il mio bambino

di jjk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** rabbia e dolore ***
Capitolo 2: *** rapiti ***
Capitolo 3: *** Jason,Tom,Sam,Jeremy e Lily ***
Capitolo 4: *** se solo..... ***
Capitolo 5: *** un pacco speciale ***
Capitolo 6: *** nella tana dell'S.I. ***
Capitolo 7: *** Sullivan ***
Capitolo 8: *** la famiglia Mayers ***
Capitolo 9: *** Stephen ***
Capitolo 10: *** finalmente a casa ***



Capitolo 1
*** rabbia e dolore ***


Non poteva pensare  che gli avessero mentito tutto quel tempo. aveva creduto che lei fosse  morta per tutta l’estate. aveva sofferto come un cane,accecato dalla rabbia,e si era impegnato con tutte le sue forze per trovare Doyle e vendicare sia lei che se stesso e il resto della squadra. il suo dolore si era trasformato in rabbia,spingendolo ad agire per sentirsi utile;rossi,forse perché abituato a gestire il dolore,forse perché era meno legato ad Emily,forse per qualche motivo che lui ancora non conosceva,sembrava quasi che non fosse stato toccato dalla sua perdita;ma Reid e Garcia….
Garcia aveva sofferto,ma pian piano si era abituata alla cosa,a pensare che la loro amata Prentiss non ci fosse più e,malgrado avesse pianto fiumi di lacrime,alla fine l’aveva accettato con relativa serenità.quello che insieme a lui aveva avuto più difficoltà ad elaborare il lutto,anzi non l’aveva mai elaborato,era Reid.
L’uccisione della sua carissima amica aveva provocato in lui una profonda crisi,proprio come era successo a Gideon,la crisi aveva portato  Gideon a lasciare l’unità,e come lui anche Reid aveva cominciato a chiedersi se davvero valesse la pena fare quel lavoro se non erano in grado nemmeno di proteggersi fra loro.aveva temuto che anche lui se ne andasse.
Essendo psicologicamente un bambino,aveva reagito al dolore come avrebbe aftto un bambino:si era chiuso in se stesso.il fatto che in quel momento soffrisse di fortissime emicranie non lo aveva aiutato a superare quel periodo terribilmente difficile per uno così emotivamente fragile.
Lui era uno dei pochi di cui Reid si fidava cecamente,cosa che lo riempiva d’orgoglio,perché se anche uno così chiuso si lasciava andare con lui voleva dire che era davvero affidabile,ma al contempo,dato il rapporto di fiducia instauratosi fra loro,egli considerava Reid come il suo fratellino minore e non poteva sopportare che qualcuno o qualcosa lo facesse soffrire.
Aveva un istinto protettivo verso tutte le persone a cui voleva bene,istinto che aumentava più era fragile la persona a cui veniva rivolto e più questa aveva sofferto nel passato.
Vedere Reid e Garcia così tristi aveva aumentato ancora la sua rabbia e poi Hotch e Rossi che sembravano non provare nulla,soprattutto Hotch…..JJ aveva l’aria afflitta,ma adesso sapeva che non era addolorata per la morte di Emily,ma per il fatto che doveva mentir loro.
Capiva che JJ e Hotch gli avevano mentito per proteggere Emily da Doyle,ma…….
“potevano dircelo!ci hanno ridotto tutti in lacrime,ci hanno fatto soffrire,ci hanno tenuto all’oscuro!in una squadra si dovrebbero condividere tutte le informazioni, soprattutto quelle così importanti.e poi pretendono che tutto torni subito come prima!!la fiducia va guadagnata e ogni volta che la tradisci devi ricominciare da capo. non possono mentirci e pretendere che poi torni tutto come se non fosse mai successo!!”
La rabbia che provava aveva fatto si che Doyle venisse trovato e che quindi questo caso venisse finalmente chiuso permettendo ad Emily di tornare,ma ne lui ne Reid avevano preso bene la scoperta che la morte di Emily era tutta una menzogna..
Per Morgan la fiducia era sempre stata sacra,forse perché l’unico di cui si era fidato senza remore gli aveva procurato il più grosso trauma che egli avesse mai subito.ancora si ricordava la casa in cui  Carl lo portava a pescare,ricordava tutto ciò che Carl faceva con lui,proprio tutto purtroppo.
Il resto della squadra si era chiesto perché lui odiasse così tanto colui che lo “aveva salvato”cancellando i suoi precedenti penali,  togliendolo dalla strada e consentendogli di andare all’università,ma quando avevano scoperto tutta la storia avevano capito che quello era solo il prezzo che Carl aveva dato al suo silenzio.
Ma Morgan più di 10 anni dopo,vedendo un ragazzino, suo amico,patire le stesse cose che aveva subito lui,e dopo che un altro bambino era morto per colpa di Carl,aveva deciso che il silenzio non era più accettabile.
Quello che aveva passato con Carl gli aveva insegnato a non fidarsi di nessuno,eppure è nella natura umana creare rapporti di fiducia con le persone con cui si entra in contatto,soprattutto quando si passa molto tempo con esse.
Con la squadra Morgan passava intere giornate,a volte condivideva las  camera con alcuni dei membri del team,viaggiavano insieme per lavoro e spesso passavano parecchi giorni prima che potessero tornare a casa. era impossibile non stabilire un legame almeno con loro,ma aveva deciso che sarebbe andato con i piedi di piombo per impedirsi di fidarsi un’altra volta delle persone sbagliate.
Malgrado non si pentisse di essersi fidato di loro perché capiva il motivo che li aveva spinti a mentire,si sentiva tradito e ciò lo feriva. provava una gran rabbia in quel momento verso l’uomo di cui più si era fidato e verso la sua amica più sincera.
Ma Hotch gli aveva dato qualcosa su cui riflettere ricordandogli che anche lui aveva mentito sulla morte di sua cugina,tradendo così la fiducia che tutta la sua famiglia riponeva in lui.
-era a fin di bene,per permettere a mia zia di smetterla di tormentarsi-aveva risposto Morgan quando Hotch gli aveva ricordato della bugia che aveva detto ai suoi parenti,a cui aveva raccontato che Cindy era morta.
-non era forse a fin di bene la bugia che io e JJ vi abbiamo raccontato?serviva a permettere a Emily di poter continuare a vivere senza che Doyle la cercasse per darle la caccia,perché pensava che fosse morta- aveva replicato Hotch,ma invece che dargli ragione Morgan era uscito dall’ufficio con aria arrabbiata dicendo-non puoi pretendere che tutto torni subito come prima!!-
Hotch sapeva che Morgan aveva bisogno di tempo per accettare il fatto che gli avessero mentito,qualsiasi fosse il motivo,così non disse nulla e aspettò che,riflettendo su ciò che gli aveva detto a proposito di Cindy,capisse che non c’era stata altra soluzione possibile se non quella di mentire sull’esito dell’operazione subita da Emily.
-avrei voluto non doverti mentire-aveva mormorato Hotch guardando Morgan uscire dall’ufficio.
Morgan non era l’unico arrabbiato perché era stato ingannato. anche Reid era furioso,ma la sua rabbia si manifestava attraverso una calma glaciale e il non intrattenere alcun tipo di relazione che non fosse indispensabile con gli “artefici”del tradimento.
Ma non era tanto con Hotch che era arrabbiato,la sua era stata una scelta razionale e no si sarebbe aspettato una decisione diversa,ma con JJ.benchè le motivazioni che li avevano spinti a mentire fossero le stesse,Reid si era spettato che JJ gli avrebbe sempre detto solo la verità e avrebbe cercato di farlo soffrire il meno possibile. invece JJ lo aveva consolato,gli aveva tenuto compagnia e aveva cercato di aiutarlo a superare il lutto,ma non gli aveva detto la verità,lasciando che soffrisse,potendo impedirlo con una  semplice frase.
JJ era entrata nell’ufficio di Hotch appena Morgan era uscito.
-capirà che non c’era altra soluzione,anzi secondo me già lo sa,deve solo accettarlo. abbiamo fatto la cosa giusta-
-io lo so e so che capirà. gli ho dato qualcosa su cui riflettere e sono certo che,malgrado non voglia ammetterlo,sa che era l’unica cosa da fare…con lui invece come va?-aveva detto  indicando con lo sguardo Reid che,al piano di sotto,stava parlando con Morgan.
Loro due erano diventati ancora più uniti di prima,sia “durante” la morte di Prentiss che quando avevano saputo che era viva,legati prima dal dolore e poi dalla rabbia.
JJ si era girata e aveva guardato anche lei Reid,i suoi occhi si erano riempiti di tristezza,poi si era voltata guardando Hotch gli aveva risposto-lui sa che era l’unica cosa da fare,ma ha sofferto tantissimo e io gli avevo promesso che lo avrei protetto dal dolore ogni qualvolta fosse stato in mio potere. e non l’ho fatto. è quello che l’ha ferito,non il fatto che gli ho mentito,infatti è arrabbiato solo con me,non con te.-
quando gli hai fatto una promessa del genere?-non sapeva che JJ avesse fatto una promessa di quel tipo,così difficile da mantenere in un lavoro come quello.
-non c’è mai stato bisogno che io glie lo dicessi. è un patto silenzioso fra noi. lui ha sempre saputo che avrei fatto del mio meglio per farlo stare bene e lui avrebbe fatto del suo meglio per far star bene me. io ho mancato alla mia parte del patto. so di essere colpevole di questo,spero solo che lui possa perdonarmi.-
-diglielo.chiedigli scusa,non per avergli mentito,ma per aver mancato al patto.anche se credo che vedendolo soffrire tu abbia sofferto forse più di lui-
Le sorrise e lei lo ricambiò con un sorriso stanco.
-se gli dici questo sono certo che non potrà non perdonarti. anzi forse lo ha già fatto-.
 
Così JJ aveva deciso che avrebbe parlato con Reid al barbecue che avevano organizzato per il ritorno di Prentiss perché,malgrado avesse causato profondi sconvolgimenti nella squadra,erano tutti felici che Emily fosse tornata e volevano festeggiare.
JJ aveva messo a disposizione casa sua perché aveva un bel giardino grande.
Will aveva voluto comprare casa proprio per quello,voleva una casa in cui il loro figlio,Henry,potesse avere molto spazio per giocare. era un padre molto premuroso che cercava di non far mancare nulla al suo figlioletto.
JJ era grata che lui fosse così,sempre pronto ad aiutarla e a non farle pesare i suoi continui viaggi per lavoro.
 
Il giorno di questa festicciola JJ stava preparando i tavoli da sistemare in giardino.
C’era un bellissimo sole splendente e nemmeno un a nuvola oscurava il cielo.
Il tempo ideale per un barbecue.
Will le stava dando una mano mentre Henry correva di qua e di là,impaziente di poter trascorrere un po’ di tempo con Jack e con i suoi”zii” adottivi.
Malgrado li vedesse poco Henry era molto legato a loro perché erano “fuori dal comune”.
-hei mamma,quando arriva zio Spence?-
-presto tesoro-
-e viene anche zio Aaron con Jack?-
-certo e anche zia Penelope,zio Derek,zio David e zia Emily - rispose lei con un sorriso anticipando la prossime domande del bambino,poi gli scompigliò i capelli con una mano e disse-vai di sopra a prepararti che ora vengo a darti una mano-
Henry corse in camera sua. era gasatissimo dato che non li vedeva da molto,e voleva essere perfetto.
-vallo ad aiutare,qui ci penso io-le disse Will e lei,dopo averlo ringraziato raggiunse il figlio.
Henry stava frugando nel cassetto e ne emerse con una maglietta e un paio di jeans che gli erano stati regalati per il compleanno da Morgan.JJ lo aiutò a vestirsi e a pettinarsi e poi scesero al piano di sotto,giusto in tempo per aprire la porta a Morgan.
.zio Derek!-urlò il bambino entusiasta correndogli incontro. Derek lo afferrò mentre correva e lo prese in braccio
-hei ometto,come va?-
-benissimo-
-sei cresciuto moltissimo dall’ultima volta che ti ho visto-
-5 cm-disse il bambino con voce orgogliosa prima di trascinarlo a giocare.
Subito dopo arrivarono Garcia e Kevin,Hotch e Jack,Rossi e anche Reid e Emily.ogni volta che sentiva suonare alla porta Henry correva ad aprire per salutare calorosamente ogni ospite.
Quando arrivò Jack,Henry “liberò” Morgan dato che aveva trovato un compagno di giochi più adatto. i bambini si rincorrevano in giardino ma facevano molta attenzione al campanello:dovevano essere i primi ad accogliere i loro “zietti”.
 
Quando tutti furono arrivati Will accese il fuoco e cominciò a cuocere la carne.
Tutti si sedettero al tavolo che JJ e Will avevano sistemato nel giardino sul retro della casa la mattina.
tutti tranne Reid e Henry.
Il bambino aveva infatti preso il padrino per mano e l’aveva portato in camera sua.
-cosa c’è Henry?-
-vieni-
Spencer lo seguì chiedendosi cosa volesse il bambino proprio da lui,ma non disse nulla.
La camera era abbastanza grande con un tappeto con disegnate le vie di una città attraversate sa macchine e pedoni.
I giocattoli erano sparsi in giro per la stanza tranne che sul letto del bambino.
Era un letto a soppalco sotto il quale c’rea una specie di materasso poggiato per terra e degli scaffali su un lato,quello spazio poteva essere chiuso con delle tendine che scendevano dal letto,per questo era diventato il rifugio di Henry.
Lì si metteva con la mamma o il papà quando voleva che gli leggessero una storia che non fosse quella della buonanotte,perché si potevano chiudere le tendine,accendere la lucetta che era su uno scaffale,insieme ai libri, e isolarsi dal resto del mondo.
Si metteva là anche quando veniva sgridato o litigava con qualcuno,quando era triste o semplicemente quando voleva stare da solo.
 
Henry si sedette lì e Reid si mise accanto a lui.
Il bambino chiuse le tendine e disse-così nessuno ci darà fastidio-
Reid guardò interrogativamente il suo figlioccio finché lui non riprese a parlare
-sei molto triste ultimamente e  volevo aiutarti,così ti volevo dare questo-.
Gli porse un orsacchiotto di peluche un po’ consumato dall’uso
-lui è Teddy,mi aiuta sempre quando sono triste. me l’ha regalato la mamma!-
Reid prese l’orsacchiotto e lo strinse a sé con un braccio.
Da bambino aveva anche lui un pupazzo simile,lo portava sempre con sé finché un giorno,per fargli un dispetto,due bulli della sua scuola non glielo avevano distrutto davanti ai suoi occhi.
Non aveva più avuto peluche,non come quello.
Henry lo guardò.
-perché sei triste zio?hai litigato con mamma?-
Reid sorrise dolcemente al bambino-no tranquillo. andiamo di sotto che di certo ci staranno aspettando per iniziare a mangiare.
Mise il peluche nella sua inseparabile tracolla  e scesero in giardino.
Il pranzo fu piacevole,il cibo era buono e si divertirono molto. ovviamente i bambini appena ebbero finito di mangiare andarono a giocare,lontano dai grandi.
 
