Quattro Manici di Scopa di wendynoh (/viewuser.php?uid=150837)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Torneo Quattro Manici di Scopa. ***
Capitolo 2: *** Api frizzole, Cioccorane, Rospi alla menta e Piume di zucchero ***
Capitolo 3: *** Piacere, tu sei? ***
Capitolo 4: *** Convivenza forzata ***
Capitolo 1 *** Torneo Quattro Manici di Scopa. ***
Capitolo
I - Torneo Quattro Manici di Scopa
«Secondo
voi cosa stanno guardando tutte quelle persone intorno alla
bacheca?», chiese Hermione ai due ragazzi accanto a lei.
«Probabilmente
l'ennesimo annuncio di Gazza. Adesso avrà affisso il divieto
d'accesso persino alla Sala Grande, saremo costretti a mangiare in
cucina con gli elfi domestici!», ipotizzò Ron
sbuffando tra una
risata e l'altra.
«Che
ne dite se andassimo a vedere anche noi?», concluse Harry
prima che
l'amica potesse iniziare una protesta a favore dei suoi amici elfi.
Ron annuì contento per la brillante idea dell'amico,
avvicinandosi
agli altri studenti nella Sala Grande.
«Non
ho intenzione di sopportarti anche per tutto l’arco di tempo
delle
vacanze estive Potter, questa è un'ingiustizia! Aspetta che
mio
padre lo venga a sapere!»
«Ma
che...?». I tre ragazzi guardarono Draco Malfoy con aria
stralunata;
come poteva lui dover passare l'estate in Privet Drive a casa dei
Dursley? Harry davvero non capiva, probabilmente Malfoy aveva un po'
di confusione riguardo le vacanze di famiglia.
Il
trio si fece largo tra la folla, che non dava alcun segno di volersi
allontanare, e scorse l'avviso che aveva attirato l'attenzione di
tutti quella mattina al castello.
Torneo
Quattro Manici di Scopa.
Indetto
dai due campioni di
Quidditch Viktor Krum e Aidan Lynch.
Campus
estivo di sei settimane,
quattro squadre dovranno affrontarsi in quelli che erano i giochi con
le scope antecedenti al Quidditch.
Il torneo è aperto a tutti gli
studenti che sappiano quantomeno cavalcare una scopa.
Lista
dei partecipanti:
Cedric
Diggory,
Cho
Chang,
Draco Malfoy,
Harry Potter,
Fred
Weasley,
George
Weasley,
Roger
Davies,
Alicia
Spinnet,
Vincent
Tiger,
Gregory
Goyle,
In
quanto Preside di Hogwarts, mi
è stato affidato il compito di iscrivere quattro
partecipanti
appartenenti alle quattro case. Pertanto, se i quattro
“scelti”
non dovessero presentarsi, sarò costretto ad espellerli
dalla scuola
per il loro prossimo anno.
Cordialmente,
Albus
Percival Wulfric Brian Silente
«Che
cosa significa questo?», disse Hermione stizzita, guardando
Harry
preoccupata.
«Significa
che non dovrò passare l'estate dai Dursley!»,
esclamò il ragazzo
entusiasta.
«Sì,
ma dovrai passarla con Malfoy, non puoi certo andare da
solo»,
aggiunse il rosso prendendo la penna per scrivere il suo nome sul
foglio.
«Tu
non vai da nessuna parte!», lo bloccò Hermione.
«Sì
che vado, cosa c'è di male stavolta?»
«Pronto?!»,
continuò la ragazza. «Quelli che erano i giochi
sulle scope
antecedenti al Quidditch, Ronald!», sibilò con un
tono di voce
sempre più preoccupato. «Hai solamente una vaga
idea di quali
possano essere?»
«Be'
no, ma non potranno essere così terribili!»,
concluse il ragazzo
aggiungendo il suo nome alla lista.
«Fa'
come ti pare, ma non pensare di poter venire da me quando verrai
divorato da un drago».
«Dr...
drago?». Ron si girò a guardare Harry, poi lo
sguardo pietrificato
dal terrore si posò sul suo nome sulla lista dei
partecipanti.
**
L'ora
del pranzo era arrivata presto al castello; ormai le lezioni stavano
per giungere al termine e tutti gli studenti - tutti quelli che non
erano impegnati negli esami dei G.U.F.O. e dei M.A.G.O., si intende -
sentivano che le vacanze erano alle porte. Ai tavoli di tutte le Case
da giorni non si faceva altro che parlare di come avrebbero passato
le vacanze estive, vantandosi i più fortunati di esser
riusciti a
convincere i propri genitori ad acquistare i biglietti per poter
assistere alla Coppa del Mondo di Quidditch. In tutta Hogwarts si
respirava aria di festa e, persino gli studenti del primo anno,
sebbene entusiasti della loro prima esperienza al castello, non
desideravano altro se non tornare dalle proprie famiglie per passare
del tempo con loro prima di dover rientrare a scuola. Per farla
breve, la Sala Grande da ormai due settimane era affollata dal
vociare di mille studenti impazienti di terminare le lezioni,
così
che al preside risultava difficile persino augurare loro il buon
appetito. Quel giorno però, non appena Albus Silente prese
la
parola, l'intera scuola tacque, in attesa di sentire cosa il preside
avesse da dire.
«Miei
cari studenti, prima di cominciare il banchetto mi trovo costretto a
darvi alcune delucidazioni. Questa mattina, inutile che ve lo dica,
si è creato del trambusto prima dell'inizio delle lezioni, a
causa
di un annuncio che io stesso ho affisso questa notte sulla bacheca
della Sala Grande. Avrete capito tutti che si tratta di un'iniziativa
partita dai due campioni Krum e Lynch ed estesa poi al consiglio
della scuola, approvata quindi dalla maggioranza dei professori, me
compreso. Come tutti sapete fra pochi giorni sarebbe dovuta partire
la 131° edizione della Coppa del Mondo di Quidditch, ma a causa
di
molteplici problemi dovuti alla sicurezza anti-babbani, in via
occasionale è stata posticipata di un anno».
A
queste ultime parole seguì un boato di studenti inferociti
che già
si vedevano in tribuna a tifare per i campioni inglesi, ma il preside
non ci fece caso e continuò il suo discorso.
«Tuttavia,
il campione bulgaro Victor Krum e il campione irlandese Aidan Lynch
hanno preso l'iniziativa ed hanno indetto il primo campus estivo di
Quidditch, il “Torneo quattro manici di scopa”.
Sotto consiglio
del direttore Ludo Bagman avranno modo di partecipare al torneo tutti
gli studenti di Hogwarts che sappiano quantomeno cavalcare una scopa,
a partire dagli studenti del primo anno. Saranno protagoniste di
questo torneo tutte le discipline sportive che i maghi inventarono
prima dell'avvento del Quidditch. Gli studenti verranno divisi in
quattro squadre che si sfideranno tra loro, alla fine di ogni
settimana, per sei settimane. L'ultima prova che vi troverete ad
affrontare sarà quella che decreterà la vittoria
di una delle
squadre al torneo. Come avrete potuto notare, sono stati già
segnati
quattro nomi, che corrispondono ad uno studente per ogni Casa. Mi
sono assicurato che i quattro studenti fossero abili nel gioco del
Quidditch, così che non si troveranno in
difficoltà quando vi
dovranno partecipare. Per loro quattro, infatti, la partecipazione al
campus sarà obbligatoria, senza possibilità di
deroga.
Naturalmente, sono invitati a partecipare tutti gli altri studenti,
qualora fossero interessati, compresi gli studenti dell'ultimo anno
che stanno quindi per affrontare gli esami dei M.A.G.O. Detto questo,
credo di potervi augurare un buon pranzo».
Battè due volte le mani e
sulle tavole comparvero cibi e bevande di ogni genere, tutto pronto
per iniziare il banchetto.
