due mesi dopo

di AstridxAndros
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo primo: due mesi dopo ***
Capitolo 2: *** il matrimonio ***
Capitolo 3: *** dove tutto è iniziato ***



Capitolo 1
*** capitolo primo: due mesi dopo ***


Capitolo uno: due mesi dopo.
Erano passati due mesi da quando Maria aveva salvato la valle. E precisamente una settimana fa’ tutti i preparativi per il matrimonio di mia sorella con quel Merryweather. Non ci potevo fare niente, ma non avevo mai approvato quel matrimonio, ma se Maria era contenta, lo ero pure io… COSA?!  Ok è ufficiale, sono impazzito. Quella ragazzina e quel cuoco da strapazzo mi hanno fatto il lavaggio del cervello.
O forse sono solo innamorato perdutamente di quella ragazza dal cuore di leone.
*******
Quella mattina mi svegliai alle prime luci dell’alba, era la vigilia del matrimonio. Mio padre era tranquillo, mentre io paradossalmente non riuscivo a essere felice per mia sorella. Ero stato educato in quella maniera. Odiare i Merryweather sempre e comunque. Come potevo cambiare il mio atteggiamento così velocemente?
Uscii dal castello inspirando l’aria del bosco. Mi avviai come ogni giorno al “nostro” albero. Lei era già lì.
-oh Robin, buongiorno- mi disse sorridente, io salutai con un ghigno come al mio solito.
-giorno principessina, come mai oggi siete di buon umore?- chiesi sempre ghignando avvicinandomi a lei,
-domani i De Noir e i Merryweather si uniranno in una sola famiglia, grazie a tua sorella e a mio zio, non è fantastico?- chiese felice, io sorrisi per quel suo ingenuo sorriso, poco dopo, però non riuscii a non rabbuiarmi, lei come al solito se ne accorse immediatamente.
-qualcosa non va Robin?- chiese dolce e premurosa avvicinandosi pericolosamente a me,
-no… tutto bene…- dissi allontanandomi velocemente, non dovevo arrossire davanti a lei per nessun motivo.
-non sembra, sicuro di non stare male? Oppure…- mi scrutò tentando di leggermi dentro, non ci sarebbe riuscita, nessuno c’era mai riuscito.
Ricambiai il suo sguardo, come per sfidarla ad un impresa impossibile, ma poco dopo spiazzandomi si buttò tra le mie braccia.
-mi dispiace… tu non dovevi passare una vita così… non ti meriti di vivere nell’odio… non… se io fossi arrivata prima… se fossi riuscita ad unire le famiglie prima… tu non…- singhiozzava e piangeva, io ero  confuso, disorientato e forse più di tutti sorpreso.
La strinsi a me inspirando l’odore dei suoi capelli.
-Maria… perché continui a dire sciocchezze?- chiesi con un tono dolce che non credevo di possedere,
-tu ci hai salvati tutti, e per quanto mi costi ammetterlo sei stata molto brava- dissi quasi in un soffio,
-ma… io…- sorrisi,
-tu, sei fantastica…- questa volta l’avevo guardata negli occhi ancora umidi, le carezzai il volto asciugandolo dalle lacrime.
