Aneddoti dilettevoli sulla famiglia Mellark

di VickyD
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Calci rotanti, pagelle insufficienti e notti insonni. ***
Capitolo 2: *** Parte1: Alchechengi, regali inutili e desideri. ***
Capitolo 3: *** Parte 2: sciopero, dimenticanze e vestiti da maschio. ***
Capitolo 4: *** Coatti, metal e bugie. ***
Capitolo 5: *** Intossicazioni, obliterazioni, cauzioni. ***



Capitolo 1
*** Calci rotanti, pagelle insufficienti e notti insonni. ***


Siamo nel distretto 12, durante un gelido ma piacevole inverno, dove la neve cade come forfora delle nuvole. Diversi anni dopo la fine degli hunger games e delle inutili telenovelas argentine da 4 soldi.

I piccoli Rue e Finnick Mellark giocano nella neve insieme al padre Peeta, tornato dal forno in anticipo per rotolarsi sul candido prato insieme ai bambini (cercando di evitare gli escrementi dei cani e delle oche di Haymitch), oltre che per firmare la pagella di Rue.

Rue: “Puff…Ecco fatto il pupazzo di neve!”
Finnick: “UAAAAATAAAAAAAAA!” *Butta giù il pupazzo con il calcio di Chuck Norris*
R: “Finnick nooooo! Era bellissimo il pupazzo! Sei un lestofante malvagio! Ora lo dico a mamma e poi so ca**i tua!”
E così Rue corre nella loro casa, al Villaggio Dei Vincitori.

Katniss è in cucina, che prepara al cena appena uccisa.
R: “Mamma mamma! Finn mi ha distrutto il pupazzo di neve con il calcio rotante di Chuck Norris!”
Katniss: “Shalla Rue, non vedi che sto scuoiando il leopardo? Se continui a interrompermi niente cena né tappeto stasera! Ci sono dieci fott**i metri di neve fuori, potrai rifare il tuo pupazzo domani!”
In quel momento entrano anche Peeta e Finn che, in vena di scherzi, con un altro calcio rotante, fa cadere la sorella di faccia. E lei quasi ci lascia gli incisivi.
K: “FINNICK CINNA MELLARK! BASTA CON QUESTI CALCI ROTANTI! SEI UN PERICOLO PUBBLICO!”
F: “Ma mammina! Io adoro Chuck Norris e voglio essere come lui!”
K: “QUANTE CA**O DI VOLTE TI HO DETTO CHE NON DEVI VEDERE QUESTI TELEFILM VIOLENTI?”
F: “Papino me li fa vedere!”
K: “TUO PADRE E’ UN …BEOTA! VAI A CAGARE PEETA!”
F:  “ Mammina, non può andare a cagare ora, il bagno è occupato da Rue!”
Peeta: “Ok, basta così. Apparecchia la tavola Finn, tua madre deve avere le sue cose… vedi com’è nervosa?”

Dopo aver mangiato carne di leopardo, Peeta firma la pagella di Rue: tutti 5 e 4 tranne ginnastica. Du’ ceffoni e niente facebook per due settimane.

Messa la prole a letto, Katniss e Peeta si siedono davanti al caminetto.
P. “ Forse sono stato un po’ troppo duro con Rue. Avrei dovuto incoraggiarla anziché prenderla a pizze… Sono un pessimo padre!”
K: “ No Peeta! Sei un’ottimo padre! Non ci puoi fare niente: Rue non studia! Sta tutto il tempo a cincischiare su facebook ed è meglio che tu non  sappia cosa hanno detto i professori ai colloqui!”
P: “Mi sa che per farla promuovere dovrò corrompere il preside con i miei cupcake red velvet…”
K: “Mmmm!”
P: “Mmmm!” Le fa eco scherzosamente Peeta.
Si sporge per baciarla, pensando che gli sarebbe piaciuto avere un altro bimbo. Forse alla sua consorte un po’ di meno, però. Insomma, era evidente che dopo aver avuto i figli, Katniss si stava trasformando da sexy arciera a desperate housewife, con i bigodini e la maschera verde in faccia.
Ma respinge quel pensiero e si concentra sulla moglie. Le loro labbra si stanno per toccare quando…
F: “Mammina, papino! Non ho sonno!”
R: “Mà, pà! Finnick rompe i maroni!”
K: “Oh bambini! Perché non state dormendo?”
R: “Quel troglodita di Haymitch ha la musica metal a palla”
K: “Venite qui vicino al fuoco, che fanno -10!”
E i due pargoli si fiondano sul divanetto, avendo cura di premere i piedi surgelati sulle pance dei genitori.

Ad un certo punto…
F: “Mammina, papino, ci raccontate una storiella?”
K: “Una storiella?”
A Katniss non piace raccontare storie. Non ha molta fantasia. Le uniche cose che ha letto ultimamente sono  i libri “Hunger Games”, “50 sfumature di grigio, nero e rosso” e alcune fan fictions di rating rosso su efp. Perciò non sapeva cosa raccontare ai bambini.
K: “Ok, allora. C’era una volta cappuccetto rosso…”
R: “e basta con ‘ste baggianate! Basta con ‘ste frottole inutili! Vogliamo storie vere che facciano ridere!”
P: “Ok ragazzi. Vi abbiamo mai raccontato del giorno in cui è nata Rue?”




