The Flame Dancer di miciuzumachi (/viewuser.php?uid=24974)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione alla storia; Capitolo 1 – Blame It On The Girl ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 – Because I’m Just Lose it And You Just Lose It Without me BD ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 – Oh my stray Heart! By by feeling! ***
Capitolo 1 *** Introduzione alla storia; Capitolo 1 – Blame It On The Girl ***
The
Flame Dancer
Benvenuti
nella
mia nuova storia! The Flame Dancer è stata forse la storia
che più di tutte mi
ha sorpreso mentre la immaginavo, perché la protagonista non
è assolutamente
convenzionale, ma è molto versatile. Originariamente
immaginavo l’intera storia
a Buenos Aires (non mi ricordo se si scrive così
^^’) come luogo in cui
ambientarla. Però, non essendoci mai stata, non potevo fare
altro che inventare
una nuova cittadina in cui far svolgere i fatti. Fu così che
inventai una città,
la città di Lobos (lupi in spagnolo), per ovviare a tale
problema. Ci saranno
incursioni di personaggi non miei, che voi conoscete molto bene. Prima
del
capitolo vero e proprio, ci sarà una piccola introduzione in
cui si parlerà di
Lobos, di com’è fatta e in quale mondo si trova, e
di come mai la protagonista
abbia quel nome.
La
protagonista è
Kah Hitodama… un personaggio totalmente mio. Non incarna me,
è un miscuglio di
caratteri!
Spero
vi piaccia
e che commenterete.
Incantevole…
questa era la descrizione alquanto poco accurata di Lobos, cittadina
vicina (ma
non troppo) a Buenos Aires, dall’aria spagnoleggiante e
solare. Le case erano
antiche, ma ben tenute, di epoca vittoriana, le strade larghe e
asfaltate bene,
i monumenti molto belli e suggestivi, le fontane spettacolari e
altamente
coreografiche, ma molto semplici ed eleganti. Ecco cosa vedevano i
turisti. Ok,
se i turisti la pensavano così, allora non sapevano che
significava viverci dentro,
per davvero.
Lobos
era
costantemente sotto un incantesimo che la obbligava a restare come
paralizzata
nel tempo… in cui c’erano le stesse persone di
duecento anni fa. Questo
incantesimo, considerato più una maledizione, faceva in modo
che ogni anno le
persone ringiovanissero dello stesso quantitativo di tempo appena
passato, cioè
365 giorni (o 366, se bisestile). Loro, gli abitanti, disperati ed
ormai
spenti, non potevano avere neanche figli e quindi, non potendo ne
procreare ne
invecchiare, avevano iniziato a fare solo una cosa: adattarsi ad ogni
moda che
circolava in giro per il pianeta, per cercare di mantenere le apparenze
del tempo
che passava, a parte quelle mode relative ai divertimenti. Si diceva,
per di
più, che si divertiva era condannato a scomparire, tanto che
neanche i bambini
ultra centenari uscivano fuori per giocare. Nel resto del mondo stava
dilagando
la moda delle carte, ma qui nessuno aveva intenzione di giocarci,
poiché qui le
mode arrivavano come la brezza d’estate.
Tutto
questo,
però, venne folgorato con un lampo di speranza, circa
vent’anni fa, dall’arrivo
in città di un uomo vestito di nero uscito da
chissà dove e di una donna
bellissima proveniente dall’isola di Giava! Questi due erano
Marin Krakatau e
Katon Hitodama. I due si innamorarono e quindi si sposarono.
L’intera
popolazione festeggiava, allora, poiché erano anche gli
unici che potessero
invecchiare e procreare, quindi la sola speranza di poter uscire da
quell’incantesimo e riuscire finalmente a morire o anche solo
invecchiare. Lui,
capelli rossi, pelle bronzea e occhi grigi, era un abile utilizzatore
di spade
giapponesi e fruste estremamente esperto. Lei, bellissima donna dai
lunghissimi
capelli ricci e neri, pelle diafana e occhi verdi come le foglie
d’arancio, era
una sacerdotessa del fuoco e dei vulcani, nonché
vulcanologa.
Dalla
loro unione
nacque una splendida bambina, dai capelli color del fuoco, ricci
e… gli occhi
verdi più belli di sempre, pieni di luce e
“fuoco”. La chiamarono Kah, cioè
fiamma in giapponese. Tutto andava bene, la madre le insegnava le arti
del
fuoco ereditate dalla sua antica casta di sacerdoti, il padre le
insegnava a
usare la spada e la frusta. La bella creatura, dalla pelle diafana,
iniziò a
ballare fin da piccolissima, ed il primo regalo ricevuto da suo padre
era un
Oav in cui c’era un tutorial di danza. Fu così che
avanzò la prima richiesta: fare
danza. Man mano che cresceva diventava sempre più brava,
sempre più energica e
sicura di ciò che faceva e di come faceva sentire i
maschietti quando la
vedevano.
Poi,
un giorno,
la piccola Kah conobbe una signora nata e cresciuta li, di nome
Balìa. Anche
lei era stata colpita dalla maledizione. Era cresciuta per le campagne,
ma era
elegante e ben educata. Sorpresa dalla bella bambina, le chiese il
nome. Lei
rispose con ardore e fierezza pronunciando quelle tre lettere, e questo
bastò a
convincere la signora ad insegnarle lo stile di combattimento del
Giaguaro,
inventata e perfezionata proprio sulle alture dei Maya! La bimba
crebbe,
diventando una bellissima ragazza, i cui capelli rossi sembravano
lingue
infuocate. Il bel corpo, abituato ormai alle fatiche degli allenamenti,
era
agile e scattante.
Ed
eccoci
arrivati al passato più prossimo. Le cose erano diverse,
grazie a quella
ragazza piena d’energie. La cittadella si era trasformata,
diventando
veramente bella e raggiante di energia. Tutto fino a quando…
i genitori di Kah
non furono uccisi brutalmente nel cuore della notte da uno sconosciuto,
un
killer su commissione. Il padre, caduto per primo nel tentativo di
proteggere
la famiglia, venne tagliato a pezzi e bruciato mentre era ancora
cosciente. La
madre, prima di tentare di abbattere il nemico, disse a
Balìa di prendere la
figlia e di andare via dalla casa, poi si buttò nella
battaglia. Venne sgozzata,
ma all’ultimo istante, cercando di salvare la sua adorata
piccola ballerina,
appiccò un incendio alla casa con un incantesimo. Il
sicario, quindi, bruciò
con lei.
La
ragazza, ormai
senza più una famiglia, si sentiva perduta e venne in parte
consolata dalla sua
insegnate, che la prese con se. Da allora, Kah studia le arti del
combattimento
e la danza.
Ma
adesso ha
intenzione di fare ciò che prima non aveva intenzione di
fare: trovare il
mandante del sicario e chiedergli il perché
dell’omicidio tragico e brutale dei
suoi genitori. Così ha deciso di diventare la ragazza che
nei notiziari locali
viene definita la ballerina delle fiamme e il cui
“nickname” è Lady Kira,
guerriera della notte, notte illuminata dal fuoco.
Capitolo 1 – Blame It On The Girl
-Yuppiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!-
gridò
felice la giovane, cercando di non farsi mettere sotto da
un’auto –Accidenti,
se Balìa lo scopre mi scotenna!- aggiunse alla fine ridendo,
mentre continuava
a correre. Passò davanti al suo fast-food preferito, la cui
commessa si stava
sporgendo per passarle il sacchetto di carta pieno di pesanti
squisitezze.
-Kah,
il pranzo!- urlò la donna, per farsi
sentire. La ragazza lo prese al volo e corse via, ma si
ricordò che non aveva
pagato, così tornò indietro, sempre di corsa,
porgendo il denaro alla signora,
che già la stava aspettando con la mano aperta.
–Sei sempre la solita, vero,
dolcezza?- chiese scherzosamente, ridendo di gusto.
-Ci
puoi giurare, Bella!- disse la ragazza di
rimando, con faccia sicura, per poi ripartire più veloce di
prima. La sua vita
era come quella di molte donne, dopotutto: frenetica. Lei stessa era un
tipo
nervoso.
-Ahahahahahah…
sempre così piena di vita!- rise
la commessa, di gusto, a cui non restava che guardarla sparire dietro
l’angolo.
–Beata lei che può invecchiare!- disse poi,
malinconica e consapevole della sua
situazione.
Intanto
Kah, i cui capelli rossi si agitavano
proprio come fiamme, evitò un altro incidente saltando
addirittura l’auto che
la stava per mettere sotto ed arrivò giusto in tempo per le
lezioni. –Pfieu!-
fece, rassicurata di essere ancora viva e vegeta, per poi scoppiare in
una
frase plateale –Kah Hitodama batte nuovamente la
campanellaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!-
Ora
vi chiederete quanti anni abbia e perché
stesse correndo così tanto, giusto? Beh, lei ne ha 20 e
rischiava di arrivare
tardi alle lezioni di geologia, specializzazione vulcanologia! Lei sa
bene che
all’università non ci sono campanelle, ma lo aveva
momentaneamente scordato,
presa dall’euforia che le dava l’alta
velocità!
