Segreti pericolosi

di Penelopee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** AVVISO ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

 

Guardai distrattamente l'orologio, sospirando sotto le coperte calde e soffici, oh cavolo!!!! Ero in ritardissimo come sempre, la sveglia non era suonata, o forse ero io a non averla sentita! Saltai giù dal letto, scivolando nel tappeto, ma riuscii a non perdere l'equilibrio aggrappandomi al comodino, ed evitando di iniziare la giornata con una bella caduta. Presi i vestiti che avevo sistemato sulla sedia la sera prima e corsi in bagno.

-Elena!!!!!!- dopo pochi minuti mio fratello iniziò a bussare. Un bagno solo per tre persone sarebbe stata la nostra rovina!!

Da qualche mese avevamo affittato il piano superiore della nostra bella casa ad una coppia di anziani, il signore e la signora Marfin, una coppia simpatica e non invadente eppure odiavo quella situazione, odiavo aver dovuto abbandonare la mia stanza, le mie comodità, ma soprattutto odiavo mio padre perchè era tutta colpa sua. Erano passati due anni da quando mio padre aveva perso il lavoro, da quel momento la mia vita quasi perfetta aveva iniziato il suo lungo declino. Alcuni mesi dopo il licenziamento, mio padre ha fatto le valige ed è partito. Non l'ho più rivisto!

Mia madre, Jenna, si è ritrovata sola, con due figlii adolescenti, l'affitto da pagare e senza un lavoro. I primi mesi siamo riusciti a mantenere il nostro stile di vita, grazie ai suoi risparmi, ma passato quel breve periodo ci siamo resi conto che i soldi non sarebbero bastati per molto, quindi mia madre, che non aveva mai lavorato in vita sua, si era rimboccata le maniche e aveva trovato un lavoro come segretaria in uno studio medico, le sue mansioni si limitavano a rispondere al telefono e segnare appuntamenti. Anche questo però non fu sufficiente, così ci siamo ritrovati costretti ad affittare parte della nostra bella casa, ed ecco spiegato il bagno in tre e l'odio profondo per mio padre.


-ELENA......sono in ritardo anch'io!!!!!- sbottò mio fratello fuori dal bagno, riportandomi alla realtà. Raccolsi velocemente le mie cose ed uscii.
-la prossima volta alzati prima!- dissi acida a mio fratello che mi lanciò un'occhiataccia prima di chiudersi in bagno -la mamma è già uscita- gridò al di là della porta.
-esco anch'io- gli risposi -ciao Jer-
Io e mia fratello litigavamo spesso, lui era cinque anni più piccolo ed era una vera peste ma infondo ci volevamo un gran bene.
Presi la borsa con i libri, mi diedi un ultima occhiata allo specchio sistemandomi il trucco e poi uscii di casa.


Percorsi il vialetto di corsa salutando con un cenno il Signor Marfin che stava ritirando i giornali. Arrivata sul marciapiede dove un tempo era parcheggiata la mia auto mi bloccai sbuffando e rimanendo imbambolata di fronte al posto vuoto. Che tristezza!

Un mese prima ero stata costretta a vendere la mia auto. Non potevamo più permetterci due auto, due assicurazioni, quindi con mia madre avevamo deciso di vendere la mia e condividere la sua, peccato che lei andava a lavoro in auto e a me toccava andare a scuola con il bus. Avrei potuto tranquillamente chiedere un passaggio a qualche mia compagna di scuola, ma ero troppo orgogliosa e le mie cosiddette amiche erano delle vere arpie con gli artigli smaltati e la borsetta firmata. Mai e poi mai mi sarei dimostrata fragile davanti a loro!! Ora vi starete chiedendo: << Ma non hai neanche una vera amica? >>. La risposta è si, avevo la migliore amica del mondo ma....

L'arrivo del mio vicino di casa, affiancato da una biondina volgare, attirò la mia attenzione. Eccolo, Damon Salvatore, attraversare il vialetto di casa sua, che purtroppo era proprio di fronte alla mia, con quella sua camminata sicura e lo sguardo assonnato mentre stringeva distrattamente la ragazza di turno. Non seppi per quale motivo, di solito facevo di tutto per fingere che non esistesse ma quella mattina rimasi a fissarlo. Aveva i capelli scuri leggermente spettinati e due occhi blu, tanto intensi da essere sprecati su un tale cretino.

Lui si girò di scatto verso di me, beccandomi in pieno mentre lo fissavo, che figura!! Distolsi subito lo sguardo, imprecando contro me stessa, continuavo a sentire i suoi occhi addosso mentre saliva sulla sua decappottabile grigia. Feci finta di niente, pronta a raggiungere la fermata del bus a testa alta, fino a quando poco più avanti sulla strada, vidi l'autobus abbandonare la fermata lasciandomi a piedi ed in ritardo. Poteva andare peggio di così? Certamente! Infatti in preda al panico incrociai nuovamente lo sguardo del mio vicino idiota che con un sorrisetto compiaciuto sgommò via lasciandomi sola e con un incredibile voglia di prendere a pugni quella sua faccia da schiaffi.

Non ci crederete ma l'idiota in questione, fino a otto mesi prima, era il mio migliore amico!

Eravamo vicini di casa da sempre, un tempo ero persino innamorata di lui ma fortunatamente non l'ha mai scoperto, si sà i ragazzi non sono molto svegli nel capire certe cose!
Damon era sempre stato il classico bello e dannato, ricco, dalla battuta pronta e pieno di ragazze ma mai soddisfatto.
Lo so, a prima vista potrebbe sembrare il classico ragazzo superficiale ma non era così, infatti, scavando sotto un'abbondante dose di sarcasmo, si nascondeva un ragazzo brillante e simpatico. Con me si era sempre comportato d'amico, a modo suo ovviamente, era uno dei pochi che sapeva farmi ridere anche quando ero triste. Ero davvero convinta che malgrado la sua incapacità di ammettere i suoi sentimenti, mi volesse bene. Ma questo era in un'altra vita, adesso io e lui non ci rivolgevamo più nemmeno la parola.

 

Arrivai a scuola in ritardo avendola fatta tutta di corsa, ma fortunatamente riuscii ad evitare la ramanzina del preside prima di fiondarmi in classe. La mattinata trascorse come tutte le altre, saltellai tra una lezione e l'altra, chiacchierando distrattamente con le mie "amiche", fingendo che andasse tutto bene. La prima regola per sopravvivere in una cittadina piccola e provinciale, come Sandville: le apparenze sono tutto! Non importava che la mia vita fosse uno schifo, dovevo sembrare allegra, così armata del mio "sorriso di facciata" scherzavo con le mie amiche e spettegolavo nei corridoi.

Ero con le altre, stavano parlando di una ragazza, non so chi, che era stata con un ragazzo, un certo.....non ricordo!....ma il ragazzo stava con un'altra ragazza che.....ok, non stavo ascoltando attentamente.

-Elena- la voce di Caroline attirò la mia attenzione. Io e Caroline un tempo eravamo molto amiche ma nell'ultimo anno avevo perso i rapporti anche con lei, non so per quale ssurdo motivo, lei ha iniziato ad evitarmi.

Mi girai curiosa di sapere perchè mi stesse rivolgendo la parola -Ciao- la salutai acida -hai bisogno di qualcosa?- Penserete che io sia stata un pò brusca ma non ne potevo più delle persone che mi abbandonavano senza spiegazioni.

-io...... - balbettò lei -l'hai visto??- mi chiese dopo una pausa.
-chi??- le chiesi confusa.
-Stefan....è tornato-
Rimasi immobile incapace di dire una parola, mentre il mio cervello cercava di elaborare l'informazione. Stefan era il mio primo vero ragazzo ed anche il mio grande amore. Erano otto mesi che non lo vedevo, era partito all'improvviso, per cambiare aria, troncando con me tramite una stupida lettera.

Il mio cuore batteva all'impazzata mentre il mio orgoglio mi gridava di riprendere il mio solito contegno.

-Bene- riuscii a dire dopo aver preso un profondo respiro, notando che le mie "amiche" si erano girate per godersi lo spettacolo. -sono felice per lui- aggiunsi con finto disinteresse.

-Ele stai bene??- mi chiese Caroline.

-Certamente- le risposi acida -e comunque da quando hai tanto interesse per me?- le chiesi senza riuscire a trattenermi. Lo vedevo che era davvero preoccupata, ma fu più forte di me, quando mi sentivo vulnerabile diventavo una vera stronza!

Caroline senza aggiungere altro se ne andò, non potevo biasimarla.

-Oh povero tesoro- disse Rebekah guardandomi con la sua finta espressione triste. Lei, tra le mie amiche arpie, era la peggiore -sei sicura di stare bene?- mi chiese.

-Sto benissimo, con lui è finita da un pezzo. Allora ragazze andiamo in classe?-

Le mie amiche annuirono, deluse dal fatto che non facessi una scenata ma fingendosi solidali. Insieme ci dirigemmo verso la lezione di matematica.

Il pomeriggio a scuola trascorse con una lentezza infinita, fingere di star bene divenne difficilissimo e quando finalmente mi ritrovai nella mia stanza mi lasciai cadere sul letto, lasciando che le lacrime che avevo trattenuto con forza per tutto il giorno uscissero libere.

Nell'ultimo anno era cambiato tutto, avrei voluto dare la colpa a mio padre ma non era così, era Bonnie la vera causa. Bonnie era la mia migliore amica, l'avevo conosciuta il primo giorno di scuola, a soli cinque anni, e da allora, eravamo rimaste sempre unite, fino a quando, otto mesi prima, una chiamata aveva cambiato per sempre la mia vita: Bonnie era stata trovata morta. La mia migliore amica era stata assassinata!


Note:

Il capitolo è breve ma ho già pronto il secondo.
Fatemi sapere cosa ne pensate!!!!!!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

Il giorno in cui Bonnie morì, una parte di me se ne andò con lei, quello fu il giorno in cui la mia vita cambiò per sempre.

Un tempo io e Bonnie eravamo felici, due classiche ragazze di sedici anni, allegre ed espansive, inseparabili.

Quando mi misi con Stefan avevo paura che lei potesse allontanarsi ma non accadde, lei e Stefan divennero subito amici.

 
Ma come si poteva non adorare Stefan?


Stefan era carino, intelligente, simpatico, comprensivo, dolce.....ok ero di parte! Quando stavamo insieme mi chiedevo spesso perchè uno come lui avesse scelto proprio me?

Dovevo ammettere che stare con lui mi rendeva tremendamente insicura ed io non ero mai stata così, ero sempre stata contenta del mio aspetto e fiera del mio carattere, avevo dei difetti ma nessuno è perfetto!

Ma Stefan, lui per me era perfetto, con lui avevo superato anche la cotta per Damon (o almeno credevo....), e avevamo passato insieme i due anni più belli della mia vita.

 

E adesso Stefan era tornato! Pensare a come era finita tra di noi però mi faceva ancora soffrire. Era partito tre settimane dopo la morte di Bonni, lasciandomi solo una stupida lettera nella quale giurava di amarmi ma diceva anche di aver bisogno di andarsene perchè non sopportava più di vedermi soffrire ed aveva bisogno di cambiare aria per ritrovare se stesso.

La tua ragazza sta male e tu l'abbandoni perchè non sopporti di vederla soffrire???

Che stronzo!!!!!!!!!!!

 

Mi alzai da letto irritata, solo pensare a quella lettera, al modo in cui mi aveva abbandonata, mi faceva ribollire di rabbia. Andai nel mio armadio e presi la tuta. Cosa c'è di meglio, per sfogare la rabbia, di una bella corsa??

 

Stavo correndo con il mio Ipod, immersa nel mio mondo, quando andai a sbattere contro qualcuno. La solita imbranata! Alzai gli occhi pronta a scusarmi, quando mi resi conto a chi ero andata addosso:

 Damon!

Blaterai un scusa a bassa voce, pronta a continuare per la mia strada quando accadde il miracolo.

-Lo sai di essere pericolosa? se fossi stato una vecchietta mi avresti atterrato-

Rimasi a fissarlo a bocca aperta, non a causa dalla sua stupida battuta ma perchè dopo mesi di silenzio mi stava rivolgendo la parola, incredibile!

-Stai parlando con me??- gli chiese acida -pensavo di essere diventata invisibile-

-Io provo ad evitarti ma tu ti sei lanciata letteralmente tra le mie braccia- fece sarcastico.

-forse mi mancavi troppo- Con Damon l'arma migliore era sempre l'ironia!

Lui mi fece un mezzo sorriso -Direi che hai scoperto che il "fidanzatino perfetto" è tornato- disse cambiando argomento.

-come lo sai?-

-semplice, stai correndo...-

-e allora?- sbottò lei irritata.

-Tu corri solo quando qualcosa ti turba- mi spiegò lui come se stesse parlando con una bambina deficiente.

-bene mi hai scoperta, ora posso continuare la corsa o devi continuare a psicoanalizzarmi?-

lui ignorò la mia battuta -lo sai che scappare dai problemi è stupido, dovresti andare da lui ad affrontarlo-

-detto da te è veramente il colmo....ti sei un re nell'evitare i problemi!!!-

-forse- rispose lui con un alzatina di spalle -ma almeno io non faccio il duro per poi chiudermi nella mia stanza a frignare come una ragazzina-

-che tu sei uno stronzo lo sanno tutti....ma il fatto che tu sia insensibile nei confronti del mondo intero non fà di te un duro, sei solo un bambino viziato, troppo stupido per tenere a qualcuno!!!- le parole mi uscirono di getto, alimentate dalla rabbia che covavo da mesi.

-Rimarrei volentieri a farmi insultare da te, di nuovo...adoro essere colui su cui sfoghi le tue frustazioni, ma ho un impegno-

Le parole uscirono dalla sua bocca con sarcasmo ma potevo leggere nei suoi occhi un dolore che mi bloccò, lasciandomi incapace di continuare.

Ci guardammo negli occhi ancora un istante, prima che lui, senza aggiungere una parola se ne andasse, lasciandomi sola e turbata, preda di ricordi che avrei voluto dimenticare.

 


Stefan era partito ed era più una settimana che cercavo di parlare con Damon, avevo bisogno di lui, ma lui continuava a usare scuse idiote per evitarmi. Non riuscivo davvero a capire il perchè. Anche se provavo a nasconderlo, lui sapeva come stavo, lui mi conosceva troppo bene per non leggere la sofferenza nei miei occhi.

 

Dopo l'ennesima scusa, decisi di uscire di casa ed affrontarlo, volevo una spiegazione!

Arrivai davanti a casa sua e suonai.

Dopo pochi secondi arrivò ad aprirmi la domestica, la salutai prima di dirigermi verso la stanza di Damon al secondo piano. Non era la prima volta che piombavo a casa sua senza essere invita, conoscevo quella casa come le mie tasche.

Arrivai davanti a camera sua, per un attimo pensai di bussare, ma...al diavolo!

Spalancai la porta trovandomelo davanti, era sdraiato su un divanetto a giocare ai videogiochi!

-vedo che lo studio ti impegna molto- sbottai acida.

-sto facendo una pausa- mi rispose senza staccare gli occhi dallo schermo -nessuno ti ha mai insegnato a bussare??-

 
Era il colmo! L'avevo beccato in pieno, avevo smascherato la sua bugia e lui si comportava come se niente fosse.


Presi un respiro profondo, cercando di trattenere quella parte di me che aveva un incredibile voglia di picchiarlo.

-perchè mi eviti?- Cercai di essere calma e ragionevole, non volevo litigare.

lui finalmente spense il gioco, dedicandomi la sua attenzione.

-non ti evito.....non vorrei ferire i tuoi sentimenti ma il mondo non gira tutto intorno a te-

Rimasi a guardarlo allibita dalle sue parole - perchè sei arrabbiato con me?-

-non sono arrabbiato con te, solo perchè nell'ultimo periodo non ci siamo visti molto, non vuol dire che io stia complottando per ucciderti-

-Avevo bisogno di te!!!!- una lacrima sfuggì al mio controllo, rigandomi la guancia. Perfetto, addio alla calma!

-E' per Stefan che stai così?? E' uno stronzo non merita le tue lacrime-

-Sto così perchè quel bastardo del mio migliore amico ha deciso di evitarmi nel momento in cui avevo più bisogno di lui!-

-ho detto che non ti evito, ero solo....impegnato- cercò di giustificarsi ma io ero troppo arrabiata con lui.

-con i videogiochi??- sbottai -come fai ad essere così insensibile!!- gridai - Bonni è morta, tu e lei eravate amici, avete pure avuto una mezza storia, come fai a non provare niente???? come fai a giocare tranquillamente ai videogiochi mentre tutti intorno a te soffrono????-

Lui si alzò di scatto, avvicinandosi a me.

-non posso fare niente per cambiare le cose, noi non possiamo!!! Stare chiusa nella tua stanza a piangere ogni sera non riporterà in vita Bonni.....e non farà neanche tornare Stefan....perchè è per lui che sei arrabbiata- aggiunse con un sorrisetto maligno -non venire qua a prendertela con me perchè il tuo fidanzatino perfetto ti ha scaricata-

-è vero mi ha lasciata, ma succede, le storie finiscono...Ma tu cosa ne sai? La persona più simile ad una fidanzata che tu abbia mai avuto sono io!-

-allora sono proprio messo male- rispose lui con sarcasmo.

-Sei uno stronzo!! Ho provato a giustificarti in questi anni convincendomi che sotto sotto fossi una brava persona ma sei solo un ragazzino viziato troppo preso da se stesso per rendersi conto di quanto sia patetica la sua vita...-

Lu si avvicinò fulminandomi con lo sguardo -Lo sai perchè Stefan se ne è andato? E' a causa tua, non a causa mia o di chiunque altro, lui ha lasciato te....se tu la smettessi di passare la tua vita a giudicare quella degli altri forse le persone smetterebbero di scappare da te!!!!-

Le sue parole mi avevano colpita come una sberla. Mio padre, Stefan....forse aveva ragione, forse era da me che scappavano.

-Damon vai al diavolo!!!!!- Mi girai senza dare a lui il tempo di ribattere e corsi via, abbandonando quella casa.

 

Quella era stata l'ultima volta che avevo parlato con Damon.

 

 

Nota:
 
Il capitolo è breve ma avevo bisogno di questi primi capitoli per presentarvi i personaggi e le loro storie.

Nei prossimi capitolo parleremo meglio dell'omicidio di Bonni. Chi sarà il suo assassino? Perchè tutti evitano Elena?

Vi prego se avete tempo mi lasciate una piccola recensione per capire se la storia fa schifo oppure se la trovate carina.

Mi farebbe davvero piacere conoscere la vostra opinione!

 
Grazie!!!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 

 

 

In pochi giorni arrivò il weekend, fortunatamente, a scuola ero riuscita ad evitare Damon ed i suoi terribili ( ma anche bellissimi) occhi accusatori, lui infatti era tornato ad evitarmi e a fingere che io e lui non facessimo parte dello stesso pianeta.

 

La cosa mi rendeva triste ma non ero certa che il mio giovane cuore avrebbe retto un altro scontro con lui.

 

Sono sempre stata brava a difendermi ma con Damon era diverso, le sue parole erano come lame affilate che mi attraversavano da parte a parte lasciandomi ogni volta con il cuore sanguinante, quindi una pausa da lui si rivelò salutare per quanto dolorosa.

 

Di Stefan invece nessuna traccia!!! Sapevo che era tornato in città ma non avrebbe iniziato la suola prima di lunedì. All'inizio fui felice di questa notizia, prima di ricordarmi dell'annuale festa a casa del sindaco Lockwoood di questa sera.

 

Avevo sempre amato queste feste ma questa in particolare mi terrorizzava, perchè non solo avrei incontrato sicuramente Damon ma anche Stefan!!!!!! Poteva andare peggio di così??

 

Pensai seriamente di rimanere in casa, fingendo una febbre improvvisa o un attacco di mal di pancia, ma non potevo. Io ero una Gilbert e le donne Gilbert non si nascondono mai!!!!!

 

 

 

Ricordo come fosse ieri la settimana che seguì la partenza di mio padre, era stata orribile, mia madre rimase chiusa in casa per giorni e la notte la sentivo piangere di nascosto.

 

La situazione per me a scuola non era migliore, sentivo le ragazze parlare nascoste dietro l'angolo, inventando teorie assurde sul motivo che avesse spinto John Gilbert a scappare misteriosamente nella notte abbandonando moglie e figli.

 

Avevo sentito parlare di amanti, droga, qualcuno aveva pure ipotizzato che mio padre stesse scappando dalla mafia!!

 

Tutte scemenze!!! Mio padre era semplicemente fuggito per non affrontare i suoi problemi, da quando era stato licenziato la situazione in casa si era fatto insostenibile e lui aveva preferito la fuga piuttosto che lottare per la sua famiglia!!

 

Una sera, era passata circa una settimana, tornai a casa dopo essere stata da Stefan, e trovai mia madre tutta bella vestita come non la vedevo da giorni, la guardai confusa.

 

Il suo abbigliamento non era propriamente adatto per una cena casalinga con me e Jeremi.

 

-dove vai??- le chiesi.

 

-dove andiamo vorrai dire, questa sera, io te e Jer andiamo a cena al ristorante-

 

-Ma....non credo sia una buona idea, è venerdì sera ci sarà tanta gente e....- provai a protestare, volevo proteggere mia madre, ma anche me stessa, dalla malignità della gente.

 

 

-tesoro- disse con dolcezza avvicinandosi a me -la gente spesso è crudele ma siamo noi a dare loro il potere di farci del male, Ho perso mio marito ma non permetterò a nessuno di privarmi della mia dignità, non abbiamo nulla di cui vergognarci...quindi alza il sedere e vatti a preparare perchè questa sera noi Gilbert dimostreremo al mondo di che pasta siamo fatti!!!!-

 

E fu così!! Quella sera siamo usciti, eravamo solo noi tre, abbiamo preso un bel tavolo al ristorante, ignorando gli sguardi dei curiosi e abbiamo riso e scherzato fino alla chiusura del locale, dal quale siamo usciti a testa alta!

 

Non fui mai orgogliosa di madre come in quella serata. L'eleganza con cui rispose alle domande dei curiosi e la forza con cui in seguito affrontò la situazione, senza mai scoraggiarsi, convinse anche me a non perdermi d'animo.

 

Un giorno sarei voluta diventare proprio come lei!!!

 

 

Ok dovevo tornare al presente, avevo una festa che mi aspettava e nessuna idea su cosa avrei potuto indossare.

 

Inizia a ravattare nel mio armadio, alla ricerca di un vestito elegante, dopo qualche minuto trovai quello perfetto. Semplice ed elegante.

 

Era un abitino blu che mi arrivava appena sopra il ginocchio, con una scollatura a V non troppo profonda e la gonna di tulle.

 

Lo indossai ed iniziai a truccarmi e a mettere in ordine i capelli, optando per una pettinatura semplice, una specie di coda alta che mi lasciava alcuni ciuffi liberi sul davanti.

 

 

Mi guardai allo specchio soddisfatta.

 

 

Appena arrivai di fronte all'enorme tenuta dei Lockwood, però mi venne il panico, dovetti fare appello a tutta la mia forza per non prendere l'auto e tornare indietro.

 

Il salone delle feste era bellissimo, la moglie del sindaco organizzava sempre feste impeccabili.

 

Mi inoltrai nella sala, alla ricerca di qualcuno con cui fare due chiacchiere.

 

-Matt- Esclamai vedendo il ragazzo seduto, da solo, in un angolo,

 

Matt Donovan era un ragazzo simpatico ma molto timido, infatti anche a scuola stava sempre da solo. Prima della morte di Bonni io e lui non ci parlavamo molto, ma in seguito abbiamo legato.

 

-Elena- mi salutò felice -come stai?-

 

-bene, hai qualche novità?- gli chiesi sedendomi accanto a lui.

 

Matt era il figlio dello sceriffo Donovan, lui mi stava aiutando ad indagare sul caso di Bonnie. Infatti, voi non lo sapete, ma l'assassino di Bonnie non era ancora stato trovato e non c' erano molti indizi. La notte della sua morte era ancora avvolta nel mistero!!

 

Bonni era uscita da casa sua alle 20 ma nessuno sapeva ne dove fosse andata quella sera, ne con chi si trovasse. Lei aveva detto ai suoi genitori di essere a casa mia mentre a me aveva detto che sarebbe rimasta a casa.

 

L'unica cosa certa è che la mia amica è stata trovata morta alle 23.17, una pugnalata al petto aveva messo fine alla sua giovane vita, ma dell'arma del delitto non c'erano tracce così come del suo assassino

 

-non ancora, ci sto lavorando, ho scoperto dove li tiene, ma non ho ancora avuto l'occasione giusta per rubarli-

 

Avevo chiesto a Matt di portarmi i fascicoli della polizia riguardanti la morte della mia amica, essendo lui il figlio dello sceriffo, era l'unico ad avere la possibilità di mettere le mani su quei fascicoli.

 

Penserete che io fossi matta a pensare di trovare l'assassino quando neanche la polizia era ancora riuscita a trovarlo, ma non potevo sopportare che l'assassino di Bonni fosse ancora in libertà.

 

E poi la volontà è potere!!

 

-Grazie Matt, sei il migliore-

 

lui mi sorrise soddisfatto -farò di tutto per aiutarti, non conoscevo Bonni molto bene ma se aveva un'amica come te, disposta a tutto per lei, non doveva essere tanto male-

 

Rimasi con lui a parlare per un po', fino a quando lui no decise di andarsene, ed io fui costretta a raggiungere le mie “amiche”.

 

Dopo poche chiacchiere inutili, a cui partecipavo distrattamente, la voce di Rebekah attirò la mia attenzione.

 

-avete visto Stefon è venuto con quella biondina del secondo anno, Margot, giusto? -

 

Mi girai verso di lei automaticamente e probabilmente con la faccia sconvolta.

 

-oh scusa Elena, non ti avevo vista-

 

-io...- balbettai, in quel momento non trovai le parole per risponderle a tono.

 

-non ci starai rimasta male??- mi chiese fingendosi dispiaciuta -voi non state più insieme...-

 

Qualcuno si avvicinò alle mie spalle.

 

-Il club delle vipere al completo-

 

Avrei riconosciuto ovunque quella voce!

 

Mi girai trovandomi di fronte Damon, aveva lo smoking ed un sorrisetto arrogante stampato in faccia.

 

Era bellissimo!!

 

Tutte ci bloccammo a guardarlo in adorazione. Soprattutto Rebekah che da sempre aveva una cotta per lui.

 

-ma non vi annoiate di spettegolare sempre della vita degli altri??- chiese lui con sarcasmo avvicinandosi a Rebekah.

 

-se fossi bella quando stronza ti chiederei di ballare- le disse con un tono di voce che a me parve stranamente, incredibilmente sensuale.

 

In quel momento calò il silenzio, tutte ci stavamo godendo lo spettacolo!

 

Rebekah rimase muta, incapace di ribattere.

 

-Buona serata ragazze- esclamò poi Damon con un sorriso sghembo prima di girasi e andarsene.

 

La faccia di Rebekah era impagabile!!!! Finalmente quell'arpia era rimasta senza parole!!

 

Senza neanche pensarci mi girai, allontanandomi dalle altre ed iniziando a girovagare per la stanza, alla ricerca di Damon.

 

Incredibile, dopo mesi di silenzio mi aveva difesa! Io sapevo che era così, lui odiava Rebekah ma era per me che era intervenuto.

 

LUI voleva difendere Me!!

 

Eccolo, ovviamente era andato al bar, era sempre il solito.

 

Mi avvicinai in silenzio, mettendomi al suo fianco, ed iniziai a guardarlo con un sorrisetto compiaciuto stampato sul viso.

 

-Che vuoi??- mi chiese scocciato -ti sei incantata per caso??-

 

-grazie Damon- dissi. Ero troppo felice per farmi scoraggiare dalla sua risposta.

 

-scusa devo aver capito male, hai detto grazie??- mi chiese con sarcasmo fingendosi esageratamente stupito

 

-Si Damon, ho detto grazie, sai come funziona quando le persone fanno qualcosa di carino per te e allora vai da loro e le ringrazi. Eccomi, sono venuta a ringraziarti-

 

Gli spiegai come si fa con i bambini piccoli che si ostinano a non voler capire le cose.

 

-sono contento che tu per una volta non sia qui per urlarmi contro...ma cosa avrei fatto di tanto carino da meritarmi il tuo ringraziamento?-

 

Faceva il finto tonto, ma aveva capito benissimo.

 

-lo sai- gli dissi indicando Rebekah con lo sguardo -sei stato fantastico, credo che correrà a casa a piangere- dissi senza riuscire a trattenere una risatina diabolica.

 

-e a scrivere sul suo stupido diario quanto mi odia- aggiunse lui divertito.

 

-non credo che ti basterà questa serata per liberarti di lei-

 

-E' la condanna di noi ragazzi troppo belli- esclamò scherzoso.

 

-sempre molto simpatico-

 

-Elena lo sai che non posso farne a meno, la mia è una dote di natura-

 

non potei dare a meno di scoppiare a ridere.

 

Quanto mi era mancato parlare con lui!!

 

-Ed ecco arrivare il principe azzurro, gli manca giusto il cavallo bianco-

 

Lo guardai confusa poi seguii il suo sguardo fino a Stefan che mi stava osservando dall'altra parte della sala.

 

-non corri da lui??-

 

-io...non lo so- balbettai indecisa.

 

-se vuoi la mia opinione, raggiungi l'eroe impavido e prendilo a calci nel suo reale didietro-

 

Gli lanciai un'occhiataccia, perchè non poteva mai essere serio.

 

-rimarrei volentieri per scoprire come si risolve la vostra soap opera ma adesso vado a cercarmi una ragazza!!-

 

Ed ecco che era tornato freddo e sarcastico!!

 

Io avevo una teoria.Dentro Damon esistevano due persone diverse: la prima era il mio migliore amico, quello che poco prima mi aveva difesa, quello che mi faceva ridere sempre, anche quando ero triste, poi c'era l'altro Damon, la persona che lui mostrava al resto del mondo, un ragazzo stronzo e viziato a cui non importa di nessuno.

 

Io odiavo l'altro Damon ma il MIO Damon, quello disponibile, leale, divertente, premuroso, quel Damon che forse ero l'unica a conoscere,lo adoravo perchè era quel Damon ad essermi mancato. E quanto mi era mancato!!

 

-Damon- lo chiamai facendolo girare a pochi passi da me-Grazie-

 

-Vai dal tuo ragazzo Elena- disse freddo, glaciale prima di girarsi e lasciarmi sola.

 

Ma perchè faceva così???

 

Non ebbi il tempo di soffermarmi sui miei pensieri perchè vidi Stefan venirmi incontro.

 

Ero tentata di scappare ma era troppo tardi,Stefan era a pochi passi da me!!

 

 

Era giunto il momento della resa dei conti.

 

 

 

 

Note:

 

 

Ecco il nuovo capitolo!!!!

 

Lo so ci sono sempre più interrogativi e nessuna risposta ma è intenzionale. Ho scritto dal punto di vista di Elena proprio per farvi capire la sua confusione ed è insieme a lei che metteremo insieme i tasselli di questa storia.

 

Vedo che molte persone hanno letto i precedenti capitoli ma solo una (che ringrazio immensamente)

ha recensito. Lo so che probabilmente non avete tempo o che magari la storia non vi è piaciuta ma se riusciste a lasciarmi un piccolo commento, anche breve o negativo, mi fareste un immenso piacere. Vorrei solo sapere la vostra opinione per capire se la storia è interessante o noiosissima.

 

Grazie comunque a chi legge, chi ha messo la storia tra le seguite e chi tra le preferite.

 

Grazie davvero!!

 

A presto!!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 

 

 

 

 

 

-Ciao- sussurrò accostandosi per darmi un bacio sulla guancia – sei bellissima-

 

 

Io ero rimasta paralizzata, anzi scandalizzata!! Era scomparso per mesi, senza farmi nemmeno una chiamata ed adesso riappariva così, come se nulla fosse successo.

 

-sono davvero felice di rivederti, mi sei mancata-

 

COSA???

 

-davvero????- sbottai acida -quindi è per questo che non mi hai mai chiamata??? E' per questo che te ne sei andato, perchè ti mancavo???-

 

Non ero certa che il mio discorso avesse senso ma ero troppo furiosa.

 

-Elena non ho mai voluto farti soffrire-

 

-Forse dovevi pensarci prima di scomparire-

 

-Lo so, sono stato imperdonabile, non pretendo il tuo perdono, non sono tanto folle da credere che sia così semplice ma voglio che tu sappia che mi dispiace infinitamente e che farò tutto ciò che è in mio potere per meritare il tuo perdono.-

 

Eccole, quelle erano le esatte parole che aspettavo da mesi. Quelle che avrei voluto sentire anche da mio padre, da Damon, da Caroline....Quelle parole che da loro non sarebbero mai arrivate.

 

Una lacrima scivolò silenziosa sulla mia guancia ed io mi affrettai ad asciugarla.

 

-Perchè Stefan?? Ti prego spiegami per quale motivo te ne sei andato-

 

-E' complicato, avevo bisogno di,,,,cambiare aria, mi ero perso Elena, io..-

 

-cosa vuol dire???- urlai senza pensare alla gente che si era girata a guardarci.

 

Ed ecco la sceneggiata che tutti aspettavano!!!

 

-io....non posso,,,,non so spiegartelo, ma devi credermi se potessi tornare indietro cambierei molte mie scelte-

 

-Cosa significa???- Perchè sembrava che dietro alle sue parole si nascondesse molto altro??

 

Perchè leggevo nel suo sguardo che mi stava mentendo?? Cos'è che non sapevo?

 

-dimmi la verità-

 

-io....-

 

-addio Stefan- dissi pronta a girarmi e lasciarlo lì ma lui mi afferrò per un polso.

 

-Elena non andare-

 

Mi guardava con occhi tristi ma io ero arrabbiata e tirai via il braccio malamente, staccandomi dalla sua presa.

 

-questa volta sono io a lasciare a te, Stefan. Fammi sapere come ci si sente-

 

 

 

 

 

La mattina seguente mi alzai ancora più stanca di quando ero andata a dormire, avevo passato una notte d'inferno tormentata dai miei pensieri.

 

Mi alzai dal letto pigramente, almeno era domenica e non c'era la scuola, avevo solo voglia di fare una bella doccia bollente per distendermi i nervi, così presi una tuta e mi diressi verso il bagno.

 

La doccia mi aiutò notevolmente, stavo decisamente meglio, andai in cucina a prendermi i cereali per poi andarli a mangiare davanti alla tv.

 

Jenna e Jeremi erano andati a casa di amici e sarebbero stati fuori tutto il giorno, così avevo la casa tutta per me.

 

Quello di cui avevo bisogno era proprio di una bella giornata di nullafacenza guardando qualche scemenza alle tele avvolta in una morbida coperta !!!

 

Peccato che pochi minuti dopo, proprio quando stavo iniziando a rilassarmi, suonò il campanello.

 

Sbuffai alzandomi dal divano, e lasciando cadere la coperta a terra, non avevo idea di chi potesse essere, non aspettavo nessuno.

 

Aprii la porta.

 

-Matt- esclamai rilassandomi -cosa ci fai qui??-

 

-Ti disturbo?-

 

-assolutamente no- mentii.

 

lui mi rivolse un sorrisone -ho una sorpresa per te!!-

 

-cosa??- gli chiesi prima di capire – hai trovato i fascicoli!!!!!!- esultai.

 

Lui con espressione soddisfatta mi passò un blocco di fogli inilati in una cartellina gialla.

 

-ho fatto delle fotocopie, se avessi rubato il fascicolo se ne sarebbero accorti, almeno questi li puoi tenere senza problemi- mi spigò.

 

Io li guardai la cartellina con rabbia, tenendola stretta tra le mani come se potesse sfuggirmi.

 

Quegli stupidi fogli erano tutto ciò che mi rimaneva di Bonnie.

 

Incredibile, la morte della mia amica era riassunta in una cartellina gialla, in una stupida, maledetta cartellina gialla.

 

Presi un respiro, cercando di ricacciare indietro le lacrime che lottavano per uscire,

 

-Grazie Matt- sussurrai -sei un vero amico-

 

-vuoi una mano??-

 

-no- dissi decisa -ho bisogno di farlo da sola, almeno la prima volta, ma se scopro qualcosa prometto di chiamarti.-

 

-ok, ho dato un'occhiata, ti conviene non guardare certe foto....alcune sono troppo...-

 

-lo so- disse sorridendogli debolmente.

 

Non voleva che vedessi le foto della mia amica morta.

 

-A presto Elena- Matt mi salutò uscendo di casa.

 

Corsi in camera mia, chiudendomi la porta alle spalle.

 

Appoggiai i fogli sulla scrivania sedendomi di fronte a loro e guardandoli con aria di sfida.

 

Se qualcuno mi avesse vista mi avrebbe presa per pazza!

 

Contai fino a cinque prima di aprire il fascicolo, decisi di saltare la parte con le foto per passare direttamente al resoconto della notte in cui l'avevano trovata.

 

Presi un respiro profondo ed inizia a leggere.

 

 

 

 

 

 

 

 

Erano ore che leggevo senza sosta, si era già fatto pomeriggio inoltrato ed io non avevo scoperto assolutamente niente!!!!

 

Solo cose inutili e cose che sapevo già.

 

L'ora della morte di Bonnie era stata collocata tra le 22 e le 23.

 

Un coltello, probabilmente da cucina, le era stato conficcato all'altezza del cuore, la mia amica era morta dissanguata nel giro di pochi minuti.

 

Sola in un vicolo buio a pochi passi da casa sua.

 

 

Non c'erano tracce di combattimento quindi era stato ipotizzato che conoscesse il suo assassino, almeno quanto bastasse per lasciarlo avvicinare senza sospettare niente.

 

 

Quindi l''assassino probabilmente viveva a Mistic Falls, nella nostra città, probabilmente l'avevo incontrato mille volte dopo quella notte.

 

 

C'erano solo ipotesi, stupide ipotesi che però non portavano da nessuna parte!

 

Nessuno sapeva dove fosse stata la mia amica nelle ore che precedono il suo omicidio, nessuno sapeva con chi fosse.

 

Ma la polizia in questa città cosa faceva invece che lavorare??? Possibile che non avesse scoperto niente??

 

Una ragazza non scompare nel nulla, doveva essere andata da qualche parte, qualcuno doveva per forza averla vista.

 

Doveva esserci una traccia, un indizio, un dettaglio.

 

Non esiste l'omicidio perfetto, ci sono sempre degli indizi!

 

Dov'era stata la mia amica quella sera?? Perchè aveva mentito a me e a i suoi genitori??

 

Ma soprattutto era con qualcuno?? E se era con qualcuno, era stato lui/ lei ad ucciderla???

 

 

 

 

Il campanello suonò distogliendomi dai miei pensieri.

 

 

 

 

E chi poteva essere adesso??

 

Scesi le scale, facendo gli scalini due alla volta, fino ad arrivare alla porta.

 

La spalancai in un secondo, convinta di trovarmi di fronte Matt, ma subito mi resi conto che il ragazzo di fronte a me non era decisamente Matt.

 

Rimasi in silenzio a guardarlo confusa.

 

Il mio cervello avvolte ci metteva un po' ad elaborare le informazioni.

 

-hai intenzione di invitarmi ad entrare o vuoi continuare a fissarmi con l'espressione da ebete?- mi chiese Damon con sarcasmo.

 

-entra- dissi semplicemente lasciandolo passare

 

-Wow direi che ho interrotto una fantastica giornata davanti alla Tv- disse Damon vedendo la tele accesa e la coperta a terra di fronte al divano.

 

-Cosa stavi guardando di bello??- mi chiese stravaccandosi su una poltrona.

 

-ni..ente- balbettai -stavo guardando un film noiosissimo e mi sono addormentata-

 

Era una bugia ma non me la sentivo di parlare con Damon delle mie indagini su Bonnie, mi avrebbe presa per una stupida.

 

Una stupida liceale che gioca a fare la detective!

 

E poi vista l' instabilità dei nostri rapporti ultimamente non ero in dovere di dirgli tutto, giusto??

 

-ti ho svegliata??-

 

-non preoccuparti – dissi di getto -comunque ti dispiacerebbe dirmi per quale motivo sei venuto??-

 

-vuoi che me ne vada??- mi chiese facendosi serio.

 

-NO!!- lo dissi di getto e decisamente con troppa enfasi -se vuoi puoi rimanere- aggiunsi riprendendo un contegno.

 

-Hai un aspetto orribile-

 

-ma come siamo siamo gentili- gli dissi lanciandogli un cuscino addosso -ho solo dormito male stanotte-

 

Lui mi osservò per qualche secondo.

 

-ho un'idea-

 

-cioè??- gli chiesi preoccupata.

 

Le idee di Damon erano sempre pericolose.

 

-vieni- disse prendendomi per un braccio e trascinandomi verso la cucina -ricordi cosa facevamo quando eri triste da bambina??-

 

Si era posizionato di fronte a me a guardarmi con quei suo occhi troppo belli per essere veri.

 

-di solito quando ero ero triste tu mi prendevi in giro-

 

lui mi lanciò un occhiataccia -non è vero...... E comunque con quella faccia, oggi sarebbe troppo facile infierire- aggiunse divertito.

 

Gli tirai un pugno sul braccio -se non la pianti ti picchio, ti ricordi come divento quando mi arrabbio??-

 

Lui rise -a me piacciono molto le ragazze violente Elena- disse Damon con un sorriso sghembo -vuoi fare una prova?-

 

-cosa??- gli chiesi confusa, ma Damon senza darmi il tempo di ribattere mi prese sulle sue spalle come una sacco di patate.

 

-LASCIAMI ANDARE- urlavo tirandogli dei pugnetti sulla schiena mentre lui rideva divertito.

 

Mi lanciò sul divano come fossi una bambola.

 

-E' tutto qui quello che sai fare??- mi chiese con un sorrisetto furbo.

 

-non hai visto niente- dissi prima di lanciarmi su di lui facendogli perdere l'equilibrio.

 

Entrambi ci ritrovammo a terra sul tappeto.

 

-adesso me la paghi nanetta- disse lui prendendomi ed iniziando a farmi il solletico.

 

-vuoi la guerra, che guerra sia- dissi combattiva tirandogli in faccia un cuscino.

 

Incredibile, sembravamo due bambini, ci rotolammo per mezz'ora sul tappeto, lanciandoci cuscini e ridendo fino a star male.

 

 

-La....la....la....scia...mi Damon!!!!!!!!!!- urlai mentre lui mi faceva il solletico.

 

Stavo letteralmente morendo dalle risate!!!!!

 

-Chi è il migliore??-

 

-t...tu- dissi, non ce la facevo più.

 

-puoi ripeterlo più forte, non ti ho sentita- disse lui con un sorrisetto sadico continuando la sua tortura di solletico.

 

-TUUU- urlai e questa volta mi lasciò.

 

Cercai di riprendere fiato mentre smettevo di ridere.

 

-Era questa la tua idea??-

 

-farti il solletico??- mi chiese divertito.

 

-no scemo, farmi ridere.-

 

-forse- ammise -è che quando ridi sei più carina e a me non piacciono le ragazze brutte-

 

-idiota- sbottai alzandomi.

 

-E' quasi l'ora di cena- disse lui alzandosi dopo di me– forse dovrei andare-

 

-Jeremi e Jenna torneranno tardi, se vuoi puoi rimanere a mangiare con me??- gli chiesi timidamente.

 

Non volevo che se ne andasse!!!!!!!! Era troppo bello stare con lui!!!!!

 

-solo se mi prepari le tue omelette ai funghi....non sai quanto mi sono mancate-

 

-perfetto, non ti sono mancata io ma le mie omelette- dissi senza pensare.

 

Lui mi guardò intensamente per qualche secondo, per una attimo ebbi paura che sarebbe tornato il Damon freddo.

 

-mi sei mancata anche tu nanetta- mi rispose serio, facendo impazzire il mio giovane cuore.

 

Io sorrisi ma non era il solito sorriso forzato, era un sorriso vero, felice.

 

Solo Damon era in grado di farmi stare così.

 

-sei un ragazzo molto fortunato, ho giusto un avanzo di funghi in frigo-

 

-allora ti farò l'onore della mia compagnia-

 

io alzai gli occhi al cielo avviandomi verso la cucina -andiamo idiota, io cucino, tu apparecchi!-

 

-agli ordini capo!!!!!-

 

 

 

NOTE:

 

Ed ecco il nuovo capitolo, non ci sono stati molti sviluppi sul caso di Bonnie ma credo che la nostra povera Elena avesse bisogno di ridere un po'. E chi meglio di Damon poteva aiutarla a divertirsi??

 

Nel prossimo ci sarà un piccolo indizio, ma non voglio anticiparvi niente.

 

Ora passiamo ai ringraziamenti:

Ringrazio tutti coloro che leggono silenziosi, chi ha messo la storia tra le preferite e tutte le ragazze che l'hanno messa tra le seguite. Siete carinissime!!

 

SE MI LASCIATEE UN PICCOLO COMMENTO VE NE SARO' INFINITAMENTE GRATA, STO CERCANDO DI AGGIORNARE IL Più VELOCEMENTE POSSIBILE, MA VORREI SAPERE SE NE VALE LA PENA. IN ALCUNI MOMENTI HO PAURA CHE LA STORIA RISULTI NOIOSA, TROPPO DRAMMATICA IN ALCUNI PUNTI, E NON SONO CERTA DI STAR DESCRIVENDO COME SI DEVE IL CASO DI BONNIE. SE RIUSCISTE A LASCIARMI UN COMMENTO PER DIRMI COSA NE PENSATE, MI AIUTERESTE DAVVERO A CONTINUARE.

 

GRAZIE!!!!!!!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

 

 

 

 

Era stata una serata stupenda, avevamo mangiato tranquilli, parlando e scherzando come non facevamo da mesi poi Damon mi aveva aiutata a lavare i piatti ed avevamo deciso di guardare un film.

 

Eravamo sdraiati sul divano, uno dalla parte opposta dell'altro ma io tenevo le gambe sulle sue.

 

Stavamo riguardando per la ventesima volta “una notte da leoni” adoravamo entrambi quel film e poi Damon aveva insistito per guardare un film allegro.

 

Era tutto perfetto!

 

Non avevamo affrontato argomenti impegnativi limitandoci a parlare della scuola e dei nostri compagni, evitando così di menzionare il nostro periodo di separazione e il motivo per cui lui mi aveva evitata.

 

Sapevo che non avrei potuto evitare di parlarne in eterno ma era stata una serata troppo bella per rischiare di rovinarla.

 

-E' già finito- borbottai triste quando arrivarono i titoli di coda.

 

-questo film mi fa sempre venire voglia di prendermi una bella sbronza- osservò lui con un sorrisetto.

 

-questo perché tu sei un mezzo alcolista psicopatico-

 

-vero, ma è per questo che mi adori- rispose pronto con un sorrisetto sghembo.

 

-Mi hai scoperta Damon, sono pazza di te!!-

 

Lui mi sorrise poi tornò serio -forse dovrei andare.-

 

-Perché sei venuto Damon?? Non ci siamo parlati per mesi e poi spunti a casa mia come se niente fosse-

 

-se ti dicessi semplicemente che mi mancavi, ti basterebbe?-

 

-no, cioè si, anche tu mi mancavi ma non....- ok era riuscito a confondermi.

 

Presi un respiro cercando di riorganizzare le idee.

 

– Perché sei tornato proprio oggi??-

 

-la verità??- mi chiese indeciso.

 

-si-

 

-volevo sapere se avevi perdonato Stefan, controllare se era con te-

 

-perché?- chiesi in un misto tra delusione e curiosità

 

-lui non ti merita Elena-

 

Il suo tono era così dolce e il suo sguardo era così maledettamente sincero.

 

Come si poteva non amarlo??

 

Mi morsi le labbra cercando di cacciare dalla mente quel pensiero. Erano anni che non pensavo a Damon in quel modo e non era il caso di ricominciare proprio ora.

 

L'aria tra noi si era fatta improvvisamente pesante, c'era una strana elettricità.

 

Ci guardavamo in silenzio, divisi da troppe bugie ma uniti da un sentimento a cui noi stessi non sapevamo dare un nome.

 

 

-ELENA- la voce di Jenna ci fece sobbalzare.

 

Mi alzai di scatto allontanandomi da Damon, come se fossi stata appena beccata sul divano a fare chissà cosa.

 

Mia madre era abituata a trovare me e Damon davanti alla Tv, non era una grande novità.

 

Forse non capitava da un po' ma non c'era motivo di farsi prendere dal panico. Per anni Damon aveva fatto parte dell'arredamento in casa mia!!

 

E allora perché il mio cuore non la smetteva di battere a quella velocità?

 

-ciao mamma- dissi quando lei comparve in salotto.

 

-Damon- mio fratello mi superò correndo a salutare Damon come se non lo vedesse da una vita.

 

Mia madre invece si avvicinò a me con aria dubbiosa.

 

-Ti spiego dopo- sussurrai inutilmente per non farmi sentire, Jeremi e Damon ormai erano nel loro mondo fatto solo videogiochi e ragazze.

 

-E' tardi, devo tornare a casa. Ciao Jenna- Damon salutò mia madre che rispose calorosamente al suo saluto, poi si rivolse a mio fratello -Tu non combinare guai moccioso!!-

 

Gli disse facendogli l'occhiolino -non più di quanti ne farei io -aggiunse piano lanciando un'occhiata d'intesa a mio fratello.

 

-Andiamo Damon prima che tu irretisca completamente mio fratello, portandolo sulla cattiva strada- dissi spingendolo verso la porta.

 

-quel ragazzo ha un ottimo potenziale, mi ha detto di esser stato sospeso-

 

-E per te questo significa avere un ottimo potenziale??- gli chiesi seria cercando però di trattenere una risata.

 

-non posso fare a meno di essere fiero di lui mia cara Elena. Per infilare un topo nella borsa della professoressa bisogna avere molta fantasia ed è mio dovere promuovere la creatività delle nuove generazioni-

 

-tu non sei normale- sbottai scoppiando a ridere.

 

-E' la scuola mia cara a non essere normale, non sviluppa il potenziale dei suoi allievi, finendo per ritrovarsi un mucchio di baccalà....proprio come Stefan-

 

Risi prima di tornare seria -perché lo odi tanto??-

 

-sei troppo curiosa nanetta, credo sia arrivato il momento di andare a dormire-

 

-io e te dobbiamo ancora chiarire molte cose-

 

-buona notte Elena- disse con un sorrisetto sghembo allontanandosi.

 

Io sorrisi, non poteva scappare da me per sempre.

 

Rimasi a fissarlo fino a che non entrò in casa sua -Buona notte Damon- sussurrai con un sorriso da ebete stampato sul viso.

 

 

 

Tornai in camera ma non ero affatto stanca, stare con Damon mi aveva riempita di energie, era come se io fossi una lampadina e lui la presa della corrente. Solo quando stavo con lui splendevo!!

 

Ok stavo delirando!!!

 

Accantonai i pensieri su Damon per evitare di impazzire definitivamente e mi misi alla scrivania, iniziando a sfogliare il fascicolo su Bonnie.

 

C'era anche un resoconto della sua vita, riassunta in poche pagine.

 

Continua a leggere svogliata, era inutile, io sapevo già quelle cose.

 

Sapevo a memoria tutte le pagelle di Bonnie dalla prima elementare, sapevo il suo numero di scarpe e quanti biscotti mangiava a colazione. Dopo il primo bacio lei era corsa in bagno per chiamarmi!!

Cosa pensavo di trovare??

 

Continuai a sfogliare le pagine, ma proprio quando la stanchezza aveva iniziato a farsi strada dentro di me, un dettaglio attirò la mia attenzione.

 

Era una ricostruzione della settimana in cui la mia amica era morta, c'era segnato ogni suo spostamento, ogni dettaglio che avesse potuto distinguere quella settimana dalle altre.

 

Anche a me la polizia aveva fatto molte domande dopo la sua morte, chiedendomi, in particolare, se avessi notato qualcosa di strano nella mia amica in quei giorni ma io non avevo notato niente. Era la solita Bonnie.

 

Tornai al particolare che aveva attirato la mia attenzione: c'era scritto che mercoledì sera Bonnie era andata alla sua solita lezione di danza, ma Bonnie non aveva mai fatto danza!!!

 

L'avrei saputo se la mia amica avesse frequentato un corso, lei mi diceva anche quando andava in bagno!!!

 

Inizia a sfogliare nervosa il fascicolo, trovando una dichiarazione della madre in cui sosteneva che Bonnie si trovasse a quel corso di danza come faceva ogni mercoledì da circa due anni!!

 

DUE ANNI????

 

Ma com'era possibile? Il mercoledì Bonnie aveva quella cena fissa a casa di sua nonna, ne ero certa, me l'aveva detto lei. Erano anni che ci andava...

 

Perchè avrebbe dovuto mentirmi??

 

Lei non mi avrebbe mai detto una bugia e poi che motivo poteva avere per mentire su una cosa tanto insignificante come un corso di danza?

 

Ma infondo non sarebbe stata la prima bugia di Bonnie. Lei mi aveva mentito anche la sera in cui era morta, mi aveva detto che sarebbe rimasta a casa quando invece era uscita.

 

 

Non aveva senso, forse dovevo solo andare a letto e dormire, dimenticando quello stupido dettaglio.

 

 

Ma c'era qualcosa, avevo una brutta sensazione. E se fosse quello l'indizio che avevo tanto cercato??

 

E se ogni bugia fosse stata collegata??

 

E se fossero state le sue stesse bugie ad uccidere la mia amica??

 

 

 

NOTE:

 

Ecco il nuovo capitolo, volevo postarlo domani, ma era pronto e non ho resistito.

Spero che vi faccia piacere e di ricevere qualche commento, perché ogni recensione mi aiuta ad andare avanti con la storia!!!

Infatti volevo ringraziare tantissimo MissKatherine e Delena85 per aver recensito lo scorso capitolo!!

 

Un grazie anche a tutte le altre, da quelle che hanno semplicemente letto, alle ragazze che hanno aggiunto la mia storia tra le seguite e quelle che l'hanno segnata tra le preferite!!!

 

Grazie a tutte!!

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

 

 

 

Vi siete mai chiesti perché, nei giorni di scuola, quando il mattino vi alzate il sonno sembra sempre insopportabile mentre invece la sera quando potreste dormire tranquillamente non riuscite a chiudere occhio?

 

Io me lo chiedevo praticamente tutte le mattine!!!

 

-Elena!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-

 

-Arrivo mamma- borbottai rotolandomi tra le coperte. Ma perché dovevo abbandonare la tranquillità del mio letto caldo per affrontare il mondo fuori, brutto e cattivo???

 

-ELENAAA-

 

-TI HO SENTITA!!!-

 

Ed ecco che iniziava un'altra stupida settimana di scuola!!

 

Scesi dal letto sbuffando, presi i vestiti e corsi in bagno.

 

 

 

-la colazione è sul tavolo- mi disse mia madre appena varcai la porta della cucina.

 

-Grazie-

 

-Allora hai intenzione di raccontarmi cosa è successo con Damon???-

 

-abbiamo fatto pace, credo....cioè si, direi che è tutto a posto ma non ne sono sicura, non abbiamo parlato dei nostri problemi-

 

-per lui avete chiarito-

 

-e tu cosa ne ne sai??-

 

-Ciao pulce- la voce di Damon risuonò allegra in tutta la cucina -vuoi un passaggio per andare a scuola o ti sei affezionata ai mezzi pubblici???

 

Quasi mi strozzai con il caffè.

 

-cosa ci fai qui??- sbottai ma lui era troppo impegnato a farsi buona mia madre per dedicarmi la sua attenzione.

 

-grazie per la colazione Jenna, le tue crepe sono le migliori-

 

Mia madre sorrise soddisfatta per il complimento -ragazzi io scappo al lavoro, voi cercate di non fare tardi-

 

-Da dove arriva tutta questa generosità??- Chiesi scettica.

 

-Lo sai, adoro aiutare i più sfortunati- mi rispose Damon con un sorrisetto irritante -ora andiamo che non voglio fare tardi-

 

-E da quando??- sbottai ma Damon mi prese per un braccio ignorando le mie lamentele.

 

 

 

Arrivati a scuola ci siamo dovuti separare: Damon aveva una verifica di matematica mentre io avevo una lezione di storia con il professore Alaric Saltzman.

 

Devo ammettere che quel giorno la mia testa era altrove e purtroppo questo non passò inosservato davanti al mio professore preferito che fu costretto a riprendermi più volte nel corso della lezione.

 

Ma non potevo fare a meno di pensare a Bonnie e a quello che avevo scoperto.

 

Ormai mi ero convinta ad andare fino in fondo, così finita la lezioni mi avventurai per i corridoi alla ricerca di Matt per aggiornarlo sulle novità ed avere una sua opinione.

 

-Matt- esclamai trovandolo al suo armadietto.

 

-Elena!!- mi salutò raggiante -come stai???-

 

-Bene, grazie. Devo parlarti.- dissi piano, con fare cospiratorio.

 

-certo, puoi dirmi quello che vuoi-

 

-non qui- dissi poi lo presi per un braccio e lo trascinai in un'aula vuota.

 

Mi sentivo molto Bond, James Bond.

 

Chiusi la porta prima di iniziare a raccontare al mio amico quello che avevo scoperto e la mia perplessità a riguardo.

 

-Sei sicura che Bonnie ti dicesse sempre tutto??

 

-certo, o almeno era quello che pensavo.-

 

-E adesso cosa vuoi fare?-

 

-Dopo la scuola andrò a trovare la madre di Bonnie e cercherò di capire qualcosa di più su questo corso di danza e sul motivo per cui lei non ne avesse fatto parola con nessuno.-

 

-vuoi che venga con te??

 

-no Matt, è meglio che vada da sola, la mamma di Bonnie non è molto in se in questo periodo-

 

Decisi di omettere il fatto che la madre di Bonnie non fosse mai stata completamente in se, beveva troppo, aveva iniziato quando Bonnie era solo una bambina e suo marito l'aveva abbandonata.