JJ era seduto vicino a Reid a tavola,lui sorrideva,ma faceva quasi finta che lei non esistesse.
Doveva parlargli,magari lontano dagli latri così si sarebbe sentito più libero di dire ciò che pensava.
Lo vide alzarsi per rispondere al telefono,aspettò che terminasse la chiamata e lo raggiunse,con uno sguardo d’incoraggiamento di Hotch.
-chi era?-
Lui si voltò e la vide. il suo sguardo si fece più arrabbiato,ma rispose comunque.
-era Andrew-
-come sta?-
-lui?bene. ha detto che lì in casa famiglia sono tutti simpatici e Zack gli ha promesso che appena lui avrà compiuto 18 anni lo porterà via di lì,in una casa tutta loro.stanno cercando di ricostruire il loro rapporto dopo moltissimi anni in cui praticamente non si parlavano,ma penso che ce la faranno-
-e tu?come stai?-
-bene non si vede?—
-non intendevo fisicamente,Spence,lo sai-
-come vuoi che stia?sono felice che Emily sia tornata tutto qui-
-Spence…….-
-No! Non hai il diritto di venire qui a chiedermi come sto dopo quello che mi hai fatto!come potrei mai sentirmi?!tradito,ferito…-
-Spence….-
-NON HAI IL DIRITTO DI CHIAMARMI SPENCE!!Io ho sempre pensato che non mi avresti mai mentito,ho sempre pensato che non mio avresti mai fatto soffrire,NON TU!
IO MI FIDAVO DI TE E TU MI HAI TRADITO!!
Hai idea di quanto sia stato male in questi mesi?!e se Doyle non fosse stato preso non mi avresti mai detto la verità giusto?!
HO SOFFERTO TANTISSIMO E TU NON HAI DETTO NIENTE!!-

-e pensi che io non avrei voluto dirti tutto?pensi che fossi felice di vederti così triste?Spence,ogni volta che pensavo a come stavi,a come stavate tutti,per me era una pugnalata al cuore,ma non potevo dirvi nulla,ne andava della sicurezza di Emily,capisci?-
-lo so e so che tu non volevi ferirmi,ma siamo sempre stati una squadra,anzi una famiglia e pensavo che cose come queste le avremmo condivise-
-Spence,mi dispiace, io non avrei voluto farti soffrire così,te lo giuro-
-lo so-
La guardò e questa volta il suo era uno sguardo dispiaciuto.
-scusami JJ,non dovevo arrabbiarmi con te,hai fatto solo il tuo dovere. solo che……-
-tu non devi scusarti è stata una reazione normale,adesso lasciamoci tutto alle spalle e amici come prima ok?-
-ok-le sorrise e lei ricambiò,si abbracciarono e s’incamminarono per tornare dagli altri.
 
 
JJ ed Henry avevano fatto una torta quella mattina e quando fu il momento la portarono a tavola.
Prima di tagliarla, però, chiamarono i bambini. Henry era molto orgoglioso di come era venuta e aveva detto  che ci teneva moltissimo a tagliarla lui e JJ glielo aveva concesso a patto che si facesse aiutare da lei.
-henry!vieni a tagliare la torta?se no faccio da sola-
-jack!scendi c’è il dolce!-
-bambini venite dai!”-
Dato che non venivano JJ li andò a cercare,ma non li trovò.
-non li trovo.li ho cercati in casa,in giardino,dappertutto,ma non sono da nessuna parte!-
Era allarmata.i due bambini non si trovavano più.
-ti aiuto a cercarli-disse Hotch e alle ricerche si unì tutta la sqaudra,ma i piccoli sembravano essere svaniti nel nulla.


nota:scusatemi se quello che ho scritto non è perfettamente aderente alla 7 stagione ma quando l'ho scritto non ne avevo vista nemmeno una puntata e sono andata ad intuito.so che non è granchè ma se avete consigli e critiche sono sempre ben accetti

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Capitolo 2
*** rapiti ***


 

 

Dopo ore di ricerche che si erano estese a tutto il vicinato sembrò ovvio a tutti che non potevano essersi allontanati da soli.
-Henry sa che non si deve allontanare.Dev’essere successo qualcosa. Lui è così piccolo…-
Le lacrime cominciarono a scorrere sul volto de JJ e,malgrado anche Hotch fosse sconvolto dall’improvvisa scomparsa del figlio,dato che egli era riuscito a mantenere la calma più di lei,si ritrovò a rassicurarla.
-JJ,calmati. So che è difficile ma ci devi provare,per Henry,ok?-
Lei fece un respiro profondo trattenendo un singhiozzo poi,con gli occhi gonfi di pianto guardò Hotch
-Ok- - Bene. Henry e Jack sono dei bambini intelligenti e se la sapranno cavare finché non li troviamo. Quindi adesso dobbiamo solo metterci al lavoro e trovarli. Non troverò pace finché chiunque li abbia presi non sarà in prigione.-
Tornarono subito al BAU e la Strauss si sorprese nel vederli arrivare,soprattutto perché erano accompagnati da Will,il compagno di JJ.Lasciò che tutta la squadra  entrasse nella sala dove venivano presentati i casi e,prima che entrasse,bloccò Emily.
-Come mai siete qui?Cosa è successo?-
-Jack e Henry sono stati rapiti-
-Non è possibile,anche loro!-
-In che senso anche loro?Chi latro è stato rapito?-
-Volevo presentarvi il caso domani mattina,ma penso che non si possa più rimandare-
Prese dei fascicoli e li mostrò ad Emily
-Portali agli altri. Questi sono i fascicoli riguardanti altri 5 casi di figli di poliziotti rapiti e poi uccisi nel giro di 10 giorni. Spero facciate in tempo a ritrovarli vivi-
-Nono possiamo permetterci di arrivare troppo tardi. Non possiamo permettere che  muoiano-.
Presi i fascicoli che la Strauss le porgeva Emily raggiunse gli altri.
-questi fascicoli sono di altri casi di figli di poliziotti rapiti-esordì lei entrando nella stanza
-Li hanno ritrovati?-chiese Will
-Si-rispose lei.
Era una mezza verità perché i bambini erano stati ritrovati,ma morti.Nè Hotch né gli altri ci erano cascati però.
-Quanto tempo passa fra il rapimento e il ritrovamento del cadavere?-gli chiese il capo della squadra
-10 giorni-
-Bene allora abbiamo 10 giorni  per trovare questo psicopatico e rinchiuderlo in galera-.
Negli occhi di Hotch c’era una determinazione che raramente avevano visto sul suo volto. Non che non avesse molto a cuore tutti i casi a cui lavorava,ma,come per ogni padre,suo figlio,aveva la precedenza su tutto.
-Jack si prenderà cura di Henry,lo so. Si è sempre sentito responsabile di lui perché è più piccolo-disse Hotch.
-è vero-sorrise JJ-l’ultima volta che è venuto a salutarci prima che partissimo per lavoro mi ha detto!”Tranquilla ci penso io a proteggere Henry mentre non ci sei”-
-Si prende tanta cura di Henry perché sa com’è vivere con un genitore che non c’è quasi mai.Finchè saranno insieme staranno abbastanza bene,dobbiamo solo sperare che non li divida per farli soffrire ancora di più-
-Non credo lo farà-disse Reid.Tutti lo guardarono interrogativamente.
-Secondo i rapporti il rapitore prima manda un video messaggio per far sapere ai genitori che ha lui i figli. Le cassette vengono recapitate nell’ufficio del genitore che lavora in polizia. Fa penare i genitori per 10 giorni e poi li fa andare in una strada deserta,sempre la stessa e lì spara al figlio. Non vuole far soffrire i bambini,ma i genitori!-
Tutti sembrarono sollevati da quell’informazione. Se fossero riusciti a trovarli i bambini non avrebbero subito nessun tipo di tortura.
-Hotch vorrei vedere i filmati,magari riesco a scoprire qualcosa di più - disse Reid
-Penso sia un’ottima idea. domani vai nell’ufficio di Garcia,lei ti aiuterà a visionare i filmati. Noi andremo a parlare con le famiglie delle vittime-.
Malgrado fosse meglio che la squadra,soprattutto Hotch,JJ e Will,non si occupassero del caso,la Strauss non se la sentì di impedirgli di indagare sul rapimento dei figli di questi ultimi e rimase a chiedersi cosa fosse meglio fare,mentre li osservava uscire dall’ufficio e recarsi a casa nella speranza di riuscire a riposare un po’.
 
Il giorno dopo.....
 
Hotch non poteva nemmeno pensare che entrò 10 giorni suo figlio sarebbe morto se non fossero stati in grado di trovare il colpevole.
Jack era tutto ciò che gli rimaneva,nulla più di lui aveva importanza e se per colpa del suo lavoro anche lui fosse morto,come Haley…….
Stava perdendo il controllo di sé perché sentiva le lacrime gonfiargli gli occhi.
Jack era suo figlio e lui l’aveva messo in pericolo un’altra volta. Era un padre terribile,assente spesso per lavoro,probabilmente l’aveva cresciuto più la zia che lui,aveva cercato di esserci per lui,ma non ci era riuscito molto bene. Eppure Jack lo adorava,era il suo eroe. “Nessuno batte papino”  diceva e lui lo aveva fatto rapire,se non avesse fatto quel lavoro adesso avrebbe avuto una famiglia felice e invece ora era seduto in macchina senza sapere cosa fare per salvare l’unica cosa buona che gli era rimasta:Jack.
Il suo stato d’animo non poté passare inosservato.
JJ lo notò,capiva cosa provava Hotch e anche il suo disperato bisogno di continuare a sembrare calmo e razionale quando era impossibile esserlo.
-Hotch non serve nascondere il dolor,farà solo più male. Nessuno ti criticherà se ti lasci andare,è umano Hotch.sai che faremo del nostro meglio e che la nostra squadra è la migliore,vedrai li troveremo. Abbiamo 10 giorni,abbiamo risolto altri casi in molto meno. Ce la faremo,andrà tutto bene-disse lei,forse più per convincere se stessa che lui.
Hotch la guardò:lei era seduta sul sedile posteriore della macchina,mentre Will era accanto a lui. Il viso di lei era in parte nascosto dall’ombra e Hotch fu grato di non dover vedere anche la sofferenza di una delle persone a lui più care. Eppure i suoi occhi riflettevano comunque un grande dolore..
-JJ come puoi pensare che non gli succederà nulla quando per lavoro non vediamo altro che morti e gente torturata. Vorrei essere ottimista e pensare che andrà tutto bene,ma ogni volta che chiudo gli occhi vedo le immagini di tutti i cadaveri che abbiamo visto e devo subito riaprirli perché ho troppa paura che quello di Jack sia il prossimo.-
Sapeva che JJ e Will potevano capirlo,dopotutto facevano lo stesso lavoro,conoscevano la crudeltà di queste persone e avevano sempre sperato che nulla del genere accadesse ai lori figli,invano.
Stanco di pensare negativamente,Hotch decise di farsi forza
- Jason Derrik,8 anni,è stata la prima vittima. Scomparso circa 3 mesi fa mentre tornava a casa da scuola. Sulla strada del ritorno ci sono delle telecamere,chiama Garcia,forse lei riesce a trovare qualcosa che agli altri è sfuggito,mentre noi andiamo a parlare con i genitori del bambino.-
JJ compose subito il numero
-Ditemi comuni mortali,la maga Garcia è al vostro servizio!Se preferite l’opzione genio saputello abbiamo anche il dr.Reid Scegliete - rispose una voce squillante
-Garcia ho bisogno che tu veda i filmati delle telecamere delle strade che Jason Derrik percorreva per tornare a casa-le disse JJ
-Ok,ti richiamo appena ho qualcosa.-
Prima che le due donne potessero attaccare Reid le fermò
-Aspetta!Aspetta!-
-Trovato qualcosa Reid?-
-Nei rapporti degli interrogatori c’era qualcosa che non mi tornava. I genitori affermavano che i figli erano stati stuprati. In effetti nei video il rapitore lo dice,ma questo non corrispondeva al profilo perché abbiamo detto che lui vuole far soffrire le famiglie,non  i bambini. Quindi sono andato a vedere i referti del medico legale……-
-Reid arriva al punto-tuonò Hotch dall’altra parte del telefono
-Dicono che i bambini sono stati stuprati,ma non ci sono tracce di sperma. Così sono all’obitorio e ad un più attento esame si più notare che in realtà non è stato lui personalmente a stuprare i bambini-
-Cosa vuoi dire?-
-Lui non cerca il piacere sessuale da quei bambini,ma la sofferenza dei genitori. Quindi era molto strano che li stuprasse,ma ora tutto torna. è uno stupro simulato-
-In che senso simulato?-
-Lo fa post-mortem e non è un vero e proprio stupro,ma a un esame poco accurato sembrerebbe esserlo-
-Quindi non li stupra?-
-No,per lui l’importante è che i genitori pensino che sia così. Sembra quasi che lui voglia, in qualche modo,preservare i bambini da qualsiasi tipo di cattiveria:non è presente alcun segno di torture,non erano stati nemmeno legati,erano stati nutriti e accuditi amorevolmente nei 10 giorni di reclusione. L’unico atto contro i bambini è lo sparargli in testa, e anche lì fa attenzione che muoiano senza soffrire-.
-Grazie Reid-.
Hotch chiuse la conversazione e continuò a guidare verso casa Derrik, almeno ora aveva una buona notizia da portare ai genitori.
 


nota:grazie del vostro tempo,scusate se il capitolo è un po' corto.spero commentiate
 

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Capitolo 3
*** Jason,Tom,Sam,Jeremy e Lily ***


