welcome to my life.

di xkeepdreaming
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ci siamo. ***
Capitolo 2: *** poteva andare peggio. ***
Capitolo 3: *** cosa ho fatto? ***
Capitolo 4: *** la prima impressione è quella che conta. ***
Capitolo 5: *** ciao a tutti, io scappo. ***
Capitolo 6: *** finalmente fuori. ***
Capitolo 7: *** hey, bionda. ***
Capitolo 8: *** somilianze. ***
Capitolo 9: *** ventitre. ***



Capitolo 1
*** ci siamo. ***


DIARIO DI JENNY

Jennifer. 16. Doncaster,
Eccomi qui, sono talmente stressata e sola che mi metto a scrivere uno stupido diario.
Forse perchè è la mia unica consolazione in questo periodo.
Ogni diario inizia con una presentazione. Io sono Jennifer, per gli amici Jenny e ho 16 anni. Peccato che qui l'unica che mi chiama Jenny sia mia sorella.
Non pensare male, non sono una specie di Emo associale è solo che mi sono trasferita qui a Doncaster da circa una settimana e non ho ancora avuto modo di socializzare.
Chiunque in queste situazioni trova riparo e compagnia a casa, con i proprio genitori. Chiunque tranne me. I miei genitori non ci sono più, ovvero, ci sono (penso) ma non si sono mai interessati a me. Mi hanno abbandonata all'età di 6 anni ma per fortuna non ero sola, con me c'era mia sorella Eleanor che è riuscita a trovarci una sistemazione provvisoria a Manchester, a casa di una vecchia signora. Purtoppo lei è morta qualche settimana fa e quindi ora siamo qui. Odio questa città. L'unica cosa positiva è che ho la casa libera tutto il giorno. Eleanor è sempre fuori.

DIARIO DI ELEANOR

Ed eccoci qui. Doncaster è una città stupenda! Forse Jenny però non la pensa come me. In effetti lei non sta neanche provando a farsi degli amici, e io sono fuori tutto il dì.
Può sembrare strano, ma ho già trovato qualcuno, quel qualcuno. Louis. è un ragazzo fantastico e ha la mia stessa età, cioè 18 anni. Magari in settimana lo faccio conoscere a Jenny.

***

«Eccoti finalmente!» 
«Scusa... comunque voglio farti conoscere qualcuno. 
Entra pure Louis!»
Qualcuno tipo chi? Chi cavolo è Louis?
«Piacere! Sono Louis un'amico di Eleanor.» 
«Sì, un amico. Comunque io sono Jenny.»
«Jenny! Siamo solo amici! Vieni Louis andiamo in 
salotto.» 
«Jenny vieni anche tu? » mi chiede Louis.
«Vengo solo perchè non ho nulla da fare e vi voglio
pigliare un po' per il culo.»

Andiamo in salotto. Era il primo giorno che la casa non era vuota! Louis mi fece il terzo grado.

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Capitolo 2
*** poteva andare peggio. ***


DIARIO DI JENNY

Devo ammettere che il ragazzo (sono sicura che non sono solo amici) di Eleanor è molto simpatico! Abbiamo passato una giornata divertentissima e sono sicura che tra loro potrebbe andare bene. Ne sarei molto felice. Penso che abbia anche risolto il mio problema di solitudine: ci ha infatti proposto di conoscere i suoi amici domani. Spero siano piacevoli come lui. Forse 
spero troppo.