Non
ebbe il tempo di riprendere fiato che… -KAH,
QUANTE VOLTE TI DEVO DIRE CHE ALL’UNIVERSITÀ NON
CI SONO CAMPANELLE?- le urlò
la sua amica Magda, dandole un pugno in testa.
-Ahio,
Magda! Stupida tinta, sai bene che per
me è un rito propiziatorio importante, quello di urlare
quella frase!- rimandò
la rossa. Magda Lolitas era la sua amica d’infanzia, se
così si poteva dire.
Era una bella ragazza dai capelli corti e neri, pelle color cioccolato
ed occhi
castano scuro, dal fisico atletico ed allampanato. Nata circa 220 anni
fa. Secondo
la protagonista è la sua versione scura e con i capelli
corti!
-Non
mi interessa se è un rito o quant’altro!
Non devi farlo, ti scambierebbero per stupida, e tu non lo sei!-
rispose a tono
la mora, cercando di evitare che la ragazza davanti a se continuasse
con quei
atteggiamenti così infantili.
-Giusto!
La sottoscritta è la migliore del
corso di vulcanologia!- disse esuberante e piena d’orgoglio
Kah, ricevendo un
altro pugno in testa, questa volta ben più forte
dell’altro.
-Ti
ho detto di non vantarti! Sembri una
bambina, così!- trillò di nuovo Magda. Ma la
ballerina non ci stava, e no! Kah
Hitodama, al secondo pugno, scatena davvero la guerra! Il rapporto tra
le due sembrava
a tutti abbastanza conflittuale, ma andavano veramente
d’amore e d’accordo, in
realtà.
-RAZZA
DI SCELLERATA, VUOI FARMI PERDERE I
CAPELLI A SUON DI PUGNI! VIENI QUI, CHE TI MATO!- (ti mato, a casa mia,
significa “ti ammazzo”, molto scherzosamente! Ndme)
quindi le due iniziarono a
litigare come cane e gatto. Capitava spesso che le due si azzuffassero,
soprattutto per vedere chi tra di loro era la più forte
fisicamente. Si
fermarono, però, quando davanti a loro passò la
ragazza che più odiavano:
Charlie Muñez. Bionda, corpo niente male, occhi
grigi… ma con poco sale in
zucca. Sfortunatamente, la figlia dell’uomo più
ricco della città. Anche lei
era ballerina, considerata brava ma non eccezionale, ed un tempo era
amica di
Kah. Amicizia che svanì quando soffiò la parte di
protagonista ad un musical
alla collega, corrompendo l’intera giuria con metodi alquanto
deplorevoli.
-Oh,
ma guardatele! Così grandi, eppure così
piccine! Ahahahahah. Non vi vergognate, ragazze? Azzuffarvi come due
bambini
per la tettarella!- disse, sprezzante e senza rispetto. Le due finirono
immediatamente di bisticciare e guardarono la ragazza di traverso,
cercando di
spaventarla, poiché più alte.
-Ohi,
Charlie! Attenta. Si dice che chi è
troppo pieno di se, prima o poi scoppia!- ruggì la mora
–Poi cerca di
rispettare chi è più grande di te, mocciosa!-
aggiunse in seguito. Magda,
nonostante sembrasse una ventenne, in realtà aveva ben 220
anni e sette mesi.
-Cosa?
Ti ricordo che abbiamo solo due anni di
differenza, stupida!- ringhiò indispettita la bionda.
-Sai,
l’altro giorno hanno visto un pallone
gonfiato in giro per il cielo. Non è che eri tu, Charlie?-
disse provocatoria
Kah, cercando di farla innervosire, riuscendoci, per di più.
-Come
osi, stupida cagna?- gridò con enfasi
l’avversaria.
-Hai
sentito, scema ossigenata!- dissero in
coro le due amiche, per poi mettersi a ridere di gusto e fare il suono
che
presumibilmente faceva un pallone aerostatico. La loro era davvero la
tipica
trollface.
-Addirittura
imitate il suono di
quell’aggeggio! Siete proprio sciocche! Ma non mi stupisce
più di tanto.- appropinquò
la bionda –Siete davvero poco femminili!- Ovviamente, le due
ragazze non ci
stavano a farsi prendere in giro come delle stupide.
Infatti
Madga disse –Vedi che fino a poco tempo
fa eri sciocca e poco femminile anche tu, visto che stavi sempre con
noi!-
colpendo nel segno. –Poi noi almeno assomigliamo a delle
donne, tu invece sei
così piatta ed hai sopracciglia così assurde che
un uomo, quando ti vede, pensa
che stia parlando con un Chupacabra!-
-È
per questo che sono uscita dal vostro
“gruppo”! Per evitare di restare a vita una
perdente! Razza di troie!- affermò
piccata Charlie, cercando di non perdere la calma.
NO.
Kah Hitodama non si faceva insultare
gratuitamente. Per questo si avvicinò di qualche passo a lei
e le quasi
sussurrò all’orecchio –Ma
pensa… io pensavo che le vere perdenti e troie
fossero quelle che si fanno una giuria intera, pur di fare la parte
della
protagonista in un musical!-. Questo bastò per far si che la
sua avversaria le
saltasse addosso per fare a pugni. Peccato che per far male a una come
la rossa
ci volessero le botte di un uomo! Anzi… in genere era lei
che menava gli
uomini, quindi… potete ben capire che non le facesse proprio
niente.
-Come
osi, razza di prostituta che non sei
altro!- urlò più di quanto si potesse aspettare.
Kah, però, sapendo che se
avesse fatto a botte l’avrebbero espulsa dalla
facoltà, decise di optare per la
difesa non violenta. Questo le fece guadagnare punti contro la sua
avversaria,
che per cercare di farle del male stava per tirarle dei pugni in
faccia.
Intervennero gli insegnanti, che la bloccarono appena in tempo.
-Adesso
basta voi due!- proferirono ad alta
voce i professori. La rossa fece spallucce, asciugandosi un attimo le
labbra
dal leggero rivolo di sangue che le stava scendendo giù per
il mento. Piccoli prezzi
da pagare, dopotutto, per sembrare innocente. Giusto?
-Ehy,
io non stavo facendo niente. È lei che mi
è saltata addosso!- si difese la ballerina. I professori
sgridarono entrambe
per equità, lei lo capiva… ma quella bastarda la
guardava come se volesse
ammazzarla! Questo le dava un grande fastidio! Inoltre era come se
quella
dannata fosse stata sicura di poterlo fare. Strano, molto strano. Si
riprese
dai suoi pensieri per il continuo chiamare dell’amica.
-Scusa, non ti avevo
sentita. Stavo pensando allo sguardo di quella mezza calzetta! Era come
se mi
volesse ammazzare. –informò la sua amica, che le
sventolava ancora la mano
davanti agli occhi, nonostante la stesse ascoltando!
Magda,
nel frattempo che parlava, stava
ascoltando attentamente, ma a quell’affermazione disse,
scoppiando a ridere
–Sai bene che non può ucciderti! XD Tu sei
più forte di lei!- continuò a ridere
finchè non sembrò ricordarsi di una cosa che per
lei era importante -Comunque,
parlando d’altro… che desiderio hai espresso,
l’altro giorno, per la tua festa
di metà compleanno? Tanto sai benissimo che quelli si posso
dire! Tanto qui
quelli si avverano comunque, sono gli altri che ti devi tenere
stretta!-.
Altra
particolarità di Lobos era proprio
questa: si festeggiavano i metà compleanni. E il desiderio,
qualunque esso
fosse, si poteva rivelare dopo una settimana solo alla migliore amica,
perché
si sarebbe avverato comunque. –Ho espresso il desiderio che
un ragazzo bello,
tosto con i contro fiocchi, forte e affascinante bussi alla mia porta!
Muahahahahahahahahahah-
rivelò Kah con candore e ridendo come se fosse stato un
piano diabolico.
La
reazione di quella scellerata della sua
amica fu questa –AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH…
divertente!- continuando poi a
ridere come se la povera rossa fosse un pagliaccio in pose
compromettenti.
–Dai, sul serio! Che desiderio hai espresso?- chiese, dopo la
grassa risata,
per l’ennesima volta la mora!
-Sono
serissima!- esplicò la povera ballerina,
non capendo il motivo dell’ilarità di poco prima
della mora. Si, Kah amava
sognare il suo principe azzurro. Lo voleva proprio come nella
descrizione,
perché così ci avrebbe preso gusto a picchiarlo.
Si. Lei picchiava gli uomini. E
le piaceva pure!
E
di nuovo, la reazione dell’amica fu questa
–AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH… non ti facevo
così sognatrice, cara mia!
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH! Poi mi immagino quel povero malcapitato che si
fa picchiare
come una marionetta da te e a come fugge dopo circa dieci minuti che
state
insieme! OUCH!- per farla finire, quindi, la protagonista le diede un
sonoro
pugno in testa. Questo spense l’ilarità. -Mi hai fatta male!- si
lamentò la ragazza
dall’età esorbitante, massaggiandosi la calotta
cranica proprio al centro con
la mano destra, mentre la sinistra stava attaccata poco sopra
l’orecchio
sinistro –Questa me la paghi, rossa!- bofonchiò
poi, con una lacrimuccia carina
carina agli occhi.
