Babe, be mine tonight.

di showmeyoucare
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Londra, arriviamo. ***
Capitolo 2: *** 'special guests' ***
Capitolo 3: *** 'The guys next door' ***
Capitolo 4: *** 'Thank you..' ***



Capitolo 1
*** Londra, arriviamo. ***


- Ally, svegliati, se facciamo tardi a causa tua questa volta giuro che non la passi liscia! Devi ancora finirti la valigia e tra due ore abbiamo il volo! -
- Oh, andiamo, ricordati che qui la sorella maggiore sono io, quindi non rompere, Claire. Ci metto poco.- borbotto, cercando in qualche modo di convincerla.
Come non detto, quella rompi scatole comincia a far entrare la luce dalla grande finestra che sovrasta il mio letto, e sono costretta a chiudere gli occhi. Non ho neanche il tempo di rituffarmi nel mondo dei sogni che la mia dolce sorellina mi strappa il piumone, e in una frazione di secondo mi getta l’acqua dei fiori addosso, lavandomi completamente. Qualcosa nel mio cervello scatta, facendomi balzare in piedi. - Claire! Se ti prendo..! - mi volto verso di lei, che ha già cominciato a correre. Oh, come mi conosce bene. In pochi passi riesco a recuperare la distanza che c’era tra di noi.
- Presa! -la acciuffo per la felpa, che però riesce prontamente a sfilarsi, facendomi perdere l’equilibrio e cadere inciampando sul tappeto. Maledetti power balance e chi dice che funzionano, tzè. Quando mi riprendo, vedo Claire che si tiene la pancia dal ridere, che si diverte a prendermi in giro.
- Beh, l’avevano detto che non eri granchè in educazione fisica, ma non pensavo che potessero avere così tanta ragione! -ok, in questo momento vorrei prenderla a calci, ma cerco di restare seduta per evitare di fare altre figure di merda. Provo solo a ribattere
- ma dai, solo perché ho tirato per sbaglio la palla in faccia ai miei compagni qualche voltta, durante le ore di educazione fisica, non vuol dire che sia così scarsa.. -sono sorpresa del mio tono convinto, anche perché non posso negare che in ginnastica faccio DAVVERO pena. Infatti, Claire non perde l’occasione per rinfacciarmelo.
- Qualche volta? Hai fatto fuori tutta la tua classe in un mese!-
- si, va bene, adesso aiutami ad alzarmi che mi fa male al sedere. Sbaglio o dobbiamo partire per la tua amata Londra?- non ce la faccio più a stare seduta qui per terra, mi si sta gelando il culo. Spero solo che metta da parte la sua voglia di prendermi in giro, dopo aver nominato Londra.
- si, hai ragione, tu vai a lavarti e a prepararti, che io ti finisco la valigia.-
Ecco perché voglio davvero bene a mia sorella, mi da sempre una mano, e quando sto male cerca in ogni modo di tirarmi su il morale. Soprattutto ultimamente, sono molto giù per la separazione dei miei genitori. Io non vivo più con loro, ho 18 anni e mi sono presa un piccolo appartamento, dove ho ospitato anche mia sorella, che anche lei non ne poteva più delle litigate continue dei miei, ma a volte devo dire che è stressante. Ok, rifacciamo la frase. Voglio davvero bene a mia sorella, se no fosse che è fissata con quella cavolo di Londra. Ok, è una bella città, e poi? Basta, non c’è niente di speciale. O almeno, non così tante cose da parlarne tutti i giorni. Sinceramente non so perché ho acettato di accompagnarla in questo viaggio. No, lo so benissimo, invece. Ci sono varie ragioni. La prima, i miei genitori non volevano mandarla da sola, visto che è minorenne, e lei ha pensato bene di stressarmi le giornate, finchè non ha promesso di lavare i piatti per un mese, e ho accettato. La seconda, non ne posso più della mia città, e ho bisogno di aria nuova dopo che lo stronzo del mio ex ragazzo mi ha tradita con ‘miss sonotroia’ della scuola. È davvero pieno di gente falsa, fatta eccezione per la mia migliore amica, Elizabeth, senza la quale non so davvero dove sarei ora. Vi ho quasi svelato la terza ragione: Liz verrà a Londra con noi! Come mia sorella, ha vinto un viaggio in quella ‘fantastica, meravigliosa città piena di opportunità e gente famosa’ come dice mia sorella, per il buon risultato a scuola in inglese. Quando ho scoperto che veniva anche lei, ho fatto i salti di gioia.
 
 Sono finalmente pronta, e mentre canticchio una canzone, mi guardo allo specchio. Indosso un paio di jeans stretti e una felpa dell’Abercrombie arancione, e le mie amate nike blazer rosse; ho messo un filo di matita e del mascara, e i capelli li ho lasciati al naturale: sono neri, che mi scendono lungo la schiena con dei morbidi boccoli. Molte persone nella mia scuola dicono che io sia bella, ma se devo essere sincera, sono solo due le cose che mi piacciono di me: i miei capelli, e i miei occhi, che variano dal verde scuro al grigio, quando c’è tanta luce. Sento Claire che mi chiama, così scendo giù, per evitarle una crisi di nervi. Dobbiamo anche passare a prendere Liz, e se non ci muoviamo, mi sa che il volo lo perdiamo davvero.
Mi dirigo verso la macchina, carica di valigie, per poi salire e mettere in moto. Mia sorella si siede dietro, per lasciare il posto a Liz. No, ma che dico, mia sorella si siede dietro, perché così può stare stravaccata per tutto il viaggio fino all’aereoporto.
Arriviamo a casa della mia amata (?) e scendo per andare a suonare il campanello. La mia migliore amica si affaccia alla porta.
- adesso arrivo, due minuti! - mi dice. Aspetto un po’ e poi la vedo uscire di casa, con tre valigie enormi. Ma quanto tempo pensa di stare via, quella? È peggio di me!  Penso subito, e non riesco a trattenere una risata.
- Che c’è? Perché ridi? –
- no, niente, niente. Hai intenzione di stare via per un anno intero? –
- ehi ehi, ho portato solo il necessario! –
- ah, si? Tipo cosa? –
- tipo.. ehm.. cose importanti, okay? –scoppio a ridere di nuovo, finisce sempre con l’inalberarsi.
 
