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Nella calda estate, nessuno riusciva a trascorrere tranquillamente la
propria giornata, solo la cara Bunny, sotto una fresca brezza marina, stava
veramente godendo della sua ultima estate di pace, di ingenuità
Nella
calda estate, nessuno riusciva a trascorrere tranquillamente la propria
giornata, solo la cara Bunny, sotto una fresca brezza
marina, stava veramente godendo della sua ultima estate di pace, di ingenuità.
Il
sole a picco illuminava i suoi lunghi capelli oro sciolti e
svolazzanti nell’aria. Tutto sembrava perfetto ma
forse qualcosa ancora poteva cambiare
-Usagi attenta che cad…-
Nulla
da fare, la forte voce del suo uomo non poté salvarla da una brutta caduta
nella calda sabbia estiva, tra i sorrisi divertiti di alcuni
bagnanti
-Sei sempre la solita-
Con
il broncio disegnato sulle sue labbra ancora insabbiate si getto nelle braccia
del suo Mamoru, alzò lo
sguardo con occhi traboccanti di lacrime e gli chiese di portarla via,
naturalmente si sarebbe ripresa qualche istante dopo con un bel cono ricoperto
di panna e fragola.
Qualche
ora dopo il caldo solleone era ormai all’apice dei suoi raggi e la dolce
coppia, sdraiata da ormai un po’ di tempo sul lettino decise di fare un bagno decisamente rinfrescante.
–Mamoru, ma tu mi ami?- i capelli bagnati davanti al volto
le impedivano di accompagnare quella domanda con i suoi soliti occhi dolci tanto che il suo fidanzato quasi se ne meravigliò –Ma che
domande sono Usagi! Certo che ti amo mia piccola
testolina buffa-
-Eh
no, oggi proprio non puoi dirmi che sono una testolina
buffa- così dicendo si accarezzo i capelli in modo evidente davanti a lui, i
suoi codini avevano lasciato spazio alla morbidezza dei suoi riflessi dorati
-Hai proprio ragione tesoro, scusa l’abitudine!-
Più
la osservava, e più si accorgeva del gioiello che possedeva tra le mani, la
donna più bella e più importante dell’intero universo era li, davanti a lui e
l’amore che provava in quegl’istanti
l’avrebbero potuto percepire perfino comuni mortali attorno a lui. Era la cosa
più preziosa, più fragile e delicata che ad ogni suo bacio, la paura di
romperla era estremamente grande.
-Mamoru che fai ancora li! Forza andiamo a casa!- perso nei suoi pensieri non si era accorto
che il suo prezioso gioiello si stava allontanando per tornare a riva, con un
breve sorriso la raggiunse, sicuro ormai di ciò che le avrebbe proposto quella
stessa sera a cena
La
notte che si avvicinava rendeva la brezza marina ancora più piacevole. Un
enorme sole rosso accennava ad addormentarsi lasciando
posto ad una luna ancora chiara in cielo. Tutte le famiglie si apprestavano a
smontare tende, chiudere sdraio ed ombrelloni per fuggire ognuna nelle proprie
case per la solita cena familiare mentre una giovane ragazza bionda aspettava
l’arrivo delle ore 7:00. Il suo orologio andava
benissimo e meravigliandosi di se stessa si accorse che le lancette segnavano
le 6:50
-Caspita
10 minuti di anticipo!! Non posso crederci ma cosa mi
succede?- sorridendo tra se e se poggiò una mano alla testa per sorreggerla, la
corsa l’aveva notevolmente affaticata
-chissà
se Minako arriverà puntuale, credo che sia la persona
più sbadata del mondo (logicamente dopo di me) che credo si sia persino
dimenticata dell’appuntamento- farneticando sulle possibili invenzioni future
di Minako al mancato appuntamento, una rosa gialla le
apparve come per incanto al lato del muretto sul quale attendeva con ansia – e
questa?- prima che potesse darsi una spiegazione sul piccolo bocciolo fermo li accanto a lei, una buffa testolina bionda le stava
correndo incontro, le 7 e 10.
-cavoli
Minako! Non posso credere di essere arrivata prima di
te! Ma che fine hai fatto?-
La
bionda ragazza a stento riuscì a pronunciare poche e disconnesse parole – io.. casa..Rei..autobus..-
-Si
siok! Ora prenditi una cosa
da bere che ci sediamo qui sul lungomare-
La
vista da quel posto era la più bella di tutto il paesino, si intravedevano
navi all’orizzonte, l’acqua cristallina le donava un fascino notevole, e le
rocce emerse creavano una strana barriera costiera che impediva ad alte onde di
infrangere la riva, il mare era sempre calmo come una tavola.
-allora
come va la vita in città? Non vi sarete dimenticate di me?- sorrise
la giovane Usagi sorseggiando un bicchiere di
the freddo al Limone, adorava il limone
-ma che dici! Figurati, anzi senza di te mi
sento quasi persa, nessuna compagna con la quale nulleggiare!-i dolci occhioni della ragazza si fecero grandi e si inumidirono di
goccioloni di false lacrime
-finiscila
Mina! Lo so che non sei poi così dispiaciuta!- una risata le avvolse entrambe,
quanto le mancavano le giornate passate assieme, dall’inizio del mese non era trascorso giorno nel quale entrambe non pensavano alle
proprie amiche, proprio da quel giorno in cui Usagi
aveva deciso di partire assieme al suo Mamoru per
godersi ben 30 giorni di assoluta pace e tranquillità. Il passato ormai era un
turgido ricordo.
-comunque,
tornando a noi beh, Mamoru vorrebbe restate ancora
qualche giorno qui-
-ancora
Usagi! Ma dai non puoi rimandare
ancora la partenza, noi abbiamo bisogno di te, ci manchi molto lo sai. È da più
di un mese che sei sparita- il tono dell’amica cominciava a prendere una lieve
forma accusatoria
-Minako lo sai anche tu, avevo
bisogno di stare un po’ con lui, sola. Siamo stati divisi per troppo tempo tu
capisci che non potevamo restare in città, le tensioni accumulare erano ormai troppe-
-lo
so lo so, la scomparsa, l’avvento di Galaxia e di Seiya non hanno di
certo fatto bene al vostro rapporto, ma vi amate! Un giorno in meno non
cambierà la vita-
-non
la cambierà nemmeno a voi su! –
La
sua amica alla fine cedette –e va bene dai- inutile resistere
a Usagi, è impossibile – bella quella rosa, te l’ha
regalata Mamoru?-
-beh
veramente no, l’ho appena trovata…-
Ed eccoci qui!!!!!!!!
Nuova avventura per me!
Intanto ringrazio tutti degli ultimi
commenti sulle mie prime 2 storie, siete stati magnifici.
Confesso di avere un
idea veramente confusa di questa storia, ma un filo conduttore non
preoccupatevi che c’è! Beh ora sono nelle vostre mani..azzardate le vostre
conclusioni sono curiosa di sapere cosa vi ha stimolato la mia mente malata..a presto col nuovo capitolo! (all’incirca
tra 1 settimana e mezza)
Lunga e buia si preannunciava la notte. La fresca brezza marina che accompagnava quel
silenzio tirava persino fra quei grigi vetri del finestrino appannato, gli
alberi frusciavano intonando una dolce melodia rotta solo dal rumore assordante
delle auto in corsa sfreccianti. Minako aveva appena preso il pullman che
l’avrebbe condotta a casa. Cosa pensava? Di certo i suoi pensieri riguardanti
quella giornata non erano affatto tranquilli, l’ultima parte della giornata l’aveva
quasi adirata
Spense il suo I-pod nero e si sedette
all’ultimo posto in fondo, quello nell’angolino sinistro per non dare nell’occhio.
Poggiando delicatamente la borsa sulla sua destra si voltò e batté la testa contro
il vetro un paio di volte, forse più forte di quanto poteva immaginare che
quasi se ne meravigliò. Con il fiato disegnò un grande alone che le appannò completamente
la vista, ma tutto sparì alla prima ondata di fresco, così da riflettere due
occhi impauriti, insoddisfatti, a tratti tristi.
Era vero, le mancava la sua precedente vita. Negli ultimi
mesi infatti, soprattutto dopo la partenza della sua cara amica, si era
dedicata al lavoro. Non che questo la gratificasse molto, la cameriera in
pizzeria era pur sempre una mansione di 2° livello, ma era sola, e tutto
l’aiutava a non pensare.Solo in momenti
come questi, quando il resto del mondo era escluso dalla sua mente, lei
pensava, ricordava.
Tutto questo estraniarsi in controsenso la faceva sentire
ancora vicina a quelle giornate, ancora attaccata ai suoi ricordi. Erano mesi
che il gruppo era partito,ed erano
passati altrettanti mesi, da quella terribile notizia, da quell’insicurezza che
l’accompagnava giorno e notte.
-signorina è libero questo posto?- alto e giovane sulla ventina, un ragazzo la
destò dai suoi pensieri. Non sembrò però invadente, anzi. Aveva tutta l’aria di
essere uno studente universitario. Da cosa lo si capiva? Beh la cara Minako
nell’ultimo periodo frequentava assiduamentel’università del suo quartiere, la rilassava andar a trovare la sua
amica Ami tanto che la calma di quella città parallela riusciva a distrarla dai
suoi pensieri, ultimamente tutto era in funzione di ciò. Perciò di tipi
frequentanti posti del genere, Mina ne conosceva a bizzeffe.
-prego è libero- non
più di un sorriso riuscì a disegnare sul suo volto, tanto che risultò quasi un
azione forzata
-è che è l’unico posto libero- cercò quasi di giustificarsi
il ragazzo.
Allungando lo sguardo però, si accorse che quegli occhi cupi
e indifferenti non erano rivolti a lui, bensì ai suoi pensieri – come ti
chiami?-
-Mina…- rispose lei restando a fissare il vuoto, quasi
cercando di evitare un contatto anche solo visivo
- vuoi ascoltare un po’ di musica? Ti vedo triste…-disse ingenuamente porgendole una cuffietta
La ragazza questa volta si voltò ed i suoi occhi, dal triste
passarono al disperato – vuoi veramente che sia io a tenerti compagnia? Sono la
persona meno indicata questa sera-
Sorrise, un sorriso bello, lungo e soave –allora forse le
coincidenze esistono, perché anche io sono messo abbastanza male-
Si guardarono per un secondo, e si sorrisero. Lui mentiva, i
suoi occhi non potevano che trasmettere tranquillità e armonia che si riusciva
a scontrare solo con le paure ed i dubbi di Minako.
Quella sera però si lasciò confortare da quello sconosciuto,
senza che gli avesse raccontato niente si erano trovati subito in sintonia e
quella notte così, durante l’intero tragitto verso casa, si tennero compagnia.
Dopo diverse ora passate a parlare del più e del meno, il
ragazzo si perse fissandola negli occhi
-Ehi..mah, che ti guardi?- ribatte Minako a quello sguardo
perseverante –cercavo di scoprire cosa nascondi-
-prego?-
-beh vedi, io non ti conosco ma sono sicuro che tu abbia qualcosa
che non va, il tuo sguardo è spento e triste, però diverso da un normale
sguardo, sembri come impaurita-
‘ cavoli! Ci ha preso…oh mamma mia, e adesso cosa gli
racconto? Beh assolutamente nulla, nessuno sa niente e di certo non lo andrò a
raccontare al primo che incontro ’
Era ferma sulla sua decisione, ma il ragazzo l’aveva
eccessivamente spiazzata, nessuno le aveva mai letto così nel profondo i suoi occhi,
così semplici e attori di una realtà parallela che viveva ormai da diverso
tempo.
In quel mentre però, raccontare una verità alterata e vaga
non poteva ferirla, forse poteva darle conforto, quindi si fece coraggio
-secondo te, esistono situazioni incredibili, delle quali tu
non dovresti far parte ma che in qualche modo ti coinvolgono al punto di
esserne completamente dentro?- disse tutto d’un fiato
Il ragazzo questa volta accennò un sorriso, grande e sincero
– è questo che ti preoccupa?-
-è una cosa..grave- disse abbassando leggermente lo sguardo
in terra
-ehi su- una mano le sollevò il volto e lo riportò in un
attimo ad altezza visiva – non essere trista perché se la questione è veramente
così complicata come mi vuoi far credere significa che esistono mille soluzioni
diverse per risolvere il problema, hai un segreto non è vero? Un segreto che
nemmeno è tuo..-
‘Centro per la seconda volta, ma come fa? Incredibile.
Comunque anche qui, meglio continuare a tenersi sul vago, stai entrando troppo
dentro la questione’
-non propriamente, diciamo che ho molti dubbi che non posso
condividere-
-provaci..beh non con me logicamente, ma qualcuno che può
darti una mano disinteressatamente c’è. Parla, parlare è un dono meraviglioso
che dobbiamo utilizzare, vedrai che ci riuscirai- era incredibilmente tenero..e
vero, quello che diceva era assolutamente esatto. Perché continuare a tenersi
dentro tutto questo dolore e quest’amarezza? Bisognava sbloccare la situazione,
era veramente giunta l’ora di analizzarla a fondo per trovare un rimedio.