 

E adesso, come potete immaginare, con la morte della figlia, era decisamente peggiorata.

 

-chiamami se hai bisogno di qualcosa- mi disse Matt protettivo -io ci sarò sempre per te-

 

-Grazie Matt- gli sorrisi.

 

 

 

 

La scuola sembrò non finire mai, ma proprio quando pensavo di non resistere più, la campanella annunciò la fine delle lezioni.

 

La casa di Bonnie era vicina alla scuola quindi decisi di raggiungerla a piedi, mandai un messaggio a Damon per avvertirlo che non sarei sarei andata con lui.

 

Arrivata davanti alla casa della mia amica fui invasa da una miriade di ricordi, bellissimi ma anche dolorosi.

 

Potevo ancora vedere Bonnie uscire di corsa da quella casa, con il sorriso stampato sul viso e quella sua camminata buffa.

 

Quanto mi mancava la mia amica!!!!

 

Mi avvicinai alla porta e suonai.

 

-Arrivo- per un attimo immaginai che a rispondermi fosse stata proprio Bonnie, quasi mi aspettavo di vederla apparire da quella porta.

 

-Chi è??- una voce irritata al di là della porta mise fine a tutti i miei stupidi sogni.

 

-Signora Bennet, sono Elena-

 

La madre di Bonnie aprì la porta di scatto, non potei fare a meno di notare le occhiaie che le cerchiavano gli occhi ed il viso stanco che aggiungeva almeno dieci anni alla sua età effettiva.

 

-Buon giorno- dissi con un mezzo sorriso.

 

-Elena, tesoro, è così bello vederti-

 

Rimasi sconvolta dalle sue parole e dall'abbraccio nel quale mi avvolse. La madre di Bonnie non era mai stata una persona espansiva, figuratevi che la conoscevo da undici anni ed ancora si faceva chiamare “Signora Bennet”.

 

Non potei fare a meno però di ricambiare l'abbraccio, era la mamma della mia migliore amica, infondo le volevo bene.

 

Mi invitò dentro a bere un tè e mi costrinse a sfogliare con lei gli album delle foto di Bonnie.

 

Appena lei era morta, avevo passato serate intere a guardare le sue fotografie, per paura di poterla dimenticare, ma poi con il passare del tempo avevo smesso, vederla sorridere felice mi faceva troppo male, rendendo la sua morte ancora più ingiusta.

 

-Era proprio bella la mia Bonnie-

 

-E' vero- dissi con un sorriso -Posso farle una domanda??-

 

-Certo cara, puoi chiedermi quello che vuoi??-

 

-Bonnie frequentava un corso di danza??-

 

-Si, amava quel corso, era sempre così entusiasta il mercoledì prima di andare-

 

-Ah- rimasi spiazzata.

 

-sembrava che passasse tutta la settimana aspettando solo quel giorno-

 

-io...non lo sapevo- ammisi tristemente -ha idea del motivo per cui Bonnie non ne avesse parlato a nessuno??-

 

-no- disse di getto -ma lo sai, la mia Bonnie era molto timida e riservata, una brava ragazza ma tremendamente insicura, probabilmente si vergognava-

 

Cosa??? Bnnie insicura?????? Ma stavamo parlando della stessa Bonnie??? Perché la MIA Bonnie non aveva paura di niente, e di certo non era timida, lei era spontanea, quasi sfacciata.

 

-capisco-mentii -dov'è che andava a danza??-

 

La madre di Bonnie si alzò per prendere qualcosa in cucina.

 

-tieni- mi disse passandomi un piccolo opuscolo di una scuola di ballo.

 

-Grazie, è stata molto gentile, ma adesso dovrei andare-

 

-Certo certo cara -mi disse accompagnandomi alla porta -torna quando vuoi-

 

-Lo farò-

 

 

 

 

Cosa stava succedendo? Ma chi era la ragazza di cui parlava la mamma di Bonnie?

 

Ero io a non conoscere la mia amica oppure era lei???

 

Dovevo assolutamente andare a quella scuola di ballo. Non sapevo esattamente cosa sperassi di trovare ma avevo bisogno di risposte.

 

Piccolo problema, ero a piedi e la scuola di ballo era fuori città. Erano solo 20 minuti in auto ma con l'autobus ci avrei messo molto di più e poi non sapevo neanche quale avrei dovuto prendere.

 

Decisi di chiamare Matt ma lui non rispose. Che sfortuna!!!

 

Avevo solo due possibilità: o rimandavo la gita, o mi facevo coraggio e chiamavo il mio migliore amico.

 

Però avrei dovuto dirgli la verità, mi avrebbe presa per pazza....al diavolo!!!!

 

Composi il numero e dopo pochi squilli lui rispose.

 

 

 

 

 

 

 

-sei stato velocissimo- dissi quando si accostò con la macchina al marciapiede per farmi salire.

 

-si può sapere cosa ci fai ancora a scuola???- mi chiese -E poi dov'è che ti dovrei portare??-

 

Io salii in macchina e gli lancia un'occhiata irriverente -e poi sono io quella curiosa?-

 

-Se non mi dici dove dobbiamo andare come faccio a portartici??-

 

Giusta osservazione! Gli passai l'opuscolo su cui era scritto l'indirizzo.

 

-Ti è venuta un' improvvisa voglia di imparare a ballare? Sapevo che eri negata ma perché tutta questa urgenza di rimediare??-

 

-mi vuoi aiutare o no??- gli chiesi.

 

Lui mise in moto -Sai che adoro i misteri ma credo sia arrivato il momento che tu mi dia delle spiegazioni-

 

-ok, ma devi promettermi di non fare battute e di non prendermi in giro!!-

 

-Ma con chi credi di avere a che fare Elena, io sono un ragazzo serio- mi disse con un sorrisetto malizioso sul viso.

 

Alzai gli occhi al cielo ma decisi di raccontargli tutto.

 

Dopo un breve resoconto Damon rimase in silenzio, incredibile!!

 

-Spara, lo so che muori dalla voglia di fare un commento-

 

-assolutamente no- rispose lui trattenendo una risata.

 

-Damon-

 

-ok, tu lo sai di non essere in una puntata di Veronica Mars??-

 

-ecco, lo sapevo-

 

-posso continuare a chiamarti Elena o preferisci sceriffo Gilbert??- mi chiese scoppiando a ridere.

 

-sei uno stronzo, lo sai???-

 

-va bene, torno serio sceriffo-

 

-Idiota-

 

Ma perchè il mio migliore amico doveva avere il cervello di un bambino di seconda elementare??

 

-sto scherzando, non ti arrabbiare. Cosa speri di trovare andando in questa scuola di danza??-

 

-non lo so con esattezza- ammisi.

 

-Ed è quando il mistero si infittisce che spuntano fuori pericolose ballerine armate di tutù-

 

-Damon- sbottai trattenendomi dal ridere – puoi provare a rimanere serio, te ne prego-

 

-Va bene Sherlock, per oggi sarò il tuo Watson-

 

Mi arresi, quel ragazzo era senza speranza!!!!!!!!

 

 

 

NOTE:

 

Ciaoooo, ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia!!

 

Ma cosa nasconderà la nostra cara Bonnie ???

 

Nel prossimo capitolo forse avremo qualche risposta. Ma vi avverto per ogni risposta che vi darò, ci sarà una domanda in più a tormentare la nostra povera Elena.

 

Lasciatemi un piccolo commento, vi prego!!!!!!!

 

Grazie, come sempre, a tutte le ragazze che leggono, a quelle che hanno messo la storia tra le preferite e a tutte quelle che l'hanno messa tra le seguite.

Infine un grazie speciale a Delena85 , MissKatherine e giorgiet che mi rendono tanto felice con le loro recensioni!!!

(ps, mi scuso in anticipo per eventuali errori nel capitolo ma non ho avuto tempo di controllarlo come si deve)

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7


 

 

-wow quesro posto è ancora più brutto dal vivo che nelle foto dell'opuscolo-

 

-andiamo- dissi sbuffando.

 

-cosa dobbiamo fare Sherlok??-

 

-Tu niente, lascia parlare me-

 

-ci diamo almeno dei nomi in codice??'-

 

-zitto!!!-

 

Arrivammo davanti ad un bancone, dietro il quale una ragazza stava scrivendo al computer.

 

-Buon giorno- disse la ragazza con un sorriso -avete bisogno d' informazioni??-

 

Damon la guardò con una dei suoi sorrisetti provocanti, era sempre il solito.

 

Gli tirai subito una gomitata prima che potesse uscire dalla sua bocca qualche sciocchezza delle sue.

 

-Avrei bisogno di farle una domanda...- iniziai timida.

 

Forse avrei dovuto preparare un discorso prima, non ero brava nell'improvvisazione.

 

-Avremmo bisogno di sapere alcune cose su una ragazza, Bonnie Bennet. Frequentava questa palestra fino ad otto mesi fa- Damon intervenne salvandomi.

 

-non ricordo tutte le persone che vengono qui, abbiamo tante allieve...e poi non sono certa di potervi dare informazioni-

 

-mi faresti un enorme favore- disse Damon con voce irrimediabilmente sexy ed un sorriso da mozzare il fiato.

 

Ok i suoi metodi, non erano esattamente ortodossi ma funzionavano.

 

-aspettami qui, vedo cosa posso fare.- la ragazza era arrossita e aveva iniziato a parlare con una vocetta irritante -Che corso frequentava??-

 

-Danza moderna. ogni mercoledì dalle 20 alle 21.- dissi io per ricordare alla bionda la mia esistenza.

 

-arrivo subito- disse rivolta a Damon senza degnarmi di uno sguardo.

 

-hai fatto colpo- sussurrai acida.

 

Lui sorrise compiaciuto -sei così carina quando fai la gelosa-

 

-IO???????- urlai facendolo scoppiare a ridere.

 

-io non sono gelosa stupido presuntuoso, stavo solo facendo una constatazione-

 

Lui si avvicinò a me spostandomi delicatamente un ciuffo di capelli e posizionandolo con lentezza dietro al mio orecchio -la prossima volta cerca di non arrossire- sussurrò sulla mia pelle, facendomi rabbrividire -...saresti più credibile-

 

-idiota- sbottai allontanandomi da lui come se mi avesse scottata.

 

Lui mi guardò con un sorrisetto trionfante e malizioso, stava per dire qualcosa ma fortunatamente il ritorno della ragazza bloccò la nostra imbarazzante conversazione.

 

-Ho chiamato Lauren, è lei che si occupa delle lezioni del mercoledì, si ricorda della ragazza, ha frequentato il suo corso ma l'ha abbandonato dopo qualche mese.-

 

-Quando??- chiesi.

 

-Ha detto che sarà almeno un anno che non la vede a lezione-

 

-Ti ha detto perchè ha lasciato il corso??-

 

-Mi dispiace, non mi ha detto altro, ma se volete potete provare a tornare mercoledì e parlare direttamente con lei, ci saranno anche le ex compagne di corso della vostra amica, magari loro sapranno qualcosa in più-

 

-Non ti preoccupare, sei stata gentilissima, torneremo- disse Damon alla ragazza prima di portarmi fuori con lui.

 

 

 

 

 

 

 

-Dove andava Damon???? Perchè non ha detto a sua madre di aver lasciato il corso? Perchè mi mentiva?? Cosa faceva Bonnie ogni mercoledì??-

 

Parlavo a macchinetta, ero stanca, ero confusa, non ne potevo più!!!

 

-Calmati Elena!- mi disse Damon con decisione -farti tutte queste domande non ti servirà a niente se non ad impazzire-

 

Presi un respiro profondo cercando conforto nei suoi occhi.

 

-Andrà tutto bene Elena, adesso torniamo a casa-

 

Annuii e lui si avvicinò cingendomi dolcemente la vita ed accompagnandomi fino all'auto.

 

 

 

 

 

Il viaggio trascorse in silenzio, io ero immersa nei miei pensieri ma anche Damon era distratto e stranamente silenzioso.

 

-grazie Damon- sussurrai appena arrivammo nella via di casa.

 

-sempre a tua disposizione nanetta-

 

Gli sorrisi, perché dietro quelle semplici parole si nascondeva la NOSTRA verità.

 

Io e Damon, amici, nemici, innamorati o meno, non importava, lui ci sarebbe stato per me, sempre.

 

 

 

Vidi il suo viso irrigidirsi.

 

-cosa succede??-

 

-hanno aperto le gabbie dello zoo, ed un babbuino è arrivato fino a casa tua-

 

Lo guardai confusa. Un babbuino???

 

Seguii il suo sguardo, arrivando dritta al babbuino....cioè Stefan.

 

Damon mi stava decisamente contagiando!!

 

-basta una tua parola e lo caccio via a calci- Mi disse serio lanciando un'occhiata carica d'odio al ragazzo che mi aspettava seduto sotto il mio portico.

 

-non credo sia il caso-

 

Damon aveva fermato l'auto e mi fissava in modo strano.

 

-vuoi tornare con lui????- mi chiese con rabbia.

 

-no ma questo non vuol dire che tu possa prenderlo a pugni-

 

-peccato. Se vuoi possiamo andare a fare un giro, almeno eviti di parlare con l'allocco.-

 

-Damon posso farcela, prima o poi dovrò parlare con lui-

 

-non l'hai già fatto??-

 

-no, quella volta mi sono limitata ad urlare-.

 

-fai come vuoi.-

 

-ma sei arrabbiato con me???- sbottai.

 

-no Elena ma non avrò voglia di stare ad ascoltare i tuoi piagnistei quando lo scemo ti mollerà, di nuovo-

 

-non mi risulta che l'ultima volta tu mi sia stato accanto, come vedi sono sopravvissuta anche senza di te!!-

 

-Non mi perdonerai mai, vero??- mi chiese serio spiazzandomi.

 

-Damon io non volevo...-

 

-scendi Elena, questa sera non me la sento di starti ad ascoltare-

 

-Come vuoi!!- Ed eccomi, più acida di un limone.

 

Scesi dall'auto in silenzio, mentre il mio cuore mi urlava di parlare.

 

Orgoglio maledetto, perchè non taci mai lasciando parlare il cuore??

 

Cercai di dire qualcosa ma Damon sfrecciò via appena misi piede sul marciapiede.

 

Non stava tornando a casa, chissà dov'era diretto?

 

-Elena- la voce di Stefan mi sorprese alle spalle.

 

-che vuoi??- gli chiesi stancamente.

 

-parlare, tua madre ha detto che eri fuori ed ho deciso di aspettarti-

 

-Bene, parla o hai bisogno di un invito scritto??-

 

Il sarcasmo veniva decisamente meglio a Damon!

 

-non sopporto questa situazione, tu che mi eviti, che mi odi, so di essermelo meritato ma..-

 

-ma cosa?- non avevo la forza per litigare anche con lui e il mio tono calmo ne era la prova.

 

-ti ho amata Elena e una parte di me non ha mai smesso, ma tu devi ammettere che non era tutto perfetto tra noi e la colpa non era solo mia-

 

-noi eravamo felici-

 

-Forse, ma era tanto tempo fa. Tu mi hai allontanato Elena, dopo la scomparsa di tuo padre hai eretto un muro tra te e il resto del mondo...-

 

-non è vero- dissi debolmente.

 

-non eri più tu, sorridevi ma non eri felice, parlavamo ma tu eri sempre distratta, eri talmente occupata a mostrarti forte di fronte agli altri da perdere di vista te stessa. Non eri più ..-

 

-perché mi dici queste cose??-

 

-perché voglio che tu capisca che non è stata solo colpa mia, volevi la verità Elena, è questa. Io ho commesso tanti errori ma anche tu ne hai fatti-

 

-Cosa vuoi che dica Stefan?????? Forse hai ragione, forse è tutta colpa mia se le persone intorno a me scappano e mentono, forse sono io il problema!!!!-

 

-Non volevo dire questo...E' tutto così complicato...-

 

-Elena- mia madre uscì, probabilmente attirata dalle mia grida -tutto bene??-

 

-certo, arrivo-

 

Non ero mai stata tanto felice di vedere mia madre, quella conversazione mi stava stremando.

 

-Buona notte Stefan- dissi secca al ragazzo che davanti a me mi guardava ferito.

 

-notte-

 

Il suo tono era così triste ma non fu quello a sorprendermi, quanto il suo sguardo. Nei suoi occhi non leggevo il risentimento, i suoi occhi erano velati di senso di colpa. Ma per cosa?? Per avermi abbandonata, o per qualcosa di più??

 

 

 

 

Il giorno dopo mi svegliai frastornata, un'altra notte insonne, e come se non bastasse, mi ero anche alzata un'ora prima per prendere l'autobus ed evitare di incontrare Damon. Che codarda!!!

 

Arrivai a scuola in anticipo e ne approfittai per ripassare un po'. Nell'ultimo periodo ero stata talmente presa dai miei problemi da ignorare lo studio e la mia media, che era sempre stata buona, ne stava risentendo.

 

Ero immersa nella guerra civile quando la voce squillante di Caroline mi riportò alla realtà.

 

Era con Tyler, mano nella mano, stavano attraversando il cortile per raggiungere la scuola.

 

Per attimo provai per lei una profonda invidia, lei e Tyler erano la coppia ideale, erano felici ed innamorati.

 

Un'idea balenò in un attimo nella mia mente e senza rendermene conto mi ritrovai a correre verso di lei.

 

-Caroline- la chiamai. La ragazza si bloccò guardandomi confusa.

 

-Elena, cosa posso fare per te??- Mi chiese acida ma senza riuscire a celare la sua sorpresa.

 

-Posso parlarti un secondo? In privato- aggiunsi lanciando un'occhiata in direzione di Tyler.

 

-Certo- fece il ragazzo con un sorriso -a dopo amore-

 

-Che vuoi??- mi chiese aggressiva una volta rimaste sole.

 

-devo farti una domanda, riguarda Bonnie-

 

La mia ex amica sbiancò, prima di assumere un'espressione neutrale -dimmi-

 

-Bonnie frequentava un corso di danza il mercoledì, ne sapevi qualcosa?-

 

Caroline tirò un piccolo sospiro di sollievo.

 

Cosa pensava che le chiedessi??

 

-Un corso di danza????- mi chiese sorpresa -Bonnie non frequentava nessun corso, aveva le cene con la nonna il mercoledì-

 

La sua risposta era sincera, si vedeva, ma c'era chiaramente qualcosa che non mi diceva, ma cosa???

 

Rimasi a fissarla con l'assurda speranza di leggerle nel pensiero.

 

-Elena devo andare, ho la lezione di matematica, scusa- detto questo scappò via lasciandomi sola e sempre più confusa.

 

Ma c'era qualcuno che non avesse segreti in questa assurda città??

 

 

 

 

NOTE:

 

 

Nuovo capitolo, nuove domande. Lo so che non ci sono stati molti sviluppi ma nei prossimi capitoli ho intenzione di sorprendervi, rendendo le cose un po' più complicate ma anche più interessanti.

 

Povera Elena ma perché sembra che tutti ne sappiano più di lei??

 

Comunque, volevo avvisarvi che ho deciso di pubblicare con un certo criterio. Pubblicherò un capitolo al giorno, non di più, anche perché ultimamente ho molte cose da fare e poi una ragazza molto gentile mi ha consigliato di prendermi più tempo per rivedere i capitoli e credo che abbia ragione.

 

Quindi, salvo imprevisti, un capitolo verrà aggiunto ogni sera.

 

Aspetto con ansia le vostre opinioni sulla storia. Lasciare una piccola (piccolissima) recensione non costa niente, fatemi felice = )

 

Ringraziamenti: Un grazie a tutte le persone che leggono silenziose, a tutte le ragazze che hanno messo la storia tra le preferite e a quelle che l'hanno messa tra le seguite. Siete gentilissime!!

 

Infine un grazie speciale alle meravigliose ragazze che hanno recensito: lellinavamp, militerni, Delena85, e MissKatherine ( che è sempre troppo tenera, non smettere assolutamente di mandarmi le tue pazze recensioni perché non mi annoierò mai di leggerle!!! )

 

Ops le note stanno diventando più lunghe del capitolo, ora vi lascio in pace.

 

A presto!!!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

 

 

 

 

 

 

Il mercoledì arrivò con una lentezza esasperante. Come quando da bambini si aspetta con ansia la mattina di natale e, la settimana che la precede, sembra essere eterna!!!!

 

Inoltre ero diventata la donna invisibile a scuola, passavo il mio tempo sola, decisa ad evitare tutti.

 

L'unico con cui parlavo era Matt e con lui non facevo altro che lamentarmi, ero quasi certa che prima o poi si sarebbe stufato di me, io stessa non mi sopportavo più!! Eppure Matt era sempre gentile e premuroso, riusciva ad ascoltarmi per ore senza mai dare segno di cedimento.

 

 

 

 

-Elena, è arrivato!!- La voce di mia madre mi annunciò l'arrivo di Matt, il mio amico si era proposto per accompagnarmi alla scuola di danza.

 

 

Presi la borsa e corsi giù per le scale.

 

 

-Ciao- Lo salutai con un sorriso.

 

-pronta?-

 

-certo!!!!!!- Non ero mai stata tanto pronta per qualcosa in vita mia, avevo bisogno di risposte, ne ero certa, se no sarei presto impazzita.

 

 

 

Arrivata alla scuola di danza mi avviai con Matt al banco delle informazioni e salutai la ragazza dell'altra volta, che con lo sguardo cercò spudoratamente Damon e quando si accorse che non era con me, un'espressione delusa fece capolino sul suo viso.

 

Trattenni una risatina malefica, cercando di rivolgermi a lei con gentilezza.

 

-Mi avevi detto di passare mercoledì per incontrare l'insegnante- le ricordai.

 

-certo- mi rispose con voce neutra, stranamente non aveva più tutta questa voglia di aiutarmi.

 

La bionda ci accompagnò nella stanza accanto, dov'era appena terminata la lezione, poi andò verso una donna, che immaginai essere l'insegnante, e le sussurrò qualcosa all'orecchio.

 

 

La donna dopo pochi secondi venne verso di noi.

 

-piacere sono Lauren-

 

-Io sono Elena e lui è Matt, vorrei farle qualche domanda su una mia amica-

 

-Lo so, la mia collega mi aveva accennato qualcosa, spero di esservi utile-

 

Le sorrisi prima di cominciare con il mio interrogatorio, purtroppo non riuscii a scoprire molto.

 

Bonnie aveva frequentato il corso per circa otto mesi ma già negli ultimi due mesi le sue frequenze si erano fatte sporadiche, fino a che un giorno aveva semplicemente smesso di andare, senza dare nessuna spiegazione.

 

Lauren aveva ammesso di essersi stupita molto del suo comportamento perché le sembrava che amasse il suo corso.

 

La ringraziai anche se dentro di me si stava facendo largo una profonda delusione.

 

 

Stavo abbandonando la sala quando una ragazza mi venne incontro.

 

-Scusa se ti disturbo ma non ho potuto fare a meno di ascoltare quello dicevi-

 

-non preoccuparti, tu conoscevi Bonnie?? -

 

-più o meno, non eravamo molto legate ma c'è una cosa, forse è una sciocchezza però...-

 

-qualunque cosa potrebbe essere importante- le dissi mentre una scintilla di speranza prendeva vita dentro di me.

 

-non so se sia importante, ma la tua amica prima di abbandonare il corso aveva fatto amicizia con una certa Rose che frequentava un corso di danza classica, le ho viste parlare più volte...-

 

-e allora?- le chiesi, la suspense mi stava uccidendo.

 

-anche Rose ha abbandonato la danza nello stesso periodo ma, nel suo caso, questo ha fatto parlare molto, Rose era bravissima e frequentava quel corso da quando era piccola. Quando ha lasciato sono iniziate a girare delle voci....-

 

-Quali voci??-

 

-Si parlava di un gruppo di supporto, non so bene di cosa si tratti ma è gestito da un certo professore famoso, uno psicologo di cui ora non ricordo il nome.....in questo gruppo si riuniscono per affrontare dei problemi ma....-

 

-non capisco, pensi che la mia amica fosse entrata in questo gruppo?-

 

-Forse, ma è solo un'ipotesi. Mi dispiace, non so molto, però una ragazza che conosco dovrebbe avere maggiori informazioni, se mi dai il tuo numero posso provare a sentirla e poi farti avere notizie-

 

-certo- le dissi prendendo il suo telefono ed iniziando a scrivere il mio numero -ti sono infinitamente grata, sei veramente gentilissima....non ti ho neanche chiesto come ti chiami-

 

-Mi chiamo Susan-

 

-Grazie Susan, io sono Elena-

 

 

 

 

Tornata a casa mi lanciai sul letto, ero distrutta, non ne potevo più, ogni volta che speravo di avvicinarmi alla verità, questa sembrava allontanarsi. Come se dietro ogni segreto se ne nascondesse un altro, ed io ero sempre più stanca e confusa.

 

Ero davvero certa di essere pronta a scoprire la verità?

 

La mia migliore amica aveva una vita segreta, una vita della quale io non facevo parte.

 

Ma in che casino si era andata a cacciare Bonnie?????????

 

 

 

Quella storia stava diventando sempre più assurda e l'unica persona con cui ne avrei voluto parlare non mi rivolgeva la parola.

 

Damon.

 

Da quella sera non ci eravamo più parlati, ero io ad evitarlo ma non riuscivo a capire il suo comportamento.

 

Non sopportava Stefan e questo mi era chiaro però il suo comportamento era esagerato. Sembrava quasi geloso. Dovevo ammettere che una “piccolissima” parte di me ne sarebbe pure stata felice ma ormai avevo capito che per lui ero solo un'amica.

 

 

Per anni mi ero illusa che tra me e lui potesse nascere una storia d'amore, avete presente quelle storie leggendarie di amori eterni che sfidano il mondo intero??

 

Con Damon al mio fianco sarei stata pronta a sfidare il mondo.

 

Qualche anno fa avevo la speranza che un giorno Damon si sarebbe accorto di amarmi, per me lui era perfetto e speravo che anche lui potesse vedere in me qualcosa che io stessa non ero in grado di vedere.

 

Ero stata sul punto di dichiarare a lui i miei sentimenti, poi era arrivata Katrine.

 

Katrine era più grande di noi, era bellissima, ma soprattutto era coraggiosa, decisa, spontanea, affascinante, divertente e Damon aveva perso la testa per lei.

 

La loro storia era durata solo sei settimane, lei poi era partita per il college, lasciando Damon e Mistic Falls.

 

Damon aveva sofferto molto dopo la sua partenza ed io ero stata costretta a consolarlo, ma non è stata questa la parte più dolorosa, quanto la consapevolezza che io e lei non avessimo nulla in comune.

 

Io avevo molte qualità ma non ero come lei, lei era diversa da tutte le altre.

 

Damon era destinato ad una donna eccezionale ed io ero destinata a rimanere per sempre la sua migliore amica.

 

Ormai avevo accettato questo fatto, in seguito avevo anche avuto una storia bellissima con Stefan, l'avevo amato e anche se era finita male non potevo dimenticare il meraviglioso periodo vissuto con lui.

 

 

 

 

 

Scesi di sotto, con la speranza che la cena fosse pronta in modo da andare a dormire presto, ero distrutta.

 

-MAMMA!!!!!!!!!!!!!!-

 

Incredibile, non c'è mai limite al peggio!!

 

Arrivata in cucina trovai mia madre avvinghiata al mio professore preferito: Alaric Salrzman.

 

-Elena- sbottò mia madre staccandosi rapidamente da lui – non mi ero resa conto che fossi tornata-

 

-Lo vedo.....buona sera professore-

 

-Signorina Gilbert- mi salutò lui imbarazzato.

 

-Forse è meglio se vado a farmi un giro- dissi prima di uscire dalla cucina.


Ero completamente in imbarazzo. Avevo appena beccato mia madre che baciava appassionatamente il mio professore, che schifo!!


Presi la giacca, avevo bisogno di prendere aria, fuori da quella casa.

 

-Tesoro- mia madre mi raggiunse sul portico.

 

-Vedo che tu e il mio professore andate d'accordo- sbottai acida -spero almeno di guadagnarci un nove in pagella-
 

-mi dispiace volevo dirtelo, ma è successo tutto così in fretta...e poi avevo paura che la cosa potesse turbarti, con quello che è successo nell'ultimo periodo, non volevo caricarti di ulteriori preoccupazioni-

 

-ti piace??- le chiesi.

 

-mi piace molto- ammise.

 

Mi lanciai verso di lei per abbracciarla -allora va bene, meriti di essere felice mamma.-


Ero proprio una brava figlia, matura e comprensiva.
 

-torni dentro a cenare con noi??-


Non così matura però...
 

-adesso non esageriamo e poi credo che vi meritiate una seratina romantica-

 

-sei sicura??-

 

-si, però ti prego chiudetevi in camera la prossima volta, certe scene mi levano l'appetito- dissi con un' espressione disgustata.

 

Mia madre mi tirò una spallata -promesso-

 

 

 

 

 

Iniziai a vagare, ottima idea uscire di casa quando non si hanno posti dove andare!!!

 

Avrei potuto chiamare Matt ma non volevo disturbarlo, così continuai a vagare come uno zombie.

 

 

-Lo sai che qualcuno potrebbe prenderti per una ladra se continui a girare furtiva per il quartiere a quest'ora??-

 

Una voce sarcastica mi sorprese alle spalle.

 

-vorrei vedere te se avessi appena trovato tua madre ad amoreggiare in cucina con il professore di storia-

 

-Jenna ed Alaric??- mi chiese Damon con un sorrisino malizioso sul viso -questa città non smette mai di sorprendermi- Aggiunse con una risata.

 

-beato te che lo trovi divertente-

 

-non fare quella faccia Elena, tua mamma è grande e vaccinata, e poi tutti devono soddisfare i loro bisogni-

 

-Damon!!- sbottai -non ho alcuna intenzione di intraprendere una conversazione sui...bisogni di mia madre!!!!-

 

Lui rise del mio evidente imbarazzo.

 

-disse la ragazza che ha creduto fino a dodici anni alla storia della cicogna-

 

-molto divertente!!!!! E poi non era colpa mia, mia madre è sempre stata brava ad inventarsi storie credibili-

 

lui rise -andiamo mia dolce ed ingenua fanciulla, ti offro una pizza-

 

-vada per la pizza, tutto pur di non tornare in quella casa, dopo aver parlato con te credo che non riuscirei a guardare mia madre senza arrossire-

 

-certo e poi dobbiamo dare tempo a loro per...divertirsi- disse malizioso trattenendo una risata.

 

-Ridi cretino, che prima o poi mi vendico-

 

 

 

NOTE:

 

 

Scusate il ritardo ma ieri sera non sono riuscita a terminare il capitolo, comunque adesso è pronto, spero che possa piacervi!!!

 

Ringrazio tutti coloro che leggono silenziosi, chi ha messo la storia tra le preferite e tutte le ragazze che l'hanno messa tra le seguite.

 

Infine un grazie speciale a tutte le fantastiche ragazze che mi hanno lasciato una recensione, non potete sapere quanto le vostre parole mi rendano felice!!!

 

militerni

MissKatherin

Delena85

Defan64

feditrimb

giorgiet

 

Grazie mille a tutte voi!!!!!!!!!!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9






Ero davanti allo specchio che mi lavavo i denti mentre ripensavo alla sera prima.

 
Avevamo mangiato e gli avevo raccontato di Bonnie, all'inizio mi era stato ad ascoltare limitandosi a pormi delle domande, dimostrandosi maturo e comprensivo. Poi, dopo qualche bicchiere di vino avevamo iniziato ad inventarci le teorie più assurde, una delle quali prevedeva che la mia migliore amica fosse una spia.

Ovviamente questa, tra le varie teorie, era la più plausibile, quindi potete immaginare le altre.

Com'era possibile che bastasse una semplice serata con Damon per farmi tornare il sorriso??





Scesi in cucina per fare colazione.

-Tesoro ti ho preparato il tuo piatto preferito: frittelle ai mirtilli e se vuoi ti posso anche lasciare la macchina per andare a scuola questa mattina-

-Grazie mamma, ma vado con Damon-

Chi l'avrebbe mai detto che beccare mia mamma con il professore mi avrebbe concesso tutti questi benefici???

-Ok...per ieri sera..-

-mamma ti ho detto che va bene, sono davvero felice per te, ma non provare a comportarti male con lui, è il mio ultimo anno di scuola e non vorrei essere bocciata in storia a causa tua-

Lei rise -affare fatto e questa sera parlerò a Rick di quel nove in pagella-

Scoppiai a ridere -lo sai che questa si chiama corruzione-

-farei questo ed altro per la mia bambina-






Ero in macchina con Damon, stavamo ascoltando la musica in silenzio, rilassati.

-Damon hai superato la scuola-

-ma come siamo argute di prima mattina- mi canzonò lui con un sorrisetto.

-dove stiamo andando?- gli chiesi irritata -Damon non voglio fare tardi-

-non faremo tardi, e sai perché??-

-sentiamo- borbottai.

-oggi io e te saltiamo la scuola e andiamo al mare-

-tu sei scemo, torna subito indietro-

-Elena certe volte sei davvero noiosa, prova a lasciarti andare. Lo dico per te, con tutti questi casini stai diventando una zitella acida-

-Zitella acida????????-

Mi aveva chiamata zitella acida??????????

-esatto- rispose con un sorrisetto divertito -ma sei anche fortunata: hai me! Ci penso io a riportarti sulla retta via-

-questo è rapimento Damon- Brontolai anche se l'idea del mare si stava facendo spazio nella mia mente.

-chiamalo come vuoi ma adesso io e te ci facciamo una bella gita!!!-









-abbiamo la spiaggia tutta per noi-

-ci credo è aprile, quale idiota va al mare con questo freddo??-

-ora taci piccola saputella- disse prendendo un asciugamano dal suo zaino e stendendolo a terra.

-hai pensato a tutto-

-certo, ho portato anche una pozione contro il freddo- disse con un sorrisetto furbo tirando fuori una fiaschetta da vero alcolizzato –serve solo in caso di emergenza-

-non ci credo, tu non sei normale- dissi sedendomi sul telo accanto a lui.

-la normalità è sopravvalutata-

Sorrisi, sulla spiaggia, con Damon al mio fianco, la vita diventava bellissima.

-ora mi devi raccontare tutto-

-di cosa stai parlando?-

-ti hanno lasciata dormire questa notte???- mi chiese con un sorrisetto malizioso.

 Farmi imbarazzare stava diventando il suo passatempo preferito.

-la smetti Damon, stiamo parlando di mia madre!!!-

-vero- disse facendosi pensieroso.

Chissà quale idiozia stava macchinando nel suo cervello bacato.

-incredibile tua mamma ha una vita sessu..sentimentale più intensa della tua, dovresti cercare di rimediare-

-molto simpatico, ma io a differenza di qualcuno, non vado a letto con chiunque respiri-

-forse, ma devo ancora capire i tuoi criteri di selezione...il fatto che sia un po' idiota fa parte dei criteri oppure hai fatto un'eccezione solo per Stefan?-

-direi di abbandonare l'argomento Stefan, non ho voglia di litigare-

-non posso che dichiararmi d'accordo-

Alzai gli occhi al cielo.

-comunque tornando al discorso di prima se hai bisogno di un aiuto per competere con la mamma io sono sempre disponibile- mi disse malizioso facendomi diventare tutta rossa.

-lo terrò presente- borbottai cercando di mascherare il mio imbarazzo.

Mentre la mia metà razionale cercava di mantenere un contegno, una vocina nel mio cervello mi urlava: ACCETTA LA PROPOSTA!!!!

Oh mio dio, ma stavo diventando matta! Pensare a certe cose non migliorò la situazione, facendomi arrossire.

-stai forse valutando la mia offerta??- mi chiese malizioso ma anche incuriosito dal mio improvviso silenzio.

-ma sei scemo!!!neanche fossi l'ultimo uomo sulla terra!!!-

Che bugiarda che ero!!!!!!!



-andiamo a sentire la temperatura del mare- disse lui all'improvviso alzandosi e prendendomi per un braccio.

-te lo posso dire io com'è....fredda!!!!!!- sbottai ma lui, ignorando le mie lamentele, mi stava trascinando verso la riva.



Eravamo appena arrivati a pochi metri dal mare e si era già levato le scarpe e la maglia.

Oh mer...cavoli!!!

-Da....Damon che vuoi fare??- gli chiesi vedendo che si stava sfilando i pantaloni.

Non accettare la sua proposta di prima non fu mai difficile come in quel momento!

-ho il costume sotto- disse con un sorrisetto divertito di fronte alla mia faccia che ormai era diventata di un color porpora.

-buon per te, io no quindi se hai intenzione di gettarmi in mare, è la volta buona che ti uccido-

Lui si avvicino a me con un ghigno maligno disegnato sul viso.

-Damon stai lontano da me!!-

Ma lui ignorando le mie parole mi si fiondò addosso prendendomi in braccio -non hai detto perfavore!!!!- mi canzonò facendomi girare in tondo con lui.

Il suo piano era forse quello di farmi vomitare?

-lasciami- urlai.....e così fece, facendomi atterrare con il sedere sulla sabbia umida.

-maledetto-

-ho fatto quello che mi hai chiesto- si giustificò cercando di rimanere serio.

-Scappa Damon- dissi iniziando a correre verso di lui – questa volta sei morto!!-

Ed eccoci di nuovo come due bambini, impegnati a farci i dispetti e rincorrerci per la spiaggia.



Alla fine ci ritrovammo pieni di sabbia e bagnati, con gli addominali doloranti per le troppe risate.

-Tregua- urlai avvicinandomi a lui con sautela -sono fradicia ed ho freddo-

-Ok- disse vittorioso -ho vinto!!!!-
 
-non hai vinto-

-Elena dovresti imparare ad accettare le sconfitte con più classe-

Gli tirai un pugno sulla spalla.

-vedi, è di questo che stavo parlando, diventi violenta-

Risi e mi strinsi da sola con le braccia, stavo morendo di freddo.

Damon si accucciò a prendere un secondo asciugamano dallo zaino.

-vieni qui- mi disse tirandomi per una braccio e portandomi a pochi centimetri da lui -hai i vestiti fradici-

Io rimasi a fissarlo in silenzio, il suo sguardo si era fatto intenso, lasciandomi senza parole.

-lascia fare a me- Damon con delicatezza prese i lati inferiori della mia maglietta ed io mi ritrovai ad alzare le braccia per lasciarmi svestire da lui.

Mi guardò per un attimo stupito, poi iniziò a sfilarmela con estrema lentezza.

Io rimasi immobile, senza staccare gli occhi dai suoi, lasciando che lui mi spogliasse come fossi una bambola.

Una volta sfilata la strinse nella mano senza smettere di guardarmi.

Una strana tensione ci avvolse, non c'era imbarazzo tra noi in quel momento, non c'era nulla al mondo se non io e Damon mezzo nudi che ci guardavamo confusi.

Era come se per magia il resto del mondo fosse scomparso, lasciandoci soli.

-ecco- disse con voce roca dopo qualche secondo avvolgendomi nell'asciugamano -con questo dovresti scaldarti-

-Damon- sussurrai -io...-

Il rumore del mio cellulare ruppe l'incantesimo. Maledizione!!!

-pronto, ciao mamma....cosa??.....scusa......mi dispiace....ok...arrivo-

Damon mi guardò preoccupato -che succede??-

-mia ha madre ha sentito Alaric-

-siamo stati beccati?-

-esatto, fine della gita-






Ero in punizione!!! Incredibile non ero mai stata messa in punizione, mia madre non era mai stata molto severa, lei era una di quelle madri comprensive che usano il senso di colpa per punirti.

Questa volta però era davvero arrabbiata, più per la bugia che per il fatto che avessi saltato la scuola, e vedermi tornare a casa mezza bagnata non aveva contribuito a migliorare la mia situazione.




-Elena- la voce di mia madre mi sorprese dietro la porta.

-avanti- le dissi titubante pronta a sorbirmi una seconda sfuriata.

Mai madre però non sembrava più arrabbiata, anzi sembrava preoccupata.

-che succede?- le chiesi.

-Ero nello studio che stavo mettendo via le ultime cose di tuo padre...-

Da quando papà era partito Jenna non era ancora riuscita a sbarazzarsi delle sue cose, probabilmente perchè quella sarebbe stata la prova definitiva che lui non sarebbe più tornato, così si era limitata a radunare tutta la sua roba in delle scatole e a chiuderle nel suo studio.

Lo so che può sembrare stupido, era chiaro a tutti che mio padre non sarebbe tornato, ma noi avevamo bisogno di sperare, perchè l'unica cosa peggiore di perdere qualcuno che ami è perdere la speranza. Quando tutto va male, la speranza è l'unica cosa che ti aiuta ad andare avanti.


-Elena ho trovato un biglietto, è per te-  

-da papà??- le chiesi.

-si- mi passò il biglietto -sembra essere una brutta copia, probabilmente non ha avuto il coraggio di finirlo...ti lascio sola-


La data sul biglietto era del giorno prima che mio padre partisse, abbandonandomi per sempre.

“Mia piccola Lena,
probabilmente quando leggerai le mie parole io sarò già lontano,
vorrei essere in grado di rispondere alle tue domande....vorrei dirti
che tornerò presto da te, ma sarebbe una bugia....... Ho fatto molti
errori nella mia vita e stare lontano da te, da Jeremi, da tua madre
sarà la mia punizione....
Non chiedo il tuo perdono o la tua comprensione ma
vorrei che sapessi che ti amerò sempre, te e tuo fratello sarete sempre
nel mio cuore insieme alla colpa che mi accompagnerà per tutta la vita....
Non ti fidare di Bonnie, lei non è come sembra, lei...”



NOTE:


Per prima cosa volevo dirvi che nella lettera i puntini sono stati messi per indicare pezzi di frasi cancellate dal padre e quindi illeggibili. La lettera era una brutta copia e non è mai stata terminata.

Comunque, vi piace il capitolo???   ( Lo spero, in alcune parti non mi convince molto =/ )

Il mistero si fa sempre più complesso, chissà cosa sapeva il padre di Elena su Bonnie???

Se volete scoprirlo continuate a seguirmi!!! = )

Adesso passiamo ai ringraziamenti!!!!!!

Ringrazio tutti coloro che leggono silenziosi, chi ha messo la storia tra le preferite e tutte le ragazze che l'hanno messa tra le seguite.

E un grazie speciale alle stupende ragazze che hanno recensito!!

Sunao
MissKatherin
Delena85
feditrimb
giorgiet
Kitsune4573

Al prossimo capitolo!!!!!!!!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

 

 

 

 

Avevo riletto quella lettera circa un milione di volte, nella vana speranza che prima o poi le sue parole acquisissero un senso.

 

“non ti fidare di Bonnie, lei..”

 

Lei cosa??? Cosa voleva dirmi mio padre? Perchè non aveva finito di scrivere quel maledetto biglietto??

 

Che collegamento poteva mai esserci tra la mia migliore amica e mio padre???

 

Lui aveva cercato di mettermi in guardia su di lei, ma perchè?

 

Domande, domande e ancora domande ma nessuna risposta!

 

Avevo passato la notte sveglia a rovistare tra le cose di mio padre ma non c'era niente d'interessante, solo stupidi documenti senza significato e conti da pagare.

 

-Elena, sono quasi le otto- disse mia madre entrando con cautela nello studio e guardandomi come se le facessi una gran pena.

 

Odiavo quello sguardo! Era lo sguardo con cui mi avevano guardato tutti per mesi dopo la partenza di mio padre, era lo sguardo con cui avevano continuato a guardarmi dopo la morte della mia amica.

 

Io non volevo fare pena a nessuno, non volevo essere considerata debole perché per accettare di essere vulnerabili bisogna essere forti ed io...io no ero abbastanza forte..

 

Ok, il sonno mi stava dando alla testa.

 

-adesso vado a scuola-

 

-Tesoro dovresti riposare un po', forse potresti rimanere a casa-

 

-Sto bene- dissi secca alzandomi -meglio che vada a vestirmi, si sta facendo tardi-

 

-Vuoi parlare con me del contenuto del biglietto?-

 

-l'hai letto??-

 

-no, era per te, non per me- mi disse senza riuscire a nascondere la sua delusione.

 

-c'erano scritte solo stupidaggini, lui se ne è andato mamma, tu meriti molto di più di una stupida lettera di scuse e anche noi-

 

-tesoro tuo padre ci voleva bene-

 

-forse, ma non abbastanza- dissi e me ne andai.

 

Non volevo parlare di mio padre con lei, sapevo che ogni mia parola la feriva ma ero troppo arrabbiata e la rabbia, si sa, non è mai una buona consigliera.

 

 

 

 

-Tua madre ti ha messa in punizione??- Mi chiese Damon quando salii in auto.

 

-esatto-

 

-Incredibile, la perfetta Elena Gilbert in castigo, sono molto fiero di te-

 

-Grazie- gli dissi sincera malgrado il suo strambo complimento -sono veramente stufa di essere perfetta, al diavolo!!-

 

-così mi piaci-

 

-questa è la nuova Elena-

 

-che ne è stato della vecchia??-

 

-mi aveva rotto così ho deciso di chiuderla in cantina-

 

-un po' mi mancherà-

 

Ma se era proprio lui a dire che dovevo lasciarmi andare, mi aveva anche paragonata ad una zitella acida.

 

-davvero??- gli chiesi scettica.

 

-la vecchia Elena sarà stata anche una gran rompiscatole ma era la mia migliore amica-

 

Sorrisi, a volte Damon diceva delle cose bellissime con una semplicità disarmante.

 

-magari potrei farla uscire ogni tanto-

 

-mi sembra un giusto compromesso-

 

-Secondo te riusciremo mai a scoprire tutta la verità?- gli chiesi dopo qualche minuto dando voce ai miei pensieri.

 

Damon si girò verso di me, stava studiando la mia espressione, come se volesse leggermi l'anima.

 

-Elena, tu se ci provi puoi fare tutto quello che vuoi, devi solo credere in te stessa-

 

-tu credi davvero in me, Damon?-

 

I suoi occhi mi inchiodarono, stupendomi per la loro intensità -tu sei l'unica persona al mondo che non mi ha mai deluso-

 

Gli sorrisi mentre il mio cuore accelerava i suoi battiti, la semplicità con cui aveva pronunciato quella frase mi aveva lasciata senza fiato, di nuovo.

 

-Grazie Damon-

 

 

 

 

 

Ero in corridoio avevo appena terminato la lezione di Letteratura, quando Caroline mi si avvicinò.

 

-Elena, mi dispiace essere fuggita l'altro giorno quando volevi parlarmi di Bonnie, io...-

 

-non preoccuparti-

 

-mi dispiace davvero-

 

-Car smettiamola con questa farsa, tu sai qualcosa che ovviamente non mi vuoi dire, non posso obbligarti a parlare ma almeno non fingere di essermi amica-

 

-Ele...io....non sto fingendo, tu e Bonnie eravate le mie più care amiche-

 

-allora dimmi la verità, cosa pensavi che ti chiedessi??-

 

Silenzio, non mi avrebbe detto la verità, lo sapevo ed ero stufa, non sarei riuscita a tollerare altre bugie.

 

-ciao Caroline-

 

Mi allontanai da lei senza darle il tempo di ribattere, avevo solo voglia di tornare a casa.

 

-Elena- Matt venne verso di me -cosa succede? Ti ho vista discutere...-

 

-niente Matt, sono solo stanca, non ne posso più di tutte queste bugie-

 

-lo sai che puoi contare su di me, se vuoi oggi possiamo uscire, ti potrei aiutare a distrarti??-

 

-non posso- Ero in punizione ma la verità era che volevo stare sola.

 

L'espressione triste di Matt però mi fece sentire una vera stronza.

 

-sono in punizione- aggiunsi cercando di rimediare -facciamo un'altra volta?-

 

-ok- ed ecco che un sorriso tornava ad animare il viso del mio amico.

 

Con la morte di Bonnie ci eravamo molto avvicinati, Matt era sempre stato un tipo timido e riservato ma, quando ho avuto bisogno di lui, mi è stato accanto e non me ne sarei mai dimenticata.

 

-A presto Matt- lo salutai dolcemente prima di andarmene.

 

 

 

 

Vi è mai capitato di essere talmente distratti da leggere cinquanta volte la stessa riga??

 

Ero quello che stava capitando a me, mentre sdraiata sul mio letto provavo a concentrarmi sulla tragedia di Romeo e Giulietta.

 

“Che cos'altro è l'amore, se non una pazzia molto discreta, una amarezza che soffoca, e una dolcezza che fa bene? “

 

Ero troppo distratta dalla mia vita per preoccuparmi di quella degli altri.

 

O Romeo, Romeo...perchè non la smetti di importunare la povera Giulietta e non mi dici chi ha ucciso la mia amica???

 

Perfetto, stavo prendendo in giro un capolavoro letterario!!!

 

Decisi di scendere di sotto e di lasciare in pace Shakespeare per il momento.

 

 

 

 

-ciao Jer- dissi vedendo mio fratello -stai uscendo?-

 

-Si, mi vedo con Anna tra poco-

 

lo guadai con un sorrisetto -è la tua fidanzatina??-

 

-non sono più un bambino Elena e tu non sei una donna vissuta- mi fece notare quel moccioso di mio fratello.

 

-molto gentile- borbottai.

 

Stava per uscire ma, un attimo prima di spalancare la porta, si bloccò.

 

-Hai trovato una lettera di papà??- mi chiese titubante.

 

-si- ammisi.

 

-lui ti manca?-

 

Quella domanda mi sorprese, lasciandomi spiazzata.

 

-si....no...non più-

 

-è giusto che ti manchi Elena, non c'è niente di male, manca anche a me-

 

Da quando il mio fratellino era diventato più maturo di me??

 

-è vero, certe volte mi manca molto-

 

-lo so- mi disse Jer con un sorriso -A dopo Elena-

 

-Ciao Jer-

 

Rimasi a fissare la porta dalla quale era appena uscito il mio fratellino di tredici anni con un sorriso stampato sul viso, mio fratello era cresciuto molto nell'ultimo periodo, era diventato un uomo ed ero così fiera di lui.

 

E' quando tutto va male che le persone che ami ti sorprendono e tu non puoi fare altro che guardare una porta chiusa con un sorriso da scema sul viso.

 

Possibile che avessi bisogno del mio fratellino per ammettere a me stessa quanto mi mancasse mio padre?

 

Ero davvero un caso senza speranza!

 

 

 

Mi sdraiai sul divano con l'intenzione di staccare il cervello per qualche ora davanti ad un programma televisivo, ma prima che potessi accendere il televisore, qualcuno suonò il campanello, rovinando i miei piani.

 

Andai ad aprire sbuffando.

 

-Caroline- dissi stupita, era l'ultima persona che mi sarei immaginata di trovare di fronte alla mia porta.

 

-avevi ragione, sono bugiarda Elena, ma tu non sai quanto...sono una persona orribile-

 

-Car calmati- Era davvero distrutta, provai una gran pena per lei.

 

-tu non capisci Elena, avrei dovuto dirtelo prima ma...non potevo perdere Tyler-

 

Era sull'orlo delle lacrime.

 

-non capisco-

 

-Bonnie-




“Prima o poi gli occhi si apriranno, e la realtà farà la sua entrata in scena. Bella o brutta che sia.”

 

 

NOTE:

(La frase finale ovviamente non è mia ma mi piaceva e la trovavo azzeccata)
 

Capitolo di passaggio ma necessario, mi scuso se l'avete trovato noioso : (  ....spero di farmi perdonare con il prossimo capitolo che devo ammettere a me piace molto (per essere più precisi mi è piaciuto molto scriverlo ma, se è bello, lo lascerò decidere a voi).

 

Tornando a questo capitolo, cosa nasconde la nostra cara Caroline??... si accettano scommesse = )

 

Voi cosa ne pensate? Quale terribile verità sta per confessare ad Elena?

 

 

Volevo ringraziarvi tanto per le vostre recensioni perché siete fantastiche e mi rendete tanto felice, non potete capire quanto!!!!!! =)

 

MissKatherin

Delena85

feditrimb

giorgiet

militerni

giuliy

OoO_Giulietta_OoO

Antonietta92

 

Ringrazio anche coloro che leggono silenziosi, chi ha messo la storia tra le preferite e tutte le ragazze che l'hanno messa tra le seguite.

 

 

Grazie mille a tutte!!!!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11





 

 

“Prima o poi gli occhi si apriranno, e la realtà farà la sua entrata in scena. Bella o brutta che sia.”

 

 

-Caroline- dissi stupita, era l'ultima persona che mi sarei immaginata di trovare di fronte alla mia porta.

 

-avevi ragione, sono bugiarda Elena, ma tu non sai quanto...sono una persona orribile-

 

-Car calmati- Era davvero distrutta, provai una gran pena per lei.

 

-tu non capisci Elena, avrei dovuto dirtelo prima ma...non potevo perdere Tyler-

 

Era sull'orlo delle lacrime.

 

-non capisco-

 

-Bonnie-

 

-Entra, ti offro qualcosa da bere e mi racconti tutto-

 

-no, appena ti dirò la verità tu mi odierai....Elena tuo padre non voleva abbandonarti, lui aveva fatto dei casini al lavoro, aveva preso in prestito dei soldi da alcuni clienti e poi li aveva persi tutti...

Non so come Bonnie abbia fatto a scoprirlo, ma lo sapeva ed ha ricattato tuo padre...avrebbe detto tutto alla polizia, se lui non avesse abbandonato all'istante la città-

 

-perchè??-

 

-non lo so Elena....avrei voluto dirti la verità quando l'ho scoperta ma Bonnie mi ricattava, se ti avessi detto qualcosa, lei avrebbe detto a Tyler che io.....non volevo perderlo...-

 

Ero senza parole, confusa distrutta, ascoltavo le parole di Caroline ma era come se non fossi lì, mi sentivo come uno spettatore di fronte ad una vita che non poteva essere la mia.

 

-..ho tradito Tyler Elena, ero ubriaca, stupida, avevamo litigato, ma non è questo il punto...l'avevo detto solo a Bonnie e lei mi ha minacciata di dirglielo se io ti avessi detto la verità su tuo padre...-

 

Caroline parlava a raffica, alternando ogni parola con un singhiozzo mentre io la guardavo cercando un senso a quell'assurda verità.

 

-quando Bonnie è morta volevo dirti la verità ma avevo paura, paura che parlando avrei perso tutto....non voglio più avere paura Elena, tu meriti di sapere che tuo padre non ti avrebbe mai lasciata, mai-

 

 

 

 

 

 

Ero sconvolta, tutta la mia vita era diventata un'enorme bugia, sembrava che uno scrittore folle si stesse divertendo alle mie spalle.

 

Non riuscivo a pensare perché tutto quello che passava per la mia testa era come se mi colpisse dritto al cuore, facendolo sanguinare.

 

Ma perché Bonnie mi aveva fatto una cosa del genere??

 

Mi passarono nella mente tutti i pomeriggi che avevo passato con lei dopo la partenza di mio padre, io che mi chiedevo disperata come avesse potuto abbandonare la sua famiglia e lei che mi consolava.

 

Ma come poteva starmi accanto quando era stata lei a farlo scappare da me??

 

Scrissi in fretta un biglietto a mia madre, per avvertirla che non avrei dormito a casa quella notte. Non me la sentivo di vedere lei e Jeremi sapendo che era stata la mia amica a portare via da noi nostro padre.

 

 

 

 

Damon, era da lui che stavo andando, era di lui che avevo bisogno.

 

La cameriera mi fece entrare e notai che, come al solito, i genitori di Damon non erano in casa così corsi in camera sua.

 

Spalancai la porta e, appena incontrai i suoi occhi blu, tutto il dolore e le lacrime che avevo represso sembrarono uscire dal mio controllo.

 

I miei occhi si inondarono di lacrime, lacrime di sofferenza, lacrime di rabbia, lacrime salate che bagnarono la camicia del mio amico.

 

Damon infatti, senza dire niente, mi aveva presa in braccio, stringendomi a lui e portandomi sul suo letto.

 

Si sdraiò con me stretta al suo petto, continuando a stringermi in silenzio mentre sfogavo il mio dolore su di lui, non disse una parola, non mi fece domande, si limitò ad accarezzare i miei capelli e a cullarmi come fossi una bambina.

 

Non c'era bisogno di parole, Damon mi stava proteggendo, mi stava consolando, mentre il mio pianto faceva da sottofondo di fronte alla forza del nostro amore.

 

Perchè forse non mi avrebbe mai amata come io amavo lui ma non importava, quello che sentivo stretta tra le sue braccia era amore. Lo stesso amore che avevo sempre sognato, quel genere d'amore che sfida il mondo intero.

 

Non ricordo esattamente per quanto tempo siamo rimasti così, stretti l'uno all'altra.

 

 

-grazie- sussurrai senza staccarmi da lui.

 

-ne vuoi parlare??-

 

Gli raccontai tutto, e lui rimase in silenzio giocando con i miei capelli.

 

-mi dispiace-

 

-Damon non lo rivedrò mai più, come ha potuto Bonnie farmi una cosa del genere?-

 

-non lo so-

 

-la odio Damon, che persona è una che odia la sua migliore amica morta??-

 

-questo vuol dire essere umani Elena, hai il diritto di essere arrabbiata-

 

-odio anche mio padre, adesso ho capito perché se ne è andato ma....perchè non ha lottato per noi???

Damon perché non ero abbastanza importante per lui??-

 

-sai cosa mi ha detto una ragazzina saggia un giorno in cui ero triste per le continue assenze dei mie genitori??-

 

-Cosa??-

 

-i genitori certe volte sono idioti, non è colpa nostra ma loro, non lasciare che ti facciano dubitare di te stesso, tu sei fantastico e se per caso ti venissero dubbi vieni da me, te lo ricorderò ogni volta che vorrai-

 

Erano le mie esatte parole -come fai a ricordartelo?? saranno passati anni-

 

lui sorrise -E' a queste parole che penso ogni volta che mio padre parte per mesi e mia madre si ubriaca per colmare il vuoto.-

 

-Stai cercando di dirmi quanto sono fantastica?-

 

-una cosa del genere- ammise lui con un sorriso.

