Hermione Jane Granger? No Morrigan Ainè Le Fay

di aras95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 (prima parte) ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 (seconda parte) ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Scozia, Un castello antico



-Mamma, la nonna quando torna?- chiese una bambina di 4 anni alla madre, guardandola con uno sguardo vispo. Gli occhi così chiari da sembrare bianchi, i capelli neri come ali di corvo, e la pelle bianca, non facevano che ricordare alla donna la madre, impegnata insieme ai suoi amici a istruire le giovani menti del Mondo Magico.

-Te l'ho già detto Morrigan, la nonna è impegnata, se vuoi puoi mandarle un gufo per chiederle se torna a casa per Natale- Le disse Helena, che vide poi la figlia correre come un fulmine verso la sua camera.

Tale e quale a suo padre” pensò. Si sedette e ricominciò a leggere un antico tomo dalla cui lettura la figlia l'aveva distolta pochi minuti prima. Improvvisamente qualcosa disturbò la sua lettura, ma stavolta non era la figlia o qualche elfo domestico che le chiedeva disposizioni, bensì un' energia oscura che si avvicinava al castello. Lo riconobbe immediatamente e si preparò ad un nuovo scontro con quel testardo che si ostinava a insistere nella sua protesta silenziosa contro la disposizione della madre e degli altri due sull'entrata dei mezzosangue nella scuola. Era molto lontano dal suo castello e questo la insospettì. Chiamo telepaticamente la figlia che arrivò poco dopo.

-Mamma cosa succede? Di chi è quest'aura?- chiese la piccola stranita. - Un vecchio amico della nonna tesoro. Senti ora voglio che vai da Winky e ti fai portare a scuola dalla nonna.- disse Helena con ansia. Avvertiva la presenza di quella serpe sempre più vicina e questo non era mai da considerarsi un bene.

-Ma mamma io voglio restare con te?- fece la piccola in lacrime – Morrigan ora voglio che tu mi obbedisca, fai come ti ho detto capito?- fece Helena dura.

Va bene mamma. Tornerai a prendermi vero?- si arrese infine la bambina con le lacrime agli occhi – Certo piccola sta sicura e ricorda che qualsiasi cosa succeda io e la nonna ti vogliamo bene- la salutò Helena.

Dopo essersi assicurata che la figlia non fosse più al castello si diresse incontro all'ospite indesiderato, che in quel momento bussava alla porta. All'ingresso sostavano due signori dall'aria austera che lei invitò nel salotto per discutere degli affari che li portavano nella sua dimora. Il primo aveva capelli neri lunghi raccolti in una coda e occhi neri simili a quelli di un serpente. Il secondo invece appariva molto più giovane forse della sua età, ma le differenze con il suo accompagnatore, finivano lì. - Cosa porta lor signori qui nella mia dimora?- chiese Helena affabile. - Speravo di trovare la vostra incantevole madre milady, sono passate molte lune dal nostro ultimo incontro- rispose il più anziano dei due. - Oh messer Salazar Serpeverde dovreste sapere che in questo periodo mia madre è impegnata altrove, in un luogo ove anche voi ora sareste se non vi foste così allontanato dai vostri compagni.- Disse Helena. -Oltretutto è solo per vostra scelta se è trascorso così lungo tempo dalla vostra separazione. Mia madre e i suoi compagni erano addolorati della vostra scelta e ostinazione a persistere nel vostro intento.- concluse lei.

-Milady le vostre parole mi feriscono, vorrei comunque lasciar un messaggio a vostra madre, potreste farmi la cortesia di recapitarglielo in mia vece? Temo che contattarla personalmente potrebbe scatenare astio nei reciproci confronti- parlò lui allora. - Prego messere lasci pure il suo messaggio appena possibile lo farò recapitare a mia madre- accetto Helena mentre furtivamente metteva mano alla bacchetta.- Molto bene- rispose Salazar e fulmineo disarmò la giovane che rimase impietrita. - Barone che messaggio consiglia di lasciare alla mia cara e vecchia amica?- chiese ancora lui. - Il messaggio che più desidera mio signore, consiglierei tuttavia che sia chiaro e conciso, secondo le notizie raccolte costei aveva una figlia tuttavia la bambina non è al castello quindi la vostra amica potrebbe già essere in viaggio per raggiungerci- rispose il giovane. -Ha perfettamente ragione signor Barone vorrà dire che dovrò essere veloce-. Poi alzò la bacchetta verso Helena e la punta si illuminò di luce verde. - Un ultimo desiderio?- disse ghignando, Helena punto gli occhi fieramente in quelli di Salazar e disse – Verrà il giorno in cui tu e i tuoi ideali verranno definitivamente sconfitti e spariranno nel nulla, se con la mia morte favorirò ciò allora muoio con orgoglio e quel giorno sarò li ad osservare la tua caduta- poi una luce con il suo bagliore mortale illuminò il salotto.



Hermione si svegliò di colpo tremando e piangendo. Questa volta l'incubo era andato fino alla fine.

Si alzò e si diresse in bagno per sciacquarsi la faccia, mentre si asciugava si osservò allo specchio, durante l'estate il suo aspetto era cambiato i tratti che l'accomunavano ai suoi genitori stavano svanendo troppo velocemente per essere un processo naturale. I suoi capelli normalmente castani e ricci propri della madre avevano lasciato il posto a capelli neri e lisci con riflessi blu scuro. Gli occhi dorati erano diventati così chiari da sembrare ghiaccio e la pelle del color dell'oro era diventata bianca come neve. Insomma un cambiamento fin troppo radicale tale che l'aveva portata a domandarsi se quelli che fino ad ora l'avevano cresciuta fossero davvero i suoi veri genitori. Se a tutto questo ci si aggiungevano questi terribili incubi che aveva era normale che ultimamente era così preoccupata da non vedere l'ora di andarsene di casa per l'anno scolastico. Guardandosi allo specchio pensò:

“Ma sono davvero io questa sconosciuta che si vede allo specchio”. Inizialmente aveva pensato di essere una metamorphomagus ma poi controllando i suoi testi si era resa conto che avrebbe mostrato quelle capacità anche da piccola e quindi non poteva essere. L'unica idea che le era venuta in mente era che qualcuno, non si sa chi, le avesse lanciato fin da piccola un incantesimo per alterare il suo aspetto e che quell'incantesimo stesse perdendo efficacia con il passare del tempo.

“La donna del sogno mi è familiare, ma niente di quello che ho visto nel sogno mi ricorda qualcosa.

Se poi ci si aggiunge il nuovo pezzo che è la conversazione con Salazar Serpeverde ci capisco meno di niente. Perlomeno ho un indicazione del periodo in cui si svolge. Salazar Serpeverde era uno dei 4 fondatori ma chi era la donna? Il suo nome era Helena e aveva qualcosa a che fare con una amica di Salazar Serpeverde, dovrò fare qualche ricerca. Tra pochi giorni rivedrò Harry e Ron magari potrò chiedere loro di aiutarmi”. Presa una decisione tornò a dormire sperando di non rifare quell'incubo.


Angolo dello scrittore

Salve a tutti, questa è la mia prima storia in questa sezione spero che qualcuno legga e magari lasci una recensione per avere un giudizio sulla storia positivo o negativo che sia.

un saluto Aras

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Piccola premessa: in questa storia Sirius è vivo e scagionato da tutte le accuse, Silente è vivo ed è preside di Hogwarts.

Grazie per l’attenzione e buona lettura.

Londra, casa di Hermione

Il suo baule era pronto e sostava vicino alla porta insieme alla cesta di Grattastinchi. Hermione stava raccattando gli ultimi oggetti in giro per casa mentre i suoi genitori la osservavano ridacchiando. Erano giorni che la scena si ripeteva, la loro piccola preparava tutto, era pronta ad andare e all'ultimo ci ripensava. Hermione si fermò ad osservare i suoi genitori che ridacchiavano, il tempo di lanciar loro l'occhiataccia che meritavano, ridendo della sua situazione.

-Voi ve la ridete, ma quella in crisi, se non ve ne ricordate , è vostra figlia - sbottò lei all'ennesima ridacchiata da parte dei genitori.  

- Lo sappiamo bene tesoro ma tu devi ricordare che Harry e Ron sono tuoi amici e che ti vorranno sempre bene qualsiasi sia il tuo aspetto- le disse la madre dolcemente. A quelle parole Hermione si calmò e preso un grosso respiro, e chiuse la borsetta che aveva con sé, su cui aveva applicato un incantesimo estensivo irriconoscibile per farci entrare tutto ciò che non aveva trovato posto nel suo baule.

- Lo so …è che sono molto nervosa … e se non mi riconoscessero? Se fossi troppo diversa dall’Hermione che conoscono?- ammise lei sospirando. – Certo che sei diversa dall’Hermione che conoscono; dove è finita quella bambina sempre sicura di se che non si arrendeva davanti a nulla e che in questi anni ci ha fatto penare con tutti i pericoli in cui s’infilava?- disse suo padre guardandola negli occhi.

- Forse è sparita con l’arrivo di questi incubi e con il conseguente cambio d’aspetto, ormai non riesco più a farmi 8 ore di sonno filato senza che mi svegli urlando e tremando come una foglia. Sono stanca e non so più che fare vorrei poter contattare qualcuno che mi possa aiutare ma a parte il preside non saprei a chi rivolgermi- rispose lei sconsolata.

- Rivolgersi al preside mi sembra una buona idea… ci hai già provato?- disse la madre. – Non ho la minima idea di come contattarlo e la scuola inizia tra un mese; forse è il caso che rimanga qui fino alla fine delle vacanze- disse Hermione rimuginando. – Cara, credo che sia il caso che tu vada dagli Weasley… magari loro hanno un modo per contattare il preside, dopo tutto sono membri dell’ordine- disse il padre cercando di convincerla – quando dovevano venire a prenderti?- continuo lui.

- Arriveranno fra qualche ora prima dovevano passare a Grimmauld Place per posare i bagagli e la maggior parte della famiglia- rispose lei controllando l’orologio. – Chi dovrebbe venire a prenderti?- chiese la madre, - Secondo quanto scritto nella lettera dovrebbero venire Sirius, il professor Lupin e i gemelli. Con Voldemort libero in giro preferiscono non rischiare di girare con scorte troppo inesperte- disse lei. Hermione sospirò e abbassò lo sguardo prendendo un bel respiro per porre una domanda che le assillava la mente da quando erano iniziati gli incubi. I due adulti si accorsero del suo gesto e la madre si alzò per prendere un vecchio foglio da un cassetto, avevano capito che domanda la figlia voleva porre loro ed erano pronti a rivelarle la verità.

 – Voi non siete i miei veri genitori vero?- chiese lei infine alzando la testa e guardandoli negli occhi. – Hai ragione non lo siamo- rispose il padre.

- Sapete chi sono?- chiese allora lei sgranando gli occhi, - no non li conosciamo, ti abbiamo trovata davanti l’uscio della porta una sera di ottobre. Stavamo tornando da una serata a teatro quando davanti alla porta trovammo una bambina di 3-4 anni addormentata serenamente e avvolta in una coperta. La piccola, che ormai avrai capito sei tu, stringeva tra le mani un foglio di carta e un album di disegni. – rispose la madre. – quel foglietto che hai in mano è …-  - si è quello che stringevi quando ti trovammo- le confermò la madre porgendole il foglio. Lei lo aprì e analizzò quello che vide. Sul foglio infatti era impresso un disegno in cui si vedevano due donne e una bambina che sostavano davanti a un vecchio castello. Con le dita accarezzò le figure impresse nel disegno fino a soffermarsi sulla donna che teneva in braccio la bambina, in lei c’era qualcosa di famigliare.

“ Questa donna è simile a quella del mio sogno forse un po’ più giovane … ma no … è impossibile, forse le somiglia un po’. Quella donna del mio sogno viveva ai tempi di Salazar Serpeverde e quando mi hanno trovata, avevo 4 anni, quindi è impossibile” pensò lei sconcertata.

-L’album che fine ha fatto?- chiese lei ora incuriosita. Si era infatti accorta che il foglio su cui si trovava il disegno era pergamena. – Vedi, quando ti portammo in casa, quell’album si illuminò e svanì improvvisamente, sentimmo solo una voce di donna nell’aria.- rispose il padre. – Cosa diceva quella voce?- chiese tremando Hermione, la faccenda le piaceva meno ogni minuto che passava. – Disse che ,quando il momento fosse giunto , ti avremmo dovuto ridare quel foglio. Dietro vi è scritto qualcosa di importante che noi non riusciamo a comprendere- le rispose la madre. Hermione allora girò il foglio e vide che dietro vi era un testo scritto in antiche rune, stava per prendere il suo dizionario per tradurre la scritta quando si accorse che riusciva a leggerlo senza difficoltà.

 

 

Solo il sangue degli eredi potrà svelare

 

ciò che gli antenati hanno voluto celare

 

questo mistero rimarrà celato

 

finche l’ultimo degli eredi non sarà risvegliato

 

Quando l’ultimo erede il suo lignaggio accetterà

 

Il male in questo mondo la sconfitta vedrà

 

 

Hermione non capiva bene il significato ma, da come era formulata , comprese che poteva essere una profezia, ma non capiva perché dovesse averlo lei. Decise di portare con se il foglio e di farlo vedere al preside qualora lo avesse incontrato al quartier generale dell’ordine. Poi si alzò e si diresse alla porta dove aveva sentito suonare, controllò l’orologio e vide che erano passate diverse ore durante la chiacchierata fatta con i suoi genitori, a lei erano parsi pochi minuti ma effettivamente questo poteva essere causato dallo shock di apprendere che quelli che considerava i suoi genitori , in realtà non lo erano. Aprì la porta con decisione aspettando la reazione degli altri.

 

Bosco, località sconosciuta

 

Una figura uscì repentinamente dal sonno in cui era caduta secoli prima e si guardò intorno con occhi rossi come sangue che brillavano nell’oscurità. Si alzò e la luna illuminò una figura di donna dai capelli argentati che usciva dal bosco. Non era l’unica ad essersi risvegliata, la notte stessa e il bosco sembravano risplendere di vita.

- I tempi stanno mutando. L’ora è giunta- e con queste parole s’incamminò nella viva oscurità della notte.

 

 

 

Angolo dello scrittore

Eccomi di nuovo con un altro capitolo oggi l’ispirazione mi tirava addosso le parole lo giuro.

Ringrazio Muffin alla carota, kasumi_89, RTT e JulietAndRomeo per aver lasciato una recensione grazie veramente.

Ringrazio anche LUNAPOP, nicol86, vale95, valepassion95, Dark Universe, JulietAndRomeo, demetra90, AniaS, 187 e Noomi per averla inserita tra le seguite

Grazie a tutti

Un bacio Aras

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***




Londra, Casa Hermione Granger



Hermione aprì la porta e si trovò davanti il professor Lupin, Sirius, Fred e George. Osservò come le loro espressioni passavano dal sorriso, al dubbio e infine alla sorpresa quando videro sul campanello la conferma di non aver sbagliato casa. Il professor Lupin tentava con poco successo di nascondere la sua espressione sorpresa tentando di mantenere un certo decoro, mentre i tre dietro di lui continuavano a fissare Hermione con le bocche spalancate e Sirius presentava un curioso tic all'occhio che, Hermione ne era certa, non aveva mai avuto.

- Bene se voi reagite in questo modo non oso immaginare che reazione avranno Harry e Ron. Dite che li faccio fuori in un colpo solo? Mi immagino i titoli della Gazzetta del profeta, Harry Potter muore improvvisamente dopo aver visto la sua migliore amica, Lord Voldemort s'inchina davanti a colei che è riuscita ad eliminare il Bambino-che-è-sopravvissuto- disse sarcastica Hermione vedendo le reazioni suscitate dal suo nuovo aspetto. Un altra caratteristica che era venuta fuori durante l'estate era una vena di sarcasmo piuttosto sviluppata che la ragazza normalmente teneva nascosta.

- Hermione? Sei veramente tu?- chiesero Sirius e Remus, gli unici a saper ancora parlare.

- No, sono Draco Malfoy sotto polisucco che improvvisamente adora vivere in mezzo ai babbani- fece lei ironica alzando gli occhi e facendo segno loro di entrare.

- Scusaci Herm è che sei cambiata molto giuriamo che se non fosse per il sarcasmo veramente non ti avremmo riconosciuto- dissero in coro i gemelli che erano due dei pochi a conoscere la vena sarcastica dell' amica visto quante volte ad Hogwarts quest'ultima l'aveva usata con loro.

- Scusa Hermione è che siamo un attimo rimasti spiazzati per questo cambiamento, vogliamo andare?- fece Lupin gentile poi si diresse verso i bagagli della ragazza e con un tocco di bacchetta li spedì dritti nella stanza di lei a Grimmuld Place. Poi salutati quelli che credeva i suoi genitori si aggrappò al braccio che Sirius le aveva galantemente offerto. Un pop e in casa Granger rimasero soltanto i due coniugi.


Londra, Grimmuld Place n°12


Hermione e gli altri si materializzarono davanti al quartier generale e si affrettarono ad entrare e a chiudersi la porta alle spalle. Entrati la prima cosa che fecero fu dirigersi in cucina da dove proveniva un baccano tale da non lasciare dubbi che l'ordine stesse tenendo li la loro riunione lasciando come al solito i ragazzi fuori dalla questione. Lupin e Sirius si diressero in cucina per sapere cosa succedeva e per avvertire che la missione era terminata. I ragazzi non vedendo uscire nessuno si diressero al piano superiore per incontrarsi con gli altri. I gemelli se la ridevano sotto i baffi per la reazione che si aspettavano di vedere. Non rimasero delusi infatti il primo a venirgli incontro era stato Ron che non appena vide la ragazza con i gemelli arrossì talmente tanto che non si distingueva più la faccia dai capelli e cominciò a balbettare imbarazzato.

- Sss...ssalvvv..ve il...il...mi...mi...mio no..nonome è Ro..oon Wea...Weasley e..- Hermione non sapeva se piangere o mettersi a ridere.

- Lo conosco bene il tuo nome Ron tranquillo non ti mangio, sono io Hermione va bene che sono un po' cambiata ma qui si scende nel ridicolo- fece lei scegliendo poi di scoppiare a ridere. Ron sbiancò improvvisamente poi diventò talmente rosso che la faccia era divenuta più rossa dei capelli. I gemelli approfittarono di ciò per mettere il dito nella piaga e dissero insieme

– Oh Ronnie attento che così rischi di avere un infarto- Ron a quelle parole cominciò a inseguire i fratelli che scappavano correndo o smaterializzandosi. Fu così che li trovò Harry, scendendo dalla soffitta, che era venuto a vedere perché Ron non tornava. Quando vide Hermione per lo stupore mancò un gradino e ruzzolò giù per le scale. Improvvisamente tutti si fermarono e corsero da lui per vedere se si era fatto male.

- Harry tutto bene? Signore non ci credo scherzavo quando ho detto che li facevo fuori in un colpo- disse Hermione preoccupata. Lo misero seduto e videro che a parte gli occhiali rotti non aveva subito altri danni tranne un bernoccolo.

