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-Mamma, la nonna quando torna?-
chiese una bambina di 4 anni alla madre, guardandola con uno sguardo
vispo. Gli occhi così chiari da sembrare bianchi, i capelli
neri come ali di corvo, e la pelle bianca, non facevano che ricordare
alla donna la madre, impegnata insieme ai suoi amici a istruire le
giovani menti del Mondo Magico.
-Te l'ho già detto Morrigan,
la nonna è impegnata, se vuoi puoi mandarle un gufo per
chiederle se torna a casa per Natale- Le disse Helena, che vide poi
la figlia correre come un fulmine verso la sua camera.
“Tale e quale a suo padre”
pensò. Si sedette e ricominciò a leggere un antico tomo
dalla cui lettura la figlia l'aveva distolta pochi minuti prima.
Improvvisamente qualcosa disturbò la sua lettura, ma stavolta
non era la figlia o qualche elfo domestico che le chiedeva
disposizioni, bensì un' energia oscura che si avvicinava al
castello. Lo riconobbe immediatamente e si preparò ad un nuovo
scontro con quel testardo che si ostinava a insistere nella sua
protesta silenziosa contro la disposizione della madre e degli altri
due sull'entrata dei mezzosangue nella scuola. Era molto lontano dal
suo castello e questo la insospettì. Chiamo telepaticamente la
figlia che arrivò poco dopo.
-Mamma cosa succede? Di chi è
quest'aura?- chiese la piccola stranita. - Un vecchio amico della
nonna tesoro. Senti ora voglio che vai da Winky e ti fai portare a
scuola dalla nonna.- disse Helena con ansia. Avvertiva la presenza di
quella serpe sempre più vicina e questo non era mai da
considerarsi un bene.
-Ma mamma io voglio restare con te?-
fece la piccola in lacrime – Morrigan ora voglio che tu mi
obbedisca, fai come ti ho detto capito?- fece Helena dura.
Va bene mamma. Tornerai a prendermi
vero?- si arrese infine la bambina con le lacrime agli occhi –
Certo piccola sta sicura e ricorda che qualsiasi cosa succeda io e la
nonna ti vogliamo bene- la salutò Helena.
Dopo essersi assicurata che la
figlia non fosse più al castello si diresse incontro
all'ospite indesiderato, che in quel momento bussava alla porta.
All'ingresso sostavano due signori dall'aria austera che lei invitò
nel salotto per discutere degli affari che li portavano nella sua
dimora. Il primo aveva capelli neri lunghi raccolti in una coda e
occhi neri simili a quelli di un serpente. Il secondo invece appariva
molto più giovane forse della sua età, ma le differenze
con il suo accompagnatore, finivano lì. - Cosa porta lor
signori qui nella mia dimora?- chiese Helena affabile. - Speravo di
trovare la vostra incantevole madre milady, sono passate molte lune
dal nostro ultimo incontro- rispose il più anziano dei due. -
Oh messer Salazar Serpeverde dovreste sapere che in questo periodo
mia madre è impegnata altrove, in un luogo ove anche voi ora
sareste se non vi foste così allontanato dai vostri compagni.-
Disse Helena. -Oltretutto è solo per vostra scelta se è
trascorso così lungo tempo dalla vostra separazione. Mia madre
e i suoi compagni erano addolorati della vostra scelta e ostinazione
a persistere nel vostro intento.- concluse lei.
-Milady le vostre parole mi
feriscono, vorrei comunque lasciar un messaggio a vostra madre,
potreste farmi la cortesia di recapitarglielo in mia vece? Temo che
contattarla personalmente potrebbe scatenare astio nei reciproci
confronti- parlò lui allora. - Prego messere lasci pure il suo
messaggio appena possibile lo farò recapitare a mia madre-
accetto Helena mentre furtivamente metteva mano alla bacchetta.-
Molto bene- rispose Salazar e fulmineo disarmò la giovane che
rimase impietrita. - Barone che messaggio consiglia di lasciare alla
mia cara e vecchia amica?- chiese ancora lui. - Il messaggio che più
desidera mio signore, consiglierei tuttavia che sia chiaro e conciso,
secondo le notizie raccolte costei aveva una figlia tuttavia la
bambina non è al castello quindi la vostra amica potrebbe già
essere in viaggio per raggiungerci- rispose il giovane. -Ha
perfettamente ragione signor Barone vorrà dire che dovrò
essere veloce-. Poi alzò la bacchetta verso Helena e la punta
si illuminò di luce verde. - Un ultimo desiderio?- disse
ghignando, Helena punto gli occhi fieramente in quelli di Salazar e
disse – Verrà il giorno in cui tu e i tuoi ideali
verranno definitivamente sconfitti e spariranno nel nulla, se con la
mia morte favorirò ciò allora muoio con orgoglio e quel
giorno sarò li ad osservare la tua caduta- poi una luce con il
suo bagliore mortale illuminò il salotto.
Hermione si svegliò
di colpo tremando e piangendo. Questa volta l'incubo era andato fino
alla fine.
Si alzò e si
diresse in bagno per sciacquarsi la faccia, mentre si asciugava si
osservò allo specchio, durante l'estate il suo aspetto era
cambiato i tratti che l'accomunavano ai suoi genitori stavano
svanendo troppo velocemente per essere un processo naturale. I suoi
capelli normalmente castani e ricci propri della madre avevano
lasciato il posto a capelli neri e lisci con riflessi blu scuro. Gli
occhi dorati erano diventati così chiari da sembrare ghiaccio
e la pelle del color dell'oro era diventata bianca come neve. Insomma
un cambiamento fin troppo radicale tale che l'aveva portata a
domandarsi se quelli che fino ad ora l'avevano cresciuta fossero
davvero i suoi veri genitori. Se a tutto questo ci si aggiungevano
questi terribili incubi che aveva era normale che ultimamente era
così preoccupata da non vedere l'ora di andarsene di casa per
l'anno scolastico. Guardandosi allo specchio pensò:
“Ma sono
davvero io questa sconosciuta che si vede allo specchio”.
Inizialmente aveva pensato di essere una metamorphomagus ma poi
controllando i suoi testi si era resa conto che avrebbe mostrato
quelle capacità anche da piccola e quindi non poteva essere.
L'unica idea che le era venuta in mente era che qualcuno, non si sa
chi, le avesse lanciato fin da piccola un incantesimo per alterare il
suo aspetto e che quell'incantesimo stesse perdendo efficacia con il
passare del tempo.
“La donna del
sogno mi è familiare, ma niente di quello che ho visto nel
sogno mi ricorda qualcosa.
Se poi ci si
aggiunge il nuovo pezzo che è la conversazione con Salazar
Serpeverde ci capisco meno di niente. Perlomeno ho un indicazione del
periodo in cui si svolge. Salazar Serpeverde era uno dei 4 fondatori
ma chi era la donna? Il suo nome era Helena e aveva qualcosa a che
fare con una amica di Salazar Serpeverde, dovrò fare qualche
ricerca. Tra pochi giorni rivedrò Harry e Ron magari potrò
chiedere loro di aiutarmi”. Presa una decisione tornò a
dormire sperando di non rifare quell'incubo.
Angolo dello
scrittore
Salve a tutti,
questa è la mia prima storia in questa sezione spero che
qualcuno legga e magari lasci una recensione per avere un giudizio
sulla storia positivo o negativo che sia.
Piccola premessa: in questa
storia Sirius è vivo e scagionato da tutte le accuse, Silente è vivo ed è
preside di Hogwarts.
Grazie per l’attenzione e buona
lettura.
Londra, casa di Hermione
Il suo baule era pronto e
sostava vicino alla porta insieme alla cesta di Grattastinchi. Hermione stava
raccattando gli ultimi oggetti in giro per casa mentre i suoi genitori la
osservavano ridacchiando. Erano giorni che la scena si ripeteva, la loro
piccola preparava tutto, era pronta ad andare e all'ultimo ci ripensava.
Hermione si fermò ad osservare i suoi genitori che ridacchiavano, il tempo di
lanciar loro l'occhiataccia che meritavano, ridendo della sua situazione.
-Voi ve la ridete, ma quella in
crisi, se non ve ne ricordate , è vostra figlia - sbottò lei all'ennesima
ridacchiata da parte dei genitori.
- Lo sappiamo bene tesoro ma tu
devi ricordare che Harry e Ron sono tuoi amici e che ti vorranno sempre bene
qualsiasi sia il tuo aspetto- le disse la madre dolcemente. A quelle parole
Hermione si calmò e preso un grosso respiro, e chiuse la borsetta che aveva con
sé, su cui aveva applicato un incantesimo estensivo irriconoscibile per farci
entrare tutto ciò che non aveva trovato posto nel suo baule.
- Lo so …è che sono molto nervosa …
e se non mi riconoscessero? Se fossi troppo diversa dall’Hermione che conoscono?-
ammise lei sospirando. – Certo che sei diversa dall’Hermione che conoscono;
dove è finita quella bambina sempre sicura di se che non si arrendeva davanti a
nulla e che in questi anni ci ha fatto penare con tutti i pericoli in cui s’infilava?-
disse suo padre guardandola negli occhi.
- Forse è sparita con l’arrivo di
questi incubi e con il conseguente cambio d’aspetto, ormai non riesco più a
farmi 8 ore di sonno filato senza che mi svegli urlando e tremando come una
foglia. Sono stanca e non so più che fare vorrei poter contattare qualcuno che
mi possa aiutare ma a parte il preside non saprei a chi rivolgermi- rispose lei
sconsolata.
- Rivolgersi al preside mi sembra
una buona idea… ci hai già provato?- disse la madre. – Non ho la minima idea di
come contattarlo e la scuola inizia tra un mese; forse è il caso che rimanga
qui fino alla fine delle vacanze- disse Hermione rimuginando. – Cara, credo che
sia il caso che tu vada dagli Weasley… magari loro
hanno un modo per contattare il preside, dopo tutto sono membri dell’ordine-
disse il padre cercando di convincerla – quando dovevano venire a prenderti?-
continuo lui.
- Arriveranno fra qualche ora prima
dovevano passare a GrimmauldPlace
per posare i bagagli e la maggior parte della famiglia- rispose lei
controllando l’orologio. – Chi dovrebbe venire a prenderti?- chiese la madre, -
Secondo quanto scritto nella lettera dovrebbero venire Sirius, il professor Lupin
e i gemelli. Con Voldemort libero in giro
preferiscono non rischiare di girare con scorte troppo inesperte- disse lei. Hermione
sospirò e abbassò lo sguardo prendendo un bel respiro per porre una domanda che
le assillava la mente da quando erano iniziati gli incubi. I due adulti si
accorsero del suo gesto e la madre si alzò per prendere un vecchio foglio da un
cassetto, avevano capito che domanda la figlia voleva porre loro ed erano
pronti a rivelarle la verità.
– Voi non siete i miei veri genitori vero?-
chiese lei infine alzando la testa e guardandoli negli occhi. – Hai ragione non
lo siamo- rispose il padre.
- Sapete chi sono?- chiese allora
lei sgranando gli occhi, - no non li conosciamo, ti abbiamo trovata davanti l’uscio
della porta una sera di ottobre. Stavamo tornando da una serata a teatro quando
davanti alla porta trovammo una bambina di 3-4 anni addormentata serenamente e
avvolta in una coperta. La piccola, che ormai avrai capito sei tu, stringeva
tra le mani un foglio di carta e un album di disegni. – rispose la madre. –
quel foglietto che hai in mano è …-- si
è quello che stringevi quando ti trovammo- le confermò la madre porgendole il
foglio. Lei lo aprì e analizzò quello che vide. Sul foglio infatti era impresso
un disegno in cui si vedevano due donne e una bambina che sostavano davanti a
un vecchio castello. Con le dita accarezzò le figure impresse nel disegno fino
a soffermarsi sulla donna che teneva in braccio la bambina, in lei c’era
qualcosa di famigliare.
“ Questa donna è simile a quella
del mio sogno forse un po’ più giovane … ma no … è impossibile, forse le
somiglia un po’. Quella donna del mio sogno viveva ai tempi di Salazar
Serpeverde e quando mi hanno trovata, avevo 4 anni, quindi è impossibile” pensò
lei sconcertata.
-L’album che fine ha fatto?- chiese
lei ora incuriosita. Si era infatti accorta che il foglio su cui si trovava il
disegno era pergamena. – Vedi, quando ti portammo in casa, quell’album si
illuminò e svanì improvvisamente, sentimmo solo una voce di donna nell’aria.-
rispose il padre. – Cosa diceva quella voce?- chiese tremando Hermione, la
faccenda le piaceva meno ogni minuto che passava. – Disse che ,quando il
momento fosse giunto , ti avremmo dovuto ridare quel foglio. Dietro vi è
scritto qualcosa di importante che noi non riusciamo a comprendere- le rispose
la madre. Hermione allora girò il foglio e vide che dietro vi era un testo
scritto in antiche rune, stava per prendere il suo dizionario per tradurre la
scritta quando si accorse che riusciva a leggerlo senza difficoltà.
Solo
il sangue degli eredi potrà svelare
ciò
che gli antenati hanno voluto celare
questo
mistero rimarrà celato
finche
l’ultimo degli eredi non sarà risvegliato
Quando
l’ultimo erede il suo lignaggio accetterà
Il male
in questo mondo la sconfitta vedrà
Hermione non capiva bene il
significato ma, da come era formulata , comprese che poteva essere una profezia,
ma non capiva perché dovesse averlo lei. Decise di portare con se il foglio e
di farlo vedere al preside qualora lo avesse incontrato al quartier generale
dell’ordine. Poi si alzò e si diresse alla porta dove aveva sentito suonare,
controllò l’orologio e vide che erano passate diverse ore durante la
chiacchierata fatta con i suoi genitori, a lei erano parsi pochi minuti ma
effettivamente questo poteva essere causato dallo shock di apprendere che
quelli che considerava i suoi genitori , in realtà non lo erano. Aprì la porta
con decisione aspettando la reazione degli altri.
Bosco, località sconosciuta
Una figura uscì repentinamente dal
sonno in cui era caduta secoli prima e si guardò intorno con occhi rossi come
sangue che brillavano nell’oscurità. Si alzò e la luna illuminò una figura di
donna dai capelli argentati che usciva dal bosco. Non era l’unica ad essersi
risvegliata, la notte stessa e il bosco sembravano risplendere di vita.
- I tempi stanno mutando. L’ora è
giunta- e con queste parole s’incamminò nella viva oscurità della notte.
Angolo dello scrittore
Eccomi di nuovo con un altro
capitolo oggi l’ispirazione mi tirava addosso le parole lo giuro.
Ringrazio Muffin alla carota,
kasumi_89, RTT e JulietAndRomeo per aver lasciato una
recensione grazie veramente.
Ringrazio anche LUNAPOP, nicol86,
vale95, valepassion95, Dark Universe, JulietAndRomeo, demetra90, AniaS,
187 e Noomi per averla inserita tra le seguite
Hermione aprì la porta e si
trovò davanti il professor Lupin, Sirius, Fred e George.
Osservò come le loro espressioni passavano dal sorriso, al
dubbio e infine alla sorpresa quando videro sul campanello la
conferma di non aver sbagliato casa. Il professor Lupin tentava con
poco successo di nascondere la sua espressione sorpresa tentando di
mantenere un certo decoro, mentre i tre dietro di lui continuavano a
fissare Hermione con le bocche spalancate e Sirius presentava un
curioso tic all'occhio che, Hermione ne era certa, non aveva mai
avuto.
- Bene se voi reagite in questo modo
non oso immaginare che reazione avranno Harry e Ron. Dite che li
faccio fuori in un colpo solo? Mi immagino i titoli della Gazzetta
del profeta, Harry Potter muore improvvisamente dopo aver visto la
sua migliore amica, Lord Voldemort s'inchina davanti a colei che è
riuscita ad eliminare il Bambino-che-è-sopravvissuto- disse
sarcastica Hermione vedendo le reazioni suscitate dal suo nuovo
aspetto. Un altra caratteristica che era venuta fuori durante
l'estate era una vena di sarcasmo piuttosto sviluppata che la ragazza
normalmente teneva nascosta.
- Hermione? Sei veramente tu?- chiesero
Sirius e Remus, gli unici a saper ancora parlare.
- No, sono Draco Malfoy sotto polisucco
che improvvisamente adora vivere in mezzo ai babbani- fece lei
ironica alzando gli occhi e facendo segno loro di entrare.
- Scusaci Herm è che sei
cambiata molto giuriamo che se non fosse per il sarcasmo veramente
non ti avremmo riconosciuto- dissero in coro i gemelli che erano due
dei pochi a conoscere la vena sarcastica dell' amica visto quante
volte ad Hogwarts quest'ultima l'aveva usata con loro.
- Scusa Hermione è che siamo un
attimo rimasti spiazzati per questo cambiamento, vogliamo andare?-
fece Lupin gentile poi si diresse verso i bagagli della ragazza e con
un tocco di bacchetta li spedì dritti nella stanza di lei a
Grimmuld Place. Poi salutati quelli che credeva i suoi genitori si
aggrappò al braccio che Sirius le aveva galantemente offerto.
Un pop e in casa Granger rimasero soltanto i due coniugi.
Londra, Grimmuld Place n°12
Hermione e gli altri si
materializzarono davanti al quartier generale e si affrettarono ad
entrare e a chiudersi la porta alle spalle. Entrati la prima cosa che
fecero fu dirigersi in cucina da dove proveniva un baccano tale da
non lasciare dubbi che l'ordine stesse tenendo li la loro riunione
lasciando come al solito i ragazzi fuori dalla questione. Lupin e
Sirius si diressero in cucina per sapere cosa succedeva e per
avvertire che la missione era terminata. I ragazzi non vedendo uscire
nessuno si diressero al piano superiore per incontrarsi con gli
altri. I gemelli se la ridevano sotto i baffi per la reazione che si
aspettavano di vedere. Non rimasero delusi infatti il primo a
venirgli incontro era stato Ron che non appena vide la ragazza con i
gemelli arrossì talmente tanto che non si distingueva più
la faccia dai capelli e cominciò a balbettare imbarazzato.
- Sss...ssalvvv..ve
il...il...mi...mi...mio no..nonome è Ro..oon Wea...Weasley
e..- Hermione non sapeva se piangere o mettersi a ridere.
- Lo conosco bene il tuo nome Ron
tranquillo non ti mangio, sono io Hermione va bene che sono un po'
cambiata ma qui si scende nel ridicolo- fece lei scegliendo poi di
scoppiare a ridere. Ron sbiancò improvvisamente poi diventò
talmente rosso che la faccia era divenuta più rossa dei
capelli. I gemelli approfittarono di ciò per mettere il dito
nella piaga e dissero insieme
– Oh Ronnie attento che così
rischi di avere un infarto- Ron a quelle parole cominciò a
inseguire i fratelli che scappavano correndo o smaterializzandosi. Fu
così che li trovò Harry, scendendo dalla soffitta, che
era venuto a vedere perché Ron non tornava. Quando vide
Hermione per lo stupore mancò un gradino e ruzzolò giù
per le scale. Improvvisamente tutti si fermarono e corsero da lui per
vedere se si era fatto male.
- Harry tutto bene? Signore non ci
credo scherzavo quando ho detto che li facevo fuori in un colpo-
disse Hermione preoccupata. Lo misero seduto e videro che a parte gli
occhiali rotti non aveva subito altri danni tranne un bernoccolo.
