One of the Lost Ones

di Jade Lee
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Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO - The End ***
Capitolo 2: *** Capitolo I - Save One Death For Me ***
Capitolo 3: *** Capitolo II - Not Even Crossroads To Choose From ***
Capitolo 4: *** Capitolo III - Mankind Works In Mysterious Ways ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV - You Receive but What You Give ***



Capitolo 1
*** PROLOGO - The End ***


NOTE NECESSARIE A TEDIARVI PRIMA DELLA LETTURA: Nella mia testolina bacata questa ficci nasce come un musical. ( Già. I miei personaggi cantano e ballano a ritmo dei Nightwish ._. ). I testi sono dunque molto, MOLTO importanti e conducono le avventure come una trama. Il tutto potrà apparire un po'... bizzarro di primo acchitto ma vi assicuro che ha un senso ( beh, almeno per me... ).

AVVERTIMENTI: Le canzoni potranno subire LIEVISSIME modifiche al fine di adattarsi meglio ai personaggi ( ad esempio, nel seguente prologo noterete subito la presenza di "her" anziché "him" nel testo di "White Land of Empathica". Questo, appunto, per far coincidere il senso delle parole con la protagonista, donna ). Ogni modifica sarà comunque previamente e puntualmente segnalata. Nei capitoli potranno apparire una o più canzoni e i membri della band saranno ottimi personaggi sotto mentite spoglie... Riuscirete a indovinarli e a cogliere le citazioni nascoste? XD

AU e OOC per ovvi motivi.

La storia è creata per mio e spero vostro diletto, nessuno scopo di lucro o chissà che altro fine oscuro.

Buona lettura!! 


Prologo - The End

 

Londra, 11 novembre, ore 23.44

 

The End

 
Non è un angelo quella figura nera che, a braccia spalancate, compie un balzo per tuffarsi nelle vorticose acque del Tamigi, ma una giovane mossa dalla tenebrosa mano della Disperazione.
 

The songwriter’s dead

 
Bruciano. I polmoni bruciano come le fiamme degli Inferi, mentre gli ultimi residui di fiato si disperdono in centinaia di bollicine nel pesante torbidume del fiume. Piuttosto, dove sono finite le lacrime? Cancellate anche loro in quel corso senza pietà?
 

The blade fell upon her

 
Le vesti, pregne d’acqua, si trasformano da stoffa a macigno, trascinando verso il fondo la donna che non oppone resistenza.
E’ stata una sua scelta, in fondo, no?
Mentre gli occhi non distinguono più nulla, mentre le membra si abbandonano al torpore, mentre la corrente gioca con la sua volontà, mille preghiere sfiorano i suoi pensieri annebbiati.
 

Taking her to the white lands
Of Empathica
Of Innocence

 
Ormai le preghiere non servono più, lo sa anche lei. Sono solo parole non pronunciate lasciate a marcire col suo corpo sul fondo del Tamigi. Un ultimo respiro mancato, un’ultima lacrima disciolta. Il buio sempre più concreto e tangibile l’avvolge come morbido velluto. Niente luce, niente tunnel.
 

Empathica

 
Solo un lucido, rapido guizzo di odio prima del nulla.
 

Innocence…

 
 
....

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Capitolo 2
*** Capitolo I - Save One Death For Me ***


NOTE: Già che ce l'ho qui, bello pronto, metto anche il primo capitolo. Così entriamo senza indugi nel vivo della storia! Le canzoni qui citate sono due e appare "un Nightwish" ù_ù subito subito, insomma! Indovina chi? XD

Buona lettura!! :3


Capitolo I - Save One Death For Me

 

Londra, 11 novembre, ore 23.07

 
Quando il servitor fidato di Madame Delacroix le richiuse il portone d’ebano intagliato alle spalle, la giovane Satya sospirò pesantemente. Quell’anziana donna di origine francese aveva davvero una parlantina in grado di stordire anche la più premurosa delle dame di compagnia.

Ogni volta che lasciava la sua dimora, le pareva di riuscire ancora a sentire l’eco della sua voce dal marcato accento francese martellarle nelle tempie almeno per un paio di isolati. Madame Delacroix, come ogni persona di avanzata età, aveva un gran bisogno di qualcuno disposto a prestarle attenzione, ad ascoltare anche per ore le sue vicissitudini quotidiane.
Chi meglio della dolce e premurosa Satya era adatto a prestarsi a questo compito?