-ci sei? Hai lo sguardo come perso nel vuoto biondina- le
successive parole la risvegliarono dal suo stato di trans
–grazie, mi hai fatto capire una cosa davvero importante, le
decisioni sono le nostre, e la vita può cambiare da un momento all’altro ma
solo per nostro volere, quindi se mai faremo qualcosa, mai nulla cambierà!-
Il ragazzo esterrefatto da quest’improvviso cambiamento di
personalità si meravigliò quasi di se stesso –cavoli, sono davvero così
efficace? Non me l’aspettavo-
Queste furono le ultime parole, poi per il successivo quarto
d’ora più niente, i ragazzi rimasero in silenzio, ad ascoltare il tacito rumore
del vento che penetrava dai vetri, sino all’arrivo
-grazie della serata allora!-
-grazie a te biondina, come hai detto che ti chiami?- accennando
un saluto con la mano
-Minako!- pronunciò questa volta con più fermezza e
decisione
-allora alla prossima Minako!- apprestandosi ad andare via,
dimenticando però un ultima cosa - ah, il mio nome è Yuri!-
-bellissimo nome!- gridò Mina per farsi sentire dal giovane
ormai già distante diversi passi da lei.
Quella sera era stata
veramente insolita, con uno sconosciuto si era ritrovata su quel bus a parlare
del più e del meno, delle vicende del mondo, e alla fine era persino riuscita a
capire cosa dover fare, in quell’attimo tutto le era risultato estremamente
chiaro. Doveva parlarne con le sue compagne,non che questo l’avrebbe fatta
sentir meglio, non che l’avrebbe sollevata, ma nessun segreto tra di loro era
durato tanto a lungo.
Cosa avrebbero potuto dirle? Sgridarla solo per il tempo
trascorso tra i silenzi, insieme avrebbero affrontato questa situazione e
trovato una soluzione, la meno indolore per tutti
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Affannata e stravolta, questa volta contro un vetro non
batté la testa, bensì il pugno chiuso, l’alba iniziava a sfumare di mille colori
tutte le abitazioni di quella via, e nell’aria nemmeno una nuvola copriva lo
splendido cielo di Tokio, la bufera che si stava per abbattere purtroppo era di
altro genere
-mah..sono le sei del mattino, questa strana abitudine devo
toglierla ai clienti una volta per tutte!- decisa ad armare il finimondo contro
una sciocchezza del genere, Rei non poteva di certo immaginare cosa l’attendeva,
aprendo la porta la visione infatti fu delle più sorprendenti –Minako ma che ci
fai qui! Sono le sei del mattino, sei caduta dal letto per caso?-
-Rei, io devo parlarti, a te e a tutte. Si tratta di Usagi…-
Ed eccoci qui!! Allora posso chiedere PERDONO PERDONOPERDONO in ginocchio? (lo
faccio anche se non mi vedete XD). In questo periodo non sono stata molto bene
psicologicamente ed ho avuto delle difficoltà a far galoppare la mia fantasia,
comunque tutto passato, ed ora sono qui!
Finito il nuovo
capitolo, che ve ne pare? Per gli amanti di Seiya e Mamoru in questo capitolo
non c’è spazio mi dispiace XD, ho deciso di creare una storia un po’ diversa,
che spero sarà ugualmente di vostro gradimento.Il
prossimo aggiornamento non sarà lontano (salvo imprevisti) non c’è niente di
scritto ma le idee sono chiare e nitide, quindi state tranquilli!!
-Yuri non è l’amico di Rei, Solo un omonimo perché mi piaceva-
Passiamo ai ringraziamenti:
SHERYS: la mia dolce co-amministratrice che commenta le mie opere, quale onore! Spero
che anche ora ti sei immedesimata nella situazione
VALEPIGIA: Grazie mille
tesoro! Comunque c’è tempo ancora per decidere di tutto e di più, qui Seiya non
entra in scena (quindi spero ti piaccia il capitolo)
DANY: della rosa ci
sarà una spiegazione più in là, ma non so se ci hai preso proprio, comunque
anche io non vedo l’ora di correre al mare!
USAGI_84: Brava, il
giallo significa gelosia, ma l’avrà mandata davvero Seiya? Marziuccio è davvero
innamorato!
BEA: grazie, ma Seiya c’è
nel castquindi…
FIGHTERDORY: bello
questo triangolo eh?! Comunque per la rosa..aspettiamo!
MIKI90: come ho già
detto, Seiya c’è nel cast! Si sono tornataaaa! Spero
che continuerai a seguirmi un bacio fortissimo!
MEWALEXANDRA: ahah si ci volevo io!! Grazie mille, è bello ritrovarti qui
ne sono felicissima
-Minako sei impazzita?! Cos’è successo a
Usagi?- furono queste le parole che, in preda al panico, Rei fu capace di
pronunciare, solo queste.
- Volevo dire che Seiya è in pericolo, non
Usagi -
-Seiya, ma vuoi farmi prendere un colpo? E
sentiamo cos’è successo a Seiya!-
-A dire il vero riguarda anche Mamoru-
Rei ora era veramente seccata, l’ averla
svegliata all’alba la rendeva furibonda, se poi si aggiungeva il fatto che
Minako non riusciva a mettere 2 parole di senso compiuto in fila, andava
direttamente su tutti i nervi
-Ma insomma Minako sei ubriaca?-
La ragazza non lo era affatto, ma non riusciva
ad allentare la tensione ea riprendere
fiato, quasi si stava arrabbiando con se stessa. Con un grande sospiro riprese
fiato e vuotò il sacco…
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LA SERA PRIMA…
-amore sono a casa!- queste furono le prime
parole di un amore turbolento che invadeva tempestivamente quella casa, così
grande eppure così piena d’amore in quel preciso istante.
Dietro
di se il grande portone blindato tuonò un rumore sordo e secco che fece tremare
perfino le pareti del corridoio.
‘
eccola, raggiante come sempre ’ pensò il suo uomo non appena la vide. I lunghi
capelli biondi l’avvolgevano di un caldo tepore, e quel battito di porta
significava solo che il suo appuntamento era andato alla grande, liscio come
l’olio. Non vedeva l’ora di abbracciare il suo amore più grande proprio
dinnanzi a lui
‘ solo questo lungo corridoio ci divide, il suo sorriso mi è appena saltato addosso
come un turbine impetuoso, senza permettermi di respirare, dio com’è bella la
mia Usa, il suo sorriso è.. un’ondata d’amore.
Riesco quasi a prevedere i suoi movimenti
quotidiani. Ecco ora poggerà distrattamente la sua borsa sul piccolo tavolo
davanti ai suoi occhi, senza nemmeno togliere dal suo interno il cellulare. Ora
mi guarderà e mi sorriderà nuovamente per chiedermi qualche pazza idea che le è
passata per la testa solo pochi secondi fa. Amo la mia Testolina buffa ed i
suoi movimenti, buffi e dolci proprio come lei ’
Questi furono i tanti pensieri di Mamoru non
appena vide quel dolce faccino affacciarsi in casa sua. Tutto questo lo portava
indietro nel tempo, e ridacchiando leggermente ripensò al giorno in cui la
conobbe per la prima volta
‘ non potrò mai dimenticare quel giorno mio
tesoro, e scusa se in passato sono stato poco presente, ma in futuro ti giuro
che sarò sempre al tuo fianco ’
-Mamoru cosa fai ancora li? E perché sorridi in
quel modo? Forza alzati prepariamo la cena assieme!- il suo delicato sorriso,
in quel momento si trasformò in una sorta di sfida per Mamoru. In cucina la
sfida era aperta per entrambi in qualsiasi momento della giornata: lui elegante
e raffinato in tutto, lei un autentica pasticciona
Correndo per essere la prima ad inaugurare la cucina
quella sera stessa, la rosa colta poco tempo prima le scivolò dalla tasca quasi
impercettibilmente, solo Mamoru se ne accorse, ai suoi occhi non sfuggiva mai
nulla. Un fiore così candido e puro, impossibile credere che fosse reale, così
incredibilmente perfetto. Solo il suo profumo non lasciava intendere
diversamente.
Il ragazzo si curvò per raccoglierla e nel momento
in cui la sfiorò ecco avvertire una fitta , una scarica d’energia nera pervase improvvisamente
la sua mente. Fu un secondo, un piccolo flash e poi più niente.
Restando tramortito però dal momentaneo
incidente, restò interdetto per qualche istante, poi la calda voce della sua
donna lo riportò alla realtà
-Mamoru insomma cosa fai non vieni ad aiutarmi?
– non accorta di nulla, la bella Usagi continuava tranquillamente ad armeggiare
nella sua cucina con gli occhi indirizzati in direzione a lui opposta
‘ma che diavolo succede? Non mi è sembrato
affatto un buon segno, che stesse succedendo qualcosa? Usagi.. possibile che
non sei riuscita ad accorgerti di nulla cogliendo questa rosa?’ mille ipotesi ed
idee di ogni genere sorvolarono la mente del giovane, che rimasto solo in mezzo
all’enorme salone che lo circondava, non riusciva a trovare una spiegazione
-Amore insomma!- questa volta la sua amata era
proprio dinnanzi a lui, e le braccia conserte preannunciavano un ardita lite –
che diavolo ti prende! E poi quella rosa? Era nella mia tasca, come mai è in
mano tua? Non sarai mica geloso! Guarda Mamoru che…-
-Amore..sta tranquilla, tieni ti era
semplicemente caduta- disse il giovane sorridendo ampiamente per non destare
sospetti, porgendole la rosa.
-oh, grazie. Pensavo che..- un dito le serrò le
labbra – Questa sera non si cena a casa, è un giorno speciale, e tu verrai con
me- così dicendo afferrò il suo esile braccio e la condusse verso la porta, in
silenzio.
Purtroppo quella sera non si preannunciava
delle migliori, l’incidente avuto qualche minuto prima ne era stato solo
l’inizio, ma Mamoru aveva aspettato davvero troppo tempo, doveva assolutamente
dirgli il vero motivo di quell’eterna vacanza, se lo meritava davvero.
Prendendo coraggio e lasciandosi alle spalle quell’inconveniente si diresse
verso la porta d’entrata.
Solo il tempo di prendere chiavi e borsa che la
era coppia già fuori. Ammirava quasi sbigottita quelle incantevoli luci che
avvolgevano l’intero quartiere. Tutto si rifletteva nel grande manto blu che
bagnava l’intera spiaggia, dalle luci dei viali, alle case affacciate sulla
spiaggia, per poi terminare con un immensa e tonda luna. Una luna grande e
bianca che quella sera portava più luminosità ed armonia di quanto non avrebbe
fatto nemmeno il sole. E lei, beneficiava di quello splendore, di quella luce.
La guerra era finita e, credendo ancora di poter vivere un futuro felice,
spesso dimenticava di essere la guerriera della luna, la sua principessa.
-guarda tesoro! – la grande mano di Mamoru
indicò proprio il riflesso marino, guardando però, in direzione dei suoi occhi
blu
-la luna! Che bella che è! Te lo spieghi come
la natura abbia potuto creare una cosa tanto perfetta?-
Sorridendo ingenuamente, come una bimba
dinnanzi al suo primo gelato della stagione, abbracciò il suo uomo –è perfetta
come te, è la luna ricordi? Siete la stessa cosa, è il tuo pianeta di origine,
è la tua fonte di vita- spiegò Mamoru contraccambiando il suo abbraccio
La ragazza però, allentando la presa abbassò lo
sguardo, restando assolutamente in silenzio. Solo il frusciare delle foglie
interrompeva i suoi respiri sempre più irregolari e tesi
-amore che succede, ho forse detto qualcosa che
non va?-
-no, è che.. spesso dimentico di non essere
parte di questo pianeta, di essere, beh diciamo, un extraterrestre.Però nonostante questo preferisco fingermi un
essere umano. Tu lo sai, per colpa mia sono state create numerosissime guerre
inutili, e sono morte molte persone, alcune delle quali amavo profondamente, è
per questo che evito di pensare al passato, alle battaglie e a tutto ciò che ho
perso più di una volta. È per questo che mi sono intristita.. –
Il ragazzo la strinse forte.- Non volevo recarti dispiacere piccola, ma devi
essere fiera del nome che porti e di tutto ciò che hai fatto per difendere il
mio ed il tuo regno. Ora siamo semplicemente tu ed io, e in un futuro lontano
diventeremo i loro regnanti. Non sei felice quando pensi questo?-
-pensi mai al perché noi regneremo su questo
pianeta? – questa volta lo guardò dritto negli occhi, la sua domanda era stata
tagliente.
Usagi però non ebbe risposta, solo due occhi
interrogativi la fissavano
-beh io si Mamoru, io penso alle molteplici
possibilità che potrebbero creare un avvenimento tanto insolito per due persone
come noi, semplici e comuni.-
-avanti parla, quali sarebbero?- il ragazzo aveva
capito a cosa si riferisse la sua ragazza, ma sperava tanto non fosse così.