Siamo arrivate all’aeroporto, e per fortuna, perché non ce la facevo più a stare in macchina con mia sorella che mi parlava ogni dieci secondi di come sarebbe bello se incontrassimo i suoi idoli, una band inglese che deve chiamarsi One Effection. No, aspetta, forse non era quello il nome. Ah si, One Direction! Boh, comunque sia, immagino che solo perché hanno avuto successo in tutto il mondo, adesso siano diventati dei ragazzini viziati e montati, come tutte le persone famose.
Sentiamo che chiamano il nostro volo, così ci avviamo verso l’entrata.
 
Prendiamo posto nei sedili da tre, io sono vicino al finestrino, e appena mi siedo, cado in un sonno profondo…




 EHILÀ CCENTE! Questa è la mia prima fan fiction,
quindi siate gentili, e magari recensite se vi va, ne sarei davvero contenta.
sinceramente non credo che questo capitolo sia molto bello,
ma forse è perchè è il primo.
Nel prossimo ci saranno mooolte novità c:
Al prossimo, love ya. :)

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Capitolo 2
*** 'special guests' ***


Pace, tranquillità. Solo il rumore del mare, ho sempre amato passare delle giornate in spiaggia,  da sola. Mi aiutano a riflettere sulla mia vita, e sule decisioni che devo prendere. Sono distesa sul mio bel telo, a prendere il sole e a rilassarmi. noto, però, che questa volta sulla spiaggia non ci sono solo io. Lì, in riva al mare, c’è qualcuno, e riesco a vedere il contorno del suo corpo, illuminato dal sole, e i suoi folti ricci. Sono davvero curiosa di vedere chi sia, così comincio ad alzarmi, molto lentamente. Un momento. Perchè la terra sta tremando? Comincio a preoccuparmi, non mi è mai successo di essere partecipe di un terremoto, figuriamoci al mare, poi. Sento qualcuno chiamarmi, mentre il terremoto si fa sentire sempre di più.
- Ally! –dice quella voce. Ehi, aspetta. Quella voce, è della mia migliore amica Liz! Non pensavo ci fosse anche lei, qui al mare. Mi giro su me stessa per vedere dove si è nascosta, ma la vista mi si è offuscata, e riesco solo a pronunciare qualche parola.
- Liz.. Liz, dove sei..? –non riesco a capire se l’ho detto davvero, o se me lo sono immaginata, ma intuisco la risposta quando la mia migliore amica mi risponde.
- Ally, sono qui,svegliati, siamo arrivate! – dice lei, con molta naturalezza. Svegliati? Arrivate? Ma dove? Sento un improvviso dolore alla guancia, e apro di scatto gli occhi, ritrovandomi in un aereo. Ora si spiega tutto, era un maledetto sogno.. eppure sembrava tutto così vero. E quel ragazzo poi, chi era? Mi riprendo, e finalmente riesco a dire qualcosa.
- uhm, mi fa malissimo la guancia, porca miseria –mi lamento, constatando che quella è l’unica cosa vera del sogno. E ringraziando il Signore che non sono andata in aereo in costume e ciabatte da spiaggia.
- ecco, per quello avrei una spiegazione, credo..-dice Claire, regalandomi una smorfia, che dovrebbe essere un sorriso, a metà tra l’imbarazzato e il divertito– io.. ero preoccupata, visto che non ti svegliavi, e.. è probabile che ti abbia tirato qualche schiaffetto per farti svegliare. – confessa, ma la mia migliore amica si mette a ridere. Ma adesso dico, che problemi hanno queste due ragazze?
- qualche schiaffetto? Ma se sei andata avanti per più di cinque minuti! –dice, rivolta a Claire, che la fulmina con lo sguardo, mettendola a tacere.
- dunque, fammi capire meglio.. mentre io stavo beatamente dormendo, tu MI HAI SCHIAFFEGGIATO PER CINQUE MINUTI? No, perchè non ti bastava già di avermi tirato l’acqua addosso sta mattina?! –le chiedo, cominciando a scaldarmi, massaggiandomi la guancia con la mano.
- cosa, cosa, cosa? Questa non la sapevo, dovete raccontarmela! –dice Liz, cominciando a ridere. Veniamo interrotte da una voce femminile, che ci dice di scendere dall’aereo. Effettivamente, siamo le uniche ancora a bordo. Ci scusiamo con la signorina, e usciamo da quel benedetto aereo.
- te lo racconterò un’altra volta, Liz, adesso andiamo a prendere le valigie –le dico, sperando che si dimentichi di questa storia, che di divertente non ha proprio niente (ho fatto la rima, lol).
 