La pazienza di certo non le mancava, così come la bontà d’animo. E poi, Madame Delacroix era l’unica che si interessasse alle raccolte di poesie che Satya componeva nei momenti di solitudine, domandandole ogni giorno di leggerle qualcosa da lei creato. I suoi pareri contavano molto per la più giovane: Madame pareva sempre cogliere ogni retroscena, leggerle dentro, trovare il nodo della questione e scioglierlo con sapienza. Quelle dita anziane forgiate dal tempo e dall’esperienza scorrevano le righe e tra le righe, seguite dagli occhi schermati da un paio di occhialini rotondi, alla ricerca del soffio di anima lì abbandonato. Uno dei pochi momenti in cui rifletteva in silenzio.
 
Satya svoltò l’angolo, pensierosa, ripercorrendo a ritroso la strada che dalla sua dimora l’aveva condotta da Madame quel pomeriggio. La signora aveva bisogno di qualche commissione e aveva mandato a chiamare lei. Satya estrasse due penny, rimirandoli alla luce della luna. Un lascito di Madame per la sua disponibilità, che lei aveva accettato dopo moltissime insistenze. Non gradiva il ricevere denaro, in fondo lo faceva per altruismo, non per interesse. Un nuovo sospiro abbandonò le belle labbra schiuse, mentre un’ombra scura la affiancava all’improvviso.
 

A Loner longing for
The Cadence of her last breath

 
Un respiro mozzato e la mano corse rapida all’altezza del cuore, che batteva all’impazzata.

- Lord Baker! Mi avete spaventata a morte! - esalò la fanciulla, pallida in viso, mentre la paura non voleva abbandonare il suo corpo neppure dopo aver riconosciuto l’oscura apparizione.

Non si sentiva a suo agio di notte, in una via deserta, sola con un giovane di cui non sapeva praticamente nulla, nonostante il Lord in questione fosse da una settimana il suo fidanzato ufficiale.

I Baker erano una famiglia abbiente e il padre di Satya non aveva creduto alle sue orecchie quando lo scapestrato Christian, figlio del Lord Anthony Baker, aveva chiesto la mano di sua figlia.
Non erano poveri, certo, ma da tempo ormai si trovavano in una situazione critica: un matrimonio di tal calibro avrebbe salvato la famiglia e a Satya non riuscì di far altro che chinare il capo e pronunciare un “sì, padre” di fronte a tale prospettiva.

Credeva nell’amore, il suo animo poetico e romantico glielo imponeva, ma di fronte alla famiglia che l’amava e che aveva bisogno di lei, che altro poteva fare? Così dolce e remissiva di natura, non le rimase che scegliere il sacrificio di sé stessa. Forse l’amore nei confronti di quello che le era un esimio sconosciuto sarebbe arrivato dopo, col tempo.
 
Ecco perché trovarselo di fronte all’improvviso la turbava. Era sconveniente di certo farsi vedere in giro a quell’ora: perciò la giovane si inchinò brevemente a mo’ di congedo pronta ad abbandonare alla sua via il fidanzato. Ci sarebbero state numerose occasioni di rivedersi, magari di giorno, in pubblico, senza sotterfugi. Ma Lord Baker non pareva d’accordo. Una luce di deviata malizia scintillava nei suoi occhi cerulei annebbiati dai fumi dell’alcol e di chissà che altra schifezza assunta nelle sue serate di depravata baldoria.
 
Se Satya non fosse stata così permeata d’innocenza e ingenuità, di sicuro se ne sarebbe resa conto in tempo.
 

Breathtaking butterfly
Chose a dark day to live
 
Save one breath for me

 
L’uomo le strinse il braccio con forza e lo sguardo terrorizzato che gli rivolse Satya, anziché placarlo, parve accendere ulteriormente la sua malsana passione. La luna, silenziosa spettatrice, rese lo spoglio e immobile paesaggio londinese paragonabile al tetro rintocco di un oscuro presagio.

