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di hollymahone
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Vita Segreta Di Una Mezza Vampira Teenager Americana ***
Capitolo 3: *** Pronto?!Non Sono Una Life Coach ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo





Quando cerchi sinceramente l'amore, lo trovi che ti sta aspettando..
È  la nostra propria mediocrità che ci fa innamorare e ci fa rinunciare.  Il vero amore non conosce il significato della rinuncia, non è nemmeno  preoccupato di questo problema.
Fu il tuo bacio, amore, a rendermi immortale.

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Vita Segreta Di Una Mezza Vampira Teenager Americana ***


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Vita Segreta Di Una Mezza Vampira Teenager Americana

 

 

 

Una mattina ti svegli e sei un'adolescente. 

Così, senza un avvertimento, dall'oggi al domani, ti svegli nel corpo di una sconosciuta che si vede in sovvrappeso, e io non facevo eccezione.

La scuola stava diventando pesante e , negli ultimi tempi, ero ancora più scorbutica e irritabile. Ero stata l'ultima della classe ad avere il ciclo e per una che non voleva avere complicazioni quella era stata una complicazione bella grossa. Non poteva rimanere tutto come prima? Ero davvero obbligata  a entrare nel mondo dei grandi

I miei voti, di conseguenza, erano in caduta libera ed ero diventata il bersaglio preferito di tutti i professori, più cercavo di mimetizzarmi e più mi facevano domane, più tenevo un basso profilo e più mi si accanivano contro e se, fino ad allora, ero stata una studentessa con voti nella media, era come se d'improvviso tutti si fossero messi a parlare un'altra lingua a mia insaputa. 

La letteratura era diventata un macigno, la matematica era più contorta del Codice da Vinci e il francese un ammasso di accenti e esse messe a caso.

" Renesmee!". La voce di Mrs Smith risuonò come una fucilata e si fece breccia fra i banchi, fino a colpirmi in pieno. Eh si, così mi chiamo io. La fantasia di mia madre Isabella, chiamata da tutti Bella, non ha confini e limiti. 

Aspettate, vi ho detto chi sono? Sono Renesmee Cullen, figlia di Bella e Edward Cullen. Io sono particolare, d'altronde come la mia famiglia. Io sono una mezza vampira, figlia di due vampiri. Come può essere possibile? Semplice. Sono stata concepita quando mia madre era ancora umana, e per impedire il passaggio a migliore vita, mio padre la trasformò in un vampiro. Ed eccoci qui, io mezza vampira e mezza umana con qualche potere abilità fuori dal comune. Riesco a trasmettere i miei pensieri e sentimenti, con il tocco della mano a una persona qualunque, non sono come mio padre, Ed, che può leggere la mente di tutti, eccetto quella di mia madre. Ma la sottoscritta ha ideato un modo per sfuggire a questo suo dono malefico, furba, vero?

Vivo nel bosco, in una deliziosa casa, costruita da nonna Esme anche lei vampiro. La mia famiglia è composta da Carlisle e Esme loro sono i miei nonni, poi abbiamo Emmett e Rose, Alice e Jasper i miei rispettivi zii. Non dobbiamo dimenticare nonno Charlie, l'unico umano della mia famiglia, padre di mia madre.. Oltre al ramo di famiglia vampiresco abbiamo anche il ramo di famiglia composta da licantropi cioè Sam, Seth, Quil, Embry, Paul, Jared, Billy, Claire, Leah, Emily e infine il MIO Jacob. Il mio migliore amico. Lui è un grande. Lui ci è sempre stato per me, fino da quando sono in fasce, passiamo le giornate insieme a La Push, lontano da tutti ed alcune volte la sera andiamo a qualche festa o si decide per una serata alternativa a casa sua. Tra di noi c'è una complicità immensa, e per quando riguarda me.. Sono innamorata di Jacob Black. Nessuno lo sa e nessuno lo dovrà mai sapere. Lui è tutto ciò che posso desiderare in questo mondo. Tutti pendevano dalle sue labbra, mentre io pendevo anche dai suoi bicipiti e addominali.

Ritornando a noi, percepivo i sospiri di sollievo dei miei compagni di classe che si rilassavano sulla sedia, mentre io appoggiavo la testa sul banco disperata. Era comunque tutto inutile, un suggerimento andava bene in un test di si o no, non quando avevi un buco di 400 anni di storia in testa.. Cominciai a balbettare frasi per dare l'impressione di sapere qualcosa, che era la peggiore tattica in assoluto oltre che ignorante sembravo autistica.