***
«El esco! Ah vero che non c'è. Tsè.»
Chiudo a chiave la porta.
Era forse il primo giorno che uscivo di casa, avevo voglia di prendere una boccata d'aria.
Ehi, questo posto non è così male come pensavo. 
Decido di andare a farmi un giro lì vicino il centro, magari avrei trovato qualcuno con cui parlare.
Mi è arrivato un messaggio! Oh cavolo è Kate! Mi si stampa un enorme sorriso ebete sulla faccia. Qualcuno finalmente mi cercava! Si ok, lei abita a Manchester ma è già qualcosa. Inizio a messaggiarci all'infinito. Lì da lei sta succedendo di tutto, qui invece è sempre la stessa solita merda.
Completamente immersa nel mio mondo, attaccata a quell'apparecchio malefico chiamato 'cellulare'. Ormai mi fanno male le mani.
E sono passati solo.. 2 minuti. Penso che in due ore mi dovranno amputare le dita.
La mia pace viene interrotta quando vado a sbattere contro due idioti:
«Ehi attenda a dove cammini!»
«Oh scusa piccolo Lord. Sai com è, non è il mio primo pensiero la mattina quello di andare a sbattere contro due cretini che non sanno dove camminano!»
«Che caratterino ragazza!» dice il suo amico.
«Scansatevi. Devo passare.»
Mi allontanto lasciando qualche borbottio alle spalle. Che gente.
Decido di chiamare Kate, ma lei mi precede con un messaggio che dice 'Hei Jenny non rispondi più? Vabbè dai io torno a studiare che se no quest'anno mi segano ahah :) Ci sentimo stasera!'
Merda. E ora che faccio? Torno a casa che è meglio.
Mi avvio verso casa quando vedo questa ragazza con un viso altamente familiare. Non sarà mica..
«Ehi scusa! Abbey?!»
Cazzo si è girata!
«Jenny?! Ma sei davvero tu?!»
«E chi vuoi che sia ! Ma che ci fai qui?!»
«Come che ci faccio? Ci abito da circa 3 anni qui!»
«Oddio è vero! Me ne ero dimenticata. Sono demente.» Che figura di merda.
Comuqnue Abbey è un'amica che veniva con me a scuola giù a Manchester, ma si è poi trasferita qui. Anche lei. Sfigata.
«Sah Abbey io torno a casa!»
«Dai ok tanto devo andare anchio. Ascolta ma se dopo ci incontriamo a casa mia con dei miei amici? Te li faccio conoscere!»
«Sisi Ok ciao!»
Inizio a incamminarmi e penso al fatto che non ho ascoltato quello che mi diceva. A cosa mai avrò accettato? Mi giro ma lei è già lontana. Decido di chiamarla.

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Capitolo 3
*** cosa ho fatto? ***


Ok questo è un incubo.
Ho accettato di conoscere i suoi amici. Poteva andare peggio in fondo. Basta che mi presento come una ragazza cortese e simpatica e.. massì chi voglio prendere in giro. Andrò lì e mi comporterò come faccio sempre sì.
3:30. L'appuntamento a casa di Abbey è alle 3:30.
Devo muovermi, mi metto la prima felpa che trovo e metto un velo di trucco, giusto per essere accettabile.
Niente panico sono le 3 e.. 15. Ok non ce la farò mai.
Corro all'impazzata verso casa sua. Tutti i miei 'sforzi' per essere accettabile sono finiti nel cesso, sono in condizioni pietose. Massì in fondo è meglio che mi conoscano così, allo stato brado. Ho una chiamata.. cazzo è Abbey! Dice che ora ci troviamo non più a casa sua ma a casa dei suoi amici. Ok la casa dei suoi amici è esattamente.. dall'altra parte della città. Sono le 3:20. ce la farò. No non ce la farò. Che figura ci faccio ad arrivare in ritardo a casa di tizi che neanche conosco?! Vabbè meglio farsi conoscere per quel che si è, giusto per non trovarsi addosso troppe aspettative.

***

DIARIO DI JENNY

 Un passante mi ha dato le indicazioni per arrivare velocemente a casa loro. Ora infatti sono sul pullman ed sono già quasi 5 minuti che sono in viaggio. Ho dovuto aspettare molto prima di prenderlo. Sul primo pullman stavano per salire i controllori, e io da brava ragazza che sono non avevo il biglietto. In ogni caso penso che riscriverò non appena sarò a casa loro. Di certo sarà una palla mortale. Ma è sempre meglio che starsene ad ammuffire in casa propria no?

***

Sono arrivata! Finalmente! Leggo il bigliettino dove avevo scritto l'indirizzo. La casa è la numero.. 14 !
Bene sono affianco alla 23. Cammino e cammino e finalmente eccomi qui, davanti alla casa n°14. Tutta questa fatica per una casa così?
Fa schifo, meglio la mia.
Ma ora mettiamo da parte gli apprezzamenti e pensiamo.. suono o non suono? DILEMMA.
Sto a riflettere su questo caso di importanza nazionale fin quando non trovo la soluzione davanti agli occhi. La porta davanti a me si sta per aprire. Ok è Abbey!
«Eccoti finalmente! Mai dov' eri finita?!»
«Non mi chiedere nulla e fammi entrare.»
Ok Jessy ammettilo. L'interno è proprio bello!
Però.. perchè siamo solo io e lei? Cosa ci facciamo sole io e Abbey a casa dei suoi amici?
«E i tuoi 'famosi' amici?»
«Tranquilla! Sono di sopra! Ora scendono.»
Detto fatto. Dalle scale scendono quattro ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni.