 

-mi dispiace Damon, i tuoi genitori sono dei veri stronzi-

 

-vero- ammise lui con una risata amara -ma io ho te, Elena-

 

-sempre- sussurrai.

 

-ora dovresti dormire-

 

-posso rimanere con te??- gli chiesi non avevo la forza per staccarmi da lui.

 

-certo-

 

Sorrisi e, senza riflettre, mi strinsi a lui, facendo aderire perfettamente i nostri corpi, all'iniziò lui s'irrigidì ma poi allargò le braccia ed i mi ritrovai con la testa appoggiata al suo petto.

 

-buona notte Damon-

 

-buona notte Elena-

 

 

 

 

Mi svegliai da sola nel letto di Damon, Mi guardai intorno confusa poi decisi di scendere a cercarlo.

 

Arrivata in cucina lo trovai che trafficava ai fornelli.

 

-da quando sai cucinare??-

 

-buon giorno raggio di sole- disse allegro girandosi verso di me.

 

-cosa sono quei robi??- gli chiesi indicando delle palline informi che navigavano nella padella.

 

-uova bruciate, con latte e una specie di marmellata di albicocche scaduta-

 

-volevi avvelenarmi??-

 

-in verità volevo prepararti delle frittelle per colazione ma credo di non essere portato per la cucina-

 

Risi -ti offendi se butto via il tuo capolavoro culinario e preparo qualcosa di commestibile??-

 

-non vedevo l'ora che lo dicessi- Damon buttò via il contenuto della padella -cosa mi prepari di buono??-

 

Iniziai a guardare nella credenza in cerca d'ispirazione, fino a che non trovai un barattolo di nutella -crepe al cioccolato- esclamai con entusiasmo.

 

-sei la mia eroina-

 

-allora tu prepari il caffè, io le crepe-

 

-affare fatto-

 

-succo d'arancia o all'ananas??- Mi chiese rovistando nel frigo.

 

-arancia-

 

 

 

 

In dieci minuti avevamo preparato una colazione degna di un hotel a cinque stelle.

 

-sarà la cucina a salvarti da una triste vita da zitella-

 

-sarebbe un complimento??-

 

-io ti sposerei solo per come cucini- disse con un'alzata di spalle.

 

-e noi donne che perdiamo tempo a farci belle quando basta un po' di cioccolato per trovare marito-

 

Lui mi sorrise sghembo -non sposerei qualunque ragazza solo perché sa cucinare, ritieniti molto fortunata-

 

-me ne ricorderò- tagliai corto.

 

Era meglio cambiare argomento visto che una parte di me stava già pensando all'abito da sposa. Secondo voi Damon preferirebbe un vestito tradizionale o qualcosa di più particolare??

 

Basta, stavo esagerando, il mio cervello andava per i fatto suoi.

 

-Damon secondo te lo rivedrò mai, mio padre??-

 

Lui abbandonò la forchetta e puntò i suoi occhi su di me -Elena, devo confessarti una cosa-

 

-sentiamo- dissi titubante.

 

-io so dove si trova tuo padre-

 

-cosa??????'come???-

 

-quando è partito l'ho fatto cercare da un investigatore privato, sapevo che prima o poi tu l'avresti voluto trovare, tu sei Elena, non avresti rinunciato a tuo padre per sempre...ma più tempo passava e più sarebbe stato difficile ritrovarlo, e tu eri troppo arrabbiata per cercarlo così l'ho fatto io-

 

-Damon-

 

-lo so, non avrei dovuto mentirti ma prima di conficcarmi la forchetta nel cuore...-

 

-è la cosa più dolce che qualcuno abbia mai fatto per me- dissi senza dargli il tempo di finire la frase, ero commossa.

 

-Elena non provare a piangere ancora, hai già inondato la mia camera, risparmia almeno la cucina-

 

Senza preavviso mi lancia verso di lui avvolgendo le mie braccia attorno al suo collo.

 

-Grazie Damon- sussurrai....Ti amo....

 

 

NOTE:

 

Ciaoooo, per prima cosa questa volta volevo ringraziare tutte le ragazze che hanno recensito perchè siete stupende e per poco non mi sono commossa leggendo le vostre parole, grazie davvero!!!!!!!

 

Cosa ne pensate di questo capitolo?? E di quello che le ha confessato Caroline???

 

Lo so, non c'è stata molta azione ma la nostra povera Elena aveva bisogno di un capitolo per sfogarsi e piangere un po,' dopo tutto ne ha il diritto, almeno ha avuto accanto Damon, che secondo me è stato dolcissimo. Fatemi sapere la vostra opinione = )

 

Spero di non avervi deluse perché, dopo tutti i vostri complimenti, mi sta venendo un po' d'ansia = )

 

Volevo avvisare che probabilmente in settimana non riuscirò a postare tutti i giorni , scusate, però prometto di fare il possibile.

 

Ancora grazie a tutte voi!!!!!!!!!!!!!!!!!!

( un ultima domanda: secondo voi sono stata troppo sdolcinata? non vorrei aver esagerato.)

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

 

 

 

“ Specchio, specchio delle mie brame chi è la ragazza più bella del reame?”

 

Anche se nel mio caso sarebbe stato più giusto dire: “ Specchio, specchio delle mie brame, chi è la ragazza più confusa del reame?”

 

Ecco, era sicuramente più appropriato perchè guardandomi allo specchio quella mattina non riuscivo quasi a riconoscermi, ma una cosa era certa la ragazza che mi osservava riflessa nello specchio non ero io.

 

Chili di correttore non avrebbero mai coperte quelle orribili occhiaie, e nessun trucco sarebbe riuscito a restituirmi la serenità, così dopo una passata di fard abbandonai la mia stanza.

 

Era passata circa una settimana da quando avevo fatto quella terribile scoperta e dopo molte notti insonni avevo deciso di lasciar perdere, certe volte, quando la verità è troppo dolorosa, è meglio non sapere.

 

Non giudicatemi per questa mia decisione, ero ferita ed arrabbiata e, al momento, mi sembrava l'unica strada percorribile.

Che gusto c'era a correre se una volta arrivata al traguardo non c'era nessun premio ma solo dolore e delusione??

 

Mio padre mi aveva abbandonata, non contano le sue ragioni, perché queste non cambiano i fatti, li rendono solo più difficili da accettare.

 

E Bonnie, ogni passo verso la verità, era un passo che mi allontanava da lei, le mie indagini non mi avevano portata da nessuna parte, avevo solo rovinato ogni ricordo che mi era rimasto di lei.

 

 

 

 

 

 

Scesi le scale, non avevo fame ed ero in ritardo quindi saltai la colazione e corsi fuori, dove Damon mi stava aspettando.

 

Da quella notte trascorsa al suo fianco Damon non mi aveva più abbandonata, a dire la verità le sue continue attenzioni mi stavano soffocando, non fraintendetemi stare con Damon era la cosa più bella per me, ma nascondere i miei sentimenti per lui stava diventando sempre più difficile.

 

 

-Elena ogni giorno che passa assomigli di più alla strega dell'ovest, non credo che lo sciopero della fame stia giovando al tuo aspetto-

 

-buon giorno anche a te- sbottai acida salendo sull'auto e sbattendo la portiera.

 

-vedo che il tuo umore migliora giorno dopo giorno, ma non ti annoi mai di essere sempre così seria? A me viene la depressione solo a guardarti-

 

-mi rifiuto di commentare-

 

-deduco che tu non ti sia ancora decisa a chiamare papà-

 

-non sono certa di volerlo fare-

 

-un modo come un altro per dire che hai paura-

 

Mi rifiutai di rispondere, non avevo la forza per discutere con Damon, sapevo che mi provocava per aiutarmi ma non ero dell'umore.

 

-pensi che ignorandomi smetterò di assillarti, scelta interessante ma forse non hai idea di quanto io sia cocciuto-

 

Non lo degnai di uno sguardo.

 

-Non ti biasimo con un'amica morta e un padre in fuga anch'io non farei i salti di gioia, se poi aggiungiamo il fatto che l'amica morta ha cacciato tuo padre e ricattato l'amica troia per il suo silenzio....e non dimentichiamo le ballerine assassine..-

 

-Damon!!- sbottai -ti hanno mai detto che il tuo senso dell'umorismo è spesso fuori luogo-

 

-però funziona, mi ero scordato che avessi una voce così sexy- aggiunse con tono malizioso ed un sorrisetto compiaciuto.

 

-bene, sei riuscito a farmi parlare, vuoi un premio??-

 

-Mi accontento di avere una risposta, perchè non hai ancora chiamato tuo padre??-

 

-non me la sento Damon, vuoi la verità? Non sono certa di voler sapere come sono andate le cose, cosa pensavo di fare?? Avevi ragione tu, sono solo una ragazzina che giocava a fare la detective, e cosa ne ho ricavato?? Sono sempre più confusa, forse dovrei rinunciare ed andare avanti con la mia vita-

 

-ok-

 

Lo guardai confusa, non era da Damon arrendersi così facilmente.

 

-Damon ti conosco, qual'è il trucco??-

 

-nessun trucco, penso solo che sia un tuo diritto scegliere-

 

Scoppiai a ridere -e da quando???-

 

-vedo che ti è tornato il senso dell'umorismo, comunque non sono affari miei, se è quello che vuoi allora io ti appoggerò-

 

-tu pensi che cambierò idea??- lo accusai capendo il suo gioco.

 

--tu cambierai idea Elena e senza bisogno che io perda tempo a convincerti- mi disse con sorrisetto sghembo.

 

-vedremo- borbottai.

 

-ti do al massimo una settimana prima che riemerga la Veronica Mars che è in te.-

 

-accetto la sfida-

 

 

 

La scuola per me resterà sempre uno dei tanti misteri della vita, il tempo sembra fermarsi quando in classe aspetti il termine della lezione, sembra che la fine non giungerà mai, poi quando hai perso ogni speranza e sei ormai convinto di morire di noia, il suono della campanella ti riporta alla vita.

 

 

 

Stavo per tornarmene a casa in autobus, visto che Damon aveva i corsi di recupero, quando la voce stridula di Rebekah mi costrinse a fermarmi.

 

-ciao Rebekah- la salutai girandomi di malavoglia a guardarla.

 

-sei scomparsa nell'ultimo periodo e non ti trovo in gran forma, sembri...stanca-

 

Un modo "gentile" per dirmi che ero un mostro.

 

-ho avuto un po' di cose per la testa-

 

-immagino, povera cara, con il ritorno di Stefan e tutti i tuoi problemi economici deve essere dura per te-

 

Incredibile, Rebekah aveva il dono di essere stronza in maniera tanto gentile da lasciarmi ogni volta spiazzata.

 

-Questa sera verrai al ballo di primavera??- mi chiese continuando a sorridermi falsamente.

 

-Non lo so, non sono dell'umore giusto per un ballo-

 

-capisco, ci mancherai molto-

 

Come no??? Era riuscita a stento a trattenersi dal ridere.

 

-a presto Elena-

 

 

 

 

 

 

Arrivai a casa irritata, prima o poi avrei preso a sberle quella befana, ne ero certa.

 

Mi lanciai sul mio letto con l'ipod, accendendo la musica al massimo nelle mie orecchie.

 

La vibrazione del mio cellulare mi avvisò dell'arrivo di un messaggio.

 

“ti passo a prendere alle 8, indossa un bel vestito, non voglio sfigurare”

 

“Damon ti ho detto che non vengo alla festa”

 

“Elena non vorrai costringermi a portarti con la forza”

 

“Dov'è finito il ragazzo che accettava le mie decisioni”

 

“Ha capito che non sei in grado di decidere da sola”

 

“IO NON VENGO”

 

“ci vediamo alle 8”

 

Impossibile discutere con Damon, mi arresi lanciando il telefono.

 

-tesoro, pronta per la festa?- Mi chiese mia madre sbucando nella mia stanza.

 

Ma erano tutti decisi a farsi gli affari miei!!!!

 

-non voglio andare- brontolai intrecciando le braccia al petto come una bambina capricciosa.

 

-piccola- mi disse sedendosi accanto a me sul letto -non so cosa ti abbia scritto tuo padre ma vedo che le sue parole ti hanno turbata...chiuderti in casa però non sistemerà le cose-

 

-tu come hai fatto? Dove hai trovato la forza per andare avanti?- le chiesi.

 

-quando tuo padre mi ha lasciata ho pensato davvero che la mia vita sarebbe finita, avevo passato vent'anni ad amarlo e non sapevo più vivere senza di lui. Ogni giorno alzarsi dal letto era una fatica ma dovevo farlo per voi. Voi eravate la mia forza, Dovevo sorridere per voi.-

 

-quindi era solo una recita?-

 

-all'inizio si, ma poi è successo qualcosa, una mattina mi sono alzata e non faceva più così male ed ogni giorno va meglio. Il bello della vita è che le cose cambiano, tesoro. Non smettere di vivere perchè domani potrebbe essere un bel giorno-

 

-Magari andare alla festa potrebbe essere l'inizio?- le chiesi.

 

-un piccolo passo verso un giorno migliore-

 

-non ho neanche un vestito-

 

-per fortuna che tua madre pensa sempre a tutto – mi disse facendomi l'occhiolino ed uscendo dalla stanza per poi ricomparire, dopo qualche secondo, con un pacco – l'ho preso per te questa mattina, vedrai che, con questo, sarai uno schianto, Damon cadrà ai tuoi piedi-

 

-Cosa??? - sbottai stridula.

 

-ho molti anni più di te, credi davvero di farmi fessa??-

 

-io...io..non mi piace Damon in quel senso- Mentii penosamente.

 

-vestiti piccola bugiarda- disse ridendo prima di uscire e lasciarmi sola.

 

 

 

Dentro il pacco c'era un bellissimo vestito argentato, lo indossai, scendeva leggero sul mio corpo avvolgendolo in una dolce carezza arrivando fino ai piedi, lasciandomi la schiena scoperta.

 

Poi mi truccai e tirai su i capelli in un morbido chignon dal quale alcuni ciuffi scappavano liberi incorniciandomi il viso.

 

Mi guardai allo specchio soddisfatta, non ero niente male contando che nell'ultima settimana avevo dormito, si e no, dieci ore in tutto.

 

-tesoro sei pronta??- mia madre entrò nella mia stanza spalancando la porta – sei bellissima-

 

le sorrisi facendo una giravolta -merito del vestito-

 

-merito mio, vorrai dire, ci saranno voluti nove mesi d'inferno ma con te ho fatto un ottimo lavoro-

 

Risi -grazie-

 

-Muoviti, c'è Damon che ti aspetta di sotto-

 

 

 

-ti ho già detto che sei bellissima- mi chiese Damon posteggiando l'auto di fronte alla scuola.

 

-circa dieci volte- gli feci notare con un sorriso, sperando che non vedesse il leggero rossore che mi colorava le guance ogni volta che ripeteva quel semplice complimento.

 

-Damon come sapevi che sarei venuta??-

 

-non lo sapevo, ci speravo-

 

Gli sorrisi.

 

-pronta principessa?? inizia lo spettacolo- disse Damon con un sorrisetto sghembo aprendomi la portiera.

 

 

Guardai sorridendo la mia scuola e i miei compagni che tutti eleganti si accingevano ad entrare, forse una bella serata tranquilla mi serviva.

 

-prontissima- dissi a Damon che mi prese a braccetto.

 

E lo ero davvero, peccato che non avevo la minima idea della serata che mi aspettava ma una cosa era certa non sarebbe stata una serata tranquilla.

 

E fu così che, illusa e speranzosa, varcai le porte dell'inferno.



NOTE:


Capitolo tranquillo e di passaggio ma nel prossimo ne vedremo delle belle. Ci sarà una festa molto movimentata!!!!!!!!


Preparatevi!!! Entrerà in gioco anche un nuovo personaggio, chi sarà??


Avviso: Scusate ma fino a mercoledì prossimo non potrò postare regolarmente, prometto però di fare il possibile,

Adesso la parte più importante: I ringraziamenti!!!!!

Un grazie immenso alle splendide ragazze che con le loro recensioni mi rendono sempre più felice, non so come farei a portare avanti la storia senza di voi, siete fantastiche!!!!!!!
 

MissKatherin

Delena85

feditrimb

giorgiet

militerni

giuliy

OoO_Giulietta_OoO

Antonietta92

Defan64

ele87nella

Ringrazio anche coloro che leggono silenziosi, chi ha messo la storia tra le preferite e tutte le ragazze che l'hanno messa tra le seguite.

Grazie a tutte!!!

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

 

 

 

 

 

La palestra era decorata alla perfezione, ogni particolare era studiato nel minimo dettaglio, era quasi incredibile che di solito in quella meravigliosa sala corressero un mucchio di ragazzi sudati, vestiti da ginnastica.

 

Per prima cosa Damon mi aveva trascinata al bar, sostenendo che mi servisse una dose di “divertimento liquido”.

 

-Caroline sarà anche una troietta nevrotica ma sa come organizzare una festa- disse Damon guardandosi intorno.

 

-Smettila Damon, non voglio che parli così di lei- Non so bene per quale motivo ma mi sentii in dovere di difenderla.

 

-l'hai già perdonata, tu sei troppo buona-

 

-detto da te sembra sembra quasi un insulto-

 

-non voglio che la gente si approfitti di te-

 

-Lo so- gli dissi con un sorriso.

C'era qualcosa di strano quella sera tra me e Damon, di solito lui alle feste passava il tempo a flirtare con altre ragazze ma quella sera sembrava avere occhi solo per me.

 

-amo questa canzone- dissi cercando di non perdermi nei miei pensieri.

 

-balliamo?-

 

-tu non balli Damon- dissi ridendo -tu chiedi di ballare solo per portarti a letto la ragazza di turno-

 

-magari voglio cambiare- sussurrò lui con uno sguardo che mandò in cortocircuito il mio cuore.

 

-Allora vuoi concedermi l'onore di questo ballo?- mi chiese con un sorrisetto sghembo.

 

-volentieri-

 

 

 

Non mi ero mai sentita così impacciata in vita mia, arrivata nel bel mezzo della pista, non sapevo che fare, era come se mi fossi scordata come si balla.

 

Per fortuna Damon prese l'iniziativa mettendomi una mano dietro la schiena ed attirandomi a lui.

 

Il brivido che provai quando il mio corpo si adagiò sul suo era qualcosa che non avevo mai provato prima, le mie braccia avvolsero il suo collo automaticamente mentre lui continuava a stringermi.

 

Per qualche istante la stanza si svuotò, per me c'eravamo solo io e Damon, sentivo solo le sue mani su di me che mi accarezzavano delicatamente ma con possesso e i suoi occhi di ghiaccio puntati nei miei.

 

-sei bellissima- mi sussurrò all'orecchio, il suo respiro sul collo mi fece rabbrividire.

 

-non vorrai diventare sdolcinato- gli dissi incontrando di nuovo il sguardo.

 

-forse- sussurrò con un sorrisino tirandomi ancora più vicina a lui.

 

I nostri visi erano a pochi centimetri e il mio cuore batteva sempre più veloce mentre l'elettricità tra noi diventava palpabile.

 

-Damon..cosa..stiamo facendo??- la mia voce uscì debole e roca mentre nei suoi occhi mi sembrava di leggere lo stesso desiderio che stava divorando me.

 

 

In quell'istante un rumore ci riportò alla realtà.

 

-Tyler smettila!!!!!!!!- le urla di Caroline attirarono la nostra attenzione.

 

-Io lo ammazzo- ringhiò il ragazzo scagliandosi contro Klaus.

 

Damon si staccò da me -devo andare- disse correndo in direzione del suo amico.

 

Damon e Tyler erano amici da anni e non mi stupii di vederlo correre in suo soccorso anche se, una parte di me, ne rimase delusa, era come se il mio corpo sentisse già la mancanza del suo.

 

Cercai di riprendere il controllo alla svelta e corsi verso di loro. Mi avvicinai a Caroline che piangeva disperata mentre i due ragazzi di fronte a lei sembravano decisi a darsele di santa ragione.

 

-Car rimani qua- le dissi prendendola per un braccio mentre lei cercava di mettersi in mezzo.

 

-E' colpa mia Elena...è tutta colpa mia- singhiozzò la mia amica.

 

Damon aveva bloccato Tyler mentre altri ragazzi tenevano Klaus al quale sanguinava un labbro e sembrava deciso a vendicarsi.

 

-Tyler perdonami- Caroline si era liberata dalla mia presa per avvicinarsi a Tyler.

 

-STAI LONTANA DA ME!!!!!!- urlò lui con rabbia mentre Damon cercava di tirarlo via.

 

-portala via- mi disse Damon ed io annuii prendendo Caroline e trascinandola in un'altra stanza.

 

 

 

-Gli ho detto tutto Elena...ho combinato un casino, sono proprio una stupida- mi disse quando le portai un bicchiere d'acqua per farla calmare.

 

-E' con Klaus che l'hai tradito- dissi comprensiva sedendomi accanto a lei.

 

Caroline annuì mentre mille lacrime le impedivano di parlare.

 

-mi dispiace Cat- dissi abbracciandola -andrà tutto bene-

 

-che ragazza di classe- la voce di Rebekah ci sorprese alle spalle -vorrei davvero sapere cosa ci trovano quei due in una come te-

 

Basta, ero arrivata al limite!!

 

Mi girai verso Rebekah con rabbia -tu non vali la metà di quello che vale lei!!-

 

-Elena- Blaterò Rebekah stupita dalla mia risposta.

 

-Adesso ti do due secondi per andare al diavolo prima che ti strappi quei quattro peli biondi che hai sulla testa!!!!!-

 

-Tu sei matta- disse la ragazza prima di girarsi ed andarsene.

 

-Elena- Car si voltò verso di me, anche lei era visibilmente stupita dal mio comportamento –perchè l'hai fatto?? Tu dovresti odiarmi...-

 

-ci vuole coraggio per affrontare i propri errori-

 

-grazie-

 

-e poi non sai da quanto tempo volevo dire quelle cose a Rebekah-

 

lei rise -niente è più salutare che mandare al diavolo la stronza del paese-

 

-vero-

 

 

 

 

Caroline era dovuta andare, c'erano dei problemi con il Dj e lei era l'organizzatrice. Niente poteva fermare la mia amica dal rendere le sue feste perfette, neanche una rissa.

 

Girai per la sala alla ricerca di Damon, ma quando lo trovai il mio cuore fece un tonfo.

 

Non era solo, al suo fianco, avvolta in uno splendido vestito rosso, c'era Katrine.

 

Cosa ci faceva lei ad una festa per liceali?? Perchè era tornata in città??

 

Masochista rimasi immobile ad osservarli. Non potevo fare a meno d'invidiare l'eleganza dei suoi movimenti e il suo modo così sensuale di rivolgersi a Damon.

 

Erano perfetti insieme, ogni loro movimento sembrava una danza, come se si muovessero all'unisono.

 

Vidi Damon ridere ad una sua battuta e il mio cuore sembrò spezzarsi.

 

Mi ero illusa che potesse esserci qualcosa, quella sera, mentre ballavamo, avevo creduto davvero che lui potesse ricambiare i miei sentimenti.

 

Ma dovevate vederli, come potevo competere con una come lei??

 

-Elena- la voce di Stefan mi costrinse a voltarmi.

 

-che vuoi??-

 

Lui guardò per un attimo Damon prima di riportare la sua attenzione su di me -adesso capisco molte cose- sussurrò.

 

Io rimasi a fissarlo in silenzio, spiazzata dalle sue parole.

 

-Tu hai sempre amato lui-

 

La sua non era una domanda, ma una semplice constatazione, una verità che io stessa ero restia ad ammettere.

 

-puoi ammetterlo, infondo credo di averlo sempre saputo, solo che non volevo accettarlo-

 

-io non lo so- ammisi -non voglio parlare con te di questo-

 

Stefan sembrò innervosirsi -Elena abbi la decenza di ammettere che, mentre stavi con me, hai sempre amato un altro-

 

-non ha più importanza-

 

Lui mi prese per un braccio, era arrabbiato, i suoi occhi traboccavano rancore -ne ha per me!!!!!!!!!!- urlò strattonandomi.

 

Rimasi impalata a guardarlo, aveva ragione ma dirlo ad alta voce sarebbe stato troppo doloroso.

 

-Lasciala stare!!!- in un attimo qualcuno spinse via Stefan malamente, parandosi davanti a me.

 

Era Damon che davanti a me tremava di rabbia.

 

-non ti devi mai più avvicinare a lei!- urlò Damon.

 

-Era la mia ragazza, ho il diritto di chiederle alcune spiegazioni-

 

Io in trance osservavo la scena, ero senza parole, perchè stavano litigando?? Per me??

 

-Tu non hai alcun diritto su di lei, avvicinati ancora e ti spacco la faccia-

 

-provaci- lo provocò Stefan.

 

Il corpo di Damon venne percosso da un fremito di rabbia, ed io risvegliandomi dal mio stato di trance, mi parai di fronte a lui prima che potesse scagliarsi contro Stefan.

 

-Damon!!!!!- urlai -andiamo via-

 

I suoi occhi vagavano tra me e Stefan, non l'avevo mai visto così arrabbiato e confuso.

 

-ti prego- dissi addolcendo il tono della mia voce.

 

-ok- Damon si arrese ed io approfittando di quella momentanea resa lo portai nella stanza adiacente trascinandolo per un braccio.

 

 

 

-Sei forse impazzito!!!!!!!- Lo accusai perdendo la dolcezza di poco prima.

 

-Elena tu non capisci...-

 

-Cosa non capisco?????-

 

-Lui....è un idiota, devi stare lontana da lui....Lui non ti merita-

 

Quella risposta spense improvvisamente la mia rabbia, lasciando che una piccola speranza si facesse largo dentro di me.

 

-Sei geloso??- gli chiesi mentre il mio cuore batteva all'impazzata -perchè sei geloso di me Damon??-

 

-io...-

 

Mi avvicinai a lui, prendendo il suo viso tra le mani -Damon a me puoi dire tutto-

 

Lui mi guardò con una dolcezza infinita mista a disperazione -Elena è complicato-

 

Mi stava nascondendo qualcosa. Quella consapevolezza mi colpì con la violenza di una spada conficcata nel petto.

 

Non era possibile, non Damon.

 

Mi allontanai da lui -Cosa è complicato??-

 

Caroline arrivò davanti a noi -Damon o glielo dici tu o lo faccio io-

 

-cosa???????????- Chiesi disperata.

 

Ero confusa, perchè ancora una volta ero l'unica a non sapere cosa stava succedendo??

 

-Allora- disse Caroline rivolta a Damon mentre il mio cuore implorava che lui non fosse coinvolto, non avrei sopportato una bugia anche da parte sua.

 

-mi dispiace Elena- sussurrò Damon e dai miei occhi scese una lacrima.

 

-Stefan e Bonnie hanno avuto una storia, poco prima che lei morisse, l'ho scoperto da Tyler prima della rissa- disse Caroline.

 

-tu lo sapevi??????- urlai a Damon e il suo silenzio fu molto più eloquente di mille parole -come hai potuto mentirmi?- un'altra lacrima scese lungo la mia guancia.
 

-Elena...- sussurrò lui ma io non riuscivo neanche a guardarlo.

 

-Andate tutti al diavolo!!!-

 

 

 

Dovevo andarmene da quella festa, dovevo fuggire.

 

Superai i miei compagni che continuavano a ballare felici mentre il mio mondo crollava a pezzi, di nuovo.

 

-Dove vai??- Stefan si parò di fronte a me.

 

La rabbia, forse tutta la rabbia che avevo accumulato in quei mesi si impossessò di me, e, senza rendermene conto, tirai una sberla a Stefan con una forza che non pensavo neanche di possedere.

 

Lui mi guardò sconvolto tenendosi la guancia che avevo colpito.

 

-ho amato Damon per tutto il tempo, ogni istante che sono stata con te, ho amato lui- dissi -ma tu...tu sei andato a letto con la mia migliore amica-

 

-Quindi siamo pari??- mi chiese ferito.

 

Ed ecco che la rabbia tornava, e con lei un'altra sberla a rigirare il viso di Stefan.

 

-adesso siamo pari stronzo- dissi e me ne andai.

 

 

 

 

 

Note:

 

Volevo postarlo domani ma sono troppo curiosa di sapere cosa ne pensate.

 

E' stato difficilissimo da scrivere spero che non sia venuto una schifezza!!!! Fatemi sapere!!!

 

Ringrazio tutte le ragazze che recensiscono sempre, siete fantastiche!!!!!!!!!!!!!!! Vi adorooo
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

 

 

 

 

 

Arrivai nel parcheggio fuori dalla scuola, rendendomi conto, dopo pochi secondi, che non avevo la minima idea di come tornare a casa, ero venuta in macchina con Damon ma non avevo nessuna voglia di tornare con lui.

 

Mi guardai intorno disorientata, e proprio quando avevo deciso di tornare a casa a piedi qualcuno mi afferrò per un polso.

 

-Elena non andartene- mi girai trovandomi davanti gli occhi di Damon che mi fissavano in una dolce supplica.

 

Ero ancora troppo arrabbiata così mi staccai bruscamente dalla sua presa.

 

Lui fece un passo indietro ferito dalla mia reazione.

 

-Elena mi dispiace per Stefan, lui....-

 

-Lui cosa Damon??- gli chiesi con rabbia -Sei venuto a ripetermi che non mi merita e chi sarebbe degno di me??-

 

-non lo so- urlò lui -ma non lui, odio vederti piangere per quell'idiota-

 

Solo in quel momento mi accorsi di alcune lacrime silenziose sfuggite al mio controllo così mi affrettai ad asciugarle con il dorso della mano.

 

-sei proprio stupido, non è per Stefan che sto male-

 

Non avevo più il controllo delle mie parole.

 

-Damon sei tu ad avermi ferita, non lui o Caroline o Renekah, sei tu...io mi fidavo di te....perché non mi hai detto la verità Damon?? Perché hai lasciato che Stefan e Bonnie mi facessero una cosa del genere??-

 

-mi dispiace- sussurrò lui stupito e ferito dalle mie parole -volevo solo proteggerti, non avrei mai voluto ferirti-

 

-tu non vuoi mai farmi del male Damon, ma lo fai....Io mi fidavo di te!!-

 

-non sono stato io a tradirti- mi fece notare alimentando però la mia rabbia.

 

-giusto...tu sei solo un mio amico, non sei il mio ragazzo Damon, e non lo sarai mai-

 

-Dove vuoi arrivare??- mi chiese confuso.

 

-non lo capisci vero? Tu non riesci davvero a capire quello che io.....-

 

Mi bloccai, troppo codarda per arrivare fino in fondo.

 

Una strana luce illuminò il suo sguardo, avevo detto troppo, ero una stupida!

 

-lascia perdere Damon, torna dentro, Katrine ti starà cercando-

 

-Elena...-

 

In quel momento Matt attraversò il parcheggio poco lontano da noi, non fui mai tanto felice di vederlo.

 

-Matt- lo chiamai correndo verso di lui -mi dai un passaggio?-

 

-certo-

 

Damon però ci aveva raggiunti piazzandosi davanti all'auto.

 

-grazie amico, ma lei viene con me- disse velenoso rivolto a Matt.

 

-ho detto che vado con lui- protestai.

 

-Come ti ho già detto, fai sempre scelte sbagliate-

 

-Vattene Damon!!!!!!!-


Perfetto, sembravo una ragazzina isterica.

 

-ok, ma tu vieni via con me!-

 

Incredibile, dopo tutto aveva ancora il coraggio di darmi degli ordini, ma come poteva essere sempre così.....così Damon????

 

Matt si mise in mezzo -Lei vuole venire con me-

 

Damon lo guardò per un attimo con un sorrisetto strafottente -E tu chi saresti??- gli chiese con arroganza.

 

-tu sei davvero una calamita per idioti- aggiunse poi voltandosi verso di me.

 

-Lui è Matt, stupido arrogante presuntuoso, viene con noi a scuola dalla prima elementare- sbottai.

 

-ora che abbiamo finito con le presentazioni, la smetti di fare la difficile e vieni con me?-

 

-no, sono stanca e non ho la forza di stare ad ascoltare le tue scuse. Forse il tuo modo da bulletto funzionerà con le ochette che frequenti di solito ma non con me. Lasciami in pace Damon-


Forse fu il mio tono o la durezza delle mie parole ma Damon sembrò perdere improvvisamente la strafottenza di poco prima.

 

-ti prego rimani- sussurrò ma io non avevo più voglia di ascoltarlo così salii in auto con Matt e senza dire una parola me ne andai.

 

 

 

Quella sera prendere sonno fu un'impresa alquanto difficoltosa, non riuscivo a scacciare dalla mia mente l'immagine di Stefan e Bonnie insieme che ridevano alle mie spalle. E, ogni volta che cercavo di pensare ad altro, il viso di Damon appariva nitido davanti a me in un dolce tormento.

 

 

Come se una “tranquilla” notte di incubi non bastasse, il mattino seguente mia madre mi svegliò alle otto, urlandomi nelle orecchie.


Le avevo promesso di aiutarla a sistemare la cantina per radunare alcune cose da dare in beneficenza e ovviamente me ne ero completamente dimenticata.
 

 

Malgrado la mia iniziale mancanza di entusiasmo, aiutare mia madre si dimostrò un ottimo diversivo per mettere momentaneamente in pausa i miei problemi.

 

 

 

 

Nel pomeriggio ero soddisfatta e sfinita, almeno avevo passato la giornata rendendomi utile invece che piangermi addosso.

 

Ero pronta per mettermi a studiare quando qualcuno suonò alla porta.

 

Controllai dallo spioncino per evitare spiacevoli sorprese.

 

-Caroline- esclamai aprendo la porta.

 

-Ho pensato che avessi bisogno di un'amica, quindi eccomi- disse allegra la mia amica -Mi fai entrare?? Vengo in pace-

 

Sorrisi -Certo-

 

Ed anche per quel giorno lo studio era rimandato. Forse il fatto che mia madre uscisse con il mio professore poteva rivelarsi utile per evitare di ripetere l'anno, del resto in quel periodo la scuola era l'ultimo dei miei pensieri.

 

 

 

Con Caroline decidemmo di andare in cucina e di prepararci una bella cioccolata calda, forse non adatta alla stagione ma sicuramente indicata per il nostro stato d'animo.

 

Infatti niente è meglio della cioccolata quando scopri che il tuo ex ragazzo è andato a letto con la tua migliore amica morta e che il tuo migliore amico, di cui sei innamorata, lo sapeva ma non ti ha detto niente.

 

 

Ok, non sono certa che abbiano inventato un rimedio specifico per un caso come questo, ma infondo la cioccolata funziona sempre.

 

 

 

-Car perchè hai detto la verità a Tyler?- le chiesi dopo qualche minuto -Lo sai che io non avrei mai fatto la spia-

 

-lo so-

 

-e allora perché l'hai fatto?-

 

-mi mancava la ragazza che ero, quella che non aveva paura di dire la verità, quella che ballava sui tavoli la sera e il giorno dopo tornava a scuola a testa alta.-

 

Ci guardammo entrambe, probabilmente tutte e due stavamo pensando a quanto le nostre vite fossero cambiate.

 

-mancava anche a me-

 

-anche tu mi sei mancata. Sono stata veramente una stupida, potrai mai perdonarmi??-

 

-forse, ma prima devi rispondere ad una mia domanda- le dissi seria.

 

-ok- mi rispose lei un po' preoccupata.

 

-ma come ti è venuto in mente di tradire Tyler con Klaus??-

 

Lei scoppiò a ridere -vuoi sapere solo questo??-

 

-per ora, poi ovviamente pretendo tutti i dettagli sconci-

 

Car rise prima di tornare seria.

 

-Io amo Tyler ma....ti è mai capitato di provare qualcosa di completamente irrazionale per qualcuno? So che Klaus è un vero stronzo, mentre Tyler è praticamente perfetto, ma quando sono con Klaus perdo la testa, non so spiegartelo-

 

Sorrisi -Penso che un ragazzo come Tyler sia quasi introvabile, lui ti ama davvero, ma non puoi scegliere chi amare-

 

-io non amo Klaus -sbottò la mia amica con una smorfia.

 

Maledette noi e le nostre bugie, perché ammettere i propri sentimenti è così difficile???

 

-Se lo dici tu- sbuffai.

 

-E tu invece? - mi chiese cambiando spudoratamente argomento -ho saputo della tua rissa con Stefan, sei stata grande!-

 

-E' stata una bella soddisfazione- ammisi – non pensavo che prendere a sberle qualcuno potesse essere così appagante-

 

-Elena Gilbert tira fuori gli artigli, sono così fiera di te!!!!- disse allegra la mia amica facendomi ridere. L'entusiasmo di Caroline era spesso contagioso.

 

Lo squillo del telefono ci riportò bruscamente alla realtà.

 

-pronto-

 

“Ciao Elena sono Susan, ti ricordi? La ragazza della scuola di danza.”

 

-Certo che mi ricordo. Hai scoperto qualcosa??- Le chiesi subito senza riuscire a trattenermi.

 

“Direi di si, il professore, dal quale si recava Bonnie ogni mercoledì, si chiamava Elija Mikaelson, posso darti il suo numero.”

 

-Grazie-

 

Dopo pochi minuti buttai giù il telefono stringendo in mano un foglietto di carta su cui avevo segnato il numero.

 

-Stai bene?- mi chiese Caroline -sei pallida, chi era al telefono??-

 

-Car ci sono delle cose che devi sapere, riguardano Bonnie-

 

In pochi minuti le raccontai delle mie indagini e delle mie piccole scoperte.

 

-non credo di voler proseguire con le indagini- le dissi alla fine.

 

-Elena capisco le tue ragioni...-

 

La bloccai -Non credo di riuscire ad andare fino in fondo, non so se riuscirò mai a perdonare Bonnie.-

 

 

-Se vuoi lasciar perdere lo capirò, ma secondo me sbagli. Non devi cercare la verità per lei, per me o per chiunque altro, tu devi farlo per te stessa. Forse alla fine quello che scoprirai farà male, ma cosa può esserci di peggio di non sapere?? Sei davvero pronta a vivere per sempre con i tuoi dubbi?? -

 

-Dammi quel dannato telefono- le dissi arrendendomi difronte alla saggezza delle sue parole.

 

Caroline con un sorrisone me lo passò ed io titubante composi il numero.

 

 

 

 

 

-E' pieno d'impegni, la sua segretaria dice che non sarà libero prima di un mese- le dissi delusa appena riattaccai il telefono -la verità dovrà attendere-

 

-Vedremo- disse la mia amica con decisione -mettiti la giacca, abbiamo un professore da perseguitare-

 

-tu sei matta-

 

-quindi concorderai che ho un immediato bisogno di vedere uno psicologo....Muoviti!!!-

 

 

 

 

 

Stavamo attraversando il mio vialetto dirette verso l'auto di Caroline quando comparve Damon.

 

-Dobbiamo parlare- mi disse venendomi incontro.

 

-Non ora-

 

Andai dritta cercando di non incrociare i suoi occhi, erano il mio punto debole e non avevo nessuna intenzione di affrontare un'altra discussione con Damon in quel momento.

 

-E quando? Stai evitando tutte le mie chiamate-

 

-Damon devo andare!!!- dissi secca salendo in auto, senza degnarlo di uno sguardo.

 

-non potrai evitarmi per sempre-

 

-Parti- dissi a Caroline che mi guardava stranita -ti prego-

 

La mia amica annuì e mise in moto.

 

-Elena cosa succede tra te e Damon? Non provare a dire che è solo per la storia di Stefan e Bonnie, ti conosco troppo bene-

 

-E' cambiato qualcosa tra noi- ammisi -ed ho paura che si potrebbe rovinare tutto-

 

-C'è sempre stato qualcosa tra voi, solo che siete due stupidi ed avete fatto finta di niente-

 

-Possiamo cambiare argomento??- le chiesi congiungendo le mani in segno di preghiera.

 

-certo ma ricorda Elena: non si può scegliere chi amare- Ripeté facendomi il verso.

 

Maledetta, aveva usato le mie perle di saggezza contro di me!!!!!

 

 

 

 

 

 

Ed eccoci, circa un'ora dopo, nello studio del professor Michaelson, sedute composte difronte a lui.

 

 

Il merito era di Caroline, la mia amica nel giro di venti minuti aveva sconvolto tanto la segretaria con le sue chiacchiere, che alla fine la poveretta ci aveva concesso un breve appuntamento con il professore.

 

 

 

-Cosa posso fare per voi??- chiese l'elegante signore che ci guardava incuriosito dall'altra parte della sua scrivania.

 

-dobbiamo chiederle delle informazioni su una sua paziente, Bonnie Bennet-

 

-mi ricordo bene di lei, mi dispiace molto per la vostra amica-

 

-grazie- sussurrai.

 

-Perché veniva da lei?- chiese Caroline centrando immediatamente il punto.

 

-sono vincolato al silenzio, mi dispiace ma non posso darvi informazioni sui miei pazienti-

 

-La nostra amica è stata uccisa e forse lei potrebbe essere in grado di aiutarci ad arrivare all'assassino- disse Caroline.

 

-Non possiedo informazioni tanto importanti, se no vi assicuro che sarei andato direttamente dalle autorità-

 

Mi alzai in piedi, ero giunta al limite, dopo tutto quello che avevo passato, non avevo alcuna intenzione di farmi fermare da alcune stupidaggini sulla riservatezza.

 

-Bonnie prima di morire ha fatto delle cose orribili, ha ricattato mio padre per farlo andare via da me, e se non bastasse ha pure ricattato la mia amica perché non me lo dicesse...ah, quasi dimenticavo, è andata a letto con il mio ragazzo....Quindi mi perdonerà se le dico che del suo vincolo di riservatezza non me ne frega assolutamente niente!!!!!!!!!!!!-

 

-Elena, calmati- Caroline mi prese per un braccio facendomi sedere accanto a lei.

 

-Capisco perfettamente il vostro stato d'animo- disse comprensivo -Posso dirvi solo che la vostra amica soffriva di forti disturbi depressivi. Non so per quale motivo le abbia fatto quelle cose, ma non mi stupisce, la signorina Bennet covava molta rabbia dentro di se.-

La calma con cui parlava quell'uomo era quasi contagiosa.

-Se volete trovare il suo assassino però avete sbagliato persona, non è con me che dovreste parlare. Provate a concentrarvi sulle persone che ha ferito, tra loro potrebbe nascondersi il colpevole.-

 

-Ma....-

 

-Mi dispiace, è tutto quello che posso dirvi. Vi auguro con il cuore di scoprire la verità ma soprattutto di trovare un modo per accettarla ed andare avanti con la vostra vita. Sembrate due brave ragazze ma dovete stare attente, la rabbia è un animale feroce che si nutre di noi, non lasciate che il rancore vi cambi-

 

-grazie- disse Caroline.

 

Stavamo per uscire ma la voce del professore ci bloccò.

 

-Aspettate. In una delle sue ultime sedute Bonnie mi ha confessato di avere paura di qualcuno, forse è stato quel qualcuno ad ucciderla. L'assassino potrebbe essere molto più vicino di quanto voi pensiate.-

 

-noi conosciamo bene tutte quelle persone-


-Se c'è una cosa che dovreste aver imparato da Bonnie è che non si può mai affermare di conoscere fino in fondo qualcuno. La mente umana è molto più complessa e misteriosa di quanto si possa pensare.-

 

 

 


 

Durante il viaggio in macchina nessuna delle due aprì bocca, entrambe stavamo riflettendo sulle parole del professore.

 

Se lui aveva ragione, chiunque poteva essere colpevole.


 

Arrivata di fronte a casa mia salutai Caroline, ero stanchissima, non vedevo l'ora di farmi una sana dormita, così mi avviai distrattamente verso il portico, senza notare la figura scura che mi stava aspettando, nascosta nell'ombra.








NOTE:



Lo so, non è particolarmente bello come capitolo, ma ho avuto un pò di difficoltà.

Devo avvisarvi che nei prossimi giorni non sono certa di riuscire ad aggiornare,

Da domani sarò senza internet, ma non volevo lasciarvi senza capitoli per troppo tempo quindi spero che questo capitolo vi possa piacere almeno un pochino!

Fatemi sapere!!!!! Chi si nasconderà nell'ombra????


Prometto di fare il possibile per aggiornare presto, non abbandonatemi se ritarderò = )


Un grazie gigante a tutte le ragazze che recensiscono sempre, siete fantastiche!!!!!!! Come farei senza le vostre recensioni??? Spero di non scoprirlo mai!!! = )


Un bacione a tutte!!

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

 

 

 

 

 

 

Arrivata di fronte a casa mia salutai Caroline, ero stanchissima, non vedevo l'ora di farmi una sana dormita, così mi avviai distrattamente verso il portico, senza notare la figura scura che mi stava aspettando, nascosta nell'ombra.

 

-Damon!!!- sbottai, portandomi una mano al cuore per lo spavento quando me lo trovai davanti.

 

-sei troppo distratta, forse non lo sai ma si possono fare brutti incontri a quest'ora- mi disse lui con un sorrisino sarcastico.

 

-Damon sono solo le 9-

 

-dove sei stata??-

 

-non sono affari tuoi, ora voglio tornare a casa- dissi accingendomi verso la porta ma lui si parò davanti a me.

 

-lasciami passare- protestai seccata.

 

-no Elena, adesso parliamo, sono stufo di giocare al gatto e il topo con te, la tua fuga finisce ora-

 

-se sei stufo, smettila di seguirmi- la mia voce risultò petulante anche alle mie orecchie ma non ci potevo far niente, Damon tirava fuori il peggio ed il meglio di me in ogni occasione..

 

Provai di nuovo a scansarlo ma lui mi venne sempre più vicino, costringendomi ad indietreggiare fino a farmi ritrovare con la schiena contro il muro.

 

-Quante volte devo ripeterti che mi dispiace?- mi chiese appoggiando le mani ai lati del mio viso per sostenersi.

 

-non è questo il punto- sussurrai.

 

La vicinanza di Damon mi impediva di riflettere lucidamente, era maledettamente vicino.

 

-E qual'è il punto, Elena?-

 

Sentivo il suo respiro sul viso e i suoi occhi di ghiaccio puntati nei miei.

 

Avrei voluto urlare, spingerlo via e mettere fine a quel tormento che mi spezzava il respiro ogni volta che lui mi si avvicinava troppo.

 

-Mi hai mentito Damon- sussurrai con la voce spezzata.

 

-è vero-

 

-da quanto lo sapevi??- gli chiesi cercando dentro di me una briciola di lucidità.

 

Ma doveva per forza discutere a due centimetri dal mio viso??

 

-l'ho saputo qualche giorno prima della morte di Bonnie-

 

Ed ecco il colpo di grazia.

 

-Lo sai da così tanto, come hai potuto non dirmelo?-

 

-Stefan sapeva che io lo sapevo, è per questo che ti ha lasciata-

 

-cosa??- gli chiesi confusa.

 

-se non se ne fosse andato, io ti avrei detto tutto. Era questo il patto-

 

Rabbia, dolore, delusione ed una semplice lacrima a rigarmi il viso.

 

Un consiglio: non abbiate paura dei nemici ma delle persone che amate, niente è paragonabile al dolore che può infliggerti chi ami davvero.

 

Lo spinsi via, allontanandolo da me.

 

Lui provò a parlare ma io lo bloccai -La sai la cosa più incredibile?? Dopo quello che ho scoperto su Bonnie, su Stefan, io pensavo di essere diventata immune, pensavo che nulla mi avrebbe più ferita ma sapere che tu, per tutto questo tempo, ti sei preso gioco di me...questa è la cosa più dolosa..-


Le mie parole accesero una scintilla di rabbia che andò ad infiammare i suoi bellissimi occhi.

-Vuoi odiarmi perché ti ho mentito?- Mi chiese venendo di nuovo a pochi centimetri del mio viso

-odiami Elena. Se hai bisogno di arrabbiarti con qualcuno per stare meglio, fallo!!!-

 

-Non ti odio Damon...- sussurrai.

 

Il suo sguardo aveva distrutto le mie barriere, il dolore nella sua voce che mi aveva colpita al cuore.

 

Ma infondo era la verità: non avrei mai potuto odiarlo.

 

-Volevo solo proteggerti e se esistesse un modo per farti dimenticare quello che ti hanno fatto Stefan e Bonnie, non mi importerebbe nulla delle conseguenze, io lo userei...mi dispiace di averti ferita ma non mi scuso per aver cercato di proteggerti perchè lo farei ancora mille volte-

 

-Non funzione così Damon, io volevo solo la verità-

 

-La verità??? E perché?? La verità fa schifo Elena-

 

Si bloccò e il suo sguardo si addolcì mentre la sua mano si posò sul mio viso in una semplice carezza.

 

Com'era possibile che bastasse il suo tocco per sconvolgere tutte le mie certezze?

 

-Tu credi nelle persone, non so come fai ma riesci a trovare del buono in tutti, anche in me...Tu sei Elena...forse sei troppo ingenua ma è questo a renderti speciale...non lo capisci? Io ho bisogno di te, ho bisogno di vedere il mondo attraverso i tuoi occhi..-

 

-Damon non puoi proteggermi da tutto-

 

-Hai ragione ma ci voglio provare- sussurrò lui mentre il mio cuore accelerava i suoi battiti.

 

Eravamo vicini, le sue labbra a pochi centimetri dalle mie, e solo questa consapevolezza bastava a lasciarmi senza fiato.

 

-Cosa cercavi di dirmi ieri sera??- mi chiese lui con voce roca appoggiando la sua fronte sulla mia e cingendomi i fianchi con dolcezza e possesso.

 

Rimasi immobile cercando le parole giuste mentre mi beavo di quel piccolo contatto.

 

-Ho paura Damon- ammisi.

 

-anch'io- lo disse in un sussurro senza staccarsi da me.

 

Un brivido mi attraversò la schiena quando le sue mani cinsero con maggiore decisione i miei fianchi come se avesse paura di lasciarmi andare.

 

Ma ormai ero sua, probabilmente lo ero sempre stata.

 

Non servivano parole in quel momento, a me bastava stare accanto a Damon per provare emozioni che non ero in grado di spiegare.

 

 

 

 

-Elena- Appena realizzai a chi appartenesse quella voce mi staccai da lui.

 

Avrei ucciso mia madre, il suo tempismo faceva davvero schifo!!!!!!!

 

-Ciao ragazzi- disse mia madre guardandoci in modo strano.

 

-non dovevi essere a cena con Rick?- le chiesi mentre nella mia testa ordinavo alle mie guance di non diventare rosse.

 

-si...ma siamo tornati presto. Entro in casa, ti aspetto. Buona notte Damon-

 

-Notte Jenna- disse Damon imbarazzato, non l'avevo mai visto così.


Possibile che anche imbarazzato Damon fosse sempre incredibilmente sexy?

 

-Dovrei andare-

 

-Damon- lo bloccai -io...-

 

Ma lui non mi diede il tempo di concludere e mi attirò a se -non ora- mi disse accarezzandomi di nuovo il viso -non roviniamo tutto-

 

-ok- sussurrai.

 

-Buona notte Elena- mi sussurrò con il tono più sensuale che io avessi mai sentito spostandomi una ciocca dal viso.

 

-notte Damon-

 

 

 

 

 

 

Quella notte mi addormentai cullata dal ricordo di Damon.

 

Perdonare è difficile, amare è difficile ma perdonare qualcuno che ami è la cosa più facile del mondo.

 

Il giorno seguente non c'era scuola, nulla è più bello di uno sciopero durante i giorni di scuola, così rimasi nel letto a bearmi della sensazione di pace che provavo per la prima volta dopo tanto tempo.

 

Damon, il suo tocco, il suo sguardo....

 

Il telefono squillò interrompendo i miei sogni ad occhi aperti.

 

-Car- borbottai.

 

“sveglia pigrona, dobbiamo pensare ad un piano d'azione”

 

-è vacanza Car, non potresti dormire come fanno le persone normali-

 

“no mia cara, c'è un assassino in libertà ed è nostro compito acciuffarlo”

 

Sbuffai, era impossibile discutere con Caroline quando si metteva in testa qualcosa.

 

-Ci vediamo dopo pranzo a casa tua, da me ci sono sia mia madre che mio fratello-

 

“ok, puntuale...e porta i fascicoli!!”

 

-va bene-

 

La mia amica soddisfatta mi salutò ed io decisi di avviarmi verso la doccia.

 

Maledetta, non aveva idea a che bel sogno aveva messo fine con le sue stupide indagini!

 

 

 

 

 

Eravamo sedute nel salotto di Caroline da un paio d'ore ed avevamo ricostruito brevemente tutta la vita di Bonnie, incluse le parti che mancavano alla polizia, inoltre avevamo fatto una lista di tutte le persone coinvolte nella sua vita, dei loro possibili moventi e degli alibi che avevano fornito alla polizia.

 

La lista in alcune parti era addirittura assurda; c'erano segnate tutte le persone che Bonnie poteva aver ferito, compresi ex ragazzi, alcune compagne di classe, tra cui Rebekha, ed ovviamente Stefan. Chiunque avesse avuto un qualunque contatto con lei era da considerarsi un sospettato.

 

 

 

 

-Caroline mio padre non è un assassino- protestai.

 

-lo so, ma Bonnie gli ha portato via tutto, devi ammettere che lui è quello con il movente più valido-

 

-forse ma...-

 

-Elena non è solo tuo padre uno dei possibili sospetti, dovremmo indagare anche su Damon-

 

-Damon????? Ma sei matta?- sbottai, alzandomi in piedi.

 

-E' stato lui a dire che avrebbe fatto qualunque cosa per proteggerti, me l'hai raccontato tu-

 

-te l'ho raccontato perché siamo amiche e non perché tu potessi accusarlo di omicidio!!-

 

-Quindi puoi accettare che io accusi tuo padre ma non Damon- disse lanciandomi un occhiata molto esaustiva.

 

-E Klaus? Lui e Bonnie hanno avuto un flirt l'anno scorso-

 

-è stata solo una notte- protestò la mia amica con una smorfia.



Brutta bestia la gelosia!!

 

-magari lui voleva di più e lei no, così l'ha uccisa-

Ok, ero sadia ma lei aveva accusato Damon.

-bene- fece Caroline prendendo il pennarello nero -aggiungiamo anche lui-

 

Sbuffai lasciandomi cadere sul divano -dovremmo fare una riunione- proposi.

 

-una cosa??-

 

-Dovremmo incontrarci tutti: io, te, Damon, Stefan, Matt e Klaus...sentiamo anche le loro versioni-

 

-tu sei matta- .

 

-probabile- concordai, io stessa nell'ultimo periodo avevo dubitato delle mie facoltà mentali -ma se vogliamo arrivare infondo alla vicenda abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti, magari potranno aiutarci e nel frattempo potremmo pure indagare su di loro-

 

-Se al posto di Matt invitassimo Tyler ci prenderebbero per delle pervertite-

 

Scoppiai a ridere.

 

-Come va con Klaus??- le chiesi.

 

-non lo so, da quando mi sono lasciata con Tyler non gli ho più parlato, lui mi evita....ho perso la mia occasione, bella cretina che sono!! Ho avuto troppa paura e alla fine li ho persi entrambi-

 

-Mi dispiace Car ma se provi qualcosa per Klaus dovresti provare a parlare con lui-

 

Caroline mi lanciò un'occhiataccia -Come hai fatto tu con Damon, giusto??-

 

Possibile che la mia amica dall'aria svampita riuscisse sempre a spiazzarmi?

 

-E' complicato- borbottai.

 

-Tra me e Klaus è complicato, con Tyler è più che complicato ma tra te e Damon non lo è. Tutti sanno quello che provate l'uno per l'altro, non ho mai visto nessun ragazzo guardare la sua ragazza con l'intensità con cui Damon guarda te.-

 

-E se rovinassimo tutto, le storie d'amore finiscono Car, e io non credo che riuscirei a rinunciare a Damon.-

 

-Le storie spesso finiscono. è vero, ma vuoi davvero passare la vita ad amare in silenzio il tuo migliore amico? Perchè secondo me anche questo sarebbe un modo di rinunciare a lui, con la differenza che non ci avresti nemmeno provato.-

 

Aveva ragione, come potevo essere così stupida??

 

Mi alzai dal divano -Car possiamo rimandare a domani le indagini??-

 

lei mi sorrise maliziosa -e dove vorresti andare??-

 

-Credo di avere un discorsi in sospeso con Damon- dissi andando verso la porta,

 

-Buona fortuna!! E cerca di parlarci prima di saltargli addosso!!-

 

 

 

Percorsi tutto il tragitto in auto in uno stato di totale euforia, finalmente ero pronta a rischiare, ero pronta a lottare per quello che volevo davvero: Damon.

 

Quando arrivai davanti a casa sua però tutto il mio coraggio sembrò esaurirsi per lasciare il posto all'ansia.

 

Se avessimo rovinato tutto, ero davvero pronta a rischiare??

 

Ma se per paura avessi rinunciato alla possibilità di stare con la persona che voglio, avrei mai perdonato me stessa??

 

Meglio sbagliare mille volte che vivere di rimpianti.

 

Presi un profondo respiro cercando di ritrovare la calma.

 

Ormai non potevo tirarmi indietro.

 

Suonai.




NOTE:


Ciao a tutte!!!!!!!!!! Finalmente sono tornata, non mi hanno ancora riattaccato internet in casa ma ho trovato una soluzione : )

Allora torniamo al capitolo, cosa ne pensate??? Devo ammettere che nell'ultimo periodo non sono mai soddisfatta di quello che scrivo, spero però che a voi possa piacere!!!!!!!! Fatemi sapere!!!

Per il prossimo non dovrete attendere molto, l'ho già iniziato e se tutto va bene lo pubblicherò domani, al più tardi martedì..

Aspetto con ansia i vostri commenti, mi sono mancati!!!


Grazie a tutte voi per le splendide recensioni, siete sempre fantastiche!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!



Un bacione!!

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

 

 

 

Suonai.

 

Passarono alcuni istanti interminabili quando finalmente la porta si spalancò.

 

-Ciao- sussurrai trovandomelo davanti.


