a very close encounter... di choises (/viewuser.php?uid=25761)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L.A. ***
Capitolo 2: *** // ***
Capitolo 1 *** L.A. ***
La sfera del sole troneggiava leggera nell’etere come una
bolla di sapone, abbracciando con la sua aura di luce gran
parte della città mossa dalla frenesia dei suoi abitanti.
L’aria frizzantina primaverile aveva donato un tono di colore
diverso, quella mattina, al grigiore della metropoli che giorno dopo
giorno si trascinava ormai da mesi arrancando nella sua
routine…Los Angeles appare molto più invitante
dai manifesti pubblicitari, quando disti migliaia di km e pensi che
aldilà dell’oceano, in quel mondo fatato, troverai
finalmente una risposta a tutti i tuoi dubbi.
Questi erano i pensieri di Sophie, mentre seduta alla scrivania del suo
ufficio nell’ imponente St Jhon’s Hospital fissava
lo scenario dalla finestra, fingendo di ascoltare il suo buon amico
Eddie che da circa mezz’ora cercava di introdurre un
argomento alquanto spinoso.
“Quindi, come ti dicevo, il progetto per la costruzione
dell’ospedale pediatrico è praticamente ultimato,
ad eccezione di una piccola clausola che i membri della commissione si
sono rifiutati di omettere…” a questo punto Edward
diede un secco colpetto di tosse.”Nn mi chiedi
quale?”
Sophie continuava ad osservare un punto indistinto
all’esterno della finestra.
“Sophie?? Ma mi ascolti?”
La ragazza si riprese immediatamente. Conosceva Eddie da quando, un
anno prima, era stata assunta come vice primario del reparto di
pediatria. Era un collega ed un amico formidabile, il suo braccio
destro, con un’autentica passione per la medicina e
un’inclinazione particolare per la lotta in favore del
diritto alla salute delle popolazioni più degradate. Un vero
“missionario”.
Da quando era giunta a L.A., si era sentita spaesata in
quell’enorme agglomerato urbano e gravata da un peso
insostenibile : entrare nel ruolo di vice primario in uno fra gli
ospedali più rinomati d’America. Lei,
neolaureata in medicina ad Oxford, sebbene fosse una specie di fenomeno
in quel campo, stava tuttavia affrontando ancora la
specialità in pediatria ed era del tutto insolito che la
investissero di tale ruolo.
Eddie l’aveva fatta sentire subito a suo agio, dandole tutto
il suo appoggio e la sua amicizia, ma soprattutto la sua
fiducia. Le malelingue erano sempre pronte a crearle
problemi, ma Sophie era una ragazza forte, intelligente e abbastanza
scaltra per difendersi.
“ Sì Ed…scusami ero distratta. Stavi
dicendo ke il progetto è ultimato, giusto?”
Edward emise un ironico sospiro.
“Esatto, Sophie…resta da definire un piccolo
dettaglio.”
Sophie si puntellò in avanti sui gomiti e assunse
un’espressione concentrata:
“Sono tutta orecchi..”
Eddie si prese una pausa e poi disse tutto d’un fiato:
“ La commissione vuole che un membro del nostro
staff faccia da supervisore diretto al progetto e si rechi in Sudafrica
per preparare un resoconto dettagliato dei lavori in
corso…solo allora daranno
l’autorizzazione.”
Sophie si appoggiò lentamente allo schienale della poltrona
in pelle incrociando le mani sul grembo.
“Notevole Ed..hai pensato a qualcuno?”
Il giovane medico strinse leggermente gli occhi come per prepararsi ad
un impatto:
” Ho pensato al membro più competente,
più versatile e senza dubbio più convincente
dell’equipe..cioè TU.”
Sophie si alzò di scatto dalla poltrona facendola scivolare
contro il muro alle sue spalle.
“Dico, sei matto?? Ti 6 scordato che sto svolgendo
la specializzazione, e qui mi è stato dato un incarico di
estrema importanza? Se lasciassi tutto e me ne andassi in africa per
quanto..un mese diciamo? Al mio ritorno vedrei uno di quegli avvoltoi
che tu conosci bene seduto alla mia scrivania con un ghigno sul becco e
addio promozione!”
“Calmati Sophie”
il tono di voce di Eddie era talmente calmo che aveva il
potere di tranquillizzarla in un istante.
“ nn ti fidi proprio di me,eh? Ho già
spiegato la faccenda al direttore sanitario, ke è stato
talmente soddisfatto del tuo lavoro nel reparto, da firmare subito un
foglio in cui dichiara irrevocabile il tuo incarico..per qualsiasi
ragione.”
-“Se è così soddisfatto,
perché nn vede l’ora di spedirmi nel continente
nero?”
Sophie nn era del tutto convinta-
-“Ritiene che un nuovo ospedale in Sudafrica sovvenzionato da
noi dia un lustro particolare al St Jhon’s agli occhi del
globo…certo nn è un motivo che gli fa onore, ma
nn mi interessa. A me importa solo di quei bambini.. anke a te
vero?”