La nostra vacanza a Londra non poteva cominciare meglio, davvero. Do uno sguardo all’orologio, e mi esterno per qualche secondo dalla conversazione animata tra Claire e Liz. Sono più o meno due ore che cerchiamo, invano, di trovare il nostro hotel.
- ma no, non vedi la cartina? Noi siamo qui, e l’hotel è di là! Dobbiamo prendere questa strada a destra qui, e poi andare dritte! -sbraita mia sorella, indicando dei punti nel foglio che tiene in mano, nel tentativo di convincere Liz.
- oh, ma non dire cavolate, Claire, e poi guarda! Stai tenendo la cartina nel modo sbagliato! – le risponde lei, con un tono non da meno, e girando completamente la cartina che ha in mano, zittendola completamente. Oh, fantastico, non arriveremo mai all’hotel. Penso, alzando gli occhi dalla cartina alle strade che ci circondano. E poi finalmente lo vedo.
- ehi, ragazze, ho.. – provo a dire, con un sorriso stampato in faccia, ma vengo subito interrotta.
- CHE C’E’?- mi urlano contro assieme, guardandomi con degli occhi di fuoco. Faccio un balzo all’indietro per lo spavento, prima di calmarmi e rispondere.
- volevo solo dirvi che se non ve ne eravate accorte, è da mezzora che siamo davanti a un cartello con scritto ‘HIGH LONDON HOTEL’ con una freccia che va per di là – dico, sentendomi un dio, indicando una strada alla nostra sinistra.
- oh.. si, probabilmente dobbiamo andare per di là.. scusa Ally –ammette Liz, abbracciandomi, mentre ci avviamo per la strada suggerita da me. Credo quasi di poter giurare di aver sentito delle scuse da parte di mia sorella, ma ne dubito. Detesta avere torto, e ancora di più ammetterlo. E poi cosa mi aspettavo, che venisse ad abbracciarmi anche lei? Non che non l’abbia mai fatto, ma di solito in pubblico non lo fa mai. Forse cerca di sembrare più grande agli occhi degli altri. Anche se in realtà ha solo un anno in meno di me, diciassette.
Arriviamo finalmente davanti al nostro hotel, e vedo che c’è qualche ragazzina a bloccare l’entrata. Mi prende una strana curiosità, e dal momento che non sono mai stata molto timida, mi faccio avanti. Sfodero il mio meraviglioso inglese e chiedo a una delle ragazzine davanti alla porta, cosa sta succedendo. Lei si gira, siamo una di fronte all’altra. La guardo, e noto che sulle guance ha disegnate due carote, con accanto una L in maiuscolo su una guancia, e una T sull’altra. Alzo un sopracciglio, sperando che non capisca che mi sono appena chiesta se è pazza.
- ma come?! Non lo sai? Loro saranno qui, tra poche ore, proprio in questo hotel, ti rendi conto? La loro casa si è incendiata, e adesso staranno tutti qui, finchè non l’avranno sistemata! Oddio, sento che svengoo –mi urla con occhi sognanti, facendo sembrare me la pazza che non ha la minima idea di cosa stia succedendo. Staranno in questo hotel; la loro casa si è incendiata; ma si può sapere di chi diavolo sta parlando? I miei pensieri vengono interrotti, e mi sento tirare per un braccio verso l’entrata dell’hotel. Metto a fuoco la vista, e mi rendo conto della scena: Liz sta guidando Claire, che mi tiene per un braccio, e stanno cercando di farsi spazio tra tutte le ragazzine, che rispetto a qualche minuto prima, sono aumentate. Riusciamo in qualche modo a raggiungere la porta girevole, e tiriamo un sospiro di sollievo. Poi vediamo. Vediamo e rimaniamo a bocca aperta. nessuno parla per un po’, e mi sa che le persone nella hall cominciano a farsi qualche domanda su di noi. Solo dopo un paio di minuti di trance apro bocca.
- quelli della scuola non hanno proprio badato a spese, eh? Mi piace ‘sta cosa! –dico, mentre osservo ancora l’enorme hotel che ci è capitato. La hall è grandissima, c’è uno spazio con dei divanetti in pelle, posizionati di fronte a una tv al plasma che sembra un megaschermo; le pareti sono tappezzate di quadri, raffiguranti delle città, come New York e Milano.  Ci sono cinque ascensori, e leggo il numero dei piani: 12. Nel posto riservato alla reception c’è un tavolo gigantesco in legno, dietro al quale è seduto un uomo. Ci dirigiamo là, per ritirare le chiavi della nostra stanza.
- mi scusi, noi siamo le ragazze che hanno vinto la vacanza a Londra – dico, sicura di me stessa.
- ma certo, dalla Julius Caesar School, vi stavamo aspettando. Abbiamo riservato la vostra stanza vicino a quella dei nostri ospiti speciali. Voi siete Elizabeth Anderson, Claire Smith e come accompagnatrice maggiorenne, Ally Janette Smith, giusto? – ci domanda, aspettando una nostra conferma. Vedo Liz storgere il naso, sentendo pronunciare il suo nome intero. Ma vogliamo parlare di quello che dovrei fare io sentendo il mio secondo nome? Che poi non capisco perchè i miei abbiano deciso di metterlo a me, ma non a Claire.
- si, esatto, siamo noi. –rispondo educatamente, regalandogli un sorriso.
- perfetto, allora la signorina A. J. Smith mi deve lasciare una firma e poi posso consegnarvi le chiavi. –dice, mentre mi avvicino al bancone, prendo la penna e comincio a scrivere il mio nome. Ecco fatto.
- benissimo, grazie, ed ecco a voi le chiavi. Cercate di non perderle, e di non fare rumore durante le ore in cui la gente va a letto, o altrimenti siamo costretti a mandarvi via. Sapete, questo è un hotel molto famoso qui a Londra, e non possiamo accettare comportamenti inadatti. Bene, detto questo, vi auguro un buon soggiorno nel nostro umile hotel. Oh, e potete consegnare le valigie al fattorino.- ci consegna le chiavi, e dopo aver ringraziato, lasciamo le nostre valigie al povero fattorino, e ci dirigiamo verso uno degli ascensori. Saliamo al nostro piano, il numero otto, e cerchiamo la stanza 463. La troviamo, in fondo a un lungo corridoio, dove c’è solo la nostra e la numero 464. Quella in cui dovrebbero venire a stare i loro fantomatici ‘ospiti speciali’. Cos’avranno di speciale, davvero non lo so, ma mi sanno tanto di viziatelli che si fanno aspettare. Speriamo bene, la ragazza-carota ha detto che dovrebbero arrivare tra poco.
Giro la chiave che apre la stanza, e ci troviamo davanti a un paradiso. Più che una stanza, sembra un appartamento. Anzi, a dire la verità è anche più grande del mio. Facciamo un giro di tutta la ‘stanza’ e quando abbiamo finito ci vengono gli occhi lucidi. Ci sono due bagni, tre camere da letto con ognuna un letto matrimoniale e un piccolo letto affianco, un soggiorno enorme, che si affaccia su un balcone altrettanto grande e una mini-cucina. È inevitabile un nostro urlo di gioia, che viene poi strozzato dalla paura di essere cacciate dall’hotel. Sarebbe davvero il colmo.
Mentre le altre si distendono su quelli che, ormai hanno deciso, saranno i loro letti, io vado a vedere il panorama che si può osservare dal balcone. Mentre guardo il cielo, sento delle urla che si alzano tra la piccola folla di ragazzine, e poi capisco perchè. Ha appena girato l’angolo una limousine bianca, che si è fermata davanti al nostro hotel, dalla quale stanno scendendo quattro ragazzi. No, aspetta, sono cinque: uno biondo, due mori, uno con i ricci e uno con i capelli cortissimi, uno moro con i capelli tirati su in una cresta, e uno con la stessa acconciatura ma con i capelli neri, e un ciuffo biondo. Le facce non si vedono molto bene, anche perchè è pieno di gente, e loro camminano spediti verso la porta girevole.
 