Era bellissimo, la camicia sbottonata lasciava intravedere il torso nudo e i capelli erano leggermente spettinati.
 

-cosa ci fai qui??-

 

-dobbiamo parlare.....per la verità sono io che devo dirti una cosa....tu devi solo ascoltare..-

 

Un rumore nell'altra stanza mi fece bloccare.

 

-Elena non è come sembra- mi disse Damon preoccupato.

 

Ma non ebbi il tempo di ribattere perché Katrine apparì alle sue spalle appoggiandosi a lui con disinvoltura.

 

-Ciao piccola Gilbert- mi salutò con un sorrisetto malizioso.

 

Io rimasi immobile a guardare quella strega avvinghiata al MIO Damon mentre una vocina nella mia testa mi urlava di prenderla per i capelli e portarla lontana da lui.

 

Solo in un secondo momento notai che Katrine aveva indosso solo una maglietta di Damon.


Rimasi in silenzio qualche secondo cercando di realizzare la situazione. Gli occhi di Damon cercavano i miei in una supplica silenziosa e straziante.


-Elena..-


Damon stava per parlare ma non volevo ascoltarlo,
 

-Io...devo andare...-blaterai prima di correre via.

 

Non mi ero mai sentita tanto insignificante in tutta la mia vita, volevo solo scomparire, scavare un tunnel, magari sarei arrivata in Giappone prima o poi e mi sarei ricostruta una nuova vita mangiando tanto sushi.

 

Non mi accorsi di aver Damon dietro fino a che non mi prese per un braccio, bloccando la mia corsa.

 

Cercai di liberarmi dalla sua presa ma lui mi trattene, facendomi girare verso di lui.

 

-Non è quello che sembra, non è successo niente con Katrine-

 

Lo guardai con rabbia -hai ancora la camicia slacciata e forse avresti dovuto agganciare il bottone dei pantaloni prima di parlare-

 

Damon si guardò come se avesse realizzato solo in quel momento del suo abbigliamento a dir poco equivoco.

 

-Stavo dormendo e lei si è infilata nel mio letto...-

 

-Grazie ma non mi interessano i dettagli, so come funziona- sbottai acidamente facendo un'espressione disgustata.

 

Il solo pensiero di lui e lei mi dava la nausea.

 

-non è successo niente-

 

-comunque non sono affari miei-

 

Lui sbuffò irritato dalla mia testardaggine -Cosa volevi dirmi?-

 

-niente- blaterai.

 

-Elena ti prego dimmelo-

 

Ed ecco che rifaceva quel suo giochetto con gli occhi, cercando di privarmi della mia volontà.

 

Maledetto lui e i suoi occhi di ghiaccio!!!

 

-Domani a casa di Caroline faremo una riunione, dovresti venire anche tu...ci sono novità su Bonnie-

 

-Volevi dirmi solo questo??- mi chiese scettico.

 

-esatto Damon, ora devo andare e tu puoi tornare a fare quello che stavi facendo- dissi soddisfatta girandomi.

 

Almeno avevo reagito con classe, amara consolazione.

 

-Non stavo facendo niente- protestò lui irritato, alzando le braccia al cielo.

 

-bene, la prossima volta cerca di non fare niente con i pantaloni addosso!!!!!!!-

 

Detto questo corsi verso casa mia e mi chiusi la porta alle spalle.

 

 

 

 

 

-Cosa?????- mi chiese Caroline mentre stavamo percorrendo il tragitto da casa mia alla scuola -Elena credo seriamente che qualcuno ti abbia fatto il malocchio, non è umanamente possibile avere la tua sfiga-

 

Ignorai la battuta della mia amica e continuai con il mio monologo.

 

-...adesso mi ricordo perché tra me e Damon non potrà mai esserci niente, lui non è capace a stare con una sola ragazza, non è colpa sua, lui si annoia....non sa tenerselo nei pantaloni per più di dieci minuti....che stupida che sono, pensavo davvero che tra noi sarebbe stato diverso...ma lui è Damon...però c'è una cosa che mi chiedo perché io non gli faccio lo stesso effetto di tutte le altre ragazze????Cosa c'è che non va in me??? Non sono mica un mostro, non penso di essere il massimo ma da lì a provarci con tutte, tranne che con me....-

 

 

-Frenati, mi stai facendo venire mal di testa- protestò la mia amica interropendo il mio sfogo.

 

-Per prima cosa se mai sarebbe lui ad avere qualcosa che non va, in secondo luogo credo che, nella sua mente contorta, il fatto di non averci mai provato con te sia una specie di forma di rispetto, è il suo modo di dimostrarti che ci tiene-

 

La guardai incrociando le braccia al petto e sbuffando.

 

-Fantastico, è proprio il genere di dimostrazione in cui speravo...e poi se voleva davvero mostrarmi rispetto non doveva andare a letto con Katrine dopo...dopo il nostro momento...forse non ci siamo baciati e non abbiamo neanche parlato esplicitamente dei nostri sentimenti ma....c'è stato qualcosa!!-

 

-Non vorrei farti arrabbiare ma...hai mai pensato che lui ti abbia detto la verità?? Magari non è successo niente con Katrine-

 

Scoppiai in una risatina finta – si, certo, lui le ha dichiarato il suo amore per me mentre quella si infilava nel suo letto slacciandogli i pantaloni- Borbottai.

 

-Non sono una grande fan di Damon ma credo che a te tenga molto-

 

-Stai dalla sua parte?????????????????????????????-

 

Quella mattina non ero molto ragionevole, sembrava una bambinetta testarda ma ammettiamolo i fatti non erano dalla sua parte.

 

Damon mezzo svestito, più una Katrine disponibile nel suo letto, non lascia molto spazio all'immaginazione!!!

 

-Basta, io ci rinuncio!- esclamò la mia amica con tono teatrale.

 

 

 

Nel pomeriggio, io e Caroline ci ritrovammo nel suo salotto, sedute sul divano ad aspettare l'arrivo dei nostri “amici” per iniziare la riunione.

 

A scuola avevamo convinto Klaus, Matt, Damon e Stefan a venire da lei, ma quella che solo il giorno prima mi sembrava un ottima idea, adesso mi sembrava solo il preludio per un totale disastro.

 

Entrambe eravamo agitate e di pessimo umore, probabilmente saremmo fuggite se il campanello non fosse suonato proprio in quel momento.

 

Il primo ad arrivare, sfortunatamente per me, fu proprio Damon.

 

Dopo brevi saluti tra Caroline e Damon ed un “ciao” sbrigativo da parte mia, nella stanza piombò il silenzio.

 

-Allora volete dirmi perché mi avete convocato o siete troppo impegnate a giocare alle Charlie's angels??- chiese lui sarcastico.

 

-Aspettiamo gli altri, poi lo saprai- le rispose Caroline mentre io ero intenta a fingere di leggere un foglio del quale ignoravo il contenuto e di cui non mi poteva fregare di meno.

 

-e chi sarebbero gli altri??-

 

-Stefan, Matt e Klaus-

 

-Interessante- disse Damon con sarcasmo -Barbie ti sei forse dimenticata d'invitare Tyler o una settimana di lutto ti è bastata per superare una storia di due anni?-

 

Abbandonai all'istante la mia “interessante” lettura alzando lo sguardo su lui.

 

-E tu cosa ne sai di come sia una vera storia???- gli chiesi irritata.

 

-Non molto- ammise con un sorrisetto –ma ho sentito dire che se stai con qualcuno e baci un altro, si chiama tradimento-

 

-Nessuno mette in dubbio il fatto che lei lo abbia tradito ma le dispiace, e tu non hai nessun diritto di giudicarla-

 

-Quindi secondo te il tradimento è perdonabile??-

 

-no!!- sbottai.

 

Perché riusciva sempre a mettermi in difficoltà?

 

- e poi non stavo parlando di Stefan!!-

 

-e chi parlava di lui??- mi chiese lui con finta aria innocente.

 

Amavo Damon, ma certe volte era la persona più irritante del mondo.

 

-Caroline ha sbagliato è vero ma non conosci tutta la situazione, quindi potresti tenere per te i tuoi brillanti commenti- gli dissi cercando di mantenere la calma per mostrarmi superiore a lui.

 

-Ma ha invitato Klaus oggi, non Tyler.-

 

-Questo non vuol dire niente, non è come sembra.-

 

-Yero- ammise -allora anche tu credi che sia sbagliato saltare subito alle conclusioni senza conoscere i fatti-

 

Maledetto mi aveva fregata come una polla!!

 

Per fortuna il suono del citofono mise fine alla nostra discussione e nel giro di pochi minuti eravamo tutti riuniti.

 

 

 

 

 

-Vi abbiamo dato gli alibi e abbiamo risposto a tutte le vostre scrupolose domande, dobbiamo chiamare il nostro avvocato o siamo assolti? La giuria ha stabilito il verdetto??- chiese Klaus con il suo spiccato accento inglese ed un sorrisino divertito.

 

-non è un processo- disse subito Caroline.

 

-Davvero cherì ?? Perché è quello che sembra....o forse era solo una scusa per rivedermi??- Aggiunse malizioso.

 

-Non ti dare tante arie- borbottò la mia amica -mi disgusti-

 

-A me non sembrava, ricordo ancora la nostra notte di passione- disse lui con un tono volutamente provocante.

 

-E' stato solo un...momento di debolezza-

 

-Chiamalo come vuoi ma....-

 

-Basta- sbottai io, interrompendo il loro battibecco -nessuno è sotto processo....e comunque siete finiti decisamente fuori tema-

 

-Io mi stavo divertendo- intervenne Damon con un sorrisetto, con il solo scopo di irritarmi.

 

-Certo, perché tu non sei normale-

 

-concordo- disse Stefan.

 

-Wow, Stefan ha fatto battuta!!!- Esultò Damon con sarcasmo, lanciando al mio ex un occhiata carica d'odio.

 

-Non vorrei sembrare insensibile ma qui manca il sospettato numero uno- Klaus prese la parola attirando l'attenzione di tutti su di sé -da quello che ci avete raccontato, il padre di Elena ha sicuramente il movente più valido-

 

-Nessuno ha chiesto la tua opinione- lo rimproverò Caroline.

 

-Non ha tutti i torti- s'intromise Stefan rivolgendosi a me -devi ammettere che tue padre aveva le sue buone ragioni per odiare Bonnie-

 

-Io sono più per i crimini passionali- disse Damon guardando Stefan -magari è stato l'amante ritardato-

 

-STATE ZITTI!!!!- urlai esasperata -Discutere tra noi non serve a niente-

 

-Probabilmente non è stato tuo padre ma lui potrebbe sapere il motivo per cui Bonnie voleva distruggerti- disse Klaus.

 

-Elena ti assicuro che dire questo mi costa moltissimo- Caroline mi guardava comprensiva scandendo con cura le parole -ma credo che Klaus abbia ragione-

 

-Grazie Love- Klaus sorrise compiaciuto beccandosi un'occhiataccia dalla mia amica.

 

Sapevo che avevano ragione, mio padre poteva avere le risposte che stavo cercando.

 

Se volevo arrivare infondo alla faccenda dovevo trovare il coraggio di affrontare le mie paure.

 

-Ok, contatterò mio padre-

 

 

 

La riunione, contro ogni mia aspettativa, si concluse senza spargimenti di sangue!!

 

 

Matt mi diede un passaggio a casa ma quando scesi vidi subito Damon che mi aspettava sotto il mio portico, stava diventando una persecuzione.

 

Andai verso di lui, ormai avevo capito che scappare era inutile.

 

-Che vuoi??- gli chiesi acida.

 

-Sapere come stai-

 

-Bene, perché dovrebbe andare male? Devo solo chiamare mio padre, dopo anni che non lo vedo, e accusarlo di omicidio-

 

-Sarcasmo pesante -sdrammatizzò lui con un sorrisino, facendomi irritare.

 

-Damon se vuoi parlare di quello che è successo, ti avverto...-

 

-Non ora, possiamo parlare ad Atlanta, avremo tutto il tempo-

 

Lo guardai confusa, ma di cosa stava parlando???

 

-Tuo padre è ad Atlanta per lavoro ed io e te lo andiamo a trovare, prepara la valigia tesoro, si parte tra due giorni-

 

-Io con te non vado da nessuna parte- protestai.

 

-Ho già preso i biglietti e prenotato l'albergo-

 

-Grazie, ma ci andrò con Caroline-

 

Lui mi sorrise sghembo lanciandomi un occhiata carica di sicurezza.

 

-Mia cara Elena possiamo andarci insieme come persone civili oppure posso trascinarti con la forza ma il fatto non cambia, io vengo con te-

 

 

 

Un viaggio con Damon, le opzioni erano due: o gli sarei saltata addosso e il resto potete immaginarlo da sole o lo avrei strozzato.

 

 

In entrambi i casi, una cosa era certa: ero totalmente ed irrimediabilmente....fottuta!!!

 

 

 

NOTE:

 

Eccomi con il nuovo capitolo,, preparate le valige perché nel prossimo saremo ad Atlanta!!

 

Questo capitolo è stato difficilissimo da scrivere, soprattutto la parte della riunione, tanti personaggi insieme mi hanno messa in difficoltà = ) spero però che alla fine non sia venuto una schifezza.

 

Era un capitolo di passaggio, non si sono scoperte cose importanti ma vedrete che durante il viaggio ci saranno delle rivelazioni interessanti per quanto riguarda Bonnie.

 

Quasi dimenticavo...non odiatemi per la mancata dichiarazione d'amore, prima o poi arriverà, lo giuro!!!

 

Voi credete che sia successo qualcosa tra Damon e Katrine?? Elena gli crederà??

 

Grazie mille come sempre per i vostri commenti che mi aiutano a portare avanti la storia con entusiasmo. Siete fantastiche, gentilissime e stupende.

 

Ora la smetto e vi lascio in pace = )

 

Un ultimo grazie anche a tutti coloro che leggono silenziosi, a chi ha messo la storia tra le preferite, chi tra le ricordate e a tutte le ragazze che l'hanno messa tra le seguite.

 

Grazie mille!

 

Un bacione

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

 

 

 

In aereo, con Damon seduto in silenzio nel posto accanto al mio, mi chiedevo com'era possibile che la mia vita, nel giro di un paio d'anni, fosse diventata un tale casino.

 

Questo era il mio ultimo anno di liceo, entro un paio di mesi si sarebbe concluso un capitolo della mia vita, ma io non sentivo nessun entusiasmo.

 

Come ogni bambina avevo passato molto tempo a fantasticare sul mio futuro: sul college che avrei frequentato e sul lavoro avrei fatto da grande. Avevo sempre sognato di frequentare lettere a Yale per poi diventare una scrittrice.

 

Fin da piccola ho sempre tenuto un diario, il primo me l'ha regalato proprio mio padre, lasciandomi una dedica sulla prima pagina: “Riempi di sogni e parole queste pagine tesoro e ricorda che, se scriverai con amore, ogni tuo pensiero sarà un piccolo tesoro da custodire. Alla mia piccola scrittrice. Con amore. Papà”

 

Da allora ho scritto vagonate di diari, scrivere mi aiutava a sfuggire dalla realtà, a rivivere i momenti belli ma soprattutto a sognare.

 

Negli ultimi due anni però avevo quasi abbandonato la scrittura, non per un motivo particolare, semplicemente non mi rendeva più felice.

 

 

 

Ero all'ultimo anno e tutti i piani che avevo fatto sul mio futuro non sembravano più importanti ai miei occhi.

 

 

Guardai Damon che era girato verso il finestrino, quanto avrei voluto conoscere i suoi pensieri, lui sembrava sempre così sicuro, così forte.

 

 

-Cosa ti succede?? Ti sei forse incantata??- mi chiese malizioso.

 

Erano circa dieci minuti che lo guardavo con l'espressione da ebete!!

 

Abbassai un attimo lo sguardo dandomi dell'idiota.

 

-Stavo pensando, forse tu non lo sai ma le persone normali pensano-

 

-Tu pensi troppo-

 

-e tu troppo poco!!!- sbottai acida.

 

-Smetterai mai di essere arrabbiata con me??- mi chiese con un sorrisetto ironico -Lo so che muori dalla voglia di perdonarmi-

 

-Io non sono arrabbiata con te...perché dovrei esserlo??-

 

-Per Katrine- rispose lui irritato dal mio atteggiamento immaturo.

 

-Puoi andare a letto con chi vuoi Damon, noi non stiamo insieme-

 

-non sono andato a letto con lei....non nell'ultimo anno almeno..ma non è questo il punto...-

 

Lo bloccai -Ti ripeto: non sono affari miei e soprattutto non mi importa-

 

Ed ecco la balla del secolo!!!

 

-Ovvio, ed è perché non ti importa che mi fai il muso- fece lui sarcastico.

 

-Ti faccio il muso???? Non abbiamo sette anni, non ti faccio il muso...e poi non sono arrabbiata con te!!!!!!!-

 

Forse, se non avessi alzato la voce, sarei sembrata più credibile.

 

-se lo dici tu- disse lui sbuffando -allacciati la cintura, stiamo per atterrare-

 

 

L'inizio del viaggio era davvero promettente!!!

 

 

 

 

Con un taxi ci avviammo verso l'hotel prenotato da Damon, nel quale quella sera si sarebbe tenuta una festa, sicuramente noiosa e piena di uomini d'affari con la puzza sotto il naso, ma alla quale avrebbe partecipato anche mio padre.

 

Damon era riuscito a procurarci un invito, quindi l'incontro con mio padre sarebbe avvenuto quella sera stessa.

 

 

 

-Ootevi anche avvertirmi che saremmo andati ad una festa elegante, non ho niente da mettere-protestai.

 

-E' per questo che esistono le carte di credito- disse lui con un sorrisetto, sventolando una carta d'oro.

 

-Non posso accettare di farmi comprare un vestito da te, hai già pagato l'hotel ed il volo...-

 

-Non è mia, l'ho rubata a mio padre- fece lui alzando le spalle con naturalezza, come se fosse una cosa ovvia.

 

-Peggio ancora, si arrabbierà-

 

-E' quello che spero Elena, niente mi da più gioia che farlo incazzare-

 

Sorrisi, scuotendo la testa.

 

-Non si accorgerà nemmeno che l'ho presa- mi disse lui con un sorrisino dolcissimo -inoltre quest'anno, a causa della nostra lite, non ti ho fatto il regalo di compleanno- fece lui con un sorrisetto furbo –possiamo dire che sono in debito con te-

 

Come potevo dire di no difronte ad una proposta tanto allettante?

 

E poi il suo ragionamento non faceva una piega.

 

-va bene!....ma non spenderemo troppo!!!-

 

-promesso-

 

 

 

 

Dopo aver posato le valige in albergo, ci avviammo subito verso il centro della città alla ricerca di un vestito.

 

 

Uscii dal camerino per mostrare a Damon l'ennesimo vestito.

 

Ero esaurita, pensavo che dopo anni di shopping con Caroline avrei potuto affrontare qualunque cosa, ma Damon era davvero impossibile.

 

Gli abiti che piacevano a lui erano volgari o troppo vistosi per me, mentre quelli che sceglievo io lui li giudicava noiosi o ridicoli.

 

Dovevo rivedere mio padre non fare una selezione in un club di spogliarelliste!!!!

 

-Allora come ti sembra??- gli chiesi.

 

-carino-

 

-Davvero???- domandai stupita, il suo sguardo non mi convinceva.

 

-certo, se il tuo scopo era sembrare un enorme meringa rosa...sei perfetta- disse lui trattenendo una risata.

 

-idiota- sbottai prendendo l'abito successivo.

 

Lo indossai. Era un abito nero, molto semplice ma bellissimo con una leggera scollatura sul davanti e uno spacco che lasciava intravedere la gamba destra.

 

-Se questo non ti piace mi arrendo- dissi facendo una giravolta.

 

Damon rimase a guardarmi in silenzio facendomi sentire terribilmente a disagio.

 

Non gli piaceva nemmeno questo?? mi chiesi delusa.

 

Lui in silenzio si avvicinò per sistemarmi meglio una spallina, e io provai un brivido appena la sua mano sfiorò la mia spalla nuda.

 

-Questo è davvero perfetto- sussurrò con un sorriso.

 

-ok- feci imbarazzata, improvvisamente l'aria tra noi si era fatta elettrica ed io sentii il bisogno di fuggire -vado a...cambiarmi-

 

Entrai velocemente nel camerino, maledicendo me stessa e la mia mancanza di controllo.

 

 

 

-Hai preso una sola stanza!!!!!!!!!!!!!- sbottai.

 

-Elena non è la prima volta che dormiamo insieme, quindi non fare la rompiscatole-

 

Gli lanciai un'occhiataccia -Vorrà dire che farai il cavaliere e dormirai sul divano!!

 

-la cavalleria è morta donna!!!!!- disse Damon lanciandosi sul nostro letto e sdraiandosi comodamente.

 

-molto galante!-

 

-Mai detto di esserlo e poi non lo sai che adesso le donne preferiscono i cattivi ragazzi- mi disse ironico.

 

-cavolate!!!-

 

-Due battute sconce ormai funzionano meglio di un mazzo di rose-

 

Alzai gli occhi al sole difronte alle sue stupide perle di saggezza -E' davvero così che conquisti le donne??-borbottai sistemando il vestito nell'armadio.

 

-Vuoi esser conquistata??- mi chiese malizioso.

 

Mi girai per fulminarlo con lo sguardo -non ci riusciresti- lo provocai.

 

-Ne sei sicura??- chiese lui con voce volutamente provocante.

 

-io non sono come le altre ragazzette che frequenti- dissi andandomi a sedere sul fondo del letto.

 

Damon ignorò la mia frecciatina e si avvicinò a me.

 

 

Rimasi immobile quando lui con delicatezza spostò i miei capelli su un lato, facendoli ricadere dolcemente sulla mia spalla destra. per poi avvicinarsi con lentezza estrema al mio orecchio -non sono stato con Katrine- sussurrò facendomi rabbrividire.

 

Aspettavo che si allontanasse ma non lo fece, anzi scese delicatamente fino al mio collo per poi posare le sue labbra sulla mia pelle.

 

-sei sicura di non essere seducibile?- mi chiese malizioso lasciando una scia di baci, lenti e dispettosi ma dannatamente sensuali.

 

Era una tortura, una dolce, magnifica, irresistibile, tortura.

 

Stavo per perdere il controllo ma non potevo lasciarlo vincere.

 

Così, facendo ricorso a tutta la mia forza di volontà, lo spinsi via.

 

Lui mi guardò compiaciuto, leggendo il desiderio nei miei occhi traditori.

 

Decisi di passare all'attacco.

 

Andai verso di lui con lentezza e decisione -E tu Damon??- gli chiesi con voce più sensuale possibile mettendomi a cavalcioni su di lui che mi guardava confuso.

 

-Sei seducibile Damon??- Sussurrai a pochi centimetri da lui.

 

Il desiderio con cui mi guardava mi riempì di coraggio, se voleva giocare lo avrei fatto anch'io.

 

Gli lasciai un bacio lento e leggero sul collo mentre con una mano gli accarezzavo i capelli.

 

Sentii il suo respiro farsi più affannato, mentre continuavo a lasciare piccoli baci sul suo collo.

 

Era bellissimo sentire Damon così vicino, sentirlo completamente in balia delle mie azioni.

 

Quando però mi accorsi che stavamo per superare il limite, a quel punto mi allontanai da lui.

 

Rimasi in piedi difronte a lui e lo guardai soddisfatta, ignorando il mio cuore traditore che voleva tornare tra le sue braccia.

 

Lui mi guardò per un attimo confuso e pieno di desiderio, poi sorrise -considerami sedotto- sussurrò con voce roca.

 

Damon 0 - 1 Elena

 

Dopo la mia piccola vittoria corsi in bagno, avevo decisamente bisogno di una doccia gelata.

 

Ripreso il controllo di me stessa, uscii dalla doccia ed iniziai a prepararmi per la festa.

 

Asciugai i capelli e decisi di lasciarli sciolti ma con un piccola forcina dorata di lato.

 

Indossai il vestito e mi ravvivai il viso con un po' di trucco.

 

Sempre più agitata, ma soddisfatta del mio aspetto, uscii dal bagno.

 

 

Damon aveva indosso lo smoking ed era girato di schiena, teneva un bicchiere di bourbon in mano e guardava fuori dalla finestra.

 

Per un attimo sentii l'irrefrenabile bisogno di correre verso di lui e rifugiarmi tra le sue braccia.

 

-Sei pronto?-

 

-sempre- rispose con un sorrisetto girandosi verso di me, ma dopo un attimo, come per magia, il suo sorriso sembrò scomparire.

 

-Sei...stupenda-

 

Non furono le sue parole ma il suo sguardo a colpirmi.

 

Sorrisi, felice della sua reazione -anche tu non sei niente male-

 

 

Ci avviammo verso l'ascensore che ci condusse al primo piano del grande hotel, dove si sarebbe tenuta la festa.

 

Presi un profondo respiro, una sola porta mi separava dal rivedere mio padre.

 

-Se vuoi possiamo andarcene? Basta una tua parola e prendiamo il primo aereo per Mistic Falls-

 

Gli sorrisi cercando di rassicurarlo -Posso farcela-

 

-Lo so- mi disse con naturalezza porgendomi il braccio.

 

Io lo accettai e mi lasciai condurre all'interno della sala.

 

 

 

…...CONTINUA........

 

 

 

 

NOTE:

 

Buona sera!!!! Ecco la prima parte del viaggio ad Atlanta!!! Volevo riuscire a fare stare tutto il viaggio in un unico capitolo ma sarebbe venuto troppo lungo così l'ho diviso in due parti!!!!!

 

Cosa ne pensate del capitolo????

 

Nel prossimo capitolo faremo importanti scoperte sul caso ma in questo mi sono dedicata di più a Damon ed Elena....ormai il confine tra amore ed amicizia si fa sempre più confuso.

 

Grazie mille a tutte le splendide ragazze che recensiscono sempre e che con le loro recensioni mi aiutano a portare avanti la storia, siete fantastiche!!!!!!!

 

Ringrazio anche chi legge silenzioso, chi ha messo la storia tra le seguite, chi tra le ricordate e chi tra le preferite!!!

 

Grazie mille a tutte voi!!!!!!!!!!!!!!

 

Un bacione!!!!!!!

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Capitolo 18
*** capitolo 18 ***


Capitolo 18

 

 

 

 

 

 

Il salone era molto bello ed elegante ma, come avevo previsto, la maggior parte degli invitati superava in cinquant'anni, io e Damon eravamo decisamente fuori posto in quell'ambiente.

 

Iniziammo con un giro della sala, durante il quale io non riuscii a spiccicare parola, ero troppo agitata, continuavo a mordermi le labbra e a torturarmi le mani, consapevole che prima o poi tra quei signori tutti eleganti sarebbe spuntato anche mio padre.

 

 

-Elena ammetto che il modo che hai di morsicarti le labbra è dannatamente sensuale ma credo che dovresti darti una calmata- Bisbigliò Damon al mio fianco.

 

-La fai facile- borbottai.

 

-Non vorrai farti venire un attacco isterico proprio ora??-

 

-Non posso prometterti niente- risposi ironica -ora l'idea di prendere l'aereo e fuggire non mi sembra tanto male-

 

Lui sorrise -andrà tutto bene- mi disse con un tono di voce che voleva essere rassicurante -forse un bicchierino di champagne ti aiuterebbe a distendere i nervi-

 

-Altro che champagne, avrei bisogno di una bottiglia intera di tequila-

 

-Agli ordini signora, vado a vedere cosa trovo. Mi aspetti qui??-

 

Io annui, l'idea di fare anche solo un passo mi stancava. Sentivo le gambe pesanti e lo stomaco contratto.

 

Mi guardavo intorno alla ricerca di mio padre divisa tra il terrore di trovarlo e la voglia di poterlo riabbracciare.

 

Una parte di me ce l'aveva con lui per avermi abbandonata ma un'altra, quella parte di me che l'aveva amato per tutta la vita, non poteva fare a meno di volergli bene.

 

La sapete la vera fregatura dell'amore, in tutte le sue forme? L'amore VERO non muore mai, anche quando vorresti. Può trasformarsi in odio, può essere consumato dal dolore, puoi anche imparare a conviverci, ma in un modo o nell'altro farà sempre parte di te, nel bene o nel male.

 

Il mio cuore sembrò fare un tonfo quando lo vidi. Mio padre era a pochi metri da me, aveva raggiunto un paio di signori e adesso stavano parlando.

 

Non si era accorto della mia presenza così rimasi a fissarlo.

 

Era sempre lo stesso eppure era anche diverso, probabilmente era solo la mia fantasia a renderlo tale ma mi sembrava invecchiato, come se quei due anni fossero impressi a fuoco sul suo viso.

 

Lo vidi sorridere allegramente e provai una brutta sensazione, non è che lo volessi trovare infelice, ma vederlo allegro, anche dopo averci banditi dalla sua vita, faceva male.

 

Era un dolore egoistico, forse infantile ma era comunque dolore.

 

 

Accade tutto in un istante, mio padre si girò ed i nostri sguardi si incontrarono.

 

Il tempo sembrò fermarsi mentre entrambi ci guardavamo in silenzio.

 

Lessi nel suo sguardo la sorpresa nel rivedere la figlia che aveva abbandonato ma anche il senso di colpa.

 

Lo vidi abbandonare la conversazione e dirigersi verso di me.

 

-Papà...io..- blaterai incapace di formulare una un frase di senso compiuto.

 

-Vieni- disse prendendomi per un braccio e conducendomi in una saletta adiacente alla sala principale.

 

-Qua avremo più privacy- mi spiegò cercando di celare quell'inquietudine che ai miei occhi era però più che evidente.

 

Avevo preparato una marea di discorsi da pronunciare nel momento in cui l'avrei rivisto, ma in alcuni casi le parole non hanno significato, diventano vuote e fastidiose, in quei casi non agisci con la testa ma con il cuore.

 

Lo abbraccia e lui dopo un iniziale secondo di smarrimento mi strinse con forza e amore come aveva fatto tante volte in passato.

 

Un leggero profumo di tabacco misto a dopo barba invase le mie narici.

 

Avevo dimenticato il suo odore, avevo dimenticato il senso di protezione che mi invadeva ogni volta che mi stringeva tra le sue braccia, mi lasciai cullare come quando ero bambina e per un attimo dimenticai il male e il dolore perché dopo tanto tempo mi sentii di nuovo a casa.

 

Ma non sarebbe potuto durare per sempre, la realtà non si può ignorare, così mi staccai da lui.

 

-Come mi hai trovato???- mi chiese.

 

-Mi ha aiutata Damon- risposi optando per la verità -ho bisogno di parlarti-

 

-Non qui, devi andartene-

 

-Ma...-

 

Lui non mi lasciò finire e posò una mano sulla mia guancia accarezzandola teneramente.

 

-ci vediamo domani nella hall dell'albergo alle 15-

 

-va bene- risposi incantata dal suono profondo della sua voce.

 

Lui rimase ancora un attimo a fissarmi poi se ne andò, lasciandomi sola e disorientata.

 

 

 

 

Corsi dentro e in pochi secondi trovai Damon.

 

-Com'è andata??- mi chiese -Ti ho vista abbandonare la sala con lui.-

 

-Ti prego portami via, Damon-

 

Lui annuì e senza dire niente mi portò in camera.

 

 

 

 

-Vuoi parlare???- mi chiese dopo aver riempito due bicchierini di borboun.

 

Io me ne stavo seduta sul letto, con lo sguardo perso nel vuoto cercando invano di fare chiarezza nei miei pensieri.

 

Dentro di me si stavano scontrando mille sentimenti diversi, ai quali non sapevo dare un nome.

 

-Prendine un sorso ti farà bene- disse passandomi il bicchiere e aspettando pazientemente che io mi decidessi a parlare.

 

-Non abbiamo parlato...mi ha dato appuntamento domani- dissi con voce neutra mentre i miei occhi si riempivano di lacrime.

 

-Cosa ti succede??-

 

Damon si avvicinò a me preoccupato.

 

-non lo so...non capisco cosa mi prende..- singhiozzai -non riesco..a smettere Damon...-

 

Avevo iniziato a piangere dal nulla, liberando quelle lacrime silenziose che mi avevano colta di sorpresa e sulle quali non avevo più alcun controllo.

 

Damon si sedette sul letto accanto a me e nel giro di pochi secondi mi ritrovai stretta tra le sue braccia.

 

-mi...dispiace...- dissi sentendomi una bambina stupida che piangeva senza motivo.

 

-Va bene piccola- sussurrò lui accarezzandomi i capelli -certe volte fa bene piangere-

 

Mi strinsi a lui lasciando che ancora una volta mi proteggesse, perché Damon era la mia roccia, la mia metà, la persona che mi sarebbe stata accanto sempre ed io non potevo fare a meno di amarlo per questo.

 

 

 

 

Dopo un tempo indefinito riuscii a ritrovare il controllo di me e mi rintanai in bagno per risistemarmi e mettermi il pigiama.

 

 

Mi lavai il viso, il rimmel si era sciolto sporcandomi di nero gli occhi e facendomi somigliare ad un panda.

 

Qualche minuto da sola mi aiutò a ritrovare un po' di contegno.

 

 

-Damon- dissi imbarazzata tornando nella stanza -mi aiuteresti a togliere il vestito....la cerniera dietro si è bloccata-

 

Ero la solita imbranata!!!

 

Damon annuì e si mise dietro di me.

 

Spostai i miei capelli in avanti cercando di non pensare alla mani di Damon che si muovevano sul tessuto sottile del mio abito.

 

-Fatto- disse lui con voce roca, indugiando con le mani sui miei fianchi.

 

-Gra..zie- Blaterai senza però trovare la forza, o meglio la voglia di allontanarmi da lui.

 

Nella grande stanza si sentiva solo il rumore dei nostri respiri.

 

Provai un brivido quando sentii il fiato di Damon sul collo, mente le sue labbra lo sfioravano, torturando con il loro tocco la mia pelle.

 

-Adoro il profumo dei tuoi capelli- sussurrò passando una mano tra i miei capelli.

 

-E' il mio solito shampoo alle fragole- farfugliai come una stupida.

 

Lui rise nel modo più sexy che io avessi mai sentito -mi piacciono le fragole-

 

Mi girai e lo guardai, rimanendo a pochi centimetri da lui.

 

-Cos'altro ti piace di me, Damon?- gli chiesi con voce flebile.

 

Lui mi sorrise passando una mano delicatamente sulle mie labbra che si schiusero accompagnate dal suo tocco caldo.

 

-adoro la tua bocca-

 

-Cos'altro?- gli chiesi timorosa ma eccitata da quel gioco.

 

-la tua pelle- disse accarezzandomi delicatamente una spalla e scendendo con estrema lentezza fino alla mia mano.

 

-Perché...ti piace?- gli chiesi diventando più audace.

 

-adoro il suo sapore- sussurrò baciandomi sensualmente una spalla e facendomi perdere il controllo.

 

Automaticamente infilai una mano tra i suoi capelli e avvicinai il suo viso al mio.

 

-Stai cercando di sedurmi??- mormorai maliziosa e anche un po' speranzosa.

 

Lui sorrise in un modo che mi lasciò senza fiato poi si avvicinò lasciandomi un bacio leggero e sensuale sul lato della bocca.

 

-Non ora- sussurrò sgretolando le mie aspettative.

 

Mi allontanai da lui scottata dalle sue parole.

 

Mi aveva appena rifiutata????

 

-Perché??- gli chiesi cercando di nascondere la mia delusione.

 

-Non ci crederai- mi disse sarcastico -ma non voglio approfittarmi di una ragazza emotivamente fragile-

 

-Io sto benissimo- protestai di getto facendolo ridere e sentendomi immediatamente in imbarazzo.

 

-Da quando sei così impaziente?- mi chiese divertito accarezzandomi dolcemente il viso.

 

-non sono impaziente!!!!!-

 

-Sicura??- mi chiese malizioso prendendomi per i fianchi -perché se ci tieni tanto...-

 

-Cosa?????????- sbraitai -tieni quelle manacce lontane da me!!!!!!!!-

 

Cosa credeva, che io fossi a sua completa disposizione!!!!

 

Offesa ed irritata mi chiusi in bagno sbattendo la porta.

 

-Bella fregatura fare la cosa giusta!!!!!!!!- protestò Damon sarcastico al di là della porta facendomi sorridere.

 

Così impara a rifiutarmi!!!!!

 

 

 

 

Quella notte prendere sonno si stava rivelando molto difficile e la presenza di Damon nel mio stesso letto non mi aiutava.

 

Avevo capito le ragioni per cui non si “era approfittato” di me, ma non potevo fare a meno di sentirmi respinta.

 

Lo guardai, si era addormentato, era così rilassato mentre dormiva, era bellissimo.

 

Sorrisi, mettendo da parte la bambina offesa che si sentiva rifiutata e mi avvicinai a lui, poi con una mossa da perfetta imbranata cercai di farmi spazio tra le sue braccia e mi accoccolai sul suo petto.

 

-Non sei più arrabbiata??- mi chiese con la voce impastata dal sonno.

 

Scossi la testa senza però staccarmi da lui.

 

-Non volevo svegliarti- bisbigliai poi sentendomi in colpa.

 

Lui mi strinse -Buona notte Elena-

 

 

 

 

 

-Sicura che non vuoi che io venga con te???- mi chiese Damon per la decima volta quel giorno.

 

-Ho bisogno di parlare con lui da sola-

 

-lo capisco ma devi ammettere che hai pessimi precedenti....non sei molto brava nelle discussioni-

 

Gli lancia un occhiataccia.

 

-Ammettilo...o scappi, o finisci per prendere a pugni il diretto interessato-

 

-Con te ho discusso e non ti ho mai picchiato- gli feci notare stizzita.

 

-Questo perché io sono irresistibile- disse lui con un sorriso sghembo.

 

Alzai gli occhi al cielo, non avevo voglia di ribattere, ero ancora più nervosa della sera prima e questo non era assolutamente un buon segno.

 

Stavo per andarmene quando un'idea malsana attraversò la mia mente contorta.

 

-Prometti di rispondere sinceramente a una mia domanda??- gli chiesi dando voce ai miei pensieri.

 

Lui mi guardò confuso ma divertito -Promesso-

 

-Sei stato con Katrine??-

 

-Ti sembra il momento giusto per parlare di questo???- mi chiese sarcastico.

 

-Allora??- lo spronai.

 

-no- mi rispose serio inchiodandomi con il suo sguardo.

 

-Perché??- Gli chiesi titubante.

 

-Elena....-

 

-Ho bisogno di saperlo..- gli dissi con tutta la dolcezza di cui ero capace.

 

-Per te-

 

Era esattamente quello di cui avevo bisogno, gli sorrisi, grata al mondo per il solo fatto che lui esistesse.

 

-Grazie Damon-

 

Lui mi guardò con dolcezza –Buona fortuna-

 

 

 

 

 

Quando arrivai nella Hall, vidi subito mio padre seduto nel bar dell'albergo.

 

Lo raggiunsi al tavolo e dopo un saluto imbarazzato mi accomodai di fronte a lui.

 

-Cosa volevi dirmi??- mi chiese subito senza perdersi in chiacchiere.

 

Io lo guardai irritata -Sei scomparso nel nulla, credo che tu mi debba delle spiegazioni-

 

-E' complicato-

 

-Te lo renderò più semplice: so che hai rubato dei soldi a lavoro e che Bonnie ti ha ricattato per farti andare via, ma quello che mi interessa sapere è il perché.-

 

-Tesoro è complicato...- ripetè mio padre.

 

-Non dirmi che è complicato, lo so....Ma sai cos'è ancora più complicato? Svegliarsi una mattina e scoprire che tuo padre ti ha lasciata senza darti una spiegazione, ricevere una telefonata dopo qualche mese nella quale ti annunciano la morte della tua migliore amica, scoprire che la tua migliore amica ha costretto tuo padre ad abbandonarti....QUESTO è complicato papà, rispondere ad una domanda è semplice-

 

-Mi dispiace- disse lui abbassando lo sguardo -se tornassi indietro cambierei molte mie azioni..-

 

-Lo so- dissi comprensiva avvicinandomi a lui -Però ora ti chiedo di dirmi la verità....Tu sai perché Bonnie mi odiava??-


Era questo che volevo sapere più di ogni altra cosa, ero questo dubbio a tormentarmi ogni notte.

 

Perché la mia migliore amica mi aveva odiata tanto da farmi delle cose così orribili???

 

-Lei non odiava te, tesoro, lei odiava me...-

 

 

NOTE:

 

Ciao fanciulle!!!! Ecco a voi il nuovo capitolo, cosa ne pensate???

 

Perché Bonnie odiava il padre di Elena???

 

Nel prossimo capitolo forse capiremo meglio il personaggio di Bonnie e i motivi che l'hanno spinta a comportarsi in un determinato modo!!!!!!

 

Per adesso spero che vi sia piaciuto questo capitolo, aspetto con ansia le vostre opinioni!!!

 

Grazie mille, come sempre, a tutte le splendide ragazze che recensiscono!!!!!!!!

 

Ringrazio anche chi legge silenzioso, chi ha messo la storia tra le seguite, chi tra le ricordate e chi tra le preferite!!!

 

Grazie mille a tutte!!!!!!!

 

 

Un bacione!!

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Capitolo 19
*** capitolo 19 ***


Capitolo 19

 

 

 

 

 

 

 

 

-Oh mio Dio...tuo padre é proprio uno stronzo- sbottò Caroline tappandosi poi la bocca con aria colpevole -scusa, non volevo...-

 

-non preoccuparti, ho pensato di peggio su di lui-

 

 

Erano passate solo poche ore dall'incontro con mio padre ma la rabbia che avevo provato non era ancora sparita.

 

Con Damon eravamo partiti subito dopo l'incontro.

 

Non volevo più rimanere in quella città, non volevo più pensare a quello che mi aveva rivelato mio padre.

 

Appena tornata a Mistic Falls, passai da casa solo per lasciare la valigia, per poi raggiungere rapidamente la casa della mia amica.

 

Stare con Jeremi e mia madre era troppo difficile, contando quello che avevo scoperto.

 

Non avevo detto loro niente su mio padre e questo mi faceva sentire una persona orribile.

 

Ma non me la sentivo di distruggere le loro vite proprio ora che erano tornati ad essere felici.

 

La verità non è un dono, non rende liberi, alcune verità sono fardelli, troppo difficili da sostenere.

 

 

 

-Posso farti una domanda??- mi chiese timidamente la mia amica riportandomi alla realtà.

 

-certo-

 

Come fai ad essere certa che non sia stato lui ad uccidere Bonnie??-

 

-Mio padre è troppo codardo per fare una cosa del genere- risposi amaramente -e poi non credo che sia un assassino-

 

Car non fece obiezioni ma si lasciò cadere stancamente sul divano -Cosa facciamo adesso??-

 

-non lo so....- mormorai sbuffando -non ne ho la minima idea-

 

Caroline venne verso di me e mi abbracciò –Mi dispiace tanto Elena, per te, per Bonnie, per tutto quello che è successo-

 

-Quando la vita è diventata così complicata?- le chiesi con ironia.

 

-Credo lo sia sempre stata- rispose la mia amica staccandosi da me -ma è per questo che Dio ci ha dato la tequila-

 

Risi guardandola con un'espressione interrogativa.

 

La mia amica mi lanciò un'occhiata furba e corse di là per poi tornare, dopo qualche secondo, con una bottiglia di tequila -mia madre non tornerà prima di mezzanotte-

 

La guardai indecisa ma allettata dalla sua proposta.

 

-Elena credo che tu abbia il sacro santo diritto di prenderti una bella sbronza....non possiamo risolvere i nostri problemi questa sera ma possiamo comunque annegarli- mi disse Caroline con un sorriso, riempendo due bicchierini fino all'orlo.

 

Presi il bicchiere, decisa a lasciarmi aiutare dalla tequila.

 

-Alla salute- esclamai prima di svuotare il bicchiere in un solo sorso, beandomi poi del calore che mi provocò in gola e del leggero senso di stordimento che mi travolse.

 

Caroline soddisfatta mi imitò poi accese la musica al massimo mentre io preparavo un altro giro di bevute.

 

Dopo qualche minuto ci ritrovammo a ballare nel salotto di Caroline, saltellando come due bambine, con la mente annebbiata dall'alcol, alternando momenti di danza e bicchierini di tequila.

 

 

Continuammo così fino quando la bottiglia non si svuotò.

 

 

Sdraiate sul divano iniziammo a ridere come delle sceme, senza motivo e per un attimo la vita mi sembrò ancora bellissima.

 

Mi lasciai travolgere da quell'illusione, da quello stordimento che anche se per poco ti aiuta a dimenticare i problemi.

 

 

-Se mia madre ci trova così mi scuoia viva!!- esclamò Caroline senza smettere di ridere.

 

-Meglio che vada...non vorrei che Liz scuo...iasse anche me- blaterai con la voce impastata, alzandomi barcollando dal divano.

 

-non credo che tu stia bene- disse Caroline vedendomi planare di nuovo a terra.

 

-Mai stata meglio...- esclamai alzandomi faticosamente -anzi credo che diventerò un'alcolizzata da grande....mi piace troppo la tequila...sposerò un barista e avremo tanti bambini alcolizzati...-

 

Ok, forse avevo esagerato un pochino.

 

 

 

-Ciao Caroline- disse Damon entrando, circa venti minuti dopo, nel salotto della mia amica, era venuto a prendermi. Caroline si era rifiutata di farmi guidare.

 

-Damon vuoi diventare il mio marito alcolista??-

 

-Proposta interessante- disse lui divertito, saltellando con lo sguardo tra me e Caroline.

 

-Ma quanto avete bevuto??- chiese poi con un sorrisino sarcastico.

 

-Ho annegato tutti i problemi..-

 

-Sono fiero di te- mi rispose divertito.

 

-Sei venuto a bere con noi???-gli chiesi felice, barcollando pericolosamente verso di lui.

 

-Credo che la festa sia finita Rambo...è ora di tornare a casa-

 

-Ma noi ci stavamo divertendo- protestai mettendo il broncio.

 

 

 

Damon malgrado le mie proteste riuscì a condurmi nella sua auto.

 

 

-Siamo arrivati- annunciò lui fermando l'auto davanti a casa sua.

 

-Mia madre...mi ucciderà quando mi vedrà- brontolai con la voce impastata.

 

-Le ho scritto un messaggio dal tuo telefono dicendole che dormirai da Caroline...puoi restare da me-

 

-Sei il mio eroe, Damon- sussurrai con uno sbadiglio, stiracchiandomi sul sedile.

 

Lui rise -andiamo piccola ubriacona, è ora di andare a nanna-

 

Scendendo dall'auto persi immediatamente l'equilibrio, ma, fortunatamente, Damon mi prese al volo, afferrandomi saldamente per i fianchi.

 

In un attimo mi ritrovai tra le sue braccia.

 

-Sai di essere piuttosto pesante??- mi chiese divertito.

 

-non si dicono...queste cose ad una signo...ra- blaterai stringendomi a lui.

 

 

 

 

Non mi accorsi di essere nel suo letto fino a quando non sentii le lenzuola fresche a contatto con il mio corpo caldo e provai un immediata sensazione di benessere.

 

-Damon- lo chiamai biascicando.

 

-Eccomi- disse lui stendendosi accanto a me -ora dormi-

 

Chiusi gli occhi, troppo stanca per protestare, quella giornata era stata infinita ed io avevo solo bisogno di dormire.

 

Sentii la sua mano accarezzarmi dolcemente i capelli -Damon...-sussurrai con la mente già annebbiata dal sonno -...ti amo-

 

 

Mi addormentai felice, confortata dalla presenza di Damon al mio fianco, quella notte però non feci sogni tranquilli.

 

 

Sognai mio padre, le sue parole, la sua terribile storia....

 

 

Gli incubi peggiori sono quelli che rimangono reali anche con l'arrivo del mattino, non esiste infatti incubo peggiore della realtà.

 

 

 

8 ore prima..

 

 

 

-Lei non odiava te, tesoro, lei odiava me...-

 

-Cosa vuol dire??- gli chiesi confusa non riuscendo proprio ad immaginare che motivo potesse avere la mia amica per odiare mio padre.

 

-E' una storia vecchia....ti ricordi il padre di Bonnie??-

 

-Non molto- dissi con sincerità, lui aveva abbandonato Bonnie e sua madre poco dopo che io l'avevo conosciuta e i pochi ricordi che avevo di lui erano sfocati inoltre Bonnie non lo nominava mai, era come se per lei non fosse mai esistito.

 

-Papà che legame avevi tu con il padre di Bonnie??-

 

-Tu eri solo una bambina quindi eri troppo ingenua per rendertene conto ma per un certo periodo io e tua madre abbiamo avuto grossi problemi, siamo arrivati al punto di parlare di divorzio...-

 

Si bloccò, probabilmente stava cercando le parole giuste per continuare.

 

-Ero confuso tesoro ed ero anche molto infelice....E' stato allora che ho conosciuto Abby. A quei tempi la madre di Bonnie era molto diversa da com'è adesso, lei era solare, spiritosa, era un vero spirito libero....ma, come me, era infelice del suo matrimonio..-

 

Lo ascoltavo senza fiatare, mentre lentamente le sue parole trovavano un senso.

 

-Io e Abby abbiamo avuto una relazione, noi siamo stati innamorati-

 

-Come hai potuto fare una cosa del genere alla mamma?-

 

-Ho sempre amato tua madre ma la conosci...lei pretende il meglio dalle persone, certe volte essere all'altezza delle sue aspettative era sfiancante-

 

-Non osare incolpare lei per i tuoi errori- sbottai arrabbiata.

 

-Non è questa la mia intenzione, tesoro....so di aver sbagliato....e la persona che più ne ha pagato le conseguenze è stata Bonnie-

 

Lo guardai confusa ma rimasi in silenzio, aspettando che continuasse con il suo racconto.

 

-la storia con Abby è durata un paio di mesi, poi mi sono reso conto di quello che avrei perso rimanendo con lei, nessuna donna sarebbe mai valsa la mia famiglia, così la lasciai....ma era troppo tardi, lei lo aveva detto a suo marito e lui era impazzito, dopo una settimana Bonnie lo trovò morto nel suo studio, si eta tolto la vita con un colpo di pistola-

 

-Com'è possibile che non lo sapessi??- chiesi scioccata cercando di scacciare l'immagina della mia amica difronte al corpo senza vita del padre.

 

-La storia non finì sui giornali grazie alle mie conoscenze riuscii a proteggere Abby e sua figlia, nessuno seppe mai niente ed essendo il padre di Bonnie un uomo molto solitario e riservato nessuno sentì mai il bisogno d'indagare, la sua partenza passò inosservata....Da quel giorno ho aiutato Abby anche da un punto di vista finanziario...-

 

-La mamma lo sapeva??-

 

-No, ne avrebbe sofferto troppo-

 

Era decisamente troppo, non riuscivo più ad ascoltarlo.

 

-Non fingere di averla protetta, di aver protetto Bonnie e sua madre....tu hai protetto solo te stesso- sputai fuori quelle parole come fossero veleno.

 

-Non sono fiero del mio passato e capirò se tu mi vorrai odiare ma non ho mai voluto che capitasse quello che è capitato, non posso tornare indietro e cambiare il passato...ogni giorno della mia vita ho portato con me questo peso, l'unica cosa che posso fare è chiedere perdono a te bambina mia per non essere stato il padre che meriti-

 

Lo bloccai, stanca di ascoltare le sue magre giustificazioni.

 

-Io non ti posso perdonare papà...Tu dici che ti dispiace ma cosa hai fatto per cambiare le cose? Cosa hai fatto per rimediare ai tuoi errori??-

 

-io...-

 

-Papà tu sei scappato, l'hai sempre fatto ed io ho sofferto per questo ma sono stufa, perché scappare dai problemi non li risolve, li fa solo diventare più grandi...Tutti sbagliano ma è la capacità di affrontare i propri sbagli a renderci degni del perdono altrui.-

 

-Tesoro tu sei così giovane...-

 

-Sarò anche giovane papà ma, tra noi, sei tu quello che dovrebbe crescere-

 

-Non volevo che andasse così- disse lui con disperazione ma io non riuscivo a guardare quell'uomo pieno di rimpianti che non assomigliava a mio padre.

 

-Neanch'io- dissi alzandomi, stavo per andarmene, quando mio padre rininiziò a parlare.

 

-Bonnie qualche mese prima della mia partenza ha iniziato a ricattarmi, minacciando di distruggere la mia famiglia se non le avessi dato delle cifre di denaro esorbitanti, io avevo già problemi al lavoro ma la paura di perdere voi è stata più forte della mia morale così ho preso dei soldi da alcuni miei clienti....- mio padre abbassò lo sguardo e prese un profondo respiro prima di proseguire -ma in verità lei non voleva il denaro, voleva distruggere la mia vita come io ho fatto con la sua....il resto lo sai...ma non sono stato io ad ucciderla, non sono un assassino-

 

-Questo forse ti rende innocente ma non fa di te una persona migliore...addio papà- dissi e me ne andai.

 

 

Non volevo sapere altro da lui, non volevo sentire altre giustificazioni perché l'uomo che avevo ritrovato non era il padre che avevo amato, era solo lo spettro di un uomo che forse non era mai esistito.

 

 

“E poi, ti rendi conto d'aver amato ciò che credevi e desideravi trovare dietro alla falsità e all'inganno. Ti rendi conto d'aver amato ciò che in realtà non è mai esistito. “

 

 

 

 

 

 

NOTE:

Ciao fanciulle!!!!!!! Eccomi con l'aggiornamento!!!

 

Cosa ne pensate del padre di Elena? E della sua storia?? E Bonnie?? Adesso iniziate a capirla meglio o continuate ad odiarla??

 

Comunque su Bonnie ci saranno ulteriori chiarimenti andando avanti.

 

Non so come giudicare questo capitolo, quindi lo lascio fare a voi!! Spero sia venuto decentemente =)

 

Alcune piccole precisazioni:

1-l'ultima frase non è mia ma credo che riassuma perfettamente i sentimenti di Elena verso suo padre.

2-Lo so di non aver parlato molto del padre di Bonnie ma il fatto che l'avesse abbandonata era accennato nel capitolo 6, dove si parlava anche della madre di Bonnie e di come lei avesse iniziato a bere dopo la “partenza” di suo marito.

3-Questa volta il “ti amo” di Elena è stato pronunciato ad alta voce.

 

 

Ok....Ho finito di rompervi le scatole con le mie chiacchiere, ora passiamo ai ringraziamenti!!

 

Grazie mille a tutte voi, che recensite sempre aiutandomi a portare avanti la mia storia, siete davvero fantastiche....so di essere ripetitiva, ma non saprei come altro dirlo =)

 

Grazie a tutte voi!!!!!!!!

 

Un bacione

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Capitolo 20
*** capitolo 20 ***


Capitolo 20

 

 

 

 

 

 

 

Un raggio di luce mi colpì il viso costringendomi a voltarmi per evitarla, sentii la testa pesante e un terribile senso di nausea mi ricordò istantaneamente della mia serata a base di Tequila.

 

Aprii gli occhi lentamente cercando di abituarli alla luce del mattino che aveva già illuminato la stanza con i suoi raggi.

 

Il mio cervello ci mise qualche secondo per realizzare che quella non era la mia stanza, mi alzai a sedere sul letto....che non era il mio letto.

 

Fu allora che ricordai alcuni frammenti della serata precedente.

 

Caroline....la tequila...i balli....Damon....il passaggio in auto...il suo letto....il “ti amo”....

 

Mi bloccai, il “ti amo”?????????????????????

 

Cercai di fare chiarezza nella mia mente, non potevo averlo detto, non ad alta voce, era impossibile, impensabile, dopo tutti quegli anni di silenzio non potevo essermi fatta fregare da una bottiglia di tequila.

 

I miei ricordi erano troppo confusi e disordinati e ogni mio tentativo di fare chiarezza si risolveva con una fitta di mal di testa.

 

Stupida me e stupida tequila!!!

 

Cercai di tranquillizzarmi, probabilmente l'avevo solo sognato come avevo fatto tante volte, e anche se mi fosse sfuggito potevo sempre contare sul tatto di Damon che non lo avrebbe mai tirato in ballo, contando le condizioni in cui ero quando gli avevo ipoteticamente dichiarato il mio amore.

 

Dichiarato il mio amore....O mio Dio!!

 

Perfetto dopo anni passati a cercare il momento ideale, quello perfetto in cui avrei dichiarato a Damon quello che provavo per lui, l'avevo fatto ubriaca fradicia, forse , e non riuscivo neanche a ricordare la sua risposta.

 

Maledii me stessa e la mia boccaccia.

 

Alzandomi lentamente dal letto, cercai di farmi coraggio, infatti, malgrado la voglia di nascondermi per sempre sotto le coperte fosse tanta, sapevo che prima o poi sarei dovuta scendere ed affrontarlo.

 

Così armandomi di coraggio mi avviai verso la porta per poi scendere le scale ed andare in cucina a cercare Damon, con la vana speranza che i miei dubbi si rivelassi infondati.

 

 

 

-Buon giorno principessa- mi salutò Damon con entusiasmo.

 

-Potresti abbassare la voce...Mi scoppia la testa-

 

-Principiante- sbuffò Damon con un sorrisino sarcastico sul viso.

 

-Ti prego dimmi che non ti sei messo in testa di prepararmi la colazione, non hai imparato niente dall'ultima volta-

 

Lui senza smettere di sorridere in modo irritante mi passò uno strano intruglio -con questo tornerai come nuova-

 

Osservai perplessa lo strano liquido che ondeggiava nel bicchiere -Solo guardare questo coso mi da il voltastomaco-

 

-buttalo giù e non fare la capricciosa-

 

Mi tappai il naso prima di bere in un sorso il disgustoso liquido contenuto nel bicchiere.

 

-Che schifo- brontolai con una smorfia correndo verso il frigo a prendere una bottiglia d'acqua nella speranza che eliminasse il sapore amaro che mi si era creato in bocca.

 

-Una bambina di cinque anni avrebbe fatto meno scene- osservò lui con un sopracciglio alzato.