Prima di bussare Garcia li richiamò
-Tesori questa volta non sono portatrice di buone notizie, C’è solo un punto morto in tutto il percorso e il nostro S.I. lo sapeva bene perché ha sfruttato proprio quel punto per rapire Jason.L’ho visto sparire da una telecamera e non è riapparso nell’altra, come invece aveva fatto all’andata-
-Quindi il nostro S.I., non solo sapeva che percorso faceva Jason e a che ora usciva da scuola, ma anche dove era più facile rapire il bambino. Perciò aveva osservato per molto tempo sia il bambino e le sue abitudini, che il luogo adatto per agire senza essere visto. Forse qualcuno l’ha visto, ma dubito, dev’essere davvero bravo a non farsi notare. Io non me ne ero mai accorto-le rispose Hotch.
Bussarono alla porta dei Derrik e gli aprì una donna bionda che non era ancora riuscita a liberare i suoi occhi dal dolore di aver perso un figlio.
-Signora Derrik siamo gli agenti Jereau e Hotchner dell’FBI e lui è il detective La Montaigne. Stiamo indagando sull’omicidio di suo figlio-.
-entrate-. La donna li fece accomodare nel salone.
-Posso offrirvi qualcosa?- Malgrado non accettasse mai, questa volta Hotch, e come lui anche JJ e Will, non rifiutò
-Magari un tè, grazie.-Aveva bisogno di calmarsi e il tè era l’unica bevanda che fosse in grado di rilassarlo.
La signora tornò dopo un paio di minuti con un vassoio su cui erano posate 4 tazze di tè e un ciotola piena di biscotti fatti in casa
-Li ho fatti io. Devo avere sempre le  mani occupate da quando mi hanno portato via Jason.Cucino biscotti in quantità industriali,tanto che le mie amiche mi hanno chiesto di poterli vendere per beneficenza. Ovviamente gli ho detto di si,almeno questa tragedia avrà portato qualcosa di buono. Scusate sto parlando fin troppo,rubandovi del tempo prezioso. Se siete qui suppongo che abbiano rapito un altro bambino.-
-Si signora,questa volta ne ha rapiti due insieme-disse JJ con aria affranta.
-Addirittura due!!poveri bambini!come si chiamano?quanti anni hanno?-La donna era sinceramente preoccupata per i due bambini e così JJ soddisfò la sua curiosità
-Si chiamano Jack ed Henry. Jack ha 7 anni ed Henry ne deve ancora compiere 4-.
Vedendo gli sguardi distrutti dei 3 la signora non fece altre domande. Forse aveva capito la verità,forse pensava solo che indagare su cose così terribili fosse in grado di abbattere anche la più forte delle persone.
Qualsiasi fosse il motivo si limitò  a dire:-Mio marito ora non c’è,è di turno in centrale,ma risponderò ad ogni domanda-
Hotch cominciò “l’interrogatorio”
-Signora si è mai accorta se qualcuno seguiva suo figlio?-
-No, mai-
-Ha notato qualcuno di sospetto negli ultimi tempi?-
-no,non mi sembra-
-Nessun veicolo che si trovava qui solo nell’ultimo periodo e che se ne è andato via dopo il rapimento di Jason?-
-no,qui è raro vedere macchine,tutti hanno il garage dove mettere la propria auto,quindi in strada non ce n’è mai nessuna. Se ce ne fosse stata una in quel periodo l’avrei di sicuro notata.-
-Sa chi potrebbe avercela con lei e suo marito?-
-Qui ci vogliono tutti bene. Nel vicinato,al lavoro,alla scuola di Jason.Ovunque-
-potrebbe essere una persona che suo marito ha arrestato e che ora è uscito di prigione?-
-non credo,Gerry rimane sempre nell’ombra,nessuno si accorge di lui. è il suo partner,Thobias,che mette le manette eccetera,eppure non se la sono presa con lui e anche lui ha figli:2 maschi e 1 femmina. Loro non sono stati rapiti,Jason si.-
La voce della signora fu spezzata dal pianto
-Era il nostro unico figlio!!-JJ l’abbracciò provando a consolarla
-La capisco signora-
-Come può capirmi?Come può capire cosa si prova a non sapere dov’è il proprio figlio,ma sapere che è in mano a chi ha già ucciso e non ha timore di rifarlo?-
Will si avvicinò a JJ vedendola piano piano abbandonarsi nuovamente alla paura,le cinse le spalle con un braccio e,un po’ arrabbiato perché la donna aveva fatto intristire ancora di più la sua amata,e anche lui e Hotch,le rispose
-Possiamo capirla signora. Henry è nostro figlio. è stato rapito ieri pomeriggio insieme a Jack,il figlio dell’agente Hotchner,a casa nostra e adesso non vorrei altro che trovare un modo per poterlo riabbracciare. Comunque signora suo figlio non è stato stuprato. Il rapitore ha finti di averlo fatto per farvi soffrire.-
Detto questo uscirono da casa Derrik per recarsi dalla famiglia della seconda vittima:Tom Anderson.
 
-Tom è scomparso un sabato mattina. Aveva solo 10 anni…….Diceva di essere grande e così avevo cominciato a mandarlo a fare piccole commissioni. Quella mattina Tom era andato a comprare il pane. Gli avevo detto che poteva scegliere il tipo che più gli piaceva perché era stato bravo e mi aveva aiutato a sistemare casa. Aveva insistito tanto per andare lui e dato che il panificio era poco lontano l’ho mandato.-
Le lacrime scorrevano sul volto della signora Anderson mentre parlava. Malgrado fossero passate settimane dalla morte del figlio,ogni volta che ne parlava cominciava a piangere.
-Qualcuno poteva avercela con voi?-
-No,non credo-
-Qualcuno che ce l’aveva con suo marito a causa del suo lavoro e che è uscito di prigione recentemente?-
-No,mio marito si è occupato solo di scartoffie fino a circa tre mesi fa. Se avesse arrestato qualcuno,quel qualcuno sarebbe ancora in prigione.-
-Non ha notato nessuno di sospetto?nessun veicolo che  non aveva mai visto e che è scomparso in concomitanza con il rapimento di Tom?-
-No,nulla del genere. Perché proprio Tom?Era l’unica gioia della nostra vita. Come farò ora?-
Mentre consolava la donna l’occhio di JJ cadde su una fotografia di Tom con suo padre.
La signora prese proprio quella foto e la mostrò a JJ
-Vede quant’era bello il mio bambino?!Perché lui?Perché Tom?-
JJ guardò meglio la fotografia:c’era qualcosa che le sfuggiva,qualcosa che di certo era importante……..
Quando uscirono da quella casa JJ chiese a Hotch:-Hai visto la foto?-
-Si,perché?-
-C’è qualcosa che non torna.C’è qualcosa di familiare in quella foto:come se avessi già visto il bambino e il padre insieme-
-Dove?Potrebbe esserci utile-
-Il problema è che non ricordo. Non sono nemmeno certa di averli visti davvero!-
Risalirono sulla macchina e si diressero verso il BAU,dove il resto della squadra li stava aspettando.
Appena arrivati Morgan,Rossi e Prentiss gli fecero il resoconto di ciò che erano riusciti a sapere dalle altre famiglie.
Cominciò Morgan.
-Sam Spicey, 6 anni,rapito al ritorno dagli allenamenti di calcio. Si allenava in una radura nel parco e doveva solo fare poche centinaia di metri a piedi fino al cancello,dove lo aspettava il padre in macchina. Di solito faceva quel breve percorso con i suoi amici,di poco più grandi di lui,però quel giorno dovevano rimanere un po’ di più per la partita che ci sarebbe stata l’indomani pomeriggio e quindi Sam è tornato da solo. Di sicuro l’S.I. lo sapeva e aveva pianificato il rapimento nei minimi dettagli perché né coloro che si stavano allenando,né il padre hanno notato nulla e tutti affermano che non c’era nessuna macchina. Di certo ne ha bisogno per poterli portare al suo “rifugio”,quindi avrà nascosto il suo mezzo tra gli alberi attorno alla radura. I genitori dicono che non hanno visto nessun veicolo o persona sospetta prima del rapimento del figlio e che nessuno poteva avercela con loro. Il padre di Sam è entrato da molto poco in polizia, quindi non aveva  ancora eseguito molti arresti,perciò non può essere una vendetta contro il padre. Gli Spicey hanno perso tutto il loro mondo con la morte del figlio,avevano solo lui e  non credo che si riprenderanno molto presto.-
Rossi era invece andato a casa dei coniugi Harvey,i genitori della quarta vittima.
-Jeremy Harvey,9 anni,figlio unico come gli altri 3 bambini rapiti. Lui è scomparso dopo essere andato a trovare un suo amico a casa perché stava male. Jeremy è un bambino molto premuroso e,vedendo che il suo compagno mancava da scuola da diversi giorni aveva chiesto alla madre il permesso di poter andare da lui. La madre era restia a mandarlo perché era un po’ lontano,ma Jeremy era un ragazzo sveglio e affidabile,in più aveva promesso di tornare prima che facesse buio,così la madre aveva acconsentito. L’S.I. deve aver colto al volo l’occasione perché il bambino non è mai tornato a casa. La madre si è preoccupata quando ha visto che a tarda ora ancora non arrivava,Jeremy avrebbe avvertito se avesse tardato,così ha chiamato la madre dell’amico la quale le ha detto che il figlio sene rea andato parecchie ore prima da casa loro dicendo che aveva promesso a sua madre che sarebbe stato a casa prima del tramonto. I genitori di Jeremy non si erano mai accorti che loro e il figlio fossero osservati ne hanno notato veicoli sospetti poco prima del rapimento e affermano che nessuno ce l’aveva con loro. Il padre di Jeremy è un poliziotto molto rispettato che ha mandato in prigione moltissima gente,ma tutti i casi di cui si è occupato si sono conclusi con una condanna all’ergastolo e quindi il nostro S.I.non può essere uno di quelli che ha arrestato-
-Può essere evaso-ribbattè Hotch
-No,il signor Harvey continua a seguire i “suoi” colpevoli e quindi se ci fosse stata un’evasione l’avrebbe saputo e avrebbe subito messo al sicuro la sua famiglia secondo un piano che aveva preparato tempo addietro proprio se fosse successo qualcosa del genere-
-Non può essere stato un familiare di qualcuno che ha arrestato?-
-No,quasi tutti erano soli al mondo e gli altri sono stati abbandonati dalla famiglia quando sono stati scoperti i loro crimini-
-Quindi anche da questo punto di vista non abbiamo nulla.Prentiss dimmi che tu hai avuto più fortuna-
-Lily Mcfair,8 anni,viveva con i genitori in un quartiere molto tranquillo e abbastanza isolato. La madre era al lavoro,io padre era uscito un secondo a fare una commissione e l’aveva lasciata a casa. Non era raro che rimanesse da solo a casa,lei si metteva a giocare in giardino o a studiare in camera sua e i vicini gli davano un’occhiata per assicurarsi che non accadesse niente. Il padre sarà stato via poco più di 20 minuti e quando è tornato la figlia non c’era più. I vicini non hanno visto niente,nessun veicolo sospetto. Probabilmente si è nascosto sul retro della villetta dei Mcfair,da lì nessuno avrebbe potuto vedere nulla,a meno che  non fosse stato là. Di certo il nostro S.I. conosceva bene sia le abitudini della famiglia che la conformazione della casa. E sapeva anche cosa piaceva alla bambina riuscendo ad attirarla in un posto del giardino in cui i genitori le avevano proibito di andare proprio perché da lì non la si poteva vedere .Non l’avrà attirata di persona perché Lily era una bambina intelligente:avrebbe lanciato l’allarme e non si sarebbe fatta prendere. Avrà usato qualche cosa per lei irresistibile,probabilmente il suo pupazzo preferito perché il padre dice che non lo trova più. Per quello avrebbe fatto qualsiasi cosa……..Rapita per un vecchio orsacchiotto di peluche………..Comunque nessuno poteva avercela con loro,si erano trasferiti da poco e la madre non era molto rispettata al dipartimento:tutti sono d’accordo sul fatto che è una bravissima agente,ma essendo una donna tutto ciò che faceva non era mai merito suo. Per il mondo lei è una sconosciuta .-
-Quindi abbiamo un S.I. che rapisce figli di poliziotti,ma solo se sono figli unici. Non gli importa che siano maschi o femmine e non ha scopi sessuali,vuole solo far soffrire i genitori i quali sono poliziotti,ma di distretti diversi.L’S.I. ha cominciato ad agire circa tre mesi fa,dobbiamo scoprire qual è il fattore di stress. Forse così troveremo anche il nesso con le famiglie dei bambini.-
Hotch si voltò a guardare Reid.
Aveva assegnato a lui il compito di stilare il profilo,malgrado lui odiasse farlo, soprattutto quando doveva farlo da solo,perché aveva paura di sbagliare. Se fosse successo qualcosa sarebbe stato un disastro.
-Sei pronto?-
Il ragazzo si limitò a fare un cenno con la testa,fece un profondo respiro e cominciò a esporre il profilo agli agenti riuniti nell’open-space.
-Il nostro S.I. è un maschio,bianco tra i 20 e i 30,con la rabbia e la sete di vendetta tipica della giovane età,ma malgrado questo non è superficiale,anzi osserva attentamente le sue vittime e pianifica il rapimento nei minimi dettagli. Deve avere molto tempo a disposizione,quindi o è disoccupato o ha un lavoro part-time che gli occupa poco tempo e gli permette di girare molto per la città. Ha un furgoncino,probabilmente del lavoro,lui non se lo potrebbe permettere. Conosce molto bene i sistemi di sicurezza e sa dove sono posizionate le telecamere. Probabilmente lo sapeva già da prima perché gli serviva saperlo al fine di commettere piccoli furti utili alla sopravvivenza. Ha dei precedenti penali,ma nulla di importante,di recente suo figlio è morto,doveva essere in mano a un pedofilo che poi l’ha ucciso. Certo reputa la polizia colpevole di non essere riuscita a salvare suo figlio e ha assistito alla morte del bambino. Il cadavere probabilmente non gli è mai stato ridato  e lui non ha potuto dargli una degna sepoltura. Quindi fa cedere la morte dei figli ai genitori e poi porta via i bambini,fa in modo che sembri che siano stati stuprati e poi li porta in un cimitero fuori città e li mette in posa,come in una bara,in segno di rimorso e di rispetto nei confronti dei bambini. Conosce le strade della città come le sue tasche,dato che nessuno riesce mai a capire dove vada. Riesce anche a inserirsi nella radio della polizia per mandare i genitori a osservare l’assassinio del figlio. Il suo scopo non è  torturare i bambini,infatti li tratta molto bene e anche lo sparo in testa è mirato a non farli soffrire,loro sono solo un mezzo per far soffrire i genitori. Non ha altri figli,infatti prende di mira solo i figli unici,perché vuole che, come lui,quelle famiglie perdano tutto ciò che per loro è importante. Vuole che patiscano la pena del contrappasso!-
Reid guardò il suo uditorio,la sala era piena di poliziotti intenti a prendere appunti su ciò che aveva detto,i loro sguardi erano pieni di paura che i loro figli fossero i prossimi ad essere rapiti. Non voleva che pensassero di indagare solo per mettere in prigione un rapitore seriale e per impedire che i loro figli fossero presi di mira,loro erano lì soprattutto per trovare Jack ed Henry!
Così si girò e, sul tabellone dove erano appese le foto dei 5 bambini mise anche quelle di Jack ed Henry.
-Questi due bambini sono stati rapiti ieri pomeriggio. Oggi noi siamo qui per impedire che Jack,7 anni,e Henry,4 anni,facciano la fine di Jason,Tom,Sam,Jeremy e Lily.Non abbiamo molto tempo e se l’S.I. capisse che gli stiamo così addosso accorcerebbe il tempo in cui tiene in vita i bambini. Quindi mi raccomando: massimo impegno,ma anche massimo riserbo.-
Guardò JJ,questa volta non per cercare conforto,ma per vedere come stava.
Sapeva che ricordarle quanto fosse precaria la vita di Henry e Jack l’avrebbe fatta soffrire,ma era necessario che gli agenti si rendessero conto che stavano cercando due bambini ancora vivi e che quella era la loro priorità.
JJ  e Will erano abbracciati,cercando conforto l’uno dall’altra,lei stava piangendo quando Reid li raggiunse e il ragazzo si sentì terribilmente in colpa.
-Mi dispiace aver detto quelle cose,ma era necessario che…….-
Lei alzò il viso dal petto di Will e lo guardò,non era arrabbiata,solo molto triste,ma anche così era bellissima, come sempre……..
-Non c’è bisogno che ti scusi,hai fatto il tuo dovere e in fondo quelle cose già le sapevo,le avevo solo relegate in un angolo buio della mia mente. è il nostro lavoro sapere queste cose Spence.Non si può far finta del contrari,e lo sai.-
Vedendola così triste si ricordò quando ,il giorno addietro Henry gli aveva regalato Teddy.Lui non ne aveva più bisogno ora,ma JJ e Will si.
Lo tirò fuori dalla borsa e lo porse ai due.
-Me l’ha dato Henry ieri mattina-rispose allo sguardo stupito di Will
-Teddy lo teneva sempre con sé,non lo dava a nessuno. Mai,per nessuno motivo-disse alla vista del pupazzo preferito del figlio.
-Come mai te l’ha dato?-
-Ha detto che mi aveva visto triste e non voleva che io lo fossi,così ha pensato di darmi Teddy.-
Fece un sorriso triste e aggiunse:-Temeva che fossi arrabbiato con te,JJ-
La donna prese l’orsacchiotto spelacchiato e lo strinse a sé
-Grazie Spence,non sai quanto sia importante-
Lui non disse nulla,ma la abbracciò,lasciando che le sue lacrime silenziose bagnassero la sua camicia.
Nel frattempo Hotch,mentre Reid parlava con JJ e Will,aveva chiamato Garcia.
-Il genio della lampada al servizio dei paladini del bene. In cosa posso esservi utile?-
-Garcia indaga sulle famiglie delle vittime,vedi se hanno partecipato a qualche operazione congiunta,magari anche con noi. In quell’operazione dovrebbe essere morto un bambino. Trova il padre del piccolo.-
-Ti richiamo tra qualche secondo capo.-



 nota:grazie per il vostro temp.i commenti sono sempre ben accetti

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Capitolo 4
*** se solo..... ***