********
-oh Robin! Questa volta me la paghi!- esclamò lei con un falso tono arrabbiato e palesemente divertito, io ero troppo impegnato a ridere per accorgermi del suo gesto, poco dopo mi ritrovai nel lago con lei.
-Merryweather! Te ne pentirai! Non c’è più il tuo leoncino a proteggerti!- esclamai fintamente arrabbiato, lei iniziò a scappare per il bosco con ancora i vestiti umidi, io la inseguii, i miei vestiti non erano meno bagnati dei suoi, ma la mia bombetta si era salvata.
-tu e il tuo stupido cappellino non riuscirete mai a prendermi!- esclamò lei ridendo beffandosi della mia adorata bombetta.
Preso dallo zelo della sfida, scattai e la raggiunsi dopo pochissimo. La bloccai davanti a me facendo cadere entrambi. Io ero sopra di lei, tenendo il mio peso sulle mani per non farle male, lei mi guardava negli occhi respirando affannosamente dopo la corsa. Il crepuscolo ci faceva da perfetto sfondo.
-dicevi Merryweather? Io e il mio fantastico cappellino ti abbiamo preso o sbaglio?- chiesi provocatorio,
-ti sbagli De Noir, io ho preso te!- esclamò con un ghigno, poi cogliendomi di sorpresa ribaltò le posizioni. Mi ritrovai con la schiena a contatto con le foglie secche, davanti o meglio sopra di me Maria mi guardava con aria trionfante.
Eravamo a pochi centimetri di distanza, se mi fossi alzato leggermente avrei potuto annullare il distacco tra noi e assaporare quelle labbra che da tanto bramavo. Ma la mia stupida coscienza mi bloccava, mi dicevo che se lo avessi fatto a Maria di certo non sarebbe piaciuto, e l’avrei persa. No. Non potevo permetterlo.
Feci invece un'altra cosa, giusto per stuzzicarla un po’ e togliermi qualche sfizio.
Con sua grande sorpresa questa volta fui io a ribaltare le posizioni,
-sai Maria non potrai mai vincere contro di me- ghignai, il sole stava scomparendo,
-tze! Solo fortuna!- esclamò lei colpita nell’orgoglio, io risi, e a malincuore mi alzai staccandomi da quel contatto.
-devi tornare a casa, non vorrei mai che lo zietto mi venisse a dare la caccia con il fucile perché non ti ho portata a casa- ghignai, l‘avrebbe fatto realmente, ed era già successo.
*********
-ci vediamo domani principessina, buonanotte- la salutai sull’uscio della sua stanza, avevo mangiato da lei quel giorno, e a dir la verità non era tanto male.
-a domani Robin, buonanotte- mi baciò all’angolo della bocca e si richiuse nella stanza fatta apposta per lei. Rimasi basito, e forse per interi minuti indugiai davanti la sua porta. Poi riacquistata la lucidità mi diressi verso l’uscio.
Quella notte sognai di averla baciata quel pomeriggio, sulle foglie secche, bagnati fino all’osso. Quella ragazza era la mia salvezza e la mia rovina. Mi stavo rammollendo, ma non avevo intenzione di cambiare.
************
Angolo autrice
spero di avervi incuriosito almeno un pochetto, recensite!! Baci!