" Non lo sa" sentii bisbigliare alle mie spalle. La voce stridula e acuta di Rita mi fece venire i brividi.

Non lo sapevo e non me ne importava niente. Avevo voglia di alzarmi, rovesciare il banco e correre fuori dalla classe ma invece di starmene zitta e accettare con diplomazia la pubblica umiliazione, mi voltai verso Rita, con 4 kg di trucco in faccio e dissi " Ma perchè non te ne vai affanculo? Credi di essere migliore di me perchè sai di che anno è la Magna Charta? Sai dove te la puoi ficcare la Magna Charta?..".

Avrei dovuto lasciarglielo immaginare invece di spiegarglielo, e cosi, cinque minutii dopo non sarei stata seduta davanti al preside che telefonava ai miei genitori minacciando di farmi perdere l'ultimo anno.

Quest'anno la vedo dura.. molto dura.

Uscita dal preside andai verso il mio armadietto dove trovai Jacob con un sorriso bellissimo.

" Ei piccola peste.. Ho saputo di quello che è successo. Che temperamento" 

" Jake.." sussurrai, non volevo sentire la predica anche da lui.

" Nessie, mi spieghi che ti è preso?"

" Niente, ero stufa. Non sono problemi suoi se non sapevo rispondere alle domande. Per una volta, quella ragazza dovrebbe farsi gli affari suoi non miei." mi allontanai e aspettai che il corridoio si svuotasse in modo da svignarmela ma prima che il mio piano ricevesse un premio Oscar e Nobel, Jake mi sollevò di peso e mi fece voltare in aria, appiccicandomi due baci enormi in guancia. Rimasi senza fiat, travolta da un'emozione indescrivibile divisa fra il desiderio di baciarlo sulla bocca. 

Mi scompigliò i capelli ridendo lo salutai di fretta ed entrai nella classe di scienze. " Nessie!" urlò lui ma lo ignorai.

Dovevo stare lontana da lui, lontana da quell'amore impossibile. Dovevo farmelo passare. Non avevo scelta.

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Capitolo 3
*** Pronto?!Non Sono Una Life Coach ***


 

Pronto?! Non Sono Un Life Coach. 

 


 

 

Il liceo. La brillante idea della società di mettere tutta la propria gioventù aggresiva, ipocrita,pubescente e ingenua in un unico ambiente per tormentarsi e ferirsi emotivamente a vicenda per sempre.
Stavo assistendo all’evento epico dell’anno: Il re della scuola Nick Dickens che molla la regina della scuola, la mega stronza Elisabeth River.
 
“Credo che non dovremo più vederci. Mi dispiace Elisabeth” disse Nick da duro.
“ Tu. Stupido. Idiota. Non puoi rompere tu con me e sono io che rompo con te, per la cronaca non è colpa mia, è tua. Non ho più bisogno di te. Non avrò nessun problema a trovare un altro. Io sono Elisabeth River!” urlò lei scandendo bene le parole e calcando sul suo cognome.
Ragazzi..
 
Tornai a casa con la consapevolezza che era giunto il momento di dire che avevo intenzione di andare a Seattle con la mia migliore amica e il suo fidanzato nell’estate. Gabrielle, la mia migliore amica da quando ho iniziato a frequentare il liceo qui a Forks. Gabrielle è una persona estroversa, gentile,con un cuore grande e generosa. Ha degli occhioni verdi e una chioma color  nocciola. Entrambe frequentiamo l’ultimo anno ma il problema è che Gabrielle è incinta. 
Arrivata a casa le cose si complicarono! Dovevo andare a Denali.
Presi il coraggio a due mani, sapevo che stava arrivando la parte difficile.
" Voglio andare a stare da nonno Charlie. Non voglio venire con voi a Denali! Quest’estate andrò a Seattle con Gabrielle." sparai.
" Doveee?"strillò papà strabuzzando gli occhi.
" Edward, ti prego!" lo zitti bruscamente mamma, poi rivolta di nuovo a me. " Dove hai detto che voglio andare???", strillò.
" Da Charlie! Voglio rimanere a Forks! Non voglio lasciare qui tutti i miei amici.. Voglio stare qui con Gabrielle, Charlie, Matt.. e Jacob. In estate sarò a Seattle per aiutare Gabrielle." cercai di spiegare. Guardai in giro l'aiuto dei miei famigliari, ma niente. Codardi! A quanto pare questa è una questione tra Edward e Bella e la loro figlia! Ecco cosa intendevo per la parte difficile.
" Gabrielle è incinta." sussurrò mia madre, sapevo dove voleva andare a parare. La guardai malissimo.
" Ne riparleremo, signorina." disse mio padre. E con questo voleva dire che l'argomento è chiuso per questo pomeriggio. Ma non posso obbligarmi di andare a Denali, voglio rimanere assolutamente qui. Non posso rovinarmi la vita, ho dei diritti. Io andrò da Charlie, con o senza il loro consenso.  Devono essere solo grati che non abbia detto che vado a stare da Jacob, anche se vorrei, ma credo che mio padre non avrebbe gradito. Come non bastasse ho dovuto inoltre subire la paternale per essere stata sbattuta in presidenza un'altra volta. Dettagli.
 
