The Vamp And I

di Sephta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 3 ottobre ***
Capitolo 2: *** 5 ottobre ***
Capitolo 3: *** 6 ottobre - 7 ottobre ***
Capitolo 4: *** 9 ottobre ***
Capitolo 5: *** 10 ottobre - 11 ottobre ***
Capitolo 6: *** 13 ottobre ***
Capitolo 7: *** 14 ottobre ***
Capitolo 8: *** 15 ottobre - 16 ottobre ***
Capitolo 9: *** Il Passato - 1 ***
Capitolo 10: *** 17 ottobre ***
Capitolo 11: *** 19 ottobre ***
Capitolo 12: *** 21 ottobre ***
Capitolo 13: *** Il Passato - 2 ***



Capitolo 1
*** 3 ottobre ***


3 ottobre


Oggi c'è stato un forte vento. I rami dei ciliegi rano come posseduti dal demonio, così diceva Eve.
Adam era in silenzio accanto alla finestra fissando i rami spogli di fiori rosa.
I suoi occhi erano vuoti e la sua voce spenta.
Diceva "I corvi stridono" e un attimo dopo un qualche corvo lanciava il suo grido al cielo pieno di nubi nere e soffocanti.
Ero così inquieta che sono corsa nella mia stanza, mi sono chiusa qui e non esco da ore.
Oggi il Vampiro non s'è fatto vedere.

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Capitolo 2
*** 5 ottobre ***


5 ottobre


Eve mi ha chiesto di scriverle una poesia. Mi ha shockata, ma lei mi ha liquidato dicendo che le serviva una poesia per far crescere le piante di pomodori nel suo giardino. Ancora più basita, sono andata in camera e per tutto il pomeriggio mi sono messa al lavoro. Ho scritto una poesia sulle piante, sul terriccio e sull'estate, ma lei dopo averla letta ha strappato il foglio in mille pezzi e l'ha gettato nel camino.
Ho avuto paura.
Lei ha detto "Fa pena, ma non ti ucciderò per questo"
Mi ha rassicurato.

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Capitolo 3
*** 6 ottobre - 7 ottobre ***


*_* Ma grazie a quelli che mi hanno lasciato una recensione! Siete la mia spinta per andare avanti, vedrò di non abbandonarvi XD va bene, basta perdere tempo v.v via al terzo capitolo! [stavolta racchiude ben due giornate! Rallegratevi! XD si vede che son pigra eh?._. ma è una mia consuetudine fare i capitoletti microscopici.. perdono! >_<']





6 ottobre


Ho riscritto la poesia per Eve.
Stavolta l'ha messa vicino la pianta di pomodori, mi ha guardata con quel suo sguardo indecifrabile e mi ha graffiato il braccio con le sue lunghe unghie, segno che le è piaciuta. Mi ha fatto allontanare dal giardino e mi ha avvertito di disinfettare la ferita.



7 ottobre


Il Vampiro è uscito dalla sua stanza ed è venuto a cercarmi nel mio alloggio. Mi ha incatenato alla porta all'istante con catene fatte di ghiaccio infuocato, mi ha zittito con una mano e con l'altra mi ha alzato il mento, si è chinato su di me e si è preso un altro po' del mio sangue.
Dopodichè, mi ha liberato e mi ha schiaffeggiato, con sguardo duro.
"Non scrivere più poesie a Eve" ha tuonato, con voce maligna e impressionante, il volto nuovamente impassibile.
Dopo avermi -gentilmente- asciugato la ferita che mi aveva provocato sul collo, è scomparso nel vento passando attraverso il vetro della finestra. Adam è entrato poco dopo portandomi un infuso delle erbe del loro giardino.
"Serve a riprendersi" mi ha detto, con un tono caldo e rassicurante "I morsi del Padrone riescono a stremare in modo impressionante le sue vittime" alchè sono rabbrividita e lui mi ha presa alla sprovvista baciandomi con le sue labbra fredde. A quel punto abbiamo sentito Eve chiamarlo e se n'è andato.
Grazie al cielo.
Ho avuto paura.

