse che Kakashi si era trascinato fino a lui e ora gli stava tirando la vesta.
“Lascia andare Naruto… il mio sensei… vuole che… lo porti al villaggio”
Non si degnò nemmeno di spostare lo sguardo.
“Naruto, eh?” disse, prima di dargli un poderoso calcio e far perdere i sensi al genin.
“Andiamocene” così dicendo, lui e Orochimaru cominciarono a correre a ritmo sostenuto verso il loro covo.
“In due non potremo mai farcela a estrarre la volpe da quel bambino” gli fece notare il sennin.
“Già”
Passo un silenzioso minuto, poi quello che portava in braccio Naruto alzò gli occhi alla luna: era rossa, un evento davvero raro.
“Akatsuki” disse
“Come?” Chiese Orochimaru.
“Akatsuki, radunerò tutti i ninja traditori più forti da tutti i villaggi e li farò unire nella mia organizzazione: Akatsuki”
“Lo dici come se potessi controbattere, Artemis” ribatte l’altro.
Artemis sorrise.
“Tu hai l’onore di essere il terzo membro dell’Akatsuki e osi anche lamentarti?”
Orochimaru rimase confuso.
“Terzo?”
L’altro allargò ancora di più il sorriso.
“Il primo sono io, e il secondo… beh, lo puoi immaginare” disse dopo aver accarezzato la guancia del piccolo Naruto, e ancora ebbe la netta sensazione che il bambino gli avesse mandato un dolce sorriso.



Lo so… il cap è breve, ma è un idea che mi è venuta sul momento e ho voluto buttarla giù subito, i prossimi cap li faro più lunghi.
Commenti numerosi, miraccomando!!

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Capitolo 2
*** La nuova vita di Naruto ***


Vorrei ringraziare uno per uno tutti quelli che hanno commentato, ma impiegherei almeno quattro pagine di Word (sono stato piacevolmente sorpreso nel vedere che la storia sia piaciuta a molti). Quindi un grandissimo grazie a tutti quanto ed ecco il capitolo numero due!!!


La nuova vita di Naruto


Orochimaru e Artemis raggiunsero la grotta che gli faceva da covo dopo tre ore di viaggio; il pupo aveva dormito beatamente per tutto il viaggio.
Appena varcata la soglia, il sennin posizionò le mani in modo da formare il sigillo del topo e tutta la caverna si illuminò.
“Cosa hai intenzione di fare per la forza portante?” Chiese Orochimaru.
Artemis lo fulminò con lo sguardo e capì subito che sarebbe stato meglio tenersi per se questa domanda.
“Non sono affari che ti riguardano; fai qualcosa di utile una volta tanto: vai nel magazzino e portami l’elenco di tutti i ricercati di livello A e S di tutti i villaggi”
Dopo un rispettoso inchino, il ninja sparì.
Artemis abbassò lo sguardo, Naruto si era svegliato e lo stava osservando con i suoi profondi occhi blu.
“Forza portante…” sussurrò quasi disgustato.
“che brutta parola; non piace nemmeno a te, vero?”
Il bambino fece una piccola pernacchia e si mise a ridere.
Artemis dovette trattenersi dal ridere anche lui; quella serpe di Orochimaru era in giro e non gli andava di fare figure proprio ora che era il capo di Akatsuki.
“Sei un guerriero ora” disse duro al bambino.
“comportati come tale”
Naruto smise subito di ridere, ma non tradì nessuna espressione spaventata.
“Ora va decisamente meglio” commentò soddisfatto.
Orochimaru apparve alle sue spalle.
“Ecco a lei” disse porgendogli un basso plico di fogli.
Artemis glieli strappò dalle mani con la mano libera.
“Così pochi?” Chiese stupefatto.
“Colpa dello Yondaime, finché c’era lui a vegliare sulla terra del fuoco i ninja abbastanza furbi se ne stavano nascosti, appena si spargerà la notizia della sua morte, avremo molti più candidati” disse sorridendo.
“Me lo auguro per te, altrimenti ti manderò in giro per tutta la terra del fuoco a distribuire depliant per spargere la voce. Vado a riposare, e ti suggerisco di fare lo stesso”
Voltò le spalle a Orochimaru e si diresse verso la sua stanza, mentre nel frattempo guardava di sfuggita le foto dei ricercati; alcuni non li aveva mai nemmeno sentiti nominare, altri li ritenne troppo deboli così decise che ci avrebbe dato un occhiata più attente la mattina successiva.
Dopo un vero e proprio labirinto di cunicoli sotterranei malamente illuminati, Artemis giunse nella sua stanza: abbastanza grande da poter essere definita un arena, però di tutto quello spazio, sinceramente, non sapeva di che farsene, fino a quel momento almeno.
“Appena imparerai a camminare” disse rivolto al bambino.
“tu ti allenerai qui, e vedi darmi soddisfazioni: sei un membro dell’Akatsuki, dopotutto”
Forse fu per il fatto che era stanco, forse perché la stanza era illuminata scarsamente, ma Artemis fu certo di vedere il piccolo fagotto fare un deciso cenno di sì con il capo.


Un anno dopo…

“Kakuzu, hai visto il leader per caso?” Chiese Zetsu.
Lui scosse la testa.
“Da ieri non esce dalla sua stanza e non ho la più pallida idea del perché”
Hidan stava lucidando la sua falce, e nel sentire il suo compagno fece una sottile risata.
“Uno più stupido dell’altro” disse a voce abbastanza alta perché i due interessati sentissero.
“oggi è il gran giorno: il pupo sta imparando a camminare” Zetsu sorrise.
“Già, quindi da domani il suo apprendistato da ninja inizierà” disse. Hidan sospirò.
“Quasi invidio quel biondino: apprendistato da ninja all’età di un anno, un sensei come il leader, e la Kyubi da cui attingere il chakra… riuscite a immaginare quale mostro potrebbe venirne fuori?”
A tutti e tre passo un brivido lungo la schiena.
“Ringrazio tutti gli dei per avermi fatto incontrare l’Akatsuki” disse Kakuzu facendo uno strano simbolo religioso.
“Decisamene, non vorrei ritrovarmelo nella lista dei miei nemici” concordò Zetsu.
Tra i muri della grotta riecheggiò un colpo di tosse deciso e inconfondibile.
Tutti e tre si voltarono verso il cunicolo che portava alle stanze di Artemis, lì il leader era appoggiato alla parete a braccia conserte, gli occhi semichiusi, il kimono nero a nuvole rosse sembrava brillare nell’oscurità del covo.
“Guardate chi sta per diventare ninja” disse
Dall’oscurità dietro di lui, emerse con passo molto lento ma deciso un piccolo bambino dai capelli biondi che, a differenza di tutti i presenti, non portava il kimono dell’Akatsuki. Nel suo passo deciso e nel suo sguardo freddo era impossibile non notare delle somiglianze con Artemis.
Di norma, i bambini di appena un anno non camminano certo con una tale sicurezza, anche se il suo passo era forzatamente lento, ma i membri della giovane Akatsuki rimasero comunque sorpresi nel guardare il piccolo Naruto fare i suoi primi passi.
Si fermò davanti ai tre e regalò loro uno dei suoi sorrisi innocenti, soddisfatto di se stesso.
Hidan alzò il pollice verso il bambino per congratularsi, Kakuzu batté addirittura le mani e Zetsu si limitò a sorridere di rimando, ma era felice per Naruto, come anche tutti i suoi compagni. Con quella parte microscopica di umanità che gli era rimasta, si erano affezionati al biondino; tutti, tranne uno di loro, l’unico che non era presente.
“Orochimaru dov’è?” Chiese leader.
“Ha detto che andava a prendere le nuove liste dei ricercati”
Artemis sbuffò.
“Ricordatevi quello che vi dico ora, perché non lo ripeterò più: odio, sottolineo, ODIO le prese di iniziativa, per quanto insignificanti possano essere. Sono stato chiaro?”
“Sì, leader” risposero in coro.
“Bene”
Naruto si voltò di scatto verso Artemis e gli lanciò uno shuriken, che bloccò prendendolo tra il pollice e l’indice
“Oh, siamo ansiosi da quanto vedo” Commentò
Prese due kunai dal suo marsupio e il biondo si lanciò contro il suo sensei.


“Sei rimasto solo?” Chiese Orochimaru a un bambino con dei capelli bianche e gli occhi bordati di rosso chinato su un fiore con una strana lama in mano, sembrava un osso affilato.
“Vieni con me, e sarai il più forte” disse accarezzando malamente la guancia del bambino, che arrossì.
“Qual è il tuo nome?” Chiese.
“Kimimaru Kaguya” rispose subito il bambino.
“Bene Kimimaru, seguimi”
Con il bambino al fianco, Orochimaru sparì nella nebbia.


Quest’ultima parte scommetto che non ve la aspettavate vero? Al prossimo cap.
Ciao! Ciao!

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Capitolo 3
*** Uno di meno ***





Oddio, quanti commenti! Vi giuro che se avessi il tempo( e la voglia) di rispondervi uno per uno lo farei. Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie. Posso solo dirvi questo per ora!
Ecco il cap. numero 3


Uno di meno

Naruto e Artemis erano spariti tra le ombre della grotta, anche se i membri dell’Akatsuky erano certi che in quel momento si stessero allenando nella stanza del leader.
“Ma non vi annoiate a non far niente tutto il giorno voi?” Chiese Orochimaru, varcando in quel momento la soglia del covo, aveva un sacco sulle spalle.
Ai tre passò subito il buon umore che avevano ricevuto dal piccolo Naruto.
“Simpatico come al solito” sussurrò Hidan al suo compagno.
Gettò malamente a terra il sacco.
“Le liste dei ricercati, ora se permettete io me ne vado”
Zetsu lo guardò male.
“Ma se sei appena tornato? Il leader poi era parecchio su di giri a causa tua, dove credi di andare?”
Orochimaru osservò i tre con aria divertita.
“Immagino che non abbiate capito. Con “me ne vado”, intendo dire che lascio l’Akatsuki”
Zetsu comparve dietro il sennin e Hidan e Kakuzu si misero davanti a lui, sbarrando ogni via di fuga a Orochimaru.
“Curioso” disse Hidan puntandogli contro pericolosamente la sua falce.
“mi è sembrato di capire che tu abbia intenzione di lasciarci”
Il serpente non sembrava preoccupato.
“E a me è sembrato che tutti voi tre siate in cerca di una tomba” li canzonò Orochimaru.
Hidan, furioso, si scagliò contro il sennin, che in realtà si rivelò essere una copia esplosiva, che coinvolse sia Hidan che Kakuzu ma Zetsu si riparò nella roccia del covo e non risentì minimamente dell’esplosione.
“Dannazione!” Gridò un Hidan furibondo e grondante di sangue.
“questo kimono era semi-nuovo e adesso è da buttare!”
Kakuzu si limitò a togliersi di dosso la polvere che gli era finita sopra dopo l’esplosione.
“D’accordo, ora è ufficiale: Orochimaru non è più un membro dell’Akatsuki” si limitò a dire Zetsu spuntando per metà dal pavimento.
Tutti e tre si scambiarono un occhiata piuttosto esitante e passò un minuto buono prima che Kakuzu chiese.
“Ok… ora chi lo dice al leader?”


Passò un altro anno…

“Provaci: DE-I-DA-RA. E’ facile!” disse Deidara.
“Da… da…da…” provò Naruto.
Lui scosse la testa.
“No, ripeti ancora: DE-I-DA-RA” disse ancora l’artista, che si beccò delle occhiatacce dal suo compagno Sasori e anche da Zetsu
“Dei… da…da…” provò ancora.
“Ah!” Gridò esultante l’artista puntando un dito contro il bambino.
“L’ ha detto! Sasori, Zetsu, l’avete sentito vero?” Chiese euforico voltandosi verso di loro.
I due lo guardarono ancora più male di prima.
“Come?” chiesero in coro.
Deidara si rivolse di nuovo a Naruto.
“Avanti, dillo ancora!” Supplicò
“Da…” cominciò il piccolo.
“Da…?” incitò l’artista.
“Da…”
Tutti e tre si avvicinarono al biondo, come per paura di non sentire.
“Dat…te…ba…yo!” gridò esultante il bambino.
Deidara si nascose dietro a Zetsu e si mise a fare i cerchietti per terra, tristissimo.
“Oh” borbottò Sasori con scarso entusiasmo.
“La sua prima parola… quasi mi commuovo” disse sarcastico il marionettista.
Zetsu fece uno stano sorriso rivolta a Sasori, poi chiese a Naruto.
“Sai Naruto, la tua bambola e’ davvero carina”
Il piccolo alzò al cielo orgoglioso il piccolo bambolotto di legno da cui non si staccava mai, specialmente la notte.
“Non avrei saputo che farmene… mi sembrava uno spreco buttarla via così…” si giustificò Sasori voltando lo sguardo altrove.
Zetsu rise.
“Non ci provare a imitare Hidan, perché non ti riesce”
“Dattebayo…” sussurrò Deidara nel pieno di una crisi depressiva
Naruto vedendo l’artista così triste gli venne da chiedersi se non fosse colpa sua, così si avvicinò a lui e, dopo aver sfoggiato uno dei sui raggianti sorrisi, gli porse il suo bambolotto, per scusarsi.
“Naruto…” sussurrò l’artista con le lacrime agli occhi e gli occhi luccicanti, ma si ripreso subito, alzandosi di scatto e ergendosi in tuta la sua altezza( mica tanto alto però…Nda)
“Ma dai, stavo solo scherzando… credi davvero che un ricercato di grado S come me possa davvero sentirsi triste per una sciocchezza del genere?” Chiese Deidara.
“Ipocrita” borbottò Zetsu.
“Che faccia tosta” si unì Sasori.
All’artista cominciò a pulsare una vena sulla fronte.
“Avete detto qualcosa?!” Chiese.
“Io ho detto ipocrita”
“Io ho detto che faccia tosta”
Prima che tra i tre scoppiasse la solita lite, tra le mura riecheggiò un colpo di tosse.
“Su, bambini, la ricreazione è finita” li riprese Artemis(Sgamati in pieno, che figura…Nda)
“Zetsu, che mi sai dire dell’assalto che ha subito il villaggio segreto della nebbia di un anno fa?” Chiese Artemis
Lui alzò le spalle.
“Un clan di pazzi psicotici che viveva di genocidi, il clan Kaguya, lo ha attaccato solo per il gusto della carneficina, ma sono stati tutti massacrati, nessuno escluso”
Artemis sembrava preoccupato, erano rare le occasioni in cui lo aveva visto con quel volto.
“Che tu sappia, Orochimaru si era diretto lì durante l’attacco di questo clan Kaguya?”
“Non saprei” disse.
“Ma sì!” ribatte la sua seconda personalità.
“Le liste dei ricercati che aveva portato portavano il marchio del mizukage, dove venire proprio da lì!”
Sasori era confuso.
“Cosa potrebbe significare?” Chiese
“Sono certo che non ci sia alcun legame tra i Kaguya e Orochimaru riguardo all’attacco, però…” disse il leader.
“Kaguya… l’abilità innata delle ossa diamante… di certo farebbe gola a un tipo come Orochimaru” riflettè a voce alta.
“Kakuzu e Hidan non sono ancora tornati?” Chiese.
Ma Zetsu non fece in tempo a rispondere che i due interpellati varcarono la soglia del covo.
“Missione compiuta” disse Hidan mostrando due rotoli di pergamena con attorno un sigillo.
Artemis si avvicinò, li prese e li aprì appoggiandoli entrambi per terra.
“Secondo questo rotolo del clan Kaguya, all’attacco della nebbia hanno partecipato sessantotto ninja” disse indicando il rotolo alla sua destra.
“Ma secondo il rapporto consegnato al mizukage, i corpi trovati erano sessantasette…”
Sasori allora capì.
“Crede che il sopravvissuto all’attacco si sia unito a Orochimaru?” Chiese. Lui fece cenno di assenso.
“Non è un fatto da sottovalutare, il clan Kaguya possiede una delle abilità innate più forti esistenti”
Sospirò arreso.
“Ma è solo un problema secondario; Sasori, quella “traccia” riguardante il Suna… cosa ne pensi?”
“Il Kazekage è un tipo abbastanza folle e sadico da poter fare anche di peggio che trasformare il proprio figlio una forza por… cioè, a farlo possedere da un demone del deserto”
Sasori si corresse in tempo, al leader quelle due parole non piacevano per niente.
“Bisognerebbe approfondire, se mi permette un consiglio” concluse. “Lo faremo, ma prima dobbiamo essere in numero sufficiente per non temere rivali… Deidara, che mi dici di quel tipo, come si chiama, Kisame: pensi sia all’altezza?”
Deidara fece un energico cenno di assenso.
“Ho raccolto molte informazioni a riguardo: le sue tecniche di Suiton sono micidiali, ed è perfino uno dei sette ninja katana della nebbia, sarebbe senza dubbio un ottimo elemento”
“Delle buone notizie, bene. Portalo qui il prima possibile”
Fece un inchino e si diresse verso l’uscita del covo.
“Ah, Deidara” lo chiamò.
L’interessato si voltò.
“Evita certe frivolezze con Naruto quando non sei da solo, ti rendi ridicolo altrimenti”
Tutti i presenti, Naruto compreso, trattennero a stento una risata.
Artemis guardò fuori dal covo: era di sicuro tarda notte.
“Naruto, vieni, è ora di andare a dormire”
Il piccolo sbadigliò e si strofinò un occhio e senza fare discussione segui Artemis nella loro stanza. Già, la loro.
Dopo il solito labirinto di cunicoli, i due arrivarono a destinazione e quasi come uno zombi, Naruto si infilò sotto le coperte del letto che fino a due anni prima apparteneva ad Artemis.
L’uomo gli accarezzò dolcemente la piccola mano, poi si sedette con la schiena contro il letto, vegliando sul sonno del piccolo bambino che, prima di addormentarsi borbotto queste parole.
“da…da…” gli occhi gli divennero pesanti e si abbandonò al sonno.
“papà…”
Il cuore di Artemis perse un battito; cosa gli stava succedendo?

Altri tre anni…

“Provaci ancora!” Incitò Kisame.
“Kage Bushin no Jutsu!” Naruto creò cinque copie. Ognuna di loro aveva una katana dietro la schiena.
Quattro Naruto accerchiarono il ninja mentre il quinto saltò in aria per prenderlo dall’alto. Una tecnica con spada che glia stava insegnando Kisame: l’assalto dei cinque squali di terra.
I quattro Kage bushin e Naruto colpirono nel medesimo istante, formando un'unica forza da cinque lati differenti.
Ma non su può certo ferire un ninja katana con la sua stessa tecnica.
“Mizu Bushin? In un luogo senza acqua?” Disse sorpreso Naruto, scoprendo che quello che aveva assalito non era il vero Kisame.
“Suiton! Mizuryu no Jutsu!”
Un drago acquatico spuntato dal nulla stava per travolgere Naruto e le sue copie, che però non si fecero trovare impreparati.
Quali erano i sigilli? Cavallo… Tigre…
“Katon! Gokaryu no Jutsu!”
I Naruto scagliarono contro il drago cinque palle di fuoco, ottenendo come risultato l’annullamento di entrambe le tecniche.
Dalla nube di vapore apparve Kisame che con un sol fendente colpì tutti e cinque i suoi bersagli, ma rimase interdetto per un secondo: tutte e cinque erano delle copie.
“Dove diavolo è finito?” Gridò.
A rispondergli fu un pizzicore sotto il mento: Naruto gli stava puntando la Katana alla gola.
Clik.
“Dodici secondi e nove. Qual è la scusa questa volta Kisame? Vecchiaia?” Chiese Deidara fermando il cronometro
“Impalati!” gli rispose Kisame
Artemis apparve sulla soglia del covo, con a fianco un ragazzo che Naruto e gli altri dell’Akatsuki non avevano mai visto prima, ma che avrebbero imparato presto a conoscere.v “Signori” cominciò leader.
“vi presento il nuovo membro dell’Akatsuki. Uchiha Itachi”
Kimimaro l'ho scritto giusto quaesta volta! però mico sono tanto sicuro di aver scritto giusti anche la palla di fuoco e il drago acquatico...
al massimo correggerò. Allora visto che alcuni mi dicono di fare una Naru/Hina e altri di non farla assolutamente mettiamola hai voti!
Quindi che sarà così gentile da inserire una recensione potra mettere la coppia che preferisce di tutte le possibili(tranne Yaoi, vi prego!!!) Al prossimo cap!!!

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Capitolo 4
*** Ritorno a Konoha ***



Sto per mettermi a piangere ç.ç… quanti commenti, sono così felice!
Mi fa piacere che facciate anche critiche, così so dove migliorarmi. Tutti mi fate i complimenti per come scrivo, quindi vi rivelerò il mio piccolo segreto… a fine capitolo, però!
MUAAHAHAHAHHA!!!!


Cap 4 Ritorno a Konoha




Naruto osservò il nuovo arrivato piuttosto titubante; aveva attorno a se come una strana aura che dava ai suoi giovani caratteri un aria… demoniaca. Non trovò parole più adatte per descriverlo.
“Loro sono Kisame, Deidara e il più giovane di tutti noi, Naruto” li presentò Artemis.
Fece un annoiato cenno col capo per salutare, Kisame lo stava osservando incuriosito.
“Uchiha?” Chiese, come se avesse capito male.
“Esatto” rispose Itachi e improvvisamente i suoi occhi neri come la pece divennero rosso sangue e le sue iridi ora erano contornate da tre petali neri. Artemis ne aveva parlata a Naruto qualche tempo prima: lo sharingan.
Kisame ghignò con i suoi denti da squalo che sporgevano fuori dalle labbra.
“Allora era vera la voce che avevo sentito qualche tempo fa… Itachi Uchiha, colui che ha sterminato da solo uno dei clan più forti di Konoha”
“Le voci si spargono in fretta” commentò con scarso entusiasmo, spostando lo sguardo da Kisame al biondino di cinque anni che fino a un istante prima gli stava puntando la lama della katana alla gola.
“Kisame sarà tuo compagno nelle missioni che vi assegnerò” Spiegò leader.
Diede un occhiata di sfuggita ad Artemis e poi fece una smorfia, come se avesse detto la più grande stupidaggine del mondo.
“Io lavoro da solo” disse con tono che non ammetteva repliche.
“se non vi sta bene, io me ne vado”
Il bambino fece due passi in avanti verso Itachi.
“Oh certo, come se un ninja traditore come te che si è fatta nemica una forza militare come Konoha abbia molti posti dove andare a NASCONDERSI” Gli disse sottolineando con enfasi l’ultima parola.
“a quest’ora tutti i villaggi della terra del fuoco avranno un nome in più sulla lista dei ricercati, conosci sicuramente come ragionano quelle teste calde della foglia, faranno tutto ciò che è in loro potere per trovarti”
Fece altri due passi in avanti, ora era davanti al nuovo arrivato.
“e tra le poche cose di cui Konoha non è in grado di fare, una di queste è trovare il nostro covo, visto che non è nemmeno a conoscenza dell’Akatsuki. Sei con le mani legate Itachi Uchiha: o fai come ti diciamo o ti ritroverai a dover fuggire per resto della tua vita dalla Foglia, oltre che da noi”
Le parole del bambino sembrarono non sortire alcun effetto su Itachi, ma non era necessario un intelletto superiore per capire che Naruto aveva detto in modo chiaro come stavano le cose: o Itachi si sarebbe unito a loro o sarebbe stato in fuga per il resto dei suoi giorni.
“Ora hai capito in che situazione ti trovi” disse Kisame.
“che rispondi?”
Lanciò un occhiata omicida al bambino e poi sospirò arreso.
“Non mi pare di avere molta scelta” disse semplicemente.
“Bene, Kisame: spiegagli brevemente la configurazione del covo e poi portalo all’arsenale, Naruto: vieni con me”
Il bambino ringuainò la Katana e poi si mise a fianco al suo sensei.
“Non ti allontanare da me” così dicendo entrambi varcarono l’uscita del covo e si inoltrarono nella foresta circostante.
“quanti anni ha quel biondino?” Chiese Itachi al suo nuovo compagno.
“Cinque” rispose sorridendo.
Dovette ricorre a tutto il suo sangue freddo per non mostrare un faccia sorpresa.
“Parla come un adulto” disse Itachi.
“E combatte come un Jonin speciale” lo informò Kisame.
L’Uchiha sospirò.
“Perché non fatico a crederlo?” Si chiese.


“Fantastico!” Gridò Naruto correndo da tutte le parti.
“E’ la prima volta che esco dal covo! Artemis-sensei, andiamo in luogo particolare? “
“Sì, a Konoha” disse, nel suo tono di voce Naruto percepì una tonalità diversa dal solito, come se fosse preoccupato.
“Artemi-sensei” chiese avvicinandosi.
“va tutto bene?”
Lui in risposta sorrise e gli scompigliò i capelli già arruffati di loro.
“Vediamo di sbrigarci, sono due giorni di viaggio fino a Konoha”

Molto lontano di lì intanto…
Kimimaro si stava passando da un dito all’altro un kunai con aria annoiata; la cosa non risulterebbe strana, se non fosse per il fatto che si trovava sopra un enorme pila di cadaveri.
“Complimenti Kimimaro” Orochimaru apparve dalle tenebre.
“i Jonin speciali di tutti i clan non riescono a ferirti nemmeno quando ti attaccano in gruppo, ormai nel Taijutsu sei bravo quanto me”
Kimimaro scese subito dalla macabra colonna e si prostrò davanti al suo sensei.
“Voi mi onorate, Orochimaru-sama” disse
Quasi non sentì i canini di Orochimaru insinuarsi nel suo collo per rilasciare poi una potente tossina.
Kimimaro si osservò il torace: uno strano simbolo formato da tre simboli simili alla luna a falce era apparso sul suo petto.
“Ma questo… è il sigillo della terra! Con questo un giorno potrò diventare un recipiente per voi, non è vero?” Chiese colmo di gioia il giovane.
Orochimaru spostò il suo sguardo alla spalle del suo ninja migliore e anche Kimimaro lo imitò: alle sue spalle c’erano quattro ninja del suono, erano i guardiani delle quattro porte.
“Cosa scegliete?” Chiese loro Kimimaro.
“sottomettervi o morire?”
I quattro risero.
“Ma sentitela questa carogna” disse l’unica ragazza del gruppo, prima che tutti e quattro gli si scagliarono contro.
Dopo circa trenta secondi, il ciccione e il tipo con sei braccia era a terra e svenuto, la ragazza e l’altro rimasto ancora cosciente era ridotti male.
“Allora?” incitò Kimimaro
I due si scambiarono un occhiata d’intesa, poi si inginocchiarono. “Ci sottomettiamo” dissero in coro.
Orochimaru rise soddisfatto, poi si avvicinò a Kimimaro.
“Ho una missione da affidarti Kimimaro, è della massima importanza”
L’interessato si voltò.
“Mi dica, Orochimaru-sama”
“Se conosco bene un nemico di mia conoscenza sono certo che ora si stia dirigendo a Konoha con il suo pargoletto appreso; portami il bambino, vivo. Ma stai attento, l’uomo che lo accompagna è perfino più forte di me, per quanto tu sia potente non avresti speranze in uno scontro diretto contro di lui, ma se userai il bambino non oserà muovere un dito”
“Come lo riconoscerò?” Chiese Kimimaro.
Orochimaru esplose in una fragorosa risata.
“Fidati, lo riconoscerai da solo. Il suo livello di chakra è così alto che ne percepirai subito la presenza”
Fece un profondo inchino e poi sparì in uno sbuffo di fumo.
Per quanto la forza portante possa essere migliorata, non sarà mai in grado di resistere a Kimimaro. Pensò sicuro di sé il sennin.
Quanto si sbagliava…


Due giorni passano in fretta, ma Naruto era preoccupato. Conosceva il suo sensei abbastanza bene da capire che nonostante il suo volto fosse indifferente, dentro di se era molto preoccupato.
“Siamo arrivati” disse infine Artemis.
Davanti a loro si stagliavano le imponenti porte di Konoha: gente che andava, che veniva. Tutti, tuttavia, veniva minuziosamente ispezionati dai Jonin addetti all’entrata della città.
“Fai l’indifferente”
I due varcarono l’entrata di Konoha, ma né i passanti né i Jonin sembrarono notarli.
“Vorrei saperli usare anch’io i Genjutsu” commentò Naruto
“Te l’ ho già spiegato, non tutti sanno usare i Genjutsu, ora zitto e cammina”
Naruto osservò ancora più preoccupato il suo sensei, l’ultima volta che gli aveva risposto con quel tono era stato quando gli aveva chiesto un parere sulla sua tecnica dell’erotismo.
Girarono per le affollate via di Konoha per una decina di minuti, fino a giungere a un ampia zona pianeggiante, al centro di questo spazio verde c’era una roccia azzurra di forma particolare.
“Cinque anni fa, Konoha fu attacca da un enorme demone volpe, la Kyubi, che distrusse quasi tutta la città e se non fosse stato per lo Yondaime tutta la Foglia sarebbe stata rasa al suolo, ma morì a causa della tecnica che utilizzò per sconfiggere la volpe. Sai come la sconfissi? La sigillò all’interno del ventre di un bambino”
Osservò il suo allievo con sguardo serio.
“Quel bambino, Naruto, eri tu”
Il bambino sbarrò gli occhi, portandosi istintivamente le mani alla pancia, quasi temesse la volpe sbucasse fuori da un momento all’altro.
“Quella che vedi Naruto” disse Artemis indicando la roccia.
“è la lapide di tutti coloro che sono morti per proteggere questa città”
Naruto fece cenno di assenso semi-sconvolto.
Il suo sensei rimase in silenzio, come se si fosse perso nei ricordi.
“Sensei, non mi avete portato qui solo per dirmi questo, vero?”
Naruto vide sul viso del suo maestro l’espressione più triste che avesse mai visto.
“Sono passati cinque anni esatti da quando ti ho incontrato Naruto, e ritengo che tu sia abbastanza grande per sapere anche un’altra cosa”
Artemis cominciò ad avvicinarsi alla lapide e anche il suo allievo lo seguì.
“Su quella lapide…” cominciò fermandosi davanti alla roccia azzurra.
“sono incisi anche i nomi… dei tuoi genitori”
Il bambino accusò il colpo come una coltellata. Quante volte aveva fantasticato nei suoi sogni riguardo i suoi genitori? Quante volte ne aveva chiesto informazioni ad Artemis, e lui ripetutamente cambiava discorso?
“Erano… erano entrambi di Konoha allora?”
Lui fece cenno di assenso.
“Tua madre era un ninja medico, una delle migliori, tuo padre…” sospirò tristemente, stava per togliersi un peso dal cuore che lo affliggeva da quando aveva deciso di prendersi cura di Naruto.
“Come…” chiese
“come sono morti?”
Migliaia di aghi bollenti colpirono il cuore di Artemis: era giunto il momento.
“Sono… sono stati assassinati” rispose.
Non chiedermelo supplicò a bocca chiusa il leader dell’Akatsuki
Ti prego Naruto, non chiedermelo
“Da chi?”
Questa volta, Artemis fu certo che il suo cuore si sarebbe spaccato in due dal dolore. Era questa la punizione per tutto il male che aveva fatto? Troppo. Era troppo, non poteva sopportarlo.
Il sensei non rispose, ma rimase in silenzio.
Un dubbio atroce si fece strada nel cuore innocente del bambino.
“Sensei… chi è stato… chi è stato a ucciderli?” Chiese con le lacrime agli occhio.
Ancora rimase in silenzio.
“Naruto…” sussurrò Artemis.
L’ultima cosa che Naruto ricordò di quel giorno fu una grossa esplosione e un grande dolore alla testa, che gli fece perdere i sensi.
Ma prima di svenire fu certo di vedere un ragazzo dai capelli bianchi con uno strano disegno sul torace prenderlo tra le braccia.


Uh, ragazzi. Non so cosa ne pensiate voi, ma con questo capitolo penso di essermi superato! Anche se non ci sono scene comiche, però rimedierò presto!
Il mio segreto è questo: faccio lo scrittore!
Adesso però non figuratevi l’immagine di un matusa… faccio ancora le superiori!
Per il pairing vi lascerò col fiato sospeso ancora per qualche capitolo.
Alla prossima!!!

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Capitolo 5
*** Nella tana del serpente ***



Ri-eccomi! Ragazzi, ma mettevi d’accordo!!! C’è gente che dice che ci sono poche naruhina, altri dicono che sono le narusaku a essere poche, ma dove siamo? Al parlamento???(Che ridere…:NDTutti) vabbè, allora deciderò io. HIHIHIHHIHIHHIHI(risata da Kyubi)(Brrrrrrrr:NDYondaime)

Cap 4 Nella tana del serpente



Naruto si svegliò alcune ore dopo, un posto umido e scarsamente illuminato. Era in una cella sotterranea, vedeva fuori dalla sbarre della sua prigione il ninja che lo aveva rapito.
“Ci si fa l’abitudine, dopo due o tre anni. Parla l’esperienza” disse con volto impenetrabile.
Naruto si alzò di scatto per spaccare la faccia al ninja, ma se ne pentì subito: una fortissima nausea lo avvolse e un terribile giramento di testa gli fece perdere l’equilibrio facendolo cadere con il sedere per terra.
“Veleno di aspide del Suna, sarebbe capace di stendere un elefante tanto è potente” gli spiegò
Il bambino si portò una mano alla tempia: sembrava che stesse per scoppiare. “Il mio sensei mi troverà!” Gridò Naruto.
Solo in quel momento si ricordò quello che era successo prima che svenisse: aveva chiesto ad Artemis chi aveva ucciso i suoi genitori e lui non gli aveva risposto, se non con quello sguardo tristissimo.
Nel sotterranei riecheggiò una risata terrificante, non poteva appartenere a un essere umano. Dietro al ninja dai capelli bianchi ne comparve un altro: aveva lunghi capelli neri che gli cadevano sulle spalle e il suo sguardo sembrava quello di un serpente più che quello di un uomo.
“Oh, ma quanto siamo fiduciosi nel nostro sensei” ghignò il nuovo arrivato.
Fece il sigillo del topo, e la porta della cella si aprì.
“Sai chi sono io?” Chiese
Naruto sorrise di scherno.
“L’idiota invertebrato che ha fatto la muta al cervello?” lo stuzzicò il biondo.
Kimimaro stava per attaccarlo, ma Orochimaru lo bloccò.
“A quanto pare la considerazione che aveva Artemis di me non è cambiata negli anni” rispose, non risentendo per niente della provocazione lanciatagli da Naruto.
“Ora torna a dormire” disse, colpendo violentemente il bambino allo stomaco.


“Aumentate il passo!” Gridò Artemis.
Era riuscito a tempo di record a recuperare tutti i membri dell’Akatsuki, anche se con Itachi fu costretto a usare un Genjutsu piuttosto violento, ma dopo quell’esperienze, era certo che non avrebbe più messo in discussione nessuno dei suoi ordini.
Stavano saltando tutti e otto da un albero all’altro da quasi mezza giornata, nessuno osava fiatare: si fidavano del leader e più di ogni altra cosa tutti quanti, Itachi compreso stranamente, volevano recuperare il loro compagno.
Artemis alzò un braccio per far segno al gruppo di fermarsi.
“Zetsu, Kakuzu” chiamò.
I due interessati apparvero immediatamente al suo fianco.
“Ho bisogno di un diversivo; usate la Henge no Jutsu per prendere il mio aspetto, mettete fra di voi cinque chilometri di distanza e poi usate le tecniche più appariscenti e dirompenti che conoscete”
“Tutte quante?” Chiese Zetsu con gli occhi che gli brillavano.
“Le più dirompenti?” Chiese Kakuzu sfregandosi le mani.
“Andate!” Ordinò, e i due sparirono.
Cinque minuti dopo cominciarono a sentire delle forti esplosioni, colonne di fumo multi colore si innalzarono verso il cielo, prendendo la forme di un qualche simbolo religioso.
“Seguitemi!”
Scese dall’albero e i membri rimanenti lo imitarono, davanti a loro si mostrava imponente una enorme statua raffigurante un serpente con le fauci spalancata.
“Faceva prima a metterci un insegna con scritto “Covo di Orochimaru: benvenuti, domenica e festivi tariffa doppia per i ninja stranieri”“
Leader non ci badò: era il modo di Kisame per esprimere la sua agitazione, lo sapeva bene.
Poi successe l’ultima cosa che Artemis si potesse aspettare: senza preavviso, il serpente si animò, colpendolo violentemente con un colpo di coda. Kisame e gli altri stavano per intervenire, ma leader li fermo.
“No! E’ mio!” disse con tono che non ammetteva repliche.
Dietro al serpente si poteva vedere l’entrata di un passaggio sotterraneo, il covo che Artemis e Orochimaru avevano usato in precedenza quando ancora non esisteva l’Akatsuki.
Il mostro comandato da Orochimaru si scagliò nuovamente contro di lui.
Sto arrivando, Naruto Pensò Leader, puntando il palmo della mano verso il mostro di pietra
Orochimaru ha commesso il suo ultimo errore
Artemis si lanciò contro il serpente, mentre nel suo palmo cominciò a roteare vorticosamente una sfera di chakra.
“Rasengan!” gridò, colpendo con tutte le sue forze il serpente di pietra.


“Sono arrivati?” Chiese Orochimaru a Sakon, sicuro della risposta.
“Hanno appena sconfitto il guardiano di pietra, mio signore” rispose.
“Dì a Kimimaro e agl’altri di mettersi in posizione, dovete trattenerli il più possibile”
Sakon si congedò, lasciando solo Orochimaru.
“Allora, dove eravamo rimasti?” Chiese il sennin voltandosi.
Al centro di quella che sembrava un arena c’era Naruto disteso per terra, la sua fida katana al fianco, era stremato.
“Suvvia, vuoi farmi credere che è tutto qui quello che quell’incapace del tuo sensei ti ha insegnato?”
Queste parole bastarono per far rialzare Naruto di scatto che si scaglio di nuovo contro il ninja.
“Kage Bushin Shuriken!” il biondo lanciò sei shuriken che divennero trenta, moltiplicati dalla sua tecnica.
“Kiochiyose no Jutsu” disse con calma portando una mano sul pavimento, evocando un enorme serpente che lo protesse dall’attacco di Naruto.
Ormai le aveva provate tutte: i cinque squali di terra, la moltiplicazione, l’arte del fuoco e della terra. Niente sembrava scalfire il ninja leggendario che aveva davanti.
Lo voglio battere! Pensò
Devo inventarmi qualcosa, lo devo battere!
Improvvisamente sentì una sensazione che non aveva mai provato prima: gli sembrava di sprofondare nel pavimento… sì, stavo proprio sprofondando. Cos’era? Genjutsu?
No, qualcosa gli diceva che non si trattava di Genjutsu.
Si ritrovò in quelle che sembravano delle fogne, l’odore di acqua putrefatta e l’aria pesante, almeno, lo indussero a pensare questo; Ma poi sentì chiaramente un forte ruggito, provenire dal profondo di quelle fogne.
Incuriosito, percorse il labirinto di cunicoli seguendo il ruggito, fino a trovarsi davanti a un imponente cancello di sbarre; rinchiuso dietro di esso, c’erano due enormi occhi rosso sangue che lo stavano osservando famelici.
“Avvicinati, Naruto” disse una voce da dietro quel cancello.
Naruto obbedì senza esitare, ma appena fu abbastanza vicino al cancello degli artigli spuntati da dietro le sbarre per poco non lo tranciarono in due.
“Avrai una gran voglia di sbranarti, ma questo cancello mi blocca… che sigillo fastidioso”
Ma allora Pensò Naruto
Quella è la Kyubi. Il biondo deglutì a vuoto
“Non avrei mai pensato che ti saresti avvicinato a me, cosa sei venuto a fare qui!?”
Allora un idea venne in mente a Naruto: per quanto Orochimaru possa essere forte, non lo sarebbe potuto essere come la volpe.
Naruto imitò alla meglio il volto di Artemis quando stava minacciando qualcuno.
“Cretina di una volpe, visto che vivi nel mio corpo dammi un po’ del tuo chakra come affitto!” disse
All’inizio la volpe rimase sorpresa poi esplose in una risata che non aveva niente da invidiare con quella di Orochimaru.
“HAHAHHAHAH! Che coraggio! Tu che mi minacci ?! Ma in effetti, se muori tu, muoio anch’io”
Si sentì invadere da un enorme potere, diverso dal suo solito chakra: questo era rosso, e molto più potente di quello che usava normalmente.
Naruto si ritrovò di nuovo davanti al ninja leggendario circondato dal chakra rosso della volpa.
“Allora?” lo istigò Naruto.
“questa non te la aspettavi, vero?”
Il sorriso tronfio di Orochimaru gli fece credere di aver commesso un enorme errore di valutazione
“Tu credi?”
Senza che Naruto ebbe il tempo di accorgersene, il ninja leggendario lo colpi di nuovo.
“Sigillo Pentastico!”


“Che si fa?” Chiese Sasori.
Il passaggio sotterraneo si divideva in sei cunicoli, che non c’erano quando Artemis usava quel covo.
“Non è ovvio? Ci dividiamo” rispose prendendo il passaggio davanti a lui, vedendo con la coda dell’occhio che gli altri prendevano ognuno una strada diversa.
Stava percorrendo il cunicolo da meno di un minuto quando i suoi sensi lo misero all’erta, e anche tutti gli altri membri dell’Akatsuki se ne accorsero.
Questo… è il chakra di Kyubi! Non va bene per niente!

Kisame si ritrovò in una grotta ricca di stalattiti e stalagmiti, al suo fianco una cascata sotterranea zampillava allegra.
Non era quella la sua destinazione.
“Hei, merluzzo! Sul menù di oggi c’è pesce arrosto, non lo sai?”
Con una vena pulsante sulla fronte, Kisame alzò lo sguardo: sul tetto c’era un ninja del suono davvero grasso, quasi completamente pelato se non per qualche ciuffetto arancione qua e là.
Hidan percorse la strada, ma finì per sbucare fuori dal covo.
“Ciao carino, hai perso la strada?” lo canzonò una ragazza dai lunghi capelli rossi con un flauto in mano
Sasori sbucò fuori dal covo in mezzo alla foresta, lontano da Kakuzu e Zetsu per suo fortuna
“Mostriciattolo, perché non giochiamo un po’?”
Un tipo con sei braccia dalla pelle scura si piazzo davanti al marionettista, ghignando come un ebete.
“Soffro di claustrofobia, maledizione! Dov’è l’uscita?!” Grido Deidara correndo come un pazzo per il corridoio di pietra, ma invece dell’uscita davanti a lui si piazzo un tipo dalla pelle bianche che gli spuntava quella che sembrava un altra testa da dietro la schiena.
“Non gridare, altrimenti mi fai arrabbiare”
Itachi arrivò nella stanza del arsenale, dove ad attenderlo c’era un ragazzo dai capelli bianche con gli occhi bordati di rosso.
Nel guardarlo, a Itachi sembrò di trovarsi davanti a uno specchio: la stessa espressione impassibile e fredda.
“Cominciamo?” disse semplicemente.
Artemis vide Orochimaru che gli dava le spalle.
“Dov’è Naruto?” Chiese
Il sennin si voltò lentamente, negli occhi la gioia selvaggia di chi a coronato un suo sogno.
“Sai perché ti rispettavo?” Chiese Orochimaru invece di rispondergli.
“perché non avevi punti deboli, ma dopo quel giorno a Konoha…” continuò, scuotendo la testa.
“sei diventato vulnerabile”
“Dov’è?” Chiese con gli occhi ridotti a due fessure.
Lui estrasse da dietro la schiena un lunga spada e si portò in posizione.
Artemis “A quanto pare”
Kisame “Sarà”
Hidan “qualcosa”
Sasori “di”
Deidara “molto”
Itachi “noioso”



Mmh… forse qui avrei potuto fare di meglio…
Avverto che domani sarò via tutto il giorno quindi, dato che di domenica, se permettete, ho da fare, il prossimo aggiornamento ci sarà lunedì.
Nel prossimo capitolo ci sarà il mitico TOBI!!!(Yeahhhhhhh!:NDTobiFanClub)

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Capitolo 6
*** Vicino alla fine del suono ***



Allora ragazzi, visto che qui da me sembra sia scoppiato il diluvio universale, per la vostra gioia, penso che oggi posterò il nuovo cap.
Una piccola nota: io con il manga mi sono fermato al numero 31, la personalità dei personaggi come Kakuzu, Hidan e Tobi è data per sentito dire, se non combacia fatemelo sapere subito che provvederò!


Cap 6 Vivino alla distruzione del suono


Kisame e Jirobou si scambiarono un occhiata acida e poi partirono all’attacco. “Mizu Bushin no Jutsu!”
Dal fiume sotterraneo accanto al ninja traditore, comparvero altre quattro copie, voleva concludere il combattimento in fretta con i cinque squali di terra.
Il ninja del suono con un balzo si portò davanti all’originale e tentò di colpirlo all’addome con un Kunai, ma Kisame si fece scudo con la sua fidata Samehada.
Mai avvicinarsi troppo a un ninja della nebbia! pensò diabolico Kisame.
“Suiton! Suirou no Jutsu!”
Portò una mano sull’addome del suo avversario e un enorme bolla d’acqua lo imprigionò, mentre le quattro copia avevano già circondato
la prigione acquatica
“Cinque squali di terra!”
L’attacco andò a segno, ma all’interno della prigione acquatica, invece dell’avversario, c’era un pezzo di stalattite.
“Sostituzione, eh?”
E’ per questo che voglio rimanere scapolo per tutta la vita, dannazione!
Tayuya si era messa a suonare il flauto e Hidan cadde nel suo Genjutsu colto alla sprovvista.
“Cosa c’è carino? Non riesci più a muoverti?”
Hidan era ricoperto da fili di acciaio che diventavano sempre più stretti col passare dei secondi.
“Ora stammi a sentire stupida oca! Sai chi sono io!? Sono Hidan! Un ninja ricercato di grado S che non teme rivali! Appena mi sarò liberato, quel flauto te lo faro ingoiare, capito!?”
Liberazione!
Hidan fermò il flusso di chakra del suo cervello per qualche istante, per poter scogliere l’illusione in cui era caduto.
“Ora sono veramente arrabbiato!” Gridò scagliandosi contro la ninja del suono.

“Sai che cos’è la Kugutsu no Jutsu?” Chiese annoiato Sasori al tipo con sei braccia.
“Dovrei?”
In risposta, Sasori lo colpì in pieno con la lunga coda d’acciaio di Hiruko, il ninja del suono venne colpito così violentemente che quando venne scaraventato contro l’albero alle sue spalle lo sfondò da parte a parte.
“Troppo facile” disse Sasori.
Dai resti dell’albero riemerse una figura raccapricciante ricoperta con una specie di corazza d’orata.
“Non ti stai sopravvalutando un po’ troppo?” Lo canzonò l’avversario.

Brutta situazione Pensò Deidara
Non posso usare le mie tecniche qui sotto, o il soffitto mi cadrà addosso
“Qualcosa non va, biondino?”
Deidara arretrò di un passo.
Devo portarlo all’aperto, se fingo di fuggire e lo porto fuori lo sistemo come si deve!
L’artista girò i tacchi e cominciò a correre nel verso apposto, ma si ritrovò davanti di nuovo lo stesso ninja del suono.
“Kage Bushin?”
“No” rispose quello che credeva fosse l’originale.
“siamo gemelli siamesi e questa è la nostra abilità innata”
Sul viso dell’artista comparve un sorriso amaro, era in trappola, oltre alla sua abilità innata non conosceva molte altre tecniche utili nel corpo a corpo: sarebbe finita lì.
Ma si accorse che non gli dispiaceva più di tanto se moriva per salvare una certa persona.
Naruto
Mise la sua mano destra nel marsupio che conteneva l’argilla.
Mi sarebbe piaciuto vederti diventare grande, ma pare che questo piacere non mi sarà concesso
“Deidara-sempai, la prego, si fermi!” gridò una voce in lontananza.
Da sopra la spalla del ninja che gli stava davanti vide chi aveva gridato… ecco: ora aveva una ragione in più per voler farla finita

Itachi e Kimimaro non si erano spostati di un solo millimetro, continuavano ad osservarsi con aria di chi si sente superiore.
“Senti” disse ad un certo punto Itachi.
“L’unica persona per cui io provi rispetto ora è nei guai, se non ti togli subito di mezzo, farò in modo che di te non resti neppure un capello”
Kimimaro si scrocchiò il collo con un rumore tanto forte da far sembrare che se lo fosse rotto di netto.
“Stavo per dirti la stessa cosa, vediamo se sarai in grado di resistere alla mia danza” rispose.
“Tsubaki no Mai!”

“E’ l’ultima volta che lo ripeto” disse Artemis, mentre i suoi occhi si iniettavano di sangue.
“Dov’è Naruto?”
Orochimaru passò la sua lunga lingua sulla lama della spada.
“Ti consiglio di concentrarti di più, non mi sei così superiore da potermi battere anche con la testa altrove”
Orochimaru fece un sigillo che Artemis no aveva mai visto prima.
“Kiochiyose-Edotensei”
Dal pavimento cominciarono a spuntare fuori una bara di legno.
Che razza di tecnica è questa?
Fu questo l’errore di Artemis, la sua ignoranza. Se avesse saputo, non avrebbe certo lasciato fare al sannin (l’ ho scritto giusto stavolta!!!)
Il coperchio della bara cadde a terra con un tonfo e Artemis, vedendo chi ne stava uscendo, si ricordò di una sensazione sgradevole e terribile che sperava non avrebbe più provato: la paura.
“Salve… fratello”
Un ragazzo giovane, che Artemis sapeva avere ventitre anni, con dei capelli biondi dritti, occhi azzurrissimi e con quel suo insopportabile sorriso radioso.
“Salve… Yondaime”
Suo fratello sorrise.
“Oh, ma come siamo formali, non chiami per nome tuo caro fratello?” Chiese il biondo.
Artemis mostrò la sua faccia più furibonda.
“Se devo essere sincero, non ti ho mai considerato mio fratello” gli rispose acido.
Yondaime fece l’aria di uno caduto dalle nuvole.
“Ah già, me lo ero dimenticato… non ero tuo fratello legittimo, giusto?”
Yondaime scosse la testa.
“posso capire che tu mi odiassi a morte, ma cosa centrava Sasha?” Chiese, in uno di quei rarissimi casi in cui sul volto dello Yondaime compariva un volto furibondo.
Artemis sorrise, godendo della rabbia che ribolliva sul volto del fratello.
“Te l’avevo detto, no? Io odio a morte tutto ciò che hai amato e distruggerò tutto ciò a cui ti sei sentito vicino e appena sarò pronto toccherà a Konoha!”
Orochimaru sospirò nostalgico.
“Questa era una delle poche cose su cui io e Artemis andavamo d’accordo” ma le sue parole furono ignorate da entrambi.
“Non dire puttanate!” Gridò Yondaime facendo un passo vero il fratello, che rimise le distanza facendone uno indietro.
“tu amavi Sasha almeno quanto me!”
Gli occhi di Artemis divennero completamente rosso sangue.
“NO!” Gridò, più per convincere se stesso che il fratello.
“la persona che allora amavo di più l’ hai uccisa tu!”
“Aveva tentato di uccidere Sandaime! Avevo il dovere di punirla!”
“Stronzate!”
Solo allora Artemis sembrò risvegliarsi da una specie di sonno.
“Che tecnica è questa, Orochimaru?”
Lui rise.
“Oh, finalmente me lo hai chiesto: è una tecnica di resurrezione che ho sviluppato io stesso”
Artemis sbarrò gli occhi.
“Resurrezione?”
“Sì, sacrificando una vita umana mi è possibile far resuscitare un anima e il suo aspetto terreno. E’ una tecnica che ho sviluppato io stesso”
Possibile che esista una tecnica del genere? Pensò
Fatico a crederlo, eppure Yondaime è davanti a me! Forse potrebbe anche…
“So quello che stai pensando” disse Orochimaru.
“se me lo chiedi in ginocchio giurandomi fedeltà, sono disposto a riportare in vita la tua amata sorella”
Pur di rivedere sua sorella, Artemis forse avrebbe accettato; ma prima che prendesse una decisione, fu come se qualcuno gli diede un colpo allo stomaco.
“Chi hai usato per far risorgere Yondaime?”
Il sorriso serpentesco del sannin si allargò.
“Sei proprio sicuro di volerlo sapere?”

“Ora mi sono stufato! Suiton: Suiryudan no Jutsu!”
Il ruscello si animò, trasformandosi in un enorme drago acquatico che si schiantò sul ninja ciccione.
“Non è finita! Suiton: Daibakufu no Jutsu!”
Il drago si trasformò in un vortice che fece sbattere Jirobou sulle stalattiti delle grotta, trafiggendolo.
Kisame voltò le spalle e si mise a correre.
Resisti marmocchio, sto arrivando!


“Insomma, muoviti!” Gridò Hidan alla striscia di incenso, aveva appena sconfitto la ninja, ma non si poteva concludere una battaglia senza il rito…
Nel medesimo istante in cui l’incenso si spense, Hidan si diresse nuovamente verso il covo.
Sei l’ultima persona a cui vorrei fare un rito funebre. Naruto, non morire per favore!

Con Sasori era tutta un altra storia: il tipo con sei braccia aveva evocato un ragno enorme che a sua volta aveva portato in gioco almeno un migliaio di ragni grossi come cocomeri.
“E’ ora di chiudere bottega, odio far aspettare la gente: Tecnica segreta della sabbia rossa: spettacolo dei cento congegni!”
Ancora due secondi e sono da te, piccolo.

“Deiadara-sempai! Non siete ferito vero?” Chiese il salvatore dell’artista, un ninja che portava una curiosa maschera arancione.
“Me la sarei cavata anche da solo Tobi”
“Non ne dubito sempai, ma non ho resistito quando ho visto che eravate in svantaggio numerico!”
Se non ci fosse stato Tobi…
“Dove sono tutti gli altri e il piccolo Naruto-chan?”
“Poche domande e seguimi!”

“Hessendan no Mai!”
Ma prima che l’attacco raggiunse il suo obbiettivo, Itachi usò la sua arma segreta: il Mankeyoru Sharingan( di sicuro l’ ho scritto sbagliato, qualcuno sa come si scrive correttamente?:Nda) così facendo, il corpo di Kimimaro sparì.
Noioso… proprio come pensavo
All’insaputa di tutti quanti, nei sotterranei del covo di Orochimaru, due Rasengan si scontrarono, mentre un serpente si sbellicava dalle risate.


Quanto a lunghezza questo cap batte tutti quelli che ho fatto…
Forse vi aspettavate di meglio da Tobi, vero? Non linciatemi adesso però.
Che fine avrà fatto il piccolo Naruto-chan? HIHIHIHHIHIHIHIHIHIHIH (risata da kyubi)(Brrrrr… Ehi, ma non c’eravamo già passati?)
Bye Bye!

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Capitolo 7
*** Colui che scelse la morte per amore ***




Cavolaccio! E’ da Ieri che non smette di piovere e appena tornato a casa era zuppo come un biscotto! E’ cosa pensate si possa fare in una giornata come questa?( Beh… qualcosa io in mente ce l’avrei…:NdSakura guardando Sasuke)(…:NdSasuke)(E io?!?!?NdNaruto)(BAKA!:NdSakura) A parte quello… Va beh, ecco a voi il settimo capitolo.
Ah, facciamo un piccolo concorso: il primo che mi sa dire che tipi di tecniche usano Tobi, Zetsu, Kakuzu e Hidan deciderà il pairing della fic. ( o deciderà anche di non metterlo), Ok?


Cap 7 Colui che per amore scelse la morte.




“Rasengan!” Artemis.
“Rasengan!” Yondaime.
Artemis venne scaraventato contro il muro, il Rasengan del suo avversario era di gran lunga superiore al suo.
“Artemis, ti sei dimenticato chi è stato ad insegnarti quella tecnica?” Gli chiese Yondaime.
Il leader si rialzò subito con un colpo di reni.
“Un verme schifoso che ho intenzione di ammazzare per la seconda volta”
Cominciò a eseguire velocissimo una serie di sigilli.
“solo che questo volta mi occuperò di te personalmente! Katon: Karyuu Endan!”
Un enorme drago di fuoco si sprigionò dalla bocca di Artemis, colpendo in pieno Yondaime che finì sul fondo di quella strana arena.
Allora Artemis scattò verso Orochimaru e con velocità incredibile lo prese per il collo.
“Lurido bastardo! Hai usato Naruto per richiamare mio fratello, non è così!?” Gridò, stringendo la presa attorno al collo del sannin.
“Il processo non è ancora completo” sussurrò cercando di respirare, ma la presa del leader era ferrea, con un colpo secco avrebbe potuto spezzare il collo di Orochimaru.
“ho usato apposta il sigillo pentastico sul ragazzo in modo che la sua anima restasse legata al copro anche dopo la Furou Fushi no Jutsu”
Quasi involontariamente, la prese sul collo del sannin si allentò e subito Orochimaru ritrovò il suo sorriso maligno.
“Però… non posso far tornare il tuo caro Naruto se mi spezzi l’osso del collo”
La presa si allentò ancora di più e Orochimaru ne approfittò subito per liberarsi.
“Fai tanto il bravo sensei, ma se non mi sbaglio è stata tua l’idea di cercare tutti i demoni dotati di coda per offrili alla statua del re dell’inferno… non sei proprio stato tu a dire che non ti saresti fermato di fronte a niente pur di raggiungere il tuo scopo?”
“E’ lo farò!” disse deciso.
“Anche se questo significasse uccidere il tuo caro allievo?” Chiese il sannin.
I due si guardarono negli occhi per un lungo istante, Yondaime nel frattempo era ricomparso al fianco del suo evocatore, forse in attesa di ordini.
“Non sprecherò il mio fiato con te” si limitò a dire.
“fai tornare subito Naruto, e potrei optare per una morte quasi indolore”
Il sannin scosse la testa divertito.
“Io non posso farlo, ma tu sì”
La figura di Orochimaru diventò improvvisamente semi trasparente e pian piano stava scomparendo del tutto.
“Scommetto che sei abbastanza furbo da capire da solo come fare a riavere il tuo caro allievo”
Il sannin scomparve e Artemis gridò al vento con tutto il fiato che aveva in gola:
“Puntavi a questo fin dall’inizio, non è vero!? Volevi farci combattere tra di noi per farci uccidere a vicenda, non è vero?!”
Il leader portò lo sguardo su suo fratello.
“Naruto, stringi i denti, farò in modo di fare il prima possibile; Yondaime, vedi di non andare a piangere da mamma se ti faccio troppo male”

Appena fuori dal covo del sannin, Zetsu e Kakuzu era uno contro le spalle dell’altro nel tentativo di riprendere fiato.
“A quanto… sei arrivato… Kakuzu?” Chiese con fiato corto.
“126 se ho… contato bene… e tu?” rispose debolmente.
Lui alzò le spalle non curante.
“Dopo che… sono arrivato a 80… ho smesso di contarli”
Tutta la foresta era stata completamente rasa al suolo, e gli incauti ninja del suono che avevano il compito di attaccare eventuali intrusi erano finiti… beh, un po’ dappertutto, oltre che nello stomaco di Zetsu.
Zetsu osservò infastidito la sua ferita alla mano destra, scocciato. Essere ferito era una cosa che non sopportava.
“Voglio un aumento, Kakuzu” disse.
L’interessato rise.
“Mettilo per iscritto in triplice copia e poi ti farò sapere”

“Kage Bushin no Jutsu!” Artemis creò sei copie, ognuna di loro armata con un’enorme spadone, l’originale però rimase disarmato: doveva avere le mani libere per poter usare i sigilli.
“Kage Bushin no Jutsu!” Lo imitò il fratello, creando il medesimo numero di copie, armate però di semplici kunai.
“Questo voglio che tu lo sappia Artemis, anche se probabilmente non te ne importerà niente” disse Yondaime.
“io ti ho davvero considerato come mio fratello”
Artemis ringhiò in risposta.
“Non me ne importa, se un tempo fra noi due c’è stato un legame ora non ce n'è più nessuna traccia”
Yondaime abbassò lo sguardo triste, il leader sorrise felice vedendolo in quello stato.
“Allora, temo che sarà all’ultimo sangue”
“L’ hai capito alla fine!” gridò Artemis.
Lanciò le sue copie contro lo Yondaime che subito si difese con le sue.
Artemis si gettò nella mischia puntando direttamente all’originale.
“Katon: Goukakyuu no Jutsu!”
La palla di fuoco stava per colpire il suo obbiettivo, ma una copia si mise di mezzo.
“Katon: Housenka no Jutsu!”
Artemis scoprì di essere circondato: tutte le sue copie erano state distrutte e le quattro rimaste del suo avversario stavano per bersagliarlo con una tecnica di fuoco. Con tutte le forze che possedeva, il leader colpi il pavimento sotto di lui sperando che la sua intuizione fosse giusta… sì, lo era. Dal buco creato dal suo pugno cominciò subito a sgorgare una modesta quantità d’acqua.
“Suiton! Suijinheki no Jutsu!” Un muro d’acqua protesse il ninja dall’attacco dello Yondaime, pronto a contrattaccare.
“Suiton! Suiryuudan no Jutsu!” Artemis usò un drago acquatico per eliminare la copie rimanenti
“Di nuovo! Suiryuudan no Jutsu!” Questa volta il bersaglio del drago era lo Yondaime originale.
“Mizu Bushin no Jutsu!” Yondaime creò una decine di copie d’acqua e si protesse con quelle.
“Questo è per Sasha! Suiton: Daibakufu no Jutsu!”
Un enorme vortice d’acqua cominciò a gorgogliare davanti ad Artemis, pronto a travolgerlo.
“Doton: Doryuuheki no Jutsu” Il leader si salvò all’ultimo istante, creando una cupola di fango dove si nascose per proteggersi dal vortice.
Il rumore delle due tecniche che si scontrarono fu terribile, tanto che Artemis ne rimase stordito per qualche secondo: grave errore.
La barriera di fango si crepò proprio davanti a lui e prima che potesse ricreare un'altra barriera di fango, lo Yondaime la sfondo con un poderoso calcio.
“Rasengan!”
Artemis venne colpito in pieno petto con una potenza tale da fargli sfondare l’altro lato della barriera, facendolo cadere a terra rivolto su un fianco.
Yondaime con calma si portò a fianco del suo fratello
“Non ti ricordavo così coriaceo, sai?” Disse col fiato corto.
Artemis si mise a ghignare maligno.
“E io…” cominciò.
“non ti ricordavo… così superficiale”
Quello che il biondo credeva fosse Artemis era in realtà una copia esplosiva e quando esplose, lo Yondaime subì in pieno tutta l’esplosione, finendo a parecchi metri di distanza.
Il ninja della foglia tentò di rialzarsi subito, ma l’Artemis originale era già davanti a lui.
“Fine dei giochi: Rasengan!”
Colpì il biondo in pieno petto, ma subito esplose in uno sbuffo di fumo.
“Kage Bushin!?”
Si voltò di scatto, Yondaime era alle sue spalle con le mani congiunte: sapeva cosa stava facendo e per sopravvivere sarebbe stato meglio imitarlo.
Quando mi sveglierò domani, mi farà male ogni singolo muscolo Pensò seccato il leader.
“Apertura della seconda porta: quella del riposo!” disse Yondaime.
“Terza porta: vita!” lo seguì Artemis.
“Quarta porta: ferita!”
“Quinta porta: chiusura!”
“Sesta porta: visone!”
I due fratelli si guardarono negli occhi per un solo istante prima di gridare in coro.
“Settima porta: Stupore! Ura Renge!”
Il chakra che scaturiva dai corpi di entrambi i contendenti era enorme, tanto che pareti della grotta cominciarono a sbriciolarsi .
Entrambi concentrarono tutta quell’energia distruttiva nel proprio Rasengan. “Ti odio, Atharu!” Gridò Artemis
“Ti odio anch’io, Artemis” Gridò di rimando l’altro
Cominciarono a correre l’uno verso l’altro: con quel colpo si sarebbe deciso il vincitore, se ci fosse stato.
“Rasengan!”