Facendo un lungo sospiro, Usagi azzardò la sua ipotesi. La più triste, ma forse
anche più probabile
-potrebbe, di nuovo scoppiare una battaglia, un
enorme battaglia che metteràper
l’ennesima volta alla prova tutti noi. Io ho paura Mamoru..-
Mamoru ci aveva preso, sapeva che lei odiava
combattere e perdere ogni volta le persone al suo fianco, amava la pace ma
cause di forza maggiore l’avevano sempre portata a comportarsi nel modo opposto
- Non devi aver paura, devi essere tranquillae pensare che io ti proteggerò per sempre, sarò sempre al tuo fianco-
Questa volta però, il suo grande amore non
l’aveva affatto rassicurata anzi, l’aveva quasi fatta infuriare che balzò via
dalle sue braccia in un batter d’occhio. Tenendosi a debita distanza, forse per
la prima volta in vita sua, lo guardava con un pizzico di malignità.
-questa volta… questa volta non puoi parlarmi
in questo modo-
in quel
momento una lacrima le rigò evidentemente il volto, ma questo al momento non le
importava assolutamente- tu, tu mi hai lasciata sola. Non è stata colpa tua lo
so, ma ho combattuto solo con le mie forze, le mie e quelle dei miei compagni
mentre tu non c’eri. Non dico che ti sto accusando, ma almeno non illudermi
dicendo che sarai sempre con me, perché se non fosse stato per i Three Lights e
per Seiya, a quest’ora nessuno dei due sarebbe qui a scambiarsi parole…-
Quelle parole agghiacciarono Mamoru, che non
aveva mai creduto che la sua testolina buffa potesse soffrire così tanto per la
sua assenza, che quel cuore così pieno d’amore sarebbe stato estremamente vuoto
in quel periodo. No non poteva saperlo, lui non c’era.
Deglutendo e arrossendo prese le sue mani e le
strinse forte, decisamente forte. –io non c’ero, ma non significa che non
volevo esserti accanto-
-questo lo so, ma come ho già detto, non
illudermi mai più!- nei suoi occhi, cristalli di giaccio. Era forse questo il
messaggio che quella rosa voleva fargli captare? La sua donna forse, stava perdendo
la fiducia e l’amore per la giustizia e la libertà come aveva un tempo. Quegli
occhi non facevano affatto parte di lei.
-Ascoltami!- gridò strattonandola sul lungo
mare, accanto a gente completamente sconosciuta. Molti passanti si voltarono,
alcuni aggrottarono la fronte rivolgendo uno sguardo interrogativo al primo
sconosciuto dinnanzi a loro.
La situazione stava degenerando, in questo modo
avrebbero solo dato spettacolo. Mamoru la prese per mano e la condusse in riva
al mare, su quel bagnasciuga che li aveva visti felici e spensierati
innumerevoli volte.
Ora erano soli e lontano da occhi indiscreti
-ti ascolto..-
fu lei a prendere coraggio per prima, lei che
ora era cresciuta ma che aveva ancora molta paura del mondo attorno. Lui la
guardò. Fissava quegli occhi con un immensa carica d’amore e di dispiacere allo
stesso tempo, vi cercava ancora, in qualche angolino remoto, quel raggio di
speranza che l’accompagnava sempre, e che quella sera non trovava più. –ascolta
Usagi, io non ci sono stato, e sbaglio a dirti che ci sarò sempre. Però, tu mi
ferisci dicendo che se non fosse stato per i tuoi compagni, se non fosse stato
per Seiya, noi non saremmo qui..-
-ma è la verità!- lo interruppe lei
-..fammi finire, è vero anche questo, ma non
posso pensare che qualcuno sia riuscito a prendersi meglio di me cura della mia
principessa, questo mi fa essere una persona inferiore ai tuoi occhi ed io non
voglio! Voglio essere l’unico per te-
Le lacrime continuarono a solcarle il volto, ma
i suo pensieri erano più sereni ora, le sue parole l’avevano rassicurata, e le
avevano fatto riconoscere il Mamoru di sempre: forte e coraggioso che
rischierebbe la sua stessa vita per proteggere la sua, e timido ed impacciato
nei sentimenti
–qui stai parlando di gelosia tu, o mi
sbaglio?- così dicendo non poté far a meno di mostrare una mezza luna sulle sue
labbra, ancora umide
-gelosia? No, solo ..solo preoccupazione e..-
-e gelosia..- in quel momento il suo sguardo
era tornato sereno. Nessuno dei due aveva capito cosa era potuto succedere in
quel frangente, ma forse i discorsi del suo fidanzato l’avevano portata
indietro nel tempo con la mente, a quei giorni tristi e felici allo stesso
tempo
Tra piccole risa, i due visi si avvicinarono
dolcemente per un caldo e soffice bacio
-Beh, la cena ormai è saltata! – esordì il
giovane osservando l’orologio -Che ne dici di restare qui?- le sue calda
braccia l’avvolsero in un dolce tepore che non poté far a meno di accettare il
suo invito. Accennando un si con il capo si accoccolarono, aspettando ormai
l’alba, raccontandosi di un intera vita passata assieme, dell’importanza della
principessa della luna, e delle vicissitudini della leggendaria Sailor Moon.
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L’alba non tardò ad arrivare in spiaggia. Il
sole iniziava piano a schiarire la sabbia ed il fondo marino, l’unica pecca che
aveva è che sorgeva alle loro spalle, ma si sa per avere uno splendido
tramonto, spesso si rinuncia ad una bellissima alba.
Le rocce , colorate di un rosa
cangiante, davano un tocco di colore forte, soprattutto quelle appena emerse
dall’acqua mentre la sabbia molto più rosea, era polvere
di coralli appena accarezzata dal vento mattiniero
Tutto si era rasserenato, dal cielo ai
sentimenti dei due amanti di quell’interminabile notte in spiaggia che li aveva
accompagnati fino a quel momento, quell’attimo in cui due braccia fragili ed
esili erano racchiuse da altrettante braccia forti e sicure.
L’alba ed il vento, il rumore del mare e il
richiamo dei gabbiani risvegliarono entrambi da quel breve sonno, riuscito ad
avvalersi dei loro corpi solo qualche ora prima che il resto li destò dai loro
sogni, stiracchiandosi l’uno nelle braccia dell’altro.
-..buongiorno amore- queste furono le prime
parole di un dolce risveglio tra le braccia del suo uomo. Amava lasciarsi
cullare e proteggere, in qualsiasi occasione
-giorno testolina buffa!- la risposta non si
lasciò attendere, fresca e riposata come sempre, come d'altronde era nel suo
stile –dormito bene?-
-per quel poco che sono riuscita si..Mamoru ma
che ore sono?- la ragazza iniziò a preoccuparsi per l’orario, non che avessero
qualche impegno urgente quella mattina, ma iniziando a scorgere un certo
movimento tra i primi bagnanti, e lo staff del lido, del si sentì leggermente a
disagio
-le 6 e mezza, vuoi andare a casa?- chiese lui
sfregandole le spalle per cancellare quella pelle d’oca. -si amore, andiamo…- facendosi
per alzare non si era accorta che un lembo della sua gonna era stato
accuratamente preso dalle mani del suo fidanzato. Questi la tirò e la portò
nuovamente al livello del suo volto.
-cosa succede adesso?- domandò la ragazza
interrogativa
-vedi è..è parecchio tempo che ho intenzione di
parlarti di una cosa che..che ritengo sia estremamente importante per me, per
noi- finalmente il timido Mamoru aveva iniziato a sondare il terreno per
quell’importante discussione che si faceva attendere da tempo, ora aveva
trovato il coraggio
-Mamoru ma.. cosa vuoi dire, io non ti seguo-
‘normale che non mi segui testolina buffa, non
hai idea di ciò che sto per chiederti…ed io ho un gran paura di fare un tuffo
nel vuoto, un salto nel buio ’
-Usagi…- disse fievolmente tirando fuori dalla
tasca una scatoletta di velluto rosso – vuoi diventare la mia sposa?-
Ce l’aveva fatta, il sorriso più grande
dell’universo gli solcò il viso, finalmente dopo così tanto tempo, le aveva
chiesto di diventare sua moglie.
-mah..Mamoru io non, non so cosa dire…- era
rimasta interdetta, nulla poteva capire in quel momento, tutto girava attorno a
lei, il cuore batteva talmente forte da schizzarle fuori dal petto
Purtroppo ad interrompere quel momento
incantato, fu la suoneria del suo telefonino, stridula e fredda in quell’onda
di calore.
Al primo suono entrambi si voltarono verso la
borsa, come se da quest’ultima potessero uscire da sole le parole di chi li
cercava, ‘fortunatamente’ un segno, una scarica della stessa intensità di
quella che pervase Mamoru precedentemente fece lo stesso con Usagi, un
terribile presentimento la condusse senza pensarci con le mani in quella borsa
-ferma, aspetta- disse lui bloccandole il
braccio –devi rispondere proprio ora? In questo momento così importante?-
Lui non poteva capire, non poteva immaginare
cosa stesse per scatenarsi. Nemmeno lei lo sapeva, ma quello era stato un netto
segno che decise di svincolarsi dalla presa del suo fidanzato afferrando subito
il telefono. I suoi occhi lo fulminarono in un istante e senza più dire nulla
spinse, con tremore e paura, quel testino verde
-Pronto- disse con voce bassa, impercettibile -Mi..Minako,
come mai chiami a quest’ora?-la voce
fievole si fece ancora più sottile nel momento in cui capì chi fosse all’altro
capo del telefono, la sua amica mai l’avrebbe svegliata all’alba.
Il telefono le crollo dalle mani e si catapultò
tra le dune della sabbia non appena sentì quelle parole, le poche parole
pronunciate dall’amica le bastarono per fare uno più uno. Con gli occhi
sgranati, rimanendo per un momento immobile, afferrò la borsa e scappò via,
niente poté arrestare la sua corsa in quel momento, nemmeno il suo nome
invocato da Mamoru più di una volta ad altissima voce…
Ciao a tutti!!! Eccomi qui con il seguito di questa storiellina!! Che
ne dite? Attesa del prossimo? Beh questo è stata duro metterlo su, cercare di
assemblare tutti i fattori, e tutti i tempi in un unico capitolo non è stato
facile.
Qui vediamo una Minako ancora disperata,qualcuno ha capito di che si tratta? Usagi e
Mamoru invece, purtroppo vivono per l’ennesima volta qualche guaio poverini!!
Parlo troppo, meglio passare ai ringraziamenti:
Usagi_84: Si hai ragione sul nome! Non ci ho fatto davvero caso, perché
nella precedente storia ho usati i nomi italiani, grazie dell’appunto. Per quanto
riguarda questo segreto, spero di aver esaudito alcuni tuoi dubbi, anche se il
principale verrà a galla molto presto!
Semplicementeme: ovvero la mia Carmen salvatrice! Che fortunatamente mi ha aiutata
a risolvere un piccolo dilemma. Spero di essere riuscita a collegare bene il
tutto. Ti perdono il commento mancato, ma qui però devi recensire e dirmi che
ne pensi. Comunque ti ringrazio immensamente per i tuoi complimenti, sono lusingatissima (anche se non si dice), ma il tuo modo di
scrivere mi piace moltissimo.
È vero questa trama è più ingarbugliata, ma secondo me più bella e
particolare, vediamo un po’ sul triangolo! Ancora ci sono molti punti oscuri
anche per me, a presto!
Fighterdory: eccomi qui, spero di non averti fatto attendere troppo. Questa storia
voglio continuarla, solo che ho bisogno di un po’ più di tempo per formulare
tutto al meglio. Yuri è un nuovo personaggio,
sinceramente non so dirti se tornerà o no, vediamo nei prossimi capitoli cosa
accadrà
SweetSherys: eccoti il seguito, anche se tu
forse qualcosina sapevi già. A te carta bianca
Princessangel: i tuoi dubbi si sono un po’ sciolti? Spero di si, fammi sapere
cosa ne pensi, un bacio!!
Correndo a perdifiato, una ragazza dai lunghi capelli oro cercava di
ricordare le parole appena dette dalla sua compagna
Correndo a perdifiato, una
ragazza dai lunghi capelli oro cercava di ricordare le parole appena
dette dalla sua compagna. Sperava di essersi sbagliata ed invece era
sicurissima di quanto appena successo.Il suo vestito, coperto ancora sui suoi lembi
da una coltre di sabbia fina, svolazzava in aria, quasi le scivolava via. Il
vento era leggermente più alto del solito, e la sua corsa le impediva anche di
farlo strisciare in terra, era velocissima.
Primo passo: prendere le chiavi dell’auto,
e di conseguenza l’auto.
La strada sotto il suo portone
era ancora poco trafficata, e le uniche ombre che l’attraversavano,
erano i primi bagnanti della giornata, carichi di termos, ombrelloni ed alcuni,
biciclette. Nonostante il vento già tirasse molto e nonostante il mare fosse
già furibondo, quelle ombre non intendevano volgere a
casa.
