Ancora tu

di Jawaadeena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cambiare ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** Non ancora. ***
Capitolo 6: *** Change. ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***



Capitolo 1
*** Cambiare ***


6.00. Cristo, quando dormo il tempo passa così velocemente, che ingiustizia. Penso a questo, la cui traduzione però è: porca puttana, devo alzarmi e prendere quel maledetto aereo. Londra mi aspetta, assieme al suo costante grigiore, alla fastidiosa pioggia e all’inquinamento. Elementi traumatici per una che ha trascorso 19 anni della sua vita in un piccolo paese del sud. Mi alzo, non con poca fatica e noto il computer ancora acceso: ancora una volta ho lasciato che mio fratello si facesse una chiacchierata da solo su skype mentre io mi addormentavo. Che classico,povero Marco. Mi sarei fatta perdonare stasera:dopo quel pensiero una fitta lancinante mi colpisco lo stomaco “non pensarci Serena, non pensarci”. Mi butto sotto il getto gelido della doccia, nella speranza di svegliarmi. Speranza, appunto. Tento di vestirmi buttandomi addosso un jeans e una felpa e mi infilo le converse, tentando di metterle entrambe dello stesso colore. Raccolgo i capelli e butto le ultime cose in valigia. Che tristezza lasciare quel letto, quella casa così piena di vita, di amore. Così piene di mamma. Sento la gola stringersi e mi impongo di non piangere. Prendo la sua foto e la metto in valigia, chiudo le finestre ed esco da quella stanza. Gabry mi squilla, segno che devo uscire, ci siamo: do un’ultima occhiata a quelle mura, respiro ancora odore di casa:chiudo gli occhi e faccio una promessa, a non so chi, ma la faccio: tornerò presto, torneremo presto. Apro la porta ed esco, lasciandomi dietro un pezzo di vita, un pezzo di cuore.
“Minchia oh, ti sbrighi? Sono le 6 e 30 di mattina, mi fai anche aspettare?”
“Rompicoglioni fino all’ultimo eh?”
“Quale ultimo?”
E’ così tenera Gabry, così fottutamente tenera e stronza allo stesso tempo. È la mia migliore amica, è quella persone che non smetterò mai di amare. Che mi ha accolto quando il mondo mi è crollato addosso, quando mia madre si è trasferita nel posto che più meritava, il paradiso. E ora ero lì, a salutare anche quel metro e 50 di tenerezza e cazzate, quelle fatte insieme.
“lascia stare, carica queste e andiamo”
Mi butto in macchina: ha già messo Madonna, mi viene da piangere: con chi ballerò “Like a vergin” ubriaca sui tavoli?
“Allora Sere, pronta? Cazzo è Londra, figaccioni ovunque, feste, party”
“Gà, ci vado per trovare un lavoro, non per trovare il fidanzato e sballarmi ai party”
“Cerca di vedere il positivo in tutto questo: hai il diritto di cominciare una nuova vita, in un nuovo posto con tanta nuova gente. Hai il diritto di essere felice. Goditi tutto questo, non pensarci”
“Lo so. Volevo tutto questo qui però, con te, con gli altri, con le persone che amo. Non a Londra, sola..con chi poi?
“Andrà tutto bene e noi verremo a trovarti spesso. Mi raccomando Sere, hai una cazzo di voce bellissima, fammi onore e ricordati che non sei destinata a lavare i piatti e servire ai tavoli per tutta la vita. Pretendi qualcosa in più da te.”
“Da quanto sei così saggia”
“Da 22 anni, ma non te ne sei mai accorta”
Sorridiamo. Mia aiuta a scaricare i bagagli, poi si avvia verso l’entrata con me, ma mi blocco all’improvviso.
“Oddio: che hai dimenticato? Il computer? I documenti? Oh cristo, i bigl..”
“Taci Gabry. Solo è meglio se ti fermi qui, sai che non mi piacciono quelle scene da film. Entro da sola, non preoccuparti ok?
“ mmm… ok, se vuoi così” e mi si butta al collo. Non piangere Serena, non adesso. La stringo a me.
“Fai poche cazzate, non bere troppo e per l’amor del cielo, smettila di aprire le gambe e darla al vento come coriandoli a carnevale”
“Ti voglio bene, brutta stronza, divertiti, Ci vediamo presto e non pensare tanto alla mia attività sessuale, potresti cadere in depressione”
Sorrido, un sorriso sincero. Le schiocco un bacio sulla guancia e mi giro,  entro senza voltarmi. Perché da ora in avanti farò così, non guarderò più indietro ma solo avanti. E si, lo farò a Londra, voglio o non voglio, sarà il mio futuro.
Il viaggio scorre piacevolmente, una signora sulla 50 seduta affianco a me mi sveglia delicatamente avvertendomi dell’arrivo a Londra. Di già? Non voglio scendere, voglio tornare a casa, voglio chiamare mio fratello. Marco, chissà cosa starà facendo. Un pugno virtuale nello stomaco mi ricorda di non pensarci troppo, anzi, di non pensarci. Così scendo dall’aereo e uscita dall’aeroporto prendo un taxi, che mi porterà a casa. La mia nuova casa. Fa uno strano effetto dirlo ma è così, ormai Londra devo chiamarla casa. Mi addormento anche nel taxi e, quando mi sveglio, con la voce roca di un autista poco aggraziato, vedo un palazzo enorme e un po’ antico. Scendo dall’auto e mi fermo a guardare quel palazzo. Finalmente posso farlo. Piango.

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Capitolo 2
*** II ***


Era un pianto che mi tenevo dentro da troppo tempo e la vista di quella catapecchia mi aveva buttato giù ancora di più, non potevo crederci, era orribile. Mi asciugo le lacrime e mi avvio verso il portoncino. Prendo le chiavi, spedite qualche settimana prima e apro la porta. Bene, 4 piani da farmi a piedi e con le valige, un odore nauseante di cucinato e scale lerce e umide. E’ tutto umido a Londra. E quella sarebbe stata la mia nuova casa? Bene, molto bene. Arrivo con fatica davanti al portone di casa, infilo le chiavi e apro. Un bianco accecante e un odore di vernice fresca mi travolgono, quella casa era stranamente pulita a differenza dell’ambiente esterno, arredata con quelle poche cose che mi sarebbero bastate: una cucina, un divano, un mobile con un televisore e il soppalco, con il letto e una specie di armadio. La sensazione che mi pervade è un’altra. Mi sento ospite, non mi sento a casa e mi sento male per quell’odore così pungente. Cerco di non pensarci e passo il resto della giornata a pulire mobili e a riempirli, svuoto le valigie, sistemo la sua foto proprio all’entrata, così che io possa vederla e salutarla sempre. Incredibilmente si fa sera, non sento la fame, ormai il mio stomaco è pieno di quell’odore di vernice. Accendo il computer e attendo con ansia. Tanta ansia. E lo guardo, finche il suo sorriso non compare.
“ Sere, ammazza che faccia da zombie che c’hai”
“Grazie brò, sempre delicato tu”
“com’è Londra?”
“E io che ne so, non ho visto niente se non casa mia” Casa mia, mi esce spontaneo e quasi sono contenta. Poi però gli faccio la fatidica domanda.
“ Lì… come è andata oggi?”
“ Serena.. smettila di chiedermelo ogni giorno: è andata, come ieri, come avant’ieri, è andata… sono qui e ti sto parlando, e ti sto guardando, e sei bella anche se un po’ stanca. Ho tutt’e due le mani e i piedi, cammino da solo e anche stasera il mio compagno di stanza è rientrato. Come vedi, oggi è una bellissima giornata.”
Sorrido. Trova sempre il modo per sdrammatizzare il fatto che lui è laggiù.
“Lo so, sono pesante.. ma mi preoccupo”
“Certo che ti preoccupi, sono in guerra, mica a Gardaland.”
Guerra. L’ha detto cazzo, non doveva, odio quella parola. Lui è laggiù, è lontano, è impegnato in questioni sociali, ma non in guerra.
“Scusa” se ne accorge, è un tasto dolente.
“ e’ ok, non ti preoccupare. Ti faccio guardare la mia casa” sposto di un po’ il computer e lo faccio girare intorno alla casa, per offrirgli una visuale migliore e per asciugarmi l’ennesima lacrima.
“Però è un bel posto.. ti ci devi abituare Sere, è la tua nuova casa, lo sarà per un po’… domani comincia a cercarti un lavoretto e fai qualche provino!”
“Si, provino”.. sono mesi che non canto, e non ho voglia di farlo.
“ se non fai un dannato provino ti uccido, ricordati che l’hai promesso!!”
“ ok ok farò qualche provino” dico, sbadigliando.
“Vai a dormire, sarai stanca per il viaggio”
“Solo un po’” mento spudoratamente, dimenticandomi che lui è mio fratello, sangue del mio sangue, e mi conosce.
“Si un po’… vai stellina, devo spegnere anche io, c’è troppa luce e lo sai che..”
“Si lo so, buonanotte allora, chiamami domani.”
“Ma perché ti ha chiamato Serena se è l’ultimo aggettivo che ti rispecchia?”
Mi lascio sfuggire un sorriso, in effetti io con la serenità ho davvero ben poco a che fare.
“Notte Brò”
“Notte mia stellina, ti voglio bene!”
Chiudo il pc. Anche io te ne voglio, dannazione. Non potevo sopportare l’idea che lui fosse lì, esposto al pericolo, alla morte. Ma Marco è sempre stato così, fin troppo buono, fin troppo disponibile e patriottico. Dannatamente patriottico, al punto di arruolarsi e decidere di esporre la sua vita in pasto alle bombe. Mi faccio una doccia per scacciare via quei pensieri e poi vado a dormire. È un letto scomodo, ma dall’Italia ho portato il mio adorato cuscino. Chissà che giornata mi aspettava l’indomani, ma non volevo pensarci più di tanto, volevo dormire. E così è stato.

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Capitolo 3
*** III ***


Ancora una volta è la sveglia a ricordarmi che devo alzarmi e cercarmi un lavoro. Apro le finestre e ovviamente il cielo è grigio, come me. Esco a prendermi un caffè, anche se pare esagerato chiamarlo caffè. Acqua colorata, ecco. Distrattamente poso gli occhi sul Times sulla sezione annunci. E me ne salta uno agli occhi, immediatamente. “Sony Music cerca coristi. Per informazioni…” Bene, penso. Forse questa giornata può cambiare; pago quella specie di caffè e tento di raggiungere quei maledetti studi. Improvvisamente una scarica di adrenalina mi attraversa il corpo. Partono le note di “Don’t stop me now” dei Queen, Dio sa quanto amo quella canzone. Non fermatemi adesso. Insomma, è un posto da corista, chissà per chi, chissà che genere. Allora perché diavolo sono così gasata? E se prendo una fregatura? Tra tante persone perché dovrebbero prendere proprio me, proprio Serena Marotta. La voce stridula degli altoparlanti in metro mi ricorda che devo scendere. Spero di non perdermi, cavolo. Londra  è enorme, e la gente è fredda, insomma: se cadi, sbatti la testa e passa un tram sopra il tuo corpo, un londinese potrebbe tranquillamente non accorgersene!
“Mi scusi, per gli studi Sony?”
“Pure lei una di quelle ragazzine pazze e stridule?”
Come prego?” lo guardo allucinata.
“No, forse lei è apposto. Guardi, la vede quella massa informe di ormoni impazziti e urlanti? Ecco, quella è la sony. In bocca al lupo!”
Oh cristo, che vuol dire? Certo, devo stare proprio nel mondo dei sogni per non accorgermi che una massa di ragazzine è lì davanti che urla. One Direction? E chi sono ora questi? Cerco di attraversare il più velocemente possibile quella strada senza perdere l’uso dell’udito e come per miracolo mi ritrovo dentro un palazzo enorme. Una ragazza mi viene incontro e mi chiede se fossi lì per il provino, non aspetta risposta, mi sbatte sul petto un numero e mi spinge in una stanza con altre 127894084723 persone. Minchia, devo essere l’unica a non conoscere sti One… one.. Direction, è scritto in gigante sulle pareti.. bene. Che gli canto a sti One Direction? E se mi chiedono una loro canzone? Oh, bella figura di merda.. e poi quanti so? 2?  3? Mentre mi faccio 8mila seghe mentali non mi accorgo che arriva il mio turno: canto la mia canzone preferita e se mi chiedono un loro brano… vabbè, troverò il modo.
Entro in questo stanza e c’è un tavolo lungo e dietro almeno 10 persone. Michia, neanche agli esami di stato c’era così tanta gente! Pensiero che ovviamente, tengo per me.
“Buongiorno signorina…”
“Buongiorno” ok tremo. Perché sono venuta?
“Signorina…?!” il tipo grosso vestito di nero mi incita a presentarmi.
“Certo, scusate. Serena. Serena Marotta”
“Ciao Serena” mi saluta un tipetto dietro il tavolo. I capelli quasi rasati e un sorriso bellissimo. E sicuramente il più educato. Un biondino è troppo impegnato a lodare il suo pranzo che mi fa solo un cenno della testa, un tipo ricciolino è troppo impegnato a sbattere lunghissime dita su un I-phone mentre un altro tiene lo sguardo basso mangiucchiandosi le unghie. Ma quanti tatuaggi ha questo?! E io che pensavo di aver esagerato con i miei 5 tatuaggi. Strani sti one cosi..mah.
“Allora”, mi incita il simpaticone vestito di nero: Paul, c’è scritto sulla sua camicia, “ che ci canti?”
“ Canto Hallelujah di Jeff Buckley”
Il ricciolino finalmente alza gli occhi dal suo telefono e posso scorgere 2 occhi Verdi così Verdi e così profondi.
“ Un bel pezzo difficile, facci sentire, Serena”
Potrei dire che è anche carino, denti perfetti e sorriso da dio. Ma se la tira, eccome se se la tira. Ha di nuovo lo sguardo su quell’aggeggio. Me ne frego e comincio a cantare. E mi perdo in quelle note, la voce mi trema ma sento nella mia testa la sua voce, di quell’angelo che mi sta dando la voce per superare questo provino. Così sciolgo il ghiaccio e canto, una liberazione, finalmente. Dop 4 mesi. Sono così presa che non mi accorgo che il tipo, Paul, mi fa cenno di fermarmi.
“Scusate, ero molto presa.”
Alzando lo sguardo noto che i ragazzi hanno lasciato le loro attività per fissarmi fastidiosamente. Ah, si è aggiunto un altro tipetto: come diavolo è vestito, è caduto nell’armadio stamattina?
“Complimenti, Serena, gran bella voce” dice poi. Ok, ha anche una voce stridula e due occhi straordinariamente celesti.
“Grazie”
“Puoi andare Serena e aspettare nell’androne, saprete presto chi di voi è stato preso”
Sto per andare via quando la voce del tatuato si leva nel silenzio della stanza.

