I passi dell'amore

di AmeliaRose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Torta al cioccolato e profumo d'inchiostro ***
Capitolo 3: *** Ballerine e vecchie conoscenze ***
Capitolo 4: *** Vino e figlio ***
Capitolo 5: *** Lacrime amare al london eye ***
Capitolo 6: *** Vuoi farmi da testimone? ***
Capitolo 7: *** Messaggi ***
Capitolo 8: *** Ossessione ***
Capitolo 9: *** Luna park ***
Capitolo 10: *** Un bacio dietro l'altro ***
Capitolo 11: *** David, noi cosa siamo? ***
Capitolo 12: *** Finalmente! ***
Capitolo 13: *** Chiacchiere davanti alla macchinetta ***
Capitolo 14: *** Solo un malinteso ***
Capitolo 15: *** Lacerata Dentro ***
Capitolo 16: *** Consiglio prezioso ***
Capitolo 17: *** Perdonare vuol dire andare avanti ***
Capitolo 18: *** Tutto risolto? ***
Capitolo 19: *** Un matrimonio di troppo. ***
Capitolo 20: *** Il matrimonio ***
Capitolo 21: *** Una notte d'amore ***
Capitolo 22: *** La quiete prima della tempesta ***
Capitolo 23: *** Le cattive notizie non arrivano mai sole ***
Capitolo 24: *** Frammenti ***
Capitolo 25: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***




 
Prologo

31 Dicembre 2012 ore 23:55
 
Solitudine, depressione, lacrime. Ecco come passerò l'ultimo dell'anno e buona parte dell'anno nuovo.
Io, loro e un buon calice di vino rosso in mano a guardare i fuochi d'artificio dalla finestra. Sola come sempre. Il mio ex fidanzato Matt mi ha mollato proprio oggi annunciando poi il suo tradimento con la sua amica d'infanzia Karen.
Lacrime amare cominciarono a rigare il mio volto. Cosa farò ora? Scene macabre cominciarono a balenarmi nella testa. Onestamente il suicidio non era poi così male come idea. 
Scossi violentemente la testa.
Billie ma che ti prende? Non è da te pensare questo genere di cose. C'è solo una cosa da fare. Andarsene da qui, da questa casa, da questo paese, da Cardiff. Lasciarsi il passato alle spalle e ricominciare da capo in una nuova città. E' a questo che serve poi l'anno nuovo no? Si ricomincia da capo. Perché non farlo proprio ora?
Sentì i miei vicini urlare contenti.
"Tre, due, uno, Buon anno"
 
Con ancora le lacrime agli occhi, alzai il calice in aria.
"E felice anno nuovo".

Angolo Autrice:
Finalmente sono riuscita a pubblicare il prologo della mia fan fiction su Billie e David. Era da tanto tempo che volevo farlo. Spero che il prologo, anche se corto, sia di vostro gradimento ^-^
A presto.

AmeliaRose

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Capitolo 2
*** Torta al cioccolato e profumo d'inchiostro ***




 



10 gennaio 2013.
 

Finalmente dopo giorni di ricerca sono riuscita a trovare la casa dei miei sogni. Situata al centro di Londra, il mio appartamento spiccava tra gli altri, era impossibile non notarlo dato il colore dell'intonaco blu. 
Le stanze particolarmente spaziose e con grandi finestre offrivano una bella vista della città, cosa che mi faceva letteralmente impazzire, già immaginavo le serate passate a guardare il panorama con un bel calice di vino bianco in mano. Mi sentivo la padrona del mondo.
Una cosa che mi piaceva dell'abitazione è che ci abitavano solo tre persone. Ovvero io, un certo o certa Prescott e un certo o certa Tennant. Spero che almeno questi due nuovi vicini siano educati e gentili con me.
Guardai il display del telefono. Nessuna chiamata, nessun messaggio. Matt non mi aveva cercata, ci speravo. Piantala Billie, hai promesso a te stessa di non pensare più al passato! Ma come potevo farlo poi se lo amavo ancora? Anche se mi ha tradita lo amo ancora. Cose da pazzi.
Il campanello suonò e andai ad aprire curiosa.
Davanti a me si presentava una signora anziana più bassa di me con in mano una torta al cioccolato. Indossava una maglia di lana nera e dei pantaloni bianchi, ma la cosa che più mi catturava di lei erano i suoi capelli tinti color rosso fuoco. Un'anziana ai passi con i tempi in poche parole.
 
- Salve cara" mi salutò sorridendo. Ricambiai il sorriso timidamente.
 
-Volevo darle questa torta come segno di benvenuta nel palazzo" disse porgendomi la torta.
 
-Grazie signora, si accomodi pure" dissi mentre prendevo  la torta e facendola entrare.
 
-Grazie mille cara" disse dolcemente. Andai in cucina e appoggiai la torta sul tavolo e ritornai nel salotto dove avevo lasciato l'anziana signora.
 
-Ha arredato molto bene la sua casa" disse mentre si guardava attorno.
 
-La ringrazio. Senza l'aiuto dei traslocatori non sarei mai riuscita a montare tutto"  La signora cominciò a ridere.
 
-Mi scusi, non vorrei sembrarle maleducata ma come si chiama?" chiesi timidamente.
 
-Che maleducata" disse dandosi un leggero colpetto sulla fronte. "Sono la signora Prescott, ma lei può chiamarmi Marion"
 
-Piacere io mi chiamo Billie" dissi stringendo la sua mano.
 
-Billie? Nome strano per una femmina" disse guardandomi con uno sguardo misto tra curiosità e attenzione.
 
-In effetti non ha tutti i torti" dissi freddamente.
 
-Ma comunque rimane un bel nome" disse a mo di scusa. Sorrisi. "Ti troverai bene in questo palazzo" disse per rompere il ghiaccio. " Siamo solo tre gatti proprio, io, lei e il signor Tennant. Che caro ragazzo" disse prendendosi le mani e arrossendo. "Lo conosce già?" mi chiese con un sorriso.
 
-No, non ho avuto il tempo di conoscere nessuno" dissi.
 
-Oh, lo conoscerai tranquilla! E immagino che anche tu come tutte rimarrai abbagliata da lui" Sorrisi timidamente, non sapevo proprio cosa dire. Dal suo modo di parlare di lui non sembrava proprio un tipo adatto a me, ne come amico ne come possibile amore. La signora guardò l'orologio e sorrise. "Ora devo proprio andare, ho molte faccende da sbrigare! Se ti serve qualcosa o hai solo bisogno di parlare sai dove trovarmi" disse facendomi l'occhiolino. Annuì e l'accompagnai alla porta. "Arrivederci Billie" mi salutò sempre con un sorriso sulle labbra. Ricambiai il saluto e chiusi la porta. Anche questa ora, l'unica cosa che non volevo era appunto una vicina impicciona! Andai in cucina, presi un piatto e mi tagliai una fetta di torta. Devo dire che è buonissima, almeno qualcosa di positivo c'è in lei. Finita la torta andai a sedermi sul divano e mi guardai attorno. Ora che avrei fatto? Mi alzai, chiusi gli occhi e feci una giravolta. Quando ero piccola facevo questo tipo di gioco. Chiudevo gli occhi e facevo una giravolta, quando mi fermavo e aprivo gli occhi la prima cosa che vedevo la usavo per svagarmi nei momenti di noia. Mi fermai e aprì gli occhi, il mio sguardo si posò sulla libreria. Mi avvicinai al mobile e lessi i titoli di tutti i libri. Sbuffai, li avevo letti tutti più di una volta. All'improvviso ricordai che due isolati più avanti c'era una vecchia libreria, potevo fare un tentativo. Indossai il cappotto, presi la borsa e uscì di casa. Camminai a testa bassa, evitando lo sguardo della gente. Arrivai presto alla libreria e guardai la vetrina. C'erano postati molti libri interessanti, alcuni titoli non li avevo mai sentiti nominare. Entrai e l'odore dei libri mi colpì. Amo questo odore, mi fa stare bene. Per me è l'odore di casa, casa in cui ti vai a rifugiare quando ti succedono cose bruttissime. Mi guardai attorno, la libreria era grandissima, era piena di scaffali colmi di libri di colori diversi e di varie dimensioni. Mi avvicinai al primo scaffale e cominciai a leggere alcuni titoli. Espiazione, Delitto e Castigo, il castello del cappellaio. 
 
-Cercava qualcosa in particolare?" mi chiese una voce maschile alle mie spalle. Mi voltai sorridendo e guardai l'uomo che mi si presentava davanti. Alto, dai capelli scuri e occhi marroni. Portava una camicia a righe nere e dei pantaloni gessati marroni. Ma la cosa che più mi colpiva era il suo splendido sorriso.
 
-In teoria si, ho praticamente letto e riletto i libri che ho a casa e mi serviva qualcosa di nuovo" dissi imbarazzata. Il ragazzo mi sorrise e battè le mani.
 
-Qual'è il genere che più le piace?" mi chiese.
 
-Mi piacciono tutti" risposi con un alzata di spalle. L'uomo si spostò verso uno scaffale vicino e prese un libro.
 
-Le pagine della nostra vita?" mi chiese mostrandomi il libro.
 
-Già letto" dissi avvicinandomi a lui. Lui prese un altro libro.
 
-L'ombra del vento?" chiese.
 
-Letto pure quello" risposi. Spero di non essere troppo ripetitiva. 
 
-Uomini che odiano le donne?" chiese mostrandomi il libro. 
 
-Ne ho sentito parlare ma non ho mai avuto la possibilità di leggerlo. Prendo questo" dissi sorridendo. L'uomo ricambiò il sorriso e lo seguì al bancone.
 
-Deve essere nuova" disse lui mentre mi incartava il libro. Lo guardai sospettosa.
 
-Da che cosa lo deduce?" chiesi.
 
-Lo deduco dal fatto che non ti ho mai visto da queste parti e ti assicuro, io girò molto e ricordo quasi tutte le facce che vedo" disse lui porgendomi il libro. "Comunque sono dieci sterline"
 
-Si, sono nuova" dissi mentre prendevo il portafoglio per pagare.
 
-Spero per lei che Londra sia di suo gradimento" disse l'uomo prendendo la banconota che porgevo. Sorrisi.
 
-Lo spero anch'io" dissi mettendo nella borsa il libro.
 
-Posso sapere come si chiama?" chiese sorridendo.
 
-Certo, mi chiamo Billie, Billie Piper. E lei?" chiesi curiosa.
 
-Piacere di conoscerla signorina Piper. Io sono David, David Tennant".

Angolo Autrice:
Ecco postato il nuovo capitolo, qui la nostra cara Billie farà la conoscenza con i nuovi vicini. Nonostante le sue promesse pensa ancora al suo ex fidanzato che ancora ama. Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento. Spero di vedere qualche recensione tanto per capire se la storia, anche se per ora corta, vi piace.
 
AmeliaRose

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Capitolo 3
*** Ballerine e vecchie conoscenze ***




Quando mi svegliai il sole era già alto nel cielo azzurro, il libro "Uomini che odiano le donne" era appoggiato sul comodino. Lo fissai e sorrisi. Il giorno prima avevo conosciuto l'uomo che la signora Prescott adorava tanto. Rimasi in quella libreria fino alla chiusura, io e David abbiamo parlato per ore di libri, del cibo e del buon vino. Arrivammo a casa insieme promettendo poi di rifare quella splendida chiacchierata. Mi ero sbagliata sul suo conto, è proprio un uomo a modo, gentile ed educato con gli altri. Guardai l'orologio digitale sopra al comodino, segnava le otto e mezza. Sospirai e mi alzai dal letto. Alle undici avrei dato la mia prima lezione di danza alla scuola di ballo classico nell'istituto Pineapple Dance Studio, ero eccitata anche perché era da tempo che non insegnavo. 
Mi recai in cucina, presi la ciotola, del latte e dei cereali e feci colazione. Guardai fuori dalla finestra, pioveva.  
Accesi la televisione e guardai in silenzio il telegiornale, nuova collezione d intimo di victoria's secret, modelle stra magre con addosso mutandine microscopiche, come se la cosa potesse interessare a qualcuno. Mi guardai, piatta come un asse da stiro. Sbuffai e girai canale. Nulla di interessante, spensi la televisione e lanciai il telecomando sul divano.
Finita la colazione andai in bagno a farmi la doccia, il getto d'acqua calda mi rilassò, facendomi pensare nuovamente a Matt, alle nostre lunghe docce calde. Aprì gli occhi e sospirai. Dovevo dimenticarlo e alla svelta. Uscì dalla doccia e mi asciugai, mi andai a vestirmi e a preparare la borsa per la lezione che avrei tenuto tra poco. Finita di preparare la borsa uscì di casa. Decisi di andare a piedi, dato che la scuola di danza è abbastanza vicina. Almeno avrei fatto un pò di moto prima di iniziare le lezioni. Mi guardai attorno guardando i vari negozi che incontravo nel mio cammino, vidi anche il negozio di David. L'uomo dal bel sorriso stava sistemando la vetrina, mettendo in esposizione i  nuovi libri arrivati. Appena mi vide mi salutò, ricambiai sorridendo. Camminai ancora un pò e arrivai finalmente a scuola. Entrai e mi diressi alla segreteria. Dissi il mio nome alla segretaria e aspettai il mio turno per presentarmi dal direttore. 
 
-Signorina Piper, ora il direttore può riceverla" disse la donna sorridendo. Ricambiai il sorriso ed entrai nella stanza che lei mi indicava. Una volta entrata guardai l'uomo davanti a me.
 
-Billie Piper, da quanto tempo?" mi chiese lui stringendomi la mano.
 
-Signor Eccleston" risposi sorridendo. L'uomo mi sorrise.
 
-Billie, sai che mi puoi chiamare Christopher, siamo vecchi amici e il fatto che io sia il Direttore della scuola dove insegni non cambia niente" disse facendomi l'occhiolino.
Sorrisi imbarazzata. Christopher mi fece accomodare in una sedia davanti alla sua scrivania e cominciammo a parlare della mia carriera di ballerina e che cosa avrei insegnato quest'anno ai miei allievi. Risposi sempre in modo chiaro e professionale con voce seria. Finito lui sembrava soddisfatto di me. 
Mi diede l'orario delle lezioni, il nome della classe e la lista dei nomi dei miei alunni.
 
-Spero ti divertirai quest'anno" disse lui alzandosi e accompagnandomi alla porta. Annuì speranzosa.
Lo salutai e uscì dal suo ufficio, mi diressi verso la mia aula e pensai a Christopher Eccleston. Christopher è un vecchio amico di famiglia ed è stato grazie a lui se ho cominciato a danzare, la prima volta che lo vidi a teatro m'innamorai di quei movimenti così sensuali, dolci e aggressivi allo stesso tempo. E sinceramente, da piccola avevo una cotta per lui.
Arrivata davanti alla porta della mia classe mi fermai, feci un lungo respiro ed entrai. I miei alunni di età che variava dai diciotto ai diciannove anni erano tutti già pronti che mi aspettavano. Guardai velocemente la stanza, pavimenti in parquet, enormi finestre senza tende e specchi lunghi tutto il muro alla mia destra. Sorrisi alla mia classe e guardai nuovamente i miei alunni.
 
-Salve a tutti, mi chiamo Billie Piper e sono la vostra insegnante di danza classica di quest'anno" dissi sorridendo.
 
-Salve signora Piper" mi salutarono in coro i miei alunni.
 
-So che con quell'altra insegnante avete fatto una coreografia" dissi per sciogliere il ghiaccio.
 
-Esatto" disse una ragazza dai capelli biondi.
Sorrisi.
 
-Bene, prima di iniziare, voglio sapere i vostri nomi" dissi.
Così conobbi tutti i miei alunni, la ragazza dai capelli biondi che mi aveva risposto si chiamava Mary.
 
-Prima di iniziare la coreografia, riscaldatevi. Fate un esercizio à la barre per cinque minuti e poi fate dieci fouettés en tournant" dissi. Loro obbedirono, ogni tanto richiamavo un alunno, spiegandoli che quello che stava facendo non era corretto. Ma erano molto bravi.
Finito il riscaldamento, Tobi, un ragazzo di colore dagli occhi azzurri accese la base della coreografia. Li guardai meravigliata , ricordando i miei giorni all'accademia di danza classica. Gli anni migliori della mia vita. Il balletto durò in tutto dieci minuti.
 
-Questa coreografia è bellissima, complimenti" dissi congratulandomi con loro.
 
-Bisogna cambiare qualcosa?" mi chiese Julien. Guardai il ragazzo, alto, muscoloso ma non troppo, biondo e occhi verdi.
 
-No, nulla da cambiare" dissi "Però non possiamo portare al balletto di fine anno questa coreografia, dato che non sono stata io a farla" dissi decisa.
"Ne faremo una nuova, non vi preoccupate, riuscirete tutti a ballarla" li rassicurai.
E così cominciò la mia prima lezione, prima mostrando a loro la coreografia su base. Mi fecero i complimenti, per loro era bellissima e emozionante. Sorrisi, ero contenta dato che su questa coreografia ci lavoravo da quasi due anni.
Guardai l'orologio sul muro e mi morsi il labbro.
 
-Bene, vedo che il tempo vola" dissi "Domani cominceremo con le prove e poi cominceremo con le selezioni per i protagonisti".
I miei alunni cominciarono a guardarsi e a parlare a bassa voce
 
-Qualche problema?"
 
-Nulla professoressa, ci chiedevamo se non è troppo presto per le selezioni" chiese Mary.
 
-In teoria siamo in ritardo, dato che siamo a gennaio e il balletto in cui ci saranno presenti alcuni produttori famosi sarà a giugno. Spero che voi vogliate essere preparati" chiesi acida.
 
-Ovviamente" disse la ragazza.
 
-Bene, a domani" dissi sorridendo "La lezione è terminata".
Gli alunni mi salutarono e andarono a cambiarsi, io presi le mie cose e uscì dall'aula dirigendomi verso l'uscita.
 
-Allora, com'è andata la tua prima lezione?" mi chiese Cristopher
 
-Molto bene grazie" dissi facendogli l'occhiolino.
 
-Allora a domani" disse lui
 
-A domani" dissi sorridendo e uscendo assieme agli altri alunni.
M'incamminai verso casa con la pancia che brontolava, non vedevo l'ora di tornare a casa a mangiare qualcosa di buono. 
Questa prima parte della giornata era andata bene, chissà come sarebbe finita invece.
Arrivai davanti al negozio di David e lo rividi fuori dalla porta, appena mi vide mi salutò come aveva fatto poche ore fa. Ricambiai il saluto e lui attraversò la strada e venne verso di me.
 
-Billie è un piacere rivederti" disse lui guardandomi.
 
-Anche per me David" dissi imbarazzata.
 
-Ti ho visto passare prima" disse.
 
-Sono andata a scuola" dissi sorridendo.
 
-Vai ancora a scuola?" chiese lui confuso.
 
-In teoria insegno" dissi 
 
-Non sapevo insegnassi" rispose sorridendo "Senti, ora ho da fare in negozio ma vorrei saperne di più su di te, sempre se vuoi ovviamente. Che ne dici di parlarne stasera a casa mia davanti a un buon calice di vino?" mi chiese sorridendo. Il suo sorriso era così sexy.
M'incantai.
"Billie?"
 
-Scusami, certo per me va bene" risposi imbarazzata. "Per che ora?" aggiunsi.
 
-Va bene per le otto?" 
 
-Benissimo" risposi sorridendo.
 
-Perfetto, a dopo allora"
 
-A dopo".
David sorrise e entrò in negozio. Sorrisi. M'incamminai nuovamente verso casa. Ora so come avrei passato la serata.

Angolo Autrice:
Salve a tutti, ecco a voi il terzo capitolo della mia storia, spero vi piaccia :)
Se volete, potete iscrivervi nella mia pagina, che troverete Qui

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Capitolo 4
*** Vino e figlio ***


 


Mi guardai allo specchio per la trecentoventesima volta, il vestito rosso cadeva perfettamente sul mio corpo, il trucco si sposava bene sia con i miei capelli che con il vestito. Indossai i tacchi e guardai l'ora. Mancavano cinque minuti alle otto. Spensi le luci del mio appartamento e uscì di casa. Salì le scale e una volta arrivata davanti alla sua porta suonai il campanello. David mi aprì subito, come se mi stesse aspettando proprio li davanti alla porta. Mi fece accomodare con un sorriso, lo guardai. Indossava dei pantaloni neri e una camicia bianca, con due bottoni davanti sbottonati.
 
-Billie, puntuale" disse David mentre mi faceva accomodare sul divano di pelle nera.
 
-Non amo i ritardi" dissi sincera.
 
-Allora siamo in due" mi rispose facendomi l'occhiolino. "Vado a prendere il vino" disse mentre si recava in cucina. Ne approfittai per guardare in giro, l'arredamento del soggiorno era italiano, davanti al divano si trovava un piccolo tavolino basso e davanti ancora una televisore di ultima generazione appoggiato sopra a un mobile di color noce scuro. In entrambi i lati si trovavano due librerie stracolme di libri. Interessata mi avvicinai e cominciai a leggere i testi.
 
-Sono del diciottesimo secolo" disse David avvicinandosi a me con in una mano una bottiglia di vino rosso e in quell'altra due calici.
 
-Devono essere costati una fortuna" dissi meravigliata. 
 
-Appartengono alla mia famiglia da tempo"  disse mentre posava sul tavolino il vino e i calici. Mi avvicinai a lui.
 
-Devono essere interessanti" dissi mentre mi sedevo sul divano.
 
-Moltissimo" disse dopo essersi seduto di fianco a me.
 "Ma ora basta parlare di me, parliamo di te" disse mentre stappava il vino e lo versava nei calici. Me lo passò e ne bevvi un sorso.
 
-Che vuoi sapere?" chiesi imbarazzata.
 
-Come mai ti sei trasferita?" chiese lui guardandomi negli occhi.
Abbassai lo sguardo.
 
-Per cambiare aria" risposi "Il mio ex mi ha mollata l'ultimo dell'anno e per dimenticarlo ho deciso di cambiare città" 
 
-Hai fatto bene, ogni tanto serve un taglio netto a tutto. E' l'unico modo per andare avanti" disse David dopo aver bevuto un sorso di vino.
Annuii.
 
-Tu invece? Sempre nato qui?" chiesi ricambiando l'interesse.
 
-Si" rispose "Volevo trasferirmi dopo la morte dei miei ma prima di andarmene ho capito che non potevo farlo. Tutti i miei ricordi su di loro sono qua" disse sorridendo.
 
-Mi dispiace" dissi imbarazzata. Stupida Billie! Potevi stare zitta.
 
-Non ti preoccupare, non lo sapevi" disse sempre sorridendo. "Da quanto insegni ballo?" chiese lui mentre mi versava altro vino.
 
-Ho iniziato oggi, anche se nella città dove vivevo io prima insegnavo da due anni" dissi guardandolo. Dio, quanto è bello! "Tu? Da quanto ti occupi del negozio?" aggiunsi.
 
-Praticamente da sempre" disse "Amo avere in mano un libro, sfogliare i fogli e annusarne l'odore". Lo capii, anch'io amavo fare le stesse cose. "Hai già visitato Londra?" 
 
-Non ne ho avuto il tempo" ammisi "Con il trasloco e preoccupazioni varie non ho avuto proprio il tempo" dissi.
 
-Sul serio? Dimmi che almeno al London Eye ci sei andata"
 
-No, purtroppo".
 
-Facciamo così, ci andremo insieme! Domani lavoro visto che è sabato ma domenica no! Andiamo a prendere un caffè e poi andiamo al London Eye. Che ne dici?" mi chiese sorridendo.
 
-Va bene" risposi emozionata. Sbaglio o è una specie di appuntamento? Alla fine, cominciammo a prendere sempre più confidenza, parlammo dei nostri interessi - rimasi stupita da quante cose avevamo in comune - e di alcuni nostri aneddoti a dir poco comici.
A un certo punto il campanello suonò, David si scusò e si alzò per andare ad aprire la porta. Vidi entrare una ragazza dai lunghi capelli rossi, in braccio aveva un bambino di due anni. La donna mi guardò e sorrise.
 
-Vedo che non hai perso tempo vero Dav?" disse la donna rossa.
 
-Smettila Catherine" rispose David severo "Che ci fai qui?" chiese con lo stesso tono.
 
-Ho un contrattempo, per stasera ti occuperai tu di nostro figlio" disse la donna, sottolineando bene la parola nostro.
Catherine passò il figlio a David e gli diede una borsa.
 
-Qui troverai tutto il necessario" disse la donna severa "Mettilo presto a letto mi raccomando". David annuii e la rossa lo salutò. David chiuse la porta e mi alzai.
 
-Credo che sia il caso di andare" dissi facendo un piccolo sorriso.
 
-Se vuoi puoi restare" disse David un pò deluso. 
 
-Hai altro a cui occuparti, una persona più importante" dissi mentre guardavo il bambino. Assomigliava un sacco al padre, è così tenero.
 
-Mi dispiace per la serata" disse David 
 
-Non ti preoccupare, mi sono divertita" risposi sinceramente.
 
-Ma domenica usciremo vero?" chiese lui speranzoso.
Annuii e mi avvicinai alla porta. 
 
-Buona notte David" dissi prima di uscire.
 
-Buona notte anche a te Billie" rispose dolcemente.
Scesi le scale ed entrai in casa. Non mi aveva detto che aveva un figlio. Non che cambi qualcosa è chiaro ma pensavo che per lui fosse importante informare una persona di questo, un figlio è sempre una gioia in fondo. 
"Vedo che non hai perso tempo vero Dav?" le sue parole mi tornarono in mente. E se per lui non ero altro che una da una botta e via?
Sorrisi imbarazzata. Diamine Billie, non vi conoscete neanche tanto bene e già pensi questo? Andai in camera e mi spogliai, indossai il pigiama e andai a mettermi sotto alle coperte. Per scoprire le sue vere intenzioni, dovrò aspettare domenica. Chissà che succederà.
 
