Cosa successe dopo quel bacio

di NellieLestrangeLovett
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dr. Hoffman ***
Capitolo 2: *** Barnabas ***
Capitolo 3: *** Elizabeth ***
Capitolo 4: *** Barnabas e Julia ***
Capitolo 5: *** Ti odio ***
Capitolo 6: *** Ascoltando la signora Cooper ***
Capitolo 7: *** E' rimorso? ***



Capitolo 1
*** Dr. Hoffman ***


ATTENZIONE: 
Questa storia contiene SPOILER SELVAGGIO xD quindi se non avete visto il film o non conoscete già la storia, questa ff potrebbe rovinarvi la sorpresa. Io vi ho avvertito! 

Dr. Hoffman

Julia spalancò gli occhi. Ci mise alcuni secondi per realizzare di trovarsi in fondo all’oceano, legata come un salame, con qualcosa di piuttosto pesante attaccato ad un caviglia. Desiderosa di tornarsene in superficie si liberò in pochi secondi una mano e tagliò con le affilatissime nuove unghie le corde che la trattenevano e nuotò in superficie. Fortunatamente era buio. Uscì dall’acqua e cercò di asciugarsi. Aveva sete, ma non di acqua, né di alcool, ma di sangue. Si incamminò verso il centro abitato. Cercò un posto per cambiarsi. Nonostante fossero quasi le dieci di sera riuscì a trovare un negozio di abbigliamento aperto. Ne uccise il proprietario con i suoi nuovissimi ed affilatissimi canini in pochi secondi e poi andò in cerca qualcosa di asciutto e pulito da indossare. Trovò un tailleur blu scuro con la gonna corta e la camicetta bianca scollata ed un paio di tacchi a spillo; si sentiva terribilmente bene, basta maglioni larghi e sformati, basta scarpe basse per paura di essere ridicola. Si sentiva bella, affascinante e seducente. Non era mai stata così sicura di sé. Sapeva benissimo cosa era diventata: un vampiro. E la colpa era di Barnabas Collins. In fondo però ne era felice:  aveva ottenuto ciò che voleva, cioè la giovinezza eterna. Lentamente si incamminò sulla strada che portava a Collinwood, dove avrebbe avuto la sua vendetta. 

Lo so, dovrei finire 'Cara sorella ti scrivo' ma sono bloccata D: e nel frattempo inizio a pubblicare questa. Fatemi sapere cosa ne pensate! Un grazie a tutti quelli che leggono <3 

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Capitolo 2
*** Barnabas ***


Barnabas

Barnabas era inginocchiato accanto al letto con la testa fra le braccia, disperato. Nel letto di fronte a lui era steso il corpo di una donna, pallido come un cadavere. Josette non era ancora morta, ma sarebbe potuta esserlo presto. Infatti dopo quel dolce bacio sulla scogliera, quando lui l’aveva trasformata in vampiro, la giovane era come svenuta fra le sue braccia. L’aveva riportata di corsa a Collinwood, ma non c’era stato niente da fare. Non si era più svegliata. Probabilmente il suo organismo non aveva assorbito del tutto il veleno di vampiro che Barnabas le aveva iniettato con quel morso, e adesso era lì distesa, pallida e fredda. L’aveva persa di nuovo, per la seconda volta. Di colpo le parole di Angelique le risuonarono nelle orecchie: Per le donne è una rovina amarti, Josette, la dottoressa Hoffman e la tua amata Vicky. Quella maledetta strega aveva ragione, anche quando pensava che la maledizione si fosse spezzata a quanto pare aveva ancora qualcosa, o meglio, qualcuno da perdere. Piangeva in silenzio, chiedendosi perché non poteva morire anche lui, ponendo così fine ad ogni sofferenza. Lì a Collinwood ormai si era affezionato alla sua famiglia, e sapeva che li avrebbe visti tutti invecchiare e poi morire, mentre lui sarebbe rimasto giovane in eterno. “E’ inutile che stai lì a piangerti addosso” disse una voce alle sue spalle, una voce che sperava di non sentire più “E’ morta”. Barnabas si voltò. 