 
Bene bene. E’ la prima volta che lascio qualche rigo per me. Grazie alle persone che stanno seguendo la storia e a quelle che in silenzio stanno facendo la stessa cosa. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate e scusarvi se posto un capitolo ogni 3 anni, purtroppo l’università mi prende molto. 2 cosette sulla storia, è autobiografica in alcuni punti che spero captiate voi, mi piace molto e so già che la nostra Serena farà impazzire qualcuno, ma lo farà sudare molto ( in tutti i sensi xD) . Buona lettura :*

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Capitolo 4
*** IV ***


Cazzo. E ora cosa vuole? Non poteva continuare a mangiarsi le unghie?
“Perché non ci fai sentire come canti un nostro brano, uno qualsiasi. D’altronde deve farci da corista, no? “ asserisce, cercando la comprensione degli altri, che sono già tornati alle loro attività iniziali.
Cazzo. Ho perso il lavoro prima ancora di averlo per colpa di uno ..
“No Zayn, abbiamo troppe persone da provinare.”
“ Due secondi, magari Moments, o Gotta be you!”
“No Zayn, non abbiamo tempo” il moro sbuffa. “ Okay” dice infine, con tono scocciato.
Ok un cazzo penso tra me e me. Esco, più nervosa che mai e mi dirigo verso i distributori. Ho bisogno di un caffè, urgente. Uno fatto come si deve questa volta. Per fortuna c’è il tasto del “ caffè italiano”: speriamo sia italiano sul serio o almeno, che ci somigli.
“ L’avevo capito da subito che eri italiana,anche se ti aspettavo più simpatica”
questa voce la riconosco immediatamente: lui, lo stronzo.
“Non sapevi neanche una nostra canzone, vero?” prosegue. È così strafottente e così… bello. Mi giro e finalmente posso guardarlo da vicino, forse troppo.
“Chi te lo dice?”
“La tua faccia quando te l’ho chiesta”
“ Se vuoi la sincerità in tutto, non so neanche chi siete voi. Cerco un lavoro!”
È divertito e allo stesso tempo risentito: ha scritto in faccia “non sai chi sono io?”
“Puoi sempre farti perdonare”
“Non ho fatto niente per cui farmi perdonare”
“certo, non sai chi siamo”
“Non è uno dei peccati mortali non sapere chi sei tu e i tuoi amichetti”
“ ehy ehy, signorina… devi comportarti bene se vuoi il lavoro!”
“ Non penso decida tu a chi dare il lavoro”. Che prepotente sto qui.
“ beh, io sono uno dei One Direction, posso sempre dire la mia che è importante, come quella degli altri ragazzi”
“ ah si? E come li convinci? Gli prometti lacca e gel in quantità e una lezione gratis su come fare mantenere su il ciuffo?”
Effettivamente, ha un ciuffo impressionante di un biondo orrido. Si avvicina, troppo, posso sentire il suo profumo. Mi fissa per una quantità di tempo infinita, poi mi toglie il caffè di mano.
“ davvero simpatica, Serena. Grazie per il caffè!”
“ che cazz”si avvicina, 2 cm dalla mia faccia. Mi fissa e sembra che i suoi occhi diventino più scuri e più profondi.
“ Serena… non dire parolacce, su.. le italiane sono così eleganti”sussurra pericolosamente
“ Agli inglesi manca questa dote a quanto vedo” rispondo acidamente. Lo scanso e vado via. Questo mi sta sulle palle, è fottutamente sexy e mi sta sulle palle.
Si sono fatte le 4 del pomeriggio, ho fame, sonno, sono qui da stamattina e ancora non sappiamo niente: hanno fatto una prima eliminazione e poi una seconda, siamo rimasti in 10 e ancora nessuno si decide a mandarci qualcuno e capire di che morte si muore oggi. In più sono nervosa: penso che se mi prendono dovrò stare 24/24 con quel Zayn, e la cosa non so se mi fa piacere o no.
Marotta, Duquette, McGuire seguitemi. Il resto va a casa”
Sobbalzo dalla sedia e scatto in piedi: perché ci hanno chiamato in 3? Guardo gli altri e hanno il mio stesso sguardo interrogativo. Seguiamo una donna minuta dai liscissimi capelli neri che ci porta nella stessa stanza di prima: stessa scena, stessa gente seduta al tavolo ma con una sottile differenza: i ragazzi sono più attenti, ci osservano. Zayn giocherella con il bicchiere di caffè vuoto, il mio caffè.
“ Allora ragazzi, 2 di voi prendono il posto di coristi a partire da domani, uno va a casa”
Domani? Io non so neanche chi sono sti qua e loro domani cominciano, sono fottuta.
“ Sanny McGuire?
“Si” risponde la ragazza con un filo di voce. Trema ed è rossa, guarda i ragazzi come fossero dei. Sarà una loro fan.
“ Puoi andare, grazie comunque.”
Ci resta malino, stringe la mano ai ragazzi e poi va via, sconsolata.
“Pierre Duquette, Serena Marotta, siete i nuovi coristi dei One Direction, congratulazioni. Ora vi lasciamo un po’ con i ragazzi così vi conoscete e poi vi chiameranno per parlare dei documenti e dei contratti” dice con voce robotica un manager.
Oporcammerda. Cioè, io stamattina non volevo alzarmi, l’ho fatto, una botta di culo mi ha fatto leggere l’annuncio sul giornale e ora sono la corista di una boy band? Se non mi conoscessi potrei dire che è la mia giornata fortunata.
“ Serena, non sei emozionata? “ il mio collega Pierre mi parla, ha gli occhi che sprizzano gioia.
“Certo” mento. Sono preoccupata, agitata, ancora nervosa.
Il riccio ci viene incontro e sorride: però… mica male! Due fossette appaiono sul suo viso, addolcendo ancora di più quei lineamenti così puri e delicati!
“ Ragazzi, sono Harry, Harry Styles! Sarà divertente lavorare con voi, saremo una bella squadra.” Poi ci abbraccia. Resto piacevolmente sorpresa da quel gesto e ricambio gentilmente.
“Liam, piacere” mi porge la mano e anche lui mi sbatte in faccia un sorriso da far paura. Madre natura si è impegnata tanto con questi One Direction!
“ sembri scossa” dice gentilmente. È davvero educato e gentile.
“ Si, non mi aspettavo questa notizia. Sono comunque contenta”
“ ci troveremo bene insieme, vedrai Serena” sorride.
“ Ah, lui è Niall” lo afferra per il cappuccio della felpa e miracolosamente non lo soffoca. Il biondo fa una faccia buffissima, poi quasi si contorce attorno al cappuccio e mi saluta porgendomi la mano. Sorrido, sono davvero buffi.
“ Serena, allora sei italiana! Oddio cucinerai per me qualche piatto italiano?” mi domanda con occhi traboccanti di cibo italiano.
“ Niall, non essere impertinente. È la nostra corista, non la nuova cuoca.” Il biondo pare restarci male
“Tranquillo” sorrido. “ quando vuoi” e mi abbraccia. Anche lui.
“ Seeeeeeeeereeeeeeeeeenaaaaaaaaaaaa” un urlo stridulo prende il sopravvento su tutta la stanza. Il ragazzo vestito da marinaio mi viene in contro e mi stringe le spalle.
“Pronta a lavorare con noi? “
“Ehm, più o meno!” durerò meno di 10 giorni, poi scapperò. Abbracciano troppo, sorridono troppo e urlano troppo. Niente con cui possa andare d’accordo io.
“ Ti divertirai” mi da un buffetto sulla guancia e sorride.
“Forse è il caso che io ritiri tutta la documentazione, magari ci vediamo dopo.”
Scappo da quel casino, non vedo il mio nuovo collega. Sarà stato preso in ostaggio da uno dei 5. Cinque. Ora che ci penso mi manca qualcuno all’appello. E infatti il pensiero non fa in tempo ad essere accantonato che mi si piazza davanti.
“ Serena. Congratulazioni.”
“Grazie” e cerco di dileguarmi ma una presa forte mi blocca il braccio.
“ Ti devo un caffè” mi sussurra all’orecchio. Il suo profumo, dolce e amaro contemporaneamente mi invade le narici.
“Magari un’altra volta” e rallenta la presa.
“Ci conto allora, Serena.”
Contaci!” e scappo via. Perché non riesco a odiarlo? Perché è così sexy? Perché mi faccio tutte queste domande.
“ Serena Serena Serenaaa! No dico, li hai visti? 5 gnocchi della madonna, uno più figo dell’altro!!! E che sorrisi, voglio conoscere il loro dentista e anche i loro genitori, voglio fargli i complimenti!!! Oddio cara non sei felice? Abbiamo un lavoro e pure ben pagato, siamo nella boy band più conosciuta e figa del mondo, gireremo il mondo!!!” il suo entusiasmo quasi mi urta. Non ho ancora ben realizzato cosa è successo, nella mia testa c’è un vortice di sensazioni e emozioni e paure che non riesco a controllare.
“ oddio scusa. Non ci conosciamo neanche, è solo che io sono così.. francese!! Pardon Serena.” Sembra davvero sentirsi in colpa. Mi dispiace.
“ figurati.. ehm..”
“Pierre”
“Pierre. È solo che sono confusa. Andiamo a chiarirci le idee dai manager.”
“ Buona idea” mi sorride e ci dirigiamo verso gli studi. Ne usciamo dopo due ore con la testa piena di cose. Una tipa dai capelli color boh mi ha detto che domani mi rifà il look. che diavolo vuole dal mio look? in tutto quel trambusto ho solo capito che prenderemo 10mila sterline al mese e che domani avremmo cominciato a lavorare sui brani e a conoscere le voci dei ragazzi. Sento il bisogno di chiamare Marco, e poi Gabry. E poi di avere 10 minuti per sedermi e piangere. Perché è il mio sfogo e perché finalmente qualcosa sembra andare nel verso giusto. Finalmente. 

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Capitolo 5
*** Non ancora. ***


Una delle assistenti si era offerta di accompagnarmi in auto a casa perché, of course, pioveva. Rifiuto, piuttosto ho in mente altro. Passo dal primo negozio di dischi sulla via e compro tutto il materiale necessario sui ragazzi. Cd, DVD, libro. Torno a casa e trovo un messaggio di Marco. L’ansia mi assale,non lascia mai messaggi.
“Honey, è così che devo chiamarti? Stiamo facendo un trasferimento di base, non potrò usare il pc per una settimana circa. Non essere in pensiero, ti chiamerò nell’ora di pausa. Ti voglio bene stellina, spero tutto proceda per il meglio. Ti voglio bene. M.”
Era tutto troppo bello per essere una giornata con i fiocchi. Non voglio pensarci. Infondo è il suo lavoro e io non posso farci niente, se non aspettare che questa settimana passi in fretta.
Decido di rilassarmi e preparo un bagno caldo, verso i Sali profumati dentro e porto il mini stereo in bagno. Mi spoglio e faccio scivolare la mano sul fianco destro, percorrendo i bordi del mio tatuaggio: “ impossible is nothing”. Niente è impossibile. Era la sua frase preferita, il suo motto di vita, la sua vita era niente di impossibile. Trattengo le lacrime. Metto su il cd che ho comprato e mi immergo. Il cd parte e quasi stento a crederci.
A differenza di quei 5 scalmanati e strani ragazzi che avevo conosciuto qualche ora prima, le loro voci erano incredibilmente armoniose e legate l’una con l’altra. Riconosco subito la voce calda e roca di Harry, quella pulita e intonata di Liam, quella dolce e adorabilmente irlandese di Niall, quella sorprendente di Louis, così chiara e incantevole e poi quella di Zayn. Pensavo a lui come quello entrato nel gruppo per grazia ricevuta,  per il ciuffo di 2 metri e per lo sguardo da figo e cattivo ragazzo. Insomma, quelli che fanno impazzire le ragazzine. Invece è proprio quello con la voce più alta e profonda. Ammetto a me stessa di essere sorpresa.
Mi tiro fuori dalla vasca, mi asciugo e mi metto in pigiama. Con i capelli ancora bagnati infilo il dvd nel pc. Sono curiosa di sapere tutto di questi ragazzi, anche perché da domani, saranno la mia nuova vita.  Studio le loro mosse, le loro voci, i sorrisi, belli e luminosi, le loro emozioni, su  ogni palco una diversa, e anche le loro cretinate. Mi addormento così.
Suona il telefono.
“Pronto?”
“ Serena, ma come dormi ancora?”
“ Con chi parlo prego?”
“Ma come!! Non riconosci la mia voce. Così mi offendo.”
“ mi hai svegliato, non riconoscerei neanche la mia voce ora”
“ Beh, era anche ora che ti svegliassi, sono le 9 e mezza”
“ Cazzo. Devo andare a lavoro, scusa, devo chiudere.”
“ E’ per questo che sono qui. Serena, sono Paul. ho preso il tuo indirizzo dall’assistente. Ci andiamo insieme, è abbastanza lontano di qui.”
Paul? Come diavolo ha fatto a sapere dove abito? E perché è qui, posso andarci da sola, mica ho 5 anni. Fingo la voce più gentile che posso.
“ grazie Paul, ma non preoccuparti, arriverò tra poco in pullman. Non disturbarti.”
“Andiamo Serena, sono qui sotto. Ti aspetto qui se vuoi.”
Insistente.
“ Sali.” Non vorrei avere sulla coscienza nessuno malato per colpa mia.
Apro la porta e mi chiudo in bagno. Vedrà la topaia in cui vivo ma non me appena sveglia. È uno spettacolo che riservo davvero a pochi.
“ Permesso, posso entrare Serena?”
“Si, finisco e arrivo.”
Faccio tutto abbastanza in fretta, mi fiondo sotto la doccia, per poco non mi ammazzo scivolando sulle piastrelle bagnate, mi infilo un leggins e una felpa verde scuro, blazer e sono pronta. Un filo di mascara e matita. Per colpa di quel simpaticone non potrò dare una direzione ai miei capelli ondulati e ribelli. Esco sconsolata dal bagno.
“ Bella questa foto, è tua mamma? Vi somigliate tanto. L’hai già detto che hai beccato uno dei lavori più richiesti oggi?” mi sorride.
“Mia mamma è morta.”
Arrossisce. Il sorriso  scompare per lasciare il posto ad una faccia cupa e dispiaciuta.
“Scusa” diciamo poi, all’unisono.
“No scusami tu, non volevo essere invadente. Non potevo saperlo e..”
“Paul, scusami tu invece. Solo che ho avuto una notte tormentata e un risveglio poco piacevole, non per te. Per il telefono che suonava.
“Per colpa mia”
“ Allora è colpa tua, si.” Poi gli sorrido.
“Ecco. Ho del caffè e muffin al cioccolato. Oggi avremo una giornata molto intensa e ti stancherai parecchio. Così ti sono passato a prendere, i pullman sono stressanti.
Sono incuriosita da tutto questo interessamento.
“ Grazie. Posso chiederti una cosa”
“Si”.
“ perché tutto questo? Ci “ conosciamo” da 2 giorni.”
“ vedi, ieri sono rimasto colpito da te. In senso buono, sia chiaro. Quando ti hanno comunicato che eri la nuova corista non hai gioito, non hai preso il telefono per avvisare qualcuno, non hai sorriso. È come se ti avessero detto sei la nuova cameriera di Nandos. Insomma, chiunque impazzirebbe nel sapere che lavora con i One Direction”
Appunto...io non so neanche chi sono.  Sorrido debolmente.
“ sono a Londra da 3 giorni, mi serviva un lavoro e sono contenta di averne avuto uno così importante. Sono un po’ confusa, per me è tutto nuovo qui e non conosco ancora nessuno. Con il tempo prometto di essere meno acida. Mi ambienterò e tutto sarà diverso.“
Sorride. “ perfetto, Serena. Andiamo?
Scendiamo le scale e appena fuori dal portone non scorgo nessuna macchina. Solo un furgone grigio dai vetri oscurati.
“Come mai siamo con un furgone e siamo solo due persone?”
“Ehm…” apre la porta. 5 facce allegre e già sorridenti mi salutano in coro.
“ Buongiorno Sereeena, ben arrivata!” fa eco Louis dal fondo del furgone.
“Ehm.. Buongiorno.”
Niall si sposta un po’  e mi fa posto, sorridendomi. Lo ringrazio e mi siedo affianco a lui.
“Allora, dormito bene?” chiede sempre il castano dagli occhi di ghiaccio.
“ si”
“ Sei di molte parole la mattina eh?” continua.
Annuisco.
“ Bene Zayn, un’altra come te” ridacchia poi.
Zayn. Lo osservo. Ha solo fatto un cenno con la testa. Ha gli occhi coperti da occhiali scuri. Un jeans e una maglietta che sembrano essere stati scelti al buio e una giacca di pelle nera. Ovviamente, i capelli sono perfetti. Ovviamente.
“ mi riprenderò tra poco” asserisco e sorrido.
Gli altri ragazzi non sembrano in condizioni diverse dalle mie e da quelle del moro. Harry ha gli occhi chiusi, Liam è appoggiato allo sportello e si guarda un po’ intorno, ogni tanto sorride. Niall ha delle enormi cuffie verdi. Louis è effettivamente l’unico sveglio del gruppo, con gli occhi spalancati e i capelli arruffati, che lo rendono ancora più carino.
“ Che palle però, mica posso farmi il viaggio con 4, pardon, 5 morti. Su, è solo mattina, mica andiamo in guerra.”
Guerra. Cerco di mascherare il tripudio mi sensazioni che mi invadono e il pugno allo stomaco che mi prende in pieno.
Quando nota che nessuno gli ha risposto si gira verso il finestrino, fingendosi arrabbiato.
“ Dai Boo, non fare così. È solo mattina, tra poco saremo più attivi tutti” e gli poggia una mano sulla gamba, poi la testa sulle sue spalle. E chiude gli occhi. È inspiegabile lo sguardo che c’è stato tra i due, ricco di alchimia e… boh.
L’auto si ferma. Paul scende ma nessuno dei 5 ragazzi si muove. Così resto ferma anche io. Poi lo vedo. Oh no, il mio risveglio aveva già fatto schifo.
“ Bonjour” . la voce stridula di Pierre risuona in tutto il furgone. Gli occhi di Louis si illuminano.
“ Finalmente un vivo tra questi cadaveri” esclama, alzandosi e facendo scivolare in avanti il riccio, che sbotta qualcosa di indecifrabile. Scavalca la prima fila di sedili per spostarsi in quella di dietro dove si è seduto Pierre, che mi sorride, eccitatissimo. Ricambio, ovviamente fingendomi eccitata e sveglia, soprattutto.
I due cominciano a parlare. Non posso sopportare 2 voci stridule appena sveglia, così frugo nella borsa alla ricerca delle cuffie. Che ovviamente non trovo.
“Cazzo.” Sibilo tra me e me.
Sto per rimettere l’ipod nella borsa quando un paio di cuffie atterra sulla mia borsa. Sollevo lo sguardo e gli occhi di Zayn fanno capolino dagli occhiali.
“Forse la mattina dovresti svegliarti prima e ricordarti di prendere tutte le cose, o no? “
“ Grazie, mi è passata la voglia.” Rispondo, acidamente, tirandogli indietro le cuffie.
Si stringe nelle spalle, fissandomi, recupera le cuffie e le butta nello zaino. Si rinfila gli occhiali e volta lo sguardo.
Fanculo, penso nel frattempo.
Arriviamo. Un boato mi riempie le orecchie.
“ Dovrai abituarti” mi dice gentilmente Liam.
Abituarmi? A prima mattina dovrei abituarmi a questa massa di ovaie impazzite che gridano? Oddio, perché mi sono presentata ai provini? Avrei dovuto capirlo subito.
“ Ragazzi appena apro correte negli studio, non vi fermate, Niall niente autografi o foto o abbracci. Se dopo c’è meno gente ti faccio uscire un po’. Scendete in ordine Harry, Louis, Niall, Liam, Pierre, Serena, Zayn. Chiaro?
Neanche ci avesse preparato ad un lancio spaziale. Che sarà mai?
Lo scopro appena apre la porta e una 40ina di ragazzine si buttano sui ragazzi che ad uno ad uno scendono dal furgone. Se non ci fosse Paul penso li avrebbero mangiati. Mani che tirano le felpe, gridano, piangono.
“ Scendi o no?” la voce rude del moro mi ricorda che è il mio turno. Così scendo e le braccia di Paul cingono le mie spalle e mi guida verso l’entrata a passo svelto.
“ Puttana!!”
 una voce si leva dalla massa e mi indica. Mi giro di scatto e vedo la ragazza che mi aveva appena dato della puttana. Puttana a me?
“ Cos’hai detto? Mi volto di scatto verso le ragazzine ma Paul mi tira dentro l’edificio ma prima di chiudere la porta una voce si leva:
“ Abbassa i toni ,ragazzina” .
La voce è la sua e incredibilmente non ha fatto lo stronzo come il suo solito. Poi la porta si chiude e un silenzio incredibile e Zayn è dietro di me.
“ Grazie” . cerco di guardarlo negli occhi.
“ Abituati”
“ Ad essere difesa da Mister simpatia o a sentirmi dare della puttana?”
“Entrambe. Ora sarà un inferno. Sei l’unica donna tra noi.”
“ E quindi? È il mio lavoro questo, mica mi scopo qualcuno.”
“ Non ancora” sorride beffardo.
“ Io non sono quel tipo di ragazza, chiaro? Per le scopate ci sono le tipe lì fuori, non vedono l’ora.” Sibilo a pochi centimenti dal suo viso, incazzata come non mai.
“  calma Serena, calma. Rilassati un po’.  Chi te lo dice che non ti innamorerai presto di uno di noi? “
“ Te lo assicuro io. In ogni caso farò molta attenzione ad evitarti, che Dio non mi voglia infliggere quest’altra punizione.”
Ride, e di gusto anche. Lo odio, vorrei prenderlo a schiaffi in faccia.
“ Posso offrirti un caffè? “ e mi porge la mano, come a volermi chiedere scusa, come a voler ricominciare da capo.
Gli stringo la mano e gli sorrido.
No”.
Mi volto e vado via, entro nella stanza dove sono gli altri. Che giornata di merda mi aspetta?
 
