Amore contrastato, voluto, desiderato...

di fredlove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Cap. 2 ***
Capitolo 4: *** Cap. 3 ***
Capitolo 5: *** Cap. 4 ***
Capitolo 6: *** Cap 5 ***
Capitolo 7: *** Cap 6 ***
Capitolo 8: *** Cap 7 ***
Capitolo 9: *** Cap 8 ***
Capitolo 10: *** Cap 9 ***
Capitolo 11: *** Cap 10 ***
Capitolo 12: *** Cap 11 ***
Capitolo 13: *** Cap 12 ***
Capitolo 14: *** Cap 13 ***
Capitolo 15: *** Cap 14 ***
Capitolo 16: *** Cap 15 ***
Capitolo 17: *** Cap 16 ***
Capitolo 18: *** Cap 17 ***
Capitolo 19: *** Cap 18 ***
Capitolo 20: *** Cap 19 ***
Capitolo 21: *** Cap 20 ***
Capitolo 22: *** Cap 21 + Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Nda : Sto letteralmente divorando : "La storia del nostro Amore." di Morganalastrega.
Adoro la serie della BBC : Merlin, amo letteralmente la coppia : Merlino/Morgana e così ho deciso di provare.
Non so a chi piacerà o meno.
A chi la dedico?
Ma ovviamente, a Miele! E non solo per l'aiuto, per le idee a mezzanotte.
Ad Ambra, e notifico che alcune frasi sono sue. Anche se non ricordo quali. XD

Miele, Ambra. Vi voglio bene ed a voi due dedico questa mia prima - Merlino x Morgana. Un bacio enorme ragazze!!!

Okay, stop. Leggete e fatemi sapere.









Prologo.





L'espressione cupa e triste, non aveva lasciato più il suo volto.
La castellana osservò il servo, che in silenzio camminava e stringeva le redini del cavallo.
Osservò il fratello, che a sua volta provò a far un cenno.
- Merlino -
- Sto bene. - deglutì.
Non stava bene.
Lo sapevano.
Eldor era stata attaccata, avevano mandato una richiesta d'aiuto a Uther per aver una difesa. Il re si era rifiutato.
Merlino, preoccupato per la madre Hunit, era partito in fretta. Seguito da Artù che difficilmente lo lasciava solo ad affrontare un pericolo. Gwen e Lady Morgana.
Erano arrivati troppo tardi.
Del piccolo agglomerato di casupole, non era rimasto che scheletri anneriti. Gli abitanti, superstiti, avevan l'aspetto di fantasmi.
Merlino aveva cercato.
Hunit era morta, proteggendo una novella sposa.
Hunit era morta. Merlino ora era solo.
- Sto bene - ripetè il ragazzo, schiarendosi la voce. - Sto bene - ripetè ormai atono.
Gwen pianse al posto suo.
Artù lo guardò in silenzio, sospirando.
Morgana, si morse l'interno della guancia.
Erano alle porte di Camelot.

- Mi hai disobbedito, Artù! Mi avete disobbedito! -
Uther sbraitò, appena i due principi entrarono nella sala del consiglio.
- Non che sia servito a molto - disse il giovane principe, prima di guardare la sorellastra.
- Di Eldor... - emise Morgana - Di Eldor, non esistono che scheletri... - ma quando alzò lo sguardo verso il re, aveva una luce cupa negli occhi verdi.
- La madre di Merlino è morta. Ora è solo... senza famiglia. - deglutì Artù.
- Non stupirti... se ti sei creato un nuovo nemico, Uther. - continuò Morgana, prima di voltarsi e lasciare l'enorme stanza.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***



Cap. 1






Artù, era a braccia conserte, accanto alla sorella. Entrambi osservavano Merlino, che qualche metro giù da loro accarezzava, sorridente, il cavallo di Parcifal.
Erano passate due settimane dalla vicenda di Eldor. Due settimane e Merlino si comportava come al solito.
Certo più tacirturno, più svelto, e meno imbranato del solito.
Morgana voltò lo sguardo verso il fratello - Ha pianto, sai se l'ha fatto?-
- No, Gaius , ha detto che è così da quel giorno. -
- Povero ragazzo. - emise la donna.
- Non farti sentire da lui. Parole del genere ormai non servono a nulla. - disse secco e rammaricato per non poter dar un pò di sollievo al servo. Riprese a guardarlo da sopra i bastioni del castello. Dove, di solito i reali si affacciavano sulla piazza sottostante.
Morgana emise un sospiro. Merlino per lei era un mezzo mistero. Al suo arrivo a Camelot, le era stato facile inquadrarlo come un ragazzino imbranato, di buon cuore con la s'fortuna di servire suo fratello Artù.
Uther, in quel momento affiancò Artù. In gran pompa magna, a suo dire. Morgana, similò un mezzo sorriso tirato.
- Artù -
La voce del re, parve attirare Merlino. Alzò lo sguardo. Non sorrideva più. Dopo un'altro colpetto sul muso del cavallo, si allontanò.
Morgana guardò Uther. Uther guardò Morgana, ma non disse nulla.
Quando Morgana con stizza si allontanò, Uther guardò il figlio.
- Scusa, padre. Volevi qualcosa?-
Anche lui, era infastidito e dispiaciuto per il comportamento del re. Tanto più che il re, due settimane prima non aveva nemmeno accennato una parola di conforto al ragazzo.

Morgana, lo trovò nelle stalle che strigliava il cavallo nero come la notte. Un dono che i cavalieri un anno prima avevano fatto al ragazzo.
- Mia signora, vi sporcherete le vesti qui dentro. - l'oltrepassò lasciando la spazzola su un banco, e prendendo poi del cibo per l'animale.
In silenzio, Morgana lo guardò mentre sfamava, con malcelata serenità il cavallo.
- Volete qualcosa?- la guardò.
Gli occhi azzurri, di solito cielo limpido, erano ora di un color cupa tempesta.
- Allora? So, mia signora, che dovrei esser rispettoso in certi momenti... ma se volete qualcosa, ditelo ora. - disse secco.
Morgana ammise a se stessa che quel Merlino che conosceva, era cambiato.
- Mi dispiace. -
- Per cosa?-
- Per... il comportamento di Uther. -
- Oh... per quello! - chinò appena il viso, e lo rialzò. Sorrideva triste. - Uther. Siete qui per scusarvi per Uther?! Morgana... se volete farmi un piacere, davvero se volete, evitate di nominare il re in mia presenza con parole di dispiacere. -
Poco gli importava di finire alla gogna, ma sapeva che di Morgana poteva fidarsi. Strinse i crini di cavallo, tra le dita, tanto più quando la donna gli si avvicinò.
- Gwen ha pianto. -
- Non una parola, vi prego. -
- Artù ha pianto. -
- Tacete, per favore. -
- Io ho pianto... per Hunit. Tua madre. - lo guardò lei.
- Non sarebbe servito, se Uther avesse dato l'aiuto che serviva. - la guardò. - Cosa cercate di fare, milady? Ditemelo. -
- Sei.. -
- Cosa? Sono cambiato?! Sono cosa?... Morgana, mia madre è morta! Solo perchè il re, se ne voleva stare al sicuro seduto sul trono! Mia madre è morta!- Gli occhi lucidi ma non piangeva ancora.
Morgana gli era ancora più vicino, ed al diavolo l'etichetta di corte.
- Merlino -
Lui la guardò e qualcosa cambiò, si ruppe, dentro di lui. La castellana gli stava offrendo l'appoggio che tanto desiderava, ma che non voleva chiedere.
Il dolore per la perdita oltrepassò l'argine che aveva tenuto saldo fino a quel momento. E l'abbraccio di Morgana, per lui, sembrava la riva su cui naufragare.
Non seppe quando cadde in ginocchio, e lei lo seguì. Non seppe come si ritrovò a piangere calde lacrime, di dolore e rabbia, con il viso nascosto contro il seno di lei. Si sentiva, lentamente, svuotare. Mentre la donna lo accarezzava con affetto sulla nuca, e gli stringeva le spalle.
Quando Artù, curioso, entrò nelle stalle li vide ancora così.
Merlino piangeva di meno, mentre Morgana lo abbracciava e lo accarezzava.
Voleva dir qualcosa, ma un cenno della sorella lo fece desistere. Avrebbe aspettato. Poi, fu il ragazzo ad accorgersi della sua presenza.
- Sire.. -
- Tranquillo, volevo... Non importa. - gli porse il braccio per tirarlo su, prima di aiutare la sorella ad alzarsi. Si voltò verso il ragazzo - Stai meglio?-
- Sì, grazie. Ora devo tornare... alle mie faccende. - guardò la donna - Grazie, Morgana. - chinò il viso.
Lei gli prese il viso tra le mani, togliendo dolcemente le ultime tracce di lacrime.
- Oddio, per favore! - Artù alzò lo sguardo verso la volta murata. E fece finta di nulla, anche se voleva ridere, nel veder Merlino imbarazzato per quel contatto così diretto con Morgana.

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Capitolo 3
*** Cap. 2 ***



Cap 2.






Merlino camminava, a passo svelto in uno dei corridoi mezzi vuoti del castello, con una cesta colma di fiori di campo tra le braccia.
Era il compleanno di Lady Morgana, e naturalmente Uther adorava far tutto in modo sfarzoso.
Ci sarebbero state danze, quella sera, cavalieri da ogni dove, e dame. Persino il re Salazar di Powys, dato che avevano appena firmato un trattato di pace.
Merlino si fermò di scatto, a qualche metro da lui, Uther che parlava con Artù e due dei suoi consiglieri. Udì il nome di Morgana, uscire dalle labbra del re, ma non diede ascolto.
"Uther è il re. Deve comportarsi in modi, che a volte stentiamo ad approvare." Gli aveva detto Gaius, mentre lui si preparava per partire verso Eldor.
Deglutì. Rivedendo il corpo della madre, privo di vita. Rivedendo la sua Eldor, ridotta in macerie.
Veder Uther così tranquillo come sempre, lo destestava. Chinò il viso sul cesto, le rose bianche parevano occhieggiare verso di lui. Donandogli un senso di benessere.
- Merlino -
La voce di Artù lo distolse, riportandolo sull'attenti.
- Maestà - chinò il capo, prima di rialzarlo - Posso fare qualcosa, per voi?-
- Sei fermo, lì da almeno dieci minuti. Non devi lavorare?- il principe gli mise una mano sulla spalla.
Era un suo modo per stargli accanto. - Questi fiori?- gli domandò.
- Per Lady Morgana -
- Ed allora che fai, qui in mezzo al corridoio? Aspetti che appassiscano? Muoviti. -
- Certo, sire. - e con riverenza si allontanò, senza degnare Uther di uno sguardo.
Non era troppo lontano, quando udì parlare nuovamente il sovrano.
- Artù, sei sicuro che quel tuo servo sia così efficiente? -
- Sì, che domande. -
- Sarà... ma sembra che abbia qualche problema di apprendimento, od addirittura qualche demenza. -
Merlino strinse le labbra, ma continuò a camminare come se niente fosse.
Quando bussò alla porta della stanza della donna, stentava a creder di aver ancora la facoltà di restar calmo.
- Oh, sei tu, Merlino - gli disse, una volta aperta la porta ed averlo fatto entrare. - Stai bene?- gli chiese, dato il silenzio del ragazzo mentre posava il cesto di rose, e cercava di comporne un mazzo da mettere nei vasi.
- Sì, sto bene. -
La mano di lei, sul polso, lo fermò. - Parla -
- Sto bene, mia signora... Sto bene, sul serio. Voglio solo... -
- Merlino, ultimamente dici spesso che stai bene. - lo guardò.
Merlino per quanto si fidasse, non sapeva fin dove spingersi e confidarsi con lei.
Si ferì il pollice con una spina, ed una goccia di sangue cadde su una petalo, sporcandolo.
- Non dormo la notte, mia signora... - iniziò - La notte vedo mia madre, che mi guarda in silenzio. E vedo Uther sempre seduto sul trono, a suo agio. Vedo la distruzione di Eldor, e la sento dentro di me. Capite?-
- Ti capisco... -
- Non credo. - emise il ragazzo guardandola - Non sapete... come mi sento. Ogni volta che osservo Uther. E vorrei... - prese un respiro profondo prima di parlare ancora - A volte... vorrei vederlo perire di mia mano. - ammise, più a se stesso che a Morgana.
Poi guardò la donna. - Perdonatemi, mia signora. - si allontanò - Non dovevo... -
- Non temere, terrò per me i tuoi pensieri. - gli sorrise mesta. - Ma non farti deviare dal tuo odio per Uther. Ce n'è abbastanza in giro... -
- I vostri... incubi, vi tormentano ancora la notte?- cambiò discorso lui.
- Spesso. - ammise - Non funzionano, più temo, i rimedi di Gaius. - prese quell'unica rosa macchiata ormai di rosso e la guardò rapita.
- Vi sentite, mai fuori luogo?- domandò lui, guardandola.
La bellezza di Morgana sembrava eterea. Ed in quel momento di confidenze, averla così vicino , gli apparve ancor più bella. Perfetta, nonostante le sue paure e fragilità di donna, che sembrava rinchiusa in un ruolo che poco le calzava a pennello.
Morgana lo guardò, prima di annuire. - Ultimamente, spesso. -
Poi riprese un pò di contegno. - Ora va, c'è da lavorare... su, su... -
Merlino sorrise a quel suo cambiamento repentino e spontaneo - Subito, mia signora. -
Ma una volta davanti alla porta, si stupì delle due braccia femminili che gli circondarono la vita da dietro.
Sentiva il mento di lei, poggiato contro la schiena, ed il lieve contatto con il seno morbido.
- Ne avevi bisogno, Merlino. Ed anch'io... - ammise.
Quando lei interruppe il contatto, Merlino si voltò per guardarla.
Ed accadde qualcosa di inaspettato. Quel qualcosa che aveva provato solo con una persona : Freya.
- Perdonatemi... - chinò il capo e si dileguò veloce dalla stanza della donna.
Non poteva essersi innamorato di Morgana!

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Capitolo 4
*** Cap. 3 ***



Cap 3






La sera, arrivò in fretta. Secondo Merlino, per lo meno. Per il resto del pomeriggio aveva lavorato, ed i pensieri erano un pò volati.
Ma arrivato il momento di dover entrare nell'enorme sala del trono, si trovò a cercare , Lei, con lo sguardo.
Notò lo sfarzo degli arredi della sala, degli abiti dei nobili.
Era accanto a Gaius, quando notò il re ospite, accanto ad Uther. Ne incrociò lo sguardo, sentendosi infastidito. Re Salazar di Powys.
Un uomo dell'età di Uther, pressapoco. Un fisico ben piazzato, ed asciutto. Capelli neri, appena ingrigiti sulle tempie, ed un viso deciso.
Gaius gli aveva accennato la sua storia. Una vita di battaglia, praticamente, sembre in combutta contro Uther. Salazar si avvaleva di vari stregoni nel suo esercito e nel consiglio.
Poteva sembrar un re aperto a varie possibilità. - Gaius aveva usato esattamente quelle parole - Se non fosse per una crudele ironia.
Amava torturare i suoi prigionieri, personalmente. Che fossero donne, o bambini.
"Per qual motivo, Uther, ha fatto pace con lui?" aveva guardato il vecchio cerusico. " Perchè, poi invitarlo al compleanno di Morgana?"
" Non ne so niente, Merlino."

- Uther lo sa degli stregoni?- domandò azzardando verso Gaius.
- Certo che lo sa. Ma da quello che ho capito, oggi chiude un occhio. -
Gaius emise un sospiro. Uther faceva sempre di testa sua, da che lo conosceva.
Il giovane mago guardava ancora, Salazar. Poi ne seguì i movimenti della testa.
Morgana, era entrata finalmente, al fianco di Artù.
Merlino per un secondo incrociò lo sguardo con lei. E riaccadde. Quella sensazione dell'abbraccio poco prima nel pomeriggio, quel voler avvicinarsi nuovamente a lei, od il suo soffermarsi a contemplarla.
La cosa che lo stupì, fu la rosa bianca macchiata di sangue, tra i capelli acconciati di lei.
Riabbassò lo sguardo, sentendosi frastornato. Riprendendo a respirare lentamente.
La festa era iniziata.

