Bitter Moon

di kannuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


[…] La suprema abilità del malvagio consiste nello svelare il suo gioco man mano che lo mette in atto, coniugando la spudoratezza al misfatto. Niente supera il piacere di colui che scopre le sue carte senza compromettersi.
(Lunes de fiel – P. Bruckner)

Doveva aver ucciso il suo primo uomo.

Il pensiero oltrepassò la mente di Klaus e i suoi occhi si posarono sulle spalle rigide di Elena Gilbert. Volute calde si innalzavano dalla tazza di tè che aveva davanti. Klaus ne indovinava il contenuto senza vederlo.

Il Mystic Grill era stato riaperto al pubblico dopo l'esplosione della conduttura di gas. In altre parole, dopo l'intervento del Cacciatore. Era scomparso dal giorno alla notte e Klaus fremeva per torturare Damon Salvatore riguardo alla faccenda. Anche se avevano fatto un patto, Stefan riusciva a tenere a bada il cane rabbioso brevemente e con scarsi risultati. Lo Squartatore non aveva più la stoffa di un tempo. Non avrebbe mai conficcato un pugnale nel petto del fratello, anche se intralciava i suoi piani. Rebekah gli sfiorò la mente per un attimo e, in quell'istante, Elena chinò il capo, avvicinando le labbra alla ceramica bollente. Si scostò, bruciata e disgustata dalla bevanda. Le spinse di fronte a se con un gesto accorto e tornò ad incrociare le braccia sul tavolo, lasciando penzolare una mano nel vuoto. L'altra grattava il tessuto del maglioncino sul torso, poco al di sotto della banda laterale del reggiseno.

Non aveva ancora smesso di provarci.

Un refolo fresco proveniente dall'entrata del locale, gli accarezzò l'orecchio. Klaus sbirciò il nuovo arrivato. Bionda, arrabbiata, ferita. Ciao, amore.

Klaus si voltò completamente per testare la sua reazione. Caroline si bloccò mentre scivolava via la giacca dalle spalle, la richiuse e infilò l'uscita con sguardo gelido.

Il vampiro sogghignò e riprese la posizione precedente. Tutte quelle storie per un bacio che non aveva neppure cercato. Probabilmente gli dava la colpa anche del tradimento di Tyler. Klaus sorrise, scuotendo la testa. Addossargli le colpe era la moda del momento.

Ho ucciso un uomo.”

Ma buongiorno, cara. Prego, siediti e alza un po' la voce. Fa accorrere la polizia.

Klaus scoccò un'occhiata disinteressata a Elena Gilbert. Il suo sguardo diceva 'e allora?' ma la curiosità fremeva, solleticato come un bambino in un negozio di giocattoli. “Festeggiamo.”

Elena crollò a sedere al suo tavolo e il vampiro tirò a se il blocco notes su cui stava scrivendo e il palmare aperto su una pagina di Google. Non aveva un'amica con cui parlare?

Elena si torse le mani, gli occhi pieni di lacrime. “Sto impazzendo...”

Klaus represse una battuta infelice e sospirò. Un'altra occhiata disinteressata.

Elena era troppo sconvolta per notarla e togliere il disturbo. Tirò su col naso e il mento le tremò. “L'ho seppellito nel bosco...”

Cara, non è un luogo adatto per simili confessioni” mormorò protendendosi verso di lei. Ma non aveva un fidanzato che l'aiutasse a superare il momento critico? Si era sbarazzato della sorella e gli toccava una Elena Gilbert con le crisi di coscienza in contropartita!

Stava minacciando Jeremy ed io... non potevo lasciare...”

Klaus raddrizzò le spalle e la fissò con aria cattiva. “Alzati.”

Elena restò immobile per alcuni secondi, poi obbedì, come un automa. Klaus la prese per il braccio e la spinse avanti. Se avesse scoperto che quella ragazzetta era responsabile della morte del Cacciatore, le avrebbe dato un buon motivo per piangere, per il resto dell'eternità!

***

La visione del sangue era sparita ma Elena continuava a domandarsi se la trasformazione in vampiro la stesse facendo impazzire.

Siediti.”

Le gambe le cedettero ed Elena piombò a sedere su qualcosa di soffice.

Non ti offro da bere per ovvi motivi.”

Non riusciva a bere sangue animale, ne dalle sacche. Elena accennò un triste movimento col capo.

Una lama calda gli oltrepassò la spina dorsale facendo esplodere la rabbia. “L'uomo che hai ucciso era di colore?”

Elena annuì e mantenne lo sguardo nel vuoto. “Sono sporca di sangue?”

Imprecazioni in lingue sconosciute scivolarono via dalla lingua. Klaus ignorò la sua domanda e sbuffò come un bisonte, fuori di se. “E come hai fatto a coglierlo di sorpresa?!”

Elena alzò e abbassò le spalle, ignara dalla sua rabbia. Mai una volta aveva alzato lo sguardo dal tappeto o dal tavolino.

Klaus lo colpì con un calcio e la fece trasalire. La confusione mentale le passò di colpo, così come la visione del bagno sporco. Arretrò sul divano ma Klaus l'afferrò lo stesso, tirandola a se.

Quella stupida ragazzetta... senza alcun valore... il vampiro ansimò e la scrollò violentemente. “Stefan non ti riconoscerà quando avrò finito con te!” sibilò e gli occhi di Elena si spalancarono e fissarono quelli di Klaus.

La crudeltà non gli faceva difetto e le furie improvvise erano spesso quietate da pensieri elaborati e malvagi, notevolmente più fruttuosi. Uccidere qualcuno che non aveva interesse nella vita, non era divertente. Vederlo sprofondare nell'abiezione e corromperlo fino al midollo, era una missione a cui non poteva sottrarsi. Cosa temeva Elena Gilbert? Cosa le toglieva il sonno? “No, non sei sporca di sangue” sussurrò analizzando ogni centimetro del suo volto. L'idea si sviluppava feroce e spietata e così ripidamente da fargli temere di aver rinunciato del tutto all'umanità. “E' il suo desiderio che ti porta a vederlo.”

Sto perdendo la ragione?”

La ferrea Elena Gilbert si stava rivelando debole di mente. Malleabile. Corruttibile. Un solletico quasi erotico gli tolse il fiato. “Forse sì” sussurrò lasciandola andare “o forse è solo fame. Hai fame, mia cara?”

Ho sempre fame...”

Posso invitarti a cena?”

Elena leccò le labbra socchiuse, ricordando il party di Halloween a cui aveva preso parte con Damon. Dissetarsi con così tanti sapori diversi, era come entrare in gelateria e ordinare un cono mille gusti. “Non voglio uccidere nessuno... mai più...”

Ma sì, ma sì... era sempre l'ultima sigaretta, l'ultimo bicchiere, l'ultimo amore. Klaus sogghignò ancora. “Dobbiamo cominciare a lavorare sul tuo vocabolario, cara. Le frasi fatte lasciale ai poveri di spirito.”

Frasi fatte? Elena si raddrizzò nella posizione precedente. Klaus era seduto di fronte a lei, ora, e la guardava con lungimiranza. “Ucciderai ancora, perché è la tua natura. Sei un predatore, devi cacciare per vivere. Gli uomini delle caverne uccidevano per sfamare se stessi e le proprie famiglie.”

Non voglio uccidere nessuno...”

Posso impedirti di farlo ma non posso toglierti la sete” mormorò avvicinandosi. “Fa parte di te.” Oh, Stefan si sarebbe arrabbiato così tanto... lui che non amava vederla in 'quel modo' e che aveva stretto il patto con il diavolo pur di trovare la cura. La rabbia tornò a scaldargli la schiena e Klaus dovette distogliere lo sguardo dalla ragazza.

Non posso... lasciarmi andare... Jeremy...”

Quel noioso bambinetto era il motivo per cui resisteva. Klaus soffiò ironico. C'era sempre qualcosa o qualcuno per cui resistere. Gli esseri umani si aggrappavano alle sottigliezze per non sprofondare. L'avrebbe ucciso, pensò con un sorriso incoraggiante nella sua direzione, e poi sarebbe rimasto a guardare una disperata Elena Gilbert avvolta dalle fiamme nel sole mattutino.

***

Damon non le avrebbe mai fatto la menata sul rimorso, il sangue e il numero imprecisato di vampiri che sarebbero morti in seguito all'uccisione di Rebekah. Damon le avrebbe dato il paletto di quercia bianca e le avrebbe detto 'vai, baby. Divertiti'.

Elena si sarebbe divertita.

Oh sì!

Si sarebbe divertita di fronte il suo sguardo smarrito, avrebbe gioito nell'udire il suo gemito trasognato, avrebbe danzato attorno al falò del suo corpo antico e sarebbe stata finalmente felice calpestando le ceneri più e più volte, fino alla consumazione dei tempi...

Cosa ti fa sorridere, mia cara?”

Stava sorridendo?! Elena tornò rapidamente in se e gli angoli della bocca si raddrizzarono in una linea rigida. Da quando era cambiata, la sua debolezza, la compassione, si era accentuata in maniera spasmodica, bilanciando l'odio che si gonfiava e premeva per uscire. Elena era spaventata dalla violenza dei propri sentimenti, da se stessa, dalle reazioni degli amici. Avrebbe dovuto farci l'abitudine, le aveva detto Klaus. “Dove siamo?”

Nel primo luogo di perdizione, a sentire Siri” mormorò indicando il cellulare.

Una discoteca. Elena risucchiò il labbro inferiore. “Non posso farlo di nuovo...”

Non ti è piaciuto?”

La vampira impallidì e guardò l'entrata. “Non è questo il punto.”

Non devi ucciderli per forza.”

No, non per forza. “C'era un ragazzo, alla festa...”

Klaus era di buonumore. Il suo piano aveva preso forma e la vendetta covava in un nido caldo e protetto.

... droga nel bicchiere...”

Sarebbe stato gentile con lei. Avrebbe guadagnato la sua fiducia e le avrebbe dato ciò che Stefan non riusciva a darle: comprensione.

... l'ho morso senza pensarci...”

Il problema di Elena Gilbert era la sua morale ristretta e un pugno di amici sempre pronti a puntare il dito.

... e mi sono sentita felice.”

Klaus batté le palpebre e la guardò. Gli occhioni della ragazza erano di nuovo grandi e gonfi di lacrime ma brillavano di un piacere feroce che lo fece sorridere. “Una paladina della giustizia” sussurrò ed Elena sospirò. “Sapevo che non avresti capito” borbottò aprendo la portiera.

Klaus smontò dopo di lei. Oh, aveva capito benissimo. Elena Gilbert voleva punire il mondo dalla feccia, per dimenticare che ella stessa era feccia. Combatté l'impulso di vomitarle in faccia quell'ovvietà. Le fece cenno di precederlo, Elena traballò sulle gambe e poi schizzò avanti come se l'avessero spinta.

Perché resistere? Perché non cedere e assecondare l'istinto del vampiro?, si domandò procedendo nella calca del locale. Perché non farla divertire?

La musica era assordante. Elena si tappò le orecchie e qualcuno le sfiorò la vita. Abbassò le braccia istintivamente e guardò il vampiro, allibita. Klaus mantenne lo sguardo nel suo e la strinse. “Toglietelo della testa, non sei il mio tipo” mormorò appiccicando la bocca contro il suo orecchio. “Ora ti spiego quello che dovrai fare. Individuare la vittima è la parte più stuzzicante. I vampiri sono buoni osservatori e non hanno che da scegliere, nel branco umano, la più debole e bisognosa di attenzioni. E' preferibile cacciare in un luogo affollato, le prime volte, per capire meglio le proprie inclinazioni.”

Elena osservò una dea della pista attorniata da biechi individui. “Inclinazioni?”

Se ti senti più a tuo agio a sbranare un potenziale molestatore armato di Rohypnol, fa pure. Ne trovi tre al balcone centrale” disse indicandoli con la testa. Elena seguì la direzione del suo sguardo. Non li distingueva dagli altri ragazzi. “E tu?” sussurrò di rimando.

Lui cosa? Lui era lì per osservare, carpire informazioni e guadagnarsi la sua fiducia. “Ho già mangiato” rispose, ma Elena non udì, presa a sfarfallare le ciglia sulla prima vittima della serata. La principessina di Mystic Falls non era dissimile da qualsiasi altro vampiro. Credono sempre di essere speciali. Diversi. Giurano e spergiurano sulla prima e ultima volta. E poi cadono tutti, pensò infilando le mani in tasca e osservandola con dissimulato interesse. Stefan si sarebbe arrabbiato cooosì tanto...

***

Le sua bocca era rossa, polposa. La lingua guizzava sul labbro superiore mentre risistemava i capelli con un gesto innocente che lo fece sorridere. Gli occhi brillavano fra le ciglia scure e persino il modo di camminare era cambiato. Elena scambiò due passi di danza con un estraneo e puntò nella sua direzione dopo alcuni secondi. Notando lo sguardo sarcastico di Klaus, il ragazzo rinunciò a seguirla. Il vampiro si complimentò per il suo buonsenso, posò il bicchiere vuoto che all'origine aveva contenuto un cocktail di dubbio gusto e si appoggiò al bancone. Sentiva l'odore di sangue crescere mentre si avvicinava. Aveva lo sguardo torbido e stava scandagliando la stanza alla ricerca della prossima vittima. Lo posò su di lui e con un battito di ciglia tornò in se. “L'ho soggiogato, domattina non ricorderà nulla” sussurrò mordendo l'interno della guancia.

Poteva costringerla a non nutrirsi. Farla morire lentamente sotto gli occhi dei fratelli... mmh... sarebbe stata una seccatura avere a che fare con quei due contemporaneamente. Invece, pensò tirandole indietro i capelli, guadagnare la sua fiducia era tutta un'altra faccenda. “Ancora?” bisbigliò, tentatore.

Elena rabbrividì e incatenò lo sguardo al suo. Annuì, senza controllare consciamente i muscoli del collo.

Andiamo a ballare.”

Non voleva ballare, voleva mangiare! Se l'avesse lasciata andare – perché la stringeva di nuovo e con tutta la forza che aveva – avrebbe bevuto da ogni singola, palpitante vena. Elena ansimò e i battiti di cento cuori le provocarono la pelle d'oca. Si aggrappò alle braccia di Klaus e conficcò le unghie nei muscoli. Doveva calmarsi. Non doveva cedere così facilmente!

Va da lui” sussurrò il diavolo nel suo orecchio.

Elena seguì disperata il ragazzo che si inoltrava nel corridoio del bagno. Lo bloccò con un sussurro invitante, lo azzannò e gli infilò le dita fra i capelli quando il corpo si fece più morbido e arrendevole.

Basta. Basta, Elena.”

Elena lo lasciò andare di colpo e un fiotto di sangue le sporcò il mento. “Ancora...”

Klaus sorrise come aveva fatto Damon quando aveva sussurrato quell''ancora' alla festa di Halloween. “Quanti ne hai presi?”

Quattro...”

Ingorda” sghignazzò sistemando il corpo nella toilette degli uomini. “Pensaci. Hai ancora fame?”

Elena scosse la testa e il sangue gocciò sulla scollatura. Klaus lo raccolse con il polpastrello e lo leccò via. “Usciamo di qui.”

Aspetta...”

Elena aprì il rubinetto del lavandino per ripulirsi. Le mani le tremavano così tanto che Klaus la fissò intensamente. Bere la calmava per alcuni minuti, poi arrivava la disperazione. La ragazza strappò due o tre fogli di carta dal dispenser, si asciugò le mani e fissò l'acqua arrossata che scivolava nello scarico. Quando fu sparita, l'agitazione si placò.

Aveva cancellato la sua colpa. Se fossero stati in un cimitero, avrebbe seppellito il corpo. Un vampiro appena nato non vuole prendere atto degli omicidi. Un vampiro come lui, pensò spingendola fuori del bagno, gode a vedere la sofferenza provocata. “Concedimi un ballo. Mi piace la disco music anni 80.”

Vorrei... possiamo andare via?”

Hai fretta di tornare dal fidanzatino?”

Elena raggelò. Non avrebbe mai raccontato a Stefan della serata, così come non aveva accennato della festa con Damon. Scosse la testa e abbassò lo sguardo sulla sua maglietta. “Nessuna fretta.”

***

Se non ci pensava e lasciava entrare la musica in testa, era tutto più facile. Se chiudeva gli occhi, non subiva la tentazione... ma sbatteva contro le altre persone. Elena si raddrizzò, chiese scusa con un cenno della mano e si accorse di essere rimasta sola. L'aveva piantata in asso?! Si sollevò sulle punte dei piedi e sbirciò fra la folla, trovandolo avvinghiato ad una ragazza. Elena distolse lo sguardo, poi tornò a fissarli. Se fosse stata più vicina, più concentrata e meno triste, avrebbe potuto origliare la loro conversazione. Quando Klaus le fece cenno di avvicinarsi, Elena ebbe la sgradevole impressione che volesse condividere la vittima. Era una cosa da vampiri. Mai, pensò facendo dietro front. Filò al guardaroba e si accorse di avere il respiro ansante. L'offerta la tentava e non c'era nessuno pronto a fermarla. Klaus le aveva apparecchiato la tavola e servito il dolce. Tornò sulla pista trovandolo solo e pensieroso. Il vampiro non si stupì di vederla di nuovo. Non sapeva dire no. “Dovresti provare il sangue di una fanciulla, ha tutta un'altra consistenza e dolcezza” decretò sollevando le maniche della maglia e puntando le mani sui fianchi per spostarle subito sui suoi. “Non disprezzare un dono quando ti viene offerto.”

Elena avanzò finendogli addosso. “Credevo volessi condividerla...”

Non è il mio tipo.”

E... qual è... il tuo tipo?” bisbigliò, costretta ad una piroetta che affrontò rigidamente. Non era preparata a dover ballare con Klaus.

Non siamo qui per me.”

Non mi stai aiutando” gli fece notare, appoggiando la spalla all'incavo del torace.

Ti sto sfamando. Sto facendo quello che Stefan e Damon non hanno fatto nelle ultime settimane e, guarda caso, non è ancora morto nessuno” sibilò nel suo orecchio. “Bizzarro, no?”

Elena risucchiò il labbro inferiore e piegò le gambe, seguendolo nel movimento ondulatorio del bacino. “Gliel'ho impedito... più volte...”

Stefan è l'ancora che ti tiene legata alla precedente vita” la interruppe mettendo in atto la prima parte del suo piano. “A lui non piace che tu sia così.

Elena impallidì e si ritrasse “non è vero...”

Stefan non vuole vederti lappare il sangue e tu non ti nutri per non distruggere l'immagine pura che ha di te.”

Non è vero...”

Non fraintendermi, ti ama. Come può non amarti?” Klaus sorrise con aria di scherno. “Ti ama così tanto che preferirebbe vederti morire di fame.”

Elena lo guardò e schizzò via dalla pista.

Qualche istante di vantaggio, pensò osservando la chioma nera confondersi fra tante altre. Il tempo di assimilarlo. Klaus strofinò una mano sulla faccia e si astrasse dalla folla. Cosa poteva fare, per creare un danno permanente ad Elena Gilbert? Doveva buttare giù un po' di appunti, pensò avanzando verso l'uscita. Aveva un modo così grazioso di dire no mentre il suo sguardo diceva ...

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Capitolo 2
*** 2 ***


Wow! La fict è piaciuta subito, mi rendete felice! ^^
Anche io penso che Stefan sia la persona più sbagliata per aiutare Elena. Ha bisogno di un uomo di polso (o una donna, Caroline über alles!) che non faccia troppo il sentimentale sulle faccende vampiresche. Tutti i personaggi sono IC. Klaus sarà piuttosto cattivello, niente a che vedere con la versione 'attenuata' in Bloodline. Elena è sempre la stessa: indecisa, innamorata di Stefan e attratta dal lato oscuro di Damon.
Buona Lettura!


Stefan la amava. Che fosse umana o vampira, non si doveva mettere in discussione il sentimento che li univa. Era lei che... Elena prese la testa fra le mani e strizzò forte gli occhi. Era lei che aveva qualcosa di sbagliato. Fidarsi di Klaus dopo tutto il male che le aveva fatto, nascondersi ai propri amici, evitare... evitare Stefan e il suo sguardo compassionevole...

No, non doveva fissarsi su quel pensiero!, decise sentendo le guance scaldarsi e le lacrime scorrere a fiotti. Doveva tornare a casa, fare una doccia e sperare... sperare che sarebbe passata… col tempo... sperare che Stefan avrebbe capito... che doveva resistere per Jeremy... non poteva lasciarlo solo...

Sei come me.

Una visione che rinnegava da giorni e si intrufolava nei momenti meno opportuni, squarciò la spessa tenda di disperazione che la copriva.

Damon...

Non aveva più fatto l'amore con Stefan per colpa... “ah!!”

Sta calma e non urlare.”

Pensava gli sarebbe venuta un'erezione, vedendola accosciata contro la portiera della macchina, singhiozzante e persa. Le chiavi dell'auto tintinnarono nella tasca di Klaus. La rimise in piedi e la fece entrare a forza nel SUV. Per prima cosa, doveva distruggere la fiducia nei fratelli Salvatore. Poi insinuarle il dubbio, corroderla internamente ed infine, ucciderle sotto il naso quello che aveva di più caro al mondo. Routine, niente di speciale. Aveva provocato guai peggiori a ben altra gente. “Ti porto a casa. Sei stravolta e hai bisogno di dormire.”

Non voglio dormire...”

Dormire cancellava la colpa, assopiva la coscienza e rendeva tutto più facile. “Dormirai, Elena.”

Se mi addormento...”

... rivedi i loro volti” sospirò stanco della pantomima. Morderla o spezzarle il collo? Stava per fare testa o croce, quando Elena gli singhiozzò un 'no' nell'orecchio. Una sensazione di benessere si diffuse in tutto il corpo. La disperazione di Elena Gilbert aveva un effetto erotico su di lui. “Cosa vedi quando chiudi gli occhi?” sussurrò e si complimentò con se stesso per la cura che aveva messo nella scelta delle parole. L'inclinazione dolce e il tono erano perfetti. La carezza sul bordo delle mandibola aggiungeva un tocco di classe alla piccola seduzione che aveva intrapreso inconsciamente.

Elena lo fissava con i suoi grandi occhioni scuri, indecisa se confessare o meno la terribile colpa. Tratteneva il respiro e lo guardava. “Ho la tua parola...”

Hai la mia parola.”

Sul tuo onore...”

Sul mio onore, Elena” bisbigliò e la carezza si fermò. Che stava facendo? Quella piccola arpia l'aveva imbambolato per alcuni secondi. Klaus spostò la mano e le fece cenno di continuare.

Se mi addormento, vedo... Damon”

Cristo, potevano cadergli di più, le braccia?!

Se sono con Stefan, vedo Damon...”

Potevano eccome! Klaus si pentì di aver sprecato una giornata appresso a quella scemetta.

Ho paura di diventare come lui...”

Sei già come lui” annunciò seccato. “Stai scopando il fratello sbagliato, ragazza mia.”

***

Ciao, Jer...”

Il ragazzo picchiò un piede sull'altro e si tirò su dal divano. “Stefan ha chiamato, preoccupato. Ha detto che non rispondevi al cellulare.”

Non l'ho sentito. Hai mangiato?”

Damon è passato un'ora fa chiedendo di te. Sì, ho mangiato.”

Ehi, era il mio turno di lavare i piatti” dichiarò osservando il lavello immacolato. “Avrò la stessa fortuna col bagno?”

Dove sei stata finora?”

Elena richiuse il frigo e toccò istintivamente il mento. “In giro.”