Piccolo spazio per me
Ciao piccole lettrici!!! Come starete osservando, il personaggio di Serena sta cominciando a prendere forma e a fare conoscenza con i ragazzi. Avrete già intuito che Serena avrà non pochi problemi ad essere accettata dalle fan e soprattutto, avrà non pochi problemi con Zayn. Scrivetemi se vi va e recensite, mi piacerebbe sapere quali sono i punti estremamente autobiografici.  Grazie a chi legge, vi abbraccio virtualmente.

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Capitolo 6
*** Change. ***


Siamo tutti riuniti in una stanza secondaria e una donna, non tanto giovane sta spiegando la giornata di oggi.
“ Dunque, Harry, Louis, voi due dovete  registrate 2 parti che non mi sono piaciute la settimana scorsa, quindi andate nello studio 2 con Syria. Voi 3 invece andate ad incidere le parti singole di Little Things. Liam, mi raccomando, ti voglio più deciso. Concentrati.”
Fa un sorriso amaro e annuisce. Ma più serio  e concentrato di Liam dove lo trovi? 
“ Ehm, i due nuovi arrivati. Seguite Lou che oggi vi da una sistemata” afferma, acidamente e guardandomi dalla testa ai piedi. Questa Lou non ha capito un bel niente, se mi vogliono sono così, altrimenti fanculo. 
“Pierre mi spieghi come diavolo fai ad essere così contento? Cioè, siamo giocattolini nelle loro mani.”
“Serena, pour Dieu, calmati. Che sarà mai una sforbiciata ai capelli e un cambio di look? rilassati un po’, goditi questa cosa, non capita a tutti. Forza tesoro, fammi un sorriso bellissimo e seguiamo Lou. Dai, sorridi :D “
Faccio uno dei sorrisi più stupidi e finti che riesco a fare e Pierre se ne accorge, mi tira un pizzicotto sulla spalla, poi mi prende per mano. 
“Sei adorabilmente italiana”. Non capisco cosa vuole insinuare e non riesco a pensarci perché mi travolge e mi spinge verso la stanza dove Lou e altre 4 persone ci stanno aspettando.
“Bene signori: tu, biondino, vai con loro. Taglia quei capelli, Kurt Cobain è morto e si è portato nella tomba la moda dei capelli lunghi e biondi. Quasi rasati sui lati e cresta. Il colore lo teniamo.”
Pierre sembra aver cambiato idea sul rinnovamento del look e le sue stronzatine perché è diventato bianco e cerca di opporsi alle forbici che stanno per decimargli la chioma bionda. Peccato, mi piaceva.
“ Tu, benedetta ragazza. Quanti anni hai, 40? Hai un fisico da fare invidia,quel culo sta su da solo, per quale diavolo di motivo lo copri in quel modo? Via i felponi bambolina, oggi andremo a fare shopping. Prima però eviterò di farti sembrare Maria Maddalena sistemandoti quel cespuglio. Siediti”
“IO sto benissimo così, grazie”
“Non farmi ridere” mi afferra per un braccio e mi fa cadere sulla poltrona.
“Copri lo specchio Jennifer”.
Una tipetta corre agli ordini di Lou e mette un telo nero sullo specchio.
“ è la punizione per chi si oppone” mi sorride. 
Cerco di capire se Lou è una bastarda cronica oppure io sembro davvero una quarantenne. Cerco con lo sguardo Pierre e ha gli occhi rossi. Non penso sia così forte come voglia dimostrare. I miei pensieri vengono distolti dal getto di acqua fredda che mi bagna i capelli. Presumo sia parte della punizione di questa bambolina dai capelli di un colore indecifrabile.
“Sento puzza di tintura, non mi starai tingendo i capelli?”
“ Oh si cuore, lo sto facendo. Se provi ad alzarti da questa sedia te li faccio blu.”
Porca troia. È proprio bastarda. Se mi tinge i capelli di un colore che non sia esattamente “ da persona normale” giuro, mi licenzio.
“ Lou, i suoi capelli sono finiti, che faccio?” domanda la tipa di prima, masticando svogliatamente una gomma americana.
“ insegnali come ci si veste, sti francesi non hanno gusto per niente.” 
Pierre sta bene. Sembra più uomo effettivamente, si vede bene il suo viso perfetto, senza alcun difetto. E i suoi bellissimi occhi grigi. Gli sorrido. Il rumore metallico delle forbici mi fa sussultare. “ Posso almeno chiederti di non scalarmi i capelli e non farli tanto corti? Non so farli a casa altrimenti.”
“Tranquilla bambolina, non avrai più tempo di farteli a casa. Considerami le tue mani per il trucco e i capelli a partire da adesso.”
Che culo, penso. Passano 2 ore, la schiena comincia a farmi male. Dopo aver finito con i miei capelli Lou è passata al trucco. Mi ha truccato varie volte prima di sorridere soddisfatta e guardarmi.
“ Amore, hai 2 occhi da cerbiatta, sei estremamente sexy. Mi fai il dannato favore di smetterla di truccarti e vestirti come mia nonna? Sarai sotto i riflettori d’ora in poi, ti vedrai in Tv, sui giornali, su internet. Fammi onore.”
Poi scopre lo specchi tirando via l’enorme telo.
Cazzo.
Stento a credere che quella riflessa allo specchio sono io. I miei capelli sono leggermente più chiari verso le punte, non ho più odiosi ricci crespi ma ricci definiti che cadono morbidi sulle spalle. E gli occhi. è strano notare come una matita colorata e non nera abbia totalmente cambiato il mio sguardo, illuminandolo e rendendo le mie iridi nocciola ancora più luminose e grandi. Sono diversa. E odio doverlo ammettere, mi sentivo bene.
“ Allora? Che mi dici?” 
“ hai fatto un bel lavoro, ti ringrazio. “
“ tutto qui? Senti, io non sono solo una make up artist, sono una donna, come te. So che quando ci nascondiamo dietro il nero e preferiamo raccogliere i capelli anziché pettinarli è perché non vogliamo farci notare, vogliamo stare tranquille. Ma hai solo 20 anni e qualsiasi cosa ti sia successa, sei in tempo per ricominciare da zero. Oggi alle 5 andiamo a fare shopping. Non farmi aspettare.”
resto in silenzio. Sarà stato il tempo che ha passato a osservarmi, quella ragazza ha capito tutto. E non è bastarda. Ho il magone, sento il bisogno di chiamare Gabry. Esco dalla stanza e noto un balconcino aperto. Compongo il numero, il suo.
“ Brutta stronza, stai già facendo la bella vita che ti ricordi solo ora di chiamarmi?”
“ Gabry scusa. Tu non immagini cosa è successo in questi soli 3 giorni.”
Così le parlo di tutto,del provino, dei ragazzi, del ragazzo, del mio nuovo look e della mia nuova vita.
“ Te l’avevo detto io, Dio quanto sono felice. Non vedo l’ora di vederti su Skype, o giornale, o sito web, o concerto. Brava la mia piccola Serena!”
Sorrido. 
“Mi manchi.”
“ anche tu amore, prometto che appena l’università mi molla ci vediamo. Ti voglio bene, fai la brava” e aggancia.
Sorrido. Mi giro di scatto e noto Harry che mi fissa. Sussulto.
“ Beh, che c’è?”
“ Wow Serena. Sei così… diversa!! Stai molto bene. Scusa non volevo spaventarti.”
“ Da quanto sei qui?”
“ Ehm, poco. Cioè abbastanza per aver capito che Louis ti sembra strano, io uno che se la tira, Niall e Liam gli unici normali e Zayn quello stronzo.” Mi sorride.
Merda.
“ Beh, sai.. le prime impressioni, ovviamente cambierò idea conoscendovi.”
“Serena, don’t worry. È normale avere prime impressioni e noi ci abbiamo messo del nostro per peggiorarle. Andrà meglio. Anzi, stasera ti invito a cena con gli altri. E Pierre, ovviamente.”
“ Grazie ma..”
“ Vietato dire no” e mi schiocca un buffetto sulla guancia. “ A dopo” e va via, sorridendo e lasciando una scia che profuma di buono.
Cerco Pierre.
“ Dieu, sei bellissima”
“Pierre, mi licenzio
“Serena, che cazzo dici? La tinta ti ha sciolto il cervello?”
“Pierre, io non sono da concerti, da giornali, da trucco e parrucco, da vestititi striminziti e cazzate varie. Io non posso farcela.”
“ Serena, adesso ficcati quella linguetta nel sederino e ascoltami: tu non ti muovi di qui, siamo finiti in quest’imbuto insieme e insieme lo attraversiamo. Pensi che io sia vissuto come un re? Lavoravo in un bar prima di adesso e non mi interessa diventare famoso, mi servono i soldi. Come anche a te credo. Quindi ora noi ci mettiamo seduti e aspettiamo i prossimi ordini. Noi Serena Marotta, noi.”
“Pierre ascoltami io..”
“ Lou ha fatto un ottimo lavoro.” La tipa acida di prima è tornata e ci squadra.
“ Allora, ora ho bisogno di sentire le vostre voci insieme anche se ho già le mie idee. Pierre, hai una voce pulita, profonda. Farai quasi spesso la seconda voce di Niall e di Louis."
Al nome Louis, Pierre sussulta. Oh, no. Oh no.
"Tu inceve, hai una voce potente ma allo stesso tempo molto raffinata. Abituati ai toni di Harry e Zayn. Insieme farete le parti dove anche i ragazzi cantano tutti insieme, ovviamente facendo da coro. Understand?"
Zayn. sta scherzando? perchè lui? Sono in 5 e a me è toccato lui. Dio, smettila di giocare con me. 
Ora preparate questo brano, voglio sentirvi insieme.” 
Ci sbatte sotto gli occhi il testo di una canzone. Straordinaria. The prayer, Bocelli  e Dion. Ovviamente nessuno dei 2 ha le caratteristiche dei cantanti sopra elencati.
“ Dai Sere, cantiamo”
Sbuffo. E cantiamo.
http://www.youtube.com/watch?v=FK5VulNn3so

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Capitolo 7
*** 7 ***


"E la fede che
Hai acceso in noi
Sento che ci salverà."

E così, mentre canto, faccio un tuffo nel passato.

Tre anni prima.

