Ariel;

di Arriellinda
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Primo Capitolo. ***
Capitolo 3: *** Secondo Capitolo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


                                                                                                Prologo 


Dal primo capitolo: 



''Ero lì, da sola. Al freddo. Correvo. Ero stanca, ma continuavo a correre, la luna mi sussurrava di fermarmi.
Di smetterla di correre. Mi diceva che tanto era inutile. Loro mi avrebbero preso, e mi avrebbero ucciso.
E forse sarebbe stato meglio. Correvo sempre più forte, sempre più veloce.
Talmente veloce da non accorgermi del grande sasso che c'èra di fronte a me.
Inciampai, caddi per terra.
Tentai di rialzarmi, ma fù inutile. Loro erano già li vicino a me.
Uno di loro si avvicinò, mi abbassò la testa e affondò i suoi canini nel mio collo.
Iniziai ad urlare, ma nessuno poteva sentirmi.
Esalai il mio ultimo respiro, la mia vista si appannava sempre di più.
E poi il buio. ''



Angolo della ''Scrittrice''

Salve. E' da tanto tempo che intendevo pubblicare questa storia, ma poi per un motivo o per l'altro non l'ho mai fatto. E ora eccomi qua.                                              Come ho già detto la storia parla di una diciassettenne con una storia difficile. Ora non mi va di anticiparvi nulla, ma già dal primo capitolo sarà tutto più chiaro.             
Però posso anticiparvi chi sarà il protagonista maschile di questa storia. O meglio uno, dei protagonisti maschili. Ovviamente, il magnifico, Klaus. Poi ci sarà un nuovo personaggio che apparirà qualche capitolo dopo. Comunque ho intenzione di pubblicare il primo capitolo già domani. Poi, in base anche ai vostri giudizi, vedrò se continuarla. Spero vi piaccia. Bye :D 

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Capitolo 2
*** Primo Capitolo. ***


'' Ero lì, da sola. Al freddo. Correvo. Ero stanca, ma continuavo a correre, la luna mi sussurrava di fermarmi.
Di smetterla di correre. Mi diceva che tanto era inutile. Loro mi avrebbero preso, e mi avrebbero ucciso.
E forse sarebbe stato meglio. Correvo sempre più forte, sempre più veloce.
Talmente veloce da non accorgermi del grande sasso che c'èra di fronte a me.
Inciampai, caddi per terra.
Tentai di rialzarmi, ma fù inutile. Loro erano già li vicino a me.
Uno di loro si avvicinò, mi abbassò la testa e affondò i suoi canini nel mio collo.
Iniziai ad urlare, ma nessuno poteva sentirmi.
Esalai il mio ultimo respiro, la mia vista si appannava sempre di più.
E poi il buio.''

Mi  alzai , ansimante, dal letto, mi toccai la fronte. Ero tutta sudata. L'avevo fatto di nuovo. Avevo fatto di nuovo quel sogno. Lo stesso sogno che facevo da quasi 4 anni. Lo stesso sogno che continuavo a fare fin dall'inizio della mia amnesia. 
Già, la mia amnesia. Mi chiamo Ariel Taylor, e ho 17 anni. Molte persone considerano 'stupido' il mio nome, ma per me non lo è affatto. Anzi, ha un bel significato. Mia madre diceva che Ariel era il nome di un angelo, e significa 'Leone di Dio'.
Mia madre. Dio, quanto mi manca. Mi manca lei, mi manca mio padre, mi manca mia sorella. Mi manca sapere cosa gli è successo. La mia amnesia è iniziata il giorno in cui qualcuno, o qualcosa, ha ucciso tutta la mia famiglia. Io non mi ricordo nulla di quel giorno.
Mi ricordo solo che quella mattina mi svegliai, scesi giù in cucina pronta a fare colazione, e poi... E poi nulla. Il vuoto. Mi sono risvegliata in una stanza che non mi apparteneva, una donna, sulla 40ina d'anni si avvicinò a me e mi disse testuali parole; 'Ariel, i tuoi genitori e tua sorella sono morti'. Me lo disse così, di getto. Senza neanche pensare a cosa potrei aver provato. Me lo disse e basta.
Sono 4 anni ormai che vivo in quest'orfanotrofio. O meglio, in quest'inferno. Ma non sapevo ancora, che quella mattina sarebbe cambiato tutto. 