Come
il preside aveva previsto, nell'intera Sala Grande non fu toccata
neanche mezza coscia di pollo, data l'agitazione degli studenti a
causa dell'annuncio appena sentito. Tutti i Tassorosso si alzarono
dai loro posti per raggiungere Cedric Diggory e complimentarsi con
lui, che era stato uno dei quattro “prescelti” di
Silente;
Zacharias Smith aggiunse il suo nome alla lista, a detta sua per non
lasciare che il compagno rimanesse l'unico Tasso all'interno del
Campus, a detta degli altri perché vedeva questo Torneo come
la sua
occasione per brillare all'interno della scuola. Il tavolo dei
Serpeverde guardava con ammirazione Draco Malfoy, intento a
destreggiarsi in una delle sue imitazioni di Potter dolorante appena
caduto dalla scopa; i suoi due “scagnozzi”, Tiger e
Goyle,
avevano segnato il loro nome sulla lista quella mattina stessa senza
capire realmente a cosa dovessero prender parte, per il semplice
fatto che non potevano permettersi di lasciar Draco da solo. Dal
canto suo, l'ultimo erede dei Malfoy sperava soltanto che quello
fosse tutto uno scherzo e che non avrebbe davvero
dovuto trascorrere più di un mese in compagnia di Harry
Potter e la
famiglia Weasley quasi al completo. Il tavolo dei Corvonero era
intento in un acceso dibattito riguardante le discipline antecedenti
al Quidditch che Cho Chang e Roger Davies -che aveva segnato il suo
nome sulla lista quella mattina stessa- avrebbero dovuto affrontare
durante il torneo. Davies infatti, in quanto capitano della squadra,
non si era sentito di poter lasciare che Cho partecipasse da sola
così che, spinto da una fervida passione per il Quidditch,
si era
iscritto per il bene della squadra. Luna Lovegood pretendeva di
assistere a tutte le prove settimanali, e in più era
fermamente
convinta di dover chiedere ai due campioni Lynch e Krum un'ispezione
del campus prima dell'arrivo degli studenti, per evitare che
venissero attaccati da uno sciame di gorgosprizzi. Il tavolo
più
rumoroso era però, come al solito, quello dei Grifondoro: i
gemelli
Weasley si erano fiondati a sedere vicino ad Harry e Ron, che non
davano peso alle parole preoccupate che Hermione continuava a
rivolgere loro; Alicia Spinnet tentava di convincere l'amica Katie
Bell a mettere il suo nome sulla lista, ma quest'ultima era decisa ad
aspettare che fosse un'altra persona a chiederle di farlo; Oliver
Baston, che fino a quel momento non aveva distolto lo sguardo dai
libri, preso com'era a studiare per i M.A.G.O., aspettava con
impazienza che la folla di persone intorno alla lista si dimezzasse,
in modo da potersi fare spazio per scrivere anche il suo nome. Quando
anche Cormac McLaggen inserì il suo nome nella lista, i
gemelli
spinsero il loro portiere ad iscriversi per paura che finissero i
posti. Baston rise, convinto di non aver sentito parlare di un numero
massimo di partecipanti, ma acconsentì alla richiesta dei
due amici
e aggiunse il suo nome alla lista. Tornato al tavolo si mise a sedere
accanto ad Harry e richiamò a sé l'attenzione
dell'intera squadra,
facendo quindi avvicinare i gemelli e le tre ragazze per poter
parlare con tutti loro.
«Ok,
statemi a sentire. Non ho assolutamente il tempo per indire una
riunione speciale, quindi fate finta che questa lo sia e prestate la
massima attenzione. Quest'anno abbiamo iniziato il torneo nel
peggiore dei modi, ma grazie alla mia carica e ai miei suggerimenti
siamo riusciti ad arrivare alla vittoria».
Oliver fece una pausa come se aspettasse un applauso da parte degli
altri sei, o quantomeno dei complimenti sinceri, che invece non
arrivarono. Leggermente deluso, riprese il suo discorso ancora
più
deciso di prima. «Siamo
stati davvero bravi e, se continuerò a studiare per i
prossimi sette
giorni, riuscirò a diplomarmi con il massimo dei voti. Direi
che è
un buon risultato per uscire di qui, ma questo Campus ci dà
la
possibilità di concludere il nostro ultimo anno in maniera
davvero
egregia».
«Ma
è il tuo
ultimo anno»,
lo corresse Ron che non si era perso nemmeno una parola di quella
riunione speciale.
«Non
è certo questo il punto! Il punto è che, secondo
il mio parere di
capitano, dovremmo partecipare a questo campus tutti e sette. Siete
d'accordo?»
«Beh,
tecnicamente io, tu, Harry e i gemelli ci siamo già
iscritti.
Mancherebbero solo Katie e Angelina, no?»
«Oh
smettila Ali, sapete benissimo che i miei non mi lasceranno mai
partecipare, hanno già prenotato le vacanze e non le
manderanno
certo all'aria per uno “stupido campus estivo sul
Quidditch”!»,
aggiunse una più che mai sconsolata Angelina Johnson.
«D'accordo,
penso che il posto di Angelina possa prenderlo Ron, no? Manchi
solamente tu Katie, pensi di poter venire?»,
le chiese Oliver con gli occhi pieni di speranza.
«Io...
Non so se, insomma, so giocare a Quidditch, ma non so assolutamente
nulla sugli sport che venivano praticati in precedenza e... Oh, ok,
verrò»,
concluse Katie Bell sorridendo timidamente in direzione del suo
capitano.
«Fantastico,
siamo al completo allora. La nostra squadra sarà imbattibile!»
«Bletchley,
muovi il tuo sederone e aggiungi il tuo nome alla lista, non voglio
Grifondoro in squadra»,
sibilò il biondino Serpeverde che aveva ascoltato
attentamente le
parole di Baston.
**
«Non
posso credere che dovremo passare il nostro tempo con Malfoy!»
«Ronald,
per l'ennesima volta, sei stato tu ad aggiungere il tuo nome a quella
lista, smettila di lamentarti!»
«Finitela
voi due, non parlavo di certo con voi!»
«Non
litigate ragazzi, la squadra deve rimanere unita per poter vincere il
Torneo, ricordatevelo»
«Spero
che abbiano quantomeno avuto l'accortezza di farci dormire separate
dai ragazzi, non voglio dormire con questi cinque scimmioni!»
«Non
sarebbe poi tanto male, Ali. In fondo dobbiamo rimanere uniti no?»
«Ben
detto Katie, uniti!»,
replicò ancora una volta Oliver avvicinandosi al resto del
gruppo.
Gli
otto Grifondoro - incluso McLaggen, che aveva voluto partecipare a
tutti i costi nonostante le ripetute minacce dei gemelli - erano
visibilmente agitati all'idea di dover partecipare al campus, ma allo
stesso tempo eccitati ed euforici. Da giorni Harry, che era venuto a
conoscenza dell'intera lista dei partecipanti, si chiedeva come fosse
possibile dividere le squadre in maniera equa, dato che gli unici ad
essere effettivamente in sette erano loro grifi. Draco Malfoy infatti
era riuscito a far partecipare solamente tre persone della sua Casa,
mentre Corvonero e Tassorosso si erano iscritti solamente in due per
ogni Casa. Nonostante questo, non diede molto peso alla cosa
poiché
non conosceva le modalità di gioco che Aidan e Victor
avevano
stabilito - probabilmente, avrebbero dovuto partecipare solamente due
concorrenti per ogni squadra, e si sarebbero quindi alternati - e,
inoltre, era davvero impaziente di poter conoscere i due campioni
bulgaro e irlandese per potersene realmente preoccupare.
Arrivarono
in quello che, evidentemente, doveva essere il campus dove avrebbero
passato le successive sei settimane: quattro casette in legno
ricoprivano l'intera distesa del campo, ognuna con il simbolo di
quattro tra le più forti squadre di Quidditch di tutto il
mondo; a
separarle vi erano quattro campi completamente vuoti circondati da
una serie di attrezzature per il quidditch, comprese 16 scope tra
Scopalinda 7 e Tornado 11; una grande stanza che aveva tanto
l'aspetto di una serra si stagliava accanto all'ultimo campo, quasi
all'ingresso del bosco, e con un po' di attenzione si poteva vedere
che era piena di tavoli, così che Harry capì
dovesse trattarsi di
una mensa; dietro i dormitori, si estendeva enorme e maestoso uno dei
campi di Quidditch più belli che avessero mai visto.
Posarono
a terra i bauli e aspettarono insieme agli altri concorrenti l'arrivo
dei due giudici: Draco Malfoy aveva trovato un tronco sul quale si
era seduto, dopo aver sistemato i mantelli di Tiger e Goyle in modo
da poter stare più comodo; Cedric Diggory era seduto
sull'erba
accanto a Cho Chang e, mentre Roger Davies e Zacharias Smith
discutevano su quale delle loro squadre avrebbe vinto il torneo,
Bletchley si guardava intorno per cercare di capire dove fosse
finito.
Prima
che Malfoy potesse avvicinarsi ai Grifondoro per poter dar loro
fastidio, fecero la loro comparsa i due campioni di Quidditch, Victor
Krum e Aidan Lynch.
«Buongiorno
a tutti ragazzi, e benvenuti alla prima edizione del Torneo Quattro
Manici di Scopa».
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Capitolo 2 *** Api frizzole, Cioccorane, Rospi alla menta e Piume di zucchero ***
Capitolo
II - Api Frizzole, Cioccorane, Rospi alla menta e Piume di zucchero
«Buongiorno
a tutti ragazzi, e benvenuti alla prima edizione del Torneo Quattro
Manici di Scopa».