Satya percorse i lineamenti così dolci di Christian, chiedendosi come fosse possibile che da quegli occhi meravigliosi potesse dipanarsi una malvagità quasi palpabile. Non era imponente di statura, ma la sua presa era ferrea tanto quanto la sua momentanea insanità mentale. Satya si dimenò e, complice il precario equilibrio del suo aggressore, riuscì a sfuggirgli.

Artigliò la stoffa dell’abito che indossava per sollevarlo lievemente da terra, di modo che non potesse impedirle i movimenti. Poi prese a correre, col respiro affannato, lungo le strade tortuose e sudice, permeate di buio, mentre alle sue spalle l’eco dei passi dell’aguzzino andavano al ritmo impazzito del suo cuore. Non la perdeva, era veloce, un predatore assetato di sangue, inebriato dal terrore della preda.
 

Running for her life
The dark rain from her eyes still falls

 
D’improvviso tutto sfumò in contorni poco definiti, gli ostacoli si fecero insidiosi e la fuga rallentò. I sensi resi acuti dal terrore avevano percepito un rumore suadente ormai sempre più vicino, invitante e caldo come le braccia di un amante: la corsa si concluse proprio lungo l’argine del Tamigi, reso splendido dai bagliori argentati del Satellite.
 
Satya era affaticata a tal punto che l’inspirare quella brezza ormai invernale le procurava contemporaneamente dolore e piacere. Solo la forza della disperazione l’aveva portata a correre oltre ogni suo limite.
 
Christian si fermò a pochi passi da lei, pregustando il dolce sapore della vittoria. Il suo ghigno malefico si pietrificò in una smorfia contrariata quando, incontrati gli occhi di Satya che si era voltata nella sua direzione, non vi lesse il terrore in cui tanto sperava.
Nelle iridi smeraldine della ragazza, infatti, vibrava l’insolenza di una decisione presa senza il suo consenso.

Un battito di ciglia, il secondo necessario ad allungare la mano nella sua direzione con un ringhio animale, e la giovane già aveva spalancato le braccia in un muto invito alla notte.
 

A butterfly, mere one-day miracle of life

 
Un salto nel vuoto.
 

And all the poetry in the world
Finally makes sense to me
 
Save one death for me

 
Se qualcuno avesse avuto il coraggio di osservare dalla finestra quel momento, avrebbe visto il corpo senz’anima di un bellissimo uomo dai lunghi capelli biondi e gli occhi cerulei intento a rivolgere le sue maledizioni ad un oscuro e silenzioso cielo privo di stelle.
 
Christian aveva perso, ma lui era uno che non perdeva mai.
Se Satya pensava di trovare così la pace, commetteva un madornale errore di valutazione.
Avrebbe sfidato gli Inferi e tutti i suoi demoni per riaverla alla sua mercé.    
 
 

Seek Her
Seduce Her
Tame Her
Blame Her
Have Her
Kill Her
Feast on it all…

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Capitolo 3
*** Capitolo II - Not Even Crossroads To Choose From ***


NOTE: Secondo capitolo, due punti di vista, due canzoni. Nessuna modifica di testo qui e nessuna nuova apparizione. Più che altro si tratta di un transito verso il prossimo capitolo che sarà probabilmente il più complesso da scrivere e ( passatemi il termine ) incasinato... <-< ma la smetto di spoilerarmi da sola, nonostante la voglia sia così tanta *^* Buona lettura!!

Capitolo II - Not Even Crossroads To Choose From

 
Dolore.
 
Eppure il precettore, durante le sue lunghe e noiose dissertazioni di filosofia , non diceva sempre che la morte era la cessazione di ogni sofferenza?

Per un lungo istante Satya temette di non essere morta affatto.

Era ridicolo il pensiero, contrario ad ogni buon senso. Nessuno aveva paura della salvezza. Ma la sua vita non avrebbe più avuto lo stesso significato se qualcuno avesse avuto la pessima idea di estrarla viva dalle acque del fiume, questo l’aveva capito nel momento in cui i suoi occhi avevano incontrato lo sguardo alterato di Christian. L’avrebbe tormentata per tutta la vita.
 