Sophie tornò a sedersi. Stava valutando mentalmente
l’idea. Ma sì, perché no? Infondo era
stufa di L.A., dedicarsi ai bambini malati era lo scopo della sua
esistenza, ancor più se si trattava di bambini poveri e
maltrattati. E poi, l’africa esercitava su di lei un fascino
irresistibile…quel continente misterioso e solitario
l’attraeva da sempre.
All’improvviso le balenò un pensiero.
“ Ed..sarò sola!come farò a
cavarmela?”
Edward, che aveva seguito il filo dei pensieri di Sophie leggendoglieli
sul viso fino a giungere all’esito positivo, sorrise
compiaciuto per il successo ottenuto.
“Darlin’ ho pensato anke a questo. Ed
è un’idea ke ti lascerà a bocca aperta.
Mio cognato lavora nel manegement di alcune celebrità.
Conosce l’assistente personale di una pop star
famosa in Europa, che inizierà un tour mondiale il mese
prossimo; e indovina quali tappe toccherà fra le altre? IL
Sudafrica, naturalmente! Una settimana in Sudafrica nel periodo in cui
i lavori sono ultimati, resoconto, un po’ di
formalità burocratiche e il gioco è
fatto!”
Sophie era confusa
“scusa nn ti seguo”
-Ed si protese in avanti
“l’assistente di cui ti ho parlato
è alla ricerca di un medico competente che segua i membri
dello staff durante il tour. Ogni volta che qualcuno sta male bisogna
chiamare un medico diverso e si creano situazioni ingestibili.
Così vuole assumerne uno fisso. Sarai il medico referente di
tutti, fuorché della popstar.”
-“Tu 6 completamente andato. Sono un pediatra, nn
un medico generico al servizio di un’orda di
selvaggi musicisti!!”
-“Sophie, ragiona. E’ per pochi mesi, girerai mezzo
mondo senza aver molto da fare, sarà come una vacanza, da
cui tornerai carica e pronta per la corsa finale verso i tuoi
obiettivi. Nel frattempo porterai a termine la nostra missione!
E’ perfetto.
Alloggerai nei più bei hotels dell’europa, vivrai
una vera avventura on the road! Ca...o vorrei andarci io”-
-“e perché nn lo fai?”
Sophie era ancora sostenuta ma i suoi occhi cominciavano a
sorridere.
-“Darlin’..sai che nn posso lasciare il comitato
neanche per un secondo. E dai, fammi un sorriso e dimmi che sono un
genio”-
Sophie considerò ancora una volta le implicazioni di quella
svolta.
Tutto sommato non aveva mai viaggiato per l’Europa, avrebbe
comunque svolto il suo lavoro, avrebbe seguito nei dettagli
l’apertura dell’ospedale pediatrico a Cape Town e
sarebbe stata per giunta pagata!
-“Ok andata” disse decisa.
Edward si fece sfuggire un’esclamazione di gioia.
”Grande! Hai già un colloquio fissato per domani
con Mrs Cliff, l’assistente.”
-“un attimo” continuò Sophie
“nn mi hai ancora detto per chi andrò a
lavorare!”
“Si tratta di un artista molto richiesto in
Europe…Robbie Williams”.
FINE CAPITOLO PRIMO
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Capitolo 2 *** // ***
Sophie si sentì investire in pieno da un turbinio di
emozioni che la lasciò senza fiato.
Fu come scagliata in un lontano passato..il passato di una liceale
milanese la cui vita si divideva fra scuola e serate con gli amici, e
la passione, l’ossessione per un cantante che stava scalando
la vetta del successo.
Robbie Williams…era il suo punto di riferimento,
l’uomo dei suoi sogni, che con la sua musica e le sue canzoni
la comprendeva più di chiunque altro al mondo.
Cos’era successo da allora? Era arrivata
l’università, aveva passato il difficilissimo test
d’ingresso ed era divenuta una delle prime studenti del suo
Corso.
L’erasmus l’aveva sempre affascinata,
così dopo aver presentato domanda si era ritrovata un giorno
a preparare le valige per il magnifico paese che aveva dato i natali a
suo padre e al suo adorato Rob! Oxford era un sogno aldilà
dell’immaginabile…ma da quando era entrata a farne
parte, anke la sua vita era cambiata: ormai pensava solo alla laurea,
al suo futuro e ad una carriera brillante. Tutto il resto era passato
in secondo piano, il suo tempo era totalmente impiegato in esami,
meeting, convegni e interminabili ore di tirocinio in varie strutture
ospedaliere londinesi. La sua passione era sbiadita, nn aveva
neppure partecipato al tour del 2003 per mancanza di tempo.
E così ce l’aveva fatta, si era laureata
con pieni voti assoluti e lode, e nn solo..il rettore
dell’università le aveva spianato la strada
trovandole una magnifica sistemazione a L.A.! L’aveva
raccomandata al direttore sanitario, indicandola come sua pupilla.
La sua intera esistenza aveva preso una piega del tutto diversa, che
sembrava averla allontanata irrimediabilmente da quella
celebrità per lei così
importante…invece ora si ritrovava a fare i conti con il
passato, e con un nuovo imprevedibile futuro.