Victor
Krum e Aidan Lynch spostarono velocemente lo sguardo su tutti i
partecipanti al Torneo, lanciando qua e là occhiate
minacciose ai
pochi ragazzi che sembravano ancora non essersi accorti della loro
presenza, tra i quali Davies e Smith impegnati in un'accesa
discussione. Quando sembrò che tutti prestassero loro
attenzione, i
due campioni sfoderarono i loro migliori sorrisi e ripresero a
parlare.
«Prima
di tutto, volevamo ringraziare tutti i presenti per aver preso parte
al Campus, sperando che questa sia la prima di molte edizioni a
venire. Non credo ci sia bisogno di presentazioni, ma visto che ci
siamo, io sono Aidan Lynch e lui è...»
«Victor
Krum!», concluse Ron prima che i due potessero parlare. Un
risolino
si alzò dal lato sinistro del campus, dove Draco Malfoy e le
altre
Serpi sedevano comodamente su un tronco. Il campione bulgaro li
trafisse con lo sguardo prima di tornare a guardare Aidan, senza
rivolgere la minima attenzione al rosso.
«Come
potete vedere, alle nostre spalle ci sono quattro case in legno.
Queste avranno la funzione di dormitori per le quattro squadre
partecipanti, mentre la grande serra sarà luogo di incontro
per
tutti durante i pasti e le comunicazioni ufficiali. All'inizio di
ogni settimana verrà comunicata la prova che le squadre si
troveranno ad affrontare, così che avrete modo di allenarvi
per la
durata di sette giorni; al termine della settimana, le quattro
squadre dovranno fronteggiarsi per ottenere la vittoria, che
verrà
decretata la mattina successiva durante la riunione. I quattro
ragazzi scelti dal professor Silente saranno i capitani delle squadre
che, dato l'amore che io e Victor proviamo per i dolci, porteranno il
nome di uno di questi. Per questo motivo, abbiamo raccolto i dolci
nel sacchetto che Victor ha tra le mani, così dovrete essere
voi a
pescarne uno e a decretare di conseguenza il nome della vostra
squadra». L'irlandese si girò in direzione
dell'amico che aveva
aperto il sacchetto e teneva le due estremità di esso in
modo che vi
potesse entrare una mano; dopo un segno di assenso da parte del
bulgaro, si rivolse nuovamente ai partecipanti. «Bene, credo
di
avervi detto tutto il necessario per il momento, ci sono
domande?».
«Sì,
io», intervenne Oliver Baston attirando l'attenzione di
tutti,
compreso Zacharias Smith che sembrava aver finalmente deciso di
lasciar perdere le minacce di Davies. «Posso avere un
autografo?».
Inutile
parlare della reazione che suscitò questa frase nelle
quattro Serpi,
che avevano abilmente raggiunto Victor Krum superando tutti gli altri
capitani. Il bulgaro controllò i loro nomi e, accortosi del
fatto
che solo Draco Malfoy apparteneva alla categoria dei
“capitani”,
invitò i tre a tornare al loro posto facendo invece avanzare
Harry,
Cedric e Cho.
«Possiamo
iniziare, prima le ragazze».
Cho
Chang fu la prima a pescare il dolce che avrebbe dato il nome alla
sua squadra, della quale faceva parte il suo compagno di Casa Roger
Davies.
«Api
frizzole!», esclamò sorridente Lynch.
«Puoi andarti a posizionare
di fronte la prima casa, presto vi saranno date ulteriori
istruzioni».
La
ragazza sorrise ai due campioni e strinse la mano di Cedric prima di
avviarsi verso la prima casa con il suo sacchetto di api frizzole. Il
Tasso fu appunto il secondo a dover pescare il suo dolce, riuscendo a
conquistare una deliziosa piuma di zucchero che lo fece avanzare
verso la seconda casa. Poi fu il turno di Malfoy, che pescò
invece
dal sacchetto una cioccorana.
«È
guerra aperta, Potter».
Harry
non diede peso alle parole della serpe e, emozionato per la vicinanza
con due dei più grandi campioni di Quidditch di tutti i
tempi,
fiondò la sua mano nel sacchetto che a quel punto conteneva
un unico
dolce, un rospo alla menta. Si avvicinò alla quarta casa
dove lo
aspettavano i suoi sette compagni di Grifondoro più ansiosi
che mai.
«Rospi
alla menta? Ma che razza di nome è? Avremmo potuto chiamarci
pasticche vomitose, saremmo stati nettamente migliori anche degli
altri!», affermarono i due gemelli con convinzione.
«Cosa
importa del nome, dobbiamo concentrarci sulla prima prova!».
«Concentrarci?
Ma se nemmeno sappiamo cosa dovremo affrontare!»,
esclamò Ron
esasperato a causa di un Baston sempre più snervante. Una
volta
superati i M.A.G.O., infatti, aveva indetto una riunione speciale a
casa sua per tutti i Grifondoro che avrebbero preso parte al campus,
in modo da poterli preparare psicologicamente alla vittoria.
«Aidan,
credevo che il livello di intelligenza dei ragazzi ad Hogwarts fosse
un pochino più elevato», commentò Krum
osservando i sedici ragazzi
posizionati davanti alle quattro case.
«Sai,
temo che non siano tutti come lei».
«Dobbiamo
fare le belle statuine qui davanti per tutto il giorno?»,
esordì
Draco con tono scocciato.
«No,
dovete togliervi da lì razza di idiota».
«Oh,
ha parlato il genio! Ci avete detto voi di metterci qui, fino a prova
contraria».
«Non
tutti, solamente i quattro capitani! Credete davvero che le squadre
siano queste? Non vi abbiamo certo diviso in base alla vostra Casa di
appartenenza, sapete? Non siamo ad Hogwarts, qui siete tutti
uguali».
«Cosaaa?».
Il
coro di protesta partito dalle quattro Serpi e dal portiere dei
Grifondoro si estese in un attimo a tutti gli studenti, evidentemente
non predisposti ad allearsi con le altre Case.
**
«Sì,
avete sentito bene», continuò il campione
irlandese mantenendo un
sorriso smisurato, incurante delle reazioni dei partecipanti.
«Siete
sedici ragazzi, motivo per cui abbiamo deciso di dividervi in quattro
squadre da quattro persone, così che possiate partecipare
sempre
tutti alle prove. Per fare in modo che arriviate alle prove con un
minimo di preparazione, inoltre, abbiamo assegnato ad ogni squadra un
allenatore che vi seguirà durante tutta la settimana;
sarà un vero
e proprio coach per la squadra e per questo motivo dedicherà
gran
parte del suo tempo a voi, così che possiate instaurare un
rapporto
di fiducia e possiate di conseguenza affrontare al meglio le prove.
Io e Victor non vi conosciamo, né tantomeno conosciamo le
vostre
capacità in campo, indi per cui per formare le squadre
abbiamo
deciso di lasciare che la sorte faccia le sue scelte: dopo varie
richieste, il professor Silente, nonché vostro Preside, ha
acconsentito a farci avere il miglior strumento che i maghi abbiano a
disposizione. È con grande piacere che stiamo per mostrarvi
il
Calice di Fuoco!».
Il
campione bulgaro Victor Krum, che si era allontanato diretto verso la
serra, fece la sua apparizione con una coppa in legno intagliato,
dalla quale fuoriuscivano fiamme azzurre che avevano tutta l'aria di
essere alquanto minacciose. I ragazzi di Hogwarts rimasero incantati
a quella visuale, a partire da Harry che non aveva mai visto niente
di simile in tutta la sua vita.
«Il
Calice di Fuoco?», esclamò estasiato Cedric
Diggory, lasciando la
sua postazione per poter osservare meglio l'oggetto fra le mani del
bulgaro. «Mio padre me ne aveva parlato, non posso credere
che sia
davvero qui davanti ai miei occhi!».
«Che
c'è Diggory, non hai mai visto una coppa in vita tua
eh?».
«Non
sei spiritoso Malfoy».
«Evidentemente,
idiota ossigenato, non conosci l'importanza di questo straordinario
oggetto», concluse Victor Krum mettendo a tacere la Serpe tra
un'imprecazione e l'altra.
«D'accordo
ragazzi, finiamola qui e formiamo le squadre! Esorto i quattro
capitani a posizionarsi davanti le quattro case, voi altri riunitevi
qui di fronte a noi, state per essere nuovamente smistati».
Le
tre Serpi, spaesate, raggiunsero gli altri dove un preoccupatissimo
Ronald Weasley temeva di finire nella squadra del suo acerrimo nemico
Malfoy.
«Come
prima, inizieremo dalla squadra dell'unica ragazza capitano. Buona
fortuna!». Detto questo, Lynch gettò all'interno
del Calice dodici
bigliettini, contenenti i nomi dei partecipanti al Torneo.