Pioveva, la chiesa era gremita. Di gente che la conosceva solo di vista, di suo colleghi dell’ufficio postale e dei suoi amici cantanti della cover band dei Queen. Mani che stringevano le mie, occhi lucidi e sguardi persi, sguardi interrogativi e sguardi soltanto curiosi. In fila, come animali da circo, eravamo tutti sull’altare a prendere le condoglianze. Lei non c’era più.
Ormai non c’era più da tempo, mamma. Era morta un anno prima, quando anche le gambe avevano smesso di funzionare e aveva deciso di aspettare la sua fine chiusa nella sua stanza, tra i suoi ricordi e i suoi costumi di scena. Faceva la corista, mamma. Univa le sue più grandi passioni, i Queen e il canto, il sabato sera, nel solito pub, per la solita gente. E per me, che non smettevo mai di divertirmi a vederla agitare i suoi riccioli biondi sul palco, con quei costumi stravaganti. La sclerosi l’aveva mangiata,a poco a poco non era rimasto più niente di quella bella donna attiva e intraprendente che era.
E così io e mio fratello ci eravamo armati di coraggio, e avevamo tentato di tirarla su. Tentato e bsta. Solo un desiderio, prima di spirare e chiudere per sempre i suoi grandi occhi color cioccolato.
“ Non voglio canzoni da funerali, quando entro e quando esco dalla chiesa, fatemi ascoltare Don’t stop me now. E non provate a fermarmi, per me il meglio sta per cominciare. Almeno  in cielo mi danno le ali e vaffanculo a questa carrozzella.”
E così, la sola speranza che almeno lì sarebbe stata felice, ha acceso in me quella fede che solo il credere in qualcosa di superiore può darti. E mi ha salvato. Mi hanno saltavo. La fede e mamma.


Applausi convinti mi distolgono. Pierre mi guarda incuriosito e mi accorgo che un paio di lacrime sono venute a trovarmi.
“ Chiedo scusa” e mi alzo di scatto, aprendomi un varco tra i ragazzi, Paul e qualche membro dello staff che avevano probabilmente ascoltato la nostra canzone lasciandoli a fissare Pierre con stupore.
Cerco una stanza dove chiudermi e asciugarmi il viso, riprendermi. Magari i ragazzi non hanno visto niente.
“ Prendi questi”. Zayn è sull’uscio e mi lancia un pacco di fazzoletti.
Magari.
“Grazie” prendo il pacco atterrato sulle mie gambe.
Scivola sulla parete con la schiena e atterra vicino a me. Così vicino che posso inspirare di nuovo quel profumo di menta e tabacco che lo pervade.
“ Forse dobbiamo chiederti scusa, devo. Non siamo stati proprio ospitali e non hai avuto un buon impatto con noi e con questo mondo che non è tutto rose e fiori.”
“ Zayn, non è colpa vostra. È solo un momento, un piccolo sfogo. Sono molto stressata, tutto qui
“ Quindi mi stai dicendo che sono venuto a scusarmi per niente, rovinandomi la faccia?”
“ Esattamente.” Gli sorrido e per la prima volta riesco a mantenere il mio sguardo fisso sul suo.
“Posso continuare a fare il bastardo quindi?”
“ Si, ti preferisco bastardo che agnellino”
“ Non ti azzardare, Zayn Malik e agnellino non possono stare nella stessa frase” si alza e si scrolla dai vestiti un po’ d’intonaco.
Mi sollevo anche io.
“ Tiratela poco, Jawaad.”
Spalanca gli occhi. forse si sta chiedendo come faccia a sapere il suo secondo nome senza che lui me l’abbia mai detto. E forse sta anche per chiederlo,ma Louis e Niall irrompono nella stanza.
“ siete qui. Serena tutto ok?” mi domanda Niall.
“ Si, non preoccupatevi, è solo un accumulo di stress.” Sorrido, mentendo spudoratamente.
“ Allora in questi casi bisogna fare solo una cosa”. Poi guarda Niall con sguardo complice e si avvicinano a me, allargando le braccia
Free Hugs for Serena” esclamano insieme prima di stringermi nella loro morsa. Quasi avevo dimenticato la loro mania per il contatto fisico.
“ Zayn, unisciti all’abbraccio dai” dice il biondo cercando di afferrare il giubbotto del bad boy.
“ No, ho da fare. A dopo ragazzi. Ciao Charlene.”
  Mi irrigidisco. Come diavolo ha fatto a scoprire il mio secondo nome?
“ Charlene? E chi è?” il castano ora è davvero confuso.
“ Sono io” dico eliminando quel groviglio di braccia. “ è il mio secondo nome, ma non lo uso. Chiamatemi Serena, magari lo ricorderò anche al vostro amico.
“ Okay. Ah Serena, Lou ti aspetta all’ingresso”.
“ Cazzo l’avevo dimenticato. Grazie Niall” gli sorrido, mi sistemo il trucco che è colato via ed esco dalla stanza. Incrocio Pierre nel corridoio e gli faccio l’occhiolino. Sorride sollevato e mi manda un bacio con la mano.
“ Scusa Lou, ho avuto un contrattempo, eccomi.”
“ Shut up e risparmia il fiato per bestemmiarmi mentre ti scelgo i vestiti. Andiamo!”
“ Ehm.. si.” Sono davvero poco convinta. Mi squilla il telefono e dopo una lotta con gli elfi della borsa lo trovo. “ Numero sconosciuto. Ho un tuffo al cuore.
“ Pronto?”
Stella mia
“Marco” urlo, mentre le lacrime spingono prepotenti. “ come stai? Dove sei?”
“ Eh quante domande. Ho 60 secondi, sto bene e potrò farti la prossima chiamata tra 2 giorni. Parlami velocemente di questi giorni.
“ Ho un lavoro, sono la corista di una famosa band inglese, una pazza mi ha tagliato i capelli e truccata da diva e ora mi porta a fare shopping.”
“ Finalmente qualcuno si è preso questa briga. Corista?”
“si”
“Brava amore mio. Sono orgoglioso di te”
Poi la rete cade. No. No cazzo, altri 10 secondi.
“ Quanto devo aspettarla ancora, principessa Serena
“Era mio fratello”
“ E quindi? Lo puoi chiamare quando ti pare, siamo in ritardo. Non pensare che tu sia l’unico caso disperato che ho tra le mani”
è in guerra, non lo so se domani sarà vivo.” Le rispondo secca.
“ scusa.”
La osservo. Ha perso per un attimo la fierezza e il suo fare da capobanda e mi osserva con occhi dispiaciuti.
“ Stai tranquilla. Andiamo? Si farà tardi!”
“ Toh, il bue che dice cornuto all’asino.”
Momento durato troppo poco.
Il pomeriggio scorre e quando arrivo a casa con una montagna di buste, piene di vestiti che mai e poi mai avrei comprato e indossato, crollo sul divano sprofondando in un sonno profondo disturbato, un’ora dopo, dal suono continuo del citofono.


 Ciao lettrici mi prendo 2 secondi della vostra attenzione solo per ringraziare le recensioni che mi avete inviato e tutti voi che state seguendo la storia. Mi scuso se i capitoli sono un po’ corti, prometto di postarne altri più lunghi quando avrò più tempo. Bacini :*

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Capitolo 8
*** 8 ***


Il suono ancora ovattato del citofono mi sveglia. Sono le 21.00, chi diavolo può attaccarsi al citofono in questo modo? Mi alzo a fatica e raggiungo quel maledetto apparecchio che non smette di trillare.
“Si?”
“ Fa un freddo della madonna, ti decidi a scendere o no?”
“ Zayn?” domando ancora assonnata.
“ No, Babbo Natale in anticipo di due mesi. Credo che per te ho una sveglia.”
“ Che vuoi?”
“ Ti stiamo aspettando per la cena, Harry mi ha mandato a prenderti. Sono anche a piedi quindi muoviti. Aspetto qui.”
“ Sali, idiota. Ci sono 3 gradi là fuori, magari ti ammali e poi per colpa tua dobbiamo rallentare il lavoro”.
Apro il portone e sbatto il citofono. Non sono ancora riuscita a svegliarmi con calma in questa cazzo di Londra.
Mi chiudo in bagno trascinando quei sacchetti pieni di vestiti nuovi. La mia piega è ovviamente andate a farsi fregare, quindi cerco di sistemare un po’ i capelli. Poi indosso dei leggins neri di pelle e una canotta lunga e infine un maglione pieno di buchi.
Mia nonna, grande donna del sud, li avrebbe rattoppati tutti dicendomi infine: “ Ma come Serena, compri le maglie bucate?” . Nonna. Mi perdo per un attimo nei pensieri, penso a quanto mi manca l’Italia, mia nonna, Gabri. Sono interrotta dal rumore della porta che sbatte prepotente.
“ Più forte la prossima volta, idiota” sibilo.
“ Sarà fatto, Charlene.”
La sua voce mi coglie di sorpresa tanto da farmi spaventare.
“ entri sempre così tu a casa delle persone?”
“ No, solo a casa di quelle persone che mi stanno particolarmente simpatiche”
“ Che culo.” gli dico, guardandolo negli occhi. ha sempre quello sguardo così misterioso e pieno di se,  riesce sempre a nascondere qualsiasi emozione, poi gli passo davanti e vado in camera.
“ Veramente questo dovrei dirlo io” afferma beffardo, fissandomi fastidiosamente mentre sono piegata ad allacciarmi le scarpe.
“ mi stai fissando il culo, Jawaad?”
“ Si”
Arrossisco. Non tanto per il suo continuo fissarmi, ma per la sua spavalderia e il suo modo di parlare così dannatamente british ed.. eccitante.
“ Faresti meglio a smettere”
“ Gran bel tatuaggio comunque”
“ Scusa ma che fai ora, mi fissi il seno?”
“ quelle sono scapole!”
“ E come ci sei arrivato sulle scapole?”
“ ti ho fissato il seno.”
“ stronzo” gli sibilo a 2 cm dalla faccia, poi lo guardo intensamente negli occhi e lui ricambia. Voglio proprio vedere cosa fa adesso, non ho intenzione di smettere di fissarlo, infondo non sono affatto quel genere di ragazza, timida ed intoversa.
Sono un’Italiana, cazzo.
“ Ti sei incantato Zayn?”
“ perché mi hai chiamato Zayn? Mi piaci di più quando dici Jawaad sai, sei quasi eccitante?”
“ quasi?”
“ Si, sono convinto che lo sarebbe ancora di più se lo dicessi urlando” lo dice con una vanità da spaccargli la faccia e lo dice avvicinandosi ancora di più.
“ lo terrò presente” sussurro troppo vicino le sue labbra, per poi spostarmi sforando con il mio corpo il suo.
“Andiamo? È tardi, hai così tanto rotto le palle e ora stai lì impalato?”
“ stronza” mi ricambia con gentilezza il complimento di prima.
Indosso la giacca e chiudo.
“ e come mai ZaynMalikdeionedirection è senza macchina?”
“ perché non ho la patente” asserisce secco.
“ ahahaha ma come non hai la patente? Io ce l’ho da un anno, e poi nel caso dei ragazzi dovrebbe essere la prima cosa da fare appena possono”
“ Io no”
“ e dove ti apparti con la fidanzata?”
“ e tu da quanto sei così sfacciata? Dov’è finita la dolce e indifesa Serena del provino, e di oggi pomeriggio? Cos’è lo shopping con Lou ti ha cambiato?”
“ Simpatico” gli rispondo, cercando di scansare la domanda.
“ è lontano di qui? No perché avrei freddo!”
“ perché io non ho freddo? e ti ho anche aspettato!”
“ che palle, per 3 minuti che hai aspettato. Poi ti ho fatto salire e ti sei riscaldato.”
Fin troppo” risponde, e nella sua risposta percepisco quel tono sfacciato che poco prima mi aveva fatto venir voglia di saltargli addosso.
Sto zitta questa volta,  sono soddisfatta di me stessa per avergli fatto provare la stessa mia sensazione.
“ una rondine sul petto? Perché?
“ Sono due veramente, e sono su entrambe le scapole. E poi scusa, il perché sono fatti miei, mica ti ho chiesto perché hai tatuato una scritta da fumetto sul braccio”
“ le hai guardate bene le mie braccia”
“ quasi quanto tu le mie scapole.”
“ Siamo arrivati”
Entriamo in un quartiere molto elegante, dalle villette a schiera bianche. Dopo circa 50 metri suona ad un campanello e il cancello si apre di scatto. Dalla porta principale spunta una testa ricciolina.
“ finalmente oh! Ma chi fine avete fatto? Niall è passato a mangiarsi le unghie”
“ Scusa Brò, ma stavo analizzando i tatuaggi di Serena!” dice mettendosi a ridere. Che stronzo. Chissà cosa penserà adesso il riccio.
“ Non è vero. Stavo dormendo e ho dimenticato della cena. Sorry”
“ Mmm non so a chi credere, comunque entrate. Fa freddissimo e ho fame” dice Harry , mettendomi un braccio intorno alle spalle e conducendomi all’entrata.
“ sono arrivati, Louis prendi le pizze dal forno”
“ comandi! Ciao Serena!”
“ Ciao” gli sorrido. Come diavolo è vestito? Penso non smetterò mai di chiedermelo.
Su un divano Liam e Niall sono impegnati a sfidarsi in una partita alla play, probabilmente per distrarre Niall dal cibo.
“Ciao ragazzi, scusate il ritardo”
“ Serena, non preoccuparti” risponde sorridente Liam. “ Niall metti in pausa, mangiamo!” il biondo obbedisce e poi mi sorride.
“ Serena, allora, vieni qui!!!” urla Louis dal soggiorno!
“ Allora, questa è una festa per darti il benvenuto, come si deve questa volta.” dice orgoglioso di se Louis e sorride, contagiando tutti. Sono spiazzata. Non me l’aspettavo, sul serio. Sono quasi commossa.
“ grazie ragazzi, non dovevate.. grazie!”
“ All right, si può mangiare ora?” è la voce del biondo, ovviamente.
Sorrido. “ Mangiamo!”
Aprono soddisfatti dei cartoni di pizza e Harry me ne mette uno nel piatto. Mi sorprende come il pezzo di pizza non si sia minimamente curvato e questo la dice lunga sulla qualità della pizza. La addento e sulla mia faccia appare tutto il mio sdegno per quella cosa chiamata “pizza”.
“ Serena, che succede?”
“ ehm, niente. Ottima!”
“ Bugiarda!” non perde occasione per tacere il moro.
“ e tu che ne sai?”
“ semplice, hai la stessa espressione di quando al provino ti ho chiesto di cantare una nostra canzone e non lo hai fatto” biascica mangiando la “Pizza”. “ perché non la sapevi!” conclude.
Bastardo.
“ Zayn, quando la smetterai di essere così acido?” lo rimprovera Liam.
“ Harry, hai farina e del lievito?” domando.
“ certo!”
“ mi accompagneresti in cucina?”
“ Serena, io ti amo!!”. È Niall dal tavolo. Deve aver capito subito cosa ho in mente.
“ con permesso.” Sorrido e seguo il riccio.
“ la pizza è buona, davvero. Voglio preparare qualcosa per voi, me lo concedi? Pulirò tutto dopo.”
Mi sorride.
“ certo. In frigo trovi tutto quello che ti serve. Cosa posso fare?”
“ taglia la… ehm, quella cosa bianca lì”
“ mozzarella?”
“ si, mozzarella”. Che forse di mozzarella avrà solo il colore e la forma.
Comincio così a preparare la pizza e qualche calzone ripieno per i ragazzi. Mi tolgo il maglione scoprendo le braccia e evitando di sporcarlo, lego i capelli e mi metto all’opera.
“ Zayn, vieni ad aiutarci invece di picchiare Lou” urla il riccio.
“ Ma no, lascialo lì. Ecco, magari senza picchiare Louis, però è meglio se sta li”
“ Ma no!! Zay Zay è simpatico, ti ci dovrai abituare. È una brava persona.
Sorrido e torno alle mie faccende.
“  vas happenin?”
“ Taglia questa!” gli dice, lanciandogli una mozzarella ancora incartata. La afferra al volo.
“ allora Serena. Insomma non sappiamo quasi niente di te!” mi domanda Harry.
“ beh, cosa vuoi sapere?”
“ come mai sei qui? L’Italia è un bellissimo posto no?”
“ certo, l’Italia è bellissima. Il suo sud è meraviglioso. “
“ e perché venire nella grigia Londra?”
Bella domanda, riccio.
“ Beh, ogni tanto si vuole cambiare no?” affermo poco convinta.
“ cosa facevi in Italia?” incalza Harry.
“ Lavoravo in una pizzeria come cameriera, lo facevo per mantenermi gli studi che avrei voluto fare, prima di avere la brillante idea di venire qui!”
“ beh hai avuto fortuna qui no?” . è Zayn ora che parla.
“ Sarebbe potuta andare molto meglio se non ti avessi incontrato ma fa niente, mi accontento comunque” gli rispondo. La mia vendetta per aver sputtanato a tutti che fino a 4 giorni prima non sapevo neanche della loro esistenza.
Mi sorride beffardo.
“ vado a placare gli animi prima che mi smontano casa. Fate i bravi qui dentro!” dice Harry dileguandosi.
“ inforno e ti raggiungo!” rispondo velocemente.
Scorrono minuti silenziosi in cui sento il suo sguardo insistente.
due rondini sulle scapole, una chiave di violino, due nomi in un pentagramma sul braccio e una corona dietro il collo! Mica male però, ti facevo più puritana. Sicura che non lavoravi in un negozio di tatoo e non ti hanno buttata fuori?”
“ scusa Zayn se non rotolo dalle risate, vorrei finire la pizza e andare via dai tuoi raggi x.”
“ dovresti esserne abituata”
“ no, non lo sono”
“ Serena, possiamo smettere di farci la guerra e provare a parlare da persone civili senza beccarci in continuazione?”
lo guardo attentamente cercando di capire se sta barando o no. Sembra sincero.
“ non ti sto facendo la guerra”
“ Okay. Ora mi dai la mano e cominciamo un rapporto civile?”
“ è sporca di farina”
“ Non importa”. Mi sorride. Lo fa per la prima volta ed è un sorriso sincero, bellissimo, che luccica. Gli occhi sembrano addolciti di colpo. O è un bravo attore o è davvero una brava persona.
Gli tendo la mano.
“ comunque io sono acida sempre, non ti abituare alla “ civiltà”!”
Sorride di nuovo.
“ allora, ti piacciono i tatuaggi?”
“ si, abbastanza. Anche a te a quanto pare”
“ Yeah. Un giorno mi spiegherai i significati” afferma convinto.
“ si, contaci” rispondo infornando tutto. “ 20 minuti e siamo pronti, torno di là”
“ Okay.”
Mi blocco di colpo sull’uscio.
“ Le rondini sono il simbolo di libertà assoluta, e mi rappresentano. Nel pentagramma ci sono i nomi di mia madre, che non c’è più, e di mio fratello, che è arruolato nell’esercito. La corona è il simbolo dei Queen, il mio gruppo preferito e la cover band dove mia madre cantava. La chiave di violino rappresenta il mio mestiere, l’unico che so fare probabilmente. “
Trascorrono dei secondi che sembrano infiniti in cui ci osserviamo. Perché l’ho fatto? Fino a 5 minuti prima ci stavamo odiando e ora gli ho raccontato dei miei  tatuaggi, la cosa più intima che ho, dei loro significati che ripercorrono tutte le tappe della mia vita. Eppure l’ho fatto con semplicità e spontaneità. Lo osservo. I suoi occhi sono profondi e scuri,misteriosi, eppure emanano tranquillità se li osservi bene. Ed è bello. Ha dei lineamenti perfetti, marcati ma allo stesso tempo molto dolci. E poi è stronzo e, senza tirarle per le lunghe, gnocco e stronzo fa impazzire più del principe azzurro bello e perfetto.
“ allora siete qui!!!” Pierre si toglie la giacca bagnata.
“ Piove, pour Dieu, che palle!!!! Ciao Zayn!”
“ Ehy Pierre, stavo andando di là con gli altri. Ti aspetto in soggiorno. Serena” pronuncia il mio nome con una certa riverenza, mi saluta con un movimento lento del capo e sparisce oltre la porta.
“ ma perché c’era tutto quel silenzio? Ho interrotto qualcosa, Cherie?”
“ Ehm no Pierre, stavamo andando in soggiorno. Ho preparato la cena per i ragazzi, sai, sono stati molto gentili ad invitarci.”
“ Hai visto? Te lo dicevo che ti sarebbe piaciuto e che i ragazzi erano dei veri amori!” mi sorride, soddisfatto.
“ Hai ragione! Dai, aiutami a portare le pizze di là.” Gli sorrido passandogli un guanto da forno.
“ Serena. Se non fossi dannatamente gay ti salterei addosso, sei sexy!!! Non è che il moro lo stai facendo impazzire?”
Dimentico quest’ultima affermazione per concentrarmi sulla precedente. Pierre è gay?
“ ehm, ho detto qualcosa che non va?” mi domanda impaurito.
“ No, è che.. vedi, non pensavo tu fossi gay!”
“ è un problema per te?” mi domanda, secco questa volta. La voce tremolante è scomparsa.
“ no Pierre, certo che no, cosa dici! È solo che solitamente me ne accorgo, lo percepisco.”
“ ho imparato a mascherare tutto per bene!” sussurra quasi. Ora la sua voce  è triste, rassegnata.
“ Pierre?”
“ si?”
“ Aiutami a portare le pizze! Spero solo che io e te abbiamo gusti differenti, non vorrei trovarmi a lottare per lo stesso ragazzo!” gli sorrido,passandogli un piatto con la pizza.”
“ Tranquilla Sere, Zayn non è proprio il mio tipo” afferma beffardo afferrando la pizza. Mi fa l’occhilino.
“Pierre, che ti salta in mente?” cerco un tono più arrabbiato possibile. “Mica mi piace Zayn!”
“ Okay, okay. Andiamo che ho fame?”