Afferrò la borsa, cercando disperatamente le chiavi
di casa al suo interno. Sembrava pazza, forse disperata
rendeva meglio l’idea. Ansimando nell’angolino
della sua borsa blu trovò finalmente quel piccolo portachiavi a forma di mela.
Lo prese ed apri immediatamente, l’uno dopo l’altro,
il portone e la porta di casa.
Buio pesto davanti a lei, solo le fessure delle
finestre trasparivano lieve luce. Mamoru amava stare al buio, in silenzio. ‘ Mamoru, già… ’ in quell’ istante tornò lucida. Prese in
mano la sua borsa, l’abbracciò ed in lacrime si accasciò al suolo.
-Sono scappata via
senza dargli nemmeno una minima spiegazione…sono un mostro - disse stringendo
al petto le gambe, ancora sporche che le insabbiarono l’unica parte dell’abito
ancora pulito. – cosa posso fare, come comportarmi, non lo so...- solo un breve
momento di esitazione, poi le parole dell’amica
riecheggiarono nell’aria come un tuono, una tempesta, un uragano
“ devi correre, è successo qualcosa di cui devi
essere a conoscenza. E non posso più tenertelo nascosto, è troppo tempo che porto avanti questa storia…. ” nemmeno il tempo di ricordare
l’intero discorso, che era già fuori. Già sull’auto del suo
fidanzato, l’uomo che l’aveva appena chiesta in sposa. -perdonami- sussurrò -ma devo andare..-
Secondo passo: arrivare nel minor tempo possibile.
Mise la prima con estrema facilità, tolse il freno
a mano e, affondando sull’acceleratore partì. Seconda, terza, quarta e subito quinta non appena entrò nell’autostrada che l’avrebbe
condotta a casa. Ma era proprio li che era diretta?
Nemmeno lei sapeva dove andar a sbattere la testa eppure avrebbe trovato una
degna spiegazione al tempio di Rei, o almeno così credeva.
Aprì il tetto della porche
enormemente distratta ed il vento dell’alta velocità l’assalì con estrema impetuosità
che la sorprese. Il suo sguardo era triste e fisso sull’asfalto,le lacrime erano scomparse ma forse quell’espressione la
rendeva più fredda e distaccata come d’un altro pianeta.
-ti amo, perdonami…- ripeteva
tra se quelle sole parole, sapeva di aver fatto al suo uomo uno dei torto più
grandi mai commessi nella sua vita. D’altro canto però ciò che la aspettava a
Tokio era decisamente più importante, più duro da
accettare. Non sapeva il motivo, era solo a conoscenza
dei fatti. –quella scossa.. è stata quella a farmi
muovere, anche se non so niente, anche se è tutto un tunnel grigio, io so che
c’è bisogno di me- furono le ultime parole che pronunciò in quell’auto, la sua
mente si, viaggiava su innumerevoli rotte, ma la sua voce non riusciva ad
esporle, a parlare.
La natura che la circondava, alle prime luci
dell’alba sembrava essere stata quasi dipinta dallo stesso rosa che l’avvolgeva
in quella spiaggia, ma i paesaggi costieri, gli arbusti centennali ed il cielo
terso non la distraevano dal suo obiettivo.
Dopo all’incirca 1 ora, in lontananza iniziò a
scorgere i primi palazzi e le prime aziende. Questo
non la rasserenò anzi, la rese molto più fragile e tesa. Ci vollero solo una
decina di minuti per giungere li sotto, sotto quel
tempio che già mille volte l’aveva vista distratta, triste, allegra ed
impaurita. Questa volta era l’ultimo aggettivo che prevaleva su di lei, era estremamente impaurita.
Terzo passo: prendere il coraggio di salire
ed affrontare le sue amiche.
Forse il passo più difficile, d’altronde non le
aveva nemmeno avvertite, era corsa disperatamente li
in cerca di un spiegazione, e se non gliel’avrebbero potuta dare? Sarebbe
morta.
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-finalmente ti ho trovato, dov’eri?- chiese, a
braccia conserte una ragazza bionda dai lunghi capelli raccolti da un nastro
color porpora. I suoi occhi erano agghiaccianti e pungenti, l’avrebbe fulminato se avesse potuto.
-ero a fare un giro, quando mi hai cercato scusa?
Mi sfugge, visto che sei stata a parlare fino a
mattina con un tipo dai capelli castani, banalmente terrestre-
- ero..- la ragazza si
soffermò un secondo a pensare, come poteva sapere? Non era di
certo stato assieme a lei – scusami tanto ti sei messo a spiarmi? Dove
diavolo mi hai vista?- si stava alterando, Minako era
una ragazza estremamente istintiva, e già quella mattina era iniziata malissimo.
- calmati- disse il ragazzo poggiando una penna
sullo scrittoio –ero a fare 4 passi, non riuscivo a dormire e sono uscito per
respirare. Ho provato a fermarti, ma sei svanita in un lampo, sei fuggita
subito-
Era visibile che tutti e due
fossero decisamente tesi, non si erano fidati l’uno dell’altra e soprattutto
non avevano rispettato i patti
- non dovevi.- esordì Minako davanti al suo amico,
al suo compagno d’intesa. Nonostante fosse adirata con
lui era felice di vederlo nuovamente, era stato l’unico a darle conforto, a
starle vicino in questo periodo
-Yaten, tu non dovevi mandarle quella rosa…- fu
così che riuscì a riprendere in mano la situazione senza lasciarsi troppo andare
-e tu avresti dovuto avvertirla molto
tempo prima, cosa che non hai fatto!- fu netta la risposta del ragazzo,
tanto da far ammutolire Minako per qualche minuto
-io volevo proteggerla! Tu non capisci, io la devo
proteggere da qualsiasi cosa, qualsiasi avvenimento, lei è la mia principessa!-
disse rompendo il silenzio con una voce rotta dal pianto, la
forte Minako che lui conosceva, non era così. O
meglio era diventata così fragile nell’ultimo periodo della loro vita.
Prendendole una mano, le accarezzò il viso con l’altra e la guardò. Fissando i
suoi occhi si rese conto di quanto amore c’era al loro interno. Per la sua
principessa, per lui forse? Non ci voleva pensare, l’adorava e lo starle vicino
gli bastava e gli dava forza per andare avanti.
-dovevo farglielo sapere, dovevamo. Lei
non può essere all’oscuro di tutto, deve capire cosa sta accadendo. Non puoi
tenerli lontano lo capisci?- disse accarezzandole nuovamente il volto,
asciugandole una lacrima amara
-non dire così, sai che io la proteggevo perché
deve sposarsi. Lei deve avere una vita serena..-
-ma non può costruire la sua felicità sull’appoggio
di persone felici, sul nostro appoggio, visto che noi non possiamo darglielo-
la interruppe bruscamente Yaten
-ho paura che.. che i
nostri equilibri potrebbero rompersi-
-perché non è
già successo? Non sono compromessi adesso? O tu sei la ragazza felice e
spensierata di un tempo-
-comunque perché sei qui? Oltre a questo motivo
ovviamente, qualcosa non va?- chiese Yaten abbandonando finalmente l’idea di
litigare.
- ho detto tutto alle nostre
amiche, finalmente mi sono confidata. Poi non avevo molta scelta, mi hai
obbligata a smuovere la situazione-
-finalmente! Ce l’abbiamo
fatta. Cosa ti hanno detto?- quasi si sentiva sollevato, quasi non vedeva l’ora
giungesse questo momento
-sono scioccate, abbiamo anche telefonato ad Usagi, ma credo che questo lo saprai già.-
-immaginavo che dopo il mio segnale avresti fatto qualcosa, Mina hai fatto bene. Non devi stare
in ansia.-
Ora la sua voce era tranquilla e rasserenante, era
felice in quel mentre di ammirare la bellezza della sua Minako, ora rilassata,
a tratti rassegnata.
-è stato meglio così..-
-esatto Mina, ora ci resta solo..-
-parlare con lei- lo interruppe lei, finalmente il
momento della verità era giunto.
-vado al tempio, le ragazze sapranno dirmi qualcosa
in più su Usagi, forse ha richiamato- disse Minako afferrando le chiavi sul
tavolo e gli occhiali da sole, quei bellissimi Reyban che le aveva
regalato proprio lui, la sera prima di quell’ orrenda notizia.
-ciao piccola, tra
poco arrivo anche io. Finisco di sistemare alcune carte-
La ragazza arrivò alla porta, poi di colpo si voltò
– sai che da oggi, cambierà tutto? – disse quasi
intimorita
-lo so…lo
so.-
---------------------------------------
Pochi passi la separavano ormai dal tempio, quanto
aveva paura di salire, e capire. Erano ormai diversi minuti che fissava il
vuoto, l’aria le scompigliava leggermente i capelli ma
lei era immobile, impassibile. Nell’istante in cui alzò leggermente lo sguardo
vide in lontananza una figura a lei ben familiare, molto simile a se stessa,
solo con i capelli raccolti diversamente.
-Sei qui..- fu proprio
quest’ ultima a rompere il silenzio non appena si avvicinò all’amica –Sapevo
saresti tornata-
-è per questo che hai
tenuto la bocca chiusa ieri? Per paura che sarei tornata?- questa volta, con
fermezza alzò finalmente lo sguardo e la fissò, alzando leggermente il tono
della voce
-Usa, non credo che saresti..-
-smettila. Ora smettila sul serio. Sono arrivata fin qui non per sentire balle, voglio dei
chiarimenti, e.. voglio vederlo- ultime parole quasi sussurrate, quasi dette a
se stessa. L’amica infatti non riuscì a percepirle
subito, poté però intuire il suo desiderio. I suoi occhi erano davvero lo
specchio della sua anima, era preoccupata, a tratti disperata.
No si sbagliava, solo disperata.
-vieni su con me, ti spiegheremo tutto
però dovrai essere calma, non è una cosa da niente..-
-questo lo so- disse Usagi
scostando il suo braccio e salendo lentamente le scale. Voleva ritardare quella
verità insostenibile
Ciao a tutti!!! Ecco lo so ora mi
ucciderete in blocco per 2 motivi importantissimi: sono in ritardassimo con il
capitolo (ho iniziato a lavorare ed un tipo carino che lavora li mi fa venir
voglia di essere sempre nel centro commerciale), e non vi ho svelato ancora
nulla. Dai che però vi ho dato tanti indizi sparsi qui e li.
Solo che non è che mi convinca molto questo cappy, lo
sento un po’ ‘moscio’
X Semplicementeme: Carmen ciau! Tu sei con la febbre ma io
finalmente aggiorno, perdona il ritardo ma come già detto, l’inizio del lavoro
è stato tragico. Prima cosa grazie dei consigli, anche se era
proprio kosi che volevo far trasparire la relazione.
Leggermente pesante. Seconda cosa, tu sai che amo la coppia Usa/ Seiya, ma non pensare che nn
centri niente con la storia xke qui ti sbagli un po, anche se in modo diverso,
questa storia non vuole essere troppo strana J.
Usagi_84: ciao! Spero che qui qualcosa ti sia più chiaro, che dici?
Qualche idea? È vero Mamo ha ftt
un po’ il baccalà qui
Dinny: ecco il capitolo, anche se con ritardo! Scusa tantissimo, ma ho
avuto tantissimo da fare! Anche se il meglio della storia deve ancora arrivare
Sweety: cara co-Admin ecco il seguito. Vedi di
leggerlo in fretta e dirmi che ne pensi, ci conto! Comunque non si leggono i cappy
solo xke c’è Mamoru capito?
Princessangel: Vale poverino Seiya! Stavolta centra e
non centra, non è ‘colpa’ sua. Che
dici hai capito qualcosina in più? Spero di si, ho voluto mettere molti riferimenti al fatto.
Usagi89: ecco un altro punto interrogativo! Prometto che al prossimo
svelo l’arcano! Certo che Usa sarebbe kattivissima a
lasciare Mamoli solo perché
arriva Seiya non ti pare?
Miki90: credo che qui qualcosa si sia capito che dici? Acco l’aggiornamento!
Hatori: Grazie per i complimenti! È sempre bello riceverne, comunque povero Seiya, chissà che
è successo…a prestissimo!
Continuava a fissarlo. Quel piccolo Samsung nella sabbia ancora brillava, la sua luce stava
quasi per spegnersi quando d’istinto, lo afferrò
cercando una risposta plausibile a ciò che era appena accaduto.
Leggendo il nome sul display
però non trovò risposta a tutte le domande che si era posto in precedenza, quel
nome l’aveva letto milioni di volte. D’un tratto però un flash, un idea lo colse‘ un
nuovo pericolo? ’
Chiedendosi ciò ripensò alle parole della sua
fidanzata
“ per essere regnanti
forse dovremmo affrontare una nuova e spaventosa battaglia..”
Non ne era certo, ma forse
poteva essere la più logica delle spiegazioni.