- Hermione sei veramente tu?- chiese lui con uno sguardo allucinato.

- Si Harry sono io, vuoi una prova? Oculus Reparo- disse lei riparando gli occhiali dell'amico.

- Grazie Herm sei un tesoro- rispose lui abbracciandola aveva infatti riconosciuto l'amica. Poco dopo Ginny stava per scendere le scale quando gli altri memori di ciò che era accaduto finora decisero di avvertirla per evitare un altro capitombolo. Quando Ginny vide l'amica la saluto e corse a controllare come stavano Harry e il fratello che ormai boccheggiava sul pavimento per il troppo ridere dovuto alla caduta dell'amico.




Scozia, Scuola di Stregoneria e Magia di Hogwarts


Una donna dai lunghi capelli d'argento sostava sul bordo di una finestra dello studio del famoso preside della scuola in attesa che il vecchio ritornasse. La sua attesa fu ripagata quando pochi minuti dopo dal camino uscì la figura dell'anziano mago.

- Era ora che arrivassi vecchiaccio ti devo parlare- disse la donna scendendo dal davanzale.

- Morwen erano molti secoli che non ti si vedeva in giro credevo che fossi andata in stasi come molti della tua razza. Noto con piacere che la tua insolenza non è diminuita in tutti questi anni- rispose Silente divertito.

- Come puoi vedere sono tornata ho sentito che i tempi sono giunti e che mia cugina si è risvegliata, sono passati mille anni dall'ultima volta che l'ho vista. Da quello che il tempo mi dice non riesci a mantenere un insegnante di difesa contro le arti oscure per più di un anno. Affidare la cattedra a Piton non mi sembra una così brillante idea lo sai. Con il passare degli anni cominci a soffrire di demenza senile? Perchè solo un vecchio demente affiderebbe quella cattedra a quel pipistrello untuoso che ti porti dietro da anni. Ti fidi di lui e questo va a supporto della tesi sulla demenza, oltretutto gli permetti pure di avvicinarsi al pelato senza naso che non fa altro che sibilare tutto il giorno. Albus mai pensato di ritirarti in un magiospizio?- concluse Morwen guardandolo negli occhi.

- Morwen cara che cosa dovrei fare? Il posto glielo ho dato l'anno scorso e a svolto un lavoro impeccabile- rispose Silente ridacchiando. Quella davanti a lui era probabilmente l'unica creatura del mondo magico a potergli parlare in quella maniera. Dopotutto anche se non sembrava era più vecchia di lui.

- Non lo so inventati qualcosa ma non voglio quella macchia di unto vivente vicino a mia cugina capito!- sbotto lei. Non lo avesse mai fatto. In quel momento nella mente del preside si delineò un'idea che sicuramente la donna davanti a lui avrebbe considerato malsana.

- Cara ti andrebbe di insegnare ad Hogwarts come insegnante di difesa?- chiese Silente con uno strano luccichio negli occhi.

-Ti rendi conto di essere pazzo vecchio? Mettere me e una classe di undicenni esagitati nella stessa stanza? Tu non tieni ai tuoi studenti.- disse lei guardandolo stralunata.

- Naturalmente ti occuperesti solo delle classi del sesto e settimo anno e di tutti i tipi di difesa non solo quelli magici- le disse Silente.

Perfetto invece di undicenni esagitati, sedicenni e diciassettenni in balia dei loro ormoni. Ci sto questi li posso gestire senza fare una strage e così starò vicino a mia cugina” pensò lei.

- Ci sto vecchio. Sai dove posso andare per passare il tempo che resta?- chiese lei che di tornare nella foresta proprio non le andava.

- Puoi stare al quartier generale dell'ordine così intanto conosci alcuni dei tuoi studenti e puoi cominciare a far loro lezione se ti va- rispose lui tranquillo.

- Ok il quartier generale è... cazz no li no io non ci metto piede li dentro- fece lei che interpellando il tempo aveva scoperto dov'era il quartier generale. Per una come lei mettere piede in casa Black non era uno spasso. Tutto il materiale oscuro contenuto in quella casa era un richiamo troppo forte per quelli della sua specie e poi in quella casa c'erano anche il peloso terminale e il cagnaccio rognoso.

- Spiacente quella è l'unica sistemazione che abbiamo. Tranquilla ci siamo sbarazzati degli oggetti oscuri contenuti in quella casa quando è diventata il quartier generale dell'Ordine della fenice- le rispose lui.

- D'accordo ma poi mi spiegherai perché l'ordine si chiama come il tuo pennuto.- terminò lei smaterializzandosi.

Quando Morwen sparì Silente trasse un sospiro di sollievo e parlando a Fanny disse – Ma chi me l'ha fatto fare di mettermi questo terremoto nel castello?- Fanny lo guardò e dentro di se non poteè che dare ragione a Morwen. Il vecchio soffriva di demenza senile se si aspettava che un uccello potesse parlare.




Angolo dell'autrice

Eccomi di nuovo qui gente a scocciarvi con un nuovo capitolo piuttosto lunghetto lo ammetto ma mi dispiaceva un po' di doverlo tagliare così l'ho postato intero, spero non sia troppo.

Ringrazio mmsoft, JulietAndRomeo, laretta e kasumi_89 per aver recensito.

Un ringraziamento va anche a chi ha inserito la storia tra le seguite.

Grazie a mmsoft e TeamHaleb per averla inserità tra le preferite.

Ci vediamo al prossimo capitolo

un abbraccio Aras

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Capitolo 4
*** capitolo 4 (prima parte) ***



Londra, Grimmuld Place n°12



Nel corridoio della casa silenziosa risuono il pop di una smaterializzazione. Immediatamente gli abitanti della casa si diressero di corsa verso la fonte del rumore. Dal fondo del corridoio, si sentiva una voce che berciava a tutto volume con il quadro dell'antica padrona di casa. Quest'ultima non era partita con la solita tiritera su feccia e sudici traditori del proprio sangue, anzi stava imprecando contro Morgana e la sua insolente discendenza con toni sempre più alti. La giovane donna davanti al quadro tuttavia, sembrava reggere tranquillamente il confronto alzando anche lei i toni sempre di più, ma contrariamente a Walburga da lei non provenivano urla degne di una banshee bensì toni alti e armoniosi. Finchè non si ascoltavano le sue parole.


-Walburga vedo che non hai finito di infestare questa dimora possibile che nessuno sia riuscito a darti fuoco o a stracciare la tela? Tu e i tuoi famigliari dovreste smettere di ammorbare il mondo della vostra presenza anche solo come quadri. Gli unici sani di mente che ho visto uscire da questa famiglia sono Sirius, Cissi e Meda- urlò Morwen al quadro che a quelle parole urlò ancora più forte.


- Dannata! Possibile che nessun cacciatore ti abbia ancora eliminata? Non nominare i loro nomi in questa casa. Quei traditori hanno scelto di rinnegare il prestigioso nome dei Black. Fortunatamente Bella si è occupata di Narcissa con quell'incantesimo, riportandola sulla retta via. La tua insolenza è intollerabile soprattutto visto la famiglia da cui provieni!- rispose Walburga.


- Nella mia famiglia siamo tutti così, l'insolenza è il nostro tratto distintivo. Spero per il bene di Bellatrix che, tutto ciò che a fatto a Cissi sia reversibile. Sai che non mi dispiace spargere un po' di quel prezioso sangue Black che tanto decanti.- disse Morwen per zittirla.


- Morgana come puoi aver generato una stirpe così irriverente e mostruosa?- urlò Walburga prima che Morwen chiudesse con un gesto della mano la tenda.


Morwen allora si girò verso la piccola folla che aveva appena assistito al suo piccolo alterco con la vecchia e sorridendo in maniera rassicurante si diresse verso di loro. Sirius in prima fila era accasciato a terra e si rotolava dalle risate mentre Remus alzava gli occhi al cielo e Piton la guardava schifato. Il resto della platea era confuso tranne Tonks che, dopo averla squadrata, riconobbe in lei l'amica di cui sua madre le aveva parlato fin da piccola. Sirius si rialzò ancora tremante per le risate, la guardò negli occhi e disse:


- Oh Gatta Selvatica non sei cambiata affatto in tutti questi anni? Che ci fai da queste parti? Passata per un saluto? Di la verità ti mancavo?- Morwen a quelle parole appello un vecchio tomo li vicino piuttosto pesante e lo lanciò in faccia a Sirius che non fece in tempo a schivarlo e finì a terra con la faccia rossa per la botta e il naso rotto.


- Chiamami ancora così cagnaccio rognoso e la prossima volta non sarà un tomo di 500 pagine ad arrivarti in faccia ma un baule pieno di coltelli.- disse poi lei e si diresse di corsa da Remus che rideva apertamente. Approfittando del fatto che era voltato per controllare la faccia di Sirius saltò e gli si aggrappò alla schiena.


- Ehi come va peloso terminale tutto bene? Il cagnaccio non da rogne? Il pipistrello fa il bravo?- gli chiese ridendo.


-Ti sei trasformata in un koala durante questi 50 anni? O in un boa constrictor? Comunque tutto ok Mo, lo sai che so come tirar avanti?- rispose Remus arrufandole i capelli e dandole un buffetto sulla guancia. Poi Morwen si voltò verso Piton che la guardava schifato.


-Non fare quella faccia macchia di unto vivente non ho nessuna intenzione di abbracciarti, anzi qualora mi venisse la fantasia sei pregato di scagliarmi un Avada dritta in faccia. Detto questo sono felice di informarti che Silente mi ha assunto come insegnante di difesa se non sbaglio la tua cattedra. Ora sei congedato vedi di sparire ogni minuto passato in tua presenza attenta alla salute dei miei capelli. Stare a contatto costante con gli effluvii delle tue pozioni non ti autorizza a tenere quei capelli in quel modo. Lo shampoo lo hanno inventato usalo. Un giorno altrimenti i tuoi capelli andranno al sindacato dei capelli per chiedere un risarcimento per danni.- disse ghignando Morwen a Piton che sentito ciò divenne bianco come un lenzuolo e cadde a terra svenuto.


- Siiiiii ho ucciso Macchia di unto!! Tutti ha festeggiare su in fila! Pepe peppepe pepe peppepepe- urlò Morwen improvvisando un trenino nel salotto del quartier generale.


Remus andò a controllare che Piton non ci fosse rimasto davvero secco e avvertì Morwen che purtroppo per lei era ancora vivo. Dopo che Remus l'ebbe fatto riprendere Piton sparì alla velocità della luce diretto a Hogwarts per chiedere spiegazioni a Silente. Essendo tardi, dopo essere stati rassicurati che Morwen era un pericolo solo per Piton e Sirius, i membri dell'ordine tornaronochi a casa chi alle proprie stanze per dormire. In salotto rimasero solo Remus, Sirius e Morwen che si accomodarono su delle poltrone dopo che Sirius era passato in cucina aprendere da bere per tutti e tre. Accomodatisi, Remus con la sua tazza di cioccolata Sirius e Morwen con due bottiglie di Firewhiskey, si misero a rivangare i vecchi tempi. Infine si arrivò alla bomba che prima era stata lanciata contro Piton.


-Quello che hai detto è vero? Cioè Silente è stato così pazzo da affidarti la custodia dei suoi studenti? A te che al quarto anno per poco non hai ammazzato uno del primo anno che ti era finito addosso e ti aveva rovesciato il caffè sulla camicia? A te ha offerto una cattedra? Nonostante tu abbia fatto esplodere i reparti di pozioni e trasfigurazione?- Chiese Remus non riuscendo ancora a credere a quello che aveva sentito. Sirius invece si ammazzava di risate pensando a quello che aspettava quei poveri studenti che sarebbero finiti nelle mani di quella pazza che era Morwen.


-Silente soffre anche di alzheimer se lo ha fatto e sta sicura che Mocciosus gli ricorderà tutti questi fatti- disse Sirius ridacchiando.


- Sta tranquillo che se lo ricorda infatti mi ha affidato solo il sesto e settimo anno e per tutti i tipi di difesa non solo quella magica. Per questo temo che per la fine di agosto dovrò abbandonarmi per preparare la mia classe e reperire le attrezzature non posso certo fare lezione nella stanza delle necessità!- rispose lei scolando poi la bottiglia e alzandosi. - Mi mostreresti la mia camera Sirius? Possibilmente lontana dalla tua se ci tieni alla vita- finì lei poi si alzò per andare a dormire scortata da Sirius. Remus finì la sua cioccolata e si diresse in camera sospirando.


-Prevedo guai-.



Angolo dell'autrice

Eccomi qui gente scusate il ritardo ma non riuscivo a scriverlo come volevo e c'è voluto un po' d'ora in avanti cercherò di essere più regolare con i post.

Ringrazio le buone anime che hanno commentato: kasumi_89, JulietAndRomeo, hajar e Eris_99

Un ringraziamento va anche a chi l'ha inserita tra le seguite e le preferite, grazie.

Alla prossima, un abbraccio

Aras


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Capitolo 5
*** capitolo 4 (seconda parte) ***



Londra, Grimmuld Place


E guai furono.

Il mattino dopo si notavano già i segni del passaggio di Morwen in quella casa. La dolce fanciulla, che di dolce aveva solo l'aspetto, aveva infatti ricominciato di buona lena la sua guerra con Sirius, fatta di scherzi e inseguimenti lungo la casa. Il mattino se qualcuno avesse interrogato l'ex professore di difesa Remus John Lupin sull'origine delle profonde occhiaie che sfoggiava si sarebbe sentito rispondere qualcosa di diverso dalla solita luna piena. Il povero professore aveva infatti passato la notte a rincorrere quei due pazzi dei suoi due amici per tentare di fermarli e bloccare quell'assurda guerra che era scoppiata già dal primo anno tra Sirius e Morwen, che aveva attentato alla salute fisica e mentale di tutti gli abitanti del castello per sette anni. Il bello era che quei due non mostravano mai i segni delle notti in bianco che passavano a farsi la guerra. Anzi ogni mattina erano sempre svegli e pimpanti pronti a riprendere a far danni. Durante gli anni a Hogwarts quei due erano stati assidui frequentatori dell'ufficio del preside e della vice-preside ma con una faccia d'angelo e una sfacciataggine invidiabile riuscivano sempre a cavarsela. Quando si erano diplomati Remus era convinto di aver visto un sospiro di sollievo uscire dalle bocche degli insegnanti e del preside. Quella mattina però c'era qualcosa di diverso nell'aria. Morwen, nonostante avesse passsato la notte intera a rincorrere Sirius per uno scherzo che quest'ultimo aveva architettato, non rimaneva ferma un istante mentre aspettava che i ragazzi più giovani scendessero in cucina per fare colazione. Sirius la guardava in cagnesco tenendo sulla testa un impacco di ghiaccio appellato dall'amico dopo che Morwen lo aveva spedito giù dalla finestra del quarto piano per l'innocuo scherzetto che le aveva fatto. Era atteso anche Silente per una piccola riunione con i ragazzi per delle comunicazioni che il preside voleva fare. Quindi era comprensibile che tutti fossero ansiosi.


-A che ora si alzano i ragazzi solitamente?- chiese Morwen impaziente. Non vedeva l'ora di vedere sua cugina.


- Non a quest'ora Mo! Sono le cinque del mattino! A quest'ora la gente normale dovrebbe dormire invece noi siamo svegli perchè te e il cagnaccio non concepite il concetto di vivere civile!- disse Remus esasperato. - Capisco che il tuo corpo ha dormito per secoli ma noi no! A noi non è stato concesso questo privilegio. Se il cagnaccio rognoso qui vuole giocare tu dovresti essere abbastanza saggia da ignorarlo- continuo Rem.


- Ehi! Non parlare di me in questo modo il mio era uno scherzetto innocuo- rispose offeso Sirius.


- Lo chiami innocuo far svanire gli abiti della gente! Per te è divertente ma qualcuno potrebbe non gradire e farti fare un volo giù dal quarto piano- berciò Morwen nella sua direzione. L'irritazione nella sua voce faceva presagire che Sirius sarebbe andato incontro a gravi conseguenze per il suo gesto.

- Visto non potete stare nella stessa stanza per più di 5 minuti senza iniziare a litigare- disse Remus massaggiandosi le tempie doloranti. Per fermare quei due si era beccato anche un libro volante in testa e diversi lividi per gli impatti con i mobili che quei due avevano distrutto durante la notte. Remus si domandava come gli altri facessero a dormire con quel chiasso. Si chiedeva anche se la casa fosse abbastanza resistente per sopravvivere a quei due. Però questa notte aveva tenuto bene quindi non ci sarebbero dovuti essere problemi. Mentre era assorto nei suoi ragionamenti con la coda dell'occhio teneva sotto controllo i due che avevano ricominciato a far volare il mobilio. O meglio Morwen aveva cominciato a lanciare contro Sirius tutto ciò che le capitava sotto mano presente in cucina sedie e tavolo compresi. Sospirando e decidendo di intervenire prima che Mo arrivasse a mettere mano ai coltelli si accorse di Hermione che sbadigliando, con occhiaie che niente avevano da invidiare alle sue, era entrata in cucina e osservava curiosa la scena indecisa se intervenire o lasciarli fare. Salutandola con un cenno del capo intervenne e salvò l'amico che stava per trovarsi in un incontro ravvicinato con una sedia piuttosto robusta.


- Basta voi due! Sirius scusati immediatamente con Mo e cerca di mantenere un comportamento adeguato alla tua età non quello di un bambino di tre anni. Mo datti una calmata e girati così puoi conoscere una dei tuoi futuri studenti- urlò Remus esasperato.


Morwen si girò verso la porta e tempo neanche due secondi era abbracciata stile koala alla povera Hermione che era rimasta pietrificata e non sapeva che fare.


- Cugina che bello vederti era tanto che aspettavo questo momento. Finalmente ci rincontriamo dopo tutti questi secoli. L'ultima volta che ti ho visto avevi solo quattro anni e mia mamma ti stava portando via in un tempo sicuro.- gridava Morwen stringendo la povera Hermione che stava diventando viola.


- Mo lasciala andare sta diventando cianotica- disse Remus all'amica. Sirius dietro aveva gli occhi spalancati e boccheggiava. Morwen liberò dalla stretta Hermione e vedendo Sirius non poté trattenere il commento che gli pendeva dalle labbra.


- Sirius non sapevo fossi anche un pesce, pensavo fossi solo un sacco di pulci. Dovremo cambiarti il soprannome.-


- Tappati la bocca Gatta Selvatica. Perchè non ci spieghi questa storia così evitiamo che ad Hermione venga una sincope?- rispose acido Sirius. In effetti aveva ragione ragionò Remus che vedeva Hermione sul punto di collassare. Le prese un braccio e la fece sedere al tavolo su una delle poche sedie sopravvissute al passaggio di quei due tornado viventi che aveva per amici. Morwen si accontentò del piano del tavolo su cui si sedette a gambe incrociate.