Sento che Liz mi chiama, devo svuotarmi la valigia. Torno da loro, senza però dire niente dei ‘fantastici cinque’. La mia mente resta comunque sintonizzata su di loro, e sul fatto che staranno vicino a noi. Dopo una decina di minuti, sento che qualcuno sta cercando di aprire la porta della nostra stanza. Mi avvicino cauta alla porta, a mo' di film di spionaggio, e la apro lentamente, facendo sbucare solo la testa.. 


MA CCCIAO c:
okay, ecco il secondo capitolooo
mi dite cosa ne pensate?
mmm e chi sarà alla porta?
ps. mi sento molto trasgry perchè sto usando
il computer di nascosto, per postare il capitolo c':
mi immagino già la faccia di mia mamma se per caso entrasse
in camera mia, lol
anyway, recensite, in modo positivo o negativo,
ma fatelo, pleaseee :)
Al prossimo, gente
Sara

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Capitolo 3
*** 'The guys next door' ***


CIAAAO c:
metto lo spazio autore in alto perchè sono trasgry (?)
è passato un po' dall'ultimo capitolo
ma ho avuto da fare,
e mi sono fatta male al dito :c
anywaaay, mi lasciate qualche recensione?
con più di 10 parole,
e mi dite cosa ne pensate,
se vi piace o vi fa schifo,
insomma, quello che volete.
okaaay, adesso che vi ho annioiato abbastanza,
buona lettura c:
- Sara - 