Era in un magazzino,nascosto dietro dei container,aveva il fiatone perché aveva corso molto per arrivare lì il prima possibile.
I poliziotti con le pistole puntate,forti e sicuri di se stessi nei loro giubbotti antiproiettili ,stavano mirando a un uomo pelato che teneva davanti a sé un bambino di circa 7 anni,lo stava usando come scudo:con lui davanti nessuno gli avrebbe sparato.
Anche l’uomo aveva una pistola,puntata alla tempia del bambino.
-Se vi avvicinate lo uccido!!-Urlava l’uomo
-Lascialo o ti spariamo,non hai via di scampo- ribattevano i poliziotti.
Nessuno voleva cedere.
Il bambino tremava di paura,stringeva tra le braccia un peluche con i pois viola di monsters&co.
Glielo aveva regalato lui quando era piccolo e temeva che i mostri si nascondessero nella sua stanza e che, quando era spenta,uscissero fuori.
Lui lo aveva portato al cinema vedere quel film e poi gli aveva regalato quel pupazzo.
“I mostri non vogliono che tu abbia paura,ma che tu sia felice,così puoi fornirgli l’energia che gli serve. E se qualche mostro vorrà spaventarti,lui ti proteggerà.” Gli aveva detto e il bambino aveva  riso.
Da allora non aveva più avuto paura del buio.
Ora si aggrappava a quel peluche con tutte le sue forze,ma nessuno sembrava accorgersi di lui.
Ai poliziotti importava solo di catturare quell’uomo.
-Gettate le armi!-disse l’uomo
-O sparo al bambino!-
Alcune armi furono gettate a terra,non vedeva bene quali,ma il capo della SWATT evidentemente non aveva dato il segnale ai suoi uomini
-Mettete giù le armi o sparo!Giuro!!-
Ma ancora i membri della SWATT tenevano i fucili in mano. Qualcuno cominciò ad avvicinarsi.
-Non mi farò prendere vivo da voi!!-
Il dito dell’uomo premette il grilletto.
 
BUM!!
 
Il bambino cadde a terra,dalla testa usciva copioso il sangue che andava a bagnar il pupazzo che ancora stringeva tra le mani.
 
BUM!!
 
Anche l’uomo si accasciò. Si era sparato con la sua stessa pistola.
 
I poliziotti accorsero a soccorrere i due feriti.
Un uomo si avvicinò al bambino e gli posò due dita sul collo,cercando di sentire il battito cardiaco.
-è morto,non c’è più niente da fare-disse con voce,come se non gli importasse nulla del bambino.
-Hotch,andiamo-disse una donna bionda all’uomo chinato sul piccolo corpo
 
Come potevano andarsene lasciando lì il bambino?!
Cercò di urlare,ma la voce non gli usciva dalla gola.
Prima di riuscire ad emettere qualche suono sentì una mano sulla bocca.
Si girò. Era un poliziotto,il viso gli ricordava qualcosa,ma non capiva cosa.
-Cosa ci fai qui?!Torna subito a casa tua di corsa!!-
Scosse la testa mentre cercava di andare dal bambino riverso per terra abbandonato da tutti.
-Non puoi andare da lui,non ora. Torna a casa-disse l’uomo mentre lo tratteneva con la forza.
Lo spinse fuori dalla porta e la chiuse a chiave in modo che non potesse rientrare.
Allora cominciò a correre,gli occhi offuscati dalle lacrime.
-Josh!Josh!-Continuava a urlare
-Josh!Josh!-
 
Aprì gli occhi,non era in mezzo a una strada. Era nel suo letto a casa sua. Era ancora buio,ma dalla stanza accanto si sentiva una voce.
Andò a vedere. Quella era la camera di Josh,anche se era raro che non si infilasse nel suo letto:a loro piaceva dormire insieme. Avevano solo loro stessi e cercavano di stare più vicini possibile.
Aprì la porta e vide un bambino di spalle,aveva circa 7 anni.
Era così simile a Josh che per un attimo pensò che fosse lui,che quello era stato solo un brutto sogno,ma poi il bambino si voltò,non abbastanza per notarlo,ma lui vide che non era Josh.
La rabbia e la tristezza ebbero il sopravvento su tutto il resto nel suo animo,ma non disse nulla e rimase ad ascoltare il bambino simile a Josh che parlava ad un atro,più piccolo e biondo che doveva avere al massimo 4 anni.
Il piccolo stava piangendo e chiamava la mamma,mentre quello simile a Josh cercava di rassicurarlo.
-Vedrai che il mio papà e la tua mamma ci troveranno,non ci lasceranno qui. Loro sono i più bravi,vedrai che torneremo presto a casa.-
Il piccolo annuì e poi disse:-Jack,ho paura-
-Di che, Henry?-
-Di tutte le cose cattive che ci può fare quest’uomo. Mamma non vuole che io ascolti quello che dice a papà quando è via per lavoro,ma io voglio sentire la sua voce e allora rispondo all’altro telefono in silenzio e ascolto senza farmi sentire. So tutte le cose brutte che possono fare i cattivi-
-L’unica volta che un cattivo è arrivato a casa mia papà l’ha cacciato via e mi ha salvato. Papà è il più forte di tutti e non permetterà che ci accada niente. E poi ci sono io con te. Ho promesso a zia JJ che ti avrei protetto quando lei non c’era. Non avere paura. Papà arriverà con tutti gli zii e ci salveranno. Non ci lasceranno qui. Te lo prometto.-
Gli occhi dell’uomo si riempirono di lacrime.
Forse anche Josh aveva pensato le stesse cose e lui non era riuscito a salvarlo. L’aveva deluso.
Prese la telecamera e la posizionò nello stanzino “delle riprese”, poi entrò nella cameretta, prese i due bambini e li portò nello stanzino.
-Tranquilli non vi farò niente, dobbiamo solo mandare un video a mamma e papà.-
Prese per primo Jack, lo imbavagliò, lo legò e cominciò a filmare…………………
 
 
 
 nota:grazie del vostro tempo.se avete qualche commento sarò felice di ascoltarvi

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Capitolo 5
*** un pacco speciale ***


-Agente Hotchner,agente Jereau,c’è un pacco per voi-
Il fattorino era entrato appena Hotch aveva concluso la conversazione con Garcia.
-Mi chiedevo quando sarebbe arrivato-
Prese il pacco e lo aprì.
Come si aspettava c’era una videocassetta dentro.
Fece andare tutti nella sala dove venivano presentati i casi e gli fece vedere la cassetta.
La prima immagine fu quella di Jack legato e imbavagliato in un posto molto buio.
A parte il bambino,illuminato da un flebile fascio di luce,non si vedeva altro.
Poi si sentì una voce maschile che parlava….
-Ehi papà,com’è sapere che il proprio figlio è in mano a un uomo senza scrupoli?Non vedi come soffre?Riuscirai a trovarlo prima che sia troppo tardi?Ti farai fermare?Permetterai ad altri di metterlo in pericolo?Dipende tutto da te..-
Poi ci fu una pausa di qualche secondo dove il fascio di luce che illuminava Jack si spense.
La telecamera cambiò luogo inquadrato e si vide Henry.
Voleva far sembrare che li avesse divisi,che fossero soli.
Alla vista di suo figlio,lì,solo,gli occhi di JJ si riempirono di lacrime e lei si strinse forte a Will.
Vedendola così Reid si sentì in dovere di consolarla
-Non è da solo,sta con Jack. Vedi come guarda la telecamera?Sta guardando qualcuno che conosce,di cui si fida. Non sta guardando il rapitore,sta guardando Jack.JJ,sono insieme,si prenderanno cura l’uno dell’altro. Il dover prendersi cura di Henry farà sopportare meglio la prigionia a Jack e Henry trarrà grande conforto da lui.-
Hotch faceva trasparire molto di meno i suoi sentimenti,ma da come digrignava i denti si capiva che,se quell’uomo fosse finito nelle sue mani non l’avrebbe passata liscia.
Tutti si sentirono rincuorati da ciò che aveva detto Spencer,ma il filmato non era finito.
Il rapitore stava parlando e la sua voce diveniva sempre più rabbiosa
-Come ci si sente,mamma,quando tutto ciò che hai rischia di essere distrutto?!Questo è importante vero?!Lo abbandoneresti?!Riusciresti mai ad andare aventi con la tua vita se accadesse qualcosa a Henry?!Avresti pace con il suo stupratore in libertà?!E tu, Hotch,cosa faresti se  non riuscissi a salvare Jack?!Vi farete aiutare dai vostri colleghi per salvarli?!Non si può dimenticare.-
Queste erano le ultime parole dell’uomo. Il video si chiudeva così.
-Hotch,come fa a sapere il tuo nome?Negli altri video non ha mai detto il nome degli agenti,neanche quello di JJ!E poi ti ha chiamato Hotch,non Aaron o Hotchner,ma Hotch,come ti chiamiamo noi!-disse Morgan
-Quest’uomo ti conosce,ma n on come uomo,come padre o altro,ma come membro di questa squadra. Lui conosce questa squadra e sa che prendendo loro ci avrebbe ferito tutti,ma in particolare ce l’ha con te e anche con JJ.Vi ritiene responsabili della morte e dell’abbandono di suo figlio più di tutti gli altri. Di sicuro ci siamo occupati di quel caso. Speriamo che Garcia abbia trovato qualcosa-Reid  finì di parlare proprio mentre il cellulare di Hotch cominciò a squillare.
-Garcia sei in viva voce-disse lui
-Siete fortunati,abbiamo seguito pochi casi in questa città. Sembra che non ci siate mai qui,comunque…..Stavo dicendo,ne abbiamo seguiti ancora meno in cui i bambini erano le vittime e non ho dovuto nemmeno cercare molto per trovare quello che mi avete chiesto perché il caso è molto recente:risale a quattro mesi fa. Ricordate?-
Hotch ricordava quel giorno. Stavano ancora cercando Doyle,l’avevano quasi preso,mancava veramente poco.
Si stavano occupando di un caso di un pedofilo che rapiva bambini e poi li uccideva.
Non erano riusciti a salvare il bambino che teneva in ostaggio perché il capo della SWATT non aveva dato l’ordine di abbassare le armi. Così l’uomo aveva sparato e il bambino era morto. Era stato lui stesso a controllare se il suo cuore batteva,poi JJ l’aveva chiamato:”Hotch,andiamo”gli aveva detto.
Avevano avuto nuove notizie su Doyle ed erano corsi con la speranza di catturarlo,lasciando lì il bambino. Si sarebbe occupata la polizia di riconsegnare il corpo alla famiglia.
Era dispiaciuto che il bambino fosse morto e anche del fatto che se ne doveva andare via in quel modo. Evidentemente non aveva mostrato abbastanza le sue emozioni e l’S.I. doveva aver pensato che non gliene fosse importato nulla.
-Hai cercato i genitori dell’ultima vittima?Si chiamava Josh giusto?-
Se lo ricordava perché il nome era simile a quello di Jack ed era uno di quelli che aveva pensato di dare a suo figlio. E poi Josh e Jack si somigliavano molto fisicamente:avevano la stessa età,gli stessi capelli,lo stesso sguardo…..
-Si,si chiamava Josh e se ben ricordi suo padre, Edward Mayers,poliziotto anche lui,è morto prima che lui nascesse,mentre la madre May è deceduta pochi mesi dopo la nascita del figlio a causa di una brutta malattia. Il bambino,che era figlio unico,è stato affidato agli zii,i quali avevano denunciato la scomparsa del bambino solo 2 giorni dopo che era stato rapito-
-è stato un gravissimo errore non denunciare subito la scomparsa del piccolo,probabilmente saremmo riusciti a salvarlo se lo avessero fatto. Comunque dubito che siano loro quelli che cerchi amiamo. Stiamo cercando un uomo abbastanza giovane,solo,che aveva solo quel bambino,uno che sa come inserirsi nella radio della polizia,che ha molto tempo libero ed è accecato dalla rabbia. Non mi sembrava che agli zii importasse molto di Josh,non abbastanza. Aveva vissuto con loro per circa 6 anni,doveva essere come un figlio,e invece hanno reagito alla sua morte come se si fosse trattata di quella di un pesce rosso-disse Morgan
-E poi loro  non c’erano quel giorno,noi invece cerchiamo qualcuno che ha visto cosa è successo in quel magazzino e che non abbia riavuto il corpo indietro per poterlo seppellire nel modo giusto. Probabilmente a malapena è riuscito ad assistere al funerale. Agli zii, invece, il corpo è stato riconsegnato subito - disse Prentiss
-Garcia sotto ci dev’essere di più,quel bambino probabilmente non viveva con gli zii,questo era solo ciò che si vedeva dall’esterno. Devi scoprire qual’era la realtà. Chiunque si occupasse realmente di lui è il nostro S.I.-concluse  la donna chiudendo la conversazione.
La morte di Josh Mayers era stata un grandissimo errore che si poteva evitare se la SWATT avesse abbassato le armi. Se il capo gli avesse dato l’ordine loro lo avrebbero fatto,ma chissà perché aveva pensato che catturare immediatamente quell’uomo con i suoi metodi fosse più importante della vita di quel bambino.
Le immagini di Josh e Jack si sovrapponevano nella mente di Hotch mentre si malediceva per essersene andato così in fretta dopo aver constatato la morte del bambino.
Capiva perché quell’uomo era arrabbiato,anche lui lo sarebbe stato se al posto di Josh ci fosse stato Jack.
-Ho sbagliato,è anche colpa mia se quell’uomo ora è così arrabbiato. Io ho ignorato quello che lui considerava suo figlio il quale è morto perché la SWATT non aveva messo giù le armi.Come padre posso capire cosa prova-disse.
-Ricordo quel bambino-s’intromise Morgan
-Era paralizzato dalla paura e stringeva quel suo pupazzo come fosse la sua ancora di salvezza. Di sicuro era un regalo di qualcuno di cui si fidava e che sperava venisse a salvarlo. Lui non è riuscito a intervenire e vuole che anche i genitori dei bambini che rapisce provino la stessa sensazione:vedere senza riuscire a fare nulla. Se davvero lui era lì,qualcuno potrebbe averlo visto,bisogna interrogare tutti quelli che hanno partecipato all’operazione.-concluse l’agente.
Tutti stavano uscendo dalla sala,sperando di trovare una pista su cui indagare,tranne JJ.
Anche Will era uscito,ma lei era ancora lì,con gli occhi persi nel vuoto,con l’espressione di chi sta per scoppiare a piangere.
Reid non se la sentì di abbandonarla ai suoi sensi di colpa,vederla soffrire lo faceva stare male ,e poi un po’ capiva cosa stava provando perché,anche se Henry non era suo figlio,era  quanto di più vicino ad esso lui avesse mai avuto. Forse perché era il suo padrino,forse per lo strano legame a metà fra amore fraterno e amicizia che lui e JJ avevano,forse perché quel bambino lo amava così tanto per quello che era,cosa a cui Reid non era molto abituato,forse per latri mille motivi. comunque fosse lui voleva bene ad Henry in un modo speciale,diverso da come voleva bene a Jack.
Così si avvicinò a JJ.
Non disse nulla,forse per la prima volta in vita sua,e la abbracciò.
Sentì il dolore di JJ sciogliersi in singhiozzi sulle sue spalle
-Sono una pessima madre-
-no,non lo sei-
-Ho messo in pericolo mio figlio,adesso Henry starà morendo di paura da solo con un uomo capace di cose orribili. Lui sa quante cose brutte può fare la gente,qualche volta l’ho sorpreso ad ascoltare le mie conversazioni con Will al telefono. Io l’ho sgridato spesso,ma sospetto che abbia continuato lo stesso,per questo ho smesso di parlare di certe cose anche con Will,a meno che non fossi sicura che Henry fosse lontano. A volte la notte aveva gli incubi per quello che aveva sentito e si svegliava urlando,però non voleva che lo sapessi così si rimetteva a dormire,senza nemmeno venire da me e da Will.Voleva mostrarmi che era coraggioso e che avrei potuto portarlo con me……..Sono una pessima madre e Will è così arrabbiato con me!-
Per la prima volta da quando la conosceva era lui a consolare lei e non viceversa.
-Non so cosa dirti per convincerti che non sei una cattiva madre. Tempo fa mi hai detto tu stessa che i bambini scelgono a chi volere bene e a chi no .Pensi che forse che avrebbe scelto di adorarti se tu non lo meritassi?Sai che non l’avrebbe fatto. E poi lui non è da solo,c’è Jack con lui e sai quanto può essere d’aiuto questo per Henry. E Will non è arrabbiato con te perché il tuo lavoro ha messo in pericolo vostro figlio,ma con il rapitore e con se stesso per non essere riuscito a proteggerlo nella sua stessa casa. JJ tu sei un’ottima madre e lo sai. Tu hai scelto questo lavoro perché ti piaceva,malgrado tutto ciò che comportava,è un lavoro difficile e adesso tu pensi che sia stato questo a mettere in pericolo Henry,ma lo sai che statisticamente i figli di poliziotti hanno meno probabilità di essere rapiti?-
Lei gli sorrise
-Ora riconosco il mio Spence di sempre. Grazie-
Uscì dalla stanza con gli occhi ancora lucidi cercando di evitare lo sguardo di Will perché,malgrado quello che gli aveva detto Reid,era certa che il padre di suo figlio fosse terribilmente arrabbiato con lei e si sentiva già in colpa di suo,non voleva che anche gli occhi accusatori dell’uomo le ricordassero quanto tutto ciò fosse colpa sua.
 