Angolo Autrice:
Mi scuso per l'enorme ritardo con cui ho postato questo capitolo, spero vi piaccia e che non vi abbia deluso.
A presto.
 
AmeliaRose

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Capitolo 5
*** Lacrime amare al london eye ***





Sabato passò in fretta. David prima di andare al lavoro passò da me, chiedendomi se mi andava ancora di passare la domenica con lui e se per me le nove andava bene come orario. Dissi di si, cercando di non pensare alla figura fatta la sera prima a casa sua. Decisi comunque di andare all'appuntamento - sempre se di questo si tratta -  ma di andarci piano, il "Vedo che non hai perso tempo vero Dav?" della donna rossa non mi convinceva tanto. Non sono una da una botta e via!
Il resto della giornata passò lenta e noiosa, anche se mi ero ripromessa di voltare pagina, ogni tanto guardavo il cellulare per vedere se Matt mi aveva cercata. Nulla. Solo fitte al cuore. 
 
Finalmente Domenica arrivò, mi preparai con calma e cura. Indossai dei Jeans aderenti neri e una camicetta bianca. Abbinate a delle deliziose ballerine bianche. Sentii il campanello suonare e con un piccolo sorriso andai ad aprire la porta. David mi guardò sorridendo, più bello che mai. 
 
-Pronta per andare?" mi chiese dolcemente.
 
-Certo" risposi. Presi il cappotto e la borsa e uscimmo di casa. 
Con la coda dell'occhio vidi che l'uomo mi guardava, sempre sorridendo.
 
-Volevo chiederti scusa per ieri" disse lui dopo un breve tratto di strada passato in silenzio.
Lo guardai imbarazzata.
 
-Non ti preoccupare" risposi. Insomma, cosa potevo dire?
 
-Catherine non mi aveva avvertito che sarebbe passata" aggiunse poi smettendo di sorridere.
 
-Non ti preoccupare, dico sul serio! Sono cose che succedono" dissi cercando di essere convincente. In realtà, pensavo il contrario! Poteva chiamarlo prima, sai com'è, la gente non è sempre a disposizione degli altri.
 
-Sono felice di sapere questo" disse David facendo poi ritornare il suo bellissimo sorriso. "Entriamo qui prima, spero che tu non abbia già fatto colazione" disse poi prendendomi per mano e trascinandomi dentro a un Caffè. Arrossii.
Ci andammo a sedere su un tavolino vicino a una finestra, ordinammo due caffè e delle brioche. Finito di ordinare, io e David ci guardammo negli occhi in silenzio.
 
-Allora, hai un figlio" dissi cercando di rompere il ghiaccio. 
 
-Già" rispose lui. 
 
-Come si chiama?" chiesi interessata. Mi sono sempre piaciuti i bambini.
 
-Connor" 
La cameriera arrivò con il nostro ordine, posò tutto sul tavolo e se ne andò con un sorriso. Bevvi un lungo sorso di caffè.
 
-Quanti anni ha?" 
 
-Ne fa due a maggio" rispose. "Fortunatamente passa sempre con me i compleanni" aggiunse.
 
-Catherine non te lo fa vedere quanto vorresti?" chiesi sperando di non sembrare troppo invadente. Quando pronunciai il nome di Catherine, David fece una faccia schifata.
 
-Me lo fa vedere una volta al mese, un giorno al mese. E poi a volte per qualche notte quando lei deve viaggiare" disse dopo aver addentato un pezzo della brioche.
Lo guardai, ero curiosa di sapere se si era sposato con lei ma decisi di lasciar stare e andare avanti, magari in futuro l'avrei chiesto.
Finimmo la colazione tra una chiacchiera e l'altra e dopo aver pagato uscimmo.
 
-Vedrai, ti piacerà salire sul London Eye" disse David eccitato. "Ogni volta che ci salgo, mi sento un pò bambino. Potrà sembrare stupido ma adoro quando arriva in cima e poi lentamente scende. Mi fa sentire bene e libero" disse con una strana luce negli occhi. Sorrisi.
Arrivammo al London Eye, David insistette nel pagare tutto lui. Salimmo sulla capsula con David, era molto spaziosa e c'erano anche dei posti a sedere. Mi affacciai a una delle vetrine e guardai fuori preoccupata.
 
-Qualcosa non va?" mi chiese David dopo aver visto la mia espressione. Diventai rossa.
 
-E' sicuro? Nel senso, non è che poi cade?" chiesi sempre più preoccupata. David cominciò a ridere.
 
-Non ti preoccupare, non è mai successo nulla di quello che hai appena chiesto. E se mai dovesse accadere ora, ti salverò io" disse facendomi l'occhiolino. Sorrisi. Cinque minuti dopo, la ruota partì.
Il giro durò trenta minuti. A essere sincera sono stati i trenta minuti più belli  della settimana, dalle capsule si poteva vedere circa 40 km di Londra - almeno questo è quello che ha detto David - e oltre al Tamigi si poteva vedere ogni edificio di Londra, ad esempio Buckingham Palace,  la cattedrale di St. Paul, Hyde Park. Inutile dire che questa esperienza la si deve fare almeno una volta nella vita. Poi se uno ha la possibilità di farci un altro giro tanto meglio. Scendemmo dalla capsula e ci incamminammo tra la folla.
 
-Ti è piaciuto?" mi chiese David con un largo sorriso. Annuii felice.
 
-E' stato pazzesco" dissi sincera. 
 
-Dovresti andarci quando arriva la sera, tutta la città pian piano si illumina ed è uno spettacolo" disse "Se vuoi, una di queste sere ci facciamo un'altro giro" aggiunse poi guardandomi negli occhi.
 
-Sarebbe un piacere" dissi arrossendo.
Camminammo in silenzio verso casa finché non sentì qualcuno chiamarmi. Mi bloccai, avevo riconosciuto la sua voce.
 
-Billie" mi chiamò ancora più forte "Billie fermati" disse di nuovo ancora più forte. Vidi David guardarmi con aria confusa e mi girai verso di lui, anzi mi correggo, verso di loro. Matt il mio ex rosso in viso mi stava venendo incontro con la sua ragazza Karen.
 
-Salve" disse David educato una volta che Matt si fermò davanti a noi.
 
-Salve anche a lei" disse Matt ricambiando il saluto. "Ti ho visto scendere dal London Eye, quasi non ci credevo!" aggiunse guardandomi "Non avevi paura delle altezze?" mi chiese poi.
 
-Lo sai benissimo" dissi secca. Ed ecco, va sempre a finire così. Passi una bellissima mattinata in compagnia di un fantastico uomo, stai un pò meglio e ricompare lui, il mio demone personale. Che mai avrò fatto per meritarmi questo?
 
-Acida la ragazza" disse la ragazza. La fulminai con lo sguardo.
 
-Ho capito" disse a un certo punto David "Tu devi essere il suo ex ragazzo". Matt mi guardò.
 
-Si, sono Matt Smith. Lei?" chiese squadrandolo.
 
-David Tennant, amico e vicino di casa di Billie" rispose. Karen lo guardò interessata. Qualcosa in me scattò, facendomi diventare leggermente gelosa.
 
-Ora dobbiamo andare, ciao" dissi guardando David.
 
-Ok" disse Matt prendendo per mano Karen "Ci si vede"
Io e David ci incamminammo nuovamente verso casa in silenzio. Non avevo voglia di parlare, se lo avessi fatto sicuramente avrei pianto. Non avevo ancora digerito il tutto e a quanto pare David lo aveva capito, anche lui come me non parlava o meglio, non mi faceva domande. 
 
-Ho passato una bella mattinata Billie" disse David una volta davanti alla porta di casa mia. Cercai di sorridere.
 
-Anch'io" dissi, tralasciando ovviamente l'incontro con Matt.
 
-Ti va di uscire ancora con me?" chiese poi guardandomi negli occhi.
 
-Certamente David". L'uomo sorrise e si avvicinò a me. Mi diede un bacio sulla guancia.
 
-Ci sentiamo stasera" disse. Annuii ed entrai in casa.
Una volta chiusa la porta andai di corsa in camera e mi buttai sul letto, strinsi forte a me il cuscino e lasciai uscire le lacrime.

Angolo Autrice:
Salve a tutti, anche se un pò in ritardo, ecco a voi il nuovo capitolo.
E ovviamente, Buona Natale a tutti :)

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Capitolo 6
*** Vuoi farmi da testimone? ***




Pov David.

Entrai in casa silenziosamente, appoggiai le chiavi di casa sul piattino delle chiavi e andai a sedermi sul divano.
Avevo appena passato un bellissima mattinata assieme a Billie. Dopo tanto tempo ho avuto il coraggio di chiedere di uscire a una donna. Il motivo per cui l'ho chiesto a lei è semplice.
Billie aveva qualcosa che le altre donne non avevano, era sensibile, dolce, forte ma anche fragile.
Ogni giorno scoprivo cose nuove su di lei, cose che mi lasciavano sorpreso.
Ma purtroppo, la giornata con lei non era finita nei migliori dei modi. Il suo ex e la sua nuova fiamma si sono fatti vedere proprio oggi. 
Tra l'altro la giornata della nostra prima uscita. La cosa, onestamente, mi aveva lasciato perplesso. Se fossi stato in lui mi sarei nascosto alla sua vista, sapendo che lei ci stava ancora male. Che ci guadagnava poi? Il suo dolore? 
Scossi la testa, alla fine non era affari miei. 
Il cellulare squillò, lo presi dalla tasca dei pantaloni e senza guardare chi fosse risposi.
 
-Pronto?" chiesi annoiato.
 
-David" mi chiamò una voce allegra. Sorrisi.
 
-Freema, da quanto tempo" dissi sempre sorridendo. Freema Agyemam, una mia vecchia amica, amicizia che risale dalle elementari. Non conosco una persona più solare di lei, hai un problema? Sei giù di morale? Freema ti aiuterà, aiuto che ti dà senza che tu glielo chiedi. E' un amica in cui tu puoi sempre contare.
 
-Già, se non mi faccio sentire io avremmo perso i contatti da tempo" disse acida.
 
-Scusami, ultimamente ho molto da fare" risposi. Mi sentivo parecchio in colpa per questo. "Cosa posso fare per farmi perdonare?" chiesi dolcemente.
 
-Solo una" disse con tono deciso "Farmi da testimone al mio matrimonio". Rimasi a bocca aperta.
 
-Oddio, non mi avevi detto che ti saresti sposata" dissi stupito ma felice.
 
-Te lo sto dicendo ora" disse lei "Sei la prima persona a cui lo dico, ovviamente tralasciando mia madre".
 
-Sono felicissimo di sapere questo! Comunque, si, ti farò da testimone di nozze"
 
-Sono contenta che tu abbia accettato" disse lei "Quando decideremo la data te lo dirò! Verrai accompagnato?" mi chiese.
Ci pensai, non sapevo proprio come rispondere. Chiedere a Catherine era fuori discussione, avremmo di certo litigato e lei come al solito si sarebbe ubriacata. Poi, all'improvviso, mi venne in mente Lei. Billie. Sospirai, per me era troppo presto per invitarla a un evento del genere, anche se era solo un amica.
-David?" mi chiamò Freema.
 
-Scusami, stavo pensando" dissi "Comunque, non so se verrò accompagnato o meno"
 
-Va bene. Sai che ti dico? Aggiungo una persona in più alla lista degli invitati, così non corriamo rischi se vorrai all'ultimo momento invitare qualcuno" disse lei.
 
-Grazie" risposi sorridendo.
 
-Di nulla, ora devo andare. Ci sentiamo David" disse
 
-A presto" risposi e riattaccai.
Comincia a fantasticare su me e Billie, Anche se era troppo presto, quello che pensavo e immaginavo mi piaceva, mi piaceva troppo. Sospirai. David, David, David. Vacci piano, non vorrai scottarti come l'ultima volta vero? Sbuffai, decisi di andare a farmi una doccia, magari sotto all'acqua fredda mi sarebbero schiarite le idee.

Angolo Autrice:
Ed eccoci qua, con il nuovo capitolo.
Spero vi piaccia e mi scuso per il ritardo con cui posto.

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Capitolo 7
*** Messaggi ***


 


-Non esci più con lui?" mi chiese Christopher dopo aver bevuto un pò di vino rosso. Posai il tovagliolo sul tavolo e lo guardai.
 
-No" risposi. "Ci parliamo ogni giorno ma, ne io ne lui abbiamo proposto un'altra uscita" aggiunsi decisa.
E' passato più di un mese dall'uscita con David e nessuno dei due non ha più proposto una cosa del genere. Parlavamo e basta, sulle scale, davanti a un caffé a casa mia o sua o durante il tragitto da casa al suo negozio.
 
-Ma non mi avevi detto che ti piaceva?" mi chiese l'uomo davanti a me sorridendo.
 
-Si, mi piace. Ma come un amico" puntualizzai. "Non usciamo più semplicemente perché abbiamo altro da fare" dissi cercando di essere convincente.
 
-O forse qualcuno si è innamorato" disse facendomi l'occhiolino. 
 
-No" dissi. Escludo categoricamente questa cosa. E' impossibile. E poi ci conosciamo da pochissimo tempo per essere già cotti dell'altro.
 
-E quindi qual'è il problema? Tu vorresti uscire ancora con lui?" mi chiese.
Ci pensai.
 
-Si" dissi.
 
-E allora chiediglielo. Sai, anche a noi uomini piace quando una donna ci chiede un appuntamento, ci fa sentire apprezzati" disse sorridendo. 
 
-Vedrò" dissi "Ma poi non so neanche dove portarlo" aggiunsi sospirando. Con Matt non c'erano problemi dato che era sempre lui a chiedermi di uscire. Diceva che le mie proposte era infantili. Sospirai nuovamente. Devo smetterla, più penso a lui più starò male.
 
-Fammi sapere" disse mentre si alzava da tavola. Lo imitai e andammo a pagare. Una volta usciti dal piccolo ristorante, ci salutammo e camminai verso casa. Il cellulare, che si trovava nella tasca interna del cappotto, cominciò a vibrare. Presi il cellulare e guardai il display: un nuovo messaggio.
 
Da: David T.
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Ciao Billie, tutto bene?
E' da un pò che non ci sentiamo!
 

Sorrisi.
 

A: David T.
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S, tutto bene grazie.
Tu?
Mmm, sbaglio o ci siamo sentiti oggi?
 

Inviai il messaggio. Era da un pò di tempo che io e lui ci inviavamo messaggi al cellulare, tanto per sapere come stavamo. Sorrisi nuovamente. Da tanto che non mi sentivo così... così bene. Credo. Il cellulare vibrò nuovamente. Un nuovo messaggio.
 

Da: David T.
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Molto bene ma molto, molto annoiato!
Sette ore fà, l'umore del gente cambia in ora in ora.
 

Già, l'umore della gente cambia sempre. E se gli chiedessi di uscire? Un appuntamento?
Le mie mani cominciarono a tremare.
 

A: David T.
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Come mai annoiato?
Senti... sei a casa? Vorrei chiederti una cosa, ma preferirei farla a voce e faccia a faccia.
 

Inviai il messaggio e guardai l'ora. Otto e mezzo di sera. Si, dovrebbe essere a casa a quest'ora. 
Il cellulare vibrò nuovamente. Ancora un messaggio da David.
 

Da: David T.
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Annoiato, non ho nulla da fare.
Si, sono a casa. Se vuoi dirmelo oggi basta che passi a casa mia.
 
Riposi il cellulare nella tasca. Mancava poco all'arriva a casa. La paura si impossessò di me. E se dicesse di no? E se mi dicesse che non ne ha voglia perché l'ultima uscita è stata un fiasco?
Finalmente arrivai a casa, posai sul tavolo la borsa, presi le chiavi e uscì nuovamente, salii velocemente le scale e una volta davanti alla porta di David, premetti il campanello.
Cinque secondi dopo David mi aprii la porta con un sorriso stampato in volto.
 
-Billie" mi salutò mentre mi abbracciava.
 
-David" dissi, che saluto caloroso!
Mi fece accomodare in casa e una volta tolto il cappotto, mi sedetti sul divano assieme a lui.
 
-Dimmi tutto" disse guardandomi. Diventai rossa. E ora come glielo chiedo?
 
-Ecco, visto che mi sono trovata bene quando siamo usciti assieme volevo chiederti se volevi uscire ancora con me" dissi guardandolo. 
David rimase in silenzio. Sentivo solo il mio cuore che batteva velocissimo, tra poco sarebbe uscito, ne sono certa.
Lo sapevo, che stupida!
 
-Va bene" disse. Lo guardai, stava sorridendo. La gioia si impossessò di me. Ha detto di si. "Quando?" disse sempre sorridendo.
 
-Va bene per domenica?" chiesi. Sapevo che durante la settimana aveva il lavoro, dal resto pure io ero occupata con il mio.
 
-Benissimo" disse. Felice mi alzai. "Vuoi restare un pò?" mi chiese mentre indicava un dvd, lo presi. "Sette spose per sette fratelli", un classico.
 
-Perché no" sussurrai. David mi guardò "Certo" dissi sorridendo.
David batté le mani contento e mise nel lettore dvd il film, lo avviò e blocco subito il film.
 
-Vado a fare i pop corn, arrivo subito" disse facendomi l'occhiolino.
Sorrisi.
Sentii nuovamente vibrare il cellulare. Sorpresa lo presi dal cappotto. A parte David, non ricevo messaggi da nessuno.
 

Da: Matt.
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Ti devo parlare.
 
 
Accidenti.

Angolo Autrice:
Allora, prima di tutto, mi scuso con voi per il mio "ritardo" ma ho avuto dei problemi, sia personali che sia "tecnici" dato che il pc mi abbandonava sempre sul più bello, se si può dire. Volevo ringraziare diverse persone che mi hanno aiutata a tornare, ultimamente certe persone mi avevano preso di mira facendo così in modo che io non scrivessi più. Grazie ancora.
Passando al capitolo, beh spero vi sia piaciuto.
E, Buona Festa della Donna a tutte :)

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Capitolo 8
*** Ossessione ***


 

Da dove ci viene questa strana ossessione 
d'ingegnarci a ogni costo per essere felici
con una persona?
-Frédéric Beingbedeir
 

Chiusi la porta a chiave e sospirai.
Billie se n'era andata. Aveva ricevuto un messaggio dal suo ex e si era messa a fissare il telefono per cinque minuti buoni prima di rispondere.
Poi mi guardò con uno strano sguardo, capii che la bella serata era andata in fumo, così passammo una parte della serata in silenzio e l'altra metà a parlare di Matt. Sebbene non sapessi la risposta di Billie al messaggio dell'ex, il bastardo non si era più fatto sentire.
Meglio così, non avrei sopportato un suo messaggio e la reazione di Billie. Lei diceva che andava tutto bene ma era evidente che non era così. Con una banale scusa era rincasata. Entrai in camera e indossai il pigiama, mi misi a letto e spensi la bajour. Ripensai a Matt e al suo comportamento. Da quello che mi aveva detto Billie, lui l'aveva mollata per una sua amica d'infanzia.
Ma poi, come si può lasciare una persona come Billie? Così dolce, simpatica e solare? Che con un solo sorriso ti trasmetteva gioia? Se fosse stato per me non l'avrei mai tradita o lasciata. Già, se fosse stato per me.
Chiusi gli occhi e cercai di scacciare quei pensieri. Dovevo rimanere lucido, neutrale. Billie popolava già i miei sogni da settimane.
 
Come sempre arrivai puntale al negozio. Mi guardai attorno, per essere una mattina di metà febbraio faceva poco freddo e c'era molta più gente che circolava. Poi ricordai, una piccola percentuale dei turisti preferiva venire nei primi mesi dell'anno per evitare l'affollamento dei turisti nelle vie principali piena di monumenti e musei. Aprii  la libreria e dopo aver sistemato i vari scaffali e aggiunto nuovi libri girai il cartello da "chiuso" a "aperto". Andai dietro al bancone e aspettai l'arrivo dei clienti che fortunatamente arrivarono a grandi gruppi. Questa cosa era molto più che positivo, sia dal lato economico, sia dal lato mentale dato che non facevo altro che pensare a Billie. Fortunatamente l'ora di pranzo arrivò presto. Finalmente sono libero di respirare un pò. Sentii la porta aprirsi e il campanello che suonò, segno che era entrato qualcuno.

-E' chiuso, ripassi più tardi" dissi senza alzare lo sguardo.

-E' così che ricevi i tuoi vecchi amici?" mi chiese una voce famigliare. Alzai lo sguardo di scatto e sorrisi.

-Freema" dissi recandomi da lei. L'abbracciai forte.

-David, fammi respirare per favore" disse la ragazza ridendo. Sciolsi l'abbraccio e la guardai. Quanto mi era mancata! "Come va?" mi chiese sorridendo.

-Bene, tu?"

-Benissimo! Ti ho portato questi" disse sventolando una busta. La presi e la aprii, erano due inviti per il suo matrimonio. Erano bellissimi, stampati su carta pregiata con caratteri in rilievo. Questo stile era proprio da Freema. Guardai la data stampata sopra agli inviti, due maggio. Finalmente si sono decisi! "Non avrai pensato veramente che te li avrei spediti per posta vero?" chiese sorpresa.

-A quanto pare ci sono cascato" dissi con un'alzata di spalle.

-Hei" disse facendo la finta offesa. Cominciai a ridere. "Comunque, chi porterai?" mi chiese facendomi l'occhiolino. Abbassai lo sguardo imbarazzato. "Lo sapevo" esclamò "C'è qualcuna nella tua vita". La guardai. A quanto pare non le si poteva nascondere nulla.

-Potrebbe essere" dissi con noncuranza. Freema mi guardò attentamente.

-Sputa il rospo David" disse la ragazza con tono severo. Sbuffai.

-Si chiama Billie" dissi.

-E" disse.

-E' una ragazza che si è trasferita da poco nell'appartamento sotto al mio" dissi "Siamo usciti  una volta e ci parliamo spesso, sia per telefono che di persona. E non riesco a togliermela dalla testa". Freema sorrise.

-Potresti portarla al matrimonio. Voglio vedere in faccia la donna che ti ossessiona" disse. Sorrisi. Il cellulare di Freema squillò e la ragazza lo guardò. "Ora devo andare, ci sentiamo David" disse stringendomi. "Stammi bene". L'accompagnai alla porta e la guardai allontanarsi. "Voglio vedere in faccia la donna che ti ossessiona". Aveva ragione, il mio non era solo un semplice interesse, ma un ossessione.

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Capitolo 9
*** Luna park ***






Sabato 23 febbraio 2013.
Pov Billie
 
La musica cominciò a echeggiare nella stanza e guardai i corpi dei miei studenti muoversi a ritmo di musica. Nonostante avessimo cominciato da poco le prove, eravamo già avanti e loro ballavano in modo sublime. Sentii la campanella suonare e spensi la radio.
 
-Perfetto ragazzi" dissi sorridendo "Per oggi ci siamo allenati a sufficienza. Ora tornate a casa, rilassatevi e siate tutti positivi per le selezioni di lunedì." I miei alunni cominciarono ad applaudire e a uscire dall'aula. Presi le mie cose e uscii anch'io. Vidi Christopher venirmi incontro.
 
-Billie cara" disse abbracciandomi "Tutto bene?" mi chiese dopo aver sciolto l'abbraccio.
 
-Bene" risposi "Tu invece?".
 
-Benissimo" rispose "Con David?" mi chiese facendomi l'occhiolino.
 
-Per ora bene credo. Ha accettato di uscire con me" dissi imbarazzata.
 
-E' un buon segno" disse "Comunque Billie ti devo chiedere un favore". Si fece serio. Lo guardai preoccupata. Che diamine mi voleva chiedere di così serio?
 
-Dimmi pure".
 
-Lunedì arriverà un nuovo e giovane professore. Si chiama Arthur Darvill. Dato che sarò via per affari, ti dispiacerebbe mostragli la scuola?" chiese guardandomi negli occhi. Sorrisi sollevata. Che siano maledette le mie paranoie!
 
-Nessun problema, sarà un piacere. Vorrà dire che mi sveglierò presto!
 
-Grazie Billie! Sei un'amica" disse abbracciandomi nuovamente "Ora devo andare. Buona Giornata".
 
-Buona giornata anche a te". Uscii di fretta dalla scuola e m'incamminai verso casa. Sentii squillare il telefono e lo presi dalla borsa. Era un messaggio da un numero non registrato nella rubrica del mio telefono, ma che purtroppo conoscevo molto bene. Matt. Cancellai il messaggio senza leggerlo. "Dobbiamo parlare", quel messaggio mi ritornò in mente. Quel messaggio mi aveva rovinato la serata. Chissà, magari la mia risposta "Vaffanculo Matt" lo aveva infastidito ed è per questo che mi cercava. Ma ora come ora non mi importava. Avevo giurato a me stessa di andare avanti e così avrei fatto. Il mio unico pensiero per ora era quello di passare la giornata di domani nel modo più divertente possibile.
 