Morgana, era seduta in mezzo ai due re. Guardava, le persone che le stavano intorno e sorrideva, o fingeva di esser lì.
Era ciò che Merlino, le leggeva nello sguardo.
Artù lo richiamò, nuovamente. - Merlino, sei un pò distratto -
- Perdonatemi, sire. -
- Cosa ti prende?-
- Solo una ... sensazione, ma niente di più. Vino? -
- No. Servi da bere a Morgana... sembra di star per scappare a gambe levate. -
- Certo, come volete. -
Così, per ciò che voleva Artù, si avvicinò alla sedia di Morgana. Servendole da bere.
Inspirando un profumo lieve. Cedro.
- Grazie, Merlino. -
- Mia signora. -
- Merlino. - lo guardò Salazar - Merlino... ho sentito parlare di te. Il principe Artù ha molta stima di te. -
Merlino stette in silenzio, ringraziandolo con un inchino rispettoso.
- Da dove vieni, Merlino?-
Il suo sguardo si incupì, così fu Morgana a rispondere. - Viene da Eldor, mio signore. -
- Eldor. -
- Sì, mio signore. Vengo da Eldor. - la voce gli tremò, prima che potesse schiarirla.
Morgana ancora lo trasse in salvo - Vai, Merlino. Gaius ti starà cercando. -
- Certo mia signora. -
Si allontanò, sotto lo sguardo attento della donna. Ed anche del re al suo fianco.
- Eldor è stata attaccata un mese fa. - emise Uther bevendo un sorso di vino.
Morgana represse un insulto.
- Sì... ho sentito qualcosa del genere. - continuò Salazar - Volete concedermi questo ballo, milady?-
Morgana si sorprese. - Perdonatemi, ma non mi sento in vena... anzi temo di dovermi allontanare.-
- Certo, mi rincresce. -
Uther guardò la figlia, interrogandola. Ma lei non lo degnò di uno sguardo.
Si allontanò svelta, sorridendo a chi la fermava.
Quindi solo Artù udì, ma fece finta di distrarsi, quando Uther si mise a parlare con l'ospite. E si sentì ribollire di rabbia quando udì che era stato lo sceriffo di Salazar ad attaccare Eldor.
- Uther, vecchio mio. Correggimi se erro...ma ... Lady Morgana, non è in età da marito?-

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Capitolo 5
*** Cap. 4 ***



Cap. 4




Scusandosi, poi con garbo, con il re ospite, in qualche modo era riuscita ad evitare la sua festa di compleanno. O per lo meno, la maggior parte della festa.
Ed ora, nella sua stanza tra le coltri pesanti di velluto, si rigirava nel suo letto. Non voleva ammetterlo, ma aveva una gran fame. Gwen le aveva lasciato qualcosa sul tavolo. Ma due mele, non la sfamavano di certo. Così si alzò, coprendosi al meglio con una veste da camera ed uscì dalla sua stanza.
" Ho scoperto che è stato Salazar ad attaccare Eldor." le aveva detto Artù, mentre le augurava una buona notte. " E per di più... credo che questo trattato di pace ci sia, solo per un motivo..."
" Quale?"
" Semplicemente, Sorellina, sei in età da marito!"

Non pensava minimamente a sposarsi. O per lo meno, con un tipo mezzo sconosciuto come re Salazar.
- Mia signora, cosa ci fate in giro a quest'ora?-
- Merlino! Potrei porti la stessa domanda. -
- Sono un servo, mia signora, devo finire con gli altri... Voi?- aveva incrociato le braccia contro il petto.
Solo dopo un po' di silenzio, lei rispose. - Ho... fame. Ecco, l'ho detto. Ho fame, e nonostante le mele che Gwen mi lascia sul tavolo, non mi sfamo. - fece una specie di broncio con le labbra.
Cosa che Merlino trovò assolutamente tenero. E seducente, dannazione.
- Vi accompagno nelle cucine, ho chiesto a Greta di mettermi da parte un po' di dolce. Posso dividerlo, con voi. -
- Considerando che è il dolce per la mia festa?-
- Solo un dettaglio superfluo, milady. -
Ecco, si ritrovavano a scherzare nel corridoio mezzo illuminato dalle torce ormai consunte. Camminando verso le cucine.

- Greta... -
- Merlino, caro. -
Greta era una donnina grassottella, con l'aspetto bonario. Aveva preso in simpatia Merlino, da subito.
- Mia signora - si chinò verso Morgana.
- Greta... hai messo da parte il dolce? Dimmi di sì, ti prego. - la pregò, facendo uno sguardo da cucciolo.
- Certo caro. Devi mangiare, sei magro come uno stecco durante la siccità! Un colpo di vento e cadi a terra! Mia signora, questo ragazzo mangia poco e niente. Mi chiedo come resista in piedi!-
- Lo farò mangiare, personalmente. - le rispose divertita, Morgana, prima di rimaner sola con Merlino.
Una volta rimasti soli, erano entrambi a proprio agio. Seduti l'uno di fronte all'altro, con il dolce sul piatto che addocchiava sia l'uno, che l'altro.
- Prendete, avrete fame. - Merlino le porse una posata pulita.
- Dividi con me?-
- D'accordo. Solo se mi dite, cosa vi turba. -
- Non credo sia il caso. - prese un pezzetto di dolce e se lo portò in bocca.
- Ne siete sicura?-
Lei annuì, mentre ingoiava. - Mangia, Merlino. -
- Vi turba, Salazar?- e vedendola deglutire, continuò - Turba anche me, lo ammetto. -
- Artù... ha sentito che Salazar ha mandato l'attacco ad Eldor. - disse sincera - E che questo trattato di pace, è solo il pretesto per darmi in sua sposa.-
- Bene. - lui chinò il viso, stizzito per quella piega della situazione - Salazar attacca il mio villaggio, uccidendo mia madre. Uther non fa nulla, anzi firma un trattato di pace e vi da in sua sposa! Perdonatemi, mi è passata la fame. Questo dolce, mi sembra veleno al momento. - disse secco.
Morgana lo guardò, abbassando poi a sua volta il viso. Già... il dolce al momento aveva un retrogusto amaro.

La mattina arrivò presto, fortunatamente per Merlino.
"Sogni d'oro, Merlino" gli aveva detto Morgana qualche ora prima.
Nessun sogno d'oro.
I pensieri, nelle ore restanti della notte, erano stati tutt'altri che dorati. Lo avevano lasciato totalmente confuso.
Salazar, il villaggio... sua madre. Il trattato di pace, Uther. Ed il suo... amore, se così poteva già definirlo, per Morgana.
Inutile chiedere consiglio al Grande Drago. Le sue risposte enigmatiche l'avrebbero confuso maggiormente.
Chieder consiglio a Gaius? Ad Artù?
E cosa rispondere all'ipotetica domanda "Cosa ci facevi in compagnia di Morgana, nel cuore della notte, in cucina?"
La porta che si apriva lentamente, e la voce della ragazza lo distolse dai suoi pensieri.
- Gaius?-
- Credo sia in consiglio con Uther. Sembrate spaventata, milady. - l'osservò.
- Oh. Non importa. Gli parlerò quando lo incontrerò per strada. - si mosse per andarsene.
- Morgana - la fermò - Vi sentite bene?-
La donna annuì energicamente, prima di rispondere affermativamente.
- Siete sicura?-
- Certo. -
Merlino, tranquillo si poggiò contro il tavolo. Incrociando le braccia contro il petto. Doveva far qualsiasi cosa, pur di non tirarla nel suo abbraccio. Dannazione, stava diventando difficile resistere.
- Ho paura, Merlino. -
- Di cosa? -
- Di me stessa. Non so cosa mi succede. Incubi che continuano. Mi sento soffocare, mi sento... - lo guardò, prima di iniziar a camminare avanti ed indietro - Stanotte ho acceso una candela, senza alzarmi dal letto. E poco fa, mentre... risentivo le parole di Artù, del matrimonio, di re Salazar, mi sono sentita esplodere. -
Per Merlino bastava poco, solo allungare la mano.
Bastava veramente poco.
- E se fosse magia? Uther odia la magia. - disse lei.
E bastò quel poco. Merlino allungò il braccio, prendendole la mano che era salita a torturarsi i capelli neri.
- Morgana. -
- Aiutami, ti prego. -
Questa volta era lei ad implorarlo. E Merlino, certamente non sarebbe rimasto fermo senza far nulla.

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Capitolo 6
*** Cap 5 ***



Cap 5




Le mani legate dietro la schiena, e le fascine di legno facevano sanguinare la pianta dei piedi.
Il cuore che batteva forte contro la gabbia toracica, ed il respiro accelerato.
Poi, un uomo. Qualcuno senza volto, accese una fiaccola e la portò ai piedi della catasta.
Le fiamme, divamparono alte.
Qualcuno gridò.






Morgana balzò seduta nel letto. Gridando quasi forsennata, fino a sgolarsi. Sentiva, tremando, tutte le sensazioni di quel sogno appena fatto.
Era sola nella sua stanza.
"Merlino" si trovò a chiamarlo, piangendo.
Un bussare, qualche minuto dopo, e la voce conosciuta che voleva sentire. - Milady, aprite. Morgana, sono io... -
Tremante, scese dall'enorme letto, aprendo poi la porta.
Merlino era lì, davanti a lei. Gli si buttò tra le braccia, che non era nemmeno entrato nella stanza.
- Mi hai chiamato... - la trascinò dentro, guardandola alla luce della luna che penetrava da una finestra. - Tutto bene?-
- No. Ero legata... e poi.. il fuoco. Bruciava. - disse sconnessa. - Mi sentivo bruciare. -
- Era solo un sogno. -
- Merlino, i miei sogni sono premonitori!-
- Non questa volta. - la guardò, e si azzardò ad asciugarle le lacrime sulle guance. - Non questa volta, fidati di me. -
- D'accordo. -
- Mancano solo due ore all'alba, Morgana. Torna a dormire, ora. -
Lei si strinse nelle spalle, affondando il viso contro il suo petto. - Non lasciarmi sola. -
- Non vorrei... - ammise - Ma...sono sempre un servo. -
- Ti... prego, Merlino. - si morse il labbro - Resta, con me. -
Lui l'accompagnò fino al letto, costringendola dolcemente a rientrare sotto le coperte. - A notte fonda... verrai con me. Ti porto, da qualcuno che può aiutarti. - le disse.
- Dove?-
- Druidi. I Druidi nella foresta al valico della montagna. Loro sapranno...-
- Ma.. tu, non...-
- Morgana, sono un giovane mago anche io, ma non possiedo la saggezza di chi pratica la magia come i Druidi. Loro sono... da chi vorrei, io stesso, degli insegnamenti. -
Sì, le aveva confessato di essere un mago. Non le aveva ancora confessato il suo amore, cosa che riteneva più difficile.
- Loro sapranno darti le risposte che cerchi. Ora dormi. Resto fuori dalla stanza. -
- Sei testardo, lo sai?-
- Sono il servo di Artù, ricordi?-
Morgana sorrise - In caso, ritengo tu sia un santo. Non ti viene mai voglia di... -
- Dormi, Morgana. -
Lei fece un broncio - Okay, okay. - ma lo fermò prima che uscisse dalla porta - Grazie, Merlino. -

Quando Morgana aprì gli occhi, fu solo per un rumore lieve che Gwen fece vicino al suo letto.
- Gwen... -
- Perdonatemi, mia signora... - la guardò con dolcezza - Non avete dormito molto, vero?-
Morgana si portò le mani al viso, prima di riavvivarsi i capelli. - Non molto... si nota?-
- Veramente, sì. I rimedi di Gaius, non funzionano più?-
Morgana si era alzata dal letto, camminando verso la finestra. Voleva aria fresca sul viso.
- Non molto.... oh, santo cielo! Merlino!- si ricordò improvvisa.
- Dormiva, davanti alla vostra porta. -
Morgana si intenerì. Merlino era rimasto veramente tutta la notte, davanti alla sua stanza.
- Grazie Gwen... Oggi vorrei mettere il vestito rosso... - si acconciò i capelli in modo morbido, e cadente. Voleva sentirsi la testa leggera.
Una volta finita la colazione, e la toeletta, Morgana lasciò la sua stanza. L'abitudine di andare da Uther per la buona giornata, le pesava in quel momento.
Voleva solo vedere Merlino. Per lo meno, ringraziarlo.
- Merlino, datti una mossa. Oggi sei più lento!-
La voce di Artù, interruppe poco i suoi pensieri.
- Merlino, datti una mossa. -
- Arrivo, arrivo...- ed apparì, celando uno sbadiglio dietro la mano. - Milady, buongiorno... -
- Buongiorno. -
- Merlino! Oh, sei qui! Ciao Morgana, scusa Merlino è un pò lento, oggi... - si rivolse verso il ragazzo - Datti una mossa... Hai da fare parecchio. Devi...-
- Lucidare la mia armatura, la mia spada, rassettare la mia stanza, dar da mangiare ai cavalli... - Merlino disse esattamente le stesse parole di Artù.
- Che fai, mi prendi in giro?-
- Noo. - ma un'occhiata del principe lo riportò alla serietà - Vado. Mia signora...-
Si allontanò.
- Sei stata da nostro padre?-
- Non ancora. Perchè?-

L'andar avanti ed indietro della donna, non lo disturbava. Di solito. Morgana, però stava andando avanti ed indietro da ... almeno quattro volte la lucidatura della spada. E lui la stava lucidando per la quinta. Artù voleva specchiarsi. Vanesia, testa di fagiolo!
Non era questo il punto, ma... Morgana era in quella stanza con lui.
- Milady, perchè non vi sedete?-
- Mi si sporca il vestito!-
Merlino sollevò un sopracciglio. Si era seduta altre volte, durante quei mesi, accanto a lui. In quella stanza... non molto pulita.
- Potete parlare, almeno?-
- Salazar. -
- Salazar. - ripeté Merlino.
- Sì. Merlino. Re Salazar. - si morse il labbro - Uther... mi caldamente consigliato di presentarmi al meglio domani... a mezzogiorno, solo per accoglierlo. -
- Come una sposa felice. -
- Non prendermi in giro. -
- Scusate. - le sorrise - Ma adesso, vedo tutt'altro che una sposa felice...-
- Merlino - assottigliò lo sguardo, prima di sorridere e rilassare le spalle. - Può... darsi, che al momento sembri... -
- Una... donna isterica?- azzardò.
- Merlino! -
- Non volete sposare Salazar e sinceramente non vi invidio. Perchè non ne parlate con Uther?-
- Tanto vale che gli dica : Uther, sono una strega!- lo guardò - Certo può funzionare, è sicuro che non sposerò nessuno!-
Merlino le sorrise apertamente - Siete melodrammatiche, voi donne. Sapete?- Ma sussultò allo sguardo che Morgana gli lanciò. - Perdonatemi, milady. Mi è sfuggito...-
- Ti sfugge qualsiasi cosa ti passi per la testa, ultimamente... -disse con nonchalance.
Merlino fece spallucce. - Mi sento... a mio agio con voi, dopo tutto... Credo sia un bene, no?-
Morgana, rimase per il modo schietto. Si schiarì la voce, prima di parlare - ... Volevo ringraziarti. -
- Per cosa?-
- Per.. stanotte.-
Merlino rimase un attimo in silenzio, poi - Potete passarmi il fodero per favore?-

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Capitolo 7
*** Cap 6 ***



Cap 6.




Merlino di soppiatto era entrato nella stanza della donna. Tappandole la bocca con la mano, per non farla gridare.
- Scusate, mia signora... - tolse la mano.
- Merlino, se volevi farmi venire un colpo al cuore, ci sei riuscito!- gli pizzicò il braccio.
Era notte fonda. E come da programma, ne avrebbero approffittato per andare dai Druidi. La luna era oscurata dalle nubi cariche di pioggia.
In silenzio, mentre Merlino si massaggiava il braccio, camminarono rasenti al muro. Evitando ogni cosa che li ostacolasse.
Ma nei pressi del cortile interno verso le stalle, c'erano le guardie notturne. E dovevan trovare il modo di aggirarle.
Morgana guardò Merlino.
- Allora?-
- Sto pensando. -
- Fai in fretta, sto congelando!- e gli sorrise innocente - Sono una signmpff...-
Merlino le aveva tappato di nuovo la bocca, con la mano. Trascinandola dietro una colonna. - Mia signora, dovreste tacere. Vi adoro quando parlare a sproposito, senza fermarvi, mostrandomi il vostro lato isterico. Ma, al momento ci sono delle guardie. E lo so, fa freddo. O volete prepararvi, per domani, per incontrare il vostro promesso sposo?- le domandò sarcastico e divertito poi, dall'occhiata che lei gli lanciò. - Posso sperare di un minimo di silenzio?- la liberò.
- Hai parlato solo tu. - assottigliò lo sguardò - Bastava : "State zitta, milady".-
- State zitta, milady. - prima di distrarre le guardie con la magia.
- E non sono isterica!-
Merlino fece una smorfia, prima di farla passare davanti ed andare nelle stalle.
Qualche minuto dopo erano a cavallo, diretti nella foresta al valico della montagna.

La pioggia li sorprese a metà strada, ed i lampi iniziavano ad innervosire i cavalli. Tant'è che rischiavano entrambi di finire disarcionati.
- I cavalli sono troppo spaventati... - cercò di dirle. - Ce la fate a piedi?-
- Credo di sì... -
Scesero da cavallo, vicino ad una rientranza nella roccia.
- La pioggia, fortunatamente cancellerà le nostre tracce... - le disse - Prendete - le mise addosso il suo mantello caldo - Tremate di freddo... - le passò energicamente le mani sulle spalle.
- Grazie.-
Dopo che Merlino ebbe legato i cavalli in modo che non scappassero, iniziarono a camminare.