 
 
 nota:grazie mille del vostro tempo,spero commentiate!

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Capitolo 6
*** nella tana dell'S.I. ***


-Non temete bambini,non vi voglio fare nulla-
-Ma ci hai portato via da casa nostra!come possiamo crederti?-rispose Jack a quell’uomo.
“Deve avere più o meno l’età di zio Spencer” stava riflettendo il bambino più piccolo ,forse per questo aveva smesso di averne paura appena l’aveva guardato in faccia.
Sul volto aveva dipinto un’espressione molto triste e guardava Jack con uno sguardo strano,molto più dolce di quello che riservava a lui.
Quell’uomo aveva bisogno di aiuto e di amore:Doveva essergli successo qualcosa di molto brutto.
-Perché sei triste?-chiese direttamente Henry.
L’uomo fu colto di sorpresa:quel ragazzino era riuscito a leggergli negli occhi la profonda tristezza che celava dentro il suo animo.
-Perché me lo chiedi?Non hai paura?-
-Di cosa?-
-Di me,di tutto questo,di ciò che potrei farti .Ti ho sentito mentre parlavi con Josh,cioè Jack,l’altra notte. Perché ti importa del perché sono triste?-.
-La mia mamma mi ha sempre detto che quando vedo persone tristi o che hanno bisogno di aiuto io devo fare tutto quello che posso per aiutarle. Mamma e papà mi hanno sempre detto che una delle regole più importanti che dovrò seguire lungo tutta la mia vita è:”sii sempre leale e fai sempre ciò che il tuo istinto ti dice sia meglio”-
In quel momento non gli sembrava di parlare con un bambino che non aveva ancora compiuto quattro anni,così decise di vedere fino a che punto il piccolo,che la notte prima piangeva chiamando la madre,si sarebbe spinto.
-Cosa ti dice il tuo istinto ora?-Disse sfidandolo
-Che tu sei triste e che è vero che non ci farai nulla di male-
-Allora perché vi avrei portato qui?-
-Tu ce l’hai con la mia mamma e il suo papà. Non so perché tu sia arrabbiato con loro,ma ti assicuro che se mamma e zio Aaron ti hanno fatto qualcosa non l’hanno fatto apposta –
-E tu che ne sai?-
Non voleva dare a quel bambino la soddisfazione di sapere che aveva colpito nel segno eppure in qualche modo sapeva che voleva solo aiutarlo perché i suoi occhi,così sicuri di quello che aveva appena detto,riflettevano una sincera voglia di capire cosa lui avesse,insieme  un’innocenza così infantile,normale per la sua età,quella che riflettevano anche gli occhi di Josh……
-Lo so perché loro sanno quanto sia brutta la sofferenza e non l’augurerebbero a nessuno. Mamma era quasi più triste di zio Spence quando lui veniva a casa nostra con le lacrime agli occhi e lei9 non poteva fare nulla per farlo stare meglio.-
Il quadro che il bambino tracciava della madre non corrispondeva a ciò che lui “sapeva” della donna, o forse quello che credeva fosse vero era tutta una sua fantasia per trovare un altro colpevole per la morte di Josh,ma forse quella donna era innocente……….
No!Quel bambino vedeva solo quello che la madre gli mostrava.
-Chi è zio Spence?-
La domanda gli saltò alle labbra senza che se ne accorgesse.
-Il mio padrino,dev’essere poco più grande di te perché lui ha quasi trent’anni ed è secco e ha i capelli biondi. Sai,un po’ ti somiglia…..-
Ricordava quel ragazzo,quell’uomo,quando lo aveva visto aveva letto nei suoi occhi la stessa sensazione di perdita che aveva cominciato a provare anche lui subito dopo
-Zio Spence dice sempre che per lui io sono qualcosa di più di un figlioccio.-
Il bambino s’interruppe,poi ricominciò a parlare
-Chi è Josh?Tuo fratello?-
-Per me è sempre stato più di un fratello….-
-Jack gli somiglia vero?-
-Cosa?-
L’uomo fu spiazzato da quanto il bambino era riuscito a capire di lui.
-Dico, Jack gli somiglia vero?Si vede da come lo guardi-
 
Doveva allontanarsi dal biondino capace di leggergli nell’anima.
Guardò l’orologio:erano quasi le dieci di mattina e doveva andare al lavoro. Per la prima volta  fu felice di andarci.
-Ragazzi fate i bravi. Io ora devo andare al lavoro,ma torno presto,tranquilli.-
-Che lavoro fai?-Chiese Henry e davanti a quegli occhioni blu non poté far altro che dirgli la verità…
-Il fattorino-.
 



nota:scusate per il capitolo cortissimo,spero che vogliate lo stesso commentare

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Capitolo 7
*** Sullivan ***


 
-Il pupazzo!-esclamò Reid alzandosi di scatto dalla sedia.
Nessuno capì quello che lui voleva dire,così lo guardarono interrogativamente,aspettandosi una spiegazione più esaustiva.
-Ricordo che Josh teneva in mano il pupazzo di Sullivan, il mostro blu a pois viola di Monsters &Co. Lo stringeva come se fosse qualcosa di molto importante per lui. Deve averglielo regalato qualcuno a cui teneva molto e per il quale quel pupazzo, morto Josh, doveva essere molto importante. E non risulta tra la lista degli oggetti restituiti agli zii. Qualcuno dei poliziotti presenti quel giorno conosce l’S.I. e ha fatto in modo che noi non lo vedessimo. Poi gli ha riportato il pupazzo, sapendo quanto fosse importante per lui-
Morgan non perse l’occasione per prenderlo in giro.
-Ehi,ragazzino,guardi ancora i cartoni animati?-
Reid fece una faccia imbarazzata.
Lui non guardava quasi niente che non fosse scientifico o in cui la scienza, in un modo o nell’altro, non fosse implicata e quindi essere sorpreso a conoscere Monsters &Co dai suoi colleghi,soprattutto da Morgan,lo imbarazzava molto.
-Solo Monsters &Co-
Derek sorrise e lo sfotté ancora di più
-Ti aiuta a superare la paura del buio?-
-I mostri che io temo sono ben diversi-disse Spencer.
Anche se un po’ Morgan aveva ragione:ogni volta che lo vedeva aveva meno paura di spegnere la luce
-Però probabilmente è per questo che l’S.I. l’ha regalato a Josh-concluse il genietto.
Era già abbastanza nervoso di suo senza che Morgan lo prendesse in giro sulle sue paura,secondo lui troppo infantili.
Erano davvero le paure di un bambino,ma Spencer non aveva mai avuto qualcuno che gli insegnasse a non avere paura del buio.
Era stato con Jack che aveva visto quel film la prima volta e il giorno dopo era corso a comprare il DVD.
Non l’avrebbe mai detto a nessuno,ma davvero quel film lo aiutava a superare la sua paura del buio.
“Peccato che nemmeno in queste situazioni di tensioni Derek smetta di punzecchiarmi e di prendermi in giro” pensò Reid lasciandosi sfuggire un sorriso.
Gli dava fastidio essere sempre preso di mira dal suo collega color cioccolata,ma sapeva che non lo faceva per metterlo in ridicolo,anche se ci riusciva perfettamente.
Ma Derek Morgan era fatto così e anche per questo gli voleva bene.
-Allora dobbiamo convocare tutti gli agenti presenti all’operazione-
La voce di Prentiss riscosse Reid dai suoi pensieri.
-Hai ragione. Forse capendo quanto è pericoloso ci riveleranno chi è-Rispose Morgan
-Chiedo subito a Garcia l’elenco, così possiamo cominciare a interrogarli.-
Detto questo prese il telefono e compose il numero della solare analista dell’FBI
-Ehi,bambolina!Ho bisogno di un favore:potresti darmi la lista di chi ha partecipato all’operazione in cui è morto Josh?-
-Per te questo ed altro zucchero.-
La donna cominciò a “trafficare” con il suo computer e nel giro di un minuto aveva già l’elenco su uno dei suoi schermi.
-Trovata,te la sto inviando sul tuo Iphone e,prima che tu me lo chieda,sto facendo una ricerca su ognuno di loro per trovare un collegamento con il padre di Josh,il signor Mayers………-
La donna si interruppe  e,con un tono molto meno allegro di prima,si preparò a dare a Derek una brutta notizia.
Sentendola così silenziosa Morgan capì che qualcosa non andava.
-Trovato nulla bambolina?-
-SI,ma non ti piacerà molto…..Alcuni agenti avevano precedentemente lavorato con Mayers,uno era stato addirittura suo partner……-
-ma…..-continuò Derek per lei
-Ma sono tutti morti in un’irruzione un paio di settimane fa. Avevano sottovalutato i criminali con cui avevano a che fare e loro gli avevano teso una trappola.-
-Quindi il nostro S.I. non c’entra niente?-
-No,non credo.-
-Già,e poi di sicuro deve essere molto grato a colui che gli ha riportato il pupazzo,non gli avrebbe mai fatto del male. Dubito che lo ritenga responsabile dell’omicidio di quello che in qualche modo riteneva suo figlio. Di certo quell’uomo aveva un legame molto forte con la famiglia Mayers,mantenuto anche dopo la morte dei genitori,perché deve aver riconosciuto in fretta il ragazzo per farlo andare via prima che qualcuno di noi si accorgesse di qualcosa. Quindi di certo voleva bene a Josh e non avrebbe i alcun modo provocato la sua morte,e questo l’S.I. lo sa-
A parlare era stato Reid.
Dato che Morgan aveva messo il vivavoce tutti si erano radunati attorno al telefono per sapere ciò che Garcia aveva loro da dire
suppongono che vorrete parlare con le loro famiglie perciò ho già inviato i loro indirizzi sui vostri palmari-
-Grazie Garcia,sei adorabile-concluse Prentiss,mettendo così fine alla conversazione con la maga del computer.
-Dobbiamo dividerci per andare a parlare con le famiglie. JJ,tu vai con Reid e Prentiss a casa dei Reimond,la famiglia dell’ex-partner di Mayers,io e Rossi andremo invece a casa Pearson,mentre Morgan andrà dai Jones-
Poi si rivolse a Will
-Se vuoi puoi andare con Morgan-
L’uomo era molto  contrariato di no poter stare con JJ,ma Hotch lo prese in disparte
-Non puoi starle vicino ora-
-Perché no?Anzi è proprio in questi momenti che dovremmo essere più vicini possibile-
Malgrado la situazione Hotch rimaneva un capo inflessibile e di certo un ottimo profiler.
-Ma non capisci?Lei pensa che tu gli dia la colpa per quello che è successo a Henry-
-Ma io non lo farei mai!-Replicò l’altro un po’ stizzito
-Lo so,ma lei si sente in colpa e pensa che anche tu la incolpi.Pensa che tu sia arrabbiato con lei ,non vedi come evita il tuo sguardo?Ha bisogno di satre lontana da colui che lei pensa gli dia la colpa di tutto.-
-Ma non è colpa sua,ma mia!Non sono riuscito a proteggere mio figlio nemmeno in casa mia!-
-Pensi di riuscire a spiegarlo a lei ora?-
Dallo sguardo che Will fece Hotch capì che l’uomo sapeva che era un’impresa impossibile
-Vai con Morgan,ti sta aspettando.-
S’interruppe un attimo prima di continuare
-E,Will,è inutile che ti dai la colpa perché nessuno,se non l’S.I., è colpevole ok?-
“Anche se io e JJ abbiamo avuto una parte molto importante nel scatenare le sue ire”,pensò l’uomo prima di raggiungere anche lui il suo compagno.

nota:grazie per il vostro tempo,mi scuso se il capitolo è un po' corto.Spero vogliate commenatre lo stesso.