- Ariel Taylor è richiesta nello studio della direttrice - Disse una voce che conoscevo molto bene. Era la voce di Asia, la donna delle pulizie. Anche se in verità faceva un po di tutto in quell'istituto.                                                                                                                                                                                                                    - Perchè la direttrice vuole parlarmi ? - Dissi fra me e me. E senza neanche accorgermene mi ritrovai già davanti alla porta del suo studio. Bussai, una voce da dentro, un pò roca, mi disse di entrare. 
- Voleva vedermi ?-
- Si, accomodati. Ho chiesto di vedere te per prima perché sei l'unica a cui abbiamo già provveduto- 
- Mi scusi... Provveduto per cosa ?- 
- Per il trasferimento, ovviamente.- .- L'istituto non ha abbastanza fondi per poter continuare ad esistere, quindi nel giro di un mese l'orfanotrofio chiuderà.  
- E.. E io ? Gli altri ? Dove andremo tutti ? - 
- Ognuno di voi verrà spostato in istituti diversi. Su dove andrai tu ci abbiamo già pensato. -
- E dove andrò ? -
- In un istituto che si trova in un paesino chiamato Mystic Falls.- 
- Dove ? Non l'ho mai sentito nominare.- 
- Beh, è un pò lontano. Si trova in Virginia. -
- Come in Virginia ? Così lontano ? Io non voglio lasciare questo posto. Questo è il posto dove ho vissuto con i miei per 13 anni, non voglio andarmene.-
-Beh, purtroppo dovrai farlo. Partirai già domani all'alba., ti daremo una mappa con delle indicazioni che ti serviranno una volta arrivata per farti raggiungere l'istituto. Ora puoi anche andare- 

Mi alzai dalla sedia e senza neanche dire una parola me ne andai di fuori. Quella città era il luogo dove ero nata, il luogo dove ero cresciuta. Ma ripensandoci, era anche il luogo dove avevo sofferto. Quella città mi aveva dato tutto, e poi me l'aveva portato via. 

-Forse non è una cattiva idea- Pensai. - Forse mi farà bene cambiare vita. Ricominciare tutto da capo. 

La direttrice aveva detto che sarai partita all'alba del giorno dopo, quindi dovevo sbrigarmi a preparare la valigia.
Tanto non ci avrei messo molto. Avevo poche cose. E non dovevo neanche passare la serata fra saluti e pianti degli altri ragazzi dell'istituto.
Non andavo d'accordo con nessuno. Io non ero come loro. Ero diversa
Io stavo meglio quando stavo da sola. Anzi, ora che ci penso mi sentivo molto più sola quando stavo in mezzo alla gente, che quando stavo per conto mio.

Impiegai all'incirca 40 minuti per preparare tutto il necessario per il viaggio. Poi mi distesi sul letto e mi lasciai andare in un sonno profondo.









Angolo della ''Scrittrice'' 

Ciaoo :D Come promesso questo è il primo capitolo. Siete liberi di dire qualcunque cosa, anche che fa schifo. Anche perché sarei d'accordo con voi. Lo so che è molto corto, ma il prossimo sarà decisamente più lungo. Spero che un pò vi abbia iniziato ad incuriosire. Comunque grazie. Grazie a chi la recensirà, se mai qualcuno lo farà. Grazie anche a chi la leggerà solamente. :)
 

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Capitolo 3
*** Secondo Capitolo. ***


- Io odio i treni.- Una voce dietro mi fece sobbalzare dal mio posto. 

- Scusa, ti va se mi siedo qui ? - Se c'era una tipologia di domande che odiavo era quella. 'Posso sedermi qui?' ' Mi puoi prestare quello?' 'Posso venire con te?' Etc... Che cosa avrei dovuto rispondere ? No ? 