- Va bene. Immagino che tu sia confusa cugina ma se mi ascolterai con attenzione tutto ti sarà più chiaro. Vedi io e te proveniamo da due rami diversi della discendenza di Morgana. Non starò a spiegarti le regole della discendenza magica altrimenti ci metterei una vita. Per farla semplice le nostre nonne erano sorelle gemelle e discendevano direttamente da Morgana, una discendenza non proprio semplice direi. Mia nonna era Shannon Le Fay e mia madre Catriona Le Fay, come vedi il cognome è passato per via matrilineare. Nella nostra razza infatti i figli prendono il cognome dalle madri infatti “Mater semper certa, pater numquam” come diceva la bisnonna. Il mio nome è Morwen Le Fay. Ora immagino tu conosca bene l'origine del cognome Le Fay.- inizio Morwen. Hermione annuì infatti tutti sapevano che il cognome di Morgana era Le Fay. C'era un motivo se i babbani la chiamavano la fata Morgana. - Bene come sai Le Fay viene da Morgana, o più precisamente da Morgan Igraine Le Fay. Morgan ebbe due figlie e due figli. Dei figli si sa ben poco tranne che formarono due casate molto antiche e purosangue, i Rosier e i Nott. Per quanto ne so i Rosier che avevano la discendenza più pura si sono stinti una ventina di anni fa mentre i Nott hanno diluito molto il sangue di Morgan con intrecci con altre famiglie purosangue. Delle figlie femmine invece ti ho parlato della mia famiglia. Di mia nonna Shannon ma non ti ho detto chi era sua sorella anche se dovresti averlo già intuito con il tuo cervello. La gemella di mia nonna era Priscilla Morgaine Le Fay che voi conoscete come Priscilla Corvonero.- disse Morwen. Vagando con gli occhi sulla sua platea si rese conto che forse era stata troppo diretta visto che Sirius, Remus e sua cugina sembravano in stato di shock.


- Quello che dici non ha senso Morwen. Perchè Priscilla Corvonero avrebbe dovuto cambiare il suo cognome in quel modo. L'hai detto tu che il cognome nella tua razza viene dalla madre e non dal padre- disse Remus scioccato.


-Vedi Rem a quei tempi la discendenza da Morgana era pericolosa, perchè tutti sapevano che cos'era Morgan e la sua famiglia. Oltertutto davvero credi che Corvonero sia un vero cognome? Era un soprannome che le aveva dato la madre che aveva notato che sapeva tramutarsi in un corvo dalle piume nere. Comunque ritornando al discorso. Priscilla aveva una figlia Helena che amava la madre in una maniera tale che sfiorava l'adorazione. Non avrebbe mai fatto ciò che i libri di storia raccontano. Sta di fatto che nessuno ,a parte i parenti più stretti di Priscilla e Helena, vale a dire la nostra famiglia, sapeva che Helena aveva una bambina piccola quando morì. La piccola si era salvata perchè la madre l'aveva spedita a Hogwarts dalla nonna con un elfo domestico non appena aveva avvertito il pericolo avvicinarsi. La piccola arrivata a Hogwarts fu portata dalla nonna a cui raccontò cosa stava succedendo a casa. Priscilla non appena seppe ciò affidò la bambina al suo migliore amico Godric e si smaterializzò al suo castello. Arrivò giusto in tempo per vedere sua figlia cadere colpita a morte da un incantesimo letale. Si scagliò contro i due responsabili scagliando incantesimi proibiti e ondate di potere. Uno riuscì a fuggire, piuttosto malridotto ma dopotutto salvo, mentre l'altro non fu così fortunato e rimase ucciso. Priscilla era disperata. Nonostante la nostra natura non permette la morte con un normale anatema che uccide il dissanguamento è uno dei modi più sicuri per uccidere uno di noi. Per fortuna Helena era ancora abbastanza in forze per far uscire il suo spirito dal suo corpo e quindi Priscilla ebbe la possibilità, in un certo senso, di salvare la figlia. Mise il suo corpo in una stasi che viene utilizzata per guarire da ferite molto gravi. Lo spirito di Helena seguì la madre ad Hogwarts mentre il suo corpo in stasi rimase nel castello controllato dagli elfi domestici. La guarigione è molto lenta perchè bisogna riparare ogni singola cellula del corpo anche quelle danneggiate in precedenza. Per questo Helena non è ancora potuta tornare. Tutto quello che si sa sui fondatori sono storie che non sempre hanno un fondo di verità.- terminò il suo racconto Morwen.


- Scusa ma non poteva fare come hai fatto tu? Hai frequentato Hogwarts con noi mentre il tuo corpo era in stasi eppure eri corporea non uno spirito.- le fece notare Remus.


- Vedi Rem tra me e Helena c'è una piccola differenza. Io sono un demone temporale completo, mi ci vuole poco per crearmi un altro corpo temporaneo. E ci tengo a sottolineare temporaneo perchè mantenerlo mi costa molta fatica. Helena invece era si purosangue e discendente di Morgana ma era una mezzodemone, parte del suo sangue era demoniaco l'altra parte era sangue di elfo, non quelli domestici, elfi veri alti, orecchie a punta, belli come il sole e vivono nelle foreste in mezzo ai boschi. Questa parte di sangue non demoniaco non permetteva a Helena di crearsi un corpo temporaneo.- spiegò Morwen.


- Morrigan...- sussurrò Hermione piano.


- Già cugina il tuo vero nome è Morrigan Ainè Le Fay figlia di Helena Priscilla Le Fay e di un giovane demone sfacciato che corteggiava tua madre da quando avevano quindici anni. Purtroppo morì due anni dopo la tua nascita in una guerra tra demoni maggiori.- disse Morwen abbracciando la cugina.


Hermione era scioccata ma nella sua testa tutto ciò che non le tornava cominciò a tornare al suo posto. In pochi secondi nella sua testa si riversarono i ricordi dei quattro anni di vita che aveva passato come Morrigan Le Fay. La nonna, i suoi genitori, sua zia e sua cugina, le giornate passate con la cugina in biblioteca a leggere e scherzare, le corse con i suoi amici nel giardino di Hogwarts quando veniva la settimana di visita dei parenti, la dolorosa decisione di mandare lei e i suoi tre amici a vivere nel futuro presso famiglie che li avrebbero accolti e protetti, l'incantesimo per alterare il loro aspetto e la dolorosa separazione dalla cugina. Tutto tornò al proprio posto ed Hermione avvertì nel suo cuore la gioia di aver ritrovato quella pazza di sua cugina. Quando ritornò alla realtà vide gli occhi tormentati dal terrore della cugina. Sapeva istintivamente che la cugina era terrorizzata dalla possibilità che lei rifiutasse tutto ciò, che rifiutasse lei. Si alzò e si avvicinò a Morwen, la guardò negli occhi e l'abbraccio stringendola forte come lei aveva fatto prima. Il sollievo si dipinse negli occhi di Morwen che ricambiò la stretta ridendo forte, il cuore libero da quell'angoscia che lo opprimeva da secoli e secoli di solitudine e paura. Hermione rise con lei poi si staccò e le disse


- Come puoi temere che non ti accetti pazza sclerotica, non sei mia cugina sei quanto di più vicino a una sorella per me. Ricordi il nostro patto Numquam divisae, in aeternum unitae”- disse Hermione a Morwen stringendole l'avambraccio. La cugina rispose allo stesso modo e guardandola negli occhi le chiese:


- Ci pensi Hermione che sarò la tua insegnante?- a queste parole Hermione sorrise e disse – Si ne sono consapevole preparati perchè ti darò filo da torcere. Lo sai che sono sempre stata svelta a imparare. Comunque chiamami Morrigan è quello il mio nome-



Angolo dell'autrice

Eccomi di nuovo qui. Per farmi perdonare il ritardo posto la seconda parte del quarto capitolo.

Perdonate la lunghezza e pesantezza ma non sapevo come spezzarlo e mi serviva per spiegare un po' di cose per i prossimi capitoli soprattutto perchè Herm si farà chiamare Morrigan e perchè sarà così legata a Morwen.

Ringrazio chi ha recensito la prima parte: hajar, mmsoft, Kasumi_89, JulietAndRomeo, Eris_99 e hodolo72

Ringrazio anche chi l'ha aggiunta tra le seguite e le preferite, grazie.

Ora vi saluto

Aras

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***



Londra, Grimmuld Place


Quando le due cugine si voltarono trovarono il viso di Sirius a un centimetro dal loro volto che le osservava attentamente. Entrambe arretrarono spaventate andando a sbattere una la schiena sul bordo del tavolo e l'altra la testa su di un candelabro acceso li in cucina. Non appena sentì puzza di bruciato Morwen corse al rubinetto dell'acqua per spegnere le piccole fiammelle che si erano accese mentre Morrigan si massaggiava la spina dorsale dolorante per la botta. Entrambe presero fiato e urlarono contemporaneamente


- Sirius!!!!!!!!!!!!!!! Maledetto decerebrato ma cosa ti passa per il cervello aria?- le due erano furiose specialmente Morwen che dopo essersi assicurata che i suoi capelli non avessero subito danni aveva scrocchiato le dita pronta a lanciare un qualsivoglia incantesimo all'indirizzo del suddetto decerebrato.


- Cosa diamine pensavi di fare? Non ti bastava la discussione di prima sul rispettare lo spazio vitale altrui. Penso che dovrò essere più incisiva. Stupeficium, stupeficium...- disse Morwen cominciando a lanciare con le mani schiantesimi a tutto spiano costringendo alla fuga Sirius e correndogli dietro. La sua voce si perdeva man mano che si allontanavano dalla cucina ma i rumori poco rassicuranti degli schiantesimi e altri incantesimi non meglio identificabili lasciavano intendere che questa volta Sirius non se la sarebbe cavata a buon mercato.


- Tu dici che Sirius riuscirà a cavarsela da solo questa volta?- chiese Remus preoccupato a Morrigan che intanto aveva smesso di accarezzarsi la schiena e guardava disinteressata la porta della cucina che i due terremoti avevano attraversato da poco.


- Dipende da quanto è veloce a scappare e bravo a trovarsi un nascondiglio- rispose Morrigan che intanto si dirigeva in camera sua a vestirsi. Tra una cosa e l'altra infatti si erano fatte le otto e l'incontro con Silente si sarebbe svolto tra due ore. Remus sconsolato disse


-Andiamo bene-


La colazione quella mattina a Grimmuld Place non poteva essere più rumorosa di così. Tutti i membri dell'ordine che avevano dormito nella casa stavano facendo colazione osservando e commentando la nuova arrivata che discorreva amabilmente con quella che molti di loro avevano capito fosse Hermione, mentre entrambe ignorando tutti lanciavano dei sogghigni al padrone di casa che quella mattina sembrava avesse avuto un incontro ravvicinato con un troll e la sua mazza. Infatti riportava lividi ed escoriazioni su buona parte del corpo che avevano causato qualche domanda a cui quello aveva risposto a monosillabi. Sirius non voleva ammettere che a ridurlo così erano state quelle due. Infatti Morwen lo aveva già conciato male ma il livido sulla schiena grosso come una pluffa e l'occhio nero erano tutta opera della piccola Morrigan che una volta preparata per la giornata si era aggregata alla cugina nello sport pestiamo tutti Sirius, e a quanto pare la piccola ci sapeva fare davvero, tanto che si era meritata un elogio dalla cugina. Le due ragazze tuttavia non avevano ancora capito come mai Sirius si era avvicinato tanto e quando glielo avevano chiesto lui aveva semplicemente detto che voleva fare loro uno scherzo. Finalmente venne l'ora in cui Silente doveva arrivare e poco dopo dal salotto si sentì una voce familiare imprecare contro la metropolvere e i vecchi camini che andavano puliti. I ragazzi più Morwen si diressero in salotto lasciando gli adulti in cucina. Silente infatti aveva detto che con loro avrebbe parlato più tardi.

Chiusa la porta del salotto gli adulti si squadrarono rapidamente poi si diressero di corsa vicino alla porta per ascoltare. Dopotutto la differenza tra adulti e ragazzi in certe situazioni è minima.



Grimmuld Place, salotto


- Buon giorno a tutti miei cari ragazzi è un piacere vedervi tutti. Morwen vedo che ti sei già ambientata, sei pregata di lasciare Sirius in vita per favore- esordì Silente vedendo le condizioni del salotto.


- Il cane rognoso è vivo se questo ti interessa e può deambulare da solo vecchio rompiballe. Adesso ti ricordi che ho frequentato Hogwarts 50 anni fa.- sbuffo Morwen incrociando le braccia e incassando la testa nelle spalle. Non lo sopportava quel vecchio rimbambito che si sarebbe dovuto ritirare in un magiospizio già quando lei aveva frequentato Hogwarts 50 anni prima.


-Non ricordavo la tua frequentazione perchè fu un tale sollievo, quando tu e Sirius abbandonaste la scuola che solo ricordare i vostri danni mi fa venire l'ulcera. Sei una professoressa ora e sei pregata di non distruggere per quanto possibile la scuola. Comunque venendo a noi. Harry ti vedo bene e anche voi Ronald e Ginevra me ne compiaccio. Non vedo la signorina Granger ci raggiungerà più tardi?- chiese Silente sorridendo.


- Non si preoccupi preside colei che conosceva come signorina Granger è presente ad ascoltare anche se le vorrei chiedere, se possibile, di chiamarmi signorina Le Fay grazie.- rispose Morrigan guardandolo negli occhi. Silente rimase un attimo stupito poi vide qualcosa che lo fece ridacchiare e scuotere la testa.


- Come desidera signorina Le Fay. Noto che è bastato stare in compagnia di sua cugina solo poche ore per assimilarne l'insolenza. Non avrei mai immaginato che fosse lei la cugina di Morwen. Qual'è il suo nome, se mi è dato saperlo? Bisognerà cambiare il nome dell'iscrizione alla scuola.- chiese Silente che ormai sospettava qualcosa ma ne voleva la conferma.


- Morrigan Ainè Le Fay, preside- rispose Morrigan con eleganza. Con i ricordi era tornata anche l'educazione aristocratica impartita dalla madre e dalla nonna e il carattere leggermente altero che caratterizzava la discendenza di Morgana.


- Ah. La figlia perduta di Helena Corvonero, mi perdoni Le Fay- disse Silente. Lui era uno dei pochi a sapere che Helena Le Fay aveva una figlia, dopotutto il suo fantasma era al castello ed era una simpatica interlocutrice.


- Già. Sei venuto per un motivo vecchio rimbambito, se soffri di Alzheimer ti faccio ricoverare io tranquillo. Possiamo cominciare?- disse Morwen che era curiosa quanto gli altri di sapere cosa voleva il vecchio e interpellare il tempo era fuori discussione finché non lasciava la casa.


- Per essere un demone del tempo sei piuttosto impaziente Morwen cara. Comunque vi voglio presentare quattro giovani che si sono ricordati chi sono pochi giorni fa e sono venuti da me a chiedere asilo. Prego ragazzi venite avanti.- iniziò Silente.

Dal buio emersero due ragazzi e una ragazza che si guardavano intorno. Il primo dei ragazzi era alto e asciutto, si vedeva che il fisico era stato modellato da anni di Quidditch nel ruolo di cercatore, capelli biondo cenere e occhi color ardesia. La pelle era così candida da sembrare neve. Tutto di lui parlava di delicatezza ma la luce nei suoi occhi smentiva tutto. Il particolare più interessante erano le orecchie a punta che spuntavano dai capelli. Il secondo ragazzo era di altezza media e un corpo robusto. Capelli neri come ali di corvo e occhi color del fiordaliso completavano il quadro con la pelle d'alabastro. Sembrava un'antica statua greca, e il suo pallore era l'unico segno che quel ragazzo aveva qualcosa che non andava. La ragazza invece era piuttosto bassina e mingherlina. Sembrava una fatina dei boschi. Aveva i capelli dorati e gli occhi color ametista. La sua pelle a differenza di quella dei suoi compagni era color del miele. Il suo sorriso dolce e birichino poi rafforzava l'idea della fatina che svolazzava qua e la per i boschi.


-Loro sono ...- iniziò Silente ma Morrigan e Morwen lo interruppero pronunciando i loro nomi.

-Ciàran Emrys o come voi preferite Grifondoro, Aodhan Peverel o Serpeverde e infine Deirdree Karales o Tassorosso. Gli ultimi discendenti diretti dei quattro fonadtori.- disse Morrigan.


- Naturalmente Aodhan è nato prima che Salazar andasse completamente di testa e cominciasse a far danni a destra e manca. Diciamo che lui è il ramo sano della famiglia. Testa di Serpente e il quattrocchi qui fanno parte del ramo malato.- spiegò Morwen prima di atterrarlo e usare la sua schiena come sedia.


- Morwen non sono una sedia! Sei pregata di alzare la tua culatta pesante e metterti seduta sul bel divano che c'è li. Vedi è comodo e imbottito, fila!- urlò Aodhan che si era visto utilizzare come sedia un numero considerevole di volte. Intanto Morrigan era saltata a cavalluccio su Ciàran e gli si era aggrappata stile boa costrictor e Deirdree guardava il soffitto mormorando qualcosa sui nargilli che infestavano quella casa. Dopo che le ragazze si furono staccate dai ragazzi e avevano riportato alla realtà la loro amica l'ordine tornò in quel salotto.


- Come stavo dicendo prima di essere interrotto questi ragazzi mi hanno chiesto asilo e io glielo ho accordato. Per chiarezza tra voi questi erano fino a quest'estate Draco Malfoy, Blaise Zabini e Luna Lovegood. Rimarranno qui con voi fino all'inizio della scuola. Comunque ero qui per comunicarvi l'intento di fare un nuovo smistamento dove il cappello assegnerà alla vera casa di appartenenza non seguendo le preferenze degli studenti come ha sempre fatto in questi anni. Questo è divenuto necessario visto che il cappello in tutti questi anni ha smistato seguendo più la volontà delle persone che le loro inclinazioni e alcuni ragazzi sono stati costretti ad andare in case a cui non appartenevano veramente . La scuola, oltretutto, assumerà per il sesto e settimo anno un impronta più seria che tenderà a preparare per il mondo che ci aspetta e per la guerra. Nuovi corsi e attività verranno proposti per aiutare gli studenti una volta usciti dalla scuola. Le lezioni continueranno normalmente ma sarà obbligatoria la partecipazione a un numero minimo di attività. Che si svolgeranno nelle ore buche degli studenti e nel pomeriggio.- spiegò Silente guardandoli serio.


- Spero che tutte quelle attività non le debba gestire da sola vecchio, perchè anche se sono un demone temporale non ho il dono dell'ubiquità. Nemmeno manipolando il tempo si può ottenere questo.- gli disse lei velenosa.


- No tranquilla. Ogni insegnante si sobbarcherà uno o corsi più corsi a seconda della disponibilità, chi ha meno lezioni verrà incaricato di più corsi e verrete aiutati anche da membri dell'ordine- le rispose Silente.


- Quindi in sostanza io e macchia di unto vivente più qualche extra- bofonchiò Morwen.