Con chi?”

Sola, dovevo pensare.”

Ti ho visto scendere dalla macchina di Klaus.”

Elena inspirò e si voltò, tremando. “Ero con Klaus.”

Jeremy allargò le mani e la sorella notò solo in quel momento le cuffiette. Negava di nuovo il contatto con la realtà. “Siamo andati a ballare.”

Il ragazzo la seguì con lo sguardo mentre gli sfrecciava davanti, rilasciando odore di fumo di sigarette e... sangue? Jeremy scavalcò il divano inciampando nelle pantofole. “Spiegami i dettagli della tua nuova amicizia.”

Ho un problema e solo lui può aiutarmi a risolverlo” dichiarò slacciando la camicetta. “Scusa, vorrei fare una doccia...”

Klaus procura problemi, non li risolve. Ti stai affidando alla persona sbagliata!” esclamò entrando nella sua stanza.

Lui non punta il dito e non giudica. Non mi ama, gli è più facile essere oggettivo.”

Allora va da Caroline...”

No, non dire...

... o da Damon!”

Maledizione! “Jer, lasciami in pace! So quel che faccio, non sono una bambina!” esclamò costringendolo a fare due passi indietro. Oh dio, si era trasformata? “Scusa...”

Non sei l'unica ad avere problemi” bisbigliò spaventato dalla sua irruenza “ma non me ne vado in giro a spifferarli ai quattro venti... e non andrei mai da Klaus per ottenere un aiuto...” mormorò tornando nel corridoio. “Non farti usare da lui.”

Klaus non aveva più alcun interesse in lei, pensò insaponandosi sotto la doccia. Avrebbe potuto usare la sua confessione per ferire Stefan? Le aveva dato la sua parola d'onore. Elena batté le palpebre e fissò le maioliche. Quest'ultima affermazione era un po' forte, dato l'individuo in questione. Stava tramando qualcosa, era stato troppo comprensivo. Suonava tanto di trappola, pensò chiudendo l'acqua calda. Una trappola per chi?

Hip To Be Square - Huey Lewis and The News

Una volta non riusciva a farlo. Correre e canticchiare era precluso alla sua vita mortale. Elena allungò il passo e sistemò la cuffietta nell'orecchio destro. Si sentiva quasi bene. Viva. Sogghignò e si fermò al semaforo rosso, diretta verso il parco.

Non così in fretta, ragazzina.”

Il gelo le attraversò la colonna vertebrale ed la voce di Damon la costrinse ad abbassare il volume. Quale uccellino aveva cantato? “Non posso fermarmi!”

Passi la serata in brutta compagnia e rifiuti di... oh, che palle!” Damon sbuffò e le corse dietro. I suoi CK non meritavano quel trattamento. “Fare affari con Klaus non porta mai a niente di buono!”

Non siamo in affari, siamo solo andati in discoteca!” urlò alzando gli occhi al cielo. “Avevo fame!”

Se hai fame vieni da me, non esci col principe dei demoni!”

Tu e Stefan siete implicati a livello emotivo. Lui a malapena mi sopporta” dichiarò rallentando il passo. Trattenne l'impulso di controllare le pulsazioni e quasi scoppiò a ridere. “Mi sto giustificando con te!”

Esci con chi ti pare, ma resta lontano da quell'individuo” sibilò il vampiro. “Vuoi perdere Stefan una seconda volta?”

Elena inciampò sul nulla. “A lui non piace vedermi così.”

Chi se ne frega di quello che vuole mio fratello!” esclamò trafelato dando voce alle sue paure. “Devi pensare a te stessa e non fare cazzate.”

Allora è vero” mormorò posando le mani sulle ginocchia e respirando affannosamente. “Non mi accetta per quello che sono diventata...”

Gli aveva legato la lingua. Damon la guardò, privo di risposta. “Se ti può consolare, a me vai bene in entrambi i modi.”

Elena sgranò gli occhi e lo fissò. Si era svegliata prostrata dal rimorso e combattuta. Le parole di Klaus e di Jeremy si accavallavano senza tregua, ma le impedivano di pensare a... “Damon...”

Il resto della banda lo pensa allo stesso modo... non che me ne freghi molto di una maniaca del controllo e di una strega bipolare” borbottò facendo un passo indietro. “Per l'amor di dio, sta lontana da Klaus. Quello è nato bacato!”

Ha in mente qualcosa. L'impressione è che voglia tirarmi dalla sua parte, farmi fidare di lui e giocarmi un brutto scherzo.”

Damon batté le mani tre volte. “Il cervello ti funziona ancora, bene.”

Elena gli mostrò la lingua e infilò le cuffiette che penzolavano attorno al collo. “Non dirlo a Stefan e fa tacere Jeremy.”

E' stato preventivamente minacciato.”

Non minacciare mio fratello” sibilò allontanandosi di corsa, diretta verso il bosco.

***

Oh, ma che suono grazioso! Gli ubriaconi che bazzicavano il bosco cominciavano presto, quel giorno. Klaus rallentò il passo e individuò la fonte del rumore. L'aveva udito sebbene avesse la musica sparata nelle orecchie.

Non riusciva a trattenerlo. Elena vomitò il sangue dell'animale che aveva appena bevuto e strofinò il dorso delle mani sulla bocca. Sedette su un tronco tagliato e tirò indietro i capelli sfuggiti alla fascia. La risistemò e quando percepì la presenza alle sue spalle, si voltò di scatto. Arrossì e nascose l'animale dietro di se. “Oh... ciao.... che fai, mi segui?”

Che razza di domanda! Era evidente che si trovasse lì per caso. La maglietta fradicia di sudore e la tenuta da jogging non bastava a scagionarlo? “Ci provi di nuovo, eh?”

Non so di cosa parli” sussurrò e Klaus scosse la testa. “Fa come ti pare” mormorò e corse via.

Elena gli fissò la schiena. La nausea la spezzava. “Nik...”

Oh dio! Sopportava a malapena la sorella quando lo chiamava 'Nik'. Che diavolo era tutta quella confidenza? Si fermò e tornò indietro. “Ci penseranno i predatori della notte a mangiarlo...”

Non mi sento molto bene...”

Non aveva mai succhiato il sangue di un animale. Era quasi curioso di provare. Elena lo guardava dal basso, le mani lorde. Klaus afferrò il polso e ne respirò l'odore. Titubante, ficcò il suo dito indice in bocca. Fece una smorfia e sputò da un lato. “Ti proibisco di bere questa schifezza!” esclamò facendo le boccacce. “Cristo, solo quell'idiota poteva pensare di nutrirsi di sangue animale!”

Elena aveva ritirato il braccio, allibita dal gesto, ed ora era scossa dai brividi che si accentuarono quando il vampiro le girò un braccio dietro la schiena e la rimise in piedi. “Che non diventi un'abitudine. Tuo fratello va a dire in giro della nostra serata senza incidenti” buttò lì, svagato. “Non lo farei giungere alle orecchie di Stefan.”

Elena dovette ricordarsi di fingere di stare male e per un istante fece perno su una gamba. C'era decisamente del marcio nella sua gentilezza. Che gliene importava del suo rapporto con Stefan? “Era molto arrabbiato quando ha saputo che ho bevuto il sangue di Damon” azzardò trascinando di nuovo i piedi. “E' una specie di tradimento?”

Non ce l'hai una domanda meno stupida?”

No. Significa che ogni volta che mi nutrirò, sarà come tradire?”

Gettarla nel burrone più vicino avrebbe risolto la faccenda. “No.”

Perchè l'ha preso a pugni?”

Stefan è Stefan. Non tocchi la sua donna e non nutri la sua donna, senza rimediare un pugno.”

E' assurdo!”

Parlane con lui.”

Lo stava evitando per non vedere quella luce nei suoi occhi. Elena si rabbuiò e non fu una finzione. “Non mi piace il modo...”

... in cui ti guarda. Se sapesse che sogni di portarti a letto suo fratello...”

Elena impallidì e lo spinse via. “Non dirlo mai!”

Non c'è nessuno. Ci siamo solo noi...”

Non devi dirlo!” esclamò con voce roca e un fiotto di lacrime le inondò le guance. “Non è vero...”

Stava soccombendo ai sensi di colpa, pensò eccitato dalla sua disperazione. “Non mentire a te stessa. O a me. Muori dalla voglia, tesoro.”

Va al diavolo...” bisbigliò tirando su col naso e facendo un passo indietro. Aveva di nuovo la nausea... ouch! Elena inciampò e strofinò il bacino che aveva battuto nella caduta. Klaus la fissò senza muovere un dito per aiutarla. “Ti bagni solo a sentire il suo nome.”

Elena impallidì e la bocca le si seccò completamente. Lo stomaco chiuso e l'aria bloccata nei polmoni le impedivano di smentire l'affermazione.

Il vampiro sorrise comprensivo. “Non c'è nulla di male. Sei una donna.”

E... allora...”

Sei infedele di natura” dichiarò porgendole la mano.

Elena l'accettò dopo un lungo istante di studio. “Non ho mai tradito Stefan.”

Ma vorresti farlo. Anche in quest'istante. Anche con me.”

La ragazza gemette sdegnata e Klaus scoppiò a ridere. “Stavo scherzando. Non sei il mio tipo.”

Il tuo tipo è Caroline” dichiarò con voce sferzante. “Peccato che lei non puoi averla.”

E' una proposta, Elena?”

Co... ma no, non intendeva... voleva essere sarcastica, ferirlo...

Ti stai proponendo a me per svagarti del tuo desiderio?”

Che pezzo... Elena lo fissò rabbiosa e la mascella si indurì. “Non metterti strane idee in testa!”

Non è un'idea. È quasi una certezza.”

Crepa nella tua certezza!” esclamò furibonda dandogli le spalle e correndo via.

***

Se chiudeva gli occhi non poteva vederla, quella luce.

Elena...”

Sta zitto” sbottò spingendolo sul letto. Strappò la maglietta del suo ragazzo e lo baciò, sempre tenendo gli occhi chiusi. Stefan allargò le mani e la lasciò prendere posizione ma dopo un attimo la afferrò, gettandola sotto di se. Aveva i capelli ancora umidi di doccia e la pelle rovente per la lunga corsa. Tutta quella foga gli mandava il sangue al cervello. Si era tenuto lontano da lei, dopo il rifiuto di qualche settimana prima e finalmente era stato ripagato dell'attesa. “Ti amo...”

Anche io. Anche io ti amo...” bisbigliò abbandonandosi sotto di lui.

Lui.

Chi era l'uomo con cui stava facendo l'amore? Elena aprì gli occhi con cautela. I capelli castani di Stefan la rassicurarono, mentre le baciava lo stomaco e scendeva verso l'ombelico. La ragazza rise del solletico e il vampiro sollevò lo sguardo.

Elena impallidì fra un battito di ciglia e l'altro. Damon?!

'Ti bagni solo a sentire il suo nome'

Quella vocetta irritante nel cervello aveva la timbrica di Klaus. Le insinuava il dubbio anche a distanza! Irritata e tremante, mugolò per farsi lasciare. Stefan la liberò e quando lo spinse sulla schiena, si arrese. “Stai bene?”

Elena annuì e respirò affannosamente. O rinunciava in un senso o nell'altro. Ma gli piaceva guardarlo. Lo accarezzò vogliosa e socchiuse le palpebre per meglio assaporare la sensazione.

Sei certa di volerlo fare?”

Ne ho bisogno...”

'E di cos'altro hai bisogno, mia cara?'

Elena impallidì e riaprì gli occhi. Klaus. Klaus nudo sotto di lei. “Oddio...” bisbigliò spiando i muscoli del torace flettersi quando si sollevò sui gomiti.

Elena?” Stefan la guardò preoccupato, si mise a sedere e la ragazza arretrò, sull'orlo delle lacrime. “Non toccarmi.”

Ok...”

'Da qualche parte dovremo pur cominciare, tesoro'

No” bisbigliò scuotendo la testa. “Stefan...”

Sono qui”

'Non farlo'

Che cosa vedi?”

'Non farlo, non capirà. Non può capire'

Elena ingoiò la saliva scivolando via dal letto. Raccolse i vestiti e corse nel bagno, lasciando scorrere l'acqua fredda che gettò sul viso. Stefan bussò alla porta ed Elena non rispose. Il desiderio insoddisfatto premeva nel basso ventre e le tagliava le gambe.

Possiamo affrontarlo insieme” propose la voce gentile del ragazzo che le strappò una miriade di singhiozzi colpevoli. Elena posò la mano sulla maniglia e la lasciò scattare. Il sguardo preoccupato di Stefan le riempì la vista acuendo il senso di colpa.

Qualunque cosa sia...”

E' meglio non vederci... per un po'...” bisbigliò ammutolendolo. “Non voglio... non sono pronta...”

Aspettare non mi crea alcun problema” la rassicurò con voce dolce che le strappò un altro singhiozzo.

'Non capirà. Non può capire'

Elena scosse la testa e lo spinse da un lato. “Io ti amo, ma non posso farlo...”

Fare cosa?”

Non posso stare con te, ora.”

Stefan la guardò allontanarsi, soffocando l'impulso di seguirla. Si rivestì e quando udì la porta sbattere, scostò la tendina della finestra. La vide incrociare Damon, seguì la piroetta scanzonata del fratello che aveva provato a trattenerla e marciò verso il soggiorno. Il vampiro stazionava sull'ingresso con aria dubbiosa. “Avete litigato?”

Non vuole più vedermi.”

Damon strinse i pugni e indurì la mascella. Ma tu guarda che caso! Klaus entrava nella vita di Elena e suo fratello ne veniva buttato fuori a calci in culo.

Ne sai qualcosa?”

Chissà se Klaus ne sapeva qualcosa. “Lasciala sbollire e tornerà più innamorata di prima. Forse non è pronta.”

E tu come fai a saperlo?”

Ci sei, McFly? Le scuse delle donne sono le stesse da generazioni: ho mal di testa, ho il ciclo, non sono pronta... e le prime due, lei non può più usarle!” sussurrò spingendo da un lato. “Ma devo dirtele io, 'ste cose?”

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Capitolo 3
*** 3 ***


Ciao a tutte! Speravo di aggiornare prima della prossima puntata di TVD, ma è impossibile (per tempi tecnici) Che faccio, spoilero? Ma sì che poi sembra che ho 'copiato' :D Klaus scoprirà che il tatuaggio è apparso addosso a Jeremy, April suonerà ad una certa porta ed Elena... ehm ehm... * kannuki fischietta *
Vai con le recenZioni:
Ila_D: appena posso, faccio un salto =)
Kithiara: il tuo avatar è sempre in forma!!! ;)
Taisha: 'aiutare' è una parola grossa, diciamo che se la potrà spingere in un burrone lo farà. =)



Che cosa stai facendo?!”

Caroline comparve dal nulla sottraendogli il blocco notes. La penna nera strisciò lungo tutta la pagina e Klaus alzò appena un sopracciglio.

La vampira lo fissò delusa. “La lista della spesa?”

I piani per conquistare il mondo sono nella cassaforte” annunciò allungando la mano. Caroline gli gettò il blocco con un gesto dispregiativo.

Si recava al Mystic Grill per la buona musica. Una volta, prima di tutte quelle interruzioni, riusciva anche a pensare. “Grazie.”

Un uccellino mi ha detto che stai infastidendo la mia amica.”

Siediti o vattene. Mi innervosiscono le persone che non sanno prendere una decisione” dichiarò spuntando alcune voci dalla lista.

Adoro innervosire la gente.”

Klaus la guardò dal basso e sospirò. “Che vuoi, Caroline? Pensavo mi odiassi per aver distrutto il tuo bell'idillio.”

Non meriti il mio odio e Tyler si è comportato come un idiota” affermò piombando a sedere. “Perché gironzoli attorno ad Elena?”

Klaus batté le palpebre, annoiato.

E' stata vista scendere dalla tua macchina.”

E' per questo che detesto le piccole città” il vampiro sorrise e smosse il ghiaccio che galleggiava nel whisky. “Posso offrirti da bere?”

No, grazie. Non mi trattengo.” Caroline sorrise di rimando, accavallando una gamba. “Fa del male ad Elena e ti prendo a calci in culo per tutta Mystic Falls.”

Interessante... piuttosto impegnativo” mormorò spostando casualmente gli oggetti sul tavolino. “Potrei essere innocente, per una volta. Potrei... come si dice? Essere stato abbordato.”

Caroline sghignazzò, ritenendo la cosa impossibile.

Diffida delle persone che ti amano perché sono i tuoi peggior nemici. Chiacchierare con uno sconosciuto allieta lo spirito. Forse Elena ha pensato di chiedere aiuto all'unica persona che non la sta giudicando.”

Chiedere aiuto? Caroline lo fissò ancora e quando si rialzò, il vampiro tornò a riaprire il blocco notes. “Ti ha tradita o no?”

Non ti riguarda.”

Con una sventola del genere, non ci penserei due volte.”

Klaus incassò l'offesa verbale di Caroline e infilò la penna fra i capelli, grattando la cute. Dove era rimasto? Buste di plastica nera. Non se ne ha mai abbastanza, pensò annotandole e girando tre fogli insieme. Il primo punto della lista era stato affrontato. Il secondo era spuntato e pronto ad essere depennato. Mh... Elena non avrebbe mai rinunciato al suo amore, ora che l'aveva riconquistato. Allontanarla da Stefan era un compito arduo, forse impossibile. Ma di cosa aveva paura, Elena Gilbert? Di perdere il controllo. La sua mente vacillava ad ogni omicidio. Poteva spingerla alla pazzia un po' alla volta. La faccenda si complicava sommando i tre fattori di disturbo Caroline/Stefan/Damon. Doveva metterli contro di lei. Avrebbe raddoppiato le attenzioni e in capo ad una settimana, sarebbe parso evidente che Elena era 'sotto la sua protezione'. Caroline avrebbe fatto il diavolo a quattro, ne sarebbe scaturita una lite. Elena si sarebbe rifugiata, nel migliore dei mondi possibili, fra le braccia di Damon Salvatore. La frattura sarebbe stata irrimediabile, il senso di colpa le avrebbe tolto il sonno e la ragione. Nella proiezione più ottimistica, Elena sarebbe arrivata ad elemosinare i suoi consigli. L'importante era tenerla vicina, apparire innocente ai suoi occhi. Disponibile. E solo alla fine, quando ormai non sarebbe stato più divertente, le avrebbe inferto l'ultimo colpo, quello mortale. Klaus mollò la penna sul tavolino, stirò le braccia all'indietro e sorrise piacevolmente. “La vendetta è minuziosa, va nei particolari, infetta le piaghe” recitò a bassa voce. “Avresti fatto meglio a lasciarlo in vita, tesoro...”

***

Sei tornata prima!”

Jeremy si affrettò a richiudere il blocco con gli schizzi e infilò la maglietta. Era complicato disegnare il tatuaggio apparso sulla schiena ma non c'era altro modo di farlo. Uno specchio angolato e tanta pazienza erano le sue uniche armi.

Non mi trattengo!” urlò Elena dalla stanza attigua aprendo l'armadio.

Jeremy si umettò le labbra e si affacciò timidamente. “Esci con Stefan?”

La stampella le cadde di mano e la sorella lo fissò disorientata. Sedette sul letto con il vestito avvolto su un braccio e scosse la testa. “Ci siamo presi una pausa.”

Una pausa? Ma come, erano appena tornati insieme! “Definitiva?”

Elena bisbigliò fra i denti e guardò la finestra semichiusa. Fece cenno al ragazzo di restare in silenzio, sollevò piano piano il saliscendi e sporse la testa. “Resta in casa e non farlo entrare per nessun motivo al mondo” gli ordinò parlando a fior di labbra.

E' Klaus?” sussurrò con una brutta smorfia.

Elena annuì e, passando di fronte allo specchio, si aggiustò i capelli, le spalline della maglietta e quando si accorse di come la guardava Jeremy, si vergognò e lasciò perdere. La rottura con Stefan le aveva tolto il terreno da sotto i piedi, ma – era quella, la parte brutta – le dava modo di pensare alla sua nuova vita senza interruzioni esterne. “Ehi...” sussurrò al finestrino abbassato. “Che ci fai qui?”

Credo ci sia stato un grosso malinteso fra noi, Elena” annunciò aprendo la portiera e affrontandola a viso aperto. “Un enorme malinteso.”

La ragazza sgranò gli occhi e fece un passo indietro. “Riguardo...?”

Sei venuta da me con un problema. Ho risposto alle tue domande e ho contribuito al tuo sostentamento senza chiedere nulla in cambio” iniziò scrutando bene le sue reazioni. “Ti è chiaro?”

Il senso di perdita dilagò e le fece risucchiare il labbro inferiore.

Non amo dovermi giustificare con le tue amiche. Tieni a bada Caroline o dovrò pensarci io, e il modo scelto non ti piacerà.”

Lui, almeno, non cambiava mai.

Spiegale il problema tecnico.”

Caroline non avrebbe capito. L'avrebbe solo sgridata. Elena annuì e il magone le appesantì i lineamenti.

Non era responsabile del suo malessere e quelle lacrime non erano per lui. “Ho detto cose peggiori in ben altri toni. Perché stai piangendo?”

Elena scosse la testa e si allontanò dall'auto. La curiosità gli mordeva i polpacci. “Che pasticcio hai combinato, Elena? Hai gridato il suo nome nell'estasi della passione?”

Era pazzo ad alzare la voce in quel modo?! La ragazza impallidì e gli gettò un'occhiata disperata, fermandosi sotto la finestra della propria stanza.

Klaus sollevò le sopracciglia e sorrise sbarazzino.

Non sono stata a letto con Damon!”

Nessuno ti metterà alla gogna se lo farai, Elena” bisbigliò arrivandole sotto il naso e facendola arretrare verso il muro. “Ma nessuno ti darà una medaglia se non lo farai. Non è giusto privarti di qualcosa che potrebbe portarti molto piacere. Intendo l'atto in se, non quel damerino dalla fama immeritata” sghignazzò muovendo una mano nel vuoto. “Ora smettila di preoccuparti della morale pubblica e concentrati solo suoi tuoi desideri. Cosa vuole Elena Gilbert?”

Esisteva domanda peggiore in quel momento? Il suo malessere si sciolse in una nuova cascata di lacrime. “L'ho lasciato...”

La novità risuonò come una campana nuziale. Non credeva di riuscire a separarla da Stefan, ma la cieca fortuna aveva posato la mano su di lui. Ora doveva lavorare in senso contrario, dispensare consigli come un buon amico. “Torna indietro.”

Non posso...”

Puoi fare tutto quello che vuoi, Elena. E' questo, il motivo della tua tristezza? Uno stupido litigio con fidanzato?” domandò pescando un fazzoletto dalla tasca. “Togliamoci dalla strada.”

L'allarme scattò nella testa di Elena. Ora le avrebbe chiesto di invitarlo ad entrare e... oh. La spingeva verso la macchina dai vetri oscurati. Appena dentro, Elena trattenne il respiro. Che cosa stava facendo? Doveva andarsene di lì...

Piangi quanto ti pare, io vado a fare un giro” l'avvisò chiudendo la portiera. La voce le arrivò soffocata.

Elena lo fissò mentre si allontanava per le stradine del suo quartiere. Stritolò il fazzoletto fra le dita, accoccolandosi sul sedile. Altre lacrime le bagnarono le guance e, nel silenzio dell'abitacolo, poteva udire la propria anima quietarsi nella confusione.

