A, not so normal, human life.

di Delena_DaSa
(/viewuser.php?uid=242917)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduction ***
Capitolo 2: *** Brother ***
Capitolo 3: *** Terrace. ***
Capitolo 4: *** Boys and Girls evening. ***
Capitolo 5: *** Quarrel. ***
Capitolo 6: *** Disease. ***
Capitolo 7: *** Elijah. ***
Capitolo 8: *** Romantic evening. ***
Capitolo 9: *** Welcome to NY. ***
Capitolo 10: *** Born for this. ***
Capitolo 11: *** My angel. ***
Capitolo 12: *** Toast. ***
Capitolo 13: *** I'll be here for you. ***
Capitolo 14: *** Preoccupation. ***
Capitolo 15: *** Isn't it complicated? ***
Capitolo 16: *** Unexpected surprises. ***
Capitolo 17: *** New Therapy. ***
Capitolo 18: *** Photos. ***
Capitolo 19: *** Messages. ***
Capitolo 20: *** One more day. ***
Capitolo 21: *** Best friend's call. ***
Capitolo 22: *** Weird questions. ***



Capitolo 1
*** Introduction ***


Allora, questa storia era “And then… I met you” e io ero 1Delena, ho cambiato account e la riposterò con qualche modifica: possibilmente la finirò anche c; questa è soltanto un’introduzione quindi a breve, anzi brevissimo perché è già scritto, metterò il primo capitolo. Ditemi cosa ne pensate: se fa schifo, tanto schifo o è leggibile ;) Spero di riavere i lettori che c’erano prima e spero che ai nuovi possa piacere questa longfic. Buona lettura!
 
Elena rifinì il trucco di corsa con l’intento di arrivare in orario almeno il primo giorno di scuola.
"ELENA MUOVITI. BONNIE TI STA ASPETTANDO!!"
"Si Zia, sto arrivando"
La ragazza si precipitò al piano di sotto, prese al volo in sacchetto del pranzo che Jenna le aveva lanciato e si chiuse la porta alle spalle per poi correre dalla sua migliore amica che la aspettava in macchina fuori casa; suo fratello Jeremy si era già accomodato nel sedile dietro e chiacchierava allegramente con Bonnie, Elena dovette battere due volte sul finestrino per farsi notare dai due e poter entrare nella vettura.
"La solita ritardataria!"
"Sono le 8 meno 10 è anche presto considerando i suoi standard." puntualizzò Bonnie accendendo la radio.
 
Arrivate davanti a scuola le ragazze salutarono Jeremy e si avviarono verso la segreteria per chiedere informazioni sul loro orario di quest’anno, mentre camminavano qualcuno le abbracciò da dietro.
"CARE!" gridarono in coro le due ragazze ricambiando l’abbraccio della loro amica che era stata tutta estate in Europa con suo padre e il suo ragazzo.
"Mi siete mancate da morire, la Francia è fantastica e il mio guardaroba può confermare che Parigi è piena di negozi stupendi, bè può confermarlo anche la carta di credito di mio padre a dire la verità. Steven è simpaticissimo e mi sono divertita di certo più con lui che con mia madre."
"Care stoppa il disco, ci racconterai tutto dopo, ma... chi abbiamo la prima ora?" intervenne Elena.
"Ho già chiesto: abbiamo il signor Saltzman, nell'ora della Black vi racconto TUTTO, tanto quella è tonta."
Le ragazze entrarono in classe ridendo e scherzando, senza accorgersi del signor. Saltzaman che era già in cattedra.
"Buongiorno ragazze, vedo che siete di buon umore; mi fa piacere."
"Giorno Signor Saltz, passato delle buone vacanze? Io si, l'Europa è bellissima!"
"Lo so Caroline, è un continente con moltissima storia, ma dubito che tu sia interessata a questo. Comunque si, grazie per l'interessamento, adesso andate ai vostri posti."
Il signor. Saltzman non era come gli altri professori, era molto giovane: aveva circa 30 anni e uno splendido rapporto con i suoi alunni: tutti sapevano di poter contare sul "Signor Saltz" per qualunque problema o anche solo per un consiglio.
"Bene ragazzi, prima di esporvi in programma di quest'anno volevo presentarvi un vostro nuovo compagno di classe che io ho già avuto il piacere di conoscere quando facevo l’università a New York: Stefan vuoi presentarti tu?"
Dall'ultimo banco si alzò un ragazzo molto bello con degli splendidi occhi verdi, Elena si chiese come avesse fatto a non notarlo prima, guardando Caroline e Bonnie si accorse che anche loro si stavano ponendo la stessa domanda, come il resto della popolazione femminile della classe probabilmente.
Stefan si posizionò di fianco al Signor Saltzman e il professore gli fece un gesto per incitarlo a parlare.
"Ehm... mi chiamo Stefan Salvatore, ho 17 anni e ho vissuto a New York fino alla settimana scorsa. Direi che può bastare, vero Ric?"
"Stefan, a scuola io sono il Signor Saltzman."
"Giusto, dimenticavo."
Alaric notò Caroline che si sbracciava.
"Si, Caroline?"
"Scusi, vorrei chiedere una cosa a mr.figo-misterioso-non-dico-niente-di-me, se abitavi a New York perchè trasferirti in questo posto dimenticato da Dio?"
"Motivi... famigliari"
Caroline lanciò un brutto sguardo ad Elena che le rispose che doveva farsi i fatti suoi una volta ogni tanto.
 
"Bene ragazzi il primo argomento di quest'anno è la guerra di secessione americana, divideremo la classe in gruppi e ogni gruppo approfondirà una fase della guerra, entro settimana prossima voglio l'esposizione da parte di un rappresentante."
"Prof." Disse Caroline prendendo per mano Elena e facendo gli occhioni dolci.
"No, Caroline i gruppi li faccio io."
"MA PROF!" Dissero in coro Elena e Bonnie.
"Ok, allora il primo gruppo sarà composto dal trio delle meraviglie insieme a Stefan così lo aiuterete ad ambientarsi, va bene ragazze?"
"Non potrebbe andare meglio" Disse Bonnie facendo un occhiolino alle amiche.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Brother ***


"Com'è andato il primo giorno Stef?" 
"Normale. Potresti anche sforzarti di mangiarlo,  sai? Lo so che fa schifo, ma è comunque commestibile." disse Stefan guardando suo fratello torturare con la forchetta la bistecca nel piatto.
"Ricordami di non lasciarti cucinare mai più."
"Non indovinerai mai chi mi sono trovato davanti appena entrato in classe." cambiò argomento il più giovane non avendo per niente voglia di sentire commenti sarcastici sulle pessime doti di cuoco che, nonostante le origini italiane, possedeva.
"Mi dispiace deluderti Stef, ma Ric è il mio migliore amico, ho saputo che ti avrebbe insegnato storia prima di te." Rispose il moro dedicando un sorrisino sghembo al fratello minore.
"Sei una merda Dam."
"Sopravviverò anche con questo peso. Stef sembra una suola di scarpa questa bistecca!"
"Ma sentilo! La prossima volta cucini tu." esclamò fintamente offeso. "Dam,  dovrei fare un progetto di storia con delle ragazze della mia classe, possiamo venire qua a studiare?"
"Dipende” rispose il moro “Sono carine?"
"Pensa a riposare non alle ragazze con 8 anni meno di te, guarda che lo dico a Kath!"
"Sia mai! Va bene, basta che tu non ne faccia parola con lei; sai che è un tantino…"
“Morbosa?” suggerì il minore.
“Morbosa è dir poco.”
Stefan non potè fare a meno di notare la voce stanca del fratello.
"Vai a letto Dam, quando arriverà Katherine le chiederò se ti può cucinare qualcosa di commestibile."
"Ok fratellino, grazie. Ci pensi tu ai piatti?"
"Certo, non preoccuparti." rispose mentre Damon si avviava verso il piano superiore.
Il più piccolo dei Salvatore ormai aveva imparato che se suo fratello non gli rispondeva a tono o con una battutina-sarcastica-alla-Damon significava che non stava bene, era molto preoccupato per lui: i suoi anticorpi erano molto deboli, quindi il ragazzo era spesso ammalato o comunque molto stanco; Damon era riuscito sempre a gestire questa situazione e a prendersi cura di Stefan anche dopo la morte dei loro genitori, ovviamente il fatto di appartenere ad una famiglia importante come i Salvatore aiutava molto: poteva permettersi i migliori medici dello Stato; purtroppo però negli ultimi tempi il moro era molto più provato del solito e i due ragazzi, sotto consiglio dei dottori, si dovettero trasferire in campagna in una delle ville che avevano ereditato dalla famiglia della madre che si trovava proprio a Mystic Falls.
Stefan sentì il suo cellulare vibrare dalla tasca dei jeans mentre posizionava i piatti nel lavastoviglie, e si chiese chi potesse essere a cercarlo in quel momento.
Ciao, ci incontriamo al Grill per storia, poi decidiamo dove andare a studiare
xoxo Caroline
p.s. non chiederti come ho fatto ad avere il tuo numero... io sono sempre tutto!!
 
"Dai avete visto che culo? Il miglior di dietro nella storia di Mystic Falls"
"Ma piantala Care sembri una maniaca!" Intervenne Bonnie prendendo in giro l'amica.
"Perchè non lo è?"
"AH AH AH simpatica Lena!" esclamò la bionda riservando un’occhiataccia all’amica.
Elena distolse lo sguardo dal gruppetto e i suoi occhi incontrarono quelli di Stefan che era appena entrato nel bar.
"Ciao" disse il ragazzo con un palese imbarazzo, le presentazioni non erano mai state il suo forte.
"Ciao, io sono Caroline, loro sono Elena e Bonnie; in caso non l'avessi ancora capito. Siediti!"
"Bene tempo conoscenza finito! Penso che dovremmo pensare sul serio a storia, altrimenti chi lo sente il Signor Saltz?" 
"Ok, Bon. Ma da chi andiamo? Da me c'è Jeremy e tu con mio fratello intorno non ti concentri." disse Elena scherzosamente ricevendo una bruttissima occhiata da Bonnie.
"Possiamo andare da me, mio fratello ha detto che non ci sono problemi."
"Tu hai un fratello?" Chiese Caroline pensando che se fosse stato figo almeno la metà di Stefan quella sarebbe stata la ricerca di storia più bella della sua vita, anche perchè di solito le faceva fare dagli altri.
"Si, i miei sono morti quando ero piccolo e lui è il mio tutore legale. Casa mia è abbastanza lontana, è meglio iniziare ad incamminarsi."
 
Stefan suonò il campanello della villa, dalla fretta aveva dimenticato le chiavi, e una bellissima donna sulla trentina gli fece cenno di entrare insieme alle ragazze.
"Ciao Kath." Salutò il ragazzo abbracciando la riccia. "Ragazze, lei è Katherine la ragazza di mio fratello. Kath, loro sono..."
"Stef, starei molto volentieri a parlare con te e le tue amichette" lo interruppe lei "Ma tuo fratello richiede la mia presenza di sopra. Sai, il tuo tempismo è sempre perfetto." Il ragazzo capì a cosa si stava riferendo vedendo che indossava soltanto una maglietta di Damon che gli arrivava a metà coscia, era talmente abituato a vederla girare così per casa che non ci faceva più caso.
"Simpatica" commentò Bonnie a bassa voce una volta che la donna si era allontanata dal gruppo.
"Si in effetti non è la sua migliore dote, andiamo in salotto."
Le ragazze attraversarono esterrefatte l'enorme casa ed arrivarono nell'altrettanto enorme salotto.
"Spiegami, voi vivete in due in questa casa? La mia entra due volte solo nella sala da pranzo." esclamò la bionda.
"Non abbiamo problemi economici."
"Ho notato."
 
Dopo ore di ricerca e studio, grazie alle quali le ragazze scoprirono che Stefan oltre che bello era anche molto intelligente, arrivò il momento che Elena avrebbe ricordato per tutto il resto della sua vita, il momento in cui lo vide per la prima volta. Se Stefan le era sembrato molto bello il ragazzo che stava scendendo lentamente le scale in quel preciso momento era in assoluto la persona più bella che avesse mai visto, indossava una camicia sbottonata che permetteva di vedere il suo fisico statuario, aveva degli splendidi capelli corvini e degli occhi azzurri talmente belli da poter incantare qualunque ragazza incrociasse il suo sguardo.
"Stef! Non mi presenti alle tue amiche?"
"Ragazze lui è Damon, mio fratello maggiore."

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Terrace. ***


"Io penso di averne abbastanza della storia per il resto della mia vita."
"Per una volta posso dire di essere pienamente d'accordo con Caroline." Esclamò Bonnie buttandosi svogliatamente sul divando e lanciando sul tavolino il mucchio di fogli che teneva in mano.
"Per favore fai piano Bon! Lì dentro ci sono tutte le nostre ore di estenuante lavoro." Replicò Elena per poi volgere lo sguardo a Stefan che si era avvicinato alla finestra e stava scostando la tenda che impediva di guardare fuori. "Cosa guardi?" chiese al ragazzo.
"Sto pensando che siccome piove ed è abbastanza tardi non mi sembra il caso che torniate a casa da sole, vi va di fermarvi cena? Poi vi riaccompagno in macchina."
Elena guardò in viso le amiche e insieme annuirono.
"Se non disturbiamo ovviamente." 
La testa di Damon spuntò fuori dalla porta della cucina "NESSUN DISTURBO RAGGIO DI SOLE!" 
La mora non potè fare a meno di arrossire, era appena stata chiamata -raggio di sole- dal ragazzo più bello che avesse mai visto in tutta la sua vita.
Una voce giunse alle ragazze dalle imponenti scale. "Non ti illudere tesoro, è occupato."
Katherine lanciò alle tre amiche uno sguardo che Elena definì disgustato e saltò praticamente in braccio a Damon, come se volesse segnare il territorio.
"Con calma tigre, non mi vedi da circa 10 minuti."
"Un'eternità." disse la donna baciando morbosamente il moro.
 
Fu Caroline a rompere il silenzio creatosi dopo che Damon e Katherine furono entrati in cucina.
"Bè cosa si mangia di buono?"
"Non ne ho idea, ma non preoccupatevi: Damon è un ottimo cuoco. Al contrario del sottoscritto."
"Alleluja!" gridò la bionda beccandosi le occhiatacce di tutti i presenti.
"Cosa c'è adesso Care?" chiese Bonnie riservando all’amica uno sguardo dubbioso.
"Abbiamo trovato qualcosa in cui non è mr.Perfezione!" Stefan la guardò trattenendo una risata.
"Se chiedeste a Damon avreste una lista piuttosto lunga di cose in cui sono negato."
"Sarà fatto.” Esclamò la bionda facendo una linguaccia a Stefan.
"Ragazzi mi dispiace interrompervi, ma io non ho ancora avvisato mia zia che sto fuori a cena e dovrei chiamarla." intervenne Elena dopo essersi ricordata di non aver ancora informato Jenna dell'accaduto.
"Oh certo, di solito in casa non c'è molto campo, ma se vai sul terrazzo sei coperta e il cellullare prende sicuramente."
"Ok ti ringrazio molto." disse Elena sfoggiando un dolcissimo sorriso e avviandosi verso la porta-finestra indicatale da Stefan per poi aprirla ed uscire.
Appena richiusa la porta-finestra la ragazza non potè fare a meno di notare lo splendido panorama che si godeva da quel terrazzo: nonostante la pioggia si poteva vedere benissimo tutto il bosco che circondava Mistyc Falls.
"Bello vero?" 
Elena si spaventò sentendo una voce di fianco a lei, per poi girarsi e trovare Damon seduto su uno sgabello con lo sguardo fissò all’orizzonte.
"Oddio, mi hai fatto prendere un colpo." disse la ragazza leggermente imbarazzata, uno splendido colpo aggiunse poi mentalmente.
"Tu sei Elena giusto?" la mora annuì in risposta. "Cosa ci fai qui?"
"Devo avvisare mia zia che resto a cena. Pensavo fossi in cucina."
"Katherine sta pensando alla cena. Non sapevo cosa fare e sono venuto qui, questo posto mi rilassa."
Elena guardò il ragazzo, sorrise e rimirò ancora per qualche istante quel bellissimo panorama prima di prendere il telefono per chiamare la zia.
uno squillo, due squilli...
Pronto
"Ciao Zia, sono Elena volevo dirti che resto a cena da un amico con Care e Bonnie."
Va bene tesoro, nessun problema. Divertiti! Ciao.
"Ciao, Zia. Ci vediamo stasera."
Ehm... Lena, stasera esco con un collega. Ci vediamo domani.
"Zietta non me la racconti giusta tu, poi voglio sapere i dettagli, Ciao."
Ciao tesoro. Disse la zia ridacchiando.
Elena chiuse la chiamata e ripose il telefono nella tasca dei jeans.
"Quindi vivi con tua zia?" si sentì chiedere.
"Già, i miei sono morti qualche anno fa. Da allora io e mio fratello viviamo con lei." rispose la ragazza con un velo di tristezza nella voce. 
"Mi dispiace." Disse il ragazzo spostando per la prima volta lo sguardo dal panorama fino a lei.
"Potrei dirti la stessa cosa." Disse Elena guardando in viso il moro. "Stefan ci ha detto che anche i vostri genitori sono morti." spiegò poi vedendo l'espressione confusa del ragazzo dopo la sua prima affermazione.
"Non pensavo ve l'avesse già detto. Di solito Stef è un tipo molto chiuso, soprattutto con le persone che conosce da poco; si vede che con voi si trova particolarmente bene."
"Bè, mi fa piacere." disse la ragazza notando il sorriso mozzafiato che aveva Damon in quel momento.
 
"Dam cosa ci fai qui? Rischi di prendere freddo, comunque vieni dentro è pro... ah, ciao ehm... Alina?" 
"Elena" corresse lei.
"Bè quel che è, comunque è pronto. Venite dentro." Concluse Katherine con un sorriso che Elena giudicò il più falso che avesse visto in vita sua.

Tadaaaa, eccomi qua. Spero che questo schifo  capitolo possa piacere a qualcuno. A presto arriverà il prossimo.
 
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Boys and Girls evening. ***


Erano passate alcune settimane da quando Elena, Caroline e Bonnie erano state a casa Salvatore nelle quali le ragazze avevano conosciuto meglio Stefan facendolo diventare parte integrante del loro gruppo, Tyler e Matt l'avevano perfino convinto ad entrare nella squadra di football della scuola.
                  