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Capitolo 4
*** 9 ottobre ***


9 ottobre


Eve mi tratta male più del solito. Dice che è colpa mia se le piantine di pomodoro sono marcite dopo solo tre giorni. Mi ha intimato che chiederà al Vampiro il permesso di uccidermi. Ho paura, vago per i corridoi guardandomi le spalle.
Adam è inspiegabilmente tornato al cavalletto dopo settimane, e per tutto il giorno, da stamani fino a poco fa, è stato accanto alla finestra al lavoro sulla sua tela. Poi ha chiamato me e Eve a commentare. Il suo quadro mi ha gelata.
Raffigurava Eve in modo molto realistico, seduta a cavalcioni su un enorme pomodoro, e io sotto di esso schiacciata dal suo peso.
Mi sono spaventata da morire e sono corsa fuori dalla stanza, solo dopo aver sentito gli apprezzamenti di Eve.
Diceva che il quadro rappresentava un futuro molto, molto prossimo.

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Capitolo 5
*** 10 ottobre - 11 ottobre ***


Mille grazie a Magica e Chibi[.. com'era il tuo nick?] che mi hanno recensito.. e grazie anche a Estranea che mi ha commentato il 5 ottobre.. chi sei? mi farebbe piacere leggere qualcosa di tuo, se l'hai scritto.. beh, basta parlare.




10 ottobre


Mattina. Ero in camera, stesa sul letto, quando Adam bussa alla porta. Entra, tenendo tra le braccia il cavalletto, la tela, i colori e i pennelli.
Posa tutte queste cose in silenzio, io lo guardo. Poi alza gli occhi, mi chiede di posare svestita per lui.
Non dico niente, non sapevo cosa dire, lui immagina che io abbia acconsentito e mi spoglia personalmente.
Per tutta la giornata il suo sguardo trapassa il mio corpo mentre la mano muove su e giù il pennello sulla tela.
Adam è bravo, e veloce. Mi si è avvicinato e mi ha baciato, io l'ho lasciato fare, le sue labbra ora tiepide mi tranquillizzavano.
Stavolta è andato avanti.
Non so cosa mi abbia trasmesso, è stato.. bello.
Se n'è andato da poco, dice che non può dormire in un posto così alto.
Strano, a me la torre piace.

11 ottobre


Aiuto.
Il Vampiro ha scoperto che io e Adam abbiamo fatto l'amore. Ha rinchiuso Adam nei sotterranei e davanti ai miei occhi l'ha frustato a schiena nuda fino a farlo sanguinare.
Eve osservava tutto, ma non ha fatto niente.
Senza darmi il tempo di dirgli alcunchè, mi ha rinchiusa qui, nella torre Ovest. E' tutto il giorno che mi tiene a digiuno.
Ho paura e qui è pieno di ragni.
Eve è gelosa di Adam, anche se è suo fratello gemello.
Non so cosa fare.

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Capitolo 6
*** 13 ottobre ***


Come dire.. niente, grazie dei commenti ^^ E' tutto.




13 ottobre

Stamattina presto Eve è venuta a chiamarmi su alla torre Ovest.
"Il Padrone ti perdona" è sbottata, lo sguardo duro e la voce tagliente. Ero debolissima, capivo poco e niente. Mi ha portata di malagrazia nel salone da pranzo, sfamandomi. Ricordo quasi con vergogna il modo selvaggio con cui mi sono avventata sul cibo. Meno male che Eve è uscita lasciandomi sola.
Ma, sfortunatamente, poco dopo è entrato il Vampiro e mi ha morso violentemente, come una bestia.
Mi fa male ancora adesso.
Come se fosse il prosieguo della punizione.
Ho paura di addormentarmi, potrebbe arrivare lui in qualsiasi momento, dalla porta, dal muro, dalla finestra, dal pavimento, dal soffitto.
Cosa più inquietante, non so dov'è Adam. Non lo vedo in giro, Eve non mi ha detto nulla, men che mai il Vampiro. Sono seriamente preoccupata, non è da lui non mostrarsi per i Corridoi o le stanze, o perlomeno venirmi a bussare in Camera.
Ho tanta paura per lui.

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Capitolo 7
*** 14 ottobre ***


Grazie ancora per i commenti. Estranea, mi farebbe piacere sapere cosa hai in mente di scrivere, mandami una mail, semmai.