***

Aspettare era proprio noioso. Ecco perché Damon si lamentava sempre e Stefan ci pensava bene, prima di accompagnarle nei loro giri di shopping. Elena dondolò la testa all'indietro e piroettò fino alla poltroncina esterna ai camerini. Ma di quanti altri vestiti aveva bisogno?! “Stanno per chiudere!” esclamò distrutta da tutto quello shopping immotivato e compulsivo. Come se una donna avesse bisogno di una scusa per comprare... “wow!”

Caroline passò le mani sui fianchi e lo stomaco, tirandolo indentro. “Mh... non so. Lo vedo bene su di te... mh...” Conosceva di gusti della sua migliore amica da anni. L'aveva scelto di proposito, per invogliarla ad uscire da quei vestiti informi che si ostinava a mettere da alcune settimane. “Provalo.”

Il negozio sta per chiudere.”

Due minuti!”

Un'altra volta, dai...” sussurrò tormentando la stringa delle Converse. Non avrebbe mai avuto il coraggio di indossare qualcosa di così corto e aderente. Caroline aveva una sensualità diversa dalla sua. Era più marcata e al tempo stesso, ironica. Il top, insomma.

Caroline accennò una smorfia di disappunto e tornò nel camerino a cambiarsi. Elena portò dietro l'orecchio una ciocca di capelli e li legò con un triste elastico nero che aveva visto tempi migliori. Si specchiò, sperando nella clemenza divina: non aveva un filo di trucco e la faccia gonfia testimoniava un pianto prolungato. E una notte insonne. Appena Caroline tirò la tendina, Elena smise di arrovellarsi sul comportamento 'disinteressato' di Klaus. Cosa poteva volere da lei? Il suo sangue non aveva più valore... e Stefan non era più il suo ragazzo...

Per qualche strano scherzo del destino, non riusciva a porle la domanda regina. E anche vedendola immersa in un pensiero doloroso che le riempiva la fronte di rughe, Caroline non tentò di buttare lì un 'come va?' “La seratina romantica con Stefan?”

Elena uscì dal negozio. Il crepuscolo squarciava l'orizzonte.

Che diavolo ti sta succedendo?”

Non poteva farle 'la spaventosa domanda' in quel modo aggressivo.

Si tratta del maniaco? Ti ha infastidito?”

Maniaco?

Mi riferisco a Klaus. Ti sta gironzolando intorno?”

I loro incontri erano casuali e non aveva più avuto un contatto diretto col vampiro dopo lo sfogo di qualche sera prima. “Non aizzarlo contro di me. Non posso sopportare le sue minacce dopo le tue minacce. Fa sconti solo ad una di noi, e quella non sono io.”

Volevo solo rendere esplicito il pericolo che corre a fare lo stronzo con la mia migliore amica!”

Non mi stia aiutando, Caroline!”

C'erano tanti rimproveri dietro quella frase urlata. “Ci sono passata, so cosa si prova. Ti senti confusa, non sai con chi parlare, cosa dire...”

Non sono forte come te. Non sono... non riesco...” Elena batté le palpebre e ricacciò indietro le lacrime, prendendo la via opposta. “Ti chiamo io...”

Caroline sospirò e spostò le mani sui fianchi. D'accordo, aveva preso una cantonata riguardo a Klaus e avrebbe dovuto chiederle scusa, però c'era sempre quella vocina che le diceva di stare all'erta, riguardo il vampiro. Klaus non faceva mai niente per niente ed Elena era così fragile che rischiava di finire invischiata nella trappola del ragno senza accorgersene. Caroline dondolò sulle gambe con le buste dello shopping aggrovigliate fra le dita. L'aveva lasciata a piedi, sarebbe stata una lunga passeggiata fino a casa... “oddio...”

Sempre felice di vedermi. Hai svaligiato il negozio, cara?”

Guardalo, il ritratto dell'innocenza!, pensò, analizzando il giornale sottobraccio e un sacchetto aperto nell'altra mano. Odore di dolci! “Uh, dammene una!”

A-ah!” Klaus ritirò il sacchetto e indicò le sue buste. “Hai preso un vestito per venire a cena con me?”

Caroline ghignò ancora e gli rubò una ciambellina al volo. “Ci provi sempre.”

Ho tutto il tempo che voglio per farti cambiare idea” dichiarò appallottolando il sacchetto ormai vuoto.

La ragazza sospirò e alzò gli occhi al cielo, piroettando su se stessa con un seducente movimento del bacino. “Perché non ti trovi qualcosa da fare?”

Civetta, ghignò osservandola allontanarsi. Era una battaglia persa con lei, ma era ancora divertente. C'erano cose per cui neanche lui se la prendeva. E altre, invece, che non smettevano di pungolarlo. Klaus si fermò al confine del parco e inquadrò una figuretta solitaria. L'interesse che provava per una, doveva essere bilanciato dal disprezzo per l'altra. Come Katherine, anche Elena era 'segnata'. Scopriva di provare un piacere perverso nel saperle disperate, senza scampo. Completamente alla sua mercé.

***

Al tramonto, le altalene disegnavano un quadro solitario nel parco vuoto. Elena dondolò finché i piedi non toccarono più terra e quando il vento le accarezzò il viso, chiuse gli occhi e tirò indietro la testa, aggrappandosi alle catene d'acciaio. Da piccola dondolava per ore, finché la nausea non le faceva girare la testa. Elena frenò bruscamente alzando la polvere che si depositò sulle Converse chiare.

Klaus si accomodò sull'altalena vuota e la studiò. Aveva ancora la guardia troppo alta. “Nostro padre aveva fabbricato un'altalena per Rebekah e ogni volta che le corde si spezzavano, correva da Elijah per farla riparare. Mi tormentava perché la spingessi, quella rompicoglioni.”

Si fidava di te.”

Forse” borbottò abbandonando la piccola seduta. “Il tuo problema?”

Elena tornò a dondolare, tirando su le gambe. Fissò l'incavo del terreno e l'erba che cresceva ai lati e alzò le spalle.

Le donne parlano anche quando non hanno niente da dire. Perché quella stava sempre zitta? “Chiudi gli occhi e sogni ancora di giacere con lui?”

Elena lo guardò attonita e subito arrossì. “Sei bravo a mettere a disagio la gente...”

Sono un provocatore nato.”

Perché finiamo sempre a parlare di queste cose?”

Elena frenò con la punta dei piedi quando il vampiro si pose di fronte a lei e afferrò le catene d'acciaio poco sopra le sue mani. Klaus si chinò alla sua altezza ed Elena smise di respirare.

Quali cose, Elena? Il sesso? L'amore?”

Mh...”

Forse perché ne sentiamo la mancanza” sussurrò sollevandole il mento. “Se è quello giusto, non rimandare oltre. Ad una ragazza come te, basta un bacio per capirlo.”

Era un complimento o un insulto?

Ma ho la sensazione che sia molto difficile portarti via un bacio...” continuò sfiorandole col pollice il labbro inferiore.

Ogni uomo desidera oscuramente che un altro uomo lo liberi dalla preoccupazione di desiderare e gli indichi, una volta per tutte, l’oggetto desiderabile. Avrebbe fatto in modo che Elena Gilbert cadesse nella trappola di un piacere impossibile, che desiderasse, consumando se stessa e il proprio desiderio in un rogo di incertezze. Un sorriso spettrale gli aleggiò sul viso ma Elena non lo vide.

Smettila di giocare con me...” bisbigliò tirando indietro la testa. “Non ti fatto niente...”

Ti sto solo dando un consiglio, cara.”

Non chiamarmi 'cara'. Non chiamarmi 'amore', 'tesoro'... io...” Elena si impappinò e gemette frustrata. “Mi sento... persa...”

E lui aveva un'erezione.

Non so più distinguere il bene dal male...”

Ferrea.

Non so più di chi fidarmi...”

Allora se la cercava.

Non sopporto più il senso di colpa...”

Il rimorso è un'amicizia scomoda e indissolubile. Puoi rinunciare alla tua umanità e smettere di sentire.”

Non voglio smettere di sentire! Vorrebbe dire...”

... essere un vampiro a tutti gli effetti” concluse a bassa voce. “Scommetto che Damon ti accetta così come sei.”

E lui come faceva a saperlo? Elena rabbrividì. “Cerchi sempre di manipolarmi.”

Il piano aveva subito un brutto arresto, un arresto non previsto. Il copione doveva essere riscritto e quella lunga pausa suggerì ad Elena la sua estraneità ai fatti, scatenando una nuova crisi di coscienza. “Scusami... ti sto coinvolgendo nei miei problemi...”

E lo stava aiutando a temporeggiare. Poteva essere più fortunato?

Giura che non userai questa confessione contro di me...”

Era come chiedere al diavolo di smetterla di tentarti. “Hai la mia parola.”

La tua applicazione riesca a trovare un altro luogo di perdizione nelle nostre immediate vicinanze?”

Hai fame?”

Sto morendo di fame...”

Klaus si rialzò e le porse elegantemente la mano. Elena non l'accettò e infilò nella tasca della felpa le sue. “Devo passare a casa, prima...”

Abbiamo tutto il tempo, Elena” mormorò con una lunga occhiata ai vestiti informi. “Fa con calma.”


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Capitolo 4
*** 4 ***


Era uno scherzo stupido che non riusciva a capire? Perché sua sorella usciva con Caroline e tornava a casa accompagnata dal principe del male?!

Non farlo entrare” sussurrò Elena doppiandolo.

Klaus grattò la mandibola e occhieggiò il ragazzino fermo sulla porta di casa. “Obbedisci sempre agli ordini di tua sorella?”

Quasi sempre” mormorò facendo un passo indietro.

Un giorno, Jeremy Gilbert avrebbe ingrassato i vermi della terra. Doveva solo pazientare. Klaus gli scoccò un'altra occhiata e guardò il dondolo sotto il portico. Vi sedette, preparandosi ad una lunga attesa.

Jeremy chiuse la porta e saltò al piano superiore. Aveva mezz'ora di ritardo e Matt lo aveva già chiamato due volte, ma non poteva andarsene, lasciando sua sorella con quell'essere.

Cosa ci fa di nuovo qui?!”

Sguardo colpevole. Elena lo sbatté fuori dalla stanza e Jeremy barcollò nel corridoio “ora mi costringi a chiamare Damon” dichiarò con voce ferma. “Ho già il telefono in mano!”

Nessuna risposta. Jeremy sbuffò all'ennesimo sms di Matt ed Elena ne approfittò per schizzare via.

Andiamo?!”

Ci aveva messo poco, oppure era entrato in trance e non si era accorto del tempo che passava. Bel vestitino. Corto. “Esci così?” chiese e la stessa domanda risuonò alle spalle di Elena con maggiore enfasi. La ragazza li guardò a turno, scioccata. Non se l'aspettava nel fratello e meno che mai... “Oh, ma dai...” mormorò indossando la giacchetta di pelle. “In discoteca si muore di caldo.”

Non poteva che essere d'accordo. Le gambe di Elena brillavano nel buio. Bello stacco. Klaus si schiarì la voce e scrollò il capo.

Non costringermi a fare quella telefonata! Elena!”

Jeremy si arrestò sulla porta ed Elena camminò a testa alta lungo il vialetto senza mai voltarsi. Il ragazzo fissò il vampiro con odio e timore. “Non farle del male. Per favore.”

Ti stai confondendo con i Salvatore” mormorò scendendo un gradino lentamente. “Io non l'avrei mai costretta a bere sangue animale.”

Non... non va bene?”

Aveva comprensione per le creature stupide. Klaus lo guardò, pensando che la sua breve vita si sarebbe spenta da lì a poco e sorrise, paziente. “No. Non va bene, ragazzo.”

500 miles (I gonna be) - The Proclaimers

Non indossare i tuoi vestiti migliori, le prime volte.”

Elena guardò immusonita le gocce di sangue che macchiavano l'orlo del vestito e ringraziò il colore scuro del tessuto e le luci incerte del locale che ne mascheravano la presenza. “Dovrei imparare ad ascoltare Damon...”

Si era completamente scordato di lui, tutto preso ad ammirarla divorare malcapitati. E a guardarle le gambe. “Vogliamo spostarci in un luogo più tranquillo?”

Elena alzò gli occhi dalla macchietta. La musica la svagava e la tranquillizzava fra un morso e l'altro. L'importante era non uccidere nessuno. “Mi piace troppo, questa canzone. Andiamo a ballare!”

Elena saltellò verso la parte centrale del locale e si esibì in una serie di piroette che Klaus osservò grattando un orecchio. Ma sì, non c'era nulla di male a concederle quello svago. Cantava, ballava, rideva e nessuno avrebbe mai accusato un angelo simile degli orrendi misfatti di alcuni minuti prima. Le persone nel locale erano aumentate e continuavo a spingerli uno addosso all'altra. Elena spostò i capelli dal collo. Aveva dieci centimetri quadri di stoffa addosso e stava sudando in modo impossibile! E quello chi era? Lo sconosciuto la stringeva alla vita e tutto quel contatto fisico la disturbava. Lo allontanò, puntando le mani contro le sue braccia e un nuovo spintone la catapultò contro un gruppetto di ragazze. Quando Elena riacquistò l'equilibrio e si guardò attorno, di Klaus non c'era traccia. Beh, era giusto che facessero un po' per uno, pensò sentendosi 'di troppo' in un luogo super affollato. Lo individuò dopo molti minuti, appollaiato sul collo di una biondina che le ricordava molto Caroline. Elena sospirò, sollevata. Per un attimo, aveva avuto l'impressione che la stesse circuendo. Voleva qualcosa da lei, non... lei. Klaus la vide da lontano e le strizzò l'occhio. Cos'erano diventati, complici di bevute? Ma che sfacciato, la mordeva di fronte a tut...

Elena restò imbambolata a guardarlo. Studiò come si muovevano le labbra sul collo, spiò la punta della lingua che lappò via le ultime gocce di sangue, e una scarica di eccitazione la riattivò interamente, le tolse il respiro e le fece tremare le gambe.

Ti ho preparato una sorpresa.”

Era il sussurro nel suo orecchio o la sorpresa, a farla rabbrividire? Ma quando l'aveva raggiunta e dov'era finita, la bionda? Elena lo sbirciò, ansiosa.

Cacciare è divertente, ma godersi la preda è la parte migliore. Non devi preoccuparti di sbarazzarti del corpo e puoi goderti il momento senza fretta.”

Senza fretta. Elena tremò e fissò il vuoto. “Non voglio uccidere nessuno.”

Non accadrà” bisbigliò prendendola per il polso. “Questa ressa mi sta stancando.”

Dove andiamo?”

A casa mia.”

Eh?! Elena sgranò gli occhi e si arrestò.

E' più semplice organizzare un banchetto in un'abitazione privata. Stefan, pardon... Damon non te l'ha detto?”

Quel lapsus era voluto? Le aveva stracciato il cuore solo a sentire i due nomi insieme. “Sì...”

E ti ha suggerito di non farne parola con Stefan...” insistette sbirciandola con la coda dell'occhio.

Elena annuì di nuovo, infilò la giacchetta e uscì nel parcheggio. La sensazione di proibito le piombò addosso, fermandone i passi. Klaus la tirò a se. Era il ritratto della serietà e sembrava anche un po' arrabbiato. “Come può pensare di aiutarti, se ti nasconde anche le nozioni più basilari?” mormorò con voce dura. “Ti sei affidata ad uno sciocco. Ti mostrerò la vera essenza del vampiro e prenderai la tua decisione.”

C-che decisione?”

Era priva di guardia e scoperta fino all'ultimo nervo. L'eccitazione gli montò addosso e gli tolse il respiro. “Entra in macchina.”

***

Basta, Elena” sussurrò senza muovere un dito per fermarla. “Lasciagli qualche goccia di sangue in corpo.”

Il cuore si stava fermando. Rallentava. Era sempre più... ecco. Aveva ucciso il suo quarto uomo. Imbrattata di sangue, Elena Gilbert era un bello spettacolo. Soprattutto mentre si leccava le dita e raccoglieva il sangue colato sul mento. “Hai bisogno di darti una ripulita, tesoro” mormorò notando il vestito lordo. Un altro tappeto difficile da smacchiare.

Elena lo sfilò dalla testa restando solo in mutandine e reggiseno. Il brandy gli andò di traverso. Klaus dondolò il bicchiere e si sedette sul divano, alle sue spalle.

La ragazza si voltò e la cortina di capelli scivolò via dalla schiena, mostrando il seno sorretto da un balconcino di raso nero che lo distrasse dalla lezione che aveva preparato. “Potrebbe capitare un periodo di magra, non devi sprecare tutto quel sangue...” rantolò scendendo con lo sguardo fino all'ombelico. “Hai capito?”

Ancora...”

Klaus si appiattì fra i cuscini mentre Elena gattonava verso di lui e lo 'puntava'. La fissò, dimenticando di battere le palpebre e di deglutire l'ultimo sorso di brandy. “Hai perso il controllo e hai ucciso tre uomini. Hai ancora fame?” mormorò aspettando la reazione. Doveva solo aspettare che lo assimilasse... ecco. Il suo sguardo era cambiato. La torbidezza dell'eccitazione lasciò il posto all'orrore e al disgusto.

Ho...”

... ucciso tre uomini” concluse con un sorriso sornione, posando il bicchiere e scivolando fino a lei. Sedette sul tappeto e la circondò con le gambe. “Ti ho avvertito, ho sentito il battito del cuore che rallentava, ho provato a fermarti ma tu mi hai detto di andare al diavolo” mentì voltandole la testa verso i tre corpi dissanguati. “Guarda come hai ridotto il tuo bel vestito. Cosa dirà Jeremy, quando ti vedrà tornare a casa?” Tremava sempre di più, doveva rincarare la dose. “Cosa dirà Stefan quando saprà...”

Non deve saperlo...” bisbigliò fra i denti, piangendo lacrime come una fontana getta acqua. “Io non volevo...”

L'hai sentito?”

L'ultimo sorso, il più inebriante.

Ti è piaciuto, vero?” bisbigliò stringendo le braccia attorno alle sue spalle.

Le sembrava di aver raggiunto il paradiso, tanta era la felicità provata in quel momento.

Klaus infilò le mani fra i suoi capelli e l'accarezzò. “Ho sempre pensato che fosse il motivo per cui uccidiamo” bisbigliò leccando uno sbuffo di sangue sul collo. E poi un altro, sotto l'orecchio destro e quel punto del mento che aveva dimenticato... e la goccia sulla fossetta che si intravedeva quando sorrideva...

Elena gemette e l'eccitazione che non era riuscita a sfogare, la spezzò in due. Incassò la testa nelle spalle ma Klaus le afferrò i capelli sotto la nuca e la voltò verso di se. Elena lo teneva lontano facendo perno con il braccio. Brava, ragazza, pensò mentre la pressione contro il torace diminuiva. Ansimava, le labbra aperte e disponibili. Vogliose. Un giglio non ha odore, così Elena Gilbert non aveva mai avuto alcuna attrattiva per lui. Ora emanava un profumo intenso, inebriante, stordente. La pelle era morbida, liscia e l'incavo della schiena si modellava sotto le sue mani. Tenere le distanze dalle vittime. Mai immischiarsi, pensò tirandole i capelli e facendola gemere. Non avrebbe sporcato il suo corpo con gli umori di Elena Gilbert. Nel suo piano, non c'era mai stato un punto che comprendesse la seduzione fisica, ma doveva decidere in fretta se proseguire nel diversivo e rielaborare la sua vendetta o... non esisteva 'o'. La sua mente non avrebbe retto gli omicidi e l'amplesso con un uomo che detestava.

Mi fai male...”

La mente di Klaus brillò come una bomba e restò immobile per una manciata scarsa di secondi. Il suo movimento fu talmente veloce che Elena capì a malapena quel che stava succedendo. La bocca era morbida, caldissima e la lingua si muoveva come un serpente impazzito attorno alla sua. Lo abbracciò e si lasciò abbracciare. Le gambe si incastrarono nella posizione più comoda e i due corpi si avvicinarono.

Non aveva mai sentito un abbandono simile, era pari solo all'arrendevolezza di una vittima in punto di morte. Era l'ebbrezza del sangue che la illanguidiva in quel modo?

Elena sollevò le braccia e le avvolse attorno al collo, scivolando le gambe ai lati del suo corpo. Stefan conosceva i suoi punti deboli, sapeva innescare l'autodistruzione... ma lui... non era Stefan...

Klaus fissò il punto di giunzione dei loro corpi e il piacere lo attraversò come una scarica elettrica. Le labbra di Elena lavoravano minuziosamente sul collo, presto l'avrebbe morso e allora... allora avrebbe dovuto... punirla... “sta lontana da me...” rantolò chiudendo gli occhi. Un calore intenso lo avvolse e lo trascinò fino in fondo. Lei aveva aperto la strada e lui l'aveva attraversata... maledetta donna! L'avrebbe fatta soffrire, avrebbe pianto tutte le sue lacrime... Klaus gemette e il corpo si raffreddò per un attimo, prima di esplodere in una bomba di calore liquido che gli spezzò il respiro. Elena lo morse ferocemente, il dolore lo stordì e la fiammata di ritorno di piacere gli increspò la pelle.

***

Rispiegamelo da capo.” Damon strofinò un dito sotto il labbro e lo passò sul naso. “Tua sorella ti prepara la colazione e tu piombi qui...”

Non focalizzarti sulla colazione! Ha un comportamento diverso dal solito!”

Il vampiro sbuffò annoiato e lo ignorò. “Che ha di tanto diverso?”

Sorride.”

Sorride.”

Stamattina ha acceso la radio... non lo fa più dalla morte dei nostri genitori! Mi ha preparato la colazione ed è andata a correre.”

Non fartene una malattia, sta superando la transizione.”

Jeremy cambiò gamba d'appoggio e passò la cartellina con i disegni sotto l'altro braccio, passandogli il sacco che aveva in mano. “L'aveva nascosto nei bidoni della spazzatura, ma l'ho trovato lo stesso.”

Ti metti a frugare nell'immondizia, ora?”

Avresti fatto lo stesso.”

Damon tirò fuori il vestito. C'era più sangue che tessuto e non si distingueva il colore originario. Un paio di scarpe, un tacco spezzato di netto. Il vampiro abbassò lo braccia e lo fissò. “E' normale sporcarsi un po', il tacco può essersi rotto in un tombino.”

E' uscita di nuovo con Klaus.”

Ah. L'aveva portata a divertirsi, pensò gettando il sacchetto in un angolo. Damon non si sentì in dovere di inventare scuse, ne di metterlo alla gogna. “Bene.”

Jeremy strabuzzò gli occhi e quando provò a parlare, balbettò. “B-bene?!”

Un vampiro appena nato ha bisogno di nutrirsi di sangue umano. Deve bere direttamente dalla vittima. C'è poco da fare, funziona così.”

Le avete fatto bere sangue di animale. Per quello stava male...”

Stefan è un idiota” dichiarò incrociando le braccia e passeggiando in direzione del camino spento. Il principe delle tenebre che si occupava disinteressatamente di qualcuno doveva ancora vederlo. “Klaus è più bravo di me nel costringere la gente a fare quello che non vuole.”

Ma non suona strano anche a te?”

Suona di marcio.” Una smorfia deturpò le labbra perfette di Damon. “Elena non ci vuole intorno, ultimamente. Ha – notizia del giorno! - mollato Stefan.”

Lo so. Me l'ha detto... prima... che quel tipo suonasse alla nostra porta.”

Mh. Marcio e con i vermi.

Elena ha ammesso di sentirsi sola... persa...”

Damon strinse gli occhi e trattenne il fiato, indeciso se prendere Elena per la collottola o incendiare direttamente casa Mikealsohn.