Spaventato dalla situazione, ed impaurito per la
sorte della sua amata, scatto sulle gambe, deciso a
raggiungere la sua abitazione. Forse l’avrebbe trovata ancora a casa…
--------------------------
Finalmente dentro. Addosso a se stessa, sentiva gli
sguardi pesanti di tutte le sue compagne. Pesanti come macigni da dover sollevare
con la sola forza del pensiero, cupi come ciò che
stavano per rivelarle. Un piccolo passo e già Makoto
aveva abbassato lo sguardo, non reggeva il confronto. Ami al
contrario cercò di incontrare i suoi occhi fissandola per diversi
secondi, aveva bisogno di capire cosa dirle. Rei era quella che, assieme a
Minako, era maggiormente a disagio.
In fondo quest’ultima
aveva tradito un po’ tutte, e nessuno sapeva bene come
comportarsi, nessuno tranne Ami che visto l’imbarazzo generale invocò il nome
di Usagi ad alta voce richiamando l’attenzione di
tutti.
Nessuno rispose, nemmeno la
diretta interessata che, intimorita, continuava a fissare il pavimento e
le sue scarpe. Erano notevolmente consumate. Pensò che fosse arrivata l’ora di
cambiarle, dopo 2 anni era arrivato il momento. I
calzini, i bianchi calzini erano ancora sporchi di sabbia, pensò che non appena
fosse tornata a casa l’avrebbe lavati.
Continuava a ripetere cose futili nella sua mente,
oltre ai calzini e alle scarpe si stava preoccupando anche del vestito, doveva
lavarlo. Quante sciocchezze, quanto voleva fuggire da quella
stanza e far tutte quelle cose che per ora le sembravano di vitale importanza.
La verità era che il panico stava prevalendo, e le sue uniche certezze
purtroppo, erano un paio di calzini ed un vestito sporco.
-Usagi, vieni..- la voce della compagna di fianco a
lei sembrava volerla rassicurare. Non riuscì nel suo intento, ma la condusse al
tavolo. Prendendole un braccio, l’accompagnò davanti alle altre compagne.
Silenzio, solo silenzio in quegli attimi. Poi una
voce ferma la richiamò e questa volta ebbe risposta
- Usagi, è arrivato il momento di parlare- Ami era stata sempre la
migliore in tutto, anche nell’affrontare situazioni tanto delicate ed
imbarazzanti. Pensare che lei era venuta a conoscenza
della tragicità della situazione solo qualche ora prima, quando il cielo era
ancora chiaro e trasmetteva pace e serenità, al contrario di tutto ciò che
echeggiava nell’aria.
Attendendo qualche secondo pensò nuovamente alle
parole ascoltate quella mattina al telefono, un brivido le
percorse tutta la schiena ma, deglutendo, si fece coraggio.
Alzò quei suoi occhi, che solo pochi istanti prima
erano vuoti, e rispose alla sua compagna, la sailor che l’aveva vista crescere più di tutte le altre
–sono pronta, voglio
sapere tutta la verità. Voglio sapere come sta, voglio
sapere se…- non ce la fece, le parole le morirono in gola tanto che un colpo di
tosse la trascinò via dal suo discorso, non era chiaro se fosse accompagnato
anche dal pianto.
-..è vivo, si è
ancora…tra noi- questa volta Makoto, con le sue forti
braccia la sostenne e l’avvicinò al suo petto. Stringendola forte cercò di
infonderle tutto il coraggio possibile per affrontare questa situazione tanto
delicata a lei che era così fragile, a lei che non poteva sostenere ancora una
volta, uno strazio simile.
Fu in quel momento che la sua tosse finì e che quel
rumore venne sostituito da una voce rotta dal pianto,
quasi agonizzante. Le ore prima si era trattenuta, sperando che tutto fosse
finzione, che le sue amiche avessero voluto tenderle uno scherzo di cattivo
gusto. Tutto vero, tutto insostenibilmente vero e crudele.
-non è possibile, non voglio
crederci. Ma perché! Perché mi avete
tenuta all’oscuro di tutto, perché non mi avete detto che erano tornati,
perché!- mille domande, mille urla avvolsero quel tempio isolato su quel colle.
Abbracciando ancora più forte la sua amica, Makoto rivolse uno sguardo alle altre compagne nella sala,
uno sguardo triste, avvolto da un velo di lacrima che le rendeva gli occhi
ancora più lucidi.
-nessuno sapeva niente Usa, solo io.- intervenne
allora Minako, che fino a quel momento non aveva proferito parola
- I ragazzi, tornati all’incirca 1 mese fa, si sono
voluti nascondere da tutti e da tutto.
Seiya fu contrario all’idea di farci sapere la verità che non vollero
lasciarsi trovare da nessuno. Tornarono sulla terra per il semplice fatto che
il nostro pianeta giovava alla sua salute, ma adesso non è più così, adesso
nemmeno la terra riesce a restituirgli benessere. Fu per questo cheYaten mi
contattò, per avere informazioni sul nostro pianeta. Venti, mari, luce, volle
vederci chiaro, sperò di trovare notizie utili per la guarigione di suo
fratello. Io gli regalai a malincuore il mio silenzio fin al
giorno in cui, peggiorate notevolmente le condizioni di Seiya,
mi chiese di raccontarti tutta la verità. Credette che la tua presenza sarebbe stata d’aiuto. Io però non ebbi
la forza di parlartene. Qualche giorno dopo seppi da Mamoru che era deciso a
sposarti, non potevo rovinare la tua vita. Fu per
questo che ieri tu ricevesti la rosa gialla, quella rosa era un segno.-
Tutto d’un fiato Minako
spiegò le sue ragioni, la sua paura dei giorni precedenti e il timore di essere
emarginata per sempre dal cuore della sua compagna. Quest’ultima
l’aveva fissata per tutto il tempo, i suoi occhi erano
sgranati e pieni di lacrime, questa volta però silenziose.
Makoto le accarezzò il volto eliminando il segno di un mascara arrivato fin
sotto le guance. –devi essere forte, Minako l’ha fatto per proteggere la tua
felicità, non aveva intenzione di mentirti-
Alzandosi da terra con i pugni stretti e lo sguardo
ancora fisso sull’amica pronunciò parole taglienti come mille lame affilate –
mi hai mentito, per un intero mese hai raccontato
false verità, hai sorriso quando avevi voglia di piangere. Hai avuto
atteggiamenti spensierati quando il tuo unico pensiero
era quello. Tu non sei un amica, sei solo una persona
falsa. Con me Minako, tu hai chiuso- poi il silenzio. Silenzio e fuga, le sue
gambe la condussero di corsa fuori di la, voleva
lasciarsi alle spalle quel tradimento, sperava che andarsene sarebbe stata la
scelta migliore. Andarsene dove poi? Via, via da li.
Credendo di trovare la strada vuota si catapultò
fuori mentre 2 braccia fortie possenti la afferrarono.
Conosceva quella presa, la
conosceva benissimo. Quelle braccia l’avevano consolata quando era sola, le avevano chiesto di prendere il
posto di quelle del suo fidanzato, l’avevano protetta durante la battaglia più
dura contro Galaxia, il cuore le se gelò. La paura di
alzare quello sguardo per capire chi fosse era
immensa.
-vieni con me..Usagi-
si era sbagliata, quella voce, la sua voce, non era la sua. Non era stato
lui ad afferrarla con tanta impetuosità, non era stato lui ad avvolgerla ma bensì un ragazzo discretamente più basso, dalla chioma
argentea. –vieni…- così dicendo allentò la presa, la fissò nel profondo blu dei
suoi occhi e afferrando la sua esile mano la condusse fuori
dal tempio, sotto lo stupore di tutti i presenti. Tutti tranne Minako.
finito 5 capitolo finalmente! Mamma mia che sfacchinata, è veramente
tosta sta storia, fiuu! Speriamo di riuscire ad
aggiornare più brevemente e speriamo di far coincidere tutto.
Beh che mi dite? Piaciuto
questo capitolo? Finalmente si è capito il problema di tutto, svelato l’arcano!
Passiamo ai ringraziamenti:
Dinny: ci hai preso, Seiya è realmente in
pericolo di vita. Poverino!!!(scusa per
l’aggiornamento super supersuper
ritardato!)
Princessangel:non sei
tonta! Io lo sapevo perché ero l’autrice, ma non credo che altre cose potevano immaginarsi. Adesso però va meglio? Ho svelato
quasi tutto mi pare, o no? Spero che tu sia tornata dalle vacanze per farmi
sapere cosa en pensi della storia
Usagi89: ma mille volte grazieeeeeeeeee! Sono felicissima dei
tuoi complimenti, mi fanno sentire cresciuta! Allora spero di non averti
delusa questa volta con il nuovo capitolo. Beh si io
te l’appoggio, Seiya molto meglio di Mamo!
Usagi_84: ecco la
reazione! Ho preso il tuo suggerimento visto??Anche se per un breve pezzettino. Credo che il prossimo
capitolo sia dedicato tutto al signorino Mamo J
Sweet_sherys: grazie mille…forse con le spine ti ci sei punta visto il tempo
che ci ho messo per creare il nuovo capitolo, però almeno non potrai strozzarmi visto che ho svelato tutto!
Sailormoon/Sailor star lights:
ciao cara privilegiata XD visto che ho aggiornato? Che
ne pensi di questo cappy? Comunque
avevi ragione, lei voleva vedere Seiya!
Quella
stanza buia e segreta sembrava essere stata creata solo per l’assordante
silenzio.
-non
può… non può essere così, non può essere la verità-
Il
silenzio tacque dinnanzi a parole tanto forti che lo ruppero bruscamente.
Era
ancora giorno li fuori, la luce filtrava da quelle
serrande abbassate, quasi semichiuse per via del caldo torrido che arroventava
tutta la città. Città che era diventata enormemente stretta per Usagi adesso.
Piccola
e fragile Usagi, che un tempo amava sorridere e
scherzare, gioire di tutto, e rendere serene le persone circostanti, ora triste
e fredda, in quell’angolino
di divano in pelle scura, quasi raggomitolata su di esso. Era seduta dinnanzi
al suo confessore, al caro amico che si era preso la briga di prenderla con se, e raccontarle tutta la verità. Pensare che
tempo fa nessuno dei due avrebbe fatto un gesto del
genere per l’altro, lui troppo presuntuoso, lei troppo bambina.
-Credo
di doverti delle scuse-
-No Yaten, non mi devi alcuna scusa, tu non centri..-
Disse la
piccola bambina alzando lo sguardo, arrossendo, e posandolo su di lui.
- Si invece, me la sono presa anche con te, quando sei stato
l’unica persona che ha avuto il coraggio di dirmi la verità.
-vedi-
disse Yaten guardandola supplichevolmente –le tue
amiche, ti vogliono bene, hanno voluto solo proteggerti, ma io non potevo
capisci, Seiya ormai è diventato troppo debole,
troppo grave per attendere ancora, ho dovuto forzare le cose-
Sapeva
di farle del male, ma era l’unica persona che avrebbe potuto aiutarla, lei e
quel sentimento che la legava a suo fratello ormai da troppo tempo
-Usa tu ora
sei qui, e che ci sei per lui. Lo aiuterai vero?-
Lo
sguardo di Yaten era speranzoso, pieno di fiducia in
quella principessa che aveva salvato suo fratello già milioni di volte.
-non
posso..-
Non ci
credeva
-come
non puoi, che significa non puoi, tu devi aiutarci, tu fai parte della sua
vita, o te lo sei dimenticata? Seiya
tiene tantissimo a te!-
-anche
io tengo a lui, più di qualunque altra cosa, ma purtroppo io non posso
aiutarvi, non so come fare, non ho i mezzi per farlo..-
Lo
guardava con quei suoi occhi lucidi, talmente tanto che la figura che se ne
specchiava dentro era deformata. Yaten non si vedeva
più.
L’afferrò,
con quanta più forza che aveva in corpo e la scosse, la scosse cosi tanto da
lasciarle i segno sulle braccia, così leggere ed
esili, gridando – tu non puoi capito, non puoi lasciarlo morire! Tu non ti stai
rendendo conto della gravità della situazione, solo tu puoi salvarlo.. io non lo so come, non lo so assolutamente. So solo che
puoi farlo, perché il sentimento che vi ha legato in passato era molto forte, e
che non può svanire così-
Lei era
scossa, ‘questo grande sentimento’
quando mai? O meglio, quando mai tutti intorno a loro se ne erano
accorti? Si è vero, erano legati profondamente, anche
troppo, ma credeva che fosse una cosa loro e non così palese.
Yaten
dopo quella sfuriatà abbassò gli occhi, quasi si
vergognò di quelle parole e si voltò dalla parte opposta ad Usagi,
dandole le spalle, piangendo in silenzio.
-Yaten
io, si io gli voglio molto bene. E ci sono..ma vorrei, posso parlargli?
Ho bisogno di…-
Le
parole le morirono in gola, questione di un attimo che il
fratello Kou, accorgendosi, l’abbracciò.
