The Flame Dancer

di miciuzumachi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione alla storia; Capitolo 1 – Blame It On The Girl ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 – Because I’m Just Lose it And You Just Lose It Without me BD ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 – Oh my stray Heart! By by feeling! ***



Capitolo 1
*** Introduzione alla storia; Capitolo 1 – Blame It On The Girl ***


The Flame Dancer

Benvenuti nella mia nuova storia! The Flame Dancer è stata forse la storia che più di tutte mi ha sorpreso mentre la immaginavo, perché la protagonista non è assolutamente convenzionale, ma è molto versatile. Originariamente immaginavo l’intera storia a Buenos Aires (non mi ricordo se si scrive così ^^’) come luogo in cui ambientarla. Però, non essendoci mai stata, non potevo fare altro che inventare una nuova cittadina in cui far svolgere i fatti. Fu così che inventai una città, la città di Lobos (lupi in spagnolo), per ovviare a tale problema. Ci saranno incursioni di personaggi non miei, che voi conoscete molto bene. Prima del capitolo vero e proprio, ci sarà una piccola introduzione in cui si parlerà di Lobos, di com’è fatta e in quale mondo si trova, e di come mai la protagonista abbia quel nome.

La protagonista è Kah Hitodama… un personaggio totalmente mio. Non incarna me, è un miscuglio di caratteri!

Spero vi piaccia e che commenterete.

Baci, Miciuzumachi!

Incantevole… questa era la descrizione alquanto poco accurata di Lobos, cittadina vicina (ma non troppo) a Buenos Aires, dall’aria spagnoleggiante e solare. Le case erano antiche, ma ben tenute, di epoca vittoriana, le strade larghe e asfaltate bene, i monumenti molto belli e suggestivi, le fontane spettacolari e altamente coreografiche, ma molto semplici ed eleganti. Ecco cosa vedevano i turisti. Ok, se i turisti la pensavano così, allora non sapevano che significava viverci dentro, per davvero.

Lobos era costantemente sotto un incantesimo che la obbligava a restare come paralizzata nel tempo… in cui c’erano le stesse persone di duecento anni fa. Questo incantesimo, considerato più una maledizione, faceva in modo che ogni anno le persone ringiovanissero dello stesso quantitativo di tempo appena passato, cioè 365 giorni (o 366, se bisestile). Loro, gli abitanti, disperati ed ormai spenti, non potevano avere neanche figli e quindi, non potendo ne procreare ne invecchiare, avevano iniziato a fare solo una cosa: adattarsi ad ogni moda che circolava in giro per il pianeta, per cercare di mantenere le apparenze del tempo che passava, a parte quelle mode relative ai divertimenti. Si diceva, per di più, che si divertiva era condannato a scomparire, tanto che neanche i bambini ultra centenari uscivano fuori per giocare. Nel resto del mondo stava dilagando la moda delle carte, ma qui nessuno aveva intenzione di giocarci, poiché qui le mode arrivavano come la brezza d’estate.

Tutto questo, però, venne folgorato con un lampo di speranza, circa vent’anni fa, dall’arrivo in città di un uomo vestito di nero uscito da chissà dove e di una donna bellissima proveniente dall’isola di Giava! Questi due erano Marin Krakatau e Katon Hitodama. I due si innamorarono e quindi si sposarono. L’intera popolazione festeggiava, allora, poiché erano anche gli unici che potessero invecchiare e procreare, quindi la sola speranza di poter uscire da quell’incantesimo e riuscire finalmente a morire o anche solo invecchiare. Lui, capelli rossi, pelle bronzea e occhi grigi, era un abile utilizzatore di spade giapponesi e fruste estremamente esperto. Lei, bellissima donna dai lunghissimi capelli ricci e neri, pelle diafana e occhi verdi come le foglie d’arancio, era una sacerdotessa del fuoco e dei vulcani, nonché vulcanologa.

Dalla loro unione nacque una splendida bambina, dai capelli color del fuoco, ricci e… gli occhi verdi più belli di sempre, pieni di luce e “fuoco”. La chiamarono Kah, cioè fiamma in giapponese. Tutto andava bene, la madre le insegnava le arti del fuoco ereditate dalla sua antica casta di sacerdoti, il padre le insegnava a usare la spada e la frusta. La bella creatura, dalla pelle diafana, iniziò a ballare fin da piccolissima, ed il primo regalo ricevuto da suo padre era un Oav in cui c’era un tutorial di danza. Fu così che avanzò la prima richiesta: fare danza. Man mano che cresceva diventava sempre più brava, sempre più energica e sicura di ciò che faceva e di come faceva sentire i maschietti quando la vedevano.

Poi, un giorno, la piccola Kah conobbe una signora nata e cresciuta li, di nome Balìa. Anche lei era stata colpita dalla maledizione. Era cresciuta per le campagne, ma era elegante e ben educata. Sorpresa dalla bella bambina, le chiese il nome. Lei rispose con ardore e fierezza pronunciando quelle tre lettere, e questo bastò a convincere la signora ad insegnarle lo stile di combattimento del Giaguaro, inventata e perfezionata proprio sulle alture dei Maya! La bimba crebbe, diventando una bellissima ragazza, i cui capelli rossi sembravano lingue infuocate. Il bel corpo, abituato ormai alle fatiche degli allenamenti, era agile e scattante.

Ed eccoci arrivati al passato più prossimo. Le cose erano diverse, grazie a quella ragazza piena d’energie. La cittadella si era trasformata, diventando veramente bella e raggiante di energia. Tutto fino a quando… i genitori di Kah non furono uccisi brutalmente nel cuore della notte da uno sconosciuto, un killer su commissione. Il padre, caduto per primo nel tentativo di proteggere la famiglia, venne tagliato a pezzi e bruciato mentre era ancora cosciente. La madre, prima di tentare di abbattere il nemico, disse a Balìa di prendere la figlia e di andare via dalla casa, poi si buttò nella battaglia. Venne sgozzata, ma all’ultimo istante, cercando di salvare la sua adorata piccola ballerina, appiccò un incendio alla casa con un incantesimo. Il sicario, quindi, bruciò con lei.

La ragazza, ormai senza più una famiglia, si sentiva perduta e venne in parte consolata dalla sua insegnate, che la prese con se. Da allora, Kah studia le arti del combattimento e la danza.

Ma adesso ha intenzione di fare ciò che prima non aveva intenzione di fare: trovare il mandante del sicario e chiedergli il perché dell’omicidio tragico e brutale dei suoi genitori. Così ha deciso di diventare la ragazza che nei notiziari locali viene definita la ballerina delle fiamme e il cui “nickname” è Lady Kira, guerriera della notte, notte illuminata dal fuoco.

Capitolo 1 – Blame It On The Girl

-Yuppiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!- gridò felice la giovane, cercando di non farsi mettere sotto da un’auto –Accidenti, se Balìa lo scopre mi scotenna!- aggiunse alla fine ridendo, mentre continuava a correre. Passò davanti al suo fast-food preferito, la cui commessa si stava sporgendo per passarle il sacchetto di carta pieno di pesanti squisitezze.

-Kah, il pranzo!- urlò la donna, per farsi sentire. La ragazza lo prese al volo e corse via, ma si ricordò che non aveva pagato, così tornò indietro, sempre di corsa, porgendo il denaro alla signora, che già la stava aspettando con la mano aperta. –Sei sempre la solita, vero, dolcezza?- chiese scherzosamente, ridendo di gusto.

-Ci puoi giurare, Bella!- disse la ragazza di rimando, con faccia sicura, per poi ripartire più veloce di prima. La sua vita era come quella di molte donne, dopotutto: frenetica. Lei stessa era un tipo nervoso.

-Ahahahahahah… sempre così piena di vita!- rise la commessa, di gusto, a cui non restava che guardarla sparire dietro l’angolo. –Beata lei che può invecchiare!- disse poi, malinconica e consapevole della sua situazione.

Intanto Kah, i cui capelli rossi si agitavano proprio come fiamme, evitò un altro incidente saltando addirittura l’auto che la stava per mettere sotto ed arrivò giusto in tempo per le lezioni. –Pfieu!- fece, rassicurata di essere ancora viva e vegeta, per poi scoppiare in una frase plateale –Kah Hitodama batte nuovamente la campanellaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!-

Ora vi chiederete quanti anni abbia e perché stesse correndo così tanto, giusto? Beh, lei ne ha 20 e rischiava di arrivare tardi alle lezioni di geologia, specializzazione vulcanologia! Lei sa bene che all’università non ci sono campanelle, ma lo aveva momentaneamente scordato, presa dall’euforia che le dava l’alta velocità!