Decise dunque, con non indifferente coraggio, di forzare le palpebre serrate ad aprire gli occhi per scoprire di persona che cosa l’attendeva. Nessuna luce la colpì, nessuna candela o lanterna a olio illuminava una stanza. Era stesa, prona, su un duro suolo di pietra nera, in un luogo che le era totalmente sconosciuto. Si mise a sedere, posando lo sguardo su tutto ciò che la circondava.
 

A dead world
A dark path

 
Tutto era cupo e, da un lato, famigliare. Ricordava i sobborghi di Londra, che di certo non poteva essere definita come una città luminosa e solare; ma l’unica sicurezza in suo possesso era che un luogo simile non potesse proprio esistere sulla Terra. L’oscurità troneggiava incontrastata come assoluta sovrana ovunque, eppure la vista si faceva strada nella cortina impenetrabile come se non esistesse davvero. Davanti ai suoi piedi, era segnato un sentiero. Un sentiero spettrale tracciato con un qualcosa che ricordava terribilmente del sangue.
 

All the bloodred
Carpets before me
Behold this fair creation
Of God!

 
Che fare, se non seguire quel macabro percorso? Facendo forza sui muscoli indolenziti Satya si sollevò da terra con un fruscio di vesti. Erano piuttosto malconce dopo l’improvvisato bagno di mezzanotte nel Tamigi e parevano più pesanti del solito, come se anche il liquido che l’aveva inghiottita, per un qualche senso di solidarietà, avesse deciso di seguirla nel suo trapasso.

Si guardò attorno nervosa, con le mani che tremavano nuovamente, senza incontrare altro che rocce e spuntoni nel suo cammino verso ignota destinazione. Il viottolo di sangue prese a inerpicarsi attraverso un’impervia quanto improbabile salita. I piedi scalzi le dolevano ma il terreno accidentato non la feriva. Non aveva più la possibilità di farlo, poiché il suo corpo livido era rimasto indietro, in balia delle correnti.

Ci fu un istante, improvviso, in cui Satya realizzò il dolore che la sua morte, unico gesto di ribellione in vent’anni di vita, avrebbe provocato ai suoi genitori. Contavano così tanto su di lei, sul suo matrimonio e sugli averi di Lord Baker per tirare avanti.
Era l’unica figlia di Mr. e Mrs. Rilke, dopo la prematura scomparsa del piccolo Rama, stroncato ad otto anni da una malformazione cardiaca; l’unica che potesse concretamente fare qualcosa per loro.
 
Si accorse, con orrore, di aver abbandonato la vita terrena da impenitente ed egoista suicida.
 
Veloci come le precedenti illuminazioni, ne arrivò un’ultima.

Aveva capito dove portava  quel camminamento tra le rocce acuminate.
 

You fool, you wanderer
You challenged the gods
And lost

 
Ben presto giunse alle sue orecchie un frenetico vociare, cullato dal suono prodotto dai flutti d’acqua.
Un altro fiume, stavolta ben diverso dal Tamigi.
 

***

Londra, 12 Novembre, ore 00.04

 
Christian si aggrappò convulsamente al bordo in rilievo del muretto in mattoni. I suoi occhi non si staccavano un solo istante dalle piccole increspature di superficie. Dopo aver inghiottito una giovane vita, Londra era tornata silenziosa come se nulla fosse successo. Come se nessuna tragedia l’avesse sfiorata.
 

I'm the breath on your hair
The endless nightmare, devil's lair

 
La scelta malata che la sua mente continuava a suggerirgli subdolamente lo tentava, ma lui non era impulsivo e stolto come la piccola Satya. Ponderava con meccanicità ogni scelta, desideroso di serrare tra le sue dita il collo della futura moglie, anziché l’insulso muretto.
 

Only so many times
I can say I long for you

 
Doveva ammetterlo, serviva uno stramaledettissimo coraggio per intraprendere una via drastica come il suicidio. Ma che vantaggio ne avrebbe tratto la fuggitiva? Il suo corpo giaceva senza sepoltura sul fondo del Tamigi e, da quanto gli era rimasto dai suoi studi, le anime senza esequie non potevano accedere all’aldilà. Era davvero così? Satya stava vagando, in pena, fuori dagli Inferi, senza poter trovare pace?
 