(Qui avevo intenzione di far finire il capitolo, ma visto che mia sorella mi ha quasi strozzato per la mia idea da sadico, così l’ ha definita lei, per la gioia di tutti non è ancora finita!)
“Rasengan!”
Il colpo dei contendenti stava per scontarsi, ma all’ultima istante Artemis dissolse il suo Rasengan, così facendo sarebbe stato colpito in pieno!
Ora sono abbastanza vicino Pensò
Naruto… diventa il più grande ninja mai esistito!
“Goguoukaiin!” nel medesimo istante in cui venne colpito del Rasengan dello Yondaime, Artemis liberò Naruto dal sigillo pentastico di Orochimaru.
Leader venne scaraventato a parecchi metri di distanza mentre il corpo dello Yondaime si stava letteralmente polverizzando, facendo riemergere da quella polvere la piccola figura di Naruto.
Fu in quell’istante che l’Akatsuki al completo, compreso Tobi, arrivò nell’arena.
“ Naruto!Leader!”
Deidara si precipitò prima verso il piccolo Naruto, lo prese in braccio e cominciò a dargli leggeri schiaffi sulla guancia.
“Hei piccolo, non farmi certi scherzi! Apri gli occhi, ti prego!”
Con un leggero gemito, Naruto aprì lentamente gli occhi.
“Deidara?”
L’artista ricominciò a respirare, era vivo.
“Ci hai fatto preoccupare, marmocchio” disse Sasori.
“Sasori? Kisame?… ci siete tutti?” Chiese Naruto, cose se credesse di sognare. “Quando il leader ordina, non è che ci si possa opporre” disse Itachi, aveva pur sempre la sua reputazione di ghiacciolo da difendere.
“Artemis!” Gridò scendendo con un balzo dalle braccia di Deidara.
“Dov’è?!”
Fu come se un pugnale di ghiaccio trafisse tutti i presenti nella schiena. Lentamente, Tobi si voltò verso il corpo a terra del leader dell’Akatsuky
“No…” sussurrò il bambino.
Si avvicinò verso il suo sensei: il suo torace sembra essere stato sfondato da qualche tecnica molto avanzata, che stava facendo scorrere fiumi di sangue dal corpo di Artemis. Ma nonostante la ferita, il suo volto era sereno e, cosa più strana, stava sorridendo.
“Sensei…”
Cadde in ginocchio a fianco alla persona a cui voleva più bene al mondo.
“Sensei…”
Si sdraiò sul suo corpo: poteva sentire il suo calore, l’odore malsano del sangue, ma non sentiva alcun battito cardiaco.
“Sensei!!!”
Esplose in pianto incontrollato, singhiozzando e riempiendo di lacrime il volto del suo maestro.
Kisame si abbassò il coprifronte in modo da nasconde gli occhi lucidi, Kakuzu e Hidan lo imitarono, mentre gli altri si sforzarono a non mostrare alcuna emozione.
“Papà!!!” Gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, come se lo potesse sentire.
Era un incubo, era un bruttissimo incubo.
“Piangi?”
Naruto sbarrò gli occhi, portando lo sguardo sul volto del suo maestro: il suo occhio destro era aperto debolmente.
“I deboli piangono”


Adesso mi metto a piangere anch’io(ç_ç) Grazie a tutti quelli che commentano e danno consigli. Alla prossima!!!

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Capitolo 8
*** Figlio mio ***




No dai, vi prego, non fate così(ç________ç), mi avete fatto sentire troppo in colpa, ma so io come rimediare!!!

Cap 8 Figlio



“Piangi?” Chiese debolmente Artemis
Naruto sbarrò gli occhi per lo stupore.
“I deboli piangono”
Il cuore del bambino perse un battito, come anche a tutti i membri dell’Akatsuki presenti.
“Papà?” Chiese incredulo.
L’occhio destro di Artemis era debolmente aperto e, come a dare prova al bambino che il suo amato padre era vivo, il leader fece un leggera risata.
“Non è così facile… liberarsi di me sai?”
“Papà!” Gridò felice il bambino abbracciando il collo di Artemis.
Lui ricambiò l’abbraccio, ma solo con il braccio destro; il sinistro era fuori uso.
“Come è possibile?” Chiese incredulo Tobi.
“E’ un abilità innata, non è vero?” Chiese Itachi sicuro.
A malincuore, Artemis scostò leggermente il piccolo Naruto.
“Già” rispose il leader, il suo tono faceva capire chiaramente che era stremato.
“posso spostare gli organi interni del mio corpo a mio piacimento, in modo da non poter subire ferite letali in battaglia, ma l’urto che ho ricevuto era davvero forte e ne sono rimasto stordito”
Deve essere per questo… che non ho sentito il suo battito… perché aveva spostato il suo cuore… meno male. Pensò Naruto
Portò il suo occhio destro sul volto in lacrime del biondino che gli stava a fianco, lacrime di gioia queste.
“Perdonami se ti ho fatto spaventare, Naruto” disse accarezzando la guancia del bambino.
Naruto prese la mano del suo sensei e la strinse con affetto.
“No…non fa niente… state bene ora?” Chiese.
Fece un grossa risata, ma se ne pentì subito: un forte dolore al petto gli fece strappare via una smorfia di dolore.
“Per uno con il torace sfondato che ha appena combattuto con lo Yondaime Hokage, direi che sto bene”
Naruto sorrise: se stava parlando in quel modo significava che stava bene per davvero.
“Yondaime?” Chiese curioso Deidara.
“Torniamo al covo” disse, come se non avesse sentito l’artista.
“Non voglio rimanere qui un minuto di più. Ah, Deidara: ci pensi tu a ridurre in briciole questo buco di fogna?”
Gli occhi dell’artista brillarono.
“Sarà la mia opera più maestosa!” disse deciso.
Artemis diede un ultimo sguardo al suo allievo, poi si abbandonò alla stanchezza.


Erano passati tre giorni dall’attacco al covo di Orochimaru, Artemis risultò gravemente debilitato dopo lo scontro con suo fratello, tanto che avrebbe dovuto usare una stampella per reggersi almeno per qualche settimana, ma a parte quello si poteva dire che stava abbastanza bene, se non fosse per il fatto che ora doveva alcune spiegazioni a Naruto, che probabilmente avrebbero fatto soffrire entrambi.
Decise di parlare con il suo allievo quella sera stessa, mentre si trovava sul tetto del covo ad ammirare il cielo stellato.
“Oggi come state, sensei?” Chiese il piccolo.
“Meglio, per fortuna tra i cuori di Kakuzu c’è anche quello di un ninja medico, mi ha risparmiato parecchie seccature” rispose, sedendosi accanto al biondo.
“Hai visto tutto grazie agli occhi dello Yondaime, non è vero Naruto?”
Lui fece debolmente cenno di assenso, tenendo lo sguardo basso.
“Era lui mio padre, giusto?”
Artemis sospirò, indeciso su dove cominciare.
“Sì”
Naruto alzò lo sguardo sul suo sensei.
“Ma… non era morto combattendo contro la Kyubi?” Chiese confuso.
Lui scoppiò a ridere.
“La tecnica di confinamento che ha usato... sono stato io a insegnargliela. Era uno scambio: lui mi insegnava il Rasengan e io il sigillo del diavolo, ma sbadatamente, mi dimenticai di dirgli il come fare in modo di non perdere la vita dopo l’utilizzo del sigillo”
Scosse la testa divertito.
“Volevo ucciderlo, non ti immagini quanto, ma non ero del tutto sicuro di poterlo sconfiggere in uno scontro diretto, così pensai che il modo più semplice per liberarmi di lui era indurlo a usare il sigillo del diavolo. Però sapevo bene che Atharu avrebbe usato quella tecnica solo come ultima risorsa, perciò dovevo trovare qualcuno abbastanza forte da metterlo in difficoltà a tal punto da indurlo a usare il sigillo del diavolo”
Naruto cominciò a capire.
“E così hai pensato a Orochimaru, uno dei sannin” disse il biondo.
“Già, ma fu una delusione enorme: era molto più debole di quello che mi aspettassi, anche se non fu così inutile visto che trovò qualcuno, o meglio, qualcosa in grado di poter mettere in difficoltà Atharu”
L’allievo di Artemis alzò o sguardo alla luna… oh, questo non se lo era proprio aspettato: era diventata completamente rossa.
“La Kyubi” completò Naruto.
“Non ho idea di come fece, ma riuscì ad aizzare quel demone contro il villaggio della foglia. Il resto te l’ ho già detto”
“E Sasha?”
Leader si sistemò con fare annoiato un ciuffo ribelle, quella parte della storia per qualche motivo lo stava rendendo nervoso.
“L’ ho uccisa io stesso durante il combattimento tra la volpe e lo Yondaime” si limitò a dire.
Tra i due cadde il silenzio, Artemis durante quel silenzio non fece altro che stringere la mano libera così forte da sentire le unghie conficcarsi nella carne.
“I demoni dotati di coda…” sussurrò Naruto
“I buuju, è a loro che miro fin dall’inizio. Ne esistono nove su questa mondo, a seconda del numero di code che possiedono si può capire il loro livello complessivo di chakra, puoi quindi capire che la volpe è il buuju con il chakra maggiore”
“A cosa ti servono?”
Un pipistrello solitario si posò su una roccia li vicino, in cerca di una preda, ma era come se in quel luogo non ci fosse niente di commestibile per lui. Prima che potesse rendersene conto, due enormi mascelle verdi si serrarono attorno a lui.
“La leggendaria fenice dalle dieci code” disse tutto d’un fiato.
“La leggendaria fenice dalle dieci code?” gli fece eco il bambino.
“Un bujuu di un altro mondo che posso attirare qui solo riunendo in un unico luogo i nove demoni, i loro chakra congiunti per lei sarà un richiamo irresistibile. Chi riesce a evocarla, vedrà tutti i suoi desideri realizzati e tutte le sue sofferenze svanite”
Naruto ascoltò attento ogni singola parola che il suo sensei aveva pronunciato.
“Chi è stato a parlarvi della fenice?”
Artemis rise di nuovo.
“Che tu ci creda o no, è stata la fenice stessa parlarmene, più di dieci anni fa”
Sospirò, giurandosi una volta di più che presto o tardi avrebbe raggiunto il suo scopo.
“Io…” cominciò.
“voglio far tornare in vita mia sorella usando il potere della fenice dalle dieci code e ripagherò coloro che mi hanno aiutato con il potere dei buuju, è per questo che è nata l’Akatsuki”
Naruto scatto in piedi con un lampo che gli passa negli occhi.
“Ti aiuterò!” Gridò balzando in piedi.
“Troverò tutti i demoni e riporterò in vita tua sorella, è una promessa!”
Artemis sbarrò gli occhi stupito.
“Naruto…” chiese incredulo.
“ma non mi odi… per quello che ho fatto?”
In risposta, il biondo si gettò verso il leader e lo abbracciò.
“No… non potrei mai odiarti, papà”
Le due enormi mascelle verdi si ritirarono, scomparendo tra e rocce.
“Allora? Che succede?” Chiese ansioso Deidara.
“Sembra proprio che si siano chiariti” rispose Zetsu.
“Evvai!” Esultò Kakuzu.
“Qui bisogna fare un festino” propose Hidan.
“Scialacquatore!” lo riprese il suo compagno.
“Vado ad avvertire gli altri” disse Deidara partendo a razzo verso la sala principale.

Il giorno dopo…

Artemis aveva chiamato davanti a se tutti i membri dell’Akatsuki, Naruto compreso: doveva dare un ordine molto importante a tutti quanti.
“Visto che il nostro caro Zetsu è stato così gentile da origliare una conversazione privata, mi ha risparmiato la fatica di dovervi spiegare tutto da capo. Voglio che con il vostro compagno vi mettiate in viaggio per raccogliere più informazioni possibile sui bujuu e su una loro possibile presenza, “discrezione” è la parola d’ordine, se qualcuno prova a fare il ficcanaso, fatelo fuori senza dare nell’occhio”
Si voltò verso la mezza pianta.
“Zetsu, visto che ti piace così tanto raccogliere informazioni, voglio che tu faccia un elenco dettagliato dei ninja di grado A e S che potrebbero darci noie, chiaro?”
Fece uno scocciato cenno di assenso.
“Ci ritroveremo qui non appena avremo raccolto abbastanza informazioni, se qualcuno vi scopre, cavatevela da soli, andate!”
Tutta l’Akatsuki sparì in uno sbuffo di fumo.
“Andiamo Naruto” disse Artemis.
Il piccolo si mise al suo fianco e varcarono l’uscita del covo, non sapendo che sarebbero passati sette anni prima di rimettere di nuovo piede in quella grotta.



Stavolta sono stato meno crudele del solito e ho lasciato finire il cap normalmente, senza mozzare scene culminanti ( sarà perché mia sorella mi sta tenendo sotto tiro con un lanciafiamme forse:Nda)
Nel prossimo cap Naruto incontrerà Sasuke e lo legnerà a dovere!(NOOOOOOOOOOO!:NdSasukeFunClub)




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Capitolo 9
*** Sasuke le prende!!! ***





ringraziamenti a chi commenta e critica, grazie ragazzi!!!


Cap 9 Uchiha figur ’immerd!!!




“Ah, me ne ero completamente dimenticato”
Erano in viaggio da appena qualche ora, quando leader si fermò e si tolse lo zaino dalle spalle.
“Questo è da parte di Sasori” disse Artemis tirando fuori dallo zaino un rotolo di pergamena e gettandolo a Naruto, che lo prese al volo.
“Che cos’è?” Chiese curioso il biondo, esaminando minuziosamente il piccolo rotolo.
“Mi pare che Sasori lo abbia chiamato Takumi”
Naruto sbarrò gli occhi.
“E’ una marionetta?” Chiese Naruto osservando ammaliato il rotolo.
“E’ la stessa cosa che gli ho chiesto io, e lui mi ha risposto: “E’ ben più di una marionetta!”, da quanto ha detto pare che non sia fatta solo di legno e acciaio, ma è presente anche una parte organica ed è quindi capace di impastare il chakra, quindi è possibile chiamarla dal rotolo anche con la Kiochiyose no Jutsu”
“Quindi una marionetta che può eseguire tecniche ninja?! Ma da dove la avrà tirata fuori un idea del genere?” Chiese il biondo stupito.
Artemis fece una leggera risata.
“Io una mezza idea ce l’avrei…” borbottò guardandosi alle spalle, in direzione del covo ormai non più visibile.
Quando si voltò di nuovo verso il suo allievo, notò che era diventato triste.
“Qualcosa non va?”
Naruto sospirò.
“E’ che… non penso di essere degno di un dono del genere” si spiegò.
Artemis alzò e spalle.
“Se Sasori te lo ha dato significa che per lui ne sei degno, non credi?”
“Sì, ma…”
“Niente “ma”, ricominciamo a muoverci e domani mattina di darò le basi per la Kugutsu no Jutsu”


Sette anni dopo…

“Perché dobbiamo tornare a Konoha?” Chiese stufo un dodicenne dai capelli biondi al suo sensei.
“Un vecchio conto da regolare” rispose semplicemente Artemis.
Naruto fece una faccia imbronciata incrociando le braccio.
“Odio quel villaggio” borbottò.
“Siamo in due, ma ho intenzione di chiudere un vecchio conto in sospeso con un sannin di mia conoscenza e ho bisogno di avere un infiltrato a Konoha per questo”
Le orecchia di Naruto si drizzarono.
“Orochimaru?” Chiese.
“Sta progettando di distruggere la foglia e Zetsu ha raccolto abbastanza informazioni da farmi capire che ha costruito un nuovo villaggio del suono”
“Ancora non vedo come tutto questo ci possa interessare”
Artemis osservò il suo allievo con uno strano sorriso sul volto.
“Ha stretto un patto con quelli del Suna e indovina chi hanno quest’ultimi tra le loro fila?”
“Uno dei bijuu?”
“Lo Shukaku, è il più debole di tutti ma non è da prenderlo tanto sotto gamba”
“Allora perché non andiamo direttamente nel Suna a prendere a calci questo Shukaku?”
Artemis sospirò al limite della sua pazienza; Naruto sarà anche diventato un ninja tra i più pericolosi in circolazione, ma quanto a ragionare era il peggiore in assoluto.
“Ragiona, se catturiamo il tipo posseduto dallo Shukaku durante la battaglia a Konoha, nessuno indagherebbe più del dovuto su quanto è successo e avremo agguantato un bijuu senza destare sospetti”
A Naruto spuntò un grosso punto di domanda sopra la testa.
“Non ho mica capito che problema c’è ad andare nel Suna”
Artemis diede un pugno in testa al biondo, abbastanza forte da fargli spuntare un grosso bernoccolo sulla nuca.
“Ri-ragiona, testa quadra di un allievo! Se assaltiamo una forza militare come il Suna non pensi che daremo un pochino nell’occhio? Non possiamo permetterci che qualcuno scopra l’Akatsuki, se invece approfittiamo del disordine che ci sarà a Konoha nessuno potrà risalire a noi”
Naruto si massaggiò la testa dolorante.
“E io cosa c’entro in tutto questo?”
“Orochimaru approfitterà dell’esame dei Chunin per agire, voglio che tu partecipi a quell’esame, ma per farlo devi prima diventare Genin”
“Ma tu stesso hai detto che combatto come un Jonin speciale!”
“A livello di tecniche non lo metto in dubbio, ma a livello burocratico è un'altra storia”
Naruto guardò in traluce il suo sensei.
“Vuoi farmi credere che non puoi falsificare un pezzo di carta in modo da farmi passare per un Genin?”
“Troppo noioso e troppe variabili incalcolabili, non mi piace basarmi sulla fortuna e poi…”
Fece una leggera risata.
“scommetto che ci saranno un sacco di belle ragazze a Konoha”
Per Naruto fu sufficiente.
“D’accordo! Se è per il bene dell’Akatsuki allora mi sacrificherò!”
Ad Artemis spuntò un grosso gocciolone dietro la testa.
Scommetto che ha capito solo la parte riguardo alle ragazze…
“Ricorda bene Naruto, quello che ti sto dando è un ordine: non… attirare…l’attenzione… per… nessun… motivo, chiaro?”
“Sì sensei!” rispose, scattando sull’attenti.

“Da dove ha detto che venite?” Chiese il Jonin che faceva la guardia al portone principale.
“Dal villaggio dell’erba” rispose il sensei.
Il Jonin portò lo sguardo sulla fronte di Artemis.
“Non sono un ninja” disse intuendo la domanda, con un tono come a sfidarlo a provare il contrario.
Il Jonin non sembrava affatto convinto, probabilmente sospettava che ogni faccia nuova fosse un potenziale pericolo ed effettivamente non aveva tutti i torti.
“Cosa vi porta al villaggio della foglia?” Chiese, le solite domande di routine.
“Dalle mie parti i clan ninja hanno cominciato a sparire uno dopo l’altro, me ne sono andato con mio figlio prima che facessimo la stessa fine”
Il ninja storse leggermente il naso.
“Sì, ho sentito anch’io di queste sparizioni. Quindi avete intenzione di stabilirvi qui a Konoha?”
“Sì, è così”
Il ninja portò lo sguardo sugli occhi diventati freddi e implacabili di Naruto, ma distolse subito lo sguardo quasi ne fosse rimasto spaventato.
“Avete con voi dei documenti?”
“No, siamo partiti di tutta fretta e abbiamo portato con noi solo il necessario”
Il Jonin grugnì sonoramente.
“Questo è un problema, ha qualche parente o semplicemente qualche conoscente qui a Konoha?”
“Mia sorella era di questo villaggio, ma è deceduta in missione sedici anni fa”
“Mi dispiace” disse con tono poco convincente.
“però questo semplifica le cose, avendo una parentela con un ninja di questo villaggio la cittadinanza è immediata, come si chiamava?”
“Tsukiyomi Uchiha”
Il ninja non fece commenti, schiocchiò le dita e gli comparve un foglio di carta in mano e, dopo avergli dato una rapida occhiata, lo porse ad Artemis.
“Artemis Uchiha, bentornato al villaggio della foglia”
Artemis prese il foglio dalla mano del ninja.
“Mio figlio doveva finire la sua istruzione ninja all’accademia dell’erba, continuerà qui i suoi studi?”
“Naturalmente, potrà cominciare da domani”
I due varcarono il portone e si inoltrarono nel villaggio di Konoha.
Un altro Jonin apparve alle spalle di quello che aveva fatto entrare i due.
“Vengo a darti il cambio, novità?” Chiese il nuovo arrivo.
Tuttavia, non ricevette risposta: il suo compagno stavo osservando Artemis e Naruto, e solo quando voltarono un angolo e non furono più visibili si degnò di voltarsi verso l’altro Jonin, che lo osservò preoccupato.
“Stai bene? Hai la faccia di uno che ha visto un fantasma”
“Chiama Sandaime” disse schietto.
“abbiamo un problema”
L’elemento incalcolabile che Artemis non avrebbe potuto prevedere: il ragazzo che dodici anni prima stava per portare Naruto in fasce al villaggio, come ultima volontà del suo sensei.

“Non mi avevi detto che tua sorella era un Uchiha, sensei” disse il biondo.
“Tu non mi hai mai chiesto niente a riguardo, e non chiamarmi così mentre siamo in pubblico”
Naruto si portò le mani dietro la testa.
“Non mi piace l’idea di diventare un Genin della foglia” disse diretto
. “Non andrebbe bene nemmeno a me, ma conta che tra qualche mese potremo mettere le mani sul “tasso”; fidati, ne varrà la pena”
Naruto osservò confuso il suo sensei, con un grosso punto di domanda che gli ronzava intorno.
“Tasso?”
Artemis si coprì il volto con una mano, mentre un altro gocciolone gli spuntava da dietro la testa: quel ragazzino era irrecuperabile.

Il giorno dopo Naruto sarebbe dovuto andare all’accademia ninja della foglia. Sarebbe perché indovinate un po’ cosa successe?
“SONO IN RITARDO!!!”
Naruto stava correndo a razzo per le vie di Konoha diretto all’accademia, quando andò a sbattere contro un ragazzo dai capelli neri vestito di blu, e finirono tutti e due a terra.
“Ehi! Guarda dove vai, nanerottolo!”Disse il moro.
Naruto si rialzò di scatto con una vena che gli pulsava sulla fronte.
“Pezzente, pulisciti la bocca quando parli con me!” gli gridò contro Naruto.
Dagli insulti alle risse, il passo è breve…
Il moro tentò di colpire Naruto con un pugno, ma parò il colpo facilmente; poi quello vestito di blu ci provò anche con l’altro pugno, però il biondo lo bloccò con il gomito.
Misero le distanze fra di loro con un balzo, ognuno voleva pestare sonoramente l’altro.
“Testa quadra, chiedimi subito scusa!>
“Preferirei ingoiare un kunai!”
Naruto con velocità incredibile si portò alle spalle del moro.
“Bhu!”
Sobbalzò per lo spavento e rimise le distanza con il biondo.
“Veloce” sussurrò quello vestito di blu.
Di nuovo, Naruto si portò dietro di lui.
“Lento” sussurrò il biondo
Appena il moro si voltò, Naruto gli assestò un pugno allo stomaco abbastanza forte da farlo finire a gambe all’aria.
Stava per usare la Kage Bushin e legnarlo a dovere, quando una campanella risuonò nell’aria.
“Oh, diavolo! Con te sistemerò i conti poi!” così dicendo si voltò verso l’accademia e si rimise a correre.
Lasciando a terra un povero(Povero!?!?!Nda) Sasuke ferito nell’orgoglio e con qualche costola rotta.


Nel prossimo non ho idea di cosa mettere…
Suggerimenti, please!!!



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Capitolo 10
*** Qualcun altro oltre a noi? ***




Accontentiamo tutti i miei lettori con questo prefazione di ringraziamenti, perciò grazie a:
Elyo-chan, beckill, kagochan,queen-of-sharinga-91, giselle, darthsteo, killkenny(un grazie particolare perché ha commentato anche la mia prima fanfic), Naruto 89, kiuby, ino-chan96,ka-chan91, naomi, nina, rey, derister, fin fish, liri chan, ayumi fujiwara, kuroihikaru, elie191, riashi hasegawa, giselle, derty lamp, sesso, miocha, cesar85, nibi, arwyn, anonimus, beas, badboy87,drago-destino, neko-tensai, CHIHIRO, vivy,ginevra12, amortless, claire-93 e ultima ma non certo meno importate winny-lally.



Cap 10 Qualcun altro oltre a noi?


Nell’ufficio del terzo hokage la tensione era alta, si poteva fendere con un coltello.
“Kakashi… ne sei sicuro?” Chiese Sandaime.
“Ho sognato quel volto per dodici anni, non posso sbagliarmi hokage-sama” rispose sicuro il Jonin.
L’ hokage appoggiò i gomiti sulla scrivania, congiunse la mani nascondendo la bocca, contorta in una smorfia di rabbia.
“E’ un accusa grave quella che hai intenzione di lanciare, non è che non mi fidi di te, ma ho bisogno di qualcosa di più concreto per emettere una cattura” disse grave.
“Tsukiyomi Uchiha” disse all’improvviso Kakashi.
“chi era?”
Sandaime quasi saltò sulla poltrona tanto quel nome lo colse alla sprovvista.
“Chi ti ha detto questo nome?”
“Prima mi risponda lei” disse duro il Jonin, Sarutobi aveva visto rare volte Kakashi così arrabbiato.
“Yondaime perse i genitori quando era ancora un Genin, così venne dato in affidamento a una famiglia del clan Uchiha, Tsukiyomi Uchiha era la sua sorellastra, ora rispondimi tu: chi ti ha parlato di lei?”
“Suo fratello Artemis Uchiha” rispose.
Sandaime sospirò.
“Kakashi… devi sapere che Tsukiyomi era una ninja molto dotata, che però la pensava diversamente rispetto a tutti gli altri del clan Uchiha, per darti un idea vaga di come era quella ragazza pensa a Orochimaru, però dagli qualche rotella fuori posto in più. Sedici anni fa con un gruppo di suoi seguaci tentò di uccidermi, ma con l’aiuto di Yondaime riuscii a salvarmi, Tsukiyomi rimase uccisa dal fratellastro. Da quel giorno nessuno seppe più niente di Artemis Uchiha, sparì letteralmente dalla circolazione, fino ad oggi” concluse Sandaime.
“Se colleghiamo questo” disse Kakashi.
“al fatto che l’ ho visto a fianco a Orochimaru quel giorno, direi che è sufficiente almeno per far partire un indagine”
“Discreta però” precisò il terzo alzando l’indice come segno di ammonimento.
“è pur sempre un Uchiha”
“E per il ragazzino che si è portato dietro? Ci sono alte possibilità che si tratti di Naruto”
Sarutobi alzò le braccia esasperato.
“Una accusa di ergastolo per volta Kakashi, penseremo a lui a tempo debito”
“Ma hokage-sama…”
“Arrivederci Kakashi, ora scusa ma devo avvertire gli AMBU” disse, ponendo fine alla conversazione.

In ritardo già dal primo giorno… che figura.
Naruto stava prendendo appunti con fare annoiato, quelle cose aveva imparato a farle a tre anni: lancio di shuriken e kunai, sostituzione e trasformazione, tattiche ninja in generale.
“Che pizza…” borbottò.
La porta scorrevole della classe si aprì e lo stesso moro che qualche minuto prima Naruto aveva fatto cadere col sedere per terra entrò.
“Sasuke, sei in ritardo” lo riprese il sensei Iruka.
Naruto gli lanciò un sorriso maligno.
“Un rospo mi aveva bloccato la strada” rispose guardando in cagnesco il biondo.
Il sorriso di Naruto si spense e per un minuto buono i due si scambiarono saette dagli occhi, durante il quale il sensei non osò chiedere cosa fosse successo tra i due.
Poi Sasuke sembrò calmarsi e si incamminò verso il suo posto.
“Cortile. Dopo scuola” sussurrò passando a fianco a Naruto.
L’interessato solo allora si accorse che quel tipo somigliava tantissimo a una sua conoscenza: Itachi Uchiha.
Vuoi vedere che è suo fratello?(Complimenti Naruto, intelligenza zero assoluto, eh? :Nda)
Il suo sorriso si riallargò.
La cosa si fa parecchio interessante
Pel le tre ore successive Naruto ignorò Sasuke e si concentrò invece su qualcosa più... come dire?…
Quella si è carina! Pensò il biondo osservando con occhi a forma di cuore una ragazza dai capelli rosa che parlava con una sua amica. Dai sussurri che gli arrivavano sembrava si chiamasse Sakura.
Il sensei aveva ragione come sempre!
La campanella della fine delle lezioni suonò e Naruto poté tirare un sospiro di sollievo.
“Questa è la mia canzone preferita” commentò.(Sono d’accordo (^-^) :Nda)
Non fece in tempo ad alzarsi che ricevette una spallata: Sasuke gli era appena passato a fianco.
Me ne ero quasi dimenticato
Uscì di corsa dalla classe e cominciò a correre per il corridoio della scuola dirigendosi verso il cortile, ma per sbaglio andò a sbattere contro una ragazza che finì a terra, ma Naruto riuscì a rimanere in piedi.
“Oh, scusami” disse subito quella contro cui Naruto era andata a sbattere, una ragazza dai capelli di un nero quasi sul blu a caschetto e con degli occhi bianchi.
“Scusami tu” disse fermandosi e porgendogli una mano per aiutarla ad alzarsi.
“andavo di fretta e non ti ho vista”
La ragazza afferrò la mano di Naruto e si rialzò in piedi.
“Ehi, aspetta… tu sei in classe con me! Ti chiami Hinata, vero?” disse
Appena alzò lo sguardo verso il biondo il cuore della ragazza perse un battito e divenne rossa come un pomodoro.
“S-sì” riuscì a dire.
“Devo andare adesso, ci vediamo domani” disse Naruto salutando con la mano.
Anche questa non è così male pensò, mentre usciva nel cortile dell’accademia.
“Io e Naruto siamo sufficienti, voi continuate con le vostre missioni” disse Artemis alle immagini dei suoi sottoposti.
“Non è questo il punto” disse l’immagine di Sasori.
“Già, vogliamo essere lì se c’è la possibilità di prendere a calci quel traditore doppiogiochista di Orochimaru” convenne Deidara.
“Oh certo, come se l’arrivo di sette ricercati di grado S potesse passare inosservato” Artemis capiva i sentimenti(oddio, sentimenti!?!?!?) dei propri compagni, ma era già abbastanza rischioso per loro due restare a Konoha e l’arrivo di altri membri avrebbe potuto rendere le cosa instabili, cosa che il leader voleva evitare assolutamente.
“Quando Orochimaru si ritirerà dalla foglia potrete dargliele quante ne vorrete, ma prima non fate un solo passo verso Konoha, chiaro?”
Nessuno osò ribattere.
“Bene, passando ad altro, avete trovato altri bijuu?”
“Avevamo localizzato il gatto della due code, ma siamo stati anticipati” disse Itachi.
Artemis si voltò di scatto verso l’Uchiha.
“Come sarebbe anticipati?”
“Il demone era già stato estratto dal suo contenitore umano quando lo abbiamo trovato” spiegò Kakuzu.
Il leader strinse i pugni, questo significava una cosa sola: qualcun altro oltre a lui stava cercando i bijuu.

“Ho dato per scontato dalla tua faccia da pesce lesso che tu non potessi essere una minaccia, non commetterò lo stesso errore” disse tranquillo Sasuke.
“Senti da che pulpito viene la predica” rispose Naruto.
Sasuke in risposta estrasse velocemente dal suo marsupio sei shuriken che scagliò contro il biondo centrandolo in pieno.
Sasuke era confuso, perché si era lasciato colpire?
“Era un Bushin?” si chiese, ma il corpo non era sparito, era ancora lì.
Naruto cominciò a ridere, prima piano, poi esplose in una grossa risata quasi inquietante.
“Dovrai fare di meglio se hai intenzione di ferirmi” disse estraendosi uno shuriken conficcato nella fronte, poi ne estrasse un altro all’altezza del cuore sotto gli occhi scandalizzati dell’Uchiha.
“Che cosa sei tu!?” Chiese spaventato.
Fu una voce alle sue spalle a rispondergli.
“Qualcuno molto più forte di te”
Sasuke si voltò di scatto: dietro di lui c’era un altro Naruto!
“ti presento Takumi, è un regalo da parte di un mio caro amico” disse il biondo vicino a Sasuke indicando quello colpito dagli shuriken.
“Che cos’è?”
“Una marionetta molto speciale, sai di solito la uso per le grande occasioni quindi vedi di dare il massimo fin da subito”
Sasuke fece un enorme balzo, portandosi sopra i due.
“Katon: Gokaryu no Jutsu”
Naruto rimase interdetto per un secondo, non si aspettava la palla di fuoco da un allievo dell’accademia, ma riuscì a difendersi coprendosi con Takumi che per fortuna era a prova di fuoco.
Quando la tecnica cessò, Sasuke vide a fianco al biondo qualcosa che fece paura perfino a lui: una marionetta con sei braccia e tre teste grossa quanto un armadio, vestita con uno strano kimono nero a nuvole rosse (solo per il kimono dovrebbe essere terrorizzato!!! :Nda)
“Forza Takumi! Fagli vedere cos’è una vera palla fuoco!”
Le braccia al centro eseguirono il sigillo del cavallo e della tigre, poi la testa che si trovava in mezzo spalancò la bocca.


Bene, direi che qui possiamo interrompere…
Commenti e insulti please!!!

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Capitolo 11
*** Casa mia ***





Chiedo umilmente scusa in ginocchio a Cagchan! Scusa e grazie per tutti i commenti, e un grazie particolare a Naruto89, ti prego non paragonare quello che scrivo con i volumi che preferisco più di tutti che se no rischia di venirmi un complesso di onnipotenza!!!
A proposito, oggi mia sorella non c’è quindi posso essere carognoso quanto voglio!

Cap 11 Casa mia

“Forza Takumi! Fagli vedere cos’è una vera palla fuoco!”
Le braccia al centro eseguirono il sigillo del cavallo e della tigre, poi la testa che si trovava in mezzo spalancò la bocca.
“Uchiha flambé al tavolo nove, grazie!”
Dalla bocca di Takumi uscì una palla di fuoco dirette contro Sasuke, molto più grande rispetto a quella che aveva ricevuto prima la marionetta.
Naruto cantò vittoria troppo presto, visto che quello che ora stava bruciando era un ceppo di legno e non il ragazzo che aveva bersagliato.
Si ora non ho dubbi, deve essere per forza il fratello di Itachi.
Sasuke ricomparve davanti a Takumi e la colpì un calcio, ma che non la fece smuovere di un solo centimetro. Una della braccia della marionetta si mosse per afferrare il collo del moro, che però riuscì a scansarsi e attaccò al petto della marionetta una carta esplosiva.
“Ka-boom” sussurrò Sasuke.

“Itachi, Kisame, Kakuzu, Hidan: trovate chi ha preso il gatto con le due code e poi portatemi la sua testa; Sasori, Deidara, cercate quella maledetta tartaruga e portatemela il più velocemente possibile; Zetsu, vai al villaggio del Suna e tieni d’occhio lo Shukaku, usa il tuo mimetismo per non farti notare, andate!”
Le immagini dei membri dell’Akatsuki sparirono, e Artemis si ritrovò di nuovo nel suo appartamento a Konoha
Chi diavolo può volere i Bijuu oltre a me? Si chiese
Chiunque sia, ora è ancora più importare che io Naruto restiamo nascosti senza farci notare.
Involontariamente portò lo sguardo tavolo della cucina, li sopra c’era il rotolo che conteneva Takumi: era diventato completamente bianco, segno che la marionetta non era più al suo interno.
“Oh no” fu solo capace di dire

“Merda” imprecò il biondo dopo essersi nascosto dietro un albero, il fumo dell’esplosione non si era ancora diradato.
E chi se lo aspettava? E’ la prima volta che qualcuno prova ad attaccare Takumi frontalmente, poi mi ha colto completamente di sorpresa con quella carta esplosiva.
“Dicevi di essere più forte a chi tu?”
Naruto non fece in tempo a voltarsi che ritrovò a rotolare per terra, non aveva percepito affatto l’avvicinarsi del ninja.
Si rialzò con un colpo di reni giusto in tempo per schivare una pioggia di kunai che per poco non lo ridusse in un puntaspilli.
Quando portò lo sguardo sul moro vide che era ridotto piuttosto male, non era rimasto incolume dall’esplosione.
“Vuoi farmi credere…” cominciò stupito il biondo.
“che ti sei lasciato coinvolgere volontariamente dall’esplosione per poter vedere dove sarei andato a ripararmi!?”
L’Uchiha sorrise.
“Sei stato tu a dirmi… di fare sul serio fin dall’inizio” disse, mentre un rivoletto di sangue gli usciva dalla bocca.
Fece un passo in avanti e Naruto di istinto ne fece un indietro.
Che…che mi succede?
Sasuke fece un altro passo e il biondo rimise di nuovo le distanze.
A livello di tecniche e di Taijutsu gli sono cento volte superiore, ma allora cos’è questa sensazione? Come di angoscia, mi sento addirittura tremare le mani. No, non può essere…
“Che c’è biondino?” Lo istigo il moro
“hai forse paura?”
Naruto cominciò a muovere coordinatamente le dita della mano destra, ma non per comporre un sigillo
Se penso che non stà nemmeno usando lo sharingan, mi sento quasi…
“Takumi!” Gridò
Dal polverone causato dall’esplosione emerse l’enorme marionetta, senza il benché minimo graffio, che intrappolò Sasuke con le sue braccia.
“Che!? Ma di cosa è fatta questa marionetta!?” Gridò il moro tentando di divincolarsi dalle sei mani che lo tenevano fermo.
“Bella domanda, non lo so nemmeno io” estraendo un kunai dal marsupio. Poi ci fu come un patto tacito fra i due ninja: Sasuke smise di divincolarsi con uno strano sorriso sulle labbra, Naruto rimise a posto il kunai e si abbandonò sull’erba bruciacchiata del cortile, portando lo sguardo al cielo.
“Sei forte” ammise il biondo.
“Anche tu” disse Sasuke col fiato corto.
Takumi scomparve in uno sbuffo di fumo, lasciando libero dalla sua morsa il moro, che imitò il biondo sedendosi sull’erba del cortile.
Passò un silenzioso minuto, i due onorarono quel silenzio fino a quando il loro respiro non tornò regolare.
“Sasuke” si presentò
“Sasuke Uchiha”
Naruto alzò una mano come per salutare.
“Naruto” si presentò anche lui.
“Solo Naruto”

“Chi è?” Chiese brusco Artemis, qualcuno aveva bussato alla porta
“Siamo la squadra ANBU, aprite”
Artemis nascose un kunai nella manica della sua giacca (andare in giro con il kimono dell’Akatsuki non è esattamente il massimo per passare inosservati).
Naruto… appena ti agguanto…!
Pensò mentre apriva la porta.
“A cosa devo la visita della squadra ANBU di Konoha?” Chiese.
“Dobbiamo farle alcune domande signor Uchiha, possiamo entrare?”
Artemis fece cenno di assenso, facendo accomodare sul divano tre ANBU, uno con la maschere di un gatto, l’altro con quella di un cane, un altro ancora con quella di un aquila.
“Il nome Orochimaru le dice niente?” Chiese quello con la maschera da gatto.
“E’ uno dei tre leggendari sannin, perché me lo chiedete?” rispose subito.
“Quando è stata l’ultima volta che è stato al villaggio della foglia?” Chiese invece quello con la maschera da aquila.
Artemis alzò le spalle.
“Quindici… forse sedici anni fa, chi lo sa? E’ passato tanto di quel tempo che non lo so nemmeno io con precisione” rispose sul vago, cominciando a chiedersi se fosse davvero Naruto la causa di quella squadra ANBU nel soggiorno.
“Il nome Naruto Uzumaki invece?” Chiese ancora.
Artemis chiese mentalmente scusa al suo allievo, non poteva essere lui la causa dell’arrivo di quella squadra.
“Beh… Naruto è il nome di mio figlio, ma è solo una caso di omonimia. Secondo il mio parere, naturalmente”
“Naturalmente” gli fece eco.
L’ANBU con la maschera da gatto gli fece ancora una domanda.
“Suo figlio, Naruto, è il suo figlio naturale o altro?”
Ah, adesso capisco… divertiamoci un pò con questi sbarbatelli.
“Due disgraziati lo avevano abbandonato in mezzo al bosco fuori da Konoha, se fossi stato un ninja li avrei pestati a dovere. Io l’ ho raccolto e l’ ho cresciuto come mio”
“Si ricorda con precisione che giorno era? E’ molto importate”
“Miseriaccia, certo che me lo ricordo con precisione questo! E’ stato quando quel bestione ha attaccato la foglia” rispose con enfasi.
Gli ANBU si scambiarono una strana occhiata da dietro le maschere.
“E’ successo dodici anni fa, lei ha detto che dall’ultima volta che è stato a Konoha sono passati sedici anni”
Artemis fece un sospiro non curante.
“Dodici… sedici… ve l’ ho detto che non lo ricordo con precisione, è comunque un sacco di tempo, hai voglia a tenere a mente tutti quegli anni”
Dio! Avrei dovuto fare l’attore!
“Queste due persone le ha viste in volto?”
“No, ero parecchio lontano, vidi solo due sagome”
La porta di ingresso si apri all’improvviso.
“Sono tornato!” Gridò pimpante Naruto.
“non ti immagini cosa mi è succ…” il biondo si bloccò vedendo tre ANBU seduti davanti al suo sensei.
Stava per assalirli, ma lo sguardo duro e freddo di Artemis lo congelò letteralmente.
“Naruto, ti dispiace andare in camera tua? Devo finire di parlare con questi signori”
“Sì…papà” buttò giù per dare man forte alla sceneggiata del suo sensei, per poi fingere di andare in camere sua, nascondendosi invece dietro un muro per ascoltare la conversazione.
Gli ANBU lo notarono ma non gli dettero peso.
“Un ultima domanda: Perché ha scelto di venire proprio nel villaggio della foglia?” Chiese quello con la maschera da cane, che fino ad allora era stato zitto.
Artemis inarcò un sopracciglio.
“Prego?” dove ho già sentito questa voce?
“Per venire qui, partendo dal villaggio dell’erba, ha ignorato il villaggio della roccia, della sabbia e della cascata. Mi viene spontaneo chiedermi: perché ha deciso di percorrere un viaggio così lungo e pericoloso, con a fianco un ragazzino, per arrivare a Konoha? Se cercava protezione dalle sparizioni, vi sarebbe bastato allontanarvi fino al villaggio della roccia, o al massimo a quello della sabbia. Perché proprio qui?”
Artemis capì al volo che quello che aveva davanti era uno che sapeva fare il suo mestiere.
“La foglia” cominciò
“è il luogo dove sono nato e dove è nata tutta la mia famiglia, qui ho conosciuto amici sinceri a cui sono stato a fianco in ogni momento, amici per cui avrei dato la mia vita, in questo luogo ho amato tantissime persone”
Naruto non poté vederlo, ma il volto di Artemis mostrò una grande nostalgia. “Konoha è casa mia”
Artemis e l’ANBU con la maschera di cane si osservarono per un momento, poi si alzò.
“Bene, grazie per averci dedicato il suo tempo signor Uchiha; arrivederci”
Artemis li accompagnò alla porta e gli ANBU uscirono.

“Konoha è casa mia” ripeté l’ANBU con la maschera di cane.
“non so cosa mi abbia trattenuto dal prenderlo a pugni in faccia!” disse con tono carico di rabbia.
“Calmati Kakashi, ha risposto a tutte le nostre domande e non si è sbilanciato in nessuna di queste. Non abbiano niente su cui continuare la indagini”
“Troverò io qualcosa, stanne certo Hayate!”

Un piccolo anticipo il prossimo cap si intitolerà: il tasso, il gatto, la tartaruga, lo zibellino, il cervo, il toro, il delfino, il drago, la volpe e la fenice.
Grazie a tutti!!!


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Capitolo 12
*** I Nove Bijuu ***



Un Giga-grazie no Jutsu per Killkenny che mi ha consigliato un utilissimo sito su Naruto dove erano presenti i veri nomi(si spera) dei miei carissimi bijuu, Grazzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzie.

Cap 12 I NOVE BIJUU




“Ci avevano preceduto?!” Chiese incredulo Naruto.
“ma chi può essere stato?”
Artemis scosse la testa.
“Non ne ho la più pallida idea. So a chi stai pensando, ma non ho mai parlato a Orochimaru della fenice, gli ho detto dei bijuu, però non a cosa servivano”
Il biondino si sedette sul pavimento, sul volto un espressione furibonda.
“Era troppo bello per filare tutto così liscio” borbottò.
Il leader era dello stesso umore, se non peggio.
“Se ci scappa anche un solo bijuu non avrà alcun senso rintracciare gli altri, ci servono tutti e nove”
Naruto assunse un aria pensierosa, quando il suo umore era nero il Q.I. del biondo sembrava decuplicarsi inspiegabilmente.
“Chi hai mandato a ritrovare il bijuu dalle due code?” Chiese.
Artemis aveva riconosciuto quel tono: il Naruto stratega stava cominciando a riemergere.
“Kisame, Itachi, Kakuzu e Hidan”
“In che zona si trovava il bijuu?”
Il leader sorrise compiaciuto: ora riconosceva il suo allievo.
“Vicino al villaggio della roccia”
Il biondo schiocchiò la lingua, segno che qualcosa non andava bene.
“Per Kakuzu e Hidan sono d’accordo, ma Kisame è un ninja della nebbia, metà delle sue tecniche si basano sull’incognita di una grande presenza d’acqua nella zona e il villaggio della roccia non è esattamente famoso per la sua abbondanza, anche se è capace di creare acqua con il suo chakra, sprecherebbe gran parte del suo potere solo per raggiungere la sua normale performance, e riguardo a Itachi: se le cose dovessero complicarsi, non potrebbe nemmeno usare il suo sharingan ipnotico, perché se lo usasse sul bijuu tutti i nostri sforzi andrebbero vanificati, mentre se lo usasse sul nostro fantomatico rapitore, non sapremo mai a che scopo ha preso il gatto o se ci sono altri come lui in cerca dei demoni.”
Portò lo sguardo sul suo sensei, uno sguardo molto preoccupato.
“Nel peggiore dei casi potrebbe addirittura essere a conoscenza della fenice”
Artemis osservò stupito il suo allievo.
“Cosa te lo fa pensare?”
“Ne parlavo qualche tempo fa con la Kyuubi, secondo lei hai fatto male a dare per scontato che la fenice sia apparsa solo a te. Molto probabilmente la fenice si trova prigioniera in un luogo fuori dalla spazio e deve essere riuscita in qualche modo a mandare in questo mondo una specie di SOS; se io fossi la fenice, farei in modo che più di una persona venisse a conoscenza del modo per liberarmi. Forse questo tizio è una di quelle persone a cui è apparsa”
Artemis strinse i pugni, non ci aveva mai pensato.
“Non abbiamo niente su cui basare questa tua teoria” disse.
“Proprio perché noi non abbiano niente, significa che anche gli altri non hanno niente e che quindi nemmeno loro sanno, o quanto meno sospettano, che ci siano altri a dare la caccia ai bijuu”
Naruto si alzò in piedi massaggiandosi la fronte imperlata di sudore.
“Sai che casino viene fuori se una di queste persone è un qualsiasi Kage di un qualunque villaggio? Saremo noi nove contro un intero esercito di ninja, e se fosse apparsa a più Kage? Non oso nemmeno pensarci…” disse, mentre un brivido gli percorse la schiene.
Artemis si lasciò abbandonare su una sedia, completamente svuotato di ogni energia. Le parole del suo allievo suonavano come una profezia più che verosimile. “Che situazione impensabile…” sussurrò.
“Sensei, io…” cominciò Naruto con tono insicuro, completamente diverso da quello che aveva usato prima.
“io… un idea ce l’avrei, ma è…come dire… folle”
Artemis fece una leggera risata.
“Perché? Andare in giro a catturare demoni è una cosa da sani di mente?”
Naruto prese il coraggio a due mani e espose la sua idea al sensei.

“Il bambino si chiama Naruto!” insistette Kakashi.
“è senza dubbio lui!”
“Lo ha salvato no?” disse Sandaime sbirciando il rapporto di Hayate.
“e mi pare sia in perfetta salute, su cosa dovrei basare un ulteriore indagine?”
“Ha mentito! E’ ovvio. La prego hokage-sama, mi lasci continuare!”
“No!” rispose.
Kakashi era furibondo, non avrebbe mai pensato che Sandaime potesse essere così chiuso di testa.
Si voltò e si diresse verso la porta.
“Kakashi fermati!…per favore”
Il Jonin si fermò, dando le spalle al kage della foglia.
“Quel giorno… quando mi dicesti che Naruto era stato rapito da due ninja, dicendomi anche che uno di questi era Orochimaru, ho dato per scontato che fosse lui al comando. Ma hai detto anche che non solo si lasciò insultare dal suo compagno, ma inoltre eseguì apertamente un ordine… quello di lasciarti andare. Questo mi ha spaventato molto, significava che quel ninja era superiore a Orochimaru, uno dei leggendari sannin”
La maschera di Kakashi asciugò all’istante una goccia di sudore che stava scivolando sul suo viso. Accecato come era dalla rabbia, non aveva ragionato.
“Un animale si difende solo se si sente minacciato, se era davvero Artemis quel giorno a fianco a Orochimaru, motivo in più per non dargli più sentore che sospettiamo di lui. Se cominciasse a sentirsi minacciato, ne andrebbe dell’incolumità di tutto il villaggio”
L’allievo dello Yondaime che le parole del hokage erano vere, e lui come uno stupido non aveva fatto altre che stuzzicare quell’animale che molto probabilmente, se avesse voluto, avrebbe potuto distruggere la foglia.
“Ti prego Kakashi, lascia perdere la rabbia e ragiona lucidamente; tu cosa faresti al mio posto?”
“Non farei niente per far arrabbiare l’animale, cosa che invece io mi sono impegnato a fare con quella squadra ANBU” disse colmo di rammarico coprendosi l’occhio sano con una mano.
“mi sono comportato da stupido”
“Ti sei comportato da umano Kakashi, è differente la cosa. Ma penso di avere una mezza idea per tirarti su il morale”
Il Jonin si voltò finalmente verso Sandaime.
“Se Naruto riuscirà a diventare Genin, potrei fare un pensierino riguardo ad affidarlo a te insieme ad altri due diplomati. Sempre che tu sia d’accordo”

Molto lontano dalla foglia, intanto…
“E’ tornato?” Chiese con voce imperiosa un ombra seduta su un trono composta da ossa e teschi umani.
“E’ ancora presto mio signore” rispose con voce appena percettibile un’altra ombra, una voce di donna.
“il villaggio della roccia è molto lontano e Nekomata non è certo un avversario debole”
L’ombra seduta sul trono grugnì di rabbia, odiava aspettare.
“E per Isonade?” Chiese quasi con tono di minaccia.
La donna dovette ricorre a tutto il suo sangue freddo per non far tremare la sua voce.
“Non lo abbiamo ancora trovato”
L’ombra grugnì con più forza.
“Li voglio tutti” ruggì.
“Shukaku, Nekomata, Isonade, Sokou, Houkou, Raijuu, Kaku, Hachimata e Yoko.”
L’ombra si alzò lentamente dal suo trono, e la seconda ombra si allontanò prontamente.
“Chi ti ha salvata dall’oblio?” chiese rivolto alla prima ombra.
“Voi, mio signore”
“Chi ti ha concesso il più grande potere che un umano può possedere?”
“Voi, mio signore”
Si avvicinò pericolosamente alla donna, che questa volta non indietreggiò.
“Ed è così mi ringrazi? Con la tua incompetenza!?”
“Mi dispiace…”
Prima che se ne potesse accorgere, qualcosa di viscido la prese per il collo e la alzò da terra.
“Tutto qui!? Riesci a dire solo questo!?”
Dalla prima ombra erano spuntata una coda simile a quella di un serpente o ora minacciava di rompere il collo dell’incauta donna.
“Ti do tre giorni. Se non saprai renderti utile trovando un altro dei bijuu, tornerai nell’oblio”
Così dicendo l’ombra sparì, liberando la donna da quella morsa letale.
Tre giorni disse una voce che riecheggiò per tutta la grande sale.
hai tre giorni a disposizione, usali saggiamente Tsukiyomi.

Naruto era uscito di casa per andare prendere delle provviste per il suo sensei, presto si sarebbe rimesso in viaggio per ritornare al suo vecchio covo.
Spero che i ragazzi non abbiano problemi a rintracciare il Nekomata si augurò Naruto.
“Ma sì, quegli avanzi di galera sapranno badare a un gattino spelacchiato”
Naruto si voltò di scatto: davanti a lui c’era una bellissima ragazza dai capelli rosso fuoco, con dei strani segni sulle guance identici ai suoi, simili a degli strani baffi, gli occhi del color del sangue. Naruto conosceva la conosceva bene.
Prese per mano la ragazza e la trascinò in un vicolo non in vista pieno di rifiuti. “Yoko ma sei pazza a uscire alla luce del giorno!? I Jonin di questo villaggio potrebbero riconoscere il tuo chakra!” la aggredì il biondo.
Lei si stiracchiò, quasi si fosse appena svegliata da un lungo sonno.
“Non è un problema mio” disse sbadigliando.
“e poi erano i patti, ricordi? Una volta la settimana” gli ricordò.
Naruto grugnì di rabbia.
“Me li ricordo i patti, ma in questo periodo dobbiamo fare ancora più attenzione a non destare sospetti”
Yoko fece spallucce.
“Quanti problemi che ti fai, che mai potrà succedere?”
Il biondo strinse i pugni di rabbia: odiava Yoko quando faceva così.
“Devi fare quello che dico io! Anche questo era nei patti!”
Yoko si avvicinò a Naruto e senza preavviso gli mise le braccia attorno al collo, portando le sue labbra a pochi millimetri da quelle del ragazzo.
“Sai che non mi piace quando usi quel tono di voce” disse con tono suadente, accarezzando la guancia di Naruto.
Naruto si ritrasse con uno strattone dalla braccia della ragazza.
“Uhu, ma come siamo arrabbiati oggi” disse maliziosa
“Ti avevo detto di non comportarti più in quel modo” borbottò Naruto rosso come un pomodoro.
“Oh, gia” rispose con il tono di qualcuno caduto dalle nuvole.
Poi sul suo viso si dipinse di nuovo quel sorriso malizioso.
“E’ stano però” cominciò.
“il mese scorso i tuoi occhi sembravano supplicarmi di “comportarmi in quel modo”, ma forse è stato solo una mia impressione”
Era inutile. Si trattava del suo divertimento preferito: giocare con quel ragazzino era qualcosa a cui non sapeva resistere.


Avverto che domani andrò a vedermi “pirati dei carabi ai confini del mondo”, quindi non potrò aggiornare.
Il prossimo cap si intitolerà: “Il villaggio della luna rossa”

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Capitolo 13
*** Il villaggio della luna rossa ***




Il villaggio della luna rossa



“Ma ti diverti così tanto?” Chiese furibondo Naruto.
Yoko sorrise.
“No. Molto di più” rispose.
Il biondo sbuffò arreso, con lei non c’era partita.
“Dai, andiamo” disse.
“Ora si che il tuo tono mi piace” commentò.
Uscirono dal vicolo e si misero a passeggiare per le strade di Konoha.
“Ho fame” annunciò la ragazza.
Naruto si tastò il portamonete, stracolmo.
“Vedi solo di non farti spuntare le code come l’altra volta” la avvertì solamente il biondo.
Kyuubi si limitò a fare un annoiato cenno di assenso con la testa, così entrambi si diressero verso un chiosco di ramen sul lato apposto della strada.

“Merda! Kisame, dietro di te!” gridò Hidan.
Il ninja spadaccino si riparò con Samehada un secondo prima di finire incenerito da una gigantesca palla di fuoco.
“Ora mi hai stufato!” Kisame si lanciò contro il bijuu dalle due code brandendo il suo spadone.
“Suiton: Suiryuudan no Jutsu!”
Il drago acquatico di Kisame evaporò ancora prima di raggiungere il bersaglio.
Nekomata lanciò un’altra palla di fuoco contro il ninja, ma questa volta fu centrato in pieno.
“Kisame!”
Lo spadaccino venne scaraventato lontano dalla potenza dell’attacco del bijuu.
“Ok, ora sono ufficialmente arrabbiato! Kakuzu, quanto ti ci vuole per quella tecnica?”
“Ancora un minuto!” gridò il lontano Kakuzu.
“Quello ci fa arrosto in un minuto! Sbrigati, dannazione!”
Da un cumulo di detriti riemerse un Kisame bruciacchiato e furibondo con il mondo intero.
“Io quello me lo mangio!!!” gridò mentre stava per scagliarsi di nuovo contro il demone, ma Itachi lo fermò.
“Le nostre tecniche sono inutili contro di lui, lascia che se ne occupino Hidan e Kakuzu”
Quando i due alzarono di nuovo lo sguardo verso lo scontro tra i due ninja rimasti e il gatto dalle due code videro, con una stretta allo stomaco, che Hidan stava combattendo con le fauci dell’enorme demone per evitare di venire divorato.
“Kakuzu! Porca puttana, qui la situazione è un tantino pesante! Ti dispiace darmi una mano!?”
“Ho quasi fatto!” gridò, mentre le sue mani cominciarono a brillare di un verde acceso.
“Oh, che schifo!” commentò Hidan, un gocciolone di bava gli era caduto in testa.
“fai pure con comodo, con calma, non c’è fretta… C’E’ MOLTA FRETTA INVECE, MUOVITI! QUI DENTRO C’E’ UNA PUZZA INSOPPORTABILE!”
Kakuzu comparve dal nulla proprio davanti al bijuu.
“Fatto! Tecnica del sonno infernale!”
Il gatto dalle due code venne investito da una fortissima luce verde e quando la tecnica cessò, il bijuu cadde su un fianco, addormentato in sonno profondo senza sogni.
“Che altro aspettavi? un invito scritto, forse?” Lo aggredì Hidan, ricoperto dalla viscida bava del demone.
“Questa tecnica richiede un enorme controllo del chakra, e poi scusa tu non sei mica immortale?”
“Certo, ma essere masticato da un bijuu non è esattamente una cosa piacevole e preferirei evitare”
“Vogliamo passare a cose più importanti?” Chiese scocciato Kisame.
Tutti e quattro si voltarono verso il loro prigioniero, legato come un salame contro una roccia che sembrava essere fatta apposta per lo scopo.
Un uomo di mezza età che non appena li aveva visti gli aveva scagliato contro il bijuu, ma le tecniche non erano proprio il suo forte, visto che il Nekomata era andato fuori controllo, attaccando prima lui, mettendolo KO, poi i quattro membri dell’Akatsuki
“Allora” incitò Kisame crocchiandosi le dita.
“comincio io se non vi dispiace” disse avvicinandosi minaccioso verso l’uomo, il suo viso tuttavia non tradì nessuna emozione.
“Aspetta” Itachi si mise sul passo del compagno.
“con il dolore fisico sono sicuro che non otterremo niente da questo tizio” disse chiudendo gli occhi, pronto a usare il suo sharingan ipnotico.
“Dopo 72 ore del mio trattamento, chiunque ritrova la parola”

“uff, sono sazia!” annunciò Yoko da dietro quattro colonne di ciotole di ramen.
“Era ora” borbottò Naruto, lui dietro appena due colonne.
Dopo aver pagato il proprietario( il quale subito dopo andò a comprarsi una Ferrari con i guadagni di quei dieci minuti di lavoro, ma questa è un’altra storia…) i due comprarono le provviste per Artemis al mercato, dove Yoko ricattò il biondino di non donargli più il suo chakra se non gli avesse comprato un -costoso- abito da sera rosso fuoco; cosa se ne potesse fare un bijuu con un abito da sera, Naruto non lo sapeva proprio.
Dopo che il borsellino di Naruto si fu completamente svuotato, i due si diressero verso all’appartamento di Artemis.
“Senti biondino, settimana prossima che ne dici di portarmi al cinema? Ho visto alcune locandine strada facendo…”
“Scordatelo” disse schietto.
Yoko rise, mettendo un braccio dietro il collo di Naruto.
“Su, su… non costringermi a fare la seduttrice” il tono di Yoko era tornato carico di malizia.
“La risposta è NO!” sottolineò Naruto, voltando lo sguardo da un’altra parte, per nascondere il rossore sulla gote.
“Mi ci hai costretto tu, piccolino…”
Stava per avvicinarsi al biondo, che prontamente rimise le distanze, quando la ragazza si fermò, con uno strano sorriso sulle labbra.
“Aspetta un attimo” cominciò, sfoggiando dei canini simili a quelli di un vampiro.
“piccolo pervertito, non è che hai fatto apposta dirmi di no per prenderti le mie coccole?” Chiese divertita.
“Certo che no! Sono un gentiluomo io!” disse fiero Naruto.
“Oh, un gentiluomo che si rifiuta di portare al cinema una ragazza che glielo ha chiesto così gentilmente?”
Naruto cadde in depressione: era riuscito a tener testa ai peggiori ricercati di livello A e S più pericolosi, ma contro Yoko non c’era partita. Non c’era mai stata.
“Va bene, esigenze dell’associazione permettendo” disse arreso
“Esigenze dall’associazione permettendo” fece eco la ragazza.
Naruto abbassò la guardia un attimo, giusto il tempo di sbuffare e Yoko ne approfittò subito, gettando le braccia attorno al collo del biondo e portando ancora le sue labbra a pochi millimetri da quelle del ragazzo.
“Ci conto” sussurrò, baciandolo poi sulla punta del naso.
Prima che Naruto potesse fare qualunque cosa, Yoko sparì in una marea di scintille rosse.
Quando fa così non la sopporto.