Domenica 24 febbraio 2013.
Mi svegliai al suono della sveglia e mi alzai di scatto. E' sempre così, quando ho un appuntamento con qualcuno metto la sveglia alle sei e passo ore e ore a prepararmi e a farmi carina. Andai in cucina e preparai la colazione. Colazione che consumai comodamente sul divano mentre guardavo il telegiornale del mattino. Nulla di nuovo o grave per fortuna. Finita la colazione andai a farmi una doccia. Sentii dei rumori al piano di sopra, segno che David si era appena svegliato. Chissà se anche lui sta pensando a me o se è agitato per l'appuntamento. Scossi la testa, Billie stai sognando troppo. Finita la doccia mi recai davanti all'armadio. Indossai dei Jeans neri, una maglietta bianca e delle converse grigie. Guardai l'ora. Sette e quarantacinque. L'appuntamento è alle otto. Che faccio? Aspettare o andare da lui? Alla fine optai di aspettare con pazienza. Alle sette e cinquantasette uscii di casa e andai a bussare alla porta di David. L'uomo aprii pochi secondi dopo. Lo guardai sorridendo. Era splendido, come sempre.
 
-Buon giorno Billie" disse David dopo avermi fatto entrare.
 
-Buon giorno David" dissi dolcemente, troppo dolcemente. Mi sorrise.
 
-Prendo la giacca e andiamo" disse mentre andava in camera. Annuii. Poco dopo ritornò con una giacca marrone e uscimmo di casa. Andammo a fare colazione nel bar del primo appuntamento e ordinammo le stesse cose.
 
-Dove mi porterai?" chiese David curioso.
 
-E' una sorpresa"
 


Pov David
 
Guardai Billie. Sorrideva. Chissà dove mi avrebbe portato oggi. Finita la colazione e dopo aver pagato uscimmo dal bar. Seguii Billie tra le vie della città e ogni volta che le chiedevo dove mi portava, lei sorrideva e rispondeva "E' un segreto". A un certo punto la ragazza dai capelli color dell'oro si girò verso di me e mi guardò.
 
-Devi metterti questo" disse mentre mi passava una sciarpa nera. La guardai confuso. "Devi usarla come benda. Devi coprirti gli occhi" disse facendomi l'occhiolino. Obbedii.
 
-E ora?" chiesi ancora confuso. Billie mi prese per mano e mi guidò tra le vie della città. Le mani mi cominciarono a sudare e il mio cuore cominciò a battere velocemente. Più camminavamo e più sentivo voci attorno a me. A un certo punto sentii una famigliare musichetta.
 
-Ho capito" dissi trionfante.
 
-Dimmi" chiese lei.
 
-Siamo alle giostre vero?" chiese sorridendo.
 
-Esatto" mi rispose. Mi levai la sciarpa. Attorno a me c'erano tante coppie con bambini e coppiette che si tenevano per mano. Sorrisi nuovamente.
 
-Hai avuto una bellissima idea" dissi guardandola. La ragazza sorrise e mi trascinò alla cassa dove acquistammo i biglietti. "Quale giostra vuoi provare per prima?". Billie mi guardò.
 
-La nave?" chiese lei indicando l'attrazione. Rabbrividii. "Paura?" chiese. A quanto pare lo aveva notato.
 
-Non amo molto le attrazioni del genere. L'ultima volta che ci sono salito ho rigettato l'anima" ammisi imbarazzato. Billie rise.
 
-Ok, vorrà dire che per cominciare andremo alle bancherelle". Mi prese per mano e ci incamminammo verso le attrazioni da bancarelle. Ci divertimmo moltissimo e ho anche avuto il piacere di vedere una rossa Billie accettare il pupazzo che avevo vinto con il gioco delle lattine.
 
-Ti va di andare nella ruota panoramica?" chiesi io.
 
-Si, è la mia attrazione preferita". Sorrisi. Anch'io l'amavo. Una cosa in più in comune. Facemmo la fila e dopo aver pagato ci sedemmo sul posto da lui indicato. Tirammo giù la barra di sicurezza e la giostra partii. Lentamente salimmo sempre di più, come me Billie guardava in basso. Finalmente arrivammo nel punto più alto della giostra. "E' stupenda la vista da quassù vero?". La guardai.
 
-Stupenda? Non ci sono parole per specificare quanto sia bella". Billie mi guardò. Mi avvicinai a lei, i nostri nasi si sfiorarono. La guardai negli occhi, presi il suo viso nelle mie mani e la baciai.

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Capitolo 10
*** Un bacio dietro l'altro ***



Ci sono baci che non ci scorderemo mai,
quelli perfetti quelli che hanno un inizio e non hanno un fine,
quelli che ti lasciano senza respiro con il cuore che batte a mille,
quelli che ti segnano il cuore, quelli che non guastano mai,
quelli che vorresti che il tempo si fermasse per sempre:
di quelli ne potrei vivere in eterno.
- Amharref Walid
 

Il cuore cominciò a battermi velocemente. Le api assassine cominciarono a farsi sentire nel mio stomaco sapendo di aver creato un danno irreparabile. Di malavoglia staccai le mie labbra dalle sue e aprii gli occhi. Billie mi guardava, sembrava scioccata e confusa allo stesso tempo. Dannazione, odio la mia impulsività. La ragazza dai capelli color dell'oro mi prese per il collo trascinandomi a se e ci baciammo. Sorrisi felice, il cuore non lo sentivo più.  Billie ricambiava, ricambiava i miei stessi sentimenti o almeno in parte. Sentii qualcuno tossire vicino a me e staccai nuovamente le mie labbra da quelle di Billie. Guardai l'uomo e mi accorsi che era il manovratore della giostra. A quanto pare il giro era terminato. Alzai la sbarra di sicurezza, presi per mano una Billie imbarazzata e scendemmo dall'attrazione. Camminammo un pò, mano nella mano e in silenzio. Eravamo troppo imbarazzati per dire qualcosa. Sembravamo due adolescenti al loro primo appuntamento, con la paura di dire o fare qualcosa di sbagliato.
 
-Ti andrebbe di immortalare il momento?" mi chiese Billie mentre indicava una vecchia cabina delle fototessere blu. Annuii ed entrammo. Billie mise i soldi nell'apposita fessura e ci mettemmo in posa per le cinque bellissime foto. Uscimmo dalla cabina, presi le foto e le guardai. Erano bellissime e molto buffe. Le passai a Billie, la ragazza le guardò e sorrise. La presi nuovamente per mano e camminammo ancora un pò.
 
-Da quanto?" chiesi curioso. Insomma, è normale chiedere  da quanto piacciamo a una persona. O no? Billie mi guardò confusa. "Da quanto tempo ti piaccio?" chiesi di nuovo. La ragazza sorrise.
 
-Più o meno da subito. Come amico ovvio. Ma più ti conoscevo e più mi piacevi. Ma in un'altro modo, più intimo" sorrisi "Tu?" chiese guardandomi.
 
-Da subito Billie, mi hai colpito, mi hai incantato come solo l'alba meravigliosa può fare". Billie diventò rossa. Le accarezzai la guancia e assaporai nuovamente il sapore delle sue deliziose labbra. Billie ricambiò il bacio e la strinsi forte a me. Sentii il suo profumo. Profuma di vaniglia. Amavo il suo profumo.
 
-Che ne dici di tornare in quella buffa cabina blu?" chiese con uno sguardo malizioso. Sorrisi e la baciai felice.

Angolo Autrice e Avviso:
So cosa avete pensato. "Oddio, il capitolo è cortissimo!".
E' vero, ma c'è un motivo. Il prossimo capitolo sarà molto lungo e ho ritenuto neccessario dividerlo in due parti. Scusate per questo.
Un'altra cosa. 
Non so se riuscirò a finire la storia. Sarò sincera, sospettano dei nei che ho nel corpo e tra breve farò la visita dermatologica. Può essere che sia niente (lo spero con tutto il cuore) ma se dovesse essere un melanoma smetto di scrivere, almeno finché non guarirò, se guarirò. Ho una paura tremenda.
Quello che chiedo è solo di portar pazienza, se la storia vi piace ovviamente.
Grazie per la vostra attenzione.
Un abbraccio.

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Capitolo 11
*** David, noi cosa siamo? ***



Pov. Billie
 
Guardai nuovamente l'ora. Arthur è in ritardo! Sentii il cellulare squillare, lo presi dalla borsa e lo guardai. Un nuovo messaggio da David. Sorrisi. Io e lui il giorno prima avevamo passato una giornata a dir poco fantastica! Anche se non era cominciata come credevo. Eravamo troppo timidi per agire. Fortunatamente David si è fatto coraggio e ha fatto, chiamiamolo così, il "primo passo".
 
-Mi scusi, lei è la signorina Piper?" chiese una voce maschile alle mie spalle. Mi girai e guardai il ragazzo davanti a me. Era più giovane di me - e di qualsiasi altro insegnante di questa scuola, era facile confonderlo con uno studente - alto, capelli scuri, occhi marroni e un naso, a parer mio, lungo. Indossava una camicia a righe nere e dei jeans scuri. Annuii.
 
-Tu devi essere il nuovo professore. Arthur Darvill se non sbaglio" dissi sorridendo.
 
-Si, mi scusi per il ritardo! Purtroppo stamattina c'era un traffico allucinante. E a forza di girare e rigirare mi sono perso" disse diventando rosso. Questo suo imbarazzo lo rendeva più adorabile.
 
-Non ti preoccupare, capita a tutti" dissi facendogli capire che non doveva preoccuparsi per questo. Arthur sorrise, sembrava più tranquillo ora. "Ti faccio fare il giro della scuola". Passammo venti minuti a visitare la scuola, lo portai a vedere tutte le classi, la mensa, il punto ristoro dei professori, l'aula magna e l'aula dove i professori discutevano degli alunni e dove discutevano delle promozioni e delle bocciature.
 
-Di quale materia ti occupi?" chiesi interessata.
 
-Canto" rispose. "A quanto pare tu sai il mio nome, mentre io non so il tuo. E non so nemmeno quale materia insegni" disse arrossendo.
 
-Mi chiamo Billie, Billie Piper. E insegno danza classica" dissi facendo un piccolo sorriso. Guardai l'ora. Ero in ritardo! "Perdonami Arthur ma il giro è finito. Devo andare dai miei alunni, devo fare le selezioni".
 
-Non ti preoccupare, vai pure. E scusami se ti ho trattenuto." disse dispiaciuto.
 
-Arthur sta tranquillo, non ti preoccupare! Ci vediamo", lo salutai e corsi in aula. I miei alunni mi stavano aspettando impazienti.
 
-Scusatemi ragazzi, ho dovuto far fare il giro della scuola al nuovo professore." dissi scusandomi.
 
-Non si preoccupi" disse Julian "Grazie al ritardo del nuovo professore abbiamo avuto più tempo per riscaldarci". sorrisi.
 
-Bene. Altri cinque minuti e poi iniziamo". Presi il cellulare e aprii il messaggio di David.
 
 
Da: David.
Buongiorno raggio di sole. Mi può confermare il pranzo di oggi alle ore 13:00 al ristorante "La porchetta" ? E' un ottimo ristorante italiano!
Tuo
David.
 
 
Sorrisi e risposi.
 
 
Pov. David
 
Billie arrivò puntuale, mi alzai e le andai incontro.
 
-Finalmente sei arrivata!" l'abbracciai e la strinsi forte a me. Annusai il suo inebriante profumo. Sciolsi l'abbraccio e la guardai negli occhi. Vidi le sue guance tingersi di rosso e sorrisi. Amavo quando diventava rossa. Diventava, a parer mio, ancora più bella. Billie mi diede un piccolo bacio e la feci sedere al suo posto. Mi accomodai al mio e feci segno al cameriere di portarci i Menù. "Allora, come sono andate le selezioni?" chiesi interessato mentre prendevo il menù che il cameriere me lo porgeva.
 
-Bene, domani abbiamo la fase finale delle selezioni" disse la ragazza stanca.
 
-Pensavo si facesse tutto oggi" dissi
 
-Non hai torto. Però il nuovo professore è arrivato in ritardo per via del traffico" disse. La guardai confusa. "Dovevo fargli visitare la scuola" aggiunse notando il mio sguardo.
 
-Questo non è un compito che di solito va al preside?" chiesi.
 
-Si, ma lui era impegnato in altri affari più importanti e poi me lo aveva chiesto come favore personale. Non potevo dirgli di no" disse.
 
-E com'è questo nuovo professore?" chiesi con tono temerario. Ci mancava anche questo. Un nuovo professore che magari era più giovane di me, più bello di me e più simpatico di me. Pregai che fosse il contrario.
 
-Un pò più alto di me, moro e per ora simpatico. Da quello che si mormora nei corridoi ha fatto impazzire una classe di ragazze e anche qualche insegnante" disse Billie con un ghigno. Deglutii. perfetto. Sono ufficialmente infastidito da questo tizio.
 
-E ci ha provato con te?" chiesi con una punta di irritazione nella voce.
 
-Non credo sai. Poi ci può provare quanto ci pare. Il mio cuore è occupato da un'altra persona" disse con tono dolce. Le mie preoccupazioni svanirono di colpo. "Geloso?" chiese lei divertita.
 
-Ovviamente!" risposi. Il cameriere arrivò e ci chiese le ordinazioni. Billie ordinò un insalata con pollo e un'acqua frizzante. Io invece ordinai una bistecca alla fiorentina con purè e con contorno di piselli. E anche un bicchiere di the al limone. Le ordinazione, con nostra sorpresa, arrivarono subito. Era tutto squisito ovviamente. Durante il pranzo parlammo un pò di tutto e scherzammo su un nuovo programma londinese. Billie era bravissima a imitare le persone dello spettacolo. Finito di pranzare, andammo alla cassa dove, dopo tante proteste da parte della mia amata, pagai. Uscimmo dal ristorante e la presi per mano. Andammo al parco.
 
-Mi sono divertita" disse Billie guardandomi. Sorrisi.
 
-Pure io" le diedi un bacio che lei ricambiò con passione. Ci andammo a sedere su una panchina sotto a un albero e continuammo a baciarci. A prima vista sembravamo due adolescenti che si baciavano come se non ci fosse un domani. Era una bella sensazione questa, sentirsi apprezzati e amati. Di sapere di valere qualcosa per una persona che ami. Billie staccò le sue labbra dalle mie e mi guardò.
 
-David, devo farti una domanda che per me è importante" disse con voce preoccupata. Sembrava che ora temesse la mia risposta.
 
-Fammi pure la domanda"
 
-Cosa siamo David? Amici intimi o qualcosa di più?" chiese abbassando lo sguardo.
 
-Tu cosa pensi che siamo Billie?" chiese sorridendo.
 
-Il punto non è quello che penso io, non so cosa tu pensi di noi due" disse senza guardarmi.
 
-Volevo aspettare stasera per dirtelo." dissi dolcemente. Billie mi guardò.
 
-Non me lo dirai prima di stasera, vero?" chiese un pò delusa.
 
-Esatto" sorrisi. La ragazza sbuffò. Guardai l'ora. "Credo sia il caso che ci incamminiamo verso il mio negozio, tra un pò devo riaprire" dissi. Billie annuii pensierosa. Ci alzammo e mano nella mano ci incamminammo verso il mio negozio.

Avviso Importante.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Aggiornerò tra un mese. Mi hanno ospitato un mese a Londra e partirò domani.
Spero veramente che il capitolo vi sia piaciuto.
A presto.
Un bacio e un abbraccio a tutti ^-^

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Capitolo 12
*** Finalmente! ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo


Come tutte le droghe forti,
il vero amore è interessante solo per coloro che ne sono prigionieri.
E, come tutte le droghe forti e che danno assufuazione, 
il vero primo amore è pericoloso.
Stephen King.

Tic Tac Tic Tac Tic Tac.
 
Il ticchettio continuo dell'orologio da muro continuava a rimbombarmi nelle orecchie. Da mezz'ora non facevo altro che guardarmi allo specchio. Per l'appuntamento di stasera con David, decisi di indossare una camicetta rossa attillata e dei Jeans scuri. Indossai anche delle scarpe nere con il tacco abbinate a un braccialetto di perle dello stesso colore. Mancava pochissimo all'appuntamento e per occupare il tempo decisi di controllare il cellulare. Nessun messaggio e nessuna chiamata. Guardai nuovamente l'orologio. Mancavano ancora cinque minuti all'appuntamento. Mi andai a sedere sul divano e pensai a quale sorpresa aveva in mente David. Magari era un oggetto? O forse era una parola o una frase? Guardai ancora l'orologio. E' ora di andare. Presi le chiavi, uscii di casa e chiusi a casa la porta. Salii le scale e bussai alla porta di David. L'uomo mi aprii la porta pochi secondi dopo con un largo sorriso. Mi diede un piccolo bacio sulle labbra, mi prese per mano e mi accompagnò in cucina.
 
-Mi sei mancata tantissimo oggi lo sai  mia cara?" mi chiese dolcemente . Arrossii e lo guardai negli occhi. Brillavano.
 
-Anche tu" ammisi "caro" aggiunsi imbarazzata. Sicuramente ci vorrà del tempo per abituarmi a tutto questo. Di nuovo. David sorrise nuovamente. Mi andai a sedere su una sedia e David mi spinse la sedia come un gentiluomo. Guardai attentamente il tavolo, una tovaglia di lino rossa ricopriva l'intero tavolo, una candela bianca era stata posata in centro. La tavola era stata apparecchiata con piatti di ceramica, posate d'argento e calici di cristallo. Mi guardai attorno, delle candele rosse erano state messe in giro per la stanza. Atmosfera romantica. Mi piace!
 
-Spero che la cucina italiana ti piaccia davvero. Ho preparato dei piatti italiani, spero non ti dispiacciano" disse mentre controllava del cibo nel forno.
 
-Affatto"dissi sincera.
 
-E' pronto" disse David battendo le mani. Prese il guanto da forno, lo indossò e prese la pentola all'interno del forno. "Pasticcio di carne" aggiunse. Mise la pentola sopra al sottopentola, ne tagliò qualche fetta che mise sopra ai due piatti e li portò a tavola. "Aspetta a mangiare cara, manca il vino" disse facendomi l'occhiolino. Cominciai a ridere, David si muoveva in modo buffo. Ma non era solo per questo che ridevo, tutto questo mi sembrava irreale. David stappò il vino e versò il liquido rosso nei calici. Dopo essersi seduto, alzò il suo calice.
 
-A una serata perfetta" disse. Alzai anch'io il mio calice e bevemmo insieme. Mangiammo il pasticcio chiacchierando del più e del meno, mi complimentai con David per il cibo. Era squisito. Per secondo David preparò un ottimo brasato con contorno di piselli e purè. La serata si stava svolgendo più che bene. Ma da quando abbiamo cominciato a mangiare non facevo altro che aspettare quella risposta. Noi cosa siamo? Il non sapere mi uccide. Finito di cenare ci spostammo in salotto e ci andammo a sedere sul divano. Cominciammo a baciarci con passione, le nostre mani si sfioravano di continuo e stringevamo il corpo dell'altro. David mi baciò con più passione stringendo i miei fianchi. Velocemente mi staccai da lui. Non so il perché ma qualcosa non andava.
 
-David" dissi guardandolo negli occhi "Questa serata è stata bellissima. Ci siamo divertiti moltissimo ma sto ancora aspettando quella risposta. Lo sai, il non sapere mi uccide" dissi velocemente. David mi guardò in silenzio "David, noi cosa siamo?" chiesi per la seconda volta, sperando questa volta in una risposta. David si alzò dal divano e si passò una mano tra i capelli.
 
- Pensavo che l'avessi capito ormai mia cara" disse lui tranquillamente. Scossi la testa e David si sedette di fianco a me. "Come ti ho già detto tu mi piaci, mi piaci da impazzire! Ti penso sempre e per questo a volte sono poco ludico al lavoro. Cosa siamo Billie?" mi chiese l'uomo davanti a me " Siamo due persone che provano dei forti sentimenti per una determinata persona. Ed è per questo che volevo chiedertelo stasera" disse guardandomi negli occhi.
 
-Chiedermi cosa?" chiesi sperando che fosse quello che desidero sentirmi dire.
 
-Vuoi essere la mia ragazza?" mi chiese sorridendo. Il mio cuore cominciò a battermi all'impazzata.
 
-Si David, voglio essere la tua ragazza" dissi tremando dalla felicità. David sorrise di nuovo e mi baciò, ricambiai il bacio con più passione. Finalmente sapevo cosa siamo e questo non mi rendeva altro che la donna più felice del mondo.


Angolo Autrice:
Ed eccomi di nuovo qui, con questo nuovo capitolo! Spero vi piaccia :s
Comunuqe, mi scuso per il ritardo con cui ho postato il capitolo (in ritardo di cinque giorni), ma tra il viaggio, mettere via le cose dalla valigie e una nuova fan fiction che sto scrivendo diciamo che non ho avuto molto tempo.
Scusatemi.

 

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Capitolo 13
*** Chiacchiere davanti alla macchinetta ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo


 

Fra tutte le debolezze, 
la più grande è l'eccessiva paura di apparire deboli.
- Jacques Bénigne Bossuet
 

28 Marzo2013
 
Guardai attentamente le bevande che proponeva la macchinetta della scuola. Caffè, latte, Thè alla pesca, thè al limone. Macchinetta abbastanza limitata direi.
 
-Billie" mi saluto' Arthur dal fondo del corridoio.
 
-Arthur" lo salutai fissandolo dolcemente. Era da poco più di un mese che il ragazzo insegnava in questa scuola e in poco tempo si era guadagnato la simpatia e la fiducia della maggior parte degli alunni e degli insegnanti. Compresa la mia.
 
-Scelta difficile immagino" disse Arthur mentre indicava la macchinetta. Cominciai a ridere.
 
-Molto difficile" ammisi "Fortuna che tra poco la scuola ospiterà un bar" dissi guardandolo negli occhi. "Così oltre alle nuove bevande avremmo anche dei buoni spuntini".
 
-Immagino la gioia dei professori e quella degli alunni". Annuii. Guardai nuovamente la macchinetta e riguardai le bevande sperando che, come per magia, comparisse una nuova bevanda.
 
-Dannazione" dissi "Vada per thè alla pesca"
 
-Come sempre" sussurò Arthur. Già, come sempre. "Con David come va?" mi chiese ad alta voce e guardando per terra imbarazzato.
 
-Molto bene grazie" dissi sorridendo. Arthur sapeva tutto ovviamente, passavamo molto tempo assieme, durante le pause, durante i colloqui tra i professori e durante il breve tragitto verso la fermata del bus. Io mi fidavo di lui e lui si fidava di me, parlavamo di tutto e anche dei nostri problemi d'amore. Tra me e David andava tutto a gonfie vele. Passavamo la maggior parte del nostro tempo libero assieme, andavamo al cinema, al parco a fare i picnic, a mangiare nei ristoranti alla sera e altre cose che facevano le coppie normali. Solo una cosa non facevamo, l'amore. Dopotutto stavamo assieme da poco più di un mese ed era troppo presto, sia per lui che per me. David e' stato molto comprensivo con me, si e' comportato come un vero gentiluomo. A volte mi concede di stare un po' con suo figlio, con Connor. Catherine, dopo aver saputo che David stava con me, gli ha vietato che io fossi presente in casa quando c'era il bambino spiegando poi che non era perchè aveva qualcosa contro di me, anzi, questo l'avrebbe fatto con qualsiasi altra donna. Catherine aveva solo paura che Connor potesse scambiarmi per sua  madre visto che stara' da David per un po'. A pensarci bene, anch'io mi sarei comportata cosi'.
 
-Io prendo un caffè" disse Arthur facendomi "risvegliare" dai miei pensieri.
 
-Come sempre" dissi io imitandolo. Arthur sorrise.
 
-Cosa fate stasera tu e David?"
 
-Andiamo al cinema" dissi sorridendo.
 
-A vedere cosa?" chiese Arthur curioso.
 
-Il grande e potente Oz" dissi dopo aver bevuto un piccolo sorso del thè caldo.
 
-Ho visto il trailer" disse Arthur "Deve essere spettacolare visto gli effetti speciali che hanno messo". Annuii.
 
-Tu e la tua ragazza Jenna? Cosa farete stasera?" Da quello che mi aveva raccontato Arthur, stava insieme da una settimana con una certa Jenna-Louise Coleman. Da quello che ricordo e' una studentessa di lettere prossima alla laurea. Cosa molto interessante. A David piacerebbe di sicuro quella ragazza. Sentii il cuore battermi velocemente. No, cattiva idea. David non doveva vederla ne conoscerla in nessun modo.
 
-Andiamo a cena insieme. La porterò in un bel ristorante indiano visto che lei ama quel tipo di cibo." sorrisi "Ho un idea, Perché dopo non ci vediamo tutti assieme?" chiese Arthur sorridendo. Lo guardai perplessa. "Intendo dopo il cinema e la cena. Una specie di aperitivo notturno" aggiunse dopo aver visto il mio viso. Non ci posso credere! Lo so, e' la fine.
 
-Ne parlerò con David stasera. Se per lui va bene ti mando un messaggio" dissi cercando di non apparire nervosa.
 
-Perfetto" disse sorridendo. Arthur guardò l'ora dal suo orologio da polso. "Accidenti, E' tardissimo! Ora devo proprio andare in classe, ci sentiamo stasera". Arthur mi fece l'occhiolino e se ne andò. Fantastico. Stasera mi aspetta un'altra prova. David ama i libri più di se stesso. Quante possibilità ci sono che rimanga colpito da quella ragazza? Da Jenna? Moltissime. Io alla fine non sono altro che una ballerina.

Angolo Autrice:
Ed eccoci qua con un nuovo capitolo. Da oggi fino a luglio/agosto, posterò con più regolarità visto che traslocherò e non so quando riavrò internet una volta "staccato" tutto. Spero di promettere questo, anche perché ho in ballo altri progetti, come ad esempio Fanfiction e One su Supernatural e Il Trono di Spade.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ringrazio tutte le persone che fino ad ora hanno recensito, messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite e ovviamente ringrazio anche quelle persone che leggono in silenzio.
A presto, spero.