- Hermione sei veramente tu?- chiese
lui con uno sguardo allucinato.
- Si Harry sono io, vuoi una prova?
Oculus Reparo- disse lei
riparando gli occhiali dell'amico.
-
Grazie Herm sei un tesoro- rispose lui abbracciandola aveva infatti
riconosciuto l'amica. Poco dopo Ginny stava per scendere le scale
quando gli altri memori di ciò che era accaduto finora
decisero di avvertirla per evitare un altro capitombolo. Quando Ginny
vide l'amica la saluto e corse a controllare come stavano Harry e il
fratello che ormai boccheggiava sul pavimento per il troppo ridere
dovuto alla caduta dell'amico.
Scozia,
Scuola di Stregoneria e Magia di Hogwarts
Una
donna dai lunghi capelli d'argento sostava sul bordo di una finestra
dello studio del famoso preside della scuola in attesa che il vecchio
ritornasse. La sua attesa fu ripagata quando pochi minuti dopo dal
camino uscì la figura dell'anziano mago.
- Era
ora che arrivassi vecchiaccio ti devo parlare- disse la donna
scendendo dal davanzale.
-
Morwen erano molti secoli che non ti si vedeva in giro credevo che
fossi andata in stasi come molti della tua razza. Noto con piacere
che la tua insolenza non è diminuita in tutti questi anni-
rispose Silente divertito.
- Come
puoi vedere sono tornata ho sentito che i tempi sono giunti e che mia
cugina si è risvegliata, sono passati mille anni dall'ultima
volta che l'ho vista. Da quello che il tempo mi dice non riesci a
mantenere un insegnante di difesa contro le arti oscure per più
di un anno. Affidare la cattedra a Piton non mi sembra una così
brillante idea lo sai. Con il passare degli anni cominci a soffrire
di demenza senile? Perchè solo un vecchio demente affiderebbe
quella cattedra a quel pipistrello untuoso che ti porti dietro da
anni. Ti fidi di lui e questo va a supporto della tesi sulla demenza,
oltretutto gli permetti pure di avvicinarsi al pelato senza naso che
non fa altro che sibilare tutto il giorno. Albus mai pensato di
ritirarti in un magiospizio?- concluse Morwen guardandolo negli
occhi.
-
Morwen cara che cosa dovrei fare? Il posto glielo ho dato l'anno
scorso e a svolto un lavoro impeccabile- rispose Silente
ridacchiando. Quella davanti a lui era probabilmente l'unica creatura
del mondo magico a potergli parlare in quella maniera. Dopotutto
anche se non sembrava era più vecchia di lui.
- Non
lo so inventati qualcosa ma non voglio quella macchia di unto vivente
vicino a mia cugina capito!- sbotto lei. Non lo avesse mai fatto. In
quel momento nella mente del preside si delineò un'idea che
sicuramente la donna davanti a lui avrebbe considerato malsana.
- Cara
ti andrebbe di insegnare ad Hogwarts come insegnante di difesa?-
chiese Silente con uno strano luccichio negli occhi.
-Ti
rendi conto di essere pazzo vecchio? Mettere me e una classe di
undicenni esagitati nella stessa stanza? Tu non tieni ai tuoi
studenti.- disse lei guardandolo stralunata.
-
Naturalmente ti occuperesti solo delle classi del sesto e settimo
anno e di tutti i tipi di difesa non solo quelli magici- le disse
Silente.
“ Perfetto
invece di undicenni esagitati, sedicenni e diciassettenni in balia
dei loro ormoni. Ci sto questi li posso gestire senza fare una strage
e così starò vicino a mia cugina” pensò
lei.
- Ci
sto vecchio. Sai dove posso andare per passare il tempo che resta?-
chiese lei che di tornare nella foresta proprio non le andava.
- Puoi
stare al quartier generale dell'ordine così intanto conosci
alcuni dei tuoi studenti e puoi cominciare a far loro lezione se ti
va- rispose lui tranquillo.
- Ok
il quartier generale è... cazz no li no io non ci metto piede
li dentro- fece lei che interpellando il tempo aveva scoperto dov'era
il quartier generale. Per una come lei mettere piede in casa Black
non era uno spasso. Tutto il materiale oscuro contenuto in quella
casa era un richiamo troppo forte per quelli della sua specie e poi
in quella casa c'erano anche il peloso terminale e il cagnaccio
rognoso.
-
Spiacente quella è l'unica sistemazione che abbiamo.
Tranquilla ci siamo sbarazzati degli oggetti oscuri contenuti in
quella casa quando è diventata il quartier generale
dell'Ordine della fenice- le rispose lui.
-
D'accordo ma poi mi spiegherai perché l'ordine si chiama come
il tuo pennuto.- terminò lei smaterializzandosi.
Quando
Morwen sparì Silente trasse un sospiro di sollievo e parlando
a Fanny disse – Ma chi me l'ha fatto fare di mettermi questo
terremoto nel castello?- Fanny lo guardò e dentro di se non
poteè che dare ragione a Morwen. Il vecchio soffriva di
demenza senile se si aspettava che un uccello potesse parlare.
Angolo
dell'autrice
Eccomi
di nuovo qui gente a scocciarvi con un nuovo capitolo piuttosto
lunghetto lo ammetto ma mi dispiaceva un po' di doverlo tagliare così
l'ho postato intero, spero non sia troppo.
Ringrazio
mmsoft, JulietAndRomeo, laretta e kasumi_89 per aver recensito.
Un
ringraziamento va anche a chi ha inserito la storia tra le seguite.
Grazie
a mmsoft e TeamHaleb per averla inserità tra le preferite.
Nel corridoio della casa silenziosa
risuono il pop di una smaterializzazione. Immediatamente gli abitanti
della casa si diressero di corsa verso la fonte del rumore. Dal fondo
del corridoio, si sentiva una voce che berciava a tutto volume con il
quadro dell'antica padrona di casa. Quest'ultima non era partita con
la solita tiritera su feccia e sudici traditori del proprio sangue,
anzi stava imprecando contro Morgana e la sua insolente discendenza
con toni sempre più alti. La giovane donna davanti al quadro
tuttavia, sembrava reggere tranquillamente il confronto alzando anche
lei i toni sempre di più, ma contrariamente a Walburga da lei
non provenivano urla degne di una banshee bensì toni alti e
armoniosi. Finchè non si ascoltavano le sue parole.
-Walburga vedo che non hai finito di
infestare questa dimora possibile che nessuno sia riuscito a darti
fuoco o a stracciare la tela? Tu e i tuoi famigliari dovreste
smettere di ammorbare il mondo della vostra presenza anche solo come
quadri. Gli unici sani di mente che ho visto uscire da questa famiglia
sono Sirius, Cissi e Meda- urlò Morwen al quadro che a quelle
parole urlò ancora più forte.
- Dannata! Possibile che nessun
cacciatore ti abbia ancora eliminata? Non nominare i loro nomi in
questa casa. Quei traditori hanno scelto di rinnegare il prestigioso
nome dei Black. Fortunatamente Bella si è occupata di Narcissa
con quell'incantesimo, riportandola sulla retta via. La tua insolenza
è intollerabile soprattutto visto la famiglia da cui
provieni!- rispose Walburga.
- Nella mia famiglia siamo tutti così,
l'insolenza è il nostro tratto distintivo. Spero per il bene
di Bellatrix che, tutto ciò che a fatto a Cissi sia
reversibile. Sai che non mi dispiace spargere un po' di quel prezioso
sangue Black che tanto decanti.- disse Morwen per zittirla.
- Morgana come puoi aver generato una
stirpe così irriverente e mostruosa?- urlò Walburga
prima che Morwen chiudesse con un gesto della mano la tenda.
Morwen allora si girò verso la
piccola folla che aveva appena assistito al suo piccolo alterco con
la vecchia e sorridendo in maniera rassicurante si diresse verso di
loro. Sirius in prima fila era accasciato a terra e si rotolava dalle
risate mentre Remus alzava gli occhi al cielo e Piton la guardava
schifato. Il resto della platea era confuso tranne Tonks che, dopo
averla squadrata, riconobbe in lei l'amica di cui sua madre le aveva
parlato fin da piccola. Sirius si rialzò ancora tremante per
le risate, la guardò negli occhi e disse:
- Oh Gatta Selvatica non sei cambiata
affatto in tutti questi anni? Che ci fai da queste parti? Passata per
un saluto? Di la verità ti mancavo?- Morwen a quelle parole
appello un vecchio tomo li vicino piuttosto pesante e lo lanciò
in faccia a Sirius che non fece in tempo a schivarlo e finì a
terra con la faccia rossa per la botta e il naso rotto.
- Chiamami ancora così cagnaccio
rognoso e la prossima volta non sarà un tomo di 500 pagine ad
arrivarti in faccia ma un baule pieno di coltelli.- disse poi lei e
si diresse di corsa da Remus che rideva apertamente. Approfittando
del fatto che era voltato per controllare la faccia di Sirius saltò
e gli si aggrappò alla schiena.
- Ehi come va peloso terminale tutto
bene? Il cagnaccio non da rogne? Il pipistrello fa il bravo?- gli
chiese ridendo.
-Ti sei trasformata in un koala durante
questi 50 anni? O in un boa constrictor? Comunque tutto ok Mo, lo sai
che so come tirar avanti?- rispose Remus arrufandole i capelli e
dandole un buffetto sulla guancia. Poi Morwen si voltò verso
Piton che la guardava schifato.
-Non fare quella faccia macchia di unto
vivente non ho nessuna intenzione di abbracciarti, anzi qualora mi
venisse la fantasia sei pregato di scagliarmi un Avada dritta in
faccia. Detto questo sono felice di informarti che Silente mi ha
assunto come insegnante di difesa se non sbaglio la tua cattedra. Ora
sei congedato vedi di sparire ogni minuto passato in tua presenza
attenta alla salute dei miei capelli. Stare a contatto costante con
gli effluvii delle tue pozioni non ti autorizza a tenere quei capelli
in quel modo. Lo shampoo lo hanno inventato usalo. Un giorno
altrimenti i tuoi capelli andranno al sindacato dei capelli per
chiedere un risarcimento per danni.- disse ghignando Morwen a Piton
che sentito ciò divenne bianco come un lenzuolo e cadde a terra
svenuto.
- Siiiiii ho ucciso Macchia di unto!!
Tutti ha festeggiare su in fila! Pepe peppepe pepe peppepepe- urlò
Morwen improvvisando un trenino nel salotto del quartier generale.
Remus andò a controllare che
Piton non ci fosse rimasto davvero secco e avvertì Morwen che
purtroppo per lei era ancora vivo. Dopo che Remus l'ebbe fatto
riprendere Piton sparì alla velocità della luce diretto
a Hogwarts per chiedere spiegazioni a Silente. Essendo tardi, dopo
essere stati rassicurati che Morwen era un pericolo solo per Piton e
Sirius, i membri dell'ordine tornaronochi a casa chi alle proprie
stanze per dormire. In salotto rimasero solo Remus, Sirius e Morwen
che si accomodarono su delle poltrone dopo che Sirius era passato in
cucina aprendere da bere per tutti e tre. Accomodatisi, Remus con la
sua tazza di cioccolata Sirius e Morwen con due bottiglie di
Firewhiskey, si misero a rivangare i vecchi tempi. Infine si arrivò
alla bomba che prima era stata lanciata contro Piton.
-Quello che hai detto è vero?
Cioè Silente è stato così pazzo da affidarti la
custodia dei suoi studenti? A te che al quarto anno per poco non hai
ammazzato uno del primo anno che ti era finito addosso e ti aveva
rovesciato il caffè sulla camicia? A te ha offerto una
cattedra? Nonostante tu abbia fatto esplodere i reparti di pozioni e
trasfigurazione?- Chiese Remus non riuscendo ancora a credere a
quello che aveva sentito. Sirius invece si ammazzava di risate
pensando a quello che aspettava quei poveri studenti che sarebbero
finiti nelle mani di quella pazza che era Morwen.
-Silente soffre anche di alzheimer se
lo ha fatto e sta sicura che Mocciosus gli ricorderà tutti
questi fatti- disse Sirius ridacchiando.
- Sta tranquillo che se lo ricorda
infatti mi ha affidato solo il sesto e settimo anno e per tutti i
tipi di difesa non solo quella magica. Per questo temo che per la
fine di agosto dovrò abbandonarmi per preparare la mia classe
e reperire le attrezzature non posso certo fare lezione nella stanza
delle necessità!- rispose lei scolando poi la bottiglia e
alzandosi. - Mi mostreresti la mia camera Sirius? Possibilmente
lontana dalla tua se ci tieni alla vita- finì lei poi si alzò
per andare a dormire scortata da Sirius. Remus finì la sua
cioccolata e si diresse in camera sospirando.
-Prevedo guai-.
Angolo dell'autrice
Eccomi qui gente scusate il ritardo ma
non riuscivo a scriverlo come volevo e c'è voluto un po'
d'ora in avanti cercherò di essere più regolare con i
post.
Ringrazio le buone anime che hanno
commentato: kasumi_89, JulietAndRomeo, hajar e Eris_99
Un ringraziamento va anche a chi l'ha
inserita tra le seguite e le preferite, grazie.
Il mattino dopo si notavano già
i segni del passaggio di Morwen in quella casa. La dolce fanciulla,
che di dolce aveva solo l'aspetto, aveva infatti ricominciato di
buona lena la sua guerra con Sirius, fatta di scherzi e inseguimenti
lungo la casa. Il mattino se qualcuno avesse interrogato l'ex
professore di difesa Remus John Lupin sull'origine delle profonde
occhiaie che sfoggiava si sarebbe sentito rispondere qualcosa di
diverso dalla solita luna piena. Il povero professore aveva infatti
passato la notte a rincorrere quei due pazzi dei suoi due amici per
tentare di fermarli e bloccare quell'assurda guerra che era scoppiata
già dal primo anno tra Sirius e Morwen, che aveva attentato
alla salute fisica e mentale di tutti gli abitanti del castello per
sette anni. Il bello era che quei due non mostravano mai i segni
delle notti in bianco che passavano a farsi la guerra. Anzi ogni
mattina erano sempre svegli e pimpanti pronti a riprendere a far
danni. Durante gli anni a Hogwarts quei due erano stati assidui
frequentatori dell'ufficio del preside e della vice-preside ma con
una faccia d'angelo e una sfacciataggine invidiabile riuscivano
sempre a cavarsela. Quando si erano diplomati Remus era convinto di
aver visto un sospiro di sollievo uscire dalle bocche degli
insegnanti e del preside. Quella mattina però c'era qualcosa
di diverso nell'aria. Morwen, nonostante avesse passsato la notte
intera a rincorrere Sirius per uno scherzo che quest'ultimo aveva
architettato, non rimaneva ferma un istante mentre aspettava che i
ragazzi più giovani scendessero in cucina per fare colazione.
Sirius la guardava in cagnesco tenendo sulla testa un impacco di
ghiaccio appellato dall'amico dopo che Morwen lo aveva spedito giù
dalla finestra del quarto piano per l'innocuo scherzetto che le aveva
fatto. Era atteso anche Silente per una piccola riunione con i
ragazzi per delle comunicazioni che il preside voleva fare. Quindi
era comprensibile che tutti fossero ansiosi.
-A che ora si alzano i ragazzi
solitamente?- chiese Morwen impaziente. Non vedeva l'ora di vedere
sua cugina.
- Non a quest'ora Mo! Sono le cinque
del mattino! A quest'ora la gente normale dovrebbe dormire invece noi
siamo svegli perchè te e il cagnaccio non concepite il
concetto di vivere civile!- disse Remus esasperato. - Capisco che il
tuo corpo ha dormito per secoli ma noi no! A noi non è stato
concesso questo privilegio. Se il cagnaccio rognoso qui vuole giocare
tu dovresti essere abbastanza saggia da ignorarlo- continuo Rem.
- Ehi! Non parlare di me in questo modo
il mio era uno scherzetto innocuo- rispose offeso Sirius.
- Lo chiami innocuo far svanire gli
abiti della gente! Per te è divertente ma qualcuno potrebbe
non gradire e farti fare un volo giù dal quarto piano- berciò
Morwen nella sua direzione. L'irritazione nella sua voce faceva
presagire che Sirius sarebbe andato incontro a gravi conseguenze per
il suo gesto.
- Visto non potete stare nella stessa
stanza per più di 5 minuti senza iniziare a litigare- disse
Remus massaggiandosi le tempie doloranti. Per fermare quei due si era
beccato anche un libro volante in testa e diversi lividi per gli
impatti con i mobili che quei due avevano distrutto durante la notte.
Remus si domandava come gli altri facessero a dormire con quel
chiasso. Si chiedeva anche se la casa fosse abbastanza resistente per
sopravvivere a quei due. Però questa notte aveva tenuto bene
quindi non ci sarebbero dovuti essere problemi. Mentre era assorto
nei suoi ragionamenti con la coda dell'occhio teneva sotto controllo
i due che avevano ricominciato a far volare il mobilio. O meglio
Morwen aveva cominciato a lanciare contro Sirius tutto ciò che
le capitava sotto mano presente in cucina sedie e tavolo compresi.
Sospirando e decidendo di intervenire prima che Mo arrivasse a
mettere mano ai coltelli si accorse di Hermione che sbadigliando, con
occhiaie che niente avevano da invidiare alle sue, era entrata in
cucina e osservava curiosa la scena indecisa se intervenire o
lasciarli fare. Salutandola con un cenno del capo intervenne e salvò
l'amico che stava per trovarsi in un incontro ravvicinato con una
sedia piuttosto robusta.
- Basta voi due! Sirius scusati
immediatamente con Mo e cerca di mantenere un comportamento adeguato
alla tua età non quello di un bambino di tre anni. Mo datti
una calmata e girati così puoi conoscere una dei tuoi futuri
studenti- urlò Remus esasperato.
Morwen si girò verso la porta e
tempo neanche due secondi era abbracciata stile koala alla povera
Hermione che era rimasta pietrificata e non sapeva che fare.
- Cugina che bello vederti era tanto
che aspettavo questo momento. Finalmente ci rincontriamo dopo tutti
questi secoli. L'ultima volta che ti ho visto avevi solo quattro anni
e mia mamma ti stava portando via in un tempo sicuro.- gridava Morwen
stringendo la povera Hermione che stava diventando viola.
- Mo lasciala andare sta diventando
cianotica- disse Remus all'amica. Sirius dietro aveva gli occhi
spalancati e boccheggiava. Morwen liberò dalla stretta
Hermione e vedendo Sirius non poté trattenere il commento che
gli pendeva dalle labbra.
- Sirius non sapevo fossi anche un
pesce, pensavo fossi solo un sacco di pulci. Dovremo cambiarti il
soprannome.-
- Tappati la bocca Gatta Selvatica.
Perchè non ci spieghi questa storia così evitiamo che
ad Hermione venga una sincope?- rispose acido Sirius. In effetti
aveva ragione ragionò Remus che vedeva Hermione sul punto di
collassare. Le prese un braccio e la fece sedere al tavolo su una
delle poche sedie sopravvissute al passaggio di quei due tornado
viventi che aveva per amici. Morwen si accontentò del piano
del tavolo su cui si sedette a gambe incrociate.