Ha fatto troppi riferimenti alla tua disponibilità nell'accettarla così com'è e sull'avversione di Stefan per la nuova natura.”

Gli ci vuole solo più tempo” borbotto scocciato. “Quei due torneranno a tubare fra qualche giorno e Klaus sarà solo un brutto ricordo.”

Jeremy si morse la lingua fino all'ultimo. “Voi...”

Quella nave è salpata molto tempo fa.”

Klaus la sta convincendo del contrario. Credo. Non so, è una sensazione.”

Mi piacciono, le sensazioni. Occhi aperti e controllala, nei limiti del possibile. Io farò altrettanto.”

Jeremy annuì e sospirò forte “ho anche sentito dire che Caroline lo ha minacciato...”

Barbie arrabbiata è un ottimo cane da guardia” sibilò pescando il cellulare dai cuscini del divano. “I suoi interrogatori sono magnifici.”

Hai mai visto Klaus impegnato in qualcosa che esulasse la vendetta?”

Non frequento la famiglia Mikealsohn quanto vorrei... è Rebekah quella fissata con i rapporti sociali.”

Non la vediamo da un po' o è solo una mia impressione?”

Da un bel po'. Forse aveva preso il volo come Elijah. “Continua con le impressioni mentre sguinzaglio Barbie.”

***

Ciao schiavo, il tuo padrone è in casa?”

L'ibrido si scostò dalla porta e Caroline sorrise acidamente. “Conosco uno che è riuscito a liberarsi dell'asservimento. Ci vuole solo un po' di buona volontà” dichiarò querula. “Iscriviti ai corsi del Martedì della parrocchia!”

La piccola squadra di quattro persone riprese il lavoro di smaltimento rifiuti e Klaus si versò da bere, rifilando uno sguardo annoiato alla nuova arrivata.

Che stai facendo?” domandò la ragazza arrestandosi sulla soglia del soggiorno.

Pulizie di primavera.”

Siamo in Novembre.”

Klaus la guardò apertamente e posò il bicchiere ancora pieno su tavolinetto. “Chi ti manda?”

Nessuno. Mi è arrivata una vocetta all'orecchio e volevo vedere con i miei occhi...”

... il casino combinato dalla tua amica Elena” concluse con un grugnito che a Caroline non piacque per niente. “Ha chiesto il mio aiuto.”

Opinabile” dichiarò incrociando le braccia. “Elena non è in forma, al momento, ma non suonerebbe mai a questa porta.” Nessun commento sagace. Caroline cominciò a dubitare delle sue illazioni. “Ha perso il controllo?”

Capita spesso.”

Perché era qui?”

Per un attimo, le era tremata la voce. Aveva paura di conoscere i dettagli del loro rapporto, pensò mascherando un sorriso. “Le ho solo concesso un po' di spazio. Sei d'accordo con me nel preferire un luogo chiuso in certe situazioni...”

Era una frecciatina all'avvenimento del bosco? Caroline ispirò e osservò il via vai degli ibridi. “E' stato carino carino da parte tua.”

Carino! Klaus quasi si strozzò. Non l'avrebbe detto, se avesse saputo come avevano passato la serata.

Tu non sei mai carino, sei marcio fino al midollo.”

Elena era ingorda e irrefrenabile come tutti i vampiri appena nati. Tornata in se, si era resa conto della situazione ed era scappata via, balbettando scuse ridicole. Nessuna riguardanti il morso.

Ehi, sto parlando con te!”

Aveva causato la sua stessa sconfitta con un atteggiamento sconsiderato dettato dalla porzione primitiva del cervello? Un uomo delle caverne avrebbe saputo fare meglio di lui. “Stefan potrebbe aiutarla a passare questo brutto momento” rispose con una noia bel lungi dal provare. “Sono tornati insieme?”

Caroline si scurì. Perché sapeva tutti i dettagli della sua vita privata? Elena non l'aveva detto neppure a lei, l'aveva dovuto apprendere da Damon. Quel sorrisetto compiacente non le piaceva proprio.

No? Forse il fratello è la scelta migliore...”

Cosa centra Damon?”

Le tremava di nuovo la voce. “Elena...” cominciò scegliendo accuratamente le parole “... è confusa.”

Rispondi alla mia domanda!”

Klaus cercò di non sorridere ma gli angoli della bocca si piegarono lo stesso. “Croce sul cuore, le ho dato la mia parola.” Negare una verità a Caroline Forbes era come gettare benzina sul fuoco. Klaus la vide avvampare e quando udì il suo respiro frettoloso, si affaccendò con le buste di plastica nere che giacevano ai suoi piedi. Quando l'attenzione si concentra su di te, devi allontanare i sospetti facendoli ricadere su qualcun altro. Damon Salvatore era perfetto per la parte. “La prossima volta che entrerai da quella porta millantando sciocchezze, ti assicurerò un posto in una di queste custodie” la minacciò senza neppure voltarsi. “Sono stato chiaro?”

Caroline si morse le labbra e una smorfia d'odio le attraversò il viso. Girò sui tacchi e sbatté la porta fragorosamente.

La sua visita aveva peggiorato il malumore preesistente. In una sola serata si era lasciato sedurre e mordere da Elena Gilbert. Bizzarro. C'è sempre un lato caotico che nessuno riesce a prevedere, nel piano migliore. Forse è quello che lo regolamenta dall'interno. Il caos.


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Capitolo 5
*** 5 ***


Ora la mia vita è dolce come cannella, come un fottuto sogno che sto vivendo...”

Jeremy sbuffò, abbassando il naso sui compiti in arretrato. Damon guardò le scale che conducevano al piano superiore e ghignò.

Il mio corpo è dolce come zucchero a velo...”

Nessuno avrebbe mai sostenuto il contrario, baby.

Ti ho trovato finalmente...” *

Vorrei perdere l'udito in questo istante” sospirò il vampiro cercando di non ascoltare il canto melodioso della ragazza. “Cosa vuoi che faccia? Che rubi la sua collezione di cd per impedirle di stonare canzoni zuccherose? E' ipernutrita e di buonumore. Lasciala perdere.”

Ipernutrita significa?”

Damon sollevò le spalle e un saltellare leggero attrasse la sua attenzione. Elena muoveva solo le labbra mentre scendeva le scale e allacciava il cardigan rosso sullo stomaco. “Ehi!” esclamò arrestandosi di colpo. “Che ci fai qui?”

Hai fatto fuggire tutti i cani del vicinato col tuo gracchiare da cornacchia secca” la prese in giro analizzandola da capo a piedi. Era in splendida forma.

Elena gli rifilò una linguaccia, afferrò il fratello per le spalle e lo portò in cucina. “Non farlo più entrare. Non voglio vampiri dentro casa, basto io!” sibilò sentendo il senso di colpa tornare ad opprimerla.

Tu ordina ed io eseguo. Devo tenere fuori anche Caroline? Sta venendo qui.”

Caroline era la punizione di Damon per la cattiva frequentazione, pensò occhieggiandolo mentre sbirciava i compiti del ragazzo e origliava la loro conversazione. “Ci penso io.” Elena tornò in salotto e spinse Damon fuori di casa. Il vampiro girò su se stesso ed Elena gli finì fra le braccia. La bomba atomica aveva avuto lo stesso effetto?

Che stai combinando, principessa?”

N-niente...”

Vai a divertirti con Klaus e dimentichi di invitarmi? Cattiva, Elena.”

La ragazza lo fissò trattenendo il respiro. Era colpa sua? Lasciare Stefan le aveva fatto abbassare la guardia? Era più recettiva del solito per colpa di tutto quel sangue? Era lui ad essere più...

Vuoi parlarne con qualcuno che non ti giudica... mfg!”

Damon restò immobile quando Elena lo baciò. Era troppo stupito per ricambiarla. Si piegò in avanti e la staccò delicatamente da se. “Ti ha detto lui di farlo?” sussurrò fissando la bocca socchiusa. “Klaus ti ha ordinato di baciarmi?”

Eh? Elena batté le palpebre e lo guardò, annebbiata. No. L'avrebbe ricordato.

Ehm...”

Lo stomaco fece una piroetta e il sangue affluì al viso. “Care...”

Caroline dondolò sulle gambe e dichiarò che l'avrebbe aspettata al Mystic Grill, quella sera. Il suo sguardo chiedeva spiegazioni ma sembrava, allo stesso tempo, sollevata. Elena aveva lasciato Stefan per la sua cotta irrisolta per Damon. Chiaro. Però non l'aveva detto a lei, ma a Klaus, la traditrice!

Corri ad una vendita di beneficenza?”

Stefan?! Caroline si arrestò, arrossendo. “Ehm... no.”

Va tutto bene?”

La ragazza guardò dietro di se e annuì, svagata. “Stai andando a trovare Elena?”

Il vampiro si scurì un poco. Annuì, sottotono.

Non è in casa” inventò prendendolo sottobraccio. “Ehi, mi accompagni a vedere una cosa che vorrei comprare?”

***

Allora? Ti ha soggiogato?

No...”

Se stai cercando di dirmi qualcosa, ti consiglio di farlo subito” le ordinò perdendo un po' di verve. “Non mi sto divertendo.”

Elena risucchiò le labbra e aggrottò le sopracciglia. “Sono... un po'... confusa” sussurrò. “Scusa...”

Scusa?! Molli Stefan di punto in bianco, te ne vai in giro a gozzovigliare insieme al principe dei mostri e baci me – me! - senza alcun preavviso! Non te la cavi con un 'sono confusa', dolcezza!”

L'aveva detto tutto d'un fiato e senza tentennamenti ma dentro di se, stava tremando. Non ci sperava, neanche un po'. Ma forse... forse Elena...

E' confusa. Toglile le mani di dosso, Salvatore.”

La finestra della camera di Elena era perfetta per spiare. Jeremy aveva intravisto il vampiro da lontano. Neanche per un istante aveva tradito un'emozione o un sorriso. Elena non era stata soggiogata, aveva baciato Damon di sua spontanea volontà. Klaus era davvero innocente.

Il vampiro alzò la testa in quell'istante e Jeremy si ritirò di scatto. Elena li sbirciò a turno, bisbigliando una scusa e tornando dentro casa. Klaus la seguì con lo sguardo ma Damon lo tenne fisso su di lui. “Il tuo tempismo è micidiale!”

Non le avresti cavato una parola. Elena non parla, neppure costretta” mormorò allontanandosi nel vialetto.

Tu cosa ne sai?!” esclamò andandogli dietro. “Perché gironzoli da queste parti, se casa tua è dall'altra parte di Mystic Falls?”

Piaceva proprio, quel verbo. Gironzolare. Non era mica un cane randagio. “Il drugstore è super fornito.”

Suonava di bugia. Damon gli tagliò la strada. “Cosa le hai fatto?”

Oh, certo...” soffiò ironico. “Sei il fratello insicuro...”

Un altro sorriso. Damon si rabbuiò.

Vivere nell'ombra di Stefan deve essere seccante. Reagisci sempre così quando una donna ti rivela i propri sentimenti? La ignori e l'allontani, invece di prendere quello che ti offre?”

La ramanzina da parte di Klaus?! Damon strinse i pugni.

Se Elena fosse venuta da me...”

Non per rimarcare l'ovvio, ma nessuno verrà mai da te.”

Klaus sorrise di più. “Che fortuna insperata.”

***

[..] Ogni individuo incontra un giorno il suo padrone, quello che gli farà pagare il male commesso: perché il male vuole male al malvagio. […]**

Klaus chiuse il libro e guardò in alto. La Luna era strabiliante, merito di una di quelle giunzioni astrali che la porta così vicina alla Terra da farla apparire enorme. Si domandava che effetto avrebbe avuto sulla sua natura di licantropo e, allo stesso tempo, doveva ricordare di non sporgersi troppo dalla cornice della finestra per non cadere giù. La casa era vuota, silenziosa. Uno dei motivi per cui si recava al Mystic Grill. Almeno, quando c'era Rebekah si udiva musica e un continuo sbattere di porte. Klaus gettò il libro sul letto e seguì la parabola fino all'inevitabile arrivo. Via, non era in animo di pensare al passato, ne vestire i panni di un'anima tormentata. Ad majora, era il suo motto. Avrebbe trovato un po' di movimento, al locale... e forse qualche idea per ritornare al piano originale. Il dolore di Elena Gilbert per le uccisioni sarebbe stato breve, nulla a che vedere con i secoli bui di tormenti che aveva preparato per lei. Eppure, la sensazione di aver bruciato un legame che si stava formando, lo rodeva. Non vi sarebbe stato alcun piano sostitutivo. Conoscendola, Elena l'avrebbe evitato per la vergogna e il pensiero l'avrebbe corrosa e tenuta lontana dai Salvatore. Sarebbe rimasta sola, sola con i sensi di colpa. Uccidere il fratellino le avrebbe dato la scusa che cercava per farla finita. Ma non c'è piacere nell'uccidere una donna che è già morta, pensò camminando fino alla macchina. Ed ora? Con chi poteva prendersela per sfogare la nuova frustrazione?

***

Posso lasciarti sola cinque minuti, il tempo di andare al bagno?”

Elena annuì e posò il gomiti sul bancone. “Sbrigati o Matt darà via il nostro tavolo” mormorò chiedendosi perché fosse lì, tutta in tiro, e non sotto le coperte a morire di vergogna. Lo stomaco si stringeva solo a pensarci. Non si era mai comportata così, lasciare Stefan era stato come aprire il vaso di Pandora. Eppure, si sentiva così libera... Elena si irrigidì e sgranò gli occhi voltandosi verso il barman. Fa che non mi veda, fa che non mi veda! Dov'era finito tutto l'amore struggente che aveva provato per Stefan? La confusione aumentava. Stefan portò via la sua consumazione ed Elena sospirò, chiudendo gli occhi. Quel dolore in fondo al cuore non riusciva proprio...

... e uno anche a lei” borbottò Klaus al cameriere indicando la ragazza.

Il barman inarcò un sopracciglio ed Elena si umettò le labbra, ordinando una delle tante cose che vedeva bere a Damon. Non era sicura che le piacesse, ma continuavano ad arrivare uno dopo l'altro e aveva bisogno di una scappatoia: da ubriaca, poteva dire tutto quello che voleva senza preoccuparsi delle conseguenze.

Parlare a cuore aperto non è il tuo forte.”

Ci stavi spiando?”

Klaus sogghignò, amaro. “No, Elena. Non m'interessano le vostre relazioni adolescenziali.” dichiarò giocherellando con il bicchierino che il cameriere gli aveva messo davanti. “Le lascio al resto del mondo e ad individui come Damon Salvatore.”

Ti diverti ad essere sempre così...”

... stronzo? Puoi dirlo, non mi offendo. Credo solo che se un uomo e una donna vogliono stare insieme, devono mettere da parte i discorsi e concentrarsi su se stessi.” Klaus la guardò aspettandosi un commento ed Elena dondolò la testa. “Non è così semplice...”

Voi ragazze volete vivere la storia di Romeo e Giulietta ma dimenticate che è finita...”

... con un doppio funerale” concluse avvicinando il bicchiere. Elena lo annusò cauta e provò ad assaggiare il liquore. “Beah!”

Non fa per te. Dalle un cocktail con l'ombrellino. Dolce” ordinò al cameriere.

Ordinava per lei? Prepotente! Elena posò la schiena contro il bancone mentre il barman preparava la nuova consumazione.

Devo presumere che l'ossessione sia giunta all'inevitabile capolinea? Lo lascerai entrare nelle tue stanze, stanotte?”

La ragazza lo guardò, interdetta.

Smettila di pensare. Non chiederti se puoi farlo” mormorò guardandola negli occhi. “Fallo e basta.”

Perché la stava spingendo a quel modo?

Tu lo vuoi.”

Non...”

Prendilo.”

Nel frattempo avrebbe preso il cocktail, pensò spostando la decorazione che accompagnava sempre quel tipo di bicchiere. Mh! Che buono!

Il nostro tavolo è pronto?!”

La vocetta squillante di Caroline si infilò direttamente nell'orecchio di Elena che tossì, colta in flagrante. Klaus le spiò mentre Caroline la trascinava via. Il gioco non era più divertente. Sbatté il bicchiere vuoto sul bancone e ne ordinò un altro. Elena Gilbert l'aveva stancato prima del previsto... ma il fratello era in turno, quella sera. Il ragazzo incrociò il suo sguardo e rabbrividì. Si affrettò a prendere le ordinazioni e svanì in cucina.

Te l'hanno mai detto che chi beve solo, ha molti segreti da mantenere?”

Mettevano a dura prova la sua pazienza, i Salvatore. Damon l'affiancò sorridendo a denti stretti. “C'è stato un gran andirivieni a casa tua, stamattina.”

Gli incidenti capitano...”

Quando ci sei tu nei paraggi, capitano spesso.”

Il prossimo giro te lo offro io” borbottò gettando i soldi sul bancone e facendo un cenno al barman. Klaus girò sullo sgabello e non fece neppure in tempo a mettere piede in terra che Stefan gli bloccò la via di fuga. Finalmente le cose si muovevano nella giusta direzione.

***

Ti guardo le spalle perché sei mia amica, ma devi dirmi cosa sta succedendo fra te e Klaus... e fra te e Damon... e con Stefan” elencò con un sorrisetto “non ci capitava dalle medie!”

A me non è mai capitato.”

Adesso è capitato. Forza, sputa il rospo.”

Elena si agitò sulla sedia. Non lo sapeva neppure lei! Era attratta da Damon – non era una novità - e non riusciva dire no a Klaus. Come se le fosse mai servito a qualcosa. Le diceva cosa fare, come farlo, quanto bere e da chi. Prendeva per buono tutti i suoi consigli e non dubitava mai della sua onestà. Doveva averle fatto il lavaggio del cervello mentre era distratta. “Prima il bagno” inventò, sempre più nervosa. Aveva baciato due ragazzi diversi in meno di ventiquattrore... ed era stato così divertente! Filarsela dall'uscita posteriore l'aveva imparato da Damon. Elena uscì sul vicoletto vuoto e sospirò, tirando indietro i capelli. Divertente e un po' stressante. Inspiegabilmente, le venne da ridere. L'assurdità della situazione in cui si era ficcata le strappò una sonora risata. Oh dio, stava impazzendo!, pensò asciugandosi le lacrime. Il cambiamento aveva tirato fuori qualcosa di diverso da lei...

Sei riuscita a seminarla?”

Il vampiro uscì dall'ombra ed Elena smise lentamente di singhiozzare. “Sei qui per caso...”

No, ti stavo seguendo.”

Klaus le strizzò l'occhio ed Elena sorrise di rimando. Appena la porta si aprì, schizzarono entrambi verso il fondo cieco del vicoletto. Le scappò di nuovo da ridere. Erano complici, ora?

Non posso crederci! Voi due avevate il compito di bloccarlo mentre la facevo cantare!”

Caroline, isterica.

Ci dividiamo e la troviamo. Che ci vuole...”

Damon, annoiato.

Vediamoci qui fra dieci minuti.”

Stefan, sempre organizzato.

Non posso crederci!”

Sh!” soffiò spingendo un dito contro le labbra. Klaus sbirciò l'inizio del vicoletto e quando annunciò che erano soli, Elena lo stava guardando, le labbra socchiuse e il respiro mozzo. “Dovremmo cessare questa strana frequentazione, Elena.”

No...”

I tuoi amici non la stanno prendendo bene.”

Non importa...”

Klaus le sfiorò il mento e un gemito si propagò dalla gola. Lo baciò e, in quel momento, i rumori della città che udiva amplificati da quando era cambiata, cessarono di colpo, sostituiti da un lungo silenzio ovattato. Il bacio si spostò sul collo e il piacere che provò quando la morse, le fece venire la pelle d'oca. Era la prima volta che qualcuno la mordeva, da vampira. L'effetto era diverso. Erotico. Era come fare sesso con i vestiti addosso. Avrebbe potuto chiederle qualsiasi cosa, in quel momento, e lei non avrebbe saputo dire...

Non va bene...”

Non andava bene, infatti. Perché non aveva indossato un vestitino facilmente sfilabile, quella sera? Elena lo fissò inebetita, mentre prendeva le distanze da lei.

Perdonami” mormorò a bassa voce. “Non posso.”

***

Non posso.

Elena strofinò la fronte con entrambi le mani e finì di bere il suo cocktail con la cannuccia.

Ti ho cercato dappertutto, dov'eri finita?!”

La fila del bagno era talmente lunga che ho preferito fare un salto a casa” inventò. “Ho preparato il discorso. Vuoi sapere cosa sta succedendo, Care?”

Caroline sedette al tavolino e annuì.

Da quando sono cambiata, i sentimenti per Damon si sono amplificati. E' diventata una specie di ossessione e sapevo che parlarne con te era la cosa più sbagliata da fare...”

E' per questo che sei andata da Klaus?”

No” sussurrò con le ciglia bagnate. “Da quando ho ucciso il Cacciatore sono tormentata da incubi... da visioni, anche di giorno... stavo male... e lui era lì. Avevo bisogno di parlare con qualcuno...”

Parlare con lui ti ha fatto sentire meglio?”

Non interrompermi, per favore. Per una volta in vita tua, Care, non interrompermi. Ascolta fino alla fine prima di giudicare il mio comportamento.”

Ok. Ok, ti ascolto” sussurrò aggrappandosi al tavolino, impaurita.

***

Non le aveva risparmiato proprio niente. Caroline si addossò allo schienale della sedia, fermò il cameriere per la terza volta e ordinò un altro giro. “Ti stai fidando di una persona pericolosa.”

Elena grugnì un mezzo avvertimento ma Caroline non l'ascoltò. “Lo sai meglio di me, Klaus distrugge tutto ciò che tocca.”

Scusa tanto se ho distratto la sua attenzione da te per dieci minuti!”

Non mi piace, quel tipo.”

Lo fai sempre! Se un ragazzo mostra un po' di attenzioni, lo porti via!”

Stiamo davvero litigando per Klaus?!” esclamò attirando l'attenzione dei tavoli vicini. “E' pura follia!”

E' per questo che non ti ho detto niente. Per evitare questo!” Elena tirò indietro la sedia e Caroline la fissò immusonita, restando composta e seduta. “Ti sta mettendo contro di noi.”

Klaus è stato l'unico a chiedermi 'come stai'. L'unico!”

La bionda vampira trattenne il respiro e prese atto della sua manchevolezza, ma quando tornò a guardarla, il tavolo era vuoto. Caroline posò i gomiti sulla superficie invasa dai bicchieri e sospirò, prendendo la testa fra le mani. Digitò un sms con la scritta 'urgente' a Damon, ma al momento di comporre il messaggio non seppe trovare le parole. Era un guaio di proporzioni bibliche, pensò mentre il cameriere faceva spazio per il drink. “Spero che sia davvero forte, stavolta...”

*Lana del Rey – Radio
** Luna di Fiele - P. Bruckner

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Capitolo 6
*** 6 ***


CinderNella: devo citarti! il tuo 'Elagna' mi fa morire dalla risate! Innamorare è una parola grossa, credo più ad un'attrazione fisica di quelle che 'se non ci stanno è meglio, ma se ci stanno... eh, perchè no?'
Taisha: non faccio caso alla data di pubblicazione dei capitoli. Quando ritengo che sia perfetto, lo pubblico. Elena ha un bel tarlo nel cervello, ma credo siano le difese basse poverina...
Valstvd: ma ciao, che bello ritrovarti!
Pecky: niente Elijah, non credo comparirà... forse nei titoli di coda... o forse toccherà a Rebekah...
Ila_D: ho visto che anche tu ti sei lanciata in una K/E... appena trovo il tempo ci faccio un salto.
Vorrei poter dire che questo è il penultimo capitolo, ma credo che anche il prossimo non basterà a completare la storia... nel frattempo, buona lettura!