Ciao ragazze! chiedo scusa per la lentezza con cui ho pubblicato questo capitolo ma non riuscivo a dargli una fine, ed è per questo che l'ho concluso con una semplice affermazione di Pierre. purtroppo gli esami all'uni stanno prendendo buona parte del cervello e del mio tempo. come vedete le storie cominciano a prendere forma, ma vi assicuro che i colpi di scena non sono ancora finiti, la mia testolina sta partorendo idee che con il tempo vi svelerò. grazie per le recensioni che mi avete inviato, sono contenta che alla maggior parte di voi la storia piaccia e sono disposta a chiacchierare con chiunque abbia voglia, quindi, se vi va, scrivetemi in posta per qualsiasi domanda. Okay, mi sono persa in chiacchiere come al solito.
Credo di non scrivere prima delle vacanze di Natale, quindi vi auguro un serenissimo Natale! a presto, fine del mondo permenttendo!! ;) 

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Capitolo 9
*** 9 ***


La serata trascorse velocemente, così come le successive settimane. In poco tempo registrammo le nuove canzoni e imparammo quelle vecchie. Londra continuava ad apparirmi buia e triste, l’Italia e la mia famiglia mi mancavano ma cercavo in tutti i modi di andare avanti. Mio fratello mi chiamava quando poteva e speravo con tutto il cuore di poterlo vedere a Natale. Con i ragazzi c’era un feeling speciale ormai, lavoravamo duro tutto il giorno e ogni tanto ci incontravamo a casa di qualcuno a trascorrere serate spensierate. La vita di “corista in una band” era difficile e in poco tempo la rete era piena di mie foto, scattate in negozi o mentre mi avviavo agli studi. I commenti non erano sempre positivi e solo Harry era riuscito a calmarmi nelle mie numerose sere in cui avrei volentieri lasciato tutto e sarei tornata a casa,dalla mia famiglia. Intanto Pierre si era trasferito a casa mia ed era ormai il mio mondo, la mia coperta quando avevo freddo, il mio sorriso quando ero triste, il mio fazzoletto quando, chiusa la breve chiamata con mio fratello, le lacrime scendevano copiose. Ma lo shock più grande stava per arrivare.

“ ci siete tutti?”
un si corale invade la piccola stanza in cui io, i ragazzi, la band, Pierre e il management siamo stati riuniti.
“ Allora ragazzi, Martedì partiamo per il tour promozionale di Take Me Home. Il 31 ottobre saremo in Spagna, l’1 Ottobre in Italia, il 2 in Svezia e il 3 in Francia. Per adesso preparatevi a questi 4 giorni di fuoco, vi saranno comunicate le altre tappe. Avete 3 giorni per riposarvi e prepararvi mentalmente. Saranno 3 giorni duri. Buon lavoro.”
I ragazzi confabulano qualcosa tra loro. Louis parla di discoteche italiane con Zayn mentre Niall già pensa a quanto sarebbe stato bello provare 4 cucine diverse in 4 giorni.
Io e Pierre invece, ancora immobili sulle nostre sedie, siamo sotto shock. 4 paesi diversi in 4 giorni. Esibizioni, cambi di vestiti, programmi televisivi. E poi… ITALIA. Il mio cervello è una centrifuga di emozioni, torno in italia dopo un mese di assenza, potrò vedere di sfuggita Gabry che studia  a Milano e respirare la mia aria. E poi la Svezia, che ho sempre voluto visitare, il clima spagnolo.. e la Francia. Mi volto automaticamente verso Pierre e quasi mi prende un colpo. È bianco e fissa un punto indefinito della stanza. Gli occhi sono sbarrati e lui è immobile.
“ Pierre?” mi avvicino a lui sfiorandogli il braccio. Niente.
“Pierre??” questa volta sono preoccupata. Lo scuoto energicamente e lui fa un leggero balzo in avanti. Mi guarda, mi spaventa con il suo sguardo così assente.
“Pierre che ti prende? Vuoi dell’acqua, hai freddo? Vuoi che apra la finestra? Dimmi qualcosa!”
Sono fottuto” sussurra, poi si accascia sulla sedia e scivola sul pavimento.
Immediatamente Paul mi sposta e soccorre Pierre mentre urla di chiamare il medico.  Una presa delicata mi solleva dalle spalle e mi conduce fuori dalla stanza mentre Paul  ordina a tutti di uscire.
“ Serena, guardami” mi sussura Liam. “ è tutto ok, avrà avuto un piccolo crollo dovuto allo stress”
“ No, mi ha detto “ sono fottuto”.  Liam, non è stress.”
“ Serena, non preoccuparti. Vieni, prendi un tè caldo.”
“ Eccolo, l’ho preso io”. È Zayn dal fondo del corridoio. “ te lo devo da un po’”
“ Okay, grazie Zayn” dice Liam afferrando il bicchiere e porgendomelo.
“ vedrai che è un po’ di stress, noi abbiamo reagito così le prime volte che ci comunicavano i Tour, Liamo vomita sempre e Harry piange.”
“ Oh, sei un bastardo. Io non vomito!” ribatte contrariato Liam fingendo un pugno sullo sterno del bruno. Mi fanno sorridere.
“ va bene, aggiornami su come sta Pierre. Faccio un salto da Danielle”
ancora Danielle?” asserisce Zayn un po’ scocciato.
“ Zayn, non ricominciamo. È cambiata adesso”
“Okay okay, se lo dici tu”
Liam gli da una pacca sulla spalla e gli sorride, come a volerlo convincere ulteriormente, poi mi sorride e si allontana.
“ quella non mi è mai piaciuta”
“Perché? Sembra apposto” gli rispondo, sorseggiando il mio tè.
“ ha già fatto del male a Liam, chi mi dice che non ne farà altro?”
“ Beh, Liam è grande abbastanza no? Se la caverà!”
Annuisce poco convinto, poi mi guarda.
“ allora, come stai?”
“ vorrei entrare, vorrei sapere come sta e chiedergli cosa volesse affermare prima”
“ Calma Serena, tutto si sistema. Ora pensiamo a farlo stare meglio”
“Serena” è la voce di Paul.
“Come sta?”
“ è solo uno svenimento, è tutto ok. Torna a casa”
“Posso vederlo prima”
Paul appare titubante e sta per rispondere negativamente quando Zayn interviene.
“ cinque minuti Paul”
Con un cenno della testa mi invita ad entrare. Corro verso la porta e appena entro lo vedo steso su un divanetto.
“ Pierre cazzo mi hai fatto prendere un colpo. Come stai? Che è successo?”
“ Sere, è tutto ok, sono un po’ stressato.”
Mi avvicino lentamente al suo viso.
“ Non mi dire stronzate Pierre. Qual è il problema?”
“Non ora Sere, non adesso. Vai a casa, penso di aspettare un po’ prima di tornare. Stai tranquilla.” Mi da un lieve bacio sulla fronte e mi fa cenno di andare.
Che diavolo sta succedendo? Lo saluto ed esco dalla stanza più affranta di prima. Pierre mi nasconde qualcosa, non abbiamo mai parlato del perché lui è qui in Inghilterra, ora che ci penso. Magari non vuole rivedere la famiglia con cui ha avuto alcuni scontri per la sua omosessualità.
“ Serena, posso parlarti?” la voce di Louis dal fondo del corridoio appare preoccupata.
“Louis. Si, dimmi.”
“ come sta?”
“ Si è ripreso ma non ho potuto parlare molto con lui. Gli parlerà quando tornerà a casa”
“ sono preoccupato. Perché mi evita?”
Bella domanda. E ora come glielo spiego? Come spiego a Louis che Pierre è fottutamente innamorato di lui dalla prima volta che si sono visti? E che Pierre ha deciso di tenere tutto per se perché tanto è una storia impossibile? E di evitarlo per evitare di stare male? Come spiego a Louis che Pierre odia Harry come potrebbe odiare il suo peggior nemico, proprio perché Harry potrebbe essere il suo peggior nemico?
“ Serena?” Louis mi richiama
“ ehm.. si. Ecco, è solo un periodo, è stanco e stressato. Forse è solo una tua impressione! Stai tranquillo.” Cazzo, io le bugie non le so dire.
“ ma prima non era così freddo. È tanto se mi dice ciao!”
“ Lou, tranuillo. Vedrai che tornerà tutto come prima!” gli accarezzo una spalla. È tanto dolce.
“ tu pensi che sia un bambino? Uno stupido? Magari Pierre lo pensa?”
“ ma che dici? Sei una bella persona Louis, e Pierre lo sa. Non pensarci. Ora devo rientrare, magari preparo qualcosa di caldo per Pierre. In questi giorni ci vediamo, dovete spiegarmi come si sopravvive a 4 giorni come quelli che ci aspettano, ok?”
“ Va bene Sere”. E mi abbraccia. Forte. Posso percepire la sua preoccupazione e ricambio l’abbraccio, accarezzandogli i capelli. Sarà anche il più grande, ma è il più dolce, il più bisognoso di una carezza in più, di una sicurezza in più.
Lo saluto e mi avvio verso la fermata del pullman. Camuffata come a carnevale, ovviamente. Per tutto il tragitto non faccio che pensare a Pierre, a quello che lo turba così tanto, a Louis, a loro. Ai quattro giorni che mi aspettano.
Arrivo distrutta a casa, metto sul fuoco dell’acqua e aspetto Pierre che arriva dopo mezz’ora accompagnato da Paul.
“ riposatevi in questi giorni, i ritmi saranno tremendi e non so se siete abituati” afferma Paul, poi va via.
È silenzioso e sa che prima o poi gli chiederò spiegazioni.
“Pierre?”
“ uhm?”
Perché sei venuto in Inghliterra?”
 
Ciao ragazze. Ho scritto questo capitolo con un po’ d’amaro in bocca. Il precedente non ha ricevuto recensioni, non ho avuto un mezzo aumento di seguaci e non ho la più pallida idea del perché. Non so se non è piaciuto, se è scritto male; non nego che ho pensato di non continuare, vorrei saperlo da voi se vale la pena continuare. *sfogo*

Per quanto riguarda la storia, come vedete c’è stato un cambiamento tra i vari personaggi, c’è più armonia tra Serena e Zayn e sta per succedere qualcosa tra loro che potrà essere tanto positiva quanto negativa. Come vedete c’è stata la rivelazione di Pierre verso l’ignaro Louis e nel prossimo capitolo scoprirete ( forse) cosa turba il francese. Harry e Niall per ora ci sono poco, ma avranno il loro ruolo molto presto, quello di Harry potete intuirlo.
Sono molto entusiasta ma non vedo tanta partecipazione, quindi voglio sapere da voi se posso continuare. Il prossimo capitolo sarà inserito a quota 3 recensioni.
Baci.