- Va bene. Immagino che tu sia confusa
cugina ma se mi ascolterai con attenzione tutto ti sarà più
chiaro. Vedi io e te proveniamo da due rami diversi della discendenza
di Morgana. Non starò a spiegarti le regole della discendenza
magica altrimenti ci metterei una vita. Per farla semplice le nostre
nonne erano sorelle gemelle e discendevano direttamente da Morgana,
una discendenza non proprio semplice direi. Mia nonna era Shannon Le
Fay e mia madre Catriona Le Fay, come vedi il cognome è
passato per via matrilineare. Nella nostra razza infatti i figli
prendono il cognome dalle madri infatti “Mater semper certa,
pater numquam” come diceva
la bisnonna. Il mio nome è Morwen Le Fay. Ora immagino tu
conosca bene l'origine del cognome Le Fay.- inizio Morwen. Hermione
annuì infatti tutti sapevano che il cognome di Morgana era Le
Fay. C'era un motivo se i babbani la chiamavano la fata Morgana. -
Bene come sai Le Fay viene da Morgana, o più precisamente da
Morgan Igraine Le Fay. Morgan ebbe due figlie e due figli. Dei figli
si sa ben poco tranne che formarono due casate molto antiche e
purosangue, i Rosier e i Nott. Per quanto ne so i Rosier che avevano
la discendenza più pura si sono stinti una ventina di anni fa
mentre i Nott hanno diluito molto il sangue di Morgan con intrecci
con altre famiglie purosangue. Delle figlie femmine invece ti ho
parlato della mia famiglia. Di mia nonna Shannon ma non ti ho detto
chi era sua sorella anche se dovresti averlo già intuito con
il tuo cervello. La gemella di mia nonna era Priscilla Morgaine Le
Fay che voi conoscete come Priscilla Corvonero.- disse Morwen.
Vagando con gli occhi sulla sua platea si rese conto che forse era
stata troppo diretta visto che Sirius, Remus e sua cugina sembravano
in stato di shock.
- Quello che dici non ha senso Morwen.
Perchè Priscilla Corvonero avrebbe dovuto cambiare il suo
cognome in quel modo. L'hai detto tu che il cognome nella tua razza
viene dalla madre e non dal padre- disse Remus scioccato.
-Vedi Rem a quei tempi la discendenza
da Morgana era pericolosa, perchè tutti sapevano che cos'era
Morgan e la sua famiglia. Oltertutto davvero credi che Corvonero sia
un vero cognome? Era un soprannome che le aveva dato la madre che
aveva notato che sapeva tramutarsi in un corvo dalle piume nere.
Comunque ritornando al discorso. Priscilla aveva una figlia Helena
che amava la madre in una maniera tale che sfiorava l'adorazione. Non
avrebbe mai fatto ciò che i libri di storia raccontano. Sta di
fatto che nessuno ,a parte i parenti più stretti di Priscilla
e Helena, vale a dire la nostra famiglia, sapeva che Helena aveva una
bambina piccola quando morì. La piccola si era salvata perchè
la madre l'aveva spedita a Hogwarts dalla nonna con un elfo domestico
non appena aveva avvertito il pericolo avvicinarsi. La piccola
arrivata a Hogwarts fu portata dalla nonna a cui raccontò cosa
stava succedendo a casa. Priscilla non appena seppe ciò affidò
la bambina al suo migliore amico Godric e si smaterializzò al
suo castello. Arrivò giusto in tempo per vedere sua figlia
cadere colpita a morte da un incantesimo letale. Si scagliò
contro i due responsabili scagliando incantesimi proibiti e ondate di
potere. Uno riuscì a fuggire, piuttosto malridotto ma
dopotutto salvo, mentre l'altro non fu così fortunato e rimase
ucciso. Priscilla era disperata. Nonostante la nostra natura non
permette la morte con un normale anatema che uccide il dissanguamento
è uno dei modi più sicuri per uccidere uno di noi. Per
fortuna Helena era ancora abbastanza in forze per far uscire il suo
spirito dal suo corpo e quindi Priscilla ebbe la possibilità,
in un certo senso, di salvare la figlia. Mise il suo corpo in una
stasi che viene utilizzata per guarire da ferite molto gravi. Lo
spirito di Helena seguì la madre ad Hogwarts mentre il suo
corpo in stasi rimase nel castello controllato dagli elfi domestici.
La guarigione è molto lenta perchè bisogna riparare
ogni singola cellula del corpo anche quelle danneggiate in
precedenza. Per questo Helena non è ancora potuta tornare.
Tutto quello che si sa sui fondatori sono storie che non sempre hanno
un fondo di verità.- terminò il suo racconto Morwen.
- Scusa ma non poteva fare come hai
fatto tu? Hai frequentato Hogwarts con noi mentre il tuo corpo era in
stasi eppure eri corporea non uno spirito.- le fece notare Remus.
- Vedi Rem tra me e Helena c'è
una piccola differenza. Io sono un demone temporale completo, mi ci
vuole poco per crearmi un altro corpo temporaneo. E ci tengo a
sottolineare temporaneo perchè mantenerlo mi costa molta
fatica. Helena invece era si purosangue e discendente di Morgana ma
era una mezzodemone, parte del suo sangue era demoniaco l'altra parte
era sangue di elfo, non quelli domestici, elfi veri alti, orecchie a
punta, belli come il sole e vivono nelle foreste in mezzo ai boschi.
Questa parte di sangue non demoniaco non permetteva a Helena di
crearsi un corpo temporaneo.- spiegò Morwen.
- Morrigan...- sussurrò Hermione
piano.
- Già cugina il tuo vero nome è
Morrigan Ainè Le Fay figlia di Helena Priscilla Le Fay e di un
giovane demone sfacciato che corteggiava tua madre da quando avevano
quindici anni. Purtroppo morì due anni dopo la tua nascita in
una guerra tra demoni maggiori.- disse Morwen abbracciando la cugina.
Hermione era scioccata ma nella sua
testa tutto ciò che non le tornava cominciò a tornare
al suo posto. In pochi secondi nella sua testa si riversarono i
ricordi dei quattro anni di vita che aveva passato come Morrigan Le
Fay. La nonna, i suoi genitori, sua zia e sua cugina, le giornate
passate con la cugina in biblioteca a leggere e scherzare, le corse
con i suoi amici nel giardino di Hogwarts quando veniva la settimana
di visita dei parenti, la dolorosa decisione di mandare lei e i suoi
tre amici a vivere nel futuro presso famiglie che li avrebbero
accolti e protetti, l'incantesimo per alterare il loro aspetto e la
dolorosa separazione dalla cugina. Tutto tornò al proprio
posto ed Hermione avvertì nel suo cuore la gioia di aver
ritrovato quella pazza di sua cugina. Quando ritornò alla
realtà vide gli occhi tormentati dal terrore della cugina.
Sapeva istintivamente che la cugina era terrorizzata dalla
possibilità che lei rifiutasse tutto ciò, che
rifiutasse lei. Si alzò e si avvicinò a Morwen, la
guardò negli occhi e l'abbraccio stringendola forte come lei
aveva fatto prima. Il sollievo si dipinse negli occhi di Morwen che
ricambiò la stretta ridendo forte, il cuore libero da
quell'angoscia che lo opprimeva da secoli e secoli di solitudine e
paura. Hermione rise con lei poi si staccò e le disse
- Come puoi temere che non ti accetti
pazza sclerotica, non sei mia cugina sei quanto di più vicino
a una sorella per me. Ricordi il nostro patto “Numquam
divisae, in aeternum unitae”-
disse Hermione a Morwen stringendole l'avambraccio. La cugina rispose
allo stesso modo e guardandola negli occhi le chiese:
- Ci pensi Hermione che sarò la
tua insegnante?- a queste parole Hermione sorrise e disse – Si
ne sono consapevole preparati perchè ti darò filo da
torcere. Lo sai che sono sempre stata svelta a imparare. Comunque
chiamami Morrigan è quello il mio nome-
Angolo dell'autrice
Eccomi di nuovo qui. Per farmi
perdonare il ritardo posto la seconda parte del quarto capitolo.
Perdonate la lunghezza e pesantezza ma
non sapevo come spezzarlo e mi serviva per spiegare un po' di cose
per i prossimi capitoli soprattutto perchè Herm si farà
chiamare Morrigan e perchè sarà così legata a
Morwen.
Ringrazio chi ha recensito la prima
parte: hajar, mmsoft, Kasumi_89, JulietAndRomeo, Eris_99 e hodolo72
Ringrazio anche chi l'ha aggiunta tra
le seguite e le preferite, grazie.
Quando le due cugine si voltarono
trovarono il viso di Sirius a un centimetro dal loro volto che le
osservava attentamente. Entrambe arretrarono spaventate andando a
sbattere una la schiena sul bordo del tavolo e l'altra la testa su di
un candelabro acceso li in cucina. Non appena sentì puzza di
bruciato Morwen corse al rubinetto dell'acqua per spegnere le piccole
fiammelle che si erano accese mentre Morrigan si massaggiava la spina
dorsale dolorante per la botta. Entrambe presero fiato e urlarono
contemporaneamente
- Sirius!!!!!!!!!!!!!!! Maledetto
decerebrato ma cosa ti passa per il cervello aria?- le due erano
furiose specialmente Morwen che dopo essersi assicurata che i suoi
capelli non avessero subito danni aveva scrocchiato le dita pronta a
lanciare un qualsivoglia incantesimo all'indirizzo del suddetto
decerebrato.
- Cosa diamine pensavi di fare? Non ti
bastava la discussione di prima sul rispettare lo spazio vitale
altrui. Penso che dovrò essere più incisiva.
Stupeficium, stupeficium...-
disse Morwen cominciando a lanciare con le mani schiantesimi a tutto
spiano costringendo alla fuga Sirius e correndogli dietro. La sua
voce si perdeva man mano che si allontanavano dalla cucina ma i
rumori poco rassicuranti degli schiantesimi e altri incantesimi non
meglio identificabili lasciavano intendere che questa volta Sirius
non se la sarebbe cavata a buon mercato.
- Tu dici che Sirius riuscirà a
cavarsela da solo questa volta?- chiese Remus preoccupato a Morrigan
che intanto aveva smesso di accarezzarsi la schiena e guardava
disinteressata la porta della cucina che i due terremoti avevano
attraversato da poco.
- Dipende da quanto è veloce a
scappare e bravo a trovarsi un nascondiglio- rispose Morrigan che
intanto si dirigeva in camera sua a vestirsi. Tra una cosa e l'altra
infatti si erano fatte le otto e l'incontro con Silente si sarebbe
svolto tra due ore. Remus sconsolato disse
-Andiamo bene-
La colazione quella mattina a Grimmuld
Place non poteva essere più rumorosa di così. Tutti i
membri dell'ordine che avevano dormito nella casa stavano facendo
colazione osservando e commentando la nuova arrivata che discorreva
amabilmente con quella che molti di loro avevano capito fosse
Hermione, mentre entrambe ignorando tutti lanciavano dei sogghigni al
padrone di casa che quella mattina sembrava avesse avuto un incontro
ravvicinato con un troll e la sua mazza. Infatti riportava lividi ed
escoriazioni su buona parte del corpo che avevano causato qualche
domanda a cui quello aveva risposto a monosillabi. Sirius non voleva
ammettere che a ridurlo così erano state quelle due. Infatti
Morwen lo aveva già conciato male ma il livido sulla schiena
grosso come una pluffa e l'occhio nero erano tutta opera della
piccola Morrigan che una volta preparata per la giornata si era
aggregata alla cugina nello sport pestiamo tutti Sirius, e a quanto
pare la piccola ci sapeva fare davvero, tanto che si era meritata un
elogio dalla cugina. Le due ragazze tuttavia non avevano ancora
capito come mai Sirius si era avvicinato tanto e quando glielo
avevano chiesto lui aveva semplicemente detto che voleva fare loro
uno scherzo. Finalmente venne l'ora in cui Silente doveva arrivare e
poco dopo dal salotto si sentì una voce familiare imprecare
contro la metropolvere e i vecchi camini che andavano puliti. I
ragazzi più Morwen si diressero in salotto lasciando gli
adulti in cucina. Silente infatti aveva detto che con loro avrebbe
parlato più tardi.
Chiusa la porta del salotto gli adulti
si squadrarono rapidamente poi si diressero di corsa vicino alla
porta per ascoltare. Dopotutto la differenza tra adulti e ragazzi in
certe situazioni è minima.
Grimmuld Place, salotto
- Buon giorno a tutti miei cari ragazzi
è un piacere vedervi tutti. Morwen vedo che ti sei già
ambientata, sei pregata di lasciare Sirius in vita per favore- esordì
Silente vedendo le condizioni del salotto.
- Il cane rognoso è vivo se
questo ti interessa e può deambulare da solo vecchio
rompiballe. Adesso ti ricordi che ho frequentato Hogwarts 50 anni
fa.- sbuffo Morwen incrociando le braccia e incassando la testa nelle
spalle. Non lo sopportava quel vecchio rimbambito che si sarebbe
dovuto ritirare in un magiospizio già quando lei aveva
frequentato Hogwarts 50 anni prima.
-Non ricordavo la tua frequentazione
perchè fu un tale sollievo, quando tu e Sirius abbandonaste la
scuola che solo ricordare i vostri danni mi fa venire l'ulcera. Sei
una professoressa ora e sei pregata di non distruggere per quanto
possibile la scuola. Comunque venendo a noi. Harry ti vedo bene e
anche voi Ronald e Ginevra me ne compiaccio. Non vedo la signorina
Granger ci raggiungerà più tardi?- chiese Silente
sorridendo.
- Non si preoccupi preside colei che
conosceva come signorina Granger è presente ad ascoltare anche
se le vorrei chiedere, se possibile, di chiamarmi signorina Le Fay
grazie.- rispose Morrigan guardandolo negli occhi. Silente rimase un
attimo stupito poi vide qualcosa che lo fece ridacchiare e scuotere
la testa.
- Come desidera signorina Le Fay. Noto
che è bastato stare in compagnia di sua cugina solo poche ore
per assimilarne l'insolenza. Non avrei mai immaginato che fosse lei
la cugina di Morwen. Qual'è il suo nome, se mi è dato
saperlo? Bisognerà cambiare il nome dell'iscrizione alla
scuola.- chiese Silente che ormai sospettava qualcosa ma ne voleva la
conferma.
- Morrigan Ainè Le Fay, preside-
rispose Morrigan con eleganza. Con i ricordi era tornata anche
l'educazione aristocratica impartita dalla madre e dalla nonna e il
carattere leggermente altero che caratterizzava la discendenza di
Morgana.
- Ah. La figlia perduta di Helena
Corvonero, mi perdoni Le Fay- disse Silente. Lui era uno dei pochi a
sapere che Helena Le Fay aveva una figlia, dopotutto il suo fantasma
era al castello ed era una simpatica interlocutrice.
- Già. Sei venuto per un motivo
vecchio rimbambito, se soffri di Alzheimer ti faccio ricoverare io
tranquillo. Possiamo cominciare?- disse Morwen che era curiosa quanto
gli altri di sapere cosa voleva il vecchio e interpellare il tempo
era fuori discussione finché non lasciava la casa.
- Per essere un demone del tempo sei
piuttosto impaziente Morwen cara. Comunque vi voglio presentare
quattro giovani che si sono ricordati chi sono pochi giorni fa e sono
venuti da me a chiedere asilo. Prego ragazzi venite avanti.- iniziò
Silente.
Dal buio emersero due ragazzi e una
ragazza che si guardavano intorno. Il primo dei ragazzi era alto e
asciutto, si vedeva che il fisico era stato modellato da anni di
Quidditch nel ruolo di cercatore, capelli biondo cenere e occhi color
ardesia. La pelle era così candida da sembrare neve. Tutto di
lui parlava di delicatezza ma la luce nei suoi occhi smentiva tutto.
Il particolare più interessante erano le orecchie a punta che
spuntavano dai capelli. Il secondo ragazzo era di altezza media e un
corpo robusto. Capelli neri come ali di corvo e occhi color del
fiordaliso completavano il quadro con la pelle d'alabastro. Sembrava
un'antica statua greca, e il suo pallore era l'unico segno che quel
ragazzo aveva qualcosa che non andava. La ragazza invece era
piuttosto bassina e mingherlina. Sembrava una fatina dei boschi.
Aveva i capelli dorati e gli occhi color ametista. La sua pelle a
differenza di quella dei suoi compagni era color del miele. Il suo
sorriso dolce e birichino poi rafforzava l'idea della fatina che
svolazzava qua e la per i boschi.
-Loro sono ...- iniziò Silente
ma Morrigan e Morwen lo interruppero pronunciando i loro nomi.
-Ciàran Emrys o come voi
preferite Grifondoro, Aodhan Peverel o Serpeverde e infine Deirdree
Karales o Tassorosso. Gli ultimi discendenti diretti dei quattro
fonadtori.- disse Morrigan.
- Naturalmente Aodhan è nato
prima che Salazar andasse completamente di testa e cominciasse a far
danni a destra e manca. Diciamo che lui è il ramo sano della
famiglia. Testa di Serpente e il quattrocchi qui fanno parte del ramo
malato.- spiegò Morwen prima di atterrarlo e usare la sua
schiena come sedia.
- Morwen non sono una sedia! Sei
pregata di alzare la tua culatta pesante e metterti seduta sul bel
divano che c'è li. Vedi è comodo e imbottito, fila!-
urlò Aodhan che si era visto utilizzare come sedia un numero
considerevole di volte. Intanto Morrigan era saltata a cavalluccio su
Ciàran e gli si era aggrappata stile boa costrictor e Deirdree
guardava il soffitto mormorando qualcosa sui nargilli che infestavano
quella casa. Dopo che le ragazze si furono staccate dai ragazzi e
avevano riportato alla realtà la loro amica l'ordine tornò
in quel salotto.
- Come stavo dicendo prima di essere
interrotto questi ragazzi mi hanno chiesto asilo e io glielo ho
accordato. Per chiarezza tra voi questi erano fino a quest'estate
Draco Malfoy, Blaise Zabini e Luna Lovegood. Rimarranno qui con voi
fino all'inizio della scuola. Comunque ero qui per comunicarvi
l'intento di fare un nuovo smistamento dove il cappello assegnerà
alla vera casa di appartenenza non seguendo le preferenze degli
studenti come ha sempre fatto in questi anni. Questo è
divenuto necessario visto che il cappello in tutti questi anni ha
smistato seguendo più la volontà delle persone che le
loro inclinazioni e alcuni ragazzi sono stati costretti ad andare in
case a cui non appartenevano veramente . La scuola, oltretutto,
assumerà per il sesto e settimo anno un impronta più
seria che tenderà a preparare per il mondo che ci aspetta e
per la guerra. Nuovi corsi e attività verranno proposti per
aiutare gli studenti una volta usciti dalla scuola. Le lezioni
continueranno normalmente ma sarà obbligatoria la
partecipazione a un numero minimo di attività. Che si
svolgeranno nelle ore buche degli studenti e nel pomeriggio.- spiegò
Silente guardandoli serio.
- Spero che tutte quelle attività
non le debba gestire da sola vecchio, perchè anche se sono un
demone temporale non ho il dono dell'ubiquità. Nemmeno
manipolando il tempo si può ottenere questo.- gli disse lei
velenosa.
- No tranquilla. Ogni insegnante si
sobbarcherà uno o corsi più corsi a seconda della
disponibilità, chi ha meno lezioni verrà incaricato di
più corsi e verrete aiutati anche da membri dell'ordine- le
rispose Silente.