Non riusciva a dormire. Elena si rigirò inquieta nel letto e sbuffò. Aprì gli occhi e la scritta 'assassina' si stagliò sanguinante sulla parete della stanza. Rantolò e tirò la coperta sulla testa. Aveva di nuovo le allucinazioni! “Non è reale, non è reale...” bisbigliò scostando piano piano il lenzuolo.

'Sei contenta ora?'

No...

'La mia ragazza aveva appena avuto un bambino e tu mi hai ucciso'

Mi dispiace...

'Ed io? Ero l'unico sostegno della mia famiglia! Per colpa tua, i miei genitori dovranno mettere in vendita la casa!'

Mi dispiace così tanto...

Elena spiò i fantasmi insanguinati degli uomini che aveva ucciso e nascose il viso fra le mani. Mi dispiace così tanto...

***

[…] L’affetto che riceviamo da una persona ci rende perplessi per due motivi: prima ci stupiamo che non tutti ci amino con altrettanto ardore; poi cominciamo a sospettare nella donna che ci adora qualche debolezza. Se mi ama, è perché si sente persa: chi mai potrebbe apprezzare un individuo sprovveduto quanto me, se non qualcuno ancora più smarrito che trova il suo tornaconto nell’abbarbicarsi a quel relitto che sono?[…]

Toc toc toc

Klaus guardò la porta e si alzò a fatica dalla poltrona in cui era sprofondato. La bottiglia vuota gli era rimasta attaccata alla mano. La posò sul pavimento, scrocchiando il collo, e infilò il segnalibro fra le pagine sbagliate. Non era felice, raramente lo era stato. Per la maggior parte del tempo si limitava a soddisfare i suoi capricci. Il male che faceva, tornava indietro triplicato, ma non poteva smettere e non poteva guardare indietro. Poteva solo andare avanti. Voltarsi, significava perdere tutto. “Elena...”

Le allucinazioni sono tornate... non posso restare in casa...” ansimò cercando di mantenere il controllo. “Non posso restare, l'ultima volta ho pugnalato mio fratello... tu hai... sempre un piano di riserva... o una Vergine di Norimberga a portata di mano...”

Eh, non aveva neanche le segrete, in quella casa. “Vieni con me.”

Elena lo seguì, tenendo le braccia strette attorno allo stomaco. Barcollò attraverso una porta di acciaio che si spalancò su una camera enorme. L'unica cosa che vide fu il letto bianco, immenso e drammaticamente seducente.

Niente finestre e niente armi appuntite. Non hai modo di toglierti la vita.”

N-non farei mai nulla del genere...”

Lo farai. Hai ucciso il Cacciatore e ti sei attirata la sua maledizione” mormorò dandole le spalle. “Cerca di dormire.”

Tu come fai a saperlo...”

Ne ho ucciso uno, molti anni fa. Era l'amante di Rebekah. Dovevano sposarsi...”

Elena raggelò e lo fissò, incredula.

Non l'avrebbe sposata davvero. Voleva solo entrare a far parte della nostra famiglia per conoscerne le abitudini. Per sterminarci” continuò perdendosi nel ricordo. “La natura ibrida mi ha salvato, ma nessuno di loro è sopravvissuto.”

Le visioni... quanto...”

Cinquantadue anni, quattro mesi e nove giorni... è stato l'unico periodo della mia vita in cui ho percepito lo scorrere del tempo. Le allucinazioni spariranno da sole quando il nuovo Cacciatore ucciderà il suo primo vampiro” annunciò lugubre. “Dormi. Non possono tormentarti, se non sei cosciente.”

***

[…] Tale è il potere della malvagità: plasma e deforma gli individui. Ma che talento ci vuole! Nessuno sospetterebbe quanto sia difficile essere odioso; il male è un’ascesi come la santità, occorre per prima cosa vincere i pregiudizi di una società sempre incline alla pietà, schiacciare instancabilmente il pallido popolo dei buoni sentimenti, infine avere un acuto senso teatrale, una conoscenza psicologica dell’anima che non è dato a tutti possedere.[…]

Klaus abbassò il libro sullo stomaco e lo lasciò scivolare lungo il fianco. L'aveva già trovato, il modo di ammazzarsi? Quando era toccato a lui, aveva provato a strapparsi il cuore con le dita, ma l'istinto di sopravvivenza gliel'aveva impedito. Il guaio di quella stanza, era che non poteva sentirla urlare. O implorare. O piangere. Peccato. Gli avrebbe conciliato il sonno sapere che Elena Gilbert stava languendo nella disperazione, pensò socchiudendo la porta metallica. Il letto era intonso e una poltrona era stata ribaltata. Fortunatamente, i dipinti erano intatti. Cosa stava calpestando? Klaus gettò la camicetta su una sedia e un minuscolo rumore attrasse la sua attenzione. Si era nascosta sotto il letto? Pensava di sfuggire alle allucinazioni, in quel modo? Klaus sollevò la coperta e si chinò. Pivello!, pensò quando una sedia si abbatté sulla sua schiena e gli tolse il respiro. Elena si lanciò verso la porta ma fu più veloce di lei, a sbarrarla. L'urto improvviso le strappò l'aria dai polmoni. Elena si afflosciò a terra, stordita.

Le lacrime si erano seccate ed insieme alle tracce di sangue, avevano creato un curioso frattale che le attraversava la guancia destra. Sangue sulla fronte e sulle mani. Doveva aver sbattuto la testa. Per far uscire le visioni. “Le visioni fanno leva sulle tue paure e sui sensi di colpa, è un buon momento per smettere di crogiolarti nel passato, cara.” La toccò ed Elena si divincolò, come un'animale ferito che non vuole cedere e lotta fino alla morte. Doveva legarla, pensò bloccandole saldamente le braccia. Sangue raggrumato sotto le unghie. Doveva averle spezzate graffiando il muro. E se stessa. E tutta quella polvere? Che diavolo facevano quelli delle pulizie quando si assentava? Klaus eliminò un batuffolo di sporco dai capelli della ragazza che si rivoltò come una furia e tentò di morderlo. Voleva farlo dalla prima volta che l'aveva vista, pensò girando attorno al polso la lunga chioma corvina della ragazza e trascinandola di peso fino al letto. Non c'era gloria, in quella vittoria.

Lo shock del dolore le snebbiò la mente, ed Elena si ritrovò trascinata per i capelli da un infastidito carceriere. “Mi fai male! Smettila!”

La tensione cessò quasi all'istante e quando la lanciò sul letto, Elena rotolò sullo stomaco, si rialzò sulle braccia e fu sospinta violentemente verso la testiera invasa dai cuscini. Ma che...?! “Ehi...” Ma la stava... la stava legando?! Elena scrollò il braccio, tirò e cercò di strappare il legaccio che le immobilizzava il polso sinistro, quando il vampiro passò velocemente all'altra estremità e completò il lavoro. Elena lo guardò ad occhi sbarrati e Klaus sbuffò restando a cavalcioni del suo stomaco. “Si imparano molte cose, in cinquantadue anni di tormenti” dichiarò scavalcandola. “Ora non potrai più farti del male.”

Non poteva legarla e lasciarla sola, in balia delle allucinazioni! Elena tirò, scrollò, tirò di nuovo e solo quando un dolore lancinante passò dal polso al braccio, si fermò. Ansimava, in preda al panico e accecata dalle lacrime.

Devo legarti anche le gambe?” domandò e nel dubbio si chinò a controllare che…. mh... no. Beh, poteva sempre rimediare una corda, pensò grattando il mento. “Cerca di dormire!”

Torna indietro e slegami!” urlò sollevando la testa. “No, non chiudere...”

Klaus sbarrò la porta con un grugnito di soddisfazione che lo solleticò fin nello stomaco. Sarebbe passato più tardi a controllarla. Sghignazzando, tornò in salotto dove il fuoco si stava spegnendo. Lo attizzò con un gesto svogliato e riprese la lettura del libro. E rise di nuovo.

***

La stanza doveva essere insonorizzata perché aveva urlato fino a sgolarsi, insultandolo in tutti i modi possibili e di Klaus non si era vista neppure l'ombra. Quello che la irritava, era la visione di una tracotante, annoiata e sghignazzante Katherine che cianciava, cianciava e non la smetteva di illustrare scenari apocalittici riguardanti il suo futuro come vampira. Elena aveva provato a ripetere dentro di se che era solo un parto della sua mente, che ella stessa stava ammettendo le paure usando Kat come manifestazione eterica, ma dopo poco aveva ripreso a scalciare e urlare come una bambina pestifera, finché, stanca, si era assopita fra i cuscini. L'aveva svegliata l'inclinarsi improvviso del letto. Offuscata dalle lacrime, guardò verso la luce ma girò la testa quando un ombra si chinò su di lei.

Non riesci a dormire?”

Giuda! La lasciava marcire in preda alle allucinazioni...

Non combatterle e non opporti. Quando parlano, tu non ascoltare.”

E cosa pensi succederà ora?

Katherine posò la testa sul braccio piegato e le accarezzò la curva del ginocchio fermandosi all'interno della coscia.

Stai giocando col fuoco, dolcezza.

Non toccarmi...” Elena mosse le braccia anchilosate, provò a sollevare le spalle dai cuscini e spinse in fuori il collo. “Smettila!”

Oh oh, l'innocente Elena Gilbert era passata dai sensi di colpa ai desideri repressi! Un'ombra sinistra passò sul viso di Klaus. Assistere alla sua discesa era uno spettacolo a cui non poteva sottrarsi. “Chi ti sta toccando, Elena?”

Diglielo.

Basta, va via!” singhiozzò cercando di colpire la visione eterica di Katherine. “Kat, finiscila!”

Klaus strangolò un singhiozzo incredulo ma non si impedì di ridere. “Davvero? E' tutto quello che riesci a fare?! Katherine?”

La risata la riportò alla realtà deprimente che stava vivendo. Elena arrossì e girò la testa. “Smettila!”

Una mente affaticata partorisce ogni genere di stronzate” dichiarò con gli occhi lucidi di lacrime. “Spiacente di deluderti, cara, ma Kath non ha quel genere di inclinazioni... anche se ricordo una certa sua amica...”

Elena lo fulminò con un'occhiata secca. “Risparmiami i dettagli!”

Oh, come vuoi” ridacchiò dondolando una gamba. “E' transitorio, goditelo finché dura.”

No, grazie!”

Preferisci il dolore al piacere?”

Perché non se ne andava e la lasciava in pace a litigare con le sue visioni?! Elena sollevò gli occhi al cielo e mise il broncio. Klaus ghignò e la voltò verso di se. “Ma quante cose si scoprono, stasera...”

La stava etichettando come masochista? Se fosse stata libera di muoversi, lo avrebbe preso a schiaffi!

Sto scherzando, dolcezza.”

Non chiamarmi dolcezza, non sono una delle tue amanti!” eruttò arrossendo. “Quando ti ho chiesto aiuto...”

Ti sto aiutando.”

Mi stai facendo impazzire!”

L'idea era proprio quella. Klaus sorrise di nuovo in un modo che non le piacque. “Ci godi a vedermi così...”

Non ti lascerò morire. Devo renderti la vita un inferno” sussurrò accarezzandole una guancia.

Perché...” Elena seguì ad occhi chiusi lo scorrere del dito. Tirò indietro la testa ed espose il collo. Quando se ne accorse, raggelò. “Voglio... andare via...”

E trovarti cenere domattina? Scordatelo, tesoro. Resterai qui finché il nuovo Cacciatore non farà la sua apparizione...”

Restare lì... per quanto tempo...

... dovesse impiegare anni...”

No... no no no!

... tuo fratello se ne farà una ragione.” Klaus si sollevò da lei e scrutò il buio. Quando aveva deciso di tenerla per se? Che follia era mai? Tutta quella vicinanza cominciò ad infastidirlo e un velo di disagio gli rizzò i peli del corpo. Abbandonò il letto, accigliato.

Lasciami andare...”

No.”

Nik, lasciami andare!”

Elena gettò indietro la testa, quando la afferrò per il collo. La schiacciava col peso del corpo e stringeva la gola, impedendole di respirare. Aprì la bocca per catturare più ossigeno possibile mentre il vampiro la minacciava. La stava terrorizzando, eppure non era la prima volta che subiva le sue prepotenze. Non era diverso da...

La paura svanì di colpo e la sua mente si concentrò sul bacio che le stava imponendo. Una scossa riattivò il corpo indolenzito ed Elena lo ricambiò, allacciando la lingua alla sua. Klaus la lasciò di colpo e tirò indietro la testa, ansimando. No no no, era tutto sbagliato!

No, continua...”

Continuare?! Un brivido di terrore gli attraversò la schiena, lo rese docile e impaurito.

Niklaus...”

Sta zitta, pensò prendendo dei grossi respiri. Fissò le fibbie che la immobilizzarono e le strappò una dopo l'altra. I polsi ricaddero senza peso lungo i fianchi ma Elena ci mise un po' a sollevarsi dai cuscini.

Va via.”

Nik...”

VA VIA!” urlò ma la ragazza restò immobile a guardarlo. Klaus la afferrò per le spalle, rimettendola in piedi e spingendola verso la porta metallica. Elena lo lasciò fare per qualche passo, poi girò su stessa. Non sapeva cosa stava facendo, ma doveva capire. Prima di impazzire del tutto. “Non puoi scappare tutte le volte.”

Klaus arretrò, fino a cadere seduto il letto. Puntò le mani per sorreggersi ma Elena restò a distanza.

E'... per Caroline...”

Caroline?

Elena si morse il labbro inferiore, afferrò la camicetta dalla sedia e la infilò, coprendo il top macchiato di sangue. Caroline poteva negare quanto voleva, ma le attenzioni di Klaus la solleticavano e forse, in un futuro lontano, avrebbe anche accettato di uscire con lui. Non poteva farle un torto. Anche se avevano litigato. Anche se era sempre lui a cominciare.

***

Ti sembra carino andartene senza neppure ringraziare?

Va via, Katherine!

Elena si fermò in mezzo alla strada e un clacson la fece sussultare. Si affrettò a tornare sul marciapiede e si accorse solo in quel momento di avere la camicetta allacciata male. La sbottonò, cercando di concentrarsi sulle giuste asole.

Stavi andando bene, hai ceduto all'ultimo.

Ho fatto la scelta giusta, non tormentarmi!

La scelta giusta era sbatterlo fino a fargli perdere la ragione.

Io non sono così!

Sei proprio così, ma non vuoi ammetterlo.

Elena attese il verde e allungò il passo ma la sua allucinazione teneva la stessa velocità.

***

Che accidenti centrava Caroline?! Caroline era bellissima, il suo tipo e non voleva avere niente a che fare con lui! Anche quando era arrabbiata e gli sputava in faccia il suo disprezzo, non gli provocava quelle ondate di terrore, esclusivo appannaggio di Elena Gilbert.

Klaus controllò l'orologio e tamburellò i polpastrelli sul torace. Aveva vissuto ogni singolo minuto di ogni singola ora, da quando se n'era andata. Perché non lasciava che la maledizione facesse il suo corso? La voleva morta... No, pensò trafficando con la fibbia della cintura. Voleva annientarla, era diverso. Voleva essere l'artefice della sua rovina.

Niklaus...

Klaus impallidì e spostò lo sguardo sulla prima superficie riflettente. Gli si stava ritorcendo contro?! Colpì il muro con un pugno e l'intonaco si staccò. Migliaia di dollari di lavori e questo era il meglio che l'impresa era riuscita a fare? Avrebbe dovuto strangolare quell'architetto!

Casa Gilbert

Dov'è, tua sorella?”

In camera sua...”

Klaus fece tre passi indietro e guardò la finestra. “No, non c'è.”

Erano le sette e mezza del mattino, perché quel tipo assurdo veniva a bussare alla sua porta? “Va tutto bene?”

Il gallo non ha ancora cantato ed io non ho ancora fatto colazione, eppure sono qui a cercare tua sorella” ironizzò. “Secondo te va tutto bene?”

Il gallo canta alle cinque e mezzo” gli fece notare, assonnato. “Dietro di te...”

Le allucinazioni alteravano la realtà ma su un punto convergevano tutte: Klaus voleva punirla per qualcosa che aveva fatto, e avrebbe usato tutti i mezzi a sua disposizione per giungere allo scopo. Elena si riscosse dal lungo cammino tormentato e quando si accorse di essere arrivata a casa, e della presenza del vampiro, si fermò a debita distanza. “Che... ci fai... Jeremy, resta in casa... chiama Damon e digli... che sto dando di matto... e che ho bisogno di aiuto...”

Klaus la guardò senza muovere un muscolo. Non sorrise, non la canzonò. La fissò e basta. “I tuoi amici avevano ragione a temere la mia presenza. Stavo giocando con te. Mi annoiavo e tu mi hai fornito un diversivo.”

Elena lo fissò con le labbra strette, rigida come un pezzo di legno.

Due solitudini che si avvicinano posso creare un malinteso o il lungo silenzio di due amanti inebriati di se stessi” bisbigliò perdendosi nel pensiero. “Ci si incontra, ci si ferisce, ci si lascia. Tu mi odi...”

Non quanto vorresti...”

Lo farai quando avrò illustrato in dettaglio quello che avevo in mente per te.”

I suoi occhi diventarono ancora più grandi e brillanti, ma il piacere che provava nel vederla disperata, l'aveva creduto maggiore. Buffo. Le cose non vanno mai come sperato. C'è sempre un dettaglio che rovina il divertimento. Il viso di Elena si fece di pietra. Per un istante, Klaus credette che avesse spento i sentimenti, ma nessuno le aveva ancora insegnato come fare. Certo non Stefan, e Damon non ne ricavava nulla. “La tua disperazione mi provoca un'eccitazione quasi fisica” l'avvertì tenendo bassa la voce. “Potrei decidere di tormentarti per il resto della vita solo per avere un'erezione di tanto in tanto.”

Potrei decidere di rivolgerti attenzioni che non ho mai dato a nessuno, solo per vedere quel sorriso svanire dalla tua faccia” mormorò di rimando e l'ilarità del vampiro declinò. Cosa vedeva Elena Gilbert che lui non riusciva a vedere? Klaus incontrò il suo sguardo liquido e ingoiò. “Voglio vederti impazzire lentamente. Voglio annientarti” sussurrò facendole venire la pelle d'oca. “Dovessi impiegare cento anni, striscerai e supplicherai, Elena Gilbert.”

Elena batté le palpebre e una sensazione di gelo si espanse dallo stomaco. “Che cosa ho fatto...”

Mi hai portato via qualcosa a cui tenevo.”

Tu hai decimato la mia famiglia!” esclamò toccando l'unico tasto che non doveva toccare. “Perché mi odi così tanto?! Da quando sei arrivato... hai preso tutto quello che avevo... e non ti sei fermato... neppure di fronte alla mia morte...”

La tua morte mi ha irritato oltremodo. Ti porgo le mie più sincere scuse per il comportamento impulsivo di Rebekah. Ora, riesci a parlare senza frignare?!”

Jeremy spostò lo sguardo sulla sorella e accennò un passo avanti mentre digitava un sms a tutta velocità.

Te la faccio io, una domanda. Perché ti sei seduta al mio tavolo? Hai usato Damon come scusa per allontanare Stefan. Vuoi sentirti libera ma lui ti impedisce di abbandonarti alla tua vera natura. Con che facilità prendi contatto con tipacci come Damon Salvatore e me! I nostri peccati sono ben più gravi dei tuoi e questo ti fa sentire pulita.”

E tu hai fatto in modo che non fosse più così...”

Eppure, i tuoi amici ti avevano avvertito!” la interruppe, stanco della manfrina. “Tu vuoi cadere ma hai paura delle conseguenze!”

Non è vero...”

Ti ho vista togliere la vita a tre uomini, non irritarmi con le tue bugie.”

Perché non mi hai fermato?!”

Chi sono io per fermarti?” sussurrò avvicinandosi “chi sono io per dirti cosa devi o non devi fare, quando la frenesia del sangue ti possiede come un amante bramoso?”

Elena arrossì e camminò all'indietro, urtando la cassetta delle lettere.

Chi sono io per dirti con chi giacere, mia cara? Puoi fare tutto quello che vuoi, con chi vuoi. Quante volte vuoi.”

Tu... tu provi qualcosa per me...”

La tua fantasia sta sconfinando.”

Non mentire...”

Ostinata nell'inseguire ombre.” Klaus diede segni d'impazienza e si guardò attorno. “Sei davvero noiosa come credevo!”

Non ti distrarre, stai uscendo dal personaggio...”

ERA TUTTA UNA FARSA, ELENA!”

Sta mentendo.

Elena guardò alla sua destra e vide Katherine scrollare i capelli. “Sì...” bisbigliò ma Klaus non capì se parlava con lui o con una visione. “Lo so...”

Hai detto la tua, adesso smettila, per favore.”

Il fratellino! Klaus lo guardò, sorridendo dentro di se. La giornata andava migliorando!



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Capitolo 7
*** 7 ***


Klaus afferrò Jeremy per la gola e lo sollevò in aria. “Tua sorella mi ha portato via qualcosa a cui tenevo. Ora sono costretto ad ucciderti. Scusa!” Tirò indietro il braccio ed Elena gli si aggrappò addosso, sbilanciandolo. “Lascialo! Non ti ha fatto niente!”

Morirà per un tuo errore, Elena. Dovrai incolpare solo te stessa e la tua ingordigia!”

La verità la abbagliò: Klaus non aveva dimostrato alcun interesse per lei finché non aveva avuto notizie della prima vittima. “Il Cacciatore...” sussurrò attonita “... che te ne importa se l'ho ammazzato...”

E' tutto un discorso di disegni e mappe che non sto a spiegarti, dolcezza!”

Vuoi i disegni?”

Klaus fissò il ragazzino e lo lasciò cadere a terra. “Non me ne faccio nulla dei tuoi scarabocchi. La mappa non è completa. Non serve a nulla, ora che il Cacciatore è morto.”

Ne ho fatti altri...”

Jer, va via!”

Altri?!

Jer...”

Zitta, sto avendo una conversazione adulta con tuo fratello!” urlò ed Elena si coprì le orecchie con le mani. “Vai a prenderli!”

Jeremy tornò di corsa con la cartellina. I tre fogli originali erano diventati sette.

Addosso a chi hai visto, questi tatuaggi? C'è un altro Cacciatore in città?”

Il ragazzo annuì e fissò la sorella. Klaus seguì la direzione del suo sguardo e l'afferrò. Elena si divincolò e provò a morderlo, ma le dita conficcate nella schiena, la fecero retrocedere da ogni intento.

Sta buona o ti spezzo il collo” sibilò nel suo orecchio. “Credimi, voglio farlo da quando ti sei seduta piagnucolando al mio tavolo. Ora! Se ti è cara la vita di tua sorella...”

Il tatuaggio è apparso addosso a me, quando il Cacciatore è morto” farfugliò Jeremy in fretta. “Puoi lasciarla ora... per favore?”

Come no!” Uno schiocco del collo ed Elena si afflosciò a terra. “Ora dammi i disegni.”

Jeremy gli passò la cartellina e nel momento stesso in cui Klaus la prese, si ritrovò mezzo strangolato dal suo braccio.

Chi l'avrebbe mai detto...” sghignazzò allegro. “Prendi il mio telefono. Dì a Stefan di correre qui. Chiedigli del tatuaggio” mormorò enigmatico. “Ripensandoci, lo chiamo dalla macchina, non disturbarti. Ho il vivavoce.”