14 ottobre

Mi sento debolissima. Oggi è stata una giornata spaventosa.
Nel pomeriggio esco finalmente dalla mia stanza, e mi sembra di vedere Adam alla fine del corridoio, che cammina abbastanza celermente. Svolta l'angolo. Ancor più preoccupata di prima, lo seguo all'istante.
Lo inseguo e lo rincorro per quel dedalo di corridoi che costituiscono la villa del Vampiro, fino ad addentrarmi in una zona della Casa che non mi è del tutto nota.
Comincio ad avere paura, cammino un po' più velocemente e oltretutto vedo e non vedo l'ombra del presunto Adam davanti a me.
Oramai cammino quasi a istinto, senza nemmeno vedere dove metto i piedi.
E quasi improvvisamente mi trovo di fronte a una porticina nera. Piccola, polverosa, insignificante.
-Ora la apro e vengo mangiata da qualche mostro- mi dicevo, fra me e me. Era una classica situazione, di quelle che trovavo spesso nei libri che leggevo.. prima.
Mi trema la mano, mentre l'avvicino alla maniglia. L'abbasso, tiro a me. Strizzo gli occhi.
..
Niente.
Riapro gli occhi; niente mostri, nè pipistrelli. Sono quasi delusa, invece che sollevata.
Intravedo, nella semi oscurità, delle scale. Prendo coraggio e inizio a scenderle.
Durano un'infinità, e pian piano sprofondo nel buio più totale. Sento solo il mio respiro e i miei passi sui gradini di pietra.
Poi la luce.
Arriva così improvvisamente che mi ferisce gli occhi, sicchè ci metto un po' ad abituarmi.
Alla fine vedo una stanza: vuota, spoglia, solo un letto a baldacchino con le tende lacere, un altare di marmo dall'altro lato e una libreria piuttosto misera.
Ha un che di misteriosamente maligno, da togliere il fiato. Rimango impietrita.
All'improvviso mi sento afferrare da dietro; qualcuno mi copre la bocca con la mano - incredibilmente gelida - mentre con l'altra mi cinge forte per il bacino, tanto da farmi male. Cerco di vedere chi possa essere, ma non riesco a voltarmi.
Poi, senza che io o l'aggressore avessimo detto o fatto alcunchè, una parte della parete di fronte a noi torna indietro, si incassa nel muro e, scorrevole, si infila nella parete alla sua destra, rivelando un anfratto piuttosto buio.
In penombra intravedo una figura. Dalle tenebre sbuca un ragazzo alto, innaturalmente alto. I capelli neri, lunghi, coprono per metà il viso, sicchè non riesco a inquadrarlo per bene. Indossa una specie di tunica malandata, ma da ciò che riesco a intravedere, ha una pelle bianca, lattea. Fa un paio di passi verso di me.
Alchè quello che mi aveva aggredito prima mi lascia e si dirige verso il ragazzo.
Ormai lo riconosco, è il Vampiro.
"Cosa..?" chiedo con un filino di voce.
Il Vampiro alza una mano zittendomi, sempre con la schiena rivolta a me.
Si avvicina al ragazzo scostandogli i capelli dagli occhi, ma mi copre cominque la visuale e non riesco lo stesso a vederlo.
"Torna a dormire Jàn" lo sento dire "Farò in modo che non ti disturbi più. Mai più" aggiunge in tono lugubre.
Colui che dovrebbe essere Jàn si volta e, senza dire una parola, torna nella parete. Per una frazione di secondo gli vedo la schiena: la tunica è strappata in larga parte e la schiena è bendata. Sembra quasi.. gobba.
Rimango quasi immobilizzata da quella strana visione, mentre il Vampiro si volta verso di me, l'espressione arrabbiata, feroce, quasi.. famelica.
Faccio un passo indietro, movimento vano; la sua velocità è disumana, scatta in avanti, mi agguanta e mi morde, vorace, a lungo.
La vista si annebbia e non ricordo altro.
So solo che mi sono risvegliata in camera mia a sera tardi, le spalle e il collo ricoperti di sangue rappreso.
Chi è Jàn? E perchè vive lì?

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Capitolo 8
*** 15 ottobre - 16 ottobre ***


15 ottobre

Posso considerarmi sollevata..?
Adam è qui.
Stamattina presto ho sentito bussare alla porta, mi sono alzata e lui era lì, i vestiti sporchi e laceri, i capelli spettinati e il viso sporco di sangue.
Ma era lì.
L'ho abbracciato e l'ho fatto entrare senza fare rumore. Non abbiamo parlato; mi ha baciata subito senza esitare, e abbiamo rifatto l'amore.
E' stato un gesto quasi disperato, non volevo più lasciarlo e lui non voleva più lasciare me.
Nel pomeriggio è dovuto andare via.
"Il Vampiro potrebbe scoprire che sono scappato" mi ha detto, con un sorriso strano, ed è uscito. Sono rimasta sola, io e la mia inquietudine.