- Quindi in sostanza io e macchia di
unto vivente più qualche extra- bofonchiò Morwen.
- Si in pratica. Comunque tranquilli
avrete piena libertà di scelta per i corsi e gli studenti che
frequenteranno quei corsi. Questo Morwen non significa che hai il
permesso di distruggere i tuoi studenti. Visto che ci sarà
anche Sirius sei pregata di non distruggere la scuola, se volete
litigare andate nella foresta proibita per favore. Eh no non lo puoi
ammazzare. Qui ho finito vado a parlare con gli adulti per vedere chi
è disponibile per i corsi. Ci vediamo a settembre ragazzi-
concluse il preside dirigendosi in cucina.
Nella stanza rimasero solo i ragazzi e
Morwen. Il silenzio era così denso da poterlo tagliare con un
coltello. Poi Morrigan si alzò e si diresse da Ciàran e
gli altri per fare quattro chiacchiere a cui si aggiunse
immediatamente Morwen che non vedeva l'ora di poter riabbracciare
quelli che considerava i suoi migliori amici. Su un altro divano
Harry e Ron e Ginny guardavano male la loro migliore amica che
discorreva tranquillamente con quella serpe di Malfoy e l'arrogante
di Zabini.
- Ehi Herm Luna come potete parlare
tranquillamente con quelle serpi? Non ricordate come vi hanno
trattato fino ad oggi? Su venite qui con noi a parlare e lasciate
soli quei viscidi serpenti.- chiese loro Ron. Morrigan e Deirdree si
voltarono verso il rosso per fulminarlo con lo sguardo una e per
osservarlo stralunata l'altra.
- Taci Ronald Bilius Weasley. Loro sono
nostri cari amici, un altra parola e potresti non vedere l'alba di
domani. Inoltre sei pregato di chiamarci con i nostri veri nomi che
sono Morrigan e Deirdree.- rispose Morrigan inviperita. Da quando era
uscito Silente da quella stanza il suo umore era drasticamente
peggiorato. Di per se lei non era nervosa o altro ma qualcosa la
rendeva di cattivo umore, non capiva nemmeno lei cosa, era come una
sensazione. Evidentemente lei non era l'unica a risentire di ciò
perchè anche Ciàran sembrava di pessimo umore. Morwen
si accorse di ciò e poggiando una mano sulle spalle dei due
tentò di calmarli per evitare di scatenare problemi.
- Ehi buoni voi due. Cercate di
calmarvi e ignorate quell'idiota che parla. Dovete mostrarvi
superiori a lui. Se proprio non ce la fate rispondete con la vostra
arma migliore: il sarcasmo. Siate pungenti si, ma con la lingua non
con le mani. Ricordate sempre che ferisce più la lingua che la
spada. Se vedete che la situazione non migliora vi alzate e uscite
dalla stanza, ma non reagite in maniera violenta. Chiaro?- disse loro
Morwen. I due la guardarono con delle espressioni che sembravano
dire: che fai predichi bene e razzoli male. Tu sei la prima a reagire
in maniera violenta.
- Che centra io sono io. L'unica
persona a cui reagisco in maniera violenta è il cagnaccio. Con
macchia di unto uso le parole. Anche perchè solo sfiorarlo
potrebbe uccidermi.- rispose Morwen alle loro espressioni.
- Molto bene allora noi saliamo in
camera così Lenticchia non potrà disturbarci. Morrigan
tu lo hai finito il tema per trasfigurazione? Mi servirebbe una mano-
disse Ciàran all'amica prima di alzarsi.
- Si Ciàran l'ho finito. Vengo
volentieri a darti una mano. Trasfigurazione è sempre stata il
tuo punto debole. Nella maggior parte delle materie vai bene, in
pozioni eccelli, ma Trasfigurazione e Incantesimi sei proprio un
disastro- rispose Morrigan ridacchiando.
- Tu non vai da nessuna parte con
Herm...Morrigan Malfoy. Il tuo aspetto, il tuo nome saranno pure
cambiati ma per noi se sempre quella serpe viscida di Malfoy.-
intervenne Harry mentre Ginny dietro di lui annuiva concorde.
- Zitto Sfregiato. Morrigan è
grande e può fare come vuole. Non sei suo padre, non è
tenuta ad obbedire ai tuoi ordini.- rispose Ciàran ormai al
limite della sopportazione. Morrigan, in quel momento, decise di
alzarsi e portare via Ciàran prima che la situazione si
facesse troppo calda. Non voleva che l'amico finisse nei guai e poi
avesse problemi a scuola. Visto il nuovo smistamento in programma,
per lui era meglio mantenere un rapporto apparentemente civile con
Harry e Ron.
- Ok fermi tutti, rinfoderate le armi e
fate silenzio. Ciàran, tu e Morrigan andate in camera o tua o
sua ma fuori da questa stanza. Prima di fare quel tema voglio che
meditiate entrambi per almeno un'ora possibilmente all'aperto
altrimenti in una zona dove vi è la natura. Voi, Potter e
Weasley, vi informo fin d'ora che questi comportamenti non saranno
tollerati nella mia classe e qualora vi fossero provvederò
personalmente a punire l'aalievo o allievi in questione. Sappiate che
non faccio distinzioni di sorta, ne favorisco miei studenti come fa
il professor Piton. Per me tu Potter non sei il prescelto sei solo un
ragazzo che alla fine di quest'anno si troverà a dover
affrontare la guerra. Se non cambi atteggiamento sarai solo un
bersaglio che cadrà con la stessa velocità con cui sono
caduti gli altri prescelti di tante altre profezie. Non sei speciale
Potter per me sei solo uno qualunque dei miei studenti. In quanto a
te Weasley il discorso è simile. Non ti azzardare più a
fare commenti di questo genere. Non hai il diritto di dire alle
persone quello che devono fare e non osare mai più giudicare
le persone solo per la casa di appartenenza. Vedi di crescere perchè
altrimenti non sopravvivrai a lungo li fuori.- Finì lei
severa. Poi si diresse a grandi passi verso la cucina gridando:
- Siiriiiuuusss dove sei? Vieni qui che
ho bisogno di sfogarmi.-
Angolo dell'autrice
Salve a tutti gente eccomi qui con un
nuovo capitolo. Spero vi piaccia. Visto che c'ero metto i link per
vedere il colore degli occhi dei personaggi principali.
Se quel primo settembre, qualcuno
avesse scandagliato con gli occhi il binario 9 e ¾ si sarebbe
accorto che il famoso Trio dei Miracoli, aveva qualcosa che non
andava. Infatti il trio era rimasto sempre un trio ma, al posto di
una ragazza riccioluta e dagli occhi color dell'oro, conosciuta come
la Regina dei Grifondoro ,ma ai più come Hermione Granger, vi
era un'altra ragazza dai capelli color del fuoco. Per i Grifondoro,
era Ginny la sorellina di Ron, ma per i Serpeverde e le lingue più
malevole era semplicemente la Piattola Weasley. Non era solo questa
la stranezza però di quella mattina bensì anche la
mancanza del più agguerrito avversario di Potter, Malfoy che,
con la sua naturale colorazione di capelli, non poteva passare
inosservato. Per loro fortuna nessuno aveva prestato particolare
attenzione a un gruppetto di quattro ragazzi che saliva sul treno il
più in fretta possibile per non attirare l'attenzione. Una
volta saliti tutti gli studenti, il treno con un fischio e uno sbuffo
di vapore partì alla volta della scuola di magia più
famosa dell'Inghilterra. Hogwarts.
Il viaggio in treno era cominciato da
poco quando qualcuno bussò allo scompartimento dove Morrigan e
il suo gruppo si erano sistemati per evitare visite indesiderate. Tre
volti si girarono verso Morrigan che sbuffando chiuse gli occhi e si
concentrò, come le aveva insegnato la cugina, per sondare
l'aura di chi stava bussando alla porta. Quando riaprì gli
occhi scosse la testa per avvertire i suoi amici di non aprire quella
porta. Dopo un po' chiunque fosse rinunciò e se ne andò
lungo il corridoi.
- Allora Morrigan chi era alla porta?-
chiese Aodhan curioso.
-La nostra cara Lavanda Brown e il suo
gruppo di oche che volevano conoscere i ragazzi nuovi.- rispose
Morrigan infastidita. Non sapeva perchè ma non poteva
assolutamente sopportare il pensiero che la Brown si avvicinasse a
Cìaran.
- Aiuto come faremo ad Hogwarts a
liberarci di quell'oca. Rischio di trovarmi lei e le sue amiche tutte
nella mia casa, a una distanza troppo breve dalla mia camera. Aiuto!!
Morrigan ti chiedo asilo per favore salvami tu! Oppure tu Aodhan
siamo amici da tanti anni mi aiuterai vero? Tu Deirdree?- quasi urlò
Cìaran spaventato a morte tenendosi il volto tra le mani e
pregando gli altri di aiutarlo.
- Dubito seriamente che Morwen ti
consentirà di rimanere in camera mia. Anche se sei tu Ciaran
ma farò il possibile per salvarti da quelle oche. Pensa però
che saranno così addolorate dalla triste “dipartita”
di Malfoy che probabilmente avrai un po' di tranquillità, per
un certo tempo.- gli rispose ridacchiando Morrigan. Vedere l'ex sex
simbol di Hogwarts Draco Malfoy scappare da delle ammiratrici che
prima portava a braccetto.
- Ah Ah Ah. Quanto sei simpatica
Morrigan. Quasi quanto Morwen.- rispose piccato Cìaran alla
risposta divertita di Morrigan.
- Guarda il lato positivo amico, col
nuovo smistamento in programma le oche potrebbero finire a Tassorosso
e quindi non sarebbero un tuo problema- gli disse Aodhan che se la
rideva tra i denti.
- Sperò di no perchè
questo vorrebbe dire che me le dovrei subire io. Voi sapete che per
quanto possa sembrare pestifera, ho una pazienza quasi infinita ma
solo passare due ore con loro potrebbe comportare l'inizio di una
serie di scherzetti propri delle fate. Aodhan tu sai di cosa parlo
perchè lo hai provato in prima persona. Il mio retaggio di
fata è molto sviluppato e poco incline agli scherzi innocui.-
protestò Deirdree
-Effettivamente tu, Morrigan e Morwen
non avete nemmeno la concezione di ciò che sia innocuo.-
borbottarono Cìaran e Aodhan sottovoce per non farsi sentire.
Dopo questo piccolo siparietto, il
viaggio proseguì tranquillo e senza intoppi.
Scozia, Hogwarts, Sala Grande
All'arrivo ad Hogwarts Silente aveva
invitato i suoi studenti a rimanere nell'atrio suddivisi per anni
scolastici e aveva informato gli allievi dei cambiamenti che erano
stati apportati alla scuola e ai programmi, primo fra tutti un nuovo
smistamento per tutte le classi. A quella notizia era scoppiato un
boato che si era placato solo diversi minuti dopo. Ora Silente stava
facendo entrare le classi un per volta a partire dal primo anno fino
ad arrivare all'ultimo. Deirdree salutò a malincuore i suoi
amici e si avviò all'ingresso insieme agli allievi del sesto
anno. Nessuno di loro sapeva quale cognome Silente avrebbe usato ma,
molto probabilmente, avrebbe utilizzato i più conosciuti per
nascondere la discendenza di Morrigan e Cìaran da Morgana e
Merlino. Molto probabilmente sarebbero stati additati come gli eredi
dei fondatori, ma nessuno avrebbe mai capito quanto fosse stretto
quel legame familiare. Dalla porta sentirono Silente annunciare il
terribile attacco dei mangiamorte che aveva portato le signorine
Lovegood e Granger e i signorini Malfoy e Zabini, intervenuti per
difenderle, alla morte. Di non intristirsi troppo della loro morte
perchè questi ragazzi sarebbero sempre stati con loro ad
Hogwarts e nei loro cuori. Poi, dopo un minuto di silenzio, annunciò
che Hogwarts era felice di accogliere nella loro scuola quattro nuovi
studenti di cui una avrebbe frequentato il sesto anno e gli altri tre
il settimo. Iniziò lo smistamento; dopo diversi minuti arrivò
finalmente il turno di Deirdree.
- Deirdree Tassorosso- chiamò la
McGrannit. Nella sala calò il silenzio di colpo.
Deirdree si sedette sullo sgabello ma
la McGrannit non fece in tempo a posarle il cappello sul capo che
quest'ultimo gridò con sicurezza:
- TASSOROSSO- Deirdree si alzò e
si sedette al suo tavolo, ignorando i bisbigli che la circondarono.
Dopo Ginevra Weasley, che venne smistata a Tassorosso, Silente invitò
il settimo anno ad entrare.
Morrigan e gli altri camminarono a
testa alta in mezzo alle file di panche fino ad arrivare davanti al
cappello. Lo smistamento procedette con tranquillità fino a
che non venne chiamata Morrigan.
- Morrigan Corvonero- scandì la
vicepreside, guardando male gli allievi seduti che avevano
ricominciato a bisbigliare.
Come per Deirdree, anche per lei il
cappello non sfiorò il suo capo prima di urlare la casa di
appartenenza.
- CORVONERO- anche lei si alzò e
si sedette al suo tavolo. Tra i corvonero l'accoglienza fu migliore
ed erano tutti felici di avere una studentessa che discendeva dalla
fondatrice della loro casa.
Per Cìaran e Aodhan la
situazione fu simile a quella delle loro compagne e vennero smistati
Cìaran a Grifondoro e Aodhan a Serpeverde. Harry venne
smistato a Grifondoro mentre Ron invece a sorpresa finì a
Tassorosso insieme alla fidanzata, Lavanda Brown. Deirdree dopo
questo smistamento si girò il tempo necessario a fulminare con
lo sguardo i suoi tre amici, specialmente Aodhan che sul treno aveva
scherzato sulle pettegole.
Silente si alzò in piedi e
cominciò a fare il suo classico discorso di inizio anno e
presentando i membri esterni come insegnanti per i corsi che si
sarebbero svolti quell'anno. Poi si voltò verso la potrona che
sarebbe spettata a Morwen e sospirando disse:
- Avrei voluto presentarvi la nuova
professoressa di Difesa contro le Arti Oscure per il sesto e settimo
anno, ma purtroppo è impegnata altrove e non è riuscita
ad arrivare in tempo. Non posso far altro che augurarvi Buon Appetito
e darvi il bentornato o benvenuto a Hogwarts.- concluse il preside
dissimulando una nota di preoccupazione.
Inghilterra, poco fuori Londra
Morwen era più che impegnata in
quel momento. Era nei guai fino al collo. Quando era arrivata dove
era stato segnalato un attacco di Mangiamorte si aspettava di
trovarsi davanti un luogo pieno di babbani e idioti con una bacchetta
che scagliavano incantesimi a tutto spiano, invece tutto quello che
aveva trovato era solo uno stuolo di pecore ignoranti pronte a
seguire il pelato senza naso in capo al mondo. La cosa preoccupante
era che sembrava la stessero aspettando. Non appena apparì
infatti dalle bacchette di quel gregge di pecore partirono dei raggi
verdi che avrebbero ammazzato chiunque tranne lei. Si protesse come
poté con un incantesimo scudo, ma venne comunque sbalzata
indietro. Cominciò a combattere lanciando incantesimi a
qualsiasi bersaglio che si muoveva, incurante del fatto di trovarsi
in inferiorità numerica. Dopo pochi minuti si era già
liberata della maggior parte dei Mangiamorte, ma, bastò la
distrazione di pochi secondi perchè si scatenasse l'inferno.
Tre Mangiamorte alzarono le bacchette al cielo e pronunciarono un
incantesimo di evocazione. Nel terreno si aprì una voragine
enorme nella quale vorticavano furiose diverse correnti. Morwen
impallidì per quanto possibile e si lanciò verso quello
che riconobbe come un portale del regno dei demoni. Sfortunatamente
non fece in tempo perchè dal portale uscirono in rapida
successione tre enormi demoni, dall'aria non molto pacifica. Usciti
dal portale assunsero tutti e tre la forma umana per quanto possibile
e Morwen li riconobbe per quello che erano: Un demone emozionale, un
demone dimensionale, e l'ultimo, forse il più pericoloso, un
demone elementare. I primi due non li conosceva, sapeva solo che tipo
erano, mentre l'ultimo lo conosceva bene e l'ultima volta che si
erano incontrati non era finita bene per lei.
Il demone emotivo era simile in tutto e
per tutto a un dissennatore, solo che bisognava capire di che
emozione si nutrisse senza, tuttavia, finire nelle sue grinfie.
Quello dimensionale aveva un aspetto
più umano. Pelle bianca, occhi rossi, capelli neri, orecchie a
punta edalla schiena fuoriuscivano delle gigantesche ali di
pipistrello. I suoi occhi si fermarono su Morwen e la scrutarono con
uno sguardo per niente amichevole. Sembrava particolarmente affamato.
L'ultimo si chiamava Astraeth e lei lo
conosceva molto bene. Aveva passato anni a fuggire da lui. Aveva
l'aspetto più umano che un demone potesse assumere. Il corpo
alto e flessuoso era teso e pronto a scattare. I capelli argentati
ondeggiavano in balia del vento, nascondendo parzialmente la maschera
che copriva tutto il volto, lasciando aperture solo per occhi, naso e
bocca che in quel momento stava ghignando in una maniera che non le
piaceva troppo. Da come era vestito sembrava un antico samurai. Gli
occhi rossi come braci, pulsavano, e la guardavano con uno sguardo
che la fece tremare di terrore. Quello sguardo non aveva niente a che
fare con fame, o sete di distruzione, ma centrava tutto con
desiderio, umiliazione, sofferenza e morte. Se gli altri due
l'avrebbero uccisa senza pensarci due volte, lui non le avrebbe
concesso un lusso simile, l'avrebbe torturata, umiliata, spezzata e
solo allora una volta ridotta al fantasma di se stessa le avrebbe
concesso il sollievo della morte. Evocò Antares la sua spada e
si preparò al combattimento. Antares brillava nella sua mano
riconoscendo nella demone temporale la sua legittima padrona. Con
alcuni fendenti precisi riuscì, grazie al potere temporale di
Antares a distruggere i due demoni più deboli, ma ora si
trovava a dover affrontare il suo peggior incubo che aveva estratto
la spada e le si avvicinava mentre intorno a loro il fuoco creava un
cerchio per impedirle di scappare. Si mise in guardia e aspettò
il fendente che arrivò dritto verso la sua gamba destra.
Schivò con una giravolta e approfittando della spinta sferrò
anche lei un fendente mirato alla gola che quest'ultimo parò
con la lama della sua spada.
- Finalmente ci rivediamo, Morwen. Come
stai dopo il nostro ultimo incontro ma petit chat!-
disse lui ghignando divertito dalla paura mista a rabbia che si
leggeva chiara nello sguardo di Morwen.
-Non chiamarmi mia piccola gattina
maledetto!- rispose Morwen
irosa. Intanto il combattimento continuava senza sosta. I due si
scambiavano affondi e parate in una sincronia perfetta. Più
che un combattimento sembrava una danza, anche se mortale. Lui
continuava a provocarla fino a che non riuscì a ferirla al
braccio che teneva la spada. Da quel momento Morwen cominciò a
subire ferite su ferite. Bruciature, tagli e squarci vari avevano
ricoperto il suo corpo. Astraeth la osservava sempre più
bramoso man mano che il sangue colava lungo il corpo di lei. Dopo
aver bucato la sua difesa ancora una volta le ruppe il ginocchio.