Non ebbe il tempo di riprendere fiato che… -KAH, QUANTE VOLTE TI DEVO DIRE CHE ALL’UNIVERSITÀ NON CI SONO CAMPANELLE?- le urlò la sua amica Magda, dandole un pugno in testa.

-Ahio, Magda! Stupida tinta, sai bene che per me è un rito propiziatorio importante, quello di urlare quella frase!- rimandò la rossa. Magda Lolitas era la sua amica d’infanzia, se così si poteva dire. Era una bella ragazza dai capelli corti e neri, pelle color cioccolato ed occhi castano scuro, dal fisico atletico ed allampanato. Nata circa 220 anni fa. Secondo la protagonista è la sua versione scura e con i capelli corti!

-Non mi interessa se è un rito o quant’altro! Non devi farlo, ti scambierebbero per stupida, e tu non lo sei!- rispose a tono la mora, cercando di evitare che la ragazza davanti a se continuasse con quei atteggiamenti così infantili.

-Giusto! La sottoscritta è la migliore del corso di vulcanologia!- disse esuberante e piena d’orgoglio Kah, ricevendo un altro pugno in testa, questa volta ben più forte dell’altro.

-Ti ho detto di non vantarti! Sembri una bambina, così!- trillò di nuovo Magda. Ma la ballerina non ci stava, e no! Kah Hitodama, al secondo pugno, scatena davvero la guerra! Il rapporto tra le due sembrava a tutti abbastanza conflittuale, ma andavano veramente d’amore e d’accordo, in realtà.

-RAZZA DI SCELLERATA, VUOI FARMI PERDERE I CAPELLI A SUON DI PUGNI! VIENI QUI, CHE TI MATO!- (ti mato, a casa mia, significa “ti ammazzo”, molto scherzosamente! Ndme) quindi le due iniziarono a litigare come cane e gatto. Capitava spesso che le due si azzuffassero, soprattutto per vedere chi tra di loro era la più forte fisicamente. Si fermarono, però, quando davanti a loro passò la ragazza che più odiavano: Charlie Muñez. Bionda, corpo niente male, occhi grigi… ma con poco sale in zucca. Sfortunatamente, la figlia dell’uomo più ricco della città. Anche lei era ballerina, considerata brava ma non eccezionale, ed un tempo era amica di Kah. Amicizia che svanì quando soffiò la parte di protagonista ad un musical alla collega, corrompendo l’intera giuria con metodi alquanto deplorevoli.

-Oh, ma guardatele! Così grandi, eppure così piccine! Ahahahahah. Non vi vergognate, ragazze? Azzuffarvi come due bambini per la tettarella!- disse, sprezzante e senza rispetto. Le due finirono immediatamente di bisticciare e guardarono la ragazza di traverso, cercando di spaventarla, poiché più alte.

-Ohi, Charlie! Attenta. Si dice che chi è troppo pieno di se, prima o poi scoppia!- ruggì la mora –Poi cerca di rispettare chi è più grande di te, mocciosa!- aggiunse in seguito. Magda, nonostante sembrasse una ventenne, in realtà aveva ben 220 anni e sette mesi.

-Cosa? Ti ricordo che abbiamo solo due anni di differenza, stupida!- ringhiò indispettita la bionda.

-Sai, l’altro giorno hanno visto un pallone gonfiato in giro per il cielo. Non è che eri tu, Charlie?- disse provocatoria Kah, cercando di farla innervosire, riuscendoci, per di più.

-Come osi, stupida cagna?- gridò con enfasi l’avversaria.

-Hai sentito, scema ossigenata!- dissero in coro le due amiche, per poi mettersi a ridere di gusto e fare il suono che presumibilmente faceva un pallone aerostatico. La loro era davvero la tipica trollface.

-Addirittura imitate il suono di quell’aggeggio! Siete proprio sciocche! Ma non mi stupisce più di tanto.- appropinquò la bionda –Siete davvero poco femminili!- Ovviamente, le due ragazze non ci stavano a farsi prendere in giro come delle stupide.

Infatti Madga disse –Vedi che fino a poco tempo fa eri sciocca e poco femminile anche tu, visto che stavi sempre con noi!- colpendo nel segno. –Poi noi almeno assomigliamo a delle donne, tu invece sei così piatta ed hai sopracciglia così assurde che un uomo, quando ti vede, pensa che stia parlando con un Chupacabra!-

-È per questo che sono uscita dal vostro “gruppo”! Per evitare di restare a vita una perdente! Razza di troie!- affermò piccata Charlie, cercando di non perdere la calma.

NO. Kah Hitodama non si faceva insultare gratuitamente. Per questo si avvicinò di qualche passo a lei e le quasi sussurrò all’orecchio –Ma pensa… io pensavo che le vere perdenti e troie fossero quelle che si fanno una giuria intera, pur di fare la parte della protagonista in un musical!-. Questo bastò per far si che la sua avversaria le saltasse addosso per fare a pugni. Peccato che per far male a una come la rossa ci volessero le botte di un uomo! Anzi… in genere era lei che menava gli uomini, quindi… potete ben capire che non le facesse proprio niente.

-Come osi, razza di prostituta che non sei altro!- urlò più di quanto si potesse aspettare. Kah, però, sapendo che se avesse fatto a botte l’avrebbero espulsa dalla facoltà, decise di optare per la difesa non violenta. Questo le fece guadagnare punti contro la sua avversaria, che per cercare di farle del male stava per tirarle dei pugni in faccia. Intervennero gli insegnanti, che la bloccarono appena in tempo.

-Adesso basta voi due!- proferirono ad alta voce i professori. La rossa fece spallucce, asciugandosi un attimo le labbra dal leggero rivolo di sangue che le stava scendendo giù per il mento. Piccoli prezzi da pagare, dopotutto, per sembrare innocente. Giusto?

-Ehy, io non stavo facendo niente. È lei che mi è saltata addosso!- si difese la ballerina. I professori sgridarono entrambe per equità, lei lo capiva… ma quella bastarda la guardava come se volesse ammazzarla! Questo le dava un grande fastidio! Inoltre era come se quella dannata fosse stata sicura di poterlo fare. Strano, molto strano. Si riprese dai suoi pensieri per il continuo chiamare dell’amica. -Scusa, non ti avevo sentita. Stavo pensando allo sguardo di quella mezza calzetta! Era come se mi volesse ammazzare. –informò la sua amica, che le sventolava ancora la mano davanti agli occhi, nonostante la stesse ascoltando!

Magda, nel frattempo che parlava, stava ascoltando attentamente, ma a quell’affermazione disse, scoppiando a ridere –Sai bene che non può ucciderti! XD Tu sei più forte di lei!- continuò a ridere finchè non sembrò ricordarsi di una cosa che per lei era importante -Comunque, parlando d’altro… che desiderio hai espresso, l’altro giorno, per la tua festa di metà compleanno? Tanto sai benissimo che quelli si posso dire! Tanto qui quelli si avverano comunque, sono gli altri che ti devi tenere stretta!-.

Altra particolarità di Lobos era proprio questa: si festeggiavano i metà compleanni. E il desiderio, qualunque esso fosse, si poteva rivelare dopo una settimana solo alla migliore amica, perché si sarebbe avverato comunque. –Ho espresso il desiderio che un ragazzo bello, tosto con i contro fiocchi, forte e affascinante bussi alla mia porta! Muahahahahahahahahahah- rivelò Kah con candore e ridendo come se fosse stato un piano diabolico.

La reazione di quella scellerata della sua amica fu questa –AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH… divertente!- continuando poi a ridere come se la povera rossa fosse un pagliaccio in pose compromettenti. –Dai, sul serio! Che desiderio hai espresso?- chiese, dopo la grassa risata, per l’ennesima volta la mora!

-Sono serissima!- esplicò la povera ballerina, non capendo il motivo dell’ilarità di poco prima della mora. Si, Kah amava sognare il suo principe azzurro. Lo voleva proprio come nella descrizione, perché così ci avrebbe preso gusto a picchiarlo. Si. Lei picchiava gli uomini. E le piaceva pure!

E di nuovo, la reazione dell’amica fu questa –AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH… non ti facevo così sognatrice, cara mia! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH! Poi mi immagino quel povero malcapitato che si fa picchiare come una marionetta da te e a come fugge dopo circa dieci minuti che state insieme! OUCH!- per farla finire, quindi, la protagonista le diede un sonoro pugno in testa. Questo spense l’ilarità.  -Mi hai fatta male!- si lamentò la ragazza dall’età esorbitante, massaggiandosi la calotta cranica proprio al centro con la mano destra, mentre la sinistra stava attaccata poco sopra l’orecchio sinistro –Questa me la paghi, rossa!- bofonchiò poi, con una lacrimuccia carina carina agli occhi.