-Ben
ti sta. Ci stavano guardando tutti! E non
fare quella faccia da cucciolotta, lo sai che sono sensibile a queste
cose!- si
lamentò l’esuberante Kah. Fu per questo che Magda
rifece la stessa faccia,
facendo avere codesta reazione alla sua conoscente –AARG!
Quanto sei carina,
scusamiiii! XO-. Dopo di ciò, continuarono a parlare fino
all’inizio delle
lezioni di magnetismo terrestre, che seguirono assiduamente, e poi
andarono
ciascuna per conto proprio: la mora a casa per studiare, la rossa verso
la
palestra in cui si allenava spesso per la danza.
Una
volta li, accese lo stereo ad alto volume
optando per “What’s new pussycat?” di Tom
Jones, eseguendo un bel ballo burlesque.
Continuò fino a circa le 21 e, dopo gli allenamenti, prese
la sua
Harley-Davidson e tornò verso la sua villa (ristrutturata
dai cittadini
volontari dopo l’incendio) in stile catalano, non vedendo
l’ora di farsi un bel
bagno ristoratore. Immaginò perfino il vapore che lentamente
si alzava in volo
dall’acqua bollente. Però, mentre percorreva
quella strada, aveva la sensazione
che prima o poi avrebbe incontrato qualcuno, qualcuno di speciale.
Nel
frattempo,
altrove.
Esisteva,
in un altro mondo, un qualcosa (o per
meglio dire qualcuno) che stava lottando contro un buco nero in cui era
finito
mentre dormiva e si era svegliato giusto sul suo bordo, appena in tempo
per
poter reagire. Sfortunatamente per lui il buco sembrava proprio
odiarlo! Per
questo la povera vittima della gravità non poteva crederci:
era per di più la
prima volta che decideva di riposare di punto in bianco. Lui era
l’uomo delle
decisioni prese subito ed alla svelta, d’altronde, quindi non
c’era niente di
cui stupirsi.
-Fottutissimo
buco nero! Giuro che ti uccido!-
disse il bell’uomo, rendendosi poi della cazzata appena detta
–Ma che dico? Un
buco nero non si può uccidere! Soprattutto non con il metodo
che vorrei usare
per uccidere quel dannato bastardo di…- non
riuscì a finire la frase, poiché un
sasso attirato dalla gravità del buco gli finì in
faccia.
–AHIA!
STRONZISSIMO BUCO NERO, IO TI SCOTENNO,
TI FICCO UN CERO NEL CULO E TE LO FACCIO USCIRE DALLA BOCCA! POI LO
FACCIO
PASSARE PER LE ORECCHIE E… CAZZO, STO ANCORA PENSANDO AD
UCCIDERE UN FOTTUTISSIMO
BUCO NERO! LA PIETRA DI PRIMA DEVE AVER FATTO DANNI, MERDA!-
urlò, al massimo
dell’esasperazione. Come avrete capito, si tratta di un
arrancar. Ma non vi
dico quale.
Alla
fine, sembrò che il buco nero si fosse
stancato di vederlo ancora in bilico. Infatti si ampliò
all’improvviso,
lasciando cadere il povero mal capitato. –No! Scherzavo, lo
giuro! Chiuditi,
chiuditi, fottuto buco! CHIUDITIIIIIIIIIIII!- non riusciva a usare
neanche il
sonido… beneeeee. Il destino ce l’aveva con lui!
Arrivato a circa la metà
dell’altezza del buco nero, però, questo
iniziò a restringersi e stranamente ad
aumentare la sua capacità attrattiva verso gli oggetti, in
particolar modo
quelli grandi ed enormi.
Quando
il povero
mal capitato lo notò, iniziò a sudare freddo. Fu
così che, ad un tratto, gli
arrivò un grosso masso addosso, pieno di speroni.
–AAAAAAAAAAAAAAAARG!- gridò
il povero, sorpreso da quell’urto considerevole e devastante.
L’arrancar perse
i sensi, e cadde a peso morto nel mondo con cui il buco nero aveva
creato una
connessione. Precipitò in un giardino con magnolie, avocado,
aloe vera, rose e
peperoncini. L’ultima cosa che sentì fu proprio il
forte odore di rose.
Angolo
delle
perversioni dell’autrice. (Levan Polka style)
Me:
bene… ho
finito l’introduzione ed il primo capitolo. Sono molto
soddisfatta! U.U
Personaggio
ombra: Io no! Per niente! Mi fai sembrare sfigato in eterno, scema! DB
Me:
Smettila di
trattarmi male e pensa a fare il tuo lavoro, cioè il
personaggio! DB Poi era
tutto previsto dal copione della storia, quindi pensa a recitare,
demente! U.U
P.O.:
NO! Se
proprio devo fare una parte in questa storia assurda, allora voglio
essere figo
ed avere un sacco di nemici da uccidere, torturare e maciullare! BD
Me:
Questa storia
non è horror! CHIARO? Tu sarai un personaggio figo,
tranquillo… avrai solo
qualche piccolo problema di memoria all’inizio, segno che
dovresti mangiare
meno mostri e più pesce! U.U
P.O.:
Ma che
cavolo dici, bastarda? Eh? DB Non puoi dire “piccolo problema
di memoria”,
quando invece sono grossi q… *pungo in testa*. Ahi! Lurida
nana! DX
Me:
non rilevare
dettagli preziosi prima del secondo capitolo, tremendo bastardo con la
faccia
da triglia! DX Sai quanto c’ho messo per perfezionare tutto,
in questa storia?
Giorni! Ora sta zitto! E ricordati che hai firmato un dannato
contratto! DX
P.O.:
Ora basta,
me ne vado! DX
Me:
bravo,
tornatene nel camerino! *il P.O. se ne va* Bene… dopo questa
discussione che ho
avuto con quel bastardo, posso finalmente dirvi arrivederci! Spero che
questo
cap vi piaccia e che commenterete in tanti! A prestoooooooooooo! Baci
baci!
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 – Because I’m Just Lose it And You Just Lose It Without me BD ***
The
Flame Dancer
Bentornati
in un nuovo capitolo
del mio parziale Crossover. I fatti si svolgono in un mondo, quello di
Yu-Gi
oh!, ma sono fatti totalmente distinti, così come la
stra-maggioranza dei
personaggi: infatti solo tre di essi sono di altri manga. Uno
verrà svelato
presto, gli altri due tra qualche capitolo. Spero che anche questo
capitolo
piaccia come il precedente. Un particolare ringraziamento va ad Angy
Valentine,
che mi ha segnalato errori di cui non mi ero accorta e che mi ha
suggerito di
fare cose che, per quanto semplici, mi hanno aiutata tanto! XD Grazie ancora, Angy Valentine! ^^
Capitolo 2 – Because I’m
Just Lose it And You Just
Lose It Without me BD
Mentre
tornava a casa, Kah vide
una luce accecante che si schiantava al suolo a circa 15 kilometri di
distanza
dal punto in cui si trovava con la moto. Anche se non lo aveva detto a
nessuno,
lei credeva fermamente nel potere delle stelle cadenti, tanto che
appena ne
vedeva una esprimeva subito un desiderio. Quindi decise di esprimere
l’ennesima
“magica richiesta”, ovviamente fermandosi.
-Bella
stella cadente, che
avveri i desideri… mandami per posta prioritaria un bel figo
da spupazzare! XD-
disse, ridendo, la giovane. Ovviamente lei sapeva che era difficile che
il suo
desiderio si avverasse, ma tutti speriamo che succeda, no?
“Nel mondo c’è chi
vuole vincere al lotto, no? Bene. Io voglio un fidanzato!”
pensava e ripensava
la bella rossa. Mai avrebbe immaginato che quello fosse il giorno
fortunato. Si
rimise in sella alla sua moto e ripartì. Proprio
in quel momento ricevette una telefonata dalla sua tutrice e ovviamente
si rifermò,
incuriosita, per rispondere e capirci qualcosa. Era raro che Balia la
chiamasse
più di tre volte al giorno: in genere lo faceva alle 11:00
(appena dopo la
lezione del mattino), alle 14:00 (dopo pranzo) e alle 18:00 (orario di
uscita dalla
palestra di danza).
-Pronto?
Chi alla all’altro
capo del telefono? XD- chiese, pimpante e sorridente, nonostante
sapesse chi
fosse. Già immaginava che le chiedeva cosa volesse mangiare
per cena: spaghetti
con sugo e salsa piccante o hamburger con formaggio e salsa
piccantissima? Così
non fu, purtroppo… le diede una bruttissima notizia.
>Ehm,
signorina? Ha presente
quelle belle rose arancio, che sfumavano verso il rosa, e che le
piacevano
tanto? Bene… sono morte!< Kah si schiaffò
una mano in faccia, mentre i suoi
pensieri in materia di cibo sparivano… anche
perché conosceva bene lo scarso
pollice verde della sua tutrice.
-Come,
scusa? HAI FATTO MORIRE
ANCHE QUELLE? Sei una bimba cattiva, Balia!- disse, piagnucolando.