Rimasero
tutti in trepidante attesa e, quando le fiamme azzurre dal Calice
presero il colore del fuoco, il primo biglietto venne estratto,
finendo direttamente nelle mani del bulgaro.
«Farà
parte della squadra delle Api Frizzole... Zacharias Smith!».
Oliver
Baston fece un sospiro di sollievo, desideroso di voler finire nella
squadra del suo cercatore, i Rospi alla Menta.
Smith
raggiunse Cho Chang sorridente e dal Calice uscì un secondo
biglietto, che stavolta raccolse prontamente Aidan Lynch.
«Cormac
McLaggen!».
«Poco
male», sussurrò George all'orecchio del gemello.
«Non avrei
sopportato di vederlo in squadra con Harry».
«L'ultimo
partecipante a far parte delle Api Frizzole è... »
Fra
gli studenti rimasti vi fu un momento di trepidazione, nessuno di
loro voleva finire in squadra con Smith e McLaggen, nemmeno Bletchley
che di certo non spiccava per la sua intelligenza.
Victor
Krum attese ancora un istante per creare suspence, poi
pronunciò
l'ultimo nome: «Gregory Goyle!».
I
Grifondoro sospirarono contenti di non dover affrontare le successive
sei settimane in loro compagnia; erano dispiaciuti per Cho, ma quel
micidiale trio avrebbe fatto perdere la pazienza a qualsiasi persona
con un minimo di sale in zucca.
Tiger
guardò spaesato in direzione della squadra appena formata,
sperando
con tutto se stesso di finire in squadra con Draco Malfoy visto che,
per colpa di quello stupido Calice, lo avevano appena diviso dal suo
migliore amico. Il biondino, dal canto suo, sperava di trovarsi in
squadra dei giocatori validi e ciò non comprendeva
l'acquisto dei
suoi due compagni di Casa, Tiger e Bletchley.
Mentre
attendeva che i due campioni formassero le altre squadre, si
malediceva per non aver insistito abbastanza con i suoi compagni di
squadra ad Hogwarts, quando il preside lo aveva minacciato di
espellerlo dalla scuola se non avesse partecipato al campus. Ora si
trovava a dover trascorrere sei settimane insieme ad un branco di
idioti, senza contare il fatto che si trovava lì da neanche
un
giorno e aveva già provato l'irrefrenabile desiderio di
voler
uccidere Potter e Weasley almeno sei volte.
Il
Calice tornò a sputare fiamme azzurre, in attesa che i due
campioni
decidessero con quale squadra proseguire.
«Ora
è il turno dei Rospi alla Menta!».
Un
brivido percorse la schiena di Harry sentendo pronunciare quel nome,
era arrivato il suo momento. Dopotutto, i Grifondoro erano ancora
tutti liberi fatta eccezione per McLaggen, che però il
cercatore era
ben felice di non avere in squadra. Rivolse un'occhiata a Ron, che
gli sorrideva fiducioso mentre Oliver Baston gli girava intorno nella
vana speranza di calmarsi. Ricambiò il sorriso dell'amico,
poi si
girò verso l'irlandese e fece un cenno della testa: era
pronto.
Il
Calice tornò a sputare fiamme infuocate e senza attendere
molto il
primo bigliettino finì nelle mani del bulgaro.
«Il
primo membro dei Rospi alla Menta è... Oh, una
ragazza!».
Harry
buttò la testa all'indietro in un sospiro di sollievo; le
uniche due
ragazze rimaste facevano entrambe parte dei Grifondoro ed erano due
abili cacciatrici, per il momento era al sicuro.
«Alicia
Spinnet».
La
ragazza sorrise compiaciuta e si strinse nell'abbraccio dei due
gemelli Weasley, prima di raggiungere Harry davanti la casa.
«Il
secondo nome estratto dal Calice è quello di Miles
Bletchley!»
continuò Aidan senza perdere troppo tempo. La Serpe sentendo
il suo
nome raggiunse Harry senza far troppe domande, posizionandosi vicino
alla ragazza che gli diede la mano in segno di benvenuto. Draco
Malfoy, dall'altra parte del campo, sorrise sollevato insieme a
Cedric Diggory, contenti di non dover avere a che fare con Miles.
Victor
Krum afferrò l'ultimo biglietto sorteggiato dal Calice e
proferì:
«Fred Weasley è l'ultimo membro dei Rospi alla
Menta». Il rosso
fece un salto di gioia e si fiondò tra le braccia di George
che,
contento per il gemello, gli diede una pacca sulla spalla e sorrise
amichevolmente ai suoi compagni ancora in attesa del loro verdetto.
Fred raggiunse la sua nuova squadra e si andò a posizionare
fra
Harry ed Alicia, circondando le loro spalle con le braccia.
«Siamo
una bella squadra, non trovate?».
«Non
posso lamentarmi», rispose Harry facendogli l'occhiolino.
Aveva Fred
e Alicia nella sua squadra, Bletchley non sarebbe di certo stato un
problema.
La
tensione fra i pochi rimasti cominciava a diventare insopportabile:
Tiger non desiderava altro se non finire in squadra col suo
“capo”
nonché compagno di Casa Draco Malfoy, tutti gli altri
aspettavano
con impazienza che il loro nome capitasse nella squadra delle Piume
di Zucchero, capitanata da Cedric Diggory.
«Proseguiamo
con lo smistamento, è il turno delle Piume di
Zucchero», esordì
Aidan volgendo il suo sguardo verso il Tasso.
Cedric
annuì con convinzione, pronto a conoscere i membri della sua
futura
squadra per le prossime sei settimane. A questo punto, sperava
solamente che Tiger finisse nella squadra di Malfoy e che se mai
Katie Bell fosse finita con lui, non avrebbe dovuto preoccuparsi
della gelosia di Cho. Le voleva bene, ma ultimamente le cose tra loro
non andavano un granchè. Lei era troppo possessiva,
troppo...
asfissiante. La presenza in squadra di un ragazza come Katie avrebbe
potuto far vacillare ancora di più la sua relazione. Cedric
trasse
un profondo respiro e si voltò in attesa del Calice.
Il
primo biglietto non tardò ad arrivare, così che
l'irlandese non
perse tempo a leggere il nome.
«Roger
Davies!».
Il
Corvo raggiunse raggiante la sua postazione accanto al capitano delle
Piume, dandogli un'amichevole pacca sulla spalla in segno di
solidarietà. Insieme attesero che il campione bulgaro
afferrasse il
secondo bigliettino, mentre i pochi rimasti fremevano in preda
all'ansia. Quando Victor Krum chiamò il portiere dei
Grifondoro
Oliver Baston quest'ultimo tirò un sospiro di sollievo,
quasi sicuro
ormai di esser finito nella squadra di Malfoy.
Dal
Calice uscì dopo qualche istante un ultimo bigliettino, che
Aidan
Lynch non perse tempo a leggere.
«Vincent
Tiger», esordì, controllando le tre persone
rimanenti. «Credo sia
a questo punto chiaro che i tre nomi che il Calice non ha sorteggiato
andranno a far parte delle Cioccorane».
Ron,
George e Katie si guardarono atterriti; tre Grifondoro come loro non
avrebbero mai potuto far parte della stessa squadra di Draco Malfoy.
**
Una
volta che si furono assicurati che tutti i ragazzi fossero divisi per
squadre, Victor portò nuovamente il Calice all'interno della
serra e
Aidan si rivolse ai sedici partecipanti.
«Come
vi avevo anticipato in precedenza, ogni squadra avrà un
coach che la
seguirà durante tutta la durata del campus. Domattina alle
8.00 in
punto ci ritroveremo tutti nella serra per la colazione e la prima
riunione, in cui vi esporremo i criteri in base ai quali abbiamo
scelto queste quattro persone e vi esporremo le modalità in
cui si
svolgerà la prima prova. Per oggi, avete il resto della
giornata
libero, che spenderete facendo la conoscenza dei vostri coach e
cercando di ambientarvi all'interno dei vostri dormitori e
dell'intero campus. Dentro quelle porte, quattro persone più
o meno
qualificate vi stanno aspettando. La cosa importante, per questa
sera, è che sarete costretti a rimanere solo ed
esclusivamente con i
componenti della vostra squadra, non avrete quindi la
possibilità di
vedervi con le altre squadre partecipanti. Con loro, così
come con
noi, vi vedrete direttamente domani mattina. Spero che vi sia tutto
chiaro, vi auguro di trascorrere una buona serata».
I
quattro capitani raggiunsero l'ingresso dei loro dormitori e posarono
le mani sulle maniglie, pronti a scoprire quali sarebbero stati i
loro coach per il Torneo.
|
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Capitolo 3 *** Piacere, tu sei? ***
Capitolo
III - Piacere, tu sei?