-Ben ti sta. Ci stavano guardando tutti! E non fare quella faccia da cucciolotta, lo sai che sono sensibile a queste cose!- si lamentò l’esuberante Kah. Fu per questo che Magda rifece la stessa faccia, facendo avere codesta reazione alla sua conoscente –AARG! Quanto sei carina, scusamiiii! XO-. Dopo di ciò, continuarono a parlare fino all’inizio delle lezioni di magnetismo terrestre, che seguirono assiduamente, e poi andarono ciascuna per conto proprio: la mora a casa per studiare, la rossa verso la palestra in cui si allenava spesso per la danza.

Una volta li, accese lo stereo ad alto volume optando per “What’s new pussycat?” di Tom Jones, eseguendo un bel ballo burlesque. Continuò fino a circa le 21 e, dopo gli allenamenti, prese la sua Harley-Davidson e tornò verso la sua villa (ristrutturata dai cittadini volontari dopo l’incendio) in stile catalano, non vedendo l’ora di farsi un bel bagno ristoratore. Immaginò perfino il vapore che lentamente si alzava in volo dall’acqua bollente. Però, mentre percorreva quella strada, aveva la sensazione che prima o poi avrebbe incontrato qualcuno, qualcuno di speciale.

Nel frattempo, altrove.

Esisteva, in un altro mondo, un qualcosa (o per meglio dire qualcuno) che stava lottando contro un buco nero in cui era finito mentre dormiva e si era svegliato giusto sul suo bordo, appena in tempo per poter reagire. Sfortunatamente per lui il buco sembrava proprio odiarlo! Per questo la povera vittima della gravità non poteva crederci: era per di più la prima volta che decideva di riposare di punto in bianco. Lui era l’uomo delle decisioni prese subito ed alla svelta, d’altronde, quindi non c’era niente di cui stupirsi.

-Fottutissimo buco nero! Giuro che ti uccido!- disse il bell’uomo, rendendosi poi della cazzata appena detta –Ma che dico? Un buco nero non si può uccidere! Soprattutto non con il metodo che vorrei usare per uccidere quel dannato bastardo di…- non riuscì a finire la frase, poiché un sasso attirato dalla gravità del buco gli finì in faccia.

–AHIA! STRONZISSIMO BUCO NERO, IO TI SCOTENNO, TI FICCO UN CERO NEL CULO E TE LO FACCIO USCIRE DALLA BOCCA! POI LO FACCIO PASSARE PER LE ORECCHIE E… CAZZO, STO ANCORA PENSANDO AD UCCIDERE UN FOTTUTISSIMO BUCO NERO! LA PIETRA DI PRIMA DEVE AVER FATTO DANNI, MERDA!- urlò, al massimo dell’esasperazione. Come avrete capito, si tratta di un arrancar. Ma non vi dico quale.

Alla fine, sembrò che il buco nero si fosse stancato di vederlo ancora in bilico. Infatti si ampliò all’improvviso, lasciando cadere il povero mal capitato. –No! Scherzavo, lo giuro! Chiuditi, chiuditi, fottuto buco! CHIUDITIIIIIIIIIIII!- non riusciva a usare neanche il sonido… beneeeee. Il destino ce l’aveva con lui! Arrivato a circa la metà dell’altezza del buco nero, però, questo iniziò a restringersi e stranamente ad aumentare la sua capacità attrattiva verso gli oggetti, in particolar modo quelli grandi ed enormi.

Quando il povero mal capitato lo notò, iniziò a sudare freddo. Fu così che, ad un tratto, gli arrivò un grosso masso addosso, pieno di speroni. –AAAAAAAAAAAAAAAARG!- gridò il povero, sorpreso da quell’urto considerevole e devastante. L’arrancar perse i sensi, e cadde a peso morto nel mondo con cui il buco nero aveva creato una connessione. Precipitò in un giardino con magnolie, avocado, aloe vera, rose e peperoncini. L’ultima cosa che sentì fu proprio il forte odore di rose.

 

Angolo delle perversioni dell’autrice. (Levan Polka style)

Me: bene… ho finito l’introduzione ed il primo capitolo. Sono molto soddisfatta! U.U

Personaggio ombra: Io no! Per niente! Mi fai sembrare sfigato in eterno, scema! DB

Me: Smettila di trattarmi male e pensa a fare il tuo lavoro, cioè il personaggio! DB Poi era tutto previsto dal copione della storia, quindi pensa a recitare, demente! U.U

P.O.: NO! Se proprio devo fare una parte in questa storia assurda, allora voglio essere figo ed avere un sacco di nemici da uccidere, torturare e maciullare! BD

Me: Questa storia non è horror! CHIARO? Tu sarai un personaggio figo, tranquillo… avrai solo qualche piccolo problema di memoria all’inizio, segno che dovresti mangiare meno mostri e più pesce! U.U

P.O.: Ma che cavolo dici, bastarda? Eh? DB Non puoi dire “piccolo problema di memoria”, quando invece sono grossi q… *pungo in testa*. Ahi! Lurida nana! DX

Me: non rilevare dettagli preziosi prima del secondo capitolo, tremendo bastardo con la faccia da triglia! DX Sai quanto c’ho messo per perfezionare tutto, in questa storia? Giorni! Ora sta zitto! E ricordati che hai firmato un dannato contratto! DX

P.O.: Ora basta, me ne vado! DX

Me: bravo, tornatene nel camerino! *il P.O. se ne va* Bene… dopo questa discussione che ho avuto con quel bastardo, posso finalmente dirvi arrivederci! Spero che questo cap vi piaccia e che commenterete in tanti! A prestoooooooooooo! Baci baci!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 – Because I’m Just Lose it And You Just Lose It Without me BD ***


The Flame Dancer

Bentornati in un nuovo capitolo del mio parziale Crossover. I fatti si svolgono in un mondo, quello di Yu-Gi oh!, ma sono fatti totalmente distinti, così come la stra-maggioranza dei personaggi: infatti solo tre di essi sono di altri manga. Uno verrà svelato presto, gli altri due tra qualche capitolo. Spero che anche questo capitolo piaccia come il precedente. Un particolare ringraziamento va ad Angy Valentine, che mi ha segnalato errori di cui non mi ero accorta e che mi ha suggerito di fare cose che, per quanto semplici, mi hanno aiutata tanto! XD Grazie ancora, Angy Valentine! ^^

Bacioni Miciuzumachi.

Capitolo 2 – Because I’m Just Lose it And You Just Lose It Without me BD

Mentre tornava a casa, Kah vide una luce accecante che si schiantava al suolo a circa 15 kilometri di distanza dal punto in cui si trovava con la moto. Anche se non lo aveva detto a nessuno, lei credeva fermamente nel potere delle stelle cadenti, tanto che appena ne vedeva una esprimeva subito un desiderio. Quindi decise di esprimere l’ennesima “magica richiesta”, ovviamente fermandosi.

-Bella stella cadente, che avveri i desideri… mandami per posta prioritaria un bel figo da spupazzare! XD- disse, ridendo, la giovane. Ovviamente lei sapeva che era difficile che il suo desiderio si avverasse, ma tutti speriamo che succeda, no? “Nel mondo c’è chi vuole vincere al lotto, no? Bene. Io voglio un fidanzato!” pensava e ripensava la bella rossa. Mai avrebbe immaginato che quello fosse il giorno fortunato.  Si rimise in sella alla sua moto e ripartì. Proprio in quel momento ricevette una telefonata dalla sua tutrice e ovviamente si rifermò, incuriosita, per rispondere e capirci qualcosa. Era raro che Balia la chiamasse più di tre volte al giorno: in genere lo faceva alle 11:00 (appena dopo la lezione del mattino), alle 14:00 (dopo pranzo) e alle 18:00 (orario di uscita dalla palestra di danza).

-Pronto? Chi alla all’altro capo del telefono? XD- chiese, pimpante e sorridente, nonostante sapesse chi fosse. Già immaginava che le chiedeva cosa volesse mangiare per cena: spaghetti con sugo e salsa piccante o hamburger con formaggio e salsa piccantissima? Così non fu, purtroppo… le diede una bruttissima notizia.

>Ehm, signorina? Ha presente quelle belle rose arancio, che sfumavano verso il rosa, e che le piacevano tanto? Bene… sono morte!< Kah si schiaffò una mano in faccia, mentre i suoi pensieri in materia di cibo sparivano… anche perché conosceva bene lo scarso pollice verde della sua tutrice.