La terra bagnata, si attaccava alle vesti. Entrambi finirono per inciampare parecchie volte, evitando fortunatamente di farsi male.
La pioggia, forte, penetrava dalle fronde degli alberi, il vento, i lampi... Tutto faceva sembrar che la natura si stesse scatenando.
Morgana gridò all'improvviso. Un lampo aveva centrato un ramo, quasi sopra di loro.
- State bene? Vi siete fatta male?-
Morgana lo guardò, evitando di sorridere dalla tenerezza. Merlino, preoccupato, aveva un chè di tenero nel viso sporco di fango. Non difficile, visto che poco prima era caduto esattamente di faccia a terra.
Abbassò lo sguardo, facendo poi un verso malinconico. Il suo vestito non era da meno!
- Morgana, state bene?-
Lei annuì, dopo esser tornata a guardarlo, prima di allungare la mano e torglier via quel fango dal suo viso.
Merlino si sentì accaldato, a quel contatto. E sperò vivamente che lei non notasse il rossore.
- Possiamo continuare... -
- Quanto pensi che manchi?-
- Un'altra... mezz'ora credo. Se non più.- la guardò - Ce la fate a camminare?-
- Sì, andiamo. -
Il loro silenzio, mentre camminavano, era rotto solo dai rumori che li circondavano.
- Come mai non volete sposarvi con Sire Salazar?- domandò lui all'improvviso.
- Cosa?-
- Salazar... non volete sposarlo. Perché, se é per il benessere di Camelot?-
- Il mio benessere, allora? - disse con voce rotta. - Uther pensa solo a sé stesso. Tu pensi, che debba sposarlo?-
- Non è ciò che penso io... Morgana. È ciò che volete voi. -
- Voglio sapere ciò che pensi. -
Merlino si fermò. Pensando fortemente a come risponderle.
" Non voglio che lo sposiate. Perché? Perché vi amo. Vi desidero. Perché con voi mi sento completo e non devo più nascondere ciò che sono."
- Ciò che penso io.... sono solo un servo. Meglio continuare, manca ancora molto. - le passò oltre.
Morgana notò un cambiamento di tono della voce, come nel modo di comportarsi. Così rimase in silenzio e lo seguì.
Ma quando lui le porse la mano, per non farla cadere, dovette ricredersi. Era Merlino, semplicemente lui.
Una strana sensazione la pervase mentre gli stringeva la mano. Una sensazione semiconosciuta. Simile a quella che aveva provato quando l'aveva abbracciato nella sua camera.
- Scusa, non volevo turbarti. -
Merlino si voltò di scatto, prima di tirarla a sé con un movimento veloce. Si schiarì la gola prima di parlare.
- No. Non dovete scusarvi, Morgana. - emise quasi coraggioso.
Lei deglutì, ma sapeva che non era per il disagio.
- Volete la mia opinione? Non dovete sposarlo. Nè per Camelot, nè tantomeno per voi. - disse sincero - Magari vi sentireste, forse, a vostro agio. Salazar, non disdegna la magia... - la guardò - Ma sareste lo stesso prigioniera, siete una regina, e come tale dovreste esser trattata. Ma non con un uomo come lui.. -
- Che tipo di uomo, vedresti per me?- gli domandò senza pensarci. Quasi le faceva male pensare ad un altro uomo, che non fosse chi aveva davanti in quel momento. Abbassò il viso, ma rimanendogli di fronte. - Rispondi. Un tipo come te?- la buttò lì curiosa.
- Sono solo un servo, vi rammento, Morgana. - si schiarì la gola - In caso... non potrei offrirvi niente, che non sia il... mio cuore. - disse sincero - Nient'altro che questo. Il mio amore per voi. - lo sussurrò.
- L'amore non dovrebbe essere così difficile*- rispose lei.
- Servo, e dama del castello. - lui si allontanò, ma non del tutto.
Se tanto valeva, poteva approffittarne e starle accanto il più possibile.
Un quarto d'ora dopo raggiunsero, seppur difficilmente, l'accampamento dei Druidi.











*cit. Susan - Desperate housewife.

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Capitolo 8
*** Cap 7 ***


Chiedo venia, se il capitolo sembra... corto?! Ma più di così non potevo fare!!!





Cap 7





- La magia è un dono, mia signora -
Il vecchio Druido, offrì loro una tazza di tisana fumante, mentre si riscaldavano accanto al fuoco. Almeno la pioggia era diminuita.
- La magia è nell'insieme delle cose. Della terra, dell'acqua... del fuoco e dell'aria. - continuò - Anche nel semplice sorgere del sole e della luna. -
Merlino in silenzio ascoltava. Gaius gli aveva detto già quelle cose. E lui l'aveva ripetute a Morgana.
Ma sentirle da un venerabile Druido, era tutt'altro. Il solo sentirlo parlare, gli sembrava qualcosa di mistico, affascinante. E dire che lui parlava con un Drago vecchio di mille anni!
Osservò Morgana, oltre l'orlo della tazza, di fronte a lui.
Sembrava rapita, ed in pace con sé stessa. Forse sentiva che la stava osservando, perché ad un tratto si voltò.
Incrociando lo sguardo verde smeraldo con il suo. Merlino deglutì.
Da quanto, lo affascinavano quegli occhi? E le labbra?
Riprese ad ascoltare il Druido, che rispondeva ad una domanda di lei - Uther odia la magia, solo perché non la conosce pienamente. Uther, ne ha conosciuto solo la parte peggiore. Senza una morte, non ci può essere una vita. È per l'equilibrio delle cose. -
Uther. Solo il nome lo faceva innervosire, ma decise di non pensarci. Perchè, poi?
Aveva pure promesso la donna che amava, a qualcun altro. E non uno qualunque. Il mandante della morte di sua madre. Della fine di Eldor.
Gli scivolò via una lacrima, e deglutì prima di borbottare una scusa per alzarsi.
Si rintanò nella tenda che avevano adibito per lui, sedendosi a gambe incrociate su quel giaciglio improvvisato di paglia e coperte.
Respirando profondamente.

- Merlino?-
Morgana fece capolino, quasi un quarto d'ora dopo, scostando l'entrata della tenda.
- Tutto okay?-
Lui annuì - Più o meno. - la guardò - Ha risposto alle vostre domande?-
- In gran parte. Per le altre, ha detto che devo trovare la risposta da sola. -
- Enigmatico... - le sorrise asciugandosi gli occhi - Dovreste dormire, siete stanca. Mancano quattro ore all'alba.-
- Posso rimanere qui con te?- chiese senza preamboli. - Se ho ... degli incubi?-
- Ne siete sicura? Vi fidate di me, a tal punto?-
- Perché... - era entrata del tutto nella tenda - Dovrei aver paura di te?-
Silenzio.
- O sei tu, ad aver paura di me?-
Merlino sorrise appena ma continuò a restar in silenzio, nel guardarla. Accidenti se era bella, seppur con i capelli umidi ed un po' in disordine. Ed un vestito poco adatto per una nobildonna.
- Rispondi. Hai paura di me?-
- Non mi fido di me stesso, quando siete con me. - ammise.
- Davvero?-
- Non siete spaventata? - le domandò, quando lei gli si stese accanto.
Lei lo guardò sorridendo - Potrei sempre sfinirti, facendo l'isterica. - e nel dirlo, si era sciolta del tutto i capelli.
Merlino sobbalzò internamente. Era un gesto tanto semplice, quanto sensuale. Deglutì, mentre istintivamente allungava una mano. Scostandole, dolcemente, un boccolo ribelle dal viso.
- O parlare a sproposito.- continuò lui.
- Vedo che mi capisci. -
Se era imbarazzata, non lo diede a vedere. Intanto Merlino si diede dello stupido, solo per quel gesto affrettato.
- Vedo che rammentate poco... - le disse dopo un po' di silenzio. - Io vi adoro - sottolineò apposta le parole, mentre la guardava - Quando parlate a sproposito e siete isterica. -
- Non sono isterica!-
- Certo che lo siete!-
- No!-
- Sì. Siete isterica. - le sorrise, prima di diventare serio - E siete bellissima. Non sposate Re Salazar. Non ho niente da offrivi... ma vi amo.- la guardò - Ti amo, Morgana. - si corresse.
Provando la pazza voglia di baciarla. Doveva baciarla.
- Sono una dama isterica, la figliastra del re. Tu, il servo di Artù - disse lei malinconica. - Merlino, non... può... accadere. Non deve. -
- Vuoi che accada?- la guardò e nel domandarglielo si era chinato verso il suo viso. - Vuoi che accada, Morgana?- le domandò più dolce.
Lei lo guardò soltanto. In silenzio.
Voleva che accadesse?
Il silenzio, Morgana tentennante e così pensierosa, erano cose nuove per lui.
Che fosse dannato! Quel silenzio lo stava uccidendo!
- È la prima volta che vi vedo così - disse rompendo il silenzio.
- Così come?-
- Titubante. - fece spallucce - Perdonatemi se vi ho turbata, milady. Dormite ora. -
Si stese apparentemente tranquillo, le braccia sotto la testa, anche se cercava di capire come e perché si era dichiarato. Forse era meglio se l'avesse baciata, beccandosi uno schiaffo e la gogna. Sarebbe passato come un piacevole incidente.
Il fruscio delle vesti di Morgana, non lo disturbavano. Il respiro silenzioso, accompagnato dal rumore leggero della pioggia, nemmeno.
Non era coerente nemmeno con se stesso! Il silenzio di Morgana lo uccideva e lo tranquillizzava allo stesso tempo.
- Avete freddo?- le domandò, notandola di spalle.
- No, sto bene. Grazie. -
- Notte, Milady. -
- Notte, Merlino. -
Ancora silenzio. Merlino chiuse gli occhi, per lo meno per evitar di pensare ad ogni cosa. Giusta o sbagliata che fosse.
Ma un movimento, di lei, lo mise in allerta.
- Merlino -
Quando aprì gli occhi, si trovò lei di fronte al viso. La guardò interrogativo, prima di agire d'istinto. Allungò il braccio per passarglielo dietro alle spalle e la fece adagiare sul suo petto.
- Dormite, ora. -
Iniziò a canticchiare una piccola nenia, passando le dita tra i suoi capelli, poi sul braccio di lei.
Su e giù.
Si fermò, solo, quando lei gli cinse la vita con il braccio mettendosi più comoda.
-Ho sbagliato qualcosa? - sollevò il viso per guardarlo.
- No.. non credo. Sempre se siete voi a volerlo.-
Lei fece una smorfia - ... Torna a cantare, Merlino...- si riadagiò sul suo petto - E non ti ho detto, mica, di fermarti con le dita!-
Merlino sussultò ridendo. - Viziata -
- Vorrei dormire, Merlino. Fa silenzio. -
- Iniziamo bene!-
Fu il turno di Morgana, per ridere apertamente.

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Capitolo 9
*** Cap 8 ***



Cap 8




La mattina stava per sorgere. Merlino lo sentiva nell'aria, come ogni mattina da tre anni. Servire Artù richiedeva puntualità.
Strinse il braccio intorno alle spalle di Morgana, che continuava a dormire.
Era rimasta abbracciata a lui, per tutto il resto della notte.
Non che gli desse fastidio,chiaramente, ma doveva svegliarla o non sarebbero tornati in tempo per mezzogiorno.
Voleva mandar al diavolo tutto, e restare con lei. Portarla in qualche luogo lontano introvabile.
Socchiuse le labbra, prima di sospirare. Si passò una mano tra i capelli, mentre continuava a rimandare ed osservare i legni sopra di lui, che sorreggevano la tenda.
Fece solo un minimo movimento, prima di azzardarsi a passare la mano libera tra i capelli setosi di lei.
Di solito quando svegliava Artù, apriva le tende di scatto, levandogli poi i cuscini sotto la testa ed a volte, specie d'inverno, tirar via le coperte.
Ma era Artù, ed era al castello. Aveva delle libertà, con la testa di fagiolo.
Ora accanto a lui c'era Morgana. Respirò profondamente.
- Morgana... è ora di svegliarsi... -
Solo un sospiro profondo da parte della donna, ed il suo stringersigli contro.
- Milady... -
- Mh.. -
Beh era un cenno. Più o meno. Anche se sembrava più un voler continuare a dormire.
- Milady... - la scosse leggermente.
- Merlino... altri cinque minuti. -
- Mi spiace, no. -
- No?-
Morgana, solo allora si staccò dall'abbraccio e si sollevò a mezzo busto. Lentamente. Sbadigliò lievemente.
- Gwen mi sveglia in modo più tranquillo... -
- Gwen non è qui. -
- E mi lascia dormire almeno ancora dieci minuti...- continuò e con nonchalance, prima che Merlino si alzasse, ritornò ad appoggiarsi sul suo petto. - Dobbiamo tornare per forza a Camelot? -
- Temo di sì... - disse con voce secca e rotta. - Anche se non vorrei... -
Lei sollevò il viso per guardarlo. - Allora restiamo qui... -
Merlino la guardò, prendendo seriamente l'idea di rimanere...
- No. - disse tirando fuori quel pizzico di coraggio. - Avete degli obbighi. Ho degli obblighi. -
La scostò, malvolentieri, e si alzò. - Siete una... nobildonna. Ed io sono solo un servo, stregone... e non posso... che offrirvi la mia amicizia. - e nel dirlo le aveva voltato le spalle - Mi rincresce, Morgana. -
- Non ti credo. -
- Sì. Dovete credermi. - non si voltò, nemmeno sapendo che lei si era alzata e gli guardava le spalle. - Vado a prendervi la veste, dev'essersi asciugata... - Ed uscì dalla tenda.
Morgana rimase a capo chino, deglutendo quel groppo in gola che le si era formato. Si strinse nelle spalle, accarezzando la stoffa ruvida di quell'abito avuto in prestito da una ragazza druida.
Per tutta la notte era rimasta rinchiusa nell'abbraccio di Merlino. Senza incubi che la rincorrevano. Senza pensieri od altro.
Solo il battito del cuore di lui, sotto il suo orecchio. Si era svegliata in modo così semplice e dolce. Senza dover pensare. Solo lei e Merlino.
Voleva svegliarsi così, ogni mattina. Ma non poteva.
Lei era la figliastra di Uther.
Lui il servo di Artù.
Quando Merlino rientrò con la veste, ed una bacinella d'acqua, gli disse soltanto grazie. Cercando di non dar a vedere come si sentiva.
A momenti sarebbe scoppiata a piangere, e sinceramente ne aveva una gran voglia.
- ... Il tempo di colazione, e partiamo. -
- D'accordo. Devo vestirmi... ora. -
Attese che il ragazzo uscisse di nuovo, ed inziò a spogliarsi. Sciaquandosi poi veloce.
Indossò il vestito, verde di velluto. Costatando solo allora che aveva un problema. Come lo allacciava sulla schiena? Doveva solo fidarsi.
Sapeva che Merlino era rimasto ad attender fuori, così lo chiamò. - Merlino -
- Posso fare qualcosa?- domandò una volta entrato.
Morgana si voltò, tenendo i capelli in avanti e mostrandogli la schiena nuda. - Potresti allacciarmi il vestito?-
Merlino rimase stupito, frastornato. Inizialmente. Poi estasiato. Emozionato, persino.
Si avvicinò lentamente, cercando di non inciampare nei suoi piedi, e si schiarì la gola. - Cos... come devo fare?-
- ... Devi incrociare i legacci... e stringere... -
- C... certo. -
Gli tremavano le dita, al solo pensiero di sfiorarle la pelle. Così chiuse gli occhi e respirò profondamente. Poi, calmo, iniziò cercando di non toccarla.
Ma più cercava di non farlo, tanto più le sue dita sfioravano la pelle di lei.
Merlino iniziava a sentire la gola secca, e finalmente cessò per lui... quella dolce tortura.
Si accorse che lei sussultava, prima di sentir un singhiozzo celato.
- Morgana. - la voltò lentamente, notando poi che piangeva. -Cosa? -
Il solo motivo che lui l'avesse notata in quello stato le fece ancor più male. Sapendo che lui si sarebbe sentito in colpa. Nascose il viso tra le mani, piangendo più forte.
Solo allora, Merlino la tirò a sè. - Mi dispiace - le disse - Mi dispiace - ripetè più di una volta.
Lei tremò, rinchiusa nel suo abbraccio, contro il suo petto.
- Morgana, guardatemi... Guardami. - e quando lei lo fece , le asciugò le lacrime. - Ti ... prego. Non sarò tranquillo se ti vedo pianger così, sapendo che è per causa mia... Ti prego. - provò a sorriderle, ma gli pizzicavano gli occhi. Aveva la voce rotta, deglutì e si schiarì la gola prima di parlar nuovamente. - È l'unica cosa che ti chiedo... o non rispondo delle mie azioni... - si era allontanato a debita distanza.
- Allora lasciati andare! Questa notte hai detto di amarmi... -
- Lo penso ancora. Ti amo. -
- Lasciati andare... -
Merlino la guardò, cercando di capire cosa le passasse per la testa. Impossibile che il dubbio della notte precedente, fosse svanito. O si?
- È sbagliato, Morgana. - le disse prima di tirarla, per il polso.
La guardò attentamente negli occhi , prendendole poi il viso tra le mani.
- È sbagliato. Lo sai. - le accarezzò il viso.
Aspettava da tempo di baciarla. E la sera prima si era fatto sfuggire l'occasione.
Ora, invece era lei... a chiederglielo.
Una mano scese dietro la schiena, l'altra rimase alla base della nuca. Le dita celate dai suoi capelli.
Finalmente la baciò. E farlo, gli sembrò la cosa più naturale al mondo.
Dolce, passionale, triste, felice allo stesso tempo la baciò. Le chiese un lieve accesso alla bocca, accarezzandole poi il palato con la lingua.
Con Freya era stato solo un bacio. Fugace.
Con Morgana era tutt'altro che fugace! Era giusto. Perfetto.
Le morse appena le labbra, sentendola sospirare, ma continuò a baciarla ancora. Stringendola contro il suo corpo.
Smisero di baciarsi, solo per mancanza di ossigeno.
Respirando affannato, la tenne stretta mentre lei poggiava la fronte contro il suo mento.
- Accidenti - borbottò. - Sei una strega incantatrice... -
Lei rise, cancellando la tristezza. Sollevò il viso e lo baciò dolce sulle labbra.
- Dobbiamo andare... faremo colazione strada facendo... -
Morgana annuì.

