1. Soprannomi
Salve
a tutti Signore e Signori!!
Allora,
ho tante cose nuove ed interessanti da raccontarvi per introdurvi la
storia sottostante, talmente tante che me le sono dovute scrivere
come la lista della spesa, altrimenti me le sarei dimenticate.
1.
Primo e in assoluto più IMPORTANTE PUNTO DA LEGGERE è che questa
stria NON è mia, bensì di una tale ElvenQueen18,
dalla quale ho ricevuto l'autorizzazione ( “And
Annie, yes, you have my permission to translate this fic in
Italian.”)
per la traduzione e la pubblicazione di questa storia → “Of Elfs
and Kittens”
http://www.fanfiction.net/s/5847144/1/Of-Elfs-and-Kittens
2.
Avete presente che nella serie animata Kurt è tedesco, ma non ha
l'accento tipico di uno che viene dalla Ciamania?
Ecco in questa storia, per rispettare la versione originale
statunitense, nella quale il nostro simpatico mutante blu
effettivamente presenta un'inflessione tedesca, e soprattutto perché
l'autrice mantiene tale accento anche nella scrittura, mi sono
permessa di dare a Kurt una cadenza germanica.
3.
Non solo, durante il corso della storia ci sono alcune strofe di
canzoni inglesi, che ho comunque tradotto in italiano per rendere
meglio l'idea.
4.
Per quanto concerne la traduzione in sé, è complicato rendere in un
buon italiano i modi di dire e le espressioni lessicali inglesi,
quindi ho in parte sacrificato e rimodellato le frasi per una
migliore resa nella mia lingua.
5.
Dovrei riuscire ad aggiornare la storia ogni settimana, tranne
durante le vacanze, che nel mio caso cominciano la settimana prossima
e durano fino al 5 novembre.
Infine
so che dovrei andare avanti con l'altra long fic che langue da un
anno, ma la mia vena artistica sta facendo cilecca, sorry. Avrete mie
notizie quando la verve tornerà dalle ferie.
Questa
fic non è scritta a scopi di lucro e né X Men: Evolution né i
personaggi descritti mi appartengono.
Di
Elfi e Mici
1.
Soprannomi
Kitty
si domandò se usare i suoi poteri per fargli attraversare per metà
una parete e poi lasciarlo lì le avrebbe giovato.
Non
che non avesse mai avuto un soprannome prima d'ora; in fin dei conti
era stata chiamata Kitty invece di Katherine praticamente per tutta
la vita, quindi non c'era una ragione valida per essere arrabbiata.
Un
secco e frustrato sospiro uscì dalla bocca di Kitty.
Da
un paio di giorni, cioè da quando aveva cominciato a vivere
all'Istituto Xavier, Kurt Wagner - un altro studente del maniero, che
era il più... beh, strano, per
essere gentili – aveva preso a chiamarla Kätzchen. Non Kitty – o
Keety, come lo pronunciava lui - , non con il suo nome da X-Men
Shadowcat, bensì Kätzchen.
Qualunque
cosa esso significasse.
E
per una qualche ragione che la ragazza non si riusciva a spiegare,
questa storia del nomignolo la stava facendo ammattire.
Probabilmente,
non avendone mai fatto parola con il mutante blu, Kurt immaginava che
a lei andasse bene. Magari se gli avesse chiesto di smetterla lui
l'avrebbe fatto.
Parlando
del diavolo. Dentro di sé Kitty
sorrise ironicamente al suo pensiero, quando Kurt – quel blu,
peloso e dall'aspetto demoniaco Kurt – scelse quel momento per
teletrasportarsi nell'atrio.
Kitty
storse il naso all'odore sulfureo.
Non
si sarebbe messa a scappare urlando – come era successo quando lo
aveva visto per la prima volta nella sua forma naturale qualche
giorno prima - , ma questo non significava che trovasse l'odore di
fumo, derivante dal teletrasporto di Kurt, piacevole.
E
neppure le piaceva che il suddetto mutante usasse i suoi poteri per
comparire all'improvviso davanti a lei.