16 ottobre

.. oh no.
Ho sentito Eve che mi chiamava in giardino.
Sono uscita.
Pochi passi.
Una macchia di sangue sul selciato.
Mi irrigidisco.
Contino a camminare.
Altre macchie, più vicine.
Si riuniscono sempre di più, fino a formare un lago.
In mezzo al lago..
.. Adam.

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Capitolo 9
*** Il Passato - 1 ***


Tutt'un tratto iniziai a vedere le cose in maniera più nitida

Tutt'un tratto iniziai a vedere le cose in maniera più nitida.

Stavo correndo.

Ansimavo.

Con le mani spostavo le foglie davanti a me. Sentivo un dolore pungente sulle braccia: piccole schegge di legno, al mio passaggio, mi ferivano, si conficcavano nella mia pelle.

E i miei piedi, nudi, su quel tappeto di aghi di pino.

Non sentivo altro che il rumore dei miei passi nella foresta, il mio respiro.

E il mio cuore che batteva.

Mi fermai.

Perchè stavo correndo?

Non lo sapevo.

Mi guardai attorno.

Nessuno. L'unica luce era la luna, pallida, piena, che risplendeva nel cielo notturno tra le nuvole, che l'oscuravano a tratti.

Mi concessi un breve istante prima di sospirare.

Attentamente mi esaminai.

Ferite sulle gambe, sotto la pianta dei piedi, sulle mani, sulle braccia.

Il mio vestito, un tempo bianco, era stracciato e sporco di.. fango? Terra? Sangue?

I piedi mi dolevano per il troppo camminare su una superficie appuntita.

Non riuscivo a parlare, ansimavo per la corsa a rotta di collo.

Ricominciai a guardarmi attorno.

Dov'ero? Come c'ero finita?

E da chi o cosa stavo fuggendo?

Tutte le risposte alle mie domande.. arrivarono con un dolore sordo al collo.

Sangue.

Sangue che colava da una ferita sul collo.

Non era una ferita normale.

Mi portai la mano sul collo. Sotto le dita, cercando di fermare il sangue, sentivo due fori, a poca distanza l'uno dall'altro. Non riuscivo a vedere niente.

L'unica cosa che distinsi era la sagoma di qualcuno davanti a me.

Le nuvole avevano oscurato la luna.

I pochi riflessi che arrivavano, ovattati dalla coltre di nubi, rischiaravano una figura possente, alta, terrificante.

Lo vidi chinarsi alla mia altezza.

Nonostante la vicinanza non riuscivo a distinguere i lineamenti.

Riuscii solo a vedere una lingua che si leccava le labbra, sporche di sangue.

Intravidi due canini appuntini.

Ero irrigidita.

Poi un sibilo.

Così freddo da gelare il sangue, eppure così caldo da farmi salire i brividi lungo la schiena.

"Mia preda.."

Lo vidi, stavolta.

Fu come un soffio d'aria.

Si avventò nuovamente sul mio collo, traendone altro sangue.

Poi..

..buio.

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Capitolo 10
*** 17 ottobre ***


17 ottobre

Non respiro, non respiro più.
Mi passo le dita sul collo e sento i fori, le cicatrici dei morsi del Vampiro.
Dopo aver visto quella.. quella.. quella "cosa" in giardino, Eve mi ha mandata via in malo modo.
"Va' via, la tua influenza lo peggiora" mi ha intimato.
Non sono più uscita dalla mia stanza.
Ho paura, ho paura per Adam.
Vivrà? Morirà?
Deve aver perso molto, molto sangue.
Chi sarà stato? Il Vampiro? ..Eve?
Ma Eve è sua sorella! Perchè avrebbe dovuto..?
Bussano alla porta.
No, non è la porta.
Sembra il rumore di un vetro.
Istintivamente, mi giro verso la finestra e, tempo due secondi, appare e scompare una figura, longilinea, incorniciata da una cascata di capelli scuri.
Essendo buio, la luna a tre quarti, non sono riuscita a distinguere il viso, nè cosa indossasse.
Mi sento inquieta.
Non so se riuscirò a dormire stanotte.
Adam.. Adam.. almeno tu non abbandonarmi.
Sei la mia unica speranza in questa..
.. gabbia di matti.




