Bruti e cacciatori

di Vampilica
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Si va a caccia ***
Capitolo 2: *** In cerca di un alleato ***
Capitolo 3: *** Bramare il sole ***
Capitolo 4: *** Benvenuti a Forks ***
Capitolo 5: *** Villa nella Foresta ***
Capitolo 6: *** La famiglia Cullen ***
Capitolo 7: *** Tramonto con sorpresa ***
Capitolo 8: *** Coincidenze ***
Capitolo 9: *** Tagliamoli la testa ***
Capitolo 10: *** Alla fine tutti felici? ***



Capitolo 1
*** Si va a caccia ***


Si va a caccia

I fratelli Winchester stavano mangiando un panino enorme pieno di grassi saturi gocciolanti. Meglio dire che Dean Winchester si stava mangiando un cheeseburger grondante, mentre il fratello Sam, cercava il modo migliore di agguantare il suo senza sporcarsi le mani di salsa. Poi un cellulare squillò. Sam prese in mano il telefonino con la punta delle dita per evitare di ungere lo schermo e i tasti.
“Pronto”
“Hey, Sam”
“Bobby, che succede?”
“Ho un lavoro per voi.. a quanto pare in una cittadina la gente ha visto cose strane”
“Che genere di cose strane?”
“Ombre, lupi enormi e anche persone dagli occhi rosso sangue con denti aguzzi”
“Lupi mannari? E vampiri?”
“Non so con questa nuova moda che c’è in giro, potrebbe essere anche un falso allarme, ma sempre meglio controllare prima che succeda qualcosa di orribile”
“Come si chiama la città?”
“Forks”
“Va bene Bobby ci pensiamo noi”
Attaccato il telefono, pose gli occhi su suo fratello, intento a masticare un boccone, che sembrava pronto ad uscirgli dalla bocca e ricadere sul piatto. Deglutito il tutto prese quel minuscolo tovagliolo di carta che danno ai Fast Food e si pulì gli angoli della bocca come farebbe una signorina educata, mentre sul mento gli sgocciolava un po’ di salsa e il naso era sporco di ketchup.
“Lo finisci quello?” chiese riprendendo tra le mani il suo panino.
“No grazie, i due di prima mi hanno già riempito abbastanza” disse Sam tirando un sorriso. Poi suo fratello fece strisciare il vassoio con il panino dalla sua parte e in due morsi finì il suo. Sam cercò di distogliere lo sguardo dalla scena. Suo fratello aveva il potere di fargli venire su il pranzo più di un cadavere in putrefazione.
“Bobby ci ha trovato un lavoro, in una cittadina che si chiama Forks. Per quanto ne hai ancora?”
Dean spalancò gli occhi e iniziò a parlare con la bocca piena. Tra i suoi denti Sam poteva intravedere le foglioline di insalata incastrate, e anche ben altro. Decifrò le sue parole con un “ho quasi finito”. Quindi prese la sua coca, e gli disse che lo avrebbe aspettato in macchina.
Quando Dean uscì dal Fast Food pulendosi le mani sui jeans, guardò la sua bella Impala del 67 con la vernice più luminosa di tutte le auto parcheggiate. Sorrise orgoglioso della sua macchina, finché non vide la testa capellona di suo fratello far capolino fuori dal finestrino.
“Allora?”
“Sì, sì arrivo!” Dean fece una smorfia aprì la portiera e si sedette sul sedile. Diede un’occhiata a suo fratello e notò che teneva ancora in mano la sua cola. Scosse la testa in segno di dissenso e poi gli prese la lattina dalle mani e la lanciò fuori dal finestrino.
“Ma..”
“Sam. Dopo tutti questi anni ancora non hai imparato che sulla mia bambina non si portano cibi o bevande e non si fa sesso??” vedendo l’occhiata severa di Sam, si affrettò a correggere l’ultima frase “Intendo dire niente sesso a meno che lo faccia il sottoscritto” si schiarì la voce e si affrettò a cambiare argomento.
“Sai già la strada?”
“Sì ho controllato la cartina.. ma cos’è questa puzza?” Sam annusò un attimo l’aria, uno strano odore di fiori a cui non era abituato stava invadendo il suo naso.
“Sapone..” disse Dean sottovoce accendendo l’auto.
“Sapone?” Sam lo guardò attonito, mentre il fratello accendeva la radio.
“Che c’è? Mi sono lavato le mani e allora? Ho da poco lavato la mia bambina e non la volevo sporcare! Mi vuoi giudicare per questo?”
“Sapone.. non ci posso credere!” Sam girò la testa dall’altra parte e tirò giù il finestrino cercando di far uscire quell’odore.
“Eddai piantala non è così male!” Dean aumentò il volume della radio, così da coprire la risposta del fratello. E poi sorrise perché aveva avuto lui l’ultima parola.

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Capitolo 2
*** In cerca di un alleato ***


In cerca di un alleato

Stephan era sprofondato nella sua poltrona di pelle come da molto non faceva. Era finalmente di nuovo libero, ma tutte le colpe di cui era direttamente responsabile, stavano lottando per riaffiorare nel suo io. Il modo migliore per distrarsi, era semplicemente leggere. Aveva scelto un libro a caso dalla libreria, e si era semplicemente immerso nelle pagine. Per quanto quei personaggi non fossero mai esistiti e la loro vita fosse noiosamente normale, gli sembrava che fosse più interessante della sua. Ignorò i passi del fratello avvicinarsi sul parquet.
“Fratellino stai assaporando nel modo sbagliato la tua rinata libertà” Demon si era avvicinato con un bicchiere di scotch in mano e i suoi occhi azzurri avevano brillato di malizia per un momento.
“Se ti riferisci alla cena, ho già assaggiato due vergini giù in città” disse Stephan senza alzare lo sguardo dal libro. Demon deglutì nervosamente, e si accomodò sul divano di fronte al fratello, sorseggiando dal bicchiere.
“Visto che l’ironia non funziona, veniamo al sodo.. vogliamo entrambi Klaus morto, ma per farlo abbiamo bisogno di alleati”
“Sono abbastanza incazzato da riuscire a far fuori Klaus da solo” detto questo girò una pagina.
“A quanto pare essere incazzati non aiuta nemmeno a ferirlo” Demon osservò il cerchio perfetto del bicchiere,che aveva in mano e il liquido marrone dentro. Alzò un sopracciglio pensando che gli servisse qualcosa di più forte da bere.
“E sentiamo con chi ci dovremmo alleare?”
Demon rialzò lo sguardo fissando il fratello intento alla lettura e incurvò le labbra nel suo sorriso compiaciuto.
“Beh, mentre tu stai perdendo tempo a leggere chissà quale storia pallosa. Io ho fatto alcune ricerche e ho trovato qualcuno che potrebbe aiutarci”
A quel punto Stephan chiuse il libro e posò gli occhi ridotti a due fessure su quelli del fratello. Incurvò le labbra in quel sorriso tanto simile a Demon, ma più malvagio.
“E chi è che ha scovato il mio amato fratello maggiore?”
“Sei diventato più pungente di me, ti ha fatto bene star vicino al tuo amichetto”
“Demon..” la sua voce si fece più roca e i suoi occhi scuri si colorarono un poco di rosso.
“Va bene! Allora a quanto pare c’è una famiglia piuttosto antica che abita in una città di poco conto. Ma senti questa. Sono vegetariani! Come te un po’ di tempo fa” Demon allargò il suo sorriso e deglutì l’ultimo sorso di scotch, mentre Stephan rilassò le labbra in una serietà silenziosa per qualche secondo.
“Dove?”
“Sono a Forks, un bel posticino anche quello. Sicuramente troverai un sacco di verginelle impaurite da masticare”
Stephan sorrise di nuovo, e questa volta sembrava sinceramente divertito.
“Anche tu, fratello” e poi allargò il sorriso ancora di più alla smorfia di Demon.
Si prepararono in pochi minuti, e Demon chiamò un attimo Elena per avvisarla che avrebbe fatto una gita di piacere con suo fratello. Sapeva che Stephan lo stava ascoltando quindi fece il più possibile per fare il dolce cioccolatino con la sua ex ragazza. Sperava che gli avrebbe roso un po’ lo stomaco. E invece subito dopo suo fratello gli passò accanto impassibile. Non una ruga di disapprovazione. Demon ne rimase deluso, ma portò la sua valigia in auto senza proferire parola.
Seduti in macchina fu Stephan a rompere il silenzio.
“Nessuna frecciatina?” chiese da finto deluso.
“No, con te non mi divertono più” rispose Demon con una smorfia “E ora parti”
Stephan sorrise di nuovo malvagio e Demon accentuò la sua smorfia, poggiando la testa sul finestrino. E nella sua mente non poté non dirsi ironicamente: “Evviva, vado in gita col mio fratellino”. Poi chiuse gli occhi e si assopì, o per meglio dire fece finta di dormire per evitare altre conversazioni noiose.