- Si in pratica. Comunque tranquilli avrete piena libertà di scelta per i corsi e gli studenti che frequenteranno quei corsi. Questo Morwen non significa che hai il permesso di distruggere i tuoi studenti. Visto che ci sarà anche Sirius sei pregata di non distruggere la scuola, se volete litigare andate nella foresta proibita per favore. Eh no non lo puoi ammazzare. Qui ho finito vado a parlare con gli adulti per vedere chi è disponibile per i corsi. Ci vediamo a settembre ragazzi- concluse il preside dirigendosi in cucina.

Nella stanza rimasero solo i ragazzi e Morwen. Il silenzio era così denso da poterlo tagliare con un coltello. Poi Morrigan si alzò e si diresse da Ciàran e gli altri per fare quattro chiacchiere a cui si aggiunse immediatamente Morwen che non vedeva l'ora di poter riabbracciare quelli che considerava i suoi migliori amici. Su un altro divano Harry e Ron e Ginny guardavano male la loro migliore amica che discorreva tranquillamente con quella serpe di Malfoy e l'arrogante di Zabini.


- Ehi Herm Luna come potete parlare tranquillamente con quelle serpi? Non ricordate come vi hanno trattato fino ad oggi? Su venite qui con noi a parlare e lasciate soli quei viscidi serpenti.- chiese loro Ron. Morrigan e Deirdree si voltarono verso il rosso per fulminarlo con lo sguardo una e per osservarlo stralunata l'altra.


- Taci Ronald Bilius Weasley. Loro sono nostri cari amici, un altra parola e potresti non vedere l'alba di domani. Inoltre sei pregato di chiamarci con i nostri veri nomi che sono Morrigan e Deirdree.- rispose Morrigan inviperita. Da quando era uscito Silente da quella stanza il suo umore era drasticamente peggiorato. Di per se lei non era nervosa o altro ma qualcosa la rendeva di cattivo umore, non capiva nemmeno lei cosa, era come una sensazione. Evidentemente lei non era l'unica a risentire di ciò perchè anche Ciàran sembrava di pessimo umore. Morwen si accorse di ciò e poggiando una mano sulle spalle dei due tentò di calmarli per evitare di scatenare problemi.


- Ehi buoni voi due. Cercate di calmarvi e ignorate quell'idiota che parla. Dovete mostrarvi superiori a lui. Se proprio non ce la fate rispondete con la vostra arma migliore: il sarcasmo. Siate pungenti si, ma con la lingua non con le mani. Ricordate sempre che ferisce più la lingua che la spada. Se vedete che la situazione non migliora vi alzate e uscite dalla stanza, ma non reagite in maniera violenta. Chiaro?- disse loro Morwen. I due la guardarono con delle espressioni che sembravano dire: che fai predichi bene e razzoli male. Tu sei la prima a reagire in maniera violenta.


- Che centra io sono io. L'unica persona a cui reagisco in maniera violenta è il cagnaccio. Con macchia di unto uso le parole. Anche perchè solo sfiorarlo potrebbe uccidermi.- rispose Morwen alle loro espressioni.


- Molto bene allora noi saliamo in camera così Lenticchia non potrà disturbarci. Morrigan tu lo hai finito il tema per trasfigurazione? Mi servirebbe una mano- disse Ciàran all'amica prima di alzarsi.


- Si Ciàran l'ho finito. Vengo volentieri a darti una mano. Trasfigurazione è sempre stata il tuo punto debole. Nella maggior parte delle materie vai bene, in pozioni eccelli, ma Trasfigurazione e Incantesimi sei proprio un disastro- rispose Morrigan ridacchiando.


- Tu non vai da nessuna parte con Herm...Morrigan Malfoy. Il tuo aspetto, il tuo nome saranno pure cambiati ma per noi se sempre quella serpe viscida di Malfoy.- intervenne Harry mentre Ginny dietro di lui annuiva concorde.


- Zitto Sfregiato. Morrigan è grande e può fare come vuole. Non sei suo padre, non è tenuta ad obbedire ai tuoi ordini.- rispose Ciàran ormai al limite della sopportazione. Morrigan, in quel momento, decise di alzarsi e portare via Ciàran prima che la situazione si facesse troppo calda. Non voleva che l'amico finisse nei guai e poi avesse problemi a scuola. Visto il nuovo smistamento in programma, per lui era meglio mantenere un rapporto apparentemente civile con Harry e Ron.


- Ok fermi tutti, rinfoderate le armi e fate silenzio. Ciàran, tu e Morrigan andate in camera o tua o sua ma fuori da questa stanza. Prima di fare quel tema voglio che meditiate entrambi per almeno un'ora possibilmente all'aperto altrimenti in una zona dove vi è la natura. Voi, Potter e Weasley, vi informo fin d'ora che questi comportamenti non saranno tollerati nella mia classe e qualora vi fossero provvederò personalmente a punire l'aalievo o allievi in questione. Sappiate che non faccio distinzioni di sorta, ne favorisco miei studenti come fa il professor Piton. Per me tu Potter non sei il prescelto sei solo un ragazzo che alla fine di quest'anno si troverà a dover affrontare la guerra. Se non cambi atteggiamento sarai solo un bersaglio che cadrà con la stessa velocità con cui sono caduti gli altri prescelti di tante altre profezie. Non sei speciale Potter per me sei solo uno qualunque dei miei studenti. In quanto a te Weasley il discorso è simile. Non ti azzardare più a fare commenti di questo genere. Non hai il diritto di dire alle persone quello che devono fare e non osare mai più giudicare le persone solo per la casa di appartenenza. Vedi di crescere perchè altrimenti non sopravvivrai a lungo li fuori.- Finì lei severa. Poi si diresse a grandi passi verso la cucina gridando:


- Siiriiiuuusss dove sei? Vieni qui che ho bisogno di sfogarmi.-




Angolo dell'autrice


Salve a tutti gente eccomi qui con un nuovo capitolo. Spero vi piaccia. Visto che c'ero metto i link per vedere il colore degli occhi dei personaggi principali.


http://it.wikipedia.org/wiki/Blu_alice colore occhi Morrigan


http://it.wikipedia.org/wiki/Ardesia_(colore) colore occhi Ciàran


http://it.wikipedia.org/wiki/Blu_fiordaliso#Azzurro_fiordaliso colore occhi Aodhan


http://it.wikipedia.org/wiki/Ametista_(colore) colore occhi Deirdree


http://it.wikipedia.org/wiki/Rosso_veneziano colore occhi Morwen


Ringrazio Eris_99, hajar, JulietAndRomeo, RTT, kasumi_89, Tiffany Katerine Malfoy e mmsoft per aver recensito

Ringrazio anche chi l'ha inserita tra le seguite/preferite

Ora vi lascio con quesiti:

Quali creature sono questi eredi dei quattro fondatori? Quale capacità sembra appartenere ad almeno due di loro?


Vi saluto,

un abbraccio Aras

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***



Londra, Stazione di King's Cross


Se quel primo settembre, qualcuno avesse scandagliato con gli occhi il binario 9 e ¾ si sarebbe accorto che il famoso Trio dei Miracoli, aveva qualcosa che non andava. Infatti il trio era rimasto sempre un trio ma, al posto di una ragazza riccioluta e dagli occhi color dell'oro, conosciuta come la Regina dei Grifondoro ,ma ai più come Hermione Granger, vi era un'altra ragazza dai capelli color del fuoco. Per i Grifondoro, era Ginny la sorellina di Ron, ma per i Serpeverde e le lingue più malevole era semplicemente la Piattola Weasley. Non era solo questa la stranezza però di quella mattina bensì anche la mancanza del più agguerrito avversario di Potter, Malfoy che, con la sua naturale colorazione di capelli, non poteva passare inosservato. Per loro fortuna nessuno aveva prestato particolare attenzione a un gruppetto di quattro ragazzi che saliva sul treno il più in fretta possibile per non attirare l'attenzione. Una volta saliti tutti gli studenti, il treno con un fischio e uno sbuffo di vapore partì alla volta della scuola di magia più famosa dell'Inghilterra. Hogwarts.


Il viaggio in treno era cominciato da poco quando qualcuno bussò allo scompartimento dove Morrigan e il suo gruppo si erano sistemati per evitare visite indesiderate. Tre volti si girarono verso Morrigan che sbuffando chiuse gli occhi e si concentrò, come le aveva insegnato la cugina, per sondare l'aura di chi stava bussando alla porta. Quando riaprì gli occhi scosse la testa per avvertire i suoi amici di non aprire quella porta. Dopo un po' chiunque fosse rinunciò e se ne andò lungo il corridoi.


- Allora Morrigan chi era alla porta?- chiese Aodhan curioso.


-La nostra cara Lavanda Brown e il suo gruppo di oche che volevano conoscere i ragazzi nuovi.- rispose Morrigan infastidita. Non sapeva perchè ma non poteva assolutamente sopportare il pensiero che la Brown si avvicinasse a Cìaran.


- Aiuto come faremo ad Hogwarts a liberarci di quell'oca. Rischio di trovarmi lei e le sue amiche tutte nella mia casa, a una distanza troppo breve dalla mia camera. Aiuto!! Morrigan ti chiedo asilo per favore salvami tu! Oppure tu Aodhan siamo amici da tanti anni mi aiuterai vero? Tu Deirdree?- quasi urlò Cìaran spaventato a morte tenendosi il volto tra le mani e pregando gli altri di aiutarlo.


- Dubito seriamente che Morwen ti consentirà di rimanere in camera mia. Anche se sei tu Ciaran ma farò il possibile per salvarti da quelle oche. Pensa però che saranno così addolorate dalla triste “dipartita” di Malfoy che probabilmente avrai un po' di tranquillità, per un certo tempo.- gli rispose ridacchiando Morrigan. Vedere l'ex sex simbol di Hogwarts Draco Malfoy scappare da delle ammiratrici che prima portava a braccetto.


- Ah Ah Ah. Quanto sei simpatica Morrigan. Quasi quanto Morwen.- rispose piccato Cìaran alla risposta divertita di Morrigan.


- Guarda il lato positivo amico, col nuovo smistamento in programma le oche potrebbero finire a Tassorosso e quindi non sarebbero un tuo problema- gli disse Aodhan che se la rideva tra i denti.


- Sperò di no perchè questo vorrebbe dire che me le dovrei subire io. Voi sapete che per quanto possa sembrare pestifera, ho una pazienza quasi infinita ma solo passare due ore con loro potrebbe comportare l'inizio di una serie di scherzetti propri delle fate. Aodhan tu sai di cosa parlo perchè lo hai provato in prima persona. Il mio retaggio di fata è molto sviluppato e poco incline agli scherzi innocui.- protestò Deirdree


-Effettivamente tu, Morrigan e Morwen non avete nemmeno la concezione di ciò che sia innocuo.- borbottarono Cìaran e Aodhan sottovoce per non farsi sentire.

Dopo questo piccolo siparietto, il viaggio proseguì tranquillo e senza intoppi.


Scozia, Hogwarts, Sala Grande


All'arrivo ad Hogwarts Silente aveva invitato i suoi studenti a rimanere nell'atrio suddivisi per anni scolastici e aveva informato gli allievi dei cambiamenti che erano stati apportati alla scuola e ai programmi, primo fra tutti un nuovo smistamento per tutte le classi. A quella notizia era scoppiato un boato che si era placato solo diversi minuti dopo. Ora Silente stava facendo entrare le classi un per volta a partire dal primo anno fino ad arrivare all'ultimo. Deirdree salutò a malincuore i suoi amici e si avviò all'ingresso insieme agli allievi del sesto anno. Nessuno di loro sapeva quale cognome Silente avrebbe usato ma, molto probabilmente, avrebbe utilizzato i più conosciuti per nascondere la discendenza di Morrigan e Cìaran da Morgana e Merlino. Molto probabilmente sarebbero stati additati come gli eredi dei fondatori, ma nessuno avrebbe mai capito quanto fosse stretto quel legame familiare. Dalla porta sentirono Silente annunciare il terribile attacco dei mangiamorte che aveva portato le signorine Lovegood e Granger e i signorini Malfoy e Zabini, intervenuti per difenderle, alla morte. Di non intristirsi troppo della loro morte perchè questi ragazzi sarebbero sempre stati con loro ad Hogwarts e nei loro cuori. Poi, dopo un minuto di silenzio, annunciò che Hogwarts era felice di accogliere nella loro scuola quattro nuovi studenti di cui una avrebbe frequentato il sesto anno e gli altri tre il settimo. Iniziò lo smistamento; dopo diversi minuti arrivò finalmente il turno di Deirdree.


- Deirdree Tassorosso- chiamò la McGrannit. Nella sala calò il silenzio di colpo.

Deirdree si sedette sullo sgabello ma la McGrannit non fece in tempo a posarle il cappello sul capo che quest'ultimo gridò con sicurezza:


- TASSOROSSO- Deirdree si alzò e si sedette al suo tavolo, ignorando i bisbigli che la circondarono. Dopo Ginevra Weasley, che venne smistata a Tassorosso, Silente invitò il settimo anno ad entrare.


Morrigan e gli altri camminarono a testa alta in mezzo alle file di panche fino ad arrivare davanti al cappello. Lo smistamento procedette con tranquillità fino a che non venne chiamata Morrigan.


- Morrigan Corvonero- scandì la vicepreside, guardando male gli allievi seduti che avevano ricominciato a bisbigliare.

Come per Deirdree, anche per lei il cappello non sfiorò il suo capo prima di urlare la casa di appartenenza.


- CORVONERO- anche lei si alzò e si sedette al suo tavolo. Tra i corvonero l'accoglienza fu migliore ed erano tutti felici di avere una studentessa che discendeva dalla fondatrice della loro casa.

Per Cìaran e Aodhan la situazione fu simile a quella delle loro compagne e vennero smistati Cìaran a Grifondoro e Aodhan a Serpeverde. Harry venne smistato a Grifondoro mentre Ron invece a sorpresa finì a Tassorosso insieme alla fidanzata, Lavanda Brown. Deirdree dopo questo smistamento si girò il tempo necessario a fulminare con lo sguardo i suoi tre amici, specialmente Aodhan che sul treno aveva scherzato sulle pettegole.

Silente si alzò in piedi e cominciò a fare il suo classico discorso di inizio anno e presentando i membri esterni come insegnanti per i corsi che si sarebbero svolti quell'anno. Poi si voltò verso la potrona che sarebbe spettata a Morwen e sospirando disse:


- Avrei voluto presentarvi la nuova professoressa di Difesa contro le Arti Oscure per il sesto e settimo anno, ma purtroppo è impegnata altrove e non è riuscita ad arrivare in tempo. Non posso far altro che augurarvi Buon Appetito e darvi il bentornato o benvenuto a Hogwarts.- concluse il preside dissimulando una nota di preoccupazione.


Inghilterra, poco fuori Londra


Morwen era più che impegnata in quel momento. Era nei guai fino al collo. Quando era arrivata dove era stato segnalato un attacco di Mangiamorte si aspettava di trovarsi davanti un luogo pieno di babbani e idioti con una bacchetta che scagliavano incantesimi a tutto spiano, invece tutto quello che aveva trovato era solo uno stuolo di pecore ignoranti pronte a seguire il pelato senza naso in capo al mondo. La cosa preoccupante era che sembrava la stessero aspettando. Non appena apparì infatti dalle bacchette di quel gregge di pecore partirono dei raggi verdi che avrebbero ammazzato chiunque tranne lei. Si protesse come poté con un incantesimo scudo, ma venne comunque sbalzata indietro. Cominciò a combattere lanciando incantesimi a qualsiasi bersaglio che si muoveva, incurante del fatto di trovarsi in inferiorità numerica. Dopo pochi minuti si era già liberata della maggior parte dei Mangiamorte, ma, bastò la distrazione di pochi secondi perchè si scatenasse l'inferno. Tre Mangiamorte alzarono le bacchette al cielo e pronunciarono un incantesimo di evocazione. Nel terreno si aprì una voragine enorme nella quale vorticavano furiose diverse correnti. Morwen impallidì per quanto possibile e si lanciò verso quello che riconobbe come un portale del regno dei demoni. Sfortunatamente non fece in tempo perchè dal portale uscirono in rapida successione tre enormi demoni, dall'aria non molto pacifica. Usciti dal portale assunsero tutti e tre la forma umana per quanto possibile e Morwen li riconobbe per quello che erano: Un demone emozionale, un demone dimensionale, e l'ultimo, forse il più pericoloso, un demone elementare. I primi due non li conosceva, sapeva solo che tipo erano, mentre l'ultimo lo conosceva bene e l'ultima volta che si erano incontrati non era finita bene per lei.

Il demone emotivo era simile in tutto e per tutto a un dissennatore, solo che bisognava capire di che emozione si nutrisse senza, tuttavia, finire nelle sue grinfie.

Quello dimensionale aveva un aspetto più umano. Pelle bianca, occhi rossi, capelli neri, orecchie a punta edalla schiena fuoriuscivano delle gigantesche ali di pipistrello. I suoi occhi si fermarono su Morwen e la scrutarono con uno sguardo per niente amichevole. Sembrava particolarmente affamato.

L'ultimo si chiamava Astraeth e lei lo conosceva molto bene. Aveva passato anni a fuggire da lui. Aveva l'aspetto più umano che un demone potesse assumere. Il corpo alto e flessuoso era teso e pronto a scattare. I capelli argentati ondeggiavano in balia del vento, nascondendo parzialmente la maschera che copriva tutto il volto, lasciando aperture solo per occhi, naso e bocca che in quel momento stava ghignando in una maniera che non le piaceva troppo. Da come era vestito sembrava un antico samurai. Gli occhi rossi come braci, pulsavano, e la guardavano con uno sguardo che la fece tremare di terrore. Quello sguardo non aveva niente a che fare con fame, o sete di distruzione, ma centrava tutto con desiderio, umiliazione, sofferenza e morte. Se gli altri due l'avrebbero uccisa senza pensarci due volte, lui non le avrebbe concesso un lusso simile, l'avrebbe torturata, umiliata, spezzata e solo allora una volta ridotta al fantasma di se stessa le avrebbe concesso il sollievo della morte. Evocò Antares la sua spada e si preparò al combattimento. Antares brillava nella sua mano riconoscendo nella demone temporale la sua legittima padrona. Con alcuni fendenti precisi riuscì, grazie al potere temporale di Antares a distruggere i due demoni più deboli, ma ora si trovava a dover affrontare il suo peggior incubo che aveva estratto la spada e le si avvicinava mentre intorno a loro il fuoco creava un cerchio per impedirle di scappare. Si mise in guardia e aspettò il fendente che arrivò dritto verso la sua gamba destra. Schivò con una giravolta e approfittando della spinta sferrò anche lei un fendente mirato alla gola che quest'ultimo parò con la lama della sua spada.


- Finalmente ci rivediamo, Morwen. Come stai dopo il nostro ultimo incontro ma petit chat!- disse lui ghignando divertito dalla paura mista a rabbia che si leggeva chiara nello sguardo di Morwen.