The lily among the thorns
The prey among the wolves

 
Le labbra si distesero in un ghigno. Sì, sicuramente era andata così. Senza un giudizio e un luogo in cui recarsi per l’eterno riposo, Satya aveva firmato la sua immortale condanna. Christian, tronfio del suo pensiero follemente logico, senza ombra di residuo timore, scavalcò a sua volta la barriera a protezione dell’argine. Chissà se qualcuno avrebbe pensato ad una loro fuga d’amore. Il pensiero lo divertì.
 

Puppet girl, your strings are mine

 
Esitò ancora qualche istante, pericolosamente in bilico tra la Terra e il Nulla. Dondolò indeciso sui talloni fissando gli occhi all’acqua. Un irresistibile richiamo verso l’Eterno. Verso Satya che l’aveva preceduto in quel viaggio senza ritorno.

Satya.

In fondo, era semplicemente ad un salto da lui. Pochissimo vantaggio, nessuna possibilità di salvezza.

Lo valutò come uno sforzo misero e i suoi muscoli guizzarono.

Pochi secondi e le acque si riaprirono per accogliere una nuova vita.
 

This one is for you, for you
Only for you
Just give in to it never think again
I feel for you




NOTE CONCLUSIVE PER TEDIARVI ANCHE DOPO LA LETTURA: Mi sento di aggiungere una precisazione stilistica. Quando la storia si svolge a Londra è segnalato il giorno e l'ora degli avvenimenti. Nell'aldilà invece il tempo non è specificato. Questo all'inizio mi aveva creato un grosso problema esistenziale: come si conta il tempo negli Inferi? *Filosofeggia impavida*. Mentre Dante se la risolve ogni tanto con pianeti e costellazioni, io ho optato per una più neutrale scelta di abbandonare la questione con un "è un luogo senza spazio né tempo". Anche perché le mie uniche nozioni di pianeti e costellazioni derivano rispettivamente da Sailor Moon e Saint Seiya, dunque capite che la cosa mi poteva scadere nel grottesco x'D

Probabilmente interessa solo a me, però intanto ve l'ho detto XD

Al prossimo capitolo :*

_Jade Lee_


P.S.: Se a qualcuno fosse sfuggito chi si nasconde dietro Christian, beh... Eccovelo servito!! XD

http://25.media.tumblr.com/tumblr_m9qytpBMFz1rfxacpo1_1280.jpg

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Capitolo 4
*** Capitolo III - Mankind Works In Mysterious Ways ***


NOTA INTRODUTTIVA: Il capitolo è ancora tra quelli che reputo "di transito", purtroppo. Mi è stato necessario spezzettare una parte importante che apparirà come "solitaria" nel prossimo. Nessun nuovo Nightwish all'orizzonte ( ma la storia è lunga e siamo solo alle prime battute xD ), però c'è un famoso essere infernale pronto a dire la sua alla cara protagonista ù_ù

Ri-citata "Planet Hell", accompagnata da una nuova canzone.
Buona Lettura ;) 


Capitolo III -  Mankind Works In Mysterious Ways  

 
Satya si ritrovò improvvisamente circondata da centinaia, migliaia di persone. Affluivano da ogni lato, guidate da sentieri di sangue che terminavano tutti in un unico punto. Il Molo dell’Acheronte.

Era giunta all’ingresso del Regno dei Morti. Era morta sul serio.

Le altre anime non parevano di certo meno smarrite di lei. Alcune tentavano di coprire orribili ferite e il terrore che emanavano poteva essere follemente percepibile; inutile sottolineare che l’insieme di questi sentimenti contribuiva soltanto ad aumentare lo scoramento e l’afflizione degli altri in attesa di conoscere il loro destino nell’Oltretomba.
 

Once I wished for this night


Satya sorpassò molti di quelli che si fermavano, spauriti, ad osservare da lontano il Molo.
Non era terrorizzata come gli altri: sentiva in sé una forza che la spingeva a voler andare avanti ad ogni costo. La sua era una fuga, in fin dei conti.
Così come non si era fermata nella corsa terrena per sfuggire a Christian, non lo avrebbe fatto neppure in quella eterna per raggiungere la sua pace.
Arrivare lontano era il suo scopo.
 