“Allora?” incitò Itachi.
“Perché hai preso di mira il bijuu”
“Fo… fot… fottiti!” balbettò l’uomo.
L’Uchiha gli tirò un pugno nello stomaco, era la terza volta che usava lo sharingan ipnotico, e ancora non c’erano risultati.
“E’ inutile Itachi” disse infine Hidan.
“questo probabilmente è stato addestrato fin da bambino a sopportare Genjutsu e torture, non gli caverai niente con quel metodo”
“Cosa suggerisci di fare allora?”
Hidan rimase impassibile all’inizio, ma poi sul suo volto cominciò lentamente a dipinsi un sorriso diabolico.
Kakuzu deglutì a vuoto.
“L’ultima volta che hai sorriso il quel modo hai strappato via gambe e braccia a un tizio che ti aveva urtato, che hai in mente di fare?” Chiese intimorito.

Naruto tornò all’appartamento di Artemis che era quasi sera.
“Ti sei fermato ad ammirare il panorama” Chiese il suo sensei appena entrato. “Kyuubi ha deciso di venire fuori e ho dovuto portarmela appresso a mia spese, e non in senso figurato” rispose il biondo esibendo il portamonete vuoto e l’abito rosso nel sacchetto che teneva in mano.
Artemis rise.
“Sei sopravvissuto però” constatò lui.
“Oggi, ma non se se sopravvivrò anche settimana prossima: gli ho promesso di andare al cinema, e quasi certamente mi costringerà a vedere o una di quelle robacce francesi da far venire il latte alle ginocchia oppure un film dell’orrore a dieci stelle che non mi farà dormire per una settimana, poco ma sicuro” borbottò lui.
Il leader scosse la testa.
“E ti lamenti anche? Io aveva 18 anni la prima volta che una ragazza mi chiese di andare al cinema, ritieniti fortunato”
“Non è affatto la stessa cosa, io sono stato minacciato di accompagnarla” protestò lui.
Poi gli uscì dalla bocca questa domanda, prima che potesse rifletterci.
“Chi è che ti aveva invitato al cinema?”
Artemis abbassò lo sguardo e fece un sorriso senza gioia.
“Sasha, quando era ancora una ragazza” rispose.
Naruto chinò il capo.
“Scusami sensei”
Lui fece un gesto di non curanza con la mano.
“Non scusarti, dopo la terapia d’urto al covo di Orochimaru questi discorsi non mi fanno né caldo né freddo”
Erano capitati sull’argomento, e difficilmente l’occasione si sarebbe ripetuta in futuro.
“Sensei… com’è stato vivere al villaggio della foglia?”
Lui alzò le spalle.
“Ho passato dei bei momenti, non posso negarlo. Ho conosciuto tante persone, avuto molti amici e mi sono innamorato un centinaio di volte; la vita di un normale adolescente, di questo non posso lamentarmi”
Sospirò.
“almeno fino a quando mia sorella Tsukiyomi non venne uccisa dallo Yondaime, da quel giorno decisi che non avrei guardato più in faccia a nessuno: se si trattava di qualcuno che lo Yondaime amava, lo avrei ucciso senza pensarci due volte”
“Perché non hai ucciso anche me allora?” Chiese Naruto, senza guardare negli occhi il suo sensei.
“se sapevi che ero il figlio dello Yondaime, perché non mi hai ucciso?”
Passò un lungo minuto, prima che Artemis rispose.
“Era il mio strumento di vendetta” disse.
“se la foglia fosse stata distrutta da qualcuno che lo Yondaime stesso amava, la mia vendetta sarebbe stata ancora più gratificante. Almeno, era questo che avevo programmato all’inizio”
Naruto apprezzò moltissimo la sincerità di Artemis, e si scoprì piacevolmente sorpreso di non sentirsi affatto arrabbiato o tradito per la risposta che aveva ricevuto.
“E sarà così” disse alzando lo sguardo.
“dopo che avrò costruito il villaggio della luna rossa, schiaccerò la foglia insieme a te. E’ una promessa!”

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Capitolo 14
*** Genin della foglia ***



Ho preso 4½ nel tema… che rabbia!!! Per sfogarmi adesso dovrò aggiornare come minimo di due capitoli la fic (Seeee, vi piacerebbe!).

Cap 13 Genin della foglia


Quando il giorno dopo Naruto si svegliò, non si stupì di non trovare più Artemis nell’appartamento.
Deve essere partito mentre dormivo.
Andò in cucina per fare colazione, tra un ora doveva trovarsi in accademia per l’esame dei Genin. Sul tavolo della cucina trovò un foglietto scritto dal suo sensei.
Ben svegliato.
In bocca al lupo per l’esame, anche se so perfettamente che non avrai problemi, solo evita di usare tecniche da Jonin per far colpo sull’esaminatore.
Dalle voci che mi sono arrivate pare che abbiamo già destato qualche sospetto in un Jonin, Kakashi Hatake, il ninja copia. E’ un fatto sconveniente, evita assolutamente il contatto con lui e se proprio non puoi farne a meno evita di rispondere alle sue domande, o rispondi sul vago.
Se la situazione ti dovesse sfuggire di mano, non esitare a ucciderlo, ma fai attenzione: parecchi ninja di grado S sono finiti male combattendo contro di lui, usa subito il massimo delle tue forze se disgraziatamente ti dovessi ritrovare a combattere con lui. Ovviamente, si tratta solo un eventualità che difficilmente si potrebbe verificare, ma ho preferito avvisarti.
Questa è una buona notizia e sono sicuro che ti farà piacere: gli altri hanno recuperato il Nekomata e Hidan sta per far parlare il tizio che lo aveva preso, sto andando al covo per godermi la diretta dell’interrogatorio.
A presto.

Azzardati ancora a usare Takumi per delle stupidaggini e giuro che avverto Sasori.


Naruto sorrise, la giornata era iniziata bene.
Dopo aver consumato la colazione, uscì di casa e si diresse verso l’accademia per sostenere l’esame per diventare Genin – a livello burocratico, si disse il biondo -.
Fuori dalla porta della sua classe trovò Sasuke appoggiato al muro, quasi lo stesse aspettando.
“Stasera al campo di addestramento numero 4, voglio la rivincita”
“Una non te ne è bastata, eh?” lo stuzzicò il biondo.
Sasuke portò lo sguardo da un’altra parte, fingendo indifferenza.
“Quella marionetta, Takumi” disse poi il moro.
“e davvero un arma straordinaria, curioso che un semplice studente possegga un arma del genere”
Naruto andò in panico, ma poi trovò una possibile scappatoia.
“Curioso anche che un semplice studente conosca la Gokaryu no jutsu” rispose.
“Sono un Uchiha, testa quadra. La Gokaryu era la prima tecnica che ci insegnavano, non è affatto la stessa cosa”
A salvare Naruto da quella situazione spinosa fu una ragazza bionda con una lunga coda che gettò le braccia attorno al collo del moro.
“Sasuke-kun, oggi sei più carino del solito, sai?”
Dal nulla apparve una palla di cannone rosa che diede una testa alla bionda.
“Ino, brutta racchia! Metti giù le mani dal mio Sasuke!” Gridò Sakura furibonda.
“Hei, fronte spaziosa, chi prima arriva, si cucca Sasuke!”
La campanella suonò e Naruto e Sasuke entrarono nell’aula per sostenere l’esame.
“Non sono affatto piacevoli le piovre, vero?” Chiese Naruto, che aveva la massima compassione per il moro.
“Parliamo d’altro, per favore”

“Adesso mi giro e non c’è più…” borbottò fra se e se Deidara.
“adesso mi giro e non c’è più… adesso mi giro e non c’è più… adesso mi giro e non c’è più….”
L’artista voltò lentamente la testa al suo fianco: il suo compagno con la maschera arancione era ancora lì.
“Doh!”
“Deidara, piantala” grugnì scocciato Sasori.
“Ma perché ce lo dobbiamo portare appresso?” protestò lui.
“Perché avete bisogno di me, Deidara-sempai” spiegò Tobi.
“Ma lo senti? E tu non protesti nemmeno!?” Esplose il biondo rivolto al marionettista.
Sasori sbuffò seccato.
“Finché continua darti fastidio, per me può restare quanto vuole”
“Grazie, Sasori-san!”
“Vi odio tutti e due!”
Deidara affrettò il passo, o meglio la lunghezza del salto visto che stavano saltando da un albero all’altro per raggiungere il loro prossimo obbiettivo: Isonade, la tartaruga dalle tre code.
“Ma che diavolo…” iniziò Tobi.
Si fermò di colpo, e anche gli altri lo imitarono.
“Che ti prende, Tobi?” Chiese Sasori.
“Sssh” lo zittì lui.
Rimase immobile per un attimo.
“Tutti giù!” gridò, scendendo dall’albero, imitato immediatamente dai suoi due compagni.
Appena toccarono il suolo, un enorme drago acquatico si schiantò nel punto dove i tre si trovavano un momento prima.
“Chi è là?” Gridò Deidara mettendo una mano nel suo marsupio di argilla. In risposta videro un altro drago acquatico avvicinarsi inesorabilmente verso di loro.
“Prendi questi!” L’artista scaglio contro al drago delle libellule d’argilla, che appena lo toccarono esplosero, annullando la tecnica.
“Qualcosa mi dice che siamo vicini” disse il biondo.
“Deidara-sempai, siete un genio a sottolineare le cose… ne arriva un altro, attenti!!!”

Naruto, seduto su una panchina fuori dall’accademia, pulì con scarso impegno il coprifronte della foglia che teneva in mano; in realtà, non vedeva l’ora di passare sopra al disegno di Konoha la punta di un Kunai, come avevano fatto tutti gli altri membri dell’Akatsuki.
“Non sembri soddisfatto” disse una voce.
Naruto si voltò, un Jonin coperto dal naso in giù con una maschera nera e con il coprifronte della foglia su un occhio si avvicinò a lui.
“Mi aspettavo qualcosa di un pochino più complicato” rispose sincero il biondo.
Il Jonin rise.
“Aspetta l’esame dei Chunin che ci sarà tra un mese, lì puoi stare certo che le emozioni non ti mancheranno”
Non mancheranno nemmeno a te pensò Naruto ricordandosi di Orochimaru, nemmeno al sannin le emozioni sarebbero mancate quel giorno.
“Speriamo” sospirò il biondo.
Il ninja davanti a Naruto, sappiamo bene chi è, aveva tutte le intenzioni di spillare dal ragazzo più informazioni possibile. Discretamente, come aveva detto Sandaime.
“Hai per caso deciso di fare il ninja per andare a caccia di emozioni?” Chiese con tono curioso Kakashi.
Naruto non tolse lo sguardo dal coprifronte che teneva in mano.
“Ho scelto di diventare Genin per poter far felice mio padre”
Il Jonin fece una strana smorfia sotto la maschera.
“Allora non è corretto dire che hai scelto, ti è stato imposto” gli fece notare.
“Non in quel senso” borbottò Naruto, buttando indietro la testa.
“voglio esaudire il desiderio di mio padre: diventare il più grande ninja mai esistito”
Kakashi sorrise.
“Penso sia il sogno di qualunque padre”
Stupidamente, Kakashi si ritrovò a chiedersi se quello fosse il sogno anche del suo di padre, non gli era mai venuto in mente di chiederglielo.
Anche il biondo si concesse di sorridere.
“Mica è tanto facile però, ci sono un sacco di ninja più forti di me in giro. Però non mi scoraggio”
Finalmente, Naruto portò il suo sguardo sul Jonin.
“e un giorno mio padre sarà orgoglioso di me, di questo sono certo!”
“Beh, anche se non mi hai chiesto un mio parere, penso che a prima vista tu abbia tutte le carte in regola per farcela”
Kakashi si avvicinò al biondo e gli allacciò il coprifronte della foglia, poi gli mise una mano sulla spalla e gli sorrise.
“Non rinunciare mai ai tuoi sogni, sono sicuro che a tuo padre questo basterà per essere orgoglioso di te”
Le parole del Jonin era sincere, questo Naruto lo capì.
“Naruto” si presentò.
“Kakashi Hatake”> si presento l’altro.
Kakashi… pensò Naruto.
Dove l’ ho già sentito?


Nel prossimo cap, visto il successo dello scontro Naruto VS Sasuke, ci sarà la rivincita del moro. Come andrà a fine? (Ad essere sinceri non ho ancora deciso…).
Oddio, non so come ho fatto a butta giù una schifezza del genere come capitolo. Non mi piace proprio!




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Capitolo 15
*** Lucifer ***




Bella gente! Abbiamo raggiunto quota 200 recensioni!!! Grande!!! Darò il meglio di me in questo capitolo, promesso!!!


Cap 15 Lucifer

Ormai è sera si disse Naruto.
Direi che è proprio ora di andare
Si caricò il marsupio di tutto quello che poteva servire per uno scontro fra ninja (comprese anche un paio di carte esplosive per rifarsi dello scherzetto di Sasuke del giorno prima) e uscì di casa, respirando a pieni polmoni l’aria fresca della sera.
“Bene e ora al campo numero 4!” gridò battagliero.
Nel cielo un corvo stile manga gracchio un paio di volte, portandosi dietro i classici puntini.
Però… da che parte è!?

“Ma si può sapere da dove arrivano!?” Gridò esasperato Deidara appena vide l’ennesimo drago acquatico che si avvicinava minaccioso.
“Questo lo sistemo io!” Dichiarò Sasori, tagliando in due il drago con la lungo coda di Hiruko.
“Tobi! Cerca di capire da dove arrivano!” Gridò il marionettista.
“E’ una parola! Ogni volta vengono da una direzione diversa… Deidara-sempai! Dietro di voi!”
Prima che l’artista potesse voltarsi il drago acquatico lo centrò in pieno, ma subito dopo ci fu un enorme esplosione: si trattava di una copia d’argilla.
“Ho capito finalmente” dichiarò il biondo, apparso dal nulla a fianco a Sasori.
“a parte Kisame, dubito che qualunque altro ninja al mondo possa avere a disposizione una quantità di chakra tale da poter sfruttare così tanti Suiryuudan, deve trattarsi del Bijuu”
I due si scansarono per evitare un altro Suiryudan e si portarono a fianco a Tobi.
“Sicuro?” Chiese Sasori.
“da quanto mi aveva riferito Zetsu, Isonade non è un Bijuu aggressivo. Mostra la sua forza solo se istigato”
Tutti e tre si coprirono la testa con le braccia per proteggersi dai detriti che venivano dalla cima dell’albero a fianco a loro: un altro drago acquatico che si librava a mezz’aria era in cerca di un obbiettivo. Appena si fossero mossi, sarebbero stato localizzati.
“Dunque significa che qualcuno lo ha istigato” sussurrò Tobi
Deidara imprecò a denti stretti.
“Ci hanno preceduti anche qui allora” grugnì furioso.

Un biondino di nostra conoscenza stava saltando di tetto in tetto per tutte le strade di Konoha, cercando il campo di addestramento numero 4 che, a insaputa di Naruto, era proprio dietro casa sua!
“Ma dov’è!?”
Naruto vide sotto di lui la sua salvezza: Sakura stava tornando a casa, di sicuro lei avrebbe saputo dove si potesse trovare il campo numero 4.
Con un balzò scese dal tetto dove si trovava e atterrò davanti alla rosa.
“Ciao Sakura-chan!” La salutò allegro.
Prima di rendersene conto, Naruto si ritrovò schiantato contro una recinzione li vicino.
Oh, cavolo… non mi ero accorto di essere sopra ai binari.
“Non farmi mai più uno scherzo simile! Mi hai spaventata a morte!” Gridò la rosa mostrando minacciosa il pugno che lo aveva colpito.
Naruto si rialzò, massaggiandosi la nuca.
“Scusami, comunque: sai dov’è il campo di addestramento numero 4?” Chiese.
Sakura si calmò e osservò per un attimo il ragazzo che gli stava davanti.
“Tu sei quello nuovo… Naruto, giusto? Il campo si trova proprio a fianco alla torre a est delle mura, ma cosa ci vai fare a quest’ora?”
Il biondo sorrise orgoglioso.
“Devo prendere a calci nel sedere un Uchiha di mia conoscenza, niente che…”
Gli occhi di Sakura si trasformarono in due biglie bianche, i capelli cominciarono a vorticare come mossi dal vento e una lingua biforcagli usci dalla bocca.
“Sssssssssssssssasssssssssssukkkkkkkkkkkkkeeeeeeeeeeee…” Sibilò come un serpente.
“Ahm… ciao!!!” buttò giù Naruto per sfuggire dalla rosa.
Quella è tutta matta pensò, dirigendosi verso il luogo indicato dalla ragazza.

“Salve leader, piacere di vederla di nuovo di persona” salutò Hidan.
“Allora?” Chiese Artemis saltando i convenevoli.
Hidan sospirò abbattuto.
“E’ come le ha detto Naruto: stanno cercando la fenice”
“Merda!” Imprecò.
Era un contrattempo molto seccante, da trattare con la massima cura.
“Ce ne sono altri che la cercano? Altri come lui?”
“Sì, non ho capito molto bene quello che farfugliava, ma pare proprio che un certo Lucifer abbia in mente di appropriarsi dei Bijuu prima di noi.”
“Lucifer?” Chiese Artemis, come se avesse capito male.
“il re dell’inferno?”
“Beh, se mi è concesso leader, se esistono demoni e fenici non vedo perché non dovrebbe esistere anche l’inferno e il suo re” disse Hidan.
Artemis scosse la testa.
“Non è che fatico a crederlo, anzi, all’inferno ci sono stato parecchio tempo fa. Solo credevo di essermi tolto dai piedi quella carogna di Lucifer”
Hidan rimase parecchio scosso dalle parole del suo capo.
“Scusi, ma credo di non aver afferrato…”
“Beh, il pezzo più grosso che era rimasto di lui era un pollice della mano e avevo dato per scontato di essermene liberato” spiegò lui.
Il religioso, se possibile, rimase ancora più scosso di prima.
“Ma… come ci eravate finito all’inferno?” Chiese.
Artemis lo guardò con la stesse espressione con cui si guarda qualcuno che ha appena fatto la domanda più stupida del mondo.
“Ero morto” disse come per sottolineare qualcosa di ovvio
Hidan non seppe più cosa pensare.
“E… come mai ora non lo siete più?” Chiese.
“Segreto professionale. Chi spalleggia Lucifer?”
Costringendosi a non fare altre domande riguardo al tour all’inferno del leader, Hidan rispose.
“Per questa risposta ho dovuto strappargli via entrambe le scapole; richiama ninja defunti usando una tecnica di resurrezione simile a quella di Orochimaru, ma pare che possa richiamare solo…”
“Fammi indovinare… solo ninja che in vita non si sono comportante un granché bene, immagino. Dove si nascondono?”
Hidan cominciò a temporeggiare.
“Beh… ecco… stava per dirmelo… però… gli ho spezzato in due la spina dorsale prima che potesse rispondere” rispose.
Artemis grugnì di rabbia.
“E ti costava tanto non spezzargliela?”
“Ma leader… era già fuori per metà! praticamente mi stava dicendo “spezzami, spezzami” è stato più forte di me!”
“Anch’io in questo momento ho una gran voglia di spezzarti in due, sai?” disse minaccioso.
“Ha detto un'altra cosa: hanno localizzato anche Isonade”
“E me lo dici solo adesso!? Chiama gli altri e andate di supporto a Deidara e Sasori!”
Hidan rimase interdetto.
“Ma leader, con loro c’è anche Tobi, non pensa che da soli bastino?”
Artemis afferrò il suo sottoposto per il bavero del kimono e lo alzò da terra.
“Tu non hai… la benché minima idea di che razza di guerrieri ci siano all’inferno: alcuni di loro sono addirittura più forti di me. Io ho sconfitto Lucifer approfittando di una rivoluzione, era lui da solo contro un intero esercito infernale e se i suoi subordinati non l’avessero abbandonato, avrebbe anche potuto vincere”
Il leader lasciò andare Hidan.
“Ti è chiaro il concetto? Ora vai ad avvisare gli altri”
La situazione rischia di sfuggirmi di mano Pensò Artemis.
Sarà meglio chiamare la vecchia Brigata Infernale, scommetto che non vedono l’ora di riprendere in mano le armi.

“Sei in ritardo” Lo riprese il moro.
“ti eri perso, per caso”
Naruto grugnì in risposta.
“Sei pronto, piuttosto?” Incitò il biondo, pronto a dar battaglia.
“E’ da quando sono qui che sono pronto”
Da sopra un ramo, due konoichi stavo osservando i due ninja che si apprestavano a scontrarsi.
“Forza Sasuke” sussurrò la prima, Ino per farla breve.
“Forza Sasuke” sussurrò la secondo, Sakura.
La bionda si voltò furiosa verso la compagna.
“Ehi, fronte spaziosa, l’ ho già detto io!”
“Taci brutta racchia, se no ci scopre!”
Sotto di loro, la scontro era prossimo.

(Stavo per finire così, ma indovinate chi è arrivata a convincermi a continuare?: Nda)

Oggi niente Takumi, o il sensei me la sequestrerà come minimo per un mese.
“Oggi mi sento magnanimo e combatterò solo con le mie forze, contento?”
“Quanta grazia!” commentò il moro
I scattarono uno verso l’altro, pronti a dare il via a uno scontro di Taijutsu. Sasuke era un degno Uchiha, ma non si era certo allenato nelle arti ninja da quando aveva un anno come il suo avversario.
Naruto provò ancora a comparire improvvisamente alle spalle del moro, sicuro di coglierlo di sorpresa.
“Non ci casco per due volte di seguito!” Senza voltarsi, Sasuke diede una gomitata allo stomaco del biondo, che arretrò per la botta subita: quello che l’Uchiha aspettava.
Velocissimo, Sasuke eseguì i sigilli del cavallo e della tigre.
“Katon: Gokaryu no Jutsu”
La palla di fuoco colpì il ninja in pieno, finendo scaraventato lontano dalla potenza del Jutsu.
“Evvai!” Esultò Ino.
“Sì! Così impari a sfidare i grandi” sussurrò Sakura.
Il ninja steso a terra esplose in uno sbuffo di fumo, rivelando un tronco carbonizzato dalla palla di fuoco. Le due konoichi non fecero commenti, erano rimaste senza parole.
“Doton: Shinjuu Zanshu no Jutsu!” Da sotto i piedi del moro comparvero due mani che gli afferrarono le caviglie, trascinandolo sottoterra e lasciando esposta soltanto la testa.
Naruto sfondò il terreno con un braccio e uscì dal suo nascondiglio sotterraneo. “Allora, che mi dici?” Chiese.
Le mani del moro erano sottoterra, quindi Naruto non poté vedere che il suo avversario stava componendo dei sigilli
“Dico questo. Katon: Housenka no Jutsu!”
Colto alla sprovvista, il biondo venne centrato in pieno dalla tecnica di fuoco; non proprio un esperienza piacevole.
Sasuke riuscì a liberarsi dalla sua prigione di terra e caricò di nuovo verso il moro.
Ma quando tentò di colpirlo con un pugno, si accorsa troppo tardi che il biondo si era sostituito con Kage Bushin con una carta esplosiva attaccata al petto.
“Ka-boom, Sasuke”
La carta esplose e l’Uchiha venne sbalzato via a diversi metri.
Solo allora il vero Naruto si mostrò, sedendosi a fianco del moro completamente paralizzato dalla violenza dell’esplosione.
“Due a zero per me, direi” commentò.
Il moro rise.
“Io direi uno pari”
Naruto non capì.
“Scusa, che intendi?”
“Ti sei appena seduto sulla mia carta esplosiva”


Sì, questo capitolo mi è piaciuto, bello lungo.
Non se se nel prossimo o in quello dopo ancora, ma tra poco incontreremo Haku e Zabusa!(si scrive così?)
Tra un po’ arrivano le vacanze, il periodo dove sono più carico… giusto per darvi un idea, la prima settimana sarei capace di aggiornare due capitoli al giorno.
Ziao!Ziao!



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Capitolo 16
*** Cuore di marionetta ***




Tra poco uscirà il numero 32 di Naruto… non vedo l’ora.

Cap 16 Cuore di marionetta



“Oh no! Ne arrivano tre questa volta!” Gridò Sasori.
Deidara creò uno stormo di libellule che scagliò contro i Suiryudan facendoli esplodere.
“Questa volta l’ ho visto!” Dichiarò Tobi.
Uscì dal suo nascondiglio e scattò verso un albero proprio a fianco a lui.
“Esci fuori!” Sferrò un calcio al tronco dell’albero, che subito si sbriciolò dalla potenza del colpo.
Dalle schegge di legno emerse un figura che i tre non fecero in tempo a riconoscere, perché subito cominciò a correre nel mezzo della boscaglia.
“Non mi scappi”
Sasori Deidara e Tobi si lanciarono all’inseguimento, fino a ritrovarsi in una radura priva di alberi. In mezzo a questa radura la figura, che sembrava femminile, cominciò a battere le mani, come per congratularsi con i tre.
“Ma che bravi” disse.
Ora ne erano sicuri: si trattava di una donna.
“non credevo esistessero ninja così coriacei”
Tobi si avvicinò di più all’artista.
“Deidara-sempai, guardi il braccio destro di quella donna”
Deidara lo fece e vide chiaramente che il braccio della loro avversaria era contornato da uno stano tatuaggio che lo ricopriva completamente.
“deve essere lì che ha sigillato Isonade”
“Quindi basterà strappargli via il braccio per impossessarci del Bijuu” concluse Sasori.
“Lasciate fare me, voi godetevi lo spettacolo” disse il marionettista.

“Bella mossa con quella carta esplosiva, ma ho dei riflessi felini quando mi impegno” si vantò Naruto.
Stava sorreggendo l’Uchiha, reduce dalla seconda sconfitta con il biondo.
“Come no” sussurrò Sasuke, era senza forze, lo si capiva dal tono di voce stremato.
“però scommetto che nemmeno uno come te po’ essere uscito illeso da una carta esplosiva così vicina.”
Naruto fece una faccia indifferente, come se non lo avesse sentito.
In effetti ho una brutta scottatura al braccio destro pensò il biondo.
ma d’altronde mi sono limitato a un quarto delle mie capacità, c’era da aspettarsi che con un avversario del genere finissi ferito.
Lo portò al centro del villaggio, ma lì il moro chiese di essere lasciato andare: avrebbe raggiunto casa sua da solo. Naruto acconsentì.
“Yoko” sussurrò, dopo essersi assicurato che non ci fosse nessuno nei paraggi.
“cosa ne pensi?”
La ragazza dai capelli rossi apparve a fianco a Naruto, solo che questa volta era semitrasparente. Infondo, voleva solo parlare con lei, non era necessario che uscisse completamente.
“E’ pericoloso quell’Uchiha” disse lei.
“appena inizierà a usare lo Sharingan dovrai usare ben più del 25% del tuo potenziale per metterlo al tappeto, in futuro potrebbe diventare più di un semplice passatempo”
Naruto sbuffò non curante.
“E’ forte e ha delle grandi potenzialità, non lo nego, ma dubito che potrebbe mai un giorno rappresentare una minaccia”
Il biondo svoltò un angolo, ignaro che un occhi vigile lo stesse osservando.
“Itachi la pensa diversamente” gli ricordò Yoko.
Il ragazzo fece una smorfia.
“Io sono quasi al livello di Itachi, se ha davvero intenzione di vendicare la sua famiglia Sasuke dovrà raggiungere un livello di potere enorme, che non penso potrebbe raggiungere”
Yoko sembra pensarla diversamente a giudicare dalla sua espressione, ma poi fu come se fosse stata colpita in pieno da qualcosa.
“Tutto bene?” Chiese il biondo.
Lei guardò Naruto con un sorriso agghiacciante.
“Quando sorridi in quel modo fai paura…” commentò.
“Ehi piccolino, e se sfidassimo Itachi?”

Sasori agitò pericolosamente la sua lunga coda d’acciaio e sferrò il primo colpi, mirando al braccio destro della donna.
“Hei, sei troppo lento nanerottolo!” Lo schernì la donna dopo aver schivato l’attacco.
E’ veloce Pensò il marionettista.
Per quanto Sasori si concentrasse, non riuscì a colpire il suo bersaglio: quella donna sembra essere un anguilla tanto si muoveva velocemente.
Dannazione! Mi basterebbe colpirla di striscio e il mio veleno farebbe il resto, ma quella tipa è troppo veloce non sembra neanche umana!
La donna fece una capriola all’indietro, giusto in tempo per evitare l’aquila esplosiva che Deidara gli aveva lanciato contro.
“Lascia divertire anche noi” Disse Tobi.
“In tre sarà più semplice” si unì l’artista.
Sasori grugnì.
“Fate come vi pare”
La donna sorrise, come se non stesse aspettando altro.
“Bene miei cari ninja, vediamo se siete forti come sembrate. Suiton: Nissen Suiryudan no Jutsu!”
Tobi e Deidara rimasero paralizzati dallo stupore, Sasori, se avesse avuto ancora delle pelle organica, sicuramente avrebbe cominciato a sudare freddo.
“Vi piace?” Chiese lei.
“è la mia tecnica finale, ritenetevi onorati, la uso solo per le grandi occasioni” La donna fece due passi in avanti, poi si voltò, ammirando i duemila draghi acquatici che aveva appena creato.
“L’ ho chiamata la danza dei duemila dragoni, spero vi piaccia”
Sasori si avvicinò al suo compagno con la maschera arancione.
“Tobi” sussurrò.
“prendi Deidara e allontanatevi da qui”
L’artista era abbastanza vicino da sentire.
“Cosa vuoi fare?” Chiese preoccupato.
“Combatti una tecnica finale con un'altra tecnica finale, questo voglio fare” Dichiarò.
“Poi scordartelo, io rimango qui con…” Sasori colpì di striscio la gamba di Deidara con la sua coda.
“S-Sasori… perché?” poi crollò a terra, vittima della potentissima tossina che gli invase il corpo.
“Quella parte della mia coda non ha un veleno letale, ma almeno non si potrà muovere”
Tobi raccolse il suo sempai e se lo caricò in spalla.
“Perché lo fate, Sasori-san?”
Il marionettista si tolse lentamente il kimono dell’Akatsuki.
“Lui soffrirà di meno” disse.
“se a morire sarà uno solo”
Quel che rimaneva dell’autentico Sasori emerse, mostrando un ragazzo dai capelli rossi a spazzola, il corpo completamente meccanico e con delle inquietanti lame che gli spuntavano da dietro la schiena.
“Ora vai” disse con tono che non ammetteva repliche.
“Avete finito di chiacchierare voi due?” Chiese la donna, che stava aspettando i comodi degli avversari, come a sottolineare la sua superiorità.
Tobi si voltò verso la foresta e si mise a correre.
“La tua collezione di draghi è portentosa” dichiarò Sasori.
Sganciò un rotolo da dietro la schiena e si aprì una specie di vano all’altezza del cuore.
“Già, ne vado molto orgogliosa: con questa tecnica ho piegato una delle più grandi città del paese degli uccelli” disse orgogliosa.
“Un vero peccato, perché con la mia non ho piegato una città, ma un intera nazione! Aka Higi: Hyakki no Soen!”
Le cento marionette di Sasori si mostrarono imperiose e inquietanti.
“Tutto qui? Mi aspettavo qualcosa di più”
Sasori digrignò i denti.
Quella troia ha ragione. E’ una mia marionetta contro venti dei suo draghi, il rapporto è senza confronto, mi ridurrà in pezzi!
Poi la mente del marionettista fu attraversata dall’immagine di un biondino sorridente.
Naruto… tu cosa faresti al mio posto?
A Sasori poi venne un idea tanto brillante quanto pazza.
Sì, è l’unico modo… ma per estendere la tecnica anche alle mie marionette consumerò una quantità assurda di chakra, almeno 80% non ho mai impastato così tanto chakra in una volta sola, il mio corpo potrebbe esplodere.
Sorrise senza gioia.
Beh, vale la pena rischiare.
Sasori compose un singolo sigillo. Un sigillo che Naruto conosceva bene: fu con quel sigillo che il biondo realizzò per la prima volta una tecnica a livello di Jonin. “Kage Bushin no Jutsu!”


Mi dispiace per voi, ma oggi la vostra benefattrice non c’è.
Nel prossimo Cap: Naruto vs Itachi, prenderò una pausa di un paio di giorni per fare il capitolo bello sostanzioso.
Come al solito, grazie a tutti quelli che commentano e criticano. Al prossimo cap!

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Capitolo 17
*** Spettacolo dei duemilacento congegni ***


html> Dopo una lunga(lunga, ma non così lunga) attesa, ecco il cap numero 17(Ferro!)(Superstizioso, eh? :NdSorellaAutore)(Assolutamente!)(oh, guarda un gatto nero! :NdSorellaAutore)(AAAAAAAAAAAAH!!!!)

Cap 17 Spettacolo dei duemilacento congegni



“Sfidare Itachi!? Ma che sei matta per caso?”
L’osservatore che stava spiando i due ignari ragazzi sgranò l’occhio visibile, aveva sentito bene? Stava parlando di sfidare Itachi?
“Beh, dovrai imparare prima o poi a difenderti dallo sharingan, cocco mio.
Visto che abbiamo Itachi dalla nostra, perché non approfittarne e allenarsi un po’ con lui?” Chiese Yoko.
Il biondo sembrò rifletterci sopra, ma poi fece una faccia piuttosto scoraggiata.
“Mi mangerà vivo…” borbottò scoraggiato.
La ragazza mise il braccio sotto il collo di Naruto e fece finta di stozzarlo.
“Avanti piccolino, non dirmi che hai paura di lui?”
“Coff… non è quello, contro Itachi non c’è storia, dopo una batosta del genere il mio orgoglio potrebbe non sopravvivere”
Yoko mise più forza nella presa.
“Voi maschi e il vostro stupido orgoglio! Tu invece lo sfiderai, o ti posso assicurare che per le prossime settimane non ti farò chiudere occhio” lo minacciò lei.
“E va bene, coff… adesso per favore lasciami respirare!”
La ragazza lasciò andare il biondo.
“Allora, promesso che sfiderai Itachi?” Chiese conferma.
“Sì, sì, promesso” disse il biondo massaggiandosi il collo.
Naruto stava per dire a Yoko di andarsene, quando vide che quest’ultima era come paralizzata: gli occhi rosso sangue sbarrati, le mani tremanti, era tornata completamente materiale come quel pomeriggio e sembrava essere sull’orlo delle lacrime.
“Yoko?” La chiamò spaventato il biondo, era la prima volta che faceva così.
Lei sembrò non sentire, non ebbe nessuna reazione al richiamo di Naruto. Il ragazzo riuscì a mantenere il sangue freddo, la prese per le spalle e la agitò leggermente. Lei sobbalzò come se fosse stata strappata da un sonno profondo.
“Isonade…” disse agitata.
“l’ hanno presa, ma non noi, gli altri. Sasori stà combattendo per riprendersela ma è nei guai”
Naruto rimase interdetto.
“Come… come sarebbe?”
“L’ ho visto! Dobbiamo uscire dal villaggio, muoviti!”
Prese per mano il biondo e lo trascinò per le strade di Konoha, dirigendosi all’uscita del villaggio.

“Kage Bushin no Jutsu!” impastando una quantità assurda di chakra, Sasori riuscì e creare venti copie di sé, ma non solo di se stesso: anche le cento marionette vennero comprese nella Kage Bushin, moltiplicando per venti il loro numero: ora era Sasori a essere in vantaggio. Di ben cento marionette.
Direi che, più di una Kage Bushin, questa si potrebbe chiamare Kugutsu Bushin pensò soddisfatto di sé stesso il marionettista.
“Aka Higi” sussurrò.
“Spettacolo dei duemilacento congegni!”
La donna contrattaccò all’istante.
“Nissen Suiryudan no Mai!”
Le due tecniche si scontrarono con una potenza mostruosa: le marionette di Sasori si scatenarono come mai fecero in una battaglia, ma i draghi acquatici non erano certo avversari semplici. Più di una volta Sasori dovette arretrare per mettersi sulla difensiva e più di una volta rischiò di finire spazzato via dagli attacchi combinati della sua avversaria.
“Ora basta!”
La donna richiamò a sé tutti i draghi acquatici che gli erano rimasti e li fece convergere in un unico corpo, in modo da poter formare un drago acquatico di dimensioni enormi.
“Che mi dici adesso!?” Lo stuzzicò la donna.
Merda!
Il drago acquatico gigantesco si lanciò contro il Sasori originale.
E adesso? Non posso fare altro che difendermi con tutto quello che ho per formare un muro.
Sasori richiamò attorno a sé tutte le sue marionette e le sue copie per difendersi dall’attacco, ma il marionettista capì troppo tardi che provare a ripararsi dietro le sue creazioni per difendersi da quel drago acquatico, sarebbe stato come ripararsi dentro a un sacco a pelo per sfuggire a uno tsunami.
“CREPA!”
Le copie esplosero al solo contatto con il drago, le marionette originali venne sbalzate in aria e Sasori venne centrato in pieno dal colpo.
Il drago non si fermò e trascinò Sasori nella sua corsa furiosa fino nel folto della foresta, facendolo schiantare contro una roccia.
La donna sorrise soddisfatta per la sua vittoria, però poi lanciò un atroce grido di dolore: il suo braccio destro era stato tagliato via di netto.
“Lurido… bastardo…”
La aveva fregata e se non avesse recuperato Isonade, Lucifer come minimo l’avrebbe divorata viva.
Stava per andare a recuperare il suo braccio, quando un ninja vestito con un kimono nero a nuvole rosse gli si parò davanti.
“Rasengan!”
Fu questa l’ultima memoria della donna prima di morire.

“Yoko, si può sapere dove mi stai portando?”
La ragazza aveva trascinato il biondo fin fuori Konoha: era spaventata, come mai il ragazzo la aveva vista.
“Cosa vuoi fare?”
Yoko aveva rilasciato tutte nove le sue code e sembrava stesse impastando moltissimo chakra per una qualche tecnica.
“Che…”
Prima che potesse dire qualcosa, Naruto venne circondato dall’abbraccio della ragazza, poi le nove code avvolsero i due creando una specie di cupola vibrante di chakra.
L’osservatore era a dir poco scandalizzato: chi era quella ragazza? Perché nasuto aveva parlato di sfidare Itachi? Cosa diavolo stava succedendo?
Quando poi la cupola rossa si innalzò nel cielo e schizzò verso ovest a velocità pazzesca lasciandosi alle spalle una marea di scintille cremisi, Kakashi comprese finalmente di essere ubriaco fradicio.

“Sasori!” Gridò Itachi.
“Sasori!” Gridò Hidan.
Nessuna risposta.
“Akasuna no Sasori!” Gridò Kakuzu.
Zetsu si voltò verso il tesoriere, guardandolo nello stesso modo con cui si guarda un perfetto idiota.
“Quanti Sasori pensi ci siano in questo foresta? Sasori!”
Kisame si mise in equilibrio sulla punta di Samehada, avendo così una visuale maggiore.
“E’ stato un Suiryudan a combinare questo casino” disse rivolto ai suoi compagni, indicando la parte di foresta completamente spazzata via.
“un Suiryudan con una quantità abnorme di chakra al suo interno; siamo fortunati che il leader abbia colto di sprovvista quella puttana, altrimenti ci avrebbe fatto sudare non poco con una tecnica del genere”
Zetsu poi si voltò di scatto verso la sua destra.
“L’ ho visto, è laggiù!” Gridò
Tutti si precipitarono verso la direzione indicata da Zetsu, quando poi superarono un cespuglio si accorsero di essere stati preceduti da Artemis.
“Sasori…” disse il leader.
Il marionettista era seduto con la schiena contro una roccia, ma purtroppo il suo centro organico era stato centrato in pieno da un grosso ramo, probabilmente si doveva essere ferito durante l’attacco di quel drago acquatico.
Sasori porse il braccio amputato della donna al leader.
“Missione compiuta, Isonade è qui dentro” disse, la sua voce non sembrava modificata nonostante la mortale ferita che aveva.
Artemis prese l’arto amputato e lo nascose all’interno della sua veste.
“Sei stato grande Sasori” si congratulò con lui il leader.
“Deidara e Tobi?” Chiese il rosso.
“Stanno bene, anche se per merito tu Deidara avrà qualche difficoltà a controllare il chakra per qualche giorno”
Sasori ghignò soddisfatto.
“Ben gli sta a quella testa calda”
Poi sospirò: non sembrava affatto terrorizzato o preoccupato all’idea di morire, proprio lui che aveva sparato la sua filosofia dell’eternità fino ad allora, sembrava che fosse assolutamente tranquillo.
“Dite a Naruto che mi mancherà” sussurrò.
Artemis portò di scatto lo sguardo verso il cielo, sbarrando gli occhi per lo stupore.
“Beh, puoi dirglielo tu direttamente se vuoi: sta arrivando”
Con la grazia di un meteorite, Naruto e Yoko si schiantarono a pochi metri di distanza dal gruppo.
Pochi secondi per riprendersi dalla forza dell’impatto e Naruto mise a fuoco gli occhi, vedendo le condizioni del marionettista.
“Sasori!” Gridò, correndo verso di lui e inginocchiandosi al suo fianco.
Tutta l’Akatsuki, leader compreso, era sbalordita, ma mantennero il contegno.
“Andate via, voglio parlare da solo con Naruto” disse Sasori.
I ninja fecero come gli era stato chiesto e lasciarono soli i due, Yoko però rimase a fianco al biondo.
“Sasori, cosa… cosa è successo?” Chiese quasi in lacrime il biondo, ma non voleva piangere: voleva dimostrarsi forte di fronte al suo compagno.
“Rischi del mestiere” borbottò, mentre un rivoletto di sangue nero gli usciva dalla bocca.
“Ascolta Naruto… tra poco non mi muoverò più, voglio che tu mi faccia alcuni favori.” cominciò.
Il biondo drizzo le orecchie.
“La prima cosa che ti chiedo… è di non farmi tornare in vita con la fenice”
“COSA?” Esplose il biondo
“ma… perché?”
Il rosso sorrise.
“Se proprio devi esprimere per me un desiderio alla fenice, chiedigli di mandarmi nello stesso luogo dove sono i miei genitori. A me basta questo” rispose.
“poi… vorrei che il mio corpo di marionetta non venga sprecato, per me finire inutilizzato sarebbe di gran lunga peggio di morire. Riparami e usami insieme a Takumi, saremo delle ottime armi”
Naruto si conficcò le unghie della mano nel braccio, non era vero, non poteva essere vero… Sasori…
“La mia parte ancora umana” disse, sfiorandosi l’ideogramma con scritto “Sasori” sul petto.
“seppelliscila nel villaggio del Suna e già che sei lì…”
Cominciò a ridere, incurante del sangue che gli usciva dalla bocca.
“C’è una vecchia nel villaggio del Suna, si porta sempre appreso due marionette… speciali. Si chiama Chiyo, prendigli quelle due marionette e usale assieme a me quando combatterai.”
La sua risata cominciò lentamente a spegnersi, la debolezza cominciava a farsi sentire.
“Quando la vedrai… digli che Sasori rivuole indietro le sue prime due creazione, lei capirà… anche se probabilmente quella vecchia befana potrebbe non cedertele subito, uccidila pure se lo riterrai necessario”
Cominciava a non sentire più le braccia, era vicino alla fine.
“Infine… beh, questo più che altro è il mio regalo di addio. Dovrei averlo ancora stretto in mano, non riesco a sentirlo”
Naruto guardò la mano del marionettista: stava stringendo un rotolo nero, forse conteneva un’altra marionetta. Il biondo lo prese e se lo mise nel marsupio.
“Era la mia tecnica finale, se riuscirai ad usarla… significherà che sei diventato un marionettista eccezionale”
Pochi secondi ancora, gli rimanevano pochi secondi.
“Io sono fermamente convito… che sacrificare la propria vita per qualcun’altro sia qualcosa di veramente stupido, ma se si trattasse di uno qualunque dei miei compagni… non mi dispiacerebbe… diventare… un idiota. Grazie per avermelo fatto capire… Naruto. Addio”
Il corpo di Sasori scivolò a terra, con stampato sul volto quel sorriso amaro. “Sasori…”
Naruto non poté trattenere due lacrime che gli scivolarono giù dagl’occhi. Si ricordava ancora di quando il marionettista gli regalò quella bambola di legno quando era piccolo, era il ricordo più vecchio che aveva ma se lo era stampato bene in mente. Non aveva fatto in tempo neppure a fargli vedere quanto era migliorato con Takumi, gli sarebbe piaciuto fare un breve scontro con il rosso per fargli vedere la sua abilità di marionettista. Ma non aveva fatto in tempo.
Naruto sentì essere circondato da un caldo abbraccio e una mano gentilmente gli stava asciugando le lacrime.
“Scusami piccolo” disse Yoko.
“se lo avessi visto prima, forse avremo fatto in tempo”
Il biondo fece no con la testa.
“No, almeno ho potuto vederlo un’ultima volta” Con due dita, il ninja chiuse le palpebre al marionettista.
Yoko diede un piccolo bacio sulla guancia di Naruto, diverso da quelli che riceveva regolarmente dalla ragazza, carichi di malizia o di ironia, questo era sincero: voleva consolare un poco quel ragazzino, sapeva quanta tristezza ci fosse ora dentro di lui.
“Devo parlare con Artemis” disse il biondo.
La rossa lasciò andare il ragazzo e sparì in una marea di scintille rosse.

“Questo è quanto” concluse il suo racconto Tobi.
Naruto colpì con tutte le suo forze uno dei pochi alberi rimasti in piedi, che subito si spezzò in due dalla forza del colpo.
“Anche qui dannazione!” Esplose il biondo.
“E’ l’ultima volta però” assicurò Artemis.
“ho chiamato alcuni miei vecchi amici che hanno un paio di conti in sospeso con Lucifer, non tarderanno ad arrivare e a mettersi all’opera, ve lo assicuro io”
Naruto fece quanto possibile per calmarsi.
“E lo Shukaku? Mentre siamo qui potrebbero prenderlo”
“No, ho lasciato una copia di Zetsu a Suna usando la Shoten no Jutsu, è più debole dell’originale, ma almeno abbiamo una minima copertura”
Il leader sospirò.
“Sbrigatevi a trovare Sokou, ma prima di catturarlo aspettate che arrivino tutti gli altri in supporto; non ho intenzione di perdere un altro membro dell’Akatsuki, ora andate”
I ninja sparirono, lasciando soli Artemis e Naruto.
“Sensei, vorrei andare nel Suna”
“Vai pure, basta che ti copri bene il volto: non voglio che qualcuno ti veda in faccia” Così dicendo, anche il leader sparì.
Il biodo si diresse verso il corpo di Sasori e usando un Kunai gli estrasse con cura la parte organica dal corpo.
La parte di marionetta la sigillò in un rotolo, quella organica la avvolse in un velo che si caricò in spalla.
“Yoko, portami nel villaggio del Suna prima che puoi” sussurrò.
Vide di essere avvolto a nove rosse code, poi tutt’attorno a lui divenne buio.
“Impiegheremo qualche minuto, resta più fermo che puoi nel frattempo” disse Yoko.
Naruto fece come gli era stato detto: sentì la superficie delle code vibrare e a tratti c’erano alcuni sobbalzi, ma fu un viaggio veloce e quasi piacevole.
Quando le code si dissolsero, il biondo vide di essere atterrato piuttosto lontano dal villaggio.
Meglio pensò
Sai che scintille se mi avessero visto arrivare in quel modo.
Si tolse il coprifronte della fogli e se ne mise un altro, che aveva creato lui stesso: il coprifronte del villaggio della luna rossa, raffigurante una luna a falce. Ricordandosi poi dell’avvertimento del suo sensei, si coprì il volto con delle bende; non sarebbe proprio stato al fresco, ma almeno non lo avrebbero riconosciuto.
Attraversò un breve tratto di deserto per poi arrivare alle porte del villaggio della sabbia.
“Hei tu” lo chiamò un Jonin della sabbia, probabilmente quello che doveva fare la guardia al portone.
Prima che potesse avvicinarsi troppo, Naruto lo colpì con tutte le sue forze allo stomaco: sarebbe rimasto svenuto per un po’.
Varcò l’entrata del villaggio della sabbia, la prima cosa che doveva fare era allontanarsi dall’entrata, poi avrebbe chiesto al primo passante che gli fosse capitato a tiro dove si trovava il cimitero del villaggio.
Dopo aver raggiunto quello che sembra essere il palazzo del kazekage, Naruto vide una ragazza bionda che portava alle spalle un grosso ventaglio; era la persona più vicina, tanto valeva chiedere a lei.
“Scusa, sai dov’è il cimitero del villaggio?” Chiese schietto il biondo.
La ragazza osservò prima il ragazzo bendato che aveva davanti, poi il suo strano coprifronte che di sicuro non aveva mai visto prima.
“Dietro il palazzo del kazekage, è la prima volta che vieni qui vero?”
“Già, grazie” disse voltando le spalle alla ragazza.
“Da che villaggio vieni, ragazzo?” Chiese lei.
Naruto non si voltò, ma continuò la sua marcia verso il retro del palazzo.
“Dal villaggio della luna rossa”
Aggirò il grosso edificio e finalmente cominciò a intravedere una lunga serie di lapidi delimitate da una staccionata: era arrivato.
Trovò uno spiazzo libero e scavò a mani nude una fossa abbastanza grande da poter depositare il fagotto che si teneva in spalla; per fortuna, nessuno lo notò.
Dopo aver sotterrato la parte rimasta umana di Sasori, la ricoprì di sabbia e dal piccolo magazzino che trovò lì, prese una piccola lastra di marmo con disegnato il simbolo del Suna e la poggiò sopra la fossa richiusa del suo compagno.
Passò la punta del suo kunai sul simbolo del villaggio e ci scrisse sotto “Akasuna no Sasori”
Uscì dal cimitero e si diresse verso la parte alta del villaggio, entrò in una grossa piazza, probabilmente quella del mercato, ma che era stranamente deserta.
Che succede qui?
Come a rispondergli, da ogni angolo spuntarono Jonin della sabbia, alcuni sui tetti, altri alle finestre degli edifici, altri ancora sulla strada davanti a lui.
“Non muoverti!” ordinò il Jonin al centro della piazza, aveva il volto visibile solo per metà, l’altra metà era coperta dal velo del suo turbante.
“Sto cercando una vecchia di nome Chiyo” Disse con voce glaciale il biondo.
“ditemi dove si trova e vi lascerò vivere, forse”
Baki rimase interdetto per un momento: quel tono lo aveva sentito usare solo dal suo allievo dai capelli rossi, capì subito che non era un avversario da sottovalutare.
Alle spalle di quel Jonin apparvero altri tre ninja molto giovani, dei Genin a giudicare dall’aspetto. Tra quei tre, Naruto riconobbe la ragazza a cui aveva chiesto informazioni qualche minuto prima, un altro di loro era sicuramente un marionettista: vide chiaramente una marionetta sulle sue spalle, avvolta completamente da dei nastri.
Il terzo membro fu Yoko ad presentarglielo.
“E’ lui quello con dentro lo Shukaku, fai attenzione” sussurrò senza rendersi visibile.
“Prendetelo senza ucciderlo” ordinò ai tre.
La ragazza e il marionettista partirono all’attacco, ma il ragazzo dai capelli rossi rimase immobile a fissare Naruto con le braccia conserte.
“Kiochiyose no Jutsu!”
Takumi apparve imponente a fianco al biondo.
“Temari lascialo a me, mi voglio divertire con questo qua” disse il ragazzo a fianco alla bionda.
“Come vuoi Kankuro” acconsenti lei.
Stupidi, finirete a terra prima ancora di accorgervene.
“Vai Karasu!”
Il ragazzo chiamato Kankuro attaccò con la sua marionetta, cosa intendeva fare con quel pezzo di legno?
“Takumi!”
La marionetta del biondo assesto sei pugni in una volta sola all’incauto Karasu che finì in pezzi dalla forza della marionetta avversaria
“Co… cosa!?”
“Non pensavi davvero che quel giocattolo potesse competere con Takumi?” Lo schernì il biondo.
“Lo chiedo un ultima volta: ditemi dove si trova la vecchia di nome Chiyo e nessuno di voi si farà male”
Da un gruppo di Jonin alle spalle di Baki uscì una vecchia piuttosto minuta, Naruto non ebbe dubbi: era lei.
“Voi siete Chiyo, dico bene?” Chiese Naruto.
“Ho la sventura di chiamarmi così, sì” disse lei avvicinandosi al biondo, sembrava essere tranquilla, come se stesse facendo una normale passeggiata.
“che cosa vuoi da me?” Chiese.
Naruto richiamò a se Takumi, portandola al suo fianco.
“Sasori della sabbia rossa reclama le sue prima due creazioni”
Il volto della vecchia se possibile sembro diventare ancora più pallido di quanto non fosse già per l’età.
“Chi sei tu?” gracchiò la vecchia.
“Una persona che ottiene sempre ciò che vuole: le prime creazioni di Sasori, consegnamele”
Chiyo estrasse dalla veste due rotoli, ma sembrava non avere intenzione di consegnarli a Naruto.
“Allora? Ti vuoi muovere?”
“Dov’è Sasori?” Chiese.
Il biondo combatte per non venire di nuovo avvolto dalla tristezza.
“E’ morto; prima di morire mi ha chiesto di recuperare le sue prime due creazioni, ora consegnatemele”
La mano della vecchia che teneva i rotoli cominciò a tremare.
“Come faccio a sapere che dici il vero?”
“Vai al cimitero del villaggio e vedrai con i tuoi occhi vecchia”
Chiyo lanciò al biondo i due rotoli, che prese al volo.
“Sono di pessimo umore” disse Naruto.
“e penso che vi ucciderò tutti comunque”
Tutti i ninja presenti si lanciarono contro il biondo, tranne la vecchia e il rosso, che non si era mai mosso di un solo millimetro da quando era apparso.
“Yoko…” sussurrò.
“Non chiederlo nemmeno; sarà un vero piacere!”

Due ore dopo, Naruto era già nella foresta attorno Konoha.

“Mi sono divertita” commentò Yoko.
“molto meglio del cinema”
Naruto si era finalmente sfogato, anche se a pagarne le conseguenze erano stati
i ninja della sabbia, e ora stava decisamente meglio di prima.
“Allora è deciso: appena incontrerò Itachi lo sfiderò!” Disse deciso il biondo.
“Scusa, che vorresti fare tu?”
Naruto fece un salto per lo spavento.
“Itachi… ma che diavolo ci fai qui?”
L’Uchiha era in piedi sul ramo di un albero proprio sopra la testa di Naruto.
“Zetsu mi ha detto quello che hai combinato nel Suna” disse.
Il biondo sentì un brivido lungo la schiena: se lo sapeva Itachi, lo doveva sapere anche il leader.
“Sei stato fortunato, nonostante il macello che hai combinato nessuno potrà risalire a noi “
Naruto tirò un sospiro di sollievo, forse l’aveva scampata.
“Non avrai intenzione di entrare a Konoha con quel coprifronte?” Gli fece notare Itachi, indicando il coprifronte con raffigurata la luna a falce.
“Oh, me ne stavo dimenticando” rispose sbrigativo, cambiandosi subito il coprifronte della luna rossa con quella della foglia.
“Non sei venuto qui solo per dirmi questo, vero?” Chiese Naruto.
“No, infatti” rispose.
“volevo anche darti un consiglio: smettila di amare le persone”
Il biondo corrugò la fronte, confuso.
“Limitati a provare rispetto per coloro che ritieni al tuo livello, solo questo. Altrimenti farai la fine di quello stupido di Sasori”
Naruto scattò contro Itachi pronto a spaccargli la faccia, ma a lui bastò dare un semplice buffetto sulla fronte del biondo per farlo finire a gambe all’aria.
“Vedi?” Chiese retorico Itachi.
“il tuo affetto per Sasori ti ha spinto a proteggerne la memoria, attaccandomi senza alzare minimamente le difese; in questo modo non diventerai mai forte, se vuoi diventare veramente forte, devi odiare con tutto il cuore i tuoi nemici. Se ti mancherà l’odio, sarai soltanto di intralcio a tutta l’organizzazione”
Si voltò e cominciò a inoltrarsi nella foresta.
“E se ti mancherà l’odio non sarai nemmeno in grado di sfiorarmi, se davvero mi vuoi sfidare”

“Era necessario colpirlo così forte?” Chiese Kisame.
“Lo colpisce molto più forte il leader quando si allena con lui” si discolpò Itachi.
Il mezzo-squalo fece un leggero ghigno.
“Guarda che l’ ho capito, sai?”
“Di cosa stai parlando?”
“Anche se hai avuto un modo tutto tuo per farlo, hai provato a consolare Naruto-kun con quelle parolone sul non provare più amore e cagate varie, non è vero?”
“E’ la più grossa stupidaggine che tu abbia mai detto da quando ti conosco” rispose allontanandosi dal suo compagno.
“Sì, sì, come no! Tanto sappiamo tutti e due che daresti anche tu la tua vita per Naruto-kun, prova a negarlo”



Uff, dopo due giorni di battiture, finalmente è concluso. Un po’ sbrigativo lo “scontro” per così dire fra Itachi e Naruto, ma ero troppo stanco alla fine e ho voluto sbrigarmela in fretta.
Ho avuto anche l’ispirazione per una One-Shot nel frattempo, però l’idea non sembra essere piaciuta a molti, peccato.
Domenica è il giorno libero, ci sentiamo lunedì.

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Capitolo 18
*** Brigata Infernale ***




Ragazzi, scusate se ieri non ho aggiornato, ma mi ha chiamato la mia scuola per dirmi che non aveva passato l’anno (ç.ç) e me la ero presa male di brutto, non sono nemmeno uscito di casa.
Va beh, non è la fine del mondo però non è proprio una cosa piacevole.
Se questo cap non vi piace, tranquilli, è perché sono ancora un pochetto depresso. I prossimi dovrebbero essere nella norma.



Cap 18 Brigata Infernale.



Il giorno dopo, Naruto si alzò piuttosto presto. Era ancora piuttosto scosso per la perdita del suo caro amico ed era furioso con Itachi per aver parlato in quel modo, e, sopra ogni cosa, voleva vendicare il marionettista; non avrebbe trovato pace fino a quando non avesse ammazzato con le sue mani quel tipo… Lucifer.
Chiuse a chiave la porta di casa, tirò le tende e fece in modo che solo una piccola lampadina del soggiorno illuminasse l’appartamento: sul tappeto del soggiorno era disteso il corpo di marionetta di Sasori, dopotutto gli aveva chiesto di ripararlo. Combattendo i conati di vomito che continuavano a venirgli, Naruto per tutta la mattina non fece altro che riparare il corpo della marionetta utilizzando in modo congiunto sia il suo chakra, sia il quello della volpe e, dove la parte risultava gravemente danneggiata, dovette ricorre a una discreta quantità del suo sangue.
Ma per mezzogiorno il corpo di Sasori fu come nuovo, forse addirittura più resistente del precedente.
Si asciugò la fronte imperlata di sudore con il lembo della manica, ormai era da parecchio che non prendeva una boccata d’aria, ma prima di uscire avrebbe dovuto prima sigillare di nuovo la nuova marionetta nel suo rotolo.
Le prime due creazioni di Sasori pensò il biondo, osservando i due rotoli neri che gli aveva dato la vecchia.
Senza dubbio si trattava di marionette fuori dal comune, conoscendo il tipo. Vinto dalla curiosità, apri i due rotoli e liberò le due marionette sigillate al loro interno.
Per lo spavento preso, Naruto non poté trattenersi e si voltò di fianco per vomitare: non aveva mai visto delle marionette con tratti così umani, erano a dir poco inquietanti, facevano veramente paura.
Una marionetta raffigurava una donna dai capelli scuri, l’altra era di un uomo dai capelli rosso fuoco incredibilmente somigliante a Sasori.
Allora Naruto capì: non si trattava semplicemente delle prime creazioni del rosso, ma erano anche i suoi genitori!
Anche dopo la morte, volevi rimanere accanto a loro. Non è vero, Sasori?
Fece rientrare le due marionette nei rotoli e finalmente si decise a uscire, naturalmente portandosi con se le i rotoli delle sue quattro marionette.