-Non chiamarmi mia piccola gattina maledetto!- rispose Morwen irosa. Intanto il combattimento continuava senza sosta. I due si scambiavano affondi e parate in una sincronia perfetta. Più che un combattimento sembrava una danza, anche se mortale. Lui continuava a provocarla fino a che non riuscì a ferirla al braccio che teneva la spada. Da quel momento Morwen cominciò a subire ferite su ferite. Bruciature, tagli e squarci vari avevano ricoperto il suo corpo. Astraeth la osservava sempre più bramoso man mano che il sangue colava lungo il corpo di lei. Dopo aver bucato la sua difesa ancora una volta le ruppe il ginocchio.


Morwen cadde a terra inerme e indifesa, alla mercé di lui. Completamente in suo potere.


Sotto di lei andava a formarsi una pozza di sangue. Il danno maggiore era proprio l'ingente perdita di sangue, visto che le ferite non erano gravi, soprattutto per un demone come lei. Erano state inflitte per far soffrire non per uccidere. Morwen lo vide avvicinarsi a lei e non potè pare nulla per fermarlo.


Astraeth si chinò su di lei, tolse la maschera e le si sedette in grembo bloccandola ulteriormente con il proprio peso.

Morwen lo guardava allarmata e la rabbia nel suo sguardo fu sostituita dal puro terrore.


-Shhhss ma petit chat rilassati. Va tutto bene tranquilla. Ricordi tutto questo è già accaduto, abbiamo già fatto qualcosa di simile trent'anni fa. Certo, allora non eri nel tuo vero corpo, ma ti assicuro apprezzerai la cosa molto di più di allora.- disse lui suadente chinandosi verso il suo viso e passandole la lingua dietro l'orecchio, mordicchiandole il lobo e scendendo lungo il volto fino ad arrivare alla bocca.


La baciò con irruenza, aprendole la bocca a forza, proprio come aveva fatto in passato, bloccandole con una mano le braccia sopra la testa mentre l'altra scorreva lungo il corpo di Morwen. Lei si dibatteva con tutte le sue forze ma lui era più forte. Astraeth lasciò la sua bocca per scendere lungo il collo di cigno di Morwen fino ad arrivare all'incavo tra le spalle dove sentiva le pulsazioni di lei sempre più rapide e il sangue correre come un forsennato. Spalancò la bocca esponendo una dentatura pari a quella di un leone e la morse forte finchè non sentì il sangue di lei scorrergli in bocca. Morwen non poté impedirsi di urlare dibattendosi più forte. Astreath mollò la presa e si allontanò con il sangue di Morwen che gli sporcava il mento.


- Ora nessun demone oserà avvicinarsi a te. Con il marchio ti ho reclamata come la mia compagna e nessun demone oserà sfidarmi avvicinandosi a te. Sarai mia e io ti avrò prima o poi. Noi demoni siamo immortali e sta sicura che sarai mia- disse lui prima di allontanarsi e sparire. Non appena le fiamme si spensero Morwen si alzò e guardò il punto in cui era sparito Astraeth. Una scia di lacrime le bagnava il volto e barcollando si smaterializzò nell'unico posto dove quel mostro non poteva raggiungerla, Hogwarts.



Angolo della scrittrice

Ciao a tutti eccomi tornata. D'ora in avanti l'aggiornamento sarà fissato per il week-end, causa impegni scolastici.

Ringrazio RTT, Eris_99, Kasumi_89, hajar e ForeverDreamer per aver recensito. Grazie.

Grazie anche a colore che l'hanno inserita tra le preferite e le seguite

Qui di seguito vi lascio due immagini:


http://www.masterofquest.altervista.org/images/Razze/Demone.jpg DEMONE DIMENSIONALE


http://img143.imageshack.us/img143/5931/samuraibe1.jpg ASPETTO ASTRAETH

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***




Scozia, Hogwarts


Morwen si materializzò ai confini della scuola e, invece di dirigersi in infermeria, vi volse verso la foresta proibita. Le sue ferite fisiche stavano guarendo a velocità sorprendente, ma dentro di lei si era riaperto uno squarcio che con fatica anni prima era riuscita a richiudere. Si addentrò nei recessi più profondi della foresta fino ad arrivare alla loro radura. Era proprio come la ricordava, lo scorrere del tempo non aveva intaccato l'eterna pace di quel luogo. Appoggiandosi al loro albero si sedette e alzò gli occhi al cielo per osservare la volta stellata. I suoi occhi si riempirono di lacrime, ricordando i momenti felici che avevano condiviso. In quella radura si era donata a lui la prima volta, lì lui l'aveva reclamata come sua, lì avevano passato piccoli momenti di eternità felici, una nelle braccia dell'altro, lì avevano fantasticato sul loro futuro insieme, sempre lì lei gli aveva annunciato di aspettare un bambino, il loro bambino. Un bambino che non aveva mai visto la luce, un bambino perso dopo pochi mesi. Lui l'aveva abbandonata, e il dolore le aveva fatto perdere il piccolo. Morwen sapeva perchè era cambiato tanto la ricordava bene la conversazione avuta con lui prima che andasse a parlare con suo padre per dirgli che non intendeva seguire le sue orme e che aveva scelto di vivere in pace e serenità con la sua compagna.


Inizio Flashback


Era una notte di luna piena e nella radura sdraiati su una coperta vi erano due giovani stretti un all'altra. I loro corpi erano allacciati e lei aveva posato la testa sul petto di lui che la teneva stretta e ogni tanto le lasciava piccoli baci nei capelli. Gli occhi di lui si posavano su di lei e il grigio tempesta di lui si scioglieva diventando argento liquido. Dai suoi occhi traspariva un amore puro e forte per la donna che stringeva tra le braccia. Quella stessa donna che lo aveva accettato come compagno e che lo amava perchè era Astraeth e non perchè era il principe dei demoni di fuoco. Lo amava per quello che era non per il titolo che aveva. Lei aprì i suoi occhi ancora accesi di un rosso scuro dopo la passione che li aveva travolti. La sua donna, la sua compagna, l'unica tra le donne demone ad aver sviluppato gli occhi rossi demoniaci nonostante la sua giovane età come demone. Lei che era più forte, affidava a lui la sua sicurezza.


- Sei sicuro che vuoi andare Astraeth? Tuo padre non la prenderà bene.- disse lei con la preoccupazione negli occhi.


- Si Morwen, devo andare. Voglio liberarmi della sua oppressione una volta per tutte. Voglio essere libero di vivere la mia eternità al tuo fianco- rispose Astraeth guardandola con dolcezza.


- Allora è meglio che te lo dica adesso. Ricordi che in questo periodo stavo sempre male? Mi sono fatta dare un'occhiata da mia madre- iniziò lei.


- Cosa ti ha detto? Stai bene?- chiese Astraeth preoccupato.


Morwen gli prese la mano e gliela posò sul suo ventre. Astraeth inizialmente non capì, ma poi i suoi occhi s'illuminarono di comprensione e il suo voltò divenne raggiante.


- Sei incinta?- chiese per conferma. Alla conferma di Morwen si abbassò all'altezza del ventre di lei e vi depositò un bacio.


- Sono al terzo mese e mia madre dice che procede tutto bene.- rispose lei alla sua domanda implicita.


- Ora ho un motivo in più per andare e tornare da voi. Mi raccomando campione proteggi tu la mamma mentre sono via- disse Astraeth al ventre di Morwen. Poi si alzò e in una fiammata svanì.

Fine Flashback


Non era più tornato. Lei lo sapeva perchè. Ne aveva avuto il sospetto fino a trent'anni fa, poi aveva ricevuto la conferma guardandolo negli occhi. Il padre non aveva preso bene la decisione del figlio e per tenerlo ancorato a se lo aveva esposto a una fonte di malvagità troppo forte per lui a quei tempi. Entrambi avevano pagato un alto prezzo per quest'atto folle. Il padre aveva perso la vita, ucciso dal figlio, influenzato pesantemente dalla fonte, Astraeth aveva smarrito la sua anima. L'unico a potersi liberare di quella possessione era Astraeth stesso ma lei sapeva quanto fosse difficile quella battaglia. Trent'anni fa ci era quasi riuscito e la parte malvagia in lui, per punirlo, l'aveva quasi ammazzata. Questa volta invece sembrava quasi che la sua parte malvagia fosse stata impegnata a combattere su due fronti. Non aveva ancora perso le speranze, ma la lontananza da lui la dilaniava. Vederlo per lei era ogni volta più devastante. Guardando le stelle mandò loro la sua preghiera, poi, si addormentò lì in attesa dell'alba.


Si svegliò poco prima che sorgesse il sole e si diresse verso il castello. Arrivata ai piedi della torre ovest spiccò un salto che la portò alla finestra della sua stanza. Silente le aveva concesso di sistemare la sua camera nella stessa torre dei Corvonero e, visto che Vitius ormai aveva superato una certa età le aveva affidato il ruolo di capocasa dei Corvonero. Entrò nella sua camera, si fece una doccia per togliere le ultime tracce di sangue rimasto, e si vestì con una divisa particolare composta da: una maglia di pelle nera senza maniche che le lasciava molta libertà di movimento, dei pantaloni in pelle di drago sempre neri e degli stivali senza tacco neri con decorazioni argentate. Era pronta a mettere sotto quei ragazzi. Quest'ultimi se speravano di cavarsela a buon mercato come con Piton sbagliavano di grosso. Lei sosteneva che per imparare bisognava provarlo sulla propria pelle. Controllò che classi aveva quel giorno e s'incamminò in Sala Grande. La scena che si trovò davanti per poco non la fece accasciare a terra tra le lacrime. Al suo ingresso i ragazzi si voltarono tutti verso di lei. La prima cosa che notò fu Deirdree accasciata sul tavolo di Tassorosso che sventolava qualcosa di vagamente somigliante a una bandiera bianca. Intorno a lei tutte le ragazze di Tassorosso parlottavano e tentavano di coinvolgerla nelle loro conversazioni. I ragazzi invece erano troppo occupati a fissare lei per salvarla dalle compagne di casa. Il suo sguardo poi passò al tavolo di Serpeverde dove Aodhan era accasciato sul tavolo per il troppo ridere. Tutte le ragazze di Serpeverde si erano sbrigate a riacciuffare le menti dei membri della loro casa e quelle fidanzate stavano facendo una ramanzina coi fiocchi ai loro promessi sposi. Corvonero invece era la casa più tranquilla. I ragazzi si fermarono ad osservare l'entrata di Morwen ma le ragazze della casa svelte li coinvolsero in azioni molto più importanti minacciandoli di ritorsioni. Morrigan faceva colazione ,facendo ogni tanto delle smorfie disgustate, leggendo il suo orario e la lista dei corsi. Spostando lo sguardo a Grifondoro Morwen vide Cìaran circondato da un gruppo di ragazze che gli chiedeva un appuntamento, mentre lui chiedeva aiuto con lo sguardo terrorizzato. Morwen si diresse al tavolo dei professori e sedutasi si mise a chiacchierare con la McGrannit e Vitius mentre sorseggiava un calice di sangue di drago. I demoni non mangiavano cibo normale ma si nutrivano di sangue di drago che li manteneva in forze come un pasto completo. Altri tipi di sangue non risultavano nutrienti e anzi alcuni persino velenosi. Appena finita la colazione si diresse nella sua aula e sedendosi sulla cattedra si mise ad aspettare i suoi studenti. Per le prime due ore aveva le classi di Grifondoro e Corvonero del settimo anno. Quindi di conseguenza Morrigan e Cìaran. Quanto si sarebbe divertita. Come primo giorno voleva vedere a che livello erano gli studenti per capire dove avrebbe dovuto insistere di più. Si decisamente si sarebbe divertita.


Quella mattina Morrigan si sentiva sempre più strana. A colazione era riuscita a malapena a mandar giù qualcosa, ma il cibo la disgustava. Aveva guardato con invidia sua cugina scolarsi un calice di sangue di drago e facendosi forza aveva mandato giù un cornetto. Nonostante per un quarto fosse un elfa, la sua natura demoniaca era molto forte. Aveva bisogno di parlare di questa cosa con Morwen. Cìaran accanto a lei aveva fatto la sua colazione con un tè alle erbe e una mela, e ora camminava tutto tranquillo accanto a lei. Quando entrarono in classe videro Morwen seduta sulla cattedra a sfogliare il registro. Essendo ancora presto le si avvicinarono e cominciarono a discorrere con lei.


- Ciao cugina. Tutto a posto? Ieri non eri alla cena, è successo qualcosa?- chiese Morrigan che mentre si erano avvicinati aveva notato dei piccoli segni sulle braccia e il morso sul collo.


- Si tutto ok. Tu? Ho notato che non gradisci molto il cibo. Ho un piccolo regalino per te, peste.- disse Morwen tirando fuori un pacchetto di quelle che a prima vista sembravano sigarette.


- Tutto ok, certo. 1. Quei graffi sono propri di una persona che sta bene vero? E non pensare che non riconosca il marchio sul collo per quello che è? Voglio il suo nome. 2. Cosa sono quelle? Vuoi che mi dia al fumo?- rispose Morrigan ghignando. Cìaran si stava godendo la scena spostando lo sguardo da una all'altra.


- Forse un giorno te lo presenterò. Comunque non sono sigarette di tabacco, dentro vi è un erba particolare che viene usata per i demoni giovani come te, per permettere loro di nutrirsi di cibo normale. Sei troppo giovane per il sangue di drago, ne riparleremo fra seicento anni.- rispose Morwen ghignando. Morrigan tuttavia vide che sotto alla sua solita strafottenza vi era un velo di malinconia.


- Ok. Che si fa oggi?- chiese Morrigan curiosa.


Un piccolo test per verificare le vostre conoscenze.- rispose Morwen ghignando con un pericoloso luccichio negli occhi. I ragazzi cominciarono a sudare freddo.


Suonò l'inizio delle lezioni e quando gli studenti entrarono nella classe si accorsero che c'era qualcosa che non andava. Al posto della solita classe con i banchi e la lavagna si trovarono in una specie di arena al coperto con due aperture su due locali. Il pavimento anziché essere in marmo era in terra battuta e non vi era la minima traccia di spalti o luoghi in cui sedersi. Da una zona buia apparv Morwen che si presentò ai suoi studenti.


- Salve ragazzi, io sono Morwen Le Fay, la vostra nuova insegnante. Vi avverto fin da ora della mia natura così da non esserci sorprese. Sono un demone temporale, quindi con me niente scherzi capito. Visto che non amo molto fare teoria e correggere compiti scritti, le nostre lezioni saranno tutte improntate sulla pratica e sull'allenamento fisico per prepararvi agli scontri che dovrete affrontare usciti da questa scuola. Per oggi avevo pensato a un test per verificare le vostre condizioni e conoscenze prima di introdurvi ai nuovi argomenti di quest'anno. Dirigetevi agli spogliatoi qui affianco e cambiatevi con le divise che troverete nei vostri armadietti. Lo spogliatoio a destra è per le ragazze, quello a sinistra per i ragazzi vi aspetto qui fuori quindi sbrigatevi.- concluse lei il suo discorso.

In contemporanea con le sue parole dagli spogliatoi uscirono Morrigan e Cìaran con addosso le divise pronti per la lezione. Morrigan indossava una canotta in cotone grigio aderente, dei pantaloni neri lunghi che aderivano alle cosce e si allargavano dalle ginocchia in giù senza tuttavia toccare terra. Sul fianco vi era un tribale color arancione. Ai piedi non portava scarpe ma una fasciatura che lasciava scoperte le dita e il tallone a formare una cavigliera. Cìaran invece era più scoperto. Portava un paio di pantaloncini militari al ginocchio, una canotta attillata e al posto delle scarpe portava anche lui delle fasciature simili a quelle di Morrigan ma le sue proseguivano su per tutto il polpaccio. Entrambi portavano delle fasciature simili alle mani, ma Morrigan a differenza di Cìaran le portava lunghe fino al gomito. Mentre gli altri studenti si andarono a cambiare Morwen si rivolse ai due dicendo:


- Iniziate a correre lungo il perimetro dell'arena voi due che ho in mente un programmino niente male-

I due cominciarono a correre facendo a gara tra di loro e ricorrendo ampiamente alle loro abilità dovute alla natura elfica di lui e a quella prevalentemente demoniaca di lei. In pochi minuti avevano fatto 4/5 giri e Morwen li fermò ordinando loro di fare stretching mentre gli altri studenti iniziavano ad uscire dagli spogliatoi. Morwen ordinò anche a loro di cominciare a correre poi si rivolse ai due che intanto avevano finito di allungarsi e ordinò loro di attaccarla. I due non se lo fecero ripetere e si lanciarono all'attacco come facevano da bambini e come avevano ricominciato a fare durante il periodo estivo. Nonostante il loro impegno Morwen continuava a schivare i colpi e contemporaneamente controllava cosa facesse il resto della classe incitando a correre chi batteva la fiacca. Dopo un po' entrambi si fermarono per guardarla male.


- Che c'è ragazzi già stanchi? Seamus Dean ho detto correre non farsi una passeggiata!- disse Morwen.


- Sai vero che è tremendamente umiliante la cosa, vero?- le disse Morrigan con una vena che pulsava pericolosamente sulla fronte.


-Dite. Ok basta correre, fate stretching e dividetevi in gruppi di tre.- ordinò lei, ma venne interrotta da Harry che chiese


- Perchè ci fa fare tutto ciò professoressa non dovremmo imparare a usare nuovi incantesimi?-.


- Perchè, Harry, è inutile imparare potenti incantesimi se non se vivo per farlo. Non sempre vi potrete difendere con la bacchetta e non avete ancora la potenza magica necessaria a lanciare incantesimi senza bacchetta oltretutto dovete essere abbastanza veloci e agili da schivare gli incantesimi e con riflessi pronti per contrattaccare. Ti basta come spiegazione o hai bisogno di una dimostrazione?- Gli rispose lei sarcastica.


- Va bene quindi durante le sue lezioni non ci insegnerà gli incantesimi ma il combattimento e ci manterrà fisicamente in forma?- chiese ancora Harry. Morwen cominciava a indispettirsi ma mantenendo la calma lo guardò negli occhi e gli rispose.


- Le basi delle arti marziali e del combattimento ve le darà Sirius nel suo corso che vi consiglio di frequentare perchè, mi dispiace ammetterlo, ma il cagnaccio è davvero bravo. Fra alcune settimane, appena vi riterrò pronti, cominceremo a lavorare sugli incantesimi di quest'anno, non prima.- e per lei la conversazione era finita. Diede istruzioni perchè con i gruppi formati cominciassero a duellare tra di loro in una simulazione di una battagli tre contro tre. Essendo la classe pari Morrigan e Cìaran si ritrovarono con un componente in meno e duellarono tra di loro. Morwen passava tra i ragazzi per vedere come andava e tranne per qualche persona le veniva voglia di piangere. Sospirando disse tra se


- Abbiamo molto lavoro da fare-


Angolo della scrittrice

Eccomi qui di nuovo con un altro capitolo. Qui vediamo una parte importante del passato di Morwen e come lei massacrerà per l'intera durata dell'anno scolastico i suoi studenti.