«Finbar
Quigley? Ehi aspetta, sei seriamente Quigley, il battitore dei
Ballycastle Bats?», esclamò Katie Bell sconvolta
dalla visione del
ragazzo che si erano trovati di fronte.
«Finbar
Quigley, battitore dei Ballycastle Bats e da quest'anno anche della
Nazionale Irlandese. Sì, sono io», sorrise
affabile lui,
compiaciuto del fatto che l'avessero riconosciuto. O meglio, la
ragazza sembrava averlo riconosciuto, gli altri tre non si erano
effettivamente ancora espressi e Finbar non era del tutto sicuro che
i due rossi avessero realmente compreso la sua funzione lì.
«Si
può sapere a cosa serviresti tu qui?». Bene, a
quanto pare anche il
biondino non era molto propenso a fare la sua conoscenza.
«Che
c'è Malfoy, hai paura di perdere il trono?».
«Taci
Weasley».
«Ehi
voi, non iniziate a litigare o chiedo di cambiare squadra!»,
esordì
Quigley alquanto preoccupato da quella presentazione.
«No
ti prego, ammiro tantissimo il tuo modo di giocare, non ci
ricapiterà
più di averti come coach!».
«Mi
piace come ragioni, ragazza. Bene, per prima cosa, questi sono i
vostri letti. Non vi conosco, ma mi auguro che siate abbastanza
galanti da far decidere a...»
«Katie
Bell», esclamò prontamente la Grifondoro,
accortasi che Finbar la
stava fissando in cerca di un nome da darle.
«Sì,
da far decidere a Katie dove preferisce dormire. Mi dispiace soltanto
che non ci siano le stanze separate, ma Aidan è voluto
andare un
pochino a risparmio! Sapete, non aveva la minima idea di quale piega
avrebbe preso questo Campus e, ad essere sinceri, sia lui che io
siamo ancora molto incerti su tutto».
«Tu
conosci personalmente Aidan Lynch?», proferì Ron
strabuzzando gli
occhi per lo stupore.
«Pronto?
L'hai sentito? Da quest'anno gioca nella Nazionale Irlandese, sono
compagni di squadra!», lo stuzzicò George.
«Voi
due siete imparentati?», chiese incuriosito l'irlandese
osservando
la scenetta.
«Sono
fratelli, ti sfido a capire chi sia il più idiota fra i due.
E
fossero solo due!».
«Malfoy,
la finisci di prendertela con loro una buona volta?».
«Sì
Bell, dopotutto potrei iniziare a prendermela con te. E ah, il letto
di sopra è mio, togli la tua roba».
«E
tu saresti... ?».
«Draco
Malfoy, capitano di questa squadra nonché Serpe e di
conseguenza
unica persona con un minimo di cervello... In tutto il Campus. Tra
parentesi, se non fosse stato per quel vecchio rimbambito a quest'ora
avrei sicuramente trovato altro da fare per impegnare il mio tempo,
invece di venire qui a partecipare a questo stupido Torneo. E ah,
sono Purosangue».
«Se
non volevi nemmeno venirci mi spieghi che cosa ci fai qui?»,
sbraitò
Ron, al quale evidentemente non era ancora molto chiara la questione
della lista dei partecipanti “costretti”, tentando
di non
saltargli al collo.
«Bene
Draco, grazie per l'accurata presentazione. Ah, tanto per esser
chiari, lascia quel letto a Katie, tu prendi quello sotto»,
disse
l'irlandese senza scomporsi minimamente. La ragazza sorrise
trionfante e gettò i bagagli della Serpe sul letto al di
sotto del
suo, sedendosi con un gran tonfo senza distogliere lo sguardo dal
biondo in segno di sfida.
«Tu
invece, rosso esuberante? Qual è il tuo nome?».
«Mi
chiamo Ron, Ron Weasley. E giuro che sono felicissimo di poter
lavorare in squadra con un campione come te, ma la sua presenza mi
irrita a tal punto da farmi uscire di testa, non lo
sopporto!».
«Sì,
lui è il mio fratellino infervorato. Io invece sono George,
il mio
gemello è nella squadra dei Rospi alla Menta e sebbene nutra
un
profondo odio nei confronti di questo insulso essere che dice di
essere il nostro capitano, sono contento di far parte della stessa
squadra di Ron e Katie e sono deciso a vincere il Torneo».
Con una
leggera spinta fece cadere Ron sul letto accanto a quello di Draco,
aggiudicandosi così il letto superiore.
«Non
sapete quanto mi rincuori questa cosa. Anche io, come George, sono
deciso a vincere questo Torneo, e per farlo dovrò
assicurarmi che
seguiate costantemente e duramente i miei insegnamenti, ho bisogno
che vi fidiate di me e che mi vediate come la vostra guida. Vi lascio
riposare, immagino sarete stanchi, ma sappiate che da domani
sarà
molto dura. Buona serata!».
**
«Harry!
Mi ero raccomandato di farmi assegnare alla tua squadra!».
«Lei
dovrebbe essere...».
«Ludovic
Bagman al rapporto! È un onore conoscerti
finalmente!».
«Anche
per me, signore», concluse Harry stringendo la mano dell'uomo
di
fronte a lui. Aveva sentito parlare più di una volta di Ludo
Bagman,
che Silente stesso aveva descritto come un abile Direttore al
Ministero. Harry aveva infatti una grande ammirazione nei suoi
confronti, dati i trascorsi come battitore nella nazionale inglese di
Quidditch e in seguito proprio come direttore per il Dipartimento
dell'Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici, la più grande
passione
di Harry. Proprio in base alle parole che aveva sempre sentito su di
lui, il ragazzo non si sarebbe mai immaginato di trovarsi davanti ad
un uomo grassottello, con due grandi occhi a palla e un'espressione
simpatica e gioviale. Sì insomma, non avrebbero dovuto
essere tutti
come Victor e Aidan i giocatori di Quidditch?
«Allora
ragazzi, scommetto due falci che sto per indovinare il nome della
vostra squadra. Ci state?».
«Io
sì!», esclamò Fred entusiasta della
proposta. «Due falci che non
lo indovina! Ehm, Harry, puoi farmi un prestito? Al momento sono al
verde».
Alicia
guardò Harry in tono di supplica, non voleva che Fred
sprecasse i
suoi soldi in quel modo, per giunta il loro primo giorno di Campus.
Bletchley, dal canto suo, aveva preso possesso di uno dei letti e vi
si era sdraiato per nulla interessato a conoscere l'esito della
scommessa.
«Tu
sì che mi sei simpatico ragazzo, il tuo nome?».
«Fred
Weasley signore», disse il rosso porgendo i soldi al loro
coach.
«Ma
certo, hai la capigliatura tipica dei Weasley! Conosco tuo padre,
sai, lavoriamo insieme al Ministero. Grand'uomo! Non sei l'unico
Weasley qui al Campus vero?».
«No,
ci sono anche il mio gemello George e nostro fratello più
piccolo
Ronald, signore».
«Signore?
Chiamatemi Ludo, ve ne prego! Non sopporto che mi si dia del
“signore”!», continuò l'uomo
con il sorriso costantemente
stampato in volto. «E tu invece sei..?».
«Alicia
Spinnet», rispose la ragazza sorridendo di rimando.
«È
una grande giocatrice, lei! Una cacciatrice coi fiocchi!»,
esclamò
Fred stringendo la vita della ragazza.
«Oh,
non ne dubito. Siete fidanzati?», continuò Bagman
evidentemente
interessato alla vicenda.
«Oh,
no, no!», aggiunsero subito i due ragazzi, prima di
allontanarsi
imbarazzati.
Miles,
dal suo letto, rivolse uno sguardo disgustato in direzione della
Grifondoro, a voler esplicitare tutta la sua disapprovazione
sull'argomento. Era sicuro che una ragazza nella squadra avrebbe
inevitabilmente portato a discorsi del genere, che li avrebbero
distratti dalle prove finendo per perdere ogni singola gara. Se quei
due avessero continuato a fare i piccioncini ancora a lungo, se la
sarebbero dovuta vedere con l'ira di una Serpe.
«Bene
bene bene. Harry, Fred e Alicia. Tre Grifi eh? Sapevo che la vostra
sarebbe stata la Casa che contava il maggior numero di iscrizioni,
dopotutto siete famosi per il coraggio no?». Fece
l'occhiolino in
direzione di Harry, come a volergli comunicare qualcosa, poi
proseguì. «E tu, signorino? Immagino che il
professor Silente ti
abbia insegnato ad ascoltare un adulto quando ti parla, o sbaglio?
Forza, scendi da quel letto e presentati».