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Capitolo 3
*** Bramare il sole ***


Bramare il sole

 
Eric Northman si trovava nell’ufficio di Bill Compton e nell’attesa che il suo suddetto collega facesse la sua comparsa, osservò un po’ i gingilli che decoravano la stanza. Molti oggetti antichi e autentici disposti in un ordine preciso. Gli venne voglia di prenderli uno per uno e farli cadere lentamente a terra per poi godersi il suono di ogni frantumo. Accarezzò lentamente un vaso di terracotta con dei strani simboli sopra, pronto a spingerlo giù dal mobile, quando Bill fece la sua comparsa.
“Sceriffo, quello è un oggetto prezioso, non vorrei doverle chiedere un risarcimento” disse tirando un sorriso.
“Bill, sai come far attendere gli ospiti”
“Avevo diciamo degli affari da sbrigare.. cosa vuoi?” Si sedette velocemente sulla sua poltrona al di là della scrivania, e Eric rimase in piedi ad osservare la sua cianfrusaglia.
“Mi è giunta voce di una famiglia, piuttosto avanti con gli anni, però con una strana particolarità”
“Ah sì è quale?” disse Bill incrociando le dita con i gomiti appoggiati sulla scrivania.
“A quanto pare possono stare al sole, e addirittura brillano”
“Non è possibile”
“Lo credevo anche io, finché ogni servitore che ho mandato mi ha confermato la cosa, con effetti diciamo non graditi”
“Ovvero?”
“Erano come impazziti all’idea che dei vampiri potessero stare al sole, e lo desideravano pure loro.. ho dovuto ucciderli”
Bill si fece pensieroso, e osservò la figura di Eric passeggiare per la stanza e fissare la sua collezione di reliquie con un finto interesse.
“Andremo a controllare insieme, se sia vero” Eric sorrise e posò lo sguardo su Bill.
“Bene..”
“Se è vero, cercheremo entrambi di ottenere di stare al sole. Se è tutta un’illusione uccideremo questi vampiri fasulli”
“L’idea di poter finalmente rivedere il sole, mi piace. Ma l’idea di brillare piacerebbe più a Pam, o forse neanche a lei” disse un po’ accigliato dalle sue stesse parole.
“Northman, andiamo” Bill e Eric si avviarono fuori dalla porta a super velocità. Si diedero appuntamento dopo un’ora a casa di Bill. Eric avvisò la sua progenie e così fece Bill oltre che avvertire le sue guardie. E poi entrambi pensarono alla stessa cosa. Infatti mezz’ora dopo si ritrovarono l’uno di fronte all’altro sul portico di Sookie.
“Che ci fai qui Eric?”
“Potrei chiederti la stessa cosa, Bill”
Tutti e due fecero spuntare i loro canini ben sviluppati per la rabbia. Ed erano già pronti ad azzannarsi a vicenda, quando Sookie spalancò la porta di ingresso e uscì con un fucile carico. Sia Bill che Eric la guardarono stupiti, e poi Eric sorrise e Bill parlò in modo serio.
“Sookie che diavolo pensi di fare con un fucile?”
“Penso di sparare a voi, così vi levate dalle palle”
“Sookie lo sai che..”
“Pallottole d’argento Bill, un regalo del mio fratellino”  Puntò il fucile dritto in faccia a Bill che la guardò leggermente sconvolto.
“E’ diventata sveglia la ragazza!” Eric non poté più trattenersi dalle risa.
E Sookie cambiò bersaglio puntando uno dei suoi occhi azzurri.
“Ora andatevene via che mi state facendo incazzare”
Eric senza smettere di ridere si incamminò nella parte opposta. Mentre Bill avvisava Sookie che sarebbe stato assente per un po’ insieme ad Eric.
“Non me ne frega un cazzo! Vattene!”
Bill si allontanò dal portico dando un’ultima occhiata indietro, e ciò che vide fu solo la faccia arrabbiata di Sookie che gli puntava il fucile sulla schiena. Raggiunse Eric che lo stava aspettando divertito.
“Ciclo mestruale. A quanto pare colpisce anche le fate”
“A casa mia” disse Bill arrabbiato con la sua voce roca, e poi entrambi sparirono velocemente e il suono di una risata echeggiò per un attimo in quel punto dove poco prima si erano fermati. 

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Capitolo 4
*** Benvenuti a Forks ***