Ringrazio chi ha recensito: kasumi_89, Eris_99, RTT

Un grazie va a chi l'ha aggiunta tra le preferite e le seguite. Grazie tante e arrivederci al prossimo capitolo. Un saluto

Aras

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***




Hogwarts, Corsi pomeridiani


Morrigan e Cìaran si trovavano nuovamente davanti alla porta della classe di Difesa in attesa di Deirdree e Aodhan per partecipare a uno dei tanti corsi di Morwen. Appena gli altri due arrivarono Morrigan non riuscì a trattenere le risate e cadde a terra contorcendosi dalle risate. Cìaran più composto di lei tentava in tutti i modi di non ridere con il risultato che stava rischiando di soffocare. Lo spettacolo che si presentava davanti ai due era esilarante. Deirdree era evidentemente uscita da poco dalla lezione di Pozioni, in quanto aveva un espressione talmente allucinata da dare l'impressione che avesse sniffato i fumi della pozione preparata quel giorno. Oltretutto evidentemente una pozione doveva essere esplosa perchè la ragazza era ricoperta da un non meglio identificato intruglio di un colore verde acido. Aodhan comunque non era messo meglio. Lui evidentemente era appena uscito dalla lezione di Trasfigurazione perchè presentava dei folgoranti capelli rosa shocking da far invidia a Tonks e gli occhi erano uno color fiordaliso l'altro color argento. Oltretutto mormorava qualcosa che somigliava vagamente a


- Trasfigurazione.... Parkinson..... Trasfigurazione...... mai più- sembrava leggermente sotto shock.


Morrigan si riprese abbastanza da impedire la prematura dipartita di Cìaran e mentre lui aiutava Aodhan a tornare alla normalità, lei, prese Deirdree per le braccia ed entrando in classe la portò a darsi una ripulita negli spogliatoi presenti nella classe/arena sotto lo sguardo sbigottito di Morwen.

Cìaran entrò con Aodhan e si diresse verso Morwen per chiedere alla demone di aiutare l'amico a recuperare completamente il suo aspetto. Ora gli occhi erano tornai del loro colore naturale ma i capelli erano rimasti di una tonalità accesa di rosa. Tra le risate Morwen riportò i capelli rosa al loro solito colore nero, poi, indicò loro di aspettarla vicino alla porta che andava a controllare se Deirdree stesse bene. Dopo mezz'oretta, in cui vicino alla porta si era radunato un gruppo di una decina di persone, le tre uscirono dallo spogliatoio dirigendosi verso il gruppo a passo svelto.


-Ben venuti ragazzi al mio corso sui poteri ereditari. In questo corso vi aiuterò a scoprire e ad usare le capacità speciali che sono dentro di voi. Vi dirò subito che non sarà un cammino facile. Le vostre vere capacità sono insite in voi, e il vostro viaggio sarà principalmente spirituale più che fisico. Dovrete scavare e indagare dentro di voi con la meditazione ed entrare in comunione con l'essenza stessa del vostro essere. Alcuni di voi penseranno che somiglia alla religione. In parte è vero perchè questo viaggio era compiuto in passato dalle sacerdotesse dell'antico culto per trovare dentro di loro la loro vera forza. Inizialmente faremo meditazione, poi una volta entrati in contatto con il nostro vero io partirà la ricerca, del tutto istintiva, del nostro vero potere. Possono essere vari come uno solo. Voglio farvi una precisazione, per alcuni ci possono volere settimane se non mesi, per altri giorni o poche ore. Tutto sta nella vostra capacità di accettarvi così come siete in maniera conscia e inconscia. Non scoprirete chi siete se non siete assolutamente certi di volerlo sapere, e se non siete pronti ad accettarlo. Sarete voi stessi a nascondervi. Avete domande?- spiegò Morwen seria. Un timido Neville alzò la mano.


- Si Neville, non aver paura chiedi pure- disse Morwen.


- Può succedere che qualcuno non abbia nessuna capacità speciale?- chiese il ragazzo tremante.


- No non accade perchè anche semplicemente una grande compassione, o un coraggio da leoni, o una grande pietà sono capacità speciali. Non è necessario avere la capacità di lanciare fiammate con le mani o di scatenare un terremoto battendo a terra un piede per avere un potere speciale.- rispose Morwen alla domanda.

Uscì dall'aula con gli studenti dietro e si diresse fuori verso la foresta proibita. Fermandosi al limitare della foresta si voltò verso i suoi studenti e li vide dubbiosi così per tranquillizzarli si sedette sul prato e fece segno loro di imitarla.


-Ora voglio che chiudiate gli occhi e svuotiate la mente. Immergetevi dentro di voi e cercate il vostro centro. Concentratevi.- disse.


Tutti i ragazzi si sedettero in una posizione comoda e tentarono di fare quanto chiesto loro. Morwen li osservava attenta al più minimo cambiamento pronta ad ogni evenienza. Il suo sguardo spaziò su tutti e 12 i suoi studenti e si soffermò su quelli che entro la fine della lezione avrebbero potuto ottenere i risultati più rilevanti e magari risvegliare il proprio potere. Morrigan sedeva a terra con una gamba leggermente piegata, l'altra piegata anch'essa passava sotto quella semi distesa. Il busto leggermente sbilanciato all'indietro e le braccia tese a sostenere. La testa rivolta verso il cielo permetteva al vento di far fluttuare la sua chioma nera. I lineamenti del volto distesi parlavano di una pace e di una serenità totali. Cìaran invece era più composto. Sedeva a gambe incrociate con la schiena dritta. Le mani erano posate delicatamente sulle gambe e il suo volto non mostrava altro che quiete. Morwen se lo aspettava che sua cugina e Cìaran sarebbero stati i primi a rilassarsi, svuotare la mente e fondersi con gli elementi, poiché la loro natura oltre a legarli agli elementi li aveva fin da piccoli costretti a meditare per mantenere controllo ed equilibrio. Deirdree ormai era persa completamente nel suo mondo e richiamarla sarebbe stata un impresa assai ardua. La sua natura di fata le consentiva un legame così stretto con la terra che probabilmente ora stava ascoltando ciò che gli alberi, il prato e i fiori avevano da condividere. Aodhan invece era così assorbito in se stesso che aveva dimenticato di respirare rischiando di farsi scoprire dagli altri ragazzi. Come vampiro respirare non gli serviva granché ma molti avrebbero notato che il giovane non respirava e questo non sarebbe stata una buona cosa. Da loro si aspettava molto quindi non si sorprese più di tanto, la sua sorpresa era scatenata da Neville Paciock che dimostrava una capacità di concentrazione quasi al livello di Aodhan, il che era ammirevole. Si concentrò per vedere a che livello erano e cominciò a vagare di mente in mente.


“Pansy... buono. Riesce a svuotare la mente e ad ascoltare. Deve solo imparare a non essere troppo critica con se stessa.” La osservò un poco e quando capì che era pronta le posò una mano sulla spalla e la fece sdraiare a terra. La ragazza non si svegliò e continuò il suo viaggio.


“Theodore... non ci siamo. Troppo vicino al suo corpo, non riesce a staccarsi” lo guardò e passò oltre.


“Harry..., Ron... no come Theodore, Harry un po' più vicino a Pansy però potrebbe farcela fra tre quattro giorni.” li fissò e si avvicinò al gruppetto di ragazze seguente.


“ Daphne... ottimo. Equilibrata e concentrata entro la fine delle due ore dovrebbe riuscirci” posò le mani sulle spalle della bionda e distese anche lei.


“Lavanda... no come Ron. Deve trovare il coraggio di affrontarsi.” passò oltre e decretò che anche Calì non era pronta.


“ Neville... benissimo. Al livello di Daphne, perfetto.” fece sdraiare anche lui poi passò ai suoi amici.


“ Aodhan si sveglierà tra un ora e mezza è a un buon punto. Deirdree ormai è andata, un oretta e sarà di nuovo fra noi. Cìaran... e ti pareva che non dovesse mettersi a litigare con il suo potere, tale e quale ad Astraeth, tutti simili i domatori del fuoco. Cugina veniamo a te... la migliore come al solito tra mezzora sarà sveglia e pimpante come al solito, se mi svolazza intorno giuro che la concio per le feste. Come al solito fanno tutto in maniera più veloce e rapida degli altri” sospirò Morwen facendoli sdraiare tutti e quattro. Poi si sedette e nell'attesa che la cugina si svegliasse si accese una sigaretta e si mise a fumare. Dopo mezz'ora sentì la voce della cugina che le chiedeva se la sigaretta fosse di quelle sue oppure si era data all'obbiettivo di farsi venire un cancro ai polmoni.


- Tu sei già sveglia è? Sono un demone non posso avere il cancro cugina, nemmeno tu puoi, in quanto non umani non siamo soggetti ai loro problemi di salute. Questa è una sigaretta particolare fatta con sangue di drago, che, attraverso un particolare trattamento, trasformato in foglie sottili con stampi , viene tagliato per assomigliare al tabacco. Sono una versione più complessa e avanzata delle tue. Allora come è andata?-


- Bene, tutto sommato. Mi sono ritrovata a fare una lunga chiacchierata con me stessa per capire ed accettare tutto di me, l'elfa e il demone. Mio padre era un demone elementare dell'aria vero?- rispose Morrigan serena. Nell'ultimo periodo estivo si era sempre sentita divisa tra la sua parte demoniaca e quella elfica. Ora aveva ritrovato la serenità.


- Già Coilìn era un Domatore dell'Aria passava la maggior parte del tempo nei cieli e tua madre volava con lui sotto forma di falco. Dimmi le capacità metamorfiche le hai?- chiese Morwen.


- In maniera molto limitata si. Posso trasformarmi solo in volatili. Continuo a sentire scomodo questo corpo però non vedo l'ora che sia il mio compleanno così potrò volare senza usare la scopa. Posso controllare i venti e le tempeste con tanto di fulmini. Da mamma oltre le capacità metamorfiche ho preso solo l'empatia e la capacità di maneggiare le spade temporali.- disse Morrigan sorridendo.


- Solo?!? Tesoro sei molto giovane come demone, diamine hai solo 16 anni, tra i demoni sei ancora una neonata. Fra due mesi sarà il tuo compleanno e l'incantesimo di mascheramento svanirà, facendoti tornare al tuo aspetto reale. Diventerai molto più forte crescendo, tempo due tre secoli sarai potente quanto me adesso e io piccola ho ben mille e passa anni alle spalle. Già ora sei più forte della maggior parte dei demoni dell'aria che comandava tuo padre. Diverrai una stupenda e potentissima Signora dell'Aria. Dai tempo al tempo piccola.- le disse Morwen dolce.

Nel frattempo si erano svegliati anche Cìaran e Deirdree che seguivano la conversazione tra le cugine con estremo interesse.


- Voi due invece che avete scoperto?- chiese Morwen appena si accorse di loro.


- Io sono un Domatore del Fuoco. Posso domarlo, aizzarlo o estinguerlo solo se ho una base già accesa. Sono un empatico, come la maggior parte degli elfi, e telepatico.- disse Cìaran sorridendo tranquillo anche se si notava una certa tensione in lui data dal fatto che i domatori del fuoco normalmente erano persone portate molto all'essere sempre in movimento come le fiamme.


- Io invece mi sono fatta una bella chiacchierata con la foresta e i suoi abitanti. Ho scoperto una cosa veramente interessante. Il platano picchiatore si muove costantemente perchè si annoia terribilmente a stare li da solo con nessuno che parla con lui. La foresta invece è così buia perchè si sente tanto sola le sue creature non riescono a tenerle compagnia in modo giusto. Comunque sono una Signora della Terra. Creo terremoti, guarisco la terra e le persone, ho il pollice verde e gli animali mi adorano. Sono in grado di ammaliare come tutte le fate che si rispettino e tra due anni perderò finalmente il mascheramento che mi è stato imposto quando ci hanno portati al sicuro, e le mie bellissime ali torneranno. Un po' come le tue Morrigan ancora ricordo quando a due anni non riuscivi a correre perchè le ali ti strusciavano a terra.- concluse Deirdree sorridendo mentre i tre la guardavano stralunati.


- Io sono un Dominatore dell'acqua e mi sono fatto quattro chiacchiere con le sirene e la piovra gigante che afferma pure lei di annoiarsi. Controllo le acque, le maree se ho a disposizione dell'acqua posso dare qualsiasi cosa. Come vampiro sono telepatico, telecinetico con un pizzico di psicometria o meglio chiaroveggenza tattile. Attenti a voi oggetti posso leggere la vostra storia. Se mi esercito posso arrivare a percepire la storia passata delle persone. Attenti a voi- disse Aodhan per poi scoppiare a ridere vedendo le reazioni degli altri. Morrigan era saltata per aria e attualmente levitava sostenuta dai venti a due metri da terra, Cìaran si era dato fuoco alle maniche della camicia e ora si osservava le braccia illese piangendo per la perdita della camicia, Deirdree aveva strillato come un aquila ed era caduta a terra priva di sensi mentre Morwen che si trovava vicino agli alberi era saltata e si era aggrappata a un ramo stile gatto e lo osservava con espressione assassina.


- Aodhan spera che non ti incontriamo mai senza testimoni perchè se no sei finito – gli gridarono le ragazze furiose prima di lanciarsi all'inseguimento lasciando a Cìaran il compito di far rinvenire Deirdree.



Angolo dell'Autrice

Ciao a tutti eccomi qui con un nuovo capitolo. In questo vediamo i poteri specifici di ogni ragazzo e un piccolo abbozzo del gruppo che si andrà a formare. Nel prossimo capitolo si farà un salto temporale e per i fan delle Cìaran/Morrigan ci sarà uno sviluppo molto atteso. Rientrerà in scena una persona che avete preso in antipatia ma in un ruolo inaspettato e Voldy farà la prima mossa.


Ringrazio chi ha recensito: kasumi_89 ed Eris_99. Vi ringrazio tantissimo.

Ringrazio anche chi l'ha inserita tra le preferite grazie.

Ci vediamo al prossimo week-end.

Un bacio

Aras






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Capitolo 10
*** capitolo 9 ***


 

 

Hogwarts, foresta proibita

 

Morwen correva veloce nella foresta alzando, ogni tanto, gli occhi a scrutare oltre le fronde degli alberi in cerca di segnali rivelatori che le dessero la posizione della persona che la stava seguendo, mantenendo comunque gli altri sensi allerta per qualsiasi cosa la circondasse. Doveva stare attenta se non voleva farsi trovare. Nascondeva la sua aura magica, cosa che possono fare solo i demoni, per non farsi individuare da chi seguiva la terra ed evitava di spiccare salti troppo alti per non farsi vedere da chi volava. Erano tre giorni che correva, si nascondeva e affrontava i suoi avversari. Era molto stupita dai miglioramenti che aveva notato. Più di una volta aveva rischiato di farsi prendere, peccando di arroganza, ma non aveva intenzione di ripetere lo stesso errore. Un fruscio vicino a lei la fece scattare per nascondersi dietro un albero. Da quella parte uscì Deirdree che muovendosi con sorprendente agilità ispezionò la radura e chiuse gli occhi per scandagliare la zona. Morwen ne approfittò per sparire da lì alla velocità della luce. In senso letterale. Allontanatasi di un paio di chilometri si fermò ad interpellare il tempo per vedere la posizione degli altri. Morrigan sfruttando le correnti ascensionali che soffiavano, sostenuta dai venti, sorvolava la foresta, sfruttando la vista del falco. Cìaran con la telepatia controllava intere zone di foresta per individuare i suoi pensieri, seguendo una scia mentale ben precisa. Aodhan invece con la chiaroveggenza tattile cercava le sue tracce nella foresta stessa. Daphne tentava di percepirla sfruttando il suo legame con gli animali per vedere se registravano il suo passaggio, Pansy sfruttando la sua capacità di percepire le presenze la preoccupava maggiormente, per questo aveva nascosto la sua aura magico-demoniaca, poiché poteva percepire e distinguere le presenze secondo la razza di appartenenza. Ora vedeva come creatura demoniaca solo Morrigan anche se quest'ultima non completamente. Neville interpellava le piante per sapere dove si era nascosta e Harry chiedeva aiuto ai serpenti che erano molto attivi e obbedivano senza problemi. All'esercitazione non partecipavano altre persone, infatti Ron, Lavanda, Calì e Theodore avevano rinunciato presto. In Theo , poi, sembrava che la discendenza da Morgana si fosse talmente diluita che la sua aura non mostrava nemmeno un briciolo di sangue di una tale antenata. Quando riaprì gli occhi si trovò davanti Morrigan che la osservava con un sorriso feroce dipinto sul volto in pugno stringeva Shedir la sua spada temporale, dalla stella più luminosa della costellazione di Cassiopea. Morwen evocò Antares che rispose subito al suo richiamo, non sapeva cosa fosse accaduto alla cugina ma sembrava sul punto di perdere il controllo. Le due cominciarono a lottare e a scambiarsi fendenti sempre più velocemente e con sempre più forza. Il combattimento durò diversi minuti in cui nessuna delle due riuscì ad avere la meglio sull'altra. I volti di entrambe si stravolsero. Il loro sangue demoniaco cominciò a ribollire e le loro sembianze a mutare. Morwen cominciò a somigliare sempre più ad un felino. I suoi tratti si fecero più affilati, la sua forma più affusolata, i suoi movimenti più eleganti. Morrigan, a dispetto delle sue limitate capacità metamorfiche, invece di somigliare a un falco, aveva cominciato ad assumere anche lei le apparenze di un felino, ma la sua forma era molto più umana di quella della cugina. Infatti i suoi occhi si tinsero di rosso, le zanne superiori le uscivano fuori dal labbro e i capelli si tinsero di sfumature argentate. Le due cominciarono a scagliarsi una contro l'altra con sempre maggiore ferocia. La situazione stava degenerando rapidamente e Morwen non riusciva a trovare un appiglio nella mente della cugina. Era completamente stravolta, il caos più completo dominava la sua mente al pari di una fame bruciante, che Morwen aveva sperimentato solo quando aveva raggiunto la soglia di potere sufficiente a passare di livello demoniaco. Nonostante il suo compleanno fosse fra due giorni, il suo corpo era pronto a mutare già adesso. Non ancora alla forma di demone completo come lei ma alla forma intermedia inferiore, un gradino superiore alla sua attuale forma. L'accelerato sviluppo delle sue capacità e la liberazione dei suoi poteri stavano costringendo il suo corpo a mutare per poterli contenere e accrescere. Stava succedendo quello che sua zia, sua madre, e le loro nonne temevano sarebbe successo. La sua parte demoniaca stava sopraffacendo quella elfica, portandola a uno sviluppo demoniaco accelerato. Sua cugina non poteva più restare ad Hogwarts, non con un livello di potere che si alzava così velocemente. Liberando completamente la sua aura demoniaca cercò di sopraffarla velocemente e riuscì a disarmarla. Quando stava per infliggerle il colpo che l'avrebbe portata ad un temporaneo stato d'incoscienza, vide spuntare nella radura Cìaran che si diresse verso Morrigan molto velocemente con un'espressione preoccupata dipinta sul volto. Morwen si preparò a respingerlo in caso la cucina avesse reagito in maniera violenta ma stranamente più lui si avvicinava meno lei dava segni di voler reagire in maniera violenta. Guardando Cìaran si accorse che lui stava parlando telepaticamente con lei e cercava di mantenerla calma. Morwen era stupita, Cìaran era riuscito a stabilire un contatto telepatico con sua cugina nonostante lei, che ci aveva provato, non vi era riuscita. Una scena simile le riportò alla mente ciò che era accaduto la prima volta che aveva perso il controllo in quel modo. Sua madre non era riuscita a calmarla nonostante avessero stretto un potente legame telepatico per evitare problemi di questo genere. Solamente Astraeth era stato in grado di riportare la ragione nella sua mente accecata dalla fame e spaventata dal mutamento. Ritornò rapidamente al presente giusto in tempo per vedere Cìaran che stringendo Morrigan con delicatezza, avvicinò il suo volto a quello di lei e pose le sue labbra su quelle della ragazza. Morwen distolse lo sguardo dal bacio dei due ricordando Astraeth che la baciava nello stesso modo e la trattava come ciò che di più caro aveva al mondo. Fu un bene che  distolse lo sguardo perchè così poté notare due occhi rossi e una chioma argentata che si mischiava alle foglie della foresta. Riconobbe subito quella persona, come non poteva, il suo marchio bruciava, come il fuoco di cui era il signore, sulla sua pelle. Piano Piano Astraeth uscì dal sottobosco e le si avvicinò. Sembrava in grande difficoltà come se stesse combattendo contro se stesso, il viso stravolto dalla sofferenza. Morwen si volse verso Morrigan e Cìaran che si erano staccati e che ora stavano abbracciati ad osservare il nuovo arrivato con smorfie preoccupate.