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Capitolo 4
*** la prima impressione è quella che conta. ***


La mia prima impressione? Semplicemente: ma che diavolo ci faccio qui? Erano solo 4 ragazzini con la testa fusa dal calcio e.. Aspetta.. ma quello non è uno dei due coglioni che ho ACCIDENTALMENTE urtato prima? Oddio si sta avvicinando. Ora che faccio? Ok le soluzioni sono due. O scappo a gambe levate come se nulla fosse oppure..
«Hei ma te sei la ragazza di prima.» 
«No quale ragaz
za?» Mi ha scoperta.
«Ah ma quindi voi già vi conoscete?» Mi chiede Abbey.
«Ah guarda me lo chiedo anchio...»
«Su smettila! Abbiamo avuto quel 'piccolo incidente' prima!»
«Non so di cosa tu stia parlando.. vedi di ricordarti le pillole la prossima volta. Tsè.»
«Ecco ora sono ancora più sicuro che sei tu! Quel carattere scontroso è inconfondibile! Comunque piacere, Liam.»
«Ma scontrosa a chi? Ah lasciamo perdere.»
«Dai smettetela tutti e due! E tu Jessy non ti presenti?»
«Non mi sembra il caso. L'hai appena fatto te!»
«Oh vero! AHAHAH »
Ommioddio che banda di psicopatici.
«Quindi ti chiami Jessy giusto?»
«Ah quindi oltre ad essere arteriosclerotico sei anche sordo? Comunuque sì, sono Jessy.»
Lui cerca di allungarmi la mano per stringermela ma la ritrae non appena vede che non ricambio il gesto.
«Anche se sei gelida come un igloo, benvenuta in casa nostra! Ehi ragazzi, vi presento la mia amica Jessy!»
Amica? Ma quale amica? Chi diamine ti conosce? Ommioddio voglio scappare.
«Piacere! Io mi chiamo Zayn e qui dentro sono il MIGLIORE!»
«Zayn AHAHAH Di solito sono io che faccio battute, ma la tua era davvero epica! Bhe noi già ci conosciamo!»
«Già.. Purtroppo..»
Nessuno mi ha sentita. Meglio così.
«Piacere io sono Harry!»
Sul suo volto si stampò un mega sorriso. Bel sorriso. Dio...
Mi allungò un braccio attorno al collo.
«Allora sei te la piccola Eleanor asociale?»
«Chi ti ha detto ciò? »
«Lui!»
Indicando Louis.
«Io?! Non dire! Me l'ha detto Niall!»
Chi cazzo è Niall? E che razza di nome è?!
«Dici a me?
» 

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Capitolo 5
*** ciao a tutti, io scappo. ***


Vaffanculo ai pensieri ad alta voce.

«Perchè, te chi saresti?»
«Colui di cui non hai apprezzato molto il nome da come ho capito. Aspetta ma te non sei la ragazza che...»
«No, io non sono nessuna ragazza.»

Inizio a scazzarmi.

«Hey Niall, hai visto chi c'è?» Gli dice Liam.
«Ho visto sì!»


Si scambiano sguardi di intesa tra loro. Io odio quando due persone si scambiano sguardi di intesa.

Che cazzo. Qui tutti che si conoscono.
A bhe ovvio. Sto delirando pure io, Salvatemi!

«Hey Niall te la affido, ma vedi di non sciuparmela troppo!» Dice Harry.
«Tranquillo amico, con me può stare tranquilla.»

No aspetta, cosa?!

«Allora, non mi hai ancora detto come ti chiami...«
«E per quale oscuro motivo dovrei dirtelo?«
«Ah se non vuoi dirmelo te lo do io un nome! Vediamo, piccola El o.. Qualcuno?»
«Mi stai pigliando per il culo?»
«Finchè non mi dici come ti chiami dovrò andare a tentativi.»
«Ma perchè secondo te una persona può chiamarsi Qualcuno? Ma sei scemo? Ah lasciamo perdere. Ma poi scusa, a che ti serve sapere il mio nome? Non so, vuoi anche il numero di conto in banca?»
«Bhe non sarebbe male.»

Ma è cretino?
Mi allontano dandogli un ceffone sulla spalla.
Sento Abbey urlare dall'altra stanza:
«Jenny, Niall è con te?»
«Sì sono qui! Ah ma quindi ti chiami Jenny? Che nome carino.»
«Meglio del tuo sicuramente.»
«Scommettiamo che entro tre mesi ti faccio addolcire come un budino?»
«Scommettiamo che entro 3 secondi indovini dove te lo metto il tuo budino? E poi perchè fai scommesse a cui sei sicuro di perdere?»
«Dici? Di solito le vinco sempre.»
«Certo che se scommetti cose tipo 'l'aereo vola?' oppure 'quella poltrona rossa è rossa?' ovviamente le vinci. O forse no, sei anche troppo ottuso per quelle, tsè.»