-Come, scusa? HAI FATTO MORIRE ANCHE QUELLE? Sei una bimba cattiva, Balia!- disse, piagnucolando. Quelle rose le sarebbero mancate tantissimo, le amava proprio, tanto che erano profumate. Aveva anche intenzione di far loro un funerale, con tanto di incenso, e di commemorarle a vita, una volta l’anno.

>Si, ma… non è colpa mia! Anche il baobab è andato!< la rossa iniziava a pensare che non avesse il coraggio di dirle qualcosa. Poi iniziò la tristezza per il baobab, quello che aveva piantato al centro del giardino suo padre su sua richiesta.

-Noooo! Il mio baobab!- stava soffrendo per quelle piante. Povere piante. Per questo la giovane iniziò ad urlare su come l’avrebbe menata e torturata per vendicare quei poveri fiori. –Erano delle piante che dovevi accudire con amore, mentre io frequentavo i corsi! Come hai fatto a farli morire, eh?- chiese alla fine, esasperata.

>Beh, vede… qualcosa è caduto nel nostro giardino! Un qualcosa che assomiglia ad un essere umano!< disse Balia, >Quindi non è colpa mia, è colpa del presunto tizio che è caduto qui dal cielo!< concluse poi. Ora… questa era proprio la faccia che stava facendo in quel momento Kah:ààààò__ò. Un tizio? Caduto nel giardino? Dal cielo? UN TIZIO CADUTO DAL CIELO NEL SUO GIARDINO? LA POSTA PRIORITARIA ERA GIA’ ARRIVATA?

-Come sarebbe a dire che un uomo è appena caduto dal cielo? Balia, non è uno scherzo convincente!-  domandò, perplessa, ma allo stesso tempo molto speranzosa di trovare suddetto uomo li, disteso a terra.

>Non è uno scherzo! E si, è caduto dal cielo! Ed ancora… accidenti, se è bello!< rispose la donna, con molta perplessità nella voce. La rossa stava saltando di gioia, la posta era arrivata con straordinaria precisione e soprattutto con una puntualità unica! Per di più era figo come l’aveva richiesto!

>Signorina, è ancora al telefono?< Kah si bloccò improvvisamente, cercando di darsi un contegno. Balìa, però, sapeva che stava saltando di gioia… la conosceva troppo bene, l’aveva praticamente cresciuta!

- Si, Balìa! ^^ ‘ Senti, non fare niente, ok? Sto arrivando!- quindi chiuse il telefono per tornare in pista, agitata ed emozionata, e arrivare in pochi minuti a casa. Ciò che vide la scosse non poco… nel cratere c’era un giovane uomo, bello, alto e muscoloso (il tipo di uomo verace che cercava lei, insomma! U.u Come darle torto?! Nd Me).

–Non ci credo! Mi è davvero caduto un uomo dal cielo! O_O- affermò tra se e se, sbalordita. Ed era anche un gran bel figo! Certo, era particolarmente colorato, con quei capelli azzurri e il trucco sotto gli occhi dello stesso colore, ma era davvero molto figo. –NON POTEVO SPERARE DI MEGLIO! IL CIELO MI VUOL BENE, MI MANDA I BONAZZI PER POSTA PRIORITARIA DALLE STELLE! XD Guarda che bicipiti, complimenti davvero tessoro! XP- urlò di gioia la poveretta, che a quanto pare di delusioni in amore ne aveva avute fin troppe! Poi notò una cosa stranissima, un buco in pancia.

–NOOOOOOOOOOOOO! Me lo hanno già ucciso, ammazzato e stecchito! Beh, quando mai i fighi cadono dal cielo, dopo tutto? Solo quando sono morti! Buahahahahahahahahahah!- Disse piangendo. Iniziò a battere i pugni a terra per la disperazione, come una bambina viziata, per poi rotolarsi a terra un paio di volte.

Balìa, però, le poggio una mano sulla spalla e affermò convinta –Signorina… è vivo! Respira!- e Kah, tirando su con il naso, si girò verso di lei, sperando che fosse vero, che prima o poi avrebbe aperto gli occhi, sorprendendola con l’effettivo colore di essi, e che le avrebbe fatto sentire la sua voce. Chissà com’era, la sua voce? Forse era roca e profonda, o magari alta ed un po’ squillante. Nonostante questi pensieri, la sua espressione  non era cambiata.

–Davvero, Balìa? È vivo?- la donna la guardò apprensiva, cercando di darle speranza, ma la faccia della giovane non era propriamente da pianto disperato ed era troppo divertente per poter restare seri. La sua tutrice scoppiò quindi a ridere.

-Ma Balìa, perché ridi adesso?- chiese alquanto stranita, ma ancora con le lacrime, alla sua tutrice. La guardava come se la donna più grande fosse pazza ed appena uscita da un istituto di sanità mentale.

-Ha una smorfia impagabile, signorina! Ahahahahahahah!- Kah sbuffò, gonfiò le guance e si voltò, offesa. “Ecco! Ora mi prende in giro!” pensò la poveretta. Non bastava avere un uomo con un buco in pancia, ci voleva anche la mentore in preda ad una crisi isterica.

- Mi scusi.- disse ridacchiando la donna, per poi aggiungere –Parlando d’altro… non penso sia umano!-. Kah, riprendendosi dallo shock, dovette concordare annuendo. -Si ricorda dei mostri di cui parlava suo padre?- la ragazza annuì di nuovo.

-Gli hollows? Si, me ne ricordo! Beh, lui ha la maschera…- disse girando il volto dell’uomo -…e anche il buco, ma in lui non vedo niente di mostruoso! Cioè… guardalo! Nonostante tutto ha due occhi, due orecchie, un naso, una bocca… ed anche se non avesse tutto questo, lo vedrei comunque come un uomo!- disse convinta, facendo sorridere teneramente la sua tata.

-Sa, signorina… lei è sempre così buona!- la giovane sorrise raggiante, sentendosi gratificata da quelle parole –Ma se non offriamo un letto comodo a questo giovane e verace uomo, come pensa che possa reagire, sentendosi tutto indolenzito e svegliandosi per terra, vicino ad una perdita d’acqua, per di più?- fece presente, alla fine. Inutile dire che Kah aveva la stessa faccia di Homer quando gli chiedono quanto fa due più due.

-Me ne ero dimenticata, eheheheheh!- ridacchiò imbarazzata. Senza problemi apparenti, si passò il braccio sinistro del bello addormentato nella fossa dietro al collo, trascinandolo in casa più come un sacco che come un persona. Lo portò nella camera degli ospiti, dove preparò le coperte, stranamente in tinta con l’ospite, con cura non eccessiva. Mise quindi il cuscino e ve lo adagiò dentro, per poi rimboccargli le coperte. –Ecco! Ora dormirà beato e domani mi dirà come si chiama! XD- cinguettò, spensierata. Accese l’abatjour, chiuse le luci della stanza ed infine la porta, facendo il più possibile silenzio.

-Ma come siete premurosa, signorina!- le prese un po’ in giro Balìa, notando l’insolita premura. La rossa si limitò a fare spallucce, e a tenere le braccia dietro la schiena. Kah sorrise con molta dolcezza e simpatia, facendo accorgere Balìa di quanto fosse realmente cresciuta.

“Signorina… è cresciuta meravigliosamente!” disse dentro di se, ammirando la sua piccola protetta, ormai non più piccola, mentre scendeva le scale, coi capelli lunghissimi che si muovevano a tempo del suo passo.

Erano passati circa tre giorni da quando il giovane che era caduto nel giardino, uccidendo le sue rose ed il suo baobab. Lei, che in quel periodo non aveva lezioni per una strana serie di influenze, stava ripiantando suddette piante (aveva ordinato un baobab bello grande! XD Nd Me) ed aiutava ogni tanto gli addetti ad aggiustare le tubature.

-Strano che un meteorite delle dimensioni di una palla da calcio abbia fatto una buca così piccola!- urlò in direzione della padrona di casa uno degli addetti. Lei rise, quasi incantando i suoi interlocutori, e gli lanciò un bacio con la mano. Inutile dire che ormai quello si comportava come un disco rotto.

-Fa attenzione, scemo! Stavi cadendo nella buca!- gridò di rimando il suo collega, per evitare un incidente e soprattutto un morto sulle spalle. Poi si ricordò che non potevano morire e si schiaffò quindi una mano in faccia.

Nel frattempo, Kah era rientrata in casa ed attendeva di potersi fare finalmente una doccia in casa, piuttosto che chiedere alla sua migliore amica di poterla fare a casa sua. A Kah non piaceva fare i suoi comodi nella casa degli altri, salvo in casi estremi. Non che non si fidasse… semplicemente era un tipo rispettoso degli spazi altrui. Si ridestò improvvisamente dai suoi pensieri quando notò che qualcuno non solo dormiva, ma russava pure sonoramente, così sonoramente che sembrava un terremoto.