 

- Cìaran, Morrigan andate via subito, e portate via gli altri!- urlò loro Morwen prima di voltarsi ad affrontare il suo passato e il suo presente.

 

- Non intenderai affrontarlo da sola Mo. Non puoi sconfiggerlo è troppo potente!- Le gridò in risposta Morrigan preoccupata.

 

- Non ti preoccupare Mor starò bene vedrai. Ora andate!- rispose lei. I due la guardarono avvicinarsi al demone appena apparso poi corsero lontani dalla radura per intercettare tutti gli altri.

 

Morwen si concentrò unicamente su Astraeth e gli si avvicinò circospetta. Stava facendo un enorme fatica  a controllarsi per non correre da lui e stringerlo forte a se fino a che l'espressione di sofferenza sul suo volto non sparisca. Astraeth la guardò negli occhi e Morwen vide il sollievo di vederla incolume.

 

- A... Aiu... Aiutami- disse lui stringendo i denti per la sofferenza.

 

Morwen non se lo fece ripetere due volte e lo strinse forte a se, beandosi nel poter di nuovo sentire il suo profumo di fumo e uomo, vicino a se. Seguendo il suo istinto alzò il volto e posò le sue labbra su quelle di lui. La reazione di lui se l'aspettava, rispose al bacio con urgenza come se stesse affondando e lei fosse la sua ancora di salvezza. Il bacio da un semplice strofinare di labbra divenne profondo e passionale e Morwen avvertì come la malvagità che fin'ora l'aveva posseduto svanisse scacciata dall'amore profondo che lui provava. Si staccarono per riprendere fiato e lui approfittò di quel momento per stringerla ancora più forte al suo petto e aspirare l'odore di foresta e pelliccia di lei, quell'odore che in passato lo aveva portato alla follia più volte. Avvicinò la bocca all'orecchio di lei e mormorò:

 

- Ti ho ritrovato, finalmente. Non ti abbandonerò più, rimarrò sempre al tuo fianco. Sfogati, picchiami, fammi ciò che vuoi, ma non abbandonarmi. Affronteremo tutto insieme come avremmo dovuto fare tanto tempo fa. Non sai quanto mi sono sentito male quando o saputo che nostro figlio non avrebbe mai visto la luce, sapevo che era colpa mia se era accaduto questo. Non avrei dovuto lasciarvi quella notte...- Morwen sentì le lacrime di lui bagnarle il volto e il collo, e lo strinse più forte a se.

 

- Sssshhhh va tutto bene. Non fu colpa tua ma mia. Non ti ho mai odiato, ma per lungo tempo ho odiato me stessa, ho sentito che era colpa mia e se mia madre non mi avesse mandata in un sonno rigeneratore probabilmente ora non sarei qui.- confessò lei a lui.

 

Il loro abbraccio divenne ancora più stretto, al punto che non si distingueva più dove cominciava lei e finiva lui. Poi si staccarono, Morwen lo prese per mano e lo condusse fuori dalla foresta verso l'ufficio di Silente. Oh meglio quella era l'intenzione, ma appena usciti dalla foresta trovarono ad attenderli Morrigan, Cìaran e gli altri che li osservavano. 

 

- Quindi è lui cugina il demone che ti ha lasciato il marchio. Non ce lo presenti?- iniziò il discorso Morrigan, inarcando un sopracciglio. Cìaran dietro di lei le stringeva la vita e le aveva posato il colto nell'incavo del collo.

 

- Lui si chiama Astraeth, è il re dei Domatori del fuoco, è cosa più importante è il tuo futuro cognato, come Cìaran sarà il mio se continua su questa strada.- le rispose Morwen strafottente.

Poi salutò i ragazzi notando come Morrigan e Cìaran erano diventati del rosso dei Grifondoro, e gli altri ridacchiavano intorno a loro facendo battutine mentre tornavano tutti al castello.

 

Una volta entrati nel castello, invece di dirigersi verso l'ufficio di Silente, Morwen condusse Astraeth in camera sua. Il demone comprese le intenzioni di Morwen e, chiusa la porta, insonorizzata la camera , la baciò con tutta la passione che in quegli anni aveva represso. Morwen sbatté la schiena al muro, rispondendo al bacio con la stessa intensità di lui, e facendo scorrere le mani lungo la sua schiena e tra i capelli. Lui le mise le mani sulle natiche e la tirò su costringendo Morwen ad allacciargli le gambe intorno ai fianchi, e mentre con una mano la sosteneva, l'altra vagava sotto la camicia di lei. Intanto lei aveva provveduto a togliergli la parte superiore del suo abito e le sue mani scorrevano sulla muscolatura di lui che in quei lunghi anni si era irrobustita. Quello che ricordava lei era un ragazzo, quello che aveva davanti era un uomo. Non ci volle molto perché il resto dei loro vestiti sparisse lasciandoli nudi ed eccitati. Astraeth la condusse a letto e baciò ed esplorò con la lingua ogni parte del corpo di lei che gemeva e lo stringeva sempre più a se. Gli occhi rossi di entrambi brillarono sempre più mentre i loro corpi rinnovavano la loro conoscenza e il rituale d'accoppiamento dei demoni si completava. Per diversi minuti rimasero a guardarsi negli occhi poi Astraeth crollò esausto al fianco di lei. Morwen s'infilò sotto il braccio di lui che le accarezzava i capelli e posò la testa sul petto di lui. Ad occhi chiusi si lasciava coccolare da una delle poche persone di cui si fidava completamente. Dopo una manciata di minuti si alzarono e si rivestirono per dirigersi all’ufficio di Silente. Durante la strada Morwen si era rabbuiata pensando al fatto che si sarebbe dovuta nuovamente separare da sua cugina.

 

-Cosa pensi di fare con tua cugina ma petit chat? Lo hai visto oggi, il suo sviluppo è troppo veloce, ha perso il controllo. Per lei e per le persone a cui vuole bene è troppo pericolosa la sua permanenza qui- le fece notare Astraeth con voce dolce.

 

-Lo so. Credo che la manderò al mio vecchio tìaso, lì potranno aiutarla meglio di quanto non possa fare io, e il contatto con le altre donne demone la aiuterà a comprendere i meccanismi della nostra specie. Dopo aver parlato con lei e Silente mi metterò in contatto con Saffo per sapere se c’è posto per lei.- disse Morwen aumentando il passo.

 

Arrivarono all’ufficio di Silente rapidamente e bussarono alla porta.

 

-Vecchio rincitrullito apri la porta che devo parlarti. Non fare finta che non ci sei perché non me la bevo. Avverto la tua presenza.- urlò Morwen prima di aprire la porta ed entrare nell’ufficio.

 

Silente sedeva sulla sua poltrona e fece segno loro di sedersi. I due si sedettero e spiegarono la situazione al preside che si disse d’accordo con loro, anche se era dispiaciuto di perdere una studentessa così brillante, ma se era necessario per la sicurezza della stessa avrebbe acconsentito il trasferimento. Poi mandò a chiamare Morrigan per comunicarle la decisione. Intanto osservava il compagno di quella che tutt’ora considerava la sua studentessa più vivace. Morwen che aveva notato lo sguardo del preside lo fulminò con un occhiata.

 

-Questo baldo giovanotto deduco sia il tuo compagno Morwen me lo vuoi presentare?- le chiese Silente per fugare ogni dubbio.

 

-Lui è Astraeth, il Signore assoluto dei demoni elementali di Fuoco, e soprattutto, mio compagno secondo le leggi demoniache. Ti basta sapere questo di lui.- lo presentò Morwen abbracciandolo.

 

-Lei deve essere il preside di questa scuola. Sono lieto di fare la sua conoscenza, e le vorrei chedere il favore di poter rimanere accanto alla mia compagna- disse molto formale Astraeth.

 

-Naturalmente. Visto che ci sei potresti fare lezione con lei, penso che i miei studenti ricaverebbero un grande vantaggio ad avere entrambi come insegnanti- rispose Silente sorridendo

“ Così ci sarà qualcuno che la tiene sotto controllo e le impedirà di uccidere i suoi studenti” penso poi il preside.

 

In quel momento Morrigan bussò alla porta dell’ufficio ed entrò. Morwen spalancò gli occhi e così fece Astraeth. Morrigan aveva ancorai capelli striati d’argento e gli occhi di colore diverso. Uno era tornato al suo colore originale, l’altro invece era ancora rosso. La sua pelle era ancora più chiara del solito e sembrava molto spossata. Morwen si alzò e raggiuntala la sostenne fino a farla sedere sulla poltrona che occupava precedentemente.

 

-Mor stai bene? Maledizione è più avanti di quanto avessi previsto. Il trasferimento dovrà avvenire molto velocemente.- disse Morwen molto preoccupata

 

Morrigan alzò lo sguardo verso di lei e le chiese di quale trasferimento stesse parlando. Morwen le spiegò la sua idea sospirando. A differenza di quello che si era aspettata Morrigan comprese il suo punto di vista e accettò il trasferimento. Sapeva che questo trasferimento le avrebbe fatto bene ma l’avrebbe allontanata anche da Cìaran e questo le faceva male perché si erano finalmente decisi a togliere tutte le barriere tra loro e vivere la loro storia con tranquillità. Certo se quello che le aveva spiegato Morwen era vero si sarebbe dovuta preparare alle battutine dei suoi amici, ma dopotutto che ci poteva fare se le scuole demoniache erano organizzate come il tìaso greco e l’Agoghè  per le ragazze e per i ragazzi unicamente come Agoghè. Si ricorreva al metodo di istruzione spartano per temprare e preparare i giovani ragazzi al mondo demoniaco, solo che invece di entrarvi a 7 anni tra i demoni vi si entrava, intorno ai 17-20 anni per i particolarmente precoci, mentre per quelli normali intorno ai 70 anni. Si decisamente si sarebbe dovuta preparare alle battutine.

 

Angolo della scrittrice

Eccomi di nuovo qui con voi con un altro capitolo stavolta vediamo arrivare all’orizzonte i primi problemi e separazioni. Scusate se non è un gran che ma mi serviva per spiegare come mai Morrigan non è più ad Hogwarts.

Ringrazio kasumi_89 e RTT per avere recensito. Grazie.

Al prossimo week-end con un nuovo aggiornamento.

Baci Aras

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***




Contea di Antrim, Irlanda del Nord


Morrigan sedeva assorta sulle scogliere di Moher leggendo la lettera settimanale di quella pazza di sua cugina Morwen, che le raccontava cosa stava succedendo li ad Hogwarts. Il vento soffiava delicato giocando con i suoi capelli e le sue ali che, invece di rimanere chiuse, si erano leggermente aperte per lasciarsi accarezzare dalla brezza marina. Le gambe dondolavano nel vuoto, facendo tintinnare la cavigliera in argento e il piccolo cerchietto dello stesso materiale. Sotto di lei le onde del mare s'infrangevano contro la scogliera, dando luce a un suono rilassante che il vento portava lontano verso l'entroterra. Nell'aria si poteva sentire forte l'odore del mare che si mischiava con l'odore muschiato del bosco e il tipico sentore di umidità che preannunciava pioggia per la notte. In quel luogo non si respirava altro che aria pura, senza quel pesante odore di smog che invece impregnava costantemente Londra e dintorni. Qui l'unico odore di fumo che si sentiva era quello dei demoni elementari di fuoco, il fuoco di torba. Mentre leggeva le labbra le si piegarono verso l'alto leggendo ciò che i suoi amici stavano combinando. Aodhan tentava in tutti i modi di conquistare Deirdree, mentre quest'ultima con una sadica freddezza lo respingeva fermamente per mantenerlo sulle spine. Cìaran, Morwen e Astraeth osservavano con curiosità la situazione pronti, come dei bravi pettegoli, a riferire ogni minimo sviluppo della vicenda. Le cose tra Morwen e Astraeth andavano a gonfie vele e la cugina sprizzava gioia da tutti i pori. Aodhan affermava che una o due volte l'aveva vista addirittura saltellare per i corridoi! Nell'ultima lettera Morwen le aveva confidato che ultimamente non si sentiva molto bene e Morrigan, curiosa, non vedeva l'ora di sapere quali novità erano in arrivo. Non rimase delusa, infatti nella lettera appena arrivata la cugina le aveva “gentilmente” annunciato che sarebbe diventata zia. Ora, ok che si amavano alla follia, ok che, dopo aver perso il primo bambino, meritavano una seconda possibilità, ma, per le mutande di Merlino, era partita solo da due mesi! Sperava solo che stavolta andasse meglio. Cìaran come al solito mostrava tutta la sua nostalgia per la mancanza della sua fidanzata facendo crocette sul calendario e girando per la scuola come uno zombi, o almeno così le scrivevano, perchè da lui non era arrivata mai una lettera dal giorno della sua partenza. Morrigan era irrequieta, e con la mente tornò alla brutta litigata che avevano avuto poco prima che lei partisse a metà di Ottobre.


Inizio Flashback


Morrigan e Cìaran si trovavano nella camera della ragazza a parlare, quando lei tirò fuori l'argomento della sua partenza obbligatoria. Subito il ragazzo si tirò su dalla sedia dove si trovava e cominciò ad andare avanti e indietro per la stanza come un lupo in gabbia.


- Per quanto starai via?- le chiese lui guardandola negli occhi.


- Non tornerò più ad Hogwarts, questo non è il mio posto, non più. Tranquillo non passerò tutto l'anno li, tornerò per le vacanze di Natale e Pasqua, ci vedremo a Grimmuld Place-. Gli rispose lei calma, nonostante fosse la terza volta che glielo spiegava.


- Perchè non puoi rimanere qui? Fin'ora è andato tutto bene, avevamo tutto sotto controllo.- urlò lui furioso.


- Sotto controllo? C'eri anche tu quando ho quasi ammazzato Morwen? Io non faccio più parte del mondo dei maghi e delle streghe. La mia bacchetta non mi risponde più, faccio incantesimi solo con le mani. La mia natura di demone sta distruggendo quella elfica, devo andare è la mia unica possibilità per riuscire a sopravvivere. Qui sono pericolosa, posso far del male a qualcuno senza volerlo. Speravo che tu avessi capito, ma mi rendo conto che non è così. Ti comporti come un bambino capriccioso che non ottiene quello che vuole.- Gli rispose Morrigan urlando anche lei ormai furiosa per la scarsa comprensione del problema da parte di Cìaran.


- Ciò che dici non ha senso. Se sono veramente un bambino perchè stai con me? Perchè mi hai scelto? Se è davvero questo che pensi allora è meglio se le nostre strade si separino qui. Così non dovrai preoccuparti di un bambino quando sarai tra i tuoi simili- disse Cìaran in preda all'ira per poi uscire come un treno dalla camera e dirigersi verso la stanza delle necessità per sfogarsi un po'. Morrigan dopo che Cìaran se ne fu andato si diresse verso l'aula della cugina che sapeva vuota e dopo aver animato un manichino cominciò a scagliarcisi contro con furia.


Povero manichino, non era stato creato per resistere alla furia di un demone.


Fine Flashback


Morrigan sospirò per poi alzare lo sguardo e trovarsi davanti improvvisamente la creatura più arrogante, irriverente e irritante di questa dimensione e probabilmente anche delle altre vista la grandezza dell'ego del suddetto. Il fatto che fosse un ragazzo della sua età poi rendeva la cosa solo più irritante. Ad un carattere pessimo poi si aggiungeva una bellezza strabiliante. Alto quasi due metri faceva sembrare Morrigan con il suo metro e settantacinque minuta. Non aveva il fisico di una persona che faceva sollevamento pesi o che altro, e non era nemmeno un omone robusto bensì un semplice ragazzo dal fisico asciutto e con la muscolatura sviluppata al punto giusto. Le stupende ali bianche come neve e decorate con disegni tribali in oro attiravano lo sguardo come i suoi capelli candidi come nubi e gli occhi uno di un brillante verde foresta e uno azzurro elettrico. La pelle color del miele poi creava un contrasto così netto da accentuare questi suoi tratti così particolari. Si gli aveva fatto una radiografia completa la prima volta che lo aveva visto e si non perdeva occasione per dare una sbirciatina ogni tanto ma, dopotutto, gli occhi erano fatti per guardare. Duncan, perchè questo era il suo nome, le fece un sorriso malizioso, avvertendola che aveva notato la radiografia, e le disse:


- Piano che così mi consumi, piccola! Ero passato di qua per chiederti se volevi fare un volo con me per allenarci un po', ma se la nostra piccola dea guerriera ha altri piani non mi lamento- e guardandola negli occhi le si avvicinò.


-Chiudi quella fogna Duncan. Vediamo se riesci a prendermi piuttosto- gli rispose Morrigan per poi alzarsi di corsa e, spiegando le grandi ali nere decorate d'argento, spiccò il volo per allontanarsi da una situazione potenzialmente catastrofica.


Duncan scoppiò in una potente risata prima di lanciarsi all'inseguimento della ragazza che intanto volteggiava con velocità ed eleganza tra le costruzioni calcaree delle scogliere.


Angolo dell'autrice

Eccomi qui di nuovo con un' altro capitolo. Scusate la brevità ma mi serviva per raccontare un po' la situazione sentimentale di Morrigan e presentare Duncan. Non previsto inizialmente è arrivato e si è praticamente imposto da solo. Ora siamo ad un bivio nella storia.


Preferite una Morrigan/Cìaran o una Morrigan/Duncan?


Ringrazio i miei due angeli recensori : kasumi_89 ed Eris_99. Grazie davvero.