“Ma stai scherzando?” Chiese scandalizzato Shikamaru.
“No che non sto scherzando! Se non lo avessi visto con i miei occhi non ci avrei creduto neppure io, eppure Sasuke ha ricevuto una batosta madornale da quel nuovo arrivo… Naruto mi pare. Avresti dovuto vederli mentre combattevano, sembravano dei mostri!”
Choji e Shikamaru si scambiarono un occhiata d’intesa, probabilmente pensavano la stessa cosa.
“Ino… hai bevuto del sambuca ieri sera per caso?” Chiese lo svogliato.
“Baka! Certo che no, sono ancora minorenne cosa credi!? E ti giuro che è così!”
Asuma si avvicinò ai suoi tre allievi, notando che nell’aria c’era più astio del solito.
“Su ragazzi, non litigate già di prima mattina” li riprese il sensei.
“Asuma-sensei, non mi vogliono credere!” Si lamentò la ragazza.
Il Jonin sospirò stanco.
“Non credono cosa?” Chiese
Ino finalmente trovò qualcuno disposto a crederle.
“Ieri sera ho visto Sasuke e il nuovo arrivato Naruto che se le stavano di santa ragione! Ma non era una semplice baruffa, usavano le arti ninja e Sasuke ha perso!” Disse tutto d’un fiato.
Ad Asuma per poco con cadde la sigaretta di bocca.
“Ino… hai bevuto del sambuca ieri sera per caso?” Chiese, sperando di avere ragione.

Naruto decise di passare la giornata sopra i volti di pietra dei precedenti hokage; non saranno stati una meraviglia artistica, ma almeno da lì c’era un bel panorama.
Alzò la mano destra di scatto per afferrare al volo un bastoncino di caramello che gli era stato lanciato.
“Ciao” butto lì senza entusiasmo.
“Ciao” il tono del moro era molto simile a quello usato dal compagno.
“conosco bene quell’espressione” disse Sasuke mettendosi a fianco a lui.
Il biondo alzò leggermente lo sguardo verso il ninja a fianco a lui.
“Ah sì?”
“Sì, è da più di setti anni che io ho quello sguardo” rispose.
Sasuke diede tempo al suo amico di mangiare con comodo il dolce che gli aveva dato, poi chiese.
“Chi era?”
Il biondo sospirò stanco.
“Un caro amico, praticamente un membro della famiglia” rispose.
“Mi dispiace”
Passò un po’ prima che il moro decise di ricominciare a parlare.
“Sta’ mattina mentre non c’eri hanno formato le squadre: siamo tu, io e Sakura”
Le orecchie del biondo si drizzarono e gli occhi si illuminarono all’istante.
“Sakura-chan?” Chiese, mentre già fantasticava su un possibile appuntamento sotto la luna con la ragazza dei suoi sogni. (appunto, dei sogni! NdSakura)
“Oh, ti è tornato il buon umore, bene. Non era una bella cosa vedersi a fianco uno zombie mugugnante”

“Sicuro?” Chiese Artemis all’immagine di Kisame.
“Sì, è Sokou dalle quattro code e sì: non c’è traccia di altra gente in giro”
“Ottimo, aspetta che arrivino Deidara e Tobi, non voglio avere altri inconvenienti”
“Capito, anche se non penso ce ne sarà bisogno”
L’immagine di Kisame scomparve e leader portò lo sguardo su quella di Zetsu.
“Com’è il Suna?”
“Troppo secco per i miei gusti, ma almeno non manca da mangiare”
Artemis ringhiò.
“Mi riferivo allo Shukaku”
“Oh sì, se la diverte alla grande anche lui: in media ammazza due passanti al giorno, mi sta diventando quasi simpatico”
“Vedi di non perderlo d’occhio o puoi star certo che tu da Suna non esci vivo”
Anche l’immagine di Zetsu sparì e Artemis poté tirare un sospiro di sollievo: almeno per Sokou non sarebbe stato un problema.
Senza preavviso, ci fu una forte botto proprio davanti a leader: patirono fumogeni multicolori che riempirono tutto il covo e una strana sinfonia si diffuse nell’aria, sembrava una marcia funebre a dirla tutta.
Dalla nuvola di fumo sbucò fuori una figura che con un balzo si appiccicò alla parete laterale della grotta.
“Archer!” Gridò, era una specie di minotauro con un paio di ali da pipistrello, brandiva una scure fiammeggiante.
Un’altra figura uscì dai fumogeni e si aggrappò alla parete opposta.
“Titan!” Gridò, era un ciclope estremamente obeso, come fece a rimanere attaccato alla roccia, rimane nel mistero.
Si udì un chiaro sbattere di ali e sul soffitto del covo apparve una specie di gigantesco uccello.
“Garuda!”
Il fumo si diradò, mostrando finalmente l’artefice di quello spettacolo.
“Inferis!” Era l’unico umano del gruppo, se umano lo si poteva definire.
Con un balzo si portarono davanti a leader.
“Brigata Infernale, a rapporto!” Gridarono in coro.
( lo so… fa tanto squadra Jinyu, ma l’idea a me è parsa troppo forte).
“Com’è che siete solo in quattro?” Chiese Artemis.
“Ehi capo, ti mi hai detto “quanti ne puoi il prima possibile” e io ho fatto il possibile, gli altri non ho la più pallida idea di dove siano” spiegò Inferis.
“comunque, se ci hai chiamato direi che c’è il 96% di possibilità che il caro Lucifer sia tornato alla carica”
“L’ ho sempre detto che sei meno stupido di quanto sembri, rintracciate il chakra demoniaco di Lucifer, questa volta lo voglio sistemare una volta per tutte”
Archer si stuzzicò le corna.
“Siamo in pochi” disse.
“avremo bisogno almeno di una settimana per trovarlo”
“Il tempo non mi manca, ma fate comunque in fretta”
Garuda si appollaiò sulla spalla di Titan, il quale non sembrò gradire la cosa.
“E’ una domanda scontata” gracchiò.
“ma hai idea di quanto Lucifer sia potente? L’ultima volta l’abbiamo scampata solo grazie a tua sorella e sai bene che lei non può varcare la Soglia”
Artemis sbuffò.
“Lo so fin troppo bene, ma se Lucifer in questo momento si trova in questo mondo, cosa di cui sono certo, i suoi poteri sono come minimo dimezzati e continueranno a diminuire”
“Hai detto niente” borbottò Titan.
“di sicuro a quest’ora Lucifer si sarà già creato un suo esercito personale, con cosa lo potremo combattere?”
“Con un altro esercito” disse semplicemente Artemis.
“L’esercito della Luna Rossa”


A domani, se il caldo non mi uccide prima.




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Capitolo 19
*** Hinata della luna rossa (parte 1) ***



Ringrazio ancora tutti quanti per le recensioni, e ringrazio ancora di più per chi ha provato a consolarmi: grazie tanto!!! Senza dubbio mi aiutate più dei miei genitori!
Parlando di argomenti meno depressivi, vorrei chiedere scusa ha Naruto89: mi dispiace che la fic cominci a somigliare DB, ti assicuro che non era una cosa volontaria, ma fidati: saprò farmi perdonare e ti farò appassionare ancora di più in questo cap.
A grande richiesta di NINA, un capitolo tutto per Hinata Hyuga!!!



Cap 19 Hinata della luna rossa (parte 1)



Trascorse un intera settimana, che Naruto passò per metà ad allenarsi a controllare quattro marionette in una volta sola( il che era alquanto complicato) e per l’altra metà a chiedere a Sakura di uscire con lui ( che era altrettanto complicato).
Per tutta settimana dovette sorbirsi ogni genere di missione di livello D che capitava al villaggio e il biondo era vicino al limite della sopportazione: o il vecchio kage gli avrebbe affidato una missione un pizzico più difficile o avrebbe chiesto a Deidara e Tobi di fare un salto al villaggio della foglia per vivacizzare la sua giornata.
Stava tornando a casa dopo aver completato l’ennesima missione con il loro sensei ( il quale aveva un nome che pareva vagamente familiare al biondo), quando per caso il suo sguardo finì su una grandissima villa circondata da alte mura: senza dubbio doveva appartenere a qualche clan nobile di Konoha.
Ora ricordo: il clan Hyuga Pensò.
Dopo il clan Uchiha, era il più pericoloso di Konoha grazie alla sua abilità innata del Byakugan
Sul volto di Naruto apparve uno strano sorriso.
Vediamo se la tecnica di mimetismo che mi ha insegnato Zetsu funziona anche qui.
Con circospezione, Naruto si avvicinò all’imponente muro e, dopo essersi assicurato che nei dintorni non ci fosse nessuno, spiccò un balzo e atterrò nel cortile di villa Hyuga.
Senza dubbio era in quel cortile che i vari membri del clan si allenavano: un’occasione d’oro per poter vedere all’opera il clan più forte rimasto a Konoha.
Adocchiò un albero di ciliegio li vicino e subito vi si avvicinò, poggiandovi sopra il palmo della mano.
Sì, è abbastanza grande: Fusione!
Il biondo cominciò lentamente a legarsi a livello cellulare con il ciliegio; non era molto pratico di quella tecnica, ed era anche abbastanza pericolosa. Basti vedere Zetsu: una volta la sua fusione era finita male e il processo divenne irreversibile, non che lui si lamentasse del fatto, ma Naruto preferiva evitare di ritrovarsi qualche ramo che gli spuntava dalla testa, quindi se la prese abbastanza comoda e dopo circa un minuto si ritrovò perfettamente insinuato nell’albero.
Ora devo solo azzerare il flusso di chakra per non farmi vedere dai loro occhi bianchi e godermi lo spettacolo.
E così fu: Naruto non dovette aspettare molto che il cortile si riempì di Jonin e Chunin del clan Hyuga, tutti aveva un aria molto annoiata e davano la chiara idea che si trovavano lì solo perché non avevano di meglio da fare.
“Vuole farglielo fare anche oggi?” Chiese un Chunin a quello che gli stava a fianco.
“Già, come se quella fallita avesse qualche speranza”
Fallita
Questa parola echeggiò nella mente di Naruto come un martello e, per qualche ragione, quella parola aveva un qualcosa di disgustoso per lui e quel tipo la aveva usata con una leggerezza tale che fece infuriare il biondo.
Nel cortile scesero anche una bambina che Naruto non aveva mai visto prima, un ragazzo che a occhio doveva avere massimo un anno in più di lui, un uomo alto e robusto, il quale al biondo divenne subito antipatico per ragioni ignote, e una ragazza che all’inizio non riconobbe, ma poi avendo finalmente una buona visuale sul suo viso, capì che si trattava di Hinata: era in classe con lui all’accademia.
L’uomo e Hinata si portarono al centro del cortile, uno di fronte all’altro.
“Cominciamo” tuonò l’uomo, mentre attorno ai suoi occhi bianchi apparvero delle strane vene pulsanti: il Byakugan.
Anche Hinata attivò il Byakugan, pronta a difendersi.
Non mi hanno visto. Zetsu meriterebbe un monumento: questa tecnica è fenomenale. I due cominciarono a combattere; non ad allenarsi, ma combattere nel vero senso della parola, come lui e Sasuke!
Hinata si difendeva come meglio poteva, ma era solo una semplice Genin e di sicuro il suo avversario era minimo un Jonin, forse perfino un Jonin speciale.
Che stile di combattimento singolare, non lo avevo mai visto prima d’ora. Come era prevedibile, meno di cinque minuti e Hinata cadde a terra rivolta su un fianco, le braccia sembravano come piene di vesciche e della bocca gli stava uscendo un rivoletto di sangue.
Era stremata, Naruto lo capì, ma perché almeno non provava a rialzarsi?
Ha paura, ormai si è arresa.
Il ragazzo a fianco alla bambina sorrise compiaciuto, come se godesse nel vedere Hinata in quello stato; lo sguardo della bambina era indifferente, come anche quello dell’uomo.
Anche se aveva le orecchi coperte da un grosso strato di legno, Naruto capì chiaramente che anche l’uomo davanti a Hinata la aveva chiamata fallita; ma non in un sussurro al compagno come il Chunin, ad alta voce, davanti a tutti i presenti, umiliandola.
Questo Naruto fece veramente fatica a sopportarlo, ma la sua rabbia permise che per un solo attimo il suo flusso di chakra si riattivasse.
Il biondo pregò perché nessuno lo avesse notato…
Speranza vana: l’uomo aveva scambiato un occhiata complice a tutti i presenti, per verificare se anche loro avessero visto quel flusso di chakra proveniente dal ciliegio.
“Fatti vedere” tuonò imperioso l’uomo, doveva essere di sicuro lui il capo del clan.
Lentamente, Naruto cominciò a uscire dal ciliegio. Fece spuntare fuori prima la testa, poi le braccia il busto e in fine le gambe; sotto gli occhi ammaliati e increduli del clan Hyuga.
“Chi sei tu?” Chiese.
Il biondo era furibondo, gli ci volle del buono per non saltare addosso al Jonin per ridurlo a poltiglia.
“Qualcuno che è riuscito a eludere i tuoi cari occhi bianchi” rispose sorridendo, capendo al volo di avergli lanciato una frecciatina parecchio fastidiosa.
“Insolente, rispondimi!”
Naruto tentò di imitare alla meglio l’espressione di Itachi, sperando che sortisse qualche effetto.
“Mi chiamo Naruto, ti invece chi ti credi di essere per trattare Hinata in quel modo?”
La ragazza si stava rialzando a fatica, stupita che per una volta qualcuno prendesse le sue difese; le gambe gli cedettero, ma prima che cadesse a terra due braccia forti la sorressero: con uno scatto, Naruto aveva raggiunto il centro del cortile.
“N-Naruto-kun...” sussurrò lei.
“Hinata, ce la fai ad alzarti?”
Un tono dolce e gentile… quand’era stata l’ultima volta che qualcuno dentro quelle mura aveva usato un tono del genere con lei?
Rinvigorita dalla strana forza che il biondo sembrava donargli, la Hyuga si alzò in piedi piuttosto tremante.
“Sono il padre di Hinata e il capo di questo clan”
“E ti azzardi ancora a definirti suo padre?! Ma con che coraggio ci riesci!?” esplose Naruto.
I ninja li vicino rimase ammutoliti, nessuno si era mai azzardato a rivolgersi in quel modo a Hiashi Hyuga.
“Modera i termini ragazzino! Porta rispetto per chi è più grande di te!”
Naruto digrignò i denti, fremendo dalla rabbia.
“Il mio sensei mi ha insegnato che bisogna provare rispetto solo a chi lo merita e a parer mio qui solo Hinata ne è degna”
Hiashi ricorse al suo autocontrollo, non valeva la pena di arrabbiarsi con un ragazzino.
“Questa è una proprietà privata ragazzo, normalmente gli intrusi li eliminiamo senza dar loro il tempo di accorgersene, quindi ti consiglio di uscire di qui il prima possibile”
“Lo dice come se voi poteste esserne capace”
Hiashi inarcò un sopracciglio.
“Non mi reputi capace di uccidere un ragazzino insolente?”
Naruto sorrise compiaciuto, ora era diventato un predatore in caccia.
“No, ha frainteso” disse.
“il fatto è che non la reputo capace di potermi battere”
Tutto il cortile esplose in fragorose risate, alle quali si unì anche il capo clan.
“Ah, davvero? E cosa te lo fa credere?”
“Il fatto che, se avessi voluto, avrei potuto uccidervi mentre ero nascosto nel ciliegio, e lei lo sa bene”
Le risate cessarono all’istante.
“ma uccidere così è da vigliacchi, mi abbasserei al suo livello e non ne ho per niente intenzione”
Lo Hyuga era al limite, un'altra parola e avrebbe attaccato il ragazzo per ucciderlo.
“Ora mi hai stancato, esci subito da qui, te lo ordino!”
“Naruto-kun per favore vai via, non ho mai visto mio padre così arrabbiato, potrebbe ucciderti” sussurrò Hinata, spaventata.
Naruto le sorrise.
“Tranquilla, ho visto come combatte e sono sicuro di poterlo battere senza problemi… ti fidi di me, vero?”
La ragazza fece un timido cenno con la testa.
“Facciamo così” disse ad alta voce in modo che tutti potessero sentire.
“se riuscirà davvero a sconfiggermi, io mi inginocchierò davanti a lei, e a tutti i membri del suo clan, implorando perdono e le prometterò di non venire mai più nella sua proprietà. Ma se come logico dovessi vincere io”
Si voltò verso la ragazza, mentre un idea diabolica a dir poco gli passò per la mente.
“sarò io ad allenare Hinata e quando la sfiderà di nuovo si renderà conto di avere parecchi pecche come sensei”
Hiashi sbuffò.
“Padron Hiashi, la prego, non si abbassi ad accettare” disse un Jonin vicino a lui.
“Accetto”
“Bene, la avverto però che userò la mano pesante fin da subito, quindi si prepari a un incontro molto veloce”

Due minuti dopo…

“Io lo avevo avvertito” disse soddisfatto Naruto dirigendosi verso casa, al suo fianco c’era Hinata con uno zainetto sulle spalle, al suo interno le poche cose che si potevano definire sue.


Adesso mi metto a scrivere la seconda parte, quindi per le 20.00 dovrei aver finito, tanto qui c’è il diluvio e non posso andare da nessuna parte ç-ç. A stasera!


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Capitolo 20
*** Hinata della Luna Rossa ( parte 2 ) ***






Uh, da quel che vedo il cap è piaciuto più del solito. Benissimo allora, via con la seconda parte!

Cap 20 Hinata della Luna Rossa ( parte 2 )



“Naruto-kun” sussurrò la ragazza.
Lui si voltò.
“grazie… per avermi difesa”
Naruto sorrise.
“Non ringraziarmi, è stato un piacere” disse.
Camminarono a lungo per le strade di Konoha, fino a quando Hinata non riconobbe le porte del villaggio.
“Naruto-kun, dove stiamo andando?” Chiese.
Il biondo le regalò un sorriso a trentadue denti.
“E’ una sorpresa e sono sicuro che ti piacerà” rispose.
Uscirono dal villaggio e Naruto guidò la Hyuga tra gli alberi della foresta che circondava Konoha, sembra orientarsi perfettamente all’interno del bosco.
“E’ un posto meraviglioso” disse a un certo punto il biondo.
“sembra essere spuntato fuori da un libro di favole, mi alleno lì tutte le mattine e mi sembra di non stancarmi mai, come se fosse il paesaggio a darmi energie”
Si voltò verso la ragazza.
“Un posto del genere è senza dubbio migliore di villa Hyuga, che ne dici?”
Hinata si limitò a fare un timido cenno con la testa.

“E con questo… fanno quattro” esalò sfinito Deidara disteso per terra, a fianco a lui un enorme cane con cinque code era privo di sensi e l’artista sperava non li avrebbe riacquisiti troppo presto.
“Deidara-sempai, stà diventando sempre più dura. Non sono del tutto sicuro che potrei essere di qualche aiuto contro Raijuu dalla sei code” disse sincero Tobi.
“Nemmeno io” concordò per la prima volta nella storia con lui.
“alla nostra portata ormai è rimasto solo lo Shukaku, fino ad allora non penso potremo fare altro che stare a guardare”
Tobi grugnì di frustrazione.
“E’ una cosa quasi umiliante sentirsi inutili” borbottò.
“Inutile sarai tu: faccetta-arancio!”
Anche Tobi si sdraiò a terra.
“Non ho nemmeno le forze per prendevi a sberle, Deidara-sempai” disse esausto.
Sentirono un rumore provenire da davanti a loro e Artemis insieme agli altri membri dell’Akatsuki si pararono davanti ai due.
“’Giorno a tutti” salutò Tobi.
L’artista si limitò ad agitare la mano.
“Battere Houkou è stata dura quanto mi fate sembrare?” Chiese Artemis.
“No” disse Deidara.
“molto di più”
Itachi scosse la testa.
“L’ ho sempre detto che la vostra è la coppia più debole dell’organizzazione”
Kisame sembrava perfettamente d’accordo con lui.
Deidara e Tobi scattarono in piedi all’unisono.
“Provo a ripeterlo!” lo sfidarono in coro puntandogli contro un dito.
Hidan e Kakuzu risero.
“Vi sono tornate le forze” commentò il tesoriere.
“Taci, sottospecie di zombi policromatico! Ho sempre le forze zittire chi osa darmi del debole!” Sbraitò il biondo.
Kakuzu si nascose dietro il suo compagno a disegnare cerchietti per terra, offeso.
Artemis era sollevato, anche se ridotti a uno straccio, stavano bene e questa volta credeva di aver commesso un errore di valutazione nell’affidare a Deidara e Tobi la missione di Houkou, ma per fortuna i suoi sottoposti non lo aveva deluso.
“Allora Itachi” cominciò leader.
“immagino che per te e Kisame quindi non sia affatto un problema se vi affidassi la missione di Raijuu, giusto?”
“Nessun problema, infatti” rispose subito.
Il ninja della nebbia questa volta però sembrò pensarla diversamente dall’Uchiha, prova: il leggero tremore alla mano che reggeva Samehada.
“Comunque, non ora” disse il leader.
“tra poco i miei amici della Brigata rintracceranno il chakra di Lucifer e potremo pestarlo a dovere”
In tutti e nove il desiderio di vendetta crebbe: dovevano vendicare il loro compagno e anche ci fosse stato un esercito a proteggere Lucifer, lo avrebbero affrontato e vinto.
Una buona cosa, visto che c’era proprio un esercito a proteggere Lucifer; solo che non lo sapevano ancora.

“E’… è meraviglioso” riuscì a dire Hinata.
“Te lo avevo detto” si gongolò il biondo.
Si trovavano sulla sponda di un fiume, circondati da alberi di ciliegio in piena fioritura, i petali rosa che lasciavano cadere a terra ogni tanto sembravano una candida pioggia e dolce pioggia.
Altro che favola, questo è il paradiso. Pensò la ragazza dagli occhi bianchi.
“Bene” Incitò Naruto sfregandosi le mani.
“direi di cominciare già da subito”
Il biondo si fece un piccolo taglio sul pollice con un kunai.
“Per ora voglio solo controllare il tuo livello di Taijutsu, poi passeremo alle tecniche ninja, pronta?”
Hinata inspirò profondamente chiudendo gli occhi, poi lì riaprì con il Byakugan che pulsava.
“Pronta” dichiarò
Naruto compose velocemente dei sigilli.
“Kiochiyose no Jutsu!”
A fianco al ninja, la sua fidata Takumi era pronta a mettere in difficoltà la giovane Hyuga, rimasta basita dall’entrata in scena dell’imponente marionetta.
“Ascolta Hinata” cominciò.
“la prima cosa che voglio dirti è che da un avversario che non conosci dovrai sempre aspettarti l’imprevedibile, anche se all’apparenza ti sembrerà un nemico come gli altri; per farla breve non sottovalutare mai chi ti sta di fronte o rischi di finire col sedere per terra come quel brocco di Hiashi”
Hinata fece cenno di sì con uno strano sorriso sulle labbra.
“Sì, il mio compagno di squadra Shino non fa che ripetermelo”
“Ottimo, significa che hai un compagno di squadra furbo. Ora dimmi Hinata: cosa ti aspetta da questa mia marionetta?”
La ragazza si mise in posizione per il pugno gentile.
“L’imprevedibile” rispose.
“Brava, perché è esattamente questo che ti aspetta: Takumi!”
La testa sulla destra della marionetta aprì la bocca: nel medesimo istante, un fortissimo vento si abbatté sulla konoichi, che dovette attaccarsi al terreno emettendo chakra dai piedi per non finire sbalzata via.
“Risposta immediata all’attacco: un punto a tuo favore. Ora vediamo il Taijutsu”
La marionetta si lanciò contro la Hyuga che contrattaccò all’istante colpendo il braccio destro inferiore di Takumi con un pugno gentile molto preciso.
Cosa!? Come ha fatto?
Questa volta fu Naruto a rimanere basito: il braccio di Takumi appena colpito ora era a penzoloni.
Ha tranciato i legamenti di Takumi eludendone la corazza! Miseriaccia, se ci fosse stato un braccio umano al suo posto, come minimo gli avrebbe spappolato l’osso; e pensare che sono stato io a fargli quel discorso sul non sottovalutare l’avversario!
Anche il braccio sinistro di Takumi fece la stessa fine del destro, ma la marionetta riuscì comunque a colpirla con un deciso pugno allo stomaco.
Hinata rimise le distanze con un balzo, il colpo ricevuto era stato violento, ma dopo gli “allenamenti” con suo padre ormai ci aveva fatto la pelle.
Grazie al Byakugan vide che anche il biondo stava andando alla carica verso di lei insieme alla marionetta: doveva pensare a qualcosa o sarebbe finita subito.
Il primo ad attaccare fu Naruto che scaglio alcuni shuriken con la mano destra contro Hinata, la quale subì pienamente il colpo, esplodendo con uno sbuffo di fumo.
Un Bushin, dov’è andata l’originale?
Hinata comparve improvvisamente davanti a lui, come se fosse spuntata dal nulla, e con un colpo deciso chiuse i fori del chakra nella mano sinistra del biondo, la mano che controllava Takumi.
La marionetta cadde a terra con un tonfo sordo e a Hinata avrebbe potuto chiudere l’allenamento con la sua vittoria, se solo in quel momento avesse avuto anche solo una goccia di chakra disponibile.
Cadde a terra in ginocchio con il fiatone, uno goccia di sudore gli cadde dalla punta del naso per lo sforzo fatto.
Deve aver già usato un gran quantitativo di chakra con suo padre, forse ho chiesto troppo da lei.
“Scusa…” balbettò lei.
Naruto non capì, ma Hinata si era messa a singhiozzare e subito si mise a piangere come una bambina.
“Non riesco nemmeno… a fare due allenamenti di seguito… ha ragione mio padre… sono una fallita”
La rabbia di Naruto cominciò a ribollire di nuovo.
Yondaime, è per salvare persone come Hiashi che ti sei sacrificato? Beh, potevi farne a meno, a parer mio.
Il biondo ormai aveva deciso: Hinata aveva tutte le qualità per diventare un ottima ninja, motivo per cui doveva portarla dalla sua parte. Doveva farla diventare un membro del villaggio della luna rossa. Il modo migliore per farlo era mostrarle l’affetto che non aveva mai ricevuto e fare leva sul suo rancore verso la propria famiglia.
“Hinata” disse Naruto.
Lei alzò lo sguardo e vide che il suo amico non gli stava mostrando uno sguardo ricco di pena o di derisione, come era abituata a riceverne ogni volta alla fine di ogni allenamento: gli stava sorridendo.
“Piangi?” Chiese
“I deboli piangono”
Una leggera brezza scompigliò i capelli della Hyuga.
“Te sei un debole…”
Naruto gli porse la mano per rialzarsi.
“o una guerriera?”
Hinata si asciugò con forza le lacrime, dica a non deludere l’unica persona che per la prima volta gli stava dando fiducia e, ancora più importante, affetto.
“Non sono debole” disse, e afferrò con decisione la mano del ragazzo.
Non accorgendosi di aver lasciato a terra tutte le sue debolezze e le sue paure: sarebbe diventata forte, sarebbe diventata una guerriera. Per lui. Per il suo migliore e vero amico.


Due capitoli in un giorno, come promesso. Domani però non sono sicuro di mantenere la media.
Beh, vedremo.
Anticipazioni: … non lo so! Forse farò finalmente quel cap su Haku e Zabuza, o magari Naruto vs Itachi, devo ancora decidere!!!

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Capitolo 21
*** Muta ***


Ok ragazzi, io sto organizzando un piscina-party a Origgio con tutta la mia compagnia. Se qualcuno di voi è della zona può venire sabato alle 10.00 alle piscine!

Cap 21 Muta


“Sicuro Naruto? Non vorrei che facessi una scelta affrettata” insisté Artemis.
“Fidatevi di me sensei, potrà diventare un ottimo elemento se me ne date la possibilità” disse deciso il biondo all’immagine del sensei.
Il leader riflettè per qualche istante.
“D’accordo” acconsentì.
“Evvai!” Esultò il ragazzo.
“Ma pongo una condizione” disse interrompendo gli esulti dell’allievo.
Naruto deglutì a vuoto: conosceva le condizioni del sensei, la maggior parte delle volte comprendevano delle limitazioni enormi.
“Tu e quella ragazza, Hinata, entrate nel mio appartamento in due e ne uscite in due, chiaro?”
Il biondo arrossì di botto.
“Sensei!” lo riprese, ma ormai l’immagine di Artemis era sparita.
Naruto si ritrovò di nuovo davanti a casa sua, con al fianco Hinata.
“Allora?”
“Il permesso me lo ha dato, quindi non ci sono problemi” rispose, nascondendo il rossore.
Aprì la porta e fece cenno alla ragazza di entrare per prima, infondo era la sua nuova casa.

“Come sarebbe che avete perso la traccia?!” Esplose Artemis.
“Calma capo, non è colpa nostra! E’ come se il chakra di Lucifer avesse improvvisamente cambiato natura” Si spiegò Inferis.
Il leader grugnì di rabbia.
“Quel bastardo deve aver fatto la muta, non c’è altra spiegazione”
Garuda si sistemò le piume con il becco, sembrava non preoccuparsi affatto.
“Una mossa azzardata” gracchiò.
“anche se probabilmente non deve aver avuto scelta: per un tipo come Lucifer continuare a perdere potere deve essere un qualcosa di molto fastidioso, almeno facendo la muta ha arrestato il processo di indebolimento”
“Almeno avete una vaga idea di dove sia?” Chiese su di giri il leader.
“Da qualche parte nel paese degli uccelli” disse in uno sbuffo Inferis.
“più di così non possiamo fare, tanto vale che torniamo a casa” borbottò grattandosi la nuca.
“Fate come vi pare. Ah, saluta mia sorella appena la vedi” disse Artemis.
“Sicuro capo”
“E smettila di chiamarmi capo”
Così dicendo tutti e quattro sparirono in una lingua di fuoco.
Solo allora Hidan riuscì a recuperare la parola.
“Che significa che ha fatto la muta?” Chiese.
“Ha rinunciato al suo corpo infernale in cambio di uno umano, così da arrestare la dispersione dei suoi poteri” Spiegò il leader.
“Vuoi dire che adesso ha un aspetto umano?” Sbottò Kakuzu.
“Già, ma la domanda da porsi è: di quale corpo si è impadronito? 90 su 100 si tratta di un kage o di un signore feudale, è troppo ossessionato dal potere per prendere il corpo di un nessuno”
Hidan si sistemò annoiato il coprifronte.
“Sapete, questo Lucifer che va in giro a rubare i corpi degli altri mi ricorda molto un serpentello di mia conoscenza” borbottò.
Artemis gli puntò contro un dito, minaccioso.
“Non dirlo” lo minacciò.
“non pensarlo neanche, gufo del malaugurio”

Il giorno dopo Naruto era in missione con la sua squadra, ma non faceva altro che grugnire arrabbiato da quando erano partiti.
“Insomma Naruto, la vuoi smettere? Mi stai dando fastidio!” Ringhiò Sakura, il biondino si zittì all’istante.
Gli avevano affidato per la prima volta una missione di livello C, ma l’euforia iniziale di Naruto si trasformò presto in delusione: dovevano solo proteggere un vecchio antipatico di nome Tazuna fino al suo villaggio e la cosa si prospettava parecchio noiosa. All’inizio, ovviamente.
Passarono un paio d’ore e non era successo niente che meritasse l’attenzione del biondo, ma il suo sesto senso lo mise in guardia: c’era una minaccia nell’aria.
Si avvicino disinvolto al moro, senza destare sospetti.
“Sasuke…” sussurrò.
“Sì, lo sento” rispose lui.
“Tranquilli ragazzi” li tranquillizzò Kakashi, che evidentemente aveva sentito anche lui la minaccia.
“mantenete il sangue freddo: ricordatevi che siete dei ninja”
Fece appena in tempo a concludere la frase, quando due catene chiodate lo stritolarono in un morsa.
Dalla boscaglia sbucarono fuori due ninja della nebbia, armati con terrificanti artigli di metallo.
Combattendo contro la paura, Sakura si mise davanti a Tazuna brandendo un kunai pronta a difenderlo, mentre Sasuke e Naruto si scagliarono senza esitazione contro i due ninja avversari.
“Kage Bushin no Jutsu!”
Naruto si moltiplicò tre volte, ma non fece in tempo a lanciare uno shuriken che la stessa catena chiodata che aveva ridotto Kakashi in poltiglia avvolse tutti e quattro i cloni. Appunto, solo cloni.
“Dov’è andato?” sbottò il ninja della nebbia, vedendo che tutti e quattro i suoi bersagli erano esplosi un uno sbuffo di fumo.
Non si accorse di due mani sbucate dal terreno che gli afferrarono le caviglie.
“Doton: Shinjuu Zanshu no Jutsu!”
Prima che potesse capire cosa era successo, il ninja della nebbia finì sotterrato fino sotto il mento.
Naruto sbucò fuori dal suo nascondiglio sotterraneo e regalò al ninja il suo sorriso vittorioso.
“Battuto” lo schernì il biondo.
Il tipo sotterrato gli lanciò un occhiata omicida, ma da quella situazione non poteva fare molto.
Si voltò verso il suo compagno Sasuke, comodamente seduto sulla schiena dell’altro ninja ormai privo di sensi.
Tazuna sospirò di sollievo, imitato dalla rosa: non doveva essere stata una bella esperienza per i due.
Si udì un battito di mani e davanti a loro apparve Kakashi, senza neanche un graffio.
“Bravi a tutti e tre. E’ così che si comporta un ninja” si congratulò.
Dopo aver legato ad un albero i due ninja che li avevano attaccati, Kakashi si rivolse al vecchio.
“Signor Tazuna, le potrei parlare per favore?”
Tazuna sembrò irrigidirsi, come un ladro che viene colto con le mani nel sacco.

“Quanti morti?” Chiese preoccupato l’ hokage.
“Dal rapporto che ci hanno inviato quelli del Suna, sembra che almeno venti Jonin abbiano perso la vita, mentre risultato feriti gravi una dozzina di Chunin e un paio di Genin” rispose Anko.
“Ed è stato un semplice ragazzo a riuscirci? Per di più da solo?” Chiese, sempre più preoccupato e sbalordito.
La Jonin era preoccupata almeno quanto il vecchio davanti a lei.
“Sì e, come a rivendicare il fatto, il ragazzo ha dichiarato di venire da un villaggio chiamato Luna Rossa”
Sarutobi scosse la testa.
“Non l’ ho mai sentito nominare” disse.
“Nemmeno io e in teoria non esisterebbe nemmeno, ma a parer mio è un fatto grave. Non pensa che dovremo prendere delle contromisure a riguardo?”
Sandaime diede una rapida occhiata all’ identikit fornitogli dal kazekage: non mostrava altro che un ragazzo degli occhi azzurri con il volto coperto di bende con un coprifronte raffigurante una luna a falce. Niente di più.
“Le descrizioni sono scarse e vaghe, non possiamo nemmeno inserirlo nella lista dei ricercati perché non abbiamo né un nome né un volto, l’unica cosa che ritengo sia giusta fare è mettere in guardia i Jonin e gli ANBU riguardo a questo villaggio della Luna Rossa. Se questo ragazzo o un qualunque ninja con un coprifronte del genere sarà localizzato, ordinerò di seguirlo e successivamente interrogarlo per ricavarne maggiori informazioni.”
Si accesa la pipa con fare annoiato la sua solita pipa.
“anche se dubito che un ninja possa essere così stupido da andare in giro con una prova incriminante così in bella vista”
Forse signor hokage, forse.

Vecchio, antipatico, cacasotto e pure bugiardo! Pensò leggermente stizzito Naruto, altro che missione di livello C! Da quello che il biondo aveva capito, Tazuna aveva fatto il furbo per prendersi dei ninja di Konoha a basso prezzo mentendo riguardo ai rischi della missione.
Ma infondo non gli dispiaceva: più rischi = più emozioni, più emozioni = più azione, più azione = a ninja pericoloso e ninja pericoloso = a “spettacolo dei quattro congegni” matematico, no?
Infondo la cosa poteva anche risultare divertente.
Un rumore sospetto e Naruto si gettò subito a terra, evitando che un gigantesco spadone lanciato come fosse un boomerang gli tagliasse di netto la testa.
Si voltò per vedere come stessero i loro compagni e vide che Kakashi aveva trascinato via Tazuna e Sasuke si era letteralmente gettato su Sakura per salvarla dalla lama(Piccolo appunto: Sakura ora era distesa a terra con Sasuke sopra di lei se non si era capito).
La lama si conficcò sulla cima di un albero li vicino e subito un ninja vi si mise in piedi.
“Già” disse.
“ora capisco come mai i fratelli diavolo hanno fallito”


Avverto che il prossimo capitolo sarà un susseguirsi di combattimenti, probabilmente addirittura più coinvolgenti di quello tra Yondaime ed Artemis (almeno, spero di renderli tali!) perciò preparatevi a: Zabuza vs Naruto, Naruto vs Haku e ultimo ma non meno importante Akatsuki vs Raijuu dalle sei code.

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Capitolo 22
*** Spettacolo dei quattro congegni(parte 1) ***




Forza ragazzi! Siamo a quota 299 recensioni! Chi sarà il numero 300?????????????(io!!! :NdSorellaAutore) (Taci, tu non puoi recensire! Non sarebbe un giudizio obiettivo il tuo! :NdMe)


Cap 22 Spettacolo dei Quattro Congegni (parte 1)


Kakashi lentamente alzò il coprifronte che fino ad allora copriva il suo occhi sinistro, mostrando uno Sharingan completo!
“Oh” disse il ninja della nebbia appena arrivato.
“che onore conoscerti: Kakashi dello Sharingan, colui che ha copiato più di mille tecniche”
Sotto le bende che gli coprivano la parte inferiore del viso si formò un sorriso maligno e bramoso di combattere.
“Tu mi conosci” cominciò Kakashi.
“ma anch’io penso di conoscere te”
La mente di Naruto cominciò a lavorare febbrile.
Che faccio? Lo aiuto o me ne sto in disparte? Cavolo, ho così tanta voglia di usare le mie quattro marionette che non sto più nella pelle… no, devo trattenermi o rischio grosso.
“Sapete ragazzi” disse il Jonin rivolto ai suoi allievi.
“il villaggio della nebbia aveva un modo piuttosto inusuale per promuovere i Genin: i compagni di accademia, che per anni avevano condiviso tetto e fatiche, il giorno dell’esame dovevano combattere tra di loro fino alla morte. Chi dei due contendenti sopravviveva, veniva promosso Genin”
Sakura sbiancò scandalizzata.
“Ma… ma è mostruoso” balbettò.
“Già. Tuttavia, dopo un certo avvenimento, il villaggio della nebbia decise di attuare una riforma riguardo all’esame dei Genin”
“Una riforma? Perché?” Chiese la rosa.
Una leggera raffica di vento spazzò lì vicino e nessuno si accorse di un ragazzo con la maschera da ANBU che si era appostato su un ramo poco distante.
“Un ragazzo, da solo, uccise senza fare alcuna distinzione più di cento studenti dell’accademia. Il nome di quel ragazzo… era Zabuza Momochi”
Il ninja della nebbia rise nostalgico.
“Quanti bei ricordi” disse sogghignando.
I tre ragazzi e Tazuna sembrarono pietrificarsi: quel Zabuza faceva paura e la sua storia era a dir poco agghiacciante.
“Zabuza Momochi” continuò.
“ex-membro della squadra ANBU, ninja traditore della nebbia e ricercato di grado A. Sei anche uno dei sette ninja spadaccini della nebbia. Ho dimenticato qualcosa?”
Uno dei ninja spadaccini?
Il biondo ora cominciava a ricordare: anche Kisame era uno di loro, ma non parlava molto spesso dei suoi compagni.
Sul volto di Naruto si stampò un sorriso che non aveva niente da invidiare con quello del ninja della nebbia.
Ecco un altro ottimo elemento per il mio villaggio, vediamo come se la cava con Kakashi prima. “Sasuke, Sakura, Naruto: proteggete Tazuna e non intervenite per nessuna ragione, è un ordine”
I tre si misero attorno al vecchio per evitare che venisse coinvolto.
“A noi due allora” disse Zabuza.
“Kiri Gakure no Jutsu!”
Attorno a loro calò una fittissima nebbia, non si riusciva a vedere un palmo dal naso.
“Restate dove siete, non muovetevi” li mise in guardia il Jonin.
“E chi si muove” sussurrò Sakura, che sembrava essere terrorizzata.
Dalla nebbia, la voce di Zabuza risuonò minacciosa.
“Gola, cuore, colonna vertebrale, polmoni, cervello, fegato. Ognuno di questi è un organo vitale” disse nascosto dalla nebbia.
“Quale preferite che colpisca? Se no, posso scegliere io per voi”
Il sorriso del biondo si allargò, neanche minimamente spaventato: aveva visto giusto, era un ninja che sapeva fare il suo mestiere.
Guerra psicologica. Deve essere l’omicidio silenzioso, proprio come Kisame. Ma se segue la sua stessa tattica, allora posso anticiparlo.
Sasuke sembrava invece essere sull’orlo di una crisi: infatti stava per auto-infliggersi un colpo mortale con il suo stesso kunai.
“Non farlo Sasuke” lo fermò Kakashi.
Si voltò verso di loro e sorrise sotto la maschera.
“Non preoccupatevi, non permetterò che i miei compagni di squadra muoiano”

“Lo senti anche tu?” Chiese Kisame al suo compagno.
L’Uchiha non rispose, era visibilmente a disagio: una cosa molto insolita per il freddo e distaccato Itachi Uchiha, segno che era preoccupato.
“E’ la prima volta che avverto una concentrazione di chakra di questo livello” ammise.
“dovremo faticare parecchio per uscirne in salute”
Erano su una delle più grandi montagne del paese del fuoco, la tana di Raijuu doveva essere nella grotta che si trovava in cima al picco e i due ninja stranamente non erano così ansiosi di giungere alla meta.
Si rimisero in marcia, tra poco non ci sarebbe più stato sentiero ma avrebbero dovuto scalare la ripida parete della montagna.
“Pensi che ce la faremo?”
Itachi alzò le spalle, falsamente non curante.
“Il solo modo per scoprirlo è provarci, non credi?”
Kisame sbuffò sonoramente; era ad un altezza considerevole e cominciava a fare freddo, tanto che riusciva perfino a vedere il suo fiato.
“Un demone dei ghiacci?” Chiese ancora.
“Probabilmente”
Itachi conosceva il ninja della nebbia abbastanza bene da sapere che quando cominciava a fare domande a non finire, significava che aveva paura. Ma non poteva certo rimproverarlo per questo per due buoni motivi:
Primo, sarebbe stato da sciocchi non avere paura di un demone donnola con un chakra sufficiente da far sbriciolare la montagna che stavano scalando.
Secondo, aveva paura anche lui e non aveva affatto voglia di fare l’ipocrita mostrandosi tranquillo e rilassato: aveva un principio morale da rispettare.
“E’ lassù” dichiarò sicuro di sé Itachi, indicando una caverna sopra di loro.
“ti sai arrampicare, vero?”
Kisame si assicurò Samehada sulle spalle.
“Il solo modo per scoprirlo è provarci, non credi?” disse facendogli il verso.
Ha provato a fare una battuta pensò scoraggiato Itachi.
deve essere davvero terrorizzato allora.

“Kakashi-sensei!” Gridò Sakura.
Dopo un incredibile battaglia di copie tra il Jonin e Zabuza, quest’ultimo era riuscito con un semplice calcio a far volare Kakashi in mezzo al fiume, per il ninja della nebbia poi risultò facile rinchiuderlo in una prigione acquatica.
“E adesso cosa avete intenzione di fare?” Li sfidò Zabuza.
Sakura si voltò verso il suo Sasuke.
“Dobbiamo liberare il maestro Kakashi!”
“Bene, immagino tu abbia un piano”
Liberarlo? Voi siete matti Pensò il biondo.
buona notte signori miei. Mi spiace, ma non ho intenzione di mostrare a voi le mie quattro marionette. “Cosa state…” cominciò Zabuza, ma si interruppe: i due ragazzi e il vecchio era caduti a terra e perfino Kakashi aveva smesso di dimenarsi dentro la sua prigione acquatica.
Solo Naruto era rimasto in piedi.
“Che significa?” Chiese.
Si slacciò il coprifronte della foglia, che lasciò cadere a terra. Poi dal suo marsupio prese quello della luna rossa e se lo legò con attenzione.
“Diciamo che non mi piace dipendere dagli altri” rispose il ragazzo.
Naruto si diede un leggero morso al pollice, giusto per far uscire qualche goccia di sangue.
“Zabuza Momochi, qualcosa mi dice che mi divertirò parecchio a giocare con te”
Compose velocemente dei sigilli.
“Kiochiyose no Jutsu!”
Dopo che il fumo provocato dalla tecnica si diradò, il ninja della nebbia capì all’istante di non trovarsi davanti un semplice ragazzino.
“Takumi, Haha, Chichi, Sasori: spettacolo dei quattro congegni!”
Le quattro marionette comparvero a fianco al ragazzo, ognuna di loro portava lo stesso coprifronte di Naruto.
“Un marionettista” constatò il ninja.
“era da tempo che non ne incontravo uno”
Il biondo sorrise di nuovo.
“Buon per te, saprai come difenderti allora: Takumi! Sasori!”
Scagliò le due marionette contro lo spadaccino che per difendersi creò una copia acquatica.
“Vediamo quanto sono resistenti queste tue marionette”
La copia acquatica puntò Sasori, l’originale si lanciò contro Takumi.
“Prendi questo!” L’originale colpì Takumi in pieno petto con un fendente, la quale non risentì minimamente del colpo subito.
La copia acquatica non fece nemmeno in tempo ad avvicinarsi, che Sasori la aveva già tagliata in due.
“Allora? E’ abbastanza resistente?” lo schernì Naruto.
Takumi afferrò la testa del ninja con tutte e sei le mani e si preparò a fracassargli il cranio, ma Naruto capì troppo tardi che anche quella era una copia acquatica.
Quando esplose, si ritrovò a pochi centimetri dall’originale.
“Sì, è resistente” disse, cogliendo di sorpresa il suo avversario
“ma dubito che anche tu lo sia altrettanto”
Detto questo, caricò il suo fendente per tagliare in due il biondo.

Un poderoso ruggito riecheggiò tra le pareti dell’enorme caverna.
“Kisame, adesso!” Itachi si chinò appena in tempo per evitare che una lancia di ghiaccio lo impalasse al muro.
“Suiton: Suiryudan no Jutsu!”
Il ninja della nebbia scagliò il suo drago acquatico, ma a Raijuu fu sufficiente spalancare le fauci e contrattaccare con un getto di aria gelida, che fece congelare il drago acquatico rendendolo inerme.
“Devi avvicinarti di più!” Gridò il moro saltando su una parete e cominciando a correre su di essa.
“Come se fosse semplice! Mizu Bushin no Jutsu!”
Con tre copie d’acqua a proteggerlo dalla raffiche gelide del demone, Kisame si avvicinò ancora di più al suo avversario, mentre l’Uchiha si preparava ad un attacco dall’alto.
“Kioton: Haryu Moko no Jutsu!”
Visto che il drago acquatico non funzionava, Itachi provò con quello di ghiaccio.
Raijuu alzò il capo per neutralizzare anche quest’ultimo, ma così facendo espose la gola: la sua unica parte vulnerabile.
“Sei mio! Suiton: Bakusui Shoha!”
Ogni copia acquatica lanciò contro il demone un potente proiettile d’acqua, che centro in pieno in pieno il bersaglio questa volta senza finire congelato.
“Oh sì!” Esultò Kisame.
Ma quando la donnola abbassò di nuovo lo sguardo e il ninja incrociò i suoi occhi assassini, ebbe lo strano desiderio di volersi trovarsi da un'altra parte in quel momento.




Don’t’ worry, my fans! Dovete aspettare solo qualche ora e aggiornerò un altro capitolo, bello pieno di battaglia anche quello. Per stasera dovrebbe essere pronto.
Ciao!

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Capitolo 23
*** Spettacolo dei quattro congegni (parte 2) ***


Cap 23 spettacolo dei Quattro congegni (parte 2)

“Allora? Dov’è finita tutta la tua voglia di combattere, biondino?” Lo schernì Zabuza parlando al vento, visto che aveva perso di vista il suo avversario.
Era certo di aver centrato il ragazzo, ma non così certo di avergli inferto un colpo mortale.
Da dietro un albero poco lontano Naruto tentava di riprendere fiato, ma la profonda ferita all’addome gli procurava dolori non indifferenti.
Merda! Merda! MERDA! Si insultò da solo.
Un conto è allenarsi, un conto è combattere. Con quattro marionette non posso usare alcuna tecnica per difendermi, come ho fatto a commettere un simile errore?
Si sporse leggermente fuori dal suo nascondiglio per dare un occhiata alla situazione: nebbia fitta, impossibile capire qualcosa.
“Ahi…” si lamentò.
Osservandosi la ferita, capì che era grave: un lungo e profondo taglio dalla spalla fino allo stomaco.
Beh, non posso rimanere qui con le mani in mano. Se con le marionette non mi posso difendere posso però attaccare.
Con uno scatto uscì dal suo nascondiglio e richiamò a se le marionette.
“Takumi trovalo!”
Tutte e sei le braccia della marionetta cominciarono a eseguire con velocità ineguagliabile per un essere umano una sequenza di sigilli, finché non si fermò: mostrando ancora i sigilli del bue, del drago, e della tigre.
“Ho capito, Sasori è il tuo turno”
Naruto scagliò la marionetta dritta davanti a se, ma dopo qualche metro Sasori girò bruscamente verso destra, fendendo l’aria con le sue lame che andarono a scontrarsi con una superficie metallica.
“Trovato”
Dalla nebbia sbucò fuori Zabuza, che per proteggersi dalle lame della marionetta ricorse al suo spadone.
“Complimenti ragazzino” disse il ninja lottando contro la forza di Sasori.
“sono marionette davvero eccezionali, ma contro di me non possono niente” Si divincolò da Sasori e con un balzo atterrò in mezzo al fiume li vicino, riuscendo a camminarci sopra come fosse solido grazie al suo chakra.
“Suiton: Suiryudan no Jutsu!”
Attorno a Zabuza cominciò a crearsi un drago acquatico decisamente più grande di quelli che usava Kisame quando si allenava con lui: questo era stato creato per spazzare via l’avversario, non per farlo giocare.
“Addio ragazzino!”
Il drago venne scagliato contro Naruto, pronto a difendersi.
“Haha! Chichi!”
Dopo aver raccolto Takumi e Sasori, le restanti due marionette eressero un muro di chakra con il quale Naruto si protesse dall’attacco.
Quando però il drago si schiantò sulla barriera, la forza dell’impatto fu notevole e per qualche istante al biondo fischiarono le orecchie.
Si riprese subito e scattò verso il ninja avversario, pronto a mettere fine allo scontro.

Kisame venne sbalzato contro il soffitto da un potente colpo di coda del Bijuu, finendo con la testa a pochi centimetri da una stalattite.
“Ahia” si lamentò.
Si attaccò al soffitto conficcando Samehada nella roccia.
“Itachi! Ti vuoi decidere a chiudere quel bestione nel regno della luna o no?!”
Non ricevette alcuna risposta.
“Itachi!” Chiamò ancora.
Ma l’unico rumore che si sentiva era quello del Bijuu che si stava agitando, muoveva la testa convulsamente, come se…
“Oh no” sussurrò capendo al volo la situazione.
Staccò Samehada dal soffitto e cominciò la sua caduta libera, mirando alla testa di Raijuu.
Con la potenza di un missile, Kisame colpì la donnola alla nuca con il suo grosso spadone.
“Sputalo subito!” gridò.
La botta che ricevette il Bijuu fu abbastanza forte per fargli aprire di nuovo la bocca e Itachi venne sbalzato fuori a peso morto.
“Ehi socio, tutto bene?”
L’Uchiha si rialzò barcollante, scrollandosi di dosso dei ghiaccioli che si erano formati sulla veste.
“Ancora due secondi li dentro e sarei stato pronto per il banco dei surgelati” commentò, rabbrividendo per il freddo.
Kisame intanto stava tenendo per le orecchie la donnola, che invano si dimenava e sbatteva contro le pareti della grotta: da quella posizione il ninja era in una botte di ferro.
“Non fai più il duro adesso, eh?”
Lasciò la presa alle orecchie di Raijuu e afferrò la sua fidata Samehada, concentrando in essa tutto il suo chakra rimanente.
“Buona notte, cucciolone!”
Con tutte le sue forze, Kisame colpì la testa della donnola con lo spadone. Il bijuu emise un sordo ruggito prima di cadere a terra rivolto su un fianco. “Uff…” Sbuffò il ninja della nebbia, portandosi a fianco del suo compagno.
“Non voglio avere niente a che fare con Kaku e Hachimata, questo è l’ultimo Bijuu che catturo” disse subito Itachi.
Kisame rise.
“Mi associo” convenne anche lui.
Un gelido spiffero spazzò l’aria attorno ai due ninja esausti.
“Penso che farò un sonnellino” dichiarò stanco Kisame.
“’notte”
Così dicendo cadde all’indietro con un tonfo, cominciando a russare sonoramente.
Itachi socchiuse gli occhi, ma combatte la stanchezza: se Raijuu si fosse risvegliato prima dell’arrivo del leader, qualcuno lo doveva trattenere per evitare che sul menù della donnola finisse del sushi self-service.

“Takumi! Sasori!”
Le due marionette attaccarono nuovamente in ninja ma, nonostante le sei braccia di Takumi e le lame di Sasori, riusciva sempre a difendersi.
Zabuza si stava dimostrando un avversario davvero temibile e il biondo era al settimo cielo: due membri per il villaggio in una settimana, gli sembrava un sogno.
Richiamò a se le due marionette.
“Bene” dichiarò il biondo.
“ti avverto che ora porterò i miei poter al cinquanta percento, perciò stai in guardia”
Zabuza fece involontariamente un passo indietro.
“Come sarebbe? Mi prendi in giro?”
“Fin ora ho combattuto senza mai superare il trenta percento delle mie reali possibilità, ma se non credi alle mie parole credi hai fatti!” disse Naruto.
Attorno al ragazzo cominciò a serpeggiare un potente chakra di colore rosso sangue, che il povero Zabuza non poté riconoscere.
Però vide con stupore che la grave ferita del ragazzo si stava rimarginando a vista d’occhio e percepì chiaramente il potente chakra che sembrava esplodere dal biondo.
Il chakra della volpe venne trasmesso anche alle marionette, in modo tale da poter mostrare al ninja della nebbia la nuova tecnica di Naruto.
“Ti piace?” Chiese.
“è una tecnica segreta tutta mia che ho sviluppato insieme a una mia cara amica. Yoko Higi: tecnica della marionetta senza fili!”
I fili di chakra che comandavano le marionette vennero recisi, a gestirle e comandarle ora era la Kyuubi.
“E adesso, si comincia a fare sul serio”
In meno di un battito di ciglia le quattro marionette circondarono Zabuza, mentre Naruto si prepara a spiccare il volo: i cinque squali di terra.
“Dico a te, fra gli alberi” gridò il biondo.
“sei stato bravo, ma ora non pensi che sia il caso di aiutare il tuo compagno?”
Le quattro marionette vennero sbalzate via da un improvvisa raffica di vento e a fianco al ninja della nebbia si parò un ragazzo che non doveva avere più dell’età di Naruto,aveva una maschera da ANBU.
“Attento, quel ragazzo è molto forte, forse anche più di Zabuza” lo mise in guardia Yoko.
Il nuovo arrivo si armò di quattro spiedi e li puntò minaccioso verso il biondo.
“Vattene subito” disse minaccioso.
“e ti lascerò vivere”
Naruto schioccò le dita con un suono simile a un colpo di frusta e le quattro marionette sparirono.
Con in volto la faccia di uno che ha appena vinto alla lotteria, si sedette a gambe incrociate, osservando i due ninja che aveva davanti.
“Zabuza Momochi…” disse con tono distaccato Naruto.
“Kisame non mi aveva detto che eri così forte”

Artemis osservò accigliato il suo sottoposto del villaggio della nebbia che ronfava beatamente.
“Giù dalle brande!” gridò dando un calcio nelle costole a Kisame, il quale non fece un piega.
“Le suggerisco di rinunciare” disse Itachi debolmente.
“quando Kisame entra in coma, non si risveglia prima di due giorni”
Il leader portò lo sguardo sull’Uchiha.
“Immagino che anche tu non sia disponibile per la cattura di un altro Bijuu”
Kisame cominciò a fare strane pernacchie nel sonno, forse aveva inconsciamente sentito e stava esprimendo la sua opinione.
“Già, le possibilità mie e di Kisame si fermano qui”
Artemis si voltò verso Hidan e Kakuzu.
“Allora, che mi dite voi?” Chiese.
“Sbrighiamoci a trovare Kaku, il tempo è denaro!” disse il tesoriere.
“La divina provvidenza è con noi, non potremo fallire” si unì Hidan.
“Devo tradurne che per voi va bene, solo non abbiamo tracce di Kaku, quindi vedete di mettervi all’opera e raccogliete informazioni”
Da dietro il leader, la donnola alzò lentamente il capo.
“Tu invece torna a fare la ninna”
Artemis balzò a fianco al Bijuu, lo afferrò per un orecchio e con un colpo violentissimo gli fece sbattere la fronte contro il pavimento, facendogli sprofondare la testa a qualche metro sotto la roccia.
“Sogni d’oro” gli sussurrò all’orecchio quasi strappato via del demone, dopo avergli dato una leggera pacca sul collo.
“Siete ancora qui?” Chiese, rivolto ai suoi sottoposti che lo stavano guardano con le bocche spalancate.
“Io la zavorra non la porto in spalla” disse Itachi dopo essersi ripreso, riferendosi al suo compagno tra le braccia di Morfeo.

“Kisame…” disse scuotendo la testa il ninja della nebbia.
“già, avrei dovuto capirlo… i cinque squali di terra. Sei suo allievo per caso?” Chiese Zabuza.
“No, un suo amico” rispose Naruto.
“Anche lui è uno dei sette ninja spadaccini della nebbia come voi, Zabuza?” Chiese il ragazzo con la maschera
“Sì, ma credevo fosse sparito dalla circolazione da un bel po’ ”
Naruto si sistemò meglio il coprifronte.
“Immagino non abbiate mai sentito parlare del villaggio della Luna Rossa, vero?”
Zabuza fece un ghigno divertito.
“Un marionettista con il coprifronte di un villaggio mai visto… hahahahaah! Sei stato tu a fare quella strage a Suna”
“Strage mi sembra una parola grossa, ho fatto un po’ di macello niente di così grave”
Zabuza si rimise il grosso spadone dietro la schiena.
“Tranquillo, Haku. Scommetto che ora il nostro amico non ha più motivo per combattere contro di noi”
Il ragazzo chiamato Haku abbassò gli spiedi.
“Non deve essere una vita facile quella del mukenin” cominciò Naruto.
“pur di sfuggire alle squadre speciali della nebbia ti sei abbassato ad accettare incarichi di basso livello, ma d’altronde non potevi fare altrimenti: era l’unica via che ti si era presentata o, almeno, credevi fosse l’unica via”
Lo spadaccino inarcò un sopracciglio.
“Cosa stai cercando di dirmi?”
“Ti sto proponendo un patto; io ti offro un luogo dove vivere senza doverti preoccupare di piazzare trappole per gli ANBU, la possibilità di schiacciare il villaggio della nebbia e… potere, così tanto da non dover più temere nessuno. Beh, a parte me, è ovvio”
“Fin ora tutto quello che mi hai detto risponde alle mie aspettative, dov’è la fregatura?”
Il biondo alzò le mani in simbolo di innocenza.
“Nessuno fregatura, giuro. Solo una piccola cosa in cambio di tutto quello che ti offro”
Naruto si alzò in piedi, estraendo dal marsupio altri due coprifronte con il simbolo del Akatsukigakure.
“tu e il tuo compagno diventerete dei miei sottoposti e entrerete a far parte del villaggio della Luna Rossa”

Anche oggi due capitoli in un giorno! Sono un drago!

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Capitolo 24
*** Il debito ***


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Miei cari fans, sabato sono stato tutto il giorno alle piscine come accennato in precedenza, sono tornato a casa che ero stravolto e sinceramente non me lo sono proprio sentita di aggiornare: ero letteralmente esausto. Domenica lo sapete che il mio giorno libero, quindi…


Cap 24 Il debito



Deidara diede un occhiata di intesa al suo compagno dalla maschera arancione, lui rispose con un cenno di assenso: buon segno, era sicuro di sé.
Kisame ( il quale si era svegliato dal coma molto prima di quanto l’Uchiha si aspettasse) e Itachi osservavano i loro compagni-avversari con sguardo inquisitorio, per poter capire dalle loro reazioni se si sentivano insicuri o decisi.
“Tanto è inutile” cominciò Itachi.
“con noi non avete avuto speranze fin dal principio, se volete accettare un consiglio saggio, abbandonate ora. Non avrete rimpianti”
L’artista sorrise spavaldo.
“Se pensi che tu e il tuo compagno non ce la possiate fare, perché non lo dite subito?” li schernì.
Kisame aveva in faccia un volto famelico, come se progettasse di divorare i due che gli stavano di fronte.
“Dopo questa batosta non oserai più nemmeno guardarti allo specchio” ghignò il ninja della nebbia rivolto al new-entry del organizzazione.
Tobi fece una sottile risata.
“Stavo per dirti la stessa cosa, pallone gonfiato”
Il biondo si sistemò annoiato i capelli, sapeva di avere la vittoria in tasca. “Tu che dici Tobi?” Chiese Deidara.
“li facciamo cominciare per primi?”
Lui sembrò pensarci sopra.
“Uhm… sì, diamogli questo vantaggio”
Il sorriso di Kisame si allargò.
Ormai erano agli sgoccioli, tutto si sarebbe deciso in quei pochi secondi.
Il ninja spadaccino sbatte con violenza la mano sul tavolo.
“Full!” Gridò trionfante, mostrando una coppia di re e un tris di dieci.
Visto che ormai non poteva niente con gli attuali Bijuu in circolazione, i quattro ninja dovettero scervellarsi per trovare un qualche passatempo per sopravvivere alla noia.
Si mise a braccia conserte e aspettò di gustarsi lo sguardo arrabbiato di Deidara e Tobi.
Che però non arrivò.
“Oh… povero Kisame” disse con tono quasi premuroso l’artista, mostrandogli la sua mano.
“Poker di Jak!” Disse con un sorriso a trentadue denti.
Stava già allungando la mano sui risparmi di tutta una vita del traditore della nebbia, quando Itachi lo fermò.
“Fermo lì” lo minacciò e, con lentezza quasi estenuante, mostrò la sua mano ai due.
“Poker di re”
Itachi non sorrideva spesso, non sorrideva mai, ma quel giorno andò molto vicino dal mostrare una smorfia molto vagamente simile a un sorriso.
Kisame tirò un sospiro di sollievo.
“Mi hai salvato la vita, socio”
L’Uchiha e lo spadaccino stavano per appropriarsi del malloppo, quando Tobi fece un gesto impensabile.
“Punto tutto” dichiarò, portando al centro del tavolo altri quattro lingotti d’oro.
Itachi rimase interdetto per un momento.
“Allora, Itachi-san” incitò il ninja mascherato.
“che fa? Ribatte o lascia?”
Un vero peccato che Tobi avesse la maschera, altrimenti il traditore della foglia avrebbe visto un sorriso a dir poco agghiacciante, che non aveva niente da invidiare con quello del suo compagno( usano entrambi “pasta del capitano ANBU”:Nda XD)(che battuta di basso livello… :NdSorellaAutore).
Il moro era dubbioso, quel gesto di Tobi lo aveva spiazzato letteralmente.
“Non fare lo stupido Itachi, non puoi lasciare con una poker in mano!” disse Kisame.
Itachi scosse la testa.
“Beh, non c’è molto su cui riflettere: o il caro Tobi sta bluffando alla grande o ha in mano delle carte paurose”
Dopo aver dato un occhiata piuttosto indecisa a quel che rimaneva della sua paga, anche lui portò tutto quanto al centro del tavolo.