Miles
sbuffò e, sebbene malvolentieri, scese dal letto per
raggiungere i
tre ragazzi di fronte a Ludo Bagman.
«Miles
Bletchley, Serpeverde».
«Ragazzo
di molte parole, vedo!», esclamò Bagman ridendo.
«Oh,
lui almeno non dà fastidio come Malfoy»,
osservò Harry posando il
suo baule ai piedi del letto sottostante a quello della Serpe,
ricevendo un'occhiata minatoria da parte di questo.
«Rospi
alla Menta!», esclamò Ludo che nel frattempo aveva
lasciato perdere
i ragazzi per concentrarsi sul nome della squadra.
Il
rosso annuì, così che il loro nuovo coach
potè uscire dal
dormitorio infilandosi i due falci di Harry in tasca, lasciando Fred
col sapore della sconfitta.
**
Cedric
Diggory aprì lentamente la porta del loro dormitorio,
curioso di
conoscere il mago che li avrebbe allenati durante tutta la durata del
Campus. I quattro ragazzi fecero il loro ingresso nella stanza e
rimasero stupiti dal fatto che al suo interno non vi fosse nessuno.
Che Lynch e Krum si fossero sbagliati? Forse, avrebbero avuto l'onore
di conoscere i loro coach solamente la mattina successiva. Il Tasso
prese uno dei due letti superiori, lasciando che quello sottostante
venisse occupato da Roger Davies. Tiger, vedendo il loro
comportamento, agì di conseguenza e spinse Oliver Baston per
riuscire ad accaparrarsi l'altro letto in alto. Il portiere dei
Grifondoro, per nulla interessato alla disposizione dei letti,
aprì
il suo baule al centro della stanza e tirò fuori una
lavagnetta che
si apprestò ad appendere su una delle pareti; era sicuro che
sarebbe
servita per le loro strategie, non potevano assolutamente farne a
meno.
Cedric
osservò con aria quasi divertita i componenti della sua
squadra e,
vedendoli tutti impegnati -perfino Tiger, che aveva lo sguardo fisso
nel vuoto e Cedric non capiva se fosse concentrato sui suoi pensieri
o se fosse semplicemente disorientato-, decise di rimanere in
silenzio e si avvicinò alla porta del bagno per potersi dare
una
rinfrescata.
«Ahi,
stai attento quando cammini! ...Per tutti i gargoyle, voi non siete i
concorrenti vero? Lo sapevo che quei due idioti avrebbero finito di
parlare proprio nel momento in cui avessi messo piede nel bagno! Sono
cinque ore che vi aspetto, Merlino! E se c'è una cosa che
odio, sono
le persone ritardatarie!».
La
ragazza sembrò finalmente mettersi a tacere così
che Cedric Diggory
potè indietreggiare avvicinandosi agli altri compagni che,
impietriti di fronte a quella scena, si erano accostati l'uno
all'altro come fossero tre reclute in fila di fronte al colonnello.
«Tu
sei...?», chiese il Tasso quasi timoroso.
«Meaghan
McCormack, la vostra nuova coach», sentenziò la
ragazza cercando di
ricomporsi.
«Meaghan
McCormack. Non mi è nuovo il tuo nome, sei per caso la
figlia...»
«Di
Catriona McCormack, sì. E sono l'attuale portiere dei
Prides, nonché
abile giocatrice e ancor più abile allenatrice.
Sì, cioè, insomma,
questa è la mia prima esperienza come allenatrice, ma credo
di aver
preso da mia madre, perciò non sarà un
problema».
«Un
portiere, non potevo sperare di meglio!», esclamò
Oliver Baston,
che aveva lasciato il posto a due occhi sognanti dimenticandosi della
paura che la ragazza gli aveva fatto prendere poco prima.
«Uhm,
si, ok. Chi è il Capitano?», continuò
Meaghan cercando di evitare
lo sguardo di Baston.
«Sono
io. Mi chiamo Cedric Diggory».
«Bene
Diggory, vuoi presentarmi tu i tuoi compagni, che dici?».
«Si,
be', lui è Roger Davies, lui è Oliver Baston e
lui è... Vincent
Tiger. Giusto Tiger? È così che ti
chiami?». Cedric non era
abituato a chiamare la Serpe per nome. A dire la verità, era
stata
già un impresa saper distinguere chi dei due fosse fra Tiger
e
Goyle, che tutta la scuola conosceva come “i due scagnozzi di
Draco
Malfoy”. Quando la Serpe annuì -seppur poco
convinta- Cedric si
girò soddisfatto verso la ragazza, in attesa di una sua
indicazione.
«Ok,
statemi a sentire. Sono venuta in questo Campus solamente
perché in
questo modo Lynch la smetterà di chiedermi un appuntamento.
Nonostante questo, sappiate che non ho alcuna intenzione di lasciarvi
allo stato brado, sono qui e il mio obiettivo è quello di
farvi
vincere non una, ma tutte le prove. Saranno dure, anzi durissime, e
per questo motivo non avrete un minuto libero durante l'arco di tutta
la settimana, ci alleneremo tutti i giorni dalle 6 del mattino fino
alle 20 della sera, avrete una pausa di un'ora per il pranzo e nulla
di più. Se necessario, ci alleneremo anche durante la notte
e non
voglio sentire nessuno di voi pronto a lamentarsi. Non potrete far
uscire un solo gemito dalle vostre bocche, non una protesta, niente
di niente. Se credete di non poter sopportare tutto questo, andate
immediatamente da Victor e Aidan e abbandonate la competizione. Sono
stata chiara?».
I
quattro ragazzi annuirono senza dire una parola, scossi e allo stesso
tempo motivati dal discorso della loro coach.
«Tieni,
penso che questo serva a te», aggiunse poi Oliver Baston
porgendo il
pennarello della sua preziosissima lavagna a Meaghan.
**
«Non
può essere vero», disse Hermione Granger
passandosi una mano fra i
capelli.
«Hermione?
Cosa ci fai tu qui? Non dirmi che sei...»
«La
vostra coach, sì. E, scusami Cho, ma speravo in una squadra
migliore. Possibile che di otto Grifi, debba essere capitata nella
squadra di... Questo qui?».
Cormac
McLaggen guardò la ragazza compiaciuto, senza aver realmente
compreso le sue parole.
«E
tu per quale motivo dovresti essere la nostra coach?»,
aggiunse
Gregory Goyle in uno sprazzo di lucidità.
«Per
Rowena, Hermione, giuro che non avrei voluto dare ragione a Goyle, ma
voglio dire, tu non sai neanche come si cavalca una scopa! In base a
quale criterio hanno scelto i coach?».
«Grazie
per l'appoggio, Cho», rispose una sempre più
sconfortata Hermione.
«Che
importa il motivo per cui è qui, abbiamo due ragazze in
squadra!».
«Lei
è mia, Smith. Non ci provare»,
puntualizzò Cormac McLaggen.
Le
due ragazze rivolsero loro uno sguardo disgustato, poi Cho sorrise
alla Grifondoro per dimostrarle il suo sostegno.
«Sono
qui, perché il campione bulgaro Victor Krum è
venuto a sapere della
mia mente brillante attraverso il nostro Preside e, sotto il consenso
di Aidan Lynch, sono stata chiamata a gestire la vostra squadra. Ora,
probabilmente non saprò come si cavalca una scopa -e no
McLaggen,
niente battutine sporche o ti ritroverai fuori da questo dormitorio e
dall'intero Campus ancor prima che riesca a pronunciare la parola
Quidditch- ma ho studiato perfettamente le prove che dovrete andare
ad affrontare, so tutto sull'argomento. Io ci metto la teoria, voi mi
aiutate nella pratica. A primo impatto questa potrebbe sembrare una
squadra non proprio modello, ma sono sicura che se ci impegneremo
tutti riusciremo a vincere qualche prova. McLaggen, Smith, meno
ragazze e più scope; Goyle, meno Malfoy e più
fedeltà nei
confronti della tua squadra; Cho... Aiutami a non mandare la squadra
alla deriva».
«Sì,
signor capitano», sorrise la giapponese facendo l'occhiolino
ad
Hermione, che era stata abilissima nel destreggiarsi in una
situazione del genere. McLaggen e Smith erano ai suoi piedi, non
sarebbe stato difficile badare a loro. Per quanto riguardava Goyle,
avrebbero solamente dovuto cercare di tenerlo il più lontano
possibile da Draco Malfoy. Il resto sarebbe stato facile: tutti e
quattro sapevano giocare, Hermione era in grado di spiegargli nei
minimi particolari le prove che avrebbero dovuto affrontare
così che
insieme avrebbero potuto creare delle strategie efficaci per battere
le altre squadre. Alla Grifondoro serviva solamente un pizzico di
fiducia nella sua squadra, Cho Chang ne era certa.