Elena si trovava davanti al cancello della scuola con Bonnie e Jeremy. Quando vide Caroline parcheggiare l’auto le corse in contro per lasciare i due ragazzi da soli: sapeva che Bonnie aveva una cotta per suo fratello anche se non voleva ammetterlo apertamente.
"Lena non crederai mai a quello che ho qui!" Esclamò la bionda scendendo dalla vettura.
"Un normalissimo giornale?" Chiese la mora scettica, vedendo quello che teneva in mano l'amica
"ESATTO!" Urlò Caroline entusiasta. Ok Care era sempre stata molto espansiva, ma Elena non riusciva proprio a spiegarsi tutta questa euforia per una semplicissima rivista di gossip.
"E quindi?" Le chiese dubbiosa.
"L'importante è cosa c'è all’interno di questo normalissimo giornale."
La bionda si mise a girare frettolosamente la pagine, suscitando leggermente l'interesse dell'amica.
"Ecco guarda qui." Aggiunse voltando il giornale verso la mora. Una pubblicità di un profumo, aveva fatto tutta questa scenata per una pubblicità di un profumo; certo c’era un gran bel figo a posare come modello, ma niente che potesse spiegare l’euforia dell’amica. Fissando il viso del ragazzo per la seconda volta si accorse di una cosa. Come aveva fatto a non notarci prima??
"Ma è..." 
"Damon Salvatore." Concluse la bionda al posto dell'amica. "Credo di avere qualche domanda per Stef."
"Parli del diavolo." disse Elena indicando Stefan che si avvicinava a loro.
Caroline andò in contro al ragazzo.
"Mr. Salvatore mi spieghi per quale motivo non ci ha mai detto che l'altro Mr. Salvatore fa il modello?" 
"Forse perchè non mi avete mai chiesto che lavoro facesse mio fratello?" disse Stefan stando sulla difensiva.
"In effetti ha ragione lui Care." aggiunse Elena.
"Tu sei la mia migliore amica e per definizione dovresti essere sempre dalla mia parte, traditrice!" 
"Comunque adesso Damon non lavora più, quindi non avrebbe avuto senso dirvelo." Disse il ragazzo.
"Perchè non lavora più? Non mi sembra che sia meno bello rispetto a questa foto." Chiese la bionda.
Stefan non sapeva cosa rispondere, la ragazze gli erano molto simpatiche, ma non se la sentiva ancora di parlare con loro dei problemi di suo fratello; fortunatamente per lui la campanella suonò in quel momento.
"Ah, la campanella, mi dispiace devo scappare. Ciao." Disse praticamente correndo dentro l'edificio scolastico.
"Quel ragazzo non me la racconta giusta." 
"Care sei paranoica, io vado a lezione. Ci vediamo stasera da me?"
"Ok, ma vedrai che Bonnie mi darà ragione." esclamò la bionda avviandosi verso l'entrata.
 
"Stef, mi spieghi cosa diavolo stai facendo?" chiese Damon notando che il fratello era preso a trasportare qualcosa giù dalle scale.
"Sto portando di sotto la playstation, vengono due miei amici più tardi."
"Vuoi una mano?" 
"Dam, piantala.” Esclamò il ragazzo. “Non devi fare sforzi per cose inutili, lo sai."
Damon sbuffò, una cosa che aveva sempre odiato era essere trattato come un povero malato, soprattutto quando si trattava di suo fratello. Stava per rispondere a tono a Stefan quando sentì il campanello suonare. Si alzò ed andò ad aprire, convinto che dall’altra parte della porta ci fossero gli amici di suo fratello.
"Ric ciao!" Esclamò sorpreso, non si aspettava di vedere il suo migliore amico. "Cosa ci fai qui?"
"Adesso non posso neanche passare a vedere come sta il mio migliore amico?" Disse abbracciando il moro. "Come ti senti Dam?"
"Ti prego non metterti anche tu” Implorò “C'è già Stefan che mi tratta come un povero rincoglionito."
"E' solo preoccupato per te. Dopo l'ultimo periodo a New York hai fatto preoccupare anche me e Isobel, per non parlare di Katherine. Era distrutta."
Damon abbassò lo sguardo. "Mi dispiace veramente tanto di avervi fatto preoccupare, ma adesso sto meglio. Penso che questa cosa della campagna possa funzionare sul serio."
"Speriamo." Disse l'insegnante non tanto convinto dalle parole dell'amico.
"Bè, ti va di autoinvitarti ad una serata di videogames con i tuoi alunni?" Esclamò poi il moro cambiando argomento.
"Perchè no."
 
"Non ci credo. Il fratello di Stefan fa il modello?" Disse Bonnie mentre Caroline era impegnata a farle la manicure.
"Faceva." La corresse la bionda. "Pare che per un motivo non identificato abbia smesso."
"Non di certo perchè è diventato più brutto." Aggiunse Elena.
"Ah Lena, qualcuna si è presa una cotta per un certo Salvatore dai penetranti occhi azzurri."
"Ma piantala Care, l'ho visto una volta in croce. Certo, non nego che sia bello." Le amiche la guardarono storto. "Ok bellissimo, ma di certo non mi posso prendere una cotta per uno con cui non ho praticamente mai parlato."
"Colpo di fulmine." Suggerì Bonnie.
"Ma dai, a parte che è occupato. Comunque a me sembra che qualcun'altro" Disse guardando Caroline. "Si sia preso una bella cotta per un altro Salvatore che conosciamo bene."
"Sgamata!" Esclamò la bionda facendo una linguaccia alle amiche e diventando leggermente rossa per l'imbarazzo.
 
"E la squadra dei vecchi regna." Esclamò Damon schiacciando il cinque ad Alaric.
"Non vale.” Protestò Tyler. “Nessuno ci ha avvisato che il signor Saltz fosse così bravo."
"Anni di esperienza." Spiegò il professore sorseggiando una birra.
Stefan girò lo sguardo verso Alaric e vide suo fratello sussurrargli qualcosa all’orecchio per poi alzarsi e dirigersi verso il piano superiore, il ragazzo rivolse uno sguardo interrogativo al professore che mimò un "E' stanco." con le labbra e poi aggiunse ad alta voce "Partita a coppie? Io mi prendo il signor Donovan sperando che giochi meglio di come sa la storia."
"Ci conti prof." Esclamò Matt appoggiando sul tavolino la birra appena finita.
 
"Ragazze io esco!!" Gridò Jenna dal piano di sotto.
"Scusa Elena, ma dove va tua zia a quest'ora?" Chiese Bonnie.
"E' qualche settimana che esce con un certo Elijah, un collega. Mi fa molto piacere che si sia rifatta una vita sociale, l’ultima volta che l’ho vista uscire era prima che io e Jer ci trasferissimo da lei."
"E brava Jenna!" Esclamò Caroline facendo ridere le amiche.
 
Guten Tag! Eccomi qua con un aggiornamento veloce veloce tutto per voi c; Spero che vi piaccia, fatevi sentire per favore perché non mi sembra che questa storia sia apprezzata come lo era prima. Una recensione non vi costa niente e mi fa felice felice #Danke.
Xoxo #Me

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Quarrel. ***


 Stefan sedeva sul divano passando una mano tra i capelli del fratello che dormiva con la testa appoggiata sulle sue gambe quando sentì il telefono vibrare dalla tasca dei pantaloni, il ragazzo spostò delicatamente la testa di Damon e la appoggiò su un cuscino per poi andare in corridoio.
"Pronto."
Ciao Stefan, sono Caroline.
"Ciao Care, ti serve qualcosa?"
No, solo che oggi abbiamo deciso di trovarci tutti al Grill, volevo sapere se ti andava di venire. Ovviamente se vuoi stare con tuo fratello non ci sono problemi.
"Mio fratello?" Chiese il ragazzo dubbioso, Caroline non poteva sapere.
Elena mi ha detto tutto.
"Ah, comunque non lo so. Vedo come sta Damon quando si sveglia; mi farebbe piacere raggiungervi. Se non vengo ti mando un messaggio, altrimenti ci vediamo lì."
Ok Stef, ciao.
"Ciao Care."
Stefan attraversò il corridoio e arrivò in salotto pensando a Caroline: non la conosceva da molto, ma la ragazza lo aveva colpito fin da subito con i suoi modi aperti e sbarazzini, ma altrettanto dolci quando qualcuno aveva bisogno di lei.
"Chi era?" Si sentì chiedere dal fratello sdraiato sul divano.
"Ti sei svegliato?"
"No, sto dormendo, non vedi." Ironizzò Damon.
"Vedo che stai meglio, mi fa piacere. Comunque era Caroline, mi ha chiesto se andavo al Grill con lei e gli altri."
"La bella biondina?"
"Lei non è solo bella, è dolce, simpatica ed è una delle cose migliori che mi siano capitate da quando siamo arrivati qui." Confessò.
"E ti piace." Concluse Damon al suo posto.
"No, cioè si, insomma non lo so."
"Scoprilo!" Esclamò il moro mettendosi in posizione seduta con l'aiuto delle braccia.
"E come faccio?"
"Vai al Grill, parlale. Non c’è niente di più semplice fratellino." Disse Damon con il tono di uno che la sa lunga sull’argomento.
"Non voglio lasciarti da solo." Rispose sedendosi accanto al fratello e posandogli una mano sulla fronte. "Hai ancora la febbre alta.” Constatò. “Non me la sento Dam."
Damon guardò il fratello negli occhi. "Stefan non devi preoccuparti, puoi benissimo lasciarmi solo un pomeriggio, se avessi bisogno di qualcosa ti chiamerei immediatamente."
"Dam non lo so, non mi sentirei tranquillo. Chiamo Ric."
"Fai un po' come vuoi. Tanto non riuscirei mai a convincerti."
 
Caroline stava ascoltando con poca attenzione i discorsi delle sue amiche, sperava con tutta sé stessa che Stefan riuscisse a venire al Grill. Si rese conto che i suoi desideri erano stati esauditi quando scorse il ragazzo entrare nel locale con il cellulare in mano e una faccia a dir poco tesa.
"STEF." Gridò sbracciandosi per farsi notare dall’amico, Stefan le sorrise e lei non potè fare a meno di arrossire.
"Ciao ragazze, come state?" Chiese raggiungendo il loro tavolo.
"Noi bene, tu hai una faccia." Disse Bonnie.
"Scusatemi, è che sono un po' preoccupato."
"Allora giochiamo e vedrai che ti passerà." Esclamò la bionda trascinando Stefan al biliardo. "Dimmi che sai giocare perchè io faccio pena, e dobbiamo assolutamente stracciarle." Gli sussurrò all’orecchio.
"Me la cavo." Rispose il ragazzo.
 
Al suonò del campanello Damon si alzò ed andò ad aprire la porta non senza fare un po' di fatica, perchè quei corridoi dovevano essere così immensi?
Una volta aperta la porta vide che oltre al suo amico c'era anche la moglie Isobel.
"Ei Ric, Isobel. E' tanto che non ci vediamo." Disse sorridendo all'amica che si avvicinò e lo abbracciò teneramente.
"Veramente. Possibile che ogni volta che ti vedo tu sia sempre più bello?"
"Vacci piano." Esclamò Alaric baciando la moglie.
"Bè non vorrete mica restare sulla porta a vita? Andiamo in salotto." Disse Damon percependo che le sue gambe non avrebbero retto ancora per molto se fosse rimasto in piedi.
I tre si avviarono verso il salotto e appena arrivati Damon si buttò sul divano.
"Dam, ma con Katherine cos'è successo? Prima mi ha chiamata, ma non ho capito molto." Chiese Isobel sedendosi accanto all'amico.
"Stamattina era a New York per un servizio e io le avevo promesso che sarei andato a prenderla e saremmo andati a fare un giro in città. So che non è una scusa valida, ma stamattina non mi sono sentito bene e me ne sono dimenticato." Spiegò lui.
"Secondo me invece è una scusa validissima" Rispose la donna mettendo una mano sul braccio di Damon, così facendo però si accorse che il ragazzo stava tremando. "Dam che cos’hai? Stai tremando."
"Ho solo un po' freddo, tranquilla." Isobel guardò il marito.
"Vado a prenderti una coperta." Disse Ric sorridendo al suo migliore amico.
 
"SIAMO I MIGLIORI!" Esclamò Caroline abbracciando Stefan che inizialmente era imbarazzato poi ricambiò la stretta della ragazza.
"Tutto culo." Rispose Elena sorridendo agli amici. "Ecco sono arrivati Matt e Tyler." Aggiunse vedendo i due ragazzi avvicinarsi.
"Adesso cosa si fa?" Chiese Bonnie sedendosi ad un tavolino, dopo questa affermazione tutto il gruppo guardò Caroline.
"Mi sento un po' osservata." Scherzò la bionda facendo un occhiolino.
"Dai di solito sai sempre cosa fare, pensaci un po'." La incitò Matt.
"Bè si può giocare ad obbligo o verità." Propose la ragazza.
 
Isobel stava aiutando il marito a correggere i compiti di storia mentre Damon dormiva sul divano quando il campanello della villa suonò.
"Vado io." Disse la donna. Aprì la porta e si trovò davanti Katherine più arrabbiata che mai.
"Dov'è quel coglione?"
"In salotto, ma sta dor..." Katherine non le fece finire la frase e corse verso il salotto.
"Tu mi devi delle spiegazioni, IMMEDIATAMENTE!" Esclamò svegliando il ragazzo.
"Ma Kath, non vedi che sta male? Aspetta un attimo."
"Tu fatti i cazzi tuoi Ric, anzi tu e la tua cara mogliettina sareste pregati di andarvene in un'altra stanza, grazie."
Damon si mise a sedere sul divano. "Kath senti, mi dispiace non stavo molto bene e mi è passato di mente." Le disse cercando di calmarla.
"Oh si certo ti è passato di mente, per te sono sempre l'ultima cosa a cui pensare, non mi calcoli mai Damon."
"Ma se ogni volta che usciamo mi stai appiccicata come una cozza." A questo punto la calma l’aveva persa anche lui.
"Ah adesso ti sto appiccicata come una cozza?? Non è colpa mia se ci provi con tutte."
"Io ci provo con tutte?"
"Oh si -raggio di sole-"
Damon si alzò dal divano nonostante gli tremassero le gambe e la testa gli scoppiasse.
"Se per te scherzare con un'amica di mio fratello è provarci mi sa che sei messa proprio male." Katherine si avvicinò al ragazzo e gli tirò uno schiaffo in viso.
"Sei messa male lo dici a tua sorella e non a me, sei solo un ragazzino presuntuoso."
"Katherine per favore, oggi sono stanco. Parliamone un altro giorno."
"Oh si, giusto. Rimandiamo tutti i problemi. Non vuoi parlarne oggi? Bene non ne parliamo mai più. E' finita Damon."
"Dopo 5 anni mi molli perchè mi sono sentito male e non sono riuscito a venire a prenderti?"
A Katherine scesero delle lacrime dagli occhi.
"Senti Damon il fatto è che tu ti senti male troppo spesso, so che non è colpa tua, ma io così non posso andare avanti, scusami."
"Quindi erano tutte scuse, tu mi molli perchè sono malato?" 
"Se vuoi vederla così va bene. So di essere una persona orribile, ma non posso andare avanti in questo modo, scusami tu ti meriti di meglio."
La ragazza non riuscì a guardare negli occhi l'ormai ex-ragazzo e corse fuori dalla villa.
"Kath cosa?"
"Lasciami stare Isobel." Disse sbattendo la porta in faccia all’amica.
 
"Stefan, obbligo o verità?" Chiese Elena.
"Verità."
"Il tuo primo bacio." Disse Matt siccome nessuno aveva proposte migliori.
"In prima media, con una che non mi piaceva neanche, solo perchè tutti i miei amichetti avevano già baciato." Rispose il ragazzo imbarazzato.
"Ok, Caroline: obbligo o verità?" Chiese Bonnie.
"Io rischio con l'obbligo."
"Bacia Stefan!" Esclamò Elena. Caroline guardò prima Stefan poi Elena che le fece un segno di incoraggiamento.
Caroline si stava avvicinando al ragazzo, le loro labbra erano vicinissime e i loro respiri si erano fusi quando a Stefan suonò il cellulare.
"Ehm, scusate." Disse molto imbarazzato tirando fuori il telefono dalla tasca.
Damon e Katherine si sono mollati, la litigata non gli ha fatto bene, è meglio se torni. Scusa se interrompo la tua uscita.
Ric.
 
 
Weeeeeei, Ma non mi calcolate più? :( neanche una recensione, non nego che ci sono rimasta male, questa storia era molto più recensita prima. Comunque spero che vi piaccia questo nuovo capitolo anche se non me lo farete sapere c;
Thank you all.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Disease. ***


 
Stefan aveva deciso che prima di uscire per andare a scuola sarebbe passato a controllare come stava suo fratello, la sera prima quando Tyler e Matt se ne erano andati era abbastanza tardi e aveva preferito lasciarlo dormire tranquillamente, quindi adesso stava raggiungendo la stanza del moro.
Aveva appena attraversato il lungo corridoio e stava aprendo lentamente la porta della stanza di Damon, entrò e si sedette sul bordo del letto. Suo fratello lo sentì ed aprì gli occhi.
“Scusa, non volevo svegliarti.” Gli sussurrò Stefan.
“Fa niente. Cosa vuoi?” Mormorò.
"Controllare come stai. Ieri sera mi hai fatto preoccupare.”
"Sono solo un po' stanco Stef, stai tranquillo." Rispose Damon cercando di mettersi a sedere con l’aiuto delle braccia; Stefan, vedendo il fratello in difficoltà, lo aiutò ad appoggiare il busto alla testiera del letto.
"Solo stanco? Non riusciresti neanche a reggerti in piedi"
"Non è vero." Protestò Damon ricevendo come risposta una bruttissima occhiata di suo fratello. "Vediamo" Disse Stefan alzandosi e preparandosi a dover sorreggere il moro in caso non fosse riuscito nel suo intento.
Damon posizionò le gambe fuori dal letto, nonostante quel giorno si sentisse a dir poco una merda il suo orgoglio gli imponeva di dimostrare al fratello che aveva ragione e che poteva andare a lezione tranquillo,  facendo leva sulla testiera con le braccia si alzò lentamente dal letto, ma appena allentò la presa lo colse un senso di vertigini e se Stefan non l'avesse sorretto sarebbe sicuramente finito sul pavimento.
"La prossima volta stai a letto senza dimostrazioni di forza." Gli sussurrò Stefan all'orecchio, lo aiutò a risdraiarsi sul letto e lo strinse in un abbraccio che Damon ricambiò con una stretta molto debole; Stefan sfiorò la fronte del fratello con una mano e si preoccupò sentendolo terribilmente caldo.
"Dam, stai bruciando. Chiamo Katherine, non posso permettere che tu stia da solo."
"Deve fare un servizio fotografico a New York, Stef non preoccuparti posso benissimo stare da solo."
"Oggi no. Fine della discussione. Rimango a casa io. E non voglio sentire storie."
"Tutte scuse per non andare a scuola." Mormorò Damon chiudendo gli occhi per la stanchezza e provocando una risatina da parte del fratello minore.
 
"Sapete come mai Stefan è assente?" Chiese Caroline agli amici.
"Non ne ho idea, ieri sera stava bene. A proposito di ieri sera, sapete che il signor. Saltz è il migliore amico del fratello di Stefan?" 
"Sul serio, Matt?" Chiese Bonnie.
"Si." Confermò Tyler. "E ieri sera ci ha anche stracciato alla playstation."
"Fate schifo ragazzi." Esclamò Elena prendendo in giro i suoi amici e sorseggiando un po’ di thè che era in mano a Matt. "Grazie per il thè Matty, comunque Care oggi potremmo passare da Stefan a portargli i compiti." Aggiunse facendo un occhiolino alla bionda.
"Mi piacerebbe, ma oggi devo andare da papà e Steven. Passa tu, poi ci racconterai quanto erano fighi i fratelli Salvatore in tutto il loro splendore casalingo."
 
Damon era sdraiato sul divano in uno stato di dormiveglia aspettando che suo fratello tornasse dalla farmacia dove era andato per acquistare i farmaci che i medici gli avevano prescritto quando sentì il campanello suonare, si alzò facendo un po' di fatica ed andò ad aprire.
"Potresti anche ricordarti le chiavi qualche volta.” Il suo sguardo cambiò quando si ritrovò davanti un’amica di Stefan. “Ah, Elena... ciao. Scusami, pensavo fosse mio fratello, ti serve qualcosa?"
Elena fu stupita di vedere la faccia pallida e gli occhi stanchi del maggiore dei Salvatore, così diversi dalla prima volta che si erano incontrati.
"Cercavo Stefan.” Spiegò la ragazza. “Oggi era assente e volevo portargli i compiti. Ma a quanto pare non è in casa."
Damon le dedicò un sorriso molto tirato. "No, non è in casa, ma tornerà a breve. Entra pure se vuoi aspettarlo."
"Grazie." Disse Elena entrando nell'enorme villa.
Il ragazzo impiegò tutte le sue forze per arrivare in salotto senza mostrare debolezza alla ragazza e quando giunse a destinazione si buttò sul divano, maledì i suoi antenati e le loro manie di grandezza per aver costruito una casa così immensa e lunga.
"Non sapevo facessi il modello." Esclamò la ragazza rompendo il silenzio creatosi tra i due.
"Bè non si vede?" Scherzò Damon facendo un occhiolino ad Elena, che non potè fare a meno di arrossire. "Comunque scherzi a parte, come fai a saperlo?"
"Caroline. Lei sa sempre tutto."
"Wikipedia vivente." Ironizzò il ragazzo facendo sorridere Elena e sciogliendo un po' l'imbarazzo.
 