- Certo- Accennai un sorriso. Si mise seduto nel posto di fronte al mio. Era un tipo strano, aveva un cappello in testa, degli occhiali da sole, una sciarpa che gli copriva il labbro inferiore, e una strana valigetta in mano. La teneva stretta, come se dentro si nascondesse un grande tesoro.

Uno dei miei più grandi difetti è la troppa curiosità, così decisi di chiedere all'uomo cosa ci fosse in quella valigetta.

- Che cos'hai li ? - Lui sorrise alla mia domanda, ma non mi rispose.  
- Scusami, ti ho fatto una domanda. Perché non rispondi ? - Ci fu un lungo attimo di silenzio.
-Perché dovrei dirtelo ? Neanche ti conosco. 
- Perché è buona educazione rispondere alle domande, forse ?- Iniziai a pentirmi di averlo fatto sedere vicino a me. 
- L'educazione è la nemica della saggezza. - Ci mancava pure il filosofo ora. Il viaggio era parecchio lungo, quindi decisi di dormire un po'.

                                                ---------

'Il vento frusciava tra i rami degli alberi. Io ero seduta su un prato. Un grande e immenso prato verde. Tutto ad un tratto quel magnifico verde di trasformò in un grigio scuro, le nuvole diventarono nere, e il vento soffiava sempre più forte.  
- Ariel- Una voce roca urlava il mio nome, mi guardai intorno ma nulla. - Ariel - Continuava a chiamarmi. Mi alzai, e mi incamminai verso un sentiero. Mentre camminavo, iniziai a sentire dei rumori strani, era tipo un ululato. Forse c'era un cane da qualche parte. Il suono si fece sempre più vicino, e quando mi girai vidi una cosa che mi fece gelare il sangue. Non erano cani. No, era ben altro. Lupi. Davanti a me c'erano 3 lupi. Avrei voluto correre, ma in quel momento ero paralizzata. Uno di loro fece qualche passo indietro, per poi lanciarsi sul mio corpo, per fare di me la sua cena. ''

Mi svegliai, mi toccai la fronte. Ero tutta sudata, e avevo le guancie bagnate. Avevo pianto nel sonno. Quando alzai lo sguardo vidi che il tipo strano mi stava fissando. Certo, aveva gli occhiali scuri, ma sentivo il suo sguardo fisso su di me.

-Che vuoi ? - Gli chiesi mentre continuava a fissarmi.- 
-Va tutto bene?- 
- Ma che ti frega? -
-Scusa tanto.- 

Ok, forse avevo esagerato ma aveva iniziato lui. Com'è che aveva detto ? 'Non ci conosciamo neanche'! 

- Ho fatto un brutto sogno.- Lui sorrise. Sorrise con un sorriso che sembrava... Cattivo. Poi si tolse gli occhiali, il cappello e si avvicinò a me. Wow. Era davvero bello. Aveva dei capelli di colore castano scuro, con un piccolo ciuffo sul lato sinistro. E degli occhi marroni molto chiari. 
- Sai Ariel, è proprio il saper sognare che rende interessante la vita umana.- Mi disse, per poi ritornare nella sua posizione precedente. 
- Ascolta Socrate, perché non vai a dare lezioni di filosofia a qualcun altro ? - Stava davvero iniziando a stancarmi, che poi.... No, un momento. Mi aveva chiamato Ariel ? Io non gli avevo mai detto il mio nome. Lo guardai sconvolta, e lui ne sembrò divertito. -Come... Come fai a sapere il mio nome? -

Lui scoppiò a ridere, e mi guardò con aria minacciosa. 

- Me lo hai detto tu, Ariel. 4 anni fa. - ' 
 

Mi svegliai di nuovo, sobbalzando. Guardai di fronte a me, ma non c'era nessuno. Era stato tutto... un sogno ? Eppure sembrava così reale, 

- Mi scusi, dove è finito quell'uomo che era seduto qui ? - Chiesi ad un vecchietto che siedeva a pochi sedili da me. 
Il vecchio sembrò sorpreso. - Quale uomo?- 
Quello seduto qui. Ci stavo parlando fino ad un attimo fa. O almeno credo. - 
- Signorina, lei fino ad un attimo fa stava dormendo.