Benvenuti a Forks

Dean vide il cartello con su scritto Forks all’ultimo momento per colpa della nebbia fitta. Calcolando il rumore che proveniva dal suo stomaco dovevano essere le otto di mattina. Mantenendo lo sguardo sulla strada, con una mano diede una spinta al fratello. Sam si era addormentato da ore, con la testa appoggiata al finestrino e la bocca aperta. Aveva russato tutto il tempo, e per quanto lo facesse innervosire, il rumore che usciva dalla sua bocca aveva il potere di tenerlo sveglio a guidare per tutta la notte.
“Oh.. Sam!” Gli diede un’altra spinta, ma lui cambiò posizione senza svegliarsi.
“Cazzo Sam!” Questa volta gli diede uno spintone che gli fece sbattere la testa contro il finestrino.
“Oh eh che succede?” Sam scattò in piedi con la schiena dritta, pronto a tirar fuori la sua pistola. Poi vedendo che erano ancora in macchina, si rilassò socchiudendo gli occhi ancora assonnati.
“Sei un bastardo, ho picchiato la testa!” detto questo si accarezzò la testa ammaccata.
“Su dai Sam piantala di fare il poppante. Siamo arrivati”
Sam guardò fuori dal finestrino e attraverso la nebbia mattutina intravide qualche casa sparsa qua e là. Ed entrambi socchiusero gli occhi per cercare di vedere i cartelli. Dean inchiodò appena vide la scritta “Puncake caldi da zia Tina”.
“Oh sì pancake!” Si leccò le labbra, e parcheggiò velocemente davanti al locale. Dalla vetrata si potevano vedere i camionisti mattinieri che affondavano le forchette nei pancake con sciroppo d’acero. Sam sospirò e aprì la porta d’ingresso che trillò al loro passaggio. Dean si sedette al primo tavolo libero che vide, e chiamò la cameriera con la mano, già sicuro di quello che voleva. Sam lo ascoltò ordinare pancake anche per lui, mentre guardava fuori dalla finestra.
“Dean, hai visto che nebbia?”
“Sì e allora?”
“E’ il posto perfetto per qualsiasi creatura sovrannaturale”
“I vampiri non posso uscire di giorno. Sam rilassati”
Dean appoggiò il braccio sullo schienale del divanetto su cui era seduto e osservò il sedere della cameriera più giovane che gli lanciò un’occhiata complice.
“Dean piantala”
“Sam non rompere” disse Dean a labbra chiuse mentre la cameriera carina portava due piatti con la loro colazione, e poi la ringraziò con la sua voce suadente, che a Sam sembrava così idiota. Diede tempo al fratello di rimpinzarsi, e poi si mise a parlare del loro lavoro.
“Bobby mi ha mandato un messaggio, con i posti che dovremmo controllare. Io direi di cominciare con la scuola. A quanto pare un ragazzo ha fermato una macchina con una mano per salvare una ragazza che stava per essere investita..”
“Ok, allora tu torni a scuola mentre io vado a farmi un sonnellino”
Sam non poté obiettare, perché lui aveva dormito per tutta la notte, mentre suo fratello aveva guidato. Quindi cercarono una camera d’albergo, e Dean si sdraiò subito sul letto. Sam prese le chiavi della macchina e si avviò verso la High School di Forks.
Nel parcheggio numerosi adolescenti chiacchieravano tra di loro. Gli argomenti più gettonati erano la noia per la scuola, i videogiochi per i maschi, lo shopping per le ragazze e il sesso. Sam ripensò alla sua adolescenza, e ricacciò il ricordo nel profondo dove stavano i momenti più infelici della sua vita. Entrò nella scuola e bussò alla porta dell’aula del professor Varner, uno dei testimoni dell’accaduto. Poi un uomo di mezza età dai capelli brizzolati e un completo elegante grigio, lo fece accomodare su una sedia davanti alla cattedra.
“Professor Varner vorrei fargli delle domande circa la macchina deformata da un ragazzo”
“E lei è..?”
“Ah sì scusi, io sono un curioso e gestisco una pagina internet su avvenimenti strani. Ho letto la sua testimonianza su un giornale”
“Mi hanno dato tutti del matto. Non posso parlarne”
“Oh non si preoccupi sarò discreto”
Il professore si guardò attorno nell’aula vuota e avvicinò la testa a Sam, poi parlò sottovoce.
“Beh io l’ho visto bene, nessun altro ha visto come me. Un ragazzo si è fiondato a tutta velocità per fermare un auto che stava per investire una ragazza. Poi è sparito. E sa cosa è successo alla macchina?”
“Si è deformata?”
“Sì, esattamente un buco che ha accartocciato la carrozzeria. E io ho guardato bene quell’ammaccatura. Sembrava proprio l’impronta di una mano!”
“E mi sa dire il nome di questo ragazzo?”
“Oh beh, in realtà non potrei perchè mi è stato vietato dal preside. Sa per correttezza per non infangare il nome della famiglia del ragazzo eccetera”
“Senta non dirò che è stato lei a fare il nome, e comunque nel mio articolo su internet non citerò nessuno degli interessati”
Il professore lo guardò un attimo e poi parlò.
“Oh va bene, tanto quella famiglia nemmeno mi piace! Ho sempre pensato fossero dei ladri perché sono sempre vestiti così eleganti e hanno una casa enorme! E poi hanno così tanti figli..”
“Sì la capisco.. il nome?” Stranamente Sam stava iniziando a perdere la pazienza.
“Ah sì, scusi.. Edward Cullen. A quel ragazzo bisogna stare particolarmente attenti. E’ un tipo strano e solitario, ma lo sono anche i suoi fratelli!”
“Beh, grazie infinite per il suo aiuto!” Sam si alzò e gli strinse velocemente la mano, quell’uomo stava iniziando ad innervosirlo troppo. Quindi uscì dalla scuola e si decise a cercare qualche informazione sulla famiglia Cullen.

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Capitolo 5
*** Villa nella Foresta ***


Villa nella foresta

 

I fratelli Salvatore entrarono a Forks arricciando il naso. La nebbia. per quanto potesse sembrare il migliore amico di un vampiro, era comunque un ricordo costante della loro buia natura. Demon adorava sentire il poco calore dei raggi del sole, che riusciva a penetrare la sua pelle bianca e fredda. E sebbene Stephan fosse completamente privo di ogni sentimento umano, la mancanza del sole lo innervosì leggermente. Guidarono fino all’albergo a 5 stelle, dove Demon aveva prenotato due camere comunicanti per sé e suo fratello. Oltre che cercare degli alleati per sconfiggere gli originali, voleva che quel viaggio potesse almeno unire come un tempo il loro rapporto. O almeno che potesse riportare indietro un po’ di umanità in suo fratello. Si versò un po’ di sangue in un bicchiere di vino e prima di berlo ci mischiò un po’ di brandy che trovò nel bar. Stephan entrò proprio in quel momento con un ghigno stampato in faccia.
“Bevi dalle sacche di sangue per far colpo su Elena?”
“E tu prosciughi la gente per fare il cattivo ragazzo? Ma non lo sai che è passato di moda?”
L’espressione di Stephan si fece seria.
“Demon..” disse poi sospirando adirato.
“Come siamo suscettibili! Ah forse ne vuoi un po’? Che stupido, non te l’ho chiesto!”
“Andrò a cercarmi qualcosa di più fresco” Stephan si girò e uscì dalla stanza, e Demon si versò più brandy nel bicchiere e si sedette sul divanetto azzurro, colore che personalmente non sopportava. Poi la noia lo pervase. Pensò quasi di uscire a prendere un po’ di sangue fresco da qualche bella ragazza, ma l’immagine della faccia che avrebbe fatto Elena se lo avesse visto, lo costrinse a rimanere sul divano. Con un po’ di ironia pensò che quell’umana lo aveva proprio messo in riga. Rifletté un attimo su come presentarsi ai vampiri “vegetariani”, e ne concluse che si sarebbe presentato semplicemente alla loro porta di casa. Quando si alzò per andare a dormire Stephan spalancò la porta, e ne entrò con la bocca e il collo sporchi di sangue, ma non del suo.
“L’hai uccisa?” disse Demon dirigendosi al bar per prendere l’intera bottiglia di brandy.
“Ovviamente” sorrise Stephan.
“Almeno era carina?”
“Accettabile” poi si diresse nel bagno che avevano in comune, probabilmente per darsi una pulita, mentre Demon si attaccò alla bottiglia.
L’indomani si svegliarono entrambi di buon ora e Demon si sentì pronunciare delle parole impossibili.
“La famiglia Cullen abita nella foresta potremmo fare una gita” Demon disse quella frase con estrema fatica e dopo averla pronunciata quasi gli vennero i conati di vomito. Lui odiava camminare.
“Demon, Demon.. Elena ti sta proprio rimbambendo”
 “Stephan ora smettila, so che lì da qualche parte c’è quel rompi scatole che mi diceva di bere sangue di conigli”
“Quel Stephan è morto. E lo sai bene! Poi guardami! Sto che è una meraviglia” Per dimostrarlo fece un giro su se stesso in modo teatrale. E Demon chiuse la discussione rimanendo in silenzio.
“Io vado a fare colazione, ci incontriamo nella foresta” detto questo Stephan sparì e allora Demon si incamminò di malavoglia da solo. Camminò osservando le vetrine di quella città noiosa e poi non riuscì a resistere all’impulso di chiamarla.
“Pronto?”
“Ciao Elena”
“Demon.. come sta andando?”
“Stephan è ancora un robot succhia sangue.. penserei che sia ancora al servizio di Klaus, se non avessi sentito con le mie orecchie quando lo ha liberato”
“E’ il sangue, riesce come a cambiarlo ogni volta..”
“Già.. da te è tutto a posto?”
“Tutto come al solito.. tornate presto”
“Faremo il più in fretta possibile”
Ed Elena attaccò il telefono, mentre Demon ascoltò per qualche secondo il suono vuoto. Non sapeva mai cosa dirle per tranquillizzarla, per starle vicino, per farle capire che lui era lì. Non era come Stephan. Lui era perfetto, era quello giusto per lei. Cercò di distogliere quei pensieri dalla sua mente aumentando la velocità dei suoi passi. Si diresse verso la foresta e poi rallentò per far sì che suo fratello lo trovasse. Pochi minuti dopo Stephan lo raggiunse, mentre stava camminando per un sentiero  sterrato.
“Fatto colazione?” chiese Demon sentendo i passi avvicinarsi da dietro.
“Sì sono sazio.. come abbiamo intenzione di presentarci?”
“Come i fratelli Salvatore”
“Intendi dire.. fare irruzione nella casa?”
“No, intendo dire suonare il campanello come le persone normali”
Si lanciarono un’occhiata di intesa sorridendo compiaciuti. Poi tra gli alberi comparve la villa, a cui si avvicinarono. Stephan si recò sul retro mentre Demon si preparò a suonare il campanello. Ma prima di riuscire a premere il bottone all’ingresso, un omone dai capelli neri tagliati corti aprì la porta e con un ghigno disse: “Salve!” Demon lo squadrò un po’ sorpreso. Dal salotto vide avvicinarsi una vampira bionda coi capelli lunghi e una faccia seria. La sua mano era stretta intorno al collo di Stephan, che si lasciava trascinare divertito. Demon sogghignò e si rivolse al vampiro muscoloso.
“Ebbene una così calorosa accoglienza, davvero non me la sarei mai aspettata” e sfoggiò i suoi denti bianchi nel sorriso più sincero che avesse in repertorio, per poi entrare in casa.