Quelle rose
le sarebbero mancate tantissimo, le amava proprio, tanto che erano
profumate.
Aveva anche intenzione di far loro un funerale, con tanto di incenso, e
di
commemorarle a vita, una volta l’anno.
>Si,
ma… non è colpa mia!
Anche il baobab è andato!< la rossa iniziava a
pensare che non avesse il
coraggio di dirle qualcosa. Poi iniziò la tristezza per il
baobab, quello che
aveva piantato al centro del giardino suo padre su sua richiesta.
-Noooo!
Il mio baobab!- stava
soffrendo per quelle piante. Povere piante. Per questo la giovane
iniziò ad
urlare su come l’avrebbe menata e torturata per vendicare
quei poveri fiori. –Erano
delle piante che dovevi accudire con amore, mentre io frequentavo i
corsi! Come
hai fatto a farli morire, eh?- chiese alla fine, esasperata.
>Beh,
vede… qualcosa è
caduto nel nostro giardino! Un qualcosa che assomiglia ad un essere
umano!<
disse Balia, >Quindi non è colpa mia, è
colpa del presunto tizio che è
caduto qui dal cielo!< concluse poi. Ora… questa era
proprio la faccia che
stava facendo in quel momento Kah:ààààò__ò.
Un tizio? Caduto nel giardino? Dal cielo? UN TIZIO CADUTO DAL CIELO NEL
SUO
GIARDINO? LA POSTA PRIORITARIA ERA GIA’ ARRIVATA?
-Come
sarebbe a dire che un
uomo è appena caduto dal cielo? Balia, non è uno
scherzo convincente!- domandò,
perplessa, ma allo stesso tempo
molto speranzosa di trovare suddetto uomo li, disteso a terra.
>Non
è uno scherzo! E si, è
caduto dal cielo! Ed ancora… accidenti, se è
bello!< rispose la donna, con
molta perplessità nella voce. La rossa stava saltando di
gioia, la posta era
arrivata con straordinaria precisione e soprattutto con una
puntualità unica! Per
di più era figo come l’aveva richiesto!
>Signorina,
è ancora al
telefono?< Kah si bloccò improvvisamente, cercando di
darsi un contegno.
Balìa, però, sapeva che stava saltando di
gioia… la conosceva troppo bene,
l’aveva praticamente cresciuta!
-
Si, Balìa! ^^ ‘ Senti, non
fare niente, ok? Sto arrivando!- quindi chiuse il telefono per tornare
in pista,
agitata ed emozionata, e arrivare in pochi minuti a casa.
Ciò che vide la
scosse non poco… nel cratere c’era un giovane
uomo, bello, alto e muscoloso (il
tipo di uomo verace che cercava lei, insomma! U.u Come darle torto?! Nd
Me).
–Non
ci credo! Mi è davvero
caduto un uomo dal cielo! O_O- affermò tra se e se,
sbalordita. Ed era anche un
gran bel figo! Certo, era particolarmente colorato, con quei capelli
azzurri e
il trucco sotto gli occhi dello stesso colore, ma era davvero molto
figo. –NON
POTEVO SPERARE DI MEGLIO! IL CIELO MI VUOL BENE, MI MANDA I BONAZZI PER
POSTA
PRIORITARIA DALLE STELLE! XD Guarda che bicipiti, complimenti davvero
tessoro!
XP- urlò di gioia la poveretta, che a quanto pare di
delusioni in amore ne
aveva avute fin troppe! Poi notò una cosa stranissima, un
buco in pancia.
–NOOOOOOOOOOOOO!
Me lo hanno
già ucciso, ammazzato e stecchito! Beh, quando mai i fighi
cadono dal cielo,
dopo tutto? Solo quando sono morti! Buahahahahahahahahahah!- Disse
piangendo. Iniziò
a battere i pugni a terra per la disperazione, come una bambina
viziata, per
poi rotolarsi a terra un paio di volte.
Balìa,
però, le poggio una mano
sulla spalla e affermò convinta
–Signorina… è vivo! Respira!- e Kah,
tirando su
con il naso, si girò verso di lei, sperando che fosse vero,
che prima o poi
avrebbe aperto gli occhi, sorprendendola con l’effettivo
colore di essi, e che
le avrebbe fatto sentire la sua voce. Chissà
com’era, la sua voce? Forse era
roca e profonda, o magari alta ed un po’ squillante.
Nonostante questi
pensieri, la sua espressione non
era
cambiata.
–Davvero,
Balìa? È vivo?- la
donna la guardò apprensiva, cercando di darle speranza, ma
la faccia della
giovane non era propriamente da pianto disperato ed era troppo
divertente per
poter restare seri. La sua tutrice scoppiò quindi a ridere.
-Ma
Balìa, perché ridi adesso?-
chiese alquanto stranita, ma ancora con le lacrime, alla sua tutrice.
La
guardava come se la donna più grande fosse pazza ed appena
uscita da un
istituto di sanità mentale.
-Ha
una smorfia impagabile,
signorina! Ahahahahahahah!- Kah sbuffò, gonfiò le
guance e si voltò, offesa.
“Ecco! Ora mi prende in giro!” pensò la
poveretta. Non bastava avere un uomo
con un buco in pancia, ci voleva anche la mentore in preda ad una crisi
isterica.
-
Mi scusi.- disse ridacchiando
la donna, per poi aggiungere –Parlando
d’altro… non penso sia umano!-. Kah,
riprendendosi dallo shock, dovette concordare annuendo. -Si ricorda dei
mostri
di cui parlava suo padre?- la ragazza annuì di nuovo.
-Gli
hollows? Si, me ne
ricordo! Beh, lui ha la maschera…- disse girando il volto
dell’uomo -…e anche il
buco, ma in lui non vedo niente di mostruoso!
Cioè… guardalo! Nonostante tutto
ha due occhi, due orecchie, un naso, una bocca… ed anche se
non avesse tutto
questo, lo vedrei comunque come un uomo!- disse convinta, facendo
sorridere
teneramente la sua tata.
-Sa,
signorina… lei è sempre
così buona!- la giovane sorrise raggiante, sentendosi
gratificata da quelle
parole –Ma se non offriamo un letto comodo a questo giovane e
verace uomo, come
pensa che possa reagire, sentendosi tutto indolenzito e svegliandosi
per terra,
vicino ad una perdita d’acqua, per di più?- fece
presente, alla fine. Inutile
dire che Kah aveva la stessa faccia di Homer quando gli chiedono quanto
fa due
più due.
-Me
ne ero dimenticata,
eheheheheh!- ridacchiò imbarazzata. Senza problemi
apparenti, si passò il
braccio sinistro del bello addormentato nella fossa
dietro al collo,
trascinandolo in casa più come un sacco che come un persona.
Lo portò nella
camera degli ospiti, dove preparò le coperte, stranamente in
tinta con
l’ospite, con cura non eccessiva. Mise quindi il cuscino e ve
lo adagiò dentro,
per poi rimboccargli le coperte. –Ecco! Ora
dormirà beato e domani mi dirà come
si chiama! XD- cinguettò, spensierata. Accese
l’abatjour, chiuse le luci della
stanza ed infine la porta, facendo il più possibile silenzio.
-Ma
come siete premurosa,
signorina!- le prese un po’ in giro Balìa, notando
l’insolita premura. La rossa
si limitò a fare spallucce, e a tenere le braccia dietro la
schiena. Kah
sorrise con molta dolcezza e simpatia, facendo accorgere
Balìa di quanto fosse
realmente cresciuta.
“Signorina…
è cresciuta meravigliosamente!” disse dentro di
se, ammirando la sua piccola
protetta, ormai non più piccola, mentre scendeva le scale,
coi capelli
lunghissimi che si muovevano a tempo del suo passo.
Erano
passati circa tre giorni
da quando il giovane che era caduto nel giardino, uccidendo le sue rose
ed il
suo baobab. Lei, che in quel periodo non aveva lezioni per una strana
serie di
influenze, stava ripiantando suddette piante (aveva ordinato un baobab
bello
grande! XD Nd Me) ed aiutava ogni tanto gli addetti ad aggiustare le
tubature.
-Strano
che un meteorite delle
dimensioni di una palla da calcio abbia fatto una buca così
piccola!- urlò in
direzione della padrona di casa uno degli addetti. Lei rise, quasi
incantando i
suoi interlocutori, e gli lanciò un bacio con la mano.
Inutile dire che ormai
quello si comportava come un disco rotto.
-Fa
attenzione, scemo! Stavi
cadendo nella buca!- gridò di rimando il suo collega, per
evitare un incidente
e soprattutto un morto sulle spalle. Poi si ricordò che non
potevano morire e
si schiaffò quindi una mano in faccia.
Nel
frattempo, Kah era
rientrata in casa ed attendeva di potersi fare finalmente una doccia in
casa,
piuttosto che chiedere alla sua migliore amica di poterla fare a casa
sua. A
Kah non piaceva fare i suoi comodi nella casa degli altri, salvo in
casi
estremi. Non che non si fidasse… semplicemente era un tipo
rispettoso degli
spazi altrui. Si ridestò improvvisamente dai suoi pensieri
quando notò che
qualcuno non solo dormiva, ma russava pure sonoramente, così
sonoramente che
sembrava un terremoto.