Angolo dell'autrice:
Ecco il primo capitolo della mia storia, che è il frutto di viaggi mentali durante spiegazioni noiose a scuola...
So che non è un gran che, ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Accetto critiche e consigli per aiutarmi a migliorare.
Tenete conto però che è la mia prima fanfic, siate buoni con me!
Il prossimo capitolo uscirà a seconda della benevolenza dei prof riguardo ai compiti a casa!
Grazie a tutti coloro che recensiranno!
Ps: a quanto pare lo stile "copione" non è piaciuto. Perciò dal prossimo scriverò normalmente "a testo" (se si può dire così...)

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Capitolo 2
*** Parte1: Alchechengi, regali inutili e desideri. ***


Una Katniss molto incinta ed un Peeta molto preoccupato viaggiavano su un treno diretto del distretto 4.
La madre di Katniss, infatti, aveva iniziato a lavorare lì come infermiera e ci teneva tanto a far nascere il suo nipotino/a!
Se Katniss era quasi a termine della gravidanza, Peeta era quasi a termine della pazienza per i continui sbalzi d’umore della moglie.
Infatti se le girava male e tu dicevi qualcosa di sbagliato, facevi meglio a prendere i tuoi parastinchi da hockey, perché ti sarebbero arrivate tante di quelle randellate…
Non potete immaginare quanti episodi di epitassi* e occhi neri dovettero sopportare Peeta e Haymitch!
Comunque, pochi giorni dopo sarebbe stato tutto finito.
Ad un certo punto, Katniss se ne uscì con una delle sue bizzarre voglie: marmellata di alchechengi.
“Si, aspetta che chiedo ai miei fantagenitori di materializzarla!” gli rispose il marito.
“Senti caro Peeta di miei stivali, vedi di fare meno lo spiritoso e procurami gli alchechengi!” ribatté lei.
“Ma se non so manco che sono!”
“E’ frutta! Frutta tropicale! Forza bello! Alchechengialchechengialchechengi…. VOGLIO-GLI- ALCHECHENGI!”
Questa cantilena continuò per tutto il viaggio.
Scesi dal treno e placata la voglia, i due quasi - genitori presero un taxi-motoscafo (guidati da un veneziano emo) e arrivarono a casa della mamma di Katniss, dove avrebbero alloggiato fino alla nascita del bambino/a.
Erano stanchissimi per il lungo viaggio e volevano solo farsi una bella dormita, ma ovviamente c’erano in serbo molte sorprese per loro!
Appena aprirono il portone, si alzò un coro da stadio che fece trasalire madre e bambino, il quale le sferrò un calcio degno di Maradona ai mondiali dell’86.
Tutti i loro amici avevano organizzato una festa per il bambino/a, con tanto di torta a forma di culetto di neonato.
E c’erano proprio tutti! La madre di Katniss, Annie e suo figlio metallaro Jake, una Delly con un sorriso a quaranta denti (Delly aveva dei denti in più, ndr), Effie, Flavius, Venia e Octavia, sostenendo che senza di loro la festa non può iniziare, Cressida e Pollux, che nel frattempo si erano fidanzati e anche Haymitch e Johanna, aventi una faccia che sembrava dire “ma che ci faccio io qui insieme a questo branco di idioti”.
Peeta e Katniss furono sommersi da baci e abbracci, come una nonnina che, il giorno di Natale, assale il nipote con tanti pizzicotti sulle guance e lui, irritato, sopporta con un sorrisetto finto.
Annie si  era offerta di preparare il rinfresco. E tutti sanno che Annie non sa cucinare (motivo per cui il figlio si nutre da Burger King, ndr)
Per cui tutti, dopo aver mangiato, vomitarono sul costoso tappeto persiano della signora Everdeen.
Arrivò l’ora di aprire i regali.
Effie e i preparatori gli regalarono una copertina dalla fantasia assolutamente improponibile, che neanche un tossico in preda all’LSD sarebbe riuscito a concepire.
“OMG! Fa-vo-lo-sa!” disse Katniss, mentre in realtà pensò: “Che bello! Mi mancavano gli stracci per la cucina!”.
Johanna le portò dal 7 un soprammobile di legno a forma di sonaglio. “L’ho intagliato io con le mie sante manine!”. Ma sotto c’era scritto “Made in China”; Haymitch gli aveva comprato un biberon a forma di bottiglia di vino; Pollux e Cressida una telecamera HD per filmare parto, infanzia del bimbo/a e le diverse partite di calcetto/saggi di danza che sarebbero seguiti; Annie e Jake scesero a compromessi: una tutina arancione con sopra stampato il logo dei Metallica.
Dopo i regali, gli ospiti (finalmente) tolsero il disturbo.
Così gli ancor più stanchi Katniss e Peeta avrebbero riposato un po’, approfittando di questi ultimi giorni da coppia senza figli per dormire una notte intera. Hahahaha pare vero!
La mamma di Katniss tenne loro un bellissimo (?) discorso su come avverranno travaglio, parto e puerperio nei minimi dettagli…
Alla fine s’era fatta ‘na certa, diciamo circa l’una. E la signora Everdeen andò a coricarsi.
Peeta fece una tisana ad entrambi.
“Certo che se la potevano risparmiare la festa!” disse Katniss.
“Dai tesoro, sono stati gentili! Guarda quanti bei presenti!”
“PEETA, NON ROMPERE!”
“Scusa Kat!”
“Scusa tu! Sono i miei soliti sbalzo d’umore!”
“Vorrei che questo piccolo don del cielo si sbrigasse ad arrivare, non ce la faccio più!” pensò lui.
Si vede che Peeta aveva davvero due fanatgenitori, perché quando andarono in camera da letto per la notte, a Katniss si ruppero le acque.
Riposare? Hahahaha pareva vero!