–Dannato Jack… si mette sempre a dormire sul tetto, iniziando anche a russare! Stupido uomo, ora vado a dirgliene quattro!- disse, inviperita, iniziando a camminare a passo di marcia. Per andare sul tetto passò proprio davanti alla camera degli ospiti… rendendosi conto che era l’hollow a russare come un marinaio che dormiva scomodo.

Ora… lei aveva una pazienza davvero ammirevole (Se, certo! Come no! -.- Nd Me), ma una delle poche cose che non sopportava era il russare! Cielo, come non sopportava la gente che russava. Fu per questo che aprì la porta di scatto, facendola anche urtare contro la parete con un rumore assordante ed assurdo! Per tutta risposta, l’azzurro non si mosse neanche. Anzi, di tutta risposta, si girò di spalle e si gratto i glutei con davvero tanta calma.

Già esasperata, Kah allora urlò con tutta la voce da cantante nata che aveva, allenata in anni ed anni di esperienza –SVEGLIAAAAAAAAAAA!-. Il povero uomo bucato addirittura saltò da sopra il letto e si aggrappò come un gatto impaurito al soffitto con le unghie (riflesso incondizionato! XD Nd Me). Si guardarono, si scrutarono, lui scese atterrando pesantemente sul povero letto che gridava aiuto e continuarono a scrutarsi. Poi lei parlò. E cominciò il putiferio!

-Tu… io ti ospito e tu che fai? INIZI A RUSSARE BELLAMENTE COME SE LA CASA FOSSE TUA? MA SEI SCEMO?- gli inveì contro, senza rendersi conto che tutti potevano sentirla. L’uomo si sedette ad indiano sul letto, continuando a fissarla un po’ sconcertato, pensando “Ma chi diavolo è questa pazza che continua ad urlarmi contro?” e cercando di trovare una risposta guardandosi in giro. Alla fine si stancò di guardarsi intorno e delle cretinate che in quel momento stavano uscendo dalla bocca della rossa, quindi, alquanto spazientito, preferì urlare anche lui!

-MA CHI CAZZO TI CREDI DI ESSERE, EH? SI SVEGLIA COSI’ UN’OSPITE, DA QUESTE PARTI? BRAVA, DAVVERO OSPITALE, LURIDA STRONZA!- urlò il giovane. Lei si scandalizzò e si decise a stare zitta. Quando lui pensava di poter finalmente avere un po’ di pace, non fu così: lei prese il cuscino e cercò di soffocarlo. –Ohi, e smettila! Mi vuoi uccidere, per caso?- chiese lui. La giovane annuì e si rimise in posizione pronta per il tentato omicidio. Poi si fermò e si ricordò che non sapeva nemmeno il suo nome.

-Si può sapere almeno come ti chiami?- chiese, cercando di non perdere la calma e di dargli un attimo di tregua. L’azzurro scese dal letto alzandosi in piedi, facendo realizzare alla ragazza quanto fosse realmente alto. Fece scrocchiare un attimo le ossa stranamente indolenzite, mentre si preparava a presentarsi. Fece per dire qualcosa, poi si bloccò. Ed aveva anche uno sguardo incredulo e alquanto confuso.

-Beh, sto aspettando?- incalzò impaziente Kah, ma lui la guardò come a dire <>. Lei alzò un sopracciglio, non poteva crederci… dopo averle urlato contro, si faceva prendere dalla timidezza? Non gli sembrava per niente il tipo!

-Non me lo ricordo!- la sparò così a brucia pelo, senza farci caso e con una sicurezza degna di una faccia da bronzo, che la nostra cara amica cadde per terra malamente dallo stupore. Si rialzò quasi subito, schiaffandosi una mano in faccia. E sorrideva pure, il suo ospite!

“Non ci posso credere… ho uno svampito in casa!” disse dentro di se lei, interloquendo poi con un –Quanti anni hai, almeno questo lo ricordi?-. <> annuì, fiero. –Beh, allora dimmi quanti anni hai!- appropinquò la rossa.

-Ho 310 anni, decina più decina meno!- disse sornione. Per la seconda volta Kah cadde all’indietro per terra. “Si riesce anche a mantenere più giovane di tutti i vecchiacci della città! Pazzesco!” pensò sbigottita, mentre si rialzava tenendosi allo stipite della porta.

-Ed ora posso sapere il tuo, di nome, gnocca?- chiese il bel smemorato. Si guardarono per un lungo minuto negli occhi, come se non sapessero cosa fare, poi Kah si ricordò di non avergli detto il suo nome. “Che vergogna!” pensò scandalizzata la nostra ballerina.

-Mi chiamo Kah… Hitodama Kah! E non chiamarmi mai più gnocca, mi da fastidio!- rispose, leggermente imbarazzata, girandosi di spalle per non far vedere il rossore sulle guance… era rimasta affascinata da quegli occhi così azzurri e freddi!

-Piacere! Senti, bambola… avevo una spada con me, una katana! Sai dov’è?- la voce roca dell’ospite senza nome gli trapanò le orecchie. Sembrava che avesse un rospo in gola. Si girò infastidita dall’appellativo, per poi indicare la poltrona, con i nervi a fior di pelle. Lui si girò in direzione della poltrona e mormorò un qualcosa di indefinito simile ad un ringraziamento.

-Posso sapere da dove vieni?- chiese nuovamente la ragazza, cercando di attirare la sua attenzione. Lui fece finta di non sentire... già gli piaceva farla incavolare. La rossa quindi gli tirò un cassetto appena sfilato dal comodino e svuotato. Si, avete capito bene: Kah, quando si arrabbiava, tirava mobilio addosso alle persone.

Preso alla sprovvista, il povero “Arrancat” gridò dal dolore, poiché era stato colpito prima dallo spigolo e poi dal resto del cassetto, che sembrava obbedire ciecamente a quella pazza sclerata che si ritrovava davanti. –MA SEI IDIOTA O COSA? PERCHÈ MI HAI TIRATO IN TESTA UN CASSETTO?- sbottò l’uomo, guardandola come una pazza appena uscita dal manicomio.

-Ti ho fatto una domanda, neh! RISPONDI, UOMO METEORA, O TI METEORO NELL’OCEANO!- la scarsa pazienza della protagonista uscì fuori come la lava da un vulcano. Grimmjow la squadrò dalla testa ai piedi, stando muto come un pesce (o forse dovremmo dire come un gatto con in bocca un pesce? O.o Nd Me). Ma non era certo il tipo da farsi comandare come un cuccioletto bastonato.

-Mettiamola così: NON RICORDO UN CAZZO, A PARTE L’ETÀ. SEI CONTENTA, ADESSO?- l’affermazione dell’azzurro fece strabuzzare gli occhi a Kah. Lei sapeva che non tutti avessero una casa in cui tornare. Ma essere addirittura senza alcun ricordo le sembrava la punizione peggiore del mondo.

-Come sarebbe a dire?- disse, sconsolata. –Quindi ora devo fare i conti con un idiota che russa come un trombone deformato, che grida come un gatto litigioso  e che ha la memoria di un pesce rosso?- (i pesci rossi hanno una memoria di pochi secondi. U.u Nd Me).

L’arrancar si incavolò alquanto, affermando di rimando –Ehi, a chi hai detto di avere una memoria da pesce rosso, razza di squillo, eh?-. Lei si scandalizzò, lo guardò in cagnesco e gli prese la spada. –Sei scema? È troppo pesante per te!- rise l’uomo. Ma la rossa non lo ascoltò. Sguainò quella spada tenendola perfettamente in mano, senza nemmeno avvertire il peso reale della stessa.

-Cosa vuoi che ti tagli, per prima cosa? La testa o… I TESTICOLI!- disse, iniziando a maneggiare la spada come a volergli tagliare per davvero qualcosa. L’azzurro si rese conto della cazzata, ma riuscì a bloccarla prima che potesse tagliargli qualcosa per davvero. Ormai disarmata, la ragazza non aveva scelta… gli diede un calcio dritto nei gioielli di famiglia, quando lui meno se lo aspettava, che quindi si accasciò per terra dolorante. –Bene, guarda chi striscia ai miei piedi! Chiedimi scusa, gatto! Altrimenti ti prendo di nuovo a calci nelle balls, fino a quando non ti uscirà sangue dall’uretra!- sussurrò con aria omicida Kah.