Grazie nuovamente a chi mi commenta, spero di non annoiarvi con lo sviluppo lento della storia tramite questi capitoli microscopici. Alla prossima!
Seph

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Capitolo 11
*** 19 ottobre ***


Finalmente me ne sono ricordata.. ogni volta che aggiornavo mi dicevo di scriverlo ma non lo facevo mai.. volevo semplicemente avvertirvi che questa fic è ispirata al Manhwa "Model", di.. Lee So Young, mi pare. Per chi avesse trovato delle similitudini e fosse rimasto per un secondo stupito, ecco la risposta u.u ho letto il primo numero e mi ha affascinato, ed è scaturita l'idea ^^ ed ora buona lettura!



19 ottobre

Ho paura, non so cosa fare. Sono inquieta.
Adam è vivo.
O almeno credo. Non lo so più, non ne sono certa.
Dopo che Eve mi ha cacciata via in malo modo dal giardino, non l'avevo più visto, ma il Vampiro mi è venuto a cercare ieri e, dopo avermi succhiato un'altra considerevole dose del mio sangue, mi ha detto che Adam è nell'ala Ovest.
Piena di gioia corsi nell'ala Ovest, dimenticandomi della grandezza di quell'ala.
Difatti, correndo e superando corridoi su corridoi, cominciai a rallentare chiedendomi dove fosse.
Una voce venne in mio soccorso; debole, bassa, stanca, ma in quel silenzio tombale, completo di eco, risultò quasi assordante.
Era Adam, e chiamava il mio nome, con un'insistenza quasi.. dolorosa.
Seguendo la sua voce arrivai in uno stanzone dal soffitto altissimo, costituito da enormi travi di legno scuro; le pareti bianche, di gesso, tristi e opprimenti. Una sola, grande finestra sulla parete di fronte, non molto lontana, che prendeva tutto il muro innalzandosi come una finestra gotica.
Vicino alla finestra, in successione, un armadio di mogano, un comodino e un letto dalle lenzuola candide.
Nel letto, Adam. Gli corsi accanto.
Era coperto fino al bacino dalle coperte, e tentava di stare seduto ma si vedeva che questo gli costava grande fatica. Gli sorrisi "Co.. Come stai?" gli chiesi, quasi assurdamente.
Lui mi guardò, indicandosi il petto, completamente bendato. In alcuni punti le bende erano macchiate di sangue.
Arrossii.
"Scusami.."
Lui mi prese il volto fra le mani e mi baciò.
"No, scusami tu, ti ho fatto preoccupare.."
Gli accarezzai una guancia.
"Ma chi.. ti ha ridotto così?" gli chiesi, preoccupata e curiosa.
Non riuscì a rispondermi.
Non potè.
Improvvisamente fui agguantata da un vortice di vento, irreale e improvviso. Impaurita, istintivamente lanciai uno sguardo alla finestra. Era una vetrata enorme, colorata.. chiusa.
Da dove veniva quel turbine..?
Venni sollevata da terra, sempre più in alto. Allungai le braccia verso Adam.
"Adam..! Adam!" gridai, piena di terrore. Lui non riuscì a rispondermi e tento di allungare le mani verso di me, ma il movimento gli costava troppa fatica.
Quella specie di uragano mi avvolse totalmente, facendomi perdere il respiro.
E i sensi.
Mi sono ritrovata qui, questa mattina.
Ma non è finita.
Mi sono alzata e sono corsa fuori, stavo benissimo. Sono corsa nell'ala Ovest ma non sono riuscita a ritrovare quello stanzone. L'ala Ovest è assurdamente enorme e sconfinata, d'accordo, ma temo di averla percorsa tutta, senza ritrovare Adam.
Sentivo ancora sulle labbra il suo sapore.. non poteva essere stata solo un'illusione.
Sconsolata, ho provato a tornare in camera, o almeno nella sala da pranzo, per mangiare ed essere in forze.
Ma non ci sono riuscita.
All'inizio non me ne resi conto, e continuai a camminare seguendo quella che pensavo fosse la via giusta.
Ma mi sembrava di vedere sempre gli stessi corridoi, gli stessi quadri inquietanti alle pareti, le stesse stanze che si intravedevano dagli usci socchiusi, le stesse porte alte, basse, massicce. Le stesse cose.
Il mio passo aumentava insieme all'ansia; mi ritrovai a correre, ansimando.
E non so come, mi ritrovai di fronte a un vicolo cieco. C'era una porta, alla fine, nell'approssimarsi alla quale notai che l'illuminazione scarseggiava pian piano.
Mi sembrava quella che portava alla stanza di Jàn, anche se cominciai a temere che fosse stata anche quella un'illusione.
Mi sono avvicinata, l'ho aperta.
Ormai non avevo più niente da perdere.
L'oscurità mi ha avvolto.
Da quel momento in poi, non ricordo più nulla.. nulla.