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Capitolo 3
*** Elizabeth ***


Elizabeth

Elizabeth Collins osservava gli operai al lavoro, non aveva perso tempo e si era rimessa subito a ricostruire Collinwood. Ora che Roger se ne era andato e Barnabas passava tutto il suo tempo al capezzale della povera Victoria si sentiva l’unica colonna portante della famiglia Collins. E adesso che la casa era per metà distrutta, Carolyn era un lupo mannaro e David poteva davvero vedere il fantasma della madre, per la matriarca era davvero difficile, doveva raccogliere i cocci e ricominciare da capo. Guardando i pochi ritratti intatti rimasti appesi alle pareti non poteva fare a meno di provare un senso di inferiorità: tutti quei lontani parenti avevano fatto qualcosa di importante o grandioso per la famiglia, e lei invece, cosa aveva fatto? Aveva trascinato i Collins nel baratro, e se non fosse stato per Barnabas probabilmente ci sarebbero rimasti. Nonostante ormai la strega, Angelique, fosse morta, e probabilmente la maledizione con essa, Elizabeth non riusciva ad essere ottimista, sentiva, come uno strano istinto nascosto, che ancora la famiglia non avrebbe potuto tornare alla sua vita tranquilla. Si trovava silenziosa nel grande salone da ballo quando sentì dei passi che venivano verso di lei. “Ma cosa cavolo è successo a questa casa?” chiese una voce conosciuta “E’ ancora più in rovina del solito!”. La signora Collins si voltò e si ritrovò davanti alla psichiatra con i capelli di fuoco. “Julia!” esclamò “Bentornata”. Non sapeva perché, ma c’era qualcosa di diverso nella dottoressa Hoffman, una nuova luce negli occhi. “Lui dov’è?” chiese la donna. “Barnabas? Nella stanza della signorina Winters”. La vide in pochi secondi salire le scale e sparire al piano di sopra. 

Sono tornata :D Allora questo capitolo in ordine cronologico verrebbe prima del capitolo 2, ma mi piaceva di più così. 
GRAZIE A TUTTI 

 

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Capitolo 4
*** Barnabas e Julia ***


Barnabas e Julia

Barnabas spalancò gli occhi quando si ritrovò davanti alla donna. Se fosse stato umanamente, anzi, vampiramente, possibile sarebbe impallidito. “V-Voi...”. Lei sorrise maliziosa davanti all’espressione del vampiro, che sembrava aver visto un fantasma, ed in effetti era così. “Io vi avevo… vi avevo uccisa… non è possibile”. “Non è possibile che io sia qui, Barnabas? Eppure ci sono. Perché non sono morta? Semplice, probabilmente quando pensavi a succhiarmi il sangue ti sei forse scordato che io avevo il tuo nelle vene. Sono diventata immortale. Le trasfusioni hanno funzionato ed io ho ottenuto la giovinezza eterna”. Lui abbassò lo sguardo. Lo sapeva che qualcosa era andato storto quando aveva ucciso la dottoressa Hoffman, e adesso era tornata. Gli si era fatta di colpo incredibilmente vicina, seducente come non mai. Era dura resistere al fascino che la donna emanava. Lei gli stava girando intorno, come un predatore gira intorno alla sua preda per studiarne i movimenti. Si fermò alle sue spalle. “Non siamo dei mostri Barnabas” gli sussurrò in un orecchio “Siamo solo superiori ai normali esseri umani”. Sentiva le sue labbra solleticargli il lobo. Di scatto l’uomo si allontanò. “Voi chiamate essere superiore chi uccide i suoi simili per nutrirsi, dottoressa?”. Julia emise una flebile risata che durò per pochi secondi e poi rispose: “E’ la legge del mondo, mio caro. I più forti mangiano i più deboli per sopravvivere”. Il vampiro rabbrividì e fece una smorfia disgustata al pensiero di aver creato lui stesso quella creatura senza cuore con cui stava discutendo. Rimasero entrambi in silenzio e solo allora Barnabas si accorse che si trovavano ancora davanti al corpo senza vita di Josette. Si sentì percorrere da una scossa di rabbia, abbassò lo sguardo cupo e sussurrò: “Andatevene”. Lei si uscì dalla stanza con passo felino. Lui si ringinocchiò davanti al letto e cercò con tutte le sue forze di ricominciare a disperarsi, ma l’immagine della dottoressa Hoffman non sembrava aver l’intenzione di lasciarlo in pace a concentrarsi con il suo dolore.
No, non sono morta, solo un po' confusa xD Ecco un altro capitolo, in cui i nostri protagonisti si scontrano per la prima volta, e la dottoressa Hoffman, ovviamente, ne esce vincente. Ho una notizia che potrebbe essere brutta: Io venerdì pomeriggio partirò e non credo che riuscirò a scrivere fino alla fine di agosto. Quindi, a meno che non abbia un colpo di genio e riesca a finire questa storia fra domani e dopo domani, non penso di aggiornare questa storia per un paio di mesetti. Mi dispiace ma il mio computer deve rimanere a casina mentre io sono via (ordini dall'alto, purtroppo D:) Perciò spero che questo capitolo vi piaccia, grazie a tutti quelli che lo leggeranno. Un bacio a tutti <3 e buone vacanze
NellieLestrangeLovett