“Naruto… Naruto sveglia!” Chiamò Kakashi.
Lui fece un gemito assonnato degno di un oscar.
“Sì babbo… ancora cinque minuti” mugugnò.
“Ci penso io sensei” disse la voce di Sakura e subito diede un deciso pugno in testa al falso-dormiente.
“Ahia!” si lamento Naruto scattando in piedi e massaggiandosi la testa.
“Sakura-chan, mi hai fatto male!”
Lei si mise a braccia conserte e portò lo sguardo altrove.
“Ben ti sta” disse.
“è da un pezzo che Kakashi-sensei ti sta chiamando”
Il biondo si guardò intorno, fintamente disorientato.
“Ma che diavolo è successo?” Borbottò.
Tazuna era a fianco al Jonin, stavano confabulando su qualcosa che non riuscì a sentire.
Guardandosi intorno però notò l’assenza di una chioma mora.
“Sasuke dov’è?” Chiese.
“Sta facendo un giro di perlustrazione per vedere se la strada è libera” rispose Sakura.
Naruto continuò a massaggiarsi la testa, gli aveva fatto male per davvero!
“E quel tipo del villaggi della nebbia che fine a fatto?”
Sakura scosse la testa.
“Non lo so e neanche Kakashi-sensei ne ha idea, sembra strano ma è come se di punto in bianco abbia deciso di andarsene”
Il biondo dovette trattenersi dal ridere: l’aveva fatta a Kakashi, il ninja copia!
Di fronte al Jonin comparve Sasuke, non sembrava affatto essere di buon umore.
“Niente e nessuno, nemmeno una traccia” dichiarò.
Kakashi si massaggiò le tempie, doveva averlo confuso abbastanza il comportamento di Zabuza.
“Beh, proseguiamo allora. Non vedo motivo di restare qui”
Il gruppo si rimise in marcia, con i tre Genin a capo file e il Jonin in coda.
E’ davvero strano pensò Kakashi.
A metterci KO sono stati dei dardi soporiferi ben mirati, armi ninja insolite. Ognuno di noi è stato centrato in pieno al collo, in modo che il veleno si facesse effetto all’istante, infatti io Tazuna, Sasuke e Sakura abbiamo ancora sul collo il segno di quel dardo.
Portò lo sguardo sul biondino a capofila.
Il collo di Naruto invece non ha nemmeno il più piccolo graffio e l’unica spiegazione è che lui non sia stato colpito. Non posso essere certo che sia stato lui a stordirci, ma da adesso sarà meglio tenerlo particolarmente d’occhio.

“Co…co… come sarebbe!? Razza di ingrato!” Balbettò un tipetto decisamente minuto con un paio di occhiali da sole sul naso.
“Mettiamola così” disse stranamente calmo Zabuza.
“ho trovato qualcuno che mi da una paga maggiore della tua, Gato, e ho tutte le intenzioni di seguire questa persona. Quindi, visto che non voglio lasciare testimoni scomodi, sono venuto a ucciderti; non mi sembra così complicata la cosa”
Da dietro la porta, Haku senti un clangore metallico e una decina di tonfi, poi il silenzio. Il giovane ninja odiava quel silenzio, ma sapeva che a volte era inevitabile e necessario.
La porta di legno si aprì e ne uscì Zabuza. Come facesse il ninja ogni volta a non sporcarsi mai neanche con una goccia di sangue, probabilmente Haku non lo avrebbe mai capito.
“Andiamo Haku, hai preso le provviste per il viaggio?” Chiese.
Lui fece cenno di assenso, mostrando lo zainetto che aveva sulle spalle.
“Allora partiamo; sono tre giorni di cammino fino all’Akatsukigakure”

Tazuna decise di ospitare i ninja a casa sua fino a quando la loro missione non fosse conclusa, una proposta che Naruto non si fece scappare visto che stava morendo di fame.
“Naruto” lo chiamò il moro.
“ti dispiace venire fuori un attimo con me?”
Oh ho, prevedo guai pensò Naruto, piuttosto intimorito dal tono usato da Sasuke. Troppo cordiale.
Appena il biondo uscì dalla porta, l’Uchiha lo aveva centrato in piena mascella con destro micidiale, facendolo finire a gambe all’aria.
“Questo è per la a tua stupidità!” disse furioso Sasuke.
“hai cancellato le tue tracce, ma visto che sei uno stupido patentato di grado S+ ti sei dimenticato di quelle della tua maledettissima marionetta! Ringrazia il cielo che mi sono svegliato per primo, ho avuto appena il tempo di cancellarle prima che Kakashi e Sakura si svegliassero!”
Naruto si rialzò in piedi, massaggiandosi la parte dolorante.
“Ho anche cancellato le tue tracce nei dintorni del luogo dove avevamo incontrato Zabuza, nel caso Kakashi andasse a curiosare.”
Il moro rientrò in casa sbattendo la porta, lasciando il biondino solo con i suoi pensieri.
“Ora ti tocca anche essere in debito con lui” se la ghignò Yoko.
“Taci, è fin troppo umiliante” borbottò a testa bassa il ragazzo.

“Allora Tobi?” Incitò Itachi.
Anche Tobi mostrò la sua mano.
“Poker di regine!” disse soddisfatto.
Deidara scosse la testa arreso.
“Tobi… il poker di re batte quello di regine” sussurrò depresso.
“Certo, se Itachi-san lo avesse”
Il biondo lo guardò confuso.
“Scusa?”
Il ninja con la maschera indicò il re di quadri nella mano dell’Uchiha.
“Vede il re di quadri, Deidara-sempai? Itachi-san ha quella carta in mano fin dall’inizio, ma io il re di quadri l’ ho scartato prima quando ho chiesto due carte. Quindi deduco che si tratti di Genjutsu”
L’immagine del re di quadri cominciò a diventare sfuocata, poi quando l’immagine tornò visibile mostro un semplice dieci di fiori.
“Itachi-san ha solo un tris di re e se ricordo le regole, il poker di regine batte il tris di re”
“Yatta!” Esultò Deidara, abbracciano il tanto agognato premio: tanto oro da poter fare due volte il giro del mondo.
Non se la prese del fatto che Itachi avesse barato, visto che sia lui stesso che Tobi(nonostante fosse un bravo ragazzo), che Kisame avevano usato le proprie conoscenze sulle arti ninja per accaparrarsi le carte migliori. Il difficile era non farsi scoprire.
“Devo proporla a Kakuzu questa idea” riflettè Tobi.
“appena avremo catturato tutti i Bijuu potremo metterci su un bel business, se un giorno andremo in un casinò potremo sbancare alla grande e vivere di rendita per tutta la vita”
Kisame rise.
“prima il dovere e poi il denaro, o finirai per diventare come lui”
“Hai ragione, tu cosa hai intenzione di fare appena tutto sarà finito?” Chiese il ninja mascherato.
“Non ne ho idea” rispose sincero
“penso che mi occuperò del villaggio della nebbia con i miei compagni spadaccini, ma non ne sono così certo. Tu socio, che vuoi fare?”
Itachi osservò annoiato le carte sparse per il tavolino.
“Mi troverò una donna e metterò su famiglia” disse con lo stesso tono con cui si dice “che bel tempo c’è oggi!”
“cosa che penso voi tre non riuscireste mai a fare”
Un alone di depressione cadde sui tre membri dell’Akatsuki presenti.
“Voi sempai? Cosa farete?” Chiese Tobi fingendo di mostrarsi con il solito umore.
“Boh, se sarò abbastanza fortunato farò come Itachi” disse.
“Sogna e spera” borbottò l’Uchiha.







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Capitolo 25
*** Zabuza e Haku del villaggio della Luna Rossa ***


Cap 25 Zabuza e Haku del villaggio della Luna Rossa


“Cosa!?” Esplose un Kakuzu grondante di sangue da capo a piedi, con un braccio fasciato e con una stecca alla gamba destra.
“e non mi avete neppure aspettato!?”
“Duecento…trecento… cavoli tuoi Kakuzu, se ti fossi sbrigato a catturare Kaku magari avresti avuto una possibilità… ecco! Ho perso il conto!” Si lamentò Deidara, sorseggiando una spremuta.
Hidan, se si sorvolava sul fatto che aveva una voragine al posto dello stomaco, sembrava essere in perfetta forma paragonato al suo compagno.
Dal pavimento del covo cominciarono a emergere due mandibole verdi che tutti i presenti riconobbero.
“Toh!” Lo prese in giro Kisame.
“un fungo fuori stagione”
Entrambe le personalità di Zetsu ringhiarono contro il ninja della nebbia.
“Taci pesciolino, o scoprirai a causa di chi gli squali bianchi si stanno estinguendo”
Kisame si zittì, riflettendo su che fine aveva fatto suo zio Arcibaldo.
“Parlando di argomenti più seri, dov’è il leader ?” Chiese
Tobi fece spallucce.
“Boh, a Konoha probabilmente. Perché me lo chiede Zetsu-san?”
Zetsu sospirò arreso.
“Non dirmi che te lo sei già dimenticato…” disse scuotendo la testa.
Il ninja mascherato era stato preso alla sprovvista.
“Dimenticato cosa?” Chiese innocente
“Hidan, come si chiama il dio della Somma Pazienza?” Chiese la mezza pianta.
“Killkenny(fidatevi, ha ragione :NDA)” rispose il religioso.
“Killkenny, dammi tu la forza… tra due settimane ci sarà l’esame di selezione dei Chunin!”
Deidara sputò il suo succo di frutta addosso a Tobi, a Kakuzu cadde il portafoglio da tasca, Hidan sparò un bestemmione talmente grande che un presepe li vicino crollò, Kisame si punse con Samehada, a Itachi scappò un rutto degno di Homer Simpson, Maito Gai, guardandosi allo specchio, scoprì di aver un ben poco giovane capello bianco, a Sakura per la prima volta vennero le sue cose proprio mentre parlava con Sasuke e nel covo di un certo sannin echeggiò una forte flatulenza.
“Oh, me lo ero scordato” disse Tobi pulendosi la maschera.
“Vi siete forse dimenticati di quello che ha detto leader a riguardo?” Chiese Deidara.
L’Uchiha estrasse un kunai e si specchiò sulla lama.
“Che tempismo” disse.
“proprio ora che volevo comprarmi una cintura in pelle di serpente”
Hidan diede un occhiata al suo compagno, cogliendo al volo l’idea dell’Uchiha.
“In effetti mi sono sempre chiesto che religione ci fosse a Konoha, potrei andare farci un giro per togliermi la curiosità”
Kakuzu raccolse il portafoglio da terra.
“Si è rovinato” disse con tono ironico.
“penso che andrò a prenderne uno nuovo insieme a te, collega” “Uhm…” borbottò Kisame.
“ho sentito di un certo night-club vicino al palazzo dell’ hokage davvero niente male, tra un po’ è l’anniversario di quando sono stato promosso Genin: potrei andare lì a festeggiare”
Deidara si massaggiò il mento.
“Beh, io potrei portare il mio ultimo lavoro da far vedere a Naruto. Lui, a contrario di “qualcuno con una maschera arancione”, apprezza la mia arte”
“Io potrei comprarmi una maschera nuova” riflettè Tobi.
Tutti quanti portarono lo sguardo scandalizzato sul ninja mascherato.
“Ehi, cosa credete? Che nel mio guardaroba abbia solo questa maschera? Ne ho anche una rossa e una verde, se lo volete sapere!” Disse, come a sfidarli a provare il contrario.

Naruto quella sera era piuttosto stanco, non solo per lo scontro con Zabuza, che lo aveva sfiancato molto più di quello che aveva fatto credere al ninja della nebbia, ma anche a causa di un atroce dubbio che lo stava tormentando da quando Sasuke lo aveva colpito, così decise di andare sul tetto della casa di Tazuna a riflettere sotto le stelle.
Yoko, da brava femmina predatrice quale era, ne approfittò immediatamente. Però questa volta, stranamente, il biondo non appose la solita resistenza: era completamente assorto nei suoi pensieri, quasi non si fosse accorto della ragazza.
“Hei, per caso ti sei fatto una cannetta mentre non c’ero?” Chiese lei.
“Eh?… no… la davanti” borbottò
“Oh mio Dio, questo partito del tutto!”
Il biondo sorrise debolmente rivolto a Yoko.
“No, tranquilla. Volevo solo prenderti in giro”
La ragazza non ebbe la forza per reagire: non aveva mai sentito quel tono nella bocca di Naruto, anche quando Artemis lo portava allo stremo delle forze durante gli allenamenti non era mai stato così… così… debole, appena percettibile, quasi un sussurro.
“Scricciolo, sicuro di stare bene?” Chiese, portando la mano sulla fronte del ragazzo.
“No” rispose lui con quello stesso lugubre tono.
“non mi sento affatto bene”
Kyuubi osservò il volto di Naruto per qualche istante: non aveva una bella cera.
“Cucciolo, che ti prende?”
Il ragazzo sospirò, aveva gli occhi lucidi, quasi fosse sul punto di piangere.
“Ho paura” ammise.
“non ho mai avuto così tanta paura fino ad ora”
La ragazza ascoltò in silenzio senza mostrare alcuna emozione, poi disse con tono stranamente dolce:
“Sdraiati”
Il biondo eseguì come un bambino ubbidiente, si sdraiò e poggiò la testa sulle ginocchia della rossa.
“Per quanto mi sforzi, mi sto legando troppo intimamente ai miei compagni di squadra e a Kakashi. Invece che stordirli, avrei dovuto ucciderli, ma non l’ ho fatto”
Yoko cominciò ad accarezzare dolcemente la fronte di Naruto.
“E’ la tua indole” disse la ragazza.
“non sei capace di uccidere con tanta leggerezza, anche a Suna hai fatto tanto il gradasso, ma non hai ucciso più ninja di quanti non fossero necessari per la nostra fuga”
Il biondo strinse il lembo della gonna di Yoko.
“Rischio di compromettere la missione, loro sono del villaggio della foglia! Solo per questo dovrei odiarli a morte!” disse con rabbia.
La rossa passò ad accarezzargli le guance, che divennero subito di un rosso acceso al primo contatto.
“Ho un favore da chiederti Yoko” sussurrò.
Lei rise leggermente.
“Chissà come mai, mi immagino a grandi linee cosa tu stia per chiedermi”
Naruto ispirò profondamente e disse con decisone queste parole.
“Se la missione lo richiedesse… e se io per un qualunque motivo non ne fossi in grado… Yoko, vorrei che fossi tu a uccidere Sasuke e Sakura”
Yoko storse un po’ il naso.
“Non mi esalta molto l’idea di ammazzare due ragazzini, ma visto che sei tu chiedermelo, se si presenterà l’occasione, farò come dici”
“Qualunque cosa io ti dovessi dire o fare in quell’occasione” disse ancora Naruto.
“tu dovrai ignorarla e mantenere la promessa, d’accordo?”
Fece un deciso cenno di assenso.
“Promesso: parola di Bijuu!”
Tre giorni dopo, Tazuna e gli altri del piccolo villaggio finirono di costruire il famoso ponte, e i quattro ninja poterono così tornare a Konoha; Naruto e Sasuke non si erano più rivolti la parola da quella volta che avevano litigato.
Sono passati tre giorni pensò soddisfatto Naruto.
Ormai quei due dovrebbero essere arrivati, spero che i ragazzi li accolgano a dovere.

“Chi non muore si rivede, eh Kisame?” Commentò sarcastico Zabuza.
L’interessato grugnì, per niente felice.
“Sinceramente, io speravo di non rivederti più” disse acido.
Haku si portò alla mano un paio di spiedi, non alla vista del ninja-squalo.
“Ti piacerebbe”
Kisame cominciò a pizzicare l’impugnatura di Samehada.
“Non ti riduco a poltiglia solo perché sei un sottoposto di Naruto-kun, ricordatelo!” Così dicendo voltò le spalle e si inoltrò nel corridoi sotterranei del covo, probabilmente diretto alla palestra.
“E’ pericoloso?” Chiese Haku.
“Non nel senso che chiedi tu, tanto parole ma niente fatti” rispose il ninja.
“Ti ho sentito!” rispose una voce echeggiante tra le pareti di roccia.
Zabuza scosse la testa: non era cambiato affatto, per fortuna.
Davanti a loro apparve un immagine scura e sfuocata, ma dopo aver visto quel profilo una volta sola, era impossibile non riconoscerlo.
“Dalle vostre facce sembra che Kisame vi abbia lanciato la sua minaccia di morte giornaliera” disse Naruto.
“ci farete l’abitudine, ne sono sicuro”
“Hai mantenuto la tua parola” disse Zabuza.
“questo posto è una roccaforte, ci vorrebbe un esercito per poterla espugnare, senza dubbio il luogo più sicuro al mondo per noi”
L’immagine del biondo sorrise.
“Però… hai anche promesso di darmi potere, come hai intenzione di fare?”
Un'altra immagine si aggiunse a quella di Naruto: il profilo era senza dubbio femminile e l’unico colore che traspariva da quella figura erano gli occhi rosso sangue.
“Immagino tu abbia sentito parlare di Kyuubi, la volpe a nove code, e del suo immenso potere: è con parte di quel potere che ti voglio ripagare”

C***o! Avrei dovuto postarlo stamattina questo cap, ma internet sembra essere andato a farsi benedire e ho passato tutto il pomeriggio a smembrare la presa del ADSL per sistemarla! Un pessimo modo di passare una giornata. Per sfogarmi, sta sera aggiornerò di un altro cap: sul tardi però, mi manca il tempo…

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Capitolo 26
*** Hinata vs Naruto ***



solo quattro recensioni???ç_ç Devo dedurne che la qualità dei miei cap sta peggiorando??? Spero di rimediare con questo!

Cap 26 Hinata vs Naruto




“Ben tornato, come è andata la missione?” Chiese Artemis, trovando il suo allievo comodamente spaparanzato sul divano.
“Più emozionante di quanto avessi progetto” commentò.
Il sensei rise.
“Centra per caso un ninja spadaccino della nebbia?” Chiese retorico.
Naruto si mise seduto ad osservare incredulo il suo maestro.
“Ma come fai a sapere sempre tutto, tu?”
“So dove prendere le informazioni. Ah, prima che mi dimentichi, devo fare una
cosa”
Artemis diede un violento sulla testa vuota del biondo.
“Ahi! Che ho fatto sta volta?”
“Il nome Hatake Kakashi non ti ricorda niente!?” Chiese irritato.
“E’ il Jonin che mi fa da sensei assieme ai miei due compagni di squadra, perché?”
Il sensei del biondo gli fece sventolare davanti un foglietto di carta scritto su una parte, lo stesso che gli aveva lasciato qualche settimana prima sul tavolo della cucina.
“Ah, ora ricordo…” disse imbarazzato Naruto.
“Baka”
Dal bagno uscì Hinata, intenta ad asciugarsi i capelli con un asciugamano. Non era vestita con la solita giacchetta bianca, ma con una tuta nera leggera dove su entrambe le maniche era disegnata una nuvoletta rossa.
“Oh, niichan. Ero sotto la doccia e non ti ho sentito entrare, quando sei tornato?”
“Meno di cinque minuti fa. Mi sono perso qualcosa mentre ero in missione?”
Hinata e Artemis si scambiarono uno sorriso complice il quale, per qualche strano motivo, fece correre un brivido sulla schiena del ragazzo.
“Gli ho insegnato qualche tecnica a livello Jonin, così negli allenamenti potrebbe anche farti sudare un po’ di più”
Il biondo deglutì a fatica.
“Che genere di tecniche?” Chiese titubante.
“Niente che tu non sapessi già fare all’età di otto anni” rispose la ragazza
sfregando l’asciugamano sui capelli.
Naruto, spiazzato, portò lo sguardo sul sensei: gli aveva già detto tutto?
“Beh, visto che ormai è della famiglia gli ho raccontato tutto”
“Ti fidi di lei già a questo punto?”
“Se così non fosse l’avrei già fatta sparire, non credi?”
Il biondo non face affatto fatica a credergli: viaggiando con lui aveva imparato che Artemis era capace di gesti ben peggior di un giovane omicidio se le esigenze lo chiedevano.
“E’ andata bene la missione?” Chiese con tono premuroso Hinata avvicinandosi.
Naruto sorrise, rincuorato dalla premura dell’amica(Anch’io però te lo avevo chiesto T_T :NDArtemis)(tu non sei una ragazza! NdNaruto)
“Benissimo, grazie per avermelo chiesto”
Anche lei sorrise.
“Niichan, sei appena tornato e sarai di sicuro stanco però… ti dispiacerebbe allenarti un po’ con me?” chiese timidamente.
Non è cambiata molto rispetto a prima che la incontrassi, per fortuna.
“Ma ti pare! Andiamo al campo di allenamento qua dietro e ti faccio vedere di che pasta sono fatto!”

“Non arriva” borbottò scocciato Kiba a nessuno in particolare.
Kurenai sospirò arresa.
“Kiba, Hinata aveva avvertito che anche oggi probabilmente sarebbe venuta in ritardo, quindi cominciamo senza di lei” sentenziò la Jonin.
I tre( i quattro, contando anche il pulcioso) si diressero come loro solito al campo di allenamento, ma quando arrivarono, con loro sorpresa, videro in lontananza due figure che stavano combattendo.
“Ma quella non è Hinata?” Chiese stupito Shino.

“Preparati: Kage Bushin no Jutsu!” Naruto creò velocemente cinque copie di se.
“Byakugan!” si preparò Hinata.
Ha diviso equamente il chakra in tutte le sue copie, in modo che non possa riconoscere l’originale neanche grazie al mio Byakugan, però di Naruto ce ne è uno solo.
Prese dal marsupio cinque shuriken.
Anche se sono sicura che non si trova fra quei sei. Artemis mi ha spiegato il suo stile di combattimento: confonde l’avversario facendogli credere di combattere con le copie più l’originale, quando invece gli lancia contro dei semplici Kage Bushin. Quando poi, in un attimo di sconcerto l’avversario, vedendo che l’originale è assente, abbassa la guardia, Naruto interviene per attaccare.
“Vediamo cosa succede quando ti rivoltano contro la tua stessa tattica: Kage Bushin no Jutsu” lo istigò la ragazza, creando anche lei cinque copie.
Da dietro un cespuglio li vicino, i suoi compagni di squadra la osservavano ammaliati.
“La Kage Bushin? Da quando la sa usare?” borbottò Kiba.
“Non ne ho idea, ma penso che quel biondino lo sappia” rispose Shino.
Kurenai osservava in silenzio, pronta a intervenire nel caso l’allieva fosse stata in difficoltà.
La Hyuuga insieme a tutte le sue copie lanciarono i loro shuriken contro i Bushin.
“Mi sottovaluti così?” la schernirono la copie di Naruto, che presero un kunai ciascuno per proteggersi dall’attacco.
Lei sorrise: non aveva idea di quali tecniche aveva imparato in quei tre giorni. “Kage Bushin Shuriken!” gridarono in coro le copie della ragazza.
Quei pochi shuriken che la ragazza aveva lanciato divennero un vero e proprio nugolo di punte roteanti al quale sei semplici Kage Bushin non potevano certo molto. Tutte e sei delle copie: lo sapevo! Da dove attaccherà adesso?
I tre spettatori sbarrarono gli occhi.
“Ma… ma quella è una tecnica a livello di Jonin! Che razza di allenamento gli ha fatto fare?” sussurrò Shino.
“Katon: Gokaryu no Jutsu”
Alle spalle della ragazza un enorme palla di fuoco si stava avvicinando minacciosa.
Hinata si scansò appena in tempo, ma le sue copie vennero prese in pieno dalla tecnica di fuoco.
Ti ho visto!
La ragazza scattò velocissima verso uno dei tre pali d’allenamento in mezzo al campo.
“Juken!”
Il pugno gentile ebbe l’effetto desiderato, facendo uscire fuori dal suo nascondiglio il biondino, facendolo finire a diversi metri di distanza.
Se blocco i suoi punti di fuga, l’incontro si chiuderà qui.
Con un colpo di reni Naruto si rialzò, pronto a contrattaccare.
“Kiochiyose no…”
Sì bloccò, percependo solo allora la presenza di sconosciuti nella zona.
Oh no, non posso usare Takumi, altrimenti sono guai.
Esitò solo in quell’istante e per Hinata fu sufficiente per bloccare quattro punti di fuga, abbastanza per rendere innocue almeno la metà della tecniche di Naruto.
La ragazza rimase piuttosto confusa dall’esitazione del fratello, ma concentrandosi di più sul Byakugan vide anche lei i tre intrusi nel campo.
“Kiba-kun, Shino-kun, Kurenai-sensei; allora, sono migliorata?” Chiese voltandosi verso il nascondiglio dei tre, che si alzarono subito in piedi mostrandosi.
“Eh già, dura nascondersi da qualcuno che ha il Byakugan” commentò Kiba, grattandosi dietro la testa.
Hinata afferrò il braccio del biondo e lo trascinò verso i suoi compagni.
“Naruto-niichan, questi sono i miei compagni di squadra Shino e Kiba, lei è la mia sensei: Kurenai”
Naruto fece un leggero inchino.
“Piacere di conoscervi”
La Jonin e il tipo con gli occhiali da sole risposero all’inchino, ma quella con il pulcioso dentro il giubbotto si limitò a fare una smorfia.
“Allora?” Chiese Hinata eccitatissima.
“come vi sono sembrata?”
Kurenai le sorrise.
“Straordinaria, nonostante tu abbia usato complicate tecniche da Jonin hai saputo gestirle egregiamente: sono orgogliosa di te Hinata”
La Yuuga arrossì leggermente e abbassò lo sguardo.
“G-grazie sensei, ma la maggior parte del merito è di Naruto-niichan” sussurrò.
Il biondo portò lo sguardo sulla ragazza, confuso.
“Mio?” Chiese.
“Ma sì!” rispose, pestandogli un piede.
“Ahi! Cioè, già… sì… insomma… conosco un buon numero di tecniche e Hinata a una velocità di apprendimento che rasenta la genialità, non è stato difficile” disse, dopo essersi messo a ridere istericamente.
“Ma che bravo giovane sensei” disse la Jonin.
“Hinata, allora vieni? Noi iniziamo ad allenarci e penso che anche il tuo amico si dovrà allenare con il suo gruppo”
“No, no. Siamo appena tornati da una missione e per oggi abbia la giornata libera, comunque penso sia ora di andare. Ciao Hinata!”
“Ciao niichan!”

“Anche se il villaggio della foglia riuscisse a sopravvivere all’annientamento” cominciò Kisame.
“subiranno dei danni immensi dopo che Orochimaru avrà attaccato”
Itachi scosse la testa.
“E pensare che in questo periodo la foglia è al massimo della prosperità, poveretti”
Il ninja della nebbia rivolse una occhiata quasi di scherno al suo compagno.
“Non è da te compatire gli avversari” disse
“nonostante tutto sei ancora legato al tuo paese natale?”
L’Uchiha osservò il grande villaggio che si stagliava fino a perdita d’occhi davanti a lui.
“No” disse deciso.
“per niente”

E dopo questa reminescenza del manga numero 16 adatta alla fanfic, buona notte a tutti!

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Capitolo 27
*** Hotel Luna Rossa ***





Oh ragazzi, oggi sono in vena come poche volte: se rinuncio a vedermi Conan e HunterxHunter sarei anche capace di aggiornare di tre capitoli.

Cap 27 Hotel Luna Rossa




“Perché sei qui?” Chiese subito il moro.
“Volevo ringraziarti per non aver detto niente e… anche per aver rimediato alle traccie” disse Naruto.
Sasuke ancora gli dava le spalle, l’episodio con Zabuza non doveva essergli piaciuto.
“Non pensi che mi meriti almeno una spiegazione, ora?”
Se gli dico la verità Pensò il biondo
Artemis lo farà sparire in meno di una settimana e poi chi lo sentirà? Mi manderà in coma per un mese tanto mi riempirà di botte. Ma non me la sento di mentirgli.
“Siamo ancora amici, vero?” Chiese Naruto.
“Altrimenti avrei spifferato tutto, ragiona” lo schernì l’Uchiha.
Il ninja ancora non sapeva cosa fare, non ne aveva proprio idea.
“Vorrei dirtelo, lo vorrei davvero, ma non posso”
Sasuke scosse la testa.
“Fammi un fischio appena mi ritieni degno della tua fiducia” disse, e stava per incamminarsi verso casa, se Naruto non lo avesse bloccato prendendolo per una spalla.
“Ma sei scemo? Credi davvero che si tratti di questo?”
“Di cosa, se no?” Chiese liberandosi dalla prese del biondo.
Naruto rimase in silenzio. Ancora, non poteva rispondergli.
“C’erano le tracce di altre tre marionette” disse ad un certo punto Sasuke.
“se mi fai combattere contro tutte loro, ci metterò una pietra sopra”
Naruto si portò una mano nel marsupio e sfiorò i quattro rotoli delle sue marionette.
“Ve bene, ma cerchiamo un posto meno all’occhio. Eviterò domande scomode con i Jonin”

“Gli altri non si vedono? Eppure erano partiti prima di noi” disse Kisame.
“Saranno in giro. Nel frattempo, suggerisco di trovare un appartamento dove stare fino la prova dei Chunin” disse Itachi.
Scesero dalle mura senza essere visti e si inoltrarono per le strade di Konoha come due normalissimi passanti, ma non erano in marcia da più di cinque minuti che Artemis si parò davanti a loro, facendogli cenno di seguirli in un vicolo.
“Oh, Cazzo…” commentò il ninja della nebbia.
Appena entrarono nel vicolo, il leader si voltò verso di loro: non sembrava affatto arrabbiato.
“E con voi due, l’Akatsuki è presente al completo” disse con un sospiro stanco. “ho già sbraitato abbastanza all’arrivo di Hidan e Kakuzu, quindi con voi non voglio sprecare ulteriormente il fiato: andate nell’ unico albergo nella parta bassa della città e non uscite da lì per nessuna ragione, vi avvertirò io quando la selezione inizierà”
Si coprì il volto con le mani.
“Solo una cosa: evitate di farvi notare durante il tragitto, come ha fatto Tobi”

“Carina la stanza, forse un po’ bassa, ma carina” Commentò Zetsu.
“Non è la stanza a essere bassa” disse Deidara.
“sei tu con quelle tue fauci che arrivi a due metri e mezzo di altezza, per questo ti sembra bassa”
“Io vado sopra” disse Tobi fiondandosi sopra il letto a castello.
“Hei tu, sgorbio! Scendi subito da lì!” Gridò Deidara.
Tobi rise divertito.
“Deidara-sempai, le ricordo che non dobbiamo farci notare; e mettersi a gridare rientra nella categoria “cose che ci fanno notare”, quindi si calmi sempai”
La testa dell’artista era diventata un'unica e grossa vena pulsante che rischiava di esplodere.
“Vi ammazzerete più tardi” disse a un certo punto Zetsu.
“ora sistemate la vostra roba e ordinate qualcosa al servizio in camera: ho fame”
I due compagni di stanza della pianta si paralizzarono all’istante, cose se fosse stati bloccati dalla Kanashibari no Jutsu.
“Zetsu-san” sussurrò Tobi.
“anche il mangiare il cameriere che porta il servizio in camera è da considerarsi della categoria “cose che ci fanno notare”, capisce vero?”
Il ninja interessato fece un grugnito deluso.
“Uffa” borbottò.
Nella camera a fianco la situazione era addirittura peggiore.
“Manca la cassaforte! Manca-la-cassaforte!” Gridò Kakuzu.
“E allora?” Chiese Hidan.
“se dobbiamo restare qui dentro per almeno due settimane, cosa te ne fai della cassaforte?”
“Come sarebbe “Cosa me ne faccio!?” per me stare in un posto senza una cassaforte è come essere nel mezzo di una battaglia senza chakra! Tu come ti sentiresti se nella stanza non ci fosse stato il crocefisso?”
Hidan si addolcì, comprendendo in pieno i sentimenti del compagno.
“D’accordo, vado alla reception a chiedere se ci cambiano stanza”
“Scherzi? Ho chiesto apposta questa stanza perché è la più economica!”
Il religioso si copri il volto con le mani.
“E allora perché ti fai tanti problemi?” Chiese all’orlo dell’esasperazione Hidan.

“Kankuro” sussurrò la sorella.
“sono preoccupata, hai visto il volto di Gaara?”
Il fratello maggiore spostò lo sguardo sul rosso che gli stava a fianco, ma lo distolse subito, terrorizzato.
“Cosa pensi gli sia preso?” Chiese.
“Non ne ho la più pallida idea, a volte lo vedevo così quando un combattimento lo allettava, ma mai fuori da uno scontro”
“Provo a chiederglielo” propose il marionettista.
“Ma sei pazzo!? Ti ammazzerà appena gli rivolgerai la parola!”
Il ninja deglutì a vuoto.
“Hai ragione, probabilmente dovremo rimanere con la nostra curiosità fino a quando non si sarà calmato”
“Lui è laggiù” disse ghignando Gaara, facendo rabbrividire i compagni e il Jonin che li accompagnava.
“A chi ti riferisci?” Osò a chiedere Baki.
La risata del ragazzo si fece più sottile.
“Quello della Luna Rossa” rispose.
“sento l’odore del suo sangue fin da qui”
Detto questo, il suo volto famelico divenne impassibile, come era solito.
Tutti e tre tirarono un sospiro di sollievo: si era calmato per fortuna.
“Ti riferisci al tipo che ha fatto quella strage?” Chiese Kankuro.
Gaara fece cenno di assenso.
Non va bene per niente pensò preoccupato Baki.
Bisogna avvertire il kazekage prima che la situazione ci sfugga di mano.
“Ne sono sicuro” disse con il suo solito tono il rosso.
“quello mi farà sentire vivo come nessuno prima d’ora”

“Io ti avverto” disse Naruto.
“non esiterò a sfruttare la marionette al massimo del loro potenziale, quindi vedi di stare attento a non farti ammazzare”
Anche se in verità un poco lo spero.
L’altro sorrise tronfio.
“Sempre il solito ritornello: muoviti!”
Il biondo compose velocemente dei sigilli.
“Come vuoi: Kiochiyose no Jutsu!”
Un gran polverone avvolse i due ninja e quando si diradò, Sasuke per un attimo parve di essersi ritrovato davanti tre zombi.
“Che… che cosa sono quelle cose?” non riuscì a trattenersi il moro.
Naruto grugnì di stizza.
“Modera i termini e combatti: Haha! Chichi! Sasori!”
Le tre marionette si lanciarono contro il loro avversario, che nonostante lo sbigottimento riuscì comunque a comporre dei sigilli.
“Bushin no Jutsu”
Sasuke creò otto semplici copie, sarebbe bastato sfiorarle per scoprire l’originale.
Una semplice Bushin no Jutsu, mi deludi Sasuke.
Sasori con le sue lame stava per tagliare in due tutte e sei le copie, quando queste si sparpagliarono tutte in direzioni diverse.
Due puntavano a Sasori, due contro Haha, due contro Chichi e due puntavano contro Naruto.
“L’ ho capito, sai?” disse la copia di Sasuke che puntava verso di lui.
“controlli le marionette tenendo occupate entrambe le mani, quindi in un attacco ravvicinato sei indifeso”
Le copie dirette contro le marionette esplosero con un gran botto, avevano tutte una carta esplosiva attaccata alla schiena: il solito trucco dell’Uchiha.
L’originale puntava contro Naruto con una sua copia al fianco, senza dubbio anche quella con una carta esplosiva addosso.
“Fine dei giochi!”
Qualcuno prese Naruto alle spalle e gli bloccò i movimenti.
“Cosa? Sasuke!? Ma quelle…”
“Bushin” ghignò il moro.
Vuole farsi coinvolgere dall’esplosione pur di essere sicuro di colpirmi in pieno, come il primo giorno d’accademia!
I due Bushin-kamikaze raggiunsero l’obbiettivo con un esplosione ancora più violenta di quella che colpì le marionette, visto che le carte esplosive erano due.
Naruto prese in pieno la maggior parte dell’esplosione, ma anche Sasuke non ne uscì indenne.
Vennero sbalzati in direzioni differenti a diversi metri di distanza.
Merda… la mia mano.
Naruto non riusciva più a muovere la mano destra, brutta cosa.
Maledizione, e adesso con cosa li faccio i sigilli?
Si rialzò a fatica, ancora stordito dall’esplosione.
“Adesso come fai, eh?” lo schernì Sasuke.
“con una mano fuori non potrai controllare né le tue marionette né fare alcun sigillo”
Il biondo sorrise.
“Hai fatto un errore di valutazione piuttosto grave” borbottò.
“chi ti dice che ha me servono due mani per controllare le mie marionette? Haha! Chichi! Sasori!”
Movendo freneticamente le dita della mano ancora sana, Naruto richiamò a se le sue marionette.
Anche loro hanno fatto fatica ad assorbire il colpo pensò.
non sono resistenti come Takumi, un'altra carta esplosiva da quella distanza e rischiano di danneggiarsi seriamente. Sasuke non sembrava affatto turbato, anzi, sorrideva soddisfatto.
“Forse puoi ancora controllare le tue armi” cominciò l’Uchiha.
“ma con una mano sola dubito che le saprai muovere come prima. Mi basterà evitarle e poi ti colpirò direttamente, mettendoti fuori gioco!” disse puntandogli contro un kunai.
“Perché non ci provi visto che…”
Stava per schernire di nuovo il suo avversario, ma quello che fece Sasuke era l’ultima cosa che il ragazzo si potesse aspettare.




Tra poco il prossimo capitolo: Sharingan!

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Capitolo 28
*** Sharingan! ***



Uhm, mi sa riesco solo ad arrivare a quota due aggiornamenti (solo…)

Cap 28 Sharingan!




“Così non va bene…”
Gli occhi di Sasuke era diventati di un rosso fuoco acceso e due piccoli petali nera circondavano le pupille scure dell’Uchiha.
E’ uno Sharingan incompleto per mia fortuna Pensò Naruto.
magra consolazione però, adesso come minimo dovrò portare i miei poteri al quaranta per cento per metterlo al tappeto.
Il biondo schiocchiò le dita e le tre marionette sparirono.
Devo stenderlo in fretta prima che capisca come usare lo Sharingan.
Con uno scatto velocissimo si portò alle spalle del moro pronto a colpirlo, ma prima che riuscisse anche solo a portare indietro il pugno, Sasuke lo aveva già atterrato con un calcio.
“Maledizione!” borbottò dopo essersi subito rialzato.
Riesco a vederli penso l’Uchiha.
I movimenti che prima non riuscivo a seguire, adesso riesco a vederli.
“Suggerisco di concludere subito” disse Naruto.
Devo rendere inoffensivo il suo sharingan Pensò il biondo
con la tecnica di Zabuza dovrei riuscire a cavarmela.
“Kiri Gakure no Jutsu!” gridò, posizionando le mani per formare i sigilli.
Subito, una fitta nebbia ricoprì il campo di allenamento.
E’ ora di chiudere la partita.
Chiuse gli occhi e cominciò a concentrarsi.
“Porta della apertura… via!” sussurrò.
Il ninja scattò verso Sasuke fendendo la nebbia che aveva creato come se fosse solida e quando raggiunse l’obbiettivo lo colpì con una violenza assurda.
“Ura Renge!”
Sasuke venne sbalzato contro un tronco lì vicino e per colpa della forza dell’urto perse i sensi.
Forse ho esagerato a usare il quaranta… magari sarebbe bastato il trenta.
La nebbia si diradò in fretta e Naruto capì di aver decisamente esagerato con il suo compagno, lo aveva ridotto parecchio male.
“In sette anni è riuscito solo ad arrivare a questo livello?”
Naruto si voltò, sbarrando gli occhi per lo stupore.
“Itachi, che ci fai qui?”
Lui alzò le spalle.
“Per ora, sto solo aspettando l’arrivo di un certo doppiogiochista per poterlo ammazzare”
Il biondo sorrise, capendo che si riferiva a Orochimaru.
“Già, dovrebbero mancare non più di due settimane all’esame dei Chunin” disse.
“Comunque sappi che Sasuke compie passi da gigante ad ogni nostro nuovo scontro, oggi è perfino riuscito a usare lo Sharingan. Io non userei quel tono”
“Ma davvero?” Chiese con tono falsamente stupito.
“Quanto riesce a resisterti?” Chiese ancora.
Naruto storse leggermente il naso.
“Con qualche difficoltà riesce a tener testa al mio venticinque per cento, senza lo Sharingan però. Quando ho visto che lo aveva attivato sono passato al quaranta e…”
“E lo hai steso in due secondi netti” concluse Itachi.
Sospirò deluso.
“ma d’altronde, dal mio fratellino inutile non ci si poteva aspettare molto”
Il biondo digrignò i denti di rabbia e strinse i pugni.
“Oh, a quanto pare non hai seguito il mio consiglio. Provi ancora affetto per le persone che ti stanno vicino”
“Scusa se sono un essere umano invece di una macchina sanguinaria che non conosce il rimorso” Disse Naruto, sicuro di aver inflitto all’Uchiha una frecciatina niente male.
“Sai Naruto” cominciò.
“si dice che invidioso è colui che critica. Devo pensare che tu sia invidioso di me, forse?”
Invece di infuriarsi ancora di più, il biondo si rilassò e si mise seduto a gambe incrociate.
“Beh” disse.
“in effetti sì, ammetto che in certe occasioni preferirei essere più… risolutivo, come riesci a fare tu, però ogni volta mi risulta difficile”
Itachi inarcò un sopracciglio.
“Mi prendi in giro?”
“Per mia sfortuna, no” rispose sincero.
L’Uchiha maggiore osservò Naruto per un lungo istante prima di parlare di nuovo.
“Ecco una delle poche cose a questo mondo che mi posso stupire”
Poi cambiò improvvisamente discorso.
“Ho conosciuto i tuoi due sottoposti, Zabuza Momochi e Haku. Dei ninja molto potenti”
Naruto sorrise.
“Se adesso ti sembrano potenti, vedrai appena darò loro un po’ del chakra di Kyuubi”
“Puoi riuscire a fare una cosa del genere?” Chiese interessato.
“Ovvio. Yoko, perché non gli fai vedere?”

“Anf… anf… basta, pietà!” supplicò Kiba disteso a terra, sfinito.
“Kiba-kun, sei già stanco?” lo canzonò Hinata
Shino e Kurenai era ancora in piedi, ma si vedeva lontano un chilometro che si reggevano in piedi a fatica.
Pazzesco pensò la Jonin.
L’abbiamo attaccata tutti e tre assieme e non siamo riusciti nemmeno a fargli un graffio, ma che razza di allenamento gli ha fatto fare quel ragazzo?
“Hinata, ma che cosa ti ha fatto fare quel biondino per farti diventare così?” Esplose Kiba.
Lei si portò un dito sulle labbra, come se ci stesse riflettendo su.
“Beh” disse con un sorrise furbetto.
“diciamo che… “certe esperienze” ti possono cambiare dall’oggi al domani anche nel profondo”
Il ragazzo strabuzzo gli occhi scattando in piedi.
“Che… che diavolo vuoi dire con: “certe esperienze”!?” Chiese sull’orlo di una crisi di nervi.
La Hyuuga fece una risata sottile.
“Kiba-kun… non è che sei geloso?”
L’interessato divenne rosso come un pomodoro maturo, cominciando a balbettare frasi incomprensibili.
“Ok…ok… lo prendo come un no” si limitò a dire Hinata.
“Per oggi basta ragazzi” disse improvvisamente Kurenai.
“tornate pure a casa, dovete riposarvi perché domani abbiamo una nuova missione”
Detto questo, la Jonin si allontanò di fretta dal campo di allenamento.
Spero di trovarlo in casa Si augurò la donna.
Saltò di tetto in tetto per le case di Konoha fino a giungere proprio sopra l’appartamento di Kakashi.
Scese dal tetto e busso veemente alla porta.
“Giù dal letto Kakashi, ti devo parlare!”
Sentì il rumore di qualcosa che cadeva a terra pesantemente, poi dei passi e l’inconfondibile rumore di una pila di piatti che crollava a terra e ancora gli sembrò proprio che un qualcosa di pesante andò a sbattere contro la porta, che si aprì lentamente.
“Kurenai…” esalò Kakashi massaggiandosi un grosso bernoccolo sulla fronte.
“sperò per te che ci sia un buon motivo per avermi fatto risorgere. Stavo facendo un bellissimo sogno che aveva come protagonisti io, l’eroina di Icha Icha Paradise e un letto a baldacchino”
“Un’altra volta magari, ti devo parlare di un tuo allievo”
Il ninja sospirò.
“Fammi indovinare… quello chiamato Naruto?”
La donna si mise a braccia incrociate.
“Ah, allora sai qualcosa!” Esplose la Jonin.
“Dipende a cosa ti riferisci, quello ne combina così tante che faccio fatica a ricordarmi tutto”
Fece un cenno con la testa.
“Entra, e attenta ai pezzi dei piatti che sono in giro”

“Avreste dovuto esserci Artemis-sama! Grazie ai vostri consigli sono riuscita a tener testa a tutta la mia squadra, sensei compresa!”
Artemis sorrise felice.
“Mi fa piacere che tu sia soddisfatta. Però togli quel sama quando parli con me, per favore: mi fai sentire vecchio se no”
La porta d’ingresso si aprì e Naruto entrò in casa.
“Niichan!” Lo salutò immediatamente Hinata, gettandogli le braccia al collo.
“Oggi sono riuscita a tener testa a tutto il mio team! Da sola!”
“E ti stupisci?” chiese Naruto.
“ci vorrebbe una squadra ANBU per mettere al tappeto una come te, oppure basterebbe anche il sottoscritto” si vantò lui, pulendosi la spalla con un gesto non curante della mano.
“Per adesso” precisò lei.
“Aspetta che mi sia allenata a dovere e ti sbatterò col sedere per terra in meno di un minuto”
“Ti piacerebbe”

“Kisame” lo chiamò Itachi tornato in albergo.
“Uhmf…” grugnì, riemergendo dalla sua rivista porno.
“Colpiscimi”
Il ninja della nebbia osservò preoccupato il suo compagno.
“Sei ubriaco?” Chiese.
“Magari sta sera. Colpiscimi”
“Me lo hai chiesto tu, socio” rispose, non facendosi affatto problemi colpire in pieno volto l’Uchiha con tutte le sue forze.
Sul volto del ninja spadaccino si dipinse una smorfia amara, poi cominciò a massaggiarsi la mano che aveva usato per colpire il compagno.
“Com’è stato?” Si informò subito Itachi.
“Com’è stato?! Cazzo, è stato come prendere a pugni una sbarra di metallo incandescente, ecco come è stato!”
L’Uchiha si sistemò meglio la manica del suo kimono nero a nuvolette rosse.
“Ora mi spieghi cosa diavolo hai fatto?”
“Io niente” disse subito Itachi.
“ma pare che questa sia l’arma segreta del nostro amico Naruto”
Kisame non sapeva per cosa essere più stupito: per il potere che il suo compagno aveva detto appartenere a Naruto-kun o per il fatto che lo avesse chiamato “amico”.




Due capitoli… beh, meglio di niente. Speravo di riuscire a farne tre, però pazienza.



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Capitolo 29
*** Doppio Guaio ***


Cap 29 doppio guaio.


“Cos’ ha combinato questa volta?” Chiese con uno sbadiglio Kakashi.
Rimanendo più immobile possibile per non venir toccate dalle varie schifezze presenti sul divano del Jonin, Kurenai rispose:
“Una mia allieva, Hinata Hyuuga, credo che le abbia fatto qualcosa”disse
“è cambiata radicalmente nel giro di pochi giorni: non si fa tanti problemi a ferire i suo compagni di squadra durante gli allenamenti, è diventata arrogante e ora riesce a controllare tecniche a livello Jonin. Tutto questo da quando a conosciuto il tuo allievo Naruto”
Kakashi ascoltava con attenzione, sperando di poter cogliere nel racconto della donna le prove che gli servivano.
“Altro? Racconta ogni cosa insolita di questa tua allieva, forse ho centrato il problema”
La donna sospirò triste: il comportamento di Hinata la preoccupava molto.
“Per tre giorni sembrava fosse sparita dalla circolazione, poi ieri e venuta a dirmi che aveva litigato con suo padre, il che non mi stupì affatto se lo vuoi sapere, e che per quei tre giorni era stata ospite di questo suo amico e che sempre questo suo amico gli ha insegnato alcune tecniche di livello avanzato: il tuo allievo Naruto.”
Il Jonin si stuzzicò la maschera ignifuga.
“Dimmi, questa tua allieva dice bugie ogni tanto?” Chiese.
“No, mai. Ripongo in lei la massima fiducia” disse fiera.
Kakashi scosse la testa.
“Allora mi dispiace darti questa delusione, ma penso proprio che Hinata di abbia mentito: per questi tre giorni io e la mia squadra siamo stati occupati in una missione piuttosto pericolosa nel paese dell’acqua, non può essere stato Naruto a insegnargli quelle tecniche”
“Cosa!?” Kurenai era stupita, Hinata non gli aveva mai mentito su niente.
“Ti voglia fare ancora una domanda: il nome Artemis Uchiha non ti dice niente?”
La Jonin fece cenno di assenso.
“Si certo, è il padre di Naruto. Hinata me ne ha parlato visto che adesso vive nel suo appartamento”
Kakashi sotto la maschera sorrise soddisfatto.
“Chissà perché, ma me lo aspettavo. Punto primo: non è stato Naruto a insegnarle tutte quelle tecniche, ma sono sicuro che è stato Artemis. Punto secondo: se davvero ci tieni a questa tua allieva, ti suggerisco di tirarla fuori da quell’appartamento il prima possibile. Punto terzo: Hai conosciuto Naruto di persona?”
“Sì… ah, questo forse per te è importante: li ho visti mentre combattevano tra di loro, Hinata e Naruto. Entrambi usava tecniche a livello Jonin, ma non serviva un abilità innata per capire che si stavano contenendo”
“Ha usato una marionetta?” Chiese improvvisamente l’uomo.
“Come?”
“Naruto, ha usato una marionetta per combattere con Hinata?”
Kurenai scosse energicamente la testa.
“No, te lo posso assicurare”
Kakashi abbassò lo sguardo deluso, era troppo sperare in una svista del genere da parte del ragazzo.
“Però…” cominciò la donna.
“ora che ci penso, stava per effettuare un evocazione ma poi si è improvvisamente bloccato”
“Perché vi aveva notato!” Disse sicuro Kakashi alzandosi in piedi.
“altrimenti sono sicuro avrebbe evocato la marionetta!”
La Jonin scosse la testa.
“Ma Kakashi, non si può evocare una marionetta con la Kiochiyose: si può fare solo con gli esseri viventi”
“Hai letto il rapporto venuto dal Suna, no?” insisté
“quel ragazzo era riuscito a evocare una marionetta con la Kiochiyose!”
La mora deglutì.
“D’accordo, adesso sono spaventata. Non sospetterai che…”
“Sono sicuro che sia lui! Ci sono troppe cose strane attorno a Naruto”
“Cosa? Quali cose strane?”
Velocemente, ma senza tralasciare dettagli importati, Kakashi mise al corrente l’amica dei propri sospetti riguardo Naruto e Artemis.
“D’accordo, ora sono terrorizzata. Andiamo da Sandaime!”
“Mi hai letto nel pensiero”

Due settimane dopo…


Dopo due settimane chiusi in una camera di tre metri per quattro, due certi ninja ricercati di grado S avevano finalmente cominciato a sopportarsi.
“Una briciola! Quella-è-una-briciola!” disse Deidara indicando il proprio letto.
“Non è vero!” Protestò Tobi.
“è una goccia di senape!”
O almeno a convivere senza tentare di ammazzarsi fra di loro.
“Oggi inizia la prima prova dell'esame” disse preoccupato Zetsu.
Deidara smise di mordere il braccio del suo compagno con la maschera.
“E di che ti preoccupi? Naruto non si farà certo mettere in difficoltà, non dimenticare che è allievo di leader”
La pianta si voltò verso i due.
“Ovviamente voi non sapete che la prima parte dell’esame è una prova scritta”
“Corbezzoli!” Esplose Tobi (non può dire parolacce, lui è un bravo ragazzo!)
“questo si che è un problema! Naruto-kun sa a malapena scrivere il suo nome!”
Deidara sospirò stufo.
“Certo che voi due date davvero molta fiducia al nostro compagno... avete idea, in tutti questi anni, di quante tecniche di spionaggio Naruto abbia imparato?” disse l'artista.
“In effetti di questo non avevo tenuto conto” ammise Zetsu.
“State tranquilli” li rassicurò l’artista.
“ammetto che Naruto spesso è un testone confusionario che si ficca sempre nei guai, ma quando si tratta di missioni per l’Akatsuki non ci ha mai delusi”

“Allora è deciso, ci iscriveremo tutti all’esame dei Chunin!” disse al settimo cielo il biondo.
“Ovvio” si unì a lui Sasuke.
Sakura sembrava incerta.
“Non lo so ragazzi, io sono ancora indecisa” ammise.
Naruto si parò davanti a lei.
“Di che ti preoccupi, Sakura-chan? Tanto se tu fossi in pericolo ci sarei io a proteggerti!” Disse, mettendosi in una ipotetica posa da macho.
“Baka! Se fossi in pericolo, tu di sicuro te la daresti a gambe levate!”
Un secondo dopo, Naruto era diventato un puntolino luminoso nel cielo.
“Non dovresti dire così” disse duro il moro.
“Naruto non ti lascerebbe mai da sola in mezzo al pericolo, preferirebbe morire piuttosto”
Sakura si voltò verso Sasuke.
“E se devo essere sincero” borbottò, portando lo sguardo altrove.
“vale lo stesso anche per me”
La rosa sgranò gli occhi, aveva sentito bene?
“Dillo ancora” supplicò, con i suoi occhi verdi smeraldo che brillavano di speranza.
“ti supplico Sasuke, dillo ancora. Ti prego”
Il moro portò di nuovo il suo sguardo sulla compagna di squadra.
“Sakura…”
Prima che potesse aggiungere altro, un meteorite atterrò in mezzo a quei due.
“Ahia, ho visto tutta la mia vita passarmi davanti… o forse era lo Sputnik?” Si chiese Naruto.
“Baka!” dissero in coro Sasuke e Sakura, poi scoppiarono tutti e tre a ridere.
“Che scenetta felice” disse una voce davanti a loro.
“e voi sareste dei ninja? Allora quest’esame sarà una passeggiata”
Naruto si alzò in piedi di scatto e si voltò: tre ninja della sabbia li stavano osservando. Li riconobbe subito, li aveva visti qualche settimana prima al villaggio del Suna.
“Cos’è, cercate rogna?” Chiese il biondo scaldandosi subito.
“se è così avete trovato con chi attaccar briga!” disse mostrando il pugno.
Kankuro e Temari stavano per accontentare il ninja della faglia, ma il rosso si mise davanti a loro, bloccandogli la strada.
“Siamo qui per sostenere l’esame dei Chunin, non per metterci a combattere contro dei Genin della foglia” spiegò freddo.
Quegli occhi fanno paura pensò Naruto.
“Andiamocene” disse Gaara ai suoi tre compagni, si voltarono per andarsene ma il biondo gli gridò contro.
“Qual è il tuo nome?”
Il rosso non si voltò nemmeno.
“Mi chiamo Gaara” solo allora si voltò.
“e tu chi sei?”
fece un passo avanti.
“Mi chiamo Naruto, e ti consiglio di ricordarti bene il mio nome”
Il ninja della sabbia chiuse gli occhi.
“Naruto… non lo dimenticherò” disse.
“e ora tu non dimenticare queste mie parole: questa volta non rimarrò fermo a guardare come a Suna. Questa volta di attaccherò, puntando a ucciderti”
Detto questo, i tre ninja della sabbia se ne andarono.
“Ma a che diavolo si riferiva?” Chiese Sakura.
“Niente” riuscì a dire Naruto.
“assolutamente niente. Scusate ragazzi, ma mi sono appena ricordato di un impegno della massima importanza, ciao”
Si voltò e cominciò a saltare di tetto in tetto per raggiungere l’appartamento di Artemis.
Se glielo dico mi ammazza, se non glielo dico lo scoprirà da solo e mi ammazzerà lo stesso: bella prospettiva! pensò scoraggiato il biondo.



Ragazzi, visto che la mia mente da sadico ha preso il sopravvento, ho deciso di far morire un altro membro dell’Akatsuki prima che la storia si concluda. Siete felici vero? (NUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUç_ç:NdTutti)





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Capitolo 30
*** Prima prova ***


Oh mio Dio! Ragazzi, fatemi riprendere dal destro alla moda di She-Hulk che mi ha dato mia sorella quando ha letto il capitolo… volevo solo provare a mettere un accenno Sasu-cosarosa, ma ho capito che è meglio lasciar perdere...
Mi perdonate vero(T_T)(Sguardo da gatto con gli stivali in Shrek 2)?
P.S. Sulla copia di Word che ho sul mio computer( che è quella che ha letto mia sorella) non c’era scritta la mia idea sadica riguardo alla morte di uno degli Akatsuki, quindi mi dispiace per voi ma mia sorella questa volta non vi può aiutare a farmi cambiare i piani. MUAHAHAHAHAAH!!!(Risata da Oro-chok)


Cap 30 La prima prova.