 

-Non tutti sono abituati a bere come spugne-

 

-Non tutti ne sono in grado-

 

-Oggi sei più irritante del solito- brontolai massaggiandomi le tempie.

 

C'era qualcosa di strano nel modo in cui Damon mi guardava quella mattina, sembrava mi stesse studiando, ed io sperai che non fosse legato alla mia dichiarazione.

 

-E' per questo che ieri sera mi hai....- Damon si bloccò, lasciandomi con il fiato sospeso, mentre i suoi occhi blu scrutavano i miei alla ricerca di qualcosa.

 

Ti prego non dire quelle parole, ti prego, ti prego!!!!!

 

-...chiesto di sposarmi- concluse lui lanciandomi uno sguardo di sfida.

 

-Non sono stata io, è stata la tequila- risposi di getto, sentendomi con le spalle al muro.

 

-Lo sai che da ubriachi si dice sempre la verità- sussurrò in modo seducente.

 

Rimasi spiazzata, chissà per quale motivo ma avevo la sensazione che non stessimo parlando solo della mia proposta di matrimonio.

 

Damon fece un sorrisetto insolente -Ne deduco che dovrei dimenticare quello che mi hai detto ieri-

 

Maledetto, mi stava volutamente torturando per farmi parlare.

 

Stavamo giocando, di nuovo, ma non l'avrei lasciato vincere così facilmente.

 

-Non lo so Damon- dissi con un sorrisetto furbo -non ricordo bene quello che ho detto ieri ma devi esserne rimasto particolarmente colpito, vista la tua insistenza-

 

Purtroppo con Damon era difficile avere l'ultima parola e in quel momento mi pentii amaramente di averlo stuzzicato, il sorrisetto compiaciuto che aveva fatto capolino sul suo viso non prometteva niente di buono.

 

-Lo sai come sono fatto, Elena, sono curioso e certe volte anche un po' insistente ma sarà per questo che mi ami-

 

Lo guardai negli occhi e mi sentii morire.

 

L'avevo detto, avevo detto a Damon che l'amavo e ora lui si stava prendendo gioco di me.

 

-Sei un vero stronzo- dissi cercando di sembrare calma -vado a casa-

 

Mi girai pronta a lasciarmi indietro Damon e i suoi maledetti giochini.

 

-Stavo scherzando...Elena-

 

Io proseguii ignorandolo.

 

Sentii Damon alle mie spalle chiamare ripetutamente il mio nome ma non avevo nessuna intenzione di ascoltarlo, mi sarei aspettata tutto, ma non avrei mai pensato che mi avrebbe presa in giro.

 

Maledetto lui e il suo discutibile senso dell'umorismo.

 

 

 

Mi avviai velocemente verso casa, sentendo la rabbia ribollire dentro di me.

 

Damon aveva la maturità sentimentale di un bambino di 5 anni, l'avevo sempre saputo, ma questo non giustificava la sua reazione.

 

Non pretendevo che mi saltasse addosso e mi dichiarasse il suo eterno amore (anche se un po' lo speravo)....però neanche che si divertisse alle mie spalle.

 

Stupido, presuntuoso ed egoista.

 

 

Camminai spedita dall'altra parte della strada, ma, quando mi accorsi della figura che immobile mi aspettava sul portico affianco a mia madre, mi bloccai.

 

Il mio cuore batteva all'impazzata mentre titubante raggiungevo i miei genitori.

 

-Papà-

 

Entrambi mi guardarono un attimo poi mia madre lanciò un'occhiata a mio padre che annuì.

 

Cosa stava succedendo??

 

-Tesoro vi lascio soli- disse mia madre rivolta a me prima di entrare in casa.

 

-Cosa ci fai qui??- chiesi confusa a mio padre -Cosa le hai detto??-

 

-Tutto-

 

-Ma..-

 

-Il modo in cui mi hai guardato ieri, posso affrontare tutto, posso anche affrontare la prigione...ma la delusione che ho visto nei tuoi occhi quella è troppo...-

 

-La prigione??-

 

-Ho confessato, ho raccontato alla polizia dei soldi che avevo rubato....-

 

-Perché?- gli chiesi sinceramente stupita.

 

-Perché non basta chiedere scusa per essere perdonati, bisogna affrontare i propri errori...-

 

Erano le mie parole.

 

-Papà io...-

 

-Non pretendo il tuo perdono-

 

Di slancio lo abbracciai -ti voglio bene-

 

-anch'io piccola mia- disse lui stringendomi -molto più di quanto tu possa pensare-

 

-Ma adesso cosa accadrà?- chiesi mentre una lacrima scese lenta nella mia guancia.

 

.-Passerò qualche anno in prigione, pagherò per i miei errori-

 

-Mi dispiace-

 

-A me no, per la prima volta, dopo tanto tempo, sono certo di fare la cosa giusta-

 

Lo abbracciai di nuovo.

 

In quel momento uscì anche Jer

 

-Lo sai??- chiesi a mio fratello che annuì.

 

Quel pomeriggio rimanemmo insieme, solo noi tre.


Non c'erano più segreti, c'eravamo solo noi.
 

In salotto seduti tranquilli come una famiglia qualunque, iniziammo parlare, ricordando il passato, raccontandoci aneddoti, ridendo e scherzando.

 

 

Verso sera mio padre se ne andò, diretto alla centrale.

 

L'avevo appena ritrovato ed ora se ne sarebbe andato, di nuovo.


 

Mia madre l'aveva accompagnato ed io e Jer eravamo rimasti soli, seduti, uno accanto all'altro, sul divano.

 

-Mi manca già- dissi appoggiando la testa sulla sua spalla dopo alcuni interminabili minuti di silenzio.

 

-Anche a me-

 

-Mi dispiace Jer-

 

-Andrà tutto bene Elena, noi staremo bene- disse abbracciandomi e io mi lasciai cullare dal mio fratellino che ancora una volta si stava dimostrando più forte di me.

 

Jeremi era appena andato nella sua stanza quando il campanello suonò, io corsi ad aprire convinta che fosse mia madre.



Quanto mi sbagliavo...

 

-Damon- Sussurrai stanca.

 

Lui mi guardò, studiando attentamente la mia espressione -cosa ti succede?-

 

-Ti prego Damon lasciami in pace- mormorai sentendomi infinitamente persa.

 

Sentivo le lacrime premere per uscire e in quel momento vedere Damon mi faceva solo stare peggio.

 

-Elena cosa ti è successo??-

 

-Mio padre è tornato....ha deciso di costituirsi per aver rubato....l'ha fatto per me ed io l'ho perso Damon...l'ho perso di nuovo-

 

Damon mi si avvicinò e mi abbracciò ed io non potei far altro che stringermi a lui.

 

Era bello stare tra le sue braccia, era piacevole.....ma non mi bastava....non più...

 

Lo allontanai -vattene Damon-

 

-Non voglio lasciarti sola-

 

-Damon...ti prego-

 

-Perché??- mi chiese tristemente, facendomi male.

 

-Perché quello che ti ho detto Damon...è vero-

 

Lui rimase a guardarmi in silenzio, stupito dalla mia onestà....ma ero stanca delle bugie....

 

-Non devi dire niente....non devi ricambiarmi ma ora ho bisogno di stare sola-

 

-Stai zitta- disse lui prendendomi il viso tra le mani e asciugando con un bacio una lacrima capricciosa sfuggita al mio controllo.

 

-Sei davvero tanto stupida da pensare che io non ti ricambi??- mi chiese con dolcezza a pochi centimetri dal mio viso.

 

Il suo respiro sulla pelle mi annebbiava la mente ma mai come in quel momento avevo bisogno di lucidità.

 

-Dimostramelo- sussurrai facendo appello a tutto il mio coraggio.

 

-Lo capisci in che guaio ci stiamo cacciando??-

 

-Non mi importa- risposi di getto facendolo sorridere.

 

-Sei una vera calamita per le disgrazie- disse divertito posando le sue mani sui miei fianchi in un gesto possessivo e sensuale al tempo stesso.

 

-Per la precisione io sono una vera calamita per idioti, se...- ma non potei terminare la frase perché la sua bocca era già sulla mia.

 

Ed ecco che in un attimo i miei problemi scomparvero, c'era solo Damon, la sua bocca e quel bacio che avevo sognato da tutta la vita.

 

Sapete quando si dice che quando ti fai troppe aspettative su qualcosa, probabilmente finirai per rimanerne deluso.

 

Non è vero...certe volte la realtà batte i sogni.

 

-Non vorrai una dichiarazione??- mi chiese malizioso staccandosi da me ma rimanendo con le sue labbra a pochi centimetri dalle mie.

 

-Non ne saresti in grado- risposi provocatoria.

 

-Sicura?- mi chiese lui prendendomi in braccio di slancio ed io mi ritrovai a stringere le gambe intorno alla sua vita.

 

-Questa...non è una dichiara...zione- blaterai mentre lui mi baciava il collo lasciandomi senza fiato.

 

Poi sentii il muro freddo a contatto con la mia schiena e la lingua di Damon nella mia bocca.

 

 

Forse non era una dichiarazione ma in quel momento non mi importava...in quel momento c'eravamo solo io e Damon...

 

 

Ed è quando i sogni diventano realtà...che il principe salta addosso alla principessa...

 

 

Note:

 

Sono sconfortata, non sapete quanto ho lavorato su questo capitolo e non mi piace per niente....Uffa...

 

L'ho pubblicato comunque perché ho in mente il seguito e, se non mi facevo coraggio e lo postavo, rischiavo di rimanere bloccata con la storia.

 

Spero, malgrado tutto, che il capitolo non vi dispiaccia e spero di farmi perdonare con il seguito =)

 

Cosa ne pensate?????

 

 

Grazie come sempre a tutte voi!!!!!!!

 

Baciiiii

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21

 

 

 

 

 

 

Mi svegliai in uno stato di totale euforia, aprendo gli occhi mi accorsi di essere sola nel letto, Damon non c'era.

 

Damon.

 

Solo pronunciare il suo nome nella mia mente risvegliò i ricordi della sera prima facendomi arrossire, dopo il nostro bacio, siamo andati a casa sua e con lui ho passato la notte più bella della mia vita.

 

Con Damon tutto sembrava nuovo, ogni sensazione era amplificata, ogni centimetro del mio corpo sembrava essere completamente dipendente da lui.

 

Mi accorsi di avere indosso solo la biancheria e sentendomi improvvisamente imbarazzata, cercai qualcosa da indossare.

 

Trovai la sua camicia e con un balzo l'afferrai e corsi in bagno.

 

 

Mi allacciai la camicia senza staccare gli occhi dalla mia immagine che mi guardava riflessa nello specchio.

 

C'era qualcosa di diverso nel mio viso quella mattina, avevo i capelli in disordine e il trucco sbavato eppure mi vedevo più bella.

 

Un sorriso da deficiente continuava a fare capolino sul mio viso, provai più volte a cancellare quell'espressione da ebete dalla mia faccia, ma quella mattina smettere di sorridere sembrava troppo faticoso.

 

Ero felice, semplicemente felice.

 

Per me l'amore è questo: trovare qualcuno che ti faccia sorridere come una scema davanti allo specchio, qualcuno che ti faccia vedere più bella.

 

 

Mi sciacquai il viso più volte per eliminare il trucco, poi soddisfatta tornai in camera.

 

 

Dopo alcuni secondi di attenta riflessione decisi di scendere a cercare Damon,

 

Appena entrai in cucina lo trovai immobile davanti alla finestra, guardava fuori immerso in chissà quali pensieri.

 

-Ciao- Blaterai timidamente nel tentativo di catturare la sua attenzione.

 

-Sei sveglia, finalmente- Si girò verso di me con un sorriso malizioso, fissandomi intensamente, tanto da mettermi a disagio.

 

Indossava solo i pantaloni della tuta e il petto asciutto e muscoloso era in vista, i capelli tutti spettinati e un sorrisetto sghembo che gli illuminava il viso.

 

Era bellissimo....al pensiero che finalmente era mio, non potei fare a meno di sorridere.

 

-Sembri di buon umore questa mattina- disse malizioso con l'evidente scopo di stuzzicarmi.

 

-Hai fame?- Ignorai il suo commento e mi avviai verso il frigo -se vuoi posso cucinare...- mi bloccai quando sentii le mani di Damon cingere da dietro i miei fianchi e la sua bocca posarsi sul mio collo in un bacio caldo e dannatamente sensuale.

 

-Mi sei mancata- sussurrò al mio orecchio prima di farmi girare verso di lui.

 

-Siamo stati insieme tutta la notte- dissi prima che i ricordi delle ore precedenti colorassero di rosso le mie guance.

 

Lui sorrise compiaciuto intuendo i miei pensieri -Abbiamo tanti anni da recuperare- disse e mi sollevò, facendomi sedere sul bancone della cucina e io portai automaticamente le mani intorno al suo collo.

 

-E vuoi recuperarli tutti nel giro di un paio d'ore??- gli chiesi divertita.

 

Lui ignorò la mia domanda, troppo impegnato a lasciare una scia di baci sul mio collo fino ad arrivare allo scollo della camicia.

 

Dopo pochi secondi di “resistenza”, lasciai cadere la testa all'indietro, beandomi delle sue attenzioni.

 

-Vedo che l'idea di un recupero non ti dispiace- sussurra soddisfatto il maledetto, facendomi raddrizzare, quel tanto che bastava per fulminarlo con lo sguardo.

 

-Sei così carina quando ti arrabbi- si prese gioco di me, facendomi avvampare per la rabbia.

 

Non era colpa mia se ero completamente dipendente da lui!!

 

-pensavo che tu al mattino fossi solito sbarazzarti delle tue conquiste- lo stuzzicai.

 

-Quindi posso considerarti conquistata?-

 

-Mai- mentii.

 

-La considero una sfida- sussurrò prima di posare le sue labbra sulle mie in un bacio che mi lasciò senza fiato.

 

Parliamoci chiaro: non c'era nessuna sfida, aveva vinto in partenza, così appena sentii la sua mano entrare furtiva nella mia camicia, decisi di sventolare bandiera bianca.

 

-Forse...dovremmo...andare....in camera- dissi tra un bacio e l'altro.

 

-Agli ordini signorina- disse lui senza farsi pregare, prendendomi in braccio.

 

Io risi sentendomi sollevare da lui come una bambina -non sono invalida- protestai.

 

-Elena sei sempre troppo petulante- disse, salendo di corsa le scale.

 

-E tu sei il solito stronzo-

 

-Fa parte del mio fascino- disse lui lanciandomi sul letto.

 

-Presuntuoso-

 

-Meglio essere presuntuoso che essere una zitella acida- Sussurrò stendendosi sopra di me a baciandomi dolcemente il collo.

 

-Vuoi continuare...a litigare??- gli chiesi con uno sguardo provante invertendo le posizioni fino a ritrovarmi a cavalcioni su di lui.

 

-Propongo una tregua-

 

-Accolta-

 

E, senza che potessi rendermene conto, Damon mi sfilò la camicia e in un attimo mi ritrovai immersa tra le sue braccia, completamente in balia di lui.

 

 

 

 

.-Devo tornare a casa- mormorai cercando di riprendere fiato -non ho ancora parlato con mia madre-

 

-E' a lei che stavi pensando?- mi chiese lui attirandomi sul suo petto ed io mi accoccolai comodamente su di lui.

 

-Damon- sussurrai timorosa -secondo te....funzionerà??-

 

-Cosa??- mi chiese lui.

 

-Questo- dissi semplicemente -noi-

 

-Mi sembra che per ora stiamo funzionando piuttosto bene- fece lui malizioso beccandosi un pugnetto scherzoso sulla spalla.

 

-Dico seriamente-

 

-Credo di si-

 

-Cosa siamo??-

 

-Non dovevi tornare a casa??- mi chiese con un sorrisino furbo facendomi venire voglia di prendere a schiaffi quella sua faccia da.....

 

Un bacio interruppe i miei pensieri e nel giro di un attimo mi ritrovai sotto di lui, preda dei suoi baci e delle sue carezze e tutti i miei istinti omicidi scomparvero come per magia...

 

 

 

Anche se contro voglia dovetti abbandonare la casa di Damon, o meglio il suo letto, per tornare a casa mia.

 

Andarmene era stato veramente faticoso, se prima ero già dipendente da lui, adesso era diventato come una droga, Damon era la mia droga, anzi era come l'aria quindi non potevo stare senza di lui, sarebbe stato un suicidio e io ero ancora troppo giovane per morire...

 

Perché però si rifiutava di parlare di sentimenti?? Perché bloccava ogni mio tentativo di fare chiarezza sulla nostra...relazione??

 

Bloccai immediatamente quel flusso di pensieri, consapevole di essere troppo vicina alla pazzia, così ripromettendomi di non pensare a Damon almeno per qualche ora, entrai in casa.

 

 

 

-Mamma non dovresti essere al lavoro??- le chiesi vedendola seduta al tavolo della cucina.

 

-E tu non dovresti essere a scuola?-

 

-ho vacanza fino a domani- risposi stizzita sedendomi di fronte a lei –e tu che scusa hai??-

 

-Dobbiamo parlare- deglutii aspettando che mia madre si decidesse a proseguire, quel tono non prometteva mai niente di buono -Perché non mi hai detto che saresti andata da tuo padre??-

 

Per giustificare a mia madre la mia partenza con Damon ad Atlanta, le avevo raccontato che Damon mi aveva chiesto di andare con lui in California a trovare sua nonna che compiva 80 anni.

 

Lo so, non era il massimo come scusa, ma fin da piccola ero sempre stata una frana a inventare delle giustificazioni credibili quindi avevo optato per una mezza verità...la nonna di Damon vive davvero in California, anche se credo che non la vada a trovare da anni....piccolissimo dettaglio...

 

-Mamma eri così felice con Rick..dirti di papà non mi sembrava giusto-

 

-Elena sai che odio le bugie, io e te siamo sempre state sincere-

 

-Volevo proteggerti-

 

-Tuo padre mi ha detto di Bonnie, non sapevo che stessi indagando sulla sua morte-

 

Ed ecco che arrivava la parte difficile, quella che avrei voluto evitare.

 

-All'inizio pensavo di non trovare niente...ma poi andando avanti ho scoperto delle cose orribili, avrei voluto parlartene ma...non lo so, non ho avuto il coraggio-

 

-Tesoro, io odio le bugie, ma non sono arrabbiata con te per questo...io volevo starti vicina, mi dispiace davvero per quello che hai passato- disse prendendomi la mano.

 

-Sto bene- dissi cercando di rassicurarla -adesso sono più felice- ammisi, ed infondo lo ero davvero.

 

La mia vita non era perfetta, anzi, però quella mattina mi ero alzata con il sorriso e non tutti possono dire lo stesso.

 

-Sono contenta...ma- mia madre si bloccò un attimo -l'assassino di Bonnie non è ancora stato trovato-

 

Lo sapevo, l'assassino di Bonnie era ancora in circolazione e anche dopo tutto quello che avevo scoperto sentivo di doverlo trovare.

 

-Elena, ti conosco e so che non vuoi arrenderti, però credo seriamente che dovresti smetterla, sei così giovane, hai una vita davanti e non voglio vedertela sprecare alla ricerca di un qualcosa che potresti non trovare mai....oltre al fatto che è pericoloso e che potresti non trovare mai il suo assassino, credo ci sia di più...credo che tu abbia la speranza che trovando il suo assassino tutto si risolverà ma non è così....Bonnie se ne è andata e con lei tutti i suoi segreti, dovresti provare ad andare avanti...non dico di dimenticare Bonnie e quello che ti ha fatto ma forse dovresti provare ad accettare che è finita...in questo modo potresti anche mantenere dei bei ricordi di lei..-

 

Ascoltai mia madre in silenzio, sapevo che aveva ragione, ma come potevo lasciar perdere? Come si fa a dimenticare il passato? Ma soprattutto come si fa a dimenticare il passato senza perdere anche i ricordi belli??

 

- Tu sei riuscita a perdonarlo?- le chiesi -Hai dei bei ricordi di papà??-

 

Mia madre sembrò pensarci qualche secondo prima di rispondere -Non lo so, ma ci voglio provare, una parte di me lo odia ma poi guardo voi, te e Jer...-

Sembrò perdersi nei suoi pensieri ed io aspettai pazientemente che continuasse,

 

-Siamo stati felici Elena, non so se riuscirò mai a perdonarlo, ma non voglio dimenticare le cose belle, quelle sono mie..-

 

 

 

 

Dopo aver parlato con mia madre ero più confusa di prima.

 

Da quando avevo scoperto le cose cattive che Bonnie mi aveva fatto, avevo smesso di pensare a tutte le altre. Perché, voi non ci crederete, ma per anni Bonnie è stata una buona amica.

 

Non riesco a giustificare quello che ha fatto ma non posso dimenticare il passato, e nel mio passato lei è stata una delle persone più importanti della mia vita.....e forse lo sarà sempre...nel bene e nel male...

 

 

-Elena!!!- le grida di Jeremi mi fecero sobbalzare -c'è Matt alla porta!!!!!!-

 

Appena sentii quelle parole corsi di sotto, curiosa di scoprire il motivo della sua visita.

 

-Matt- lo salutai con un sorriso -cosa ci fai qua??-

 

-Ho saputo...di tuo padre- rispose lui un po' a disagio, facendomi tanta tenerezza.

 

-Come??-

Possibile che si fosse già sparsa la notizia??

 

-Sono il figlio dello sceriffo-

 

Soddisfatta della sua risposta lo invitai a seguirmi in camera per avere un po' di pivacy.

 

Dopo esserci seduti uno di fronte all'altro sul mio grande letto, iniziai a raccontargli di mio padre e di quello che avevo scoperto.

 

Parlare con Matt era molto bello, lui sapeva ascoltarmi come nessuno, quando ero con lui mi sentivo importante e la cosa mi piaceva.

 

-Mi dispiace Elena-

 

-Grazie, comunque ora sto meglio-

 

-Bonnie era davvero una persona orribile, non meritava un'amica come te-

 

Mi sentii stranamente a disagio dal modo in cui disse quelle parole, non perché non mi sembrasse sinceramente dispiaciuto ma c'era una strana luce nei suoi occhi che non avevo mai visto prima.

 

-Credo che sia più complicato...- blaterai.

 

-Lei non merita il tuo perdono, sei troppo buona-

 

-Non è vero- replicai timida, sperando improvvisamente che lui se ne andasse.

 

Avevo una strana sensazione.

 

-Hai finito i compiti??- gli chiesi nella speranza di smorzare la tensione che io sentivo crescere dentro di me, per fortuna Matt sembrò d'accordo e passammo il resto del tempo a parlare di scuola fino a che lui non se ne andò.

 

Chiusi la porta ancora confusa dalle sensazioni che avevo provato con Matt, ma senza neanche darmi il tempo di levare la mano dalla maniglia, qualcuno bussò.

 

Aprii terrorizzata all'idea di rivederlo ma ancora prima che potessi realizzare chi ci fosse davanti a me, delle labbra calde e conosciute “aggredirono” le mie.

 

In un attimo mi ritrovai stretta a Damon, con le mani immerse nei suoi cappelli mentre lui mi cingeva i fianchi con possesso.

 

-Ti sono mancato??- sussurrò staccando le sue labbra dalle mie per poi posarle sul mio mento, sulla

mia guancia, sul collo e poi più giù e....

 

-Smettila- dissi cercando di fare ricorso a tutta la mia forza di volontà che era davvero poca.

 

-Perché?- mi chiese lui con la voce rosc ed uno sguardo da angelo tentatore.

 

-Ci sono miadre, Jer.....- blaterai cercando di fare chiarezza, mentre una parte di me mi diceva di assalirlo e stare zitta.

 

-E allora?? Ti assicuro che non rimarranno scandalizzati da qualche bacio- mi disse con sarcasmo.

 

-Lo so...ma...Non voglio dirgli di noi-

 

-Perchè?- questa volta sembrava arrabbiato.

 

-Prima voglio...capire cosa siamo...-

 

Lui si avvicinò prendendomi per i fianchi -Hai bisogno per forza di dare un nome a tutto?- mi chiese sensualmente prima di posare un bacio tentatore sulla mia spalla.

 

Maledetto, mi stava confondendo approfittandosi del mio “poco” autocontrollo.

 

-Damon...- blaterai quando le sue labbra si posarono sul mio collo.

 

Perché i suoi baci erano capaci di annullare le capacità mentali??

 

-No- sbottai allontanandolo dopo qualche secondo.

 

Se volevo avere un futuro con Damon dovevo imparare a gestirlo senza farmi sciogliere dalle sue moine.

 

-Io ora devo tornare a casa, quando sarai pronto a parlare dei tuoi sentimenti- dissi avvicinando le mie labbra alle sue in un tentativo di seduzione -...chiamami..-

 

L'espressione sconfitta sul suo viso mi diede un certo coraggio, così gli lasciai una bacio sul lato della bocca mentre con la mano gli accarezzavo il torace -A presto Damon- sussurrai maliziosa , godendomi un attimo la mia vittoria riflessa nei suoi occhi, prima di sbattergli la porta in faccia.

 

 

 

 

 

NOTE:

 

Nello scorso capitolo ho avuto qualche problema ma grazie alle vostre bellissime recensioni sono riuscita ad andare avanti!!!!

 

Quindi eccovi il nuovo capitolo, cosa ne pensate??

 

Oggi non vi annoierò con le mie chiacchiere quindi passiamo subito ai ringraziamenti.

 

Ringrazio tutti coloro che leggono silenziosi, chi ha messo la storia tra le preferite e tutte le ragazze che l'hanno messa tra le seguite.

 

Infine un grazie speciale alle meravigliose ragazze che recensiscono perchè è grazie a voi che riesco a portare avanti la storia senza scoraggiarmi...GRAZIE!!!

 

Alla prossima!!

 

baciii

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Capitolo 22
*** AVVISO ***


Avviso:

 

Niente capitolo, scusateeeee!!!! Spero che mi perdonerete!!

Mi dispiace tantissimo ma, a causa degli esami e dei mille regali da fare, non sono riuscita a finire il nuovo capitolo, però mi dispiaceva andare in vacanza senza dirvi niente e senza fare a tutte voi tantissimi auguri, quindi eccomi qui!!!!!
Non so precisamente quando riuscirò ad aggiornare ma sicuramente lo farò entro il 4 gennaio (se riesco anche prima ma non posso garantirlo!)

Comunque auguro a tutte voi, che mi avete seguita ed aiutata a portare avanti questa storia, un buon Natale!!!!! Auguriii a tutte voi!!!!!!!!!!!!

A presto!!!!!!

Baciiiiii

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22





Mi guardavo intorno ma tutto era oscuro, i miei occhi sembravano tradirmi. Mi muovevo, camminavo in avanti senza conoscere la direzione. Non sapevo dov'ero ne come ci fossi arrivata. Sapevo solo di volermene andare ma intorno era tutto scuro.

Poi finalmente una voce, una voce mi richiamò. La seguii. Era ua voce famigliare anche se non riusciro a capire a chi appartenesse. Poi la vidi.

Nell'oscorità una bambina mi guardava, il suo dolce viso ospitava un sorriso incoraggiante. La mia paura scomparve.

Andai verso di lei. Avrà avuto circa sei anni,i suoi capelli erano mori e mossi e la sua pelle ambrata era resa più brillante da un paio di occhioni scuri e curiosi.

Era Bonnie. Mi porse la sua piccola mano ed io l'afferrai.

-Dove siamo??- le chiesi.

-Mi sono persa- sussurrò la bambina, diventando improvvisamente triste -ho sbagliato strada-

Io rimasi a fissarla -mi dispiace- le parole uscirono dalla mia bocca ma era come se non fossi io a parlare.

-Non volevi farti male ma mi sono persa....io non volevo...tu sei la migliore amica e lo sarai sempre, sempre per sempre più mille molti...-

-moltiplicato all'infinito- conclusi io la frase.

 Era la frase che dicevamo sempre io e Bonnie, ogni volta che litigavamo, per fare pace.

"Saremo amiche per sempre, sempre per sempre moltiplicato all'infinito...qualunque cosa accada"

-Sei la mia migliore amica- disse lei con un sorrisone dolce ed ingenuo.

-Lo so-

La bambina mi lasciò la mano allontanandosi -Qualunque cosa accada-

-Dove vai??-

-Ricicordati...qualunque cosa accada- la bambina scomparve mentre le sue parole sussurate rimbombarono nelle mie orecchie ancora per qualche secondo..

Mi preparai a ripiombare nel buio ma non accadde.

Finalmente riuscii a vedere quello che c'era intorno a me. Ero in un vicolo.

Il vicolo in cui Bonnie era morta...Provai un immediata ondata di paura, poi mi resi conto di avere qualcosa in mano.

Un coltello.

Guardai le mie mani, stretto nella mano destra tenevo un coltello.

E poi sangue....sangue sulle mie mani...sangue a terra...sangue ovunque...

Seguii con lo sguardo la scia di sangue...a terra il corpo senza vita di Bonnie, appena lo vidi mi svegliai urlando.

Cercai di calmarmi,cercando riparo nel mio letto caldo. Era solo un incubo, uno stupido, orribile incubo.

Lo sapevo, era solo un sogno senza significato eppure quella notte non chiusi occhio tormentata da una terribile sensazione: Io avevo ucciso la mia amica.



Il mattino arrivò con una lentezza esasperante,


Dopo una bella doccia calda e rigenerante stavo decisamente meglio anche se l'immagine di Bonnie continuava a tormentarmi.


Guardando l'orologio mi accorsi di essere irrimediabilmente in ritardo così mi vestii in gran fretta e corsi in cucina.



-Ciao raggio di sole- incredibile Damon era seduto beatamente al tavolo della MIA cucina a chiacchierare con MIA madre.

-Tesoro sei in ritardo- disse mia madre alzandosi ed infilando una briosche in una busta di carta -ti conviene mangiare lungo il tragitto.

-Non preoccuparti Jenna- disse Damon con disinvoltura prima di rivolgersi a me -ci penso io a nutrirla-

Stavo per obbiettare ma Damon mi prese per mano e mi trascinò via.

-Ciao ragazzi- salutò allegra mia madre mentre io venivo rapita.



-Tu sei scemo, cosa non ti era chiaro del mio discorso di ieri??- gli chiesi irritata dopo esser salita in auto.

-Elena non ti sono mica saltato addosso, ti sto semplicemente accompagnando a scuola come ho fatto mille altre volte-

La sua risposta logica mi fece irritare più del dovuto, anche se non ero certa del motivo.

Forse una “piccolissima” parte di me sperava che mi saltasse addosso??

Sbuffando mi girai per guardare fuori dal finestrino.

-Non mi parli più??- mi chiese facendo la voce triste.

Mi girai e non potei fare a meno di scoppiare a ridere davanti alla sua espressione da cucciolo bastonato.

Lui sorrise soddisfatto -Sei più bella quando sorridi....anzi sei sempre bella-

-Stai cercando di fare il romantico??- gli chiesi divertita...ma anche commossa.

-Sto cercando di farti un complimento- rispose lui un po' offeso –e sarebbe più facile se non mi prendessi in giro-

-Continua...stavi andando bene-

-Non vorrei che ti montassi la testa...-

-prometto di non farlo-

-Elena- disse serio voltandosi verso di me -i tuoi occhi sono più luminosi....-

-ti prego non dire delle stelle- lo bloccai.

-in verità stavo per dire di una scritta al neon....ma tu hai rovinato tutto il romanticismo-

-cosa c'è di romantinco in una scritta al neon??- gli chiesi trattenendo una risata.

-Non dovresti apprezzare il tentativo??-

-Lo apprezzo ma questo non rende le scritte al neon romantiche-

-Stavo per paragonare il tuo sorriso ad una partita di calcio-

-Riprova-



Il gioco continuò fino quando non arrivammo davanti a scuola e malgrado la consapevolezza aquisita che Damon e il romanticismo fossero due mondi opposti dovevo ammettere di aver riso tutto il tempo.

Ero appena stata paragonata ad una palla da basket, ad un cappuccino e anche ad un tricheco...un tricheco???

L'incapacità di Damon nel fare i complimeti era superata solo dalla sua fantasia.

Non avevo ancora ricevuto la mia dichiarazione d'amore però Damon, come sempre, era riuscito a farmi tornare il buon umore.

Stefan mi riempiva di complimenti ma Damon....lui mi dava qualcosa che poche persone sono capaci di dare: il sorriso. Damon mi rendeva felice, rendeva la vita più bella.









-Wow non ci posso ancora credere, tu e Damon- esclamò la mia amica con entusiasmo

-Shhh- cercai di zittire la mia amica. Eravamo nel corridoio della scuola di fronte al mio armadietto.

 -raccontami di più- mi disse lei abbassando la voce ma non perdendo il suo entusiasmo.

-Caroline ti ho già raccontato tutto nei minimi dettagli, se continuiamo, la nostra conversazione...finirà sul  porno-

-sono pronta!!!-

Scoppiai a ridere -Sei terribile-

-Dopo anni che ti vedo struggerti per lui, credo che la mia curiosità sia più che comprensibile-

-ti dico solo che è stato....straordinario-

-Ci credo, i tuoi occhi hanno preso la forma di due cuoricini e hai un'espressione da vera idiota stampata in viso-

-Grazie- borbottai.

-Sono felice per te....ed anche un po' invidiosa-

-con Klaus ancora nulla??- le chiesi intuendo la direzione che avevano preso i suoi pensieri.

-il nulla più assoluto-

-mi dispiace- dissi comprensiva prima di perdermi nei miei pensieri.

-Credo che Damon abbia solo paura, tu lo sai che cosa prova per te..- disse Caroline intuendo cosa mi tormentava.

-Forse ma vorrei sentirlo da lui- sbuffai.

In quell'istante sentii vibrare il mio telefono così lo presi.

-Ho un messaggio in segreteria-

-Magari Damon ha trovato il coraggio di dichiararsi- ipotizzò divertita la mia amica.

-come no- borvottai componendo il numero della segreteria.

Nel momento in cui il messaggio partì sentii il mio cuore accelerare.

Ascoltai il messaggio in silenzio mentre l'ansia si faceva strada dentro di me.

-Chi era??- mi chiese Caroline vedendomi mettere via il telefono.

-Il professor Mikaelson-

-Cosa??-esclamò lei esterefatta -e cosa voleva da te??-

-Ha detto che ha una cosa per me...mi ha detto di passare oggi nel suo studio.- blaterai con voce neutra mentre il mio cervello cercava di elborare l'informazione.

Cosa poteva avere per me??

Sicuramente aveva a che fare con Bonnie....ma cosa poteva essere???

-Bene !!!!!- disse Caroline senza perdere la sua naturale risolutezza -ti accomapagno io dopo scuola, ora vado a lezione, ci vediamo all'uscita-




Di fronte alla porta dello studio del professore, io e Caroline aspettavamo in silenzio. Entrambe troppo prese dai nostri pensieri.

Il sogno di quella notte aveva lasciato in me una strana sensazione che mi aveva accompagnata tutto il giorno.....

Era da tanto tempo che non sognavo Bonnie e pensando a lei non provai più rabbia ma solo tristezza.

Perché anche se Bonnie mi aveva delusa, quella bambina che mi aveva presa per mano non lo aveva mai fatto.

Lei era ingenua e buona, era stata la vita a cambiarla, potrò anche odiare Bonnie ma quella bambina è stata la mia migliore amica e lo sarà sempre.

"Saremo amiche per sempre, sempre per sempre moltiplicato all'infinito...qualunque cosa accada"

Qualunque cosa accada.



La segretaria ci fece cenno di entrare ed io mi alzai ma notando che Caroline non mi seguì mi girai verso di lei con uno sguardo interrogativo.

-Vai da sola- mi disse lei con un sorriso rassicurante -ha chiesto di parlare con te, io ti aspetto fuori-

Annui e varcai la porta dello studio.



-Signorina Gilbert, sono felice che lei abbia trovato il tempo di venire- mi disse cortesemente l'uomo che di fronte a me sedeva tranquillo alla sua scrivania.

-prego- disse facendomi cenno di accomodarmi.

Mi accomodai sulla sedia di fronte a lui cercando di trattenere l'ansia che mi spingeva a lasciar perdere i convenevoli per sapere subito cosa aveva per me.

-Allora- iniziò lui -ci sono novità?? ha trovato quello che stava cercando?

-Non proprio-

-Certe volte l'errore più grande che può fare l'uomo e cercare la cosa sbagliata-

-cosa vuol dire??- gli chiesi confusa.

-Che forse dovrebbe smettere di cercare e soffermarsi su quello che sa-

-Può essere più chiaro- dissi irriitata dal suo criptico modo di parlare.

-Lei conosceva Bonnie, forse non sapeva tutto di lei ma la conosceva, giusto?-

-Si-

-Lei conosceva Bonnie e tutte le persone che avevano a che fare con lei.....forse dovrebbe smettere di concentrarsi su quello che non sapeva per analizzare quello che sapeva-
 
Continuavo a non capire dove volesse arrivare...Non ne potevo più di misteri e frasi senza senso....avevo bisogno di sapere.

-se mi ha chiamata per farmi una seduta, ha solo perso tempo...io ho bisogno di risposte, non di parole senza significato-

-capisco- disse l'uomo senza scomporsi minimamente -questo era solo un consiglio, l'ho chiamata per darle questa- aggiunse passandomi una busta.

-cosa contiene??-

-E' una lettera. Avevo detto a Bonnie, in una delle nostre ultime sedute, di scrivere una lettera nella quale esprimere tutta la sua rabbia e la sua frustazione...poteva essere indirizzata a chiunque, poteva essere una lettera per esprimere il suo rancore o se voleva poteva approfittarne per chiedere scusa...Era un tentativo per aiutarla ad esprimere i suoi sentimenti...-

Lo guardai confusa, rigirandomi la busta bianca tra le mani.

-L'ha inviata a me ma credo sia rivolta a lei-

-io.....- sussurrai.

-Ho tagliato alcune parti per proteggere la privacy della mia paziente ma credo che leggendola potrà trovare delle risposte.-

-Grazie.-

-Le do un ultimo consiglio -Quella lettera può contenere molte risposte ma solo se lei sarà in grado di farsi le domande giuste. Ricorda: l'importante non è ciò che si cerca ma ciò che si trova.-

Annui, ancora una volta confusa dalle sue parole ma grata a lui per la lettera che stringevo tra le mani.

-La ringrazio, io...-

-Prego-





Caroline come sempre si dimostrò molto comprensiva, quando le dissi che avrei preferito aprire la lettera da sola nella mia stanza lei non obiettò, anzi mi incoraggiò a chiamarla se avessi avuto bisogno di lei.

-Grazie- sussurrai una volta che fummo arrivate davanti a casa mia -sei una vera amica Car-

-ci provo- disse lei con un sorriso.

-ci vediamo domani- la salutai.



Arrivata davanti alla porta di casa iniziai a ravattare nella mia borsa alla disperata ricerca delle chiavi. Mia mamma era ancora al lavoro, mio fratello era in gita con la scuola per qualche giorno e la porta ovviamente era chiusa a chiave.

Quando afferrai le chiavi nella borsa tirai un sospiro di sollievo ed aprii la porta ma prima che potessi entrare sentii qualcuno afferarmi per i  fianchi e lasciarmi un soffice bacio sui capelli.

Mi girai di soprassalto -Damon- esclamai.

-e chi pensavi che fosse??- mi chiese lui con un sorrisetto sghembo ed accusatore mentre mi guardava divertito.

-Geloso??- gli chiesi provocandolo.

-ti piacerebbe??-

Vedere Damon in quel momento mi trasmise uno strano senso di pace. La lettera scomparve e con lei le mie domande, c'era solo lui e quei suoi bellissimi occhi maliziosi puntati nei miei.

-forse- ammisi -Ma per essere geloso dovrebbe esserci qualcosa tra noi-

-e tra noi non c'è niente, giusto??- chiese lui con un tono di voce dannatamente sensuale mentre con la mano sistemava un ciuffo di capelli dietro il mio orecchio.

Sentii il respiro accelerare mentre la sua mano indugiava a contatto con la pelle del mio viso.

L'elettricità che si formava ogni volta che i nostri corpi entravano minimamente a contatto era incredibile.

Io e Damon eravamo energia allo stato puro.

Il suo tocco divenne una carezza leggera che scese prima sul mio collo fino alla spalla per poi raggiungere il braccio.

-ti voglio- sussurrò Damon intrecciando le dita della sua mano con le mie.

I suoi occhi imploravano i miei in una dolce supplica colma di desiderio.

-Anch'io- ammisi facendo tacere il mio cervello.

In un attimo mi ritrovai trascinata in casa e vidi Damon chiudere la porta.

Si avvicinò a me e afferrandomi per i fianchi mi fece sedere su un tavolo in salotto.

-Questo è sbagliato- dissi ridendo mentre stringevo le braccia attorno al suo collo -se tornasse mia madre..-

Lui mi baciò e io non potei fare a meno di rispondere al bacio - è molto sbagliato- biascicai sulle sue labbra.

-E' questo a renderlo eccitante- rispose lui con un sorrisino malizioso.

Decisi di lasciar perdere la parte razionale e posai un bacio sulle sue labbra a cui lui rispose con passione.

Mi staccai da lui quando lo sentii afferrare i lembi della mia maglia.

Lui si bloccò e avvicinò la mia fronte alla sua mentre la sua mano mi accarezzava il viso -Perchè è tutto così difficile??-

-non voglio essere una delle tante- ammisi in un sussurro senza riuscire a sostenere il suo sguardo.

Avrei voluto essere diversa, lasciarmi semplicemente andare ma io non ero così. Lo amavo ma avevo bisogno di certezze.

-Tu non potrai mai essere come le altre...Tu sei Elena-

-Cosa vuol dire??-

Lui mi baciò dolcemente -Sei l'unica...per me-

Sorrisi di fronte a quella piccola confessione detta con tanta sincerità.

Per ora mi bastava così decisi di lasciarmi andare.

Con un gesto lento iniziai a sbottonare la sua camicia e lui intuendo il significato di quel gesto, prese il mio viso tra le mani e mi baciò.



Forse la frase più romantica del mondo non ha parole, forse sono le parole non dette quelle che alla fine contano davvero.





Note:


Per prima cosa devo chiedervi scusa per il mio enorme ritardo!!!!!!!!!!!!!SCUSATE!!!!!!!!!!!!!!

Prometto di non farvi aspettare mai più così tanto tempo per un aggiornamento!!!!

Da oggi tornerò puntuale.

Mi perdonate?????

Ok, dopo le scuse obbligatorie, torniamo alla storia. Cosa ne pensate del capitolo??

Spero che vi sia piaciuto almeno un po'!! Fatemi sapere!!!!!!!!!

Ringrazio come sempre tutte voi, quelle che recensiscono sempre (siete fantastiche!!!!!!!!!!!)  e quelle che semplicemente leggono!!!!!!

Grazie a tutteeee!!!!!!!!!!

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23








Damon si era messo svogliatamente i pantaloni così io presi sbrigativamente la camicia abbandonata di Damon e l'indossai.

 Eravamo sdraiati sul grande tappeto infondo al divano nel mio salotto e con la sola biancheria indosso mi sentivo un po' a disagio.

-quante sere abbiamo passato seduti buoni buoni su questo divano- disse Damon.

 Io mi girai verso di lui convinta d'incontrare il suo solito sorrisino malizioso invece lo vidi serio con lo sguardo perso nel vuoto.

-Ci avevi mai pensato?...a noi intendo??-

-A me e te sdraiati sul tappeto del salotto mezzi nudi??- mi chiese lui malizioso.

Scoppiai a ridere.

-Qualche volta ma il più delle volte scacciavo il pensiero...sarebbe stato difficile concetrarmi sul film mentre ti immaginavo nuda....cosa che ho fatto...se ti raccontassi alcuni sogni...rimarresti scandalizzata-

-che deficente che sei tu-

-E tu?? Hai mai mai fatto pensieri osceni su di me??-

Io arrossii all'istante -Forse-

-Che tenera che sei quando arrosisci- disse lui prendendomi per un braccio e attirandomi verso di lui.

In un attimo mi ritrovai stretta a lui che giocherellava con i miei capelli.

-Damon secondo te rovineremo tutto?-

-Non lo permetterò-

Mi scostai leggermente da lui sedendomi con le gambe incrociate a pochi centimetri dal suo corpo.

Cercai il suo sguardo prima d'iniziare a parlare.

-Sai cosa non capisco??-

-Scommetto ce stai per dirmelo- fece lui ironico. Ed ecco che si metteva sulla difensiva.

-Io so che tu tieni a me-

-Non ti sfugge nulla-

 Io continuai ignorando la sua provocazioe -quello che non capisco è perchè hai tanta paura di esprimere i tuoi sentimenti-

Lui mi prese la mano inizando a giocherellare con le mie dita.

-Perchè tu invece hai così bisogno di sentirmelo dire??-

-L'ho chiesto prima io!!- sbottai come se fossi una babina di 5 anni.

Lui sbuffò prima di decidersi a rispondere -Credo sia per lo stesso motivo per cui tu hai bisogno di analizzare sempre tutto...sono fatto così-

-Quindi siamo...semplicemente incompatibili- Le parole mi sfuggirono senza controllo. Non volevo dirlo davvero.

Vidi  Damon irrigidrsi -E' questo che pensi??-

-NOO- esclamai con un po' troppo entusiasmo -Io....voglio stare con te-

Sperai con tutto il cuore che Damon non sentisse la nota disperata nella mia voce. Il solo pensieo di rinunciare a lui era ormai insopportaile.

Lui sorrise dolcemente prima di alzarsi e sedersi difronte a me -E se la smettessimo di provare a cambiarci a vicenda??-

Lo guardai preoccupata aspettando che continuasse.

-Io ti conosco, tu sei......irritante-

-Grazie- borbottai facendolo ridere.

-Sei nevrotica, maniaca del controllo e altruista in maniera quasi assurda...-

-E tu sei uno stronzo arrogante...sentimentalmente ritardato- sottolineai l'ultima parte in modo molto accurato.

Lo amavo ma neanche lui era perfetto.

-Siamo una bella coppia- disse lui con un sorriso.

Io non potei fare a meno di scoppiare a ridere -quasi scordavo: sei pure ninfomane-

-Ah si??- mi chiese lui lanciandosi su di me e facendomi sdraiare sul tappeto con il suo corpo a contatto con il mio.

In un attimo sentii il mio corpo fremere a causa della vicinanza.

-E tu una bambinetta capricciosa e acida- disse mentre la sua bocca rimaneva sospesa a pochi centimentri dalla mia -ma anche potendo non cambierei nulla di te-

Lo baciai mentre il mio cuore saltellava dalla felicità.

-Quindi il piano è essere semplicemente noi stessi??-

-Ma lo sai di essere davvero petulante??- mi chiese lui baciandomi il collo ed iniziando ad armeggiare con i bottoni della sua-mia camicia.

E in un attimo i nostri vestiti erano a  terra...

"Ti amo Damon"

Avrei voluto dirlo ad alta voce, urlarlo al mondo intero....ma non era il momento...un passo alla volta Elena, un passo alla volta...

Così mi limitai a baciarlo con tutta la passione possibile.

Così mentre il mio cuore innamorato urlava invano il mio amore, Damon entrò dentro di me..





Avevo appena sbattuto fuori Damon, mia madre stava per tornare e noi avevamo deciso di tenere segreta la nostra relazione ancora per un po', almeno fino a che non fossimo stati certi di quello che stavamo facendo.

E cosa stavamo facendo?

Non lo sapevo ma volevo provare ad essere...semplicemente felice.

Questo non voleva dire che mi ero accontenta per stare con Damon.

Assolutamente no, ero felice di questa storia libera.....libera??

Non nel senso che potevamo andare con altri ma solo che ci saremmo lasciati andare senza discutere di ogni singolo dettaglio...giusto??

Damon non andrebbe mai con altre, l'ha detto lui, io sono l'unica per lui.

Ma allora perchè non voleva rendere ufficiale la nostra storia??

So che inizialmente era stata una mia idea quella di non dire a nessuno di noi ma il mio era solo un sotterfugio per costringerlo a dichiararsi, non pensavo che lui avrebbe accettato con il sorriso sulle labbra.

Forse....

BASTA, dovevo smetterla, Damon era uscito da una ventina di minuti ed io avevo già cominciato a farmi mille paranoie, forse ero davvero una maniaca del controllo senza speranza!!



Presi la borsa che era abbandonata sul mio letto e ne tirai fuori la lettera.


Ed eccola, una semplice busta bianca... possibile che in quel minuscolo foglio di carta ci fossero le risposte alle mie domande??

Solo in quel momento notai la data, una piccola scitta sul bordo della lettera.


Bonnie aveva scritto quella lettera il giorno in cui era morta.


Cominciai a rigirarmi la busta tra le mani. Vi sembrerà stupido ma ero restia ad aprirla, era come se quella fosse la mia ultima opportunità di parlare con Bonnie.

Quelle che stavo per leggere sarebbero state per me le sue ultime parole.

Con le mani tremanti, aprii la busta e ne estrassii la lettera.

Appena vidi la scrittura della mia amica provai un piccolo tonfo al cuore.

La sua scrittura era sempre stata ordinata, quasi perfetta, avevo sempre invidiato la sua calligrafia.

 Ma quello che mi saltò agli occhi furono le piccole imperfezioni.

Come le "o" che avevano sempre un piccolo ricciolo storto, la "v" che Bonnie scriveva in modo strano e le piccole sbavature d'inchiostro che lasciava la sua penna stilografica preferita che lei si ostinava ad usare malgrado fosse vecchia e sbavasse.

Con la mano iniziai ad accarezzare le lettere come una pazza. Era strano, non so spiegarvelo, ma era come se Bonnie fosse tra quelle righe, in quella scrittura tanto perfetta in apparenza ma che nascondeva tante piccole imperfezioni.

Come lei del resto....ma infondo come chiunque altro. Tutti noi abbiamo delle imperfezioni, piccoli difetti che proviamo a nascondere.

Mia nonna diceva sempre che i pregi ci rendono delle persone migliori ma sono le nostre imperfezioni a renderci unici.

Ho sempre pensato che fosse una cosa assurda, ma forse ha ragone, forse il trucco sta nell'accettare i difetti:

Solo quando si conoscono i difetti, solo quando li accettiamo possiamo dire d'amare qualcuno

Così, dopo la mia dose giornaliera di saggezza, iniziai a leggere..



"L'invidia. La gelosia. La rabbia....ti possono divorare....ti cambiano, ti consumano....
Da quando l'ho saputo non mi riconosco più, è come se dentro di me si fosse acceso un fuoco inestinguibile che si nutre della mia stessa rabbia, del mio rancore. Lo sento crescere giorno dopo giorno e bruciare tutto quello che ero stata.
Ogni giorno è come se perdessi parti di me, quel fuoco mi sta divorando e ho paura. Paura perchè guardandomi allo specchio non mi riconosco.

Faccio del male ad altre persone, vorrei smettere ma non riesco a fermarmi, forse è troppo tardi per tornare indietro.

 All'inizio è stato facile, loro lo meritavano, mi avevano portato via tutto ed io li avrei distrutti....

Ma lei...Si può odiare con tanta intensità qualcuno che hai amato??
 
Lei mi ha portato via tutto, lei ha tutto ciò che io ho perso. Ha una famiglia, una madre che la ama e non un'ubriacona, un padre che la protegge e non  l'immagine dei suoi occhi privi di vita che la tormentano la notte....Lei è felice metre io vengo divorata dalla mia stessa rabbia.

Spesso penso che se lei non fosse mai esistita, che se la sua famiglia fosse vissuta in un'altro paese, la mia vita sarebbe perfetta....

Lei mi ha rubato la vita....

Ho amato solo due ragazzi nella mia vita ed entrambi amavano lei...perchè lei è...perfetta ed io la vorrei vedere morta per questo..."



Mi bloccai, fermata dal peso di mille lacrime che bagnarono i miei occhi impedendomi di leggere.

"Morta"

Lei mi odiava. dopo tutto quello che avevo scoperto, dopo ciò che mi aveva fatto, non mi sarei dovuta stupire eppure lo ero. Ero stupita, ero arrabbiata ma sopra ad ogni cosa ero ferita.

Una parte di me aveva sempre creduto che infondo lei non volesse farmi del male, che ci fosse una spiegazione.

Forse quello che cercavo non era la verità, forse il professore aveva ragione, stavo cercando la cosa sbagliata perchè quello di cui avevo bisogno, ciò che speravo di trovare era solo un motivo per perdonarla.


Credere nelle persone, credere che in ogni cosa, anche nelle cose brutte ci sia del bene....è questa l'illusione, l'illusione di cui abbiamo bisogno in un mondo dove il male è una presenza costante, noi abbiamo bisogno di credere in qualcuno, credere in chi ci sta vicino perchè se non lo facciamo, se accettiamo che in tutti esiste il male, allora...saremo soli.


Ma ormai lo sapevo, Bonnie era morta odiandomi, quello che non sapevo, ciò che forse non avrei mai saputo è chi fosse stato ad ucciderla.



La voce di mia madre mi richiamò per la cena, così presi la lettera e l'infilai in un cassetto della scrivania e la nascosi accuratamente sotto un plico di fogli.

Quella sera non me la sentii di continuare la lettura, forse alcuni segreti è meglio lasciarli sepolti.





Avevo detto a Damon che ci saremmo visti a scuola, Caroline aveva insistito per darmi un passaggio quella mattina.


-Allora mi vuoi dire cosa diceva quella lettera o dobbiamo continuare a parlare del tempo???-

-Ho letto solo la prima parte...Vuoi un riassunto: Bonnie mi odiava, non si è mai pentita di nente....solo che io facessi parte della sua vita- sbottai.

-Elena-

-Non ce la faccio più Car...vorrei dimenticarla ma non ci riesco...perchè fa così male??-


-Fin da piccola ho sempre invidiato il vostro rapporto...Tu e Bonnie siete sempre state un club esclusivo, eravate solo voi due, io ero vostra amica ma sapevo di non far parte del....vostro club.....ma per me voi eravate le mie migliori amiche...forse Bonnie non mi ha fatto quello che ha fatto a te, ma anch'io mi sono sentita tradita...lei mi ha usata, ha usato la mia fiducia in lei per ferire te....e alla fine ho perso entrambe...-

-Mi dispiace- sussurrai.

-Lo so- fece lei con un sorriso dolce -è per questo che ti voglio bene-

-ti voglio bene anch'io- E gliene volevo davvero.

-Ora passiamo a Damon, come va con lui??-








E te con Klaus??- le chiesi scendendo dall'auto. Volevo cambiare argomento, Caroline mi aveva fatto notare in modo assolutamente esplicito quanto fosse poco salutare questa cosa della relazione segreta.

Forse aveva ragione ed era questo a renderla ancora più irritante.

-Come sempre, fingiamo di non vivere sullo stesso pianeta-

-Siete davvero assurdi..a te piace lui, a lui piaci tu ma siete talmente ogogliosi da non trovare il coraggio di ammetterlo-

-non credo che tu sia nella posizione giusta per fare un discorso simile- mi fece notare Caroline.

-Almeno io e lui ci parlaimo-

-ma se siete stati 8 mesi senza rivolgervi la parola-

-Allora dovresti imparare dai miei errori, non emularmi!!-

-Questo mi sembra un buon consiglio- fece Caroline entrando a scuola.

-E' a questo che servono le amiche-

-Ora vado a lezione- fece lei allegra come se il nostro battibecco non fosse mai esistito.


La salutai ridendo e corsi a lezione, avevo la verifica di Spagnolo ed ero dannatamete in ritardo!!!!!!!







Ero appena uscita dalla lezione di storia, mi stavo stiracchiando quando lo vidi.

Damon era appoggiato al suo armadietto e stava chiacchierando allegramente con una biondina slavata dall'espressione vacqua.

Lo so, che potevano essere semplicemente amici ma Damon quando parlava con le ragazze assumeva quella sua aria da "bello e dannato" con tanto di sguardo sexy e tutte sembravano subire il suo fascino trasformandosi in ochette prive di cervello.


E poi era più forte di me, non ero mai stata una ragazza particolarmente gelosa ma quando si trattava di Damon era tutto diverso. Io ero diversa.

Ero gelosa di lui in un modo che non credevo possibile, anche quando non stavamo insieme odiavo vederlo con le altre ma avevo imparato ad accettarlo, adesso però quel sentimento sembrava essersi triplicato.



-E' brutto- una voce proruppe dietro di me.

Stefan.

Ci misi qualche secondo a realizzare, era dalla festa che non non mi rivolgeva la parola direttamente, dal momento del mio fatidico schiaffo.

-Di cosa stai parlando??- gli chiesi acida.

Come osava disturbarmi mentre provavo ad incenerire una bionda con lo sguardo?

-Di questo- disse indicando Damon con il capo -amare qualcuno che però non sarà mai in grado di amarti nello stesso modo in cui lo ami tu-

-tu non sai niente-

-Forse....ma credo di conoscerti abbastanza bene da sapere che lui non ti darà mai quello che vuoi.-

Le sue parole mi colpirono più del dovuto, facendomi arrabbiare.

-Se tu avessi mai saputo cosa voglio le cose tra noi sarebbero andate diversamente-

-Forse hai ragione-

-Grazie- dissi acida, per sottolineare quanto poco me ne fregasse della sua opinione.

-Lo so che hai mille motivi per odiarmi ma.....-

-Ma cosa???-

-Mi dispiace, ho sbagliato ma ti assicuro che ti ho amata davvero....forse è stato questo il mio errore, sapevo che tu non mi ricambiavi, non nel modo in cui volevo, ma non riuscivo a lasciarti andare-

Lessi la sincerità nelle sue parole e per un attimo riconobbi il ragazzo di cui mi ero innamorata.

-Se mi amavi perchè mi hai fatto una cosa del genere? Perchè proprio Bonnie?? Volevi solo ferirmi??-

-In parte credo di si, ma non era solo questo, lei mi faceva sentire importante- le sue parole rano colme di dolore e anche di...colpa.

-Ah- blaterai senza trovare nulla di più intelligente da dire.