La mattina del colloquio decise di ricacciare indietro i propri
sentimenti, nell’angolo buio dove erano rimasti per 6 anni, e
affrontare il nuovo incarico con tutta la professionalità di
cui era capace. Quella donna, quella Josie Cliff..Eddie le aveva detto
che era una tipa tosta e piuttosto pungente. “bene,
avrà pane per i suoi denti” pensò
Sophie infilandosi un paio di jeans leggermente scoloriti, una T-shirt
bianca ed una giacca nera sciancrata che le sottolineava finemente la
vita. Calzò rapidamente delle classiche scarpe nere con un
basso tacchetto e si fiondò fuori
dall’appartamento.
Mrs Cliff era in effetti una donna che emanava un senso di
autorità misto a gelida cortesia. Sembrava decisamente
soddisfatta di quello che leggeva nel curriculum vitae, Sophie se ne
rese conto mentre osservava di sott’occhio lo sguardo della
donna che scorreva rapido tra i fogli.
Ad un certo punto parve averne abbastanza ed appoggiò
lentamente il piccolo plico sulla scrivania
-“Dott.ssa Drake…le sue referenze sono
straordinarie. Laureata ad Oxford con il massimo dei voti e lode,
assunta ancora in specialità come vice primario in pediatria
di una fra le cliniche più prestigiose
d’America, membro onorario del comitato per la
lotta alle malattie infantili nel terzo mondo…raccomandata
dal direttore sanitario in persona..insomma che dire. Averla con noi
durante il tour che ci attende è un onore a cui nn oso
ancora sperare. Perché ha preso questa decisione?”-
-“il Dott.Ross, il mio collega, nn l’ha informata
al riguardo?”-
Mrs Cliff si tenne sul vago “Mi ha accennato alla
necessità della supervisione di un progetto a Cape
Town..sbaglio?”-
-“Non sbaglia” confermò Sophie
“ di un ospedale pediatrico per l’esattezza.
Dovrò verificare che i lavori svolti siano secondo tutti i
criteri richiesti dalla commissione che ha preso in esame la proposta.
Il governo sudafricano si è accollato le spese di
costruzione, ma nn può permettersi di mantenerlo. Questo
toccherà al nostro ospedale, e al fondo di beneficenza che
verrà aperto in seguito. La commissione approverà
la proposta solo se la mia analisi apparirà
soddisfacente”-
L’assistente annuì e Sophie continuò
“ voglio essere del tutto sincera con Lei, Mrs Cliff.
L’unico motivo per cui sono disposta ad associarmi al vostro
gruppo risiede nella necessità di recarmi in Sudafrica
accompagnata da una certa protezione. Con questo nn intendo certo
sottovalutare l’incarico che mi offrite, ma voglio
sottolineare che per me si tratta di una fase transitoria, il mio
lavoro è un altro e lei sa bene quale”
così dicendo indicò significativamente con lo
sguardo il curriculum appoggiato alla scrivania.
La donna aveva un’espressione rilassata “Me ne
rendo conto. D’altra parte credo che dopo questo tour nn ci
si presenterà per lungo tempo una necessità di
questo tipo.
Devo essere tassativa su una cosa però: noi ci fermeremo in
Sudafrica solo per le date stabilite, non prorogheremo oltre
il nostro soggiorno per nessuna ragione. E ci occorre un medico per
tutto il tour” guardò Sophie con due occhi
implacabili “se desidera pensarci..”
Sophie nn si lasciò intimidire e la interruppe “Nn
ce né bisogno, Mrs Cliff. Il tempo a disposizione
è ampiamente sufficiente.”
Josie Cliff sorrise. Anche quando sorrideva nn perdeva il suo piglio
autoritario.
“venga con me, dott.ssa Drake. Le mostrerò il suo
studio provvisorio mentre le illustro i dettagli”.
Quella sera a casa, Sophie si sentiva turbata ed eccitata al tempo
stesso per due ragioni: la prima era legata allo strano rapporto che si
era creato con quella Josie. Sapeva di piacerle, era una donna che
mirava ad avere il meglio e lei era di certo superiore alle sue
aspettative. Questo le garantiva un certo ascendente ma allo stesso
tempo la certezza di averla fra i piedi di continuo, cosa
alquanto sgradevole.
La seconda ragione era legata alla posizione del suo “studio
provvisorio”: una stanza con le pareti in vetro e cartongesso
ricavata in un ampio locale dove il “principale”
(Robbie!) e i suoi collaboratori si incontravano per discutere i testi
delle canzoni e i dettagli del tour.
Anche se Josie l’aveva “rassicurata”
dicendole che Robbie nn si vi si recava quotidianamente, e che cque nn
l’avrebbe disturbata, il pensiero di essere a pochi passi da
lui la rendeva nervosa.
Pensò che si stava comportando da stupida adolescente e si
impose di considerarlo come uno qualsiasi di quei boriosi dirigenti che
aveva incontrato fino a quel momento. Tuttavia quella notte si
addormentò tardi e dormì male.
Fine capitolo secondo
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