–Dannato
Jack… si mette sempre
a dormire sul tetto, iniziando anche a russare! Stupido uomo, ora vado
a
dirgliene quattro!- disse, inviperita, iniziando a camminare a passo di
marcia.
Per andare sul tetto passò proprio davanti alla camera degli
ospiti… rendendosi
conto che era l’hollow a russare come un marinaio che dormiva
scomodo.
Ora…
lei aveva una pazienza
davvero ammirevole (Se, certo! Come no! -.- Nd Me), ma una delle poche
cose che
non sopportava era il russare! Cielo, come non sopportava la gente che
russava.
Fu per questo che aprì la porta di scatto, facendola anche
urtare contro la
parete con un rumore assordante ed assurdo! Per tutta risposta,
l’azzurro non
si mosse neanche. Anzi, di tutta risposta, si girò di spalle
e si gratto i
glutei con davvero tanta calma.
Già
esasperata, Kah allora urlò
con tutta la voce da cantante nata che aveva, allenata in anni ed anni
di
esperienza –SVEGLIAAAAAAAAAAA!-. Il povero uomo bucato
addirittura saltò da
sopra il letto e si aggrappò come un gatto impaurito al
soffitto con le unghie
(riflesso incondizionato! XD Nd Me). Si guardarono, si scrutarono, lui
scese
atterrando pesantemente sul povero letto che gridava aiuto e
continuarono a
scrutarsi. Poi lei parlò. E cominciò il putiferio!
-Tu…
io ti ospito e tu che fai?
INIZI A RUSSARE BELLAMENTE COME SE LA CASA FOSSE TUA? MA SEI SCEMO?-
gli inveì
contro, senza rendersi conto che tutti potevano sentirla.
L’uomo si sedette ad
indiano sul letto, continuando a fissarla un po’ sconcertato,
pensando “Ma chi
diavolo è questa pazza che continua ad urlarmi
contro?” e cercando di trovare
una risposta guardandosi in giro. Alla fine si stancò di
guardarsi intorno e
delle cretinate che in quel momento stavano uscendo dalla bocca della
rossa,
quindi, alquanto spazientito, preferì urlare anche lui!
-MA
CHI CAZZO TI CREDI DI
ESSERE, EH? SI SVEGLIA COSI’ UN’OSPITE, DA QUESTE
PARTI? BRAVA, DAVVERO
OSPITALE, LURIDA STRONZA!- urlò il giovane. Lei si
scandalizzò e si decise a
stare zitta. Quando lui pensava di poter finalmente avere un
po’ di pace, non
fu così: lei prese il cuscino e cercò di
soffocarlo. –Ohi, e smettila! Mi vuoi
uccidere, per caso?- chiese lui. La giovane annuì e si
rimise in posizione
pronta per il tentato omicidio. Poi si fermò e si
ricordò che non sapeva
nemmeno il suo nome.
-Si
può sapere almeno come ti
chiami?- chiese, cercando di non perdere la calma e di dargli un attimo
di
tregua. L’azzurro scese dal letto alzandosi in piedi, facendo
realizzare alla
ragazza quanto fosse realmente alto. Fece scrocchiare un attimo le ossa
stranamente indolenzite, mentre si preparava a presentarsi. Fece per
dire
qualcosa, poi si bloccò. Ed aveva anche uno sguardo
incredulo e alquanto
confuso.
-Beh,
sto aspettando?- incalzò
impaziente Kah, ma lui la guardò come a dire
<>. Lei alzò un sopracciglio, non
poteva crederci… dopo averle
urlato contro, si faceva prendere dalla timidezza? Non gli sembrava per
niente
il tipo!
-Non
me lo ricordo!- la sparò
così a brucia pelo, senza farci caso e con una sicurezza
degna di una faccia da
bronzo, che la nostra cara amica cadde per terra malamente dallo
stupore. Si
rialzò quasi subito, schiaffandosi una mano in faccia. E
sorrideva pure, il suo
ospite!
“Non
ci posso credere… ho uno
svampito in casa!” disse dentro di se lei, interloquendo poi
con un –Quanti
anni hai, almeno questo lo ricordi?-. <>
annuì, fiero. –Beh, allora dimmi quanti anni hai!-
appropinquò la rossa.
-Ho
310 anni, decina più decina
meno!- disse sornione. Per la seconda volta Kah cadde
all’indietro per terra.
“Si riesce anche a mantenere più giovane di tutti
i vecchiacci della città!
Pazzesco!” pensò sbigottita, mentre si rialzava
tenendosi allo stipite della
porta.
-Ed
ora posso sapere il tuo, di
nome, gnocca?- chiese il bel smemorato. Si guardarono per un lungo
minuto negli
occhi, come se non sapessero cosa fare, poi Kah si ricordò
di non avergli detto
il suo nome. “Che vergogna!” pensò
scandalizzata la nostra ballerina.
-Mi
chiamo Kah… Hitodama Kah! E
non chiamarmi mai più gnocca, mi da fastidio!- rispose,
leggermente
imbarazzata, girandosi di spalle per non far vedere il rossore sulle
guance…
era rimasta affascinata da quegli occhi così azzurri e
freddi!
-Piacere!
Senti, bambola… avevo
una spada con me, una katana! Sai dov’è?- la voce
roca dell’ospite senza nome gli
trapanò le orecchie. Sembrava che avesse un rospo in gola.
Si girò infastidita
dall’appellativo, per poi indicare la poltrona, con i nervi a
fior di pelle. Lui
si girò in direzione della poltrona e mormorò un
qualcosa di indefinito simile
ad un ringraziamento.
-Posso
sapere da dove vieni?-
chiese nuovamente la ragazza, cercando di attirare la sua attenzione.
Lui fece
finta di non sentire... già gli piaceva farla incavolare. La
rossa quindi gli
tirò un cassetto appena sfilato dal comodino e svuotato. Si,
avete capito bene:
Kah, quando si arrabbiava, tirava mobilio addosso alle persone.
Preso
alla sprovvista, il
povero “Arrancat” gridò dal dolore,
poiché era stato colpito prima dallo
spigolo e poi dal resto del cassetto, che sembrava obbedire ciecamente
a quella
pazza sclerata che si ritrovava davanti. –MA SEI IDIOTA O
COSA? PERCHÈ MI HAI
TIRATO IN TESTA UN CASSETTO?- sbottò l’uomo,
guardandola come una pazza appena
uscita dal manicomio.
-Ti
ho fatto una domanda, neh!
RISPONDI, UOMO METEORA, O TI METEORO NELL’OCEANO!- la scarsa
pazienza della
protagonista uscì fuori come la lava da un vulcano. Grimmjow
la squadrò dalla
testa ai piedi, stando muto come un pesce (o forse dovremmo dire come
un gatto
con in bocca un pesce? O.o Nd Me). Ma non era certo il tipo da farsi
comandare
come un cuccioletto bastonato.
-Mettiamola
così: NON RICORDO
UN CAZZO, A PARTE L’ETÀ. SEI CONTENTA, ADESSO?-
l’affermazione dell’azzurro
fece strabuzzare gli occhi a Kah. Lei sapeva che non tutti avessero una
casa in
cui tornare. Ma essere addirittura senza alcun ricordo le sembrava la
punizione
peggiore del mondo.
-Come
sarebbe a dire?- disse,
sconsolata. –Quindi ora devo fare i conti con un idiota che
russa come un
trombone deformato, che grida come un gatto litigioso
e che ha la memoria di un pesce rosso?- (i
pesci rossi hanno una memoria di pochi secondi. U.u Nd Me).
L’arrancar
si incavolò
alquanto, affermando di rimando –Ehi, a chi hai detto di
avere una memoria da
pesce rosso, razza di squillo, eh?-. Lei si scandalizzò, lo
guardò in cagnesco
e gli prese la spada. –Sei scema? È troppo pesante
per te!- rise l’uomo. Ma la
rossa non lo ascoltò. Sguainò quella spada
tenendola perfettamente in mano,
senza nemmeno avvertire il peso reale della stessa.
-Cosa
vuoi che ti tagli, per
prima cosa? La testa o… I TESTICOLI!- disse, iniziando a
maneggiare la spada
come a volergli tagliare per davvero qualcosa. L’azzurro si
rese conto della
cazzata, ma riuscì a bloccarla prima che potesse tagliargli
qualcosa per
davvero. Ormai disarmata, la ragazza non aveva scelta… gli
diede un calcio
dritto nei gioielli di famiglia, quando lui meno se lo aspettava, che
quindi si
accasciò per terra dolorante. –Bene, guarda chi
striscia ai miei piedi!
Chiedimi scusa, gatto! Altrimenti ti prendo di nuovo a calci nelle
balls, fino
a quando non ti uscirà sangue dall’uretra!-
sussurrò con aria omicida Kah.