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Capitolo 12
*** 21 ottobre ***


Dannato, dannato, dannato blocco dello scrittore!
Seph




21 ottobre

Ho vagato, ho vagato, ho vagato senza sosta. Ho sbattuto la fronte contro i muri più o meno un'infinità di volte. E' buio, non ci vedo. Cammino allungando le braccia davanti a me per evitare possibili ostacoli.
Inizialmente, non riuscivo a capire com'era strutturato questo posto.
I muri arrivavano improvvisi e di tanto in tanto arrivavo in una specie di vicolo cieco.
Inizialmente pensai si trattasse di una stanza, o di varie stanze.
Inizialmente.
Poi capii.
Era un labirinto.
Non so quanto tempo è passato.
E' buio, non ci vedo. Ho perso il senso del tempo.
Quante ore saranno passate?
Comincio a sentire i morsi della fame, ho un buco nello stomaco.
Ahi.
Un'altra testata.
Con le mani esploro questo nuovo muro, cercando di continuare in qualche modo a camminare.
Mi giro e mi rigiro finchè le mie mani non toccano che aria, e prendo a camminare nuovamente.
Ahi, ancora. Un'altro muro.
Un malditesta lancinante mi costringe a sedermi accanto alla parete, a terra. Per la prima volta sfioro il pavimento.
Qualcosa non quadra.
Non sembra semplice terra, polverosa senz'altro.
Sembrano tante pietruzze, probabilmente quadrate, messe vicine.
La mente annebbiata, ci metto un po' a ricordarmi come si chiamava una cosa del genere.
"Mosaico.." mormoro tra me e me.
All'improvviso tutto si accende di luce.
Mi copro istintivamente il volto con le mani, i miei occhi oramai abituatisi all'oscurità vengono feriti dalla luminosità che senza preavviso si era sprigionata in quel luogo, non saprei dire da dove.
Lame di luce in un labirinto oscuro.
Finalmente riesco a vedere un po' com'è fatto questo posto.
Alzo lo sguardo, il soffitto è alto, le mura del labirinto sono molto più basse.
Ora cammino con più sicurezza, affidandomi totalmente all'istinto, svoltando ora a destra, ora a sinistra.
Poi abbasso gli occhi sul pavimento, come ricordandomi solo ora che c'era il mosaico.
Comincio a osservare quello strano disegno che mi trovo a calpestare, quando qualcosa mi distrae.
Non capisco cosa, all'inizio.
Un rumore.
No, un rantolo.
Un mugolio.
Alzo gli occhi.
Un altare.
Una croce.
E, in mezzo a tutto, Jàn.

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Capitolo 13
*** Il Passato - 2 ***


Alcuni di voi, leggendo “Passato – 1” hanno pensato che fosse scritto in modo diverso dagli altri capitoli

Alcuni di voi, leggendo Passato - 1 hanno pensato che fosse scritto in modo diverso dagli altri capitoli. Ci ho pensato e penso di sapere perché: perché negli altri capitoli la protagonista parte dalla fine e poi prende a spiegare come è arrivata in tale situazione. Invece nei capitoli riguardanti il passato vive le cose in tempo reale. Mi dispiace per questi cambi improvvisi, ma la situazione lo richiede U_U

Seph

 

 

 

 

 

 

 

 

Non è una specie di prigionia.

È più una.. una convivenza.

Sono libera di andare dove mi pare, in questa specie di villa.

.. ma come fa un vampiro ad avere una villa? Non ne ho la più pallida idea.

Il Vampiro è.. affascinante, a modo suo.

Ha dei capelli lunghissimi, neri come la notte, che gli ricoprono il viso quasi per intero, e gli arrivano più o meno al bacino.

Gli occhi.. gli occhi sono la cosa che più mi ha spaventato.

Azzurro ghiaccio normalmente, si colorano di un intenso rosso sangue quando le sue emozioni esplodono, qualunque esse siano.