Angolo dell'autrice:
Secondo capitolo! I prof sono stati gentili oggi.
Dato che non era piaciuto, ho cambiato il "copione". Spero che così vada meglio!
Ho dovuto dividere l'episodio della nascita della bimba in due parti perchè sarebbe venuto troppo lungo.
Cosa ne pensate? Le parti più divertenti secondo me sono quelle dei regali e la voglia di alchechengi!
Prossimo capitolo a discrezione dei compiti.
Vicky

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Capitolo 3
*** Parte 2: sciopero, dimenticanze e vestiti da maschio. ***


Katniss cacciò un urlo che fece alzare in volo tutti i gabbiani sugli scogli e sugli alberi.
“MAMMAAAAAAA!!!!!!!”
“Dimmi” disse la signora Everdeen con voce tranquilla.
“MAMMA, DIAMINE, MI SI SONO ROTTE LE ACQUE!”
“Vabbè, ho capito. Mi alzo, mi alzo”.
Peeta era pietrificato: sua moglie urlava di dolore, suo figlio stava per nascere… E adesso? Aveva letto il libro “Guida alla gravidanza per uomini impediti”  e lì diceva che, quando si rompevano le acque, bisognava prendere la borsa, la macchina e, senza farsi prendere dal panico, andare verso l’ospedale. Cose leggermente difficili nella loro situazione: Katniss come borsa dell’ospedale si era portata un baule ottocentesco, difficile da trasportare, da maneggiare e, soprattutto, molto pesante; la signora Everdeen poi viveva in un quartiere chiamato “Piccola Venezia”: non c’erano macchien e l’ospedale era su un’isoletta a 5 miglia marine da loro. Insomma, avevano bisogno di una barca.
Aiutarono la povera, dolorante, partoriente a vestirsi, presero il baule e andarono al molo per prendere il barcabus (corrispettivo acquatico di autobus) per l’ospedale.
“PEETA!! FA MALISSIMO! AAAAAAHH!!!!!” urlò Katniss.
“Stai tranquilla tesoro. Tra pochi minuti saremo lì e ti faranno l’epidurale!” cercò di confortarla il marito.
Ma la buona sorte non era a loro favore. Scoprirono che quella notte ci sarebbe stato lo sciopero dei barcabus.
“ACCIDERBOLINA!”
“Puoi dirlo forte Peeta.” Disse la madre di Katniss.
“E ora che facciamo? Non voglio partorire qui! Abbiamo bisogno di una barca! AAAAH!!!!”
Ma con l’introduzione dei mezzi pubblici, tutti i cittadini del distretto 4 avevano venduto la propria barchetta. Tranne uno: Annie.
L’aveva tenuta perché l’aveva costruita Finnick ed era un pezzetto della loro (tristissima) storia d’amore. E anche perché era una fo****issima barca a remi e le avrebbe fruttato sì e no 10 euro.
Però era meglio di niente. Perciò Peeta la chiamò.
“Pronto Annie?”
“PEETA LO SAI CHE ORE SONO?”
“Si lo so, ma vedi Annie, Katniss sta per partorire e c’è lo sciopero degli autobus! Abbiamo bisogno di voi e della vostra barca!”.
“Ah, allora arriviamo subito!”
Dopo una mezzoretta buona, Annie e Jake (il quale era venuto con un pigiamino azzurro con la scritta “metal is the best lullaby”) arrivarono al molo remando come disperati.
Salirono su quella specie di guscio di noce e si avviarono, remando a turno, verso l’ospedale, tra gli acuti e imbarazzanti gemiti di dolore di Katniss.
Arrivarono al casello barca stradale ( corrispettivo acquatico del casello autostradale) dopo un’oretta.
“Introdurre il denaro o la tessera” disse la voce registrata del casello.
Chiedeva 2,50 euro. Ma, nella fretta, tutti si accorsero di aver dimenticato il portamonete a casa.
“A’ vecchi ritardati! ‘Ndate in casa de riposo!” disse Jake il metallaro.
“Jake non fare il maleducato!” lo riprese Annie.
“Statte zitta, che sei ‘na vecchia rincojonita.”
“Ma ora che facciamo?” chiese Peeta.
“AIUTO, NON VOGLIO PARTORIRE QUI! AAAAAAH!!!” urlò Kat in preda alle doglie.
“Lo tesoro, lo so. Ti prometto che verremo fuori da questa brutta situazione! E se chiamassimo un’ambulanza?” chiese lui.