Grimmjow
pensò “Se mai
recupererò la memoria, sono certo che questo
resterà il ricordo peggiore della
mia esistenza!”. Infatti non aveva mai visto sguardi di quel
genere! Non era
intimorito, ne aveva paura, ma era alquanto esterrefatto dal coraggio
della
ragazza. Di una cosa era sicuro: nessuno prima di allora si era
permesso di
parlargli in quel modo, perché gli faceva paura, lui, alle
persone. Eppure
quella se ne stava in posa di pseudo vittoria davanti a lui come se
fosse una
persona normale!
-COL
CAZZO CHE DICO SCUSA AD
UNA COME TE! OUCH…- appropinquò l’uomo,
per poi ricevere il secondo cassetto
addosso, questa volta arrivato di fondo e dritto in faccia!
–Possibile che i
cassetti sembrino obbedirti? COMUNQUE, SMETTILA DI MANDARMI OGGETTI
ADDOSSO!-
ma la giovane sembrava non dargli retta e cominciò a
lanciargli piatti in
faccia. –TEME, SMETTILA DI LANCIARMI OGGETTI IN FACCIA!-
gridò ancora il povero
malcapitato.
-Non
sento le paroline
magicheeeeeeee!- sussurrò la rossa, con aria dispettosa. Fu
allora che
l’arrancar rabbrividì! “Ma
questa… è sana di mente o ha la voglia di
sezionarmi
vivo?”. Non sapendo più che fare, per tutti quegli
oggetti che attentavano alla
sua vita, pensò bene di proteggersi, sforzandosi a
pronunciare quella parola.
-S…
S… Scu…sa!- bofonchiò, rosso
in viso dalla vergogna. Si sentiva preso in giro. La ragazza
schioccò le dita,
i pezzi di piatti si rinsaldarono in men che non si dica, i cassetti si
aggiustarono… il tutto avvenne con un gioco di colori tra il
rosso e l’arancio.
–Ma… come diavolo hai fatto?- chiese, stupito da
quelle capacità.
-Ho
il potere del fuoco. Il
fuoco può riforgiare gli oggetti, riportandoli allo stato
iniziale o
addirittura modificandoli e dandogli nuova forma.- spiegò la
bella. La guardò
di nuovo. Nonostante l’avesse già guardata, doveva
riconoscere che guardarla
una volta in più ogni volta gli piaceva. Il corpo
prosperoso, i lunghissimi
capelli rossi, pelle chiarissima e gli occhi color smeraldo erano un
quadro che
madre natura non aveva esitato a dipingere nei minimi dettagli.
-Sai,
devo ammettere che sei un
tipo tosto, da come ti comporti, pupa!- le disse, mentre Kah si girava
per
andare a prendere qualcosa in un armadio. Mentre lei frugava in cerca
di
probabili vestiti maschili, lui le guardò il fondo schiena,
aggiungendo –E hai
anche un bel culo!-. Lei si girò e gli tirò in
faccia una scarpa.
Mentre
ancora l’azzurro si
lamentava del dolore al naso, la ballerina si appropinquò a
dire –Guardare, ma
non toccare… e nemmeno commentare!-. Poi, con passo deciso,
si avvicinò al
letto, dove posò i capi che gli aveva scelto. Camicia
bianca, pantaloni blu
oltremare, scarpe dello stesso colore, cinta nera e giacca bianca e
blu. –Mio
padre amava questi colori. È l’unico completo che
si è salvato, visto che era
in tintoria. Puoi metterlo tu, se vuoi!- disse con voce apparentemente
tranquilla.
-Perché
hai detto che è l’unico
che si è salvato?- chiese. Lei sospirò
pesantemente, cercando di non far capire
niente al suo ospite, oltre che di dare troppe informazioni su di se.
Grimmjow
si accorse di ciò, ma sapeva che avrebbe risposto con poche
parole.
-Mio
padre e mia madre morirono
in un incendio, tanti anni fa. Questa casa è stata
ricostruita dagli abitanti
della città circa due mesi dopo il fatto.- l’uomo
annuì, e si girò verso la
finestra. La giovane lo fermò appena in tempo.- Aspetta, se
ti affacci ti
vedranno di sicuro. Sarai anche uno spirito, ma qui tutti possono
vedere gli
spiriti! Capito?- disse, afferrandolo per un braccio. Dalle labbra
mascoline
uscì un suono scocciato: lui voleva prendere aria!
-Senti,
bambola, voglio solo un
po’ d’aria fresca, quindi apro la finestra,
d’accordo?- detto fatto, l’aprì, ma
nel giardino, già tutto risistemato, non c’era
nessuno. – Non è che mi hai
preso per il culo? In giardino non c’è nessuno!-
asserì, cercando di farle
intuire che si stava innervosendo. la padrona di casa quindi si
affacciò,
constatando l’assenza degli operai!
-Come
hanno fatto a finire così
presto? Ah, che stupida! Mi avevano avvertita che ci sarebbe voluto
poco, oggi!
Beh, allora fa pure! Prendi aria, micione!- a suddetto micione non
piaceva
quell’appellativo, e ringhiò di rimando.
-Non
micione! Inventatelo, un
nome, ma non chiamarmi micione! Chiaro?- ringhiò ancora. La
ragazza ci pensò un
po’ su, per poi schioccare le dita, soddisfatta. Poi
ridacchiò, con aria
divertita e felice. –Beh, allora? Come mi vuoi chiamare,
scema?- domandò
l’arrancar.
-Ti
chiamerò come l’architetto
preferito di mio padre: Grimmjow! Non è esattamente lo
stesso… è che ho
preferito dargli un suono più spagnoleggiante!- lui si
stupì: aveva scelto un
nome che gli piaceva moltissimo!
-Sempre
meglio di micione!-
asserì, divertito. Si, quella ragazza lo divertiva tanto.
Non solo gli
atteggiamenti, ma gli occhi, le movenze. Lo divertivano molto.
-Beh,
vado a preparare la cena! Tra un’ora scendi giù,
ok? A dopo!- si congedò,
uscendo dalla stanza lasciando aperta la porta. Lui la seguì
con lo sguardo,
fino a quando non scomparì dietro la porta.
Ridacchiò ancora quando la sentì
parlare con un’altra donna, al piano inferiore. Si
sdraiò sul letto, ripensando
a quel nome che, doveva ammetterlo, gli piaceva davvero tanto.
ANGOLO
DELLO SCLERO
Spero
che anche questo capitolo
vi sia piaciuto! XD Come vedete è molto lungo.
Kah:
Mi
piace! Cerco di ucciderlo in più di un’occasione!
Così si trattano gli uomini!
XD
Grimmjow: A me non piace appunto per questo. Mi fa sembrare uno
smidollato! Io
sono il tipo che ti ammazza a dovere con tanto di infilzo stile
spiedino alla
fine! DB
Me: Ricordati che qui non sei il vero te! Hai perso la memoria! U.u
Grimmjow:
A me non piace comunque! DX
Me: ma
stai zitto! D8
Grimmjow: Basta abbandono la parte! Metteteci qualcun altro! U.u
Kah:
Siiiiiiiiiii! Magari quell’Ace di One Piece…
è così figo! XD
Grimmjow: *si blocca*
Me: E’ morto! T^T
Kah: NOOOOOO! Che peccato! T.T
Grimmjow: *si rilassa*
Kah:
che ne dici di quel bel tenebroso di Itachi Uchiha! BD
Grimmjow: *si ri-blocca*
Me: Sarebbe stata un’ottima idea… ma è
morto pure lui!
Grimmjow:
*si rilassa nuovamente*
Kah:
Uffiiiiiiii! t.t CI SONO! Che ne dici di quel Kai di Beyblade? XD
Me:
Troppo piccolo per te! u.u
Grimmjow:
*si gira* va bene, ho capito! Rimango! DX
Me/Kah:
BD
Scusate
lo sclero improvviso! Ci riscriviamo presto! XD Segnalatemi eventuali
errori
grammaticali e commentateeeeeeeeeee! XD Baci a tutti da
MICIUZUMACHIIIIIIIIIIIIIII! XD
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 – Oh my stray Heart! By by feeling! ***
The
Flame Dancer
Benvenuti
nel terzo capitolo di The Flame
Dancer. Qui presenterò altri personaggi, in particolare
2… che sono molto
importanti per la storia. Oggi siamo in compagnia dell’India,
delle sue
meravigliose sonorità, dei suoi colori caldi e vivaci.
Accendete la radio e
ballate con me. Muovete quei culetti ragazze, muovete quei bacini,
uomini! XD
Spero
vi piaccia, buona lettura! BD
Capitolo 3
– Oh my stray Heart! By by
feeling!
Ormai
era ormai passata una settimana buona da quando Kah aveva deciso di
ospitare
quel micione azzurro smemorato, ma nonostante la convivenza non fosse
concretamente
facile, iniziava a divertirsi a prenderlo in giro e, soprattutto, ad
avere un
uomo a spezzare quella quotidianità in casa. Quel giorno non
aveva sicuramente
lezione e, se non fosse stato per
“l’idiota” e un appuntamento importante,
sarebbe rimasta davanti alla tv per tutto il giorno o a studiare
mineralogia.