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Capitolo 10
*** Cap 9 ***


Chiedo, nuovamente perdono per il capitolo corto Q_Q Ma a volte...




Cap 9




Camminavano nella foresta, a passo lento, sulla strada del ritorno. L'aria fresca, portava il profumo della terra bagnata. Lo scricchiolio dei rametti spezzati, sotto i piedi. O le gocce di pioggia, che lasciavano le fronde degli alberi.
Tutto per Morgana, sembrava aver un nuovo significato.
Più di una volta, si erano fermati per baciarsi ancora.
Nonostante Merlino volesse resistere.
E man, mano che si avvicinavano alla strada per Camelot, il ragazzo notava sempre più la malinconia di Morgana. La quale continuava a stringergli, forte, la mano. Quasi avesse il timore di vederlo allontanarsi.
Solo un pezzo di strada, mancava per raggiungere dove attendevano i cavalli.
Solo quel pezzo di strada, e Camelot sarebbe tornata imponente nelle loro vite.
- E se i cavalli fossero fuggiti?- domandò lei, speranzosa.
Merlino la guardò - Andremo a piedi... -
Silenzio. Solo i loro passi.
- Cosa vuoi che dica, Morgana ? - le chiese dolcemente, voltandosi verso di lei.
Lei emise un sospiro, fermandosi.
- Che... anch'io spero che i cavalli siano fuggiti? Sì, lo spero. - continuò lui.
- Tutt'un tratto, vorrei non esser me. Non esser Morgana Pendragon - ammise.
- Vorrei essere un nobile per lo meno...- ammise lui - Solo in questo frangente. Per porter chiedere... - la guardò - Lasciamo perdere. -
- Chieder cosa?-
- Cammina... - riprese a camminare.
- Merlino... continua. Chiedere cosa?-
- Cammina. -
- Merlino, potrei sempre ordinarti di parlare. - disse decisa.
- Non lo farei comunque - le lasciò la mano e si allontanò. Non era pronto per un tiro mancino di lei.
- Ne sei sicuro? -
Ecco, appunto. Quel " ne sei sicuro?", l'espressione sul viso ed il tono della voce lo attiravano, e forse lo terrorizzavano.
Morgana era, in quel momento, sensuale. Seducente.
Certo lo era tutti i giorni.
Cosa gli diceva Gaius? Qualcosa sul potere delle donne.
Perché, Merlino, sapeva che in quel momento era lucido in parte. Era sedotto da Morgana, e lei se ne compiaceva.
Rimase in silenzio, mentre lei gli si fermava di fronte.
- Cosa intendi fare, Morgana?- riuscì a domandarle, deglutendo.
- Merlino... - lo accarezzò sul petto. - Merlino... cosa vorresti chiedere, se tu fossi un nobile?-
Lui si schiarì la gola, ma rimase in silenzio. Cercando di non sorridere.
- Nu.. Nu... Nulla -
Morgana sorrise. - Stai balbettando. - sporse le labbra verso le sue - Prima di essere una strega, ricorda... sono una donna. -
Merlino deglutì ancora.
Lei lo sfiorò con un bacio. Un bacio che non arrivò.
Un bacio che lui bramava.
- Rispondi. Cosa chiederesti?-
Ancora un bacio fantasma. E si allontanò. Sorridendo quando lui la fermò, con un braccio in vita.
- Incantatrice - la baciò, cedendo. - Mi sposeresti, se fossi un nobile?-
- No. -
- Eh? -
- Ti sposerei, anche adesso se mi fosse concesso... - ammise. - Ora dimmi... mi ameresti se fossi una donna di campagna?-
- Mh, probabilmente... no.-
- Quindi ami di me... la ricchezza... - gli aveva circondato la vita con le braccia, e lo guardava dolcemente, divertita.
- Decisamente - le sorrise.
- Dunque è questo il tuo piano. Sedurre la dama del castello... -
Lui annuì prima di baciarla di nuovo - Decisamente. Un piano perfetto. -
- Credi di avermi sedotta?- gli sorrise sulle labbra.
- Morgana... -
Bramava i suoi baci. Ma lei in quel momento si divertiva a sfiorarlo soltanto.
- Strega. -
- Ricorda Merlino. Sei. In. Mio. Potere. -
Merlino allora la baciò dolcemente, in un modo che la commosse.
- Ti amo, Morgana, non dimenticarlo. -
- Lo terrò a mente. -
Ripresero a camminare, in silenzio. Giungendo poi, all'insenatura di roccia, dove i cavalli erano ancora legati.
Morgana emise un sospiro, pesante.
- Potevi lasciarli liberi - borbottò lei.
Merlino la trasse a sé, abbracciandola e baciandole una tempia.
- Quanto manca a mezzogiorno?- gli domandò lei, dopo un pò di silenzio.
Il ragazzo sollevò lo sguardo. - Forse due ore, massimo tre. -la guardò - Perchè?-
Morgana fece un respiro profondo, poggiando la fronte contro il suo mento. - Voglio concedermi a te, Merlino. -
Lui deglutì. - No. Non devi... chiederlo. -
- Mi desideri?-
- Certo. Ma non... devi chiederlo. Non è... appropriato in questa situazione. Morgana... se succede, quale motivo darai a tuo padre di non voler sposare Salazar?-
- Merlino... ti... -
- No. Ti prego, dimentica di avermelo chiesto. - la baciò a stampo. - Torniamo a Camelot, ora. -

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Capitolo 11
*** Cap 10 ***



Cap. 10




Era mezzogiorno.
Ed il rintocco della campana, le sembrò pesare sul capo. Morgana respirò profondamente, stretta nel suo abito di velluto violachiaro e splendidamente ricamanto.
Gwen le aveva acconciato i capelli in una singolare treccia cadente, che scivolava sulla spalla. Adornata di piccoli fermagli splendenti. . Ad ogni passo gli orecchini pendenti le sfioravano il collo, e la collana, seppur di finissima manifattura pregiata, le dava l'impressione di un cappio. Un cappio regale.
Tanto più, quando incontrò il giovane mago nel corridoio verso la sala del trono.
Portava il mantello di Artù su un braccio, e la spada al fianco.
- Sei... siete bellissima, Milady. - le disse istintivo.
Morgana gli sorrise, mentre ricacciava indietro le lacrime.
Fu lui, ad interrompere lo sguardo. E si allontanò.
Lasciandola, sola al fianco di Gwen. Mentre rinchiudeva la voglia di corrergli dietro e farsi stringere nuovamente tra le braccia, in fondo al cuore.
Lo vide voltare strada, e sparire dalla sua visuale. Troppo presto.
Ingoiò la tristezza e, seguita dall'ancella, continuò la strada.


Salazar era giunto infine, con i suoi consiglieri, ed il suo seguito di guardia reale.
Vedendolo, Morgana, provò soltanto una sensazione soffocante. Non sapeva il perché.
Quanto a lui, come la vide, dovette ricredersi.
Lady Morgana, era veramente bella. E chiederla in sposa... seppur per un suo mezzo fine, forse non era stata una pessima idea.
Anche se sapeva perfettamente, perché Uther aveva accettato.
Per quel momento, poteva anche passarci sopra.
Si accarezzò il mento, prima di notare qualcosa.
Lo sguardo, anche solo di qualche secondo, tra lei ed il valletto di Artù.
"Merlino" ricordò. "Emrys. Il più potente mago. " gli avevano detto i suoi stregoni. " Tutti noi attendevamo il suo arrivo. Emrys è colui che farà tornare la magia nel mondo. Colui che farà nascere Albion, la città splendente. "
- Lady Morgana, siete splendida. Più di quanto rammentassi. -
- Grazie, messere. - allungò la mano.
Ma voleva ritrarla, una volta avvolta dalla presa dell'uomo.
Quanto più rimaneva in quella stanza, ed alla presenza di Salazar di Powys, tanto più si rendeva conto di amare Merlino.
- Mia signora, concedetemi una camminata a cavallo. Ve ne prego. -
- A che pro, se posso chiederlo?-
Osservò Uther, che noncurante parlava con Artù.
Le parve soltanto di esser stata venduta!
- Lungi da me dal turbarvi, milady.- le rispose l'uomo - Vorrei parlarvi in privato. -
Morgana, titubante, accettò.


Vederli andar via a cavallo, che lui si era premurato di preparare, gli provocò emozioni tutte in un verso.
Maliconia. Dolore. Peso. Vuoto.
Ed ora nella stanza del principe, mentre cercava di levar le pieghe dal mantello, represse tutto. Lasciandosi sfuggire un sonoro sospiro.
- Cosa ne pensi di Salazar?- gli domandò il principe.
Lui sobbalzò, non l'aveva sentito arrivare. Ed Artù sembrava star lì da molto.
A braccia conserte, e poggiato contro la finestra, una gamba davanti all'altra.
- Da quanto siete lì?-
- Diciamo un quarto d'ora. Hai stirato e ristirato il mio mantello, almeno cinque volte. - gli rispose. - Forza, cosa ne pensi di Salazar?-
- Chiedete a me, cosa ne penso? Volete la verità, od una pietosa bugia?- e nel dirlo si era portato in un altro punto della stanza - È il mandante del massacro di Eldor, lo so benissimo. E non sono contento dell'accordo di vostro padre. Lady Morgana è... - deglutì.
Valeva la pena dire ciò che pensava di lei? Ciò che provava per lei?
- Morgana, vostra sorella, ha cuore. Salazar no -
- Solo questo?-
- Cos'altro?-
- Merlino, Morgana è una nobildonna. -
- Non capisco dove volete andar a parare.-
Artù gli mise una mano su una spalla. - Certo che lo sai.-
- No, ve lo giuro. - si allontanò, raccogliendo gli abiti del principe.
Artù lo fermò alla porta - Sai, preferirei vederla al fianco di uno che la ama davvero. Anche se un servo... -
Merlino emise un sospiro, e lo lasciò solo nella stanza.


Anche quella sera si festeggiò, al castello. Il fidanzamento, tra Morgana e Salazar, era ufficiale.
Merlino brindò con gli altri. Ma sembrava che un macigno gli avesse schiacciato il cuore.
- La ami davvero... - Artù gli era accanto in quel momento.
Lui annuì. Perso nel guardarla.
- Dimenticherai, presto... -
Il servo lo guardò, prima di incrociare lo sguardo con la donna. - Lo spero. -
- Dovrai abituarti, amico mio. Morgana resterà con noi soltanto un'altro mese. -
Merlino lo guardò di scatto, che quasi gli fece male il collo. - Un mese. - emise sottovoce. - Un mese. -
Quando la luna giunse alta nel cielo, Merlino cadde addormentato nel suo letto.
Morgana gli fece visita, nei sogni, durante la notte.
Si amarono, perdutamente, appassionati.
Al risveglio la mattina, seppur con un incredibile dolore di testa, Merlino prese la decisione. Morgana sarebbe stata sua e di nessun altro, ed aveva ancora un mese davanti.

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Capitolo 12
*** Cap 11 ***



A richiesta, e per un'improvvisa bontà di cuore... ecco un nuovo capitolo. Spero vi piaccia.
Blackraven, Gold93 è per voi.
Miele, Ambra.... vi penso sempre :)





Cap 11




Solo un mese, e Morgana non avrebbe camminato più per i corridoi del castello di Camelot.
Solo un mese, e lui non si dava pace. Perché , per quanto ci provasse, ogni cosa andava a suo sfavore.
Non più un bacio, non più una carezza. Non più una volta insieme, soli. Nemmeno nelle stalle.
Sembrava che il destino ce l'avesse con lui. Fargli incontrare la donna sulla sua strada e poi allontanarla nuovamente, per spingerla tra le braccia di qualcun altro.
Il destino.
Beffardo, come se volesse giocare con lui.

Poi...

Una mattina,Merlino camminava svelto in uno dei lunghi corridoii del castello.
Un gran cesto di fiori per la camera di Morgana, tra le braccia, e gli indumenti puliti di Artù.
Sorridendo ancora per Galvano e Parcifal, che cercavano di prender da mangiare, nascosti in cucina.
Non vide chi gli era davanti.
E si trovò a sovrastare Morgana, stesa per terra.
Occhi verdi, labbra da baciare. Il respiro corto, per la sorpresa.
- Mo... Mo... Morgana. Perdonatemi, perdonatemi vi prego. - Veloce si era rialzato e l'aveva tirata su.
Poi vide Gwen - Oh, ciao Gwen. -
- Merlino, ciao... - la serva gli sorrise, levandosi di dosso gli indumenti intimi di Artù.
- Merlino, sei un totale imbranato! Ginevra, perchè hai in mano i miei indumenti intimi?- Artù, passato di lì in quel momento, glieli levò di mano veloce, arrossendo.
- Perdonatemi, Artù.- disse Merlino - Sono inciampato e non le ... ho notate. - ammise.
- Due donne in un corridoio, e chi le fa finire per terra, ricoperte di indumenti intimi e fiori, se non tu?!-
Morgana guardò Merlino. Lui cercò di sfuggire al suo sguardo, ma ne era affascinato.
- Avanti Artù... lascialo stare. - Morgana, di proposito, gli scompigliò i capelli. Poi con Gwen al seguito, continuò la sua strada.
- I fiori, Gwen. - mormorò Merlino. - Dannazione, ora mi tocca entrare nella stanza di Morgana!- disse, credendo di averlo pensato solamente.
Artù lo guardò. - Dai Merlino, gridalo più forte!-
- Perchè che ho detto?E voi non dovreste essere all'allenamento?-
Raccolse gli indumenti da piegare nuovamente, ed i fiori. Poi si allontanò.