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Capitolo 5
*** Ti odio ***


 Ti odio.

Quando Barnabas entrò in sala da pranzo Elizabeth, Carolyn e David erano già seduti ai loro posti.
La matrona di Collinwood gli rivolse un sorriso stanco che il vampiro a fatica ricambiò. Gli bastò uno sguardo per capire che la sua lontana parente aveva passato più di una notte a rigirarsi nel letto senza però riuscire a prendere sonno, e gli scuri segni che la donna aveva sotto gli occhi ne erano la conferma. Carolyn sedeva accanto alla madre e sembrava aver perso quell’atteggiamento strafottente che la caratterizzava. A Barnabas sembrava terribilmente invecchiata, come se la giovane di un tempo si fosse trasformata definitivamente in donna adulta.
David sembrava l’unico che appariva come sempre a quel tavolo, quasi normale fra tutti quei cambiamenti, e al vampiro venne da sorridere a questo pensiero, dato che il bambino era fino a pochi giorni fa l’ “emarginato” della famiglia. 
La porta si aprì di colpo e, accompagnata dal ticchettio dei suoi nuovi tacchi, Julia entrò nella stanza rivolgendo un mezzo sorriso ai presenti, indugiando qualche secondo su Barnabas.
Willy comparve con in mano una pentola contenente quello che sembrava un pollo arrosto. Ne consegnò un pezzo a ognuno di loro, ma quando arrivò alla dottoressa Hoffman gli fece un cenno e scosse la testa.
“Grazie mille, Willy, ma ho già mangiato” scoccò un’occhiatina sorniona al vampiro, che, senza abbassò lo sguardo addentò una coscia di pollo stopposo, più che altro per rabbia. I loro occhi si incrociarono, quelli di lei divertiti, quelli di lui che lanciavano scintille.
Ti odio pensò Barnabas, come se la psichiatra potesse leggergli nel pensiero. Ti odio, ti odio, ti odio.
Julia sorrise, crogiolandosi nell’evidente collera del suo assassino.
A Elizabeth ovviamente quello scambio silenzioso di sguardi non era passato inosservato e per alleggerire la tensione tossicchiò, attirando l’attenzione su di sé:
“Allora, Julia, com’è andata la tua riunione di lavoro?  Spero che il viaggio di andata e ritorno da qui a… dove hai detto che è andata, Barnabas? A Detroit? Che il viaggio di andata e ritorno da qui a Detroit non sia stato troppo pesante…” disse rivolgendosi gentilmente alla dottoressa.
“Oh, grazie per l’interessamento, Elizabeth, ma non preoccuparti, la riunione è stata molto interessante ed il viaggio…” di nuovo i suoi occhi si posarono sul vampiro “Non è stato nemmeno così lungo, anzi oserei dire che mi è sembrato di essere partita l’altro ieri…”.
Barnabas si alzò in piedi di scatto. Ne aveva abbastanza.
“Dottoressa Hoffman, una parola, se non vi dispiace”.
Julia si passò sensualmente la lingua sui denti e sorrise, rimettendosi anche lei in piedi e seguendo l’uomo fuori dalla sala da pranzo. Appoggiò la schiena contro il muro e si guardò intorno distrattamente.
“Dottoressa, non tollererò questo comportamento da parte vostra ancora a lungo. Non so nemmeno perché vi conceda di rimanere ancora in questa casa ma sappiate che non vi permetterò di…”
“Che cosa vuoi dirmi, Barnabas?” lo interruppe maliziosa la psichiatra. “Me ne sono accorta sai, ce l’avevi scritto in fronte prima, ora avanti, trova il fegato da dirmi ciò che devi senza troppi giri di parole”.
Si fece vicina, di nuovo troppo vicina. Le sarebbe bastato allungare le labbra per toccare quelle del vampiro. Solo allora l’uomo si accorse di quanto la “nuova” dottoressa Hoffman fosse attraente, quella sua bocca appetitosa e per un attimo lasciò che i suoi occhi scivolassero sulla scollatura della donna, che era più bassa di lui di qualche centimetro.
“Io… io non capisco cosa volete dire…” farfugliò confuso, mentre le parole “ti odio” ricominciavano a ripetersi nella sua mente.
“Dillo Barnabas, sfogati”
“Oh, d’accordo, io ti odio, Julia Hoffman, TI ODIO!”
La psichiatra sorrise soddisfatta, come se avesse ottenuto proprio quello che voleva.
“Meglio odiata che ignorata” fu la risposta arrogante, mentre gli passava una delicata mano sul petto, scatenando un brivido che Barnabas non sapeva se fosse di piacere o di paura. Lo superò e sparì dietro un angolo, lasciandolo solo, a bocca aperta e ancora più arrabbiato di prima.
Ti odio!