Oh cavolo. Sta tornando il suo amico riccioluto.

«Rieccomi! Di che parlate?»

Mi sta mettendo di nuovo il suo lurido braccio intorno alla collo, come una piovra.

«Scusa, non è che ti dispiacerebbe togliere quel tuo viscido tentacolo che tu comunemente chiami 'braccio' dalla mia spalla?»


Gli prendo la mano per togliermela dalla spalla, ma evidentemente ha frainteso il mio gesto.

«Scusa, non hai altri posti in cui mettere la tua mano sudaticcia? Io avrei già qualche idea.»
«Oh, non essere timida. La prossima volta sarai felice di potermi avere la tuo fianco.»

E con questo che cosa vuole dire?

«Perchè tu sei davvero convinto che si sarà una prossima volta?»
«Perchè, non intendi tornare da noi?» mi chiede il biondino.
«Allora sei più sveglio di quanto credessi. Bravo!»

Harry sta guardando Niall in modo strano, tipo sguardo assassino. Ma fatevi curare. Voglio andarmene da qui.
Ok, ho un'idea. Lì c'è un estintore. Se io iniziassi a spruzzarli addosso con quello schifo potrei stordirli tutti e scappare, no? Geniale. Jenny, sei troppo furba per stare con questa gente.
No ok. Forse sto guardando troppo film ultimamente.

«Andiamocene, qui stiamo stretti.»
«Per una volta hai ragione, Harold.»
«Guardate, qui l'unica che se ne deve andare sono io. E non ho neanche bisogno dell'invito scritto. Adieu.»

Faccio che andarmene ma mi stanno bloccando il braccio. Porca miseria.

«Che cosa diavolo state facendo? Perchè non usate quella vostra mano per sfogare le vostre voglie?»

Strattono via il braccio e vado in salotto a riflettere su una buona scusa per andarmene. Faccio per andare in salotto ma sento Liam e Louis che parlano. La mia curiosità mi consiglia di stare dietro la porta a sentire.

«Ma quella è ancora qui?»
«Dai Liam, trattala bene. E' pur sempre la sorella della mia ragazza.»

I miei dubbi erano fondati allora. Bene. Ora esco e gli urlo contro.

«LO SAPEVO!»

Ok. Che figura di merda.

«Ehilà Jen!»
«Guarda. Non ho più 2 anni. So come funzionano certe cose. Scopatela finchè vuoi, ma non mi dite cazzate.»
«Jen, non è come credi. »
«Gagnetta, modera i termini.»
«Scusa, ripeti? Gagnetta a chi?»

Io odio quel Liam. Perchè prima era così gentile e ora mi odia? Perchè? Sarà il ciclo? Vabbè. Tanto è una cosa reciproca.
Stanno suonando alla porta.

«Jenny, non è che potresti aprire tu? Sono impegnato a guardare una meraviglia.» Mi chiede il mulatto.
«Se ti riferisci a te stesso riflesso nello specchio allora devi avere una diottria pari a -10.»

Apro la porta e...

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Capitolo 6
*** finalmente fuori. ***


E non c'era nessuno. Solo un pacco.
Che cavolo è, un pacco bomba? Magari non sono l'unica che odia questa casa.
Guardo fuori dalla porta ma non c'era proprio nessuno. Sarà stato qualche postino ignoto che...
Aspetta. Mi si presenta davanti una grande occasione, posso scappare senza che nessuno se ne accorga.

«Chi è alla porta?» chiede Liam.
«QUESTO!»

Mostro il dito medio alzato. La mia finezza è così adorabile.
Giro la testa verso l'uscita e mi schianto contro una ragazza. Mia sorella.

«Jenny? Ma cosa ci fai qui?»
«Eh bella domanda. No ma guarda tolgo il disturbo visto che la mia presenza è gradita come un pinguino in mezzo a un deserto..»

Me ne vado dandole un colpo con la spalla. Mi sta fissando mentre percorro il vialetto verso la fermata dell'autobus.

«Ma che diamine vogliono? Preferisco stare da sola. Uno che si comporta come se avesse il ciclo, l'altro viscido come una lumaca, uno che non fa altro che sparare minchiate. No, non fa per me. Me ne torno a casa. Sto meglio lì. Si, non ho bisogno di loro. NON HO BISOGNO DI VOI.»