I due chiacchierarono per un po' fino quando sentirono la porta aprirsi.
"Dam sono arrivato, scusa il ritardo ma in farmacia c'era un po' di gente. Come ti senti?” Si interruppe quando vide la sua amica in salotto. “Elena ciao, cosa ci fai qui?" Le chiese.
"Ciao, ero passata per portarti i compiti, ma tuo fratello mi ha detto che non c'eri allora ti ho aspettato." 
"Ah, grazie. Vieni su in camera mia così mi passi tutto." Disse uscendo dalla cucina con un bicchiere con dentro un liquido biancastro, che Elena classificò come una medicina; si avvicinò e lo porse al fratello. "Devi bere questo." Aggiunse con un tono talmente dolce che fece nascere un sorriso involontario sul viso della ragazza.
 
"Ok, geografia c'è un test dopodomani e basta, abbiamo finito."
"Grazie mille, Elena." Disse Stefan sorridendole.
"Figurati, ma... cos'ha tuo fratello?" Chiese la ragazza. "Non sei obbligato a dirmelo, sappi solo che se vuoi parlarne io ci sono." Aggiunse notando l’insicurezza dell’amico.
Stefan le sorrise. "Damon è malato fin da quando era molto piccolo, ha pochissimi anticorpi quindi anche una semplice influenza lo prova parecchio. Lui è sempre riuscito a fare tutto nonostante questo, mi ha cresciuto ed è stato sia un fratello che un padre fantastico. Negli ultimi tempi a New York ha iniziato ad ammalarsi più frequentemente, abbiamo chiesto il parere ai medici migliori di tutti gli Stati Uniti, ma hanno detto che l'unica cosa che poteva aiutarlo sarebbe stata quella di traferirci in campagna e fargli lasciare il lavoro per un po', in questo modo avrebbe potuto respirare aria migliore e avere dei ritmi meno frenetici. Quindi eccoci qua."
La ragazza notò la lacrima che gli scese lungo la guancia mentre le raccontava questo, lo abbracciò e gli sussurrò che le dispiaceva e che lei ci sarebbe stata sempre.
"Ok, adesso è meglio che tu vada.” Esclamò lui sciogliendo l’abbraccio. “Altrimenti farai preoccupare tua zia." 
"Giusto." Constatò la ragazza.
 
Stefan accompagnò Elena alla porta.
"CIAO RAGGIO DI SOLE!" 
Elena ridacchiò, era la seconda volta che Damon la chiamava così. "Ciao Damon, è stato bello conoscerti meglio. Ciao Stef, a domani."
"Ciao Lena" Disse il ragazzo chiudendo la porta.
 
Stefan entrò in salotto e posizionò un panno umido sulla fronte del fratello.
"Meglio?" Chiese.
"Si, grazie Stef." Rispose il maggiore facendo un sorriso a suo fratello.
Il telefono di Damon squillò interrompendo la conversazione. "Rispondi tu per favore." Esclamò il moro.
Stefan prese il telefono del fratello e rispose.
"Pronto."
Stefan? Dove cazzo è tuo fratello?
"E' qua Kath, cos'è successo?"
Cos'è successo? E' successo che si è dimenticato di andare a prendere la sua ragazza e le ha dato buca oggi!
"Kath, Damon è stato male, gli sarà passato di mente."
Non ne posso più!! Prima era tutto a posto e adesso BOOM sta sempre male! Dai piantala, ma cosa ne parlo a fare con te? Digli che io e lui dobbiamo parlare. Seriamente.
Così dicendo chiuse la telefonata.
"Dam era Katherine. La vedo brutta."
 
Eiii, bella gente! Come va la vita? Cosa ne pensate di questo “capitolo” se così si può chiamare. c; Spero che vi piaccia e che ci siano un po’ di recensioni. Finalmente Damon e Elena si riincontrano anche se non nelle migliori circostanze. ;) Un bacione. #Me

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Elijah. ***


Stefan entrò nella villa di corsa, si richiuse la porta alle spalle, percorrendo il lungo corridoio arrivò in salotto e vide suo fratello sdraiato sul divano, più pallido che mai, che dormiva tremando nonostante la coperta che Alaric gli aveva posto addosso. Isobel si avvicinò al diciassettenne e lo trascinò in cucina per un braccio.
"Come sta?" Chiese alla donna preoccupato per il fratello maggiore.
"Penso gli sia salita la febbre.” Rispose lei. “La litigata con Katherine lo ha provato parecchio."
Alaric li raggiunse, si avvicinò al lavandino, accese l'acqua e bagnò un panno che prima si trovava sulle fronte di Damon.
"Lascia stare Ric, faccio io.” Disse il ragazzo prendendo il panno dalle mani dell'insegnante. “Mi dispiace molto avervi disturbati."
"Figurati Stef, tu hai 17 anni è normale che tu voglia uscire con i tuoi amici e comunque farei molto più di questo per il mio migliore amico. Adesso è meglio se noi andiamo a casa, ma se avessi bisogno di qualcosa non esitare neanche un secondo a chiamarci."
"Non avete idea di quanto io vi sia grato."
Isobel lo abbracciò e gli diede un bacio sulla guancia, Stefan le era molto legato: con lei era a suo agio e la donna aveva sempre avuto degli atteggiamenti quasi materni con lui.
"Vi ho preparato qualche cosa da mangiare siccome so che la cucina non è il tuo forte. Salutaci Dam quando si sveglia."
"Grazie ancora." Esclamò vedendo la coppia uscire dalla cucina e poi dalla villa.
Il ragazzo ritornò in salotto, rimboccò la coperta al fratello, si sedette per terra vicino al divano e tirò un sospiro di sollievo notando che Damon aveva smesso di tremare e che il suo viso aveva riacquistato un minimo di colore.
 
Elena era appena arrivata a casa con Bonnie e Caroline che avrebbero cenato da lei.
"Io non avrò mai più il coraggio di guardarlo in faccia." Esclamò Caroline buttandosi sul divano ancora turbata da quello che era successo poco prima con Stefan al Grill.
"Non dire così, ti avrebbe baciato se non fosse stato per il telefono."
"Ma Bonnie, secondo te un ragazzo può decidere di guardare uno stupido messaggio, invece di baciare me? Non sono mica il primo sgorbio che passa per strada." Replicò la bionda offesa.
"E' vero Care, ma se mio fratello fosse nella stessa condizione di Damon io interromperei qualunque cosa anche solo al dubbio che possa essere stato lui a contattarmi."
Caroline sbuffò non potendo negare che l’amica avesse ragione. "Ciò non toglie che io non avrò il coraggio di parlarci."
"Secondo me lui sarà più imbarazzato di te." Ipotizzò Bonnie.
"Probabile." Confermò Elena "Chissà come sta Damon?" Aggiunse poi con un po' di preoccupazione nella voce.
 
Jeremy scese le scale di corsa e si sedette sul divano in mezzo alle tre amiche interrompendo i loro discorsi.
"Cosa si mangia stasera di buono?"
"Non cucina la zia?" Chiese Elena.
"No, esce con Elijah. Cosa mangiamo?"
"Ordiniamo una pizza." Propose Bonnie.
"Vedi, devi essere un po' più come Bonnie invece di continuare a fare domande Lena." Disse ricevendo una cuscinata da parte della sorella maggiore.
 
Quando Damon si svegliò aveva ancora un tremendo mal di testa, ma sentì che il peggio era passato, almeno per quanto riguardava il dolore fisico.
"Ei Dam, come ti senti?" Chiese il minore alzandosi e sedendosi di fianco al fratello.
"Meglio."
Stefan mise una mano sulla fronte del fratello. "La febbre è scesa un po', ma comunque non devi sforzarti. Ric mi ha detto di Katherine: cos'è successo?"
Una lacrima scese dalla guancia del maggiore dei Salvatore, che però si affrettò a nasconderla; non gli piaceva mostrarsi debole, soprattutto davanti a Stefan. "Mi ha mollato perchè sono malato." Spiegò.
"Non puoi dire sul serio.” Esclamò Stefan non potendo credere alle sue orecchie.
"Mi ha mollato a causa della mia malattia, è così difficile da credere?"
"Quella puttana."
"Stefan basta." Lo interruppe Damon. "Ha ragione lei. Come può stare con me? Ha fatto solo bene. Non so per quale motivo non ci abbia pensato prima."
"Damon ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?” Disse Stefan incredulo. “Se vuoi bene ad una persona non la lasci perchè sta male, è la cosa più innaturale del mondo."
Sentendo quelle parole Damon abbracciò il fratello minore.
"Il mondo non è così buono come lo immagini tu, Stef." Gli sussurrò all'orecchio.
"Ce la fai ad alzarti o porto di qua la roba da mangiare?" Chiese Stefan dopo aver sciolto l'abbraccio.
"Non dirmi che hai cucinato tu." Scherzò.
"Sia mai!" Esclamò il minore. "Ci ha pensato Isobel."
"Per fortuna." mormorò Damon con un tono che fece scappare una risatina al fratello. Il moro mise una mano sulla spalla del fratello e si alzò, dopo un po' di traballamenti riuscì a trovare l'equilibrio ed andò in cucina seguito dal fratello.
 
Il campanello suonò ed Elena si affrettò ad andare ad aprire, aveva molta fame non vedeva l'ora di mangiarsi la sua bella pizza e godersi una serata con le sue migliori amiche e il suo fratellino.
Quando aprì la porta però non si trovò davanti il fattorino, ma un uomo sulla trentina che giudicò decisamente affascinante.
"Tu devi essere Elena, io sono Elijah. Piacere di conoscerti." Disse l'uomo baciandole la mano. "Jenna è pronta?"
"Piacere mio." Rispose Elena appuntandosi mentalmente di comunicare alla zia che approvava i suoi gusti in fatto di uomini. "Ecco mia zia." Aggiunse vedendo Jenna scendere le scale.
"Sei incantevole."  
"Ti ringrazio Elijah." Esclamò Jenna che salutò Caroline ricevendo dalla ragazza un segno di approvazione, poi Bonnie che le augurò buona fortuna e infine abbracciò la nipote uscendo poi con l’uomo che rivolse alle ragazze un segno di saluto prima di chiudersi la porta alle spalle.
"Bene, comincia la serata!" Esclamò Caroline che aveva definitivamente ritrovato il buon umore.
 
 
Here I am c; eccovi il chappy con la mia new entry preferita ELIJAAAAAH (amoreee mio *.*). *Si ricompone dopo aver sbavato dietro a Mr.Swish* Spero che vi possa piacere e ditemi cosa ne pensate anche di questi accoppiamenti un po’ diversi c;
Xoxo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Romantic evening. ***


Era arrivato l'intervallo e, fino a quel momento, Caroline era riuscita pienamente nell’intento di evitare Stefan, mentre stava raggiungendo il bagno delle ragazze dove sapeva che lui non avrebbe potuto trovarla, si sentì bloccare da qualcuno per il polso.
"Caroline dobbiamo parlare. Perchè mi stai evitando?"
Fantastico, l'ultima persona che voleva vedere!
"Stefan, non ti sto evitando. Sto andando a fare la pipì." Disse sperando di essere credibile.
"Invece si, ascoltami. Voglio farmi perdonare per ieri sera, ti va di venire da me per cena?"
"Solo tu ed io?" Chiese la ragazza.
"Si, mio fratello uscirà e avremo la casa libera, dammi un'opportunità per rimediare."
"Si può fare." Accettò Caroline sorridendo al ragazzo per poi entrare nel bagno, d’altronde non aveva detto una bugia: la pipì doveva farla sul serio.
 
"Sembri un ragazzino alla sua prima cotta." 
"La smetti di prendermi in giro Dam? Così non aiuti." Replicò Stefan seccato dai continui commenti del fratello.
"Io vado da Ric, mi raccomando non entrare nella sala da pranzo, dev'essere una sorpresa anche per te."
"Se mi fai fare una figuraccia ti odierò a vita." Disse preoccupato riguardo a come Damon potesse aver conciato la stanza.
"Farai un figurone. Comunque: grazie Damon per aver sistemato la sala da pranzo in un modo incredibile e per aver cucinato in modo egregio per me e Caroline" Esclamò il moro imitando la voce del fratello. "Di niente Stefan, questo ed altro per il mio fratellino." Aggiunse raggiungendo la porta.
"Grazie Dam." Sussurrò Stefan ridacchiando, sedendosi sul divano e iniziando a muovere la gamba sinistra per l'agitazione.
 
"Questo come vi sembra?" Chiese Caroline alle amiche che erano sedute sul suo letto.
"Fantastico.” Esclamò Elena.
“Come gli altri dodici.” Commentò Bonnie a bassa voce sdraiandosi sul letto."Mi spieghi come fanno a starci tutti questi vestiti nel tuo armadio? Hai un nascondiglio segreto per caso?" Chiese stanca di dover dare pareri all'amica.
"Siete molto d'aiuto, grazie." Ironizzò la bionda sedendosi sul letto.
"Metti quello blu." Tentò Elena .
"Quello blu? Sicura?"                               
"Si, il blu è decisamente il tuo colore." La supportò Bonnie cercando di far finire -la ricerca del vestito perfetto- come l'aveva definita la bionda. "Poi hai un paio di scarpe che ci puoi abbinare tranquillamente." Aggiunse sperando che questo potesse convincerla.
"Vada per quello blu allora."
 
Dopo essersi cambiata, sistemata i capelli e truccata Caroline chiese di nuovo un parere alle amiche.
"Sei stupenda." La incoraggiò Bonnie.
"Fantastica." Commentò Elena. "Noi andiamo a raccattare mio fratello e poi al Grill, mi raccomando: quando torni voglio il resoconto dettagliato." Aggiunse allegra trascinando Bonnie fuori dalla porta.
"Buona fortuna Care."
"Grazie Bonnie." Rispose la bionda facendo un sorrisone alle amiche.
 
Il campanello suonò e Stefan aprì la porta trovandosi davanti Caroline bella come non mai.
"Ciao Caroline, sei bellissima." Esclamò il ragazzo porgendole la mano.
"Ti ringrazio." 
Lei gli prese la mano ed entrarono in casa, Stefan la guidò verso la sala da pranzo non sapendo cosa aspettarsi. Quando entrò nella stanza Caroline rimase a bocca aperta, sul tavolo c'erano delle candele che insieme ai lampadari di cristallo creavano degli splendidi giochi di luce; quando il ragazzo le scostò la sedia per farla accomodare la bionda vi trovò sopra una splendida rosa blu che la lascio ancora una volta senza parola, Stefan si appuntò mentalmente di ringraziare ancora il fratello.
 
Elena entrò al Grill insieme a Bonnie e Jeremy, i tre ragazzi si sedettero ad un tavolino ed ordinarono qualcosa da bere.
"Chissà come se la sta cavando Caroline?" Chiese Elena.
"Secondo me benissimo, quei due si piacciono si vede lontano un kilometro." Commentò suo fratello.
"Bè c'è altra gente che si piace e non si fa avanti." Ribatté lei. "Riferimenti a cose e persone puramente casuali." Aggiunse poi vedendo la faccia dei due a cui non era scappata l'allusione alla loro situazione.
"Guardate." Disse il ragazzo. "C'è il Signor Saltz."
Elena notò che Alaric stava parlando con qualcuno, ma siccome il professore le era davanti non riusciva a vedere il volto di questa persona, quando l'uomo si spostò la ragazza potè vedere Damon Salvatore in tutto il suo splendore, possibile che quel ragazzo la lasciasse sempre a bocca aperta?
"C'è anche Damon, vado a chiedergli come sta." Esclamò volendo lasciare da soli la sua migliore amica e suo fratello, sperando che finalmente quei due si dessero una mossa.
"Giorno Signor Saltz, ciao Damon." Salutò la ragazza avvicinandosi ai due con un sorriso.
"Ciao Elena, ti serve qualcosa?" Chiese il professore.
"Fammi indovinare, vuoi lasciare soli i tuoi amici." Ipotizzò Damon.
"Tu mi preoccupi, leggi nella mente?"
"Si vede che si piacciono." Disse alzando le spalle.
"Come stai?" Chiese lei con una voce dolce che fece sorridere il ragazzo. "Stefan era piuttosto preoccupato ieri."
"Molto meglio, grazie." Rispose il ragazzo.
 
"Allora come ti è sembrata la cena?" Chiese Stefan.
"Ottima, tuo fratello è un cuoco bravissimo. Direi che la serata sarebbe perfetta se succedesse ancora una cosa."
"Cosa?" Domandò Stefan guidando la ragazza in salotto per poi farla sedere sul divano.
"Questo." Esclamò la bionda trascinando il ragazzo con lei sul divano per poi baciarlo. Stefan si sentì benissimo in quel momento, per la prima volta dopo tanto tempo; appena i due si staccarono il ragazzo le diede un dolcissimo bacio sulla guancia.
"Vuoi essere ufficialmente la mia ragazza?" Le sussurrò Stefan all’orecchio.
"Aspettavo solo che me lo chiedessi." Esclamò la ragazza baciandolo nuovamente.
 
"Ragazzi io devo andare, Dam tu cosa fai?" Chiese Alaric all'amico.
"Penso che resterò qui con Elena, se non ti dispiace Ric."
"Nessun problema." Disse l'uomo facendo un cenno di saluto alla sua allieva e uscendo dal locale.
"Vedo che sia mio fratello che il tuo si stanno dando da fare." Esclamò Damon indicando Jeremy che chiacchierava allegramente con Bonnie avvicinandosi sempre di più alla ragazza.
"Già." Commentò Elena. "Chissà come va tra Stefan e Caroline?"
"Andrà benissimo.” Rispose lui. “Dopo la sala e la cena che gli ho preparato rimarrei stupito se lei non cadesse ai suoi piedi."
"Hai fatto tutto questo per tuo fratello?" Chiese la ragazza stupita.
"Mi sentivo romantico." Si giustificò il moro sorridendole. "Perchè non andiamo a fare un giro? Tanto quei due non si accorgeranno di certo della nostra assenza."
Elena ci pensò un attimo poi accettò.
 
I due stavano chiacchierando girando per il parco della città quando Damon si accorse che la ragazza stava tremando allora si tolse la giacca e la pose sulle spalle della mora.
"Grazie." Disse la ragazza sorridendo. "Ma così non prenderai freddo?" Chiese poi preoccupata, considerando le sue condizioni di salute non doveva di certo fargli bene girare a quell’ora di sera senza giacca.
"No, tranquilla. Sto bene così." La rassicurò.
"Si è fatto piuttosto tardi." Constatò lei guardando l'orologio. "Devo tornare a casa"
"Ti accompagno." Disse il moro. "Non è sicuro che tu vada da sola."
"Qui non siamo a New York.” Commentò lei. “Comunque mi farebbe molto piacere, grazie."
Damon scortò la ragazza fino a davanti casa.
"Ti ringrazio per la serata." Esclamò lei. "E' stato bellissimo"
"Grazie a te, cosa ne diresti di sentirci più spesso?" Chiese lui facendole un occhiolino.
Elena non potè credere alle sue parole. "Certo, mi farebbe molto piacere." Rispose abbracciandolo e dandogli un bacio sulla guancia.
"Buonanotte Elena." Sussurrò lui.
"Buonanotte Damon." Disse lei chiudendosi la porta alle spalle, non riuscendo a togliersi dalla mente gli splendidi occhi color del mare del ragazzo.
 