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Capitolo 6
*** La famiglia Cullen ***


La famiglia Cullen

 

Dopo essersi riposati un giorno intero, Bill ed Eric uscirono nella notte da sotto terra. Si erano sotterrati in un campo vicino alla città di Forks, per ripararsi dai raggi del sole. Mentre loro si ripulivano i vestiti, nell’oscurità la nebbia fluttuava costante nell’aria.
“I miei servitori mi avevano raccontato della nebbia. C’è sia di giorno che di notte”
“Forse impedisce ai vampiri di finire cotti al sole”
“No, per quanto possa nascondere il sole, a noi fa male la luce”
Bill fissò per un attimo lo sguardo circospetto di Eric. La luce. L’unico modo per stare alla luce naturale per loro, era succhiare sangue di fata. Ma anche prosciugando del tutto una di quelle creature, l’effetto non sarebbe stato permanente. Forse il segreto era semplicemente nutrirsi pian piano di sangue di fata in modo che circolasse nel corpo costantemente. Pensò a Sookie e al sapore del suo sangue. Di come aveva rivisto il sole, dopo averla quasi privata di tutto il sangue che aveva in corpo. No la verità era che i vampiri erano creature della notte, condannate a rimanere nell’oscurità in eterno.
 “Allora re Compton.. andiamo a trovare la famiglia Cullen?”
“Sceriffo, ho intenzione di presentarmi pacificamente per vedere con chi abbiamo a che fare”
“Pace, pace e ancora pace. Noia mortale. Ma tu sei il capo..”
“Esatto io sono il capo, vedi di non fare stronzate da vichingo”
“Ora mi stai offendendo..” Eric gli lanciò un’occhiata di sfida mostrando i suoi denti da vampiro, e Bill lo guardò dritto negli occhi.
“Se non vuoi avere problemi con l’autorità, vedi di stare ai miei ordini!” Eric ritirò i canini e camminò via veloce. Per quanto fosse più anziano, la sua parola non valeva nulla. Avrebbe tanto voluto uccidere Bill con le sue stesse mani, ma per un atto del genere l’autorità gli avrebbe fatto anche di peggio. Sentì i passi di Bill che gli stavano dietro, mentre lui attraversava la foresta in cerca della villa Cullen. Si fermò sul sentiero davanti la casa. “Non male” pensò Eric ad alta voce osservando la villa.
“Preferisco l’antiquato”
Eric non fece caso all’affermazione del re, e si incamminò a passi da umano verso la porta, e suonò il campanello quando Bill si mise al suo fianco. Una graziosa vampira dai capelli corti e neri aprì la porta con un sorriso smagliante.
“Benvenuti, vi stavamo aspettando!”
Eric guardò un attimo Bill in maniera interrogativa, mentre lui osservò la ragazza come una minaccia. Allora Eric sorrise alla ragazzina, e entrò in casa. Tutto l’arredamento era moderno. Ma per quanto fosse stato adatto all’anno corrente, nulla in quella casa lo aggradava. Bill entrò indeciso, e la vampira saltellò dietro di lui.
“Sono così emozionata! Un re nella casa dove abito! Quale onore!”
Bill la guardò ancora più stupito e Eric alzò un sopracciglio in maniera interrogativa.
“Oh scusatemi.. non mi sono presentata! Sono Alice Cullen e ho il potere di prevedere il futuro! E sapevo che sareste venuti, sapevo anche degli altri, e so anche di quelli che arriveranno”
Bill ed Eric erano già pronti a controbattere, quando un vampiro alto e biondo fece la sua comparsa seguito da un altro vampiro dall’aria timida.
“Alice, Alice.. non mi sembra il caso di annoiare il re con le tue chiacchiere, per quanto siano dolci” disse incurvando le labbra in un sorriso alquanto sincero. La sua voce era così pacata e tranquillizzante, ma sia Bill che Eric erano talmente vissuti da essere in grado di controllare il loro lato umano. Quindi rimasero vigili.
“Che state facendo? Che magia è mai questa?” Bill si innervosì e Eric capì bene il perché. Sentiva come una forza esterna che stava cercando di impadronirsi del suo corpo. Come una sensazione di tranquillità finta, che spingeva dall’esterno. Sorrise. L’effetto che fece ad entrambi fu quello di adirarli a tal punto da far spuntare loro i canini. E così la tensione aumentò.
Poi un vampiro dagli occhi azzurri come il ghiaccio entrò tranquillamente nella stanza sorridendo divertito.
“Signori, calma! Non c’è bisogno di essere così tesi!” e accompagnò la frase con un gesto della mano. Bill si adirò ancora di più.
“Chi cazzo siete?” chiese Bill con la sua voce roca.
Il vampiro biondo si fece avanti e fece le presentazioni.
“Io sono Carlisle Cullen, e sono il fondatore della famiglia. Lei è mia figlia Alice, e questo è Jasper” disse indicando il vampiro che stava in disparte “Lui è Demon Salvatore è arrivato oggi a farci visita, come voi”
Eric e Bill non cambiarono la loro posizione d’attacco, così Carlisle spiegò meglio la situazione.
“Alice e Jasper hanno dei poteri particolari. Jasper può influenzare le sensazioni della gente, mentre Alice è in grado di prevedere il futuro. Per questo sapevamo che sareste venuti” poi sorrise gentile “Non abbiamo sangue umano da offrirvi perché noi facciamo una dieta diversa”
Eric ora lo guardò divertito. E ritirò i denti. Non erano alcuna minaccia se non si nutrivano a dovere. Bill però ancora non era abbastanza convinto.
“Siete vegetariani?” chiese Eric, soffocando una risata. E anche il vampiro di nome Demon sorrise.
“Sì e vi preghiamo di essere così gentili da non nutrirvi di nessun abitante del paese, perché ne andrebbe della nostra reputazione con i vicini” e poi guardò Demon.
“Si beh, il mio fratellino ieri sera ha ucciso due ragazze, ma almeno la colazione è sopravvissuta” e poi di malavoglia aggiunse “Mi scuso per lui, ora lo lasciate andare?” disse Demon senza perdere il suo sorriso, così falso che Eric inziò a provare simpatia per lui.
Bill ritirò i suoi denti da vampiro, ma rimase circospetto. Carlisle ruppe il silenzio seguente spiegando un po’ la situazione nell’altra stanza.
“Mia figlia Rosalie e Emmet stanno tenendo al sicuro Stephan..”
“Diciamo che lo stanno sorvegliando” lo interruppe Demon.
“Sì esatto, mia moglie Esme, sta facendo delle commissioni, mentre mio figlio Edward è insieme alla sua compagna..”
“Umana” aggiunse Demon, e sorrise.
Eric sorrise a sua volta e alzò il sopracciglio.
“A quanto pare sono proprio in molti i vampiri innamorati di umane..” Bill lo guardò irritato e Demon voltò lo sguardo verso l’altra stanza, dove Stephan era legato ad una sedia con una normalissima corda.
“E già sono proprio molti..” disse Demon rivolgendosi ad Eric.
“Comunque io sono Eric Northaman e lui è Bill Compton.. ma credo lo sappiate già. Ora..Passiamo agli affari?" chiese Eric diretto lanciando un’occhiata a Bill che non aveva la minima intenzione di rilassarsi.
“Oh beh prima degli affari, bisognerebbe pensare ai cacciatori che stanno arrivando” si intromise Alice sorridendo nervosamente.
“Cacciatori?” chiese Eric incredulo. E Carlise annuì.
“O sì e i migliori in circolazione..” 