-Mi dispiace Elena, non pretendo il tuo perdono, so che mi odi e non posso biasimarti, ma voglio che tu sappia che.....mi dispiace, mi dispiace da morire-

-Non ti odio Stefan- le parole uscirono spontaneamente dalla mia bocca -forse adesso è troppo presto ma credo che un giorno riuscirò a perdonarti...infondo anch'io ho commesso molti errori-

-Io sono tra questi??-

-Non sono pentita di averti amato ma di non aver capito prima che forse non ti amavo abbastanza....mi dispiace-

-Wow......sembriamo i protagonisti di Dawson Creek-

-A me più che un teen drama, la mia vita sembra un horror-

Lui rise.

-Credo che sia arrivato il momento che tu vada a riprendertelo-

Lo guardai confusa prima di capire che si stava riferendo a Damon, che continuava la sua chiacchierata con la bionda.

-noi.....non stiamo insieme...non pubblicamente-

-Tu sei Elena Gilbert, sei fantastica, se lui è quello che vuoi, prenditelo-


Aveva ragione, io non ero così, non ero una di quelle ragazzine che se ne stà in un angolo ad aspettare che il suo quasi-fidanzato si ricordi di lei. Io ero una Gilbert!!!!!


-Grazie- dissi prima di girarmi e di avviarmi a passo deciso verso Damon.




-Scusate- dissi interrompendo la loro conversazione.

Damon mi guardò curioso, stava aspettando di vedere dove volessi arrivare.

-Che vuoi?- mi chiese lei con voce melliflua.

Io ignorai la ragazza e andai verso Damon, posizionandomi davanti a lui.

-Elena che fai??- mi chiese lui con un sorrisino a nascondere la sua confusione.

-Semplicemente quello che voglio- dissi prima di lasciare un bacio sulle sue labbra, lui dopo un atimo di esitazione mi strinse, ricambiando il mio bacio fino a lasciarmi senza fiato.

Per alcuni istanti la scuola si svuotò, c'eravamo solo noi....

Quando mi staccai da lui incontrai i suoi occhi che mi guardavano confusi ma pieni di desiderio.

-A dopo AMORE- dissi sottolineando accuratamente l'ultima parola poi dopo aver lanciato un sorriso compiaciuto alla ragazzetta me ne andai, lasciando Damon, per la prima volta, senza parole.





-Lo sai di cosa parlano tutti???- mi chiese allegra Caroline arrivandomi di corsa alle mie spalle.

-Della verifica di spagnolo?? L'ho trovata molto più difficile del solito- dissi con una finta espressione ingeniua.

-No....parlano di un bacio da via col vento tra te e Damon nel bel mezzo del corridoio- mi disse alzando un sopracciglio e studiandomi.

-ALLORA è VEROOOO- esultò dopo qualche secondo.

-Shhh- dissi cercando di calmarla.

-E' questa la vostra idea di storia segreta???-

-Diciamo che ho deciso di cambiare i termini del contratto-

-Racconta!!!!!-






Caroline mi aveva appena riaccompagnata a casa e seduto sulle scale del portico vidi Damon.

Ormai era diventato un rito. Il NOSTRO rito.

-Ciao- dissi allegra andando verso di lui che si alzò per venirmi incontro.

-Cosa ci fai qui??-

-Avevi detto che ci saremmo visti dopo....AMORE-

Subito arrossii di fronte al suo poco velato riferimento.

Lui ridendo mi prese tra le braccia -devo ammettere che ho trovato molto sexy la tua piccola scenata di gelosia-

-Davvero?- gli chiesi ridendo -quindi non ti dispiace se adesso la nostra...relazione non è più segreta?-

-No, se questo vuol dire che posso baciarti quando mi pare- disse lui posando le sue labbra sulle mie.

-permesso accordato- blaterai sulle sue labbra, un attimo prima di sentirmi sollevare da terra.

-Che fai??-  gli chiedi ridendo, mentre lo scemo che mi teneva in braccio mi lasciava un piccolo morso sul collo.

-Adesso che la cosa è ufficiale dobbiamo festeggare- disse lui malzioso varcando la porta di casa con me tra le braccia.

-hai qualcosa di specifico in mente??-

Lui mi adagiò delicatamente sul divano.

-Forse- disse iniziando a baciare il mio collo e ad armeggiare con i miei vestiti.

-Possibile che non riusciamo mai a raggiungere la mia camera??-

-Non è...colpa mia...se...sei...irresistibile- rispose lui alternando ogni parola con un bacio, facendomi fremere ogni volta che le sue labbra sfioravano il mio corpo -se....Stefan...ti si avvicina...ancora...lo uccido-

-Relazione esclusiva??- biascicai, con il poco fiato che mi rimaneva mentre Damon mi sfilava i vestiti.

-Te l'ho già detto, io voglio solo te-







Damon se ne era appena andato ed io mi sentivo completa come mai in vita mia, avevo lottato ed avevo vinto.

Mi sentivo come un guerriero dopo aver vinto una battaglia.


Il mio sguardo venne attirato dalla scrivania e mi sentii invadere di coraggio.

Non potevo lasciarmi intimorare, non da una lettera, così mi alzai ed andai verso il cassetto.

Era arrivato il momento di affrontarla, non importa quello che avrei trovato perchè io ero forte, molto più forte di quanto avessi mai pensato.

Poche persone, dopo aver passato quello che avevo passato io, avrebbero ancora la forza di alzarsi dal letto la mattina, io al contrario avevo fatto molto di più: Io ero tornata a vivere.


Aprii la lettera ed iniziai a leggere da dove mi ero interrotta la sera precedente.

Le sue parole prima colme di rabbia, presto divennero colme di dolore. Raccontò di suo padre e di quanto gli fosse sempre mancato e di come sua madre non si fosse mai ripresa dalla sua morte.

Non mi ero mai resa conto di quanto dolore si portasse dentro la mia amica, di quanto il suo atteggiamento sicuro non fosse altro che una facciata retta per nascondere le sue debolezze.

Forse leggendo quelle righe riuscii a conoscere Bonnie meglio di quanto avessi fatto in tutta la mia.vita.

Ma fu l'ultima parte ad attirare maggiormente la mia attenzione.



"......questa mattina sono andata da lei, piangeva, le mancava il padre ed io sono stata costretta a consolarla, come tante volte prima, ma questa volta era diverso, perchè per la prima volta mi sentii travolgere dalla sua disperazione. Lei amava suo padre proprio come io avevo amato il mio ed io glielo avevo portato via. Ero diventata come il mostro che avevo sempre odiato, avevo strappato il padre ad una figlia.
Ed è così che  l'ho riconosciuta, sotto il velo d'odio attraverso il quale mi ero costretta a vederla dal giorno in cui, qualche mese prima, mia madre mi aveva raccontato la verità, eccola la mia migliore amica.
Lei era una vittima proprio come prima lo ero io, lei era la mia amica.
Provo una grande vergongna, vorrei chiedere scusa ma so che non basterebbe, non dopo quello che ho fatto, e poi non sono certa di avere abbastanza coraggio.
Ma c'è una cosa che posso fare, non posso restituirle suo padre, però ho deciso: questa sera lascerò Stefan, lo amo, ma  so che lasciarlo è l'unica cosa giusta da fare, gli ho già dato appuntamento. Alle 9.30 metterò la parola fine a questa storia, da domani sarò una persona migliore.
E magari un giorno sarò anche degna di meritare il suo perdono...saremo amiche per sempre, sempre per sempre moltiplicato all'infinito...qualunque cosa accada....almeno è quello che spero.

Nella speranza di avere una seconda occasione per rimediare, con tutto il mio cuore. Bonnie."



Tra le lacrime e il dolore una frase riecheggiava sorda nella mia stanza.


"..questa sera lascerò Stefan, lo amo, ma  so che lasciarlo è l'unica cosa giusta da fare, gli ho già dato appuntamento. Alle 9.30 metterò la parola fine a questa storia..."

Ecco perchè era uscita la mia amica la sera in cui è morta, ecco perchè non aveva mentito a me e a sua madre, lei aveva appuntamento con Stefan.


Ma perchè lui non l'aveva detto?? Cosa era accaduto quella notte???


Ed infine la domanda che più mi terrorizzava: Era stato lui ad ucciderla??







Note:


Ciao fanciulle!!!!!!!!!Cosa ne pensate di questo capitolo????

Mi sentivo in vena di romanticismo, spero di non essere stata troppo smielosa =)....però in questo capitolo si fa anche una scoperta importante....sono curiosa di conoscere le vostre opinioni!!!!!!

Per quanto riguarda la lettera di Bonnie è un pò confusionale, ma è una cosa voluta, rispecchia un pò il suo stato d'animo. Anche su questo sono curiosa di sapere cosa ne pensate!!!

Come sempre vi ringrazio tantissimo per il vostro sostegno!!!!!!!!!!!!

Grazie a tutte voi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

A prestooooo

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Prima del capitolo un piccolo messaggio da un' "autrice" molto dispiaciuta:

Mi scuso tantissimo perchè non ho ancora rsposto a tutte le vostre splendide recensioni, ma ho un esame martedì e sono veramente in crisi. Mi dispiace veramente, però le ho lette e presto vi risponderò. Volevo comunque ringraziarvi in anticipo per il vostro supporto, siete fantastiche!!!!!!!!!


Almeno, anche se in ritardo, sono riuscita ad aggiornare.

Quindi, ecco a voi il capitolo!!!

Ci "vediamo" infondo!!!!





Capitolo 24












Il dolore, la perdita, la mancarza, la rabbia.



Emozioni diverse eppure così confuse, simili nelle loro differenze.



"Nella speranza di avere una seconda occasione per rimediare, con tutto il mio cuore. Bonnie."



Una seconda occasione.....lei non l'avrebbe avuta mai.


Lei era solo una ragazzina ferita, aveva commesso molti errori ma voleva cambiare, voleva rimediare.

Bonnie non era cattiva, non meritava di morire....La vita non mi parve mai crudele come in quel momento.


-Elena- la voce di mia madre proruppe nella stanza e mi bastò incrociare un attimo il suo sguardo per scoppiare in lacrime.


-tesoro- disse lei venendo verso di me e avvolgendomi calorosamente tra le sue braccia -cosa succede??-

-non è giusto...mamma- singhiozzai -non è giusto-

-Cosa tesoro??- mi chiese lei preoccupata.

-E' morta mamma....e non potrò mai dirle addio-

-Oh bambina mia.....piangi, sfogati.....è giusto essere tristi- disse stringendomi forte a se.

-Vorrei solo trovare la forza per...-

-la troverai domani- mi sussurrò lei stendendosi accanto a me -adesso puoi piangere....adesso puoi essere la mia bambina-

Annui e mi lasciai coccolare da lei, mi lasciai avvolgere da quell'affetto che solo una madre sa dare e così sotto le carezze delicate di mia madre mi addormentai.





La sveglia suonò puntualmente.

Non importa cosa accade, la sveglia suonerà sempre l'indomani e la vita ricomincerà a scorrere, con te o senza di te.

Mi alzai dal letto e come uno zombie mi diressi verso il bagno per prepararmi.

Mia madre era dovuta uscire presto, mi aveva lasciato un biglietto, nel quale mi spronava a chamarla se avessi avuto bisogno di lei, e la colazione pronta.

Ma il mio stomaco era chiuso quindi dopo aver bevuto velocemente il caffè presi la borsa con i libri e uscii di casa.

Damon mi aspettava sulla sua auto, così senza farmi attendere oltre salii.





Dopo esserci salutati velocemente, tra noi piombò il silenzio. Anche Damon sembrava insolitamente pensieroso ma ero troppo stanca per farmi incuriosire dal suo comportamento così mi abbandonai sul sedile lasciandomi trasportare dalla musica che trasmetteva la radio, abbandonandomi ad essa come fosse uno scudo contro la tristezza.




Aprii gli occhi, infastidita dal sole. Mi ero addormentata.

-Ben svegliata principessa!!!-  esclamò Damon al mio fianco.

-Che ore sono??- chiesi guardando distrattamente l'orologio. Era tardissimo.

-Damon perchè non mi hai svegliata? Dovremmo essere a scuola-

-niente scuola per te oggi- il tono di Damon era rilassato, quasi fossero assurde le mie più che lecite obiezioni.

-Cosa???-

-non preoccuparti, ho parlato con tua madre-

Ovvio, quindi non avevo voce in capitolo. Brontolai nella mia mente, infastidita.

-Damon dove stiamo andando??- guardai fuori dal finestrino, eravamo in autostrada.

Lui sorride beffardo di fronte alla mia espressione sempre più confusa e stizzita.

-Avrai pure chiamato mia madre ma quello era un rapimento bello e buono!- brontolai.

-Ti fidi di me???- mi chiese lui catturando i miei occhi nell'azzurro dei suoi.

-Si- la risposta uscì spontanea dalla mia bocca.

-Allora non devi preoccuparti, siamo quasi arrivati.-




Stavamo percorrendo un lungo viale alberato e già la consapevolezza di quale fosse la nostra meta si era fatta chiara nella ma mente, anche se non riuscivo a comprendere il motivo per cui mi avesse portata qui.

Avanzammo lungo il viale, entrambi in silenzio, mentre il mio cuore iniziava ad accelerare i suoi battiti.

Il cimitero di Mistick Vill. Era qui che Bonnie era stata sepolta.

Era a sole due ore da Mistick Fall eppure era così lontana.

Il sole che passava attraveso gli alberi, illuminando il paesaggio, rendeva stranamente magico il posto.

Un paesaggio così bello  e vivo....ironico....




-Damon....perchè mi hai portata qui??-

Lui parcheggiò senza darsi briga di rispondere alla mia domanda.

-Damon- ripetei mentre lui in silenzio apriva la portiera, invitandomi a scendere dall'auto con lui.

Lui mi fissò un attimo prima di parlare.

-Bonnie se ne è andata, non tornerà mai più-

-Lo so- dissi stizzita di fronte alla durezza delle sue parole.

-Non lo dico per ferirti, ma solo perchè è arrivato per te il momento di accettarlo, Bonnie è morta e qualunque cosa tu abbia scoperto, qualunque cosa scoprirai lei non tornerà da te-

Le sue parole erano dure e il suo sguardo fermo non lasciava spazio per le repliche.

Sentii le lacrime bagnarmi gli occhi, ma le ritirai indietro. Perchè Damon mi faceva questo??

-E' per questo che mi hai portata qui??....Forse credi di aiutarmi con le tue parole...ma non è così-

-Non ti ho portata qui per...farti del male- disse lui addolcendo il tono della sua voce -è arrivato il momento di dirle addio Elena, devi lasciarla andare-

Damon si allontanò, raggiungendo il bagagliaio mentre io rimanevo immobile, concentrata a scacciare indietro le lacrime.

-tieni- disse passandomi un mazzo di fiori con attaccato un biglietto bianco -Vai da lei Elena, dille addio, io ti aspetterò qua.-

-Credi che lei mi sentirà??-

Lo vidi spremersi, cercando le parole giuste per continuare, sapevo che lui non credeva in quello che mi stava dicendo di fare, lui si stava sforzando per me.

-Non lo so....probabilmente no.....ma potresti fare un tentativo- disse Damon con un mezzo sorriso.

-Tu sarai qui?-

-Sempre-







Arrivai davanti alla sua tomba, non sapevo che fare.

Mi sedetti di fronte a quel pezzo di pietra, sotto il quale riposava la mia amica.

Avrei voluto dire tante cose, ma in quel momento tutto mi sembrava così banale.

Certe volte le parole giuste non esistono, certe volte il silenzio si rivela molto più appropriato così rimasi lì seduta a fissare la sua tomba.

E la vidi. Non sono pazza. non dico di verla vista davvero ma la sua immagine tornò nitida davanti ai miei occhi, riuscii pure a sentire il suo profumo. Era tutto frutto della mia mente, erano solo ricordi, lo sapevo, ma che male c'era a credere a un'illusione??

Decisi di credere negli angeli, anche se per poco decisi di credere alla magia.

Un senso di serenità mi avvolse perchè dopo tanto tempo la sentii vicina.  




Un'idea attraverso la mia mente così iniziai a rovistare nella borsa alla ricerca di una penna poi presi il foglietto che era attaccato ai fiori.

Nel mio cuore cercai le parole giuste.

Poi impugnai la penna e scrissi con cura ogni parola, concentrandomi su di lei, con la vana speranza che ciò bastasse a raggiungerla.

Posai il biglietto ed i fiori affianco alla lapide e mi alzai.


Mi sarebbe mancata sempre, ma non l'avrei mai dimenticata, con questa consapevolezza nel cuore capii di esserci riuscita: l'avevo lasciata andare.


Un semplice lacrima scese lungo la mia guancia mentre un sorriso attraversava il mio viso.




"Saremo amiche per sempre, sempre per sempre moltiplicato all'infinito...ovunque tu sia...io ti perdono.
con affetto Elena"





-Elena- disse Damon quando tornai da lui -come stai??-

-Bene- blaterai, mentre mi stupivo di quanto fosse vero -stranamente bene-

-Sicura??- mi chiese lui preoccupato.

-si-

-Non male come primo appuntamento- fece lui con un sorrisetto, cercando di farmi ridere.

Il moto di affetto che provai per lui in quel preciso momento non saprei come spiegarvelo. Non era amore, era molto di più.

Mi gettai tra le sue braccia e lo strinsi forte -Grazie Damon-

-Di niente scricciolo- disse lui stringendomi.



-Torniamo a casa??- mi chiese avviandosi verso l'auto -odio i cimiteri-

Alzai gli occhi al cielo -Credo che non piacciano a nessuno-

-Troppa gente morta- brontolò mettendosi al volante.

-Eviterò di commentare la tua totale mancanza di tatto solo perchè hai fatto un gesto estremamente carino-

-interessante- disse lui mettendo in moto l'auto - e per quanto durerà questo trattamento speciale??-

Finsi di guardare l'orologio e poi mi rivolsi a lui con esagerata serietà.

-Hai ancora un'ora e mezza per dire tutte le cazzate che vuoi-

-Non è molto ma me lo farò bastare....Ti ho mai detto cosa penso di Stefan??-

Stefan.

- A proposito di Stefan...- esitai prima di continuare -c'è qualcosa che devo dirti-





Damon aveva insistito per parlare davanti ad un hamburger ed io malgrado la mia fretta di raggiungere al più presto Stefan per avere da lui delle spiegazioni, mi lasciai trascinare ad un baretto che dava sulla spiaggia.

Il bar era una vera catapecchia ma la vista era molto bella e soprattutto io stavo letteralmente morendo di fame. Era dal pomeriggio precedente che non toccavo cibo ed il mio stomaco non la smetteva di brontolare con ostinazione.

Avevo appena finito di fare a Damon un breve resoconto della lettera, quando una cameriera arrivò con le nostre ordinazioni.

-Allora??- spronai Damon a parlare mentre con avidità tirai il primo morso all'hamburger.

Damon rimase qualche secondo a scrutarmi con attenzione -Quindi qual'è il tuo piano?? Scommetto che vuoi andare da lui, bussare alla sua porta e poi?? Che gli dici??...."ciao come stai, scusa il disturbo, hai per caso ucciso la mia amica??"- Damon imitò la mia voce, enfatizzando ogni parola con un sarasmo pungente -Sarebbe questo il tuo piano geniale??-

-A grandi linee- risposi lanciandogli uno sguardo di sfida.

Perfetto lui era entrato nella modalità stronzo strafottente ed io testarda ed incazzata.

-E se tira fuori un coltello??-

-Avrò la prova che è stato lui-

Lui mi lanciò un'occhiataccia colma di rimproveri -Vengo con te-

Il suo tono non ammetteva repliche ma ciò non bastò a fermare le mie proteste.

-No, è una cosa che devo fare da sola!!!!!-

-Me ne frego!!!!-

-Ho il diritto di fare le mie scelte-

-non se si tratta di andare ad accusare un potenziale assassino di omicidio.

-Non credo sia stato lui- dissi dando voce ai miei pensieri. Per quanto Stefan mi avesse delusa, per quanto molte prove fossero contro di lui, io non riuscivo a crederci. C'era qualcosa, qualcosa che mi sfuggiva.

-Forse hai ragione, ma se ti sbagliassi??-

-Non sono una bambina, so prendere le mie decisioni e tu non mi devi proteggere-

Gli occhi di Damon divennero due fessure, era decisamente arrabbiato

-Non devo proteggerti???Sei la mia ragazza, la mia migliore amica e....anche la mia famiglia...ti avverto, non me ne frega niente del tuo diritto a scegliere, perchè se sei tanto stupida da non salvaguardare la tua vita, lo farò io!!!!!!!!-

Rimasi molto colpita dalle sue parole, il suo suardo era così sincero e per la prima volta mi resi conto che non ero solo io quella che aveva un disperato bisogno di lui, anche lui aveva bisogno di me.

-Potremmo trovare un compromesso- proposi.

Lo vidi abbandonare la sua postura rigida, la lite era finita.

Sorrise mentre il suo sguardo curioso era posato su di me  -Da quando ti arrendi così facilmente??-

-Non mi sono arresa, ma siamo una coppia e le coppie usano dei compromessi per non scontentare nessuno. Ci saranno sempre situazioni in cui non saremo d'accordo su qualcosa e dobbiamo imparare ad affrontarle senza scannarci-

IO stessa ero stupita dalla mia profonda saggezza, fino a qualche mese prima avrei mandato Damon a quel paese e sarei andata da Stefan ma ora da ragazza matura stavo trattando per non scontentare nessuno.

-Cosa ne pensi??- chiesi con maturità.

-Ci sto.-

Soddisfatta e matura bevvi un sorso di cocacola.





-Damon questo non è un compromesso!!!!!!!!!!!!- sbottai difronte all'ennesima idiozia che mi proponeva.

-Tu non andrai da sola a parlare con lui- sillabò lui con tono deciso.

-Invece si!- Ed ecco che l'Elena matura era scomparsa -Io faccio quello che voglio!!!-

-Scommettiamo??-

-E come pensi di fermarmi??- brontolai ostinata.

-Ti chiuderò in cantina- rispose lui con tono sadico e un sorriso strafottente.




La discussione continuò durante tutto il viaggio di ritorno a Mistic Falls, Damon era dannatamente testardo ma io ero peggio di lui.




-Ok- si arrese -ma ti aspetterò fuori da casa sua e se non torni entro venti minuti vengo a cercarti-

-Affare fatto- eslamai con un sorriso trionfante.




Damon parcheggiò proprio di fronte alla casa di Stefan.

-Stai attenta- mi disse - e se...-

-....se ho bisogno ti chiamo, sei già nelle chiamate rapide, sei il numero uno-

Lui sorrise -sono onorato-

-Non montarti la testa-

-Tu attenta a non farti ammazzare-

-ci proverò!!-esclamai.

Stavo per scendere quando mi sorse un dubbio.

-Damon....tu sapevi che sarebbe finita così?-

Un sorriso compiaciuto fece capolino sul suo viso -che saresti andata da sola ma che io sarei stato a pochi metri da te con il diritto di fare irruzione??....Forse-

Maledetto, mi aveva fregata!!

-Volevi scegliere tu, quindi doveva sembrare una tua idea- aggiunse con un'alzatina di spalle -mai sfidare chi è più astuto di te-

Era da prendere a schiaffi.....eppure io baciai.

Lui rispose al mio bacio con passione.

-Sei uno stronzo- sussurrai staccandomi da lui.

-E' per questo che mi adori-

-No- lo corressi con un sorrisetto furbo -E' per questo che ti amo-

E senza aggiungere altro scappai, mentre Damon era rimasto senza parole.

Piccola rivincita.





Arrivata davanti a casa di Stefan sentii il mio coraggio scemare, così mi girai verso di Damon.

Lui mi sorrise, non ero sola.

Così, ritrovando in lui la mia determinazione suonai.

Stefan comparve dopo pochi secondi.

-Elena- disse lui cercando di nascondere il suo smarrimento con un sorriso.

-Posso entrare??- gli chiesi con decisione.

-certo- mi rispose lui titubante -scusa ma sono un po' sorpreso di vederti, non venivi a casa mia...-

-Da quando stavamo insieme- conclusi io la frase passando accanto a lui prima di ritrovarmi nel suo salotto.


-vero- ammise lui con un sorriso facendomi cenno di accomodarmi sul divano -sono felice di vederti, cosa posso fare per te??-

Il suo tono era molto cortese e il suo sorriso solare e disponibile, come era sempre stato.

Non potei far altro che soffermarmi a riflettere: il ragazzo che avevo davanti poteva davvero essere un assassino??

Ero stata con lui tre anni, possibile che dietro alla sua apparente dolcezza nascondesse tanta crudeltà?

-Elena- mi richiamò lui, attirando la mia attenzione -vuoi qualcosa da bere??-

-No, devo farti una domanda....riguarda Bonnie- Il mio tono divenne serio e il viso di Stefan parve irrigidirsi.

-Dimmi- lo disse in modo calmo ma le sue dita battevano ritmicamente sul bracciolo della poltrona, rendendo evidente il suo nervosismo.

-Cosa è successo la sera in cui è morta??-

Lo vidi prendere un profondo respiro -Perchè me lo chiedi?-

Sentii la tensione crescere tra noi, entrambi sapevamo qual'era il punto eppure nessuno dei due voleva esporsi.

-Hai mentito, il rapporto della polizia dice che tu sei sempre stato a casa quella sera, ma non è così, vero??- parlai con calma cercando di usare le parole giuste.

Stefan irrigidì la mascella, scrutandomi in silenzio per qualche secondo.

-Come l'hai scoperto?-

-Non è questo il punto- obiettai.

-Mi stai forse accusando?-

-Non ancora, per ora mi limito a chiederti spiegazioni- neanch'io sapevo dove avevo trovato tutta quella calma e quella compostezza.

Lui tentennò ancora qualche istante poi parlò.

-E' vero, sono uscito, quella sera ho incontrato Bonnie, ha messo fine alla nostra storia, abbiamo discusso e poi sono tornato a casa...ma, quando me ne sono andato, lei era ancora viva-

-Se è la verità, perchè non l'hai detto prima??-

-Se è la verità- ripetè lui con tono grave -tu pensi davvero che io possa aver fatto una cosa del genere??-

Era arrabbiato ma soprattutto sembrava....deluso.

Per un attimo mi sentii in colpa, ma non dovevo lasciarmi incantare, dovevo rimanere distaccata per non perdere la mia obiettività.

-No- ammisi -ma erano tante le cose che non credevo che tu fossi capace di fare eppure...-

-Ho fatto molti errori ma non sono un assassino-

-Allora penchè non l'hai detto??- lo spronai, volevo obbligarlo ad esporsi.

-Ho avuto paura- disse lui alzandosi e muovendo le mani nervosamente -avrei dovuto dare molte spiegazioni, nessuno sapeva della mia storia con Bonnie....e poi....avevo paura che non mi credessero- gesticolava, camminando avanti e indietro nella stanza -ero terrorizzato Elena, lo capisci??-


Sembrava così disperato, sentii la mia determinazione vacillare.

-non lo so, lo capisco ma..-

-Lo vedi?? E' per questo che non l'ho detto, per non essere guardato nel modo in cui mi stai guardando tu...io non sono un assassino!-

Rimasi in silenzio.

-Chi credi sia stato??- gli chiesi.

-Se lo sapessi credi che non lo denuncerei???-

-Come faccio a crederti???- gli chiesi con disperazione mentre la mia voce era intrisa di rabbia -Dopo tutte le tue bugie, come faccio??-

-Non lo so- Stefan si lasciò cadere sulla poltrona, sembrava così stanco, provai una gran pena per lui.

Le sue stesse bugie l'avevano distrutto, i segreti che aveva custodito con tanta cura ora lo stavano divorando.

-Non penso tu sia un assassino- andai verso di lui e mi inginocchia, cercando ostinatamente il suo sguardo.

 -guardami- lo spronai -ho bisogno del tuo aiuto, raccontami cosa accadde quella notte-

-Sei sicura??-

-Si, voglio ogni dettaglio....basta segreti- dissi decisa.

Stefan sospirò mentre i suoi occhi sembrarono perdersi nei ricordi.

-ok-









Continua.......









NOTE:

Ciao fanciulle, cosa ne pensate di questo capitolo????

Lo so, è un po' triste, spero comunque di non aver esagerato e che non sia risultato pesante.

E' difficile immedesimarsi in Elena, quindi il mio è un tentativo, secondo voi com'è la sua reazione? Ho sbagliato in qualcosa?? Fatemi sapere il vostro parere, accetto i consigli e le critiche. (ma non siate spietate...sono sensibile =).....)

Vi ringrazio ancora tantissimo, perchè non so come fare senza di voi!!!!!!!

Grazie mille!!!!!!!!!!!

A presto!!!!

BAciiiii

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25










Era una serata come tante altre a MIstik Falls, l'aria era tiepida e le strade deserte, del resto era mercoledì sera e la maggior parte degli abitanti se ne stavano a casa.
Una ragazza correva distrattamente lungo il marciapiede della via principale, arrivata infondo alla strada girò, si guardò intorno circospetta prima di varcare l'ingresso di un piccolo parco.
Dopo essersi assicurata che non ci fosse nessuno nelle vicinanze si sedette su una panchina.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto e rigirava le mani nervosamente fino quando un ragazzo non arrivò richiamando la sua attenzione.

-Bonnie- la salutò il ragazzo con un sorriso.

Lei alzò lo sguardo su di lui, la fronte corrugata evidenziava l'ansia sul giovane volto della ragazza.

-ciao stef- sussurrò lei con un mezzo sorriso.

-perchè mi hai chiamato? Stai bene??- gli chiese premuroso appoggiando la mano sulla gamba della ragazza che però lo scansò, allontanandosi leggermente da lui.

-dobbiamo parlare-

-di cosa??-

-di noi- lei fece una pausa incerta mentre il volto del ragazzo s'irrigidiva -quello che facciamo è sbagliato....io ho sbagliato-

-Mi stai lasciando??-

Gli occhi di lei si stavano riempendo di lacrime, teneva lo sguardo basso e giocherellava nervosamente con un bracciale verde, di un colore intenso come uno smeraldo -devo farlo....pensa ad Elena-

-non la nominare- disse Stefan con più durezza di quanto avrebbe voluto -credo sia tardi per pensare a lei-

-Stefan io tengo davvero a te ma...-

Stefan la bloccò prendendole le mani tra le sue -tu vuoi stare con me??- le chiese serio.

Lei annuì mentre una lacrima scendeva lungo la sua guancia.

-Anch'io- sussurrò lui con dolcezza -lo diremo ad Elena, troveremo una soluzione....lei non mi ama più Bonnie, forse non mi ha mai amato-

-Non ci perdonerebbe mai- blaterò lei scuotendo la testa con forza.

-Forse non subito ma.....lo farà....lei non mi ama-

Lei alzò gli occhi su lui -e se ti amasse? Chi vorresti tra noi, se potessi averci entrambe?-

Lui esitò e sul viso di lei si scolpì un'espressione di pura delusione.

-Tu sceglieresti lei-

Lui le prese il volto tra le mani -Ho amato Elena con tutto il cuore....ma non sono felice con lei-

-Quindi ti accontenti di stare con me- disse lei allontanandolo -non voglio più essere la seconda scelta-

scelgo te Bonnie, perchè con te sono...felice, il modo in cui mi guardi....Io voglio te, mi credi?-

Lei sorrise timidamente -Mi ami??-

-si- disse lui sincero.

-Stefan- mormorò lei esitante -devo dirti una cosa, l'altro giorno...-

In quel momento il suono del cellulare distrasse la ragazza che si mise a frugare nella borsa.

-Bonnie- la richiamò lui vedendo il suo volto storcersi mentre guardava il display illuminarsi. Il telefono suonava ma lei non rispose, si limitava a guardare lo schermo.

-Chi era?-gli chiese lui una volta che il telefono smise di suonare.

Lei non rispose, un bip annunciava l'arrivo di un messaggio che lei lesse in silenzio.

-Chi è?- ripetè lui innervosito.

-devo andare- disse lei alzandosi in pied di colpoi.

-Dove??-

-Non chiedermelo-

Lei stava già fuggendo quando lui la prese per un braccio, bloccando la sua fuga.

-Cosa ne sarà di noi??-

Lei si girò -E' finita Stefan, stammi lontano....sarà meglio per entrambi-

-Perchè??-

-Ogni azione ha delle conseguenze....se sbagli paghi- blaterò lei.

-Non capisco-

-Non c'è nulla da capire- sbottò lei agitata -non voglio stare con te!!!....non ti amo-

La sua voce era dura e lo ferì così lui si ritrovò a mollare la presa.

Lei gli lanciò un ultima occhiata prima di corre via. Lui non la seguì, il suo orgoglio ferito l'aveva reso cieco al punto da ignorare la paura che lesse negli occhi della ragazza.

Immobile la guardò scomparire nella notte.

Ma quello che il ragazzo non sapeva è che avrebbe rimpianto quel momento per sempre.











-Sapevo che qualcosa non andava- disse Stefan mentre il suo viso fissava il vuoto davanti a sè.

-Non potevi saperlo-

-Si invece, lo sapevo. Dopo la chiamata era come se ce l'avesse scritto in faccia...-

-cosa???- gli chiesi.

-Il terrore, lei aveva paura, ma io sono stato troppo orgoglioso e non l'ho seguita.-

Non mi ero mai resa conto del dolore che anche lui si portava dentro, per un attimo sentii la mia rabbia sciogliersi.

-Non è colpa tua- dissi sincera.

-Non l'ho uccisa Elena, ma potevo salvarla-

Cercai di ritrovare la calma, facendo chiarezza tra i miei pensieri, mi sentivo stordita, un miscuglio di sentimenti si erano addensati dentro di me ma non avevo tempo per quelli, dovevo rimanere lucida.

 -la chiamata, poi Il messaggio...lei è cambiata nel momento in cui l'ha ricevuto, questo vuol dire...-

-Che probabilmente quella chiamata proveniva proprio dal suo assassino- concluse lui per me.

-Se riusciamo a rintracciare il numero, se scopriamo da chi ha ricevuto il messaggio, forse potremmo scoprire chi è stato-

-Quando è stata ritrovata non aveva il cellulare, mi sono già informato e poi....-

Lo bloccai -La polizia avrà sicuramente un modo per rintracciare le chiamate-

-Forse....ma se confessassi tutto ora, potrebbero denunciarmi per falsa testimonianza o per intralcio alla giustizia...o peggio potrebbero sospettare di me-

Rimasi in silenzio riflettendo sulla mia prossima mossa. Ero divisa, una parte di me era arrabbiata con lui, un'altra lo compativa.

-Dovresti farlo- disse lui deciso -denunciami Elena, se questo aiuterà a trovare l'assassino di Bonnie, allora fallo-

Lo sguardo fiero di Stefan mi fece sorridere amaramente -L'amavi??-

-Non lo so- ammise sincero -ma amavo come mi faceva sentire-

-Lei mi faceva sentire importante, speciale...- i sottointesi erano evidenti ma non mi sentii in colpa. E' vero, non lo avevo amato ma neppure lui mi aveva amata, non abbastanza.

 -non le avrei mai fatto del male- aggiunse lui con sincerità.

-Ti credo- dissi con convinzione -ma se tu avessi avuto il coraggio di dire prima la verità magari l'assassino di Bonnie sarebbe già in prigione e noi non saremmo in questa situazione-

Le parole mi sfuggirono come fossero dotate di vita propria, ma una parte di me non poteva sopportare la sua mancanza di coraggio, il suo continuo fuggire dalle situazioni. Stefan non era cattivo ma era sicuramente un codardo.

Lui abbassò lo sguardo consapevole di quanto fossero vere le mie parole e malgrado tutto provai per lui una gran pena. Gli presi le mani tra le mie e cercai il suo sguardo.

-Farò il possibile per tenerti fuori da questa faccenda-

-Perchè??- mi chiese lui confuso.

-Abbiamo già sofferto troppo, rovinarti la vita non mi ridarà la mia amica-

Mi alzai pronta ad uscire quando Stefan si avvicinò a me e mi strinse tra le braccia.

-Perdonami- sussurrò.

All'inizio rimasi rigida ma poi ricambiai il suo abbraccio lasciandomi avvolgere da quella stretta famigliare nella quale mi ero rifugiata per anni.

Forse non avrei più visto Stefan come lo vedevo prima, avevo scoperto una parte di lui che non mi piaceva, il ragazzo perfetto di cui mi ero innamorata infondo non era mai esistito eppure non lo odiavo.

No, non lo odiavo.


Sentii il rumore della porta e dei passi decisi ma non ebbi modo di staccarmi da Stefan perchè qualcuno lo spinse via.

-Lasciala stare- abbagliò Damon con rabbia.

-Damon- lo chiamai.

Lui si girò verso di me -Ho interrotto qualcosa??- mi chiese brusco.

Stefan si mise in mezzo, fulminando Damon con lo sguardo -Stavamo solo...-

-Stavo parlando con la mia ragazza- lo bloccò lui con uno sguardo truce poi si girò verso di me e mi prese per mano -Andiamo-

Provai a protestare ma Damon mi stava trascinando fuori così lanciai un'occhiata carica di scuse a Stefan ed uscii con Damon.



Eravamo quasi arrivati all'auto e lui non mi aveva ancora rivolto la parola.

-Damon- sbottai -mi vuoi dire cosa ti prende?-

Lui mi ignorò, proseguendo per la sua strada.

-Sei geloso??-

A quel punto lui si girò verso di me, fulminandomi -Geloso?????? Elena eri dentro con un potenziale assassino, ti ho aspettata per più di 30 minuti-

-scusa- blaterai confusa -ma...una volta entrato non hai capito che mi stava semplicemente abbracciando?-

-forse- ammise lui ma era ancora visibilmente irritato.

-Damon-

-Elena tu giochi alla detective ma non pensi....Bonnie è stata assassinata e chiunque sia il colpevole potrebbe farti del male, stai dando la caccia ad un assassino!!!- sbottò esasperato.

-Eri preoccupato??

-Sei perspicace- rispose lui sarcastico.

-bastava un si- brontolai.

Damon scosse la testa, alzando gli occhi al cielo.


Mi ritrovai a fissarlo, era arrabbiato davvero, si era preoccupato per me, forse era anche un po' geloso, ma che motivo avevo di lamentarmi?

Stando con Stefan mi ero resa conto di quanto amassi Damon: lui non era perfetto e non si fingeva tale, non sapeva esprimere i suoi sentimenti, eppure me li dimostrava a modo suo, lui aveva il coraggio di essere se stesso.

-Grazie- sussurrai.

-Di che??- Sbottò lui esasperato dai miei continui cambi d'umore.

-Di essere come sei, di volermi proteggere, di essere un'idiota geloso-

Vidi il suo viso rilassarsi mentre un sorriso sghembo faceva capilino incurvandogli le labbra.

Mi tirò a se -Tu sei solo mia- sussurrò poi con il tono più sexy che io avessi mai sentito..

-Sei davvero tanto stupido da pensare il contrario???- gli chiesi facendolo ridere.

Lui mi attirò ancora più vicina a se, tenetendomi possessivamente per i fianchi -Volevo solo chiarire le cose-

Mi ritrovai a stringere le braccia intorno al suo collo -portami via e te lo dimostro meglio- sussurrai sensualmente lasciando un bacio sul lato delle sue labbra mentre con la mano carezzai il suo petto fino ad arrivare a sfiorare il bordo dei jeans..

Vidi i suoi occhi languidi, adoravo stuzzicarlo.

Trattenne un sospiro mentre io facevo risalire la mano lungo i suoi addoinali poi di colpo si staccò da me.
 
-Sali in macchina, non vorrai farlo sul vialetto di Stefan-

Addio al romanticismo!!!!!

-Non puoi lasciarmi così!!!- protestai.

-E tu non puoi provocarmi in questo modo, non è leale-

Trattenni a stento una risata vedendo la sua difficoltà.

-Adesso andiamo a casa mia!!!- disse deciso salendo sull'auto.

-E se ti dicessi che il momento è passato- lo provocai sedendomi sul sedile accanto lui.

-Forse per te- brontolò e io scoppiai a ridere.

Damon mi fulminò con lo sguardo ma io mi stavo divertendo troppo.

-Ammetti che sei pazzo di me- lo provocai.

-Sei una strega- sbottò lui mettendo in moto l'auto.

-Insultandomi non otterrai quello che vuoi- mormorai accavallando la gambe nel modo più sensuale possibile lasciando che la gonna si alzasse leggermente.

Lui rise del mio tentativo di seduzione, facendomi arrossire.

-Pensi che basti una gamba in bella mostra per farmi perdere la testa??-

In un attimo mi sentii una perfetta idiota, stavo per mettere il broncio quando Damon si girò verso di me, ipnotizzandomi con i suoi occhi.

-Non hai bisogno di questi trucchetti piccola scema, sono già pazzo di te-

Il tono dolce con cui disse quella frase mi fece sciogliere.

-Direi che il momento è tornato- mormorai quasi timidamente.

-Basta poco per conquistarti- rise lui.

-Muoviti prima che cambi idea-

Lui ridendo spinse il piede sull'acceleratore.

-Ai tuoi ordini dolcezza-





Come al solito non riuscimmo a raggiungere la camera così questa volta ci ritrovammo mezzi nudi nel salotto di Damon.

Risi infilando la sua camicia -adesso ho fame-

-Quindi non vuoi il bis- disse lui mettendo un finto broncio.

-No- esclamai cercando di trattenere una risata. Era così bello mentre faceva l'offeso.

-Sicura?- chiese malizioso baciandomi il collo.

Ridendo mi alzai -Dopo- esclamai dirigendomi verso la cucina.

Stavo rovistando in frigo quando sentii Damon appoggiarsi sulla mia schiena.

-Mi fai cadere- protestai mentre lo scemo dietro di me mi spingeva, facendo aderire sensualmente i nostri corpi con la scusa di prendere qualcosa nel frigo. Sentivo l'aria mancare ma feci finta di niente, non voleva dargli questa soddisfazione.

-torta al cioccolato- disse prendendo delle tavolette e posandole sul tavolo.

Finalmente si era allontanato ed io riuscii a respirare, ma durò poco.

Infatti lui tornò verso di me che ero rimasta a guardarlo come un ebete di fronte al frigo.

-Sei bellissima- sussurrò sollevandomi e facendomi sedere sul bancone della cucina.

 Aspettavo che mi baciasse.....volevo che mi baciasse.....ma Damon non era mai prevedibile infatti dopo avermi rivolto un sorriso furbo mi lasciò lì per poi aprire il frigo e prendere il latte e il burro.

-Avevi fame, giusto??- mi chiese divertito iniziando a posizionare gli ingredienti sul tavolo -Chissà perchè ma sembri delusa-

Maledetto!!!!

Scesi dal bancone e mi avvicinai al tavolo, stando ben attenta a non farmi sfiorare da lui -Dammi una ciotola- sbottai acida facendolo ridere.




Nel giro di pochi minuti mi ritrovai a lavorare sull'impasto mentre quell'idiota mi fissava.

-Vuoi aiutarmi??- gli chiesi ancora irritata.

Lui con disinvoltura infilò un dito nel MIO impasto e l'assaggiò mentre io lo fulminavo con lo ssguardo.

-Manca lo zucchero- disse con un sorrisino allusivo -ha bisogno di più dolcezza-

Ma mentre una parte di me voleva protestare, l'altra voleva solo saltargli addosso.

Possibile che bastasse un suo sorriso per farmi rabbrividire?

Mi avvicinai a lui che subito mi strinse -assaggia- disse posando le sue labbra sulle mie. Un bacio lento e passionale, un bacio al cioccolato.

-A me sembra dolce- mormorai staccandomi di pochi centimetri da lui. Mi sentivo stordita dal suo profumo, dal suo sapore.

Lui mi spinse verso il bancone. poi prese una fragola e l'avvicinò alla mia bocca.

-Assaggia-

Ero ipnotizzata da lui, dal suo sguardo magnetico, dal suo tono sensuale.

Addentai la fragola senza staccare gli occhi dai suoi.

Continuammo così, una fragola dopo l'altra, alternando ogni morso con un bacio.

-Ti piace??- sussurrò sensualmente baciandomi il collo e poi sempre più giù, fino a sfiorarmi il seno. Ogni bacio mi faceva infiammare, mi faceva sentire viva.

La fame era ormai un ricordo lontano, l'unica cosa che volevo era lui.

-Andiamo...in camera?- chiesi con il respiro affannoso.

-Perchè in camera?- mi chiese lui senza interrompere la sua dolce tortura.

-I...tuo..i gen...itori-

Lui tornò con il viso all'altezza del mio -siamo soli- sussurrò con un tono talmente sensuale da sembrare proibito.

Niente è sensuale quanto la proibizione.

-Vuoi giocare??- gli chiesi quando un'idea mi balenò in testa.

-cos'hai in mente??-

Andai verso il frigo e presi uno sprai alla panna poi con passi lenti tornai di fronte a lui.

-Ti ho mai detto che sono un'ottima cuoca?- gli chiesi con voce volutamente insinuante.

-Credo che la mia compagnia ti faccia male....Da quando sei diventata una seduttrice??-

-Mi preferivi prima??- Gli chiesi con finta aria innocente.

Lui mi tirò a se -Mi piaci in tutte le tue versioni- sussurrò lasciando un bacio sulle mie labbra, facendomi fremere.

Che i giochi abbiano inizio.







-Credo che tu abbia ragione, l'ultima chiamata potrebbe condurci proprio al suo assassino, è azzardato ma non impossibile- mormorò Damon.

 Eravamo sdraiti sul suo letto, io ero appoggiata sul suo petto ed ero in pace come mai ero stata in tutta la mia vita. Lui mi accarezzava i capelli mentre io gli avevo appena raccontato di Stefan e della chiamata.

-Posso contattare il mio investigatore, quello che ha ritrovato tuo padre, magari lui potrebbe rintracciare la chiamata-

-ci metterebbe troppo tempo-

-lo dirai alla polizia??-

-non lo so, preferirei di no, ne voglio parlare con Matt, magari lui riuscirà a convincere suo padre ad aiutarci senza rendere tutto ufficiale, è pur sempre lo sceriffo-

-Perchè non vuoi che venga reso ufficiale??- mi chiese lui allusivo.

-Lo sai, non voglio creare problemi a Stefan...Con il college e tutto il resto, non voglio mettere a rischio il suo futuro, un'indagine per omicidio non sarebbe d'aiuto nella domanda d'amissione-

Sentii Damon irrigidirsi al mio fianco -Possibile che, dopo tutto, tu sia ancora preoccupata per lui-

-è mio amico Damon e poi....lui ci teneva davvero a lei, ha già sofferto abbastanza-

-Devo ricordarti che lui era il tuo ragazzo- disse tagliente -ti ha tradita-

-Non l'ho dimenticato- sbottai irritata -ma anch'io ho le mie colpe-

-Almeno tu non ti sei fatta il suo migliore amico- sillabo ogni parola caricandola di sarcasmo.

-Vero, ma mentre stavo con lui io....-

-Tu cosa??-

-Io am...io pensavo a te-

-Davvero?- mi chiese con dolcezza sollevandomi il viso per guardarmi negli occhi.

Annuii. Mi sentivo fragile ad ammetterlo davanti a lui ma era vero, io avevo sempre amato Damon.

Lui mi sorrise dolcemente -Elena io....-


Il rumore della porta al piano terreno ci fece sobbalzare.

-Damon- la voce imponente di suo padre riecheggiò nella casa e lo vidi alzarsi velocemente dal letto agitato.

-Vestiti- mi disse lanciandomi il mio vestito poi senza degnarmi di uno sguardo uscì dalla stanza.

Sentivo il mio cuore battere all'impazzata, mi ricordai della cucina, del disordine che avevamo lasciato e mi sentii avvolgere da un profondo imbarazzo.

Non sapevo che fare, dovevo uscire dalla stanza o aspettare il ritorno di Damon???

Mi avvicinai alla porta titubante, sistemandomi i capelli dietro l'orecchio per renderli il più possibile ordinati, speravo di avere un aspetto almeno presentabile.

Delle urla mi fecero indietreggiare.

-......hai saltato la scuola anche oggi, il preside parla di una possibile bocciatura...Possibile che tu sia tanto irresponsabile?????-

-Dovevo aiutare un'amica-

-Amica??? - chiese il padre allusivo -la stessa che hai rinchiuso in camera tua-

Mi sarei sepolta per l'imbarazzo.

-....sono stufo delle puttanelle che ti porti a casa-

-lei non è una puttana- ribattè Damon con rabbia.- e poi tu non dovresti essere chissà dove a sbatterti la segretaria-

Sentti un tonfo e raggelai capendo che l'aveva colpito.

-Sei un ragazzino viziato, non combinerai nulla nella vita- la cattivera con cui pronunciava ogni parola era per me come una serie di schiaffi sul viso.

-L'importante è non diventare come te-

-Tu non sarai mai come me- disse melevolo -ma non permetterò che mio figlio divenga un fallito. Non mi farai vergognare di te-

-Tu vergognarti di me???? Sai dov'è la mamma??- sentii Damon urlare -probabilmente è priva di sensi a causa dell'alcole ma è questo che capita sposando un tale bastardo-

Un altro tonfo.

Sentii le lacrime premere per uscrire e senza pensare varcai la porta e corsi giù per raggiungere Damon.

Entrambi gli uomini mi guardarono ma io aveva occhi solo per Damon che tremava di rabbia mentre si teneva una mano sulla guancia. Sembrava così indifeso che lei dovetti fare appello a tutta la mia volontà per non correre ad abbracciarlo.

-Elena- disse il padre cercando di ritrovare la sua naturale compostezza ma il suo viso era ancora rosso di rabbia a causa della discussione -non pensavo fossi tu-

Gli lanciai un'occhiata truce, non avevo mai odiato qualcuno come odiavo quell'uomo in quel momento.

-Damon mi accompagni a casa??-

Damon era ancora immobile e tremava di rabbia.

-Ti prego??- gli chiesi dolcemente prendendogli la mano e stringendola con forza..

-Io e te parliamo dopo- disse il padre rivolgendo al figlio uno sguardo indifferente prima di avviarsi su per le scale -buona notte Elena-

Senza ripondere presi Damon e lo condussi fuori da quella casa.

Attraversammo la strada fino ad arrivare sul mio portico, Damon non aveva aperto bocca e il suo viso era ancora rigido, sembrava immerso in un mondo tutto suo. Un mondo fatto di tristezza.

Rimasi ad osservarlo e solo allora notai un segno viola sul suo zigomo.

Mi sentti una vera stupida perchè senza che potessi farci niente scoppiai a piangere a dirotto con le braccia strette al suo collo.

Niente al mondo mi aveva mai fatto tanto male come vedere Damon in quelle condizioni.

Sentivo il suo dolore come fosse mio, forse ancora più forte perchè non avevo mai provato nulla di simile. Mi sentivo piccola eppure volevo essere grande per proteggerlo.

-Elena, smettila- disse lui cercando di addolcire la sua voce -sto bene-

Lo guardai cercando di trattenere i singhiozzi -Tu meriti di più- mormorai.

Lui sorrise stringendomi -Ho te- sussurrò con dolcezza -va tutto bene- ma io sapevo che mentiva, che stava male eppure gli fui grata per quella bugia.

Perchè anche quando soffriva, Damon pensava solo a proteggermi.









Note:

Ciao fanciulle!!!!!!!!!!!!!!!!!!! scusate il ritardo!!!!!!!!!  =(

Allora stiamo giungendo alla fine, non so quanti capitoli mancano ma non sono molti, ho gia iniziato a scrivere e ho tutto pronto nella mia testa quindi da adesso aggiornerò molto rapidamente.

Cosa ne pensate di questo capitolo????? (povero Damon =(.....secondo voi com'era quella scena? Abbastanza realistica??)...Fatemi sapere!!!!!!!!!!

Nei prossimi capitoli inizieranno i veri guai per i nostri protagonisti, la fine è vicina ma devono succedere ancora molte cose.


Mi scuso ancora per il ritardo ma prima di aggiornare volevo avere le idee chiare, adesso lo sono, quindi vedrete che gli aggiornamenti saranno sempre più veloci!


Vi ringrazio come sempre, perchè mi aiutate sempre con le vostre stupende recensioni, anche in questo periodo che sono sempre in ritardo sia a rispondere alle recensioni che ad aggiornare!!!!! Prometto di migliorare ma voi non abbandonatemi =)

Grazie a tutte voi!!!!!!


Baciiii
















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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


Capitolo 26











Erano passati esattamanete quattro giorni da quella sera ma la sensazione di rabbia e impotenza che avevo provato rimanendo stretta tra le braccia di Damon incapace di scacciare la sua sofferenza non era ancora passata.

Continuavo a sentire una morsa allo stomaco ogni volta che rivedevo nella mia mente l'immagine di Damon, il dolore nei suoi occhi.

Come può un padre trattare così un figlio???

I genitori non dovrebbero amare i figli per natura?? Epprure quello che avevo letto sul viso di Giuseppe Salvatore, mentre osservava suo figlio tremare di rabbia, era tutto furchè amore, non era odio, era indiffernza, quasi compiacimento nel vederlo distrutto.

Provai un brivido, forse Damon aveva ragione ed io avevo una visione distorta del mondo, una visione infantile dove tutti i genitori amano i figli in modo incondizionato, infatti per quanto avessi visto la cattiveria nel volto di suo padre non riuscivo ancora a capacitarmene.

 Mio padre non era sicuramente il genitore ideale, ma mi amava, su questo non avevo mai avuto dubbi.

Per un attimo un lieve sorriso attraversò le mie labbra, il gioro prima ero andata a trovare mio padre in carcere e contro ogni  mia più rosea previsione l'avevo trovato davvero bene.

Sembrava sereno, come se avesse fatto pace con se stesso, mi aveva raccontato con entusiasmo di alcuni libri che aveva letto inoltre con orgoglio mi aveva confidato di aver iniziato un corso d'arte.

 Sembrava un bambino mentre mi raccontava con foga dei suoi piani futuri; uscito di prigione sognava d'aprire una galleria d'arte. Mi lasciai travolgere dal suo entusiasmo e lui felice mi mostrò alcune opere di artisti contemporanei.

Mio padre aveva sempre amato la lettura, l'arte, la poesia, fin da piccola mi aveva sempre letto i classici per farmi addormentare ed io avevo imparato a sognare accompagnata dal suono profondo della sua voce.

Così era nata la mia passione per la scrittura: volevo diventare scrittrice per regalare sogni, perchè tra le righe di un romanzo anche il sogno più assurdo può diventare realtà.

Proprio questa mattina tra la posta avevo trovato una lettera da Yale: ero stata ammessa!!!!!!!!!

Avevo sempre voluto andare a Yale e ci sarei andata. Se mio padre in prigione riusciva ancora a sognare come potevo io arrendermi?

No, non mi sarei arresa....-Mai!-

Ops, avevo pensato ad alta voce.

-Signorina Gilbert- Il professor Tuker sembrò non apprezzare il mio entiusiasmo, infatti mi riprese con uno sgurdo truce ed io mi ritrovai ad arrossire per l'imbarazzo.

-Mi...scusi- blaterai, cercando di sprofondare sulla sedia.

La matematica non era la mia materia preferita ma forse era meglio seguire la lezione e mettere da parte i miei pensieri almeno fino al suono della campanella.


Sgattaiolai fuori dalla classe appena la lezione finì, cercando di non incontrare lo sguardo irritato del professore.


Arrivata in corridoio vidi Damon, stavo per correre da lui per raccontargli la mia figuraccia ma tentennai.

Da quella sera Damon era diventato strano, non che fosse visibilmente  triste, anzi faceva finta di niente e ogni volta che toccavo l'argomento "padre stronzo" lui lo chiudeva con un battuta sarcastica, eppure, sebbene sembrasse sempre il solito, Damon era diventato.....distante.

Non eravamo più rimast soli, sembrava volesse evitarmi e malgrado le sue scuse fossero realistiche mi sentivo ferita ogni volta.

Rimasi a guardarlo da lontano per qualche secondo fino a che non mi resi conto dell'assurdità della situazione, Damon era il mio ragazzo, ma sopra ogni altra cosa lui era Damon, il mio Damon, non gli avrei permesso di allontanarmi da lui, non senza lottare.

Armata di coraggio e determinazione mi avviai verso di lui, decisa a chiarire la situazione con calma e maturità.


Era di spalle così lo chiamai per annunciare il mio arrivo. Mi sentivo tremendamente goffa e questo non prometteva bene, cercai di calmarmi prendendo un respiro profondo.

Damon si girò e mi salutò. Un saluto educato accompagnato da un mezzo sorriso formale.

Forse ad un estraneo poteva sembrare una situazione normale ma non a me. Quello non era Damon e quello sgorbio non era il suo sorriso.

-come va??- mi chiese tranquillo ed io non ci vidi più dalla rabbia.

-Si può sapere che cosa ti prende??- Sbottai nervosa dimenticando tutti i miei buoni propositi.

Lui mi guardò confuso -niente-

Quel bugiardo si permetteva pure di guardare me come se fossi matta, sentii le mie guancie avvampare di rabbia.

-Perchè ce l'hai con me????-

-se non sbaglio sei tu quella che sta urando in mezzo al corridoio- ribattè lui con sarcasmo.

-Urlo perchè tu fai lo stronzo!!-

-Da quando chiedere a qualcuno "come va?" equivale a fare lo stronzo??-

Cercai di darmi una calmata, Damon era troppo bravo a rigirare le frittate, dovevo giocare le mie carte al meglio se volevo batterlo.

-Vieni da me oggi pomeriggio- dissi con calma, cercando di modulare il tono della mia voce.

-non posso-

-non era una domanda-

Mi avvicinai a lui e cercando di abbindolarlo con i miei occhioni da cerbiatta.

Sapevo che con Damon battere le ciglia non sarebbe servito ma almeno gli strappai un sorriso, un vero sorriso.

Piccola vittoria.....ma la guerra non era ancora vinta....