***

Ahia... ahia... Elena si morse le labbra e il collo mandò un dolore lancinante che la fece gemere.

Piano...”

Stefan? Elena scattò a sedere e la fitta corse lungo la spalla “dov'è Jeremy?!”

L'ha preso Klaus.”

Damon? Elena batté le palpebre e li guardò. C'era anche Caroline che ruggiva frustrata.

Jeremy è prezioso. Klaus non gli torcerà un capello.”

Era molto sicuro di se. Elena guardò Stefan e fermò la carezza sui capelli, infastidita. Il ragazzo la fissò, sorpreso.

Spiegacelo da capo, siamo duri di comprendonio. Perché non dobbiamo preoccuparci dell'ostaggio?”

Perché Klaus voleva i disegni di Jeremy?” sussurrò Elena muovendo piano il collo. “Ha parlato di un tatuaggio, ma lui non ha tatuaggi...”

Forse sono in una parte intima” azzardò Damon rimediando una serie di occhiatacce. “Non vi è mai capitato di ubriacarvi e svegliarvi con Titti il canarino su una chiappa?!”

Tu sì?”

No, scemetta” soffiò in faccia a Caroline che lo omaggiò di un largo sorriso malizioso.

Il tatuaggio è invisibile e appare solo addosso ai cacciatori di vampiri. Jeremy riesce a vederlo e Klaus ne ha bisogno per completare la mappa.”

Che mappa? Sta cercando la pentola d'oro alla fine dell'arcobaleno?”

Stefan scosse la testa ed Elena ebbe il dubbio che non volesse condividere con loro la notizia. “Se ha i disegni, che se ne fa di lui?”

I disegni si sviluppano uccidendo vampiri.”

Caroline alzò gli occhi al cielo. “Gli procurerà le vittime e poi lo costringerà ad ucciderle...”

... e una volta completa la mappa, si sbarazzerà di lui.”

No, non lo farà.” Elena guardò Damon e l'orrore le inceppò la lingua. “Klaus non ammazza la gente per il puro piacere di farlo. Lo fa quando intralcia i suoi piani... per il resto del tempo si diverte a torturarle...” sussurrò voltandosi verso Stefan. “Tu sai cosa sta cercando?”

Sì e non farò nulla per fermarlo” annunciò facendo cadere la mandibola di Caroline.

Elena lo fissò a sua volta e si alzò lentamente. La testa aveva smesso di girarle. “Bene. Me lo farò dire da lui.”

Ha perso la testa...” borbottò Damon con fare casuale. “Esci da quella porta e appenderò i cartelli con le tue malefatte in tutta Mystic Falls!”

Fa come ti pare!”

Elena?! Ele.... odio quando lo fa!” esclamò udendo la porta sbattere. Guardò Caroline e subito dopo Stefan.

Mi state nascondendo qualcosa.”

Anche tu” dichiarò la vampira bionda con fare conciliante. “Siamo tutt'orecchi.”

***

Le braccia anchilosate formicolavano impazzite. Jeremy mosse i polsi, agitato. L'aveva incatenato a quella che sembrava una macchina di tortura medievale. Klaus gli passò davanti con un bicchiere colmo di liquido rosso e si fermò, vedendolo sveglio. Prese una sedia e la trascinò fino alla struttura di legno e acciaio. “E' tarata per frenare i vampiri. Puoi smetterla di provarci. Nessuno ti farà del male. Il tuo potere ti rende prezioso e quel tatuaggio... eh...” sussurrò alzando il bicchiere. “Rallegrati, sei sotto la mia protezione.”

Elena è viva?”

Non si domandava della sorte aveva in serbo per lui. “Suonerà alla porta fra qualche minuto” annunciò sicuro di se. “Tua sorella ha la strana sensazione che ci sia qualcosa fra noi.”

Potevi ucciderla e non l'hai fatto...” azzardò facendo tintinnare le catene.

Posso rimediare.”

Jeremy sgranò gli occhi e il campanello tintinnò allegro. Il vampiro allargò le mani, sorridendo. “Le donne funzionano tutte allo stesso modo.” Il malumore lo aggredì mentre copriva quella breve distanza che lo separava da Elena Gilbert. Doveva toglierle tutte le idee romantiche e/o lussuriose dalla testa... e quella chi era? “Non compro nulla.”

No, ehm... sto cercando Rebekah.”

Rebekah aveva un'amica? “E' partita.”

April si morse un labbro rosso ciliegia e lo guardò incuriosita. “Ok...”

Tu sei?”

April Young, la figlia del pastore...”

La sua mente calcolò velocemente alcuni fattori: Jeremy Gilbert aveva bisogno di uccidere vampiri per svolgere il suo lavoro e lì c'era una bella ragazzina rimasta sola al mondo. Nessuno avrebbe fatto domande, se fosse sparita dal giorno alla notte.

Ehm...?”

Il fratello.”

Rebekah non ha mai detto di avere un fratello.”

Non andiamo d'accordo.”

Capisco. È inutile chiederti di lasciarle un messaggio?”

Inutile” sussurrò stringendo gli occhi “quanti anni hai?”

Sedici.”

Ti è piaciuto Twilight?”

***

Lasciami andare!” gridò chiedendosi a cosa fosse legata. “Lasciami andare, pazzo maniaco!”

Klaus portò comicamente una mano al torace e abbassò l'album dei disegni di Jeremy. “Moi?”

Sta calma, April. Non provocarlo...”

Segui il suo consiglio!” urlò il vampiro dalla stanza attigua.

April scalciò ancora e quando i legami che la stringevano ebbero la meglio, si arrese e riprese a piagnucolare.

Ci tireranno fuori da questo casino” borbottò Jeremy sentendo lo stomaco gorgogliare. “Lascia parlare me.”

Ma che vuole da noi...” singhiozzò impaurita “voglio tornare a casa...”

Ci torneremo entrambi, ma devi mantenere la calma.”

Tu non hai paura?!” La ragazzina sollevò due occhi azzurri e affogati di lacrime e Jeremy pensò che ormai era abituato a quei rapimenti lampo. “Assecondami. Ehm... abbiamo fame, quaggiù!”

Che strazio!, pensò saltando via dal divano e aprendo il frigorifero che si rivelò vuoto. “Tua sorella è in ritardo. Non ti fa sentire abbandonato?” disse tornando verso i due prigionieri.

La pizza con molto formaggio, grazie” rispose Jeremy ignorando la domanda. “April?”

No, grazie...” bisbigliò senza osare alzare gli occhi sul vampiro.

Due con molto formaggio” ordinò il ragazzo al posto suo.

Spera di aver indovinato. Le donne si arrabbiano se toppi i loro gusti” borbottò componendo il numero del Pizza Express. “Salve, vorrei ordinare due pizze. Una margherita con molto formaggio ed una...” Klaus spostò lo sguardo sulla morettina e April si sentì in dovere di rispondere. “Vegetariana...”

...e una vegetariana con molte verdure. Grazzzie!” esclamò sbarazzandosi del cordless. “Tua sorella è davvero in ritardo.”

Jeremy non mosse un muscolo e solo April si azzardò ad alzare lo sguardo. Klaus la inquadrò con una buffa smorfia. “Occupiamoci di te.”

***

Qua, le prendo io.”

Elena ficcò una manciata di banconote nella tasca del pony express e prese le sue pizze, sorreggendole con la sinistra. Bussò, anche se voleva buttare giù la porta a calci.

Non sei il ragazzo delle pizze.”

Sono più carina” borbottò raccogliendo coraggio. Odorava di sangue. Elena strinse gli occhi, gli cacciò in mano le scatole e lo spinse da un lato. “Jer! Jeremy! Je...” Elena si arrestò bruscamente quando vide la piccola April legata ad una sedia, svenuta, e con un morso fresco sul collo. “L'hai trasformata?!”

Mi ha interrotto il tuo scampanellare” ammise scaraventando le confezioni sul tavolo della cucina. “Questo per ricordarti che razza di mostro sono. Mi hai costretto tu, Elena. Tu e la tua romantica idea di trasformarmi in un clone di Stefan.”

Elena spostò lo sguardo dalla pallida ragazzina al vampiro. “Questo per ricordarti che razza di mostro sei” mormorò pacata. “Jeremy ha paura e obbedirà ad ogni tuo ordine. Non ti serve tenerlo qui, era solo una scusa per costringermi a tornare.”

Non ho bisogno di scuse...”

Inconsciamente” lo interruppe inclinando la testa. “Hai teso una trappola a te stesso.”

Elena sorrise e Klaus sogghignò, prima divertito poi irritato. “E' indispensabile che il tuo odio per me cresca ancora. Credimi, ne va del bene collettivo. Deve esserci una bilancia, la malvagità deve avere la sua controparte, per esistere. Noi possiamo convivere, ma non possiamo essere legati, cara.”

Ma questo non ti impedisce di provare dei sentimenti per me.”

Il vampiro la fissò, spostando avanti il mento. Lo stava mettendo in difficoltà. “Hai la mia parola che non farò del male a tuo fratello...”

Vale qualcosa, la tua parola?”

La provocazione era obbligatoria, a quel punto. Non poteva essere altrimenti. “Ora devo spiegarti a cosa serve la mappa...”

Dopo. Prima libera Jeremy.”

Klaus la fissò e un grugnito di disappunto gli alterò i lineamenti. Marciò fino alla struttura di legno e acciaio e strappò via le catene. “Porta via la ragazzina” sibilò dandogli le spalle. “Come vedi, acconsento ad ogni tuo desiderio, mia amata.”

Jeremy fissò la sorella, mentre l'aiutava a issare April. “Tu non vieni?”

Devo parlare con lui...”

E' Klaus, è un bugiardo patologico! Hai visto cosa ha fatto ad April, è il male incarnato!”

Grazie del complimento!” esclamò il vampiro da lontano, chino sui disegni dl ragazzo. “Elena.”

Elena spinse il fratello fin fuori della porta. Le mani le tremavano. “Come vedi, acconsento ad ogni tuo ordine. Caro.”

Il sarcasmo non ti si addice, Elena...” sospirò scoprendo i disegni personali del ragazzo. “Tuo fratello ha talento.”

Elena sbirciò i fogli e trattenne il fiato quando alzò lo sguardo su di lei.

Sei tu?”

Un abbozzo, poche linee identificative. Ma sì, era lei. “A cosa ti serve la mappa?”

A trovare la cura.”

La cura per cosa?!”

Per l'orrore che siamo” sussurrò guardandola negli occhi. “La cura per il vampirismo, Elena.”

***

Mezz'ora dopo, Elena aveva sfrondato le chiacchiere del vampiro giungendo all'essenziale. Esisteva una cura per il vampirismo e suo fratello portava addosso la mappa che li avrebbe condotti al luogo segreto che la nascondeva. Per sviluppare il disegno, avrebbe dovuto uccidere vampiri. Klaus lo avrebbe rifornito di vampiri, a costo di trasformare mezza città. Tutto il resto, le implicazioni di Stefan, la sua vendetta sfumata, passavano in secondo piano. Meno persone sapevano, meglio era. Se la cura si fosse rivelata fallimentare, in pochi avrebbero sofferto.

Posso contare sulla tua discrezione?”

Elena annuì e guardò il disegno del tatuaggio. C'era sempre un piano da seguire o qualcuno da sfruttare. Il quadro completo era ben deprimente.

Lasciati scappare una parola...”

Non minacciarmi, ho detto che lo farò!” rispose inchiodando lo sguardo nel suo. Mise in ordine i disegni del fratello, separando quelli privati dalla collezione 'a tiratura limitata' di Klaus.

No, quello no.”

L'abbozzo del suo viso. Elena lasciò cadere le braccia e inghiottì le lacrime, strappandolo in due pezzi e lanciandoli contro il vampiro. “Ti odio, sei contento?!”

Klaus fissò i fogli mentre volteggiavano fino a raggiungere il pavimento. Afferrò la bottiglia vuota del liquore che si era scolato la sera prima e sospirò. “Scendo in cantina per fare rifornimento. Al mio ritorno, non voglio trovarti qui.”

Elena gli scoccò un'occhiata gelida, afferrò la cartellina con i disegni dei tatuaggi e la gettò nel fuoco.

Klaus scagliò la bottiglia a terra, pestò il cristallo infranto e il rumore interruppe il silenzio pesante. “Non hai alcun rispetto per il lavoro di un artista!”

Elena raddrizzò le spalle e camminò fino alla porta. Un altro sguardo gelido. Il disprezzo non arrivò fino alle labbra, sigillate dal dolore.

Klaus provò a calmarsi ma la rabbia e la frustrazione avevano stretto un legame indissolubile e non lo lasciavano respirare. Digitò il numero di Stefan che rispose al secondo squillo. “L'accordo precedente resta valido. C'è un nuovo Cacciatore in città” dichiarò raccogliendo i pezzi di vetro uno ad uno.

>Chi è?<

Il fratello.”

Una scheggia penetrò nel pollice e Klaus lo portò alla bocca, succhiando via il sangue. Fissò la porta, il disegno strappato e accostò le due metà con il piede.

Casa Gilbert

Che cosa vuoi, Damon?”

Bell'accoglienza! Il vampiro assunse un'aria innocente mentre Elena si sbarazzava della giacca e legava i capelli su se stessi, salendo i gradini del piano superiore.

Eravamo preoccupati per te.”

Caroline. Bene. Giusto con lei doveva parlare. Elena ci ripensò, tornando in salotto. “Sto bene.”

Stefan ha soggiogato April e l'ha riportata a casa...”

Perfetto” sussurrò aprendo casualmente tutte le ante della cucina. “Sono stanca, ho avuto una giornataccia. Potete andarvene, per favore?”

Suonava tanto di ordine, quel per favore. “Sappiamo della cura.”

Ho dimenticato di riempire il frigo!”

Credo che a Jeremy sia passato l'appetito” azzardò la vampira bionda. “Elly...”

Perchè nessuno ascolta mai, quando parlo?!” eruttò strappando un post-it dal blocchetto e scribacchiando la lista della spesa. “Voglio restare sola!”

Damon dondolò via dalla cornice della cucina e sparì nel giardino. Caroline la vide tormentare i capelli e il collo e restò buona e silenziosa in un angolo. “E' stato tanto brutto?”

Orribile...”

Cosa hai dovuto promettere per la libertà di Jeremy?”

Devo restare il più lontano possibile” bisbigliò tamponando le ciglia con le dita. “Come se ne avessi voglia...”

Caroline sgranò gli occhi e arrossì. “Ehm...”

Concedigli un appuntamento prima che esploda e sprofondi Mystic Falls nelle tenebre. Magari si da una calmata” biascicò mordendo le labbra. “Chiudi la porta quando te ne vai.”

Caroline annuì, attonita e seguì l'amica fino al salotto. Elena sparì al piano superiore mentre Jeremy rincasava con l'aria stravolta e infelice. “E' tornata?”

La vampira indicò il piano superiore e la musica esplose in quel momento.

Mi sa che è andata male” borbottò il ragazzo conoscendo le abitudini della sorella. “A te ha detto qualcosa?”

Caroline scosse i biondi capelli e trattenne il respiro finché non fu fuori dall'abitazione.

Ha cantato?” Damon uscì dall'ombra di un albero e Caroline lo fissò, indecisa. “E' tutto ok” mentì. “Klaus non è più un problema.”

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Capitolo 8
*** 8 ***


Ciao a tutte! Vorrei poter dire che questo è l'ultimo capitolo, ma NON lo è! Passiamo ai commenti, mi siete sembrate confuse su alcuni passaggi.
Elena si arrabbia perché Klaus non vuole ammettere il suo interesse. Brucia i disegni solo per farlo arrabbiare. E' sempre un gioco di potere fra loro. Inoltre, crede che la sua 'ritrosia' sia dovuta all'interesse che ha sempre manifestato per Caroline, per quello dice all'amica di uscirci... cosa che Caroline non farà mai e poi mai. Cindernella, ho un'altra storia nella sezione TVD e lì c'è tutto il Klaroline che vuoi =)
Oh oh! Abbiamo il guest star: Elijah! *.*
Buona lettura!

Mystic Grill

Ti stai perdendo il meglio, compare. “Un bourbon.”

Due.”

Tre.”

Klaus lo guardò, interrogativo.

Per l'amichetto immaginario” sussurrò Damon con un sorrisetto.

Lascia tutta la bottiglia” ordinò al ragazzo che incassò la banconota senza fiatare. “Possiamo smetterla di fingere di essere amici.”

Non siamo amici, sei quello che mi paga da bere perché lo stia ad ascoltare” commentò versandosi un altro bicchierino. “Devo aspettarmi qualche grande rivelazione?”

Non ho mai visto Star Wars.”

Questi dovevi portartelo nella tomba” sussurrò voltandosi piano sulla sedia ed inquadrando una silhouette familiare. Damon spostò la sedia di mezzo metro e una ciocca di capelli biondi attrasse l'attenzione di Klaus. Il dolore esplose in un istante ed il vampiro sentì chiaramente il paletto attraversarlo da parte a parte. “Che... cosa ho fatto...”

Lo sai benissimo” sussurrò Caroline nel suo orecchio, strappandolo subito indietro e facendolo sparire sotto l'impermeabile ampio.

Klaus si accasciò sul bancone e un bicchierino colmo di liquore, strusciò sul bancone fino alla sua mano. Il vampiro pensò che se avesse bevuto in quel momento, il bourbon sarebbe colato attraverso i vestiti. Sghignazzò e gli spalle gli tremarono.

Gli ricordava qualcuno, pensò Damon osservandolo di sottecchi. Era ridotto allo stesso modo, dopo l'abbandono di Katherine. “Le ragazze di questa città sono deliziose ma instabili.”

L'ho notato...”

Damon scivolò via dallo sgabello e infilò la giacca, bevendo dal bicchiere di Alaric. “Sai come si dice. Lasciala andare...”

...e vattene il più lontano possibile” rispose di malumore. “La bottiglia resta.”

Le vittorie possono condurre a vicoli ciechi mentre le sconfitte aprono mille nuovi orizzonti, pensò posando il mento contro il palmo della mano. Sguazza nel piacere effimero di una vittoria, Elena Gilbert. Non riderai, domattina. Klaus fissò l'orologio e alzò gli occhi su quello del locale. Le quarantotto ore erano passate. Mancava poco all'alba.

Casa Gilbert

BUM BUM BUM!

Ma che... chi diavolo... Jeremy si affacciò alla finestra e la visione non gli piacque per niente. “Che cosa vuoi, ora?”

Se vuoi salvare tua sorella, devi fare il primo gesto da cacciatore di vampiri!”

Se avesse continuato ad urlare in quel modo, i vicini avrebbero chiamato la polizia e sarebbe stato un massacro. Sbirciò nella camera di Elena e la trovò vuota. Scese le scale in tutta fretta, spalancò la porta e uscì sul vialetto. “Che cosa devo fare?”

Devi uccidere un vampiro.”

Niente di più facile, ne ho giusto uno davanti che non distingue il giorno dalla notte.”

Klaus sogghignò e lo afferrò per la collottola. “Tutti spiritosi in famiglia! Elena ha causato un bel danno ai tuoi disegni. Spero tu abbia fatto delle fotocopie.”

Li ho scannerizzati... perché?”

Wickery Bridge

Sarai più utile a Jeremy come fantasma che come vampiro.

Hai ragione, mamma...

Elena gettò l'anello dal ponte e seguì la lunga parabola fino all'acqua torbida e scura. Scavalcò la balaustra e dondolò le gambe nel vuoto. Un altro paio di stivaletti si affiancarono ai suoi. Katherine sorrise, sfacciata.

Elena sospirò e poso le mani in grembo. Le allucinazioni sarebbero sparite appena Jeremy avesse ucciso un vampiro, ma non poteva permettere che anche suo fratello si macchiasse di un crimine simile. Aveva parlato con Stefan. Stefan aveva capito. Damon avrebbe solo cercato di farle cambiare idea.

Come si dice, la terza volta è quella buona.”

Mancavi solo tu...”

Klaus si accomodò accanto alla ragazza e guardò in basso. “E' profondo... e scuro.”

E freddo” concluse prendendo le distanze dalla sua visione. “Fra tutte le allucinazioni, tu sei la peggiore.”

Cinque minuti all'alba, hai diritto ad un ultimo desiderio.”

Sparisci, Niklaus.”

Sono in vena di generosità, approfittane.” Il piccolo Gilbert andava per le lunghe quando si trattava di far fuori qualcuno. Klaus infilò la mano in tasca e inviò la chiamata. “Sollecita il fratellino, non posso trattenerla ancora.”

>Dov'è?<

Sul ponte.”

Jeremy staccò l'orecchio dal telefono di Stefan e fissò il vampiro stordito a terra. Alzò l'accetta e prese un bel respiro.

Tre giorni dopo

[…] Un tempo, la causa più meravigliosa di amore era il pericolo stesso dell’amore. Perciò gli amanti sono così tristi: sanno che non avranno altro nemico all’infuori di se stessi, sanno di essere sia la fonte sia l’inaridirsi della loro unione. Chi accusare, ahimè, se non «noi due», e quale amarezza supera quella di uccidere l’essere adorato per il semplice motivo che si sta insieme?[…]

Hai imparato a leggere?”

Non l'avrebbe mai terminato, quel libro. “Va via” borbottò girando pagina.

Sterminava una città e se ne prendeva il merito, faceva una cosa giusta e la nascondeva per bene sotto terra. Damon sogghignò. “Perché hai chiamato proprio me?”

Klaus sbocconcellò il tramezzino e tornò indietro di un passaggio, ignorandolo.

Potevi prenderti il merito.”

Risparmiami” commentò annoiato.

Damon alzò le mani e scivolò via dal tavolo, doppiando Jeremy che arrivava con le ordinazioni.

Ehm... grazie per... quello che hai fatto per Elena...”

Ringraziami al momento della mancia e preoccupati solo del tuo lavoro. Servi ai tavoli, uccidi i vampiri inutili e sviluppa i disegni. Sei il nostro piccolo Buffy di Mystic Falls, datti da fare.”

Era spiazzante, pensò il ragazzo allontanandosi e sbirciandolo da sopra la spalla. “Che ci fai qui, il dottore non ti ha ordinato tanto riposo?”

Elena si era svegliata con un surplus di energie. Se non le avesse smaltite con la corsa, avrebbe dato di matto un'altra volta. La confusione era passata di colpo, insieme alla maledizione. Amava Stefan, l'avrebbe sempre amato, indipendentemente da quel che era accaduto negli anni e dalla sua attrazione per Damon. Un altro punto caldo che aveva analizzato con freddo raziocinio. Damon la portava al limite, ma lo stesso si sentiva al sicuro. Klaus ce la buttava dentro e si sedeva sulla riva del fiume. Ricordava proprio tutto, anche... Elena arrossì e si affaccendò a sistemare i lacci delle scarpe. L'aveva baciato, inutile negarlo. Non poteva neppure prendersela con lui. “Da quando Damon è il nostro medico di famiglia? Sto bene, ho dormito anche troppo. Dove sono finite le bollette? Non dirmi che le hai già pagate.”

Attaccate al frigo, come al solito.”

Elena si chiese se l'aspetto che aveva dopo un'ora e mezza di corsa, era lo stesso registrato allo specchio prima di uscire di casa e se il deodorante reggeva ancora. Tutta quell'insicurezza l'aveva sempre avuta? Le sembrava di camminare su una graticola incandescente, da quando si era svegliata.