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Capitolo 10
*** 10 ***


"Pierre, allora? ti ho fatto una domanda!"
Dall'altra parte del tavolo Pierre ha lo sguardo basso e si sta massacrando le mani, tipico di quando è nervoso.
" Serena, possiamo parlarne domani? sono stanco e.."
"No Pierre, adesso mi dici che cazzo succede, ADESSO." non ho intenzione di aspettare domani anche perchè se continua a tacere significa che dietro c'è qualcosa di veramente grave.
" Serena... ti prego!"
"Pierre. Parla. Ora". Sono in piedi avanti a lui e con le braccia conserte aspetto che dica qualcosa. 
" Avevo problemi a Parigi"
" Che tipo di problemi?"
" Oh Serena, secondo te che tipo di problemi posso aver avuto? Mia madre non ha mai accettato la mia omosessualità, così come mio padre."
" Sei scappato in un'altra nazione per questo? solo per questo Pierre? Perchè non mi è sembrato ti facessi tanti problemi sulla questione."
" No. Ma basta Serena, non devo darti spiegazioni"
" Ah no? invece me le devi, siamo amici o no? Pierre sei fottuto solo perchè andremo a Parigi con i ragazzi? tua madre lo saprà no, che sei il corista di una band?
" Si lo sa" asserisce secco
" Bene, allora non vedo il problema."
" c'è eccome Serena. Ho altri problemi"
" Pierre, per l'amor di Dio, parla. Devo cavarti le parole di bocca?"
" Serena, è solo molto difficile. Non so da dove cominciare"
" Dall'inizio."
" Domani. Per favore Sere, sono stanco e davvero, ho bisogno di tempo per formulare il discorso. Domani, giuro.
Non so che altro fare. Non posso costringerlo infondo.
" Okay. Hai fame?"
" No, vado a letto. Buonanotte"
" Pierre, aspetta" ma è troppo tardi. E' già andato via e si è chiuso alle spalle la porta della stanza. 
Spengo il gas e butto l'acqua nel lavandino. Anche il mio stomaco si è chiuso. Mi butto sul divano. Di fronte a me c'è la foto scattata nel giardino di Louis il giorno del compleanno di Niall. Siamo tutti sorridenti. Zayn tiene fermo Niall con un braccio intorno al collo mentre Louis Harry e Liam sono seduti per terra, io e Pierre ai lati di Zayn e Niall. Tutti sorridenti. Anche Pierre. Mi addormento sul divano completamente vestita.
 
"Serena. Serena." Una voce molto calda sussurra il mio nome, squotendomi leggermente. Apro gli occhi a fatica e una massa di ricci  si presenta dinanzi a me.
" Harry? che diavolo fai qui, come sei entrato?" sobbalzo dal divano tirandomi la coperta. 
" Tranquilla Serena, Pierre mi ha aperto. Non si è ancora ripreso eh? è molto strano"
Pierre. Dove diavolo è? non sento rumori se non il respiro regolare di Harry.
" Dov'è? Pierre, dov'è? è uscito?"
" Mmm si, quando sono entrato"
" Cazzo"
" Che succede?"
" Niente, dovevo parlargli. Comunque tu che ci fai qua?"
" Giusto. Noi stavamo andando a casa di Liam, pranziamo insieme e ci vediamo qualche film. E' il nostro modo di rilassarci prima dei grandi giorni. Magari anche tu ne hai bisogno, e Pierre, che non c'è però"
Rilassarmi. Come no, con tutto sto casino è davvero semplicissimo rilassarsi.
" Grazie Harry, ma preferisco restare a casa e stare da sola" gli rispondo un pò seccata. E sembra restarci male.
" Mmm okay. Serena, tutto ok?"
Tutto ok. Ma perchè me lo ha chiesto. No che non è ok. Pierre chissà cosa mi nasconde,  io sono tanto confusa, non so se sarò pronta a 3 giorni di fuoco,con tutte quelle persone... vorrei tornare a casa mia, dalla mia famiglia. Comincio a rigare il viso di lacrime e Harry se ne accorge.
" Oh Serena. Vieni qui". Mi prende il braccio e mi tira verso se, poi mi chiude tra le sue braccia e finalmente posso piangere. Sfogo tutta la mia rabbia, il mio nervosismo, la tristezza. Restiamo per un pò così finchè la serratura non scatta. Pierre appare dietro la porta e il suo sguardo cade su Harry che ancora mi tiene stretta. Ho un sussulto e subito mi stacco da lui, come se nascondessi qualcosa. Harry mi guarda confuso e poi guarda Pierre.
" Pierre. Come stai? Ieri ci hai fatto prendere un colpo. Volevo chiedertelo stamattina ma sei scappato."
" Non ti dovrebbe interessare". Pierre lo guarda con aria di sfida. Harry strabuzza gli occhi e mi guarda, come a voler ricevere spiegazioni da me, che invece ho la testa tra le mani e non so come comportarmi.
" Oh, scusaci se ci preoccupiamo di un membro della nostra band. Scusaci davvero." poi si alza di scatto.
" Harry aspetta un attimo" cerco di fermarlo ma si sta rimettendo la giacca.
" Tranquilla Sere, se ti va siamo da Liam. Se il tuo amico si calma è il benvenuto. Ciao" mi schiocca un bacio sulla fronte e va via, passando davanti a Pierre e guardandolo, come ad aspettarsi delle scuse che non arrivano,ovviamente.
aspetto che la porta sia chiusa e che Harry sia abbastanza lontano.
" Che cazzo fai Pierre? Dico sei scemo??"
" Serena, io sono un coglione. Io non posso venire in tour, io sono già con un piede nella fossa. Quando a Parigi mi riconosceranno, mi daranno la caccia fino in capo al mondo."
" Pierre mi stai spaventando. Mi dici che c'è?
" Sono fuggito dalla Francia non solo perchè non potevo più stare con la mia famiglia. Ho un debito di 50.000 euro con..."
" Con?" sento il cuore che sta per esplodermi nel petto. Fuggito, debito, 50.000 euro??
" Con uno spacciatore di cocaina. "
La notizia mi arriva come un pugno nello stomaco. La testa di mi gira e sento che le forze mi stanno venendo meno. 50.000 euro di cocaina? Non so se pensare a tutti quei soldi o a Pierre che tira, o tirava cocaina. Lo guardo, con rabbia e con amore allo stesso tempo. Dannazzione, Pierre, dannazzione.
" Cocaina?"
" Mi dispiace" abbassa lo sguardo.
" Non ti dispiacere. Come facciamo per i soldi? Partiamo tra 2 giorni."
" Facciamo? Senti Serena è un mio problema. Mi licenzio, non verrò in Francia. Quando avrò i soldi ci tornerò per pagare."
" No, mi chiedo, sei scemo o cosa? Pierre in questa faccenda ora ci sono anche io perchè lo so. E' gente pericolosa, lo hai detto tu che ti verrebbero a cercare in capo al mondo. Quanti soldi hai?"
" Pochi"
" Quanti?"
" 15.ooo. Sere non voglio che tu.."
" Io ne ho solo 10.ooo ma possiamo chiedere uno stipendio anticipato. Facendo la conversione in euro dovremmo farcela"
" Non volevo dirtelo per questo.Sere non voglio favori. Ho fatto questo casino da solo e solo ne uscirò."
" Certo, ne saprai uscire in 2 giorni? troverai 35 mila euro così in fretta? No perchè se ci riesci sei un fottuto genio. Pierre ti sto aiutando, se ti farà sentire meglio me li ridarai!"
Cala il silenzio nella stanza. Penso a Pierre, a cosa lo abbia spinto così in basso, a cosa lo abbia portato ad assumere 50 mila euro di cocaina. Penso al suo cuore spezzato più volte dai pregiudizi e dalla violenta ignoranza delle persone, così da cercare nella droga il collante per il suo cuore spezzato in mille pezzi. Non posso di certo stare a guardare Pierre che si autodistrugge e sicuramente non posso guardarlo mentre si lacera dall'angoscia di dover pagare quei bastardi.
" Devo fare delle chiamate per sbloccare i soldi. I ragazzi sono da Liam per tutto il giorno, ci vuoi venire?"
" No, vai tu, tranquilla."
Mi fiondo in bagno e mi lascio coinvolgere dal getto dell'acqua bollente. Sono ancora sotto shok e l'unica cosa che desidero è dimenticare tutto. Ma non riesco a trovare pace, il mio telefono suona insistentemente. Esco dalla vasca e ancora gocciolante afferro il telefono. E' Zayn.
" Che c'è?"
" Buongiorno anche a te Serena. Oh, si grazie , sto benissimo."
" Zayn... ero sotto la doccia e tentavo di rilassarmi"
" Wow.."
" Zayn" . Il solito.
" Ci vieni da Liam? Harry  mi ha detto del piccolo incidente a casa tua. Ti distrai magari."
" Si, ci vengo Zayn. Vi raggiungo dopo."
" Mmm okay. devo passare a prenderti con Paul?"
" No, vengo in metro. Ciao Zayn."
Riaggancio. Non voglio sentire le paranoie su quanto possa essere pericolosa la metro e altre balle. Non sono una bambina.
Mi vesto e prima di uscire mi siedo sul divano, affianco a Pierre.
" Non ti giudico Pierre. Tutti commettiamo degli errori, chi più gravi chi meno, tutti sbagliano. Cerchiamo di risolvere questa situazione e mettiamola alle spalle. Poi se vorrai sfogarti, parlare o piangere sai dove trovarmi. Forse ti farebbe bene venire dai ragazzi, non credi?"
Sorride amaramente. 
" Bene? Per vedere Harry e Louis amoreggiare?"
" Non amoreggiano". Dannato Pierre e la sua idiota supposizione.
"Può essere, solo che lui può toccarlo, abbracciarlo, stare con lui da solo, coccolarlo. Lui può, io no"
" Dovresti parlare a Louis. Si è accorto che lo eviti e io non passerò il resto della mia esisenza a coprirti, non posso e non so farlo."
" Si, e gli dico: scusa Louis, sono una stupida checca che si è innamorata di te"
" Ahhh Pierre. Fai tutto troppo difficile. Tanto ora lo eviti, puoi farlo anche dopo avergli detto tutto. E poi cosa ne sai tu che Louis non ricambia?"
" Parli proprio tu eh? Perchè tu non parli con Zayn?"
" E che gli dovrei dire?"
" Perchè mi vorresti dire che non ti piace?"
" Pierre, l'unica cosa che ti dico è che Zayn in questo periodo mi sarebbe molto utile per sfogarmi, fisicamente è apposto, ma finisce lì. Io non sono innamorata, tu si."
" Però te lo faresti!"
" Non è amore, è sesso"
" Allora scopa con Liam. O Harry. O Niall."
" Non sarebbe lo stesso."
" Perchè Zayn ti piace!"
" Ahhh Pierre, quante domande. Io vado, è meglio. Sicuro di non voler venire?"
" Si, se cambio idea ti raggungo."
"Okay" gli schiocco un bacio sulla guancia, prendo il mio zaino ed esco.
Zayn non mi piace, che diavolo dice quel francese isterico? Zayn è bello e dannato, ma non mi interessa anche perchè sarebbe tutto troppo caotico. Il management, che praticamente decide anche quando i ragazzi devono respirare, licenzierebbe me e gli appiopperebbe una biondona tutta sorrisi . Come hanno fatto con il povero Louis prima che minacciasse di svelare la sua vera natura se non gli avessero tolto El dai piedi. 
Invio un sms a Danielle che mi risponde che mi aspetterà all'uscita metro di Piccadilly.
Mentre scendo nella metro sento dietro di me un vocio di ragazzine che si intensifica semrpre di più. Fingo di non sentirle e mi dirigo verso i treni. Ma il vocio non si placa, anzi,le sento sempre dietro di me e sempre più vicine, finchè non mi giro di scatto e non le sorprendo a fissarmi.
" Beh che c'è? mi state seguendo per caso?"
" Già te la tiri così' tanto, Serena?" una ragazza sui 16 anni molto alta per la sua età e truccata come una cinquantenne mi fissa con aria di sfida.
Decido di voltarmi e di lasciarmi la spaccona e il suo gruppo alle spalle, proseguendo per la mia strada e cercando al più presto l'uscita dove Danielle mi aspetta. Ma una mano dalla presa potente mi afferra per il braccio e mi fa girare, riportandomi il gruppo frontalmente.
" Non fare la maleducata Serena, non abbiamo finito di parlare"
" Non abbiamo niente da dire"
" Invece si. Stai lontana dai One Direction? Chiaro? scommetto che essendo l'unica donna tra loro stai cercando di portarteli tutti a letto."
" Non ti permettere bambinetta, non sai neanche chi sono"
" Oh scusa, o forse stai facendo a gara con quel frocetto del tuo amico?" 
Questo non doveva dirlo. La prima cosa che mi viene in mente di fare è spaccarle quella faccia da battona che si ritrova. Poi ci penso su, penso ai corsi che abbiamo sostenuto con il management e al fatto che non dobbiamo metterci in casini o creare scandalo e mi giro, cercando di andare via.
" Ma allora sei proprio maleducata" questa volta la presa è più forte e mi spinge a 2 cm dal suo viso.
" Fai la brava Serena, tieni le gambe chiuse o vengo a spezzartele. I One Direction non si toccano"
" meglio se scopano con me che con una camionista orrenda come te" le sibilo di tutta risposta.
E la sua risposta, forte, precisa, non si lascia attendere. Il suo pugno ben serrato si schianta sulle mie labbra, provocandomi un dolore fortissimo che mi fa barcollare e poi cadere precipitosamente al suolo. Le fanatiche scappano velocemente mentre un polizziotto le rincorre e un altro viene a sincerarsi delle mie condizioni.
Mi alzo a stento e con il retrogusto del sangue in bocca scappo lasciando il polizziotto fermo sulle sue e con un'aria interrogativa. Cerco velocemente l'uscita mentre con un fazzoletto mi tampono la ferita. Il sangue mi fa vomitare e sento la pressione che si abbassa, faccio in tempo a scorgere la chioma folta e riccia di Danielle. Sudo freddo e le gambe mi tremano, la testa diventa pesante. La raggiungo.
" Danielle" dico con un filo di voce.
" Santo Dio, Serena, che ti è successo?" riesco appena a scorgere la sua voce preoccupata che mi accascio davanti ai suoi peidi.
Svengo.