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Capitolo 7
*** Tramonto con sorpresa ***


Tramonto con sorpresa

 

Dean si era svegliato di cattivo umore sentendo lo squillare incessante del tuo cellulare. Quando rispose, Sam gli disse che doveva alzarsi e andare ad aiutarlo in biblioteca a fare ricerche sulla famiglia Cullen. Dean gli aveva risposto con un semplice grugnito e poi aveva attaccato. Dopo essersi sistemato come un cacciatore può fare, si mise sul ciglio della strada ad aspettare suo fratello, che arrivò pochi minuti dopo con l’Impala lucida e intatta come sempre.
“Sali” disse Sam, ma Dean aprì la portiera del guidatore e fece segno a suo fratello di uscire.
“Levati dai piedi” aggiunse con voce ferma. Sam alzò le mani in segno di arresa e si sedette sul sedile a fianco. Dean accarezzò il volante, poi accese la radio.
“Ho fame”
Sam lo guardò con disappunto.
“Hai mangiato appena tre ore fa!”
“Questo lavoro mi mette fame, e poi dai Sam non ero mai stato a Forks”
“Ma non hai neanche iniziato”
“E allora guidare tutta la notte mi ha messo fame, ok?”
Sam guardò sfinito suo fratello, che aspettava il suo permesso di andare in esplorazione Sembrava un bambino ansioso di mettere piede in ogni negozio di giocattoli della città. Erano in quei momenti che a Sam pareva di essere il fratello maggiore.
“Accompagnami in biblioteca e poi va a rimpinzarti”
Dean apprezzò l’idea. Guidò fino all’edificio e lasciò giù suo fratello, poi non si fece vedere per ore, come naturalmente aveva previsto Sam.
“Dean è andato ad esplorare la città”
“Oh cazzo.. ti do una mano io”
Sam aveva chiamato Bobby sicuro che suo fratello fosse andato in giro a provare ogni fast food di Forks. La città era abbastanza grande, di cibo spazzatura da provare, ce n’era tanto. Si lasciò scappare un sospiro.
“Allora Sam, che devo cercare?”
“Informazioni sulla famiglia Cullen, a quanto pare sono numerosi e solitari, potrebbero essere qualsiasi cosa, ma vampiri impossibile, perché vanno in giro di giorno”
“Cullen dici? Mh.. ho già sentito questo nome. Ti faccio sapere”
Poi Bobby attaccò il telefono, mentre Sam iniziò la sua ricerca tra numerosi scaffali di libri. Ma non trovò nulla.
Dean riapparve a pomeriggio inoltrato di buon umore.
“Allora? Buoni gli hamburger di Forks?”
“Ho mangiato di meglio, ma comunque non c’è nulla di cui lamentarsi” disse Dean soddisfatto, toccandosi la pancia piena leggermente gonfia. Poi fissò il fratello chiudere l’ultimo libro che poteva contenere informazioni e aggiunse: “Allora da dove cominciamo?”
Sam si trattenne dal sbattere la testa sul tavolo e pensò che la cosa migliore fosse osservare i Cullen da vicino, per capire se fossero davvero creature sovrannaturali. Si fecero indicare la strada dal bibliotecario e si avventurarono nella foresta con l’Impala. Dopo aver percorso circa venti metri, Dean cominciò ad innervosirsi.
“Con tutti questi cazzo di sassi si rovineranno i cerchioni! E guarda quanto fango! Domani dovrò lavare la macchina! Ma dove abitano questi stronzi? E’ più facile raggiungere l’inferno!”
Sam si limitò ad annuire alle sue lamentele comprensivo, sperando che trovassero la casa in fretta. Fu complicato, ma poi videro la villa e parcheggiarono la macchina tra gli alberi. Presero qualche arma, e si nascosero dietro i cespugli, dove si poteva avere una buona visuale dell’entrata.
“Bella casa” disse Dean alzando il sopracciglio.
“A quanto pare il padre di famiglia Carlisle Cullen è un dottore”
“I dottori hanno una buona rendita.. che razza di creatura è un mostro che salva le vite?”
“Non arriviamo a conclusioni affrettate! Non sappiamo ancora se siano davvero una minaccia”
“Sam, questa città puzza di mostri” disse Dean guardandosi in giro con fare circospetto, poi Sam richiamò la sua attenzione sulla casa.
“Sembra non ci sia nessuno dentro”
“Dai andiamo a vedere più da vicino”
“No! Non sappiamo con chi abbiamo a che fare” rispose Sam e subito dopo Dean si portò un dito alle labbra, per fargli capire di stare in silenzio, poi fece un cenno con la testa verso la casa. Sam vide un uomo alto e ben piazzato di muscoli uscire sul portico, seguito da una ragazza bionda e i capelli lunghi. Si portarono uno a destra e l’altra a sinistra dell’entrata con gli sguardi vigili. Poi il sole iniziò a tramontare, dietro la foresta e in quel momento la nebbia non sembrò abbastanza fitta. Lentamente la luce aranciata si posò sulla casa e poi sul ragazzo e la ragazza. E lì Sam e Dean spalancarono la bocca entrambi colti di sorpresa. Poi il cellulare di Sam squillò e lui rispose senza staccare gli occhi dalla casa.
“Sam? Allora.. Oh cazzo da dove inizio?.. E’ complicato” Sam annuì con la testa incurante del fatto che Bobby non potesse vederlo e continuò a guardare quelle due strane persone luccicanti.

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Capitolo 8
*** Coincidenze ***