Forte. La strinse cercando di infonderle coraggio. Conosceva bene quella
principessa, tanto fragile, tanto bisognosa dell’affetto delle persone che ama.
- Se
potessi darei la vita. Tu lo sai-
No. Yaten non lo sapeva. Si bloccò al suono di quelle parole,
conosceva il loro affetto, ma mai avrebbe pensato
fosse così forte. La staccò dal suo corpo, la guardò.
Quegli occhi così blu, così uguali a quelli della sua Minako. Per un attimo si
perse.
Poi
tornò a pensare a suo fratello, e ricordò improvvisamente la vita qui sulla
terra. Davanti a lui passarono immagini di Seiya al
telefono ridente con Usa, di Seiya che usciva di corsa in piena notte per andare da lei, e di lei che
quasi perse la sua vita per salvarlo. No forse si sbagliava Yaten.
Il loro rapporto era davvero forte, e lei, avrebbe davvero dato
la sua vita per lui.
Eh lo so, purtroppo non si può proprio far affidamento su questa
scrittrice, che aggiorna se tutto va bene una volta ogni 6 mesi. Ma l’ispirazione era finita, la mia storia non mi
appassionava più, non la sentivo. E quindi mi sono
bloccata. Questo capitolo diciamo che l’ho scritto
soprattutto per spezzare, e allo stesso tempo per dare una continuità alla mia
storia. Sperando che recensiate, vi auguro una buona Pasquetta.
Oramai tutto era perso. Cos’era stato? Cos’era successo per far si che il suo sogno durò soltanto quel millesimo di secondo? Non ne aveva idea.
Era stato tutto organizzato nei minimi particolari: la vacanza, le cene, le notti passate insieme a scambiarsi parole e gesti d’amore. Doveva essere il loro nuovo inizio, finalmente privo di paure, di liti, di assenze e soprattutto di battaglie.
Si era sempre chiesto come e quale fosse stato il modo più giusto, la maniera più adatta per chiedere la mano della sua sposa
‘E se non fossi in grado? Come potrei prospettare un futuro che già conosciamo nel migliore dei modi? Se sbagliassi qualcosa?’ Erano questi i pensieri di Mamoru che lo tormentavano giorno e notte, oramai da circa un mese. La paura di errare gli impediva di farsi avanti, di prendere in mano la situazione, e fu per questo motivo che l’anello di diamante soggiornò nella tasca della sua giacca di lino fino a quel giorno. Per entrambi tutti i momenti passati assieme erano un susseguirsi di emozioni, di amore, e si era finalmente convinto che la sua amata non avrebbe desiderato di meglio, pace, tranquillità ed amore come era stato quell’ultimo periodo. Purtroppo però ora crollava anche questa convinzione.
‘Forse..forse non era il momento giusto’ Disse a se stesso sottovoce, completamente distrutto dal dolore.
Nel momento in cui quelle parole prendevano forma dentro di se una nuova idea balenò nella mente di Mamoru. Un pensiero che l’aveva accarezzato anche su quella spiaggia bianca, ma al quale non aveva dato molta importanza.
‘Che..che Usagi sia in pericolo? Che stia per scoppiare nuovamente un’altra battaglia? Oh no…era proprio come diceva lei, avevamo bisogno di un’ulteriore battaglia per regnare su questo pianeta, per diventare la Regina Serenity ed il Re Endimion.’ Fu quello il momento in cui decise di reagire. Se la sua piccola Usa era in pericolo, lui sarebbe stato al suo fianco e l’avrebbe aiutata sempre e comunque…
..non sapeva quanto quel pensiero non potesse essere vero e reale come voleva che lo fosse.
Si alzò di scatto dal freddo pavimento che l’aveva accolto nel rientro a casa, dopo di ciò si diresse al bagno. Dell’acqua fresca, delle scarpe comode, e l’avrebbe raggiunta.
‘Quella rosa però…’ si chiese passandole davanti per raggiungere il corridoio
‘Non riesco a capire, ma sicuramente ha un collegamento logico con tutto ciò che sta succedendo. La terribile sensazione che ho provato nel raccoglierla ne è la prova. Deve esserci una spiegazione..’
Non riuscendo a rispondere alla propria domanta, il povero Mamoru decise di muoversi, e ovviamente chiedere la spiegazione di questo caos direttamente a lei. Nessuno meglio della diretta interessata l’avrebbe potuto aiutare a far chiarezza nei suoi dubbi, anche se sperò con tutto se stesso che la spiegazione fosse stata ‘soltanto’ un’altra battaglia, e che i suoi sentimenti non erano mai cambiati.
Il sole ormai stava rischiarando la casa, e ciò significava solo una cosa. Era ora di muoversi.
Deterse il suo viso, ed indossando un paio di calzini, prese dall’armadio un paio di mocassini. Quei mocassini...
-Scusa ma non capisco come fai a sopportarli. E’ estate! Bisognerebbe abolire ogni tipo di calzatura in estate, andare in giro soltanto con il costume da bagno, non sarebbe meraviglioso?-
Quanto adorava quelle parole che gli risuonarono nella mente..Era proprio come se lei fosse li in quel preciso istante.
Si diresse velocemente verso la porta, quando..
‘Ok, prendo le chiav..un momento, ma dove sono le chiavi della mia auto?’ Non credendo a quello che già sapeva avrebbe visto dinnanzi ai suoi occhi, si precipitò giù per le scale, ma era ben consapevole di quello che avrebbe trovato. Un garage vuoto. Come poteva essere così idiota? Era logico, era scappata così in fretta e furia, non l’aveva trovata alla fermata dell’autobus e tantomeno sotto casa ad attendere un passaggio.
Era scappata con la sua auto.
A malincuore si avviò, con calma oramai, verso la fermata dell’autobus .
‘Eccomi. Finalmente sono qui.’
Non ci poteva credere, dopo corse, pianti, peripezie, finalmente era davanti alla porta dello studio medico.
Per arrivare in quel posto impiegarono circa 3 ore di cammino, un posto sovrannaturale, possibile da raggiungere soltanto a piedi, e solo con il potere delle loro anime, che li condusse nella piccola foresta che lo racchiudeva. Senza di esse, non sarebbe mai stato possibile per chiunque avvicinarsi.
La struttura era un piccolo edificio di mattoni bianchi, che si faceva luce tra il fitto della foresta. Piante ed alberi di ogni genere racchiudevano questa piccola ‘abitazione’. Un’abitazione perche ovunque, tranne che li dentro, sarebbe stato possibile trovare le tecnologie più avanzate dell’intera galassia.
Era freddo nonostante fosse estate. I raggi solari non riuscivano a filtrare e l’aria era umida e molto cupa.
-Per quale motivo è stato portato qui?-
Fu Usagi a rompere quel pesante silenzio che si era creato sin dalla partenza. Taiki e Yaten sussultarono per un momento, ma non lo diedero a vedere alla biondina davanti a loro, così Yaten si affrettò a rispondere
- È stato l’unico posto dove è stato bene. Abbiamo girato tutta Tokio, alla ricerca di un luogo o di qualcuno che riuscisse a farlo sentire anche solo un po’ meglio, ma non c’è stato nulla da fare. Nessuno è riuscito a capire il suo malessere, e qui, lontano dal mondo e dal sole, siamo riusciti a capire che forse sarebbe riuscito almeno a respirare-
Il cuore di Usa mancò un battito –non respira?-
-Respira, ma davvero a fatica. Ci sono stati dei giorni in cui ha mancato di respirare per almeno 20 minuti, credevamo il peggio.- Yaten abbassò i suoi grandi occhi verdi. Era un ragazzo forte e cocciuto ma non riusciva a sostenere il peso di tutte quelle emozioni. Strinse il suo pugno all’interno delle sue tasche che quasi sanguinò, ma come sempre, non lo diede a vedere.
Taiki stava per prendere la parola, per salvare il fratello da quel momento di imbarazzo, quando ancora una volta fu lei a prendere in mano la situazione. Forte e decisa, quasi come qualche anno fa.
-Io devo entrare non posso più aspettare-
Cosi dicendo attraversò quel piccolo viale, e arrivata alla porta non se lo aspettò, ma il profumo di lui le pervase tutto il corpo. Non ebbe un momento di esitazione, così apri subito la porta, e la scena dinnanzi ai suoi occhi era davvero la più assurda ed impensabile che avesse mai visto nella sua vita.
E li, disteso su quel letto freddo, coperto solo da un lenzuolo bianco, c’era lui.
I suoi bellissimi occhi blu oceano ora non potevano più risplendere, celati sotto quelle palpebre.
Il suo viso non era ben visibile, l’enorme quantità di cavi ricopriva anche quello, assieme ad un imponente ossigenatore
Il suo corpo non riusciva a muovere un muscolo
.
Eppure..tutto era superfluo.
Tutto ciò che i suoi occhi vedevano non era il suo aspetto. Davanti a lei una delle persone più importanti della sua vita non riusciva a guardala, a parlarle, ad abbracciarla. Gliel’avevano detto, l’avevano avvertita, ma il suo cuore così puro non voleva credere ai suoi occhi.
Lui doveva abbracciarla. Cosa ci faceva su quel letto? Doveva chiamarla Testolina buffa, e la doveva prendere in giro per la sua faccia, sorridendole in quel modo così tenero che solo lui conosceva.
Fu un’attimo, e tutta la loro breve ma intensa avventura che vissero insieme la travolse come un uragano. L’incontro con quel nuovo ragazzo che tanto la capiva e le stava accanto, la scoperta che dietro quel viso si nascondeva una Sailor Starlight, e poi l’ultimo saluto. Il sorriso di quando lui la salutò su quella terrazza fu l’ultima immagine, la più bella che decise di portare per sempre nel proprio cuore.
Un secondo, e si risvegliò proprio accanto a lui su di una sedia.
-Sei svenuta- Si senti dire da dietro le spalle, mentre Taiki prendeva il suo posto accanto a lei. La guardò e le adagiò una mano sulla sua.
Lo sguardo del suo amico era così dolce e comprensivo, sembrava quasi che da un momento all’altro sarebbe stato sul punto di piangere. Ciò che evidentemente Usagi non si era resa conto di fare dal momento in cui aveva aperto gli occhi.
Si voltò finalmente verso Seiya, con la consapevolezza che aveva acquisito prima di svenire. Ancora non riusciva a credere a quello che vedeva, così allungò la sua mano libera subito verso il suo volto, esitò un minuto, ma poi lo accarezzò. Non seppe come o perché, ma in quel momento una forte sensazione di calore la abbracciò, e lo stesso accadde al corpo immobile di Seiya che si mosse, accennando –ne era sicura- un piccolo e breve sorriso sulle labbra.
Usagi sorrise e pianse allo stesso tempo, quella sensazione le aveva conferito positività. Credeva che avrebbe realmente potuto aiutarlo, ora ci credeva.
-Yaten!- Tuonò con voce ferma e decisa.
Il fratello Kou si avvicinò immediatamente
-Come credi che io possa in qualche modo aiutare Seiya a risvegliarsi? Credi ci sia bisogno del cristallo d’argento? Dello specchio dei sogni? Del cristallo d’oro? Oppure..-
-Hei prendi fiato- rispose Yaten sorridendo. C’era riuscito. L’aveva portata li ed ora voleva assolutamente aiutarlo. Ne era così felice.
Anche Usagi sorrise –lo so è tutto così assurdo, però ho la sensazione di poter davvero aiutare Seiya-
-Lo credo anch’io Usa-
Ben Tornata a Me. Dopo 4 anni circa il mio ritorno. Cosa posso dire? Ovviamente voglio scusarmi con tutte le persone, amiche e conoscenti che hanno letto questa storia. Io ero la prima persona che odiava leggere storie mai concluse. Ho promesso spesso a tutti voi che sarei tornata, ma non l’ho mai fatto. La storia oramai è di 4 anni fa. Le sensazioni sono diverse, non sono più le stesse, perciò è molto difficile continuare a scrivere, cercando di mantenere lo stesso lessico di un tempo. Spero con questo capitolo di non aver fatto troppi pasticci, ed ovviamente mi auguro che le mie vecchie lettrici siano ancora qui per sostenermi ma soprattutto giudicarmi, perché è semplicemente grazie ai vostri giudizi che sono cresciuta e diventata una persona migliore.
Se può interessarvi ho aggiunto alla fine di ogni capitolo un’immagine, tratta dall’anime che possa aiutarvi meglio a mettere a fuoco i nostri personaggi.
Come sempre attendo commenti, ma se volete punirmi per la mia inadempienza sarò d’accordo con voi.
Un bacio ed un saluto a tutti. Al prossimo capitolo.
Oramai era sera anche all’interno della clinica. I ragazzi erano rimasti per un paio d’ore, poi avevano preferito lasciare Usagi con Seiya, in quanto fosse oltre che scossa, terribilmente a disagio. Dalle finestre oramai non era più visibile nulla, il buio e la vegetazione avevano inghiottito la stanza bianca e fredda.