Morwen
cadde a terra inerme e indifesa, alla mercé di lui.
Completamente in suo potere.
Sotto
di lei andava a formarsi una pozza di sangue. Il danno maggiore era
proprio l'ingente perdita di sangue, visto che le ferite non erano
gravi, soprattutto per un demone come lei. Erano state inflitte per
far soffrire non per uccidere. Morwen lo vide avvicinarsi a lei e non
potè pare nulla per fermarlo.
Astraeth si chinò su di lei,
tolse la maschera e le si sedette in grembo bloccandola ulteriormente
con il proprio peso.
Morwen lo guardava allarmata e la
rabbia nel suo sguardo fu sostituita dal puro terrore.
-Shhhss ma petit chat rilassati.
Va tutto bene tranquilla. Ricordi tutto questo è già
accaduto, abbiamo già fatto qualcosa di simile trent'anni fa.
Certo, allora non eri nel tuo vero corpo, ma ti assicuro apprezzerai
la cosa molto di più di allora.- disse lui suadente chinandosi
verso il suo viso e passandole la lingua dietro l'orecchio,
mordicchiandole il lobo e scendendo lungo il volto fino ad arrivare
alla bocca.
La
baciò con irruenza, aprendole la bocca a forza, proprio come
aveva fatto in passato, bloccandole con una mano le braccia sopra la
testa mentre l'altra scorreva lungo il corpo di Morwen. Lei si
dibatteva con tutte le sue forze ma lui era più forte.
Astraeth lasciò la sua bocca per scendere lungo il collo di
cigno di Morwen fino ad arrivare all'incavo tra le spalle dove
sentiva le pulsazioni di lei sempre più rapide e il sangue
correre come un forsennato. Spalancò la bocca esponendo una
dentatura pari a quella di un leone e la morse forte finchè
non sentì il sangue di lei scorrergli in bocca. Morwen non
poté impedirsi di urlare dibattendosi più forte.
Astreath mollò la presa e si allontanò con il sangue di
Morwen che gli sporcava il mento.
- Ora nessun demone oserà
avvicinarsi a te. Con il marchio ti ho reclamata come la mia compagna
e nessun demone oserà sfidarmi avvicinandosi a te. Sarai mia e
io ti avrò prima o poi. Noi demoni siamo immortali e sta
sicura che sarai mia- disse lui prima di allontanarsi e sparire. Non
appena le fiamme si spensero Morwen si alzò e guardò il
punto in cui era sparito Astraeth. Una scia di lacrime le bagnava il
volto e barcollando si smaterializzò nell'unico posto dove
quel mostro non poteva raggiungerla, Hogwarts.
Angolo della scrittrice
Ciao a tutti eccomi tornata. D'ora in
avanti l'aggiornamento sarà fissato per il week-end, causa
impegni scolastici.
Ringrazio RTT, Eris_99, Kasumi_89,
hajar e ForeverDreamer per aver recensito. Grazie.
Grazie anche a colore che l'hanno
inserita tra le preferite e le seguite
Morwen si materializzò ai
confini della scuola e, invece di dirigersi in infermeria, vi volse
verso la foresta proibita. Le sue ferite fisiche stavano guarendo a
velocità sorprendente, ma dentro di lei si era riaperto uno
squarcio che con fatica anni prima era riuscita a richiudere. Si
addentrò nei recessi più profondi della foresta fino ad
arrivare alla loro radura. Era proprio come la ricordava, lo scorrere
del tempo non aveva intaccato l'eterna pace di quel luogo.
Appoggiandosi al loro albero si sedette e alzò gli occhi al
cielo per osservare la volta stellata. I suoi occhi si riempirono di
lacrime, ricordando i momenti felici che avevano condiviso. In quella
radura si era donata a lui la prima volta, lì lui l'aveva
reclamata come sua, lì avevano passato piccoli momenti di
eternità felici, una nelle braccia dell'altro, lì
avevano fantasticato sul loro futuro insieme, sempre lì lei
gli aveva annunciato di aspettare un bambino, il loro bambino. Un
bambino che non aveva mai visto la luce, un bambino perso dopo pochi
mesi. Lui l'aveva abbandonata, e il dolore le aveva fatto perdere il
piccolo. Morwen sapeva perchè era cambiato tanto la ricordava
bene la conversazione avuta con lui prima che andasse a parlare con
suo padre per dirgli che non intendeva seguire le sue orme e che
aveva scelto di vivere in pace e serenità con la sua
compagna.
Inizio Flashback
Era una notte di luna piena e nella
radura sdraiati su una coperta vi erano due giovani stretti un
all'altra. I loro corpi erano allacciati e lei aveva posato la testa
sul petto di lui che la teneva stretta e ogni tanto le lasciava
piccoli baci nei capelli. Gli occhi di lui si posavano su di lei e il
grigio tempesta di lui si scioglieva diventando argento liquido. Dai
suoi occhi traspariva un amore puro e forte per la donna che
stringeva tra le braccia. Quella stessa donna che lo aveva accettato
come compagno e che lo amava perchè era Astraeth e non perchè
era il principe dei demoni di fuoco. Lo amava per quello che era non
per il titolo che aveva. Lei aprì i suoi occhi ancora accesi
di un rosso scuro dopo la passione che li aveva travolti. La sua
donna, la sua compagna, l'unica tra le donne demone ad aver
sviluppato gli occhi rossi demoniaci nonostante la sua giovane età
come demone. Lei che era più forte, affidava a lui la sua
sicurezza.
- Sei sicuro che vuoi andare
Astraeth? Tuo padre non la prenderà bene.- disse lei con la
preoccupazione negli occhi.
- Si Morwen, devo andare. Voglio
liberarmi della sua oppressione una volta per tutte. Voglio essere
libero di vivere la mia eternità al tuo fianco- rispose
Astraeth guardandola con dolcezza.
- Allora è meglio che te lo
dica adesso. Ricordi che in questo periodo stavo sempre male? Mi sono
fatta dare un'occhiata da mia madre- iniziò lei.
- Cosa ti ha detto? Stai bene?-
chiese Astraeth preoccupato.
Morwen gli prese la mano e gliela
posò sul suo ventre. Astraeth inizialmente non capì, ma
poi i suoi occhi s'illuminarono di comprensione e il suo voltò
divenne raggiante.
- Sei incinta?- chiese per conferma.
Alla conferma di Morwen si abbassò all'altezza del ventre di
lei e vi depositò un bacio.
- Sono al terzo mese e mia madre
dice che procede tutto bene.- rispose lei alla sua domanda implicita.
- Ora ho un motivo in più per
andare e tornare da voi. Mi raccomando campione proteggi tu la mamma
mentre sono via- disse Astraeth al ventre di Morwen. Poi si alzò
e in una fiammata svanì.
Fine Flashback
Non era più tornato. Lei lo
sapeva perchè. Ne aveva avuto il sospetto fino a trent'anni
fa, poi aveva ricevuto la conferma guardandolo negli occhi. Il padre
non aveva preso bene la decisione del figlio e per tenerlo ancorato a
se lo aveva esposto a una fonte di malvagità troppo forte per
lui a quei tempi. Entrambi avevano pagato un alto prezzo per
quest'atto folle. Il padre aveva perso la vita, ucciso dal figlio,
influenzato pesantemente dalla fonte, Astraeth aveva smarrito la sua
anima. L'unico a potersi liberare di quella possessione era Astraeth
stesso ma lei sapeva quanto fosse difficile quella battaglia.
Trent'anni fa ci era quasi riuscito e la parte malvagia in lui, per
punirlo, l'aveva quasi ammazzata. Questa volta invece sembrava quasi
che la sua parte malvagia fosse stata impegnata a combattere su due
fronti. Non aveva ancora perso le speranze, ma la lontananza da lui
la dilaniava. Vederlo per lei era ogni volta più devastante.
Guardando le stelle mandò loro la sua preghiera, poi, si
addormentò lì in attesa dell'alba.
Si svegliò poco prima che
sorgesse il sole e si diresse verso il castello. Arrivata ai piedi
della torre ovest spiccò un salto che la portò alla
finestra della sua stanza. Silente le aveva concesso di sistemare la
sua camera nella stessa torre dei Corvonero e, visto che Vitius ormai
aveva superato una certa età le aveva affidato il ruolo di
capocasa dei Corvonero. Entrò nella sua camera, si fece una
doccia per togliere le ultime tracce di sangue rimasto, e si vestì
con una divisa particolare composta da: una maglia di pelle nera
senza maniche che le lasciava molta libertà di movimento, dei
pantaloni in pelle di drago sempre neri e degli stivali senza tacco
neri con decorazioni argentate. Era pronta a mettere sotto quei
ragazzi. Quest'ultimi se speravano di cavarsela a buon mercato come
con Piton sbagliavano di grosso. Lei sosteneva che per imparare
bisognava provarlo sulla propria pelle. Controllò che classi
aveva quel giorno e s'incamminò in Sala Grande. La scena che
si trovò davanti per poco non la fece accasciare a terra tra
le lacrime. Al suo ingresso i ragazzi si voltarono tutti verso di
lei. La prima cosa che notò fu Deirdree accasciata sul tavolo
di Tassorosso che sventolava qualcosa di vagamente somigliante a una
bandiera bianca. Intorno a lei tutte le ragazze di Tassorosso
parlottavano e tentavano di coinvolgerla nelle loro conversazioni. I
ragazzi invece erano troppo occupati a fissare lei per salvarla dalle
compagne di casa. Il suo sguardo poi passò al tavolo di
Serpeverde dove Aodhan era accasciato sul tavolo per il troppo
ridere. Tutte le ragazze di Serpeverde si erano sbrigate a
riacciuffare le menti dei membri della loro casa e quelle fidanzate
stavano facendo una ramanzina coi fiocchi ai loro promessi sposi.
Corvonero invece era la casa più tranquilla. I ragazzi si
fermarono ad osservare l'entrata di Morwen ma le ragazze della casa
svelte li coinvolsero in azioni molto più importanti
minacciandoli di ritorsioni. Morrigan faceva colazione ,facendo ogni
tanto delle smorfie disgustate, leggendo il suo orario e la lista dei
corsi. Spostando lo sguardo a Grifondoro Morwen vide Cìaran
circondato da un gruppo di ragazze che gli chiedeva un appuntamento,
mentre lui chiedeva aiuto con lo sguardo terrorizzato. Morwen si
diresse al tavolo dei professori e sedutasi si mise a chiacchierare
con la McGrannit e Vitius mentre sorseggiava un calice di sangue di
drago. I demoni non mangiavano cibo normale ma si nutrivano di sangue
di drago che li manteneva in forze come un pasto completo. Altri tipi
di sangue non risultavano nutrienti e anzi alcuni persino velenosi.
Appena finita la colazione si diresse nella sua aula e sedendosi
sulla cattedra si mise ad aspettare i suoi studenti. Per le prime due
ore aveva le classi di Grifondoro e Corvonero del settimo anno.
Quindi di conseguenza Morrigan e Cìaran. Quanto si sarebbe
divertita. Come primo giorno voleva vedere a che livello erano gli
studenti per capire dove avrebbe dovuto insistere di più. Si
decisamente si sarebbe divertita.
Quella mattina Morrigan si sentiva
sempre più strana. A colazione era riuscita a malapena a
mandar giù qualcosa, ma il cibo la disgustava. Aveva guardato
con invidia sua cugina scolarsi un calice di sangue di drago e
facendosi forza aveva mandato giù un cornetto. Nonostante per
un quarto fosse un elfa, la sua natura demoniaca era molto forte.
Aveva bisogno di parlare di questa cosa con Morwen. Cìaran
accanto a lei aveva fatto la sua colazione con un tè alle erbe
e una mela, e ora camminava tutto tranquillo accanto a lei. Quando
entrarono in classe videro Morwen seduta sulla cattedra a sfogliare
il registro. Essendo ancora presto le si avvicinarono e cominciarono
a discorrere con lei.
- Ciao cugina. Tutto a posto? Ieri non
eri alla cena, è successo qualcosa?- chiese Morrigan che
mentre si erano avvicinati aveva notato dei piccoli segni sulle
braccia e il morso sul collo.
- Si tutto ok. Tu? Ho notato che non
gradisci molto il cibo. Ho un piccolo regalino per te, peste.- disse
Morwen tirando fuori un pacchetto di quelle che a prima vista
sembravano sigarette.
- Tutto ok, certo. 1. Quei graffi sono
propri di una persona che sta bene vero? E non pensare che non
riconosca il marchio sul collo per quello che è? Voglio il suo
nome. 2. Cosa sono quelle? Vuoi che mi dia al fumo?- rispose Morrigan
ghignando. Cìaran si stava godendo la scena spostando lo
sguardo da una all'altra.
- Forse un giorno te lo presenterò.
Comunque non sono sigarette di tabacco, dentro vi è un erba
particolare che viene usata per i demoni giovani come te, per
permettere loro di nutrirsi di cibo normale. Sei troppo giovane per
il sangue di drago, ne riparleremo fra seicento anni.- rispose Morwen
ghignando. Morrigan tuttavia vide che sotto alla sua solita
strafottenza vi era un velo di malinconia.
- Ok. Che si fa oggi?- chiese Morrigan
curiosa.
Un piccolo test per verificare le
vostre conoscenze.- rispose Morwen ghignando con un pericoloso
luccichio negli occhi. I ragazzi cominciarono a sudare freddo.
Suonò l'inizio delle lezioni e
quando gli studenti entrarono nella classe si accorsero che c'era
qualcosa che non andava. Al posto della solita classe con i banchi e
la lavagna si trovarono in una specie di arena al coperto con due
aperture su due locali. Il pavimento anziché essere in marmo
era in terra battuta e non vi era la minima traccia di spalti o
luoghi in cui sedersi. Da una zona buia apparv Morwen che si presentò
ai suoi studenti.
- Salve ragazzi, io sono Morwen Le Fay,
la vostra nuova insegnante. Vi avverto fin da ora della mia natura
così da non esserci sorprese. Sono un demone temporale, quindi
con me niente scherzi capito. Visto che non amo molto fare teoria e
correggere compiti scritti, le nostre lezioni saranno tutte
improntate sulla pratica e sull'allenamento fisico per prepararvi
agli scontri che dovrete affrontare usciti da questa scuola. Per oggi
avevo pensato a un test per verificare le vostre condizioni e
conoscenze prima di introdurvi ai nuovi argomenti di quest'anno.
Dirigetevi agli spogliatoi qui affianco e cambiatevi con le divise
che troverete nei vostri armadietti. Lo spogliatoio a destra è
per le ragazze, quello a sinistra per i ragazzi vi aspetto qui fuori
quindi sbrigatevi.- concluse lei il suo discorso.
In contemporanea con le sue parole
dagli spogliatoi uscirono Morrigan e Cìaran con addosso le
divise pronti per la lezione. Morrigan indossava una canotta in
cotone grigio aderente, dei pantaloni neri lunghi che aderivano alle
cosce e si allargavano dalle ginocchia in giù senza tuttavia
toccare terra. Sul fianco vi era un tribale color arancione. Ai piedi
non portava scarpe ma una fasciatura che lasciava scoperte le dita e
il tallone a formare una cavigliera. Cìaran invece era più
scoperto. Portava un paio di pantaloncini militari al ginocchio, una
canotta attillata e al posto delle scarpe portava anche lui delle
fasciature simili a quelle di Morrigan ma le sue proseguivano su per
tutto il polpaccio. Entrambi portavano delle fasciature simili alle
mani, ma Morrigan a differenza di Cìaran le portava lunghe
fino al gomito. Mentre gli altri studenti si andarono a cambiare
Morwen si rivolse ai due dicendo:
- Iniziate a correre lungo il perimetro
dell'arena voi due che ho in mente un programmino niente male-
I due cominciarono a correre facendo a
gara tra di loro e ricorrendo ampiamente alle loro abilità
dovute alla natura elfica di lui e a quella prevalentemente demoniaca
di lei. In pochi minuti avevano fatto 4/5 giri e Morwen li fermò
ordinando loro di fare stretching mentre gli altri studenti
iniziavano ad uscire dagli spogliatoi. Morwen ordinò anche a
loro di cominciare a correre poi si rivolse ai due che intanto
avevano finito di allungarsi e ordinò loro di attaccarla. I
due non se lo fecero ripetere e si lanciarono all'attacco come
facevano da bambini e come avevano ricominciato a fare durante il
periodo estivo. Nonostante il loro impegno Morwen continuava a
schivare i colpi e contemporaneamente controllava cosa facesse il
resto della classe incitando a correre chi batteva la fiacca. Dopo un
po' entrambi si fermarono per guardarla male.
- Che c'è ragazzi già
stanchi? Seamus Dean ho detto correre non farsi una passeggiata!-
disse Morwen.
- Sai vero che è tremendamente
umiliante la cosa, vero?- le disse Morrigan con una vena che pulsava
pericolosamente sulla fronte.
-Dite. Ok basta correre, fate
stretching e dividetevi in gruppi di tre.- ordinò lei, ma
venne interrotta da Harry che chiese
- Perchè ci fa fare tutto ciò
professoressa non dovremmo imparare a usare nuovi incantesimi?-.
- Perchè, Harry, è
inutile imparare potenti incantesimi se non se vivo per farlo. Non
sempre vi potrete difendere con la bacchetta e non avete ancora la
potenza magica necessaria a lanciare incantesimi senza bacchetta
oltretutto dovete essere abbastanza veloci e agili da schivare gli
incantesimi e con riflessi pronti per contrattaccare. Ti basta come
spiegazione o hai bisogno di una dimostrazione?- Gli rispose lei
sarcastica.
- Va bene quindi durante le sue lezioni
non ci insegnerà gli incantesimi ma il combattimento e ci
manterrà fisicamente in forma?- chiese ancora Harry. Morwen
cominciava a indispettirsi ma mantenendo la calma lo guardò
negli occhi e gli rispose.
- Le basi delle arti marziali e del
combattimento ve le darà Sirius nel suo corso che vi consiglio
di frequentare perchè, mi dispiace ammetterlo, ma il cagnaccio
è davvero bravo. Fra alcune settimane, appena vi riterrò
pronti, cominceremo a lavorare sugli incantesimi di quest'anno, non
prima.- e per lei la conversazione era finita. Diede istruzioni
perchè con i gruppi formati cominciassero a duellare tra di
loro in una simulazione di una battagli tre contro tre. Essendo la
classe pari Morrigan e Cìaran si ritrovarono con un componente
in meno e duellarono tra di loro. Morwen passava tra i ragazzi per
vedere come andava e tranne per qualche persona le veniva voglia di
piangere. Sospirando disse tra se
- Abbiamo molto lavoro da fare-
Angolo della scrittrice
Eccomi qui di nuovo con un altro
capitolo. Qui vediamo una parte importante del passato di Morwen e
come lei massacrerà per l'intera durata dell'anno scolastico i
suoi studenti.
Ringrazio chi ha recensito: kasumi_89,
Eris_99, RTT
Un grazie va a chi l'ha aggiunta tra le
preferite e le seguite. Grazie tante e arrivederci al prossimo
capitolo. Un saluto
Morrigan e Cìaran si trovavano
nuovamente davanti alla porta della classe di Difesa in attesa di
Deirdree e Aodhan per partecipare a uno dei tanti corsi di Morwen.