Aveva rimandato a tutti i costi.
Ed ora quel cesto di fiori, occhieggiava dal tavolo. Come se gli dicessero : " Portaci nella stanza di Morgana."
Respirò profondamente. Una, due, tre volte. Ed ancora. Una, due, tre.
- Stupidi fiori. - si lamentò prendendo il cesto.
Ciò che non aveva messo in conto, era l'orario. Era notte.
Quindi, normalmente chi viveva al castello era già tra le braccia di Morfeo.
Incontrò, Gwen che silenziosa tornava a casa.
I servi, finivano sempre tardi.
- Un pò tardi per i fiori... - gli disse, sorridendo.
- Lo so, ma... Artù mi ha tenuto impegnato. -
- Si è già preparata per la notte, Merlino. - sbadigliò - Forse la trovi ancora sveglia. Notte... -
- Notte, Gwen. -
E qualche minuto più tardi, bussò alla porta della stanza della donna.
Solo dopo aver udito il permesso, entrò.
E temette di aver fatto un errore.
Morgana, era in piedi davanti alla finestra. Bella come non mai, in quella sua vestaglia lillà. I capelli sciolti sulle spalle, e gli occhi smeraldo sembravano rilucere al bagliore delle candele.
- Oh sei tu, Merlino -
- I fiori. - li posò su un tavolo.
- Un pò tardi, non credi?-
- Artù... -
- Davvero?- gli sorrise.
- No. Ho cercato di evitar... volevo evitarti. - ammise.
Le notò una smorfia contrita mentre gli si avvicinava.
- Perdonami, Morgana. Non... dovrei nemmeno esser qui. -
- Domani pomeriggio, partiremo per il castello di Powys. E dopo domani ci sarà il matrimonio. -
Lui deglutì. A cercar di andar contro il destino, quel mese era già passato. Chinò il capo.
Ma sospirò chiudendo gli occhi, quando lei gli accarezzò una guancia.
- Merlino. È l'ultima notte che sarò qui. -
La guardò - Morgana, potresti pentirtene. - le baciò il palmo della mano, prima di interrompere il contatto.
- No. -
- Ti desidero, e ti amo. Ma... è sbagliato. Domani andrai in sposa a Salazar. - deglutì.
- Dopo domani. -
- Due giorni e sarai sposa di Salazar. Okay?- si voltò per non guardarla.
- Sembra tanto un addio. -
Lui annuì - E non sai quanto mi fa male. - ammise ad alta voce, ponendo la mano sulla maniglia.
- Allora esci dalla mia stanza. - disse lei con voce rotta - Vorrei dormire. -
- Potrei, ma la maniglia è bloccata. -
- Stai scherzando?- anche lei provò.
Era veramente bloccata.
- Non sei tu con la magia, vero?-
- No. - provò di nuovo, ma niente. - Assurdo!-
Morgana rimase in silenzio, pensando anche lei all'assurdità della situazione. Le veniva da sorridere, ma si celò dietro una mano.
Il ragazzo la guardò. -Morgana, non... lo fare. Ti prego non ridere. - si schiarì la gola - Con la fortuna che mi ritrovo, arriva Uther. Mi scopre qui dentro e avrò la testa tagliata prima che sorga il sole!-
- Chi sarebbe, ora, il melodrammatico?-
- Se permetti, ci tengo alla mia testa. -
- Diventi isterico, quando si tratta della tua testa!-
Lui assottigliò lo sguardo - Divertente. - continuò sarcastico. -
- Qualcosa in comune,allora. -
La donna, sorridendo gli si avvicinò e gli scompigliò i capelli. Prima di accarezzargli la nuca con le dita.
- Povero Merlino. - e lo baciò a stampo.
- Morgana cosa fai?-
- Ti bacio. - Gli cinse la vita con un abbraccio.
- Fermati... -
Ancora un bacio.
- Morgana... ferma...-
Un'altro bacio. Più a lungo. Più dolce. Ed un altro. Ed ancora. Ancora.
- Merlino... amami questa notte. -
Dopo l 'iniziale ritrosia, lui non disse più nulla.
Guardò la porta chiusa per un attimo. Il destino era a suo favore per ora.
Così, tornò ad ammirare la donna davanti a lui.
All'ennesimo bacio di lei rispose, con la mai sopita, passione.
Qualche minuto dopo la vestaglia lillà di lei era sul pavimento. Così anche i suoi indumenti... e loro nudi, si lasciarono avvolgere dalle lenzuola di seta. Nascondendosi dietro le tende del baldacchino.
Si amarono intimamente, tra passione e dolcezza, per tutta la notte. Senza stancarsi mai l'uno dell'altra. Riposando il tempo necessario, e riprendendo ad amarsi ancora.

Il sole, albeggiando, gettò un unico raggio attraverso la finestra della stanza. Colpendo lo specchio della toeletta, e di riflesso il viso di Merlino.
A vederli, con occhi estranei, erano l'immagine perfetta di due amanti. Avvolti, appena da lembi di lenzuola bianche.
Morgana poggiava la testa sul suo petto, mentre lui la rinchiudeva in un abbraccio ferreo e dolce, e le gambe incrociate tra loro.
Un lieve rumore. Merlino aprì gli occhi e mettendo a fuoco, notò di esser in una stanza diversa.
- No, no, no! - scostò velocemente lei, svegliandola e continuando a dire - No!-
Mentre cercava i suoi abiti e si vestiva , inciampò nei suoi stessi piedi e nel lenzuolo che rischiava di portarsi dietro.
Morgana seppur preoccupata, lo guardava sorridendo.
- Ti farai solo male così. - gli disse, dopo l'ennesima caduta e vederlo mezzo intontito mentre si alzava.
- Mi farò, altro, che male. - si massaggiò il ginocchio - La mia testa ricordi?-
Lei gli fece una smorfia tenera.
- Calmati. - ed alzandosi, si coprì con il lenzuolo. Notando poi, il segno del loro amore clandestino.
Si morse le labbra.
Merlino la guardò, prima di baciarla. Si avvicinò nuovamente al letto e ci passò una mano sopra. Bisbigliando poi delle parole, la macchia sparì.
- Devo andare. -
- Devi proprio?-
- Mi spiace. -
Lei lo baciò dolce. - Ti amo. Non dimenticarlo. -
Si baciarono, ancora. Risvegliando la passione dormiente, tra loro.
Lui la strinse a sè, toccandola attravarso il lenzuolo. Mentre lei soffocava un gemito nei suoi baci.
- Devo andare... -
Morgana annuì, ma continuò a baciarlo.
- Morgana, ti prego. - interruppe dolcemente ogni contatto. - Devo andare. Ti amo. - ed aprì, finalmente, la porta. - Oh, guarda. Sbloccata!- la ribaciò a stampo ed uscì veloce.
- Merlino - lo fermò, affacciandosi alla porta.
Lui si voltò.
- Ti amo. -
Il ragazzo sorrise.
Un'altro giorno era sorto a Camelot.

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Capitolo 13
*** Cap 12 ***



Eccovi un altro capitolo, ragazzi e ragazze. Scoprire che c'è un ragazzo, tra voi, che legge la mia storia... mi lusinga!!! XD
Manca poco, vi informo... ma siamo arrivati, al momento dell'addio tra i due amanti... ç_ç






Cap 12






Merlino osservò la donna. La veste di seta, bordeaux, le stava d'incanto. Fasciava sinuosa il suo corpo.
Che ore prima... aveva amato. Venerato.
Era già pomeriggio. Arrivato così in fretta....
Strano è il tempo. Quanto più si darebbe di tutto per rallentarlo, tanto più lui accelera. *
Era già tempo di partire... ed il loro momento era pressocchè qualcosa di passato!
La guardò ancora, dall'alto delle scale. Bellissima come non mai lo era stata.
L'avrebbe accompagnata, al seguito di sua maestà, di Artù e Gwen.
Però, dannazione, il solo pensiero di dirle addio, gli faceva male. Davvero male.
Deglutì quel groppo in gola che si era formato. Non doveva mostrarsi così, davanti a lei.
Così chiuse gli occhi, stringendo in mano quell'involucro di stoffa, e nel mentre rivedeva la notte d'amore passata.
Risentì i sospiri. I "Ti amo" sospesi tra i baci, le sue carezze. I suoi graffi. Sì, Morgana era molto passionale come donna, non l'aveva mai messo in dubbio, e quella notte gliel'aveva mostrato.
Aprì gli occhi azzurri, respirando profondamente. E deciso, scese le scale, con la convinzione ferrea di andar da lei.
La s'fortuna volle che Uther le si era avvicinato. Inziando un discorso con lei.
Stizzito, fece finta di nulla. Come poteva ancora odiare quell'uomo?
L'aveva promesso a lei. Non si sarebbe lasciato rodere dentro. L'avrebbe ignorato.
Lei lo vide e gli sorrise - Merlino, sembri pensieroso. -
- Pensieroso? - le domandò.
- Alquanto pensieroso, direi. -
Un modo per lei, per interrompere quella conversazione forzata con il re.
Merlino sorrise, prima di passarsi una mano dietro la nuca. - Vorrei donarvi qualcosa, se permettete. - sorrise.
Fregandosene altamente della presenza di Uther.
Voleva che Morgana avesse sempre una parte di lui, ovunque si trovasse, anche quando si trovava lontano.
Le avrebbe donato ciò di più prezioso possedesse, insieme al suo amore.
- È un dono, che mio padre... fece a mia madre, prima di morire. -
In parte inventò, ma sapeva che Morgana capiva. Sapeva di Balinor, e quindi del suo essere un Signore dei Draghi.
Aprì l'involucro di stoffa, mostrando così un gioiello di manuffattura pregiata.
- È chiamata, la Stella del Vespro. - la guardò. - Si narra, che siano lacrime di un elfo. -
E guardò Uther che non tardò a dir la sua. - È magia! È proibito a Camelot! -
- No, maestà. Non è magia. Non è altro che una leggenda che gira... -
- Le leggende si basano sulla realtà - disse il re.
- Le leggende sopravvivono solo se ci credete. - gli rispose Merlino. Poi voltò lo sguardo verso la donna. - Fidatevi, è solo un cristallo. Ma vorrei che lo portaste voi, milady. -
- Era di tua madre, Merlino. -
Lui annuì, cupo, ma sorrise nuovamente. - Mia madre... credo, sia felice di vedervelo portare al collo. E poi... non saprei a chi altri donarlo. -
- Allora lo serberò per te. - gli sorrise - Grazie, Merlino. -
Lui la guardò negli occhi, cercando di trasmetterle l'amore che provava.
Morgana non guardò Uther, si portò i capelli davanti e voltò le spalle al ragazzo - Ti spiace legarmelo al collo? Non vorrei perderlo. -
Merlino annuì- Certo milady. - e delicatamente si accinse a compiere quel gesto.
Uther era ancora lì, così non si dilungò troppo accanto a lei. Nonostante volesse stringerla tra le braccia, e baciarla quando lei si voltò a guardarlo.
La Stella del Vespro, intorno al collo, accentuava ancor di più la sua bellezza.
- Siete... stupenda, milady. - troppo tardi, l'aveva ammesso apertamente.
Con un inchino, frettoloso, si allontanò.


I cavalli, andavano a trotto.
Oltre quattro soldati di Camelot, a guardia del re c'erano Merlino, e Gwen che camminavano dietro ad Artù.
Merlino continuava ad osservare Morgana di sottecchi. Resistendo con tutte le forze di andare da lei.
Così quando si fermarono, ed accamparono per un pranzo veloce, fece in modo che il cavallo di Morgana sfuggisse. Partì alla sua rincorsa, seguito da Artù e Morgana stessa.
Con la magia, ovviamente l'aveva mandato a Camelot.
- Mi rincresce... credevo di averlo legato bene.-
- Merlino, sei un totale idiota.- emise Artù.
- Perdonatemi. -
- Ci seguirai a piedi!-
- Certo, sire... - e guardò Morgana di sottecchi. Che ...capì il suo piano. Dovevano solo trovare il modo di metterlo in atto.
Si mise a piovere, dopo che avevano ripreso a trottare. Merlino arrancava al fianco del suo cavallo nero, sul quale ora viaggiava Morgana.
Un modo come un altro per stare vicini.
- Racconta, Merlino. Che tipo di leggenda è legata alla Stella del Vespro?-
- Si dice che sia sorgente di energia. - la guardò - Ogni notte, se la si posa al chiarore della luna, rinnova la sua energia. E che possa donare eterna giovinezza -
Merlino continuava a camminare, mettendo il suo piano in : "Probabilemente è stato un errore". Iniziava ad esser stanco e le gambe gli dolevano.
Cosa si faceva per amore! Sembrava di sentir parlare Gaius!
Scosse il capo, sospirando.
- Non sei stanco?-
- Non preoccupatevi, mia signora. -
- Avanti Merlino. -
- Ho fatto fuggire il vostro cavallo. Il minimo è proseguire la strada a piedi, mentre voi usate la mia cavalcatura. -
- Sali dietro di me. - disse ad alta voce, anche se Uther come la sentì si voltò a guardarla.
- Che comportamento è mai questo?! È un servo, Morgana. -
- Non mi importa, il tempo di riposare le gambe e ritorna a terra. -
- Morgana.-
- Mia signora, non ce n'è bisogno. -
- Taci, Merlino.- e si volse a Uther. - Sono in grado di prender decisioni, di mia volontà.-
- Morgana, non è usanza... adeguata.-
- Non è usanza adeguata organizzare un matrimonio, senza che la sposa lo sappia! Ti pare?- disse stizzita. - Hai pensato forse, che io non voglia sposarmi?!- lo guardò con odio.
Fu Artù, stranamente a trarre in salvo la conversazione. - Non farti odiare ancora di più.- si rivolse al padre. - Merlino è a posto. -
Merlino si pentì del suo comportamento. Ed abbassò lo sguardo, mentre accarezzava il suo cavallo sul muso.
Uther con un gesto noncurante, guardò soltanto la figliastra, prima di andar avanti protetto dalla guardia del corpo.
Artù accanto a Gwen, li guardò. - Non combinate idiozie. Andiamo Gwen. Raggiungiamo mio padre. -
Merlino respirò, togliendosi un peso dallo stomaco e guardò Morgana. Scosse il capo sorridendo ed attese che Artù e Gwen fossero abbastanza lontani da non sentire. - Sei un'incantatrice, incredibile. -
- Chi io? Ma se sono innocente!- gli offrì il braccio.
Un minuto dopo, era dietro di lei sul cavallo. - Certo, sei innocente. - la strinse appena. - Ma, grazie. -
Morgana si rilassò contro il suo petto. - Prego. - e sorrise.
Il ragazzo sorrise, inspirando il profumo di cedro. Tra meno di due giorni, non l'avrebbe più sentito senza ricordarla con tristezza. Deglutì il magone, e prese le redini del cavallo.
- Ti amo - le sussurrò.
Lei annuì soltanto, prima di raggiungere il gruppo restante.






NdA 1 : La Stella del Vespro. Non so perché, ho scelto questo gioiello. Volevo qualcosa di veramente bello.
La leggenda elfica narra che la Stella Elfica è sorgente di energia e dona a chi la indossa l'eterna giovinezza. Si ritiene che ogni notte la stella rinnovi la sua energia preservando così le sue caratteristiche.
* NdA 2 : la citazione è una versione semplificata di Harry Potter ed il calice di fuoco. "È strano, ma quando si ha la paura di qualcosa e si darebbe di tutto per rallentare il tempo, quest'ultimo ha la spiacevole abitudine di accelerare. "
NdA 3 : La frase - " Voleva che Morgana avesse sempre una parte di lui, ovunque si trovasse, anche quando si trovava lontano. Le avrebbe donato ciò di più prezioso possedesse, insieme al suo amore. " è una citazione di Ambra.

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Capitolo 14
*** Cap 13 ***






Cap 13




I cavalieri, andavano avanti addentrandosi tra le vie del crepaccio. A sinistra spuntoni di roccia. A destra un precipizio, infinito.
Merlino, sentì il tremar di Morgana. Sapeva che odiava l'altezza e ne aveva paura.
Uther preoccupato si voltò. Nonostante tutto, aveva riguardi per la figliastra.
- Morgana, dovete rilassarvi. Il cavallo sente la vostra paura. -
- Non ci riesco. -
- Chiuda gli occhi, allora. -
Morgana respirò profondamente. - Se mi fai cadere, ti uccido. -
- D'accordo. - fece spallucce.
- Merlino, non sto scherzando. -
- Milady, tacete per favore. - emise deciso - Il cavallo sente la vostra paura... E noi caschiamo giù, sicuro!-
Morgana si mise le mani davanti al viso, ma non era tranquilla.
Lui emise un sospiro, prima di fermare il cavallo. - Datemi il vostro scialle. -
- Come prego?- si voltò a guardarlo.
Le labbra vicine... a solo qualche centimentro di un bacio.
- Il vostro scialle. -
Al che, lo prese e con delicatezza glielo pose davanti agli occhi. Legandolo, lievemente dietro alla nuca.
Lei si poggiò ancor di più contro il suo petto.
- Tranquilla... -le bisbigliò all'orecchio.
- Lo spero... -
Merlino fece camminare lentamente il cavallo.
- Il precipizio è finito. Ora... solo pareti di roccia da entrambi i lati. - sciolse il nodo.
- Grazie, di cuore. - si voltò e nuovamente le labbra a passo di bacio.
Così, posò un bacio appena vicino alle sue labbra.
- Mi farai tagliare la testa...- canticchiò lui sottovoce.
- Come minimo... - continuò lei con lo stesso tono.
- Si vede che mi ami!-
Morgana sorrise.
Ma quando tornò a guardare davanti a sè, non potè trattenersi.
- Finiremo sotto dei macigni!- sibilò - E tutto perchè sono stata promessa in sposa - disse abbastanza stizzita verso Uther.
Merlino cercava di resistere dal ridere apertamente, così cercò di pensare ad altro.
Ma sentir Morgana blaterare ancora, che se fossero stati soli l'avrebbe definita "isterica", e veder le espressioni imperterrite di Uther, o il far finta di nulla di Artù, gli faceva venir più da ridere.
Qualche minuto dopo, la voce di Artù diceva - State attenti, iniziano a cadere massi.-
- D'accordo. - gli rispose Merlino.
Non seppe esattamente, cosa lei fece. Alcuni massi iniziarono a cadere, facendo disperdere un pò il gruppo. Finchè loro due, che stranamente erano finiti in coda, non rimasero distaccati dagli altri.
- Morgana! Merlino!-
Oltre i massi, Artù li chiamava.
- Stiamo bene... - li tranquillizzò Morgana.
- Merlino, ascoltami. - la voce di Artù continuava - Torna indietro. -
- Come?-
- Torna indietro, Merlino. A mezzo trotto c'è un'insenatura a tunnel. Per aggirare i massi, potete passare di lì. -
- D'accordo. -
- Merlino. -
- Cosa?-
- Sta attento. Non c'è modo di fermarsi... vi aspettiamo appena più avanti. - gli disse il principe.
- Va bene. -
E solo quando udirono il rumore degli zoccoli dei cavalli allontanarsi, Merlino le rivolse la parola - Sei stata tu?-
- Ops. -
Merlino emise un sospiro. - Non ci tieni alla mia testa, vero?- prima di voltare il cavallo e tornare indietro. - Scendi, per favore. -
- Sì che ci tengo alla tua testa. - rispose una volta a terra.
- Non si direbbe. -
- Almeno sono sicura che non andrai da nessun'altra. -
Merlino rimase stupito ed intenerito quasi, da quell'affermazione.
- Pensi davvero, che io scelga un'altra?- le era di fronte. - Guardami negli occhi Morgana, e rispondi. -
Lei parve perdersi, nel suo sguardo, prima di rispondere. - No. -
Merlino le sorrise - Bene, ora andiamo. - e strinse la mano nella sua, incrociandone le dita.
- Lentamente. -
- Ovvio. -
Così... con una mano le redini del cavallo, l'altra la mano di Morgana, iniziarono a camminare in quel tunnel improvvisato.