«Questo
sarà il vostro dormitorio per le prossime sei settimane, a
me è
stata fortunatamente riservata una stanza nei dormitori dei coach. A
proposito, sapete se Harry e Ron sono nella stessa squadra?».
«Il
tuo amichetto roscio è nella squadra di Draco, dove avrei
dovuto
essere io».
«Oh,
fantastico», concluse Hermione uscendo dal loro dormitorio,
più
scoraggiata che mai.
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Capitolo 4 *** Convivenza forzata ***
Capitolo
IV – Convivenza forzata
Quando
Hermione si chiuse la porta alle spalle, Cho Chang guardò i
membri
della sua squadra e, solo dopo alcuni minuti, si concesse di crollare
emotivamente. Arrivata a quel punto, era quasi del tutto certa che
non ce l'avrebbe fatta ad arrivare viva alla fine del Campus.
Zacharias Smith e Cormac McLaggen avevano preso a discutere su chi
avrebbe dovuto accaparrarsi la mano della loro nuova coach, lanciando
di tanto in tanto qualche occhiata furtiva anche alla Corvonero che
si sentì in qualche modo messa in palio per
chissà quale scommessa.
Goyle, che non aveva fiatato molto fino a quel momento, spostava il
suo sguardo sui compagni di squadra guardandoli in cagnesco e molto
probabilmente maledicendoli per averlo “costretto”
ad essere in
quella squadra. Una delle poche frasi che aveva pronunciato da quando
erano stati divisi, infatti, era stata testualmente “Quei due
maledetti mi hanno incastrato estraendo il mio nome, se non fossero
stati così scorretti a quest'ora avrei potuto essere nella
squadra
di Draco!”. In definitiva, Cho Chang era assolutamente
convinta che non sarebbe arrivata viva alla fine del Campus.
**
«Converrete
con me che non ci è concesso perdere tempo per alcun motivo,
a
partire fin da ora, giusto?»
«Oliver,
ecco, non vorrei mancarti di rispetto, ma fino a prova contraria il
capitano della squadra sono io e, a meno che tu non sappia con
anticipo quale sarà la prova che ci troveremo ad affrontare
alla
fine della settimana, non vedo come possiamo impiegare il nostro
tempo. Credo invece che dovremmo approfittare di questa sera per
conoscerci meglio, dopotutto io sono un cercatore, tu un portiere,
dovremmo vedere quali sono le doti di ognuno di noi, che ne
pensate?», concluse Cedric Diggory osservando attentamente i
componenti della sua squadra. Quando si accorse che da parte loro non
arrivava alcuna risposta in merito, continuò speranzoso
«tu Roger,
ad esempio, sei un ottimo cacciatore. Ho giocato contro di voi ogni
tanto, credo che tu abbia talento e che sia molto agile, è
una
qualità da non sottovalutare». Vedendo il
Corvonero annuire,
proseguì «E tu Tiger? Tu sei un battitore giusto?
La potenza sarà
il punto a tuo favore, possiamo giocare bene anche su questo fattore.
Oliver, tu hai tecnica, un portiere deve saper calcolare bene ogni
singola mossa degli avversari, è una dote ammirevole
sicuramente.
Per quanto riguarda me, è la velocità su cui
dobbiamo puntare. Un
cercatore deve saper scattare e seguire l'andatura del boccino, non
c'è che dire. Siamo una squadra ben assortita,
dopotutto!», sorrise
affabile il Tasso motivandosi attraverso le sue stesse parole.
«Sai
Diggory, non sei niente male come capitano», gli sorrise
Oliver
Baston andando ad appuntare il discorso sulla lavagna, con un
pennarello di riserva che si era premurato di non consegnare a
Meaghan.
«Che
ne pensate della coach?», continuò Davies che
aveva finalmente
preso parte alla conversazione.
«Pazza»,
disse Cedric.
«Isterica»,
continuò Oliver.
«Nevrotica»,
aggiunse Roger.
«Figa!»,
concluse Tiger.
«Sì,
è una bella ragazza», concessero a quel punto i
tre.
«Tiger,
posso farti una domanda?», riprese il Corvo girandosi verso
di lui.
Quando vide che la Serpe lo stava ascoltando, continuò.
«Tu e il
tuo amico, Goyle, non vi stancate mai di andare appresso a
Malfoy?».
«Lui
è un amico», disse semplicemente Vincent.
«Un
amico? Ma se vi tratta come due segugi!», si
infervorò Oliver
alzando il tono della voce.
«Mi
fido di lui, so che non mi farebbe mai del male».
A
quelle parole, Cedric Diggory sentì che il suo stomaco si
faceva
improvvisamente più pesante, come se avesse appena
ingurgitato un
enorme masso impossibile da digerire. «Posso fartela anche io
una
domanda, Vincent?».
Sentendosi
chiamare per nome, la Serpe si rizzò, quasi a volersi
difendere da
un imminente attacco.
«Pensi
di poterti fidare di noi?».
Quelle
parole, quasi incerte, del loro nuovo capitano piombarono nella
stanza a gelare l'aria, come a voler tastare un territorio
inesplorato da tutti. Quando, però, Tiger mosse quasi
impercettibilmente la testa in segno di assenso, quasi per paura di
esser visto, i quattro ragazzi capirono che era appena stato
stipulato un accordo che permetteva loro di essere una vera squadra,
dove l'unica regola che vigeva era quella di guardarsi le spalle a
vicenda, e decisamente non c'era spazio per le Case di Hogwarts.
Forse, non sarebbero mai stati compagni di Casa, ma da quel momento
per le prossime sei settimane sapevano benissimo tutti e quattro di
potersi considerare compagni di squadra. Nessun Tassorosso,
Grifondoro, Corvonero o Serpeverde, ma solamente bellissime,
buonissime e affiatatissime Piume di zucchero.
**
Non
stava succedendo davvero, non a lui. A partire dalla folla di
Grifondoro che si era ritrovato davanti agli occhi, fino alla
presentazione di quello che doveva essere uno dei campioni del
Quidditch irlandese, e che invece a lui era sembrato solamente un
altro personaggio da cui tenersi alla larga, per non parlare poi
della malsana idea che avevano avuto quei due di comporre le squadre
in quel modo -non poteva essercene uno peggiore, di questo ne era
assolutamente certo-, quel giorno sembrava talmente irreale che,
quando Draco Malfoy aprì gli occhi, quasi si
stupì di trovarsi i
tre Grifi intenti a fissarlo con somma curiosità.
«Sapete,
data l'impossibilità di fuggire seduta stante da questo
inferno, la
mia prospettiva era più o meno quella di ignorare voi e le
vostre
facce per le prossime sei settimane. Dite di potermi aiutare almeno
in questo?».
«Non
credevo di poter essere d'accordo con lui»,
bofonchiò Ron che aveva
immediatamente distolto lo sguardo dal biondo, come se il solo
guardarlo gli provocasse un'irritazione cutanea.
«Lo
farei volentieri, Malfoy, se non fosse che sono più o meno
trenta
minuti che tentiamo di organizzare qualcosa da fare per questa sera,
e tu non hai dato alcun segno di vita da allora. Credevamo fossi
morto stecchito», attaccò Katie Bell con tono
quasi canzonatorio.
«In
realtà, per un momento lo abbiamo sperato»,
concluse George dando
un buffetto sulla gamba della Serpe, che si ritrasse immediatamente
quasi fosse stato scottato.
«Vuole
esser lasciato in pace, accontentiamolo no?», concluse Ron
sbuffando
sonoramente.
«Malfoy,
non puoi semplicemente ignorarci per le prossime sei
settimane,
siamo la tua
squadra adesso e,
per quanto mi dolga ammetterlo, sei tu il capitano, quindi hai il
dovere di mantenerci uniti. Non puoi di certo farlo standotene per
conto tuo tutto il tempo!»
«Ancora
una volta, Katie ha ragione Malfogna, devi fare qualcosa. E per
quanto possa concordare con il mio adorabile
fratellino», proseguì George girandosi a guardare
un Ron sempre più
imbronciato «il capitano sei tu e devi darti una mossa,
dobbiamo
passare questa serata insieme, se vogliamo arrivare a domani come una
vera squadra».
«Ecco,
magari quel nomignolo lo eviterei la prossima volta, anche se gli si
addice benissimo», sussurrò Katie all'orecchio del
rosso
distogliendo finalmente lo sguardo da Draco.
«E
va bene», concluse Draco Malfoy alzandosi dal suo letto.
«Diamo
ufficialmente il via al Torneo del “vediamo chi
riuscirà per primo
a guadagnare una cruciatus coi fiocchi”. Io propendo per te
Weasley, che ne dici?», azzardò rivolto verso Ron.