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-È così bello qui-
-Di cosa parli caro straniero?-
Era una voce sconosciuta, ma affatto sinistra. -Di questo posto favoloso, dei prati, della luce intensa che ti avvolge, dei cavalli, di questo tepore che mi attraversa l’anima…-
-Ma tu non dovresti essere qui straniero-
-E perché? È così bello!-
-Tu, ragazzo mio, non sei morto…non ancora almeno. Non è questo il tuo posto.-
La luce si spense. La tenebra tornò.
‘Cos’era stato quel sogno meraviglioso? Son forse morto? Quella signora così bella, così distinta, cosa mi stava dicendo? Non lo ricordo, però mi sento così debole, così…’
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Seiya sul letto si dimenò per alcuni secondi, piccoli ma intensi istanti che non sfuggirono alla mano della sua grande amica, della sua compagna di vita immaginaria, del suo pezzo di cuore che era accanto a lui in quel momento.
-Seiya, ehi seiya apri gli occhi ti prego sono qui! Sono proprio io sono qui per te!- ‘Cosa diavolo è questo suono..io, io non riesco a capire..’ pensò mentre provava in tutti i modi ad aprire i suoi occhi, sentiva di dover farlo, che doveva aprirli per una ragione. Accumulò tutte le sue forze, e quando finalmente con un grande sforzo ci riuscì, davanti a se vide il suo angelo.
Tutto si fermò.
Il tempo sembrava paralizzato dal suo stesso sguardo. La fissò, e fu uno di quegli sguardi così belli, così sinceri, quegli occhi protagonisti, registi e scenografi allo stesso tempo di quell’incredibile momento.
Non sembrava essere reale, aveva passato l’intera giornata al suo capezzale e proprio in quell’istante sembrava che fosse tornato li, tornato da un tempo così lontano, da un’altra vita, eppure lo sentiva così vicino.-Seiya ciao..sono io!-
Era un momento così bello, così magico.
Non riuscì a proferire parola, nemmeno un suono, ma i suoi occhi ci avevano visto benissimo, era reale, e la mano che lo stringeva ne era la conferma.
‘Il mio ultimo desiderio di vederti è stato esaudito, è così bello, così impossibile ma così reale.’
Dalla porta si udirono dei rumori in lontananza, erano tornati.
‘I miei fratelli sono qui, cosa posso dirti Usa, cosa posso dire a questi occhi che mi guardano…’
L’emozione fu forte e non riuscì a tenere ancora gli occhi aperti, pochi secondi e cadde di nuovo in un inconscio profondo, proprio mentre la porta della stanza si stava schiudendo.
-Ragazzi! Ha aperto gli occhi! È stato sveglio anche se per pochi istanti, io l’ho visto, la sua mano stringeva la mia, era cosciente.- Gridò non appena li vide entrare nella stanza. Entrambi si fermarono interdetti ancora dinnanzi alla porta. –Usa non è possibile, lui è in questo stato da molto tempo, io credo che probabilmente tu abbia vaneggiato- si affrettò a dire Yaten.
-State scherzando vero? Pensate che io non sia in grado di essere lucida e di capire certe situazioni? Dopo tutto quello che ho passato nella mia vita?-
‘Possibile che non mi credano, sono dei pazzi, io so cos’ho visto’.
-Usagi forse è arrivato il momento di riaccompagnarti dalle tue compagne, o a casa, dove preferisci riposare un po’. È stata una lunga giornata e hai bisogno di recuperare le forze dopo tutte queste emozioni- Propose Taiki con la sua voce ferma. Era sempre stato così, Lo Yaten irascibile ed irritante, il Taiki saggio e composto ed il Seiya divertente e carismatico. Ma in quel momento tutto ciò che vedeva innanzi ai suoi occhi era un ragazzo inerme, privo di tutta la sua vitalità, e ciò che si propose lei quella notte fu di aiutarlo in tutti i modi che a lei erano possibili ed impossibili, l’avrebbe fatto.
L’afa estiva stava iniziano a calare, e giorno dopo giorno le giornate tendevano ad accorciarsi.
Era tutto il giorno ormai che si trovavano sole all'interno del tempio a discutere della situazione ed erano arrivate ben presto le 8 di sera.
Dire che erano scosse era poco. Non avevano fatto altro che alternare momenti di silenzio alienanti a discussioni sterili sul possibile evolversi della situazione.
-Ragazze io vado a casa- esordì improvvisamente Minako dopo essersi appisolata sul letto di Rei all’incirca un’ora prima –Sono stanca, ho le ossa in pezzi e non vedo cosa altro potremmo fare- disse alzandosi a fatica e legando i suoi capelli in una coda alta, col suo solito nastro rosso.
-Sono d’accordo con te, vengo via anche io. È stata una giornata devastante e tutte queste emozioni mi hanno davvero scossa. Sapete se Usagi tornerà a casa sua? O avrà bisogno di un posto dove stare? Non credo voglia farsi vedere da sua madre in queste condizioni- disse Makoto infilandosi le sue calze.
Nessuno rispose, non avevano idea di cosa avrebbe fatto Usagi nelle prossime ore, nei prossimi giorni, nei prossimi mesi di vita. Guardandosi tutte senza un’effettiva risposta, Minako e Makoto si avviarono verso l’uscita e non appena aprirono la porta si trovarono di fronte una figura conosciuta fin troppo bene, che le colse però molto di sorpresa.
Le emozioni non erano ancora finite per la giornata, avevano il dovere di spiegare cosa stava accadendo. Dopo un breve momento di interdizione Makoto fece avanzare qull’uomo a loro così familiare, con il suo volto così rammaricato – Entra Mamoru- furono le parole che gli rivolse –abbiamo molto da spiegarti-
-Lei dov’è!- Gridò con forza. Con tutta la forza del suo corpo e della sua anima non appena entrò in quell'abitazione. Gli girava forte la testa, non aveva mangiato affatto per l’intera giornata, il sudore scendeva dalla sua fronte sia per la frenesia che per il suo dolore.
- Mamoru ti prego entra…- Makoto non ebbe tempo di finire la sua frase che Minako la interruppe – Ti devo delle spiegazioni Mamoru, è tutta colpa mia. Vieni, siediti e ascolta-
Il racconto fu lungo, vollero spiegargli tutti i particolari della vicenda. Non era stato giusto nei suoi confronti fare quello che era stato fatto, e dal modo in cui Usagi era arrivata in fretta e furia nella casa di Rei, sicuramente non aveva avuto nemmeno il tempo di spiegare al suo uomo cosa stava accadendo, e in effetti era proprio cosi. Lui ascoltò l’intera storia senza batter ciglio, e dopo una forte insistenza di tutte si decise a mangiare un boccone.
-..e questo è quanto. Lo so non è stato giusto chiamarla, ma ormai è la nostra unica speranza- Disse Mina con strazio, presa oramai da questa vicenda come se la riguardasse direttamente.
Solo dopo qualche istante di silenzio lui si decise a parlare, e ciò che disse lasciò tutte senza parole
–Le avevo chiesto di sposarmi. In quel momento, dopo un mese di tentativi avevo preso coraggio e gliel’avevo chiesto. In quel momento tu hai telefonato, e lei prima di rispondermi ha preso il telefono come una furia, come se sapesse ciò che stava accadendo, ed è fuggita via. Vi rendete conto è bastata una telefonata per farla fuggire da me. Ora è meglio che me ne vada- Disse mettendosi le mani tra i capelli –Non ha alcun senso restare qui-
Fece per alzarsi quando Minako si posizionò proprio fra lui e la porta. Aveva già fatto un terribile sbaglio, non voleva commettere il secondo.
-E Usagi? Lei avrà certamente bisogno di te in questo momento. Non è il caso di fare il geloso Mamoru, uno di noi sta per morire!-
Parole gelide come ghiaccio, che però purtroppo non scalfirono nemmeno per un secondo il cuore di Mamoru, che incurante di tutto aveva nella sua testa solo la scena di lei al capezzale dell’uomo che aveva sempre voluto portarsela via. - No!- Disse zittendo tutti. Ami gli si avvicinò e lo prese sotto braccio, non avevano mai avuto un gran rapporto loro due, ma se c’era una persona che sapeva guardare al di là delle cose era proprio lei –Mamoru io lo so che tu vorresti essere da lei, non ha senso altrimenti, ti posso accompagnare io se vuoi- Lui stette fermo a fissarla un momento con uno sguardo indecifrabile. –Non importa- disse poi con una calma fredda –è lei che è corsa via, è lei che non ha voluto nemmeno darmi una risposta, se foste state voi avrei anche potuto capirlo, ma no mi dispiace non posso esserci questa volta in questa storia, non può sempre sfuggirmi dalle mani. Ora basta - così dicendo si sollevò dal pavimento, e senza voltarsi indietro uscì dalla porta, sotto gli occhi attoniti di tutte. Non appena fu fuori ebbe un sussulto, non si aspettava ciò che vide innanzi ai propri occhi
-Ciao-
Queste furono le uniche flebili parole che uscirono dalla sua bocca. L’aria si stava inumidendo e tutt’intorno il bosco attorno casa di Rei era tetro, sinistro, molto inquietante. Il vento frusciava tra i rami e l’unico altro rumore che riusciva a distinguersi era il loro respiro, dio se era pesante. Quante ne avevano affrontate assieme? Quante volte avevano combattuto fianco a fianco ed erano riusciti insieme in tutto? Davvero tante. Erano stati sempre legati l’uno all’altra dal loro sentimento profondo e incomprensibile, anche nei momenti più bui della loro vita. Eppure eccoli qui, l’uno dinnanzi all’altro, ancora una volta con qualcosa che li univa certo, ma con altrettanto che li divideva.
Il viso di Usagi era scuro, segnato dalla stanchezza dell’intera giornata. Erano ormai quasi 24 ore che non dormiva, e in quel momento tutta la tensione, la fatica, la rabbia e la paura di quei momenti si incanalarono in lei, così piccola e fragile, che iniziò a singhiozzare vedendo il volto di Mamoru.
-Mi dispiace tanto Mamoru, tu non puoi nemmeno immaginare quanto possa sentirmi in colpa per ciò che ho fatto, ma non so perché sto piangendo, non lo so perché in fondo Seiya è vivo, è ancora tra noi e tu sei qui quindi hai deciso di tornare nonostante quello che ho fatto ma non so cosa dirti io…io…ti giuro che non so cosa mi sia preso-
Tra singhiozzi e lacrime le parole di lei risultavano essere molto sconnesse. Lo guardava con i sui grandi occhi blu ma qualcosa in lei era mutato, era diversa. Si era spaventata. Spaventata da cosa poi era una cosa che non riusciva a chiedersi per non porsi la risposta.
‘Spaventata da me. Dalle sorti di Seiya. Dal futuro. Dalla mia reazione, da cosa sei così spaventata Usa?’
Ma a tali pensieri non corrisposero altrettante parole – Sono tornato per capire, ma ora so bene cos’è accaduto- quasi con forza pronunciò le ultime parole -Mi dispiace, non posso esserti accanto in questa situazione-
Il suo tono l’aveva gelata in un’instante. ‘Cosa stai dicendo Mamoru? Perché? Io ti amo, tu lo sai che io ti amo e non potrei vivere senza di te, perché mi dici questo?’ –Mamo perché? Io devo raccontarti tutto ciò che è accaduto, non volevo fuggirti, ti prego devi ascoltarmi non tirarti indietro senza sapere nulla di tutto ciò-
-Ho saputo abbastanza. Sono stato tutta la sera qui, e le tue compagne mi hanno detto tutto ciò che dovevo sapere, e ancora una volta hai deciso di difendere con denti ed unghie qualcun altro al posto mio. Ti ringrazio per l’ennesima volta Usagi-
A queste parole però Usagi si irrigidì ed alzo subito il suo sguardo per fissarlo negli occhi. E in un secondo gli vomitò addosso tutto quello che era accaduto negli anni precedenti, tutto quello che avevano trascorso insieme e di tutte le volte che lei aveva rischiato la vita per lui.