Coincidenze

 
“Cosa vuol dire è complicato?” chiese Bill
“Significa che noi non uccidiamo le persone” ripose Carlisle tranquillamente.
“Anche se sono una minaccia?” chiese Demon spazientito.
“Se lo facessimo, avremmo già ucciso tuo fratello” rispose Rosalie, la bionda, sorridendo maligna.
Demon pensò che quella vampira fosse la versione bionda di Katherine. Poi cancellò quel pensiero affermando tra sé che Katherine fosse mille volte più bella.
“E quindi che avete intenzione di fare? Invitarli per il te?” Demon fissò Carlisle serio e lui gli sorrise compiaciuto.
“Beh l’idea è proprio questa, sperando che mia moglie Esme riesca a tornare a casa prima che loro facciano irruzione” Carlisle si sedette pensieroso sul divano di fronte a sua figlia Alice.
 “Hai avuto altre premonizioni?” le chiese preoccupato.
“No, purtroppo no. Qualcosa le disturba, so che arriveranno, ma non so quando o come. Per di più non so quale sia il loro aspetto. So solo che saremo tutti presenti.”
“Fatemi capire bene. Stiamo perdendo tempo per due futili umani?” Eric prese parola ormai annoiato per tutta quella preoccupazione infondata dei Cullen.
“Beh a quanto pare questi due futili umani sono famosi nel loro lavoro” Demon alzò il sopracciglio perplesso per le sue parole.
“Io dico di prenderli staccare loro il collo e nascondere i cadaveri” Demon fece per esprimere tutto il suo consenso a Eric, quando un altro Cullen, fece la sua entrata nella stanza. Uno più pallido e malinconico degli altri.
“NO!”
“Edward, meno male che sei arrivato!” disse Alice avvicinandosi a lui.
“Ma che razza di persone siete? Come potete pensare di uccidere la gente?” E detto ciò espresse col suo viso tutto il ribrezzo che aveva per quegli ospiti violenti. “Quel vampiro nell’altra stanza ha ucciso già due ragazze! E deve ritenersi fortunato che non lo uccido con le mie mani!” Edward alzò leggermente la voce adirato. Mentre dalla stanza accanto si sentì provenire una sonora risata, che ammutolì i presenti. Rosalie e Jasper andarono ad aiutare Emmet, che stava controllando Stefan. Mentre Edward strinse i pugni, Carlisle gli mise una mano sulla spalla in segno protettivo, come un vero padre. Demon rimase stupito da quel gesto, ma comunque non poté non sogghignare per l’affermazione di prima. Perché Edward sembrava davvero convinto di poter sopraffare suo fratello. Trattenne una risata, e fissò Bill Compton, che stava in piedi in mezzo alla stanza sempre con fare circospetto, poi ritornò a guardare il quadretto felice di padre e figlio vampiri.
“Un piano ci serve, se sono pericolosi come dite, non credo sia il caso di invitarli per un tè” disse Demon cercando di andare incontro al volere della famiglia Cullen.
Fu allora che il silenzioso Bill Compton, finalmente proferì parola.
“Non so bene cosa siate. E non mi interessa. Voglio solo sapere, se davvero potete stare al sole. Non ho più voglia di perdere tempo. Se non fate quello che vi dico, io ed Eric metteremo fine alle chiacchiere pacifiche” disse il tutto con voce ferma e minacciosa. A quelle parole Demon sentì l’impulso di battere le mani, ma al suo posto lo fece Eric, che sorrise divertito.
“Bel discorso! Ora finalmente si parla di affari”
Alice li guardò spaventata e Edward sembrò pronto ad attaccare alla gola Bill. Carlisle mantenne il suo contegno.
“Signori, siete in casa mia. Vi prego di rispettare la mia ospitalità” Bill era già pronto ad azzannare Carlisle, quando Esme si mise tra di loro a grande velocità.
“Non è l’ora di farsi fuori a vicenda. Stanno arrivando i vicini” disse seria, posando la borsa della spesa.
“Li hanno fatti arrabbiare, Carlisle non mi sembra il caso di difenderli. Mandiamoli semplicemente fuori, così magari i Quilete ce li tolgono di mezzo”
“Edward, noi siamo persone civili e non lasciamo in balia della morte nessuno, e lo sai. Andremo a parlarci noi due”
Bill li guardò irritato. Eric sbadigliò e Demon disse quello che i Cullen non avevano sottolineato.
“I vicini sono lupi, che amano la carne morta di vampiro” disse scocciato, per il suo dover continuamente puntualizzare la situazione.
Eric si alzò e sorrise
“Interessante”
Fuori intanto si avvicinarono degli ululati e Bill guardò dalla finestra, appena in tempo per vedere quattro lupi enormi e uno più piccolo, trasformarsi in uomini in carne ed ossa. Si erano disposti in semi cerchio davanti alla casa. E Bill riconobbe un suo conoscente.
“Eric, vieni a vedere” Eric si avvicinò alla finestra e vide il corpo possente di Alcide alla destra di quello che forse era il capo del branco. Si avvicinò anche Demon.
“Che panorama orribile. Però devo dire che sembrano davvero incazzati”
“Vogliono che io e Carlisle usciamo a dare spiegazioni. Sanno che ci sono altri vampiri in casa”
Carlisle diede ad Edward una pacca sulla spalla di incoraggiamento e aprì la porta dell’ingresso salutando i cinque uomini nudi. Bill e Eric sfrecciarono fuori dalla casa portandosi vicini ad Alcide, e mentre gli altri quattro si erano già trasformati in lupi enormi pronti ad attaccare, Alcide esordì con un “Che cazzo ci fate qui?”
Eric e Bill si portarono in posizione di difesa contro i lupi enormi, ma un segno della mano di Alcide fece in modo che non li attaccassero.
 “Ma che razza di lupi mannari sono questi?” disse Eric fissando quegli enormi cagnoloni che gli ringhiavano contro.
“Sono della tribù dei Quilete, in realtà sono dei mutaforma. Perché siete a Forks? Avete ucciso voi quelle due ragazze?”
“No, è stato un altro vampiro, un certo Stephan Salvatore. Che diavolo ci fai con una tribù di indiani?” chiese di nuovo Eric.
“Da piccolo sono stato spesso qui con mio padre. Era un amico di Billy Black. Ma possibile che ovunque io vada siete sempre a creare scompiglio! Tra l’altro chi sta proteggendo Sookie?”
Edward e Carlisle erano rimasti sul portico indecisi sul da farsi. Stavano fissando la scena stupiti. Mentre Demon sorrideva appoggiato alla porta.
Eric alzò il sopracciglio “Oh non preoccuparti di Sookie, è nei suoi giorni di maggior minaccia..” disse sorridendo.
“Questi cosi possono uccidere i vampiri?” chiese Bill guardandoli minaccioso
“Sì, e molto meglio di me. Sono costretti da una maledizione a trasformarsi, per difendere la tribù dai vampiri.. E ora spiegatemi prima che ve li aizzo contro”
“Abbiamo sentito dire che i Cullen possono stare alla luce del sole”
“Sì me lo hanno raccontato, ma sinceramente lo trovo davvero molto strano..” A quel punto Carlisle si avvicinò, e spiegò la situazione ad Alcide che lo ascoltò comprensivo. Ma comunque Stefan aveva ucciso due ragazze quindi doveva morire. Alcide strinse un patto con Carlisle; I lupi non avrebbero attaccato Stefan per tutto il tempo che si trovasse sul territorio dei Cullen, ma fuori avrebbero avuto la possibilità di ucciderlo. Intanto Demon rimaneva in disparte ascoltando. Gli serviva un piano. Quei Bill e Eric erano interessati alla luce del sole, se avessero scoperto degli anelli diurni, avrebbero fatto a pezzi sia lui che suo fratello per sapere come ottenerli. Ma quelli non erano di certo vampiri da poter lasciare in giro anche alla luce del sole. Proprio in quel momento Bill ed Eric dovettero congedarsi per rifugiarsi durante il giorno. Prima di andarsene dissero che sarebbero tornati. Alcide si ritrasformò in licantropo e corse via insieme agli altri quattro. Mentre Carlisle si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. Edward si girò verso la porta dove Demon sorrideva.
“Sono molto adirati. Non lasceranno andare tuo fratello troppo facilmente” Demon non badò al suo avvertimento. Bill ed Eric se ne erano andati, e quindi non avrebbero visto che lui e Stefan potevano rimanere alla luce del sole. Le cose stavano andando bene, a parte il fatto che i Cullen non erano gli alleati che cercavano e che suo fratello era sulla lista nera di un gruppo di licantropi più letali del normale. A parte quello nessun problema. Avrebbe dovuto elaborare un piano per andarsene senza che suo fratello combinasse qualche guaio da “the reaper”, o che che quei due strani vampiri nel pieno delle forze scoprissero che anche loro potevano stare alla luce. Intanto proprio Stefan sorrideva ai tre vampiri deboli che pensavano di poterlo tenere bloccato sulla sedia solamente con un paio di corde. “illusi” pensò ad alta voce. Emmet fermò il braccio di Rosalie in aria pronto a tirargli uno schiaffo. E Stefan rise di gusto. E quella risata arrivò alle orecchie di Demon, che capì di doversi muovere in fretta.