Quello,
però, non era un giorno qualunque: infatti uno dei suoi
più grandi amici
sarebbe passato per un thè, portando tanti pasticcini alla
cannella e pezzi di
latte condensato aromatizzato come dono, che lei avrebbe poi mangiato
con
avidità. Tale amico, che ovviamente era sempre accompagnato
da Magda, si
chiamava Punaḥ
Jalāyā. La sua famiglia si era trasferita in Argentina
circa 215 anni fa dall’India, quando lui aveva circa cinque
anni. Da allora era
cresciuto giocando, studiando e chiacchierando con la sua amica; ma Kah
sembrava abbastanza certa che alla fine quei due si sarebbero sposati,
perché
stavano troppo bene insieme!
-Che
bellooooooooooo! Stanno arrivandoooooooooooo! Uuuuuh… la
torta è venuta
stupenda! SENTI CHE PROFUMINOOOOOOO!- cinguettò felice la
nostra eroina, fiera
del risultato: in effetti, la torta ai mirtilli aveva proprio un
bell’aspetto!
La ragazza si prodigò per apparecchiare la tavola con i
pasticcini, i biscotti,
le tartine… e nel mezzo la sua ultima creazione culinaria.
Si andò a preparare
al piano di sopra, mettendosi il suo vestito preferito (verde smeraldo
a
tubino) e i tacchi, mise il lucida labbra rosso corallo, un
po’ di fard,
ombretto nero e porpora per creare un contrasto con il verde smeraldo
del
vestito e mise uno o due spruzzi di profumo ai fiori
d’arancio e kiwi più
qualche ninnolo, giusto quel poco che bastava per essere casual.
Andò
verso le scale per scendere, passando vicino alla stanza
dell’azzurro, che non
appena sentì i tacchi passare si affacciò sul
corridoio aprendo di poco la
porta. Un’ondata di profumo travolse l’olfatto
di Grimmjow, che era davvero straordinario, e lo costrinse a uscire
come se
fosse attratto da un gomitolo di lana. Decise di seguirla fino
all’inizio delle
scale, poi si fermò dietro un angolo, da cui poteva vedere
il piano inferiore.
–Maledetto
profumo… ogni volta che lo mette, mi confonde i sensi!-. si
disse, più come
monito a cercare di resistere che per altro. Con sua sorpresa si
ritrovò a
fissarla e a pensare che gli piacessero le sue gambe, snelle, lisce e
alte, e
che quel culetto ci stava proprio bene in coordinato! Si diede
dell’idiota e
pensò che forse fosse per il profumo che aveva addosso, che
aveva una strana
nota al kiwi (i felini sono attratti dall’odore di cetrioli e
kiwi). Si
appoggiò al muro, guardandola mentre scendeva agilmente e
mentre quei capelli
svolazzavano felici come le fiamme di un incendio.
“Questa
mi ucciderà, uno di questi giorni… devo sbrigarmi
a recuperare la memoria!”
pensò, cercando di non farsi vedere dal piano inferiore e
ricacciando indietro
quell’idea assurda che aveva in testa di una Kah con sguardo
alla Psyco e
coltellaccio in mano, inoltre rabbrividì vistosamente. In
quel momento
suonarono al campanello e lei aprì la porta con tanta
passione. Vi fu una
folata di vento, che attraversò la stanza alquanto grande, e
fece arrivare, per
la seconda volta, un saggio di quel profumo al povero ospite, che
dovette
rintanarsi in camera per calmarsi. Il suo più grande
problema era però la
curiosità… quindi tornò alla sua
postazione per vedere chi era che veniva a far
visita. Vide quindi un ragazzo alto, vestito con colori aranciati molto
sgargianti,
dalla pelle scura e con il turbante in testa e poi una ragazza di
colore con i
capelli corti e vestita di giallo e color avorio.
“Ma
chi cazzo sono quelli? Sono vestiti come se fossero fiori! Bleah, che
schifo!”
pensò, guardando quegli abbinamenti che per lui erano
decisamente molto arditi.
Come se non bastasse, l’uomo dalla pelle scura sembrava uno
sciocco per il
sorriso che aveva in faccia, e gli dava già la voglia di
spaccargli la faccia. La
ragazza, invece, vicina a lui suggeriva uno strano senso di pericolo.
-Sei
vestito con i tuoi soliti colori, eh, Punaḥ?-
chiese con divertimento Kah. L’interpellato aprì
braccia
e gambe, con una faccia comicissima. La padrona di casa già
rideva, ancor prima
di sentire la battuta, che sicuramente era in arrivo. Grimmjow si
sorprese nel
sentirsi geloso, la conosceva appena, eppure era già molto
attratto da quella
micetta dispettosa.
-Beh,
devo pur sembrare un fiore, no? I miei hanno un negozio di fiori da
circa 200
anni! Anche se probabilmente assomiglio più a una zucca,
adesso! Si mi sento certamente
zuccoso! Ahahahahahahahahah!- e mentre le ragazze ridevano ancora di
più e di
gusto, il ragazzo si ridiede un contegno, aggiustandosi un attimo la
cintura
rosso corallo che manteneva i suoi vestiti tradizionali in posizione.
–Questa
casa è enorme, ogni volta che entro ho paura di perdermi!-
disse lusingando la
padrona di casa, che rise divertita. Continuarono a parlottare per un
po’,
ridendo e scherzando. L’indiano tirò fuori degli
strani dolcetti rettangolari
di un giallo ocra intenso, con una sfoglia sottilissima
d’argento ed un fiore
di ostia sopra. Poi la ballerina ne prese uno in mano, addentandolo
avidamente
e gustandolo come se fosse una rarità. Sembrava avere, per
il gatto azzurro, la
faccia di un little pony!
-Prego…
dalla solita parte!- esclamò piena di gioia la rossa. Quando
non furono più
visibili, l’azzurro decise di rintanarsi nella sua camera. Fu
proprio in quel
momento che si sentì tirare una manica della camicia. Si
girò, vedendo una Kah
sorridente che lo guardava con un qualcosa di strano, come se lui fosse
speciale. Non capì, e pensò che uno come lui non
poteva non fare paura ad una
donna, anche se non sapeva perché pensava ciò di
se stesso.
-Che
vuoi
scema?- soffiò, con una certa acidità. Lei
sembrò non farci molto caso alla sua
domanda all’acido per batterie e sorridendo ancora di
più lo afferrò per il
braccio e lo trascinò di sotto. Nello stesso tempo che
scendevano, guardò anche
abbastanza insistentemente le cosce snelle e toniche che trasparivano
dal
vestito. “Non guardare, non guardare, non
guardare…” pensava il povero mal
capitato.
–Ehi
aspetta! IO NON VOGLIO VENIRE DI SOTTO!- la ragazza rise di gusto,
mentre lui
si chiese come facesse a correre e saltare con i tacchi con
quell’agilità. Giunsero
quindi nella sala da pranzo, dove il povero malcapitato si
ritrovò davanti ad un
tavolo imbandito di dolci. “Ed ora? Io odio i
dolci!” si disse, mentalmente.
Smise subito di pensare non appena percepì gli sguardi dei
due ospiti arrivati
poco prima.
-Abbiamo
anche un nuovo ospite, oggi! Non so ancora come si chiami, ma vi posso
dire che
è divertente!- andò a prendere una sedia in
più e la mise davanti al tavolo,
dopo di che lo tirò per farlo avvicinare di più,
anche se lui sembrava
piuttosto riluttante. “Chissà se gli piace la
compagnia che ho scelto per farlo
ambientare a Lobos? Certo, Magda sarà un problema per un
po’… ma a Punaḥ
sembra piacere! E se…
invece non gli piacessero i dolci? AAAAAAAAAAAH! Smettila di pensare
storto,
Kah!” rifletté intanto la padrona di casa.
-E
lui chi è?- chiese Magda, sbigottita soprattutto dalla
bellezza dell’uomo che
aveva davanti. Gli girò intorno molte volte, per cercare di
carpirne gli
eventuali segreti, poi lo fissò negli occhi, come per
scrutarlo nel profondo
della sua anima… ma ne rimase congelata, per via dello
sguardo infastidito che
le stava riservando. O almeno per lei era gelido, per lui invece era un
normalissimo sguardo interrogativo.
–Mizzica,
che gelido che sei! Kah, buttalo pure fuori!-. La sua amica
sbuffò e si
lamentò, segno che non voleva certo lasciarlo ad
un’altra. –Mai una volta che
ascolti i miei consigli! Comunque, seriamente, chi è questo
tizio con la passione
per i puffi?- chiese, nuovamente osservandolo e questa volta anche
squadrandolo
dalla testa… al bacino! Ed appena arrivò
lì, fece un suono che secondo lei
doveva ricordare quello di una pistola.
Grimmjow,
con spontaneità folle e sconsiderata, rispose –Se
ti dico che non me lo
ricordo, che dici?-. Magda, lo guardò come se fosse
diventato pazzo e stesse
saltando per la stanza rincorrendo un gomitolo, per poi tornare a
guardargli in
mezzo alle gambe. Rialzò un attimo gli occhi osservandolo
nelle pupille direttamente.
Inutile dire che lui si sentì abbastanza sotto accusa.