Faith brought me here 
It`s time to cut the rope and
Fly to a dream
Far across the sea
All the burdens gone
Open the chest once more

 
Ci sono scene a cui, pur avendo studiato letteratura e filosofia per molti anni, una persona non crederebbe mai di poter assistere.
Satya rimase perciò di sasso quando, una volta liberatisi dall’ingombrante barriera della folla, i suoi occhi videro un uomo spaventoso pronto a calare un possente remo sulla testa di un indifeso bambino, rannicchiato al suolo con le braccia cinte attorno al capo. Né le vesti pesanti né la stanchezza poterono impedirle di lanciare un grido mentre si precipitava a proteggere quella creatura dal legno nodoso che stava per colpirla.

Fece giusto in tempo: il remo si schiantò sulla sua spalla con una forza disumana e se le ossa non si spezzarono, beh, fu solo perché erano rimaste, assieme col corpo, sul fondo del Tamigi. Il dolore, però, era ben vivo e presente; non tardò infatti a manifestarsi con una tale intensità da riempirle gli occhi di lacrime. Gemette, stringendo i denti e il bambino spaventato tra le braccia.
Si rimise dignitosamente in piedi e infine si rivolse al violento traghettatore.

Caronte.

- Come si può pensare di colpire un bambino? - domandò, impertinente, allo spaventoso essere demoniaco.

- Come si può pensare di interferire con la divina legge? - domandò lui, di rimando, schiudendo le sottili labbra così simili ad uno sfregio sul viso. Poi, la sua espressione si aprì in un ghigno trionfale; fendette l’aria col suo remo un paio di volte ed esclamò ad alta voce:

- Il traghetto sta per partire e io solo ho il potere di portarvi al di là dei flutti infernali; perché voi, anime indegne, sostate lungo la riva? Non avete il diritto di trovarvi qui! -

Satya non capì. Strinse di più il piccolo che ancora singhiozzava, terrificato da quegli occhi di brace fissi su di loro con cattiveria.

- Lasciaci passare… - tentò Satya, subito interrotta da un brusco cenno della mano del Traghettatore.

- I vostri corpi non hanno ricevuto alcuna esequia. Non avete il permesso di attraversare l’Acheronte. -  
 

My only wish to leave behind
All the days of the Earth
An everyday hell of my kingdom come

 
Satya si sentì sprofondare. A cosa era servita la sua morte, se ora finiva con il ritrovarsi bloccata sulle rive di un fiume maledetto? Le bastò una singola occhiata all’immensa distesa d’acqua per decretare che no, attraversarlo a nuoto sarebbe stato impossibile.
La sconfitta le era tanto insopportabile da farle chinare il capo di fronte a Caronte.
 

***

Seduta a terra sulla riva dell’Acheronte, Satya seguì il ritorno del traghetto infernale. Era il secondo giro che compiva da quando era stata rifiutata. Il bambino non aveva ancora proferito parola.

Mai si era sentita tanto sola e spersa. Iniziava persino a maledire la sua impulsività. Si lisciò la veste, pensierosa, incontrando un’improvvisa resistenza a livello del fianco sinistro.
Vi ripassò la mano finché non si decise a sfilare il contenuto pesante che ingombrava la sua tasca segreta. Tra le sue dita brillavano ora i due penny che Madame Delacroix le aveva lasciato come segno di ringraziamento. Qualcosa si risvegliò nel suo spirito e per la prima volta anche il misterioso infante parve rianimarsi.
Si guardarono negli occhi e, col cuore carico d’emozione, Satya allungò una moneta al bimbo, che la strinse tra le dita paffute.

Una via di fuga.
 

Save yourself a penny for the ferry man

 
Prendendo la mano del suo nuovo amico, corse come prima al cospetto del Traghettatore, approfittando dello scarso coraggio che avevano le alter anime di fronte al mostro dagli occhi di brace. Caronte, irato, si accinse a respingerla nuovamente a male parole. Fu il suo turno di bloccarsi, però, quando le iridi di fuoco caddero sulla giovane mano schiusa davanti a lui.

Il penny brillava invitante e l’animo corrotto del demone non si fece di certo pregare: con un brusco strattone, Satya fu caricata per prima sul traghetto.
Separata dal bambino, si sporse per cercarlo sulla riva. Di lui non c’era più alcuna traccia. Guardò ancora e ancora, ma non scorse nulla. In fondo, però, aveva il suo penny e dunque una scappatoia.
Sarebbe sopravvissuto anche lui in quel mondo infernale.