Ma in mezzo al mare né Tim né Vodafone prendevano. Mama Everdeen aveva Wind, ma c’era solo una tacca e stava pure per finire i soldi. Tuttavia provò a chiamare la sua collega Shirley in ospedale.
“Pronto Shirley?”
“Pronto? Chi parla?”
“Sono io, la signora Everdeen! Mia figlia è in travaglio e siamo bloccati al casello!”
“Pronto non riesco a sentir… tu tu tu tu tu “ E cadde la linea.
“MAMMA E ORA CHE FACCIAMO?” chiese la povera partoriente.
“ E se mandassimo qualcuno a prendere i soldi?” propose Annie.
“Vabbè, ho capito. Se beccamo belli!” e Jake si tuffò.
Dopo un’oretta e mezza, lo videro tornare in canoa con Haymitch al seguito.
“Ecco i vostri sporchi soldi” disse il vecchio mentore.
Pagarono al casello e si diressero verso il porto dell’isoletta.
“Ma perché ti sei portato anche Haymitch?” chiese curioso Peeta.
“L’ho trovato al baretto che se faceva na’ bira. M’ha prestato a’canoa. M voleva vedere pure lui il pupo.” rispose Jake.
Appena arrivati in ospedale, portarono subito Katniss in sala parto, mentre gli altri furono costretti a rimanere fuori.
“Io sono il padre del bambino! Devo entrare a sostenere mia moglie!” Disse Peeta ad un medico.
“Mi dispiace signore, ma è permesso far entrare solo un’accompagnatore in sala e l’infermiera Everdeen vale come tale” rispose il dottore.
“Senti bello, io sono Peeta Mellark! Ho vinto gli Hunger Games e ti faccio il cu*o a pois! Anche i miei amici sono vincitori! Haymitch! Usa alito pesante!”
E Haymitch alita in faccia al dottore.
“Annie! Usa… hem…”
“Io ho vinto nascondendomi e sono per Gandhi e la non violenza!” disse lei.
“Ok, fa niente. Jake! Anche se non sei un vincitore, usa heavy metal!”
e Jake fa partire una musica indiavolatissima a palla che fa rizzare i capelli in testa al povero dottore e piangere tutti i neonati del reparto.
Il medico è esausto e se ne va. Peeta può entrare.
Katniss è sul lettino, tutta sudata e urlante.
“FATEMI L’EPIDURALE!” gridava lei.
“Non possiamo! E’ troppo tardi! Devi spingere!” le diceva la signora Everdeen.
Tutti urlavano là dentro, e anche Peeta non era da meno: sparava ca***ate ed era più d’intralcio che d’aiuto.
“KATNISS! IL BAMBINO! SPINGI TESORO!OMGOMGOMG! ORA NASCE, ORA NASCE! RESPIRA, SPINGI, RESPIRA, SPINGI… COME POSSO AIUTARTI? VUOI TWITTARE IL TUO STATO D’ANIMO? VUOI UN FRAPPUCCINO DA STARBUKS? VUOI CHE TI ORDINI SU ZALANDO QUELLE SCARPE CHE TI PIACEVANO TANTO?...”
“Peeta…” disse lei ad un certo punto.
“Cosa tesoro?”
“VAI FUORI!”
E Peeta fu cacciato.
Annie aveva chiamato tutti gli altri amici ed erano lì per sostenere Peeta, che era molto nervoso.
Hahahaha pare vero! Erano lì per quel frugoletto morbido e di Peeta gliene fregava meno di zero!
Dopo interminabili minuti di urla straziate e musichette demenziali da sala d’aspetto, si sentì chiaro e tondo il pianto di un bambino.
Peeta fu chiamato a tagliare il cordone e vide una Katniss stanca ma felice, con in braccio il loro bellissimo… bambina?
“E ora che facciamo? Abbiamo la casa piena di cose da maschietto!” esclamò il neo padre.
Questo era il vero motivo per cui la piccola Rue Primrose Mellark indossò sempre vestiti da bambino e fu presa sempre in giro dalle sue amichette fino a diventare un’emarginata sociale.

“Che bella storia, papino! Mi ha fatto troppo ridere!” disse il piccolo Finnick.
“Che storia di cacca, papino! Mi ha fatto troppo vergognare!” ripeté la sorella. “Ora cosa ci raccontate?”
“Hmmm… Allora, c’erano una volta tre porcellini…” iniziò Katniss.
“Ma no! Basta con ’ste baggianate! Vogliamo storie fighe, che facciano ridere!” disse Rue alla madre.
“Ok. Vi abbiamo mai raccontato della festa dei 18 anni di Jake?”