 
 
 

 

 

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Capitolo 14
*** Solo un malinteso ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo



 

È certamente vero che noi dobbiamo pensare alla felicità degli altri;
ma non si dice mai abbastanza che il meglio che possiamo fare per quelli che amiamo è ancora l'essere felici.
- Alain (Émile-Auguste Chartier)



Le luci si riaccesero e tutti applaudirono, compresa io e David. Il Film "Il grande e potente Oz" è stato a dir poco fantastico. L'interpretazione del protagonista James Franco, uno dei miei attori preferiti, è stata ottima come la maggior parte delle sue interpretazioni. David mi prese per mano e ci mettemmo in fila verso l'uscita della sala.
 
-E' stato straordinario" disse David sorridendo.
 
-Concordo" ammisi soddisfatta mentre uscivamo dalla sala.
 
-Anche se tutti quegli effetti speciali per me erano un po' troppi" disse il mio amato con un sospiro.
 
-Ormai tutti i film sono pieni di effetti speciali. Pensano che più ce ne sono, migliore diventa il film".
 
-Anche se a volte non è così" disse David. Annuii. Uscimmo dal cinema e entrammo in auto. Presi il telefonino e guardai l'ora. Dieci e mezza, è ancora troppo presto e non mi andava di mentire ad Arthur.
 
-David" dissi sospirando "Arthur, il mio collega, mi ha chiesto se una volta usciti dal cinema ci univamo a lui e alla sua nuova ragazza per un aperitivo". David mi guardò e sorrise.
 
-E' una specie di uscita a quattro? Per me va bene".
 
-Allora mando un messaggio ad Arthur così mi dice dove dobbiamo incontrarci" dissi mentre aprivo un nuovo messaggio.
 
-Chiamalo, fai prima" disse guardandomi con un sorriso. Annuii e composi il suo numero. Avviai la chiamata e dopo due trilli Arthur mi rispose.
 
-Billie, che piacere risentirti! Pensavo che non mi avresti più chiamato" disse il ragazzo con tono gentile.
 
-Scusami Arthur, purtroppo il film è iniziato tardi" risposi.
 
-Non importa. Per stasera si fa qualcosa?" chiese speranzoso.
 
-Si, per David va bene. Dove ci troviamo?" chiesi impaziente.
 
-Al Dragone Rosso. Quel nuovo locale che hanno aperto vicino alla scuola." rispose lui.
 
-Perfetto, saremo li tra dieci minuti. A dopo". Chiusi la chiamata e guardai David.  "Al Dragone Rosso". David annuii e mise in moto l'auto. Non c'era bisogno di chiedere o dare indicazioni sul dove il locale si trovasse. Ci eravamo già andati un paio di volte, non è male come locale a essere sincera. E' stata un'ottima scelta.
 
-Sei silenziosa. Sicura che ti faccia piacere andare a bere qualcosa con il tuo collega e la sua fidanzata?" mi chiese David a metà strada.
 
-Si. Va tutto bene" risposi facendo un piccolo sorriso. - No, non va tutto bene dannazione! Sto in ansia, ho paura che tu ti possa prendere una sbandata per Jenna visto che più o meno amate le stesse cose. Poi lei studia lettere e conosce più cose di me. Questo mi rende la stupida del gruppo.
Una volta arrivati, scendemmo dall'auto, David mi prese per mano e entrammo nel locale. Il Dragone Rosso era pieno di gente, sia seduta che in piedi. Vidi subito Arthur in fondo al locale e trascinai David fino al suo tavolo. Era arrivato il momento di scoprire la verità. Arrivati al loro tavolo vidi per la prima volta Jenna. La ragazza si alzò, era alta più o meno come me con capelli scuri lunghi fino alle spalle e occhi nocciola. Con un sorriso invidiabile purtroppo.
 
-Tu devi essere Billie vero? Arthur mi ha parlato tantissimo di te". Rimasi sorpresa.
 
-Si, sono Billie. Tu devi essere Jenna. Arthur parla sempre di te durante le pause" strinsi la sua delicata ma decisa mano. I suoi occhi da cerbiatta si spostarono da me a David.
 
-Oddio David! Da quanto tempo!" disse Jenna abbracciando David, il MIO David.
 
-Saranno si e no due o tre anni che non ci vediamo" rispose David stringendo Jenna a se. Guardai Arthur, anche lui aveva stampato in faccia la stessa mia espressione. 
 
-Scusatemi, vi conoscete già?" chiese educatamente Arthur. David e Jenna sciolsero l'abbraccio.
 
-Ci conosciamo da sempre" rispose David sorridendo. Jenna vide le nostre espressioni e si mise a ridere.
 
-No, non è come sembra. Io e David siamo cugini di secondo grado". Il mio cuore si fece più leggero e, vista l'espressione di Arthur, anche il cuore del mio collega. Ci sedemmo e presi il listino prezzi molto sollevata.
 
-Davvero pensavi che tra me e Jenna ci fosse stato qualcosa?" mi chiese David un po' serio.
 
-Sinceramente si. Lo avrebbero pensato tutti visto con quanto calore vi siete salutati". David si fece più serio.  Non lo capisco, lui poteva ingelosirsi di Arthur mentre io non posso ingelosirmi di Jenna? Si, ok è sua cugina ma non lo sapevo ancora!
 
-Prendiamo qualcosa?" chiese Jenna rompendo l'imbarazzante silenzio che si era creato. David annuii.
 
-Chiamo la cameriera" disse Arthur mentre faceva un cenno a una cameriera libera vicina a noi. La ragazza arrivò da noi con un sorriso.
 
-Che vi porto ragazzi?" chiese mentre prendeva un piccolo block notes dalla tasca.
 
-Per me un gin tonic" disse Arthur sorridendo alla ragazza.
 
-Io solo un ginger analcolico" disse Jenna guardandomi "Non posso bere, domani ho un compito importante".  Mi fece l'occhiolino e sorrisi.
 
-Un ginger analcolico anche per me. Domani ho le prove" dissi sorridendo.
 
-Io invece lo stesso che ha preso Arthur" disse David. La ragazza prese nota delle nostre ordinazioni e si congedò con un piccolo sorriso.
 
-Allora Billie, Arthur mi ha detto che sei una ballerina" disse Jenna guardandomi con un dolce sorriso. 
 
-Billie è un ottima ballerina" la corresse David. Lo guardai. Stava sorridendo. A quanto pare non era più arrabbiato per quello che avevo detto. Meglio così. Le nostre ordinazioni arrivarono presto e bevemmo tutti assieme, brindando e augurando una buona sorte a tutti. Parlammo moltissimo, scoprii molte cose su Jenna, la ragazza non era poi così male alla fine, tralasciando ovviamente la parentela con David. Arthur e David invece andavano sempre più d'accordo. Non facevano altro che parlare di vecchie band inglesi e di quanto sarebbe bello poter rivedere ancora una volta una loro esibizione. 
 
-Accidenti! E' quasi l'una" disse Arthur. Guardai l'orologio. Mi sembrava impossibile che fosse già quell'ora, il tempo era a dir poco volato. "Credo che sia ora di andare" disse il ragazzo mentre guardava Jenna. Lei annuii stanca. Ci alzammo e dopo aver pagato uscimmo dal locale. "Ci vediamo domani". Arthur mi abbracciò e una volta sciolto l'abbraccio salutai Jenna. Guardai la macchina di Arthur partire e sentii David che mi abbracciava da dietro.
 
-La mia piccola gelosona" mi sussurrò il mio amato all'orecchio. Sorrisi.
 
-Ho solo paura che qualcuna migliore di me ti possa portare via" ammisi.
 
-Non esiste persona migliore di te amore mio". Mi voltai verso di lui e lo baciai. David mi strinse forte a sè e ricambiò il bacio con più passione. Si, ora lo so. Nessuna ti porterà via da me.
 
 
Entrai in casa, accesi la luce e mi tolsi i tacchi. Mi tolsi il cappotto e vidi lampeggiare la segreteria telefonica. Mi avvicinai al telefono e schiacciai il pulsante per ascoltare i messaggi. Guardai fuori dalla finestra, pioveva.
 
"Ciao Billie". Mi bloccai. Matt? "Mi manchi lo sai? Anche se non posso dire lo stesso di te. Perché non rispondi ai miei messaggi? O alle mie chiamate? Non puoi odiarmi. Mi avevi giurato che mi avresti amato per sempre o sbaglio? Sono umano come te Billie, faccio un'errore dietro l'altro e non ho vergogna ad ammetterlo. Ma ti prego Billie, perdonami. Ho veramente bisogno di te".
 
Il messaggio era finito, in casa non si sentiva altro che il continuo picchiettare delle gocce di pioggia sul vetro della finestra. Ora il cielo non era l'unico a piangere.

Angolo Autrice:
Ebbene si, ho mantenuto la promessa (quella di postare presto).
Si lo so, lo so. Questa fan fiction è piena di sorrisi. Ma che ci posso fare?
Insomma, loro due assieme ti fanno sorridere spontaneamente e quando si è innamorati si sorride sempre :3
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
A presto.

AmeliaRose

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Capitolo 15
*** Lacerata Dentro ***



'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo



 

Il contatto più intimo tra due persone
è quando ci si spoglia, di paure.
Tania Bì.
 

31 Marzo 2013
Mi svegliai di soprassalto e con il corpo sudato. Guardai l'orologio digitale sul comodino, due e mezza del mattino. Chiusi gli occhi e cercai di regolarizzare il mio respiro. Erano passati quattro giorni da quando Matt mi aveva lasciato quel messaggio nella segreteria telefonica e per quattro giorni non facevo altro che sognare le notti d'amore passate assieme a lui. Questi sogni mi disgustavano e mi facevano sentire sporca, una traditrice e grazie a questi sogni non riuscivo a stare bene con me stessa. Le cose con David andavano benino ora anche se si è accorto che qualcosa non andava in me. Ma come dargli torto? Sono sempre nervosa, parlo pochissimo per non parlare dei pasti che salto rendendomi ancora più insopportabile. Non capisco come faccia a sopportarmi ora. Sbuffai e riguardai l'orologio impaziente. Avevo promesso a David che avrei fatto colazione a casa sua ma purtroppo mancavano ancora un paio di ore. Mi alzai dal letto e andai in cucina, mi scaldai una bella tazza di latte e andai a sedermi sul divano. Guardai fuori dalla finestra, pioveva come quel giorno. Piccole gocce colpivano il vetro rilassandomi, amavo quel suono. Finito il latte, appoggiai la tazza sul tavolino davanti al divano e ritornai a letto. Mi riaddormentai nel giro di qualche minuto.
 
 
Mi risvegliai all'improvviso e guardai l'ora. Sette e mezza. L'appuntamento con David era per le otto. Mi alzai velocemente dal letto e corsi in bagno. Mi infilai sotto alla doccia e mi lavai per bene. Una volta asciugata indossai un golfino, dei jeans stretti e delle ballerine nere. Riguardai impaziente l'orologio. Sette e cinquantacinque. Presi le chiavi dal tavolino, il cellulare dalla borsa e uscii di casa. Salii piano le scale e una volta arrivata davanti alla porta di David bussai. L'uomo mi aprii dopo pochi secondi con il suo fantastico sorriso. Ricambiai il sorriso ed entrai. David mi diede un piccolo bacio e mi trascinò in cucina. Aveva apparecchiato la tavola alla perfezione, ciotole di vetro per il latte e cereali, due caraffe piene di bevande fresche e un piatto con sopra una bella e invitante torta al cioccolato.  David mi indicò una sedia e mi ci andai a sedere.
 
-Dormito bene mia cara?" mi chiese David dolcemente.
 
-Non proprio"ammisi. David si alzò e si avvicinò a me.
 
-Che cosa desideri? Thè? Caffè? Succo?" mi chiese sorridendo.
 
-Succo grazie". David mi versò il succo nella tazza e si versò del thè nella sua. Si stava comportando in modo strano, non mi aveva accolto con il suo sorriso solare e il suo buongiorno dolce. Era un po' freddo con me. Che mi volesse ripagare con la stessa moneta?
 
-Chiedo scusa per qualsiasi cosa io ti abbia fatto, ti chiedo scusa per averti offesa. Non era mia intenzione" disse David in tono incerto. Rimasi a bocca aperta, pensava veramente che fosse colpa sua? Scossi la testa.
 
-Credimi David, non hai fatto nulla di offensivo" dissi guardandolo negli occhi.
 
-Allora se non ho fatto nulla perché ti comporti così? L'ho notato, anzi, tutti l'hanno notato! Sei distante e sempre nervosa! Che cosa è successo di così grave da non poterlo dire a me? Al tuo ragazzo?" le sue dure parole mi colpirono facendomi vergognare. Aveva ragione, lui ha il diritto di sapere. Ma ho solo paura che una volta svelato tutto si possa arrabbiare o peggio lasciarmi. Ma il fatto di non averglielo detto subito, rende la cosa ancora più grave. Mi alzai dalla sedia e mi affacciai alla finestra, fuori il cielo era azzurro, senza nuvole. La giornata prometteva bene. "Billie per favore, rispondimi" disse David calmo. Sospirai e mi voltai verso di lui.
 
-Matt mi ha lasciato un messaggio nella segreteria telefonica"
 
-Quando?" chiese facendosi serio.
 
-Quella sera in cui siamo andati a bere qualcosa con tua cugina e Arthur" dissi abbassando gli occhi.
 
-Capisco" disse David a denti stretti "E cosa diceva il messaggio?".
 
-Che sente la mia mancanza. Mi ha chiesto il perché non gli rispondevo ai messaggi e alle chiamate. Ha detto che ha bisogno di me." dissi guardando per terra. 
 
-Ti ha inviato dei messaggi? E ti ha anche chiamato?" chiese in collera. "E perché non mi hai detto nulla? Sono o non sono il tuo ragazzo?". Sentii gli occhi pungermi.
 
-Si! E credimi, mi dispiace di non avertelo detto subito ma non sapevo come farlo e come dirtelo" dissi guardandolo negli occhi. David sbuffò, stranamente trovai quel gesto una mancanza di rispetto.
 
-Davvero? So quanto è stato importante per te Billie, so che è stato il tuo primo amore. Ma sul serio sono questi i reali motivi per cui non mi hai detto niente?" mi chiese incrociando le braccia.
 
-Che diamine stai dicendo?" chiesi stupida. Non starà veramente pensando che sono ancora innamorata di Matt vero?
 
-Sto dicendo che tu provi ancora qualcosa per il tuo ex!" disse gelido. Mi irrigidì incredula. Come poteva pensarlo?
 
-Che cosa buffa non è vero David?" chiesi guardandolo. L'uomo mi guardò sorpreso. "Prima ero io quella che ti manca di rispetto e ora sei tu quello che manca di rispetto a me. Ti ho chiesto scusa con il cuore in mano e tu cosa fai? Mi accusi di provare ancora qualcosa per Matt. Mi stai definendo come una di quelle che usano gli altri per dimenticare un uomo, mi dispiace per te caro ma io non sono una di quelle. In questi giorni sono stata male è vero, ma non perché mi manca il mio ex! Sono stata male perché ero felice, veramente felice e poi viene lui e rovina tutto! Ma a quanto pare devo solo ringraziarlo. Se non mi avesse lasciato quel messaggio non avrei mai scoperto questa tua insicurezza"
 
-Ti vorrei ricordare che tu eri preoccupata di Jenna fino a pochi giorni fa" mi ricordò David.
 
-Anche una persona con un basso quoziente intellettivo capirebbe che sono due cose diverse" dissi cercando di scacciare dalla mente che era un offesa bella e buona "Tu credi che io provi ancora qualcosa per Matt". Il campanello suonò e dopo uno sguardo da parte di David, l'uomo andò ad aprire. Lo seguii e vidi Catherine entrare in casa.
 
-Stavo interrompendo qualcosa?" chiese la rossa dopo avermi visto.
 
-No, stavo giusto per andarmene". Uscii di casa senza degnare di uno sguardo a David. Scesi le scale di corsa e aprii la porta di casa mia. Una volta chiusa andai in camera e mi gettai sul letto inzuppando il cuscino di lacrime amare.


Angolo Autrice:
Chiedo scusa per il ritardo, ma tra le scatole da riempire e il trasloco, ho sempre meno tempo per scrivere. Perdonatemi!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto anche se non è uno dei migliori.

 

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Capitolo 16
*** Consiglio prezioso ***



'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo


 

La grande questione nella vita è il dolore che causiamo agli altri, 
e la metafisica più ingegnosa non giustifica l'uomo 
che ha lacerato il cuore che l'amava.
- Frédéric Beigbeder

Pov David.
 
Billie uscì di casa senza degnarmi di uno sguardo, il mio cuore cominciò a battere fortissimo. L'ho fatta decisamente grossa, l'avevo delusa e ferita. Temo che non mi potrà mai perdonare.
 
-Che hai combinato questa volta?" mi chiese Catherine dopo aver chiuso la porta di casa. La guardai meglio, indossava un abito di cotone bianco lungo fino alle ginocchia e una giacchetta nera di pelle. Abiti troppo leggeri per questo clima.
 
-Stai partendo?" chiesi per sviare la conversazione che si sarebbe creata se avessi risposto a quella domanda.
 
-Per lavoro" disse la donna entrando in cucina.
 
-Come sempre" dissi a bassa voce. "Perché sei qui?" chiesi curioso. Di solito non veniva mai a trovarmi, ci vedevamo solo quando veniva a portare e a prendere Connor. Per il resto ci sentivamo solo tramite telefono.
 
-Parto e dato che starò via per una settimana volevo chiederti se potevi tenere Connor" disse la donna con un sorriso.
Bugiarda.
 
-Sai benissimo che voglio tenere Connor quando viaggi per lavoro" dissi alzando la voce "Perché sei qui? Dimmi la verità". Catherine cominciò a ridere, ho sempre detestato la sua risata. E' una risata finta, diabolica, da farti accapponare la pelle. 
 
-Non ti si può nascondere nulla vero?" mi chiese facendo il labbruccio. Sospirai, a quanto pare vuole giocare.
 
-Non sono in vena di giochi. Cosa vuoi?" chiesi nuovamente irritato.
 
-Un informazione".
 
-Che cosa vuoi sapere?" chiesi curioso. 
 
-Con la biondina fin dove sei arrivato?" chiese con un sorriso malizioso in volto. Sbuffai.
 
-Non sono affari tuoi e lo sai bene!" dissi guardandola negli occhi.
 
-Invece si mio caro! Lei sta a casa con nostro figlio! E non fare quella faccia sorpresa, so che lei è presente quando tieni Connor" disse velocemente.
 
-Ripeto, non sono affari tuoi". Catherine si alzò e si avvicinò a me con le mani sui fianchi.
 
-Spero che tu abbia avuto la decenza di non fare sesso con lei mentre Connor dormiva o mentre giocava in salotto". Mi irrigidì, come poteva pensare a una cosa del genere? Per chi diamine mi ha preso questo specie di demone travestito da donna?
 
-Se ti fa sentire bene Cat, non abbiamo fatto niente del genere" dissi calmo. "E sinceramente non mi va di parlare di questo genere di cose con te." mi spostai in salotto disgustato e con la coda dell'occhio vidi Cat seguirmi.
 
-Non mi piace quella donna" disse a bassa voce. Mi voltai verso di lei e alzai gli occhi al cielo.
 
-E sentiamo, perché non ti piace? Non avete mai parlato o passato del tempo assieme". Cat alzò le spalle.
 
-Ti rende felice David" disse gelida "E non mi piace. L'unica persona che ti deve rendere felice non è altro che nostro figlio. E non una ragazzina bionda! Potrebbe essere tua sorella". Cominciai a ridere.
Cara Catherine, tu non mi freghi. Ti conosco troppo bene.
 
-Ammettilo Cat! La verità è un'altra! Non usare nostro figlio come scusa. Sei solo gelosa di Billie" ammisi sorridendo.
 
-Gelosa di una sciocca ragazzina? Per favore David, sii più creativo" disse la donna con un sorriso gelido.
 
-Sei gelosa perché io finalmente ho trovato qualcuno oltre mio figlio che mi rende felice. Che mi fa sentire vivo. Che mi fa sentire speciale. Ma la cosa più importante, che mi fa sentire l'uomo più importante dell'universo. Tu Catherine? Hai mai sentito queste sensazioni dopo la nostra separazione?" le chiesi. La donna mi guardò con odio. "A quante pare no. E sai come lo so? Perché quando una persona prova tutto questo è più dolce con gli altri, anche con le persone con cui provava rancore. Si diventa più solari, più felici e il volto è sempre sorridente. Per non parlare del calore che una persona trasmette alle altre persone. E tu mia cara, sei l'esatto contrario. Sei sempre arrabbiata, acida, triste e fredda. E mi dispiace per te". A un tratto mi sentii meglio,  mi ero appena tolto un macigno dallo stomaco. Era da tempo che volevo dirle questo. Cat si voltò, andò verso la porta e la aprì.
 
-Domani alle otto ti porto Connor". Cat si voltò verso di me, notai i suoi occhi lucidi. "Forse la tua felicità sta per finire. Sbaglio o hai commesso un grave errore con Billie?" sorrise e senza dire altro se ne andò da casa mia.
Catherine, non è detta ancora l'ultima parola.
 

Pov Jenna
 
Indossai la giacca e uscii di casa. Un venticello freddo scompigliò i miei capelli scuri. Arthur, il mio ragazzo, era in giardino sotto a un albero con un bicchiere di succo in mano. Di solito al mattino Arthur stava un po' in giardino e pensava a chissà cosa. Diceva che amava stare a contato con la natura, diceva che lo rilassava e lo aiutava a pensare meglio. Adoro questo suo lato, a prima vista non si direbbe un uomo così sensibile. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai da dietro. Sentii il tessuto della sua camicia bianca. Tessuto troppo leggero per questa stagione.
 
-Dovresti indossare qualcosa di più pesante tesoro. Non voglio che ti ammali" dissi appoggiando la fronte sulla sua schiena. Arthur prese la mia mano e la baciò. Sorrisi, sempre galante. Mi piace.
 
-Non ti preoccupare, ho una salute di ferro. Un po' di freddo non mi ucciderà" disse voltandosi verso di me. Mi alzai in punta di piedi e lo baciai. Arthur mi strinse forte a sè e ricambiò il bacio. "Che hai voglia di fare oggi?" mi chiese dolcemente. 
 
-Qualsiasi cosa tu voglia fare. Oggi non ho da studiare quindi possiamo stare tutto il giorno assieme". Arthur sorrise e mi baciò la fronte. 
 
-Che ne dici di questo programma? Mattinata all'acquario, pranzo al nostro ristorante preferito, pomeriggio al cinema, cena a casa mia e serata sul divano abbracciati guardando un film con una bella ciotola di pop corn in mano?" sorrisi.
 
-Programma perfetto" dissi. Arthur mi scompigliò i capelli e mi prese per mano. Camminammo mano nella mano fino alla macchina, Arthur mi aprii la portella della macchina ed entrai. Arthur chiuse dolcemente la portella e velocemente entrò in macchina. Sentii il mio cellulare squillare e lo presi dalla tasca interna della giacca. Guardai il display meravigliata. Attivai la chiamata. "David? Che sorpresa! Non aspettavo una tua chiamata".
 
-Ciao Jenna, ti disturbo?" chiese David. Il suo tono era triste.
 
-E' successo qualcosa?" chiesi preoccupata.
 
-Volevo chiederti un consiglio" disse con lo stesso tono preoccupato.
 
-Non disturbi! Che tipo di consiglio ti serve?" chiesi curiosa.
 
-Ho litigato con Billie" disse. Notai del dolore tra le sue parole "L'ho fatta davvero grossa questa volta" disse dopo una piccola pausa.
 
-Hai voglia di raccontarmi il danno che tu pensi di aver combinato?" chiesi. Guardai Arthur.
 
-Vuoi che facciamo un'altra volta?" mi sussurrò. Scossi la testa. Arthur mi baciò nuovamente la mano e mise in moto l'auto. Ci metteremo molto per arrivare fino all'acquario quindi è inutile , a parer mio, rimandare la giornata. David mi raccontò per filo e per segno quello che era successo con Billie. Rimasi in silenzio per tutto il tempo.
 
-Questo è tutto quello che è successo stamattina. So che può sembrare egoistico da parte mia chiederti questo consiglio dopo anni che non ci sentiamo ma... volevo chiedertelo perché sei l'unica della famiglia con cui mi sento a mio agio a parlare di queste cose" ammise David. Sorrisi lusingata.
 
-David, sono lusingata di sapere tutto questo! Tranquillo cugino, siamo una famiglia e ci dobbiamo aiutare tra di noi!" disse sicura.
 
-Sono felice di sapere questo" disse con tono sollevato. "Che mi consigli di fare?". Analizzai velocemente la cosa. 
 
-Inutile dire che si, l'hai fatta grossa. L'hai offesa e non sarà facile farsi perdonare. Ma sono sicura cara cugino, che saprai come farti perdonare. La risposta la sai già, devi solo pensarci bene e trovarla. Alla fine, solo tu conosci bene Billie o sbaglio?".
 
-Hai ragione Jenna, devo solo pensarci" disse più sollevato. "Grazie Jenna, come sempre mi hai dato un consiglio prezioso". Sorrisi.
 
-Ne sono felice" dissi sollevata.
 
-Ora vado, passa una bella giornata! E grazie ancora per il consiglio".
 
-Non ringraziarmi! E passa una bella giornata a anche tu". Sollevata, chiusi la chiamata e sospirai. Spero veramente che David risolva questa cosa al più presto. Lui e Billie sono una bella coppia e David sembra veramente felice con lei.
 
-Problemi con Billie?" mi chiese Arthur senza togliere gli occhi dalla strada. Annuii. "Riuscirà a farsi perdonare?".
 