- Morgana, ti amo, sul serio. Lo sai, vero?- le disse dopo un pò di silenzio.
Lei annuì, perché parlare le metteva tristezza. Sapeva che una volta usciti dal tunnel sarebbe tornato come prima. Servo e dama.
Le sfuggì una lacrima, cosa che non sfuggì a lui. Accidenti alla sua emotività!
- Cosa ti prende?-
- Nulla. Davvero. -
- Morgana... -
- Dico, davvero. Nulla. Riprendiamo a camminare. - e gli passò avanti.
Merlino ancora fermo, la tirò a sè. - Non farlo. -
- Cosa?-
- Non piangere. Ti prego. - le asciugò le lacrime, come poteva.
Ma più lei piangeva, tanto lui si sentiva male e triste. Così la strinse forte contro il petto. - Ti prego, Morgana. Basta. Ti farai solo del male... Ci farai del male. - si corresse. - Come pensi, che stia? ... Dannazione, Ti amo! Come non ho mai amato nessuna, e devo persino accompagnarti a sposarti con un re che se ne infischia. Poi? Dovrò tornare a Camelot, senza te. -
Ciò che teneva dentro da quella mattina, da un mese, ruppe l'argine di sicurezza che aveva costruito. Si era ripromesso di tacere, per non farla star male.
Morgana lo guardò, stringendosigli contro ancora più forte.
- Vorrei aver avuto più tempo. - emise lei.
Lui annuì soltanto, prima di baciarla dolcemente. - Ti amo, basta che non lo dimentichi. - la baciò ancora. Non una volta, due, tre... Ancora, ed ancora. Quelli erano gli ultimi baci che potevano scambiarsi.
- Ti amo, Merlino. -
Fu lui ad annuire. - Anch'io. -
Ma i baci si susseguivano, i sospiri, le carezze.
- Non c'è tempo...-
- No... -
Poi ripresero a camminare. Accompagnati dal silenzio, interrotto solo dai loro passi e dal rumore del cavallo.
Merlino fu il primo ad essere investito dalla luce, una volta fuori dal tunnel.
Artù era lì ad attenderli.












Anticipazione prossimo capitolo :

La cerimonia era finita. Morgana era la nuova regina di Powys, moglie di Salazar.
Merlino per un attimo credette di veder i pezzi del suo cuore, lì ai suoi piedi. Chissà se gli altri, ne avevano sentito il sonoro CRACK!
Guardò Gwen, e notò le lacrime sul volto.
Poi guardò Morgana, e per un attimo incrociarono gli sguardi.
"Ti amo" si dissero guardandosi. "Ti amo, e non ti dimenticherò."

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Capitolo 15
*** Cap 14 ***



NdA : Quando ho scritto questo capitolo... ero così giù di morale! Parte gli ormoni, parte la storia stessa ed il momento descritto.
Avevo una canzone, di sottofondo : " There you'll be " di Faith Hill.
Fatelo anche voi... e capirete come mi sono sentita a scrivere il capitolo.
Okay... dopo queste piccole parole, vi lascio a leggere. Aspetto, per sapere cosa ne pensate!

Ricordate : ascoltate la canzone mentre leggete.







Cap 14





Le lande desolate, verdi del Powys. Erano davanti a loro.
Merlino aveva ripreso a camminare, affiancando il cavallo. Ogni tanto gettava un'occhiata verso Morgana, la quale man, mano l'avvicinarsi perdeva il sorriso.
Dopo un sospiro di lei, le prese la mano mentre stringevano le redini. Al diavolo Uther, o l'etichetta.
Merlino provava, forse più dolore di lei. Veder la donna che si ama, andar in sposa ad un altro... e per di più senza vederla sorridere, era troppo anche per lui. Cercava di rimaner impassibile e trovar il modo di affrontare quella situazione.
Il cuore gli batteva forte, ma faceva male. Deglutì, chinando il viso dopo aver visto il castello di Salazar.
Sentì un singulto di Morgana e la guardò.
Cercò di sorriderle, ma gli uscì una triste smorfia.
Morgana dal canto suo, voleva solo tirar le redini e scappare. Specie dopo le vane parole di congratulazioni di Uther.
Erano così vane che le aveva dimenticate in fretta. Erano gli ultimi momenti che passava con Merlino, e voleva goderseli per quanto poteva.
Avrebbe voluto, davvero, più tempo. Chiuse gli occhi per un attimo, e la loro notte d'amore le passò davanti. Lasciandole un dolce sorriso sulle labbra.
Il mago, dal basso, l'ammirò per la forza d'animo che mostrava in quel frangente.
E nonostante tutto, emise un sospiro malinconico una volta entrati nel cortile della corte.
Il tempo, il loro tempo era concluso.


Lei, con un falso sorriso.
Le sue mani, unite sopra quelle di re Salazar.
Uther, mostrar tronfio il suo orgoglio. Artù al suo fianco, guardò prima la sorella e poi incrociò lo sguardo con lui.
Da quando la cerimonia era iniziata, Merlino continuava a stringere i pugni. Torturarsi l'interno della guancia a sangue. Tanto per equilibrare il peso che aveva nel cuore.
Perso nel suo dolore, pensò a lei. Ai suoi baci, i sorrisi. Le carezze. Gli sguardi celati.
Il suo scompigliargli i capelli, sapendo che lo sopportava malappena.
Perso senza di lei.
La cerimonia era finita. Morgana era la nuova regina di Powys, moglie di Salazar.
Merlino per un attimo credette di veder i pezzi del suo cuore, lì ai suoi piedi. Chissà se gli altri, ne avevano sentito il sonoro CRACK!
Guardò Gwen, e notò le lacrime sul volto.
Poi guardò Morgana, e per un attimo incrociarono gli sguardi.
"Ti amo" si dissero guardandosi. "Ti amo, e non ti dimenticherò."


Artù di certo gli stava dicendo qualcosa, mentre osservavano Uther baciare la figliastra.
Il tempo era passato così in fretta. Merlino accarezzò il muso del cavallo, cercando di rimaner impassibile, o per lo meno di mostrar un sorriso.
Ma era troppo, anche per lui. Abituato a nascondere il suo io.
- Merlino, dai ... dobbiamo andare. -
Lui annuì, prima di guardare Morgana.
Lei sorridente, ma con gli occhi lucidi. E se osservava bene, il labbro tremulo. A momenti sarebbe scoppiata a piangere.
Non sapeva se avvicinarsi o meno. Ma doveva, almeno un'ultima volta.
E fu lei ad avvicinarsi.
- Ora... la differenza, tra me e voi milady è... abissale. - le sorrise - Siete una regina. -
- Sono nata per esser regina. - disse con finta nonchalance.
Merlino annuì sorridendo. - Mi occuperò di Gwen.. -
- Artù si occuperà di lei. - lo guardò. - Di te?-
- Me la caverò, milady.- deglutì - Portate... la Stella del Vespro. Vi proteggerà. -
Voleva dirle " Mi sentirai vicino quando lo stringerai. " ma dai suoi occhi leggeva, che lei sapeva.
- Lo serberò con affetto. -
Merlino annuì. E mentre lei affiancava con tranquillità suo marito, salì a cavallo.
Prendendo parte al corteo. Dovevano tornare a Camelot.
Cercò di resistere, e non voltarsi per nulla al mondo.
Cercò fortemente di resistere.
Il cuore gli sembrava pesante. Ed il respiro, lo sentiva mancare.
Era fermo alla porta, se la oltrepassava, le lande verdi davanti a lui. Si voltò.
E la vide. Parlare a Salazar, e lui annuire.
- Merlino, andiamo... -
Artù. Dolce principe, testa di fagiolo! Non sapeva se amarlo od odiarlo.
- Sire... -
Artù stesso si voltò verso la sorella. Poi guardò il servo.
- Torna, o ti metterò alla gogna. Me la vedo io con Uther. -
Merlino sorrise, tirando le redini e voltando il cavallo. Lo spronò fino allo sfinimento.
Non era nemmeno nel cortile della corte, che balzò letterlamente dalla sella.
E corse. Forte, veloce. Il cuore forsennato, batteva contro la gabbia toracica, ma continuò a correre.
Morgana lo vide, celando un mezzo sorriso e le lacrime sul viso. Una piccola corsa, bastò.
Un attimo dopo, Merlino la strinse tra le braccia. Forte.
La strinse, come se volesse fondersi con lei.
- Ti amo troppo per lasciarti andare... - le disse sottovoce.
Lei annuì, piangendo. - Vorrei averti con me. - gli si strinse.
- Vorrei... - la scostò appena, solo per guardarla. Bisbigliò un incantesimo, che fece brillare appena il ciondolo al collo di lei. - Stringilo, e mi sentirai. Mi vedrai. Ti vedrò e ti sentirò. Ovunque siamo. -
- Ora va. -
Fu lei ad allontanarlo. E Merlino l'amò ancora di più.


Artù lo aspettava, accanto al suo cavallo.
- Stai bene?-
Merlino negò - Ma... cercherò... di far del mio meglio. -
Tornò in sella.
Camelot aspettava il suo ritorno. Ma sapeva che il cuore l'aveva lasciato tra le mani di Morgana.
- Addio Morgana. - bisbigliò al vento, come se potesse sentirsi meglio.
- Addio Merlino. - parve riportargli il vento.










NdA : Ora potete anche mandarmi il conto dei fazzoletti spesi!

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Capitolo 16
*** Cap 15 ***



Cap 15





Il respiro affannato. Il battito forte del cuore.
Per l'ennesima volta, quella settimana, Merlino si svegliò urlando.
Da quando... aveva detto addio a Morgana, la sua vita non era più la stessa.
"Merlino"
La rivide, davanti a lui. Efebica donna, splendida. Gli occhi di smeraldo, guardarlo. E le labbra atteggiate in un sorriso triste.
"Morgana"
"Merlino"

- Merlino, sei sveglio?-
La voce di Gaius, oltre la porta.
Una nuova giornata di lavoro l'attendeva.
" Ogni giorno inizia con un atto di coraggio e di speranza: uscire dal letto. "* gli diceva spesso, il cerusico.
Erano passati quattro mesi, da quel giorno. Sedici settimane. Ed un'infinità di giorni. Che più contava, più aumentavano crudeli.
Anche se immensamente impegnato al servizio di Artù, Morgana era il suo pensiero fisso.
La cercava in ogni dama che gli passasse accanto. La cercava ovunque sentisse profumo di cedro.
Non sembrava che il tempo, già passato, fosse così poco. Anzi... credeva fossero passati anni! Se non addirittura secoli.
Artù lo riprendeva spesso, volendo donargli sollievo.
Tenendolo impegnato più che poteva. Merlino aveva persino imparato a combattere al pari di un cavaliere di Camelot.
Si era gettato nelle risse, al fianco di Galvano. In una delle quali, aveva persino messo k.o. il gigante Parcifal.
Osservandolo, Artù aveva notato il suo cambiamento d'umore. Di carattere. Il Merlino che aveva conosciuto, era come se fosse svanito insieme a Morgana.
Quella mattina dovette ricredersi, però. Merlino era inciampato alla grande, nei suoi stivali. Facendogli finire una secchiata d'acqua- fortunatamente pulita- addosso.
- Merlino .-
- Sì, sire?-


"Merlino"
Chiaro. Forte. Il richiamo di Morgana, lo bloccò. Lasciò cadere la spada, ferendosi di striscio la mano.
"Merlino!"
"Morgana. Eccomi."
"Merlino... sono in pericolo.!"

Pericolo. Pericolo. Pericolo.
Doveva salvarla.
Merlino corse, verso le stanze di Artù. "Resisti. Resisti."
Arrivato davanti alla porta, si fermò. Con quali prove poteva dire - Morgana è in pericolo- ?
Tanto valeva dire - Ehi, sono uno stregone. - sicuro della gogna, o peggio.
Doveva trovare un modo alternativo per avvisare Artù.
Ma come?
Il segno del destino, una casualità o non seppe cosa. Artù parlava a gran voce con Uther.
Non erano parole di un figlio al padre. Erano da uomo a uomo.
Cercò di capire qualcosa, ma captò solo un vago - Morgana!-
Il respirò gli mancò del tutto, prima che si accasciasse davanti alla porta del principe. Ciò che vide, era Artù sfocato che chino su di lui, cercava di dirgli qualcosa.
La voce di Galvano, poi, e la sua presa forte. Infine buio.
Quando riaprì gli occhi era nel suo letto, Gaius chino su di lui che gli passava un panno sulla fronte.
- Ragazzo mio.-
- Gaius. Cosa... -
- Ti sei lasciato un pò andare... - gli sorrise. - E ti sei preso un febbrone. -
- Morgana è in pericolo, Gaius. -
- Riposa ragazzo. -
- Morgana è in pericolo. -
Continuò a ripeterlo come una nenia, fino ad addormentarsi.
Ma non fu un sonno sereno. Morgana era in pericolo e lo chiamava.


- Vedo che ti sei ripreso. .-
Artù lo salutò a suo modo.
- Gaius, è un buon medico. -
La febbre era passata. Ma quella sensazione di Morgana in pericolo non lo abbandonava.
- C'è qualcosa che volete dirmi?- domandò al principe, vedendo la sua espressione seria.
- Prepara i cavalli, partiamo per il regno di Powys.-
Merlino deglutì - È successo qualcosa a Morgana?-












Nda : non se chieder perdono o meno, per il capitolo corto. O per il poco distacco di tempo tra i due amanti.
Come se qualcosa mi spingesse, a farli rincontrare al più presto. :P
Per me, quattro mesi sono anche troppi!!!
*cit Mason Cooley.

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Capitolo 17
*** Cap 16 ***



Ecco, un nuovo capitolo. La distanza tra loro, alla fine non è durata poi molto... ma come detto in precedenza : quattro mesi sono abbastanza!
Merlino sente sempre più il richiamo di Morgana, non riesce ad abbandonarla mai veramente!
Come nella serie, anche se Morgana si vota alla magia oscura, lui continua ad amarla a suo modo. Lo dico sapendo ciò che Colin Morgan dice in un intervista, riguardo al suo personaggio : ".. E poi c'è l'amore, che Merlino non potrà mai avere. È Morgana. " ( Quanto avrei voluto qualcosa di magico e d'amore tra i due!!! )

Okay, ora vi lascio... godetevi il capitolo!