Con Gabrielle, potevo rilassarmi, sfogarmi ma anche stare con la mia migliore amica.
" Gabrielle, tu lo guardi Teen Mom?"
" Certo che si!"
" E Juno? Hai mai visto Juno?"
" Renesmee!" mi disse sorridendo come se fossi una mezza scema. " Andrà, tutto bene. Tranquilla.Quella è solo televisione, fanno sembrare tutto molto peggio di quello che è, altrimenti nessuno guarderebbe quei programmi."
" Gabby, mi fai paura!" mugolai.
"Chi dovrebbe avere più paura, io o te?"disse sedendosi sul divano.
"Tu, che c’entra, ma...".
"Appunto! E se io non ho paura perché dovresti avercela tu?” 
Aveva diciasette  anni e di lì a qualche mese avrebbe avuto un bambino.
Il figlio di Charlie, a cui volevo bene come a un fratello ma che lei aveva completamente tagliato fuori dalla sua vita. dal momento che stava con Chris. Su questo individuo non commento.
"Perché non ti rendi conto di quello che sta per succedere e hai perso il contatto con la realtà!”.
Gabrielle rise, una di quelle risate che faceva spesso prima di rimanere incinta. Mi prese per mano e mi accompagno nella sua camera. Non ci venivo da un sacco di tempo.
E, come sospettavo, non c’era più niente di quello che ricordavo, nemmeno il poster gigantesco di Adam Levin che occupava mezza parete. Era una camera molto più sobria ed essenziale di quella cheaveva quando ancora eravamo “normali”, quando entravamo di corsa buttando gli zaini per terra,mettevamo a tutto volume i Black Eyed Peas e cantavamo Let’s Get It Started a squarciagola, saltando sul letto.
Dov’erano finite quelle due matte?Dov’eravamo finite?
Se chiudevo gli occhi potevo ancora sentire le nostre risate.Un’eco che si faceva sempre più lontana.
"Avevo bisogno di ordine" rispose interpretando  mio sguardo smarrito.
" La camera di Jacob è molto più accogliente" la presi in giro.
Aprì un cassetto e tirò fuori delle tutine da neonato azzurre e verdi, delle scarpine minuscole e dei bavaglini colorati e li dispose sul letto con aria sognante.
"Guarda! Non sono un amore?" sorrise tenendo in mano una maglietta microscopica con una mela disegnata sopra.
La guardai perplessa.
Se c’era una cosa che proprio non mi emozionava minimamente erano i bambini e ancora meno ivestitini dei bambini. Avevo sempre odiato giocare con le bambole, figuriamoci con un bambolotto vero!
"Dai non fare quella faccia! Sono adorabili!».
"Adorabili..." ripetei arricciando il naso.
"Vedrai che sarai una zia bravissima"
"Ehi ehi, frena! Io non sono brava a insegnare e poi zia Nessie suona malissimo!".
L’idea che stava per avere un figlio mi convinceva sempre meno
"Zia Nessie! Zia Nessie!" cominciò a sfottermi. " Vedrai che piacerai a lei."
"Ma lei chi? E come fai a sapere che è una femmina?"
"Si chiama ecografia! Mai sentita nominare?"
"Mai avuto bisogno!".
"Tu non hai mai avuto paura di nulla Nessie"mi disse guardandomi dritto negli occhi "e quando penso a qualcuno di veramente forte penso a te. Ho bisogno di te Nessie... Abbiamo bisogno di te" disse con uno sguardo sincero accarezzandosi la pancia.
L'avrei aiutata a superare quella situazione. Infondo è la mia migliore amica.
 