Apro la porta molto piano, quel poco che basta per vedere la scena di fronte a me. Un moro, che indossa dei mocassini, un paio di jeans e una maglia a righe, è piegato verso la serratura della porta, con una chiave in mano. Non ha visto che in realtà la porta l’ho già aperta, anche perchè il suo viso è rivolto verso gli altri quattro, che però si accorgono della mia presenza.
- ehm.. Louis, credo che dovremmo lasciar stare, davvero..-borbotta il biondino. Uh, che belle scarpe che ha.
- eh no, non mi farò battere da una porta! Osservate e imparate da SuperLou mentre è al lavor.. –si gira verso la porta con aria convinta, ma la sua espressione cambia appena mi vede.
- oh..-si lascia sfuggire. ‘OH’? cioè, io li ho scambiati per ladri, mi stavano per far prendere un infarto e non chiedono neanche scusa? Ma guarda te che bimbetti presuntuosi! Adesso gliene dico io quattr...
- ci dispiace, davvero. Pensavamo fosse la nostra stanza, solo che non riuscivamo ad aprire la porta. Ora si che si spiega tutto.-abbozza un sorriso imbarazzato. Ok, forse ho giudicato un po’ male. Ma solo perchè lui si è scusato, non vuol dire che tutti siano così.
- si, è vero, ci dispiace tanto..- dice il biondino.
- già, scusa, il senso di orientamento non è il nostro forte –confessa il moro dalla pelle ambrata, abbozzando un sorriso. Dio, che sorriso perfetto. Mi sento tremare le gambe. Ma che cosa..?
- si, scusaci davvero, glielo dicevo io che era l’altra porta, ma non mi ascoltano mai. – sbuffa l’altro moro. Credo che le mie ciglia siano lunghe come i suoi capelli, ma quell’acconciatura gli sta davvero bene.
Ok, forse mi sono sbagliata sul loro conto, magari non sono così presuntuosi. Ma manca ancora il ricciolino, che a quanto pare non ha intenzione di scusarsi. Ha la testa china sul suo telefono, un iPhone 5 tanto per cambiare, e è concentrato su un messaggio che sta scrivendo.
- Harry..? – lo incita uno di loro. E dunque si chiama Harry, interessante.
- uhm.. dimmi Liam, dimmi –farfuglia lui, rivolgendosi all’amico con un tono da superiore, sempre senza guardare in faccia nessuno. Wow, non stava neanche ascoltando.
- non credi che dovresti scusarti con questa ragazza? Manchi solo tu –gli dice questo che dovrebbe essere Liam, mantenendo, non so come, la stessa calma di prima.
- oh, certo certo, scusa –dice, ma non mi sembra molto convinto – adesso che ho fatto, mi puoi dare le chiavi, Lou? Sto morendo di sonno – sbadiglia, e si degna di alzare lo sguardo dal suo telefono. Lo guardo. Ha degli occhi bellissimi, verdi. I lineamenti del viso sono morbidi, e la fronte è coperta da una massa di capelli ricci castani. Wow. Sarà anche antipatico, ma cazzo se è bello. Mi guarda, e continua a fissarmi per un po’, rimanendo imbambolato e spalancando la bocca. Ma che minchia guaddi?
Guardo gli altri, alzando le sopracciglia, in cerca di aiuto. Louis prende parola.
- ehm Harry.. Harry, le chiavi –dice, alzando un po’ il tono di voce e risvegliando da uno stato di trance il riccio.
- oh, si giusto, le chiavi. Anzi, vieni anche tu, devo dirti una cosa importante –proferisce, con un tono tra il preoccupato e l’eccitato. Tutti e cinque si lanciano delle occhiate di intesa, per lo più rivolte verso il riccio.
Louis lo segue dentro la stanza, che guarda caso, riescono a aprire al primo colpo.
- toh, si è aperta –mi lascio sfuggire, e gli altri tre scoppiano a ridere. Decido che sono stata fuori dalla stanza con questi scemi abbastanza a lungo e faccio per andarmene.
- beh, è stato un piacere essere disturbata da voi, ora devo andare.-dico, ironica, ma il moro mi afferra un braccio.
- hei, aspetta, ti abbiamo disturbata, adesso lascia che ci scusiamo! Dopo, verrai a cena con noi, senza discutere –dice – e comunque, io sono Zayn.-
Sbuffo. – senti, grazie, ma davvero non ne ho voglia.- dico, cercando, senza successo, di liberarmi dalla presa.
- wow, credo che tu sia la prima ragazza che si rifiuta di passare anche solo due minuti con noi. Mi piace! A maggior ragione, non puoi rifiutare.-dice. Ma chi diavolo si crede di essere? Dovrei forse saltargli addosso?
- no, grazie, e poi sono qui con mia sorella, che probabilmente se vi vedesse vi salterebbe addosso, e la mia migliore amic..- mi giustifico, ma non riesco a finire la frase.
- ancora meglio, allora venite tutte e tre! Non possiamo abbandonare una fan, e poi sarà divertente. Bene, allora, sono le 14, quindi avete tempo, facciamo alle 20.00 qui fuori, okay?-chiede speranzoso.
- ah, e va bene, ciao – accetto, sapendo che probabilmente, se non l’avessi fatto, sarebbe andato avanti ore e ore. Giro i tacchi e entro nella mia stanza, finalmente. Guardo l’orologio, aveva ragione, sono già le due. Il mio stomaco brontola, e vado in cucina a prendermi una mela.
Mi dirigo nella mia camera, e vedo che Claire sta finendo di mettere i miei ultimi vestiti nell’armadio. Un momento, ma da quando possiedo così tanti vestitini?
- ehi, Claire, ma da dove vengono quei vestiti? –domando sorpresa.
- ah, quelli. Li ho trovati sta mattina, sotto tutte le tue felpe, nell’armadio mentre ti facevo la valigia, e ho pensato di portarne qualcuno. Sono molto carini, e ho deciso che sta sera ne metterai uno! – esclama felice, lanciandomi un vestito rosa chiaro, senza spalline, con una fascia nera appena sotto il seno.
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Devo dire che mi piace, dai. Provo a vedere come mi sta, stendendolo lungo il corpo. Mi arriva all’altezza delle ginocchia, né troppo lungo, né troppo corto.
- uhm, okay. Ah, a proposito di sta sera, ceniamo in compagnia. – la butto lì, sapendo che si incuriosisce tantissimo.
- ah, e con chi? – chiede Liz, che sbuca dal bagno, avvolta in un asciugamano.
- con i ‘ragazzi della porta affianco’ –dico a bassa voce, gettando quello che resta della mela nel cestino. Scommetto mille euro che Claire sclera.
- CHE COSA?! Tu.. noi.. dopo.. cena.. i miei idoli.. oddio, devo prepararmi, è tardi, non ce la farò mai, e poi cosa mi metto? E se non gli piaccio? E la macchina fotografica dov’è? ... Ahia scema! –comincia a blaterare a caso, ma le tiro prontamente un cuscino, che la fa tacere almeno per un po’. Anche Liz gliene tira uno, e lei risponde, ritirandocelo dritto in faccia. Allora vuole la guerra..
- vuoi la guerra eh? Liz, vuoi unirti a me? –dico, rivolgendo un sorriso malizioso alla mia amica, che annuisce, prendendo un cuscino in mano.
- uno.. due.. TRE! –ci buttiamo a capofitto sul letto, cominciando a prendere a cuscinate mia sorella, che però non si fa intimorire. Approfitta di quando siamo distratte e sguscia fuori dal letto, credendo di poter scappare.
- tzè, dove credi di andare? Prima o poi ti prendiamo! –dico ridendo, sicura di quello che dico. Continuo a seguire Claire, che gira attorno al divano e al tavolo. Improvvisamente cambia direzione e mi spiazza.
- già, sorellina, mi sa che hai ragione!-mi urla, prima di aprire la porta della stanza e uscire nel corridoio.
Non l’avrà vinta anche sta volta, mi vendicherò per l’acqua e gli schiaffi di sta mattina. Apro la porta, e me la richiudo alle spalle. Fuori dalla loro stanza ci sono Harry e Louis che parlano, ma si bloccano quando vedono la scena, e cominciano a ridere, filmandoci con il telefono. Ma che simpatici. Mi distraggo rimanendo a guardarli mentre corro, e non mi accorgo del tappeto che c’è per terra.Ma perchè capitano tutte a me? In un secondo mi ritrovo con la schiena a terra, e non capisco più niente per qualche secondo. Apro piano gli occhi, non mi sono fatta poi così male. Okay, sono in braccio a qualcuno, ma chi?
- uhm.. Harry..?- farfuglio, e poi mi rendo conto. HARRY? Comincio a dimenarmi, cercando di scendere.
- Harry, mettimi giù, subito! Non ho bisogno del tuo aiuto, non mi sono fatta male.. e smettila di sorridere come un idiota! –gli grido in faccia, e alla fine mi lascia andare.
Mi mette a terra, e rimaniamo zitti per un po’. Lo guardo quasi con disprezzo, ancora ‘arrabbiata’ per prima, per poi dargli la schiena e tornarmene in camera, lasciandolo esterrefatto. Cosa succede, credeva forse che sarei caduta ai suoi piedi solo perchè mi aveva aiutata?
- ehi, ehi calma.. Ci vediamo dopo!-mi urla, sempre sorridendo, ma come risposta riceve la porta della mia stanza che sbatte.
Ovviamente, in camera c’è Claire che sta raccontando a Liz  il mio volo sul tappeto. Quando finisce, Liz sta piangendo dal ridere, assieme alla mia dolce sorellina. Le guardo in cagnesco, per poi andare in bagno.
- ho bisogno di una doccia per rilassarmi, scommetto che sarà una lunga e interessante serata.-proferisco, dirigendomi verso il bagno.  