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Capitolo 8
*** la famiglia Mayers ***


Prentiss sapeva perché il capo  li aveva “accoppiati” in quel modo:aveva fatto si che ognuno di loro potesse avere un partner che sapesse confortarli e sapeva anche perché aveva diviso JJ e Will
Probabilmente l’avevano capito tutti e l’avrebbe capito anche JJ in una situazione normale.
Ma in quel momento la donna non riusciva ad essere la JJ di sempre,cosa comprensibile dato quello che era successo e considerandola sua emotività.
JJ era quella che risentiva di più della situazione,per questo Hotch l’aveva fatta accompagnare dai suoi migliori amici.
Dal posto del guidatore Emily sbirciò l’amica attraverso lo specchietto.
La donna era seduta dietro,stringendo l’orsetto di suo figlio cercando disperatamente di trattenere le lacrime,mentre Spencer la avvolgeva in un abbraccio.
Si era seduto anche lui dietro,proprio per confortare l’amica.
E dire che di solito Reid non capiva le situazioni in cui i sentimenti,soprattutto quelli degli altri,erano i protagonisti.
Eppure con JJ era diverso e lo era sempre stato.
Riusciva a capire molto più facilmente JJ che tutto il resto del mondo. Questo perché loro due avevano un legame molto speciale che nessuno di loro era mai riuscito a capire,a metà tra l’amore,l’amicizia e la  fraternità.
Perché in fondo quei due erano come fratello e sorella e si erano sempre capiti al volo.
O meglio di solito era JJ che capiva al volo Spencer,diciamo che lui la capiva e basta,il che per il ragazzo era un grande passo avanti.
Appena era arrivata aveva pensato che tra i due ci fosse qualcosa di più,ma con il passare del tempo si era accorta che non ci sarebbe potuto essere niente di diverso di quello che già c’era. E niente di più importante e di più bello,perché JJ stava insegnando al suo Spence a vivere la vita,facendogli capire che anche lui avrebbe sempre potuto avere qualcosa di bello e che,in fondo,già lo aveva in quella “famiglia” un po’ strana che loro erano.
Aveva invidiato il loro rapporto e lo invidiava ancora nel profondo del suo cuore,perché aveva imparato che fare breccia nel cuore del “dottorino”,soprattutto a quel modo,era praticamente impossibile.
Loro c’erano riusciti,lei,Hotch,Rossi(ma lui non moltissimo,forse perché era da molto meno tempo che era in  squadra e perché in qualche modo lo considerava un sostituto di Gideon,l’uomo che lui considerava suo padre),Garcia e soprattutto Morgan,la seconda persona di cui si fidava ciecamente,ma nessuno poteva avere con lui la stessa intimità,lo stesso legame che lui aveva con JJ,per questo la invidiava.
Guardò Reid.
Il suo volto faceva trasparire un’immensa preoccupazione,sia per Henry,con cui aveva un legame particolare e che considerava quasi suo figlio,che per JJ che era stata emotivamente distrutta dall’accaduto,ma anche per Will che per Spencer era entrato a far parte del suo cerchio familiare.
Il giovane agente era stato praticamente adottato dalla famiglia di JJ;chiedendogli di diventare il padrino di Henry la coppia aveva voluto dargli una famiglia,perché Spencer non l’aveva mai avuta,ma se la meritava.
Adesso era il turno del genietto di ripagarla di tutto ciò che aveva fatto per lui.
Si girò a guardare i suoi due amici mentre aspettava che il semaforo diventasse verde e vide dei lacrimoni cominciare a rigare il viso di JJ.
Reid allora si girò verso di lei e la strinse in un abbraccio ancora più caloroso e confortante,permettendole di affondare la faccia nel suo petto mentre le lacrime della sua migliore amica bagnavano per la seconda volta la sua camicia.
 
Morgan guardava l’uomo che gli sedeva accanto nel SUV con un’espressione distrutta.
Appena era salito in macchina aveva abbandonato lo sguardo arrabbiato che aveva mantenuto in quei due giorni e aveva assunto quell’espressione cos’ triste che aveva ancora in quel momento.
Poteva capirlo,dopotutto avevano rapito il suo unico figlio,ma sapeva che doveva tirarlo su di morale. Will non poteva lasciarsi andare alla depressione o per lui e JJ sarebbe stata la fine.
-Ti giuro che li troveremo,non ti abbattere. Sai che mantengo le promesse-
-Lo so,ma non ce la faccio più ad essere forte. Io non sono come Hotch,sempre imperturbabile e che riesce a mantenere il controllo anche in queste situazioni. Io sono semplicemente Will,in questo momento non riesco più nemmeno ad essere il detective LaMontagne,ma soltanto un padre a cui hanno rapito il suo unico figlio-
-Non credere che Hotch sia così imperturbabile è solo che è bravo a non far vedere le sue emozioni. Comunque questo non è il momento di  deprimersi,ma quello di essere forti,per Henry,ma anche per JJ,perché se non si potrà appoggiare nemmeno su di te lei cadrà nel baratro e tu con lei,e allora come farà Henry senza i suoi genitori?-
 
Hotch aveva insistito per guidare anche se Rossi non lo avrebbe voluto
Però aveva bisogno di fare qualcosa che lo distraesse e tenere gli occhi sulla strada di certo lo aiutava molto.
David sapeva che lui non avrebbe mai parlato dei suoi sentimenti,non lo aveva fatto nemmeno alla morte di Haley e quasi certamente non l’avrebbe fatto neanche ora.
Mantenere una facciata di apparente impassibilità lo aiutava a non lasciarsi andare ai suoi sentimenti. E questo era di certo un bene e un male al tempo stesso perché tenere le emozioni sotto controllo,soprattutto in momenti come questi,aiutava a non fare cosa di cui si sarebbe potuto pentire,ma in questo modo Hotch rischiava di esplodere.
Rossi guardò il collega più giovane di lui(anche se più in alto gerarchicamente,dopotutto Hotch era a capo dell’unità di analisi comportamentale)ed era quasi certo che stesse ripensando a quella telefonata …………..
 
L’aveva chiamato mentre era in macchina e correva a salvarli.
Foyett voleva fargli sapere che sua moglie e suo figlio stavano morendo senza che lui potesse farci nulla.
Haley,con una pistola alla testa,gli aveva fatto promettere di raccontare a Jack come si erano innamorati e di come lui la facesse ridere.
“Voglio che creda nell’amore,che sappia che tu non sei stato sempre così…”gli aveva detto lei.
Le sue ultime parole e lui aveva a malapena fatto in tempo a prometterglielo prima di sentire lo sparo.
Era da solo in macchina quel giorno e aveva cominciato a piangere,una cosa fin troppo rara per lui.
Lo sguardo di Rossi,che lui sentì addosso,lo fece risvegliare da quei cupi pensieri. Questa volta non era in macchina da solo e non poteva lasciarsi andare;in più Jack era stato rapito da due giorni,quindi ne restavano ancora 8.
Si accorse di aver digrignato i denti per tutto quel tempo e comprese che il collega aveva capito quello che stava pensando.
Inutile far finta di essere una statua di ghiaccio,già tutto il resto della squadra riusciva a capire i suoi sentimenti,figuriamoci Rossi,un esperto profiler che conosceva da moltissimo tempo.
Avrebbe voluto dire qualcosa,ma non sapeva cosa,qualsiasi cosa avesse detto lo avrebbe portato un passo più vicino alla disperazione.
-Non c’è bisogno che dici nulla,se non vuoi,ma sappi che io sono qui per aiutarti e sostenerti. Puoi contare su di me-disse Rossi,come se gli avesse letto nel pensiero.
Grato all’uomo per ciò che gli aveva detto,anche se era una cosa così scontata.
Hotch sorrise e accelerò,impaziente di arrivare a casa Pearson e risolvere il caso il prima possibile.
 
Le parole che Morgan gli aveva rivolto prima denotavano la grande sicurezza che l’uomo aveva di ritrovare il piccolo Henry sano e salvo e lui voleva crederci.
Cos’ entrò a casa Jones molto più sicuro e rincuorato di quanto non fosse stato in macchina,con somma gioia del suo compagno che lo guardava soddisfatto.
L’agente Jones,morto in un operazione finita male circa due settimane prima,aveva lasciato una moglie, due figlie di 9 e 7 anni e un bambino che poteva averne al massimo quattro.
Non voleva che quella famiglia soffrisse,ma era importante che ricordassero ogni cosa che l’uomo poteva aver detto di Mayers per salvare Jack ed Henry.
-Buongiorno signora Jones,siamo il detective LaMontagne e l’agente Morgan dell’FBI. Dovremo porle qualche domanda su suo marito e i suoi rapporti con l’agente Mayers-
-Ma Mayers è morto da circa 7 anni!!Siamo andati al suo funerale,la moglie era ancora incinta,povera donna!E povero bambino!-
-Sapeva se Mayers conoscesse qualcuno che poteva considerare Josh Mayers suo figlio?-chiese Will.
-Forse…..Non saprei dirvi.Mayers era noto in polizia perché si ostinava a togliere i ragazzi dalla strada. Quelli che tutti chiamavano ladri e delinquenti lui diceva che erano solo ragazzi che facevano il necessario per sopravvivere e a cui nessuno aveva mai mostrato la retta via. Quelli che era riuscito a salvare li considerava come dei figli e alcuni avevano anche vissuto a casa sua. Ma loro più che un figlio avrebbero visto in Josh un fratello,credo.-
-Chi si è occupato del piccolo durante la malattia della madre prima che lei morisse?-
--Non saprei. Ho sempre pensato che facesse tutto lei,ma forse qualcuno dei ragazzi di Mayers viveva lì e l’aiutava-
-Grazie mille signora,ci è stata molto utile-dissero i due uomini uscendo dalla casa.
Appena si rimisero in macchina Morgan chiamò Hotch e Prentiss per riferirgli la conversazione avuta con la donna
-Si occupava di ragazzi in difficoltà,li toglieva dalla strade e li portava a casa sua,forse uno di questi è rimasto anche dopo la morte dell’uomo ed è diventato un padre per Josh-disse Morgan
-Ecco perché conosce così bene i sistemi di sicurezza e sa come non farsi notare,probabilmente ha un passato composto da piccole rapine per sopravvivere prima che Mayers lo accogliesse a casa sua - disse Rossi dall’altro capo del telefono
-Vediamo se i Pearson sapranno dirci qualcosa di più sull’identità del ragazzo-concluse Hotch,prima di scendere e bussare alla porta della casa.
 -Signora Pearson,agenti Hotchner e Rossi dell’FBI-
La donna che aprì la porta portava ancora i segni del lutto.
-Cosa volete?-
-Farle qualche domanda sui rapporti che suo marito aveva con l’agente Mayers e la sua famiglia-
-Mayers era un tipo gentile,se non ricordo male,ma non siamo mai stati molto amici. Mio marito si divertiva punzecchiarlo sui ragazzi che portava via dalla strada.”Sono solo delinquenti”diceva,ma Mayers gli rispondeva sempre:”E se tua madre non ti avesse insegnato la differenza tra bene e male tu cosa saresti?”Quando gli diceva così mio marito sprofondava nel silenzio. Odiava che qualcuno gli ricordasse quanto sottile fosse la linea che lo separava dai criminali che acciuffava ogni giorno. Forse è per questo che non siamo mai entrati molto in confidenza con la famiglia Mayers.Però erano insieme quando Mayers fu ucciso e al ritorno a casa lui mi raccontò che aveva udito Mayers dire a Reimond di badare ai suoi figli e a sua moglie. E poi aveva aggiunto:”Non temere,Josh non sarà senza padre,di lui si occuperà Stephen”.Io avevo sempre creduto che Mayers non avesse figli,a parte Josh che all’epoca doveva ancora nascere,così,come mio marito,ero rimasta molto stupita da quelle che erano state le ultime parole di Mayers.Ma forse quello che lui chiamava figlio la pari di Josh,era no di quelli che aveva salvato e forse era proprio lo Stephen che nominò dopo,ma no saprei.-
La donna aveva parlato tutto d’un fiato,senza bisogno che gli facessero altre domande così,dopo aver ringraziato e salutato, Hotch e Rossi ritornarono all’ufficio aggiornando JJ e gli altri su quanto avevano appena scoperto e che di certo sarebbe stato molto utile nel colloquio con la signora Reimond,poiché l’ex-partner di Mayers era probabilmente l’unico a sapere dove vivevano i ragazzi.

nota:scusate se il capitolo no è molto lungo,spero vi sia piaciuto lo stesso e che vogliate commentare