Cammino a lungo fino a quando non arrivo davanti a un parchetto e decido di fermarmi. Mi siedo sull'altalena e faccio per prendere il mio diario. Metto la mano nella borsa e...
DOVE CAZZO E' LA MIA BORSA?
Oh merda. Ho lasciato la MIA borsa con il MIO diario in quel covo di pazzi. Ok, niente panico. E' tutto apposto.
Magari l'ho persa mentre camminavo. Sì, non posso essere così rincoglionita da averla lasciata lì.
Inizio a cercare ma sento qualcuno che mi batte sulla spalla. Mi alzo e vedo lui, Niall.

«E tu che vuoi ancora?»
«Stai cercando questa?»

Mi porge la mia borsa e gliela strappo via dalle mani.

«Ora mi spieghi cosa ci facevi con la mia borsa. Se avevi bisogno di un assorbente bastava chiedere.»
«Sono più verso i preservativi per Harry, ma non ti preoccupare. Quando mi servirà te lo chiederò.»
«Non ti avrei dato comunque nulla.»

Come cavolo ha fatto a trovarmi? Che cosa è, uno stalker?

«Cosa ci fai ancora qui? Vattene.»
«Come mai sei scappata?»
«Di cosa stai parlando?»
«Lo sai benissimo. Come mai te ne sei andata da casa nostra?»
«Lo chiedi anche? Di al tuo amico pelato che esistono altri modi per accogliere la gente.»
«Ma chi, Liam? Perdonalo. E' un po' scettico verso tutto e tutti. Ma stai tranquilla. Anche lui si addolcirà, fa così solo con la gente che non conosce.»
«Non me ne importa nulla. Che se ne stia pure con il suo scetticismo, il suo carattere di merda. Non me ne frega niente.»
«Jenny per favore. Vieni con me.»
«No. E non mi chiamare Jenny. Solo gli amici mi chiamano così.»

Non tornerò in quella topaia neanche sotto tortura.

«Jenny, dai.»
«Se non te ne vai entro 3 secondi vedi che ti succede. 1... 2... non farmi arrivare al 3.»
«Ok va bene. Però lasciatelo dire, forse la gente ti tratta come te tratti loro.»

No vaffanculo.

«Ora che mi hai dato un'interessantissima lezione di vita puoi anche andartene.»

Lo guardo mentre si allontana con lo sguardo un po' abbattuto. Cavoli suoi. Hanno deciso di trattarmi male? Ne pagano le conseguenze.

***

DIARIO DI NIALL.

Oggi a casa nostra è venuta questa ragazza. E' scontrosa, ed è questo che più mi piace di lei. Ma c'è un problema. Harry. Le gira intorno. Non deve. Per una volta che potrebbe piacermi qualcuno lui rovina sempre tutto. Sempre.
Ma forse non la rivedrò neanche più. Sai perchè? Perchè Liam l'ha trattata malissimo e la ragazza ha deciso di scappare, così sono andato a cercarla; l'ho trovata al parchetto e ti devo dire che ci è rimasta molto male dal comportamento di Liam. Non doveva trattarla così. Non capisco perchè debba sempre fare il cretino con la gente che non conosce. Però è strano. Appena è arrivata l'ha trattata bene. Solo dopo è diventato strano. Proverò a parlarci.

***

Mi siedo di nuovo sull'altalena. E' scomoda. E' più comodo lo sgabello scassato di casa mia.
Prendo il diario e inizio a scrivere.

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Capitolo 7
*** hey, bionda. ***


DIARIO DI JENNY.

Ti avevo promesso che ti avrei scritto, no? Allora eccomi qui. Sono seduta su un'inutile altalena nel parchetto vicino casa. Anzi, in realtà non so che parchetto sia. Mi sono trovata qui quasi per caso. In effetti sono scappata dalla casa di quei 6 idioti. Spero che mia sorella non si unisca a quel gruppetto, ops, l'ha già fatto.
Ed eccomi qui, di nuovo sola. Ma forse è meglio così. Preferisco stare a scrivere tutto il giorno anzi che perdere tempo con gente come quella.
Devo ammettere che questo parchetto è davvero carino. Chissà dove si trova. Aspetta. Che domanda idiota. Si insomma, il senso l'hai capito.
Tornerò qui più spesso. Per ora ti lascio e continuo la perlustrazione della zona.
Appena torno a casa ti aggiorno, promesso.