Angolo della scrittrice:
Ecco qua la seconda parte! Finalmente si è scoperto com'è nata la piccola Rue! Spero che vi abbia fatto ridere, a me tantissimo! Soprattutto Jake. Mi divertiva il fatto che Annie fosse tutta dolce e carina e il figlio rozzo e metallaro. C'è qualche parolaccia in più, ma a volte servono a rendere meglio un'idea!
Come sempre, dite la vostra! E grazie a chi mi ha scritto o a chi ha messo questo sclero tra le storie preferite/ricordate/seguite!
Un bacione e al prossimo episodio!
Vicky

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Capitolo 4
*** Coatti, metal e bugie. ***


Cosa vorrebbero raccontare:

Arrivò una lettera in casa Mellark. La mandava Jake, dal distretto 4. Diceva così:
“Bella vecchi!
Ve volevo invità alla mia festa de 18 anni. Ce saranno un sacco di cose da magnà, cose da bere, se potrà ballà a’ musica rok, aus, metal… E ce saranno un sacco de amiche mia che so’ fighe.
Vedete che sarà ner distretto 3 a casa de Beetee, perché lui c’ha ‘o stereo figo co’ le casse tunz tunz che so bone pe’ ‘a musica che me piace.
Poi sarei un rincojonito se vi dicessi che sarà er giorno del mio compleanno, ma lo dico lo stesso perché me va.
Quelle pazza de mi madre ve saluta.
State manzi.
Jake Odair”
“Hem… traduzione?” chiese Peeta.
“Vuol dire che dobbiamo sborsare un po’ di soldi per un regalo all’altezza della sua elegante persona” rispose Katniss.
Gli comprarono le cuffie Dr. Dre ed un cofanetto con tutti i cd di Justin Beiber.
“E’ questa la musica che piace ai giovani d’oggi!” gli aveva detto la commessa del negozio, che poi era Sae La Zozza.
Katniss si comprò un nuovo vestito, nuove scarpe, borsetta e gioielli e per l’occasione andò dal parrucchiere più in voga nel distretto 12: Ranuncolo. Se infatti vi mettavate quel gattaccio a mo’di cappello, lui si limava le unghie con i vostri capelli e venivano fuori delle acconciature pop-art proprio niente male!
Si fecero trovare a casa del loro amico per il 20 giugno.
Alla porta Beetee, in uno smoking argento metallizzato.
“Benvenuti ragazzi!” disse lui.
“Cosa? Che hai detto? Non riusciamo a sentirti con questa musica in sottofondo!” gli urlò Peeta.
Dovevano gridare per farsi capire: una musica indiavolata usciva a tutto volume dallo stereo e si spargeva nella grande casa.
Tutt’intorno a loro c’era la solita pipinara tipica delle feste dei pischelli: luci stroboscopiche colorate, bottiglie rotte, urla, roba non identificata che volava da tutte le parti…
Andarono in salone e, seduti ad un tavolo a mangiare, trovarono Annie, esasperata, Effie, schifata, Plutarch, spaesato ed Enobaria, annoiata.
“Ci sono anche Johanna, Gale e Haymitch. Sono sulla pista da ballo, mezzi nudi e ubriachi!” disse, anzi, urlò Annie sospirando. Non era così che s’immaginava la festa del suo bambino…
Ancora una volta la poveretta si offrì di preparare il buffet della cena, ma finì per ordinare cinese take away per tutti.
Katniss prese involtini primavera, Peeta dei noodles.
Poi arrivò la torta: era a tre piani, nera, con un teschio dorato in cima e borchie di zucchero metallizzate tutt’intorno ai lati.
Gli amici di Jake intonarono una canzone: “Perché è un bravo ragazzo, perché è un testa di ca**o, perché è un bravo ragazzo… nessuno lo può negar! Yeah!”
Dopo aver mangiato il dolce e bevuto tre o quattro bicchieri di un liquore non identificato, andarono sulla pista da ballo (ovvero il salone mezzo distrutto di Beetee).
Lì trovarono Haymitch e Johanna che ballavano una specie di tarantella napoletana e altri balli tipo macarena e simili. Gale era sul divano, senza maglietta, con soltanto una scarpa che baciava appassionatamente un’ abat joure. Era troppo fatto per rendersi conto di ciò che stava facendo.
E nel resto della stanza lo spettacolo non era da meno: gente che si baciava con individui dello stesso sesso, gente nuda, alcuni che si menavano… avevano persino indetto una battaglia rap (stravinta da Plutarch!).
Peeta e Katniss ballarono un po’, ma erano continuamente infastiditi da ubriachi fradici.
Stavano per perdere la pazienza e andarsene, quando Jake decise di aprire il loro regalo.
“Ganzissimo! Le Dr. Dre! Grazie fratelli, n’dovevate! Ma… la Justin Beiber collection… n’dovevate proprio regà!” disse il ragazzo, ma in realtà pensava: “Ma che ca…?”
Scartata la carta e salutati gli amici, Katniss e peeta tornarono a casa, promettendosi che non sarebbero mai più andati a feste di burini metallari.
 