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Capitolo 9
*** Stephen ***


JJ aveva smesso di piangere e ascoltava attenta Hotch
-Mayers ha detto a Reimond di non preoccuparsi per Josh perché Stephen si sarebbe occupato di lui,sarebbe stato come un padre per lui. Di certo è uno dei ragazzi che ha portato via dalla strada e che viveva con lui a cui aveva fatto promettere di prendersi cura di Josh se gli fosse successo qualcosa-
-L’uomo non aveva previsto che poco dopo la nascita di Josh sarebbe morta anche sua moglie. Quindi questo Stephen è stato per Josh l’unico padre,l’unico genitore che ha avuto. Probabilmente l’ha sempre chiamato papà….Forse se la madre fosse stata viva sarebbe stato un fratello piuttosto che un padre……..-disse Prentiss
-Ma non è andata così. Cercate di scoprire dove si trova Stephen,io chiedo a Garcia di fare un controllo incrociato sui casi di cui si è occupato Mayers in cui erano implicati minori di nome Stephen e i quelli con questo nome arrestati per piccoli furti cercando di capire chi è colui che cerchiamo-concluse Hotch.
Quando scesero dalla macchina Reid non abbracciava più la sua amica,ma le stava comunque vicino,pronto a sorreggerla sia spiritualmente che fisicamente,nel caso ce ne fosse stato bisogno.
Prentiss era affianco a JJ,dal lato opposto rispetto a quello in cui si trovava Reid,per far capire all’amica che l’avrebbero protetta e sostenuta entrambi,che poteva contare anche su di lei.
Anche se sperava che JJ questo già lo sapesse.
Bussarono alla porta e gli aprì un ragazzo che aveva circa 8 anni.
Vedendo il distintivo che Reid aveva tirato fuori,senza nemmeno farli parlare, li fece entrare.
-Mamma,ci sono dei colleghi di papà!-Urlò il bambino mentre saliva le scale.
Scese una donna esile dai capelli marroni e gli occhi verdi che trasmettevano stanchezza e tristezza,comprensibile dato la tragedia che aveva colpito la sua famiglia da così poco.
-Voi non siete colleghi di mio marito-disse la donna appena i vide
-Io li conoscevo tutti i suoi colleghi e voi non lo siete. Che volete?Chi siete?-
-Ha ragione signora,noi non siamo colleghi di suo marito,ma, dato che avevo tirato fuori il distintivo,suo figlio avrà pensato che lo fossimo. Non l’ha nemmeno guardato bene in realtà.-disse Spencer
-Allora chi siete?-Domandò la padrona di casa con più insistenza
-Siamo gli agenti Prentiss,Jereau e Reid dell’FBI-disse Prentiss
-Vorremmo farle qualche domanda sui rapporti che lei e suo marito avevate con la famiglia Mayers-
-Mark e Mayers erano molto legati,forse perché sono praticamente sempre stati partner in polizia. E poi Matthew e Josh erano molto amici-
-Come?Quindi avete continuato a frequentare la famiglia Mayers,sua moglie,e poi Stephen…….-
Si fermò come se non volesse rovinare la reputazione del ragazzo
-………Stephen ha avuto un passato difficile. Per fortuna,malgrado tutto,lui e Josh sono riusciti a restare uniti.Josh significava tutto per Stephen e quest’ultimo era l’unico che abbia mai amato Josh come un padre. Senza di lui quel bambino sarebbe morto di solitudine con gli zii.-
-Quindi anche Stephen viveva con gli zii di Josh?-
-No,loro non li volevano così…..-
La donna s’interruppe. Sapeva che ciò che stava per dire era una cosa che non doveva essere fatta,ma sapeva anche che era importante dire tutto ciò che sapeva se glielo chiedevano tre agenti del BAU dell’FBI(lei aveva osservato bene il distintivo,a differenza del figlio)con aria preoccupata.
Rimase ancora qualche secondo combattuta e indecisa se rivelare o meno il segreto dei Mayers
-Così cosa,signora?-la incalzò Prentiss
-è davvero importante?-chiese la signora Reimond
-Abbiamo bisogno urgentemente di trovare Stephen signora,ed è importante sapere tutti i dettagli del suo rapporto con Josh e dove vivevano - le disse Reid
-Stephen aveva fatto una proposta agli zii di Josh:lui avrebbe vissuto con il bambino e si sarebbe occupato di lui,loro avrebbero avuto solo la tutela legale e in cambio non avrebbero detto niente a nessuno. Ovviamente,dato che gli zii non volevano occuparsi di un bambino,che allora non aveva nemmeno un anno,accettarono volentieri l’offerta che a loro portava solo vantaggi-
-Dove vivevano Stephen e Josh?-
-Stephen aveva trovato un lavoretto che gli permetteva di pagare l’affitto di un piccolo appartamento,ma un paio di anni fa si erano trasferiti in una casa che Stephen aveva ereditato dalla famiglia dopo la morte per overdose dei fratelli-
-Pensavo che Stephen fosse orfano e che per questo fosse finito in mezzo alla strada-disse Spencer
-No,Stephen era il terzo di tre fratelli. I genitori erano dei criminali incalliti che Mayers aveva mandato in prigione,non prima che avessero iniziato i figli alla droga.Mayers cercò di salvare quelli che all’epoca erano tre ragazzi,ma i più grandi glielo impedirono. Loro non volevano salvarsi,volevano drogarsi e spacciare. Ma Stephen era diverso e Mayers lo sapeva. Lui non voleva drogarsi,sapeva che era pericoloso e cercava di non farlo,ma i fratelli lo obbligavano. Non volevano che diventasse un bravo ragazzo e lo costrinsero a diventare un ladruncolo per poter mangiare qualcosa. Nessuno però lo prese mai,non risulta sulla sua fedina penale.L’unico che riusciva a prenderlo era Mayers e ogni volta che lo sorprendeva a rubare gli pagava tutto e poi lo invitava a mangiare qualcosa insieme. Lui sapeva che quel ragazzo meritava di più e così riuscì a portarlo via dalla sua famiglia. Stephen voleva essere salvato e amava passare del tempo con Mayers,così aveva imparato a inserirsi nella radio della polizia così da farsi sorprendere a rubare e poter quindi passare del tempo con lui.Mayers non poté mai adottarlo legalmente perché i suoi fratelli non avrebbero voluto così lui,a 14 anni,era andato a vivere da Mayers senza dirgli niente ed era diventato suo figlio,si faceva chiamare anche con il suo cognome. Per i suoi fratelli era solo scappato di casa e non era uno per cui si sarebbero preoccupati, quindi…..-
-Stephen considerava Josh come un figlio?-chiese Prentiss
-Per forza,quel bambino ha conosciuto solo lui come genitore. I suoi non sapeva chi fossero;è normale,era piccolissimo quando sono morti-
-Sa dov’è questa casa in cui i ragazzi vivevano?-continuò l’agente
-No,mi dispiace,erano sempre loro a venire da noi,noi non siamo mai andati da loro. Non ce n’è mai stata occasione e Stephen voleva che meno persone possibili sapessero dove abitavano perché in teoria quello che stavano facendo era illegale.-
-Avete più visto Stephen dopo la morte di Josh?-la donna si incupì
-Josh non doveva morire. Sarebbe ancora vivo se la SWATT avesse abbassato le armi. Mio marito mi ha raccontato tutto di quel giorno,per lui è stato tremendo vedere quel bambino morire e per un motivo così stupido poi. Quando è tornato era arrabbiato con gli SWATT e triste per Josh,ma c’era qualcosa che mi nascondeva,anche se non mi ha mai detto cosa-
-Suo marito aveva incontrato Stephen,il ragazzo aveva visto tutto e probabilmente lui voleva proteggerlo anche da se stesso e quindi nessuno doveva sapere che lui era lì e che lo aveva visto e lo aveva aiutato ad andare via di nascosto-
-Aveva visto tutto?Povero ragazzo!Ora capisco perché era così cambiato,pensavo fosse solo perché Josh era morto,invece lui aveva visto!-
-Cosa intende per cambiato?-
-Stephen era furioso con la polizia,diceva che solo Mayers era un vero poliziotto e che se lui fosse stato vivo non sarebbe finita così. Dalla morte di Josh ci siamo visti solo una volta e solo perché l’avevo costretto. Mark invece andò da lui,diceva che doveva dargli una cosa importante-
-Scusi,ma non ha detto che non sapeva dove abitava?-
-Io non lo sapevo,ma Mark si. Per ogni evenienza ci sarebbe dovuto essere qualcuno che poteva andar a controllare che stessero bene. Però Stephen aveva fatto promettere a Mark di non dire a nessuno dove vivevano. Mark sentiva di aver fallito. Aveva promesso a Mayers di badare ai suoi figli,invece Josh era stato prima rapito e stuprato e poi ucciso,mentre Stephen rischiava di impazzire dal dolore e non permetteva a nessuno di avvicinarsi. Aveva cacciato anche mio marito subito dopo che lui gli aveva dato quello che gli doveva dare. Non so cosa fosse.-
-E,un ultima domanda,lei ha detto che Stephen aveva un lavoretto,mi sa dire quale e se ha continuato a lavorare dopo la morte di Josh?-
-Stephen non poteva permettersi di non lavorare,aveva bisogno di soldi per il cibo. Comunque lui faceva il fattorino presso una ditta di spedizioni-
-Grazie mille signora-concluse Prentiss mentre con gli latri due si avviava verso la porta,ma prima che loro fossero in macchina la donna li richiamò.
-Qualsiasi cosa abbia fatto,vi prego non fategli del male,ha già sofferto troppo-
Prentiss annuì con un cenno del capo,mentre JJ che sembrava non aver sentito,s’incamminò verso la macchina,sempre con Reid affianco.
-Chiamo Hotch-disse salendo sul SUV.
-JJ dimmi,scoperto nulla d’interessante?-
-Si Hotch,Stephen viveva con i Mayers dall’età di 14 anni ed era lui a vivere con Josh,non gli zii-
-Vi hanno detto dove abita?-
-Suppongo viva ancora nella casa in cui stava con Josh,che lui ha cresciuto come fosse figlio suo,ma il problema è che nessuno,se non il signor Reimond che è morto,sa dov’è,neanche la moglie.L’unica cosa che sappiamo è che l’ha ereditata un paio di anni fa dopo la morte dei fratelli. Garcia ha trovato nulla?-
-No,nessuno Stephen con un passato di piccoli furti alle spalle di cui Mayers si è occupato-rispose l’uomo dall’altro capo del telefono
-Stiamo cercando nella direzione sbagliata. La signora Reimond ha detto che il ragazzo si faceva prendere solo da Mayers,il quale pagava tutto ciò che aveva rubato. è per farsi trovare da lui che Stephen ha imparato a inserirsi nella radio della polizia. No,dobbiamo cercare il figlio di due criminali che Mayers ha mandato in prigione e che aveva due fratelli dediti alla droga e allo spaccio morti di overdose un paio di anni fa. Chiama Garcia,con tutte queste informazioni non dovrebbe essere difficile trovarlo-
-Ok.JJ,tranquilla,fra poco riabbracceremo i nostri figli. Vuoi che avvisi io Will?-
-No,è bene che lo faccia io,sono sua moglie e in questi momenti dobbiamo essere uniti-
Mentre lei chiamava Will per avvertirlo delle novità,Reid chiamò Garcia.La buffa analista dell’FBI cercava di non darlo a vedere,ma era molto preoccupata per i suo “nipotini” adottivi,in più lei era la madrina di Henry,la sua fata madrina e ciò creava con il piccolo un legame ancora più speciale,anche se mai quanto quello che il bimbo aveva con Reid.
Lui trascorreva moltissimo del suo tempo libero con la famiglia di JJ e con Henry per il quale era diventato un vero zio,”il miglior zio del mondo” come il bambino gli aveva detto una volta mentre giocavano insieme.
-Piccolo genio,la maga dell’FBI è ai tuoi ordini-
-Devi  cercare un ragazzo di nome Stephen i cui genitori sono stati arrestati da Mayers e con due fratelli maggiori tossicodipendenti morti di overdose un paio di anni fa lasciandogli una casa in eredità…..-
-….E con piccoli furti sulla fedina penale-disse Garcia,ricordandosi del profilo che i suoi colleghi avevano stilato.
-No Garcia,non risulta questo sulla fedina,dovrebbe essere pulita-
-Avete sbagliato a fare il profilo?-domandò la donna preoccupata. Loro non avevano mai sbagliato,non potevano sbagliare
-No,il profilo non è sbagliato è solo che Mayers ogni volta che lo prendeva pagava al posto suo-
La bionda dall’altro capo del telefono tirò un sospiro di sollievo e cominciò a cercare,ma non chiuse la conversazione con il giovane dottore…
-Spencer…..-
Era raro che qualcuno lo chiamasse con il suo nome di battesimo
-Dimmi Garcia-
-Lei come sta?-
Reid lanciò uno sguardo all’amica ancora intenta a telefonare al compagno e notò che il suo volto si era aperto in un piccolissimo sorriso. Anche lei sapeva che l’avevano quasi preso
-Ha pianto quasi tutto il tragitto in macchina,non l’ho mai vista così. Però ora sta meglio,sa anche lei che siamo vicini alla chiusura di questo caso. Dimmi solo che non devo deludere le sue speranze-
-Tranquillo. Hotch invece come sta?-
-Non lo so .Penso che stia cercando di mantenere i suoi sentimenti sotto controllo,credo che tutto questo gli ricordi quando Foyett ha ucciso Haley.Comunqure sai quanto sia impenetrabile Hotch e io non voglio fargli il profilo,ce lo siamo promessi quando siamo entrati nella squadra,altrimenti ci chiuderemmo tutti eccessivamente per non far trapelare ciò che proviamo e il rapporto di fiducia andrebbe a farsi benedire-
-Capisco. Tu come stai?-
-Cosa c’entro io?-
-Reid,non fare il finto tonto con me!Tutti conosciamo il legame speciale che ti lega a Henry-
-Io voglio solo ritrovare il mio figlioccio prima che gli succeda qualcosa. Dovresti preoccuparti di Will invece:prima stava cadendo in una tristezza senza fine. Spero che la notizia di essere a un passo dall’S.I. l’abbia tirato su di morale e che anche Morgan ci abbia pensato,altrimenti è la fine. Quella famiglia ha bisogno di poter contare l’uno sull’altra in questo momento,per questo nessuno deve cedere-
-Tranquillo piccolo,tu stai facendo la tua parte perfettamente in quella famiglia. Scommetto che le lacrime di JJ sono finite praticamente tutte sulla tua camicia,o sbaglio?-
Reid arrossì e non rispose
-Non mi devi dare una risposta,tanto già la so. E comunque non arrossire così tanto,ti vedo da qui!-scherzò la donna facendo imporporare ancora di più le sue guance,mentre la bocca si distendeva in un sorriso.
-Trovato,si chiama Stephen Reichs.Ti mando l’indirizzo della casa che ha ereditato-
-Grazie mille Garcia-
-Di nulla tesoro. Riportami quei bambini tutti interi ok?-
-Ok-
Reid fece segno a JJ e a Prentiss di salire in macchina mentre comunicava l’indirizzo a Hotch e a Morgan,che, come loro, si fiondarono verso la casa del ragazzo,situata in uno dei quartieri più malfamati di Washington,la casa dove Stephen aveva vissuto praticamente tutta la vita e che considerava il luogo del suo inferno personale,ma anche la casa dove aveva vissuto con una delle poche persone che lo avesse mai amato davvero:Josh.
.un po’ provava pena per quel ragazzo diventato così cattivo solo a causa di un dolore che non era in grado di sopportare,ma aveva fatto un errore enorme rapendo Henry e Jack,chissà se lo sapeva.
 
nota:spero vi sia piaciuto e che vogliate commentare.Comunque il prossimo capitolo dovrebbe essere l'ultimo
 

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Capitolo 10
*** finalmente a casa ***