Non ci credereta mai ma... SONO TORNAAAAAATA! E dovete tutti ringraziare Ayumi_L, che mi ha convito a ricominciare a scrivere questa storia!! Comuuuunque ecco qua un bel capitolo luuuungo e ho già un paio di idee per il prossimo, quindi beh, spero di non farmi attendere per il prossimo aggiornamento! Scusatemi ancora tanto per lo scandaloso ritardo :D


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Capitolo 6
*** Ascoltando la signora Cooper ***


Ascoltando la signora Cooper

Carolyn si era rimessa ad ascoltare musica a volume alto a qualunque ora del giorno, ma nessuno osava più lamentarsi. Era come un pizzico di normalità quando la vita di tutti era stata sconvolta. Barnabas stava per qualche motivo passando davanti alla camera dell’adolescente quando una particolare canzone lo colpì profondamente.


 

 

  I want to love you, but I better not touch     


Riconobbe la voce, l’aveva sentita la serata dell’happening, era la voce di Alice Cooper, una delle donne più orripilanti e terribilmente mascoline che il vampiro avesse mai visto. Chissà perché quelle parole gli ricordavano qualcuno…

 

 
I want to hold you but my senses tell me to stop  


Gli sembrò di sentire il ticchettio ormai famigliare delle scarpe di Julia alle sue spalle. Si voltò ma si accorse che non c’era nessuno. Barnabas, vecchio mio si disse adesso te la immagini addirittura! In effetti il pensiero della dottoressa lo stava ossessionando: la vedeva anche quando no c’era, la immaginava mentre andava “a caccia” di qualche preda umana che potesse farle da cena, l’aveva addirittura sognata una notte, mentre rideva di lui che cadeva da cavallo. Lentamente il pensiero della perdita di Vicky stava diventando sempre più fioco nella sua mente, mentre quello della dottoressa Hoffman sempre più nitido.
           