«Oh,
io dico che per domani mattina avremo bisogno di un nuovo
capitano!»,
sbottò il Grifondoro saltando addosso al biondo e brandendo
la sua
bacchetta.
«Non
vorrei intromettermi, ma questo non mi sembra il modo migliore per
familiarizzare!», aggiunse George prima di buttarsi nella
mischia.
Dalla
porta del dormitorio, Katie Bell guardava i suoi tre compagni di
squadra con l'espressione più afflitta che avesse mai
assunto in
tutti quegli anni al castello.
Sarebbe
stata decisamente una luuunga serata,
pensò.
**
«Quel
tipo non è per niente simpatico, avrà sicuramente
barato per quella
scommessa!».
«Cosa
cambia, Fred? Quei soldi non erano nemmeno tuoi, l'unico qui a
doversi lamentare è Harry».
«Tranquilla
Ali, due falci non mi cambiano la vita».
«Potreste
gentilmente chiudere la bocca e lasciarmi dormire?».
«Dormire
Bletchley? A quest'ora? Neanche mia madre infliggerebbe mai una
tortura simile ai suoi figli!».
«Per
me l'unica tortura al momento è trovarmi qui in una squadra
con tre
Grifondoro, Weasley. Dormire è forse l'aspettativa
più allettante».
«Mi
dispiace Miles», disse allora Alicia Spinnet spostando le
gambe
della Serpe per potersi sedere sul suo letto. «Dobbiamo
approfittare
di questa serata, abbiamo bisogno di conoscerci tutti meglio».
«Voi
due vi conoscete dal vostro primo anno ad Hogwarts»,
proseguì la
Serpe indicando la ragazza e subito dopo Fred, seduto sul letto di
fronte a loro. «E lui è Harry Potter, per Salazar,
non c'è mica
bisogno che vi dica chi è! Persino mia madre lo conosce, e
lei non è
una maga». Le ultime parole uscirono dalla bocca del ragazzo
in un
flebile sussurro, quasi si vergognasse di quella confessione che
ormai non avrebbe più potuto rimangiarsi. Il Campus era
appena
iniziato, e quei tre lo avevano già indotto a rivelare
più di
quanto avrebbe mai creduto di fare. Si stava ancora domandando quale
fosse stato il motivo -oltre la minaccia ben poco velata di Draco
Malfoy, si intende- che lo avesse indotto ad iscriversi a quella
agonia, quando la Grifondoro fissò lo sguardo su di lui e lo
guardò
con occhi vivaci, quasi preoccupanti, che non promettevano
assolutamente nulla di buono.
«Wow,
un Mezzosangue fra le Serpi?», esordì Fred ancor
prima che Alicia
potesse aprire bocca.
«Non
sono certo l'unico», sbuffò di rimando Bletchley,
già stanco di
quella discussione.
«No
ma, voglio dire, amico di Draco Malfoy?».
«Io
e Draco non siamo amici», liquidò allora la Serpe,
senza dare
ulteriori spiegazioni in merito.
Sebbene
Fred si aspettasse una qualche rivelazione che avrebbe potuto
sconvolgere la serata -se non l'intera durata del Campus-, non
indugiò oltre e si zittì lasciando che la Serpe
decidesse se
parlare o meno.
«Anche
io sono una Mezzosangue», proseguì Alicia
prendendo finalmente la
parola, senza staccare gli occhi da Bletchley. «Loro due,
invece,
Purosangue fino alla punta dei capelli». Ciò che
aveva appena
espresso la ragazza era una semplice constatazione, che non andava in
alcun modo a differenziarla dai suoi due amici solo a causa del suo
sangue. Fred e Harry questo lo sapevano, non vi erano mai stati
problemi di questo tipo ad Hogwarts se non tra i Serpeverde. L'unico,
nella stanza, a sentire il peso di quelle confidenze, era Miles
Bletchley, che avrebbe volentieri rinnegato le sue origini di
Mezzosangue.
«La
smetti di fissarmi, stupida Grifondoro?».
Grifondoro,
non Mezzosangue. Quello era un insulto che Miles non poteva
permettersi.
«Non
posso. Mi hai fatto venire un'idea geniale, Miles»,
continuò
tranquilla Alicia. «Harry, prendi posto vicino a Fred, stiamo
per
giocare».
«Cominci
a farmi paura», continuò Bletchley quasi schifato.
«E ti sarei
grato se la smettessi di chiamarmi per nome».
«Come
vuoi, Miles».
Il
risolino che si levò dal letto antistante il loro
spronò la ragazza
a continuare.
«Cos'è
che dovremmo fare, Ali?», intervenne a quel punto Harry che
aveva
preso posto accanto all'amico.
«Ma
è semplice, giocheremo a “Sotto
Veritaserum”».
«E
che gioco sarebbe?», chiese Harry confuso.
«Dobbiamo
dire la verità. Domanda e risposta, senza
possibilità di diniego.
Giusto Ali?», proseguì Fred eccitato all'idea di
passare la serata
in quel modo.
«Giustissimo».
«Io
non gioco, grazie».
«Non
dobbiamo mica costringerti a bere davvero del Veritaserum, giusto
Miles?», lo provocò Alicia.
«Non
ne avete».
«Ne
sei così sicuro?», continuò Fred dando
corda all'amica.
«Ok
ragazzi, cominciate a far paura anche a me», concluse Harry
divertito. «Via con la prima domanda».
«Comincio
io», disse allora Alicia guardando i tre compagni con aria di
sfida.
«La prima volta che avete cavalcato una scopa?».
«Oh,
questa è facile, due anni. Avevo tre fratelli più
grandi ad
Hogwarts, la mia casa pullulava di scope!».
«Undici
anni, alla prima lezione di volo al castello»,
continuò Harry
leggermente imbarazzato.
«Tu
Miles?», lo imbeccò la Grifondoro.
Dopo
qualche secondo di assoluto silenzio e trepidante attesa, il ragazzo
parlò. «Otto anni, con mio padre. Mia madre non
voleva
assolutamente, ma lui è sempre stato un grande appassionato
di
Quidditch e voleva trasmettermi la sua passione».
«Wow,
l'unico ignaro e all'oscuro di tutto ero io! Fortuna che sono portato
per questo sport!», continuò Harry ridendo.
«Ok, prossima domanda.
Questa è facile. La Gelatina Tutti i Gusti+1 più
cattiva che
abbiate mai mangiato!».
«Caccola».
«Cerume».
«Sterco
di Troll». A quelle parole, si girarono tutti verso Fred.
«Che c'è?
Era uno dei primi esperimenti fatti con mio fratello, avevamo
intenzione di venderla alle Serpi per trasformarli in giganteschi,
stupidi e puzzolenti Troll!», cercò di
giustificarsi.
«E
ha funzionato?», chiese Harry incuriosito.
«Certo
che sì, non hai visto Malfoy?».
Miles
Bletchley fu contento che la risata che si levò dai ragazzi
nella
stanza fosse sufficiente a coprire il ghigno divertito che
spuntò
sulla sua bocca che, fortunatamente, neanche Alicia Spinnet che non
l'aveva lasciato in pace fino a quel momento, aveva colto.
«Siete
dei pivellini in questo gioco, lasciate che sia io a fare la prossima
domanda. Avete una cotta per qualcuno ad Hogwarts? E mi raccomando,
voglio il nome! Come se non bastasse, vi facilito le cose: comincio
io. Angelina Johnson, signori».
«Spiacente
deluderti Freds, ma sanno tutti della tua cotta per Angelina!»,
esclamò Alicia ridendo di cuore. «A
me non piace nessuno»,
continuò risoluta. «Ma
al mio primo anno ho avuto una gigantesca cotta per... George!»
«George?
E cos'ha più di me scusa? Siamo identici!»
«Non
è vero, George ha sempre avuto quell'aria più...
consapevole! Che a
te manca del tutto, mio caro».
«A
me non piace nessuna», li
interruppe Bletchley bruscamente.
«Non
è vero, ti si legge in faccia!»
«Non
la conoscete, quindi è come se non mi piacesse per quanto vi
riguarda».
«Questo
lascialo decidere a noi».
«Daphne».
«La
Greengrass??», sputò fuori
Harry, tornato di colpo tra di loro. «Ma ha la mia
età!»
«È
sicuramente molto più matura di tutti voi»,
borbottò Miles di
rimando.
«Harry,
guarda che non ci scappi. Tocca a te. C'è qualcuna che ti
piace?».
«No,
nessuna», bofonchiò il moro a mezza bocca.
«Oh,
allora non ti interesserà sapere che Romilda Vane e Ginny
Weasley
verranno a vedere la prima prova questa settimana», lo
stuzzicò
Alicia, così che Harry si ritrovò ad arrossire
fin sopra la punta
dei capelli.
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