“ Hey,
Kätzchen!” La salutò Kurt con il suo pronunciato accento tedesco.
Kitty
incrociò le braccia, guardandolo appena. “Tipo, puoi smetterla di
chiamarmi così?”
“Chiamarti
come?” chiese lui confuso.
“Kätzchen,
o come si dice.”
Kurt
si fermò un secondo. “Perché no?”
Kitty
si mordicchiò un labbro, pensando ad una risposta. “Perché, tipo,
è totalmente fastidioso, sai?” disse poi. “Non so nemmeno cosa
significhi!”
Kurt
sembrò divertito. “Kätzchen zignifica 'micio' in tedesco,”
spiegò. “Penzavo che ti zi addicesse, visto che ti chiami Keety.”
“E,
tipo, perché hai deciso di chiamarmi Kätzchen?” Kitty
volle sapere.
Il
mutante blu scrollò le spalle. “Di nuovo, perché no?”
sogghignò, scoprendo i canini allungati.
La
ragazza sospirò, roteando gli occhi. La conversazione non avrebbe
condotto da nessuna parte.
“ E
perché sei qui?” gli chiese.
Il
ghigno non abbandonò il volto di Kurt, mentre i suoi occhi gialli
brillavano di qualcosa che Kitty non seppe identificare. “Perché,
non pozzo nemmeno parlare con te, Kätzchen?”
Ugh,
questo ragazzo è così fastidioso! Pensò Kitty innervosendosi.
E che cosa starà cercando di ottenere?
“Tipo,
finirai di chiamarmi entro breve?”
Kurt
alzò le spalle con nonchalance. “Probabilmente no.” disse. “ A
dopo Kätzchen!”
Detto
questo scomparve con un bamf
e una nuvola di fumo, lasciando Kitty a muovere la mano davanti al
naso per via dell'odore di uova marce.
Con
un gemito, Kitty attraversò la parete ed entrò in camera sua.
Aveva
l'esatto presentimento che nessun tipo di persuasione avrebbe
impedito a Kurt di chiamarla con quel soprannome.
A
meno che...
Kitty
sentì un sorriso salirle alle labbra quando le venne in mente
un'idea.
§
L'occasione di mettere in atto
il proprio piano le si presentò la mattina seguente, dopo che si fu
alzata e preparata per la giornata.
Kurt – che aveva attivato il
suo induttore di immagini, e che quindi aveva l'aspetto di un umano –
si teletrasportò nella sua camera, mentre lei finiva di sistemarsi i
capelli.
“Kätzchen!
Colazione!” esclamò contento.
“Scendo
tra un secondo, Elfo Peloso.” rispose lei.
Avrebbe voluto ridacchiare
quando vide l'espressione perplessa di Kurt attraverso lo specchio.
“Com'è
che mi hai appena chiamato?” chiese.
Kitty nascose un sorriso
compiaciuto quando si voltò per fronteggiare l'altro mutante. “Hm,
intendi per caso Elfo Peloso?”
“E
da cvando hai deciso di chiamarmi cozì?” domandò.
Kitty si lisciò pigramente una
ciocca di capelli scuri. “Beh,” rispose, “Dato che, tipo,
sembra che tu voglia continuare a chiamarmi Kätzchen invece di
Kitty, mi è sembrato giusto che anche io ti trovassi un soprannome.”
“E
immacino che continuerai a chiamarmi Elfo Peloso finché io ti
chiamerò Kätzchen, vero?” suppose lui.
“Esattamente!”
esclamò allegramente Kitty.
Ci fu una breve pausa, nella
quale la ragazza aspettò la risposta del suddetto elfo.
“Fuoi
che ci incamminiamo assieme per andare a fare colazione, Kä - -
Keety?” chiese finalmente Kurt, correggendosi in tempo e sorridendo
nervosamente.
Un piccolo ma sincero sorriso
apparve sul volto di Kitty quando guardò in direzione del mutante
nascosto dall'ologramma. Okay, magari Kurt non era sempre così
seccante. Talvolta poteva essere... tollerabile.
“Tipo,
come vuoi, Kurt.”
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