–E’
inutile che mi guardi in quel modo, ho fatto una brutta caduta, sai? E
smettila
di guardarmi il pacco!- sbraitò l’arrancar verso
la ragazza, che era poi
tornata a guardare molto più in basso con sguardo da
pervertita. Nel frattempo,
il povero Punaḥ
guardava perplesso la
scena; poi però si mise a ridere perché il gatto
non voleva che la sua amica lo
guardasse lì in quel modo. Poi notò la strana
colorazione dei capelli.
-Scusa,
ma chi ti ha sbagliato la
tinta? Oppure sei albino e la tinta non ha colorato un accidenti?-
chiese
l’indiano, curioso. L’espada, di tutta risposta, si
irrigidì e si girò fissandolo
quasi malignamente. Peccato che il suo interlocutore non sapesse
affatto perché
lo guardava in quel modo. Ancora più incuriosito,
soprattutto dalla sua maschera
e dal buco in pancia, il moro si avvicinò ancora di
più, infilando addirittura
una mano nel buco.
–To’,
qualcuno gli ha sparato contro
con un bazooka, ihihih!- ridacchiò, divertito, il giovane
uomo, iniziando a
fargli il solletico sulle pareti del buco. Il povero Arrancar cade a
terra
dalle risate, mentre l’altro continuava a solleticarlo
dicendo ogni tanto
>>Piripiri<<. Kah nel frattempo faceva foto
a random, sbellicandosi
anche dalle risate, e Magda mangiava barfi in continuazione, ridendo.
Purtroppo
per loro, il divertimento finì quando un Grimmjow
decisamente stanco e sudato
si rialzò gridando un >>basta<<
colossale.
-SI
PUÒ SAPERE PERCHÉ MI AVETE PRESO
PER UN’ATTRAZIONE CIRCENSE, EH?- sbraitò il mal
capitato. Poi la rossa gli
porse un piattino di dolci, sorridendogli furbamente e con fare sexy.
Lui lo
prese in mano ed annusò il contenuto, poi prese la
forchettina che c’era dentro
rimuginando “Beh, proviamo. In fondo… quel che non
uccide fortifica!”. Assaggiò
quindi la torta ai mirtilli che la ragazza aveva tolto dal forno circa
tre
quarti d’ora prima
che era
contenuta nel
piattino,.
-Allora,
ti piace, nuovo arrivato
alquanto stressante?- chiese lei, scherzando. L’azzurro,
mentre mangiava la
torta, ridusse ad una fessura gli occhi come a guardarla storta. Lei
ridacchiò,
e pensò “Sembra un gatto che difende il suo
pesciolino da un altro gatto!”. La
ballerina vide l’uomo cambiare espressione, come se si stesse
concentrando,
mentre assaggiava la torta.
-Però…
è buono! Non me lo aspettavo!-
affermò stranamente sorpreso. Kah si sbudellò di
gusto, nel frattempo che lui
assaporava quel pezzo di dolce, finendolo in poco tempo.
L’ospite quindi si
mise a meditare a proposito di prendere un altro pezzo di dolce, senza
accorgersi che era già finita a causa di Punaḥ!
Quando
se ne accorse si incavolò non poco, risultando
più comico di prima.
-Ehi,
tu! Come hai osato finirti quella
torta? Parla!- l’indiano lo esaminò divertito, e
si mise a sogghignare, come se
fosse un’attrazione turistica osé.
L’indiano iniziò a ridere divertito. Il suo
“aguzzino” iniziò ad innervosirsi,
riflettendo sul fatto che fosse pazzo o
demente come una colonia di organismi primitivi.
-Ma
dai… era solo una torta! Era
squisita certo, ma sempre una torta. Aspetta… vuoi vedere
che anche tu sei
dolce dolce come una torta? Come una girella alla cannella, una
caramella
toffee, come la bambolina voodoo in Man Vs. Food! Dolce come la
marmellata di
lamponi! - La chioma color cielo si rizzò
d’improvviso, segnalando un certo
ribrezzo per le parole dette dal ragazzo straniero e se non fosse
giunta la
rossa con un’altra torta, gli avrebbe spaccato probabilmente
la faccia per
evitare che dicesse altro.
-Ragazzi,
smettetela di litigare! Ne ho
appena portata una, e nel frigo ce ne sono due! Quindi nessuno
rimarrà senza! –
l’azzurro si fermò e lasciò libero
l’uomo “zucca”, per poi dirigersi verso
il
tavolo e prendere un’altra grossa fetta di torta. La pseudo
festicciola
continuò per un paio di ore, poi, non appena finirono i
dolci ed il thè, i due
ospiti se ne andarono.
La
ballerina li salutò calorosamente,
abbracciandoli forte, l’azzurro alzò solo la mano
per un saluto veloce e
soprattutto per niente affettuoso. Una volta usciti dalla porta, mentre
camminavano per raggiungere l’auto di Punaḥ,
Magda notò lo
sguardo preoccupato dell’amico, come se volesse tornare
indietro per aiutare la
sua amica rossa. Sembrava che non avesse digerito la presenza di un
estraneo
nella casa di una delle sue migliori amiche.
-Cos’hai?
Sembri preoccupato, amico!-
chiese la bella e statuaria mora. Lui si girò appena,
fissandola per un
momento, per poi tornare a guardare in avanti in silenzio. Per la
ragazza fu
strano vederlo così, ricordando benissimo che in genere era
sempre pronto alle
battute e allo scherzo, e lo seguì senza dire una parola
fino alla vettura, per
poi aprire la portiera.
-Non
mi fido di quel tipo! Sembra
troppo aggressivo!- sentenziò Punaḥ
improvvisamente,
mentre apriva la portiera del lato del guidatore, cogliendo alla
sprovvista
l’amica, che lo guardava alquanto stranita. Una volta che
Magda si riprese,
cerco di dire qualcosa per sdrammatizzare, ma l’indiano la
fermò
immediatamente, alzando leggermente la mano.
–Ho
avuto l’impressione che fosse
pericoloso, ma ho fatto comunque finta di niente, per non allarmare
Kah! In
fondo si è impegnata tantissimo per organizzare questo
pomeriggio per bene! Poi
lei mi sembrava molto felice, e non ho voluto infierire!- aggiunse poi,
con
sguardo preoccupato. L’argentina dalla pelle scura quasi
quanto il caffè lesse
nella sua espressione una certa angoscia e, mentre si allacciava la
cintura di
sicurezza, gli accarezzò dolcemente la mano, che lui aveva
messo sul cambio
delle marcie.
-Tranquillo!
Kah non
è una sprovveduta! Se cercherà di farle del male,
lei risponderà sicuramente… e
vivo da li non ci uscirà, di questo puoi esserne certo!- lui
sorrise
rassicurato a queste parole, rispondendo con un si appena accennato e
mettendo
in moto la sua Ford fiesta arancio degli anni novanta. Mentre uscivano
dalla
proprietà della rossa, Grimmjow li osservava dalla finestra
del soggiorno,
cercando di capire cosa si stessero dicendo.
Angolo
della pazziaaaaaaaaaaaaa
FINALMENTEEEEEEEEEEEEEEE!
Ho finito! Spero che questo capitolo vi piaccia e che commenterete!
Fatemi
sapere di eventuali errori grammaticali, così li correggo!
Grimmjow:
Io che mangio dolci? IO MANGIO DOLCI?! MA SEI PAZZA, SEI FOLLE! A TE
T’HANNO
RAPITA GLI ALLIENI E HANNO FATTO QUALCOSA DI SERIO AL TUO CERVELLO! IO
MANGIO
ANIME!
Io:
Non rompere, ok? Vedi che ho dovuto trovare il tempo di scrivere questo
capitolo! U.u
Grimmjow:
MA LA COSA PEGGIORE È CHE IO SBANDO PER QUELLA CILIEGIA
TROPPO CRESCIUTA DELLA
PROTAGONISTA! è.é
Kah:
E che ciliegia, Ombre! Una ciliegia anche piccante, se vuole!
Grimmjow:
Non parlavo di questo! E tu lo sai! DX
Punaḥ:
Ma che bella presentazione che mi hai fatto! O.O
Grazie mille! Dai Grimmiao, stai tranquillo, altrimenti ti si arruffa
troppo il
pelo! BD
Grimmjow:
Ah si… il pelo! *ci mette un po’ per capire la
battuta* COME TI PERMETTI A
PRENDERMI IN GIRO, EH? DB
Magda:
Ma cavolo, come siete rumorosi, voi uomini! Finitela! U.u
Kah:
Ha ragione Magda, finiscila! U.u
Grimmjow:
Sono finito in un covo di pazzi! DX Era meglio farsi maciullare dagli
shinigami! DB
Io:
ESAGERATO! Che poi mica ti sarebbe dispiaciuto! U_u
Grimmjow:
ZITTAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! DX
Io:
Adesso basta! NON SOPPORTO LE PERSONE CHE MI URLANO IN FACCIA! *prende
Grimmjow
e lo butta fuori a calci facendolo volare* E Non tornare mai
più! @__@
Punaḥ/Kah/Magda:
Wow, che volo!
E
dopo questo stressante finale, non mi resta che chiedervi di continuare
a
leggere questa storia! U.u Grazie, a presto! XD
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