Here I am con uno “sprazzo” del delena che mi chiedete tutte c; vi farò penare, però arriverà quello vero e proprio: PROMESSO!! Cosa ne pensate di questo chappy? Troppo mieloso?? Fatemi sapere.
Xoxo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Welcome to NY. ***


 
Era passato qualche giorno da quando Stefan e Caroline si erano messi insieme, in quel periodo Elena aveva accompagnato spesso Caroline a casa del ragazzo e aveva passato molto tempo con Damon, affezionandosi parecchio al moro.
 
In quel momento Caroline era con Stefan. Dopo aver terminato le lezioni il loro progetto iniziale era quello di uscire per andare a fare una passeggiata nel parco, ma dato che il tempo non era stato dalla loro parte avevano optato per raggiungere la casa del ragazzo dove potevano restare al coperto.
"Prego Madame." Scherzò Stefan aprendo la porta e facendo cenno alla ragazza di entrare.
"Grazie Monsie." Ribattè Caroline prendendo la mano al ragazzo e trascinandolo con lei dentro la villa.
"Monsieur, Caroline." La corresse lui ridendo.
"Si va bè, quella roba lì." Esclamò lei per poi baciarlo.
"Buongiorno piccioncini!" Salutò Damon vedendo i due entrare in casa.
"Ei Damon, tuo fratello è un pignolo." Esclamò la bionda facendo una linguaccia al suo ragazzo.
"Pensa che io lo sopporto da 17 anni." Commentò lui facendo una faccia che fece ridere Caroline.
"Pensa che io sopporto te 17 anni" Ribattè Stefan rivolgendosi al fratello.
"Già, dovrebbero farti santo: Santo Stefan, senti come suona bene!" Ironizzò l’altro sorridendo.
"Ma vi siete messi d'accordo?" Chiese Stefan guardando i due. 
"Può essere." Rispose la bionda facendogli un occhiolino. "Cos'è quello Damon? Un altro dei tuoi fantastici alcolici?" Chiese poi vedendo che il moro aveva in mano un bicchiere e avvicinandosi a lui con una faccina supplichevole; adorava gli alcolici di Damon!
"Vuoi assaggiare?" Domandò lui porgendole il bicchiere.
"No, non... " Iniziò Stefan per poi interrompersi ad un cenno del fratello maggiore.
"Dai Stef, non sarà mica così forte." Commentò Caroline prendendo il bicchiere dalla mano di Damon, assaggiò il liquido che conteneva per poi sputarlo immediatamente sul pavimento.
"Se hai rovinato il tappeto sei morta." Esclamò Damon, per poi controllare con lo sguardo che i tappeti persani di sua madre non fossero stati bagnati.
"Ma che schifo. Che roba è?" 
"Un farmaco." Rispose Stefan al posto del fratello.
"Vaffanculo Dam, avevi detto che era un liquore!" Esclamò la ragazza facendo una faccia finta offesa.
"A dire la verità io ho chiesto solo se volevi assaggiare, mai detto che questo fosse un liquore. Tu mi credi un uomo spregevole Caroline." Ribattè lui mettendosi una mano sul cuore per poi prendere il bicchiere dalle mani della ragazza e bere ciò che restava della medicina. "Possibile che questa roba faccia sempre più schifo?" Aggiunse facendo una smorfia disgustata.
"Ogni quanto devi berla?" Domandò la bionda chiedendosi come facesse l’amico a bere quella cosa senza vomitare.
"Tutti i giorni." Rispose lui.
"Condoglianze." Esclamò lei mettendogli una mano sulla spalla per poi passargli vicino ed andare a sedersi sul divano.
"Ah, Stef." Disse il moro rivolgendosi al fratello. "Prima mi ha chiamato Pearl, mi ha detto che uno dei ragazzi ha avuto un imprevisto, non può partecipare ad un servizio fotografico e mi ha chiesto se stavo abbastanza bene per sostituirlo."
Stefan guardò il fratello. "E tu cosa vuoi fare? Te la senti?" Chiese non riuscendo a nascondere la preoccupazione nella voce.
"Aspetta, è quella Pearl che penso io?" Intervenne Caroline.
"Non so che cosa pensi tesoruccio. Va bene che sono fantastico, ma non leggo ancora nella mente." Commentò Damon entrando in cucina.
"Penso di si, se la Pearl che intendi tu è la stilista." Rispose Stefan ignorando il commento del fratello.
"OH MIO DIO" Gridò Caroline saltando in piedi.
"Puoi venire anche tu se vuoi." Esclamò Damon uscendo dalla cucina con un altro bicchiere in mano.
"Quanta roba devi prendere?" Chiese la ragazza perplessa vedendolo.
"Tanta." rispose il ragazzo facendo una smorfia.
"Comunque posso venire dove?"
"Al servizio fotografico svegliona, se dico che siete con me potete venire anche tu e le tue amiche."
"Quindi hai deciso di andarci?" Chiese Stefan un po' preoccupato
"Pensavo di si." Rispose Damon. "Ultimamente mi sento meglio. Pearl mi ha sempre aiutato per qualunque cosa, mi ha chiesto un semplice favore e mi farebbe piacere accontentarla. La cosa che mi stancava era il dover fare continue sfilate e servizi senza pause, ma un servizio fotografico singolo non dovrebbe creare problemi."
"Si, hai ragione, ma per sicurezza voglio venire anche io, nel caso non ti sentissi bene."
Damon annuì comprensivo.
"Davvero possiamo venire anche io, Elena e Bonnie?" Chiese Caroline entusiasta
"Si Barbie, te l'ho già detto: non ci sono problemi." Disse il moro sedendosi sul divano e appoggiando il bicchiere ormai vuoto su un tavolino.
"Sei stanco?" Domandò Stefan vedendolo buttarsi sul divano.
"Adesso non posso neanche sedermi e mi chiedi se sono stanco? Sto bene Stef, sul serio. Ti preoccupi troppo fratellino." Commentò Damon sorridendogli.
"Lo so, solo che non riesco a farne a meno." Damon sorrise e Caroline si avvicinò al suo ragazzo e lo abbracciò.
"Sei molto dolce." gli sussurrò ad un orecchio.
 
"Caroline non mi stai prendendo per il culo? sul serio possiamo andare a New York a vedere i modelli di Pearl senza dover pagare un centesimo?" Chiese Elena scettica mentre si spazzolava i capelli col cellulare in vivavoce appoggiato vicino allo specchio.
SI, ti ripeto che Damon ha detto che possiamo entrare se siamo con lui. 
"Quel ragazzo guadagna punti ogni giorno che passa."
Elenuccia è cotta di un certo Salvatore disse la bionda scherzando Ah comunque, portati anche Jer: gli rifili la scusa che Stefan non vuole essere l'unico maschio.
"Perchè dovrei portarmi Jer?" Domandò la mora confusa.
SVEGLIA, per la nostra cara Bon-Bon. Se aspettiamo che quei due facciano da soli faccio in tempo a sposarmi, divorziare e risposarmi di nuovo.
 
Il giorno dopo
"Wow." Fu l'unica cosa che Caroline riuscì a dire una volta scesa dall'aereo.
"Benvenuti a New York!” Esclamò Damon sorridendo al gruppo di amici.
 
Eeeei c; Eccomi qua con la nuova parte, questa è pressochè uguale a quella che avevo scritto la prima volta perché non sapevo dove modificare. E’ un capitolo di passaggio, ma spero vi possa piacere ugualmente.
Xoxo.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Born for this. ***


Una volta raggiunta l’uscita dell’aeroporto il gruppo intravide Pearl che stava aspettando Damon nel parcheggio accanto ad una splendida limousine bianca.
"Damon, è un piacere vederti, ti trovo bene." Esclamò la donna abbracciando il moro. "Ciao Stefan." Aggiunse guardando il minore dei Salvatore che le rivolse un cenno di saluto.
Una ragazzina minuta balzo fuori dalla macchina.
"DAM, STEF!" Gridò saltando addosso ai due fratelli.
"Ciao Anna." Risposero insieme Damon e Stefan abbracciando la ragazza.
"Ragazzi." Esclamò il moro rivolgendosi a Caroline, Elena, Bonnie e Jeremy "Vi presento Pearl e sua figlia Anna."
Il gruppo si presentò alle due donne ed Elena dovette parlare anche al posto di Caroline perchè la ragazza era talmente agitata da non ricordare nemmeno il proprio nome.
"Mi dispiace ragazzi ma devo rubarvi Damon, dobbiamo andare a prepararci. Intanto se volete fare un giro in città fate pure, il servizio fotografico comincia alle 4. Stefan, sai dov'è il posto vero?"
"Si Pearl, vicino a Central Park. Anna vuoi venire con noi a fare una passeggiata?" Chiese il ragazzo all'amica.
"Volentieri." Rispose lei rivolgendo a Jeremy un'occhiata che Bonnie non apprezzò per niente.
 
"Io non la sopporto." Sussurrò Bonnie ad Elena, i ragazzi stavano passeggiando per Central Park e, secondo Bonnie, Anna ci stava provando spudoratamente con Jeremy, ma la cosa che dava fastidio alla ragazza era che lui le dava anche corda.
"Non è che non la sopporti, non sopporti il fatto che ci provi con Jer." La corresse l’amica sottovoce. "Da quanto vi conoscete tu e Stefan?" Aggiunse poi ad alta voce rivolgendosi ad Anna per fare un piacere alla sua migliore amica e distogliere l'attenzione della ragazza dal suo fratellino.
"Da tantissimo tempo.” Rispose lei. “Ci siamo conosciuti quando lui aveva 10 anni e io 9." Spiegò poi sorridendo a Stefan.
"Mio fratello era appena diventato maggiorenne e lavorava per Pearl già da due anni, i miei sono morti quell'anno e Damon è diventato il mio tutore legale. Siccome non sapeva dove lasciarmi quando lavorava mi portava con lui." Aggiunse il ragazzo.
"E mia mamma portava me a lavoro perchè mi divertivo a gironzolare tra i camerini ed essere coccolata dai modelli. Ci siamo conosciuti mentre Dam e mia madre lavoravano e siamo diventati amici praticamente subito."
 
"Ragazzi." Intervenne Elena interrompendo i commenti di Caroline su quanto fosse favoloso quel posto. "So che il servizio comincerà tra poco, ma io dovrei andare in bagno abbastanza urgentemente."
"Bè non è mica uno spettacolo potresti andare in bagno anche se fosse già iniziato." esclamò Anna acida. "Sali quelle scale, seconda porta a destra." Aggiunse per poi tornare a parlare con Jeremy e, se gli sguardi avessero potuto uccidere, quello che Bonnie riservò ad Anna in quel momento avrebbe decisamente mandato la ragazza nella tomba.
"Torno subito." Esclamò Elena alzandosi.
Salì le scale e percorse il corridoio finchè raggiunse il bagno.
 
Una volta finito si fermò un attimo allo specchio per ricontrollare il trucco, aprì la porta e per sbaglio sbattè contro qualcuno, alzando gli occhi si rese conto di essersi scontrata con Katherine; si ricordò che Stefan le aveva detto che lei e Damon lavoravano insieme come modelli e si rimproverò per non aver pensato di poterla incontrare a New York.
"Scusa." Mormorò la donna entrando nel bagno, Elena notò le lacrime che le rigavano le guance.
Le venne in mente che Katherine aveva lasciato Damon da poco, temette che il pianto della donna fosse causato dall'incontro col ragazzo e si preoccupò parecchio per lui: voleva parlarci e rassicurarlo, ma non sapeva assolutamente dove poterlo trovare. 
Una donna sulla cinquantina uscì da una delle tante porte di quel lunghissimo corridoio e lei pensò bene di chiederle informazioni.
"Mi scusi signora.” La chiamò andandole incontro.
“Cara, perché non sei ancora pronta?” Le chiese la donna.
“No, non lavoro qui.” Specificò lei chiarendo il malinteso. “Sto cercando un ragazzo. Damon, sa dove posso trovarlo?”
“Il ragazzo con quei due occhi stupendi? Salvatore?” Le chiese e lei annuì. “Se non è ancora sceso dovrebbe essere nel terzo camerino alla tua destra, però fai veloce che tra poco tocca lui.”

Elena era indecisa se entrare oppure raggiungere Stefan e raccontargli l'accaduto, ma le sue gambe si mossero istintivamente verso la porta. Era troppo preoccupata per Damon, doveva entrare.
Bussò, quando una voce femminile le disse di entrare aprì la porta e lo vide, Damon era sempre bellissimo, ma in quel momento, con i capelli appositamente spettinati e con un leggerissimo trucco che lo rendeva meno pallido del solito, era oltre il limite della bellezza, quasi divino; rimase per qualche istante a bocca aperta, ma si ricompose quando il ragazzo chiamò il suo nome e si alzò per raggiungerla.
"Ti serve qualche cosa?" Le chiese Damon atono uscendo e chiudendosi la porta alle spalle.
"No, è che ho visto Katherine prima, stava piangendo." Disse Elena parlando un po' troppo velocemente. "Avevo paura che aveste litigato ed ero preoccupata per te. Stefan ha detto che l'ultima litigata con lei ti aveva provato molto quindi..." 
Damon abbracciò la ragazza interrompendo il suo monologo.
"Grazie Elena, sei stata molto dolce a venire a cercarmi. Si, abbiamo litigato; ed è vero che l'ultima volta questo mi aveva provato molto, ma stavo già male da prima." La rassicurò il ragazzo. "In questo momento sto bene, sei tranquilla adesso piccola?" Chiese prendendo il viso di lei tra le mani.
La ragazza annuì e abbracciò Damon avvicinando sempre di più il suo viso a quello del moro.
Quando arrivò il momento che sembrava perfetto per un bacio lui si scostò e dopo questo gesto Elena si chiese come avesse fatto ad essere così stupida a pensare di poter anche solo essere considerata da un ragazzo come Damon, come avesse fatto a scambiare degli scherzi per un interesse serio; si voltò per andarsene, ma il ragazzo la prese per un braccio e la bloccò.
"Scusami." Le sussurrò. "Non è per te, tu mi piaci e anche molto ad essere sincero, ma non mi sento pronto." Confessò poi.
"No scusami tu." Rispose la ragazza. "Non avevo considerato il fatto che ti sei appena lasciato con Katherine e..."
Damon la interruppe. "No, non hai capito Elena, non è per questo. Con Katherine le cose non andavano bene già da un po'. E' solo che quando mi ha mollato lo ha fatto per un motivo preciso e io la capisco. Magari tu non te ne rendi conto adesso, ma non è semplice stare con una persona che metà delle volte che ti vede sta male."
Elena non poteva credere alle sue orecchie. "Io invece penso che sia difficilissimo per una persona che sta male affrontare tutto da sola." Ribattè lei. "E quello che ha fatto Katherine è una cosa spregevole, non capisco come si possa anche solo pensare ad abbandonare una persona che dici di amare solo perchè è ammalata, nel momento in cui ha più bisogno di te. So benissimo che sarebbe difficile per entrambi, ma insieme lo renderemmo meno complicato." Esclamò prendendo le mani del moro tra le sue cercando di dargli conforto.
Damon le sorrise. "Sei sicura?" Chiese.
"Si.” Esclamò lei sicura come non lo era mai stata nella sua vita. “Mai come adesso.”
Damon la guardò negli occhi ed Elena si perse nell'oceano di quelli del ragazzo.
La baciò in un modo dolce, ma allo stesso tempo passionale ed Elena si sentì perfetta, come se fosse nata solo per incontrarlo e stare con lui e finalmente avesse raggiunto quello che, pur non sapendo, cercava da tutta la vita.
"Ti va di affrontare questa cosa con me?" Le sussurrò lui all'orecchio.
"Certo." Rispose lei abbracciandolo e lui la baciò nuovamente.
"Adesso scendiamo che tocca a me e voglio la mia ragazza ad ammirarmi in tutto il mio splendore." Esclamò lui facendole un occhiolino.
 
Heeeei bella gente, eccomi con il DELENA (FINALMENTE n.d.tutti). Spero che questo capitolo vi possa piacere: da qui l’inizio della nostra lovestory principale.
Un big kiss a tutti.
C.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** My angel. ***


Caro diario,
Damon è convinto di essere un peso per me; non so come fa a pensarlo. Io credo che, anche se non lo da a vedere, la cosa di cui ha più bisogno sia qualcuno che lo sostenga; per davvero questa volta. Avevo paura di non essere abbastanza per lui, ho visto Katherine, era bellissima. Non credevo di poter competere con lei; Dam è riuscito a farmi credere il contrario, è convinto che sia lui a non meritare me: adesso sarò io a dovergli far capire che non è per niente così.
Oggi vedendo Caroline e Stefan mi sono accorta di quanto siano una bellissima coppia, sono molto contenta di vedere Care così coinvolta e Dam mi ha confessato che era da tanto tempo che non vedeva suo fratello così felice.

Sono un po' preoccupata per Bonnie, lei e mio fratello si piacciono praticamente da sempre; io e Care eravamo fermamente convinte che si sarebbero messi insieme, ma quando siamo andati a New York a vedere il servizio fotografico di Damon (non immagini neanche quanto fosse bello mentre posava: in assoluto la persona più bella che io abbia mai visto.) abbiamo incontrato Anna, una vecchia amica di Stef e Dam; lei ci ha provato con Jer e, non so per quale motivo, lui è stato al gioco; a Bonnie questa cosa non è piaciuta molto e sinceramente neanche a me, sai quanto tengo a lei e sai che mi fa male vederla giù di morale.
In questo momento sono in camera di Damon, dopo il viaggio di ritorno era un po' stanco quindi mi sono fermata a villa Salvatore perchè non mi andava di lasciarlo solo: per lui è stata una giornata abbastanza impegnativa, ha incontrato quella stronza della sua ex e ci ha litigato; lui dice di no, ma secondo me la lite lo ha provato molto. Lo sto guardando dormire e mi sento la ragazza più fortunata del mondo; è il mio angelo dai capelli corvini e il cielo intero dentro gli occhi!

"Elena? Cosa ci fai ancora qui?" La ragazza chiuse il suo diario e si posizionò sul letto accanto al moro.
"Pensavo ti avesse fatto piacere svegliarti e trovarmi qui. E poi non mi andava di lasciarti da solo mentre non stavi bene." Rispose Elena
"Il risveglio migliore della mia vita." Esclamò lui mettendosi a sedere e baciandola delicatamente sulle labbra. "Sto bene, non preoccuparti, ero solo un po' stanco." Aggiunse poi.
Elena annuì e lo abbracciò. "Devo andare a casa o Jenna mi darà per dispersa."
Lui fece una smorfia che fece ridere la ragazza. "Devi proprio?" Chiese sdraiandosi e trascinando Elena con sè sotto le coperte. "Non puoi dire, che ne so... che dormi da Caroline?" Propose.
"Lei mi tenta signor. Salvatore." Esclamò la ragazza baciandolo.
 