I want to kiss you but I want it too much            


Quelle labbra, quelle splendide labbra carnose, che Barnabas poteva vedere ricoperte di sangue fresco, scarlatto. Si chiese come sarebbe stato baciare quella bocca, condividere con lei il sapore dell’unica cosa di cui loro due, creature della notte, si nutrivano.
       
I want to taste you but your lips are venomous poison       


“Barnabas? Hai bisogno di qualcosa?”
Il vampiro venne violentemente riscosso dai suoi pensieri, accorgendosi di essersi fermato davanti alla stanza di Carolyn piuttosto a lungo, e non si era accorto che la ragazza aveva aperto la porta e se lo era trovato davanti, immobile, immerso nelle fantasie.
Fece un sorrisetto nervoso e scosse la testa, allontanandosi lentamente. Aveva bisogno di allontanarsi e di schiarirsi la mente, alla scogliera.

Questo capitolo sarebbe una specie di Song-Fiction, Poison è una delle mie canzoni preferite in questo periodo e l'ho trovata adatta alla situazione... Finalmente Barnaby si da' una svegliata!!


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Capitolo 7
*** E' rimorso? ***


E’ rimorso?

Barnabas aspettò che tutti, dopo cena, si fossero ritirati nelle loro camere, poi in silenzio sgusciò fuori dalla porta principale e si immerse nell’oscurità. La frizzante aria primaverile gli pizzicava piacevolmente il viso mentre percorreva l’enorme cortile del maniero. Amava quella casa, l’aveva sempre amata, fin da quando era giovane. Ne conosceva ogni angolo, ogni piccolo passaggio segreto e non poteva sopportare di vederla distrutta, soprattutto a causa sua. Si incamminò per le strade di Collinsport, semideserte, e sentì anche passare in lontananza una di quelle fastidiosissime automobili che facevano rumore… si chiamavano ambulanze, giusto? Arrivò alla spiaggia, dove le onde si rompevano sugli scogli, ed iniziò a passeggiare, immerso nei suoi pensieri. Stava perdendo il controllo di sé, e non poteva permetterselo, non avrebbe dovuto dimenticare Vicky così in fretta. Arrivato dietro ad un faraglione particolarmente grande sentì dei lievi gemiti coperti dal rumore del mare. Scorse una chioma ramata, che anche nell’oscurità era parecchio riconoscibile.
“Dottoressa” chiese avanzando sicuro verso la sagoma oscura “Vi sentite bene?”
Julia alzò la testa e Barnabas notò che aveva gli occhi lucidi ed arrossati. “Due gemelli” disse gravemente. Il vampiro comprese all’istante che cosa la donna intendesse. Percepiva l’odore del sangue, sangue di bambino, che impregnava i vestiti della psichiatra.
“Avevo fame e… beh… loro erano soli… è stato più forte di me… n-non dovevano avere più di otto anni…” spiegò fra i singhiozzi. Appoggiò la testa sulla spalla di lui.
Barnabas si irrigidì all’istante, era da quando le aveva detto che la odiava che i due non avevano più un effettivo contatto fisico. Le accarezzò timidamente i capelli, evidentemente imbarazzato. Gli stava bagnando il cappotto di lacrime. I mostri non piangono pensò duramente Io non piango e non ricordo di aver mai visto Angelique piangere… Perché ora pensava alla strega, quell’essere perfido che lo aveva condannato? Forse stava correndo troppo, aveva paragonato la psichiatra ad Angie… una persona cattiva, felice di potergli fare del male. Ma si sbagliava, quella che ora versava lacrime per due innocenti non era la stessa dottoressa Hoffman che gli era sembrata più che felice di essere diventata vampiro e aver così ottenuto la giovinezza eterna, ma era Julia, l’insicura ma determinata donna con mille difetti ma che provava ancora dei sentimenti.

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