DIARIO DI ELEANOR.

Ho saputo di come si è comportata mia sorella con i miei amici. Non capisco quale sia il suo problema. L'hanno accolta tutti a braccia aperte. Niall è seriamente cotto di lei, e Harry è geloso del pseudo-feeling che si è stabilito tra i due. Ora Horan è andato a cercarla. E' bello che si preoccupi per lei. Ho sempre pensato che fosse un ragazzo d'oro.
Quando torno a casa parlerò con Jenny. Forse per lei non è facile accettare tutto questo, ma sono sicura che anche Louis sarà pronto ad aiutarla.

***

Mi sento quasi una bambina a tornare in questi parchetti. Oddio, mi sembra come un deja-vu. Ho l'impressione sembra di essere già stata qui. Bah. Sarà solo una coincidenza. In effeti 'sti parchetti sono tutti uguali. Li costruiscono con una fantasia limitata allo scivolo a forma di elefante.
Ehi, quella ragazza assomiglia un casino a Pamela Anderson. Baywatch del cavolo. Peccato che dimostri circa 20 anni in più, ma le tette finte sono uguali.
Quello invece? Oddio è identico a quel vampirozzo lì, massì Jenny quello lì di quel film senza senso, Twilight. Ma come si chiama il vampiretto? Andrew. No Andrew no. Forse Friederik. No aspetta Friederik è una nome da unicorno. Aspetta ecco, si chiama...
«Edward Cullen.»
«Come scusa?»
«Edward Cullen. Il vampiro. Sai, Twilight.»
«E perchè mi dovrebbe interessare?»
«Ho sentito che ti stavi facendo delle pippe mentali per ricordarti il suo nome.»
«Mi hai letto nel pensiero?»

Oh cavolo. Questa è pazza. Legge nel pensiero.

«No, in realtà si sentiva tutto chiaramente. Forse pensavi ad alta voce e non te ne sei accorta.»

Mi sta sorridendo come se fosse una di quelle ragazze brave e dolci. Immagino che sia una pseudotroia.
Intanto io mi sono fatta una figuraccia. Di nuovo.

«Scusa. E' che a volte non me ne accorgo. E' la seconda volta oggi.»

Mi sta porgendo la mano. Mi spiace, non ho il 'pitone'. Non puoi farmi una sega.

«Come ti capisco. Comunque io mi chiamo Chelsea. Piacere.»
«Il piacere è tutto tuo.»

Sta ritraendo la mano. Brava. Hai capito che sono della tua stessa specie.

«Tu ti chiami Jenny invece, vero?»

Questa è una sotto specie di strega.
Cose da ricordarsi: scappare dalla gente. Di nuovo.

«E tu come fai a saperlo?»
«C'è scritto su una toppa attaccata alla tua borsa.»

Cavolo. Ha ragione.

«E quindi? Sì, comunque sono Jennifer, ma gli amici mi chiamano Jenny.»
«Allora piacere, Jenny.»
«Forse non hai capito bene. Ho detto che SOLO GLI AMICI mi chiamano Jenny.»
«Ho sentito bene invece.»
«Allora devi avere qualche problema di comprensione. Io non sono tua amica.»
«Ma tu per me lo sei.»

Ragazza, sei tosta. Questa biondina inizia a piacermi.

«Contenta tu.»
«Di dove sei?»
«Manchester. Ma vivo qui da quasi una settimana, che record.»
«Solo una settimana?»
«Quasi. Sì, lo so, è poco. Infatti ero qui a farmi un giro per vedere meglio la città, ma non ho la minima idea di dove mi trovi.»
«Bene, questa è la Times Avenue. Te dove stai?»
«Sto nella District Avenue.»
«Ti sei fatta un po' di strada allora!»
«Abbastanza.»

Inizia ad annoiarmi.

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Capitolo 8
*** somilianze. ***


«Se vuoi posso accompagnarti a casa. Tanto sto lì vicino. Conosci la Town Avenue?»
«No. Però possiamo tornare insieme così vedo dove stai.»

Perchè l'ho detto? Jenny, ripigliati..
Non posso essere troppo amichevole. Però c'è qualcosa che mi fa sentire fiduciosa. C'è qualcosa che mi 'attrae' verso di lei. Potrebbe essere simpatica...ma anche no.

«Ti sarebbe comunque impossibile perderti. Doncaster è un buco.»

Inizia a ridere. Carino il fatto che la pensi come me. Incredibile.