Cap 16






Merlino continuava a guardare Artù, che al suo fianco guidava il cavallo.
"Prepara i cavalli, partiamo per Powys". Solo questo.
E la sensazione di Morgana in pericolo non lo abbandonava.
- Artù -
- Non posso dirti molto. -
- Morgana è in pericolo...-
- Morgana è mia sorella. È una nobildonna, tu sei un servo. Potrebbe non esser affar tuo. -
- Morgana è la donna che amo. È decisamente affar mio!- fermò il cavallo, di fronte a quello di Artù - Te lo chiedo da amico. -
Artù emise un sospiro. - Continua a camminare. - e quando il servo l'affiancò, iniziò a parlare. - Morgana... mi ha mandato delle missive, ultimamente. -
- Che tipo di missive?-
- Del suo vivere con Salazar. In principal modo. -
Merlino deglutì - Arrivate al punto. -
- Ma Salazar, non è esattamente l'uomo affabile che ha mostrato di essere. - lo guardò indeciso se continuare o meno - Per ciò che mi ha detto Morgana... -
-Continuate. C'è dell'altro che mi nascondete. - lo pregò guardandolo.
Artù parve perdersi nel suo sguardo. Voleva bene a Merlino. Aveva visto l'amore che provava per Morgana, ed aveva visto il suo distruggersi giorno dopo giorno. Che pro dirgli ciò che sapeva?
- C'è dell'altro. - emise - Morgana aspetta un figlio da Salazar.-
Merlino rimase quasi di sasso. Il respiro per poco non gli mancò.
Chinò lo sguardo sulle sue mani che stringevano le redini. E quasi senza voce disse - Aspetta il figlio di Salazar... È sua moglie, voleva un erede. È così che funziona. Re, regina, erede. - lo guardò poi.
La solita espressione dal suo viso era sparita, lasciando spazio solo alla preoccupazione. - Perché allora, lei è in pericolo?!-
- Perchè Salazar la tiene rinchiusa nei sotterranei. -


Merlino cercò di respirare profondamente. Chiuse gli occhi, mentre poggiava i gomiti sulle ginocchia. Sentiva il calore del fuoco sul viso, ma non era lì con la mente.
"Morgana"
Incinta. Di Salazar. Ed era in pericolo.
"Morgana."
Quante le notti a sognarla? Quante le notti a vederla nella sua stanza, davanti alla porta chiusa. A sentir persino il tocco delle sue labbra. Delle sue mani. Sentir la voce, suadente come sempre, bisbigliare il suo nome.
Gli occhi smeraldo che lo cercavano nel buio della notte. Il sorriso. Quel suo profumo di cedro.
- Ehi.. -
Artù lo distolse dai pensieri.
- Pensi a lei?-
- Sempre. - lo guardò per un attimo, prima di tornar a farsi ipnotizzare dalle fiamme. - Io.. la amo. Morgana... è chi mi completa. So che potete capirmi...-
- Lo stesso per me, con Gwen. - ammise.
- Cosa avete deciso di fare, per Morgana? Vostro padre cosa dice?-
- Mio padre... - fece un verso stizzito.
Vizio di real famiglia, notò Merlino.
- Il re. Non voleva mettersi in mezzo. -
Merlino lo guardò stupito. - Impossibile, Morgana è come una figlia per lui! -
- Vero. Per lui questo matrimonio, era solo un modo per tenere a bada Salazar. -
Merlino si alzò di scatto, che Artù cadde quasi all'indietro. - Tenere a bada Salazar!? Uther... Pendragon. Che tipo di uomo è che permette una cosa simile? Salazar ha ucciso mia madre. Ha distrutto Eldor! -
- Un re, ha decisioni difficili da prendere. -
Merlino rise sarcastico. - Decisione difficile, certo. Un aiuto solo, serviva al mio villaggio. Un solo. Risultato? Sono orfano di madre, padre. Non ho più casa!-
- Camelot è casa tua ora. -
- No. Lo era finchè vi era Morgana. Morgana è la mia casa. Morgana è tutto per me. E perdonatemi, Artù, se poco mi importa ciò che vostro padre dica. Non lo stimo come re da parecchio tempo ormai. -
- È il rancore a parlare ormai. -
- No. È ciò che penso. L'ho tenuto dentro solo perché...-
- C'era Morgana. -
Merlino annuì. - Morgana è... -
"Merlino"
Di nuovo, il richiamo di Morgana. Lo travolse così forte che cadde sul terreno.
"Merlino, sono in pericolo. Aiutami!"
"Sto arrivando da te, amore mio."



Quando Artù si svegliò, Merlino era già a cavallo. Guardò Galvano, Parcifal, ed Eoin che lo seguivano.
- Non ha dormito per tutta la notte. -
Galvano fece un segno verso il ragazzo. - Artù... se dobbiamo combattere, Merlino non ce la farà.-
- Ti stupirai, Galvano. Merlino tira il meglio di sé, quando la situazione lo chiede.... È Morgana, in questo caso a chiederlo, e lui risponde. -
I cavalieri di Camelot, guardarono Merlino. Tenendo a mente ciò che il principe aveva appena detto. Era vero. Merlino, anche nei casi più disperati, dove si poteva solo arrendere, dava il meglio di sé.
Al segnale di Artù, ripartirono.

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Capitolo 18
*** Cap 17 ***


Ecco : ancora un nuovo capitolo, per voi. Spero vi piaccia, perché ci ho messo impegno per scriverlo. :3






Cap 17





Respirò a pieni polmoni. Il crepaccio era davanti a loro, e gli sembrava sempre più imponente.
Quasi volesse rovinargli addosso, ed impedirgli di andar da Morgana.
... Quattro mesi prima, lei gli si stringeva contro.
"- Mi farai tagliare la testa...- canticchiò lui sottovoce.
- Come minimo... - continuò lei con lo stesso tono.
- Si vede che mi ami!-
Morgana sorrise."

Merlino sorrise appena. Quattro mesi, e la sensazione dei suoi abbracci non se n'era andata via. La sensazione dei suoi baci...
Non poteva dire esattamente cosa avrebbe provato una volta rivisto la donna.
Non poteva dire esattamente cosa pensava. Lei aspettava un figlio dal re. Eppure era in pericolo.
Quanto voleva, esser libero con lei in quel momento. In riva al lago... in una casa loro, magari.
- Merlino, muoviti. -
Artù lo richiamò.
La parete era crollata, chiudendo il tunnel ed allargando così il passaggio.
In lontananza, già le verdi lande del Powys.
Quattro mesi prima, solo a vederle... il loro tempo era concluso.
Ed ora...
Lui tornava da lei. Perchè l'aveva chiamato. Perchè lui l'amava ancora nonostante tutto.
Odiò quella sua piccola voce malvagia, che si chiedeva se lei lo amasse ancora e cercò di metterla a tacere.
Il castello di Salazar era imponente davanti a loro.
Erano pronti.



Artù con le migliori intenzioni, aveva indotto una conversazione con Salazar.
Almeno ci aveva provato, mentre i cavalieri cercavano la donna.
Il destino avverso, a volte...
Ed era accaduto così veloce.
Salazar aveva estratto la sua spada. Artù aveva risposto.
Ed ora erano le spade a parlar per loro.
Merlino era immensamente preoccupato, ed anche troppo impegnato a lottare contro sé stesso per non usare la magia davanti ad Artù.
Impegnato a combattere, lui stesso contro Salazar nel proteggere Artù. Sempre e comunque.
Rivide Morgana finalmente, splendida come sempre nel suo abito verde, al fianco di Eoin.
Vide il suo stupendo volto. Il suo sorriso, quando i loro sguardi si incontrarono. E la sua preoccupazione, quando Salazar lo attaccò.
Il combattimento non era più tra Artù e Salazar.
Lo stridio delle spade, gli ferivano l'udito. Specie dopo una notte insonne.
Salazar attaccava. Lui parava. Mentre i cavalieri di Camelot ed Artù, si difendevano dagli stregoni di Salazar.
Anche se era migliorato parecchio nell'arte della spada, Merlino preferiva di gran lunga la magia.
Si stava trattenendo.
Ma quando, con la coda dell'occhio, vide uno degli stregoni colpire di striscio Morgana, quasi impazzì.
E lasciò esplodere la sua magia. Lasciando attoniti Artù ed i cavalieri.
Non badò al principe, non badò ai cavalieri. Solo Morgana, era il suo pensiero. Il suo Unico pensiero.
- Stai bene?- le domandò una volta vicino.
Lei annuì. - Sei ...qui. -
- Mi hai chiamato. -
Morgana sorrise apertamente, prima di abbracciarlo forte.
Ma la lotta di Merlino, non era ancora conclusa.
Salazar riprese ad attaccarlo e lui dovette interrompere quel contatto, tanto bramato, con la donna.
- Non credere, giovane stregone, ti sarà facile. -
- Non preoccupatevi, maestà. Combatterò alla pari, lealmente. - parò un assalto, nel mentre spingeva Morgana lontano.
- Ragazzo, anni di esperienza dalla mia. Dalla tua, cosa?-
- Il semplice motivo, di riprender ciò che è mio!-
Salazar guardò Morgana.
- Ciò che è tuo... - rise. Ed attaccò. - Dici bene, ragazzo.-
Un altro attacco, e gli era vicino.
- Vuoi saperlo? Lei non si è mai concessa a me. Non ha mai condiviso il mio letto. -
Merlino rimase stupito, prima di guardare Morgana che in quel momento si era portata le mani sul grembo.
Deglutì, mentre parava un'altro affondo.
- Per quanto... ci ho provato. Lei non è mai stata mia. -
Merlino schivò un attacco, più potente. Sentiva, che era per orgoglio che Salazar lo attaccava.
- Fa vedere, ragazzo. Il figlio che lei porta in grembo, conoscerà suo padre o rimarrà orfano?!-
La spada calò con un fendente, su Merlino. Nel mentre la voce di Morgana e Artù gridare il suo nome.
Il ragazzo, quando cadde si trascinò contro anche il suo nemico.
Inermi, entrambi.
- Ragazzo. - emise con voce rotta. - La tua sfida è appena iniziata. Uther è la tua battaglia più grande, ora. -
Salazar spirò, lasciando Merlino mezzo intontito da tutto ciò che aveva scoperto. Una cosa gli era rimasta fissa in mente.
Morgana era incinta. Non di Salazar, ma di lui!
Quando riaprì gli occhi, respirò libero. Morgana era china su di lui.
- Stai bene?- gli accarezzò il viso.
Lui annuì - Torniamo a Camelot. -





Anticipazioni prossimo capitolo :

- Perchè non hai detto che sei uno stregone?- gli domandò il principe, avvicinandosi.
- Potete biasimarmi? - gli domandò in risposta, Merlino.
- No. - emise Artù - Ma... potevi.... -
Merlino strinse Morgana a sè. Come se avesse bisogno del suo sostegno. - Volevo. E ci ho provato... - ammise - Ma perdonatemi, se... ho preferito tener segreto ciò. -
Artù respirò profondamente. - Hai mai usato la magia, per far del male?-
- No, mai.-

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Capitolo 19
*** Cap 18 ***



Vi avevo promesso, ieri sera, il nuovo capitolo. Non ho potuto, per via... devo dividere il pc con altre due persone, dite voi!
Quindi, oggi vi regalo questo capitolo. Sperando, ovviamente, vi piaccia!
Okay : Blackraven - le tue recensioni a tarda notte, le adoro sempre di più! E lascia stare il gatto!
Gold93 - spero apprezzi, nuovamente questo sintetizzato capitolo. Ovviamente, aspetto un tua Mergana!
Ambra, amore mio *-* tu sai che ti penso sempre!
Miele! Sorellina adorata, ti voglio bene. E spero in un tuo nuovo aggiornamento.



Okay, leggete e ditemi!







Cap 18





Artù aveva sorriso, mentre Galvano lo stuzzicava con maestria.
Merlino.
Era.
Geloso.
Morgana era di nuovo tra le sue braccia, e ciò era tutto quello che importava.
- Stai bene?- lei gli domandò nuovamente.
- Tranquilla, è solo... un graffio. -
Morgana chinò lo sguardo sulla fasciatura che gli aveva fatto. Non era esattamente un graffio, ciò che Salazar gli aveva procurato sull'addome. Sarebbe rimasta una vistosa cicatrice.
- Come hai fatto a non accorgetene? - lo accarezzò dolcemente.
Merlino l'abbracciò stretta al petto, inspirando profondamente il suo amato profumo di cedro.
- Pensavo ad altro. - ammise, guardandola - Non è una cosa di tutti i giorni... scoprire che la donna che amo, da quattro mesi aspetta mio figlio.-
Lei arrossì, chiudendo gli occhi e poggiando il mento contro il suo petto. Stava bene tra le braccia di Merlino. Si sentiva in pace, finalmente.
Più in là, forse gli avrebbe raccontato delle notti in cui Salazar si intrufolava nella sua camera. Del suo allontanarlo ogni volta, e arrivare a brandir la spada.
Si era concessa solo ad un uomo. E solo a lui, si sarebbe concessa nuovamente.
- Ehi, stai bene?- la distolse da ogni pensiero.
Annuì prima di guardarlo, e baciarlo a stampo.
- Quattro mesi. -
- Sedici settimane... -
- Troppi giorni lontani. -
Fu Merlino a baciarla veramente, e come desiderava.
Non accorgendosi delle occhiate di Artù e dei tre cavalieri.
- Ti amo. -
- Anch'io... - gli rispose con un altro bacio.
Ed ancora un altro.
- Perchè non hai detto che sei uno stregone?- gli domandò il principe, avvicinandosi.
- Potete biasimarmi? - gli domandò in risposta, Merlino.
- No. - emise Artù - Ma... potevi.... -
Merlino strinse Morgana a sè. Come se avesse bisogno del suo sostegno. - Volevo. E ci ho provato... - ammise - Ma perdonatemi, se... ho preferito tener segreto ciò. -
Artù respirò profondamente. - Hai mai usato la magia, per far del male?-
- No, mai.-
Il principe guardò la sorella - Tu lo sapevi?-
- Veramente, sì. - guardò Merlino in cerca di un consenso. - Temo... di doverti dire altro, fratello. Possiedo la magia. - ammise.
Merlino l'osservò. Morgana anche.
- Beh... ci sono parecchie rivelazioni. Ma ora, torniamo a Camelot. -
- Artù, non ti ho mai tradito. - gli disse lei . - Tanto meno, Merlino. -
- Vi credo. Ora, torniamo a Camelot.-
- Così in fretta?-
- Morgana, al momento voglio tornare a Camelot da Ginevra. Hai in mente, Gwen? La dolce Gwen... -
- Oddio, quanto siete smielati! Ho bisogno di bere!- Galvano li fece sorridere.


Morgana era stretta contro di lui, mentre andavano lentamente a cavallo.
- Ho cercato... di dirtelo. -
- Cosa?-
- Del bambino. - si voltò a guardarlo - Durante... quei momenti in cui ti sentivo. Ti vedevo. -
- L'importante, è che tu ora stai bene. Ed anche lui... lei. - la baciò.
- Merlino, illuminami. Come puoi aver conquistato, una donna come lei?! Mia signora, insomma meritate di meglio!-
Galvano aveva deciso di stuzzicare Merlino ogni volta che ne aveva l'occasione.
- Galvano... se taci, ti pago il miglior idromele... -
- Mh. Comprare così il mio silenzio. Vedete, mia signora, che tipo d'uomo è?-
Merlino emise un verso scocciato. Morgana si mise a ridere, prima di accarezzargli il volto.
- Cavaliere, non mi importa d'altro uomo. - ammise - Merlino è solo mio. -
Galvano chinò il viso, con riverenza ed un sorriso.
- Forse per conquistar una donna alla pari di Lady Morgana... - si avvicinò Parcifal.
- Potremmo mostrarci imbranati, goffi!- continuò Galvano.
Eoin ed Artù davanti, ridevano.
- Divertente... - disse sarcastico Merlino - Intanto... Morgana, l'ho conquistata! - e la baciò apposta con un sorriso.
Sapendo che prima o poi, Galvano e Parcifal, specie Galvano gliel'avrebbero fatta pagare.


Si erano accampati per la notte. Morgana doveva riposare, Merlino anche. Una notte insonne ed un taglio sull'addome non erano il massimo.
In quel momento, vicino al fuoco, lui le osservava il volto mentre cercava di curarlo.
- .... Hai... dimmistichezza con le erbe medicinali. -
- Ho imparato qualcosa... anche da Gaius. Vado a memoria. - gli sorrise - Rimani giù. -
Merlino sorrise - Agli ordini!- e poi serio le domandò - Mi dirai il vero motivo, perché hai accettato di sposare Salazar?-
La donna ritrasse la mano. - Non credo. -
- Morgana. -
- No. Non chiederlo ancora. Se e quando vorrò, te lo dirò!- strinse il nodo della fasciatura.
- Ahi!-
- Scusa. -
- Guardami Morgana. -
Lei negò, si alzò e si allontanò. Apparentemente serena, ma Merlino sapeva che qualcosa la turbava. Quel qualcosa che si teneva dentro.
Merlino, si rimise la maglia, si alzò e la seguì.
La fermò, deciso, sotto le fronde imponenti di un albero. - Morgana. -
- Perché vuoi saperlo?- gli voltava le spalle.
- Perché non dovrei saperlo?-
- Ti conosco. So come reagisci e le emozioni che provi. -
Merlino si poggiò con la schiena contro il tronco.
- Non me ne vado. E sai bene quanto sono testardo, quando qualcosa ci riguarda. -
- Non riguarda... te. Ma soltanto me e la scelta che ho fatto. - le tremò la voce.
- Peccato che la scelta che hai fatto, ci ha divisi. -
- Ti prego, Merlino. Se mi ami... basta. Non... - chiuse gli occhi, portandosi una mano sul grembo.
- Stai bene? - si preoccupò, facendola poi sedere ai piedi dell'albero. Le si pose di fronte - Ehi... -
- Sto bene. Solo... un mancamento. - lo guardò.
Lui cercò di rasserenarsi, mentre la guardava. Quasi volendole sondare quel segreto che custodiva.
Morgana sospirò prima di iniziare a parlare. Per quanto non volesse, doveva esser sincera con Merlino. Era ciò che il suo cuore chiedeva.
- Salazar... sapeva già che eri uno stregone. E sapeva di noi due. - lo guardò, notando la mascella serrata. - Voleva dirlo a Uther. -
- Così ti sei... sacrificata!? Morgana non dovevi farlo. - si allontanò.
- Non vedevo via d'uscita!- lo seguì.
- Sì invece. Potevi parlarmene. Avremmo trovato un metodo diverso. - la mano di lei sul braccio.
Gli si parò di fronte.
- Credi non ci abbia pensato? Le notti, nel mio letto, da sola? Quando volevo te?!-
- Morgana ho passato quattro mesi d'inferno! Dovermi alzare dal letto tutti i giorni, e sapere di non poterti più rivedere! Come credi mi sia sentito? Senza... vederti, toccarti. Baciarti. Amarti. -
- No, Merlino. I tuoi giorni... in confronto sono niente. -
L'argine si era rotto e lei parlava. - La notte, dormire con un pugnale sotto il cuscino. E passarla quasi insonne, al pensiero di un uomo che non ami, entri nella tua stanza e cerca in tutti i modi di averti. - chinò il viso - Voler proteggere te stessa, ed il bambino che aspetti. - piangeva - Voler tornare da te, ogni santo giorno. -
Pianse ancora, tra le braccia del ragazzo. - Non c'è niente di peggio... di tutto questo. -
Merlino cercò di consolarla. Accarezzandole la schiena, baciandole la fronte. Passandole le dita tra i capelli.
La baciò dolcemente sulle labbra, prima di dire - Veramente c'è qualcosa di peggio.-
- Cosa?-
- Uther!- disse con un espressione tanto seria, quanto buffa per tirarle su il morale.
Morgana rise tra le lacrime. - Beh, forse sì.-
- Perché non volevi dirmelo?-
- Forse paura.-
- Paura, di cosa? -la guardò - Del tuo amarmi così?- le sorrise - Tranquilla, Salazar ormai è morto. - le asciugò le lacrime, prima di baciarla nuovamente, dolcemente.