Beh, me la sono cavata con poco pensò Naruto sfiorandosi l’occhio nero.
“Niichan, ti fa male?” Chiese preoccupata Hinata.
Lui fece un sorriso allegro per rassicurarla.
“Tranquilla, si è trattenuto molto e non ho sentito praticamente niente”
“Silenzio voi due” li richiamò l’esaminatore a fianco a loro.
Il biondo aveva cacciato un urlo quando seppe che la prima prova dell’esame era una prova scritta, ma per fortuna una mezza idea per cavarsela ce l’aveva.
“Pss… Yoko…” sussurrò appena percettibile.
“Che c’è?” Chiese anche lei in un sussurro, senza rendesi visibile.
“Ho bisogno di aiuto” spiegò.
“puoi guardare in giro per darmi le risposte?”
“Uhm…” borbottò.
Con un grosso gocciolone sulla testa un esaminatore lo stava guardando, il quale, non capendo cosa il ragazzo stesse facendo, era indeciso se segnargli o meno due punti in meno.
“Non penso che lo farò”
Naruto strabuzzò gli occhi incredulo.
“Co… cosa?” Esalò, talmente scandalizzato che la voce non era più di un sussurro.
“Chi credi che sia io? La tua balia, forse? Cavatela da solo”
Il ragazzo stava andando nel panico: o Yoko lo aiutava o l’intera missione sarebbe andata a farsi benedire.
“Ti prego…” supplicò.
“farò tutto quello che vuoi ma aiutami”
Si portò entrambe le mani alla bocca, come per ricacciare indietro quello che aveva appena detto, ma era troppo tardi.
“Tutto?” Chiese lei con il suo tono malizioso.
“ripensandoci, ho una gran voglia di aiutarti scricciolo”
Il biondo tentò di salvarsi dal pasticcio in cui si era ficcato sa solo.
“Beh… per modo di dire, sai…”
Ma prima che si potesse spiegare, Yoko gli stava già sussurrando all’orecchio quello che voleva fare in cambio dell’aiuto.
“Mai!” dichiarò, diventando rosso come un peperone.
“piuttosto preferisco essere torturato a morte da Hidan!”
Lei rise.
“Prendere o lasciare, non ti posso dire altro”
Con la stessa espressione di un condannato al patibolo, Naruto fece cenno di ok.
Dall’altro lato della stanza, Ibiki Morino osservava incuriosito il comportamento del ragazzo.
Quello deve essere Naruto, mentre la ragazza al suo fianco è senza dubbio Hinata Hyuuga. Sembra che non siano affatto tesi, buon per loro.
L’esaminatore aspettò paziente fino a quando non mancarono quindici minuti alla fine dell’esame, il suo momento preferito.
Ma la loro sicurezza durerà poco, il vero esame inizia adesso.
“Molto bene” disse a voce alta Ibiki, attirando l’attenzione di tutti.
“ora passo ad illustrarvi il decimo e ultimo quesito”

“Che facciamo adesso?” Chiese Hidan al leader.
Per l’occasione, tutta l’Akatsuki si era riunita nel salotto del suo appartamento.
“Sembra che le cose siano parecchio cambiate da quando me ne sono andato; da quel che ho sentito, durante la secondo prova dell’esame, che si svolge nella foresta della morte, è concesso uccidere pur di raggiungere la torre centrale” disse Artemis.
“se Naruto e Hinata se la giocano bene, potremo impadronirci dello Shukaku durante la prima prova”
Zetsu sembrava dubbioso.
“Qualcosa non va?” Chiese Deidara al suo vicino.
“Non è che dubiti delle capacità di Naruto” chiarì subito.
“ma sono stato l’ombra di Gaara per un bel po’ e ho imparato che quando quel tipo raggiunge il massimo del potere, può anche superare il livello di chakra di Itachi o di Kisame”
Itachi portò lo sguardo su Zetsu.
“Non è il livello di chakra che determina la forza di un ninja” puntualizzò, senza però mettere in discussione la parola del compagno.
“Appunto: di un ninja. Ma qui si parla di un Bijuu, anche se possiede una sola coda, sbagliamo a considerarlo debole: sfrutta le sua simbiosi con il ragazzo in modo da diventare molto più forte di quanto già non sia”
Kisame cominciò ad innervosirsi.
“Stai dicendo che catturare Shukaku potrebbe rivelarsi più difficile del previsto?” Chiese il ninja della nebbia.
“Di gran lunga più difficile se l’incarnazione del deserto si mostra nella sua forma finale e non penso che Naruto e la sua sottoposta siano in grado di poter fronteggiare un avversario del genere. Anche se ricorresse al chakra di Kyuubi per aumentare la sua forza, Naruto non potrebbe sopportare oltre la prima coda e non sarebbe sufficiente contro di lui”
Artemis si concesse un sorriso.
“Sarei d’accordo con te Zetsu, se non fosse per un particolare importante di cui tu non hai tenuto conto”
“Cioè?” Chiese curioso il ninja.
Il leader sposto lo sguardo sulla finestra che dava al campo di addestramento, ormai la prima prova doveva essere agli sgoccioli.
“Anche Naruto e la Kyuubi sono legati da una fortissima simbiosi e solo per questo io li giudico sullo stesso piano di Gaara e dello Shukaku”

“Non è stato così difficile vero?” Chiese Sakura agli altri suoi due compagni.
“Parla per te…” bofonchiò Naruto con aria da funerale.
“Cos’ hai? Abbiamo superato l’esame, no?” Chiese la rosa, incuriosita dalla strana reazione del compagno.
“Sotto certi aspetti, avrei preferito non superarlo…” disse.
Se penso che mi sarebbe bastato lasciare il foglio in bianco per superare l’esame…
E pensando a quello che gli aveva chiesto Yoko, un brivido gli percorse la schiena.
“Niichan! Non dovresti dire così!” lo riprese Hinata.
“Già, hai ragione. Allora, domani c’è la seconda prova. Non sto più nella pelle, anche tu, vero Hinata?”
“Sì, anch’io. Torniamo a casa insieme, niichan? “ propose la ragazza.
“D’accordo”
Così, cominciarono a percorrere la strada che portava all’appartamento di Artemis.
“Artemis-san mi ha avvertita poco fa riguardo a Gaara del deserto, è un problema grosso” disse seria.
“Io non mi preoccuperei, tra poco sarà morto stecchito e noi avremo un Bijuu in più” rispose Naruto.
Hinata sorrise, sollevata dalla sicurezza del fratello.
Quando poi entrarono, si stupirono non poco nel vedere Itachi Uchiha comodamente seduto sul divano che sorseggiava del sakè.
“Spero per te che tu abbia superato la prima prova” disse subito. Per qualche strano motivo, aveva lo Sharingan attivo.
“Qualcosa mi induce a pensare che tu sia Itachi Uchiha” disse Hinata.
Lui si alzò in piedi in tutta la sua altezza e osservo in traluce con i suoi occhi rosso sangue la Hyuuga.
“Qualcosa invece mi induce a pensare che tu sia Hinata Hyuuga” cominciò.
“sei stata la prima a entrare a far parte del villaggio della Luna Rossa di Naruto, brava”
Lei si sistemò con non curanza un ciuffo di capelli che gli era finito davanti agli occhi.
“Ho le qualità che necessarie, e anche qualcosina di più”
Itachi osservò incuriosito la ragazza.
“Non ne dubito”
“cerca solo di non prendere persone sbagliate come esempio” si limitò a dire, lanciando un’ occhiata veloce al biondo.
Così dicendo si avviò verso la porta e aveva già la mano sulla maniglia quando Hinata disse:
“Non preoccuparti, ci penserei parecchie volte prima di prendere a esempio uno come te”
L’Uchiha voltò leggermente il capo verso Hinata e per un istante alla ragazza sembrò che lo sharingan di Itachi avesse preso la forma di uno shuriken: ma fu solo per un istante.
Aprì la porta.
“Ti sei scelto un buon membro, vedi di non farla morire troppo presto”
Dopo che Itachi uscì di casa, Hinata cadde in ginocchio con il fiato corto.
“Hinata!”
“Ma… ma quel tipo è umano… o cosa?” Riuscì a dire ansimando.
La aiutò ad alzarsi e la fece sedere sul divano.
“Cavolo… faceva paura” ammise.
Naruto andò a prendergli un bicchiere d’acqua fresca.
C’è andato pesante però pensò Naruto.
Se voleva capire di che pasta era fatta Hinata poteva chiederlo a me, maledizione!
Portò il bicchiere d’acqua alla ragazza, che lo bevve tutto d’un fiato.
Beh, per fortuna si è limitato a qualche trucco psicologico con lo sharingan, almeno non ha usato i Genjutsu.

“Oh, hai conosciuto la compagna di Naruto-kun. Come ti è sembrata?” Chiese
curioso Kisame.
“Non voglio dare giudizi affrettati, però mi ha dato l’idea di una ninja capace che non si fa mettere i piedi in testa. Ti dirò poi se mi fido o no di lei”
“Altre impressioni?”
Itachi ci riflettè su per un po’.
“Se tenesse i capelli lunghi sarebbe molto più carina”
“Ok, hai bevuto qualche bicchiere di troppo. Te lo chiederò domani quando sarai più lucido”
Kisame non se ne era accorto, ma il suo compagno era lucidissimo.


Voglio dare un indizio sul prossimo personaggio che raggiungerà Sasori: il suo nome è stato scritto per 87 volte fino a questo cap. A voi fare il conto!
Alla prossimo cap: “sabbia contro neve”

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Capitolo 31
*** Sabbia contro neve(parte 1) ***


Cavolo! E io che volevo mettervi in difficoltà! Certo che non vi arrendete davanti a niente eh!?
Un applauso a tutti coloro che si sono messi di buona lena a contare i nomi dei cari Akatsuki. Per il momento posso solo dire : non confermo né nego il risultato delle vostre ricerche. Sorry!!!


Cap 31 Sabbia contro Neve(parte 1)




“Stai meglio ora?” Chiese preoccupato Naruto.
“Si, ma ho preso una strizza niente male” rispose Hinata asciugandosi la fronte imperlata di sudore.
Il ragazzo prese il bicchiere vuoto dalle tremanti mani della Hyuuga e lo appoggiò sul tavolino lì vicino.
“Senti, adesso vai a farti una doccia rinfrescante e stai sicura che appena esci ti sentirai rinata”
Lei fece cenno di assenso e si diresse barcollante verso il bagno.
Naruto prese il bicchiere dal tavolino e lo portò nel lavello della cucina ma quando si voltò, si ritrovò davanti una ragazza dai capelli rosso fuoco che lui conosceva bene.
“Ehilà!” Salutò lei, mostrando il palmo della mano.
“Che vuoi?” Chiese brusco il biondo.
Yoko mostrò un sorriso sottile.
“Ti sei già dimenticato di quello che ti avevo chiesto in cambio del mio aiuto?”
Naruto fece un passo indietro, finendo con le spalle contro il frigorifero.
“C…credevo che scherzassi!” Disse, assumendo un color rosso acceso in volto.
Il sorriso famelico della Kyuubi si allargò, mentre si avvicinava al ragazzo terrorizzato davanti a lei.
“Stai lontana!” minacciò lui, armatosi con la prima cosa che gli capitò sotto mano.
“Altrimenti cosa… mi mestoli?” lo schernì, vedendo che il ninja brandiva un cucchiaio da minestra e lo puntava minaccioso contro di lei.
“Perché nei film d’azione questo non succede mai?” bofonchiò lui, arreso.
“vedi almeno di fare in fretta” disse a testa bassa.
Yoko scosse il capo divertita.
“Mica te la cavi così facilmente, devi farlo tu” spiegò lei.
“EEEEEEEEH?!?!?!?!?!!??” Esplose il biondo con gli occhi diventati grandi come due palline da tennis.
Già la situazione era il peggio che potesse capitargli, ma con quella sfumatura era anche il peggio del peggio!
“Ok, ti do la possibilità di scegliere, guarda come sono generosa: o lo fai tu, qui e adesso, dove non ci può vedere nessuno; oppure lo farò io, magari proprio mentre stai parlando con la tua cara amica Hinata o con Artemis, o meglio ancora davanti agli altri di Akatsuki”
Il volto di Naruto ora non aveva niente da invidiare con quello di Kakuzu, parlando di colore.
“Tu sei pazza!”
Yoko mulinò leggermente la sua chioma rossa.
“Mi sembrava di averti già detto che con me i complimenti non attaccano”
Si avvicinò ancora, ora la distanza che separava i due era poco più di dieci centimetri.
“Sto aspettando…” incitò lei.
Naruto fece un respiro profondo per tranquillizzarsi, visto che era nel panico più totale.
“Non lo dirai a nessuno, vero?” Provò a temporeggiare lui.
“A chi potrei dirlo secondo te?” Era inutile divulgarsi o arrampicarsi sugli specchi, ormai era ora.
Prendendo il coraggio( o la pazzia) a due mani, il biondo si sporse verso la ragazza e poggiò delicatamente le proprie labbra sulle sue.
Se fosse stato lucido, Naruto si sarebbe separato subito dalla rossa: ma inaspettatamente, quel contatto con lei lo aveva come inebriato e annebbiato la mente.
Anche quando trovò la forza per separasi da lei non ci riuscì, perché era con le spalle contro il frigorifero e non poteva sottrarsi: sarebbe stata Yoko a definire la fine di quel momento.
Quando la ragazza si allontanò, Naruto non sapeva definire con certezza quanto tempo fosse trascorso, se una manciata di secondi o un ora intera. Sembrava completamente sfasato.
“Allora?” Chiese Yoko con tono leggermente più incrinato del solito.
“è stato così terribile?”
Il biondo deglutì a fatica, sentendosi avvampare ancora di più.
“No” riuscì a bofonchiare.
Kyuubi sparì in una marea di scintille rosse, lasciando un dodicenne allibito, confuso e con una bella tempesta di emozioni da fronteggiare.
Aprì l’acqua del lavello e si sciacquò il volto, sperando di riacquisire un minimo di lucidità.
Qualche minuto dopo, la porta dell’ingresso si riaprì e Artemis entrò nel salotto.
“Ehi, tutto bene?” Chiese appena vide il volto pallido dell’allievo.
“Insomma…” borbottò.
Artemis intuì che c’era la volpe di mezzo, ma per non ferire l’orgoglio di Naruto evitò di nominarla.
“Dov’è Hinata? Ho una missione importante per voi due”

Il giorno dopo, l’attesa seconda prova stava per cominciare: mancavano solo dieci minuti.
“Ti è tutto chiaro?” Chiese Naruto alla Hyuuga.
“Sì, solo non mi va molto a genio l’idea di lasciare da soli i miei compagni” ammise.
“Neanche a me, ma sono le esigenze dell’associazione” disse con tono che non ammetteva repliche il ragazzo.
Sentì un brivido percorrergli la schiena, come se un pericolo lo minacciasse, e si voltò per guardarsi intorno.
Un ninja con il coprifronte del villaggio dell’erba lo stava osservando da lontano con sguardo incuriosito e anche lo sguardo del ragazzo si incuriosì vedendo la figura di quello shinobi.
“Niichan, qualcosa non va?” Chiese Hinata.
Il ragazzo distolse lo sguardo da quella figura per un solo istante e bastò perché sparisse tra la folla degli esaminandi.
“No, niente. Raggiungi la tua squadra adesso”
Quel ninja aveva un aria familiare A cinque minuti dall’inizio, ogni squadra venne condotta a un cancello di entrata diverso.
“State attenti, ricordatevi che questi ninja sono disposti a uccidere pur di impadronirsi del nostro rotolo” ricordò Sasuke alla squadra.
“Non c’è bisogno che me lo ricordi” lo punzecchiò Naruto.
Il Jonin a fianco a loro spalancò i cancelli per la foresta della morte.
“La seconda prova è iniziata” annunciò.
I tre scattarono velocissimi verso il folto del bosco, sparendo dopo pochi secondi nella vegetazione.
Il Jonin che aveva aperto il cancello per la foresta tirò fuori una radiolina.
“Qui cancello cinque: sono entrati. Cosa devo fare adesso, esaminatrice?”
“Lascia che si allontanino e poi raggiungi gli altri della squadra speciale” rispose la voce di Anko.
“Ricevuto” Così dicendo chiuse la conversazione.
Davanti al cancello principale della foresta della morte, diverse squadra ANBU stavano osservando pazienti alcuni monitor che mostravano varie parti della foresta.
“Ecco lì la squadra sette, monitor numero 4” disse uno di loro con la maschera da cane.
“Attiva tutte le videocamere del settore 5, non dobbiamo perderli di vista” tuono Ibiki.
Tutti i sedici monitor ora inquadravano il trio composto da Sasuke, Sakura e Naruto.
“Sono loro?” Chiese conferma Anko a Kakashi.
“Si, sono loro” rispose in apprensione.
L’esaminatrice sorrise per rassicurarlo.
“Tranquillo Kakashi, abbiamo qui quattro squadre ANBU e tre Jonin: se la situazione prendesse una brutta piega impiegheremo meno di due minuti per raggiungere i tuoi ragazzi”

Siamo a circa trecento metri dal punto di incontro pensò il biondo
non posso farli avvicinare di più
“Fermi” disse Naruto e i suoi due compagni di squadra si bloccarono all’istante.
“Cosa c’è Naruto?” Chiese la rosa.

Kakashi si sporse verso il monitor davanti a lui.
“Si sono fermati…”
Istantaneamente, l’immagine di tutti i sedici monitor venne oscurata da una fitta nebbia.
“Che succede?” Sbottò Anko.
“Kiri Gakure no Jutsu” spiegò Kakashi.
“una tecnica tipica dei ninja del villaggio di Kiri”

Dalla fitta nebbia, una pioggia di spiedi colpì ripetutamente i due Genin della foglia, lasciando illeso solo Naruto.
Sasuke e Sakura caddero a terra, ma il loro debole respiro fece capire al ninja della Luna Rossa che era ancora vivi.
“Hai imparato una nuova tecnica a quanto vedo… Haku”
Il ninja apparve davanti a Naruto, con la differenza, rispetto al loro passato incontro, che ora la maschera da ANBU che portava aveva il simbolo dell'Akatsukigakure.
"Sai quele sarà il nostro avversario?" Chiese retorico il biondo.
"Gaara del deserto" rispose subito Haku.


Mi raccomando, restate connessi! Tempo un paio d’ore e aggiorno un altro capitolo, promesso!

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Capitolo 32
*** Sabbia contro neve (parte 2) ***



Cap 32 Sabbia contro neve (parte 2)



“L’ hai portata?” Chiese Naruto al suo sottoposto.
“Certo” rispose lui, porgendogli una maschera da ANBU anch’essa con il simbolo dell’Akatsukigakure.
“Ottimo” il biondo indossò velocemente la maschera
“ora andiamo a recuperare un'altra persona, seguimi”
I due cominciarono a saltare velocemente di ramo in ramo, con Naruto che guidava Haku tra gli alberi della foresta della morte.
“Anche la persona che stiamo andando a recuperare fa pare del villaggio della Luna Rossa?” si informò Haku.
“Certo, si chiama Hinata Hyuuga” rispose il ragazzo, sorridendo sotto la maschera da ANBU.
“anche lei possiede un abilità innata come te, anche se ha ancora tanto da imparare, sono sicuro che ci darà un valido aiuto per concludere la missione”
Affrettò il passo, era molto vicini.
“Eccola la”
Si fermarono su un ramo molto in alto, sotto di loro c’era Hinata insieme ai suoi due compagni di squadra.
“Stordisci i suoi due compagni come hai fatto come i miei, miraccomando”
“Come desidera”
Compose con calma qualche sigillo.
“Kiri Gakure no Jutsu!”
Immediatamente, una fitta nebbia ricoprì la zona.
“Che succede!?” Esplose Kiba, ma prima che potesse rendersene conto quattro spiedi lo colpirono a lato del collo e stessa sorte toccò a Shino.
Haku e Naruto scesero dalla loro postazione con un balzo.
“Tutto bene Hinata?” Chiese Naruto.
Lei non riconobbe il fratello fin da subito, ma quando sentì la sua voce capì chi era ad indossare la maschera da ANBU.
“Sì, tutto bene. Lui chi è?”
“Mi chiamo Haku” rispose, chinando leggermente il capo per presentarsi. “anch’io faccio parte del villaggio della Luna Rossa”
“Farete le presentazioni strada facendo, consegna a Hinata la sua maschera e poi partiamo”
Anche la Hyuuga si mise la maschera da ANBU che indossavano i suoi compagni, ora erano pronti per la missione.
“Ora Hinata, dimmi se riesci a vedere il nostro amico del Suna”
La ragazza attivò il Byakugan e perlustrò tutta la zona circostante.
“Non è lontano: 120 metri davanti a noi”
“Muoviamoci!”
Il gruppo si rimise in marcia, guidati dalle indicazioni della Hyuuga.

“Guardate” avvertì Ibiki.
“comincia a diradarsi”
In effetti la nebbia cominciava a sparire, ma era difficile riuscire a vedere qualcosa da un immagine del genere.
“Cosa sono quelli?” Chiese un ANBU puntando il dito sul monitor davanti a lui.
La tecnica si era dissolta quasi del tutto e ora finalmente potevano vedere nitidamente le immagini della videocamera: due corpi distesi a terra.
“Sasuke e Sakura…” Esalò Kakashi, poi si rivolse al capo della squadra speciale.
“allora, quanti altri cadaveri vi servono prima di intervenire?” sbottò furioso.
“Non sono morti, respirano ancora” disse Anko osservando con attenzione lo schermo.
“e comunque Naruto non ha composto alcun sigillo, non è stato lui a usare la Kiri Gakure” continuò lei.
Ibiki si rivolse al Jonin.
“Pensi a un complice?” Chiese.
“Ormai non so più cosa pensare…” bofonchiò lui.
Il capo degli ANBU si avvicinò a uno schermo e lo osservo interessato, portandosi una mano al mento.
“Ehi, date un occhiata qui”

“Sono loro?” Chiese conferma Hinata.
“Sì” rispose Naruto sorridendo soddisfatto.
“Haku: tu ti occuperai della ragazza, quando sono andato a Suna non era molto forte, ma usa lame di vento pericolose se non le si schiva in tempo”
“La velocità non mi manca” commentò.
“Hinata: tu prendi quello con la marionetta, hai combattuta diverse volte con me, dovresti sapere come si combatte contro un marionettista”
“Ricevuto”
“Quanto a me” dietro la maschera gli si dipinse un sorriso voglioso di battaglia. “io mi prendo il ragazzino dello Shukaku”
Con un balzo, atterrarono a una decina di metri di distanza dal trio del deserto, pronti a dare il meglio di loro per catturare il demone tasso.
Kankuro e Temari fece un passo indietro mettendosi sulla difensiva, ma Gaara rimase immobile.
“Ti stavo aspettando” lo accolse il rosso.
“Ne sono lusingato” disse Naruto con tono ironico.
Kankuro liberò la sua marionetta Karasu, desideroso di vendetta.
“Tu, al centro! Sei tu cha hai distrutto la mia marionetta, vero?” Chiese minaccioso.
Il biondo si fece un piccolo taglio sul dito con un kunai.
“Kiochiyose no jutsu!”
Takumi apparve alle sue spalle, mostrandosi in tutta la sua imponenza.
“Ti basta come risposta?”
L’altro marionettista digrignò i denti di rabbia e stava per lanciare la sua marionetta contro il ninja della Luna Rossa, quando Hinata si mise davanti al fratello.
“Il tuo avversario sono io” disse lanciando dei kunai verso il marionettista che si parò subito con Karasu.
La Hyuuga si lanciò contro Kankuro, il quale, vedendo che la ragazza si stava avvicinando troppo, saltò sulla cima di un albero li vicino. Hinata lo seguì a ruota.
Haku si limitò a fare un cenno verso la bionda e entrambi sparirono.
“Pensi davvero che quella semplice marionetta basti per contrastarmi?” Chiese Gaara.
Naruto portò una mano al marsupio e prese tre rotolo.
“Una marionetta da sola, no di sicuro”
Gettò in aria i tre rotoli e subito esplosero in uno sbuffo di fumo, rivelando le tre marionette sigillate al loro interno.
“Ma penso che con quattro, qualche possibilità ci sia. Aka Higi: spettacolo dei quattro congegni!”
Il ninja del deserto stappò la giara che aveva sulle spalle e cominciò a fuoriuscirne una grande quantità di sabbia.
“Takumi! Sasori! Haha! Chichi!”
Le quattro marionette si lanciarono contro Gaara, ma non fecero in tempo ad arrivare a metà strada che un enorme mano di sabbia le aveva intrappolate.
Non riesco a liberarle!
“Sabaku Kyuu!” Gridò e la mano di sabbia cominciò a stritolare con forza sempre maggiore i quattro pupazzi.
Se non le libero subito finiranno a pezzi.
Naruto recise i fili di chakra con i quali controllava le marionette, prese un paio di carte esplosive dal marsupio, le attaccò a due kunai e li lanciò contro la mano di sabbia.
Le carte esplosero, liberando le marionette intrappolate dalle spire della sabbia, che richiamò subito a se per evitare che finissero in trappola una seconda volta.
“Non mi piace attaccare delle cose inanimate, non mi fanno sentire vivo: attaccami tu se non vuoi che mi arrabbi” minacciò.
“D’accordo, te la sei cercata: adesso porterò i miei poteri al cinquanta per cento!”
Il copro di Naruto venne contornato da un chakra rosso acceso, traboccante di potere distruttivo.
“Yoko Higi: tecnica del marionettista senza fili!”
Il chakra di Kyuubi penetrò nelle marionette, in modo che ci pensasse Yoko a muoverle per conto di Naruto, senza l’ausilio dei fili di chakra.
“Takumi!”
Dalla schiena di Takumi si aprì un vano, dentro il quale era riposta una katana che Sasori prese e lanciò verso il biondo, che la afferrò al volo.
“Kage Bushin no Jutsu!”
Il ninja creò quattro compie di se, pronto per la tecnica di Kisame.
Le marionette attaccarono dall’alto, le copie dai lati: non aveva scampo.
“Cinque squali di terra!”
Prima che Naruto potesse reagire, un enorme coda aveva sbattuto lui, le sue copie e le marionette lontano dal ninja della sabbia.

“Con questo la partita si chiude!” Dichiarò Hinata parandosi davanti a Kankuro.
“Jyuuken!” Il pugno gentile centro in pieno il polmone destro del marionettista facendogli perdere l’equilibrio e così cadde dall’albero ad un altezza considerevole.

Haku si armò di cinque spiedi per mano.
“Niente di personale”
Lanciò i suoi spiedi contro la ninja, che si difese provocando una forte raffica di vento con il suo ventaglio, disperdendo le armi del suo avversario.
Il ninja ricorse alla sua abilità innata e fece apparire alle spalla di Temari uno specchio di ghiaccio, così prima che la ragazza potesse difendersi, si ritrovò quattro spiedi infilzati nel collo.

Naruto si rialzò a fatica, reggendosi sulla katana.
Quando poi si voltò verso il suo avversario, notò con orrore che si era come trasformato: metà del suo corpo era diventato parte dello Shukaku, sia il braccio che la code appartenevano senza dubbio al Bijuu del deserto.
Merda pensò il ragazzo.
non posso evocare altro chakra di Yoko, o la concentrazione sarà tale che i ninja potrebbero riconoscere il suo chakra e allarmarsi.
Lanciò la katana a Takumi che la prese al volo e subito le quattro marionette sparino in uno sbuffo di fumo.
“Ninja della Luna Rossa, a me!”
Hinata e Haku apparvero al fianco del ninja.
“I due della sabbia?”
“La ragazza non si risveglierà per un bel po’” disse Haku.
“Il marionettista ha fatto un volo di otto metri e penso che si sia giocato l’osso del collo” disse con il fiato corto Hinata.
Hinata è esausta, ma Haku sembra essere ancora pieno di energia, speriamo basti.
“Quanto è spessa la sua corazza di sabbia?” Chiese il biondo rivolto alla ragazza.
“Nella parte umana qualche centimetro, nell’altra è molto più densa e spessa trenta centimetri nella parte più sottile”
Si voltò verso Haku, il quale scosse la testa.
“E troppo spessa per i miei spiedi e non conosco tecniche abbastanza potenti per poter sopraffare un mostro del genere, suggerisco di ritirarci signore”
Naruto digrignò i denti: non c’era altra scelta.
“Ok, andia…” Prima che Naruto potesse finire la frase, Hinata si era gettata su di lui facendolo cadere, in modo da farsi colpire al posto del fratello dall’aculeo avvelenato della testa di Karasu.

Ahaihaihai! Le cose si mettono male!( Lo dici come se fossi estraneo alla cosa… NdSorellaAutore).
Va beh, a domani con due nuovi capitoli!

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Capitolo 33
*** Fuga della Luna Rossa ***


Non so se riesco a fare due capitoli come promesso, ma farò comunque del mio meglio!

Cap 33 Fuga della Luna Rossa


“Ahi…” commentò Ibiki.
“si sarà fatta male?” Chiese, beccandosi delle occhiatacce da Anko e da Kakashi.
Grazie alle telecamere erano riusciti a localizzare, tra la sorpresa generale di tutti i presenti presenti, tre ANBU della Luna Rossa all’interno della foresta della morte, così le squadre ANBU di Konoha entrarono anch’esse dentro la foresta per fermare e interrogare gli intrusi. I tre Jonin rimasti a guidare la squadra riuscirono anche a seguire un poco lo scontro contro i ninja della sabbia, ma l’unica cosa che riuscirono a vedere furono le quattro marionette di uno dei ninja( a Kakashi la pressione salì a 200) e l’ultimo atto del scontro, quando la marionetta di uno dei ninja della sabbia trafisse la spalla alla ragazza della Luna Rossa.
“Ma quanto impiegano ad arrivare?” Chiese Kakashi rivoltò alla donna.
“Saranno sull’obbiettivo in tre minuti, abbia pazienza”

“Haku” disse stranamente calmo il biondo.
“porta Hinata dove la abbiamo trovata e poi aspettami lì”
Haku eseguì all’istante: la calma apparente del suo comandante era qualcosa di agghiacciante. Se si fosse mostrato furioso, di sicuro il ragazzo della nebbia avrebbe avuto meno paura.
Si mise in spalla la ragazza in stato si semi-incoscienza e si inoltrò nella foresta.
Naruto si voltò di scatto e vide il marionettista della sabbia appoggiato al tronco di un albero, sul volto un sorrise tirato.
“Non siete… così forti… dopo tutto” disse a fatica.
Il ragazzo non si mosse di un solo passo, sembra essersi trasformato in una statua di granito.
“Adesso ti gonfierò di botte fino a quando non avrai neanche un osso integro”
E lo avrebbe certamente fatto, se un grido disumano non lo avesse distratto facendolo voltare verso Gaara.
Il rosso aveva cominciato a gridare come se qualcuno lo stesse torturando, si premeva con forza ma mano umana alla tempia e il dolore divenne così forte che non riuscì più a mantenere quella forma, così la sabbia si staccò completamente da lui, facendolo tornare all’aspetto originale.
“Perché…?” Biascicò il ragazzo del deserto.
“Yashamaru…”
Per un attimo, Naruto venne spiazzato dagli occhi del rosso: occhi terribilmente tristi, di una tristezza tale che il biondo dimenticò la rabbia, tanto venne coinvolto da quegli occhi.
Non era la prima volta che vedeva uno sguardo del genere: a volte gli capitava di vedere il suo sensei assorto nei suoi pensieri e i suoi occhi erano identici a quelli che adesso aveva Gaara.
“Kanashibari no Jutsu!”
Si era distratto per un istante e gli ANBU li appostati ne approfittare immediatamente per paralizzare Naruto con la Kanashibari.
Cosa!? E quelli quando sono arrivati!? pensò il ragazzo vedendosi circondato.
Improvvisamente, una bomba luminosa esplose in mezzo al gruppo di ANBU, accecando temporaneamente tutti presenti, compreso Naruto.
Il ragazzo si sentì sollevare da terra da qualcuno, che lo portò lontano dal campo di battaglia saltando di ramo in ramo.

“No! Lo avevamo in pugno!” Gridò frustrato Kakashi.
“Chi ha lanciato quella bomba flash?” Chiese Ibiki alla Jonin.
“Aspetta, mando indietro il nastro”
premette un pulsante e la registrazione cominciò ad andare indietro lentamente. “Non ancora… non ancora… stop!” Anko fermò l’immagine: si vedeva chiaramente un ninja alle spalle del ANBU della Luna Rossa lanciare in mezzo alla mischia qualcosa.
“Puoi zummare?”
“Subito”
L’immagine del ninja che aveva salvato l’ ANBU ricoprì tutto lo schermo.
“E quello chi è?” Chiese Ibiki.
“Bleah… quella maschera arancione è orribile!” commentò Anko ( sono d’accordo ^-^! NdDeidara)

Nel folto della foresta intanto, un ninja si risvegliò di soprassalto, levandosi dal collo i quattro spiedi che lo avevano tramortito.
“Ahia” bofonchiò, gettando lontano gli aghi di acciaio.
Si alzò in piedi e cercò con lo sguardo i suoi compagni.
“Shino! Hinata!” Chiamò.
“Kiba! Quaggiù!”
Il ragazzo riconobbe all’istante la voce del suo compagno e lo vide inginocchiato poco distante, così lo raggiunse di corsa.
“Shino, dov’è Hinata?” Chiese mentre si avvicinava veloce.
“E’ qui” rispose.
Il ragazzo si avvicinò e vide la sua compagna distesa a terra davanti a Shino. “Tu hai capito che è successo?”
“Non è questo il problema ora, guarda” rispose l’Aburame, spostando leggermente la benda sulla spalla della ragazza, mostrando così la profonda ferita che gli aveva causato Karasu.
“Oh merda! Ma come se l’è procurata?”
“Non ne ho idea, ma dobbiamo cauterizzare la ferita prima che faccia infezione”
Kiba si guardò intorno.
“Se accendiamo un fuoco ci pioveranno ninja da tutte le parti, lo sai vero?”
Dai suoi occhiale da sole, Shino osservò la figura distesa a terra di Hinata.
“In quel caso combatteremo”
Il ragazzo con il cappuccio rise soddisfatto.
“E’ così che si parla Shino! Dico bene, Akamaru?”
“Bau!”
(Ehi, da dove è saltato fuori Akamaru!? NdTutti)( Ehm… mi sono ricordato solo adesso che nel loro gruppo c’era anche il pulcioso, una piccola svista… mi potete perdonare vero? ç_ç Nda)(ma sì! ^^NdTutti)(ma no!è_è NdSorellaAutore)
Kiba e Akamaru raccolsero dei legni secchi li vicino, mentre Shino preparò alcune trappole attorno a loro per potersi difendere.
“Guarda che l’ ho capito che sei sveglia da un pezzo” Disse l’Aburame senza voltarsi.
Hinata aprì li occhi, ma non trovò le forze per alzarsi.
“I miei insetti hanno pulito il tuo sangue dal veleno che ti stava intossicando. Sei stata fortunata, ancora poco tempo e saresti morta”
La ragazza non badò alle sue parole: era arrabbiata, furiosa con se stessa. Ancora una volta era stata un peso per i suoi compagni e ancora una volta li aveva rallentati durante una missione, per di più durante una missione molto importante affidatagli da Artemis-san in persona.
“Shino, mi dai una mano per il fuoco?” Chiamò Kiba.

“E’ qui!?” Sbottò preoccupato il terzo hokage.
“Sì, hokage-sama. Abbiamo una registrazione che mostra non solo lo stesso ninja che ha attaccato il villaggio del Suna, ma pare che al sua seguito abbia anche altri tre complici” disse Hayate.
Sandaime si alzò stancamente dalla sua sedia e ripose la sua pipa in un cassetto.
“Dobbiamo fermare l’esame, signore?” Chiese il ninja.
“No” rispose con un debole sospiro.
“voglio prima capire a cosa quei ninja stanno puntando. Fate ritirare le squadre ANBU dalla foresta della morte, ma continuate a monitorare la situazione, foglio un rapporto completo entra la fine della seconda prova”
“Come volete, hokage-sama. Altro?”
“Sì…” questo costò caro all’orgoglio dell’anziano hokage.
“mandami qui Kakashi, gli devo parlare”

“Sakura! Sakura svegliati!” La chiamò il moro
Lei lentamente riacquisì i sensi, leggermente disorientata.
“Che… che è successo? Ahi!” Si lamentò lei, portandosi una mano al collo dolorante.
“Riesci ad alzarti?” Chiese Sasuke.
“Sì… ma Naruto dov’è finito?” disse la rosa, notando l’assenza di una chioma bionda nei dintorni.
“Non ne ho idea, comunque sarà meglio andare avanti da soli fino ala torre centrale”
Sakura non sembrava d’accordo.
“E lasciamo Naruto da solo? Se fosse in pericolo?” Chiese preoccupata.
“Lo conosco abbastanza bene e so che quella testa quadra sa badare a se stesso, lo troveremo di sicuro vicino alla torre centrale, magari perfino insieme al rotolo che ci manca”
Sakura non sembrava ancora molto convinta, ma seguì comunque il -suo- Sasuke quando cominciò a incamminarsi verso il folto della foresta.
Eccoti qua pensò soddisfatto un ninja con il coprifronte del villaggio dell’erba, che aveva assistito al risveglio dei due giovani Genin.
Vedi di non deludermi, Sasuke Uchiha
Alle spalle dell’uomo, altri tre ninja comparvero alle sue spalle, questi però con il coprifronte del suono.
“Avete ordini, Orochimaru-sama?” Chiese uno di loro; aveva il volto quasi completamente coperto da fasce, neanche fosse una mummia.
“All’alba di domani dovrete uccidere Sasuke. All’alba però: non un minuto prima” sibilò il sannin.
“Come desiderate” così dicendo i tre ninja sparirono e Orochimaru si mise all’inseguimento dei due Genin della foglia.
Nessuno dei quattro, tuttavia, si accorse di un enorme paio di mandibole verdi ben mimetizzate dietro un cespuglio.
“Bene, bene” se la ghignò Zetsu.
“non vedo l’ora di dirlo agli altri”




Hihihihihihi, questo cap mi piaciuto! Ma il prossimo mi piacerà ancora di più, premessa: Naruto vs Oro-cock.
Chi vincerà????(bella domanda, non ho ancora deciso… magari mi viene l’ispirazione da sadico e faccio vincere Orochimaru: dipenderà dal mio umore)< br> P.S. per oggi e domani mia sorella se ne sta tutto il giorno in oratorio, mi dispiace per voi @_@!!!
Per Killkenny: tu pensi che Hidan abbia ragione riguardo a Lucifer, ma ne sei proprio sicuro????????????????????????????



Per NINA: contenta adesso? Vero che fai ancora le tue belle recensioni?

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Capitolo 34
*** La vera forza! ***



Ho fatto un po’ di errori ortografici lo scorso cap, vediamo di non fare la stessa cosa anche qui.


Cap 34 La vera forza!




“Mi hai salvato la vita Tobi, ti devo un favore” disse Naruto, nascondendo la maschera da ANBU nel marsupio.
“Te la saresti cavata comunque, Naruto-kun”
Il biondo rise.
“Contro gli ANBU forse, ma contro la furia di Artemis no di sicuro”
“Uhm… sì, hai ragione”
Si sporse leggermente fuori dal suo nascondiglio, un grosso albero completamente cavo all’interno.
“Trova Haku” disse al ninja mascherato.
“digli di tornare al covo, poi vai in città e dì al sensei che non posso catturare lo Shukaku senza che quelli di Konoha sentano il chakra di Kyuubi, digli di mandare qua qualcun altro al posto mio”
Naruto rimase confuso dalla reazione del ninja: si mise a ringhiare.
“Naruto-kun” disse alzandosi in piedi in tutta la sua altezza “ti chiedo scusa in anticipo per quello che sto per fare”
Detto questo, Tobi diede al ragazzo un pugno in piena faccia abbastanza forte da farlo volare fuori dal nascondiglio.
“Mi sono sempre detto che leader sbagliava a chiamarti testa quadra, ma questa è la prova che invece aveva ragione! Quant’è il tuo Q.I.? Un numero irrazionale, per caso?”
Il ninja raggiunse Naruto e prendendolo per il colletto lo fece alzare da terra.
“Pensi davvero che al leader sarebbe costato tanto ordinarci di assaltare lo Shukaku mentre si trova nella foresta? Siamo tutti qui a Konoha, maledizione, impiegheremmo sì e no cinque secondi netti per catturarlo ma, ovviamente, mister testa quadra non ha capito quello che vuole fare leader, vero?”
Tobi si calmò e liberò il biondo dalla sua presa.
“Questo Bijuu è stato affidato a te Naruto” disse stanco.
“e Artemis non si muoverà di un solo passo verso Hachimata dalle otto code fino a quando tu non avrei preso il tuo demone”
Naruto abbassò lo sguardo imbarazzato e anche un pochino deluso di se stesso.
“Non ti sei mai chiesto come mai leader non ti avesse mai permesso di indossare la divisa dell’Akatsuki?” Chiese Tobi, questa volta con tono dolce.
“Sì parecchie volte, ad essere sincero” rispose il ragazzo.
“Perché tutti noi dell’Akatsuki abbiamo qualcosa in comune, a parte il fatto di essere dei traditori: tutti noi abbiamo visto il confine tra la vita e la morte almeno una volta. Finché tu non vedrai questo confine, non potrai mai capire come superare il limite della tua forza”
Il biondo corrugò la fronte.
“Che intendi dire con “superare il limite della tua forza”? Non capisco”
“Quando capirai” rispose paziente il ninja.
“ci sarà un kimono nero a nuvole rosse ad aspettarti”
Alzò lo sguardo a un ramo sopra di lui e Naruto lo imitò: Haku era sopra di loro e stava educatamente aspettando che i due finissero di parlare.
“Ho portato Hinata-san dai suo compagni come mi avevate chiesto, avete altri ordini per me?”
“Torna al covo” disse deciso.
“di Gaara me ne voglio occupare personalmente”
Tobi era misteriosamente sparito senza che i due se ne fossero accorti: era un ninja dotato, per quanto un po’ bizzarro.
“Le parole del vostro compagno era sagge” disse il ragazzo della nebbia.
“vi suggerirei di tenerle bene a mente comandante, potrebbero salvare non solo la vostra vita”
Naruto portò d’istinto la mano al marsupio e sfiorò il rotolo che conteneva Sasori. Vedendo qual confine avrebbe potuto evitare che altri morissero?
“Haku… anche tu hai visto il confine tra la vita e la morte?” Chiese.
Lui fece cenno di assenso.
“Sì” si limitò a dire.
“E ti è mai capitato di… superare il limite delle tue forze?”
“Sì” si limitò ancora a dire.
“mi auguro che lo capiate presto signore, perché in quel caso sono certo che più nessuno vi potrà fermare”
Così dicendo sparì in una vortice di cristalli di ghiaccio.

Poco lontano, Sasuke e Sakura si stavano dirigendo verso la torre centrale a gran velocità, ma l’Uchiha era turbato: avvertiva chiaramente che qualcuno li stava seguendo.
“Sakura fermiamoci” disse .
La rosa si fermò su un ramo poco più in basso del moro.
“Che succede Sasuke?”
“Nasconditi” disse subito.
“si sta avvicinando qualcosa di enorme”
La ragazza fece appena in tempo ad allontanarsi verso un ramo più in alto, quando sentì il rumore di un albero che cadeva, due alberi, tre alberi: quando si voltò verso la fonte del rumore vide terrorizzata che un serpente enorme si stava avvicinando minaccioso contro loro due.
“Sasuke attento!”
Il moro saltò su un ramo più in alto appena in tempo per non finire divorato dal rettile.
“Sono piuttosto di fretta” disse Sasuke rivolto al serpentone.
“quindi vedi di farti ammazzare subito”
Si gettò dall’albero buttandosi a capofitto verso la creatura.
Ma è impazzito!? Pensò sconvolta Sakura.
Il serpente aprì le fauci per divorare il ragazzo che gli stava arrivando addosso, ma in quel momento Sasuke gli lanciò in gola un kunai con addosso una carta esplosiva.
Il moro atterrò sul naso del rettile e con un balzo tornò a fianco alla compagna, mentre la deflagrazione della carta faceva saltare in aria la testa del suo avversario.
La rosa era senza parole, non aveva mai visto un combattimento del genere.
“Andiamo?” Incitò l’Uchiha, vedendo che la sua compagna era rimasta imbambolata.
Una fragorosa risata riecheggiò nella foresta, facendo venire i brividi ai due Genin della foglia.
“Chi è là?” Gridò Sasuke con gli occhi che cercavano di localizzare il nemico.
Dalla carcassa del serpente, cominciò a emergere una figura inquietante.
“Degno dell’ultimo erede degli Uchiha, questo bisogna riconoscerlo” disse la figura, un ninja che portava il coprifronte del villaggio dell’erba.

“Mi sto scartavetrando la palle!!!!!!!!!!!!!” Gridò Deidara.
“è da due settimane che non faccio niente di artistico, se non faccio esplodere qualcosa giuro che muoio!!!!!!”
“Allarme!” Gridò Kakuzu dalla stanza a fianco.
“Deidara è in crisi! Piano di sopravvivenza variante 2-B!”
Dalla sua stanza, Itachi usò Amaterasu per creare un foro nel muro in modo che Kisame potesse attraversarlo e placcare Deidara al volo come un giocatore di rugby, bloccandolo a terra.
“Uno pronto!” Gridò
Hidan irruppe nella stanza sfondando la finestra e bloccò le mano destra del biondo tenendola saldamente attaccata al pavimento.
“Due pronto!” Gridò
Kakuzu sfondò la porta della camera con un calcio volante alla Chuck Norris e si fiondò sulla mano sinistra del ninja, bloccando anch’essa a terra.
“Tre pronto!”
Itachi, come se stesse facendo una passeggiata al parco, si portò davanti al traditore della roccia, si sedette davanti a lui e gli diete uno di quegli schiaffi che passano alla storia dei decibel!
“Ripigliati, Deidara! Sei un ninja ricercato di grado S, maledizione!”
Ma lui continuava a urlare e dimenarsi.
“Non va bene!” Grugnì Kakuzu.
“non era mai successo che la 2-B non funzionasse e adesso che facciamo?”
Itachi si alzò in piedi e attivò lo Sharingan.
“Variante 2-C” Dichiarò con tono che non ammetteva repliche.
Il cuore di tutti i presenti perse un battito(Kakuzu ne perse sette!).
“Sicuro?” Chiese Kisame.
“Sicuro, ora lasciatelo!”
I tre liberarono l’artista da terra che subito scattò in piedi.
“Tecnica superiore del dolore millenario!”
Prendendo accuratamente la mira, Itachi diede un calcio deciso in mezzo alle gambe di Deidara.
Al momento dell’impatto Hidan, Kakuzu e Kisame si voltarono da un’altra parte per non assistere a quella scena orrenda.
Il biondo incrociò gli occhi come uno strabico e con voce stridula biascicò. “Fa male…”
Così dicendo cadde all’indietro con un rivoletto di bava che gli colava dalla bocca.
Kisame sbuffò, togliendosi del calcinaccio dalla spalla.
“Mi sembrava strano che resistesse così a lungo senza la sua arte…” borbottò.
Hidan si guadò intorno, osservando lo stata apocalittico della stanza.
“D’accordo: o Kakuzu paga tutti i danni…”
“impalati!” disse subito l’interessato.
“oppure suggerisco di fare un fugozzo di gruppo come ai bei tempi dell’accademia, che ne dite?” propose il religioso.
Non ricevette risposta, visto che tutti i presenti erano già spariti.
“Lo prendo come un : “Bella zio, Ci sto!”“ si rispose da solo Hidan.

Sasuke venne sbattuto contro il tronco di un albero, mentre due kunai gli trapassarono le spalle, bloccandolo al corpo dell’albero.
“E’ stato un gioco divertente, Sasuke-kun” cominciò il ninja.
“ma ora il gioco è finito”
Quello che fece il ninja dell’erba, causò un gridò della rosa: si era letteralmente strappato la faccia, mostrando il suo vero viso.
“Chi… chi sei tu…?” Esalò il moro, mentre a lato della bocca gli usciva un rivoletto di sangue.
“Chi sono io? Beh, potrei risponderti così: sono colui che ti darà abbastanza potere per uccidere tuo fratello”
Il cuore di Sasuke perse un battito. Diceva la verità?
“Sasuke! Non lo ascoltare! Reagisci!” Gridò invano Sakura.
Orochimaru cominciò ad avvicinarsi verso l’Uchiha.
“Non è forse quello che più desideri?” Chiese il sannin avvicinandosi ancora, e si sarebbe avvicinato ancora di più se qualcuno non si fosse messo tra lui e il moro.
Orochimaru mostrò un volto parecchio infastidito.
“Togliti dai piedi, ragazzina” sibilò minaccioso.
Sakura si era messa tra il ninja supremo e il moro.
“Non mi ripeterò una seconda volta” sibilò ancora.
Con mano tremante, la rosa prese degli shuriken dal suo marsupio.
“No… ferma Sakura!… Se lo attacchi ti ucciderà!” disse Sasuke.
Lei dava le spalle al compagno, perciò l’Uchiha non poté vedere l’espressione fiera della ragazza.
“Non mi importa”
Così dicendo lanciò tutti gli shuriken che aveva in mano verso il ninja nemico, a cui bastò agitare una mano per disperdere l’attacco di Sakura.
“Bushin no jutsu!”
Riuscì a creare appena tre normalissime copie, una mossa disperata.
Il ninja del suono scosse la testa deluso: quelli della foglia non avrebbero mai imparato la lezione.
Lanciò annoiato tre kunai verso le copie, capendo immediatamente quale fosse l’originale.
“Adesso ti ucciderò, stupida ragazzina”
Nella mano del ninja comparve una spada e con un veloce scatto si preparò a tagliare la testa della konoichi.
“Addio”
La terra si macchiò di sangue, ma non sangue che apparteneva a Sakura: qualcuno la aveva protetta, bloccando a mani nude la lama del sannin.
Vedere il confine tra la vita e la morte... superare il limite delle proprie forze Pensò il suo salvatore.
Sasuke… Sakura… grazie a voi ho finalmente capito!


Ho promesso lo scontro fra Naruto e Orochimaru e ci sarà! Datemi qualche ora per aggiornare di un altro capitolo e tirerò fuori uno scontro fra titani, premessa: “Aka Higi: spettacolo dei centoquattro congegni!” Ci sentiamo appena finito DragonBall!!!

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Capitolo 35
*** Rissa da bar ***



Lo so… DragonBall è finito da un pezzo, ma l’ispirazione tardava ad arrivare così…

Cap 35 Rissa da bar




“Quanto tempo è passato… Orochimaru?” Chiese Naruto con il sorriso sulle labbra.
Il Sannin ritirò la spada e fece un balzò indietro, rimettendo le distanze tra i due.
“Tu!” biascicò furioso.
“Io” lo schernì il ragazzo.
Sakura era come paralizzata.
“Naruto… lo conosci?” Chiese Sakura, caduta in ginocchio per lo spavento preso.
“Dopo vi spiegherò ogni cosa” borbottò il biondo.
“Sakura, libera Sasuke e allontanatevi da qui”
La rosa si rialzò a fatica e si diresse verso Sasuke. Con tutta la delicatezza che poté estrasse i kunai dalle sue spalle, senza che lui emise un solo lamento, e lo liberò dal tronco.
“Naruto…” tentò di parlare l’Uchiha.
“che vuoi fare?”
Naruto prese dal suo marsupio cinque rotoli completamente neri…
Cinque? Si chiese il moro.
Ma non possedeva solo quattro marionette? Che ne abbia una quinta?
“Voglio scatenare l’inferno” spiegò.
“ma non sono del tutto sicuro di lasciarvi indenni se rimanete nei paraggi, allontanatevi!”
La compagna sorresse Sasuke e si allontanarono.
“Di un po’ Naruto” cominciò Orochimaru.
“credi davvero di poter qualcosa contro di me?” Gli chiese.
“Sono molto migliorato dall’ultima volta, ormai anche tu sei un avversario alla mia portata”
Il sannin non ribatté.
“Già, penso che Artemis ti abbia addestrato a dovere. Ma sono proprio curioso di vedere se anch’io sono migliorato come penso”
Si guardarono negli occhi per un istante: entrambi sembrava fossero certi di avere la vittoria in pugno.
“Vuoi evocare ancora lo Yondaime?” Chiese il biondo.
“Anche se la tentazione è forte, no. Ti voglio uccidere personalmente: Kiochiyose no Jutsu!”
Naruto si ritrovò davanti a un serpente enorme, molto più grande di quello che aveva battuto Sasuke.
“Non mi fai paura” gridò il ragazzo lanciando in aria i cinque rotolo.
“Aka Higi: spettacolo dei centoquattro congegni!”
Orochimaru rimase interdetto per un momento.
Ma quella… no, non è possibile! E’ la tecnica finale di Sasori!
“A giudicare dalla marionetta che ti sta a fianco, il mio ex-compagno Sasori ha tirato le quoia” disse con tono piatto, vedendo il corpo del traditore della sabbia a fianco al suo avversario.
“Naruto, accidenti a te! Che ti è saltato in mente di usare la tecnica di Sasori!?” Si lamentò Yoko.
“Se conosci un’altra tecnica che ci possa dare delle possibilità di vittoria, sono tutt’orecchi” rispose.
“Il marionettista senza fili è una tecnica con un limite di tempo, te lo sei dimenticato? Posso usarlo solo per cinque minuti, non di più”
“Me li farò bastare” si limitò a dire.
“Che hai da borbottare?” Chiese indispettito il sannin
“non credere di poterti distrarre con me. Kage Bushin no Jutsu!”

“Insomma, quanto ti ci vuole!?” Esplose Ibiki.
“Non è colpa mia, cazzo! Deve essersi rotto il collegamento centrale!”
Da più di mezz’ora gli schermi che tenevano sott’occhio la foresta si erano oscurati, come se si fossero spenti.
Dietro di loro apparve un Chunin con il fiato corto.
“Finalmente! Hai trovato il guasto?” Chiese subito Anko.
“Ecco… sì, ma…”
“Odio i “ma”!” Grugnì il Jonin.
“Probabilmente non mi crederete, ma è come se il cavo elettrico collegato alla rete di telecamere fosse stato… tranciato via da un morso”
Se i due avessero sentito le mandibole verdi alla loro spalle emettere un discreto “burp”, magari avrebbero anche potuto credere al Chunin. Magari.

“Yoko, sistema le copie fino a quando non trovi l’originale. Io mi occupo di quel serpentone”
Impastando una quantità enorme di chakra, Orochimaru era riuscito a disseminare quell’anfratto di foresta con le sue copie.
Alla tecnica finale di Sasori sarebbe bastata una decina di minuti per sconfiggere tutte quelle copie, peccato che Yoko poteva usarla solo per cinque minuti.
“Sasori!”
La marionetta dai capelli rossi lanciò a Naruto la sua katana, che afferrò al volo creando subito cinque copie di se.
Tecnica dei cinque squali!
Dopo cinque fendenti potenti e precisi, del serpente non era rimasto altro che qualche budella sparsa qua e là.
Ora il difficile sarà scovare Orochimaru.
Alzò lo sguardo e vide che attorno a lui si stava svolgendo una vera e propria battaglia tra due fazioni: le copie del sannin contro le sue marionette, ma per fortuna sembrava proprio che fossero quest’ultime ad avere la meglio.
Ma intento il tempo scorreva, tre minuti, quattro minuti. Doveva fare alla svelta!
“Naruto!” Gridò una voce alle sue spalle.
Si voltò e vide Sasuke appoggiato a un albero li vicino che si sorreggeva una ferita all’addome.
“I miei occhi ti possono forse essere utili?” Chiese sorridendo.
Naruto rispose al sorriso.
“Sì, mi sarebbero molto utili…”
Takumi e Sasori piombarono sul moro.
“se tu fossi il vero Sasuke”
Le copie di Orochimaru esplose all’unisono con uno sbuffo di fumo, mentre Takumi e Sasori riempivano di pugni il sannin a terra (da ricordare che Takumi possiede sei braccia in totale…).
Ci un una forte esplosione e le due marionette vennero sbalzate via.
“Over clock Naruto, i cinque minuti sono andati” disse Yoko.
Tutte le marionette sparirono e tornarono al loro posto nel rispettivo rotolo.
Orochimaru si rialzò a fatica.
“Come hai capito che non era io?” Chiese, pulendosi un rivoletto di sangue che gli usciva dal labbro.
“Sasuke non avrebbe mai lasciato indietro un suo compagno di squadra, e anche se avessi usato una tua copia per prendere le sembianza di Sakura ti avrei attaccato comunque”
il ninja rise.
“Giusto. La tua copertura come normale Genin della foglia non deve saltare, altrimenti l’organizzazione potrebbe venire scoperta”
Si portò una mano al petto, senza però tradire alcuna smorfia di dolore.
“I miei complimenti, sei riuscito a fratturarmi tre costole. Tuttavia, il nostro scontro finisce qui”
Naruto si sentì colpire con una violenza inaudita allo stomaco finì scaraventato contro una roccia li vicino; al momento dell’impatto, al ragazzo sembrò proprio di sentire le proprie ossa scricchiolare dalla potenza dell’ impatto.
“A quanto delle tue reali capacità stai ricorrendo, Naruto? Se ho calcolato bene stai usando il settanta per cento. Azzardato da parte tua, se uno dei ninja che ha combattuto contro la Kyuubi entrasse nella foresta ne percepirebbe subito il chakra”
Nella mano di Orochimaru apparve nuovamente la spada del boa, solo che questa volta sembrava più lunga e larga rispetto a qualche minuto prima.
“Visto che sei così gentile a limitare il tuo potere, per me sarà un vero piacere infierire su di te”
Naruto si alzò in piedi lentamente, con un sorriso amaro dipinto sul volto.
“Anche tu però… fino adesso non ai mai superato il tuo settanta per cento, giusto?”
Orochimaru passò la lunga lingua sulla lama della sua spada.
“In effetti hai ragione ma, a differenza di te, io posso raggiungere il cento per cento dei miei poteri senza rifletterci due volte”
Tra gli alberi echeggiò un colpo di tosse. Orochimaru lo conosceva bene: era lo stesso colpo di tosse che richiamava l’attenzione e il silenzio quando si trovava al covo, lo stesso colpo di tosse che aveva imparato a riconoscere subito, per sua sfortuna.
“Se è per questo, nemmeno noi ci facciamo tanti problemi a dare il massimo fin da subito”
Il sannin alzò immediatamente lo sguardo e vide con orrore che otto ninja vestiti con un kimono nero a nuvolette rosse lo avevano circondato.
“Voi che ne dite ragazzi?” Chiese Artemis all’Akatsuki al completo.
“scontro ninja in piena regola con tecniche e il resto o rissa da bar?”
Tutti quanti si misero a ridere divertiti( Itachi rimase in silenzio…)
“E c’è da chiederlo?” sbottò Kisame, poi sospirò nostalgico.
“rissa in un bar… fu il mio primo arresto, ora che ci penso”

“Sasuke…” mormorò Sakura.
Il moro era svenuto, così Haruno decise di accamparsi insieme al compagno in una fenditura nella roccia ben nascosta.
Dopo che si erano allontanati, aveva sentito diverse esplosioni che erano cessate dopo qualche minuto. Durante quel silenzio la rosa pensò il peggio, era preoccupata per entrambi i suoi compagni di squadra: entrambi la avevano protetta, ma lei invece non aveva saputo proteggerli come avrebbe voluto.
Era debole.
Questa era la verità. Nel gruppo sette, lei era l’elemento più debole e inutile: la palla al piede della squadra.
Il suo viso si riempì di calde lacrime a quei pensieri. Quanto desiderava la forza di Sasuke o il coraggio di Naruto. Quanto desiderava poter aiutare almeno per una volta la sua squadra.

Poco lontano da lì, un’altra konoichi si stava struggendo quanto Sakura, se non di più.
Hinata si era limitata ad assistere all’ennesimo combattimento di Shino e Kiba, non potendo muoversi a causa del veleno non ancora del tutto smaltito.
In compenso, ora possedevano entrambi i rotoli.
“Grandioso!” Esultò Kiba.
“ora possiamo andare direttamente alla torre centrale! Sai Hinata, avresti dovuto ferirti prima” disse il ragazzo per tentare di risollevare il morale della compagna, con il risultato di farla cadere ancora di più in depressione.
“Sei un baka a cinque stelle Kiba, lasciatelo dire” lo riprese Shino.




E anche oggi due capitoli. Il caro Gexe vi sta viziando eh? Ma vi consiglio di non farci l’abitudine: il 16 luglio andrò in vacanza e tornerò a settembre.
Inutile dirvi che se entro il 16 non concludo la fanfic, dovrete aspettare l’inizio della scuola per sapere come andrà a finire.
A domani, si spera, con due nuovi capitoli.

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Capitolo 36
*** Il credo dei guerrieri ***





Oggi ho avuto un avventura degno di un membro dell’Akatsuki: mi sono svegliato alle sette e fino a mezzogiorno sono stato a Milano a tentare di trovare la mia futura scuola ( uno ora e quaranta di bus solo per andare da Milano nord a Milano sud) poi un oretta buona per trovare la via giusta e, infine, ecco davanti a me la più raccapricciante delle scuole che abbia mai visto! Sembrava essere il covo di Orochimaru!
La morale signori miei è questa: Milano è grande, ma le palle che bisogna farsi per trovare una scuola adatta alle proprie esigenze lo sono di più!
Chi è d’accordo con me dica : “giuro di essere un fedele membro del villaggio della Luna Rossa finche morte non sopraggiunga^^”


Cap 36 Il credo dei guerrieri




“Allora Orochimaru, questa è la tua situazione: se provi a sparire e a nasconderti di nuovo in qualche sperduto angolo della terra del fuoco, noi ti troviamo e ti ammazziamo. Se tenti ancora di catturare o uccidere Naruto, noi ti troviamo e ti ammazziamo. Se intralcerai in qualunque modo l’organizzazione, noi ti troviamo e ti ammazziamo. Se continui con il tuo piano di distruggere le foglia con l’aiuto dei ninja dei sabbia, sarei anche disposto a lasciarti vivo per qualche annetto. A te la scelta” Disse Artemis, rivolto a quella poltiglia bluastra che fino a qualche minuto prima era il grande sannin Orochimaru.
Kakuzu rise divertito.
“Non ha nemmeno la forza per rispondere” ghignò lui.
“Penso che non possa farne a meno” lo informò Kisame.
“credo di avergli fracassato la mascella”
Il leader si sfregò le mani.
“Bene, penso che per oggi vi siate divertiti abbastanza” disse, rivoltò ai ninja attorno a lui.
“Si torna al covo, andate”
I ninja sparirono, tutti tranne Itachi.
“Se me lo concedete” cominciò.
“avrei una commissione di discreta importanza da sbrigare”
Artemis lo fissò per un lungo istante, come se sospettasse che quello davanti a lui non fosse il vero Itachi.
“Basta che non ti fai scoprire” si limitò a dire.
Anche l’Uchiha sparì, lasciando soli Naruto, il leader e quel che rimaneva del ninja leggendario.
“Andiamo?” incitò leader spostando lo sguardo sul suo allievo.