-Si, David riesce sempre a farsi perdonare" risposi incerta.
 
-Non ne sembri così sicura ora".
 
-Ha esagerato" dissi sospirando.
 
-Billie lo ama e credimi, c'è sempre una soluzione a tutto. Lei lo perdonerà, non so se subito o tra un paio di giorni, ma lo farà".
 
Lo spero Arthur, lo spero. 


Angolo Autrice:
Ed eccoci nuovamente qui, con questo nuovo capitolo. Mi scuso per il ritardo ma il trasloco mi porta veramente via tanto tempo! 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Spero che non sia stato noioso.
A presto.
 

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Capitolo 17
*** Perdonare vuol dire andare avanti ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo


 

L'uomo perdona e dimentica;
la donna perdona soltanto.
Philippe Gerfaut
 
01 Aprile 2013.
 
La campanella suonò annunciando la fine della lezione e la fine della giornata. Dopo un breve applauso congedai i miei alunni. Devo dire che oggi è stata una giornata fortunata per quanto riguarda le prove del balletto, nessuno aveva sbagliato un passo e tutto era filato liscio come l'olio. Presi la mia borsa e uscii dall'aula, i corridoi erano pieni di studenti e questo m'impediva di muovermi velocemente. Sarò sincera, odio tutto questo casino, tutta questa gente ammucchiata e tutto questo parlare e parlare. Sbuffai, il mio umore non era migliorato da ieri, dopo quello che David mi ha detto sono di cattivo, anzi meglio dire pessimo umore. Ma come si può darmi torto? Mi aveva offesa e mancata di rispetto! Per colpa sua ieri mi sono chiusa in casa a piangere per poi passare la giornata davanti a film romantici e strappalacrime con in mano una vaschetta di gelato da un chilo. E la giornata si è conclusa ancora peggio dato che Matt si è rifatto sentire. Abbiamo  parlato per mezz'ora, più che altro del più e del meno. Era lucido e non aveva tirato fuori la storia del messaggio telefonico. Può essere che non se lo ricordi nemmeno? Ultimamente è tutto un Matt, David, Matt, David. Sembra un cerchio chiuso, Matt che cercava di tornare insieme e David... forse era troppo presto per iniziare una nuova relazione. 
Sentii qualcuno prendermi per un braccio e senza rendermene conto mi trovai nella sala professori. 
 
-Grazie per avermi salvata Arthur" dissi mentre mi massaggiavo il braccio dolorante. "Ma la prossima volta, se ci sarà, sii più delicato". Arthur cominciò a ridere, lo guardai male. Che aveva da ridere?
 
-Scusami Billie, usare le maniere forti era l'unica cosa da fare per salvarti da quel casino" disse con un alzata di spalle.
 
-Grazie di nuovo" dissi sorridendo. Arthur si passò una mano tra i capelli e mi fissò.
 
-Senti Billie non sono affari miei certo ma posso sapere cosa è successo esattamente con David?" mi irrigidì. David ha parlato con lui?
 
-David ha parlato veramente con te?" chiesi sorpresa e un po' infastidita. Arthur scosse la testa.
 
-No. Ha chiamato Jenna in un momento in cui stavamo assieme" rispose il ragazzo guardandomi negli occhi.
 
-Non sono affari tuoi Arthur" dissi acida, come poteva chiedermelo? Siamo amici è vero ma chiedere questo è troppo.
 
-Forse hai ragione Billie, non sono affari miei. Ma sono tuo amico! E come amico è normale che io mi preoccupi per te" disse in tono serio. Mi sentii in colpa. Alla fine era mio amico da un po' di tempo e anche se è poco meritava un po' di fiducia. "Posso sapere se la cosa si può risolvere? Tu e David sembrate completarvi, si non vi vedo sempre ma quelle poche volte che vi vedo ho questo impressione. Siete destinati a stare insieme." disse guardandomi negli occhi. "A volte per andare avanti bisogna perdonare e dimenticare. Vale la pena fare questo per la persona che si ama". Perdonare e dimenticare. Fosse facile. Ogni persona ha i suoi tempi e di certo non si può dimenticare dall'oggi al domani un'offesa e una mancanza di rispetto. "Io vado, passa una bella giornata". Arthur se ne andò lasciandomi da sola, non si sentiva nessun rumore in corridoio, segno che gli alunni erano tutti usciti dalla struttura scolastica. Uscii dall'aula insegnanti, avevo ragione, erano tutti usciti. Uscii da scuola e mi incamminai verso casa, alzai lo sguardo verso il cielo e vidi delle nuvole bianche dalla forma strana ricoprire l'intero cielo. Faceva leggermente caldo e la cosa non mi dispiaceva affatto, dopo tutto quel freddo e pioggia ci meritavamo un po' di caldo. Passai davanti alla libreria di David e vidi il cartello girato su chiuso, strano perché di solito a quest'ora teneva il negozio aperto. Forse stava male per quello che era successo? Mi stupii di me stessa, mi stavo preoccupando per lui dopo quello che era successo. Magari è un segno che mi manca? O forse è un segno di cambiamento? 
Arrivai davanti all'edificio dove vivo, presi le chiavi e aprii il portone. Salii le scale e lo vidi, David era seduto davanti alla mia porta. Appena mi vide si alzò e mi venne in contro. Mi stava aspettando a quanto pare.
 
-Ciao Billie" disse in tono dolce.
 
-Ciao David" risposi distogliendo gli occhi da lui. Guardarlo mi faceva male.
 
-Voglio parlare con te" disse sollevandomi il mento permettendomi così di guardarlo negli occhi.
 
-Ma non mi dire".
 
-Voglio chiarire questa faccenda una volta per tutte" disse deciso. Notai nei suoi occhi del dolore.
 
-Non lo so" dissi con voce tremante.
 
-Ti prego Billie, ti prego accetta".
 
-Tu hai detto..."
 
- Si, so cosa ho detto" disse interrompendomi "Ma non lo pensavo davvero, ero arrabbiato, non ragionavo e ho detto una cazzata". Sembrava sincero. Cosa dovevo fare? Accettare di parlare con lui e di chiarire o non accettare e lasciare che finisca? Con David mi sono trovata benissimo, non avevo mai trovato in vita mia un uomo come lui. E se Arthur avesse ragione? Se io e David ci completassimo davvero? "Ti prego Billie" sussurrò. Mi guardò negli occhi e il crollo a questo punto era inevitabile. 
 
-Va bene" risposi in un sussurro. David sorrise.
 
-Vediamoci al Pétrus* stasera, alle otto e mezza. Va bene per te questo posto e quest'ora?" chiese sempre sorridendo.
 
-Si, va benissimo". Pétrus, ha scelto un ristorante di classe e romantico. Si vuole fare perdonare per davvero.
 
-Perfetto, a stasera Billie". Mi diede un bacio sulla guancia e salì le scale ed entro in casa. Rimasi davanti alla porta un bel po'. Avevo fatto bene? E se fosse finita male?
 
-Cara sei giovane. Perdonare a volte è l'unica cosa da fare se la persona che ti ha fatto un torto è importante per te". Mi girai verso la signora Prescott, a quanto pare aveva origliato la mia conversazione con David. Ma non importava, era la seconda volta che mi davano un consiglio del genere nello stesso giorno. Sorrisi, forse sarebbe andata bene. 
 
 
*Pétrus: è un famoso ristorante di classe di Gordon Ramsay (se non erro) che si trova a Belgravia. Il menù offre per la maggior parte piatti europei.
 

Angolo Autrice:
Ed eccoci qua con il nuovo capitolo. Scusate per il ritardo con cui ho postato il capitolo ma finalmente il trasloco sta finendo.
Ho una avviso da darvi. Questo molto probabilmente sarà l'ultimo capitolo del mese perché appunto questa settimana mi trasferisco definitivamente e devo aspettare che i tecnici arrivino nella nuova casa a mettere la linea internet. Non so per quanto non aggiornerò ma spero di cuore che ci sarete al mio ritorno. Grazie per tutte le recensioni che mi avete scritto, per i complimenti e per il vostro tempo che spendete nel leggere i miei capitoli. Ringrazio anche le persone che hanno messo tra le seguite/preferite/ricordate la storia e ringrazio anche quelle persone che leggono solamente.
Spero di rivedervi presto.

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Capitolo 18
*** Tutto risolto? ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

  

 
 
Solamente chi è forte è capace di perdonare.
Il debole non sa né perdonare né punire.
Gandhi.

Guardai con i sensi di colpa il cellulare, avevo trattato malissimo Arthur e non se lo meritava affatto dato che non aveva fatto altro che preoccuparsi per me come un buon amico. Non so cosa fare, se mandargli un messaggio o chiamarlo per chiedergli scusa. Dopo una lunga riflessione optai per un messaggio visto che a voce non sono capace di dire quello che sento veramente. Andai nei messaggi e tramite la rubrica digitai il nome di Arthur come destinatario del messaggio.
 
 
A: Arthur.
Ciao Arthur,
mi dispiace veramente per il modo in cui ti ho trattato oggi. Appena sei andato via dall'aula mi sono sentita tremendamente in colpa. Come buon amico ti sei preoccupato per me e pensandoci bene, io avrei fatto la stessa cosa con te. Spero che tu possa perdonarmi un giorno. Lo spero davvero. Passa una bella serata.
P.s Grazie mille per il consiglio. Stasera, ovvero tra poco, incontrerò David e mi dirà quello che pensa e spero veramente di chiarire.
P.s.s Salutami Jenna appena la senti, so che è anche merito suo se David mi ha chiesto di uscire.


Inviai il messaggio un po' soddisfatta ed entrai nel Pétrus. Per la serata optai di indossare un vestitino rosso lungo fino al ginocchio e delle francesine nere. Come gioielli invece, scelsi di indossare l'anello con la mia pietra zodiacale, ovvero il quarzo rosa. Questo anello mi è stato regalato dai miei genitori il giorno della mia nascita ed è uno degli oggetti a cui tengo di più. Mi diressi verso la capo sala e dopo averle dato il mio cognome mi portò, con un largo sorriso, al tavolo. David era già li che mi aspettava. Era bellissimo come sempre, appena mi vide sorrise e mi sentii stranamente bene. E' questo che si dice della persona che ami? Che ti fa stare bene anche con un semplice gesto, come un abbraccio o un sorriso? Ricambiai il sorriso leggermente sollevata.

-Billie, sono felicissimo che tu sia qui" disse alzandosi dal suo posto e avvicinandosi a me. Mi fece accomodare al mio posto e lo guardai.

-Pensavi che non venissi?" chiesi un po' stupita. Alla fine gli avevo detto che sarei venuta a questa specie di appuntamento.

-Un po' lo temevo" disse con un piccolo ma triste sorriso. Si andò a sedere al suo posto e mi guardò negli occhi. Arrossii e abbassai lo sguardo.

-Mi scuso per l'interruzione, vi ho portato i menù" disse gentilmente la cameriera. La guardai, alta, capelli scuri, occhi azzurri. Una donna affascinante. David prese i Menù che la cameriera porgeva e ne passò uno a me. "Sarò da voi tra dieci minuti" aggiunse sorridendo.
Aprii il menù e cominciai a leggere quello che il Pétrus offriva. La cucina era europea, che a parer mio è la migliore del mondo. Guardai per un secondo David, un punto per te mio caro. Mi concentrai nuovamente sul menù e dopo un'attenta letta dei piatti, scelsi di ordinare il menù dello chef. Il menù consisteva in quarto portate, un antipasto di Patè de foie gras* con fagioli verdi e nocciole, un primo di filetto d'orata in padella con contorno di patate e broccoli, un secondo di agnello con contorno di olive nere, peperoni, zucchine e melanzane e per finire il dolce, un cheesecake alla vaniglia con sorbetto al lampone e nocciola. Guardai  nuovamente David, stava leggendo il menù, m'incantai a guardarlo. Questo uomo ha il dono di apparire affascinante e sexy in qualsiasi occasione e non importa se tu sei arrabbiato con lui, lo troverai sempre affascinante! Questo non si può negare. La cameriera tornò da noi con un sorriso dolce. "Avete scelto?" chiese guardando prima me e poi il mio accompagnatore.

-Io si, prendo il menù dello chef" dissi porgendole il menù. David chiuse il suo e sorrise.

-Pure io".

-E da bere cosa vi porto?" chiese dopo aver segnato le nostre ordinazioni.

-Penso che vada bene il vino della casa" disse guardandomi come se volesse una conferma da parte mia.

-E anche una brocca di acqua naturale" dissi gentilmente. Non volevo commettere errori per colpa del troppo vino. La cameriera segnò le bevande e se ne andò.

-Ottima scelta" disse David "Suppongo che tu abbia molta fame".

-Come te dal resto, hai ordinato il mio stesso piatto" dissi sorridendo. David rise e mi guardò. Come poteva la sua risata farmi sentire così bene? Come poteva quel suono creare un uragano di emozioni nella mia testa?
La cameriera arrivò subito con il vino e dopo aver posato le brocche con le bevande si congedò con un sorriso. David si alzò e prese la brocca con il vino e ne versò un po' nel mio calice. Una donna che stava seduta a un tavolo di distanza bisbigliò un "Allora esistono ancora i giovani gentiluomini". Sorrisi a quelle parole, si signora, esistono ancora. Per fortuna. David tornò al suo posto, si versò del vino nel suo calice e lo lasciò respirare.

-Credo che sia arrivato il momento di chiarire questa storia" disse dopo un breve sorso di vino. Annuii, il mio cuore batteva all'impazzata. "Quella mattina ho sbagliato a parlare" cominciò a dire.

-Tu dici?" chiesi "Sembravi veramente convinto di quello che dicevi" aggiunsi un pochino infastidita.

-Si, ne sono consapevole. Ma devi capire che non lo pensavo veramente. Ero arrabbiato perché non mi avevi detto che Matt ti aveva cercata implorandoti di tornare insieme a lui. Ero, anzi, sono ancora arrabbiato con lui perché dopo tutto quello che ti ha fatto, dopo tutto quel dolore che ti ha procurato lui si fa ancora sentire. Con quale coraggio poi mi chiedo io" disse irritato e rosso in viso.

-Lo sai che non sarei tornata con lui" dissi decisa.

-Si lo so, ma la rabbia ti colpisce in pieno lo stesso." ribattè "Tu non ti saresti arrabbiata se fosse successo il contrario?" mi chiese guardandomi negli occhi. Ci pensai. Si, mi sarei arrabbiata moltissimo, sia con lui e sia con Catherine. Ma, senza ombra di dubbio, non avrei mai insinuato che lui provasse ancora qualcosa per lei. E se tutta quella rabbia ti facesse per un attimo uscire di testa e ti facesse dire cose senza senso e che non pensi? Una cosa del genere poteva veramente accadere? Si, forse. E come sempre io non ci ho pensato, che stupida, che sciocca donna sono! La cameriera arrivò con l'antipasto che consummammo in silenzio.

-Si, mi sarei arrabbiata moltissimo" dissi una volta posata la forchetta. Sorseggiai un po' di vino nella speranza di aumentare il mio coraggio. "Solo ora ho capito che è possibile che tu abbia detto quelle cose solo perché eri arrabbiato" aggiunsi. David mi fissò per qualche secondo.

-Possibile?" chiese incrociando le braccia al petto "E' un buon inizio" disse sorridendo. Pochi minuti dopo ritornò la cameriera e ci portò via i piatti sporchi e vuoti. Nessuno dei due proferì parola, io troppo presa dai sensi di colpa - cosa che mi capitava troppo spesso in quest'ultimo periodo - e David, non so, forse anche lui pensava o meglio provava la stessa cosa? La cameriera tornò con il primo, guardai il mio piatto e rimasi meravigliata. I colori si accompagnavano perfettamente così come i sapori. Da come David mangiava, doveva pensarla come me. Guardai di nuovo la signora che aveva espresso un parere sul mio accompagnatore. La signora era accompagnata da un uomo tarchiato ma di bell'aspetto, indossava un completo giallo banana che a parer mio stonava moltissimo dal completo della signora color blu notte. Da come si guardavano si capiva che tra di loro c'era qualcosa. E se fossero marito e moglie? E se stessero festeggiando l'anniversario di matrimonio? Sarebbe bello ritrovarsi tra trent'anni a festeggiare il proprio anniversario di matrimonio con la persona che hai giurato di amare in eterno.

-Non trovi che sia una strana coppia?" mi chiese David. Sorrisi.

-Già" dissi "Ma sembrano felici insieme" aggiunsi. David annuii. Il silenzio ritornò a regnare e infastidita decisi di iniziare una conversazione. "Quel giorno ho visto Catherine andarsene abbastanza furiosa"dissi guardandolo. David si passò una mano tra i capelli rassegnato.

-Abbiamo litigato" disse come se fosse un'ovvietà "Ha messo in mezzo persone a me care che non c'entravano con il discorso di cui stavamo discutendo" disse con rabbia "E poi è una ficcanaso! Io non sopporto questo genere di persone" aggiunse.

-Così sono la maggior parte delle ex mogli" dissi facendogli l'occhiolino. L'atmosfera si stava alleggerendo e la cosa calmava entrambi. Passammo il resto della cena a parlare di quello che ci era capitato in questi giorni di distacco, e dalle novità sembrava che ci fosse capitato di tutto. Stavo ritornando la Billie di prima, parlando di umore ovviamente. Finito il dolce decidemmo di andare a fare una passeggiata e dopo una lunga battaglia su chi dovesse pagare la cena - che vinse David - uscimmo dal ristorante con la promessa che un giorno ci saremmo ritornati. Passeggiammo un po' in silenzio tra le strade affollate, ovunque ti giravi trovavi coppie che si baciavano, bambini che ridevano e gruppi di amici che brindavano. A quanto pare oggi ci doveva essere una festa. Guardai David, l'uomo guardava avanti a sé con uno strano sorriso in volto, presi coraggio e lo presi per mano. A volte è giusto che la donna faccia la prima mossa no? Riguardai David, il sorriso si era fatto più grande. Buon segno!

-Mi piace sentire il tuo calore" disse senza imbarazzo. Arrossì violentemente, e ora come o cosa rispondo? "Billie cara" disse voltandosi verso di me "Mi hai perdonato per quello che ti ho detto?" mi chiese.

-Si David. Perdona me invece per essere stata così sciocca da non aver capito subito" dissi abbassando lo sguardo imbarazzata. David mi baciò la fronte e mi strinse forte a sé.

-Quindi noi due stiamo ancora insieme?" chiese speranzoso. Affondai il viso nel suo petto e respirai il suo inebriante profumo. Mi staccai da lui. Ora dovevo decidere, dimenticare e perdonare? Gli occhi di David si fecero più grandi, come se temesse una risposta negativa.

-Si, stiamo ancora insieme" dissi sorridendo. David ricambiò il sorriso e mi baciò. Quanto mi erano mancate le sue labbra, sembrano passati secoli dall'ultima volta che le nostre labbra si erano toccate, che si erano amate. Ricambiai il bacio con passione capendo solo ora che lo stavo per perdere, per colpa della sua rabbia e del mio non capire. David mi amava veramente, David non pensava veramente a quelle parole e stasera me lo aveva dimostrato. Mi aveva dimostrato anche che avrebbe fatto di tutto per farsi perdonare se questo non fosse bastato. David si staccò da me senza fiato, mi accarezzò il viso e toccò la sua fronte con la mia.

-Non sai quanto mi sei mancata piccola" disse abbracciandomi forte.

-E tu non sai quanto mi sono sentita persa senza di te" ammisi. David mi fissò con gli occhi lucidi e mi prese per mano. Mi trascinò fino al negozio di fiori più vicino e mi comprò un mazzo di giacinto color porpora che simboleggiava il fatto che l'avevo perdonato. Annusai il mazzo di fiori e sorrisi, il profumo era buonissimo. La mano calda di David stringeva nuovamente la mia mano con delicatezza. Stavo decisamente meglio, ora le cose sarebbero ritornate alla normalità. O quasi. 
 
 
 
 
*Patè de foie gras: fegato grasso di anatra o di oca.

Angolo Autrice:
Ed eccomi di nuovo qui! Ebbene si, sono ritornata con il nuovo capitolo! 
Spero veramente che sia stato di vostro gradimento e che sia stato all'altezza delle vostre aspettative.
Grazie mille per la vostra pazienza :).

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Capitolo 19
*** Un matrimonio di troppo. ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo


 
19 Aprile 2013
Pov. Billie
 
Le cose sono tornate alla normalità e sono felicissima di questa cosa. Entrambi ci siamo fatti perdonare e per entrambi è tornata la tranquillità. Due giorni dopo la famosa cena al Pétrus, David mi chiese se potevo accompagnarlo al matrimonio della sua migliore amica. Ovviamente accettai entusiasta. La settimana del matrimonio, fortunatamente, la scuola rimarrà chiusa per un paio di giorni a causa della festa di fine anno, devono sistemare le classi e il teatro per lo spettacolo. Fortunatamente Arthur mi ha perdonato per il mio comportamento avuto con lui quel giorno e questa cosa mi ha reso ancora più felice. Al matrimonio verranno anche Jenna e Arthur, da quello che ho capito la sposa è una buona amica di Jenna. Per me è una fortuna dato che molto probabilmente al matrimonio non riconoscerò nessuno degli invitati, se ci sono loro due per me è meglio. Se David dovesse essere occupato in un momento almeno so con chi passare il tempo. Ora mi trovo in una boutique dove si possono trovare abiti per ogni occasione, anche per le invitate al matrimonio. La boutique è enorme e ha abiti straordinari, non per nulla è la boutique più importante di tutta Londra e sinceramente non l'avrei mai detto visto che ci sono abiti per tutte le tasche. Cosa rara per una boutique.
 
- Salve signora, mi perdoni per la lunga attesa ma ho avuto una signora dai gusti difficili" disse una giovane commessa mentre si avvicinava a me. "Ha già visto qualcosa che le interessa?" chiese con un sorriso.
 
- No, anzi, non saprei neanche da dove iniziare" dissi un po' abbattuta.
 
- La capisco, ma non si preoccupi! Qui troverà sicuramente l'abito giusto per l'occasione" disse la commessa decisa. "Se mi posso permettere, di quale occasione stiamo parlando?" chiese con dolcezza.
 
- Per un matrimonio. Aggiungerei dire che conosco solo tre invitati quindi ci terrei a essere di buona presenza" dissi imbarazzata.
 
- I matrimoni! Adoro i matrimoni" disse con aria sognante.
 
- Già, belli se almeno conosci la sposa". La commessa mi guardò confusa. "Il mio ragazzo è il suo testimone" dissi sempre imbarazzata.
 
- Capisco" disse sorridendo. "Forse so cosa le serve, mi segua". Obbedii e mi portò in una stanza con pareti azzurre, con dei divani nel centro della stanza e armadi aperti pieni di abiti di diversa lunghezza e colore. "Mi può gentilmente dare la sua taglia?".
 
- Certa, che sbadata! Porto una quaranta". La commessa prese da un armadio un abito rosso di pizzo, lungo fino alle caviglie e senza spalline. Troppo anonimo. Scossi la testa e la commessa rimise al suo posto l'abito cercandone un'altro più adatto. Spero di trovare l'abito giusto, voglio fare bella figura davanti agli amici di David.
 
- Forse questo andrà bene. E magari le piacerà" disse con un sorriso mentre mi mostrava un abito color uva. "E' un abito perfetto per lei. Il taglio è in stile principessa, monospalla e lungo fino al ginocchio. Il tessuto invece è di chiffon e come può vedere nel dorso ha una pratica e semplice zip. Questo abito ha anche il reggiseno incorporato. Se vuole è disponibile anche con due spalline e di colore bianco". Presi l'abito che la commessa mi porgeva, il tessuto era delicato al tocco e si mostrava bene. Mi piaceva.
 
- Credo che lo proverò color uva. Solo la sposa si deve vestire di bianco". La commessa sorrise e mi accompagnò al camerino. Il camerino era grande abbastanza per muoversi comodamente e senza problemi e c'era un buon profumo. Lavanda credo, il che rende il posto confortevole. Mi spogliai con calma e indossai l'abito. Perfetto! Sembrava che fosse disegnato per me. Mi guardai attentamente allo specchio, mi stava benissimo, magari con un bel rossetto rosso, delle décolleté nere e una giusta capigliatura sarò perfetta. Guardai il prezzo e sorrisi, potevo permettermelo. "Prendo questo" dissi alla commessa che stava ad aspettare fuori dal camerino. Le passai il vestito così me lo poteva mettere ben piegato dentro a una colorata scatola. Mi rivestii e uscii dal camerino, mi incamminai verso la cassa soddisfatta. Una volta arrivata vidi la commessa al lavoro con il mio vestito.
 
- Mi scusi, non riuscivo a trovare la scatola della misura giusta" disse scusandosi.
 
- Non fa niente" dissi con un sorriso. Presi il cellulare dalla tasca della giacca e decisi di mandare un messaggio a David.
 
 
A: David
 
Sto per pagare il vestito. Visto che ho fatto presto?
Fortunatamente e stranamente oserei dire.


Spedii il messaggio e riguardai la commessa che stava per finire il suo lavoro.
Il campanello della boutique suonò, segno che una nuova cliente era appena entrata.
 
- Si lo so, non ti preoccupare! Non spenderò molto te lo prometto! Va bene, va bene. Ti amo anch'io. A dopo". Il sangue mi si gelò all'instante. Non era possibile, non poteva essere la sua voce. Non poteva essere entrata proprio ora! E poi, che ci faceva qui? Mi girai con la speranza di sbagliarmi. Karen Gillan ricambiò il mio sguardo dall'entrata della boutique, abbassai lo sguardo e vidi il suo enorme anello di fidanzamento e il troppo e evidente rigonfiamento del ventre. La rossa aspettava un figlio da Matt Smith? Colui che odiava i bambini più di qualsiasi altra cosa al mondo? Colui che li reputava i suoi più grandi nemici? E poi, si stava per sposare con lui?
 