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Capitolo 4
*** 'Thank you..' ***


Ancora questa spiaggia. Ancora questa sensazione di leggerezza che mi avvolge, il sole che mi riscalda il corpo. Ancora quel ragazzo girato di schiena.
Questa volta la terra non trema, e mi sento bene. Sono decisa ad andare a parlare al ragazzo che se ne sta’ lì, in piedi a contemplare il mare, con i capelli che si muovono liberi, spinti dal vento.
Mi alzo lentamente, cercando di non fare rumore e di non farmi sentire. Comincio a camminare verso di lui, sempre curiosa. Chi è? Come si chiama? Perchè è lì in piedi nella mia spiaggia, nel mio sogno? Mi guardo i piedi, la sabbia scotta davvero tanto. Quando abbasso lo sguardo, noto che sto indossando una cavigliera. È argentata, con il simbolo dell’infinito, con una scritta, ‘our love’ ; non ricordo di averne mai avuta una così. Anzi, non mi pare di avere mai avuto delle cavigliere, sinceramente. Sono quasi arrivata a fianco a lui, quando sento qualcuno che mi chiama, e come un deja-vu, la terra comincia a tremare sotto i miei piedi, facendomi cadere in ginocchio; la figura del ragazzo diventa sempre più sfocata, fino a scomparire del tutto. Sento ancora un dolore alla guancia, così chiudo gli occhi per cercare di alleviarlo. Li riapro, e come immaginavo, mi ritrovo in un ambiente completamente diverso. La mia camera.
-finalmente, la bella addormentata si è svegliata – borbotta mia sorella. Mi massaggio la guancia, mi fa ancora male. Crede forse che non sappia che è stata lei?
- Claire.. dimmi una cosa..-
- certo, c’è qualcosa che non va? –
- oh no, tranquilla. Sto benissimo, davvero..- comincio a dire, molto calma - ..a parte.. sai per caso se qualcuno mi ha schiaffeggiato ancora?! – comincio ad alzare la voce. Non è possibile che ogni volta mi svegli così.
- io.. uhm, non.. non mi pare, no.. –risponde imbarazzata, cominciando ad allontanarsi. Paura, eh?
- almeno ammettilo! Sei una.. –mi blocco, risparmiandole tutti gli insulti che avevo in serbo per lei, quando vedo come è conciata. E anche Liz. Capiamoci, sono vestite benissimo, ed è questo che mi preoccupa. Mia sorella indossa un vestito nero, con le spalline molto fine, che le arriva appena sotto le ginocchia. Liz indossa un vestito dello stesso tipo, ma azzurro chiaro. Sono tutte truccate bene, sembra che debbano andare ad una sfilata di moda.
- ma.. perchè siete così eleganti? –domando, ancora assonnata. Ricordo soltanto che ero andata a fare la doccia, poi mi sono cambiata, e mi sono addormentata sul letto.
- ma come perchè? Per la cena con i ragazzi! –mi risponde Claire, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Mi sforzo di far mente locale a cosa avremmo dovuto fare dopo. La cena.. i ragazzi..
- oddio mi sono completamente dimenticata! Che ore sono? –chiedo, in ansia. Sono sempre lenta a prepararmi.
- uhm, dunque, sono le..-Liz si sporge verso l’altra camera, dove a quanto pare è appeso un orologio – le sette e quarantacinque –
- okay, non ce la farò mai, già lo so –sbuffo rassegnata – anzi, a dire la verità non ho neanche voglia di venire, forse è meglio che andate solo voi..-
- ma non penso proprio, mia cara! Non te la caverai così facilmente, mi dispiace – comincia a blaterare la mia migliore amica, che assieme a mia sorella, mi tira per un braccio, facendomi alzare dal letto.
- okay, gente, comincia l’operazione ‘salviamo la cena con i miei idoli’ dice allegra mia sorella, lanciandomi il vestito che prima avevamo deciso avrei indossato.
Me lo infilo velocemente, per poi essere trascinata in bagno da Liz, che mi fa sedere su una sedia e comincia a truccarmi. Dopo qualche minuto, abbiamo già finnito, incredibile. Questa giornata deve entrare nella storia.
Do un’occhiata veloce all’orologio, mancano cinque minuti alle otto.
Corro in bagno, e mi guardo allo specchio. Sembro addirittura bella. Liz è stata davvero brava, mi ha messo un ombretto rosa, che fa risaltare i miei occhi, del mascara e un po’ di matita nera.
Qualcuno bussa alla porta, ma le altre sono impegnate a guardarsi allo specchio, così vado ad aprire io. Quando vedo chi è, rimango stupita. Poi ammaliata dalla sua bellezza, mentre indossa dei jeans blu stretti, una camicia bianca, e una giacca da smoking grigia. Poi passo alla fase ‘spero che non si accorga che sto sbavando’. Poi mi rilasso, vedendo che si trova nel mio stesso stato. Poi, sorrido, quando mi viene in mente di approfittarne per prendere in giro Harry Micredosimpatico Styls. No, Style. Oh, insomma, quello che è.
- allora? Al povero Styles hanno tagliato le corde vocali? Oh, e chiudi la bocca, o rischi di sbavare –rido soddisfatta, e prendendomi più confidenza di quanta ne abbia, mi avvicino, e con la mano gli chiudo la bocca.
- oh.. uhm.. noi.. –scuote la testa, cercando di tornare normale. Non che quando sia normale sia tanto meglio di così  - no, okay, rifacciamo – esordisce, facendo un passo indietro e chiudendo la porta. Non afferro subito quello che intendeva, ma quando bussa di nuovo alla porta, capisco le sue intenzioni. Che idiota.
- ehi, Ally! –mi saluta, sorridente.
- uh, Styles, qual buon vento –un attimo.. ma come fa a sapere il mio nome? Non mi pare di averglielo detto..
- allora, per dopo, i ragazzi hanno deciso che non mangeremo nella mensa, ma nella nostra stan.. –viene interrotto da degli urli, che sembrano versi di.. scimmia? Mi sporgo un po’ fuori dalla porta per vedere quello che sta succedendo, e mi raggiungono anche Claire e Liz, preoccupate da quei rumori. La scena non è una delle più normali, ma fa sbellicare me e Harry in una risata cristallina. Che risata perfetta..
Scuoto la testa, riprendendomi dai pensieri che mi stavano avvolgendo.
- al galoppo miei prodi! –si sente urlare Louis, nel tentativo di incitare gli altri tre malcapitati. Stanno correndo, cavalcando una scopa, con dei cartoni di pizza e delle bottiglie in mano. Oh, tranne il biondino, che tutto tranquillo sta arrivando camminando, mentre si mangia una fetta di pizza. Lo guardiamo male tutti quanti
- che c’è? Avevo fame..- si giustifica, facendo una faccia strana.
- aah! Muoviamoci, le pizze scottano! –si lamenta Zayn
- tranquillo amico, se vuoi posso tenerle io, ti giuro che non le mang..-
- NO! Non ci penso neanche, Niall. L’ultima volta che mi sono fidato sono dovuto tornare alla pizzeria perchè le avevi mangiate tutte! –lo interrompe Zayn, minacciandolo con la mano libera.
- ehi, avevo fame, erano passate due ore dal mio ultimo spuntino..-dice, mentre io e Liz scoppiamo a ridere. Claire.. beh, diciamo che Claire sta guardando la scena con occhi sognanti, mentre si tiene alla maniglia della porta per non cadere. Posso capire come si sente.
- che ne dite se entriamo in una delle due stanze e cominciamo a mangiare? –propongo, dopo aver sentito il mio stomaco brontolare per la fame.
- ragaffa, fono pienamenfe d’afforfo fon fe! –mi dice il biondino, Niall, ancora con la bocca piena, battendomi il cinque.
Sono uno più normale dell’altro, davvero.
 