Klaus la guardò e girò lentamente una pagina. Era seduta allo stesso tavolino da cui era cominciato tutto, indaffaratissima ad allacciare le scarpe da ginnastica e a controllare le canzoni sul lettore mp3. Le tremavano le mani. Non riusciva a stare ferma e continuava a tormentare la fascia e la maglia sportiva che indossava.

Potevi prenderti il merito.

Poteva prendersi il merito, già, pensò piegando il giornale in quattro e tirando indietro la sedia. E poi?

Elena lo guardò in quel preciso istante e scolorì, come un personaggio dei cartoni animati. Il vampiro la fissò di rimando, uscì dal Mystic Grill e si fermò di fronte alla propria auto. Aveva dimenticato il libro nel locale. Klaus esitò. Era un'edizione economica molto usata che avrebbe potuto trovare in un qualsiasi mercatino delle pulci. La sua mente creava trappole ridicole ogni volta che posava gli occhi su Elena Gilbert.

Tu, codardo!”

Quello era assurdo! Come si era liberata? Oh, dio...

Come hai osato pugnalare tua sorella?!”

Non dovevi distruggere le sacche di sangue di Elena!”

Klaus alzò gli occhi al cielo, e non risparmiò un'occhiataccia al fratello apparso dietro Rebekah. "Chi ti ha detto di estrarre il pugnale, Elijah? Era lì per un motivo."

"La tua crudeltà ha superato i limiti, Niklaus."

Ma si conoscevano da abbastanza tempo, loro due? "Consentimi una domanda. Come osi entrare in casa mia e frugare in giro?"

Una chioma bruna invase il campo visivo e per un istante minuscolo, Klaus smise di parlare. Si voltò verso Elena e la guardò in cagnesco. “E' una questione familiare!” ringhiò facendola ritrarre.

Raccontale come hai pugnalato tua sorella a sangue freddo! Sapevo che non avevi un briciolo di cuore ma fare questo a me.. a ME, dopo tutto quello che abbiamo passato insieme!” urlò Rebekah in lacrime.

Non buttarla sul patetico. Sono discussioni che capitano...”

Hai pugnalato tua sorella!”

... in famiglia” concluse mordendo l'interno della guancia. “Possiamo parlarne...”

Continua a tenere lontano le persone che ti vogliono bene e resterai solo, Niklaus” concluse Rebekah voltandosi con una debole piroetta.

... in privato. Ehi, è maleducazione dare le spalle a qualcuno mentre stai litigando!”

Elena lo fissò incredula e spostò lo sguardo su Elijah che manifestò il suo fastidio con un guizzo della mascella.

Hai causato ben più di un guaio alla nostra famiglia!”

L'ho causato a te!”

Elena riconobbe il vecchio sguardo d'odio e superficialità che riservava loro da quando era arrivato. Rebekah sembrava appena passata sotto uno schiacciasassi.

Ti innamori di ogni idiota che ti dimostra un briciolo di affetto! Dovresti aver imparato, dopo l'infinito numero di delusioni subite! Non posso fidarmi di te!”

Va al diavolo, Nik! Tu vuoi la cura per Elena, per tornare a produrre ibridi in massa!”

Elena batté le palpebre e lo guardò. Anche se Caroline aveva mentito e Damon glissato, ricordava chi l'aveva scaraventata in acqua quando il sole aveva cominciato a bruciarle la pelle. Le aveva anche ripescato l'anello e infilato al dito sbagliato. Se n'era accorta facendo la doccia, ma l'aveva lasciato lì. Senza alcun motivo.

Appena tornerai umana, ti dissanguerà. Distruggerà la cura e ci condannerà a sopportarlo per l'eternità!” esclamò la vampira con un sogghigno lacrimoso. “Tieni più a lei che a me! Cristo santo, perché non te la sposi anche?!”

Rebekah, ti prego...” Elijah sospirò e passò la mano sul volto. “Niklaus, scusati.”

Mai!”

Elena si allontanò dal gruppetto con l'espressione dolorosa e il passo veloce. Il gesto disinteressato di Klaus nascondeva un secondo piano, ora che il primo era sfumato. Quella era la realtà e non sarebbe mai cambiata.

***

Jer...”

Che vuoi? Faccio tardi a lavoro!”

Elena continuò ad arricciare il ricciolo fra le dita, seduta nel vano della finestra ricolmo di cuscini e pupazzetti. “Tu dai per scontato il mio affetto per te?”

Certo, sei mia sorella.”

Elena lo guardò come se l'avesse tradita ma Jeremy non se ne accorse. “Hai visto di nuovo Gilmore Girls?

Era solo una domanda” mugugnò guardando fuori della finestra.

Casa Mikealsohn, la sera stessa.

E che diavolo significava, quel simbolo?

Klaus inclinò la testa e girò il laptop, invece di ruotare l'immagine scannerizzata con l'apposito programma. Quando se ne accorse, riportò il pc sul tavolo. Bah, per quella sera era arrivato al capolinea, pensò strofinando i capelli bagnati con l'asciugamano che aveva attorno al collo.

Din don

Era appena uscito dalla doccia e i vicini non suonavano mai alla sua porta. Almeno i jeans ce li aveva addosso? Il campanello trillò una seconda volta mentre infilava una maglietta pescata al volo dall'armadio. Girls Scout? Una nuova religione? Klaus batté le palpebre e rimase saldamente al suo posto. Una scudisciata di terrore e lussuria lo inchiodò sulla porta. Profumo. Il suo profumo dritto nelle narici. “Quale inaspettata sorpresa! Che cosa vuoi?!”

Elena gli inviò uno sguardo di ghiaccio. “Chi deve soffrire, stavolta?”

Klaus strinse gli occhi, nervoso. "Non capisco."

Se la cura funzionerà, avrai bisogno del mio sangue per creare gli ibridi. La domanda è...”

Entra.”

... chi dovrà soffrire stavolta, a parte me?”

Chiunque si frapponga sul cammino, ho detto 'entra'” sbottò tirandola per il braccio e sbattendo la porta.

Ora aveva lo stomaco sottosopra. “Mi fai male...”

Klaus allentò la stretta ma di poco. Tanto per rimarcare chi comandava e chi obbediva. “L'equilibrio si regge su di noi, Elena. Il male che provoco alle persone è compensato dal bene che tu dispensi con le tue azioni. Non può esserci il Bene senza il Male, siamo legati, mia cara. Ho bisogno di te. Sei l'unica che mi abbia mai portato al limite. Mi servi viva e in salute. Non fare sciocchezze nell'immediato futuro.”

Viva” ironizzò.

Non sottolineare e sta lontana da Rebekah. E' arrabbiata con me e potrebbe prendersela con te.”

Chiedile scusa e falla finita con quest'atteggiamento da duro!” esclamò divincolando il braccio sinistro. “Tu non sei stato sempre così.”

E' qui che ti sbagli, tesoro. Sono sempre stato così.”

E' la stessa ragazzina che spingevi sull'altalena!”

Klaus non batté ciglio e la lasciò andare, infilando le mani nelle tasche. Sorrise e ad Elena non piacque per niente.

Dovresti essere più comprensivo. Aiutarla se è in difficoltà, non punirla se non arriva al punto che tu hai stabilito per lei. Sei suo fratello, dovresti provare un minimo di affetto...”

"La tua ossessione per Damon Salvatore è finalmente esplosa, Elena? L'hai ringraziato come si conviene?” domandò all'improvviso, mettendola a tacere.

Era come sbattere più e più volte contro un muro di gomma solido. “E' un meccanismo di conservazione del potere. Se ammetti di provare qualcosa, perdi la posizione di predominio...”

Quel che mi piace di te, Elena: una parte di prodezza e tre di stoltezza” dichiarò con un altro sorriso malefico. “Jeremy ha avuto la bella idea di scannerizzare i disegni, prima di consegnarmeli. Il tuo gesto drammatico non avrà ripercussioni sulla ricerca.. ehi!” Klaus schivò di poco la borsetta di Elena e l'afferrò a mezz'aria. “Sei impazzita?!”

Elena era furibonda e si tratteneva dal tempestarlo di pugni. Roteò gli occhi, farfugliando un'offesa fra i denti. Avrebbe preferito un'allucinazione, senza dubbio! “Che cazzo di problema hai?!” esclamò tirando indietro i capelli. “Non puoi comportarti normalmente?!”

Panico. Terrore. Altro panico. Elena Gilbert non era un'ossessione. Era una salita piena di curve quando hai il mal d'auto, l'ultimo bicchiere di una sbronza colossale. Elena Gilbert faceva male e la cosa era reciproca. In più, lo scopriva come un nervo e lo rendeva suscettibile agli attacchi esterni.

Le persone che tengono a te si contano sulle dita di una sola mano, ma invece di ringraziare il cielo che quei due perdano ancora tempo dietro i tuoi capricci, ti comporti come uno stronzo!” esclamò perdendo la pazienza e la finezza. “Chiedi scusa a Rebekah! Dì che le vuoi bene anche se non è vero. Menti! E' quello che ti riesce meglio, sei bravissimo a mentire!”

Klaus la guardò, impassibile.

Hai abusato del mio momento di debolezza ma non te lo lascerò fare di nuovo. Sono stata chiara?!”

Tu ed io abbiamo una peculiarità in comune: allontaniamo le persone per non dover essere sempre all'altezza delle loro aspettative. Così, se qualcosa va storto, nessuno resta deluso” replicò, calmo come un lago immobile.

Io non allontano le persone...”

No?” sussurrò alzando le sopracciglia. “Pensaci bene.”

Stefan non ha nulla a che fare con il tuo terrore affettivo.”

Aveva perso un passaggio. Klaus la fissò con le sopracciglia aggrottate. “La storia che l'amore vince su tutto, è una stronzata inventata dai poeti e dai sognatori. L'umanità è predisposta all'odio, fidati, so quel che dico.” Conosceva l'animo umano e la sofferenza. L'aveva provata e provocata. Conosceva anche il desiderio degli uomini e la frenesia che scorre nelle vene delle donne. Nelle vene di Elena Gilbert. Lo sentiva tutto lì, fra il diaframma e i polmoni. “Non dovevi venire qui.”

Ti annienterò” sussurrò Elena con una strana scintilla negli occhi. “Dovessi impiegare cento anni, striscerai e supplicherai affinché sparisca dalla tua vita!”

Quella ragazza era la punizione per tutto il male che aveva fatto, pensò con un sospiro arreso. Gli rovinava i piani e mandava a monte le serate rilassanti. “Ti supplico fin da ora, se basterà a liberarmi della tua presenza.”

Non ho bisogno di un manichino senz'anima, nella mia vita.”

Avvertirò Damon di starti alla larga.”

Elena lo fulminò con un'occhiata. “Sei terrorizzato dall'idea di provare qualcosa per me!”

Provo senza dubbio qualcosa per te, dolcezza!” ringhiò perdendo la pazienza. “Tutta questa tensione fra noi dobbiamo risolverla. Scegli: pistole all'alba o lotta all'ultimo sangue. Non credo nelle armi da fuoco.”

All'ultimo sangue” sussurrò venendogli incontro.

Me ne frego se sei una donna, non mi tratterrò, tesoro.”

Trattieni i nomignoli, piuttosto. Sei ridicolo!” sibilò alzando il mento. “Katherine ha sbagliato fin dall'inizio. Non doveva scappare, doveva affrontarti!”

Elena, ti rendi conto che hai appena sfidato un vampiro Antico, per di più ibrido, ad un duello sanguinoso?” domandò abbassando la voce. “Non ti sembra eccessivo? O letale?”

Lo sapeva eccome. Aveva cominciato a farsela sotto da subito. “Entrerà nella leggenda” annunciò strappandogli la borsetta dalle mani. “Il più cacasotto sceglie il posto!”


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Capitolo 9
*** 9 ***


Casa Gilbert

CHE COSA HAI FATTO?!”

Diodiodio! Perché li aveva coinvolti?! Elena tirò il cappuccio della felpa sulla testa e abbassò il mento sulla tazza di tisana alla fragola.

Calma, sappiamo tutti che non può ucciderla.”

MA CERTO, STIAMO TUTTI CALMI!”

Caroline sospirò e dondolò sulla sedia. “Damon...”

SEI COMPLETAMENTE RINCRETINITA?!”

Elena abbassò ancora di più la testa e quando la rialzò, aveva le guance rosse. “Oh, smettila! Non potevo lasciargli l'ultima parola! Invece di urlare, spiegami come faccio a diventare più veloce e più forte entro stasera!”

STASERA?!”

Caroline si tappò le orecchie e rivolse un'occhiataccia al vampiro. “Abbassa la voce o Klaus ti sentirà dall'altra parte della città” sibilò, tornando a guardare Elena. “Stasera?!”

Destabilizzazione” annunciò con un mezzo broncetto “a Klaus serve tempo per organizzare i suoi piani...”

Non gli serve un piano, principessa! Gli basta allungare il braccio!” esclamò battendo le mani sul tavolo.

Il liquido nella tazza ondeggiò in volute concentriche ed Elena sospirò.

Din don

Omertà assoluta con Jeremy. Non voglio farlo preoccupare” borbottò dinnanzi alla porta. “Hai dimenticato le chiavi?” Oh. Merda. Ohhhhh merdaaaaa!

Ciao, Elena. Posso entrare?”

Dipende. Ogni volta che suoni alla mia porta, succede qualcosa di terribile...”

Elijah sorrise per un lungo momento. “Non posso dire di non notare una vena di ironia in tutto questo...”

La vena che mi reciderà” sospirò facendo cenno di accomodarsi. Rebekah era seduta sui gradini esterni con i libri sulle ginocchia. Elena si chiese perché fossero venuti entrambi. La domanda doveva leggersi sul suo volto, Elijah rispose con molta sincerità e cortesia. “Abbiamo saputo della sfida.”

Tu sei pazza” bisbigliò la vampira bionda occhieggiandola da sopra la spalla.

Niklaus merita una punizione.”

Rebekah mugugnò una parolaccia fra i denti e mise il broncio. Elena saettò lo sguardo fra lei e il fratello. “Questo non è... un tradimento?”

Rebekah spiegò un foglio e allungò il braccio senza guardarla. Elena lo girò verso di se, incuriosita. “La lista dei suoi punti deboli?”

Studiali.”

Elena accartocciò il foglio e lo infilò in tasca. “Non voglio barare.”

Dovrai barare, stupida ragazzina!”

Elena alzò un sopracciglio e sbatté la porta in faccia alla vampira. “Comincio a capire cosa lo irriti a quel modo” sussurrò ed Elijah rise sommessamente.

***

Sono condannata” ammise fissando imbambolata Elijah dopo la lunga chiacchierata sostenuta.

Ti stai preoccupando per niente.”

Non teneva più i piedi sul tavolo, Caroline. Quando Elijah compariva all'orizzonte, ci teneva ad interpretare la damina delicata.

Klaus non ti ucciderà. Se la cura funziona...”

Mi farà tornare umana e mi dissanguerà. Mi sento molto meglio! Grazie, amica mia!” esclamò facendo sogghignare il vampiro. “Preferisco cadere in battaglia.”

Non sarà necessario arrivare a tanto. Dobbiamo renderti un po' più forte e un po' più veloce” dichiarò slacciando il polsino e arrotolando la manica.

Elena lo guardò, basita. “Devo proprio?”

E' una tua scelta.”

Sono faccende vostre!” esclamò Caroline scappando dalla cucina. “Chiamatemi quando avete finito”

Elena guardò Damon che alzò a sua volta le mani. “E' pazza...”

... o a digiuno. Potresti...”

E' ingorda, sta attento.”

Damon si allontanò e quando furono soli, Elena abbassò le spalle e soffiò fra i denti. “Vuoi che ti morda davvero?”

Niklaus ha bisogno di una lezione ma è bizzarro che sia tu ad imparatigliela...” Elijah la scrutò intensamente e sorrise. “Katherine non aveva il tuo nerbo. Era furba, ma non così coraggiosa.”

Molto più intelligente di me” dichiarò accostando la sedia a quella del vampiro.

***

Che accidenti ci fai, qui?!”

La ragazza alzò la testa dai libri e ammutolì per un lungo istante. “Che cosa fai tu qui. Non dovresti prepararti per la lotta all'ultimo sangue?”

Klaus sospirò e alzò gli occhi al cielo. “Torna a casa!”

Quale casa? La tua, forse?” singhiozzò ficcando i quaderni nello zainetto. “Va al diavolo...”

Bekah...”

Crepa!”

Mi dispiace” annunciò buttando fuori le parole a fatica. “Sono stato un vero...”

... stronzo!”

Il vampiro spinse la lingua nella guancia e annuì. “Sei mia sorella, non c'è bisogno che ti dica... do per scontato che tu lo sappia, è quello che fanno i fratelli maggiori!”

Non riesci proprio a dirlo. Ci giri sempre intorno” bisbigliò mettendo la zaino sulla spalla. “E ad Elena l'hai detto?”

Klaus raggelò e la sua espressione si fece cupa. “Taci finché sei in tempo.”

Spero ti prenda a calci per tutta la foresta!” esclamò allontanandosi a lunghi passi.

Klaus la fissò finché non svanì dietro la curva, sospirò e stropicciò la faccia con le mani. Da capo, pensò aggirando l'abitazione. Aveva sentito dire dal giovane Gilbert che la sua ossessione era la cucina. Un vampiro poteva avere un'ossessione più stupida?!

Mh...”

Klaus si bloccò davanti all'uscita posteriore di casa Gilbert. Il sangue aveva preso a scorrere furiosamente nelle vene e gli toglieva equilibrio.

Ah...”

Era... arrivato in un momento inopportuno, pensò guardando in terra. Ma chi...

Non posso più farlo... basta...”

Un'altra volta, Elena.”

Klaus inspirò furibondo. Aveva riconosciuto la voce di Elijah. Che stava facendo...

Elena spalancò la porta e si fermò in mezzo al giardino, ansimando. Troppo sangue, la stordiva... Klaus?

Il vampiro notò le labbra sporche di sangue e strinse i pugni. Elena ansimò e la botta di adrenalina e paura arrivò in testa facendola barcollare. Era in anticipo e lei era piena fino all'orlo di sangue antico che le faceva venir voglia di strapparsi la pelle di dosso. E i vestiti. E i capelli.

Non è terreno di scontri, questo!”

Per un momento aveva creduto... e invece... si trattava... “le hai spifferato tutti i miei punti deboli?!”

Elena ficcò due dita in tasca e gli lanciò la pallottola di carta.

Klaus lo spiegò con un movimento secco. La scrittura era indubbiamente di Rebekah. “Vi siete schierati.”

Devi rivedere il tuo stile di vita, Niklaus.”

Traditore, pensò fissandolo con un disprezzo tale che Elijah ammutolì. “Ti consiglio di studiarli attentamente” mormorò passando la lista ad Elena.

Io non baro...”

Io sì.”

Ero venuto per fornirti una scappatoia, ma non mi lasci scelta.”

Elena deglutì e si chiese se non avesse peggiorato la situazione. Ora aveva molta più paura di prima.

***

Elena, esci da lì!”

No...”

Caroline contò fino a tre, poi alzò gli occhi al cielo. “Non puoi nasconderti nella doccia per sempre! Prima o poi finirai l'acqua calda... e Jeremy deve prepararsi per il suo appuntamento romantico.”

Elena chiuse il miscelatore e posò la fronte contro le piastrelle. “Ok...”

Non ho alcun appuntamento romantico” le fece notare Jeremy a bassa voce. “Mi vedo con i compagni di football.”

Sssh! Vuoi che la stani oppure no?”

Jeremy guardò il biglietto d'invito che aveva trovato sullo zerbino e fece due più due. “Di nuovo Klaus?”

L'ha stuzzicato, la stupida.”

Ti ho sentito...” mugugnò la ragazza uscendo dal bagno con i capelli avvolti da un asciugamano e un accappatoio colorato addosso. “Tieni alto il nome dei Gilbert, fratello.”

Jeremy sventolò l'invito e lo girò a Caroline. “Se non vuoi andarci a cena, basta dire no.”

Cena? Elena stirò le labbra, affranta. Magari fosse...

... un invito a cena! Dove l'hai trovato?”

Qui fuori. Ora potete scrostarvi tutte e due? Ho un appuntamento!”

Che razza di modi!” Caroline sbuffò e ringraziò dio per essere figlia unica. Elena era raggelata e continuava a guardare le lettere vergate senza capire un accidenti di quel che c'era scritto. Sedette sul letto e provò a concentrarsi. “Non capisco.”

Klaus colleziona ossessioni, sei la sua nuova ossessione. Cosa indosserai?”

N-non ci vado...”

Caroline mugolò e tirò fuori due vestiti dall'armadio. “Hai ragione, meglio il bosco freddo e oscuro ad una cena di classe.”

Elena lo fissò ancora, osservò i vestiti planare sul letto e le scarpe che Caroline aveva sistemato poco distante.

In bocca al lupo” soffiò con una piroetta. “Fagli vedere chi comanda.”

Elena la guardò attonita, l'asciugamano crollò da un lato e la pelle formicolò violentemente. In... bocca al lupo?

Casa Mikealsohn

Oh no. No no no, pensò trattenendo il respiro quando la porta si aprì.

Bellissima come sempre, vuoi darmi il soprabito?”

Elena gli porse la giacca tenendola con due dita. Aveva scartato tutti i vestiti di Caroline, tutti troppo corti, aderenti e facilmente lacerabili in un eventuale scontro fisico. La tavola era preparata con cura, il caminetto acceso e il vino in fresco. Klaus era tirato da far paura, elegantissimo. Trasalì, quando udì il tappo saltare e il ghiaccio tintinnare attorno al vetro della bottiglia.

E' consuetudine che gli sfidanti consumino un pasto abbondante, la sera prima dello scontro.”

Non ho fame.”

Hai quasi dissanguato Elijah, lo immagino.”

E' stata una sua idea.”

Lo so. Prego, siediti.”

Klaus spostò la sedia ed Elena lo fissò, nervosa. Qualcuno doveva ragionare con quel tipo e spiegargli che un invito a cena stonava assurdamente con il loro scambio di minacce!

Mi perdonerai, ma ho ritenuto opportuno non avere estranei intorno, stasera.”

Come se la presenza degli ibridi l'avesse aiutata a tenere sotto controllo i nervi. O lui. Elena drizzò la schiena e lo osservò muoversi avanti e indietro con le pietanze. Stefan e Damon l'avevano avvertita che Klaus faceva spesso di quelle cose. Ti serviva il miglior cibo della tua vita, era galante, seducente e ti infilzava senza riguardi.

Sei sempre stata così taciturna?”

Ora doveva anche rispondere alle sue domande? Elena afferrò il bicchiere e scosse la testa.

Non andremo da nessuna parte se non ti sforzi di fare conversazione, mia cara.”

Non ho alcuna voglia di fare conversazione con te.”

Allora mangiamo. E' un rituale ben accetto dalla società.”

Come se ti interessasse far parte della società...” soffiò abbassando gli occhi nel piatto e spostandolo dopo un attimo sulle candele.

Klaus sorrise e si addossò allo schienale della sedia. Elena lo fissò distrattamente e posò il tovagliolo sulle ginocchia afferrando la forchetta. Lo stomaco era serrato dolosamente e non sarebbe riuscita a mandare giù un solo boccone.

***

Hai finito di studiare i miei punti deboli?” domandò roteando il pezzo di carne in bocca.

Stavo osservando come la luce delle candele si riflette nei tuoi occhi, le poche volte in cui ti sforzi di guardarmi. Il resto del tempo, il bagliore dei tuoi orecchini crea una virgola di luce sulla mandibola, proprio vicino alla curva del collo...”