- Congratulazioni" dissi cercando di non far notare la troppa delusione. Mi voltai verso la commessa e notai con mio grande sollievo che aveva finito di sistemare l'abito. Pagai e dopo un saluto alla commessa uscii dal negozio. Matt mi aveva chiamato per il bambino? Voleva fuggire dal quell'ostacolo? Matt mi aveva sempre detto di non volere bambini e che non si sarebbe mai e poi mai sposato. Ma la maggior parte degli uomini che dicono così è perché non hanno ancora incontrato la persona giusta. E se Karen fosse veramente la persona giusta per lui?
M'incamminai verso il negozio di David e una volta arrivata entrai, il negozio era pieno di gente e con grande fatica andai dietro al bancone. Cinque minuti dopo io e David eravamo finalmente soli.
 
- Finalmente soli" disse David dopo avermi dato un piccolo bacio. Sorrisi. "Allora, ho letto il messaggio. Sono contento che tu abbia trovato l'abito giusto per il matrimonio" disse abbracciandomi da dietro. "Me lo fai vedere?" chiese curioso. Risi.
 
- No, aspetterai il giorno del matrimonio. Non manca molto no?" dissi e gli diedi un bacio sul collo.
 
-Già. Bene, vorrà dire che aspetterò il giorno del matrimonio". Mi staccai e mi girai verso di lui.
 
-Ho incontrato Karen alla boutique" dissi fredda. Ci eravamo promessi di dirci tutto, anche cose a noi scomodissime. E visto che non voglio più litigare con lui resterò fedele a questa promessa. David mi guardò, in attesa che io continuassi. "Era incinta con tanto di anello di fidanzamento."
 
- Lo dici come se fosse una cosa impossibile" disse David un po' confuso.
 
- Matt odia i bambini e a detta di lui, odia l'idea di restare per sempre legato a una persona con un anello al dito".
 
- E questa cosa ti andava bene all'epoca?" chiese David guardandomi negli occhi.
 
- Me lo disse dopo e sinceramente, non ero molto convinta di questa cosa" dissi sinceramente.
 
- Qual'è la cosa che ti preoccupa?"chiese David un po' intimidito.
 
- Perché con lei si e con me no?" chiesi a bassa voce. David sbiancò.
 
- Sei rimasta incinta?" chiese dopo un breve silenzio. Scossi la testa.
 
- Dovevo spiegarmi bene. Credevo di essere incinta e quando glielo dissi, mi disse che se volevo stare con lui dovevo abortire. Il giorno dopo mi ritornò il ciclo e lui si comportò come se non fosse successo niente". 
 
- Mi dispiace" disse "E nel caso tu fossi rimasta incinta, cosa avresti fatto?" 
 
- Ovviamente glielo avrei detto. E se non avesse accettato la cosa, me ne sarei andata e avrei allevato mia figlia o mio figlio da sola" dissi decisa. David sorrise.
 
-Capisci ora chi dei due è più forte? Tralasciamo la sua voglia di non avere figli. Un uomo vero si prende le proprie responsabilità". Sorrisi a quelle parole "Fidati amore, lui non ti merita". Lo baciai con passione.
 
- Lo so tesoro. Fortuna che ho te con me" dissi sorridendo. David appoggiò il suo naso al mio e sorrise.
 
- Magari un giorno, tra un paio di anni, anche noi creeremo una nostra famiglia". Lo guardai negli occhi e sorrisi.
 
-Sarebbe un sogno".
Anche se ora è troppo presto, sarebbe davvero un sogno.


Angolo Autrice:
So che merito di essere annientata dai Dalek per questo immenso ritardo ma ho avuto molti problemi personali. Scusatemi ancora!
Ora i capitoli verranno postati più frequentamente perché so come far finire la fan fiction, prima ero molto dubbiosa su che piega avrebbe preso la storia.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
A presto.

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Capitolo 20
*** Il matrimonio ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo' 


 
 
Premessa: Questo capitolo sarà interamente descritto dal punto di vista di David.
Buona, spero, lettura.



01 Maggio 2013.

Il grande giorno è finalmente arrivato. Oggi non è altro che il giorno del matrimonio della mia migliore amica Freema. Finalmente potrò far conoscere a tutti i miei amici  e alla mia migliore amica la mia fidanzata. Per questo giorno speciale ho deciso di vestirmi il più elegante possibile. Uno smoking nero classico di Armani e scarpe in tinta di Prada. Sono a dir poco perfetto vestito così. Guardai il mio rolex. Dieci e mezza. Presi la giacca, le chiavi dell'auto e dell'appartamento e uscii di casa. Scesi velocemente le scale e bussai alla porta della mia dolce fidanzata. Dopo un paio di secondi la Dea dai capelli biondi mi aprì la porta.

-Buongiorno dolcezza" mi salutò con un dolce sorriso. La guardai, indossava già il cappotto, lungo e nero, uguale a quello di Sherlock della BBC.

-Buongiorno amore mio" risposi avvicinandomi a lei. Le diedi un bacio sulle labbra, il suo profumo era inebriante. La sua acconciatura era semplice ma elegante così come il trucco, rendendola ancora più perfetta. "Pronta?" chiesi mentre le prendevo la mano. Billie annuii e chiuse la porta del suo appartamento. Uscimmo dall'edificio mano nella mano e non potevo non notare il suo sorriso, sorriso che ogni volta mi riempiva il cuore di felicità. "Dormito bene tesoro?" chiesi mentre entravamo in macchina.

-Si, tu invece?"

-Benissimo, da quando popoli i miei sogni non faccio altro che dormire bene" Billie arrossì e le baciai la mano. Accesi il motore e partimmo. 

 

 
Dopo venti minuti di tragitto arrivammo a destinazione e una volta parcheggiata l'auto presi per mano Billie e ci incamminammo verso la piazzetta della chiesa che era già piena di vecchi amici e conoscenti. Billie non faceva che stringermi la mano, a quanto pare è molto nervosa.

-Guardate chi si è rifatto vedere, David Tennant!".

-Steve! Da quanto tempo!" lo abbracciai stretto, non era cambiato neanche un po'. Io e Steve non ci vedevamo da circa quattro anni a causa del suo lavoro che lo portava quasi sempre lontano da casa e lontano da tutti. "Lascia che ti presenti la mia compagna, Billie" dissi fiero e con un largo sorriso. Steve la guardò affascinato per qualche secondo.

-Piacere Billie" disse dopo un breve baciamano "E' un piacere fare la sua conoscenza". Mi guardò e mi fece l'occhiolino. "E' una bellissima donna, ti invidio parecchio vecchio mio" disse.

-Lo so mio caro, lo so".

-David?" mi chiamò Noel, lo sposo.

-Noel? Che ci fai qui? Non dovresti essere dentro ad aspettare la tua dolce metà?" chiesi mentre indicavo la chiesa.

-Si" disse "Ti stavo cercando, il testimone deve sempre stare di fianco allo sposo! Tra poco arriverà la mia amata" disse tutto d'un fiato. Presi la mano di Billie ed entrammo in chiesa. Un lungo tappeto rosso era disteso per terra, una scia rossa con sopra dei petali rosa finiva davanti alle scalinate del palco della chiesa, sopra le panche invece, sono abbellite da meravigliosi fiori rosa. 

-Tra quanto?" chiesi una volta saliti sul palco. Noel guardò l'orologio con impazienza.

-Mezz'ora" disse "Guarda, stanno già entrando" disse facendo cenno verso l'uscita. Effettivamente stavano entrando quasi tutti per prendere il posto in prima fila. Scesi dal palco e mi avvicinai alla panca.

-Billie, ti andrebbe di sederti qui?" chiesi. La mia amata si avvicinò a me.

-Non credo di potermi sedere in prima fila, di solito ci vanno i famigliari no?" chiese insicura.

-Hai ragione. Durante la cerimonia preferirei incrociare i tuoi occhi di tanto in tanto" ammisi con un sorriso. Arrossì nuovamente. Billie cominciò a camminare tra le varie panche.

-Questa può andare bene?" chiese indicando la quarta fila.

-Più che perfetta" disse una voce femminile alle sue spalle.

-Il tempismo non è il tuo forte, vero cugina?" chiesi con un sorriso. Jenna mi guardò con finta aria offesa. Era molto bella, indossava un lungo vestito color giallo pallido mentre Arthur una camicia bianca sotto a un gilet nero.

-Sono arrivata prima dell'inizio della cerimonia! Sono più che puntuale!". Sorrisi e le andai incontro e l'abbracciai. Salutai Arthur con un cenno che ricambiò. "Billie, non vedo l'ora di vedere il tuo abito!" disse dopo averla abbracciata. La ragazza sorrise imbarazzata e si tolse il cappotto. Il vestito era fantastico, anzi, lei era fantastica! Non c'è un aggettivo per spiegare quanto fosse bella. 

-Non ti piace?" chiese lei con voce tremante. La guardai e sorrisi. Mi avvicinai a lei.

-Sei bellissima amore, non mi sono mai incantato per così tanta bellezza" ammisi sussurrandogli all'orecchio. Billie diventò rossa e mi baciò.

 
Mancava veramente poco, molto poco. Tra pochi attimi la mia migliore amica varcherà quella soglia e quando ne uscirà potrà finalmente scrivere un nuovo capitolo della propria vita. 
Freema varcò la soglia della Chiesa tenendo stretto il braccio di suo padre, Osei*. Più avanzava, più diventava bellissima.
*Indossava un abito in stile sirena con tessuto raso e pizzo color avorio. Salirono sul palco e suo padre passò la mano della figlia al suo futuro genero. Noel guardò con occhi lucidi la sua futura moglie e sorrise. D'istinto guardai Billie seduta quattro panche più avanti, seduta tra Arthur e Jenna. Sorrideva anche lei.

-Signori e signore, siamo qui oggi per celebrare il matrimonio di questi due giovani innamorati" disse il prete dando inizio alla cerimonia.

 
La cerimonia durò in tutto un ora e quaranta, una cerimonia stupenda dove più di una volta versai molte lacrime dall'emozione. Io e Billie ci divertimmo molto a lanciare il riso agli sposi augurandogli che tutto andasse bene durante la loro vita assieme.

-Come ti è sembrata la cerimonia?" chiesi a Billie mentre raggiungevamo il ristorante dove avremmo festeggiato il matrimonio con gli sposi e amici.

-Emozionante, ho visto tanti matrimoni in vita mia ma mai emozionante come questo" disse con un sorriso "Anche se" aggiunse senza finire la frase.

-Anche se?" chiesi dubbioso incitandola a continuare.

-Anche se non conoscevo quasi nessuno, nemmeno la sposa o lo sposo" disse. "Per me è come se mi fossi imbucata in questo matrimonio" disse dopo un lungo sospiro.

-E' normale mia cara, ma sei accompagnata da me! E Freema non vede l'ora di conoscerti credimi! Quindi togliti questa sensazione da dosso e divertiti al pranzo" dissi guardandola con un dolce sorriso. Billie annuii.

-Sempre se sopravviviamo al pranzo".
Risi, sempre se sopravviviamo, certo.

 

Il pranzo fu fantastico, ottimo cibo senza contare il ristorante addobbato squisitamente. Mancava poco al mio discorso che arrivava dopo il taglio della torta e prima del primo ballo degli sposi. Billie parlò moltissimo con Freema durante il pranzo e devo dire che sono entrante in sintonia da subito e questo non mi rendeva che più felice. E' una bella cosa sapere che la mia fidanzata e la mia migliore amica potrebbero diventare amiche e volersi bene. Se fosse successo il contrario non oso pensare a cosa potrebbe accadere in futuro. La torta arrivò quasi subito, una torta a cinque piani classica con le due statuine degli sposi in cima. Il fotografo si mise in posa e scattò la foto nel momento esatto in cui tagliarono la prima fetta di torta. Una volta che la torta venne consegnata a tutti con coraggio mi alzai, presi il mio calice e con una forchetta picchiettai delicatamente il fragile vetro. Tutti smisero di parlare a quel suono un po' fastidioso.

-Penso che sia arrivato il momento del discorso del testimone" dissi un po' timido. Freema sorrise. "Conosco Freema da anni, praticamente da quando siamo piccoli. C'è sempre stata per me, in ogni singolo momento della mia vita. Abbiamo condiviso la maggior parte delle cose che i migliori amici possono condividere. Abbiamo vissuto avventure fantastiche, momenti epici che mai scorderò. Noel, vorrei solo dirti che hai sposato una donna meravigliosa, una donna forte, una donna che ti starà sempre accanto, qualsiasi cosa accada! Trattala bene amico, perché una persona come lei non è facile da trovare" dissi emozionato "Agli sposi e che la vostra vita sia meravigliosa ". Tutti applaudirono al mio discorso e dopo un breve sorso di vino ritornai seduto al mio posto. Billie mi guardò e mi sorrise.

- E' stato un discorso bellissimo, si sente che proveniva dal cuore" disse. Sorrisi, aveva perfettamente ragione, quelle parole venivano dal cuore.

-David, mi hai fatto piangere" disse Freema.

-Mi dispiace, ma non potevo mentire" dissi alzandomi e andandole incontro. L'abbracciai forte. "Spero che ora la tua vita sarà perfetta in ogni cosa".

-Lo spero anch'io" mi sussurrò all'orecchio.

-David, mi raccomando. Non consumare mia moglie a suon di abbracci" disse Noel. Risi a quelle parole, sciolsi l'abbraccio e abbracciai lo sposo. "E ora, tutti a ballare" urlò divertito. Mi avvicinai a Billie e la presi per mano, seguii gli altri che si incamminavano nella pista da ballo. Guardammo Noel e Freema ballare un lento, entrambi sorridevano e si sussurravano parole dolci. Ci unimmo tutti a loro, strinsi Billie a me e cominciammo a ballare.

-Molto bravo, complimenti" disse Billie con un sorriso. Stava parlando sicuramente delle mie doti da ballerino.

-Me la cavo. Ma dovresti vedermi mentre ballo canzoni o musiche movimentate, sembro un pollo" risi. Fortunatamente la melodia lenta durò poco e come capita sempre, ecco le musiche movimentate. Billie balla in un modo straordinario e con noi si aggiunsero anche Arthur e Jenna. La mia amata si divertiva con Jenna mentre io un po' imbarazzato ballavo a fianco ad Arthur.

-Bella cerimonia" disse lui con un sorriso.

-Già" risposi guardandolo. "Ti posso fare una domanda personale?" chiesi curioso.

-Tutto quello che vuoi" rispose un po' impaurito.

-Con mia cugina è una cosa seria? O è per divertimento?" chiesi serio. Lui mi guardò sorpreso.

-Noi non ci conosciamo molto però devi sapere solo una cosa, quando io mi lego a una persona io sono serio, faccio di tutto per far si che duri per sempre" disse lui fiero. Sorrisi.

-Scusa per la mia domanda ma volevo solo sapere. Penso che tu sappia quello che ha passato".

-Si, so tutto. Ma sta tranquillo, io non sono come lui". Sorrisi. Guardai Jenna, dopo tutto quello che aveva passato meritava di essere felice, ma in ogni caso, il ragazzo lo tengo d'occhio.
L'intera cerimonia di matrimonio finì, dopo cena gli sposi presero i regali e salirono sulla loro macchina, pronti per andare all'aeroporto con destinazione "luna di miele". Freema mi aveva promesso che mi avrebbe mandato una cartolina dal luogo in cui avrebbero passato questo magico momento e sinceramente non vedevo l'ora.

-E' ora di andare, che ne dici?" chiesi alla mia amata. Billie mi guardò e annuì. Salutai tutti, Arthur e Jenna compresi e mano nella mano con la mia ragazza raggiungemmo la macchina.

-E' stato tutto bello, anzi fantastico, ma sinceramente non toccherò più cibo per una settimana" disse lei ridendo dopo essere salita sull'auto.

-Concordo. Ci siamo riempiti per bene" ammisi. Misi in moto l'auto e partimmo. Billie mise su un cd di canzoni popolari, l'unico che purtroppo avevo nell'auto.

-Sai dove andranno?" chiese lei. "So che non sono affari miei ma sono molto curiosa" disse. Sorrisi.

-Non lo so, però mi spedirà una cartolina dal luogo" dissi.

-Ho sempre amato la luna di miele" disse pensierosa.

-Secondo te il luogo perfetto per una luna di miele quale sarebbe?" chiesi curioso. 

-Credo le Maldive, non ci sono mai stata ma ho visto le foto su Internet, spettacolare" disse dopo un po'. "Tu e Catherine dove siete andati?" chiese lei.

-Non ci siamo andati. Aveva troppo da fare" dissi sincero.

-Mi dispiace, sono stata una stupida. Non dovevo chiedertelo" disse lei. Sembrava che si sentisse in colpa. La guardai per qualche secondo.

-Non ti preoccupare tesoro, parlarne non mi fa nessun effetto. E poi la tua curiosità è giustificata" dissi. Fortunatamente non c'era molto traffico, dopo neanche quaranta minuti di strada eravamo già a casa. Scendemmo dall'auto ed entrammo nell'edificio.

-E' stata una bella giornata" disse lei. Contento l'abbracciai. Billie ricambiò l'abbraccio e sorrisi. 

-Che ore si saranno fatte?" chiesi curioso, avevo perso letteralmente la cognizione del tempo. Guardai l'ora e mi meravigliai. "Non sono neanche le dieci" dissi.

-Davvero?" chiese lei stupita.

-Già" dissi facendole vedere l'ora. "Sei molto stanca?" chiesi.

-No" disse.

-Ti andrebbe di passare un po' di tempo con me?" chiesi con un sorriso.

-Ma certo mio caro" disse divertita. Salimmo le scale ed entrammo in casa.

-Togliti pure le scarpe, penso che sia davvero stancante e doloroso camminare e ballare con quei tacchi" dissi mentre andavo a prendere dell'acqua.

-Ti ringrazio. Si in effetti  è così. Mi stai praticamente salvando" disse ridendo. Dopo aver preso l'acqua e dei bicchieri l'accompagnai in salotto e ci andammo a sedere sul divano.

-Ti ricordi quando nel discorso dissi  che Noel era fortunato ad aver trovato una donna difficile da trovare?" chiesi timidamente. 

-Difficile da dimenticare" disse con un sorriso.

-So che è passato poco tempo da quando stiamo insieme, ma sono sicuro al cento per cento che tu sia una di quelle rare donne Billie. Una donna fantastica, una donna forte e coraggiosa." dissi guardandola negli occhi. "E sebbene sia passato poco tempo, spero davvero di poter condividere la mia vita con te". Billie arrossì e abbassò lo sguardo. Le sollevai il mento e la baciai. Il bacio da lento si fece più passionale, Billie mi accarezzò i capelli e ricambiò il bacio.

-Ci stavo pensando da un po'" disse dopo aver staccato le sue labbra dalle mie "Penso di essere pronta a fare quel passo" disse con un sorriso leggermente malizioso. Stupito sorrisi.

-Ne sei sicura" chiesi. La ragazza annuii. La baciai nuovamente con più passione, Billie mise le mani sul mio collo. Mi staccai da lei e la guardai negli occhi. "Ma non stasera" dissi sicuro. Billie mi guardò pensierosa.

-Perché? Pensavo che lo volessi anche tu" disse arrossendo. Sorrisi.

-Certo che lo voglio! Ma vorrei che la nostra prima volta sia perfetta". Billie sorrise e mi abbracciò contenta.
Sarà perfetta, te lo prometto.

* Se non erro, è il nome del padre di Freema, ma se ho sbagliato siete liberi (ovviamente) di correggermi.
Visto che non sono molto portata nel descrivere gli abiti, specialmente quelli da sposa, vi linko il vestito: Abito da Sposa


Angolo Autrice:
Salve a tutti, perdonate questo mio ennesimo ritardo >.<
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, lo spero davvero.
Anche perché non mi convince al 100%.
A presto, spero.

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Capitolo 21
*** Una notte d'amore ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo' 


 
La melodia cessò e tutti i miei alunni smisero di ballare, la coreografia era stata ballata in modo impeccabile ma nonostante questo qualcosa non mi convinceva. Non era la coreografia, non era lo sfondo e nemmeno la musica a non convincermi. Sbuffai e  mi alzai dal mio posto e notai che i miei alunni mi fissavano un po' terrorizzati. 

-Bene ragazzi, per oggi abbiamo finito" dissi cercando di fare un sorriso convincente. " Potete andare. Ci vediamo domani e mi raccomando, siate tutti puntuali". Si rilassarono all'istante e applaudirono soddisfatti per il lavoro appena svolto. Appena furono usciti tutti presi la borsa e uscii dalla classe e dalla scuola a grandi e veloci passi. Guardai l'ora e sorrisi. Cinque e un quarto. Stasera avrei cenato da David, lui dopo quella sera, la sera del matrimonio, si era fatto più misterioso. Non si comportava diversamente con me, anzi, ma è come se mi nascondesse qualcosa. Sarà forse per quello che gli avevo detto? Magari sta veramente preparando qualcosa di speciale per noi, per passare una piacevole nottata. Camminai piano in direzione del suo negozio con un sorriso stampato in volto. La suoneria del mio cellulare cominciò a strillare e in fretta lo presi e guardai chi mi chiamava. Numero sconosciuto. Guardai per qualche secondo il cellulare e avviai la chiamata.
-Pronto?" chiesi curiosa.

-Ciao Billie, so che sono l'ultima persona con cui vorresti parlare" disse una voce femminile. La riconobbi subito subito, la voce di Karen era irriconoscibile. "So che vorresti chiudere la chiamata subito e avresti tutte le ragioni del mondo ma vorrei spiegarti la mia versione dei fatti" disse con voce sicura. Rimasi in silenzio per qualche secondo, Karen mi aveva letteralmente spiazzata! E ora che faccio? Accetto di parlare con lei e forse di incontrarla o rifiutare senza darle la possibilità di spiegarsi? La rabbia mi colpì come uno schiaffo in pieno viso, che cosa voleva spiegare? Che era accidentalmente scivolata nel letto dove dormivo assieme al mio ex ragazzo?

-Non credo che ci sia qualcosa da spiegare" dissi fredda.

-Non mi sarei aspettata una frase diversa da questa" disse lei dopo un sospiro "Non mi merito nulla lo so, ma ci tengo davvero a parlare con te. Se tu mi permetterai di parlarti faccia a faccia giuro che sparirò per sempre dalla tua vita". Ci pensai per qualche secondo, alla fine che male mi avrebbe mai fatto?

-Dovrà essere una cosa molto veloce, stasera ho un appuntamento con il mio ragazzo" dissi con un sorriso.

-Non ti ruberò nemmeno un ora" disse lei decisa.

-Va bene" dissi rassegnata "Dimmi dove".


 
La cameriera ci portò le nostre due tazze di cioccolata calda con molta panna e si congedò con un sorriso. La guardai attentamente, il suo pancione era più grande di pochi giorni fa. Era possibile? Oppure me lo sto immaginando? Bevemmo qualche sorso di quella bevanda super calorica.

-Come stai?" mi chiese con un sorriso.

-Molto bene, grazie" dissi dolcemente. Tutta colpa della cioccolata evidentemente.

-Bene. Ho notato il tuo sguardo stupido l'altra volta" disse guardandomi attentamente, analizzando ogni mia piccola espressione.

-Si, sapevo che a Matt non piacessero i bambini e se ben ricordo, il solo pensiero di legarsi per sempre a una persona lo terrorizzava" dissi dopo un breve sorso di cioccolata. La ragazza dai capelli rossi abbassò lo sguardo e sorrise mentre si accarezzava il pancione.

-All'inizio aveva fatto storie, questo non lo posso nascondere. Ma poi a un certo punto, così all'improvviso, è cambiato. Ha cominciato a venire con me all'ospedale per vedere il nostro bambino, per assicurarsi che sia sano e che il suo sviluppo procedesse bene. Poi quattro settimane fa mi portò al lago e mi chiese di sposarlo in un gazebo pieno di fiori" disse con occhi lucidi. Rimasi impietrita, non mi sarei mai aspettata un comportamento del genere da Matt. "Non so cosa l'abbia spinto a cambiare e a mettere la testa a posto. Però sono contenta che l'abbia fatto". Guardai la mia tazza mezza vuota, sapevo il perché ovviamente. Quando Matt aveva capito che con me ormai era finita e non aveva altre vie di uscita ha fatto la cosa che riteneva più giusta e quindi ha cominciato a comportarsi come una persona dovrebbe comportarsi alla sua età, si è comportato da uomo e ha fatto il suo dovere prendendosi le sue responsabilità.

-Un cambiamento notevole" dissi fredda.

-So cosa pensi Billie. Ma sappi che mi dispiace di averti fatto soffrire. So che sembra patetico detto da me ma è vero, mi dispiace molto". Posai la tazza sul tavolo e mi pulii la bocca con un tovagliolino di carta usa e getta che il locale offriva.

-Non posso mentire. Si, sono stata molto male dopo la rottura con Matt. Ti consideravo un amica, Karen. Ma se devo essere del tutto onesta, da questa bruttissima esperienza del buono c'è stato. E lui si chiama David." dissi con un largo sorriso. Guardai il suo pancione pensierosa. "E' maschio o femmina?" chiesi curiosa. Karen si toccò nuovamente il pancione con un sorriso. 

-Maschio" disse felice.

-Avete già scelto il nome?" chiesi abbastanza curiosa.

-Si" disse guardandomi negli occhi. "Il suo nome sarà John"
.