Se mia zia ti chiede qualcosa io dormo da te ;)
Lena.
"Eh brava Elenuccia." Commentò Caroline.
"Cos'ha fatto?" Chiese Bonnie all'amica.
"Dorme" Rispose facendo il segno delle virgolette con le mani. "da Damon."
"Beate voi che avete una vita sentimentale." Commentò la mora.
"Tu ce l'avresti una vita sentimentale se ti svegliassi un po'." Esclamò la bionda sedendosi sul divano di casa Bennet e prendendo una cucchiaiata di gelato dalla tazza dell'amica. "A te piace lui, a lui piaci tu. Spiegami cosa manca?"
"Dai, hai visto come ci provava con quella tizia di New York?"
"Parlaci." Concluse.
"Tu fai sembrare tutto semplice." Commentò la mora.
"MA E' SEMPLICE BONNIE: parlate, vi chiarite, vi mettete insieme e io ed Elena canteremo l'Alleluja" Rispose Caroline gesticolando animatamente e facendo ridere Bonnie.
"Oh certo, poi ci sposiamo abbiamo 3 figli e ci trasferiamo in Messico."
"Messico, sul serio? Se proprio dobbiamo fantasticare diciamo Parigi, Roma, New York."
"Mi stai prendendo per il culo? New York?" Commentò la Bennet.
"Ma sei paranoica! Seriamente Bon, devi parlare con Jeremy."
"Si si, domani mattina." Rispose Bonnie accondiscente.
"L'hai detto!" Concluse la bionda soddisfatta di essere riuscita nel suo intento.
 
"Elena?"
"Ciao Stefan." Rispose lei sorridendo al ragazzo.
"Damon dov'è?" Le chiese lui.
"In camera sua, sta dormendo. Ieri sera era un po' stanco quindi ho preferito lasciarlo riposare stamattina."
"Hai fatto bene." Esclamò il ragazzo prendendo due tazze dall'anta della cucina.
"Cosa vuoi per colazione?" Le chiese.
"Oh quello che prendi tu, grazie."
"Ci mancherebbe, non lascio mica mangiare la mia cognatina al bar."
"Come suona bene." Commentò lei facendolo ridacchiare.
Finita la colazione i due ragazzi andarono a scuola con la macchina di Stefan e appena arrivati raggiunsero Bonnie e Caroline all’entrata.
"Elena tu mi devi raccontare tutto!" Esclamò la bionda vedendoli.
"Ciao anche a te tesoro." Disse Stefan.
"CIAO!" Urlò lei saltandogli in braccio. "Bè Lena, dai racconta."
"Abbiamo dormito." Dopo questa affermazione la faccia della bionda cambiò improvvisamente.
"Potresti anche scendere." Commentò Bonnie vedendo che Caroline era ancora in braccio al suo ragazzo.
"Bè potrei anche restare qua tutto il giorno." Rispose la bionda.
"Anche no." Esclamò il ragazzo buttandola giù.
"Cattivo." Disse lei girandosi dall’altro lato per non guardarlo in faccia, così facendo potè notare Jeremy entrare dal cancello. "Bon-Bon è arrivato il tuo momento." Aggiunse indicando il ragazzo.
"Ok, auguratemi buona fortuna." Esclamò la mora prima di prendere un grande respiro e avvicinarsi a Jeremy.
 
Damon aprì gli occhi e non trovando Elena si preoccupò leggermente, sotto la sua mano sentì qualcosa e guardandoci vide un pezzettino di carta.
Sono andata a scuola con Stefan, quando mi sono svegliata stavi dormendo come un angelo e non ho voluto svegliarti. Passa una buona mattinata tesoro, ci vediamo oggi pomeriggio.
Elena <3
Leggendo quel biglietto un sorriso gli nacque spontaneo sulle labbra.
 



Here I am people! Vi sono mancata? ^.^ (Tutti: NO.)
Spero che vi piaccia questo capitolo e spero di ricevere ancora le vostre recensioni che mi fanno sempre tanto contenta c;
Xoxo C.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Toast. ***


"Speriamo che questa sia la volta buona." Mormorò Caroline.
"Per cosa?" Chiese Stefan.
"La volta che si mettono insieme." Rispose Elena al posto della bionda.
"Si piacciono da una vita e sanno che è una cosa corrisposta, mentre si stavano ancora svegliando io ho fatto in tempo a mettermi con te." Esclamò baciando il ragazzo. "Ed Elena con tuo fratello." Aggiunse poi rivolgendo uno sguardo all’amica.
"Già." Commentò Stefan. "C’è qualcuno che non resiste al fascino dei Salvatore?"
"E come potrebbe?" Ribattè la bionda stringendosi al suo ragazzo.
"Ma piantatela di fare i piccioncini." Esclamò Elena avviandosi verso l’entrata della scuola, seguita poi dalla coppietta.
 
"Jeremy, dobbiamo parlare." Esclamò Bonnie decisa andando incontro al ragazzo.
"Ei Bonnie, che problema c'è?" Chiese lui confuso dal comportamento della ragazza.
"C'è un problema che si chiama Anna ed è una ragazzina petulante e viziata di New York." Ribattè lei.
"Anna? Cosa ti ha fatto?"
"A me niente."
"Bonnie per favore mi spieghi?" Chiese Jeremy infastidito.
"C'è che mi da fastidio come ci hai provato con lei." Spiegò lei.
"Perchè dovrebbe darti fastidio? non mi risulta di essere il tuo ragazzo." Rispose il ragazzo irritato.
"No, ma io cosa sono per te?" Chiese Bonnie.
"Un'amica" Rispose lui confuso da quella domanda. "Un'amica speciale." Si corresse poi.
"Sai Jer, ci sono due tipi di amiche speciali, c'è l'amica speciale del genere migliore amica praticamente sorella, e c'è l'amica speciale del genere quasi la tua ragazza. Se rientrassi nella prima categoria mi darebbe fastidio perchè come sorella ti direi che quella non è gente per noi, quella ragazza è sempre stata abituata ad avere ciò che voleva subito, ha i soldi che le escono dal buco del culo; se rientrassi nella seconda categoria mi darebbe fastidio perchè sarei gelosa. Vedila un po' come vuoi."
"Adesso posso parlare io?" Chiese Jeremy ricevendo dalla ragazza un segno di consenso. "Allora direi che, a giudicare da come sei fine quando si parla di Anna, io per te rientro nella seconda categoria."
"Io so cosa sei tu per me, voglio sapere cosa sono io per te. "
Il ragazzo prese un respiro profondo e puntò i suoi occhi in quelli di Bonnie.
"Tu sei l'amica speciale per cui da piccolo hai una cotta, ma pensi sia impossibile perchè lei è più grande ed è la tua migliore amica di tua sorella; quindi speri che passi. Poi cresci ed inizi ad uscire con delle ragazze, però ti accorgi che nonostante tu sia con loro la guardi per vedere la sua reazione, che quando lei suona alla porta ti ritrovi a sperare che tua sorella non sia in casa per poter passare del tempo insieme senza cercare scuse; ti accorgi che lei con i suoi boccoli e i suoi occhi dolci ti è entrata dentro, anzi c'è sempre stata. Mi piaci Bonnie, ok?"
"Ok." Esclamò lei sorridendo.
Jeremy rimase un po' stranito dalla reazione della ragazza, non sapeva che cosa fare; lui si era aperto con lei e lei gli aveva risposto ok, un semplice ok.
"Bè vuoi stare lì impalato o mi baci?" Chiese Bonnie stupendo ancora di più il ragazzo. Da dove l'aveva tirata fuori tutta questa grinta?
 
"Dobbiamo festeggiare." Esclamò Caroline saltando in piedi dal divano.
"Perchè dovremmo festeggiare?" Chiese Elena. "L'hanno solo confermato, ma in realtà stanno insieme praticamente dalla culla."
"Dobbiamo festeggiare perchè, mie care, è la prima volta che siamo tutte tre occupate contemporaneamente." Spiegò la bionda.
"Eppure." Intervenne Bonnie. "Siamo qua noi tre, a casa di Elena. Senza Jeremy, senza Stefan e senza Damon"
"Eh già." Rispose Elena ridacchiando.
"A proposito, tu non dovevi andare da mr. Figo oggi?" chiese Caroline rivolgendosi alla ragazza.
"Si, ma mi ha chiamato Stefan e ha detto che era ancora un po' stanco."
"Capisco." Commentò Bonnie rivolgendo ad Elena un sorriso di conforto.
"Bè adesso escludiamo le cose tristi." Esclamò Caroline. "Bisogna brindare." aggiunse tirando fuori dal frigorifero una bottiglia di coca-cola.
"Con la coca?" Chiese Elena scettica.
"Io preferisco la coca-cola alla birra, e purtroppo noi non disponiamo della vasta gamma di alcolici di Damon, che tralaltro adesso dovrò controllare prima di bere."
"Devi controllare?" Domandò Bonnie curiosa.
"Storia lunga." Liquidò Caroline versando la coca-cola in tre bicchieri. Elena ne prese uno e lo alzò al cielo. "A noi tre." Esclamò poi.
"Che siamo unite da un'amicizia indistruttibile." Aggiunse Caroline. 
"E abbiamo trovato dei ragazzi uno più bello dell'altro." Concluse poi Bonnie.
"Letteralmente." Esclamò la bionda.
"Come?" Chiese Bonnie.
"Letteralmente uno più bello dell'altro, senza offesa per Jer, ma Stefan è più bello; e mi duole dirlo ma Elena ha il più figo di tutti."
"Fa il modello per un motivo." Ribattè la Gilbert.
"Io dico che festeggiare da sole non ha senso." Esclamò Caroline. "Abbiamo fatto il nostro brindisi adesso prendiamo su Jeremy e andiamo a casa Salvatore da quei due scansafatiche."
"Ma... " Ribattè Elena incerta. "Se Damon non sta bene, non mi pare il caso di disturbare."
"Primo: non è che non sta bene, sarà solo un po' stanco, secondo: sai com'è Stefan, con suo fratello diventa mr. Protezione; avrà esagerato come il solito." Rispose la bionda convincendo le amiche.
"Io vado a chiamare Jeremy e poi andiamo, ok?" Esclamò Bonnie contenta di poterlo dire senza provare vergogna.
 
Here I aaaaam c; *Fa gli occhioni dolci per farsi perdonare l’immenso ritardo* Spero che vi possa piacere il chappy anche se non è presente il mio adorato Damonuccio (?).
Xoxo C.
P.s.recensite pleaseee *Si inginocchia implorante.*

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** I'll be here for you. ***


I ragazzi suonarono il campanello di villa Salvatore con l'intento di chiamare Stefan e Damon e di raggiungere il Grill per una serata tutti insieme, Stefan aprì la porta e il suo sguardo fu immediatamente catturato dallo splendido sorriso che la sua ragazza gli aveva riservato.
"Pronto?? Terra chiama Stefan." Lo prese in giro Jeremy schioccandogli le dita di fronte al viso.
"Scusate." Sussurrò il ragazzo imbarazzato. "E' che... è ogni volta più bella."
Caroline sorrise e lo abbracciò teneramente. "Volevamo sapere se a te e tuo fratello andava di venire al Grill, stavamo brindando alla nostra -occupazione- e abbiamo pensato che aveva molto più senso festeggiare con i nostri ragazzi." Chiese lei per poi baciarlo.
"Fosse per me verrei volentieri.” Iniziò lui. “Ma Damon è un po' stanco, ci sono qui Isobel e Alaric e non mi pare il caso. Ma se volete restare non date di certo fastidio, anzi: ci farebbe davvero piacere."
"Bè, ormai siamo qua. E poi, sinceramente, sono curiosa di incontrare la moglie del signor Saltz." Esclamò Elena.
 
"Come ha conosciuto Damon?" Chiese Caroline, rivolgendosi ad Alaric, mezza-addormentata sulla spalla del suo ragazzo.
"Io ed Isobel frequentavamo l'università con Katherine, 5 anni fa ha iniziato a fare qualche servizio come modella e poco dopo ci ha presentato il suo nuovo ragazzo." Spiegò il professore.
"Già." Continuò Isobel "Katherine è la mia migliore amica da tantissimo tempo. Adesso non stiamo passando un buon periodo, ma spero che tra noi si risolva."
"Aspetta." Intervenne Damon. "Perché un brutto periodo?"
"Dam, mi pare ovvio che io ci abbia litigato.” Spiegò lei. “Credevi davvero che dopo quello che ha fatto io non le avessi detto niente?"
"Non dovevi litigarci per me, non ne valeva la pena."
"La smetti di darti così poca importanza." Disse la donna riservandogli uno sguardo di disapprovazione per poi raggiungere il divano dove era seduto di fianco ad Elena e donargli un dolcissimo bacio sulla fronte."Secondo me hai la febbre." Esclamò poi come se fosse la cosa più normale del mondo mentre si accomodava di fianco al marito  e prendeva la mano dell'uomo.
Elena sentite le parole della donna si strinse al ragazzo, magari loro erano abituati a vedere Damon stare male, ma lei era preoccupatissima per la sua condizione. Con la mano sfiorò i capelli corvini del suo ragazzo e poi gli sussurrò all'orecchio se stesse bene, lui annuì e le rispose con un bacio.
"Voi tre invece." Intervenne Alaric cambiando argomento. "Da quanto tempo siete il trio delle meraviglie?"
"Da sempre." Esclamò Bonnie in risposta.
"Asilo, elementari, medie e superiori insieme." Aggiunse Caroline raggiante.
"Chissà come hanno fatto a sopportarti, Barbie." Commentò Damon ricevendo un pugno scherzoso sul braccio dalla sua ragazza e una linguaccia da parte della bionda.
"Io mi chiedo ancora come ho fatto a sopportare te." Scherzò Stefan.
"Ah, fratellino caro: me lo chiedo anch'io." Rispose il fratello facendo ridere i presenti.
"Ma voi non litigate mai?" Chiese Jeremy a Stefan.
"Prima regola quando sei il fratello di Dam: non litigarci mai, lui trova sempre il modo di rigirare la frittata, ti farebbe credere di avere torto anche se discuteste sul fatto che la terra è tonda."
"E' schiacciata ai poli, quindi non è tonda." Lo corresse Damon.
"Vedi." Esclamò Stefan esasperato. "Il problema è quando non ti risponde a tono, significa che sta male." Aggiunse con un tono talmente triste che Caroline gli accarezzò una mano per rassicurarlo.
A Damon non piaceva vedere suo fratello così preoccupato, non era giusto; Stefan aveva 17 anni e doveva godersi la sua adolescenza, non di certo sprecare tempo ad essere in pena per lui. Il moro cercò di prendere un respiro profondo, ma il suo tentativo fallì e si ritrovò a tossire violentemente. Elena lo strinse ancora di più a sè, ma il ragazzo la scansò dolcemente e si alzò piano dal divano, sentiva il sapore metallico del sangue in bocca e doveva assolutamente raggiungere il bagno, l'idea di vomitomistosangue sui tappeti persiani di sua madre non gli piaceva per niente. Stefan ed Alaric si alzarono subito dopo di lui per aiutarlo a reggersi in piedi e camminare.
Elena fece per raggiungere i ragazzi, ma Isobel la bloccò per un braccio.
"Non ti conviene, non è un bello spettacolo." Le disse guardandola intensamente negli occhio.
"E' il mio ragazzo, non mi interessa se non è un bello spettacolo. Sono pronta per questo." Rispose la ragazza sicura.
"Elena tesoro, so che sei preoccupata.” Cominciò. “Ma nessuno è pronto a vedere il proprio ragazzo vomitare sangue. A lui non piace mostrarsi debole, credimi preferirebbe che tu stessi qui."
Sentite le parole della donna Elena di risedette restando comunque molto in ansia per il suo angelo.
 
Stefan aveva le lacrime agli occhi mentre teneva una mano sulla fronte sudata e bollente del fratello e gli toglieva i capelli da davanti agli occhi. Ric, che stava reggendo Damon mentre sputava sangue nel lavandino, vedendo Stefan gli mise una mano sulla spalla per rassicurarlo.
"A certe cose non ti abitui mai." Mormorò il ragazzo triste. "Non importa quante volte possa capitare."
"Lo so." Rispose il professore comprensivo, anche lui era molto preoccupato per il suo migliore amico.
Stefan abbassò la tazza del water ed Alaric aiutò Damon a sedersi.
“Ei.” Sussurrò il più piccolo posando una mano su quella del fratello per rassicurarlo anche se forse quello più in ansia era lui. “Va tutto bene, adesso è finita.”
Damon annuì in risposta e prese un respiro profondo.
"Vado a prenderti un bicchiere d'acqua." Esclamò poi Stefan uscendo dalla stanza.
 
"Non capisco perchè non abbia detto che non si sentiva bene?" Chiese Caroline "Non c'è assolutamente nulla di cui vergognarsi."
"E' quello che cerchiamo di fargli capire da anni, ma Damon è una testa-dura. Non dice niente fino a quando non riesce più a nasconderlo." Spiegò Isobel abbassando lo sguardo.
Elena intravide Stefan che attraversava il corridoio per andare in cucina e lo seguì interrompendo tutti i discorsi.
"Come sta?" Domandò preoccupata al ragazzo.
"Il peggio è passato, tranquilla." Rispose lui versando un bicchiere d'acqua. "Vuoi andare tu?" Le chiese. La ragazza annuì e prese il bicchiere che lui le porse per poi avviarsi verso il bagno ansiosa di vedere Damon.
Aprì la porta e vide il suo ragazzo con Alaric, ma la cosa che la colpì fu il lavandino, nonostante l'acqua che scorreva si vedeva molto sangue, troppo per i suoi gusti; combattè l'urto del vomito e si avvicino al moro. 
Alaric le prese il bicchiere dalle mani. "Grazie." Disse il professore sorridendole prima di aiutare Damon a bere il contenuto del bicchiere. Ad Elena vennero le lacrime agli occhi vedendo il suo ragazzo talmente debole da non riuscire neanche a tenera in mano un bicchiere senza aiuto.
"Scusa." Sussurrò Damon vedendola in quello stato, la sua voce era ancora tremante.
"Non è colpa tua." Esclamò la ragazza inginocchiandosi di fronte a lui e prendendogli il viso tra le mani.
"Io sono qua fuori" Esclamò Alaric. "Quando volete tornare in salotto chiamatemi." Aggiunse sorridendo ai due e chiudendosi la porta alle spalle.
Elena abbracciò Damon e il ragazzo si lasciò andare fra le sue braccia. "Fa male Elena, e vedere te, Stefan e Ric così preoccupati aumenta soltanto il dolore."
"Siamo preoccupati perchè ti vogliamo bene." Spiegò lei stringendolo piano per paura di fargli male.
"Io... non so come farei se voi non foste qui." Sussurrò il ragazzo rilassandosi sentendo le mani gentili di lei accarezzargli i capelli.
"Ma noi ci siamo Dam, non devi preoccuparti di questo, non ti abbandoneremo mai." Disse lei baciandolo dolcemente. "Come stai?" Gli chiese poi.
"Adesso che ci sei tu meglio."
"Io ci sono Damon." Sussurrò lei ancora stretta al ragazzo. "Ci sarò sempre."
 