Ci sentiamo il prossimo week-end per un nuovo capitolo.

Baci

Aras

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Capitolo 12
*** capitolo 11 ***




Contea di Antrim, Irlanda


Dopo diverse ore di volo i due atterrarono vicino al castello di Dunluce o meglio quello che rimaneva del castello. I due continuavano a ridere mentre si sedevano tra le maestose rovine. Morrigan non sopportava Duncan ma non per questo le dispiaceva averlo tra i piedi nonostante quello che diceva. Quando era avvolta nella malinconia per l’ostinato comportamento di Cìaran, Duncan era sempre lì per lei a farla ridere e riportarle il buon umore. Se non fosse per quel suo carattere arrogante forse Morrigan ci avrebbe potuto fare un pensierino. Cìaran si era reso irraggiungibile dopotutto e l’ultima volta che avevano litigato lui l’aveva lasciata, in questi lunghi mesi le uniche cose che le avevano impedito di cadere nella depressione più nera erano le lettere della cugina, degli amici e la presenza costante al suo fianco di Duncan che, non appena la vedeva giù di corda, cominciava a stuzzicarla con battutine, risposte salaci o sfide su qualsiasi cosa. Alla fine si ritrovavano sempre tutti e due piegati a terra dalle risate in qualche rovina sparsa per la contea. A differenza di Hogwarts infatti l’accademia demoniaca si estendeva su un’intera contea e le lezioni erano molto libere. La loro era infatti, più che una scuola, una convivenza pacifica dove  condividere le loro abilità e interessi. Non vi era la necessità di una divisa, non importava dove i ragazzi passassero la giornata o la nottata, o come si preparavano per i controlli sulle abilità che avevano luogo due volte al mese. Erano loro a organizzarsi, decidevano quando e come allenarsi nel combattimento, cosa studiare sul mondo dei demoni, come sfruttare le loro abilità per progredire nelle gerarchie demoniache. A parte ognuno di loro dava degli esami su corsi a propria scelta. L’assoluta libertà faceva si che il clima non fosse teso e soprattutto non vi era l’odio tra le case che era una caratteristica propria di Hogwarts. Morrigan si sentiva bene, felice di poter essere se stessa senza occhi che scrutano e condannano ogni piccola azione.  Il sole era calato all’orizzonte e i due decisero di rientrare all’edificio principale, dove si radunavano tutti, arrivava la posta dei ragazzi e gli adulti in visita.

Si alzarono in volo e in mezz’ora, trovando correnti favorevoli, arrivarono alla loro meta. Quando entrarono nella sala per vedere se era arrivata posta, Morrigan trovò una piacevole sorpresa ad aspettarla.


Morwen infatti la salutava allegramente con la mano mentre Astraeth tentava senza successo di arginare l’esuberanza della compagna. Entrambi erano leggermente cambiati in quei due mesi che lei aveva trascorso sull’isola verde.


I tratti di Morwen si erano addolciti e la luce brillava nei suoi occhi. I capelli argentati si erano leggermente scuriti arrivando a un biondo cenere che lei aveva visto solo quando la cugina era bambina. Li teneva sciolti, altro caso particolare, ad incorniciarle il volto e gli occhi uno rosso e l’altro verde come la foresta. Le sue forme erano leggermente appesantite e invece di indossare i soliti abiti, camicia e pantalone, portava un vestito dalla foggia medievale bianco con decorazioni in oro. Sotto la fascia dorata, proprio sotto il seno, si poteva notare facilmente il pancione che stava ad indicare l’avanzato stato di gravidanza. Morwen infatti, essendo un demone temporale, poteva, dando temporaneamente in cambio una parte dei suoi poteri e della sua forza, accelerare la gravidanza dai classici 9 mesi a 3. Se avevano deciso così un motivo c’era e Morrigan sospettava fosse il fatto che in quei due mesi il pelato senza naso aveva iniziato una guerra senza quartiere, decimando la popolazione dei babbani e quella dei maghi. I due non volevano rischiare che Morwen rimanesse vulnerabile per 6 mesi o perdesse anche questo bambino.


Astraeth invece sembrava ancora più protettivo con la compagna rimanendole vicino e stringendola a se. I suoi occhi erano uno color del mercurio e l’altro rosso come il fuoco. I lunghi capelli argentati erano stretti in una coda bassa che ondeggiava al minimo soffio di vento. Indossava una maglia larga con uno scollo a v rossa e dei pantaloni di pelle marroni. Ai piedi calzava un paio di stivali di pelle nera. Sul petto vi era una cintura che reggeva il fodero di una spada il cui manico spuntava da dietro la spalla. Faceva volare lo sguardo intorno a lui studiando il luogo. Quando si volse verso di lei le fece un sorriso, poi, passando a squadrare Duncan, lo fisso con gli occhi ridotti a due fessure. Morrigan sentì accanto a lei Duncan irrigidirsi e deglutire rumorosamente.


I due si avvicinarono e Morwen abbracciò stretta la cugina, per quanto il pancione le permettesse.


-oh Mor non puoi capire quanto mi sei mancata cugina. Ad Hogwarts è una vera noia, l’atmosfera si è fatta così pesante e intollerabile che ho deciso di venire qui a trovarti prima di fare rotta al castello della nonna. Non intendo passare un altro minuto in quel castello finchè non si ritorna a un clima più normale. Silente non sa più che inventarsi, i genitori ritirano i figli dalla scuola, le guerre tra case sono sempre più aspre. Le persone stanno cambiando sempre di più. Astraeth ha deciso che finchè il bambino non nasce per me Hogwarts è off-limits.- iniziò a dire a raffica Morwen senza neanche prendere fiato.


-Amore per favore lascia andare tua cugina e siediti, il viaggio è stato faticoso. Sono lieto di rivederti Morrigan, i tuoi amici ti salutano. Deirdree, Pansy e Daphne mi mandano a dirti che ci sono grandi novità da discutere e che ne parlerete queste vacanze. Aodhan mi manda a dirti che, cito le testuali parole, io ho un idiota per amico, non ho idea di cosa significhi, e Cìaran mi ha scambiato per un gufo.- disse Astraeth prima di squadrare bene Duncan.


-Duncan, loro sono Morwen, mia cugina, e Astraeth il suo compagno. Morwen è un demone temporale, mentre Astraeth è un demone elementare di fuoco. Mo, Astraeth lui è Duncan un demone elementare d’aria come me, e si Mo i suoi occhi sono bicromatici dalla nascita. Ora che le presentazioni sono fatte perché non mi dici come va? Avete qualche nome? Non vedo l’ora di conoscere mia nipote, sono sicura che sia femmina. Ho scommesso con Duncan ben 10 dracme e un esibizione canora che sarà una femmina.- iniziò a parlare Morrigan portando con se Morwen e dirigendosi verso il salottino della musica della torre adibita ad alloggio per i Domatori dell’aria.


Duncan ed Astraeth rimasero soli ad osservarsi negli occhi fino a che Astraeth sospirando non gli disse:


-Stalle vicino quando aprirà quella lettera, e vedi di non approfittarne, se la farai soffrire non mi interessa chi sia tuo padre, tuo nonno o chiunque tu voglia, ti vengo a cercare e ti strappo le ali prima di riempirti di botte, sono stato chiaro Duncan. Io e tuo padre siamo stati amici per molti anni, ma lei è la cugina della mia compagna, è parte della mia famiglia, la mia famiglia viene prima dei miei amici.-


-Ho capito Astraeth. Ti giuro che farò tutto ciò che è in mio potere per starle vicino e aiutarla come posso. Non ho intenzione di prenderla in giro, per 17 anni ho vissuto solo per compiacere mio nonno, con la mia forza, tenacia e il mio potere. Da due mesi invece l’unico motivo che mi fa alzare dal letto la mattina è quello di incontrarla, vederla, scherzare, combattere, volare, cantare con lei. Sono disposto ad essere tutto ciò che lei vuole che io sia, tutto ciò di cui lei ha bisogno, naturalmente senza calpestare la mia dignità, e il mio essere. Dopo tanti anni è bello trovare qualcuno che ti accetta per quello che sei non per il titolo che hai.- Gli rispose Duncan guardandolo negli occhi.


Astraeth annuì e i due si diressero verso le ragazze che stavano chiacchierando animatamente in un angolo a proposito di vestitini, culle e corredi per la piccola, o il piccolo. Astraeth prese la compagna per un braccio e l’aiutò ad alzarsi invitandola a seguirlo poiché il viaggio era ancora lungo vista la deviazione che avevano fatto, e lei non doveva stancarsi. Tra saluti e abbracci i due visitatori ripartirono lasciando i due ragazzi da soli nella saletta da musica e con una lettera da aprire. Morrigan si sedette su un tappeto caldo vicino al fuoco dove erano sparsi diversi cuscini. Duncan si sedette accanto a lei poggiando la schiena sui cuscini. Le ali di entrambi erano aperte per consentire loro di poggiare la schiena e si sfioravano casualmente. Con le mani tremanti Morrigan aprì la lettera e cominciò a leggere quelle parole che avrebbero cambiato la sua vita in una maniera del tutto inaspettata.


Angolo dell'autrice


Eccomi tornata, perdonate l'enorme ritardo,ma tra punizioni, problemi con la scuola, e partenze non ho proprio trovato il modo di postare prima. Poi all'orizzonte si prospetta una decisione difficile da prendere. In questo capitolo esploriamo un po' il rapporto che c'è tra Duncan e Morrigan, e anche se per poco ritroviamo Morwen con la sua parlantina. Una piccola domanda volete sapere il contenuto della lettera in contemporanea con Morrigan o preferite che a leggerla e a svelarci il contenuto sia un'altra nostra conoscenza?


Duncan: Io io io io... ti prego!


Me: Duncan sta buono, no non mi fare il labbro tremulo. No niente espressione da gatto degli stivali di Shrek. Lasci decidere loro.


Duncan: Cari recensori per favore votate per me. Please. ( faccetta gatto di Shrek)


Me: Duncan allontanati dalla tastiera immediatamente. Sigh. Nemmeno i miei personaggi mi rispettano.


Un ringraziamento a quelle buone anime che recensiscono e che sono : kasumi_89, Eris_99 e Lily_Scorpius. Grazie.


Prima del prossimo fine settimana se ci riesco posto un nuovo capitolo in più per recuperare quello che ho saltato.


Duncan: Preparatevi a un colpo di scena ragazze.


Me: DUNCAN!!!!! Che ci fai ancora qui?!? Se ti prendo ti passerà la voglia di fare queste visite non richieste. Scusate ora vi saluto devo andare ad ammazzare uno dei miei personaggi.


Un bacio

Aras

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Capitolo 13
*** capitolo 12 ***




Contea di Antrim, Irlanda



Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

Scozia, Inghilterra

20th Dicembre


Cara Morrigan,


Mi scuso fin d’ora per la mia testardaggine nel non volerti contattare in nessun modo, ma avevo bisogno di tempo per riflettere su noi, su quello che poteva essere il nostro futuro, su tutto. La paura di perdere il tuo appoggio, te, che sei il mio punto fisso, mi ha spinto a chiudermi a riccio e a tirare fuori quella testardaggine propria del mio focoso genitore.


Ho preferito avvertirti personalmente che queste vacanze non ci vedremo, e forse le prossime neanche, ho deciso di tornare nella foresta da cui provengo e riunirmi con la mia famiglia, riallacciare i rapporti con il mio popolo. Forse mi trasferirò nella foresta e continuerò i miei studi con i miei simili, come tu stai già facendo.


A questo punto avrai già capito cosa dirò nelle prossime righe, dopotutto sei un demone sveglio, in questi mesi ho rincontrato una persona a cui tenevo molto, Ashlin, te la ricordi? Abbiamo iniziato a parlare e non so…con lei sono stato bene, ho ritrovato quella serenità che nel poco tempo che siamo stati insieme non ho percepito. Con lei mi sento come se toccassi il cielo con un dito mentre con te sentivo come se ci fosse stata una forzatura, come se il nostro rapporto fosse forzato a essere qualcosa di più di una grande amicizia.


Non ti chiedo di comprendere, ne di perdonarmi, ne sono tanto sciocco da supporre che la nostra amicizia possa continuare, quelle sono decisioni che devi prendere tu. Qualunque esse siano capirò.

Sperò che un giorno troverai la persona giusta per te, e che quel giorno potrai perdonarmi.  


Con affetto,


Cìaran Emrys


Morrigan, lasciò cadere la lettera e scoppiò in un pianto disperato stringendosi le mani al petto, proprio sopra il cuore. Aveva immaginato qualcosa di simile quando le avevano consegnato la lettera ma trovare conferma in quelle parole, l’aveva annientata. Le sue spalle s’incurvarono e le sue ali si abbassarono, mentre fuori scoppiava un temporale terribile. Prima che Duncan la potesse trattenere, corse fuori e spiccò il volo verso le scogliere dove quel pomeriggio aveva volato spensierata.


Duncan scattò subito in piedi e correndo uscì fuori dal rifugio per spiccare il volo. Non sapeva dove Morrigan si fosse cacciata ed era buio fuori, così decise di cominciare a cercare nei luoghi dove spesso la trovava immersa nei suoi pensieri e dove, più di una volta, avevano giocato ad acchiapparella, come due bambini di 6 anni. Dopo aver scartato due di questi luoghi si diresse velocemente verso le scogliere di quel pomeriggio. La trovò lì, sulla parte più sporgente  della scogliera.


I suoi lunghi capelli neri striati d’argento erano sfuggiti all’elastico e le volteggiavano intorno al viso, nascondendo il volto e l’espressione impressa su quest’ultimo, le gambe, una rigida e una piegata all’indietro, le braccia, lungo i fianchi, le spalle, basse e ricurve in avanti, e le ali, che strusciavano sul terreno, davano l’immagine di una creatura sconfitta.

La pioggia battente bagnava il corpo di entrambi che ormai avevano i vestiti zuppi.

La leggera maglia bianca di lino smanicata di Morrigan e gli impalpabili pantaloni dello stesso materiale, anch’essi bianchi, erano diventati attillati e trasparenti, tanto che Duncan poteva scorgervi sotto le bende che usava come fascia per bloccare il seno e il leggero pantaloncino bianco attillato in lycra che portava sotto al pantalone e che copriva solo fino a metà coscia.

Imprecando Duncan si tolse la camicia nera che, anche se zuppa, offriva una copertura migliore degli abiti di lei, e avvicinatosi gliela mise sulle spalle.

Morrigan alzò il volto a guardarlo e Duncan si perse in quegli occhi rossi, lucidi per le lacrime versate e che tutt’ora stava versando. Con un dito le asciugò le lacrime e stringendola a se le disse:


-Non piangere mia piccola dea guerriera, ci sono io qui con te, ci sarò sempre, ogni volta che ne avrai bisogno. Torniamo al rifugio su se rimani un altro po’ qui fuori ti prenderai un malanno-


Poi prima che potesse protestare la prese in braccio e spiccò il volo.


Vista la forza della tempesta decise di fermarsi alle rovine di Dunluce che avevano ancora delle stanze in buono stato nel sottosuolo, e di cui i babbani non conoscevano l’esistenza. Entrò in una camera dove trovò dei tappeti, dei cuscini, coperte e delle torce per fare luce.

Depose Morrigan delicatamente su un tappeto e accese le fiaccole con il pensiero. Poi tornò da Morrigan che stava tremando. Con delicatezza e calma le tolse di dosso la camicia e la maglia, lasciandole le bende e coprendola immediatamente con una coperta. Con delle pezze trovate in un angolo le asciugò le ali tamponando delicatamente. Ogni suo gesto era misurato e delicato per non opprimerla troppo e cercando di darle la sensazione di volersi prendere cura di lei.

Mentre Duncan le asciugava le ali e i capelli Morrigan avvertì un fremito dentro di se.


“ Ti sta solo asciugando i capelli e le ali. Le ali lo sanno tutti che sono estremamente sensibili, dopotutto sono pur sempre muscoli e ossa.”


Dopo averla asciugata si mise un cuscino dietro la schiena e, sedutosi a gambe divaricate, la prese in grembo cullandola dolcemente, cercando di placare gli ultimi tremiti di lei.


-Sta tranquilla, sfogati con me, piccola dea guerriera. Rilassati e riposa vedrai che domani andrà meglio. Lascia stare quell’imbecille, non sa quello che fa.-


Dopo di che si mise a cantare per farla addormentare.


Twinkle twinkle little star,

How I wonder what you are,

Up above the world so high,

Like a diamond in the sky,

Star light,

Star bright,

The first star I see tonight,

I wish I may, I wish I might,

Have the wish

I wish tonight,


Sentendo quella vecchia canzoncina per bambini Morrigan chiuse gli occhi e si rilassò ascoltando la voce di Duncan.


Twinkle twinkle little star,

How I wonder what you are,

I have so many wishes to make,

But most of all is what I state,

So just wonder,

That I've been dreaming of,

I wish that I can have owe her enough,

I wish I may, I wish I might,

Have the dream I dream tonight,

Duncan avvertì Morrigan rilassarsi tra le sue braccia ed abbandonarsi contro di lui chiudendo gli occhi. Chiuse gli occhi anche lui e continuò a cantare.

Ooo baby

Twinkle twinkle little star,

How I wonder what you are,

I want a girl who'll be all mine,

And wants to say that I'm her guy,

Someones sweet that's for sure,

I want to be the one she’s looking for,

I wish I may, I wish I might,

Have the girl I wish tonight,

Ooo baby

Twinkle twinkle little star,

How I wonder what you are,

Up above the world so high,

Like a diamond in the sky,

Star light, Star bright,

The first star I see tonight,

I wish I may, I wish I might,

Have the wish I wish tonight


Finita la canzone Duncan si sdraiò in una posizione più comoda e, stringendo forte a se Morrigan, chiuse gli occhi e la raggiunse nel regno di Morfeo.



Angolo dell'Autrice

Eccomi a voi con un nuovo capitolo, scusate ma questa settimana è stata un incubo.

Per chi di voi era curioso di sapere cosa diceva la lettera, eccovi accontentati. Lo so voi speravate che lui decidesse di chiederle scusa e di riprovarci ma vedrete che nemmeno questi sviluppi vi deluderanno.


Duncan: Mi hai fatto cantare una stupida canzoncina per bambini?!? Molti avrebbero pensato a una dolce canzone d'amore! Tu no, una canzoncina per bambini?


Me: Zitto Duncan così sei molto più credibile. Morrigan doveva essere calmata e consolata, non spinta al suicidio, o incalzata da un altro spasimante.


Duncan: Si ma tutti mi considerano il suo migliore amico, e con l'altro migliore amico non è andata tanto bene?


Me: Ahhh, TACI, per la miseria non un attimo di tregua qui. E per ora c'è solo Duncan non oso immaginare se arrivasse tutta la banda.


Ringrazio tutte coloro che hanno recensito: googletta, kasumi_89, Lily_Scorpius e Eris_99.


Qui metto il link della canzone ascoltatela se volete è stupenda.


http://www.youtube.com/watch?v=tnxKJrh_aEY


Alla prossima,


baci Aras

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