Girai per casa con addosso solo un asciugamano morbido dai colori vivaci alla ricerca del mio profumo preferito. Sono molto distratta e la colpa è di Karen e della sua voglia improvvisa di scusarsi. Trovai il profumo in cucina e mi spruzzai il prodotto sul mio corpo nudo inalando la graziosa fragranza di lavanda. Tornai lentamente in camera e mi tolsi l'asciugamano, indossai con cura l'intimo di pizzo nero e sorrisi tra me e me. Sicuramente se le cose andranno secondo i piani a David questo completino intimo piacerà molto. Presi dall'armadio l'abito per la serata, un vestito lungo fino al ginocchio senza spalline dal colore nero. Indossai l'abito e indossai le decolleté nere con il cinturino. Mi guardai allo specchio a lungo, i miei capelli cadevano sul vestito in deliziosi boccoli che grazie a un prodotto ultra lucente avevano preso quel dolce color miele. Sorrisi soddisfatta del risultato. Andai in salotto e guardai l'ora. Sbuffai, era ancora troppo presto e David mi aveva letteralmente proibito di salire da lui finché non sarebbe stata l'ora. Presi il cardigan che si trovava sul divano, lo indossai e uscii in terrazza. Il tempo stasera prometteva solo tranquillità, pieno di stelle e nessuna nuvola che minacciava il cielo. Sentii un gradevole profumo provenire dal piano di sopra, credo proprio che stasera si mangerà divinamente. Come sempre da quando cucina David. Rientrai in casa  e guardai il cellulare. Un nuovo messaggio. Lo aprii e rimasi sorpresa dal destinatario.


Da: Karen.
Ciao Billie, sono contenta di aver in qualche modo chiarito con te oggi. Anche se impossibile spero almeno di ritornare amiche, ci vorrà del tempo certo ma spero che il nostro rapporto ritorni come quello di un tempo.
Con affetto;
Karen.


Spensi il cellulare e lo gettai sul tavolino incurante del fatto che potrei romperlo in mille pezzi. Come poteva Karen pensare una cosa del genere? Come può solo immaginare che il nostro rapporto ritorni quello di un tempo? E cosa più importante, come può pensare che io mi possa fidare nuovamente di lei? Andai in cucina e presi un bicchiere, lo riempii di acqua e bevvi tutto in un sorso. Guardai l'ora, ancora troppo presto.  Ritornai in salotto e mi andai a sedere sul divano, accesi la televisione decisa di tenermi occupata. Trasmettevano il telegiornale e il mezzo busto assunse all'improvviso un aria seria.

-Stamani alle ore quattro e trenta del mattino è evaso dal carcere di Bedford John Simm. Per ora nessuna valida pista su dove si trovi al momento. L'evasione di Simm è avvenuta in un modo che tutti ritengono assurdo, a causa di un corto circuito è scoppiato un incendio in un area vicino alle celle, hanno dovuto far uscire tutti nel cortile ma, non si sa come, Simm è riuscito ad accoltellare e indossare le vesti da pompiere uscendo così dal carcere indisturbato. John è estremamente pericoloso, nel duemilauno ha ucciso più di dieci persone di diversa etnia, sesso e età. Chiunque abbia visto l'evaso è pregato di chiamare urgentemente i numeri di emergenza. Ora vi mostreremo la foto dell'evaso, per chi ancora non l'avesse visto." Immediatamente comparve la foto dell'evaso. Era a mezzo busto e si capiva che la corporatura robusta era dovuta dal duro allenamento fatto nella palestra della prigione. I suoi capelli scuri tagliati in stile vecchia scuola militare rendevano i suoi occhi ancor  più belli. Spensi il televisore e mi affacciai alla finestra. Sembra stupido lo so, ma sapere che la fuori c'è un evaso e per di più un assassino pronto a ucciderti in qualsiasi momento, la paura ti colpisce in un modo brutale. Anche se lui è evaso a quasi sessanta chilometri da te non puoi non pensare a cose come "E se venisse qui? E se dopo essersi calmate le acqua cominciasse a uccidere nuovamente?" Guardai nuovamente l'ora e rimasi sbalordita. Era già ora di andare! Dannazione, il tempo vola! Sollevata presi le chiavi di casa e spensi tutte le luci, chiusi la porta alle mie spalle e sorrisi. Salii le scale e una volta raggiunto il piano bussai alla porta di David. L'uomo mi aprì subito, come se fosse stata dietro allo spioncino in attesa del mio arrivo. David mi guardò con un largo sorriso.

-Billie sei meravigliosa stasera" disse prendendomi per mano e trascinandomi tra le sue braccia dandomi infine un bacio sulla fronte.

-Grazie amore" dissi sorridendo. David mi lasciò andare e lo guardai attentamente. Camicia bianca con due bottoni sciolti, jeans neri e scarpe scure. Impeccabile, come sempre.

-Entra pure" disse facendomi un cenno di entrare. Entrai e il piacevole profumo che avevo sentito nella terrazza di casa mia mi colpii nuovamente. 

-Che buon profumino" esclamai accorgendomi all'istante che avevo una fame da lupo.

-Mi fa piacere sentirtelo dire" disse David sollevato.

-Che cosa hai preparato di buono?" chiesi curiosa mentre mi dirigevo in cucina. David mi prese per un braccio e mi girò verso di lui.

-Non curiosare! E' una sorpresa!" disse sorridendo. Mi portò davanti alla tavola e la guardai meravigliata. Tovaglia con bordi di pizzo, piatti in ceramica, posate d'argento, portatovaglioli ad anello anche loro argentati, calici dalle strane forme e un paio di piccole e rotonde candele profumate dai colori chiari.

-Milady" disse dopo un breve inchino prendendo la sedia per farmi accomodare.

-Milord" dissi stando al gioco accomodandomi sulla sedia che David mi porgeva.

-Vengo subito tesoro" disse mentre a grandi passi si dirigeva in cucina. Sentii il frigo aprirsi e poi chiudersi subito. "La mia signora stasera avrà il meglio del meglio. Per cominciare ci delizieremo il palato con un ottimo vino francese" disse entrando nella stanza accompagnato dalla bottiglia di vino. Lo guardai sbalordita, quel vino costava duemila sterline  a bottiglia! David stappò la bottiglia e fece respirare il vino. L'odore fruttato mi colpì all'improvviso, era dolcissimo. David aveva davvero speso tutti quei soldi per questa serata? Il cuore cominciò a battermi all'impazzata, allora questa è veramente la serata! Dopo aver fatto respirare il vino per bene, David versò il liquido rosso nei calici  e ne porse uno a me. Lo presi e lo annusai per un po', era davvero buono!

-A noi e a questa serata" disse David guardandomi negli occhi dopo aver alzato il suo calice.

-A noi" dissi alzando il mio calice, facemmo tintinnare i calici e bevemmo il vino. Era a dir poco squisito, non c'erano parole adatte per spiegare quanto fosse buono, quanto fosse perfetto!

-Che ne dici? Cominciamo a cenare?" mi chiese con un tenero sorriso. Annuii contenta.

-Ne sarei felicissima, ho tanta fame" dissi sincera. 

-Vado a prendere la prima portata" disse felice mentre si dirigeva in cucina. Ritornò poco dopo con due piatti colmi di spaghetti alla carbonara. Lo guardai con un sorriso mentre con calma posava il mio piatto davanti a me. "Buon appetito" disse dopo essersi seduto.

-Buon appetito" dissi con un sorriso. Addentati i spaghetti , squisiti! "Amore, questo piatto è buonissimo" dissi prendendone un'altra forchettata.

-Sono contento di questo" disse sempre più sollevato "Dimmi cara, che hai fatto oggi?".

-Sono stata con Karen, ho ricevuto un suo messaggio. Mi chiedeva di incontrarci e io l'ho accontentata" dissi dopo un boccone.

-Che vi siete raccontate?" chiese
 un po' curioso e un po' preoccupato.

-Ha voluto raccontarmi la sua versione dei fatti" dissi con un alzata di spalle.

-Ti va di illuminarmi?" chiese David fissandomi serio.

-Le solite cose, che non voleva farmi del male, che al cuore non si comanda" dissi infastidita.

-E a te importa?" mi chiese con noncuranza David. Sorrisi.

-Perché non lo dici?" 

-Chiederti cosa?" mi chiese fingendo di non sapere di cosa stessi parlando.

-Se le ho raccontato di noi". David sorrise imbarazzato. "Si, le ho parlato di noi" sorrisi.

-Bene" rispose soddisfatto. Lo guardai meravigliata. David notò il mio sguardo e sorrise "Tempo fa tu mi dissi che Karen era una pettegola di prima categoria. Entro domani lo saprà mezza Europa" aggiunse facendomi l'occhiolino.

-Ed è un bene?" 

-Si" disse dopo un breve sorso di vino "Sapranno tutti che sei solo mia".

 

 
 
La cena è stata ottima, David questa sera si era superato e dal suo sguardo soddisfatto doveva pensarlo anche lui. Una melodia cominciò a echeggiare nella stanza e David mi porse la mano.

-Milady" disse dopo un breve inchino" Sorrisi dolcemente. Presi la sua mano e mi alzai dal morbido divano, David mi prese per i fianchi mentre io appoggiavo le mani sul suo petto. Cominciammo a danzare lentamente guardandoci negli occhi.
"Per ora come ti è sembrata la serata?" mi chiese dolcemente.

-Bellissima, mi sta piacendo davvero tanto" ammisi diventando leggermente rossa. Gli diedi un bacio sulla guancia e affondai il viso sulla sua camicia. Le mani di David passarono sulla schiena provocandomi dei brividi di piacere.

-Sono felice di averti conosciuta" disse dolcemente "Da quando fai parte della mia vita mi sento completo". Alzai lo sguardo e lo guardai negli occhi. David avvicinò il suo viso al mio e mi baciò con passione stringendomi di più a lui. Stava per arrivare quel momento! David mi prese in braccio come solo uno sposo poteva prendere in braccio la sua amata e mi guardò negli occhi. "Ne sei sicura?" mi chiese con un filo di voce. Annuii decisa. Volevo farlo, lo volevo fare con lui e nessun altro. David annuii e con un sorriso mi portò in camera sua. La camera da letto era molto grande, al centro ci stava un letto molto spazioso dalle coperte dai colori chiari e ai lati due comodini, in una parete si trovava l'armadio e dall'altro lato un cassettone chiaro. Per terra e sul letto c'erano tanti petali di rose rosse e sui comodini delle candele già accese. Non era rischioso accenderle senza starci attento? David mi baciò nuovamente scacciandomi quella paura dalla testa. Mi posò con delicatezza sul letto e lo trascinai sopra di me senza togliere le mie labbra dalle sue. Ci spogliammo con delicatezza, accarezzando i nostri corpi di tanto in tanto. La sua voglia di me si poteva sentire e vedere chiaramente. Entrambi nudi contemplammo i nostri corpi desiderosi di poterci unire, di poterci amare per la prima volta. David mi strinse la mano ed entrò dentro me dolcemente, provocandomi un brivido di piacere. Le lenzuola sotto di noi sembrano prendere fuoco mentre i nostri corpi si mescolavano in una dolce agonia. I nostri corpi rimangono avvinghiati a lungo dopo esserci tanto amati con così tanta passione. David mi guarda e mi accarezza i capelli con un sorriso. Affondo il mio viso sul suo petto nudo e sorrido, vedere David dopo aver fatto l'amore era la cosa più bella del mondo. Con i suoi capelli arruffati e il suo corpo sudato e perfetto mi scombussolava la mente. "Ti amo" mi sussurra David mentre continuava ad accarezzarmi i capelli. Alzo il mio sguardo verso di lui e mi avvicino alle sue labbra.

-Ti amo anch'io. Ora e per sempre".

Angolo Autrice:
E dopo mesi di assenza, ecco il nuovo capitolo. 
Dopo ben venti capitoli ecco quello che tutti -credo- aspettavano. 
Lo so, lo so, il tutto dura poche righe ma hei, volevo che fosse una cosa molto dolce e spero che di esserci riuscita.
In caso contrario beh... mi dispiace.
Comunque volevo avvisarvi di una cosa, la storia si concluderà molto molto presto e quindi i capitoli saranno più lunghi dei precedenti. Chissà, magari succederà qualcosa a causa di Simm? :3
Al prossimo capitolo, spero.
 
 
 
 

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Capitolo 22
*** La quiete prima della tempesta ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo' 


Tutto è finalmente pronto, la giornata di oggi mostrerà a tutti l'impegno di mesi e mesi di duro lavoro, di fatica e di sudore. Guardai i miei alunni con un dolce sorriso, tutti hanno la stessa espressione stampata sul volto. Terrore puro.

-Andrà benissimo oggi, non dovete preoccuparvi di nulla" dissi cercando di incoraggiarli. "Pure io avevo paura prima delle mie esibizioni, è normale. Chiudete gli occhi e fate un bel respiro profondo". I miei alunni obbedirono e sorrisi soddisfatta. Spero che tutto andrà bene, ma sono troppo agitati e l'agitazione il più delle volte può portare a catastrofici risultati.

-Ho visto alcune sue esibizioni miss Piper, come faceva a ballare così bene e senza alcuna preoccupazione? Vuole condividere con noi il suo segreto?" mi chiese Julian, un mio alunno, dopo aver riaperto gli occhi. Arrossii, dove diavolo aveva trovato quelle vecchie videocassette?  Lo guardai lusingata.

-Ballo come se fosse l'ultima esibizione della mia carriera" dissi sincera. Julian accennò un sorriso. Guardai l'ora e sospirai. "Bene ragazzi, io vado in sala dagli altri. Tutto andrà per il meglio, ne sono sicurissima!". Alcuni alunni annuirono mentre altri rimanevano in silenzio a fissarmi. Mi voltai senza dire nulla ed uscii da dietro le quinte. Guardai la sala stupita, stasera ci sarà il pienone. La sala enorme dai colori neutri e dalle poltroncine rosso scuro si stava riempiendo velocemente, i posti si stavano per esaurire. I professori e i genitori degli alunni aspettavano con ansia questo giorno, vedere i propri figli cantare o ballare significava molto per loro. David, dalla seconda fila, si stava sbracciando per attirare la mia attenzione. Lo raggiunsi con un sorriso. 

-Pienone stasera" disse dopo avermi dato un bacio sulla guancia.

-Già, è una fortuna per noi" dissi sedendomi di fianco a lui.

-I tuoi alunni sono agitati?" mi chiese con un sorriso.

-E' normale, oggi si esibiranno davanti ai professori e ai propri genitori. Un po' di tensione c'è sempre e per loro è di vitale importanza non commettere errori". Guardai l'ora dal cellulare e sbuffai. "Arthur si deve dare una mossa! Tra poco inizia lo spettacolo". David guardò i posti vuoti di fianco a me.

-Anche Jenna è in ritardo a quanto pare" disse pensieroso e un po' preoccupato.

-A quest'ora c'è un traffico allucinante, sarà in ritardo per questo" dissi cercando di rassicurarlo. David sorrise.

-Sta arrivando Arthur" disse indicando un punto davanti a se.  Arthur ci raggiunse e ci guardò per qualche secondo.

-Ci avete tenuto i posti? Perfetto! Jenna mi ha appena mandato un messaggio dicendo che aveva appena parcheggiato. Vado a prenderla!" e senza riuscire a dire qualcosa uscì dalla sala di corsa.

-Che ragazzo strano" mormorò David. Sentii i tre avvisi musicali, segno che lo spettacolo sarebbe iniziato tra cinque minuti e che bisognava affrettarsi nel prendere i posti. La gente cominciò a sedersi ma il chiacchiericcio non diminuiva.

-Scusate il ritardo! Il traffico mi ha bloccata per una buona mezz'ora" disse Jenna mentre si sedeva di fianco a me.

-Non ti preoccupare, David si era preoccupato molto però" dissi facendogli l'occhiolino. Jenna sorrise a David e le luci appese alle pareti si spensero facendo così accendere le luci del palco dando il via allo spettacolo.
 

Ci alzammo tutti in piedi e applaudimmo agli studenti che da poco si erano esibiti. I miei studenti, come quelli di Arthur e degli altri professori, erano stati bravissimi.  Fortunatamente non avevano commesso nessun errore e questo era una cosa positiva. Guardai Arthur, sembrava molto soddisfatto.

-Hai fatto un ottimo lavoro con i tuoi alunni" mormorò David al mio orecchio. Lo guardai e sorrisi lusingata. Gli alunni si radunarono sul palco e si inchinarono mentre il sipario si chiudeva davanti a loro. Pian piano uscimmo tutti nell'atrio, David stringeva forte la mia mano per non perdermi tra la folla.

-Che si fa ora?" chiese Jenna ad Arthur. Il ragazzo mormorò qualcosa ma visto il trambusto non riuscii a capire cosa aveva detto. Guardai David, lui mi guardò e alzò le spalle. Mi voltai verso di loro ma erano spariti, inghiottiti dalla folla.

-Andiamo nel parcheggio, manderò un messaggio dicendogli di raggiungerci li" urlò David al mio orecchio. Lo guardai e annuii. Uscimmo dalla scuola e mano nella mano raggiungemmo la macchina. David spedì il messaggio a Jenna e mi guardò con un sorriso. "Sai tesoro, manca poco all'estate" disse facendomi l'occhiolino.

-Mi sta proponendo una vacanza signor Tennant?" chiesi con finta aria disinteressata.

-Può darsi" rispose guardandomi negli occhi.

-E dove? Se mi è concesso chiedere" 

-Non lo so ancora, ma ti stupirò, te lo prometto". Sorrisi felice, non avevo ancora pensato all'estate e a una possibile vacanza con David. Ora non ci sto più nella pelle. Dove andremo? In un posto esotico? Oppure in un posto dove all'ordine del giorno ci sono cioccolata calda e lunghi abbracci davanti a un camino in uno chalet di montagna? Non importa, l'unica cosa che conta per me è stare con David da sola e passare dei bei momenti insieme.

-Fortuna che avevo messo il cellulare in modalità vibrazione sennò saremmo ancora la a cercarvi tra la folla" disse Jenna comparendo dietro di me. 

-Che vi va di fare?" chiesi felice. Festeggiare era obbligatorio dopo una serata del genere.

-Purtroppo io devo andare. Emily mi aspetta ed è anche tardi" disse la ragazza mentre guardava l'orologio. "Tu vieni con me?" chiese guardando Arthur.

-Si, ti seguo". Emily? Chi è Emily? "Ottimo lavoro Billie" aggiunse facendomi l'occhiolino. Salutammo Jenna e Arthur e li guardammo sparire sulle loro auto.

-Che ti va di fare?" mi chiese David abbracciandomi da dietro.

-Non ne ho idea. Il mio corpo non vuole altro che immergersi in una bella e confortevole vasca da bagno piena di acqua calda e schiuma profumata" dissi stringendo le mani del mio uomo.

-Io ho una vasca bella e confortevole" mi sussurrò David all'orecchio "E ho dei bagnoschiuma che creano tanta schiuma profumata".

-Interessante" aggiunsi con un sorriso.

-Che ne dici? Ci immergiamo nell'acqua calda e profumata?"

-Andiamo, non vedo l'ora!". David sciolse l'abbraccio e mi prese per mano, raggiungemmo la macchina e salimmo sulla vettura. L'auto partì e guardai David concentrato nella guida.

-Posso farti una domanda personale? Su Jenna".

-Certo" disse lui senza distogliere lo sguardo dalla strada.

-Chi è Emily?". David sorrise per un secondo.

-Sua figlia".

-Non sapevo che avesse una figlia. Jenna o Arthur non me ne avevano mai parlato" risposi sincera.

-Ama sua figlia ma non ne parla mai con gli altri" disse con dolore. "Il suo ex ragazzo l'ha abbandonata all'ottavo mese di gravidanza. Non ne vuole sapere più nulla" disse freddo. Rimasi in silenzio, incapace di dire qualcosa. "Spero solo che Arthur non le spezzi il cuore".

-No, non lo farà" dissi sicura.

-Spero che tu abbia ragione".
 
Mi svegliai da sola con le coperte che mi coprivano solamente le cosce. Sorrisi, io e David avevamo passato una notte fantastica, una notte d'amore come quella che si vede nei grandi film d'amore. Mi alzai dal letto e mi guardai attorno alla ricerca di una maglietta o una vestaglia con cui coprirmi, i miei vestiti erano, purtroppo, bagnati visto che David mi aveva trascinato nella vasca completamente vestita. Presi una felpa di David dall'armadio e andai in cucina, presi una brioche al cioccolato e mi andai a sedere sul divano. Guardai il tavolino del soggiorno, sopra a esso c'era il giornale del giorno aperto con sopra un bigliettino piegato. Lo presi e lo aprii.
 
Tesoro perdonami, ho ricevuto una telefonata di lavoro abbastanza urgente. Un carico di libri che avevo ordinato un paio di giorni fa è stato spedito prima e devo andare a ritirarlo. Ci vediamo più tardi amore mio, 
Ti amo.
Tuo, e per sempre, David.
 
Sorrisi e ripiegai il bigliettino. Presi il giornale e lo sfogliai alla ricerca di qualche notizia interessante. Dopo due pagine trovai l'articolo che parlava dello spettacolo di ieri sera, il critico, nonostante si trattasse di uno spettacolo informale, aveva speso delle belle parole per tutte le esibizioni. Devo ricordarmi di prendere questa pagina e portarla dai miei alunni, ne saranno sicuramente felici! Girai nuovamente pagina e trovai una foto con due persone dall'aspetto famigliare.  Lessi la didascalia incuriosita.
 
John Simm e David J. McDonald* due giorni prima della strage


*: Per chi non lo sapesse, David J. McDonald è il vero nome di David Tennant.

Angolo Autrice:
Ebbene si, sono ritornata con un piccolo colpo di scena.
Perdonatemi ancora per il ritardo >.<
Comunque, stiamo per arrivare alla fine della storia :3
A presto, spero.
 
 
 

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Capitolo 23
*** Le cattive notizie non arrivano mai sole ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo' 


 
Guardai e riguardai nuovamente quella foto. Era senza ombra di dubbio David, più giovane certo, ma sempre lui. Solo ora mi rendo conto del suo comportamento che da poco tempo era cambiato, che a pensarci bene questo cambiamento combaciava con l'evasione di Simm. "Strage", quella pericolosa e prepotente parola non voleva uscire dalla mia testa. Mille e più domande si facevano strada nella mia testa. David in che modo era legato a quell'essere? Centrava qualcosa con la strage? Che ruolo aveva? O forse il giornale aveva postato per errore la foto? No, non poteva essere un errore, se lo fosse e David non centrasse al posto del suo nome ci sarebbe la parola "amico". McDonald? David aveva cambiato cognome? Troppe, troppissime domande. Sentii la porta d'entrata aprirsi, mi voltai e trovai un David sorridente che mi guardava felice.

-Già in piedi tesoro?" mi chiese avvicinandosi a me e darmi un bacio sulla guancia. Non risposi, non sapevo cosa dire. "Qualcosa non va?" mi chiese facendosi subito serio. Mi voltai verso il giornale, presi la pagina dove avevo trovato la foto e la passai a lui. David la guardò a lungo senza proferire parola. Alla fine piegò la pagina di giornale e se la mise in tasca. Il suo viso si fece freddo e duro. Aspettai con calma una sua spiegazione ma più passava il tempo e più sospettavo che non arrivasse. David mi guardò per qualche secondo e si passò una mano tra i capelli. "Immagino che tu voglia una spiegazione" disse dopo essersi seduto sul divano a debita distanza da me. Annuii preoccupata da quella distanza. "Io e Simm eravamo molto amici all'epoca. Lui non aveva mai mostrato segni sospetti, quei comportamenti che ti fanno pensare a un possibile omicida, era calmo e si comportava come una persona pacifica. Una notte mi chiese di accompagnarlo da un suo amico perché dovevano chiarire una loro vecchia faccenda. Disse che non ci avrebbe messo molto, massimo dieci minuti. Una volta portato in quella maledetta casa, lo aspettai per molto tempo. Un'ora dopo, stanco di aspettare decisi di andare a bussare alla porta e dirgli che si stava facendo tardi. Stavo per bussare quando sentii uno strano rumore provenire da dentro, preoccupato e senza farmi vedere andai a sbirciare da una finestra. Lo vidi... fare quelle orrende cose" David chiuse gli occhi e strinse forte i pugni appoggiati sulle ginocchia. "Corsi fino alla prima cabina telefonica che trovai e telefonai alla polizia. Quando arrivarono in quella casa, Simm stava ancora mutilando la propria vittima. Dopo un anno Simm venne a sapere della mia soffiata e la polizia, nonostante non ci fosse nessun pericolo, mi fece cambiare il cognome e luogo in cui abitavo. Non volevo che, se mai un giorno mi fossi fatto una famiglia, quella si trovasse in una bufera più grande di loro" David guardò in basso, per terra. Rimasi in silenzio, digerendo l'intera storia. Eliminai la distanza che ci divideva e lo abbracciai.

-Deve essere stato bruttissimo" dissi appoggiando la testa sulla sua spalla "Non serve dire che hai fatto la cosa giusta e nonostante questo, hai avuto molto coraggio". David si girò versi di me e mi baciò la fronte, chiuse gli occhi e sospirò.

- Ho paura. Ho paura che riesca a trovarmi" ammise senza vergogna. Gli accarezzai i capelli cercando di rimanere il più calma e sicura possibile.

-La polizia non ti ha detto nulla riguardo a Simm?"

-No".

-E' un buon segno, no?" chiesi.

-In teoria, finché non mi chiamano dicendo che hanno ricevuto una soffiata che lui è dalle mie parti" disse calmo. Continuai ad accarezzarli i capelli e David, a quei gesti, sembrava calmarsi. Sembrava un piccolo gattino pronto per fare le fusa.