Aveva fatto un errore enorme rapendo quei bambini,se n’era accorto troppo tardi per impedire al più piccolo di leggergli l’anima.
E poi l’altro era troppo simile a Josh,avrebbe dovuto sapere che non sarebbe mai stato in grado di ucciderlo come aveva fatto con tutti gli altri.
Quei due bambini non avevano paura di lui,erano strasicuri che li avrebberi salvati.Non che i bambini precedenti non avessero avuto fiducia nei loro genitori,ma non quanto Jack ed Henry.
Tornato a casa li aveva trovati tranquilli e rilassati,probabilmente non avevano nemmeno provato a fuggire.
Henry gli si avvicinò e lesse nel suo sguardo che qualcosa non andava.
-Se ci lasci andare saranno buoni,loro capiranno che non è colpa tua-
-Ma è colpa mia,io non dovevo fare certe cose-
-Mamma dice sempre che il dolore e la rabbia fanno fare cose che non si dovrebbero fare e di cui ci si pente-
-Beh,tua mamma ha proprio ragione sai?-disse Stephen e gli scompigliò teneramente i capelli.
Guardò Jack che stava silenziosamente avvicinandosi a loro due.
-Vieni Jack. Sai Henry ha ragione:tu assomigli a una persona che per me era al contempo un figlio e un fratello. Si chiamava Josh,è morto pochi mesi fa e i vostri genitori erano lì-
-Lo so,papà tornò a casa e mi abbracciò forte forte,disse che al lavoro aveva visto un bambino che mi somigliava molto e quando gli ho chiesto se era morto mi ha detto solo che ogni giorno ringraziava Dio perché,malgrado tutta la gente cattiva che esiste,io sono ancora vivo-
-Allora gli importava qualcosa di lui!-
-Certo!Papà prende sempre molto a cuore ogni caso anche se non lo da a vedere.-
Aveva frainteso allora!E forse anche agli altri  importava di Josh!
-Venite bambini,si torna a casa-
Ma non fece in tempo a finire la frase che dalla porta entrò l’intera squadra con le pistole su di lui gridando:
-Mani in alto!-
Allora Stephen perse il controllo della situazione e con la mente ritornò in quel magazzino dove Josh stava per morire
-Salvate Josh!Abbassate le armi o gli sparerà!Salvatelo,io ho bisogno di lui,è l’unica cosa hce mi tiene in vita!-gridava mentre le lacrime rotolavano giù dalle guance
-è tutto ciò che ho!-
Allora Henry si mise davanti all’uomo
-Fermi!Non vedete che sta male?Abbassate le armi,non ci ha fatto del male quindi perché dovete farlo a lui?-
Poi lo abbracciò cercando di calmarlo.
Subito tutti abbassarono le armi e Hotch si precipitò ad abbracciare il figlio.
Appena Stephen si fu calmato anche Henry corse ad abbracciare i genitori.
JJ si sforzò di trattenere le lacrime e sorrise,mentre la sua famiglia rea nuovamente iunita,poi il bambino andò da Reid
-Ti prego zio,sii buono con lui-
-Farò il possibile- rispose,poi indicò la madre del piccolo
-Mi sa che tua mamma ha qualcosa da darti-e mentre lo diceva la donna tirò fuori dalla borsa l’orsetto di peluches del figlio
-Ma zio…..Quello era tuo!-
-Io non ne ho più bisogno,però grazie del pensiero.-
Henry si recò dalla madre,si fece dare l’orsetto e tornò dallo zio.
-Cosa regalata resta sempre incatenata-disse porgendogli il pupazzo.
Reid allungò le mani e lo prese
-Grazie piccolo,ma ora torna da mamma e papà,non sai quanto desiderano averti tutto per loro-
Henry si girò e corse dai genitori,mentre Reid lo guardava sorridente.
Emily gli si avvicinò
-Ci hai mai pensato?-
-A cosa?-
-Ad avere dei piccoli geni un giorno-
Questa domanda gliel’aveva già fatta un’altra volta,ma la risposta che aveva dato allora era sata diversa
-Non prima di conoscere Henry-
-E ora?-
-Devo dire che mi piacerebbe-
La collega lo guardò stupita,non si aspettava quella risposta.
Alla vista della sua espressione Reid scoppiò a ridere
-Tranquilla,non succederà,almeno non presto,nessuno vuole uno come me-
Il dolore dietro a quella risposta era evidente,ma Spencer non le diede il tempo di dire nulla.
-Non cercare di negarlo,non servirà,lo sappiamo tutti che con le ragazze non ho molto successo,però……-
Con rabbia di Emily il piccolo genio non finì la frase
-Che vuol dire quel però?Reid dimmelo,c’è qualcosa che devo sapere?-
Spencer sorrise,uno di quei suoi sorrisi che illuminavano la stanza
-Sarà una sorpresa per tutti,di certo non ve lo aspettate,ma tranquilla,non è nulla di cui preoccuparsi-
-Con te bisogna sempre preoccuparsi di tutto - scherzò lei.
Vedendoli ridere Morgan gli lanciò un’occhiata interrogativa.
-Reid ci sta preparando una sorpresa a proposito di fidanzate e figli-disse la donna
-Emily!!!-fece finta di indignarsi Reid,poi guardò l’amico
-Nulla di cui preoccuparsi,giuro.-
Non gli importava molto che l’amico sapesse ciò che aveva detto a Prentiss,dopotutto quando glielo aveva detto sapeva che presto l’avrebbe saputo tutta la squadra,sperava solo che avessero la pazienza di aspettare che lui gli mostrasse la sua sorpresa.
-Che tipo di sorpresa ragazzino?Hai trovato una ragazza e ti stai per sposare?Hai messo incinta qualcuna?Dai Reid diccelo,non lasciarci sulle spine!!-chiese con insistenza Derek
-Vi ho detto che non è nulla di cui preoccuparsi,di più non posso dirvi o non sarebbe più una sorpresa no?-
Detto questo si allontanò sorridendo,consapevole di quanto la curiosità stesse divorando i suoi amici.
Si recò da Stephen.
Era molto il dolore che leggeva nel suo sguardo,non solo per Josh,ma anche perché si era reso conto solo in quel momento che per vendetta aveva stroncato la vita di bambini innocenti che avevano ancora molti anni davanti a loro,proprio come Josh.
Aveva appena realizzato che tra lui e l’assassino di suo “fratello” non c’era poi così tanta differenza.
-Henry mi ha chiesto di essere buono con te-esordì
-Non me lo merito. Sono diventato un mostro e come tale merito il massimo della pena-
-Non sei un mostro o non ti saresti accorto del dolore che hai causato e non avresti lasciato in vita Henry e Jack-
-è stato grazie a Henry che ho capito i miei errori. Non avrei mai potuto fare del male a lui o all’altro bambino così simile a Josh-
Il ragazzo alzò lo sguardo che fino a quel momento era rimasto incollato al pavimento e guardò Reid negli occhi.
-Non permettere mai che gli accada qualcosa di male. Lui è un bambino favoloso,ti sa leggere nell’anima-
Gli occhi di entrambi corsero al bambino biondo sorridente tra le braccia dei genitori
-Lo so e sono molto orgoglioso del mio figlioccio-rispose l’agente dell’FBI
-Da grande sarà un ottimo profiler-concluse strappando un sorriso all’altro che disse:
-Il migliore di tutti. Dopotutto il buongiorno si vede dal mattino.
-Non permetterò che gli accada nulla,lo giuro-disse Spencer.
Sapeva che se fosse stato protetto da tutto quel dolore che il mondo gli aveva riservato sarebbe stato un bravissimo ragazzo.
Così fu a malincuore che lo ammanettò e lo consegnò alla macchina della polizia che li aveva raggiunti per portare in carcere Stephen.
Si girò e vide Prentiss e Morgan che parlottavano tra loro lanciandogli di tanto in tanto occhiate interrogative e quando i loro occhi si incontrarono gli regalò uno dei suoi sguardi più enigmatici per stuzzicare maggiormente la loro curiosità e farli soffrire un po’ di più.
Dopotutto era praticamente la prima volta che aveva un minimo di potere su di loro.
 
 
 
A mente lucida JJ si era ricordata di aver visto Tom alla stazione di polizia quando la baby-sitter lo aveva portato alla centrale dopo la scuola per fargli passare un po’ di tempo con il padre il quale aveva lasciato subito tutto per stare con lui.
Si diede della stupida per non averci pensato prima,ma oramai era passato qualche mese dal rapimento di Henry e Jack e tutto sembrava essere tornato alla normalità.
Tutto tranne Reid che aveva cominciato ad andare a casa il prima possibile,quando prima era sempre l’ultimo ad andare via perché tanto lo aspettava una casa vuota e solitaria a cui ora aveva sempre molta fretta di tornare chissà per quale motivo.
Emily e Derek stavano davvero cominciando a sospettare che il cucciolo della squadra fosse cresciuto e avesse trovato una fidanzata con cui passava le sue serate,anche perché non aveva ancora detto a nessuno in cosa consisteva la sorpresa,nemmeno a JJ.
Tutta la squadra si chiedeva in cosa consistesse e perché tornava a casa così presto,ma nessuno aveva la risposta e Spencer non sembrava disposto a darla.
Ma non si dovette aspettare ancora molto per sapere cosa stesse architettando il piccolo genio perché poco prima di Natale,esattamente tre mesi dopo la chiusura del caso,Reid svelò la sorpresa che per tanto tempo aveva tenuto segreta.
Era un venerdì e no avevano partenze in programma,solo scartoffie da compilare.
Spencer di solito arrivava sempre in perfetto orario,se non addirittura in anticipo,ma quel giorno arrivò in ritardo,no di moltissimo,ma non era una cosa da lui e ciò aumentò la preoccupazione e la curiosità sul suo nuovo strano comportamento.
Avevano fatto mille ipotesi,ma nessuna si avvicinava minimamente a ciò che videro.
Reid entrò in ufficio con aria tranquilla
-Scusate il ritardo,ma dovevo andare all’aeroporto- disse.
Emily aveva la bocca spalancata,ma riuscì a ricomporsi abbastanza per parlare.
-Era questa la tua sorpresa?-
Lui sorrise e fece cenno di si con la testa.
-Allora avevi ragione:non ce lo saremmo mai aspettati-continuò lei.
-Ma è una bellissima sorpresa-
Proprio in quel momento JJ e Hotch uscirono dall’ufficio
-Andrew!Zack!come state?-esclamò la donna sorridendo,solo allora Morgan si accorse che stava succedendo qualcosa e alzò la testa dal suo lavoro,rimanendo anche lui molto sorpreso dall’apparizione dei due ragazzi nell’ufficio dell’FBI.
Anche Rossi al suono della voce di JJ raggiunse il resto della squadra che già stava accogliendo Andrew e Zack che erano diventati rossi dall’imbarazzo.
-Ciao!Come state?-
-Bene- rispose Andrew balbettando,Zack non aveva ancora detto una parola,parlava solo il fratello minore che di certo si sentiva più a suo agio in mezzo a quelle persone che lo avevano salvato dalla cattiveria della sua famiglia a cui Zack per anni aveva contribuito.
Probabilmente era per questo che non parlava,davanti a loro sentiva ancora di più il peso delle sue colpe.
-Venite vi offro un caffè-+ disse Hotch conducendoli all’angolo cucina e tirandoli fuori da quella situazione imbarazzante.
Appena i ragazzi si furono allontanati Reid si trovò in balia delle domande dei colleghi.
-Come mai sono qui?Non mi fraintendere,non è che mi dispiaccia,solo sono curioso-esordì Morgan.
Le guance di Spencer s’imporporarono.
Sapeva che avrebbe dovuto rispondere alle domande dei suoi amici,ma si sentiva comunque in imbarazzo.
-Vengono a vivere da me,li ho presi in affido-
Lo stupore di Derek aumentò ancora di più.
-Come mai?Non perché sia stata una cattiva idea,ma non ce lo aspettavamo-
-Loro hanno bisogno di qualcuno che si occupi di loro e che gli voglia bene,non hanno mai conosciuto l’affetto,quello vero,soprattutto Andrew e la casa famiglia non era il posto adatto. E poi casa mia è grande,troppo per me da solo e io guadagno molto di più di quanto necessito e,dato che posso tranquillamente occuparmi di loro,ho chiesto ad Andrew se non preferissero venire a vivere da me e lui ha accettato volentieri,così io ho chiesto se potevo prenderli in affido e dopo tre mesi di scartoffie sono potuti finalmente venire a Quantico.-
-Ecco di cosa stavate parlando il giorno in cui Henry e Jack sono stati rapiti-disse JJ
-Ma toglimi una curiosità,perché andavi a casa prestissimo negli ultimi tempi,se i ragazzi non erano ancora arrivati?-
-Dovevo preparare la casa per il loro arrivo,sistemare la loro camera eccetera. E poi bisognava anche organizzare la loro partenza e tutto il resto,avevo bisogno di tempo e i week-end non bastavano
-Ma Zack no ha quasi finito il liceo?Come vi organizzerete dopo?-chiese Rossi
-Beh,a dire il vero forse è solo per questo che Zack si è lasciato convincere a venire con Andrew….-
 
-Zack non voleva venire,ma quando Spencer gli ha chiesto come avrebbe fatto con il college dato che la casa famiglia non gli avrebbe pagato l’università,ha cominciato a dubitare che restare a Boston fosse la scelta migliore. Allora Spence gli ha detto che qui c’erano delle buone scuole per entrambi e che lo avrebbe aiutato a pagare la retta del college in modo che no avrebbe dovuto ammazzarsi di lavoro e avrebbe potuto studiare di più. E Zack ama studiare,anche se non sembra- disse Andrew con un sorriso sorseggiando il suo caffè.
Hotch aveva posto ai ragazzi più o meno le stesse domande che gli altri avevano fatto a Reid.
Zack,non ancora a suo agio,non aveva detto una parola,mentre Andrew,che si era già abituato alla sua nuova fa,miglia,aveva risposto agli interrogativi dell’uomo con un’espressione gioiosa che dimostrava quanto fosse contento di essere lì.
-Spencer è fantastico,senza di lui io e Zack no saremmo nemmeno riusciti a recuperare il nostro rapporto. Eppure tutti tendono a sottovalutarlo,mentre lui è una delle persone migliori che io abbia mai incontrato-
-Lo so –disse Hotch guardando con orgoglio il piccolo genio ancora intento a parlare con i suoi colleghi.
“Non che colui che mi ha insegnato cosa vuol dire sentirsi amati”pensò Andrew,ma non lo disse per timore di ferire il fratello, ancora assediato dai sensi di colpa.
Finito il caffè i tre raggiunsero il resto della squadra che ora rideva allegramente
-Venite tutti a cena da noi?-chiese JJ
-Henry sarà sicuramente impaziente di conoscervi-
-Non oggi-rispose Reid
-Oggi dobbiamo festeggiare l’arrivo di Andrew e Zack,ma prima di fargli affrontare la truppa al completo preferirei che si ambientassero un po’,che si abituassero a tutte le cose nuove che questo trasferimento porta con sé-
-Allora andate,oggi hai la giornata libera Reid-disse Hotch.
Per la prima volta il giovane no oppose resistenza e cominciò ad incamminarsi con i ragazzi verso l’uscita.
-Vi va di andare al cinema?Dopo possiamo mangiare un pezzo di pizza e fare un giro a Washington.Che ne dite?-propose Spencer.
Andrew e Zack risposero di si con entusiasmo.
Con Reid erano entrambi più a loro agio:Zack parlava e Andrew faceva dei sorrisi enormi,osservò JJ.
L’intera squadra li guardò uscire felici dalla sede dell’FBI.
Malgrado tutto Reid era finalmente riuscito a creare una famiglia tutta sua con cui essere davvero felice.
E in quel momento era l’unica cosa importante.

nota:grazie per aver seguito la storia e spero che vi sia piaciuta e che abbiate voglia di recensire!

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