Piccolo spazio per me  
Ciao a tutte! ci ho messo un pò a pubblicarlo, chiedo venia!! Non ho molto da dire ma ci tengo a precisare che non sono una Larry shippers come coppia e non credo che El sia una copertura, solo che ho voluto in questa storia che il nostro Louis abbia un'altra personalità e la storia di El è solo una macchietta utile per il racconto. detto questo come sempre spero vi piaccia! 
A presto, ciau! :*
PS: grazie a tutte voi che mi avet scritto in posta privata  facendomi i complimenti e chiedendomi di continuare con la storia! :*

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Capitolo 11
*** 11 ***


" Serena? Serena mi senti? sono Louis, è tutto ok, sei a casa!"
Il suono della voce di Louis mi arriva ovattato, ho un gran mal di testa e sento le labbra scoppiare. Non ricordo bene cosa sia successo. Mi stropiccio gli occhi e cerco di mettere a fuoco le facce intorno a me. I volti dei ragazzi sembrano accavallati l'uno sull'altro e hanno degli sguardi preoccupati. Zayn è seduto al mio fianco e ha in mano del ghiaccio. Liam e Niall sono ai piedi del divano mentre Louis e Harry dall'altra parte. Sento la mano grande di Harry poggiarsi sulla mia fronte delicatamente e sento il mio nome scandirsi nella sua voce così roca e così bella.
"Che succede?"
Niall sospira quasi sollevato dal fatto che abbia parlato.
" Serena, sei stata colpita da un branco di stronze. Danielle ti ha portato a casa. Come stai?"
Ora ricordo bene. Le "fan", il litigio, il pugno dritto in faccia. Brutte stronze.
" Vuoi denunciarle?" la voce sicura di Liam dal fondo del divano mi guarda preoccupato.
" No, è tutto ok. Vorrei alzarmi" faccio uno scatto in avanti per alzarmi ma le braccia di Louis mi fermano. 
" Assolutamente no, dove vai? se vuoi ti portiamo su, c'è un letto, puoi stenderti lì."
Vorrei tornare a casa, ma a casa mia, in Italia. Vorrei mio fratello, Dio, da quanto tempo non lo sento. Poi ci ripenso, voglio dormire un pò, voglio dimenticare quello che è successo, quelle mani così dure.
"Okay"
"Zayn, portala nella mia stanza e tieni del ghiaccio, potrà servirle ancora"
Zayn. Mi ha fissato per tutto il tempo, senza dire nulla. Le sue mani hanno parlato per lui, ferme sulle mie, leggere e morbide. Mi sollvo delicatamente e mi passa un braccio dietro la schiena. Sorrido debolmente a tutti e salgo al piano superiore.
" E' qui, vieni" 
Apre la porta. Mi viene da ridere.
" Si, non avrei avuto dubbi" 
Ridiamo. La stanza è dipinta a righe bianche e blu, insomma, è dipinta alla Louis.
" Qui ti lascio del ghiaccio, qui c'è dell'acqua e ti ho portato della pizza, so che non ti piace quella inglese, ma potresti avere fame." Poi mi osserva.
" Serena mi dispiace tanto per quello che ti è successo"
"Non è mica colpa tua"
" Lo so, però è così brutto sapere che sei stata picchiata per noi, per delle fanatiche e idiote. Davvero,  mi dispiace tanto. Posso fare qualcosa per te? qualsiasi cosa, magari posso accompagnarti dalla polizia o possiamo chiamare un medico, magari non ti senti bene. O.."
" Zayn?"
"Uhm?"
" Mettiti qui, non voglio restare da sola."
è sorpreso dalla mia richiesta per nulla elencata da lui. Sembra titubante, poi chiude la porta e si stende vicino a me. Posso sentire il suo profumo invadermi il campo olfattivo e il suo corpo caldo in un attimo aderisce al mio. Mi viene così naturale: mi ranicchio affianco a lui, il mio viso affonda nel suo petto. All'inizio lo sento intimorito, il suo corpo è teso. Poi, finalmente, si lascia andare. Le sue braccia mi cingono la schiena, avvolgendomi in un abbraccio confortante. Assieme al mio viso, affondano tutti i miei brutti pensieri. 
Mi sveglio, disturbata da una conversazione che sta avvenendo nella stanza. Non apro gli occhi volutamente.
" Zayn,  non ti ho visto scendere, mi sono preoccupato" è la voce di Niall.
" Si, mi ha chiesto di non lasciarla da sola e non me la sono sentita di scendere. Si è addormentata all'istante ma ho le sue braccia attorno e se mi muovo potrei svegliarla e non vorrei."
" Ok ok Brò, tranquillo. Mica ti devi giustificare!"
" Non mi sto giustificando" ribatte Zayn contrariato.
" Ehy, non è che..."
" Che cosa Niall? è stata picchiata, è spaventata e la sua famiglia con è qui. Non sono qui perchè mi piace lei e ci voglio provare, sto facendo l'amico."
" Ok ok! chi ti ha chiesto niente? io volevo solo sapere se avessi bisogno.. di altra acqua! hai fatto tutto tu! " ribatte divertito il biondo.
" Bastardo di un irlandese, non ti lancio nulla solo perchè mi dovrei muovere ed è evidente che non posso". sembra infastidito dall'affermazione del biondo.
Niall ride di gusto. Poi all'improvviso si ferma e torna serio.
" Comunque, non sarebbe un peccato che tu tornassi ad amare qualcuno, o comunque a provarci. Non essere troppo duro con te stesso, una storia può finire, ma non è detto che tu non sia in grado di affrontarne altre. Vado, non vorrei svegliarla. Sono quasi le 18.00, tra poco passa Paul a consegnarci il programma. Tra 2 giorni si parte!" 
Il moro annuisce e poi lascia che il compagno sia fuori dalla stanza per tornare a fare quello che stava facendo prima: appoggia la sua mano tra i miei capelli e li accarezza dolcemente. Non provavo questa sensazione di benessere da troppo tempo. Mi muovo, è una sensazione di benessere che non posso permettermi. Non adesso. Stacca subito le sue braccia e si ricompone, come se stesse facendo qualcosa di sbagliato.
" Buongiorno, anzi, buonasera! come ti senti?
" Bene, mi scoppia un pò la testa.Grazie per essere rimasto qui con me."
" Mi fa piacere che tu abbia riposato."
" Voglio tornare a casa, devo farmi una doccia e preparare le valigie."
" Okay, vado a dire ai ragazzi che ti accompagnano a casa."
" Grazie Zayn, anche per essere stato qui." Poi mi avvicino a lui, lo osservo. Fa quasi tenerezza, sembra imbarazzato. Mi avvicino a lui e lo abbraccio forte, insiprando ancora un pò il suo profumo così dolce e deciso. Le sue braccia sono titubanti, ma poi rispondono all'abbraccio. Mi stacco da lui e mi avvio verso la porta.
" Sereeenaaa! " Louis mi accoglie sulle scale. " Cosa fai, sei pazza? Torna a letto!"
" Ah, Louis, è tutto ok. Sto bene, davvero. Mi sono riposata, ora vorrei andare a casa e farmi una doccia, e devo preparare le valigie. Grazie per essere stato così ospitale con me, sto davvero meglio ora. Mi accompagni a casa?"
" Mmm okay. Se proprio insisti."
" Si, insisto. Grazie Louis" e lo abbraccio. Dio, quanto abbraccio ultimamente? Gabriella sarebbe sotto shock! Gabriella.. tra meno di due giorni dovrei tornare a casa e vederla. Sono felice.
Saluto i ragazzi e sull'uscio della porta appare Paul che si offre di accompagnarmi a casa.
" Paul, so già cosa stai per dirmi."
" Serena, no tutti vogliamo il vostro bene. Anche se delle volte sono certo che tu abbia pensato che abbiamo preso delle decisioni assurde, noi siamo adulti e con un lavoro alle spalle che ci fa comportare di conseguenza. Quando sei accerchiata da qualcuno che ti infastidisce devi recarti in un gabbiotto della polizia o dove c'è gente, oppure devi chiamarci. Perchè non lo hai fatto?"
" Perchè non ne ho avuto il tempo."
" Serena,non voglio che ti sia fatto del male, a te e tantomeno a Pierre o ai ragazzi. Quindi, da oggi dimenticati la metro o di uscire da sola e a piedi. Io ti verrò sempre a prendere e se non potrò ti manderemo qualcuno. Da oggi ti vieto ogni spostamento senza preavviso. E sono serio."
" Non ho 5 anni"
" Ne hai 19 e sei ormai famosa! questo basta per darmi ragione"
" No Paul, non ho mai avuto il piatto pronto, me la sono sempre cavata da sola. E poi famosa, che dici? Io sono una corista!"
" Dei One Direction!"
" Diavolo. Avrei potuto lavare i piatti a vita, mi sono messa in un gran casino"
" Non dire cavolate. Sei molto brava e meriti questo lavoro. Devi entrare nell'ottica, ci farai l'abitudine. Serena, potresti essere mia figlia e davvero, ti voglio bene, sei forte e allo stesso tempo fragile e indifesa a volte. Noi ci prendiamo cura di te, di voi, di tutti voi. Mi chiami se devi uscire?"
Sbuffo. " Ok! Posso scendere o vuoi portami fin dentro casa?"
" Ottimo, andiamo, ti accompagno". Dannata lingua.
Mi accompagna fino all'ingresso.
" Okay, grazie Paul"
" Serena, qualsiasi cosa ci sia o tu voglia dirmi, ti prego, non esitare a chiamarmi. Va bene?"
Mi sento male e triste per Paul, per la sua disponibilità che sento di tradire. Se solo sapesse di Pierre... probabilmente aiuterebbe anche lui, è un uomo buono.
" Si Paul, tranquillo davvero. Grazie" apro la porta e mi fiondo in casa.
"Pierre?"
Sento armeggiare qualcosa in cucina. Lo raggiungo.
" Ehy"
Si volta. " Dio mio Serena, che diavolo è successo?"
" e' una storia troppo lunga, te la racconterò dopo. Ora vado a farmi la doccia e comincio a preparare la valigia, lo sai che tra 2 giorni partiamo."
" Mmm okay... comunque non me la racconti giusta.. ah, ha chiamato tuo fratello su Skype. Mi sono permesso di rispondere, avresti sicuramente voluto sapere come sta e dove si trova. Ha detto che va tutto bene e che ti chiamerà domani."
" Okay, grazie Pierre. A proposito, i miei soldi sono sbloccati, ho pensato che magari potresti cominciare a mandarli e così li calmi un pò. Poi manderai gli altri non appena ti pagano.
"Grazie Serena.. davvero, te li restituirò, tutti. Dal primo all'ultimo centesimo"
"Pierre, l'unica cosa che mi importa è che tu riscatti il tuo debito e che non tocchi mai più la cocaina. Voglio solo questo. Giuralo."
" Te lo giuro Serena." mi guarda negli occhi, i suoi sono lucidi. Voglio dargli fiducia. Lo abbraccio.
" E comunque, una stronza mi ha tirato un pugno perchè mi ha accusata di scoparmi i ragazzi, anzi, di fare una gara con te a chi se ne fa di più"
" Cheriè, mi dispiace.. che stronze!"
" è passato"... mi sciolgo dal suo abbraccio.
"Vado sotto la doccia, a dopo"
Ricevo un sms di Lou.
" Tranquilla per il tuo labbro, lo sistemiamo con un pò di trucco. Domani tu e Pierre alle 10.00 dovete essere agli studi, prova costumi. Buonanotte xx"
Costumi di scena. Questa è bella. Non oso immaginare che tipo di costumi saranno. Voglio solo dimenticare questa lunga, lunghissima giornata. Mi fiondo sotto la doccia e lavo via il pugno, il dolore, la rabbia e purtroppo anche il profumo di Zayn.

MY SPACE
ALLORAAA ALLORAAAA ... scusate se vi ho fatto attendere così tanto, purtroppo lo studio mi uccide.. i prossimi 2 capitoli saranno abbastanza movimentati... in tutti i sensi... :D grazie per le vostre visite ;) buona lettura e... RECENSITEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!

 

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Capitolo 12
*** 12 ***


- Pierre! andiamo non fare il bambino, tirati su.. si parte!
- sono le 6.30, pour Dieu, lasciami dormire..
-dormirai in aereo.. ora alzati e chiudi quella valigia.. Pierre non costringermi a tirarti le coperte e aprire la finestra, ci saranno 10 ° massimo fuori. 
- ok ok.. ora mi alzo!
-ORA.
Torno in cucina e mi siedo. Concludo la mail a mio fratello
...così ora siamo in partenza e la prossima settimana sarà uno sbattersi da una nazione all'altra. Spero di beccare qualcuno a Milano, ho proprio voglia di vedere visi amici! e non vedo l'ora di vederti... ottobre volerà, vedrai! ti voglio bene brò, ci sentiamo presto. Abbi cura di te.
Spengo il computer e mi avvio verso il bagno con il magone in gola. Ho voglia di vederlo, non gli ho partlato di niente, dell'incidente, dell'amicizia con i ragazzi, di Zayn. Non che ci sia niente da dire ma ho bisogno di dirgli tutto, anche le piccole cose. Prima di fiondarmi nel bagno entro in camera di Pierre e gli strappo via il piumone, apro la finestra e lascio che i 10° entrino nella stanza.
- Stronza!
- chiudi quella cazzo di valigia e alzati da quel letto Pierre, o la prossima cosa che ti strappo via saranno le mutande.
Mi fiondo in bagno e grazie al mega ritardo del francese faccio tutto di fretta. Ale 7 puntuali arriva Paul che comincia a caricare le nostre valigie nel furgoncino. 
- Serena chiudi bene tutto, avete preso i passaporti? i documenti per gli hotel? i vestiti?
- Si Paul, ho preso tutto...
- Posso permettermi? - e mi indica la fotografia di mia madre. Sorrido debolmente, poi gli mostro un ciondolo a forma di stella che porto sempre al collo, appeso ad una lunga catenina. Lo apro e gli mostro la foto di mia madre intagliata nel ciondolo.
- è qui, sempre. 
mi sorride anche lui.
- Andiamo.
Pierre è già sceso mentre io serro la porta e seguo Paul nel furgoncino.
- Buongiono Serena- è Louis, tutto sorridente
- Un giorno mi dirai come fai ad essere così di buonumore alle 7 e un quarto di mattina.
- Ma dai Sere, partiamo, Spagn, Italia, Francia.. non è meraviglioso? 
- Eh, come no. 
Salgo nel furgone e saluto i ragazzi, Pierre si è già posizionato dietro e ha gli occhi chiusi. Paul sale alla guida e partiamo. Mancano Zayn e Niall. 
- dove sono gli altri?
- stiamo andando a prelevarli da Zayn, avranno passato tutta la notte a giocare alla Play e si saranno addormentati sul divano. - E' la voce impastata di Harry dal sedile anteriore del furgone.
Annuisco e mi sistemo vicino a Louis, poggio la testa sulla sua spalla e mi addormento all'istante, svegliata soltanto dall'entrata maldestra di Niall che, spinto da Zayn, atterra direttamente su di me. 
- Niall...- ma non riesco davvero ad arrabbiarmi con lui.
- Sorry Serena, quell'idiota mi spinge- e mi indica il moro che con aria spavalda mi guarda.
- Pronta Serena? Spagna, Italia, Francia.. discoteche, pub, belle ragazze.
- A me piacciono gli uomini!
- Ma io parlavo per me!
Stronzo. Paul richiama la nostra attenzione:
- Ragazzi, non devo ripetervi tutte le regole, vero? non è la prima volta che partiamo: niente ubriacature pubbliche, niente ragazze in bella vista, orari con coprifuoco, ricordate che andiamo per lavorare. Niall, non tentare minimamente di femarti per autografi, le europee, sopratutto le Italiane, sono impazzite totalmente. Zayn, Louis, Harry: per l'amor di dio, tenete a bata i vostri istinti, niente fan in albergo. Liam, a te non devo dire niente, per fortuna.
- E noi? a quali regole ci atteniamo? 
E' Pierre, con tono sarastico, dal fondo del furgone.
- Voi state tranquilli, voi servite solo durante i live negli store, per il resto potete stare tranquilli e godervi la città, non verrete alle interviste.
Perfetto, penso tra me e me. Almeno non dovrò stare con i riflettori puntati. Arriviamo in aereoporto e la storia si ripete: fan che urlano, che lanciano oggetti, solita corsa al gate e flash puntati addosso. Mi guardo intorno nella piccola sala riservata: ci sono i ragazzi che tweettano, giocano tra loro, Niall mangia mentre Liam è appisolato; c'è il management al completo,Lou con la piccola Lux e i costumisti: servirà un aereo solo per noi!
-Pierre
- umh?
- Hai passato quei soldi? bisbigliamo, nessuno deve sapere.
- Si l'ho fatto!
- Hai avuto risposta?
- no, solo che vogliono gli altri entro un mese. Appena mi pagano ti restituirò una parte dei soldi e pagherò gli altri.
- Tranquillo, solo sbrigati a toglierteli dalle scatole, non voglio più sentire di questa storia e neanche tu lo vuoi.
Mi guarda. Dannato Pierre, non potrei mai odiarlo
- Andiamo! Urla Paul dal ponte dell'imbarco
Ci avviamo tutti verso l'aereo. Effettivamente è un jet privato, i ragazzi da una parte, noi da un'altra. Partiamo e in un'ora e mezza siamo in Spagna. Appena scesa dall'aereo mi guardo in torno. Sono le 10.oo e il sole spacca le pietre, c'è una brezza tiepida che ti fa stare bene. Sorrido e respiro a pieni polmoni.  Un furgoncino ci carica ed evita di farci passare nella baraonda che si è creata fuori, come succede in ogni luogo in cui mettiamo piede.
- Dunque ragazzi, ora ci dividiamo. Io, Paul e voi 5 andiamo a fare le interviste, il resto va in albergo. L'appuntamento per voi è alle 5 nella Hall dell'albergo per andare nello store. Ulteriori indicazioni dopo. Andate. 
E' sempre la solita tipa magra con i capelli corvino a darci indicazioni come un vigile. Andiamo con una hostess verso il nostro taxi. Lou mi si avvicina
- ehy italiana, pensavo di fare un giro a rimorchiare spagnoli! vieni?
- e me lo chiedi? si che vengo! Io rimorchio, tu hai figlia a carico.
- Questa è la traduzione del seguente messaggio: sei troppo vecchia per rimorchiare?
Rido. - Più o meno!
Mi tira una pacca sul sedere. - Pierre tu vieni?
-No, grazie
- Okay, allora ti do 10 minuti quando arriviamo per sistemarti, poi vado sola. Levati quei Jeans, vestiti come ti ho insegnato-
Ormai non la sento più. Metto le cuffie e faccio partire un album dei Queen. 
Dont stop me now. Mi sento carica, positiva, nonostante tutto ciò che evoca quella canzone. Ma io ci sono. Sarà l'aria spagnola. Sospiro. 
Non fermatemi ora.
 
allooora! Innanzitutto scusate se sono passati 2 mesi dall'ultima pubblicazione ma non ho avuto neanche il tempo di respirare, figuriamoci.  so che starete pensando che è una cagata di capitolo, prometto di pubblicarne subito un altro così mi faccio perdonare... che dire, occhio perchè nel prossimo episodio ci sarà il primo incontro SERIO tra la nostra Serena e il moro. Stay ON, con amore! 