Cosa raccontano veramente:

Arrivò un telegramma in casa Mellark, inviato dal signor Jake Odair, foglio del deceduto padre Finnick Odair e della madre Annie Cresta, dal distretto 4. Esso diceva:
“Spett.li signori Mellark,
è mio piacere invitarVi ai festeggiamenti in onore del mio 18esimo anno di vita.
Consisterà in danze e banchetti. Inoltre ci sarà occasione di vedere tante signorine per bene.
L’evento avrà luogo nella dimora del signor Beetee nel distretto 3, poicè egli possiede attrezzature idonee al tipo di festeggiamenti che ho in mente.
Inutile dire che l’evento avverrà il giorno del mio compleanno, ma melior abundare quam deficere.
Io e la mia adorata madre vi porgiamo distinti saluti.
Jake Odair”.
Il 20 giugno andarono a casa di Beetee e videro un’enorme festa da ballo in stile Tomasi di Lampedusa (autore de “Il Gattopardo”), con un sontuoso banchetto e un’ottima orchestra. In salone, dov’erano allestiti i tavoli per la cena, c’erano Annie, la quale era molto allegra, Effie, tranquilla e briosa, Plutarch, brillante e spigliato ed Enobaria, divertita. Haymitch, Gale e Johanna erano in salone, intenti a ballare un valzer nei loro eleganti vestiti.
Arrivò la torta dopo un po’: enorme, decorata con nastri e drappeggi color avorio.
E dopo alcune danze, il festeggiato aprì il suo regalo da parte di Katniss e Peeta: una collezione di francobolli dal mondo e un orologio da taschino.
“Poffarbacco! Non ci sono parole per esprimere la mia felicità e gratitudine alla vista di questi meravigliosi presenti!”
Dopo aver salutato e ringraziato i loro amici, Katniss e Peeta rimpatriarono, promettendosi che sarebbero andati a più feste come quella.

“Wow papino! Vi siete proprio divertiti quella sera!” esclamò Finn.
“Hem… Si tantissimo, figliolo! Avreste dovuto esserci anche voi!” rispose Peeta.
“Mamma, ora che storia ci racconti?”
“Beh… C’erano una volta Hansel e Gretel…”
“Ma che hai capito?!? Una storia divertente, di vita vissuta!”
“Ah, allora… vi va di sentire della nostra gita a Capitol City?”
“Gli Hunger Games, mammina?”
“Ma no, Finnick! Il nostro viaggio di nozze…”
 
 
 
Angolo dell’autrice.
Dopo un po’ di ritardo, ecco la festa! Katniss e Peeta vanno al compleanno di Jake il metallaro coatto ed ecco cosa si ritrovano. Io però non racconterei mai ai miei figli di una cosa del genere, perciò ho pensato alla sua versione più “elegante”. Se non avete letto/visto il film “Il Gattopardo” vi consiglio di vedere almeno alcune foto della scena del ballo per rendervi conto della situazione. Mi sembrava divertente fare una contrapposizione del genere… Spero che sia piaciuta anche a voi! Fatemi sapere cosa ne pensate e tenetevi pronte al racconto della luna di miele!
Vicky

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Capitolo 5
*** Intossicazioni, obliterazioni, cauzioni. ***



Questo capitolo è dedicato a Rebecca e alle gemelle, a Vale e Margi, a Silvia e Penny, e alle mie amiche C. e M.
Grazie per avermi reso una persona migliore!

I neo sposi Katniss e Peeta volevano andare a Capitol City in viaggio di nozze. Prima avevano scelto l’Azerbaijan, ma dovettero ripiegare su qualcos’altro, perché la compagnia aerea Azerbaijair era la più scarsa del mondo. Così optarono per la capitale e, con l’occasione, sarebbero andati a trovare i loro amici.

Avevano due valigie ognuno e insieme superavano il limite di peso: dovettero lasciargli il centone.
Salirono sull’aereo all’ora di pranzo e nel menu dell’Air Panem c’erano lasagne oppure pesce crudo.
“Io prendo il pesce” disse Peeta alla hostess.
“Sei sicuro? E se poi stai male? Io prendo lasagne” chiese la moglie.
“Ma dai, tesoro! Con tutti i soldi che sborsiamo il pesce dovrà essere freschissimo e di prima qualità”.

Le ultime parole famose.

Tutti quelli che mangiarono pese stettero male. Ma proprio male male. C’era una fila chilometrica per il water (chimico, perciò già di per sé disgustoso) e si respirava una puzza indescrivibile, tanto che Katniss fu tentata di aprire il finestrino, a 10000 metri d’altitudine.

Arrivati a Capitol, presero un taxi e andarono diretti all’albergo, non prima di essersi fermati in tutti i bagni pubblici della capitale.
Peeta aveva un’intossicazione seria e il viaggio era andato a farsi benedire.
“Bleeeeeah” (vomita) “Non lasciare che il mio vomito ti rovini la vacanza, tesoro. Vai a trovare Effie. Io me la caverò…” e corse in bagno.
Così dopo aver avvicinato la bacinella e le medicine al povero marito, Katniss si avviò verso casa di Effie.