Tadadadaaaaa, vi è concesso odiarmi per i miei ritardi stratosferici. Questo capitolo è un po’ triste, ma nei momenti più difficili si riconosce il vero amore (?)
Ok, a parte le mie sproloquiate senza senso, vorrei davvero sapere se vi è piaciuto: una recensione non vi costa nulla e so che voi siete delle anime buone (d’altronde se siete arrivate fin qua) *Fa gli occhioni dolci supplichevoli*
Xoxo C.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Preoccupation. ***


Mi dispiace tanto per ieri, sul serio.
Elena alzò gli occhi, era la quinta volta che si scusava da quando erano al telefono.
"Piantala di scusarti, non è colpa tua. Come stai adesso?" Chiese scendendo le scale e raggiungendo la cucina col cellulare in mano.
Bene.
"Sincero Damon."
Meglio, veramente. Tu come stai?
"Sto letteralmente morendo di fame."
Allora vai a mangiare qualcosa, ci sentiamo più tardi. Ti amo.
"Anche io."
La ragazza chiuse la chiamate e aprì il frigorifero in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti.
"Tra cinque minuti è pronto, abbi pazienza." Esordì sua zia raggiungendola.  "Comunque, chi è questo Damon?" Alla domanda la diciassettenne arrossì vistosamente. "Il tuo ragazzo?" Chiese Jenna.
"Si." Rispose Elena con un sorriso stampato in faccia, solo pensare al maggiore dei Salvatore le provocava queste reazioni.
"E' un tuo compagno di classe?" 
"No, è un po' più grande di me." Spiegò Elena prendendo il piatto che le porgeva la zia e iniziando a preparare la tavola.
"E quanti anni avrebbe questo famigerato ragazzo?"
"25."
"Elena, dimmi che ho sentito male." Esclamò la zia.
"No zia, ha 25 anni." Ribattè la ragazza.
"Ma ha 8 anni più di te? Non ti sembra un po' troppo grande? E’ praticamente un mio coetaneo."
"Non mi importa. So che alla mia età 8 anni di differenza sono tanti, ma penso veramente che lui sia quello giusto. Non l'ho cercato io, è arrivato inaspettatamente e ormai è dentro di me, non posso farci niente."
Jenna rimase molto colpita dalle parole della nipote, Elena sembrava molto coinvolta e lei aveva paura che potesse ricevere una grande delusione, doveva conoscere questo Damon. "Perchè non lo inviti a cena? So che è un po' tardi, ma voglio conoscerlo."
"Chiederò." Rispose la ragazza. Era sicura che se sua zia avesse incontrato Damon tutti i dubbi che aveva sarebbero svaniti nel nulla.
 
"Dove vai?" Chiese Stefan vedendo il fratello scendere le scale della villa.
"Mi ha appena chiamato Elena, dice che sua zia ha dei dubbi sulla nostra relazione e vuole conoscermi. Quindi vado da loro a cena." Rispose il moro.
"Ti senti abbastanza bene?" 
"Stefan non preoccuparti, sto meglio." Lo rassicurò Damon.
"Meglio non è bene." Rispose il minore dei Salvatore preoccupato.
"Non devi preoccuparti, so quello che faccio."
"Si che mi devo preoccupare Dam." Sussurrò Stefan mentre delle lacrime cominciavano a farsi strada sulle sue guance. "Perchè tu non dici mai quando stai male, e fai finta di niente, fingi che tutto vada bene fino a quando il dolore diventa semplicemente troppo anche per te. Io non so mai quando ti senti poco bene Dam, lo scopro quando svieni oppure vomiti sangue o robe simili, è per questo che sono preoccupato."
Damon si avvicinò al ragazzo e lo abbracciò, non pensava che suo fratello fosse così in pensiero. Stefan si strinse al fratello e si lasciò rassicurare da lui, non gli importava di sembrare un bambino, ne aveva semplicemente bisogno.
"Mi dispiace Stefan, per tutto. Tu dovresti uscire, divertirti come qualsiasi altro diciassettenne e goderti la tua adolescenza. Non è giusto."
"E' giusto essere preoccupati se il proprio fratello maggiore sta male, soprattutto se questo fratello maggiore ti ha cresciuto ed è stato anche un padre fantastico."
Damon diede un bacio sulla guancia al fratello. "Prometto che ti dirò tutto, tu però giurami che non ti preoccuperai più così tanto."
"Ci proverò." Promise Stefan guardando il fratello negli occhi così uguali a quelli della loro madre, era una delle poche cose che si ricordava bene di lei.
"Vado da Elena, la cena è pronta devi solo riscaldarla, tranquillo: non ti lascerei mai cucinare, potrei tornare e ritrovarmi la casa in fiamme." Scherzò il moro.
"Simpatico come il solito. Ci vediamo più tardi, chiamami in caso avessi bisogno di qualunque cosa."
"Stefan." Lo rimproverò il maggiore.
"Ok, va bene, la smetto. Ciao, stai attento."
Il morò sbuffò rumorosamente chiudendosi la porta alle spalle. "Si Nonno!" Gridò poi facendo ridere il fratello minore.
 
"Come mai quattro piatti?" Chiese Jeremy entrando in cucina.
"Viene il ragazzo di Elena." Gli rispose Jenna.
"Damon? Sta già bene?" Domandò il ragazzo alla sorella che era seduta sul divano in salotto.
"Ha detto che sta meglio." Rispose lei non riuscendo a nascondere un po’ di preoccupazione nella voce.
"Mi sono persa qualcosa?" Chiese la zia.
"Solo che Damon ieri non stava tanto bene." Rispose Jeremy ricevendo un sorriso da Elena e poi tornando al piano di sopra.
"Cosa devo aspettarmi?" Cominciò Jenna sedendosi di fianco alla nipote. "E' bello?"
"Bellissimo." Esclamò Elena senza esitazioni.
"Studia o lavora?"
"Lavora. Hai finito con l'interrogatorio?" 
"Ok, ero solo curiosa." Si giustificò Jenna facendo una linguaccia alla nipote. 
Il campanello suonò in quel momento ed Elena fece cenno alla zia di andare ad aprire. "Placa la tua curiosità." Le disse sorridendo.
Quando Jenna aprì la porta si trovò davanti Damon e non riuscì a contenere la sua sorpresa.
"Waoh. Elena mi aveva avvisato che eri molto bello."
Il ragazzo sorrise imbarazzato, cosa molto strana per Damon Salvatore.
"Ciao." Si intromise Elena baciandolo. "Avrai notato che mia zia è molto diretta."
"Già." Rispose lui. "Molto piacere di conoscerla, io sono Damon." Aggiunse allungando la mano destra.
"Dammi del tu, abbiamo praticamente la stessa età." Esclamò Jenna lanciando una frecciatina alla nipote. "Piacere, Jenna." Aggiunse ricambiando la stretta di mano del giovane.
 
Ei people, non ho molto da dire, semplicemente spero che vi possa piacere c; Fatemi sapere se vi è piaciuto oppure no, nel prossimo chappy scopriremo come andrà la cena. Riuscirà Damon a conquistare la zietta?
Xoxo C.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Isn't it complicated? ***


"Italiano, ricco, bellissimo e con un ottimo senso dell'umorismo. Dov'è il trucco Elena?" 
"Nessun trucco. Vi sfido a trovarmi un difetto." Esclamò Damon accompagnando la sua voce a gesti teatrali mentre usciva dal bagno.
"Bè forse la modestia ha qualche pecca." Aggiunse Jenna scherzosa.
"Quella è la mia migliore dote." Ribattè il ragazzo avvicinandosi ad Elena e cingendole la vita con le braccia.
"Come stai?" Gli chiese la ragazza domandandosi se il pallore sul suo viso fosse dovuto ai fatti avvenuti il giorno precedente o ad altro che lui le nascondeva, come sempre quando si parlava della sua salute.
"Bene." Rispose Damon subito.
"Lena, vorrei farti presente che è la quinta volta che glielo chiedi stasera. Non è un cosa tanto normale." Sentite le parole della zia Elena alzò lo sguardo per incontrare quello di Damon che le sorrise e annuì per rassicurarla: poteva raccontare tutto a Jenna e lui non avrebbe avuto da ridire.
"Dopo ti spiego zia." Liquidò la ragazza facendosi seria, sapeva che a Damon non piaceva che si parlasse delle sue condizioni e quindi decise di aspettare che il ragazzo se ne fosse andato, anche per non far sentire Jenna in imbarazzo. 
"Uh, segreti inconfessabili." Ribattè la zia spegnendo la tensione che si era creata.
 
Quindi tuo fratello ti ha bidonato?
"Si, però penso che mi godrò una serata di relax. Certe volte è davvero insopportabile." Caroline rise alle parole di Stefan.
 Fratello insopportabile e ragazza nevrotica. Oh Stefan, sei destinato ad una vita di miseria. Scherzò poi.
"Accetterei tutta la miseria del mondo pur di stare accanto al mio fratellone insopportabile e alla mia adorabile ragazza nevrotica."
No no Stef, risposta sbagliata. La risposta giusta era: Caroline tesoro, tu non sei per niente nevrotica, sei la perfezione fatta a persona. Farò finta che tu abbia risposto in questo modo.
"Si, brava. Cosa stai facendo tu mentre io mi sto godendo una rilassantissima villa Salvatore tutto da solo?"
Normale serata in famiglia in una famiglia non tanto normale. Ci sono qua le figlie di Steven e tutta la famiglia Forbes al completo, mi sono dovuta chiudere in bagno per parlare con te, ma adesso i miei vestiti richiedono la mia presenza altrimenti finiranno sul pavimento distrutti per colpa di quelle pesti e fossi in loro non vorrei vedere la mia reazione, quindi vado ciao. Ti amo. Caroline disse tutto questo e poi riagganciò il telefono ad una velocità che Stefan non credeva umanamente possibile, ma d’altronde Care non aveva niente di umano.
Il ragazzo sentì la porta aprirsi e udendo quel rumore capì che i suoi attimi di pace erano finiti.
"Ti sono mancato fratellino caro?" Chiese Damon buttandosi sul divano accanto al fratello.
"Sei già tornato? Era troppo bello per essere vero." Ironizzò il più giovane beccandosi una cuscinata in faccia da parte del fratello. "Jenna ti ha cacciato di casa?" Chiese poi ricevendo un'altra cuscinata come risposta.
"Penso di esserle simpatico."
"Puoi essere anche simpatico?"
"Hai fatto una battuta! Dovrei registrare questo momento epico. Ovviamente per arrivare ai magnificenti livelli umoristici del tuo fratellone ci vuole ancora tempo, ma questo è già un passo avanti."
"Ma taci." Concluse Stefan, e questa volta il cuscino in faccia lo ricevette il moro.
 
 
"Bene.” Esordì Jenna. “Adesso che il tuo favoloso ragazzo se n’è andato dobbiamo parlare.”
"Parliamo allora." Disse Elena seria sedendosi di fronte alla zia.
"Partiamo dalla premessa che Damon mi piace, è un bravo ragazzo e mi piace il modo in cui ti tratta. Ammetto che avevo dei dubbi, ma sono felice di dire che mi sono ricreduta. Però adesso mi devi spiegare perchè prima sei diventata seria improvvisamente e perchè chiedevi ogni dieci secondi se stesse bene."
Elena prese un respiro prima di parlare, solo il nominare certe cose le faceva venire le lacrime agli occhi. "Jeremy ti ha accennato che Damon è stato male ieri, però è una cosa più grave del malessere di una sera. Damon è malato, seriamente. I suoi anticorpi sono pochi e deboli. Ieri è stato piuttosto male, io non l'avevo mai visto così e mi sono preoccupata parecchio, è per questo che ero così ossessiva."
La faccia di Jenna parlava al suo posto.
"Cosa c'è adesso zia?"
"Non è contagioso vero?" Chiese lei preoccupata.
"No." La rassicurò Elena. "E' così fin da quando era piccolo."
"Non lo so Elena. Non è una cosa troppo complicata per una ragazza di 17 anni?" La ragazza riservò a sua zia uno sguardo che avrebbe potuto ucciderla.
"Prima non avevi problemi e adesso? Lo amo zia, cosa c'è di complicato in questo?" Dicendo così la ragazza salì le scale e si sbattè la porta alle spalle piangendo.
Jenna si alzò per fermare la nipote ma si ritrovò la porta chiusa in faccia, si sedette sulle scale e si diede mentalmente della stronza insensibile, aveva detto quello che le passava per la mente, ma di sicuro l'aveva fatto nel modo sbagliato. Il ruolo di madre non le riusciva per niente bene: Elena le aveva detto che era preoccupata per il suo ragazzo e lei cos'aveva risposto? "Non è troppo complicato?”
Non avrebbe mai preso il posto di Miranda, questo lo sapeva, ma almeno doveva provare ad essere una buona figura di riferimento per i suoi nipoti. 
Si asciugò le lacrime che le scesero al pensiero di sua sorella, e decise che avrebbe fatto sbollire la rabbia di Elena, poi le avrebbe chiesto scusa.
 
Ciao a tutti c; Buone feste! Ecco il capitolo delle cena, stavolta sono stata anche veloce (più o meno). Cosa ne pensate? Siccome le recensioni sono diminuite vorrei sapere se c’è qualcosa che non va, sono bene accette anche le critiche purchè non offensive. Detto questo: BACIONI A TUTTI E GRAZIE MILLE PER ESSERE ARRIVATI FIN QUI.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Unexpected surprises. ***


"Buongiorno Dam." Esclamò Stefan vedendo il fratello scendere le scale sbadigliando.
"Giorno" Gli rispose il moro con voce ancora impastata dal sonno.
"Come mai sveglio così presto?" Chiese ricevendo un buffetto sulla testa da suo fratello che ormai l'aveva raggiunto e si stava avviando verso la cucina.
"Non sono riuscito a dormire bene, avevo un po' di tosse." Stefan lo seguì, si stava già preoccupando: se Dam diceva un po' di tosse significava che come minimo aveva faticato a respirare per tutta la notte.
"Stai bene adesso?" Chiese mettendo una mano sulla spalla del moro che in risposta annuì. 
Inserì una cialda nella macchinetta del caffè e fece per prendere in mano la tazza, ma Damon lo anticipò. "Grazie mille Stef." Esclamò il poi con la tazza in mano facendo una linguaccia al fratello minore che lo guardò piuttosto male.
"Vaffanculo Dam." 
"Oh, ti voglio tanto bene anche io. Come sei tenero." Disse bevendo un po' di caffè.
Il telefono di Damon squillò interrompendo i discorsi dei due ragazzi, il moro si alzò ed andò in salotto per poi rispondere, lasciando il fratello da solo nella stanza.
Anche Stefan non riuscì a sentire molto di quello che disse il fratello al telefono intuì che probabilmente stava parlando con Pearl o con qualcuno che lavorava per lei. Sperò vivamente che la donna non avesse ancora bisogno di lui a New York, preferiva che Damon riposasse il più possibile: il lavoro poteva di certo passare in secondo piano in quel momento.
I suoi pensieri furono interrotti dal moro che spalancò la porta ed entrò in cucina "C'è una sorpresina per la tua Barbie, a proposito: ti accompagno io a scuola così la avviso."
 
"Hai fatto pace con tua nipote?" Chiese Elijah alla guida della sua auto con Jenna seduta di fianco.
"Abbiamo parlato e, in teoria, abbiamo fatto pace; ma in pratica so che le ci vorrà un po' per perdonarmi sul serio, sono stata una stronza insensibile." Spiegò la donna.
"Sappiamo tutti che la sensibilità non è una delle tue maggiori doti, ma infondo non hai fatto niente di male. Penso che alla fine Elena apprezzerà il fatto che tu sia stata sincera con lei riguardo ai tuoi dubbi sulla sua relazione con questo ragazzo che a mio parere non sono neanche infondati."
"Io penso che non abbia apprezzato per niente il modo in cui le ho parlato. Non sono capace neanche di stare vicina a mia nipote in un modo decente. Non sono la figura di riferimento giusta per lei e Jeremy." Disse lei con gli occhi ormai lucidi.
Elijah le mise una mano sulla gamba e, grazie a quel contatto, Jenna si tranquillizzò. "Non mi hai ancora detto dove stiamo andando così presto di mattina." Gli chiese cambiando argomento.
"Ho comprato una villa a Mystic Falls." Rispose lui sbrigativo.
"Fantastico. Così ci potremmo vedere più spesso." Esclamò lei entusiasta.
"Jenna, non è solo per me e i miei fratelli.” Spiegò lui. “Mi piacerebbe che tu venissi a vivere con noi, ovviamente anche con i tuoi nipoti."
La donna rimase senza parole.
"E'... whao. Mi piacerebbe, sul serio, ma sei sicuro che i tuoi fratelli ci vogliano in mezzo ai piedi?"
"Finn non ci sarà, vive a Los Angeles con la sua fidanzata Sage. E Nik, Bekah e Kol non hanno niente in contrario, anzi sono molto contenti di questa situazione. Ovviamente non ti chiedo di trasferirti subito, pensaci e parlane con Elena e Jeremy, sappi solo che mi renderesti l'uomo più felice del mondo."
 
"Sei pronta per altre 5 ore infernali?" Chiese Caroline ad Elena davanti al cancello della scuola.
"Non ricordarmelo. Dov'è Bonnie?"
La bionda alzò le spalle. "Probabilmente da qualche parte a limonarsi tuo fratello." Rispose schietta. Elena fece una smorfia all'affermazione dell'amica e poi sentì delle mani posarsi davanti ai suoi occhi, si girò per vedere chi fosse e... possibile che ogni volta che vedeva quegli occhi ci si perdesse dentro?
"Cosa ci fai tu qui?" Chiese dando a Damon un bacio sulla guancia. "Fatti la barba che pungi." aggiunse poi facendogli una linguaccia.
"Ho accompagnato il mio caro fratellino." Disse lui ignorando il commento della sua ragazza. Elena non trovando Stefan si girò e lo vide fermo a parlare con il signor Saltzman. "E poi c'è il vero motivo." Aggiunse Damon facendo sorridere le due ragazze.
"Quale sarebbe?" Gli chiese Caroline.
"Blondie, devo parlarti di una cosa. Prima mi ha chiamato Pearl, mi ha detto che stavano cercando volti nuovi per le sfilate della stagione estiva e mi ha anche detto che aveva notato la ragazza bionda che c'era con me a New York quando sono andato a fare quel servizio fotografico. Non è niente di sicuro, ma se tu accetti manderà una fotografa per farti una specie di book, se le piacerà potresti essere una delle nuove modelle di Pearl Johnson." Disse il moro parlando ininterrottamente, vedendo che Caroline non gli rispondeva guardò Elena dubbioso e la ragazza passò una mano davanti al viso all’amica. "Allora?" Le chiese.
Caroline urlò talmente forte che tutti gli studenti nel cortile si girarono e poi saltò in braccio a Damon che la prese al volo e le sorrise teneramente. "Lo prendo come un si." Le disse abbracciandola.
"Te l'ho mai detto che ti adoro?" Gli sussurrò la bionda.
"No, e avrei dovuto registrarti. Peccato: occasione persa."
 
Elena e Bonnie riuscirono a trascinare Caroline in classe nonostante la bionda fosse super-contenta e continuasse a saltellare per i corridoi facendo venire alle amiche seri dubbi sulla sua sanità mentale. Si sedettero ai loro posti e quando la professoressa entrò notarono che vicino a lei c'era una ragazza molto carina che non avevano mai visto. "Ragazzi." Esclamò la prof. con un tono che fece placare tutti i chiacchiericci. "Lei è Rebekah e da oggi sarà una vostra compagna."
 
Eccomiiiii :) spero che vi piaccia e spero che ci siano dei commenti, fatemi sapere cosa ne pensate, una recensione non vi costa niente e mi rendereste molto felice :)

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** New Therapy. ***


Quando Elena uscì da scuola, seguita dalle sue migliori amiche con i rispettivi ragazzi, si trovò davanti Damon appoggiato comodamente al cofano della sua Ferrari nera che fissava il cielo con un'espressione pensierosa la quale, secondo la ragazza, riusciva a renderlo ancora più bello di quanto già non fosse.
Gli corse subito in contro, ma il ragazzo era talmente perso nei suoi pensieri che sembrò non accorgersi della sua presenza.
"Terra chiama Damon." Esclamò allora sventolandogli una mano davanti alla faccia, il moro si riscosse dai suoi pensieri e, vedendola, la sua espressione si tramutò in un dolcissimo sorriso.
"Scusami, ero un po' sulle nuvole." Sussurrò avvicinandosi a lei e baciandola teneramente.
"Cosa ci fai qua?" Gli chiese lei prendendogli la mano.
"Devo parlare di una cosa a Ric. Quando ho finito andiamo a fare un giro con i tuoi amici, ti va?" Rispose per poi baciarla sulla fronte.
"Va bene, ma fai presto."
 