«Si in effetti è un po' una topaia. Ma non è male. Almeno è tranquillo. A Manchester c'era sempre movimento.»
«Normale. Manchester sarà 5 volte più grande di questo paesino.»

Mi viene da ridere. E' simpatica in fondo, in fondo, in fondo, in fondo, in fondo. Ho già detto in fondo?
Potrebbe essere una cosa positiva. Forse ho trovato un'amica normale, con un carattere normale, con una vita (forse) normale. Ci compensiamo.
Iniziamo a camminare. Chelsea mi sta raccontando un po' di curiosità su questa città. E inizio a vederla con occhi diversi. Ad esempio, sapevate che è stata fondata dai romani? Per me è un onore vivere in una città così. Amo l'Italia e se potessi andrei direttamente a vivere lì.
Però è pieno di vecchietti qui. Porca puttana, ci sono nonnetti ovunque. Dove non ti giri trovi degli allegri pensionati raggrinziti che dicono di conoscerti ma che in realtà non ti hanno mai vista prima, la cui unica aspirazione è stritolare guance, spettegolare davanti a una tazzina di thè e invadere il mercato e le poste.
Però inizia a piacermi. Certo, non sarà né Londra né Milano, ma tuttavia si può stare tranquilli. Basta stare lontani dalle periferie. Eggià. Esiste la periferia della periferia.
Oppure ci sono anche i quartieri 'VIP' dove ci sono case degne di Teen Cribs. Lì dove ti guardano come se fosse un emarginato sociale. Lì dove le ragazze escono tutte truccate e pettinate bene anche solo per portare fuori il cane. Vita di merda. Meglio la mia.
Però ora sono stanca di camminare, non sono abituata. Cavolo, è dalle 10 che cammino e ora sono le... 6. Otto ore. Che record. Dice che ci stiamo avvicinando a casa, secondo me mi sta pigliando per il culo.

«Siamo arrivati.»

Scherzavo, diceva seriamente.

«Questa è casa tua?»
«No, questa è casa tua.»

Scoppio a ridere. Possibile che sia così rincoglionita?

«No bhe, casa mia è quella lì in fondo.»
«Carina, dentro com'è?»

Lo so che è carina. Sarà di certo meglio della tua. Dentro è anche meglio.

«Non è male. Solo che è ancora pieni di scatoloni e ci sono solo i mobili più essenziali.»

Ok, lo ammetto. Fa schifo. Ma solo io posso dirlo.
«Possiamo entrare?»

No, te non metti piede in casa MIA.

«Certo. Ma non ti spaventare.»

Perchè ho accettato? È la seconda volta oggi che me lo chiedo.

«Non c'è nessuno in casa?»
«No. Vivo sola. Cioè, non proprio sola. Con mia sorella Eleanor, ma è come se non ci fosse. »
«Come mai?»

Ma una palata di cazzi tuoi no eh?

«Si è trovata degli amici e un ragazzo. Li odio a morte. Prima ero vicino casa loro infatti. Sai, diciamo che sono 'scappata' dalla loro casa. Storia lunga.»
«Devono essere davvero terribili se sei scappata.»
«Peggio. Molto peggio.»

Iniziamo a parlare. Il tempo passa quando si è in compagnia.
Si sta aprendo la porta. Chi sarà? Ah si. Mia sorella.

«Jenny, sono a casa!»
«Purtroppo.»
«Ciao..» Le dice timidamente Chelsea.
«Jenny, simpatica come sempre, eh? Tu sei?»
«Tua sorella, idiota.»
«Mi riferivo alla tua amica.»
«Ah, io sono Chelsea, piacere.»
«Io sono Eleanor, la sorella di Jenny.»
«Ah sì. Jenny mi ha parlato di te.»
«Spero che ti abbia detto cose positive!»
«Allora speri male.»

Forse è solo una mia impressione, ma mi sembra che Eleanor e Chelsea si assomiglino.

 

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Capitolo 9
*** ventitre. ***


DIARIO DI JENNY.
Jennifer. 16 anni. Doncaster. Non più sola.
Esatto. Non sono più sola. E' incredibile come certi incontri capitino casualmente. Oggi al parchetto ho incontrato questa ragazza, Chelsea. E' stata carinissima con me, però è davvero diversa da me. Lei è bionda, ha un sorriso invidiabile, gli occhi verdi e i lineamenti delicati.
Io sono completamente diversa. Ma va bene. Sono meglio io.
Anche se è stata gentile sono sicura che trama qualcosa. Continuerò a mantenere la confidenza a piano 0.