Chiuse gli occhi e quando finalmente il traghetto si staccò da riva il peso della salvezza la pervase come un caldo abbraccio materno.
 
 

Save yourself and let them suffer


 

***

Christian, giunto a sua volta negli Inferi, non era di certo rimasto a guardare. O, perlomeno, l’aveva fatto finché gli era parso utile.
A differenza di Satya, adagiata tranquillamente nel traghetto di Caronte, lui non aveva perso di vista il bambino che stringeva la Salvezza.
Uno dei due penny di cui la stessa Satya si era servita per oltrepassare la barriera impostale dal corruttibile Traghettatore.

Ora, però, quella moneta serviva a lui.

Satya gli era sfuggita per un soffio e la sua vista aveva riacceso in lui una violenta brama di possesso. Non poteva permetterle di farla franca per la seconda volta in poco tempo.

Cambiò dunque momentaneamente l’obiettivo della sua cerca: spintonando con poca grazia le anime abbandonate allo sconforto del trapasso, Christian prese a inseguire il bambino misterioso che aveva ricevuto il dono da lui tanto bramato.
 

Dark chest of wonders
Seen through the eyes
Of the one with pure heart
Once so long ago

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Capitolo 5
*** Capitolo IV - You Receive but What You Give ***


Note: mostruoso, orrido ritardo. Sì, ma ho dovuto prima sorpassare un periodo intenso caratterizzato anche da qualche momento di profonda stizza per la faccia di Tuomas. E, se mi capitassse a tiro, lo strozzerei ben volentieri... Credo sia comprensibile ciò a cui mi riferisco xD sciocchezze a parte, ecco una nuova parte del viaggio di Satya... Buona lettura <3


Capitolo IIII - You receive but what you give

 

Il rombo dei flutti, per quanto cupo e burrascoso, restava pur sempre un’invitante ninnananna per la nostra povera Satya, ormai quasi priva di forze.
La sua mente non riusciva però a smettere il suo incessante e frenetico processo di ragionamento. Troppi fatti inattesi erano successi nel giro di pochissime ore e il fato si era parecchio divertito con lei.
Se solo avesse immaginato la reale natura di Lord Baker! Perché, si chiese, era stata tanto ingenua e remissiva di fronte al volere paterno? Avrebbe potuto cercare un’alternativa, un lavoro magari, per risollevare le finanze di casa. Invece si era fatta sottomettere come una stupida.
E aveva perso la vita. Un prezzo che le parve troppo grande, un dono troppo prezioso gettato via a causa della malvagità tipica e ben radicata nel perverso animo del viziato Lord.

Ad occhi chiusi, abbandonata contro il legno rovinato dell’imbarcazione che la stava conducendo lontana, rifletteva su tutto questo finché...

Finché un grido orribile le ferì le orecchie, facendole spalancare le palpebre e inducendola a sporgersi con un movimento veloce verso la riva che aveva appena abbandonato.

 

“I am the painted faces, the toxic kiss
Sowing of doubt, troll beneath the bridge
Come across
Death by a thousand cuts”

 
Terrore e paura allo stato puro. Non avrebbe trovato nessun altro modo per definire il sentimento che con prepotenza le invase il petto, facendola tremare come un cucciolo smarrito. Non era possibile, non poteva concepirlo, neppure una mente tanto malata e machiavellica sarebbe giunta a tanto pur di soddisfare un infantile desiderio di rivalsa. Eppure...

Eppure Lord Christian Baker era lì, in piedi sul molo da cui lei s’era appena staccata, con il più malvagio dei suoi sorrisi trionfanti. Gli occhi, in vita cristallini come una cascata di montagna, brillavano ora del nero più demoniaco che Satya avesse mai visto.
L’uomo stringeva saldamente per un braccio il bambino che lei aveva salvato e che, stoltamente, aveva perso di vista proprio nel momento in cui avrebbero dovuto fuggire assieme.

Lui l’aveva seguita, l’aveva osservata. Aveva visto cosa l’aveva salvata, approfittandone senza scrupolo alcuno.