“Si è ripresa un po’?” Chiese preoccupato Kiba.
“No” rispose funebre Shino.
“né fisicamente né moralmente; anche con i miei insetti, quella tossina continuerà a corrodere il suo chakra per almeno una settimana e le sue prestazioni ne risentiranno terribilmente. Sembra anche che sia caduta una grande depressione, come se avesse avuto un enorme delusione”
Il ninja osservò l’Aburame piuttosto corrucciato.
“Pensiero profondo dottor Froid, ora dimmi come facciamo a farla riprendere”
“Di certo non dicendogli che si sarebbe dovuta ferire prima” lo punzecchiò il compagno.
Sulla fronte di Kiba cominciò a pulsare una vena.
“Senti un po’ tu…!”
“Kiba-kun, Shino-kun” disse timidamente Hinata, avvicinatasi ai due compagni.
“Vado al ruscello a prendere l’acqua”
Il ninja cinofilo sembrava contrariato.
“Sicura di potercela…”
Shino prontamente fece mordere il didietro del compagno da un tafano, zittendolo all’istante.
“D’accordo Hinata” disse Shino.
Lei si allontanò con la borraccia a fianco, non vedendo che l’Aburame aveva dato un sonoro pugno in testa al suo amico.
“Certo che tu sei proprio duro di comprendonio. Eh, Kiba?”
La Hyuuga non fece molta strada prima di arrivare al corso d’acqua, così appena arrivata riempì alla svelta la borraccia e si apprestò a tornare indietro: ma non lo fece.
Il suo sguardo cadde su una roccia molto grande li vicino.
Niichan impiegherebbe un solo pugno per frantumarla. Pensò
Si guardò intorno: non sembrava esserci nessuno, così decise di mettersi alla prova.
Gettò a terra la borraccia facendo rovesciare l’acqua al suo interno e attivò il Byakugan.
Concentrati… concentrati, Hinata…ce la puoi fare…
Accumulò quanto chakra le tossine gli permisero di raccogliere e lo indirizzò alla sua mano destra.
“Jyuuken!”
Colpì la roccia con tutte le sue forze, ma l’unico risultato che ottenne fu quello di rompersi un paio di dita.
Cadde in ginocchio, accarezzando le due dita fratturate.
E’ inutile, non potrò mai essere forte come lui
Chiuse gli occhi, mentre calde e amare lacrime bagnarono le candide guance della ragazza, delusa e arrabbiata.
“Piangi? I deboli piango” la voce di Naruto gli rimbombò nella testa come un’esplosione
“Tu sei un debole o una guerriera?”
Aprì di scatto gli occhi e si rimise in piedi, nello sguardo la determinazione che solo il biondo sapeva donargli.
Forse non sarò mai la guerriera che Naruto-niichan si aspettasi disse
ma gli dimostrerò che non sono certo una debole
“Jyuuken!” Hinata colpì di nuovo la roccia.
“Jyuuken! Jyuuken! Jyuuken!”
Dopo essersi rotta le dita di tutta la mano destra, la Hyuuga era almeno riuscita a creare una lunga crepa sul dorso della roccia. Ma per lei non bastava, non bastava affatto!
Era arrabbiata, furiosa: come avrebbe potuto aiutare Naruto se quella era tutta la forza che possedeva?
“Eccoti qua” disse una voce piatta alle sue spalle.
Hinata si voltò di scatto con espressione furente e il ragazzo che gli si parò davanti la fece arrabbiare ancora di più.
“Uchiha, non è proprio il momento adesso!” disse minacciosa.
Itachi piantò il suo Sharingan sugli occhi della ragazza.
“Nessuno usare quel tono con me, ragazzina” rispose, stranamente calmo.
“Io uso il tono che più mi aggrada per parlare con tipi come te!” gridò, gli occhi sembra che potessero iniettarsi di sangue da un momento all’altro.
“Quel tuo sguardo… è pieno di rabbia, di furore e di rancore profondo” sussurrò lui.
“potrei rimanere una vita intera ad ammirarlo”
Si avvicinò alla ragazza e le prese la mano diventata viola, tenendola racchiusa tra le sue.
“Momenti di debolezza capitano a tutti gli essere umani” le disse, mentre dalle sue mani cominciò a fuoriuscire un chakra di colore verde acceso.
“ma il valore di un guerriero si misura dal come si riesce a uscire da questi momenti bui. Ciò che non ti distrugge ti rende più forte: è questo il credo di noi guerrieri”
Liberò la mano della Hyuuga, tornata quasi magicamente del suo colore naturale.
“Il tuo odio può renderti forte, piccola guerriera, ma se il tuo corpo è ferito non puoi certo fartene una colpa”
Così dicendo voltò le spalle e cominciò a incamminarsi verso la foresta.
“Itachi-san” lo chiamo Hinata prima che potesse sparire.
Lui voltò appena la testa.
“arigatoo”
L’Uchiha sparì, lasciando la ragazza da sola ma con il sorriso sulle labbra.

“Ulala… traditore, assassino, spia e adesso anche pedofilo” commentò Tobi comparso a fianco dell’Uchiha.
“la tua carriera sta facendo passi in avanti”
“Tobi, alla prossima rischi” lo avvisò Itachi
“prova ad aggiungere qualcos’altro, e stabilirò io le cause della tua morte”
“Chissà cosa ne penserà Naruto-kun a riguardo…” rimuginò il ninja mascherato.
“Te la sei cercata”
Lo Sharingan di Itachi prese la forma di uno shuriken.




Capitolo corto, ma aveva poco tempo a disposizione e tra un po’ vado al cinema per “Transformer”.
Un’altra reminescenza adattata alla fanfic, del manga 32 questa volta. Ma perché nel manga Tobi dice sempre “ulala”??? E’ come “dattebayo” per Naruto, forse???
Boh!!!


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Capitolo 37
*** Foglia e Suono ***


Brutta cosa il crampo dello scrittore...
Sono rimasto tutta la mattina di ieri a fissare come un ebete il foglio bianco di word…
Penso proprio che dopo 36 capitoli con aggiornamenti al limite della velocità umana, la mia fantasia cominci a mostrare la corda.
Speriamo che oggi mi esca qualcosa di decente


Cap 37 Foglia e Suono



“I tuoi compagni di squadra ti hanno visto?” Chiese Artemis.
“No, li ho fatti allontanare subito” Rispose Naruto.
“Buon per loro”
Il leader si fermò e il biondo si mise al suo fianco.
“Tieni” disse il sensei, porgendo al ragazzo una pillola di colore nero.
“ti farà recuperare il chakra che hai perso”
L’altro eseguì, ingoiando intero il farmaco senza masticarlo.
“Non ti deluderò più” sussurrò Naruto.
“la prossima volta catturerò lo Shukaku, è una promessa!”
Artemis gli sorrise.
“Ne sono certo” così dicendo, sparì.
Non posso più catturalo in questa foresta, rischierei di far scoprire Yoko. Dovrò aspettare la terza prova dei Chunin, quindi sarà meglio cercare il rotolo che ci manca.

Stava albeggiando ormai e il trio del suono era riuscito finalmente a localizzare Sasuke.
“Che ne facciamo della sua compagna?” Chiese Zaku.
“Orochimaru non ci ha detto niente a riguardo” rispose Dosu.
“eliminiamo anche lei”
La rosa non aveva chiuso occhi tutta la notte, aveva piazzato qualche trappola ma sapeva fin troppo bene che in caso di attacco di qualche ninja sarebbe finita.
Naruto… se almeno ci fossi tu, sarei più tranquilla pensò lei
Sasuke invece non dava cenno di risvegliarsi; aveva perso molto sangue nel tragitto e gli era venuta una febbre alta.
Ogni tanto gemeva o riusciva a sussurrare qualcosa di incomprensibile, ma non c’era nessun miglioramento.
Poi Sakura sentì un rumore alle sue spalle e si voltò di scatto: un cespuglio si era mosso.
Oh no
La rosa afferrò un kunai e si preparò a difendersi, mentre il suo cuore andava a mille. Ma quando vide l’artefice di quel rumore abbassò l’arma.
Uno scoiattolo… ho rischiato un infarto per colpa di uno scoiattolo, i miei nervi sono a pezzi…pensò la ragazza.
Quando vide che lo scoiattolo però si stava avvicinando gli lanciò subito un kunai, facendolo scappare.
“Che è successo?” Chiese Zaku
“ha visto la carta esplosiva sulla schiena dello scoiattolo?”
“No, lo escludo. Dalla sua posizione non avrebbe potuto vederla in alcun caso” riflettè Dosu.
“beh, tanto vale attaccare direttamente ormai”
Il trio allora uscì allo scoperto, pronto a uccidere il moro e anche la sua compagna.
“Chi siete?” Gridò la rosa impugnando nuovamente il kunai.
“Non ti deve interessare” disse Dosu.
“siamo qui per Sasuke. Se non ti metterai in mezzo avrai salva la vita”
In risposta, la ragazza tagliò un filo di nailon ai suoi piedi, facendo cadere addosso ai tre un enorme tronco d’albero, che però finì in pezzi senza nemmeno sfiorare i ninja del suono.
“Hai firmato la tua condanna, ragazzina” sibilò lui e tutti e tre si lanciarono contro Sakura, ma prima che si avvicinassero troppo un altro ninja della foglia si mise in mezzo.

“Tutto bene Temari?” Chiese il marionettista.
“Insomma…” bofonchiò lei massaggiandosi il collo.
“se quel ragazzino mi capita sotto tiro, lo strozzo”
Kankuro sorrise sollevato, se parlava così significava che si era ripresa.
“Gaara andiamo” Incitò il fratello, ma il rosso non si mosse.
“Perché si è messa in mezzo?” Chiese il ninja della sabbia a nessuno in particolare.
“perché si è fatta colpire?”
Temari e Kankuro avevano capito a cosa si riferiva: al fatto che la konoichi della Luna Rossa avesse protetto il suo compagno facendosi colpire al suo posto da Karasu. Ma Gaara non avrebbe mai potuto capire il perché di quel gesto e i suoi fratelli sapevano bene per quale motivo.
“Andiamo” disse il rosso rimettendosi in marcia.

“Konoha Reppu!”
“Rock Lee?” Chiese stupita Sakura.

***FlashBack***

O insomma, sapete chi è Rock Lee no? A che serve il FlashBack allora?

***Fine FlashBack***

“Ciao, Sakura-san” salutò lui.
“non ti preoccupare, adesso ci penso io” disse, mettendosi nella speciale posa dello “Young and cool boy”
“Ma sentitelo” se la rise Zaku.
“credi davvero di poter sconfiggere da solo tutti e tre noi?”
Una voce da sopra il gruppo echeggiò tra gli alberi.
“Certo, da solo potrebbe avere qualche difficoltà” disse la voce.
A fianco al ninja vestito con la tuta verde, si piazzò qualcuno… indovinate chi?
“ma chi vi dice che sia da solo?” Chiese ironico Naruto.
“Naruto, sei tu!” gridò felice Sakura.
Il biondo impugnò un kunai.
“Non sei qui per il rotolo, vero?” Chiesa al sopracciglione.
“Tu mi offendi! Sono venuto per proteggere Sakura-san!”
“Allora sei a posto” convenne il ninja.
“io mi prendo la tipa e il capellone, tu occupati delle mummia” disse Naruto
I tre del suono cominciarono a scaldarsi, li stavano trattando come degli incapaci.
“Si balla!”
Naruto si scagliò prima contro la ragazza, facendola finire a terra prima che se ne potesse accorgere.
“Ora è il tuo turno, capellone”
Zaku puntò entrambi i palmi delle mani verso il suo avversario
“Zankuuha!”
Il gettò d’aria colpì il suo bersaglio in pieno, per di più da una distanza molto ravvicinata e finì sbalzato in aria.
“Cosa mi dici adesso, eh?”
Il corpo di Naruto venne circondato da del fumo bianco che si diradò quasi subito, mostrando la compagna del trio del suono: aveva usato la sostituzione!
“Cosa!?”
Il biondo comparve dal nulla davanti a Zaku.
“Katon: Gokaryu no Jutsu!”
Una palla di fuoco a alla distanza di circa un metro… io dico che si è fatto male, e voi? (Evita commenti del genere e continua! :NdTutti)
Zaku finì come a fianco della sua compagna, incapace di muoversi per il doloro.
Ne manca solo uno pensò il ninja
“Omote Renge!”
Sferrando simultaneamente un pugno e un calcio al ninja del suono rimasto, Rock Lee mise fine a quella battaglia.
“Così si fa!” si congratulò con lui Naruto.
L’altro sorrise debolmente, il loto frontale doveva avergli prosciugato ogni energia.
“Lee, che stai facendo?”
Entrambi alzarono lo sguardo e videro che in cima a un albero c’erano altri due ninja della foglia che li stavano osservando.
“Neji! Tenten!”
Naruto riconobbe al volo il ninja a fianco alla ragazza chiamata Tenten: lo aveva visto a villa Hyuuga.
“Muoviti a venire qui, dobbiamo andare alla torre centrale” lo riprese il compagno, che solo allora noto la presenza di una chioma bionda a fianco a Lee.
Quello è… sì, è proprio lui. pensò lo Hyuuga.
“Muoviti!” Abbaiò e Lee si sbrigò a mettersi al suo fianco con un balzo.
Stavano per andarsene quando Naruto gridò.
“Neji Hyuuga!”
L’interessato si voltò verso il biondo.
“ti è stato ordinato di riportare Hinata al suo clan, vero?”
“E’ così” rispose subito.
“lei è l’erede della casata principale del clan Hyuuga e come tale ha dei doveri da compiere”
“Come farsi umiliare e massacrare ogni giorno da suo padre?” Gridò furente Naruto.
“Non sono affari che devono riguardare uno sbarbatello come te”
Il ragazzo digrignò i denti.
“Questo è un avvertimento, Neji Hyuuga” disse, mentre i suoi occhi si tingevano di rosso.
“se ti azzarderai a toccare Hinata, giuro su quanto è vero Dio che ti farò a pezzi”
Una goccia di sudore scivolò sulle guance dello Hyuuga: non era necessario il Byakugan per capire che quelli erano occhi di uno che non scherzava.
“Lo terrò a mente, tu invece tieni a mente questo: Hinata tornerà al suo clan, che tu lo voglia o no. Quando Hiashi-sama prende una decisione, è disposto a impiegare anche delle squadre speciali”
Naruto sorrise.
“Le attenderò con impazienza, sempre che non se ne sbarazzi Hinata prima di un mio eventuale arrivo”
Neji si limitò a scuotere la testa.
“Perché perdo il mio tempo con te? Andiamo alla torre centrale, ora” Così dicendo i tre ninja sparirono.
Il biondo si calmò, facendo un paio di profondi respiri.
Se tutti i clan ninja erano così, non mi stupisce più di tanto che Itachi abbia deciso di sterminare il suo.



Al prossimo cap ci saranno le eliminatorie per accedere alla terza prova. Mi raccomando, ancora pochi capitoli e la fanfic sarà conclusa!



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Capitolo 38
*** Hyuuga vs Hyuuga ***


Anche se teoricamente oggi è il mio giorno libero, ho deciso di aggiornare lo stesso, contenti?


Cap 38 Hyuuga vs Hyuuga


Era passato un giorno intero dall’attacco dei ninja del suono, la febbre di Sasuke si era abbassata e la rosa spera che si risvegliasse presto.
Infondo non era andata così male, adesso avevano tutti e due i rotoli necessari per andare alla torre centrale.
“Naruto” ebbe il coraggio di chiedere Sakura.
“come conosci Orochimaru?”
Il cuore del ragazzo perse un battito.
Tombola! E adesso che si fa?
“Aspettiamo che si risegli Sasuke” rispose evasivo lui.
Sperando che mi venga in mente qualcosa nel frattempo
Sakura spostò lo sguardo sul compagno sdraiato a terra e gli scostò premurosa un ciuffo di capelli che gli era finito sugli occhi chiusi.
“E’ stato uno dei gesti più coraggiosi che abbia mai visto” si congratulò con lei Naruto.
Sakura sorrise tristemente.
“Non tentare di consolarmi, per favore” sussurrò.
“Non ti sto consolando! Quanta altra gente pensi ci sia al mondo che possiede il coraggio di affrontare a viso aperto uno dei tre ninja leggendari?”
“Tu e Sasuke” rispose subito lei.
“Beh, non a caso sei in squadra noi, non pensi?”
Il sorriso triste della rosa divenne un sorriso grato.
“Io e Sasuke” continuò il biondo.
“conosciamo un mucchio di tecniche e siamo molto abili nel Taijutsu, grazie a queste nostre qualità possiamo affrontare a testa alta moltissimi nemici: è questo che ci da sicurezza in battaglia e non ci fa temere niente e nessuno. Tu invece Sakura, pur non avendo la nostra forza, hai deciso di affrontare un nemico infinitamente più forte di te pur di proteggere una persona che ti era cara; e la forza che hai dimostrato di avere, è di gran lunga superiore alla mia e a quella di Sasuke”
Questa volta la ragazza abbassò lo sguardo, rossa in volto.
“Così però mi metti in imbarazzo” borbottò.
Naruto si limitò a massaggiarsi la tempia con aria annoiata.
“Hinata Hyuuga. Chi è? La tua ragazza?” Chiese lei, curiosa di pettegolezzi.
“No” rispose subito.
“ma gli voglio comunque un mondo di bene, è una delle persone più care che ho”
“Già. Si era intuito vista la tua reazione con quell’altro tipo… Neji, o come diavolo si chiama”
Il ragazzo cominciò a osservare gli alberi della foresta della morte, chiedendosi se adesso la sua cara amica stia bene.
Sasuke emise un gemito più forte dei precedenti e cominciò ad aprire gli occhi. “Sasuke-kun!” Gridò felice la rosa.
Lui si mise seduto, massaggiandosi la spalla bucata dal kunai
“Qualcuno mi dice cos’è successo?” chiese il moro.
Naruto gli raccontò velocemente quel che era successo mentre era svenuto, dai ninja del suono all’arrivo di Lee.
“… e per di più adesso abbiamo tutti e due i rotoli!” Esultò trionfante, mostrando il rotolo del cielo e della terra.
“Non tentare di svignartela così” lo avvertì Sasuke mostrando un volto cattivo. “come diavolo facevi a conoscere Orochimaru?”
Naruto stava ciondolando, non sapeva che dire.
“Finito… finito l’esame” bofonchiò.
“vi prometto che appena finito l’esame vi dirò tutto, sapete che io le promesse le mantengo sempre”
I due sembravano poco convinti, ma annuirono comunque.

Il giorno dopo si rimisero in marcia diretti alla torre centrale, per fortuna non incontrarono altri ninja o trappole lungo il cammino.
“Cavolo! Me la immaginavo più piccola!” commentò Naruto
“Entriamo” incitò Sasuke.
Una volta entrati, notarono che già alcune squadre erano arrivate, tra queste aveva visto Shino e Kiba, ma Hinata non c’era quindi il biondo decise di andare a chiedere spiegazioni ai due compagni di squadra della Hyuuga.
“Ehi, guarda un po’ chi è arrivato” disse Kiba.
“Dov’è Hinata?” Chiese subito.
“Non ti deve interessare” rispose l’Inuzuka.
I due cominciarono a lanciarsi saette dagli occhi, ma per fortuna lì c’era anche Shino.
“Ha detto che andava a sciacquarsi il viso, si è allontanata solo da pochi minuti”
Buttò giù un “grazie” e si allontanò subito dai due, dirigendosi verso i bagni. Dopo una rampa di scale, giunse davanti alla porta dei bagni femminili, sentiva che l’acqua stava scorrendo.
Bussò alla porta.
“Hinata, sono Naruto” chiamò.
Non ricevette risposta, magari il rumore dell’acqua copriva la sua voce, così bussò più energicamente.
Ancora nessuna risposta, eppure sentiva l’acqua scorrere.
Magari se ne già andata e ha dimenticato di chiuderla Ragionò.
Vinto comunque dalla curiosità, aprì leggermente la porta.
“Hina…”
Il cuore del ragazzo perse un battito: Hinata era stesa a terra, apparentemente senza sensi.
Si fiondò sulla Hyuuga e le sorresse il capo.
“Hinata, che ti è preso!? Apri gli occhi!” Supplicò Naruto.
Lei ebbe un piccolo sussulto e lentamente aprì gli occhi.
“Niichan…” sussurrò.
“Hinata, ma hai la febbre!” disse a voce alta il biondo.
“E’… è stato solo un giramento… non è niente” bofonchiò.
Lo sguardo di Naruto cadde sulla fasciatura alla spalla della ragazza: era lì che la aveva ferita la marionetta.
“C’era del veleno…” disse a se stesso.
“Hinata…”
“Non preoccuparti per me Niichan” disse rimettendosi in piedi piuttosto barcollante.
“mi hai insegnato bene a stringere i denti”
Naruto era preoccupatissimo, con una ferita del genere Hinata rischiava la vita!
Quando poi il tempo limite per concludere la seconda prova si esaurì, tutte le squadre che aveva superato le insidie della foresta della morte ebbero un amara sorpresa: erano in troppi ad aver superato la prova e per sfoltire il numero dei partecipanti, avrebbero dovuto disputare degli incontri uno contro uno.
Naruto portò lo sguardo al marionettista poco distante da lui.
Prega di non capitare contro di me o stai certo che finisci male
“Gli incontri preliminari” cominciò Hayate.
“saranno, coff… stabiliti casualmente da tabellone elettronico che vedete alle mie spalle. I ninja scelti coff… coff… rimangano qui, mentre gli altri dovranno andare sugli spalti, tutto chiaro?”
Questo tipo è ridotto anche peggio di Hinata pensò Kiba.
Sul tabellone cominciarono a scorrere i nomi di tutti i partecipanti rimasti, fino a quando solo due nominativi rimasero.
Neji Hyuuga vs Hinata Hyuuga
Merda pensò Naruto.
peggio di così non poteva andare, Hinata non si è ripresa neanche un po’!
“Hinata” sussurrò alla ragazza che gli stava a fianco.
“posso darti in chakra di Yoko, ma ho bisogno che tu mi tocchi”
Il biondo mosse la mano per prendere quella della ragazza, ma le si ritrasse.
“No” disse.
“voglio combatterlo io”
Gli altri ninja cominciarono a salire sugli spalti.
“Hinata, sei gravemente debilitata. Non hai speranze contro di lui in queste condizioni!”
“Non mi interessa perdere” sibilò.
“a me basta combattere contro di lui, riuscire a tenergli testa”
Il ragazzo era sbalordito.
“Hinata…”
“Voglio dimostrare a Neji e agli altri del mio clan che non sono debole!” disse decisa.
“Io sono una guerriera, e voglio che anche loro lo capiscano”
“Ho detto che gli altri devono salire sugli spalti” lo riprese Hayate, vedendo che Naruto persisteva a rimanere a fianco alla Hyuuga.
“Sei… cocciuta!” riuscì solo a dire il biondo.
“Ho imparato dal migliore” disse, dandogli un dolce bacio sulla guancia.
“vai e fai il tifo per me”
L’esaminatore cominciava a stufarsi e Naruto allora si sbrigò ad andare sopra gli spalti.
“Sembravate proprio una bella coppietta” lo prese in giro il moro.
L’altro ringhiò in risposta.
I due Hyuuga si portarono al centro del salone, pronti a combattere.
“Ti vedo preoccupato Naruto” disse Kakashi, apparso dal nulla alle sue spalle.
“Lo saresti anche tu se fossi in me” borbottò.
“Tranquillizzati” lo rassicurò lui.
“interverremo noi Jonin se Neji comincia a usare la mano troppo pesante”
Neji e Hinata erano uno di fronte all’altro, pronti a dare battaglia.
“Coraggioso da parte vostra non ritirarvi fin dall’inizio” iniziò Neji.
“ma se fossi in voi ci ripenserei, potreste farvi molto male a combattere contro di me”
Hinata non risentì affatto dell’istigazione.
“Se sei bravo a sparare stronzate come a combattere, allora penso proprio che mi divertirò in questo incontro” disse la ragazza.
Neji inarcò un sopracciglio.
“Cosa avete detto?” Ed era sicuro di aver capito male, perché sapeva (credeva) che Hinata non sarebbe mai stata in grado di usare un linguaggio del genere, con lui almeno.
“Ho detto” e scandì chiaramente ogni singola parola.
“Che se sei bravo a sparare stronzate come a combattere, allora penso proprio che mi divertirò in questo incontro”
Naruto sorrise soddisfatto
Brava Hinata, fagli capire con chi ha a che fare
“Il primo incontro” cominciò Hayate.
“può iniziare”

Stavo per fare “salva” e connettermi al sito per aggiornare, quando improvvisamente una palla di cannone bruna ha sfondato la porta di camera mia gridando: “Non avrai intenzione di finire così, vero!?”

“Jyuuken!” Iniziò subito Hinata.
Cominciò subito un rapido scambio di colpi, parate e schivate. Tutto a una velocità molto sostenuta.
“Non ho mai visto uno stile di combattimento del genere” ammise Sasuke.
“E’ lo stile Hyuuga” spiegò il biondo.
“quello che stanno usando è il pugno gentile, una tecnica micidiale. Anche se il colpo non tocca il bersaglio può comunque fare danni internamente all’avversario”
“Vuoi dire che danneggia gli organi interni anche senza un contatto fisico?” Chiese Sakura.
“Esatto, ma non è solo questa la specialità del clan Hyuuga” continuò
“nel corpo umano ci sono centinaia di fori di uscita del chakra, e in teoria se li si colpisce con precisione si riesce a bloccare o ad aumentare il flusso di chakra dell’avversario controllandolo a piacimento”
Lo sguardo preoccupato del biondo si concentrò sulla figura di Hinata: era chiaramente in difficoltà.
“In questo momento entrambi stanno cercando di bloccare i fori di uscita nella braccia del proprio avversario in modo che non possano più usare il pugno gentile. Inutile dire che il primo che ci riesce si porterà a casa l’incontro”
Hinata perse la concentrazione a causa di una fitta di dolore alla spalla e Neji ne approfittò immediatamente per assestare un Jyuuken in pieno petto della ragazza, pericolosamente vicino al cuore.
Lei venne sbalzata qualche metro di distanza, rigurgitando una discreta quantità di sangue.
Non va bene, non va bene, non va bene, cazzo! pensò furibondo Naruto.
Un altro colpo del genere e Hinata rischi la vita
“Kurenai…” la chiamò Kakashi, lei fece cenno di assenso: erano pronti a intervenire.
“Esaminatore, credo che l’incontro sia concluso” disse Neji, voltando le spalle.
“Aspetta!”
Lui si voltò di scatto, incredulo: Hinata si stava rialzando in piedi.
“Io l’ ho capito… come mai tu mi odi così tanto” cominiò
“tu volevi nascere… nella casata principale, non è vero Neji-san?”
A quell’affermazione lo Hyuuga non ci vide più e si scaglio contro la ragazza pronto a ucciderla; vane furono le parole dell’esaminatore e prima che i Jonin potessero bloccare il ninja furibondo, qualcuno li precedettè.
Neji venne sbalzato contro il muro adiacente e solo per miracolo non si ruppe qualche osso.
“L’incontro è finito” ruggì Naruto
“prova a toccarla ancora, e io ti ammazzo”

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Capitolo 39
*** Una decisione da adulto ***





Bene signori, visto che ormai siamo alle porte do una piccola anticipazione: l’Akatsuki si troverà con un membro in meno fra tre capitoli esatti(Hihihihihhih, in fatto di guerra psicologica non mi batte nemmeno Ibiki Morino! Adesso attenderete con così tanta ansia i prossimi capitoli che non vi farò dormire la notte!!!)


Cap 39 Una decisione da adulto




“Un primo soccorso non è sufficiente, bisogna portarla all’ospedale” disse un membro della squadra medica.
Hinata venne messa su una barella e portata via di corsa da tutto il team medico, sotto lo sguardo furioso di Naruto.
Neji Hyuuga si rialzò a fatica da terra, lanciando occhiate omicide al biondo, ricambiando dal ninja della Luna Rossa con uno sguardo addirittura peggiore.
Solo quando il tabellone ricominciò far girare i nomi i due spostarono lo sguardo uno dall’altro.
Sul volto di Naruto si stampò un sorriso famelico, che rivolse al marionettista sugli spalti.
Kankuro vs Naruto.
“Ti ucciderà” disse il rosso rivolto al fratello.
“se ci tieni a non fare una brutta fine, ti suggerirei di ritirarti”
Il fratello stava prendendo seriamente in considerazione l’idea di ritirarsi, o quanto meno di darsela a gambe il più velocemente possibile, quando Naruto fece qualcosa che avrebbe stupito perfino l’impassibile Itachi Uchiha.
“Mi astengo dal combattere” dichiarò il biondo.
“passate al prossimo incontro”
Appena finito di parlare un poderoso destro centrò in pieno il volto di Naruto, che non si mosse di un solo centimetro.
“Ma ti sei bevuto il cervello!?” Chiese furibondo Sasuke, che si era gettato giù dagli spalti.
“tutti noi abbiamo rischiato la vita per arrivare fin qui, e adesso molli senza neanche combattere!? Ma che ti è preso!?”
In risposta, Sasuke si beccò un potente pugno in pieno stomaco da parte del ninja. L’Uchiha cadde in ginocchio, rimasto senza fiato dalla violenza del colpo.
“Stammi lontano, Sasuke” sibilò Naruto.
“è in momenti come questi che sono capace di staccare la testa a chiunque mi si pari davanti”
Si voltò di scatto verso l’uscita e sparì una volta varcata la porta del salone.
“Ha… ha attaccato il suo compagno di squadra senza pensarci due volte!” Esalò Kiba.
“Pazzesco” si unì a lui Shino.
“l’Uchiha non ha avuto nemmeno il tempo di reagire, se fosse stato un incontro non sarebbe durato più di una manciata di secondi”
Kakashi diede un occhiataccia al hokage, il quale fece finta di non notare lo sguardo del Jonin.
Intanto, nei corridoi della torre centrale, Naruto si stava dirigendo con passo veloce all’uscita.
“Potrebbe risultare una domanda scontata” disse una voce alle sue spalle.
“ma potrei sapere perché ti sei ritirato?”
Il biondo sospirò secco, senza voltarsi.
“Sono affari miei” borbottò.
Kakashi si avvicinò al suo allievo, che continuava a dargli le spalle.
“Avresti davvero ucciso Sasuke?” Chiese il Jonin portandosi a fianco al ragazzo.
Naruto si fermò, ma il suo respiro rumoroso dava l’idea che fosse ancora fuori di sé dalla rabbia.
“Avrei ucciso ogni singola persona in quella sala, hokage compreso, se non ci fosse stato a repentaglio qualcosa di più importante dei miei interessi personali”
Kakashi osservo Naruto per un lungo istante, poi sospiro arreso.
“Come hai capito che non sono il vero Kakashi?” Chiese lui, ritornando al suo vero aspetto.
“Kakashi non perde mai occasione di leggere quel suo stupido libro e poi, lui lo sharingan ce l’ ha sull’occhio sinistro” spiegò Naruto.
“tu piuttosto, che ci fai ancora qui Itachi?”
“Non mi hai risposto” riprese l’Uchiha.
“perché diavolo hai deciso di mandare all’aria la tua missione?”
Il ninja portò finalmente lo sguardo sullo Sharingan del suo compagno, questa volta avere quegli occhi addosso non gli fece nessun effetto.
“Rischi troppo elevati” spiegò lui.
“a causa di Gaara, la mia copertura è già seriamente compromessa. Se mi fossi messo a combattere contro Kankuro, avrebbero senza dubbio notato che il mio stile di combattimento è identico a quello di uno dei ninja della Luna Rossa che li ha aggrediti nella foresta della morte. Se non mi fossi ritirato, mi avrebbe scoperto”
L’Uchiha continuò ad ascoltare in silenzio.
“Anche Hinata ha rischiato di essere scoperta decidendo di non ritirarsi. Se quelli della sabbia hanno già riferito i particolari dell’aggressione all’ hokage, o anche semplicemente all’esaminatore, gli ANBU e gli altri Jonin sanno che uno degli dei ninja della Luna Rossa è rimasto ferito alla spalla e non appena la squadra medica consegnerà il rapporto clinico a Kurenai, quell’incapace farà due più due e piomberanno squadre speciali da tutte le parti”
“Un bel problema” commentò Itachi.
“Posso ancora catturare lo Shukaku approfittando della confusione che ci sarà a Konoha quando Orochimaru attaccherà, non era necessario fin dall’inizio che passassi alla terza prova, anche se in quel caso sarebbe stato senza dubbio più semplice”
Sospirò di stizza.
“Itachi” disse con tono chiaro il biondo.
“devi rapire Hinata e portarla al covo prima che la catturino gli ANBU”
L’Uchiha rimase spiazzato da quella richiesta.
“E se non ne avessi vogl…”
Prima ancora di finire la frase, si sentì come trapassato dagli occhi rosso sangue Naruto.
“Penso che mi terrò la curiosità…”
“Bravo” si congratulò con lui il ragazzo
Itachi si voltò alla direzione opposta, diretto probabilmente all’ospedale di Konoha, quando però decise di dire un ultima cosa a Naruto.
“Hai ragionato lucidamente nonostante fossi accecato dalla rabbia, hai ideato allo stesso tempo un piano e hai messo da parte i tuoi obbiettivi personali per il bene della missione che ti era stata affidata” disse.
“non so ad essere sinceri per cosa essere più sorpreso: se per il fatto che finalmente hai fatto qualcosa che possa portare vantaggio all’organizzazione o per il fatto che tu sia riuscito a prendere una decisone da adulto”
Scosse la testa, incredulo.
“Beh, la prossima volta che ti vedrò Naruto spero che indosserai un abito più… consono alla tua persona”
Così dicendo, sparì.

Poche ore dopo, le eliminatorie si conclusero e a superare la terza prova furono Neji, Shikamaru, tutti e tre in ninja della sabbia, Sasuke, Shino, Dosu e Kiba.
Così, la terza prova avrà luogo tra un mese Pensò soddisfatto Naruto, che aveva comodamente ascoltato il tutto da fuori la porta, rimanendo a braccia conserte.
ottimo, così Hinata dovrebbe avere tempo a sufficienza per riprendersi dall’incontro
Al semplice pensarci, si conficcò le unghie nelle braccia per la rabbia.
E avrò anche tutto il tempo di sistemare Neji e Kankuro.
Nel centro della città intanto, Hinata finalmente aprì gli occhi.
“Dove… dove sono?” Bofonchiò
“All’ospedale” disse una figura sfuocata a fianco a lei.
“succede spesso quando si riceve un Jyuuken in pieno petto”
Hinata mise a fuoco l’immagine del suo interlocutore e quando capì che si trattava di Itachi Uchiha aggrottò la fronte.
“Sono qui per una missione piccola guerriera, sembra che la foglia non sia più un luogo sicuro per te”
Lei fece un sorriso amaro.
“Già, immagino”
Tentò di muoversi, ma era come se il suo corpo avesse deciso di rimanere immobile.
“Me lo aspettavo” borbottò Itachi.
“con permesso…”
“Ehi!”
Senza troppi complimenti, l’Uchiha aveva sollevato di peso la Hyuuga e se l’era caricata in groppa con la stessa delicatezza che si usa per un sacco di zavorra.
“E ora diamo agli ANBU qualcosa di cui preoccuparsi” così dicendo lanciò due kunai con attaccato al manico un paio di carte esplosive.
Saltò giù dalla finestra nello stesso istante in cui le carte esplosero, così avrebbe cancellato le tracce del suo passaggio.
“Dove hai detto che mi porti?” Chiese la ragazza, mentre l’ Uchiha cominciava a saltare di tetto in tetto per raggiungere le porte di Konoha
“Al covo dell’Akatsuki, ringrazia il tuo Naruto per la premura appena arriviamo”

Naruto era uscito dalla foresta della morte e si stava dirigendo a casa, ma i suoi compagni lo raggiunsero di corsa.
“Allora testa quadra, vuoi dirci perché ti sei ritirato?” Chiese Sasuke, ancora su di giri per la rinuncia dell’amico.
I due si osservarono per qualche secondo: c’era tensione nell’aria, Sakura la percepiva chiaramente.
“Tu sei un vendicatore, Sasuke” disse invece il biondo.
“vivi unicamente per uccidere tuo fratello, non è vero?”
Le parole del compagno colsero così alla sprovvista il moro che rimase senza parole.
“Non ti farò un discorso morale riguardo alla vendetta, sono l’ultima persona che può avere voce in capitolo, sappi solo che se continuerai a giocare secondo le regole, non sarai mai in grado di uccidere Itachi”
Sasuke non sapeva come reagire, mentre la rosa sembrava pronta a separare i due nel caso avessero cominciato a darsele (come se avesse potuto fare qualcosa… :Nda).
“Per questo mese andrò ad allenarmi seriamente da qualche parte fuori Konoha, ti suggerisco di fare altrettanto” così dicendo, sparì.

Qualche giorno dopo, sia l’Akatsuki che i membri del villaggio della Luna Rossa si trovavano al covo usato da sempre da Artemis.
“Così è stata lei la prima a entrare a far parte del villaggio, Haku me ne aveva parlato” disse Zabuza.
“Mi chiamo Zabuza Momochi”
“Hinata, Hinata Hyuuga “ si presentò la ragazza.
Anche se Naruto aveva usato il chakra di Yoko per velocizzare la guarigione della sorella, avrebbe dovuto aspettare ancora qualche giorno prima di utilizzare di nuovo il chakra come suo solito.
“Zabuza, ho una missione per te e Haku” disse Naruto
“dovete tornare nel paese dell’acqua e perlustra con attenzione questo luogo” e diede in mano al ninja spadaccino una mappa.
“poi datemi un rapporto dettagliata su quello che troverete”
“Nessun problema” Assicurò il ninja della nebbia.
“tempo una settimana e saremo di ritorno, andiamo Haku”
Haku fece un cordiale inchino a Hinata e a Naruto, poi si diressero verso l’uscita del covo.
“Hinata, Naruto” li chiamò Artemis
“voglio insegnarvi una tecnica nuova”
Il grido di gioia che lanciò il biondo riecheggiò tra le pareti della roccia per due minuti buoni prima che tornasse il silenzio.
“Anzi… ci ho ripensato” borbottò Artemis massaggiandosi un orecchio dolorante.
“Sensei!!!” Lo ripresero in coro Hinata e Naruto.
“Scherzavo… prendete questi”
Lanciò due oggetti ai ragazzi davanti a lui.
“Ma… è un gavettone. Cosa ci dobbiamo fare?” Chiese la Hyuuga.
Il sensei mostrò loro un gavettone identico a quello che tenevano in mano, solo che il suo cominciò improvvisamente a diventare tutto spigoloso e poi scoppiò.
“Provateci voi, ora”



Al prossimo capitolo:"Rasengan!"

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Capitolo 40
*** Rasengan! ***





Cap 40 Rasengan!




Kurenai si trovava nell’appartamento di Kakashi.
Appena finito il discorso dell’ hokage, la mora si era subito fiondata verso l’ospedale di Konoha, per vedere come stava la sua allieva, ma quando vide con amara sorpresa che l’intera ala est dell’ospedale era saltata per aria rischiò un collasso: era in quella zona dell’ospedale che si trovava Hinata.
“Il Chunin incaricato di indagare sull’accaduto è mio amico” disse subito Kakashi.
“appena avrà scoperto qualcosa, sarò la prima persona venirlo a sapere, fidati”
“Mi fido” Esalò lei.
Sembrava come se fosse improvvisamente invecchiata: la pelle candida era diventata bianca come il latte e i suoi occhi erano come spenti, privati della propria energia vitale.
La mora si passò una mano sul volto, sconvolta.
“Per me è come se fosse mia figlia” disse debolmente.
“se Hinata… se Hinata è… io… io andrò fuori di testa!”
Kakashi abbracciò la donna, tentando di dissolvere almeno parte della preoccupazione che attanagliava l’animo di Kurenai.
Lei ricambiò l’abbraccio, sfogando il suo pianto sul petto del Jonin.
Quasi senza volerlo, la mano del ninja dai capelli d’argento cominciò ad accarezzare dolcemente il capo della donna.
Frena, Kakashi si disse da solo.
nessuno potrebbe approfittare di una donna sconvolta.( che avete da guardare tutti? :NdJiraya)
Qualcuno bussò violentemente alla porta.
“Kakashi, sono io!” gridò la voce.
Piuttosto seccato nell’interrompere quel momento, il Jonin si diresse comunque ad aprire la porta.
“Abbiamo spostato tutte le macerie e abbiamo trovato i corpi di due infermiere, ma a parte loro sembra che non ci siano altre vittime”
Le gambe di Kurenai cedettero e si abbandonò sul divano con un sospiro di sollievo, portandosi una mano sul cuore.
“Allora… Hinata sta bene?”
Il Chunin rimase impassibile e non rispose.
“Rispondigli” dissi con tono minaccioso Kakashi.
Il Chunin si dileguò prima che l’uomo potesse bloccarlo al muro.
“Stai attenta a non fraintendere la situazione Kurenai” la mise in guardia lui, prima che cadesse di nuovo in crisi.
“io sono un suo superiore e gli esplicitamente detto di rispondergli. Se ha taciuto, significa che qualcuno con più autorità di me gli ha ordinato di non dire niente a riguardo” ragionò.
“Come? Ma chi può essere stato?” Chiese Kurenai.
“Che mi venga in mente… una persona sola. Vuoi venire con me a chiedergli spiegazioni?”
“E me lo chiedi anche!?”

Trenta secondi dopo…

La porta in legno massiccio dell’ufficio dell’ hokage si sbriciolò sotto la forza del pugno del Jonin.
“Dobbiamo parlare” inveì Kakashi.
Sandaime, con tutta la calma che questo mondo può avere, spense la sua pipa e la depose nel cassetto, mentre con la mano libera prese un foglio dal plico sulla sua scrivania.
“A riguardo di cosa?” Chiese con scarso interesse, prestando invece molta più attenzione al rapporto che aveva sotto mano.
“Hinata Hyuuga!” sbraitò Kurenai, sbattendo la mani sulla superficie della scrivania dell’ hokage.
“Oh, già” borbottò con il tono di uno caduto dalle nuvole.
“avrei dovuto capirlo da come siete entrati”
A entrambi i Jonin cominciò a pulsare una vena sulla fronte.
“Prima che tu me lo chieda: è viva. Ma al momento, non so dirti se questo sia un bene o un male”
“Come sarebbe?!” Esplose la mora.
Sarutobi consegnò alla donna il rapporto che prima stava leggendo.
“E’ il rapporto dell’aggressione dei ninja della sabbia” spiegò.
“L’ ho già letto, allora?”
“Leggi dove ho evidenziato” disse paziente il vecchio ninja.
… uno dei Genin della sabbia è comunque riuscito a ferire uno degli aggressori, una ragazza, si presume, alla spalla destra e a iniettarle una potente tossina…
“Ancora non capisco dove vuole arrivare”
“Ne deduco che tu non abbia ancora letto il rapporto medico di Hinata quando è stata ricoverata…”
Il cuore della Jonin, che in quel girono fu messo alla prova come mai nella sua vita, saltò ancora una volta un battito.
“Che… che vuole dire?”
Con lentezza esasperante, l’ hokage prese un altro foglio dal plico davanti a lui e lo porse alla mora. Listava per prenderlo con mano tremante, ma Kakashi le bloccò la mano.
“Kurenai… no” disse lui.
Il Jonin si rivolse a Sarutobi.
“Spalla destra ferita… e segni di avvelenamento… dico bene?” Chiese sicuro Kakashi.
“Già” confermò lui.
La mora fece un vistoso passo indietro.
“era senza dubbio lei uno degli aggressori. Se colleghiamo questo a quello che è successo all’ospedale, mi viene naturale pensare che gli altri due complici…”
Complici… la testa della povera donna stava per esplodere.
“… abbiano provveduto a farla allontanare dal villaggio prima che potessimo arrestarla…”
Arrestarla…la vista di lei cominciò ad offuscarsi
“…sto aspettando la decisione degli altri anziani per l’ufficialità, ma mi pare inevitabile considera da questo memento Hinata Hyuuga…”
No…
“…come una traditrice del villaggio della foglia”
Kurenai venne presa al volo da Kakashi, era svenuta.
“Hokage-sama! Un minimo di tatto in più non sarebbe guastato affatto!” Lo riprese il ninja dai capelli d’argento
L’altro emise un colpo di tosse.
“E pensare che non avevo neanche finito” si lamentò.
“aspetteremo che si risvegli e poi…”
“Per carità di Dio, no! Vuole che si butti giù dalla finestra, per caso!?” Esplose il Jonin, dopo aver deposto delicatamente la mora su una sedia li vicino.
“lo dica a me, poi mi occuperò io di dirglielo. In maniera più velata, però”
“Beh, c’è poco da essere velati qui” disse Sandaime e dopo aver aperto un cassetto ne tirò fuori una videocassetta.
“Le immagini della videocamera di un negozio vicino all’ospedale; sono sicuro che non le troverai affatto piacevoli”
Il ninja prese la cassetta dalle mani dell’ hokage e la mise nel marsupio.
“Scusi per la porta, ero… un tantino su di giri”
Lui fece un gesto di non curanza.
“Tuo padre era “un tantino su di giri” un giorno sì e l’altro pure, ormai questo genere di cose non mi fanno più effetto”
Kakashi uscì, mentre Kurenai venne portata via da un ninja medico.
“Hai intenzione di rimanere lì fuori ancora per molto Jiraya?” chiese Sarutobi riaccendendosi nuovamente la pipa.

Qualche tempo dopo, in un certo covo di una certa organizzazione…

“Ronf…zzz…arte…ronf…zzz…esplosione…ronf…zzz…fanculo Tobi!…ronf…zzz”
Precisiamo: ore 4.25 del mattino.
Le mura del covo tremarono per una manciata di secondi.
“…cazzo” bofonchiò Deidara affondando il volto nel cuscino, per niente contento di essere stato svegliato.
“ma quanto chakra hanno quei due?”
Nel salone che fungeva da palestra, Hinata e Naruto stavano tentando di trovare un modo per padroneggiare correttamente il Rasengan.
I muri erano contornati da incisioni a spirale più o meno grandi; al centro del muro, un enorme foro stava a segnare dove Artemis aveva mostrato loro la tecnica nella sua forma corretta.
“Maledizione!” sbraitò il biondo, scagliando control il muro il suo ennesimo Rasengan, con l’unico risultato di aggiungere un'altra spirale a quelle già presenti.
“Accidenti a te!!!” gridò rivolto contro la spirale.
I risultati della Hyuuga non erano migliori, ma era soddisfatta di essere riuscita a tenere il passo con Naruto.
“Niichan” lo chiamò debolmente.
“io… ho chakra a sufficienza per provarci solo un'altra vota” disse, piuttosto imbarazzata.
“Allora vediamo che questa sia la volta buona!” Incitò lui arzillo, mettendosi a fianco alla ragazza.
“Ragioniamo…” cominciò (oddio O_______o ,chi sei tu e cosa ne hai fatto del vero Naruto!? :NdTutti)
“cos’è che manca?” Si chiese.
“La concentrazione del chakra” rispose subito Hinata.
“è la parte più difficile di questa tecnica, bisogna concentrare più chakra possibile ma mantenendo la stabilita del colpo”
Pensa…pensa, Naruto!Pensa!
“Ho un idea!” disse improvvisamente.
“Hinata, dammi la mano che usi per il Rasegan”
La Hyuuga gli porse la mano, sul palmo quella specie di virgola che Artemis gli aveva disegnato sopra per aiutarli a concentrare meglio il chakra.
Il ragazzo modificò il disegno: ora era una luna a falce, guardava verso sinistra. “e ora io”
Modificò anche il proprio disegno sulla mano, facendolo diventare una luna a falce, la sua però guardava a destra.
“Adesso vediamo se ho visto giusto”
Mise il dorso della sua mano sul palmo di quella di Hinata, la quale capì cosa il fratello avesse intenzione di fare.
“Buona idea, può funzionare” commentò.
I due cominciarono a impastare quanto chakra potevano nella mano, appena cominciarono a formarsi, i due Rasengan divennero uno solo. Ma questo non era spigoloso come i precedenti colpi: questo era una sfera perfetta, un Rasengan corretto!
I due si scagliarono all’unisono contro il muro, colpendolo con la loro nuova tecnica.
“Rasengan!!!”
Il muro davanti a loro venne contornato da lunge e profonde crepe e dopo una forte esplosione l’intera parete salto per aria.
“Evvai!!!” Esultò Naruto.
“Na…Na… Naruto-niichan…” balbettò Hinata diventata pallida
“Che c’è?” Chiese, non capendo il perché di quella reazione da parte della Hyuuga.
“Lì… lì dietro… lì dietro c’era la camera di Itachi-san!”


Azz, mi sa tanto che nel prossimo cap Naruto non lo vedremo… Scherzo!!!
due cap alla morte di un membro di Akatsuki!
Uhm… è da un bel po’ che non sento Queen of Sharingan!
No…
Non ditemi che ho perso una fan!!! (ç___________________ç)

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Capitolo 41
*** Il villaggio segreto della Luna Rossa ***


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Non avrei mai osato sperare in tanto ç_________ç quasi 500 recensioni!!! Sono così felice che forse potrei decidere di non far morire nessuno… forse!


Cap 41 Il villaggio segreto della Luna Rossa



Ore 7.45, Covo dell’Akatsuki…

“Mica l’ ho capito perché se l’è presa solo con me…” si lamentò il biondo massaggiandosi l’occhio diventato viola.
“Hai ancora tutti gli arti al loro posto e ti lamenti anche?” sbottò Kisame.
“è un miracolo che non ti abbia ammazzato, rallegrati di questo”
“Urrà” mormorò con scarso entusiasmo.
“Piuttosto…” cominciò il ninja della nebbia con un tono pericolosamente simile a quello usato da Yoko.
“Com’è che Hinata sapeva che quella era la stanza di Itachi?” Chiese.
Al povero ragazzo andò di traverso la saliva.
“Che… che ne so! Avrà usato il Byakugan!”
“Forse… o magari sapeva già dove si trovava la sua stanza”
“Mi pare ovvio! E’ qui da un mese ormai!”
“Perché? Vuoi forse farmi credere che tu sapevi dov’era la stanza di Itachi? Dubito fortemente che tu sappia perfino dov’è la mia. Deve essere stato di sicuro l’Uchiha a dirglielo”
Fece un sonoro ghigno.
“Tobi mi aveva accennato qualcosina…mi immagino la scena: con lo sfondo di un tramonto, Itachi dice con voce alla terminator: -Ehi, pupa(con uno scintillio del sorriso): se sei troppo stanca dopo l’allenamento o se ti dovessi sentire triste, vieni pure da me. Ci penserò io a consolarti- e lei con le lacrime agli occhi per la gratitudine: -Oh Itachi-san, tu sei che sei un vero uomo(ç_ç)… - poi vengono travolti dalla passione e la piccola Hinata diventa una donna: -Oh Itachi-san… (bacio colmo di passione) come ce l’ hai gros…”
Il corpo di Kisame sfonda il tetto del covo e si trasforma in un puntino luminoso nel cielo.
“Ero-mukenin!!!” Gridò Naruto rivolto al lontano ninja, promettendosi di rintracciare Tobi per cavagli fuori quel “qualcosina” a cui si era riferito il ninja spadaccino.
Da un cunicolo vicino al ragazzo comparve Artemis.
“Ti sono tornate le energie a quanto vedo” disse.
“Già” bofonchiò.
Poi tornò serio.
“Haku e Zabuza?” Chiese.
“Sono tornati poco fa, ora si trovano in quel che resta della palestra… a proposito, complimenti a te e Hinata”
Fece un sorriso a trentadue denti più che soddisfatto.
“Beh, non è che fosse un qualcosa di così complicato… ora scusa, ma adesso devo andare” Così dicendo si allontanò dal sensei, mentre un paio di fauci verdi sbucavano dal pavimento proprio a fianco al leader.
“Quanto ci ha impiegato?” Chiese.
“Un mese”
La metà bianca di Zetsu si concesse di sorridere, l’altra rimase impassibile.
“Quanto ci aveva messo invece il caro paparino?”
“Tre anni”
Il ninja con la doppia personalità fischiò.
“Ottimo risultato direi”
La metà nera del ninja fece un ghigno sinistro.
“Tu invece quanto tempo hai dovuto allenarti per far uscire qualcosa di decente?”
“Lo stesso tempo che impiegherei a stozzare entrambi voi due” sibilò minaccioso.
Nella palestra intanto, Naruto stava ascoltando attento le parole del ninja spadaccino.
“Abbiamo raggiunto il luogo che ci avevi indicato senza problemi, non abbiamo trovato nessuno però” cominciò Zabuza.
“Ottimo. In che condizioni era?”
“Abbastanza buone, anche se la parte bassa era stata completamente rasa al suolo. Come lo hai trovato?”
Naruto sorrise.
“Oh, un Bijuu di mia conoscenza ci aveva fatto una visitina qualche tempo fa e mi aveva detto che non lo aveva ridotto poi così male e che poteva essere riutilizzato” Haku si tolse la maschera da ANBU della Luna Rossa e la depose nel suo marsupio.
“Allora… è deciso?” Chiese.
“Sì, quello che avete visitato presto sarà noto come il villaggio segreto della Luna Rossa”

Qualche giorno prima, villaggio di Konoha.

Sakura era davanti alla porta di casa del suo sensei, indecisa se bussare o andarsene via.
Prese un respiro profondo e bussò debolmente.
“Entra”
Esitante, la konoichi entrò nell’appartamento del Jonin.
“Kakashi-sensei, sono Sakura” disse entrando, ma non vide nessuno.
“Sono quassù”
Il Jonin stava camminando avanti e indietro sul soffitto del salotto, immerso nella lettura del suo solito libro.
“Carino da parte tua venire a farmi visita” disse.
“se vuoi chiedermi di Sasuke, ti dico subito che non è qui. Anzi, tra una decina di minuti dovrei tornare ad allenarlo”
“Non… non si tratta di Sasuke-kun, io… volevo sapere se le voci che ho sentito erano vere”
Kakashi chiuse il libro e scese con un balzo davanti alla ragazza.
“Temo di sì, Hinata Hyuuga al momento attuale è considerata come una mukenin. E’ anche stata messa nella lista dei ricercati di grado B”
La rosa si morse un labbro, sicura che si sarebbe pentita di quello che stava per fare.
“Sospettate anche di Naruto, vero?”
Il Jonin inarcò un sopracciglio.
“Cosa te lo fa credere?”
“Hinata e Naruto vivevano assieme, a me verrebbe spontaneo pensarlo”
“Sakura, uno dei motivi per cui ero nella squadra ANBU era perché sapevo riconoscere un bugia da un miglio di distanza” disse paziente.
“qualcosa ti ha indotto a sospettare di Naruto, e visto che è un tuo compagno di squadra deve essere qualcosa che deve averti sconvolta parecchio per farti venire da me”
Cominciò a sfregarsi convulsamente le mani.
Ma… ma che sto facendo?
“Non sarei dovuta venire, scusatemi” disse in fretta per poi voltarsi verso la porta, ma il sensei le si parò di fronte sbarrandole la strada.
“Sakura” cominciò.
“sei una mia allieva e la mia morale mi impedisce di comportarmi come farebbe un qualunque altro ninja di questo villaggio, quindi te lo chiederò per favore: cosa ti ha fatto spaventare?”
La ragazza abbassò lo sguardo.
“Durante la seconda prova… nella foresta della morte…” iniziò lei
“quando Orochimaru ci ha attaccati… loro…”
Una calda lacrima segnò il volto della konoichi, non poteva credere che stava tradendo in questo modo un suo stesso compagno.
“Loro… hanno dato l’idea… di conoscersi già. Ho sentito chiaramente quello che si dicevano mentre mi allontanavo”
“Ti ricordi le parole precise?”
Si asciugò una seconda lacrima, non si era mai vergognata così tanto di se stessa.
“Naruto gli ha detto che era molto più forte… rispetto all’ultima volta che si erano incontrati e che ormai anche lui era un avversario alla sua portata”
Sakura non riuscì a trattenere un paio di singhiozzi, mentre la mente di Kakashi lavorava febbrile per connettere tutti gli elementi che aveva raccolto fin ora per poter giungere a una conclusione logica.
“Mi sono voltata un attimo… per vedere cosa Naruto stesse facendo… l’ ho visto che lanciava in aria di rotoli e …”
Kakashi era ansioso di fare quattro chiacchiere con il moro, gli avrebbe fatto fare come minimo flessioni fino all’inizio della terza prova per non avergli detto niente.
“Poi cosa è successo quando ha lanciato i rotoli?” Incitò lui.
“Forse… forse non mi crederà neppure…”

Tornando al presente…

“Fermo lì dove sei Tobi!” Lo chiamò il biondo.
“Cavolacci!”
Il ninja mascherato se la dette subito a gambe, intuendo qualcosa dal chakra di Kyuubi che circondava il biondo.
“Sasori!”
La marionetta del rosso si fiondò contro il ninja che lo aveva sostituito, bloccandolo al muro.
“Tobi” Cominciò il biondo, parandosi davanti a lui.
“ho fatto una chiacchierata con Kisame poco fa, cos’è quel “qualcosina” che gli hai accennato riguardo a Itachi e Hinata!?”
“Oh…beh… insomma…Sai… potrebbe…”
La lama destra di Sasori sibilò vicino all’orecchio del ninja mascherato.
“Aaaah! Cioè… gli ho detto che Itachi sembra stia diventando pedofilo! Cioè… nonononononono! Non guardarmi così! Intendevo… questo è quello che ho detto lui, non quello che avrei dovuto dire a te, insomma…”
La lama sinistra della marionetta si conficcò a pochi centimetri dalla gola di Tobi.
“Aaaah! Hai capito male! Non volevo dire che l’ ha violentata! Oh, cavolo! No! Non volevo dire nemmeno questo! Cioè, nel senso sembra ma non è… credo che…”
“Parla come mangi!!!” sbraitò Naruto pronto a strozzare il suo compagno.
“Credo che a Itachi piaccia la Hyuuga!!!” Gridò tutto d’un fiato.
O________o NdSorellaAutore( troppo scioccata per poter strozzare il fratello)

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Capitolo 42
*** Sogni ***



A tutti i miei lettori, sta mattina appena sveglio mi sono fatto una promesso: aggiornare di tre capitoli in un solo giorno!


Cap 42 Sogni





Nonostante avesse tutti i buoni motivi di questo mondo per passare una notte in bianco, stranamente quella sera Naruto riuscì ad addormentarsi subito ma i suoi sogni erano parecchio strani…
Era circondato della tenebre, non riusciva a vedere niente, non percepiva niente, non sentiva niente… no, qualcosa lo sentiva: un pianto, un bambino stava piangendo.
“Cosa… cosa succede?”
Si voltò di scatto.
Come se fosse sotto un riflettore, vide un bambino seduto a terra con le braccia attorno alle ginocchia che piangeva disperato.
Chi è quel bambino?
“Mostro!” Gridò una voce.
Davanti al bambino comparve la figura di un uomo.
“Crepa!”
Questa era una donna.
“Stagli lontano!”
“E’ lui!”
“Scemo!”
“Vattene via!”
Il bambino continuava a disperarsi: aveva dei capelli rossi arruffati, gli occhi bordati di nero senza sopracciglia arrossati dal pianto.
Ma… ma quello è Gaara!
Una rabbia incontrollata percorse tutto il corpo di Naruto.
“Lasciatelo stare!” Gridò.
Cominciò a correre ma le figure non si avvicinavano, era come se il biondo stesse correndo sul posto, senza muoversi.
“Smettetela!” Gridò ancora con tutto il fiato che aveva in corpo.
Il bambino sembrò sentire il suo grido e alzò leggermente il capo verso di lui. “Perché lo trattate così!?”
Il piccolo Gaara volse lo sguardo verso il Naruto.
“Dentro di me… c’è il demone tasso del deserto” Sussurrò con tono strozzato il bambino.
“per questo mi odiano tutti…”
Abbassò di nuovo il capo e il bambino insieme tutti gli altri scomparvero.
Sentì nuovamente un altro pianto disperato che veniva alle sue spalle e quando si voltò sentì chiaramente che il suo cuore smise di pulsare sangue per una manciata di secondi.
“Ti avevo detto di non parlare con lui!”
“Ehi, ma questo puzza!”
“Ah eccolo!”
“Quel tipo non ha nemmeno un parente!”
“E’ lui…”
“Vattene!”
Un altro bambino stava piangendo disperato, proprio come Gaara, ma questo aveva dei capelli biondi, degli strani segni sulle guance simili a dei baffi e degli occhi azzurrissimi colmi di lacrime.
“Ma…ma che sta succedendo!?”
L’ombra del bambino stava proiettando una sagoma che Naruto riconobbe subito: Yoko, la volpe a nove code, Kyuubi, il Bijuu più forte in assoluto.
Quel bambino non aveva mai conosciuto Artemis, né Deidara, né Itachi, né Sasori, né nessun’altro dell’Akatsuki.
Se Artemis non si fosse diretto al villaggio quel giorno, sarebbe stata questa la mia vita?
“Proprio così” disse una voce fredda alle sua spalle.
Un ragazzo della sua stessa età si era messo spalle contro spalle a lui.
“Una vita di solitudine e di sofferenza… questo è quello che io ho dovuto subire per i miei dodici anni di esistenza” disse Gaara.
“Mi padre mi ha educato da schifo, per diventare il ninja più forte sono nato rubando lavita alla donna che avrei dovuto chiamare madre, le arti magiche di mio padre hanno fatto in modo che l’incarnazione della sabbia mi possedesse”
Fece un pausa per fare uno sbuffo di stizza.
“Io sono un mostro fin dalla nascita”
“Tuo padre doveva proprio volerti bene!” Disse ironico Naruto.
“Volermi bene?” Gli fece eco il rosso alle sue spalle.
“Non valutarmi con il tuo metro, il rapporto che ho con la mia famiglia… si fonda sull’odio e sull’assassinio”
Il biondo deglutì a vuoto.
“Mio padre mi ha insegnato un principio ninja dopo l’altro, venivo coccolato e cresciuto con libertà assoluta. Credevo che quello volesse dire che mio padre mi volesse bene fino a quando…”
“Fino a quando… cosa?” Chiese il ragazzo con un filo di voce.
Improvvisamente Gaara si parò davanti a lui, con in volto l’espressione più terrificante che avesse mai visto in vita sua.
“In questi ultimi sei anni, mio padre a provato ripetutamente ad assassinarmi”
Cominciò a sogghignare in un modo che non credeva possibile per un essere umano.
“Un essere troppo forte diventa un essere temibile, la mia mente nata da una tecnica è instabile, la gente del Suna si è accorta tardivamente che avevo dei problemi emotivi. Per mio padre ero l’arma vincente del villaggio, ma allo stesso tempo un oggetto terrificante”
“Per lui io sono una reliquia del passato da cancellare” continuò.
“allora per quale motivo esisto e vivo io? quando me lo sono chiesto non ho saputo rispondermi. Per vivere ho bisogno di una ragione, altrimenti equivarrebbe a essere morto; così sono giunto alla conclusione che esisto unicamente per uccidere tutte le altre persone eccetto me…uccidendo in continuazione i sicari che attentavano alla mia vita, ho finalmente trovato la mia ragion di essere. Finché su questa terra continueranno a esistere persone da uccidere, che mi faranno provare la gioia di vivere… la mia esistenza continuerà ad avere un senso”
Naruto cominciò a tremare da capo a piedi, gli sembrava di essere davanti a uno specchio: ecco come sarebbe diventato se Artemis non lo avesse raccolto.
Il tremore si fece più forte, ma non per la paura, bensì per la rabbia.
“Yondaime…” sussurrò.
“era questo che volevi per tuo figlio!?”
“Da quel che ho capito, tu e io siamo simili Naruto” ricominciò Gaara.
“uccidendoti, mi sentirò vivo come mai prima d’ora. Ne sono sicuro”
La reazione che ebbe Naruto fu l’ultima che il rosso si potesse aspettare: stava sorridendo.
“Se uccidermi ti farà sentire meglio, allora fallo pure” disse.
Il ragazzo del deserto era sconcertato, era la prima volta che succedeva una cosa del genere.
“però sappi una cosa…”
In ninja del Suna non ci stava più capendo niente, cosa stava cercando di fare il biondino?
“… in questo modo rimarrai per sempre un debole”
Il volto di Gaara si deformo in un smorfia di furia selvaggia.
“Che hai detto!?”
“Finché non riuscirai a provare affetto, non conoscerai mai la vera forza; e se devo morire per fartelo capire, allora sono disposto a farlo”
Non aveva mai incontrato un ninja del genere, tra tutte le persone che aveva ucciso, nessuna era come lui.
“fra tre giorni, tu e io ci affronteremo” disse Gaara, il volto tornato normale.
“voglio proprio vedere se questo tuo “affetto” potrà qualcosa contro la mia sabbia”
“Indipendentemente da quanto chakra noi possediamo, finche non avrai delle persone a te care da proteggere, io sarò sempre un gradino sopra di te”
Anche Gaara scomparve nel vuoto, come avevano fatto tutte le altre figure prima di lui.
D’improvviso, si ritrovò in una radura, un posto che Naruto non aveva mai visto prima di allora.
In mezzo a questa radura vide un gruppo di ninja, anche se gli davano le spalle, capì dal kimono nero con le nuvolette rosse, che si trattava dei suoi compagni dell’Akatsuki
Ti ho mostrato il passato e il presente del tuo nemico” disse una voce.
ora ti mostrerò il futuro dei tuoi compagni
Un altro ninja comparve davanti a loro, ma Naruto non potè riconoscerne i lineamenti, era troppo distante, ma non abbastanza per sentire il grido di rabbia lanciato da Kisame.
“Traditore!”
Tutta l’organizzazione si lanciò contro la figura, ma prima ancora che potessero lanciargli una qualunque tecnica, finirono tutti a terra, distesi in una pozza di sangue.
“Bastardo!!!” Naruto si scagliò contro il ninja, questa volta riuscendo ad avvicinarsi.
“Rasengan!”
Colpì l’avversario in pieno petto, ma l’unico effetto visibile fu quello di lacerargli la tunica di cui era vestito.
L’uomo poggio la propria mano sul torace di Naruto.
“Rasengan…”
Fu come se tutti gli organi interni del biondo avessero cominciato a frullare, poi venne sbalzato lontano dalla forza della tecnica.
Ma… ma chi diavolo è!?
Ora era più vicino e poté vederlo in volto chiaramente:
Capelli biondi.
No…
Occhi azzurri
Non può essere…
Strani segni sulle guance simili a dei baffi
E’ un incubo!
Dove la tunica era strappata, si poteva vedere chiaramente un disegno a spirale. “Sì Naruto” disse il ninja davanti a lui.
“una volta raccolti i nove Bijuu, tu li assorbirai tutti dentro di te e li userai per uccidere tutta l’Akatsuki, per poter testare la tua forza: è questo il tuo destino”
Il biondo si rialzò barcollando da terra.
“Chi… chi cazzo sei tu!?” gridò.
“Oh, mi hanno chiamato in così tanti modi… però, se può esserti di riferimento, Artemis mi ha sempre chiamato Lucifer”
“Lucifer… sei tu che stai cercando i Bijuu, non è vero?”
“E’ corretto, ma per una ragione diversa dalla vostra. Quando libererò la Fenice, gli chiederò di donarmi i poteri che avevo un tempo e grazie a quelli ricreerò il mio esercito e riconquisterò sia l’inferno sia questo mondo!”
Fece una risata sottile.
“E sarai proprio tu ad aiutarmi”
“Ma vaffanculo!” disse schietto Naruto
“perché dovrei fare una stronzata del genere!?”
“Perché tu li odi” rispose semplicemente Lucifer.
“hai già cominciato a odiare uno di loro…”
Si avvicinò a Naruto, ma il biondo era come paralizzato, e non poté allontanarsi.
Girò attorno al ragazzo, e quando si presentò davanti lui aveva preso l’aspetto di Itachi.
“… e presto comincerai a odiarli a morte tutti quanti, per una ragione o per l’altra”
Il suo aspetto mutò ancora e la rabbia del ninja crebbe a dismisura: aveva preso l’aspetto di Hinata.
“Tutti quanti, nessuno escluso” disse il tono dolce e gentile della Hyuuga, cominciò ad avvicinarsi e poi si sporse la figura della ragazza si sporse verso Naruto, vicinissimo dal baciarlo.
Prima che Naruto o Lucifer potessero vederla, una terza figura si interpose tra i due, mollando un sonoro schiaffo a Lucifer-Hinata, facendolo/a (?) finire a qualche metro di distanza.
“Tieni le tue zampacce da puttana lontane dal mio ragazzo, brutta troia!” Gridò Yoko puntandogli contro un dito minaccioso.
Poi fece un sospiro secco.
“Dio!” disse soddisfatta, mettendo le mani sui fianchi.
“era da un eternità che volevo dirlo!”
Lucifer riprese il suo primo aspetto.
“Già, mi ero dimenticato di te… sorellona Yoko”
Naruto sbarrò gli occhi: aveva sentito bene?
“Sei rimasto il grandissimo figlio di puttana che eri un tempo, non sei cambiato di una virgola… fratellino” disse la rossa.
“Ho imparato dalla migliore” rispose sottile, poi fece un piccolo sorriso di circostanza.
“Ci incontreremo presto, sorellona. Ormai ho colmato la differenza che c’era tra di noi e posso ucciderti quando voglio” Così dicendo, sparì in una marea di scintille nere.
La ragazza si voltò verso Naruto
. “E’ ora di svegliarsi” disse, dandogli un violento buffetto sulla fronte.