- Okay, sono sazio –annuncia Niall, mettendosi le mani sulla pancia. Alla sua affermazione, riceve uno sguardo incredulo da parte di tutti – e va bene, lo ammetto. Ho ancora fame, ma non c’è più niente da mangiare – dice con una faccia triste, che mi scalda il cuore.
- ehi, Niall, se vuoi io non ho più fame, potrei dart..-
- SI si si grazie – mi interrompe, prendendomi il cartone con la pizza dalle gambe, e facendomi scappare una risata.
- bene, e adesso che facciamo? –domanda Harry, venendosi a sedere vicino a me. Mi sposto un po’, non voglio stargli troppo vicina. Sembrerà stupido, ma qualche ora prima sono andata su internet, e dopo aver cercato il suo nome, ho letto che cambia ragazza ogni sera. Questa, è una delle poche cose che non sopporto dei ragazzi. Cosa credono, che noi siamo degli oggetti?
- mmh non lo so, potremmo giocare al gioco della bottiglia, ma non ci conosciamo bene.. ecco! Per conoscerci meglio, giochiamo a obbligo o verità! Mamma, quanto sono intelligente – si vanta Louis, interrompendo i miei pensieri.
- tanto sapranno già tutto di noi – dice Harry lo sfacciato. Dio, quanto mi da fastidio quando fa così.
- oh, ti sbagli di grosso, Styles. Sai, ho altro da fare oltre che a guardare ventiquattro ore su ventiquattro quello che fate –dico acida, e mi fa il verso. Gli tiro un pugno sulla spalla.
- ahia –si lamenta. Pff che pappamolle.
- beh, comincia ad abituarti, farò così ogni volta che dirai una cazzata o che mi darai fastidio.. e qualcosa mi dice che succederà spesso –gli sorrido falsamente, soddisfatta di avergliene dette quattro.
- bene, adesso che i piccioncini hanno amoreggiato abbastanza – Louis rivolge uno sguardo a me e Harry, che lo guarda male, come se non volesse che dicesse qualcosa di troppo – possiamo cominciare da.. Hazza che fa una domanda a Ally – ci guarda ancora, sempre sorridendo. Chissà cosa mi chiede adesso, questo qui.
- okay, allora, obbligo o verità? –ah, già, c’è anche obbligo, che culo! Adesso scelgo quello, così non verrà fuori niente di imbarazzante.
- obbligo –sorrido, compiaciuta del mio ragionamento che non fa una piega.
- va bene, allora come obbligo – si ferma per pensare, per poi regalarmi un sorriso malizioso, che anche se non promette niente di buono, mi fa perdere un battito, per la sua bellezza – devi darmi un bacio –
Cosa? Ho sentito bene? Okay, ho un piano.
Mi avvicino a lui, molto lentamente, guardandogli le labbra. Mi guarda sorpreso, sorridendo, forse non aspettandosi da me una reazione così. Appena prima di sfiorargliele, giro la testa, e gli do un bacio sulla guancia, che fa suscitare delle lamentele al riccio.
- ma non..-
- si che vale, tu non avevi specificato niente –dico, mentre lo guardo con aria superiore.
Si avvicina con le labbra al mio orecchio, sussurrandomi qualcosa.
- prima o poi riuscirò a rubarti un bacio, cara la mia Ally –dice con voce sensuale. Ed ecco che parte un altro pugno.
- ahia, e adesso che ho fatto? -
- hai detto una cazzata, caro il mio Harry –gli regalo un sorriso falso, che mi fa guadagnare un punto. Styles 0 – Smith 1.
 
Andiamo avanti così per un po’, tra risate e pugni,  e a mano a mano che passa il tempo e che comincio a conoscerli meglio, mi rendo conto sempre di più di aver sbagliato sul loro conto. Sono simpatici, ma sanno essere sinceri. Due, Liam e Louis, hanno la ragazza, mentre gli altri sono single. Sono dei ragazzi con i piedi per terra, anche se sono famosi, e non sono viziati come credevo. Ovviamente, su Harry avevo ragione. Ha confermato anche lui che cambia ragazza ogni sera, perchè, parole sue, ‘ci sono un sacco di ragazze che vogliono venire a letto con me, io cerco solo di accontentarle tutte’. Poverine, mi domando come fanno. Forse, quando è in loro compagnia non apre bocca, così non fanno in tempo a capire quanto sia presuntuoso. Si, credo che usi questa tattica. Forse è per questo che ogni minuto che lo conosco di più, lo scopro sempre più superficiale; ha parlato per troppo tempo. E la cosa che più mi fa ridere di lui, è che è talmente un donnaiolo che crede di potermi abbindolare dopo solo qualche ora che lo conosco.
E le ragazze che usa, non si sentono tradite? Neanche un po’? Se solo ripenso a come mi sono sentita io, quando ho saputo di Mark e quella.. quella.. Samantha Devine che hanno..
Ecco. Anche solo a pensarci mi vengono gli occhi lucidi.
- scusate, devo andare in camera un secondo..-borbotto a Harry, lasciandoli parlare, e vado verso la mia stanza. Non appena non mi sento più osservata da nessuno, le lacrime cominciano a scendere. Non mi ero mai sfogata davvero con qualcuno. Avevo tenuto tutto dentro, sperando di dimenticare. Perchè dopo tutte le promesse che mi aveva fatto, dopo tutti quei ‘ti amo’, dopo tutti i momenti speciali, non riesci a dimenticare niente. E mai così tanto, prima d’ora, sento il bisogno di sfogarmi con qualcuno, di urlare al mondo il male che mi ha fatto, come mi ha fatta sentire.
Arrivata davanti alla porta, mi accorgo che non ho le chiavi della camera, ma non me la sento di tornare subito lì dentro. Vado verso l’ascensore, e premo sul pulsante che indica l’ultimo piano. Questo hotel gigante dovrà pur avere una terrazza, no? Almeno potrò respirare un po’ di aria, senza farmi vedere da nessuno.
Esco dall’ascensore, e ancora con le lacrime agli occhi, mi siedo per terra, con la schiena appoggiata al muro dell’hotel. Alzo gli occhi, godendomi il cielo e le stelle, cercando di calmarmi, ma non funziona. Ho ancora una tremenda voglia di urlare, e poi mi viene in mente un metodo, che usavo anche da piccola. Prima che mio padre morisse, mi disse che se mi fossi sentita triste, o sola, avrei dovuto cantare i miei sentimenti, perchè era quello che faceva anche lui. Così, poco prima che morisse, cominciammo a cantare l’unica canzone che, a undici anni, sapevo a memoria. Non l’avevo mai più cantata, da quella volta, perchè mi ricordava troppo mio padre, ma credo che in questo momento non posso avere più ricordi di così.