Chiusi la porta alle mie spalle e sospirai. La situazione ora si era fatta più rischiosa, non per me ma per lui. E se in qualche modo Simm lo trovasse? La cosa preoccupante era che non ne potevo parlare con nessuno, non potevo sfogarmi nemmeno con Jenna. Non potevo dire nulla a nessuno nonostante il giornale avesse pubblicato una sua foto con scritto la sua vera identità. Non ne avevano il diritto e David, giustamente, aveva chiamato la redazione infuriato. Loro, in tutta risposta, spiegarono che l'articolo era stato modificato prima di andare in stampa, non sapendo neanche che qualcuno l'avesse modificato senza autorizzazione. David a quella notizia sbiancò e farfugliò parole incomprensibili. 
Andai in camera e presi il cambio, oggi resterò tutto il giorno a casa, da sola. David voleva rimanere da solo e come negargli questo favore? Mi lavai con cura e una volta uscita dalla doccia mi asciugai, indossai gli abiti puliti e andai in cucina a recuperare un barattolo di gelato che consumerò davanti a un bel film. Avevo scelto "Il quinto potere" con il talentuoso Benedict Cumberbatch. Avviai play e affondai il cucchiaino nel cremoso gelato.

***
Il cellulare squillò e senza guardare chi diavolo fosse avviai la chiamata.

-Pronto?" chiesi senza distogliere gli occhi dallo schermo.

-Ciao tesoro" mi salutò una voce femminile dolce e deliziosa. Sorrisi.

-Ciao mamma" risposi mettendo in pausa il film. Mi mancava la sua voce. "E' da tanto che non ci sentiamo" dissi pensierosa."E' successo qualcosa?" chiesi preoccupata.

-No cara, volevo solamente sapere come stavi e se andava tutto bene".

-Si mamma, va tutto bene" mentii, non potevo di certo raccontarle di David.

-Mi fa piacere saperlo" rispose "Volevo sapere se stasera eri libera".

-Si, sono libera. Perché?" chiesi curiosa.

-Avevo intenzione di cenare con te stasera, magari in un bel ristorante".

-Per me va bene! Dimmi dove e a che  ora" dissi alzandomi di scatto dal divano, emozionata. Da quando ero partita, la relazione con mia mamma si era fatta man mano sempre più tragica. Lei non sopportava la mia decisione di partire e cambiare paese per colpa di un uomo. A detta sua questo comportamento era da vigliacchi.

-Molti consigliano il The Andover Arms, anche se più che un ristorante è un pub" disse "Magari verso le otto e mezza?".

-Va benissimo! Non vedo l'ora." dissi con un sorriso.

-Perfetto, a più tardi allora" Ricambiai il saluto e terminai la chiamata.
 
***
Il pub era pieno di gente allegra, nessun posto e tavolo era libero. Mia madre sembrava entusiasta del posto che aveva scelto e non smetteva di mormorare "Bel posto" alternando un sorso di birra. Non sembrava essere cambiata molto dall'ultima volta che la vidi, i capelli si erano fatti più lunghi e il suo viso, forse, un po' troppo stanco. 

-Allora mamma, come vanno le cose a casa?" chiesi giusto per rompere il ghiaccio. Bevve un sorso di birra e mi guardò per qualche secondo.

-Al solito, ma c'è una novità" disse con un tono freddo. Mi vennero i brividi, usava quel tono solamente quando doveva dare una brutta notizia.

-Quale sarebbe?" chiesi temendo il peggio.

-Io e tuo padre abbiamo deciso di divorziare" rispose secca.

-Che cosa?" chiesi a voce un po' troppo alta. Molte teste si voltarono dalla nostra parte.

-Abbassa la voce!" mi rimproverò mia madre guardandomi severamente.

-Ma perché?" chiesi.

-Le cose non andavano bene da tempo. E' stata una cosa inevitabile" rispose fissandomi negli occhi "Era solo una questione di tempo". Rimasi letteralmente a bocca aperta.

-E ora? Che farete?". Mia madre alzò le spalle.

-Nulla, ognuno andrà per la propria strada". Sbalordita della novità svuotai il mio bicchiere di vino e cercai con lo sguardo un cameriere libero per farmi riempire nuovamente il bicchiere.

-Non pensi di esagerare con la birra?" mi chiese lei un po' preoccupata.

-Affatto".

-Dimmi Billie, come procede a tua vita lavorativa?" mi chiese cambiando discorso. La assecondai, nonostante questa notizia mi avesse sconvolto, non avevo intenzione di riparlarne senza mio padre e possibilmente senza bevande alcoliche nei dintorni.

-Bene, da poco c'è stato lo spettacolo di fine anno ed è andata alla grande. E' stato un successone". Mia madre sorrise.

-E la tua vita sentimentale?" sorrisi e d'istinto guardai il cellulare. Prima di uscire da casa avevo mandato un messaggio a David con scritto che sarei uscita con mia madre e che se avesse avuto bisogno di me, bastava avvisare e sarei corsa da lui. Ma nulla, nessun messaggio e nessuna chiamata.

-Diciamo bene" dissi guardandola.

-C'è qualcuno di speciale nella tua vita?" chiese lei curiosa. Annuii. "E non mi hai detto nulla?" mi chiese un po' infastidita. Mi sentii in colpa.

-Volevo aspettare. Prima di farvelo conoscere volevo vedere se era l'uomo giusto. Sai, dopo Matt ho imparato a essere cauta".

-Fai bene" disse lei con un sorriso. "Come si chiama?"

-David"

-Ci può raggiungere? Vorrei conoscerlo" mi chiese con un sorriso.

-Oggi no. Diciamo che non sta molto bene." Mia 
madre sembrava dispiaciuta di questo. "Ma sono sicura che avrete tempo per conoscervi" dissi sicura. Un cameriere si avvicinò a noi e sorrisi felice. Finalmente!

-Le signore sono pronte per ordinare?".
 
Accompagnai mia madre alla sua macchina, fortunatamente la serata era finita senza altre brutte notizie e preoccupazioni. Abbracciai mia madre e la guardai salire nell'auto, partire e perdersi tra il traffico. Il mio cellulare trillò, informandomi del nuovo messaggio. Presi il cellulare e ne lessi il contenuto.

Ho bisogno di te.
Per favore, fai presto.
David.


Mi diressi verso l'auto e una volta salita partii. Fortunatamente nella mia direzione non c'era molto traffico, dandomi così la possibilità  di arrivare a casa in meno di dieci minuti. Arrivata, scesi dall'auto, entrai nell'edificio e salii velocemente le scale vogliosa di riabbracciare il mio uomo. Suonai il campanello e attesi che David mi venisse ad aprirmi. Passò un minuto ma di David nessuna traccia. Doveva essersi addormentato.  Dalla borsa presi le chiavi di casa di David, che mi aveva dato tempo fa per sicurezza, ed entrai. Le luci erano spente e, visto il buio totale, anche le imposte erano chiuse. Cercai l'interruttore della luce e una volta trovato lo schiacciai. Nulla. A quanto pare era saltata la luce nell'appartamento. 

-David?" lo chiamai ad alta voce.

-No" rispose una voce fredda e non famigliare. Mi vennero i brividi, non osai muovere un muscolo. "Non sono David". Indietreggiai, cercando di raggiungere la porta per fuggire.

-Adoro giocare al buio" disse quella voce. Non poteva essere che lui, Simm. Chiusi gli occhi, cercando di orientarmi. La porta doveva trovarsi alle mie spalle, troppo lontana, mentre la camera si trovava alla mia sinistra. Se mi fossi data una mossa e se non avessi inciampato in qualcosa, senza contare il frontale con il muro, potevo andare in camera e urlare dal balcone. Mi girai di scatto ma Simm mi prese per le spalle e mi fece cadere a terra. All'improvviso sentii un dolore lancinante alla testa, l'uomo doveva avermi colpito con qualcosa. La testa cominciò a farmi male, presti la testa tra le mani e chiusi gli occhi. Svenni poco dopo.

Angolo Autrice:
Ebbene si, dopo quasi dieci giorni eccomi di nuovo qui, con un nuovo aggiornamento!
La brutta notizia - o per molti bella - il prossimo dovrebbe essere il penultimo capitolo.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
A presto, spero.

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Capitolo 24
*** Frammenti ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo' 



 
Bussai per l'ennesima volta alla porta di Billie, nonostante l'ora decisamente tarda volevo assicurarmi che lei stesse bene, volevo sapere se lei provasse rancore verso di me visto che non le avevo detto nulla di questa scomoda faccenda e per la mia scelta di essere stato per conto mio per tutto il pomeriggio e la sera. Guardai l'ora spazientito, tre e un quarto del mattino. Era più di un ora che stavo davanti alla sua porta ma lei non accennava a farsi sentire o vedere. Avevo già provato a chiamarla ma partiva ogni volta la segreteria. Le cose sono due, o lei non vuole vedermi o sentirmi oppure è ancora fuori con sua madre. Non so il perché ma la prima ipotesi è quella che ritengo la più giusta. Mi stropicciai gli occhi stanco, avevo passato la maggior parte del tempo in negozio a catalogare libri e a guardare vecchie foto con Simm. Sbuffai, evidentemente dovrò ritentare più tardi, spero solo di vederla presto. A me basta solamente guardare i suoi occhi per un secondo per stare immediatamente bene. Salii le scale e presi le chiavi dalla tasca interna della mia giacca a righe nere. Aprii la porta ed entrai, cercai l'interruttore della luce e l'accesi. Qualcosa non andava, qualcosa nella stanza non quadrava. Gli scuri erano chiusi quando io prima di andare al negozio li avevo lasciati aperti. Un nauseante odore di tabacco e caffè colpirono il mio olfatto. Qualcuno era stato sicuramente qui! Billie? No, lei non poteva essere, non fumava e ne masticava tabacco. Simm? Poteva essere lui? Andai in cucina ma non trovai nulla di anomalo così come in salotto, nella camera di Connor e nel bagno. Con il cuore che accelerava sempre più a ogni passo entrai in camera mia e accesi la luce. A parte gli scuri tutto sembrava al suo posto, spensi la luce e tornai in salotto. Mi andai a sedere sul divano e notai una cosa che prima non avevo notato. Il mio computer portatile era sul tavolino, ricordo perfettamente di averlo messo nella sua valigetta. Lo presi con una strana paura, come se ci potessi trovare qualcosa di brutto al suo interno. Aprii il pc e attaccato allo schermo trovai un post-it.
 
Ho fatto un video per te.
Divertiti.
J.S
 
Staccai il messaggio dallo schermo e accesi velocemente il computer. Simm era stato veramente qui, in casa mia! Ha frugato tra le mie cose, e per di più mi ha lasciato un "regalo". Finalmente il computer avviò il desktop e lo fissai per qualche secondo trovando subito il video posizionato a destra, lontano da tutte le altre icone e cartelle personali. Mi bloccai all'istante. E se avesse veramente controllato le mie cartelle? Saprebbe, senza ombra di dubbio, di Billie. Feci un respiro profondo, non dovevo essere negativo, non ora.

-Ciao David" mi si gelò il sangue nelle vene, era proprio lui! Simm non era cambiato per nulla fatta eccezione per qualche ruga comparsa sul suo viso. Stava seduto dove ora stavo io, la telecamera era troppo in alto per provenire dal mio computer. Doveva aver usato una sua telecamera e averla posizionata in un cavalletto. "E da tempo che non ci sentiamo, non è vero? Sarà forse per colpa di qualcuno che non è stato in grado di farsi gli affari propri? Ovviamente si." Simm chiuse gli occhi e sospirò. "Mi hai rubato dodici anni della mia vita! Per cosa, poi? Perché avevi paura di mantenere la bocca chiusa? Tu non sai cosa mi ha fatto passare quell'uomo!" mollò un pugno sul tavolino. Sorrise, mi vennero i brividi, non sembrava un sorriso normale ma un sorriso stranamente sadico. "Ma ora le cose cambieranno, tu mi hai rubato del tempo prezioso e ora io ruberò il tuo tempo. E non solo a te". Simm si alzò e si avvicinò alla telecamera, la prese e, senza cambiare inquadratura, la portò in camera. Il mio cuore perse un battito, no, non poteva averlo fatto davvero! "Sai David, mi sono informato su di te prima di venire qui, lo sai?" sorrise "Sicuramente ti starai chiedendo come ho fatto a scoprire tutto, giusto? Ti ricordi di Joseph McFarlen? Era nel nostro gruppo al liceo, lui ora fa parte della polizia ed è stato divertente minacciare lui e la sua famiglia. Dovevi vedere che espressione ha fatto quando ho puntato il coltello alla gola della sua adorata moglie incinta. Inutile dire che si è piegato come uno spiga durante la tempesta. Tempo un ora e sapevo tutto di te. Prima sposato e poi divorziato. Senza contare della nascita del tuo pargoletto, Connor" rise e piegò la testa da un lato. "E come se non bastasse ora hai una nuova compagna. Da quello che ho potuto vedere, hai aperto il tuo cuore di pan di spagna a questa dolce fanciulla. Che cosa romantica. Ma ora, mio caro, la pacchia è finita". L'inquadratura cambiò velocemente, ora Simm mostrava il mio letto con Billie imbavagliata e legata. No, non può essere. Non Billie! L'inquadratura si avvicinò al viso della mia amata, del sangue secco le copriva metà del suo splendido volto. Era... era morta?. "Non ti preoccupare playboy, non è morta. O almeno, non ancora." l'inquadratura cambiò nuovamente riprendendo il volto di Simm. "Se vuoi indietro la tua Giulietta vieni dove tutto è cominciato. Affrettati a venire, non so quanto durerà la biondina ai miei giochetti". Il video terminò. Chiusi gli occhi e sentii una lacrima salata scendere lungo la mia guancia
Spensi il motore dell'auto e guardai l'enorme capannone disabitato davanti a me, vecchi e amari ricordi cominciarono a farsi strada nella mia testa. Era li che incontrai John negli anni della mia adolescenza, se non avessi seguito un mio amico molto probabilmente sarei scampato a questo terribile destino. Guardai l'ora, le sei del mattino; il cielo si era già tinto di un debole azzurro. Scesi dall'auto e velocemente mi avviai all'entrata dello stabile. Aprii l'enorme porta, notando le catene tagliate di netto, ed entrai. L'aria si era fatta stantia, un ghigno si era fatto sul mio volto senza che me ne rendessi conto. Mi guardai attorno, vecchi bancali da lavoro pieni di polvere erano rovesciati a terra, oggetti di lavoro invece erano sparpagliati per tutto il capannone. Alzai lo sguardo e notai che il piano di sopra, dove c'erano gli uffici, non era ancora ceduto. Avanzai lentamente senza far rumore tenendo le orecchie ben aperte, dovevo trovare Billie. E in fretta anche! Marciai per tutta la lunghezza del capannone ma non trovai anima viva.

-John, sono qui. Lascia andare Billie" urlai disperato. Sentii un rumore provenire dall'alto. Ma certo! Che stupido che sono! Non ho controllato gli uffici! Corsi velocemente alle scale luride e, facendo molta attenzione, salii in fretta e furia al piano superiore. Percorsi il lungo corridoio che portava agli uffici notando quanto malmesso era. Sbucai in una stanza che, viste le macchinette in disuso, doveva essere il punto ristoro. Davanti a me, così come alla mia sinistra, si trovavano due porte.

-David, siamo pronti per riceverti" urlò Simm, la sua voce proveniva dalla porta davanti a me. Avanzai verso la porta e con mano tremante la aprii piano. Entrai e diventai di pietra. La grande stanza era forse la più ordinata e pulita di tutto lo stabile, la parete davanti era fatta completamente di vetro, permettendo così l'intera visuale dei lavoratori che lavoravano ai macchinari, con una scrivania con una poltrona girevole davanti. Simm mi guardò compiaciuto appoggiato al vetro. "Ti piace il mio nascondiglio?" mi chiese con un sorriso. Le mani cominciarono a prudermi e questo non era mai un buon segno, mai!

-Dov'è?" chiesi con voce fredda. Simm posò una mano sulla poltrona girevole, solo ora notai che lo schienale era voltato dalla mia parte.

-Ti trovo bene. Hai fatto un po' di pancia a quanto vedo. Con l'età un po' ci si lascia andare alla buona cucina" disse innervosito. Perché diamine non  voleva farmi vedere Billie? Voleva giocare e a quanto pare si stava divertendo parecchio.

-Non amo ripetermi, lo sai John" dissi freddo.

-Suvvia, non ci vediamo da anni e non vuoi fare nemmeno una chiacchierata? Non ti ricordavo così maleducato" disse con tono divertito.

-Non abbiamo nulla da dirci, non siamo più amici da un sacco di tempo. E per me va più che bene così" dissi con arroganza. Feci un passo verso di lui.

-Non lo farei se fossi in te" disse mentre estraeva una pistola dalla fondina allacciata alla cintura dei pantaloni.

-Voglio solo Billie" dissi senza scompormi.

-Lo so. Non fai altro che chiedere di lei. L'avrai David, non so in quale stato, ma te lo prometto. L'avrai". Sorrise.

-Fammela vedere" dissi guardandolo negli occhi.

-Come vuoi!" girò la poltrona e il mio cuore si fermò per svariati secondi o così mi parvero. Billie era seduta, svenuta, sulle braccia così come nelle gambe aveva dei lunghi e profondi tagli da cui ancora fuoriusciva del sangue ed era in intimo.

-Non l'avrai..." le parole mi morirono in gola.

-Andiamo David, tu conosci perfettamente i miei gusti" disse John offeso "Il suo corpo è stato toccato solamente dalla lama del mio coltello. I giornali dicono che sono un pazzo psicopatico ma fidati, non sono arrivato al punto di violentare una donna. Sono una persona che ama ferire e mutilare".

-Questo si che mi da un po' di sollievo" dissi sarcastico distogliendo lo sguardo da Billie. Non potevo guardarla in quello stato sapendo che era colpa mia.

-Per te dovrebbe essere un sollievo" disse facendo un passo verso di me.

-Cosa vuoi in cambio della sua liberazione?" sono pronto a dargli qualsiasi cosa lui voglia.

-Solo la vostra morte" disse con un sorriso.

-E dopo cosa farai? Andrai alla ricerca di altre vittime da mutilare e uccidere?" chiesi prendendo tempo, dovevo ideare un piano per fuggire con Billie. Anche se sembrava impossibile.

-Non lo so, forse emigrerò da qualche parte, magari in un luogo vicino al mare" disse con noncuranza. Simm guardò per qualche secondo Billie e le diede qualche colpetto sul viso, svegliandola.

-Non osare toccarla, verme" urlai avvicinandomi a lui. I nostri visi ora si sfioravano appena.

-David? Sei tu?" chiese Billie con gli occhi chiusi. Era debole, molto debole. "Sapevo che saresti venuto a salvarmi" disse facendo un sorriso debole. Le accarezzai il viso lentamente con la paura di poterle fare del male.

-Che cosa romantica" disse Simm "Peccato che qui nessuno si salverà". Dovevo agire subito. Mi voltai di scatto verso di lui e gli mollai un pugno in pieno viso, Simm sorpreso, mollò la pistola e cadde rumorosamente al suolo. Presi la pistola e gliela puntai addosso. "Vedo che hai tirato fuori le palle" disse dolorante.

-Alzati" gli ordinai con un sorriso. Finalmente i ruoli si erano invertiti. Simm si alzò, il sangue che fuoriusciva dal naso gli macchiò la camicia.

-Cosa vuoi farmi? Spararmi forse?".

-John, non immagini quanta voglia ho di farlo ma a differenza di te non sono un assassino" dalla tasca dei pantaloni presi il cellulare. "Poco prima di venire qui ho avvertito la polizia. Stanno per arrivare. E' finita John." L'uomo mi guardò e notai che il suo viso non trasmetteva altro che rabbia.

-Pensavi davvero che non avessi calcolato tutte le possibilità? La pistola non è neanche carica, stupido idiota!" Guardai l'arma per qualche secondo, stava bluffando? "Forza, sparami! Così vedrai se ho mentito!" guardai Billie, era terrorizzata e non muoveva un muscolo. "Sparami codardo". Lo guardai con rabbia e premetti il grilletto. Nulla. John non aveva mentito. L'uomo si buttò addosso a me facendomi cadere a terra. Prese la pistola e la gettò poco lontano da noi e si mise a cavalcioni su di me. "Ora si gioca". Mi mollò uno, due e tre pugni sul viso, sentii il labbro spaccarsi e il sapore di ferro riempirmi la bocca. John alzò nuovamente il pugno in aria e cercò di colpirmi ma fortunatamente lo bloccai. Riuscii a ribaltare la situazione, ora ero io sopra di lui. Gli misi entrambe le mani al collo e cominciai a stringere forte. John cominciò a dimenarsi tastando con una mano il pavimento alla ricerca di qualcosa con cui colpirmi. Guardai il suo viso, stava cominciando a diventare rosso e nei suoi occhi le venette cominciavano a rompersi. Un forte colpo alla testa mi fece mollare la presa dal suo collo e crollai di fianco a lui. Lo guardai, era riuscito a prendere la pistola e mi aveva colpito con l'arma. John si alzò e si toccò il collo. "Basta, ora uccido la puttana" disse ansimando. Guardai Billie e guardai il vetro dietro di lei, solo ora potevo vedere quanto fosse fragile. Mi alzai e il più velocemente riuscii a raggiungere Simm che pian piano stava raggiungendo Billie. Lo presi per la camicia e cominciai a correre verso il vetro colpendolo con il nostro peso. Andò in mille pezzi e assieme al mio ex amico, caddi nel vuoto.

Billie Perdonami.


Angolo Autrice:
Ebbene eccoci qui, con il penultimo capitolo.
L'ultimo capitolo è già finito e lo pubblicherò entro domenica.
A presto, spero.
 

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Capitolo 25
*** Epilogo ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo' 


 

Guardai l'epitaffio per l'ennesima volta e mi chinai per mettere ai suoi piedi dei freschi crisantemi. Mi voltai e a passi lunghi e decisi uscii dal cimitero e mi incamminai verso casa. Mi massaggiai il polso spazientita dove quel giorno, il giorno del rapimento, John mi aveva provocato una cicatrice che ogni tanto si faceva sentire. Quella è stata, senza ombra di dubbio, la più brutta esperienza della mia vita; oltre al trauma psicologico avevo subito anche gravi lesioni fisiche che con il passare del tempo si erano rimarginate. Anche se qualche cicatrice era rimasta ma non ci davo molto peso. Quando vidi David buttarsi assieme a John da quella specie di vetrata una scarica di adrenalina invase il mio corpo permettendomi di alzarmi e raggiungere pian piano il mio amato. Quando lo vidi la, per terra sopra a John privo di sensi persi qualche battito. Il momento in cui lo raggiunsi arrivò la polizia. Corsero subito nella nostra direzione e chiamarono i paramedici che stavano fuori dalla struttura. Un poliziotto controllò i battiti di John e lo dichiarò morto mentre l'altro poliziotto disse che i battiti di David si facevano sempre più lenti. Un poliziotto mi prese in braccio e mi portò fuori, i paramedici cominciarono a urlare dicendo che il cuore di David si era fermato. In quel momento svenni tra le braccia dell'agente.

Recuperai le chiavi dalla borsa ed entrai in casa, appoggiai la giacca sul comò dell'entrata e andai in cucina a scaldare un po' di latte con cui fare colazione, una doppia colazione. Due forti braccia mi strinsero la vita e una bocca lasciò un bacio sul mio collo.

-Buongiorno amore mio" sussurrò David al mio orecchio. Sorrisi e mi voltai verso di lui.

-Buongiorno anche a te, cuore mio" risposi dopo avergli dato un bacio sulle sue labbra perfette e morbide. David ricambiò il bacio e si inginocchiò davanti a me.

-E buongiorno anche a te Evelyne" disse dandomi un bacio sul pancione. Gli accarezzai i capelli e sorrisi. "Anche oggi sei andata a trovare Karen?" mi chiese guardandomi negli occhi. Annuii. "Povera ragazza" mormorò. Karen se ne era andata da poco a causa di un incidente stradale lasciando soli Matt e il loro bambino. Non l'avrei mai detto ma quella ragazza aveva lasciato un vuoto dentro me e ogni tanto io e il mio futuro marito passavamo alcune serate da Matt per confortarlo e aiutarlo se mai ne avesse avuto bisogno.

Versai il latte caldo nella ciotola dei cereali e mi andai a sedere a tavola. David si sedette di fianco a me con il giornale tra le mani e cominciò a leggerlo interessato, addentai un biscotto al cioccolato e lo guardai. Dopo quel giorno abbiamo cercato di ricostruire la nostra vita insieme, dandoci forza di ricominciare a fare quello che amavano fare. Riprenderci la normalità è stato faticoso, David aveva riportato più ferite di me, senza contare le fratture, e passò mesi e mesi in terapia, io stavo con lui come sempre a dargli supporto. Ma ora quel brutto ricordo era lontano da noi, cercavamo di non parlarne mai. Perché quello che volevamo non era altro che la normalità e felicità. E ora, in questa nuova casa e in dolce attesa, potevamo dire di aver trovato quello che cercavamo. Una semplice vita felice e normale.

 
Fine.
 
Angolo Autrice:
Non sono mai stata brava a scrivere un epilogo, mai!
Spero che vi sia piaciuto nonostante non sia uno dei migliori.
Comunque, spero che la mia storia vi sia piaciuta e che il finale vi abbia soddisfatti.
Grazie a tutti per le recensioni e per il supporto che mi avete dato, grazie davvero.
A presto.

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