Kisame balzò in piedi di scatto, brandendo Samehada.
“Chi è là?” Sbraitò al vento.
Era parecchi chilometri lontano dal covo, gli era stata affidata una missione importante da parte del leader quella mattina.
“Che bisogno c’è di dirtelo?” Chiese la voce.
“visto che stai per morire”
Un enorme figura si piazzò davanti al ninja spadaccino.
“Gesù, Giuseppe e Maria! Quanto è grosso!”
Otto code luccicanti risplendettero nell’oscurità della notte.
“Oh… oh merdaccia! Tu… tu sei…”
“Hachimata” rispose l’enorme serpente.
“ma puoi anche chiamarmi Lucifer se più preferisci. Yamiton: Kageryudan no Jutsu!”
L’ultima cosa che il ninja della nebbia vide, furono due grossi occhi rosso che si avvicinavano verso di lui, poi… il buio.




E’ una tecnica che ho inventato io e(credo) si possa tradurre così:
Arte dell’oscurità: tecnica del drago ombroso

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Capitolo 43
*** Demone nel Demone ***


Come promesso ecco il secondo cap!
Se ho fatto bene i calcoli per le 18.00 dovrei aver finito il terzo Cap!
Chi è lo scrittore più veloce di EFP?Chi è?Chi è?Chi è?Chi è?^^


Cap 43 Demone nel Demone


Naruto si sporse dal letto e vomitò quanto mangiato la sera prima.
“Attento scricciolo, per poco non mi vomitavi sui piedi!” Si lamentò Yoko.
“Che… cribbio era quella roba?” Fece in tempo a dire solo questo, prima di essere assalito da altri conati di vomito.
“Un Genjutsu effimero, si chiama Incrocia Sogni; è l’abilità innata di mio fratello. Cribbio! E direi che quello era il polpettone che hai mangiato ieri…”
Il biondo lanciò un occhiata omicida alla ragazza.
“Era per sdrammatizzare, non guardarmi così!”
Naruto si pulì la bocca, mentre si sentì invadere da un enorme spossatezza.
“Mi sento debole…” sussurrò.
“E’ il minimo, cuccioletto” disse la rossa, sedendosi sul bordo del letto.
“certa gente perde il lume della ragione dopo questo genere di illusioni”
Con le forze rimaste, Naruto si liberò delle coperte e si mise seduto a gambe incrociate sul materasso.
“Quindi… quello che ho visto non era reale?”
“Beh, non penso. Reale quanto possa esserlo un sogno, credo. Però quello che hai visto è successo realmente: hai davvero parlato con Gaara e Lucifer”
Lottando contro il mal di testa che rischiava di spaccargli in due il cranio, il ragazzo cercò di continuare la conversazione: doveva saperne di più.
“Lucifer è tuo fratello?”
Di tutta risposta, il biondo si ritrovò un bel bernoccolo in testa.
“Ma sei scemo!? Ma se l’ ho conosciuto due minuti fa!”
“Ma sei stata tu a dire che il Genjutsu Incrocia Sogni è l’abilità innata di tuo fratello!” disse il ragazzo massaggiandosi il bernoccolo.
“Di mio fratello, mica di Lucifer!”
Gli occhi di Naruto divennero due spirali confuse, mentre il mal di testa andava aumentando.
“Ricominciamo da capo: chi diavolo è tuo fratello?”
“Hachimata dalle otto code”
“O_______o”
“Sveglia! Tutti i Bijuu sono fratelli, lo sa perfino quell’imbranato di Tobi!”
(veramente lo so soltanto adesso =_=*… NdTobi)
“Ma… ma se quello ha detto di chiamarsi Lucifer!”
“Se permetti, il chakra di mio fratello lo so riconoscere, scommetto che quell’incapace si è fatto sigillare” spiegò Yoko.
“Guarda che anche tu ti sei fatta sigillare” puntualizzò Naruto.
Il bernoccolo sulla sua testa divenne di due piani.
“e ci sono alte probabilità che si sia fatto imprigionare dentro questo Lucifer”
Il ragazzo tuttavia non sembrava convinto
“Però…” cominciò Naruto.
“se davvero così fosse, con avremmo dovuto vedere entrambi? Intendo, sia Hachimata che Lucifer? Invece che uno solo di loro… oh cavolo @_@! non ho mica capito chi ho visto, se Hachimata o Lucifer…”
La rossa si portò una mano al mento e assunse un aria pensierosa
“Già… in effetti è strano. A meno che…”
Scosse energicamente la testa.
“No… nemmeno lui può essere stato così demente…”
“Per fare cosa?” Chiese incuriosito il biondo.
“Beh c’è la possibilità, anche se minima, che…”
Si coprì il volto con una mano, dicendo quelle parole si sarebbe convinta lei stessa della cosa.
“…che si stato Lucifer a finire sigillato dentro Hachimata”

All’entrata del covo, Artemis stava aspettando con impazienza il ritorno del suo sottoposto: era la prima volta che faceva così tardi ad arrivare.
“Leader, sapete dove si trova Kisame?” Chiese Itachi.
“Vorrei proprio saperlo!” bofonchiò.
“doveva essere qui da due ore, mezzogiorno è passato da un pezzo!”
L’Uchiha inarcò un sopracciglio.
“Lo avete mandato in missione?”
“No, lo mandato al Mcdonald a prendere un Crespy Mcbacon. Certo che l’ ho mandato in missione!” Rispose Artemis, non serviva un abilità innata per capire che era parecchio su di giri, e anche preoccupato. Aveva una pessima sensazione.
“Strano…” disse Itachi.
“ero convinto di essere in coppia con Kisame” usò un tono falsamente stupito, che mandò il leader su tutte le furie.
“Stai mettendo in discussione i miei ordini, per caso?”
“Assolutamente no” puntualizzò subito il ninja.
“lo farei solo nel caso avessi tendenze suicide”
“Bravo” commentò l’altro.
Dietro un cunicolo, Hinata e Deidara avevano assistito alla scena.
“Artemis-san sembra davvero arrabbiato oggi” disse Hinata.
“Più che arrabbiato, io direi preoccupato. L’ultima volta che l’ ho visto con quell’espressione è stato quando avevamo assaltato il covo di Orochimaru per riportare indietro Naruto.
Kisame, razza di idiota! Pensò furente il leader.
Perché diavolo sei voluto andare da solo?

***FalshBack***

“Kisame ho una missione per te e Itachi” disse Artemis.
“Finalmente! Ehi Hidan, come si chiama il Dio delle esultanze?”
“Riashi Hasegawa”
“Riashi Hasegawa, sta’ notte ti dedicherò un interno rosario!”
Il leader emise un colpo di tosse.
“Oh giusto: che dobbiamo fare?”
“Credo di aver trovato Lucifer, dovete andare al villaggio della Cascata e raccogliere informazioni su questo tizio”
Porse al ninja spadaccino una fotografia ingiallita, appena Kisame la prese il suo sorriso sparì.
“Qualcosa non va?” Chiese Artemis.
“No” balbettò
“a meraviglia”
“Kisame, stai cercando di mentirmi per caso?
Il ninja traditore ignorò quest’ultimo commento del leader.
“Leader, vorrei andare da solo in questa missione”
Artemis rimase confuso dalle richiesta del ninja.
“Perché mai?”
“E’ meglio se ne va soltanto uno di noi”
“Kisame, senza una ragione valida…”
“Si fidi di me!” Gridò, lasciando il leader senza parole.
“Mi… mi scusi, non volevo… si fidi di me, la prego!”

***Fine FlashBack***

Si era fidato, ma la situazione stava sfuggendo di mano.
“Accidenti a te, Kisame!” Gridò Artemis.
“Hidan! Dì a Naruto di tornare da solo a Konoha, io devo andare cercare “alito di tonno” e spero per lui che abbia una buona spiegazione!”

“Come? E’ possibile sigillare qualcuno anche dentro un demone?” Chiese stupito Naruto.
“A livello teorico è possibilissimo ma se si facesse, le entità del sigillato e del sigillante diventerebbero una sola. In poche parole: un assimilazione reciproca, più che un sigillo”
Scosse la testa di stizza, anche Naruto la imitò ma per il fatto che non aveva capito niente.
“Scommetto che era questo quello a cui si riferiva quando ha detto che aveva colmato la differenza che c’era tra di noi, deve aver sigillato Lucifer dentro di se per possederne il chakra… cavolo, doveva essere bello forte questo Lucifer per aver fatto gola a un tipo come Hachimata”
“Dobbiamo avvertire subito Artemis!” Esclamò il ragazzo.
“La cosa mi pareva superflua…”
Naruto si alzò in piedi di scatto, ma ricadde subito sul materasso, sfinito.
“Mi spiace, ma penso proprio che per le prossime due o tre ore tu non potrai muovere un solo dito”
“Grandioso…” bofonchiò Naruto.
La rossa emise un ghigno malefico che fece raggelare il ragazzo.
“Che hai da ghignartela in quel modo?”
“Uhm… fammi pensare: siamo in una grotta duecento metro sotto il livello del suolo, metà organizzazione starà ancora dormendo profondamente, un favore me lo devi con le informazioni che ti ho dato e tu sei paralizzato al letto”
Il suo tono si caricò di malizia.
“Caro diario: quest’oggi faccio Jackpot…” disse sensuale.




Non mi dispiacerebbe affatto essere al posto di Naruto in questo caso ^^!
Tra poco: “La terza prova”





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Capitolo 44
*** La terza prova ***






Il terzo capitolo in un giorno signori!!!!!!!!!!!!!!! Questo è il mio Nindo!!!!!!!!!!!
Per Naruto89: uffi, che precisino… in amore e nelle fanfic ogni cosa è lecita!
Per Ignoto82: Ahem… <-<…>->(controlla che la sorella non ci sia) da cosa si capisce che sono un tipo molto sottoposto alla sorella (minore)??? L’esclamazione di Yoko subito dopo aver tirato uno schiaffo a Lucifer/Hinata me l’aveva suggerita lei, se lo vuoi sapere^^



Cap 44 La terza prova




“Ehi voi, non guardatevi troppo in giro” li riprese l’esaminatore.
“giratevi verso gli spettatori, siete voi i protagonisti di questa prova”
Sopra gli spalti, l’ hokage stava ascoltando attento le parole del Jonin.
“Non lo avete ancora trovato?” Chiese l’anziano ninja.
“No, dalla porta principale non ci hanno segnalato niente. Ma le squadre speciali sono comunque tutte ai loro posti in caso di emergenza” rispose il Jonin.
“Ho capito…”
Sarutobi si voltò e poi sorrise.
“Oh ma che piacere! Onorevole Kazekage”

“E’ tardi! E’ tardi!” Gridò Naruto affrettando il passo.
Finalmente vide le porte di Konoha, era arrivato.
“Grande!” Esultò.
Alzando un enorme polverone nella sua corsa, varcò la soglia del villaggio e si diresse a tutta velocità verso lo stadio.
“E’ arrivato” sussurrò un membro della squadra speciale alla radiolina. “tenetevi in posizione”

Nello stadio intanto, il primo incontro si era concluso ad una velocità quasi umiliante per lo sfidante.
“Il vincitore… è Neji Hyuuga”
Kiba e il povero Akamaru vennero portati via dalla squadra medica.
“Il prossimo incontro sarà disputo da Gaara e da Sasuke Uchiha: che i contendenti scendano nell’arena”
Sugli spalti intanto, un nuovo spettatore si era aggiunto.
“Anf… anf… ditemi che non mi sono perso niente!” Disse col fiatone il biondo.
La rosa cominciò a tremare, ma dopo aver preso un respiro profondo si calmo a sufficienza.
“Naruto, vieni! Ti ho tenuto un posto!” Gridò lei, agitando una mano per farsi vedere.
Il ragazzo si sedette tra lei e Choji, il compagno di squadra di Ino, un amica di Sakura.
“Di un po’ Naruto, ti sei visto con la tua ragazza per caso?” Chiese ironica la bionda.
“Co… come?” Chiese il biondo arrossendo di botto.
“Hai un segno rosso piuttosto equivoco sul collo, sai…” cominciò lei.
Naruto si coprì subito la parte interessata con una mano e cominciò a ridere istericamente.
“Eheheheheh, beh, sai come…” bofonchiò diventando rosso come un peperone.
Attorno a Choji un alone nero di depressione lo avvolse completamente.
“Perché ho il dubbio che a me queste cose non succederanno mai…?” Si chiese al colmo della depressione.
“Naruto, cosa c’è in quello zaino?” Chiese Ino, notando che il ragazzo aveva un zainetto sulle spalle.
“Sarà sorpresa!” Disse evasivo.
La rosa fece un sorriso molto tirato, i sensi di colpa la stava logorando dentro letteralmente.
“Sakura-chan, tutto bene?” Chiese Naruto vedendola stranamente malinconica.
“Sono preoccupata” mentì, anche se un pochino quella era la verità.
“Gaara è forse uno dei ninja più pericoli di questo torneo”
Naruto le regalò uno dei suoi sorrise a trentadue denti e si sentì contagiata dal suo entusiasmo.
“Vedrai, Sasuke gliene darà così tante che non si rialzerà più da terra” mentì anche lui, si scoprì incredibilmente bravo nel farlo.
“Il secondo incontro… può iniziare!”
Fuori da Konoha, intanto, i ninja della sabbia si preparavano all’evocazione dei serpenti. Appena avrebbero ricevuto il segnale sarebbero partiti.
Nell’arena intanto, Sasuke e Gaara iniziarono a combattere.
Era più che evidente che Sasuke in quel mese non si era allenato in altro se non ne Taijutsu, e Naruto fu costretto ad ammettere che l’Uchiha rappresentava più che degnamente il suo clan: ormai aveva eguagliato la sua stessa velocità.
Io ho impiegato anni per avere quei risultati, e tu ci sei riuscito in solo un mese pensò sconcertato.
Mi dispiace Sasuke, ma col passare del potresti diventare una seria minaccia, finito questo esame mi vedrò costretto a…
“Che sta succedendo?” Sbottò Ino.
Tutt’attorno cominciarono a piovere strani petali.
Un Genjutsu! L’attacco deve essere cominciato. Liberazione!
Attorno a lui, gli spettatori si accasciavano addormentati, mentre ninja del suono spuntavano da tutte le parti.
Con grande sorpresa del ragazzo, anche Sakura era riuscita a liberarsi dall’illusione.
“Da quando sai scogliere le illusioni?”
“Me lo ha insegnato Kakashi-sensei, ma che succede?”
“GIU’!”
Naruto fece abbassare la ragazza un secondo prima che un kunai potesse contrarla in pieno.
“Oh, bei riflessi” commentò un ninja del suono.
“Adesso te lo faccio sparire io il sorriso!” Gridò Naruto
Con uno scatto si lanciò sul ninja, che si beccò un pugno in pieno volto di una potenza tale da farlo cadere giù dagli spalti.
“Uno è andato” commentò il biondo.
“ne rimane solo un altro centinaio”

“E’ il segnale!” Gridò uno dei ninja della sabbia.
Dal cerchio che avevano tracciato, si innalzò una altissima colonna di fumo, dalla quale ne uscirono tre enormi serpenti, che si scagliarono sulle mura del villaggio, sbriciolandole.
La battaglia era iniziata.

Molto lontano da lì, intanto…

“Kisame…” esalò Artemis.
Il ninja della nebbia era rivolto su un fianco, attorno a lui l’erba si era tinta di rosso, ma il paesaggio non era stato intaccato: segno che lo scontro tra lui e il suo aggressore fu molto breve.
Si avvicinò di più al cadavere e vide che stringeva ancora in mano Samehada, però le bende erano ancora al suo posto: non aveva avuto nemmeno il tempo di usarla.
Su un albero li vicino era stato inciso un nome, che Artemis aveva imparato a odiare da parecchio tempo:Lucifer
Dimenticando quegli stupidi principi ninja, cominciò a stringere i pugni di rabbia.
“Lucifer!!!” Gridò per quanto gli permettessero i suoi polmoni.
“E’ così che mi affronti!? Vigliacco!!!”
Prese un kunai e si fece un piccolo taglio sul pollice.
E’ da un eternità che non uso più questa tecnica, spero solo che Ragnarok sia ragionevole e ascolti le mie ragioni.
“Kiochiyose no Jutsu!”

Sasuke e Gaara si erano allontanati dall’arena, ritrovandosi infine nella fitta foresta che circondava Konoha.
“Smettila di scappare e combatti!” Gridò il moro.
Il ninja della sabbia si fermò all’istante.
“Scappare?” Chiese.
“sto solo aspettando l’arrivo del mio vero avversario, ma se ci tieni così tanto a morire, sarò ben felice di accontentarti”

Nell’arena regnava il caos più totale, Kakashi era occupato a combattere con i ninja della sabbia e non poteva andare in soccorso della sua allieva.
“Naruto! Dietro di te!” Gridò la rosa.
Tre ninja del suono e due della sabbia stavano per assalire Naruto, quando un altro ninja che Sakura non aveva mai visto si mise a fianco al compagno. Era un ANBU, ma il simbolo che aveva sulla maschera non lo aveva mai visto: una luna a falce.
“Makyo Hyosho!”
Davanti a ognuno dei ninja comparve uno specchio di ghiaccio e un attimo dopo tutti e cinque stramazzarono al suolo ricoperti da spiedi d’acciaio.
“Sei in ritardo Haku!” lo riprese il biondo.
“Ci sono dei serpenti enormi nella parte nord della città, abbiamo faticato non poco per evitarli”
“Hai detto “abbiamo”? Vuoi dire che c’è qui anche Zabuza?” Chiese sorpreso. “Voi non avete specificato niente a riguardo, e dato che ha un conto in sospeso con il ninja-copia ha voluto venire anche lui”
“Za…Zabuza? Ma che vuol dire” balbetto Sakura che non ci stava più capendo niente.
“Vuol dire: buona notte, Sakura-chan”
Così dicendo si voltò di scatto e assesto un pugno in pieno stomaco alla ragazza.
“Questo non è efficace come le illusioni, ma almeno ti terrà buona per un po’” disse Naruto
Il ragazzo fece cadere a terra lo zainetto che portava sulle spalle.
“Haku, tieni lontano chiunque. Non farti problemi ad ammazzare tutti quanti”
Così dicendo, Naruto osservò orgoglioso il contenuto dello zaino: la sua maschera da ANBU della luna rossa e sotto di essa, dopo dodici anni di agognato desiderio, era finalmente sua.
Ripiegato con estrema cura, c’era un kimono nero con le nuvolette rosse.




Le 18.00 sono da passate un po’ ma dopo tre aggiornamenti in un giorno vi vieto di essere fiscali!^^ Domani: Kyuubi vs Hachimata. Non mancate!!!




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Capitolo 45
*** Famiglia... ***




Cap 45 Famiglia…




“Le sta d’incanto, signore” si congratulò con lui Haku.
“Sarà il fascino della divisa…” disse Naruto da dietro la maschera da ANBU.
“ora vai ai pieni inferiori e elimina tutti i ninja che ti capitano a tiro, ma stai attento a non farti vedere dalle squadre speciali: quelli non scerzano”
Il ragazzo della nebbia sparì, lasciando il biondo da solo.
“Prima di andare da Gaara ho un paio di conti in sospeso da regolare”
Il suo occhio cadde al centro dell’arena, dove Neji aveva appena steso a terra un paio di ninja del suono, non avrebbe impiegato molto per farlo fuori.
Sul tetto, il terzo hokage era intento a combattere con Orochimaru, chissà se il vecchio hokage ce l’avrebbe fatta?
Occupiamoci prima dello Hyuuga.
Stava per sporgersi dal parapetto e saltare giù, quando i suoi sensi lo misero in guardia, facendogli fare un salto indietro prima che un nugolo di kunai e shuriken lo riducesse a brandelli.
“Fermo dove sei!”
Si ritrovò circondato dai ninja della squadra speciale di Konoha, erano in otto.
E poi le prediche sono io a farle… in effetti potrebbero rallentarmi un po’
“Vado piuttosto di fretta, quindi che ne dite di morire subito?”
Ci fu un enorme esplosione che coinvolse tutti e otto i ninja, dando il tempo a Naruto di balzare giù dagli spalti e finire nell’arena proprio davanti a Neji Hyuuga.
“Ma che diamine…”
“Questo è per Hinata: Rasengan!”
Prima che il bruno potesse accorgersene, finì scaraventato contro il muro opposto dell’arena.
Non ho nemmeno il tempo di verificare se sia morto per davvero… ora andiamo a far visita al “caro” ninja della sabbia.

Sotto gli spalti intanto…
“Allora Kakashi, a quanto sei arrivato?” Chiese ansioso di sfida il “super sopracciglione”
“Non mi pare il momento, Gai” rispose il Jonin.
Stava per attaccare un altro ninja della sabbia, quando quest’ultimo venne tagliato verticalmente in due da qualcuno.
“E’ da un po’ che non ci si vede… Kakashi dello Sharingan”
“Gai! Allontanati subito da lui!” Gridò il Jonin, vedendo che il suo compagno stava per lanciarsi contro Zabuza.
Lui si fermò subito e fece un balzo all’indietro, mettendo le distanze dal nuovo arrivato.
“Non sembri sorpreso di rivedermi” commentò sottile il ninja.
“Affatto, ormai contavo i giorni che mancavano a…” le parole morirono in gola al ninja: il suo sguardo era capitato sul coprifronte del ninja spadaccino.
“Kakashi… lo vedi anche tu?” chiese lo shinobi al suo fianco.
“Non sono cieco…vedo che sei stato arruolato nel villaggio della Luna rossa” disse Kakashi.
Zabuza rise.
“Già sai, è buona regola stare sempre dalla parte del più forte”
Con una mano sola, mostrando di possedere un enorme forza nelle braccia, puntò la punta della spada taglia testa verso l’uomo dai capelli d’argento.
“e questa volta nessuno interromperà il nostro scontro”
“Quel nessuno…” chiese Kakashi.
“si chiama Naruto, non è vero?”
Gai deglutì a vuoto mentre il ninja della Luna Rossa si limitò ad assumere un volto crucciato.
“Questa sì che è una seccatura… te la sei cercata, Kakashi dello Sharingan: porterò le mie capacità immediatamente al massimo, in modo da finirti subito”
I due Jonin si concessero di sorridere.
“Beh, dubito che tu possa essere tanto forte da resistere a tutti e due noi, voglio proprio vedere cosa sei capace di fare”
“Stupido babbeo” bofonchiò Zabuza.
“non avrai nemmeno il tempo di accorgerti cosa ti avrà colpito”
Fece velocemente un sigillo che i due ninja non avevano mai visto e immediatamente un chakra rosso acceso ricoprì il guerriero della Luna Rossa, più che deciso a radere al suolo anche l’intera arena nella sua battaglia.
Entrambi i ninja della foglia cominciarono involontariamente a tremare, sbalorditi: conosceva bene quel tipo di chakra.

Naruto alzò lo sguardo, in tempo per afferrare al volo con un gesto annoiato un paio di shuriken.
“Tu!”
Una donna si mise davanti a lui, la riconobbe al volo: era Kurenai, la ex-sensei di Hinata.
“dimmi subito dov’è Hinata!” Gridò lanciandosi contro l’ANBU della Luna Rossa.
La Jonin si ritrovò a terra senza neanche vedere il colpo dell’avversario.
“Hinata stà bene e si trova qui se lo vuole sapere” disse il biondo.
“con un coprifronte con questo simbolo” si picchiettò la maschera dove era disegnata la luna a falce.
“Bugiardo!”
Con uno scatto si preparò a dare un pugno in pieno volta al ninja che aveva davanti, ma Naruto le bloccò il polso e con un gesto secco della mano glielo spezzò. Kurenai lanciò un grido di dolore e si inginocchiò a terra, tremante.
Da sopra gli spalti, Kakashi sentì il grido della donna.
“Kurenai!”
L’uomo corse verso il parapetto, ma Zabuza lo precedette con velocità incredibile.
“Il tuo avversario sono io!”
Saltando sulla spalla del ninja copia per prendere maggior slancio, Gai attaccò. “Konoha Gorikki Senpu!”
Il calcio era diretto alla spadone del guerriero della Luna Rossa, così Kakashi riuscì a saltare giù dagli spalti e andare in soccorso della donna.
Prima che Gai potesse esibire il suo solito sorriso ebete, l’enorme mano del ninja spadaccino lo aveva preso per la testa, e aveva cominciato a stringere con forza sovrumana.
“Mai” sibilò.
“mettersi tra un demone e la sua preda…”

Il ragazzo la afferrò per i capelli e glieli tirò con veemenza.
“Lei è la madre che Hinata ha sempre desiderato di avere, mi seccherebbe molto dover dare alla sua allieva l’amara notizia che la sua amata sensei è stata uccisa da un ninja del suono… o della sabbia, devo ancora decidere. Che ne dice di arrendesi e evitare di darmi ulteriori seccature?”
“Doton: Tsuiga no Jutsu!”
Un gruppo di cani ninja assalì Naruto che li schivò di fortuna facendo un salto all’indietro.
Tra Kurenai e Naruto ora c’erano un branco di cani e il Jonin Kakashi Hatake; non valeva la pena di sporcarsi le mani, così voltò le spalle e si preparò ad abbandonare l’arena.
“Dove pensi di scappare?”
Naruto scosse la testa.
“Sto andando a salvare questo patetico villaggio, ma se me lo vuole impedire faccia pure” disse il ragazzo dandogli ancora le spalle.
“Che hai detto?”
“Sasuke Uchiha in questo momento sta combattendo contro lo Shukaku, uno dei nove bijuu… lo ritiene all’altezza di un avversario del genere? Oppure ritiene un qualunque altro ninja di questo villaggio all’altezza dello Shukaku? Ci sarebbe il terzo hokage, ma mi pare sia in riunione al momento”
Voltò leggermente la testa verso il ninja.
“fossi il lei, andai a recuperare quanto resta del suo compagno, perché ho la netta sensazione che ci si rimasto secco. Buona giornata”
Così dicendo, Naruto sparì in uno sbuffo di fumo

“Chidori!”
Gaara e Sasuke si scagliarono ancora uno contro l’altro e ancora Sasuke riuscì appena a ferirlo, e quello era il suo secondo e ultimo colpo a disposizione.
“AHAHAHA!!! Cosa credevi di fare, Uchiha!?”
Il rosso ormai si era trasformato per metà e il suo chakra e la sua forza erano raddoppiate.
Sasuke cadde a terra, stremato. Oltre a Naruto, non credeva potesse esserci qualcun altro capace di farlo sentire così inferiore.
“Morirai qui, e tutti i tuoi amici ti seguiranno nella tomba!” Continuò a ridere lui.
“li ucciderò lentamente… o sì! Non mi fermerò fino a quando ogni goccia del loro sangue non si sarà bagnata con la mia sabbia! Sì… piano piano… pezzettino per pezzettino…”
Il moro conficco le unghie per terra, lo Sharingan e sembrava brillare di luce propria.
“Taci..” esalò debolmente, tentando di rialzarsi.
“se tu… toccherai anche un solo capello ai miei amici…”
Con lentezza, Sasuke cominciò a comporre dei sigilli.
“Io ti strapperò il cuore con le mie stesse mani”
La mano sinistra dell’Uchiha cominciò a tremare.
“Chi pensi di prendere in giro!? Ti reggi a male pena in piedi e poi tanto lo so che il tuo limite è di due colpi al giorno”
“Taci…”
Gaara digrignò i denti.
“Chi ti credi essere, tu mi sei cento volte inferiore! Pensi di sconfiggere me? Pensi di sconfiggere me!?”
“TACI!!!”
Tutt’attorno riecheggiò un forte rumore, simile allo stridere di migliaia di rapaci: Sasuke era riuscito a creare un terzo colpo, seppur incompleto.
“Ho già perso una volta ciò che avevo più caro al mondo… non permetterò a nessuno… nessuno… ti portamela via di nuovo!”
Un leggerò doloro alla tempi colse Gaara alla sprovvista:
-Finche non riuscirai a provare affetto, sarò sempre un gradino sopra di te-
Perché gli erano tornate in mente queste parole?
Si lanciò contro il ninja della sabbia, mentre il tempo attorno ai due sembrava rallentare inspiegabilmente.
Vi proteggerò…Pensò Sasuke.
Il rosso portò in avanti il braccio trasformato.
Kakashi, Sakura, Naruto. Non vi abbandonerò, mai, perché voi…
Il ninja della foglia venne circondato dalla sabbia.
…siete la mia famiglia.
Il Chidori si spense come una candela consumata.
“Sabaku kyu…”
“Haha! Chichi!”
Una cupola di chakra protesse Sasuke dalla bara di sabbia, purtroppo per l’utilizzo del terzo mille falchi tutto il suo corpo divenne debolissimo e perse i sensi, ma prima di svenire riconobbe chiaramente le due marionette del suo compagno di squadra.
“…Stupida testa quadra…” sussurrò prima di lasciarsi abbandonare dalla stanchezza.

Poco lontano da loro, una figura sinistra e nascosta nell’ombra se la stava ridendo di gusto.
“Sapevo che saresti arrivata” disse col sorriso sulle labbra.
“sorellona Yoko”


Chiedo scusa ai lettori, ma oggi l’ispirazione per la battaglia finale (mi dispiace, ma sarà proprio la battaglia finale la prossima) non è arrivata.
Domani però c’è il 120% di possibilità che verrà giù il finimondo! E ovviamente non mancheranno i colpi di scena…
Anticipazioni per domani: “combattimento a tre!”





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Capitolo 46
*** Battaglia a tre ***


Lo scontro finale, che emozione!!!


Capitolo finale: Battaglia a tre! L’abilità innata di ogni essere umano!

“Ciao Gaara” lo salutò Naruto, mentre Chichi portava Sasuke svenuto dietro ad un albero. Lì non avrebbe dovuto risentire dello scontro.
“Naruto…” sussurrò, riconoscendo il ragazzo nonostante la maschera ANBU e il kimono.
Il rosso sembrava strano, si era completamente trasformato ormai, ma era come se avesse perso tutto il suo vigore.
“Non combatteva per sopravvivere…” disse più a se stesso che al biondo; evidentemente si riferiva a Sasuke
“per un attimo… mi è sembrato quasi che i suoi occhi andassero a fuoco”
Naruto sorrise, forse non ci sarebbe stato nemmeno bisogno di combattere.
“Ha visto il confine tra la vita e la morte ed è riuscito a superare il limite delle sue forze”
“Ancora non capisco” ammise Gaara a testa bassa.
“Quando si disputa un combattimento mortale” Spiegò Naruto
“la mente si avvicina più che mai al pensiero della morte e si riesce a vederne il suo confine con la vita. Vedendo quanto buio sia questo confine, ne si vuole tenere il più lontano possibile le persone che ci sono care; con questo desiderio nel cuore si sprigiona l’abilità innata più potente che esista, insita in ogni essere umano”
Il rosso osservava il ragazzo davanti a lui con curiosità.
“L’abilità innata più potente che esista?” Chiese sbalordito.
“qual è?”
“L’amore” rispose Naruto con semplicità.
Il ninja del deserto accusò la scoperta come una pugnalata nella schiena. Provano affetto, per questo sono così forti, ma io…
“Il mio nome… Gaara… significa demone che odia tutti e ama solo se stesso. E’ stata mia madre a darmelo, augurandosi che avessi una vita infelice e logorata dalla solitudine”
“Beh, scusa la schiettezza, ma allora tua madre era una gran bastarda”
Gaara fu felicemente sorpreso di scoprire che quel commento di Naruto lo rese quasi più tranquillo.
“Nessuno mi ha mai amato, gli altri per me provano solo odio o ribrezzo”
“Come puoi dire così?” Sbottò Naruto.
“vuoi farmi credere che i tuoi fratelli non ti hanno mai mostrato affetto?”
Il ninja del Suna scavò nella sua memoria come mai fece prima di allora: vide Temari che gli sorrideva e gli teneva una mano, Kankuro che lo difendeva da un cane randagio quando ancora non sapeva usare bene la sua sabbia, Temari e Kankuro che combattevano a fianco a lui per sconfiggere i sicari inviato dal loro “padre”, per così dire.
“Non li ho mai nemmeno chiamati così…” esalò.
“Non è mai troppo tardi per iniziare ad amare” disse l’ANBU.
“vieni con me Gaara e non sari più solo”
Si udì un forte battito di mani e una figura umana completamente avvolta da un mantello e con un cappuccio nero apparve sopra il ramo di un albero li vicino.
“Ma che abile parlatore che sei”
“tuttavia dubito che anche lo Shukaku potrà esse convinto così facilmente”
Fece un rapido gesto della mano, e un kunai trapassò il corpo di Gaara come se la corazza di sabbia come burro.
Il rosso lanciò un grido di dolore e poi cadde a terra, rivolto su un fianco.
“Chi sei!? Cosa gli hai fatto!?”
L’incappucciato fece un ghigno sinistro.
“Ma come? Eppure ci siamo già visti… erede del quarto hokage”
Naruto digrignò i denti di rabbia.
“Lucifer…” grugnì.
L’altro si tolse il cappuccio, mostrando incede di un volto umano la testa di un enorme serpente: Hachimata.
“Quel che ne rimane almeno… quanto a quello che ho fatto alla forza portante, l’ ho addormentato con la mia stessa tossina”
Il cuore di Naruto perse un battito: Artemis lo aveva avvertito riguardo a quello che sarebbe successo se il medium si fosse addormentato.
Gaara cominciò a rimettersi i piedi e quando si fu rialzato, getto la testa indietro e scoppiò a ridere.
“Finalmente sono riuscito a uscire!”
Poi spostò lo sguardo sull’ANBU della Luna Rossa.
“Evviva! E appena libero trovo subito qualcuno da uccidere!”
Hachimata fece un colpo di tosse( da quando i serpenti possono starnutire? NdNaruto“il pignolo”89)(Dettagli… ù.ù :Ndme), come per farsi notare e lo Shukaku si voltò verso di lui.
“Oh, Hachimata-sempai! Ci siete anche voi!” Esultò quasi facendo i salti di gioia.
“posso uccidere anche voi, sempai?” Chiese con tono supplichevole.
“Scordatelo ù_ù”
“Per favore ç_ç…”
“Ma scusa, non volevi uccidere lui?”
“Giusto sempai! Allora comincio da quel tipo!”
Quei due mi ricordano tanto qualcuno…Pensò Naruto con un grosso gocciolone dietro la testa.
“Etcì!” Deidara.
“Etcì!” Tobi.
Lo Shukaku si girò nuovamente verso il biondo.
“Voglio schiacciarti… come un insetto!”
Ci fu una grossa esplosione, tanto forte che Naruto venne sbalzato via di qualche metro, ma per miracolo riuscì a rimanere in equilibrio.
“Che diavolo è stato?”
La risposta venne da sola, quando alzò lo sguardo al cielo.
“Oh merda…” commentò.
“è in momenti come questi che invidio quel pazzoide di Hidan!”
Sia Hachimata sia lo Shukaku si erano mostrati nella loro forma reale: quella del Bijuu gigante.
“Ya-oooooh! Adesso non mi ferma più nessuno! Ahahahahahahha!” Cominciò a sbraitare lo Shukaku.
Non mi stupisce che con un Bijuu talmente fuori di testa Gaara sia diventato così…
Sentì una leggera risata a fianco al lui.
“Neanche lui è cambiato di una sola virgola” disse Yoko con il sorriso sulle labbra.
“Ma che hai da ridere!? Quelli tra mezzo secondo ci saranno addosso! A meno che tu non abbia una qualche idea, qui finisce male!” Sbraitò Naruto.
“Così è questa la fiducia che riponi in me? Ti sei dimenticato che io sono la Kyuubi? La più forte di tutti i Bijuu?”
“E tu ti sei dimenticata che sei stata sigillata dentro di me, per caso!?” Sbotto il ragazzo.
La rossa allargò il suo sorriso.
“E chi ti dice che un sigillo non si possa eludere?”

“Tutto qui quello che i ninja di Konoha sanno fare?” Chiese Zabuza.
Kakashi, Kurenai, Asuma e quel che rimaneva di Maito Gai erano stati sbattuti contro un muro, neanche fossero stati dei fuscelli.
“Bene, direi che il divertimento è finito. Addio!”
Preparò i sigilli per il drago acquatico, quando successe una cosa molto seccante dal punto di vista del ninja spadaccino.
“Zabuza-san, si fermi” disse un ANBU della Luna Rossa alle sue spalle; non era Haku.
“Ah, sei tu… cosa c’è?” Chiese brusco.
“Jiraya si sta avvicinando all’arena e il comandante si appresta a combattere contro lo Shukaku, sarebbe saggio ritirarci e andare ad aiutarlo”
“Uno dei Sannin, eh?” sbuffò Zabuza infastidito.
“beh, mi sono divertito, potrei anche lasciar perdere”
Il ninja della Luna Rossa si voltò verso il parapetto e sparì.
“Hinata…” sussurrò la Jonin, mentre dalla bocca gli usciva un rivoletto di sangue.
“ti prego Hinata… torna qui”
Tentò di rimettersi in piedi, ma le gambe le cedettero.
“No, Kurenai-sensei” disse la ragazza.
“per la prima volta nella mia vita ho potuto fare una libera scelta, questo posto ormai non è più adatto a me”
Due ninja comparvero dietro la Hyuuga.
“Ma davvero?”
Hinata non si voltò nemmeno, a lei bastava usare il Byakugan; attivo sin dall’inizio della battaglia.
“Kiba-kun… Shino-kun… ora devo andarmene, non intralciatemi”
“Te lo puoi scordare” sibilò Shino.
“Non ti lasciamo andare da quel pazzo psicopatico di Naruto” abbaiò Kiba.
Hinata si voltò di scatto.
“Non chiamarlo così!” Gridò.
“Ma ti senti quando parli!? Quel tipo ti ha fatto il lavaggio del cervello o qualcosa del genere!” Sbraitò Kiba.
“No, non è vero! Lui mi ha solo fatto aprire gli occhi!” Gridò di rimando la mora sull’orlo delle lacrime.
“Lui… lui mi vuole bene per come sono… mi sono sentita finalmente libera… mi ha fatto capire che quello che subivo era ingiusto e mi ha dato il potere di ribellarmi…”
Chiuso gli occhi da dietro la maschera da ANBU, pronta a dare libero sfogo al su spirito.
“Prima di conoscere Naruto-niichan non mi amava nessuno!” Gridò con tutto il fiato che aveva in corpo.
“Io sì!” Gridò ancora più forte Kiba, prima che una lacrima solcasse il volto animalesco del ragazzo.
“quella ragazzina timida e impacciata, solare e allegra , gracile di corpo ma con una forza di spirito nascosta da fare invidia a chiunque… era questa la Hinata che amavo” ammise con il cuore spezzato in due il ragazzo.
Hinata lentamente si tolse la maschera da ANBU, mostrando a Kiba un espressione così fredda e impassibile che quasi ne rimase ucciso.
“Mi dispiace Kiba-kun” si limitò a dire.
“ora lasciatemi andare, o non esiterò a uccidervi entrambi”
A quell’affermazione Kiba venne come preso d’assalto da un ira incontrollata e si scagliò conto la ragazza.
“Rasengan!”
Prima che potesse anche solo sfiorarla, la tecnica insegnatale da Artemis fece finire l’avversario della Hyuuga a fianco a Kurenai, privo di sensi.
Ma…ma quella è… pensò Kakashi
no, non è impossibile!
“Allora non stavi solo parlando al vento…” disse l’Aburame.
“Vuoi provare a fermarmi anche tu, Shino-kun?”
“Anche se probabilmente ne ricaverò solo delle ossa rotte, sì: ho intenzione di fermarti”
“Puoi… puoi rompere il sigillo del quarto hokage?” Chiese sbalordito il biondo.
“Posso inibirlo per un breve lasso di tempo, durante il quale potrei uscire fuori nella forma che avevo un tempo”
“Grande!”
“Mica tanto: è da dodici anni che non faccio un passo con le mie vere gambe, potrei risultare piuttosto goffa e poi…”
Il sorriso della rossa divenne malizioso e il tono di voce quasi sensuale.
“…sono ancora piuttosto stanca da questa mattina, sai”
“Smettila con le cretinate e dammi una mano!” Bofonchiò Naruto, diventato rosso come un pomodoro maturo.
“Come vuoi”
Cominciò a soffiare un vento fortissimo, tanto che Naruto fu costretto a socchiudere gli occhi, mentre sentiva chiaramente la terra sotto di lui.
“Che… che diamine…”
Si sentì innalzare dal suolo improvvisamente, tanto che perse l’equilibrio e cadde terra, mentre un fitto fumo bianco coprì la sua visuale.
Ehi… ma questi sono peli! Pensò il biondo, tastando per terra.
Ci fu ancora una raffica di vento e tutto il fumo si dileguò, mostrando la volpe a nove code nella sua antica e reale forma.
“Che figata assurda!” Esultò Naruto da sopra la testa della volpe.
“non potevi usarla prima?” Gridò il ragazzo a un orecchio di Yoko.
“E non gridarmi nelle orecchie! Cretino!”
Solo allora lo Shukaku sembrò notarla.
“Quella… Forte!!! C’è perfino la sorellona Yoko!”
Il Bijuu del deserto cominciò ad agitare le enormi braccia, come per farsi notare.
“Yoko-chan! Yoko-chaaaaaan!” Gridò.
Il ragazzo sentì chiaramente che Yoko stava ridendo allegra.
“No… è rimasto lo stesso anche lui” bofonchiò.
“Idiota!” Sbraitò Hachimata.
“guarda che devi uccidere anche lei!”
“Oh… scusate, non lo avevo capito sempai”
“…Ti pareva” disse sconsolato il serpente scuotendo la testa.
Abbassò la guardia e prima che potesse difendersi, l’Ichibi diede un violento colpo di coda al fratello facendolo slittare parecchio lontano.
“Tu non toccherai Yoko-chan… sono stato chiaro?”
Si allontano dal sempai e si mise a fianco alla volpe.
“Sei rimasto il bambino viziato di allora” gli disse la Kyuubi.
“Siete stata voi a viziarmi, Yoko-chan… lui chi è?” Chiese lo Shukaku, indicando il ragazzo sopra la testa della sorella.
“La mia forza portate, si chiama Naruto”
“Posso ucciderlo?” Chiese supplichevole
“No”
“Uffa…”
Hachimata si rialzò subito.
“Che stai facendo!?”
“La famiglia viene prima dei sempai”
“Guarda che anch’io sono tuo fratello!!!”
L’altro rispose mostrando la lingua chilometrica e facendogli una sonora pernacchia.
“Ehi Yoko” chiese dubbioso Naruto.
“ma siamo sicuri che questo sia il vero Shukaku?”
“Fidati, è lui” assicurò lei.
Il serpentone nero come la notte, sbatté tutte e otto le a terra, provocando una scossa sismica non indifferente.
“D’accordo, allora morirete assieme! Yamiton…”
Le sue code si alzarono in cielo.
“Kagejin no Jutsu!*” (*Tecnica del dio delle ombre)
Dalla punta di ogni coda di Hachimata cominciò a formasi una sfera nera molti simile al Rasengan.
“Stiamo per saltare…” avvisò Yoko.
“Crepate!!!”
Fece un brusco movimento di tutte le code, e le sfere partirono a tutta velocità contro i due Bijuu.
La volpe saltò in aria con un balzo impensabile per la sua mole, mentre il tasso si difese innalzando un muro di sabbia che resse per miracolo ai prima colpi, ma l’ultimo trapassò la sabbia e gli centrò in pino la testa.
“Oh cavolo!” disse Naruto.
“Non preoccuparti” lo rassicurò la Kyuubi, atterrando sulle quattro zampa proprio alle spalle del serpentone.
“lo Shukaku è uno che sa subire i colpi, si sarà procurato sì e no un graffio”
Hachimata aveva entrambi i lati bloccati dai due bijuu, qualunque cosa avesse fatto, uno di loro lo avrebbe colpito in pieno.
“Adesso, Yoko-chan! Fuuton Renkudan!” L’Ichibi si colpì con violenza la pancia, emettendo un fortissimo getto d’aria stracolmo di chakra dalle fauci.
“Katon: Kyuubi Endan!” La volpe non fu da meno: spalancò la bocca e lanciò contro il serpente una gigantesca palla di fuoco.
“E’ fatta!” Esultò in anticipo il biondo: grave errore.
I due colpi passarono attraverso la figura del Hachimata come se fosse fatta d’aria.
“Oh merda! Evitalo!” Gridò invano il ragazzo
Ma entrambi i Bijuu erano stati colti alla sprovvista e finirono uno colpito dalla tecnica dell'altro.
“Quando si dice fare una figura di merda…” commentò Yoko, ricoperta da un fumo bianco causato dalla tecnica dell’Ichibi
“Sorellona Yoko, tutto bene?” Gridò lo Shukaku ancora coperto dal polverone alzato dal colpo della sorella.
“Ci vuole ben altro per non farmi stare bene… tu Naruto, tutto a posto?”
“Un po’ scosso, ma che diamine ha fatto?”
“Guarda tu stesso…”
La polvere cominciava ad abbassarsi, dando una visuale di quello chec’era davanti a loro: Hachimata era ancora li dov’era prima.
“Yami Kawarimi*, si è sostituito con la sua ombra nell’istante in cui ci ha attaccato… da quando sa usare tecniche così complicate?” Borbotto Yoko (Sostituzione oscura)
“Aspetta un attimo Yoko: se la sua ombra è davanti a noi, allora l’originale…” esalò Naruto.
La volpe voltò di scatto la testa alle sue spalle, ma era troppo tardi: Hachimata si era gettato su di lei e ora la stava stritolando tra le sue spire: n colpo secco e tutte le sue ossa sarebbero andate in briciole.
“Ti avevo avvertita di aver colmato la differenza che c’era tra di noi, sorellona Yoko” Disse lui, pronto ad azzannare il collo della Kyuubi, ma Naruto non sembrava di sposto a rimanere in disparte.
“Ti sei dimenticato di me bastardo! Rasengan!”
Il colpo del ragazzo centrò in pieno l’occhio destro del Bijuu nemico, che per il dolore lancinante lasciò immediatamente quella presa mortale e strisciò via.
“Bel colpo scricciolo… avrei avuto le mie difficoltà a liberarmi…” disse col fiato corto la volpe.
“Di pure che non ci saresti riuscita!”
Lo Shukaku si rimise piuttosto barcollante a fianco alla sorella.
“Posso uccidere il sempai, Yoko-chan?” Chiese furente.
“Mi sembra la migliore idea che tu abbia mai avuto fin ora, fratellino” si congratulo con lui sarcastica, ma l’altro sembrò non notarlo.
“Shukaku, Yoko” li chiamò Naruto.
“così non arriveremo a niente: dobbiamo separare le entità di Lucifer e di Hachimata o ci faranno fuori tutti e tre”
“Si accettano consigli, cuccioletto” disse la volpe.
“Lucifer deve essere sigillato in una delle code di quella biscia lottatrice di sumo, dobbiamo capire quale e amputargliela”
“Ottimo, e come facciamo a capirlo?” Chiese il bijuu del deserto.
“Quando ha usato la Kagejin no Jutsu…” disse Yoko
“mi è sembrato che la sfera sull’ultima coda sulla destra fosse più grande delle altre”
“Deve esseri lì…” disse esultate l’ANBU.
“ho un piano: statemi a sentire…”
Hachimata smise solo allora di divincolarsi per il dolore all’occhio e finalmente vide i due Bijuu davanti a lui, stavano discutendo: probabilmente architettavano una qualche strampalata idea per combatterlo.
“Pazzi!” Gridò lui.
“vi ammazzerò come ho ammazzato quello stupido del vostro compagno mezzo-pesce!”
Posizionò la punta di tutte e otto le sue code in direzione dei due demoni.
“Yamiton: Kageryudan no Jutsu!”
Un drago ombroso serpeggiò nell’aria per poi fondarsi contro lo Shukaku e la Kyuubi, i quali vennero colpiti in pieno dalla tecnica.
Si sono lasciati colpire!? Pensò confuso il serpente.
devono essere dei bushin, ma dove sono andati a finire gli originali?
Si voltò di scatto, aspettandosi di ritrovarsi fratello e sorella alle spalle: invece niente.
Da dietro di lui, senti il pesante rumore di qualcosa di imponente che si metteva a correre e dopo essersi nuovamente voltato nella direzione precedente, vide che i due fratelli gli stavano correndo contro.
Non erano delle copie… si sono lasciati colpire apposta per confondermi!
“Questa tattica l’ ho imparata dal mio miglior amico! L’ ho detto che era infallibile!”
Lo Shukaku era il più vicino dei due e attaccò per primo dando al serpente la più clamorosa testata nella storia del mondo!
Hachimata rimase stordito dall’attacco del tasso, e Yoko ne approfitto per piantare i suoi denti al collo dell’avversario.
“Tocca a te Naruto, noi lo teniamo fermo” Bofonchiò con la bocca occupata
Il ninja della Luna Rossa saltò giù dalla testa della volpe, mirando all’ultima coda sulla destra del Bijuu nero.
“Sasori!”
La marionetta del rosso comparve a fianco a Naruto.
“Esci fuori…”
Portò le lame di Sasori indietro, in modo da dare un colpo secco potentissimo. “…Lucifer!!!” gridò il ragazzo
La marionetta più forte che possedeva tagliò di netto la coda del Hachimata con le sue imponenti lame.
“Sono orgoglioso di te, Naruto”
Il biondo si voltò sbalordito verso la sua marionetta: se lo era solo immaginato o Sasori aveva davvero…
La coda amputata cominciò a dimenarsi come se possedesse vita propria, poi si fermò immobile, cominciando a rimpicciolirsi e a prendere la forma di un essere umano.
Sasori sparì in uno sbuffo di fumo e tornò nel rotolo.
“Ah… allora è questo il tuo vero aspetto… sei patetico…” bofonchiò il biondo con il fiato corto, era esausto.
“scommetto che quel serpentone deve averti prosciugato fino all’ultima goccia di chakra”
Davanti a lui, un vecchio esile calvo con la morte stampata in faccia stava tremando terrorizzato.
Il vecchio si voltò e cominciò a correre verso il volto della foresta.
“Strada bloccata, vecchio” Zabuza si parò davanti a lui.
Arretrò e stava per saltare sul ramo di un albero li vicino, ma quattro spiedi di ferro ben mirati lo fece tornare indietro verso Naruto.
“Di qui non si passa” disse Haku.
Lucifer si ritrovò di nuovo di fronte all’ANBU della Luna Rossa da cui stava fuggendo prima.
“Se ti comporti così sembri ancora più patetico” disse Naruto.
Il vecchio prese un paio di kunai dalla vestaglia e li scaglio contro il ragazzo, ma i pugnali non fecero metà strada, che un terzo ANBU della Luna Rossa li intercetto con degli shuriken.
“Tentativo inutile” sibilò la Hyuuga.
Il vecchio cadde in ginocchia tremante di paura.
A peggiorare la situazione dal punto di vista di Lucifer, fu un sonoro colpo di tosse che riecheggiò tra gli alberi.
“Guarda come ti sei ridotto… e pensare che mi ero quasi spaventato quando ho saputo che eri da queste parti”
Artemis Uchiha, il leader dell’Akatsuki, con passo lento e maestoso si portò al centro di quel cerchio di ninja, parandosi davanti al vecchio calvo.
“Naruto, Hinata; mi date una mano?”
I due si misero a fianco al sensei, con la maschera da ANBU addosso sembrava tutti e due dei demoni mostruosi.
Artemis portò il palmo della mano verso l’alto, evocando il Rasengan, mentre i due allievi lo imitarono.
“Questa è la tua fine definitiva: Rasengan!”
I tre Rasengan colpirono il vecchio a terra all’unisono, disintegrando completamente la parte dal linguine al collo di Lucifer.
Artemis cadde in ginocchio respirando a fatica.
“Sensei!” dissero Hinata e Naruto in coro.
“Sto bene…” rispose.
“solo… per arrivare qui in fretta ho usato una tecnica che richiede una quantità di chakra molto abbondante”
Si rimise in piedi, nello stesso istante in cui Yoko, tornata in forma umana, si parò davanti a tutti i presenti: il volto grondante di sangue e il braccio destro diventato quasi blu.
“Finalmente ti vedo faccia, volpe a nove code” salutò Artemis.
Tutti i presenti trattennero il fiato: davanti a loro c’era il Bijuu al quale dovevano la loro alleanza.
Lei voltò lo sguardo altrove.
“Hachimata è scappato, perlomeno la missione è andata a buon fine”
A fianco a lei si presentò Gaara, ridotto in condizioni anche più pietose di Yoko.
“Verrò con voi di mia volontà” disse.
Naruto si mise una mano nel marsupio e ne tirò fuori un coprifronte della Luna Rossa e lo lanciò al rosso.
“Mettiti questo e entrerai a far parte della famiglia”
Poi si voltò verso Artemis.
“Sensei… Kisame è morto per davvero?”
Lui abbassò la testa.
“Purtroppo sì, mi dispiace” rispose sinceramente rammaricato.
“quel testone è voluto andare da solo… era un a semplice missione di ricognizione… e non capisco come mai abbia voluto fare tutto da solo”
“Forse posso rispondevi io” disse Zabuza avvicinandosi alla testa di Lucifer.
“Anche se sembra invecchiato di cinquant’anni lo riconosco… si chiamava Yoshimaro, anche lui era come me e Kisame uno dei ninja spadaccini della nebbia, era anche il suo compagno di squadra ai tempi in cui non erano Mukenin… non mi stupisce che abbia deciso di andare da solo”
Tutti i presenti si voltarono nella medesima direzione: un gran numero di ANBU e di membri della squadra speciale si erano piazzati davanti a loro, a capitanarli c’era un vecchio con dei lunghi capelli bianchi.
“Non opponete resistenza e nessuno si farà male”
Non va bene pensò Naruto.
siamo tutti quanti senza energie, perfino Yoko e Artemis sembrano esausti.
“Ti piacerebbe: Ragnarok!”
Ci fu un fortissimo bagliore che accecò tutti i presenti e quando il Sannin riuscì di nuovo ad aprire gli occhi, tutti i ninja della Luna Rossa erano spariti. Non avevano visto il drago dorato che aveva tratto in salvo tutti i presenti.

Una settimana dopo, covo dell’Akatsuki…

“Ne deduco che Konoha è sopravvissuta all’attacco” disse Itachi, la notizia di aver perso il compagno di squadra non sembrava averlo toccato più di tanto.
“Già” disse Naruto.
“ma ci sono due ottime notizie: adesso abbiamo lo Shukaku e sono riuscito a vendicare Sasori!”
Tobi esultò.
“Sei grande, Naruto-kun!”
“Non a caso Sasori a dato a te la sua tecnica finale” si complimentò con lui Deidara.
“Ora il problema sarà rintracciare Hachimata” Disse Artemis.
“ci dovremo dividere per tutte le terre in modo da ritrovarne le tracce e visto che ormai siamo diventate numerosi, alcune coppie subiranno delle modifiche”
Non visto, Deidara incrociò le dita sperando di essere tra questi.
“Zetsu e Gaara; Haku e Zabuza; Hidan rimarrai con Kakuzu; Anche Deidara e Tobi…”
L’artista prende a testate il muro.
“…Naruto rimarrai con me; e in fine Itachi e Hinata”
Qualcosa di appuntito pizzicò lo stomaco del biondo, infastidendolo parecchio.
“Durante questo viaggio imparerete nuove tecniche, raccoglierete ninja alleati e cercherete le tracce di Hachimata”
“E’ un lavoro enorme” disse Gaara.
“ci impiegheremo degli anni”
“Il tempo non ci manca di certo, andate!”

Villaggio della foglia…

“Quindi… da oggi anche Naruto è un Mukenin” esalò Sasuke.
“Di grado S per di più, il massimo grado esistente” rispose Sakura.
“io ancora non sono riuscita a realizzare la cosa…” esalò lei.
Il moro sospirò stanco.
“Sakura… grazie per essere venuta a farmi visita, ma ora vorrei restare da solo per pensare”
“Siamo in due” così dicendo, uscì dalla stanza dell’ospedale.
Un ombra senza volto si mise a fianco all’Uchiha.
“Che amica premurosa…” sibilò.
“Taci salamandra mal cresciuta, o ti ritroverai con un'altra coda in meno!” tuonò Sasuke, zittendo il Bijuu all’istante.
Il moro strinse i pugni per quanto le attuali forze glielo permettessero.
“Naruto… la prossima volta che ci sfideremo, sarò io a vincere. Stanne certo”


E così si conclude la grande epopea de L’EREDE DELL’AKATSUKI!!!
Vorrei salutare ognuno di voi, ma impiegherei almeno una decina di pagine di Word.
A parer mio questo è il capitolo migliore in assoluto che abbia mai fatto.
Ci rivedremo presto!
(See… a settembre!!!)

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