Grimmjow pensò “Se mai recupererò la memoria, sono certo che questo resterà il ricordo peggiore della mia esistenza!”. Infatti non aveva mai visto sguardi di quel genere! Non era intimorito, ne aveva paura, ma era alquanto esterrefatto dal coraggio della ragazza. Di una cosa era sicuro: nessuno prima di allora si era permesso di parlargli in quel modo, perché gli faceva paura, lui, alle persone. Eppure quella se ne stava in posa di pseudo vittoria davanti a lui come se fosse una persona normale!

-COL CAZZO CHE DICO SCUSA AD UNA COME TE! OUCH…- appropinquò l’uomo, per poi ricevere il secondo cassetto addosso, questa volta arrivato di fondo e dritto in faccia! –Possibile che i cassetti sembrino obbedirti? COMUNQUE, SMETTILA DI MANDARMI OGGETTI ADDOSSO!- ma la giovane sembrava non dargli retta e cominciò a lanciargli piatti in faccia. –TEME, SMETTILA DI LANCIARMI OGGETTI IN FACCIA!- gridò ancora il povero malcapitato.

-Non sento le paroline magicheeeeeeee!- sussurrò la rossa, con aria dispettosa. Fu allora che l’arrancar rabbrividì! “Ma questa… è sana di mente o ha la voglia di sezionarmi vivo?”. Non sapendo più che fare, per tutti quegli oggetti che attentavano alla sua vita, pensò bene di proteggersi, sforzandosi a pronunciare quella parola.

-S… S… Scu…sa!- bofonchiò, rosso in viso dalla vergogna. Si sentiva preso in giro. La ragazza schioccò le dita, i pezzi di piatti si rinsaldarono in men che non si dica, i cassetti si aggiustarono… il tutto avvenne con un gioco di colori tra il rosso e l’arancio. –Ma… come diavolo hai fatto?- chiese, stupito da quelle capacità.

-Ho il potere del fuoco. Il fuoco può riforgiare gli oggetti, riportandoli allo stato iniziale o addirittura modificandoli e dandogli nuova forma.- spiegò la bella. La guardò di nuovo. Nonostante l’avesse già guardata, doveva riconoscere che guardarla una volta in più ogni volta gli piaceva. Il corpo prosperoso, i lunghissimi capelli rossi, pelle chiarissima e gli occhi color smeraldo erano un quadro che madre natura non aveva esitato a dipingere nei minimi dettagli.

-Sai, devo ammettere che sei un tipo tosto, da come ti comporti, pupa!- le disse, mentre Kah si girava per andare a prendere qualcosa in un armadio. Mentre lei frugava in cerca di probabili vestiti maschili, lui le guardò il fondo schiena, aggiungendo –E hai anche un bel culo!-. Lei si girò e gli tirò in faccia una scarpa.

Mentre ancora l’azzurro si lamentava del dolore al naso, la ballerina si appropinquò a dire –Guardare, ma non toccare… e nemmeno commentare!-. Poi, con passo deciso, si avvicinò al letto, dove posò i capi che gli aveva scelto. Camicia bianca, pantaloni blu oltremare, scarpe dello stesso colore, cinta nera e giacca bianca e blu. –Mio padre amava questi colori. È l’unico completo che si è salvato, visto che era in tintoria. Puoi metterlo tu, se vuoi!- disse con voce apparentemente tranquilla.

-Perché hai detto che è l’unico che si è salvato?- chiese. Lei sospirò pesantemente, cercando di non far capire niente al suo ospite, oltre che di dare troppe informazioni su di se. Grimmjow si accorse di ciò, ma sapeva che avrebbe risposto con poche parole.

-Mio padre e mia madre morirono in un incendio, tanti anni fa. Questa casa è stata ricostruita dagli abitanti della città circa due mesi dopo il fatto.- l’uomo annuì, e si girò verso la finestra. La giovane lo fermò appena in tempo.- Aspetta, se ti affacci ti vedranno di sicuro. Sarai anche uno spirito, ma qui tutti possono vedere gli spiriti! Capito?- disse, afferrandolo per un braccio. Dalle labbra mascoline uscì un suono scocciato: lui voleva prendere aria!

-Senti, bambola, voglio solo un po’ d’aria fresca, quindi apro la finestra, d’accordo?- detto fatto, l’aprì, ma nel giardino, già tutto risistemato, non c’era nessuno. – Non è che mi hai preso per il culo? In giardino non c’è nessuno!- asserì, cercando di farle intuire che si stava innervosendo. la padrona di casa quindi si affacciò, constatando l’assenza degli operai!

-Come hanno fatto a finire così presto? Ah, che stupida! Mi avevano avvertita che ci sarebbe voluto poco, oggi! Beh, allora fa pure! Prendi aria, micione!- a suddetto micione non piaceva quell’appellativo, e ringhiò di rimando.

-Non micione! Inventatelo, un nome, ma non chiamarmi micione! Chiaro?- ringhiò ancora. La ragazza ci pensò un po’ su, per poi schioccare le dita, soddisfatta. Poi ridacchiò, con aria divertita e felice. –Beh, allora? Come mi vuoi chiamare, scema?- domandò l’arrancar.

-Ti chiamerò come l’architetto preferito di mio padre: Grimmjow! Non è esattamente lo stesso… è che ho preferito dargli un suono più spagnoleggiante!- lui si stupì: aveva scelto un nome che gli piaceva moltissimo!

-Sempre meglio di micione!- asserì, divertito. Si, quella ragazza lo divertiva tanto. Non solo gli atteggiamenti, ma gli occhi, le movenze. Lo divertivano molto.

-Beh, vado a preparare la cena! Tra un’ora scendi giù, ok? A dopo!- si congedò, uscendo dalla stanza lasciando aperta la porta. Lui la seguì con lo sguardo, fino a quando non scomparì dietro la porta. Ridacchiò ancora quando la sentì parlare con un’altra donna, al piano inferiore. Si sdraiò sul letto, ripensando a quel nome che, doveva ammetterlo, gli piaceva davvero tanto.

ANGOLO DELLO SCLERO

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! XD Come vedete è molto lungo.

Kah: Mi piace! Cerco di ucciderlo in più di un’occasione! Così si trattano gli uomini! XD
Grimmjow: A me non piace appunto per questo. Mi fa sembrare uno smidollato! Io sono il tipo che ti ammazza a dovere con tanto di infilzo stile spiedino alla fine! DB
Me: Ricordati che qui non sei il vero te! Hai perso la memoria! U.u
Grimmjow: A me non piace comunque! DX
Me: ma stai zitto! D8
Grimmjow: Basta abbandono la parte! Metteteci qualcun altro! U.u
Kah: Siiiiiiiiiii! Magari quell’Ace di One Piece… è così figo! XD
Grimmjow: *si blocca*
Me: E’ morto! T^T
Kah: NOOOOOO! Che peccato! T.T
Grimmjow: *si rilassa*
Kah: che ne dici di quel bel tenebroso di Itachi Uchiha! BD
Grimmjow: *si ri-blocca*
Me: Sarebbe stata un’ottima idea… ma è morto pure lui!
Grimmjow: *si rilassa nuovamente*
Kah: Uffiiiiiiii! t.t CI SONO! Che ne dici di quel Kai di Beyblade? XD
Me: Troppo piccolo per te! u.u
Grimmjow: *si gira* va bene, ho capito! Rimango! DX
Me/Kah: BD

Scusate lo sclero improvviso! Ci riscriviamo presto! XD Segnalatemi eventuali errori grammaticali e commentateeeeeeeeeee! XD Baci a tutti da MICIUZUMACHIIIIIIIIIIIIIII! XD

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 – Oh my stray Heart! By by feeling! ***


The Flame Dancer

Benvenuti nel terzo capitolo di The Flame Dancer. Qui presenterò altri personaggi, in particolare 2… che sono molto importanti per la storia. Oggi siamo in compagnia dell’India, delle sue meravigliose sonorità, dei suoi colori caldi e vivaci. Accendete la radio e ballate con me. Muovete quei culetti ragazze, muovete quei bacini, uomini! XD

Spero vi piaccia, buona lettura! BD

Baci, Micchan!

Capitolo 3 – Oh my stray Heart! By by feeling!

Ormai era ormai passata una settimana buona da quando Kah aveva deciso di ospitare quel micione azzurro smemorato, ma nonostante la convivenza non fosse concretamente facile, iniziava a divertirsi a prenderlo in giro e, soprattutto, ad avere un uomo a spezzare quella quotidianità in casa. Quel giorno non aveva sicuramente lezione e, se non fosse stato per “l’idiota” e un appuntamento importante, sarebbe rimasta davanti alla tv per tutto il giorno o a studiare mineralogia.