Ah, e anche quando sporge i suoi canini inquietanti e mi morde. È una sensazione strana, a modo suo. Quando è nervoso, lo fa con violenza, e sento un po’ di dolore; le altre volte, invece, è più un solletico, una specie di brivido che mi percorre dal collo per tutta la schiena. Il suo volto è caldo e morbido, il rumore del sangue che succhia è spaventoso, il liquido che mi colora le spalle mi fa ribrezzo.. queste antitesi sono armoniche, a modo proprio.

Poi ci sono gli altri due abitanti della casa: Eve e Adam.

Sono fratelli gemelli, e si vede subito: hanno lo stesso sguardo d’acciaio, gli stessi capelli color paglia, la stessa carnagione pallida, gli stessi lineamenti affilati. Sembrano quasi asessuati, un maschio e una femmina, ma praticamente identici.

Eve è altera e distante, fredda e gelida come marmo, mi spaventa. È solita comportarsi in modo strano. Quando qualcuno fa una qualunque cosa che la rende ‘contenta’, gli graffia la spalla con le sue unghie.

Poi mi minaccia sempre di morte. Spaventoso.

Adam invece è una specie di angelo sceso dal cielo. È sempre silenzioso, immobile, cristallo puro e inattaccabile.

Ieri però mi ha baciata, all’improvviso, senza che me ne rendessi conto. Il Vampiro si era preso un po’ del mio sangue ed era sparito da poco, al che lui è entrato, mi ha aiutato a lavarmi dal sangue e poi, così, senza un vero perché, mi ha baciata.

Mi sono inquietata un po’, a dire il vero. Mentre mi baciava, mi accarezzava i capelli, con gesti lenti e sicuri, sembrava non finire mai. Le mani dietro la mia nuca. Gesti lenti, sicuri.

Poi Eve, da un punto imprecisato della casa, lo chiama, lui si alza e senza una parola se ne va.

Solo, un sorriso.

E se ne va.

Impietrita, non mi sono mossa fino a sera.

Oggi ho visto per la prima volta Adam dipingere.

Era nella sconfinata sala con le grandi finestre, quella che sul giardino interno; da lì si può scorgere anche la voliera del Vampiro, enorme, tanti e diversi sono gli uccelli che vi sono all’interno.

Mi ci sono avvicinata e ho sbirciato sulla tela.

Quel poco che bastava per vedere che era ancora incompleto, poi lui ha alzato lo sguardo su di me, duro e severo.

“Lo vedrai quando sarà finito”, con la sua voce melodiosa, e mi ha spinto via con gentilezza.

Sono uscita dalla Sala piena di curiosità.

Senza sapere cosa fare, ho pensato di andare a trovare Eve, magari quel giorno non mi avrebbe trattata male, magari potevamo anche parlare un po’.

In fondo eravamo entrambe ragazze, anche se non credo che lei abbia la mia stessa età.

Più grande, probabilmente.

Sono uscita dalla Sala, piena di speranza.

Ho percorso i corridoi con una meta ben precisa: la camera di Eve. Sapevo benissimo che, se non era ora né di pranzo né di cena, Eve poteva essere in due posti: la Sala dalle grandi finestre, oppure la sua camera.

Non era in Sala, doveva essere in camera.

Ho svoltato inoltrandomi nell’ennesimo corridoio, e subito individuo la porta.

Mi avvicino e faccio per bussare. Poi noto che la porta è socchiusa; strano, lei non è tipa da mezze misure. La porta è o aperta o chiusa.

Senza pensarci molto, mi chino un po’ e sbircio.

Quel che vedo mi sconvolge.

Eve.

Sul letto.

“Vestiti” è una parola che non le si addice.

E

sopra di lei

il Vampiro.

Senza accorgermene resto imbambolata a guardare.

Gesti lenti, sicuri.

(si vede che sono fratelli gemelli)

Sembrano seguire una tacita e precisa procedura, non un movimento falso, brusco, non una parola, un sospiro pesante, nulla.

Poi

il Vampiro

alza lo sguardo

verso

la porta.

Mi vede.

Spalanco le palpebre e, presa alla sprovvista, cado all’indietro.

Sento dei passi, dall’altro lato dell’uscio.

“Aiuto..” mormoro, con una voce intrisa di paura, panico totale.

Mi alzo, le gambe tremolanti. La porta si apre.

Inizio a correre.

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