There’s a fire starting in my heart

Reaching a fever pitch it’s bringing me out the dark

Finally I can see you crystal clear

Go head and sell me out and ill lay your ship there

See how I leave with every piece of you

Don’t underestimate the things that I will do
 
Comincio a cantare, Rolling in the deep. Mi sento un po’ meglio, così faccio per continuare. Ma una voce melodica si sostituisce alla mia. È una voce maschile, ed è a dir poco perfetta.

There’s a fire starting in my heart

Reaching a fever pitch

And its bring me out the dark

The scars of your love remind me of us

They keep me thinking that we almost had it all

The scars of your love they leave me breathless

I can’t help feeling

We could have had it all

Rolling in the deep


Sussulto, non aspettandomi altra gente lì sopra, a quell’ora. Mi guardo attorno, ma non vedo nessuno. Mi alzo, per cercare di capire con chi ho fatto l’ennesima figura di merda, mentre provo ad asciugarmi le lacrime.
- non pensavo fossi così brava a cantare, signorina Smith –certo, e chi se no? Harry se ne sta in piedi, davanti a me.
- oh, grazie.. anche tu..-rispondo onesta. Effettivamente, credo che la sua sia la voce più bella che io abbia mai sentito. Tengo comunque gli occhi bassi, non voglio che veda che ho pianto, e soprattutto, che sta scendendo ancora qualche lacrima. Ma non me ne va mai una giusta, no? Si avvicina a me, e mi alza lentamente il viso, facendo incontrare i suoi occhi con i miei. Non riesco a reggere il suo sguardo preoccupato, quei suoi occhi perfetti, e abbasso lo sguardo, di nuovo.
- ehi, tranquilla, ci sono io qua..-sussurra dolcemente. Non resisto più, e mi fiondo sulle sue braccia, stringendolo forte, e cominciando a singhiozzare. So che non avrei dovuto farlo, so che probabilmente vuole solo fare il simpatico per farsi piacere da me, ma quando l’ho guardato negli occhi, sembrava che gli importasse davvero.
Mi fa sedere per terra, e si mette accanto a me. Lo sto ancora abbracciando, e non ho intenzione di staccarmi. Sarà stronzo e tutto quello che voglio, ma stare tra le sue braccia mi da un senso di sicurezza, come se nessuno potesse farmi del male. Affondo la testa nella sua felpa, bagnandogliela con le mie lacrime, e assaporo il suo odore, di cui sembra non riesca più a fare a meno.
Quando mi sono calmata un po’, comincio a parlare.
- mi dispiace.. ti stai perdendo tutto il divertimento..-
- Ally, non dirlo neanche per scherzo, il mio posto adesso è qui.. –dice dolcemente, guardandomi negli occhi.
- e questa, da che film l’hai presa? –domando, notando la frase fatta, e interrompendo quel momento quasi magico.
- oh, ma è possibile che tu debba rovinare sempre ogni momento? Sono qui, accanto a te, a tenerti compagnia e a riscaldarti, non puoi mettere per un attimo il tuo odio che hai verso di me, e lasciarti trasportare dal momento? –commenta, un po’ infastidito. Ha ragione, ma adesso che mi sento meglio, non posso certo dargliela vinta.
- punto primo, non credere di essere così importante –dico sorridendo, ma consapevole che sto dicendo una bugia bella e buona. L’unica cosa che so di quel ragazzo è che di certo non mi è indifferente, e che dopo la mia frase, si è imbronciato un po’  – secondo, mi dispiace dirtelo, ma anche se mi facessi ‘trasportare dal momento’ non sperare che tu riesca a baciarmi. E terzo.. – aspetto un po’, indecisa se dirglielo o no, e noto che il suo viso è diventato più cupo di prima – grazie..- farfuglio impacciata.
- come? –domanda incredulo, cominciando a sorridere.
- grazie..-
- non ho capito –
- hai capito benissimo, invece –
- hai ragione.. volevo solo sentirtelo dire un’altra volta, prima che miss acidità prenda di nuovo il sopravvento –confessa, mentre io trattengo un sorriso.
- fottiti –
- ecco, troppo tardi –accenna a un sorriso, che viene seguito da uno mio. Vengo percossa da un brivido, probabilmente per il freddo, così Harry mi mette un braccio attorno alle spalle.
Stiamo in silenzio per un po’, sono leggermente imbarazzata dal momento, quando crollo nel mondo dei sogni.. 


SALVE POPOLO c:
sto mettendo i capitoli una volta ogni morte del papa,
ma ho un sacco di cose da fare.
okay, Ally comincia a cedere un po',
ma resta comunque distaccata..
nei prossimi capitoli le tre amiche conosceranno i ragazzi.
restando a questo capitolo,
non mi pare granchè, ma almeno è più lungo del solito..
mi dite cosa ne pensate?
recensite con più di dieci parole?
e se dicessi che continuo a due recensioni?
alla prossima, love ya
- Sara -

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