Appena gli altri due arrivarono Morrigan non riuscì a
trattenere le risate e cadde a terra contorcendosi dalle risate.
Cìaran più composto di lei tentava in tutti i modi di
non ridere con il risultato che stava rischiando di soffocare. Lo
spettacolo che si presentava davanti ai due era esilarante. Deirdree
era evidentemente uscita da poco dalla lezione di Pozioni, in quanto
aveva un espressione talmente allucinata da dare l'impressione che
avesse sniffato i fumi della pozione preparata quel giorno.
Oltretutto evidentemente una pozione doveva essere esplosa perchè
la ragazza era ricoperta da un non meglio identificato intruglio di
un colore verde acido. Aodhan comunque non era messo meglio. Lui
evidentemente era appena uscito dalla lezione di Trasfigurazione
perchè presentava dei folgoranti capelli rosa shocking da far
invidia a Tonks e gli occhi erano uno color fiordaliso l'altro color
argento. Oltretutto mormorava qualcosa che somigliava vagamente a
- Trasfigurazione.... Parkinson.....
Trasfigurazione...... mai più- sembrava leggermente sotto
shock.
Morrigan si riprese abbastanza da
impedire la prematura dipartita di Cìaran e mentre lui aiutava
Aodhan a tornare alla normalità, lei, prese Deirdree per le
braccia ed entrando in classe la portò a darsi una ripulita
negli spogliatoi presenti nella classe/arena sotto lo sguardo
sbigottito di Morwen.
Cìaran entrò con Aodhan e
si diresse verso Morwen per chiedere alla demone di aiutare l'amico a
recuperare completamente il suo aspetto. Ora gli occhi erano tornai
del loro colore naturale ma i capelli erano rimasti di una tonalità
accesa di rosa. Tra le risate Morwen riportò i capelli rosa al
loro solito colore nero, poi, indicò loro di aspettarla vicino
alla porta che andava a controllare se Deirdree stesse bene. Dopo
mezz'oretta, in cui vicino alla porta si era radunato un gruppo di
una decina di persone, le tre uscirono dallo spogliatoio dirigendosi
verso il gruppo a passo svelto.
-Ben venuti ragazzi al mio corso sui
poteri ereditari. In questo corso vi aiuterò a scoprire e ad
usare le capacità speciali che sono dentro di voi. Vi dirò
subito che non sarà un cammino facile. Le vostre vere capacità
sono insite in voi, e il vostro viaggio sarà principalmente
spirituale più che fisico. Dovrete scavare e indagare dentro
di voi con la meditazione ed entrare in comunione con l'essenza
stessa del vostro essere. Alcuni di voi penseranno che somiglia alla
religione. In parte è vero perchè questo viaggio era
compiuto in passato dalle sacerdotesse dell'antico culto per trovare
dentro di loro la loro vera forza. Inizialmente faremo meditazione,
poi una volta entrati in contatto con il nostro vero io partirà
la ricerca, del tutto istintiva, del nostro vero potere. Possono
essere vari come uno solo. Voglio farvi una precisazione, per alcuni
ci possono volere settimane se non mesi, per altri giorni o poche
ore. Tutto sta nella vostra capacità di accettarvi così
come siete in maniera conscia e inconscia. Non scoprirete chi siete
se non siete assolutamente certi di volerlo sapere, e se non siete
pronti ad accettarlo. Sarete voi stessi a nascondervi. Avete
domande?- spiegò Morwen seria. Un timido Neville alzò
la mano.
- Si Neville, non aver paura chiedi
pure- disse Morwen.
- Può succedere che qualcuno non
abbia nessuna capacità speciale?- chiese il ragazzo tremante.
- No non accade perchè anche
semplicemente una grande compassione, o un coraggio da leoni, o una
grande pietà sono capacità speciali. Non è
necessario avere la capacità di lanciare fiammate con le mani
o di scatenare un terremoto battendo a terra un piede per avere un
potere speciale.- rispose Morwen alla domanda.
Uscì dall'aula con gli studenti
dietro e si diresse fuori verso la foresta proibita. Fermandosi al
limitare della foresta si voltò verso i suoi studenti e li
vide dubbiosi così per tranquillizzarli si sedette sul prato e
fece segno loro di imitarla.
-Ora voglio che chiudiate gli occhi e
svuotiate la mente. Immergetevi dentro di voi e cercate il vostro
centro. Concentratevi.- disse.
Tutti i ragazzi si sedettero in una
posizione comoda e tentarono di fare quanto chiesto loro. Morwen li
osservava attenta al più minimo cambiamento pronta ad ogni
evenienza. Il suo sguardo spaziò su tutti e 12 i suoi studenti
e si soffermò su quelli che entro la fine della lezione
avrebbero potuto ottenere i risultati più rilevanti e magari
risvegliare il proprio potere. Morrigan sedeva a terra con una gamba
leggermente piegata, l'altra piegata anch'essa passava sotto quella
semi distesa. Il busto leggermente sbilanciato all'indietro e le
braccia tese a sostenere. La testa rivolta verso il cielo permetteva
al vento di far fluttuare la sua chioma nera. I lineamenti del volto
distesi parlavano di una pace e di una serenità totali. Cìaran
invece era più composto. Sedeva a gambe incrociate con la
schiena dritta. Le mani erano posate delicatamente sulle gambe e il
suo volto non mostrava altro che quiete. Morwen se lo aspettava che
sua cugina e Cìaran sarebbero stati i primi a rilassarsi,
svuotare la mente e fondersi con gli elementi, poiché la loro
natura oltre a legarli agli elementi li aveva fin da piccoli
costretti a meditare per mantenere controllo ed equilibrio. Deirdree
ormai era persa completamente nel suo mondo e richiamarla sarebbe
stata un impresa assai ardua. La sua natura di fata le consentiva un
legame così stretto con la terra che probabilmente ora stava
ascoltando ciò che gli alberi, il prato e i fiori avevano da
condividere. Aodhan invece era così assorbito in se stesso che
aveva dimenticato di respirare rischiando di farsi scoprire dagli
altri ragazzi. Come vampiro respirare non gli serviva granché
ma molti avrebbero notato che il giovane non respirava e questo non
sarebbe stata una buona cosa. Da loro si aspettava molto quindi non
si sorprese più di tanto, la sua sorpresa era scatenata da
Neville Paciock che dimostrava una capacità di concentrazione
quasi al livello di Aodhan, il che era ammirevole. Si concentrò
per vedere a che livello erano e cominciò a vagare di mente in
mente.
“Pansy... buono. Riesce a
svuotare la mente e ad ascoltare. Deve solo imparare a non essere
troppo critica con se stessa.” La osservò un poco e
quando capì che era pronta le posò una mano sulla
spalla e la fece sdraiare a terra. La ragazza non si svegliò e
continuò il suo viaggio.
“Theodore... non ci siamo. Troppo
vicino al suo corpo, non riesce a staccarsi” lo guardò e
passò oltre.
“Harry..., Ron... no come
Theodore, Harry un po' più vicino a Pansy però potrebbe
farcela fra tre quattro giorni.” li fissò e si avvicinò
al gruppetto di ragazze seguente.
“ Daphne... ottimo. Equilibrata e
concentrata entro la fine delle due ore dovrebbe riuscirci”
posò le mani sulle spalle della bionda e distese anche lei.
“Lavanda... no come Ron. Deve
trovare il coraggio di affrontarsi.” passò oltre e
decretò che anche Calì non era pronta.
“ Neville... benissimo. Al
livello di Daphne, perfetto.” fece sdraiare anche lui poi
passò ai suoi amici.
“ Aodhan si sveglierà tra
un ora e mezza è a un buon punto. Deirdree ormai è
andata, un oretta e sarà di nuovo fra noi. Cìaran... e
ti pareva che non dovesse mettersi a litigare con il suo potere, tale
e quale ad Astraeth, tutti simili i domatori del fuoco. Cugina
veniamo a te... la migliore come al solito tra mezzora sarà
sveglia e pimpante come al solito, se mi svolazza intorno giuro che
la concio per le feste. Come al solito fanno tutto in maniera più
veloce e rapida degli altri” sospirò Morwen facendoli
sdraiare tutti e quattro. Poi si sedette e nell'attesa che la cugina
si svegliasse si accese una sigaretta e si mise a fumare. Dopo
mezz'ora sentì la voce della cugina che le chiedeva se la
sigaretta fosse di quelle sue oppure si era data all'obbiettivo di
farsi venire un cancro ai polmoni.
- Tu sei già sveglia è?
Sono un demone non posso avere il cancro cugina, nemmeno tu puoi, in
quanto non umani non siamo soggetti ai loro problemi di salute.
Questa è una sigaretta particolare fatta con sangue di drago,
che, attraverso un particolare trattamento, trasformato in foglie
sottili con stampi , viene tagliato per assomigliare al tabacco. Sono
una versione più complessa e avanzata delle tue. Allora come è
andata?-
- Bene, tutto sommato. Mi sono
ritrovata a fare una lunga chiacchierata con me stessa per capire ed
accettare tutto di me, l'elfa e il demone. Mio padre era un demone
elementare dell'aria vero?- rispose Morrigan serena. Nell'ultimo
periodo estivo si era sempre sentita divisa tra la sua parte
demoniaca e quella elfica. Ora aveva ritrovato la serenità.
- Già Coilìn era un
Domatore dell'Aria passava la maggior parte del tempo nei cieli e tua
madre volava con lui sotto forma di falco. Dimmi le capacità
metamorfiche le hai?- chiese Morwen.
- In maniera molto limitata si. Posso
trasformarmi solo in volatili. Continuo a sentire scomodo questo
corpo però non vedo l'ora che sia il mio compleanno così
potrò volare senza usare la scopa. Posso controllare i venti e
le tempeste con tanto di fulmini. Da mamma oltre le capacità
metamorfiche ho preso solo l'empatia e la capacità di
maneggiare le spade temporali.- disse Morrigan sorridendo.
- Solo?!? Tesoro sei molto giovane come
demone, diamine hai solo 16 anni, tra i demoni sei ancora una
neonata. Fra due mesi sarà il tuo compleanno e l'incantesimo
di mascheramento svanirà, facendoti tornare al tuo aspetto
reale. Diventerai molto più forte crescendo, tempo due tre
secoli sarai potente quanto me adesso e io piccola ho ben mille e
passa anni alle spalle. Già ora sei più forte della
maggior parte dei demoni dell'aria che comandava tuo padre. Diverrai
una stupenda e potentissima Signora dell'Aria. Dai tempo al tempo
piccola.- le disse Morwen dolce.
Nel frattempo si erano svegliati anche
Cìaran e Deirdree che seguivano la conversazione tra le cugine
con estremo interesse.
- Voi due invece che avete scoperto?-
chiese Morwen appena si accorse di loro.
- Io sono un Domatore del Fuoco. Posso
domarlo, aizzarlo o estinguerlo solo se ho una base già
accesa. Sono un empatico, come la maggior parte degli elfi, e
telepatico.- disse Cìaran sorridendo tranquillo anche se si
notava una certa tensione in lui data dal fatto che i domatori del
fuoco normalmente erano persone portate molto all'essere sempre in
movimento come le fiamme.
- Io invece mi sono fatta una bella
chiacchierata con la foresta e i suoi abitanti. Ho scoperto una cosa
veramente interessante. Il platano picchiatore si muove costantemente
perchè si annoia terribilmente a stare li da solo con nessuno
che parla con lui. La foresta invece è così buia perchè
si sente tanto sola le sue creature non riescono a tenerle compagnia
in modo giusto. Comunque sono una Signora della Terra. Creo
terremoti, guarisco la terra e le persone, ho il pollice verde e gli
animali mi adorano. Sono in grado di ammaliare come tutte le fate che
si rispettino e tra due anni perderò finalmente il
mascheramento che mi è stato imposto quando ci hanno portati
al sicuro, e le mie bellissime ali torneranno. Un po' come le tue
Morrigan ancora ricordo quando a due anni non riuscivi a correre
perchè le ali ti strusciavano a terra.- concluse Deirdree
sorridendo mentre i tre la guardavano stralunati.
- Io sono un Dominatore dell'acqua e mi
sono fatto quattro chiacchiere con le sirene e la piovra gigante che
afferma pure lei di annoiarsi. Controllo le acque, le maree se ho a
disposizione dell'acqua posso dare qualsiasi cosa. Come vampiro sono
telepatico, telecinetico con un pizzico di psicometria o meglio
chiaroveggenza tattile. Attenti a voi oggetti posso leggere la vostra
storia. Se mi esercito posso arrivare a percepire la storia passata
delle persone. Attenti a voi- disse Aodhan per poi scoppiare a ridere
vedendo le reazioni degli altri. Morrigan era saltata per aria e
attualmente levitava sostenuta dai venti a due metri da terra, Cìaran
si era dato fuoco alle maniche della camicia e ora si osservava le
braccia illese piangendo per la perdita della camicia, Deirdree aveva
strillato come un aquila ed era caduta a terra priva di sensi mentre
Morwen che si trovava vicino agli alberi era saltata e si era
aggrappata a un ramo stile gatto e lo osservava con espressione
assassina.
- Aodhan spera che non ti incontriamo
mai senza testimoni perchè se no sei finito – gli
gridarono le ragazze furiose prima di lanciarsi all'inseguimento
lasciando a Cìaran il compito di far rinvenire Deirdree.
Angolo dell'Autrice
Ciao a tutti eccomi qui con un nuovo
capitolo. In questo vediamo i poteri specifici di ogni ragazzo e un
piccolo abbozzo del gruppo che si andrà a formare. Nel
prossimo capitolo si farà un salto temporale e per i fan delle
Cìaran/Morrigan ci sarà uno sviluppo molto atteso.
Rientrerà in scena una persona che avete preso in antipatia ma
in un ruolo inaspettato e Voldy farà la prima mossa.
Ringrazio chi ha recensito: kasumi_89
ed Eris_99. Vi ringrazio tantissimo.
Ringrazio anche chi l'ha inserita tra
le preferite grazie.
Morwen correva veloce nella foresta
alzando, ogni tanto, gli occhi a scrutare oltre le fronde degli alberi in cerca
di segnali rivelatori che le dessero la posizione della persona che la stava
seguendo, mantenendo comunque gli altri sensi allerta per qualsiasi cosa la
circondasse. Doveva stare attenta se non voleva farsi trovare. Nascondeva la
sua aura magica, cosa che possono fare solo i demoni, per non farsi individuare
da chi seguiva la terra ed evitava di spiccare salti troppo alti per non farsi
vedere da chi volava. Erano tre giorni che correva, si nascondeva e affrontava
i suoi avversari. Era molto stupita dai miglioramenti che aveva notato. Più di una
volta aveva rischiato di farsi prendere, peccando di arroganza, ma non aveva
intenzione di ripetere lo stesso errore. Un fruscio vicino a lei la fece
scattare per nascondersi dietro un albero. Da quella parte uscì Deirdree che muovendosi con sorprendente agilità ispezionò
la radura e chiuse gli occhi per scandagliare la zona. Morwen
ne approfittò per sparire da lì alla velocità della luce. In senso letterale.
Allontanatasi di un paio di chilometri si fermò ad interpellare il tempo per
vedere la posizione degli altri. Morrigan sfruttando
le correnti ascensionali che soffiavano, sostenuta dai venti, sorvolava la
foresta, sfruttando la vista del falco. Cìaran con la
telepatia controllava intere zone di foresta per individuare i suoi pensieri,
seguendo una scia mentale ben precisa. Aodhan invece
con la chiaroveggenza tattile cercava le sue tracce nella foresta stessa.
Daphne tentava di percepirla sfruttando il suo legame con gli animali per
vedere se registravano il suo passaggio, Pansy
sfruttando la sua capacità di percepire le presenze la preoccupava
maggiormente, per questo aveva nascosto la sua aura magico-demoniaca, poiché
poteva percepire e distinguere le presenze secondo la razza di appartenenza.
Ora vedeva come creatura demoniaca solo Morrigan
anche se quest'ultima non completamente. Neville interpellava le piante per
sapere dove si era nascosta e Harry chiedeva aiuto ai serpenti che erano molto
attivi e obbedivano senza problemi. All'esercitazione non partecipavano altre
persone, infatti Ron, Lavanda, Calì e Theodore
avevano rinunciato presto. In Theo , poi, sembrava che la discendenza da
Morgana si fosse talmente diluita che la sua aura non mostrava nemmeno un
briciolo di sangue di una tale antenata. Quando riaprì gli occhi si trovò
davanti Morrigan che la osservava con un sorriso
feroce dipinto sul volto in pugno stringeva Shedir la
sua spada temporale, dalla stella più luminosa della costellazione di
Cassiopea. Morwen evocò Antares
che rispose subito al suo richiamo, non sapeva cosa fosse accaduto alla cugina
ma sembrava sul punto di perdere il controllo. Le due cominciarono a lottare e
a scambiarsi fendenti sempre più velocemente e con sempre più forza. Il
combattimento durò diversi minuti in cui nessuna delle due riuscì ad avere la
meglio sull'altra. I volti di entrambe si stravolsero. Il loro sangue demoniaco
cominciò a ribollire e le loro sembianze a mutare. Morwen
cominciò a somigliare sempre più ad un felino. I suoi tratti si fecero più
affilati, la sua forma più affusolata, i suoi movimenti più eleganti. Morrigan, a dispetto delle sue limitate capacità
metamorfiche, invece di somigliare a un falco, aveva cominciato ad assumere
anche lei le apparenze di un felino, ma la sua forma era molto più umana di
quella della cugina. Infatti i suoi occhi si tinsero di rosso, le zanne
superiori le uscivano fuori dal labbro e i capelli si tinsero di sfumature
argentate. Le due cominciarono a scagliarsi una contro l'altra con sempre
maggiore ferocia. La situazione stava degenerando rapidamente e Morwen non riusciva a trovare un appiglio nella mente della
cugina. Era completamente stravolta, il caos più completo dominava la sua mente
al pari di una fame bruciante, che Morwen aveva
sperimentato solo quando aveva raggiunto la soglia di potere sufficiente a
passare di livello demoniaco. Nonostante il suo compleanno fosse fra due
giorni, il suo corpo era pronto a mutare già adesso. Non ancora alla forma di
demone completo come lei ma alla forma intermedia inferiore, un gradino
superiore alla sua attuale forma. L'accelerato sviluppo delle sue capacità e la
liberazione dei suoi poteri stavano costringendo il suo corpo a mutare per
poterli contenere e accrescere. Stava succedendo quello che sua zia, sua madre,
e le loro nonne temevano sarebbe successo. La sua parte demoniaca stava
sopraffacendo quella elfica, portandola a uno sviluppo demoniaco accelerato.