Quando Damon entrò nell'istituto per la seconda volta nella sua vita, la prima era stata per le udienze di Stefan, si trovò davanti dei lunghissimi corridoi deserti che gli ricordarono quando lui era al posto di Elena e Stefan, quando i suoi genitori erano ancora vivi; scacciò via i brutti pensieri e continuò la ricerca del suo migliore amico per la scuola. 
Mentre attraversava i corridoi scorse ad un angolo una ragazza e decise di chiederle informazioni sul posto dove avrebbe potuto trovare Ric, altrimenti sarebbe rimasto in quella scuola fino al mattino successivo.
"Scusa." Le disse correndole in contro.
"Hai bisogno?" Chiese la ragazza sentendolo.
"Sto cercando il professor Saltzman, sai dove posso trovarlo?"
"Sto andando da lui, sono nuova e mi deve dare dei libri."
"Bè allora benvenuta." Disse lui porgendole la mano e rivolgendole un sorriso, la ragazza rispose con una stretta forte che riuscì a coglierlo di sorpresa.
 
"Cosa ci faceva mio fratello qui?" Domandò Stefan appena il gruppo di amici raggiunse Elena la quale si trovava di fianco all'auto del proprio ragazzo.
"Ha detto che doveva parlare con Ric e di aspettarlo qui." Gli rispose la ragazza.
"Bè allora aspettiamo il fratellone, anche perchè vorrei sapere qualcosa di più riguardo quella cosuccia di Pearl." Esclamò Caroline entusiasta prendendo la mano di Stefan che le sorrise teneramente come risposta.
"Certo che hai una fortuna." Ribattè Bonnie rivolgendosi all'amica.
"Tutto merito della mia innata bellezza." Scherzò la bionda. "Magari anche Damon ha cominciato così: un po' per gioco alla fine del liceo."
"Damon ha fatto i primi scatti a 15 anni." La prese in giro Stefan.
"Potevi anche non dirlo questo Stef." Rispose lei mettendo il broncio al proprio ragazzo.
"Ei, non ho detto che non sfonderai, ho detto solo che Damon non ha cominciato in questo modo. Chiedo umilmente perdono." Le disse avvicinandosi con l'intenzione di darle un bacio, ma la ragazza si scostò e gli tirò un buffetto sulla guancia.
"Eh no mio caro, troppo facile così. Devi farti perdonare."
 
“Bene Rebekah, ci vediamo domani a lezione e spero che ti troverai bene qui a Mystic Falls." Concluse Alaric consegnando dei libri alla ragazza e sorridendole incoraggiante.
"Grazie Signor Saltzman, arrivederci. Ciao tizio-senza-nome, è stato un piacere."
"Ciao Rebekah."
La ragazza uscì dalla porta, non senza riservare un'altra occhiata a Damon.
"Di cosa dovevi parlarmi?" Chiese Ric sedendosi sulla cattedra ansioso, se il suo amico l’aveva raggiunto a lavoro significava che c’era qualcosa di serio in ballo.
Damon si sedette su un banco e prese un respiro profondo prima di iniziare a parlare. "Stamattina è venuta Meredith."
"La tua dottoressa?"
Il moro annuì e poi continuò il suo discorso. "Abbiamo fatto degli esami e ha constatato che nonostante mi sia trasferito qui e abbia fatto una pausa con il lavoro non ci sono stati i miglioramenti in cui sperava."
Alaric guardò l'amico preoccupato, lui aveva notato dei miglioramenti in Damon rispetto a quando stava a New York e la frase del ragazzo l'aveva colto di sorpresa.
"Ci sarebbe una nuova terapia, Meredith ha detto potremmo provarci se me la sento, però non ne sono molto sicuro."
"Di cosa si tratta?"
"E' all'incirca l'opposto di quello che sto facendo ora. Adesso prendo dei farmaci che contro la malattia non fanno praticamente nulla, ma mi aiutano a diminuire la stanchezza e il dolore; la terapia che mi ha proposto è ancora in sperimentazione: dovrei fare una serie di iniezioni, flebo e trasfusioni che, col tempo, dovrebbero attenuare la malattia; il problema è che si tratta di una cura molto dolorosa: secondo lei mi proverebbe parecchio, soprattutto all'inizio e non è del tutto sicura che il mio fisico possa reggere uno sforzo di questo genere."
Appena finito di parlare Damon abbassò lo sguardo, Alaric si alzò e mise una mano sulla spalla del suo migliore amico con l'intento di incoraggiarlo. 
"Ei Dam, guardami. Devi fare quello credi, sappi solo che puoi farcela e sei abbastanza forte per superare anche questo. Parlane con Stefan ed Elena e ricordati che io ti sosterrò in qualunque caso."
"Grazie Ric." Disse il moro sorridendo.
 
"Oh eccoti." Esclamò Bonnie scorgendo Damon che li stava raggiungendo.
Damon sorrise al gruppo e sia Elena che Stefan si accorsero che il suo sorriso era molto tirato ed entrambi si riproposero di parlarci più tardi da soli.
"Adesso che ci siamo tutti possiamo anche andare al Grill." Commentò Jeremy ansioso di allontanarsi da quel luogo di tortura.


Hello bella gente! C; So che non ci credete che ho aggiornato, ma eccomi qua (sperando di non essere linciata viva :O)
Come vi sembra il chappy? Secondo voi Damon tenterà questa nuova terapia?
Spero di avervi incuriosito un po’.
Fatevi sentire People c; Xoxo C.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Photos. ***


Caro diario,
Damon mi ha appena parlato della nuova terapia che dovrebbe affrontare: sono molto preoccupata e non sono veramente convinta che ne valga la pena, ma davanti a lui devo essere forte e mostrargli tutto il sostegno possibile; se si sente pronto io gli starò accanto e lo sosterrò in qualunque sua scelta, come sono sicura che faranno anche Stefan e Ric.
Credo, anzi sono sicura che Dam non si merita quello che sta passando e onestamente penso che sia la cosa più bella che mi sia capitata in tutta la mia vita, con lui ho finalmente capito il significato della parola AMORE: ho avuto altri ragazzi, ma i sentimenti che provavo non si avvicinano minimamente a ciò che sento quando sono con Dam... è come paragonare un bicchiere d'acqua ad un oceano intero; so che è brutto da dire (o scrivere), ma non mi importa cosa pensa mia zia di questa relazione: so che non è “una cosa troppo complicata per una ragazza di 17 anni". Jenna frequenta Elijah più o meno da quando io sto con Damon e noi ci stiamo già per trasferire da lui, quindi potrebbe sforzarsi di capire che non è troppo presto per dire che AMO DAMON SALVATORE!
A proposito del trasferimento non so perchè, ma ho una brutta sensazione: forse perchè sono troppo legata a questa casa e ai ricordi dei miei genitori, o forse perchè non mi sento pronta ad avere un'altra "famiglia"; Elijah mi piace, ma dovremmo stare anche con i suoi fratelli che hanno più o meno la mia età o qualcosina in più, penso che avere Jeremy intorno possa anche bastare!!
Domani finalmente conoscerò la famiglia Mikaelson, magari non sono così tanto male. Adesso vado da Dam siccome Caroline mi vuole presente ai suoi primi scatti.
Con amore,
'Lena
 
Quando Elena varcò la soglia di Villa Salvatore si trovò davanti una scena che le fece spuntare un sorriso: Caroline era veramente bellissima mentre posava, Stefan la guardava come se vedesse una dea e Damon le dava piccoli consigli sorridendole incoraggiante seduto di fianco ad una ragazza bionda.
"Elena!" Esclamò Caroline vedendola.
Damon si alzò, le si avvicinò e le donò un dolcissimo bacio a fior di labbra.
"Ei!" Li interruppe l’amica. "Io vi volevo presenti per incoraggiarmi non per amoreggiare, svergognati!"
"Ai suoi ordini madame." Scherzò allora Damon. "Comunque Elena, lei è Lexi: la nostra fotografa." Disse tornando serio.
"Piacere.” Affermò la ragazza bionda rivolgendole un enorme sorriso che trasmetteva allegria.
 
"Caroline sei bellissima e non c'è dubbio che tu sia portata per questo lavoro, ma santo cielo sciogliti un po' e sorridi!" Esclamò Lexi esasperata.
"Scusa." Mormorò Caroline imbarazzata. "Ma mi sento un po' a disagio."
Sul volto della fotografa comparve un'espressione pensierosa. "Conosci bene Damon, giusto?" Caroline annuì poi Lexi si rivolse al moro che era seduto sul divano tenendo Elena tra le braccia. "Ti dispiace fare qualche scatto con lei?" Gli chiese.
Il ragazzo si alzò, ma dovette subito appoggiarsi alla sponda del divano perchè venne colto da un senso di vertigini. 
"Sto bene, tranquilla." Mormorò poi in risposta all'occhiata preoccupata della sua ragazza.
Elena gli sorrise incerta e lo guardò avvicinarsi a Caroline.
 
"Sei ancora un po’ rigida, però va meglio."
Elena scambiò uno sguardo dubbioso con Stefan notando che il moro aveva fatto un occhiolino alla fotografa, quando sentì l'amica scoppiare a ridere: Damon le stava facendo il solletico.
"PIANTALA." Urlò la bionda, che ormai era accasciata tra le braccia dell’amico, continuando a ridere.
"PERFETTA!" Esclamò poi Lexi. "Questa è da copertina."
 
"Sei agitata?"
"No Dam, dovrò solo conoscere le persone con cui passerò all'incirca il resto della mia vita." Rispose Elena sarcastica, Damon tolse per un secondo gli occhi dalla strada e la guardò notando la sua gamba che si muoveva nervosamente.
"Non c'è bisogno di essere acida, stavo solo chiedendo."
"Si scusami: è che ultimamente sono successe un po' troppe cose e sono un po'... non lo so." Il ragazzo tolse una mano dal volante e la posò sulla gamba di lei, poi le si avvicinò con l'intenzione di baciarla sulla guancia, ma lei lo scostò.
"Guarda la strada, idiota!" Lo rimproverò.
"Potrei arrivare a casa tua ad occhi chiusi." Ribattè lui.
"Bè, siccome ci siamo arrivati con gli occhi aperti e ancora vivi è meglio. Augurami buona fortuna!"
"Buona fortuna." Disse lui prima di fermare la macchina, baciarla e poi farla scendere.
Elena si chiuse la porta della vettura alle spalle e rivolse un ultimo sguardo al suo ragazzo prima di suonare il campanello della propria casa dove sarebbero venuti a cena Elijah e i suoi fratelli.
"’Lena finalmente, mancavi solo tu." Esclamò sua zia Jenna quando aprì la porta per farla entrare in casa. 
"Ed ecco la famosa Elena­­." Commentò un ragazzo scuro di capelli che era seduto di fianco a Jeremy. Elijah si alzò e le si avvicinò con quell'aria tranquilla ed elegante che lo caratterizzava e lo rendeva così affascinante. "Permettimi di presentarti i miei fratelli: Rebekah, Kol e Niklaus."


Holaaaa c;
Cosa mi dite gente? Vi è piaciuto? Fa schifo? Cosa dovrei cambiare?
Mi piacerebbe che foste un tantinino più presenti, quando avevo messo questa storia la prima volta c’erano molte più recensioni e mi piacerebbe davvero fosse ancora così.
Un grosso bacio, C.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Messages. ***


La cena stava proseguendo nel migliore dei modi, decisamente sopra le aspettative di Elena, la diciassettenne si era trovata subito in sintonia con Rebekah, con la quale aveva scoperto di avere molte lezioni in comune, e in quel momento le due stavano chiacchierando come se fossero amiche da anni; nel frattempo Jeremy stava confabulando con Kol e Klaus alle spalle di Elijah, la ragazza non potè fare a meno di chiedersi cosa avessero in mente combinare, quei tre insieme non potevano portare altro che guai.
"Tralaltro ieri ho incontrato un ragazzo davvero bellissimo." Le disse Bekah con aria sognante.
"Assì? E dove?" Chiese lei pensando a quali ragazzi bellissimi possa aver incontrato a Mystic Falls.
"A scuola. E' davvero... wow! Purtroppo non mi ha detto il suo nome, ma ho la sensazione che lo rivedrò presto." Ribattè la bionda decisa.
"Bè quando quel momento arriverà cogli l'occasione e provaci. Tanto non hai niente da perdere." La sostenne Elena.
"Tu invece?" Le chiese Rebekah. "Come sei messa in fatto di ragazzi?"
"Occupata e innamoratissima." Rispose la mora con il solito sorriso che le nasceva spontaneo sul viso ogni volta che pensava a Damon.
 
"Ei." Sussurrò Stefan entrando nella camera del fratello, che stava fissando un punto indefinito sul muro.  "Sei preoccupato?" Gli chiese.
Damon lo guardò negli occhi per qualche secondo e poi il suo sguardo ritornò al muro, come se su quella parete si trovasse la cosa più interessante del mondo.
"No." Gli rispose atono.
"Damon." Lo chiamò il minore. "Sai anche tu che non è vero."
"Stef, mi spieghi l'utilità di fare una domanda quando conosci già la risposta?"
"VOGLIO CHE TU LO AMMETTA!" Sbottò il ragazzo.
Damon si alzò dal letto e si avvicinò al fratello. "Ok, sono terribilmente preoccupato. E adesso? L'ho ammesso, cos'è cambiato? NIENTE!"
"Posso chiamare la Dottoressa Fell e dirle di rimandare se non sei pronto." Ribattè il più piccolo addolcendo il tono della voce.
"Sono pronto, ho già parlato con Meredith. Sono solo un po' preoccupato; penso sia normale"
Stefan annuì. "Se sei pronto io sono con te."
 
Mr. Sensibilità mi ha fatto il suo discorso epico, mi stavo chiedendo che fine avesse fatto. Come procede con le new entry? Love u <3
Quando Elena lesse il messaggio le spuntò un sorrisino.
"Il tuo ragazzo, vero?" Le chiese Rebekah.
La ragazza annuì. “Si, è Damon.” Rispose prima di riportare il suo sguardo al cellulare.
Meglio di quanto pensassi, mi sto divertendo e ho incontrato ragazzi simpatici. Mi sono fatta delle paranoie per niente ;) Come stai? Sono sicura che il discorso di Stef era fantastico, sei tu che non apprezzi mai niente :P Love u 2 <3
"Elena." La richiamò sua zia. "Metti via quel telefono."
Elijah guardò sorridendo le due ragazze sedute fianco a fianco sul divano ridere e scherzare. "Le due signorine sono pregate di raggiungerci o i ragazzi finiranno il gelato."
"MAIALI!" Urlò la bionda alzandosi seguita poi da Elena.
In fondo, quella famiglia allargata iniziava a piacerle.
 
Mia madre ha deciso di voler fare la madre proprio stasera -.- Spero che tu ti stia divertendo più di me. 
Ho i miei dubbi. Serata deprimente con mio fratello che non ha messo piede fuori dalla sua camera. Oggi eri bellissima <3
Stefan scrisse il messaggio e si buttò sul divano.
Io sono sempre bellissima ;) 
Lo so, ma oggi più del solito.
Mi piace quando mi fai i complimenti <3
E' solo la verità :)
Sono riuscita a far capire a mia madre che la mamma non è il suo lavoro, adesso vado a letto. Non preoccuparti tuo fratello si riprenderà è il ragazzo più forte che io abbia mai incontrato. Notte <3 Ti amo. P.s. ricorda a Dam che gli vogliamo bene.
Leggendo il messaggio della sua ragazza sorrise: lei riusciva sempre a metterlo di buon umore.
Notte Principessa :) Riferirò il messaggio. P.s. Ti amo anch'io.
 
Jenna stava sistemando i piatti nel lavandino quando si sentì abbracciare da dietro.
"Allora? Come ti è sembrato il primo incontro."
"Credo che Jeremy e Kol insieme non saranno facili da gestire." Rispose baciando sulle labbra il suo ragazzo. "Però direi che è andata bene. Tu cosa pensi?"
"Penso che non ci sarà mai da annoiarsi." Esclamò Elijah.
"Poco ma sicuro." Confermò lei.
L'attenzione dell'uomo venne catturata dal rumore che proveniva dal salotto. "E' meglio che torni di là, sono peggio dei bambini."
Quando stava per raggiungere l’altra stanza si sentì chiamare. "Elijah"
"Si?"
"Ti amo."
 

Here I aaaam people c; spero che vi piaccia, ma non mi commentate più? :’( Ci rimango malissimo, fatemi sapere se questa storia vi piace ancora.
Comunque dal prossimo capitolo arrivano gli indeiti lol quindi preparatevi c;
#goodnight. C.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** One more day. ***


Stefan era appena sceso da camera di suo fratello sentendo il campanello suonare.  Aprendo la porta si trovò davanti Elena insieme a Caroline, non si aspettava di vedere la sua ragazza e ne fu piacevolmente sorpreso.
“Ciao Stef.” Esclamarono le ragazze simultaneamente.
“Ei.” Rispose lui sorridendo.
“Come sta?” Gli chiese Elena ansiosa, riferendosi ovviamente alla situazione di Damon.
“Vedete se riuscite a fare qualcosa voi, io non sono riuscito neanche a strappargli un sorriso.”
“Amore, è normale che sia preoccupato. Quando verrà la dottoressa vedremo cosa fare.” Intervenne Caroline prendendogli il viso tra le mani per rassicurarlo. “Devi essere forte per lui, e sorridere anche se è la cosa più difficile del mondo.”
“Oggi è in vena di filosofia.” Spiegò la mora alzando gli occhi.
“Lena!” La sgridò l’amica. “Mi hai smerdato la perla di saggezza.”
E Stefan rise di gusto per la prima volta quel giorno.

“Ei bellissima.” Disse Damon vedendo la sua ragazza entrare nella stanza, si alzò dal letto dove era seduto e la abbracciò cercando in lei conforto. Elena strinse il ragazzo a sé il più possibile sapendo che questo l’avrebbe consolato più di tantissime parole; quando si staccarono le loro mani erano ancora intrecciate.
“Stef mi ha detto che sei stato tutto il giorno qui recluso e che non hai mangiato niente, Pearl non ti vorrà più se le diventi uno scheletro.”
“Non avevo fame.” Rispose lui, ma fu tradito dal rumore del suo stomaco. Elena scoppiò a ridere e Damon non potè trattenere il sorriso che gli nacque spontaneo sul viso.
“Sei molto più bello così.” Gli sussurrò. “Adesso andiamo di sotto, ti preparo qualcosa veloce e poi magari rassicuriamo tuo fratello che è più in ansia di te, ok?” Lui annuì chiedendosi come facesse quella piccola donna a distaccarlo da tutti i problemi con un semplice abbraccio.

“Sai benissimo che non è una cosa facile.” Esordì Meredith poco dopo essere entrata in casa. “Ne abbiamo già parlato e hai preso la tua decisione.”
Damon annuì sentite le parole della donna ed Elena gli strinse la mano per trasmettergli il suo sostegno.
“Abbiamo una settimana prima di iniziare la terapia.” Spiegò la dottoressa. “E in questa settimana dobbiamo fare in modo che il tuo sangue si depuri. Quindi dobbiamo provare a sospendere tutti i farmaci; non ti nego che questo ti stancherà moltissimo e per questo motivo dovrai ridurre gli sforzi al minimo.” La donna rivolse uno sguardo a tutti i presenti prima di ricominciare a parlare. “Ti chiedo ancora una volta di dirmi se sei veramente sicuro, in pratica il funzionamento di questa terapia dipende da te, da quanto sei determinato; se non è il momento giusto ti prego di dirmelo.” Damon guardò negli occhi la sua ragazza e poi riportò il suo sguardo su Meredith.
“E’ il momento giusto.” Esclamò deciso. La dottoressa gli sorrise.
“Ok. Cominceremo a sospendere i farmaci da domani, passerò qui tutti i giorni dopo il lavoro per controllare la situazione. Ora vorrei parlare un attimo da sola con Stefan e la tua ragazza se non ti dispiace.”