Suonò alla porta e una donna spettinata, struccata e svestita le saltò in braccio, facendola cascare all’indietro in un’aiuola di ortensie fuxia.
“Tesoro!!! Come stai? E Peeta, dov’è?” urlò Effie con la sua vocetta stridula.
“Peeta è in albergo, al letto, anzi, in bagno con un’intossicazione alimentare”.
“Non dirmi che ha mangiato il pesce dell’ Air Panem?”.
“Ok, non te lo dico!”
“Ma allora cosa pretende? Ha lo stesso fornitore dell’Azerbaijair!”.
“Mannaggia, io gliel’avevo detto, ma lui…”.
“Beh, guarda il lato positivo. Lui starà a letto, mentre noi faremo shopping con la sua VISA!”.
Però a Katniss non sembrava giusto e solo dopo essersi fatta molto pregare acconsentì.

Si diede appuntamento con Effie, Venia e Octavia alla fermata dell’autobus e tornò in albergo a prendere il portafoglio del marito.
Entrata nella stanza trovò il putiferio: vomito ovunque, bicchieri rovesciati, letto siffatto, tv accesa su Jersey Shore e il povero marito addormentato nudo sul pavimento.
“Povero Peeta e povere donne delle pulizie: non invidio nessuno dei due!” sussurrò Katniss, sospirando. A quella vista fu tentata di disdire il pomeriggio di shopping con le amiche e di rimanere a fare compagnia alle cameriere, ma poi si ricordò cosa aveva detto Peeta tra un conato e l’altro: “Non lasciare che il mio vomito ti rovini la vacanza, tesoro. Vai a trovare Effie. Io me la caverò…”. Così si decise.
“Gli regalerò qualcosa di carino!” pensò. Certo, i soldi erano i suoi, ma in fondo è il pensiero che conta.

Quando arrivò al luogo dell’appuntamento, le ragazze erano già lì.
“Per arrivare in centro, dove ci sono i negozi più fescion, bisogna prendere il 344 per 5 fermate” disse Venia.
Aspettarono un quarto d’ora, poi mezz’ora. Ed erano passati 45 minuti quando il maledetto autobus arrivò. Salirono e si sedettero, non era molto affollato.
“Ma io non ho il biglietto né tantomeno la tessera. E se passassero i controllori?” chiese Katniss preoccupata.
“Stai shalla, quei trogloditi non passano mai. Scommetto che stanno tutto il giorno a giocare a Ruzzle anziché fare il loro lavoro” rispose Octavia.

Avete presente quella sensazione, quella specie di presentimento, quella vocina nella testa che si sente dopo aver fatto qualcosa di sbagliato? Quella che vi dice di girarvi perché qualcuno vi sta guardando intensamente? Fu proprio quella che sentii Katniss dopo aver detto ad alta voce di essere senza biglietto.
Si girò lentamente, sperando che fosse soltanto uno stupido disagio senza fondamento. E invece erano lì. Dritti, autoritari, macchine programmate per cercarti, trovarti e prenderti. Le ricordavano gli ibridi, durante la guerra, o i professori quando sceglievano chi interrogare.

I controllori erano dietro di loro e avevano sentito tutto. Ma proprio tutto tutto.

“Biglietti signorine!” dissero quei “trogloditi”. Ovviamente Effie, Venia e Octavia avevano le tessere, ma Katniss era fot***a.
“Hem… io… il biglietto… devo… devo AVERLO PERSO!” balbettò lei.
“Sì perso, come no. Vecchia scusa, molto poco credibile. Sono sicuro che lei è una persona creativa e potrebbe partorirne una migliore di questa” la prese in giro uno dei controllori.
“Ha ragione! Il suo ca**o di biglietto l’ho timbrato, ma è arrivato un tizio che cercava di attaccare bottone con una tizia figa e aveva bisogno di un pezzetto si carta per appuntarsi il suo numero. Io avevo in mano e, sentendomi in vena di favori, gliel’ho dato. Va meglio?”
“Un po’, ma ora deve venire con noi alla polizia” rispose minaccioso il collega.
“SENTI BELLO, TU NON SAI CHI SOLO IO!” esclamò mentre la prendevano per le braccia e la portavano nella volante. “SONO KATNISS EVERDEEN, LA GHIANDAIA IMITATRICE! SE POSTESSI PRENDERE LA MIA SFERA POKE’, SCATENEREI SU DI VOI TUTTA LA FURIA DEI MIEI AMICI VINCITORI!” e continuò a blaterare per diverso tempo.