Sua cugina non poteva più restare ad Hogwarts, non con un livello di potere che
si alzava così velocemente. Liberando completamente la sua aura demoniaca cercò
di sopraffarla velocemente e riuscì a disarmarla. Quando stava per infliggerle
il colpo che l'avrebbe portata ad un temporaneo stato d'incoscienza, vide
spuntare nella radura Cìaran che si diresse verso Morrigan molto velocemente con un'espressione preoccupata
dipinta sul volto. Morwen si preparò a respingerlo in
caso la cucina avesse reagito in maniera violenta ma stranamente più lui si
avvicinava meno lei dava segni di voler reagire in maniera violenta. Guardando Cìaran si accorse che lui stava parlando telepaticamente
con lei e cercava di mantenerla calma. Morwen era
stupita, Cìaran era riuscito a stabilire un contatto
telepatico con sua cugina nonostante lei, che ci aveva provato, non vi era
riuscita. Una scena simile le riportò alla mente ciò che era accaduto la prima
volta che aveva perso il controllo in quel modo. Sua madre non era riuscita a
calmarla nonostante avessero stretto un potente legame telepatico per evitare
problemi di questo genere. Solamente Astraeth era
stato in grado di riportare la ragione nella sua mente accecata dalla fame e
spaventata dal mutamento. Ritornò rapidamente al presente giusto in tempo per
vedere Cìaran che stringendo Morrigan
con delicatezza, avvicinò il suo volto a quello di lei e pose le sue labbra su
quelle della ragazza. Morwen distolse lo sguardo dal
bacio dei due ricordando Astraeth che la baciava
nello stesso modo e la trattava come ciò che di più caro aveva al mondo. Fu un
bene chedistolse lo sguardo perchè così poté notare due occhi rossi e una chioma
argentata che si mischiava alle foglie della foresta. Riconobbe subito quella
persona, come non poteva, il suo marchio bruciava, come il fuoco di cui era il
signore, sulla sua pelle. Piano Piano Astraeth uscì
dal sottobosco e le si avvicinò. Sembrava in grande difficoltà come se stesse
combattendo contro se stesso, il viso stravolto dalla sofferenza. Morwen si volse verso Morrigan e Cìaran che si erano staccati e che ora stavano abbracciati
ad osservare il nuovo arrivato con smorfie preoccupate.
- Cìaran, Morrigan
andate via subito, e portate via gli altri!- urlò loro Morwen
prima di voltarsi ad affrontare il suo passato e il suo presente.
- Non intenderai affrontarlo da sola Mo.
Non puoi sconfiggerlo è troppo potente!- Le gridò in risposta Morrigan preoccupata.
- Non ti preoccupare Mor starò bene
vedrai. Ora andate!- rispose lei. I due la guardarono avvicinarsi al demone
appena apparso poi corsero lontani dalla radura per intercettare tutti gli
altri.
Morwen si concentrò unicamente su Astraeth e gli si avvicinò circospetta. Stava facendo un
enorme faticaa controllarsi per non
correre da lui e stringerlo forte a se fino a che l'espressione di sofferenza
sul suo volto non sparisca. Astraeth la guardò negli
occhi e Morwen vide il sollievo di vederla incolume.
- A... Aiu... Aiutami- disse lui
stringendo i denti per la sofferenza.
Morwen non se lo fece ripetere due
volte e lo strinse forte a se, beandosi nel poter di nuovo sentire il suo
profumo di fumo e uomo, vicino a se. Seguendo il suo istinto alzò il volto e
posò le sue labbra su quelle di lui. La reazione di lui se l'aspettava, rispose
al bacio con urgenza come se stesse affondando e lei fosse la sua ancora di
salvezza. Il bacio da un semplice strofinare di labbra divenne profondo e
passionale e Morwen avvertì come la malvagità che fin'ora l'aveva posseduto svanisse scacciata dall'amore
profondo che lui provava. Si staccarono per riprendere fiato e lui approfittò
di quel momento per stringerla ancora più forte al suo petto e aspirare l'odore
di foresta e pelliccia di lei, quell'odore che in passato lo aveva portato alla
follia più volte. Avvicinò la bocca all'orecchio di lei e mormorò:
- Ti ho ritrovato, finalmente. Non ti abbandonerò più,
rimarrò sempre al tuo fianco. Sfogati, picchiami, fammi ciò che vuoi, ma non
abbandonarmi. Affronteremo tutto insieme come avremmo dovuto fare tanto tempo
fa. Non sai quanto mi sono sentito male quando o saputo che nostro figlio non
avrebbe mai visto la luce, sapevo che era colpa mia se era accaduto questo. Non
avrei dovuto lasciarvi quella notte...- Morwen sentì
le lacrime di lui bagnarle il volto e il collo, e lo strinse più forte a se.
- Sssshhhh va tutto bene. Non fu
colpa tua ma mia. Non ti ho mai odiato, ma per lungo tempo ho odiato me stessa,
ho sentito che era colpa mia e se mia madre non mi avesse mandata in un sonno
rigeneratore probabilmente ora non sarei qui.- confessò lei a lui.
Il loro abbraccio divenne ancora più stretto, al punto che
non si distingueva più dove cominciava lei e finiva lui. Poi si staccarono, Morwen lo prese per mano e lo condusse fuori dalla foresta
verso l'ufficio di Silente. Oh meglio quella era l'intenzione, ma appena usciti
dalla foresta trovarono ad attenderli Morrigan, Cìaran e gli altri che li osservavano.
- Quindi è lui cugina il demone che ti ha lasciato il
marchio. Non ce lo presenti?- iniziò il discorso Morrigan,
inarcando un sopracciglio. Cìaran dietro di lei le
stringeva la vita e le aveva posato il colto nell'incavo del collo.
- Lui si chiama Astraeth, è il re
dei Domatori del fuoco, è cosa più importante è il tuo futuro cognato, come Cìaran sarà il mio se continua su questa strada.- le
rispose Morwen strafottente.
Poi salutò i ragazzi notando come Morrigan
e Cìaran erano diventati del rosso dei Grifondoro, e gli altri ridacchiavano intorno a loro
facendo battutine mentre tornavano tutti al castello.
Una volta entrati nel castello, invece di dirigersi verso
l'ufficio di Silente, Morwen condusse Astraeth in camera sua. Il demone comprese le intenzioni di
Morwen e, chiusa la porta, insonorizzata la camera ,
la baciò con tutta la passione che in quegli anni aveva represso. Morwen sbatté la schiena al muro, rispondendo al bacio con
la stessa intensità di lui, e facendo scorrere le mani lungo la sua schiena e
tra i capelli. Lui le mise le mani sulle natiche e la tirò su costringendo Morwen ad allacciargli le gambe intorno ai fianchi, e
mentre con una mano la sosteneva, l'altra vagava sotto la camicia di lei.
Intanto lei aveva provveduto a togliergli la parte superiore del suo abito e le
sue mani scorrevano sulla muscolatura di lui che in quei lunghi anni si era
irrobustita. Quello che ricordava lei era un ragazzo, quello che aveva davanti
era un uomo. Non ci volle molto perché il resto dei loro vestiti sparisse
lasciandoli nudi ed eccitati. Astraeth la condusse a
letto e baciò ed esplorò con la lingua ogni parte del corpo di lei che gemeva e
lo stringeva sempre più a se. Gli occhi rossi di entrambi brillarono sempre più
mentre i loro corpi rinnovavano la loro conoscenza e il rituale d'accoppiamento
dei demoni si completava. Per diversi minuti rimasero a guardarsi negli occhi
poi Astraeth crollò esausto al fianco di lei. Morwen s'infilò sotto il braccio di lui che le accarezzava
i capelli e posò la testa sul petto di lui. Ad occhi chiusi si lasciava
coccolare da una delle poche persone di cui si fidava completamente. Dopo una
manciata di minuti si alzarono e si rivestirono per dirigersi all’ufficio di
Silente. Durante la strada Morwen si era rabbuiata
pensando al fatto che si sarebbe dovuta nuovamente separare da sua cugina.
-Cosa pensi di fare con tua cugina ma petit chat? Lo hai visto oggi, il suo sviluppo è troppo veloce,
ha perso il controllo. Per lei e per le persone a cui vuole bene è troppo
pericolosa la sua permanenza qui- le fece notare Astraeth
con voce dolce.
-Lo so. Credo che la manderò al mio vecchio tìaso, lì potranno aiutarla meglio di quanto non possa fare
io, e il contatto con le altre donne demone la aiuterà a comprendere i meccanismi
della nostra specie. Dopo aver parlato con lei e Silente mi metterò in contatto
con Saffo per sapere se c’è posto per lei.- disse Morwen
aumentando il passo.
Arrivarono all’ufficio di Silente rapidamente e bussarono
alla porta.
-Vecchio rincitrullito apri la porta che devo parlarti. Non
fare finta che non ci sei perché non me la bevo. Avverto la tua presenza.- urlò
Morwen prima di aprire la porta ed entrare nell’ufficio.
Silente sedeva sulla sua poltrona e fece segno loro di
sedersi. I due si sedettero e spiegarono la situazione al preside che si disse
d’accordo con loro, anche se era dispiaciuto di perdere una studentessa così
brillante, ma se era necessario per la sicurezza della stessa avrebbe
acconsentito il trasferimento. Poi mandò a chiamare Morrigan
per comunicarle la decisione. Intanto osservava il compagno di quella che tutt’ora
considerava la sua studentessa più vivace. Morwen che
aveva notato lo sguardo del preside lo fulminò con un occhiata.
-Questo baldo giovanotto deduco sia il tuo compagno Morwen me lo vuoi presentare?- le chiese Silente per fugare
ogni dubbio.
-Lui è Astraeth, il Signore
assoluto dei demoni elementali di Fuoco, e soprattutto, mio compagno secondo le
leggi demoniache. Ti basta sapere questo di lui.- lo presentò Morwen abbracciandolo.
-Lei deve essere il preside di questa scuola. Sono lieto di
fare la sua conoscenza, e le vorrei chedere il favore
di poter rimanere accanto alla mia compagna- disse molto formale Astraeth.
-Naturalmente. Visto che ci sei potresti fare lezione con
lei, penso che i miei studenti ricaverebbero un grande vantaggio ad avere
entrambi come insegnanti- rispose Silente sorridendo
“ Così ci sarà qualcuno che la tiene sotto controllo e le
impedirà di uccidere i suoi studenti” penso poi il preside.
In quel momento Morrigan bussò alla
porta dell’ufficio ed entrò. Morwen spalancò gli
occhi e così fece Astraeth. Morrigan
aveva ancorai capelli striati d’argento e gli occhi di colore diverso. Uno era
tornato al suo colore originale, l’altro invece era ancora rosso. La sua pelle
era ancora più chiara del solito e sembrava molto spossata. Morwen
si alzò e raggiuntala la sostenne fino a farla sedere sulla poltrona che
occupava precedentemente.
-Mor stai bene? Maledizione è più
avanti di quanto avessi previsto. Il trasferimento dovrà avvenire molto
velocemente.- disse Morwen molto preoccupata
Morrigan alzò lo sguardo verso di
lei e le chiese di quale trasferimento stesse parlando. Morwen
le spiegò la sua idea sospirando. A differenza di quello che si era aspettata Morrigan comprese il suo punto di vista e accettò il
trasferimento. Sapeva che questo trasferimento le avrebbe fatto bene ma l’avrebbe
allontanata anche da Cìaran e questo le faceva male perché
si erano finalmente decisi a togliere tutte le barriere tra loro e vivere la
loro storia con tranquillità. Certo se quello che le aveva spiegato Morwen era vero si sarebbe dovuta preparare alle battutine
dei suoi amici, ma dopotutto che ci poteva fare se le scuole demoniache erano
organizzate come il tìaso greco e l’Agoghèper le
ragazze e per i ragazzi unicamente come Agoghè. Si
ricorreva al metodo di istruzione spartano per temprare e preparare i giovani
ragazzi al mondo demoniaco, solo che invece di entrarvi a 7 anni tra i demoni
vi si entrava, intorno ai 17-20 anni per i particolarmente precoci, mentre per
quelli normali intorno ai 70 anni. Si decisamente si sarebbe dovuta preparare
alle battutine.
Angolo della scrittrice
Eccomi di nuovo qui con voi con un altro capitolo stavolta
vediamo arrivare all’orizzonte i primi problemi e separazioni. Scusate se non è
un gran che ma mi serviva per spiegare come mai Morrigan
non è più ad Hogwarts.
Ringrazio kasumi_89 e RTT per avere recensito. Grazie.
Morrigan sedeva assorta sulle scogliere
di Moher leggendo la lettera settimanale di quella pazza di sua
cugina Morwen, che le raccontava cosa stava succedendo li ad
Hogwarts. Il vento soffiava delicato giocando con i suoi capelli e le
sue ali che, invece di rimanere chiuse, si erano leggermente aperte
per lasciarsi accarezzare dalla brezza marina. Le gambe dondolavano
nel vuoto, facendo tintinnare la cavigliera in argento e il piccolo
cerchietto dello stesso materiale. Sotto di lei le onde del mare
s'infrangevano contro la scogliera, dando luce a un suono rilassante
che il vento portava lontano verso l'entroterra. Nell'aria si poteva
sentire forte l'odore del mare che si mischiava con l'odore muschiato
del bosco e il tipico sentore di umidità che preannunciava
pioggia per la notte. In quel luogo non si respirava altro che aria
pura, senza quel pesante odore di smog che invece impregnava
costantemente Londra e dintorni. Qui l'unico odore di fumo che si
sentiva era quello dei demoni elementari di fuoco, il fuoco di torba.
Mentre leggeva le labbra le si piegarono verso l'alto leggendo ciò
che i suoi amici stavano combinando. Aodhan tentava in tutti i modi
di conquistare Deirdree, mentre quest'ultima con una sadica freddezza
lo respingeva fermamente per mantenerlo sulle spine. Cìaran,
Morwen e Astraeth osservavano con curiosità la situazione
pronti, come dei bravi pettegoli, a riferire ogni minimo sviluppo
della vicenda. Le cose tra Morwen e Astraeth andavano a gonfie vele e
la cugina sprizzava gioia da tutti i pori. Aodhan affermava che una o
due volte l'aveva vista addirittura saltellare per i corridoi!
Nell'ultima lettera Morwen le aveva confidato che ultimamente non si
sentiva molto bene e Morrigan, curiosa, non vedeva l'ora di sapere
quali novità erano in arrivo. Non rimase delusa, infatti nella
lettera appena arrivata la cugina le aveva “gentilmente”
annunciato che sarebbe diventata zia. Ora, ok che si amavano alla
follia, ok che, dopo aver perso il primo bambino, meritavano una
seconda possibilità, ma, per le mutande di Merlino, era
partita solo da due mesi! Sperava solo che stavolta andasse meglio.
Cìaran come al solito mostrava tutta la sua nostalgia per la
mancanza della sua fidanzata facendo crocette sul calendario e
girando per la scuola come uno zombi, o almeno così le
scrivevano, perchè da lui non era arrivata mai una lettera dal
giorno della sua partenza. Morrigan era irrequieta, e con la mente
tornò alla brutta litigata che avevano avuto poco prima che
lei partisse a metà di Ottobre.
Inizio Flashback
Morrigan e Cìaran si
trovavano nella camera della ragazza a parlare, quando lei tirò
fuori l'argomento della sua partenza obbligatoria. Subito il ragazzo
si tirò su dalla sedia dove si trovava e cominciò ad
andare avanti e indietro per la stanza come un lupo in gabbia.
- Per quanto
starai via?- le chiese lui guardandola negli occhi.
- Non tornerò più ad
Hogwarts, questo non è il mio posto, non più.
Tranquillo non passerò tutto l'anno li, tornerò per le
vacanze di Natale e Pasqua, ci vedremo a Grimmuld Place-. Gli rispose
lei calma, nonostante fosse la terza volta che glielo spiegava.
- Perchè non puoi rimanere
qui? Fin'ora è andato tutto bene, avevamo tutto sotto
controllo.- urlò lui furioso.
- Sotto controllo? C'eri anche tu
quando ho quasi ammazzato Morwen? Io non faccio più parte del
mondo dei maghi e delle streghe. La mia bacchetta non mi risponde
più, faccio incantesimi solo con le mani. La mia natura di
demone sta distruggendo quella elfica, devo andare è la mia
unica possibilità per riuscire a sopravvivere. Qui sono
pericolosa, posso far del male a qualcuno senza volerlo. Speravo che
tu avessi capito, ma mi rendo conto che non è così. Ti
comporti come un bambino capriccioso che non ottiene quello che
vuole.- Gli rispose Morrigan urlando anche lei ormai furiosa per la
scarsa comprensione del problema da parte di Cìaran.
- Ciò che dici non ha senso.
Se sono veramente un bambino perchè stai con me? Perchè
mi hai scelto? Se è davvero questo che pensi allora è
meglio se le nostre strade si separino qui. Così non dovrai
preoccuparti di un bambino quando sarai tra i tuoi simili- disse
Cìaran in preda all'ira per poi uscire come un treno dalla
camera e dirigersi verso la stanza delle necessità per
sfogarsi un po'. Morrigan dopo che Cìaran se ne fu andato si
diresse verso l'aula della cugina che sapeva vuota e dopo aver
animato un manichino cominciò a scagliarcisi contro con furia.
Povero manichino, non era stato
creato per resistere alla furia di un demone.
Fine Flashback
Morrigan sospirò per poi alzare
lo sguardo e trovarsi davanti improvvisamente la creatura più
arrogante, irriverente e irritante di questa dimensione e
probabilmente anche delle altre vista la grandezza dell'ego del
suddetto. Il fatto che fosse un ragazzo della sua età poi
rendeva la cosa solo più irritante. Ad un carattere pessimo
poi si aggiungeva una bellezza strabiliante. Alto quasi due metri
faceva sembrare Morrigan con il suo metro e settantacinque minuta.
Non aveva il fisico di una persona che faceva sollevamento pesi o che
altro, e non era nemmeno un omone robusto bensì un semplice
ragazzo dal fisico asciutto e con la muscolatura sviluppata al punto
giusto. Le stupende ali bianche come neve e decorate con disegni
tribali in oro attiravano lo sguardo come i suoi capelli candidi come
nubi e gli occhi uno di un brillante verde foresta e uno azzurro
elettrico. La pelle color del miele poi creava un contrasto così
netto da accentuare questi suoi tratti così particolari. Si
gli aveva fatto una radiografia completa la prima volta che lo aveva
visto e si non perdeva occasione per dare una sbirciatina ogni tanto
ma, dopotutto, gli occhi erano fatti per guardare. Duncan, perchè
questo era il suo nome, le fece un sorriso malizioso, avvertendola
che aveva notato la radiografia, e le disse:
- Piano che così mi consumi,
piccola! Ero passato di qua per chiederti se volevi fare un volo con
me per allenarci un po', ma se la nostra piccola dea guerriera ha
altri piani non mi lamento- e guardandola negli occhi le si avvicinò.
-Chiudi quella fogna Duncan. Vediamo se
riesci a prendermi piuttosto- gli rispose Morrigan per poi alzarsi di
corsa e, spiegando le grandi ali nere decorate d'argento, spiccò
il volo per allontanarsi da una situazione potenzialmente
catastrofica.
Duncan scoppiò in una potente
risata prima di lanciarsi all'inseguimento della ragazza che intanto
volteggiava con velocità ed eleganza tra le costruzioni
calcaree delle scogliere.
Angolo dell'autrice
Eccomi qui di nuovo con un' altro
capitolo. Scusate la brevità ma mi serviva per raccontare un
po' la situazione sentimentale di Morrigan e presentare Duncan. Non
previsto inizialmente è arrivato e si è praticamente
imposto da solo. Ora siamo ad un bivio nella storia.
Preferite una Morrigan/Cìaran o
una Morrigan/Duncan?