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Capitolo 20
*** Cap 19 ***



Un nuovo capitolo, apposta per voi.
Blackraven, qui il tuo Galvano è presente più che mai! Così lasci perdere il povero gatto!
Un po' corto... perdonatemi.
Beh... leggete e ditemi cosa ne pensate.











Cap 19





Il sole lo colpì diritto sul viso, svegliandolo.
Strano, visto che si era addormentato con Morgana tra le braccia, nella tenda.
Cosa ancora più strana era il veder tutto sottosopra.
- Ma... -
Notò di esser appeso quasi a testa in giù. Legato come la selvaggina sul fuoco.
Solo un uomo poteva fargli una cosa simile.
- GALVANO! -
- Buongiorno, Merlino.-
Galvano davanti a lui, sorridente.
- Dormito bene?-
- Ti spiace liberarmi?-
- Mh... - l'uomo fece finta di pensarci - No!- sorrise e si allontanò, lasciandolo così.
- Ma cos'ho fatto di male!?- si lamentò il ragazzo.
Se lo domandava spesso, da quando viveva a Camelot. Però, poi pensava a Morgana e lasciava perder tutto quanto.
La donna, che in quel momento, usciva dalla tenda con eleganza. E solo dopo averlo cercato con lo sguardo, lo vide.
- Cosa ci fai, legato così ad un albero?-
Merlino cercò di sorriderle - Potresti slegarmi?-
- Puoi usare la magia. -
L'espressione basita di Merlino la fece sorridere. Tanto abituato a nasconderla, che non gli era venuto in mente di utilizzarla!
E prima che lui potesse liberarsi, gli prese il viso e lo baciò sulle labbra. - 'Giorno, amore. -
- 'Giorno.... - la baciò nuovamente.
E nel mentre si liberò, cadendo poi ai piedi della donna con un tonfo. Si rialzò intontito, ma saldo. Con una scusa ed ancora un bacio sulle labbra, si allontanò da lei.
- Galvano. -
L'uomo si voltò, lentamente si alzò ed inziò a correre.


Il respito affannato. Il terreno sotto di loro ed il cielo immenso davanti ai loro occhi.
Galvano emise un mugugno. - Corri troppo veloce... -
- Sempre, amico mio. - si passò una mano sugli occhi - Ti offro un idromele, okay?-
L'altro annuì, prima di parlare -Perché non ti sei confidato?-
- Riguardo?-
- Magia. Merlino, possiedi la magia... -
Merlino sospirò - Uther odia la magia. -
- Non sono Uther. Sono tuo amico. Dannazione, alla fine credo tu sia un santo! Sopportare tutto!-
- Ho Morgana, e mi basta. -
Galvano si mise a sedere, e poco dopo anche Merlino.
- Quante volte l'hai usata per salvare la situazione?-
- Forse troppe... che ho smesso di contarle. - ammise.
- Sei preoccupato?-
- Che Uther lo scopra?- si alzò, stiracchiando la schiena. Almeno l'addome non gli faceva più male. - Abbastanza.-
- Non credo. Pensa a cosa ti farà, una volta scoperto che sei stato con Lady Morgana, e che lei aspetta un figlio!-
Merlino rise nervoso - Grazie, Galvano. Tu si, che sai come tirarmi fuori dai guai!-
- Gli amici servono a questo, no?-


Quando tornarono all'accampamento, erano spalla a spalla. Galvano sorridendo gli scompigliava i capelli con fare affettuoso.
Morgana li osservò sorridendo. Merlino tempo addietro le aveva rivelato che Galvano era più che amico. Era un fratello.
C'era tra loro due, un'accordo silente. Dopo che uno ti salva la vita, sei in debito.
Ma trattandosi di Galvano, e la sua propensione a finire nei guai... era perennemente in debito con Merlino. Tanto più quando il ragazzo, scopriva che era lui ad offrire al cavaliere l'idromele!

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Capitolo 21
*** Cap 20 ***



Oddio, siamo al 20° capitolo. E stento a crederci!!!!
Se... Miele, stupenda streghetta, e sorellina adorata... non avesse dato via il boom alle Mergana, difficilmente forse ne avrei iniziata una!
Non so.... Quindi ovviamente il merito va a lei - Morganalastrega. :3
Blackraven, tu che attendevi... ecco qui!
Gold93, graaaazie per tutte le recensioni.
Ambra :D cosa dire? Ti voglio bene!











Cap.20






Il cuore le batteva forte, sotto il seno. Le sembrava che persino i suoi accompagnatori l'udissero.
Per un attimo si fermò, osservò Merlino. Rideva ancora con Galvano. Poi, con una mano sul grembo a mò di carezza, chinò il viso.
- Cosa c'è Morgana?- Artù le era accanto.
- Temo per Merlino... per nostro figlio... - ammise. Lo guardò - Artù, Uther... -
- Ti proteggerò ad ogni costo. Anche rinunciando al trono. - e l'abbracciò prima di accarezzarle la schiena con dolcezza. - E poi... devi aver fiducia in Merlino. -
Morgana gli si strinse contro. Deglutendo, quella tristezza improvvisa che sentiva. - Non voglio perdere nessuno dei due. -
- Non succederà. Fidati, sorella. -
Quando Merlino tornò da lei, le notò gli occhi lucidi e si preoccupò - Stai bene?-
Lei annuì - Solo... un'improvvisa... tristezza. Ma credo sia normale. - gli sorrise.
Il ragazzo le prese la mano con dolcezza, prima di portarsela alle labbra e baciarla con devozione sulle dita. - Andrà tutto bene... -
- Lo dici per convicere te stesso, o lei? - gli domandò Galvano, circondandogli nuovamente le spalle con un braccio.
- Galvano, era un momento romantico - sibilò Merlino.
- Non c'è di che, sempre pronto a mettermi in mezzo!- gli sorrise.
- Grazie Galvano. - ribattè il ragazzo.
Sapeva che l'amico, era di buon cuore. E forse era preoccupato più di lui e Morgana, riguardo alla faccenda. Così stemperava l'atmosfera in quel modo.
- Camelot ci attende. -


Morgana sollevò lo sguardo, mentre passavano sotto l'arco all'entrata della città. Il castello, diventava sempre più imponente di fronte a loro. Si voltò verso Merlino, che per ovvi motivi era in sella con Galvano.
Lui se rivolse uno sguardo sincero, dolce, pieno d'amore, celando abilmente il suo terrore. Anche se Morgana lo percepiva, perché lo conosceva.
Uther era sulla balconata. Morgana e Merlino deglutirono.
" - La tua sfida è appena iniziata. Uther è la tua battaglia più grande, ora. - " gli aveva detto Salazar.
- Andrà tutto bene - emise Artù.
E lo sperò vivamente con tutto sè stesso. Non aveva intenzione di perdere nessuno di loro.


L'abbraccio di Uther, Morgana l'odiò profondamente in quel momento.
Era così falso. Freddo.
Diverso dal caldo e dolce abbraccio di Merlino, o di Artù.
Respirò profondamente, fingendo un sorriso di circostanza. Mentre con la coda dell'occhio guardava Merlino.
Lui, approffittò che il re fosse di spalle per rivolgerle uno sguardo dolce. Cercando di infonderle sicurezza.
- Figlia mia, non attendevo una tua visita... - le rivolse un sorriso tirato. - È comunque una piacevole improvvisata. -
- Certo, mi rincresce... -lei ammise di poco.
- Per quanto, pensi di restar qui?-
- Morgana resterà qui, per molto tempo. - si intromise Artù. - Salazar è morto. -
- Come sarebbe a dire, morto?-
- Morto, stecchito. Abbiamo discusso per... il modo in qui trattava Morgana. Abbiamo messo mani alle spade... - lo guardò il figlio.
- Artù, con questo tuo gesto potresti aver scatenato un focolaio! Salazar... è ... era re di Powys. -
- Salazar maltrattava tua figlia. -
Morgana si era allontanata. Merlino l'osservò, e gli sembrò pallida.
Artù emise un sospiro, e sperando di non condannare il servo disse - È stato Merlino ad ucciderlo. Per difendere me e Morgana. Salazar ha attaccato anche lui.-
Uther guardò Merlino.
- Come hai osato. -
Merlino rimase in silenzio.
- Ha difeso me e Morgana, tanto mi basta. - lo difese Artù.
- Sei un ... servo. Dovresti esser messo a morte, per aver ucciso un re. - sibilò Uther.
- Mi spiace, maestà. Era necessario. - rispose deciso Merlino.
- Non dovevi intrometterti! - urlò, quasi , Uther.
- Era in mio dovere, far qualcosa!- rispose esasperato il ragazzo.
Possibile che Uther fosse così accecato dal suo potere e controllo su Salazar?
- Spera bene che non ci siano rimostranze! - si rivolse ad Artù. - La responsabilità è tua, ora! -
- Non sarebbe successo niente, se non avessi combinato il matrimonio con Morgana!- emise Artù deciso. - Con il tuo voler controllare Salazar, nemmeno ti sei accorto di ciò che ti era chiaro! Morgana è stata sempre come una figlia per te, eppure l'hai condannata! Era tenuta nelle segrete!-
- Ci sono delle decisioni che un re deve prendere!-
- Come quelle di non mandare aiuti ad Eldor?!- sibilò Merlino, senza accorgesene. - Siete il tutore di Morgana, e come tale dovreste preoccuparvi per lei!-
Artù guardò stupito Merlino. Quel coraggio, o meglio la pazzia, di rivolgersi ad Uther in quel modo da dove arrivava?
Uther serrò la mascella prima di esprimere ciò che pensava- E così... ora rivanghi ciò che è successo quasi un'anno passato!-
Merlino lo guardò dritto negli occhi - Maestà, è per l'affetto che provo per Artù e Morgana, che fino ad ora sono rimasto in silenzio! È loro che dovreste ringraziare, se provo meno che rancore per voi!- ammise.
- Non osare a dir nulla di più! Guardie, arrestatelo!-
- Non osate sentire la verità!- disse Merlino, mentre due guardie lo prendevano sottobraccio. - Che tipo di re, siete se non date ascolto a chi vi serve?!-
Morgana pregò Uther con lo sguardo, in suo favore.
Merlino la guardò, negando con il capo. Solo l'attimo di venir trascinato nella cella, che udì la voce di Artù che chiamava Gaius.

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Capitolo 22
*** Cap 21 + Epilogo. ***



Siamo giunti alla fine.
Ecco, l'ho detto!
Sapevo, che prima o poi doveva accadere... ma non credevo così in fretta!
Credo, però, sia bello... poter vedere la fine di una propria creazione. :3
A chi dedicarla? A chi legge, ovviamente!!!











Cap 21





Sentiva il freddo della cella, addosso e dentro le ossa.
Voleva veder Morgana, e sapere come stava.
Invece... nulla.
Galvano, poco prima , era sceso a portargli da bere, dicendogli che lei, dopo la sua discussione con Uther, era svenuta tra le braccia di Artù.
Gaius, era con lei.
Morgana si era ripresa appena, ma era debole.
Quindi, probabilmente, Uther ora sapeva del bambino.
Merlino chiuse gli occhi, premendo le dita sulle palpebre. Respirò profondamente. Sentiva che qualcosa non andava.
Una sensazione di abbandono, della sua magia, delle sue forze. E di Morgana.
In qualche modo sentiva che lei lo stava abbandonando. Ma Galvano gli aveva detto che stava bene. Non gli avrebbe mentito.
I suoi timori aumentarono, quando Artù aprì la cella. Scuro in volto.
- Meglio che vai da Morgana. -
Ed in trance, Merlino lo precedette. Il cuore che batteva frenetico, la testa che gli girava.
"Perché?" si chiese. "Perché ora?"
Gaius era davanti alla porta della stanza. Uther, adirato in volto, lo guardò.
- Gaius, Morgana come sta?-
Il cerusico lo guardò. - La sua vita, in qualche modo si sta spegnendo. E quella del bambino anche... e non so il motivo. -
Merlino deglutì. Morgana, e suo figlio. - Impossibile. No. Stai scherzando. -
Gli sfuggì una lacrima, e la lasciò cadere ai suoi piedi.
Senza di lei... impossibile. No.
Silenzio. Il battito del cuore forsennato.
- Gaius, hai già usato l'Antica Religione per salvarla una volta. - disse Uther, d'un tratto.
Ecco, Uther. Quando voleva, a suo discapito ammetteva la magia!
- Maestà... non la pratico da parecchio tempo, ormai. - gli rispose Gaius.
Vero. Gaius non usava la magia, da tempo... Come, ora salvare Morgana e suo figlio?
- In qualche modo devi!-
Artù osservò il servo. Sembrava lottare contro se stesso.
- Posso provare io. - emise un respiro profondo.
- Cosa diavolo blateri? Dovresti essere dietro le sbarre. -
Merlino e Gaius, parvero non udirlo.
- Ne sei sicuro, ragazzo?- gli mise una mano sulla spalla.
- Devo. - annuì, e si accostò alla porta.
Poi si rivolse ad Uther - Sono l'unico figlio di Balinor di Eldor, l'Ultimo Signore dei Draghi. Farò il tutto e per tutto per salvare la vita della donna che amo e quella di mio figlio!-










Epilogo.







Il sole espandeva i suoi raggi caldi, in quella mattina di metà maggio.
Nella corte d'armi, dove i cavalieri si allenavano, Artù si apprestava a combattere.
Il suo sfidante, non era altri che un giovane ragazzino di dieci anni. Suo nipote.
- Sirio, ricorda.. - un uomo a parlargli, chinato davanti a lui.
- Niente magia, padre. Lo so... - gli sorrise.
- Potrebbe offendersi, sai com'è fatto!-
- Okay!-
Si allontanò, e si mise in guardia.
Il combattimento era iniziato, e lui poggiato contro la staccionata osservava suo figlio. L'abbraccio dolce di lei, gli cinse la vita.
- Ehi... - si voltò a guardarla, prima di baciarla. - Come mai da queste parti?-
- Ryol, finalemente dorme... c'è Gwen con lui. -
Merlino le baciò la fronte, prima di attirarla in un abbraccio.
- Come va , tra i due?- domandò lei.
Manco dirlo, che Artù finì ai loro piedi. - Sirio, niente magia. O pulirai le stalle per un mese!-
- Non sto usando la magia, zio Artù! - gli occhi blu-verdi, luccicanti di lacrime.
- Oh, no. No. No. No. Non piangere. Non piangere...-
- Ci sei cascato di nuovo, Artù - ribattè Merlino.
- Sirio...-
- Si, zio?-
- Inizia a correre!-
Morgana si strinse al suo uomo, mentre sorridevano ad osservar la scena. Sirio era giovane, il loro primogenito, e correva veloce come un ghepardo. Artù... beh, non era esattamente nel fiore degli anni. Almeno, non più!
Quando sollevò il capo, attirata come sempre dall'imponenza del castello, notò Uther. Serio come al solito, ma con un mezzo sorriso sul volto.
Ritornò a guardar suo figlio.
Era tra le braccia di Artù. Si era fatto battere di nuovo.
Sulla tempia, un bacio. Intorno alla vita, il suo abbraccio. Chiuse gli occhi, e si poggiò contro il petto di Merlino.
Era tutto ciò che le importava.


Fine.










Ringrazio, voi, che avete letto e siete arrivati fin qui.
Vi ringrazio per le recensioni, per le frasi prestate, per il semplice fatto che siete voi.
Quando ho iniziato la storia, non credevo attirasse così tanti sguardi.
Beh, ragazzi ancora grazie e spero di potervi allietare ancora con qualche altra storia!!!
Spero, Gold93 e Blackraven, che mi seguiate ancora :D e Blackraven, coccola il gatto da parte mia! :p
Chissà, riprendo le Fremioni o magari... ancora Merlino e Morgana!
Bacioni, vostra per sempre, fredlove.

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