La sbatterono in un’angustissima cella maleodorante con disegni ambigui sulle pareti.
“Hai diritto a una telefonata” grugnì un poliziotto, lanciandole quasi il telefono in testa.
Chi poteva chiamare Katniss se non il suo dolce e malaticcio neosposo?
Peeta rispose con un fil di voce, pensano che fosse un’altra inutile telefonata dei tizi di Vodafone, ma quando venne a sapere che la moglie era stata arrestata, fu come se il letto avesse avuto un materasso eiettabile: saltò giù e si precipitò in strada.
Lei se lo immaginava come un principe che veniva a salvarla: cavallo bianco, capelli al vento, piccoli animaletti del bosco scassamaroni che zampettavano intorno…
Invece arrivò in pigiama, sudato, con i capelli appiccicati sulla faccia: più che Ivanhoe il valoroso cavaliere, sembrava Ulisse di ritorno dalla guerra, la guerra contro l’intossicazione alimentare!

Si mise subito a parlare con uno dei poliziotti a guardia della cella di Katniss, che era così scrausa che neanche si chiudeva bene.
La ragazza sarebbe stata processata in tribunale con l’accusa di mancata obliterazione del biglietto.
“E se pagassi la cauzione?” chiese Peeta. Per liberarla servivano 30.890€, discreta somma di cui il fornaio non disponeva.
“E va bene str***etti, mettetemi pure al banco degli imputati, ma senza il mio avvocato io non faccio niente!” esclamò Kat.
L’avvocato, che poi era Enobaria, era in ferie, in vacanza alle Maldive e solo dopo essersi fatta molto pregare acconsentì a difenderla nel processo.

La settimana seguente, erano tutti in tribunale. Katniss era seduta davanti, E Peeta (sotto antibiotici) tra il pubblico, insieme a Effie e le altre, che erano in lacrime come se stesse per essere giustiziata pubblicamente.
Quando entrò il giudice, Enobaria non era ancora arrivata.
“Aveva un appuntamento dal dentista, sarà qui a minuti” disse l’imputata.
Aspettarono un quarto d’ora, poi mezz’ora. Ed erano passati 45 minuti quando finalmente la porta si aprì e una donna con un sorriso alla Dracula avanzò verso la sua cliente.
Dopo ore di estenuanti trattative, Enobaria vinse la causa e portò tutti a casa.
“Riceverete la mia parcella!”disse.
Tornati nel distretto 12, la trovarono nella cassetta della posta. Dovettero sborsare all’amica la bellezza di 30.889,99€.
“Ma allora tanto valeva pagare la cauzione, no?”


“Poveri mammina e papino!”
“Già, che cacata di luna di miele che avete passato!” commentano Finnick e Rue.
“Avete ragione figlioli. Sapete cosa dovremmo fare? Un bel viaggio tutti insieme per rimediare!” propone Peeta.
“Sarebbe molto bello, papà” risponde la bambina, pensando, in realtà, che non avrebbe sopportato una vacanza con la famiglia di allocchi che si ritrova. “Solo una cosa: non ho capito come accidenti ha fatto zia Enoby a vincere la causa. Dicono che come avvocato difensore fa schifo!”
“Beh” dice Katniss. “Lei ha vinto con… hem… le… LE SUE SPICCATE DOTI ORATORIE!”.
Non avrebbero detto ai figli che Enobaria aveva minacciato il giudice di squarciargli la gola con i canini che si era fatta arrotare poco prima.
Rimangono in silenzio per un po’, guardando il fuoco che crepita nel camino.
Dopo qualche minuto Peeta dice: “Ora perché non ci raccontate voi una storia? Avete qualcosa da condividere con i vostri vecchi?”.
“Ci sarebbe una storia divertente… Te la ricordi Finn?”
“Quando lo zietto Gale e la zietta Johanna ci hanno fatto da babysitter?”
“Ah, la sera del nostro anniversario! Gale e Johanna ci hanno detto che eravate stati molto discoli!”
“Che bugiardoni! Ecco come andò veramente..”
 
 
 
Angolo dell’autrice:
Pensavate che ci si poteva facilmente liberare di VickyD? Ebbene, vi sbagliavate! A parte gli schezi, mi dispiace molto di aver tardato così tanto ad aggiornare. Ma sono successe molte cose durante questi mesi, compreso il “blocco dello scrittore”: avevo le idee a 0! Questo capitolo orribile ne è la prova. Ma prometto solennemente che il prossimo non si farà tanto aspettare.
Comunque, veniamo a noi. Ovviamente la fortuna non è a favore di Katniss e Peeta neanche stavolta.
Per la scena dell’aereo mi sono ispirata al film “L’aereo più pazzo del mondo”, dove tutti stanno male dopo aver mangiato pesce. Tra l’altro, fa un sacco ridere. Se vi capita, guardatelo!
Poi ho immaginato che Capitol dopo le rivolte cambiò, e diventò una città normale, con autobus in ritardo, compagnie aeree frega soldi e poliziotti impertinenti. Ovviamente però, conservò alcune stranezze, come la prigione se non si timbra il biglietto dell’autobus.
Passatemi i termini giuridici, per favore! Per quanto mi sia potuta documentare su processi e avvocati, non so se sia tutto giusto.
Spero che continuiate a leggere la mia fic, anche dopo questa assenza. Ringrazio tutte quelle che recensirono, recensiscono e recensiranno.
Vi mando un bacio!
Vicky

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