E ora la teneva in pugno, nello stesso modo in cui stringeva convulsamente il penny che, al prossimo giro di Caronte, l’avrebbe portato da lei, in una caccia senza fine. Una condanna eterna su misura, una tortura forgiata proprio per Satya dalle abili mani della depravazione umana.

Satya tremò, le sue labbra fremettero e le lacrime tentarono di farsi strada per liberarsi dalla prigionia di quei suoi occhi verdi, bellissimi, che in vita le facevano ricevere molti galanti complimenti.
Ma non poteva piegarsi, se lo impose; pregò però per il bambino, perché non gli accadesse nulla.
Christian parve leggerle nel pensiero, perché proprio in quell’istante lo sollevò da terra con un gesto violento.

Sia il piccolo che Satya gridarono, il primo spaventando le anime, la seconda irritando Caronte, che la colpì alla schiena col remo, facendola piegare in avanti, oltre la sponda del traghetto infernale.

Nulla poterono contro lo sconsiderato gesto che il folle Christian compì.

 

“He will go down he will drown drown, deeper down,
The river wild will take your only child”

 
La superficie tormentata del fiume venne turbata dallo schianto del corpicino tra le sue acque, gettato con inclemenza verso un destino infausto ancor più della morte.

Satya non ci pensò neppure un istante. Non ne aveva di certo bisogno. Facendo leva sul bordo dell’imbarcazione, si diede la spinta tuffandosi a sua volta nello spesso torbidume dell’Acheronte, riemergendo non molto lontana dalla creatura infelice che si dimenava in maniera forsennata per mantenersi a galla. Nuotare le era quasi impossibile, l’acqua pareva quasi un pantano, nonostante il traghetto vi navigasse sopra senza apparente difficoltà.
Una trappola infernale, una via senza ritorno per le sfortunate anime che vi sarebbero cadute.

E Christian, che prima rideva, adesso seguiva la scena con uno sguardo glaciale. Di nuovo non si sarebbe mai aspettato un gesto tanto sconsiderato da Satya e la rabbia premeva nel suo animo. Se fosse stata travolta nuovamente dal maledetto corso d’acqua, non avrebbe più potuto seguirla. L’avrebbe persa per sempre.

Satya, annaspando in modo disperato, raggiunse il bambino e, per la seconda volta, lo strinse saldamente a sé, tentando di rimanere a galla con la sola forza delle gambe. Era nuovamente più vicina alla riva di partenza che a quella d’arrivo, e temette di essere salvata proprio da Christian.

Strinse gli occhi, pregò ancora di riuscire a salvare il bambino. Almeno lui.
 

“We will go down we will drown drown, deeper down
The river wild will be our last ride”

 
Le anime sulla riva, tra cui Christian, assistettero con sgomento alla scena che si presentò ai loro occhi.
Una luce intensa pervase Satya e le strappò il bimbo dalle braccia.

La cosa davvero inconsueta, però, era la forma di quella presenza quasi angelica: una perfetta copia di Satya stessa, dagli splendenti e sontuosi abiti bianchi. Sembrava planare sull’acqua, sfiorando la superficie senza tuttavia incresparla, delicata come una brezza primaverile.
 
Satya non credeva ai propri occhi, ma non addebitò neppure per un istante alla sua fantasia quell’apparizione tanto sconvolgente.

Per lei, però, il suo alterego angelico non dimostrò la stessa pietà donata al bimbo: puntò un dito al cielo e, in contemporanea col suo movimento, dalle acque dell’Acheronte si sollevarono migliaia di braccia minute, dalle dita raggrinzite per la lunga permanenza nella trappola d’acqua. Arti scheletrici di infanti che, senza esitazione, afferrarono spasmodicamente Satya per trascinarla a fondo.

La giovane si dimenò, gridò e pianse; poi, vinta, lasciò che quelle giovani anime spezzate la conducessero giù, verso il Nulla. La nenia che cantavano ininterrottamente l’accompagnò nel suo nuovo declino. La raggiunsero, prima della fine, le parole di quell’angelo luminoso che aveva assunto il suo aspetto.
 

Beautifully shy as you are
Never lose your heart
And do come across

 
Caronte, con gli occhi volti al cielo, ghignò, poggiandosi sul remo nodoso. 

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