Negli ultimi 4 anni avevo fatto solo e esclusivamente un sogno. Quello della foresta, della luna e degli uomini che mi inseguivano, mai, e dico mai, un altro. Ma in quel giorno ne feci due. O uno ? Erano due in uno. Un sogno dentro a un altro sogno.                           
- Signorina, penso che lei debba scendere- La voce del vecchio mi risvegliò dai miei pensieri. Il treno si era fermato, e quando guardai fuori dal finestrino vidi un tra de cartello verde.

- Benvenuti a Mystic Falls- 

Scesi dal treno, e presi quel piccolo foglietto che la direttrice mi aveva dato. Sopra c'erano scritte tutte le indicazioni necessarie per raggiungere l'istituto che mi avrebbe ospitato fino ai miei 18 anni. Era troppo scomodo per loro venirmi a prendere alla stazione ? Dovevo pure trovarmelo da sola ? 
Dopo circa 20 minuti di cammino mi ritrovai difronte a un piccolo palazzetto di colore blu, e vicino un cartello con la scritta 'Istituto felice' scolorita dalla luce del sole. 
Bussai, ma nessuno mi venne ad aprire. Forse non c'era nessuno. Magari erano usciti tutti. Che strano però, di solito rimane sempre qualcuno. Bussai di nuovo, ma niente. 
- Cerca qualcuno ? - Mi voltai, e un uomo dall'aria molto simpatica mi fissava sorridente. - Ehm, sa dirmi perché nessuno apre la porta ? -              
-Beh, mi sembra un pò difficile dato che qui non c'è più nessuno da anni.-                                                                                                                                                         
-Ma.. Ma ne è sicuro ? -                                                                                                                                                                                                                                                - Certo che si. Questo prima era un orfanotrofio. Ma poi ha chiuso per mancanza di fondi.- 
-Ah, grazie comunque.- Stupida direttrice, poteva anche controllare che fosse tutto a posto prima di spedirmi qui. E mo ? Dove vado ? Che faccio ? 
-Lei è nuova qui, vero ? - Mi disse nuovamente l'uomo. - Si, sono appena arrivata.-
-Le consiglio di stare attenta, signorina... ?-
- Taylor. Ariel Taylor... Attenta a che cosa ? - 
- In questa città succedono cose strane a volte. Strane scomparse, corpi sbranati. Si dice anche che ci sono persone che vengono trovate ferite e senza ricordi. Stia attenta- Disse, per poi andarsene. 

Non so perché, ma quelle parole mi avevano messo una certa ansia. Corpi sbranati, scomparsi, senza ricordi. Pensai alla mia amnesia, ai miei sogni. Mah.. Probabilmente stava solo cercando di spaventarmi. Forse era una specie di scherzo che fanno a tutti i nuovi arrivati. Qualcunque cosa fosse, non ci pensai più di tanto. Avevo altre cose a cui pensare..!

C
he cosa potevo fare ora ? Tornare indietro ? No. Non sarebbe servito a nulla, se non a farmi sbattere in un altro istituto chissà dove. Presi una piccola borsetta rossa che mi aveva lasciato la direttrice, e vidi che dentro c'erano dei soldi. All'incirca erano 1000 euro. Sarebbero bastati per una casa ? Forse. Ma poi con le altre spese? Camminai un po per quella piccola cittadina, all'apparenza sembrava molto bella e accogliente. Vidi una piccola libreria con vicino un cartello che diceva 'Cercasi personale'. Un lavoro poteva essermi utile. Forse è una cosa strana, ma in quel breve attimo in cui attreversai la strada, ebbi la forte sensazione di essere osservata da qualcuno. E la cosa non mi piaceva affatto. 



Angolo della 'scrittrice'

Si lo so, sono in ritardo. Ma ho avuto tante cose da fare. Vi prometto che il prossimo lo pubblicherò molto presto. Ne approfitto per ringraziare tutte le persone che hanno letto e recensito il capitolo precedente. :)

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