Quello, però, non era un giorno qualunque: infatti uno dei suoi più grandi amici sarebbe passato per un thè, portando tanti pasticcini alla cannella e pezzi di latte condensato aromatizzato come dono, che lei avrebbe poi mangiato con avidità. Tale amico, che ovviamente era sempre accompagnato da Magda, si chiamava Puna Jalāyā. La sua famiglia si era trasferita in Argentina circa 215 anni fa dall’India, quando lui aveva circa cinque anni. Da allora era cresciuto giocando, studiando e chiacchierando con la sua amica; ma Kah sembrava abbastanza certa che alla fine quei due si sarebbero sposati, perché stavano troppo bene insieme!

-Che bellooooooooooo! Stanno arrivandoooooooooooo! Uuuuuh… la torta è venuta stupenda! SENTI CHE PROFUMINOOOOOOO!- cinguettò felice la nostra eroina, fiera del risultato: in effetti, la torta ai mirtilli aveva proprio un bell’aspetto! La ragazza si prodigò per apparecchiare la tavola con i pasticcini, i biscotti, le tartine… e nel mezzo la sua ultima creazione culinaria. Si andò a preparare al piano di sopra, mettendosi il suo vestito preferito (verde smeraldo a tubino) e i tacchi, mise il lucida labbra rosso corallo, un po’ di fard, ombretto nero e porpora per creare un contrasto con il verde smeraldo del vestito e mise uno o due spruzzi di profumo ai fiori d’arancio e kiwi più qualche ninnolo, giusto quel poco che bastava per essere casual.

Andò verso le scale per scendere, passando vicino alla stanza dell’azzurro, che non appena sentì i tacchi passare si affacciò sul corridoio aprendo di poco la porta. Un’ondata di profumo travolse l’olfatto di Grimmjow, che era davvero straordinario, e lo costrinse a uscire come se fosse attratto da un gomitolo di lana. Decise di seguirla fino all’inizio delle scale, poi si fermò dietro un angolo, da cui poteva vedere il piano inferiore.

–Maledetto profumo… ogni volta che lo mette, mi confonde i sensi!-. si disse, più come monito a cercare di resistere che per altro. Con sua sorpresa si ritrovò a fissarla e a pensare che gli piacessero le sue gambe, snelle, lisce e alte, e che quel culetto ci stava proprio bene in coordinato! Si diede dell’idiota e pensò che forse fosse per il profumo che aveva addosso, che aveva una strana nota al kiwi (i felini sono attratti dall’odore di cetrioli e kiwi). Si appoggiò al muro, guardandola mentre scendeva agilmente e mentre quei capelli svolazzavano felici come le fiamme di un incendio.

“Questa mi ucciderà, uno di questi giorni… devo sbrigarmi a recuperare la memoria!” pensò, cercando di non farsi vedere dal piano inferiore e ricacciando indietro quell’idea assurda che aveva in testa di una Kah con sguardo alla Psyco e coltellaccio in mano, inoltre rabbrividì vistosamente. In quel momento suonarono al campanello e lei aprì la porta con tanta passione. Vi fu una folata di vento, che attraversò la stanza alquanto grande, e fece arrivare, per la seconda volta, un saggio di quel profumo al povero ospite, che dovette rintanarsi in camera per calmarsi. Il suo più grande problema era però la curiosità… quindi tornò alla sua postazione per vedere chi era che veniva a far visita. Vide quindi un ragazzo alto, vestito con colori aranciati molto sgargianti, dalla pelle scura e con il turbante in testa e poi una ragazza di colore con i capelli corti e vestita di giallo e color avorio.

“Ma chi cazzo sono quelli? Sono vestiti come se fossero fiori! Bleah, che schifo!” pensò, guardando quegli abbinamenti che per lui erano decisamente molto arditi. Come se non bastasse, l’uomo dalla pelle scura sembrava uno sciocco per il sorriso che aveva in faccia, e gli dava già la voglia di spaccargli la faccia. La ragazza, invece, vicina a lui suggeriva uno strano senso di pericolo.

-Sei vestito con i tuoi soliti colori, eh, Puna?- chiese con divertimento Kah. L’interpellato aprì braccia e gambe, con una faccia comicissima. La padrona di casa già rideva, ancor prima di sentire la battuta, che sicuramente era in arrivo. Grimmjow si sorprese nel sentirsi geloso, la conosceva appena, eppure era già molto attratto da quella micetta dispettosa.

-Beh, devo pur sembrare un fiore, no? I miei hanno un negozio di fiori da circa 200 anni! Anche se probabilmente assomiglio più a una zucca, adesso! Si mi sento certamente zuccoso! Ahahahahahahahahah!- e mentre le ragazze ridevano ancora di più e di gusto, il ragazzo si ridiede un contegno, aggiustandosi un attimo la cintura rosso corallo che manteneva i suoi vestiti tradizionali in posizione.

–Questa casa è enorme, ogni volta che entro ho paura di perdermi!- disse lusingando la padrona di casa, che rise divertita. Continuarono a parlottare per un po’, ridendo e scherzando. L’indiano tirò fuori degli strani dolcetti rettangolari di un giallo ocra intenso, con una sfoglia sottilissima d’argento ed un fiore di ostia sopra. Poi la ballerina ne prese uno in mano, addentandolo avidamente e gustandolo come se fosse una rarità. Sembrava avere, per il gatto azzurro, la faccia di un little pony!

-Prego… dalla solita parte!- esclamò piena di gioia la rossa. Quando non furono più visibili, l’azzurro decise di rintanarsi nella sua camera. Fu proprio in quel momento che si sentì tirare una manica della camicia. Si girò, vedendo una Kah sorridente che lo guardava con un qualcosa di strano, come se lui fosse speciale. Non capì, e pensò che uno come lui non poteva non fare paura ad una donna, anche se non sapeva perché pensava ciò di se stesso.

-Che vuoi scema?- soffiò, con una certa acidità. Lei sembrò non farci molto caso alla sua domanda all’acido per batterie e sorridendo ancora di più lo afferrò per il braccio e lo trascinò di sotto. Nello stesso tempo che scendevano, guardò anche abbastanza insistentemente le cosce snelle e toniche che trasparivano dal vestito. “Non guardare, non guardare, non guardare…” pensava il povero mal capitato.

–Ehi aspetta! IO NON VOGLIO VENIRE DI SOTTO!- la ragazza rise di gusto, mentre lui si chiese come facesse a correre e saltare con i tacchi con quell’agilità. Giunsero quindi nella sala da pranzo, dove il povero malcapitato si ritrovò davanti ad un tavolo imbandito di dolci. “Ed ora? Io odio i dolci!” si disse, mentalmente. Smise subito di pensare non appena percepì gli sguardi dei due ospiti arrivati poco prima.

-Abbiamo anche un nuovo ospite, oggi! Non so ancora come si chiami, ma vi posso dire che è divertente!- andò a prendere una sedia in più e la mise davanti al tavolo, dopo di che lo tirò per farlo avvicinare di più, anche se lui sembrava piuttosto riluttante. “Chissà se gli piace la compagnia che ho scelto per farlo ambientare a Lobos? Certo, Magda sarà un problema per un po’… ma a Puna sembra piacere! E se… invece non gli piacessero i dolci? AAAAAAAAAAAH! Smettila di pensare storto, Kah!” rifletté intanto la padrona di casa.

-E lui chi è?- chiese Magda, sbigottita soprattutto dalla bellezza dell’uomo che aveva davanti. Gli girò intorno molte volte, per cercare di carpirne gli eventuali segreti, poi lo fissò negli occhi, come per scrutarlo nel profondo della sua anima… ma ne rimase congelata, per via dello sguardo infastidito che le stava riservando. O almeno per lei era gelido, per lui invece era un normalissimo sguardo interrogativo.

–Mizzica, che gelido che sei! Kah, buttalo pure fuori!-. La sua amica sbuffò e si lamentò, segno che non voleva certo lasciarlo ad un’altra. –Mai una volta che ascolti i miei consigli! Comunque, seriamente, chi è questo tizio con la passione per i puffi?- chiese, nuovamente osservandolo e questa volta anche squadrandolo dalla testa… al bacino! Ed appena arrivò lì, fece un suono che secondo lei doveva ricordare quello di una pistola.

Grimmjow, con spontaneità folle e sconsiderata, rispose –Se ti dico che non me lo ricordo, che dici?-. Magda, lo guardò come se fosse diventato pazzo e stesse saltando per la stanza rincorrendo un gomitolo, per poi tornare a guardargli in mezzo alle gambe. Rialzò un attimo gli occhi osservandolo nelle pupille direttamente. Inutile dire che lui si sentì abbastanza sotto accusa.