Elena lo guardò attonita e Klaus batté le palpebre, aggrottando la fronte. “Perdonami, ho la brutta abitudine di studiare le persone ben oltre la loro soglia di sopportazione.”

Era rimasta a virgola di luce. Elena annuì e bevve un sorso di vino. “Ok, come funziona? Dopo quanti morsi si va giù?”

Siamo solo al secondo. Non pensarci” le suggerì sfoderando un altro piatto. “Patate novelle. Si sposano meravigliosamente.”

Dove hai imparato a cucinare?”

Ti stupiresti del numero di affari che ho concluso dopo un buon pasto, Elena.”

Ci credeva. Con un tale peso digestivo sullo stomaco, chi avrebbe potuto dire no? Una sensazione di pericolo e paura le tolse di nuovo l'appetito. Secondo le regole del padrone di casa, il dolce non poteva essere servito a tavola: andava degustato di fronte al camino. Quindi, eccola di fronte al camino con la pelle in fiamme e il sangue che non la finiva di batterle nelle orecchie.

Credo nel cibo molto più che nel ricatto.”

Elena strofinò il collo con una mano e osservò il dolce che le aveva servito. Era invitante, al limite del peccaminoso.

Assaggia le scaglie di cioccolato fondente. Possono risultare quasi amare...” mormorò accostando un ricciolo ricurvo alle sue labbra. Il cioccolato si sciolse quasi all'istante sulla lingua ed Elena ammise che era davvero buono.

Ora accompagnalo con questo...” mormorò passandole un flûte di vino dolce e liquoroso. Elena deglutì e la bomba di calore le esplose nello stomaco.

... e dimmi com'è.”

Superbo.”

Io avrei detto...” borbottò succhiandosi il pollice “... lussurioso.”

Avevano un set di posate d'argento di una bellezza tale che Caroline avrebbe pianto di felicità, nel vederla... perché doveva imboccarla? La seduzione appariva smaccata, dov'era finita la sua cautela? La credeva così stupida da non aver capito che si trattava di una commedia per farle abbassare la guardia? E tutto quel vino doveva servire a farla ubriacare? Ci era caduta una volta, ma aveva la scusa di essere confusa e persa... “Non sai mai quando è il momento di fermarti” sbottò, col cuore in tumulto.

Mi hai accusato di avere un comportamento riprovevole. Sto cercando di migliorare, dovresti rendermene merito. Ho confessato i miei sentimenti a Rebekah e sono stato insultato, vengo da te per cercare di ragionare e ti trovo avvinghiata a mio fratello a confabulare per distruggermi...”

Avvinghiata? Elena lo guardò inclinando la testa. Sembrava geloso.

Non avrei mai dovuto baciarti. Sapevo che era sbagliato eppure sono stato così debole da lasciarmi tentare due volte da te. Quando ti ho detto che l'amore è per i poeti e i sognatori, non ti ho detto che ero uno di quei sciocchi letterati che componevano versi per le fanciulle del suo paese. Un giorno, mio padre lo scoprì e distrusse tutto. Non concepiva che suo figlio dedicasse tanto tempo ad un sentimento effimero che forse non avrebbe mai provato nella sua vita.”

Elena lo seguì con lo sguardo finché non arrivò al caminetto e si accovacciò a stuzzicare il fuoco. Doveva manifestare empatia? Dire qualcosa di intelligente o sagace? Fuggire a gambe levate? Credere alle sue parole?! L'aveva aiutata, l'aveva fatta impazzire, le aveva salvato la vita. Tanto giusto non era. “Cosa ti spaventa?”

Te. Lì da sola con una ciotola colma di cioccolata.”

Sei bravo a glissare gli argomenti imbarazzanti...”

Elena...”

Perchè non la smetteva con le confessioni?!

Non ho alcuna voglia di rincorrerti per il bosco. Comincia a pensare alla versione per Caroline e rilassati, per l'amor di dio. Non so come hai fatto ad ingoiare la cena, nel tuo attuale stato d'animo!”

Te ne sei accorto...”

Klaus allargò impercettibilmente le mani, sprofondando comodamente nel divano. “Vuoi tornare a casa?”

Sì. No. Mh... “Tu parli troppo e non mangi la cioccolata.”

Non mi piace.”

Elena lo guardò con una buffa smorfia. “Era un immodesto tentativo di seduzione?”

Se ha funzionato, è valsa la fatica” rise guardandola negli occhi. “Ha funzionato?”

Klaus le sfiorò la mandibola ed Elena smise di sorridere. Allontanarsi di un paio di centimetri era il massimo che poteva fare, in quel momento.

A volte, la persona che sente di più, è quella che lo dimostra meno” mormorò baciandole le dita fredde. Spaventata, pensò accarezzandole lentamente.

Elena si riappropriò della propria mano e la nascose sotto l'altra che teneva in grembo. “Sei pieno di sentimenti, tutti ben nascosti...”

Usciamo. Così la smetti di agitarti inutilmente.”

Nessuno si agita inutilmente in tua presenza...”

Sono meglio di quel che credi” dichiarò allargando la giacca ed aiutandola ad infilarla.

Dove... andiamo?”

Nell'unico posto dove ti ho visto sorridere.”


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Capitolo 10
*** 10 ***


Mystic Grill, tre ore dopo

No, non credo che cucinare rientri fra le ossessioni di un vampiro. Fratello?”

Stefan scosse la testa e gettò l'oliva nel bicchiere vuoto. “Mai sentito niente del genere.”

Non è ossessionata, voleva solo fare qualcosa di carino per te.”

Jeremy raccolse i bicchieri sistemandoli nel vassoio vuoto. “Quel che ha cucinato basterà per tre giorni...”

Organizza una festa con gli avanzi” propose Caroline mettendo i piedi sulla sedia di Damon che le lanciò un'occhiataccia. “Sono preoccupata per Elena.”

Non le torcerà un capello...” soffiò lanciando la carta decisiva sul tavolo. “Almeno, fino all'alba.”

Caroline nicchiò mentre girava la cannuccia nel cocktail ricolmo solo di ghiaccio. Fece spallucce e annunciò che doveva ricaricare. Saltellò fino al bancone, si infilò fra i due vampiri Originali con una notevole gomitata a Rebekah che giocava ad Angry Birds e, a tempi alterni, litigava col wifi del locale, stirò la schiena come una gatta e allungò il braccio verso il barista. “Ti ho sentita!”, sibilò un attimo dopo in direzione della vampira che alzò il mento e guadagnò un tavolo appena svuotato. “Stronza!”

Ehm...”

Non mi interessa se è tua sorella! E' una stronza e ha ucciso la mia migliore amica” sussurrò diretta ad Elijah. “Ho diritto di dire la mia, siamo in un paese libero!”

Completamente d'accordo da me” annunciò per farla tacere. “Non sembra, ma è una fanciulla molto sensibile.”

Sensibile?! Damon Salvatore avrebbe detto tutt'altro! “Sensibile” ridacchiò. “Sei proprio forte...”

Elijah si guardò attorno. I fratelli Salvatore giocavano a carte, una fanciulla dagli occhi azzurri e lunghi capelli neri conversava amabilmente con il giovane Gilbert, Rebekah litigava con il cellulare e il loro barista era impegnato a tenere a bada una ragazza resa intraprendente dai cocktails. Un'atmosfera rilassata destinata a spezzarsi, pensò nel momento stesso in cui due figure fecero la loro rumorosa comparsa nel locale. Tutti i vampiri si voltarono a guardarli e nessun umano li notò più di tanto. Matt colpì Jeremy su una spalla e il ragazzo restò di sasso. “Tu ne sapevi niente?”

Sapevo dell'invito a cena, non credevo avesse accettato!”

Non fatevi venire un infarto, va bene così” annunciò Caroline a bassa voce.

Elijah la guardò e Caroline alzò gli occhi dal tovagliolino che stava arricciando in buffe forme. “Non sei d'accordo?”

Una tregua non è mai un male.”

Sono in vena di un brindisi” mormorò la ragazza quando ebbe di nuovo il bicchiere pieno. “All'amicizia” disse battendolo con forza contro quello di Elijah. “O qualunque cosa sia.”

Ancora bourbon, devo affogare i dispiaceri nell'alcool” Damon sospirò e si appoggiò al bancone. “Un altro dei misteri di Mystic Falls. Le donne di questo posto impazziscono, quando cambiano” annunciò svitando la bottiglia e servendosi da solo. “Ci spingeranno all'alcolismo, quei due...”

Se li vedo tubare, giuro che gli vomito addosso!”

Bizzarro. Klaus poteva comportarsi nel peggiore dei modi ma riusciva sempre a stupirli tutti. Erano entrati facendo molto rumore, ridacchianti come ragazzini che l'hanno fatta grossa, alterati dal sangue che dovevano aver versato entrambi con particolare diletto. In quel momento, Elena tirò giù il vestito salito ad un livello di indecenza che predisponeva all'infarto, Klaus le lanciò un'occhiata scandalizzata ed la ragazza scoppiò a ridere e lo colpì sul braccio, alzato a mo di protezione. Era imbarazzata ma gli occhi le brillavano.

Elijah, li stai fissando...”

E mi sento un guardone” mormorò girando sullo sgabello. “L'ho visto solo io?”

L'abbiamo visto tutti” bisbigliò Caroline, preoccupata.

Vorrei crollare senza vita in quest'istante” concluse Damon con un altro sospiro. Fortuna che Stefan aveva lasciato il locale appena avevano fatto la loro comparsa. Non l'avrebbe sopportato. “Chi si unisce a me per dimenticare?”

Devo restare lucida. Se lo vedo allungare le mani, le ritroveranno nel bidone dell'immondizia” annunciò la ragazza con aria tenebrosa. “Sta venendo qui. Trattenetelo mentre la faccio cantare.”

Non impicciarti, strega.”

Ricordi la parte dove siamo amiche e ci diciamo tutto? Se ci va sotto, comincerà a raccontarmi tutto tutto ed io voglio dormire, la notte!”

Damon ammiccò con un sogghigno. “Fatti valere, Barbie.”

Barbie?”

Bionda, occhi verdi, perfetta.”

Oh..” sussurrò Elijah osservandola con occhio critico. “Perfetta.”

Anche io voglio dormire sereno, la notte” lo avvertì staccandosi dal bancone. “Adieu.”

Non poteva dire adieu anche lui?

***

Aveva l'ombretto più sulle sopracciglia che sulle palpebre. Dio, che disastro! Elena si ripulì accuratamente e ripassò il trucco, chiusa nel bagno del locale. Klaus l'aveva portata in discoteca, avevano ballato insieme e aggiunto un extra alla cena. Era stato ben attento a non toccarla... furbo, pensò avvitando il gloss. Come concludere quello strano rendez–vous? Caroline fece capolino nella saletta comune e quando Elena la vide nello specchio, arrossì. “Ehi...”

La cena?”

Ottima...”

Caroline si appoggiò al muro e la squadrò per bene. “Ti sta confondendo col suo atteggiamento da gentleman d'altri tempi e ci stai cascando con tutte le scarpe.”

Nessuno cerca di sedurti imitando alla perfezione Butt-Head di Beavis e Butt-Head...

Caroline sgranò gli occhi e sogghignò. “Stai scherzando?!”

Noi conosciamo Klaus 'sterminerò la tua famiglia e brucerò la tua casa' e poi c'è un altro Klaus che conosce a memoria tutte le canzoni anni 80, è premuroso e attento... ed è il male incarnato, hai ragione” sospirò posando le mani sui fianchi. “Forse era meglio il bosco...”

Dobbiamo credere che tutto d'un tratto, abbia deciso di comportarsi da bravo ragazzo?”

Elena allargò le braccia e si appoggiò al lavabo con espressione sorpresa e incredula.

Sei certa che sia il caso di applicarsi nel bacio della buonanotte?”

La ragazza la guardò di traverso per alcuni secondi, lavò le mani e appallottolò la carta usata, gettandola nel cestino. “Credi che non mi domandi continuamente se è di nuovo una farsa, o se sta facendo sul serio?”

Puoi domandatelo tutta vestita e fuori dal suo letto?” domandò risistemando i capelli con gesti svogliati.

La ragazza avvampò per la seconda volta e la fissò, in tralice. Marciò fuori dal bagno con l'espressione di chi sta andando a morire e la vampira restò a controllare il proprio aspetto nello specchio. “Ti ho vista” mormorò d'un tratto.

Rebekah sbatté la porta della toilette e Caroline la fissò con quieta alterigia. “Hai registrato tutto?”

Quel che fa Klaus non mi riguarda. E' uno stronzo e non merita di essere felice. Spero che Elena lo mandi in bianco, stasera.”

Caroline non commentò ma finse un problema alla spallina del reggiseno.

Non è stato sempre così, una volta ci voleva bene...”

Bastava avere pazienza, pensò sistemando la maglietta.

... prima che Mikeal distruggesse la nostra famiglia!” singhiozzò arrabbiata.

Anche lei chiamava il padre per nome.

Perché lo sto raccontando a te?!”

Chiacchierare con uno sconosciuto allieta lo spirito.

E' proprio da lui dire una cosa del genere...” borbottò con una brutta espressione di infelicità.

Ce n'era un'altra, prima di Katherine.”

Caroline drizzò le orecchie e un brivido le passò lungo la schiena.

Non ha avuto la stessa fortuna.”

L'ha uccisa?”

Era la sua fidanzata” mormorò sganciando la bomba. “Dille di stare attenta.”

***

Ehi, bimba... dove corri?”

Non corro, stavo andando...”

Stavi tornando a casa con me.” Damon l'afferrò per il braccio trattenendola e facendola ballare sui tacchi. “Pensavo che la cena fosse il preludio alla lotta, un momento per definire i termini dello scontro... quando è diventato un appuntamento? Hai riflettuto sul fatto che, appena scoprirà l'esistenza di un'altra dopplergänger umana, Klaus si sbarazzerà di te?”

Elena rabbrividì nel vestito e sebbene l'atmosfera fosse leggermente soffocante, le venne la pelle d'oca. “Tu sì che sai come rovinare una buona serata...” sussurrò liberando il braccio. “Smettetela di cercare di proteggermi, so badare a me stessa.”

Disse colei che si gettò dal ponte al sorgere del sole!”

Ecco lo schiaffo di realtà di cui aveva bisogno. Elena fece una breve panoramica del locale, inquadrò i due fratelli Originali che conversavano animatamente e strinse le labbra preparandosi alla parte più difficile della serata.

***

Quando me ne andrò, Rebekah verrà via con me. Hai la tua occasione per scusarti.”

Mi sono scusato e sono stato insultato!”

Insisti. Sono abituato alle tue sfuriate da bambino viziato, ma Rebekah ha bisogno di sapere che le vuoi bene.”

Era di buonumore, poteva farlo, pensò intravedendo Elena aprirsi un varco fra le persone. Il timido sorriso era svanito del tutto.

Torno a casa, grazie della cena” annunciò tutto d'un fiato. “Ci si vede.”

Era incredibile come pochi, decisivi minuti cambiassero il corso della serata. Klaus annuì, preso in contropiede, Elena fece un breve cenno di saluto anche in direzione del fratello e si confuse nella piccola folla del Mystic Grill.

Feroce nel dare il benservito. Klaus tornò a voltarsi verso il barman, lanciò un'occhiataccia ad Elijah e la condì con una smorfia. “Non sono responsabile del suo cambio d'umore.”

L'intervento di Caroline era stato drastico, pensò. Non aveva perso di vista neppure Damon Salvatore: era stato lui a cancellare il sorriso dal volto della ragazza. “Bel vestito.”

Klaus la fissò, scontroso. “Grazie.”

Mi riferisco ad Elena.”

Non ho fatto caso a ciò che indossava.”

Bravissimo ad analizzare la gestualità altrui e a prevederne le mosse, ma si perdeva nei particolari. Elijah lo guardò, paziente. “Non hai fatto caso...”

La mia mente era presa da cose ben più importanti!” lo interruppe, seccato. Era difficile guadagnarsi la fiducia delle persone. Era ben più semplice ordinare loro cosa fare. “Ti rendi conto di quanto è complicato avere una relazione, al giorno d'oggi?”

Ho una compagna.”

Klaus lo fissò atterrito. “Tu cosa?!”

A Chicago. Umana. Molto carina. New age.”

Non ho idea di cosa tu stia parlando. Quando hai trovato il tempo... l'hai soggiogata?”

Deficiente, pensò scuotendo la testa. “L'ho conosciuta in un Juice Bar e abbiamo cominciato a parlare.”

Non voglio sapere perché sei entrato in un Juice Bar... e neppure cosa diavolo sia” sussurrò attonito. “Torniamo al vestito.”

Corto, aderente, scollato. Non indossi un abito del genere se devi incontrare una persona che non ti piace. Capelli raccolti, gola scoperta, borsa microscopica, stiletti. Non esci con un vampiro senza indossare almeno un foulard, la borsa era troppo piccola per contenerlo e i tacchi le avrebbero impedito di correre” decretò fissando il fratello che era rimasto basito. “Ha parlato di una cena, devo presumere che tu l'abbia invitata ad uscire.”

C'è tutta una faccenda dietro che non ti sto a spiegare” rantolò intrigato dall'analisi di Elijah.

Conoscendoti, le avrai arrecato un danno serio in precedenza.”

Klaus alzò gli occhi al cielo e si addossò al bancone. “Sì.”

Hai il buonsenso di non mentire. Rebekah mi ha informato di tutto” annunciò rimediando un'occhiata veloce. “Ho capito cosa hai in mente, ma questo non spiega perché tu abbia invitato Elena Gilbert ad uscire.”

Klaus sospirò, dondolando una gamba per il nervosismo. “Ho bisogno di lei.”

Non hai davvero bisogno di lei. Ti basta scovare una dopplergänger umana.”

Certo, se ne trovavano tutti i giorni agli angoli delle strade! Klaus sbuffò e si arrampicò sullo sgabello accanto al fratello. “E' più semplice trovare la cura e farla tornare umana.”

La cena serviva a tirarla dalla tua parte?”

Se fosse stato un po' più lesto di cervello – e non romanticamente annebbiato da quel languore che non riusciva a spiegarsi, lì al centro dello stomaco – Klaus avrebbe condito la risposta di sferzante ironia. Si guardò bene dal rispondere e sbuffò una seconda volta.

Ora capisco perché ha accettato di uscire con te.”

E c'era bisogno di dirlo con tutto quel disgusto?

Hai minacciato suo fratello? Le hai prospettato uno scenario disastroso se non acconsentiva a passare qualche ora con te?”

Klaus lo guardò, allibito.

Fin dove sono arrivate le tue richieste? Non era Caroline, la tua ossessione?” insistette, implacabile.

Calma, non l'ho neppure sfiorata!” esclamò, stordito dalle accuse. “Ha lanciato quell'assurda sfida in un momento di panico...”

Oh, il bosco...” sussurrò Elijah guardando altrove ma sorridendo dentro di se.

Sappiamo entrambi che non sarebbe sopravvissuta!”

Non raccontare stronzate, le avresti solo messo una gran paura addosso.”

Se la cura funziona, sarai il primo a venire a reclamare la tua parte!”

In conclusione, Elena Gilbert ha accettato di uscire con te per paura” mormorò facendolo tacere. “Non si spiega il vestito.”

Conosci le donne, ogni occasione è buona per sfoggiare quel che hanno nell'armadio” sussurrò con poca voce. “Non l'ho costretta, ho spedito un invito.”

Hai anche cucinato?”

Era troppo tardi per servirsi del catering. Non era un appuntamento e non c'era nulla di romantico! Sono stato trascinato in questa storia da lei! Le avevo detto che era una cattiva idea appoggiarsi a me, le avevo detto di non fidarsi, l'ho torturata psicologicamente e ho quasi ucciso suo fratello. Ignorando la sua sfida, in realtà, le ho fatto un favore!”

L'hai umiliata e ti sorprendi se ti da il benservito, appena si ritrova in un ambiente famigliare circondata dagli amici?”

Forse l'ho portata qui apposta!”

Forse hai abbassato la guardia.”

Elijah sorrise sinistramente e Klaus lo insultò dentro di se.

Hai il timbro di un locale sulla mano. Dopo la cena l'hai portata in un locale, una discoteca a quanto posso capire dalla polvere bianca che hai addosso. Avete bevuto e Elena ha cominciato a divertirsi. Questo spiega il sorriso che aveva appena siete entrati.”

E bravo Elijah. Notava proprio tutto. “Sono bastati cinque minuti per farla tornare in se.”

Di cosa ha paura, la gente?”

Del dolore.”

Delle chiacchiere” annunciò strappando un'occhiata sorpresa al vampiro. “Caroline l'ha raggiunta in bagno, appena vi siete separati, e Damon l'ha intercettata mentre veniva qui.”

Li ho visti, non sono cieco. Non mi aspettavo niente di meno, da loro.”

Ah... certo” sussurrò con un sorrisetto. “Non sapevi come liberarti di lei.”

Klaus lo fissò senza dire una parola e tornò a guardare davanti a se. “Esatto.”

La negazione portava da un sacco di parti e tutte sbagliate. “Avrà bisogno di una mano a slacciare quel vestito” dichiarò con un altro sorriso.

Klaus gli bruciò la nuca con uno sguardo e sbuffò, allontanandosi a grandi passi. Elijah sogghignò rispondendo ad una chiamata in arrivo. Carina, ma un po' troppo insistente.

***

Non succedeva mai nulla, a Mystic Falls. Poteva restare ore di fronte al suo smooth a girare la cannuccia nella poltiglia al sapore di banana, e nessuno si sarebbe preso la briga di infastidirla. Elena sciolse la crocchia morbida e lasciò spiovere i capelli sulle spalle, infilando le forcine in uno scomparso della borsetta.

Signorina, dobbiamo chiudere.”

Elena sorrise alla cameriera e abbandonò il tavolo, portandosi via lo smooth intonso. Uscì sulla strada semi deserta e sospirò. Doveva tornare a casa per forza?

Arguisco che la cena non è stata sufficiente.”

Elena trattenne il respiro, passando le dita sulla condensa del bicchiere. “Un modo per perdere tempo” annunciò alzando le spalle. “Mi hai seguito?”

Ti ho trovato.” Klaus si fermò a pochi passi da lei e allungò la mano. “Posso accompagnarti a casa o ovunque tu voglia andare?”

Elena lo guardò, tenendo ben strette le dita attorno al cartone. “Ti sbarazzerai di me appena troverai l'ennesima dopplergänger?”

Perché portarsi avanti con gli scenari se mancavano gli elementi di base? Klaus riportò il braccio lungo il fianco con una smorfia ironica. “Bel vestito.”

Uhm... grazie...” mormorò titubante.

Sei scappata. Chi devo ringraziare per questo? Caroline... o Damon?”

Non coinvolgerli, sono andata via di mia spontanea volontà. Mi hai chiesto di sparire dalla tua vita, lo sto facendo.”

So che è chiedere molto, ma non aver paura di me” mormorò infilando le mani in tasca. “Non stasera.”

Non ho paura, è solo...” Elena sospirò, torturando la cannuccia del frullato. “Jenna... Stefan... Jeremy... e tutti gli altri...”

Ora era ben chiaro anche a lei, il concetto che cercava di inculcarle da settimane. “Voltati, per favore.”

Elena lo guardò e lentamente si voltò. Drizzò la schiena con un gemito quando la zip scese di qualche centimetro.

Così è più semplice” mormorò con un'ultima occhiata veloce alla sua nuca. “Resta viva, Elena.”


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