Salve lettrici e lettori ci tenevo a dire che ho sbagliato a scrivere il nome di Stefan per tutti i capitoli! e mi scuso per le stra fannissime di TVD.. scusate ancora rimedierò!! ^^

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Capitolo 9
*** Tagliamoli la testa ***


Tagliamoli la testa
 


“Ma è impossibile!” disse Sam sconvolto rivolto a Bobby dall’altra parte del telefono.
“E invece è così” rispose Bobby in vivavoce. Sam si passò una mano tra i capelli e fissò il fratello.
“Come diavolo li uccidiamo?” chiese Dean.
“Non lo so.. pensavo non esistessero nella realtà! Infatti ne parla solo un libro al mondo, che è il diario di Carlisle Cullen”
“E non dice niente su come lo possiamo far fuori?”
“Idiota” disse Bobby sospirando.
“Va bene Bobby, grazie ci pensiamo noi” disse Sam e mise via il telefono.
“Sam, fate-vampiri! Che diavolo ha in testa la natura? Come se non ci fossero abbastanza problemi sulla terra!.. Fate-vampiri!” ripeté Dean stortando gli occhi, poi si posò una mano sulla fronte.
“Ci conviene tornare al Motel” disse Sam scoraggiato.
“No, neanche per sogno. Li facciamo fuori questa sera stessa!”
“Dean, non abbiamo idea di come si uccidano!”
“Non me ne frega un cazzo, useremo i metodi per i vampiri! Almeno uno funzionerà!”
“Ma Bobby ha detto che sono pacifici.. insomma brillano pure! Non hanno nulla di minaccioso”
“Sam, qualcuno ha ucciso due ragazze da quando siamo qui, e a quanto pare ci sono dei mostri proprio in città!”
“Ma magari non sono stati loro.. ascolta non voglio mettere in gioco la pelle per dei vampiri luccicanti.. pensiamo ad un piano!”
Dean si avviò verso l’Impala ignorando il fratello e prese dal baule l’accetta, due boccette d’acqua santa e si mise una croce nella tasca del giaccone. Senza che Sam riuscisse a fermarlo si mise ben in vista nel vialetto della villa. Sam corse ad armarsi a sua volta sperando che il tutto funzionasse. Ormai il sole sarebbe scomparso a minuti, e il suo sesto senso non sembrava per niente tranquillo, ma raggiunse lo stesso il fratello.
“Hey! Venite fuori fatine!” urlò Dean.
Un uomo biondo dalla pelle chiarissima uscì seguito da altri tre.
“Buonasera” disse Carlisle.
“Buonasera un corno!” disse Dean e Sam gli disse sottovoce di calmarsi un attimo.
“Entrate, vorremmo spiegarvi quello che sta succedendo”
“Avete ucciso due ragazze, e altre persone sono scomparse. Non c’è nulla da spiegare” disse Sam con voce pacata.
“Non siamo stati noi!” disse un vampiro che affiancava Carlisle.
“Edward per favore. Scusate mio figlio. Io sono Carlisle Cullen e la mia famiglia è pacifica. Noi non uccidiamo nessuno”
“Sì, come no! Le fatine dei boschi che succhiano sangue” disse Dean sorridendo.
“Dean!” disse Sam ad alta voce.
“Abbiamo diciamo degli ospiti non troppo pacifici, che hanno ucciso due persone. E poco tempo fa c’è stato diciamo un disguido con qualche vampiro di passaggio. Ma ci siamo comunque occupati della cosa” disse Carlisle mantenendosi sul portico, lontano dai due cacciatori. Poi all’improvviso si sentì un rumore provenire dalla casa. E Carlisle si affrettò a dire a Emmet e Jasper di andare a controllare. Dean approfittò del momento di distrazione per correre verso il portico, ma Edward gli sbarrò la strada, portandosi davanti a lui.
“Noi non abbiamo fatto niente, lasciateci in pace” disse guardandolo negli occhi. Dean alzò le spalle e con l’accetta gli tagliò la testa. In un solo colpo la testa del vampiro rotolò sull’erba e il suo corpo cadde a terra in preda a delle breve convulsioni. Sam si avvicinò al fratello guardando il corpo senza testa e poi fissando il fratello con disappunto.
“Hai visto? Funziona!” disse sorridendo soddisfatto e Sam si portò una mano alla tempia.
Carlisle urlò alle figlie e alla moglie di andarsene. Alice e Esme uscirono dalla casa reggendo una Rosalie ferita al collo e alle braccia. Alice vide la testa immobile di Edward sull’erba e gridò di dolore, lasciando un braccio di Rosalie. Era già pronta ad andare dal suo corpo, ma Carlisle con voce ferma le disse di andarsene e allora Alice spaventata riprese il braccio di Rosalie e corse via nella foresta insieme ad Esme.
Intanto Dean e Sam si avvicinarono al portico, dove Carlisle li aspettavo con i sensi all’erta. In casa sua stava succedendo il finimondo e lo stesso stava accadendo fuori. I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo di Bill e Eric.
“Bene, bene, bene.. adoro la violenza” disse Eric facendo spuntare i canini.
“Oh che diavolo, altri figli di fata!” disse Dean adirato e strinse l’accetta nelle mani come un battitore fa con la mazza da baseball, e suo fratello lo imitò.
“Figli di fate? Noi siamo vampiri idioti” disse Bill facendo spuntare a sua volta i due canini.
“Sì, certo! Vai a raccontarlo a tua madre la fatina che ha fatto la puttana con tuo padre il vampiro” disse Dean a sua volta. Stava cercando di prendere tempo, per trovare un piano.
“Ma di che cazzo..” le parole di Eric si fermarono a mezz’aria, mentre Carlisle scese le scale del portico e parlò adirato.
“Mia madre non era una puttana! Si era innamorata dell’uomo sbagliato! Mio padre l’ha uccisa! Io mi sono dedicato alla pace e all’armonia tra vampiri e umani! Allo stesso modo sono stati educati i miei figli e mia moglie che ho trasformato personalmente. E ho portato sulla retta via alcuni di loro che mi hanno chiesto aiuto. La mia famiglia è tutto il contrario dei vampiri sanguinari che conoscete. Noi siamo anche figli della luce! E voi ci volete uccidere” disse in tono di accusa.
Eric e Bill lo guardarono esterrefatti.
“Sei il figlio di un vampiro e di una fata? E’ per questo che puoi stare alla luce?” chiese Eric non sapendo se essere schifato o felice di quello strano gioco della natura.
“Sì, perché ho ereditato parte del sangue di mia madre, che mi permette di farlo”
“Perché possono stare alla luce anche i tuoi figli?” chiese Bill sprezzante.
“Hanno parte del mio dna nel sangue e quindi quello di mia madre. Lo stesso vale per Jasper e Alice che hanno ereditato quello dei loro creatori uguali a me, questo permette ad alcuni di avere anche i poteri” disse Carlisle chinando la testa sul corpo di Edward.
Dean e Sam ebbero tutto il tempo per parlarsi sottovoce elaborando un piano.
“Dean, io prendo il biondo. Tu prendi il basso”
“Il biondo fata o il biondo enorme?”
“Direi il biondo fata”
“Si però se io mi fiondo sul basso, il biondo enorme potrebbe attaccarmi”
“E allora io prendo il biondo enorme e tu il biondo fata”
“Finalmente hai  trovato qualcuno alla tua altezza fratello!” e così chiusero il discorso con quell’ultimo sussurro. Poi uno corse a destra e l’altro a sinistra.
“Andiamocene” disse Bill ad Eric ritirando i denti, Eric ubbidì di malavoglia e scomparvero insieme. Mentre Sam che era riuscito in pochi secondi a prendere la mira, si ritrovò a svolazzare l’accetta per l’aria. Dean fu più fortunato, e decapitò Carlisle.
“Meno due!” gridò fissando Sam, che cercava di riprendere l’equilibrio dal mancato colpo col collo di Eric.
“Sam, che diavolo stai facendo?”
“Mi hanno preso alla sprovvista! Se ne sono andati via!”
“Ma che cazzo succede oggi? Vampiri che brillano, altri con canini aguzzi con la super velocità che altro ci manca?”
“Beh vi manco io..” disse un vampiro uscendo sul portico.
“E chi diavolo sei?” disse Dean con l’accetta ben alzata.
“Stefan Salvatore, piacere tutto mio” e mostrò i canini ringhiando leggermente, mentre il suo viso si inscurì. Si portò velocemente vicino a Dean, che lasciò cadere l’arma a terra, prendendogli i capelli e spostando la sua testa di lato. Sam si portò vicino al fratello e lanciò l’acqua santa sul vampiro che sorrise.
“Ma che cazzo..” Dean e Sam guardarono il vampiro esterrefatti, perché avrebbe dovuto contorcersi dal dolore. Poi Dean prese la croce che aveva in tasca e la infilò nel collo di Stefan, che questa volta si infastidì. Si sfilò la croce dal collo senza lasciare la presa sulla spalla si Dean.
“Sam scappa!” Dean tirò un pugno a Stefan, che non gli fece neanche il solletico e cercò di divincolarsi dalla presa. Il vampiro era pronto ad infilare la croce nello stomaco del cacciatore, quando Demon uscì dalla casa e fermò il braccio del fratello in pochi secondi. Poi lo guardò con rabbia.
“Ti avevo detto di scappare pezzo di idiota!”
“Eddai fratellone, mi stavo divertendo! Non vuoi divertirti anche tu” disse Stefan scoppiando in una risata malsana. Sam alzò l’accetta veloce per sgozzare Demon, ma lui gli fermò il braccio a mezz’aria e poi gli morse il braccio. Sam urlò, e Dean si tolse il giaccone che Stefan stringeva e raccolse la croce da terra infilandola vicino al suo cuore. Questa volta il vampiro barcollò all’indietro ansimante. Demon spinse a terra Sam e scomparve portando via Stefan di peso. Dean si avvicinò al fratello e gli fermò la fuoriuscita di sangue strappandosi un lembo della camicia.
“Vedrai starai bene”
“Dean non credo che fosse avvelenato”
“Dai su alzati, allontaniamoci da qui”
“E gli altri?”
“Credo che li abbia uccisi il vampiro con gli occhi azzurri, o forse l’altro”
Sam annuì e si alzò. Insieme corsero verso l’Impala lasciandosi con tutta fretta la casa alle spalle, dove un paio d’occhi ammiravano le stelle dal giardino.