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Capitolo 2
*** il matrimonio ***


Capitolo due: il matrimonio
Quella mattina come al solito mi svegliai all’alba. Rimasi a fissare il soffitto per un bel po’, assaporando il sogno di quella notte. Era da quando la principessina era entrata nella mia vita che facevo sogni, eppure la cicatrice del nostro “primo incontro”, quando avevo cercato di farla fuori, non era scomparsa dalla mia mano.
*********
Mi ero vestito con giacca e cravatta. Mi sentivo un idiota, e a giudicare dall’espressione di mio padre, anche lui si sentiva come me. Mi aiutò a mettere quell’affare infernale al collo. Un collare, mi sembrava di indossarne uno.
-Robin…- il tono di mio padre alle mie spalle mi fece trasalire, pronunciava il mio nome in quel modo solo quando doveva dirmi qualcosa di estremamente importante.
-si padre?- chiesi,
-non provare ira contro i Merryweather, se tua sorella è felice tra le braccia di Sir Benjamin Merryweather, dobbiamo essere felici per lei… forse questo l’ho capito tardi… ma spero che tu lo capisca prima del matrimonio…- io ghignai, quelle parole mi avevano ricordato lei, non c’era modo più bello di iniziare la giornata.
-padre, non siate sciocco, io non voglio odiare i Merryweather- dissi, era la prima volta che mi rivolgevo con quel tono a mio padre, ma lui era cambiato, e anche io.
Negli occhi dell’uomo lessi solo sorpresa, ghignai avviandomi fuori dal castello, dovevo andare con Sir Benjamin in chiesa.
-non dovete stupirvi, non odio i Merryweather a causa di una ragazzina che mi ha fatto andare anche contro il vostro volere, non l’avrete dimenticato spero- ridacchiai avviandomi al castello al di là del bosco.
**********
Il sorriso di Benjamin mostrava tutti e trentadue i denti, ed io accanto a lui sembravo una vittima mandata al patibolo. Essere vestito in quel modo, e restare impalato davanti a un mare di gente mi metteva in agitazione, neanche mi fossi dovuto sposare io!
Finalmente la sposa arrivò. Non diedi peso a ciò che indossava, ma al suo volto, era serena, felice, raggiante. Se dopo la “chiacchierata” con Maria mi erano rimasti dubbi, quel sorriso li aveva cancellati, lei sognava da anni quel momento, e io ero contento per lei.
Alle sue spalle intravidi qualcun altro. il mio povero cuore fece un salto. Era bellissima.
Maria Merryweather mi rimase di fronte per l’intera cerimonia. E per l’intera cerimonia ci scambiammo occhiate eloquenti.
Non vedevo l’ora di potermi anche solo avvicinare a lei.
***********
Mi levai con un gesto brusco la cravatta e la lanciai con forza a terra, così feci con la giacca. Dire che ero furioso era poco. Troppo poco. Un damerino dagli occhi azzurri e dai capelli biondi stava ballando con la mia Maria.
Come si permetteva?!  Non aveva nessun diritto di ballare con la Principessa della Luna, Maria Merryweather!
**************
-Robin?- una voce fin troppo conosciuta mi fece voltare di scatto,
-cosa vuoi Merryweather?!- sibilai in preda alla collera,
-cosa ti succede?- chiese senza scomporsi, avevo sempre ammirato il coraggio di quell’uomo, ma non lo avrei mai ammesso.
-niente-  non ero stato convincente eh? La giacca e la cravatta buttati sul prato fuori dal castello non aiutavano la mia posizione.
-ah no? e allora perché sei scappato quando Maria ha iniziato a ballare con quel ragazzo del villaggio?- chiese con tono di sfida. Non credevo a ciò che stavo per fare, ma l’amore mi aveva reso stupido, e poi non avevo voglia di giustificarmi ancora.
-mi dici perché non hai fatto una piega quando lui le ha chiesto di ballare?! Se l’avessi fatto io mi avresti come minimo lanciato occhiate omicide- chiesi tentando di controllarmi.
-secondo te?- chiese con ancora quel sorrisetto compiaciuto in volto,
-non ti fidi di me- dissi retorico, era risaputo che non aveva mai avuto la minima fiducia in me.
-no, ansi, da quando quel giorno stavi per buttarti appresso alla mia piccola Maria in mare ho molta fiducia in te- io sbarrai gli occhi più che sorpreso,
-co… come?...- balbettai,
-tutti sappiamo quanti sacrifici hai fatto per Maria, sei andato contro tuo padre per lei, non lascerei Maria a qualcuno che non sia tu- ero basito.
Sir Benjamin aveva fiducia in me, Robin De Noir, si fidava di me… mi avrebbe lasciato Maria in mia custodia… non potevo crederci.
Dopo quell’attimo di smarrimento mi ripresi,
-allora perché hai permesso a quel damerino di ballare con lei?- chiesi più calmo,
-ho voluto regalargli una speranza…- ammise sorridendo,
-cosa?! Maria è mia!- esclamai calcando l’ultima parola, lui ridacchiò,
-lei a te piace, e molto vista la tua scenata, e tu a lei piaci, e molto visto come ti guarda- ora ero realmente smarrito. Disperso nelle parole di un Merryweather.
**********
Angolo autrice:
chi è arrivato qui o è un eroe o un mito, perché ci vuole coraggio per arrivarci!  
spero però che continuiate! A presto!! 

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Capitolo 3
*** dove tutto è iniziato ***