-devo studiare- aggiunse con una smofia ma il suo tono era tornato normale, ironico e sexy al punto giusto, era il mio Damon -se domani non prendo almeno una B al test di fisica finirò per essere bocciato e non credo che resisterei un altro anno in questa scuola-

-Sappiamo entrambi che ti basterebbe aprire il libro per predere una A-

Era la verità, Damon non amava studiare e evitava di farlo il più possibile eppure le poche volte che lo faceva prendeva sempre ottimi voti. Maledetto!!!

Lui alzò le spalle con disinvoltura -vero, ma noi geni siamo spesso incompresi-

-Allora "genio" ti concedo di portare il libro di fisica, studiamo insieme....ti farò da tutor-

-Ho sempre sognato un'insegnante sexy-  ribattè lui malizioso.

-Ok....e se farai il bravo studente alla fine ci sarà una piccola ricompensa- .lasciai volontariamente la frase in sospeso mentre un sorrisino allusivo incurvava le mie labbra

-allora ci stai??- mormorai sfiorando il suo petto con dolcezza e sensualità.

Se non potevo vincere con la forza, avrei vinto con l'inganno.

Lo vidi tentennare ma dal modo in cui mi guardò capii di aver fatto centro.

-Ti aspetto alle 4- dissi e poi senza attendere una sua risposta scappai via, trotterellando fino all'aula di scienze.







Ero seduta alla mia scrivania, il libro di matematica aperto davanti a me, stavo cercando di studiare ma ero completamente distratta, erano le quattro e dieci e Damon non era ancora arrivato.

Ok, possibile che fosse solo in ritardo, del resto non era mai stato famoso per la sua puntualità.

Morsicavo la penna nervosamente, non mi piaceva la situazione che si era creata tra noi, quel pomerggio doveva andare tutto bene.

Passai circa venti minuti a fissare le lancette dell'orologio ma di Damon neanche l'ombra.

Mi aveva forse dato buca???

Mi decisi e presi il telefono e composi il suo numero, aspettai in vano fino a che non mi rispose la segreteria telefonica.

Riprovai ancora un paio di volte ma niente....stronzo!!!!!

Ripresi in mano il cellulare, sentendo il bisogno di parlare con qualcuno e in un attimo composi il numero di Caroline.

Stavo per arrendermi quando finalmente lei rispose.

".....Ele"

-Lo odio-  esclamai diplomatica.

-Chi??-

-Mi ha dato buca!!!!!!!!!!!!!! Appena lo trovo lo strozzo!!!!!-

-Da....mon???- chiese lei con voce strana.

-Certo- sentii dei brusii dall'altro lato della linea -Car ci sei???-

-Si...Aspetta un attimo....la smetti NIck!!!.....Basta!!!- disse la mia amica con voce perentoria -......eccomi, scusa-

-NIck??- esclamai confusa, prima di realizzare -Sei con.....??-

-Si- rispose lei felice senza lasciarmi finire. Era con Klaus!!!!

Quasi tirai un grido di gioia e sentii lei ridere dall'altra parte del telefono.

"Quindi approvi??" chiese Klaus con il suo accento sexy mentre la mia amica lo sgridava riprendendosi il telefono "....scusa love, ma non essere aggressiva...idiota!!!!"

Sorrisi sentendo il loro bisticcio -Car forse è meglio se ci sentiamo dopo-

"Noooo....mi stavi parlando di Damon"

-Non è grave possiamo parlarne più tardi-

"Sei sicura?? se hai bisogno lo lascio qui e corro da te......molto gentile dolcezza.......zitto tu!!!"

-Davvero va tutto bene....dvertiti- aggiunsi maliziosa prima di riagganciare, mentre quei due continuavano a battibeccare in sottofondo.

Ero talmente felice per Caroline che quasi mi ero dimenticata di Damon almeno fino a che non sentii il campanello di casa suonare e il cuore salirmi in gola.

Mi alzai di scatto e quasi scaraventai la sedia a terra. Scesi le scale di corsa rischiando di cadere ad ogni scalino.

Arrivata miracolosamente in vita fino alla porta l'aprii e come previsto mi trovai davanti Damon in tutto il suo irritante splendore.

-Sei in ritardo- sbottai senza neanche salutarlo.

-Scusa- rispose semplicemente, entrando in silenzio nella mia casa.

Il suo comportamento era davvero indecifrabile, lo vidi proseguire fino al tavolino del salotto dove quella mattina avevo lasciato la lettera di Yale.

 La prese in mano e la lesse velocemente mentre io rimanevo in silenzio ad osservarlo.

-Ti hanno presa- mormorò continuando continuando a fissare la lettera.

-si- risposi anche se la sua non era una domanda. Sentivo una strana tensione e la cosa non mi piaceva.

-A te?- gli chiesi timorosa, anche Damon aveva fatto domanda a Yale e in altre università.

-incredibilmente si- rispose lui con sarcasmo.

Presa da un moto di gioia, mi avvicinai a lui e lo abbracciai.

-lo sapevo- sussurrai trionfante al suo orecchio.

Lui però si staccò da me lasciandomi interdetta e sempre più in ansia.

Non dissi nulla, mi limitai a fissare i suoi occhi cercando in essi delle risposte.

Si schiarì la voce prima di parlare mentre io sembravo imbabolata -Io non andrò al college, andrò a Londra, mio padre ha una compagnia là, lavorerò per lui.-

Londra?? Inghilterra???

-Ma è lontano- blaterai come una stupida.

-Elena io non sono un tipo da college, lo sai, Londra è una buona possibilità-

 Non avevo mai visto Damon così serio, in quel momento sembrava così adulto ed io mi sentii una bambina, piccola e indifesa.

-Ma....- non trovavo le parole, mi sentivo persa -...e noi??-

Lo vidi tentennare -non lo so-

-vengo con te- dissi di getto.

Lui fece una mezza risata amara -non dire assurdità, tu sei nata per andare a Yale, è il tuo sogno-

-Non mi importa di Yale- ribattei con ostinazione.

 -Non ti lascerò rinunciare per me-

-Non è una tua scelta- protesta sbattendo i piedi come una bambina.

Lui sembrò innervosirsi -Prova a comportarti razionalmente una volta tanto-

-E' per tuo padre???- gli chiesi, mi accorsi subito di aver fatto un errore ma ormai era tardi -Non lasciarti scoraggiare da lui, tu puoi fare tutto quello che vuoi-

-Quello che voglio io o che vuoi tu????- mi chiese con rabbia, poi lo vidi prendere un profondo respiro -Elena non ti sto chiedendo il permesso, è già deciso, volevo solo che lo sapessi -

-Ma....cosa ne sarà di noi??...Avremo una storia a distanza??...Ogni quanto ci vedremo??.... Perchè non posso venire con te???-  parlai a raffica senza riuscirmi a fermare.

-Frenati- disse Damon afferandomi dolcemente per le spalle, quando incontrando i suoi occhi azzurri mi sentii morire, non potevo stare senza di lui.

-Ho bisogno di risposte- sussurrai.

-Non ne ho- disse lui senza però staccarsi da me, le sue mani accarezzavano le mie braccia e io avevo solo voglia che lui mi stringesse, vedevo lo stesso bisogno nei suoi occhi.  Eppure dopo pochi secondi si allontanò da me.

-Ho bisogno di riflettere, ci vediamo domani-

Si mosse verso la porta, avrei voluto fermarlo ma ero paralizzata, così rimasi semplicemente a guardarlo mentre usciva.




Rimasi nella stessa posizione, con gli occhi incollati alla porta, per quella che a me sembrò un'eternità.....poi il campanello suonò.


Era tornato!



Con il cuore a mille spalancai la porta ma quando riconobbi Matt mi sentii sprofondare.

-Ti disturbo??- mi chiese lui, notando probabilmente la delusione impressa sul mio viso.

Facendo ricorso a tutte le mie forze cercai di darmi un contegno e gli sorrisi.

-n...no-

-Stai bene??- mi chiese lui preoccupato ma non avevo voglia di parlare.

-Benissimo- mentii.

Non so se lui mi credette, improbabile immaginando che faccia potessi avere in quel momento, ma gli fui grata poichè decise di non indagare oltre.

-Volevo parlarti-

Il giorno dopo la confessione di Stefan ero corsa subito da Matt, gli avevo raccontato tutto, specificando che avrei preferito tenere fuori Stefan dalla faccenda, magari ritracciando il numero senza passare dalle vie ufficiali.

Lui era sembrato subito d'accordo con me, dimostrandosi come sempre molto disponibile, infine aveva detto che mi avrebbe fatto sapere.

-Novità sul numero???-

-si, ho parlato con mio padre- disse lui con calma -posso entrare??-

Avevo bisogno di stare sola ma Matt poteva avere novità importanti sul caso di Bonnie, non potevo crollare proprio in quel momento, così cercando di mascherare con un sorriso il mio tentennamento lo invitai ad entrare.



Ci accomodammo in cucina e gli offrii una tazza di caffè.

Dopo qualche chiacchiera di cortesia, durante le quali cercai di scacciare Damon dalla mia mente, mi decisi ad andare al punto.

-Allora, quali sono queste novità?-

Matt si schiarì la voce prima di parlare -mio padre ci aiuterà, ma, non potendo passare dalle vie ufficiali, ci vorrà più tempo del previsto-

Vidi il suo viso irrigidirsi così gli sorrisi -non preoccuparti, sei un vero amico e ti sarò sempre grata per il tuo aiuto-

Il suo viso venne illuminato da un largo sorriso -Quando vuoi-

-Quindi- tentennai -mi farai sapere? Promettilo, appena avrai notizie sarò la prima che chiamerai-

 Ero davvero eccitata all'idea che, forse, ero vicina a scoprire chi fosse l'assassino di Bonnie eppure avevo una gran paura. Ero stata ferita troppe volte dalla verità e temevo che mi desse il colpo di grazia.

-...niente bugie- aggiunsi.

Ormai mi sembrava giusto specificarlo, del resto a Mistick Falls le bugie erano parecchio di moda.

Matt mi fissò un attimo in silenzio -Promesso...ti dirò tutta la verità- esclamò poi mettendosi una mano sul cuore in modo plateale.

Malgrado facesse caldo sentii un brivido salire lungo la mia schiena, decisi di ignorarlo. Non era il momento di perdere il controllo, ero quasi giunta alla fine, dovevo resistere.

Rimasi a parlare con Matt del più e del meno per una ventina di minuti prima che lui se ne andasse.

Fingere di star bene era stata una tortura, la discussione con Damon continuava a tornarmi alla mente senza darmi pace.

Sentendomi priva di forze mi lasciai cadere sul divano.

Stavo quasi per prendere sonno quando il telefono squillò.

Era un messaggio di Caroline.

" Scusa per prima =) se hai bisogno chiamami, io ci sono per te, sempre.
Ps. Sono felice Elena, avevi ragione: se ami qualcuno devi rischiare!!!!!!! (le parti scottanti te le racconto domani durante l'intervallo ;-)....solo una parola...FAVOLOSO!!!!!!!! ) "


"Sono veramente felice Car.....te lo meriti!!!!!
Ti voglio bene. Ele"


Sorrisi rileggendo il messaggio della mia amica, se c'era una persona che meritava di essere felice quella era Caroline.

"se ami qualcuno devi rischiare!!!!!!!"

Quelle parole mi girarono nella testa per una decina di minuti.


Yale.....L'università.....la scrittura......che senso aveva tutto questo se Damon non era con me??


Non ero pronta a lasciarlo andare, dovevo parlare con lui, chiarire questa situazione, sarei stata pronta a farmi 7 ore d'aereo ogni settimana pur di stare con lui.






Ero attaccata al campanello di Damon da un paio di minuti, speravo non ci fosse suo padre, ma infondo non mi importava molto, avevo bisogno di vedere Damon, ad ogni costo.

Finalmente la porta si spalancò e lui comparve davanti a me.

-Lo sai che è maleducazione suonare il campanello in quel modo-

Ignorai la sua frecciatina -Ci proveremo....se è Londra che vuoi a me va bene, troveremo il modo di stare insieme-

-Elena...-

-Sarà dura ma non mi importa, non ho paura della lontanaza, ho solo paura di perderti....se Londra è il tuo sogno.....-

-Il mio sogno??- ripetè lui amaro -Elena io non sono come te, Londra è solo un'occasione....un modo per diventare qualcuno-

-una scorciatoia- sbottai senza riuscirmi a trattenere.

-Chiamala come vuoi, devo pensare al mio futuro-

-No, tu stai fuggendo.....mi sembra di sentire tuo padre-

-hai mai pensato che lui potesse aver ragione??- mi chiese duro.

-Mai- esclamai indignata, possibile che lo pensasse davvero??

 -tu sei molto più di questo- mormorai sperando che lui lo capisse. Quanto avrei pagato perchè lui si potesse vedere attraverso i miei occhi, ameno una volta.

-vorrei essere quello che vuoi, ma non lo sono-

Lo stavo perdendo....

-Se è Londra che vuoi, mi arrendo- dissi guidata dalla mia disperazione -ci proveremo, verrò a trovarti-

-sappiamo entrambi che non funzionerà-

Parlava con una dolcezza amara ed io mi sentivo morire, volevo urlare ma non fiatai. Rimasi immobile mentre il mio mondo crollava ancora una volta davanti ai miei occhi.

-...non sono in grado di darti quello che meriti Elena, finiresti per odiarmi ed io non lo sopporterei-

Non riuscivo a credere alle sue parole, mi sembrava solo un incubo, era come se fossi una spettatrice, l'unica prova che fossi veramente sveglia era il dolore che provavo, troppo intenso per non essere reale.

-Mi stai lasciando?-

-Non voglio farti del male- disse in un sussurro disperato.

-L'hai appena...fatto- mormorai mentre sentivo le lacrime appannarmi la vista.

-Elena...-

Non riuscii a sostenere il suo sguardo, faceva troppo male, volevo solo fuggire, così mi girai e corsi via ignorando la voce di Damon che in lontananza urlava il mio nome.











Note:


Vi prego non mi odiate!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Era da un pò che pensavo a questo capitolo, se devo essere onesta doveva essere prima ma non avevo il coraggio di scriverlo.... ( e credo anche sia venuto una schifezza oltre ad essere triste...uff)

Comunque cosa ne pensate??? Cercate di non essere troppo spietate.....proverò a farmi perdonare....

Vi ringrazio come sempre per il vostro appoggio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! <3 <3

Grazieeeeeeee

Ora andate pure ad insultarmi....a recensire!!!!!


A prestooooo


Baciiiiiiii




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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Capitolo 27









Damon mi aveva lasciata.

Quelle parole riecheggiavano nel mia testa senza sosta.

Mi aveva lasciata.

Passai il giorno successivo nella mia stanza, rifugiata nel letto, avevo detto a mia madre che non mi sentivo bene, infondo era la verità.

Mi sentivo svuotata, ferita, mi faceva male ogni muscolo ma niente era doloroso come pensare. Perchè, per quanto mi sforzassi, la mia mente tornava sempre a lui.

Damon.

Piangevo. All'inizio pensavo che non sarei più riuscita a smettere, fino a che le lacrime cessarono di scendere. Il dolore però non cessò, rimase costante.

Avevo deciso di rimanere in quella stanza a tempo indeterminato putroppo Caroline non era molto incline ad accettare il mio piano.

Questa mattina era venuta a casa mia e mi aveva letteralmente buttata giù dal letto, obbligandomi a vestirmi e a prepararmi per la scuola.

All'inizio avrei voluto ucciderla o magari chiuderla nell'armadio per farla tacere, ma poi appena uscii a prendere aria mi resi conto che aveva ragione lei: uscire mi avrebbe fatto bene.



-Grazie Car- le dissi in corridoio.

-Sempre al tuo servizio. Se hai bisogno di un'amica che ti prenda a calci, conta sempre su di me-

Dopo aver salutato Caroline mi diressi alla lezione di Storia, cercando il più possible di rendermi invisibile. Non volevo assolutamente vedere Damon così, per essere certa che ciò non accadesse, mi allungai la strada passando dalle scale interne.


Era da più di un'ora che Alaric spiegava ed io non riuscivo a concentrarmi.

Lui e la mamma continuavano a uscire ma avevano deciso che lui sarebbe venuto a casa nostra solo quando sarebbero stati certi che si trattasse di una cosa seria.

A me Alaric piaceva, non solo era un bravo professore ma sembrava un'ottima persona, inoltre ogni volta che la mamma usciva con lui sembrava ringiovanire, diventava allegra e felice.


Stava scrivendo qualcosa alla lavagna quando mi accorsi di avere la vista annebbiata, mi sentivo infinamente debole e mi pulsava le testa, così appoggiai la testa sul banco.

-Signorina Gilbert- disse Rick venendo verso di me -Come stai?-

-non molto bene, posso uscire??- blaterai stancamente.

-Vai in infermeria...Hai bisogno d'aiuto per camminare??-

Riuscii ad alzarmi, anche se a fatica -no, è solo un po' di debolezza, ce la faccio da sola-

-Sicura??- chiese lui preoccupato.

-Sicurissima-

 



Avanzavo per il corridoio verso il'infermeria con le gambe molli e la testa pesante quando mi scontrai proprio in colui che stavo evitando.

Damon.

Il destino ha davvero un pessimo senso dell'umorismo!! pensai barcollando.

Nessuno dei due disse una parola, sarai voluta scappare ma non ne avevo la forza inoltre mi era caduto il cellulare a terra, così mi inchinai, fuggendo al suo sguardo. Sentivo i suoi occhi su di me, pesanti come macigni.

Mi sentivo sempre più debole, tanto che non riuscii ad alzarmi neanche dopo aver raccolto il cellulare, si poteva essere più sfigate??

-Stai bene??- mi chiese Damon inginocchiandosi accanto a me.

-si- mentii, sentivo la testa girare e il corpo pesante.

-Davvero??- chiese lui scettico -Sembri uno zombie-

Avrei voluto ribattere acidamente ma mi si stava annebbiando la vista e la sua voce mi arrivava ovattata. Ero svenuta abbastanza volte in vita mia da sapere cosa mi stava accadendo.

-stavo andando in infermeria- sussurrai piano.

Damon senza pensarci si avvicinò e mi prese in braccio.

 All'inizio provai a divincolarmi ma ero stanca, troppo stanca e poi.....il suo profumo, il suo calore...erano così dolci e famigliari, chiusi gli occhi e mi aggrappai a lui, stringendo tra le mani la sua camicia, nella vana speranza che non mi lasciasse mai più andare.

-dormi amore- la sua voce arrivò in un sussurro proprio mentre entravo in uno stato d'incoscenza.....non seppi mai se fu reale o se fosse solo un brutto scherzo della mia immaginazione....




Mi svegliai in un lettino, duro e scomodo, ci misi un po' a realizzare cosa fosse accaduto.

Poi vidi l'infermiera della scuola rivolgermi un sorriso solare al quale tardai a rispondere.

-Come stai cara??- mi chiese l'anziana signora con tono materno.

-meglio- blaterai, prima di ricordare chi mi avesse portata lì.

Damon. I suoi occhi. Il suo sguardo preoccupato.....dormi Amore.....Possibile che una parola così semplice mi facesse battere così forte il cuore??

Senza rendermene conto mi ritrovai a cercarlo con lo sguardo con la paura che fosse stato solo un sogno.

-Se ne è andato-

-Chi?- le chiesi fingendo di non capire.

-Il tuo ragazzo, sembrava molto preoccupato, non voleva andarsene ma il professore lo reclamava. Ho dovuto quasi cacciarlo -raccontò lei ridendo -solo dopo avergli assicurato che si trattava di un semplice calo di zuccheri si è deciso a lasciarti sola-

La guardai confusa, avevo mille cose in mente ma l'unica cosa che uscì dalla mia bocca fu una specie di verso senza senso, un sospiro.

-Da quanto non mangi??- Mi chiese lei, probabilmente stava dubitando delle mie facoltà mentali ma non lo diede a vedere.

-un pò- ammisi sentendomi una stupida. Erano due giorni che non toccavo cibo e soffrendo di pressione bassa mi resi conto di quanto fossi stata irresponsabile.

-Tieni- disse passandomi una barretta energetica -ho già chiamato tua madre, sta venendo a prenderti-

-Grazie- blatera ma la mia mente era altrove.

Damon. Sempre e solo lui.




-Elena il tuo comportamento non mi piace....non ti riconosco- Dopo un viaggio in macchina pieno di silenzio mia madre mi aveva chiamata in cucina.

Voleva parlarmi.

-Lo so, scusa....ho sbagliato-

-Vuoi dirmi cosa ti succede??-

Era inutile mentire, mia madre mi conosceva troppo bene così decisi di confessare.

-Damon-

-Avete littigato di nuovo??- mi chiese facendosi più comprensiva.

-Questa volta è diverso, noi....-

-Sei innamorata di lui- la sua non era una domanda ma io annuii -hai voglia di confidarti con me??-

La dolcezza con cui mi pose quella domanda mi convinse a parlare.

Le raccontai tutto, omettendo alcune parti, come quello che era caccaduto più volte nel nostro salotto o il giochino con la panna, ma nel complesso le diedi un quadro molto preciso, includendo anche la discussione con il padre di Damon fino ad arrivare a Londra e alla nostra rottura.

Mia madre rimase in silenzio ad ascoltare.

-Non so che fare, non lo capisco- dissi accasciandomi sulla sedia.

-A me non sembra poi così difficile da capire- fece lei con un sorriso dolce -Conosco Damon da molto tempo  e malgrado lui sorrida sempre credo di averlo visto sorridere davvero solo quando è con te-

-cosa vuoi dire??- Decisamente non la stavo seguendo.

-Elena io e tuo padre abbiamo fatto molti errori ma ti abbiamo amata sempre....ti abbiamo incoraggiata, ti abbiamo insegnato a credere in te stessa, a vedere le cose belle della vita senza lasciarti scoraggiare da quelle brutte....Damon non ha avuto la tua stessa fortuna.....tu stessa mi hai sempre raccontato del suo burrascoso rapporto con il padre e delle continue assenze della madre-

-ho sempre fatto il possibile per stargli accanto-

-lo so, tesoro ma non è facile lasciarsi aiutare quando sei sempre stato abituato a badare a te stesso....tutti parlano della difficoltà d'amare, io non credo che amare sia difficile, è una cosa naturale...la cosa più difficile è lasciarsi amare, soprattutto quando non sei stato abituato a ricevere amore-

-Cosa dovrei fare?? Lui non mi vuole-

--No, non è ciò che ha detto...lui pensa di non meritarti....-

-Ma non è vero, lui è......- Mi bloccai incapace di esprimere a parole quello che Damon era per me -non sarei sopravvissuta se non ci fosse stato lui....perchè non lo capisce??-

-è molto più facile credere alle cattiverie- disse mia madre con un tono amaro -soprattutto quando a dirle è tuo padre-

-Non so cosa fare, mamma....non so come aiutarlo-

-Troverai il modo...andrà tutto bene e sai perchè lo so?- mi chiese con dolcezza -Tu sei molto più forte di quanto pensi-

-Grazie mamma-

-Ora ti preparo il pranzo, dopo devo tornare al lavoro, se....-

-...Se sto male ti chiamo....Tranquilla mi sento molto meglio- dissi con un sorriso mentre mia madre si avviava verso il frigo.






Ero sdraiata sul divano, mia madre era andata al lavoro nel primo pomeriggio ed io non riuscendo più a resistere chiusa in casa, con la sola compagnia dei miei pensieri e di un pessimo programma tv, chiamai Caroline ed insieme decidemmo di andare al grill.






-Raccontami tutto- dissi sorseggiando la coca cola.

-Sicura?? Tu stai bene?-

-Car non sono in fin di vita...non sono la prima ad essere stata scaricata da un ragazzo- dissi ostentando una serenità che non avevo.

Ma...- provò a protestare la mia amica ma io la bloccai.

-Non rompere e comunque mi aiuterai a distrarmi....Allora come siete passati dal non rivolgervi più la parola...-

-al darci da fare nel laboratorio di fisica??- concluse lei divertita.

-Cosa????-

-Entrambi eravamo appena stati al corso di recupero, la scuola era mezza vuota...- Lei si bloccò e sorrise maliziosa -Devo dirtelo: farlo in classe è decisamente eccitante-

-Almeno eravate soli??-

-Per chi mi hai presa???- mi chiese lei fingendosi scandalizzata -abbiamo pure chiuso la porta a chiave....credo-

Io risi -Non mi hai ancora raccontato com'è accaduto??-

-Diciamo che littigare con lui è decisamente stimolante....-

-Voglio i dettagli-

Rimasi ad ascoltare Caroline mentre gesticolando mi raccontava il suo "appuntamento romanico" con Klaus.

Mi divertii ad ascoltarla anche se mi ripromisi di non chiederle mai più i dettagli su "certe cose", infatti Caroline mi prese alla lettera al punto che divenni tutta rossa facendola scoppiare in una fragorosa risata.

-Non volevi i dettagli??-

-Ho cambiato idea- dissi con una smorfia.

-Meglio così- disse lei guardando verso la porta -è appena arrivato e se mi sente poi si monta la testa-

Era venerdì e come sempre nel tardo pomeriggio il Grill si iniziava a riempire, entro sera sarebbe stato pieno di gente.

Come accade spesso nelle piccole città tutti finiscono per ritrovarsi insieme nei soliti posti.

Klaus sorridendo venne verso di noi e ci salutò.

Io risposi al saluto mentre Caroline si limitò a sorridergli .

-Stavate parlando di me??- chiese divertito lanciando un'occhiata maliziosa a Caroline.

-Se fossi in te non ci conterei- ribattè lei.

-Le tue parole mi uccidono tesoro....dovresti essere più carina con me-

-Se no??- gli chiese lei provocante.

-Ti ho mai detto che sei affascinate quando fai la stronza-

-Qualche volta- disse lei ridendo, come se lui avesse fatto una battuta che solo loro potevano capire.

-Forse è meglio che vada- dissi sentendomi di troppo.

-No- esclamò Caroline.

Ho un'idea- disse Klaud rivolgendosi ad entrambe -se mi ospitate al vostro tavolo vi offro qualcosa da bere-

-Affare fatto- disse Caroline con un sorriso radioso.

-Io...- provai a protestare ma lui mi bloccò.

-Non accetto i rifiuti Elena- disse lui con un sorrisetto furbo -mentre vado ad ordinare chiedilo a Caroline, lei ne sa qualcosa- e detto questo si avviò verso il bar senza darmi il tempo di ribattere.

-Car non voglio rovinarvi la serata-

-Non dire sciocchezze e poi è vero....Nick non acetta i rifiuti- disse lei con aria sognante. Era decisamente cotta, anche se non l'avrebbe mai ammesso.





Ci ritrovammo così al tavolo, tutti e tre insieme, a chiacchierare allegramente.

Non avevo avuto molte occasioni di parlare con Klaus e scoprii che dietro la facciata da duro si nascondeva un ragazzo molto interessante e simpatico. Inoltre il suo modo di battibeccare continuamente con Caroline mi faceva ridere, per quanto lui la mettesse sullo scherzo si vedeva che era cotto di lei.

Il tempo passò molto rapidamente ma, per quanto mi stessi divertendo, una parte di me mi costringeva a girarmi verso la porta del locale, ogni volta che sentivo entrare qualcuno.

Sapevo che molto probabilmente sarebbe arrivato Damon ed ero combattuta tra il bisogno di rivederlo e la paura per ciò che avrei provato.

Finalmente, dopo il secondo bicchiere di prosecco, lo vidi arrivare.

Quello che non avevo previsto era che lui non fosse solo, infatti al suo fianco una ragazza dai capelli rossi parlottava animatamente con lui.

Fu come ricevere un pugno nello stomaco, erano passati solo due giorni da quando mi aveva lasciata e già usciva con altre. Incredibile, dopo tutto speravo che almeno avesse la decenza di aspettare un po' prima di andare avanti con la sua vita.

 -Io...vado-  Stavo per alzarmi quando Klaus mi bloccò.

-Non farlo- disse -se te ne vai capirà di averti ferita-

Lo guardai stupita, incredibile come si fosse accorto di tutto mentre la stessa Car sembrava spiazzata.

-non mi importa- blaterai.

-Non permettere a nessuno di ferirti- disse serio passandomi un altro bicchiere i vino -Adesso puoi scappare o bere questo bicchiere con noi, a te la scelta-

Scandì con cura le parole incoraggiandomi con lo sguardo.

-Al diavolo- Presi il bicchiere e lo bevvi in un sorso.

Caroline mi sorrise prima di rivolgersi a Klaus -Da quando se così....-

-...saggio???- concluse lui con un sorrisetto compiaciuto -Sono pieno di sorprese cherì-

Lei rise -Non penserai di avermi conquistata con così poco-

-Spero di no- fece lui -è questo che mi piace di te, non ti lasci impressionare...ed io adoro le sfide-

-Ne voglio ancora- dissi indicando il bocchiere di vino.

-Solo uno- mi rimproverò Nick con un sorrisetto -non vorrei che poi la bionda mi accusasse di averti spinta verso l'alcolismo-





Dopo una ventina di minuti mi resi conto che nessun bicchiere di vino mi avrebbe aiutata a sopportare la vista di Damon che faceva lo scemo con quella rossa.

Per quanto mi sforzassi di non guardarli, loro erano lì e la cosa mi faceva male.

Non che stessero facendo chissà cosa, stavano semplicemente parlando ma per me era comunque troppo.

Quando lei si avvicinò a lui per mettergli a posto il colletto della camicia, non riuscii più a fingere, mi girai, e per la prima volta incrociai direttamente lo sguardo di Damon.

I nostri occhi rimasero incrollati e per un attimo il bar si svuotò....c'eravamo solo noi....io e Damon....amicizia, amore, bisogno, passione, paura.....troppi sentimenti riecheggiavano nel silenzio dei nostri sguardi.

Era inutile fingermi forte, fingere di star bene, fingere che vederlo con un'altra non mi spezzasse il cuore. Rinnegare quello che provavo per Damon sarebbe stato come rinnegare me stessa.

Mi alzai di scatto -Io vado- questa volta il mio tono dovette essere molto deciso perchè ne' Klaus ne' Caroline fecero nulla per fermarmi.

Li salutai e presi la giacca, poi facendo attenzione a non incontrare più lo sguardo di Damon uscii dal locale.

Il freddo pungente mi colpì in viso dandomi una sensazione di benessere, non reggevo molto l'alcole e tutti quei bicchieri di vino mi avevano dato un po' alla testa.



Stavo per andarmene quando mi sentii afferrare per un braccio.

-Non è come sembra- disse una voce che conoscevo fin troppo bene.

Tirai via il braccio con forza prima di girarmi verso di lui - Lasciami- ringhiai.

-Non sto con quella. L'ho incontrata poco prima di entrare nel locale-

-Avete fatto amicizia in fretta, se torni dentro e te la lavori ancora un po' magari riesci anche a portartela a letto-

-Non mi interessa-

-non si direbbe-ribattei con rabbia.

Damon si avvicinò ed io indietreggia ritrovandomi con la schiena contro il muro.

 -Non mi importa nulla di lei- sussurrò ipnotizzandomi con i suoi occhi azzurri -Vorrei...Vorrei tanto che bastasse andare con lei...-

-Perchè non lo fai??-

-Non ci riesco, vorrei farlo ma....-

-ma...-lo spronai a continuare.

-Lei non sei tu- Si era appoggiato con le mani al muro e mi teneva prigioniera, mentre i suoi occhi mi scrutavano alla ricerca di qualcosa.

Sentii le mie difese cadere sotto l'intensià del suo sguardo -Amami Damon- mormorai -amami e basta, qui, ora-

Damon mi guardò combattuto, stava combattendo una guerra contro se stesso.

 -Non posso- disse allontanadosi da me -Non funionerebbe Elena-

Sentii la rabbia esplodere dentro di me, ero stufa del suo giochino, mi stava confondendo, mi stava ferendo sempre di più.

-Perchè?? Per Londra???Tu hai sempre disprezzato tuo padre e tutto quello che lo riguardava....perchè hai ceduto??? perchè ti sei lasciato condizionare dalle sue cattiverie-

Anche lui sembrò innervosirsi.

-Elena ti prego risparmiami il discorsetto sulle mie potenzialità sprecate.....me l'ha gia fatto Alarik e notizia lambo: non ha funzionato-

 -Si ma lui non ti conosce come ti conosco io- dissi decisa facendo un passo verso di lui.

-credo che questo ti renda ancor meno obiettiva- ribattè lui con convinzione ma non abbastanza, mi sentivo determinata.

-No questo mi rende l'unica abbastanza qualificata per farlo.....perchè io so quanto puoi essere stronzo, presuntuoso e testardo-

-Ok, ammetto che il tuo discorso è differente da quello del professore, ma credo che mi sfugga il punto-

-Il punto è che ti conosco- mi avvicinai ancora a lui, lasciando solo pochi centimetri tra i nostri corpi -conosco i tuoi pregi e i tuoi difetti...e ti amo, ti amo perdutamente-

Lui mi guardava in silenzio mentre mi privavo di tutte le mie difese.

-Se pensi che Londra sia la tua strada vai ma non farlo per lui....Non lasciare che nessuno ti dica che non sei all'altezza perchè non è vero....tu mi hai salvata Damon, tantissime volte, sei stato il genere d'uomo che tuo padre non sarà mai, mi hai sostenuta quando avevo bisogno, mi hai protetta.....-

Le parole uscivano senza controllo dalla mia bocca, come se non fossi io a parlare.

-...non pretendo che tu venga a Yale per me, non pretendo che mi ami ma ti prego non arrenderti ad una vita che non vuoi....cerca la tua strada, trova un sogno per cui valga la pena lottare e poi fai di tutto per realizzarlo.....Puoi essere tutto quello che vuoi, devi sol crederci-

Lui non fiatò si limitava solo a guardarmi.

-Buona notte Damon- dissi e mi girai lasciandolo solo e stordito a riflettere sulle mie paole.

Mi sentivo stanca ma anche orgogliosa di me stessa. Aveva rinunciato a tutte le mie difese e mi ero scoperta forte.

 

-Elena- la voce di Matt mi fece sobbalzare, non mi ero resa conto del suo arrivo.

-Ciao Matt, come va?? cosa fai in giro a quest'ora??-

-In verità stavo andando al Grill a cercare te-

-vengo proprio da lì....ma perchè mi cercavi??-

-Ti devo parlare- Dal tono della sua voce capii subito a cosa si riferiva.

-Hai scoperto a chi apparteneva il numero??-

Lui annui.

-Allora??-

L'espressione di Matt mi fece preoccupare, lo vidi prendere un respiro profondo mentre io trattenevo il fiato.







Note:

Ciao fanciulle!!!!!!! come va???

Siete pronte al colpo di scena?????........visto che sono sempre crudele dovrete aspettare il prossimo capitolo....(perdonatemi è più forte di me!!!!)

Lo scorso capitolo non ha ricevuto molte recensioni, doveva essere proprio una schifezza...spero che questo sia migliore =) almeno un po'!!!!!

Allora solo un piccolo chiarimento su Damon. La sua lite con Elena è stata un po' improvvisa ma spero che piano piano si stiano capendo meglio le sue motivazioni e anche il perchè di alcuni suoi comportamenti. (Ho usato Jenna proprio per spiegarli meglio)
Lo so, che in questi capitoli Damon non si sta comportando bene ma si farà perdonare in seguito.
Se però qualcosa non fosse chiaro, fatemi sapere.

Comunque cosa ne pensate di questo capitolo???

Adoro scrivere di Klaus e Caroline, credo che prima o poi inizierò una storia su di loro...mi piacciono troppo!!!!!!!

Va bè, ora vi lascio in pace!!!!!


Grazie mille a tutte voi che mi seguite sempre!!!!



A presto!!!!!!!!!

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


Capitolo 28









Seduta su una panchina al parco, guardavo il cielo scuro, riflessi neri e grigi coloravano il cielo mattutino di Mistik Falls. Entro sera ci sarebbe stato un temporale, era primavera quindi non faceva freddo eppura sentivo nell'aria il profumo della pioggia.


Aspettavo Caroline, sarebbe dovuta arrivare a minuti, avevo bisogno di parlare con lei, avevo bisogno di qualcuno perchè mi sentivo sola.


La rivelazione di Matt mi aveva sconvolta, mille nuove domande si erano fatte largo nella mia testa.

Ritornai con la mente alla sera prima.




-Matt dimmi di chi era il numero- ripetei.

-La chiamata veniva dalla madre di Bonnie-

Rimasi in silenzio, mentre dentro di me si faceva spazio un senso d'angoscia.

-Non è possibile- sbottai -Lei era stata fuori quella sera e aveva lasciato il cellulare a casa-

La sera in cui Bonnie era morta sua madre era fuori, in un bar, la polizia non era riuscita a rintracciarla. L'avevano chiamata tutta la notte ma lei non aveva risposto.

Aveva scoperto della morte di sua figlia solo il giorno dopo, all'ora di pranzo, quando rientrando a casa aveva trovato due  poliziotti ad aspettarla.

Tra i singhiozzi aveva dichiarato di non avere il cellulare, di averlo dimenticato a casa. Era andata a bere qualcosa con un'amica aveva detto alla polizia ed essendo tardi era rimasta a dormire da lei.

Nessuno aveva fatto domande, tutti sapevano che Abby beveva e che probabilmente non esisteva nessuna amica. Quella non era la prima volta che scompariva, certe volte non tornava a casa per giorni interi.

-Non è possibile- ribadii.

-Non solo è atata lei a tentare di chiamarla quando era con Stefan ma risulta pure che abbiano parlato, una chiamata di appena due minuti alle 22.20-

Rimasi di ghiaccio. L'ora dell'omicidio di Bonnie era stata collocata tra le 22 e le 23.

-Tu pensi....che sia stata lei??-

-Non so cosa pensare-

-Era sua madre- blaterai scuotendo con vigore a testa. Non potevo crederci. Non volevo crederci.

-E' vero ma tutti sanno che non è molto stabile.....Quello che è certo è che lei ha mentito-

-Io...- ero senza parole ma sentivo il bisogno di proteggerla -Non ci credo Matt!!! Quali sono le intenzioni di tuo padre??- gli chiesi entrando in confusione.

Avevano intenzione di arrestarla??? Si poteva essere arrestati per una telefonata??

-Per ora niente- disse Matt tranquillo -non esistono prove effettive....anche i tabulati sono stati richiesti per vie non ufficiali.....e poi il caso di Bonnie era stato sospeso, non so come funzioni-

-Non faranno nulla??- chiesi sorpresa e delusa. Non volevo che la madre di Bonnie avesse problemi ma il pensiero che a nessuno importasse di Bonnie mi faceva arrabbiare.

-Non lo so- ammise lui -credo però che la interrogheranno di nuovo....ma non so quando....non conosco le procedure-

-Io non credo sia stata sua madre....ma Bonnie merita che si faccia il possibile per scoprire chi sia stato-

-lo so- disse Matt avvicinandosi a me, tanto vicino da mettermi a disagio -Ti farò sapere se ci saranno novità. Ma ricorda Elena: non sei sola, io sono qui per te, sempre, non permetterò a nessuno a di farti soffrire


Le parole di Matt ebbero il risultato opposto rispetto a quella da lui sperato infatti non mi sentii mai sola come in quel momento.

Con una scusa riuscii ad andarmene.

Avevo bisogno di riflettere, di stare a casa mia, con mia madre, Jeremi.......avevo bisogno di Damon e la consapevolezza di non poterlo avere mi faceva sentire sola, vuota come se mi mancasse qualcosa.






-Ele- la voce di Car annunciò la sua presenza. Ero talmente assorta da non averla vista arrivare.

Lei si sedette sulla panchina, accanto a me -perchè mi hai dato appuntamento qui??- mi chiese lei -Non ci vedevamo qui da....ah si, certo, da quando Bonnie ci aveva confessato di avere dei poteri magici. Ricordi??- mi chiese lei con un sorriso dolce e triste insieme.

 -Lei ci aveva invitate qui per confessarci il suo segreto: era una strega.......una sterga volante- aggiunse con una risatina -ricordo che c'ero rimasta malissimo quando era caduta dallo scivolo....Lei era davvero convinta che avrebbe spiccato il volo...ed io le credevo ma quando è atterrata con il sedere a terra noi abbiamo riso e lei....-

-...non ci ha parlato per giorni....."un giono volerò" ha detto "e voi mi guarderete dal basso mentre farò lo slalom tra le stelle"-

-Alla fine ce l'ha fatta- disse Caroline guardando in alto.

-Si-

Caroline mi prese la mano e io la strinsi forte, entrambe rimanemmo in silenzio, con gli occhi rivolti verso il cielo.


-Hai delle novità, vero??- mi chiese Caroline dopo qualche mi minuto.

Le raccontai del numero e di quello che mi aveva riferito Matt.

-E se fosse stata lei???-

-Non lo so- ammisi -ma non ci credo-

-Cosa vuoi fare??-

-Voglio parlare con lei-

-Non credo sia una buona idea-

-Ti prego Car- dissi seria -credo che per lei sarà più facile parlare con me che con la polizia-

-Vuoi andare ora??- annuii -va bene, ti accompagno ma ti apetterò in auto fuori da quella casa-






Non sapevo cosa avrei detto, ma speravo che le parole mi uscissero spontanee.

Sapere che Caroline era a pochi passi da me mi dava sicurezza, così dopo qualche secondo di preparazione psicologica suonai il campanello.


La risposta rauca di sua madre arrivò quasi subito, ovattata però dallo spessore dalla porta.

La porta si spalancò e nel momento in cui vidi il viso stanco di quella donna mi sentii raggelare. Sembrava distrutta, era il fantasma di se stessa, il viso asciutto e la pelle piena di grinze le davano un'aria spettrale.

-Elena- esclamò con tono neutro -a cosa devo la tua visita??-

Il suo alito sapeva di Wiskie, doveva aver bevuto parecchio ma non sembrava ubriaca.

-Le....vorrei parlare, posso entrare??-

Lei annuì, spostandosi di lato per permettermi di passare.

La casa era disordinata, c'erano piatti sporchi lasciati sul tavolino del salotto e qualche bottiglia di vino vuota sparsa nella stanza.

-scusa il disordine, non mi aspettavo di ricevere visite- disse lei avanzando verso la cucina -vuoi qualcosa da bere??-

-Un bicchier d'acqua- risposi senguendola fino ad arrivare in cucina che era a pochi passi dal salotto.

Mi accomodai al tavolo, cercando di distogliere lo sguardo dall'ammasso di stoviglie sporche abbandonato sul lavandino.

-Grazie- sussurrai quando mi passò il bicchiere prima di sedersi difronte a me.

-Cosa ti porta qui??-

Sentii l'ansia crescere mentre annaspavo alla ricerca delle parole giuste.

-Qualche mese fa...- iniziai mentre lei mi guardava al di là del tavolo con i suoi piccoli occhi e arrossati -...ho iniziato ad....indagare....volevo scoprire cosa fosse successo a Bonnie-

Lei sembrò irrigidirsi ma non disse nulla.

-Alla fine ho scoperto che quella sera ha ricevuto delle chiamate, proprio all'ora dell'omicidio..-

 Provai a scorgere qualcosa nei suoi occhi, un indizio, ma non vidi nulla, c'era il vuoto in lei.

-..la telefonata è partita dal suo telefono-

-non è possibile, il mio telefono era a casa sul comodino e quando sono tornata l'ho ritrovato al suo posto-

-Magari qualcuno è entrato e....-

-E' impossibile.....io non l'ho chiamata- dalla sua voce capii che si stava agitando.

-Le credo ma...-

Lei si alzò -Ma cosa???- mi chiese dura -cosa stai insinuando Elena??-

-niente...le stò solo riportando i fatti-

Lei rimase a fissarmi e vidi una strana luce nei suoi occhi -chi sei tu per venire in casa mia e riportarmi alla memoria rricordi tanto dolorosi??-

-io voglio solo scoprire chi è stato....Bonnie merita la verità-

-La verità???????- esclamò furiosa.

Mi sentii invadere dalla paura, mi guardava con odio, un odio tanto profondo da gelarmi il sangue nelle vene.

-Io...-

-Vuoi la verità?- mi chiese girandosi verso il lavandino.

Il suo gesto mi aiutò a ritrovare un pò di senno, non riuscivo a sopportare il suo sguardo.

-Voglio scoprire il suo assassino- dissi per colmare il silenzio assordante che aveva invaso la stanza.

-Sei tu-

-Cosa???-

-Tu, tuo padre, la tua famiglia.....voi avete ucciso la mia famiglia....Bonnie è morta tanto tempo prima, il giorno in cui ha ritrovato il corpo senza vita di suo padre ....ed io sono morta con lei.....La ragazza che ho cresciuto non era mia figlia, la sua anima se ne era andata....-

-Non è vero, lei era ancora Bonnie e qualcuno l'ha uccisa, non sono stata io....e non è stato nemmeno mio padre-

-Ti sbagli- disse lei girandosi in modo plateare per fissare i suoi occhi nei miei -quella notte ha solo smesso di soffrire....Bonnie è stata liberata, ora è libera-

Non potevo credere alle sue parole -E' stata l..lei- mi sfuggì dalle labbra e me ne pentii un istante dopo.

-No- disse lei con una calma disarmante -Tu hai ucciso mia figlia- solo allora vidi che teneva un coltello tra le mani, iniziai ad indietreggiare ma lei camminava verso di me.

-Cosa vuole fare??- chiesi mentre sentivo la paura impossessarsi di me.

-Non era la giustizia che volevi?- mi chiese lei sempre con tono neutro stringendo il coltello e facendo un passo verso di me -non esiste la giustizia, non in questo mondo-

-Io....volevo bene a Bonnie- sussurrai senza nemmeno rendermene conto.

-Anch'io- disse lei mentre una lacrima usciva calda dai suoi occhi freddi come il ghiaccio.

 La vidi tentennare immersa in un mondo tutto suo, guardava verso di me ma sentivo che non mi vedeva veramente.

Mi allontanai lentamente, camminando all'indietro, fino ad arrivare alla porta, appena toccai la maniglia mi girai e corsi via, senza guardarmi indietro.




Arrivai fino all'auto di Caroline e spalancai la portiera fiondandomi dentro ancor prima che fosse aperta completamente.

-Parti- urlai, tutto il mio corpo tremava e non riuscivo a riflettere. Sentivo l'adrenalina alle stelle, il cuore pompava sangue ad una tale velocità che pensai mi potesse venire un infarto.

-Elena...cos...-

-Ti prego....portami via da qui-

Caroline partì, le dissi di andare verso casa mia e poi non riuscii più a pronunciare una parola, ero come caduta in trans.

Quasi mi dovette reggere durante il breve tragitto dall'auto a casa mia, sentivo le gambe molli e la testa pulsava.

-Cosa succede??-chiese mia madre.

Caroline scosse la testa -non mi ha detto niente...è sconvolta-

-Elena parla- disse mia madre prendendomi il viso tra le mani.

-Elena!!!-

-Abby.....è stata lei....voleva uccidermi- blaterai.



Mia madre e Caroline mi portarono in cucina e dopo avermi preparato una tisana, mi aiutarono a ricostruire quello che era successo.

-Chiamo la polizia- disse mia madre alzandosi una volta che ebbi finito di parlare.

-NO!!-

-Elena....se c'è una cosa di cui puoi star certa è che nessuno può minacciare mia figlia e passarla liscia- disse dura.

Rimasi in silenzio, sapevo che aveva ragione così mi limitai a prendere la mano di Caroline come quella mattina al parco e  lei, senza dire una parola, me la strinse forte.







Mi svegliai un paio d'ore dopo nel mio letto, aprendo gli occhi vidi Caroline sdraiata accanto a me con la mano ancora stretta alla mia. Sorrisi e, osservandola respirare, capii subito che era sveglia.

-Lo so che fingi- dissi ridendo.

Lei aprì gli occhi -non volevo svegliarti...come stai??-

-Così-

-Anch'io-

Ci guardammo, non c'era bisogno di parole in quel momento, mi bastava guardare Caroline negli occhi per sapere che mi era vicina e che capiva il mio dolore, forse lei era l'unica a capirlo davvero.



-Ragazze- la voce di mia madre risuonò nella stanza -E' successa una cosa, Car tesoro tua madre è di sotto, in salotto, credo che dovresti andare da lei-

La mia amica annuì e dopo avermi lanciato uno sguardo d'incoraggiamento uscì dalla stanza.

-Cosa succede??-

Mia madre si accomodò sul letto e mi spostò una ciocca dietro l'orecchio guardandomi con dolcezza. I suoi occhi erano lucidi.

-Mi dispiace che tu abbia dovuto passare tutto questo, tesoro.....sei ancora tanto giovane....- mormorò quasi tra sè.

-Mamma dimmi cos'è successo??-

Lei inspirò prima di proseguire -La polizia è andata a casa di Abby....- si bloccò -è morta piccola mia...si è uccisa-



Non riuscivo a crederci, rimasi in silenzio, senza parole, senza fiato.  


Morta.


Proprio in quel momento Jeremi comparve sul ciglio della porta.

-Elena....c'è Damon, ti vuole vedere-

-No- dissi con una voce che non sembrava nemmeno la mia -voglio stare sola-

-Lo mando via- mio fratello stava uscendo ma prima si girò cercando il mio sguardo -ti voglio bene, Elena-

-Lo so- mormorai e lui sorrise prima di scomparire al di là della porta.



Mia madre mi guardava preoccupata, aspettava una mia reazione ma io mi sentivo vuota, troppo stanca per fare qualunque cosa.

-Tesoro...-

-Mamma ho bisogno di riposare - mi sdraiai sul letto e mi tirai le ginocchia al petto.

-Rimango con te??-

-no- risposi fredda -voglio rimanere da sola-

Mia madre annuì e dopo avermi lasciato un bacio sui capelli abbandonò la mia stanza.



Quante volte in vita mia, soprattutto negli ultimi anni, avrei pagato perchè si potesse spegnere il cervello, spegnere il dolore, ma non esiste un'interuttore, così mi avevano insegnato.

Sapevo che l'unico modo per gestire il dolore era affrontarlo, non esitevano pulsanti magici, eppure quel pomeriggio non provai nulla come se mi fossi spenta, come se fossi arrivata ad un limite di dolore oltre il quale c'era il nulla.


Rimasi sdraiata fino a che mi addormentai ad un sonno senza sogni.



Quando riaprii gli occhi era sera, sentivo il rumore della pioggia che sbatteva violentemente al suono. Non mi mossi, rimasi sdraiata nella penombra, cullata dalla melodia del temporale.



Un rumore. La pioggia. Un tongo. La pioggia. Delle grida. La pioggia. Il mio nome.



Mi alza e mi mossi verso la finestra, cercando di capire da dove provenissero quei suoni. L'aprii.

-Elena- Damon bagnato fradicio era immobile sotto la mia finestra, mi guardava.

Non so se fu l'aria fredda o la vista di Damon ma in un attimo mi risvegliai dal mio stato di shock. L'interruttore era stato riacceso.

Fu come svegliarsi da un sogno.



-Ti sei incantata???- La voce di Damon mi riportò definitivamente alla realtà.

-Che vuoi??- urlai per superare il rumore della pioggia.

-Ti devo parlare-

-Non voglio parlare con te-

-Elena o scendi tu oppure mi arrampico alla tua finestra-

-Non puoi passare dalla porta come le persone normali???-

-Tuo fratello dice che non mi vuoi vedere...mi ha sbattuto la porta in faccia- aggiunse con una smorfia di disappunto.

Non potei evitare di sorridere -e dov'è il problema?-

-Elena- disse lui irritato -s c e n d i!!!-

Adesso si metteva pure a darmi ordini!!!! Incredibile!!

-Non me la sento di parlare con te..- era vero, affrontare Damon in quel momento sarebbe stato troppo faticoso, ero sfinita.

-Ok- disse lui prima di avvicinarsi al muro. Lo vidi afferrare un tubo e fare forza con le braccia reggendosi su una trave. Si stava arrampicando davvero!!

-Tu sei scemo!!!- sbottai.

Lui non disse nulla e continuò a trafficare sul muro, quando un piede gli scivolò.

Stava per cadere ma si tenne con un braccio salvandosi per miracolo da una brutta caduta.

-Scendi cretino, ti vuoi ammazzare!!!!!!!!!-

-Forse- disse lui sarcastico -e tu vuoi rimanere a guardare??-

-Stai giù- dissi esasperata -arrivo-.

Possibile che mi dovessi innamorare di un tale deficente irresponsabile?????

Prima mi lascia e poi prova ad ammazzarsi sotto la mia finestra.

Corsi fuori come una furia senza neanche prendere la giacca.

La pioggia scendeva furiosa ma non mi importava, camminai verso Damon e appena arrivai davanti a lui lo spinsi.

-Sei un'irresponsabile- gridai -cosa volevi dimostrare??-

-Volevo parlare con te.....e ha funzionato- aggiunse con un'alzatina di spalle.

Ero bagnata, ero arrabbiata, ero ferita...non ne potevo più di lui!

-Cosa vuoi ancora???- ringhiai.

-Sono un'idiota-

-Che scoperta!!- brontolai beccandomi un'occhiataccia.

-Puoi fingere di non essere arrabbiata almeno per un minuto-

Annuii controvoglia.

Lui prese un respiro profondo, stava cercando le parole giuste. Vedevo la sua difficoltà e quasi mi venne da ridere.

 Damon in difficoltà era una vera goduria!!!!

-Avevi ragione tu, stavo fuggendo.....non voglio diventare come mio padre....ho ascoltato le sue critiche tutta la vita ma non mi importava....o almeno era quello che credevo.....ma poi.....poi sei arrivata tu.....ed era tutto così perfetto..noi eravamo perfetti, grandiosi....e per la prima volta ho avuto qualcosa da perdere...-

-E allora perchè mi hai lasciata??-

-perchè se lui aveva ragione te ne saresti andata comunque......non l'avrei sopportato-

Lo colpii con dei pugni, non gli facevo male ma avevo bisogno di sfogarmi. -sei uno stupido, uno stupido idiota....io non me ne sarei andata...mai....perchè non hai creduto in me?? perchè??-

-Lo so- Damon mi prese per i polsi bloccando il mio sfogo. I suoi occhi azzurri trafissero i miei con un'intensità quasi dolosa.

Mi allontanai da lui come scottata, con lui vicino non riuscivo a riflettere, il suo sguardo mi spogliava di ogni difesa.

-Che vuoi da me, Damon??- gli chiesi quasi disperata.

 Era una situazione irreale, sembravamo due folli, la pioggia scendeva a dirotto eppure noi eravamo immobili con gli occhi fissi in quelli dell'altro.

-Cosa voglio?- ripetè facendo un passo verso di me -Voglio essere la persona che tu hai sempre pensato che fossi.....voglio farti sorridere, voglio anche farti arrabbiare......voglio meritare il modo in cui mi guardi......voglio te-

Sentivo la rabbia sciogliersi ad ogni sua parola.

-...non so quale sarà la mia strada ma ho capito qual'è il mio sogno....sei tu Elena....sei sempre stata tu, non importa cosa accadrà, quello che so è che, se lo vorrai, non ti lascerò mai più andare-

Lui si bloccò, aspettando una mia reazione ma io lo guardavo in silenzio. Mentre la pioggia cadeva in sottofondo sentivo il mio cuore spiccare il volo.

-Ti prego dì qualcosa, qualunque cosa....mi sento un vero cretino in questo momento, se mi vedessi da fuori credo che mi prenderei a pugni-

Non potei fare a meno di sorridere. Mi avvicinai a lui, lasciando pochi centimetri a separarci.

-Cosa provi per me, Damon??- lo provocai.

Lo sapevo ma volevo sentirlo da lui. Volevo sapere che effetto avrebbero fatto quelle parole pronunciate da Damon.
 
Lui fece un passo verso di me e mi sorrise sghembo -Sei davvero tanto stupida da non averlo capito?-

Stavo per strozzarlo quando lui mi attirò a se. Appena il mio corpo andò a sbattere sul suo sentii una scossa. Elettricità pura.

-Ti amo Elena-  sussurrò.

-Ripetitilo-

-Ti am...- non gli diedi il tempo di continuare che avvolsi le braccia intorno al suo collo. Lo baciai e in un attimo sentii la sua lingua nella mia bocca.

Quel bacio aveva il sapore salato della pioggia e il retrogusto dolce della vittoria.

Avevo baciato Damon tante altre volte prima ma quella sera fu diverso.

Non era un semplice bacio, era una promessa, una dichiarazione taciuta per troppo tempo.

-Ti amo- sussurrò lui sulle mie labbra.

-Non sai più dire altro?- scherzai.

-Ti sei già stancata di sentirlo??- mi chiese ironico.

-Mai- e lo baciai con trasporto, con passione, con amore ma soprattutto con la certezza che finalmente era davvero MIO.






Note:


Ciao fanciulle!!!!!!!!!!!


Questa volta non dirò niente sul capitolo, lascerò commentare a voi, sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensate.

Se qualcosa non fosse chiaro, (non mi stupirei) chiedete pure!!!!

Vi dico solo che la storia non è ancora finita, ho ancora qualche sorpresa per voi!!! =)


Come sempre vi ringrazio tantissimo per le vostre recensioni, non ho ancora risposto a tutte ma intendo farlo adesso!!!!!


Grazie mille a tutte voi!!!!!!!!!!!!!


A prestoooooooo

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


Capitolo 29






-Non doveva finire così- disse con disperazione puntandomi la pistola alla testa.

Sentii le gambe cedere, mentre terrore puro invadeva il mio corpo.

Bonnie...

 Mi bastò un istante per capire, eppure ormai era troppo tardi.



.......Qualche ora prima......




Avevo appena finito di spalmarmi la crema idratante, indossavo una vestaglia bianca stretta intorno alla vita e sulla testa ero piena di bigodini e mollettine colorate.

Mi guardai allo specchio, ero abbastanza ridicola conciata in quel modo, eppure il mio viso era sereno, per un attimo ricordai la ragazza che ero stata. La normale sedicenne con una vita apparentemente perfetta i cui unici problemi erano i ragazzi e la scuola.

Quante cose erano successe, troppe perchè solo potessi pensare di essere ancora la persona di un tempo, ma infondo la vita è cambiamento. Tutto cambia e anch'io ero cambiata e forse ero diventata una persona migliore.