Ferma al semaforo "Hey, I just met you...and this is crazy.. but here's my number..so call me, maybe?" cominciai a cantare fortissimo nella mia bellissima Ford Kuga bianca, scelta dalla sottoscritta. Un vero gioello.
Una signora in macchina mi guardò stranita. "And all the other boys..try to chase me..but here's my number..so call me, maybe?" cantai guardandola. " Carly Rae Jepsen, è forte!!"
La signora scosse la testa e ingranò la prima partendo. Scoppiai a ridere come una stupida e mi resi conto che era ora che affrontavo Jacob. Dovevo spiegare perchè ero scappata così.
Che mi invento ora? Non posso dirgli che sono innamorata di lui. O si?
Il mio cellulare squillò distogliendomi dai miei pensieri.
Era Charlie.
Alzai gli occhi al cielo. Non avevo nessuna voglia di rispondere.
“Ciao Charlie”
Sapevo che mi avrebbe chiesto di Gabrielle e non avevo voglia di dirgli che ci eravamo viste,  mi
avrebbe dato il tormento per riuscire a convincerla a tornare con lui.
“Senti, ho bisogno di vederti”.
“No Charlie, oggi è una giornataccia, sono stanca morta, mi sono alzata presto, e resto...”.
“Eddai Nessie, devo parlarti di una cosa troppo importante, vengo da te dopocena”.
“Ma...”.
Non riuscii a finire la frase che aveva già riattaccato.
Ottimo.
La vita aveva di nuovo preso il controllo... su di me.
Parcheggiai davanti casa mia, e per un momento cercai di riprendere il controllo della mia vita prima che la vita prendesse controllo di me, anche se non ha molto senso, solo.. che tra il problema dei miei genitori che vogliono andare a Denali perchè sospettano che qualcuno abbia notato il loro non-cambiamento, la mia migliore amica incinta che vuole andare a Seattle, innamorata del mio migliore amico e il padre della mia migliore amica che rompe le palle è stressante! Chi sono io? Il nuovo Dalai Lama a mia insaputa?!
Scesi dalla macchina e mi ricordai che dovevo chiarire con Jake, così gli mandai un messaggio se aveva qualcosa da fare dopo cena, dopo che Charlie sarebbe venuto a rompere le palle.
 
Ei sfigato di un lupo, che fai stasera?
 
Mi rispose quasi subito: Sfigato a chi? Vado a una festa con David alla festa di Katie. Ti unisci a noi?
Da quando io non so niente di una fiesta, e perchè me lo dice ora? Infondo non è una cattiva idea, posso divertirmi e stare con Jake cercando di chiarire.
 
Certo. Ci vediamo direttamente la. 
 
Perfetto. A dopo,Ness.
 