DIARIO DI CHELSEA.
Che bello essere a casa. Anche oggi sono uscita, ma sola. Fino a un certo punto. Sai perché? Ero lì al parchetto quando ho visto questa ragazza. Mi ha incuriosita molto e ho deciso di parlare con lei. E' molto simpatica, un po' fredda, ma solo con alcune persone. Con me sembra molto disponibile. Si chiama Jennifer, Jenny. Ha la mia età e viene da Manchester, ci credi? Manchester è bellissima. Non capisco perché sia venuta qui, non ha voluto dirmelo. So solo che abita con sua sorella Eleanor. E' una ragazza carinissima ma loro due sono completamente diverse!
Ora Jenny sta venendo a casa mia. Abbiamo deciso di vederci un bel film e di dormire qui. Vedremo come va.

***

Ho deciso di andare a casa di Chelsea. Mangeremo lì e probabilmente mi fermerò a dormire da lei. Visto che neanche sta notte Eleanor sarà a casa. Sarà di certo con Louis a fare la troia. Come sempre, anzi, forse stasera decidono di venire a casa nostra visto che i letti di là li hanno già sfondati abbastanza.
Comunque, casa di Chelsea è vicina alla mia, ma penso che sia una di quelle mega ville. Mi sa di stra riccona.
Ok, allora. La casa è la numero 23. Che numero orribile. Non ha un senso.
Eccola. Non è bellissima, voglio dire, la mia è meglio. Molto meglio. Mi fa strano però andare a casa di un'amica. Ah giusto. Lei non è mia amica.
Ma ora, busso o suono? Ok al mio 3 suono quel campanello. 1...2...3. Suono. Dai vetri della porta vedo una figura maschile che si avvicina.

«Sì, chi è?»
«La madonna scesa in terra. Secondo te chi sono?»
«PAPÀ, È PER ME! Eccoti Jenny! Entra pure.»

Mi giro verso suo padre. Perché mi sembra un volto familiare? Giuro, mi sembra di averlo già visto. Magari l'ho visto nel libro dei record come peggior idiota del mondo.
Mi sta guardando in modo strano, tipo snob. Che cazzo, ma si è visto? Sembra un barbone.

«Pà, lei è la mia amica Jenny.»

IO NON SONO TUA AMICA.

«Io sono David, il padre di Chelsea. E' bello conoscerti, Chelsea mi ha parlato tanto di te.»

Il modo in cui ha detto 'conoscerti' non mi piace. E poi che cosa può avergli detto Chelsea? È già tanto se sà il mio nome.

«Interessante. Quasi emozionante direi.»
«La tua ironia mi diverte, davvero. Comunque ho invitato altri amici a casa. Spero non ti dispiaccia.»

Lo sapevo che c'era la fregatura. Lo sapevo. Porca merda, spero siano normali. O almeno simili a lei.
«Quindi te mi vuoi dire che devo presentarmi a dei perfetti sconosciuti?»
«Tranquilla Jenny. E' gente per bene, sono miei amici da anni ormai. Vedrai che ti faranno sentire parte del gruppo.»
«Si, del gruppo degli emarginati.»
«Ma smettila.»

 

Mi ha appena dato una pacca sulla spalla. Ma stai ferma.

«Allora. Adesso mangiamo e dopo ci vediamo un bel film. Che genere preferisci?»
«Splatter, Horror.»
«Allora vada per una serata horror!»

Stiamo andando in cucina e suo padre mi sta seguendo con lo sguardo. Non capisco. Cosa vuole da me?

«Allora Jenny. Mio padre ora va a lavorare. Oggi provo a cucinare qualcosa, che cosa vuoi?»
«Mangiare. Qualcosa di commestibile, possibilmente. E non penso tu sia in grado di farlo.»
«Potresti avere ragione. Meglio che ordiniamo una pizza, che ne dici?»
«Dico dico.»

Che palle.

Sono passati 5 minuti e la pizza è arrivata. L'aspetto è orribile. La farei meglio io con i piedi. Pensare che ha anche pagato per sta roba qui. Vedi, che ora inizia a muoversi.

«Si insomma. Pancia mia fatti capanna!»
«
Capanna di scarti alimentari? Carino.»
«Dai, non fa così schifo. Aspetta stanno suonando alla porta.»

Chelsea si allontana mentre io penso di cosa farne di quel cadavere, spacciato come pizza da un facchino incapace. Potrei metterlo sotto il divano. Nessuno se ne accorgerebbe, forse.
Oppure, sotto il frigo. Si, geniale.

Oh, sta arrivando Chelsea.

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