Ero più forte, più decisa, avevo conosciuto il dolore ed ero sopravvissuta e nel corso della mia lotta avevo anche trovato l'amore.

Eppure non potevo ignorare il male che avevo passato, faceva parte di me. Anche se era finita, certe volte il dolore tornava, come un'arto fantasma, come un braccio che non c'è più ma fa ancora male.

Quelle che avevo appena passato erano state forse le due settimane più belle della mia vita. Con Damon procedeva tutto alla grande. Questa sera ci sarebbe stato il ballo di fine anno e lui mi avrebbe fatto da cavagliere. Doveva essere una serata perfetta, guardai il vestito azzurro posato ordinatamente sulla sedia e sorrisi.

 Dopo tanto tempo mi sentivo felice, quando ero con Damon dimenticavo qualsiasi dolore, ogni problema sembrava risolvibile perchè lui sarebbe stato con me.

Ma lui non poteva sempre stare ogni secondo al mio fianco.......quando rimanevo sola non riuscivo a sfuggire dai miei fantasmi, le parole di Abbie mi tormentavano continuamente, senza sosta.


-Tu, tuo padre, la tua famiglia.....voi avete ucciso la mia famiglia....Bonnie è morta tanto tempo prima, il giorno in cui ha ritrovato il corpo senza vita di suo padre ....ed io sono morta con lei.....La ragazza che ho cresciuto non era mia figlia, la sua anima se ne era andata....-


Un tempo non sarei riuscita a capire le sue parole ma quel giorno avevo capito a cosa si riferisse Abbie: non bisogna morire per essere morti.

Guardando gli occhi di Abbie mi ero trovata difronte al nulla, quella donna era morta davvero, non importava che respirasse ancora, non c'era più nulla di umano in lei.

 Non basta avere un cuore che batte per potersi definire vivi......ma per Bonnie era tutta un'altra storia.

Da quel giorno avevo cercato di ricordare il suo sguardo e i suoi atteggiamenti.

Ricordavo la sua risata, una risata reale, intensa, una risata che ti faceva amare la vita. Una di quelle risate contagiose che ti scaldano il cuore.

Bonnie era viva....era ferita, era arrabbiata, era confusa ma era viva,....


  -quella notte ha solo smesso di soffrire....Bonnie è stata liberata, ora è libera-



Come si poteva definire la sua morte come una liberazione?? Come poteva una madre uccidere una figlia??


"una lacrima usciva calda dai suoi occhi freddi come il ghiaccio"


Quella lacrima, quella singola lacrima, era l'unica prova tangibile di un'umanità che sembrava scomparsa. Non c'è umanità in una madre che uccide una figlia.

L'omicidio di Bonnie era stato definitivamente archiviato, il presunto assassino era morto e il caso era andato in prescrizione, avrei dovuto sentirmi sollevata ma non mi sentivo affatto così, sentivo solo un vuoto.

Speravo che scoprire il suo assassino avrebbe dato almeno un senso al tutto eppure io mi sentivo ancora più confusa e triste per l'infelice destino della mia migliore amica.




-Non vorrai venire conciata così- la voce sarcastica di Damon interruppe bruscamente i miei tristi pensieri.

Mi girai e lo vidi in tutto il suo splendore. Smoking scuro del colore del suoi capelli, occhi di ghiaccio e un sorrisetto strafottente.

-Sei in anticipo-

-E tu in ritardo- Damon venne verso di me continuando a sfidarmi con il suo sorriso sfacciato e dannatamente sensuale.

-Stai dicendo che non sto bene??- dissi facendo una giravolta.

Lui mi guardò divertito avvolgendomi le braccia intorno alla vita per bloccare la mia piroetta -Ti trovo stranamente sexy.....credo di essermi rimpecillito-

-oppure sono io ad essere irresistibile- dissi allusiva incrociando le braccia dietro al suo collo.

-Stare con me ti sta facendo diventare presuntuosa- sussurrò lui vicino al mio orecchio facendomi venire i brividi.

-Lo sai che dovrai aspettare un po'? mi devo vestire e ti avverto: i miei tempi sono piuttosto lunghi- dissi staccandomi, di malavoglia, da lui.

-donne- borbottò Damon andando a sedersi sul mio letto.

Mi tolsi velocemente i bigodini, liberando i miei capelli che mi caddero dulle spalle in tante piccole onde di cioccolato. Iniziai a rigirare piccoli ciuffi con le dita cercando di dare una forma più ordinata.

Damon mi osservava, assorto in chissà quali pensieri.

-Perchè tutto questo lavoro?? Hai intenzione di fare colpo su qualcuno??-

-Forse- dissi lanciandogli un'occiataccia attraverso lo specchio -o magari lo faccio per te-

-Credo che sia tardi per questo....mi piaceresti anche se indossassi un sacco della spazzatura-

Sorrisi di fronte al suo strambo complimento. Mi guardai allo specchio, piccoli riccioli ordinati mi incorniciavano il viso.

Mi sentii rigirare, non mi ero resa conto che Damon era venuto verso di me.

I suoi occhi erano puntati nei miei con una lucetta maliziosa.

Slacciò la cintura della mia vestaglia mettendo in vista il mio intimo. I suoi occhi percorsero il mio corpo con una lentezza esasperante. Tanto bastò per farmi fremere.

-La festa può iniziare anche senza di noi- mororò lui prima di catturare le mie labbra con le sue.

Una parte di me voleva fermarla ma bastò sentire la sua mano sfiorare delicatamente il mio ventre perchè il mio cervello si svuotasse.

Lo spinsi sul mio letto e lui sorrise della mia audacia. Damon tirava fuori una parte di me che non credevo nemmeno d'avere.

Con lui mi sentivo più coraggiosa, più bella....con lui mi sentivo me stessa...

Lasciai cadere a terra la vestaglia godendomi il suo sguardo che accarezzava con desiderio ogni angolo del mio corpo.

-ti ho mai detto che sei stupenda??- mi chiese lui alzandosi e trascinandomi sul letto con lui.

Stavo per rispondere ma tutto ciò che uscì dalla mia bocca fu un sospiro nel momento in cui Damon iniziò a baciare ogni parte di me.



Mezz'ora dopo ero finalmente pronta, con il vestito indosso. Uscimmo velocemente di casa per evitare ulteriori tentazioni. Anche se, per me, solo avere Damon accanto era già una bella tentazione.



La festa era nella villa dei Michaelson, Caroline era stata a casa di Klaus appena una settimana prima e si era innamorata a tal punto di quel posto che aveva deciso di spostare lì il ballo di fine anno.

Klaus non si era mostrato subito entusiasta del suo piano ma la  mia amica, grazie al suo fascino e alla sua insistenza esasperante, era riuscita a convincerlo.

Inoltre lui l'aveva pure aiutata nell'organizzazione, dimostrando così il suo amore per lei. Infatti nessun ragazzo al mondo, se non fosse cotto, sarebbe riuscito mai a sopportare Caroline durante i preparativi di una festa quando la parte maniacale e nevrotica che era in lei usciva in tutta la sua esasperante presenza.




Con Damon avevamo appena varcato la porta ma se già il fuori mi era sembrato bellissimo, l'interno della villa era davvero magnifico. La festa si svolgeva in due saloni adiacenti divisi da un'enorme scalinata in marmo.

Alzai gli occhi in alto notando i soffitti affrescati -è stupendo- mormorai.

Damon sogghignò affianco a me -non male- disse guardando però la mia scollatura.

-Parlavo dei soffitti- ribattei fingendomi indignata.

-Anche quelli sono carini- ribattè lui sbrigativamente, facendomi ridere.

In quel momento Caroline corse rabbiosa verso di noi.

-Sei in ritardo- protestò lanciandomi un'occhiataccia -dovevi darmi una mano-

-Scusa- dissi mortificata -Ma direi che non avevi bisogno di me....è tutto stupendo- Lei sorrise compiaciuta, così continua con i complimeti -ti sei davvero superata, è magnifico-

-Questa volta sono decisamente soddisfatta, anche se devo ammettere che Klaus mi ha dato una mano- Ammise con un sorriso radioso. La sua rabbia si era dissolta.

-Povero ragazzo- disse Damon con un sorrisetto beffardo -lo compatisco-

-E' bello sapere che non sei cambiato- ribattè la mia amica.

-Non posso fare miracoli- dissi io con un'alzatina di spalle.

-due contro uno non vale, vado a fare un giro- disse Damon prima di posare le sue labbra sulle mie. Doveva essere un semplice bacio a stampo ma qualcosa scattò in me appena sentii le labbra di Damon premere sule mie.

 Possibile che non mi fossi ancora abituata al suo tocco? Mi ritrovai a stringerlo, approfondendo con passione quel bacio, lui non si oppose...anzi..

-Siete in pubblico- la voce di Caroline ci riprese, così controvoglia mi staccai dal mio cavagliere.

Damon sorrise sornione -A dopo- sussurrò suadente poi senza degnare Caroline di uno sguardo se ne andò.

Io imbarazzata guardai la mia amca, che mi osservava divertita -sei da ricovero-

-Lo so- ammisi con un sorriso. Ero pazza di Damon ed ora che era mio, ero quasi peggiorata, se Caroline non ci avesse interrotti lo avrei fatto con lui anche in mezzo alla sala.

Ero decisamente da ricovero!!!!!!!!!!!

-Andiamo-disse Caroline prendendomi sotto braccio -abbiamo una festa da perfezionare!!!-




Aiutai Caroline ad  accogliere i nostri compagni e a sistemare le ultime cose, o come le definiva Caroline le "piccole tragedie". Camerieri incompetenti, tovaglie bianche che dovevano essere color crema e sushi che non sembrava sushi.

Finito tutto, eravamo stanchissime.

-Ci vuole un brindisi- disse la mia amica prendendo una bottiglia di champagne e trascinandomi in un terrazzino.

-A cosa vuoi brindare??- le chiesi divertita dal suo entusiasmo.

-A noi, è ovvio, dopo tutto quello che abbiamo passato....eccoci qua, al ballo...bei vestiti, bei ragazzi.....ancora insieme- aggiunse con un sorriso -Elena questa è una conquista...il destino ci ha ostacolate in tutti i modi ma noi...-

-...lo abbiamo preso a calci in culo- conclusi io con un sorriso.

-Esatto, quindi brindiamo!!!- disse lei riempendo due bicchieri di champagne.

-All'amicizia- esclamai alzando il bicchiere.

-All'amore...o meglio a quei fighi dei nostri fidanzati- aggiunse con un'occhiata maliziosa.

-Alle persone che abbiamo perso-

Caroline sorrise dolcemente -A Bonnie, che ora sta facendo lo slalom tra le stelle, non la dimenticheremo mai-

-A Bonnie-





Caroline era stata rapita da Klaus ed io vagavo alla ricerca di Damon.

Mi sentii afferrare i fianchi e senza neanche girarmi capii di chi si trattava.

-Cosa fa una bella ragazza sola??- mi chiese suadente stringendomi da dietro.

Mi accoccolai sul suo petto, accarezzando le sue braccia -Sto aspettando il mio ragazzo-sussurrai -è molto geloso-

Sentii Damon ridere -Ah si??- mi chiese lasciando un lento bacio sul mio collo -Dev'essere un pazzo se ti lascia vagare tutta sola-

-Lo stavo cercando....ma tu sembri molto più affascinante- scherzai.

Damon mi fece girare e, prendendomi per mano, mi condusse sulla pista da ballo.

Gli misi le braccia intorno al collo mentre lui mi cingeva i fianchi. Iniziammo ad ondeggiare seguendo la musica.

-Se il mio ragazzo ci dovesse vedere??- gli chiesi, continuando la nostra piccola recita.

-Gli dirò che mi sono innamorato di te-

Sorrisi e mi avvicinai ancora di più a lui, appoggiando la testa sull'incavo della sua spalla.

Continuammo a danzare in silenzio.....cullata dalla musica ed immersa nel profumo di Damon....





-Cos'è che mi vuoi mostrare??- gli chiesi.

Damon mi aveva trascinata sul terrazzino, lo stesso in cui ero stata con Caroline.

-Ho un regalo per te- disse passandomi una scatolina rossa di velluto.

La guardai perplessa -non vorrai chiedermi di sposarti...sarebbe un po' affrettato- blaterai, il nervosimo mi faceva straparlare.

-Aprila Elena- mi spronò lui alzando gli occhi al cielo.

Nervosa aprii la scatoletta.

-Una spilla- mormorai un pò delusa. Era una spilleta di plastica blu, piuttosto bruttina.

-E' bellissima- dissi cercando di fingermi entusiasta, era pur sempre un regalo.

Damon sbuffò -sei una pessima attrice...ora guardala meglio-

La tirai fuori e me la rigirai tra le mani. Finalmente lo vidi: il simbolo di Yale.

Un sorriso gigante si allargò sul mio viso mentre osservavo inebetita quella spilletta che all'improvviso mi appariva bellissima.

-Sono ufficialmente un futuro allievo di Yale-

Alzai lo sguardo per incontrare i suoi occhi. Damon mi stava guardando, aspettando una mia reazione, che non tardò ad arrivare.

Senza rendermene conto mi lancia su di lui, abbracciandolo forte. Lo strinsi tanto che se non fossi stata uno scricciolo lo avrei soffocato.

-Quindi sei contenta??- chiese lui divertito dal mio entusiasmo.

-Contenta??- gli chiesi staccandomi da lui -Io.....- Un dubbio s'insinuò in me. Era tutto bello, troppo bello -e se ti rendessi conto di aver fatto una cazzata?? di aver cambiato la tua vita per me e poi...-

Damon mi bloccò, prendendo il mio volto tra le mani -Elena...se c'è una cosa di cui sono certo è che non mi pentirò mai di questa scelta-

-Come fai a saperlo?- mormorai.

-Perchè ti amo, credo di averti amata da sempre....da quando a soli nove anni ti ho vista giocare nel giardino difronte a casa mia.....con quel vestitino blu a righe...-

-Come fai a ricordarlo??- gli chiesi stupita

-E' stata la prima volta che ci siamo parlati....Quel giorno avevo avuto una brutta discussione con mio padre, ero seduto sulle scale difronte a casa mia con il broncio e ti guardavo giocare allegra con Jeremy....ti invidiavo, sembravi così spensierata mentre io ero così arrabbiato.....ma poi sei venuta da me....mi hai chiesto di giocare con te, io non volevo ma tu sei stata così insistente che alla fine mi hai convinto..Quando a fine giornata ti ho chiesto perchè eri venuta da me, tu mi hai risposto che nessun bambino merita di essere triste.....non mi conoscevi ma già ti eri preoccupata per me, mi avevi capito come non aveva mai fatto nessuno-

-Me lo ricordo- mormorai commossa.

-Quello è stato il giorno in cui mi sono innamorato di te-

-Ti amo Damon-

-Lo so- disse lui con un sorriso beffardo prima di baciarmi.





Ero sola davanti al tavolo degli alcolici, Damon aveva ricevuto una telefonata ed era uscito per rispondere al telefono.

Ero così felice, che non mi accorsi di Matt fino quando lui non si piazzò davanti a me.

-Ciao- mi salutò in modo strano, freddo.

-Ciao Matt-

 -Non mi hai più chiamato-

-Hai ragione, negli ultimi giorni sono stata un po' impegnata- mentii. La verità è che c'era qualcosa nell'atteggiamento di Matt negli ultimi tempi che mi faceva sentire a disagio. Temevo avesse una cotta per me e, da brava codarda, l'avevo un po' evitato.

-Mi dispiace Matt- dissi sentendomi in colpa.

-Ora che non hai più bisogno di me per le indagini, mi butti via-

-Non è vero- dissi, stupita dalla sua reazione -non lo farei mai-

-Ne sei sicura????-  mi chiesi lui alzando la voce.

Notai che tutti si erano girati a guardarci.

-Matt- dissi prendendolo per un braccio - andiamo a parlare fuori-

Camminammo un po' in silenzio, al di là della villa c'era un giardino bellissimo, nel quale non si sentiva nemmeno il rumore della festa. Era tranquillo e poi avremmo avuto un po' di privacy, odiavo littigare in pubblico.

-Allora?- cominciò lui -perchè sei scomparsa??-

-Provi qualcosa per me??- gli chiesi, non volevo ferirlo, ma volevo chiarire le cose.

-SI- Non mi aspettavo fosse così diretto, rimasi spiazzata -Sono innamorato di te, Elena-

-Matt- mormorai sentendomi terribilmente a disagio, non volevo che soffrisse per me -noi siamo amici....tu per me sei un amico...io ti voglio bene-

-Non voglio essere tuo amico Elena, io ti amo-

-Io amo Damon-

-Ma lui ti ha fatta soffrire....io ci sono sempre stato per te...ti ho difesa-

-Lo so, ma sono innamorata di lui e lo sarò sempre-

-Non puoi dirlo- esclamò lui, tremava, sembrava davvero arrabbiato -Un giorno capirai quello che ho fatto per te e allora ...-

-Non accadrà Matt, non voglio illuderti, io ti tengo a te ma come amico- dissi con dolcezza, sperando che si calmasse. Era agitato, non l'avevo mai visto così.

-Non puoi farmi questo!!- sbottò tremando di rabbia..

In quel momento sentii il mio cellulare suonare. Un messaggio. Da Damon.

"Elena dove sei?? Stai lontana da Mat!!!! E' pericoloso!!"

Alzai lo sguardo terrorizzata incontrando quello furioso di Matt.

-Io....vado....- blatera -devo tornare alla festa- mi girai, pronta ad andarmene quando sentii qualcosa di duro premere sulla mia schiena.

Mi girai e vidi Matt con in mano una pistola. I suoi occhi sgranati sembravano quelli di un folle, il suo corpo vibrava e le sue labbra erano serrate in una smorfia di frustazione.

Non sembrava neanche lontanemente il dolce ragazzo che io pensavo fosse mio amico.

-Non doveva finire così- disse con disperazione puntandomi la pistola alla testa.

Sentii le gambe cedere, mentre terrore puro invadeva il mio corpo.

Bonnie...

Mi bastò un istante per capire, eppure ormai era troppo tardi.







Note di una "scrittrice"  molto dispiaciuta:

Scusateeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Lo so, sono molto più che in ritardo, non so come giustificarmi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Spero che almeno il capitolo vi sia piaciuto!!!

Eccoci al punto decisivo della storia!!!!! Molte di voi sospettavano già di Matt, bhè avevate ragione!!!!!!! Nel prossimo capitolo finalmente tutto sarà spiegato!!!!

Ci sarà la resa dei conti!!!!!!!!

Cosa ne pensate di questo capitolo???? Sono davvero curiosa di scoprire cosa ne pensate!!!!!!!!!!!!! =)

Ringrazio come sempre tutte le ragazze che hanno recensito, siete fantastiche, non sarei mai riuscita ad arrivare alla fine senza di voi!!!!!!!!!!! <3<3


Alla prossima!!!!!!!!!!!!!!!!!


Baciiiiii

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


Capitolo 30








-Non doveva finire così- disse con disperazione puntandomi la pistola alla testa.

Sentii le gambe cedere, mentre terrore puro invadeva il mio corpo.

Bonnie...

Mi bastò un istante per capire, eppure ormai era troppo tardi.

-Sei stato tu...- mormorai stupidamente ma in quel momento il mio cervello si era sconnesso, il panico si era impossessato di me.

-Butta il telefono- ordinò lui ed io lasciai cadere a terra l'unica mia possibilità di salvezza.

-Addio Elena-

Era finita.

Mentre osservavo Matt puntarmi contro la pistola, il tempo sembrò fermarsi. Ero certa di morire, avevo paura ma era come se una parte di me l'avesse sempre saputo.

Non era giusto che Bonnie fosse morta mentre io invece ero così felice.

Stavo per arrendermi, una vocina nella mia testa mi diceva di chiudere gli occhi e pregare. Ma poi un pensiero si fece larga nel turbine di paura che stava aleggiando nella mia mente:....Damon....non potevo lasciarlo, non ora, non potevo morire, lui non me l'avrebbe mai perdonato.

Alzai lo sguardo su Matt, facendo ricorso a tutto il mio coraggio.

-Non farlo- dissi -tu non vuoi farlo-

-Pensi che io ne sia contento?????- Urlò lui con voce tremante. In quel momento mi resi conto che non era finita, lui non voleva uccidermi. Dovevo solo giocare al meglio le mie carte.

-Matt, noi siamo amici- dissi con calma, cercando di ignorare quel pezzo di metallo ancora puntato verso di me -Non farmi del male...non voglio morire-

-Io non voglio farti del male, Elena-

-allora non farlo-

-Non posso, è tutto cambiato ora.....è tutto un casino....tu non dovevi scoprirlo-

-Perchè l'hai fatto Matt??- gli chiesi con dolcezza -Perchè l'hai uccisa?-

Lui sembrò confuso dalla mia domanda, il suo volto era tormentato.

-L'ho fatto per te- urlò -Maledizione!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! io volevo proteggerti...-

Cercai d'ignorare la paura, la rabbia, appellandomi alla ragione -Lo so- sussurrai, sperando di sembrare comprensiva -Ma io non volevo che lei morisse-

-TU NON VOLEVI????-

-No, lei ha sbagliato ma...-

-Io le ho dato un'opportunità per redimersi, le ho detto di confessare tutto, di abbandonare la città.....-

-L'hai minacciata-

-Si, volevo solo spaventarla-

-Cos'è successo quella sera?- gli chiesi, non ero certa di volerlo sapere ma dovevo farlo parlare, guadagnare tempo.

-Le avevo dato una scadenza, quel giorno lei avrebbe dovuto confessarti tutto....Ma lei non l'ha fatto....Ha lasciato Stefan....diceva d'aver fatto abbastanza.....Ti ha rovinato la vita e pensava che bastasse lasciare lui per espiare le sue colpe....le ho detto che non bastava, che doveva dirti tutto...non so cos'è successo...l'ho solo spinta....ero arrabbiato....lei voleva chiamare la polizia....SECONDO LEI ERO IO IL CATTIVO....-

Lo guardavo allibita, sembrava un folle. Era delirante.

-Avevo un coltello...l'ho tirato fuori...e l'ho uccisa....l'ho uccisa Elena...ma lei non era una bella persona....tu sei una bella persona....Io sono sempre stato invisibile, nessuno mi ha mai notato, nessuno mi invitava alle feste ma tu....tu mi sorridevi sempre, tu eri così dolce, tu mi salutavi e mi chiedevi sempre come stavo....Ti ho sempre amata Elena-
 
-Io...- blaterai incapace di parlare.

-NON LO CAPISCI????????- Urlò, era impazzito, preda della sua stessa follia -Io l'ho fatto solo per te....e tu.....tu come mi ripaghi??? Con quello sguardo....tu mi odi-

-Non è vero- sussurrai -è solo che....- non sapevo che dire, continuava a puntarmi la pistola e io non sapevo che fare, qualunque cosa avrei detto poteva accendere la sua ira.

-Tu non capisci, vero?- mi chiese quasi dolcemente -Tu non puoi perdonarmi-

Avrei voluto dire che non era vero, che potevo perdonarlo, ma non ci riuscii.

-Mi dispiace Elena- stava per premere il grilletto quando una voce richiamò la sua attenzione.

Mi girai e vidi Damon correre verso di noi.

-Stai lontano da lei- disse bloccandosi ad alcuni metri di distanza.

-Vattene- urlai ma lui non si mosse, continuava a guardare Matt che aveva ancora la pistola puntata verso di me.

-Sta arrivando la polizia- disse Damon iniziando a camminare lentamente verso di lui.

Il mio cuore batteva all'impazzata.

-Non potrai scappare- Damon lo stava provocando.

-STAI FERMO- urlò Matt puntando la pistola verso di lui.

-Damon- lo rimproverai ma un sorrisetto aveva fatto capolino sul suo volto. Era esattamente quello che voleva, voleva attirare l'attenzione di Matt su di se, lui voleva proteggere me.

-Non farlo- disse rivolto a Matt -Se tieni a lei, butta giù quella pistola-

-VATTENE- urlò Matt ma Damon avanzava sicuro verso di lui. Sembrava si fossero scordati di me, che guardavo la scena terrorizzata.

In quel momento sentimmo le sirene. La polizia stava arrivando.

-E' finita- disse Damon.

-Tu non la meriti- sputò con rabbia Matt lanciandogli uno sguardo colmo d'odio.

-Lo penso anch'io...ma lei è testarda- disse Damon con ironia -ora molla quella pistola e non fare cazzate-

Vidi nuovamente la follia sul volto di Matt.

 -Questo è per LEI- esclamò con tono solenne.

Tutto accadde in un attimo, Matt puntava la pistola verso Damon, stava per sparare, vidi le sue dita stringersi sul grilletto, provai un moto di paura mai sperimentato prima.

"Non Damon" Quello fu il mio unico pensiero. Agii seguendo solo l'istinto, un'istinto irrazionale e decisamente folle.

Fu così che mi ritrovai tra loro, il viso puntato verso Damon. Vidi il terrore nei suoi bellissimi occhi. Poi arrivò il dolore. Il dolore più forte che avessi mai provato in vita mia, come se una lama infuocata si fosse conficcata nel mio petto.

Mi accasciai al suolo.

Sentii le urla di Matt, ma non me ne preoccupai, erano ovattate, sembravano così lontane. In quel momento dei ragazzi lo stavano tenendo, era ormai disarmato ma a me non importava di lui.

-Elena- Damon si chinò su di me, malgrado la vista annebbiata, riconobbi i suoi occhi, non esistevano occhi più belli.

Ricordo che pensai di essere fortunata, almeno quegli occhi sarebbero stati la mia ultima immagine del mondo.

-Ti rendi conto di quanto sei stupida- mi rimproverò Damon -sei un'iierponsabile...sei....- si bloccò mentre una lacrima scendeva calda sul suo viso.

-Scusami- sussurrai a fatica, non volevo farlo piangere.

-Non ti azzardare a morire- mormorò lui accarezzandomi il viso -Sta arrivando l'ambulanza...devi essere forte, combatti Elena, fallo per me-

-So..no stan..ca- pronunciare ogni parola mi costava fatica, sentivo le forze abbandonarmi. Sentivo solo dolore.

-Andrà tutto bene piccola....Hai capito?? L'anno prossimo andremo a Yale...e staremo insieme, sarai la matricola più sexy di tutte ed io sarò geloso perchè avrai un mucchio di babbuini a sbavarti dietro....li picchierò tutti e tu ti arrabbierai....-

Risi, o almeno pensai di farlo, non ero certa che il mio corpo ubbidisse -non mi importa dei babbuini...-mormorai faticosamente..-..solo te- non riuscii a concludere la frase, lottavo per tenere gli occhi aperti, avevo bisogno di vedere gli occhi di Damon, non volevo perderlo nell'oscurità.

-Come sta??- sentii la voce preoccupata di Tyler.

-Dov'è l'ambulanza??- chiese Damon senza allontanrsi da me, la sua mano stringeva la mia, era come se volesse trattenermi con lui ed io non volevo che mi lasciasse andare.

-Sta arrivando-

Sentii altre voci indistinte, non riuscivo a concentrarmi su una in particolare.

 Vedevo ancora Damon, o almeno la sua sagoma sfocata, ma le mie palpebre pesavano così le lasciai cadere.

Nel buio il dolore sembrò diminuire, confondendosi con le tenebre.

-Elena- la voce disperata di Damon mi richiamò -resta con me- piangeva -apri gli occhi Elena, apri gli occhi....resta con me..non puoi lasciarmi....-

Volevo ubbidire, la disperazione nella sua voce era insopportabile -...ti prego amore...-

Il dolore se ne stava andando mentre il buoi mi avvolgeva,sentivo la voce di Damon farsi sempre più lontana, avrei voluto raggiungerlo, tornare da lui, ma non ci riuscii, così mi lasciai andare, perdendomi nell'oscurità.




























Aprii gli occhi a fatica. La prima cosa che vidi fu un soffitto bianco. Malgrado la stanza fosse in penombra mi resi conto di non essere nella mia camera. Nella parete al mio fianco c'era una finestra dalla quale si vedeva la luna. Era notte e c'era silenzio, sentivo solo un fastidioso e continuo bip accanto a me.

Cercai di muovermi e solo allora mi resi conto che qualcuno mi stava stringendo la mano. Damon. Era seduto su una sedia accanto al mio letto, i suoi occhi erano chiusi, dormiva.

Senza volerlo mi mossi di scatto e provai un forte dolore al fianco.

-Ahi- non  riuscii a trattenere un lamento.

Damon aprì gli occhi -Elena- sussurrò.

-Ciao- mormorai, mi sentivo un po' confusa -non volevo svegliarti-

-Come stai??- mi chiese lui con una dolcezza infinita, aprendo la lucina che stava sul comodino.

-Bene- mentii, mi sentivo tutta dolorante.

-Sei sempre una pessima attrice-

Sorrisi -Ho solo un po' di dolori ma sto bene-

Lui mi osservò preoccupato -Ricordi cos'è successo??-

Tentennai qualche secondo, cercando di fare chiarezza, ricordavo abbastanza.

Annuii.

-Lo sai di essere una vera idiota??-

-E' il tuo modo di ringraziarmi??- gli chiesi cercando di sdrammatizzare.

-Molto spiritosa- disse, ma non sembrava divertito -Non siamo in un film Elena...nella vita vera mettersi davanti ad un proiettile non è eroico, è dannatamente stupido!!!-

-La prossima volta devo stare a guardare mentre ti ammazzano??- Gli chiesi irritata.

-Non ci sarà una prossima volta....d'ora in poi tu non ti staccherai da me..-

-Non sono ritardata, Damon-

-Questo è ancora da dimostrare- disse lui beccandosi un'occhiataccia -sei una calamita per le disgrazie...e...- il suo viso si fece improvvisamente serio -non posso permettermi di perderti....non lo sopporterei-

Lo guardai commossa, rivolgendogli un sorriso -Perfetto, perchè ho intenzione di non lasciarti mai-

-Affare fatto- disse lui con un sorriso, sembrava essersi calmato.

-Damon mi vuoi dire cos'è successo??.....Matt?- chiesi esitante.

Il viso di Damon s'irrigidì -E' stato arrestato....e con lui anche suo padre..-

-Suo padre lo sapeva??- domandai scioccata.

Damon annuì -Non ne aveva la certezza, aveva solo dei sospetti, ma l'ha coperto, l'ha protetto, gli ha trovato un alibi ed ha insabbiato le indagini per evitare che il figlio avesse problemi-

-Non ci posso credere- mormorai arrabbiata.

-Non biasimarlo Elena, l'ha fatto per amore.......voleva proteggere suo figlio, non sto dicendo che lo giustifico ma non siamo noi a doverlo condannare....e poi l'ho visto, era un uomo distrutto, credo che il suo senso di colpa non gli darà mai pace-


Guardai Damon, stupita dalle sue parole, era serio. A quel punto mi resi conto di quanto fosse cresciuto anche lui. Un tempo si sarebbe arrabbiato, non avrebbe trovato scusanti, un tempo non avrebbe capito l'amore, l'avrebbe trovato stupido e mi avrebbe dato dell'illusa, dell'immatura. Ma adesso non c'era sarcasmo nella sua voce, non c'era rabbia, ma solo una sorta di comprensione, quasi invidia, verso un padre che aveva amato troppo un figlio.



-Quindi Abbie non ha mai chiamato Bonnie?- chiesi ricordandomi all'improvviso di lei.

.-No, Matt si è inventato tutto...Ha utilizzato la fragilità mentale di quella donna per addossare a lei la colpa, è stato furbo..-

-L'ha uccisa lui?- chiesi terrorizzata.

-No.....si è uccisa da sola-

-Ma...lei mi ha minacciata, lei...-

-Aveva perso la figlia, era sconvolta e ti ha addossato la colpa....credo che avesse solo bisogno di trovare un colpevole, qualcuno su cui sfogare la sua rabbia-

-non dovevo andare da lei quel giorno, è stata colpa mia....-

Damon mi bloccò con uno sguardo deciso -No Elena, non è stata colpa tua, quella donna era instabile, era alcolizzata e soprattutto era disperata....non è stata colpa tua-

-Matt però ha ucciso Bonnie per me....- farfugliai, sentendo improvvisamente un peso sullo stomaco.

-Matt era un pazzo....l'unico tuo errore è aver riposto fiducia nelle persone sbagliate....Ti fidi di me??-

-Si-

Damon mi fissò con un'intensità disarmante -Allora credimi: non è stata colpa tua-

Pronunciò quelle parole con tanta convinzione che non potei fare a meno di annuire.

-Come....facevi a saperlo? Di Matt intendo....-gli chiesi, ripensando al messaggio che mi aveva mandato.

-Sai che alla festa ho ricevuto una chiamata? Era il mio investigatore-

-Il tuo investigatore?-

-Lo so che mi avevi detto di non farlo, ma tanto per cambiare non ti ho dato retta. Gli ho chiesto di procurarmi i tabulati telefonici...La chiamata, che ha ricevuto Bonnie quella notte, proveniva dal telefono di Matt.-

-Grazie- mormorai.

-E di cosa?-

-Di essere un rompipalle che non mi da mai ascolto-

Lui sorrise beffardo -non c'è di che-

-Invece io....- tentennai -il proiettile....come faccio ad essere viva? Perchè.....?-

-Perchè sei un'idiota fortunata...Il dottore dice che è quasi un miracolo, il proiettile ha intaccato la milza, ma non ha danneggiato altri organi.....- il suo volto era buio, prese un respiro prima di continuare -la pallottola rimbalzando all'interno poteva danneggiare anche altri organi e allora...-

-Non è successo- dissi posando la mia mano sulla sua e sorridendogli in modo incoraggiante.

-....hanno fatto un'intervento, relativamente semplice, così hanno detto, per saturare la tua milza...non ci saranno conseguenze per il futuro....ci vorranno dalle quattro alle cinque settimane per una guarigione completa, ma poi sarai come nuova-

-Come stanno, mia madre...e Jeremy?-

-Stanno tutti bene, in questi giorni  abbiamo quasi littigato per stare con te....questa sera sono riuscito a convincerli ad andare a casa a riposare-

-Quanto ho dormito??- chiesi stupita.

-Due giorni-

-E Caroline?? Lei come sta??-

A Damon scappò una mezza risata -mi sta facendo impazzire, ieri sera mi ha costretto ad arredare la tua stanza....ha detto che nessuno meritava di svegliarsi in una stanza tanto squallida-

Lo guardai confusa e divertita e lui mi indico la parete davanti a me. Non ci avevo fatto caso ma sulla parete erano appesi dei quadri colorati, c'erano palloncini e tanti fiori. Sorrisi.

-Ha ragione lei- mormorai con tono solenne.

-Ma se non gli avevi nemmeno notati- sbottò lui con un sorriso beffardo.

Beccata!!

-Prometti di non dirlo a Caroline?- gli chiesi con fare cospiratorio facendolo ridere

-Vedremo- rispose lui sarcastico -ma ora devi dormire-

-non ho sonno, dormo da 48 ore, credo d'aver raggiunto il mio limite-

-Il dottore dice che devi riposare, quindi non fare capricci, taci e dormi-

-Dittatore- sbottai.

-Befana-

-Pervertito-

-Zitella acida-

Scoppiai a ridere, certe cose non cambiano mai!!!

Lo guardai seria prima di parlare -Io dormo...ma ad una condizione-

-Quale??- mi chiese lui preoccupato.

-Tu vieni qui, vicino a me, e mi fai le coccole-

Lui sorrise, alzando gli occhi al cielo -sei proprio una bambina- disse ironico facendo però quello che gli avevo chiesto. Si sdraiò accanto a me e con delicatezza mi fece adagiare con la testa sull'incavo della sua spalla.

-Così va bene??- mi chiese iniziando ad accarezzare i miei capelli.

Annui, beandomi del suo profumo, del suo calore.

Lui chiuse la luce. Iniziavo ad essere stanca, infondo sapevo che mi avrebbe fatto bene un po' di sonno.

-Damon- lo chiamai, avevo un ultimo dubbio.

-Che vuoi??-

-Nella lettera....quella di Bonnie...- blaterai come una stupida -lei diceva di aver amato due ragazzi ma che entrambi amavano me..tu..-

-Credo che si riferisse a me- mormorò lui nel buio -sai che siamo stati...- sentivo il suo imbarazzo -...insieme...per me era solo una storiella ma lei...credo che per lei fosse di più, quando l'ho lasciata lei ha detto che lo facevo per te e che ero uno stupido perchè tu stavi con Stefan..-

-Era vero??-

Rimase qualche secondo in silenzio prima di parlare.

 -A quei tempi non lo sapevo, ma adesso credo che lei avesse ragione-

-Ma come faceva lei a saperlo?-

-Elena, credo che gli unici due che non se ne fossero accorti, eravamo proprio noi-

Risi -io lo sapevo, sei tu che sei un po' tardo nel capire le cose-

-Come no- borbottò lui al mio fianco lasciandomi un bacio sui capelli.

 Sentivo le palpebre pesanti, non riuscii a trattenere uno sbadiglio.

-Ora dormi sapientona, continuerai il tuo interrogatorio domani.-

-Buona notte Damon- mormorai stringendomi a lui, sentivo i punti tirare, ma non mi importava, volevo stare con Damon, non lasciarlo più.

-Notte Elena-









Diplomata, ero diplomata, avevo lascito l'ospedale da un mese, e finalmente avevo indossato la mia tunica blu, ero diplomata. La cerimonia era stata bellissima, triste ma piena di speranze, mia madre aveva pianto ininterrottamente, mentre mio fratello sbuffava al suo fianco. Ma dai loro sguardi avevo capito che entrambi erano fieri di me.

Era stato tutto perfetto, Caroline aveva fatto il discorso di chiusura ed era riuscita a far commuovere quasi tutti, me compresa, ma ci aveva fatti anche ridere, con il suo entusiasmo e la sua allegria.

Questa sera ci sarebbe stata l'ultima festa del liceo, ero un po' terrorizzata, i miei precendenti alle varie feste erano disastrosi, ma avevo deciso di non lasciarmi scoraggiare e poi Caroline non mi avrebbe permesso di saltare la festa, inoltre Damon non mi avrebbe lasciata sola nemmeno un minuto....quindi, per quanto mi ci mettessi d'impegno, non potevo combinare troppi guai.

La festa sarebbe stata in spiaggia, ma Caroline mi aveva chiesto di raggiungerla un po' prima, probabilmente per darle una mano.

Così posteggiai l'auto, la mia nuova auto che mia madre mi aveva regalato per il diploma.

 Era usata, non era bella come quella che avevo dovuto vendere, ma io l'adoravo. Infondo era come me: ne aveva passate tante, aveva qualche ammaccatura sui lati, eppure continuava a correre e lo faceva senza arrendersi mai.

La guardai soddisfatta. Poi mi girai e mi avviai per raggiungere la mia amica.


-Eccomi- dissi cercando d'attirare l'attenzione di Caroline.

La mia amica si girò verso di me con un sorriso raggiante.

-Allora di cos'hai bisogno??- le chiesi allegra -sono pronta a mettermi al lavoro-

-Ho già fatto tutto-

-Cosa??- le chiesi esterefatta, Caroline non era mai soddisfatta, anche quando tutto appariva perfetto, lei trovava qualcosa da perfezionare.

-Esatto Elena, la festa è già perfetta e non importa che mi abbiano mandato solo sedici tavoli invece che diciasette....l'importante è che ci siamo noi-

Sorrisi -E allora perchè mi hai chiamata dicendo che era urgente?-

-Ho trovato una cosa-

-Cosa??-

-E' una poesia, l'avevamo scritta con Bonnie in terza elementare, credo che sarebbe bello onorarla questa sera....Da domani tutto cambierà ma oggi siamo ancora noi...e a noi la nostra amica manca....ed è giusto Elena, abbiamo il diritto di sentire la sua mancanza-

-Ok- Caroline aveva ragione, ormai mi conosceva troppo bene, per quanto cercassi di nasconderlo, quel giorno Bonnie mi era mancata tantissimo, ero sempre stata convinta che lei sarebbe stata al mio fianco il giorno del diploma.

-Vieni- disse trascinandomi vicino al fuoco -Va bene se la leggo io??-

Annuii.

Car prese in mano il foglietto rosa ed iniziò a leggere.

"Siamo tre bambine,
siam le più carine,
parliamo, ridiamo
e mai ci arrendiamo.
Siamo grandi, siamo forti, siamo insieme,
anche tra mille anni ci vorremo ancora bene,
Perchè non importa che cosa accadrà,
Un'amicizia come la nosta per sempre durerà"

Sorrisi tristemente pensando a quelle bambine, che un tempo eravamo noi.

-Non importa cosa accadrà Elena- disse Caroline -Alcune amicizie non finiscono mai....anche se non le vedi, le porti con te-

Caroline buttò la poesia nel fuoco -Il fuoco brucia la carta, ma le parole rimangono....nessuno potrà portacela via-

Appoggiai la testa sulla spalla di Caroline, osservado il piccolo foglio di carta incenerirsi tra le fiamme.

-Sarà anche stata l'amica più stronza del mondo, ma le vorrò sempre bene- disse Caroline abbracciandomi.

-Anch'io- mormorai.

Ed era vero, non importa se era stata una stronza bugiarda, Bonnie era la mia migliore amica e le volevo bene malgrado tutti i suoi difetti.


"Saremo amiche per sempre, sempre per sempre moltiplicato all'infinito...qualunque cosa accada"



-Oh mio dio, cos'è quest'atmosfera tetra da funerale? Siamo ad una festa!- La voce inopportuna di Damon ci sorprese alle spalle.

Io e Caroline ci girammo, trovandoci difronte Klaus e Damon.

-Sei in ritardo- sbottò Caroline tirando un'occhiataccia a Klaus.

-Ti amo cherì- disse lui abbracciandola -ma non organizzerò mai più una festa con te-

Lei ridendo lo baciò.

-Cosa ci fai qua??- chiesi a Damon -La festa inizia tra un'ora??-

-Mi mancavi- disse lui con sorriso sghembo attirandomi a sè.

Caroline prese la parola -Già che siamo tutti qui, potremmo mettere in ordine, ci sarebbero...-

Io, Damon e Klaus la fulminammo con lo sguardo senza lasciarle concludere la frase. Non sarebbe mai cambiata!! pensai ridendo.


-Io ho un'idea migliore- disse Damon guardandomi in modo preoccupante -Cosa ne dite di fare un bel bagno??-

-Tu sei scemo, sai quanto ci ho messo a prepararmi?- sbottai.

-Io ci sto!!- disse Klaus con un ghigno.

Perfetto, ora Damon e Klaus facevano comunella!!!

-Nooooo- sentii la mia amica urlare mentre Klaus si fiondava su lei.

-L'acqua non può ucciderti, dolcezza-

-NON ci provare- Sbraitò Caroline ma lui l'aveva già presa in braccio.

-Damon non farlo- dissi io indietreggiando ma ero consapevole che, da lì a poco, avrei fatto la fine della mia amica.

-Ti dò due secondi per provare a scappare...uno....-

-Ti ricordo che sono convalescente-

-Non attacca Elena, il dottore dice che sei sanissima quindi..........due....tre...-

Iniziai a correre per la spiaggia mentre le urla di Caroline facevano da sottofondo.

Nel giro di pochi minuti si scatenò una vera e propria guerra, maschi contro femmine, finimmo in mare, sia io che Caroline, ma non ci arrendemmo, combattemmo con onore.

 Così tra urla, capriole e corse a perdifiato finì il mio ultimo anno di liceo.

Qualcuno vedendoci da fuori avrebbe potuto pensare che eravamo solo dei ragazzi, ragazzi come tanti, che giocano sulla spiaggia come bambini.

Ma chi ci conosce, chi conosce la nostra storia lo sa: noi siamo dei sopravvissuti.

Siamo cresciuti però ci piace giocare come bambini, ci piace ridere, urlare e ogni tanto ignoriamo i problemi, anche se questo non li risolve, anche se certe volte sembreremo infantili....ma crescere non vuol dire smettere di ridere, se così fosse, bhè io non lo farò mai.











Note:

Ciao fanciulle mie adorate...

Ecco a voi l'ultimo capitolo, sono tristissima, mentre lo scrivevo mi sono quasi commossa =( è molto lungo, lo so, ma non volevo dividerlo, adesso manca solo l'epilogo, e poi sarà finita davvero, sono tanto tanto triste...

Spero che vi sia piaciuto perchè mi sono impegnata tantissimo, mi sono affezzionata davvero a questa storia e a tutte voi che mi avete seguita ed incoraggiata, mi mancherà tanto e mi mancheranno le vostre bellissime recensioni....Oh mamma mia, come sono drammatica!!! Scusate =) Comunque volevo ancora ringraziarvi (i ringraziamenti seri li farò alla fine dell'epilogo!!!!!), siete state fantastiche e mi avete aiutata davvero tanto....

Ora la smetto di blaterare e vi lascio in pace!!!

Aspetto con ansia tutti i vostri commenti!!

Magari se avessero voglia di scivermi anche le ragazze che fino ad ora sono rimaste in silenzio, mi farebbe piacere, per avere una loro opinione complessiva!!! =)

Spero di non aver lasciato nulla in sospeso e che tutto sia chiaro, se così non fosse, fatemi sapere!!!!!!!!!!

Un bacione e ancora grazieeeeee

(Ps. a chi piacesse il Klaroline ho iniziato una piccola storia su di loro che parte dalla 4x13.....se aveste voglia di leggerla mi farebbe davvero molto piacere!!!!!!!!)

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Capitolo 32
*** Epilogo ***


Piccola nota prima dell'epilogo: Scusate, non ho risposto alle recensioni, è una cosa che odio, però se mi mettevo a farlo ora non riuscivo a pubblicare l'epilogo...quindi ho messo dei ringraziamenti in fondo, spero mi perdonerete =)
Buona lettura!!!


Epilogo




-Mammaaa, mamma, mamma...-

-Aurora arrivo- urlai per farmi sentire da quella monella che strillava al piano di sotto..

Ero nel mio studio, stavo srivendo un articolo, quando la voce di mia figlia richiamò la mia attenzione. Ridussi ad icona il documento e mi alzai dalla sedia, lavorare quando Aurora era in casa era davvero impossibile.

-mamma!!!!!!!-

-Eccomi- dissi entrando in salotto -Cosa fai tesoro??- lle chiesi vedendola immersa in un baule pieno di vecchie foto.

-Chi è lei??- mi chiede indicando una ragazza.

Sentii il mio cuore scaldarsi mentre il viso innocente di mia figlia attendeva pazientemente una risposta.

-Lei è Bonnie, una vecchia amica della mamma-

-Perchè non la conosco?- mi chiese confusa.

 Non le avevo mai parlato di Bonnie, non perchè non avessi intenzione di farlo un giorno ma era troppo presto, Aurora, anche se era molto sveglia, aveva solo cinque anni e preferivo salvaguardare la sua innocenza ancora per un po'.

-E' volata in cielo prima che tu nascessi- le spiegai dolcemente sperando che non mi chiedesse altro.

-Ah- dissi lei incupita -come il nonno-

Annuii. Mio padre era morto da pochi mesi e mi mancava molto. Con mio padre negli anni ero riuscita a ristabilire un bel rapporto, dopo che era uscito dalla prigione aveva fatto di tutto per rimediare ai suoi errori ed era diventato il genere di padre di cui una figlia può essere orgogliosa.

Quando gli hanno diagnosticato il cancro, sono stata con lui ogni giorno, l'ho aiutato e malgrado lui stesse molto male, non si è mai lamentato, non era arrabbiato, diceva che la vita gli aveva già dato un'altra occasione e che solo il fatto di avere accanto me e Jeremi era già una dimostrazione di quanto fosse stato fortunato.

-Quindi anche lei è un angelo ora??- mi chiese Rory diastraendomi dai miei pensieri.

-Si., credo di si-

-Eravate tanto amiche?-

-Era la mia migliore amica-

-Sembrava simpatica- disse la mia bimba scrutando la foto -Ma anche un po' triste-

Le presi di mano la foto e l'osservai, era stata scattata alla festa per i suoi 15 anni e malgrado stesse sorridendo notai che i suoi occhi non erano allegri, c'era in lei una tristezza di fondo che non avevo mai notato prima.

Possibile che mia figlia avesse notato il malessere di Bonnie semplicemente guardando una vecchia foto mentre io, che in quegli anni ero sempre con lei, non l'avevo mai notato?

Certe volte quando la verità è troppo diffiìcile d'accettare finiamo per ignorarla, finiamo per vedere solo ciò che ci fà dormire sereni la notte.

-Questa è zia Caroline?- Mi chiese Rory sventolandomi davanti un'altra foto.

-Esatto-

-Era proprio bella!!-

-Si lei è sempre stata bellissima- acconsentii.

Era da qualche mese che non vedevo Caroline, lei si era trasferita a Los Angel da qualche anno. Era diventata una delle organizzatrici d'eventi più richieste della città. Aveva avuto un enorme successo, era cresciuta ed era diventata una donna stupenda, forte ed indipendente.

-E chi è questo ragazzo che se la sbaciucchia, non è Nick.- disse mia figlia con una smorfia di disapprovazione sul suo bel viso da birbante.

-Lui è Tyler, era il suo fidanzatino al liceo-

-A natale farò vedere questa foto a Nick, vedrai come sarà geloso- disse con una risata biricchina.

-Rory- la ripresi bonariamente -non credo sia una buona idea. Sai quant'è geloso, poi va a finire che non la sposa più- scherzai.

Pensai a Caroline e Klaus, la loro storia era incredibile. Si erano lasciati sul finire dell'estate poichè avevano deciso di frequentare college diversi, nessuno dei due se la sentiva d'avere una relazione a distanza. Non si erano visti per anni, poi, un paio d'anni fa, si sono ritrovati ad una festa organizzata dalla stessa Caroline e non si sono più lasciati.

A gennaio si sarebbero sposati ed io avrei fatto da damigella con Rory, su questo punto Caroline era stata irremovibile.

-E questa è la nonna con con nonno Rick?-  

-Si, erano loro il giorno della mia laurea-

Rory scoppiò in una risata fragorosa -Non sembrano loro senza i capelli bianchi-

Entramb scopiammo a ridere -non dirlo alla nonna è molto permalosa-

Lei annuì con un sorrisetto dispettoso ancora stampato sul viso.

-Questo è zio Jer da ragazzino- le dissi mostrandole una foto di mio fratello.

-Quando viene a trovarci??-

-Presto-

Lei sbuffò, mio fratello le mancava molto era andato a vivere a Seattle, era specializzando al Seattle Grace e non tornava spesso a casa.

 -lo sai che i dottori lavorano molto, lui salva le persone, è una cosa bella-

-E' come un super eroe- concluse lei tornando a sorridere.

Annuii.

-E questi siete tu e papà??'- mi chiese lei con un sorrisetto furbo.

-Questa foto l'abbiamo scattata in spiaggia durante la festa dell'ultimo anno- dissi con un sorriso ripensando a quel giorno, uno dei più belli della mia vita.

-Hai ancora quella faccia- disse lei sghignazzando.

-Quale??-

-Quella da scema che fai quando papà ti sorride-

-Io non ho mai la faccia da scema- la rimproverai facendole il solletico.

Lei ridacchiando si alzò sfuggendo alla mia tortura -Da grande lo voglio trovare anch'io-

-Cosa??- le chiesi confusa.

-Qualcuno che mi faccia ridere con la faccia buffa- disse lei con una semplicità disarmante, tipica dei bambini.

-Lo troverai-

-Tu come hai fatto??- mi chiese curiosa.

-Ho visto un bimbo triste e gli ho chiesto di giocare con me-

Lei rise -Quindi se chiedo ad un bambino di giocare poi mi tocca sposarlo?-

-Non funziona esattamente così- replicai divertita -Spesso è difficile capire d'amare qualcuno, ci può volere molto tempo-

-Voi adulti siete un po' matti....o lo ami o no, cosa c'è da capire??-

Trattenni una risata, mentre Rori mi fissava confusa -Un giorno capirai...Ora vai in bagno, papà arriverà tra poco, non vorrai che ti trovi tutta puzzolente-

-Uffa, sei proprio una rompipalle-

-Rory- la sgridai.

-Papà lo dice sempre- disse lei scrollando le spalle prima di correre su per le scale.

-Tuo padre è un'idio...uno sciocco- urlai ma lei era già sparita.

Quella bambina era sempre più simile a Damon e ciò era un po' preoccupante ma mi rendeva anche molto felice, infondo Damon era la persona migliore che io avessi mai conosciuto.

Nel corso degli anni era rimasto uguale, non aveva mai perso la sua capacità di farmi ridere e il suo sarcasmo, eppure era cresciuto diventando la persona che io avevo sempre visto in lui.

Era diventato un avvocato di successo, non solo grazie alla sua intelligenza ma anche grazie al suo fascino e alla sua parlantina inoltre era un padre affettuoso e adorava Rory con tutto se stesso e Rory stravedeva per lui.




Damon dice sempre che io gli ho salvato la vita, e non solo quando "sono stata tanto idiota da mettermi davanti ad un proiettile" ma ogni giorno in cui ho creduto in lui, perchè quando hai qualcuno che crede in te finisci per crederci anche tu.

Non so se sia vero, nella mia cocciutaggine credo che lui avrebbe trovato la sua strada anche senza di me, eppure forse ha ragione, forse è stupido credere di dovercela fare da soli. Tutti noi abbiamo bisogno di qualcuno, qualcuno che ci completi, qualcuno che ci renda felici.

Infondo io e Damon ci siamo salvati a vicenda e l'abbiato fatto insieme, tra insulti e risate, senza grandi promesse o parole vuote ma solo con piccoli gesti e un'unica grande promessa: quella d'amarci per sempre,.

Così come siamo: una zitella acida ed un pervertito. Niente di più, non principi o principesse, solo NOI.


La mia vita non è una favola e questa non è una storia a lieto fine, ma solo una storia, una storia come tante, fatta di gioie e dolori, una storia di segreti e di bugie, bugie piccole che sono diventate grandi, una storia sul bene e sul male e sul sottile confine che li divide.

Ma di questa storia voi conoscerete solo una parte, un piccolo capitolo di una vita intera la cui fine è ancora tutta da scivere, se volete sapere come prosegue, bhè dovreste imparare a farvi i fatti vostri, perchè le storie più belle sono quelle che non abbiamo motivo di raccontare.

Volete una morale?? Vi direi di non mentire, ma alla fine lo fareste comunque, cercate allora di mentire per i giusti motivi e non fatelo mai per paura perchè è una pessima consigliera.......ah, quasi dimenticavo, non so se l'abbiate capito, ma alcuni segreti sono pericolosi.





Fine?




Note:

Ciao fanciulle!!!!!!!

Per prima cosa mi scuso per il ritardo ma non riuscivo a scrivere questo capitolo e ancora adesso non sono molto soddisfatta, uffa!!!!!!!!!!

Forse avrei dovuto concludere con lo scorso ma avevo questo finale in mente dall'inizio così mi sono buttata, spero di non avervi deluse.

Ora è davvero finita!!!!!!!! =(

RINGRAZIAMENTI

Vi giuro che sono tristissima, non l'avrei mai pensato quando ho iniziato, ma adesso scopro d'essermi affezzionata troppo a questa storia e a tutte voi!!!!!!!

Mi mancherà tanto questa storia =(

Però l'ho portata a termine e questo mi rnde molto orgogliosa infatti io sono molto insicura e pensavo che mi sarei arresa prima d'arrivare a conclusione, invece ce l'ho fatta =)

Ma questo non è solo merito mio ma anche vostro, non so come avrei fatto senza di voi. Mi avete sostenuta, incoraggiata, mi avete fatta ridere e devo ammettere che certe volte mi sono anche commossa leggendo alcuni vostri commenti.....non so cosa dire, vorrei davvero ringraziarvi per aver creduto in me e per avermi seguita fino alla fine!!!!!!!!

Anche se presto dimenticherete questa storia, spero comunque d'avervi fatte ridere e anche versare qualche lacrimuccia, ma soprattutto d'avervi fatto sognare, almeno un po'....Vi ringrazio davvero tantissimo e sappiate che per me ogni vostro commento è stato importantissimo!!!!


Un grazie specialissimo a:

Delena85: E' stata una delle prime a seguirmi. Mi ha incoraggiata, consigliata e mi ha fatta ridere.....In poche parole: è stata indispensabile, grazie caraaaa!!!!!!!!

MissKatherine: anche lei è stata una delle prime che con le sue bellissime (un po' pazze ma splendide) recensioni mi ha fatta ridere tantissimo e mi ha sempre incoraggiata <3

ele87nella: Anche se è arrivata un po' dopo è stata fondamentale e le sue recensioni erano sempre stupende, ho adorato leggerle tutte e mi mancheranno troppo!!!!!


E poi ci sono anche: militerni - Defan64  - Tess 36   - nuccetta   -Franceskiwi -
OoO_Giulietta_OoO   - Ria_27  (grazieeeee mille a tutte voi!!!!!!!!)


E tutte le altre ovviamente:

missimissisipi

xalison

CabbyCam_

sofiaroma

Lapam8842

sweet_trilly

Delena_93

Bamb

lalla97

LadyBonnie

Starei tutto il giorno a ricercare i vostri nomi ma sembrerei un po' matta e poi è ora che vada a studiare, quindi sono certa d'aver dimenticato qualcuno e mi scuso, comunque volevo davvero ringraziarvi tutte, le vostre recensioni mi mancheranno molto e anche voi!!!!!!
 
Un ultima cosa: ringrazio tantissimo anche le ragazze che hanno messo la storia tra le preferite, non sapete quanto mi fa piacere, e quelle che l'hanno messa tra le ricordate,.....ma anche a tutte quelle che hanno solo letto, infatti se siete arrivate a leggere fino qui queste noiosissime note. siete veramente coraggiose!!!!!!

A presto, se avete voglia lasciatemi un ultimo commentino per questo epilogo-schifezza =) Mi farebbe davvero piacere!!!!!!!!


Un bacioneeeee

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