-Non permetterti di giudicare così malamente tutto ciò che io ho fatto per te in questi anni, il mio sangue è stato versato per te, ho perduto persone a me care solo per tenerti in vita, ho lottato e combattuto con una regina che mi ha voluta morta per secoli, e tutto questo per te! Cosa di tutto ciò non ti rende chiaro che l’amore che provo per te è incondizionato?-
-Probabilmente il tuo amore per me è incondizionato, ma non è detto che io sia l’unica persona che tu voglia nella tua vita. Ora me ne vado- A queste parole però si susseguì un gesto un po’ bizzarro, e stringendole forte le mani la guardò negli occhi –Usa io non posso esserti accanto in questa battaglia. Mi dispiace ma è meglio per entrambi che tu lotti da sola per qualcosa che ami, io non posso dire lo stesso quindi potrei essere solo un ostacolo. Non ti sto dicendo che ti odio, o che non lo capisco perché lo capisco invece. So che salveresti tutte le persone in vita su questo mondo se solo potessi, a maggior ragione quando si tratta di uno dei tuoi migliori amici. Ma sai che per me non è così e nutrendo sentimenti di disprezzo verso questa persona potrei soltanto creare problemi. Io posso aspettare che tutta questa vicenda sarà finita, e se lo farò sarà solo per l’amore che mi lega a te-
Durante tutta la loro discussione lei non l’aveva notato, non aveva notato gli occhi completamente rossi e crucciati di Mamoru. Aveva pianto per tutto il viaggio, ed in quel momento si sentì terribilmente in colpa. Di rimando anche lei strinse le sue mani con tutta la sua forza, e lo guardò negli occhi –Mamoru ti chiedo perdono, e lo capisco. Purtroppo capisco che tu non voglia aiutarmi, ma sai che io non mi fermerò fino a quando non avrò raggiunto il mio scopo-
-Lo so amore mio- disse accarezzandole la guancia –per ora quindi le nostre strade si separano qui. Io ti aspetterò ma questo già lo sai. Compi i tuoi doveri Usagi, e poi torna a sposarmi- Il suo sguardo era così serio, e conciso. Non avrebbe mai voluto lasciarla li, ma in cuor suo sapeva di fare la scelta giusta. Le diede un breve bacio sulla fronte, e si allontanò, non aspettando nemmeno la risposta di lei.
-Si, lo farò Mamo…- disse quasi a se stessa restando li, mentre alcuni goccioloni iniziarono a cadere con potenza sul mattonato, dando vita a poco a poco ad un’enorme acquazzone, che la zuppò completamente.
Per fortuna tutta quella conversazione era rimasta privata. Dopo che Mamoru aveva varcato la soglia del tempio le ragazze erano rimaste all’interno, a discutere ancora e ancora della terribile situazione, ignare di cosa stava accadendo li fuori.
-Ora me ne vado sul serio!- disse Minako alzandosi (ancora) e mettendo la giacca –Non posso ci credere questa giornata non finisce più! Cos’altro accadrà ancora?-
-Credo tu abbia ragione Mina. Facci sapere notizie su Seiya non appena saprai qualcosa da Yaten, e cara, non preoccuparti, Usagi ti vuole un mondo di bene e non ti allontanerebbe mai dalla sua vita- Rei la abbracciò, forte come forse non aveva mai fatto prima. Non era giusto tutto quello che era capitato a Minako, aveva davvero bisogno di un supporto e Rei in quei momenti era la più brava in assoluto. Lei rispose all’abbraccio solo dopo pochi secondi e ringraziandola abbandonò l’abitazione.
‘Cavoli sta piovendo!’ Non sapendo cosa ben fare, decise comunque di avviarsi a piedi verso casa. La strada e l’acqua forse avrebbero alleviato tutti i suoi dolori e lavato via la sua coscienza.
A pochi passi da lei distinse una figura alta e snella, bionda proprio come lei, e senza pensarci due volte le corse incontro, la raggiunse e la bloccò per un braccio prima che fu troppo tardi, troppo tardi per tutto.
-Ti prego tu devi ascoltarmi, io ti devo delle spiegazioni-
Quante volte ultimamente questa frase le riecheggiava nella mente, quanto l’aveva sentita, detta, e tutto sempre per degli stupidi malintesi. Forse adesso avrebbe dovuto ascoltare.
Era proprio vero, questa giornata era interminabile.
Usagi si voltò, col suo volto rigato dalle lacrime e zuppo dalla pioggia, con la fronte crucciata e il suo sguardo perso nel vuoto. –Usa ti prego questa volta dammi ascolto, cerca di capire cosa io abbia fatto e perché, non trarre conclusioni affrettate. Io ti voglio bene e se ho fatto tutto questo è stato per proteggere te e Mamoru. Lo so quanto Seiya sia importante per te e per tutto questo tempo ho solo cercato di fare la cosa giusta per tutti!- disse tutto d’un fiato. Aveva paura che se la sua amica l’avesse interrotta lei non avrebbe più avuto l’occasione, e forse il coraggio, di dire tutto. Ancora col fiatone per la corsa e la sua dichiarazione guardò Usagi implorante anche solo un accenno di sorriso, una parola, un suono.
-Minako smettila-
-Smettila di scusarti. Sono rimasta molto ferita dal tuo comportamento…ma lo capisco. Capisco tutto quello che hai fatto e solo ora mi rendo conto di essere stata pessima con te. Perdonami per la mia ira, ma era più che lecita. Ti voglio bene Mina, e forse ora più che mai ho bisogno dell’aiuto di tutte voi per riuscire in questa missione-
La guardò e le sorrise. La sua Usagi non era poi cambiata. Sempre pronta al perdono, a stare vicina alle persone che ama, a dare tutto per tutti. -Mina ora andiamo a casa, è stata una giornata davvero piena. Domani ci incontreremo di nuovo tutte qui e cercheremo di capire in che modo aiutare Seiya. Ho il sentore che siano in vista molti più problemi di quelli che già conosciamo-
E cosi, con la disperazione nel cuore, si incamminarono entrambe, in silenzio, verso casa.
Salve a tutti. Beh come vedete all'incirca ogni 3 anni questa storia viene aggiornata. Credo proprio di dover delle scuse a tutti. Purtroppo ho abbandonato questa storia, e lo scrivere molto tempo fa e purtroppo chi ci ha rimesso è stato solo chi si era appassionato a questo racconto. Io spero vivamente che questa sia l'ultima volta che questa storia abbia un'interruzione, ma purtroppo in passato ho fatto promesse che non ho mantenuto, tutti voi avete creduto in me e io vi ho deluso. Beh ho deciso che non voglio più abbandonarla e questo soprattutto per voi. Chiedo ancora scusa a tutti, spero che vi piaccia lo svolgersi della storia. A presto!
Le giornate passavano davvero in fretta. Dopo due settimane l’aria aveva iniziato ad essere più pungente, le giornate si stavano velocemente accorciando e l’autunno era ormai alle porte. La tenera estate si era portata con se sia il tepore che l’allegria. Da diversi giorni ormai il tempio era luogo comune dove incontrarsi, senza concedersi ne svago ne divertimento. La scuola era finita e tutte avrebbero dovuto iniziare a pensare al proprio futuro, ma ancora una volta qualcosa ostacolava i loro progetti.
La dolce e solitaria Ami in quel periodo era il perno di tutto. Era lei che ogni mattina di buon’ora si recava nella libreria centrale per documentarsi e per raccogliere il materiale che avrebbero studiato tutto il giorno. Si spaziava dalla medicina, all’astrologia, passando poi per l’esoterismo.
Tutto poteva essere utile, più che altro perché niente fino a quel momento aveva portato a dei risultati concreti. La malattia di Seiya era inspiegabile, e più passavano i giorni e più il suo corpo era debilitato.
Dall’ultima volta che Usagi era stata al suo capezzale lui non aveva più dato segni di ripresa, era caduto in un sonno molto profondo che lo stava uccidendo giorno dopo giorno.
Era un martedì mattina, e nonostante l’imminente stagione autunnale, quella mattina il sole splendeva alto nel cielo. Le ragazze erano radunate tutte attorno al tavolo della stanza di Rei studiando ognuna per conto suo i documenti portati il giorno prima dalla loro compagna.
-Ami finalmente, ma che fine hai fatto?- Esordirono tutte in coro alzando il capo non appena Ami varcò la soglia della porta. –Scusate ragazze, ma ho dovuto discutere con il ragazzo della libreria. Un tipo così antipatico! Si è messo a fare domande sulle mie ricerche, era incuriosito dalla mia assiduità e dal tipo di libri che prendevo in prestito, credo mi abbia preso per una strana fissata con la magia- Così dicendo si sedette, ancora affannata per il lungo percorso compiuto. –Però posso dirvi che forse ho trovato qualcosa-
A quelle parole una distratta Usagi, che era intenta a guardare al di fuori dalla finestra durante il loro siparietto, si voltò di scatto –Cosa? Ne sei proprio sicura?-
-Non lo so ragazze, ma in questo libro di occulto ho riscontrato in un’antica magia gli stessi sintomi di Seiya. Per non farmi beccare dal ragazzo odioso ho preso il libro e sono venuta subito da voi, perciò non ci resta che leggere-
Usagi finalmente, dopo settimane, sorrise. Che bel sorriso che possedeva, così innocente e sincero da far sciogliere chiunque. –Allora forza, leggiamo cosa dice questa famosa magia!-
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Intanto all’interno della stanza della clinica nulla mutava. Le giornate anche li passavano molto velocemente, i ragazzi trascorrevano la mattinata da Seiya ed il pomeriggio dalle ragazze. Il loro rientro sulla terra era avvenuto con assoluta discrezione e fortunatamente ancora nessuno era a conoscenza della loro permanenza sul pianeta blu.
-La situazione è immutabile, cosa diavolo dovremmo fare ancora? Non ce la faccio più a vederlo stare così male. È insostenibile!- Yaten era furioso. Aveva trattenuto in se tutti quei sentimenti per molto tempo, e dopo queste lunghe settimane ancora non erano riusciti in nulla, era stato tutto vano. La pazienza era ormai giunta al termine.
Taiki se ne stava appoggiato alla finestra con lo sguardo rivolto verso l’esterno, c’era una splendida vegetazione e qualche raggio di sole filtrava dalla finestra. Aveva ascoltato le parole del fratello, ma rispondere sarebbe stato inutile. Avevano continuato a sperare ed andare avanti, e anche lui iniziava a perdere la speranza, quella speranza che tanto in passato li aveva aiutati, del quale ora non c’era più nemmeno il ricordo.
‘Fratello, sarebbe bello sapere cosa diavolo sta accadendo, soprattutto sapere se abbiamo ancora la possibilità di sperare. Vederti in questo letto inerme è per me una grande tristezza’ Pensò Taiki guardando Seiya steso su quel letto ‘Tu che eri così forte e pieno di vita, sei tu che ci hai spinti sempre a lottare per raggiungere i nostri obiettivi ed ora? Noi non siamo nulla senza di te. Ti prego aiutaci a capire cosa ti accade fratello…’
I suoi pensieri furono interrotti da una stridente suoneria che risvegliò entrambi dal loro inconscio. Yaten prese il telefono e rispose molto svogliatamente –Minako cosa c’è? Sono da Seiya la mattina lo sai-
Mano a mano che la conversazione andava evolvendosi il viso di Yaten cambiò radicalmente, e Taiki negli occhi del fratello lesse cioè che credeva perduta per sempre, la speranza.
-saranno qui tra poco, non appena ho detto a Yaten della splendida notizia si è subito emozionato, quanto vuole bene a suo fratello! Credo che fosse quasi alle lacrime. Sono proprio felice magari questa è la volta buona!-
Minako era al settimo cielo, molto più di tutte le altre ragazze. Aveva vissuto la situazione dal profondo del cuore e non le sembrava vero riuscire ad uscire fuori da quel lungo tunnel.
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Da quel momento in poi fino all’arrivo dei ragazzi si rise e si scherzò, tutte erano più sollevate che la loro estenuante ricerca aveva portato ai suoi frutti, ma ancora una volta lo sguardo di Usagi era così perso nel vuoto, che quando cercarono di richiamare la sua attenzione lei si destò dai propri pensieri con un attimo di ritardo, e subito le furono tutte intorno con il loro sguardo inquisitorio che sostituì l’ondata di allegria che le aveva pervase fino a poco tempo prima. La ragazza le guardò, e arrossì per il suo imbarazzo –Scusate cosa, cosa volete?- Si affrettò a dire.
-Nulla. È solo che, ti vediamo così assente Usa, è una bella notizia questa no?- Disse Makoto fissandola –Si lo è- rispose lei –ma purtroppo non siamo nemmeno a metà dell’opera, e se poi questa persona non ci darà nessuna informazione concreta? Cosa faremo? E Seiya siamo sicuri che si riprenderà?-
Le ragazze la guardarono con dolcezza –Vedi Usagi, questa è una dura prova, io lo so, ma devi avere fiducia, per il momento è tutto ciò che abbiamo e dobbiamo appigliarci a quest’unica speranza. Se invece si rivelasse un successo? Dobbiamo sperare e andare avanti!- Il viso di Ami era così radioso mentre le parlava, sapeva delle sue paure, ma tutto ciò che poteva fare era rassicurarla, ci credeva davvero.
La biondina la guardò e le sorrise –Già forse hai ragione- e la tensione e la tristezza si accantonarono finalmente anche per lei, aveva piena fiducia nelle sue amiche.
I ragazzi arrivarono in fretta e furia al tempio, elettrizzati come non mai. Si fecero spiegare tutto dalle loro compagne e decisero all’unanimità che la mattina seguente sarebbero partiti alla ricerca della persona che avrebbe potuto sciogliere tutti i loro dubbi.
Altro capitolo aggiunto. Non ci sono dei cambiamenti di luogo o dei risvolti particolari, ma era necessario dare una certa importanza alla ricerca della soluzione. Ora resta solo il dubbio che destabilizza tutti, sarà la giusta soluzione? Al prossimo capitolo ;)