Ringrazio i miei due angeli recensori :
kasumi_89 ed Eris_99. Grazie davvero.
Ci sentiamo il prossimo week-end per un
nuovo capitolo.
Dopo diverse ore di volo i due
atterrarono vicino al castello di Dunluce o meglio quello che
rimaneva del castello. I due continuavano a ridere mentre si sedevano
tra le maestose rovine. Morrigan non sopportava Duncan ma non per
questo le dispiaceva averlo tra i piedi nonostante quello che diceva.
Quando era avvolta nella malinconia per l’ostinato
comportamento di Cìaran, Duncan era sempre lì per lei a
farla ridere e riportarle il buon umore. Se non fosse per quel suo
carattere arrogante forse Morrigan ci avrebbe potuto fare un
pensierino. Cìaran si era reso irraggiungibile dopotutto e
l’ultima volta che avevano litigato lui l’aveva lasciata,
in questi lunghi mesi le uniche cose che le avevano impedito di
cadere nella depressione più nera erano le lettere della
cugina, degli amici e la presenza costante al suo fianco di Duncan
che, non appena la vedeva giù di corda, cominciava a
stuzzicarla con battutine, risposte salaci o sfide su qualsiasi cosa.
Alla fine si ritrovavano sempre tutti e due piegati a terra dalle
risate in qualche rovina sparsa per la contea. A differenza di
Hogwarts infatti l’accademia demoniaca si estendeva su
un’intera contea e le lezioni erano molto libere. La loro era
infatti, più che una scuola, una convivenza pacifica dove
condividere le loro abilità e interessi. Non vi era la
necessità di una divisa, non importava dove i ragazzi
passassero la giornata o la nottata, o come si preparavano per i
controlli sulle abilità che avevano luogo due volte al mese.
Erano loro a organizzarsi, decidevano quando e come allenarsi nel
combattimento, cosa studiare sul mondo dei demoni, come sfruttare le
loro abilità per progredire nelle gerarchie demoniache. A
parte ognuno di loro dava degli esami su corsi a propria scelta.
L’assoluta libertà faceva si che il clima non fosse teso
e soprattutto non vi era l’odio tra le case che era una
caratteristica propria di Hogwarts. Morrigan si sentiva bene, felice
di poter essere se stessa senza occhi che scrutano e condannano ogni
piccola azione. Il sole era calato all’orizzonte e i due
decisero di rientrare all’edificio principale, dove si
radunavano tutti, arrivava la posta dei ragazzi e gli adulti in
visita.
Si alzarono in volo e in mezz’ora,
trovando correnti favorevoli, arrivarono alla loro meta. Quando
entrarono nella sala per vedere se era arrivata posta, Morrigan trovò
una piacevole sorpresa ad aspettarla.
Morwen infatti la salutava allegramente
con la mano mentre Astraeth tentava senza successo di arginare
l’esuberanza della compagna. Entrambi erano leggermente
cambiati in quei due mesi che lei aveva trascorso sull’isola
verde.
I tratti di Morwen si erano addolciti e
la luce brillava nei suoi occhi. I capelli argentati si erano
leggermente scuriti arrivando a un biondo cenere che lei aveva visto
solo quando la cugina era bambina. Li teneva sciolti, altro caso
particolare, ad incorniciarle il volto e gli occhi uno rosso e
l’altro verde come la foresta. Le sue forme erano leggermente
appesantite e invece di indossare i soliti abiti, camicia e
pantalone, portava un vestito dalla foggia medievale bianco con
decorazioni in oro. Sotto la fascia dorata, proprio sotto il seno, si
poteva notare facilmente il pancione che stava ad indicare l’avanzato
stato di gravidanza. Morwen infatti, essendo un demone temporale,
poteva, dando temporaneamente in cambio una parte dei suoi poteri e
della sua forza, accelerare la gravidanza dai classici 9 mesi a 3. Se
avevano deciso così un motivo c’era e Morrigan
sospettava fosse il fatto che in quei due mesi il pelato senza naso
aveva iniziato una guerra senza quartiere, decimando la popolazione
dei babbani e quella dei maghi. I due non volevano rischiare che
Morwen rimanesse vulnerabile per 6 mesi o perdesse anche questo
bambino.
Astraeth invece sembrava ancora più
protettivo con la compagna rimanendole vicino e stringendola a se. I
suoi occhi erano uno color del mercurio e l’altro rosso come il
fuoco. I lunghi capelli argentati erano stretti in una coda bassa che
ondeggiava al minimo soffio di vento. Indossava una maglia larga con
uno scollo a v rossa e dei pantaloni di pelle marroni. Ai piedi
calzava un paio di stivali di pelle nera. Sul petto vi era una
cintura che reggeva il fodero di una spada il cui manico spuntava da
dietro la spalla. Faceva volare lo sguardo intorno a lui studiando il
luogo. Quando si volse verso di lei le fece un sorriso, poi, passando
a squadrare Duncan, lo fisso con gli occhi ridotti a due fessure.
Morrigan sentì accanto a lei Duncan irrigidirsi e deglutire
rumorosamente.
I due si avvicinarono e Morwen
abbracciò stretta la cugina, per quanto il pancione le
permettesse.
-oh Mor non puoi capire quanto mi sei
mancata cugina. Ad Hogwarts è una vera noia, l’atmosfera
si è fatta così pesante e intollerabile che ho deciso
di venire qui a trovarti prima di fare rotta al castello della nonna.
Non intendo passare un altro minuto in quel castello finchè
non si ritorna a un clima più normale. Silente non sa più
che inventarsi, i genitori ritirano i figli dalla scuola, le guerre
tra case sono sempre più aspre. Le persone stanno cambiando
sempre di più. Astraeth ha deciso che finchè il bambino
non nasce per me Hogwarts è off-limits.- iniziò a dire
a raffica Morwen senza neanche prendere fiato.
-Amore per favore lascia andare tua
cugina e siediti, il viaggio è stato faticoso. Sono lieto di
rivederti Morrigan, i tuoi amici ti salutano. Deirdree, Pansy e
Daphne mi mandano a dirti che ci sono grandi novità da
discutere e che ne parlerete queste vacanze. Aodhan mi manda a dirti
che, cito le testuali parole, io ho un idiota per amico, non ho idea
di cosa significhi, e Cìaran mi ha scambiato per un gufo.-
disse Astraeth prima di squadrare bene Duncan.
-Duncan, loro sono Morwen, mia cugina,
e Astraeth il suo compagno. Morwen è un demone temporale,
mentre Astraeth è un demone elementare di fuoco. Mo, Astraeth
lui è Duncan un demone elementare d’aria come me, e si
Mo i suoi occhi sono bicromatici dalla nascita. Ora che le
presentazioni sono fatte perché non mi dici come va? Avete
qualche nome? Non vedo l’ora di conoscere mia nipote, sono
sicura che sia femmina. Ho scommesso con Duncan ben 10 dracme e un
esibizione canora che sarà una femmina.- iniziò a
parlare Morrigan portando con se Morwen e dirigendosi verso il
salottino della musica della torre adibita ad alloggio per i Domatori
dell’aria.
Duncan ed Astraeth rimasero soli ad
osservarsi negli occhi fino a che Astraeth sospirando non gli disse:
-Stalle vicino quando aprirà
quella lettera, e vedi di non approfittarne, se la farai soffrire non
mi interessa chi sia tuo padre, tuo nonno o chiunque tu voglia, ti
vengo a cercare e ti strappo le ali prima di riempirti di botte, sono
stato chiaro Duncan. Io e tuo padre siamo stati amici per molti anni,
ma lei è la cugina della mia compagna, è parte della
mia famiglia, la mia famiglia viene prima dei miei amici.-
-Ho capito Astraeth. Ti giuro che farò
tutto ciò che è in mio potere per starle vicino e
aiutarla come posso. Non ho intenzione di prenderla in giro, per 17
anni ho vissuto solo per compiacere mio nonno, con la mia forza,
tenacia e il mio potere. Da due mesi invece l’unico motivo che
mi fa alzare dal letto la mattina è quello di incontrarla,
vederla, scherzare, combattere, volare, cantare con lei. Sono
disposto ad essere tutto ciò che lei vuole che io sia, tutto
ciò di cui lei ha bisogno, naturalmente senza calpestare la
mia dignità, e il mio essere. Dopo tanti anni è bello
trovare qualcuno che ti accetta per quello che sei non per il titolo
che hai.- Gli rispose Duncan guardandolo negli occhi.
Astraeth annuì e i due si
diressero verso le ragazze che stavano chiacchierando animatamente in
un angolo a proposito di vestitini, culle e corredi per la piccola, o
il piccolo. Astraeth prese la compagna per un braccio e l’aiutò
ad alzarsi invitandola a seguirlo poiché il viaggio era ancora
lungo vista la deviazione che avevano fatto, e lei non doveva
stancarsi. Tra saluti e abbracci i due visitatori ripartirono
lasciando i due ragazzi da soli nella saletta da musica e con una
lettera da aprire. Morrigan si sedette su un tappeto caldo vicino al
fuoco dove erano sparsi diversi cuscini. Duncan si sedette accanto a
lei poggiando la schiena sui cuscini. Le ali di entrambi erano aperte
per consentire loro di poggiare la schiena e si sfioravano
casualmente. Con le mani tremanti Morrigan aprì la lettera e
cominciò a leggere quelle parole che avrebbero cambiato la sua
vita in una maniera del tutto inaspettata.
Angolo dell'autrice
Eccomi tornata, perdonate l'enorme
ritardo,ma tra punizioni, problemi con la scuola, e partenze non ho
proprio trovato il modo di postare prima. Poi all'orizzonte si
prospetta una decisione difficile da prendere. In questo capitolo
esploriamo un po' il rapporto che c'è tra Duncan e Morrigan, e
anche se per poco ritroviamo Morwen con la sua parlantina. Una
piccola domanda volete sapere il contenuto della lettera in
contemporanea con Morrigan o preferite che a leggerla e a svelarci il
contenuto sia un'altra nostra conoscenza?
Duncan: Io io io io... ti prego!
Me: Duncan sta buono, no non mi fare il
labbro tremulo. No niente espressione da gatto degli stivali di
Shrek. Lasci decidere loro.
Duncan: Cari recensori per favore
votate per me. Please. ( faccetta gatto di Shrek)
Me: Duncan allontanati dalla tastiera
immediatamente. Sigh. Nemmeno i miei personaggi mi rispettano.
Un ringraziamento a quelle buone anime
che recensiscono e che sono : kasumi_89, Eris_99 e Lily_Scorpius.
Grazie.
Prima del prossimo fine settimana se ci
riesco posto un nuovo capitolo in più per recuperare quello
che ho saltato.
Duncan: Preparatevi a un colpo di scena
ragazze.
Me: DUNCAN!!!!! Che ci fai ancora
qui?!? Se ti prendo ti passerà la voglia di fare queste visite
non richieste. Scusate ora vi saluto devo andare ad ammazzare uno dei
miei personaggi.
Mi scuso fin d’ora per la mia
testardaggine nel non volerti contattare in nessun modo, ma avevo
bisogno di tempo per riflettere su noi, su quello che poteva essere
il nostro futuro, su tutto. La paura di perdere il tuo appoggio, te,
che sei il mio punto fisso, mi ha spinto a chiudermi a riccio e a
tirare fuori quella testardaggine propria del mio focoso genitore.
Ho preferito avvertirti
personalmente che queste vacanze non ci vedremo, e forse le prossime
neanche, ho deciso di tornare nella foresta da cui provengo e
riunirmi con la mia famiglia, riallacciare i rapporti con il mio
popolo. Forse mi trasferirò nella foresta e continuerò
i miei studi con i miei simili, come tu stai già facendo.
A questo punto avrai già
capito cosa dirò nelle prossime righe, dopotutto sei un demone
sveglio, in questi mesi ho rincontrato una persona a cui tenevo
molto, Ashlin, te la ricordi? Abbiamo iniziato a parlare e non so…con
lei sono stato bene, ho ritrovato quella serenità che nel poco
tempo che siamo stati insieme non ho percepito. Con lei mi sento come
se toccassi il cielo con un dito mentre con te sentivo come se ci
fosse stata una forzatura, come se il nostro rapporto fosse forzato a
essere qualcosa di più di una grande amicizia.
Non ti chiedo di comprendere, ne di
perdonarmi, ne sono tanto sciocco da supporre che la nostra amicizia
possa continuare, quelle sono decisioni che devi prendere tu.
Qualunque esse siano capirò.
Sperò che un giorno troverai
la persona giusta per te, e che quel giorno potrai perdonarmi.
Con affetto,
Cìaran Emrys
Morrigan, lasciò cadere la
lettera e scoppiò in un pianto disperato stringendosi le mani
al petto, proprio sopra il cuore. Aveva immaginato qualcosa di simile
quando le avevano consegnato la lettera ma trovare conferma in quelle
parole, l’aveva annientata. Le sue spalle s’incurvarono e
le sue ali si abbassarono, mentre fuori scoppiava un temporale
terribile. Prima che Duncan la potesse trattenere, corse fuori e
spiccò il volo verso le scogliere dove quel pomeriggio aveva
volato spensierata.
Duncan scattò subito in piedi e
correndo uscì fuori dal rifugio per spiccare il volo. Non
sapeva dove Morrigan si fosse cacciata ed era buio fuori, così
decise di cominciare a cercare nei luoghi dove spesso la trovava
immersa nei suoi pensieri e dove, più di una volta, avevano
giocato ad acchiapparella, come due bambini di 6 anni. Dopo aver
scartato due di questi luoghi si diresse velocemente verso le
scogliere di quel pomeriggio. La trovò lì, sulla parte
più sporgente della scogliera.
I suoi lunghi capelli neri striati
d’argento erano sfuggiti all’elastico e le volteggiavano
intorno al viso, nascondendo il volto e l’espressione impressa
su quest’ultimo, le gambe, una rigida e una piegata
all’indietro, le braccia, lungo i fianchi, le spalle, basse e
ricurve in avanti, e le ali, che strusciavano sul terreno, davano
l’immagine di una creatura sconfitta.
La pioggia battente bagnava il corpo di
entrambi che ormai avevano i vestiti zuppi.
La leggera maglia bianca di lino
smanicata di Morrigan e gli impalpabili pantaloni dello stesso
materiale, anch’essi bianchi, erano diventati attillati e
trasparenti, tanto che Duncan poteva scorgervi sotto le bende che
usava come fascia per bloccare il seno e il leggero pantaloncino
bianco attillato in lycra che portava sotto al pantalone e che
copriva solo fino a metà coscia.
Imprecando Duncan si tolse la camicia
nera che, anche se zuppa, offriva una copertura migliore degli abiti
di lei, e avvicinatosi gliela mise sulle spalle.
Morrigan alzò il volto a
guardarlo e Duncan si perse in quegli occhi rossi, lucidi per le
lacrime versate e che tutt’ora stava versando. Con un dito le
asciugò le lacrime e stringendola a se le disse:
-Non piangere mia piccola dea
guerriera, ci sono io qui con te, ci sarò sempre, ogni volta
che ne avrai bisogno. Torniamo al rifugio su se rimani un altro po’
qui fuori ti prenderai un malanno-
Poi prima che potesse protestare la
prese in braccio e spiccò il volo.
Vista la forza della tempesta decise di
fermarsi alle rovine di Dunluce che avevano ancora delle stanze in
buono stato nel sottosuolo, e di cui i babbani non conoscevano
l’esistenza. Entrò in una camera dove trovò dei
tappeti, dei cuscini, coperte e delle torce per fare luce.
Depose Morrigan delicatamente su un
tappeto e accese le fiaccole con il pensiero. Poi tornò da
Morrigan che stava tremando. Con delicatezza e calma le tolse di
dosso la camicia e la maglia, lasciandole le bende e coprendola
immediatamente con una coperta. Con delle pezze trovate in un angolo
le asciugò le ali tamponando delicatamente. Ogni suo gesto era
misurato e delicato per non opprimerla troppo e cercando di darle la
sensazione di volersi prendere cura di lei.
Mentre Duncan le asciugava le ali e i
capelli Morrigan avvertì un fremito dentro di se.
“ Ti sta solo asciugando i
capelli e le ali. Le ali lo sanno tutti che sono estremamente
sensibili, dopotutto sono pur sempre muscoli e ossa.”
Dopo averla asciugata si mise un
cuscino dietro la schiena e, sedutosi a gambe divaricate, la prese in
grembo cullandola dolcemente, cercando di placare gli ultimi tremiti
di lei.
-Sta tranquilla, sfogati con me,
piccola dea guerriera. Rilassati e riposa vedrai che domani andrà
meglio. Lascia stare quell’imbecille, non sa quello che fa.-
Dopo di che si mise a cantare per farla
addormentare.
Twinkle twinkle little star,
How I wonder what you are,
Up above the world so high,
Like a diamond in the sky,
Star light,
Star bright,
The first star I see tonight,
I wish I may, I wish I might,
Have the wish
I wish tonight,
Sentendo quella vecchia canzoncina per
bambini Morrigan chiuse gli occhi e si rilassò ascoltando la
voce di Duncan.
Twinkle twinkle little star,
How I wonder what you are,
I have so many wishes to make,
But most of all is what I state,
So just wonder,
That I've been dreaming of,
I wish that I can have owe her enough,
I wish I may, I wish I might,
Have the dream I dream tonight,
Duncan avvertì Morrigan rilassarsi tra le sue braccia ed
abbandonarsi contro di lui chiudendo gli occhi. Chiuse gli occhi
anche lui e continuò a cantare.
Ooo baby
Twinkle twinkle little star,
How I wonder what you are,
I want a girl who'll be all mine,
And wants to say that I'm her guy,
Someones sweet that's for sure,
I want to be the one she’s
looking for,
I wish I may, I wish I might,
Have the girl I wish tonight,
Ooo baby
Twinkle twinkle little star,
How I wonder what you are,
Up above the world so high,
Like a diamond in the sky,
Star light, Star bright,
The first star I see tonight,
I wish I may, I wish I might,
Have the wish I wish tonight
Finita la canzone Duncan si sdraiò
in una posizione più comoda e, stringendo forte a se Morrigan,
chiuse gli occhi e la raggiunse nel regno di Morfeo.
Angolo dell'Autrice
Eccomi a voi con un nuovo capitolo,
scusate ma questa settimana è stata un incubo.
Per chi di voi era curioso di sapere
cosa diceva la lettera, eccovi accontentati. Lo so voi speravate che
lui decidesse di chiederle scusa e di riprovarci ma vedrete che
nemmeno questi sviluppi vi deluderanno.
Duncan: Mi hai fatto cantare una
stupida canzoncina per bambini?!? Molti avrebbero pensato a una dolce
canzone d'amore! Tu no, una canzoncina per bambini?
Me: Zitto Duncan così sei molto
più credibile. Morrigan doveva essere calmata e consolata, non
spinta al suicidio, o incalzata da un altro spasimante.
Duncan: Si ma tutti mi considerano il
suo migliore amico, e con l'altro migliore amico non è andata
tanto bene?
Me: Ahhh, TACI, per la miseria non un
attimo di tregua qui. E per ora c'è solo Duncan non oso
immaginare se arrivasse tutta la banda.
Ringrazio tutte coloro che hanno
recensito: googletta, kasumi_89, Lily_Scorpius e Eris_99.
Qui metto il link della canzone
ascoltatela se volete è stupenda.