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Capitolo 10
*** Alla fine tutti felici? ***


Ciao a tutti! Sono arrivata alla fine della mia prima FF a capitoli. Ne sono piuttosto fiera, anche se so di poter fare molto meglio! Mi piacerebbe tanto (e dico tanto) sentire le vostre opinioni! Ho rovinato qualche personaggio? Ho costruito male alcune frasi? Fatevi avanti! ^^.. Comunque grazie a tutti per aver seguito la storia! Ciao


Alla fine tutti felici?

 
“È stato un fiasco totale!” disse Bill sbattendo la porta del suo ufficio per aprirla. Eric lo guardò divertito. La storia delle fate gli aveva rallegrato la settimana. Ma a quanto pareva Bill non ne era affatto felice.
“Possiamo fare dei baby vampiri che stanno alla luce” disse Eric sedendosi e poggiando i piedi sulla scrivania di Bill; prese poi una penna dall’aria costosa e se la rigirò tra le mani. Bill intanto fissava fuori dalla finestra con le mani sopra il davanzale.
“Eric..”
“Non dobbiamo neanche cercare tanto lontano! Abbiamo una fatina proprio qua a pochi metri” disse Eric tagliente.
“Eric vattene!” disse Bill in un sussurro minaccioso.
“Così presto?” chiese Eric simulando una smorfia contrariata. Bill si girò furioso verso di lui e raccolte una matita dalla scrivania. In pochi secondi teneva Eric contro il muro con un braccio al suo collo e la matita a pochi centimetri dal suo cuore vichingo.
“Non mi fare incazzare!” disse Bill respirando affannosamente. Eric lo guardò serio, e con una mano lo spinse contro il muro opposto.
“Ti conviene mandare qualcuno a controllare che tutta quella strana famiglia di vampiri sia morta”
Bill si alzò da terra e si sistemò, tenendo la matita ben stretta tra le dita.
“Farò bruciare tutto. E questa storia di fate e vampiri rimarrà tra me e te” disse con voce roca.
“Mi sembra giusto” Eric si avviò alla porta, e prima di chiudersi la porta dell’ufficio alle spalle, sciolse il suo sguardo serio in un sorriso malizioso.
“Ah e mi raccomando.. Con Sookie d’ora in poi sarebbe meglio usare certe precauzioni”
Bill lanciò la matita che aveva ancora in mano contro di lui e Eric la prese al volo furtivo. Poi chiuse la porta e pensò di andare a fare una visitina a Sookie.  
 

***

 
Demon era finalmente seduto sulla sua poltrona preferita. Non avrebbe più organizzato una gita con il fratello per lungo tempo. Stava sorseggiando tranquillo il suo scotch, quando Stefan comparve dalla porta, con il suo sorriso maligno stampato bene sulla faccia. In quel momento Demon non aveva alcuna voglia di vederlo.
“Buongiorno, fratello” disse e Demon odiò il suo modo di pronunciare quella parola, in quel modo così sprezzante simile al suo. Si limitò ad accennare un saluto alzando il suo bicchiere.
“Una bella gita, quella di questi giorni! Dovremmo farne più spesso!” aggiunse Stefan, osservandolo con le braccia conserte.
“Certo, ho sempre voglia di lasciarmi sbranare da un gruppo di licantropi XXL, per salvarti il culo” disse Demon sperando di offenderlo. Non poteva che provare odio verso di lui, che si era lasciato ferire in modo grave dal cacciatore, così lui era stato costretto a trascinarlo fino alla macchina rimasta in città, con i lupi mannari che ululavano vicino a loro per tutto il percorso nella foresta. Era sicuro che li avrebbero presi e invece era riuscito a portare il suo caro fratellino incosciente fino alla macchina e aveva guidato a super velocità lontano dalla città. Per di più avrebbe ricevuto almeno tre multe salate dalla città di Forks.
Stefan lo stava fissando con gli occhi ridotti in due fessure. La sua affermazione aveva fatto centro, ma invece di controbattere, si girò.
“Grazie” disse a bassa voce. Un sussurro che a Demon giunse forte e chiaro nelle orecchie e ciò lo stupì. Forse Elena aveva ragione. Sotto quel mostro il vecchio Stefan era ancora vivo.
 

***

 
“Nessun veleno, e quattro mostri in meno al mondo” disse Dean alzando la sua birra, per scontrarla con quella del fratello.
Avevano viaggiato per tutta la notte, e si erano fermati solo per qualche spuntino. A trecento chilometri lontano da Forks, avevano parcheggiato sul ciglio della strada per ammirare il paesaggio senza nebbia. Poi si erano appoggiati al cofano della macchina a gustarsi due birre gelate.
“Sì, alla fin fine ce la siamo cavata bene” disse Sam, guardandosi il morso.
“Il taglio della testa non tradisce mai, Sammy”
“Sì, hai ragione.. Ma sono scappate le donne”
“Le ritroveremo in giro, e le faremo fuori come i loro compagni” Dean era sinceramente felice e non era in vena di sentire le preoccupazioni del fratello. Aveva una birra, un bel panorama sotto gli occhi e la sua impala era sopravvissuta a una merda di foresta. Era ciò che gli bastava per festeggiare un combattimento alla ceca andato a buon fine.
 “Ma..” Sam si guardò i piedi pensieroso. C’erano altri vampiri da aggiungere all’elenco già infinito di creature sovrannaturali. Uccidevano dei mostri e ne spuntavano di nuovi. Non poté non trattenere un sospiro esasperato. Dean lo spinse con la mano.
“Eddai Sam, sorridi!” disse mostrandogli come allargare le labbra e ridere. Suo fratello lo guardò scostando la testa.
“C’è una cosa che mi farebbe sorridere..” disse Sam ghignando. Dean lo fissò di sottecchi e poi scosse la testa.
“No! Guido io” detto questo lanciò la bottiglia giù dalla collina, e rientrò in macchina. Sam sospirò, appoggiando la sua bottiglia sull’erba e raggiunse il fratello, che già intonava una canzone degli AC/DC.

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