Capitolo tre: “dove tutto è iniziato”
Come ogni mattina io e Maria ci eravamo ritrovati a passeggiare per il bosco. Le stavo insegnando tutto ciò che sapevo. E lei pareva interessata ad ogni cosa.
-Serena!- esclamò ad un tratto, io sobbalzai mentre lei andava incontro a qualcosa. Un coniglio.
-oh mia piccola Serena, sei cresciuta!- esclamò sorridente, mi avvicinai, no, non era un coniglio, era una lepre, e io la conoscevo fin troppo bene.
-animale traditore- borbottai, ricordavo perfettamente quel giorno quando quella ragazzina e quella lepre mi avevano attirato in una trappola, ero rimasto per parecchi minuti appeso a testa in giù come un salame, ma in fondo solo grazie a quella lepre io e Maria ci eravamo avvicinati.
-oh Robin, perché sei così cattivo con Serena?- chiese con vocetta dolce tenendo tra le braccia la lepre.
-tze! Hai forse dimenticato ciò che mi è successo a causa sua?- chiesi retorico, lei si avvicinò con un sorrisetto compiaciuto,
-oh Robin, ma non è stato di certo per colpa sua, sono stata io a catturarti!- si vantò,
-e poi sono io quello vanitoso- dissi fintamente arrabbiato volgendole le spalle, la sentii sbuffare e posare la lepre che mi corse davanti prima di perdersi nelle erbe alte.
-Robin…- ok, era ufficiale, adoravo perfino il mio nome quando usciva dalle sue labbra.
-non ti sarai mica arrabbiato?- chiese, davvero pensava che io mi potessi arrabbiare con lei? Come avrei potuto farlo?
-ho per caso colpito il tuo “orgoglio da cacciatore”?- chiese senza ombra di scherno nella voce avvicinandosi sempre di più a me.
***********
 tenevo lo sguardo avanti a me, quando vidi una cosa che mi sconvolse.
-Wolf?- sussurrai, senza pensarci due volte seguii il grande segugio. Sentivo i passi di Maria dietro di me.
Il cane-leone-nero si fermò davanti un passaggio che avevo imparato a conoscere. Poi sparì. Ero confuso, e mi capitava troppo spesso in quei giorni. Perché sarei dovuto andare “dove tutto è cominciato”? poi Maria era con me, avremmo dovuto andarci insieme come l’ultima volta?
Lei era rimasta in silenzio, mi voltai a guardarla, e quando i nostri sguardi si incatenarono , capii cosa voleva dirmi.
************
Presi Maria per mano e le sorrisi, così fece lei, poi ci addentrammo per il passaggio.
La forma di mezza luna di quel posto mi aveva sempre incuriosito. Infondo si vedeva il mare, al di sotto, gli scogli.
-perché siamo qui?- chiese lei ingenuamente, io le sorrisi,
-dove tutto è cominciato…- sussurrai al mare, poi la guidai verso il centro, lì dov’ero io quella volta.
-ricordi quando hai spezzato la maledizione?- chiesi retorico,
-quando tu ti sei buttata insieme alle perle io… io stavo per seguirti…- ammisi, lei sbarrò gli occhi,
-c… cosa? L’avresti fatto davvero Robin?- chiese incredula, io annuii.
-qui mi sono accorto di amarti... quando ti sei buttata, io ho capito che non sarei riuscito più a vivere senza di te…- continuai, lei mi fissava più che incredula. L’avevo detto, ero riuscito a dirle ciò che provavo senza impappinarmi, senza balbettare, le avevo detto la verità, ma ora dovevo fare un passo in più.
-Maria… ti amo…- dissi questa volta guardandola negli occhi. I suoi divennero lucidi,
-R…Robin…- balbettò, sperai con tutto il cuore che non mi respingesse,
-Robin!- mi saltò letteralmente al collo. Toccò di nuovo a me essere sorpreso, non mi aspettavo una tale reazione,
-ti amo- sussurrò sul mio petto. Per la prima volta trovavo la mia giacca di pelle una cosa fastidiosa, volevo sentire la sua pelle sulla mia, volevo godermi appieno quell’abbraccio.
I miei pensieri vennero fermati ancora una volta, lei alzò gli occhi su di me, ora potevo fare ciò che bramavo  da troppo. Annullai le distanze tra di noi. La baciai. Potevo toccare il cielo con un dito. Approfondii quel bacio, facendolo divenire passionale, lei non era da meno. La stringevo dalla vita, lei aveva una mano dietro il mio collo, l’altra tra i miei capelli.
-a Miss Heliotrope questo non piacerà- sussurrò Maria quando ci fummo staccati per riprendere fiato,
-a proposito, che fine ha fatto?- chiesi prima di tuffarmi ancora tra le sue labbra,
-è sempre in giro con Digweed probabilmente- soffiò in risposta, io sorrisi a fior di labbra.
Angolo autrice
-Lo so è orribile, la tenevo da un sacco di tempo nel computer e ho deciso di pubblicarla, lanciatemi quanti più insulti potete, me li merito!

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