“So che siete ragazzi maturi e quindi posso fidarmi di voi.” Stefan annuì sentite le parole della donna. “Dovete stargli vicino e so che sarà difficile anche per voi.”
“Lo faremo.” Rispose Elena sicura.
“Dopo il primo giorno sarà stanco come non lo avete mai visto, nemmeno tu Stefan. Quando dico niente sforzi intendo che l’unica cosa che dovrà fare da domani sarà dormire e mangiare finchè riuscirà, poi dovremo ricorrere alle flebo.”
I ragazzi si guardarono in faccia tesi e poi annuirono.
“Piuttosto lo legheremo al letto.” Esclamò Stefan.
“Passata la prima giornata non sarà necessario, non credo che riuscirebbe a fare molto.” La donna li guardò in viso per poi sorridere incoraggiante. “Andrà  tutto bene ragazzi, Damon è molto forte e determinato.”

“Ho mezza giornata di libertà prima di dover essere praticamente incatenato al mio letto.” Mormorò Damon spostando delle magliette dall’armadio ad uno scatolone.
“E la stai sprecando aiutandomi a fare gli scatoloni per il trasloco.” Puntualizzò Elena.
“La sto passando con te, tu devi sistemare gli scatoloni. Ergo…”
“Potresti decisamente godertela di più.” Replicò la ragazza avvicinandosi  vedendo il moro in difficoltà nel piegare una maglietta rossa. “Sei un pessimo uomo di casa.” Lo prese in giro.
“Nessuno è perfetto.” Esclamò lui buttando la maglietta per terra e baciando la ragazza, i due si avvicinarono al letto e i baci di Damon si spostarono sul collo di lei.
“Ei, ei.” Lo interruppe Elena ridendo. “Niente sforzi, ricordi?”
“A partire da domani, ricordi?” Scherzò lui poi.
Lei rise e gli sfilò la maglia. “Come vuole lei signor Salvatore.” Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e ricominciò a baciarla scendendo sempre più in basso e levandole la canottiera.

“Bene.” Esclamò Elijah dopo aver posizionato l’ultimo scatolone della sua ragazza nel baule dell’automobile. “Ora manca soltanto Elena.”
“Elena è in camera sua.”
“Perfetto, vado a chiamarla.” Disse l’uomo iniziando ad avviarsi dentro casa.
Jenna lo trattenne per un braccio. “Con Damon. Arriverà più tardi in macchina con lui.”
“Ragazzi.” Mormorò Elijah mentre apriva la portiera dell’ auto per fare salire la sua ragazza.

Fatti portare da Damon a casa di Elijah, non ho voluto interrompervi.
P.s. Fingiamo che io non vi abbia sentiti fare sesso ed evitiamo discorsi imbarazzanti.
“Cazzo.”
“Cosa c’è?” Chiese Damon notando l’espressione della sua ragazza.
“Mia zia ci ha sentiti.”

“Vorrei davvero esserci in questo periodo.” Disse Caroline abbassando lo sguardo, Stefan le prese il viso tra le mani.
“Va tutto bene Amore, è la tua possibilità per sfondare. Ci sentiremo tutti i giorni. Vai da Pearl e fai vedere a tutti quanto vale Caroline Forbes.”
“Appena avremo finito il catalogo tornerò di corsa.” Promise lei. Stefan annuì e le sorrise. “Pearl era molto dispiaciuta che Damon non potesse esserci.”
“E’ la sua punta di diamante, non ha mai nascosto questa cosa a nessuno, nel mondo della moda era praticamente una celebrità.” Spiegò lui.
“Tornerà ad esserlo.” Lo rassicurò lei. “Appena starà meglio tornerà più bello di prima.”
Stefan annuì. “Ne sono sicuro.”


So che non ci credete: ECCOLOOOO! il capitolo nuovo, finalmente si va avanti! In questu più degli altri vorrei sentire la vostra opinione, spero che possa piacere e che sia valsa la pena per alcuni rileggere tutti per arrivare qui. Xoxo C.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Best friend's call. ***


BEST FRIEND’S CALL.



“Porto cibo in dono.” Esclamò Elena entrando nella stanza del suo ragazzo con un pacchetto maxi di patatine e sedendosi sul letto di fianco a lui.
Damon le sorrise dolcemente ed alzò lentamente il busto sostenuto dalle braccia della sua ragazza; le previsioni di Meredith si erano avverate: dopo soltanto una giornata senza farmaci il ragazzo era esausto e anche alzarsi dal letto per lui era diventato quasi impossibile, Elena voleva restargli accanto il più possibile e per questo motivo (dopo innumerevoli ore a supplicare) aveva convinto sua zia Jenna a farla soggiornare alla pensione almeno per quella settimana particolarmente difficile per il suo ragazzo.
“Non voglio immaginare come sarà tra qualche giorno.” Mormorò il moro, lei gli mise una mano sul viso e puntò gli occhi di lui dritti nei suoi.
“Supererai anche questo.” Gli disse con voce sicura, rassicurarlo era l’unica cosa che poteva fare per lui in quel momento. “Starai bene e tornerai a fare il tuo lavoro, devi soltanto crederci.”
“Detto da te sembra anche possibile.” Sussurrò il ragazzo abbassando lo sguardo.
“E’ possibile Damon.” Ribattè lei. “Hai combattuto fino ad adesso, non puoi mollare ora. Devi trovare una ragione per lottare.” Continuò con le lacrime agli occhi.
“Elena tesoro, non piangere.” La pregò lui. “Io ce l’ho una ragione, sei tu la mia ragione.”

“Posso?” Chiese Stefan bussando alla porta della stanza del fratello.
“No, vai via.” Ironizzò Damon abbozzando un mezzo sorriso.
“Sono sicura che la tua voce avrebbe dovuto suonare molto più sarcastica.” Commentò Elena accarezzando il braccio del ragazzo per poi arrivare alla mano e stringere dolcemente le sue dita fredde.
Stefan ridacchiò ed entrò nella stanza tenendo il suo cellulare in mano, si avvicinò al fratello e glielo porse; Damon lo prese senza capire la motivazione del gesto del minore quando sentì una vocina provenire dal telefono.
“SORPRESA!”
Abbassò lo sguardo sull’apparecchio e vide gli occhioni di una bambina fissarlo intensamente. “Anne tesoro, che bella sorpresa. Come stai?” Chiese allora con un tono dolce che Elena gli aveva sentito usare pochissime volte.
“Io bene, ma tu sembri uno zombie.” Ripose la piccola innocentemente. “Ah, e la mamma è arrabbiatissima con te.” Aggiunse poi.
Elena notò che le mani di Damon tremavano nel reggere il cellulare e quindi mise le sue mani su quelle del ragazzo per aiutarlo; si chiedeva ancora chi fosse la bambina in videochiamata: il moro sembrava provare grande affetto nei suoi confronti.
“La mamma è arrabbiata con me?” Scherzò lui. “Perché?”
Una giovane donna comparve sullo schermo del telefono dietro alla bambina. “Forse perché stai per affrontare la sfida più difficile di tutta la tua vita e non lo dici alla tua migliore amica?”
“Ciao Rose.” Esclamò Damon con un sorriso sulle labbra. “Ti voglio bene anch’io.”
“Non credere di scamparla con quegli occhioni da cucciolo, questa volta me la paghi. Per punizione ti toccherà sopportarmi almeno per tutto il tempo di questa terapia.”
Il ragazzo guardò lo schermo confuso.
“Dam veniamo da te.” Spiegò Anne alzando gli occhi. “Non capisci mai niente.” Borbottò poi la bimba facendo ridere Elena.
“Lei è la tua nuova fidanzata?” Chiese la piccola curiosa e Damon annuì sorridendole.
“Per fortuna che non c’è più quella là, non mi piaceva mica: ti voleva tutto lei, non potevo neanche abbracciarti.” Commentò poi.
“Prometto che te lo lascerò abbracciare quanto vuoi.” Intervenne Elena facendo un occhiolino alla bimba.
“Quando arrivate?” Chiese Damon e la ragazza capì che si stava rivolgendo a Rose.
“Domani mattina e preparati perché ne ho da dirti bello mio.”
“Ma mamma, lo vuoi sgridare anche se è malato?” Chiese la bimba puntando lo sguardo su gli occhi di sua madre.
“Certo, se lo merita.” Ribattè Rose.
“Come fai a dire che non è cattiva?” Disse la bambina a Damon e il ragazzo ridacchiò.
“Ti dico un segreto.” Sussurrò il moro e la piccola si avvicinò allo schermo permettendo ad Elena di vedere meglio i suoi occhioni verdi e le lunghe trecce biondo scuro. “Io dico che è brava solo perché altrimenti mi picchia.” Aggiunse sorridendo scherzoso.

“Quante cose devo ancora scoprire di lei signor. Salvatore?”
“Sono un uomo pieno di sorprese.” Rispose Damon, la sua voce era debole e stanca ed Elena non potè fare a meno di notarlo.
“Sonno?” Chiese cercando di nascondere la preoccupazione e fingendo un sorriso.
“Abbastanza.” Rispose lui.
“Allora dormi, sarò qui quando ti svegli.” Promise lei.
Damon chiuse gli occhi ed Elena gli rimboccò le coperte donandogli un bacio sulla fronte bollente per poi prendere una sedia e accomodarsi di fianco al letto del suo ragazzo.
 
“Dorme ancora?” Chiese Stefan a bassa voce entrando nella stanza del fratello e posizionando una sedia di fianco a quella dove si trovava Elena; la ragazza annuì.
“Non mi aveva mai parlato di Rose.” Sussurrò poi lei cambiando argomento.
“Strano.” Commentò il ragazzo. “Le è molto affezionato, sono amici fin da quando Damon ha iniziato a lavorare con Pearl.”
“E’ una modella anche lei?” Chiese Elena curiosa.
“Lo era.” Rispose lui. “Prima di restare incinta di Anne, 5 anni fa. Stava con un fotografo: Trevor. Lo stronzo l’ha mollata appena ha saputo che aspettava un bambino.”
“Quindi Anne è cresciuta senza un padre.” Constatò la ragazza, i suoi genitori erano morti e lei ci aveva sofferto, ma non riusciva neanche ad immaginare come potesse essere crescere senza di loro; probabilmente quella piccola bambina aveva sofferto più di lei e aveva contenuto tutto il dolore nel suo corpicino.
“Damon è la cosa che si avvicina di più ad una figura paterna per lei.” Spiegò lui.
La mora annuì. “Sono contenta che vengano, Dam ha bisogno di tutte le persone che gli vogliono bene.” 



Eccomi ;) nuovo capitolo, finalmente cominciamo la terapia. Spero che questo capitolo possa piacervi anche se è un po' corto (scusatemi per questo)
Un bacio C.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Weird questions. ***


WEIRD QUESTIONS.


“E’ davvero bellissimo qui, non pensavo di potermi trovare così bene. Ovviamente mi mancate tutti, ma questo è davvero un sogno.” Spiegò Caroline con una faccia sognante che però il suo ragazzo potè soltanto immaginare a causa dei chilometri che li separavano.
Qui invece sembra un incubo. Le confessò, e lei si sentì una grandissima stronza: aveva sbattuto in faccia a Stefan la sua felicità sapendo che lui stava passando l’inferno dovendo vedere suo fratello peggiorare col passare dei giorni; si sentì ancora più insensibile a non avergli chiesto delle condizioni di Damon prima di iniziare a straparlare di modelli e vestiti, ma almeno a questo poteva ancora rimediare.
“Come sta?”
Ogni secondo è peggio, e io vorrei soltanto che tu fossi qua perché davanti a lui devo essere forte. Sento che prima o poi gli scoppierò a piangere in faccia. La bionda poteva sentire il dolore nella voce di lui e in quel momento avrebbe dato un rene per essere lì ad abbracciarlo, ma come Stefan le ricordava sempre –quella era la sua possibilità per sfondare e non si sarebbe mai perdonato se lei avesse rinunciato a causa sua.-
“Tornerò presto Amore, sii forte.”
Ci sto provando. Sussurrò talmente piano che Caroline fece fatica a sentirlo.

“Ti ho portato le ultime cose e nel frattempo ho pensato di approfittarne per vedere come sta Damon.”
“Oh, certo zia. Entra.”
Jenna appoggiò la borsa coi vestiti per sua nipote su una sedia che si trovava nell’enorme corridoio e poi seguì la ragazza al piano superiore.
“Come mai mi hai aperto tu? Stefan non è a casa?” Chiese poi.
“No, è andato a prendere un’amica di Dam all’aeroporto.” Rispose la mora per poi fermarsi di fronte alla camera del suo ragazzo.
Prima di aprire la porta riservò ancora uno sguardo a sua zia, che le sorrise per incoraggiamento.

“Ei bionda, sai che sei davvero fortunata?”
Caroline si fermò un attimo a guardare l’uomo che le aveva appena parlato.
Era elegante, in giacca e cravatta, sulla trentina: di sicuro doveva essere uno che contava; probabilmente tra i più fidati di Pearl.
“Per quale motivo?” Chiese cercando di mostrare più rispetto possibile, voleva fare una bella impressione.
“Sei nell’unico scatto di Damon Salvatore di questa stagione, probabilmente andrai in copertina per questa collezione, Pearl ha davvero un’ossessione per lui; è in prima pagina in tutti i suoi cataloghi da anni. Siete in buoni rapporti, vero?”
La bionda annuì incerta, anche le truccatrici e le parrucchiere sapevano che lei era lì grazie a Damon; perché lui no?
“E come sta?”
Ecco il motivo della domanda di prima, Dam lavorava lì da anni, probabilmente quest’uomo lo conosceva e voleva solo sapere come stava andando la terapia.
“Starà meglio, noi speriamo davvero in questa terapia.”
“Si, la terapia. Il motivo per cui è in pausa.” Caroline non capì bene se l’ultima frase dell’uomo fosse una domanda o un’affermazione.
 
Appena entrate nella stanza Elena si precipitò di fianco a Damon e subito posò la mano sulla fronte del ragazzo.
“E’ salita ancora. Vado a prendere dell’acqua più fresca per il panno, zia puoi stare con lui un attimo?” Detto questo ad una velocità inumana, quasi oltre i record di Caroline, la mora si precipitò nel bagno; Jenna la guardò confusa e poi si sedette sulla sedia di fianco al letto di Damon.
“Ciao Jenna.” La donna si spaventò dalla debolezza della voce, ma fece finta di niente e gli sorrise prendendo il panno che prima era sul letto tra le mani.
“Non pensò ci sia bisogno di cambiarlo, a me sembra abbastanza fresco.” Constatò, per poi passarlo sul viso del ragazzo che si rilassò notevolmente sotto il suo tocco.
“Si sente più utile cambiandolo ogni 5 minuti.” Ironizzò lui, per poi cambiare il tono di voce e ringraziare la donna. Era abituato ad avere la febbre, praticamente gli veniva ogni due settimane da quando aveva sei anni, ma senza farmaci il dolore era diverso, amplificato e quel semplice tocco fresco sul viso gli sembrava un miracolo.
 
Quell’uomo le aveva posto ancora qualche domanda alla quale Caroline aveva risposto tranquillamente, qui la condizione del suo amico non era di certo un segreto; poi se n’era andata, per quel giorno aveva finito di lavorare e poteva concedersi un po’ di sano shopping newyorkese. Ovviamente più tardi avrebbe chiamato Stefan e Elena, magari parlato un po’ con Damon se non stava dormendo; ma in quel momento la bionda aveva soltanto bisogno di staccare per qualche oretta.
Quando stava posando molti le avevano fatto dei complimenti, dicendole che per essere ai primi scatti non era niente male; Katherine esclusa ovviamente, la donna con la sua classica finezza le aveva fatto notare quanto fosse impossibile posare con “una che è talmente intera, che sembra abbia una scopa infilata su per il culo”; cosa ci avesse trovato Damon in lei era ancora un mistero, a parte l’innegabile bellezza era solo una stronzetta egoista, lo poteva vedere anche lei che di certo non era un mostro di profondità e maturità.
 
“Tesoro che cos’hai?” Chiese Rose alla bambina seduta di fianco a lei, vedendo che non aveva aperto bocca per tutto il viaggio; Anne era una bambina piuttosto allegra e raramente riusciva a stare zitta per più di cinque minuti.
“Mamma?” La chiamo puntando gli occhioni verdi nei suoi, quegli occhi erano così uguali ai suoi che le sembrava di guardarsi allo specchio.
“Dimmi amore.”
“Damon sta più male delle altre volte, vero? Non andrà via come ha fatto la nonna?”
“Ascoltami piccola.” Disse prendendo il visino ormai in lacrime tra le mani. “Dam è forte, più forte della nonna e quindi non andrà in cielo come lei. Sta male, ma solo perché è l’unico modo per guarire e noi dobbiamo andare lì per aiutarlo.”
“Ma come fa a guarire se sta più male di prima?”
“E’ così che funziona Annie. Non ci sono altri modi per stare meglio.” Le spiegò rassicurandola. Damon ce l’avrebbe fatta, di questo era sicura.
“E non può dare a noi un po’ del suo male?” Chiese la piccola innocentemente. “Io ne prenderei un pochino.”
“Amore non si può, lo farei anch’io.”
“Da grande faccio la dottoressa, e trovo il modo per farlo guarire senza che deve stare male.” Decretò sicura, avrebbe guarito lei il suo Dam; non questi dottori che lo facevano ammalare per stare meglio: era una cosa stupida che non avrebbe mai capito.
Appena arrivata avrebbe detto a tutti del suo progetto e quindi Damon non doveva più fare questa cosa brutta, doveva solo aspettare lei.
Felice dei suoi nuovi programmi il sorriso ricomparve sulla sua faccia, con una velocità possibile solo ad una bambina di cinque anni.

Appena scesero dall’aereo trovarono Stefan ad aspettarle. Rose lo guardava sorridendo incoraggiante, mentre Anne gli saltò in braccio.
“Ei principessa.” La salutò lui facendole fare un saltino tra le sue braccia.
“Tuo fratello si è preparato psicologicamente per la strigliata?” Gli chiese Rose.
“Penso sia pronto.” Rispose lui ridacchiando con ancora la bambina tra le braccia.
 
Caroline si era accorta di essersi dimenticata la borsetta, quindi tornò di corsa allo studio fotografico dove appena entrata trovò Katherine parlare con l’uomo che prima le aveva posto tante domande, la donna sembrava infastidita; ripensandoci lei sembrava infastidita qualunque cosa facesse.
Prese la borsetta e si fermò ad una macchinetta per prendere un espresso.
“Non li sopporto i giornalisti, sono solo dei bastardi.”
Caroline si voltò per guardare in faccia la mora, doveva ricordarsi di non essere scortese e con lei le riusciva particolarmente difficile.
“Non ho ancora avuto a che fare con nessuno di loro.”
“Come no? Ti ho visto oggi. Stavi parlando con Shane.”
Merda.
 


Ei gente, non uccidetemi please. Ho avuto il computer in riparazione e non potevo andare avanti. SCUSATEMI.
Finalmente il nuovo capitolo.
Shane è un giornalista e Caroline ha spifferato tutti i cazzi di Damon, come finirà questa storia?
Recensite please, vorrei davvero sapere cosa ne pensate, se credete che ci sia qualcosa da modificare, ecc..
Un bacio, grazie mille a tutti,
C.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1360743