–E’ inutile che mi guardi in quel modo, ho fatto una brutta caduta, sai? E smettila di guardarmi il pacco!- sbraitò l’arrancar verso la ragazza, che era poi tornata a guardare molto più in basso con sguardo da pervertita. Nel frattempo, il povero Puna guardava perplesso la scena; poi però si mise a ridere perché il gatto non voleva che la sua amica lo guardasse lì in quel modo. Poi notò la strana colorazione dei capelli.

-Scusa, ma chi ti ha sbagliato la tinta? Oppure sei albino e la tinta non ha colorato un accidenti?- chiese l’indiano, curioso. L’espada, di tutta risposta, si irrigidì e si girò fissandolo quasi malignamente. Peccato che il suo interlocutore non sapesse affatto perché lo guardava in quel modo. Ancora più incuriosito, soprattutto dalla sua maschera e dal buco in pancia, il moro si avvicinò ancora di più, infilando addirittura una mano nel buco.

–To’, qualcuno gli ha sparato contro con un bazooka, ihihih!- ridacchiò, divertito, il giovane uomo, iniziando a fargli il solletico sulle pareti del buco. Il povero Arrancar cade a terra dalle risate, mentre l’altro continuava a solleticarlo dicendo ogni tanto >>Piripiri<<. Kah nel frattempo faceva foto a random, sbellicandosi anche dalle risate, e Magda mangiava barfi in continuazione, ridendo. Purtroppo per loro, il divertimento finì quando un Grimmjow decisamente stanco e sudato si rialzò gridando un >>basta<< colossale.

-SI PUÒ SAPERE PERCHÉ MI AVETE PRESO PER UN’ATTRAZIONE CIRCENSE, EH?- sbraitò il mal capitato. Poi la rossa gli porse un piattino di dolci, sorridendogli furbamente e con fare sexy. Lui lo prese in mano ed annusò il contenuto, poi prese la forchettina che c’era dentro rimuginando “Beh, proviamo. In fondo… quel che non uccide fortifica!”. Assaggiò quindi la torta ai mirtilli che la ragazza aveva tolto dal forno circa tre quarti d’ora prima che era contenuta nel piattino,.

-Allora, ti piace, nuovo arrivato alquanto stressante?- chiese lei, scherzando. L’azzurro, mentre mangiava la torta, ridusse ad una fessura gli occhi come a guardarla storta. Lei ridacchiò, e pensò “Sembra un gatto che difende il suo pesciolino da un altro gatto!”. La ballerina vide l’uomo cambiare espressione, come se si stesse concentrando, mentre assaggiava la torta.

-Però… è buono! Non me lo aspettavo!- affermò stranamente sorpreso. Kah si sbudellò di gusto, nel frattempo che lui assaporava quel pezzo di dolce, finendolo in poco tempo. L’ospite quindi si mise a meditare a proposito di prendere un altro pezzo di dolce, senza accorgersi che era già finita a causa di Punaḥ! Quando se ne accorse si incavolò non poco, risultando più comico di prima.

-Ehi, tu! Come hai osato finirti quella torta? Parla!- l’indiano lo esaminò divertito, e si mise a sogghignare, come se fosse un’attrazione turistica osé. L’indiano iniziò a ridere divertito. Il suo “aguzzino” iniziò ad innervosirsi, riflettendo sul fatto che fosse pazzo o demente come una colonia di organismi primitivi.

-Ma dai… era solo una torta! Era squisita certo, ma sempre una torta. Aspetta… vuoi vedere che anche tu sei dolce dolce come una torta? Come una girella alla cannella, una caramella toffee, come la bambolina voodoo in Man Vs. Food! Dolce come la marmellata di lamponi! - La chioma color cielo si rizzò d’improvviso, segnalando un certo ribrezzo per le parole dette dal ragazzo straniero e se non fosse giunta la rossa con un’altra torta, gli avrebbe spaccato probabilmente la faccia per evitare che dicesse altro.

-Ragazzi, smettetela di litigare! Ne ho appena portata una, e nel frigo ce ne sono due! Quindi nessuno rimarrà senza! – l’azzurro si fermò e lasciò libero l’uomo “zucca”, per poi dirigersi verso il tavolo e prendere un’altra grossa fetta di torta. La pseudo festicciola continuò per un paio di ore, poi, non appena finirono i dolci ed il thè, i due ospiti se ne andarono.

La ballerina li salutò calorosamente, abbracciandoli forte, l’azzurro alzò solo la mano per un saluto veloce e soprattutto per niente affettuoso. Una volta usciti dalla porta, mentre camminavano per raggiungere l’auto di Puna, Magda notò lo sguardo preoccupato dell’amico, come se volesse tornare indietro per aiutare la sua amica rossa. Sembrava che non avesse digerito la presenza di un estraneo nella casa di una delle sue migliori amiche.

-Cos’hai? Sembri preoccupato, amico!- chiese la bella e statuaria mora. Lui si girò appena, fissandola per un momento, per poi tornare a guardare in avanti in silenzio. Per la ragazza fu strano vederlo così, ricordando benissimo che in genere era sempre pronto alle battute e allo scherzo, e lo seguì senza dire una parola fino alla vettura, per poi aprire la portiera.

-Non mi fido di quel tipo! Sembra troppo aggressivo!- sentenziò Puna improvvisamente, mentre apriva la portiera del lato del guidatore, cogliendo alla sprovvista l’amica, che lo guardava alquanto stranita. Una volta che Magda si riprese, cerco di dire qualcosa per sdrammatizzare, ma l’indiano la fermò immediatamente, alzando leggermente la mano.

–Ho avuto l’impressione che fosse pericoloso, ma ho fatto comunque finta di niente, per non allarmare Kah! In fondo si è impegnata tantissimo per organizzare questo pomeriggio per bene! Poi lei mi sembrava molto felice, e non ho voluto infierire!- aggiunse poi, con sguardo preoccupato. L’argentina dalla pelle scura quasi quanto il caffè lesse nella sua espressione una certa angoscia e, mentre si allacciava la cintura di sicurezza, gli accarezzò dolcemente la mano, che lui aveva messo sul cambio delle marcie.

-Tranquillo! Kah non è una sprovveduta! Se cercherà di farle del male, lei risponderà sicuramente… e vivo da li non ci uscirà, di questo puoi esserne certo!- lui sorrise rassicurato a queste parole, rispondendo con un si appena accennato e mettendo in moto la sua Ford fiesta arancio degli anni novanta. Mentre uscivano dalla proprietà della rossa, Grimmjow li osservava dalla finestra del soggiorno, cercando di capire cosa si stessero dicendo.

Angolo della pazziaaaaaaaaaaaaa

FINALMENTEEEEEEEEEEEEEEE! Ho finito! Spero che questo capitolo vi piaccia e che commenterete! Fatemi sapere di eventuali errori grammaticali, così li correggo!

Grimmjow: Io che mangio dolci? IO MANGIO DOLCI?! MA SEI PAZZA, SEI FOLLE! A TE T’HANNO RAPITA GLI ALLIENI E HANNO FATTO QUALCOSA DI SERIO AL TUO CERVELLO! IO MANGIO ANIME!

Io: Non rompere, ok? Vedi che ho dovuto trovare il tempo di scrivere questo capitolo! U.u

Grimmjow: MA LA COSA PEGGIORE È CHE IO SBANDO PER QUELLA CILIEGIA TROPPO CRESCIUTA DELLA PROTAGONISTA!  è.é

Kah: E che ciliegia, Ombre! Una ciliegia anche piccante, se vuole!

Grimmjow: Non parlavo di questo! E tu lo sai! DX

Puna: Ma che bella presentazione che mi hai fatto! O.O Grazie mille! Dai Grimmiao, stai tranquillo, altrimenti ti si arruffa troppo il pelo! BD

Grimmjow: Ah si… il pelo! *ci mette un po’ per capire la battuta* COME TI PERMETTI A PRENDERMI IN GIRO, EH? DB

Magda: Ma cavolo, come siete rumorosi, voi uomini! Finitela! U.u

Kah: Ha ragione Magda, finiscila! U.u

Grimmjow: Sono finito in un covo di pazzi! DX Era meglio farsi maciullare dagli shinigami! DB

Io: ESAGERATO! Che poi mica ti sarebbe dispiaciuto! U_u

Grimmjow: ZITTAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! DX

Io: Adesso basta! NON SOPPORTO LE PERSONE CHE MI URLANO IN FACCIA! *prende Grimmjow e lo butta fuori a calci facendolo volare* E Non tornare mai più! @__@

Puna/Kah/Magda: Wow, che volo!

E dopo questo stressante finale, non mi resta che chiedervi di continuare a leggere questa storia! U.u Grazie, a presto! XD

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