 
Sentii Charlie entrare in casa e salutare mia mamma che rispose con un sorriso. 
Feci una smorfia e aprii la porta di camera mia, prima che bussasse.
Sembrava un cane bastonato.
Le mani in tasca, il passo strascicato e i capelli fuori taglio che gli ricadevano sugli occhi obbligandolo a soffiare in su per riuscire a vedere. Charles Phillips, un ragazzo bello, con gli occhi azzurri che sta per avere un figlio e non sa come risolvere i problemi con la ragazza di cui è innamorato.
“Sto vivendo un incubo”
“Oh Nessie, mi dispiace tanto, ma tu stai bene? Hai voglia di parlarne?”, reagii irritata. “No, figurati Charlie, sto benissimo e ho orecchie per ascoltare solo i tuoi problemi, non ti preoccupare per me!”,conclusi sedendomi sul letto a braccia incrociate.
Charlie sospirò.
“Scusa”, disse, “sono un egoista. Hai voglia di parlarne?”
“No. Avanti, sputa il rospo, che altro è successo con Gabrielle”, dissi fingendo di non conoscere la risposta.
“Gabrielle mi ha chiamato per dirmi che ha intenzione di trasferirsi da Chris”.
“A-ha?”, risposi guardandomi le unghie.
“È tutto qui quello che hai da dire? A-ha?”, ripeté sorpreso dalla mia uscita.
“Be’... accidenti... Da Chris...”,aggiunsi.
“E adesso che faccio?”, chiese scoraggiato.
“Ma... non so... tu che vuoi fare?”cominciando a rimettere a posto la camera come colta da un raptus di pulizia improvviso.
“Renesmee!”, sbottò. “Sono venuto qui sperando in un minimo di conforto! Se avevo voglia di sentirmi fare delle domande cretine rimanevo a casa con mio padre no? Ma la vuoi smettere di rimettere a posto la stanza? Che ti è preso?”, ringhiò strappandomi di mano una maglietta sporca e buttandola sulla sedia.
“Okay ti ascolto”, risposi riluttante sedendomi di nuovo.
Charlie non poteva pensare che fossi in grado di occuparmi anche dei suoi problemi, proprio adesso che ne avevo già una lista da risolvere.
“E ti sembra tanto strano?”, chiesi inarcando il sopracciglio.
“Non lo sarebbe, se non fosse incinta di mia figlia!”, ribatté offeso.
“UUUUUH! Non lo sarebbe se non fosse incinta di mia figlia”, lo imitai. “E cosa vorresti che facesse allora? Sentiamo!”, incalzai.
“Ma...”.
“Ma cosa? Possibile che tu non riesca a intravedere una soluzione? Possibile che per te sia tutto nero?Il passato non lo puoi cambiare te lo assicuro, ma sul futuro ci puoi ancora lavorare. Inventati qualcosa,fai la tua parte, che ne so? Fai un corso per cambiare i pannolini, scrivi una ninna nanna, costruisci unaculla di legno! Lo credo che Gabrielle non ti voglia tra i piedi, sei solo capace di lamentarti!".
Sospirò.
“Hai ragione Renesmee, scusami ancora, sono diventato una palla”, disse prendendosi la testa fra le mani.
“Smetti di scusarti e vai da un parrucchiere piuttosto!”.
Sorrise e mi guardò spostandosi il ciuffo dagli occhi.
“Cosa farei senza di te?”
“Be’ comincia ad abituarti, perché  quando sarò a Seattle con Gabrielle, non sarò più a tua disposizione ogni vo...”. Mi coprii subito la bocca.
Il silenzio che seguì la mia gaffe fu uguale in tutto e per tutto a quello che segue l’esplosione di una bomba, quando i cristalli cadono al rallentatore a terra con un tintinnio scomposto.
Sul viso di Charlie il sorriso fraterno aveva lasciato spazio a uno sguardo omicida.
“Tu... andrai a Seattle con chi?”, scandì cercando di trattenersi dallo strangolarmi.
“Con nessuno Charlie”, balbettai, “con nessuno! Io neanche ci vado a Seattle!”, dissi mentre mi alzavo e mi dirigevo verso la porta...
«Renesmee Carlie Cullen, dove credi di andare!”, mi intimò sbarrandomi la strada. “Tu non uscirai di qui finché non mi dirai la verità”.
“Ma di quale verità stai parlando Charlie, non capisco proprio...”, continuai giocherellando con le mani.
“Nessie!”, incalzò puntandomi il dito contro. “Hai appena detto che andrai a Seattle con Gabrielle o no?”
“No, no ti giuro!”, risposi mettendomi la mano sul cuore. “Te lo giuro su...”, cominciai a guardarmi freneticamente intorno, in cerca di qualcosa su cui giurare ma niente.
“ Andrai a Seattle?!”
“Che c’è, sei diventato sordo?”, ribattei seccata. “Sì, me lo ha chiesto e poi che c’è di strano? Sono sempre stata io la sua migliore amica e chi meglio di me può starle vicino in un momento come questo?”
“IO!”, sbraitò. “IO devo starle vicino in un momento come questo! IO che sono il padre del bambino!IO che ho tutti i diritti di sapere quello che fa! IO che invece di stare con lei sono diventato l’ultima ruota del carro e sono stato messo in quarantena come un virus!”.
Era fuori di sé.
E non aveva tutti i torti.
“Charlie... io...”, tentai.
“Quando avevi intenzione di dirmelo, eh?”, chiese appoggiandosi al muro, sfinito.
“Stavo aspettando il momento giusto”, mi giustificai
“Tutto bene là dentro?”, chiese mio padre bussando alla porta.
“Tutto bene...” risposi, “...più o meno...”.
“Benissimo signor Cullen”, rispose anche lui, "peccato solo che quella vigliacca, bugiarda, traditrice di vostra figlia mi abbia nascosto un piccolissimo dettaglio!".
“Che vuole andare a Seattle con Gabrielle?”, ridacchiò mio padre da fuori. “Stai tranquillo, te l’avrei detto io appena scendevi!”.
“Papà!”, gridai esasperata. “Non mettertici anche tu adesso!”.
Charlie prese il suo giubbotto, se lo infilò e venne minaccioso verso di me.
“Con te faremo i conti poi. Non credere che sia finita qui, ti marcherò stretta e tu mi aiuterai a
riconquistare Gabrielle o diventerò il tuo peggiore incubo. E sai che ne sono capace!”.
E uscì sbattendo la porta.

E ora tocca a Jacob. Speriamo bene.
 
La mia vita da teenager mezza vampira non può essere noiosa. Non lo è. 
 
 

XoXo, Renesmee.





Charlie&Gabrielle



 
 
 
 
 
 
 
 

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