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Capitolo 13
*** 13 ***


La mattinata era passata tra negozi, chiacchiere e sguardi languidi con qualche spagnolo qui e li. Dopo il pranzo Lou mi porta nella sua stanza:
- allora, capelli lisci o mossi?
- Mmm lisci?
- Bene, e mossi siano. 
WTF, mi prende  per il culo allora! Mentre mi sistema il trucco cerco di ripetere il resto di What makes you beautiful, l'unico pezzo in programma. Ormai la so a memoria, so tutti i miei tempi, quelli di Pierre, quelli dei ragazzi. Ma è la prima esibizione pubblica e ho seriamente paura di toppare, o peggio, di dimenticarmi il testo.
- Sembri tesa!- 
- Si lo sono parecchio. E' la prima volta in pubblico.
- Beh vai Serena no? , e sorride, alzando un sopracciglio. 
Bella battuta di merda Lou, dammi il cinque. Fingo un sorriso.
- No dai, apparte la battuta orrida, tranquilla:i non ti cagheranno di striscio perchè saranno troppo prese a sbavare per i ragazzi.
- Grazie Lou, ora mi sento meglio. 
-Vattene va, ho finito. Vestiti con quei leggins a righe verticali e la camicina semi trasparente nera sopra, gli oggetti sono lì. Adoro quelle borchie, mettile su.
Prendo tutto il materiale e porto in camera. Mentre attendo l'ascensore una mano passa inesorabilmente sulla mia spalla, provocandomi un brivido intenso.
- Guarda che l'ho già chiamato io l'ascensore.
Non risponde. Mi fissa.
- Zayn? sei tra noi?
- si. volevo solo darti noia.
- Ci sei riuscito. Hai bisogno dell'ascensore?
- No, prego.
Mi fa cenno di entrare, le porte si aprono. E prima di richiudersi mi sorride, beffardo, malizioso. Grazie a Dio le porte si sono chiuse, sono rossa dall'imbarazzo: quel sorriso mi ha colpito nello stomaco, bello come il sole, pungente e malizioso. Quando arrivo al mio piano le sorprese non sono finite. Louis ed Harry appaiono sull fondo del corridoio intenti a litigare.
- Smettila di fare la donnina , Lou. Sono fan.
- Mi innervosisce quando ti toccano, ti abbracciano, ti baciano. Ok? che posso farci?
- Smettila, non sei mica il mio fidanzato.
-Sei uno stronzo, Harry. Non sono il tuo fidanzato, eppure ieri sera mi sembra tu ti sia divertito.
Rabbrividisco. Lo sapevo. L'ho sempre saputo, dentro me ne ero certa e aspettavo la conferma. e l'avevo appena avuta nascosta nel corridoio parallelo a quello dove Louis ed Harry stavano discutendo. Non posso uscire ora, ma stanno litigando davanti alla mia stanza. E devo entrarci. Un pensiero mi blocca ulteriormente: se Pierre è lì dentro, siamo fottuti tutti. Ci resterà malissimo. 
- Okay, fammi andare via. Louis, non fare il ragazzino, dai. Stasera stiamo insieme e ti coccolo un pò.
- Non voglio le tue coccole false solo per zittirmi. Non voglio niente da te se fatto senza voglia.
- Louis, ti prego. 
Gli da un bacio sulle labbra e va via dalla parte opposta dove sono io. 
Esco dal mio nascondiglio abbastanza confusa. Fingo di non aver visto niente.
- Ehy Louis, che ci fai qui? 
- Serena.. io.. stavo andando in camera
Mi avvicino a lui, ha gli occhi che gridano lacrime, le guance sono infuocate.
- Ehy.. tutto ok?
Mi fissa con ii suoi occhi cristallini che tremano, sorride amaramente. 
- Tutto ok.
- Louis? ti conosco da poco ma so che non è vero.
Si asciuga una lacrima che, bastarda, è scesa senza imbarazzo, imbarazzando lui che frettolosamente la asciuga.
- Non ora.
Lo dice con voce strozzata, quasi a volersi autoconvincersi.
- Abbraccio? 
Annuisce. Lo stringo forte, sento la sua tensione, il suo dolore, la sua dignità fatta a pezzi da Harry. Lo guardo negli occhi.
- Stasera ne parliamo, okay?
- Okay Serena. Vai a prepararti, devo andare anche io. 
Gli sorrido, poi mi scosto e apro la porta della mia stanza. 
- Pierre?... Pierre sei qui?
Sospiro.. almeno non è qui, altrimenti altre lacrime da asciugare. Mi spoglio e indosso gli abiti. Dopo mezz'ora di preparazione scendo nella Hall e vedo Pierre già pronto:
- scusa dove ti saresti vestito?
- Da Lou. Serena, perchè tu sei gnocca e io sembro appena caduto dalla bicicletta?
Effettivamente indossa abiti che, se non lo avessero costretto, non avrebbe mai messo: jeans nero strappato e una canotta bianca con dei buchi e larga.
- Tanto non ci cagheranno di striscio, guarderanno i ragazzi.
Mi guarda, poco convinto e intento ad addrizzare la canotta che non vuole sapere di stare dritta.
- Wow wooow wooooow! Serena, ma sei uno schianto.
- Niall, non urlare!
- Perchè, mica ho detto una parolaccia!
Poi si accorge che sono paonazza e scoppia a ridere.
- scusa, non volevo imbarazzarti! Però stai molto bene!
- Grazie Niall. 
Gli sorrido dolcemente. Poi con la coda dell'occhio vedo Zayn.
- Quindi Niall, secondo te oggi potrei rimorchiare qualche spagnolo?
Sento il moro avvicinarsi e fermarsi ad una colonna poco distante, con una gamba appoggiata.
- Si, ma io sono geloso, quindi deve piacere anche a me.
- Okay, allora appena c'è qualcuno che mi interessa ti faccio l'occhiolino e vediamo. Claro?
- Claaaro! 
sorride e si allontana. Mi avvicino al moro.
- Oggi sembri più là che qua. 
- Faccio a mente il calcolo delle ragazze che rimorchierò!
- vuoi un foglio per annotarle tutte?
- Ho una buona memoria.
Ci guardiamo per una lunga serie di secondi, occhi dentro occhi, pensieri che forse si stanno incontrando, che forse sono molto simili tra loro.
- In bocca al lupo!
Mi allontano. Raggiungo Pierre.
-Emozionato?
- Si e no.. sono più nervoso al pensiero di andare in Francia, ma ora non voglio pensare. Piuttosto, domani siamo in Italia. Non sei felice?
- Non sto nella pelle, avremo poco tempo ma respirare la mia aria e vedere Gabry mi farà stare meglio.
Mi sorride, anche se è un sorriso amaro. Forse vorrebbe dire la stessa cosa della francia, ma è evidente che non è così. Paul interrompe i nostri pensieri caricandoci nel furgone, posteggiato nel retro per non essere travolti, e indicandoci ancora una volta quello che succederà.
- C'è un sacco di gente ragazzi, siate preparati ad almeno tre ore di autografi. Niente foto. Appena arrivati cantate e poi vi sedete. Mi raccomando, intratteneteli e abbracciatevi spesso, giocate tra voi, insomma, fatele impazzire. Chiaro?
I ragazzi annuiscono e si scambiano le solite occhiate: mi sembra di conoscerli da tempo: Liam è seduto e si concentra, i muscoli del suo viso sono contratti. Niall e Harry sono impazienti e giocherellano con i telefoni, Louis è l'unico spento, per via della discussione con Harry. Zayn è, invece, il solito strafottente seduto a gambe larghe con le braccia conserte. Figo e bastardo. Strafottente e bello come il sole.
Arriviamo e le urla che provengono dallo store le percepiamo dal furgone. Sempre dal retro entriamo nello store da una piccola porta che conduce verso un corridoio. Ci fanno accomodare in una stanza dove Lou, uno per uno, ci sistema capelli e trucco. Arriva Paul e la tipa dai lunghi capelli corvini e ci chiama in disparte. Le urla quasi ci impediscono di sentirci l'uno con l'altro. E' lei che parla.
- E' la vostra prima volta e penso che sarà shokkante. Forse tu sarai insultata e tu sarai idolatrato, forse ti lanceranno roba addosso, forse orsetti o forse bottiglie o gomme da masticare. Qualsiasi cosa succeda voi avete l'obbligo di restare lì e cantare, appena finite dovete uscire dal retro e tornare qui e aspettare che i ragazzi finiscano. Ricordate, crollasse l'edificio, voi restate dove siete. 
Vorrei sputarle una raffica di parole a sta stronza. Non permetterò che un gruppo di stronzette leda la mia dignità, al primo insulto lancio l'asta per aria e me ne vado. Ho già preso mazzate per loro. Io e Pierre ci guardiamo con aria rassegnata mista alla rabbia. Poi Paul ci prende.
- Celine è un pò dura, ma tranquilli, non vi succederà nulla. Fate un bel respiro, state sereni e dritti con le spalle. Cantate e divertitevi con i ragazzi. Forza.
Sorride e ci abbraccia. Intanto i ragazzi si sono posizionati, noi chiudiamo la fila.
Sta per succedere l'inimmaginabile.
Paul fa il conto alla rovescia attraverso un ricevitore con la security che si trova oltre la porta. 
10, 9 , 8. Il cuore comincia a battere all'impazzata scandendo i secondi con battiti che via via accelerano.
7, 6, 5. Come ha detto Paul? Ah si, respiro profondo e schiena dritta.
4, 3, 2. Guardo Pierre che a sua volta mi guarda. Sorride. " Come on, Serena."
1. Zayn si gira, cerca il mio sguardo, lo trova, mi sorride e tira su il pollice. Ora tecnicamente potrei morire in grazia di Dio.
0.
Le porte si aprono. Il boato si fa assordante, come una bomba che esplode a pochi passi da te, ti stordisce. Una morsa allo stomaco. Entra Harry, poi Niall che salta, Louis che grida, Liam che si sta per commuovere e Zayn che sorride. Poi una spinta alle mie spalle e anche io sono nella calca. Vedo occhi che lacrimano, ragazze che svengono, che urlano. Pierre mi guarda e i suoi occhioni grigi stanno brillando. Sono sconvolta positivamente, non ho il tempo di pensare, la base parte. I ragazzi attaccano, questa canzone è bella, allegra.
You're insecure 
Don't know what for 
You're turning heads 
When you walk through the do-o-or 
Don't need make up 
To cover up 
Being the way that you are is en-o-ough 
Everyone else in the room can see it 
Everyone else but you 
 Una ballad a tutti gli effetti. E quando arriva il nostro turno siamo più sicuri che mai. Mi torna in mente mente mia madre, la rivedo nei suoi movimenti da corista, così sorridente e sciolta, così bella.
Mamma, te lo devo.
Mi sciolgo, dimentico migliaia di occhi che mi guardano e mi diverto.
Baby you light up my world like nobody else 
The way that you flip your hair gets me overwhelmed 
But when you smile at the ground it ain't hard to tell 
You don't know oh oh 
You don't know you're beautiful
 I ragazzi ci coinvolgono, ci guardano, ci vengono vicino, io e Pierre ci scambiamo occhiate complici e in men che non si dica arriviamo alla fine.
Oh oh oh 
That's what makes you beautiful
Sono esastiasata, felice. Liam prende la parola. 
- Ok ragazzi, prima di dedicarci a voi lasciateci presentare 2 nuovi membri di questa band, il loro lavoro è importantissimo. Un applauso per i nostri coristi, Ladies and Gentleman, Pierre and Serena!!! 
Alziamo un braccio e salutiamo, in segno di riconoscimento. Niente bottiglie che volano e gomme da masticare, applausi, qualche urletto, nessun fischio.
Beh non è andata poi così male. Faccio l'occhiolino a Liam per ringraziarlo, poi la porta si apre e noi, come previsto, ci lasciamo quel boato alle spalle e in un attimo ci troviamo nella stanza di prima. Sono incontenibile e l'adrenalina mi pervade.
- cristo Pierre, ma hai visto  che roba? è meraviglioso, è bellissimo, è ... oddio, non ci credo, c'erano almeno 2 mila persone. Che dico, forse erano di più. Oh god, Pierre, che cazzo è sta cosa??? è bellissimo!!!!
Ride. Sembrerò così idiota, fino a due giorni fa volevo andarmene, ora andrei di nuovo lì dentro a cantare. 
- Serena, calma. Non sembri neanche tu. Si, una gran scarica di adrenalina. forte.
Forte? Pierre, porca miseria, è FAVOLOSO!!!! dobbiamo festeggiare.
Mi avvio verso il mini frigo- bar e mi sorprendo nel trovarci una marea di bottiglie d'acqua.
Beh, chissenefrega, brinderemo con l'acqua. 
-Prendi collega.
Afferra la bottiglia al volo.
- Brindiamo Pierre. Al nostro nuovo lavoro, a chi ci vuole male, a chi ci invidia e a chi ama. Le cose andranno bene d'ora in poi, tutto sarà più facile e noi forse conosceremo la via della tranquillità e forse, dico forse, della felicità.
Facciamo tozzare le bottiglie di plastica e ci sorridiamo. Siamo interrotti dalla porta che si spalanca. Celine.
- Ve la siete cavati, pensavo lacrime e sangue. Ben fatto.
E chiude la porta.
- Vaffanculo, stronza. 
Questa volta lo diciamo ad alta voce, all'unisono, senza precedenti accordi. Ci guardiamo e scoppiamo a ridere. Mi butto su un divano. L'adrenalina ha lasciato il posto ad una stanchezza atroce, faccio in tempo a sedermi su un divano che crollo in un sonno profondo. 
Sarò svegliata poche ore più tardi, da una voce che sussurra al mio orecchio e un profumo orientale che invade mi invade le narici.
 E quel brivido lungo la schiena che solo lui sa provocarmi. 

Beeene bene bene. A- rieccome, sono tornata con un capitolo che spero sarà di vostro gradimento. Ch ve lo dico a fà, sarebbero gradite un paio di recensioni, giusto per capire come sta andando, se vi piace, se vi fa schifo. Voglio ringraziare rowlingsmind per il suo supporto e le sue belle recensioni, sempre ben volute :) del prossimo capitolo non vi anticipo niente, spero di pubblicarlo presto. Un bacio a tutte.

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